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“Sono
così dannatamente annoiato!” Mormorò
Harry, seduto alla scrivania della sua stanza. Aveva finito perfino i compiti
dell’estate, controllandoli cinque
volte. A suo credito, bisognava dire che aveva finito anche i compiti di
pozioni per Snape. “Almeno, Hermione sarà contenta di me.” Pensò ridendo.
Erano
passati quasi due mesi da quando Harry era tornato a Privet Drive, ed era
caduto in una routine ormai consolidata. Si svegliava dopo una notte senza
riposo, fissava fuori dalla finestra per alcune ore, preparava la colazione per
i Dursley, fissava nuovamente fuori dalla finestra, preparava il pranzo per i
Dursley. Fissava nuovamente fuori della finestra, preparava il pasto serale per
i dursley e poi, se era veramente fortunato, potrebbe fissare nuovamente fuori
dalla finestra! I tentativi di riposare, davano luogo a
risvegli
bagnati dal sudore, provocato da Voldemort, e poi, sì, indovinato! Nuovamente a
fissare fuori dalla finestra! Ad harry non venne permesso di uscire dalla casa,
neppure per un breve giro al parco, per scappare alla monotonia, a causa delle
regole dell’Ordine. “Harry, mio caro ragazzo, per questa estate, è più sicuro
se non esci dalla casa. Voldemort, non riuscirà ad attaccarti se resterai
dentro, le custodie sulla casa, sono la miglior protezione per te.” Aveva detto
dumbledore alla fine dell’anno scorso.
“Ma la
morte per noia, Hedwig?” Si chiese Harry, guardando alla sua amica. I grandi occhi
dorati dell’animale guardarono a lui, stridendo in comprensione. “Scommetto che
non ci hanno pensato, vero?” Hedwig arruffò le sue bianche penne, posandosi
quietamente sulla scrivania. Harry accarezzò le penne del suo torace, ricevendo
in cambio affettuosi pizzichi sulle dita.
*****
“Ehi!
Scherzo della natura, vieni a preparare la cena!” Gridò Dudley, colpendo la sua
porta. Tutta la sua prepotenza si affievolì appena harry aprì la porta,
causando ad harry un sorriso molto simile a quello che sfoggiava Snape. Harry
non era grande come Dudley, anche se la perenne dieta dimagrante aveva pagato,
ancora lo superava. Durante il sesto anno, però, Harry era cambiato. Aveva
raggiunto i 175 cm. La sua faccia aveva perso le rotondità infantili, facendo
apparire i suoi zigomi più prominenti; il suo corpo non sembrava più
malnutrito, e gli anni passati a giocare sul campo di Quidditch e lottando
contro Dudley e la sua banda, gli avevano conferito un corpo magro ma ben
definito. Aveva raggiunto il fisico di un atleta.
Dopo aver
preparato la cena, pulì, rimanendo ignorato dalla sua famiglia, era la loro
nuova tattica per trattare col loro caparbio nipote. Finito, ritornò alla sua
camera da letto, a continuare il suo nuovo hobby di fissare fuori dalla
finestra.
***********
Dieci
minuti prima della mezzanotte, Hedwig volò leggermente verso Harry, che stava
sonnecchiando sul suo letto. Cercando di svegliarlo, lo pizzicò sull’orecchio.
Sapeva che il suo padrone amava ricevere i gufi con i regali sveglio. “Cosa c’è
piccola?” Chiese assonnato al suo gufo, ricevendo uno stridio in risposta,
mentre si spostava vicino alla sveglia digitale, per indicargli l’orario. 11:57
pm. “Davvero notevole piccola! Sono sopravissuto un
altro anno. Con buona speranza, sarà l’ultimo che passeremo qui.” Hedwig stridé
dolcemente al padrone, che gli rivolse un sorriso che avrebbe potuto
rivaleggiare con uno di GilderoyLockhart.
Come
l’orologio scoccò mezzanotte, Harry augurò a se stesso “Un buon felice
diciassettesimo compleanno, Harry.” Alcuni minuti più tardi, sei gufi potevano
esser visti dirigersi verso il numero 4 di Privet Drive.
Dopo che
Harry li fece accomodare nella sua stanza, gli diede acqua e cibo. Harry riconobbe
il primo gufo come uno di quelli usati da Hogwarts.
Caro
Harry,
felice
17settesimo compleanno! Ora sei maggiorenne! Come va con quei tuoi stupidi
parenti muggle? Stanno trattandoti bene? Spero di si. Se non è così, informa
l’Ordine e noi rispediremo qualcuno a ricordargli di comportarsi bene. Spero
che il mio regalo ti piaccia; ci vedremo a settembre.
Con
amore, Hagrid.
Incartata,
una lattina piena di caramelle fondenti di melassa (fatte in casa), ed una selezione
di fotografie di lui, Ron ed Hermione con Hagrid degli ultimi anni. Man mano
che le guardava, riceveva cenni entusiastici dai ritratti. Harry sorrise,
afferrando una pergamena ed il suo calamo per rispondere.
Caro
Hagrid,
grazie
molto per le caramelle e le fotografie. Mi piacciono molto! Mi manchi, e
aspetto con impazienza l’arrivo di settembre per incontrarti nuovamente. Per
quanto riguarda la mia famiglia, va tutto bene, mi trattano meglio di quel che
speravo.
Con
tutto il mio amore, Harry.
Harry
legò la pergamena al gufo, dicendogli di consegnarla ad Hagrid. Una volta
andato, si rivolse al prossimo gufo.
Caro
Harry,
buon
compleanno. Come stai? Io sto bene. Ho finito tutti i miei compiti durante la
prima settimana, così ho avuto la maggior parte delle vacanze da spendere come
meglio volevo. Spero che tu abbia finito o tuoi. So che Ron non lo avrà fatto,
ma presto sarò dai Weasley, così potrò costringerlo a farlo! Ho così tanto da
dirti, ma immagino che dovremo aspettare finché non ci incontriamo. Spero che
tu stia tenendo fede alla tua parola Harry, e che tu non stia uscendo. In ogni
modo, Harry, spero che tu passi un buon giorno di compleanno.
Con
amore, Hermione.
Harry
sorrise alla lettera, Hermione era così...Hermione. Anche prima che aprisse il
suo regalo, Harry sapeva quello che era. Con humour, aprì il pacco, cercando di
indovinare che libro gli aveva comprato quest’anno. “Scopra il suo animale- Una guida per diventare un animago.” Di P. Hansworth. Harry alzò un sopracciglio. Buona scelta. Harry
afferrò un’altra pergamena.
Cara
Hermione,
grazie
molto per il libro. Sembra molto interessante! Non vedo l’ora di leggerlo! Per
quanto riguarda i compiti, li ho finiti e verificati, approssimativamente,
cinque volte; non c’è molto altro da fare, quando si è conficcati dentro casa
tutto il giorno. Non che mi lagni, sempre meglio che essere il nuovo giocattolo
di Voldemort. Non vedo l’ora che ri-inizi la scuola.
Mi manchi! Cerca di esser gentile con Ron. Lui ci prova, lo sai.
Con
tutto il mio amore, Harry.
Attaccata
la lettera alla zampa del gufo, Harry sorrise. Davvero aveva sentito la mancanza
di Hermione. Durante l’ultimo anno, erano divenuti più vicini, frequentando la
biblioteca e studiando insieme. Dopo la morte di Sirius, Harry si era gettato
nello studio, rendendo Hermione molto contenta. Ma non solo, lui l’aveva
aiutato a venire a termini con molte cose della sua vita, come il suo ruolo
nella guerra ed il sentimento di tradimento verso Dumbledore alla fine del suo
quinto anno. Gli fece vedere la verità oltre i suoi sentimenti di rabbia, odio,
diffidenza e biasimo che lui provava verso il professor Snape per la morte di
Sirius. Era veramente un’amica, e lui l’amava come la sorella che non aveva mai
avuto.
La
lettera seguente lo fece ridere scioccamente.
Buon
compleanno Harry,
Come
va nel mondo dei muggle? Io sono in Islanda con mio padre, stiamo tentando di
trovare degli esemplari dei Serpenti del Ghiaccio. Per qualche ragione, la
maggior parte delle persone non credono nella loro esistenza, che noi siamo dei
pazzi! Ora devo andare. Spero che tu abbia un buon giorno, Harry.
Con
amore, Luna.
Da lei,
ricevette una collana incantata molto bella. Non troppo femminile, pensò. Un
filo di perle simile ad un rosario; l’incantesimo era di protezione, e doveva
tenere via gli spiriti cattivi. Allora anche il poltergheist
burlone, avrebbe dovuto lasciarlo in pace. Harry si mise la collana,
rimirandosi. Gli piaceva, ed era contento di vedere che aveva avuto ragione a
dire che non sembrava effeminato. Con il nuovo taglio di capelli, aveva deciso
di farli crescere almeno fino a livello del mento, e la frangia e la collana
nuova, sembrava appartenere ad uno di quei complessi rock britannici che aveva
avuto modo di vedere nei giornali di Dudley. Afferrando una nuova pergamena,
spedì il suo ringraziamento a Luna.
Ehi,
Luna,
grazie
per la collana. Mi piace molto e la sto portando. Penso che sia un regalo molto
bello. Spero che tu e tuo padre troviate presto l’elusivo Serpente dei Ghiacci.
Se lo trovi, parlerò con lui e scoprirò il suo vero nome per te.
Abbi
fede, Harry.
Spedì la
nuova lettera col suo gufo. Gli piaceva Luna, era divertente e dolce, e molto intelligente.
Non era in Ravenclaw per nulla! A lui non interessava quello che gli altri dicevano
su di lei, anche se era d’accordo che effettivamente era un poco strana. Sì, un
poco matta, ma in senso buono.
Il
prossimo gufo era Errol. Harry ghignò verso il piccolo gufo. Amava moltissimo i
Weasley. Erano la famiglia che non aveva mai avuto, la sig.ra e il sig. Weasleye tutti i loro figli.
Harry,
caro,
ho
avvolto dei dolci e delle torte per te, su di loro ho posto un fascino di
conservazione, così rimarranno freschi per tutta l’estate. Il direttore
Dumbledore ci ha detto che non potrai visitarci quest’estate, e io credo che
sappia quello che è meglio per la tua sicurezza. In ogni modo, caro, prenditi
cura di te.
Con
amore, Molly e Arthur Weasley.
Finito di
leggere la lettera, afferrò Pig, liberandolo dal
pacchetto, decidendo di leggere prima la lettera.
Buon
compleanno Harry,
amico,
mamma mi ha detto che non puoi venire a visitarci questa estate, purtroppo.
Stavo aspettando con ansia che arrivassi per poterci allenare a Quidditch.
Ginny è abbastanza brava, ma tu sei migliore, e di molto. A proposito, Ginny ti
saluta. Hermione arriverà la settimana prossima. Non vedo l’ora che sia qui,
anche se inizierà a sgridarmi per fare i compiti. Non è che mi permetterà di
copiare il suo? Nah, ne dubito molto. in ogni modo,
amico, spero che ti stia andando tutto bene e che ci vediamo presto a scuola.
Con
amore, Ron.
Harry
ghignò. Amava Ron come un fratello. Era così divertente! Hermione era l’amico
assennato, e Ron era quello divertente. Quando aprì il regalo di Ron, vide che
erano gadget della squadra inglese di Quidditch ed un boccino dorato. In
un’ennesima pergamena, scrisse il suo ringraziamento.
Grazie
Ron,
mi
piacciono molto i tuoi regali, e il boccino dovrebbe aiutare a divertirmi. Mi
spiace molto di non poter venire al Cunicolo questa estate. Sono così geloso di
te e hermione che vi divertite senza di me all’aria aperta. Però, voglio che tu
mi prometta una cosa, il tempo che voi due spenderete insieme dovrai farne buon
uso. E soprattutto, dovrai dirle finalmente cosa senti per lei! Sono sei anni,
amico, se non ti decidi, qualcuno sofarà avanti, portandotela via. Goditi il resto dell’estate, amico.
Con
amore, Harry.
Harry
sorrise e spedì la sua replica insieme a Pig. Poi, si
volse verso l’ultimo gufo nella stanza, e rise. Era il gufo dei gemelli.
Come
sta andando al nostro più caro socio occulto? Questa estate è stata grande per
il nostro negozio, e le ordinazioni per corrispondenza hanno iniziato a
divenire un affare lucroso. Inclusi in questa scatola vi sono le nostre ultime
invenzioni, così come alcune delle classiche, per fare la tua estate più
divertente. In ogni modo, felice compleanno. Benvenuto nel mondo degli adulti.
I
tuoi partner sempre grati, Fred e Giorgio.
Harry
frugò nella scatola, con apprensione. Sapeva che il contenuto della scatola
poteva significare un mondo di guai.
Caro
Fred e Giorgio,
grazie
per tutta la roba! Penso, però, che la terrò per quando ritornerò a scuola,
così che se qualcosa va male, almeno Pomfrey saprà ripararlo per me. I primi
anni sono sempre i più divertenti da imbrogliare e da usare per esaminare i
nuovi trucchi. Fate attenzione ragazzi.
Con
amore, Harry.
******************
Con
l’ultima lettera spedita, harry compresse attentamente tutto nel suo baule. non
c’era bisogno di provocare zia Petunia, pensava, almeno non quando stavano
dandogli da mangiare decentemente e non lo rinchiudevano. Sebbene incominciasse
a sentirsi un poco affamato, dopotutto, l’insalata stava bene, ma non quando la
dovevi mangiare ogni giorno, grazie alla continua dieta di Dudley. Harry decise
di aprire il pacco mandatogli dai Weasley ed afferrò una delle torte. Harry
osservò che nella scatola c’era anche un fiasco. Era un succo di frutta.
Perfetto, pensò, dato che stava sentendosi giusto un poco assetato. Quindi lui
l’aprì e lo bevve in pochi sorsi. “Non pensavo di avere così tanta sete, non
riuscivo a fermarmi dal berlo.” Mormorò, rimettendosi a letto.
“Ragazzo,
sbrigati a venire giù a preparare la colazione, altrimenti non avrai nulla da
mangiare per tutto il giorno!” urlò zia Petunia dai gradini, irrompendo nel
sonno di Harry.
“Sto
venendo, zia Petunia” rispose Harry svegliandosi. ‘Strano,’ pensò, ‘non ho
dormito così bene da anni!’ Mettendo da parte tutti i pensieri, Harry sedette
nel letto, restando sorpreso dal grido di panico lanciato da Hedwig. Confuso,
si volse verso la fonte del rumore.
“Cosa c’è
Hedwig?” chiese allarmato, Harry.
Alzandosi,
immediatamente capì il motivo del panico del gufo. I suoi pigiami erano improvvisamente
stretti, e la cosa era strana, dato l’abitudine degli abiti di pendere su di
lui perché troppo grandi. Si sentiva anche un poco strano. Cercando di farsi
coraggio, si avvicinò ad uno specchio legato alla porta del guardaroba. Ciò che
vide, gelò Harry.
Ciò che
lo specchio rifletteva non era lui, ma una versione più vecchia. Era come se
fosse improvvisamente cresciuto d’un colpo durante la notte. Stava tentando di
rimanere calmo e logico, ma era difficile da fare. Soprattutto quando sapevi di
avere solo 17 anni ma la tua immagine ne dimostrava almeno dieci di più. Sapeva
che non era il futuro, perché non aveva ricordi dei dieci anni passati, o era
del futuro? Poteva essere un trucco giocatogli da Fred e Giorgio? No, non aveva
toccato qualsiasi cosa del loro regalo. Non era uno sciocco, nonostante glielo
avessero detto molte volte. L’unica cosa che aveva toccato era il regalo dei
signori Weasley, e se i gemelli ancora vivessero con loro, avrebbe potuto essere,
ma ora abitavano in un appartamento sopra il loro negozio.
“Ho detto
di venire giù ragazzo, ora!” gridò la zia.
Il
cervello di Harry andò in modalità panico, non poteva permettere alla sua
famiglia di vederlo in quello stato. Andrebbero fuori di testa e chiamerebbero
la polizia. poi sarebbe stato troppo difficile da spiegare cosa aveva a che
fare un adulto con un giovane diciassettenne. Anche se nel mondo dei maghi a 17
anni eri considerato adulto, nel mondo muggle erano i 18 che fabbricavano di un
giovane un adulto. ‘Merda!’ pensò il giovane, non c’era altro modo. Avrebbe
dovuto cercare di raggiungere Hogwarts, o almeno il Cunicolo. La scelta era una
sola-fuggire e contare sul fatto che la sua famiglia,così poco affettuosa, non
decidesse di chiamare la polizia. Gli avrebbe lasciato una nota.
Zia
Petunia,
è
accaduto un’urgenza nel mondo dei maghi a cui devo badare. Ritornerò appena
posso a raccogliere le mie cose.
Harry.
Dopo aver
scritto la nota, afferrò uno zaino e gettò al suo interno solo l’essenziale:
_mantello
invisibile
_due paia
di jeans
_tre
magliette
_un
mantello nero
_cinque
paia di mutande
_cinque
paia di calze
_il poco
denaro dei maghi che gli era rimasto dall’anno scolastico precedente
_la
chiave del suo conto alla Gringotts.
Per la
prima volta, Harry si sentì grato per i vestiti di seconda mano che era
costretto ad indossare. Non era cresciuto molto, ma abbastanza perché gli abiti
fossero un poco piccoli per lui. Si mise le scarpe, afferrò lo zaino e scrisse
un’ultima nota prima di andarsene.
Professor
Dumbledor,
è
accaduto un problema, e io ho dovuto andarmene. Sto cercando di arrivare ad
Hogwarts, e quando sarò là gli spiegherò tutto.
Harry
Potter.
Harry
chiamò Hedwig e gli allacciò la pergamena alla zampa.
“Hedwig,
porta questa lettera ad Albus Dumbledore. Probabilmente si troverà ad Hogwarts.
Se non è lì, trova la professoressa McGonagall. Se nemmeno lei c’è, cerca uno
dei membri dell’Ordine. Una volta che avrai consegnato la lettera, resta ad
Hogwarts. Io verrò appena posso. Ora vai!” Harry apri la finestra e spinse
Hedwig fuori. Lei stridè, cercò nuovamente il suo
padrone per un momento, poi volò via.
Harry
afferrò le sue cose, scivolò la sua bacchetta nella sua manica sinistra, mise
la nota per sua zia sul cuscino. Guardò attentamente se avesse dimenticato
qualcosa fuori, poi chiuse il baule con un lucchetto datogli da Fred e Giorgio
l’anno precedente, in modo da tenere la sua famiglia lontana dalle sue cose. Mise
la chiave nella tasca laterale della sua borsa. Poi, Harry scese le scale e
uscì dalla porta cercando di non farsi vedere.
***************
Harry
corse per una mezz’ora, poi, decidendo di essere abbastanza lontano si fermò un
momento. Non aveva soldi muggle, così non poteva prendere il treno per arrivare
a Londra. Sedendosi su una panchina, cercò di fare mente locale per ordinare i
suoi pensieri.
1.Aveva bisogno di arrivare a Londra
e arrivare a Diagon Alley, così da poter arrivare ad Hogwarts. Forse, se
riusciva a giungere ai Tre Manici, poteva usare il camino per giungere ad
Hogsmeade e da li camminare fino al castello. Era una buona idea.
2.Avrebbe avuto bisogno di più soldi
se l’attuale situazione non potesse essere invertita. L’unica cosa buona era
che, ora, Malfoy e i suoi due agenti provocatori, Crabbe e Goyle, non
potrebbero più scocciarlo. Ora era tecnicamente più vecchio di loro. Non che
amasse il fatto di essere il settimo anno più vecchio.
3.Era possibile per lui muoversi
senza essere riconosciuto? Bene, si, pensò, nessuno aveva avuto modo di vederlo
ultimamente, e i suoi capelli coprivano piuttosto bene la sua cicatrice, un
ulteriore incentivo a farli crescere, a suo parere. Non portava più i suoi
occhiali; aveva corretto la sua miopia all’inizio dell’estate. Anche se per
qualche strana ragione, ancora li conservava, anche se ora erano semplici
vetri. Immaginò che fosse perché così, quando voleva passare inosservato,
potrebbe toglierli. Era strano, che ora la sua paranoia venisse in suo aiuto.
******************
Ora, tutto quello che doveva fare, era arrivare a Londra. Ma
certo, il Knight Bus! Che stupido! Guardandosi
attorno, decise di esser abbastanza lontano da Privet Drive da non destare
sospetto; alzò la bacchetta e sporse il braccio.
BANG!
Un grande bus a tre piani rosso apparve dal nulla,
fermandosi d’innanzi a lui. Le porte si aprirono e Stan Shunpike
lo salutò.” Benvenuto sul Knight Bus, dove è diretto,
Mr...?”
Harry dovette trattenersi dal ridere. Harry e stan si
erano già incontrati alcune volte, ma non lo aveva riconosciuto. Fu un
toccasana per il suo morale. Poi, realizzò che l’uomo gli aveva chiesto il
nome, e il suo cervello iniziò a cercare un nome adatto.
“Ford, Harrison Ford” disse Harry, sperando che non
fossero fan di Guerre Stellari anche nel mondo dei maghi,
“Mr. Ford, benvenuto. Dove deve andare?” chiese Stan
sorridendogli. Evidentemente non erano fan di Guerre Stellari. “Londra, Diagon
Alley per esser specifico.”
“Nessun problema, mr. Ford, è la
nostra terza fermata, e non ci vorrà molto tempo. Entri, entri, non può restare
fermo li in piedi.” E gli fece cenno di andare avanti. Harry vide una poltrona
vuota a due file di distanza. Immediatamente si sedette, sapendo bene che alla
partenza, avrebbe rischiato di finire spiaccicato al parabrezza. Stan lo seguì.
“Sono sette falcetti, mr. Ford. Per altri due, può avere del cioccolato caldo.”
“No, grazie.”
Pagato il biglietto, Stan lo lasciò in pace.
****************
Il viaggio proseguì senza incidenti, sempre come era
possibile sull’autobus; ci vollero solo 40 minuti per giungere al Calderone che
Perde. Harry ringraziò ernie e Stan, scese e si diresse verso il pub. Si mise il mantello
nero, non volendo risaltare con il suo abbigliamento muggle nella Londra dei
maghi. Almeno, il mantello l’avrebbe fatto sembrare uno dei locali.
Una volta attraversato il pub e giunto in Diagon Alley,
Harry iniziò a rilassarsi un poco. Nessuno avrebbe fatto qualcosa, nel pieno
giorno in una strada piena di maghi e streghe. Aveva bisogno di andare alla
banca, il viaggio sul bus aveva intaccato alquanto le sue finanze. Pescò fuori
la sua chiave e si diresse verso la Gringotts.
***************
Una volta nella banca, Harry vide uno spiritello libero, e
si avvicinò con cautela, consapevole che vi erano clienti che avrebbero potuto
ascoltare.
Al suo avvicinarsi, lo spiritello guardò a lui. “Posso
aiutarla?”
“Si, gradirei ritirare dalla volta 983.” disse Harry con tono
calmo e quieto.
“È sicuro?” chiese lo spiritello.
“Si.”
“E ha la chiave della volta di mr Potter, signore?”
‘Merda e ancora merda’ , pensò
Harry, ‘perché doveva dirlo? Lui non doveva attirare attenzione. ’
“Si, ce l’ho. Mr.Potter ni ha
chiesto di venire a prelevare del denaro per le compere attinenti alla scuola,
dato che per lui non è sicuro con Vo... Lei sa chi di nuovo in agitazione” disse
a bassa voce allo spiritello, sperando che l’intendesse come parte di un programma
di protezione per il ragazzo.
Lo spiritello, alla vista della chiave, sembrò prendere
per buona la giustificazione e gli disse di seguirlo. Sentendosi un poco troppo
fiducioso, grazie al successo, non si curò di guardare i suoi dintorni. Se
fosse stato un poco più accorto, avrebbe notato che il cliente poco distante da
lui, aveva finito i suoi affari, e stava osservandolo dirigersi verso le volte.
Harry afferrò manciate di monete, che mise in un borsello,
che mise a sua volta nello zaino. Incominciava sentirsi grande per le sue
abilità recitative. Una volta tornati nell’atrio, uscì dalle grandi duplici
porte, tornando alla luce del sole. Avvertendo fame, avendo ignorato la
colazione a causa del panico, decise di ritornare al Calderone che Perde per
trovare cibo e una tazza di tè. Nuovamente, se Harry fosse stato meno compiaciuto
di se stesso, avrebbe notato lo stesso uomo che prima lo guardava nella banca,
lo stava seguendo.
*************
Credendo che tutto stesse procedendo per il meglio, Harry
incominciò a sentirsi meno preoccupato. Dumbledore sicuramente avrebbe saputo
cosa fare, lui lo sapeva sempre. Sarebbe ritornato ad essere nuovamente un
diciassettenne. Quindi, dopo aver mangiato, avrebbe pagato Tom per poter usare
il suo camino per andare ad Hogsmeade...
Non aveva finito il pensiero che accadde qualcosa. Come
giunse all’ingresso di un vicolo pieno d’ombre, un braccio forte rivestito di
nero l’aveva agguantato per la vita, intrappolando le sue braccia ai lati del
suo corpo. Un altro braccio avvolse le sue spalle, tappandogli la bocca e
tirandolo nelle ombre del vicolo. Poi, il braccio che copriva la bocca, veloce
come un serpente, si armò di bacchetta, che venne puntata al suo collo. Harry
sentì un alito caldo prossimo all’orecchio.
“Se tenti di gridare, sarai morto prima di iniziare. Capito?”
Harry non
dubitò per un secondo che la voce dicesse la verità, anche perché lui conosceva
quella voce. Ne aveva avuto timore per la maggior parte dei suoi anni di
scuola, non c’era bisogno di voltarsi e guardare il suo assalitore per sapere
che era il Professore Snape. Sapendo che il suo insegnante era un uomo logico,
decise di considerare il consiglio per il valore nominale delle parole, e
accennò col capo molto lentamente senza emettere un suono.
“Buono,
sei uno studente rapido” sibilò snape molto quietamente, direttamente nel suo
orecchio.
Gli occhi
di Harry raggiunsero la grandezza di quelli di un folletto di casa, se la
situazione non fosse stata così seria, avrebbe riso. Il professor Snape, gli
aveva appena fatto un complimento, a lui, Harry Potter. C’era davvero, una
prima volta per ogni cosa, indovinò lui, anche se la situazione era un poco
dispari.
“Ero
dietro di te alla banca; eri troppo occupato con lo spiritello a cui stavi
facendo credere di essere un amico di Potter, per accorgertene.”
Harry
avrebbe voluto poter fare un sospiro silenzioso. Dannazione, nessuno si
chiedesse come mai era la punta del servizio segreto dell’Ordine. Lui neppure
era stato consapevole che lo stessero guardandolo, ed ora Snape lo aveva
seguito fino a li. Dio, questa situazione stava complicandosi sempre di più.
Come avrebbe fatto a convincere Snape che non aveva fatto nulla a Harry Potter perché
era lui Harry Potter! Stava per venirgli un mal di testa davvero cattivo.
“Io so
che tu non sei nessuno degli amici di Potter. Quindi chi diavolo sei? Rispondi
o ti uccido”
Se
possibile, il tono di Snape divenne ancora più minaccioso, causando ad Harry un
brivido involontario. Non sapeva che cosa fosse in quell’uomo che lo faceva
sentire così strano, ma lui riusciva a tirare fuori da lui sempre emozioni
estreme - di solito malevolenza, odio e rispetto invidioso. Non molti potevano
affrontare Voldemort su base regolare e potrebbe mentirgli come faceva Snape. Il
tono di voce dell’uomo spedì un brivido di paura. Aveva visto l’uomo ridurre in
lacrime un alunno del settimo anno in lacrime senza alzare la voce. Si, Snape
era il Padrone dell’Intimidazione.
Quindi,
Harry doveva essere accurato con le sue risposte, dopotutto, Snape poteva riportarlo
a scuola e aiutarlo a ritornare alla sua vera età. Pensò che era ora che lui
avesse fiducia nell’uomo, dopotutto l’aveva promesso ad Hermione che avrebbe
tentato il suo meglio, soprattutto dato che erano sullo stesso lato della
guerra.
Quindi,
in un bisbiglio, Harry rispose, “Signore, so che questo è difficile da credere,
ma io sono Harry Potter. Signore, non so come è stato possibile, ma mi sono
svegliato così.”
“Davvero?
E tu ti aspetti che io ti creda? Perché dovrei farlo?”
“Perché è
la verità,S...signore,” Harry quasi chiamò Snape col suo nome, frenandosi appena
in tempo, sapendo che questo sarebbe stato un errore. Non avrebbe gradito di
esser chiamato col nome, e solo per paura di esser stato scoperto, avrebbe
potuto ucciderlo.
“La
verità è una cosa ingannevole, cosa ti fa pensare che Potter mi direbbe mai la
verità?”
Harry
sbuffò, non poteva negarlo, aveva guadagnato un punto.
“Punto
preso, signore. Potrei dirle qualcosa che solo Potter conoscerebbe.”
“E che
cosa ti fa pensare che io conosca qualcosa di personale su Potter? E come potrebbe
dimostrare che tu non l’hai rapito e sotto tortura non ti sia fatto dire tutto,
mmm?”
Di nuovo,
aveva segnato un punto. Pensò di dirgli che aveva con lui il mantello di invisibilità,
ma poteva essere un argomento a suo sfavore chiedendo come ne fosse venuto in
possesso. Poteva aver torturato Harry Potter per farselo dare. Dannato uomo per
essere così diffidente! Ma, di nuovo, pensò che se non lo fosse stato, non
sarebbe riuscito a vivere così a lungo.
Harry
cominciò a balbettare, “I miei migliori amici sono Ron Weasley e Hermione Granger,
mio padre...”
“Questo è
di conoscenza pubblica. Sono stanco delle tue storie. Dimmi quello che hai fatto
a Potter” l’interruppe Snape.
Harry
stava cominciando a provare vero panico, come poteva convincere chi non voleva
esser convinto?
“Signore,
per favore, capisco che sta cercando di aiutare Harry Potter, ma io sono il dannatissimo Harry Potter! Io
solo...” poi capì come avrebbe potuto provare chi era a Severus Snape. Snape
non credeva in molto, ma credeva nelle sue capacità come Padrone delle Pozioni.
“Signore, io conosco qualcosa che lei desidera fare a me da anni, lei porta con
lei una piccola fiala di Veritaserum. Me ne dia un poco e vedrà che dico la
verità”
“Se sei Potter,
bene; se non lo sei, indovino che scoprirò come è possibile che tu sia a conoscenza
di ciò. Bene, ora mi darai lentamente la tua bacchetta, e mi seguirai al calderone
che Perde, dove io chiederò una stanza al locandiere. Senza far chiasso.
Andremo nella stanza e cominceremo l’interrogazione. Va bene?”
Sebbene
fosse consapevole che quella non era una domanda, ma un ordine, Harry si sentì obbligato a dare una risposta. Dopotutto,
l’uomo stava facendo così credendo di proteggerlo. ”Si signore, non provocherò
problemi.”
Snape
sbuffò, “Se tu sei realmente Harry Potter, indovino che c’è una prima volta per
ogni cosa.”
Harry
anche sbuffò, anche in questo Snape era corretto.
*******************
Harry
diede a Snape, lentamente, la sua bacchetta, ma senza voltarsi, dato che non era
stato richiesto. Non intendeva attizzare la rabbia dell’uomo. Lui voleva l’aiuto
dell’uomo. Per la verità, era ancora terrorizzato dall’accaduto. Snape gli
diede nuovamente una spinta gentile verso la strada principale, seguito da
vicino dall’uomo. Sapeva che la bacchetta di Snape era puntata alla sua
schiena, ma il maledetto doveva camminargli così vicino? Incominciava a
sentirsi strano. Arrivarono al Calderone che Perde. La sala era molto
frequentata; poi, Harry vide che era quasi ora di pranzo. Stava morendo di
fame. Harry fu spinto verso il balcone.
“Severus,
cosa posso darti?” chiese Tom.
“Nulla da bere, per il momento, grazie. Tom,
ho bisogno di una stanza.”
“Una
stanza a quest’ora del giorno, Severus?” chiese l’uomo con humour nella voce,
spostando lo sguardo verso Harry. Capendo cosa intendesse l’uomo, Harry arrossì
come un bambino e puntò lo sguardo verso il pavimento. Severus alzò al soffitto
gli occhi.
“Molto
divertente, Tom. Solo dammi la stanza, ne ho bisogno solo per alcune ore” rispose
con tono inespressivo Severus.
“Alcune
ore...Accidenti che capacità di resistenza che devi avere professore!” scherzò
Tom.
Se
possibile, Harry divenne ancora più rosso. Era mortificato. Tom pensava che
Snape stesse portandolo nella stanza per del sesso! Harry capì che appena Snape
fosse stato sicuro della sua identità, non gli avrebbe permesso di vivere dopo
questo.
“La
stanza, Tom, quanto?” chiese Snape, ignorando le insinuazioni di Tom.
“Per un
vecchio amico, 5 falcetti per due ore, stanza 5. Divertitevi.”
disse Tom, continuando a ghignare come il proverbiale gatto che avesse leccato
la panna.
Snape
buttò sul bancone il denaro e spinse Harry verso i gradini.
*******************
Una volta
giunti al numero 5, entrarono. Snape chiuse la porta, mormorando molti incantesimi,
che Harry riconobbe come di chiusura e di silenzio. Una prova della meticolosità
della spia. Harry poteva sentire le barriere magiche che ora rendevano
impenetrabile la stanza, e non riuscì ad impedirsi di provare un brivido
involontario. Dio, quest’uomo possedeva una capacità magica davvero forte.
Harry aveva sempre saputo che Snape era un mago forte, ma non aveva mai
compreso prima quanto. Aveva sempre pensato che il suo potere derivasse dalla
sua presenza fisica. Harry era il primo ad ammettere che quando l’uomo
camminava, con gli abiti che sembravano aver vita propria, i presenti si
azzittivano immediatamente, e calamitava l’attenzione. Ora cominciava a pensare
che avesse a che fare più con l’aura che l’uomo emanava.
Perso nel
suo proprio dibattito interno, fallì l’ordine di Snape di sedersi. Ma la spinta
sulla schiena lo riportò sulla terra. Si sedette prossimo al focolare,
girandosi verso l’uomo, per la prima volta da quando era avvenuta quella strana
riunione.
Harry
dovette fare uno sforzo notevole per non sembrare scioccato. SUCCESSO
NOTEVOLE! Si ritrovò a gridare la mente del giovane. sembrava così
diverso fuori dei suoi abiti da insegnate!Snape era abbigliato con una camicia
color crema, con i tre bottoni superiori slacciati. Pantaloni di cuoio neri,
fasciavano strettamente le sue lunghe gambe.
Portava
stivali di pelle di dragone neri che brillavano di un color verde sotto la
luce. Sulla camicia portava un mantello nero aperto, lungo. Ma la cosa più
sorprendente, erano i suoi capelli, allacciati posteriormente alla nuca con un
laccio di velluto nero. GUSTOSO! Gridò la sua mente,
perdendosi nella vista.
*************
severus
camminò impettito verso il più giovane uomo seduto sulla sedia accanto al focolare.
Lui si inclinò in giù, catturandone il mento con la mano destra. Studiò il viso
del più giovane uomo, guardando dritto dei suoi occhi. Severus doveva ammettere
che l’uomo aveva una notevole somiglianza con Potter. Il viso aveva tratti che
ricordavano James, principalmente il naso e la forma, anche se era più sottile.
Aveva osservato che il giovane Potter, nell’ultimo anno aveva cominciato a
perdere la rotondità dell’infanzia, divenendo più affilato. I suoi occhi avevano
la forma e il colore di Lily Evan, no Potter, si
corresse mentalmente. Quindi, se questi era Potter, cosa, per i nove inferni,
era accaduto!
**************
Harry
incominciava a sentirsi a disagio per la posizione stranamente intima che Snape
aveva creato. All’inizio, pensò che Tom avesse avuto ragione, e che Snape
intendesse davvero baciarlo, o era un suo desiderio? Il suo corpo aveva
incominciato ad avere strane sensazioni. Harry si sgridò mentalmente, quando
notò che Snape stava studiandolo, non piombando in giù per baciarlo. Poi
ricordò che nella tasca dei jeans, aveva qualcosa che avrebbe potuto convincere
Snape. Iniziò a muovere la mano, per averla immediatamente bloccata da quella
di Snape, mentre l’altra non lasciava il mento del giovane.
“Attento,
niente movimenti improvvisi. Non vorremo avere qualche malinteso, vero?” disse minacciosamente
Snape, alzando un sopracciglio.
Harry
accennò col capo lentamente, la sua paura chiaramente visibile negli occhi. dannazione,
quando voleva,l’uomo riusciva ad essere davvero pauroso, pensò lui. Snape rilasciò
la mano, e Harry raggiunse la tasca. Lentamente estrasse i suoi occhiali, e
altrettanto lentamente, se li mise. Alzò poi la sua frangia, mettendo in mostra
la sua cicatrice, regalo di Voldemort.
*************
Severus
guardò il giovane, che ora portava i famosi occhiali rotondi e sfoggiava l’altrettanto
famosa cicatrice, prima nascosta dai suoi capelli. Davvero non si poteva negare
che il giovane sembrava Potter, ma lui doveva essere sicuro. Se la cicatrice
era vera, era connessa a Voldemort. Se lui la toccava, avrebbe dovuto sentire
un formicolio nel suo marchio. Alzò attentamente la mano, stese due dita e
tracciò la forma della cicatrice. Avvertì un senso di calore nel marchio; non
ciò che si aspettava, ma non di meno una reazione. Merda, pensò, questo è Harry Potter!
********************
Harry
guardò Snape allungare le dita per toccare la sua cicatrice. Molti avevano
desiderato toccarla, normalmente si era sempre rifiutato, ma qualche cosa su
Snape che vuole toccare la sua cicatrice l’affascinò. Snape non era mai stato
interessato in lui, l’aveva aborrito fin dal primo giorno, quindi perché vorrebbe
toccarlo? Come lo toccò, Harry capì il motivo. Entrambi erano collegati a
Voldemort, ci sarebbe stata una reazione di qualche genere. Avvertì un calore
che si espandeva attraverso la cicatrice; era un calore calmante. Non la
reazione che avrebbe pensato. Avrebbe pensato più a dolore per entrambi. Se Snape
provava dolore, era davvero un fantastico attore.
Severus
si sedette sulla sedia opposta al giovane, posando il mento sulla sua mano, ma
continuando a tenere saldamente la bacchetta, in caso decidesse di comportarsi
da stupido. Se questo era Harry Potter, le opportunità di tale comportamento,
erano estremamente probabili. Quasi si era convinto che costui fosse davvero il
figlio di Potter. Aveva la stessa stupida espressione di quando lo sgridava
durante le lezioni di pozioni, come quella di un folletto che stava venendo
sgridato dal suo padrone. Doveva ammettere che, per la prima volta da parecchi
anni, si trovava senza parole. Cosa poteva fare in una simile situazione? Come
avrebbe reagito il mondo alla scoperta che il loro giovane salvatore un era
più, bene, un ragazzo?
***********
Erano
ormai 15 minuti da quando Snape si era seduto davanti a lui e aveva iniziato a
fissarlo. Harry stava usando tutto il suo autocontrollo per non contorcersi ed
agitarsi. Ma, dannazione, era duro quando eri sotto lo sguardo diretto di Snape
per così tanto tempo. La maggior parte degli studenti, per non parlare di molti
adulti, non potrebbe stare in piedi con il ‘normale’ sguardo di Snape. E qui,
lui era sotto la piena forza di tale sguardo, senza alcuna possibilità di una
distrazione, come Neville, che ti conceda l’opportunità di distoglierlo da te.
Dannazione, pensò nuovamente. poi, il suo subconscio decise che si era annoiato
abbastanza, e ricercò un qualche divertimento. Harry ricordò il pensiero che
aveva avuto sul professore. ‘Hai pensato che Snape sembrava gustoso!
’ Harry ingoiò visibilmente, ed arrossì leggermente.
**************
Severus
notò il rossore, non un uomo non un ragazzo, almeno non completamente...oh,
dannazione! Le guance del marmocchio! Non poteva impedirsi di sorridere
sarcasticamente. Ci si chiedeva come potesse ogni anno scampare agli attacchi
del Dio Oscuro, quando non riusciva neppure a sopportare di essere fissato per
alcuni minuti. Non era passato inosservato neppure il fatto che, fallendo miseramente,
il giovane tentava di non contorcersi. Doveva però ammettere che il marmocchio
si sarebbe sviluppato bene. Seppure il veder contorcersi Potter per la
lunghezza del giorno sarebbe stato divertente, doveva tornare ad avvertire
Dumbledore del ‘nuovo problema di Potter’. Era una
sua impressione o il ragazzo sembrava riuscire a precipitare in un nuovo
problema ogni anno?
“Così,
come accadde?” chiese ad Harry
“Non lo
so. Sono andato a letto ieri sera, e mi sono risvegliato così.”
“Solitamente
non ci si risveglia cambiati in quel modo, qualcosa deve essere accaduta,”
disse sarcastico.
“Onestamente,
professore Snape, io mi sono risvegliato così, semplicemente!” ripeté Harry,
sperando che gli credesse. In caso contrario, sarebbe stato un lungo giorno a rispondere
alla stessa domanda con la stessa risposta.
“I maghi
non si svegliano un giorno che sono più vecchi di 10 anni. Qualche cosa deve
esserti accaduto per provocare un simile cambio!” Severus incominciava ad
arrabbiarsi. Certamente anche lui doveva aver capito che doveva essergli
successo qualcosa per ritrovarsi così. Dall’occhiata che ricevette da Potter,
evidentemente era sperare troppo. Severus sospirò, “Dimmi tutto quello che hai
fatto ieri, tutto quello che ti è accaduto, non importa quanto insignificante
ti sembri.”
Harry
impallidì visibilmente; non voleva che si sapesse come misera era la sua
situazione dai Dursley. Neppure Dumbledore conosceva come realmente erano le
cose. Non voleva esser considerato come un frignone. Sapeva che c’erano persone
che stavano peggio, ma tra tutte le possibili persone, proprio a Snape?
Severus
osservò il ragazzo impallidire, e si chiese il perché. Mise da parte la curiosità,
per quando ne avrebbe avuto il tempo. Ora doveva trovare la risoluzione del
problema contingente. “Allora? Posso assicurarti Potter, che nulla che tu possa
aver fatto potrà scioccarmi, se è questo che ti preoccupa.” gli disse
stuzzicandolo. “Ora dimmi tutto.”
Harry
sapeva che non c’era nulla da fare, ma perché doveva dirlo in quel modo! Per
Dio! Cosa pensava che facesse? Pensava forse che passasse l’estate circondato
da bellezze pronte ad esaudire ogni suo desiderio? Quel pensiero, accentuò
nuovamente il rossore sulle sue guance già rosse. Prese un profondo respiro, lo
sguardo rivolto al pavimento, e iniziò con la sua storia. “ Bene, mi sono
svegliato e ho cotto la colazione per i miei zii e Dudley. Dopo ho lavato i
piatti. Ho passato l’aspirapolvere per casa...”
“L’aspirapolvere?
Spiegati!”
“Uhmm, è un apparecchiatura di muggle, elettrica, usata per
raccogliere polvere ed immondizia dal pavimento.”
“Oh!
Immagino sia caratteristico!”rispose severus, chiedendosi come i muggles
riuscirono ad uscire dall’età della pietra.
“Continui.”
“Finito,
ho cucinato il pranzo per i miei parenti e due amici di mio cugino. Sono
ritornato alla mia stanza e non ho fatto più nulla fino a quando Dudley mi ha
chiamato per preparare la cena. Dopo ho fatto la doccia e sono ritornato in
camera mia, senza far nulla fino a che sono andato a dormire.”
“È tutto?
Credevo che ieri fosse il tuo compleanno, Potter, Come, nessuna festa?” chiese
Severus, a metà tra il serio ed il faceto. Aveva pensato che per il ‘ragazzo
che sopravvisse’ ci sarebbe stata una grande festa.
Specialmente dato che ieri era diventato ufficialmente maggiorenne per il mondo
dei maghi.
Harry
sembrò un poco timido. “No, professore, il mio compleanno è oggi. In ogni modo,
la mia famiglia non ... ama celebrare compleanni.” Forse, se la beve, pensò
Harry.
“Quindi
non accadde nient’altro? Non è venuto qualche estraneo in casa? Non hai mangiato
qualcosa di insolito? Hai preparato e cucinato tu tutto ieri?” chiese Severus,
decidendo che quel ‘la mia famiglia non celebra compleanni’
era una balla, ma ci avrebbe pensato più tardi. Ora c’erano cose più importanti
a cui pensare.
“Oh!”
“C’è un
‘Oh!’?” chiese sarcasticamente l’uomo.
“Bene,
si,” disse Harry con un timido sorriso sulle labbra. “Ho ricevuto dei gufi
dagli amici dopo mezzanotte. Ma sapevo di chi erano.”
“Quello
non fa differenza, c’era qualsiasi cosa commestibile o portabile?” chiese con
interesse Severus alzandosi; forse avrebbe avuto delle risposte.
“Uhmm...Luna mi ha spedito questa collana.” la mano di Harry
toccò la collana. “Dovrebbe tenere lontano i cattivi spiriti. Non avverto un
residuo magico forte da lui.”
“Dammelo.”
Comandò Severus, allungando la sua mano. Harry gliela porse, sebbene sapesse
che Luna non avrebbe mai fato niente per danneggiarlo intenzionalmente. Presa
la collana, Severus dovette ammettere che Potter aveva ragione, non c’era magia
oscura in lui. Ma per essere sicuro che non vi fosse un fascino ignoto, prese
la bacchetta e la sventolò sulla collana, mormorando un incantesimo di
rivelazione. “Aperto.” Ci fu un piccolo crepitio di luce attorno la catena di
perline di vetro. “Hai ragione, Potter, nulla di più di un piccolo incantesimo
di protezione.” La rese al giovane con un sospiro. “Hai ricevuto qualcosa da
mangiare o bere?”
“Hagrid
mi ha spedito un poco di caramelle fondenti, ma non ne ho mangiato, non sono
molto adatte per i denti.”
“Dopo
aver avuto esperienza con i suoi successi casalinghi, posso capirlo.” Rispose
sarcasticamente Severus. Harry sorrise, trovando un poco duro da immaginare il
Domine di Pozioni seduto a prendere il tè con Hagrid e mangiare le sue
caramelle fondenti di melassa.
“C’era
poi la scatola dei sig.ri Weasley. Ho mangiato una delle torte. Oh, c’era anche
un fiasco di succo di frutta, Ma era tutto.”
“Weasley.”
Lo disse come se quello fosse la risposta a tutta la questione. “Quei rompiscatole
dei gemelli avevano qualcosa a che fare con il pacco?”
“No, non
penso. Loro non vivono più in casa, ed io ho ricevuto da loro un pacco separato
da quello dei genitori.” rispose con tono poco lieto al professore. Non gli
piaceva il modo in cui aveva pronunciato il nome ‘Weasley’.
“Attento
a come ti rivolgi a me, Potter!” Rispose questi, restringendo leggermente gli occhi.
“Spiacente,
signore,” gli sembrò di sentire Snape borbottare qualcosa circa il fatto che
fosse un marmocchio impertinente. Ci volle tutto il suo autocontrollo per non
alzare al cielo gli occhi.
Sospirando,
Severus riprese,“C’era qualcosa di
insolito nel cibo?”
“No.”
“Non aver
fretta di rispondere per risparmiare i sentimenti di qualcuno!”
“E va
bene! La torta era eccellente! Era alla fragola e cioccolato, con crema
pasticcera, davvero dolce. Il succo era molto buono e fruttato.” Aveva la
tentazione di concludere con una bella linguaccia, ma il suo orgoglio gli
impedì di permettere a Snape di vederlo fare una cosa simile. Come un marmocchio
petulante.
“Fruttato
come?”
“Che
cosa?”
“Sei nato
stupido o lo sei diventato lungo la strada?” Quasi gridò al ragazzo. Poi, calmandosi,
riprese, “Perché la bibita ti sembrava fruttata? L’hai beuta tutta? Di cosa
sapeva esattamente?”
Chiudendo
gli occhi per concentrarsi, Harry rispose. “era un poco amaro, aveva una
traccia di anice, ma il gusto principale era di limone e arancia. Una volta
iniziato a bere, non sono riuscito a smettere!” Tra i due cadde il silenzio.
“Strano.” Disse Harry, sottovoce.
“Che cosa
è strano, Potter?”
“Spiacente.
Oh, è solo che la notte scorsa, dopo che ho finito di bere, ho avuto la miglior
notte in parecchi anni, niente incubi di Voldemort o qualsiasi cosa.” Vide
Snape ritirarsi leggermente al nome di Voldemort.
“Hai
spesso dei incubi?” Chiese Severus. Per riprendere terreno, e non suonare come
se avesse paura, finì dicendo, “E devi usare Dio Oscuro, Potter. Non dire
nuovamente in mia presenza il suo nome.”
“Scusi e
si, ogni notte.” Fu il borbottio di Harry, un poco imbarazzato.
**********
Il
cervello di Severus iniziò a vorticare su queste nuove informazioni. Di solito,
se si aveva difficoltà a dormire, si usava una pozione per il riposo. Questa
poteva essere ingerita solo in forma liquida, lasciando salva la torta.
Mescolata con altre pozioni, poteva ottenere altri effetti. Anche, una trasformazione.
Inoltre, mettere in sonno profondo la persona, era una buona scelta. La persona
non poteva incomoda, e se eri disonesto negli intenti, la vittima non avvertiva
il cambiamento finché era troppo tardi. C’era poi il fatto del sentore
dell’anice, che continuava a risvegliare qualcosa nella sua mente, ma al momento
non aveva modo di pensarci bene. Sapeva che ci sarebbe arrivato prima o poi.
Con buona speranza per il marmocchio di Potter, al più presto.
“È ora di
andare via, per noi, raggruppa le tue cose. Ora.” Harry saltò su, capendo che
era meglio non discutere. Era il tono ‘o fai quello che dico o passerai il
prossimo mese a pulire calderoni senza l’uso della magia.’
“Dove
stiamo andando, signore?”
Severus
guardò appena il ragazzo, elevando un sopracciglio, “Dove pensi, idiota?”
“Hogwarts?”
Severus
alzò gli occhi al cielo. “No, pensavo di andare a fare una romantica crociera
per due attorno al mondo. Si, chiaramente Hogwarts, Dumbledore deve essere
informato di ciò che ti è accaduto.”
“Non c’è
bisogno di essere così sarcastico, stavo solo chiedendo.”
“Non c’è
bisogno di essere un tale idiota. E stai attento al tono, Potter. Non saremo
ancora a scuola, ma non manca molto.” Disse a mò di minaccia. Vedere il
marmocchio impallidire spaventandosi, lo rese felice.
Harry
gemette internamente. Perché sempre lui, perché doveva sempre ritrovarsi in simili
situazioni stupide? Perché a Ron non capitavano mai di queste situazioni? A
dividere un poco il peso, era più leggero. Snape gli ridiede la bacchetta, che
lui mise nuovamente via nella manica. Con un piccolo spintone da parte di
Snape, si ritrovò fuori della stanza, scendendo i gradini verso il bancone.
“Hai
finito? Severus, ti rimangono ancora 30 minuti.” Disse Tom da dietro il
bancone.
“Cosa
posso dirti, Tom? La gioventù di oggi non ha resistenza.” Rispose con sarcasmo.
“Stai
forse ammettendo che gioventù e bellezza non sono poi così importanti?”
“Forse,
ma di sicuro aiuta. Non lo pensi anche tu, vecchio amico?”
“Ehi!
Guarda che ho solamente alcuni anni più di te, Severus.”
Severus
sorrise furbescamente al suo ‘vecchio amico’, e
rispose, “fino alla prossima, Tom. Buon giorno.”
Con la
coda dell’occhio, notò che il marmocchio di Potter stava nuovamente arrossendo,
e rise dentro di se. Decisamente era divertente, oltre che piacevole a vedere.
Avrebbe provato a farlo arrossire di nuovo, una volta tornato alla sua vera
età. Naturalmente per ragioni puramente scientifiche, si disse; aveva bisogno
di scoprire se anche nella sua versione giovanile era altrettanto gradevole da
guardare.
Condusse
nuovamente Potter nel vicolo dove si erano confrontati. Stando dietro di lui,
avvolse il suo braccio destro alle spalle di Potter. Immediatamente lo sentì
irrigidirsi. Dio, cosa pensava che gli volesse fare? Tale domanda, fece balzare
alla sua mente immagini che era meglio scartare. Specialmente ora che lo aveva
tra le braccia, in una posizione così provocante.
“Rilassati,
sarà più facile.” Mormorò nell’orecchio del giovane.
“Più
facile che cosa, signore?”
Severus
sospirò. “Apparire.”
Harry
venne colto dal panico, “Ma, signore, io non sono ancora capace di apparire.”
“Per
quale motivo credi che io ti stia tenendo in questo modo, Potter, per
divertimento? Intendo fare in modo che entrambi appariamo nella zona appena
fuori delle custodie di Hogwarts. È il modo più rapido e sicuro per arrivare
là.”
“Non
pensavo si potesse farlo.”
“È
possibile, solo un poco illegale.”
“Ma se è
illegale...”
“Cosa
vuoi dire, Potter, mmm? Non credo che sarà in cima alla lista dei miei crimini,
no?”
Harry
tentò di concentrarsi su pensieri felici, anche se era un poco dispari da fare
quando Snape menzionò il suo elenco di crimini. Aveva visto il suo professore
in alcune delle sue visioni e sogni, e non gli era piaciuto quello che aveva
visto. Doveva continuare a ricordarsi che faceva tutto parte della copertura
dell’uomo, e che lui doveva fare queste cose, altrimenti il vecchio Voldi diventerebbe differente molto velocemente. Comunque,
il suo corpo infido, diede il benvenuto al contatto, e si inclinò felicemente
indietro nell’abbraccio.
“Meglio.”
Sentì l’uomo bisbigliargli nell’orecchio. Grande, quello gli spedì un brivido
giù lungo la spina dorsale. Che intenzioni aveva il suo corpo, ucciderlo per
l’imbarazzo? Quello fu il suo ultimo pensiero prima di sentire l’onda di
inesistenza che accompagnava l’apparire. La cosa successiva di cui si rese
conto, era che stava ulteriormente cadendo all’indietro, nelle braccia di Snape
nella foresta proibita.
*************
“Spiacente.”
Borbottò, cercando di riacquistare il proprio equilibrio.
“Ci vuole
tempo per abituarsi, ma ce la farai anche tu.” Con quelle parole, Snape si drizzò
e, impettito, si diresse verso il castello. Harry dovette correre per stare al
suo passo. La passeggiata proseguì poi, in modo quieto. Decise di non
importunarel’uomo, tenendo la bocca
chiusa. Come passarono le porte, vennero investiti da una McGonagall in pieno panico.
“Severus,
dove sei stato? Stiamo tentando di trovarti da almeno 4 ore! C’è stata
un’emergenza riguardante Harry Potter,” gridò. Harry l’aveva vista adirata,
prima di ora, ma mai in tale stato di panico.
“Davvero,
Minerva! Dovresti provare a prendere una pozione calmante. Fa miracoli per lo
stress.”
“Severus,
come puoi essere così calmo, in un momento simile! Il povero Harry potrebbe
essere dovunque!”
“Minerva,
dal modo in cui ne parli, potresti pensare che Potter sia un cucciolo indifeso
e non un mago maturo.” La mente di Harry ebbe un sobbalzo. Snape gli aveva
appena fatto un complimento? Questo stava diventando, definitivamente, uno dei
giorni più strani della sua vita.
“Severus
Snape! Non posso credere che tu sia così crudele! È probabile che tu-sai-chi
tenga prigioniero Harry, per fargli chissà che cosa!”
Harry
guardò Snape roteare gli occhi al cielo a tale asserzione. “E io che pensavo
che tu fossi quella che aveva più fede, nel marmocchio, di tutti noi.” Prima
che lei potesse rispondere, si diresse verso l’ufficio del direttore.
Poi, da
sopra la spalla, abbaiò, “Potter, sbrigati, non abbiamo tutto il giorno!” Harry
lo raggiunse immediatamente. Mai gli era capitato di vedere la McGonagall senza
parole, ed era davvero divertente.
“Vecchio
gatto matto!” Sentì Snape borbottare. Harry sorrise. Anche a lui e Ron, era capitato
di definirla a quel modo.
**********
Giunti
d’innanzi al gargoill che proteggeva l’ufficio del direttore, Snape mormorò la
parola d’ordine, ‘Cuori Canditi’, e salì la
scalinata. Giunto alla cima, bussò alla porta di quercia.
“ Entra,
Severus.” Severus si era sempre chiesto come diavolo facesse il direttore a sapere
sempre chi era. Entrò, lasciando la porta aperta per Potter.
“Buon
pomeriggio, Albus. Ho pensato che fosse meglio se portassi da te questo
disperso che ho trovato lungo le strade di Diagon Alley.” Severus fece segno al
giovane dietro di lui.
Il
direttore si avvicinò lentamente ad Harry, guardandolo. “Harry?”
Harry
sfoderò il suo sorriso alla GilderoyLockhart, da premio oscar. Dal momento del suo risveglio,
aveva capito che nulla sarebbe andato bene. Fino ad ora. “Buon pomeriggio,
professor Dombledore.”
TRADUZIONI DEL LATINO
Aperto - Rivela
Note:
ringrazio chi ha recensito, facendomi capire che altri hanno trovato questa
storia interessante. E, più continua, più mi è piaciuta, ad essere sincera.
Ho
trovato anche un seguito, che a tutt’ora consiste di 12 capitolo, ma è ancora
in proseguimento.
Spero che
anche quella, come questa, che consiste in una trentina di capitoli, venga conclusa
presto.
Abbiate
pietà dei possibili errori e magagne, ma ho finito la traduzione all’una!
cap.5: Dumbledore e le idee del
professore di Pozioni
“Entra e
siedi”, disse Dumbledore indicando due poltrone di fronte alla scrivania. Come
l’anziano mago si risistemò dietro la scrivania, Severus sedette nella sua
poltrona di cuoio nero solita, lasciando Harry sedersi nella poltrona color
porpora con soli gialli.
“Tè?”
Cenno
d’assenso da entrambi. Un set da tè comparve veleggiando per aria, già riempito
di te caldo. Albus versò una tazza e la passò a Severus, “Con latte e zucchero
per te, vero Harry?”
“Esatto,
Direttore.” Harry vide Snape disgustato al pensiero dello zucchero ne tè. Era naturale
che lui non cedesse a frivolezze come un poco di dolcezza nel suo tè nero. Come
faceva a berlo così amaro! Harry rise. Sfortunatamente, il sorriso fu visto sia
da Snape che da Dumbledore.
“Ah,
qualche pensiero divertente, Harry? Penso che gradirei farmi due risate dopo il
colpo che ho ricevuto.” disse sorridendo al giovane il vecchio mago. Harry
decise che un giorno dovrebbe trovare il leggendario coraggio di Gryffindor e
chiedere al mago se lui davvero potesse leggere le menti.
“No
signore. È solo una di quelle situazioni in cui o ridi o piangi.” Bhe, era una
mezza verità, pensò Harry.
“Certamente,
Harry” rispose Dumbledore, guardandolo con gli occhi brillanti.
“Prima
permettimi di augurarti un buon compleanno.” Harry sorrise. “In secondo luogo,
che cosa ti è accaduto? Ho trovato la tua nota, che tra l’altro ha mandato nel
panico tutto il personale del castello! Non avevamo idea di ciò che ti era
accaduto. La tua nota non dava spiegazioni.”
Harry
fremette. “Spiacente, signore. Non volevo farvi preoccupare, ero un poco nel
panico e...per la verità ero spaventato a morte.”
Poi,
Harry procedè a raccontare la sua storia di quello che aveva fatto da ieri,
fino all’arrivo all’ufficio di Dumbledore.
***************
Severus,
centellinando la sua tazza di tè, cercò di estraniarsi dalla voce di Potter. Lui
già conosceva i dettagli della vicenda, e non ci teneva a risentirli. Guardando
alla tazza, sorrise. Nessuno si chieda perché la gente lasciava questo ufficio
che si sente più calma di quando entravano. Il tè offerto dal vecchio mago, era
allungato con una pozione che calmava. Con un’alzata mentale di occhi al cielo,
esclamò internamente un ‘Vecchia folaga!’ cercando di trattenere uno sbuffo.
Non era bene che lui si mettesse a ridere proprio quando il marmocchio stava
ronzando su quanto era spaventato dal suo ‘nuovo’ problema. Severus si chiedeva
come il ragazzo potesse essere così spaventato da ciò che era accaduto quando
lui aveva affrontato, non una ma sei volte se contavi anche la volta che lui
sopravvisse quando era ancora un bambino, il Dio Oscuro. C’era sicuramente una
soluzione anche a questo problema; lui doveva solo trovarla. C’era qualche cosa
che gli sfuggiva, se solo riuscisse a capire cosa. Aveva il presentimento che
c’entrasse il succo di frutta bevuto da Potter. Quel pezzo dove diceva che aveva
avvertito un lieve gusto amaro, come un retrogusto di seme d’anice, continuava
a ritornargli in mente. Come anche il fatto che aveva definito la bevanda moresca.
Severus era immerso profondamente nei suoi pensieri quando avvertì due paia di
occhi fissi su di lui e l’improvviso silenzio della stanza. Anche Fawkes era
immobile come una statua. Guardò al direttore, con un’occhiata che significava
decisamente ‘cosa c’è?’.
“Era in
un bel posto, Severus?” Lui vide il marmocchio tentare, con scarso successo, di
evitare di scoppiare a ridere alle parole di Albus.
“Non ero
qui, quindi si, era un bel posto!” Disse rudemente, ritornando al suo modo di
essere. Quello tolse il sorriso dalle labbra di Potter. Anche se Albus sorrise
normalmente, come faceva sempre. Dannata vecchia folaga!
“Hai una
qualche idea di ciò che può essere accaduto ad Harry? Hai passato più tempo
pasticciando sul problema di me, Severus.”
Sfortunatamente,
lui pensò. “Si, e sono giunto a due possibili teorie; ma c’è ancora uno spazio
vuoto a come sia stato possibile. Potter ricevette un succo con uno dei suoi presenti
di compleanno. Un succo di frutta che lui bevve. O era uno scherzo dei due
gemelli weasley,” e alzò la mano per frenare la difesa prevedibile di Potter
dei marmocchi due marmocchi, “o il pacchetto è stato intercettato da qualcuno e
il succo venne aggiunto al pacco, sapendo che Potter avrebbe pensato che non vi
fosse nulla di pericoloso in esso, venendo da amici.”
“Si, sono
entrambe buone possibilità. Se era una pozione, come sospetti, pensi di poter
creare un antidoto?”
“Alla
lunga, sono sicuro di poterlo fare, ma ci vorrà parecchio tempo senza un
campione della sostanza originale da analizzare. Indovino che usando qualche
esemplare del sangue di Potter, sia possibile tentare di determinare ciò che è
stato usato. È il retrogusto di semi d’anice che mi infastidisce di più,
normalmente si usa nelle pozioni di riposo...” Lasciando la frase a metà,
Severus, si alzò rapidamente, lasciando l’ufficio nella sua solita e tipica
maniera - lunghi passi ed accappatoi che si levano ad ondate dietro lui. La
porta si chiuse con decisione dietro all’uomo.
************
“Devo
farmi spiegare come ci riesce un giorno di questi.” Disse fra se e se Harry.
“È una
cosa che in effetti gli riesce piuttosto bene. Arriva e se ne và in maniera
fantastica, vero?”
“Spiacente,”
disse Harry, rivolgendosi nuovamente al Direttore, sorridendo timidamente,
“Avevo dimenticato che era qui.” Dumbledore gratificò il giovane del suo
sorriso io-so-tutto.
In quel
mentre, McGonagall tempestò nell’ufficio, livida. “Albus, giuro che un giorno
di questi io getterò un malocchio a Severus per le sue maniere! Mi ha appena
ignorata nell’atrio. E lo stesso prima nell’ingresso!”
“Calmati,
Minerva. Tè?”
“Si
Albus, ma tu devi parlare a Severus delle sue pessime maniere.” E si sedette al
posto precedentemente occupato dal Padrone delle Pozioni. Dumbledore le offrì
una delle tazze di tè. Dopo un momento di silenzio, la donna sembrò rilassarsi
visibilmente.
“Minerva,
sai come fa Severus quando gli viene in mente qualcosa. Deve immediatamente
scappare per indagare.”
“È quello
che è appena accaduto, signore?” chiese Harry. Il giovane stava giusto chiedendosi
per quale motivo Snape se ne fosse andato così di fretta.
Al suono
della voce di Harry, McGonagall si girò bruscamente a guardarlo. “E ha te, cosa
, in nome di Merlino, cosa è successo?”
Harry,
sospirò. Quante volte avrebbe dovuto raccontare la storia?
*************
Severus
era quasi giunto al ritratto che copriva l’ingresso alle sue camere private;
stava mormorando improperi sottovoce sulle interferenze di vecchi gatti. Come
giunse al ritratto, disse la sua parola d’ordine: ‘PenetralisVenustas’ (latino
per Bellezza Interna) e prese giù le sue custodie magiche. Dopo che entrò, si
diresse verso gli scaffali. Tolse da loro tre libri, che sapeva gli sarebbero
stati utili. Dopo tutto, lui li aveva letti più volte tutti. La cosa che lo
preoccupava leggermente, era che due dei libri erano i più oscuri della sua
raccolta. Questo non faceva presagire molto bene. Sedette nel suo ufficio
privato, estrasse alcuni fogli di pergamena, afferrò il calamo e iniziò a
prendere nota.
*************
Molte ore
più tardi, Harry sedeva nella stanza del personale, godendosi un buon pasto, il
primo dell’estate. Guardando alla stanza, ammise che era un bel luogo, comodo.
Le poltrone erano tutte molto confortevoli; c’erano dappertutto libri e
periodici, e molte piante in vaso. C’erano dipinti sui muri. Quasi tutti
rappresentavano i quattro fondatori di Hogwarts. C’erano le quattro bandiere
delle case, appese sul focolare. Il personale rimanente aveva preparato una
piccola area come sala da pranzo nella sala insegnanti per l’estate, dato che
pochi degli insegnati rimanevano a scuola durante l’estate. Solamente
Dumbledore, McGonagall, Trelawney, Ruby e Hagrid. Harry rimase un poco scioccato scoprendo che
Snape aveva una casa a cui ritornare durante l’estate. Aveva sempre pensato che
Snape bazzicasse nelle prigioni di Hogwarts per tutto l’anno, evidentemente si
era sbagliato, un’altra cosa da aggiungere all’elenco che continuava a crescere
al mistero che era Snape.
Come
finito il pasto, Harry notò che Snape non li aveva congiunti, e non sembrava
che stesse facendolo. Harry si sentì un poco deluso. Decise di non pensare al
motivo per cui si sentisse così deluso da questo, soprattutto perché già lo
preoccupava il fatto che lui si sentisse deluso.
Ammise
che era stanco, e lasciò vagare la sua attenzione sugli insegnanti,
estraniandosi un poco dalla realtà.
“Lavora duramente, leggendo e prendendo note,
quel giovane serpente.”
“E non fa mai pause adatte per
alimentarsi.”
Harry si
spaventò, alla suono di una voce che non riconobbe. Si guardò attorno, e vide
il ritratto che non riconobbe. Rappresentava un uomo dallo sguardo orgoglioso,
con capelli fluenti con due serpenti: uno al suo collo e uno che stava
rientrando nel ritratto. Harry si alzò, avvicinandosi ad esso.
“Mi scusi, ma sta parlando del Professor
Snape?”
“Padrone, lui parla la nostra
lingua! Come è possibile?”
“Chi sei giovane?” Chiese orgogliosamente l’uomo.
“Spiacente, io sono Harry Potter e
lei è Salazar Slytherin, non è vero?”
“Si, hai ragione. È passato
parecchio tempo da quando qualcuno del nostro genere ha camminato per le sale
di questa scuola. È un piacere fare la tua conoscenza, giovane Sig. Potter. Ho sentito
parlare molto di te.”
“Grazie, signore, ma stava
parlando del Professor Snape?”
“Si, il giovane non si riposa mai
quando entra in uno dei suoi momenti.”
“Momenti?”
“Si, tutto quello che fa sono
leggere e fare ricerca. Si ammalerà se non si prende miglior cura di se stesso.
Chi si preoccuperà poi della casa dei serpenti? Non c’è nessuno più
qualificato. È tutto lavoro e nessun divertimento.”
“Forse questo giovane serpente può
portargli del cibo e bevande, assicurarsi che non si ammali.”
“È una buona idea, Raso”, disse Slytherin accarezzando il
serpente al suo collo, “e tu Seta, vai a
dire all’altro ritratto di permettere a questo giovane serpente di entrare. Lo
farai sig. Potter?”
“Io non so se il Professor Snape
gradirà che io lo disturbi”, ma l’occhiata che ricevette da Slytherin, era una di
quelle che dicevano di non disputare sui suoi voleri. “Sicuro, perché no?”
Harry si
volse, trovandosi in una stanza in silenzio mortale, vedendo sui visi dei
presenti, tranne che sul viso di Dumbledore, orrore. “Scusate, era solo
gentilezza rispondere.”
“Va tutto
bene, ‘Arry. Solo è un poco raccapricciante da sentire.”
Disse Hagrid, un poco pallido.
“Non ti
preoccupare Harry. Devi esser davvero simpatico a Salazar; non parla con molte
persone. Penso che da quando sono qui, tu sia la quarta persona che ha ritenuto
degno della sua attenzione”, disse Dumbledore dolcemente, con il solito
scintillio negli occhi.
“Davvero?
Chi erano gli altri? Se posso chiederlo.”
“Certo
che puoi chiederlo, Harry, puoi trovare le risposte solo se le fai le domande.”
Harry sorrise, cosa potrebbe rispondere a quello? Poi, con tono calmo,
Dumbledore rispose. La risposta lo fece sentire un poco male.
“Dunque,
se non mi sbaglio, ci sono io, ma solo nel mio ufficio, mai nella stanza del personale;
Severus, sembra avere una predilezione per lui. Poi c’era Tom.”
“Intende
Vold...?” Vedendo i brividi dei presenti, Harry riformulò la domanda. “Intende
Riddle, signore?”
“Si,
Harry. Ora, cosa più importante, Salazar cosa ti disse?” Chiese il vecchio mago
sorridendo.
“Uhmm, mi ha chiesto di portare del cibo agli appartamenti del
professor Snape. Ha detto di esser preoccupato per lui.”
“Idea
eccellente, Harry. Chiamerò un folletto perché prepari un vassoio per te.”
*****************
Quindi,
Harry si ritrovò a spingere un carrello con cibo caldo ed una bottiglia di vino
rosso verso le prigioni sotterranee, seguendo un piccolo serpente, chiamato
Seta, che viaggiava da ritratto a ritratto. Harry conosceva la via per arrivare
all’ufficio di Snape, ma non dove si trovavano i suoi appartamenti privati. Seta,
al contrario, sembrava sapere bene dove dirigersi.
Si trovò
fuori di un ritratto enorme, dove tre serpenti nuotavano in una piscina d’acqua
alimentata da una bella cascata. Harry era sicuro che se si fosse fermato li
davanti per abbastanza tempo, a fissare gli spruzzi, si sarebbe ritrovato
bagnato. Mai gli era capitato prima di vedere un quadro così realistico. Seta
sibilò ai serpenti custodi, per permettere ad Harry di entrare, come richiesto
da Salazar. In un primo momento, i serpenti si dimostrarono scettici, finché Harry
disse loro che doveva solo portare delle cibarie al suo professore. Sembrò al
giovane, che non solo Seta, Raso e Salazar fossero chi si preoccupava di Snape.
Harry non riusciva a capire come fosse possibile che un tale uomo freddo, potesse
ricevere sì tanta devozione. accantonando tale pensiero per quando avesse avuto
tempo per parlare coi serpenti, entrò nel covo di Snape.
