Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
E’
strano come, guardando l’orologio, sembra che il tempo non scorra mai. E’
ancora più strano rendersi conto che se non si guarda l’orologio, il tempo
passa senza darti la possibilità di dire – A- .
E’
sempre strano vedersi crescere tramite le foto. Guardi quella foto con la tua
amica e ti ritrovi a dire – Ti ricordi quando…?- e lei, poverina, magari
nemmeno se lo ricorda quando. Ma, vedendoti tanto entusiasta, vedendo il
luccichio che ti riempie gli occhi, quasi si sente costretta a dire- Certo che
me lo ricordo… eravamo…- e poi, cercando di non dare
nell’occhio, passa ad un’ altra foto distogliendo la tua attenzione da
un ricordo che lei non condivide ormai più, se pur per sola dimenticanza, con
te. E’ altrettanto strano rendersi conto che, magari, quell’amica che ti ha
sempre fatto ridere non è più tua amica. E si cresce,
si matura così.
Lily
si era stancata. Stava provando ad abbozzare una sottospecie di lettera/ poesia
da ormai un’ora. La destinataria? Semplice, la sorella.
Era lei, la sua Tunia, era lei la ragazza al centro dei suoi pensieri. Voleva
lasciarle un biglietto o una lettera. Aveva pensato di iniziarlo in modo
poetico: Tunia adorava le frasi poetiche. Si era spremuta le meningi pur di
trovare qualche frase poetica. Al posto della parola amica forse, anzi
certamente, doveva esserci la parola sorella,
ma non aveva il coraggio, non aveva la forza di andare diritta al sodo
senza girare un pochetto intorno all’argomento. Stropicciò per l’ennesima volta
il foglio di carta e si passò una mano tra i capelli. Guardò l’ora: le sei di
pomeriggio. Alle sette sarebbe arrivata Mary da Risler’s Norway, sarebbero state tutta la notte a raccontarsi gli avvenimenti
dell’estate e il mattino dopo si sarebbero recate alla stazione di Londra,
King’s Cross, come da sette anni a quella parte e, una volta salite sui vagoni,
si sarebbero imbattute nei… Malandrini. Lily fece un riassunto veloce del
prospetto della mattinata seguente. Già, i Malandrini… Remus Lupin, lo studioso
del gruppo… sembrava nascondesse un segreto ma, né Mary né Lily ne erano a conoscenza. Poi c’era Peter Minus, un ragazzo
basso dai capelli color topo e gli occhietti azzurri piccolini e acquosi; Mary
era alquanto dubbiosa sulla seria capacità di comprendonio di Minus ma, come
Lily diceva sempre pur di difendere il poverino, le apparenze alle volte
ingannano e loro non lo conoscevano assolutamente a fondo… Restavano poi altri
due ragazzi. I più ribelli della scuola, i più belli della scuola, i più amati:
il primo Sirius Blacke il secondo, bè
sìil secondo era James Potter. Erano,
quasi ceratamente, gli ideatori di tutti i piani di sabotaggio verso tutti i
lavori che Lily, con infinita pazienza, era riuscita a fare fino a quel
momento. James Potter poi le dava letteralmente la “caccia”: le chiedeva sempre
di uscire e, anche durante l’estate, le aveva inviato
numerose lettere, finite tutte nella pattumiera. Nonostante ciò però, Lily non
poté fare a meno di notare che, al solo pensarlo, il suo cuore mancò qualche
battito…”Sciocca, che ti succede? Ti stai rammollendo?” si disse cercando di cambiare pensieri.
I
Malandrini si erano tutti dati dei soprannomi che nessuno riusciva a collegare
ai personaggi: Minus era Codaliscia, Lupin era Lunastorta, Black era Felpato
ePotter era Ramoso.
Lily
cercò di cacciare dalla mente il ricordo di quei quattro ragazzi, uno dei quali
la sua rovina, afferrò un altro foglio di carta, l’ennesimo, e iniziò a
scrivere.
Tunia,
ho provato tante volte a scriverti senza successo.
Sono
cresciuta Tunia, non sono più la bimba di sette anni che gioca con te alle
giostre ma, come quando avevo sette anni, ti voglio ancora bene. Ormai sia io
che tu siamo quasi adulte… e
Strappò anche questo foglio,
indecisa sia su ciò che vi aveva scritto, sia su tutto il resto.Si abbassò per prendere un altro foglietto
dal suo cassetto quando un rumore proveniente dal giardino le preannunciò l’arrivo della sua amica.
- Mary! Mary! Maaaaaary!!-
urlò scendendo i gradini delle scale che conducevano alla sua camera a due a
due.
- Lily! Liiiiiiiiiily!!-
Mery, bella come sempre, l’aspettava sulla soglia della porta a braccia aperte.
– Oh Mary!- disse Lily abbracciandola. Staccatesi, si guardarono a vicenda.
Mary era alta e magra, la pelle olivastra e gli occhi neri come la pece la
differenziavano dalle altre ragazza di Hogwarts, in
gran parte bionde dagli occhi azzurri. I capelli corvini a boccoli le
ricadevano morbidi sulle spalle. Ugualmente morbidi e ugualmente provvisti di
boccoli erano i capelli di Lily che però erano di un colore rosso fuoco.
La ragazza aveva gli occhi
verdi smeraldo e, a detta di Potter che li commentava ogni volta che ne aveva la possibilità, erano lo specchio della sua anima:
lampeggiavano di rabbia e luccicavano di gioia. Aveva la pelle chiara e sulle
guance vi erano degli spruzzi di leggere lentiggini che la rendevano in
apparenza dolce: Lily, infatti, aveva un carattere forte e una mente brillante
che le permetteva sempre di rispondere per le rime (soprattutto a Potter).
Spesso le due amiche, legate
per la pelle come sorelle, avevano fatto palpitare i cuori dei ragazzi, alle
volte per la loro bellezza, alle volte per il loro carattere.
- Lily santo
cielo, mi sei mancata da morire- iniziò Mary- e ti devo dire una cosetta…-
disse con un sorriso malizoso.
-Oddio- soffiò Lily: aveva ben capito che di mezzo vi era un
ragazzo- chi è?- chiese con fare altrettanto malizioso afferrando l’amica,
trascinandola in camera sua e chiudendo la porta a chiave.
Mary, senza peli sulla lingua
proruppe- Sirius Black. Mi ha contattata durante
l’estate, mentre tu eri in Italia per le vacanze e ci siamo frequentati un
po’…ora siamo fidanzati da due settimane e…- Mary vide il viso dell’amica
rabbuiarsi- non è come pensi. Sirius non è sbruffone, è dolcissimo e simpatico…
e lo è anche James, dovresti dargli una possibilità-
iniziò.
- Mary, non iniziamo. Lo sai
che io e Potter….bè sì…io e Potter… cambiamo discorso
altrimenti mi agito! Senti, io accetto la tua storia con Black, se con lui stai bene… lo accetto. Sono pur sempre offesa…- Aggiunse
–Lily lo so che non ti ho avvertita ma se Petunia
trovava la lettera come successe tre anni fa con Mike? Che figura avrei fatto con mio padre?-
Lily ricordò quando, tre anni prima, Petunia aveva scoperto una lettera di Mary
che confidava il suo fidanzamento con Mike, un ragazzo più grande di un anno, e
si era “lasciata scappare” tutto davanti al padre di Mary che aveva
accompagnato la figlia alla casa dell’amica.
-Effettivamente…. Sì hai
ragione- ammise Lily- Sai, sono stata promossa Caposcuola…
chissà chi lo sarà con me… credi Remus?- chiese incuriosita. Mary sorrise- No.
So chi è l’altro Caposcuola. Lo conosci, ci parli tutti i giorni a scuola, anzi no, lo aggredisci tutti i giorni a scuola e
secondo me siete fatti l’una per l’altro…- Lily
sbiancò. Impossibile. Mary passava ogni ora della sua vita a parlare
dell’affinità inesistente che secondo lei c’era tra lei e Potter… ma quel
ragazzo non poteva essere Potter. Potter. Andiamo, Potter!Lo sbruffone
gongolante che non è nemmeno mai stato prefetto!
Mary scoppiò in una
fragorosarisata nel vedere la sua
espressione- Sì mia cara Evans, è proprio lui, il tuo Potter!- disse ridacchiando.- No, no, no, no, no, no, no santo cielo dimmi di no!- pregò la rossa a denti stretti.
-Oooohsììì Lily, proprio Potter
ti affiancherà durante tutte
le riunioni- iniziò l’amica. Lily impallidì- Ma tutte, tutte?- chiese
quasi fosse una bambina che si voleva assicurare di
avere tutte le caramelle che le spettavano- Sì Lily, tutte le riunioni!-
Le ragazze scesero poi in
soggiorno dove, cenando, continuarono a lanciarsi occhiate disperate e occhiate
assassine.
-Lily, ti va di farci una passeggiata?- chiese dopo il
dessert Mary con un tono complice.
Lily la guardò indagatrice e
perplessa- Va bene…- disse poi, ancora incerta, alla
fine.
-Grazie! Sei un tesoro-disse tutta eccitata
quando si trovarono sedute su una panchina di un giardinetto.- Mary. Non me la conti giusta… devi vedere qualc- si bloccò subito. Aveva
capito. Aveva capito sin troppo.- Mary, ti prego dimmi
che né Black né Potter stanno venendo qui- iniziò implorante. Mary la guardò
poi rispose- Okay Lily mi hai scoperta. Ma come faia sapere che ci
sarà anche Potter- Lily divenne paonazza. Il primo pensiero che le
attraversò la mente fu .non
mi sono pettinata!, poi, dandosi della sciocca cominciò- Lo so, dove c’è uno
c’è l’altro… uffaMary io lo sapevo…-
La ragazza però non ebbe il
tempo di terminare la frase che, proprio davanti a loro, si Materializzarono
due figure.
-Sirius lasciami la mano che fai
male!-
La voce di James Potter si
fece sentire forte e chiara- Sai, lo so che mi vuoi
bene, ma non c’è bisogno di stringermi così convulsamente! E
poi dovresti abbracciare McDonald non me! Non sarai mica…- ma non finì la frase. I suoi occhi nocciola si incontrarono
con gli occhi verde smeraldo di Lily. Il suo cuore accellerò il battito e il
fiato gli si mozzò. –E…Eva…Evans?!? Che ci fai qui?- chiese sorpreso e rosso in volto.-Io…io…bè
è naturale Potter, io ci abito qui!- disse.
Incredibile, impossibile. Per la prima volta nella sua vita, a
inizio frase si era trovata spiazzata. Non aveva saputo dir niente di niente
davanti a Potter! Stava seriamente preoccupandosi per la sua sanità mentale.
Lily guardò l’orologio. Mezzanotte. Si alzò lentamente e si volse verso
l’amica- Mary senti, io sto morendo di sonno che ieri
sera sono andata alla festa di Jack e sono rimasta a casa sua fino alle cinque
di mattina…sto crollando, vado a casa. Tu che fai, vieni?- chiese. – Sì, Lily,
ora arrivo, dico solo una cosa a Sirius… tu per ora vai pure.- disse l’amica leggermente imbarazzata.
Poi lanciò un’
occhiata a James- Tu James che fai? Non accompagni Lily a casa sua? La possono
aggredire…- disse con fare convincente. Gli occhi di James brillarono-
Certo…- ma non ebbe il tempo di terminare la frase che Lily proruppe con la sua
voce- Non ve ne è bisogno Potter, vado anche da sola…-
la sua voce era calma ma ferma. Sicuramente, pensò Mary, di
un tono che non accettava repliche. Ma Potter i toni della voce di Lily
non li aveva mai saputi interpretare. Lui era come un
bimbo, seguiva il suo istinto.- Non c’è problema Evans, ti accompagno
volentieri!- e la sua voce era frizzante nonostante l’ora, frizzante e felice.
Mentre camminavano verso
casa, Lily lanciò un’ occhiata di sottecchi al ragazzo
che, con camminata sicura, cercava di appiattirsi i capelli perennemente
spettinati. Per un istante, e solo un istante, la ragazza pensò che sembrava cambiato, maturato e, che anche a malincuore,
doveva ammettere che non era poi tanto male. Ma gli istanti, si sa, sono veloci
e passano in fretta.- Allora Evans- proferì James-
domani si parte. Sai, pensavo, essendo questo l’ultimo anno… ci saranno sicuro
molte uscite ad Hogsmead per noi del settimo e…
magari… non so... ci andiamo insieme!?-
Ecco, lo sapeva. Si era
sbagliata, di grosso, anzi no, di grossissimo. –Potter, che c’è, ricominciamo?-
Okay, parto dalla premessa che questa è la
mia prima, prima fanfiction. Sono un po’ emozionata e
sinceramente ho trovato qualche problema a postarla perché non sono molto
conoscente del sito ^^. Sono una fan patita di questa coppia e, essendo che
questa storia mi girava in testa da tipo un annetto (
direi che sono in ritardo -.-“ ) e continuavo ad assillare una mia amica con
Lily e James, ho deciso di postarla registrandomi.
-Bene, Potter. Mi hai accompagnata, mi hai proposto di uscire, hai ricevuto il mio
ennesimo rifiuto e in questo momento ti trovi davanti al portone di casa mia… ora cosa vuoi?- L’ espressione di Lily poteva
essere interpretata benissimo come impaziente e stanca. James, dal canto suo,
sarebbe rimasto volentieri accanto alla ragazza per tutta la notte ma,
sicuramente, se glie lo avesse detto la ragazza
avrebbe iniziato a criticare (urlando) la sua immaturità. La guardò diritto
negli occhi, quegli occhi che sempre avevano fatto palpitare il suo cuore.
- Bè, sinceramente, vorrei sapere
chi è questo Jack e che hai fatto a questa festa…- Effettivamente era uno dei
tanti pensieri che in quel momento attanagliavano la sua mente. Lily divenne
paonazza poi, con un bel respirane disse - Potter, non credo ti
importi realmente chi sia Jack e non credo neanche ti importi che cosa
ho fatto alla festa-
Lo guardòmostrare un espressione
delusa, si girò e aprì la porta con uno scatto della mano.
-‘Notte. Ti consiglio di tornartene a casa, penso che il tuo amico
e Mary abbiano ancora molto da“dirsi”…- disse
a mo’ di congedo mostrando un sorriso leggermente malizioso. Si voltò e iniziò
a salire silenziosamente gli scalini che conducevano alla sua camera.
James, abbastanza deluso, si voltò
e iniziò ad incamminarsi verso i giardinetti in cui lui e Lily avevano lasciato i due piccioncini quando, con suo grande
stupore, sentì la voce della ragazza richiamarlo. – Potteeer…psss psss Potter…- Lily era di nuovo appoggiata con la schiena
alla soglia della porta e cercava di richiamarlo alla sua attenzione senza fare
rumore - Jack è un mio lontano cugino e alla festa sono rimasta in camera con
la sorella…- e con un gesto della mano si richiuse la porta alle spalle.
Il ragazzo si voltò, scosse
ghignando la testa e mostrò uno dei suoi migliori sorrisi all’aria senza sapere
però, che Evans, la ragazza che realmente amava, lo stava osservando dalla
finestra della sua camera.
* * *
-Lily, il treno sta per partire! Sbrigati a salire!!- La voce di
Mary cercava, invano, di sovrastare il rumore assordante del treno.
La ragazza, dal canto suo, era
immersa nella contemplazione della sua valigia che, a detta di tutti, era
davvero troppo piena.
Aveva, infatti, dovuto mettere
ogni singolo capo del suo guardaroba perché, sotto consiglio di Mary,
quell’anno essendo l’ultimo bisognava evitare ogni tipo di raffreddore e quindi
essere provvisti di ogni maglione, maglioncino,
maglietta, magliettina, pantalone, pantaloncino,
cappello e cappellino.
-Ciao Lily, ma che hai messo nella valigia?-le voci di Ally Robbinson e Remus Lupin la raggiunsero allegramente.
Lily, con espressione alquanto scettica, rispose- Lasciate perdere, tutta opera
di quella pazza della mia migliore amica…- disse indicando con un leggero
movimento del capo Mary che si sbracciava in modo assai strano facendo gesti
inconsulti rivolti all’amica.
Saliti tutti quanti sul treno diretto ad Hogwarts, Lily dovette passare per ogni
scompartimento per avvertire tutti i prefetti di recarsi in uno di essi al fine
di discutere il lavoro da farsi. Ormai, preceduta dal suo movimento meccanico
di aprire porta scorrevole- avvisare i prefetti
presenti all’interno- salutare- chiudere la porta scorrevole, Lily non si
accorse di essere capitata nientemeno che nello scompartimento dei Malandrini.
-Vorrei ricordare a tutti i
prefetti presenti che tra una decina di minuti ci ritroveremo
nello scompartimento numero 10. Cercate di non fare ritardo e…- la sua voce già
esasperata e meccanica venne interrotta in quel
momento da quella di Sirius Black - Evans, lo sai chi ti affiancherà nel ruolo
di Caposcuola?- .Lily alzò lo sguardo dal taccuino su cui stava annotando vari
orari e stava provando ad abbozzare alcuni turni di guardia – Sì Sirius, mi è
giunta voce che Silente invecchiando abbia iniziato a dare di matto.-
Il suo sguardo saettò sul volto di
James che, forse ancora per il sonno, forse perché non aveva il coraggio di
alzare gli occhi per guardarla, aveva il capo poggiato su una mano ed era
stravaccato su tre sedili di cui si era appropriato. Sirius ghignò – Sai Evans,
alle volte sei proprio provvista di un humor tagliente. Affascinante direi…- poi la voce del ragazzo cambiò tono. Parlò come Lily
non lo ebbe mai sentito fare, con voce leggermente insicura e addolcita- Ehm…
Mary… dove è?- La ragazza non riuscì a trattenere lo stupore, mostrando un
volto sorpreso che, alla reazione di Minus, non passò inosservato. “Ma allora, è vero ciò che dice Mary…? E’ realmente
innamorato?” pensò.
-Ehm… credo sia ancora nel nostro
scompartimento- la sua voce si fece più dolce e meno tagliente- penso che sarà
felice se tu la vai a trovare…- Pensò che, ciò che aveva detto, suonasse tanto come un incoraggiamento ma sembrava proprio che Sirius
quella volta, probabilmente la prima della sua vita, avesse bisogno di
quell’incoraggiamento per andare a trovare la sua fidanzata. “ Giorno
memorabile. Santissimo Merlino dagli slip magici,
Sirius Black è realmente innamorato della mia migliore amica!!! ‘Sta cosa me la
devo appuntare assolutamente” e così pensando, afferrò un pezzetto di carta e,
nello stesso momento in cui Sirius lasciava lo scompartimento e Rosalie
Rosemoond vi entrava prepotentemente, scrisse:
Oggi 1 settembre 1977,
Sirius Black sembra
realmente essersi
Innamorato di.
Mentre scriveva, lanciò
un’occhiata di sottecchi alla ragazza, che sia lei che Mary reputavano
un’ ochetta,che ora si stava comodamente
sedendo sulle ginocchia di Potter informandolo (come se vi fosse realmente
bisogno) della sua smisurata bellezza.Lily vide James lanciare alla Rosemoond uno sguardo esasperato e, con
fare “delicato”, cacciarla via dalle sue gambe per poi dirle- Senti Rosalie,
sarai anche una bella ragazza… non c’è dubbio, ma per favore, la prossima volta
che vai alla ricerca di un posto/ ragazzo su cui sederti, cercatene uno che sia alla pari della tua limitata intelligenza e, che perciò,
non si trova attualmente in questo vagone.-
La Rosemoond, stizzita e
visibilmente offesa, si avviò verso la porta lanciando uno sguardo di odio a Lily che in quel momento si trovava appoggiata al
muro e se la rideva sotto i baffi- Bè? Che ti ridi
Evans? Se Potter mi ha cacciata per restare con te, non sa ciò che si perde!- e , così dicendo, lasciò il vagone sculettando.
Lily, lanciò un’altra occhiata a
James che ora la guardava immerso nei pensieri più rosa che potessero esistere
al mondo e, con un movimento veloce della mano, cancellò la scritta fatta sul
pezzetto di carta e scrisse:
Oggi 1 settembre 1977
James ha cacciato la
Rosemoond
E mi ha guardata con occhi
da pesce…
Sono troppo felice!!
Poi, riesaminando ciò che aveva
scritto, decise bene di cancellare il sono troppo felice…
* * *
-Potter, senti, noi
due…ehm…essendo i Caposcuola dobbiamo trovarci domani
sera magari non so, in Sala Comune, per vedere di mettere a posto qualche falla
nei turni di guardia delle zone dei dormitori. Devi poi dirmi gli orari dei
tuoi allenamenti per basare i turni su di essi e… bè
credo che per ora basti, no?- chiese Lily mentre si faceva un conto delle cose
da dire sulle dita della mano. Erano infatti appena
usciti dallo scompartimento 10, dopo aver tenuto una breve riunione con gli altri
prefetti della scuola.
-Certo Evans, tutto ciò che dici è
cristallino come il ghiaccio… Io, essendo il capitano della squadra- e qui
James gonfiò il petto e utilizzò un tono spavaldo- la
prossima settimana inizierò i provini per la selezione dei giocatori. Poi ti
dirò gli orari e tutto il resto. Domani sera non so… forse ho un impegno con
gli altri…- e così dicendo, fece scorrere la porta dello scompartimento in cui
si trovavano le valige di Lily, Mary, Ally e Alice Collins, un
ragazza dell’ultimo anno molto timida ed insicura. Lo spettacolo che si
parò davanti ai loro occhi fu abbastanza
agghiacciante: Sirius e Mary erano avvinghiati in una stretta mortale di baci e
braccia. Lily, seriamente sconvolta, richiuse in un attimo la
porta alle spalle poggiando, quasi a mo’ di protezione, la schiena al vetro
opaco che la componeva.
James, vedendo la reazione della
ragazza, scoppiò in un’allegra risata.- Evans, che c’è, non hai mai visto
baciare nessuno? Se vuoi ti mostro come si fa, guarda,
andiamo in quello scompartimento vuoto cheti spiego tutto quanto!- e con un leggero movimento della testa, indicò
uno scompartimento lì vicino realmente vuoto.- No, grazie Potter ma so già
tutto quanto. Sai ti ricordi Mckennet, quel ragazzo che faceva il settimo anno
due anni fa? Oppure Prince, con quello l’anno scorso ti eri picchiato… bè
diciamo che loro mi hanno già spiegato tutto!- e, con
un veloce movimento del braccio, scostò il corpo del ragazzo che, col passare
dei secondi, le si era avvicinato pericolosamente.
Camminando lungo il corridoio
instabile del treno, Lily si dette della cretina. Dopo aver sentito quelle
parole, James era sbiancato e le sue mani si erano serratein pugni. L’aveva lasciata passare in
silenzio senza dire niente, senza nemmeno respirare e lei, distrutta forse più
di lui, se ne era andata traballando ad ogni metro che
il treno percorreva. Non avrebbe dovuto dirlo. No. Assolutamente aveva detto
delle cattiverie e la cosa che le faceva più male era che lei ci stava
malissimo. Il cuore era letteralmente sprofondato quando gli occhi di James si
erano incupiti, quando il suo sorriso era scomparso e quando il suo corpo si
era spostato senza opporsi per lasciarla passare.
La cosa che le procurava più
rabbia poi era che lei non sapesse il perché di tutto quel malessere. I suoi
sentimenti per Potter stavano cambiando, minuto dopo minuto, secondo dopo
secondo, istante dopo istante ma, continuava a riproporsi
di odiarlo, di non soffrirlo, di detestarlo con tutta l’anima e ciò, senza
saperlo veramente, le stava lacerando la mente e il cuore. Senza saperlo
realmente, le aveva fatto piacere ricevere le lettere
durantel’estate, senza averlo ammessa a
se stessa, le era piaciuto vedere Potter in piena notte ed essere accompagnata
a casa e, senza rendersene conto, stava imponendosi
di odiarlo come aveva fatto durante tutti quegli anni ma, questa volta,
qualcosa dentro di lei si stava ribellando, qualcosa che, solo dopo qualche
mese, avrebbe scoperto appartenesse a Potter dal loro primo incontro.
James quella notte non dormì. Si
voltò e si rivoltò nel letto per ben due ore finché, Sirius, il suo vicino di
letto a baldacchino, non sbucò da dietro le tende per sedersi sul letto di suo fratello.- James, senti
io sono qui vicino e, se hai intenzione di muoverti come un cavallo
imbizzarrito per tutta la notte, faresti meglio ad accomodarti fuori. Dai è la
prima notte dell’anno, come lo inauguriamo…. Passandola in
bianco a voltarci nel letto chissà per quale stupido motivo?- Sirius aveva
aggiunto però un aggettivo di troppo. Quell’aggettivo proprio non andò
giù a James che strinse i pugni per non mettere le mani al collo del suo
migliore amico- Sirius, Evans non sarà mai, e dico mai, uno stupido motivo. Vuoi sapere che
è successo? Bè quando vi ha visti baciare, tu e Mary, diciamo che ha avuto una
reazione alquanto esagerata e allora… io…. Bè sì io gli ho proposto,
scherzosamente, di farlo anche noi per spiegarle come si fa… e lei…. Lei mi ha
detto che non ha bisogno di spiegazioni perché in pratica Mckennet e Prince
glie ne hanno fornite a sufficienza ed ampliamente e…
io sono crollato. L’ho immaginata con loro, baciarsi e tutto il resto e… mi sono sentito morire. Santo Merlino Sirius,
sono stato un coglione. Non so più che cazzo fare e mi sento morire solo a pensare che lei possa esser stata con
altri…- Sirius lo interruppe- Inizio col dire che si, sei stato un coglione.
Continuo col dire che sei stato un coglione e termino
col dire che non ti devi buttare giù così. Dopotutto anche tu hai avuto delle
ragazze… lei che dovrebbe dire? E poi James dalle tempo,
porca Circe… lei ha i suoi tempi… e tu i tuoi- James questa volta alzò il tono
della voce- Sì , certo, i tempi per cosa? Lei non mi guarderebbe mai se con
occhio indagatore, non mi giudicherebbe altro che un suo nemico… e io non
riesco a non fare lo scemo, lo stronzo e lo sbruffone… perché è l’unico modo
per mascherarmi, Sirius, e io mi devo mascherare. Per
forza e comunque perché…- la voce di Remus giunse da
dietro le tende- Perché James? Perché dovresti mascherarti?
Falle vedere chi sei, Santissimi tanga della maga
Circe, lei non ha bisogno di un bimbo, lei ha bisogno di un uomo. E’ cresciuta,
è una donna e non può far altro, soprattutto con i tempi che corrono, di
cercare aiuto in un uomo… non in uno stronzetto che si comporta da bambino di
sette anni, renditene conto! Non hai bisogno di maschere…- Sirius, che aveva
ascoltato il discorso di Remus a bocca aperta, scostando le tende per far
sedere anche lui sul letto disse- Da quanto ascolti,
Remus?-. Lupin dal canto suo ghignò- Diciamo che ho sentito
abbastanza da capire il malessere del nostro Potter- si voltò e lanciò un
occhiata al ragazzo in questione che ora, con gli occhi bassi, stava osservando
gli stendardi dei Grifondoro ricamati sulle coperte. – Va bene- proruppedopo qualche
istante di silenzio- ora se non vi dispiace andrei anche a dormire e.. sapete…
i vostri corpi penso che intralceranno il mio sonno- e con un sorriso
malandrino salutò i suoi amici. Coloro che gli sarebbero
sicuramente, incondizionatamente e sempre,
rimasti vicino.
La stessa scena, a insaputa sia di Lily sia di James, si stava tenendo nel
dormitorio femminile.
Lily, infatti, era sdraiata sul
suo letto guardando il soffitto e parlando senza prendere fiato. Aveva
raccontato a Mary l’accaduto e, stava cercando di liberarsi del peso-… non so Mary, non capisco come mai, cazzo, ci sto così male. E’
Potter, io lo odio da quando ho imparato a fare
l’incantesimo di levitazione! Eppure mi dispiace Mary,
Merlino quanto mi dispiace. Non volevo dirgli quello che gli ho
detto e…- La voce di Mary subentrò nel triste monologo che Lily aveva messo in
atto- Senti Lily cara, tu sei intelligente e lo dovresti capire al volo. Potter
ti pia…- Lily fu più veloce- Potter mi piace sì, cioèno,mi sono confusa- si affrettò ad
aggiungere vedendo comparire il sorrisetto trionfante assai conosciuto sulla
faccia di Mary – Potter non mi piace.
E’ solo che…- Mary però, stanca delle assurde bugie che Lily raccontava a se
stessa e alla sua amica, le tirò un cuscinoSant- Sta’ zitta una volta nella tua vita e non
ribattere sempre! Accetta ciò che ti dà la vita e non opporti solo per
orgoglio!- poi, vedendo il volto dell’amica pronto a ribattere aggiunse-
Allora? Che te ne pare di Black? Che ne pensi?- Lily, ringraziandola in cuor suo per aver cambiato
discorso, rispose- Credo seriamente che sia innamorato, Mary. Santo Merlino non
l’ho mai visto agitato come stamattina… era… tutto
preoccupato di disturbarti. Era dolce, faceva quasi pena.- Si fermò un attimo,
prese fiato e continuò- Non distruggerlo, Mary, ho
sentito dire che sta attraversando un brutto periodo con la sua famiglia. So
che è andato a vivere dai Potter. Una batosta così, se davvero ci tiene a te e tu ci tieni a lui, per quanto sia possibile visto che siete
fidanzati da si e no due settimane, non devi dargliela.- Lily sembrava davvero
sincera e preoccupata- No, Lily. Non ho intenzione di dargli alcuna batosta e,
se lo vuoi sapere, io a lui ci tengo già
molto. Buona notte- E, con queste parole, si voltò verso il muro, già catturata
dal mondo surreale e ovattato dei sogni.
* * *
Quando quella mattina Lily si
svegliò, non fu difficile constatare che sia lei che
Mary erano, già il primo giorno, in un assurdo ritardo. Riuscirono, chissà
sotto quale protezione di santissimi maghi, a cambiarsi, lavarsi e vestirsi nel
giro di una decina di minuti.
- Okay Mary, ce la possiamo fare!
Sono le 8,10 e abbiamo…- Lily afferrò l’orario datogli il giorno prima-
Santissimi Maghi, alla prima ora abbiamo la McGranitt…- si passò agitata una
mano tra la folta chioma rossa e boccoluta- Non è un’ impresa
impossibile, dai. Si può ancora fare. Dobbiamo solo fare colazione… cinque
minuti… e abbiamo anche qualche minuto risparmiato: la lezione inizia alle
8,30…- e, così dicendo, iniziarono a correre giù per le scale, i capelli
all’aria che ondeggiavano dietro le spalle ad ogni salto.
-POTTER CHE FAI ?!-
Mary era stesa per terra, gambe all’aria che boccheggiava per la caduta. –
Potter, che ci fai sempre in mezzo quando io e lei- e qui indicò Lily- siamo in
situazioni critiche?-
Rialzatasi,
pulitasi con le mani la gonna, Mary guardò di sbieco il ragazzo- allora, ho
sentito dire che ieri tu e Lily siete ritornati alle
solite…- la sua voce era bassa. Lanciò un’occhiata a Sirius che li guardava da
vicino divertito. Lily in quel preciso istante sarebbe volentieri sprofondata
negli inferi e quindi, “per caso”, fece cadere la sua
borsa che in realtà era vuota. James, le lanciò un occhiata
e un lampo indefinibile attraversò i suoi occhi- Bè Mary, sai com’è, bisogna
sempre inaugurare il nuovo anno con un ritorno memorabile e questo- prese un
bel respiro- questo è stato un ritorno di classe. Essenziale per la nostra
reputazione… e per il nostro essere personale, no?- e con questo lasciò le due
ragazze, in un ritardo assurdo: Mary perplessa e Lily trattenente un sorriso,
incuranti della reazione che sicuramente avrebbe avuto qualche minuto dopo la
McGranitt.
Ecco
il 2° capitolo. Lo avevo già in serbo ma, non essendo pratica, ho preferito
postarlo separatamente… E’ solamente l’ inizio di una
storia che spero vi piaccia… mi raccomando recensite… anche per dirmi che non
vi piace… almeno posso migliorare!!!
Capitolo 3 *** Chi è una spia non è figlio di... ***
Capitolo 3
Capitolo 3
Chi è
una spia non è figlio di…
- Aprite il libro di Trasfigurazione a
pagina 76. McDonald! – La McGranitt lanciò uno sguardo agghiacciante a
Mary che, seduta al fianco di Lily, stava mandando sguardi ardenti nella
direzione di Sirius, il quale era decisamente
stravaccato su una sedia dell’ultimo banco che si dilettava in una partitina a
– Chi Fa La Scintilla Più Bella Con La Bacchetta Vince 7 Falci- con Potter che
ora se la saltava trionfante e intascava i suoi 7 falci ben guadagnati. Il tono
della professoressa si fece minaccioso- Se ti vedo perdere un’altra volta il
filo della lezione, sarò costretta a farti riportare tutto il paragrafo che oggi abbiamo
spiegato su una pergamena, giusto per essere certa che tu memorizzi tutto. Ora,
aprite il libro a pagina 76 e…-
La voce della McGranitt, fredda e austera, accompagnò successivamente senza interruzioni i successivi 50 minuti di
lezione che i ragazzi furono costretti a seguire senza fiatare.
La mano di Lily si muoveva ritmicamente sulla pergamena
tracciando ogni parola in una calligrafia impeccabile. Il sole che illuminava
l’aula da ormai una buona mezzora creava dei riflessi
ramati sui boccoli rosso fuoco dei suoi capelli che ondeggiavano ad ogni
movimento del corpo.
Otre a Lily però, che sembrava assorta nella più assoluta
concentrazione, nessuno nella classe
degnava della propria attenzione la professoressa che ormai rassegnata,
rivolgeva il suo sguardo solo alla sua allieva prediletta.
Anche un’ altra persona in realtà
stava rivolgendo in quel momento il proprio sguardo ad Evans anche se, bisognerebbe
precisare che a differenza dello sguardo ammirato della McGranitt, lo sguardo
di Potter era decisamente assorto nelle più svariate riflessioni.
“ Okay. Remus mi ha detto che non devo fare lo stronzo. Non
lo devo fare, che problema c’è? Io non sono stronzo.
Devo cambiare, devo maturare, devo riuscire a farle capire
che io non sono quello che appaio. In poche parole
devo cambiarmi. No, non dovrei…. Logicamente ciò che mostro
sono già io cambiato.Merlino, non ci sto
capendo niente. Allora, riassumiamo: io, James Potter, quello che tutte le
ragazze adorano e quello che la Evans odia, devo
mostrare la mia maturità. Sì, ma io non sono certo di avere
poi chissà che maturità, andiamo. Io sono il ragazzo che due giorni fa
giocava a gavettoni nel giardino di casa con quell’altro bimbo che è Sirius. Sono
il ragazzo che quest’estate ha fatto ritrovare le lumache nel letto di Caroline
Owens perché lei aveva detto a tutti che quando avevamo sette anni le avevo detto che era carina. Che
poi, precisiamo, le avevo detto che non era orripilante come le dicevano tutti
gli altri bambini e questo solo perché mi faceva pena. Cioè
mica è colpa mia se si monta la testa! Ecco, il mio lato bambino è in azione… non potrò mai farcela. No. Magari nemmeno sono
innamorato di Lily. Magari è solo un’ infatuazione
dovuta al fatto che lei ancora non si è data per vinta Che e non ci è stata.