Qualunque
cosa si fosse aspettato, se voleva esser onesto con se stesso, non era certamente
ciò che stava vedendo. Si era aspettato muri limacciosi e freddi, con panche di
pietra e apparecchiature di tortura gettate qua e là. Oh, e forse una bara in
cui dormire. Comunque sia, ciò a cui si trovò d’innanzi, era completamente l’opposto.
Il muro a sinistra era ricoperto con bei scaffali di mogano. Hermione sarebbe
stata entusiasta, ci dovevano essere centinaia di libri. Sulla destra della
stanza, vi era un sofà e due poltrone che gridavano ‘provami e vedrai come sono
comoda!’ Di fronte a loro, un bel e riccamente ornato, tavolino da caffé sempre
in mogano come gli scaffali. Dietro, vi era un incredibile focolare con la mensola
sempre in mogano. Sulla mensola, vi erano molti oggetti magici e un bel vaso di
cristallo. Harry si chiese quali fossero i fiori preferiti da Snape. l’intera
stanza era decorata color crema con tracce di oro antico.
Harry
chiamò l’uomo. “Professore, è qui?”
Non
ricevendo risposta, si inoltrò ulteriormente nelle stanze, vedendo una bella
tavola da pranzo con sei sedie. Harry vi posò sopra il cibo. Improvvisamente,
sentì un quieto tossire, e volse lo sguardo verso la fonte del rumore. Immediatamente,
la sua mascella toccò terra. In piedi, sulla via d’accesso, casualmente
inclinato contro la cornice, vi era Snape. Ad Harry si bloccò il respiro in
gola. Snape era semplicemente magnifico! La luce delle candele scintillava
attorno a lui, facendo sembrare l’uomo più dolce, ammorbidendo i suoi tratti
normalmente duri. E la sua faccia sembrava più rilassata, come il suo corpo. La
sua pelle sembrava traslucida nella luce, ed Harry pensò che sembrava davvero
bello e che doveva resistere all’impulso di andare da lui e toccarlo. I suoi
vestiti e i suoi capelli erano in disordine. Se Harry non avesse saputo il
contrario, avrebbe potuto pensare che l’uomo fosse appena uscito dal letto. Snape
sembrava arruffato e Harry pensò che era davvero ‘bello’ da vedere. Harry pensò
se avesse lo stesso sguardo, dopo aver fatto sesso. Immediatamente arrossì,specialmente come tutto il sangue del suo
corpo sembrava aver deciso di svernare al sud. Grazie a Dio la tavola era alta
abbastanza per coprire qualsiasi imbarazzo immediato.
************
Severus
sentì qualcuno entrare nelle sue stanze private, ed indovinò che doveva essere
Albus, considerato che conosceva la parola d’ordine. Lasciando l’ufficio, l’ultima
cosa che si sarebbe aspettato, era sentire la voce di potter che lo chiamava.
Immediatamente
si sentì importunato che quel marmocchio fosse nelle sue stanze private, e si
diresse alla porta. Si appoggiò alla porta, aspettando che il giovane poggiasse
il vassoio, dopotutto, non desiderava dover pulire se spaventandolo, gli fosse
caduto. Tossì, volendolo spaventare il marmocchio a morte. Se non altro,
sarebbe stato divertente, pensò. Stava quasi per assalirlo iratamente,
quando qualcosa lo fece fermare. Potter stava guardandolo, innegabilmente, con
concupiscenza? Il suo primo pensiero fu, come avrebbe reagito il mondo a
scoprire che il loro ragazzo dorato era gay! Per sua stessa ammissione, lui era
un poco crudele, ma non cattivo, non intendeva usare tale conoscenza per
umiliare il ragazzo. Conosceva di prima mano che cosa significasse sentirsi sbagliato,
e lui non aveva avuto la stampa di tutto il modo magico sulla sua schiena. Ma
questo non significava che non potesse usare tale conoscenza per divertirsi un
poco, dopotutto, potter aveva 17 anni, e l’infatuazione gli sarebbe passata
nella durata di 15 minuti, passando a qualcun altro.
Elegantemente,
si allontanò dalla porta, scivolando verso potter di alcuni passi, allungò una
mano verso il mento del ragazzo. La sua pelle era rossa fuoco da tanto che
stava arrossendo, e si inclinò verso di lui. Con voce bassa, bisbigliò nell’orecchio
di Potter, “Dovresti essere più accurato, è probabile che tu sia ora chiuso
qui.” Spinse in su la sua mascella, sorridendo furbescamente, e si allontanò. In
tono d’affari, poi, continuò, “Come sei entrato? Dumbledore ti ha dato la
parola d’ordine?” Potter appena riusciva a fissarlo; con impazienza alzò gli
occhi al soffitto.
“No, non
gli e l’ho detta, Severus.”Rispose Dumbledore.
Immediatamente,
Severus iniziò a sentirsi in panico, anche se nessuno l’avrebbe detto dal suo
viso impassibile. era possibile che Albus avesse presenziato al suo piccolo show
con Potter; ma, dato che aveva solo sentito aprirsi la porta, e lui non era
chiaramente stato colpito da una maledizione, poteva forse ritenersi abbastanza
al sicuro.
“Allora,
come è potuto entrare? Allora, ragazzo, alza la voce! Non tutti riescono a
capire i borbottii!”
“Uhm, è
stata seta.”
“Chi o
che cosa è Seta, e come venne a conoscenza della mia parola d’ordine?”
“Indovino
che debba essere uno dei serpenti del ritratto di Salazar che si trova nella
stanza del personale”, intervenne dumbledore.
“Uhm, si.
Disse ai serpenti custodi di aprire per farmi entrare. Non conosco la sua
parola d’ordine, signore. Onestamente.”
Severus
guardò attentamente il ragazzo, si era dimenticato che era un parselmouth e poteva parlare con i serpenti, siano essi
veri o dipinti. Doveva parlare con Salazar su questo, come se il ragazzo già
non riuscisse a fare guaio senza che ora potesse entrare anche dove non
apparteneva grazie a Slytherin.
“Va bene,”
guardò il vassoio che Potter aveva portato, e comprese che dopotutto aveva
fame.
“Salazar
e i suoi serpenti sono preoccupati per lei, dato che non si presentò per cena
mi ha chiesto di portargli del cibo.” Severus si chiese se qualcuno avrebbe
creduto al fatto che il ritratto del grande Salazar Slytherin si comportava
come una chioccia verso di lui. Ne dubitava. Si sedette, facendo segno agli
altri di congiungerlo. Con la bacchetta, fece comparire tre altri calici da
vino, in cui si versò subito del vino. Una volta pieni, si diressero verso gli
altri due.
“Hai
avuto fortuna, Severus?” chiese Dumbledore, guardando verso harry col tipico
scintillio negli occhi, come Severus iniziò a mangiare.
L’uomo
non fallì l’occhiata del più vecchio mago lanciò a Potter, e strinse gli occhi;
che stava pensando ora la vecchia folaga? Fu il suo pensiero.
“Si e no. Gradite prima le buone o le cattive notizie? Scegli
Potter, dato che tutto ciò è a causa sua.” disse guardando al ragazzo, che
arrossì nuovamente. Si, pensò Severus, doveva cercare di farlo arrossire anche quando
fosse ritornato alla normalità, per vedere se sembrava così buono come ora.
“Non ha
importanza con quale inizia.”
“Molto bene,”
disse aridamente “non esiste una pozione che la fa diventare più vecchio di 10
anni e continui a restare così. C’è però una pozione che può farla tornare 10
anni più giovane fisicamente e mentalmente più giovane per un periodo corto di
tempo. Fa parte delle arti oscure. Ha molto seme di anice crudo in lei e può
essere mescolato con una pozione di riposo e continuare ad essere effettivo. Il
tuo assalitore deve aver commesso nella sua fabbricazione un errore, ottenendo
il risultato attuale. Ora, Potter, la cattiva notizia è che io non so che tipo
di errore commise, ed è probabile che mi ci voglia parecchio tempo per dedurlo.”
“Oh.”
“Dovrò
prendere degli esemplari del tuo sangue, prima di andarmene, e lavorerò sull’antidoto
partendo da loro.”
“Vai via,
Severus?”
“Si,
Albus, vado via, a casa. Non desidero spendere le mie vacanze qui. Passo nove
mesi all’anno qui.”
“Prima
che tu te ne vada, dovresti passare dal mio ufficio. Quando sei più comodo, naturalmente.”
“Avevo
intenzione di tornare stasera.”
“Nessun
problema, sai dove sia il mio ufficio. Vieni Harry. Lasciamo il professore al
suo pasto.”
**************
Severus
sentiva che avrebbe dovuto iniziare a correre, allontanarsi alla massima
velocità. Ma il suo onore maledetto, lo costrinse a bussare alla porta dell’ufficio
del Direttore.
“Entra
Severus.”
Severus
entrò nell’ufficio con un sopracciglio alzato. “Albus, volevi vedermi prima che
andassi via?”
“Per
favore, entra e siediti. Tè?”
“No,
grazie Albus. Sta facendosi tardi e gradirei tornare a casa. Quindi cosa vuoi?”
“È su
Harry, Severus.”
“Ma
guarda.”
“Si. Mi
piacerebbe che lo tenessi con te al feudo degli Snape per il resto dell’estate.”
“Molto
divertente, Albus, per un poco ci avevo creduto. Grande scherzo! Ci vediamo presto.
Arrivederci.” Severus si alzò e si diresse verso la porta.
“Severus,
per favore, questo non è uno scherzo. Harry non può stare qui durante l’estate.
Nessun studente può, il consiglio non lo permetterebbe. Non è neppure sicuro.
Le custodie devono essere ripristinate per il prossimo anno scolastico.”
“No!
Albus, non puoi chiedermi una cosa simile, è troppo!”
“Severus,
per favore! Non c’è nessun posto dove potrebbe andare. Non può andare a casa e
non può stare qui.”
“Ma Albus,
Potter ed io ci uccideremo un con l’altro. Nemmeno gli piaccio, non possiamo
trascorrere insieme il resto dell’estate.” Sapeva che non sarebbe riuscito a
spuntarla, ma decisamente non gli avrebbe facilitato la cosa! “Stai chiedendo
troppo, Albus!”
“Lo so,
Severus. Qualche volta sembra che davvero ti chieda più di quello che faccio
con gli altri, e di nuovo ti sto chiedendo un favore. Ma non c’è nessuno a cui
possa chiederlo in cui abbia altrettanta fiducia.”
Grande,
pensò, una ammissione di colpa duplice. Ora era davvero intrappolato. Era riuscito
a far sentire Albus colpevole tanto quanto Albus stava facendo sentire lui
colpevole.
“Va bene,
ma ormai ho raggiunto il limite, Albus. Presto non ci sarà altro da dare via.”
Con
quello, uscì rabbiosamente fuori dall’ufficio per recuperare il marmocchio di
Potter dalla stanza del personale.
Sentì
Albus dire tra se, “Lo so, Severus. Lo so.”
************
Arrivò
alla stanza del personale e vide Potter che sobbalza al suo ingresso. L’afferrò
per una mano. “Tienti stretto!” E attivò un portkey. Ci fu la classica
sensazione di esser tirato all’ombellico e uno schiocco, poi, scomparvero.
***********
Harry
inciampò a terra, di fronte ad un edificio imponente, il giovane era pallido e scosso,
ed ancora conteneva le mani di Snape. Oltre che spaventato e furioso,
naturalmente.
“Avrebbe
potuto avvertirmi!” Gridò Harry a Snape, liberandosi dalla presa dell’uomo.
“Oh, sono
così spiacente, ragazzo. I miei piani non andavano bene con i suoi?” Gridò
snape verso il giovane, evidentemente irritato.”Smettila immediatamente di piagnuccolare e seguimi!” Abbaiò l’uomo.
Harry
stava bollendo, ma sapeva che non avrebbe avuto possibilità contro Snape, fisicamente
o verbalmente. Si sentiva male, aveva creduto di aver fatto un piccolo
progresso con Snape. Ora, dato che era costretto a passare l’estate con lui,
sentì come se tutti i progressi erano svaniti.
Con il cuore pesante, Harry fece come gli disse Severus e lo
seguì. L’imponente cancello di ferro battuto si aprì, e loro si inoltrarono sul
sentiero di ghiaia che conduceva alla casa. La parola casa era piuttosto
riduttiva. Questa non era una casa; questa era una magione. Nell’oscurità
poteva apparire piuttosto paurosa, ma Harry, nel tempo in cui aveva conosciuto
Snape, aveva imparato ad aspettarsi l’inaspettato, ed era proprio questo che
trovò una volta passate le duplici e massicce porte che conducevano nella casa.
Come si accesero le luci, rimase senza fiato, quello che
vide era semplicemente bello. Gridava soldi e lusso in ogni angolo.
Stranamente, il primo pensiero che gli passò nella mente, fu se Snape si
sentisse mai solo qui. Un folletto comparve d’innanzi a loro.
“Signore torna con un ospite. Signore vuole che noi
provvediamo ad una stanza per l’ospite?”
“Si, e il più lontano da me è meglio è.”
Il folletto si rivolse nuovamente verso Harry. “Il signore
può seguirmi alla sua stanza?”
“Uhmm, sicuro, fammi strada.” fu
la risposta di Harry, offrendo all’esserino un debole sorriso. Stanco ed
agitato come era, era il meglio che potesse fare.
*********
Harry fu condotto attraverso un grande ingresso di marmo
color crema e oro. Salirono larghe scale, le più grandi che mai avesse visto
per la verità. Arrivarono in un corridoio, con un pavimento decorato in blu e
quadri di panorami alle pareti. Piccole tavole con vasi di cristallo contenenti
orchidee di ogni colore, ornavano gli spazi. Almeno, ora aveva la risposta sui
fiori preferiti da Snape; non avrebbe mai detto che potesse essere così romantico,
pensava che fosse più da lui qualcosa come una pianta carnivora. Dopo aver
percorso altri corridoi, si fermarono fuori da una grande porta, che il
folletto aprì, facendo passare Harry.
Questa doveva essere la sua camera da letto; era grande
abbastanza per essere un appartamento intero. Anche quella balena di Dudley
riuscirebbe a lasciare spazio per un elefante o due.
“Il signore desidera qualcosa?”
Harry volse lo sguardo verso il folletto, accorgendosi per
la prima volta che era vestito con una specie di toga, molto pulita. Indovinò
che Snape non doveva poi essere così cattivo con i suoi folletti. Un’altra cosa
da aggiungere all’elenco, che continuava a crescere, dei misteri su Snape.
“Gradirei un bicchiere d’acqua, se non è di troppo
disturbo.”
Il folletto gli rivolse un grande sorriso. “C’è acqua accanto al suo letto e
fette di torta sulla tavola, signore”, disse, indicando la tavola accanto al
focolare.
“Grazie. A proposito, sono spiacente di non avertelo chiesto
prima, ma qual’è il tuo nome?” Se possibile, il sorriso divenne ancora più
grande. “Il mio nome è Lula, signore.”
“Ciao, Lula. Io sono Harry. Puoi chiamarmi così se vuoi. Per
la verità, lo preferisco a signore.”
“Sarò felice di chiamarla Harry.”
“Grazie.”
Con un grande sorriso ed un piccolo arco, Lula scomparve con
uno schiocco. Harry si avvicinò al focolare, si versò una tazza di tè e sedette
in una delle poltrone, ed osservò i suoi nuovi alloggi.
*******
Era semplicemente bello. Era decorato in lilla e crema. Un
grande letto a baldacchino, con colori coordinati alla tappezzeria, occupava
una parte della stanza. C’era un guardaroba massiccio, una scrivania con
relativa sedia, e scaffali con molti volumi, ma spazio per poterne aggiungere
ancora. Il legno della mobilia era in un bel pino pallido, che sembrava
adattissimo alla stanza. Anche la tappezzeria della stanza aiutava a renderla
allegra e calda. Fortunatamente, i quadri presenti nella stanza, erano paesaggi
e scenari senza persone in loro. Non era nella disposizione d’animo per parlare
con nessuno, omettendo Snape. Per tentare di scusarsi dei problemi che stava
causando.
Sapeva che il piano di Dumbledore, era una cattiva idea, e
lui aveva cercato di fargli cambiare idea, permettendogli di andare al
Cunicolo. Ma il vecchio mago, aveva detto che non era sicuro per lui, e che il
feudo dei Snape, con le custodie magiche vecchie di parecchie centinaia di
anni, neppure Voldemort poteva entrare. Di quello se ne era accorto come
avevano attraversato la barriera. Aveva avvertito la pressione dell’antica magia,
che attraversandolo, gli aveva provocato un formicolio e facendolo un poco
stordito.
Harry aggrottò le sopracciglia. Per il momento, non poteva
far nulla con Snape. Avrebbe dovuto pensarci domani, cercando di fare il
possibile per esser gentile; e se quello non funzionava, bene, la casa era
abbastanza grande per evitare di incontrarsi con qualcuno per alcune settimane.
Con quel pensiero, si spogliò dei vestiti e scalò il letto massiccio, e si
addormentò appena posò il capo sul cuscino.
*******
Dopo che Severus aveva lasciato il ragazzo, era andato a
rifugiarsi nella sua stanza favorita - la biblioteca, dove sapeva che poteva
raccogliere i propri pensieri e calmarsi. Come entrò, le luci si accesero, e il
fuoco ruggì a nuova vita. Dopo essersi versato un brandy, si sedette nella sua
poltrona favorita, accanto al fuoco. Sapeva di non potersela prendere con
Potter, era con Albus che lui era arrabbiato per costringerlo, e come qualsiasi
animale costretto nell’angolo, aveva attaccato la persona più vicina.
Sfortunatamente, era Potter. Come conseguenza, aveva costretto il povero bambino
ad usare un portkey senza alcun preavviso. E dire che conosceva bene la
reazione di Potter ad essi, dopo che ne avevano usato uno su di lui poco prima
della rinascita del Dio Oscuro. Per tale stupido errore, avrebbe meritato di
esser maledetto. Dopo il loro arrivo, e Potter aveva gridato contro di lui,
aveva visto la paura nei suoi occhi. Indovinò che aveva rovinato qualsiasi
fiducia che il marmocchio potesse avere ancora in lui. immediatamente fece una
smorfia di disgusto. Cosa gli importava se Potter, aveva o no, fiducia in lui?
Sospirando, si alzò, e finito il brandy, si diresse alla sua stanza da letto.
Forse, avrebbe potuto tentare di essere decente, domani. A volte, i miracoli
succedevano, o almeno così dicevano.
***********
Harry si svegliò dal suo bel sogno al suono del suo nome. Si
girò, trovandosi davanti Lula.
“Harry ha fame? Colazione è servita.”
“Sicuro, grazie. Uhmm, c’è una
doccia?”
“Si, Harry, là. Il bagno è oltre quella porta”. e indicò una
porta che il ragazzo non aveva visto la sera prima.
“Grazie. Appena fatta la doccia arrivo.”
“Bene, Harry, la
stanza di colazione è al pianterreno. Devo tornare per mostrarvela dopo la
doccia?”
“No, la troverò.”
“È davvero sicuro?”
“Si, grazie.”
“Molto bene, ma se lei si perde, Harry, schiocchi due volte
le dita e qualcuno verrà e l’aiuterà.”
“Grazie, Lula.”
Poi, Harry si diresse verso il bagno con gli abiti
raggruppati sulle sue braccia. A causa dell’ affrettata partenza da Hogwarts,
aveva lasciato la sua borsa là. Dovrebbe chiedere a Dumbledore di spedirgliela
al più presto possibile insieme a Hedwig. Entrò nel bagno, e dovette di nuovo
raccogliere la mascella. era lusso puro. Una grande vasca interrata, che poteva
contenere tranquillamente almeno cinque persone, ed una doccia grande almeno
per tre persone. Immediatamente, si fiondò sotto l’acqua calda, lasciandola
scorrere su di se, come se potesse lavare via tutte le sue preoccupazioni. Quando,
dopo 10 minuti uscì dalla doccia, notò qualcosa di inopportuno. Qualche cosa
non andava, tutti i suoi istinti gli stavano dicendo che qualcosa non era
corretto. Poi, capì. I suoi vestiti. Mancavano i suoi vestiti!
“Merda! Merda! E adesso cosa faccio?” disse ad alta voce.
“Non hai nulla di cui vergognarti, a mio parere.”
Harry girò su se stesso, al suono di quella voce
sconosciuta. “Che cosa?”
“Ho detto che non devi vergognarti, caro.” harry si rilassò.
Era lo specchio. Non sarebbe mai riuscito ad abituarsi agli oggetti magici, non
importava quanto tempo passava. Harry afferrò un asciugamano e strofinò i
capelli, poi l’avvolse alla vita.
********
Ormai, era il terzo tentativo di trovare la stanza di
colazione. Sapeva di essere nell’area corretta, poteva avvertire l’odore di
caffé e tè, e altri cibi diversi. Aprì una porta e vide Snape girarsi e
guardarlo. Vide Snape sgranare gli occhi e fissarlo intensamente. Quella era
una cosa cattiva, soprattutto considerando lo stato corrente del suo
abbigliamento, e quello sguardo fisso, gli riportò alla mente il suo bel sogno
a piena intensità.
********
stavano ritornando negli appartamenti privati di Snape in
Hogwarts. Snape stava, elegantemente, inclinandosi in maniera casuale contro la
porta del suo ufficio. Stava portando di nuovo i suoi pantaloni di cuoio a vita
bassa con una camicia di seta color crema, i tre bottoni in alto erano aperti.
Harry aveva camminato fiduciosamente verso Snape, ed aveva fatto scorrere le
sue mani sul torace duro, definito di Snape. Aveva aperto altri bottoni,
trattenendo il fiato. Aprì la camicia, rivelando il torace dell’uomo. La pelle
era pallida, ma con la luce delle candele, sembrava ardere. Non riuscendo più a
resistere alla tentazione, usò la sua lingua per tracciare la forma del muscolo
sul torace dell’uomo più vecchio. La sua pelle era salata, ma gli piaceva.
Tracciò con la lingua, dolcemente, una scia fino al capezzolo di Snape,
provocandogli un lamento. La mano di Snape si attorcigliò nei suoi capelli.
Questo l’incoraggiò. Continuò il suo percorso verso l’alto, fino a giungere al
lungo collo, che lui stava pensando di mordicchiare ogni giorno. Pizzicando e
succhiando, giunse fino al lobo dell’orecchio, prendendolo tra i suoi denti
ottenendo dall’uomo un basso ringhio. Quei suoni stavano tirandolo pazzo dal
desiderio. “Harry,” sospirò al suo orecchio Snape, ed il suono di quella voce vellutata
e ricca che dice il suo nome, spedì brividi lungo la sua spina dorsale. Snape,
procedette poi, a prendere il controllo, spingendolo indietro contro la tavola
della sala da pranzo. Si inclinò verso il giovane. Harry incominciò a giocare
con i lunghi capelli dell’uomo, tirandolo più vicino a lui. L’alito di Snape
accarezzava le sue labbra, un’occhiata di desiderio totale nei suoi occhi. Le
loro labbra stavano quasi per toccarsi quando un dannato folletto di casa lo
sveglio!
Ritornando al presente, “Professor Snape?”
********
Severus stava godendosi una tazza di tè. Aveva appena
portato la tazza alle sue labbra quando sentì aprire la porta. Girò la testa
per vedere se fosse Potter o uno dei folletti che aveva bisogno di qualcosa. Se
non fosse stato per il suo addestramento a nascondere le reazioni in tutte le
situazioni possibili, probabilmente avrebbe reso tutto il te sulla tavola e
lasciato cadere la sua tazza davanti a ciò che vide. Sentì i propri occhi
allargarsi sorpresi alla vista di Harry. Di fronte a lui, c’era un Harry Potter
molto cresciuto e virtualmente nudo. Era un’immagine molto piacevole,
un’immagine che archiviò nella sua memoria per scopi che non era disposto ad
ammettere. Le sue gambe erano lunghe, con una giusta muscolatura. Il corpo era
abbronzato, e per quello che poteva vedere, senza linee di costume. Ora, quel
pensiero, mandò in memoria un’altra immagine interessante, l’immagine di potter
che prende il sole nudo. Si, le sue gambe sembravano forti e potenti. Indovinò
che il praticare il Quidditch, servisse dopotutto; forse, dovrebbe pensare a
fare dello sport. Le sue anche erano strette, ma non eccessivamente; il suo
torace, abbronzato e muscoloso. Lavorando un poco, avrebbe potuto avere uno
stomaco piatto come un’asse da bucato. C’era una piccola striscia di peluria
fra l’addome e l’inguine, che sparivano sotto l’asciugamano. Anche le braccia,
abbronzate, sembravano forti, se dovesse cercare una parola per descrivere
Potter, userebbe sinuoso o flessibile.
Davvero piacevole. Alcune cicatrici sparse sul suo corpo,
aggiungevano più che togliere all’effetto totale. Indovinò che combattere un
basilisco e un Dio Oscuro, lasciasse alcune cicatrici. Il viso, a sua opinione,
era quello che aveva avuto il cambiamento migliore; non assomigliava troppo al
padre. Come aveva pensato il giorno prima, assomigliava di più alla madre,
nella forma del viso e dei zigomi, più prominenti. E senza quegli orrendi occhiali,
il suo viso era davvero bello. Senza occhiali, il punto di forza del suo viso,
i suoi bellissimi occhi, ora erano perfettamente visibili.
I capelli erano più lunghi, fino alla mascella, con una
frangia più lunga che incorniciava perfettamente il suo viso, anche se erano
ancora una confusione bagnata. Al collo, stava portando la collana che gli
aveva mostrato ieri. Non gli era piaciuta, ma vedendola al collo del giovane,
cambiò idea. Si chiese se potesse stendere Potter sul tavolo averlo al posto
del toast come colazione. Adesso, il povero toast, sembrava una scelta davvero
noiosa, con Potter presente, pronto per essere rapito in estasi.
********
Al suono della voce del ragazzo, riacquistò la presa con la
realtà. Sospirò internamente. Perché aveva dovuto parlare, rovinando il bel
ritratto? Tentò di trovare qualcosa da dire, ma nulla venne, così risalì alla
consuetudine.
“Potter.” Ringhiò fuori.
“Professore, sono veramente spiacente per, uhmm, entrare con solo un asciugamano, ma i miei vestiti
sono spariti ed io non ne ho altri con me.”
“Folletti di casa.”
“Spiacente signore?”
“Lui sospirò, “I folletti di casa, Potter, li hanno presi
per pulirli. Non hai altri?”
“No, abbiamo lasciato Hogwarts così in fretta che ho
lasciato la borsa, ed il resto della mia roba è dai Dursley, la mia casa
muggle.”
Ora Severus si sentì un poco responsabile. A causa della
loro rapida uscita da Hogwarts, il ragazzo non aveva vestiti. Sospirando, si
alzò dalla sedia. “Seguimi,” disse.
Nell’ingresso principale si volse verso Potter e lo guardò
dall’alto al basso.
“Per quanto possa trovare la tua attuale condizione, mi
viene da chiedermi dove tieni la tua bacchetta.”
Il ragazzo arrossì furiosamente. Snape si volse nuovamente,
continuando a camminare, con un grande sorriso sul suo viso. Era stato appena
troppo facile, pensò tra se.
**********
Dopo che Severus diede dei vestiti al ragazzo, ritornò in
biblioteca. Aveva un paio di chiamate via fuoco da fare. La prima, sarebbe
stata parecchio divertente. Era divertente usare le sue capacità ‘serpentine’ sul
‘gatto’ residente di Hogwarts, e lui, sicuro come l’inferno, non si riferiva
alla sig.ra Norris. Gettando una manciata di polvere
nel fuoco, chiamò “Minerva McGonagall, Hogwarts.” Alcuni secondi più tardi, lei
apparve nel fuoco.
“Severus, a cosa devo questo grande onore? Cosa ha fatto al
sig. Potter, Severus?”
“Davvero, Minerva, è così difficile? Non potevo chiamarti
solo per salutarti?”
“Va a provare i tuoi modi affascinanti su qualcun altro,
giovane, ti conosco da quando avevi undici anni. Tu non fai chiamate sociali.”
“Ah! Vedo che sono diventato troppo prevedibile! Indovino
che dovrò fare qualcosa per scuotere un poco le cose.”
“Come dare punti a Gryffindor, severus? Quello si che
scioccherà ognuno, facendoli credere che sei impazzito.”
“Minerva, fa la brava e sono sicuro che Babbo Natale ti
porterà topini avvolti in dolce erba gatta”, disse impassibile. Poteva vedere
Minerva che tentava di non ridere.
“Cosa vuoi Severus? Ho cose migliori da fare col mio tempo
che essere stuzzicata e insultata da te.”
“Ammettilo, nessuno riesce a farlo come me.”
“Ammetto che sono pochi quelli in grado di tale malevolenza
con le parole. Ma conoscendoti, lo prenderai come un complimento.”
Snape rivolse un sorriso furbo alla collega. “Ma
chiaramente, mia cara. Ho un favore o due da chiederti. Non ti preoccupare; è
per il tuo Gryffindor . Ha lasciato nella stanza del personale una borsa,
mentre il resto della sua roba è dai suoi parenti imbecilli. stavo chiedendomi
se potessi raccogliere il tutto e portarlo qui al ragazzo. Credo che potrai
trovare il tempo, visto che è per il tuo ragazzo.”
“Dato che ti importunerà, lo farò, severus.”
“Non c’è fretta, Minerva. Potter, dopotutto, vestito solo di
un asciugamano, era una bella occhiata. Oh, com’è tardi! È meglio che vada.
Alla prossima volta, Minerva.”
Con quello chiuse il collegamento, godendosi l’occhiata
sulla sua faccia. Rise quietamente. Se solamente potesse trovare la debolezza
di Dumbledore, poi potrebbe importunare il personale di tutta Hogwarts. ‘Oh
bene, continuerebbe a tentare’. Si preparò alla sua
prossima chiamata. “Molly Weasley,il Cunicolo.”
“Severus?”
“Ciao, Molly. Sei sola?”
“Si, perché? Cosa posso fare per Te? Non ci capita spesso di
parlare ora che Bill è fuori di casa.”
“È accaduto qualcosa al sig. Potter. non farti cogliere dal
panico, Albus ha fatto in modo che sia al sicuro. Ma io ho bisogno di chiederti
se quando hai spedito il tuo regalo di compleanno a Potter, hai incluso un
succo di frutta?”
“No, perché?
“Non posso parlare al collegamento, Molly. Non è sicuro.
Dovrai vedere Albus per avere più dettagli. Quando arriverà Arthur a casa?”
“Circa alle sei.”
“Verrò alle sette e prenderò la maggior parte della sua
covata in custodia per interrogarli, si assicuri che i gemelli ci siano. Può
essere solo una birichinata finita male. Non dirgli nulla. Se loro sono
responsabili, non voglio dargli tempo per lavorare una possibile scusa.” Disse
in tono serio, così che Molly capisse che i suoi ordini dovevano essere
eseguiti e che questo era una cosa seria.
“Chiaramente, Severus. Ti vedrò alle sette.”
Con quello chiuse il collegamento ed andò a trovare Potter.
Lo trovò nella cucina che parlava coi folletti. Almeno, ora, stava portando
qualcosa di decente, anche se meno divertente.
“Potter, vedo che i vestiti vanno bene.”
“Si signore, grazie di nuovo.”
“Molto bene. Minerva arriverà più tardi con tutte le tue
cose da Hogwarts e dai tuoi parenti muggle. Hai accesso alla casa, le custodie
ti riconosceranno. Io sto uscendo e non ritornerò fino a tardi. Non devi
lasciare la casa per nessun motivo. Non ho intenzione di dover spiegare la tua
perdita a Minerva o a Albus, capito Potter? Bene, resta fuori dai guai.” Con
quello, se ne andò.
*************
Quella sera, la maggior parte della famiglio Weasley era
seduta alla tavola da pranzo, godendosi un pasto ben cucinato.
“È stato molto bello averci invitati,” disse Fred,
attaccando il suo secondo piatto di purè.
“Si, mamma. Sono contento che l’hai fatto. Non abbiamo
mangiato così bene dal nostro ultimo invito, settimane fa.” Finì George,
finendo il discorso del gemello. Ron e Ginny stavano godendosi nuovamente la
vista dei fratelli. Da quando si erano trasferiti nell’appartamento sopra il
loro negozio, li vedevano poco, e il loro arrivo, solitamente, comportava
parecchio divertimento.
L’orologio nella stanza suonò quietamente le sette in punto.
Molly ed Arthur guardarono l’un all’altro. Improvvisamente
ci fu uno schiocco nella stanza, alla fine della tavola dove era seduta molly.
I più giovani Weasley si girarono a guardare alla fonte del rumore, gelandosi
sul posto. Dietro alla madre stava, imponente, l’alto Padrone di Pozioni,
avvolto in mantello nero come l’oscura notte. Braccia incrociate sul petto ed
un cipiglio severo sul volto.
*************
Severus decise che il metodo migliore per trattare con i più
giovani Weasley, era rientrare nei suoi panni di insegnante. erano soffocanti,
ma sarebbero stati perfetti per lo scopo, erano imponenti. Aspettò fino allo
scoccare delle sette per fare il suo ingresso. Quando apparì nella stanza,
dietro a Molly weasley, con il suo ghigno sulla faccia, li vide impallidire. era
davvero divertente! Sciogliendo le braccia, estrasse dalla manica la sua bacchetta,
puntandola su ognuno dei ragazzi dai capelli rossi, pallidi.
“Alzatevi, ora!” Disse nel suo tono più mortale, quello che
ogni studente conosceva come la voce che Snape usava quando intendeva dire: ‘Lei
si è spinto troppo lontano.’ Tutti assentirono, ancora nel panico. il ragazzo
più giovane, l’amico di Potter, stava tremando. Sapere che cosa stessero pensando,
in quelle loro piccole menti, sicuramente sarebbe stato divertente. Sicuramente,
ad una incursione di mangiamorte. Stupidi marmocchi!
“Dove stiamo andando?” Chiese Fred, abbastanza coraggioso da
chiedere, benché la voce uscisse molto tremolante.
“Silenzio,” sibilò severus. Estrasse un serpente d’argento e
lo pose al centro del tavolo. “Afferratelo,
ora!”
ognuno dei ragazzi, allungò la mano ed afferrò l’oggetto. Severus
mormorò “Portus” ed i giovani scomparvero.
“Molly, Arthur. Mi scuso per l’arte drammatica.”
“Va tutto bene, Severus. Che siano o no colpevoli, questa
esperienza potrebbe fargli imparare un poco di disciplina per i loro scherzi.” Fu
la gentile replica di Molly.
“Albus ci ha spiegato cosa è successo ad Harry. Il ragazzo
deve essere completamente sconvolto.” Affermò Arthur.
“Completamente,” fu la replica asciutta di Severus. “Per favore,
porgete i miei migliori auguri a Bill e Carlo, quando li vedete. Mi spiace aver
interrotto la vostra serata.” Concluse Severus con un piccolo inchino del capo
in rispetto dei capifamiglia.
“Sciocchezze, Severus! È passato troppo tempo da quando ci
siamo incontrati fuori dell’Ordine della fenice o per affari. resterai per una
tazza di tè, e non intendo sentire ragioni, giovane! siediti, farà bene ai
bambini aspettare e sudar freddo!” ordinò Molly, con un bagliore negli occhi.
Severus sapeva perfettamente che disputare con la patriarca della
famiglia dei weasley era inutile, così si sedette, risentendosi però, di quel
commento: ‘giovane’. Non erano poi così più vecchi di lui. Probabilmente, vi
era la stessa differenza di età che c’era tra lui e Potter, pensò.
**********
Severus entrò nella stanza in cui si trovavanoi 4 Weasley, accalcati in un angolo, impauriti.
camminò impettito verso la tavola al centro della stanza, posandoci sopra una
bottiglia di vetro trasparente, pieno di liquido chiaro.
“Ditemi,”disse con un bisbiglio, che però venne sentito
benissimo dai ragazzi. Era lo stesso che l’uomo usava in classe. “Nessuno di
voi stupidi sa cos’è questo?”
“Veritaserum, signore?”
“Bene, signorina Weasley. Cos’altro può dirmi su di lui?”
“Beh, fa dire la verità, signore.”
“Non può farlo, noi non siamo più suoi studenti!” Intervenne
coraggiosamente George, indicando se stesso e il gemello.
“Oh, e chi mi fermerà? Voi quattro? Non penso. Voi siete
disarmati; intendete attaccarmi fisicamente?” Severus sbuffò deridendoli, e l’occhiata
che lanciò a loro, intendeva ‘Non penso proprio!’
“Torturavo e uccidevo per divertimento prima che chiunque di
voi nacque. Mettervi fuori combattimento non mi farà neppure sudare.” Finì, nel
suo tono più freddo, sporco, con un sorriso crudele. Ad ora che ebbe finito il
discorso, i quattro non si stavano preoccupando solo della perdita di punti per
la loro casa. Solo ad esser vicini a lui, li faceva mortalmente impauriti.
“Signorina Weasley, lei ha ragione. Non fa solo dire la
verità, ma costringe a dire ogni più sporco segreto, è come una coercizione. Non
si può lottare contro, non si può resistere. Questo è, naturalmente, il modo più
misericordioso.”finì sbrigativamente.
“Mi...misericordioso?” borbottò Ron, in completo orrore.
“Si, signor Weasley, misericordioso. C’è il vecchio sistema
della fame e la privazione di sonno.”
“La fame, la privazione...Lei è pazzo!” gridò George.
Perfezione, fu il pensiero di Severus. C’erano voluti solo
20 minuti per fare in modo che fossero pronti a dirgli tutto ciò che voleva. C’era
solo un ulteriore chiodo da battere nella bara.
“Si, fame e privazione del sonno. Dopo le prime 24 ore, la
vostra mente inizia a diventare lenta; dopo 48 ore si avvia a perdere la e la tua mente inizia a spegnersi. poi, c’è la
successiva pietra miliare, 72 ore senza sonno ed i tuoi discorsi inizieranno ad
essere indistinti, il tuo cervello sarà incapace di qualsiasi pensiero e il tuo
corpo sarà troppo debole per stare in piedi; il tuo stomaco inizierà a
secernere acidi, che ti corroderanno dall’interno.” finì, sorridendo
crudelmente.
Eccellente! I marmocchi stavano tremando, in lacrime. scuotere
in quel modo giovani gryffindor era
sempre un buon divertimento. Era un bene che fosse così facile spaventarli,
dato che la bottiglia conteneva solo acqua. Non era pensabile usare Veritaserum
su dei studenti. anche se quella cagna dell’Umbridge, durante il quinto anno,
aveva tentato di usarlo nuovamente su Potter. Non ebbe mai un’opportunità di
scoprire qualcosa. Il Veritaserum che gli aveva fornito era uguale a quello
nella bottiglia di fronte a lui. ora era il momento di concludere.
********
Alcune ore più tardi, dopo aver avuto tutte le informazioni
possibili dai Weasley, li condusse in cucina, dove aveva fatto preparare ai
folletti del cibo e delle bevande per i marmocchi, in modo che potessero
riprendersi. Li lasciò dicendo loro di stare quieti e non toccare nulla. diede
ai folletti il permesso di usare la magia contro loro se disubbidissero. Ma
sapeva che non sarebbe accaduto, erano troppo spaventati. Si diresse verso la
stanza di Potter, dopo aver chiamato Albus per conferire con lui e dirgli ciò
che aveva saputo. Bussò alla porta ed attese.
********
“Avanti.” Disse Harry, seduto nella sedia d’innanzi al
focolare, chiedendosi chi fosse.
Snape entrò nella stanza, “Vedo che Minerva ha consegnato il
tuo bagaglio.”
“Si, professore.” Harry era un poco sorpreso dal
comportamento del suo professore, sembrava stanco e quasi sconfitto.
“Tutto bene?” I tuoi parenti non avevano toccato nulla che
ti apparteneva?”
Ad Harry il tono sembrò quasi indagatore.
“No, tutto era intatto. Sarebbero troppo spaventati per
toccare qualsiasi cosa. La mia preoccupazione principale era che avevo lasciato
i miei compiti estivi.” Non desiderava davvero doverli rifare da capo.
“Mi scusi, ho appena sentito harry Potter dire che era
preoccupato dei suoi compiti?” Chiese Snape, con quello che sembrava un piccolo,
genuino, sorriso, che trascinava le sue labbra in su. Notevole successo, ad
Harry piaceva quel sorriso. Decise di fare tutto quello che era in suo potere
per fare in modo che Snape sorridesse quanto più possibile. A causa di quel
piccolo sorriso vero, non riusciva a distogliere gli occhi dalle sue labbra,
anche se un poco timidamente.
“Potter, io ho...” Iniziò calmo, ma serio Snape, per essere
interrotto da Harry. Se stavano per avere un discorso noioso e serio, decise
che Snape poteva chiamarlo Harry, era stufo di tutte quelle formalità.
“Signore, è Harry,” Snape lo fissò negli occhi, “Per favore,
signore. Solo Harry.” Vide Snape stringere di una frazione i suoi occhi. Harry
indovinò che stesse decidendo se accettare o no.
“Ok, Harry, ma se io devo usare il tuo nome di battesimo, tu
dovresti usare il mio. Mi sembra equo.”
Harry sorrise e fece di si con il capo. Il sentire il suo
nome sulle labbra di Snape, no Severus, spedì piccoli brividi attraverso la
schiena.
“Posso fare qualcosa per te, Severus? O questa è solo una
visita di cortesia? Non che ci bado,” chiese calmo Harry.
Severus fece un piccolo sorriso, ma ad Harry sembrò un poco
triste.
“Lo desidererei, Harry, ma temo che non lo sia. Ho già
parlato con Albus, e lui preferirebbe che non ti dicessi nulla, lasciandoti
godere tranquillamente il tuo ultimo anno. Ma io sento che dovresti essere
consapevole di quello che potresti dover affrontare. Comunque, lascerò a te la
scelta. Credo che tu sia cresciuto abbastanza e visto abbastanza per essere
capace di decidere per te.” Con quello, severus gli fece un altro piccolo
sorriso triste, poi si alzò e fece per uscire. Harry lo fermò, prendendolo per
un braccio.
“Per favore, Severus, dimmi...”
“Se sei sicuro, Harry.”
“Si.”
Severus si sedette nuovamente, prese un profondo sospiro e
cominciò l’analisi della situazione. “Ho interrogato a fondo i giovani weasley.”
A questa notizia, Harry, inarcò un sopracciglio. Severus sorrise al giovane.
“Stanno bene, se è questo che ti preoccupa. Puoi vederli, ma
prima fammi finire.” Harry accennò col capo a Severus di continuare. “Non c’entrano
nulla col succo di frutta. Dopo aver parlato con Molly ed Arthur, tutto ciò che
era nel pacco, a parte il succo, proveniva da loro. concludendo, sono giunto a
credere che era il succo che è stato usato per avvelenarti. Qualcuno ha
intercettato il pacco. È una supposizione, ma direi che qualcuno al servizio
del Dio Oscuro, ha fatto la pozione. Era intesa per farti ringiovanire di 10
anni, sia fisicamente che mentalmente. credo che l’intenzione fosse di attaccarti,una
volta ritornato bambino. Un’età in cui ancora non eri a conoscenza della magia,
saresti stato indifeso.”
“La mia famiglia,” l’interruppe Harry, colto dal panico. non
gli piacevano i dursley, ma non li voleva morti.
“Stanno bene. Sono stati spostati in un luogo sicuro. Ma,
ritornando a te, non so perché il Dio Oscuro non mi chiese di fare la pozione.
Non so cosa andò male nella sua fabbricazione, quindi non so se sarò capace di
creare un antidoto, ma non temere. Userò tutto il mio tempo gratis per tentare,
Harry.”
Dire che Harry fosse shoccato, era il minimo. Poteva esser costretto
a restare così perché il vecchio Voldie non poteva
ucciderlo come era. E lui aveva commissionato la preparazione di una pozione
così potente a qualcuno che chiaramente era incapace di tale compito. Oh,
decisamente, alla prima occasione, avrebbe dato un potente calcione nel sedere
di quel serpente!
“I tuoi amici sono in cucina, harry. puoi andare a vederli,
ma di loro che devono mantenere il segreto su quello che ti è successo. Non devono
ripeterlo via fuoco e nemmeno menzionarlo nelle lettere via gufo. potrebbero
essere intercettati. attualmente, credo che il Dio oscuro non sappia del suo
fallimento. Buonanotte, Harry.”
“Severus?”
“Si, Harry?” Harry notò nuovamente quanto sembrasse affaticato.
“Se c’è qualcuno che può trovare una cura, quello sei tu. Non
sei il miglior Pozioni domine nel mondo?” Harry continuò con un piccolo
sorriso. “Io ho fede in te, Severus.”
Quando la mano di severus accarezzò la sua guancia, per poi
proseguire lungo la linea dello zigomo, Harry trattenne il respiro. Harry
guardò Severus negli occhi, e dovette usare tutto il suo autocontrollo per non
inclinare il capo verso il dolce e gentile tocco. Inconsciamente, morse il
proprio labbro. Severus, sorrise nuovamente, di quel suo sorriso enigmatico, e
lasciò la stanza.
“Che Merlino mi aiuti!” Fu il suo bisbiglio, nella stanza
ora vuota. E non sapeva se era per ciò che gli aveva fatto Voldemort p per la
vicinanza di Severus.
Harry
uscì dal suo stupore e scese in cucina per spiegare tutto ai Weasley. Quando
entrò, si chiese cosa avesse fatto loro Severus. Erano fermi e silenziosi, e il
cibo non era stato toccato, cosa strana pensando a Ron. Ron era sempre
affamato, non importava l’ora.
“Non hai
fame?”
“H...Harry?”
Chiese cautamente Ron.
“Ciao,
Ron.”
“Cosa ti
ha fatto quel pezzo di limo?”Domandò Ron.
Harry alzò
gli occhi al soffitto, sorridendo. “Il professor Snape non faceva proprio
nulla.”
“Ma...ma
sei del tutto adulto!”
“Ron,
ragazzi, ascoltatemi. Dovete promettermi di non ripetere nulla a nessuno. Né
per posta-gufo, ne per fuoco.” Harry ricevette un coro di si, ed avviò a raccontare
la sua storia dall’inizio. Indovinò che avrebbe dovuto ripetere nuovamente
tutto ad Hermione. Con buona speranza, quella sarebbe l’ultima volta. Non era
sicuro su Luna, lei senza dubbio penserebbe che tutto era successo per colpa
della bestia cosmica e mistica o sciocchezze simili.
Severus
stava, se fosse onesto con se stesso, nascondendosi nelle sue stanze da Potter.
Oh sì, pensò aridamente, in un momento di debolezza aveva promesso di usare il
nome proprio del marmocchio, ed aveva permesso al suddetto marmocchio di usare
il suo nome di battesimo. Era consapevole di aver fatto un errore.
provocherebbe confusione nella loro relazione. Sbuffò al pensiero: relazione
davvero! E che cosa, nei nove inferni, aveva pensato di fare nel toccare così
affettuosamente la guancia del marmocchio! Doveva ricordarsi che anche se
l’aspetto esterno era quello di un uomo nei suoi tardi anni venti, Potter aveva
17 anni, ed era un suo studente. Sapeva perché l’aveva fatto. Era di nuovo un
momento di debolezza: si sentiva spiacente per il ragazzo. Sembrava così
ingiusto che fosse il destinatario di un simile odio da quell’uomo, se ancora
poteva chiamarsi uomo. Avrebbe voluto poter consolare Potter, mostrargli che
non era da solo. Ma per un breve momento, aveva dimenticato, stupidamente, che
Potter aveva solo 17 anni, e lo aveva considerato un possibile partner. sperò
che Potter non ci pensasse su troppo. Non voleva rovinare la tregua tra loro
spaventandolo, facendogli credere che il suo vecchio, grasso, Padrone di
Pozioni stava interessandosi a lui. Severus scosse la testa, decidendo di prendere
una buona notte di sonno. Domani doveva svegliarsi presto per iniziare a
lavorare sull’antidoto.
“Dio,
Harry! Tu-sai-chi, ce l’ha davvero con te!”
“Ci sei
arrivato solo adesso, George?” fu la risposta sarcastica di Harry.
“Spiacente,
Harry. Stavo solo pensando ad alta voce.”
“No, io
dovrei essere spiacente. Sono così stanco di lui! Ogni anno tenta di uccidermi.
Pressoché lo stesso tempo, alla fine dell’anno di scuola, Voldemort viene a reclamare
la mia vita!” Notò che al nome si ritirarono. “Spiacente, il Dio Oscuro.”
“Il Dio
Oscuro, Harry? Ora sembri Snape”, disse prepotente Ron.
Harry
trattenne un ringhio. “Rifiuto di riferirmi a lui con Tu-sai-chi o Chi-non-deve-essere-nominato! Ha rovinato ogni singolo
momento della mia vita, ed io non gli darò la soddisfazione di pensare che può
controllare la mia vita rifiutando di dire il suo nome. mi riferirò a lui come
il Dio Oscuro per riguardo a Severus, dato che mi trovo a casa sua, ma non avrò
paura di dire il suo nome.”
“Severus,
Harry? Tremendamente familiare, vero?” disse Fred, con intenzione di stuzzicarlo.unQ
Harry
arrossì un poco. Fred alzò un sopracciglio. “Ha detto che potevo usare il suo
nome di battesimo nella sua cassa.”
Fu la
svolta di Ginny di insorgere. “Harry, va tutto bene? Ti tratta bene?”
“Si,
Ginny, è molto meglio che dai Dursley. Non mi affama, o mi ignora - bene, non
molto, ed io posso fare quello che voglio, nei limiti del possibile.”
“Non so,
amico. mi sentirei meglio se tu non dovessi restare qui. Dopo quello che abbiamo
passato a causa sua, non ho fiducia in lui, nel non farti male!” Ron era
sconvolto, realmente, dal comportamento di Snape. “Ron! Onestamente, sto bene.
Qui è più sicuro che in qualunque altro posto, per me. Il Dio Oscuro non
penserà mai a cercarmi qui. dato che lo crede un suo servitore fedele, perché
dovrebbe farlo? E le custodie sono veramente potenti e lui è anche il miglior
pozioni Domine. Se qualcuno può trovare una cura, è lui. Non ho dubbi!” Harry asserì
con tono di condanna verso i suoi amici. E dato che era un poco affamato,
decise di concludere la sua difesa di Severus mangiando il cibo offerto ai
Weasley. Non passò molto tempo prima che anche loro iniziassero a mangiare.
Harry
gli mostrò il focolare predisposto per rimandarli a casa, e gli diede la
buonanotte. Una volta a letto, sperò di non avere nuovamente sogni
‘imbarazzanti’ su Severus, sarebbe morto dall’imbarazzo l’indomani mattina.
Almeno, pensò, questa volta sarebbe stato vestito.
*******
Severus
era nel suo laboratorio dalle prime luci dell’alba; decise che il miglior
inizio, era tramare la pozione originale, ‘AevumRedeo’ e
tentare di capire quello che era andato male a partire da li. Non era facile,
perché, anche se la pozione richiedeva attenzione e tempo, seguendo le
istruzioni in modo appropriato, non riusciva a capire come era possibile
sbagliare.
“Forse
dovrei provare a farla fare a degli studenti. sicuramente riuscirebbero a
sbagliarla”, disse ad alta voce, anche se era da solo. Continuò a vagliare ogni
passaggio, provando 3 variazioni della pozione. Ora, aveva bisogno di alcuni
campioni di sangue da Potter, per iniziare il confronto con i suoi campioni.
Severus schioccò due volte le dita, ed apparve un folletto.
“Manni, dov’è il signor Potter?”
“È nelle
cucine, signore. Desidera che Manni chiami signor
Harry, signore?”
“Per
favore, digli che ho bisogno della sua assistenza con l’antidoto.” Il folletto
sparì dal laboratorio.
******
Harry
era seduto nella cucina, godendosi il pranzo in compagnia dei folletti di casa.
dopo che Severus non si fece vedere a colazione, si sentì stupido a consumare i
propri pasti, da solo, in quella grande sala, così chiese ai folletti se poteva
pranzare nella cucina.
Ne
furono felici. Vide Manni scomparire e dopo qualche
minuto, tornare indietro, un poco preoccupata. Il folletto si avvicinò
lentamente ad Harry. “harry Master, Severus Master chiede che la raggiunga in
laboratorio per assisterlo con l’antidoto.”
“Oh, va
bene, ma non so dove si trova il suo laboratorio.”
“Le
mostrerò io dove è, Harry”, disse Lula, rivolgendosi al giovane. “Manni, va a dire a Severus Master che stiamo arrivando.”
“Si,
Lula”, e, di nuovo, scomparve.
********
Harry
seguì Lula in una parte della casa in cui non era mai stato prima. indovinò che
la ragione fosse perché c’era il laboratorio privato di severus, dubitava che
sarebbe stato un visitatore gradito lì. Devo accettarlo, fu il pensiero di
Harry, decisamente non sarò mai un Pozioni Domine. Era rimasto shoccato, almeno
quanto Severus, quando era riuscito ad ottenere un grado abbastanza alto nei
suoi O.W.L. ed essere ammesso alla classe dei N.E.W.T., anche se, ora, provava più interesse nella
materia, dato che le pozioni di cui ora si occupavano erano molto più
interessanti. E, anche se non sarebbe mai stato una cima in quella classe,
stava avendo gradi abbastanza decenti per essergli permesso di restare. Avere
Hermione come partner di studio e di laboratorio, aiutava molto. Lei gli
spiegava tutto ciò che non capiva in una lingua comprensibile. Che Dio la
benedica, penso. Ron, sorprendentemente, riuscì ad ottenere l’accesso a pozioni
per i N.E.W.T., dato che ne aveva bisogno per
diventare Auror.
Arrivati
ad una porta, Lula gli disse di bussare e attendere l’ammissione. E così fece. “Vieni”,
sentì rispondere Severus da oltre la porta.
Harry
entrò con trepidazione; era come entrare nel covo del mostro. Si era aspettato un
ambiente simile a quello delle prigioni sotterranee di Hogwarts, scuro ed
umido. La stanza era grande, almeno due volte la taglia della classe di pozioni
a scuola, e sembrava tutto della migliore qualità, ed era, definitivamente, più
pulito. Anche i vasi pieni di roba galleggiante, paurosa, posta su scaffali nel
muro posteriore, non era orrenda come a scuola.
Severus
non era qui al momento, ma Harry vide 3 porte nella stanza, che avrebbero potuto
portare dovunque. Indovinò che Severus fosse dietro una di loro. Doveva solo
aspettare che ritornasse. Ne approfittò per dare un’occhiata alla stanza.
Indovinò che non fosse un laboratorio privato, dato che non vi era traccia di
carte e diari; non che lui guarderebbe in loro, se ce ne fossero.
“Voi due, non fate altro che dormire! E
nessuno si stupisca se impazzirò, conficcato con voi due per la vita!”
“Silenzio, io sto lavorando.”
“Lavorando? È così che lo chiami? A me
sembra che tu stia dormendo.”
“Ehi, chi ti da il permesso di giudicare?”
“Uh, scusatemi! Ma, ehi, io sono l’unica
testa che pensa qui.”
Harry stava piangendo dal gran ridere.
“Perché non la pianti, destra. stai
attirando attenzione.”
“Oh, si! Davvero preoccupante, guardate,
una grande e cattiva creatura umana.”
“Perché non la piantate, così possiamo
ritornare tutte a quello che stavamo facendo prima? Come pianificare la nostra
fuga?”
“Cosa
c’è che ti diverte tanto, Potter?” Harry sobbalzò per la sorpresa nel trovare
Severus, in piedi dietro a lui. Era così attento alla conversazione del
serpente; aveva dimenticato di esser lì per un motivo. Quando si girò, vide
Severus sorridere maliziosamente. Tentando di riacquistare il controllo, si
asciugò le lacrime. “Spiacente, ma il tuo serpente è veramente divertente.”
“Ah,
dovrò crederti sulla parola.”
“È un Runespoor, vero?” chiese Harry.
“Si. Non
li avete studiati in Difesa Contro le Arti Oscure?”
“No, hai
dimenticato che la maggior parte dei nostri insegnanti sono stati dei totali
incapaci?” Dandogli un’occhiata che diceva, chiaramente, ‘come se non lo sapessi’.
“Sono
sorpreso che Lupin non lo fece studiare; lui era una creatura scura. Ma poi,
indovino, che un serpente tricipite, potrebbe spaventare dei bambini;
considerato poi, che suppone appartengano solo a maghi oscuri.”
Harry
pensò di vedere uno scintillio negli occhi di Severus, quando accennò ai maghi oscuri,
come se stesse sfidandolo a dire che lui lo era.
“Immagino
che tu abbia ragione, ma no, io ne ho visto solo un disegno. È la prima volta
che ne vedo uno dal vivo.”
“Questa
è una femmina, e lo vedi dal fatto che è marrone. Il maschio è verde. Si dice
che la testa di destra sia la progettista, la testa del centro è la sognatrice
e la testa di sinistra, la critica. È normale che la testa di destra e quella
centrale, si alleino contro la testa di sinistra e la attacchino. Possiedo
questa perché le uova sono preziose per alcune pozioni, quelle che migliorano
le abilità mentali.”
“Quello
spiega la conversazione, immagino.” E non potè fare a meno di ritornare a ridere.
“La testa sinistra stava lagnandosi che le altre due dormono solo, e la testa
destra stava progettando la loro grande fuga.”
“Bestia
ingrata. Gli danno da mangiare, da bere e è tenuto in un contenitore eccessivamente
grande ed ancora si lagna! Avrei dovuto scuoiarlo quando fui costretto a prenderlo”,
disse Severus, in tono sarcastico, ma divertito.
“Costretto?”
“Si, un
mio cugino idiota, alcuni anni fa fu catturato per assassinio e condannato a
vita ad Azkaban. Io ero presente quando gli Auror perquisirono la sua proprietà
in cerca di manufatti oscuri. trovarono il serpente e stavano per ucciderlo. Ho
avuto pietà della bestia e li pregai di darmelo. Rifiutarono, classificandolo
come animale domestico di un mago oscuro; Albus, che era con me, disse che le
uova erano preziose per molte pozioni e dovevano affidarlo a me. Non si
sentirono abbastanza forti per disputare con il grande Albus Dumbledore!”
“Ci credo”,
fu la risposta divertita di Harry, immaginando gli Auror tremanti.
“Quella
bestiaccia infernale, sibila e sputa contro me ogni giorno. È abbastanza per guidare
matto anche un santo. Dato che ti piace tanto, puoi averlo.”
Harry
restò shoccato. Severus stava offrendogli un regalo? Chi era quest’uomo? Che ne
aveva fatto del vero Severus? Si chiese Harry. Si sentì tentato. Gli piaceva il
serpente, ma poi la sua coscienza vinse. “Non posso, è troppo. Non me so molto,
ma so che sono preziosi. Ma ti ringrazio, davvero.” Finì Harry, con un sorriso
verso Severus.
“Sciocchezze.
Come ti ho detto, mi sta facendo impazzire”, e con un colpo secco della
bacchetta, contenitore e serpente sparirono. “L’ho trasferito alla tua stanza.”
Poi gli spedì un sorriso maligno. “In alcuni giorno, avrai cambiato idea. Non
tace mai.”
Harry
offrì a Severus un magnifico sorriso, “Grazie. Ma lo accetterò solo se tu
accetti le uova, dato che sicuramente saranno più utili a te.” Harry sperò che
dicesse di si, odiava accettare cose senza poter ritornare in qualche modo.
“Molto
bene.”
“Dunque
avevi bisogno di me?”
“Si, mi
bisogna un poco di sangue.”
“Grande!
Immagino che dovrò dare 5 galeoni a Ron.”
“Che
cosa?”
“Ha
sempre sostenuto che eri un vampiro.” Disse Harry, non riuscendo a trattenere
un sorriso. Sperò che Severus accettasse lo scherzo.
“Non
credevo che questa voce ancora stesse girando.” C’era un sorriso furbo ed un suggerimento
di divertimento nei suoi occhi.
“Solo
tra i primi anni. Oh, e Ron. Sono le prigioni sotterranee buie che la
alimentano.”
“Mi
piacciono le prigioni sotterranee perché gli studenti non amano starci. Anche
se ammetto, mi manca un poco la luce. È questa la ragione che non vi passo le
estati. Ora siedi. Devo prendere alcuni campioni di sangue.”
Harry
immaginò che il tempo delle chiacchiere futili, fosse concluso. Preferì non
spingere troppo, e fece come dettogli, sedendosi su uno sgabello indicatogli.
“Non ti
farà male, ma potrai sentirti un poco stordito.” Gli diede 3 fiale. Dovette
mostrare in viso la sua totale ignoranza, perché Severus, con uno sbuffo
intervenne. “Prendine una e tienila in mano, poi metti l’indice in cima.”
Una
volta fatto, accennò col capo, per indicare che lo stava contenendo
correttamente. Severus prese la bacchetta e la sventolò sulla mano, dicendo “Minuo.” Lo ripeté altre due volte. Come gli aveva detto
Severus, si sentì un po’ stordito, dopo aver dato i tre esemplari di sangue. Severus
gli offrì un bicchiere pieno di un liquido. “Bevi.” Harry videSeverus avvicinarsi ad una macchina e
mettergli uno degli esemplari con il suo sangue, per poi gettare un
incantesimo. “ExpiscorToxicum”,
riuscì a sentire, ma senza riconoscere l’incantesimo. Vide poi, la macchina
ardere leggermente di blu.
bevve il
liquido, riconoscendolo, grazie all’odore, come una pozione rigenerante del sangue.
gli era capitato un paio di volte di doverla prendere. L’uso non ne migliorava
il gusto. “Questo mi fa apprezzare il sapore della pozione per la ricrescita
delle ossa.” E non riuscì a reprimere un brivido. ù
“Se tu
non passassi così tanto tempo nell’ala dell’ospedale, Harry, non conosceresti
così tante meravigliose medicine”, gli disse Severus un poco sarcastico.
“Sicuro,
da a me tutto il biasimo”, borbottò lui. Non era colpa sua; bolidi vagabondi, basilischi
giganti, rinascita di maghi cattivi, avevano sempre contribuito alle sue
ripetute visite all’ala dell’ospedale. Si aspettava un commento aspro, quando
avvertì un dolore lancinante alla cicatrice. Guardò Severus, che sembrava
pallido, mentre si afferrava l’avambraccio. sapeva che era la chiamata da parte
di Voldemort.
“Non
toccare nulla. Il dovere mi chiama”, e con quello, Severus se ne andò. Harry
non era mai stato così preoccupato e impaurito in vita sua.
Severus si aspettava la
chiamata. Specialmente dato che il piano del Dio Oscuro per trovare Potter era,
evidentemente, andato a vuoto. Dopo tutto, Potter era a casa sua. Dopo aver afferrato
i suoi accappatoi da mangiamorte, raggiunse un punto oltre le custodie della
casa, da cui potesse apparire al feudo Riddle in Little Hangleton. Attraversò
il cimitero, dirigendosi verso il feudo. Dio, odiava questo posto; gli faceva
venire i brividi. aveva bisogno di schiarirsi la mente, prima di incontrare il
Dio oscuro. Non sarebbe bene per lui, se scoprisse che Potter si trovava nel
feudo Snape. Non che potesse leggere la sua mente, ma era meglio non rischiare.
Non desiderava immaginarsi morente. Doveva ancora trovare la cura per il
marmocchio. E non voleva deludere Albus.
Si avvicinò alla porta
anteriore, rientrò nel clichè dell’insensibile, pieno d’odio, grasso Pozioni
Domine. Accennò col capo alle due sentinelle poste alla porta ed entrò nel
feudo. Salutò alcuni mangiamorte dei livelli più bassi che come lui, stavano
raggiungendo la stanza della riunione del cerchio interno. Si avvicinò alle
duplici porte della sala, un tempo da pranzo. Apprezzava l’ironia di tenere le
riunioni del cerchio interno, tra tutte le stanze, proprio in questa. Qui era
dove il Dio Oscuro aveva ucciso la sua famiglia muggle, quando era ancora solo
Tom Riddle, dopo che lasciò la scuola. Si, il Dio Oscuro possedeva un senso
dell’umorismo molto ammalato, nell’usare la sala da pranzo di una famiglia di
muggle che odia la magia.
Severus sventolò la sua
mano alle porte, aprendole. Si diresse diritto di fronte al trono, lasciandosi
cadere con grazia sopra il suo ginocchio, inchinando il capo. “Mio Dio”,
esclamò rispettosamente, con un tono di timore reverenziale in aggiunta, per
fare effetto. Poi, afferrò l’orlo della veste del Dio Oscuro e lo baciò. Per
Severus, questa era la parte peggiore. Detestava il baciare la veste di quella
creatura; si sentiva umiliato, ma indovinava era il motivo per cui era
richiesto.
“Alla tua posizione
Severus”, a quello, si alzò, ed andò nel posto che gli aspettava nel semicerchio,
terzo dalla sinistra, con Augustus Rookwood a destra e Lucius Malfoy a
sinistra. Era ancora un mistero per lui, come fosse riuscito, nuovamente, ad
uscire da Azkaban. Bene, ragionò, se appartieni ad una delle famiglie più
potenti e ricche del mondo dei maghi, non doveva essere un grande mistero. E
lui approvvigionò il ministro con abbondanza per risultare pulito come un
bimbo.
*************
Tutti quelli del cerchio
interno disponibili, ovvero chi non si trovava ad Azkaban, era arrivato. Non
che vi rimanessero a lungo, con i Dementor ora al servizio del Dio Oscuro; il ministro
non poteva permettersi di tenere gli Auror migliori ad Azkaban per guardare i
prigionieri. Quindi, quando il Dio Oscuro faceva scorrerie li vicino, ed
accadeva spesso, liberava i suoi seguaci, guadagnandone di nuovi. Il Dio Oscuro
si alzò dal trono, facendo precipitare nel silenzio la stanza.
“Non sono felice stanotte.
Alcuni di voi, ne conoscono il motivo, altri si stanno chiedendo il perché. Perché
non lo dici Lucius?” Severus indovinò che era adirato con lui, dato che l’aveva
chiamato fuori; poteva vedere la sua agitazione. Provò qualcosa di simile alla
pietà per il suo amico di un tempo.
“Mio Dio, non potevamo
prevedere una cosa simile.” Severus capì dal tono della voce che era preoccupato.
“No, non l’avete
fatto,VERO? Volevo quel piccolo marmocchio alla MIA misericordia! Il mio piano
era perfetto: fai tornare il marmocchio ad un’età in cui non conosceva nulla della
magia e l’uccido senza sforzo! Avrei potuto strozzare il marmocchio con le mie
mani nude.” Voldemort era oltre l’irato, fu il pensiero di Severus. Raramente
lui gridava. Poteva avvertire le onde di odio e rabbia arrivare da Voldemort. Stava
arrivando al punto di rottura. Aveva iniziato, anche, a camminare su e giù, e
non era un buon segnale. “E il biasimo è tuo, Lucius. Sai perché?”
“No, mio Dio.”
“No? Hai perso
improvvisamente la tua mente o hai convenientemente dimenticato chi mi ha
convinto a cambiare i miei piani?”
“Sono spiacente, mio Dio.”
“Spiacente? SPIACENTE! PENSI
CHE SERVIRA’ A FAR ARRIVARE QUEL MARMOCCHIO NELLA MIA CUSTODIA?” Voldemort si
fermò di fronte a Lucius. Severus ringraziò per l’uso delle maschere che
dovevano portare. Potevano nascondere il fremito di paura. Ciò che andava ad
accadere, non sarebbe stato piacevole. Anche se lui aveva una sgradevole
sensazione sul probabile motivo con cui aveva persuaso il Dio Oscuro a cambiare
il suo piano, non era consigliabile pensarci ora. Era qualcosa difficile da
fare, mentre Lucius stava contorcendosi sul pavimento sotto la maledizione del Cruciatus.
“Severus.”
“Si, mio Dio?”
“sai perché Lucius è stato
punito stasera?”
“Ne ho un idea, mio Dio,
ma non possiedo tutte le informazioni.”
“Che informazioni ti
mancano?” Severus sapeva che stava riferendosi a Dumbledore e quella che
probabilmente era riuscita a scoprire da lui. Aveva bisogno di informazioni, avrebbe
dovuto giocare attentamente.
“Dumbledore mi ha
contattato due giorni fa, dicendomi che aveva spostato quell’orribile bambino
in un luogo sicuro.” Sperò che l’avesse bevuta.
“Ha detto se c’era
qualcosa di sbagliato nel marmocchio?”
“No, mio Dio. Avrebbe
dovuto?” Sperò di non stare spingendo troppo, ma se fosse riuscito ad avere
informazioni, avrebbe accelerato il processo di trovare un antidoto.
“Si, avrebbe dovuto.
sarebbe dovuto diventare un bambino di sette anni più giovane, senza magia,
come era prima dei undici anni. Evidentemente, qualche cosa è andata male, se è
andato da quello sciocco amante di muggle.”
Severus, doveva saperlo. Sapeva
che se fosse stato considerato impertinente, il Dio Oscuro, l’avrebbe punito. Sperò
che non fosse nulla di troppo doloroso. “Come?”
Voldemort sembrò ponderare
attentamente la domanda, e sorprendentemente, rispose. Severus rilasciò un
silenzioso sospiro. “La pozione Aevum Redeo, ma qualche cosa è andata male,
molto male.” Con quello, si volse nuovamente verso Lucius. Severus rimase silenzioso.
Il fatto che non avesse chiesto a lui di preparare la pozione, lo preoccupava.
E Lucius doveva avere a che fare con questo. Ma lui non era in grado di
preparare nessuna pozione. “So che cosa stai pensando, Severus.” Severus sperò
ardentemente di no, altrimenti lo triturerebbe e, se era fortunato, morto prima
di notte.
“Stai chiedendoti perché non
ho chiesto a te di preparare la pozione, vero?”
“Sono sicuro che lei aveva
le sue ragioni, mio Dio.”
“Ah, Severus, come sei
diplomatico! Ti conosco troppo bene, vero? Non preoccuparti, esaudirò la tua
curiosità.”
Severus, piegò il capo,
mostrando sottomissione. “È molto generoso, da parte sua, mio Dio.”
“Stavo per chiamarti per
fare la pozione, sapevo che tu avresti fatto il lavoro perfettamente. Ma Lucius
mi ha avvertito di stare attento su di te. Mi ha presentato ad un giovane pozionista
italiano, assicurandomi che era in grado di prepararla, disse che era facile da
preparare. È vero, Severus?”
Severus sentì un brivido ghiacciato.
Lucius lo sospettava? Il Dio Oscuro ci aveva creduto o era solo Lucius che
tramava i suoi piccoli giochi di potere? “Mio Dio, io non definirei la pozione
Aevum Redeo facile da preparare, ma se si ha talento in pozioni, non ci
dovrebbero essere ragioni per fare errori. IO non avrei commessi errori. L’ho
preparato per il mio esame di Pozioni Domine.” Sperò che sembrasse ragionevole.
“No, tu non avresti
commesso errori, vero? Lucius è sempre stato geloso delle tue abilità in
pozioni. Tu non mi hai mai deluso con le tue capacità. Lucius ti ha offeso,
Severus; ha tentato di sporcare il tuo nome. Puoi castigarlo.” Come finì il
discorso, Severus lo vide estrarre una fiala dai suoi abiti. La sua mente
incominciò a lavorare. Se quella era la pozione usata con Potter, avrebbe
potuto fare facilmente un antidoto, ma come metterci le mani sopra? Vado dal
Dio Oscuro e glielo chiedo? Come se potesse funzionare. L’afferro e fuggo? Sapeva
che non sarebbe arrivato neppure alla porta. Poi, accadde qualche cosa che spinse
il suo autocontrollo al limite assoluto, il Dio Oscuro gettò la fiala sul pavimento,
fracassandola. Avrebbe voluto gridare NO!! e correre li. Avrebbe potuto...
Poi, un’idea lo colpì.
Doveva castigare Lucius, e poteva farlo in maniera spettacolare. Afferrò l’uomo
vicino a lui, gettandolo sul pavimento, e incominciando a prenderlo a calci
nello stomaco, finché rotolò vicino alla macchia di liquido. Poi si inginocchiò
e lo prese per la gola con la mano, stringendo. Non aveva intenzione di fargli
realmente male, ma sapeva che doveva lasciare marchi e fare uscire sangue.
Per distrarre la folla
dall’osservare il fatto di inumidire la manica sinistra nella pozione, iniziò a
gridare. “Tu, razza di imbecille, pezzo di merda! Se l’avessi fatta io la
pozione, il nostro Dio, avrebbe avuto il marmocchio, ed io non dovrei più
averlo davanti a scuola! Cosa che, invece, devo fare ancora, a causa tua!”
Tolse la mano dal collo e gli diede gancio sinistro sul viso, sentendo il
sangue. Poi estrasse la bacchetta. “Crucio!” Dopo quello che gli sembrò una
durata di tempo ragionevole per soddisfare anche il Dio Oscuro, lo fermò. Si
curvò su Lucius ancora una volta. Afferrò il mento dell’uomo, bagnando
contemporaneamente la punta delle dita nella pozione. Con la voce più fredda e
cattiva, “non ti provare nuovamente a macchiare il mio nome, o la prossima
volta non sarò così gentile!”
Si alzò in piedi e si
inchinò al Dio Oscuro. “Grazie, mio Dio, per questa opportunità di castigarlo.”
“Era il minimo che potessi
fare, Severus. Ammetto che mi è piaciuto sempre il tuo stile di punizione. È
così diverso dagli altri. Loro mi annoiano. Usano solo la magia e, diciamolo,
forme più intrusive di tortura. Tu hai sempre favorito la violenza fisica. È così...
rinfrescante.”
Severus chinò il capo
ingoiando la bile, che aveva camminato per la gola, al sorriso storto che
ornava la bocca serpentina del Dio Oscuro.
“Siete congedati. Lasciate
la mia vista. E Goyle, prendi Malfoy con te.”
Severus lasciò la stanza, non
sentendosi del tutto a posto a causa di ciò che era successo durante la
riunione. Arrivato al cimitero, continuò a camminare per la collina, sperando
che nessuno l’interroghi sul motivo di non apparire direttamente a casa. Quando
fu sicuro di non essere seguito, tirò fuori dai suoi abiti una fiala. Raschiò
le poche gocce preziose di pozione che erano sulla punta delle dita. sperò che
fosse sufficiente per andare, almeno, nella direzione giusta. Poi apparì nella
Foresta proibita; doveva vedere Albus.
Come Severus arrivò all’ingresso principale, Albus stava
camminando verso di lui.
“Ringraziamo Merlino, Severus! Sei incolume”, il sollievo
era evidente nella voce del Direttore.
“Lo sono grazie ad un vecchio amico, Albus.”
“Cosa vuoi dire, Severus?”
“Oh, è davvero una grande storia, quella che devo narrargli!”
******
Camminarono fino all’ufficio di Albus in silenzio. Severus
era contento di ciò, gli dava l’opportunità di mettere ordine nei suoi
pensieri. Entrati nell’ufficio, Albus scongiurò del te, mentre Severus si
sedette nella poltrona preferita, di cuoio. Si rifiutava di sedersi nell’altra,
una mostruosità ricca di colori.
“Ora, Severus, dimmi tutto. Cosa voleva Voldemort da te, stasera?”
“Potter”, disse semplicemente, in modo stanco. “Voleva
sapere dove era. Gli ho raccontato la storia che avevamo concordato.”
“Ci ha creduto?”
“Credo di si. Pensa che la pozione era un virtuale fallimento,
Lucius l’ha persuaso ad usare un giovane nozionista italiano. Lucius avvertì il
Dio Oscuro per essere attento circa me.”
“Sospetta di te? Se si, non ritornerai.” Severus avvertì l’ordine
nella voce di Albus. Raramente succedeva, ma quando succedeva, era davvero spaventoso.
!Albus! Calmati, loro non mi sospettano di nulla. Era uno
dei soliti giochi di potere di Lucius.
Odia il fatto che il Dio Oscuro conta su di me per qualche
cosa di così specializzato. Chiunque può gettare una maledizione, ma pochi
possono tramare una pozione complicata. Lucius sperava che presentando un nuovo
nozionista, rimpicciolisse la mia importanza. Lo conosco bene. A causa della
mia esperienza, sono stato in grado astenermi da certe attività, che molti
mangiamorte godono,fin dal ritorno del Dio Oscuro. Albus, è gia abbastanza duro
che sia costretto a testimoniare, a volte, a tali attività, ma io non posso
prendervi parte, non di nuovo. Mi ucciderei prima!” Immagini molto sgradevoli
stavano tornando alla sua mente dello
stupro occasionale a cui era stato costretto a prendere parte durante il primo
regno del Dio Oscuro. Era qualcosa per cui non avrebbe mai trovato piacere.
“Così, è quella la ragione per cui non ha fatto la pozione,
Severus.” Disse con sollievo Albus.
“Si, Albus. Il Dio Oscuro crede che Potter è immutato, e che
tu l’abbia nascosto per tenerlo al sicuro da un possibile attacco.”
Severus, andò poi, a descrivere i dettagli dell’incontro,
incluso i dettagli della pozione malriuscita e come lui fosse riuscito a
raccogliere alcune gocce, anche se contaminate dallo sporco del pavimento. Come
l’interrogatorio volgeva alla fine, Severus parlò della preoccupazione che
bazzicava la sua mente per le ultime ventiquattro ore.
“Albus, dovremo trovare un qualche piano che permetta a
Potter di ritornare a scuola sembrando normale, se non riesco a trovare l’antidoto
prima di settembre. Il Dio Oscuro ha altre spie oltre me in questa scuola. Inoltre,
è meglio che non scopra cosa può fare la pozione, altrimenti comincerà a
prendere bambini, costringendoli a prendere la pozione e marcarli, Potrebbe, in
questo modo, costruire un esercito intero di bambini intrappolati in corpi
adulti!” Entrambi, rabbrividirono al solo pensiero.
“Hai ragione, Severus. Incomincerò a guardare in ‘GlamourieCharms’ domani stesso.
E’ probabile che Fillius sia capace di aiutarci in
quell’area. Severus, sembri stanco. Vai a casa e restaci, domani è un altro giorno.”
Severus fu d’accordo che era stato un giorno lungo, e dopo
aver dato la buona notte ad Albus, si diresse nella zona della foresta in cui
avrebbe potuto usare l’apparizione.
******
Appena arrivò a casa, Lula si avvicinò, “Sono così felice
che lei sia a casa, Severus Master, perché altrimenti Harry non si muoverà.”
“Scusa, Lula?”
“Harry è sui gradini. Ci impedisce di trasportarlo, dicendo
che aspetterà lei per rientrare”, e Lula indicò il fagotto sui gradini.
Severus sospirò, poi si diresse verso Harry, sedendosi poi
sui gradini, vicino a lui. Un piccolo sorriso fiorì sul suo volto. Era passato
molto tempo da quando aveva avuto qualcuno che aspettasse il suo ritorno a casa,
qualcuno che si preoccupasse che lui stesse bene. Sapeva che sarebbe stato solo
per un breve tempo ma, in ogni modo, era un bel sentimento. Era sorpreso che
qualcuno potesse arricciarsi così tanto su se stesso e poter dormire. Era la
posizione che avrebbe preso un gatto. Il suo leone arricciato sui suoi gradini.
Al pensiero, sbuffò. Quando, per l’inferno, era diventato così sentimentale?
Indovinò, che fosse dovuto alla stanchezza, evidentemente molta più di quella
che pensava. Si inclinò sul ragazzo e al suo orecchio, “Harry, è ora di
svegliarsi.”
Tutto ciò che ottenne dai suoi sforzi, erano un sospiro
contenuto da Potter, così, tentò nuovamente. “Harry, svegliati. Non puoi
passare la notte qui. Domani sarai tutto un dolore.”
“Mmm, Sev?”
Severus alzò un sopracciglio. Sev?
Da quando era Sev? Si poteva aver fiducia in Potter
per trovare un nomignolo del suo nome. Quando guardò nuovamente, i suoi occhi
incontrarono occhi verdi sonnolenti; notò anche , che il marmocchio stava
masticando il proprio labbro più basso. Era davvero una bella immagine. Solo
quando Potter gli sorrise timidamente, che Severus comprese che era distante dal
ragazzo solo pochi centimetri dal suo viso. Immediatamente, si riprese, allontanandosi.
Mormorò poi, “Spiacente,” a bassa voce, “non volevo spaventarti.”
“Non c’è bisogno di scusarti, Severus, ero io quello
addormentato sui tuoi gradini.” Rispose Harry. Harry si sedette, per poi
stirarsi in un fluido movimento.
“Hai poi seguito l’esempio equivoco di tuo padre, Harry?”
“Spiacente, non capisco.”
Vedeva che il giovane era rimasto confuso dalla sua domanda.
Severus suppose che avrebbe potuta essere presa come un insulto, anche se non
aveva inteso quello. Si chiese perché Potter dovesse essere così sensibile,
anche se indovinò c’entrasse l’animo ‘gentile e dolce’del
giovane. Dio, aveva appena pensato che Potter era dolce? Dannazione! Doveva
essere davvero stanco, fu il suo pensiero.
“Quello che volevo dire, era se avevi seguito i suoi passi
nel diventare un Animagus. Hai una qualità molto felina in te,” rispose tenendo
la sua voce tranquilla. Non voleva che il ragazzo pensasse che stesse
preoccupandosi troppo di lui.
L’uomo ricevette un piccolo, genuino, sorriso, “Oh, no, ma
pensavo di studiare per diventarlo. Hermione mi ha dato un libro circa questo
argomento per il mio compleanno.”
“Quale?”
“Una guida ad Animagi,di P.
Hansworth.”
“Non una cattiva scelta, ma non mi sarei aspettato nulla di
meno dalla sig.na Granger.”
“Hai letto il libro?”
“Si.”
“E’...?”
“No.”
“Oh, ma se hai letto il libro...?”
Severus sorrise furbescamente al ragazzo, “Curiosità intellettuale.
Non sembrava mai che ci fosse il tempo, per andare oltre a quella.”
“Sai, forse, potremmo studiarlo insieme. Sarebbe bello.”
“Non avevo tempo prima, e, sicuro come l’inferno, non ne ho
ora.”
“Perché hai letto il libro, se sapevi che non avevi il tempo
per studiarlo?”
“Come ho detto, semplice e pura curiosità intellettuale.”
“Saresti dovuto andare in Ravenclaw, se ti piaceva la
lettura per il piacere della stessa!”
“Quasi successe, ma il capello selezionatore decise che
Slytherin era una scelta migliore. Ma Ravenclaw, non sarebbe stata una cattiva
scelta. Mia madre era in quella casa.” Non era sicuro del perchè stesse
dicendogli quelle cose, ma sentiva che era corretto. Comodo anche.
“Chi avrebbe pensato che noi avremmo avuto qualche cosa in
comune?”
Severus guardò interrogativamente il ragazzo, “Per favore! Non
prenderlo nel modo sbagliato, ma non avrei mai detto che tu fossi adatto a
Ravenclaw. Non che tu sia stupido, ma ti manca una, chiamiamola passione,
quando si arriva ai tuoi studi, Accordato che i tuoi gradi, l’anno scorso erano
molto migliori che nei precedenti,” fu la replica asciutta di Severus.
“No, non Ravenclaw; forse hermione, ma non io, no. Il cappello voleva mettermi in Slytherin.” Severus non
poteva crederlo; alzò bruscamente la testa, fissò harry e rise.
Harry rimase shoccato. Si, decise, shoccato, molto shoccato.
Sedendo accanto a lui, nientemeno che su una scala, c’era Severus Snape che
rideva. Era un suono profondo, ricco e molto piacevole da sentire. Non aveva mai
pensato che l’uomo fosse capace di creare un tale suono, specialmente dopo una
riunione con Voldemort.
“Grazie, Harry. Penso di non aver avuto una simile risata da
secoli!”
Harry si risentì un poco. Non aveva mai detto questo segreto
a nessuno eccetto Dumbledore. Non si era certo aspettato di provocare tale
reazione!
“Sarei potuto essere un buon Slytherin! Non c’è nessun
bisogno di ridere!” Harry poteva vedere Severus che cercava di contenersi.
Voleva un chiarimento, e sarebbe stato meglio se fosse davvero buono.
“Mi dispiace, Harry. Non volevo sconvolgerti, ma era un
pensiero divertente. Tu sei il Gryffindor più completo di tutti i Gryffindor
che io abbia mai incontrato. Qualche volta riesci ad eguagliare perfino Albus!”
Harry poteva vedere il lato divertente. Continuava ad andare
dove perfino gli sciocchi avevano paura di posare piede, cercando di difendere
e salvare persone ad ogni opportunità.” Indovino che tu possa aver ragione.
Anche Hermione si chiede se io ho un complesso ‘del salvatore di persone’. Tale il padre tale il figlio, immagino.”
“No, Harry. Tu non sei per nulla come tuo padre, tu sei
anche molto più Gryffindor di lui ed i suoi amici, con forse anche un piccolo
tocco di Hufflepuff anche.”
“Hufflepuff?”
“Si. Sei gentile e fedele ai tuoi amici, e tenti di fare
quello che è meglio per ognuno sempre, e non quello che necessariamente è
migliore per lei. So per certo che ti sei preso la colpa dei tuoi amici,
accettando la detenzione con me, anche se chiaramente la colpa non era la tua.”
“Credo di si.” Notevole, ed era anche un poco sorpreso che
Severus sembrasse conoscerlo così bene, soprattutto quando invece, lui
conosceva poco o nulla su di lui.
“Tanto per sapere, che cosa ti fece decidere di chiedere al
cappello di collocarti a Gryffindor?”
“Draco.”
“E che cosa ha fatto il giovane signor Malfoy?”
“L’avevo incontrato un paio di volte. Una volta in Diagon
Alley e poi sul Corriere speciale di Hogwarts. Ho pensato che era un idiota
totale, e non volevo ritrovarmi con lui. Gli rifiutai la mia amicizia dopo che
fu scortese con Ron. Non mi sembra bello trattare crudelmente qualcuno, specialmente
se è solo perchè non si possono permettere le stesse cose di Malfoy.” Omise la
parte di quando gli dissero che tutti i maghi cattivi, provenivano da Slytherin.
Sapeva che non era vero, ma allora era giovane ed impressionabile. Non andò
persa neppure l’ironia della risposta che l’uomo aveva dato. Dopotutto, sarebbe
stato un giorno freddo in inferno, quando sarebbe riuscito a dimenticare le
immagini che vide di suo padre ed i suoi amici intenti a stuzzicare Severus nel
suo Pensieve.
“Davvero.” Sembrava che anche Severus l’avesse pensato. “In
ogni modo, dovresti andare a letto. E’ tardi.”
“Immagino che tu abbia ragione.” Stava alzandosi quando
chiese “Va tutto bene? Vol era...Il Dio Oscuro era di
malumore stasera?”
“Si, Harry, sto bene. Il Dio Oscuro era, se posso dirlo,
calmo verso di me. Ora vai a letto.”
Harry sentiva il bisogno opprimente di toccare l’uomo,
abbracciarlo e portare via l’immondizia e lordura che Voldemort aveva messo su
di lui. Comunque, era incerto su come l’uomo risponderebbe ad un gesto
affettuoso. Non riusciva a resistere al bisogno di un contatto fisico, così
arrivò con la mano sulla spalla di Severus. Sentì l’uomo tendersi un poco sotto
il suo tocco e girarsi verso di lui.
Harry gli rivolse un piccolo sorriso, “Buonanotte, Severus.”
“Buonanotte, Harry.”
*****
Harry si alzò rapidamente ed andò alla sua stanza. Stava impazzendo,
andando con la mente a spasso. Non c’era altro modo di mettere la questione; la
sua mano ancora formicolava per averlo toccato. Cosa stava succedendo? Perché quell’uomo
risvegliava sempre queste strane sensazioni in lui? Ammise di provare un certo
interesse per l’uomo, se ne era reso conto quando l’aveva visto in pantaloni di
cuoio l’altro giorno. Sembrava dannatamente buono in cuoio, ragionò.
Harry comprese che simili pensieri lo avrebbero condotto in
territori pericolosi, che non dovrebbero essere visitati.
harry passò i seguenti giorni da solo. Si era
incontrato con Severus alcune volte, e le uniche cose che si erano detti erano
che stava lavorando all’antidoto, ed era molto occupato. Harry era contento del
fatto che si vedevano poco; aveva bisogno di tempo lontano da Severus per
lasciare i suoi ormoni stabilire nuovamente nei limiti normali. La presenza di
Severus stava facendo cose strane al giovane. Quello di cui aveva bisogno era
una buona tazza di tè ed una buona, lunga, chiacchierata con Hermione. Gli
mancavano le sue chiacchierate lunghe con la ragazza, soprattutto la sua
capacità di vedere nella giusta prospettiva gli avvenimenti. Forse poteva chiedere
se poteva invitarla. Il peggio che poteva capitare, era che Severus dicesse di
no. Niente rischio, niente guadagno, si disse.
*****
Immaginò che Severus fosse nel suo laboratorio, ma
non desiderava interrompere, per paura di ricevere una sgridata per averlo
disturbato. Decise, quindi, di fare qualcosa decisamente non-gryffindor, e
chiedere ad un folletto di casa di fare il suo lavoro sporco. Per tale cosa, si
diresse alla cucina, dove solitamente stavano i folletti.
“Possiamo fare qualcosa per lei,Harry?” chiese Lula.
“Stavo chiedendomi se potessi dare una comunicazione
a Severus per me. Non voglio disturbare il suo lavoro.”
“Certo, Harry, ma Severus non è nel suo laboratorio.
E’ nel giardino. Posso comunque portargli la sua comunicazione, se vuole.”
“Il giardino, dici? No. Posso farlo io. Stavo
cercando una scusa per uscire già da un po’.” Sorrise Harry, e salutando Lula,
si diresse verso il giardino. Era dal suo arrivo, quando Severus gli aveva
detto di non uscire, che cercava di resistere alla tentazione. Quella parte che
aveva visto attraverso le finestre, era davvero bello.
*****
Era un bel giorno, grazie ad uno splendido sole ed ad
una fresca brezza che soffiava dal sud. Il giardino sembrava molto grande. In
quel momento, si trovava in un patio enorme, grande almeno quanto l’intero
pianterreno della casa degli zii. Vi erano mobili in ferro battuto colorati di
bianco, simili a quelli che si sarebbero trovati in uno di quei bei caffé
parigini, ed alberelli in vasi di creta lungo i bordi. Da qui, partiva un
sentiero in pietra, che conduceva ad un prato ben rasato. Da qui partiva un
ulteriore sentiero, che conduceva ad una fila di cespugli molto alti. Oltre
essi, si potevano vedere molti alti alberi. Alla sua destra, vi erano tre
grandi serre, grandi almeno quanto quelle di Hogwarts. Si chiese che cosa
Severus potesse tenervi. Vi era anche abbondanza di vita. Vide un folto gruppo
di Kneazle, intenti a godersi il dolce calore del sole. C’erano, anche, molte
fate intente a giocare tra gli alberi e le aiuole di fiori. Vi erano anche
insetti simili ai bombi nei fiori, anche se sapeva che non erano tali animali;
erano troppo grandi.
Decise di prendere il sentiero lungo il prato, e dopo
guardare le serre. Sapeva, dai suoi ricordi scolastici, che potevano esserci
cose molto pericolose all’interno di esse. Come giunse alla fine del sentiero,
trattenne il fiato allo spettacolo che vide. Era qualcosa di adatto ad una
storia di favole. C’era uno stagno molto grande, coperto per metà da fiori e
salici piangenti che ombreggiavano l’altra metà. Di nuovo, trovò abbondante
vita: Kneazle, fate, Bowtruckles e molte altre creature che non aveva mai visto
prima.
“Hai deciso di rimanere fisso lì in piedi o mi
raggiungerai?”
Al suono della voce famigliare, si girò. Severus era
seduto su di una panca di legno meravigliosamente intagliata, vicino ad uno dei
salici piangenti. Indossava dei pantaloni scamosciati con una camicia di seta;
nuovamente, i suoi capelli erano raccolti sulla nuca con un nastro. Harry
gemette. Aveva sperato che la coppia di giorni passati, avesse finalmente messo
in giù la sua sciocca attrazione verso di Severus, ma sembrava che fosse stata
solo una pia illusione. Perché, quando non indossava i suoi normali abiti da
insegnate, doveva sembrare così maledettamente commestibile? Era
ingiusto, fu il pensiero di Harry. Era uno scherzo crudele che il mondo gli
stava giocando.
“Certo, grazie”, e raggiunse l’uomo sulla panca.
“Stai riposandoti un poco?”
“Hai un modo insolito di mettere le cose, ma, si, mi
sto riposando.”
Harry non potè non vedere il ghigno sarcastico di
Severus, anche se ormai aveva imparato a riconoscere quando l’uomo voleva solo
stuzzicarlo. Fortunatamente, questa era una di quelle volte. Osservò il libro
che l’uomo teneva in mano, “E’ interessante?”
“Si, è un romanzo muggle.” E gli porse il libro.
Harry guardò la copertina, leggendone poi il titolo. Era un giallo.
Harry lo rese. “Non avrei mai pensato fossi il tipo
da leggere romanzi muggle, ma indovino che ci siano molte cose che non conosco
su di te, vero?”
“Sono molte le persone che fanno altrettanto.”
“Allora, devo pensare che tu sia del tutto gentile ed
affettuoso, sotto quel tuo aspetto esteriore aspro e difficile?” Disse senza
poter trattenere una risata.
Severus si accigliò, ma si vedeva che stava
trattenendosi dal ridere. “Neppure per sogno!”
“Sai, questo luogo è bellissimo. Non pensavo di poter
vedere qualcosa di così bello!”
“Grazie.”
“Dovresti sposarti, avere bambini che riempirebbero
questo luogo. E’ troppo grande per un solo uomo che ha tre folletti come unica
compagnia.”
Al suo ultimo commento, Severus sbuffò.
“Decisamente, non sono il genere di uomo adatto al
matrimonio. E io già spendo abbastanza tempo con dei bambini, la qual cosa ha
decisamente esaurito qualsiasi istinto di paternità io abbia mai avuto!”
“Quella è una vergogna. Penso che tu saresti un
grande marito e ottimo padre.” E Harry, l’intendeva realmente, pensava fosse
una vergogna che Severus la pensasse altrimenti.
“Grazie. Quello era molto il tuo genere di cosa da
fire, ma sono sicuro che non era per farmi dei complimenti, che ti trovi qui.
C’è qualche cosa che posso fare per te?”
Diavolo. E pensare che credeva di essere lui quello
che aveva difficoltà ad accettare complimenti! Ma aveva ragione, c’era un
motivo per cui l’aveva cercato. “Stavo chiedendomi se potessi spedire un gufo
ad Hermione per invitarla. Per un tè del pomeriggio o qualche cosa di simile.
Non ti daremo fastidio e saremo quieti. Oh, e prometto che non provocheremo
guai, lo prometto!” Alla fine del discorso, stava ghignando. Era duro non
farlo, quando Severus ti sorrideva davanti.
“Non penso che ci sia problemi...” Prima che potesse
finire la frase, Harry aveva donato all’uomo un abbraccio degno di un orso.
“Grazie, sei il meglio!” Harry poteva odorare il
sottile, debole, profumo di cannella. Improvvisamente, il giovane si accorse di
cosa aveva fatto e di dove si trovava. Nella sua felicità, letteralmente era
volato nelle braccia di Severus, seppellendo il volto nel collo dell’uomo.
Poteva sentire la sorpresa dell’uomo. Immediatamente si alzò, col volto
arrossato. “Spiacente, Severus, non so cosa mi sia preso.”
Poteva vedere Severus sorridere furbescamente a lui;
Harry lasciò uscire il respiro che aveva trattenuto. “Va tutto bene, Harry. Non
preoccuparti, sono sicuro che sopravvivrò. Ma come stavo dicendo prima che mi
interrompessi, se mi dai la lettera, la spedirò da Hogwarts. Il tuo gufo è
troppo riconoscibile. Ci sarebbero troppe domande se fosse visto partire o
venire qui. Includerò nella lettera una passaporta che porterà la sig.na
Granger all’interno delle custodie del feudo. Quando arriverà, andrò a
prenderla. Non possiamo rischiare che ti vedano qui. Sei d’accordo?”
Harry sentì il desiderio di abbracciare nuovamente
l’uomo, ma decise di non farlo. Così, gli offrì il suo miglio sorriso. “Quando
andrai ad Hogwarts?”
“Tra circa un’ora. E’ abbastanza tempo perché tu
possa scrivere la tua lettera?”
“Certamente,” Harry corse alla sua stanza, afferrò
una pergamena ed un calamo e sedette alla scrivania.
Cara Hermione,
mi spiace di non poterti spiegare molto, ma
insieme alla lettera troverai una passaporta che ti trasporterà in un luogo
magico e meraviglioso. Toccalo alle 3 pm e abbi fiducia in me.
Mi manchi.
Con amore, Harry.
Harry trovò Severus nell’ingresso principale, gli
diede la lettera per Hermione e gli disse dell’orario della passaporta. Gli
disse anche di non aver sigillato magicamente la lettera, così che se per caso
l’orario non fosse adeguato, poteva cambiarlo con uno più appropriato.
*****
Severus apparì ad Hogwarts. Desiderava parlare con
Albus. Era preoccupato dalla mancanza di progresso nella ricerca di un
antidoto, e voleva sapere se il vecchio mago aveva fatto progressi sulla
ricerca del fascino di Glamourie. Come arrivò al gargoill di pietra, mormorò la
parola d’ordine e salì i gradini. Bussò alla porta.
“Entra, Severus.”
Severus entrò nell’ufficio, accorgendosi della
presenza di Minerva e Filius, seduti in poltrone opposte al Direttore.
“Sono spiacente, Albus, posso tornare più tardi se
hai da fare.”
“Sciocchezze, ragazzo, in ogni modo è su Harry che
stavamo parlando. Mi risparmierà la fatica di dover ripetere più tardi. Quindi,
siediti. Vuoi un poco di tè?”
“Si, grazie. Earl Grey, se ne hai.” Non desiderando
di esser drogato con una pozione calmante, aveva deciso di richiederlo dalla
cucina. Albus, d’altra parte, si limitò a sorridere, e a chiedere ad un
folletto di portarne una teiera.
“Allora, Severus, nessuna fortuna con l’antidoto?”
“Non realmente, Albus. Anche con l’esemplare che sono
riuscito ad ottenere, non ha senso. La pozione corretta è una fusione di
pozioni di dimenticanza ed una pozione di de-invecchiamento. Questo è quello
che la pozione di Aevum Redeo è fondamentalmente. Ma vi è anche qualche cosa
d’altro, nel campione. L’unica cosa che ha in comune con ciò che si suppone
realmente sia, sono le uova di Ashwinder, le penne di Jobberknoll, ed i semi di
anice crudo. Tutto il resto è puro mistero. L’esemplare, come temevo, era
contaminato. Il sangue del ragazzo ha rivelato qualche cosa d’altro, ma nulla
che non mi sarei aspettato di trovare. Ho bisogno di più tempo. Quella è una
delle ragioni per cui sono qui, non posso garantire che riuscirò a trovare
l’antidoto in tempo per l’inizio della scuola. Devi trovare qualcosa che possa
nascondere ciò che è accaduto a Potter.”
“Severus, io ho completamente fede nelle tue
capacità. Per quanto tempo ci vorrà, riuscirai a trovare la risposta. Ma per
alleviare un pochino la pressione, Filius ha un eccellente suggerimento.”
“Grazie, Albus. C’è un incantesimo di travestimento
che venne bandito parecchie centinaia d’anni fa. Era uno dei preferiti dai
criminali. Fortunatamente, io sono uno dei pochi al mondo che sa come farlo.”
“E dimmi, Filius. Come conosci tale fascino, se è
illegale? Pensavo che ero l’unico insegnante che si interessasse in attività
illegali!” Severus stuzzicò leggermente il piccolo uomo. Lo rispettava
profondamente, era un padrone nel proprio campo ed un cattivo duellante. Quando
Severus sentiva il bisogno di sfogarsi, andava da Filius di solito, ed avevano
alcuni dei migliori match a cui avesse mai partecipato. Apparentemente, nei
suoi giorni di scuola, era il campione di duello. Severus sapeva che era la verità;
i loro duelli erano una chiara dimostrazione di tale cosa.
“Severus, mi stai adulando,” rispose Filius,
ridacchiando. “ ma devi sapere che feci il mio master su di esso. L’incantesimo
contrario è molto complicato, e non credo che sia di conoscenza ad alcuno dei
studenti. L’unico lato negativo, è che prosciuga un poco l’energia magica, ma
il sig. Potter è giovane e sano, e dovrebbe poter affrontarlo bene.”
“Faticoso come?” Chiese, preoccupato Severus. Se
fosse troppo faticoso, nel caso in cui Potter cadesse nelle mani del Dio Oscuro
e fosse troppo esaurito per difendersi, sarebbe stata la fine di tutto.
“Nulla di preoccupante, Severus. Appena un poco.
Suggerirei che il giovane prendesse una pozione rinforzante al giorno per
contrastarne gli effetti.”
Era la volta di Minerva di entrare nel discorso. “Ho
studiato l’incantesimo, e penso che sia la nostra migliore scelta. Nessuno
penserà a cercarlo. Harry è in forma; può affrontarlo. Se c’è qualcuno che può
vedere se il sig. Potter è in buona forma, quello sei tu, Severus.”
Lui non perse il tono stuzzicante nella voce di
Minerva; si stava riferendo all’incidente dell’asciugamano. Bene, se intendeva
farlo arrossire sul fatto che aveva, virtualmente, visto Potter nudo, avrebbe
dovuto lavorare molto più sodo. L’unica reazione che permise di vedere, fu
l’alzarsi di un sopraciglio. Poi, le rispose in un tono molto simile, “Si, il
sig. Potter ha un buon fisico, il quale suggerirebbe che sia sano. Molto
gradevole all’occhio, specialmente quando è appena uscito dalla doccia.
Dovresti provare a dare un’occhiata, una volta o l’altra.” La donna arrossì,
anche se appena un poco, provocando un sorrisetto da Severus.
“Severus, sei uno degli uomini più diabolici di mia
conoscenza. E’ uno studente. Spero che tu te ne ricordi,” disse, in tono
fintamente pieno d’orrore.
“Mai nessuno mi ha descritto meglio o più
perfettamente. Chiaramente ricordo che il marmocchio è uno studente...ma
tecnicamente, lui ha 27 anni,” finì l’uomo, con un cattivo sorriso sulle
labbra.
“Severus, sarai la mia rovina, lo sai vero?” Rispose
la donna, con un’altrettanto cattivo ghigno.
“Penso che sia abbastanza, ora. Abbiamo altri affari
di cui occuparci.” Intervenne Albus, con l’onnipresente scintillio negli occhi,
mentre Filius lottava strenuamente per non cadere dalla sedia dal ridere. Non
poteva evitarlo. Ogni qualvolta lui e Minerva erano insieme, non potevano
trattenersi dallo stuzzicarsi l’un con l’altro. Severus lo considerava uno
sport, un poco di divertimento, e sapeva che anche per lei era così.
“Spiacente, Albus.”
“Si, Albus, spiacente. Quando deve tornare Potter per
poter fare l’incantesimo?”
“Non deve esser presto, solo portalo con te quando
ritorni. Questo è il piano. Dicevi che c’erano alcune cose che potevo fare per
te?”
“Si, Albus. Ho bisogno di sistemare una passaporta
per me.”
“perché lo chiedi a me, Severus? Non che io ci badi,
ma so che sei perfettamente capace di crearne da solo.”
“Non conosco l’indirizzo di ritorno. E’ per la sig.na
Granger, per domani alle 3 pm, per visitare Potter. Deve ritornare alle 9 pm.
Non penso che la mia casa possa sopportare due Gryffindor più a lungo.””Non
sarà un problema, Severus. Sapevo che in circostanze corrette, voi due
otterreste bene insieme. Siete entrambi molto simili.”
“Non spingere troppo oltre, Albus. Solo perché sto
permettendo ad un suo amico di visitarlo, non intende che Potter ed io si
diventi, o mai io voglia diventare, due amiconi.” Albus ridacchiò. Vecchia
folaga irritante, fu il pensiero di Severus.
cap.11: Hermione e il calabrone della tristezza 1° parte
Alle 2.55 pm, Severus si trovava
in piedi poco oltre la difesa della casa, attendendo l’arrivo di Hermione
Granger. L’unico piacere che poteva pensare in questo, era il
fatto che la giovane sarebbe rimasta immensamente scioccata al vederlo
in piedi là, mentre sicuramente, lei si aspettava Potter. Oh, ci sarebbe stata
sicuramente lo shock quando vedrà Potter, che gli
avrebbe portato un momento di piacere.
Nuovamente, si sentì importunato. Perché
doveva nuovamente pensare al marmocchio? Vederlo ogni giorno, stava diventando
parecchio incomodo. Non aveva fallito le piccole occhiate che il ragazzo gli lanciava, o il fatto che Potter lo fissasse quando pensava
che non poteva vederlo. Aveva sperato che Potter avrebbe abbandonato
il suo piccolo ‘interesse’ per lui; non che lui non trovasse Potter attraente;
lo era, specialmente nel suo ‘nuovo corpo’.
Ciononostante, lui era uno studente, e quella era la questione. Doveva
riconoscere che gli piaceva. Una volta conosciutolo meglio, era piuttosto
piacevole. Non era il ricercatore di attenzione egoistico
come aveva pensato. Aveva capito che il ragazzo, al contrario, era l’opposto, e
la cosa lo accattivava. Il rumore di una passaporta(sarebbe il portkey) si
sentì, provocando il suo girarsi. Il suo sguardo incontrò quello di Hermione
Granger.
“Pro...professore Snape?”
“Molto attenta, sig.ina Granger.”
Rispose lui, asciutto come il Sahara.
“Mi scusi. Era...mi aspettavo che ci fosse qualcun altro.”
Era abbastanza intelligente per non menzionare nomi. Poteva vedere, tuttavia,
che era nervosa.
“Mi segua.”
Una volta che erano oltre le custodie, Severus si rivolse
alla ragazza, “Sono sicuro che lui la metterà al corrente
di tutti i dettagli, ma dovrebbe prepararsi per una piccola sorpresa”, e non
dandogli il tempo per rispondere, continuò a camminare, dirigendosi verso casa.
*****
Harry era eccitato! Non poteva aspettare a vedere Hermione.
Erano ormai due mesi da quando aveva visto l’ultima
volta l’amica. La porta si aprì, e la vide seguente Severus. Aveva la stessa
espressione che aveva avuto lui alla vista del feudo Snape: timore reverenziale
totale!
“’Mione,” vide l’alzarsi di scatto
del capo, cercando la fonte del richiamo, e l’incredulità guadagnare strada sul
suo viso.
“Ha-Harry?”
“Sorpresa!” Ghignò verso di lei. Immediatamente
la vide irrigidirsi leggermente. Oh Dio, pensò Harry, ora ci siamo.
“Harry James Potter! Cosa ti è successo?!
Non posso abbandonarti cinque minuti senza che tu ti ritrovi in qualche genere
di guaio. E dovevi trascinarci anche il povero professor Snape nella confusione
che sempre ti accompagna!” Harry poteva affermare che
l’amica era giunta alla botta finale: aveva cominciato a puntargli contro il
dito. Harry alzò gli occhi al cielo. “Non alzare gli occhi con me! Sarà meglio
che tu non provochi ulteriori guai al professore
mentre ti trovi qui, perché in caso contrario, dovrai risponderne a me!!!!”
Harry poteva vedere Severus che tentava di non ridere da
dietro Hermione. Riuscendo a trattenersi, Severus intervenne.
“Non avrei potuto esprimermi meglio, sig.ina
Granger. 10 punti a Gryffindor! Ora, se mi scusate, buon pomeriggio sig.ina Granger.”
“Non è giusto! Non siamo nemmeno a scuola!” Si lagnò Harry, anche se sorrideva, al commento così tipico
dell’uomo.
Severus si volse verso il giovane, “Chi ha mai detto che la vita sia equa, sig. Potter?” Rispose Severus
furbescamente, per poi dirigersi nella direzione del suo laboratorio.
Hermione stava guardandolo ansiosamente. “Posso spiegare, ed
ho anche una buona scusa! Ti assicuro che non è assolutamente colpa mia.
Gradisci un tè?”
Con un’occhiata penetrante, si avvicinò all’amico, “Malgrado tutto, mi fa piacere rivederti”, e lo abbracciò.
Abbraccio che lui, fu felice di ritornare.
******
Harry la condusse fuori nel patio. Come si sedettero alla
tavola, Lula apparve accanto a loro, “Harry desidera
che porti qualcosa per lui ed il suo ospite?”
“Si, per favore. Lula, possiamo avere un poco di tè?”
“Si, Harry, lo porterò subito.”
“Grazie,” con quello, Lula sparì.
“E’ la casa del professor Snape?”
“Si. Stupenda, vero? Aspetta di
vedere il dentro. E’ bellissima. Oh, appena vedrai la biblioteca, impazzirai.
Ha migliaia di libri, e anche su soggetti che neppure ho mai sentito!”
“Sei molto fortunato nel poter
rimanere qui. Immagino che al professore, costi dover rinunciare al suo
riserbo.”
Lula riapparve, portando un carrello pieno di panini,
pasticceria, una montagna di biscotti diversi, te e succo di zucca.
“Grazie, Lula.”
“Lei è il benvenuto, Harry,” e se
ne andò nuovamente.
Harry poteva vedere Hermione aggrottare le sopracciglia alla
presenza del folletto di casa.”’Mione, promettimi che non tenterai di liberarli mentre ti trovi qui!”
“Prometto che non farò nulla. Comprendo che è una causa
persa, ma questo non vuol dire che io debba essere
d’accordo con l concetto di folletti di casa.”
“Qui sono trattati bene. Severus li tratta con rispetto e
dignità.” Harry poteva vedere la confusione apparire
sul viso dell’amica. Harry la riferì all’idea sbagliata. “Oh, so che è
difficile pensare che lui tratti bene i folletti di casa, considerato il suo
comportamento in classe, ma lo fa.”
“Non è quello, Harry. Io ho sempre ritenuto il professore un
uomo d’onore. E’ il fatto che l’hai chiamato col suo
nome di battesimo che mi ha spaventato. Ti ha dato il
permesso,Harry?”
“Si, l’ha fatto. Perché?”
Harry non capiva il perché della sua sorpresa.
“Non leggi mai nulla di quello che ti do?”
“Qualche volta. Perché?”
“Se avessi letto il libro che ti diedi sulle tradizioni dei
maghi...”
“L’ho letto!” L’interruppe Harry.
“Se l’avessi fatto, sapresti che nel mondo dei maghi è un
vero onore dare il permesso di chiamare qualcuno col
solo nome di battesimo, specialmente nelle più vecchie e tradizionali
famiglie.”
“Non lo sapevo, ma non l’ho chiesto io. L’offrì lui.” Harry
era rimasto sorpreso. Non si era reso conto del dono che gli aveva fatto
Severus. Lui aveva pensato che fosse solo una cortesia normale, come nel mondo
muggle.
“Non hai notato che i professori ci chiamano signor e signorina quando nelle scuole muggle, gli insegnanti
ci chiamano dai nostri nomi propri?”
“No, mai. Ma ora che lo menzioni...”
Harry realizzò che, nuovamente, Hermione aveva
ragione.
“Lasciamo perdere, per ora. Dimmi
quello che ti è accaduto, questa volta.”
Harry impiegò circa un’ora per spiegare nuovamente la sua
storia, e mentre raccontava, mangiarono una buona porzione del cibo che Lula
aveva portato.
*****
“Scusami per averti biasimato, Harry.”
“Va tutto bene, ‘Mione. Avevi molte
ragioni per credere che fosse mia la colpa, solitamente, accade per qualche
cosa di stupido che io faccio.”
“Ancora, Harry, non dovrei presumere avventatamente.”
“Si, ma permise a Severus una buona risata, e tu devi essere il primo Gryffindor che abbia mai ottenuto punti
da lui! Quindi, non c’è danno.”
Entrambi risero scioccamente a
quello. Continuarono a chiacchierare per un altro paio d’ore, nel caldo sole
pomeridiano, su temi frivoli che discuterebbero normalmente
dei adolescenti: compiti, famiglia ed amici. Hermione si entusiasmò al fatto
che Harry avesse completato tutti i suoi compiti estivi così presto. Hermione avrebbe
dovuto portarlo come esempio a Ron.
“Parlando di Ron, quando andrai al Cunicolo?” Chiese Harry,
sentendosi come se stesse sfuggendogli l’ultima
opportunità di potersi, ancora una volta, comportarsi come un bambino.
“Tra tre giorni, e non vedo l’ora.”
“Dirai a Ron cosa provi per lui?”
“Harry!” Strillò lei.
“Sarebbe anche ora! E gli ho detto
la stessa cosa!”
“No, non puoi aver fatto una cosa simile! Harry! Non posso
credere che tu gli abbia detto qualsiasi cosa!”
“Bene, ero stanco di guardare voi due che giravate attorno
al problema. Sta andando avanti fin dal nostro quarto anno. Voi due appartenete
l’un all’altro; siete matti per l’altro. Quindi, se per poter mettere in moto le cose, devo
interferire un poco, allora lo faccio. E mio dovere dato che
voi siete i miei migliori amici. Quindi, ecco
fatto!” Harry ghignò all’amica. Hermione era molto dolce
quando arrossiva così, ma era possibile vedere la scintilla nei suoi
occhi che mostrava che lei non era adirata.
“Va bene, Harry, ma se tu interferisci nella mia vita
amorosa, io interferirò nella tua. Sono sicura che
posso trovare una bella strega per te!”
Harry iniziava a sentirsi un poco goffo. Non gli piaceva
dove questa conversazione stava andando a parare. Aveva bisogno di pensare
rapidamente, dire qualche cosa che spostasse la
conversazione in una nuova direzione. Non gli piaceva il modo in cui lo stava
guardando. Quasi stesse facendo delle considerazioni.
“O forse un bel mago sarebbe una
scelta migliore, hmmm Harry?”
Harry gelò sul posto, impallidendo.
“Va tutto bene, Harry. Non è un problema.”
“Come?” Ancora, non riusciva a guardarla negli occhi.
“Harry, guardami.” Lui alzò la testa, guardandola. Aveva
paura di vedere odio e repulsione sul suo viso, ma tutto quello che poteva
vedere, era un piccolo sorriso.
“Harry, non ci vuole un genio per capirlo, solo essere un
buon amico che ha passato molta della sua vita con te. Non c’è stato nessuno da
Cho, e so che hai avuto parecchie offerte. Quando mi hai detto
che la ‘chimica’ tra voi due era praticamente assente, ho capito. Sei diventato
un bel ragazzo, Harry. Ormai dovresti aver avuto una tonnellata di amiche. Le tue preferenze personali sono, Harry, personali.”
“Non mi odi o pensi che sono
disgustoso?”
“Harry! Non potrei mai odiarti! Sei il mio migliore amico;
essere gay non ti fa disgustoso, Harry. Vuole solo dire che hai gusti diversi.”
Harry le sorrise. Si sentiva felice che l’avesse presa così
bene. Non voleva perdere la sua amicizia, soprattutto con quello che stava accadendogli
attualmente.”
“Pensi che Ron la prenderà bene?”
“Certo, Harry. E’ il tuo più buon amico. E’ probabile che si
ecciti un poco, ma quello è solo il suo modo di essere. Ti prometto che non
avrà problemi.”
“Grazie. ‘Mione.”
“Così, devo trovarti un bel giovane.” Disse lei, con un
ghigno lievemente cattivo. “Ti ho mai mostrato una foto di mio cugino Simon? Ha
21 anni, ed è semplicemente splendido. Alto, scuro e molto bello!”
“’Mione, calmati! Non penso di essere ancora pronto per quello, e non è muggle?”
“Si, ma lui sa che sono una strega. Siamo molto vicini. Attualmente è single. Solo, pensaci su, Harry.”
“Va bene. Ci penserò, ma non credo
che ora sia il tempo corretto. Solo, guarda cosa mi è successo!”
“Oh, va bene, Harry! Preparati però, appena sarai tornato
normale, non ti lascerò in pace finche non sarete insieme!”
“Bene, ‘Mione. Ora, cosa ne dici se
ti mostro la casa? Come ti ho detto, impazzirai, quando vedi la biblioteca. Oh,
e la mia stanza è così bella!”
“Certo, sembra molto bello, ma dimmi una cosa. Harry, perché
il professor Snape ha così tanti kneazle nel
giardino? Non mi è mai sembrato il tipo da gatti.” Harry si stava chiedendo quando avrebbe fatto la domanda, dato che lei
amava così tanto la razza.
“Non sono realmente i suoi. Sono randagi. Immagino che i
folletti li alimentino e guardino un poco sul loro benessere. Severus ha detto
di essersi ormai abituato alla loro presenza, così li ascia
restare.” Harry aveva scoperto quelle informazioni una sera, chiacchierando con
l’uomo nella biblioteca.
“Davvero? Non avevo mai pensato che fosse una persona così
dolce e gentile. Forse dovrei cambiare la mia opinione su di lui.”
“Promettimi solo che non lo dirai mai in sua presenza. Non
penso che gradirebbe esser chiamato dolce.”E rise all’immagine che era apparsa nella sua mente. No, non
riusciva ad immaginare Severus dolce.
Poi, iniziarono a esplorare. Harry
portò Hermione in giù allo stagno ed indietro alla casa. Esplorarono tutte le
ali dell’edificio, lasciando le aree private di Severus in pace.
Hermione amò la sua camera da letto, e si trovò in timore
reverenziale davanti alla sala da bello. Era la decadenza pura, decorata in oro
e porpora, con un’area da usare come palco per eventuali orchestre dal vivo.
Molti strumenti erano presenti: un grande pianoforte,
un’arpa ed una sezione completa di fiati. C’erano statue marmoree in tutta la
stanza, ed un bel pavimento di legno per ballare, sul quale provarono alcuni
passi.
******
Quando venne ora di cena,
ritornarono alla stanza da pranzo. Harry era un poco sorpreso di trovare
Severus che siede consultando delle carte, “Severus.”
“Sig. Potter. sig.ina
Granger. Ho fiducia che siate riusciti a restare fuori
dai guai e a non rompere nulla.”
“No, professore. Sono riuscita a tenere Harry sotto
controllo.”
“Bene!”
“Ehi! Io sono ancora qui, nella stanza, sapete,” borbottò lui, sedendosi.”
“Si, ne siamo consapevoli. Sei un
poco difficile da perdere, Harry.”
“Sai che quando riaprirà la scuola ti mancherò. Chi stuzzicherà tutto il giorno?”
“Ma tu, Harry. Mi basterà metterti
in detenzione. Non ho mai avuto bisogno di una grande scusa, prima.”
“Quello è abuso di potere!” Esclamò, con un piccolo sorriso
sulle labbra, vedendo che anche Severus sorrideva furbescamente.
“Dato che sarai in mio potere solo per un altro anno, sig.
Potter, sarà meglio che ne approfitti . Poi, sarai
gratis da me per sempre.”
All’improvviso, Harry, si sentì un poco triste per quello.
Una delle poche costanti nella sua vita stava per essergli tolta. Fu in quel
momento che capì che non voleva lasciare quest’uomo uscire dalla sua vita.
Aveva sempre pensato che lui sarebbe stato là, per sempre. Severus non vide il
bagliore di tristezza sulla faccia di Harry, ma
Hermione vide.
Harry si ricompose rapidamente, “Ma se questa cosa intera
col Dio Oscuro va avanti, non riuscirà a liberarsi di me presto.”
Severus alzò gli occhi al soffitto, “Dio impedisca di trovar
pace da lei, evidentemente,” ma aveva un piccolo sorriso
sulle sue labbra, che rassicurò Harry sul fatto che stava scherzando. Questo lo
fece sentire un poco meglio. Hermione quasi ebbe un colpo al vedere il piccolo
sorriso sul volto del professore, anche se davvero piccolo.
cap. 12- Hermione
e il calabrone della tristezza 2° parte
La cena passò senza problemi, i tre
parlarono cortesemente. Presto fu l’ora di tornare a casa per Hermione. Harry
l’abbracciò dicendogli che le voleva bene e che si
sarebbero rivisti a settembre. Severus la scortò fino al punto in cui la passaporta
si attiverebbero, appena oltre alle custodie del
feudo.
“Grazie per permettermi di venire e visitare harry,
professore.”
“Prego, sig.rina Granger.”
“Ha una bella casa, ed è stato un
onore poterla visitare.”
“Grazie. Credo che la passaporta si attiverà tra breve. Buonanotte,
sig.rina Granger.”
“Buonanotte, professore”, e poi se ne andò.
Severus era stanco. era stata un
giorno lungo ed infruttifero nel suo laboratorio. Non era riuscito ad andare
avanti con l’antidoto. Incominciava ad avere dubbi che mai sarebbe riuscito.
Come rientrò in casa, vide il ragazzo che lo stava aspettando. Proprio ciò di cui non aveva bisogno ora. Ciò che desiderava
era un drink ed un buon libro, per dimenticare.
“Volevo solo ringraziarti di nuovo, Severus, per permettere ad Hermione di venire a trovarmi.”
“E’ il minimo che potevo fare. Indovino che può diventare un
poco tedioso qui, non è una casa progettata per intrattenere adolescenti. Ho
paura che dovrai arrangiarti per le prossime settimane, finché non torneremo ad Hogwarts.”
“Quello non sarà un problema, Severus. Che tu lo creda o no, questa è stata la migliore estate che ho mai
avuto!” Disse sorridendo all’uomo.
Severus era un poco sorpreso a sentire ciò. Aveva pensato
che il giovane sarebbe andato fuori di mente dalla noia. Incominciò a sentirsi
un poco incomodo sotto quello sguardo intenso, fece quindi le sue scuse e si
ritirò in biblioteca.
********
Fu un’ora più tardi che Severus sentì piangere quietamente
dalla stanza accanto. Mise giù il libro e il bicchiere di liquore ed andò ad
investigare. Dal tono indovinò che fosse Potter, dato
che sapeva che i folletti non avevano motivo di piangere. Ma da quello che
sapeva, neppure Potter ne aveva. Entrò silenziosamente
nella stanza, e camminò fino al grande, vecchio sofà di cuoio che si trovava d’innanzi
al focolare. Giratoci attorno, vi trovò Potter, arricciato su se stesso,
intento a piangere da strappare il cuore. Severus sospirò
internamente, odiava il confortare e roba simile. Gli capitava di
doverlo fare, di quando in quando, con i primini che diventavano nostalgici di
casa, ma in generale, gli Slytherin non mostravano pubblicamente le loro
emozioni. Cosa per il quale era grato. Ma poteva farlo se necessario, e ora, lo sembrava. Si
sedette vicino al ragazzo, mettendo una mano sulla sua schiena.
“Harry, cosa c’e che non va?”
Harry non rispose.
“Harry?”
“Spiacente Sev...Severus. Vado in
camera. Non volevo disturbarti, ho già provocato abbastanza problemi,” e raddoppiò i singhiozzi.
Severus cercò nella memoria che cosa nell’ultima ora, poteva
aver provocato tale situazione. Perfino il suo cuore stava squagliandosi nel
vedere il giovane così angosciato. Cautamente, avvolse le braccia attorno al
ragazzo, uno alla vita e l’altro alle spalle, e lo attirò a se in un abbraccio.
Potter afferrò i risvolti della sua camicia,
cominciando a piangere disperatamente.
Dopo un ammontare di tempo indeterminato più tardi, severus
decise di tentare nuovamente di capire cosa fosse successo.
“Harry, che cosa c’è che non va?”
“Forse dovresti chiedere cosa c’è che va.
E’ un elenco più corto,” fu la triste replica.
“Harry, certamente non può essere così cattivo. Ammetto che
la tua situazione corrente, anche se mi sta tirando un poco matto, non potrà
sfuggirmi sempre. Troverò la cura.”
“Vedi! Di nuovo sto provocando guai! Non intendevo dirlo. I
guai mi seguono sempre, però!”
Severus rise a quell’affermazione. Mai pensò che Potter
avesse detto affermazione più veritiera. I guai seguivano SEMPRE il ragazzo. “Harry,
non stai provocando nessun guaio. E’ stato un piacere inaspettato l’averti qui.”
“Onestamente?”
“Hai mai saputo che io abbia mentito?”
“Sei una spia, è il tuo lavoro.”
Severus alzò gli occhi al soffitto della stanza. “A te, Harry, a te!Posso non averti detto tutto,
ma non ti ho mai mentito.”
“No, non l’hai fatto.”
“Sei pronto a dirmi che cosa ti ha
agitato in questo modo?”
“Tutto. La vita, il Dio Oscuro, la scuola,
Ron ed Hermione, oh, e la vita!”
“Quello è un vero elenco, ma i tuoi amici
cosa hanno fatto per sconvolgerti in tale maniera?”
“Non hanno fatto nulla, sono io. Sono
così innamorati l’uno dell’altro ed ancora non l’ammetteranno. Mi rende triste
il sapere che stanno sprecando così tanto tempo. Con l’oscurità
che sta sorgendo, potrebbero perdere qualsiasi occasione.”
Severus pensò che fosse un poco melodrammatico, oltre al fatto che dubitava
fosse il vero problema. Doveva certamente esserci qualcosa di più importante,
in considerazione delle lacrime che ancora scivolavano sulle guance del giovane,
e ancora, stava aggrappandosi a lui come se da ciò dipendesse la sua vita.
“E il vecchio Voldie
è solo un mal di testa continuo. Conosci la profezia, vero? Bene, il mio dovere
è uccidere il bastardo. Ucciderlo a sangue freddo, So che lui lo merita, so che è un cattivo e che la sua morte salverebbe molte
persone, voi compresi. Ma non so come farlo! E’
riuscito a scampare la prima maledizione mortale. Come possiamo sapere che non
succederà nuovamente? Come sappiamo che non riuscirà a trovare un nuovo corpo e
ritornare!” La risata che usciva dal ragazzo era vuota
e priva di vera gioia. Lo fece rabbrividire. Non credeva che fosse possibile per
Harry sembrare così vuoto. Il fatto che il giovane volesse liberarlo dalla servito del Dio Oscuro, lo aveva toccato nel profondo
dell’animo; ma non avrebbe permesso al ragazzo di aggiungerlo all’elenco dei
suoi doveri.
“Harry, non devi preoccuparti. Posso prendermi cura di me
stesso; hai già abbastanza da fare senza tentare di liberarmi da qualche cosa
che è completamente colpa mia. Non mi aggiungerò ai tuoi carichi.” Il ragazzo l’ammirava,
ma ancora non si spostò dall’abbraccio.
“Non sei un nuovo peso, Severus. Io voglio farlo per te, per
ringraziarti di tutto.”
Severus sedeva, intrappolato nello sguardo del giovane,
incapace di muoversi. Vide la mano di Harry alzarsi fino alla sua faccia. La mano che si posava, per accarezzare la sua guancia. Era
un tocco gentile. Era così tanto che Severus aveva
sentito un tocco gentile. Avrebbe voluto disperatamente inclinarsi e catturare
le labbra così vicine, e dividere un contatto fisico che aveva pressoché dimenticato,
da quanto tempo era passato. Sarebbe così facile lasciare via libera alle
richieste del suo corpo, sentirsi di nuovo veramente vivo, anche se era solo per una notte. Se il
giovane nel suo grembo fosse veramente un ventisettenne, la tentazione sarebbe
veramente grande. La sua mente doveva ricordare che questo non era un giovane
di 27 anni che poteva occuparsi tale cosa, ma un ragazzo di 17, che cercherebbe
affetto che Severus non poteva offrirgli, mai. Inoltre,
il ragazzo era uno studente, uno studente affidatogli per protezione, e sarebbe
ingiusto ed offensivo prendere un vantaggio quando era così evidentemente sconvolto.
“Harry, vorrei poter sapere come farti sentire bene, ma
questo non è il modo. Abbi fiducia in me quando dico così.”
Lo vide ritrarsi, e stava per alzarsi
quando osservò un piccolo graffio sulla schiena del collo del ragazzo. Lo
fermò dall’allontanarsi.
“Non devi cercare di farmi sentire meglio, Severus. Ho
capito perfettamente. Tu pensi che sono anormale e strano, un capriccio come fanno
loro. Tutti si aspettano che io li salvi. Bene. Lo farò. Adempierò
al mio destino, morendo sicuramente, quando lo faccio...”
Severus sospirò. “Fermati un attimo, Potter. Dimmi, sei stato in giardino questa sera?”
“Si. Perché?”
“Sei stato punto da un Calabrone della Tristezza. E’ quello
che ti sta provocando questo assalto furioso di
malinconia, ma è facilmente rimediabile. Seguimi.” Severus si alzò,
afferrandogli il polso e trascinandolo al suo laboratorio.
********
Harry dubitò fortemente di esser stato punto da qualsiasi
cosa, specialmente da un insetto con un nome così ridicolo. Harry ci pensò attentamente,
il suo mondo stava crollando in giù, e Severus stava
trascinandolo al suo laboratorio. Avrebbe voluto
rimanere nell’abbraccio di Severus. Era stato così comodo e al caldo là. Ed il
suo profumo...cannella e vaniglia...stava
inebriandolo. Aveva sentito la magia dell’uomo, il suo potere
aveva provocato un formicolio sulla sua pelle. Aveva voluto baciarlo.
Era così vicino a riuscirci, ma poi Severus aveva fermato tutto. Quel pensiero, quasi lo fece piangere nuovamente. La
tristezza lo stava consumando, stava sguazzandoci, affogando
anche, ma ormai non se ne curava più. Non c’era più nessuno che si curasse di lui, no?
*********
Entrarono nel laboratorio, e Severus lo spinse su di uno
sgabello, per poi mettersi all’opera a creare una pozione. Non era qualcosa
difficile da fare, ci sarebberovoluti solo 30 minuti. Fino ad allora, avrebbe solo dovuto lasciare il ragazzo piangere.
Si sentiva spiacente, ma che altro poteva fare?
********
harry si sedette dove gli fu detto,
arrendendosi alla sua depressione. Qualche tempo dopo, Severus gli porse una
fiala.
“Bevi, ti farà sentire bene,” la
voce era bassa, gentile. Harry pensò che avrebbe potuto affogare in quella
voce, così ricca e sensuale, anche quando lo stava
insultando. portava pantaloni marroni scamosciati, che
lo facevano sembrare così sexy. Veramente, Harry, pensava che Severus fosse bello.
Tutto quello che poteva pensare era che tale bell’uomo non poteva desiderare
nulla da un piccolo, stupido tutt’ossa come lui. Quel
pensiero, provocò nuovamente il pianto. Probabilmente penserà che sono un frignone. Merda, neppure sapeva se Severus era gay. Severus spinse la fiala nelle sue mani.
“Harry, abbi fiducia in me. Bevi, ti farà sentire bene.” Come poteva rifiutare a quest’uomo qualsiasi cosa,
vedendolo comportarsi così gentilmente con lui, anche se non era nella sua
natura esserlo? Accennò col capo e bevve il liquido in un sorso.
Dopo un minuto in cui si sentì un poco stordito, il suo
primo pensiero fu, che era disgustoso; il secondo fu “Oh, merda!” e arrossì
profondamente. Poteva vedere Severus sorridere in maniera furbesca.
“Vedo che hai riacquistato il tuo equilibrio, Potter.”
“Oh, Dio! Sono così imbarazzato. C’è un incantesimo per far
aprire il pavimento e scomparivi dentro? Perché se c’è , puoi farlo per me?” Harry si coprì il volto con le mani,
continuando a borbottare, “Severus, sono così spiacente! Potrai mai perdonarmi?”
“Considerati perdonato, Harry. Diciamo
che non eri pienamente in te, va bene?”
Harry guardò al più vecchio uomo, ancora rosso fuoco. Poteva
vedere che Severus era di buon umore e che non era adirato con lui, semmai, sembrava
divertito. “Grazie,Severus. Di nuovo.”
“Devo ammettere che la tua presenza, sta rendendo la mia
estate definitivamente più interessante, e certamente più divertente!”
Harry rise,pensando che solo una settimana fa,
sarebbe stato ridicolo pensare ad un suo soggiorno in casa dell’uomo; ora le
cose sembravano stessero andando relativamente bene. Era contento, anche se era
a spese sue.
“ora, se mi scuserai, andrò a letto. E’ stata una lunga giornata
e, francamente, un giorno dispari.”
“Buona idea” Ti ringrazio, Severus.
Buonanotte.”
“Buonanotte, Harry.”
Harry sorrise all’uomo, per poi lasciare
il laboratorio, sentendosi un poco stupido. Era d’accordo che era stato
un giorno alquanto faticoso, e anche lui sentiva il bisogno di una lunga, buona
dormita.
Harry temeva e allo
stesso tempo non vedeva l’ora di ritornare ad
Hogwarts. Non vedeva l’ora di rivedere i suoi amici e tornare alle lezioni, ma
era anche triste per dover lasciare il feudo Snape. Il feudo era stato per lui
più casa di quello che sarebbe potuto mai essere Privet Drive. Gli sarebbero mancate Lula, Manni
e Zelk, anche se Zelk non
gliavesse più
di due parole. Gli sarebbero mancati anche i kneazle.
Si era affezionato parecchio ad alcuni di loro. Ora era nella sua stanza,
seduto sul letto per l’ultima volta. Gli sarebbe mancata questa stanza. Il suo
baule era pronto, ed il vivaio del runespoor era
sopra di lui. Aveva spedito Hedwig a Hogwarts, e la gabbia vuota era pronta per
andare.
Ma la cosa che gli sarebbe mancata più di tutto, era
la relazione informale che si era stabilita tra lui e Severus. Fin
dall’imbarazzante incidente col calabrone, avevano ingranato molto bene. Severus
aveva mantenuto la sua parola, e non aveva mai ricordato che si era, in pratica,
buttato su di lui. Harry ringraziava tutti gli dei che non era
stato necessario continuare la convivenza dovendo affrontare l’uomo se le cose
tra loro andavano fino in fondo, ma c’era una sua parte che era triste. Severus
non gli aveva fornito nessun’indicazione che avrebbe provato, per lui,
nient’altro che amicizia, mentre Harry aveva ormai riconosciuto che provava per
l’uomo sentimenti sempre più forti. Se si fosse
trattato solo d’attrazione fisica, avrebbe potuto trattare con lei; ma l’uomo
lo intrigava su più livelli. Era così intelligente su così tanti temi diversi. Era
divertente, anche se, a volte, era difficile vedere lo scherzo; ma una volta
che ci si abituava al suo humour, era divertente. C’era anche, vera gentilezza,
se solo uno la cercava. Di nuovo, era un poco difficile vederla al primo
sguardo, ma c’era. Magicamente, l’uomo gli faceva arricciare la mente; sperdi
non trovarsi mai, nonostante Harry fosse di per se
molto potente, sulla fine di uno dei suoi malocchi. Era così forte che Harry
poteva, letteralmente, sentire la sua magia come una cosa tangibile, e reagiva
con lui in un modo che, realmente, non capiva.
Harry sapeva che, una
volta che gli studenti fossero nuovamente alla scuola, le cose dovevano tornare
come prima. Dovrebbero, ancora una volta, prendere i ruoli di nemici, sebbene
Severus avesse assicurato che, qualche volta, Harry poteva visitarlo per un tè
ed una chiacchierata, se mai avrebbe avuto bisogno di qualcuno con cui
confidarsi, finché fosse accurato.
Il tempo correva, e presto
era ora di andare. Harry lasciò la stanza per l’ultima volta, dirigendosi verso
l’ingresso principale.
********
“Perché
sei così accigliato, Harry? Certamente non vedrai l’ora di rivedere i tuoi
amici.”
“Si. Ma
mi mancherà questo posto.”
“Sono sicuro che una volta
che la guerra sarà finita, potrò invitarti nuovamente, se ti va.”Harry sorrise felice a Severus,
“Mi piacerebbe moltissimo. Grazie.”
“E’ tutto pronto per i
folletti?”
“Tutto pronto.”
“Bene. Andiamo.”
Mentre Severus si diresse verso la porta anteriore, Harry
lanciò un’ultima occhiata veloce, cercando di stamparsi tutto nella memoria,
per poi seguirlo fuori. In pochi minuti, arrivarono al luogo dove era possibile
usare una passaporta.
“Pronto, Harry?”
Harry poteva essere
qualsiasi cosa ma non pronto; quel modo di viaggiare lo lasciava sempre
nauseabondo, dopo. In ogni modo, era consapevole che era una paura stupida, una
paura che doveva cercare di superare. Quindi, ponendosi sul volto un sorriso coraggioso sul volto,
accennò col capo prendendo uno dei capi della catena d’argento. Immediatamente
sentì la tirata familiare dietro all’ombellico, seguito dal sentimento di
caduta. Una volta arrivato, barcollò un poco, ma Severus
lo aiutò. Poi, passarono i cancelli di Hogwarts.
************
I due sedevano
nell’ufficio del Direttore, aspettando l’arrivo del professor Flitwick, che
avrebbe posto su di Harry il fascino celante, fascino
che avrebbe dovuto portare finché non fosse trovato l’antidoto. Harry era un
poco nervoso; da quello che gli era stato detto, avrebbe dovuto contare su
pozioni rinforzanti, per tenere la sua forza a livelli normali per il giorno
intero. Era un’altra pressione che poneva su Severus - dovendo preparare
pozioni rinforzanti addizionali per tutto il tempo a causa sua. Forse avrebbe
potuto offrire il suo aiuto, chiedere a Severus di dargli qualche detenzione in
cui poteva aiutarlo a fare la pozione. Sorrise. Quando mai, l’uomo, aveva avuto
bisogno di aiuto per dargli detenzioni? Senza dubbio,
avrebbe la prima entro la fine della prima settimana di scuola.
Professor Flitwick entrò
nell’ufficio, sorridendo agli occupanti. “Ora, Harry, l’incantesimo non farà
male, ma provocherà un formicolio, e la tua pelle avvertirà una leggera
sensazione di tendersi, per alcuni momenti dopo che l’incantesimo è stato
gettato. Sei pronto?”
“Si, professore.”
“Bene. Ora alzati.”
Harry fece come gli fu
detto, aspettando che il piccolo uomo gettasse l’incantesimo.
“Dissimulo AevumAbDecem.”
Harry sentì un forte formicolio, mentre una luce color arancio lo ricoprì. La
sua pelle avvertì davvero la pelle tendersi un poco,
ma non era doloroso. Aveva sofferto di peggio. Dopo un minuto era tutto finito.
Harry guardò verso un ghignante Flitwick e Dumbledore. Sul viso di Severus
c’era un’occhiata che non riusciva a decifrare, forse un poco di tristezza?
Certamente, aveva frainteso, vero?
“Eccellente, Harry. Ora hai
di nuovo l’aspetto normale. Come ti senti?” Chiese Dumbledore.
“Solo un poco disorientato.”
“E’ una sensazione che
passerà in pochi minuti, la tua mente deve accettare, essenzialmente, un corpo
nuovo”, cinguettò Flitwick.
“Certo. Immagino che proverò
lo stesso di, quando cambiai sà, in più vecchio,”
disse Harry, tornando alla sua sedia bevendo il tè e contemplando Severus.
L’uomo gli stava lanciando una strana occhiata, poi alzandosi.
“Albus, Filius, Harry ...se
mi scusate. Ho un lotto di pozioni rinforzanti da preparare.”
“Posso aiutarti, Severus?
So che hai cose più importanti da fare che prepararmi delle pozioni rinforzanti.”
“Stai offrendoti di
passare del tempo nel laboratorio di pozioni?
L’inferno si è gelato senza cheme n’accorgessi?” Fu la replica
asciutta che il giovane ricevette. Harry alzò gli occhi al cielo, poi sorrise
all’uomo.
“Stavo solo tentando d’essere
utile e, no, per quello che so, l’inferno non si è gelato.”
Severus sorrise
furbescamente, “Bene, Harry, la tua offerta sarebbe d’aiuto. Andiamo?” E indicò la porta. Harry si alzò e lo seguì.
*********
“Albus, ho appena visto
Harry e Severus avere una conversazione civile?”
“Credo che sia davvero
successo, Filius.”
“Siamo sicuri che
l’inferno non sia davvero gelato?”
Harry era contento, mentre
preparava le pozioni. Teneva d’occhio Severus. Harry si meravigliò di come
elegante erano le sue mosse. Il giovane si chiese se lui avrebbe mai avuto una
simile grazia. Forse in aria, ma certamente non in terra. I suoi movimenti sulla
terra non erano fluidi come quelli di Severus ma goffi. La vita non era equa, decise.
**********
Severus aveva finito,
comprimendo via tutta la sua roba, e preparato anche per iniziare a lavorare
sull’antidoto per Harry. Poteva avvertire lo sguardo del giovane, e la cosa lo
sconcertava un poco. Si era sentito piuttosto caldo verso Harry, nelle ultime
settimane. Aveva goduto immensamente della sua società; Harry era piuttosto intelligente,
quando decideva di usare la testa per lavorare. Inoltre
aveva un senso dell’humour davvero cattivo ed una lingua acuta se voleva. Ma vedere il ragazzo sotto il glamourie,
aveva nuovamente fatto precipitare il tutto. Harry era uno studente e, perciò, fuori
della sua portata, nessuna questione di quanto godeva la sua società. Aveva
dimenticato la realtà per le settimane precedenti.
“Ho parlato ad Albus del
tuo serpente. Ha affermato che potevi tenerlo nel tuo dormitorio, finché i tuoi compagni non hanno obbiezioni. Se ne hanno, posso
tenerlo nel mio laboratorio e potrai visitarlo.”
“Grazie! Avevo dimenticato
di chiedere di lui. Sono sicuro che non ci saranno problemi, ma se succede,
grazie di nuovo. Sembra che io non faccia altro che ringraziarti, Severus. Hai notato?” Severus fece un piccolo sorriso.
Si, l’aveva notato. Non aveva mai ricevuto molti
ringraziamenti, in realtà, omettendo forse il personale. Le persone tendevano a
non infastidirsi a ringraziarlo; indovinava che fosse perché la maggior parte
delle persone ancora lo considerava un cattivo mangiamorte.
“Si,
l’avevo notato, come che hai anche una tendenza a scusarti per quello,” voleva
esaminare, ora, una sua teoria. Era, forse, il tempo migliore, considerato che
erano soli e gli studenti non erano ancora arrivati, la qual cosa li avrebbe
costretti a ritornare alle vecchie abitudini.
“Hai ragione. Mi dispiace,
non volevo dire...” Severus poteva vedere il ragazzo
sgridarsi mentalmente per essere stato così evidente. Severus sorrise. La prova
aveva funzionato perfettamente, aveva fatto arrossire
Harry di nuovo. Si, doveva ammetterlo, era davvero bello, mentre arrossiva,
anche se era la versione più giovane. Si, davvero.
“Non posso crederci! Sono
nuovamente arrossito! Sono così credulone, che è sorprendente che sono sopravvissuto
fino ad ora!” Disse Harry con un tono dubbioso.
“Si, la fortuna dei
Potter, mhmm?” Fu l’asciutta risposta di Severus.
Harry alzò, di nuovo, gli occhi sorridendo, poi scosse
la testa.
********
Mancavano solo pochi
minuti all’arrivo degli studenti a Hogwarts. Harry non vedeva l’ora di rivedere
gli amici, ma non certamente il momento di dover esser nuovamente maleducato
con Severus. Non pensava di poterlo fare nuovamente. Non quando ciò che
desiderava,in ogni modo, era solo baciare l’uomo
sciocco. Durante il corso degli ultimi giorni, non aveva visto molto Severus.
Era rimasto sempre nel suo laboratorio a tramare pozioni per l’ala
dell’ospedale e a lavorare all’antidoto per Harry. Gli era mancato, e sapeva
che sarebbe stato sempre peggio, specialmente, quando pensò alle classi di pozioni.
Sarà duro essere nella stessa stanza con l’uomo e non esser capace di dividere
lo scherzo per qualche cosa di divertente o chiedergli se ha
voglia di giocare agli scacchi. Non che Harry avesse mai vinto, ma ora era
molto migliore. Harry sentì il rumore delle carrozze avvicinarsi. Prese un
profondo respiro ed aspettò i suoi amici all’entrata.
“Harry!” Sentì Hermione
ancora prima di poterla vedere. La prossima cosa che conobbe, erano le braccia
di una ragazza diciassettenne. “Harry, è meraviglioso rivederti!” Bisbigliò nel
suo orecchio, “Grazie per qualunque cosa che hai detto a Ron!” Come si
allontanò, Harry vide che gli occhi della giovane avevano un barlume di
felicità assoluto. Evidentemente, Ron , finalmente le
aveva chiesto di uscire. Harry ghignò alla sua amica. Era felice per lei,
veramente.