Magri… non è amore. No, ne sono sicuro…. Mi rimangio tutto ciò che ho detto
stanotte, l’altra notte, l’altra notte ancora e l’altra notte ancora ancore e
magari…. Sì… anche tutte le altre notti della mia vita e…” in quel preciso
istante la porta si spalancò e Mocciosus fece il suo ingresso trionfale. I
capelli, notò James, erano più unti del solito. Lanciò istintivamente
un’occhiata a Lily che si era voltata completamente a contemplare ilSerpeverde. Un moto di rabbia montò nello
stomaco di James. Poi, ricordandosi ciò che si era detto prima, fece un bel
respirone pensando mentalmente “ A me non piace la Evans,
a me non piace la Evans. Chemotivo c’è di preoccuparsi del fatto che
guarda Mocciosus? Nessuno, a me lei non piace! …Okay. Magari se ora si girasse
e smettesse di guardarlo mi farebbe un piacere… mi infastidisce,
niente di che, sia chiaro”
La voce di Piton interruppe il suo filo di pensieri –
Professoressa, incontrando Lumacorno per le scale mi ha incaricato di chiederle
se la signorina Evans può raggiungerlo nell’aula di
Pozioni perché dovrebbe dirle delle cose riguardanti le sue lezioni-
La McGranitt si rabbuiò un attimo: ciò
significava perdere la sua unica ascoltatrice; Lily si rabbuiò un attimo: ciò
significava perdere minuti importanti della lezione e, peggio ancora, essere a
stretto contatto con Piton con il quale voleva assolutamente non avere ( a
differenza di ciò che pensava Potter) nulla a che fare; James si rabbuiò più di
un attimo: ciò significava vedersi davanti agli occhi per tutti i minuti
rimanenti della lezionel’immagine
immaginaria di Lily e Piton molto vicini che percorrevano insieme i corridoi.
“ Va bene, questa
reazione è normalissima.” Pensò “Dopotutto è inaudito che una della mia casa
sia a contatto con un Serpeverde… Si, il fatto che io due anni fa abbia fatto
qualche sorriso di troppo a una di quella casa non
conta assolutamente. No. Certo che no. Mi infastidisce
solo un po’ ma sicuramente sarà una reazione dovuta a tutto ciò che credevo
fino a stamattina. Certo. Ok no, Lily si sta alzando, si sta dirigendo verso la
porta che Piton sta insudiciando, ha detto – Arrivederci- e se ne sta andando…
Piton ha chiuso la porta, la McGranitt sta ricominciando a parlare.No, questa situazione è assolutamente
surreale. E io sono un cretino. Come ho potuto pensare, un momento, anche solo un momento, che la
Evans non mi piaccia? Come? Ora mi alzo, li raggiungo e massacro di botte
Piton. Sì, è l’unica possibilità ragionevole!”
Approvato il filo logico
dei suoi pensieri, James si alzò e si diresse verso la cattedra.- Ehm…
professoressa… ehm…- La McGranitt lo squadrò.- No, Potter. Non ti mando in
bagno se è questo che vuoi chiedermi. Non ho intenzione di perdermi un altro
alunno per la scuola anche se, si sa, tu non mi ascolteresti
neanche se ti pagassero. A posto-
James iniziò seriamente a meditare l’assassinio della sua
insegnante- Ma professoressa, via è urgente! Mi scappa
davvero, non credo di riuscire a trattenerla a lungo!-
La McGranitt lo guardò un’ altra
volta, il suo sguardo iniziava ad essere esasperato- Potter, ho detto di no ed
è no. Sono stata chiara? La prossima volta vai in bagno prima
della mia lezione.- Il brusio di
sottofondo che aleggiava nella classe divenne sempre più forte.
James mostrò uno sguardo affranto- Senta, io sono sicuro che
se non vado al bagno ora, credo che lascerò andare tutto ciò che devo espellere qui.- Il viso dell’insegnante divenne
paonazzo – Potter, se questa è una minaccia, rispondo
con altrettante minacce: se non torni a posto subito, credo che andrai a
rilasciare ciò che devi rilasciare dal preside!-
James, capendo che non potevo farle cambiare idea, la maledisse mentalmente e tornò al posto. – Ma
devi andare davvero in bagno?- Peter lo stava guardando comprensivo. – Peter,
no, non devo andare da nessuna parte. Semplicemente non voglio che Mocciosus
stai solo con Evans...-
Remus, che era seduto davanti a Sirius e James, lo guardò divertito-
Potter, sei impossibile te ne rendi conto?- James
rispose con un sorriso- No, Lunastorta. Io sono solo un malandrino-
* * *
Lily stava percorrendo da sola il corridoio che l’avrebbe
riportata all’aula di Trasfigurazione. Lumacorno, quella sottospecie di omone, l’ aveva chiamata per chiederle semplicemente di
presentarsi cinque minuti prima ad ogni lezione per fare il punto del
programma.
Mentre l’insegnante della sua materia preferita (la
preferenza non dipendeva dal professore…) si stava assicurando il suo anticipo,
Lily lo aveva maledetto più volte: era stata costretta a stare in compagni di
Piton e aveva perso ben 10 minuti di lezione compresi di conseguenza gli
appunti, perché quella sottospecie di professore le aveva detto di arrivare prima
a lezione, cosa che oltretutto succedeva sempre e comunque
a prescindere dalle richieste dei professori.
Quando spalancò la porta dell’aula
di Trasfigurazione, gli occhi di tutti
si puntarono su di lei. Sgattaiolò fino al suo banco e si lasciò cadere
abbastanza rumorosamente sulla sedia.- Bè? Che voleva
il tricheco?- sussurrò Mary per non farsi sentire.
- Niente, si voleva assicurare che ad ogni lezione io arrivi cinque minuti in anticipo! Cioè,
sono stata a stretto contatto con Piton solo per questo!...- Mentre la rossa
iniziava a snocciolare tutte le ingiustizie di questo mondo, la lezione terminò
provocando un tappo umano formato da
alunni che si accalcavano verso l’uscita.
- Lily- la bloccò Mary - Devi
assolutamente sapere…!- Lily guardò incuriosita l’amica.
-Cosa?-
-Potter-
-Che?-
- Ha accusato un presunto bisogno impellente di andare in
bagno... Io non ci credo: scommetto che voleva
seguirvi!
- Come?-
-Ho detto che Potter, pur di non lasciarti sola con Piton,
ha chiaramente fatto intendere che se la stava facendo sotto! E’ stato
esilarante!-
- Pagliaccio…- la voce di Lily era decisamente
fredda.
- Come pagliaccio? Ha fatto una figuraccia per non lasciarti
in balia di Mocciosus!-
- Mary… Potter voleva solo attirare l’attenzione,
svegliati!-
- Ah Lily, quando lo capirai? Non siamo noi quelli che vediamo Potter con occhi ingenui, sei tu che non gli hai
ancora tolto l’etichetta di scocciatore/sbruffone/vanitoso/prepotente che gli
hai “allegato” al secondo anno!-
* * *
Lily era seduta in una delle poltrone della Sala Comune.
“ Incredibile” pensò “ Siamo solo al secondo giorno di
scuola e Potter mi ha già messa in crisi…” Le parole di Mary le giravano in
testa come palloncini <<Non siamo noi quelli che vediamo
un Potter con occhi ingenui, sei tu che non gli hai ancora tolto l’etichetta di
scocciatore/sbruffone/vanitoso/prepotente che gli hai “allegato” al secondo
anno!>>
Era così? Potter era davvero cambiato e lei non se ne era accorta?
Continuava a vederlo come un bambino capriccioso e viziato,
uno di quelli che se non hanno il lecca lecca si mettono a piangere e a
strillare. Ora però, le parole di Mary le turbinavano nella testa e lei non
riusciva a comprendere quel ragazzo. Forse era vero, era
stata lei ad etichettarlo come uno sbruffone viziato senza mai provare a
guardarlo sotto un altro punto di vista? Forse…
- Minus no, non domani. Non c’è problema, lo facciamo anche
stasera… -James e Sirius erano sbucati da dietro il quadro della Signora Grassa
correndo. Qualche minuto dopo, Minus fece la sua comparsa- Ma James, tu dovevi
trovarti con Evans per una delle vostre riunioni. Non c’è bisogno che voi rimandiate l’incontro!-
La voce di Peter era abbastanza sconsolata da far intenerire
anche la McGranitt – Senti, per quanto sia importante l’incontro
tra i Caposcuola, tu e i tuoi problemi venite decisamente prima-
Lily, che aveva origliato tutta la conversazione, si sentì
in dovere di intervenire. Non si sarebbe immaginata un discorso simile da
Potter e… proprio nel momento in cui tutti i suoi pensieri stavano seguendo un
filo logico lui era arrivato a distrarla mostrandole unJames Potter completamente sconosciuto.
- Senti Potter… ehm… se hai dei problemi, possiamo sempre
rimandare a …a…- La sua voce si era
spenta. Nel suo cervello il cartello con scritto “back out totale” lampeggiava
pericolosamente.
Aveva decisamente fatto una figura
orribile: era sbucata da dietro la poltrona, si era girata verso le figure di
Minus e Potter, aveva iniziato a parlare sicura di se e nel bel mezzo della
frase la voce le era venuta a mancare. Gli occhi nocciola di James incontrarono
quelli smeraldini di Lily. Un sorriso malandrino si dipinse sul volto del
ragazzo.
- Che fai Evans, origli?- In quel
momento anche Minus si girò a guardarla mostrando un’espressione per niente divertita.
- Evans, origli?- aveva ripetuto.
- Peter, l’ho già detto io, non ripetere- gli fece notare
James.
- Nooo... cosa pensate! Assolutamente…. Io? Pff io
origliare?? Potter… ma che ti passa per la testa… Io non origlio!!- nonostante
ciò però, il suo tono di voce non era minimamente paragonabile ad un tono
sicuro: continuava a balbettare indecisa su che dire e si torturava una ciocca
di capelli dietro l’orecchio. – Io non… no! Io non …lo…farei mai! Comunque, per caso ho sentito dire ciò che vi dicevate e …-
- Sul fatto che tu hai origliato Evans, non ci piove! Ora
vai pure avanti, non ti imbarazzare… Io lo faccio
sempre!-
Lily non potè non sorridere – Certo, di questo
ne sono convinta! Senti, credo che la nostra riunione la possiamo
rimandare a domani… per me non c’è alcun problema-
James, dal canto suo, continuò a squadrarla. Per lui quella
riunione si poteva fare anche sul momento… magari in camera sua.
- Okay Evans, ci si vede- e così dicendo lasciò
la ragazza alla sua ora buca, perplessa e annoiata.
* * *
- Lily, non ci posso credere! Stai scherzando? Lo hai realmente fatto?- Mary stava saltando sul letto dalla
curiosità.
- Non è che lo volessi fare. Mi
trovavo da quelle parti e allora… bè ho pensato di dare una sbirciatina! Mica sono una ficcanaso, io-
- E con questo? Stai insinuando che
io vado in giro a spiare i ragazzi?- Lily
la guardò offesa.
- Ti avrò ripetuto almeno dieci volte che non li stavo
spiando! Passavo di lì e allora…-
- Sì,sì, ora raccontami cosa hai
visto!- Gli occhi di Mary luccicavano di curiosità.
- Ehm… in realtà ho solo sentito Potter che diceva che Minus
non riusciva più a fare un qualcosa e Sirius che diceva che forse era solo un
momento passeggero. Poi Potter ha detto che era meglio farlo riesercitare tutta
la sera e…- Mary la bloccò
- Ma in cosa? Cos’ è che non
riusciva più a fare?- Aveva assunto un espressione
paragonabile a quella di Sherlock Holmes.
- Ma che ne so! So solo che hanno
iniziato a parlare di cani, cervi e topi!-
- Allora… mmm… magari Minus è un animalista nato che ha
sempre cucinato per i cani, i cervi e i topi e ora non riesce
più a fare i loro piatti preferiti! Sirius perciò ha detto che magari è solo un
momento passeggero e Potter ha aggiunto che deve riesercitarsi! Ooooh sì, tutto
combacia!- Mary stava esultando sul letto quando una
cuscinata l’atterrì.
- Non combacia un fico secco, sciocca!-
disse Lily ridendo a crepapelle- Ma te lo ci vedi Minus animalista?-
Continuarono a ridere per tutta la serata finchè, ridivenute
serie, Mary non chiese- Ma scusa, perché non sei
rimasta a spiare?-
- Era tardi ed ero stanca- mentì Lily. In realtà, mentre era
tutta intenta a spiare, la colpa l’aveva assalita e non era riuscita a rimanere
ad ascoltare. Dopotutto a lei non sarebbe piaciuto sapere che Potter l’ aveva
spiata, no?
- Ah, Lily, Lily- proruppe Mary- lo sai
come si dice, no? Chi è una spia non è figlio di Maria!-
- No, Mary, il detto è chi fa la spia non è figlio di Maria…
e poi lo sai, mia mamma si chiama Renè-
Ciao, mondo! Questo capitolo l’ho fatto
veloce, veloce… sono tutta ispirata ^^.
Ringrazio Isabella Cullen, Emily Doyle e beba94 per
avermi recensita e anche tutte quelle persone che hanno letto i capitoli!!!
Erano all’incirca le undici di
sera e Hogwarts era completamente buia. – Io Potter lo
odio. Io lo odio con tutto il cuore- stava dicendo tra
se e se a denti stretti.- Silente è pazzo. Pazzo. Come si può nominare
Caposcuola quel bimbetto, ragazzino, immaturo di Potter? Come?-
La sua voce e i suoi passi si
disperdevano nell’assoluto silenzio che regnava nei corridoi – Lasciarmi qui,
da sola nel giro di ricognizione senza nemmeno dirmelo. Cioè
a me sarebbe andato benissimo se mi avesse detto “ Senti Evans, io stasera non
posso accompagnarti nel giro di ricognizione, mi dispiace”, me ne sarei fatta
una ragione, avrei urlato un pochetto e poi avrei scelto un altro compagno
disponibile, ma certo che no! James Potter deve fare di testa sua e presentarsi
solo quando non ha un tubo da fare! Il suo compito è un passatempo, un modo per
smorzare la noia, una scusa validissima per non fare i compiti … -
Una voce familiare interruppe il
monologo della ragazza – Esattamente, Evans! Sei proprio una ragazza sveglia,
sai?-
Lily si voltò di
scatto – Lumos- disse con uno svelto movimento della mano. Il corridoio venne inondato da una luce bianca e la faccia di James
Potter venne completamente illuminata.
- Non lamentarti sempre, Evans. Lo
so, me ne rendo conto, la mia presenza è essenziale perché tu ti senta al
sicuro ma dovresti imparare a contare di più sulle tue
forze!- disse mostrandole un sorriso per il quale tutte le ragazze di Hogwarts,
esclusa Lily ovviamente, avrebbero ucciso pur di avere la soddisfazione di
vederlo rivolto a loro.
- Potter- Lily fece un bel respiro
e serrò le sue mani in pugni: un’altra parola e gli sarebbe saltata addosso per
strozzarlo- Potter, un’ altra sillaba deve uscire
dalla tua bocca, solo una, e io ti farò vedere come conto sulle mie forze-
Si sentiva una sciocca. Una
settimana prima si struggeva nel letto e nella Sala Comune, si torturava il
cervello chiedendosi se davvero avesse dato per scontato quel ragazzo. Ora
aveva la conferma che non era assolutamente cambiato, no. Ero il bimbetto
sbruffone e arrogante che aveva infastidito lei e Severus nello scompartimento
del treno.
Già, Severus. Quando
il secondo giorno di scuola era stata costretta a percorrere quei corridoi con
lui, sarebbe volentieri scappata via. Lo odiava, lo detestava perché era
cambiato dentro. Era cambiato e lei non era riuscita a fermarlo, per questo si
sentiva colpevole. Le era sfuggito dalle mani come l’acqua e lei non era riuscita a fargli capire che ciò che stava inseguendo
era solo un’illusione che lo avrebbe portata via da lei e dalla loro amicizia.
In realtà, al quinto anno, quando
le disse Mezzosangue non si meravigliò più di tanto. Certo, aveva cercato nei
mesi precedenti di illudersi che il suo migliore amico non fosse
un seguace dei Purosangue ma, alla fin fine, in cuor suo sapeva che era sempre
stato debole caratterialmente e, stando a contatto con persone come i suoi
compagni di casa, non avrebbe fatto altro che diventare come loro.
Quando quelle parole le erano arrivate all’orecchio, la rabbia
l’aveva invasa e si era sfogata su Potter, forse perché era lui che aveva
indotto Severus a dirle, forse perché era uno a portata di mano su cui
sfogarsi, forse perché l’odio che provava per lui l’aveva accecata. Fatto sta,
che lo aveva accusato di essere uguale a Severus e
perciò razzista. Lo sapeva che aveva esagerato, sapeva che Potter non era alla
pari di quella gente ma quelle parole le aveva dette e il suo orgoglio, in
quella situazione,le aveva impedito di rimangiarsele.
- Oooh, Evans?? Terra chiama
Marte! Mi stai ascoltando?-James le
stava ironicamente sventolando la mano davanti agli occhi.- Sì Potter. Cioè, si ti ascoltavo ma mi ero un attimo…-
-Imbambolata? Lo so, non ti vergognare,
la mia bellezza fa questo effetto! Non sei mica l’unica ad avere questo problema… all’incirca tutta la
scuola soffre del tuo stesso problema e…-
-Potter, come dirtelo? Ah sì, ci
sono! Tu- non- mi interessi- minimamente!- disse
scandendo ogni singola lettera e accompagnando la frase con il movimento
dell’indice accusatorio- La tua presenza non mi fa né caldo, né freddo,
chiaro?-
James la guardò diritto negli
occhi. Stavano lampeggiando, come sempre. Le parole di Remus gli tornarono alla
mente “Non può
far altro, soprattutto con i tempi che corrono, di cercare aiuto in un uomo…
non in uno stronzetto che si comporta da bambino di sette anni!”
Si passò istintivamente una mano
tra i capelli. Lo stava facendo ancora. La sua immagine Mi-Chiamo-James-Potter-E-Quindi-Sono-Figo-Bello-Simpatico-E-Tu-Sicuramente-Mi-Vieni-Dietro-Perché-Sono-Io-E-Ciò-Dice-Tutto
si stava mostrando al cento per cento.
“ Okay, respira ed inspira. Ora le
sorrido, le chiedo se le va di andare a farsi una passeggiata e le faccio vedere
quanto sono maturo!”
- Senti Evans…
ti va… di farci una passeggiata?- Sì! Ci era
riuscito! Era sembrato assolutamente un ragazzo educato e maturo, ne era sicuro!
- Potter, sei un pagliaccio,
immaturo- Gli rispose Lily.
Okay, forse non doveva chiamarla
Evans, ma perché immaturo? Perché pagliaccio? Le sue
braccia strisciarono per terra.
- Non sto
scherzando, te lo giuro! Non voglio adescarti per poi portarti in un angolino buio, voglio realmente fare una passeggiata!
- Potter, non sto scherzando, te lo
giuro! Penso realmente che tu sia un pagliaccio, immaturo!-
-Perché?- James
era davvero sconsolato. Ci aveva provato a fare il ragazzo maturo, almeno, aveva
provato ad assomigliarci.
-Semplice, Potter. E’ la stessa
risposta che ti do tutte le volte che mi fai simili proposte! Perché io con te non ci faccio un bel niente, escluse le riunioni
di Caposcuola. Neanche una passeggiata! E comunque,
anche se volessi, infrangeremmo le regole!- Lily mostrò un’espressione
scandalizzata.
- Eddai, Evans! Si sa, le regole sono state create per essere infrante!-
-No, le regole sono state create
per essere seguite, altrimenti non ci sarebbero-
-No, se non ci sarebbero, tutti le
seguirebbero perché non c’è gusto a fare qualcosa che si può fare-
Lily non rispose. Effettivamente,
il suo ragionamento non faceva una piega…
“No! Che
sto pensando! Non può avere ragione, il suo pensiero è
assolutamente un pensiero da menefreghista! Non posso dargli
ragione, ciò segnerebbe l’avvio al mio degrado mentale!” Il cervello di
Lily elaborò velocemente i dati.
Inconsciamente Lily non si rendeva
conto che quella frase era la prova espressa a parole di tutte le sue paure:
lei, senza rendersene conto, aveva paura che il menefreghismo del ragazzo le
avrebbe spezzato il cuore, portandola in una
situazione di non-ritorno.
Lo guardò negli occhi e non seppe
cosa successe poi. O almeno, non riuscì a capacitarsi
di ciò che disse. Forse furono proprio quegli occhi color nocciola, caldi,
apparentemente rassicuranti e con qualche guizzo malandrino ad indurla a dire
quelle parole.
- Okay, Potter. Ci sto. Dove andiamo?- disse.
James, dal canto suo, non si
aspettava affatto una reazione simile. Era già pronto a
una sfuriata, una di quelle da far risvegliare tutto il castello. Restò a
guardarla qualche minuto.
-Prego?- chiese poi.
- Ho chiesto dove andiamo- rispose
lei, li occhi che luccicavano di divertimento.
- E io
ripeto, prego?-
Lily trattenne una risata.
Lui continuò a guardarla. Era
davvero bella quando i suoi occhi brillavano e il suo sorriso era trattenuto:
si mordeva le guance e piegava dolcemente di lato la testa. Senza rendersene
conto o forse, facendo finta di non rendersene conto, iniziò ad avvicinarsi
alla ragazza.
Il cervello di Lilystava elaborando ciò che gli occhi vedevano.
“Che sta
facendo? Perché si sta avvicinando? Okay, lui si
avvicina e io mi allontano!” fisicamente però, Lily era bloccata, non riusciva a muoversi.
Le labbra del ragazzo erano
arrivate a due centimetri dalla bocca della ragazza quando si udirono dei passi. James si fermò, si guardò intorno e poi
guardò la ragazza.- Noi a quest’ora possiamo stare per i corridoi?- chiese.
Lily guardò l’orologio.- In realtà
sono le undici e mezza. Noi dovremmo già essere nelle nostre camere…- James non
ci pensò un attimo: afferrò Lily per le gambe e la
prese in braccio iniziando a correre.
Lily, con il busto a penzoloni
dietro la schiena di James, il bacino che poggiava sulla spalla
di lui e le gambe che ricadevano dritte davanti al busto del ragazzo,
disse- Potteeeeeeer, che cavolo stai facendo??? Da quando in qua hai paura di
un possibile insegnante o di Gazza che ti scopre ad infrangere le regole?-
-No, Evans, non ho mica paura.
Semplicemente, se ci beccano, la passeggiata salta e io quando la trovo
un’opportunità così?- disse con voce affannata. –
Cavolo, Evans lo sai che pesi?-
-Certo che peso, tutti quanti pesiamo. Se intendi dire che peso troppo, rimettimi pure giù
e non sforzarti, io tornerò in Sala Comune senza il tuo aiuto!-
-No, ma che hai capito! Io
intendevo dire che come tutti gli esseri umani… tu hai
una massa, un peso e un qualcos’altro… non so… un peso specifico!-
Lily per la seconda volta
trattenne una risata.
* * *
-Quindi, se ho capito bene, Sirius
ha litigato con la sua famiglia e tu lo hai accolto in casa tua?-
Lily si meravigliò di se e della
sua variabilità di pensiero. Fino ad una mezzora prima, avrebbe incenerito
James con lo sguardo e ora era seduta con lui nelle
cucine a mangiare una fetta di torta alle mele e a parlare del più e del meno.
- Sì, certo. Sirius è mio
fratello. Non c’è bisogno di avere il DNA compatibile per sentirsi fratelli. Io
e Sirius ci sentiamo fratelli e se lui ha bisogno io,
da ottimo fratello che sono, lo aiuto
volentieri.-
Lily rimase ammirata da quel
discorso… possibile che quel ragazzo riuscisse sempre
a sorprenderla, positivamente e non?
-Ottimo?-
-Certo, io sono un fratello
ottimo: sono bello, sono simpatico e sono anche intelligente! Perché, tu mi stai dicendo che in fondo
in fondo, non hai mai sognato di essere mia sorella?- disse sarcastico.
- Sicuro, Potter. Il mio sogno
ricorrente è un medico babbano che mi dice che i nostri DNA sono compatibili.
Poi, se devo dire la verità quello è un incubo ma…-
- … sono dettagli!- l’anticipò lui
ridendo.- Allora, non mi dici grazie per questo giro turistico nelle cucine che
ti ha fornito un ottimo spuntino di mezzanotte?-
Lily sorrise – Grazie, Potter… ora però, per smaltirle tutte le cose
che abbiamo mangiato…!- fece notare.
-Nessun problema!- e, così
dicendo, l’afferrò per la mano e la trascinò fuori dal
castello, dirigendosi verso il parco.
Arrivati in riva al lago, si
sedettero sull’erba. Lily iniziò ad accarezzare un fiore rosso cupo.
-Pensi sia una rosa?- chiese
rivolta al ragazzo che le si era seduto accanto.
- No, non ha spine. Non so… io non
me ne intendo di fiori… già è tanto se so differenziare le margherite dai
tulipani!-
Prese un ramo e iniziò a
giocherellarci immergendolo nell’acqua del lago.
- E’ davvero
bello- disse Lily continuando ad accarezzare i petali del fiore
sconosciuto.
Proprio in quel momento, una
pioggerella di fine estate iniziò a cadere argentina.
James si alzò di scatto e iniziò a
correre verso il castello seguito dalla ragazza.
Arrivati in Sala Comune, si
separarono davanti ai loro dormitori.
- Ci si vede, Potter-
-Certo, Evans!-
Lily risalendo le scale si accorse
che il dito indice della mano destra era arrossato. “Che sarà?Bah, mi sarò
tagliata…” e, così pensando, se lo mise in bocca cercando di attutire i fastidioso prurito che si stava propagando in tutta la
mano.
Eccomi, sono tornata da poco dal dentista… l’ispirazione
mi è arrivata durante la visita… e ora ho anche i denti come quelli delle
star!!(l’impostante è crederci -.-‘’)
In questo capitolo Lily inizia a sentirsi realmente
confusa: prima odia il nostro amato James e poi accetta persino di infrangere
le regole in sua compagnia!! Signori… questo è un giorno memorabile u.u
Ringrazio
Bittersweet miki: penso di aver esaudito il tuo desiderio
^^ sono felicissima che ti piaccia
Emily Doyle che segue questa storiella dal primo
capitolo: non sei l’unica u.u…anche io ho le tue stesse preferenze nei
confronti del nostro Potter *O*
Coriandoli_di_zucchero: caraaaaa… lo so, mi hai sopportata e supportata!!
Infine ringrazio Ale che sicuramente leggerà questo capitolo
e che anche lei mi ha sopportata durante questo lungo
anno…
Quando Lily si richiuse la porta della sua camera alle spalle, la
voce di Mary si fece sentire da sotto le lenzuola.
-Dove sei stata? E’ mezzanotte, mi sono preoccupata da morire… dovevi essere
qui già alle undici…-
Mary sarebbe sembrata assai più
preoccupata se solo si fosse alzata dal letto e le fosse andata incontro: era decisamente in una situazione di dormiveglia.
- Ho fatto una passeggiata…-
iniziò Lily che, sgattaiolata verso il suo letto, si stava mettendo il pigiama.
- Una passeggiata? Lily ti senti
bene? A mezzanotte? E con chi, poi? Non
dirmi che sei andata da sola…-
- No, calma. C’era
Potter con me- disse con voce indifferente.
-Cosa?- Mary era saltata giù dal
letto- Ripeti, prego?-
-Ho detto che c’era Potter, siamo andati un po’ nelle cucine e poi abbiamo fatto una
passeggiata nel parco-
-Lily, ti rendi conto che tu hai
infranto le regole? Le hai letteralmente dimenticate o
cosa? E poi, scusa, com’è che le hai infrante proprio
con Potter?- Il suo viso, ormai del tuttosveglio, si era fatto malizioso.
- Non pensare male, io mica
infrango le regole come tu le infrangi con Sirius- ribatté la rossa infilandosi sotto le
lenzuola.
- Eh sì, Evans, tu sei proprio caduta ai piedi di Potter- commentò ad alta voce
Mary.
- Mary, se non la smetti, cadrai
anche tu…-
- Eddai, Lily! Ammettilo: James ti
piace! Tu mica vai a farti le passeggiate col primo ragazzo che passa!-
- No, infatti, prima era passato
Richard Mullibert, quello di Corvonero, a chiedermi se mi andava
di fare un giro con lui e gli ho detto di no. Tecnicamente Potter è stato il
secondo a chiedermelo.-
- Andiamo, Lily. Tu non saresti
mai andata nel parco in sua compagnia se non di tua spontanea volontà-
- Io non ho mica detto che mi ha costretta!- la voce della ragazza si faceva sempre più
impastata dal sonno.
- No, lo so. Ma tu… cioè tu hai sempre odiato Potter. Ora ti piace e ti va di
farti una passeggiata in sua compagnia… non imbrogliarmi ragazza, io la so
lunga…- Mary sembrava assolutamente sicura di se.
- Mary, è tardi.
Se hai sonno, non rimanere ancora sveglia sparando
baggianate a destra e a manca! Torna a dormire!- Lily, notò Mary, era leggermente imbarazzata.
- Ahh, Lily, Lily, sarai anche la
ragazza con la media migliore di tutta la scuola, ma in questo campo me ne
intendo più io!- affermò Mary battendosi una mano sul petto.
- Contaci, Mary. L’importante è crederci…- la canzonò Lily.
Mary si infilò
nuovamente sotto le coperte ghignando – Sei impossibile, Evans!-
-Anche
tu, McDonald!-
* * *
-
Lily! Liiiily! Lily, forza! Alzatiiiii!Aaaaargh
sei insopportabileeee, siamo in un ritardo tremendo, non puoi continuare a
dormire perennemente!-
Mary stava sclerando: erano le
otto di mattina e Lily si rifiutava di alzarsi.
- Lily ti prego… Lumacorno se non
arrivo in orario mi utilizzerà come cavia!!- la ragazza ora si era
inginocchiata davanti alla rossa pregandola.- Tu, poi, devi essere in aula cinque minuti prima, Lily!-
Lily, esasperata dall’amica che le
stava rovinando il sonno, aprì un occhio- Mary, che vuoi
dalla mia vita?- chiese con voce impastata.
- Lily, sono le otto, ci dobbiamo
preparare-
- Mary, ti senti bene?-
- Certo, Lily,
sei tu quella che non è nel pieno delle proprie facoltà mentali! Sei in ritardassimo!-
Lily le lanciò un
occhiata e poi, in tutta calma, si girò dall’altra parte.
- Lily, basta!- Mary si stava
spazientendo.
- Mary, che
giorno è oggi?-
- Giovedì, perché?- rispose
scettica l’amica.
- Guarda l’orario-
- No, Lily non abbiamo
tempo!-
- Uuuff…
Mary, noi il giovedì abbiamo ora buca!-
Mary la guardò come se fosse
pazza- Lily, non dire cavola…- si bloccò.
Pensò in silenzio un attimo, poi,
quasi a rallentatore, aprì la bocca per formare una perfetta O.
- No, mi stai dicendo che io, per
una volta nella mia vita, mi sono svegliata in anticipo… inutilmente?- era
sinceramente scandalizzata.
- Mhmh-disse annuendo.
- Sono una scema!- Si auto-insultò Mary.
-Esattamente- disse Lily già quasi ricaduta nel mondo dei sogni.
Mary si alzò e si andò a sedere su
una sedia vicino al proprio letto.
“ E ora
io, che faccio per un’ora intera?” si chiese sconsolata.
- Giusto!- si disse poi ad alta
voce, ricordandosi di non essersi lavata i denti.
Si recò nel bagno della propria
camera e, arrivata davanti allo specchio, afferrò spazzolino e dentifricio.
Appena però prese in mano il
dentifricio, questo le volò dalle mani e iniziò a volteggiarle sulla testa.
- Ma che
cavolo succede?–chiese ad alta voce
senza aspettarsi risposta.
Il tubetto di dentifricio intanto
si era aperto e da esso stava uscendo tutta la
sostanza appiccicosa e verdolina che conteneva.
Nel giro di pochissimo tempo, la
striscia di dentifricio imbrattò tutto lo specchio.
- O
santissimi calzini di Silente, e io ora come pulisco tutto ‘sto disastro!? Ma…-
La ragazza guardò sconcertata lo
specchio e,mano a mano che i secondi
passavano, si rese conto che il dentifricio stava creando delle lettere.
- E..Ev…Evan..s..Evans!Oddio, questo dentifricio è stregato!- disse
guardando il tubetto ormai poggiato sul lavandino dal quale continuava ad
uscire imperterrita la sostanza.
- Evans… g..gr..grazie.. p… per…
la…se…ser..serata! Oddio, questo è
Potter!- La ragazza guardò incuriosita il tubetto. Possibile che fosse
riuscito a stregarlo?
- L…la… pro..pross..prossima vol..volta la pass… passeggiata… la… facc…
facciamo… nella mia… ca..camera! Ti… v..va?- lesse.
Guardò per
qualche istante lo specchio poi, con una risata sonora, richiamò l’amica- Ah ahahahahah … Liiiiiily! Corri, corri subito!!- urlò.
Lily, dal canto suo, pensando che
l’amica credesse ancora di non avere l’ora buca urlò
in risposta- Maryyy, ti ho già detto che oggi è
giovedì…-
- No, Lily, non centra niente….
C’è una cosa che devi assolutamente vedere!!-
Lily, ormai arresa all’evidenza
che il suo sonno era stato definitivamente interrotto
si trascinò fino al bagno.
Quando si appoggiò alla porta, Mary si rese conto che aveva un
colorito poco sano.
- Lily, sei sicura di sentirti
bene?- chiese in tono apprensivo
- Non del tutto… sai com’è, quando
si viene svegliati in modo turbolento ed inutile…-
disse.
- Lascia
perdere, io alludevo al tuo colorito!- disse indicando il volto della
rossa.
- E che colorito avrei, scusa?-
-Verdognolo-
- Ma va…
mi sento benissimo!-
- Va bene… ti credo… comunque, leggi qui- disse indicando lo specchio.
Lily, che fino ad
allora era rimasta ferma alla soglia del bagno, si sporse verso il
lavandino sbuffando e chiedendosi quale fosse il motivo di tanti schiamazzi da
parte della sua migliore amica.
Quando i suoi occhi intercettarono la scritta verde, si chiusero
in due fessure.
- Evans grazie per la serata. La
prossima volta la passeggiata la facciamo nella mia camera! Ti va?-
Silenzio. Lily era rimasta in un
silenzio assoluto. Il suo sguardo poi si posò sull’amica che la guardava
divertita.
- Come è
riuscito a fare ciò che ha fatto?- chiese con la voce dello stesso tono di
quella di un automa.
- Non ne ho idea però, se devo
dire la mia, è stato geniale!- disse sghignazzando.
- No, non direi proprio. E’
un’altra uscita delle sue. Certo, questa volta col
dentifricio bisogna ammettere che si è impegnato…- guardò nuovamente la scritta
e i suoi occhi si soffermarono sulla passeggiata nella camera… Un guizzo
divertito attraversò quegli smeraldi che tanto la caratterizzavano.
- Pff… non si smentisce mai…- e
lasciò il bagno con un impercettibile sorriso sulle labbra.
- Ma che
ha? Prima infrange le regole con Potter, poi sorride anche alle sue proposte di uscita fatte col dentifricio sullo specchio…- pensò ad
alta voce.
- Come hai
detto Mary?- chiese Lily dall’altra parte della camera.
- Niente, pensavo tra me e me!-
* * *
- Signorina Evans! La prego,
prenda il posto del signor Black…- Lumacorno era rosso
in volto: si stava alterando.