“Amico mio, certamente
sembri migliore dell’ultima volta che ti vidi,” disse
ghignando Ron, battendogli una mano sulla schiena.
Harry controllò per vedere
se qualcuno stesse prestando attenzione. Quando fu
soddisfatto, si rivolse agli amici e bisbigliò, “ Sono sotto glamourie. Vi spiegherò più tardi.” Entrambi loro erano un
poco sorpreso, ma erano lieti di vedere che il loro amico stesse bene.
Si sedettero, con Harry
che dovette cercare di difendersi dalle domande degli amici sul perché non era
sul treno. Questi accettarono la scusa di Dumbledore sul fatto che fosse meglio
per lui di arrivare un giorno prima. Ebbe anche una
chiacchierata ed un rapido abbraccio con Luna. Apparentemente, lei e il padre non
erano riusciti a trovare serpenti di ghiaccio, ma non intendevano rinunciare
così facilmente. Avevano sentito rumori su di un programma segreto iniziato dal
Ministero della Magia. Harry augurò buona fortuna nella loro ricerca. Hermione
e Ron risero, ma Harry rifiutò di divertirsi di lei. Luna gli piaceva, e
sentiva che lei provava lo stesso verso lui. Gli piaceva Harry, non il Ragazzo-che-visse.
********
Il resto della festa
d’arrivo andò bene. Tutti i suoi compagni di dormitorio affermarono che non avevano
problema col serpente, finché non gli parlava in loro presenza, trovando che il parseltongue fosse
un poco raccapricciante. Come la festa arrivò alla
conclusione, incominciò a sentire la propria magia calare a causa del glamourie. Si sentiva fortemente esaurito, ma aveva già avuto
una pozione rinforzante nel pomeriggio. Non voleva dover contare troppo su di
loro.
“Ragazzi, io torno al
dormitorio. Mi sento veramente stanco. Parleremo domani,”
disse Harry a voce bassa ai suoi amici.
“Va bene, Harry. Va tutto
bene? Sembri un poco pallido.” Chiese con evidente
preoccupazione Hermione.
“Sto bene, solo un poco affaticato.
Ci vediamo domani,” poi, Harry si alzò, e il più
discretamente possibile, camminò verso l’uscita della sala.
Sarebbe andato tutto bene
se un certo biondo non avesse iniziato a gridare attraverso la sala, “Che cosa
succede, Potter? Non siamo abbastanza buoni perché tu sieda con noi? Il grande
Harry Potter restare da solo o i suoi amici non sono più i benvenuti? Avresti
dovuto vederli sul treno, tutti uno sull’altro. Davvero disgustoso! Ancora non ho recuperato appieno il mio appetito!” La metà dello Slytherin
stava ridendo scioccamente al commento di Draco.
Harry sospirò. Sin da
quando, l’anno scorso aveva cominciato ad ignorare Draco e i suoi commenti, il
ragazzo sembrava esser rimasto personalmente offeso da questo. Oh, bene,
avrebbe dovuto solo dire qualcosa per sistemare l’idiota!
“Quanto ti c’è voluto per
mettere insieme quella frase, Draco? Certamente non hai avuto tempo per
scrivere a tuo padre per aver aiuto. Perché, ora che ha pagato per esser
liberato da Azkaban è a casa, vero?” Harry poteva
sentire la metà della sala che ridacchiava; il biondo, invece era andato ad un
color rosso brillante. Harry sorrise al giovane avversario.
“Almeno, io ho dei
genitori, Potter!”
Harry scosse appena il
capo in beffa al ragazzo. “Draco, Draco, Draco. Non ti sembra che sia ora di
trovare un commento nuovo? Sono ormai sette anni; forse dovresti chiedere
consiglio a Snape, se hai bisogno d’alcuni commenti al vetriolo. Lui è un
padrone in quell’arte, mentre tu sei solo un amatore.”
Harry lo guardò, poi girò su se stesso e se n’andò, lasciando la sala prima che
il biondo potesse fare qualcosa di stupido com’estrarre le bacchette. Era un
poco preoccupato di aver messo in mezzo Severus.
Se fosse rimasto nella
sala, avrebbe visto che la maggior parte di essa stava
ridendo di Malfoy, che sembrava estremamente mortificato per esser stato
chiamato un amatore in qualsiasi cosa, così come ad esser imbarazzato per esser
stato sorpassato in astuzia da Harry. Severus stava tentando, duramente, di
nascondere il piccolo sorriso che stava onorando le sue labbra.
I seguenti giorni passarono senza
intoppi, a parte il fatto che Harry cominciava a sentire una certa stanchezza,
nei momenti più disparati, per giunta; come durante trasfigurazione duplice,
quando McGonagalgli chiese
di mostrare il cambiamento di una mangiatoia di legno in un letto ed esaminarlo.
Harry si addormentò su di questo mentre stava
esaminandolo. Aveva perso 5 punti per Gryffindor.
Invece di seguire storia della magia, si era addormentato. Fortunatamente, Haermione era comprensiva e gli permise di copiare, più
tardi, le sue note. Lo fece mentre mise al corrente
Ron ed Hermione del glamourie sotto cui era, e che
era la ragione del suo affaticamento.
Una notte, dopo cena, Harry, Ron
ed Hermione erano seduti nella loro macchia preferita, di fronte al fuoco,
nella sala comune di Gryffindor. Facevano
i loro compiti di trasfigurazione. Harry non riusciva a concentrarsi, la mente
che vagava su di un certo professore di pozioni alto, scuro e bello. Harry era
imbarazzato ad ammettere che stava provando tale
‘interesse’ per l’uomo. Harry non seguì la conversazione, le burle solite.
Sapeva che stava iniziando a trasformarsi in un caso, tragico, di cucciolo
patetico, che languiva sul profumo di cannella e vaniglia che aveva spruzzato
sulla propria sciarpa di scuola. Quando avvertiva la
mancanza di Severus, poteva odorare la sua sciarpa, riuscendo ad immaginare
l’uomo, magari seduto accanto a lui o, meglio ancora, avvolto nelle sue
braccia. Harry aspettava con trepidazione e paura, allo stesso tempo, il
prossimo giorno. Avrebbero avuto pozioni duplici.
“Harry, presta attenzione!”
“Mmm?”
“Harry, se il professor Snape ti
vede così, mezzo addormentato, ti ucciderà!”
“Mmmm.”
Harry non riusciva a concentrarsi. Era il giovedì pomeriggio ed erano pozioni
duplici. Harry era perso in un suo mondo di fantasia, nessuna
attenzione a quello che stava bollendo nel suo calderone. La voce di
Severus, scivolava su di lui come cioccolato fuso sulla sua pelle nuda. Dopo la
fine della sua conferenza all’inizio della lezione, Severus si era seduto alla
sua scrivania, a classificare i compiti. Harry lo guardava, mentre si mordicchiava
leggermente un unghia della mano sinistra. Harry
rimase fisso sulla mano dalle lunghe dita snelle. Harry desiderava andargli vicino,
prendere quella mano e correre la sua lingua lungo di essa,
assaggiando ognuna di quelle dita snelle, toccandole con la lingua e
prestandogli speciali attenzioni. Poi, lentamente, arrivare al palmo,
pizzicandone la pelle, assaggiandone il sapore. Harry voleva
conoscere la sensazione di avvertire quelle mani, così aggraziate, sul
suo corpo esposto. Avere quelle labbra, peccaminose, che si
pigiano sulle sue per marcarlo come proprio. Voleva quello e molto di
più, voleva che Severus alleviasse il male continuo
all’inguine ed a lenire il dolore nel suo cuore.
“Harry!”
“Cosa
c’è, Hermione?”
“Il tuo calderone sta bollendo, la tua pozione è rovinata. Avresti dovuto
abbassare la temperatura ½ ora fa.”
Aveva ragione. Quello significava
che la sua pozione di paternità era, ormai, nulla di più di una sostanza appicicosa, ed indurita, sul fondo del calderone. Harry era
preoccupato. Severus l’avrebbe ucciso. D’altronde, pensò, se aveva
una detenzione, almeno avrebbe passato tempo con Severus, da solo.
“Dovreste aver finito tutti le vostre pozioni ormai. Mettetele nelle fiale ed io
passerò a marcherò i vostri patetici tentativi.”
Harry vide Severus alzarsi e
cominciare dai primi banchi. Era un poco preoccupato, dato che avrebbe dovuto
essere perfettamente in grado di fare questa pozione; e la cosa irritante era
che aveva veramente lavorato sodo sulla teoria preparatoria. Voleva
entusiasmare l’uomo con la sua intelligenza, mostrargli che non era stupido.
“Ho sprecato un’ottima
opportunità,” borbottò Harry. Era stato da stupidi
permettere alla sua mente di vagare via dal suo
lavoro. Severus stava avvicinandosi al suo banco. Sapeva che avrebbe dovuto
fingere una ‘lotta’, ma sentiva che meritava la punizione. Aveva rovinato il
suo lavoro, e si sentiva colpevole.
Harry sentì un sospiro venire
dall’ombra che incombeva su di lui; prese tutto il suo
coraggio per alzare gli occhi.
“Sig.Potter, può dirmi, nel nome di Merlino, come riuscì a
farlo?” Il sarcasmo era aspro; Harry sentì il nitrito provenire dagli Slytherin.
“Sono spiacente, signore,” disse quietamente Harry.
“Spiacente, Potter?
Resterà dopo la classe per la detenzione, in cui rifarà questa pozione. Non voglio
distruggere il mio record, perfetto, di persone che passano il loro N.E.W.T. a causa della sua inettitudine. Sono stato chiaro,
Potter?”
“Si, signore,”
rispose, guardandolo allontanarsi, senza riuscire a celare pienamente un
piccolo sorriso apparso sul suo volto.
Probabilmente, aveva pensato che
nessuno se ne fosse accorto, ma il suo partner di laboratorio era troppo
attento. Hermione non aveva perso l’occhiata trasognata che Harry aveva
lanciato al professore ad ogni lezione, o quel piccolo sorriso. Sicuramente,
nessuno era mai stato così felice di ricevere una detenzione, specialmente non
con il professor Snape. Hermione decise di far domande, su questo, al suo
amico. Domande alle quali voleva delle risposte.
L’ultimo studente aveva lasciato
la classe e Harry si avvicinò alla scrivania di
Severus. Harry si sentì incerto su come chiamare l’uomo; si, erano da soli, ma
erano a scuola. Avrebbe dovuto andare ad orecchio,
aspettare e vedere come Severus lo chiamasse. Se fossePotter, allora si tornava a Signore e Professor
Snape. Harry sperò, disperatamente, che non fosse così.
“Siedi.” Corretto, il piano
andava a farsi benedire. Non aveva usato affatto il
nome.
“Che cosa è accaduto oggi?So che
sei in grado di fare quella pozione.”
“Professore…Severus, sono davvero
spiacente.”
Severus sospirò, passandosi le
mani nei capelli. “Harry, finiscila di scusarti e dimmi quello che andò male
oggi.”
Harry fece una scansione di tutte
le scuse che lui aveva usato o di cui aveva sentito. Non poteva dirgli la verità; morrebbe di vergogna, ma non desiderava
mentirgli realmente. Quindi, stirò un poco la verità, “Sono solo un poco stanco, questo glamourie mi sta
prosciugando più di quello che pensavo.”
“Hai preso la pozione
ricostituente questo pomeriggio?”
“Si, dopo pranzo, ogni giorno.”
Severus stava passando un dito
attraverso il suo labbro, pensierosamente. Harry desiderò poter fare la stessa
cosa, poi addentò fuori dai suoi sogni ad occhi
aperti.
“Forse potrei
farne un lotto più forte, ti aiuterebbe a restare più vigile alle tue
lezioni. Non pensare che non ho sentito dell’infame ‘incidente del letto’ alla tua lezione di trasfigurazione.” Severus stava sorridendo. Harry gemette, imbarazzato.
“Non farlo…starò bene. Ho solo
bisogno di abituarmi. Mi rifiuto di farti sprecare altro tempo libero.”
La risposta del giovane provocò
uno sbuffo di risata. “Tempo libero, Harry? Cosa ti fa
pensare che io ne ho? Con Pomfrey che esige ogni
cinque minuti delle pozioni per studenti che hanno l’indecenza di ferirsi.”
“Indovino che non ti sto aiutando
molto, con l’antidoto.”
“Credo di esser arrivato ad un
vicolo con quello, ma, come ti ho detto prima, non
abbandono. Troverò la soluzione.”
“E, come ho detto io, ho piena
fiducia in te.”
“Bene. Credo che dovrai ritornare
qui alle 7, per la detenzione. Hai bisogno di fare quella pozione per passare
questa classe. E tu passerai questa classe!”
“Si, signore. Ci vediamo alle 7 in punto.”
“Non essere in ritardo!”
“Non lo sarò,
lo prometto.”
Harry arrivò alla sala grande,
sedendosi accanto a Ron, con Hermione opposta a loro.
“Cosa voleva Snape,
Harry? Pensavamo che ti avesse mangiato o qualcosa del genere, quando non sei venuto
alla sala comune.”
Quella era un
immagine interessante per Harry, ma pensò che non fosse ancora il
momento giusto per parlarne con Ron. “Sono andato alla biblioteca.”
“La biblioteca? Harry, stai
trasformandoti in Hermione!”
“Harry sta solo prendendo i suoi
studi seriamente, Ron. Forse dovresti fare così anche tu.”
Severus era al lavoro nel suo
laboratorio, sull’antidoto; c’era qualcosa che non andava, stava fallendo qualcosa
di importante. Aveva l’impressione che, una volta
avesse capito cosa fosse, tutto sarebbe andato a posto.
Aveva recuperato libri dalla sezione limitata della biblioteca, con le pozioni
più scure mai inventate. Stava tentando di eliminare quante più pozioni
possibili, per poter giungere ad un antidoto. I testi moderni si erano rivelati
totalmente inefficaci, ragione per cui stava tentando
la fortuna coi testi antichi. Mancavano cinque minuti alle sette, quando sentì
una bussata alla sua porta.
“Vieni,”
disse, acconsentendo il permesso ad Harry. “Sai cosa fare, inizia!”
“Si, signore.”
Severus guardò Harry preparare la
sua zona di lavoro. Sembrava stanco, ed esaurito; voleva trovare una cura, così
da poter liberarlo da almeno una preoccupazione. Era sicuro che fosse ormai vicino
al punto di rottura. Aveva tentato così a lungo di tenere vivo
e al sicuro il ragazzo, ed ora si sentiva come se stesse fallendolo. Era
frustrante non essere capace di fare una pozione o conoscere un incantesimo che
potesse liberarli dal problema. Stava facendo tutto il
possibile per Harry, al momento; sperava, solo, che fosse abbastanza.
Qualche tempo
più tardi, Severus era profondamente sepolto in un tomo antico, che trattava su
pozioni che alteravano l’aspetto, quando sentì una mano sul suo braccio.
Severus alzò gli occhi, per incontrarne un paio di verdi. Severus ingoiò, il
ragazzo era così bello, e sembrava così fragile, ma sapeva che era una bugia.
Il ragazzo era potente; poteva sentirlo, quasi assaggiarlo. Eppure, c’era
ancora qualcosa di fragile in lui; forse era la sua innocenza o quello che ne era rimasto. Severus non lo sapeva.
“Non volevo spaventarti, ma ho
finito il mio lavoro.”
“Vedo. Bottiglia, etichetta e
mettilo sulla mia scrivania.” Desiderava chiedergli di
restare per un drink, una tisana, qualsiasi cosa per tenerlo là. Gli piaceva
averlo attorno, la sua presenza lo calmava, lo placava. C’erano però, molti
rischi se certi studenti lo vedessero socializzare, e lui non desiderava
legarsi ulteriormente ad Harry più di quel che già
era. Severus guardò Harry fare quello che gli aveva detto. Quando
ebbe finito, si rivolse a Severus con un sorriso che fece squagliare il cuore
dell’uomo ulteriormente.
“C’è altro?”
“No. Vai a letto e riposati.
Sembri averne bisogno.”
“Grazie. Buonanotte, Severus.”
“Buonanotte, Harry,” e sospirò guardando l’uscita del ragazzo.
Harry tornò alla sua stanza
comune, sentendosi relativamente contento. Non aveva parlato molto con Severus,
quella notte, ma era stato bello restare insieme per un poco di tempo. Mai si
era sentito così a suo agio, nel silenzio, con chiunque altro. Qualche volta,
era bello, restare in silenzio e lavorare.Quando
giunse al ritratto della signora grassa, diede la parola d’ordine, entrando poi
nella stanza comune. Era molto quieto, ma non gloi
importò, turro ciò che desiderava era andarsene a
letto. “Harry, la mia stanza, ora!”
“Hermione! Stavo andando a letto.
Non può aspettare?”
“Non penso, quindi sbrigati.”
Harry vide che l’amica non era dell’umore adatto per discutere, e lui era troppo
stanco anche solo per provarci,così andò alla stanza
della ragazza.
“Forse avrei
dovuto lavorare più sodo per diventare un prefetto e ragazzo capo-casa, così
avreianchio la mia stanza. E’ bella, Mione,” disse Harry, sedendosi sul
suo letto.
“Se non avessi rotto così tante
regole, durante gli anni, saresti stato un prefetto.”
Harry poteva dire
che non vi era rabbia verso di lui, dato che stava sorridendo, la qual cosa, lo
fece solo più confuso.
“Ehi, Ron ne ha rotte tante quanto
me e lui l’hanno fatto prefetto!”
“Non siamo qui a parlare di
questo, quindi non tentare di imbrogliarmi. Parla.”
“Parlare di che?”
“Sai perfettamente quello di cui
stiamo parlando!”
“Abbi fiducia in me, Hermione.
Non ho nessuna idea di quello del quale stai
parlando.”
“Il professor Snape?”
Harry impallidì.
Oh Dio, cosa sapeva, e ancora più
importante, come seppe.
“Ti piace, vero?”
Harry sospirò. Era veramente
andato, e voleva parlarne, ne aveva bisogno.
“Sono così ovvio?”
“Un poco, Harry. Non sono molti
gli sguardi fissi, e sognanti, rivolti a lui, sai.”
Hermione gli sorrise. Harry gemè,
posandosi nuovamente sul letto.
Ci fu una bussata alla porta.
Hermione rispose, “Entra, Ron.”
“Mi chiedevo dove foste finiti. Cosa c’è, Harry?”
“Nulla, Ron.” Borbottò Harry, da
sotto il cuscino con cui stava coprendosi la faccia.
“Tutto bene, separatamente
dall’ovvio? Perché mi sembri un poco giù di tono nell’ultima settimana.”
Harry indovinò che fosse ora o mai più. Aveva bisogno di dire a Ron che lui era
gay; era il suo più buon amico e non desiderava tenere
segreti con lui. Sapeva che Ron avrebbe incominciato a diventare diffidente se continuasse a bisbigliare con Hermione negli angoli.
“Ron, siediti. Devo dirti
qualcosa.”
Ron si sedette alla sedia della
scrivania.
“Devi promettermi di non
arrabbiarti e di non dirlo a nessuno.”
“Va bene, amico.”
“Giuralo, Ron. Non devi dirlo a
nessuno, non importa quanto può non piacerti!”
“Va bene, lo
giuro! Cos’è? Stai incominciando a
innervosirmi, Harry.”
“Roniosonogay.”
Un momento di silenzio.
“Scusa Harry, ma non ho capito.”
“Ho detto, Ron
io sono gay.” Un altro momento di silenzio assoluto cadde nella stanza.
Harry stava tenendo il respiro.
“E’ tutto lì? Per Merlino, Harry!
Pensavo ci fosse qualcosa di veramente sbagliato. Pensavo che stessi morendo o
qualcosa di simile.” Ron alzò gli occhi al cielo.
“Non ci badi?”
“Non realmente, non mi infastidisce. Non è come se mi riguarda. Non mi riguarda,
no? Non è che mi confesserai il tuo amore o qualcosa
di simile. No, perché, anche se sono adulato, realmente, spiacente
ma io sono 100% etero, amico.” Finì Ron,
agitato. Harry rise.
“No, Ron. Non hai nulla di cui
preoccuparti.”
“Perché?
Cosa c’è di sbagliato con me? Non sono poi così male,
sai?”
Ora, Harry era in risa isteriche,
in compagnia di Hermione.
“Prima, sei colto dal panico
perché pensi che sono innamorato di te, poi ti offendi perché non lo sono. E io che pensavo che fossi io, lo strano!” Ora ridevano
tutti e tre insieme.
“Ron, è solo che non sei il mio
tipo.”
“Ah si? E
qual è il tuo tipo?” Chiese Ron, con un bagliore nei suoi occhi; Harry poteva
vedere le rotelle iniziare a girare. “Perché, sai, Bill
penzola sullo stesso lato,” finì, ridendo.
“Bill?
Ma io pensavo che gli piacessero le ragazze.” Disse,
curiosa, Hermione.
“Penzola in entrambi i modi.
C’era un ragazzo, con lui a scuola, che realmente gli piaceva. Disse che era l’amore della sua vita, ma la loro relazione
fu condannata o stronzate simili. Non ho mai chiesto
molto. Quindi, qual è il tuo tipo? E’ Dean? No? TerryBoot di Ravenclaw?”
“Non realmente.”
“Allora?”
“Glielo dici o devo farlo io?” Disse Hermione.
“Oh, allora è questo il motivo
dei vostri conciliaboli negli angoli? Harry, sono il tuo miglior amico. Se non lo puoi dire a me, a chi allora?”
“Prometti di non arrabbiarti?”
“Non ritorneremo di nuovo qui? Si, lo giuro, promesso a tutto.”
“Severus.” Ci fu nuovamente una
pausa incinta. Harry stava incominciando ad abituarcisi
dopo una delle sue rivelazioni.
“SNAPE! Oh per Merlino, Harry! SNAPE?”
“Si.”
“Perchè? Lui è un tale…bastardo!”
“No, non lo è, non
quando lo conosci realmente. E’ una bella persona.” Harry trovò
nuovamente quell’occhiata trasognata sulla sua
faccia. Ron lo fissò come se gli fosse cresciuta una nuova testa.
“Amico, non pensavo che sarei
vissuto per sentire una cosa simile: Snape e bello nella stessa frase. Tu sei
matto!”
“Mi odi?”
“No. Penso solo che tu sia matto.”
“Ron! Non dire una cosa simile! Ad Harry piace molto.”
“Si, ma Snape? Harry, tu non sei
niente male, potresti avere di molto meglio. Hermione, certamente capisci cosa
sto tentando di dire, vero?”
“Si, ma posso capire anche Harry.”
Entrambi i ragazzi si voltarono verso di lei, Ron con un’occhiata di ripulsa, e
Harry con un’occhiata stupita. “Bene, Snape ha quell’aspetto
così scuro e misterioso. Ed è un mago molto potente. Non
è per me, ma posso capire l’attrazione.”
Ron non sembrò convinto. “Sicuro, qualunque cosa. Harry, se è Snape
che ti piace, bene, buona fortuna. Ne avrai
bisogno!”
“Grazie, Ron, per accettarlo.”
“Per che cosa servono gli amici?”
Harry dormì bene quella notte. Era
felice che Ron ed Hermione capivano, anche se erano un poco
confusi sui suoi gusti.
Settembre
era stato un mese di merda per Harry, ed era contento
che fosse finito. Non era più così affaticato, e questo si vedeva dai suoi
marchi. Tutti i suoi professori avevano notato l’avvenuto miglioramento. Stava
pensando, anche, al progetto richiesto per Difesa contro le Arti Oscure.
Dovevano scegliere un soggetto, indagarlo e fare qualche dimostrazione su lui.
Era permesso anche riunirsi in due o più persone, se lo si
desiderava. Tutto quello che doveva fare, era scegliere un argomento; Harry
stava prendendo in considerazione almeno un paio di idee.
L’unico reale problema era Severus. Harry era andato. Mai prima aveva fatto
qualcosa di così stupido. Si era innamorato di Severus!
Ron
lo stuzzicò spietatamente, ma con humour. Hermione pensava che fosse molto
romantico, le piaceva chiamarla una tragica storia d’amore. Harry lo riteneva solamente
tipico della sua vita. Era il solito, ciò che desiderava, era sempre oltre la
sua portata. Comunque, era determinato a scoprire se,
forse, Severus provava sentimenti più forti dell’amicizia nei suoi confronti.
Userà quello che il cappello selezionatore definì la sua astuzia di Slytherin,
e tentare di scoprire se Severus è gay. Quando disse dei suoi piani agli amici, prevedibilmente, Ron
rise e Hermione andò in biblioteca. Harry si chiese se ci fosse un elenco
d’orientamento sessuale nel quale fossero registrati tutti i maghi e le
streghe. Harry comprese, poi, che quello era assurdo. Decise
che avrebbe chiesto a Hermione una volta ritornata; era il modo più facile.
*******
Harry
e Ron stavano finendo i compiti, quando Hermione arrivò accanto a loro, un
ghigno sul viso. Era molto Slytheri-esque. “La mia
stanza. Ora!”
Entrambi
i ragazzi fecero come lei ordinò; quello era il motivo quindi si ritrovarono
sparsi attraverso il suo letto, mentre lei stava armeggiando con un grande, vecchio,
libro polveroso, che aveva prelevato dalla biblioteca e posato sulla sua scrivania.
“Harry,
ho fatto una piccola ricerca.”
“Su
che cosa, ‘Mione?”
“Su
di te e Snape.”
“Come?”
“Questo
libro, Harry, è l’elenco di tutte le regole della scuola. Dice
che se uno studente è maggiorenne, lui o lei può avere una relazione con un
membro del personale finché entrambe le parti sono acconsenzienti.”
“La
cosa più scandalosa, penso, è che tu hai certamente già letto quel libro!” Disse
Ron. Harry ridacchiò.
“Per
tua informazione. Ronald Weasley, io lo lessi nel
nostro primo anno. Pensavo che fosse solo un bene la conoscenza delle regole di
scuola. Stavo solo ricontrollando i fatti, così da poter dare a Harry le
informazioni corrette!” Hermione era riuscito a dire
tutto nel tono più altezzoso che Harry aveva mai sentito.
“Bene.
Credo di esser appena stato rimesso nel mio posto, vero amico?”
“Si,
suppongo di si. Sei in un guaio. Ti ha chiamato
Ronald!”
“Immagino
dovrò usare il famoso fascino dei Weasley, per uscire dai guai.” Disse Ron, agitando le sopracciglia verso di Harry,
facendolo ridere.
“Se
voi due avete finito”, disse lei gocciolando sarcasmo, “Harry, non vedi che non
c’è nulla che può fermarti dall’andare dietro a Snape,
omettendo, bene, Snape stesso?”
“Si,
ma come gli dimostro che sono interessato? Non penso che funzionerebbe se io
solo camminassi su di lui e dicessi ‘Ciao, Severus. Penso di esser innamorato
di te. Ti va una pomiciatina?’ Non credo che gradirebbe, no?”
“Amore,
amico? Pensavo che t’interessasse solo.” Harry arrossì all’affermazione di Ron;
aveva dimenticato di censurare le sue parole.
“Harry,
non mi ero resa conto che i tuoi sentimenti per il professor Snape erano così
profondi. Sei sicuro?” Abbi fiducia in Hermione per fare domande e controllare
che tutti i fatti siano a posto prima di avanzare con
qualsiasi commento.
“Si,
sono sicuro. Ma come faccio, per farglielo capire?”
“Semplice,
amico. Compragli un regalo o qualche cosa. Tra un paio di giorni ci sarà un
fine-settimana a Hogsmeade. Potrai comprargli qualcosa. Magari per il suo
compleanno.” Fu il consiglio di Ron.
“Ron,
sei un genio! E’ un’idea brillante! Oh, ma io non sò quando è il suo compleanno.”
“L’hai
capito solo ora che sono un genio?” E davvero Ron sembrò offeso.
“Harry,
perché non chiedi a professor Dumbledore? Sono sicura che non baderà a dirtelo.
E se non cade presto, fai quello che ha suggerito Ron, e gli dai un regalo, per
dirgli grazie per l’estate e tutto l’aiuto che ti sta dando.”
Harry
ghignò. Quello era precisamente ciò che avrebbe fatto; per prima cosa,
domattina richiederebbe un appuntamento con Dumbledore. In fondo, aveva sempre assicurato
che la sua porta era aperta se mai volle fare una chiacchieratina e prendere
una tazza di te. Harry pensò che fosse giunto il tempo di accettare l’invito;
dopo tutto erano ormai quasi sette anni.
******
Harry era in una grande stanza circolare,
scura. L’unica luce proveniva dal focolare da due torce accese su entrambi i
lati delle grandi porte duplici. Sentiva di non essere da solo. Si voltò, per
trovarsi di fronte a tre giovani uomini, inginocchiati di fronte a lui.
Riconobbe Marcus Flint. Gli altri, li aveva visti in
scuola un anno o due fa. Uno era un Ravenclaw, se
ricordava bene. Sembrarono molto sbattuti. Si chiese per quale motivo, finché
si sentì parlare. Parole su cui non aveva il
controllo.
“Stanotte
avete fatto le vostre famiglie molto orgogliose, passando la vostra iniziazione
e dimostrando d’esser degni di essere al mio servizio.”
La voce di Harry era stridula e aspra. Con sgomento, comprese
dove era. “Stasera, riceverete il mio marchio. Vi accompagnerà per sempre,
ricordandovi a chi appartenete. Sarete ricompensati con ricchezze e potere, se
mi servirete bene. Ma sappiate che sarete puniti se mi
deluderete, perché io non accetto fallimenti.” Harry iniziò a camminare su e
giù di fronte ai tre uomini.
“Voi
siete i primi della nuova generazione di mangiamorte.
Come il mio potere crescerà, altri seguiranno le vostre
orme. Quando i nostri numeri saranno sufficienti, noi
colpiremo e riprenderemo il mondo magico dai mudbloods
e mezzo-razze che quel vecchio sciocco di Dumbledore vuole proteggere. Voi mi
aiuterete a liberare il mondo di quel fastidioso marmocchio, Harry Potter dannato.
Voi sarete la mia prima linea di attacco e difesa.
Venite avanti ed abbracciate il vostro destino!”
I
tre giovani stettero in piedi e avanzarono dei pochi passi rimanenti,
portandosi più vicino al loro nuovo padrone. Anche se
loro avevano avuto dei ripensamenti, ora era troppo tardi. Il loro fato era
sigillato. Ognuno di loro scoprì gli avambracci sinistri all’uomo. Harry
avrebbe voluto gridare, dirgli che stavano per
rovinare la loro vita e che erano degli stupidi, che dovrebbero correre e
nascondersi. Ma non aveva il controllo su ciò che
stava succedendo. Alzò la sua bacchetta ed avviò a dire un incantesimo che non
aveva mai sentito prima. Alzo la sua mano e un lampo sembrò
eruttare dalla punta delle dita, mentre salmodiava le parole. Questa volta
riconobbe la lingua come parseltongue. La sua bacchetta toccò l’avambraccio di Flint, mentre il lampo ricoprì la sua mano, continuando a
salmodiare continuamente. Harry poteva sentire le grida di dolore di Flint, ed
avvertireil
collegamento che proveniva dal marchio, che ornava l’avambraccio di Flint, al
suo padrone. Il dolore era insopportabile: la sua testa sembrava che dovesse esplodere
ed il bruciore al braccio era oltre ogni sopportazione.
*****
Le
grida avevano risvegliato i suoi compagni di dormitorio. Ron, immediatamente,
entrò in azione. Chiamò Dean, dicendogli di cercare McGonagall. Si avvicinò al
letto di Harry, cercando di tenerlo in giù, in modo che non potesse farsi male.
Era passato parecchio tempo da quando Ron era stato
svegliato così; fin da quando Harry era riuscito a controllare meglio
Occlumency l’anno precedente. Ma ancora, a volte,
accadeva. Le grida di Harry si erano calmate, cambiando in piagnucolii inframmezzati
da singhiozzi occasionali. Ron accarezzò i capelli dell’amico, bisbigliando
parole confortanti. Poi, sentì McGonagall entrare ansimando.
“Sig.
Weasley! Da quanto tempo, sta gridando Potter?”
“Alcuni
minuti, madam. Non riesco a svegliarlo. Ma penso che
stia ancora soffrendo.”
“Che Merlino aiuti quel povero ragazzo! Lo porterò all’ala
dell’ospedale per un controllo, il resto di voi torni a dormire.”
“Ma...”
“Nessun
ma, sig. Weasley. Potrà vedere Potter domani mattina. Ora, buonanotte,
signori.” Minerva levitò Harry fuori del dormitorio, fino all’ala
dell’ospedale. Qui. lo lasciò nelle mani capaci di
Poppy, poi andò a vedere Albus.
*******
Harry
si risvegliò in un letto non famigliare, al suono di voci provenienti da dietro
la tenda. ‘Oh, grande’, fu
il suo pensiero, ‘sono nell’ospedale’. Perché? Poi,
tutto ritornò alla sua mente; il marchio sul braccio di Marcus Flint. Le sue visioni di Voldemort erano alquanto rare di
questi giorni. Ne soffrì solo alcune volte, ma quando succedeva, ragazzi, si
rifaceva pienamente! La testa stava battendogli come un martello pneumatico, e
il suo braccio sinistro era così dolorante che quando lo mosse fremè. Doveva
aver fatto rumore, perché si fermarono di parlare e la
tenda venne aperta, rivelando la sig. Pomfrey, il Direttore Dumbledore e
professor McGonagall. Tutti e tre lo guardarono ansiosamente, e Harry seppe che
era ora di fare il suo rapporto. Quello che lo sorprese maggiormente, era il
sollievo che provò all’ingresso di Severus, che portava notizie sulle ultime
imprese di Voldemort. Il suo cuore aveva ignorato un battito
quando vide l’uomo. Si sentì anche un poco più sicuro, grazie alla sua
presenza nella stanza.
*******
Harry
finì il suo rapporto, consapevole che tutto quello che lui aveva detto loro non
era stato d’alcuna importanza tattica, aspettandosi
che se ne andassero tutti a causa di questo. Harry era un poco emozionato,
quando Severus rimase, quando gli altri uscirono.
“Severus,
hai portato la pomata che ti ho chiesto?” Fu la domanda di Pomfrey.
“Si,
ma perché hai bisogno di una pomata per le scottature?” Harry lo vide gettargli
uno sguardo perplesso.
“Se
mi scuserai, Severus, devo badare al sig. Potter.” Il
tono era, evidentemente, di congedo.
“Se
non badi, Poppy, gradirei vedere il sig. Potter, quando hai finito con lui.” Il cuore di Harry era vicino a scoppiare sentendogli dire
quelle parole. Stava provando dolore, e voleva esser confortato da lui.
“Realmente,
Severus! Penso che possa aspettare domani mattina. Il ragazzo sta male e...”
“Sig.
Pomfrey, va bene, realmente. Gradirei parlare con il professor Snape”, l’interruppe Harry, prima che divenisse troppo protettiva.
“Va
bene, ma Severus, dovrai aspettare fuori finché ho finito e poi, potrai
rimanere solo per poco tempo. Il sig. Potter necessita di riposo.” Severus lasciò la stanza e Poppy
iniziò ad applicare la pomata per le scottature al suo braccio sinistro. Una volta finito, coprì l’area con bende. “Non lasci che il
professor Snape l’intimorisca, capito?”
Harry
sorrise. “Non succederà!”
********
Alcuni
minuti dopo che era andata via, Harry vide Severus rientrare. L’uomo si sedette
sulla sedia vicino al letto. Harry guardò Severus lanciare uno sguardo al suo
avambraccio sinistro bendato. I suoi occhi si allargarono e, se possibile, sembrò
impallidire ancora di più.
“Non
è permanente”, lo rassicurò Harry.
“Oh,
Merlino! Per favore, non dirmi che quello è...”
“No!”
L’interruppe rapidamente Harry, indovinando quello che stava pensando Severus.
“E’ simile a lui, credo, ma è solo una scottatura. Sig. Pomfrey pensa che non
rimarrò sfregiato, la pomata dovrebbe guarirlo
perfettamente.”
“Come?”
Harry
disse a Severus tutto quello che era accaduto nel suo sogno, incluso tutto il
dolore e la paura che aveva provato. Non sapeva per quale motivo stava facendo
un resoconto talmente dettagliato sopratutto, quando agli altri aveva dato i
soli fatti nudi e crudi. Decise che era perché Severus potesse simpatizzare con
lui, e capire il dolore degli altri, considerando quanto attraverso esso
entrambi era stato. Quando finì di parlare, non riusciva a trattenere le
lacrime che aveva ricacciato indietro dal momento del
suo risveglio. Rifiutava di mettersi a singhiozzare, ma alcune lacrime scesero
lungo le sue guance. Immediatamente si sentì meglio, quando Severus allungò una
mano armata di fazzoletto, con cui asciugò le lacrime.
“Mi
dispiace, Harry, che ti sia capitato di esperimentare una cosa simile”, e sembrò
veramente triste ed addolorato.
“Non
è colpa tua, Severus.” E lui l’intendeva. Non era sua
la colpa, ma qualche cosa lo stava rodendo, e Harry
aveva bisogno di sapere, così decise di chiedere. Se,
davvero intendeva intraprendere qualcosa che andava oltre l’amicizia con quest’uomo,
c’era qualcosa che aveva bisogno di chiedere. “E’ stato così anche per te?”
Severus
lo guardò un poco spaventato alla domanda, poi, pur sembrando incomodo,
rispose. “Si.”
Harry
sospirò. “Perché?”
“Perché cosa?” Harry sapeva che Severus aveva capito
perfettamente la domanda e stava evitandolo intenzionalmente.
Harry
sospirò nuovamente. “Perché ti unisti a lui?”
Harry
vide il viso di Severus mostrare seccatura. Harry allungò una mano, afferandone
una dell’uomo. “Per favore, Severus.”
“Non
è importante, e non sono affari tuoi. Non ho bisogno che tu mi giudichi!” Ma il giovane notò che Severus non aveva ritratto
la mano.
“Severus,
io non voglio giudicarti, ma ho bisogno di sapere.”
“Perché?”
“Perché...perché è così che fanno gli amici. Loro dividono
cose, dicono cose l’un con l’altro, nessuna questione come possa
essere difficile farlo.”
“E noi siamo amici, Harry?”
Harry
rimase un poco interdetto a quell’asserzione perché,
si, era quello che aveva pensato Harry, e stava sperando, forse, che si
trasformasse in qualcosa di oltre all’amicizia. Harry rispose onestamente. “Si,
penso di si. Io ti considero uno dei miei amici, uno
dei più vicini.”
“Proprio
per questa ragione non desidero dirtelo. Non voglio mettere in pericolo la
nostra amicizia.”
Vedeva
che l’uomo era sincero. Davvero non voleva rischiare la loro amicizia. Harry sapeva che non c’era nulla che potesse
metterla a rischio. Merda, lui aveva visto che cosa Severus
doveva costringersi a fare per non mettere in pericolo la sua copertura di
spia. “Per favore, non intendo giudicarti da quello; era molto tempo fa.”
“Precisamente!
Ecco, perché deve restare nel passato. Io sto pagando
caro per i miei errori. Non desidero includere la nostra amicizia in quell’elenco molto lungo di rammarico e perdita.”
Harry
desiderò abbracciarlo, ma sapeva che se avesse tentato, l’avrebbe
fatto fuggire. Allora, Harry strinse la sua mano, rassicurante. “Ti prometto
che non perderai la mia amicizia, qualsiasi cosa succedesse, dovessi morire
domani.”
“Non
dovresti dire cose simili.”
“Era
uno scherzo, Severus.”
“Ne
sono consapevole, ma facciamo in modo che la vacca arrabbiata nella Torre Nord(n.d.t.Prof.divinazione)
abbia ragione su qualcosa, va bene?”
Severus
sedette nuovamente, consapevole che stava ancora contenendo la mano di Harry,
ma era bello. Non desiderava lasciarlo libero, e sembrava che Harry non avesse
fretta per essere liberato. Se doveva parlare di uno dei
suoi errori più stupidi, poi sarebbe stato bello avere un piccolo conforto
mentre lo faceva, anche se non aveva nessun dubbio che una volta Harry
conoscesse la storia intera, non avrebbe avuto più desiderio di perdonarlo.
“Va
bene, ma se devo parlare di questo, non voglio interruzioni, o smetterò immediatamente
di parlare. Capito?”
Harry
accennò col capo, facendogli un caldo sorriso. Severus studiò quel sorriso e lo
custodì nella memoria, non era sicuro che l’avrebbe mai più visto.
“Ci
furono un paio di fattori che mi fecero decidere a prendere il marchio di Riddle.
Ero indeciso se o non prendere il marchio fosse la scelta corretta per me. Mio
padre voleva che io accettassi; quando gli dissi che
ero incerto, mi battè in modo tale da ridurmi alquanto male. Mi chiamò codardo,
incapace di seguire il destino della famiglia. Minacciò di disconoscermi.
Quello che, all’epoca, io non sapevo, era che mio padre già mi aveva venduto al
servizio del Dio Oscuro, per che cosa non so. Probabilmente per soldi o per più
potere, non ho mai chiesto.
Dopo
che mio padre mi colpì, andai da Dumbledore per un consiglio. Gli chiesi di
aiutarmi. Mi annunciò che se avessi scelto un percorso diverso da quello destinatomi,
lui mi offrirebbe santuario a Hogwarts, ma che la
decisione toccava a me. Avevo deciso di non prendere il marchio; sapevo che
avrei perso tutti i miei amici, dato che la maggior parte di loro aveva preso
il marchio o stava per prenderlo. Io, volevo costruire la mia
vita grazie haimiei soldi e al mio potere. Mio padre
aveva entrambi, ma dissipò la fortuna di famiglia bevendo e con le donne. Si
era ridotto a vendere i tesori di famiglia. L’odiavo, e non desideravo
diventare come lui; sapevo che se fossi stato marcato, allora avrei cominciato
a diventare come lui. Freddo, cattivo e crudele.”
Severus
prese un sorso d’acqua dal bicchiere vicino al letto, proponendone un poco
anche a Harry, che n’accettò un sorso. Severus si era fermato. Non desiderava
finire, ma doveva. Aveva iniziato la sua sordida storia dell’avventatezza, così
l’avrebbe finita, con la speranza che Harry, ancora
fosse comodo in sua presenza.
“Sono
sicuro che il tuo padrino e Lupin ti hanno informato dell’evento che ora è noto
come l’incidente della Capanna che Grida?” Un piccolo accenno fu la risposta.“Bene,
posso ignorare la maggior parte di ciò. Come sai, tuo padre mi salvò. Molte
persone credono che io l’odiavo per questo, ma non è
quello il caso. Non negherò che io non sono mai stato un fan
di tuo padre; non diventammo mai amici. Ma ero grato
che riuscì a salvarmi. Non desideravo morire. Fu quello che seguì che mi fece
decidere a prendere una decisione.
Tuo
padre, Black e Pettigrew ed io erano nell’ufficio del
direttore nemmeno dieci minuti dopo che tuo padre mi aveva liberato. Io ero,
per qualche ragione, quello che fu rampognato. Mi fu detto che se avessi parlato
a chiunque della condizione di Lupin, qualsiasi santuario di cui avrei potuto
aver bisogno, sarebbe cessato. La cosa m’intimorì
efficacemente. Quando esigei che Black e Pettigrew fossero
espulsi, Dumbledore mi sorrise soltanto, e affermò che era stato solo uno
scherzo andato male, e che i ragazzi erano ragazzi e che sarebbero stati
puniti. Entrambi perdettero 50 punti ognuno per
Gryffindor, con una detenzione di una settimana. Pulizie senza l’uso della
magia. A Potter furono dati 100 punti per mostrare valore nel liberarmi. A me
furono tolti 10 punti per trovarmi fuori del castello durante la notte.
Lasciai
l’ufficio in lacrime. Sentivo che era stata commessa un’ingiustizia. Avevano
tentato di uccidermi ed io perdevo dei punti per questo. Quando
eravamo fuori dell’ufficio, Black rise di me perché stavo piangendo. Ero così
adirato, con Dumbledore; era come se lui fosse disposto a sacrificarmi al buio,
finché gli eroi di Gryffindor erano sicuri. Le parole di Lucius ritornarono
alla mia mente. I mangiamorte mi accetterebbero, che lui e il Dio Oscuro mi
avrebbero dato il benvenuto nelle loro fila, perché io ero
intelligente e dotato d’ingegno in pozioni. Andai dritto alla guferia e spedì
un gufo a mio padre, perché mi richiamasse a casa quello stesso weekend, in
modo che potessi prendere il marchio.”
Severus
finì la storia, aspettando la reazione di Harry. Si aspettava che gridasse
contro di lui per biasimare suo padre e suo padrino
per tutto, ma non lo fece. Ricevette una stretta gentile alla sua mano; lo
guardò negli occhi, trovandovi tristezza. “Non mi odi?”
“No,
Severus. Sei stato trattato ingiustamente, e non posso biasimarti per sentirti
offeso ed adirato. Lo sarei stato anch’io. Grazie per avermelo detto.”
Tutto
quello che aveva visto nei suoi occhi, era l’onestà; ne fu sollevato, non aveva
perso la sua amicizia. Aveva cominciato, recentemente, a voler dire molto a
lui, e non pensava che avrebbe sopportato di perderla.
“Devo
andare, sono in ritardo e tu hai bisogno di riposo. Buonanotte, Harry.”
“Buonanotte,
Severus.”
Fu
ricompensato con un sorriso che gli fece squagliare il cuore anche di più; andò
via con un piccolo sorriso sulle sue labbra.
*******
Harry,
nel frattempo, sentiva le proprie lacrime scorrere silenziose lungo le guance.
Non aveva mai compreso che suo padre e i suoi amici avevano
avuto un tale, orribile, impatto nella vita di Severus. Sapeva che l’avevano
intimorito, ma non aveva compreso quanto male gli avevano fatto. Nessuno si
chieda perché l’uomo odiasse il nome dei Potter e disprezzasse il suo padrino
con passione. Non poteva certo biasimarlo. Harry decise che doveva fare
qualcosa di speciale per Severus, così che non associasse più il nome dei
Potter con il dolore, e il Direttore l’avrebbe aiutato. Harry pensava che
l’uomo lo dovesse a Severus.
********
La
mattina seguente, Harry si svegliò trovando che il
Direttore era seduto vicino al suo letto, sorridendogli, e lo scintillio nei
suoi occhi a pieno regime. Harry, immediatamente, avvertì la rabbia crescere in
lui. L’uomo poteva certo essere responsabile di tali tradimenti, come anche di
trattenere informazioni segrete vitali e sacrificando Severus al buio.
“Buongiorno,
Harry.”
“Giorno,
Direttore.”
“Come
ti senti?”
“Bene.
Stavo chiedendomi se fosse possibile, incontrarci più tardi, per una piccola
discussione.”
“Discussione,
Harry?”
“Si.”
“Bene,
perché non ora? Dato che sono quasi le 10.30, e hai perso l’inizio delle lezioni
mattutine. Nessuno ci disturberà.”
“Umm, va bene. Va bene anche ora.”
“Tè,
Harry?”
“Si,
grazie.”
“Con
un colpo secco della sua bacchetta, Dumbledore scongiurò una pentola di te e
due tazze. Harry era un poco apprensivo; stava per indagare nella vita privata
di un insegnante. Aveva già provato questo con Dumbledore prima, ricevendo come
unica risposta, di badare ai propri affari sempre. Doveva tenere la rabbia
sotto controllo. Non sarebbe stato producente perdere nuovamente il suo temperamento
di fronte al Direttore. Dubitava di poterlo fare, dato che il tè era corretto
con una pozione calmante. Severus l’aveva informato di quello.
Dumbledore
versò il tè per entrambi. “Questa conversazione ha qualsiasi cosa a che fare
con il professor Snape?” Chiese Dumbledore.
“Perchè
penserebbe una cosa simile?” Dannato uomo! Perché
doveva sapere tutto?
“Solo
una supposizione, Harry. La sig. Pomfrey mi ha assicurato che è rimasto con te
per parecchio, dopo che noi ce ne siamo andati, la notte scorsa. Sembra come se
voi due abbiate appianato le vostre divergenze,” i
suoi occhi erano ancora nella piena maniera di scintillio.
Harry
desiderò gridare ‘Non è quello che ha sempre voluto?’
Invece, lo fissò.
“Voglio
fare qualcosa per Severus. Spiacente, per il professor Snape.”
“Va
bene, Harry. Se Severus è d’accordo per l’uso del suo primo nome, allora continua
pure.”
“Bene.
Voglio fare qualcosa per Severus, per ringraziarlo per tutto il suo aiuto quest’estate, e per lavorare all’antidoto nel suo tempo
libero.”
“Vedo.
Si, Severus ti ha aiutato molto, vero Harry? Considerando che per anni non ha
fatto altro che dire che non gli piacevi.”
Mi
sono chiesto perché, realmente. Aveva pensato sarcasticamente. “Sono a conoscenza
della maledizione contraria sulla mia scopa durante il primo anno, salvandomi
la vita.”
“Fra
le altre cose, si.”
“Le
altre cose?”
“Mmm, si.”
“Come?”
Perché l’uomo doveva parlare sempre oscuramente, e non dare mai una risposta senza
perifrasi? Harry stava cominciando a sentirsi un poco frustrato e anche sempre
più curioso. Quali altre cose?
“Stornò
il professor Quirrel da te molte volte. E pensa di nuovo, Harry, al tuo secondo
anno.”
“Il
secondo anno?”
“Si,
ed un certo professore.”
Harry
poteva pensare solamente a Lockheart ma cosa sull’uomo? “indovino che cercò di
tenerlo lontano da me, facendo in modo di far vedere che frode totale fosse nel
club di duello.” Quello, divertì enormemente Harry e i
suoi amici.
“Non
solo ciò, ma andò di fronte al Consiglio dei Governatori di
scuola a supplicare per la tua innocenza nell’apertura della Camera dei
Segreti, dopo l’incidente del club di duello. Affermò che non potevi essere
l’erede di Slytherin, perché sapeva chi era. Rischiò molto a rivelare quel
fatto, perché Lucius Malfoy era presente, a quel tempo.”
“Oh!”
Bene, era scioccato. Era la prima volta che aveva sentito di ciò. Tutto quello
che sapeva all’epoca, era che l’attimo prima stava
rischiando la possibile sospensione a causa di tutti gli incidenti, ed il
prossimo che era tutto a posto.
“E hai mai pensato realmente al tuo terzo anno, Harry? Ora
che la confusione è passata, ed i fatti possono essere visti con più calma?”
“Non
realmente.” Harry incominciava a sentire un grumo alla bocca dello stomaco.
“Perché pensi che andasse alla Capanna, quella sera? Crede
realmente che fosse per poterti sospendere per essere fuori
dei confini della scuola? Tenta e guarda la cosa dal suo punto di vista.”
Harry
tentò. Si, ricordava Severus che si fionda dentro, la
sorpresa nel trovare Sirius, fuggitivo di Azkaban...Oh! Ora capiva! “Lui pensò
che io, noi fossimo stati rapiti da Sirius e Remus, e non aveva alcuna ragione
di credere o sapere che Sirius fosse innocente e non intendesse farci alcun danno. Anche, sapeva che Remus non aveva preso
la sua pozione di wolfsbane quella notte.”
“Si.
Quindi, rischiò la sua vita, ancora una volta, per aiutare te e i tuoi amici.”
Ora,
Harry sentiva non solo rabbia, ma anche colpa. Non una buona
mistura da avere di prima mattina. “Qualsiasi altro che dovrei
conoscere?”
“Vuoi
provare il tuo quarto anno, Harry?” La sua voce sembrò divertita. Harry indovinò
che stava godendo a guardarlo contorcersi.
“Certo,
perché no?” Fu la risposta dimessa di Harry, che incominciava a sentirsi come
un’idiota integrale nelle sue assunzioni su Severus.
“Puoi
immaginare perché tentò di trovarti squalificato dal Torneo dei Tre Maghi per
almeno due volte?”
“Proteggermi
dal farmi male? Perché non ero pronto per partecipare per un tale
evento?”
Il
silenzio cadde tra i due per alcuni momenti. Harry era soprappensiero, quando
un’altra scena balenò alla sua mente; quando si ritrovarono in questa stanza dopo
il ritorno di Voldemort. “Severus rischiò la sua reputazione personale e la sicurezza
quando mostrò, coraggiosamente, il marchio scuro che era riapparso sul suo
braccio a Fudge. Dio! Riapparve quella notte, vero? Poco prima della festa di
partenza. Scomparve per un tempo, ma poi quando riapparve, gli chiese di
tornare a fare la spia, vero?” Ora, la rabbia comparve nuovamente. Come poteva
avergli chiesto di farlo, rischiare nuovamente la sua vita, Dumbledore?
Certamente, le informazioni che otteneva, era possibile averle attraverso altri
canali.
“Si,
era una decisione difficile da prendere, ma sfortunatamente, in guerra, decisioni
dure devono essere prese. Le informazioni che Severus è in grado di trovare, sono troppo importanti per noi.”
“Più
della sua vita!?” Ora, Harry era definitivamente
furioso. Come poteva Dumbledore disprezzare la vita altrui?
“Non
era una decisione facile, Harry; spedire nuovamente Severus da Voldemort in
quella maniera. Fu uno degli ordini più duri che diedi. Amo Severus come un figlio,
e sò che l’ho offeso caramente durante il corso degli
anni, come sò che non vivrò abbastanza per vedere le cose aggiustarsi
nuovamente. Sento di esser in ritardo per quello.”
“E’
quello che lei disse dopo che lui accettò il marchio scuro, che era in ritardo!
Che non poteva fare nulla per lui?” Parole, che,
Harry, desiderò non aver detto, quando vide l’occhiata sulla faccia di
Dumbledore. Nei suoi occhi poteva vedere chiaramente dolore e colpa.
“Posso
capire che ne parlaste la notte scorsa. Per anni mi
sono chiesto quale fu il motivo che gli fece decidere
di prendere il marchio. Avevo dei sospetti, alcune ipotesi fondate, ma non mi
disse mai la ragione. Ora, credo che ho ragione a
pensare che fosse qualcosa che aveva a che fare con me. Desidero che potesse
esser possibile cambiare il passato, e fare le cose migliori per lui, ma non
posso. Tutto quello che posso fare , è amarlo e dargli
il mio appoggio, sperando che sia abbastanza.”
La
rabbia di Harry stava calando, ma ancora era là. “Non gli ha mai detto come si
sentiva su questo?”
Dumbledore
ridacchiò malinconicamente. “Puoi immaginare la reazione di Severus se andassi
da lui, lo abbracciassi e gli affermassi che l’amo come un figlio e che ero
spiacente per tutto quello che gli avevo fatto?”
Si,
Harry poteva benissimo immaginare la scena, e si, Severus si convincerebbe,
quantomeno, che fosse del tutto impazzito, ma almeno lui saprebbe. “Dovrebbe tentare, sa?”
“Forse
lo farò. Sei pronto a ripensare alle azioni di Severus nel tuo quinto anno?”
Questo
era, per Harry, ancora un tema duro. “Indovino che tentò di aiutare.”
“Si,
Harry, lo fece. Quando la professoressa Umbridge gli diede il Veritaserum
nel suo tè, Severus gli diede nulla di più potente dell’acqua. Capì anche la
sua comunicazione su Sirius. Immediatamente lo contattò per assicurarsi che
fosse sicuro, e non catturato da Voldemort. Quando
tentò di trovarti nella foresta, per dirtelo, risultò essere uno dei giochi
ammalati di Voldemort. Mi cercò e mi disse dove, probabilmente, eri andato. Se
non fosse stato per Severus, avresti potuto far morire tutti quel giorno.”
Harry
ora, si sentiva terribile, inondato di colpa. Cominciò a pensare, alla
battaglia con Voldemort, quando in mezzo al duello, si era trovato di nuovo
trasportato grazie ad una passaporta, a Hogwarts.
“Fu
Severus che mi diede la passaporta, l’anno scorso, vero? Come?”
“Hai mangiamorte, fu detto di guardare il duello di Voldemort
con te. Per sicurezza Severus porta una passaporta, che lo porterà
diritto al mio ufficio in caso di una sua eventuale scoperta. Lo rese
invisibile e lo levitò fino alla tua mano distesa, disse a bassa voce la parola
di attivazione e tu andasti. Credo che Voldemort non
ne fu felice.”
“Ci
scommetto! Ma se fosse stato scoperto, Voldemort
l’avrebbe ucciso. Senza possibilità di scappare, era intrappolato!” L’orrore
colpì Harry, quando la piena implicazione di tale azione venne alla mente del
giovane.
“Si,
era disposto a sacrificare la sua vita per la tua.”
La
voce di Harry era piena d’incredulità. “Non lo venni mai a sapere! Tutto quello che ha fatto. Così tanto,
e tutto ciò che io ho fatto per ringraziarlo, è cercare di creargli dei fastidi!
Non ho mai saputo nulla...” Se il silenzio poteva
assordare, quel momento era uno di quelle occasioni.
Harry
era completamente ammutolito.
“C’è
nient’altro, Harry?”
“Si.
Volevo sapere, quando era il compleanno di Severus e, se era prima di Natale,
cosa dovrei trovare come regalo per lui? Voglio trovare qualcosa di speciale,
per dirgli grazie.”
Il
sorriso ritornò sul viso di Dumbledore, e lo scintillio nei suoi occhi. “Il
compleanno di Severus è all’inizio di novembre, il 12, credo. E per cosa trovargli, non so, Harry, è difficile comprare
regali per lui. Il mio più buon consiglio è dargli qualche cosa dal cuore.
Così, qualunque cosa che gli darai, sarà prezioso a
causa del pensiero che va con lui. Ora è quasi ora di pranzo, e tu hai delle
lezioni a cui andare; così, se è tutto, ti saluto.”
“Si,
grazie Direttore.” Harry era un poco distratto dai pensieri su cosa trovare per
Severus. Dumbledore non sembrò badare, mentre si alzò e lasciò Harry alle sue
ruminazioni.
**********
Alcuni
giorni più tardi, Harry, stava raccogliendo le sue cose alla fine delle lezioni
di Difesa Contro le Arti Oscure, quando il professore, gli
chiese di restare un attimo. Come la classe si vuotò,
Harry si avvicinò alla scrivania dell’insegnante.
“C’è
qualche problema, signore?”
“Nulla
di cui preoccuparsi, sig. Potter, solo che non ha ancora consegnato la documentazione
su cosa tratterà il suo progetto di fine anno. Ho bisogno di sapere che cosa
studierà.”
“Spiacente,
la mia mente era su altre cose.”
“Capisco
che lei sia stato in ospedale, sig. Potter, ma non può
permettersi di lasciar scivolare il suo lavoro scolastico.”
“Certo
che no, signore. Sono spiacente. Non accadrà nuovamente.”
Harry aveva voglia di chiedergli se gli piacesse avere Voldemort che frequenta
la sua testa, ma riuscì a trattenersi.
“Ha
almeno qualche idea su un possibile argomento?”
Harry
ci pensò su per un momento. Un cattivo, sorriso furbesco, gli attraversò le
labbra. Sapeva come mettere al suo posto l’idiota. “Si. Morsmorde
e il marchio oscuro.” Sembrò che la cosa avesse lavorato. Il suo professore
inorridì. Harry sorrise furbescamente all’uomo, per poi lasciare la classe.
Bene, almeno diamo all’idiota una ragione per essere spaventato da me, pensò
Harry, mentre camminava per il corridoio, avviandosi a raggiungere la sua
successiva classe.
N.d.t:
ho ripostato perché, in effetti, erano presenti
troppi errori, ma anche se forse sono colpevole di tradurre troppo
letteralmente e, sicuramente sbagliare l’uso di alcuni
tempi verbali, non uso il traduttore automatico.
1.
perché, sinceramente non ho tale programma(che,mi è
stato detto da chi lo usa, se ne vuoi uno un poco buono, devi pagare almeno dai
100€ in sù, e sinceramente non me lo posso permettere
per tradurre delle fic), e quelli in internet, avete
mai provato a usarli? I migliori non accettano più di 100 parole! Figuriamoci a
tradurre un intero capitolo!
2.
certi nomi mi piacciono più così, come nel caso della Stamberga strillante. Sinceramente,
mi piace più Capanna che Grida, anche se forse non è la definizione usata nelle
traduzioni dei libri in italiano
3.
ho corretto, ma le espressioni ‘tempo gratis’e ‘dargli del tempo duro’, non
sono poi così strane, le ho sentite usare, sia colloquialmente che in altri
scritti.
Per
il resto, io non obbligo nessuno ad essere d’accordo con me.
Un regalo. Ma non un regalo
qualsiasi. Aveva bisogno del regalo perfetto – un regalo
che avrebbe detto grazie, che dimostrasse amicizia ed amore. Ma
a Harry, stava mancando l’ispirazione. Aveva pensato a tutto: un orologio con
una bell’iscrizione, ma no, Severus ne aveva già uno; mobilia di qualche genere, ma Severus aveva
già tutta la mobilia di cui aveva bisogno; vestiti, erano una scelta, ma gli
mancava il principale criterio con cui cercava il regalo. Una sciarpa, poteva
dire ‘ti amo’, o un mantello
dire ‘Ehi, grazie per salvare la mia vita più volte di quante mai ho pensato’? E una camicia, poteva
forse parlare d’amicizia? NO!
Ormai era quasi il giorno. Alla sua prima visita a Hogsmeade,
non trovò nulla che gridasse ‘Comprami, io sono
perfetto per Severus!’
Hermione aveva suggerito libri, ma che libro
poteva trovare ad un uomo la cui biblioteca personale era grande quasi come
quella di Hogwarts? Per non dire, che non aveva molta fiducia in se di
scegliere un libro raro, perché sembrava che Severus avesse soldi e poteri,
senza dubbio se lo comprerebbe da solo se lo volesse.
Harry, ammise di essere un poco curioso, su come Severus
avesse trovato tutti quei soldi. Una volta, ricordò che suo padre aveva speso
ammontari enormi della fortuna di famiglia, e che era giunto a vendere i mobili
e opere d’arte, per raccogliere soldi; eppure, Severus aveva solo il meglio di
tutto: vestiti, mobili, opere d’arte, ma come? Forse Harry, un giorno avrebbe
trovato il coraggio per chiederglielo.
Ma quello non risolveva il suo problema di cosa
trovargli! Il suggerimento di Hermione, non era male, ma non...esatto.
Ron, al contrario, cadde nel ridicolo! Comprargli dello shampoo! Harry si
trattenne a stento dal maledirlo, mentre si rotolava sul pavimento dalle
risate.
“Harry?”
“Si, Hermione?”
“Non pensi che stai diventando un poco in paranoia, con la
storia del regalo?”
“Che cosa ti fa dire una cosa
simile? Ti ho detto che cosa mi disse Dumbledore, di
quante volte mi ha aiutato e ha salvato la mia vita.”
“Si, lo so, Harry, ma potresti
soffrire. Non sappiamo neppure se Snape è gay. Che cosa succede se tu ti fai avanti, e lui odia gli
omosessuali o cose del genere?”
Harry sospirò, “Hai ragione, devo essere accurato; ma anche
se lui non è gay, voglio ancora trovargli qualche cosa di speciale per dirgli
grazie.”
“Harry, e Dumbledore? Non aveva nessun suggerimento?”
“Nessun aiuto. Mi ha solo detto di scegliere qualche cosa
con il cuore.”
“Gli hai chiesto se sapesse delle sue preferenze?”
“Dio, Ron! No! Sarebbe stato davvero imbarazzante, una cosa
simile.”
“Si, davvero. Ma sarebbe
divertente, però. Ci deve essere qualcuno a cui puoi chiedere, no?”
“Forse, ma chi?”
“potrei chiedere a mio fratello Bill.
Penso che andò a scuola con lui, un anno. E’ probabile
che ricordi se lo vide mai con un amico o qualcosa di
simile.”
“Ron, è un‘idea brillante! Chiediamoglielo subito, ho solo alcune
settimane prime che sia il suo compleanno, ed il
prossimo viaggio a Hogsmeade è fra dieci giorni.”
Tutti e tre si recarono alla guferia, di corsa, per
raccogliere Hedwig e scrivere la lettera a Bill.
“Che cosa scriveremo?” Chiese Ron,
guardando alla pergamena sulla scrivania della guferia.
“Non possiamo certo chiederglielo così di brutto, lo faremmo
solo diffidente, e non ci direbbe più nulla.” Hermione
era la parte pratica del trio, al contrario di Ron e Harry, che avrebbero solo
scritto ‘Bill, sai se Severus Snape è gay?’La ragazza si accorse delle occhiate di confusione sulle
loro facce, sospirò e prese la cosa nelle sue mani. Dopo molto litigare,
finalmente, finirono la lettera.
Caro Bill,
Sappiamo
che questa può essere una domanda strana da fare,ma
non c’è nessun altro a cui chiedere. Sappiamo che eri a scuola con il professor
Severus Snape, ed è su di lui che noi vorremmo chiederti qualcosa. A uno dei nostri amici, piace lui, realmente; il problema è
che l’amico in questione è maschio, e ha paura di farsi avanti con Snape, nel
caso che non sia interessato agli uomini.
Sai, dai
tuoi giorni di scuola, se lui sia o no gay? Vorremmo
poter aiutare il nostro amico, prima che si comporti come un idiota.
Distinti
saliti,
Ron,
Hermione e Harry.
Allacciarono la lettera alla gamba di Hedwig e la spedirono
a Bill. Harry tenne le dita incrociate per una
replica veloce.
*********
Ricevettero la replica tre giorni dopo, a colazione; non era
quella in cui stavano sperando.
Ron,
Hermione e Harry,
Per
prima cosa, non è nessuno dei vostri affari se professor Snape ha avuto amiche
o amici a scuola. In secondo luogo, se state cercando fango per giocargli
qualche scherzo spiacevole, dopo tutto quello che ha
fatto per voi tre, dovrete risponderne a me!
Per
quale motivo dovete esser così crudeli con lui, che sta solo tentando di fare
il suo lavoro e camminare su di una linea davvero sottile, da cui dipende la
sua vita? Sapete perfettamente di che cosa sto parlando.
Lasciatelo
in pace O IO MALEDIRO’ TUTTI E VOI
TRE FINO ALL’INFERNO,
Bill.
Tutti e tre erano ammutoliti. Questo non era, certamente,
quelloche si aspettavano.
Avevano pensato di ricevere un si o un no,
semplicemente.
“Bene, certamente, è stato chiaro!”
“Decisamente, Ron. Non avevo
neppure capito che tuo fratello conoscesse Severus.”
***********
Hermione era pensierosa. Gli sembrava un poco strano che Bill fosse così protettivo su di un uomo che lui ha
conosciuto appena a scuola. C’erano alcuni anni tra loro, ed erano in case diverse,
anche se lavorano entrambi per l’Ordine. Forse che avessero fatto amicizia? Ma erano così diversi! Bill era
sempre stato gentile e dolce con lei; mentre Snape era sempre freddo, e qualche
volta un poco crudele. Doveva pensarci più tardi, quando non aveva classi da
frequentare.
*******
Harry incominciava a sentirsi disperato. Bill
non era stato d’aiuto. La sua reazione era stata strana, come minimo, nessun
altro a cui chiedere e, lui, ancora non aveva trovato un’idea decente di cosa
regalare all’uomo.
“Harry, ho ripensato a quello che ti ha detto Dumbledore, su
che cosa regalare a Snape. Penso, che intendesse qualcosa da fare, così da
essere unico”, Hermione era nuovamente d’umore pensieroso,
almeno, Harry dedusse così dalla sua espressione facciale.
“Potresti avere ragione, Mione, ma cosa potrei
fare?”
“Una pozione di qualche genere?”
“Ron, sei uno stupido! Come posso dare a Severus, un PozioniDomine, una pozione!
Penserebbe che volessi prenderlo in giro o che intendevo offenderlo!” Gridò Harry all’amico.
“Bene, allora, della gioielleria. So ben
io, come le ragazze amano quella roba!”
“RON! Devo forse pensare che ritieni Severus Snape una
ragazza?” Ron, a tale pensiero, impallidì
notevolmente.
“No! Non intendevo quello! Volevo
dire...lo sai!”
Hermione stava ridendo scioccamente, “Ron, qualche volta ti agiti con nulla, ma sai Harry, forse questa volta ha fatto
centro. Gioielleria, è un bel regalo da dare, e se lui, non è gay, poi può essere
considerato anche un simbolo dell’amicizia.”
“Vero, e mi piace l’idea. Grande! Ron! Recentemente, sei
pieno di buone idee! Indovino che, per quanto riguarda l’essere o no gay, dovrò
giocare ad orecchio, e sperare di non fraintendere i segnali.”
Harry aggrottò le sopracciglia un poco. Improvvisamente, ricordò che non era un
gran che a leggere segnali; quasi sempre li
interpretava nel modo sbagliato.
*******
Stavano andando a Hogsmeade, Era un freddo mattino
autunnale, e Harry, non poteva aspettare di arrivare dai gioiellieri. Aveva
deciso che gli sarebbe piaciuto comprare una collana o un braccialetto, per
Severus. Magari con i colori argento e verde, la qual cosa, intendeva che il
metallo doveva essere argento, platino o,
possibilmente, titanio, perché era forte e leggero. Le gemme dovevano essere
giada o smeraldi, ma, voleva vedere se era possibile
trovare un Rubino Zoiscite, perché era verde con
piccole chiazze di rosso al suo interno. Rappresenterebbe entrambe le loro
case.
“Harry, piano, amico! Abbiamo tutto il giorno!”
“Lo so, Ron, ma se mi ci vuole tutto il giorno, per
decidere?”
“Sarà meglio di no, ho alcune cose che devo comprare anch’io,” uggiolò Ron.
“Non c’è bisogno di venire con me, sai?”
“Che cosa? E
permettere di fare a meno del mio genio? Al momento, ho davvero un tempo incredibile
per le buone idee!” Harry e Hermione alzarono gli
occhi al cielo all’asserzione dell’amico.
*******
Dopo un poco, arrivarono alla fine della strada principale,
per trovar due gioiellieri uno accanto all’altro.
“Così, in quale dobbiamo andare?” Chiese Ron.
“In entrambi,” fu la semplice
risposta di Harry, e entrò nel più piccolo dei due negozi.
“Posso aiutarla? Oh, lei è Harry Potter!”
Harry nascose una smorfia; odiava esser riconosciuto. Forse
non avrebbe dovuto portare i suoi occhiali oggi. Ma
poi, non desiderava che il mondo scoprisse che non aveva più bisogno di loro. Così,
quando lascerà la scuola, potrebbe nascondersi nella folla.
“No, sto solo guardando.” Harry girò per il negozio,
guardando i pezzi in mostra. Il negozio sembrava occuparsi principalmente
d’orologi, che non gli interessavano. C’erano alcuni begli anelli,
ma Harry pensava che un anello, era troppo personale. Non voleva
spaventare Severus presentandosi con una scatola con un anello; è probabile che
lui trovi l’idea sbagliata.
“E’ sicuro che non posso aiutarla, sig. Potter?” Chiese la
commessa.
Harry, stava guardando ogni mensola da circa un’ora; Ron
stava incominciando a diventare agitato e la ragazza continuava a fissarlo.
Stava incominciando a sentirsi importunato.
“No, grazie.”
“Harry, qui!” Lo chiamò Hermione. Harry la raggiunse.
“hai trovato qualcosa?”
“Forse, guarda qui.” E gli indicò
una bella catena di platino. Aveva una lavorazione perfetta, e se guardavi da
vicino, potevi vedere un delicato filo che la percorreva. “Harry, penso che sia
una catena da uomo, e se lo desideri, penso che potresti aggiungerci un
pendente.”
Aveva ragione, la catena era squisita, e con un pendente, sarà una meraviglia. Doveva verificare anche l’altro
negozio, ma non voleva perdere questa collana. “Mi scusi,”
e guardò verso la commessa.
“Si, sig. Potter?”
“Sarebbe possibile mettere questa catena da parte, mentre io
visito degli altri negozi?”
“Certo, sig. Potter, qualsiasi cosa per lei.”
Harry sospirò piano. “Grazie.”
*******
Lasciarono il negozio ed entrarono alla prossima porta.
Questo gioielliere, era orientato più sugli anelli, che Harry stava tentando di
evitare.
“Posso aiutarvi?” I tre si girarono, trovandosi faccia a faccia con un vecchio mago austero.
“Si, sto cercando ciondoli o collane disegnate per uomini. ha qualsiasi cosa del genere?”
Il mago li guardò attentamente, il suo sguardo che si
attarda un poco di più su di Harry, quando lo riconobbe, “Mi segua”, e così
fecero.
Mostrò loro collane, catene e ciondoli, ma nessuno attirò
l’attenzione di Harry. L’uomo sembrò accorgersene.
“Signore, noi offriamo anche un altro servizio, che forse
andrebbe bene per le sue necessità, ma è costoso.”
“Questo trovò l’attenzione di Harry, “Quale? I soldi non
sono un problema.”
“Noi offriamo un servizio che le permette di fornire un
disegno, che noi applicheremo sulla gemma da lei scelta, ma l’avverto, è
costoso.”
Harry ghignò; questo era ciò che stava cercando, qualche
cosa di speciale ed unico. “Qualsiasi forma o disegno che desidero?”
“Si, signore. Ha qualcosa in mente?”
Harry, pensò per qualche minuto, poi ghignò,
“Si, voglio un rubino Zoiscite sagomato in un
lampo, il ciondolo sarà incastonato in platino. Lo voglio mettere su di una
catena particolare.”
L’uomo sembrò perplesso per un attimo, alla sua richiesta. “E ha la catena con se?”
“Oh, ritornerò in cinque minuti.” Harry corse al primo
negozio, con Ron e Hermione alle calcagna.
*******
Appena arrivati, Harry comprò la
collana.
“E’ una bella collana, sig. Potter, chiunque riceverà questo
regalo da lei, è molto fortunata.” Harry sapeva che la
donna stava cercando di avere dettagli, e lui, aveva voglia di dirle chiaro che
non erano fatti suoi, ma si trattenne e sorrise. “Sono 80 galeoni, sig. Potter.”
“Gradirei pagare con credito bancario, per favore.”
“Nessun problema.” Gli diede i moduli da riempire che sarebbero
stati spediti a Gringotts. Una volta autorizzata da
loro, l’acquisto sarebbe spedito via gufo. Harry pagò il galeone addizionale
per la consegna veloce. Ma lui, ora, aveva bisogno
della catena per creare il pendente. Decise, quindi, di fare
qualcosa che si era promesso di non fare mai: usare la sua fama, per avere quello
che voleva. Sorrise seducente alla donna, facendogli ed accettandocomplimenti ed i
‘lei sa chi sono io routine’ ed i ‘prometto che non
fuggirò senza pagare, può trovarmi a Hogwarts se vuole’
che sembrava lavorare perfettamente. Gli diede la catena, e gli assicurò che
gli avrebbe spedito la sua parte dei moduli.
“Harry, non posso credere che potessi
cadere così in basso! Era un modo spregevole di comportarsi. Usare la tua fama
solo per avere un servizio più rapido!” Disse Hermione, un
poco risentita con lui.
“Si, ma ha funzionato, no?” Ron stava ridendo, pensando che
la cosa intera era ilare.
“Se lei era abbastanza stupida da
caderci, poi, è colpa sua. Voglio dire, ‘Mione, Harry
ha speso 80 galeoni solo per una collana da uomo! Non ci vuole un genio per
capirlo. Ha solo creduto a quello che voleva lei!” Harry rimase
entusiasmato al ragionamento di Ron. Forse stava davvero crescendo.
“Bene, indovino che hai ragione, ed era divertente che lei
ci sia caduta dentro nelle sue moine.” Hermione stava
tentando di trattenere un sorriso.
“Solo una cosa, amico, che accidente è un rubino Zoiscite?” Chiese Ron.
“E’ uno smeraldo con inclusioni vermiglie al suo interno.
Vedrai, è piuttosto bello.” Fu la risposta di Harry.
*******
Ritornarono all’altro negozio per il ciondolo.
“Questa è la catena su cui voglio il pendente.” Harry diede la catena all’uomo.
“Bene, posso vedere,
signore, che ha buon gusto. Ora, per quanto riguarda la forma della gemma, ha detto che la vuole a forma di lampo?”
“Si,” e alzò la frangia, per
mostrare la forma che voleva. Gli occhi del mago si allargarono leggermente, in
sorpresa, prima di capire.
“Vedo, signore. Questo suo amico, deve voler dire molto a
lei. per dargli qualcosa di così personale.”
“Si, lui è molto speciale per me.”
I quattro si misero al lavoro, disegnando e scegliendo il
gioiello corretto. Harry era veramente felice del risultato ottenuto. Erano
riusciti a trovare il metallo che meglio si accoppiava con il rubino Zoiscite e la collana, e alcuni incantesimi di invecchiamento, l’avrebbero reso completo. Gli ci volle
circa due ore per renderlo perfetto.
“Signore, per tutto sono 137 galeoni, 6 falci e 4 zellini.”
Ron impallidì al sentire il costo, Hermione fischiò, Harry,
appena ghignò. Non gli interessava quanto costava; era perfetto. “Credito
bancario va bene?”
“Certamente, signore.” Gli diede i moduli da riempire.
*********
Alcuni giorni più tardi, il presente finito, arrivò via
gufo. Tutti e tre corsero di sopra per dargli una buona occhiata
in privato.
“Harry, è semplicemente bello. Sono sicura che il professor
Snape l’amerà. E’ così romantico.”
Harry e Ron guardarono l’un all’altro; entrambi sapevano che Hermione era partita in una delle sue trance ‘perfetti
mondi rosati’.
“Harry, comprendi quanta pressione mi farà per Natale, vero?”
Parlo a bassa voce Ron a Harry. Harry, per tutta risposta, rise scioccamente.
“Hermione, stavo chiedendomi se tu conoscessi qualsiasi cosa
su incantesimi di protezione.”
“Un poco, perché?”
“Stavo pensando di porne alcuni sulla collana, come quella
che mi diede Luna, ma più potenti.”
“Oh! E’ così dolce, Harry! Non mi ero mai resa conto di come
sei romantico. Ron, forse dovresti prendere lezioni da Harry. Guarderò in
biblioteca durante il pranzo.”
A causa della ricerca di
Hermione, Harry si trovò a bussare all’ufficio di Dumbledore. Hermione aveva
scoperto che se maghi potenti mettevano i fascini giusti su di un gioiello,
questo poteva proteggerti da tutti gli incantesimi dannosi e malocchi, come l’incantesimo d’amore di sua madre l’aveva protetto. Già aveva
chiesto a Ron ed Hermione di mettere incantesimi di protezione su di lui. Aveva scelto Hermione perché era intelligente e
potente, e Ron a causa del suo coraggio e amicizia. Harry voleva chiedere a
Dumbledore di metterne, perché sapeva che voleva bene a Severus.
Harry entrò nell’ufficio,
trovandolo vuoto. Aveva imparato a non toccare nulla, ma decise di aspettare il
ritorno del Direttore, così sedette in una delle sedie
d’innanzi alla scrivania, per tenere le mani via dalla tentazione.
“C’è qualcosa che la
preoccupa, Potter?”
Harry, al suono della voce
si girò. Era la voce del cappello selezionatore. Era passato parecchio tempo
dall’ultima volta che si erano visti, quasi un anno. Gli piaceva il cappello;
qualche volta se ne usciva con delle vere perle di saggezza.
“Ciao, come va?”
“Bene, sai Potter, sempre le
stesse cose. Tentando di creare una nuova canzone per il
prossimo anno. Passando alcune informazioni a quelli che sono abbastanza
saggi per ascoltare. E lei?”
“Il solito, classi e quidditch.”
“Ma io posso dire che c’è qualcosa d’altro.”
“E’ un poco personale.”
“E
a chi lo direi?”
Harry ragionò che il
cappello non aveva mai tradito la sua fiducia, così lo
prese dalla mensola, si sedette e lo fece cadere con un tonfo sulla sua testa.
“Ah, una questione di
cuore”, disse una piccola voce accanto al suo orecchio. “Difficile.”
“Dimmi di lui. Non so
neppure se..., hai capito, no?”
“Si, posso vedere. Non è
quello che ti creerà problemi. Ricordo quando mi pose sulla
sua testa, quando aveva solo undici anni. Così intelligente e potente,pieno di potenziale. Fu difficile fare una scelta, come per
te, Potter. Ma posso vedere che ti ha detto tutto di quello.”
“Vuoi dire
che lui è...?”
“Si, non avrà problemi col
fatto che tu sia un maschio.”Harry,
non potè evitare il ghigno, stupido, che apparve sul suo viso. “Ma non celebrare ancora, Potter. Severus è un individuo
complesso, molto privato. Sarà un lavoro duro per vincerlo. Non ha mai permesso
a nessuno di avvicinarsi a lui, per paura di essere rifiutato; come hai fatto
tu. Infatti, vi sono molte somiglianze fra voi due.
Sareste una buona squadra, se riusciste ad ottenere in sieme.”
“Grazie.”
“Non ringraziarmi ancora,
hai davanti a te una battaglia tutta in salita. Credo che il nostro tempo sia
scaduto, abbiamo pubblico.”
Harry rimosse il cappello,
accorgendosi che Dumbledore, lo guardava, sorridendogli, da dietro la sua
scrivania. “Spiacente, signore.”
“Non c’è bisogno di
scusarsi, Harry. Sembrava che fossi immerso in una conversazione molto
profonda, così non ti ho disturbato. Come posso aiutarti, oggi, Harry?”
Harry spiegò del regalo che
aveva trovato per Severus, e come stava sperando che potesse aggiungere i suoi
fascini di protezione su di esso, per farlo più
potente.
“Un regalo stupendo, Harry.
Sapevo che se ti fossi impegnato,avresti trovato qualcosa
di speciale. Sarei felice di aggiungere il mio contributo con i miei fascini di
protezione!” L’uomo mise la collana di fronte a se e, alzando la bacchetta,
iniziò a salmodiare una sequenza di parole che Harry non aveva
mai sentito prima. Harry poteva sentire la magia nell’aria. Sapeva che
Dumbledore era potente, e voleva bene a Severus, così il suo incantesimo avrebbe una forza maggiore. Quando
il vecchio mago finì, lo smeraldo sembrò ardere per alcuni istanti. Harry
avvertiva il potere che fluiva al suo interno.
“Posso suggerirne altri che potrebbero voler partecipare?”
Harry, veramente, non aveva
pensato di chiedere a chiunque altro, non sapendo con chi, Severus, fosse
amico, ma più potente era il fascino, meglio era. “Chiaramente, professore.”
“Perchè non chiedi a
professor McGonagall e professorFlitwick?
Credo che sarebbero felici di aiutarti.”
Harry non avrebbe mai
pensato che potessero essere amici, ma poi, Severus era un grande
mistero per lui. “Grazie, signore.”
***********
Harry bussò alla porta
dell’ufficio della professoressa McGonagall.
“Entri”, Harry entrò
nell’ufficio, e sedette ad una delle sedie che gli venne
indicata.
“Cosa
posso fare per lei, sig. Potter?”
“Un favore,”
disse lui, un poco preoccupato di chiedergli di fare una cosa simile. Cosa succederebbe se scoprisse i suoi sentimenti per
Severus? Morirebbe d’inbarazzo.
“Prosegua,
sig. Potter, non mordo.”
Harry mostrò la collana,
spiegando ciò che voleva da lei, e che era stato Dumbledore a suggerirgli di
venire da lei. Per prima, sembrò un poco spaventata da
tale gesto, specialmente dal fatto che intendesse darlo a Severus; ma mise il fascino
sulla collana,e di nuovo, era un incantesimo molto potente. Harry poteva
sentirlo. Non aveva mai capito che McGonagall, provasse amicizia per Severus.
“Avevo sentito che tra lei e
Severus, le cose erano migliorate, ma non avevo compreso che fosse così avanti
il processo.” Disse, indicando la collana che ardeva
lievemente.
“Professor Dumbledore mi ha
mostrato quanto lui abbia fatto per me, durante il corso degli anni. Quello che
ha fatto quest’estate; e, per finire, sta ancora lavorando
sull’antidoto per me. Per tutto questo, penso che sia il minimo che io possa
fare per ringraziarlo .”
“Vedo. Bene, era tempo che
voi due seppelliste l’ascia di guerra, e non nella testa dell’altro, potrei
aggiungere.”
Harry sorrise, “Grazie,
professore. Non avevo capito che lei sia amica con
professor Snape.”
“Conosco Severus da quando aveva undici anni, e lui è quel genere di persona
che non puoi escludere.” Entrambi risero. “Gli
suggerisco di recarsi dal professor Flitwick, lui e
il professor Snape sono buoni amici.”
Harry assentì col capo, per
poi lasciare l’ufficio e dirigersi all’ala dei Ravenclaw del castello, in
ricerca del professor Flitwick.
*******
Una volta
invitato dentro, salutò. “Buona
sera, professore. Stavo chiedendomi se potesse farmi un favore.”
“Chiaramente,Sig. Potter, si sieda e mi dica che cosa desidera.”
Nuovamente, Harry ripeté la
storia della collana e sul fascino che voleva metterci, e perché stava facendo
questo per Severus. Harry sapeva che il piccolo mago si sarebbe chiesto il
perché. Il professore fu felice di partecipare, e gettò il proprio fascino di
protezione, molto potente.
“Posso fare un piccolo
suggerimento?”
“Per favore.”
“Questo è un bel pezzo di
gioielleria, sig. Potter, ed ora è molto potente. Se certe persone lo vedono, è
probabile che si chiedano per quale motivo il professor Snape stia portando un
simbolo di Harry Potter, quando si suppone che stia lavorando per i cattivi
ragazzi che progettano la sua caduta.”
Harry, immediatamente, si
rese conto di dove la cosa stava andando a parare. Se
Voldemort lo vedesse, si chiederebbe il perché di tale oggetto. Harry
impallidì, perché non aveva pensato a questo? Il suo sgridarsi interno, fu
interrotto.
“Sig. Potter, c’è un modo di
risolvere il problema. E’ chiamato Incantesimo del Datore e Ricevitore. E’
progettato per permettere solamente al datore e al ricevitore di vedere il
regalo. Colui-che-non-deve-essere-nominato, non sarà capace di rompere tale incantesimo, dato che solo il
datore può farlo. Credo che questo possa risolvere il suo piccolo
dilemma.”
“Grazie professore, mi ha
salvato!” Disse Harry, sorridendogli per poi offrirgli la buona notte e
ritornare al suo dormitorio. Una volta qui, gettò il suo fascino di protezione
sul gioiello.
********
Hermione e Ron stavano
aspettandolo; insieme, corsero alla stanza privata di Hermione.
“Parla,
vogliamo tutti i dettagli. Cosa ti ha trattenuto fino ad ora?” Hermione camminava avanti e indietro davanti alla scrivania.
“Sono andato a vedere anche
McGonagall e Flitwick, che hanno
gettato incantesimi sul gioiello davvero potenti.” Harry diede loro la collana.
Entrambi erano in timore reverenziale del potere che
emanava da lui.
“Tutto quello che devo fare
è gettare il mio incantesimo. Oh, e Flitwick mi ha
dato un altro incantesimo da mettergli su, così che nessuno potrà vederlo,
eccetto Severus e me. Così Voldemort, non potrà vederlo.”
Sia Hermione che Ron, rabbrividirono al nome. “E’ una buona idea.
Avremmo dovuto pensarci da soli.”
“Non preoccuparti, ‘Mione, alla fine, tutto ha funzionato!” Ghignò Harry,
riponendo la collana sulla scrivania, di fronte a lui. Estrasse la bacchetta e
concentrò tutti i suoi sentimenti per Severus.
“Amor ac
Servo,” disse, con un colpo secco della sua bacchetta,
gettando il suo fascino. Lo smeraldo arse brillantemente per un momento. Harry iniziò a dire il secondo fascino, così che solo lui e Severus,
potessero vederlo. “Tantum DonatusReciperoEminAspicio
Harry Potter Donatus Severus Snape Recipero.”Il fascino fu gettato, e
la collana scomparve alla vista di Hermione e Ron, che ansarono.
“Harry, è ancora là?”
“Si, Hermione, posso vederla perfettamente.” Sorrise. Si, le cose stavano, definitivamente, per andare
per il meglio.
***************
Erano circa le 10.30 pm
del 12 novembre; Harry, col suo mantello d’invisibilità, era fuori dell’ufficio
di Severus. La luce era ancora accesa, così che l’uomo doveva essere ancora là.
Il corridoio era vuoto ma, Harry, era così nervoso che
aveva paura di bussare alla porta. Dopo quasi dieci minuti di restare fermo lì, si decise, abbastanza era abbastanza! Raggruppò il
coraggio di Gryffindor e bussò.
La porta si aprì. “Mi stavo chiedendo quanto
avresti aspettato prima di bussare,” disse Severus, in
tono asciutto. Harry fu contento di essere coperto dal mantello, perché stava arrossendo,
di nuovo.
Harry entrò nell’ufficio, camminando fino alla
scrivania. Rimosse il mantello.
“Spiacente, non volevo disturbarti.” Harry non vide
nulla di sbagliato, nel dire una piccola bugia bianca per salvarsi da ulteriore imbarazzo.
“Davvero. E che cosa,
posso chiedere, è così importante dal farti restare fuori del letto? Dopo il
coprifuoco, aggiungerei.” C’era un sorriso furbo sulle sue labbra.
“Mi spiace, ma non potevo aspettare fino a domani,
altrimenti sarebbe in ritardo.”
Harry stava sperando che le farfalle che avevano
preso dimora nel suo stomaco, decidessero di
andarsene. Ogni volta che guardava verso Severus, aveva questa stessa reazione,
specialmente dal suo discorso col cappello selezionatore. Harry fu grato per il
fatto che nell’ufficio, le luci ora erano basse, almeno, le sue guance
macchiate di rossore, non erano chiaramente visibili. Severus sembrava
splendido come non mai al giovane, soprattutto con quell’occhiata arruffata. Era
una vergogna che permise a così pochi di vederlo in tale modo. Harry, era contento d’essere parte di tale ristretto gruppo. I suoi
capelli erano una confusione; la giacca era sbottonata, come la sua camicia
pieghettata. Harry pensò che la collana sarebbe sembrata bella contro la sua
gola.
“Mi annuncerai che cosa era
così importante che non poteva aspettare domani? O
resterai solo a fissarmi, in piedi, per il resto della notte?”
Ad
Harry, piacque alquanto l’idea di restare solo in piedi e guardarlo ogni notte,
ma indovinò che avrebbe dovuto ripiegare sulla prima scelta. “Ha haha, molto divertente, Severus. Se non sapessi che è praticamente impossibile che succeda, quasi direi che hai
scherzato.”
“Meglio così, dato che nessuno ti crederebbe.”
Severus si sedette di nuovo sulla sua sedia; Harry andò
all’altro lato della scrivania, per poi inclinarsi di nuovo verso Severus.
“Le sedie sono create per sederci, non gli orli
della scrivania, Harry.” Harry sospirò, per poi
sorridere a Severus.
“Ho qualcosa per te.” Harry tirò fuori lo scrigno
della collana e lo porse a Severus. “Questo è per dirti grazie per tutto e,
chiaramente, buon compleanno!” Harry ghignò all’espressione leggermente
scioccata che apparve sul viso di Severus.
**********
Buon compleanno? Come aveva saputo? Albus! Vecchia
folaga impicciona, era tutto quello che poteva pensare Severus. Non accadeva spesso, ma ora, era scioccato. Non erano molte le
persone che si ricordavano del suo compleanno; solo Albus, Minerva, Hagrid e Filius...ed ora, sembrava, Harry.
Nella mano di Harry, una scatola
di velluto nero, con un nastro rosso ed oro. Severus,
alzò appena un sopracciglio, alla scelta dei colori dei nastri. Prese il
regalo. “Grazie,” era tutto quello che poteva dire.
Si, scioccato era la parola giusta!
“Di nulla, Severus,”
Harry, ancora stava ghignando.
Severus poteva sentire il potere che si irradiava dalla scatola, e la cosa lo fece un poco apprensivo
nell’aprirlo. La curiosità, però, vinse. Cosa poteva
avergli trovato Harry? Slegò i nastri ed alzò il coperchio della scatola.
Merlino! La sua mente gridò. Qualunque cosa si stesse
aspettando, definitivamente, non era questo. Era bella. Una collana di platino
con un filo d’oro che correva attraverso di essa, ed
un ciondolo fatto in un rubino Zoiscite che pendeva
da essa, incantato. Verde ed argento che si mescolavano con un poco di rosso ed
oro. Osservò la forma del gioiello, e non potè evitare di sorridere un poco
furbescamente.
Riuscì a trattenersi dall’affermare ‘stai
marcandomi, sig. Potter?’
Indovinò che fosse costato
parecchio denaro e tempo, al ragazzo; la catena sembrava antica, e Severus
pensò che uno dei suoi soliti commenti sarcastici, sarebbe stato inopportuno.
Il fatto che Harry si fosse messo in tale guaio per lui, l’assordò. Sapeva che,
ad un certo punto, Harry aveva sviluppato un interesse verso di lui, ma non si
era aspettato nulla di simile.
“Grazie, Harry. E’ bello, realmente, ma è troppo.”
“No, non lo è, non per tutto quello che hai fatto
per me.”
“Harry, ho fatto solo quello che ci si aspettava da
me.”Severus si sentiva un poco incomodo, alla direzione che stava prendendo la
conversazione. Non aveva avuto una vera ragione per badare ad
Harry tutti quegli anni, solo l’ha fatto. Rimborsare il suo debito verso il padre,
era divenuto solo come una cattiva abitudine l’estrarre Harry da situazioni pericolose,
dopo il primo anno del ragazzo.
“Aspetta, che ti aiuto io.” Severus guardò come
Harry alzò la collana fuori della scatola e s’inclinò verso di lui. Era
tremendamente consapevole della vicinanza di Harry. Come s’inclinò verso di
lui, agganciando la collana al suo collo, avvertì il potere degli incantesimi
che stavano circondando il suo corpo. Per un istante, Severus si sentì protetto
ed amato. Era un sentimento insolito per lui.
Harry continuò a parlargli, “Verde è il colore che rappresenta soldi, prosperità, lavoro, fertilità
e crescita. Significa anche portatore di pace, calma. Si dice
che portare gemme verdi, calmi fisicamente e mentalmente. Dicono anche che sia
un afrodisiaco. Il rosso, nella pietra, migliora l’energia, forza e salute di
chi l’indossa. Rappresenta anche passione sessuale, il coraggio e protezione.
Inoltre, sono entrambi i colori principali delle nostre case.”
Severus era senza parole. Poi, un pensiero, “non
posso portarlo. Cosa succederebbe se il Dio Oscuro lo
vedesse? E’ un poco ovvio da chi viene.” Non potè trattenere un sorriso furbo
dal nascere sulle sue labbra.
“Va tutto bene, Severus. E’ incantato in modo che
solo io e te possiamo vederlo. Nè
il Dio Oscuro nè gli studenti, potranno vederla.” Severus avvertì le dita di Harry tracciare la collana
posta attorno al suo collo, poi scorrere dal collo
alla mascella, per arrivare al lato della sua faccia.
Severus stava trattenendo il fiato, aveva quasi
paura di muoversi, di rompere l’incantesimo che stava intessendosi attorno a
loro due. La prossima cosa di cui fu consapevole, era un paio di morbide labbra
contro le sue. Inizialmente, rimase assordato. Harry Potter stava baciando
Severus Snape! Questo non sarebbe dovuto accadere. Harry era il salvatore del
mondo, e lui era un uomo che si era sempre mosso nell’ombra, attraverso la
malavita criminale e i cattivi. Ma lui era solo un
uomo, solo umano, ed era duro resistere a tale dolcezza data così liberamente.
Il bacio era morbido e tranquillo e, Severus
indovinò, inesperto. Come Harry, iniziò a ritirarsi, Severus osservò un piccolo
sorriso timido sulle sue labbra, accompagnato da un lieve rossore sulle sue
guance. Era come se non avesse controllo sulle sue azioni, come se fosse
intrappolato in un loro mondo privato. Severus accarezzò la guancia calda di
Harry, e il suo pollice accarezzò dolcemente le sue
labbra. I capelli lunghi di Harry stavano facendogli solletico alle dita, ma
non ci badò, lo sguardo fisso uno in quello dell’altro, chiuso a chiave.
Severus iniziò ad alzarsi dalla sua sedia, senza
allentare il contatto fisico con la faccia di Harry. Quando fu completamente in
piedi, si inclinò verso di Harry, per riprendere possesso
delle sue labbra, in un vero bacio.
**************
Appena
iniziò il primo bacio, Harry, avvertì una scossa elettrica lungo la spina
dorsale, e sentì il sangue andargli a fuoco. Quando si
allontanò, guardò Severus impaurito, aspettandosi come minimo un malocchio, o
che gli gridasse dietro di uscire e lasciarlo in pace. Non si aspettava che
Severus accarezzasse il suo viso in tale maniera gentile, premurosa. Come
Severus si alzò dal suo posto, il respiro di Harry rimase in gola, e quasi svenne quando Severus si abbassò verso di lui,catturando le
sue labbra in quello che Harry, potrebbe descrivere solamente come un vero
bacio. Come le loro labbra si incontrarono, avvertì
sulle sue labbra il sapore di latte scremato del suo labbro inferiore. Non
riuscì a trattenere un lamento quieto. Aprì la bocca, permettendogli l’ingresso.
Harry avvertì la lingua di Severus cercare la sua,
e la sensazione quasi lo fece impazzire. Non era mai stato baciato prima in
tale modo. Come il bacio si approfondiva, avvertì le braccia di Severus che lo
prendevano per la vita. Era contento che ci fosse la scrivania; in caso
contrario, avrebbe colpito il pavimento in una grande
pozza. Ora, tuttavia, stava aggrappandosi alla camicia di Severus come se da
ciò dipendesse la sua vita.
Si sentì spingere in giù dolcemente, sopra la scrivania.
Harry avvertì le carte e il calamaio dell’inchiostro colpire il pavimento. Quando Severus si staccò, interrompendo il bacio, si lamentò,
ma Severus continuò lungo la sua mascella, fino al collo. Harry inarcò la
schiena, il corpo disperatamente in cerca di un contatto maggiore. La mano
posta sulla vita, si spostò sul torso. Harry era in
cielo, perduto in un mondo di sensazioni nuove. Poi, venne l’alt.
***********
Severus, ritornò in se, improvvisamente. La realtà di
ciò che stava per accadere apparve nella sua mente, e la realizzazione
di ciò che stava per fare, e nel suo ufficio, per giunta. Non avrebbe dovuto
esserci uno studente praticamente steso sulla sua
scrivania. Non era un comportamento corretto per un professore. Si allontanò da
Harry, aiutandolo ad alzarsi; stava aspettando una reazione. Era probabile che Harry
lo baciasse per primo, ma lui aveva continuato.
Ciò che fece il ragazzo, lo scioccò per la seconda
volta nella stessa sera. Gli diede un casto bacio sulla guancia e sorrise, il
suo bel sorriso, a lui.
“Buonanotte, Severus, e buon compleanno.”
“Buonanotte, Harry.”
Harry si rimise il mantello d’invisibilità e lasciò
l’ufficio. Severus sedette nuovamente nel suo posto, rilasciando un sospiro
enorme. Fissò la porta attraverso la quale Harry era andato
via. Non potè evitare di sorridere. “Marmocchio insopportabile,” borbottò a se stesso, e con uno sbuffo di risata, lasciò
l’ufficio, ritirandosi nei suoi alloggi per la notte.
Harry corse al dormitorio. Si sentiva sulle
nuvole; il suo primo bacio con Severus era stato più che perfetto. Era stato
tutto quello che aveva sognato e molto di più, magico. Perfetto. Era una
vergogna che Severus l’interruppe, pensò Harry. Come entrò
nella sala comune, non si sorprese che Ron e Hermione l’attendessero sul
divano. Hermione gli rivolse un ghigno.
“Ora, parla!”
“Ci siamo baciati, ed era perfetto!” Harry
vedeva Ron che tentava di non sentirsi male al pensiero di ricevere un bacio da
Snape; Harry, però, si sentiva troppo felice perché permetta a qualsiasi cosa
di rovinare il suo buonumore.
“Oh, mio Dio! Harry! E’ meraviglioso! Era
un bravo baciatore? Gli è piaciuto il regalo?”
“’Mione, calmati!
Lasciagli il tempo di rispondere!”
“Scusami, Ron. Harry, sono felice per te.”
“Va tutto bene, mi sento troppo bene perché
qualcosa mi faccia perdere il buonumore,” l’enorme
ghigno presente sul suo volto, ne era la prova tangibile. “Severus è un amante
fantastico! L’ho baciato io per primo, ma era un
piccolo bacio. Poi, è stato lui a baciarmi, e tutto quello che posso dire, è
che era meraviglioso. Si, era gentile e, si, gli è
piaciuto il suo regalo. Lo sta già portando.”
Hermione se ne uscì con uno strillo acuto,
eccitato. Ron alzò gli occhi al cielo. “Possiamo andare a letto, ora, ‘Mione? E’ tardi e Harry ti ha detto tutti i dettagli.”
“Oh, Ron, non sei per nulla divertente.”
“Scusami, ma se intendi sapere dettagli
sulle capacità come baciatore di Snape, allora sei più strana di lui.” Disse Ron, indicando Harry, anche se stava dicendolo
umoristicamente, visto che stava sorridendo al suo più
buon amico.
“Va bene Ron. E’ tardi ed io intendo andare
a letto a sognare Severus.” Harry si alzò e si diresse
verso i gradini, ma non prima di non sentire Hermione che affermava su quanto
era dolce. Con un sospiro, se n’andò a letto.
*********
Guardando indietro, Harry sapeva che
qualcosa di brutto sarebbe successo, tutto era stato troppo perfetto. Anche se,
dal giorno del bacio, lui e Severus non erano più
rimasti da soli, sapeva che era nella mente dell’uomo. Harry, avvertiva lo
sguardo di Severus, che lo seguiva nella sala, e a sua volta, Harry poté vedere
la collana al suo collo. Cosa che, rese Harry
infinitamente felice, anche se pozioni duplici, non erano migliorate. Si,
Severus era stato, verso i Gryffindor, sarcastico come il solito; ma Harry
sapeva che era parte dell’atto che doveva mantenere.Harry, iniziava a trovare i suoi commenti
incredibilmente divertenti. Specialmente quello dove, Ron aveva trovato il
coraggio per rispondere a Severus in classe. Tutti trattennero il fiato, in attesa della punizione che Ron avrebbe sicuramente ricevuto.
Severus si avvicinò a Ron, e in tono basso e pericoloso, che provocò in Ron il
bisogno di deglutire, fece nota la punizione.
“50 punti da Gryffindor per essere, sig.
Weasley, un piccolo moccio insolente. Cinque notti di divertimento per Filch, mi scusi, ho detto divertimento per Filch? Intendevo dire detenzione CON Filch, per le prossime cinque notti ed una pergamena lunga 9” sul perché non è una buona idea interrogarmi sulle mie tecniche di
insegnamento. Per sua informazione, la pozione della sua
amica è sbagliata, non perfetta come lei pensa. Il colore è sbagliato, come la
consistenza. Dovrebbe preoccuparsi di più dei suoi gradi, lasciando che la sua
amica si preoccupi dei suoi.”
Ron stava borbottando da almeno un’ora,
finita la classe, affermando che Harry doveva richiedere una visita
psichiatrica al S. Mungo, per trovare piacevole un
tale bastardo.
Harry trovava il tutto piuttosto
divertente, ma aveva abbastanza cervello per non dirlo a Ron.
A parte quello, tutto sembrava andare per
il meglio. Harry era felice. Forse, troppo felice. Una notte stava andando alle
prigioni sotterranee per chiedere a Severus se poteva avere un
quantitativo superiore di pozioni rinvigorenti, dato che la sua scorta
era al minimo, e non desiderava una replica dell’inizio dell’anno scolastico.
Harry bussò alla porta dell’ufficio di Severus.
“Avanti.”
Harry entrò, chiudendo la porta alle
spalle. Era la prima volta che si trovavano da soli fin dal bacio, ed era un
poco nervoso. “Professor Snape, mi chiedevo se potessi fabbricarmi un poco di
pozione rinvigorente. Sono ormai al fondo della scorta.”
Severus alzò lo sguardo, osservandolo da
dietro la cortina dei suoi capelli. “Sai dove si trova tutto,”
disse, gesticolando verso la classe. “Tenta solo di non far esplodere nulla,
sig. Potter. Filch ha fatto si
che Weasley facesse un ottimo lavoro di pulizia in queste stanze.”
Un ghigno alquanto torto e cattivo, onorava il suo viso. Harry ridacchiò; aveva imparato anni
fa, che non era una cosa salutare rispondere a Severus in classe. La punizione
era sempre aspra.
*************
Quando ormai la
produzione della pozione era giunta al termine, Severus rientrò nella stanza in
una folata d’abiti. Harry era affascinato, prima o poi,
doveva chiedergli davvero, come riusciva a farlo. Severus gettò un’occhiata
critica al calderone di Harry.
“Niente male.”
“Quello era un complimento?”
Severus elevò un sopracciglio, “Non ci sei
abituato.”
Come se fosse
possibile, pensò alzando gli occhi al cielo. “Vedo che sei ritornato.”
“Ritornato?”
“Si, ritornato
ad essere il sarcastico, cattivo professore di pozioni.”
“Ah, ma lui non
è mai andato via, era sempre qui. Non sono una bella persona, Harry. Te l’ho
già detto. Mi piace rilassarmi a casa, e non dover insegnare a centinaia di
teste dure, aiuta.”
Harry rise. Era
vero. Ma non credeva la parte sul non essere una bella
persona. Harry pensava che fosse perfettamente bello, solo un poco difficile da
gestire.
Improvvisamente,fu come se un peso enorme fosse stato fatto cadere nel
fondo del suo stomaco, e la bile iniziò la scalata della sua gola. Harry,
dovette impallidire notevolmente, perché Severus, gli corse accanto, aiutandolo
a sedersi.
“Harry?”
“Spostati!”
Gridò Harry, spingendolo da parte. Correndo più veloce che poteva, si diresse
verso il lavandino, per poi rigettare. Sentiva Severus che gli accarezzava la
schiena in moti calmanti, per poi aiutarlo a mettersi nuovamente seduto.
“Vuoi qualcosa
per la nausea?”
“No, sto bene.
Ho solo bisogno di un minuto per riprendermi.” Severus
gli porse un bicchiere d’acqua, che Harry prese con gratitudine.
“Dovrei portarti
nell’ala medica.”
“Non ce né
bisogno.”
“Harry, non è
normale vomitare per nessuna ragione.”
“C’era una
ragione, era Volde...Il Dio Oscuro.”
“Il Dio Oscuro?”
“Si. Ho bisogno
di vedere Dumbledore!”
Severus l’aiutò
ad alzarsi ed arrivare all’ufficio di Dumbledore.
*********
Mentre Severus stava aiutando il
ragazzo ad arrivare da Dumbledore, la sua mente correva a mille. Cosa poteva essere stata la causa del violento vomito di
Harry? Sapeva che il ragazzo era in grado di avvertire dolore attraverso la sua
cicatrice, ma non aveva mai sentito prima di una simile reazione. Alcuni
studenti che stavano vagando per i corridoi, gli davano
occhiate divertite, al loro passaggio; dopo tutto, non era di tutti i
giorni vedere il cattivo della scuola, aiutare il buono. Ma
un paio d’occhiate al vetriolo, fece in modo che nessuno di loro fosse
abbastanza stupido da avvicinarsi e chiedere se bisognavano aiuto. Arrivati
all’ufficio del direttore, Severus disse la parola d’ordine, entrando.
“Severus, Harry,
qualcosa non va?”
“Non sò, Albus. Harry era nella mia classe di pozioni con me,
quando divenne improvvisamente pallido e ha iniziato a vomitare. Ha insistito
sul vederla.”
“Harry?” Chiese
il Direttore, evidentemente preoccupato.
“Mi scusi,
Direttore. Ho solo bisogno di un momento.”
“Certo. Tè?”
Severus fece di si col capo. Per tutti gli inferni,
potrebbe trovare utile ora, una pozione calmante, e Harry sembrava
un poco stordito. Non gli piaceva quell’occhiata su Harry. Francamente, era un
poco misterioso. Stava quasi per bere dalla tazza, quando Harry lo bloccò
violentemente per il polso, gridando qualche assurdità, sul non esser sicuro.
Sia lui che Albus, rimasero un poco scioccati
dall’azione.”Harry, sai che io non farei mai del male a Severus!” Disse Albus,
un poco sconvolto, che Harry poteva pensare tale cosa.
“Lo so, signore.
Non è quello. E’ Voldemort.”
“Harry,
Voldemort non ha avuto accesso alle mie scorte di tè.”
Disse, calmo, Albus. Severus, dovette compiere uno sforzo per non mettersi a
ridere a tale idea. Si, il Dio Oscuro era un abbietto bastardo, ed avvelenare
era una tecnica adatta ad uno Slytherin, ma uccidere in tal modo il grande
Albus Dumbledore, lo metterebbe in cattiva luce. Le
persone, crederebbero che sia un codardo, incapace di vincerlo in uno scontro.
No, se dovesse uccidere Albus, sarebbe stato in una lotta, doveva
dimostrare di essere il mago più forte. Una buona opportunità,
pensò Severus. Si, era potente ma, Albus, lo era di
più. Albus giocava con maghi oscuri da prima che il Dio Oscuro
era nato.
“Lo so, ma
Voldemort probabilmente lo chiamerà ad una riunione stasera. Ha bisogno di
essere perfettamente in controllo di mente, e una pozione calmante, non
l’aiuterà.”
Ora, aveva la
totale attenzione di Severus. “Come lo sai?”
“Ciò che accadde
in classe, avvenne perché avvertivo le sensazioni di Voldemort. Era la sua
malvagità che mi ha fatto star male. Ha scoperto qualcosa che lo ha reso molto
felice. Non so cosa. Sarà in vena di esultare, e quale occasione migliore per
farlo, che d’innanzi al suo cerchio interno?”
Aveva senso, ma
che cosa aveva scoperto? Un silenzio incomodo e
pesante, riempì la stanza. Tutti i presenti, pensava a cosa poteva far così
felice un tale cattivo uomo.
Severus, aveva
del lavoro a cui badare, non poteva rimanere seduto a pensare se on non poteva ricevere una chiamata. “Se mi scuserete, credo di
essere giunto ad un punto importante della mia ricerca all’antidoto di Harry.” Si alzò, e salutando uscì.
**********
Tornato nei suoi
laboratori privati, Severus tentò di non pensare all’avvertimento di Harry. Non
aveva tempo di pensare ai ‘se’. Non adesso. Intuiva di esser vicino ad un
risultato. Poteva sentirlo, tutti i suoi istinti dicevano
che era sulla strada giusta. Nella stanza, ovunque, vi erano libri e pergamene,
accatastate, e fiale di prova e calderoni dappertutto, a dimostrazione di
quanto impegno aveva messo nel lavoro di ricerca dell’antidoto. Severus si
sedette, osservando l’esemplare originale ottenuto ad una delle riunioni col
Dio oscuro. Non era stato completamente inutile, anche se era contaminato
dall’immondizia del pavimento da cui l’aveva raschiato; ma non gli aveva detto
nulla di più di ciò che già si aspettava. Avvertì un bussare alla sua porta.
Severus indovinò che era un gufo, e dopo aver aperto, scoprì di aver ragione.
Slegò la pergamena.
CARO SEVERUS,
GRAZIE PER LA
POZIONE DI WOLFSBANE DI QUESTO MESE. I MIGLIORAMENTI DA TE
PORTATI SONO SBALORDITIVI, MI SONO SENTITO MEGLIO LA MATTINA, MENO DOLORE.
GRAZIE NUOVAMENTE PER IL TUO TEMPO E LO SFORZO.
REMUS LUPIN
Severus
ricompensò il gufo, che volò fuori dal suo ufficio,
non senza sbattere, prima, su tre contenitori.
Dannato animale,
fu il pensiero di Severus.
Molte grandi
invenzioni in pozioni, furono scoperte a causa di un incidente, o da una
misurazione errata, che a volte, potevano provocare i risultati tanto
desiderati. Questa volta, era dovuto ad un gufo goffo.
Severus scattò in piedi, tentando di afferrare le fiale dal rovesciarsi sui
suoi esperimenti. Riuscì a fermarne due, ma la terza, finì
diritto nel calderone. Severus gemette. Non era una tragedia, stava per usare
il fluxweed prossimamente, ma era, definitivamente,
un inconveniente il non poter dire la misurazione esatta del prodotto e il
momento d’unione. Si fermò improvvisamente, quando il fluweed
iniziò a reagire nella pozione. Iniziarono a formarsi delle bolle a velocità
pazzesca. Stava per esplodere, e lui, fece quello che avrebbe fatto qualunque Slytherin rispettabile nella sua
situazione... corse!
Si chiuse la
porta dietro, appena in tempo a sentire l’esplosione risultante. Sul suo volto,
comparve un ghigno selvaggio. Era così ovvio, ma lui era stato cieco, per non
vederlo. Difendendo la porta, in modo che nessun
studente potesse entrarvi, Severus Snape corse per la seconda volta in quel
giorno, e correre non succedeva molto nella sua vita, dal principio alla fine
all’ufficio del Direttore.
*******
Severus entrò
senza bussare, “Albus, devo parlarti immediatamente.”
“Chiaramente,
mio caro, è qualcosa di privato?”
“Che cosa?”
“Vuol dire se
devo andarmene, Severus.”
“Minerva!”
“Ben fatto,
Severus! Hai ragione.”
Severus lanciò il suo più buon cipiglio nella sua direzione, “Non dovresti
stare inseguendo, fuori, insetti parassiti o qualcosa di simile?”
“Non ne ho
bisogno, quando tutto quello che tu devi fare è lanciare occhiatacce a loro,
rimandandoli diritti alla Foresta Proibita.”
“Bambini.”
“Bambini!”
Dissero Severus e Minerva, insieme.
“Bene, se
insistete per comportarvi come loro...”
“Albus, io non
sono una bambina. Sono abbastanza vecchia per essere sua madre.”E indicò Severus.
Severus aveva
uno sguardo completamente scioccato sulla faccia, “Merlino lo impedisca!”
“Smettetela.
Ora, Severus, qual’è la questione?” Chiese Albus,sapendo
che se si trattasse di qualcosa di personale, lo direbbe, richiedendo, seppur
cortesemente, di allontanare Minerva.
“Ho
l’antidoto, ma...” Aggiunse, alla vista dell’eccitazione apparsa sui loro visi.
“Non posso crearlo né somministrarlo ora. Inizialmente, non scoprii la data in
cui fu fatto, il solstizio estivo. Come sapete anche voi, molte cose di natura
magica vengono alterate se fatte, imprudentemente
durante il solstizio o sull’equinozio. Se fosse stato creato in qualsiasi altra
durata, avrei potuto fare immediatamente l’antidoto, ma la pozione che ha
avvelenato Potter è stata colpita da questo fattore, che m’impedisce di creare
l’antidoto ora.”
“Quando ritieni di poterlo fare e quando sarà sicuro per
Harry, prenderlo?” Chiese Albus.
“Per
contrastare gli effetti che il solstizio estivo ha creato nella pozione, dovrei
tramare l’antidito sul giorno, astrologicamente, opposto: il solstizio
d’inverno o natale. Dato che ora siamo alla fine di novembre, abbiamo solo
alcune settimane da aspettare. Dovrò poi, metterlo sotto un fascino di
conservazione, affinché conservi la sua potenza fino
al prossimo solstizio. A quel tempo, il sig. Potter, potrà prendere l’antidoto.
Sfortunatamente, gli effetti fisici della pozione originale non porteranno via
fino al suo prossimo compleanno. Dopo di ciò, il sig. Potter dovrebbe tornare
al suo normale, irritante vecchio Gryffindor.”
“Ma, Severus, è il prossimo anno!” Esclamò Minerva. Quanto ti
ci volle per arrivare a tale conclusione?” Se il suo tono sarebbe stato più
secco, avrebbe avuto bisogno d’acqua. La donna sfolgorò a Severus, come faceva,
quando era uno scolaro.
Albus,
scelse di ignorarli entrambi, “Ben fatto, Severus! Sapevo che gliel’avresti fatta. Sono sicuro che Harry sarà contento di poter
tornare alla sua età reale.”
“Si,
sono sicuro che...” Severus si fermò bruscamente, trattenendo il respiro. Si
afferrò il braccio, sapendo che gli altri due professori avevano immediatamente
capito ciò che era successo. “Devo andare.”
“Prenditi
cura di te, ragazzo mio. E ritorna a casa salvo.”
Albus sembrava preoccupato. Chi non lo sarebbe stato, dopo l’avvertimento
di Harry del giorno prima? Minerva impallidì, preoccupata. Severus non
aveva tempo per pensare a questo; doveva sbrigarsi. Il Dio oscuro, non
aspettava nessuno.
*********
Dopo
aver inarcato e strisciato ai piedi del cattivo mago, Severus raggiunse il suo
posto.
Harry
aveva ragione; sembrava immensamente lieto circa qualcosa. Senza dubbio
l’avrebbe scoperto presto.
“Ho
alcune notizie interessanti, una scoperta che accelererà i nostri sforzi di guerra;
qualche cosa che accelererà la mia vittoria sui contaminati e impuri. Avery, recupera la mia sorpresa.”
Tutti
erano nell’attesa per la rivelazione della sorpresa. Severus aveva il
sentimento che questo stava per essere cattivo su un livello catastrofico.
Qualsiasi cosa fosse, sembrava che l’eccitamento lo
stesse quasi facendo rimbalzare, qualcosa che non era mai buono, in alcun modo!
Avery
accompagnò un giovane di circa diciannove o vent’anni,
sotto shock, nella stanza. Severus non lo riconobbe. Il che, era insolito.
Raramente dimenticava studenti che si erano laureati solo un paio d’anni prima.
Poteva aver frequentato una scuola straniera. Il giovane non stava piangendo
solo, stava gridando come un bambino, ed i suoi
manierismi erano strani. Severus aveva già visto uomini adulti piangere alla
presenza del Dio Oscuro, ma mai in tal modo.
“Splendido!
Vero?” Chiese il Dio Oscuro. Come risposta ottenne solo un silenzio confuso. La
cosa lo fece ridere. Era un suono sgradevole, niente affatto gradevole. “Vedo
che dovrò spiegare. Quando questo bambino mi fu portato ieri, aveva solo dieci
anni.” Mormorii ruppero fuori d’ogni angolo della sala
da pranzo. Il cuore di Severus iniziò a battere furiosamente nel petto. CAZZO!
Gridò la sua mente. Come era riuscito a scoprirlo?
Credeva che la pozione fosse stata distrutta tutta con la fialetta rotta
d’innanzi a lui. Era evidente che si sbagliasse.
“Silenzio.”
I mormorii smisero immediatamente. “A questo marmocchio fu avvelenato da uno dei miei mangiamorte di classe inferiore, e abbandonato in
una delle celle a morire. Immaginate il mio stupore quando, questo pomeriggio,
mentre facevo una passeggiata attraverso le mie prigioni, non solo trovo il marmocchio che non è morto, ma che è di dieci anni più
vecchio! Immaginate le possibilità di questo. Potrei gonfiare le mie file con
bambini cui fosse data tale pozione. Dopo tutto, tutti
i bambini desiderano crescere più veloce, no? Ha! Prenderò i bambini non
desiderati dagli orfanotrofi e li addestrerò ad essere fedele a me prima che si
siano formati un’opinione o di essere influenzati da Dumbledore! Saranno
l’avanguardia perfetta per il mio esercito. Decimeranno il nemico. Alcune morti
fra loro, non saranno una perdita per me, datoche ne posso
creare altri ogni qualvolta ne abbia bisogno. Quando avranno annichilito il nemico, prenderò il mondo
magico con i miei fedeli al mio lato!”
Allegria
si sparse rapidamente per la sala; Severus avrebbe voluto seguire l’esempio di
Harry e rimettere. Il suo incubo peggiore stava diventando realtà, bambini
innocenti usati come soldati spendibili.
“C’è,
comunque, una cosa che mi interesserebbe sapere Severus,
e forse, tu potresti darmi la risposta, si? Sei la mia spia a Hogwarts, no?”
Severus
alzò la testa. Merda, sapeva quello che stava per
accadere, e avrebbe fatto male. “Il mio Dio?”
“Se
la pozione ha avuto questo effetto sul marmocchio,
allora perché Potter dimostra diciassette anni? Era la stessa pozione,
Severus.”
“Non
lo so, mio Dio, Dumbledore mi dice solo alcune cose di Potter, e il ragazzo
sembra lo stesso a me.” Sapeva che non era una
risposta abbastanza buona.
“Deve
essere cambiato. Altrimenti, perché sarebbe corso da quel vecchio sciocco, quest’estate? Si, credo che Potter sia cambiato, e tu avresti
dovuto esserne consapevole, Severus!” La rabbia stava
aumentando.
Severus
strinse i denti, preparandosi mentalmente per la punizione, che sapeva stava
per arrivare. “Sono molto mortificato, mio Dio.”
“Degli
errori possono essere rettificati, Severus, e questo è uno di loro. Ma tu devi
essere punito; non posso mostrare favoritismi, Crucio.”
Severus
era preparato al dolore così, quando venne, non fu un colpo per il suo corpo.
Poteva, anche, avvertire la collana donatagli da Harry che assorbiva una parte
dell’incantesimo. Ma, ancora, fece un male d’inferno,
causandogli un naso sanguinante e un ginocchio dolorante quando crollò sul
pavimento.
Un
minuto più tardi, “Alzati, Severus.” L’uomo fece come gli fu ordinato, anche se
era un poco tremante. “La ragione per cui non ti ho
castigato molto severamente, come avrei dovuto, è che, sfortunatamente, ho
ucciso quel giovane pozionista dall’Italia. Purtroppo,non può più riprodurre la pozione per me. Ma con le tue
abilità, Severus, so che potrai riprodurre i suoi effetti per me.”
“Chiaramente,
mio Dio, è un onore servirla.”
“Eccellente.”Gli
diede una fiala di pozione. “Mi aspetto che per la nostra prossima escursione,
in alcune settimane, su di un orfanotrofio, sia pronta.”
Il bagliore presente nei suoi occhi era pura malvagità, come il sorriso storto
presente sulle labbra. “Oh e, Severus, questo marmocchio, dovrà essere ucciso,
sa troppo. Avrai questo onore. So che non hai tanta
sete di sangue quanto noi, ma è bene che tu ti tenga in allenamento, non sei
d’accordo?”
“Si,
mio Dio.” Severus si avvicinò all’uomo-bambino, alzando la bacchetta. Avrebbe
dato qualunque cosa per evitare di fare questo ad un altro bambino innocente,
ma non aveva nessuna possibilità. Albus doveva
scoprire quello che erano i piani del Dio Oscuro e, se
si rifiutasse, sarebbe ucciso anche lui, lasciando il posto ad un altro, e
Albus non scoprirebbe più nulla, fino a che non fosse troppo tardi. Sacrificare
pochi per i molti, salmodiò nella sua mente. “Avada Kedavra” e l’uomo-bambino
era morto. Il Dio Oscuro, sembrò lieto.
“Congedati.”
Tutti lasciarono la sala in fretta; la maggior parte era eccitata sulle
possibilità di quest’esercito in progettazione.
Severus desiderò potersene andare velocemente; indietro alla Foresta Proibita,
e rigettare tutto quello che aveva mangiato nelle ultime 24 ore.
************
Dopo
essersi liberato completamente, Severus, raggruppò la sua mente, e si diresse
verso il castello, all’ala dell’ospedale. Ancora non stava troppo bene, e il
suo naso non smetteva di sanguinare. Aveva bisogno che Poppy compiesse
alcune delle magie ristorative per ristabilirsi a
normale.
*******
Erano
in una delle stanze private dietro all’infermeria, e molti incantesimi di
riserbo erano stati lanciati. “Nulla di troppo cattivo, Cruciatus
per circa un minuto, e ho vomitato per circa dieci minuti nella foresta.”
“Perché? Ti senti ancora della nausea?”
“Voglio spiegarlo una volta sola, mi fai il favore di
chiamare qui Albus?”
“Certamente.
Distenditi, mentre lo chiamo.”
Poppy
lasciò la stanza, mentre Severus seguì il consiglio. Non aveva energia per
lottare, adesso, contro di lei; non se la sentiva. Severus avvertì il suono
debole di passi, qualcuno stava entrando nella stanza, e non appartenevano né a
Poppy né a Albus. Rapido come un fulmine, aveva la sua
bacchetta in mano, indirizzata al cuore di uno spaventato Harry Potter. Severus
gemette, posandola nuovamente. “Potter...Harry, cosa stai facendo qui?”
“Ero
preoccupato, e non riuscivo a dormire. Ti ho visto attraverso i campi dalla finestra
del dormitorio. Volevo assicurarmi che stessi bene.”
“Sto
bene. Tornatene a letto.” Non poteva trattare anche con questo, al momento; non
aveva bisogno di guardare Harry, non mentre sentiva,
anche se metaforicamente, il sangue innocente sulle sue mani. L’uomo chiuse gli
occhi, sperando che il ragazzo se ne fosse andato, quando li riaprisse di
nuovo. Nessuna tale fortuna! I passi, invece, vennero più vicino. Severus
avvertì un tocco morbido sulla sua guancia. Sospirò. Cosa
farà? Non avrebbe mai dovuto baciare il ragazzo, ma aveva
perso il controllo. Ed era stato magnifico. Faticò
parecchio a non lasciare comparire un piccolo sorriso sulle sue labbra;
incoraggerebbe solo il marmocchio.
“Ciao,
Harry. Severus.”
Severus
aprì gli occhi, incontrando lo sguardo scintillante d’Albus Dumbledore. Non
riuscirebbe mai a sopravvivere al fatto di essere trovato con un sorriso, benché
uno piccolo, sul volto in compagnia di Harry ‘Io sono un
dannato Gryffindor troppo grazioso per poter essere descritto’
Potter.
“Albus.”
“Direttore.”
Harry sembrava colpevole come il peccato; Severus si chiese nuovamente come, per
tutti gli inferi, come questo ragazzo riuscisse a cavarsela nelle sue avventure?
“Non
è tempo perché tu sia a letto, Harry?” Sia ringraziato Merlino; Albus stava per
spedirlo via.
“Voglio
restare.”
“No.
Non lo permetterò. Non questa volta.”
“Calmati
Severus. Non stai bene.” Poppy aveva già cominciato a ficcare tazze di pozioni
tra le sue mani,
“Harry,
perchè non aspetti fuori? Potrai vedere Severus dopo che avremo finito di
parlare.” Harry sembrò un poco incerto, ma assentì all’ordine
d’Albus.
Una
volta che Harry uscì, Severus si rivolse a Albus. “Ha
scoperto l’uso della pozione. E’ stato provato accidentalmente su di un bambino
che era stato rapito la notte scorsa. Un idiota ha pensato che fosse un veleno.
Il Dio Oscuro scoprì il bambino questo pomeriggio, da questo la sua estrema
felicità. Ha ordinato che faccia altra pozione.”
“Altra?”
“Si.
In poco più di due settimane, farà scorrerie in un orfanotrofio e inizierà a costruire
il suo nuovo esercito.”
“Indovino
che tu non abbia nessuna alternativa oltre a fare la
pozione. Non ci sono molti orfanotrofi di maghi, in questo paese. Dovremo
trovare membri dell’ordine per proteggerli. Almeno, ora
sappiamo come fabbricare l’antidoto, se qualcosa dovesse andare male. Cosa puoi dirmi del giovanotto prigioniero di Voldemort?”
Severus
impallidì nuovamente. Se nel suo stomaco fosse rimasto
qualcosa, ora avrebbe visto nuovamente la luce del giorno. Poppy notò la cosa. “Severus,
posso ritenere che questo abbia qualcosa a che fare con la tua nausea?”
“Si,
Poppy. Il Dio Oscuro mi ordinò di ucciderlo. Mi sono assicurato che fosse
rapido e indolore come possibile.” La sua voce, era
poco più di un bisbiglio aspro, un uomo più debole avrebbe pianto.
Albus
sembrò rattristato. “Sono sicuro che tu l’abbia fatto, Severus. Non c’era nulla
che tu avresti potuto fare.” Disse il vecchio,
accarezzandolo sul braccio, “ora riposa.”
Poppy,
sempre professionale, non fermò quello che stava facendo, quando sentì del fato
del bambino. “Severus, sarai nuovamente bene. Puoi ritornare alle tue stanze,
ma, se possibile, per favore mangia qualcosa a colazione. Hai bisogno di recuperare
forze.”
“Lo
farò, Poppy, grazie.”
La
donna uscì con Albus, per informarlo dei suoi danni fisici; Severus sperò che
gli fosse possibile affrontare quelli mentali.
Era
quasi riuscito ad uscire, quando era entrato Harry. Dannazione! L’aveva
dimenticato. Desiderava solo potersene andare a letto e tentare di cessare di
ricordare l’intera serata. Era buono a farlo.
“Severus,
come stai?”
“Stanco.”
Prima che riuscì a trovare un’altra parola per spedire via
Harry, per potersi così crogiolare in un pò di pace, il ragazzo gli si gettò
fra le braccia. Severus fremette dal dolore. Harry si ritirò immediatamente, dispiaciuto.
“Per
Merlino, Severus, scusami.”
“Non
ti preoccupare, sto bene. Ho solo bisogno di un poco di riposo.”
“Che cosa è accaduto stasera?” Severus ringhiò, desiderando
di poter andarsene a letto. “Per favore.”
“Il
Dio Oscuro ha scoperto della tua condizione, e ha già piani per usarlo su altri
bambini, per costruire un esercito. Sei felice, ora? Posso andarmene?” Severus era consapevole che il suo tono era duro, e che Harry non lo
meritava. “Spiacente,” Borbottò, dopo aver visto come si
agitò il ragazzo. Harry stava tremando visibilmente.
“Ti
ha punito, stasera, vero? Perchè non gli hai detto su di me.”
“Si,
non era...”
“E’
tutta colpa mia! Tutti quelli a cui voglio bene,
finiscono per soffrire a causa mia.” Rabbia e colpa erano evidenti nel tono del
ragazzo.
Severus
non aveva voglia di questo, ora! “Finiscila con l’auto compassione! C’è più in
pericolo qui, che te stesso. Il mondo non gira attorno a te!”
“Questo
non è auto compassione, è un fatto. Guarda a te, ti è
stato fatto del male a causa mia.”
La
risposta di Severus, fu un ringhio frustrato. “Harry...”
“Esci
da qui. Vai via.”
“Quella
è la miglior cosa che hai detto in tutta la serata. Buonanotte.” Severus fece
per andarsene, ma non riuscì ad oltrepassare Harry.
“No,
voglio dire, vai via da qui. Lascia Voldemort e tutto il resto dietro.”
Il
ragazzo era, chiaramente, impazzito. Severus si chiese se Albus fosse consapevole
di questo fatto. “E dove, di preciso, dovrei andare?”
“Harry,
vattene a letto,” disse Severus, il cui temperamento
stava minacciando di esplodere.
“No!
Voldemort non mi lascerà in pace! Colpirà e colpirà,
finché rimarrò del tutto da solo!”
“Dov’è il tuo famoso coraggio di Gryffindor? Lo sò che ti è capitata una mano piena di m****a, ma devi
trattare con questo. Tutti dobbiamo farlo. Anche se non ci piace, ma lo facciamo. Sicuro, fuggi e il
diavolo prenderà chi è rimasto dietro! Razza di piccolo egocentrico! Quindi il
Ragazzo Dorato ha gli orli un poco anneriti. Non avrei
mai pensato che tu fossi un codardo, Black si, ma non tu.”E vada all’inferno il controllo, il ragazzo stava
davvero pigiando tutti i suoi bottoni. Una cosa che aveva sempre odiato, era l’autocommiserazione.
E adesso, Harry, stava sguazzandoci dentro!
“Perché sei arrabbiato con me? Non è colpa mia.” Grande, ora
il ragazzo stava diventando petulante.
“Cerca
di esser memore delle tue lagnanze, ragazzo. Proprio ora,
stavi lagnandoti che era tutta colpa tua. Deciditi.” All’inferno il controllo, davvero
si chiedeva se qualcuno si accorgerebbe se uccidesse
Potter!
“Intendevo
la tua rabbia, perchè sei arrabbiato con me! Non ho chiesto questo, non voglio essere il dannato salvatore!”
“Vattene
e fa pure la tua routine di messia martirizzato per qualcuno a cui importi. Tutti
i sacrifici dei tuoi genitori per te...devono stare rotolandosi nelle loro
tombe! O i loro sforzi non intendono nulla per te,
piccolo presuntuoso?” Disse Severus, con i denti scoperti e la voce piena di
veleno. Perchè non si decideva a lasciarlo in pace?
“Perchè
sei così arrabbiato con me? Cosa ho fatto?” Lacrime
iniziarono a scendere sulle guance del ragazzo, che si sentiva quasi soffocare.
Prima Sirius, ora, anche i suoi genitori...
“Sono
arrabbiato con te perchè non mi permetti di andarmene, quando chiaramente te lo
facevo capire.” Disse Severus, allontanandosi.
“Tutto
quello che volevo sapere era se stavi bene, e tu, invece, te la sei presa con
me.” Gridò Harry all’uomo.
Severus
avvertiva la tensione riempire l’infermeria. Non era, realmente, una buona idea avere due maghi potenti, e confusi, che
litigavano in uno spazio chiuso. M***a. Lui desiderava solo andarsene; le
lacrime di Harry gli ricordarono l’uomo-bambino che aveva ucciso a sangue
freddo.
“Ero
solo preoccupato, Severus, io ti voglio bene!” Disse Harry, seguendolo. Severus
si volse verso il giovane.
“Bene,
non devi, Potter. Te l’ho detto prima e te lo dirò di
nuovo, io-non-sono-un-bell’-uomo! Non dovresti
preoccuparti di me. Ho fatto cose che ti farebbero vomitare, cose che ti
farebbero fuggire dal terrore.” La sua voce era bassa,
pericolosa.
“Non
m’interessa, Severus. Io ti voglio bene. Perchè non riesci a capirlo?”
“Non
devi.” Disse, tentando di andarsene di nuovo, ma Harry
non aveva intenzione di abbandonare la questione così facilmente.
“Perchè
non devo? Perchè stai comportandoti così? Non hai mai agito così le altre volte
che ti ho visto dopo una riunione.”
“Perchè
questa volta, dovevo uccidere a sangue freddo un decenne
totalmente pietrificato dalla paura!” Ciò che Severus non avrebbe mai voluto
che Harry scoprisse, era scivolato fuori grazie alla rabbia. Non desiderava
certamente che il giovane lo credesse un mostro. In ritardo, ormai, lo avvertì
la parte logica della sua mente. Harry era pallido, e sembrava inorridito. Il
silenzio tra i due, era quasi assordante. Severus fece per andarsene.
“Perchè?”
Gli chiese Harry, quasi in un bisbiglio.
La
rabbia di Severus era scomparsa, lasciando dietro a se solo un senso di stanchezza.
“Perchè mi venne ordinato, perchè lo sacrificai per
salvarne molti altri, cosa importa? L’ho fatto. Ho assassinato un bambino
intrappolato in un corpo adulto senza un secondo pensiero. Cosa che certamente
mi fa diventare un bastardo crudele.”
“Quello
non è vero, se non te ne importasse, non saresti così
sconvolto, ora. Penso che tu abbia fatto quello che dovevi fare.
Nessuna questione quanto era duro. Sei
più forte di me.”
Severus
poteva esser certo che il ragazzo stesse dicendo la
verità, poteva vederlo nel suo volto. Ma non si
sentiva ancora pronto per il perdono. “Mi spiace di aver perso il controllo. E’
stata una notte dura.” Severus allungò, improvvisamente, una mano, asciugando
una lacrima sulla guancia del giovane con il pollice.
“Anch’io devo scusarmi. Avrei dovuto permetterti di andare quando l’hai chiesto.”Harry si avvicinò, abbracciandolo.
Severus lo ricambiò, grato del conforto. “Scusami, non volevo
farti male. Non voglio fartene mai, ti amo troppo per farlo.”
Anche
se il ragazzo stava dicendolo sepolto nel suo torace, non ci si poteva sbagliare
su quello che Harry aveva detto. Questo aveva appena aggiunto un set intero e
nuovo di complicazioni nella sua vita. Con buona speranza, complicazioni
piacevoli. Severus inclinò la faccia di Harry in su, e
pigiò dolcemente le labbra su quelle del giovane in un bacio tenero.
Severus
stava apportando gli ultimi ritocchi alla pozione richiestagli dal Dio Oscuro.
Questa volta, stava facendola senza i cavilli stagionali che il lotto di Harry
aveva. Così, se alcuni bambini fossero persi e dovesse essere necessario
lottare per riaverli, l’antidoto potrebbe esser dato loro immediatamente.
Severus avvertì un’ondata di magia attraversare la stanza. Alzando gli occhi,
vide Albus mettere via la bacchetta.
“Perché la usa? Lei è un padrone della magia senza bacchetta.”
“Trovo che conforta le persone, vedermi usare una bacchetta.
Molti, ancora, credono che tale forma di magia sia il regalo dei maghi, e ne
hanno paura.”
Vecchio
sciocco arrabbiato! “Albus, ci siamo solo noi, in questa stanza.”
“Abitudine,
mio caro ragazzo.” Disse, con un evidente scintillio nei suoi occhi. “Una
caramella al limone?”
La
risposta di Severus fu un alzarsi del sopracciglio; gli piaceva realmente il vecchio
pazzo. “Forse, la prossima volta.”
“Come
stanno andando le cose?”
“La
pozione invecchiante è pronta, deve solo raffreddarsi.
L’antidoto sarà pronto in durata. Come vanno le cose
da lei?”
“Ho
messo cinque membri dell’Ordine ad ognuno dei quattro orfanotrofi del paese. Ho messo su un sistema di segnalazione, così che
quando Voldemort ne sceglierà uno, attaccandolo, gli altri useranno
l’apparizione per aiutarlo a difenderlo. Spero solo che sia abbastanza.”
“Sono
sicuro che stia facendo tutto il possibile. Andrà?”
“Si,
ma rimarrò a scuola fino a che non si conoscerà la sua scelta. Se dovessi essere
in uno di loro, e Voldemort lo scegliesse, se ne accorgerebbe,
andandosene. Sai se dovrai partecipare all’incursione?”
“Onestamente,
non lo so. Potrebbe, ma uno dei suoi difetti è la sua eccessiva fiducia in se
stesso, e c’é l’opportunità che non mi richieda,
credendo che la quantità di persone siano abbastanza. C’è la possibilità che mi
lascia indietro ad amministrare la pozione ai bambini, quando torna.”
“Aiuterebbe
se tu non vi fossi. E’ impossibile riconoscere i mangiamorte, ed il Ministero
arriverà, ad un certo punto, e non posso rischiare che tu venga
arrestato o che ti venga fatto male.”
“Posso
chiedere al Dio Oscuro di farmi restare a preparare la pozione, ma lui farà comunque quello che crederà migliore. Se mi vorrà là, non
avrò nessuna alternativa e andare.”
“So
che farai del tuo meglio, Severus. Credo che sia giunta l’ora, per me, di andarmene,
visto che sta per arrivare un giovane per incontrarti.”
Disse Albus, con gli occhi che brillavano di allegria.
Severus,
sfolgorò al vecchio uomo. “Cosa significa
quell’occhiata?”
“Nulla
Severus, Davvero nulla. Sono solo felice che due persone a me così care, stiano
formando un’amicizia.”
“E quello è tutto ciò che è, vecchio uomo, un’amicizia. Nulla
di più.”
“Certo
che no, Severus. Ma tu sai che non c’è regola contro
una relazione tra uno studente ed un insegnante, se lo studente è maggiorenne,
vero?”
“Sono
perfettamente consapevole di tutte le regole della scuola, Albus. Ma ancora non cambia che non c’è nulla di più dell’amicizia
tra me e il sig. Potter.”
”Come desideri, Severus. Solo, è chiaro che al giovane Harry,
tu piaccia alquanto. Ora, devo andare. Buon giorno, Severus.”
Se un’occhiata avesse potuto uccidere, quella diretta ad
Albus, l’avrebbe messo immediatamente sotto un metro di terra.
***********
Erano
passate quasi due settimane, da quando Harry aveva
avuto il litigio con Severus nell’ala dell’ospedale. Tra loro, le cose erano
ancora un poco difficili, ma definitivamente migliori.
Forse, pensò Harry, era vero che il tempo guariva le ferite. Naah, quella era
una stronzata. Harry comprese di essersi spinto un poco troppo oltre. Quella
notte. Di aver agito da egoista. Harry desiderava essere con Severus, passare
tutto il suo tempo con lui. Hermione aveva affermato che era dolce, mentre Ron
lo definì possessività. Harry aveva l’orribile sensazione che Ron era corretto,
e che doveva calmarsi, considerando che tutto quello che era accaduto tra loro,
era qualche abbraccio e baci. Poi, era andato a rivelargli che lo amava! Harry
pensò che avrebbe potuto fare un’eccellente caricatura di Dobby, quando quello
accadde; desiderò di colpire il capo, ripetutamente, nel muro.
“Una
falce per loro.”
Harry
alzò lo sguardo, spaventato, uscendo dai suoi pensieri, per incontrare gli occhi
del direttore.
“Mi
scusi?”
“Per
i tuoi pensieri, Harry.”
“Oh,
loro non valgono così molto, signore. Forse uno zellino o due.”
Dumbledore
rise, “E’ bello vedere che non hai perso il tuo senso
dell’humor, Harry, in tali tempi oscuri.”
“Tento
di trovare sempre il lato brillante della vita, signore.”
Disse Harry, ghignando. Gli piaceva il vecchio mago, era
completamente matto e geniale alla stessa durata.
“Ora
corri, Harry. Severus sta aspettandoti. Gli ho detto
che stavi andando da lui.” Disse il direttore, sorridendo, ed incamminandosi
verso i livelli superiori della scuola.
Harry
s’incamminò verso lo studio di Severus, scuotendo la testa. Il Direttore lo confondeva
sempre; era come se l’uomo fosse psichico.
*********
Harry
bussò alla porta di Severus ed entrò. “Per caso, hai tempo di fare una pausa
col marmocchio più importuno ed insopportabile della scuola?”Disse Harry, ghignando da un
orecchio all’altro.
Severus
alzò gli occhi al cielo, “ Chi sono per rifiutare un tè
con lo scapolo d’oro del mondo magico?”
“Penso
che nemmeno tu sia così male. Sei alto, scuro, bello, molto misterioso ed
incredibilmente ricco!”
“Così,
sei solo dietro hai miei soldi?”
“Naah,
ne ho molti da solo. Infatti, persone che non ho mai
conosciuto, continuano a darmene. Solo oggi, ho ricevuto un gufo da Gringotts,
sembra che una certa sig.ra Baly ha trasmesso lasciato
a me le sue proprietà; nemmeno col mio nome, ma solo al ‘ragazzo-che-visse’.”
“E’
perché tu sei un simbolo della speranza per molte persone, specialmente per le
più vecchie generazioni. Harry, non c’è nulla di cui esser imbarazzato.”
“Forse.
Non so cosa fare di quei soldi, realmente; non penso che dovrei tenerli, ma non
voglio che siano sprecati. Mamma e papà mi lasciarono con più soldi di quel che
realmente mi servono. Non so, dovrò
pensarci su.”
“Sono
sicuro che qualsiasi cosa deciderai di fare, sarà per
il meglio. Quando metti la tua mente in qualcosa, riesci a diventare una
persona molto pensierosa, Harry.”
“A
volte riesci ad essere così dolce, Severus.”
“Sta
amoreggiando con me, sig. Potter?”
Harry
arrossì un poco; non poteva evitarlo. “Io? No, mai.”Ma il ghigno sul suo viso lo smentì definitivamente.
“Forse
dovresti seguirmi, possiamo ordinare il tè, e tu puoi farmi una promessa.”
“Che promessa?”
“Vedrai.”
Severus lo condusse attraverso la porta del suo ufficio, arrivando nelle sue camere private.