- Perché?-
esclamò indignato Sirius.
Lily lanciò un’occhiata a Potter e
Black che, qualche minuto prima approfittandone della loro posizione ( si erano
accaparrati gli ultimi banchi, come al solito)
chiacchieravano amabilmente.
- Perché?
Lei mi chiede il perché signor Black? Per il semplicissimo motivo che lei e il
signor Potter non avete fatto altro che perdere tempo
dietro ai vostri inutili discorsi. Mi pare di vedere che non avete neanche
iniziato a lavorare sulla pozione di oggi!- disse il
professore indicando i loro calderoni che erano decisamente lindi.
- No, senta noi
ci stavamo scambiando informazioni sulla materia. Sa, per
essere sicuri di non commettere errori…- provò a giustificarsi invano
James.
- Non credo ad una sola parola
signor Potter! E ora, per favore, scambiatevi di posto
e mettetevi a lavoro- e così dicendo, fece saettare i suoi occhi dal posto in
cui si trovava Lily a quello in cui si trovava Sirius.
- Consolati- disse
a bassa voce James mentre Sirius raccoglieva il suo materiale sparso sul banco-
sarai vicino alla tua ragazza- e così dicendo fece un veloce movimento della
testa che andò ad indicare Mary, la quale era decisamente preoccupata per la
sua pozione che, al posto di essere azzurra, era di un deciso color marrone.
Sirius ridacchiò a quella visuale e con camminata sicura raggiunse le due
ragazze.
- Bè, Evans, sloggia. Il destino
ha voluto che io e la mia fidanzata lavorassimo
insieme- iniziò.
- Black, ti prego non fare danni-
Lily lanciò un occhiata al calderone dell’amica- Mary
basta e avanza…- aggiunse con aria schifata.
Sirius annusò l’aria che lo
circondava- Santa Circe, Mary! Che hai messo in quella
pozione?- chiese arricciando il naso.
- Sinceramente non ne ho idea…-
disse lei dubbiosa.
Lily,
sorridendo, prese tutto ciò che le serviva e si trasferì nel banco di Sirius.
Appena si sistemò, lanciò un’ occhiata al calderone di James che era decisamente
vuoto.
- Potter, devi ancor fare tutto?
Non ce la farai mai…-
- No, Evans, non essere drastica. In due si fa tutto più in fretta…-
-In due?- chiese lei.
- Certo, io e te. Sono fermamente
convinto che grazie al tuo aiuto ce la farò… e poi mi pare di vedere che la tua
pozione è del tutto finita- disse indicandola.
- Chi ti dice Potter che io voglia
aiutarti-
- Io-
- E se io mi
rifiutassi?-
James le si
avvicinò pericolosamente- Non lo faresti…- disse.
- E
spiegami, come mai ne sei così sicuro? Io non ci arrivo…-
- Io non ne sono
sicuro, Evans, io ne sono fermamente convinto-
- E che
differenza c’è scusa?-
- Sinceramente non lo so… però,
sai, tanto per farti capire che il tuo aiuto arriverà sicuramente-
- Potter,troppa
sicurezza non fa bene: quando le tue certezze non si avvereranno ti cadrà il
mondo addosso!- disse con aria filosofica.
- Vedi Evans, sono sicuro al cento
per cento che se mai mi cadrà il mondo addosso, ci saranno i Malandrini che mi
aiuteranno a non farmi schiacciare dal suo peso- rispose
il ragazzo con aria altrettanto filosofica.
Lily sorrise. Ci sarebbe stato tempo perché questa sicurezza,
all’insaputa di tutti, venisse distrutta.
- Evans, sicura di sentirti bene?-
James la scrutò con occhio vigile.
- Ma che
avete tutti, oggi? Certo, mi sento benissimo!- anche se, in quel momento, non ne era poi molto sicura.
Il calderone del
ragazza aveva iniziato ad apparire sfocato ai suoi occhi e le mani le
tremavano senza che sentisse freddo.
- Ah, Potter, mi sono dimenticata
di chiederti in che malsana situazione ti trovavi
quando hai deciso di stregare il mio dentifricio-
Buttò lì con aria indifferente.
- Ah, allora hai letto! Ero arrivato
alla conclusione che tu la mattina non ti lavi i denti…-
Lily lo guardò sconcertata – Ti sembra che io non mi lavi i denti? Potter, ora sono io a
sentirmi in dovere di chiederti se ti senti realmente bene!- lo canzonò lei.
-Allora?-
-Cosa?-
-Ci vieni?-
-Dove?-
-In camera mia- aveva risposto lui
risoluto
-Potter!!- Lily si voltò
scandalizzata verso il moro che la guardava tutto serio.
-Pensavi scherzassi?-
-Quando?-
-Quando ti ho chiesto se vuoi
venire in camera mia-
-Perché, sei serio?-
-Certo-
-Potter, sei dotato di una fervida
fantasia-
-Perché?-
-Perché ti illudi
che io ti possa rispondere con una risposta affermativa-
-Che male c’è? Scusa è solo un giretto
in camera mia… il peggio che ti può capitare è di trovare qualche calzino di
Peter sui comodini! Sì, effettivamente sarebbe una situazione traumatizzante,
ma penso che il ricordo col passare del tempo si farà sfocato-
Lily ridacchiò.
- Non ci credo…- disse lui.
-Cosa?-
- Hai riso ad una mia battuta-
- Era carina-
- No, era stupenda-
- Non montarti-
-Io guardo in faccia la realtà e,
prova a contraddirmi, quella battuta era favolosa!-
- Non credo… era…-
-Evans, che stia facendo?- chiese
lui, tutt’un tratto preoccupato.
- Provo a contraddirti…- rispose.
- No, non intendevo quello… Stai
tremando tutta… Senti, sei un po’ verdognola… sicurissima di sentirti bene?-
-Sì, quante
volte te lo devo dire?-
- Sarà…-la sua voce era incerta.
- Potter, non essere troppo
apprensivo, finirai per mettere in pericolo i sentimenti di Rosalie Rosemoond!-
- Ma chi?
La papera dei Tassorosso?-
-Precisamente…-
- Evans, qualcosa mi induce a pensare che tu sia gelosa-
-Potter, qualcosa mi induce a pensare che tu stia farneticando- disse
iniziando a mescolare con mano ancora tremante la sostanza nel pentolone del
ragazzo.
- Evans, non mostrarti troppo
gelosa nei miei confronti… il povero Piton ci resterà assai male-
Lily lo fulminò
con lo sguardo poi, con estrema lentezza, i suoi occhi indugiarono sulla
figura di un ragazzo dai capelli unticci e neri e dall’aria un po’ malaticcia.
In quel preciso istante li stava osservando e la sua espressione poteva essere
interpretata come un’espressione di disprezzo e di odio.
-Penso che lui ci tenga-
-Come?-
-Lui ci tiene. A te, intendo- Lily
guardò James: i suoi occhi esprimevano quasi dolore.
Pensò che risultasse difficile a Potter parlare di
Piton senza esprimere ribrezzo od odio.
-A te cheimporta?- chiese freddamente.
- Anche
io tengo a te-
-Certo!-
-Certo. Mi infastidisce-
-Cosa, Potter?-
-Che una persona al di fuori di me
tenga a te-
- Potter, per tua informazione,
anche la mia famiglia tiene a me, anche Mary, anche Ally e anche Remus penso tengano a me.-
-Non ci tengono come ci tengo io. O lui-
-E sentiamo, voi come ci terreste?- ora la sua voce si era
alzata e aveva assunto un tono di sfida.
- Io…io…- Ma, prima che riuscisse
a rispondere, la ragazza sbiancò- Evans?- chiese.
- Potter… Potter…-
- Che
c’è? Evans?? Oooh, Evans mi senti?- Lo sguardo di Lily era
diventato assente, le sue gambe si erano del tutto rammollite e il suo
corpo aveva iniziato a traballare pericolosamente.
-Potter… non credo di sentirmi
tanto…- ma, seppur cercando di restare in equilibrio, il suo corpo cadde
addosso al ragazzo come un sacco di patate.
-EVANS!- urlò James, bianco in
volto per la paura. Tutta la classe, Serpeverde compresi, si girò nella loro
direzione.
James, sotto gli
occhi di tutti, con un agile movimento prese in braccio Lily, il cui capo
ricadde all’indietro.
-LILY!-Mary era corsa nella direzione dell’amica.
-EVANS!- avevano urlato i
Malandrini all’unisono.
-Evans!- aveva soffiato Piton.
- SIGNORINA EVAAAAAAAANS!- aveva
sbraitato Lumacorno che, con una corsa goffa e ridicola, aveva cercato di
raggiungerla.
-Professore, io la porto in
infermeria- Disse James e, senza neanche sentire ciò
che Lumacorno gli diceva, iniziò a correre in direzione del luogo.
Le orecchie del ragazzo erano tappate, non riusciva ad udire altro che il respiro
soffocato della ragazza.
-MADAME CHIPS- urlò spalancando la
porta dell’infermeria. Una donna gli corse incontro-
Potter, che ha da urlare?- poi, guardando Lily che si trovava tra le braccia
del ragazzo a peso morto si portò una mano alla bocca.
- Forza, la metta su questo letto,
che le è successo?- chiese preoccupata e James, senza
indugio, iniziò a snocciolare tutti gli accaduti di quella mattina.
* * *
Quando Lily aprì gli occhi, si
guardò attorno spaesata. Che
ci faceva in quel posto?
-Lily?- una voce preoccupata la
richiamò: seduto accanto a lei, un ragazzo la guardava con gravità. Lily
osservò i suoi grandi occhi nocciola che le trasmiserouno strano brivido che le percorse per tutta
la schiena.
- E tu,
chi saresti scusa?- disse tutta incuriosita.
Vi lascio sulle spine?? Sì, me ne rendo conto muhahahahaha *risata sadica*… ok,
demenzialità a parte… abbiate pazienza: la nostra
povera Lily è affetta da …. Bè sì, lo scoprirete, e il nostro povero James verrà accantonato in un angolino della sua
mente per un pochetto di tempo ma non disperate: si avrà una svolta… credo…
Passo ai ringraziamenti:
EmilyDoyle: sì! Hai
azzeccato! Comunque penso proprio che tu abbia
ragione… Lily ha una fortuna sfacciata e nemmeno se ne rende conto…
Coriandoli_di_zucchero:ebbene
sì, il dentista è il mio peggior incubo… ma tu già lo sai^^… E poi, dopotutto,
Lily doveva pur accettare la passeggiata con James altrimenti noi povere
piccole lettrici che scriviamo su di loro… non avremmo di che scrivere…(
pensiero contorto…-.-“)
Ale187: inizio col dire che anche io ti voglio bene,
continuo col dirti grazie per il cara e buone e
finisco col dire che sono felicissima che ti piaccia!! Poi tu che sei la mia
ragazzuola dal cuore bucato… sei il mio traguardo raggiunto *me che esulta*… ti
voglio assai beneee
A presto caramella_rosa_gommosa
P.S. Mi sono accorta che molte persone leggono però non
lasciano nessun commentino =(… vi prego fatelo.. *__*
mi rendereste felicissima… baciii
-E tu, chi saresti scusa?- chiese tutta incuriosita
James
la guardò incredulo – Co… Come scusa?- chiese
boccheggiando.
Lily
guardò il ragazzo e, con un sorriso smagliante, gli porse la mano -Piacere, mi chiamo Lily Evans, e tu?- poi, guardando il luogo in cui si
trovava disse - Dove mi trovo?-.
Il volto di lui era sconcertato, si alzò traballante dalla
sedia su cui si trovava seduto e con uno scatto la fece cadere. Come era possibile? Non riusciva a capire cosa
stesse succedendo...
-MADAMA CHIPS?MADAMA CHIPS!-urlò.
La donna gli corse incontro – Che c’è da urlare Potter? Stai
facendo preoccupare la signorina Evans- disse
indicando la ragazza che lo guardava spaventata dalla sua reazione.
-
Madama Chips, può venire un attimo fuori? Le devo parlare…-
disse a bassa voce e, a grandi falcate, si recò nel corridoio.
- Perché Lily non si ricorda chi sono. Perché
non riconosce Hogwarts?- chiese tutto d’un fiato.
La
donna lo guardò e poi, con un bel respirone, prese a parlare.
- La
signorina Evans non si è svegliata per quattro giorni, lo sa.
Se si fosse svegliata prima la situazione sarebbe
stata recuperabile ma penso che la cosa migliore da fare al momento sia
spiegarle tutto.
Ha ingerito,
non ho idea di come sia riuscita a farlo, una sostanza velenosa che si trova
sui petali di un fiore, il Rimembro. Questo fiore nasce sulle rive dei laghi e
sprigiona la sostanza solo di notte. Può averlo preso in mano durante uno dei
suoi giri di ricognizione e poi essersi messa le mani in bocca, non si sa,
fatto è che ha contratto una malattia, un’infezione che colpisce la parte del
nostro cervello addetta ai ricordi.-
Stette
in silenzio aspettando di ricevere il consenso di James per continuare.
- Ora,
questa malattia se non curata adeguatamente, col passare delle ore porterà ad
un degrado mentale irrecuperabile…-
James
l’interruppe.
-La
pazzia?- sussurrò. La donna annuì gravemente.
-
Naturalmente, se curata, il paziente si può riprendere e nel giro di qualche
settimana, se reagisce bene agli antidoti può guarire completamente. Attualmente la signorina Evans deve ancora iniziare la
terapia ma, sono sicura, che reagirà positivamente: ha una struttura celebrale
forte e capace di reagire agli stimoli delle nostre cure.
-Le verrà somministrato ogni ora un infuso che andrà ad
attaccare l’infezione e che, si spera, disintegrerà i batteri velenosi che si
trovano in questo momento sulla sua parete celebrale… Se la cura va a buon
fine, nel giro di qualche giorno inizierà a ricordare e, devo ammettere, sarà
una cosa dolorosa dal punto di vista fisico: in poche parole il suo corpo
cercherà di espellere e di distruggere quei batteri che intaccano la sua
memoria- concluse.
Sembrava
tanto una spiegazione scientifica da telenovele babbane.
- Non può essere trasferita al San Mungo?- chiese James. – Non ci
sono altre cure che il San Mungo può fornirle… senza
procurarle dolore?-
- Non è
saggio trasferirla al San Mungo: coi tempi che
corrono, è preferibile tenerla al sicuro qui, ad Hogwarts.-
- Sta
dicendo che non sarà sottoposta a cure migliori perché i suoi genitori sono babbani?- la sua voce era piena d’ira.
- No,
le cure che le potrebbe somministrare il San Mungo
sono le stesse che le somministreremo noi. Ho detto soltanto che nella sua
situazione, è preferibile che rimanga al sicuro e, attualmente,
crediamo tutti che l’unico posto sicuro sia Hogwarts- concluse la donna che,
voltandosi di scatto, rientrò in infermeria lasciando James nel corridoio.
Avevano discusso, probabilmente, si erano riuniti tutti i professori per decidere il da farsi.
Quella non era una malattia qualunque come l’influenza, curabile facilmente in
infermeria, quella era un’infezione causata da agenti velenosi e, in altri
casi, avrebbero sicuramente trasferito l’alunno al San
Mungo.
La rabbia, una collera incontrollabile avvolse
James. Un sentimento di ira tremenda risalì il suo
stomaco, il suo petto e arrivò al suo pugno che si andò ad abbattere sul muro.
Poggiò la testa al braccio la cui mano era
ancora aderente al muro e, quasi fosse ritornato bambino, iniziò a piangere.
Pianse perché non poteva fare niente, pianse perché una sensazione di vuoto lo
stava completamente mangiando, pianse
perché, se Lily non avesse reagito positivamente agli antidoti creati dalla
stessa Chips, non si sarebbe più ricordata di niente.
Non
avrebbe più chiamato furiosa il suo nome, non avrebbe più sguainato la
bacchetta in sua direzione dicendogli che era uno sbruffone immaturo, non
avrebbe più rifiutato le sue proposte, non avrebbe più detto alle amiche che
mai sarebbe uscita con lui, non gli avrebbe più fatto
notare che il suo pentolone era vuoto, che non aveva fatto i compiti, che non
seguiva la lezione, che aveva i capelli spettinati… non avrebbe più detto di
odiare il suo modo di passarsi la mano tra i capelli… non avrebbe più cercato
di trattenere il sorriso, no avrebbe più detto scherzosa che era sbagliato
avere sicurezza assoluta nella vita… e tutto per colpa sua.
Quella
realtà gli stava corrodendo ogni cellula del suo cervello…. La sua mente era
completamente svuotata da ogni singolo pensiero, solo una frase lo
attanagliava: era colpa sua, sua e di
nessun altro.
Era
stato lui a convincerla ad uscire, era stato lui che le aveva detto di andare a farsi una passeggiata, era stato lui che
le aveva proposto di sedersi in riva al lago, era colpa sua se non le aveva
impedito di toccare quel cazzo di fiore, era solamente colpa sua se in quel
momento Lily si trovava nel letto dell’infermeria spaesata a chiedersi che
fosse quella struttura e chi fosse il ragazzo di prima.
Le
aveva rovinato la vita. L’aveva perseguitata per anni
alla ricerca di una futile uscita, l’aveva fatta infuriare, l’aveva fatta piangere di rabbia, l’aveva avvelenata.
Se lui
non fosse entrato prepotente nella sua vita, lei non avrebbe avuto niente a che
fare con Rimembri o Remembre o come cazzo si chiamavano quei santissimi fiori.
Perché lo aveva
fatto? Perché l’aveva rovinata in quel modo?
-Perché James, tu
l’amavi. Semplicemente, tu l’amavi e la ami. L’ hai
fatto, lo stai facendo e lo farai per tutta la vita- James si voltò sconcertato.
Sirius, al suo fianco, lo stava guardando con preoccupazione.
-Come… Come hai fatto a sapere…-
-A
sapere che ti stavi facendo quella domanda?- lo anticipò l’amico. James annuì.
-
Facile: ogni volta che litigavi co la Evans avevi
quell’espressione. Ormai, fratello mio, ti
si legge in faccia ogni cosa… anche quando ti dimentichi di cambiarti i
calzini!- ironizzò Sirius.
James,
per la prima volta dal giorno in cui Lily svenne, sorrise.
-
Sirius, è colpa mia…-
-No-
-Sì-
-James…-
-
Sirius… Lily si è risvegliata…-
Sirius si illuminò.
-… e non si ricorda più niente. In poche paroleha ingerito una sostanza velenosa che le ha tolto la memoria. Verrà sottoposta
a delle cure ma se non reagisce positivamente potrebbe diventare pazza…-
Il
volto di Sirius divenne incredulo.
-Cosa?-
quasi urlò.
-
Sirius, Lily rischia di rimanere senza memoria per tutta la vita… e la colpa è
la mia-
-No,
James… è successo a lei ma poteva succedere a chiunque
altro. E’ stato un caso, un maledetto caso che tu l’abbia
portata in quel posto. Non è colpa tua se lei si è avvelenata ingerendo la
sostanza, non sei Dio, non sei né Onnipotente né Onnisciente
né Onnipresente: sei James Potter e non puoi essere al suo fianco ogni
secondo. Non tutte le cose che le accadono succedono a causa tua…fattene una
ragione cazzo…- provò a fargli notare il rampollo di
casa Black.
-
Questa sì Sirius… e io non devo causarle più altri
guai…- disse con voce incrinata.
- Che intendi dire?-
-Non lo
so… non ne ho idea… ma non devo più causarle altri guai…-
Alloooooooora… questo capitolo è
un po’ corto e prestissimo posterò quello che segue altrettanto corto… ho deciso
di separarli perché voglio che la decisione di James sia presa con calma e con
un ragionamento questa volta realmente logico e, se devo esprimere un mio
parere( no, non devi farlo ndTUTTI) James non può
decidere così, in cinque minuti, come non causare più problemi a Lily. Deve
ragionare, deve pensare e poi deve mettere in atto la sua decisione, qualunque
essa sia… e ora anche lui si rende conto che non può
decidere in preda al panico e al dolore.
Ci ragionerà su una notte intera e perciò ho deciso di dividere il momento in cui lui capisce che non
deve causarle altri guai dal momento in cui decide come non causarle altri
guai…
Spero proprio di non avervi annoiato con le
mie riflessioni… -.-“
Spero di trovare qualche nuovo lettore^^ e
perciò qualche commentino fatta da persone che ancora non si sono espresse ^.^
Ringrazio:
ale187: visto che tu
domani parti, mi aspetto una recensione obbligatoria ^.^ Cooooooomunque
sono felice che ti piaccia ma tu questo già lo sai, no? Spero di sorprenderti
anche con questo… ciauciau
ti vi assai bi
EmilyDoyle: bè, l’infarto no, ma ci è
andato vicino O_O… devo ammettere che quando ho letto
la tua recensione, la malsana idea di far prendere un bel coccolone al nostro
tesoro… ma poi sono subito tornata in me… almeno credo…
_Mary: oooooooooh
una nuova lettrice *ç* sono tanto tantotantotanto felice che ti
piaccia…eee lo so, la perdita della memoria non ci
voleva proprio ( ma scusa allora perxhè glie l’hai
fatta perdere -.- ndte) però ci vuole una svolta
altrimenti la cosa è piatta… O.o… coooomunque,
sperando di averti convinta, aspetto di sapere il tuo parere su questo
capitoletto =)
piccola_15: graaaaaaaaaaaaaaaaazie *ç*…. Anche tu nuova… che bello … sono felicissima che ti piaccia…le vostre recensioni
migliorano la mia autostima U.U…ahah…
coriandoli_di_zucchero: cara, visto che
tu formatti il pc…non credo di ritrovarmi più tue
recensioni… mi sento già sola…. Sigh… ok, demenzialità a parte sono
consapevole che la perdita di memoria di Lily sia un pugno nello stomaco per
noi povere sognatrici….
-Non lo so… non ne ho idea… ma non devo più
causarle altri guai…-
James
era steso sul suo letto. Aveva espresso il desiderio di rimanere da solo ed era
stato accontentato.
Fissava
il soffitto da circa un’ora ma in realtà non lo vedeva affatto. Davanti ai suoi
occhi si stavano materializzando tutti gli incontri con Lily, il suo viso, il
suo corpo, la sua risata cristallina gli rimbombava nelle orecchie e la sua
voce infuriata lo accompagnava dall’inizio del pomeriggio ininterrottamente.
Si girò
su un fianco, si passò stancamente una mano sotto gli occhiali strofinandosi
gli occhi e, lasciandola cadere mollemente sul materasso, si portò a sedere.
- Mi
devo allontanare. La devo lasciar stare, non posso più intromettermi nella sua
vita: rischio i metterla solo a repentaglio- Si alzò e iniziò a percorrere a
grandi passi la stanza.
Sentiva
di aver perso anni, minuti preziosi. Se si fosse comportato subito da ragazzo
maturo forse a quell’ora non avrebbe dovuto decidere
di stare lontano dalla vita della ragazza, forse Lily non avrebbe perso la
memoria ma, dopotutto, la frittata era fatta… A che serviva piangere sul latte
versato? A che serviva struggersi? A niente, non sarebbe potuto tornare in
dietro nel tempo né avrebbe risolto qualcosa con i suoi rimpianti.
In quel
momento la porta della camera si spalancò e Remus fece il suo ingresso.
-
James…-
-
Remus, per favore, lasciatemi solo, tutti.-
disse senza dar tempo all’amico di parlare.
- James
senti, qualunque cosa tu abbia deciso di fare credo
che ne debba parlare con noi-
- E’
una mia scelta, Remus. Voi ne siete fuori, sono io che devo scegliere, la cosa
non vi riguarda assolutamente-
- Sì,
invece. Siamo tuoi amici, crediamo di avere il diritto almeno di consigliarti
ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ora non ragioni, seiagitato e preoccupato...-
- Ho
ragionato, non preoccuparti. Ho deciso e non intendo cambiare idea. Resterò fuori dalla vita di Lily, le sono d’intralcio in tutto…-
- No,
James. Questa è una decisione da codardi-
James
divenne rosso di rabbia.
- IO- NON- SONO-CODARDO – scandì ogni parola accompagnandola
con tutta la rabbia e il dolore che aveva in corpo.
-
James, calmati. Tu non sei codardo, tu sei la persona più coraggiosa che io abbia mai conosciuto ma questa, mi dispiace dirlo, è
la decisione più codarda che una persona abbia mai preso in considerazione.
Pensaci, Lily ha bisogno del tuo aiuto e tu te ne vai e la
lasci sola per liberarti del problema-
- No,
io non mi libero affatto del problema, Remus. Io non glie ne voglio causare
altri, è per questo che ho deciso di lasciarla stare.
Non posso e non voglio crearle altri…-
- Ecco,
l’hai detto. Tu non vuoi più sentirti in colpa per qualcosa. Tu non vuoi più
avere a che fare con lei perché significherebbe vederla confusa e di
conseguenza sofferente e ciò ti crea problemi. Tu non vuoi più avere problemi,
ecco perché. Credi di farle del bene scomparendo? Credi davvero che se la tua
presenza non ci sarà più lei starà meglio? Ha bisogno
di te, James. Se lei è confusa, se lei è sofferente, è
semplicemente perché non sa più che pesci pigliare. Non capisce più ciò che
prova e questa cosa per Lily Evans è una novità: è sempre stata abituata a
sapere ciò che fare e che dire e ora si trova spiazzata. Andandotene le
procurerai dolore- concluse.
- No,
lo hai detto proprio tu. E’ confusa e spiazzata e se me ne vado è meglio: non
sarà più indecisa…-
- No,
cazzarola, NO! Perché non capisci? Se
te ne vai, le creerai vuoto e sarà peggio. Capirà i suoi sentimenti e non
avendoti più sarà la fine, James, cerca di capire!-
-Cazzate,
solo tante frasi fatte… non aiutano, Remus. Magari il vuoto non lo sentirà mai,
magari la memoria non la recupererà…-
- James
smettila di dire cazzate. E’ forte, Santo Merlino, glie le stai mandando tutte.
A sentire te, morirà a momenti…-
James
sorrise amaramente.
- Ho deciso,
Remus e non tornerò in dietro. Pensala come vuoi… Sono codardo? Perfetto, hai
un amico codardo. La sto abbandonando? Okay, il tuo migliore amico è un
bastardo. Mi comporto da stronzo? Se ne sei convinto, ti faccio felice: lo
sono… Ma la decisione è la mia e spetta a me prenderla-
- Non
lo metto in dubbio…Ti ricordi quando tu
e Sirius scopriste che ero un Lupo Mannaro?-
James
annuì.
- Bene,
ti ricordi che mi dicesti?- stette in silenzio per far pensare all’amico.- Mi dicesti “ Sei stato smistato a Grifondoro, significa che sei
coraggioso. Sei un Lupo Mannaro? Va benissimo, a me piaci come sei… Lupo
Mannaro e coraggioso… mio padre dice sempre che il
coraggio sta nell’accettare ciò che ti da la vita, nel guardare i problemi in
faccia e attraversarli anche se si ha paura… Non basta cambiare strada, bisogna
affrontare gli intoppi che si trovano lungo la nostra via e superarli anche con
la fifa addosso, va bene lo stesso… non saremmo umani se non avessimo paura!”-
Il
silenzio calò nella stanza poi, con un’impercettibile nota di
amarezza Remus continuò.
- Io
avevo paura anzi, mi correggo, ho ancora paura. Ogni
giorno, ogni minuto, ogni santissimo secondo ho paura
di aggredirvi durante la notte di luna piena. Ho paura di perdere il controllo,
ho paura di farvi del male…-
- Non
dire sciocchezze, sappiamo come difenderci…-
- Vero,
allora mettiamola così, ogni giorno mi maledico per esservi amico. Ogni giorno che passa mi sento sempre più in colpa perché metto a
repentaglio la vostra vita ma anche la vostra carriera scolastica. Vi
espellerebbero se vi scoprissero, lo sai no? Eppure io continuo ad esservi amico… Posso sembrare egoista
lo so, ma che ci posso fare? Questo è il mio intoppo della vita e lo sto
attraversando con la paura addosso perché so che voi vi divertite, che siete
felici così come va la vita qui, so che non vedete l’ora che arrivi la luna
piena per gironzolare nel parco… se ragionassi come tu stai ragionando ora, vi
dovrei lasciar stare, dovrei lasciare la scuola e
andarmene dal Paese…-
-No…-
-Sì,
James, è quello che farai tu-
- E’ diverso, io le ho rovinato la vita. Tu ce la stai
migliorando Remus. Tu ci stai facendo maturare… almeno, ci
stai provando- disse sorridendo.
- Sì,
ci sto provando… Pensaci, James. Pensaci e ragiona,
Lily ha bisogno di te anche se non se ne è ancora
accorta quanto tu e gli altri Malandrini avete bisogno di me… E’ la stessa
identica cosa.-
- No…-
e così dicendo, James aprì la porta e corse giù per le scale: voleva andarsene,
voleva staccare col mondo…
* * *
Mary era seduta davanti al letto di Lily in
infermeria. Appena entrata, Madama Chips le aveva spiegato
che aveva perso la memoria e le aveva detto che quel giorno avrebbe iniziato la
cura.
Ora,
con il naso e gli occhi che le bruciavano, stava cercando di trattenere le
lacrime.
Avrebbe
voluto strapazzare l’amica e urlare, dirle chi era, dirle di riconoscerla perché
loro si erano fatte la promessa al primo anno che non si sarebbero
mai dimenticate, qualunque cosa fosse successa. Quello valeva? Si chiese
automaticamente.
“Certo, Lily non mi potrebbe mai dimenticare… e io non potrei
mai dimenticare lei, no? Sono sicura che appena prenderà la cura si ricorderà
di me…Bambina” si disse poi “ Sono solo una stupida bambina… lei non potrà
ricordarmi a prima vista nemmeno con un overdosi di infuso…”
Una
lacrima le scese parallelamente al naso e l’asciugò con la manica dell’uniforme.
Istintivamente prese la mano dell’amica e la strinse.
-Lily,
Lily. Devi ricordare- disse con voce incrinata- devi
ricordare, siamo all’inizio dell’anno, non puoi perderti tante lezioni
altrimenti ti troverai in difficoltà ai M.A.G.O…. e non sarebbe da te! Devi
ricordare il più in fretta possibile perché se non lo fai dovrai recuperare
tantissimi compiti e poi perderai tempo prezioso per la tua storia con Potter…-
parlando le lacrime erano iniziate a scendere copiose
una dopo l’altra.
- Gua-guardami- singhiozzò Mary- sto
piangendo come una mocciosa… Non sono rammollita, non credere, solo che una
lacrima tira l’altra, semplicemente. Non ti preoccupare comunque,
io aspetto che tu ritrovi la memoria per chiederti aiuto con i compiti, non
approfitterò della tua mancanza per assillare Remus, promesso. Giuro che andrò
nella camera dei ragazzi solo per trovare Sirius… poi vabbè, se Remus si offre,
ben venga, no?- sorrise amaramente.
- Signorina
McDonald, si sposti per favore: la signorina Evans si deve svegliare- la voce
di Madama Chips interruppe il discorso che Mary stava facendo al vento.
La
donna si abbassò sulla rossa e la scosse un po’- Signorina Evans? Signorina
Evans, si svegli-
Dopo qualche minuto Lily aprì gli occhi.
- Signorina
Evans, ora le darò un infuso. Non è molto buono, si prepari, però l’aiuterà a farle
tornare la memoria, va bene?-
- Perché scusi? Io mi ricordo tutto- disse
sicura di se Lily.
- No, si
ricorda dove si trova? Si ricorda chi sono? Si ricorda chi è questa ragazza al mio
fianco?- disse con grandi gesti della mano-No? Vede, lei
ha perso la memoria e ora l’aiuterò a recuperarla…- iniziò.
- No,
scusi ma non direi. Io non sono mai stata qui, come
potrei ricordare?- Mary osservò la reazione di Lily e
sorrise. Era lei, era la sua Lily. La sua Evans
avrebbe risposto in questo modo a qualcosa che non le tornava, avrebbe risposto
educatamente macontrapponendosi con
forza. Per un istante, un fugace istante, pensò che l’amica fosse guarita, fosse tornata.
- Lily,
Lily – la chiamò.
La
rossa si girò a guardarla.
-Come fai a sapere il mio nome?- chiese incuriosita.
Il
sorriso che era comparso sul volto di Mary scomparve
all’istante.
- Lily,
sono io, sono Mary. Cerca di ricordare… sono venuta
qui tutti i giorni in cui tu dormivi, sono stata a guardarti notti intere… Lily
sono io, la tua migliore amica… Ti ricordi? Ci siamo promesse
amicizia eterna al primo anno, te lo ricordi? Abbiamo passato insieme
sei anni… abbiamo riso insieme, abbiamo litigato insieme contro Potter… abbiamo
discusso e abbiamo fatto pace, te lo ricordi Lily?-
Lily la
guardò come fosse pazza- Scusa, ma credo che tu mi stia confondendo… credo
proprio che abbiate sbagliato persona.- disse cercando di alzarsi dal letto.
Madama
Chips l’afferrò per le spalle e la riportò a sedere.
-LILY!-
urlò Mary- Lily per favore ascoltami. Tu sei Lily
Evans, hai una sorella, Petunia, hai avuto fino al quinto anno un amico, Severus
Piton, hai diciassette anni e ne devi compiere
diciotto il 30 gennaio. Sei nata nel 1960 e ti piace tanto il rosa pastello però
odi il rosa confetto perché lo trovi pacchiano e adatto a persone superficiali.
Dici di odiare James Potter anche se credo che tutte e due sappiamo
che in realtà senza di lui le tue giornate sarebbero vuote…-
Lily la
guardò stralunata, poi disse – Non so chi sia questo
James Potter, non so chi sia questa Petunia e non ho idea di chi sia ‘sto Piton…
però è vero, sono nata il 30 gennaio del 1960, ho diciassette anni e amo il
rosa pastello anche se odio il rosa confetto perché… sì, perché come dici tu è
pacchiano. Ora mi chiedo… chi ti ha detto queste cose?- chiese con tono
indagatore.
- Tu,
Lily, tu!- disse Mary quasi supplichevole.
Si
voltò verso Madama Chips e la guardò. L’ infermiera la prese per un braccio e
la portò davanti alla porta dell’infermeria-Bene, si ricorda dati essenziali,
la data di nascita e le sue preferenze però non ricorda
altro. Inizierà in questo momento la cura ma preferirei
che lei, signorina McDonald, se non ha intenzione di controllarsi esca dall’infermeria.
La ragazza ha bisogno di calma e di qualcuno che le faccia
capire con pazienza che ha perso la memoria, non di una sua coetanea che le
urla in faccia << Ricordati Lily, ricordati!>>- disse facendole il
verso- Se ha intenzione di comportarsi civilmente, resti pure altrimenti vada
fuori- e, con queste parole, le dette le spalle e ritornò da Lily che ora le
guardava curiosa di sapere ciò che si stessero dicendo.
-
Signorina Evans, ora con calma prenda questo infuso.
Le farà un po’ male alla testa ma le servirà. Avanti, lo prenda-
disse porgendole un
bicchiere contenente una sostanza giallognola e abbastanza puzzolente.
Lily,
senza fare storie lo afferrò e bevve tutto d’un sorso
l’intruglio mostrando una smorfia di disgusto appena ingoiò il tutto.
- Blea, è orribile. Lo prendo sol perché non voglio crearvi
problemi però sappiate, non credo ad una sola parola
di quello che dit- la sua voce si bloccò, i suoi
occhi girarono e la sua testa cadde pesantemente sul cuscino.
- E’ normale, ha reagito bene. Tra poco inizierà ad avere
dolore alla testa, urlerà e si muoverà nel sonno. La lasci
stare, significa che inizierà a ricordare anche se quando si sveglierà crederà
di aver fatto solo un sogno- disse Madama Chips a Mary dandole le spalle e
uscendo dall’infermeria.
Mary si
avvicinò con la sedia al letto della ragazza e le afferrò nuovamente la mano.
- Sono
qui, Lily. Sono qui- sussurrò.
Ecco qui il settimo capitolo. Non ho molto
da dire, la storia parla da sè… devo solo ammettere
che scrivendo il pezzo in cui Mary parla a Lily in infermeria, mi sono assai
rattristata…
Ora passo ai ringraziamenti…
EmyliDoyle: anche io lo farei… siamo in
due ^^.
_Mary: lo so, povero il nostro Ramoso. Non
mi esprimo sulla decisione di James ma pesno che
molta gente avrebbe reagito così, lui dopotutto pesna di essere la causa dell’avvelenamento e non vuole più
causarle problemi….no? Su Sirius… bè… sì, è il fratello di James e lo sarà
sempre e di questo ne sono fermamente convinta…
Spero di trovare qualche nuovo lettore e
quindi qualche nuova recensione… ^^
James
camminava per i corridoi sotto il suo Mantello dell’Invisibilità. Si fermò
davanti ad una finestra dalla quale la luce lunare filtrava chiara e guardò
l’orologio che portava al polso.
- Merlino, sono già le undici e mezza! Sarò costretto ad usare
la magia per non farmi sentire…-
Non ce l’aveva fatta. Non ci era
riuscito. Si era ripromesso di uscire dalla sua vita, si era imposto di non
pensarla, di non sognarla e di non nominarla ma non ci era
riuscito. Erano tre giorni che Lily aveva iniziato la cura ed erano tre giorni
che lui la sognava, sistematicamente.
Nel bel
mezzo dei discorsi che faceva con i Malandrini, anche semplicemente le
discussioni delle partite di Qidditch, se ne usciva con frasi tipo – Lily non
tifa per nessuno- guadagnandosi occhiatacce da parte di Sirius e Remus che
potevano essere interpretate come “ E questo, ora, che cavolo centra?!?” e qualche frase di sostegno da Peter come- Non ti
preoccupare James, prima o poi cambierà idea-.
Ecco,
quelle erano le frasi che alle volte facevano dubitare Mary della capacità di
comprendonio sentimentale di Peter.
-
Peter, a James non importa per che squadra tifa Lily, James la nomina perché la
pensa…- rispondeva con infinita pazienza Remus.
- Lo so, Remus, lo so. Era solo per dire…-
I suoi
amici, pensò James mentre correva nel corridoio del terzo piano, riuscivano
sempre a fargli tornare il sorriso, in qualunque modo e in qualunque
situazione.
D’un tratto smise
di correre. Ecco, si trovava davanti alla porta dell’infermeria. L’ultima volta
che ci era stato aveva deciso di auto-colpevolizzarsi.
Prese
la bacchetta e sussurrò- Muffliato-
.
Con
passo veloce entrò nella stanza e si guardò attorno: c’erano tanti letti ma uno
solo era occupato.
“Eccola”
pensò mentre l’ansia lo abbandonava. Aveva camminato col fiato sospeso fino a
quel momento pensando a come avrebbe reagito vedendola e appena lei, visibilmente
addormentata, gli si parò davanti agli occhi, tutti i pensieri lo abbandonarono lasciandolo in una calma assoluta.
Gli si
avvicinò cautamente e, sfilandosi il mantello, si sporse per vederla meglio.
“ E’
bellissima” fu il primo pensiero che gli attraversò la mente.
I
capelli sparsi sul cuscino si potevano benissimo distinguere dal buio della
notte grazie alla luce della luna che filtrava dalle tende sottili della
finestra lì di fronte e il suo respiro era perfettamente udibile.
Guardò
il comodino davanti al letto e i suoi occhi si soffermarono su un bicchiere
vuoto di vetro.
“Sarà
la cura” pensò incuriosito allungando il braccio per afferrarlo ma, in quel
preciso istante, Lily iniziò ad urlare.
-Zitta! Sono un amico- disse
James pensando che la ragazza si fosse messa ad urlare perché lo aveva visto.
Nonostante però
l’avesse rassicurata, la ragazza continuava ad urlare, scalciare a strepitare a
tal punto che James si rese conto che stava sognando.
Si
voltò, afferrò il mantello che era caduto per terra e se lo mise addosso appena
in tempo per scomparire agli occhi di Madama Chips, accorsa perché attirata
dalle urla.
-Shhh,
shhhhh, non urli signorina!- disse scuotendola.
Lily
aprì gli occhi, il volto madido di sudore e il respiro affannoso.
-
Signorina Evans, che è successo- chiese l’infermiera
speranzosa.- Si ricorda che ha sognato?-
-Un…
un… ragazzo. Sì, era un ragazzo con gli occhiali e i capelli neri e
perennemente spettinati. Mi chiedeva di uscire e io rifiutavo… era simpatico
però. E poi una ragazza… la ragazza dell’altro giorno.
Parlavamo insieme, io le dicevo che avevo spiato qualcuno… non mi ricordo più però. Nel sogno le volevo
bene, tanto, mi pare. E poi… una bambina. Non
mi ricordo che facevamo né che mi dicesse… mi ricordo solo che io la chiamavo
Tunia. Basta, non mi ricordo altro-
James
sorrise. Lo aveva sognato… anzi, teoricamente, lo aveva ricordato nel sogno e
aveva detto che era simpatico. Era quello che realmente pensava? Oppure era quello che pensava la Lily smemorata?
Mentre quelle
domande gli affollavano la mente Lily continuò.
- Oggi
pomeriggio invece, mi ricordo benissimo di aver sognato un ragazzino dall’aria
malaticcia. Eravamo molto amici e lui mi diceva che io ero una strega e poi…
poi…- Si prese la testa tra le mani.
- Fa male, fa malissimo. Sento la testa bruciarmi, tantissimo.
Ho la sensazione che tanti coltelli mi infilzino la
nuca…-
Disse
con gli occhi appannati di lacrime a causa del dolore.
- E’ positivo signorina Evans. Sa che significa?- Chiese la donna.
- No,
che significa?-
-
Significa che lei sta iniziando a ricordare. Continui a raccontare, l’aiuterà-
- … Poi
mi ricordo che il ragazzino malaticcio è preso semprein giro da parte di quattro ragazzi, sì. Uno
appartiene a una famiglia di Purosangue, è l’unico
della sua stirpe ad essere finito a Grifondoro. L’altro è il ragazzo di prima
però è più piccolo e più bambino, è meno simpatico poi ci sono altri due ragazzi con loro… uno mi
pare si chiami Lupin e l’altro Codariccia
o una cosa simile, non ricordo.
-
Ricordo che litigavo con il ragazzo malaticcio anche se era il mio migliore
amico perché era diventato cattivo, mi aveva chiamata sporca Mezzosangue.Non ricordo altro che tante immagini sfocate:
vedo il ragazzo coi capelli spettinati, lo vedo e nel
sogno sorrido perché sembra cambiato, sembra simpatico. Vedo l’amico, quello
con i capelli scuri e lunghi che si bacia con la ragazza con i capelli a
boccoli neri, vedo Lupin e l’altro ragazzo, e poi rivedo ancora il ragazzo con
i capelli neri, stiamo scherzando… davanti ad un
calderone, parliamo di dentifrici, sembra davvero simpatico, non è neanche
tanto male…e poi non ricordo altro, mi
sono svegliata-
-
Fantastico!- Madama Chips lanciò un urletto di euforia.-
Stiamo andando benissimo signorina Evans! Continua a ricordare, il suo cervello
sta reagendo magnificamente, nel giro di qualche giorno se continua così, si
ricorderà tutto!!- le spiegò poi.
James,
nell’angolino della stanza, guardava le due figure
pensieroso. “Rivedo ancora il ragazzo con
i capelli neri, stiamo scherzando… davanti ad un calderone, parliamo di
dentifrici, sembra davvero simpatico, non è neanche tanto male…”
Era
quello che pensava? Remus aveva avuto ragione, come sempre d’altronde?
Si
passò una mano tra i capelli.
- Torni
a dormire signorina Evans, domattina racconterà ciò che sognerà, va bene?-
Lily
annuì.- Ma lei crede davvero che io abbia perso la
memoria? Voglio dire, è sicura che quelle persone che ho visto non sono frutto
della mia fantasia?- chiese cercando di mascherare tutti i suoi dubbi.
- Credo
al cento per cento che quelle persone siano reali: Mary per esempio l’ha già
vista, lo stesso vale per il signor Potter, il ragazzo spettinato, i tre
ragazzi che ha visto sono sicuramente i suoi migliori amici e poi il ragazzo
dall’aria malaticcia penso proprio sia Severus Piton.
Le dicono qualcosa questi nomi?- chiese speranzosa
Madama Chips.
- No,
non credo…- la delusione le si poteva leggere in
faccia.
-
Pazienza, col tempo ricorderà, ora torni a dormire, su!-
L’infermiera
lasciò nuovamente la stanza e James ritornò alla sua postazione.
Camminava lungo i corridoi e la figura di
James Potter le si parava davanti.
- Potter-
-Evans- il ragazzo le
mostrò un sorriso ammaliante, uno di quelli capaci di far svenire.
- Potter, mi sbarri la strada-
- E perché dovrei,
Evans?-
- Non lo so, Potter, lo stai facendo tu,
dimmelo tu perché lo stai facendo-
- Ma Evans, il mondo
non gira mica tutto intorno a te! Io mi trovo da queste parti…-
- Va bene, Potter- Lily cercava di spostarsi
ma il ragazzo le si metteva sempre di fronte.
-Potter! Lo stai facendo di nuovo?-
-Cosa?-
-Sbarrarmi la strada-
-No, Evans, come te lo devo dire?-
-Levati, Potter, levati e non ti farò niente-
- Evans, che vorresti farmi?-
-Io…io ti-
-Non continuare, ragazza mia. Facciamo una
cosa, tu stasera passi dalla mia camera e mi fai tutto quanto, d’accordo?-
-POOOTTER! Io non intendevo quello-
- Va bene, va bene, sono
un pervertito- poi, senza farsi sentire dalla folla che si stava accalcando per
ascoltare uno dei tanti litigi, sussurrò - facciamo che passi alle otto, okay?-
Lily lo guardò con odio, preparò la mano che
sferzò l’aria e andò ad abbattersi sulla guancia del ragazzo. Guardò la gota di lui diventare di un rosso peperone, l’impronta della
sua mano farsi visibile a tutti e lo lasciò impalato lì, in mezzo al corridoio
sotto i sussurri, il brusio e risatine di tutta la scuola.
Lily si
dimenava nel letto. I ricordi le facevano male, le pungevano la testa e le
pizzicavano la fronte in modo tremendo.
James
la guardò contorcersi e il cuore gli si strinse in una stretta di dolore.
Le
poggiò una mano sulla fronte cercando di trattenerle la testa e con l’altra
afferrò la mano della ragazza madida di sudore e gelata.
Stava camminando per i corridoi quando
Severus la chiamò.
- Ehi
Lily! Lily! Ciao!-
- Ciao,
Sev, che fai?-
- Niente una passeggiata, ho finito le
lezioni per oggi-
- Beato te, io ho ancora un’ora di Babbanologia-
- Se vuoi ti accompagno fino all’aula, non ho
niente da fare…-
-Certo!-
Camminarono in silenzio per un po’ poi, con
calma, Severus azzardò.
- Come va nella tua casata?-
- In che senso?-
- Non so… mi chiedevo…
magari si può chiedere di cambiare-
Lily rise amaramente.
- Santo Merlino, Sev, non
ti sei ancora arreso? Siamo al quinto anno, siamo grandi, io ho amici
nella mia casa, tu nella tua. Lo sai, non si può cambiare e comunque,
se ti devo proprio dire la verità, se si potrebbe non lo farei-
-Perché?- chiese lui, la
delusione e la tristezza che gli corrucciavano la fronte.
- Perché? Sev me lo
chiedi pure? Sono anni che te lo dico: i tuoi compagni non mi piacciono
minimamente, li hai visti? Ricominciamo con la storia che fanno
solo degli scherzi innocenti?Hanno attaccato la mia migliore amica un mese fa,
te lo sei scordato?-
- E Potter? E’ per
lui che rimani lì vero?Scommetto che se non fosse a Grifondoro vorresti
cambiare, se si potesse…-
- No, quante volte te lo devo dire? Non è per
Potter… E’ per tutti gli amici che ho…e comunque lo
sai cosa penso della maggior parte delle
persone Serpeverde-
- Io se potessi cambierei, anche se in
Grifondoro ci sono Potter, Black e i loro amichetti… per te lo farei-
- Possiamo essere amici anche senza essere
della stessa casata-
-No-
-Perché, scusa?-
- Perché tu fuggi,
Lily. Tu scappi da me-
-No, sei tu che ti stai attaccando alle Arti Oscure-
-Ancora?Non dire bugie, è quello che ti vuole
far credere Potter…-
-Sei fissato
Severus, sei solamente fissato. Le mie idee hanno delle basi: chiami
Mezzosangue chiunque non abbia entrambi i genitori Purosangue, nonostante
proprio tu non lo sia, vai in giro con gente come Mulciber, Avery o simili… loro
non sono Mangiamorte? Non è così che vi definite? Non
sono io che fuggo, sei tu che te ne stai andando…-
- No…-
-Sì- lo guardò quasi
con odio- sono arrivata, ci risentiamo- e gli dette le spalle entrando
nell’aula e sedendosi vicino alla sua amica McDonald.
Il
respiro iniziò a farsi affannoso e difficile. Aveva la sensazione di non avere
aria intorno a sé, non riusciva a capire cosa le stesse succedendo ma non
riusciva a respirare. Boccheggiò qualche minuto prima
di ritornare a ricordare.
-Lily, per favore, dagli
una possibilità-
-Perché dovrei,
Mary?-
-Perché lui ci
tiene davvero a te-
- No, lui tiene davvero ad avere il mio nome
nella lista dei suoi trofei conquistati facendo il pagliaccio-
- Lily, basta! Siamo al settimo anno… e non
provare a dire che non provi interesse per lui, ieri lo hai addirittura spiato!-
-No, è stata una coincidenza…-
- Sì, Lily… Ascoltami bene, io sono tua
amica, no? Non continuare a mentirti, ti farai solo del male-
- Mary, senti…-
-No, Lily sentimi tu! Rivalutalo…-
- Per cosa Mary? Come amico? Bene, ci penserò-
- Non fare la finta tonta-
- No, io parlo seriamente… ora dormi va, stai
morendo di sonno… e anche io lo sto facendo…-
Lily si
svegliò. Un ragazzo si trovava accanto a lei, guardava
pensieroso la luna attraverso i vetri della finestra. Lo osservò curiosa per
capire chi fosse. Era… era…
era il ragazzo spettinato del sogno… era Potter! Guardò di sottecchi il suo
profilo ben delineato, le sue labbra socchiuse e poi il suo sguardo cadde sulle
loro mani, una intrecciata nell’altra.
Arrossì
irrimediabilmente senza contegno nel rendersi conto che le loro dita erano
perfettamente aderenti l’una all’altra. Voltò la testa e il suo sguardo si
perse pensieroso nel buio. Per ciò che aveva sognato, per ciò che in qualche
modo aveva ricordato, lei lo odiava quel ragazzo. Ma
come faceva ad odiarlo? Ora stava lì a vegliarla, preoccupato per lei, le
teneva la mano e probabilmente non glie l’aveva
lasciata per tutta la notte…. Come poteva odiare realmente quel ragazzo?
Chiuse
gli occhi cercando di riaddormentarsi…
-Tunia, vieni a giocare!-
Lily stava agitando divertita le mani facendo schizzare tutta l’acqua
del mare.
- No, Lily. Lo sai che ho paura dell’acqua!-
- Ma Tunia, non
essere fifona! Non ti fa niente e poi siamo a riva…-
- Lily, no!-
- Eddai… ti prego, io mi annoio se tu non ci sei-
- Andiamo a fare i castelli di sabbia…-
propose la sorella.
- I castelli? Va bene…-
disse sbuffando Lily, delusa per il rifiuto della sua proposta.
Iniziarono
divertite ad impastare la sabbia con l’aiuto dell’acqua nei
secchielli. Col passare del tempo molti bambini cominciarono ad unirsi al loro gioco, tutti
ammirando la bravura di Lily nel fare le finestrelle del castello in
costruzione.
Tunia la guardava con un pizzico d’invidia, e
ogni tanto, senza farlo apposta, distruggeva ciò che Lily con tanta pazienza creava
e ricreava.
Quando la famiglia Evans
si ritrovò in macchina, Tunia si voltò verso Lily.
- Perché tu sei
sempre più brava di me?- chiese ingenuamente.
- Io non sono più brava di te, Tunia!-
- Certo che lo
sei: tu sai nuotare, tu sai fare bei castelli, tu sai far muovere i petali dei
fiori, tu sai far volare i sassolini del giardino, tu sai saltare in alto, ma
davvero in alto, senza farti niente di niente… io queste cose non le so fare!-
- Non centra: tu sai lavare i piatti, io li
rompo tutti, tu sai spazzare il pavimento, io accumulo la polvere ovunque, tu
sai cucinare, io faccio sempre la pasta scotta, tu sai fare le trecce, io mi
faccio sempre i nodi ai capelli, tu sai scegliere bene i colori dei vestiti, se
fosse per me, ci vestiremmo tutti come pagliacci…- iniziò ad elencare la
piccolina.
Tunia la guardò sorridente: riusciva sempre a
vedere i lati positivo, quella bambina…
- Sai Lily, sei
davvero buona! Sei la mia sorella preferita!-
- Ma hai solo me-
fece notare la rossa.
- Che centra? Io tra
tutte le mie sorelle preferirei sicuramente di gran lunga
te!-
- Grazie, Tunia. Anche tu sei la mia sorella
preferita, allora-
- Sorelle per sempre?- chiese Petunia
porgendole il mignolo magrolino.
- Certo, Tunia. Le sorelle rimangono sorelle
a vita…-
- A vita?-
- A vita!- disse sorridendo Lily.
Si mossero simultaneamente l’una verso l’altra
abbracciandosi.
- Ti voglio bene Tunia!-
- Anche io Lily!-
Lily si
svegliò gemendo. La testa le doleva ancora, tantissimo. Si girò istintivamente
verso James che ora si era addormentato, la testaappoggiata alla mano, il braccio incastrato
solidamente nel bracciolo della sedia.
Era
davvero dolce, sembrava un bambino… cresciuto, un grande
bambino cresciuto.
- Lily, vieni, corri!- Tunia la chiamava
euforica dalla sua camera.
- Dimmi- disse Lily
entrando nella stanza da letto che condivideva con la sorella.
- E’ arrivata una lettera per te, la mamma
dice che la devi aprire da sola…-
- Davvero? E’ arrivata!-
disse iniziando a saltellare felice sul posto.
- La lettera di… di quella scuola?- chiese
titubante Petunia: fino alla fine, fino all’ultimo secondo, aveva sperato che
fosse una lettera di una scuola prestigiosa, una di
quelle scuole per ragazzi normali, però.
- Ci andrai?- chiese senza lasciare il tempo
a Lily di rispondere alla sua domanda precedente.
- Certo che ci vado, che domande fai? E quando ci andrò chiederò
se…-
- No, io non ci voglio venire-
- Come mai?-
- Non ho più voglia…-
Lily la guardò indagatrice… forse se avesse chiesto a Sev di aiutarla a capire come mai Tunia non
voleva più andarci…
- Sei sicura?-
- Certo… poi lì siete tutti uguali… tutti
capaci di fare certe cose, siete diversi da me-
- Ma no! Se ti applichi sono sicura che ci riuscirai anche tu! Se
sono una strega io, lo sarai anche tu in fondo in fondo!-
- Non credo proprio, non so fare le cose che
fate voi- disse sottolineando, per la prima volta, la parola voi in modo
dispregiativo.
- Vabbè, s’ impara!-
- No, le diversità rimangono
diversità- Tra le due sorelle, dopo quella frase, cadde un silenzio
teso.
- Tunia… ma ciò non comprometterà il bene che
ci vogliamo, vero?-
- No, non credo… Pensavo,
però… se voi siete diversi… forse provate anche sentimenti diversi! Forse voi
non siete capaci di provare ciò che proviamo noi umani-
- Ma io ti voglio
bene… come tu vuoi bene a me!-
- E questo chi ce lo
dice? Magari, tu credi di volermi bene nello stesso modo ma essendo diversa non
sai come ti voglio bene io!-
- Non è vero!- gli occhi di Lily iniziarono a
riempirsi di lacrime.
- Sì, invece! Tu devi stare con quelli come
te, così vi volete bene nello stesso modo… e ti sposerai con quelli come te,
così vi amerete nello stesso modo…-
- Ma io ti voglio
bene, Tunia…-
- No, non devi dirlo. Devi dire che tu provi
un sentimento bello per me… il bene che ti voglio io è diverso!-
- Ma…-
- Non ribattere, Lily! Voi siete diversi, è
giusto che vi amiate in modo diverso…-
- Ma tu mi vuoi
ancora bene?-
- Diversamente da come me ne vuoi tu… -
- Ma mi vuoi bene?-
- In modo diverso…-
- Sì, ma in modo diverso, mi vuoi bene?-
- Non so se nel tuo mondo ciò che provo io è
bene…-
- E cosa provi tu?-
- Sentimenti che
tu non puoi capire, Lily. Tu sei diversa e anche se te li dicessinon li capiresti perchè non li conosci,
non li hai mai provati… non spreco tempo!-
- Ma… non giocherai
più con me?-
- Forse nel tuo mondo si gioca in modo
diverso…-
- E che differenza
fa? Io mi diverto a giocare come si gioca qui!-
- Non sarebbe giusto. Io mi devo divertire,
tu non puoi divertirti nello stesso modo!-
- Perché?-
- Perché nel tuo mondo ci si diverte diversamente- la voce di Petunia si stava facendo
irritata.
- E con chi ti
divertirai?-
- Con Brianne Moore, è una ragazza molto
simpatica!-
- Ma è presuntuosa-
- Non fa niente! Lei sa divertirsi come mi
diverto io-
Lily si
svegliò ansimando. Davvero aveva vissuto quelle angherie?
- Che
succede?-
La voce
di James la richiamò alla realtà nello stesso momento in cui le sue guance si
rigavano di lacrime e la sua testa cadeva all’indietro, cercando di non far
vedere gli occhi rossi.
-
Ricordo- qualche minuto di silenzio rese l’atmosfera tesa.- E fa male,
malissimo- i suoi occhi incontrarono quelli nocciola e ormai conosciuti di lui.
-
Dentro- aggiunse, cercando di fargli capire che il dolore non era fisico.
- Stai
ricordando tutto?- chiese lui apprensivo.
- Non
tutto, ricordo, e basta-
Allooora questo capitolo
è abbastanza lungo direi…
Devo
ammettere che, nel scrivere i ricordi legati a
Petunia, sono stata invasa dalla tristezza.. Io il suo rifiuto verso il mondo
magico lo vedo graduale, basato su pensieri che, secondo lei, erano corretti,
basato su pensieri a sua vista giusti.
Se siete arrivati
a leggere fin qua, mi chiedo il perché non lasciare una piccola recensione,
anche una sola riga, tanto per dire che ne pensate della storia…
Spero sinceramente di vedere qualche nuovo
lettore ^.^…
Ringrazio
Emily Doyle: mi dispiace tantissimo che tu
per un po’ non recensirai più ma tanto,
tra un po’ ( qualche giorno) partirò anche io e resterò via per tutta l’estate
senza il mio pc * me piange
e si dispera*…quindi al tuo ritorno non troverai valanghe e valanghe di
capitoli da legger ^^
_Mary: sì, anche Lily sta ricominciando a
ricordare… come dice la pubblicità della Trony (era
quella?Non ricordo più -.-“) l’ottimismo è il profumo della vita!! Ora, bando
ai motti vecchi di trent’anni… Credo proprio che Mary
si sia sentita persa… dopotutto Lily era come la
sorella gemella che non ha mai avuto quindi è come se l’avessero privata di una parte di
se stessa, di un pezzo di corpo, l’avessero svuotato e le avessero restituito il contenitore vuoto,
senza ricordi e senza niente…
Capitolo 9 *** Ma chi sono? Un mito, ecco chi sono ***
Capitolo 9
Capitolo
9
Ma chi sono? Un mito, ecco chi sono!!
Mary
era sdraiata sul letto a pancia in giù, il volto affondato nel cuscino in una
situazione di dormi-veglia.
Sentiva
qualcuno bussare alla porta ma non riusciva a capire chi fosse.
I
rumori erano ovattati e una voce la chiamava.
-
Maaaaary, Maaaaaary-
-Mchièmm- biascicò
fondendo alla domanda “ chi è” qualche m di troppo.
- Mary
sono io, Ally. Apri!-
-Noooommm…
Ally, è notte fammi dommire-
- Che hai detto scusa? Non capisco-
- Buona
notte anche a te, Ally-
- No,
che hai capito!? Mary apri-
-Entra-
- Non posso è chiuso a chiave-
Mary si
alzò dal letto e si trascinò fino alla porta. Nell’alzarsi lanciò uno sguardo
allo specchio che la rifletteva: si era addormentata con l’uniforme addosso.
- Mmmmm Ally, perché mi vieni a svegliare di notte?- chiese
aprendo la porta alla compagna di casa.
- Mary,
ti senti bene? Sono le dieci di mattina! Ringrazia che è sabato…- iniziò la ragazza entrando nella camera. Lanciò uno sguardo
alle tende del letto della ragazza completamente tirate per far si che nessun raggio di luce la svegliasse.
- Ah…-
fu la risposta di Mary, ancora mezza addormentata.
- Mary,
svegliati!-
- Ally,
vai diritta al sodo, voglio tornare a dormire…-
- Non
puoi!-
- E perché?-
- Lily-
disse solamente.
Mary la
guardò indecisa: la doveva ascoltare oppure poteva tranquillamente tornare a
letto? Bè, la ragazza in questione era Lily…
- Cosa? Ha ricordato come è chiamato
Piton da tutta la scuola?- chiese sarcastica.
-
Come?- chiese Ally: non aveva capito minimamente a che cosa si riferiva Mary.
-
Mocciosus, Ally, Mocciosus!-
- Aaaah giusto, giusto. Comunque,
no. Ha ricordato molto di più.-
Mary la
guardò scettica. Possibile che Lily stesse cominciando a ricordare veramente?
In quei tre giorni, si era completamente arresa alla possibilità dalla non
guarigione dell’amica.
- Cosa?-
- Tutto.
Ricorda tutto o , comunque, quasi completamente-
Mary la
guardò stupita. Ce la stava facendo? Stava ricominciando davvero a ricordare?
In un
secondo mise a fuoco ciò che stava succedendo: Lily stava guarendo e lei, la
sua migliore amica, stava lì in mezzo alla stanza a chiedersi se ciò che diceva
Ally fosse realtà oppure illusione.
Guardò
di sfuggita Ally- Senti, io vado- disse e lasciò la
camera correndo.
Iniziò
a percorrere le scale che portavano alla Sala Comune a salti: mai come quel
giorno le parevano più lunghe del solito, interminabili.
Sbucò
in Sala Comune :che in quel momento era “popolata”
solo dai Malandrini. James era immerso in un triste monologo concentrato sul
suo dilemma.
- Che faccio? Che cavolo devo fare? La lascio perdere? La lascio vivere
in pace senza assillarla?-
Remus e
Sirius erano visibilmente scocciati- Senti, James,
come dirtelo? Ah, giusto, qui gli unici poveracci che sono assillati siamo noi- disse
Sirius sbuffando.
- Sirius, grande amico: anzi che aiutarmi mi dici di non
assillarti… perfetto… bravo…-
-
James, sai come si dice? Vivi e lascia vivere! Tu che vuoi fare? Vuoi stare con
la Evans?- intervenne Remus.
-
Certo, che domande Lunastorta!-
- E allora, Santissima Circe, vai da lei e dille ciò che
provi, fai quello che vuoi! Vuoi stare con lei? Benissimo, l’hai assillata per
anni per il semplice fatto che ti divertivi, ora che ne sei veramente
innamorato assillala per un motivo valido, no?- la sua voce era
risoluta e il suo tono da consulente familiare più che mai.
- Sai Lunastorta, è più facile a dirsi che a farsi…- sospirò
James affranto.
Mary li
osservò qualche minuto poi, ricominciando a correre, uscì
dalla Sala sbucando da dietro il ritratto della Signora Grassa.
Aveva
sentito bene? Potter era davvero innamorato
di Lily?
Cioè, oddio, lei in
fondo in fondo aveva sempre saputo che aPotter piaceva Lily ma, che addirittura l’amasse, era davvero una scoperta. Fantastica, certo, ciò
significava vedere davvero un futuro per quei due testoni che erano.
Lily
avrebbe ceduto, sicuro, era solo questione di tempo…
Si vedeva benissimo che le piaceva Potter, doveva solo confessarlo a se stessa
e di conseguenza, sicuramente, lo avrebbe confessato a lei, Mary, la sua
migliore amica, colei che sapeva tutta la sua vita virgola per virgola.
* * *
-
Lily!- urlò la ragazza entrando in infermeria.
La
stanza era completamente illuminata dal sole di metà settembre e Lily era
poggiata con i gomiti al davanzale della finestra accanto al suo letto.
Era
avvolta nella sua vestaglia rosa pastello e il suo sguardo era perso
nell’azzurro intenso del cielo sgombero da nuvole.
Il suo
capo si voltò di scatto e i suoi occhi verde smeraldo incontrarono quelli color
pece di lei.
-
Mary?- chiese insicura. La riconosceva, era lei,la sua
amica di sempre. L’aveva ricordata poche volte in realtà durante le notti
precedenti ma, vedendola lì davanti a lei, i capelli al vento, le guance rosse
per la corsa, il fiatone rumoroso, un lampo di ricordi le attraversò
dolorosamente la testa.
La
vedeva al primo anno, poi al secondo e al terzo, le
vacanze estive passate insieme in Francia, le passeggiate ad Hogsmead, il
quinto anno e il sesto trascorso tra turbolente storie con ragazzi diversi… era
lei. Non c’era stato bisogno di ricordarla nel sonno, pensò Lily mentre i loro
occhi si studiavano a fondo, alla fin fine si conoscevano completamente, era
bastata un’occhiata per ricordare tutto quanto, un’occhiata fugace per
riportare alla memoria ogni minimo particolare.
-
Mary!- disse un’altra volta in modo molto più sicuro e
convinto.
-
Lily?- Mary iniziò a piangere spudoratamente. – Lily, ti ricordi?- chiese, le
lacrime le stavano praticamente innaffiando le guance.
- Sì…-
tirò su col naso: le lacrime di Mary erano contagiose. Si mossero
contemporaneamente l’una verso l’altra, iniziarono a correre per raggiungersi e
non si fermarono nemmeno quando si trovarono di fronte.
Si
strinsero in un abbraccio degno della madre di Lily quando la figlia tornava a
giugno da Hogwarts.
Quando si staccarono, la vestaglia di Lily e l’uniforme di
Mary erano bagnate all’altezza della spalla dove le due ragazze avevano
poggiato il viso.
- L-L-Lily- singhiozzò Mary, cercando di asciugarsi gli occhi
che continuavano a riempirsi irrimediabilmente di lacrime- s-s-s-stai
p-pi-piangendo…?- chiese ingenuamente.
- Gr-gr-grande, hai sco-sco-scoperto l’America!- disse ridendo
la rossa, anche lei assalita dai singhiozzi.
- Oh,
Lily, sono così felice che tu mi ricordi… almeno, ti ricordi qualcosa, vero?-
chiese come una bambina. Agli occhi di Lily, quella ragazza sarebbe rimasta sempre la sua migliore amica del primo
anno, quella che già le andava a genio a prima vista e, rivederla a distanza di anni come una bambina, una piccoletta ingenua ed
insicura, la fece sorridere a trentadue denti.
Annuì
incapace di rispondere a voce.
Si
abbracciarono nuovamente e poi insieme si andarono a sedere sul primo letto che
trovarono.
-
Allora… Hai parlato con Ally?- chiese ricordando chi le aveva riferito del ritorno di memoria dell’amica.
- No,
perché?- chiese Lily incuriosita da tale domanda.
- Come
perché? E’ stata lei a dirmi che tu avevi ricominciato a ricordare…-
- Ah…
non so… glie lo avrà detto Potter-
- E ora, che centra Potter?- chiese ricordandosi di botto ciò
che aveva sentito in Sala Comune.
- Ehm…
è stato… con…. Ora, non pensare male… è stato…- Mary
l’interruppe.
- E’
stato con chi?- chiese con un luccichio negli occhi.
- Non
pensare male- iniziò l’amica ma non ebbe il tempo di continuare.
-
E’stato con te?- chiese accompagnando la frase con un urletto euforico,balzando in piedi e parandosi davanti a Lily che ora la
guardava quasi terrorizzata.
- …
solo… solo una notte…-
- Cooooooosa?- l’incredulità di Mary scaturì dalla sua voce.
- …non
pensare male…-
- Lily,
io non penso male! E’STUPENDO!- urlò.
- No,
Mary, è contro le regole-
- Aaaah Lily, chissenefrega delle regole!!!-
- Mary,
non esagerare, mica ti ho detto che pendo dalle labbra di Potter che,
oltretutto, devo ammettere di aver ricordato subito….-
iniziò a penare tra se e se ad alta voce portandosi un dito alla bocca.
- Lo
hai ricordato subito?-la sua
espressione maliziosa la stava mettendo a disagio.
- Bè… cioè… sì… ma non pensare…-
- Male?
Lily, è la centounesima volta che mi dici che non devo pensare male! Tu sei
pazza…pazza…-
- Sì,
hai ragione, sono impazzita: cioè gli ho permesso di
restarmi accanto tutta la notte…- iniziò con tono che però, non raggiungeva
minimamente il suo tono sicuro e stizzito che di solito utilizzava per parlare
di Potter.
- Lily,
non sei mai stata capace a mentire… comunque intendevo
dire che tu sei pazza, sì, ma di lui!-
- Non
dire baggianate…- divertita esaminò il viso sicuro di sé di Mary- sai, a
sentire queste bugie spudorate, ho proprio paura di dimenticare qualcosa…-
iniziò.
- Che fai, Evans, ricatti? E’ la verità-
- No!-
disse indignata Lily- Non potrei mai essere pazza di lui…- era insicura,
incredibilmente insicura di ciò che stava dicendo.
- Sai
cosa penso, Evans?-
- No,
cosa McDonald?-
- Penso
che, perdendo la memoria e riesaminando la tua vita a mente fresca, ti sei accorta che tu sei sempre stata pazza di James che poi,
alla fin fine, non è per niente male!-
- Sai
cosa penso McDonald?-
- No,
cosa Evans?-
- Penso
proprio che tu- ma in quel momento, chissà come, chissà
perché, Lily perse il controllo della sua bocca- abbia ragione!-
concluse.
Mary la
guardò e il suo sguardo era un misto di preoccupazione per la salute mentale
dell’amica che per la prima volta aveva detto che le piaceva Potter, orgoglio
per aver azzeccato l’andamento dei fatti e incredulità per il facilissimo modo
con cui era riuscita ad estorcere la verità a Lily.
- Non
ci creeeeedoooo-soffiò.
-
Brava! Non crederci… stavo farneticando- cercò di rimangiarsi tutto la rossa.