*********
Severus
fece cenno a Harry di sedersi; ordinò tè per entrambi ad uno degli elfi
domestici.
“Harry,
ho bisogno che tu mi faccia una promessa.”
“Certo,
quale?”
“Ho
bisogno che tu mi prometta che quando ci sarà la
battaglia all’orfanotrofio, tu non lascerai Hogwarts. Che non
tenterai di fare l’eroe. Io ho bisogno di sapere che tu sei al sicuro,
non posso permettermi di avere la mia mente che vaga, preoccupandomi di te. Ho
bisogno che tu mi prometti questo.” Severus sapeva che
stava usando ciò che il ragazzo provava per lui a suo discapito, costringendolo
a promettere qualcosa che nessun altro poteva. Era consapevole che, se vi fosse
l’opportunità, Harry sarebbe corso nel bel mezzo della lotta, se solo fosse
stato convinto che ciò potesse salvare anche una sola persona. Severus, era
anche consapevole che neppure Albus potesse costringere il giovane a fare tale
promessa; molte volte, il vecchio aveva fatto promettere a Harry qualcosa, per
poi vederlo, appena gli volgeva le spalle, fare l’esatto opposto.
“Certo.”
Severus
non fu convinto da quella risposta. Si unì a Harry sul sofà e prese il suo viso
nelle sue mani. “Io l’intendo, Harry, ho bisogno che
tu mi prometti che non farai qualsiasi cosa di stupido. Per favore,
promettimelo.” Poi, si inclinò
su di lui, e lo baciò dolcemente, sulle labbra. Severus era perfettamente
consapevole di star usando ogni trucco sporco a sua conoscenza, ma se serviva
per ottenere lo scopo desiderato, era preparato a farlo.
**********
Harry
s’inclinò al bacio gentile. Severus era davvero cattivo per fargli questo, per
costringerlo a promettergli qualcosa. Come l’uomo si allontanò, Harry sorrise
furbescamente a lui. “Quello era crudele. Cattivo, anche.”
“Ha
funzionato?” Chiese Severus, con un cattivo e torto arricciarsi delle labbra,
che suggerivano divertimento.
“Sai
perfettamente che ha funzionato!” Rispose Harry, cercando di sembrare risentito,
ma fallendo miseramente a causa del sorriso sul suo viso.
“Bene...”
“Ma,” l’interruppe Harry, decidendo di non permettergli di
scamparsela così facilmente.
Severus
alzò un sopracciglio, “Ma che cosa?”
“Se
tu mi costringi a fare tale promessa, voglio qualcosa in cambio.”
“Stiamo
negoziando, sig. Potter?”
“Sempre.”
“Sentiamo
i tuoi termini, allora.”
“Primo,
il tuo nome.”
I
suoi occhi si strinsero, “Che cosa c’è di sbagliato,
col mio nome? Mi piace. Mi hanno assicurato che mi si addice”
“Oh,
certo, moltissimo. E’ un bel nome, molto regio. Rotola sulla lingua, ma è un
vero boccone.”
“Un
boccone?”
“Si.”
“Ah,
si. Mi è stato detto, una volta o due, che è un vero boccone.”
Disse Severus, sorridendo allegramente al giovane. Ci volle
un momento a Harry, per capire a che cosa, precisamente, si stesse riferendo.
Appena l’illuminazione giunse, gli occhi di Harry si allargarono, ed un piccolo
rossore camminò a carponi, attraverso le sue guance.
“Sta
amoreggiando con me, professor Snape?”
“Io?
No, mai.”
“Lei è un cattivo, cattivo uomo, Severus Snape.”
“Grazie.
Ma in cosa, precisamente, vorresti cambiare il mio nome?”
“Mmmm,
come su Sev? So che mi hai detto che non ti piacciono
i soprannomi o simili, ma, ehi, almeno non ho deciso per Sevvie!”
“Natale...Natale. Credo di averne già sentito parlare. Una
fastidiosa festa alla fine dell’anno, in alcune settimane, credo.”
Harry
alzò gli occhi al cielo. “So che hai detto che non ti
piace, ma a me si. Quindi, la sera di Natale, tu ed io, avremo una festa
privata.”
“Definisci
‘festa privata’.”
“Sei
sempre così diffidente di tutto. Non preoccuparti; non sarà terribile. Solo un
momento privato di umore festivo.”
“Definisci
‘momento privato di umore festivo’.”
Harry
dovette trattenersi dallo strangolare il difficile uomo prossimo a lui, ma non
riuscì a trattenere una risata. “Tu, io, un calice di vino
entrambi a fare un brindisi agli amici assenti, una cosa del genere, nulla di
strano. Quantità?”
“Se
mi dici per quale motivo desideri passare la tua
serata con me; certamente ci sono persone migliori con cui spendere tale festa,
come Albus.”
“Bene,
vedi, devo darti il tuo regalo di Natale, ma se preferisci, potrei
dartelo nella sala a colazione. Indovino che sarebbe divertente per vedere la
reazione di tutti a dandogli un regalo.”
“Va bene, hai vinto! Ma! Solamente se prometti di non spendere eccessivamente, come invece hai
fatto per il mio compleanno.
Harry
ci pensò su. Non era un cattivo scambio, ma era un poco preoccupato a quello
che potrebbe trovargli per Natale che costasse poco.
L’uomo aveva gusti costosi. “Accettato!” Troverebbe qualche cosa, ne era sicuro. Bene, abbastanza sicuro.
Alcuni giorni più tardi, a cena, Harry avvertì un dolore
lancinante alla cicatrice. Harry alzò lo sguardo, verso di Severus, e lo vide
accennare col capo a Dumbledore, parlargli per qualche minuto e poi lasciare la
sala in tutta fretta.
Dumbledore aveva negli occhi un’occhiata fiera, che disse
a Harry che l’uomo era pronto per la battaglia.
“Hermione?”
“Si, Harry?”
“Penso che accadrà stasera. Posso stare nei tuoi alloggi?
Così, se le cose diventano cattive, non risveglierò il resto del dormitorio.”
“Certo, Harry. Possiamo preparare alcuni fascini
d’insonorizzazione, se le cose diventeranno cattive.” Sorrise, rassicurante,
Hermione.
“Non è necessario che tu rimanga, Mione.”
“Lo so, Harry, ma non ho intenzione di lasciarti da solo.”
“Grazie.”
“Ci sarò anch’io, amico. Non lascerò il mio più buon amico
alla misericordia di tu-sai-chi.”
“Grazie, Ron. Non ti avevo chiesto nulla perchè non volevo
obbligarti...”
“Non pensarci neppure, Harry. A che altro servono gli
amici.”
Dopo cena, tutti e tre si diressero nella stanza privata
di Hermione, gettarono molti fascini insonorizzanti e di chiusura.
***********************************
Severus stava aspettando gli ordini del Dio Oscuro;sperava
di non dover seguire l’incursione. Rapire bambini non era alla cima del suo
elenco. Sfortunatamente, non gli chiesero di restare indietro. Solamente alcuni
rimasero, mangiamorte di basso livello, per assicurarsi che le celle per i
bambini fossero sicure. Doveva rischiare di incorrere nell’ira del Dio Oscuro,
e richiedere di esser lasciato indietro. Doveva esser rapido, dato che stava
per lasciare la stanza.
“Mio Dio!”
“Severus?”
“Desidererei il suo consiglio, mio signore.”
“Ora non è il momento migliore, Severus. Sarà meglio che
sia davvero importante!”
Severus ingoiò la bile che era giunta alla sua gola, “La
pozione, il mio Dio, ha bisogno di alcune piccole preparazioni dell’ultimo
momento, per essere perfetto. Se rimarrò indietro, potrò farglielo trovare
pronto per il vostro ritorno con i marmocchi, così da poterglielo somministrare
immediatamente.” Mentalmente, incrociò le dita.
Il Dio Oscuro restrinse i suoi occhi rossi, tentando di
indovinare le sue motivazioni. Severus stette fermo sotto il suo scrutinio; non
per nulla, Severus era un padrone di Occlumency per nulla. “Hai un buon punto,
Severus. Sarà migliore somministrare immediatamente, ai marmocchi, la pozione.
Così, l’opportunità d’interferenze, saranno minori. Resterai e preparerai la
pozione. Il resto di voi andrà, e mi procurerà il mio futuro esercito.”
La stanza, ora, era vuota e Severus pregò Merlino che
l’Ordine avesse successo.
**********************************
Remus Lupin, Kinglsey Shacklebolt, Hestia Jones, Emmaline
Vance e Bill Weasley erano seduti fuori della Casa di Merlino per Bambini
Orfani, invisibili. Stavano aspettando l’arrivo dei mangiamorte o la chiamata
per arrivare ad uno degli altri orfanotrofi che erano sotto sorveglianza.
Silenziosamente, si preparavano per la battaglia.
“Remus?” Chiese una voce bisbigliante, come bisbigliante
fu la replica.
“Si, Bill?”
“Sappiamo se Severus parteciperà nell’attacco o no?”
Remus sembrò preoccupato, all’amico. “Spiacente, Bill,
niente notizie. Ma Albus ha detto che Severus chiederebbe a Voldemort di poter
restare indietro per preparare la pozione. Con buona speranza, non ci sarà.”
“Mmmmm, spero che sia così.” Disse Bill, in un bisbiglio
quasi silenzioso.
************************************
Mezz’ora più tardi, nell’orfanotrofio si avvertirono forti
rumori, mentre i vari mangiamorte apparvero.
“Tempo dello show,” commentò Hestia.
“Informerò Albus,” disse immediatamente Emmaline.
Gli altri quattro, entrarono immediatamente in azione,
cominciando a sparare malocchi in tutte le direzioni. Albus aveva preavvisato
tutti gli orfanotrofi sulla possibilità di un probabile attacco da parte di
Voldemort, e che dovevano tenere i bambini dentro al sicuro.
****************************************
Bill lanciò una maledizione d’intontimento, seguita da una
d’expelliarmus al suo assalitore. Una volta che questi era sul pavimento, mise
un incantesimo vincolante sull’uomo. Corde come serpenti, strisciarono su di
lui, legandolo ermeticamente. Uno in giù, quaranta che restano, pensò
sarcasticamente Bill. Appena un secondo dopo, un altro mangiamorte, ingaggiò
battaglia con lui.
***************************************
Remus stava tentando di impedire a due mangiamorte di
entrare nell’orfanotrofio da una finestra laterale. Durante la battaglia, i
suoi sensi di lupo gli diedero un gran vantaggio: poteva odorare gli attacchi
magici da direzioni diverse, e poteva muoversi più rapidamente dell’uomo medio,
rendendo più facile lo scansare le maledizioni e incantesimi.
Evitò un Cruciatus, spedendo immediatamente una
maledizione d’abbattimento in ringraziamento; il mangiamorte colpì il muro
dietro di lui con una botta alquanto soddisfacente. Remus, fremette leggermente
al rumore; riuscì a gettare un fascino di stupefacente all’altro in difesa, ma
perse. Come un altro mangiamorte si unì al suo collega, Remus innalzò uno scudo
per proteggersi dall’assalto furioso dei due maghi.
“Rictusempra!” Esclamò una voce seria da dietro di lui. Il
mangiamorte precipitò a terra con una risata incontrollabile. Prima che il suo
camerata, potesse lanciargli il contro incantesimo, Remus lo colpì con una
maledizione di Abbattimento, rendendolo inconscio.
“Alcuni dei più vecchi incantesimi, sono i migliori.”
Remus, fece apparire sul suo viso un ghigno ferino, “Si,
Moody, devo essere d’accordo. Era ora che si presentasse la cavalleria!”
“Ha! Voi cinque servivate appena per scaldare l’ambiente,
ora devono preoccuparsi d’avvero. Albus è stato avvertito? Voldemort ha osato
mostrare la sua faccia, ancora?”
“Si, Albus è stato avvertito. E no, Voldemort non si è
ancora presentato, per quello che ne so io, ma ci hanno detto che probabilmente
lo farà.”
“Non ho dubbi!” Mad-eye aguzzò la sua bacchetta al
mangiamorte ridente e gettò un fascino vincolante, imbavagliandolo. “Snape è
qui, stasera?”
“Non lo sappiamo, dovremo controllare tutti quelli
catturati, sperando che nessuno gli abbia procurato danni rilevanti.”
“Sono stati tutti avvertiti di non usare nulla di mortale,
dato che non sappiamo se Severus sarà presente o non. Albus non perdonerebbe se
accadesse qualcosa all’uomo, Merlino sa perché!”
“Alastor! Severus è sul nostro lato, ora!”
“Se lo dici tu.”
“Lo dico. Fai attenzione...” Mad-eye chinò la testa come
Remus sparò un’altro malocchio ad un mangiamorte che si avvicina.
****************************************
Kingsley Shacklebolt aveva collaborato con Hestia Jones;
stavano proteggendo l’ingresso posteriore dell’orfanotrofio da tre mangiamorte.
Non stavano cavandosela male. Usavano il basso muro che era vicino al portico
come protezione dai malocchi. Erano riusciti ad abbattere due nemici, ma le
disparità stavano incominciando ad essere contro di loro. Sentirono il rumore
di molte apparizioni. Entrambi sperarono che i nuovi arrivati fossero sul loro
lato!
**************************
Dopo aver contattato Albus, Emmaline Vance si era unita
alla lotta. Era una strega forte e potente, nonostante l’aspetto. Molte persono
avevano fatto commenti sul suo aspetto, che la faceva sembrare grandiosa e
regale, che lei aveva immediatamente congedato come sciocchezze. Emmaline era
un orgoglioso sangue puro Slytherin, ma non era contro coloro che non lo erano.
Non credeva nelle stupidità di Colui-che-non-deve-essere-nominato, e non lo
congiungerebbe mai. Era riuscita a prendere facilmente in giù tre mangiamorte,
quando avvertì il suono di un’apparizione dietro di lei. Si girò; bacchetta
alzata, in caso che chiunque fosse , non fosse amichevole, e si trovò faccia a
faccia col suo incubo peggiore. Occhi rossi, che baluginavano pazzamente con
rabbia e divertimento, stavano guardando nei suoi. Emmaline sparò un malocchio
d’abbattimento, per tentare di correre via. Il suo malocchio fu deflesso come
se fosse nulla di più di una fastidiosa mosca. L’ultima cosa che sentì, mentre
precipitava a terra, era la voce del demonio mormorare le parole imperdonabili,
“Avada Kedavra.”
**********************************
Harry lanciò un grido penetrante, al sentire la pugnalata
della maledizione di Voldemort che l’attraversava. Aveva, nell’ultima ora,
avvertito un persistente ottuso, dolore, ma quando Voldemort aveva gettato un
Imperdonabile, il dolore era divenuto insopportabile. Come iniziò ad
affievolirsi nel precedente male ottuso, notò che i suoi due amici, erano
prossimi a lui, circondandolo con le loro braccia. Harry sorrise un poco
malinconicamente, e spiegò che Voldemort aveva congiunto la lotta, e che aveva
appena ucciso qualcuno.
**********************************
“Tom!” La voce d’Albus ruggì attraverso il campo di
battaglia. Il vecchio mago, era adirato al vedere, con quale spensieratezza, il
suo vecchio studente gettò la maledizione mortale, senza un secondo pensiero.
*************************************
Al suono della sua voce, Bill girò la testa. Non lontano
dal vecchio mago, vi era Voldemort ed il suo cerchio interno.
Bill non si era mai trovato così vicino al mago cattivo, e
non era un’esperienza che sperava di ripetere. Poteva sentire l’immenso potere
corrotto che emanava dall’uomo. Non capiva come riuscisse Severus a stargli
vicino così spesso; tale pensiero, riportò la sua mente sulla preoccupazione
per il compagno. Bill analizzò il cerchio interno, cercandolo, ma non poteva
dire se fosse presente, dato che tutti erano nei loro accappatoi neri e
maschere bianche. Ora, Bill, divenne consapevole che la vera battaglia stava
per iniziare, e che i loro numeri erano notevolmente inferiori. Le persone
contro cui stavano lottando prima erano inesperte; il cerchio interno, sarebbe
tutta altra cosa, da abbattere. Erano maghi potenti, capaci di gettare gli
imperdonabili con agio, ed una gran parte della sua famiglia, stasera, era
presente.
****************************************
“Andate. trovate i marmocchi; io penserò a trattare con
questo vecchio sciocco. Occupatevi dei suoi piccoli seguaci.” I mangiamorte
delle file più basse, si diressero nuovamente verso l’orfanotrofio, mentre gli
appartenenti del cerchio interno, formarono una linea, pronti a prendere in giù
chiunque decidesse di interferire con i loro affari. Voldemort stette in piedi,
orgoglioso, attendendo la prossima mossa di Dumbledore.
“Non ti permetterò di farlo, Tom, sono solo bambini
innocenti.!
“Allora, tenta di fermarmi, vecchio sciocco!”
La battaglia per l’orfanotrofio aumentò. Chiunque avesse
avuto il tempo di guardare, sarebbe rimasto sorpreso all’agilità di cui si
dimostrarono capaci i due, considerando, specialmente, il fatto che uno aveva
circa 150 anni e l’altro circa 70.
Voldemort gettò al suo avversario una maledizione del
dolore; Albus eresse uno fascino di scudo di un brillante bianco che rifletté
la maledizione al lanciatore. Comunque, Voldemort era troppo rapido e lui
scomparve con una rotazione del suo mantello, per poi ricomparire un
millisecondo più tardi, quando la maledizione era passata.
“Come sta il tuo Salvatore, Albus? Si sente un poco più
vecchio della sua età?”
“Almeno, non è alla tua portata! Mi occuperò personalmente
che le cose rimarranno così.”
Albus gettò un fascino di fuoco potente a Voldemort,
sommergendolo con le fiamme. Si sentì Voldemort gridare in frustrazione.
Riuscì a fermarlo solo per qualche secondo, e poi, l’uomo
colpì con un fascino altrettanto sporco, “Diffindo” ed una brillante luce color
porpora corse verso Albus.
Questi riuscì a scansare facilmente il colpo di vento, ma
il suo cappello era completamente distrutto. Il vecchio mago risparmiò il
pensiero di un momento per il cappello, era stato un regalo di Filius Flitwick,
e gli era sempre piaciuto, ma era stata la scelta tra il copricapo o un lembo
del suo corpo. Sperò che Filius capisse.
“Stai diventando lento, vecchio barcollante?”
“Non abbastanza lento per te, a quanto sembra, Tom.”
“Non chiamarmi così, vecchio sciocco, Crucio!”
Albus usò lo stesso trucco dello sparire di Voldemort, ma
lo fece con più stile. Quando riapparve, era dietro a mago cattivo. “Evanesco.”
Voldemort sembrò scintillare un poco, pressoché come se
stesse svanendo. Comunque, riuscì a gettare via l’incantesimo. “Bella prova,
vecchio, ma ci vorrà più di un incantesimo evanescente per liberare il mondo da
me.”
“Non sai mai, finché non provi, Tom.” Anche se era nel calore
di una battaglia, Albus Dumbledore, ancora era calmo e sereno. Ma se si
guardasse nei suoi occhi, comunque, si vedrebbe tutt’altra cosa. Loro parlavano
di altro. erano duri e decisi. Se quell’incantesimo evanescente fosse stato
gettato su un mago normale, sarebbe immediatamente scomparso.
*********************************************
I mangiamorte, erano riusciti ad irrompere
nell’orfanotrofio, ma a causa delle custodie anti-apparizione, dovevano far
uscire i bambini per poter usare l’apparizione. Il cerchio interno, stava
tenendo Dumbledore ed i suoi uomini, occupati sul davanti, quindi decisero che
il piano migliore era uscire dalla porta posteriore. Non erano riusciti a
trovare tutti i bambini; c’erano quasi cinquanta dei marmocchi e solamente trenta
dei mangiamorte. Potevano prendere con loro uno solo; i mangiamorte sperarono
che ci fossero altri disponibili per occuparsi del resto dei marmocchi. Uno di
loro aprì la porta posteriore, credendo di essere ormai libero di agire,
solamente per trovarsi di fronte un Kingsley shacklebolt irato, Hestia Jones e
molti dei loro amici.
La battaglia, nel retro dell’edificio, fu condotta
fieramente, dato che non desideravano che fosse fatto del male ai bambini.
Sfortunatamente, riuscirono a liberare solo alcuni di loro. Quasi venti dei
bambini, furono presi dai mangiamorte.
Hestia si occupò dei dieci bambini liberati, portandoli a
distanza di sicurezza dalla lotta. Kingsley e gli altri, entrarono
nell’edificio, sperando di liberare i rimanenti bambini.
**************************************
Albus e Voldemort, videro molti del cerchio interno
entrare nell’orfanotrofio. Voldemort ghignò, questo era il segnale del fatto
che i bambini avevano iniziato ad esser portati via. “Alla prossima, Albus. Oh,
e porta anche quel marmocchio di Potter con te. E’ così divertente giocare con
lui.” Poi, usò l’apparizione con molti del suo cerchio interno. Seguiti dai
pochi livelli bassi rimasti.
Albus raggiunse Remus, che stava uscendo
dall’orfanotrofio. “Quanti ne perdemmo?”
“Approssimativamente da 25 a 30. Il resto è con Kingsley e
Hestia. La direttrice è rimasta ferita, ma sopravvivrà. Perchè il ministero non
è qui?”
“Fudge non ha creduto nelle informazioni che gli ho
fornito, dicendo che a Severus non poteva esser data fiducia e che senza
dubbio, questa era una trappola.”
Remus rilasciò un ringhio ferino. “Quell’uomo è uno
sciocco, n’avremo salvati di più, stanotte, se ci avessero fornito appoggio.
Eravamo troppo inferiori, numericamente. Immagino che ora, non ci sarà più
dubbi, sul coinvolgimento di Voldemort, non con il suo Marchio Oscuro che
rimane sopra l’edificio.”
“Lo so, Remus, noi facevamo tutto ciò che si poteva. Se
non mi fossi dovuto occupare di Voldemort, avrei potuto fare di più.”
“Albus! Quello è un discorso sciocco. Nessun altro qui,
avrebbe potuto affrontare Voldemort e vivere per poterlo raccontare.”
“Ma io penso che quello fosse il suo piano, e noi ci siamo
cascati.”
“Non c’era altra alternativa. Sfortunatamente, questa
sera, era la sua volta di vincere.”
“Forse hai ragione, caro ragazzo.” Era un tono triste, che
non andava bene al vecchio mago, solitamente gioviale.
**********************************
“Penso che sia conclusa.” Annunciò ai suoi amici.
“La battaglia?” Chiese Ron, con i nervi a pezzi.
“Si, penso di si. Non sento più Voldemort gettare magico,
bene non la magia potente, in ogni modo. Ancora è felice, posso sentirlo
celebrare.”
“Raccapriciante,” E Ron, rabbrividì in repulsione.
“Harry, tenta di trovare un poco di riposo. Sembri davvero
pallido. Ho visto il professor Snape l’altro giorno, e gli ho chiesto un poco
di pozione di Dreamless Sleep per te, così, dopo la battaglia potevi dormire
senza incubi.”
“Sei andata a vedere Sev? E te l’ha dato senza discutere?”
Harry sentì un poco scioccato a ciò.
“Mi ha estorto una
promessa, prima di darmelo. Era davvero dolce.”
“Scusa, hai detto
che Snape era dolce?”
“Zitto, Ron.”
“Quale era la
promessa?” Chiese, intrigato, Harry.
“Che durante la
battaglia, avrei badato a te, assicurandomi che tu non lasciassi Hogwarts in
caso che tutto risultasse un diversivo per allontanare Albus, in modo da
riuscire a catturarti.”
Harry avvertì il
primo sorriso della giornata, apparire sul suo volto. Il fatto che Severus si
fosse preoccupato così di lui, da costringere Hermione a promettergli di badare
a lui, lo fece felice. Neppure il fatto che gli venisse impedito di uscire da
Hogwarts l’infastidì. L’unica cosa che gli importava, era l’evidente
preoccupazione di Severus nei suoi confronti.
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La pozione era
pronta, e Severus attendeva, nervosamente, il ritorno del Dio Oscuro. Severus
sperò che Albus fosse riuscito a bloccare l’azione dei mangiamorte, anche se
significasse ricevere una punizione. Se questo voleva dire che i bambini erano
al sicuro, poteva sopportare una piccola punizione.
Improvvisamente
Severus, avvertì le grida di bambini, evidentemente terrorizzati, ed il suo
cuore affondò. Alcuni erano stati catturati dal Dio Oscuro. In pochi minuti,
una trentina di bambini, si trovarono di fronte a lui, la maggior parte che
piangevano dal terrore. Pochi secondi dopo, apparve anche il Dio oscuro.
“Smettete di
piangere! Stasera vi ho fatto un grande favore. Vi ho preso per darvi una vera
casa, dove sarete addestrati e guardati. Tutto ciò che vi chiedo in cambio, è
la vostra lealtà. Lavorate sodo nei vostri studi e sarete ricompensati. Ora,
dopo una bevanda, andrete a letto. Severus!”
Severus iniziò a
mettere la pozione nelle tazze dei bambini che sfilavano d’innanzi a lui. Una
volta bevuta la pozione, vennero condotti nei loro nuovi alloggi. Rimasti solo
i mangiamorte, il Dio Oscuro si rivolse ai suoi seguaci.
“Stanotte non è
stato un completo fallimento, ma neppure un successo totale. Dumbledore! Di
nuovo! Perchè quel vecchio deve sempre intromettersi nei miei piani? Ma non
temete, miei fedeli, per ora lavoreremo con ciò che abbiamo, ventisette piccoli
marmocchi che, da domani, saranno ventisette grandi marmocchi, pronti per la
mia guida. Questo lotto sarà il banco di prova. Se tutto andrà per il meglio, ne
prenderemo altri, e se Dumbledore pensa di fermarmi, vedrà. Se necessario,
strapperemo i piccoli bastardi dalle braccia delle madri nelle strade! Non
permetterò che quei bastardi bene intenzionati, fermino i miei piani. Mi
aspetto che alcuni di voi insegnino ai marmocchi, li addestri in quello che li
farà utili per me.” Disse, perduto nei suoi pensieri, andando su e giù per la
stanza. “Ora andatevene, chiamerò coloro che sceglierò per insegnar loro.”
Severus lasciò il
Feudo, dirigendosi nuovamente a Hogwarts. Erano molte le cose da dire a Albus.
Non era sicuro della sua reazione alle notizie di una accademia oscura per i
soldati-bambini di Voldemort. Sicuramente, non buona. Una delle cose che
disprezzava di più, era l’uso di bambini durante la guerra.
Era quasi Natale, e Harry non
stava divertendosi. Recentemente, aveva avuto una visione che comportava
Voldemort ed il suo esercito d’uomini-bambini. Era lieto per la velocità con
cui apprendevano gli Imperdonabili e, come ricompensa, li aveva marcati presto.
Da qui la ragione per cui Harry, era nell’ala dell’ospedale, con pomate e bende
sul suo avambraccio sinistro. E aveva anche una
riunione con il Professore di Difesa Contro le Arti Oscure entro poche ore.
L’uomo era patetico; non aveva insegnato nulla d’utile, nulla di più che
argomenti da lui insegnati nel DA alcuni anni fa. La
cosa più divertente, era che aveva paura di Harry. No, impaurito non era la parola
giusta; pietrificato andrebbe meglio. L’uomo credeva che Harry fosse il
prossimo Dio Oscuro in addestramento. Harry non aveva facilitato la cosa,
quando aveva dichiarato che avrebbe studiato Morsmordre
e il Marchio Oscuro, per il progetto d’esame finale. Il suo ragionamento, aveva
trovato significato a posteriori, e Harry sperava di poter persuadere l’idiota
a permettergli di continuare. Potrebbe tentare più tardi, alla riunione.
*******
Severus non era nel migliore
degli umori. Quello stupido idiota, DamienLarkswood, che aveva l’audacia di chiamarsi un professore,
chiede una riunione. Tutti i membri senior della
facoltà erano stati chiamati: Albus Dumbledore, Minerva McGonagall e lui. Non
riusciva ad immaginare quello che potrebbe essere così
importante da richiedere l’attenzione di tutti e tre loro. Oh, farebbe meglio
ad essere importante o sangue sarebbe versato, o al minimo,
denti cadranno. Severus era occupato nel tentare di organizzare e
preparare tutto per l’antidoto di Harry. Il tempo utile per poterlo tramare era
già abbastanza piccolo senza degli idioti che s’intromettevano, sprecando il
suo tempo prezioso.
Severus si chiedeva sempre perché
Albus continuasse ad ingaggiare tali idioti per una delle più importanti
posizioni nella scuola. Era un mistero! Una teoria, affermava che lui sperasse in
Harry Potter, una volta che fosse uscito da scuola. Severus non era convinto
che fosse ciò che desiderava Harry, anche se non avessero mai parlato del suo
futuro. Solo, aveva il sentimento che non sarebbe stata la scelta principale di
Harry. Tutti credevano che lui, Severus Snape, volesse il lavoro! Al solo
pensiero, rabbrividì violentemente;no, lui certamente
non voleva il lavoro, era perfettamente felice dove si trovava. Difesa Contro
le Arti Oscure, richiedeva troppa interazione con gli studenti, per la sua
simpatia. Tutti gli studenti amavano il soggetto, principalmente perché
potevano sparare malocchi all’un l’altro. Le poche
volte che aveva frequentato quella classe, per coprire le assenze di altri professori, non l’aveva mai goduto realmente. Era
troppo chiassosa, e doveva passare l’intero tempo a frenare il proprio
temperamento, oltre alla tentazione di gettare malocchi ai piccoli marmocchi
fino all’inferno ed oltre!
Severus non sapeva neppure da
dove tale rumore fosse nato, ma serviva egregiamente
come copertura, dando agli studenti una buona spiegazione per l’apparente odio
che portava a Albus. Un risolino uscì dalla sua bocca; non aveva mai odiato
realmente Albus. Aveva, solo, persa la fede per un tempo ma,
gratamente, quella fede era stata ripristinata.
*******************
I tre
professori senior di Hogwarts erano seduti nell’ufficio di DamianLarkswood che aspettava
l’inizio della riunione.
“Sono contento che siate potuti
venire.”
“Avevamo scelta?” Battibeccò
Severus.
“Severus! Ora Damien,
che cosa c’è di così importante da aver bisogno che noi venissimo qui?” Chiese Albus, pensando che era meglio che ci fosse una
buona ragione; Severus stava, altrimenti, per uccidere il professore di DADA, e
non era sicuro che l’avrebbe fermato.
“E’ Harry Potter!” Proclamò Larswood. I tre professori sembrarono stupiti.
Severus sapeva che Harry non
calcolava molto il professore, ma non aveva compreso che il sentimento fosse
reciproco. Di più, se non tutti, i professori amavano Harry, pensando che fosse
un buon studente. Anche
Severus non aveva più molte lagnanze. Il ragazzo era cresciuto ed aveva iniziato
a prendere i suoi studi seriamente.
“Che
cosa su Harry, Damian?” Chiese Albus.
“So che mi credete pazzo per
pensare che Potter sia cattivo, ma la recente area dei suoi studi è causa di
preoccupazione. Harry sta interessandosi nelle Arti Oscure, e credo che sia sul
limite di girare!”
“Bene, io no! Albus, non starà ad
ascoltare queste sciocchezze? Harry Potter che diventa scuro! Non ho mai
sentito prima tale spazzatura in tutta la mia vita!” Minerva sembrò
sentirsi personalmente insultata; era un insulto alla sua casa.
Severus tentò di trattenere il
suo divertimento, comunque, la faccia di Minerva
annullò ogni freno. Severus iniziò a ridere incontrollabilmente.
I tre altri professori lo guardarono un poco stranamente, non era di ogni giorno che si vedesse Severus Snape ridere.
“Spiacente, Albus. Mi sembra di aver sentito qualcuno affermare che Potter era diventato cattivo. Uno scherzo
divertente, Larkswood, la cosa più divertente che ho
mai sentito. Viene subito dopo la notizia della sua assunzione da parte di Albus!”
“Severus,”
l’avvertì Albus, ma poteva vedere il divertimento negli occhi del vecchio uomo.
“Mi scusi, Albus, ma quella era
la cosa più assurda che io abbia mai sentito. Il
ragazzo non è cattivo; credetemi, io conosco il cattivo. Ehi! Larkswood, forse una volta o l’altra, potrei portarti a conocere alcuni vecchi amici per il tè? Poi, credimi,
sapresti riconoscere il cattivo. Potter cattivo? Ma
per piacere! Non c’è un solo osso cattivo nel suo corpo.”
“Lui può parlare ai serpenti! E, ha un Runespoor. E’ un fatto
ben saputo che solo i Maghi Oscuri, tengono Runespoor!”
Disse malevolo Larkswood.
“Come piace dire ai bambini, stronzate!” Rispose Severus.
“Quello non ti rende cattivo! Harry sta tenendo il Runespoor
per me, perché può parlargli! E’ inapprezzabile per pozioni.”
“Sta studiando il Marchio Oscuro, solo un
passo prima che inizi a marcare le persone!” Disse Larkswood,
in sua difesa.
“Per favore! Più parli , più idiozie
escono dalla tua bocca.”
“Il suo progetto finale è sul Marchio Oscuro, Professor Snape.
Io affermo che è solo una questione di tempo.”
Minerva e Albus, erano un poco scioccato al sentire quello che
stava studiando Harry e, veramente, anche Severus, ma questi lo nascose meglio. Severus sapeva che se Harry aveva scelto
quel soggetto, lo aveva fatto per una buona ragione, e non per marcare persone.
Severus si alzò, inclinandosi poi verso l’idiota, posando le mani sulla
scrivania tra loro, per arrivare il più vicino possibile e rispose, “Nonostante
quello che ha scelto come soggetto di studio, Harry
Potter non è cattivo, né lui lo sta diventando. sarà
il giorno in cui l’Inferno gelerà, quello in cui il ragazzo marcherà in alcun
modo simile a Lord Voldemort!” La sua voce era bassa e pericolosa, come era il
suo temperamento ed l’umore. Severus usò il nome eletto del Dio Oscuro
raramente, ma credeva che la situazione lo richiedesse. Il massimo impatto, era
quello che voleva ottenere, ed era quello che ottenne.
Larkswood aveva ansato, impallidendo al suono del
nome di colui-che-non-deve-essere-nominato,
quasi cadendo dalla sedia.
“E’ bello sapere che qualcuno ha
fiducia e crede in me. Grazie. Professor Snape.”
Severus alzò la testa al suono della voce famigliare. In piedi,
sulla porta, c’era Harry Potter, adirato. Attraversò la sua mente che Harry
sembrava piuttosto dilettevole, quando era arrabbiato.
****************
Una volta arrivato alla porta dell’ufficio del suo
professore, Harry sentì delle voci. Riconobbe immediatamente quella di Severus,
alquanto ‘caratteristica’, ed era abbastanza sicuro di riconoscere quella di Albus e di McGonagall, anche. Sembrava come se Larkswood fosse intento nel suo ‘viaggio’ Harry-Potter-è-cattivo. Harry
sospirò, l’uomo era stato convinto che fosse cattivo
fin dal primo giorno; stava cominciando ad essere ridicolo. Poi, sentì la
menzione del suo progetto di fine anno. Merda! Non ne aveva parlato ancora con nessuno. Continuava a volerne
parlare, ma veniva sempre qualcosa che lo distraeva. Aprì quietamente la porta
per entrare e difendersi, quando Severus fece il suo lavoro, brillantemente
anche. Harry ne rimase commosso. Anche senza un chiarimento,
Severus credeva che avesse una buona ragione per studiare il Marchio Oscuro, e
non che stesse diventando malvagio. La parte più dolce fu
quando Severus usò il nome di Lord Voldemort, Harry sapeva che l’uomo
odiava pronunciarlo, e generalmente non l’usava. Harry desiderò poter correre
da lui e baciarlo, e ringraziarlo per credere in lui. Poi i suoi occhi si
posarono su Larkswood e si ritrovò pieno d’ira e
frustrazione. Sembra che sia un buon tempo per annunciare il suo arrivo.
“E’ bello sapere che qualcuno ha
fiducia e crede in me. Grazie. Professor Snape.”
“Potter!” Larkswood sembrò
pietrificato. Idiota! Pensò Harry, entrando nella stanza. Si sedette accanto a
Severus.
“Credo che volesse vedermi, signore?” Offrì Harry.
“Si, Potter, volevo vederla. Posso affermare che lei ha il
tempismo perfetto. Ho chiesto ai membri senior della
facoltà di esser presente quando l’avrei confrontata sul suo progetto di fine
anno.” L’uomo sembrava soddisfatto.
“Realmente?” Harry pensò di non esser mai sembrato più
minaccioso in tutta la sua vita, maquest’uomo stava davvero importunando.
“Si. E, abbastanza stranamente, quando ne parlai, era Professor
Snape a saltare in sua difesa.”Larkswood
alzò un sopracciglio in trionfo.
Severus rilasciò una risatina a quello; Harry gli lanciò
un’occhiata che affermò chiaramente—via le mani, lui è Mio! Severus capì
immediatamente, e si inclinò nuovamente sulla sua
sedia, in attesa della replica di Harry. “Cosa vuole
insinuare, con ciò, Professore?”
“Sappiamo tutti della sua reputazione,”
accennò Larkswood, indicando Severus.
Harry restrinse gli occhi, “E quale reputazione sarebbe? Sia accurato nella sua risposta, Professore?”
“Perché? Manderà contro di me il suo
padrone, Potter?”
“Non ho bisogno di mandare nessuno!”
“Ci penserà lei? Lei e il suo seguace Scuro?” Larkswood, indicò nuovamente Severus, ora furioso.
“Non ho bisogno di farlo, perchè
so che il Direttore Dumbledorereputa il Professor Snape come un
figlio, e lei si sta scavando, con successo direi, la propria fossa.”
Larkswood
impallidì, ricordando improvvisamente la presenza degli altri due professori
nella stanza. Mentre Minerva non sembrava felice,
Albus sembrava realmente arrabbiato. “Direttore...”
“Silenzio! Non sentirò altro!
Severus è un membro fidato del mio personale, che è più di quello che può
essere detto di lei, al momento. E Harry non è un mago oscuro più di quanto lo sia lei o io, a meno che lei desideri incriminarsi o
accusarmi.”
“No, certo che no, Direttore. Mi
scusi.” Se ci fosse un campionato di persone intente a
mangiarsi le parole, Larkswood ne sarebbe un
campione. Ci voleva molto per far arrabbiare Albus Dumbledore e sembrava come
se Larkswood ci fosse riuscito in maniera
spettacolare. “Ho esagerato, mi perdoni.”
Albus non rispose, scegliendo di
rivolgersi invece a Harry. “Forse, potresti chiarire la cosa per noi, Harry?”
“Si, Direttore. Dopo aver avuto
il sogno di Voldemort che marcava Marcus Flint, ho
iniziato una piccola ricerca sul soggetto e simili. Ho trovato alcune teorie
veramente interessanti sul soggetto; comunque nessuno
ha mai creduto che fosse possibile rimuovere tale marchio, specialmente uno
fatto da Voldemort. Sembra che molti tentarono di
rimuoverlo, ma non scomparirebbe. Dopo il mio sogno e studio, credo di sapere
perchè nessuno ha mai avuto successo. Quando marca qualcuno, Voldemort usa una sequenza di fascini
antichi, nel mezzo dei quali mette un qualche genere di fascino in parseltounge. La ragione per cui non ha mai funzionato, è
perché nessuno può imparare a parlare parseltoung. O puoi o non puoi. Con altro tempo e più studio, credo che
sarei capace di rimuovere il marchio oscuro da qualunque braccio. La notte
scorsa ho avuto un altro sogno, dove Voldemort ha
marcato tutti i bambini dall’orfanotrofio; se io posso creare e dominare i
fascini e incantesimi corretti, quando i bambini saranno liberati e ritornano
alle loro reali età, potrei rimuovere il marchio da loro. Liberandoli così d’alcun
pregiudizio che affronterebbero dall’avere tale marchio.”
Harry aveva esposto il suo caso con passione e acume. Inizialmente, era per
permettere a Severus di liberarsi di Voldemort, ma con i bambini marcati, era
un altro incentivo.
“Non vedo alcuna ragione per
fermare gli studi di Harry. Se è capace di fare tale
cosa straordinaria, dovremmo incoraggiarlo. Quei bambini affronteranno una
strada lunga e dura di riabilitazione, una volta che li avremo liberati da
Voldemort. Se Harry sarà capace di liberarli da tale deformazione, non ci vedo
nulla di sbagliato, ma al contrario, qualcosa di buono.”
“Direttore...”
“No, Damien.
Questa è la mia ultima parola.” Il tono, non lasciò spazio ad alcun argomento.
La stanza precipitò nel silenzio.
“Se non
c’è più bisogno di me, posso andare via? Ho del lavoro a cui badare.”
“Chiaramente, Severus.” Gli permise di andare Albus, sapendo che le nuove informazioni di
Harry, erano state un colpo per lui. Qualcosa che
richiederebbe tempo e meditazioni. Severus lasciò la stanza nella sua
solita maniera drammatica. “ora, se non c’è nient’altro, credo che la riunione
sia finita. Buongiorno a tutti.” Albus si alzò ed andò via, seguito poco dopo
da Minerva.
Harry gettò al professore il suo
sorriso furbesco più sporco, seguendo gli altri fuori dalla
stanza.
***********************
Severus ritornò ai suoi trimestri
privati. Aveva bisogno di qualcosa di forte da bere. Non gli importava che non
fosse neppure mezzogiorno, Brandy era l’unica cosa che
potesse rallentare il suo cervello su di giri. Dopo aver tentato di rimuovere
innumerevoli tempi il marchio, era giunto a credere che l’avrebbe avuto per
sempre. Ma, se quello che proponeva Harry fosse
possibile, allora forse, poteva pensare ad un futuro senza pregiudizio. Era un
pensiero pauroso. Aveva avuto il marchio per più di venti anni, era una parte di lui—una parte che odiava e di cui voleva liberarsi.
C’era poi il fatto che era una spia, da prendere in considerazione, se non avesse più il marchio, non potrebbe andare dal Dio Oscuro.
Per se, era un punto positivo, ma non poteva deludere
l’Ordine. Forse dopo la guerra...quella era una possibilità. Doveva calmarsi,
aveva detto Harry che era una garanzia, non una possibilità. Un piccolo sorriso
apparve sulle sue labbra, era più di quello che aveva avuto negli ultimi venti
anni. Una bussata alla porta lo prese dai suoi
pensieri, “Avanti.”
“Severus, tutto bene?”
Severus sorrise a Harry, “Si, sto
bene.”
Harry, si sedette sulla poltrona
opposta alla sua, “Volevo dirtelo al più presto, ma prima una cosa, poi un’altra,
e mi sono dimenticato. Scusami.”
“Non c’è alcuna ragione per
scusarsi, Harry.”
“Grazie per difendermi contro Larkswood.”
“Sei il benvenuto. Quell’idiota meritava ogni parola. Desidero che Albus mi permettesse di lanciargli un paio di malocchi!”
Harry rise scioccamente a tale
affermazione. “Ed io, avrei gradito stare a guardare.”
Severus sfoderò uno dei suoi
sorrisi furbeschi e lievemente cattivi a Harry. “Si,
sarebbe stato divertente.”
“Non sei arrabbiato con me per
studiare una cosa simile?”
“Sorpreso, ma no, non arrabbiato.
Le tue ragioni sono onorevoli.”
“Grazie, Sev!” Harry stava
ghignando all’uomo; Severus sospirò comicamente.
“Vai, ho
del lavoro da fare.” Ma fu detto con humour.
“Sicuro, ci vediamo presto. Ciao,
Sev.” E Harry si diresse verso le sue stanze,
sorridendo.
“Harry, sei sicuro che non ti importa di rimanere da solo, per Natale?” Chiese Ron,
nervosamente.
“Ron, non importa. Vai, divertiti
e non fare niente che io non fare!” Harry stava
ghignando da un orecchio all’altro.
“Forse dovrei aspettare, sai,
finché non abbiamo lasciato la scuola.”
“Ron, non è un vero fidanzamento,
solo un anello di promessa. Non hai niente del quale preoccuparti, Mione
l’amerà.”
“Pensi? Harry, non so, non voglio
che lei pensi che sto tentando di obbligarla.”
“Ron.”
“Sai che vuole andare
all’Università o qualche cosa; io non proverei mai a fermarla!”
“Ron, dovresti dirle questo quando gli darai l’anello, nel giorno di Natale, e
non a me!” Harry stava ridendo, non aveva mai visto Ron così ansioso prima. “E’
meglio che tu vada, prima che le carrozze se ne vadano senza te,
così che non puoi più andare a casa. Hermione sta
aspettandoti, vedi?”
Hermione stava chiamandolo. “Ron,
vieni! Siamo pronti per andare. Ci vediamo, Harry! Ci mancherai, Harry! Ti
voglio bene, Harry!”
“Vai, amico! Buona fortuna e
divertiti.” Harry e Ron si abbracciarono brevemente. Ron lasciò il castello,
correndo attraverso i campi coperti di neve, fino alla carrozza nella quale
Hermione stava aspettandolo. Harry sorrise e li salutò dalle porte principali
del castello.
********************
Harry passò i prossimi giorni
occupandosi dei compiti e i suoi studi sull’Animagi. Aveva
letto il libro che Hermione gli aveva dato almeno cinque volte. Aveva afferrato
i principi di base, ma era arrivato ad un vicolo cieco; era la parte dove, se
desiderava accorciare la quantità di tempo necessario di studio e completare la
trasformazione, doveva fare e bere sette diverse pozioni. Erano complicate,
insolite ed onestamente strane. Il suo primo pensiero era stato chiedere aiuto
a Severus, ma era troppo occupato col tramare l’antidoto per lui, e Harry non
voleva disturbarlo oltre. Poteva farlo senza pozioni ma
aggiungerebbe circa un anno di studio, e ammetteva che gli piacevano le
gratificazioni immediate.
I suoi altri studi, sul Marchio
Oscuro, sembravano stessero andando bene. Dumbledore, aveva firmato un permesso
per la sezione limitata della biblioteca, perchè Larkswood
aveva rifiutato. Imbecille! Pensò Harry con un ghigno. Aveva trovato roba
veramente interessante. Harry calcolò che aveva trovato
la parte finale dell’incantesimo, la parte dove tu avvolgevi la mano
sull’avambraccio del destinatario. Quella con cui stava avendo difficoltà, era
la parte media dell’incantesimo, la parte in parseltoungue. Non era una lingua che era scritta dovunque.
Per tutti gli inferi, lui non sapeva neanche se si potesse scrivere. Harry non
aveva mai tentato. Decise di chiedere al ritratto di Salazar Slytherin se
poteva aiutarlo, ma bisognava il permesso per entrare nella stanza del
personale. Più tardi chiederebbe a Severus o
Dumbledore, per quello.
C’era solamente un altra cosa da fare prima di Natale, e quella era
completare il regalo di Sev. Era stata una sfida, riuscire a trovare qualcosa
che non costava molti soldi. A Harry, non piaceva ostentare la sua ricchezza, ma Severus era una persona ingannevole, qualcuno
dai gusti raffinati. Per risolvere questo problema, Harry decise di divertirsi
col regalo destinato a Severus. Hermione e Ron tentarono di avvertirlo che
Severus e divertimento non mescolavano, ma Harry la
pensava diversamente sulla questione. La sua scelta di regali, era convinto,
farebbe appello al lato torto di Severus.
*******************
Era il 22 dicembre, il primo
giorno del Solstizio d’Inverno o Solstizio di Natale e
Severus stava preparando tutti gli ingredienti necessari per l’antidoto di
Harry. Dopo l’incidente con il fluxweed, aveva
controllato attentamente. Severus ragionò che era stato un errore facile da
fare, non ovvio per prima. Non molte pozioni erano sensibili ai cambi delle
stagioni; alcune erano sensibili al tempo, come il wolfsbane, ma neppure quella
era sensibile alle stagioni. Era stata una vera sfida, e lui godeva una buona sfida. Severus, desiderava solo che non fosse alla spesa di
Harry; anche se, era responsabile del metterli insieme, o qualcosa del genere!
Quello era un bel pensiero; non
aveva mai provato qualcosa di simile per un’altra persona da molto tempo. Una
cosa che gli piaceva di Harry, era che non era una persona che ricercava attenzione.
Harry capiva che non era possibile per loro passare ogni secondo insieme. Era
passato parecchio tempo da quando Severus aveva avuto
un innamorato, ed era ormai abituato alla sua indipendenza, fare cose quando e
come gli piaceva. Ma questo, era quasi troppo! Severus
non riusciva a passare nessun tempo privatamente con Harry, a causa della
situazione in cui erano e di questa dannata guerra. Severus stava guardando
ansiosamente alla notte di Natale con Harry, e con
così pochi studenti che passavano le feste a scuola, dubitava che venissero
interrotti. Severus poteva solo sperare che quando Harry si laureava, le cose
cambiassero un poco, se tra loro funzionava. Era ancora un poco scettico sul
fatto, ma aveva sentito dire a Harry che lo amava. Dovevano ancora esser
accurati, il Dio Oscuro non sarebbe felice se lo
scoprisse.
Severus fece un ringhio
frustrato. Con buona speranza, riuscirebbero a passare insieme più di cinque minuti
rubati in un armadio a muro della dispensa o dieci minuti afferrati nel suo
ufficio tra le lezioni. Cominciava a sentirsi di nuovo uno studente, confuso in
un affare illecito. Aveva già provato una volta, ed era finito con lacrime,
come molte di quelle situazioni. Severus era determinato a non permettere che
finisse così tra lui e Harry. Era piuttosto preso dal giovane, più di quanto
era pronto ad ammettere a Harry o al mondo in generale.
Severus desiderò poter dire le
parole e mostrare i gesti a Harry che il giovane uomo davano così facilmente,
ma lui era cresciuto in una famiglia raffinata nella
quale nessuno usava fare cose del genere. Severus era consapevole che Harry era
cresciuto in circostanze simili, una casa senza amore, bene una casa senza amore per lui. Ma
Severus non riusciva, anche con tutte queste somiglianze, a trovare il coraggio
per dire semplicemente a Harry che l’amava. L’amava, si
chiedeva? Amava Harry?
Basta! Si castigò, lui stava
lavorando su di una pozione volatile che era al 90% lavoro di supposizione, e
non aveva il tempo per sognare ad occhi aperti su di Harry ‘dannato’
Potter. Non sapeva che cosa lo preoccupasse di più, il fatto di sognare ad
occhi aperti, cosa che non aveva fatto in parecchi anni, o l’argomento di detti
sogni ad occhi aperti. Severus doveva ricordarsi che
Harry era uno studente, il suo alunno e piuttosto chiaramente, la sventura
della sua esistenza. Era condannato a pensare ai Potter per tutta la sua vita!
Le dita salirono alla collana, toccando la freccia a forma di lampo del
pendente verde e rosso. Si, condannato per sempre, anche se lo disse con un
sorriso storto.
****************************************
C’erano volute quasi sette ore,
ma davanti a Severus, con un fascino di conservazione su di lui, c’era l’antidoto
di Harry. Chiaramente, non poteva prenderlo fino al 22 giugno, l’inizio del Solstizio
dell’Estate, e gli effetti non sarebbero visibili fino al suo compleanno, ma
almeno era pronto. Aveva avuto problemi a trovare la corretta quantità d’uova d’Ashwinder nella pozione. Tradizionalmente, si usavano per
pozioni di gioventù, ma a causa dell’errore nella pozione, l’ammontare era
drammaticamente aumentato dall’originale numero.Anche il numero del
mescolare per le penne di jobberknoll era fatto da
istinto. Severus aveva smesso di mescolare, quando aveva sentito che era il
momento per fare così. Lo stesso successe per le radici di margheritina e le
uova di Runespoor.
Tuttavia, Severus sapeva che
questa era la miscela corretta, perchè lo sentiva. Sfortunatamente, non era
possibile esaminarla finché non era il momento per Harry di prenderlo. Quello,
era un vero gioco d’azzardo. Se, per un qualche motivo, qualcosa andasse male,
ci vorrebbe un altro anno prima che potessero tentare
ancora.
Severus raccolse il vaso con
l’antidoto e si diresse all’ufficio d’Albus. Era il luogo più sicuro del
castello, per tenerlo. Nessuno degli studenti sarebbe stato capace di metterci
le mani sopra e rovinarlo. Sì, l’ufficio del Direttore era il luogo migliore.
************************************
“Severus, entra.” Disse Albus,
dopo che lui bussò alla sua porta.
“Albus, mi chiedevo se potevamo tenere l’antidoto custodito nel tuo ufficio, finché
non sarà usato.”
“Chiaramente, Severus. Per
favore, entra. Tè? Sorbetto di limone?”
“Per favore e no, grazie.”
Tè fu ordinato, mentre Severus si
sedeva nella sua poltrona favorita, di cuoio nero. Oggi, quella multicolore,
era coperta in strisce d’arcobaleno. Terribile, pensò Severus rabbrividendo. Albus
gli porse il suo tè, nero e senza zucchero.
“Sto pensando a Voldemort ed il
suo nuovo esercito. Penso che la nostra miglior opportunità di liberarli, sarebbe
durante la loro prima uscita.”
“Sono d’accordo. Ma quando accadrà? Non ne ho idea. Come sai, lui vuole che
studino ed io ho l’impressione che verrò chiamato per
aiutare nell’insegnamento dei piccoli cari, come se io nonavessi abbastanza difficoltà con i marmocchi
qui!”
Albus rise. “Davvero, Severus.
Immagino che ti si chiederà di insegnar loro pozioni oscure, veleni e cose
simili?”
“Probabilmente, Albus. Non penso
che il Dio Oscuro faccia in modo di tenerli abbastanza per
preoccuparsi di insegnar loro pozioni salutari.”
“Si, dobbiamo lavorare
velocemente e tentare di riprendere i bambini alla sicurezza. Ma basta su
questo Severus, dimmi su te e Harry.” Lo scintillio
nei suoi occhi ritornava.
“Dirti
che cosa?”
“Quello, era uno splendido
regalo.” Automaticamente, Severus portò la mano alla collana..
Alzò un sopracciglio, “Davvero.”
“Non ti preoccupare, Severus. Non
posso vederlo. Il sig. Potter è un mago molto potente. Il suo incantesimo di
nascondere è molto effettivo. La vidi prima che fosse incantato.”
“Chiaramente. Harry mi ha detto che tu, Minerva e Filius
avete posto su di essa molti incantesimi. Non credo di averti ancora
ringraziato. Quindi, grazie.”
“Non c’è problema, il mio
ragazzo, nessun problema. Ero felice di aiutare. Vedo
che Harry è diventato molto affettuoso nei tuoi confronti, e tu di lui.” Definitivamente, sulle vecchie labbra era presente un sorriso.
Severus aggrottò le sopracciglia,
non c’era nulla che potesse restare segreto da quest’uomo!?
“Harry ed io abbiamo trovato, diciamo, della terra in
comune.”
“La terra comune di piacere l’un l’altro?” Lo stuzzicò Albus.
In
risposta, Severus fece un sospiro stanco. Non avrebbe risposta a quella
domanda. Aveva trentacinque anni, per Merlino!
Rifiutava di essere stuzzicato dal suo vecchio insegnante. “Se non c’è
nient’altro, Albus, io andrei, ho lavoro da fare.”
“Lavoro? Severus, rilassati! E’
quasi Natale.”
“Devo finire
queste pozioni prima di Natale, più tardi non servirebbero a nulla.
Buona sera, Albus.”
Severus amava l’uomo come un padre
ma maledizione! Poteva esser insopportabile, quando voleva.
*****************************
Severus stava camminando
silenziosamente, ed impettito, verso le sue prigioni quando incontrò un Harry
Potter appoggiato contro il muro della stanza del personale. Perfetto! Aveva
giusto bisogno d’alcune cose dal sig. Potter ed ora, era il tempo perfetto per
acquisirle. E, poteva avere un poco di divertimento
con lui, dopotutto, era quasi Natale, come gli aveva detto Albus. Fece una
svolta acuta a destra ed entrò in un corridoio segreto. Si ritrovò davanti a
quello che sembrava un muro di solidi mattoni ma
Severus sapeva meglio. Mise la mano attraverso di lui, sulla bocca di Harry,
per non permettergli di gridare, e lo tirò attraverso il muro. In una voce
sibilante, come una lama attraverso il raso, Severus bisbigliò nell’orecchio di
Harry in lotta. “Sai che questa è la seconda volta che ti ho in questa
posizione!” Severus tolse la mano, quando Harry lo riconobbe. “Signor Potter,
perché sta aspettando vicino alla porta della stanza del personale?”
Harry riuscì a ricomporsi. “Stavo
aspettando qualcuno che potesse farmi entrare, così che potessi
avere una chiacchierata col nostro amico Salazar. Oh, e cos’è con il muro? Ci
sono rimasto appoggiato contro per dieci minuti senza cadere!”
“Funziona solo da questo lato. E’
solido dall’altro lato. Pensavo che lo conoscessi. Sembri aver una conoscenza
misteriosa di questo castello.” Rispose Severus, con
un suggerimento sospetto d’allegria nella voce.
“Non ho idea di che cosa stai
parlando, professore.” Disse Harry, tentando di
guardare ovunque ma lui.
Severus non fallì il sorriso
ugualmente allegro sulle labbra di Harry. Severus si avvicinò ulteriormente a
Harry, costringendolo di nuovo contro il muro, fino che non potè arretrare
ulteriormente. “Oh mio Dio. Nessun altro spazio in cui indietreggiare, sig.
Potter?” E si avvicinò ulteriormente, fino a che non ci fu spazio tra loro, e
mise le sue mani ai lati della testa di Harry, intrappolando efficacemente il
giovane.
“Quello che ti fa pensare che io
voglio fuggire da lei, professore?” Alzandosi in punta dei piedi, baciò Severus
sulle labbra.
“Sono sicuro che ci sono regole
contro qualche genere di cattivo comportamento da parte degli studenti, sig.
Potter.” Ogni parola fu punteggiata con un piccolo
bacio lungo la mascella e scollatura.
“No, non c’è. Ho controllato.”
“Marmocchio intollerabile! Se non c’è, allora ci dovrebbe essere. La chiamerei la
Regola di Harry Potter.” Severus finì l’esplorazione del collo di Harry e si era mosso sulle labbra. Come le catturò in
un bacio, fece scorrere dolcemente le dita attraverso i capelli di
Harry. Il bacio approfondì e lui sentì Harry che si stampava contro il suo
corpo. Se non ritrovava in fretta il suo controllo,
finirebbe per prendere Harry, letteralmente, contro il muro, qui, adesso! Il
problema era che Harry era uno studente veloce, ed i suoi baci erano si dolci ed innocenti, ma pieni di passione. Severus tracciò
con la sua lingua il palato di Harry, attirandolo nuovamente a se. Dannazione!
Harry sembrava davvero bello, inclinato contro quel muro, coi
suoi capelli arruffati e le labbra gonfie a causa dei baci, ed i vestiti tutti
raggrinziti. Severus pregò Merlino di dargli la forza
di resistere. “Rimettiti a posto, ed io ti farò entrare nella stanza per
parlare a Salazar.”E finì le
sue parole con un semplice e rapido bacio sulle sue labbra.
Harry gli
sorrise, “E di chi è la colpa se sono tutto stropicciato?”
“La tua e solo
la tua!” Severus mise un altro piccolo bacio sulle labbra di Harry. “Ora
vieni.”
“Credimi, non
mi manca molto.”
Severus sembrò entusiasta di
Harry. “Sig. Potter, non sapevo che potesse esser così grezzo.”
“Io sono pieno di sorprese.”
“Scommetto.” Severus alzò un
sopracciglio guardando Harry, poi si girò ed attraversò il muro della stanza
del personale.
Harry stava
guardando le carte che aveva raggruppato dopo la
chiacchierata con Salazar. Apparentemente Salazar era stato responsabile per un
libro in parseltoungue che copriva fascini ed incantesimi. Era un tipo di magia
che poteva esser dominato solo da pochi, dato che alla
maggior parte dei maghi mancava l’abilità di parlare il parseltoungue. Da
quello che sembrava, non era necessario esser un mago molto potente per
dominarli, dovevi esser solo capace di parlare tale lingua. Il problema era
che, il libro, non fu pubblicato per le masse; non avrebbe mai avuto vendita.
Copie furono date alle vecchie famiglie da Slytherin, prima che lasciasse
Hogwarts, come un regalo.
Il ritratto di
Salazar si era detto d’accordo con Harry che il fascino che il ragazzo cercava,
era in tale libro. Harry recitò a memoria quello che ricordava del sogno e,
Salazar, lo riconobbe come il fascino di differenziazione. Secondo lui, fu progettato
per fare beni immobili inaccessibili a quelli a cui non appartenevano. Sembrava
che, quando combinato con gli altri due fascini Latini, si poteva
usare per marcare e chiamare in causa persone. Nel libro, vi era anche il
fascino inverso, sempre in parseltoungue; tutto quello che doveva fare era
scoprire una copia del libro, cosa che era più facile a dire
che a fare.
*****************************
La sera
seguente, tutti quelli che erano restati al castello per Natale, erano nella
sala per cena. Harry pensò che fosse il momento migliore per sollevare il
soggetto del libro in parseltoungue, ed in parte anche perchè importunerebbe l’inferno fuori di Larkswood.
Oh, bene! Principalmente perchè importunerebbe l’inferno
fuori di Larkswood, pensò Harry, sorridendo
tra se. “professore Dumbledore, potrebbe aiutarmi a
localizzare un libro di cui ho bisogno per i miei studi?”
“Dipende dal
libro, Harry. Non abbiamo obiezioni ad ordinare libri nuovi per la biblioteca,
se gli studenti hanno bisogno di loro.”
“Vede signore, quello è il problema. Non è un libro nuovo; in
realtà è un libro molto vecchio e raro. E non fu mai stampato per il pubblico generale. Fu stampato
per poche famiglie scelte.”
“Capisco. E quale sarebbe questo libro?” Chiese Dumbledore.
“Uhmm, la traduzione più vicina, penso, sarebbe ‘Magic ParseltoungueCharmed’ di Salazar
Slytherin.”
“Piuttosto
ingannevole.” Disse Dumbledore, pensieroso.
“Credevo che
tutti gli scritti di Salazar fossero andati perduti.”
Harry si girò a guardare Severus. Era insolito per lui per prendere parte in
conversazioni a tavola, durante la cena, specialmente con lui.
“Apparentemente,
professor Snape, questo libro era in parseltoungue e le uniche copie stampate
furono date, approssimativamente mille anni fa, a famiglie puro-sangue di
Slytherin.” Rispose Harry, molto contento che Severus
stesse conversando civilmente con lui in pubblico.
“Ne avevo sentito parlare, ma credevo fossero solo folclore. Ma non ne ho mai visto una copia. Se ancora esiste, non
saranno più di alcune copie.” Disse Severus.
“Harry, la mia
famiglia è stata in Slytherin dalla fondazione della scuola,
e a casa nostra, c’è una biblioteca molto estesa. Anche se non penso che
vi sia una di quelle copie, posso scrivere a mio padre per chiedergli di
controllare.” Si offrì Arimus Jenkins.
Harry sorrise al
piccolo Slytherin del primo anno. Era un bambino veramente dolce, bello e gentile.
Apparentemente, anche se la sua famiglia era molto antica, risalente al tempo
dei fondatori e puro-sangue, erano rimasti neutrali durante l’ultima guerra, e
rimarrebbe così per questo conflitto; cosa che non ne diminuiva il potere tra
le famiglie di Slytherin. Ecco perchè Arimus non veniva
disturbato per aiutare i bambini di altre case, per parlare con Harry Potter o
per non sostenere semplicemente Voldemort. “Sarebbe molto utile, Arimus.
Grazie.”
“Prego, Harry. Se l’abbiamo, sei il benvenuto per prenderlo in prestito.
Però, non sperarci eccessivamente; conosco molto bene la nostra biblioteca, ed non ho mai visto un tale libro.”
“Quello non
importa, la tua offerta ancora, è molto generosa, ed io ti ringrazio per
tentare.”
Harry aveva
appena lasciato la sala dopo la cena quando il suo
braccio fu afferrato, facendolo roteare su se stesso. “Dovresti essere più
consapevole dei tuoi dintorni.”
“sapevo che eri
tu.”
“Come?”
“Sev, tu sei
l’unico uomo nella storia per non far rumore quando
cammini. Anche il vecchio Voldie,
fa rumore.”
“Sto decidendo
se è o no un complimento.”
“Era un complimento
come piace fare a te.”
“Touchè. Per quanto riguarda il tuo libro, non ne ho una
copia al Feudo Snape, ma è possibile che ve ne sia una in una delle altre
proprietà dei Snape. Ricordo mio padre che parlava di
quel libro quando ero un bambino piccolo. Non
l’avrebbe mai venduto, anche se vale una fortuna, a causa di chi lo scrisse.
Non che si poteva capire, ma perchè il Lord Oscuro ordinò a tutte le famiglie
che erano fedeli e che n’avevano una copia, di tenerle in caso che lui perdesse
la sua copia e avesse bisogno di sostituirla. Io, non l’ho mai visto, e non
avevo compreso che fosse in parseltoungue finché lo hai menzionato stasera.
Chiederò ai folletti di cercare il libro, quando fanno il giro delle proprietà
per assicurarsi che tutto va bene. sarà all’inizio
dell’anno nuovo.”
“Non so per cosa
esser più scioccato, il fatto che tu puoi aver il libro o il fatto che hai
diverse proprietà! Forse dovrei cambiare la mia idea e dovrei interessarmi dei
tuoi soldi e non di te!” Disse Harry scherzando, e sapendo che Severus lo sapeva. “Quante proprietà hai?”
“Sei. No, sette!
Avevo dimenticato la casa a Hong Kong.”
“H-Hong Kong! Wow,” disse Harry,
aguzzando un dito verso il petto di Sev. “Io, certamente ti amo per i tuoi
soldi.”
“Sgualdrina!”
Harry rise, scioccamente.
Non c’era nessun modo che lui fosse interessato ai
suoi soldi. Come una questione di fatto, Harry non poteva interessargli meno.
Harry l’amava perché Severus era ... lui, ed il fatto che sembrasse sfarzoso
nel chiaro di luna sotto cui erano ora. “Sai, vero,
che sto scherzando; ma, per pura ricerca scientifica, in quale altro luogo sono
queste proprietà?”
Harry vide Sev
sospirare e poi sorridergli; un sorriso sexy che solo
lui vedeva. “C’è una casa in Scozia, vicino a
Edimburgo; una casa nelle spiagge di Francia, fuori Nizza e confinante con Monaco;
un appartamento a Parigi che è il mio favorito; una villa in Spagna
settentrionale, anche se non sono mai stato là; una casa a Londra, e la casa ad
Hong Kong. Quale vorresti visitare?” L’ultima parte,
bisbigliata direttamente a bassa voce nel suo orecchio. Harry rabbrividì;
quella maledetta voce, gli faceva provare strane sensazioni!
“Che ne dici del tuo favorito, l’appartamento a Parigi?”
“A me sta bene.”
Disse Severus, facendogli l’occhiolino, per poi sorridere furbescamente e allontanarsi.
Harry rimase sul
posto, bocca aperta. Severus gli aveva appena fatto l’occhiolino? E perchè, sentiva che era solo l’inizio di ciò che doveva
venire? Perchè era quando non volevi che accadesse una
cosa, che questa succedeva, e quando volevi che succedesse, non accadeva mai?!
Era la vigilia
di Natale e Harry era uno degli otto studenti che avevano firmato per rimanere.
La maggior parte delle famiglie avevano voluto i loro bambini a casa per le
feste; temevano che fosse probabilmente l’ultima opportunità di avere una festa
relativamente tranquilla, con il ritorno di Voldemort.
Gli altri sette
bambini erano primi, secondi o terzi anni. Harry, decise che era ora di passare
l’eredità dei ‘Malandrini’, come Fred e George avevano fatto con lui. Prima,
gli fece fare il giro dei ‘posti caldi di Hogwarts.
Cominciò con le prigioni sotterranee, gli mostrò dove trovare i dormitori degli
Slytherin, anche se Arimus era uno Slytherin del primo anno; indicò dove si
trovava l’ufficio di Sev, come senza dubbio ad un certo punto nella loro
carriera a Hogwarts, si troveranno per servire una detenzione. Poi si diressero
ai dormitori di Hufflepuff, dopo di che scesero ulteriormente il corridoio fino
alle cucine, dove li presentò a tutti i folletti, dopo avergli mostrato com’entrare.
Terzo, si diressero al piano dove si trovava la stanza del personale e poi, al
luogo che tutti gli studenti desideravano poter frugare liberamente, ma
temevano di esser presi- l’ufficio di Filch!
Li portò anche
all’ufficio di McGonagall e al bagno di Mirto Malcontenta, spiegando che, se s’intendesse
infrangere qualche regola, questo era un buon posto per farlo, dato che mai
nessuno andava là. Indicò anche l’ingresso della Camera dei Segreti, dato che
nessuno parlava parseltoungue, poteva ritenerlo sicuro. Poi, li portò al piano
in cui si trovava l’ufficio di Dumbledore. I bambini furono entusiasmati da
fatto che Harry conoscesse la parola d’ordine. Harry bussò alla porta, “Avanti,” si sentì dire da Dumbledore. Come ubbidirono,
i bambini ansarono. Nessuno di loro aveva mai avuto bisogno di visitare prima
l’ufficio del Direttore.
“Direttore,
stavo solo mostrando ai bambini il ‘Fred e George
Weasley Tour di Hogwarts’, ed i suo ufficio è una delle fermate. Spero che non
sia troppo occupato.”
“Per nulla,
Harry. Benvenuti bambini. Caramella al limone?” Dumbledore stava ghignando come
un pazzo. “Harry, sei gentile a passare del tempo con i bambini.”
“Non mi dispiace,
signore. E’ divertente, rivivere i miei giorni di gloria.”
Lo scintillio negli occhi di Harry raccontava l’intera storia.
“Si, alcune
delle tue scappate hanno congiunto le leggende di Hogwarts. Spero che tu non
dimentichi il salice picchiatore e la statua della strega gobba sul terzo piano,” disse Dumbledore facendogli l’occhiolino. Harry ebbe a
grazia di guardare un poco scioccato; riuscì mai a nascondergli qualcosa, si
chiese. Ai bambini piacque l’ufficio del Direttore, specialmente Fawkes, dato che
nessuno di loro aveva mai visto prima una vera fenice.
Continuarono con
il resto del oro giro, visitando attrazioni come dove
Hagrid aveva tenuto Fluffy, a statua di Boris lo sconcertato e la statua di Gregory
il viscido, dicendogli che dietro di quest’ultimo c’era un corridoio segreto
che portava a Hogsmeade. Li portò all’ala est sul quinto piano, per mostrargli
e spiegare sulla palude magica creata dai gemelli nel suo quinto anno. Li portò
al bagno dei prefetti, dicendo la parola d’ordine ‘Pino Fresco’.
Si diressero alla torre dei Gryffindor e alla Stanza del Bisogno, spiegando
come usarla. Il giro continuò alla torre di Ravenclaw e ‘ufficio di Flitwick.
Li presento al Signor Cadogan e raccontò la storia di quando
Sirius aveva attaccato la Signora Grassa e a lui fu affidato il compito di
proteggere l’ingresso alla torre di Gryffindor.
A sera, quando
giunsero alla sala per cena, Harry era convinto di aver passato il lascito.
Aveva già detto ai bambini che se uno di loro volesse
prendere su di se il titolo dei gemelli Weasley di sobillatori, gli darebbe la
Mappa dei Malandrini quando lui lasciava la scuola alla fine dell’anno, ma a
condizione che quando fossero loro a lasciarla, la passassero ad altri con a
loro conoscenza. Harry desiderava poter tenere la mappa come un promemoria, ma
sapeva che faceva parte della scuola.
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Severus, con un
sopracciglio in rilievo, guardò Harry che accompagnava gli studenti rimasti
nella sala per cena. Non era di tutti i giorni vedere un Gryffindor condurre
una miscela di Hufflepuff, Ravenclaw e, infine, uno studente di Slytherin.
Erano tutti animati, intenti a parlare al giovane Gryffindor; facendo domande e
ridendo scioccamente. Si, c’era qualcosa in programma! Ma
cosa? Severus sapeva che Harry non avrebbe messo nessuno in pericolo,
ma creato guaio, si!