-
Nonnò, bella mia, tu stavi proprio dicendo che sei pazza di James Potter-
- Noooo-
- Sìììì, era questa la tua intenzione! E io l’ho capito
subito, sin dall’inizio, sin dal tempo che fu, sin dal
giorno che sono nata…-
- Ma se nemmeno ci conoscevi?-
- Che centra? Dettagli, inutili dettagli!-
- Mary,
non dirlo a nessuno, non dirlo a Sirius…- si assicurò Lily.
-
Allora non ti rimangi la tua confessione?-
Lily la
guardò confusa. Era impossibile, era incredibile.
Tutti si sarebbero aspettati che lei, Lily Evans, non avrebbe mai ammesso i
suoi sentimenti per Potter e invece, incredibilmente, si era
lasciata involontariamente sfuggire la verità nascosta nel profondo del
suo cuore in modo ridicolo. Non era riuscita nemmeno a raccogliere le idee, a
rielaborare i fatti, a rendersi conto che davvero le piaceva Potter… in qualche
modo aveva detto la verità a Mary senza nemmeno saperla lei stessa, senza
confidarselo personalmente…
- Non
so…- tentò allora.
- Sai
che ti dico? Penso proprio che tu debba parlare un po’ con Potter, da persone normali, si capisce!-
- No,
mai come oggi non ho voglia di vederlo…-
- E perché?-
- Perché… Perché…- Lily si fece seria e il suo volto s’incupì-
Perché ho paura di correre e di lasciarmi andare e oggi… bè sì, oggi mi sono
lasciata andare sin troppo…- confessò.
Proprio in quel momento, la porta
dell’infermeria si spalancò e i capelli corvini di Potter fecero il loro
ingresso trionfale.
-
Evans, McDonald…- salutò.
Lily imprecò sottovoce… Era possibile? Tutte a lei dovevano
capitare? Ora ricordava perfettamente anche l’ultima cosa, l’ultimo pezzo
mancante del suo puzzle della memoria: era decisamente
sfortunata e, sistematicamente, ogni volta che non voleva beccare Potter per i
corridoi, lo trovava intento a cercarla.
- Che
c’è, Potter- chiese Mary, divertita sino
all’inverosimile.
Lily
era tanto tentata di dirgli “ No, Potter, mi stai
causando già troppi problemi cardiaci quando ti vedo, figurarsi quando ti
parlo!”. In effetti, dalla notte in cui lui le aveva tenuto
la mano, il cuore di Lily aveva iniziato a battere all’impazzata anche
semplicemente ricordando il volto del ragazzo.
- Sì…-
disse infine.
- Io lo
sapevo… io sapevo sin dall’inizio che siete fatti
l’uno per l’altra… e l’ho sempre saputo!! Ma chi sono?
Un mito, ecco cosa sono!!- sussurrò Mary all’amica e,
uscendo dall’infermeria, continuò a sottolineare la sua grandezza, riportando le sue idee in una canzoncina di sua
invenzione.
- Sono un mito, sono un mito, sono un mito,
sono un mito, sono un mito…-
Saaaalve… allora alloraallora… Ecco a voi un
altro capitolo.
Questo è l’ultimo che scrivo
prima delle vacanze e, quando ritornerò a fine agosto, mi aspetto tante tante recensioni.
Penso proprio di non lasciarvi alcun
dubbio. La nostra Lily ha finalmente ammesso prima a Mary e poi a sé stessa i
suoi sentimenti per Potter o almeno, fino ad ora, ha ammesso che le piace…
Il nostro James invece ( *ç* tessoooooro *ç*) ha deciso di parlarle ma, pensiamoci bene,
che le dirà?
Potrebbe dirle che la ama, potrebbe dirle
che ha deciso di tornare da lei, potrebbe dirle di amarla troppo per metterla
un’altra volta in pericolo, potrebbe dirle di aver deciso di non ascoltare le
parole del nostro saggissimo Lunastorta… oppure potrebbe semplicemente farle il
resoconto dell’ultima riunione dei prefetti… muhahahaha
vi lascio nel dubbio, navigate con la fantasia e vedreme
se azzeccherete il discorsetto del nostro .bello –simpatico -carismatico Potter…
Bando alle ciance… non credetemi
una povera ragazza cinica, io rendo solo la storia meno piatta e prevedibile U.U
Ringrazio
pikkola_15: sono felice
che ti piaccia l’andamento della storia ^^ hai ragione, Tunia è davvero
cattiva…
_ Mary:Essì, penso proprio che le cose si siano messe decisamente
bene. Se ti devo dire la verità, io provo un certo odio verso Piton… non che mi
abbia fatto qualcosa ma, il semplice fatto che lui
disprezzi James mi porta ad odiarlo. Naturalmente comprendo che sia stato un
uomo coraggioso ma davvero mi irrita pensare che lui
abbia odiato James e abbia amato Lily… So che molti penseranno che è una cosa
normale, anche io ammetto che odiereicolei ( magari la ragazza che odio di più al mondo) chi mi avesse rubato
il ragazzo ma la mia mente si ferma a pensare che Lily era di James e James era
di Lily e non riesco a vedere nessun altro che li possa sostituire….okay, penso
di aver scritto abbastanza… sono felicissima che ti piaccia ^^
BabyNeni: una nuova
lettrice *_* che belloooo .
Allora, sono contentissima che ti piaccia e sono ancora più contenta che tu abbia deciso di lasciare una recensione ^^ Lo so,
Tunia nell’ultimo ricordo è stata tremenda ma, dopotutto, con il ricordo
precedente legato a lei, ho cercato di far capire che la sua reazione è stata
in qualche modo dovuta ad una gelosia presente nel suo cuore da anni e anni e,
il fatto che Lily fosse dotata di magia e lei no, è stata la goccia che ha
fatto traboccare il vaso… spero di trovare altre tue recensioni ^^
James entrò nell’infermeria con
passo cauto. Aveva deciso sotto consiglio di Remus di parlare a Lily
apertamente, non da ragazzino immaturo ma da adulto.
“Non è difficile” pensò “ E’ lì
che sta parlando con Mary. Ora mi avvicino, la guardo negli occhi e le dico
apertamente << Evans, tu mi piaci quindi, detto con sincerità, sto
facendo di tutto per fartelo notare ma praticamente il destino è contro di me.
Ora, vedimi come vuoi, guardami sempre come fossi un bimbetto cretino o uno
sbruffone gonfiato ma io ho deciso di dirtelo. Io…Io…>>
Ma no, è un discorso osceno,
meglio dirle << Evans, detto chiaramente, tu mi piaci da morire. Penso
sinceramente di amarti ma non credo tu mi possa capire perché sei troppo
occupata a vedermi come un pallone gonfiato. Io in‘sti giorni sto cercando con
tutte le mie forze di fare il ragazzo maturo e, detto in tutta sincerità, non
per fare il ragazzo immodesto ma credo di starci riuscendo. Ora, tu non vuoi
aprire gli occhi? Perfetto, ma io mi sto facendo in quattro per fartelo capire…>>
No, no, è un discorso da vittime!
Meglio una cosa tipo <<
evans, io ti amo. Credo proprio che tu sia la ragazza perfetta quindi, se non
ti dispiace, cerca di vedermi sotto un’altra luce, diversa possibilmente da
quella con cui mi hai visto sin ora, ti va?>> No, ora sembro proprio uno
sbruffone”
- Poootter? Che fai, dormi?- Lily
lo stava guardando esasperata. – Che vuoi?-
“ Figura di cacca… Le ho detto di
parlarle e ora sono minuti che le sto qua davanti intento a guardarla da pesce.
Okay, respira e inspira! Ce la farai! Sì! Un attimo… come mai Mary diceva di
essere un mito?”
Ancora immerso nei pensieri più
svariati, James farfugliò – Eeeehm, eeehm, pe-pe-perché Mary stava cantando
quella… c-cosa?-
“ Oddio, sono un imbecille.
Perfetto, Lily mi sta guardando come se fossi matto! Stupendo! Fantastico mi
metto anche a balbettare…”
Lily lo
guardò stranita. “ Potter sta decisamente male! Non l’ho mai visto balbettare
neanche quando s’inventava le scuse per non aver fatto i compiti a quanto
ricordo!” Chiuse gli occhi a fessura intenta a scavare nei ricordi freschi e
nitidi recuperati da poco poi, arresasi all’evidenza che James stava realmente
balbettando per la prima volta, replicò.
-
Perché… abbiamo fatto una partita di… scacchi, sì, e lei ha vinto-
“ Che
bugiarda, speriamo che ci creda” pensò ricordando le parole di Mary: Lily, non sei mai stata capace a mentire.
- Ah… e
dove è la scacchiera?- chiese poco convinto.
- E’…è…
è di Mary e… se l’è portata via lei prima- mentì cercando di far avvicinare il
suo tono a uno almeno leggermente convincente.
- Ma se
ne è andata ora e… non aveva la scacchiera- notò il moro.
“ Ecco,
brava Lily! Complimenti, sei un genio” pensò immediatamente la rossa.
- Nooo,
sai com’è, abbiamo giocato prima e poi lei l’ha riportata in dormitorio… ed è
tornata. Vince raramente e quindi… voleva sottolinearlo- cercò di convincere
invano il ragazzo annuendo ma lui, col passare dei minuti, continuava a
guardarla sempre meno convinto.
- Ma se
è passata solo mezzora fa in Sala Comune e non è più tornata…?- fece notare il
ragazzo.
Lily lo
guardò boccheggiando.
“ Ora
che cavolo dico?”
- Vabbè
Potter, non badiamo a questi dettagli insignificanti! Piuttosto, non mi dovevi
parlare?- chiese cercando di cambiare discorso.
- Ah,
sì, giusto. Allora…- si passò una mano sotto gli occhiali cercando di mettere
ben a fuoco il discorso migliore e scegliendo le parole più adeguate.- Ascolta,
io… devo proprio… dirti…- ma fu interrotto dalla porta dell’infermeria che si
aprì di scatto.
I
capelli unticci di Piton spuntarono da dietro l’entrata dell’infermeria.
- Lily-
disse entrando nella stanza.
Appena
i suoi occhi misero a fuoco l’immagine che gli si parava davanti il volto gli
s’incupì: Lily era seduta su un letto e guardava diritto negli occhi potter che
si trovava davanti a lei in piedi e che si contorceva le mani in preda ad un
discorso che pareva davvero importante.
-
Scusate, ho interrotto qualcosa?- chiese in un tono che non si avvicinava
minimamente ad un tono cortese.
- Sì-
disse James fulminandolo: si stava dilettando in un discorso di enorme
importanza, insomma.
- Credo
di sì…- ammise Lily che, osservando il comportamento di qualche secondo prima
di James, aveva dedotto fosse una cosa decisamente urgente da dire.
- Me ne
vado- disse allora Piton voltandosi.
- No-
la voce di Lily si fece sentire forte e chiara.
-
Come?- chiese indignato James.
-
Come?- chiese Piton girandosi.
- Se
è…una cosa veloce, dilla-quasi sussurrò
Lily: le dispiaceva interrompere James ma in quel momento, forse in nome della
loro vecchia amicizia, aveva deciso di dare la priorità a Severus.
Il
ragazzo, dal canto suo, guardò James soddisfatto mostrando poi un’ espressione
di sfida che si poteva interprestare come << Visto? Fa parlare prima
me!>>
- No,
Lily, non è per niente corta-
Lily
guardò Piton poi, il suo sguardo si posò su James che la guardava quasi
supplichevole.
Aveva
detto a Mary che le piaceva, aveva ammesso di non trovarlo male, aveva
confessato a se stessa in qualche modo di volerlo, di desiderare la sua presenza
indispensabile. Ora, guardandolo, si rese conto che lui non le piaceva, non era
la stessa sensazione che provava quando diceva <> a Prince, a McKennet
o agli altri suoi ex ragazzi, no.
La
sensazione che provò in quel momento fu del tutto nuova e sconosciuta. Una
sottospecie di angoscia le risalì dalla pancia fino ad arrivare al cuore. Ebbe
per un secondo il fugace istinto di avventarsi contro Piton e urlargli “ Se te
ne vai non mi dispiace, io e James stavamo parlando, è lui la mia priorità”. Poi,
tornando se stessa, decise di tenersi ben salda al letto e non aprire bocca. I
suoi occhi incrociarono quelli di James, il suo volto si specchiò in quelle due
nocciole intense e, per la prima volta, Lily si rese conto che i suoi capelli e
i suoi occhi si abbinavano benissimo con il colore degli occhi del ragazzo e la
sua immagine era perfetta riflessa in quelle nocciole che le facevano da
sfondo.
Sussultò
un attimo. Perché le succedeva? Perché non riusciva a staccare lo sguardo da
quello del moro? Perché, da quando quella notte si era svegliata con le dita
intrecciate con quelle del ragazzo non faceva altro che pensarlo? Perché aveva
ammesso che le piaceva? Non lo aveva fatto neanche con i suoi fidanzati
precedenti, aveva detto che le piacevano, sì, ma non aveva mai ammesso prima
delle loro dichiarazioni i propri sentimenti verso di loro…
Perché
ogni volta che la figura di James le riempiva la visuale provava la bellissima
sensazione di tornare a galla dopo un’immersione? Quando era piccola, in
piscina saltava sempre dal trampolino tuffandosi di testa in acqua e ogni volta
che tentava di risalire a galla le piaceva sentire quella sensazione di
oppressione che scompariva appena il suo viso veniva a contatto con l’ossigeno.
Amava respirare a pieni polmoni quell’aria che le era tanto mancata sott’acqua.
Ecco, ogni volta che vedeva quei capelli corvini perennemente spettinati, quel
ghigno malandrino tanto conosciuto, ogni volta che sentiva la sua risata
sonora, ogni volta che udiva le sue battute, la stessa sensazione l’avvolgeva
di botto, senza preavviso.
Aveva
tentato sino a quel momento di non accorgersene, di far passare inosservata
quella reazione ma, ora che ci pensava, era sempre stata una sottospecie di
sollievo la presenza del ragazzo nella sua routine quotidiana: lui era come il
suo ossigeno.
-
Severus io… stavo facendo un discorso importante con James…- iniziò
tentennante.
- Anche
il mio è un discorso importante-
James
osservò la scena. Gli dava fastidio, gli dava terribilmente fastidio che Piton si
fosse intromesso con tanta prepotenza nel suo
momento. Non sarebbe rimasto lì a farsi pigliare per i fondelli, non
sarebbe rimasto lì a sentire Lily dirgli << James, senti… torna più
tardi>>. Non sarebbe rimasto lì a farsi umiliare davanti a Mocciosus.
- Me ne
vado io. Non credo che il mio discorso
sia poi tanto importante o, quantomeno, più importante del suo- disse furente.
Lily si
alzò in piedi – No, resta!- urlò, ma James aveva già aperto la porta
sbattendosela alle spalle ed era già corso fuori, la rabbia che gli corrodeva
ogni singola cellula del suo corpo, la voglia matta di evadere da quel mondo
ingiusto.
Severus
si rivolse a Lily con un ghigno visibile che gli arricciava le labbra.
-
Istintivo il ragazzo, eh?- disse canzonandolo. Lily si voltò e lo guardò con
odio. Si sarebbe volentieri avventata al suo collo e lo avrebbe strozzato poi
decise bene di trattenersi.
- No,
solo un po’ incazzato. Ha le sue buone ragioni, no?- la sua voce era gelida.
Ora che ricordava tutto più nitidamente, non si sarebbe mai immaginata di
rivolgersi con tanto odio verso quel ragazzo che un tempo era il suo miglior
amico.
Piton
la guardò intensamente. I suoi occhi sprizzavano odio, se avessero potuto, lo
avrebbero incenerito in un solo secondo.
Per un
momento si ricordò quando quello sguardo era rivolto verso Potter, quando
quelle parole taglienti erano rivolte verso quel ragazzo che se ne era appena
andatache l’aveva lasciata lì,
spiazzata e decisamente furente.
- Ti
sei addolcita Lily?- chiese con un soffio di voce.
Lily lo
osservò e capì che quella frase non era una presa in giro, non era un modo per
metterla in ridicolo come aveva appena fatto con James, quella domanda era
proprio rivoltale al fine di ricevere una risposta seria.
- Che
intendi, Severus?-
- Intendo
quello che ti ho chiesto, ti sei addolcita? Da quando in qua ti importa se
Potter è arrabbiato o meno? Da quando in qua gli dai il permesso di restarti
vicino?- chiese e, in qualche modo, Lily capì che gli costava molto fare tale
domanda.
- Io…
n-non mi sono affatto addolcita! Sono sempre io… ho… solo… rivalutato certe persone- ribattè cercando di non
dare a vedere i propri sentimenti.
- E da
quando si rivaluta Potter?-
- Da
quando la gente cambia, Severus, e ho la netta sensazione che chi vuole riesce
a cambiare molto velocemente-
-
Potter non è cambiato. Potter è cambiato nella tua mente solo perché quella
stupida della McDonald ti ha messo strane idee in testa- disse Piton, la rabbia
che gli corrucciava la fronte.
Lily
divenne paonazza dalla collera- prova a dire un’altra volta una cosa simile di
Mary e giuro, quant’è vero Iddio, che ti pentirai di essere venuto qui- sibilò
a denti stretti.
- E’ la
verità, Lily. Svegliati, non essere così buona con la gente! Non capisci?
Potter ti sta raggirando, sta cercando di averti per poi andare in giro a
sbandierare ai quattro venti che voi vi siete baciati e che lui ottiene sempre
ciò che vuole-
Il
silenzio calò per un istante tra i due ragazzi poi, prima che Lily rispondesse,
Piton riprese.
- Non
era questo che pensavi due anni fa? Non era questo che mi dicevi quando ci
sedevamo sotto l’albero nel parco? Non era questo di cui ti lamentavi tutte le
sere quando insieme facevamo i giri di ispezione?-
- No!
Eri troppo occupato a pensare a quelle poche volte che nominavo Potter per
ascoltare tutte le altre cose che ti dicevo! Io ti dicevo che tu…-
-
Perché mi rivolgi sguardi disgustati quando ci troviamo per i corridoi? Perché
hai rifiutato le mie scuse al quinto anno?- la interruppe lui. Era stanco di
sentirsi sbattere in faccia che Potter era cambiato, voleva andare diritto al
sodo, al motivo per cui lui era entrato in quell’infermeria.
-
Perché? Perché? Se fossi stato più attento ad ascoltarmi invece che a
lamentarti di Potter forse saresti arrivato alla conclusione che tu stai troppo
a contatto con la Magia Oscura… Ti avevo avvertito, ti avevo detto che stavi
andando oltre il limite! E ora tu che fai? Vieni qui a dirmi << Perché
non siamo più amici?>> bè, ti dovresti rispondere da solo!- disse scatenando
tutta la rabbia repressa per anni.
Piton
restò lì a guardarla.
- Io ti
ho chiesto scusa, perché non le hai accettate?-
-
Perché delle tue scuse non me ne farei niente! A me non importa più di tanto
che tu mi abbia chiamata Mezzosangue, ciò che mi preoccupava e che ancora mi
preoccupa è la strada che stai prendendo!-
- Potter invece è un agnellino buono, dolce e
caro?- chiese con rabbia: le parole della ragazza lo avevano colpito come
coltelli.
- ECCO!
ECCO CHE RITORNI CON LA STORIA DI POTTER! SEI UN BAMBINO, LO SAI?- urlò. – Non
fai altro che pensare a Potter… Perché? Perché lo fai?- chiese, le lacrime che
le rigavano il viso.
-
Perché lui ti sta portando via!- confessò amaramente il ragazzo.
-
Come?-
- Lui
ti sta portando via… a me! Lo ha fatto dal primo giorno che siamo entrati in
questa scuola. Tu parlavi sempre di lui, ti lamentavi, dicevi di non
sopportarlo ma, alla fin fine, tu avevi solo lui in bocca! Era lui il tuo
argomento principale, è di lui che non facevi altro che parlare, non di me. E’
di lui che tuttora parli, è lui il tuo assillo. E’ di lui che ti sei sempre
preoccupata: nel bene o nel male tu avevi sulla lingua solo il suo nome! Sì, è vero, continuavi a dire che lo odiavi, ma
non te lo toglievi mai dalla testa… e alla fine ti ha allontanata-
Lily lo
guardò. Aveva ragione. Lei sin dal primo giorno, non aveva fatto altro che
parlare di lui, aveva sempre avuto in mente solamente
lui. Si passò stancamente una mano sugli occhi.
- Lo
ami?- la voce di Piton era ridotta ad un sussurro.
Lily
alzò la testa incrociando lo sguardo quasi spaventato del ragazzo.
- Lo
ami?- chiese ancora.
-
Severus… sono stanca, ho bisogno di dormire. Quando uscirò, se sarà il caso ne
riparleremo- disse andando al suo letto e stendendosi sopra.
- Lo
ami- questa volta non era una domanda ma un’affermazione.
- Ti
prego, lasciami dormire- disse realmente stremata.
Il
ragazzo le lanciò un’occhiata addolorata. Vide gli occhi di lei non guardarlo
più, vide quegli smeraldi volare con la fantasia e incontrare altri occhi, di
un colore diverso dal suo, occhi che non sarebbero mai stati del colore dei
suoi. Vide, con tutto il dolore che aveva in corpo, il suo sguardo illuminarsi
e capì in quel momento che lei non sarebbe mai stata sua,che lei non lo era mai stata. Lei era come
una farfalla e, quella farfalla aveva scelto già il suo fiore prediletto e lui,
ormai ne era certo, non era quel fiore.
Lui era
stato il vento che l’aveva accompagnata durante quegli anni, era stato il vento
che l’aveva aiutata a volare, era stato il vento che l’aveva accolta nel mondo
ma, prima o poi il vento passa e lascia il posto a una calda giornata. Lui
sarebbe stato per sempre il vento di quella ragazza ma, per quanto il vento
fosse importante, lei aveva preferito il fiore illuminato dal sole che il
viaggio accompagnato dal vento e, forse, in fondo in fondo sapeva che il vento
non era fatto per una farfalla come quella.
Uscì
dall’infermeria deciso a non ritornarvi più, deciso a non tentare più quella
farfalla con i suoi spifferi perché tanto, la farfalla aveva sempre preferito
le giornate soleggiate.
* * *
Lily si
voltò di nuovo nel letto.
Era
stata dimessa quel giorno dall’infermeria e, con suo grande disappunto, Mary
era crollata subito a dormire dicendo di essere ‘stanca morta ’.
Nella
sua mente continuavano a tornarle vive le parole di James. Non riusciva a darsi
pace per come il ragazzo se n’era andato.
L’immagine
dei suoi occhi fiammeggianti d’ira continuava a perseguitarla e, il fatto che
il ragazzo non fosse più tornato a trovarla le incuteva un senso di angoscia e
di terrore mai provati prima.
“ E se
ha deciso di lasciarti perdere?” disse una vocina nella sua mente e la frase
iniziò a rimbombarle prepotentemente assumendo una voce incredibilmente simile
a Petunia.
- No-
si rispose ad alta voce- non può-
-
Cofa?- chiese Mary
- Torna
a dormire…-
- Vai
da lui, corri da lui…- biascicò ancora nel sonno Mary.
- Eh?-
chiese Lily non capendo che centrasse.
- Non
puoi farti scappare quella cosa, santo cielo, no!- continuò imperterrita nel
sonno la ragazza.
Lily
sorrise per poi rigirarsi dall’altra parte per tentare di prendere sonno.
Appena
chiuse gli occhi la voce di Mary continuò a riempire il silenzio.
- Vai
da lui, fallo ora!-
Lily
aprì gli occhi. Ragionò un attimo. Le femmine avevano il permesso di salire…
erano i maschi che non potevano visitare i loro dormitori. Si mise a sedere sul
letto e poi, con uno scatto delle gambe si portò in piedi.
Inforcò
le pantofole e si specchiò: se lo faceva, non poteva presentarsi da befana, no?
Aprì la
porta della sua camera e iniziò a scendere i primi scalini che portavano alla
Sala Comune. Dopo qualche minuto, si rese cono che era ancora piantata al terzo
scalino.- Hai paura, Lily?- si chiese da sola.
- Da
morire- si rispose sempre da sola.
- Vai
lo stesso, lo devi fare- si disse in fine dopo un bel respirone.
Arrivata
in Sala Comune imboccò le scale che portavano al dormitorio maschile.
Arrivata
davanti alla prima porta del dormitorio lesse i nomi.
- No,
non sono questi…-
Passò
in rassegna tutte le altre porte finchè non arrivò all’ultima.
Per
esclusione doveva per forza essere quella la sua camera ma, sopraffatta
dall’improvviso terrore di sbagliare camera, lesse anche lì i nomi infissi
sulla porta.
- Black
Sirius…Okay, sono loro…- disse leggendo il primo nome.
Poggiò
la mano sulla maniglia e, con la paura che le saliva al petto, aprì la porta.
Stavano
tutti dormendo. Guardò l’orologio che aveva al polso: le due e mezza. “ Bè, è
normale che stiano dormendo” pensò gemendo.
Guardò
le quattro figure dei Malandrini muoversi nel sonno poi, facendosi coraggio da
sola, entrò nella camera e si chiuse cautamente la porta alle spalle. Nessuno
dei ragazzi si accorse della sua presenza e tutti, imperterriti più che mai,
continuarono a dormire beatamente.
Si
avvicinò con passi felpati al letto in cui, un ragazzo dai capelli spettinati,
dormiva abbracciato al cuscino.
“Sembra
un bimbo” pensò divertita la ragazza.
Dopo
qualche minuto in cui osservò il suo petto abbassarsi ed alzarsi, decise di
parlare.
-
Potter, credo che io e te dobbiamo parlare!- quasi urlò.
Nel
giro di due secondi successe ciò che lei si aspettava: Peter saltò giù dal
letto pensando ad un attacco di Mangiamorte, Remus saltò su, afferrò la
bacchetta posata sul comodino e disse- lumos -, Sirius aprì gli occhi, mise a
fuoco la figura di lily e disse – Evans, ma che ore sono?- e James, girandosi a
guardarla biascicò- Evans, ma sei frutto della mia immaginazione oppure sei
davvero in camera mia?-
Lily
gli sorrise – No, Potter, sono reale. Ora, alzati e parliamo- disse con calma:
l’agitazione era svanita appena Peter era finito carponi a terra.
James
la guardò incredulo – Scherzi, vero? Sono le due e mezza, stai davvero dicendo
che vuoi parlarmi? Tu non hai altro da fare la notte oltre che entrare nelle
camere degli altri? Sai, noi pensiamo
che la notte si dorma- disse
indicando il resto dei Malandrini.
Lily
continuò a sorridere poi lanciò uno sguardo a James che come pigiama portava
solo un pantalone- Senti, decidi se vestirti o meno però ora noi parliamo- disse sempre con calma
ferrea.
- No,
non mi vesto… tanto non mi pare tu sia scandalizzata- disse portandosi a sedere
e inforcando gli occhiali.
- No,
infatti… andiamo- disse aprendo nuovamente la porta della camera. James la
guardò stralunato e poi, riluttante, la seguì.
-
Evans…Lily, tu sei solita svegliare la gente nel cuore della notte?-
- Solo
per le cose importanti-
- E se
io ti dicessi che magari preferisco dormire? Sai… tu hai fatto la stessa cosa
l’altro ieri in infermeria…-
- No,
io non ho mica detto << James, vattene>> sei tu che te ne sei
andato. Ti ho anche detto di restare…- gli fece notare.
- Sì,
ma non avevi forse intenzione di parlare con Severus- disse sottolineando il nome di Piton.
- E chi
te lo dice?-
- Il
mio intuito-
- E
sentiamo Potter, questo intuito ti dice anche il perché ti ho svegliato?-
- Sì-
- Ah,
sì? E che dice?-
- Che
non avevi voglia di dormire-
- Ooooh
peccato, Potter, ma è sbagliato-
- Ah,
sì? E dove ha sbagliato il mio intuito?-
- Io ti
ho svegliato perché quando te ne sei andato, l’altro giorno, ho dimenticato una
cosa- fece. James notò che si contorceva le mani.
- E
cosa, sentiamo-
- Di
dirti che… tu…-
- Io?-
- No,
cioè.. credo sia di più…-
-
Cosa?-
- Ciò…
che…-
-
Evans, cosa?-
-
Potter, preferisci i fatti di solito?- chiese lei.
-
Dipende… solitamente sì- disse lui non capendo ciò che stesse succedendo.
- Bene,
benissimo-
- Co…?-
ma non finì la frase: Lily si alzò in punta di piedi per portare le sue labbra
alla stessa altezza delle labbra del ragazzo. Il discorso che aveva fatto con
Severus l’aveva aiutata a capire una cosa: lei amava James Potter.
-
Che…?- James guardava incredulo le labbra della ragazza che si avvicinavano
sempre di più alle sue.
Fu un
secondo, poi un minuto, poi interminabili istanti in cui le loro labbra si incontrarono
in un bacio che non si avvicinava minimamente al solito ‘ bacetto casto ’.
Quando
si staccarono, Lily guardò il suo riflesso negli occhi di James poi, battendo
con la mano i suoi pettorali scolpiti, annunciò.
- Non
ti montare la testa, Potter, andava fatto-
- Oooh
sì che andava fatto… anche prima per i miei gusti- rispose lui mostrando un
sorriso decisamente Malandrino.
Sorpresi? Sì, ho deciso di postare
quest’altro capitolo perché mi girava da stamattina in testa e ho pensato “ Al
diavolo le valige”.
Non dico altro… solo che questo capitolo mi
ha portato tante emozioni mentre lo scrivevo quindi spero sinceramente di
trovare tante recensioni.
Non posso ringraziare una per una perché due
esseri chiamati genitori mi stanno intimando di finire di preparare i bagagli.
Grazie comunque a pikkola_15, _Mary, e
cullen isabella per aver recensito.
Buone vacanze a tutti!!!
Baci caramella_rosa_gommosa
P.S. sono in ritardassimo quindi non ho
riletto: passatemi gli errori che troverete ^^
Lo
scalino in quel momento le pareva davvero molto più alto di quanto non lo fosse mai stato prima. La testa era leggera e la vista
leggermente annebbiata.
Si
sentiva libera da un peso che alla fin fine si era innescato nel suo essere
personale da ormai sette anni. In quel momento probabilmente sarebbe stata
capace di abbracciare chiunque, Minus compreso.
- Ah,
Evans, dimenticavo…- La voce di James la richiamò alla realtà costringendola con
la forza ad abbandonare il mondo felice e spensierato in cui stava meditando su
ciò che aveva fatto, su come lo aveva fatto, sul coraggio che aveva trovato per
farlo e su tutti i complimenti che si sarebbe fatta in un successivo momento…
Aveva fatto sì o no l’azione migliore di tutta la sua vita??
- Si?- chiese con la voce tremante per la felicità.
- La
prossima volta che hai intenzione di baciarmi, sono sicuro che andrà bene anche
se lo fai ad un’ora ragionevole. Io lo accetto volentieri, non farti problemi,
non è necessario che tu lo faccia alle due di notte…-
Lily
rimase una frazione di secondo in silenzio. Quella era la prova tangibile che
non aveva sognato tutto: lei aveva davvero
baciato James Potter. Già. Effettivamente nonostante la felicità che
tuttora le aleggiava intorno, il terribile dubbio che avesse sognato tutto
faceva a pugni con l’immagine del volto di James che si avvicinava, delle loro
labbra che si toccavano…
- Contaci, Potter-disse
voltandosi nuovamente verso le scale.
Fece un
respirone, ascoltò i passi di lui che si perdevano vai
via che le scale del dormitorio maschile si allontanavano e guardò con aria di
sfida gli scalini che l’aspettavano. Voleva percorrerli il più veloce
possibile, voleva buttarsi sotto le lenzuola, voleva chiudere gli occhi e
ripercorrere ogni singolo istante, voleva sorridere alla luna e poi, se le
sarebbe venuta la voglia, avrebbe anche trovato il tempo
di dire qualcosina a Mary.
Percorrendole
due a due, si lasciò alle spalle le scale e si diresse verso la sua camera. Con
passo felpato sgattaiolò nella stanza, chiuse la porta alle
sua spalle, e si girò lentamente, molto lentamente, verso il letto di
Mary.
Tutto d’un colpo la luce l’accecò: L’amica era davanti a lei,
sveglia come non l’aveva mai vista prima e munita di bacchetta che al momento
serviva ad accecarla.
- Mary,
Santo Merlino, spegni quella cosa!- disse portandosi una mano agli occhi.
- Dove
sei stata?- chiese Mary senza degnare della minima attenzione Lily che ormai
stava prendendo in considerazione la reale ipotesi di rimanere cieca a vita.
- In Sala Comune-
- Con
chi?-
-
James-
- Perché?-
- Gli
dovevo dire una cosa-
- Cosa?-
- Che…
ehm… Diciamo che gli ho fatto capire che è inutile fingere che non mi piaccia-
- E lui che ha detto?-
- Non glie
l’ho detto proprio così… Sono passata ai fatti-
- E quindi? Che hai fatto? Che ha
fatto lui?- la sua voce suonava impaziente.
- Lui
ha apprezzato il gesto- disse la rossa diventando di
un colore che faceva benissimo pandan con la sua chioma.
- Sì ma
tu che hai fatto?-
- Mary
ma che è? Un terzo grado? Mi sembri mia madre quando tornavo a casa la sera
dopo essere uscita!-
- E con chi uscivi?-
- Con
Ben, con Hanna e con… Oddio, te lo sto pure dicendo! E smettila di accecarmi
con quella cosa-
Mary la
squadrò Lily, Lily squadrò Mary sul cui viso si stava aprendo un sorriso
malizioso.
- Lily
Evans, vi siete baciati?-
Lily
guardò l’amica: la notte si prospettava molto
diversa da come se l’era immaginata pochi minuti prima.
* * *
James
entrò fischiettando nella sua camera.
-
Potter, non fare troppo casino- la voce di Remus da
sotto le coperte arrivò alle orecchie del moro leggermente soffocata.
- Ha
già contribuito la tua lei a rendere
la notte decisamente movimentata e poco silenziosa-
aggiunse Sirius.
- State
zitti voi altri. Non vi rendete neanche conto di quanto stiate
parlando a vanvera!- disse james con un ghigno sulla faccia e gli occhi
luccicanti.
- Ah,
giusto, non lo sai Remus? La sua ragazza è entrata in camera nostra, ci ha svegliati in maniera decisamente poco delicata, chi ha
rubato un abitante della stanza e noi, se glielo facciamo notare, naturalmente
parliamo a vanvera! E’ normale, non dovremmo neanche
stupirci…- disse sarcasticamente Felpato.
- Ho
detto che non dovete parlare a vanvera perché dovreste utilizzare la voce per
chiedermi qualcosa di molto più importante-
- Ah.
Felpato credo che il nostro Ramoso abbia qualcosa da
dirci allora…- disse Remus saltando sul letto.
-
Diciamo che abbiamo fatto un passo avanti…-
-
Avanti quanto?- chiese Peter che era rimasti in
silenzio fino a quel momento.
- Bella
domanda Peter! Bè diciamo abbastanza per… ritenerci soddisfatti e occupati- concluse James e, con un sorriso decisamente soddisfatto si
rimise sotto le coperte.
-
Occupati in che senso?- chiese Sirius.
-
Occupati. Punto. La cosa vi riguarda solo fin qui, il resto non vi interessa-
- Cosa? Quellaci ha svegliati nel pieno della notte per fare dei passi avanti
con te! Abbiamo il diritto di sapere!- si lamentò
Remus.
- In
tutta sincerità, non lo so nemmeno io quanto. Siamo occupati, questo è
l’importante, no?- la sua voce si fece improvvisamente seria –
E credo di avere paura, tanta paura. Ho paura di essermi fatto un film
in testa, un film bello, bellissimo- confessò.
- Vivi
il momento senza dubbi, James. Se mai finirà potresti
pentirtene- Peter lo guardava serio dall’altra parte della stanza.
Il
silenzio calò tra i ragazzi finchè James non ricominciò a parlare, una nota di
divertimento che gli solleticava la voce.
- A
parte che il momento non finirà- iniziò – Peter, quando parli tu ci illumini tutti… Prendete esempio, caproni- disse
rivolgendosi a Lunastorta e Felpato poi, con un movimento veloce, si riparò sotto il letto
già consapevole dei cuscini che lo stavano pericolosamente raggiungendo.
* * *
- Lily,
non ci posso credere. Non ti facevo così… così… trasgressiva- Mary guardava la
rossa con un luccichio divertito negli occhi.
- Mi
stai prendendo in giro?- chiese Lily intenta ad affondare gli ultimi cereali
superstiti nella tazza. Si sentiva diversa dal giorno prima. Era inquieta e
continuava a muovere le gambe sotto il tavolo in preda ad una crisi di panico.
-
Precisamente-
- Sei di aiuto. Grandissimo, stratosferico aiuto-
- Non
ci pensare. Io sono qui per te, lo sai- sussurrò Mary,
per il semplice gusto di stuzzicare l’amica. Alzò la testa ed il volto le si illuminò- E comunque, fossi in te, non mi preoccuperei
del fatto che io ti sto prendendo in
giro, valuterei il fatto che lui si
sta avvicinando, che tu probabilmente
non lo baceresti mai in pubblico e che Sirius
sembra mooolto divertito, cosa alquanto preoccupante- continuò
indicando,col cucchiaio ancora grondante di latte, il gruppo dei Malandrini che
stava facendo la loro solita e plateale irruzione nella Sala Grande.
- Sai,
Mary- iniziò Lily saltando su come una molla – credo che il bonus del coraggio
lo abbia già sfruttato. Sì, credo proprio di si…- lanciò una fugace occhiata ai quattro ragazzi che
continuavano ad avvicinarsi e iniziò a correre nella direzione opposta.
- Lily,
aspetta!- urlò Mary iniziando ad inseguirla. Arrivata a qualche centimetro
dalla rossa l’acchiappò per una manica dell’uniforme – Lo hai
baciato, Lily! Non puoi tirarti indietro ora! E poi,
scusa ma non ti riconosco: prima ammetti che ti piace, che già di per sé è una
cosa sconcertante, poi lo baci e ora mandi al diavolo tutto! Perché?-
Lily
guardò James, il cui sguardo era posato sul suo viso da quando era entrato
nella Sala, poi guardò Mary che stava leggermente scuotendo la testa incapace
di comprenderla. La sensazione di felicità che aveva provato fino a qualche ora prima stava lasciando il posto ad un terribile senso di
paura oppressiva.
-
Perché sono più sconcertata di te.- ammise dopo qualche interminabile secondo -
Non mi riconosco. Non so chi sia
la Lily Evans che ha ammesso che le piace Potter, non so chi sia la Lily Evans
che ha baciato Potter nel bel mezzo della notte, non so chi sia la Lily Evans
che ha paura di guardarlo in faccia probabilmente perché è troppo presa da lui
per riuscire a mantenere la lucidità. Non so chi sia
questa Lily Evans ma, devo ammettere chemi piace. E stanotte, dopo aver fatto ciò che
ho fatto, avevo la sensazione di aver fatto la cosa più bella della mia vita…
Però ho paura. Ho paura che finisca tutto e che prima o poi
sarò costretta a ritornare la vecchia Lily Evans, acida e odiosa. E non so se…- stava gesticolando convulsamente e non si rese
neanche conto che Mary l’aveva stretta in un abbraccio mortale.
- Ci
sono io, non preoccuparti. Non finirà tutto, te lo prometto-
disse l’amica in un filo di voce poi,
con le lacrime agli occhi, si voltò di scatto e ricominciò la corsa verso la
Sala Comune.
Il
rumore della porta chiusa alle spalle riecheggiò nella stanza vuota. Cercò tra la pila di libri sul comodino quello dell’ora successiva
e, con una certa difficoltà, lo ficcò nella borsa. Si guardò intorno un istante poi, quasi rassegnata, si abbandonò sul
letto.
Mancavano
ancora dieci minuti all’inizio dell’ora di Pozioni e, contando che lei sarebbe
dovuta arrivare prima, avrebbe aspettato qualche
minuto per poi avviarsi.
Mentre
dopo qualche minuto percorreva le scale del dormitorio femminile, si ricordò di
botto che quella sera alle sette ci sarebbe stata la prima e vera riunione dei
prefetti e dei caposcuola. Si passò una mano tra i
capelli: come avrebbe fatto? Era inevitabile che sarebbe stata a stretto
contatto con lui. Non che la cosa le dispiacesse più di tanto ma, alla fin
fine, non sapeva mica cosa sarebbe passato per la testa del ragazzo… E se
l’avesse baciata davanti a tutti? Bè, ripensandoci, la cosa non le dispiaceva
affatto.
-
Certo, se lo bacio io poi faccio la figura di quella facile. Non posso mica
essere sempre io a prendere l’iniziativa…-
- Penso
che tu abbia proprio ragione- Lily si bloccò di colpo.
No. Il sangue rallentò per qualche istante il flusso… NO! Si girò lentamente
verso una poltrona e, col terrore che le rendeva la pelle bianca come se fosse
lavata con l’omino bianco, intravide i capelli corvini e spettinati di Potter.
- Sai. Lily, credo che tu sia leggermente lunatica: prima mi baci, poi mi
eviti in preda ad una crisi di pianto e poi pensi tra te e te che debba essere
io a baciarti. Sì, sei decisamente lunatica-
continuò divertito.
- E’ la tua presenza, James- Silenzio- almeno, credo sia la tua
presenza-
-
Pensavo fosse per quello che hai detto in Sala Grande. Perché hai paura che finisca tutto, hai paura di ritornare quella
di prima- disse alzandosi dalla poltrona e guardandola negli occhi. Lily si
sentì di colpo più tranquilla e serena.
- Credo
che anche quello sia dovuto alla tua presenza...-
disse in un soffio poi, ripensandoci continuò- Ma che fai, origli?-
- No,
si sentiva benissimo senza che qualcuno origliasse- disse trattenendo un
ghigno. La rossa boccheggiò- Co…Cosa? Lo hanno sentito tu-tutti?-
- No,
non preoccuparti. Solo i Grifondoro e qualcuno dal buon udito dei Tassorosso-
-
Allora sono tranquilla- disse sarcastica.
-
Guarda il lato positivo, era una sottospecie di
dichiarazione- disse. Lily lo guardò attentamente: era felice, se non fosse
stato sotto il suo sguardo probabilmente si sarebbe messo a saltare come un
bambino.
- Per
quel che mi ricordo e che so, devono essere i maschi a
dichiararsi- disse poi.
- Io,
per quel che mi ricordo, lo faccio dal quinto anno-
- No,
tu, per quel che mi ricordo, dal quinto anno fai il
cretino- Continuò a guardarlo… si stava avvicinando pericolosamente.
- Era un mio modo per dichiararmi- si fermò un attimo- almeno,
credo-
- Bel
modo- disse lei sarcastica. La borsa le stava scivolando di
mano, lui eratroppo vicino.
- Ha
parlato quella che sveglia la gente alle due di mattina-
-
Dettagli- disse in un soffio. Le loro bocche erano a
pochi centimetri di distanza – Dovrei andare… cinque minuti
prima- provò a dire allontanandosi senza successo.
- Mi è
sembrato di sentire che questa volta dovrei essere io a baciarti- la sua mano iniziò a giocare con una sua ciocca di capelli.
- Che
ci fai qui?- chiese lei, lo sguardo in trance.
- Ti ho
seguita-
-
Capisco-
Il
silenzio calò completamente mentre lui le passava la mano dietro il capo.
-
Posso…?-
- Cosa?- era completamente partita per la tangenziale.
-
Baciarti- Le soffiò. Sapeva di buono… non sarebbe
stato male…
- Se ci tieni…-
Lui le si avvicinò ancora più lentamente nonostante la distanza
fosse pochi millimetri. Le loro labbra si toccarono e poi… bè poi fu tutto un
vortice di emozioni.
-
Cristo, scusate!- I due si staccarono subito voltandosi. Sirius li guardava con
faccia disgustata e allo stesso tempo divertita- Io non… non..
credevo… volevo… Scappo- concluse infine uscendo dal buco del ritratto. Lily ne approfittò per vedere l’orologio.
- E’
tardissimo! Devo scappare- disse iniziando a correre.
Lui la inseguì.
- Vengo
con te-
- Okay-
- Okay-
* * *
- Sedetevi- disse Lily. La riunione era appena iniziata -In
questi giorni sono stata assente perciò questa è la
mia seconda riunione- si bloccò un attimo. James aveva saltato la prima
riunione che si era tenuta il secondo giorno di scuola.- Per lui invece- e
indicò James con il dito indice – è la prima. Penso vi
conosciate quindi non c’è bisogno di presentazioni. Ora, iniziamo: sono sorti
dei problemi in mia…nostra… assenza?-
Una ragazzina minuto
di Corvonero alzò la mano- Alcuni ragazzi di Serpeverde e Corvonero hanno avuto
da ridire durante una lezione di Pozioni. Accusavano i Serpeverde di prendere
alla leggera la lezione perché il professore è
Lumacorno- Calò il silenzio e James accennò un risolino che non passò
inosservato ai prefetti di Serpeverde.
- Che ti ridi, Potter?- chiese Mulciber con espressione quasi
disgustata.
-
Niente, stavo ridendo?- James sfoderò un’espressione decisamente
falsa.
- Non è
colpa nostra se sei così scemo da non rendertene conto- sibilò
Piton.
-
Prego?- James si era fatto tutto d’un tratto serio.
-
Nulla, non accelerare il movimento del tuo unico neurone per capire, sarebbe
troppo faticoso- sorrise beffardo il ragazzo. Lanciò un
occhiata in tralice a Lily poi, con una lentezza assurda, continuò a
guardare James.
- Lascia perdere- sussurrò la rossa all’orecchio del compagno
– Dicevamo…- ma, prima che potesse continuare, mulciber si alzò dalla sedia.
- Siediti- disse Lily spazientita. Chiuse gli occhi e fece un
grosso respiro.
- Non
prendo ordini da una come… te- disse sottolineando con
disgusto l’ultima parola.
- Siediti- ringhiò James. Si alzò e si parò davanti al
Serpeverde.
- Pensi
di darmi ordini perché sei Caposcuola?- lo guardò con disprezzo- Silente ha
ucciso l’ultima particella di materia grigia che aveva nel cervello quando ti
ha nominato tale-
- Non
dire baggianate- scattò su Lily- e ora siediti-
- Io
non assisto a riunioni simili- continuò Mulciber e,
guardando negli occhi la rossa, uscì dalla stanza. Arrivato alla porta fulminò
con lo sguardo tutti e, con un gesto veloce, sputò per terra.
- Credo
che… che… la riunione sarà rimandata- Lily era
sconcertata: non era mai successo. Il respiro le si fece
affannoso, portò una mano alla fronte e si abbandonò alla sedia. Piano piano la
stanza si svuotò finchè l’ultimo rimasto non fu James.
- Non
darci peso- disse furioso stringendo i pugni.
-
Dovrei dirlo io a te- ribattè guardando le sue mani.
- Lily,
fattelo dire, questo è solo l’inizio- ammise lui.
La
rossa sospirò- Lo so, ne sono certa-. La mano di lui si posò delicatamente sulla sua. Le loro dita si intrecciarono simultaneamente.
- Ci
sono io e poi, magari, può essere anche l’inizio di un’altra cosa…- buttò lui
lì, lo sguardo visibilmente speranzoso.
Lily sorrise grata
– Sì- poi, dopo qualche secondo continuò- L’inizio di una cosa importante, importantissima-
Eccomi mondo!!!!!!!
Sono ritornata da pochi giorni ma solo oggi sono riuscita a postare. Spero vi
piaccia davvero e spero che questo periodo di assoluto
silenzio non mi abbia privata delle mie lettrici *___*
In questo capitolo Lily è stata decisamente confusa ma, alla fine, l’inizio di una cosa
importante c’è stato!! Ho tante, tantissime idee per i prossimi capitoli e,
detto chiaramente, non pensate che passerà tutto liscio come l’olio… altrimenti
non c’è gusto XDXD
Non posso ringraziare tutte una per una perché
sono in ritardo, aspetto le vostre recensioni!!
Bacii
Caramella_rosa_gommosa
P.S non ho avuto
tempo di rileggere, passatemi gli errori
- Se arrivo in ritardo per colpa
tua, giuro che te la faccio pagare- Lily aveva sfoderato
un tono minaccioso ma, suo malgrado, il sorriso che aveva stampato in faccia la
tradiva spudoratamente.
- Dai, solo un
altro, ti prego. Giuro che è l’ultimo che ti do- la supplicò
James, gli occhi nocciola lampeggianti.
- Ma non
credo proprio! Sarebbe il caso arrivare a lezione… così??- chiese
scandalizzata indicandosi.
- Che
male c’è? Non è mica proibito farlo… e poi non credo che la cosa ti dispiaccia
più di tanto, o sbaglio?-
- Sbagli clamorosamente, Potter.
Non te ne concedo più neanche uno. Quelli che mi hai dato bastano e avanzano, a
vita- disse, sottolineando le ultime parole.
Era la fine di ottobre,
il sole si faceva sempre più tiepido, il vento fresco si faceva sempre più
presente nella vita degli alunni di Hogwarts e, ormai da giorni, il periodo
estivo aveva abbandonato definitivamente le menti dei ragazzi più spensierati.
- Dai, l’ultimo e basta, giuro.
Non accetto ‘ no ’ come risposta- e, prima che la rossapotesse ribellarsi, James tirò fuori
l’ennesimo pacchetto rettangolare e, con un movimento elegante, lo aprì. Come le precedenti venti volte, dal pacchetto fuoriuscì una bolla
gigante la cui forma erano una L ed una J maiuscole. Arrivate alla solita
altezza di due metri, Lily gemette e, velocemente, si
andò a riparare sotto un rubinetto che, a prima vista, sembrava l’unico posto
capace di proteggerla da…
Come previsto, la bolla delle due
lettere scoppiò silenziosamente e, al suo posto, comparve una cascata d’acqua e
succo di zucca che andò a finire nel punto preciso in cui due secondi prima
stava la ragazza.
- Ci ho messo due settimane a
prepararla. E’ fantastica, trovi?- chiese il moro
gonfiando il petto d’orgoglio. Grazie all’aiuto di
Lunastorta, era riuscito a creare quella sottospecie di regalo per Lily e, come
aveva appena detto, aveva impiegato ben due settimane per realizzarlo.
- Sai, James, non credo di
riuscire a ripulirmi da tutta questa poltiglia nel giro di…- lanciò un’occhiata
all’orologio che aveva al polso- nel giro di tre minuti. Sì, credo che salterò la lezione- affermò.
- Ne sei sicura?- chiese lui.
Sembrava sinceramente dispiaciuto di averle fatto
perdere la lezione.
- Sì, certo. E poi, detto con
sincerità, avevo comunque intenzione di saltare
Artimanzia perché oggi è soltanto un ripasso generale del programma dell’anno
scorso e io, approssimativamente, lo ricordo. Pensavo di ripassare per il test di Incantesimi di domani ma, vista la mia situazione, credo
sia il caso di darmi una ripulita- e, così dicendo, distese le gambe: si stava
proprio comodi sotto il lavandino…
- Ah. Scusa. Credevo
ti sarebbe piaciuta la sorpresa. La prossima volta prometto che, se ci
sarà qualche nuova sorpresina, te la mostrerò una sola volta- sembrava davvero dispiaciuto. Dopotutto, voleva renderla
felice ed invece era solo riuscito ad allungarle i tempi di ripasso. Lei lo guardò.
Sembrava che ci fosse rimasto un po’ male e, visto da quella prospettiva, era
davvero tenero.
- Fa niente. Non credo davvero
che avrei passato tutta la giornata a ripassare
Incantesimi- il silenzio calò nel bagno femminile del terzo piano, quello meno
affollato in assoluto.
Poi, con estrema lentezza, Lily
si parò davanti al ragazzo: voleva ringraziarlo in modo speciale per quel
regalo così insolito, voleva dirgli che le era davvero piaciuto anche se, in quel momento, cercava di non darlo
troppo a vedere.
- Sai, Potter, ho notato che non
sei più il solito sbruffone di una volta- lui la guardò confuso- Non lanci più
incantesimi a destra e a manca, non te la prendi con chiunque solo per attirare
la mia attenzione, non attacchi briga con… gli altri – si trattenne dal dire
con i Serpeverde, quella sarebbe stata una verità un po’ gonfiata: era vero, se
ne stava alla larga dai soliti battibecchi dei
Grifondoro e dei Serpeverde ma, appena poteva, esprimeva la sua opinione – hai messo da parte la tua mania di
protagonismo e la tua solita faccia da schiaffi… Bè, quella solo alle volte-
James continuava a guardarla confuso: dove voleva arrivare?
- E poi, ultimo ma non meno
importante, mi hai fatto uno dei regali più belli e, ammettiamolo, più strani che io abbia mai ricevuto- lo guardò intensamente. Le due
nocciole che ricambiavano lo sguardo erano probabilmente
la cosa più bella che avesse visto sino a
quel momento – Ora, detto questo, penso che tu ti meriti un premio, no?- chiese,
il sorriso divertito e leggermente malizioso che le risaltava il verde smeraldo
degli occhi.
- Sì, lo penso anch’io- riuscì a dire il ragazzo prima che, nel giro di pochi
secondi, le sue labbra non furono sigillate dalle labbra rosee della ragazza.
Quando i due si staccarono, si
guardarono per un infinità di secondi negli occhi
finchè, senza distogliere lo sguardo, James disse – Non credi che io abbia
fatto qualche altra bella azione durante i miei diciassette anni di vita?-
- Perché
me lo chiedi, scusa?- Ma, alla fin fine, Lily sapeva dove voleva andare a
parare.
- Perché
un altro bacio così non mi dispiacerebbe minimamente. Credo che lo accetterei
molto volentieri-
Lily rise, se l’ aspettava una
risposta simile ma, sentirla dire con la stessa intonazione sincera e quasi
angelica che aveva utilizzato James era decisamente
divertente.
- Sei bellissima quando ridi,
sai?- disse lui, d’un tratto serio.
Lei distolse lo
sguardo leggermente imbarazzata: stavano insieme da tre settimane ma,
quando lui le diceva quelle cose adottando quell’espressione seria e allo
stesso tempo dolce riservata a pochi, la sua schiena era sempre percorsa da un
brivido.
Il moro ridacchiò per qualche
secondo – Non scherzo, è la verità- poi rifletté un attimo – Bè, detto in tutta
sincerità, tu sei sempre bellissima-
- Non dovresti stare con me solo
perché mi trovi bellissima- gli fece notare lei.
- No, certo che no. Io sto con te perchè sei una delle persone migliori che abbia
mai conosciuto- Lei lo guardò negli occhi: in un angolino della sua testa, non
riusciva a capacitarsi che quel ragazzo fino a qualche anno prima gonfio di
presunzione, fosse così cambiato in parte, lo sapeva bene perché glielo avevano
detto sia Sirius che Mary, per lei.
Quelle paure, inizialmente,
potevano essere interpretate come insicurezza ma lei sapeva bene, benissimo che
in realtà erano dovute ad un’atra cosa: lei lo amava, lo amava per quei suoi occhi, lo
amava per quel suo carattere così imprevedibile, lo amava per quel suo sorriso
capace di farla sciogliere come nessun altro si era mai sciolto, lo amava per
quei suoi capelli non più tanto spettinati ma abbastanza da indurla nella
tentazione di toccarli, lo amava per le cose che le diceva, lo amava perché era
riuscita a farla innamorare nel giro di poco tempo, lo amava perché senza dire
niente a nessuno era entrato nel suo cuore e vi si era stravaccato occupando il
posto d’onore… Lo amava perché era lui.
Non aveva mai pensato di
dirglielo, forse perché non era sicura che lui l’amasse quanto l’amava lei, forse
perché pensava che dovesse essere lui a dirlo per primo…
- Che
pensi?- chiese lui, sinceramente curioso.
- Niente… - ma, il tono evasivo
la tradì.
- Dai, a me
puoi dirlo… Oppure no?-
- No, non credo di potertelo
dire-
- Come scusa?- nella sua mente,
il terribile dubbio che lei gli nascondesse qualcosa si stava facendo largo
prepotentemente.
- Non penso che… sia una cosa intelligente-
“Certo che non lo è, Lily” pensò
istantaneamente “ Non è intelligente dire cose che non si sa
se l’altra persona ricambia!”
- Certo che è intelligente, tu
che ne sai? Dimmelo, poi vediamo se è una cosa scema oppure no-
- No, non è il caso. E’ solo una cavolata, una stupidissima cavolata- lo disse
più a se stessa che al ragazzo.
- Lily, giuro che se non me lo
dici, penserò che la cosa centri con me-
- E’ questo il punto, centra con
te- James rifletté un attimo: se la cosa centrava con
lui, e lei si ostinava a dire che era una cosa scema, alla fin fine conoscendola
non doveva essere una cosa proprio orribile, no?
- Bè, se centra con me, devo
saperlo! Lo voglio sapere! Ora!- sembrava un bambino che voleva la sua
caramella e non intendeva ricevere una risposta negativa.
- Effettivamente è un tuo
diritto, però…- il silenzio calò un’altra volta tra i due -… però è anche un mio
diritto tenermelo per me- concluse.
- No, no tu hai solo il dovere di dirmelo-
Lily lo guardò per l’ennesima
volta. Voleva dirglielo, voleva fargli sapere ciò che provava. Che importava se tecnicamente doveva essere il maschio a
dichiararsi così apertamente? Doveva pur esserci un
eccezione che confermava la regola, no? Bene, quell’eccezione sarebbe
stata lei.
- James…-
- Sì?-
“Coraggio, Lily, coraggio. Puoi farcela, devi farcela. Lui deve
saperlo, è un suo diritto!”
- …Io…-
- Tu?-
“ Posso farcela, sono Lily Evans,
diamine, Lily Evans non ha paura di parlare apertamente”
- …Ti…-
- Mi?-
- James, non ripetere tutto
quello che dico, mi metti ansia-
- Certo, non ripeterò tutto
quello che dici perché ti metto ansia, hai ragione-
ma, senza accorgersene, lo aveva fatto di nuovo. Era agitato, non sapeva perché
ma aveva la forte sensazione che quella sarebbe stata una cosa davvero importante.
Lily inarcò le sopracciglia.
- Scusa- si scusò lui e,
deglutendo, le fece segno col capo di andare avanti.
- James, io ti amo- Ce l’aveva fatta! Ci era riuscita! Aveva detto ciò che doveva dire e nessuno
ci aveva lasciato le penne. Ora, finalmente, poteva anche morire, che
importanza aveva? Gli aveva detto che lo amava, quella era la cosa essenziale!
James, dal canto suo, era
sbiancato e il sudore era diventato di colpo freddo, gelato. Lei lo amava, lei lo amava.
Non era una cosa scema, no! Sentiva di poter volare anche senza l’aiuto della
scopa, sapeva di poter toccare le stelle con la punta dei capelli, era certo di essere più fortunato di Chris Habber che portava un
quadrifoglio ammuffito nei calzini.Deglutì anche se la saliva gli si era completamente prosciugata in
bocca.
Lily lo scrutò. Era rimasto praticamente traumatizzato e lei non riusciva a capire se la
cosa fosse positiva o meno.
- Non dovevo dirtelo…- concluse dopo cinque minuti di silenzio. James, se avesse
potuto, avrebbe urlato al mondo che anche lui lo amava ma, in quel momento, era ancoratroppo
occupato a capacitarsene.
- NO!- urlò senza trattenersi.
- Ma se sei
rimasto sconvolto-
- Dettagli, è la cosa più bella
che… che…- riflettendoci, non poteva dirle che era la cosa più bella che qualcuno gli avesse mai detto, glie lo avevano detto sin
troppe persone… E poi, comunque, doveva dirle qualcosa di più sensato…
- Lily…-
- Dimmi- la sua
intonazione ara quasi sconsolata.
- Ti amo anche io- disse tutto d’un fiato. Lei lo guardò, gli occhi luccicanti
che le infondevano una luce strana al viso.
- Bene-
- Benissimo- disse lui e, molto
più velocemente delle altre volte, le si avvicinò per
baciarla.
- James, che
è?- Erano ancora nella stessa posizione di qualche minuto prima ma, solo in
quel momento, Lily si era resa conto che una cosa rivestita di cuoio rosso era
incastrata tra il muro e il tubo del lavandino. James, senza voltarsi e
continuando a guardare la rossa, chiese – Cosa?-
- Bè, se ti girassi riusciresti a
vederlo- e, con un movimento veloce gli spostò il viso
verso l’oggetto misterioso.
- Non ne ho idea- ammise lui ore decisamente incuriosito – Aiutami a prenderlo- disse.
A quattro mani iniziarono a
spingere verso destra perché quello che assomigliava decisamente
ad un libro finisse nelle loro mani.
- Non ce la facciamo- concluse
dopo qualche vano tentativo il moro.
- Aspetta, so cosa fare- Lily si
alzò di scatto e si diresse verso uno degli altri lavandini.
Dopo qualche minuto ritornò con
un tubo di ferro.
- E questo, da dove sbuca?-
chiese James: non gli risultava che a Hogwarts Ci
fossero tubi ambulanti.
- Era dietro un
altro rubinetto, lo avevamo trovato l’anno scorso io, Mary ed Ally-
- E lo
avete conservato?- lo scetticismo del ragazzo le stava dando ai nervi.
- Non si può mai sapere…- e,
senza altre parole, si accovacciò nuovamente facendo pressione col tubo. Dopo
due o tre tentativi, il libro finalmente si mosse.
- Fai fare a
me- disse il ragazzo prendendo il tubo dalle mani della ragazza.
- Credi che una femmina non ce la
possa fare?-
- No, credo di essere leggermente
più forte di te- disse indicando i muscoli delle braccia.
- Va bene, va
bene- la rossa lasciò il posto al moro senza negare l’evidenza.
Un colpo definitivo liberò il
volume che cadde sul pavimento umido. Lily, avendo le mani libere, lo afferrò
precipitosamente.
Non sembrava un testo scolastico:
non vi erano titoli né altro. Era più un libro personale, una cosa simile ad un
diario segreto. La copertina era consumata dall’umidità e dal tempo.
- Strano che non me ne sia mai accorta- disse assorta nell’esaminazione del volume.
- Aprilo- l’incitò
lui.
Lily, assalita dell’eccitazione
di una scoperta, lo aprì con mano tremante. La prima pagina presentava un paio
di macchie sbiadite, probabilmente create dall’invecchiamento delle pagine.
Nel centro della pagina, delle
parole sbiadite segnate da una calligrafia lunga e schiacciata dicevano:
Proprietà di
Olympie Evans
- E’ una coincidenza oppure tu
hai una parente che si chiama Olympie?- James, più che incuriosito, sembrava
divertito.
- Non so. A quanto mi risulta sono l’unica strega nella mia famiglia e, non credo
che una babbana riesca ad intrufolarsi ad Hogwarts per incastrare un diario
segreto tra le tubature ed il muro- disse sarcastica
– A meno che…- si portò
un dito alla bocca – Non ho mai conosciuto i parenti dalla parte di mio padre.
Potrebbe essere che tra di quelli ci fosse una strega,
si spiegherebbe il fatto che io lo sia. Capirei finalmente da chi ho ereditato
i miei poteri- parlava più a se stessa che a James
che, assorto nei suoi pensieri, iniziava a mettere a fuoco la questione:
avevano trovato un diario segreto, vecchio, di una donna che poteva benissimo
essere una parente della sua fidanzata. Uao. La cosa sembrava interessante.
- Lily, ti rendi conto di ciò che
hai tra le mani?- chiese.
- No. Non credo completamente.
Non sono sicura di aver messo a fuoco ciò che abbiamo trovato… Ma sarebbe… divertente-
- Divertente? Cosa?-
- Scoprire di chi è. Scoprire chi
è Olympie Evans e scoprire se ha a che fare con me. Perché…- non finì subito la
frase – Perché finalmente sarebbe la risposta ai tutte le
domande che mi sono posta-
Si guardarono un istante negli
occhi: Lily in quel momento sembrava la persona più fragile del mondo. Aveva
tra le mani ciò che cercava da anni: il perché della sua esistenza, il perché
di quella esistenza.
Se quella Olympie fosse stata davvero sua parente, si sarebbe
per una buona volta vendicata di Petunia che, da sette anni a quella parte non
faceva che rinfacciarle la sua diversità.
Avrebbe finalmente potuto
sventolarle sotto il naso il diario dicendo “ Visto? Non sono l’unica strega! E la magia è arrivata a me, non a te. A me!”
Okay, magari non con quelle
parole ma voleva, per una volta nella sua vita, poter far sentire
insignificante e inutile Petunia. Voleva rinfacciarle tutto ciò che le aveva detto la sorella. Voleva farle capire che non era stata colpa
sua se era nata strega e, comunque, ne andava fiera.
Non si sarebbe sentita in colpa,
no. Petunia le aveva fatto male, troppo male, e lei non era più disposta a
riallacciare i rapporti o a perdonare le angherie che
l’avevano perseguitata per anni.
La sua mente doveva essere
diventata praticamente trasparente perché james, senza
alcuna difficoltà, capì cosa le stava passando per la mente.
- Tu sei superiore, Lily. Non
abbassarti ai suoi livelli. Non dico che tu non debba cercare di capire da dove
viene tutta la magia che hai dentro di te ma, credo che tu debba cercare di
capirlo per tuo interesse personale, per arrivare alle tue radici non per
rifarti su… tua sorella-
Lily ci pensò su. Aveva ragione, lei era superiore.
- Devo essere proprio prevedibile-
sorrise amaramente.
- No, è solo un
mio dono naturale- scherzò lui.
- Potter, ti stai vantando?-
- Certo che no-
- Certo che sì-
- Okay, forse un pochino-
Lily inarcò un sopracciglio,
l’espressione scettica che le caratterizzava il viso.
- Un pochino tanto, va bene-
sorrise James.
Lily rise. Non aveva fatto male a
dirgli che lo amava: era la verità e lui la doveva sapere.
- Andiamo- disse poi- voglio
tornare in Sala Comune-. Si presero per mano e, a
passi veloci iniziarono a scendere le scale.
*
* *
L’indice di Lily percorse la rilegatura dorata del cuoio rosso.
Aveva una voglia indescrivibile
di aprire quel diario e tuffarsi nella lettura di quella ragazza che portava il
suo stesso cognome ma, allo stesso tempo, aveva paura di invadere la privacy di
una ragazza che tanti anni fa aveva nascosto quel diario nel posto che riteneva
probabilmente sicuro e lontano da occhi indiscreti.
Doveva leggere, però. Doveva
sapere se quella persona aveva a che fare con lei, voleva capire il suo passato
e le sue origini.
Fece un grosso
respiro poi, con mano tremante, andò alla seconda pagina del diario.
La stessa calligrafia lunga e
schiacciata della prima pagina riempiva la seconda facciata e la terza e,
sfogliando velocemente il resto delle pagine, le riempiva tutte sino all’ultimo
spazio.
Lily lanciò un’occhiata all’orologio:
le nove di sera. Senza dar peso all’ora iniziò a
leggere.
1 settembre, anno 1900
Treno per Hogwarts
Il
treno è partito alle undici in punto.
Questa
notte ho dormito poco: ero davvero emozionata. Mia madre mi ha spiegato per
filo e per segno come funzione la Scuola di Magia e stregoneria di Hogwarts perché
lei, prima di me, ha passato i suoi sette anni accademici lì.
Mia
sorella non ha avuto occasione di spiegarmi molto a causa dei compiti che le
hanno consegnato.
Lei
frequenta il terzo anno ed è stata smistata in Grifondoro dove anche io spero
di finire.
Sono
le tre del pomeriggio e la mia compagna di vagone è caduta nel sonno più
profondo: ho ragione di pensare che anche lei, come me, non ha dormito sufficientemente
questa notte e quindi sia crollata irrimediabilmente.
Io,
fortunatamente, sono ancora eccitata all’idea del banchetto che si terrà
stasera e quindi non credo di riuscire a prendere sonno tanto facilmente.
Vari
ragazzi più grandi sono entrati nei vagoni per fare conoscenza: una ragazza del
quarto anno mi è sembrata piuttosto prepotente, credo sia della casata dei
Serpeverde.
Lily si fermò un attimo a
pensare: anche all’ora i Serpeverde non erano visti di
buon occhio.
Un rumore fuori la porta l’avvisò
che alcune ragazze stavano tornando dalla Sala Comune e, pensando che di lì a
poco sarebbe tornata anche Mary, decise di
ricominciare a leggere.
Un
ragazzo di Grifondoro del secondo anno è venuto a darci il benvenuto. Mi è
parso simpatico e gentile, dovrei chiedere a Jane (
mia sorella) se per caso lo conosce.
Questa
mattina è stata forse la più frenetica di tutta la mia vita: Jane si è
svegliata, come al suo solito, in ritardo e di conseguenza ho dovuto aspettarla
sulla soglia della porta per ben tre quarti d’ora. Non ho mangiato molto all’ora di colazione perché avvertivo lo stomaco chiuso
perciò non ho esitato ad uscire di casa il più veloce possibile. Anche nostra cugina dalla parte di mia madre frequenta la
scuola di Magia e stregoneria di Hogwarts ma lei è stata smistata quattro anni
fa nella casata dei Corvonero.
Dalla
parte di mio padre, invece, non abbiamo alcun parente che possiede poteri
magici: sono tutti quanti dei babbani.
Mia padre non fa che ripetere che non sa
capacitarsi del fatto i suoi fratelli non siano nati con poteri magici anche
se, spesso rammenta che solo la nonna paterna è una strega. Nonno Eugenius infatti, è anch’egli un babbano.
Zio
Parvenium, il fratello maggiore di mio padre, ha avuto da poco un maschietto
dagli occhi smeraldini, proprio come i miei! Speravamo tutti che il nuovo
arrivato presentasse forme di magia ma, come forse
tutti in fondo immaginavamo, è un babbano.
Gli
altri fratelli e sorelle di mio padre sono morti, chi durante il parto, chi perché
troppo deboli di costituzione ma, come tutti mi hanno confermato, erano anche
loro privi di poteri magici.
Ora,
mio malgrado, devo prepararmi per l’arrivo! Spero di scrivere presto.
Le prime due pagine si concludevano così, con una riesaminazione della famiglia.
Era sicuro che, se Lily davvero discendeva da quella famiglia (e la cosa era
probabile: gli occhi smeraldini non erano una cosa molto comune) lei era una
discendente di Parvenium e, quasi sicuramente, i poteri magici che non erano
stati ereditati dal piccolo figlio di Parvenium, li aveva ereditati lei.
Gli occhi le bruciavano e l’orologio
segnava le dieci e mezza.
Mary sarebbe tornata a momenti e
non aveva la minima voglia di darle spiegazioni. Ci sarebbe
stato il giorno dopo e quello dopo ancora.
Salve mondo!!!
Rieccomi con una piccola sorpresina. Chi è
questa Olympie e, soprattutto, se è davvero parente di Lily, serba un segreto?