E c’era anche Albus. Quel
scintillio nei suoi occhi, suggeriva che l’uomo sapeva quello che i bambini e
Harry stavano preparando, e soprattutto, che avrebbe provocato danno. Il
vecchio sembrava godere nel provocare danno e rompere le regole. Severus concluse
che quando giungevi alla sua età e potere, potevi tranquillamente fare quello
che ti piaceva; dopo tutto che l’avrebbe fermato?
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Natale fu un
giorno molto piacevole per Harry. Ricevette dei regali meravigliosi dai suoi
amici. Hermione gli aveva dato una raccolta di lavori classici e romantici da
autori muggle, fra cui “Romeo e
Giulietta” di William Shakespeare, “Orgoglio e pregiudizio” di JaneAustin, “Memorie di una geisha”di Arthur Golden e “Il
matrimonio” di Danielle Steel.
Harry,
all’ultimo titolo aveva alzato un sopracciglio. Non aveva mai avuto
l’opportunità di leggere molti romanzi muggle, a casa di zia Petunia, tanto
meno qualcosa considerato un classico. Hermione era una tale sciocca romantica,
ma l’amava e non l’avrebbe cambiata per nulla al
mondo.
Da Ron aveva
ricevuto degli scacchi magici, e aveva realmente bisogno di molta pratica se
mai voleva avere un’opportunità a vincere contro Ron. L’amico era un genio
tattico. Ricevette anche uno dei maglioni Weasley annuali, quest’anno era verde
con una grand’H gialla, dai sig.ri Weasley, insieme a
molti dolci casalinghi. Dai gemelli, una tonnellata di
trucchi e birichinate nuove, provenienti dal loro negozio; e un album di
fotografie da parte di Ginny. Da Luna, aveva ricevuto un libro su bestie
mitiche; sembrava davvero piuttosto interessante.
Harry passò la
maggior parte del pomeriggio insieme con i bambini, raccontandogli altre storie
su lui, Ron e Hermione a scuola. Harry raccontò anche storie su Sirius e i
Malandrini, e le cose che avevano fatto.
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Harry stava
aspettando nervosamente la sera. Non aveva passato molto tempo con Sev da solo,
da quando erano ritornati a Hogwarts, e stava sperando
che stasera tutto andasse bene. Aveva incontrato, brevemente, Severus a
colazione e per un po’ di tempo durante il pranzo, e si era accorto che non
sembrava felice. Harry si chiese perchè odiasse così tanto
il Natale, mentre lui l’amava; bene, almeno da quando era venuto a Hogwarts.
Doveva solo riuscire a far apprezzare l’umore festivo a Sev questa sera. Non
gli avrebbe chiesto il perchè lui odiasse il Natale.
Non aveva intenzione di viziare l’umore, ma un giorno...
Era la sera di Natale, ed il
pasto era appena finito. Harry fece le sue scuse e, approssimativamente dieci
minuti dopo l’uscita di Severus, lo seguì. Harry intendeva costringere l’uomo a
mantenere la sua promessa, fosse l’unica cosa che faceva. Ritornò brevemente
alla torre di Gryffindor, per raccogliere i regali di Sev. Incominciava ad aver
dei ripensamenti su ciò che stava per dargli a Natale; che cosa se Hermione e
Ron erano nel giusto e divertimento non era la cosa giusta? I suoi regali,
sarebbero stati graditi? Harry prese un profondo respiro, cercando di calmarsi,
stava comportandosi da stupido, e lo sapeva. Sev gradirebbe i regali per il
solo motivo che erano da parte sua; Dopo tutto non baci qualcuno se, lui o lei,
non ti piacesse, no? Harry non lo faceva sicuramente. No, era solo panico, di
nuovo! Arrivò alla porta delle stanze di Severus e bussò.
Severus aprì la porta. “Ah, così
vuoi farmi mantenere la promessa che mi hai estorto?” Harry poteva vedere
l’uomo sorridere maliziosamente.
“Troppo vero! Abbiamo fatto un
patto e, come tutti sanno, un patto è un patto! Io ho mantenuto la mia parte,
ed ora è il tempo perché tu mantenga la tua.” Rispose Harry trionfantemente,
guardando al restringersi allegro degli occhi di Severus, mentre lo guardava.
“E’ meglio che tu entri, in questo caso. Non vorremo certo che tu ti ammali a
morte in un corridoio ventoso, no?”
Come Harry passò la porta, gli
fece la lingua. “Immagino che sarebbe leggermente imbarazzante per il salvatore
del mondo morire per un banale raffreddore, ma sarebbe divertente vedere la reazione
del vecchio Voldie.” Harry guardò Severus che roteava
gli occhi in divertimento. Harry si sedette sul sofà, sperando che Sev lo
congiungesse, invece di sedersi in una delle sedie. Gli Dei devono sorridergli,
perché lo sentirono, e Severus gli porse un calice di vino rosso.
“Prendi, credo che questo sia
parte del patto. Immagino che se devo esser d’umore festivo, esser alticcio mi
aiuterà certamente!” Il suo tono era basso, sarcastico, che fece sorridere
Harry.
“E’ probabile che questo aiuti,”
e Harry iniziò a passare i suoi regali a Severus. “Ma devi farmi una promessa.”
“Farti promesse, solitamente per
me è male.”
Harry rise. “Prometto che questa
non lo sarà.”
“Le ultime parole famose.”
Borbottò Severus.
“Prometto.”
“Dovresti fare l’avvocato, le tue
abilità nel negare stanno diventando piuttosto buone.” Mormorò Severus di
nuovo.
“Per favore! Su, prometti.” Harry
avviò a colpirlo nel braccio per enfatizzare il punto.
“Va bene ma che cosa,
precisamente, sto promettendo questa volta?”
“Prometti di non usarli mentre
sono ancora a scuola.”
Severus, a tale risposta, elevò
un sopracciglio. “Perché dovrei promettere tale cosa?” Fu la replica
diffidente.
“Perché altrimenti non riceverai
i tuoi regali, ed io so che la curiosità ti sta uccidendo.”
Dopo quello che sembrò
un’eternità, in cui Sev stava pesando i pro e contro del patto, Severus si
disse d’accordo. Harry gli passò i suoi due regali, e guardò quelle mani
eleganti slegare la confezione del primo regalo. Harry supponeva di esser più
impaziente di Severus, non riusciva ad aspettare che Sev finisse di
scartocciarlo. Quando finalmente lo vide, lo studio, “E’ una mappa di Hogwarts,
vero?”
“Qualcosa del genere, permettimi
di spiegarti,” disse Harry ghignando. “Bisogna di decidere una parola d’ordine,
così solamente tu puoi usarla. Ti mostrerà dove è ognuno in Hogwarts ogni volta
che lo desideri. Permettimi di mostrartela. Harry Potter.” Chiese, e l’immagine
zoomò in una stanza, in cui potevano esser visti due punti, con sopra di loro
due nomi. Il punto di Harry balenava in color verde. La passò di nuovo a
Severus che aveva un’occhiata di riconoscimento sul viso.
“Perché trovo il sentimento che
ho già visto qualcosa di simile, in tuo possesso niente meno, tempo fa?”
Sembrava come se avesse difficoltà a trattenere il divertimento dalla voce.
“Oh, non ho la minima idea di che
cosa tu stia parlando, professore!” Disse Harry, provando a mettere la miglior
faccia innocente, ma fallendo miseramente.
“Terzo anno? Se la memoria non m’inganna.”
“Forse.”Harry guardò timidamente,
dopo che ogni innocenza era andata a vuoto.
A quello, Severus ridacchiò. “Perché
desideri che sia più duro rompere le regole per i tuoi amici studenti?”
“Ehi, una volta che sarò andato,
ognuno dovrà arrangiarsi!” Rise nuovamente Harry. “La stessa promessa vale
anche per l’altro regalo.”
Severus accennò col capo e iniziò
ad aprire il secondo regalo. Era un libro; Severus guardò al titolo: ‘Una guida di pozioni da usare contro amici e
nemici, compilata da Harry Potter’. Severus sorrise
malignamente al giovane, elevando un sopracciglio.
“Ho fatto una ricerca estesa
nella biblioteca, specialmente nella sezione limitata e compilai tutte le
pozioni divertenti che sono riuscito a trovare e li ho messe tutte in un libro
per te, insieme a diverse situazioni. Quindi quando qualcuno t’importuna,
guarda attraverso il libro per una situazione simile, dove suggerirà quale
pozione usare per una ritorsione un poco divertente.”
Sev stava davvero sorridendogli,
“E hai sempre detto di non esser un creatore di guai. Stai tentando di farmi
usare tattiche disoneste per vendetta. Mi piace, molto Slytherin! Grazie,
Harry.”
“Sono felice che ti piacciano, e
pensare che Ron e Hermione tentarono di convincermi che qualcosa di divertente
non era adatto a te.”
“Credimi, è un cambio piacevole.
La maggior parte delle persone ha paura a darmi qualcosa di simile.” C’era,
definitivamente, un cattivo sorriso maligno sul suo viso. Harry ghignò nuovamente
come un idiota. Era così contento di aver scelto quei regali. “immagino che
dovrei darti questo, vero?” Severus gli porse una scatola argentea legata con
un nastro rosso e verde. Harry si chiese brevemente se fosse simbolico, poi
scosse le spalle e iniziò ad aprire il pacco.
Come aprì il coperchio della
scatola, un ghigno enorme gli apparve sul viso. Dentro c’erano sette piccole
bottiglie, tutte identificate da una etichetta,
e ripiene con le pozioni che gli bisognavano per finire il suo addestramento di
Animagi. “Sono ciò che penso, vero?”
Severus sospirò, “Ho immaginato
che tu non avresti avuto la pazienza per usare il metodo lungo. Credo che avrai
bisogno di queste molto presto.” E indicò la scatola.
“Wow! Come se mi avessi letto la
mente! Ma come hai fatto? Pensavo che ti bisognassero alcuni dei miei capelli
per una di loro. In ogni modo, questo è così forte! Posso prenderle ora?” Harry
stava in pratica rimbalzando sul posto.
“Bene, il vino non avrà effetto
su di loro. Oh, e dovresti esser più accurato, Potter, non ho avuto nessuna
difficoltà a raccogliere alcuni tuoi capelli dispersi. Ma...”
“Ma? Perchè c’è sempre un ma?”
“Perché c’è. Il fascino a cui sei
sottoposto potrebbe colpire le pozioni. Dovrebbe esser rimosso prima
dell’ingestione.” Affermò Sev, con tono serio.
“Puoi rimuoverlo? Il glamourie,
intendo.”
“Posso, ma non devo. I miei
fascini non sono in nessun luogo vicino ad esser buoni come quelli del
professor Flickwit. Dovrebbe esser lui quello a sostituirlo,
e non penso che apprezzerebbe trovarti mezzo ubriaco sulla sua porta per
chiedergli di farlo; inoltre, chiunque che si trova nella scuola potrebbe
vederti.”
“Nessun problema, ho il mio
mantello d’invisibilità, e nessuno è in Gryffindor eccetto me, quindi è
perfettamente sicuro. Per favore!” Ora, Harry stava implorandolo, voleva
prendere le pozioni e muoversi verso l’ultimo passo del suo addestramento.
“Perché ho un cattivo
presentimento su questo?” Sev stava guardando Harry.
“Perché tu sei uno dei naturali
pessimisti nella vita?”
A quello, Sev sbuffò, ma si alzò
dal sofà e prese la sua bacchetta. “Va bene! Alzati, ma ricorda, non mi ritengo
responsabile se qualsiasi cosa va male.” Harry rise e si alzò. “Ti rendi conto
dell’ironia della situazione?”
Harry lo guardò, non capendo,
ironia? “No.”
“Alcuni anni fa, se avessi
aguzzato una bacchetta a te, saresti fuggito lontano un miglio, o mi avresti
lanciato un malocchio.”
“Ah, come cambiano i tempi. Ma
non pensare che non ci siano ancora occasioni in cui non desideri lanciarti un
malocchio.” Sparò Harry, sorridendo malignamente di nuovo.
La risposta di Sev, fu di dargli
nuovamente un classico sorriso ingannevole. “Pazienta ancora un poco. Emoveo Dissimulo CassusAevum.”
Harry, ancora una volta, fu immerso
in una luce color arancia, e avvertì lo stiramento di pelle. Harry accordò
fuori della sua mente il piccolo dolore che avvertiva, in favore del pensiero
della sua trasformazione d’Animagi. Quando la luce si affievolì, Harry, ancora
una volta aveva 27 anni. “Come sembro?”
Harry poteva vedere Sev che
sembrava lievemente incomodo ma decise di ignorarlo. “Come un marmocchio
lievemente più vecchio!”
“Eccellente! Quale devo prendere
per prima?”
Dopo quasi un’ora Harry aveva
preso le sue pozioni, che avevano assaggiato notevolmente disgustose. Avevano
fatto il loro dovere,ma non si era aspettato nulla di meno da un Pozioni Master
dotato d’ingegno. La prima aveva provocato formicolii e ricoperto le sue mani
di pelliccia nera. La seconda era stata preparata per far sì che il suo DNA
accettasse i nuovi cambiamenti. La terza, gli avevano fatto germogliare
orecchi; Severus aveva riso all’immagine di Harry con gli orecchi appuntiti. La
quarta, aveva permesso al suo cervello e ai suoi sensi, di accettare i cambi. La
quinta, gli aveva fatto crescere i baffi; la sesta gli aveva dato la capacità
di cambiare da una forma all’altra e indietro. La settima, l’aveva trasformato
completamente. Harry si guardò nello specchio di Sev, e quello che lo fissò
indietro, gli provocò un piccolo disorientamento, al principio. Quando aprì la
bocca per dire qualcosa, ne uscì un ringhio alto. Dovette mostrare la sua
paura, anche nella sua nuova forma, perché Sev rise. Harry si guardò nuovamente
nello specchio, vedendo che era una pantera nera dagli occhi verdi; una pezza
bianca, si trovava sopra il suo occhio destro. Harry immaginò che fosse la sua
cicatrice così caratteristica. Non ci badò, nella pelliccia non era molto
identificabile. Dopo esser tornato nuovamente se stesso, si gettò verso
Severus, dandogli un abbraccio degno di un orso. Harry era felice, specialmente
col fatto che aveva risparmiato un anno di studio. Harry aveva sentito che suo
padre e i suoi amici avevano impiegato alcuni anni per riuscire nella
trasformazione; dovevano aver scelto la strada senza le pozioni. Harry era
grato per avere un Pozioni Master dal suo lato.
Cominciava ad essere tardi, era
già dopo mezzanotte e loro due erano alla terza bottiglia di vino. Ad Harry
piaceva Sev quando era un poco brillo; era così più rilassato, informale e
divertente. Mentre erano entrambi ad oziare sul sofà, Harry non poteva credere
di aver visto il suo insegnante più ingessato che pencolava; era una bella
immagine. L’uomo era nuovamente nell’immagine disordinata. I suoi capelli erano
disordinati, i pantaloni erano informali e la camicia sbottonata. Molto
piacevole, fu il pensiero di Harry.
Prima che si accorse che stava
fissandolo troppo a lungo, Severus si rivolse verso lui. “Cosa stai guardando?”
“Te.”
“Credimi, non sono così interessante.
Vedi di fissare qualcos’altro.”
Harry rise scioccamente; anche
brillo, l’uomo non riusciva a non essere bizzoso. “Ma mi piace quello che sto
osservando.”
Sev si rivolse verso Harry,
alzando un sopracciglio, come se mettesse in dubbio la sua sanità mentale, “Sei
strano. No, diciamo pure Molto
strano, sig. Potter.”
Sorridendo, Harry allungò la mano
destra, arrivando alla guancia di Sev, accarezzandola. “Posso accettare di
esser definito strano. Mi hanno chiamato molto peggio, sai?”
“Davvero? Che ne dici se li
maledico tutti per te?”
“Credo che questa sia la cosa più
dolce che tu mi abbia mai detto.”
Severus girò il viso, baciando il
palmo di Harry. “Io non sono dolce.” Poi, s’inclinò verso Harry, e le labbra
s’incontrarono. Harry poteva avvertire la lingua di Severus scivolare con
rapidi tocchi, lungo il suo labbro inferiore, cercando l’ingresso della sua
bocca. Lo fece entrare volentieri. Harry poteva descrivere il bacio solamente
come meraviglioso; desiderò che non finisse mai. Ma tutto ha una fine, Sev si
allontanò, quando parve ritornare in se.
“Harry…mi spiace. Io…” Si alzò
dal sofà, avvicinandosi al focolare. Harry non intendeva permettergli di
allontanarsi, questa volta. Per niente!
Harry si alzò, avvicinandosi
all’uomo. Poi, prese il viso di Severus tra le mani. “Non c’è nulla di cui
scusarsi. Abbi fiducia in me, quando dico così.” Poi si alzò in punta di piedi
e lo baciò nuovamente. Come approfondì il bacio, le mani di Severus si
avvolsero attorno alla vista di Harry, attirandolo più vicino. Quando il bacio
finì, si fissarono negli occhi, aspettando che fosse l’altro ad allontanarsi, o
dire di no. Ma nessuno dei due disse una parola.
Severus alzò un sopracciglio e guardò Harry, che sorrise timidamente. Posando
un casto bacio sulle labbra di Harry, Severus alzò la mano, accarezzandogli una
guancia; poi gli prese la mano, conducendolo alla camera da letto.
Harry fu condotto in una grande
stanza, con un guardaroba riccamente ornato e meravigliosamente intagliato,
cassettone, ed un enorme letto almeno a tre piazze. La vista del letto, fece sì
che il suo cuore iniziasse a battere più forte, non aveva mai avuto sesso
completo. Non era mai andato più in là di qualche bacio, sia con uomini sia con
donne. Non era andato mai oltre la seconda base(baseball), come dicevano i
bambini muggle. Voleva fare questo con Sev. Amava Sev, e l’idea che potesse
esser il primo, spedì un brivido d’eccitamento nel suo corpo, appena sembrava
giusto. Se tutto andasse come desiderava, Sev sarebbe il suo primo e unico
innamorato. Severus riprese immediatamente a baciarlo, con passione indomita.
Harry poteva sentire le mani di Severus correre in giù la sua schiena, e
afferrargli il didietro. Harry ansò nella bocca di Sev; era così eccitato che
gli sembrava di star per scoppiare. Avvertì la camicia uscire dai pantaloni.
Ansioso d’aiutare, iniziò a sbottonarla. Sev fermò le mani a metà strada. Le
alzò a livello del viso e, con pizzichi gentili e leccate, adorò ognuna di
quelle dita, a turno. Senza mai rompere il contatto dei loro occhi. Harry quasi
svenì dal desiderio che traspariva in quello sguardo appassionato. Dopo che Sev
finì con le dita, gli fece un piccolo sorriso e lo condusse verso il letto.
Le mani di Sev accarezzarono le
braccia di Harry, accompagnandolo dolcemente per adagiarsi sopra il letto.
Severus si posò accanto a lui, avviando a baciarlo lentamente, lungo la
mascella, in giù il suo collo e sopra il petto. Il resto della camicia, con
mano praticata, venne tolta da Sev, che continuò a divorare il petto di Harry.
Harry non riusciva più a rimanere quieto; lamenti uscirono dalla sua gola,
mentre le mani ingegnose di Sev lisciavano il petto o l’anca, mentre la sua
bocca stava banchettando sui suoi capezzoli. “Oh Dio!” Fu il lamento, alquanto
rumoroso, di Harry, avvertendo il sovraccarico sensorio del proprio corpo,
quando Sev iniziò a mordicchiargli il lobo dell’orecchio. Harry avvertì un riso
soffocato, seducente, provenire da Sev.
“E’ la prima volta che qualcuno
mi chiama Dio!” Il divertimento nella sua voce era evidente. Harry fece un
suono che era a metà una risata e metà un gemito. La voce dell’uomo lo stava inebriando!
“Un bello stimolo all’ego, sicuramente.”
Sev stava guardando verso Harry,
con un sorriso sexy a cui Harry non poteva resistere. Tirò l’uomo in giù per un
altro bacio succhia-anima.
Non passò molto tempo, prima di
ritrovarsi privo della camicia ed avvolto felicemente nelle braccia di Sev.
Harry non aveva mai creduto che il sesso potesse essere così lento, bruciante;
immaginò che fosse il diciassettenne in lui che stava parlando. Ma non aveva
importanza, ora si trovava, grazie all’avere la parte superiore del suo corpo
idoleggiato da tale uomo sexy, sulla nube n. 9 del cielo. Comunque, si accorse
che c’era ancora un piccolo squilibrio nella loro posizioni, dato che Severus
aveva ancora la sua camicia su e che, nell’opinione di Harry, era piuttosto
ingiusto. Dopotutto, doveva avere la stessa opportunità!
Cercò di raggruppare tutta la
forza che il suo cervello liquefatto poteva richiamare a raccolta e spinse
Severus sulla schiena. L’uomo non sembrò badarci, dato che non fece lagnanze
vocali. Harry ricambiò i favori, iniziando dal suo collo, pizzicando, leccando,
succhiando e baciando mentre si spostava in giù, sbottonando la camicia. Dato
il piacevole rumore che Sev stava facendo, ritenne di star lavorando bene.
Harry osservò cicatrici che ornavano il torso di Severus, ma non ci badò,
aggiunsero solo qualcosa al pacco intero. La pelle dell’uomo era pallida ma
meravigliosa, specialmente nella luce tremolante della candela. Una cosa su cui
la mente concupiscente di Harry raccolse, era il fisico che l’uomo stava
nascondendo sotto tutti i suoi strati di vestiti. Era un corpo ben definito e
sodo; la sua parte superiore non mostrava un’oncia di grasso. Era meravigliosamente
scolpito, forte e potente. Stava guidando Harry selvatico dalla passione.
Come Harry giunse alla cintura di
Severus, incominciò a preoccuparsi un poco che la sua inesperienza fosse troppo
evidente. Non voleva rovinare il momento raschiando con i denti, accidentalmente,
attraverso qualcosa in cui non doveva. Aveva una qualche vaga idea sulle
meccaniche del sesso, come qualsiasi adolescente sano, aveva fantasticato
durante la maggior parte delle sue notti. Ma la fantasia era che fosse Sev a
condurre il modo. E’ probabile che sia un Gryffindor
caparbio, ma non uno stupido. Quindi, con la sua lingua, leccò il centro del
petto di Sev, su fino ad arrivare a quelle labbra dolcissime con un movimento
fluido. Sev sembrò trovare l’idea e li fece rotolare nuovamente, così che fu di
nuovo in cima.
Harry sentì le mani competenti
che sbottonavano i suoi pantaloni, spingendoli lentamente in giù, passare le
anche e le cosce, seguiti da vicino dalla sua biancheria intima. Harry
s’inarcò, per aiutare. Sev si occupò del suo petto, e nel contempo, spingendo
l’abbigliamento in giù. Presto era tra le braccia di Sev, nudo e anelando,
tremando leggermente a causa della concupiscenza e passione. Come le sue dita
tremanti giunsero ai bottoni dei pantaloni di Severus, si ritrovò intrappolato
nel suo sguardo fisso e scuro. Il suo respiro s’inceppò, non aveva mai pensato
che Severus potesse diventare più bello, ma quello che stava vedendo, gli provò
che si era sbagliato. Gli occhi di Sev erano fiammeggianti di passione e
desiderio, le labbra erano ferite e gonfie dall’intenso baciare. Un poco di
colore era presente nelle sue guance, ed i capelli erano una vera confusione;
un poco selvatico e indomito. Harry lo fissava, desiderando di poter ricordare
quest’immagine per sempre.
Severus s’inclinò verso di Harry,
bisbigliandogli nell’orecchio, “Harry, devo chiederti se ne sei sicuro. Presto
arriveremo al punto di non ritorno.” Poi gli diede un bacio gentile sulla
guancia.
“Abbi fiducia in me, sono
sicuro!” Gemette Harry, e per provare le sue parole, finì di sbottonare i
pantaloni di Sev.
“Per favore, Harry. Pensaci bene.
Cercherò d’essere gentile come possibile,ma sentirai un poco di dolore.” Non
desiderava provocare alcun dolore al suo giovane innamorato, ma sapeva da esperimenti
che avrebbe fatto male, anche se smussato da copiosi ammontari di vino rosso!
“Sev, so perfettamente che non mi
faresti mai male in maniera intenzionale. Ti voglio! Voglio che tu sia il mio
primo, ultimo e tutto. Ti amo,” era la replica roca. Severus fu perso, come
poteva rifiutare una richiesta così appassionata? Desiderava Harry in ogni modo
possibile!
Harry aveva rimosso con successo
i suoi pantaloni, ed entrambi erano nudi, avvolti ermeticamente l’uno nelle
braccia dell’altro. Alzando la mano, mormorò quietamente “Accio
vaselina.” Da attraverso la stanza, un vasetto volò nella sua mano.
“Non c’è bisogno di mettersi in
mostra con magia senza bacchetta, sai, sono già tuo.” Bisbigliò Harry contro il
suo collo, sul quale stava ora banchettando.
“Marmocchio impertinente!” Fu la
replica. Harry rise un poco scioccamente. Sev era contento che Harry potesse
trovare un poco di divertimento a letto; faceva le cose più interessanti.
Odiava le persone che prendevano il sesso troppo seriamente. Era bene avere un
poco di divertimento. Aprì le gambe di Harry con le proprie, lisciando
l’interno della coscia del suo innamorato, per rilassarlo un piccolo. Mise un
po’ di lubrificante sulle dita per ridurre il dolore per Harry ed avviò a tenderlo
e rilassarlo, così che la prima penetrazione sarebbe meno dolorosa. Dopo aver
introdotto il primo dito, aspettò che Harry si adattasse alle nuove sensazioni
che lo bombardavano. Gli parlava a bassa voce, per distrarlo da alcun disagio.
Quando Harry gemette di piacere, iniziò a muoverlo, in colpi lenti, ritmici.
Come Harry si rilassò, aggiunse un secondo dito e seguì la stessa procedura,
aspettando che si abituasse. Accarezzò la prostata, sapendo che spedirebbe onde
di piacere attraverso il giovane innamorato, e godendosi i suoni e le reazioni
causate. Quando Harry fu sufficientemente rilassato, aggiunse un terzo dito per
prepararlo un poco più di fronte alla penetrazione. Harry fece un cortorespiro. “Shhh, Tu an adeobellusmeusdilectio.”
Severus
aveva osservato che quelle parole in latino avevano distratto Harry prima, così
lo provò di nuovo. Sembrava lavorare. Era contento che Harry non conoscesse il
latino; non voleva che sapesse quanto amasse dirgli paroline dolci. In fondo,
aveva una reputazione da mantenere!
“Meglio?”
“Mmmm, si,” fu la
replica senza fiato.
Severus rimosse, attentamente e dolcemente,
le dita. Dopo aver applicato un ammontare di vaselina, si pose tra le gambe di
Harry, posizionando le sue ginocchia un poco in su. Harry doveva essersi
accorto della sua apprensione.
“Andrà tutto bene, Sev. Ti prego! Io…io ti
voglio.”
Severus s’inclinò in giù e lo baciò,
duramente, per distrarlo; poi entrò lentamente, aprendo una breccia,
attentamente, nel muscolo stretto, finché fu pienamente dentro. Una volta
pienamente rinfoderato, si fermò, controllando sul suo giovane amore. Vide gli
occhi di harry iniziare a piangere, e li asciugò attentamente. “Shhh, respira, rilassati.” Bisbigliò, riferendosi al fatto
che Harry stava trattenendo il fiato.
Harry prese un paio di profondi respiri.
“Oh Dio!”
Severus pigiò un bacio sulla bocca di
Harry, “Quello e la seconda volta che mi hai definito una divinità, questa
sera, no?” Disse con tono divertito.
Harry guardo Severus in viso, e fece un
risolino sciocco, rilassato. “Solamente tu potresti usare le grandi parole in
un momento come questo.”
“Non c’è nulla come uno scherzo per rompere
il ghiaccio, mmm?”
Harry pizzicò il suo collo, “Sono
abbastanza d’accordo!”
Severus era contento che Harry fosse
riuscito a dimenticare il dolore, desiderava fare questo piacevole come
possibile per lui. Accarezzò il fianco di Harry, fino ad afferrare la coscia.
Cominciò a muoversi dentro e fuori. Stavano usando tutto il suo autocontrollo
rimasto, per tenere il ritmo lento e uniforme. Era così stretto, stava portando
la sua volontà ai limiti! Comunque, non poteva affrettarsi, rifiutava di
provocare alcun disagio ad Harry.
Come entrambi si persero in un mondo di
baci caldi, appassionati e sensazioni scintillanti, Severus iniziò ad aumentare
le spinte e ad approfondirle, portando grida di piacere da Harry, mentre si
avvicinavano sempre più al completamento. Harry era ormai pronto come lui, e
voleva portare il suo giovane innamorato con lui. Severus prese il membro di
Harry nella mano e iniziò a lisciarlo, in durata con le sue spinte. “Vieni con
me, Harry.” Gli bisbigliò all’orecchio. Non era molto dopo che Harry stava
gridando il suo nome mentre veniva nella sua mano, Severus non lontano dietro a
lui, bisbigliando nell’orecchio di Harry, “Ego delectio
tu.”
n.t. chiedo scusa per il ritardo,ma sono
rimasta vittima(e da quello che ho saputo da mie colleghe, non l’unica) di un
virus alquanto…virulento, che ha costretto(me e altre) ad una quarantena
lontano dalla nostra metà informatica che era detenuta in riparazione.
cap. 28:Le
dopo-sbornie e Malfoy non mescolano 1°parte
La luce nella
stanza aveva un alone grigio, non scuro e non luminoso. Entrava attraverso le
piccole finestre alte della camera da letto. Harry si
girò nel letto, protendendosi. Comprendendo che era da solo, si sedette.
Immediatamente se ne pentì, la testa stava nuotando, ed i suoi intestini stavano cercando di muoversi oltre il proprio luogo. Harry,
lentamente, si adagiò, sperando che il malessere passasse. Harry si chiese dove
fosse Sev, e sapeva che l’unico modo di scoprirlo, era lasciare l’enorme, caldo
e morbido letto, affrontando la sua dopo-sbornia. Attentamente, uscì dal letto,
scivolando poi nei suoi pantaloni e incamminandosi verso il soggiorno.
Entrando, vide Severus seduto alla tavola bevendo da una tazza di tè.
“Ce né una per un peccatore pentito?” Chiese Harry, indicando alla
teiera. Severus, grugni qualcosa, sventolò la mano nell’aria ed un’altra
tazza apparve, stabilendosi dolcemente sulla tavola. Harry si avvicinò, la
riempì dalla teiera e su sedette al lato opposto di
Severus. “Sev, tutto bene?”
“Mmmm. Qui, prendi questo. Ci vuole un’ora prima che fa
effetto.” E passò a Harry una piccola fiala riempita
con un liquido color garofano.
“Cosa fa?”
“Si libererà
della tua dopo-sbornia.”
“Oh,
magnifico!” Ero preoccupato di dover andare da Pomfrey e inventare una storia
sul perché mi sento così da schifo.”
Severus
sbuffò, finendo per ridacchiare. “Lo avrebbe indovinato, per poi rampognarmi per
dare ad uno studente tanto alcool, anche se tu sei
maggiorenne.”
“Probabilmente
hai ragione, lei lo sa sempre. Oh, uomo, sto da
schifo.” Harry afferrò la fiala e lo mandò giù in un sorso. Alzò un
sopracciglio verso severus. “ha un buon sapore!”
“davvero
credi che farei le mie pozioni personali assaggiare da schifo?”
Un cattivo
ghigno attraversò la faccia di Harry, “non posso
credere che tu fai le pozioni per gli studenti assaggiare così cattivo. E’
crudele!”
“E’ un
incentivo per restare sani e fuori dai guai, anche se
non ha mai avuto un grande effetto su di te!” Un ghigno ugualmente cattivo
apparve sul viso di Severus.
“Ehi! Non è
bello infierire su di un uomo con la sua prima dopo-sbornia. Sto
già soffrendo abbastanza!” Disse Harry, con una morbida risata.
“Mmmm.” Harry vide Severus strofinare con una mano il viso,
mentre pronunciava il suo criptico mmmm.
“Che significa quel mmmm, Sev?”
Chiese Harry, un poco nervoso della risposta.
“Nulla.”
“Su, Sev. Non
mi metterai fuori pista! Qualcun altro forse, ma non io.”
“Credo…adesso,
di star lottando con la mia coscienza.”
“Perchè?”
“Harry,
questa cosa…non è bene.” E aguzzò prima a Harry, poi a se stesso, “sono il tuo
insegnante, ed essenzialmente, ti ho fatto ubriacare e sedotto.”
Harry rise,
anche se non troppo forte, dato che la testa stava ancora uccidendolo, prendendo
la mano di Severus nella propria. “Sev, non hai approfitto
di me. Io lo volevo. Io TI volevo.”
“E cosa vedranno gli altri, se si scopre quello che è
accaduto?”
“Se fosse per me, Sev, correrei alla torre più alta e lo
griderei a piena voce. Lo sai come sento su te. Voglio dire al mondo che ho
trovato l’uomo che amo, e se a qualcuno non piace, può andarsene all’inferno.” Harry s’inclinò e baciò la guancia di Severus. “So che
dobbiamo essere accurati, il Lord Oscuro non deve scoprirlo; ma non cambia il
mio modo di sentire su te.” Harry s’inclinò di nuovo
e, dolcemente, baciò Severus.
**********
Severus si
ritirò di nuovo dal bacio, prima che potesse diventare troppo rovente. Severus
dovette usare tutto il suo autocontrollo. Harry, con solo i pantaloni e capelli
spettinati, era troppo tentatore, Ma era un poco strano vedere Harry che
mostrava dieci anni di più di quelli che realmente aveva. A Severus, piaceva,
ma sapeva che non sarebbe durato; anche se ammetteva che Harry sembrava
meraviglioso qualsiasi fosse la sua età.
Confini
dovevano esser messi, specialmente se intendevano
tentare qualsiasi cosa che assomigliasse ad una relazione. Severus era
consapevole che non c’era una regola contro una relazione tra di loro, dato che
Harry era maggiorenne. Eppure, Severus si sentiva come
se avesse tradito la fiducia che era stata riposta in lui. Ora, aveva bisogno
di far capire a Harry il suo punto di vista. Non pensava di poter resistere, se
Harry continuava a gettarsi addosso a lui. “harry, non possiamo far di nuovo
questo…”
“Ma…”
Severus alzò una mano per acquietarlo, “Harry, io sono un tuo
insegnante. I genitori dei bambini credono che questo posto sia un porto sicuro
per i loro bambini. Non si aspettano che i professori comincino ad uscire con i
loro bambini se ad uno di loro ne piace uno. So che
non ci sono regole lo impediscano; entrambi siamo
maggiorenni, giuridicamente non c’è nulla che ci possa fermare. Ma, moralmente, credo che sia sbagliato. Se qualcosa si svilupperà
fra noi, dovremo aspettare finché tu hai finito la scuola.”
“Sev, sei
pentito di quello che è successo ieri notte?”
“No, l’unica
cosa con cui ho un problema, è che ero il primo.”
“Non esserlo,
io non sono pentito che lo fossi. Non riesco ad
immaginare qualcosa di peggiore di essere con un altro ragazzo che non aveva
idea di quello che lui stava facendo. La notte sarebbe passata con noi due che armeggia. Non volevo che la mia prima volta
fosse un momento insignificante, qualcosa di cui mi sarei pentito. Tenterò di
fare del mio meglio per controllarmi quando sono
vicino a te; capisco che cosa stai intendendo. Ma non vuole dire
che debba piacermi.”
“Grazie per
esser così maturo.”
“Non c’è di
che. Però, il giorno della laurea, il tuo didietro è
il mio!” Sulle labbra di Harry era presente un sorriso assolutamente cattivo.
Severus
mostrò di nuovo uno dei suoi migliori sorrisi astuti. “Ora, ho una ragione in
più di sperare che tu ti laurei in fretta, sig. Potter.”
“Sto contando
i giorni, ma posso, sai, venire ancora a trovarti ed uscire insieme?”
“Non vedo
perché no.” E s’inclinò verso Harry per dargli un
bacio. “Ora che la mia dopo-sbornia è passata, penso
che mi farò una doccia. Per favore, sentiti libero di ordinare la colazione.
Più tardi chiameròFilius
per rimettere a posto l’incantesimo.”
“Vuoi
compagnia?” Severus sospirò, alzando gli occhi al cielo. “Penso che farò ameno
della colazione, per il momento, la mia dopo-sbornia non è ancora passata.”
“Passerà
presto. Cerca di rimanere fuori dai guai.” E lasciò la stanza, dirigendosi verso il bagno, sentendosi
bene perché Harry aveva capito il suo punto di vista e l’accettò.
*********
Nella notte
della festa di ritorno, Harry ebbe il piacere di congratularsi con Ron e Hermione
per l’annuncio del loro fidanzamento. Hermione stava letteralmente ardendo
dall’eccitazione quando Harry gli aveva detto della
sua notte con Severus. Mentre lei richiese dettagli
espliciti, Ron arrossì e borbottò qualcosa circa avendo bisogno di spedire un
gufo a Bill.
“Oh, Harry!
Sono così felice per te. E’ così romantico, dover trattenere tutta la tua
passione finché ti laurei.”
“Mione, il
modo in cui lo dici, lo fa suonare come un romanzo
muggle.”
“Ma, Harry, è
meglio di quello, è la realtà.”
“Da quando
sei diventata una simile romantica? Non avevo mai visto questo tuo lato.” Harry
stava ridendo al ghigno enorme che Hermione aveva sul viso.
“Lo sono
sempre stata. Lo hai notato solo ora perché hai finalmente ammesso che sono una
ragazza, e non uno dei ragazzi.”
“Forse.”
Ron entrò di
nuovo nella stanza e baciò Hermione sulla guancia. “Abbastanza di quello,
Harry, professor Snape che cosa ti ha trovato per Natale?” Gli chiese Hermione.
“Non
indovinerai mai! Mi ha fatto tutte e sette le pozioni per il mio addestramento di Animagi!”
Hermione ansò, “non posso crederci! Grazie a loro potrai velocizzare
il tuo addestramento, fino a ridurlo ad un solo anno!”
“Lo so! E’
magnifico, no?”
“Harry,
amico, non posso credere che Snape le fece per te.
Sono veramente difficili e ci vuole molto tempo. Per non menzionare come sono
costose.” Ron sembrava sbalordito, ma entusiasta. “Forse avevo torto e Snape ha
davvero sentimenti, dopo tutto.”
“Ron, abbi fiducia in me. Sev ha molti
sentimenti, gli piace solo tenerli nascosti.”
“Ron ha ragione, sai Harry, quelle pozioni sono veramente costose
da fare. Hanno molti ingredienti rari. Oh! Harry, li hai già prese?”
Il ghigno
enorme di Harry disse loro la sua risposta. “Si, e sono una pantera.”
“Wow, Harry,
è magnifico. Facci vedere.” Gli disse Ron.
“Va bene,
sono ancora un poco lento, ma sto praticando ogni giorno. Secondo il libro, se
pratico tutto il tempo, ci vorrà solo pochi mesi prima
che possa cambiare in un attimo.”
Harry si alzò
dal letto di Hermione, si portò nel centro della stanza e si concentrò sulla
sua forma animale. Alcuni minuti più tardi, sul tappeto c’era una pantera nera
con la macchia bianca di pelliccia sopra il suo occhio destro. “Harry, è
splendido. Tu, sei stupendo!”
“Mione ha
ragione, amico. Wow! Penso che sia probabile che dovrò prendere in prestito
quel tuo libro. Wow!” Ron andò vicino all’animale e graffiò Harry dietro al suo
orecchio.
**********
Una settimana
più tardi, Harry avvertì la sensazione di esser osservato.
Era nella classe di pozioni, così all’inizio pensò che fosse Sev, ma non
sembrava corretto. Tutto il suo essere stava dicendogli
che era qualcun altro, qualcuno di pericoloso.
********
A Draco
piaceva pensarsiperfettamente
consapevole dell’ambiente che lo circondava; era molto bravo a raccogliere le
piccole cose che solitamente le persone non badavano. Anni di
addestramento da suo padre, gli avevano insegnato quello. Draco aveva
osservato da vicino Potter; suo padre l’aveva
richiesto. Sulle feste aveva sentito alcuni bocconcini interessanti
d’informazioni riguardo a Potter. Aveva sentito suo padre e i suoi amici che parlavano su di lui, e che era sotto un
qualche genere di glamourie. Draco aveva fatto un
incantesimo di Rivelazione ai suoi occhi prima della classe di pozioni, e
guardato molte volte verso Harry, ma non ci furono
cambiamenti, ancora sembrava Potter.
Una cosa che
aveva notato, tuttavia, erano le piccole occhiate timide che Potter stava gettando al suo direttore di casa, e la cosa più
strana era che Snape non stava sembrando sconvolto o disturbato. Sembrò…quasi
indifferente, ai sorrisi timidi ed i piccoli rossori di Potter. Interessante!
Pensò Draco. Poteva essere che Potter avesse un interesse sentimentale in
Snape, di tutte le persone? Oh, qualcuno riceverà notizia di questo, forse quell’irritante scrittore, Rita Skeeter. Draco sorrise
malignamente, immaginando i titoli: Ragazzo-Che-Visse
in amore con un professore maschio! Prima però, dovrebbe chiedere consiglio a
suo padre, in caso interferisse con qualsiasi cosa che
era stato preparato per Potter.
Non voleva
provocare a Snape alcun problema; l’uomo aveva troppo potere, specialmente mentre era scuola. La casa di Snape era molto
antica e potente. Lo era ancora anche dopo aver perso la reputazione seguendo
il Lord Oscuro nell’ultima guerra. Dopo questa lezione, scriverebbe a suo
padre, mantenendo un occhio attento su Potter, e forse, un poco anche su Snape.
*********
Caro padre,
sto tenendo un occhio su Potter, come sempre,
ed ho scoperto alcune notizie piuttosto divertenti. Sembra che Potter abbia un
interesse romantico sul nostro unico e solo professor Snape.
Non so se il professor Snape sia consapevole
di questo o no, ma sembra esser un poco indifferente verso Potter fin dalle
feste di Natale.
Se vuoi che faccia qualcosa, mandami un
gufo, e farò del mio meglio.
Draco.
Draco
allacciò la pergamena alla zampa del gufo di famiglia e lo spedì al feudo.
“Crabbe, Goyle. Andiamo, è quasi tempo di cena e non posso certo farvi svenire
dalla fame, no?” Ghignò Draco alle sue due guardie del
corpo. I due gorilla fecero come gli venne detto e lo
seguirono fino alla sala. Mentre mangiava, Draco notò che Potter aveva guardato
a Snape ventitre volte. Snape aveva guardato a Potter
solo una volta, e gli aveva dato il classico ghigno di Snape. Ringraziamo Merlino, fu il pensiero di Draco. Almeno, certe cose sembravano
normali. Snape, sembrava ancora provare antipatia per Potter.
cap. 29:Le
dopo-sbornie e Malfoy non mescolano 2°parte
La mattina seguente, a colazione,
il gufo dei Malfoy consegnò la sua lettera ad un Draco in impaziente attesa. Il
ragazzo l’aprì con un gesto della bacchetta contro la pergamena e, dopo aver
detto la parola d’ordine, le parole apparvero sulla
pergamena in precedenza bianca.
Draco,
è molto interessante, ma hai alcuna prova? Questo potrebbe dimostrarsi
molto utile per noi. Voglio che tu tenga la cosa sotto silenzio, per il
momento. So che ti piacerebbe molto andare con queste
informazione, di corsa, da quella donna irritante del DailyProphet per imbarazzare
Potter ma, come ho detto, queste informazioni potrebbero esserci utili nel futuro.
Ho fiducia in te per non spargere tali informazioni, Draco. Quando eravamo in scuola, ed eravamo buoni amici, Severus mi
confidò di esser gay. Non avevo problemi con questo allora, come non ne ho
adesso, ma Severus ed io, non siamo più così vicini come una volta, e se quello
che hai detto tu su Potter è vero, le cose potrebbero
diventare interessanti.
Quel marmocchio di Potter è moltissimo il tipo di severus: giovane,
potente e discretamente attraente. Se Potter mostra
chiaramente le sue intenzioni, non sono sicuro che il mio vecchio amico sia
capace di resistere!
Ci sono due modi che tutto questo potrebbe esser buono per noi; si potrebbe usarlo, in qualche modo, per tenere sotto controllo
Severus o potrebbe dimostrarsi utile al nostro Signore.
Quindi, il mio consiglio è di tenere un occhio molto vicino e tenermi
informato se accade qualsiasi cosa.
Tuo padre.
Draco sillabò di nuovo la
pergamena, così che fosse illeggibile a chiunque non
era un Malfoy. Aveva molte cose a cui pensare, e doveva tenere un occhio più vicino a Potter e Snape.
**************************
Era passato molto tempo da quando
lui e Severus erano rimasti da soli, Harry iniziava ad avere sintomi di astinenza. Non aveva baciato, abbracciato o anche solo
rimasto da solo in una stanza con sev da una settimana. Non aveva alcuna scusa
per andare nelle prigioni e vederlo, il suo approvvigionamento di pozioni
energizzanti era ancora quasi completo e non aveva detenzioni. Quindi rimase
seduto, arricciato sul suo letto, la sciarpa avvolta a se e, con le sue proprie parole, sembrando alquanto patetico. “Sono così
dannatamente Patetico!” Gemette
Harry, ad alta voce, a nessuno in particolare, dato che
era da solo nel suo dormitorio.
“Ehi, lo hai detto tu, borsa di pelle.”
“Lascialo in pace, è innamorato.”
“Zitto, razza di idiota medio. La creatura
umana è patetica.”
“Non hai nessun sogno, mancino. E sei
cattivo.”
“Mezzo! Io non sono cattivo, solo un poco critico. Guardalo,
lo ha detto lui, patetico.”
“Potete smetterla un attimo? Io sto progettando la caduta di questa
scuola stupida, e non aiuta sentire voi due tutta la durata.”
“Non capisco perché voi due siete così disperati per ottenere via dal
nostro padrone. Mi piace; almeno, anche se occasionalmente, ci parla. Non come
il nostro ultimo padrone.”
Harry sentì il suo runespoor disputare su di lui, e sorrise. Il serpente era nel giusto, stava comportandosi pateticamente. “Così, cosa suggerite che io faccia?”Chiese lui. Dopotutto,
era giunto alla fine delle sue idee.
“Oh, così ora vuoi il nostro consiglio? Ti costerà.”
“Che cosa dovrò pagare?” Chiese Harry,
chiaramente divertito dall’intera situazione. Dopo tutto,
quante persone chiedevano consiglio su relazioni ad un serpente!
“Tre topi, razza di creatura umana idiota.”
“D’accordo, mancino.”Harry
mise i tre topi col serpente e si ritirò un po’ come le tre teste iniziarono a
divorare la loro festa. “Così, qual è il
vostro grande consiglio?”
“Non chiedere a me. Io sono la testa sinistra, il critico, ricorda.”
“Digli che l’ami.” Disse la testa media. Stranamente abbastanza,
la testa media riuscì ad avere un’occhiata trasognata sulla sua faccia.
“Già tentato, ma non è una ragione abbastanza valida per
andare giù e vederlo.” Harry stava iniziando a sentirsi abbattuto.
“Devo fare tutto qui? Non ascoltare la testa media, è il sognatore. Se vuoi un piano, vieni da me, la testa corretta perché,
indovina quello che! Sono io il progettista. Da quello che hai detto, voi due
siete già stati intimi, giusto?” Harry accennò col
capo. “Così qual è il problema? Metti su
quel mantello che ti fa invisibile e solo vai a vederlo. Senza dubbio gli stai
mancando. O, se non ti piace quell’idea, cambia in
quel grande gatto in cui puoi trasformarti e poi vai a
visitarlo. In entrambi i modi, ferma di abbatterti e
vai a vederlo, così che io posso riavere alla mia pianificazione!”
Harry non era
stato congedato in tale modo da parecchio, e stava umiliando completamente,
soprattutto venendo da un serpente tricipite. Ma aveva
dato a Harry delle idee; il mantello, probabilmente era l’idea migliore. Era un
modo sperimentato ed esaminato per ottenere all’interno della scuola,
specialmente quando usato insieme alla mappa del malandrino. Trasformarsi nella
sua forma d’animagi, aggiungeva eccitamento al piano. La decisione venne presa, che sia la trasformazione in animagi. Harry
camminò silenziosamente fuori della Torre di gryffindor e nel bagno più vicino
per trasformare.
************
Severus stava cercando di finire
la correzione dei compiti, ma senza molta fortuna;la
sua mente vagava circa due studenti, per ragioni diverse. Uno era Harry Potter,
un piccolo sorriso comparve sulle sue labbra, perché per quanto importunante
era il marmocchio, era anche il più interessante e non menzioniamo,
giovane affascinante con cui si era incontrato in parecchi anni. Il secondo,
era Draco Malfoy. Aveva notato che il Lucius-in-addestramento,
stava osservando Harry per tutto il tempo. Per prima, pensava che il più
giovane Malfoy avesse un piccolo interesse in Harry, ed immediatamente si
chiese se chiunque avrebbe notato se uccidesse draco Malfoy. Conosceva molti
modi motivi puliti di farlo che non lasciavano nessun’evidenza, che portò un
cattivo ghigno alla sua faccia. No, quello era sbagliato,
sapeva che Draco era eterossessale. Severus aveva
incontrato la maggior parte delle giovani signore col quali
il giovane era uscito, e Draco non era abbastanza stupido per precipitare per
Harry Potter. Severus sbuffò, diversamente da me, fu
il suo pensiero.
Strani rumori
graffianti vennero dalla porta, spingendolo fuori delle sue riflessioni.
Non era forte ma abbastanza per trovare la sua attenzione,
sembrava vagamente come un animale fosse alla sua porta. Forse uno dei
‘animaletti’ di Hagrid, che era scappato di nuovo e
stava cercando santuario nelle prigioni sotterranee e scure. Non sarebbe la prima
volta che accadeva. Cautamente, aprì la porta, con la
mano sulla bacchetta, pronto ad assordare qualunque cosa era venuto a dire
ciao.
Fuori dalle
ombre, una pantera nera con occhi verdi si avvicinò, avanzando quietamente
nella stanza, torcendo attraverso le sue gambe. Severus chiuse la porta e si girò a guardare in giù al suo ospite nuovo. “Questo suo
nuovo trucco, sig. Potter, non sarà usato per rompere le regole.” La pantera si avvicinò all’uomo e si strofinò contro la
sua gamba. “Né io, sono il suo graffiatoio personale.”
Se fosse possibile per il grande gatto ridere,
sembrava che questo lo stesse facendo, mentre la lunga coda si arricciava circa
i suoi polpaccio e ginocchio. Di malavoglia, arrivò in giù e graffiò il gatto
dietro agli orecchi, che si sedette prossimo a lui, la
coda ancora arricciata circa la sua gamba. L’animale gli leccò la mano e poi
scomparve nella camera da letto. Severus ordinò un po’
di tè, segretamente molto lieto che Harry fosse venuto a trovarlo, dopo tutto era stato una settimana da quando erano stati da soli.
Stava diventando sempre più difficile trovare scuse per stare da solo col
ragazzo.
Versò due tazze. Aggiungendo
latte e zucchero per Harry, fremendo, come poteva chiunque bere il loro tè con
tale quantità di zucchero? Si voltò per chiedere a Harry se volesse
qualsiasi cosa da mangiare, per ritrovarsi immediatamente con le braccia piene
di un Harry Potter molto ardente!
*************
Dopo che Harry era di nuovo se
stesso, nel bagno, perse pazienza e si diresse nel soggiorno, diritto nelle
braccia di Sev. Il giovane avvolse ermeticamente le gambe alla vita di Sev.
L’uomo non sembrava badare alla cosa, visto il modo in cui rispose al bacio che
iniziò Harry. Il giovane poteva sentire le mani di sev che scivolavano sulla
sua vita, per rimanere sul suo sedere. Harry si
lamentò leggermente nella bocca di Sev, aveva fallito così
tanto il tocco di quest’uomo. Se possibile, era
giunto a credere di esser diventato assuefatto a lui. “Mmmm,
mi sei mancato così tanto.” Disse Harry, ritirandosi
dal bacio.
“Per quanto sia
piacevole vederti, sei stato seguito? O hai osservato
chiunque che si gingillava fuori nei corridoi?”
“No non
ero seguito, e no non ho osservato nessuno.” Ogni parola era
punteggiata da delicati baci alla mascella di Sev. “Sei
troppo paranoico.”
“E tu non dai
retta ai tuoi dintorni.”
Harry scivolò fuori
dalle braccia di severus. “Che cosa ti fa dire
quello?”
“Draco stava osservandoti molto,
oggi, e anch’io. Penso che possa sospettare qualcosa. E’ un giovane molto
brillante e diffidente.” Harry poteva dire dal suo
tono che fosse veramente preoccupato.”Davvero? Non
avevo notato, mi guarda per tutto il tempo, sono abituato a lui.”
“E’ addirittura più del suo
solito. Sii accurato di lui, Harry, può essere un giovane molto pericoloso.”
Harry prese la mano di Sev e la
portò alle sue labbra, per poi mettere un bacio terrò
sulle sue nocche. “Lo farò, lo prometto. Ora,
abbastanza di questo, perché non andiamo sul sofà e mi dici quello che hai fatto
da quando ci siamo visti l’ultima volta?” Harry
sorrise a Sev e lo trascinò al sofà per la mano che doveva ancora rilasciare.
Una volta che erano seduti, Harry stette accoccolato al lato di Sev, lieto quando l’uomo mise il suo braccio sulle sue spalle.
*************************
I due persero il conto del tempo,
mentre si scambiavano le notizie. Severus disse a Harry circa il suo duello con
Filius, e come avesse battuto
il piccolo mago solo grazie ad un Incantesimo di Levitazione ben messo
accoppiato con un Malocchio Vincolante antico. I due parlarono anche, in
profondità, della ricerca di Harry sulla rimozione del Marchio Oscuro, e
Severus diede a Harry alcuni libri da leggere che si dimostreranno
certamente utili. Più i due chiacchieravano, più sprofondavano nel sofà, e per
tutto il tempo, Sev giocò coi capelli sulla schiena
del collo di Harry, facendolo molto assonnato.
*********************************
Quando
Harry aprì gli occhi, immediatamente vide un muro nero. Disorientato, venne colto dal panico, ed immediatamente si alzò a sedere,
solamente per sentire un braccio stringere alla vita e tirarlo nuovamente in
giù. Tutto ritornò alla sua mente. Erano sul sofà, dove si erano addormentati
dopo aver parlato a lungo nella nottata precedente, e si dovevano esser addormentati. Volentieri, Harry ritornò giù, sorridendo.
Dovrebbe andarsene presto, così da non esser preso, ma Harry pensò che poteva scamparsi con altri cinque minuti. Avvertiva chiaramente
il consolidi alito sulla schiena del collo, proveniente
da Severus, e veramente per la prima volta, credette di esser a casa. Era una
sensazione così giusta, così perfetta.
“E’ tempo che ritorni al tuo
dormitorio, altrimenti Minerva avrà la mia testa.” Le
parole di Severus erano annebbiate pesantemente con sonno.
“Lo so, solo altri cinque
minuti.”
Harry poteva avvertire il sorriso
di Severus contro il suo collo mentre lo baciava delicatamente.
“Due, poi dovrai andare.”
Harry si voltò ad affrontare
Severus e s’inclinò in giù per baciarlo, “va bene.”
*******************
Nella settimana seguente, Harry
passò molto tempo sui suoi studi di Animagi. Siccome aveva preso le pozioni, le sue trasformazioni
stavano diventando più naturali, ma non era ancora rapido abbastanza comparato
a quella di Sirius. Harry superò di nuovo tutti gli esercizi mentali nel libro,
per tentare di vedere di velocizzare le cose. Severus gli aveva dato anche un
paio di libri che pensava l’aiuterebbero.
Hermione era stata abbastanza
gentile da permettergli di usare il suo alloggio mentre lei e Ron facevano
passeggiate al chiaro di luna al lago, progettando il loro futuro. Harry era
veramente felice per loro, ed era contento per Ron che Hermione avesse detto di si al suo anello di promessa.
Apparentemente, avevano deciso di
impegnarsi formalmente quando Hermione aveva finito
con l’università e Ron avesse completato il suo addestramento di Auror. Doveva
ancora fare la richiesta per entrare negli Auror, ma non poteva farlo prima di
Pasqua. Harry pensò che non avrebbe avuto difficoltà nell’esser accettato, dato
che Dumbledore aveva accettato di scrivere la lettera di referenza che
bisognava con la domanda ed i suoi gradi erano buoni; anche il suo grado in
pozioni era abbastanza alto per accettarlo.
Stava iniziando a farsi tardi e
Harry iniziava a sentire l’esaurimento causato dalle
sue trasformazioni insorgere. Era giunto a sette secondi per cambio. Stava
arrivandoci; Harry calcolò che con alcuni più trasformazioni, giungerebbe a
circa tre secondi con alcune settimane di allenamento
intensivo.
Severus era nel
suo ufficio, riempiendo moduli d’ordinazione per rifornire di prodotti le
classi, mentre la sua mente continuò a vagare di nuovo su un Harry James
Potter. Il giovane era sempre più nella sua mente di questi giorni. Lui
immaginò fosse dovuto al fatto che in circa cinque
mesi, Harry, sarà laureto, ed in teoria, lasciato la scuola e preso anche
l’antidoto. Severus non sapeva dove questo li avrebbe portati, presumendo che
ci fosse un ‘loro’. I suoi sentimenti per Harry
stavano approfondendosi; non c’era domanda circa quello. Lui gli aveva assicurato
che l’amava di nuovo, durante la loro notte di passione a Natale, benché in
latino. Ma ancora contava, giusto? Solo perché Harry
non parlava un latino scorrevole, non era sua la colpa o problema. Era l’uscita
di un codardo, lo sapeva, ma al momento non si sentiva pronto per rettificare
questa piccola discrepanza. Presto, sì definitivamente
presto.
Severus aveva
finito di riempire il modulo ed aveva aggrottato le sopracciglia a se stesso. Ci era voluto il doppio del tempo normale, grazie alle sue
ruminazioni su Harry. L’uomo scosse la testa mentre
lasciava l’ufficio e si dirigeva alla guferia. Sembrava
stesse facendolo sempre di più, in questi giorni.
***********
Il soggetto dei
pensieri di Severus, in questo momento era nel suo dormitorio con una Hermione molto frustrata ed un Ron adirato. “Harry, devi
prendere l’antidoto. Non ho mai sentito di qualcosa così…così stupido in vita
mia!” Hermione era ad una perdita di parole; per prima
aveva pensato che Harry stesse scherzando, anche se lui stesse conficcandosi al
suo argomento. Ragazzo stupido! Pensò Hermione.
“Si, ha ragione
Mione. Amico, tu devi prenderlo. Normalmente, non m’importerebbe nulla di
Snape, ma ha passato mesi tentando di dedurlo. Glielo devi e se lo ami come
dici, poi lo prenderai.” Ron aveva perso il suo
temperamento; Harry stava agendo come uno stupido egoista.
Harry aveva
ascoltato attentamente le parole dei suoi amici, davvero. Ma
lui aveva pensato anche a questo; non voleva più prendere l’antidoto. Una volta
il glamourie era tolto, lui era solo un altro
cittadino, un’altra faccia nella folla e, più importante, aveva ventisette
anni. Anche se Sev non sembrava aver un problema con la differenza d’età, lui
era preoccupato che, una volta che aveva di nuovo diciassette
anni, Severus si stancherebbe di un adolescente. A lui, Severus, era la
personificazione dell’eleganza e della sofisticazione, ed avendo un adolescente
come innamorato o consorte, perderebbe presto appello.
“Mi spiace ragazzi, ma ho deciso. Non prenderò l’antidoto. Una volta che la
scuola finirà, vivrò come un adulto maturo, non dovrò risalire ai Dursley o
fare qualsiasi cosa che non desideri.”
“Harry, io
capisco, davvero, ma tu devi prendere l’antidoto.”
Hermione aveva iniziato a camminare a causa della sua agitazione.
“No.”
“Perché? Quello che non capisco è perché, amico. Per favore,
spiegamelo in termini semplici, così che possa tentare e capire da dove viene
tale ragionamento.” Lo pregò Ron.
“Ho le mie
ragioni. Perché non le accettate e mi lasciate in
pace? Sono deciso!” Disse prepotentemente Harry.
“Perché siamo i
tuoi migliori amici, Harry, noi vogliamo quello che è migliore per te, e
prendere l’antidoto è quello che è meglio per te.”
Ragionò Hermione.
“Forse, alcuni
mesi fa, lo era, ma non ora.”
“Che cosa intendi, Harry? Forse alcuni mesi fa?” Chiese
Hermione, sospettosamente.
“Nulla. Lascia
stare.” Tentò di dire Harry e di andarsene, ma fu fermato
da Hermione come lei riuscì a collegare tutto.
“E’ a causa di
Snape, vero Harry?”
“Non so quello
di cui stai parlando, Mione.”
“Penso che lo
sai benissimo.”
“Snape ha
qualsiasi cosa a che fare con questo, Harry?” Chiese sospettosamente Ron.
“No! Severus non
sa neppure ancora della mia decisione. Mione, perché non
potete solo accettare la mia decisione?”
“Perché è sbagliato, Harry, e tu lo sai! Ma
tu sei ora accecato da qualcosa.” Gridò Hermione a Harry.
“Io l’amo.
Hermione! Quanto tempo pensi che mi vorrà attorno a
lui se io ritorno ad essere un diciassettenne?” Ritorse indietro Harry. Poi
tempestò fuori della stanza cercando un angolo quieto del castello in cui nascondersi
finché tutti si erano calmati ed i suoi amici accettarono la sua
decisione.
*****************
Alcuni giorni
più tardi, Severus stava ordinando fuori il suo armadio dei componenti
quando una bussata alla porta dell’ufficio lo fermò, facendogli
aggrottare le sopracciglia. Non stava aspettando nessuno, ed Albus, solitamente
sarebbe entrato dopo aver bussato, e strano come sembrava, lui sapeva sempre quando era Harry; poteva sentirlo in qualche modo se
si trattava di lui. Era come se potesse sentire la sua magia nell’aria quando si avvicinava. Questo non era lui; poteva dirlo
tranquillamente. Forse era uno studente della sua casa. Di quando in quando,
venivano a vederlo. “Avanti.” La persona che entrò, non era nessuna di quelle
che si era aspettato; era Hermione Granger. “Sig.na Granger?” Chiese.
“Professor
Snape. Stavo chiedendomi se potessi avere un attimo del suo tempo.”
“Entri e si sieda.” Severus aguzzò ad una sedia di fronte al suo banco
da lavoro. Lei si sedette. Elevò un sopracciglio quando
lei prese la sua bacchetta, e dovette usare tutto il suo controllo per non
ridere, stava tentando di lanciargli un malocchio? Su secondo pensiero, no; la
ragazza era un individuo pedante circa le regole. Lei gettò un semplice
incantesimo di silenzio alla stanza. Severus elevò un altro sopracciglio.
“Signore, ciò di
cui devo parlargli è molto privato.”
“Come privato?”
Chiese lui. Era piuttosto intrigato, su che cosa
voleva parlargli?
“Su Harry.”
Bisbigliò lei all’uomo.
Lui accennò col
capo, prese la sua bacchetta e gettò molti fascini di silenzio più complessi e
potenti alla stanza. Non si poteva mai sapere, dopotutto, chi stava ascoltando.
Specialmente con Draco in cerca di preda. “Che cosa
sul sig. Potter?”
“Sta
comportandosi come un idiota!” Definitivamente, la ragazza era di cattivo umore
con Harry, Severus poteva dirlo perché stava agendo allo stesso modo quando lei aveva visitato Harry a casa sua durante
l’estate.
“Perché è venuta da me? Lei è il suo più buon amico,
certamente se lui ascolterà qualcuno, sarà lei.”
“Non su questa
questione, il ragazzo può essere così caparbio. Professore, lei è la nostra
migliore speranza.”
“Per fare che
cosa, precisamente, sig.na Granger?”
“Convincere
Harry nel prendere l’antidoto.”
Severus si gelò.
Cosa! Harry stava pensando di non prendere l’antidoto!
Perché? “Certamente lei si sbaglia. Perché
Harry non vorrebbe prendere l’antidoto?”
“Non so no
veramente sicuro perché. Penso che possa aver a che fare con…lei.” Hermione
aveva detto a bassa voce le ultime parole.
“Con me? Che cosa la fa pensare che io non lo vorrei prendere
l’antidoto? Ho lavorato su lui per sei mesi!” Severus si
sentì difensivo. Perché qualcuno penserebbe
quello, di tutte le cose? Era una nozione assurda.
“Non a che fare
con lei, ma a causa di lei. E’ probabile che mi sbagli, e se è così, sono molto
spiacente, professore, per sprecare il suo tempo. Harry non ci ascolterà su
questo, e noi abbiamo bisogno che gli parli.
L’ascolterà, Harry valuta estremamente la sua opinione.”
“Più di quella
dei suoi migliori amici?” Severus era curioso circa quello. Certamente,
l’opinione dei suoi amici era più importante.
Lei guardò come
se stesse pensando a qualcosa. “Harry è…bene, lui è…solamente perché è nella
prima onda dell’amore…professore.”
“Oh.” Bene,
quello era stato intelligente, Severus, si sgridò. Lui
sapeva che Harry aveva parlato di loro ai suoi amici. Solo, non si aspettava
che appena fossero venuti a bussare alla porta del suo ufficio. “Parlerò con
Harry alla prima opportunità. Farò tutto in mio potere per cambiare la sua idea
e mostrargli l’errore della sua decisione.” Un cattivo
sorriso furbo onorò le sue labbra, dopotutto lui era il padrone
dell’intimidazione e, se quello andasse a vuoto, potrebbe
sempre ricattarlo emotivamente. Se anche quello non
bastasse, potrebbe solo unirlo in giù e costringerlo in giù la sua gola. Era
per il suo bene, dopotutto.
“Grazie,
signore. Meglio che io vada, ora.”
“Grazie per
queste informazioni, sig.na Granger.” Lui mormorò
alcuni incantesimi che hanno alzato la serratura
magica dalla sua porta ed i fascini di silenzio dalla stanza. Lei sorrise
brevemente all’uomo prima di lasciare l’ufficio.
Severus aggrottò le sopracciglia. Fin da quando era il genere di persona a cui
lei sorrideva? POTTER! Era a causa sua, che ora, alcuni studenti lo credevano
abbastanza amichevole per sorridergli. Scosse la
testa; immaginò che otterrà solo peggio. Un piccolo sorriso onorò le sue
labbra; poteva vivere con quello, pensò, finché non divenne una cosa mondiale.
Poi, avere appuntamenti con il Ragazzo-Che-Sopravvisse,
stava andando, definitivamente, a rovinargli la reputazione.
***********************
Il giovedì
seguente c’erano pozioni duplici per il Gryffindor e Slytherin del settimo anno.
Questo, era quando Severus decise di avere la piccola
chiacchierata con Harry sulla sua riluttanza di prendere l’antidoto sul quale
lui aveva lavorato così sodo. Aveva deciso con la sig.na Granger, di tutte le
persone, di trovare Harry in guaio così da dargli una detenzione. Tecnicamente,
così l’aveva anche la sig.na Granger, ma era stato deciso che lei userebbe il tempo per studio. Non sapeva precisamente come
lei avrebbe fatto, ma quando mai aveva avuto bisogno
di una scusa per mettere uno studente in detenzione, specialmente uno studente
di Gryffindor? Un sorriso furbesco gli attraversò la faccia.
L’uomo lasciò il suo ufficio trenta secondi prima che la classe iniziava,
cos’ che potesse prendere gli ultimi per arrivare alla sua lezione. Digitò la
classe col suo solito acume drammatico; gli piaceva vedere i marmocchi saltare,
letteralmente, nei loro posti, poi avviò la sua conferenza su quello che studierebbero
oggi. Era una continuazione sul siero di verità che stavano studiando, molti
pochi erano venuti vicino a quello che avrebbe dovuto essere. Severus concluse
che il suo lavoro era al sicuro per altri più anni!
***********************
Con solo
quindici minuti andati via della sua lezione, osservò un piccolo pezzo di
pergamena apparire sulla sua scrivania.
Professore,
la sua opportunità di metterci in detenzione,
sorgerà presto.
Hermione Granger.
Sgargiante, fu
il pensiero di severus. Tipico modo di Gryffindor, penso lui. Quello fu quando vide la sig.na Granger passare a Harry una nota in
classe; tutti sapevano che era una grave infrazione nelle sue classi. Ragazza
intelligente, pensò lui, non per la prima volta. “Sig.ina Granger, sig. Potter.”
Lui disse in una voce pericolosamente bassa. “E’ così difficile per lei,
aspettare di passare la vostra piccola lettera d’amore sciocca all’un l’altro, fino a dopo la mia classe?” Severus camminò
impettito verso loro ed afferrò il pezzo piegato di pergamena fuori della mano
di Harry. Lui lo spiegò e o lesse al giovane. Un cattivo sorriso attraversò le
sue labbra. “Sig. Potter, come dolce. Detenzione con me, stasera, alle otto in
punto. Sig.ina Granger, credo che ci sia una riunione dei
prefetti, stanotte, che lei deve frequentare?”
“Si, signore.”
“Molto bene. La
detenzione con me domani alle otto in punto.” Poi,
camminò impettito di nuovo alla sua scrivania. Severus osservò Harry, che
sembrava un poco confuso alla punizione, una buona cosa che non avesse letto la nota, pensò Severus, considerando che quello
che c’era scritto, riguardava un elenco di ingredienti per la pozione su cui
stavano lavorando. La sig.na Granger, sull’altra mano, stava traducendo in pratica , perfettamente, la sua parte. Sembrava importunata
adeguatamente; cosa a cui lui non badò, dopotutto, lei era una Gryffindor.
*************************
La campana
accerchiò e la classe uscì. “Note d’amore passeggere, Granger, Potter? Pensavo
che fosse supposto per essere insieme alla Donnola,
no?” Disse a loro Draco nell’atrio.
“Non era una
nota d’amore, Malfoy!” Addentò hermione di nuovo.
Harry l’afferrò
dal braccio. “Lascia perdere, Hermione, non ne vale la
pena.”
“Solo che, a
volte, mi fa andare su tutte le furie.”
“Ehi, Donnola!
La tua amica sta lasciandoti per qualcuno con i soldi? O è solo che i sangue-sporco stanno restando insieme?” Chiamò fuori
Draco, dispettosamente, quando Ron incontrò Harry e Hermione nell’atrio.
“Attento,
Furetto!” Disse Ron, brillante rosso in viso.
“O quello che, Donnola? Manderai i tuoi
amici sangue-sporco contro me? Non penso. IO…”
A questo punto,
Harry perse il suo temperamento. Gli insulti di Draco contro di lui, li poteva
maneggiare. Dopotutto, non erano nulla di nuovo, specialmente da quando si era unito al mondo magico. Ma Ron e Hermione
non erano, e lui non starebbe a guardare i suoi due
migliori amici siano attaccati in questo modo. Fece i pochi passi che lo
disgiungevano da Draco ed afferrato il piccolo idiota dal suo colletto e l’aveva
spinto nel muro. Furiosamente, bisbigliò nel suo orecchio,
così che nessun altro potesse sentirlo. “Attento a come ti muovi, Draco!
Tu non hai una maledetta idea di quello che sta succedendo nel vero mondo. Quando sarà ora per te di lasciare la sicurezza di Hogwarts,
scoprirai che il mondo dal quale tuo padre ti ha protetto è un grande, luogo
pericoloso. E io sarò un mago pienamente addestrato
con una licenza, e se io scelgo di andare dopo di te e distruggerti, non ci
sarà nessuno per fermarmi! Pensi a chi crederanno, Draco? Tu, o io? Il dannato Ragazzo-Che-Sopravvisse
o un mago la cui famiglia è conosciuta per avere collegamenti a Voldemort?”