Tra quelle pagine c’è davvero la risoluzione a tutte le domande di Lily?Quali
saranno le ultime pagine di quel diario che tanto attrae la nostra Lily e
soprattutto, se Lily è sua parente, non credete che ci sarà un aneddoto
importante che le lega? Non dico altro se non che, la nostra Lily, con il proseguire della lettura
verrà a conoscenza di un qualcosa ma, se vi dicessi cosa, sarebbe troppo facile…
ahahahahaha. Okay, basta. Aspetto le vostre recensioni e spero che siano
numerose XD
Sono come al mio solito in ritardo quindi
non ho né il tempo per rileggere né quello per ringraziare una per una…
Un grazie veloce a: _Mary, elys,
coriandoli_di_zucchero e Pecky.
L’erba
le solleticava il viso e il profumo dei fiori le pizzicava il naso.
Inspirò
a pieni polmoni l’aria di quel 24 ottobre osservando quel pallido sole che
giocava con i capelli sparsi tra i ciuffi verdi del prato.
- Quindi questo… ehm… Parvenios?Chi sarebbe? Intendo, nel tuo albero
genealogico, chi sarebbe per te?- Mary era stesa
accanto alla rossa, i boccoli corvini che le incorniciavano il viso e un
sorrisetto che era rimasto stampato sul suo viso dal momento in cui era entrata
la sera prima in camera.
- Si
chiama Parvenium e, se non mi sbaglio di grosso, dovrebbe
essere il mio bisnonno, sì. Quando ero più piccola mio padre
ricordo che diceva “Ahhh il mio nonno Parvenium la sa lunga”- disse cercando di
imitare il tono del padre – Poi è morto e non ha più detto niente- continuò con
noncuranza.
-
Ahahahahahah- Mary scoppiò in una fragorosa risata.
- Che ti ridi, scusa?-
- No,
niente… ahah- Mary rise per un buon minuto finchè,
calmatasi, disse- Solo… il modo in cui l’hai detto:
era troppo forte-
Lily ci
pensò su – Boh- disse facendo spallucce – contenta tu.
Comunque per ora non c’è scritto niente di
interessante-
- Ma ‘sta Olympie è al primo anno?-
- No,
io ho letto sino al punto in cui diceva di essere al terzo anno. E’ stata
smistata in Grifondoro- ricordò.
Il
silenzio calò tra le due.
- Mi
sono persa qualcosa?- fu Lily a parlare. Mary continuava a guardare il cielo
sognante.
- Non
so, tu dove sei arrivata?-
- Al
punto in cui tu stai con Black, Black sta con te e insieme fate cose
sconcertanti- disse annuendo solennemente.
-
Allora non sei rimasta indietro-
- E come mai oggi hai quest’aria trasognata che ti fa
somigliare ad una povera tontolona innamorata?- chiese divertita.
- Ha
parlato quella che è entrata in camera praticamente in
uno stato avanzato di trauma dicendo “Ho detto a Potter che lo amo e lui ha
detto che mi ama”- disse atteggiandosi a pesce palla.
- Il
mio era un valido motivo-
- Anche il mio-
- Anche il tuo?-
-
Certo-
Lily sorrise a
metà. Non poteva negare l’evidenza: Mary aveva preso una sbandata ma, dicendolo
chiaramente, una grossa, grossissima sbandata.
- Lily,
non vorrai arrivare in ritardo? Abbiamo un test di pozioni oggi, ricordi?-
-
Certo-
- E allora che ci facciamo ancora qui? Mancano cinque minuti-
Lily,
però, si era portata a sedere sul prato ed era rimasta incantata a guardare
l’acqua del lago che restava placidamente immobile.
-
Hogwarts chiama Lily, Lily risponde?- iniziò allora la
brunetta muovendo il palmo della mano su e giù davanti agli occhi smeraldini
dell’amica.
- Mary,
non vedi qualcosa di strano nel lago?-
- Cosa?- poi, per la prima volta in quella giornata, i suoi
occhi si posarono sullo sfondo che si parava loro davanti. Effettivamente, nel
centro del lago, spuntava un qualcosa somigliante ad un paletto mai visto
prima.
- Ma sì, sarà venuto a galla questa notte-
- Ma
non credo… Dai, che ti costa recuperarlo?-
-
Senti, ora andiamo, poi veniamo a vedere, te lo prometto-
- No,
io voglio vedere cosa è, ora-Lily aveva
preso le sembianze di una bimbetta capricciosa – Accio… oggetto sul lago-
In
pochi secondi, l’oggetto si trovò nelle mani della rossa.
Non era
un paletto, bensì un testo di pozioni, del settimo e sesto anno ( il volume
valeva per due anni ).
Sulla
prima pagina ( era rimasta fortunatamente asciutta come tutte le pagine
restanti ) c’era scritto: Proprietà del Principe Mezzosangue.
- Di
chi è?- chiese Lily rivolgendosi all’amica che si era decisamente
irritata.
- Non
lo so, quando entriamo in classe lo chiedi. Ora, se permetti, Lumacorno mi
soffocherà con tutta la ciccia che ha in corpo se arrivo in ritardo-
- Ma
non dire scemenze, a me non ha mai detto niente-
Mary sollevò un sopracciglio – Lily, stai scherzando? Tu sei la
sua cocca-
- Ma no-
- Ma sì-
- Okay,
forse un pochetto-
- Un
pochetto tanto…-
Quando
le due ragazze entrarono nell’aula di Pozioni, il
resto degli alunni erano già seduti ai loro posti.
-
Signorina Evans, mi stupisco che abbia fatto ritardo- il professor Lumacorno
era decisamente sconvolto. Un grosso tricheco
sconvolto.
- Mi
scusi professore- disse Lily cercando di sfoderare quanta più innocenza avesse in corpo.
- E lei
signorina McDonald- Lumacorno sembrava scioccato- ha
fatto per la quinta volta di fila ritardo: mi vedo costretto a metterla…-
Mentre parlava, notarono le due ragazze (Mary era intenzionata a minacciarlo di
morte lunga e dolorosa ma, buona parte del suo cervello era ancora funzionante
per notare l’atteggiamento delle persone che le stavano intorno), la ciccia che
si trovava sotto il suo collo tremolava spaventosamente.
- No
professore- intervenne la rossa- è stata tutta colpa
mia. Ho trovato un libro di Pozioni nel lago e ho ritenuto opportuno
recuperarlo, di conseguenza abbiamo fatto ritardo-
- Ah-
Lumacorno fulminò Mary, la quale, pensandoci su, arrivò alla conclusione che
lui avesse sentito i suoi auguri. Poco male, ne era già al corrente – Lo restituisca, allora-
- Non
posso, non so chi sia il…- Ma fu subito interrotta da
Piton che, scattato in piedi velocemente, tese la mano verso la ragazza.
- E’
mio-
- Ah-
Lily si avvicino a grandi passi verso di lui e,
ignorando la sua mano tesa, lo fece cadere sul banco con un gran tonfo.
Piton,
dal canto suo, in un primo momento fu tanto tentato di dirle che era finito nel
lago perché lo aveva buttato Potter ma, riflettendo, Lily era troppo presa da
quel cretino per potergli credere.
Se poi
fosse venuta a sapere che in realtà lo aveva buttato Nott
per scherzo, la cosa sarebbe decisamente degenerata
perciò, essendo sicuro di fare la figura
del tontolone se solo la gente fosse venuta a sapere che un suo amico gli
lanciava i libri nel lago, decise di stare zitto.
Mentre Lily
prendeva posto accanto a Mary, Renza Scheelf una Serpeverde dai capelli castani
e gli occhi di ghiaccio, sussurrò alla sua compagna di banco abbastanza forte
da far sentire a tutta la classe.
-
Sembra che la Evans si sia concessa a Potter.
Finalmente, non sopportavo più che ci rovinasse le
giornate facendo la preziosa… Poi che sarà mai? Qualche notte nelle loro sudice
camere e basta. Non crederà davvero che lui faccia sul serio? Ah ahah-
Lily
strinse gli occhi a fessura.
-Quella
stupida gallina starnazzante che non fa altro che riempire il mondo di puzza
con la sua voce oscena, se apre di nuovo quella fogna
giuro che le faccio pentire di aver imparato a parlare o comunque, essendo più
realisti, di aver imparato a emettere suoni la maggior parte delle volte senza
senso- disse tutto d’un fiato. Mary sghignazzò.
-
Irritata?-
-Tanto-
- E posso sapere il perché-
- Ma non l’hai sentita?-
- Certo, come tutti. Ma tanto, che te
ne importa? Non sei ancora stata nella sua sudicia camera- fece
notare lei: sapeva benissimo dove stava andando a parare.
- Che centra- Lily cercò di togliersela dalla testa guardando il
procedimento per la creazione della pozione alla lavagna.
- Lily,
mica ti ha dato fastidio l’ultima frase?-
- No,
figurati, è solo una grandissima cavolata-
“Okay,
mi ha dato tantissimo fastidio ma detto con sincerità, non c’è alcun motivo che
Mary lo venga a sapere, no?” pensò tra sé e sé.
Velocemente
iniziò a tagliuzzare i fili d’erba delle Valli del Sud creando una polverina
sottilissima.
- Lily,
a me lo puoi dire-
- Cosa dovrei dire, scusa?-
- Che ti ha dato fastidio-
- Non
mi ha dato fastidio- la voce ferma non accettava obiezioni…
Almeno per ora.
Dopo
mezzora, le chele di granchio si erano fuse completamente nell’intruglio e le
ragnatele della Vedova Nera avevano dato un colore argentato al liquame.
- Uno, due, tre, quattro…- a denti stretti iniziò a contare i
giri in senso orario che faceva col grande mestolo.
- A che
punto sei?- la voce di James le giunse da dietro la
schiena.
- Ho
quasi finito- sussurrò per non farsi sentire
dall’insegnante.
- Ah-
silenzio. James voleva aiuto, lo aveva capito.
- Dove
sei?-
- Le
ragnatele hanno dato un colore blu anzi che argenteo alla pozione-
-
Aggiungi un pizzico di sale marino-
-
Grazie, sei fantastica-
- Non
comprarmi con complimenti-
- Va bene, mi fai schifo-
- Non intendevo questo- disse lei leggermente indignata.
- Non
ti dovevo comprare- si difese lui.
- Si,
ma nemmeno sputare addosso-
-
Allora sei fantastica ma alle volte mi fai schifo-
-
Potter, hai la delicatezza di un bue-
- Lo
prendo come un complimento-
- E’
meglio: potevo dire che assomigli ad un ippopotamo-
- Sei
dolce come un limone-
-
Potter, è un insulto?-
- Certo
che no, mio bocciolo di rosa appena nato alla luce del sole e dissetato dalla
freschezza della rugiada-
-
Sembri Leopardi-
- E chi è leopardo?-
-
Leopardi, scemo. E’ un poeta babbano-
- E’ figo?-
- No, è
un gobbetto… però è davvero bravo a scrivere-
- Mi
sento appagato-
- Bene-
-
Potter, Evans, vi state suggerendo?- Lumacorno li fissava puntando l’indice
somigliante ad un salame accusatorio.
- No,
professore, certo che no! Ci stavamo consultando- disse
James con un ghigno sul viso.
- Non è
vero professore! Potter scherza-
- Che
non succeda una seconda volta-
-
Certo- dissero i due ragazzi all’unisono con la sola differenza che, mentre
Lily aveva un viso serio segnato da un sorriso che cercava prepotentemente di
mostrarsi, James se la rideva beatamente.
* * *
- Ehi,
Evans, come va con Potter? Non ti ha ancora scaricata
per una ragazza decente?- la Scheelf stava oltrepassando il limite.
- No,
non ne esistono meglio di lei- rispose prontamente
Mary.
- Mary,
non sprecare fiato per andare a mischiarlo a quello di fogna di questa…- disse
con fare disgustato.
“ Okay,
non sono credibile, non faccio paura ad un moscerino” ammise.
- Ma
povera- la Serpeverde sorrise falsamente comprensiva – stai mica cercando di nascondere il fatto che già ti ha scaricato? Mi dispiace-
-
Nessuno ha scaricato nessuno, a parte te, naturalmente.- silenzio- tu scarichi
merda ad ogni passo-
Mary
ghignò decisamente orgogliosa dell’amica.
- Ehi,
vacci piano con le parole- la Sala Grande era già
affollata quando le tre vi entrarono per il pranzo – Non diresti così se
scoprissi che sei già stata cornificata-
-
Prego?- disse girandosi di scatto e facendo volteggiare i capelli rossi dietro
le spalle. Stava esagerando, oh se stava esagerando.
- Come,
davvero ci hai creduto?- tutta la scuola ora stava iniziando ad abbassare il
tono della voce per sentire meglio la conversazione: non era un segreto che la Scheelf fosse gelosa di Lily e i ragazzi iniziarono
lentamente ad immaginare il seguito della conversazione.
- Lily,
lasciala perdere- Mary stava iniziando a preoccuparsi:
negli occhi dell’amica un “bagliore guerriero” stava prendendo il posto
dell’apparente calma.
- Già,
Lily, lascia perdere. Lui. Lascialo perdere, tra poco sarai di
nuovo zitella e lui sarà di nuovo con qualche altra bella ragazza-
- Senti
ochetta maligna buona a farneticare e basta, io e Potter stiamo
insieme, sì, problemi?-
- No-
disse con aria indifferente guardandosi le unghie- semplicemente, mi chiedevo
se fosse il caso di avvertirti: gira voce che abbia già rivolto le sue
attenzioni ad altre ragazze-
Lily
non ci credeva: James non era quel tipo e su quello non ci pioveva ma ciò che
quella scema stava dicendo la stava colpendo sul vivo.
Non aveva assolutamente il diritto di dire certe cazzate, non doveva
assolutamente sputare sulla figura di James facendolo passare per un bastardo.
Forse un tempo lo era stato ma, nessuno e poi nessuno aveva il permesso di dire
certe cose ora.
- Lo
sanno tutti che Potter è un povero tardo che riversa le sue frustrazioni per
avere amici simili sulle ragazze- continuò senza dar peso al colore decisamente viola che si
stava facendo largo sul volto della rossa – credi che essere amico di quel
Black, di quel povero minorato di Minus e di quel Lupin non gli abbia dato alla testa? Sarà diventato
come loro, sicuro-
- Lily,
andiamo- Mary la tirò per una manica ma Lily non era
intenzionata a farle dire altro. Un’altra sola sillaba su James, Sirius, Remus
o Minus e l’avrebbe incenerita.
- Apri
ancora la bocca e giuro su…-
- Ma apri gli occhi! Stai con un povero frustato che va con
tutte ed è amico di uno che ha rifiutato la sua stirpe, il suo sangue puro per
andare a fare amicizia con chiunque!
Frequenti un povero tocco che ha stretto rapporti con ibridi o con insulsi
personaggi che probabilmente non hanno neppure veri e propri poteri magici-
Basta.
Aveva detto troppo, troppo. Lily alzò gli occhi per trattenersi e incontrò
quelli di Mary. La Sala Grande era in assoluto silenzio, i Malandrini erano ai
loro posti al tavolo Grifondoro e Remus stava lottando contro James che cercava
inutilmente di raggiungere la sua ragazza.
Poi,
esasperata, Lily scoppiò.
-EMETTI UN’ALTRA STUPIDISSIMA LETTERA E GIURO
CHE TI STROZZO CON LE MIE MANI-
La
Serpeverde rise.
“ Mai
scherzare sulla mia parola, mai” pensò istintivamente la rossa.
Si girò
e si avventò sul tavolo dei Corvonero che era tutto
intento a guardarle. Afferrò una zuppiera con dentro della minestra e un piatto
contenente pasta alla bolognese.
Si
voltò verso la Scheelf e, prima che lei potesse mettere a fuoco la situazione,
le svuotò la minestra addosso e le spiaccicò la pasta sui capelli.
Un
oooooh d’ammirazione si levò da tutti i tavoli tranne che da quello delle
Serpi.
Una torta alla panna
e fragole comparve al posto della pasta alla bolognese e, afferrandola al volo
( una ragazza decisamente sveglia e simpatica glie l’aveva lanciata) la
spappolò sul viso della ragazza ancora intenta a ripulirsi.
- Come
osi, stupida Mezzosangue?- disse decisamente indignata
ma, prima che potesse rialzarsi, Lily le si avventò addosso afferrandola per i
capelli.
- TI FACCIO PASSARE IO LA VOGLIA DI DIRE CAVOLATE- alcuni professori
cercarono di dividerle- TI FACCIO PENTIRE DI AVER IMPARATO A PARLARE.
RITIRA SUBITO QUELLO CHE HAI DETTO O GIURO CHE TI STRAPPO TUTTI I CAPELLI CHE
TI STANNO IN TESTA CON LA CERA PER LA CERETTA BABBANA- Lily sembrava
invasa da una furia inaudita.
- REMUS
O SIRIUS O MINUS SONO MILLE VOLTE MEGLIO DI TE O DI TUTTI QUELLI DELLA TUA
RAZZA…-
-
SIGNORINA EVANS!- La McGranitt era rossa in volto – Non è mai successo niente
di simile da quando insegno in questa scuola. Sono molto rammaricata e
dispiaciuta che l’azione sia partita da una ragazza
della mia casa-
-
Professoressa, non è giusto. La Scheelf l’ha istigata- la
difese Mary.
- Non è
scusata! Serve autocontrollo nella vita. Non si può saltare addosso ad una
persona per il semplice motivo che stuzzica!-
- Ma non l’ha stuzzicata! L’ha istigata fortemente-
-
Silenzio. Signorina Evans, l’aspetto alle sei nel mio ufficio- fece per voltarsi
poi, riguardando la ragazza decisamente irritata le
ricordò- Si porti qualcosa da fare, non sarà una cosa corta-
* * *
- Non
dovevi difendermi, non era il caso- James era seduto accanto alla sua ragazza,
il sorriso comprensivo che gli illuminava il volto.
- Se l’è cercata! Non sono pentita, assolutamente no-
- Quando
hai iniziato ad urlare mi hai spaventato… Hai mostrato
il tuo lato oscuro- ricordò con un ghigno.
- Era un pochetto arrabbiata-
-
Proprio poco-
Risero poi Lily guardò l’ora.
- Devo
andare altrimenti arrivo in ritardo alla punizione-
-Okay,
divertiti-
- Mi
stai prendendo per i fondelli?-
- No,
davvero. Portati il diario di quella tua parente così non ti annoi-
Lei si
chinò e gli diede un bacio frettoloso.
* * *
-Professoressa,
posso entrare?-
- Prego- la McGranitt era intenta a scrivere su una pergamena
– Si sieda. Allora, credo che l’accaduto non si ripeterà più perciò ho deciso
di non essere troppo dura. Ci sono dei ragazzini del primo anno che sono in punizione nell’aula di Pozioni. Li controlli-
Lily
emise un sospiro di sollievo. Merlino,
aveva pensato di peggio. Doveva solo leggere il suo diario senza che dei
bimbetti si uccidessero a vicenda… Niente di che.
… Come
si dice? Ah sì, le ultime parole famose…
Erano
sette ragazzini spietati che non facevano altro che lanciarsi e lanciarle palline.
Sembravano
tanti James in miniatura. Tanti piccoli diavoli.
Sospirò
rassegnata e ricominciò a leggere.
Anno 1904,
Hogwarts
Mi sono innamorata! Harry
è davvero un ragazzo fantastico: dolce, simpatico…
Una
pallina la raggiunse nell’occhio.
- Okay,
ora basta- li fulminò uno ad uno con tutto l’odio che provava per ogni ex di
Potter.
Salve mondooo…
allora, questo capitolo è un po’ come dire, movimentato XD
Il titolo è decisamente
dedicato al lato oscuro della nostra Lily XD e non a quello dei mangiamorte… ho
voluto metterlo per far capire che tutti abbiamo un lato oscuro… certo, non
tutti come quello di Voldemort ma qualcuno con certe
scene isteriche ci va vicino XDXD
Passo velocemente ai ringraziamenti
Coriandoli_di_zucchero: no, non è il padre perché
sarebbe troppo vecchio ma ci sei andata vicino XD Non
ho detto molto in questo capitolo riguardo ad Olympie, diciamo che l’ho
dedicato a sentimenti terreni XD grazie per la recensione e la tua presenza più
che perenne
Elys: non credo di
aver tardato più di tanto e, se devo dirla tutta sì, sono un po’ malefica e vi
voglio tenere sulle spine ma se lo vuoi sapere mi dispiace un pochetto XDSpero che tu recensisca
anche questo capitolo, bacii
_Mary: lo so, anche a me piacciono XD spero
ti piaccia anche questo capitolo anche se non ho
affrontato molto l’argomento del diario… aspetto una tua recensione baci
lovegio92: uno, sei dello
stesso anno di mio fratello XD due sono felicissima che ti piaccia *__* spero
di ritrovarti tra le prossime recensioni XD… sì, diciamo che con i parenti mi
sono sbizzarrita anche perché io ne ho pochi perciò mi rifaccio nelle mie
storia XD grossi baci…
Spero recensirete in molti
Ah, ho due dubbi giganti.
1)non ho fatto ancora molta “amicizia” con
il sito e, diciamola tutta, non ho fatto mai molta amicizia con il pc XD Comunque, mi chiedevo, si
può cambiare raiting durante la storia?
2) Vorrei sapere, solo per curiosità, come
mai molta gente mette le storie tra le seguite o tra le preferite ma non
recensisce mai???( poi comunque che metta la mia
storia tra le preferite mi fa piacere, lo ammetto, ma semplicemente non mi
spiego il perché XD)
Capitolo 14 *** Non è mai troppo presto per dire ciò che si prova ***
Capitolo 14
Capitolo
14
Non è mai troppo presto per dire ciò che si prova
-
Sapete perché sono qui?- un sospiro.
Le voci
dei marmocchi si andavano alzando, di nuovo.
-
Perché hai urlato nella Sala Grande- disse in tono
strafottente uno dei sette.
-
Giusto- silenzio- quindi… come dire? Ah, sì, se non volete fare la fine di
quella ragazza, non dovete nemmeno respirare-
I marmocchi
la guardarono seriamente spaventati - E- disse notando uno che stava per
ribattere- quando dico una cosa, io
sono sempre seria. Sempre-
Il
marmocchio abbandonò il tentativo di parlare.
Chinarono
tutti la testa, seriamente terrorizzati.
* * *
James
si rigirò nel letto.
Avrebbe
soffocato Peter molto volentieri.
Molto,
molto volentieri.
Stava
dormendo in una posizione che ricordava una stella e, precisamente in quel
momento, stava intrattenendo un discorso decisamente
poco interessante con il suo cuscino.
- Sei
proprio comdfosfai??-
Silenzio,
il cuscino non si riteneva comodo, forse.
- E anche sbello-
Silenzio.
- Esexji-
Silenzio.
-
Molto, mooooltosexghi-
-
Peter, un cuscino non può essere sexy, se è quello che intendevi- brontolò a
mezza voce il moro.
-
Oooooh sgi che sgeisegsi-
-
Smettila-
- Segsi, segsi-
-
Basta-
- Tanto,
tanto-
-
Peter, se non la smetti ti pianto un pugno sul naso-
- Dammi
un baceeeeetto-
- Umphf- e, ormai rassegnato, scivolò dal letto per andare
nel bagno.
Era
possibile che non si potesse dormire come Merlino comanda?
Aveva
sonno, però, tanto sonno. E non poteva dormire. No,
perché Peter doveva dichiarare il suo amore al cuscino.
Un
cuscino. La causa del fatto che non potesse chiudere occhio era un insulso
cuscino “sexy”.
Si
sedette sul bordo della vasca.
Un’idea
gli passò per la mente.
“ Non
sarà poi così scomodo, no?” e, senza rifletterci sopra, sussurrò – Accio cuscino-
Si
sdraiò comodamente nella vasca boccheggiando un pochetto poi, trovata la
serenità, iniziò a vedere Sirius con mutande a cuoricini che andava
a spasso a braccetto con la McGranitt.
I sogni
erano così divertenti, contando che la McGranitt aveva un tutù rosa.
* * *
- Mmmmnoooo fai la pipì sull’erba…mmmnoooo non su di meeeee…AAAAARRRGH-
James
aprì gli occhi ancora assonnati.
Remus
lo guardava indeciso tra il ridere e… No, non era indeciso, lo guardava e
rideva.
- Che-
risata- Ci fai- altra risata- lì?-
- Ti fa
ridere?- chiese il moro guardando sconcertato la maglietta zuppa.
Lo
aveva fatto: Remus aveva aperto l’acqua della vasca mentre lui ci stava
dormendo dentro.
- Sì-
- Ma non mi hai visto?-
- No-
-E ti fa ridere?- ripetè.
-
Alquanto-
- Aiutami ad alzarmi- disse porgendo una mano.
Remus
afferrò l’avambraccio dell’amico e tirò.
James
si alzò in piedi, scavalcò con una gamba il bordo della vasca e poggiò il piede
per terra.
Fu un
attimo. Il piede era bagnato, il pavimento leggermente scivoloso, la mano di
Remus non salda abbastanza, il sonno ancora in possesso dei loro riflessi.
Un
istante dopo James si ritrovò steso a terra, Remus che lo guardava
inspiegabilmente scioccato.
- Merlino, sono caduto come un sacco di patate. Ehi, che c’è?- osservò Lunastorta: guardava con occhi spalancati per
quanto fosse possibile la sua gamba.
- Cosa...?- Seguì la traiettoria dello sguardo dell’amico e,
finalmente, i suoi occhi si posarono sulla causa di quella strana sensazione.
Di colpo il dolore avvampò: la gamba era decisamente…
rotta.
-
James, ti porto subito in infermeria- balbettò
l’amico.
- Chiama
Sirius…-iniziò chiudendo un occhio per il dolore: gli
faceva davvero male.
- No, è
uscito presto questa mattina-
- Non
c’è mai quando serve- si lamentò il moro.
- Dammi
il braccio: ti aiuto ad alzarti- e, completamente padrone delle proprie
emozioni, lo aiutò a metterlo in piedi.
- Merlino, non ci voleva- mormorò tra se e se James.
- Già,
la gamba rotta non ci voleva proprio- convenne
l’amico.
- No,
che hai capito!? Cioè, sì, la gamba rotta non ci
voleva ma per il semplice fatto che oggi c’è la festa di Halloween- il silenzio
calò tra i due poi, con una nota di dolore nella voce, James riprese-E volevo portarci Lily. E volevo andare ad Hogsmead visto che oggi è il week-end delle uscite. E volevo farmi una passeggiata con Lily. E volevo stare un
po’ con lei visto che tra prefetti e Caposcuola non abbiamo
più molto tempo. E volevo…-
- E ho capito che volevi fare, James- disse leggermente
affannato Remus- Sapessi quante cose vorrei io- si lamentò.
- Cosa vorresti?- chiese curioso il ragazzo.
-
Innanzi tutto, vorrei che tu pesassi un po’ meno. Mai pensato
ad una dieta babbana?- chiese sarcastico.
- Portami da Madama Chips- sbuffò l’altro – e non dire bugie.
Io peso molto meno di te- concluse poi.
* * *
Lily
aprì una palpebra. Il panorama decisamente disordinato
della camera le dette il benvenuto in quel freddo mattino di un monotono 31
Ottobre.
Anzi,
no! Quella non sarebbe affatto stata una giornata monotona pensò sgusciando fuori dalle coperte e trascinandosi in bagno.
- Oggi
è Halloween e, se oggi è Halloween, oggi si va a Hogsmead. E
se oggi è Halloween, oggi c’è la festa- disse ad alta voce eccitata.
Guardò
la sua immagine riflessa nello specchio. Afferrò con la mano destra i boccoli
rossi leggermente opachi e provò ad acconciarseli più volte facendo poi una smorfietta di disapprovazione con le labbra.
- Mmm, no, no. Devo proprio lavarli, sono inguardabili!- si
disse.
Dopo
una lunga e complicata operazione, Lily decise di ammirarsi nello specchio
leggermente appannato. Con una mano lo pulì per poi guardarsi critica.
- Vanno
bene- concluse poi. Non erano più opachi ma, al contrario, lucenti e setosi. I
boccoli le ricadevano sulle spalle e qualche ciocca sfuggita all’asciugatura
spuntava più scura dalla chioma.
Scese
le scale del dormitorio femminile velocemente e, quando uscì da dietro il
ritratto della Signora Grassa, questa la richiamò alla sua attenzione.
- Ehi,
ragazza, tu non sei Lily Evans?- chiese squadrando con i suoi occhi sbiaditi
dal tempo la sua maglietta di lana bianca a dolceevita
e la sua gonna color panna corta sopra il ginocchio.
- Sì,
perché?-
- Come
perché? Ti agghindi solo per andare in infermeria?-
Lily la
guardò confusa – Non vado in infermeria. Devo uscire con Jam…- assunse
un’espressione comprensiva.
- Non
guardarmi come fossi una povera tonta! Non lo sai?-
l’interruppe lei.
- Cosa?-
- Che il tuo amico si
è rotto la gamba-
- Amico
chi…?-
- Come
chi? Per il Barone Sanguinario, sei una Caposcuola, dovresti essere
intelligente o perlomeno capire ciò che ti dice la gente!-
Lily la
guardò. Ma di chi diavolo stava parlando?
- Oh,
Merlino incinto, James Potter, ragazza mia!-
-
Impossibile- sentenziò la rossa – Dobbiamo uscire
insieme. Dobbiamo andare alla festa, dobbiamo andare a
Hogsmead. Impossibile- scosse con forza il capo.
-
Allora sei tocca! Ti ho detto che si è rotto la gamba!-
- No,
non credo proprio! Andiamo, sarebbe davvero una
sfortuna tremenda seproprio lui si rompesse la gamba. Oggi, per di
più- disse sorridendo e cercando di convincersi. Quella donna la voleva solo
prendere in giro.
-
Senti, io ti ho avvisata – rispose portando le braccia
incrociate sotto il seno e spingendolo verso l’alto in una posizione offesa.
- Si
sarà confusa- e, così dicendo, scese in Sala d’Ingresso dove doveva
trovarsi col ragazzo.
Arrivò
davanti al portone della scuola che i ragazzi si spintonavano
per uscire prima.
Adocchiò
Alice Collins seduta da sola agli scalini d’ingresso e decise di aspettare
James con lei.
- Ciao-
disse allegramente.
- Ciao-
rispose l’altra in modo decisamente più timido.
- Che fai? Aspetti qualcuno?-
- Ehm,
non saprei. Forse un ragazzo ma non mi ha assicurato la sua presenza. Mi
dovrebbe mandare un gufo per dirmi se ci troviamo ai Tre Manici di Scopa. Se me lo manda bene, altrimenti me ne ritorno alla Torre di
Grifondoro-
Lily la
osservò: era una ragazza paffuta ma era davvero carina. I capelli scuri e lisci
erano raccolti in una coda di cavallo e gli occhi azzurri luccicavano alla luce del giorno. Non era assolutamente grassa anzi,
stava bene con la sua corporatura e il sorriso le illuminava il volto.
- Se vuoi, puoi venire con me e James- le propose. Le sarebbe
dispiaciuto se fosse rimasta sola.
- No,
non preoccuparti. Non voglio essere il terzo incomodo-
- Ma non dire sciocchezze, non lo saresti affatto-
La ragazza sorrise
– Allora, come va con Potter?-
- Bene.
E’ davvero dolce se s’impegna- scherzò.
Alice
rise e poi con gli occhi seguì la traiettoria di un gufo che planò precisamente
accanto a loro.
- E’
per te!- disse allegra Lily.
- Già-
sorrise emozionata l’altra. Afferrò la lettera che era legata alla zampa del
gufo e la lesse velocemente. Un’espressione desolata si dipinse sul suo viso.
- Che dice?-
- Che
non può venire – sospirò triste – lo sapevo, non ci
speravo più di tanto- e fece per alzarsi.
Lily l’afferrò
per una manica – Ehi, non crederai davvero che ti lasci
sola soletta tutto il giorno?-
- Perché?-
- Come
perché? Se a James va bene, tu sarai costretta a seguirci- rispose risoluta.
- No!
Davvero, non voglio essere di peso. Io sono sempre di peso un po’ a tutti, non
voglio creare imbarazzo!-
- Cosa dici? Tu non sei mai di peso! Sei una ragazza davvero
simpatica e se ti rifiuti di seguirci, giuro che ti trascino di peso-
Alice rise – Grazie – mormorò.
-
Figurati! Ora non ci rimane che aspettare quel ritardatario che mi ritrovo come
fidanzato-
Passarono
cinque minuti, dieci minuti, un quarto d’ora ed infine, alle undici e mezza,
Lily si alzò infreddolita e si pulì il fondo schiena con le mani.
- Se lo becco gli faccio passare la voglia di dimenticarsi
l’orologio. Giuro, dieci minuti è passabile ma un’ora intera!-
Il
volto assassino si posò sulla ragazza che fino a quel momento si era imbattuta
in una chiacchierata coi fiocchi. Sembrava in
apparenza timida ma poi, presa la parola, era davvero difficile fermarla.
-
Scusami, Alice. Ti ho fatto perdere inutilmente un’ora. Vieni, torniamo dentro-
Mentre entravano
nella Sala Comune, Lily vide Sirius scendere di corsa dalla scala del
dormitorio maschile.
- Ehi,
Sirius!- lo chiamò.
- Sì?-
- Se
vedi quel minorato, patetico, ritardatario del tuo migliore amico, digli che
ciò che ha appena fatto non glie la perdono- disse.
Era davvero arrabbiata.
- E che ha fatto?- Sirius la guardò confuso. Come poteva fare
James qualche cavolata delle sue se era stato confinato da Madama Chips per una
giornata intera a letto in infermeria?
- Come
che ha fatto? Non si è presentato all’appuntamento-
- Ah…-
di colpo Sirius parve comprendere – No, senti, non è come credi…-
- No,
credo benissimo! Come si è permesso di piantarmi lì al freddo mentre tutta la
scuola mi sfilava davanti e mi guardava come fossi una povera cretina?-
-
Senti, non lo sai?- era la seconda volta che le veniva
rivolta quella domanda.
- Cosa
diavolo devo sapere? E non
raccontarmi la balla che la Signora Grassa va dicendo in giro! Non crederò mai
cheJames si sia…-
- Invece sì- l’interruppe Sirius – James si è veramente rotto
la gamba-
Lily lo
guardò intensamente. Sembrava sincero ma, andiamo,
sarebbe stata una vera e propria congiura contro di
lei se James si fosse davvero rotto la gamba quel giorno.
-
Black, se mi stai dicendo la verità…- si bloccò e lo guardò dritto negli occhi.
- … la
sto dicendo-
- …
significa-
- … che ha la gamba rotta?-
- … No!
Che sono sfigatissima!-
- Ah,
ma questo lo si sapeva già- ironizzò Sirius.
- E come si sarebbe rotto la gamba?- chiese lei senza dar
troppo peso alla battuta.
- Aaah, questa è una lunga storia, mia cara. Tutto è
incominciato da un cuscino…-
* * *
Remus
camminava sicuro nel corridoio del terzo piano.
Era decisamente arrabbiato.
Trovò GailPrettend
sulla sua strada la osservò con gli
occhi in fiamme.
La
fermò – Ehi, Gail, devo
farti vedere una cosa- e, senza aspettare risposta, si tirò su la divisa.
Appena
però la lasciò cadere per vedere la reazione della ragazza, la McGranitt lo
guardò inorridito.