Severus era nella sua classe vuota, godendosi la tregua alla
fine delle classi del giorno. Gli Slytherin e Gryffindor del settimo anno,
erano un gruppo duro a cui insegnare, sempre, anche se la classe fu ridotta significativamente, dovuto al fatto che era una
classe di livello N.E.W.T. senza Longbottom.
Ringraziamo Merlino per le piccole misericordie! Pensò
Severus. L’uomo sentì la baruffa nel corridoio della sua classe. Le voci erano
immediatamente riconoscibili, Granger, Weasley, Malfoy e Harry. Quando mai imparerebbero? Severus aveva notato che l’anno
scorso, Harry e Draco erano riusciti a restare fuori dell’un
l’altro modo per la gran parte del tempo, ma per una qualche ragione,
sembrava come se tutte le scommesse fossero di nuovo via, quest’anno.
Severus fremette ascoltando i discorsi razzisti di Draco.
Draco era un giovane intelligente e potente, perché sentisse il bisogno di
essere così sporco con i suoi commenti, quando non ne aveva
alcuna ragione, era oltre Severus. Il giovane parlò insulti a Granger e Weasley,
seguiti dai loro richiami a Harry per ottenere via, e lui indovinò che fosse il momento d’intervenire e fermare questo nonsenso.
Severus uscì dalla sua classe, trovando qualcosa che non
aveva mai pensato vedrebbe. Potter,
che univa Malfoy contro il muro dicendo a bassa voce qualcosa, che fece
diventare Malfoy di un bianco spettrale. Draco sembrò fremere a ciò che
Harry aveva detto; Severus aveva visto prima tale reazione, molte volte. Di
solito accadeva, quando qualcuno menzionava il nome del Lord Oscuro. Se il Lord
Oscuro fosse comportato nel loro argomento, era
definitivamente tempo per mettere una fermata a lui. “Abbastanza!” Tutti gli
studenti presenti si girarono a guardarlo. Eccellente! “Potter, dieci punti da
Gryffindor per lottare nel corridoio; Weasley, Granger dieci punti ognuno da
Gryffindor per non essere capaci di frenare il vostro amico.”
“Ma signore…”
“Quieto, sig. Weasley, a meno che
lei voglia esser responsabile di una ulteriore perdita di punti da casa sua.
Ora, tornate tutti ai vostri dormitori. Sig. Malfoy, il mio ufficio, ora!” Lui
notò, che Draco diede a Harry un’occhiata soddisfatta, che infastidì
ulteriormente Harry.
“Ricorda quello che ho detto, Draco, cinque mesi!”
“Abbastanza, sig. Potter! Vuole aumentare la sua detenzione
con me?”
“No, signore.” Prima che Severus si girasse per andare via,
lui vide Harry conficcarsi su cinque dita a Draco.
*****
Indietro nel suo ufficio, Severus chiese a Draco di sedersi
opposto alla sua scrivania. “Draco, mi dica che
cos’era tutto quello?”
“Nulla, signore.”
“Non mi dica assurdità! Ora dica quello che è successo per
trovare Potter così arrabbiato?”
“Solo il solito. Sembra come se Potter ha
perso il suo senso dell’humor, questi giorni. Ma io non sono spaventato di lui.”
“Dovrebbe esserlo, sig. Malfoy.”
“Perché?” Il suo tono era pura
arroganza.
“Perché lui ha l’intera scuola
nelle sue mani. Il Direttore prenderebbe il suo lato, se le cose fossero andate
ulteriormente.” Severus sospirò. “Draco, lei è così vicino a conpletando la
sua istruzione; vuole realmente esser espulso? Perché
è quello che accadrà se lei non può imbrigliare il suo temperamento, io ho solo
una certa capacità di trattare col Direttore. Vengo
annullato ad ogni passo, quando si tratta di Potter. Anche, se lei fosse espulso, porterebbe la vergogna sulla sua famiglia e sugli
Slytherin. Altri desiderano trattare con Potter, e pensa che le sarebbero grati
per la sua interferenza?”
“No, signore.” Il tono era ancora troppo arrogante, per il
gusto di Severus, ma, realisticamente, non c’era nulla che lui potesse fare. Un
Malfoy farà quello che un Malfoy vuole fare, sempre!
“Risalga al suo dormitorio e stia fuori del modo di Potter.”
“Si, signore.”
Draco lasciò il suo ufficio e Severus seppe che non c’era
opportunità che una sola parola fosse affondata in lui. Tutto quello che lui poteva fare era sperare che Draco trovasse una grande pietra
per nascondersi sotto quando la merda colpisse il ventilatore, realmente, e
rimanesse fuori di questa guerra. Il ragazzo era un buon bambino e Severus
desiderava un futuro per lui, Severus non sapeva se l’avrebbe avuto se continuasse ad ascoltare suo padre.
****
Harry era di un umore selvaggio. Le poche persone potrebbero
metterlo in uno, ma Draco Malfoy era alto su quell’elenco. Harry calcolò che fosse anche superiore a
Voldemort, sulla sua scala; Voldemort lo spaventò, lo sconvolse, ma Malfoy lo
faceva davvero incazzare! C’era solo una cosa da fare in una situazione come
questa, e quello era mangiare tutto quello che era in vista. Quello era il
perché lui si stava dirigendo alle cucine per vedere il suo vecchio amico Dobby, Harry ignorerebbe cena
andando diritto al dessert, molto dessert! Harry poteva sentire Hermione e Ron
che lo seguivano; non ci badò, i due lo mettevano
sempre in un migliore umore, dopo un confronto con Malfoy.
“Harry!”
Il ragazzo si fermò e si rivolse alla voce nuova, “Luna! Ora
non è un buon tempo. Ho bisogno di torta e gelato.” Disse continuando verso le
cucine, con Luna che cammina seguendolo.
“Ah, l’incidente con Malfoy!”
“Come sai?”
“Ormai dovresti sapere che i pettegolezzi si espandono come
fuoco selvatico, in questo luogo. Dopo tutto, i muri
parlano.”
Harry lasciò fuori uno sbuffo di risata. “Dillo a me. E’
accaduto solo approssimativamente cinque minuti fa, e scommetto che lo conosce
già l’intera scuola.”
“Almeno i due terzi.” Lei gli fece un grande
ghigno stupido. Harry alzò gli occhi al cielo. Il gruppo era arrivato al
ritratto della ciotola di frutta e Luna fece il
solletico alla pera per guadagnare l’accesso. Harry sentì Ron e Hermione
seguirli.
“Amico, quand’è che hai imparato a camminare come Snape?”
Scherzò Ron.
“Quando divento abbastanza arrabbiato, cammino solo più
veloce.”
“Ciao, Luna, stai congiungendoci per guardare Harry e Ron
riempire le loro facce con ammontari innaturali di gelato?” Chiese Hermione
all’altra ragazza. Anche se Hermione lo trovasse un
poco duro accettare seriamente molto di quello che la ragazza disse, aveva
imparato a tollerarla perché Harry sembrava così affettuoso verso di lei.
“Sicuro, è stato un tempo da quando
ho mangiato roba che è cattiva per me. Papà non approva.” Rispose lei, con
un’espressione trasognata sul suo viso. Hermione sorrise verso la ragazza.
Il gruppetto entrò nella cucina indaffarata e vedendo che i
folletti erano occupati, dato che stava avvicinandosi
il tempo di cenare. Il momento in cui Dobby li vide
fermò quello che stava facendo e si lanciò verso la gamba di Harry. “Harry
Potter è venuto a trovare Dobby!” Gemette il folletto.
“Ciao, Dobby. Se non è troppo disturbo, stavo chiedendomi se noi possiamo avere
qualcosa per mangiare qui, stasera?”
“Chiaramente, Harry Potter! Seguitemi. C’è una tavola dietro
che potete usare. Così che non sarete d’intralcio agli altri folletti.”Dobby li condusse ad una tavola
vicino alla fine delle cucine, a fianco del focolare. “Che cosa piacerebbe ad Harry Potter ed i suoi amici, stasera?”
“Il gelato.” Affermò Harry.
“La torta.” Seguì Ron.
“Torta di melassa.” Disse Luna.
Dobby guardò a Hermione. “Umm, io avrò solo un panino al pollo.”
“’Mione! Il punto intero del Malfoy
Mangia Fest è mangiare gelato e torta e sparlare male
del ragazzo furetto dai piedi neri.” L’informò Ron.
“Lo so, ma ho ignorato pranzo oggi perché ero nella
biblioteca a studiare per il progetto di Difesa Contro Arti Oscure, e così ho
bisogno di qualcosa un poco più sostanzioso. Poi, prometto, mi unirò al
dessert, giuro.”
“Va bene, ma voglio vederti mangiare ammontari copiosi di
torta prima che noi andiamo via di qui, stasera.”Ron sorrise a lei, che lo ricambiò. Dobby
accumulò sulla tavola i cibi richiesti e succo di zucca. Felicemente, si
gettarono sul cibo.
*****
“Così, che cosa hai detto a Malfoy, per farlo andare così
pallido? Bene, più pallido del solito.” Disse Ron masticando un boccone di
torta di cioccolato e zenzero.
“Ho menzionato il nome del vecchio Voldie e lui si comportò
come una piccola ragazza spaventata.” Rispose Harry,
mentre finiva la sua seconda ciotola di gelato di fragola. Il suo amore era migliorato notevolmente.
“Mi chiedo come maneggerà ad essere nella presenza del suo
padrone, se non può anche sopportare il suo nome.”
Tutti guardarono Luna, che stava fissando il focolare con un’espressione bianca.
“Il buon punto, Luna.” Rispose Harry, dopo tutto, era un buon punto.
“Mi chiedo se Malfoy è stato già marcato,
sapete?” Disse Hermione.
“Penso di no, non sento magia del cattivo idiota, su di lui.” Rispose Harry.
“Nah, ragazzo furetto dai piedi
neri è solo parole, se chiedete a me. Non è abbastanza stupido per farlo mentre è ancora a scuola. Dumbledore lo saprebbe
per sicuro.” Disse Ron con condanna.
“Si, forse.”
“Che cosa ti fa dire quello,
Harry?”
“Bene, ‘Mione, Severus ottenne il
suo marchio mentre era ancora a scuola e Dumbledore non lo tenne mai contro
lui.” Disse Harry.
“Severus?” Chiese Luna.
“Oh, professor Snape.”
“Si, conosco il suo primo nome, ma perché lo stai usando?”
“Umm, noi siamo diventati genere di amici.” Harry spostò un piccolo nel suo posto.
“Amici, con un insegnante?”
“Si, lui mi aiutò sull’estate con alcuni problemi.”
Luna stava guardando Harry come se stesse
valutandolo. Un sorriso apparve sul suo viso, “vedo.”
Harry le fece un piccolo sorriso. Merlino, lui sperò realmente che non vedesse. Non che
non avesse fiducia in lei. Solo, non era troppo sicuro come Sev lo prenderebbe se anche lei ne fosse a conoscenza. Non gli
aveva neppure detto quanto, di preciso, aveva detto a
Ron e Hermione.
“Harry, cosa significava il gesto che hai fatto a Malfoy
alla fine?” Hermione era attenta, pensò Harry.
“Cinque mesi.”
“Perché cinque mesi?”
“Bene, Mione, gli ho detto che in
cinque mesi io sarò un mago pienamente addestrato e autorizzato, e che se lui
m’importunasse, potrei prenderlo giuridicamente! Chi crederebbero,
lui o io?”
“Ha! Bello, amico. Scommetto che se l’è fatta nei
pantaloni!” Disse Ron , scoppiando a ridere
scioccamente insieme a Luna.
“Harry, dimmi che non l’hai fatto.”
“Si, l’ho fatto, Hermione. Lo
meritava. Se lui pensa che può intimorire le persone
solo a causa di chi lui è, deve pensarci meglio. Specialmente in mia presenza.”
“Harry, è una cosa terribile da dire, anche se è Malfoy.”
“No, non è! E’ maledettamente brillante!”
Ron aveva le lacrime agli occhi dal troppo ridere. “Voglio un posto
nella fila anteriore, se mai accade.”
Tutti e tre iniziarono a ridere; Hermione pari, potrebbe
vedere il lato divertente, anche se non ne accettasse
il principio. La maldicenza su di Malfoy e dei mali del mondo in generale,
continuarono per un’altra ora.
“Meglio che vada, la detenzione. Oh, a proposito Mione. Cosa c’era in quella nota che mi hai passato?”
La ragazza pensò freneticamente, “stavo solo chiedendo se era tutto bene, sembravi un poco pallido. Tutto lì.”
“No, stavo bene. Strano, sembra un poco aspro anche per gli
standard di Severus. O, lui appena mi voleva tutto per lui!” Un ghigno era sulla faccia di Harry.
“Tutto per lui, dici?”
Oops. Harry aveva dimenticato
momentaneamente che Luna era nella stanza con loro. “Tu non mi hai mai sentito
dire una cosa simile. Va bene?”
“Mai sentito una parola.” Luna gli fece l’occhiolino e lui
arrossì un po’. Poi, si allontanò verso le prigioni sotterranee e la sua
detenzione.
******
Era passato un minuto alle otto e Severus era un poco
irritato alla lentezza di Harry. Per lui non c’erano scuse. Se
tu sei costretto ad essere in qualche luogo ad una certa durata, poi dovresti essere
là. A tre minuti passate le otto, ci fu una bussata
sulla sua porta. “Avanti.” Harry camminò dentro con un’espressione timida e
qualcosa sulla sua faccia, era gelato? “Siediti.” Lui
lo guardò come si sedette al suo posto solito e gettò un fascino che chiude
sulla sua porta e incantesimi di silenzio sulla stanza. Camminò verso Harry,
spostò una sedia e si sedette opposto al ragazzo. Il banco da lavoro era tra
loro come s’inclinò per leccare languidamente il gelato via dalla sua guancia.
Si leccò le labbra, “io preferisco il caramello.”
Harry sedeva con un’occhiata sbalordita sul suo viso.
“La cosa divertente è, che non ricordo che sia stato servito gelato di fragole a cena, stasera. Tende a
non esser offerto quando fuori sta piovendo e la temperatura
non è lontano sopra lo zero. potresti aiutarmi
anche col fatto che non ho visto te o il tuo gruppo di amici, a cena stasera?”
“Bene, ummm…forse, non ci hai solo
visto?”
Severus elevò un sopracciglio a Harry, con un’occhiata
d’incredulità sulla sua faccia. “Uno non può mai mancare il tuo ingresso a
cena, perché metà della sala si ferma a guardarti. Forse se avessi controllato
le cucine, avrei avuto più fortuna.”
“Avresti poi, dovuto mettermi in detenzione per la prossima
settimana, e solo cosa faresti con me, per una
settimana intera, professore?” Harry s’inclinò sulla scrivania e mise un
piccolo bacio sulla punta del suo naso.
Severus sorrise furbescamente al ragazzo, “ti avrei detto che non mi piace il gelato di fragola e ti avrei
mandato a Filch.”
Severus vide Harry restringere allegramente i suoi occhi.
“L’avresti fatto, vero?”
“Vero. Ora, se tu avessi scelto gelato al caramello, quella
sarebbe un’altra storia!”
“Lo ricorderò per la prossima volta.”
“Ci sarà una prossima volta solo se tu risponderai alle mie
prossime domande. Non pensare che tu possa mentirmi, perché ho il permesso di
darti una bella e sana dose di Veritaserum se non mi dici la verità.”
Severus poteva vedere uno scintillio di preoccupazione negli
occhi di Harry. “Va bene, cosa vuoi sapere?”
“E’ venuta alla mia attenzione che non desideri più prendere
l’antidoto. Perché?”
Lo vide penzolare sulla sua sedia. Con tono vinto, Harry
rispose. “Chi era? Ron o Hermione? No, aspetta. Non può essere Ron; lui è ancora spaventato da te dal secondo anno. Hermione?”
“Non importa se fosse il sig. Weasley, la sig.na Granger o
Merlino stesso. Perché ti rifiuti?”
“Perché…perché così io sarò solo
un’altra faccia nella folla, un’altra persona normale. Le persone non mi
riconoscono molto quando io sembro dieci anni più
vecchio. Potrei avere una vita normale, una volta che lascio la scuola e mi
sono occupato del Lord Oscuro.”
Severus poteva capirlo, ma non era una ragione abbastanza
buona, non per lui. “E?”
“E quello che?”
“Che altro? Certamente quella non
può essere l’unica ragione. C’è un grande mondo là
fuori, ci sono molti luoghi in cui potresti andare una volta la guerra è finita
e dove non saresti riconosciuto.”
Lui poteva vedere Harry che guarda
dovunque ma a lui, sembrando incomodo. Severus si sentì pressoché spiacente,
pressoché. “Ma tu sarai qui,” era la replica
borbottata che ricevette.
“Harry…”
“Sev, per favore! So quello che dirai. Non m’importa. Io so
come sento circa te e quello non cambierà, nessuna questione quello che tu
dici.”
“Quello che stavo per dire prima
che mi interrompessi era, una volta che la guerra sia finita e se io
sopravvivo…”
“Non dire così.”
“Se io sopravvivo, la mia vita sarà di
nuovo mia per la prima volta in più di vent’anni. Cosa
ti fa pensare che voglio così disperatamente restare qui e continuare ad
insegnare a teste dure come te?”
Quello, sembrò portare un piccolo sorriso sulle labbra di
Harry. “Probabilmente, ho solo finto che potessi.”
“Tu, di tutte le persone, dovresti sapere meglio che
presumere qualsiasi cosa su di me.”
“Vero.”
“Così, fermerai questo nonsenso e prenderai l’antidoto?”
“Non so.”
“Cosa, non sai?”
“Che cosa succederà se ti annoierai
di avere un adolescente per partner?”
“Quello, è un argomento povero. Ringraziando Merlino, non
sarai un adolescente per sempre.”
“Lo sai quello che voglio dire. Se non prendo l’antidoto
sarò più vecchio e la gente ci lascerà in pace.”
“Harry, perché pensi che mi stancherei di avere un giovane
innamorato? Se non altro, mi fa sembrare buono! Quando
la gente lo scoprirà, quale succede sempre, ci guarderanno stranamente
comunque.” Severus non poteva nascondere il
divertimento nella sua voce.
“Non t’infastidisce che io sono più giovane di te? Che qualche volta corro alle cucine e mangio ammontari
disgustosi di gelato alla fragola e crema per cena? Che
qualche volta mi comporto come un bambino e ho lotte di palle di neve con i
miei amici? Che io e Ron, nel nostro tempo libero, non facciamo
altro che giocare a Quidditch? Niente di quello ti fa pensare che sono infantile?”
Severus non riuscì a contenersi ulteriormente, doveva ridere
e lo fece. “Harry, la pozione che tu hai preso non colpisce la tua età mentale,
solo quella che ti fa più giovane, potrebbe. Quella avrebbe
asciugato fuori gli ultimi dieci anni della tua memoria. Tu hai ora, l’età
corretta, mentalmente parlando. Harry, la scuola deve essere un tempo in cui
agire infantilmente, almeno nel tuo tempo libero. Tu hai avuto un infanzia molto limitata, non so tutto quello che è
accaduto a te mentre vivevi con i tuoi parenti muggle nei tuoi primi dieci anni
di vita, ma so che non hai mai avuto l’infanzia che meritavi. Quindi, che male c’è se stai recuperando un poco del tempo
perso? Conosco uomini cinque volte la tua età che parlano solo di Quidditch
ogni giorno con i loro amici. Harry, tu devi prendere l’antidoto, non
conosciamo che cosa potrebbe farti il rimanere come sei ora. Preferisco passare
cento anni con un più giovane, anche se importunando, marmocchio che alcuni
anni con un uomo che sembra lievemente più vecchio.”
“L’intendi?”
Severus lo guardò direttamente negli occhi. “Si.”
“Va bene, prenderò l’antidoto.”
“Bene. Altrimenti, sai che ti avrei
costretto a prenderlo in ogni modo. Anche se
dovevo sedermi sopra di te e sbatterlo giù nella tua gola!” Ringhiò Severus.
“Quello sembra più come il severus Snape che conosco e amo.”
Severus alzò gli occhi al cielo. “Un’altra cosa, che cosa
hai detto a Draco oggi, per scuoterlo così male, nel nome di Merlino?”
Harry rise. “Gli ho detto che in
cinque mesi, quando ci laureiamo tutti, se non fosse accurato, andrei dopo di
lui.”
“Ah, ora ha senso. Non riuscivo a capire perché fosse così
preoccupato.”
“Non dovrebbe esserlo, non gli farei
mai male…troppo. L’ho detto solo per impaurirlo un poco.”
“Ha funzionato. Devi ricordare che per Draco tu sei il
ragazzo che ha sconfitto e sfidato il potente padrone di suo padre, su molte
occasioni. La maggior parte dei maghi sani, sarebbe un poco accorto di te.”
“Lo sei?”
“No, io so tutti i tuoi punti deboli, e sono lontano da
sano.”
Harry rise scioccamente, “non credo
neppure per un secondo che tu non sei sano, e che cosa ti fa pensare di
conoscere tutti i miei punti deboli?”
“Estrai la bacchetta e puntala verso di me.”
“Che cosa?”
“Alzati ed estrai la bacchetta verso di me.”
“Va bene.”
Si alzò in uno dei corridoi tra i banchi affrontando l’altro
uomo, con la bacchetta disegnata. Severus guardò criticamente Harry, “Qualcosa
è sbagliato.” Si avvicinò a Harry e posò le labbra su
quelle del giovane in un bacio appassionato. Severus sentì Harry cedere
immediatamente e fu bello. Ma quando il bisogno per aria divenne troppo, lui si
allontanò da Harry, “penso che potrei abituarmi al gelato alla fragola.” Poi si portò di nuovo in posizione ed elevò la bacchetta.
Severus vide Harry raggruppare la sua intelligenza e cercare la sua bacchetta.
“E-ehi, la mia bacchetta, è…”
“Sta cercando qualcosa, sig. Potter?” Severus non poteva
evitare il sorriso furbo sul suo viso. Harry lo guardò, con un’espressione
scioccata sul viso, mentre faceva girare la bacchetta di Harry tra le sue dita.
“Come?”
“Semplice. Ti ho distratto con una delle tue debolezze e la presi mentre la tua mente era occupata con altro.”
“Sei un uomo cattivo, veramente cattivo.”
“Completamente.” Severus diede di nuovo la bacchetta a
Harry, con un piccolo bacio. “La detenzione è finita. Buonanotte.”
“Buonanotte, razza di uomo
cattivo.” Disse Harry, ridendo. Severus alzò gli incantesimi dalla classe e
guardò Harry uscire. Si, si potrebbe abituare al gelato alla fragola se doveva, ma quello non lo fermerebbe dal mostrare le delizie
del gelato al caramello a Harry. Una volta che lui si era laureato,
chiaramente.
Sembrava come se la primavera
fosse giunta negli altopiani scozzesi. Con l’alba di marzo, la neve aveva
lasciato la terra e i fiori avevano incominciato a germogliare nelle aiuole.
Tutto questo aiutò il buon umore di Harry. Il suo addestramento d’animagi era tutto ma completo; era giunto a due-tre
secondi per cambio. Harry aveva prestato a Ron il libro con cui aveva
cominciato e iniziato a leggere un più avanzato prestatogli da Severus. Non che
n’ebbe più bisogno davvero, ma era buono tenerli come un incentivo per
continuare a praticare.
La sua relazione con Sev stava
andando bene. Era ufficiale, lui, era nel pieno getto
d’amore. Harry aveva il desiderio di gridarlo dalla torre più alta a Hogwarts,
ma sapeva che quello non era pratico, così si trattenne. Ma non lo fermò dal volerlo fare. I due riuscirono a passare insieme almeno
una sera a settimana. Non era molto, ma capiva che per ora doveva fare. Dopo tutto, un poco era meglio di nulla.
Durante le sere spese insieme era quando, i due, trovarono conoscersi su un livello più
personale e profondo. Harry stava imparando tutto sulla storia di famiglia di
Severus, la sua infanzia, e larelazione con suo padre e madre. Finalmente,
Harry, aveva trovato il coraggio per chiedere come mai lui fosse così ricco,
quando suo padre aveva perso molta della sua fortuna.
Sembrò che Severus era responsabile della scoperta di
molte delle pozioni più popolari del mondo magico. L’elenco era impressionante.
Veritaserum era una, quale il ministero usò in tutte
le sale d’udienza e doveva pagarlo per aver il diritto di farlo come Severus
aveva messo una protezione su di lui. Da quello che capì Harry, era come il
brevetto muggle. Severus creò anche una pozione di fertilità molto popolare;
quale secondo lui, era la marca più venduta nel mondo magico. Se desideravi diventare incinta, si beveva
questa prima ed ecco fatto! C’erano molte altre di cui Harry non aveva mai sentito
prima.
Harry aveva parlato molto della
propria infanzia a Severus e come avesse speso molto
del suo tempo a scuola nel correre e nascondersi da Dudley e la sua banda, ed
ecco perché lui non aveva amici muggle. Severus gli disse
che doveva rivisitare la sua vecchia scuola ed i suoi primi compagni di classe
quando si era laureato per dire ciao. Quando Harry lo
informò che la sua famiglia aveva detto ad ognuno che lui frequentò la Scuola
San Brutus per Ragazzi Incurabilmente Criminali, fece
piangere dal ridere il più vecchio uomo. Generalmente, le cose tra loro erano
buone e lui era felice.
L’unica cosa che viziava il suo
buon umore, era che il mese prossimo doveva andare a vedere di nuovo McGonagall
per un altro discorso su carriere. Dopo averle fatto
una promessa di lavorare sodo sui suoi studi per diventare un Auror, stava
sentendosi colpevole. Non desiderava più seguire quel percorso, non che non
l’attirasse, non voleva solo spendere il resto della sua vita che insegue i maghi cattivi quando aveva speso la maggior parte
della sua vita lottando contro il peggiore dei maghi. Voleva
fare qualcosa di più effettivo, non aveva solo ancora deciso cosa. Aveva
ancora un poco di tempo per decidere, prima dell’incontro con McGonagall.
********************
Severus stava facendosi
strada al primo piano per vedere il suo collega ed amico, Minerva McGonagall.
Aveva sentito rumori che fosse probabile che qualcosa
succedesse in Hogsmeade oggi. Aveva già parlato delle sue paure con il
Direttore, ma l’uomo credeva che fosse meglio far vivere i bambini una vita
normale come possibile. Severus poteva vedere il punto di vista del vecchio
uomo, ma non alleviò il nodo nel suo intestino. Probabilmente stava
preoccupandosi per nulla, ma la sua mente sarebbe più
tranquilla se Minerva fosse su guardia. Severus arrivò al suo ufficio, bussò,
ed attese ammissione.
“Avanti.”
Severus entrò e si sedette al
posto verso cui lei stava gesticolando. “Minerva, un momento se puoi.”
“Chiaramente, Severus. Cosa c’è?”
“Credo che tu sia il chaperon per il viaggio a Hogsmeade di oggi, vero?”
“Si, Severus, c’è qualche
problema?”
“Nulla solido, solo qualche
rumore, ed un cattivo presentimento.”
“Come?”
“Solo il sentimento che il Lord
Oscuro abbia una piccola sorpresa progettata. Potrei aver torto, ma fammi il
favore e tieni un occhio vicino a Potter ai suoi
amici.”
“Hai parlato ad Albus di questo?”
“Si, ma lui crede che non
possiamo lasciar dominare le nostre vite da rumori e paure. Ha un punto,tuttavia non mi fa sentire meglio.”
“Capisco. Terrò un occhio su
Potter ed i suoi amici, mi assicurerò che stiano sulla strada principale e non
vaghino via.”
“Grazie, Minerva. Mi sento meglio
nel sapere che sarai più vigile.”
“Chiaramente, Severus. Non
vorremo che qualcosa accada al sig. Potter, no? Specialmente tu!”
Severus elevò un sopracciglio in oggetto.
“Che cosa stai implicando precisamente, Minerva?”
“Nulla, Severus, assolutamente
nulla.”
“Davvero. Buon giorno, Minerva.”
“Ti auguro una buona giornata,
Severus.”
Severus lasciò il suo ufficio,
sapeva quello che stava argomentando, ma rifiutò di abboccare all’esca. Non
darebbe nessun commento su ciò che stava seguendo tra
lui e Harry. Pensava che fossero solo i loro affari, e che gli altri dovrebbero tenere i loro nasi lontano dai loro affari.
****************
Harry stava aspettando con
Hermione e Ron per ricevere il via libera da Filch così da poter lasciare il
castello per il giorno. Si erano messi d’accordo per incontrarsi con Luna,
Ginny ed alcuni altri dopo pranzo, per qualche burrobirra e Harry, non vedeva
l’ora di ottenere insieme ad alcuni del DA.
“Così, dove andiamo prima?”
Chiese Ron come camminavano verso i cancelli principali.
“Devo andare a Gladrags a prendere dei nuovi pantaloni, camice e altre
cose. Quello, è tutto quello che realmente devo fare.”
Disse Harry.
“Anch’io
devo visitare Gladrags e devo andare anche
all’Ufficio della Posta per spedire di nuovo dei pacchetti a mamma e papà. Che ne dite della sig.ra Puddifoot
per pranzo dato che si trova accanto a Gladrags?”
Chiese Hermione ai ragazzi.
“Sembra buono per me, Mione.
Harry, per te va bene?”
“Sicuro, Ron. Sembra un buon
piano.” I tre si diressero nella direzione di Gladrags
seguiti discretamente da Minerva McGonagall.
****************
Dopo una visita riuscita
all’Ufficio della Posta e Gladrags, i tre erano
andati dalla sig.ra Puddifoot per un pranzo
divertente. I tre avevano commentato a quanto la giornata era
sembrata come i vecchi tempi, con solo loro tre appendendo fuori. Gli
amici fecero anche un patto che, una volta avevano lasciato la scuola ed
avevano trovato le licenze di apparizione,
s’incontrerebbero una volta alla settimana per godere della società degli altri
due.
Dopo pranzo, fecero di nuovo un
viaggio in giù la strada principale, verso i Tre Manici di Scopa. Si fermarono
da Zonko, così da controllare sulla competizione per
Fred e George ed a Honeydukes per far provviste di approvvigionamenti se una sessione estemporanea di
maldicenza su Malfoy dovesse presentarsi e non erano capaci di arrivare alle
cucine. Harry aveva chiazzato del cioccolato caramellato e non resistè a
comprarne un po’, sapendo che Sev li avrebbe amati.
Si avviarono poi verso i Tre
Manici Di Scopa, dove immediatamente videro i loro amici e li congiunsero
nell’angolo che avevano occupato a forza. Il gruppo passò la prossima ora
pettegolando su tutti e gustandosi delle burrobirra. C’era un
atmosfera piacevole, rilassata, nel pub e tutti stavano godendolo. Anche
Malfoy e la sua banda non provocarono guai, anche se
Ron aveva menzionato come fosse sembrato troppo soddisfatto quando era andato
via un’ora fa. Harry gli disse per ignoralo, come non
era nulla di più di un marmocchio guasto che non era stato invitato alla festa.
Dovevano essere circa le cinque
del pomeriggio quando tutti sentirono McGonagall
chiamare fuori che era ora di ritornare a Hogwarts dato che la cena sarebbe
servita in un ora e, loro non lo vogliamo fallire. Con un poco di borbottare, tutti insieme assentirono e si alzarono dal conforto dei
loro posti per lasciare il pub.
*******************
A causa del rumore generale fuori
del pub, tutti mancarono il rumore fino a che uno
degli studenti gridò alla vista del suo amico che cadeva a terra. Un momentaneo
silenzio ruppe nella strada. Minerva corse dallo studente a terra ed osservò le
figure che avanzavano verso gli studenti.
Immediatamente Harry avvertì la
magia scura di Voldemort nelle figure che si avvicinavano. “Correte!” Tutti lo fissarono come se fosse un idiota. “Ora, l’esercito di VOLDEMORT!” Quello
fece tutti iniziare a gridare, ma portò anche il risultato desiderato, come gli
studenti iniziarono a correre.
“Tornate tutti a Hogwarts! DA ascoltate! COLIN, SUSANNA, LAVANDER,
PARVATI, RON, HERMIONE, LUNA, GINNY E NEVILLE CON ME, IL RESTO DI VOI SI ASSICURI CHE GLI STUDENTI RITORNINO DENTRO LE CUSTODIE DI
HOGWARTS! Ora andate!” Gli studenti lo rispettarono. Il resto del DA corse con gli studenti e si preparò per la battaglia.
“Signor Potter, che cosa, nel
nome di Merlino, sta facendo?” Gridò McGonagall al ragazzo.
“Sto dando alla maggioranza degli
studenti un’opportunità di uscire vivo da qui. Se io ho ragione, quelle persone sono l’Esercito Forzato di
Voldemort!”
“Lei dovrebbe correre!”
“NO! Se corriamo tutti, saranno colpiti
più, se creiamo una linea di difesa, il resto riuscirà a fuggire. Poi, possiamo
fare una corsa anche noi.” I primi malocchi erano già stati
gettati e stava avviando ad essere una piena battaglia. La maggior parte
di questo esercito non era stato addestrato
pienamente, fortunatamente per il DA, ed era capace solo di gettare alcune
maledizioni sporche. “DIVIDETEVI IN TRE
E GUARDATE L’UN PER L’ALTRO! RON, HERMIONE E NEVILLE
CON ME. ORA ANDATE!”
“Harry, noi siamo qui.” Gli disse
Ron.
“Ron, alla mia sinistra; Mione,
alla mia destra; Neville, guardami le spalle.”
“Amico, un gruppo è andato a
sinistra, l’altro gruppo è andato a destra. Quello ci lascia con quello nel
mezzo.”
“Tipico!”
“Signor Potter! Devo insistere
che andiamo tutti via!”
“Professore, con tutto il
rispetto dovuto, o resti e lotti o trovi l’inferno fuori del mio modo!” Ron
sembrò entusiasmato che Harry aveva avuto il coraggio per parlare ad un
insegnante in tale maniera. Hermione sembrò mortificato, e gettò uno sguardo di
scusa nella direzione del suo insegnante, Neville appena sorrise a lei.
**********************
Colin,
Ginny e Luna avevano preso il lato sinistro della strada e stavano usando attualmente l’angolo dei Tre Manici di Scopa come una
copertura. Ginny aveva menzionato agli altri due come codardo era correre dentro, chiudendo le porte a chiave, lasciando
il resto della gente fuori al pericolo. Avevano offerto fuoco di copertura a
Susanna, Lavender e Parvati
per arrivare all’altro lato della strada. Come presero
parte alla battaglia, tutti e tre avevano notato che c’era qualcosa di strano
circa questi mangiamorte. Pressoché era come se fossero capaci solo di movimenti
goffi. La qual cosa, non li fermò dal dover scansare malocchi seriamente
cattivi.
************************
Luna era sotto il fuoco pesante
di due mangiamorte e gli altri due non potevano aiutarla, dato che erano occupate. Stava spremendosi il cervello per un’idea quando i suoi occhi precipitarono sul segnale del pub,
ed ebbe un’ispirazione. A bassa voce, disse un Fascino che Tronca
al segnale che avviò a precipitare, un Wingardium
Leziosa rapido ed il segnale stava stando a galla nell’aria. Lei diresse il
segnale di pesante legno per colpire uno dei due assalitori nella testa, come
lo faceva, gli altri si voltarono e trovarono il colpo in piena faccia ed
entrambi caddero a terra. Colin
si voltò e alzò i segnale di ok.
*******************
Susanna, Lavender
e Parvati erano sull’altro lato della strada ed
avevano raggiunto l’angolo della piccola strada che conduceva alla Stamberga
Strillante. Le tre ragazze, immediatamentedovettero difendersi come quattro
mangiamorte si fecero strada cercando di arrivare la lato della piccola strada
che loro stavano bloccando.
“Perché hanno usato portkey per
arrivare qui?” Chiese Susanna alle altre due ragazze.
Lei era il fianco sinistro nella loro formazione, era quello che Harry aveva
definito come il più effettivo.
“Non lo so! Pensavo che
mangiamorte apparissero.” Una voce alla destra rispose. Era Parvati.
“Che
importa?” Disse Lavender dalla sua posizione
centrale.
“Solo curiosa, tutto qui.”
Borbottò Susanna, che si era unita al gruppo solamente per entusiasmare
Neville.
Uno di loro stava venendo
direttamente verso Lavender; la ragazza elevò la
bacchetta e disse la prima cosa che le venne in mente, “Istupidisca.” L’assalitore volò indietro e colpì la terra, ma ancora
stava muovendosi. “Piantala di muoverti idiota, uhmmPetrificusTotalus.” Il corpo del mangiamorte andò rigido e si gelò.
La ragazza sorrise.
***************************
Minerva era indecisa su cosa
fare. La maggioranza degli studenti era ritornata a Hogwarts, con buona
speranza elevando l’allarme, dato che l’aiuto di Albus,
Filius e Severus, sarebbe realmente gradito. Anche se lei dubitò che Severus potesse venire, col rischio di far
saltare la sua copertura. Era una vergogna, lei aveva testimoniato a
quello che succedeva a qualcuno che era sulla fine ricevente di uno dei suoi
malocchi. Non era una bella vista.
Minerva stava acquattandosi
accanto al corpo di Peter Jones, il ragazzo
sfortunato per essere colpito. Il giovane era in
bisogno d’attenzione medica e alla svelta. Bambini della sua età non potevano
maneggiare il dopo effetto del CruciatusCurse molto bene. Poi, aveva il problema aggiunto dei tre
gruppi di studenti che le avevano disubbidito e seguito
Potter in battaglia. Non sapeva quello che l’aveva importunata di più, il fatto
che Potter li condusse in battaglia o il fatto che il resto della città li
aveva lasciati da soli. Per la causa di Merlino, questi erano bambini e le
streghe e maghi pienamente addestrati erano fuggiti piaccia
piccoli razzi ignoranti.
La donna era in difficoltà, aveva
spedito scintille per dare a d Albus un primo avvertimento che qualcosa era
andato male dopo che Potter l’aveva rampognata. Rampognata! Quel ragazzo stava
spendendo definitivamente troppo tempo con Severus e se loro ottenessero fuori di questo illesi, punti di casa sarebbero presi!
Minerva guardò come il gruppo
della sig.na Ginny Weasley sembrava stessero
contenendo bene. Erano riuscite a mettere fuori tre del gruppo degli
assalitori, due di loro da una mossa ingegnosa della sig.na Lovegood.
Il gruppo sull’altro lato della strada sembrava stesse
maneggiando adeguatamente; avevano messo fuori uno e stavano tenendo altri tre
occupati. Il gruppo di Potter sembrava essere quello in più difficoltà; erano
avanzati su approssimativamente dieci mangiamorte. Doveva stare con lo studente
ammalato o aiutare Potter?
***************************
Harry ed il suo gruppo stavano ottenendo da tutti i lati; collettivamente, finora
avevano bussato fuori tre dell’esercito che avanza. “H-Harry, due vengono da
d-dietro.”
“Tienili occupati,
Neville.”
“O-Ok,
Harry.” Neville era nervoso ma orgoglioso. Il ragazzo era
determinato non deludere Harry. Lui l’aveva scelto per congiungere il
suo gruppo perché credeva in lui. Neville era molto più fiducioso dopo la
battaglia al Settore dei Misteri, ed aiutò avendo la sua prima vera bacchetta e
non quella di suo padre. Questa funzionava molto meglio per lui. Il ragazzo si
rese conto che il tempo per pensare era su quando due
mangiamorte avevano aguzzato le bacchette diretto a lui. Sentì uno di loro
mormorare una maledizione verso di lui. “Protego.”
Neville eresse uno scudo, non era possibilmente il più grande scudo conosciuto
al genere dei maghi, ma faceva il suo lavoro e sufficientemente deviò il
malocchio. “PetrificusTotalus.”
Uno degli assalitori andò a terra con un forte tonfo. “Istupidisca.” Tentò di
colpire l’altro ma questi lo scansò facilmente. “Dannazione.”
Borbottò tra se.
Harry, Ron e Hermione stavano
affrontando l’assalto furioso della fronte. Erano in minoranza e lo sapevano.
“Harry, ordina a tutti per riunirsi di nuovo.”
“Ron?”
“Simo
numericamente inferiori, così la nostra prossima mossa deve essere
tattica. Richiama i gruppi di Ginny e Lavender e
falli ritornare verso scuola. Se si muovono
rapidamente dovrebbero riuscire a passare le custodie. Se noi ci muoviamo
lentamente, arriveremo più vicino alle custodie senza che lo notino,
e a Dumbledore, il nostro pezzo più forte!”
“Va bene. Neville, hai sentito?”
“Si. Istupidisca. Spiacente!”
“Vai a dire al
gruppo di Lavender di ritornare, Hermione ti coprirà.
Ron, tu parla a Ginny e io ti coprirò. Digli di prendere anche Peter con loro.”
“Capito.” Ron si diresse verso
sua sorella per dirle del nuovo piano.
“Va bene, Harry.” Neville andò ad
informare l’altro gruppo, evitando attentamente un malocchio che era stato sparato verso di lui.
“Relashio.”
L’assalitore di Neville fu sommerso in calde scintille
ardenti e lui, fuggendo, gridò. “Non lo sapete, che i bambini non dovrebbero
giocare con il fuoco?”
“Grazie, professore.” Hermione si
girò brevemente per ringraziarla. Stava avendo qualche difficoltà con tutti che
puntavano malocchi a Neville.
“Prego, sig.na Granger.”
***********************
Minerva si era unita al piccolo
gruppo di Harry. Non poteva lasciarli da soli a sostenere l’urto del gruppo
principale dei nemici. La donna notò Ron weasley che ritornava al gruppo,
brevemente seguito da Neville Longbottom. Vide il gruppo dei più giovani
dirigersi verso la scuola e prendere Peter con loro; solamente alcuni dei
mangiamorte li seguì. Normalmente lei penserebbe che
tale comportamento sia strano in battaglia, ma calcolò che il vero premio era di frontea lei
nella forma di Harry Potter.
Separatamente dal suo solito
desiderio di tenere i suoi studenti al sicuro, chiese a Merlino
dell’aiuto addizionale con tale situazione. Aveva fatto una promessa a Severus
che avrebbe guardato dopo Harry Potter per lui. Non era cieca; poteva
tranquillamente affermare che c’era qualcosa tra i due. Quello che
precisamente, e come profondo fosse, non era sicura.
Non aveva visto Severus felice come ora da parecchio tempo e, se era nelle sue
capacità, l’aiuterebbe a restare così. Anche Harry sembrava più felice
quest’anno, e se voleva dire che lei doveva avere un
occhio cieco al fatto di lui che strisciava fuori del suo dormitorio per
spendere un poco di tempo nelle prigioni sotterranee con Severus, non lo
fermerebbe. Nella sua opinione, entrambi i ragazzi meritavano un poco di
felicità e conforto nella loro vita. “Qual’è
il nostro piano?” Immaginò che poteva come bene chiedere, da quando sembrava
non avere autorità su loro, per il momento.
“Dobbiamo cercare di ritirarci
lentamente, per attirarli più vicino alla scuola e alle custodie.”
“Grazie sig. Weasley.” Non era un
cattivo piano; indovinò che doveva fare, come a questo momento preciso c’era
poco altro. Se avessero girato la schiena ai
mangiamorte, senza dubbio la battaglia finirebbe in pochi secondi.
*************************
Il sangue di Harry stava pompando
nelle sue vene ad una percentuale allarmante. La sua
adrenalina era adesso così alta che avrebbe avuto bisogno di una pozione che
calma fermare lo scuotimento che stava provando. La sua rabbia stava sorgendo
pericolosamente al momento, non all’esercito a cui era stato
fatto il lavaggio del cervello che tentava di rapirlo, ma a Voldemort
per fare questo. Lui avvertiva ogni maledizione che lanciava a questi bambini
nella propria anima, erano solo mediamente nove e dieci anni al massimo. Era
ammalato, guardare bambini così giovani gettare il CruciatusCurse. Era moralmente sbagliato.
Harry scansò di nuovo un altro Malocchio Vincolante e gettò un Fascino di Confundus, guardando il destinatario andarsene nella
direzione opposta. Un forte suono a non più di quattro-cinque
metri di fronte a lui, spedì un sentimento misterioso al suo stomaco. Come alzò
lo sguardo, la sua testa esplose con dolore e precipitò alle sue ginocchia,
pungente la propria lingua come rifiutò di gridare.
“Felice di vederti di nuovo,
Potter!” Voldemort aguzzò la bacchetta su Harry. “Emoveo
Dissimulo CassusAevum.”
Harry, ancora una volta fu
circondato nel bagliore d’arancia dell’incantesimo e la sua pelle provò la
sensazione di allungamento. Una volta l’incantesimo finì di lavorare, un ventisettenne Harry Potter s’inginocchiò
sulla terra. Alcuni aneliti dai suoi amici lo riportarono al presente.
“H-Harry, per favore, dimmi che quello non è Tu-sai-chi.”
Disse Ron in una voce leggermente stridula.
“Merlino!” McGonagall bisbigliò
dietro a lui, sentendo anche Neville strillare.
“Vo-Voldemort!” Disse Hermione in
costernazione e paura. La parte del cervello di Harry che stava prendendo
felicemente una festa in qualche luogo nelle Bahamas ed ignorando questo intero episodio, comprese che era la prima volta che
i suoi amici davvero avevano visto Voldemort in carne e ossa!
“Correte.” Disse Harry.
“No! Noi vogliamo aiutarti.”
Fiducia in Neville per ancora una volta trovare il suo coraggio al massimo
momento inopportuno, pensò Harry.
“V-V-Voldemort!” E Hermione per eccitare fuori,
tipico! Poteva qualsiasi altro andare male?
“Granger? Si, ho sentito di te.
Come osa un piccolo sangue-sporco dire il Mio Nome!” Gridò Voldemort alla
ragazza. “Crucio!”
Hermione rilasciò un grido
orripilante e precipitò a terra. Harry immediatamente saltò su. “No!” e corse al cattivo mago. Ron raggiunse Hermione e saltò di fronte alla maledizione
spedita alla ragazza. Ron gridò per un secondo finché Harry si scontrò col
fianco di Voldemort e lo costrinse a rompere l’incantesimo.
“SCAPPATE, ORA!”
“Potter, non possiamo lasciarti.”
Gli gridò McGonagall.
“ABBIA FIDUCIA IN ME, ANDATE!”
E loro
lo facevano. Se non fosse tale momento pauroso,
sarebbe stato divertente. Ron stava trascinando Hermione, Neville stava trascinando Ron e McGonagall stava trascinando tutti e
tre loro. Ron stava di nuovo lottando. “No, io non lascerò Harry da solo. HARRY!”
“RON, VAI. IO POSSO CAVARMELA, VAI.”
“Non questa volta, Potter, non
c’è via di fuga per te. Nessun Dumbledore per proteggerti e nessuna
madre sangue-sporco per morire al tuo posto.”
“Penso di no, Riddle.” Harry
doveva farlo parlare, cosa che non era facile quando
la tua testa sta minacciando di esplodere. Aveva bisogno di comprare tempo per
i suoi amici, perché potessero fuggire.
“Come osi chiamarmi con quel
nome, sporco mezzosangue.”
“Prende uno per riconoscerne uno, Tom Marvolo Riddle. Com’è il caro, vecchio papà?” Sembrava
che lavorasse, anche se poteva essere pericoloso far
incazzare un cattivo mago già adirato.
“Morto, come sarai tu presto.”
“Si, la maledizione mortale non
ha lavorato, l’ultima volta che l’hai provata su di
me, non è vero? O forse potremmo andare di nuovo per l’intera cosa del PrioriIncantatem. Neppure
quello ha lavorato molto bene, vero?”
“Io ti schiaccerò. Nessuno mi
parla in tal modo. Crucio.”
Harry corse. Doveva sperare di
aver dato abbastanza tempo ai suoi amici. Non poteva lottare contro Voldemort e
sperare di vincere, non quando era così adirato. Harry corse veloce come poteva
verso i Tre Manici di Scopa e si nascose dietro ad un muro. Harry sentì
Voldemort dare ordini al suo esercito. Dai suoni di lui, tutti ma cinque o sei ritornavano via portkey
al feudo, i rimanenti, dovevano congiungerlo nella caccia a Harry. Harry doveva
concentrarsi e chiarire la sua mente, altrimenti il piano andrebbe
a vuoto e lui morrebbe. Harry poteva sentire il cambiamento agli orli della sua
mente ed il desiderio di in piedi su quattro zampe
diventare molto forte. Quando aprì gli occhi, gli occhi erano all’altezza di un
grande gatto. Harry non aveva mai percorso una così grande distanza nella sua nuova forma prima, e sperava che
gli riuscisse.
Era tempo di spettacolo. Era ora
per correre. Per tenere Voldemort inconsapevole della
sua nuova abilità, doveva ritornare alla scuola dalla Foresta Proibita. Harry
uscì allo scoperto ed iniziò a dirigersi all’orlo della foresta. Harry poteva
sentire Voldemort gridare ai suoi seguaci che lui doveva aver corso verso la
foresta. Merda! Perché il cattivo mago doveva anche
essere un cattivo genio? Harry iniziò a correre, la sua nuova forma che gli
aveva dato l’abilità di correre più veloce che in forma umana, ma era duro
concentrarsi sulla direzione mentre la testa ancora
sentiva un dolore dissecante. Paura gli fece mantenere la corsa.
“Trovate il marmocchio! Non è
potuto andare lontano.” La voce stava diventando lontana, ma non abbastanza per
la sua simpatia. “POTTER, IO TI
UCCIDERO’!”
Con buona speranza, non oggi,
pensò Harry. Il giovane era consapevole di far molto rumore nel sottobosco e
lasciando una buona pista da seguire dietro se, ma non era
preparato per aspettarlo fuori nella foresta. C’erano molte cose che l’ucciderebbero felicemente se stesse fermo. Col suo nuovo
udito sensibile, poteva sentire non lontano alla sua destra
due dei mangiamorte. Harry sperava solo che la loro giovane mentalità li
lasciasse per esser spaventato. Dopotutto lui era
quasi dieci anni più vecchio, parlando biologicamente, poi erano nella foresta
che ancora lo spaventò a morte.
Harry poteva
vedere la scuola, stava arrivando sempre più vicino. Il suo cuore stava
correndo come impazzito ed era stanco, ma la sua adrenalina e paura lo aiutarono a continuare. Così vicino! Poteva quasi assaggiarlo,
pressoché sentirlo. Harry poteva sentire Voldemort che gridava in qualche luogo
dietro a lui, frustrato. Pressoché là, pressoché là, divenne
il suo mantra, come le gambe stanche protestavano
contro la corsa. Come giunse alle custodie della scuola, avvertì una spazzolata
contro la sua pelliccia, ma non fermò dal correre. Harry aveva bisogno di
essere in qualche luogo in cui si sentisse sicuro.
************************
Harry scoppiò attraverso le
duplici porte ancora in forma di gatto e corse per tutto quello che valeva,
Harry sentì alcuni aneliti e grida dagli amici studenti mentre si tuffavano fuori
del suo modo. Sentì anche Dumbledore mormorare qualcosa su gatti dispersi. Le zampe
stavano bruciando dalla continua corsa, ma non gli importava. Tutto quello che
lui voleva era giungere alla sua destinazione. Harry corse lungo i corridoi
alla piena velocità e altri studenti gridarono alla sua vista. Ad Harry non interessava mentre continuava a ripetersi il
suo mantra: pressoché là, pressoché là!
*************************
Severus era alla sua scrivania
che correggeva delle carte. Attualmente stava
osservando alcuni studenti che hanno preso pozioni seriamente e desideravano
frequentare classi addizionali. Severus non badava troppo insegnare a questa
classe. Era una piccola classe di soli nove studenti che desideravano imparare
la vera arte che era la creazione di una pozione. Era anche solo una volta per
mese, così che non prendeva troppo del suo tempo libero. Sentì delle grida ed
una confusione generale provenire dal corridoio della sua classe. Si alzò dalla
scrivania per andare a investigare; gli Slytherin,
generalmente, non facevano tale rumore, temendo la sua collera. Come si avvicinò alla porta della classe le grida sembravano
ottenere più vicino, facendolo un poco nervoso e facendogli prendere la
bacchetta.
Severus aprì la porta per vedere
un qualcosa di pelliccia nera che corre oltre lui alla
piena velocità. La cosa tentò poi di fermarsi vicino alla sua scrivania. Non
stava facendo un buon lavoro; le sue zampe ed artigli scivolarono sul pavimento
di pietra. Davvero, sembrò piuttosto comico, ma non si permise di ridere di
fronte agli studenti. Era anche preoccupato di quello che poteva aver
spaventato cos’ tanto Harry che corse a lui in questa forma. Poi il grande gatto si lanciò sotto la sua scrivania e rimase
nascosto là.
La sua mente stava funzionando
febbrilmente, doveva trovare una scusa credibile, avere una grande
pantera nera che corre nella sua classe e nasconde sotto la sua scrivania non
era un avvenimento comune e di cui non preoccuparsi. “Ah, professor Snape. Vedo
che ha un gatto selvatico intrappolato nella sua classe.”
Severus si girò a vedere Albus che stava in piedi sulla porta della classe, con
espressione seria sul viso ma il solito scintillio negli occhi.
“Così sembrerebbe, Direttore.”
“Bambini, penso che sia meglio se
ci lascia prenderci cura del nostro piccolo problema. Per favore lasci quietamente
la classe, per non provocare ulteriormente l’ostilità dall’animale.” I bambini si alzarono quietamente dai loro posti e
lasciarono la stanza come rapidamente possibile, senza fare il minimo del
rumore. Quando la stanza era vuota, Albus chiuse la
porta a chiave e gettò molti fascini di silenzio.
Severus si avvicinò alla
scrivania per controllare su Harry. Si acquattò in giù, così che potesse
vederlo meglio. Ciò che vide causò la sua preoccupazione per aumentare
esponenzialmente. Harry era ancora nella sua forma di gatto, arricciato in una
palla impossibilmente stretta nell’angolo, scuotendo.
Occhi verdi e penetranti si alzarono verso di lui, Severus allungò una mano per
incoraggiarlo ad uscire, ma tutto quello che Harry faceva era avvicinarsi un
poco e strofinarsi contro la sua mano. In circostanze normali sarebbe un vero
gesto dolce, ma questo era qualsiasi cosa ma normale.
Severus si alzò
come Albus attraversò la stanza e battè leggermente sulla scrivania. “Harry,
ora puoi uscire.” Silenzio era l’unica risposta.
“Albus, desideri spiegarmi quello
che è successo?” Il tono era un poco aspro, Severus lo sapeva, ma non gli
importava. Voleva risposte.
“Harry, per favore esci. Ora sei
al sicuro.” L’incoraggiò il Direttore.
“No,” fu
la replica dall’ora Harry umano.
“Albus.” Disse Severus, da tra i denti stretti.
“Avevi ragione, Severus.”
“Solitamente lo sono, ma prego,
su cosa era questa volta?”
“Voldemort ci attaccò in
Hogsmeade.” Disse la voce avviluppata da sotto la scrivania.
Severus era in un silenzio scioccato, e quello non succedeva spesso. “Se n’era a conoscenza, perché ci permise di andare?” Chiese
Harry, ancora occultato dalla scrivania.
“Harry, era solo un rumore. Non
possiamo far dettare le nostre vite dai possibili movimenti di Voldemort.” Disse Albus al giovane.
“Saremmo potuti morire!”
“Ma non
è successo. Le tue azioni rapide hanno fatto tornare tutti vivi, con solo alcuni
tagli e graffi che la sig.ra Pomfrey può riparare
tranquillamente. Per favore, esci, Harry, abbiamo bisogno di parlare.”
“NO. Non oggi. Non posso. Domani.”
“Bene, Harry.”
“Come sono
Ron e Hermione? Oh, e com’è Peter?”
“Stanno bene. Puoi andare a
vederli, se vuoi.”
“Voglio, domani.”
“Va bene, Harry,
ora ti lascio con Severus. Vieni a cercarmi se hai bisogno di parlarmi.”
“Va bene, Direttore.”
Severus guardò come Albus scongiurò una grande gabbia coperta da un drappo e lascia la
stanza. Lo sentì dire agli studenti che avevano catturato l’animale e che lo
rilascerebbero di nuovo nella foresta. Severus si acquattò in giù dalla sua
scrivania. “Uscirai o dovrò trovare un topo da farti inseguire, per trovarti fuori da là?”
Lo vide sorridere un poco. “No,
uscirò.” Severus porse la mano a Harry che la prese. Harry strisciò fuori e
dritto nelle braccia di Severus, dove lo contenne per molto tempo in uno
stretto abbraccio.
Traduzione latina:
Emoveo
Dissimulo CassusAevum-Rimuovi il travestimento.
Il
primo pensiero di Harry, come la consapevolezza avviò a
camminare a carponi nel suo cervello, era 'dove, per tutti gli
inferi, sono?', dato che non si trovava nel suo letto. Il ragazzo
aprì un occhio per vedere i dintorni. Era troppo scuro, così
stabilì fuori la Torre di Gryffindor, perché il sole di
mattina penetrava sempre dalle tende. Harry avvertì il
muoversi di un braccio circa la sua vita e lo tirava
ulteriormente nel centro del letto. Una voce piena di sonno parlò
quietamente nella schiena del suo collo. L'alito delle parole che
facevano il solletico alla pelle sensibile là, e che causò
la sua pelle per ricoprirsi di pelle d'oca.
“Hai
capito dove ti trovi, ancora?”
Harry
fece un sorriso rilassato, accoccolandosi più vicino all'uomo,
“Solo un attacco di panico momentaneo. Come lo sapevi?”
“Ti
sei irrigidito per un secondo. Ho indovinato che ti eri svegliato e
chiedendoti dove ti trovavi.” La voce era ancora piena di
sonno, la qual cosa fece Harry pensarlo ancora più sexy, che
non era buono per il suo caso lievemente imbarazzante di 'gloria di
mattina'.
“Certamente
ti è accaduto prima, no?”
“Mmmm.”
Non
avrebbe ottenuto nulla di più impegnativo di quello, pensò
Harry. Ma, in realtà, non desiderava parlare poi, dei
precedenti partner di Sev mentre era in un letto con lui. Non pensò
che il controllo della sua stupida gelosia fosse abbastanza buono.
“Così, che ora è?”
“Presto.”
“Non
sei molto mattiniero, vero?”
“Mmmm.”
Harry
lasciò fuori un piccolo riso sciocco. Anche lui odiava le
mattine, specialmente quando fuori del letto era freddo come ora.
“Prenderò quello come un no, uhm?”
“Mmmm.
Perché sei così arzillo di mattina?”
Perché
io ho un duro su che è come l'iceberg che ha affondato i
Titanic! Ma non lo disse ad alta voce, per molte ragioni. Uno, era
imbarazzato per ammetterlo; e due, non era sicuro se Sev capirebbe
il paragone, come era una referenza a muggle. “E' bello per
svegliarsi con qualcuno prossimo a te, è tutto lì.”
Il ragazzo pensò che quella, era una cosa molto più
'Harry Potter' da dire. La risposta lo fece sorridere tuttavia.
“Ciarla
sentimentale. La gente penserà che sei diventato uno sciocco.”
“Grande
opportunità.” Borbottò di nuovo lui.
“Scusa?”
“Non
ho detto nulla.”
“Non
sei capace di mentire, anche dandomi la schiena.” Harry poteva
sentire il sorriso di Sev contro la schiena del suo collo.
“Giusto,
era irrilevante.”
“Sono
assordato. Grandi parole così presto di mattina, Potter! Forse
dovrei svegliarmi più spesso prossimo a te, se è
l'unico tempo del giorno in cui usi parole con più di due
sillabe.”
“Forse
dovremmo, come sembra che la mattina sia l'unico tempo in cui hai un
senso dell'umorismo.”
“Touché.
Quindi mi dirai quello che è irrilevante?”
Harry
arrossì un poco. “Mi hai sentito? Perché non mi
sorprende?”
“Pensavi
davvero che non potevo?”
“Lo
speravo, ma appena è scivolato fuori.”
“Davvero.
Quindi?”
“Non
lo dirò, ora vai via e lasciami in pace.”
Harry
avvertì Sev posare un bacio sulla schiena del suo collo e le
braccia circa la sua vita e spalle che si stringevano. “Vuoi
realmente che io vada via?” Il tono era stuzzicante.
No!
Si! No! Forse! Gridò Harry nella sua mente. Dannazione! No,
non voleva certamente che se ne andasse. Quello che lui voleva fare
era unirlo in giù e colpire fuori la sua mente, non pensava,
tuttavia, che sarebbe successo. “No, è piuttosto
piacevole il modo che è, grazie mille.”
“Così,
non sei incomodo in ogni modo? Questo è comodo per te?”
Era
presente un tono stuzzicante, nella voce di Severus? “No, sto
bene.”
“Nessun
male, dore o rigidezza dovunque? Sai che può volerci un poco
ad abituarsi a dormire accanto a qualcuno.”
Oh,
ora quello aveva l'attenzione di Harry. Non poteva evitare di
sorridere furbamente un poco. Sev aveva, evidentemente, capito la
situazione di Harry e stava stuzzicandolo, di nuovo. Oh, la vendetta
stava per essere un vero dolore! Per iniziare diede una gomitata a
Severus nell'intestino. “Idiota!” Harry poteva sentire
Sev che ride dietro di lui. “E' ancora troppo presto per esser
'pisciato' di me.”
“Anche,
sarebbe un poco difficile, nella tua condizione!” Di nuovo,
stava ridendo di lui.
“Sei
un uomo crudele e cattivo, Severus Snape. Non è divertente, è
imbarazzante.”
“Realmente.
Lo trovo adulando completamente, sapere che posso trovare tale
aumento fuori di te, specialmente come prima cosa di mattina. Come
fai, di solito, per questo problema?”
“Nessuno
dei tuoi affari!” Harry poteva sentire Severus che ridacchia
dietro a lui e sospirò. “Rifiuto di occuparmene mentre
sei qui. Va bene?”
“Vergogna,
credo che quello sarebbe davvero una vera vista per svegliarsi.”
Harry
arrossì, contento di dare le spalle a Sev. Qualche volta,
alcune delle cose che Sev diceva, lo facevano sentire come un bambino
inesperto. L'idea di masturbarsi di fronte ad un altro, mentre era
bene e bello in fantasyland, era imbarazzante da pensare nella
realtà. Sfortunatamente, tali pensieri stavano facendolo solo
più duro. “Non accadrà.”
“Perché?”
“Perché
si.”
“Peccato.
Avrebbe adempiuto ad una delle mie fantasie, tu che ti tocchi mentre
pensi a me, tutto il tempo sapendo che ti sto guardando.”
Harry
trattenne il lamento che tentava di scappare dal suo petto e non
l'aiutava il fatto che la mano di Sev viaggiasse sotto la sua
t-shirt. Le punte delle dita che tracciavano leggermente attraverso i
suoi capezzoli che ritornano la pelle d'oca. Sev stava mettendo
piccoli baci sulla schiena del suo collo. “Questo non è
equo. Perché mi stai facendo questo quando non posso averti?”
Ma non trovò replica. Harry sentì di nuovo la mano di
Sev viaggiare in giù il petto e leggermente afferra la sua
mano. Per prima Harry, si chiese quello che stava facendo, ma divenne
chiaramente ovvio quando viaggiarono fino alla sua anca, per
spingersi attentamente in giù la vita dei suoi boxer. Sev
stava tenendo la sua mano sotto la sua sempre, minimizzando il
contatto. Quando la mano si arricciò dolcemente circa la
base del suo pene, Harry ansò, mentre per tutta la durata Sev
stava tenendo sulla sua, guidandolo e mettendo il ritmo. Harry poteva
sentire Sev che mordicchiava il suo lobo dell'orecchio mentre le mani
stavano muovendosi in unisono, in un ritmo che era dolorosamente
lento. Harry sentì il bisogno di gridare, implorare di
esser preso ma tutte le sue parole si conficcarono nella sua gola
come avvertì il pollice di Sev accarezzare la cima della sua
erezione che stava già perdendo. “Oh Dio! Per favore!”
“Di
nuovo con le bestemmie, Harry, e per favore che cosa?” La voce
di Harry era così bassa e molle che Severus poteva quasi
venire solo ascoltandola.
“Per
favore, io ti voglio! Sev...ahhh!”
“Lo
so, Harry. Presto. Te lo prometto.”
Harry
stava iniziando a vedere ballare colori di fronte ai suoi occhi come
arrivava più vicino al completamento. Poteva sentire Sev che
costringe la sua mano a raccogliere il ritmo, la sua respirazione
già affannosa che stava diventando più molestata il più
vicino lui otteneva. Harry sentì Sev che toglieva la mano,
mentre lasciava che finisse da solo. Bisogno, poi, si trasformò
in imbarazzo, tutto in una volta sembrò diventare nero e lui
rilasciò un mezzo grido, mezzo singhiozzo di sollievo come
venne sulla sua mano e stomaco. Harry prese un paio di aliti profondi
per tentare di calmare di nuovo il suo cuore, che stava colpendo
rapidamente, ad un ritmo normale. Sentì Sev rimuovere il suo
braccio da sotto la sua spalla e l'usa per inclinarsi su Harry, poi
alzò la mano di Harry da sotto le sue coperte dal suo polso e,
possibilmente, fece la cosa più erotica a cui Harry doveva
ancora testimoniare: Sev leccò le sue dita fino a pulirle
completamente.
Quando
finì, sorrise furbamente, e disse a Harry di andare a farsi
una doccia e prepararsi per il giorno, come senza dubbio, il
direttore desidererebbe vederli questa mattina. Harry fissò la
porta del bagno per un poco, con uno sguardo leggermente ebete
prima che trovò la forza per uscire davvero dal letto.
Dopo
che Severus aveva finito la doccia ed era vestito, rientrò
nella stanza per trovare ancora un Harry arruffato che sedeva al suo
tavolino da tè che ne gustava una tazza. Severus elevò
un sopracciglio.
“Dobby.
Non preoccuparti, lui è la discrezione personificata, gli ho
chiesto di trovarmi dei vestiti puliti e di portare un po' di
colazione per noi.”
“Ah,
si. Il vecchio folletto di Malfoy che hai liberato anni fa. Lucius
era molto irritato con te.”
“Ci
scommetto, ma lui lo meritò. So che è un tuo amico, ma
ancora è un idiota.”
“Coincido.”
Un idiota, era dirlo in maniera mite, Severus pensò, ma non
disse nulla. Si avvicinò a Harry e ne catturò le labbra
in un bacio.
“Mmmm,
menta.” Harry stava sorridendogli di nuovo. Gli piaceva quel
sorriso, era sicuro che poteva sedere ogni giorno e guardarlo
sorridere, ma quello era un passatempo estremamente non pratico. “Ti
spiace se faccio la doccia qui? Non voglio andare a vedere il
Direttore tutto sudato.”
“Sai
dov'è.” In realtà gli piaceva Harry tutto sudato,
ma poteva capire il suo punto. Non sarebbe bene per Albus per vederlo
in quello stato e dare più idee alla vecchia folaga.
Come
Harry lasciò la stanza, Severus si sedette e si preparò
una tazza di tè, raccogliendo il giornale. Non ci guardò;
non poteva concentrarsi. Anche se Harry gli aveva detto quello che
era accaduto ad Hogsmeade ieri, ancora aveva un sentimento strano
sulla cosa intera. Perché il Lord Oscuro non aveva ucciso
appena Harry quando ne aveva l'opportunità? Quello non volle
dire che non era grato che non l'avesse fatto. Merlo, lui non era
stato appena troppo sicuro come profondo andasse il suo sentimento
per Harry, ma sapeva che l'avrebbe devastato se capitasse qualsiasi
cosa a Harry. Ma cosa aveva guadagnato, mettendo in mostra
l'alterazione della sua età? Non era come se ci fossero
abbastanza persone da esserne scioccato davvero. Tutti quelli
presenti, eccetto Longbottom che farebbe come gli viene detto di
rimanere zitto, conoscevano la condizione di Harry. Severus lo mise
da parte e decise di chiamare Filius in giù per chiedergli di
rifare il fascino su Harry. Arrivò al suo focolare, gettò
in lui una manciata di Polvere Volante e chiamò il nome di
Filius.
“Severus,
stavo aspettando una tua chiamata, questa mattina. Com'è
Harry?”
“Eccellente,
Filius. Puoi venire in giù e ripristinare il fascino su Harry,
così che può lasciare le mie stanze?”
“Credi
che sia davvero necessario, Severus?”
“Scusa?”
Severus non era sicuro di aver sentito correttamente l'uomo.
“Oh,
indovino che tu non abbia ancora letto il Prophet di questa mattina?”
“No,
perché?”
“Umm.
Bene, Severus, perché non leggi il giornale e io contatterò
Albus, e poi verremo da te.”
“Scusa?”
“Ci
vediamo presto, Severus.” Il piccolo mago scoccò fuori
del collegamento del fuoco.
Quello
era piuttosto strano, pensò Severus come ritornò alla
sua tavola ed afferrò il giornale. Come vide il titolo,
rilasciò un gemito.
IL
RAGAZZO-CHE-SOPRAVVISSE, QUESTA VOLTA, NON SCAMPA L'ATTACCO DI
TU-SAI-CHI!
Sotto,
era un ritratto di Harry che sembra inginocchiarsi ai piedi del Lord
Oscuro. Quella, tuttavia, non era la cosa peggiore del ritratto,
perché se uno guardava bene, mostrava quanto Harry odiasse
l'uomo dall'aborrimento puro presente sul suo viso. Era il fatto che
Harry mostrava la sua età corrente, nel ritratto. Severus
analizzò rapidamente l'articolo.
“E'
stato scoperto che anche il ragazzo-che-sopravvisse non è
impervio agli attacchi di Tu-sai-chi. Si crede che lui sia
responsabile per questo cambio sorprendente in Harry Potter. Questa
stupefacente fotografia fu spedita ieri a tarda sera nei nostri
uffici, solamente alcune ore dopo l'attacco su Hogsmeade...”
Tutto andò i luogo per Severus,
il Lord Oscuro non aveva nessuna intenzione di uccidere Harry ieri;
lui voleva solo scuotere la credenza che molte persone ancora hanno
che Harry era intoccabile dal Lord Oscuro. Provocherebbe al Ministero
ed Albus del vero imbarazzo. L'articolo continuò nella stessa
vena...
“Si
crede che Tu-sai-chi era responsabile per i cambi in Harry Potter.
Attualmente stiamo chiedendo ad esperti medici nel campo
dell'invecchiamento per determinare quali effetti, sul lungo termine,
potrebbero esserci per il giovane eroe. Scoprire quello che dicono i
rapporti dei guaritori, comprate il Prophet di stasera...”
Il resto dell'articolo era insensato
come quello, gobblinese spuntato che, fondamentalmente, non gli disse
nulla di nuovo. Severus avvertì Harry rientrare, guardò
su e vide un Harry Potter con capelli, per una volta, addomesticati.
Non poté evitare di fare un piccolo sorriso.
“Per cosa stai sorridendo?”
“I tuoi capelli. Non li ho mai
visti, prima, così addomesticati.”
Harry gli fece un timido sorriso. “Non
sarà l'ultima volta, poi, una volta asciugati, tornano
'normali'. Che può fare un ragazzo?”
Severus gli passò il giornale
come si sedette opposto a lui. “Dovresti leggere i titoli del
giornale.”
“Perché? Che cosa ho fatto,
apparentemente, ora?”
“Non voglio rovinarti la
sorpresa.” Gli disse aridamente lui. Severus guardò come
l'espressione di Harry diventò più oscura con
l'ulteriore lettura dell'articolo.
“Ci sono effetti collaterali,
Severus?” Gli chiese il giovane; lui poteva vedere che il
ragazzo era un poco spaventato.
“Non so. Come lontano posso dire
con la conoscenza della pozione, non posso vedere alcun effetto
collaterale. A parte il fatto di esser intrappolato in un corpo dieci
anni più vecchio che il tuo, non so.”
“Oh. Pensi che sia probabile che
ce ne siano alcuni?”
“Harry...”
“Per favore, Sev, dammi la tua
miglio ipotesi fondata. Sei il ragazzo più intelligente che
conosco, se chiunque può fare una buona supposizione, saresti
tu.”
“La mia migliore supposizione, è
che non ci saranno alcun effetti collaterali fisici. Se tu fossi più
giovane, forse soffriresti di danni mentali, ma sei abbastanza
vecchio per affrontarlo. Ti ho visto sopportare molto peggio.”