- Ehi,
Potter, lo sai che ti odio?-
James
aprì un occhio – No! Ti giuro, era Remus che si è alzato la divisa, non io!-
- Che avrebbe fatto Remus?-
- Io …
non mi sono alzato la divisa davanti a GailPrettend!-
- Tu
che… cosa???-
- Non
l’ho fatto! E’ stato Remus-
- Remus
non lo farebbe! Potter ti sei alzato la divisa davanti alla Prettend?-
- No,
ti giuro… Aaaaaah- disse dopo
pochi secondi ragionando a fondo.
- Cosa?- Lily lo guardò indagatoria.
- Stavo sognando- disse annuendo.
- E hai
sognato che Remus si alzava la divisa davanti alla Prettend?-
-
Precisamente-
- Non sei normale- disse lei sconcertata.
- Certo
che lo sono! Mica è colpa mia se sogno cose simili-
- Sì,
invece! I sogni sono una rielaborazione della realtà-
- Stai
dicendo che nella realtà Remus va in giro alzandosi la divisa? – riflettè ad alta voce.
- No,
sto dicendo che la tua mente è così malata da farti sognare cose simili-
- E’ un
insulto-
- Certo
che sì! Sai, credo di odiarti perché la festa di Halloween è sfumata-
- Ah… be’, scusa-
Lily lo
guardò di sottecchi – Penso però che riuscirò a
perdonarti. Immaginati che non ho nemmeno creduto a Sirius quando mi ha detto
che ti sei rotto la gamba-
E, detto questo, lo
baciò dolcemente. Per consolarlo, si capisce.
* * *
Anno 1905
Hogwarts
Caro diario,
E’ successo!
E’ stata la cosa più bella che sia capitata nella mia vita e,
finalmente, è successo!
Eravamo in Sala Comune e io ripassavo per il test di Incantesimi che avremmo avuto l’indomani e, ormai le
undici, eravamo gli unici rimasti. Lui si era offerto di aiutarmi nel ripasso
e, mentre gli ripetevo l’esatto movimento della mano per l’Incantesimo
Tacitante, mi ha guardata diritto negli occhi e ha
detto “ Hai davvero degli occhi fantastici”.
E’ successo tutto così in fretta! Si è avvicinato e mi ha baciata! Sulla bocca!
Mi rendo conto che è stato un gesto poco opportuno ma sono sicura
che nessuno verrà a saperlo.
Sarà il nostro piccolo segreto e lui ha
davvero delle serie intenzioni con me!
Oh, caro diario, sono davvero innamorata.
Ha gli occhi ambrati e i capelli castani chiaro e quando sorride
due fossette gli compaiono sulle gote.
Harry è davvero un ragazzo per
bene, educato e altruista e, anche se il suo gesto è stato improvviso, sono
sicura che non lo rivaluterò.
Tua
Olympie
Lily
lanciò un’occhiata a James che sonnecchiava nel letto dell’infermeria.
Erano
le undici di sera ma era riuscita a corrompere Madama Chips perché la facesse
restare un’altra mezzora.
Il
petto del ragazzo si muoveva ritmicamente in su e in
giù.
Anche se
scherzavano sempre, anche se si prendevano in giro, Lily si ritrovò a pensare
quanto lui fosse importante.
Tanto,
si rispose, tantissimo.
Voltò
la pagina per continuare a leggere il diario di Olympie.
Anno 1906
Londra
Lily
guardò meglio la data. Possibile che non avesse scritto per un anno? Poi, senza
farsi ulteriori domande, continuò a leggere.
Caro diario,
Non scrivo da un anno ma ho avuto grossi problemi.
Alla fine del quinto anno ho fatto conoscere Harry
ai miei genitori.
E’ stata una giornata fantastica, stupenda.
Ma tutto è finito troppo
presto.
E’ morto. Per sempre. Per una semplice malattia.
Ha avuto un’Influenza
Dolenza, un’influenza conosciutissima che però se
trascurata, è letale.
Lui l’ha trascurata.
Ed è morto. Così.
Sono distrutta.
Avevamo tantissime cose da dirci, io lo amavo.
Non ho avuto il tempo di dirglielo per l’ultima volta, se n’è
andato così velocemente che non ho avuto il tempo neanche di piangere.
E’ scomparso dalla mia vita nello stesso modo in cui vi è entrato:
come un uragano.
E so che è sbagliato dirlo
perché lui vivrà sempre nel mio cuore, ma è così.
La mia anima è morta con lui, io sono morta nell’istante in cui
lui è morto.
Avevamo un futuro davanti,
avevamo
una vita da vivere insieme.
Non abbiamo avuto il tempo di capire ciò che provavamo
l’uno per l’altra, non abbiamo avuto il tempo di dirci davvero i nostri
sentimenti…
La cosa che mi fa più male è che non sono sicura che lui sappia
quanto io l’’ho amato.
Ed è morto senza sentirselo
dire, senza darmi una possibilità.
E questa possibilità è
sfumata quanto è sfumata la mia vita.
In un ragazzo, in un amore.
Non è mai troppo presto per dire ciò che si prova realmente e io l’ho
capito a mie spese.
Lily si
sorprese a piangere.
Le
lacrime le scendevano copiose e, in qualche modo, un’angoscia pesante le si fiondò addosso.
-
James- lo chiamò in un sussurro. Sentiva il bisogno di udire la sua voce.
- Mmmm- rispose lui.
-
James-
- Sì?-
disse lui girandosi dalla sua parte.
-
James, ti amo. Sei la cosa più importante che mi sia capitata e voglio che tu
sappia che ti amo, tanto-
James,
dal canto suo, la guardò frastornato – Anche io… perché me lo dici?-
-
Perché non è mai troppo presto per dire ciò che si
prova realmente- singhiozzò rumorosamente e, con le lacrime agli occhi, lo
abbracciò.
Bastava
quello per sentirsi in pace.
Salve mooondoooo!!
Sono in un grosso ritardo e non ho avuto
molto tempo contando che ho appena iniziato il primo delle
superiori…
Passo perciò direttamente ai rigraziamenti:
elys: certo! E penso proprio che Lily chiamerà il suo figlioletto Harry in memoria del ragazzo, dopo, si capirà meglio il
perché!!
Non solo perché la cosa è commovente…. Ma
non dico altro, silenzio di stampa u.u XD Al prossimo
capitolo ^^ bacii
Cullen Isabella: non
ho aggiornato proprio prestissimo ma mi sono impegnata XDXD spero di trovarti
anche in queste recensioni!! Baci giganti
FeFFe_95: una nuova lettriceeeee
*_* ma ciaooooo XDXD Ma come, per me non hai cenato??
Ma tesoro, io non voglio averti sulla coscienza!! xD okay, bando alle chiacchiere
vuote, sono felice che ti piaccia la parte di Severus. Devo dire che in quel
pezzo della storia mi sono quasi emozionata u.u
Aspetto una tua recensione ciaoo baci megagalattici
Lovegio92: cara, ma non è già scontato il
fatto che io sia maligna?? XD Se lo vuoi sapere, Lily l’ho sempre vista come
una ragazza una dal carattere forte e, dopotutto, se le si
toccano le persone care, le difende con le unghie e con i denti, no? XD
Spero ti piaccia anche questo capitolo!! Baci baci
Emily Doyle: ciao! Quanto tempo… già penso anche
io che sia così XDXD E la tua sensazione è… esatta!!!!
Ho tante di quelle cose in mente che quando mi ritrovo
a metterle su foglio non riesco ad ordinarle XDXD baci grossi
_Mary: già diciamo che mi sono rifatta nella
scrittura nel senso che una cosa simile l’avrei fatta molto
volentieri nella realtà XD no, non ho intenzione di fare il raiting
rosso però per precauzione è meglio saperlo, no? Potrei sempre
alzarlo ad arancione, non lo so ancora. Comunque,
no problem, siamo in due ad essere minorenni <3 XD
aspetto una tua recensione baci gigantescamente giganti
coriandoli_di_zucchero: cara, come va?
Ah, hai proprio ragione, quella è la nostra frase ma per una volta, a loro possiamo
concederla XDXD Già, era proprio gelosa quell’oca ma Lily si è riscattata u.u
Sono felice che ti piaccia la storia, baci biggosiXD
- Sirius, lasciami una coscia di pollo… Merlino, sei insaziabile!-
- Non lamentarti,
donna-
- Non abboffarti,
uomo-
- James, alle
sette abbiamo la riunione con i Prefetti-
- Tutti?-
- Sì… tutti… perciò non ho intenzione di
vedere battibecchi tra te e Mulciber-
- Vabbè, lui non
è un problema… un cazzotto sul naso e lo stendo al
primo colpo-
- Stai
scherzando?-
- Sì, hai
ragione… con quello basta anche una pacca sulla spalla:
cade a terra come ricotta-
Era ora di pranzo
e, come di consueto, nella Sala Grande il tavolo di Grifondoro era il più
chiassoso.
Lily
sorrise guardandosi
intorno: Alice e Ally continuavano a scambiarsi piatti, Mary guardava
contrariata Sirius che, massaggiandosi la pancia con la mano, dichiarava di
essersi saziato, Remus invece osservava scioccato Peter intento a lanciare i
piselli ai ragazzi del terzo anno dimostrandosi scandalosamente divertito.
Fuori il vento
batteva furiosamente contro i vetri delle finestre e la pioggia creava il
solito ticchettio soporifero.
Era metà novembre
e, come tutti gli anni, la temperatura si abbassava ogni giorno di più.
- Ehmmm, Lily?-
Lily si voltò
verso Mary.
- Si?-
- Seeeenti, tu sei Caposcuola, vero?-
Lily la guardò
male: Mary si stava rimbecillendo? – Ma nooo, che te lo fa
pensare?- rispose sarcastica.
- Dai, non
prendermi in giro! Senti, ho bisogno di un favore-
- Dimmi…- sbuffò
diffidente. Mai fidarsi di Mary nel momento in cui
chiede favori…
- Mi presti il
tuo tema di Incantesimi?- e, prima che potesse
rispondere, continuò- Per favooooore, mi ero proprio
scordata di non averlo fatto-
- Eh, scusa, per
pura informazione, perché mi hai chiesto se sono Caposcuola?-
- Così, tanto per
aprire la conversazione…-
Lily ridacchiò.
Come si poteva restare seri con un’amica simile?
- Sì, dopo te lo do. Però che sia l’ultima…-
- … Volta. Lily,
sono sette anni che mi dici così. Ammettilo, sei troppo buona per rifiutarti di farmi un favore-
- Sai, Mary, hai ragione. Dovrei imparare a dire di no… Sono davvero troppo buona-
- No, tu non sei
buona, tu sei bona!- disse James prima di scoppiare a
ridere alla propria battuta.
- Ecco, avete
visto? Peter ha il senso dell’humor!-
- No, ride perché
un ragazzino del primo anno è stato colpito nell’occhio da un suo pisello- concluse Remus.
* * *
Il rumore
sincronizzato delle scarpe risuonava nel corridoio vuoto.
Lily guardò
l’orologio: doveva affrettare il passo altrimenti sarebbe arrivata tardi alla
riunione dei prefetti.
In realtà, non aveva
la minima voglia di andarci: ritrovarsi faccia a faccia con certa gente, di
certo, era l’ultimo suo desiderio.
Una folata di
vento gelido le arrivò in faccia facendola rabbrividire.
- Brrr, dovevo portarmi un mantello. Lo sapevo che nei
sotterranei avrebbe fatto freddo!- si lamentò tra se e se.
Di colpo, le
cinghie della borsa stracolma cedettero facendo cadere a
terra tutti i libri.
-Oh, questa non
ci voleva…- borbottò.
- Aspetta, ti aiuto- la voce di James la raggiunse da dietro
le spalle.
- Ah, ecco Mister Battuta- ironizzò lei.
- Non ti ci
mettere anche tu. Era davvero carina e poi è la
verità- si difese lui con tono solenne.
- Ma fammi il piacere! Comunque, da
dove sbuchi te?-
- Da nessuna
parte. Sono arrivato mentre ti cadeva la borsa e…-
- … da bravo
ragazzo ti sei fermato ad aiutarmi!- disse lei ironica.
James stava
raccogliendo i libri uno ad uno impiegandoci un eternità.
- Ehm, certo, se
ci spicciamo entro domani magari, non mi affondo mica!-
- Voglio essere
sicuro che non ti cada nessun foglio di appunti per
terra- borbottò lui raccogliendo l’ultimo libro.
- Oh, ma che
ragazzo altruista!- rispose lei sarcastica.
- Okay, lo
ammetto, sto cercando di perdere tempo…-
- Non si è visto,
sai?-
Lui sorrise
leggermente – Non ho voglia di andare alla riunione-
- James, lo sai,
è un nostro dovere- sbuffò lei- credi che io mi diverta?
Avere quella faccia tarda di Mulciber davanti agli occhi per la disgrazia di
un’ora intera! Secondo te mi fa piacere?-
- Eh, chi lo sa,
magari ti sei presa una sbandata tremenda per lui. Che
ti credi,la sua ciccia flaccida sotto il
mento è assai attraente. Non ti immagini nemmeno
quante ragazze hanno perso la testa per quei rotoloni sul suo dolce e morbidosopancino- disse sicuro.
Lily rise per poi
portare la sua faccia ad un’espressione schifata – No, grazie, ma rifiuto
volentieri l’offerta! Sai com’è, non è il mio tipo-
- Lo spero proprio- sussurrò lui avvicinando il suo viso a quello
di lei.
- James, siamo in
ritardo!-
- Shhh- la zittì prima di tapparle la bocca con le sue
labbra.
- Non avevi
freddo?- disse poi staccatosi.
- Ah, un
pochetto. Ho dimenticato il mantello in camera-
- Uff, non possiamo fare come nei film babbani romantici in
cui quando la ragazza ha freddo lui le da la giacca!
Io non ho niente da metterti sulle spalle!-
- Mica è colpa
mia se tu non ti sei portato uno straccio di mantello-
- Ma senti chi parla!-
- Beh- iniziò lei
posando il suo sguardo sulla sciarpa che il ragazzo portava al collo – per
affrettare i tempi e non perderci in stupide chiacchiere… vado
dritta al dunque: mi dai la tua sciarpa?-
James la guardò
quasi scandalizzato – Ehi, Evans, come sei di poche
parole! E comunque, se lo vuoi sapere, anche io ho
freddo!-
- Ma non eri tu quello che voleva fare il romanticone?-
- Ma che centra, questa sciarpa è calda! Non me ne puoi
privare-
- Appunto! E’
calda!- e, senza altre inutili parole, gli afferro la sciarpa dai colori
sgargianti di Grifondoro facendo quando
lui la bloccò.
- Almeno lascia
che te la metta io!-
- Ma no! Non sono mica impedita!-
- Senti, già è
tanto che te la do, lasciamela mettere, almeno!-
E, così dicendo, le fasciò dolcemente il
collo con l’indumento su cui, a lettere cubitali, c’era ricamato J.P.
Quando entrarono nell’aula, tutti erano seduti ad aspettarli.
- Ehm, scusate il
ritardo…- bofonchiò la rossa.
Il solito brusio
si alzò dai prefetti e Lily, con lo sguardo, intercettò quello di Piton che,
con occhi lampeggianti, osservava le lettere che spiccavano dalla sciarpa.
Con un gesto
veloce ne infilò i lembi sotto il maglioncino dell’uniforme.
- Allora, i
problemi riscontrati durante questa settimana?- chiese apprensiva.
Un boato di voci
si alzò dai rappresentanti delle quattro case.
Si presentava una
lunga, lunghissima riunione.
* * *
Casa, inverno 1906
E’ finita.
Sono stata espulsa. Per sempre.
Non andrò più ad
Hogwarts, non concluderò più i miei sette anni di studi.
E’ successo tutto così in fretta, così
velocemente.
Ho interferito con quelli che sarebbero
venuti dopo e, questo, non dovevo farlo.
Ma ho dovuto. Non potevo
vedermi sfuggire una persona cara, no. Non di nuovo, non
così.
Lily rilesse
altre tre volte le poche righe.
Possibile che
fosse stata espulsa? E poi, perché?
Voltò la pagina
trovando altre poche parole.
Ho visto la mia discendente. Ha i suoi
occhi e, per la prima volta nella mia vita, guardandola, non mi sono sentita in
colpa per quello che ho fatto. Perché so che quegli occhi
continueranno a vivere e adessere
tramandati. Non ho potuto fare a meno di augurarle buona fortuna. Le
sarà utile, adesso.
Lily si strofinò
gli occhi. Erano le undici di sera, e la fugace idea di aver letto male le
sembrò inizialmente la più ragionevole. Perché avrebbe
avuto bisogno di fortuna?
Perché diavolo Olympie si sentiva in colpa?
Doveva sapere,
subito.
Mamma, ho assolutamente bisogno
dell’indirizzo di una nostra lontana parente. Era la cugina di nonno Gregory, Olympie. Cerca di ricordare! E’ urgente!
Scarabocchiò
su un pezzo di pergamena e, con mani tremanti, legò il foglio alla zampa del gufo di Mary.
Si voltò verso il
diario, l’agitazione che le opprimeva il cuore. Sentiva che qualcosa non
andava, che centrava lei, che la riguardava.
Sentiva che
doveva sapere.
Con quel pensiero
si addormentò, il diario tra le mani il cuore che le
martellava in petto.
Un fastidioso
pizzicore la svegliò.
Il gufo che aveva
mandato la sera prima era davanti a lei con la lettera
di risposta.
L’afferrò
velocemente leggendo avidamente le poche righe.
L’indirizzo è High Street Joanson n 67, Londra. Tesoro, perché ti serve? E’ una fortuna averlo trovato, era in una mia vecchia
agenda.
Lily girò il
foglietto per rispondere.
Niente, un compito per la scuola. Grazie,
ti scrivo più tardi, ti voglio bene. Salutami tutti.
Spedì velocemente
la lettera per poi afferrare un altro foglio e scrivere nuovamente.
High Street Joanson n 67
Cara signora Olympie,
le sembrerà strano ricevere
una mia lettera.
Non so se si ricorda di me ma sono Lily
Evans, una sua lontana parente.
Non vorrei sembrarle un’impicciona ma mi è capitato di leggere il suo diario. Ora, innanzi tutto mi chiedo come possa essere possibile che sia a scuola se lei è
stata espulsa?
Non vorrei farle ricordare avvenimenti
dolorosi ma, mi sento chiamata in causa visto che sono
stata nominata e quindi, gradirei delle spiegazioni.
Cordiali saluti,
Lily Evans
Rilesse
velocemente la lettera per poi legarla alla zampetta del gufo.
- Torna presto- si raccomandò.
* * *
Cara Lily,
sapevo
che un giorno o l’altro avrei ricevuto la tua lettera, lo speravo.
E’ quindi giunto il momento di spiegarti.
Tuo nonno, mio cugino Gregory,
all’età di sei anni si è ammalato di una semplicissima influenza.
I suoi genitori, però, non avevano i soldi
necessari per guarirlo portandolo così a morte certa.
Come saprai, ho
perso nello stesso modo la persona a me più cara.
Non ho avuto il coraggio di vederlo morire
in quel modo, non così.
Harryè morto per una futile mancanza di giudizio, non avrei avuto
la forza di vedere mio cugino morire nello stesso modo, no.
Sono stata così costretta a praticare un
incantesimo di guarigione senza calcolarne gli effetti.
No, non solo il fatto di essere espulsa,
cosa che è avvenuta immediatamente, ma un controincantesimo
che questo recava: ciò che io e tuo nonno avevamo in
comune avrebbe unito tutta la famiglia.
Tutti coloro che
porteranno questa caratteristica, sono destinati a morire insieme ai loro
consorti per mano di un mago.
Solo colui che
nascerà dall’amore di coloro che non guarderanno il giudizio altrui, di coloro
il quale amore volerà oltre tutto il resto del mondo, sconfiggerà colui che ha
distrutto la famiglia.
Ho interferito con coloro
che sarebbero venuti dopo perché era destino che Gregory
morisse e io l’ho modificato. Mi dispiace.
Addio
Olympie Evans
P.S. Il diario è stato portato a Hogwarts
da una mia cara amica nella speranza di essere trovato. Da te.
Lily rilesse due,
tre, quattro volte la lettera. Quale era quella caratteristica? Quale era la
caratteristica che avrebbe unito la famiglia? Non poteva vivere con un simile
dubbio…
* * *
Era successo.
Aveva finalmente eliminato l’ultima ragione per cui valesse
la pena vivere.
Come poteva dire
a quella ragazza dagli occhi verdi come i suoi, dai capelli rossi simili a
quelli del nonno, dal sorriso uguale a quello di sua sorella, che rientrava in quel
gruppo? Come poteva dirle che la sua morte era certa?
Aveva perciò optato vilmente per non dirle alcuna caratteristica, per non
rovinarle la vita che restava. Per far si che potesse
coltivare quell’amore che avrebbe
salvato il mondo.
Non c’era più
ragione di vivere, ormai.
Una compressa
babbana e il gioco fu fatto.
Olympie Evans
chiuse gli occhi al mondo con l’immagine di Harry
impressa nella memoria.
Sapeva però, che
gli occhi smeraldini e i capelli corvini di quel ragazzo non erano quelli del suo Harry.
Sapeva che quell’Harry,
quella sua ultima immagine da viva, avrebbe tenuto, inconsapevolmente, vivo il
ricordo di un altro ragazzo. Perché, dopotutto, se Harry non fosse morto, non ci sarebbe stato nessun altro Harry.
“Pensiero
contorto” pensò prima di sorridere ad una nuova vita. Prima di ricongiungersi
con colui che tanto l’aveva attesa.
Salve mondo!!!
Non credo che ci sia molto da dire su
questo capitolo, anzi, siete voi che dovete dire qualcosa xD
Aspetto tante recensioni, mi raccomando!!!
Ringrazio:
_Mary: cavaaaaaa!!
Allora, ora sai come è finita la storia della povera
Olympie.
Spero che il capitolo ti piaccia,
davvero! Hai ragione, la pantegana è davvero
inopportuna ma è la pantegana e non potrebbe mai essere d’aiuto in qualunque cosa!! xD Alla prossima ^^ baci grossi
Emily Doyle: già già,
sono teneri teneri come il filetto rio mare xD Si tagliano con un grissino xD
Dopotutto sono loro, non possono essere
altro ^^ Al prossimo capitolo, baci
Lovegio92: allora, tesora,
innanzi tutto grazie per aver recensito la piccola flashfic,
in secondo luogo, effettivamente James poteva essere più premuroso ma, chi te
lo dice che dopo che si è ben risvegliato (ovvero dopo
2 minuti) non abbia consolato come si deve la nostra Lily?? Eheh,
mai dare tutto per scontato u.uxD Spero che ti piaccia il capitolo, a presto baci baci
Coriandoli_di_zucchero: amora, eccoti il capitolo u.u
Già, l’unico che potrebbe ricambiare Codaliscia è il cuscino u.uxDRecensisci, mi raccomando… baci baci
_Crazy_Dona_: una nuova lettriceeeeeeeee * me che saltella felicissima* sonosuperstramegaarcicontenta che
la storia ti piaccia!!! Già, zia Jo non ha mai dato
molto spazio ai nostri amati Lily e James ma no problem,ci
sono io per questo !!! XD Spero che questo capitolo ti piaccia, baci
megagalattici
Non riusciva a
spiegarsi quale fosse il carattere somatico che sia
suo nonno che Olympie avevano in comune.
Potevano sì
essere gli occhi ma, potevano essere benissimo i capelli o, chi lo sa, il mento.
- Non può essere
qualcosa che tocchi anche me, me lo avrebbe detto- si sussurrò
quasi a convincersi.
Eppure, un dubbio gigantesco sfregava sulla sua
ferrea convinzione di vivere sino a 100 anni.
Eppure, coi tempi che correvano, poteva essere lei colei che sarebbe
morta per mano di un mago. E suo marito.
Chi sarebbe stato
il povero sfigato a prendersela in moglie? Si chiese
ironica.
Il pensiero volò
immediatamente a James.
Se davvero quel controincantesimo aveva a
che fare con lei, avrebbe trascinato con se anche lui in quel vortice di
dolore, dubbi e angoscia in cui stava per entrare.
No.
Non poteva
permetterselo.
Era l’ultimo anno
a Hogwarts, l’ultimo anno della sua vita in cui avrebbe potuto vivere tra
quelle mura.
Non poteva
prendersi la licenza di rovinarsi la
vita e rovinare la vita alla gente che le viveva intorno.
Nonostante quelle fossero le parole che continuava a
ripetersi da ore, l’idea terribile che Olympie fosse una vigliacca la
tormentava.
Lei, di sicuro,
avrebbe detto ad una sicura condannata a morte di esserlo.
O no?
O lei era una vigliacca quanto lo poteva
ipoteticamente essere Olympie?
- Basta- si disse
da sola.
Non poteva
continuare in quel modo, doveva vivere ciò che le rimaneva se davvero rientrava
in quella categoria.
Respirò a fondo
l’aria pungente di novembre che aleggiava nella stanza.
Avrebbe dovuto
richiudere la finestra ma si sentiva intorpidita…
Si passò una mano
tra i boccoli rossi cercando di svuotare la testa da ogni genere di pensieri.
Non poteva essere lei. No.
Aveva
solo diciassette anni, era giovane, intelligente, aspirava ad una vita migliore. Il destino
non poteva essere così cattivo.
E forse, quel pensiero era davvero
convincente.
Forse, quella era
davvero la verità.
Forse, quella doveva essere la verità.
Voleva che lo
fosse. Se non fosse stata la verità, avrebbe
significato diciassette anni di sofferenze e gioie inutili. Che vivere a fare se poi si muore? Si chiese istantaneamente.
Pensò ai suoi
amici. James, Mary, Remus, Sirius, Ally, Alice e persino Peter, pensò
intensamente a loro.
Per loro. Per coloro
che ti riempiono i giorni che trascorriamo su questo inutile
pianeta, posto di transizione.
Perché, a questo punto, da qualche parte sarebbe
finita se fosse morta, no? E, magari, quel posto
sarebbe stato migliore… forse.
Stava
tergiversando, stava
sviando il discorso.
I suoi occhi si
posarono su delle crepe nel muro di fronte a lei.
Che stava pensando prima di cambiare
discorso? Fece mente locale.
Ah, sì, il
destino non poteva essere così… stronzo?
Con lei.
No, non sarebbe
stato così stronzo. Non era giusto!
Continuò a
fissare le crepe nel muro… La vita era dopotutto come quelle crepe: parte da un
punto a caso e si allunga inesorabilmente verso un altro punto, il punto in cui
finisce. Il destino non poteva essere così crudele da far allungare quelle crepe
di poco, pochissimo.
Quelle crepe
erano lunghe, molto lunghe, vedendole, si convinse che la sua vita sarebbe
stata lunga quanto quelle crepe.
Non poteva non
crederci lei, il cui sorriso portava un minuto di sopravvivenza in più ad ogni
persona che lo ammirava.
Non poteva non
crederci lei che aveva sempre amato la vita.
Non poteva non
crederci lei che solo ora stava iniziando a formarsi il futuro con chi amava.
Non poteva non crederci lei. Punto. Basta.
Era logico che
lei non ci credesse.
Come poteva sapere
che la sua vita non sarebbe stata lunga nemmeno un quarto di quanto erano lunghe quelle crepe nel muro?
Chiuse gli occhi stanca, assonnata e desiderosa di immergersi nel
mondo dei sogni.
Sicura di un
qualcosa che non sarebbe successo ma felice, in qualche
modo.
Perché
alle volte illudersi è più facile che vedere in faccia la realtà.
E c’è tempo, alla fin fine, per guardarla
negli occhi.
* * *
- Che si fotta, ecco! Quel grandissimo
pezzo di… di… di non so cosa! Che muoia dolorosamente!
Magari strangolato, sì!- Mary entrò sbattendo la porta.
Lily si svegliò
di soprassalto.
Mary era davanti
a lei, le lacrime di rabbia agli occhi, i capelli stranamente disordinati e un
luccichio di dolore nelle sue iridi nerissime.
- C-che succede?-
bofonchiò sbadigliando.
- Succede che…
sì, quella merda di Sirius Black è…
è… un BASTARDO PATENTATO!- urlò.
Lily la guardò
sbigottita. Okay, Mary aveva sempre avuto un carattere impulsivo, ma mettersi
ad urlare cose simili del suo ragazzo era alquanto strano.
-
Che ha fatto?-
- Non farmelo
ricordare- ringhiò.
- Dai, dimmelo. Altrimenti la rabbia ti rimane dentro-
- Sai che c’è,
Lily? Che me ne fotto altamente se la rabbia mi rimane
dentro! E sai che altro c’è? Che spero che muoia
trucidato, magari con un bel Avada Kedavra… E spero
che soffra a lungo. Spero che soffra dieci volte più di
quanto io sto soffrendo ora. E spero… spero…-
ma non finì mai di dire ciò che sperava. Scoppiò copiosamente in lacrime senza
ritegno.
Lily si alzò di
scatto dal letto e, come avevano fatto sempre da sette anni a quella parte,
l’abbracciò senza dire nient’altro. Aveva capito che quello non era il momento
di chiedere spiegazioni.
- Oh, L- l- liiiily- singhiozzò Mary- mi sento
umiliata nel midollo. E’ uno stronzo! Che muoia
ammazzato lui e tutti quelli della sua r-ra-raaaazza-
continuò sempre singhiozzando. Abbracciò l’amica aggrappandosi con tutta la sua
forza alla schiena della rossa.
Aveva paura di
lasciarla, aveva il timore che venisse risucchiata dal
dolore nello stesso momento in cui avrebbe spezzato il contatto lei.
Iniziò a
singhiozzare convulsamente senza spostarsi di un millimetro dalla spalla di
Lily.
- S-s-sono andata a trovarlo n-n-nella
sua c-ca-camera e… e… e l’ho trovato
che p-p-parlava tutto f-fe-felice
con quella sgua-sgualdrina di Kelly Rosemoond…sai no?
La sorella di quella di Tassorosso.. . E…e… quando so-sono entrata lei si è but-ta-tata
su di lui e lui non ha m-m-mosso un dito per
sradicarsela d’addosso. E allora ho chiesto c-c-che stesse succedendo e s-sai che mi ha ri-ri-risposto? Mi fa << O, Mary, ciao. Stavo
parlando c-c-con Kelly ma
ora se ne sta andando. Stavamo parlando del prossimo test di Incantesimi
>> Cioè, m-m-ma ti rendi conto? Io entro e lo
trovo tutto felice con quella… e mi liquida dicendo che stavano parlando di un
cacchio di test! E pretendeva che io ci credessi! Ma mi ha preso per una povera tocca? Crede che sia
deficiente? Io n-n-non so…-
Lily rimase
sbigottita. Cavolo, non conosceva abbastanza Sirius Black per
decantare tutti i suoi difetti e i suoi pregi ma ne sapeva abbastanza per dire che
non era un figlio di buona madre.
- Sei sicura di
non aver solo confuso un po’… le immagini?- tentennò.
- Lily, mi prendi
per una cretina? Certo che ho visto giusto!-
- Ma non mi
sembra una cosa… cioè Sirius non ne è il tipo-
- Lo pensavo
anche io. Eppure appena gli ho detto che non credevo a
ciò che mi stesse dicendo non ha fatto niente per farmi credere che fosse la
realtà. Mi sento umiliata. Tradita. Io, Mary McDonald presa per il culo da un povero cretino. Gli
spaccherei la faccia, giuro-
- Non esagerare,
dai! Magari non stavano facendo niente e semplicemente, per
non essere scortese, non ha voluto togliersela di dosso…Certo, mica
poteva mettersi davanti a quella a supplicarti di perdonarlo…- provò di nuovo
la rossa.
- Lily, ho mica scritto sulla fronte gioconda? Ti sembro una che si fa
abbindolare? Probabilmente chissà che avranno fatto prima! Per non opporsi,
avranno sicuramente fatto amicizia-
- Non essere
pessimista…-
- Senti, Lily,
non ho alcuna intenzione di perdonare chi mi fa…le corna, come dicono i babbani. Perciò se hai intenzione di difenderlo, bene! Dimenticati di
avere un’amica di nome Mary McDonald- tremò di rabbia.
- No!- negò la
rossa prima che l’amica potesse farsi strane idee in testa – Certo che no!E’
solo che…- lasciò cadere la frase incapace di dire cosa non quadrava.
- Senti, non ho
voglia di pensarci… dormo, che è meglio-
- Okay…-
Lily riflettè un attimo: chiedere spiegazioni a James, che
sicuramente sapeva qualcosa, sarebbe stata la cosa migliore.
* * *
- Ehi, James?
James? Jaaameees?-
James era intento
a volare sopra il campo di Quidditch.
- Jaaames! Scendi!- si sbracciò la
rossa.
In pochi secondi
il ragazzo fu davanti a lei.
- Ehi, ciao!-
disse sporgendosi per stamparle un bacio sulle labbra ma Lily si allontanò.
- James, dimmi la
verità, Sirius se la fa con Kelly Rosemoond?-
James assunse un’espressione annoiata – Oh, mi sei venuta a cercare per
questo? No, non se la fa con quella-
- Che linguaggio!- si lamentò Lily.
-
Ma se sei stata tu ad utilizzare quell’espressione!-
- Dettagli! E non tergiversare! Sei sicuro che non tradisca Mary con… quella?-
- Certo che ne
sono sicuro! Sirius mica è uno stronzo!-
Lily tacque poi,
dopo qualche minuto, per spezzare una lancia in difesa di Mary che stava per
passare per quella che si fa i film in testa, aggiunse – Bè, diciamo che non è sempre stato fedele con le sue ex…-
- Che intendi?-
- Niente di che,
solo quello che ho detto-
- Senti, se stai
mettendo in dubbio la parola di Sirius…- tacque un attimo -…Stavano parlando
del test di Incantesimi perché quella diceva in giro
di averne una copia, tutto qui!- James stava iniziando ad irritarsi, il tono
diceva tutto.
- Bè, Mary non è
mica una scema che s’inventa le cose! Se ha visto che
Rosemoond si buttava addosso a Sirius è così e se dice che Sirius non si è opposto
allora non si è opposto- disse stizzita.
- Bè, che la
capisca, anche lei si buttava sui ragazzi un tempo- rispose il ragazzo. Tutto dovevano fare, ma non criticare uno dei suoi amici.
Lily divenne
paonazza – Stai dando della sgualdrina a Mary?-
- Sto dicendo che
nemmeno Mary è sempre stata fedele-
- Non è vero! Mary
non ha mai tradito nessuno! Ti stai confondendo col tuo amichetto-
- Sirius non è un
bastardo-
- Bè, se Sirius
non è un bastardo non significa che Mary se la fa con
tutti-
- Visto che ci stai sempre insieme, magari lo sai meglio di me
quali sono le abitudini di Mary-
- Sì, hai
ragione, le so benissimo! E credo molto di più a lei
che a Sirius-
- Non so che
dirti, allora, tieniti le tue convinzioni- ormai stavano urlando e tutti coloro che erano seduti sugli spalti iniziavano a guardarli.
- Senti, se insulti
Mary insulti anche me- ringhiò Lily.
- E se tu insulti Sirius insulti anche me- ribattè il ragazzo.
- Bene, allora,
insulto anche te!-
- E allora se m’insulti significa che non ti va più di stare con me quindi,
se non ti dispiace, levati dalla mia vista- disse spostandola con un movimento
brusco e allontanandola.
- Certo che me ne
vado! Sai che c’è, Potter? Vaf-fan-cu-lo- disse
scandendo bene le sillabe e urlando a pieni polmoni così che tutti sentissero.
- Anche te, Evans! Vattene dalla tua amichetta-
- E tu affogati!-
E, senza dire altro, si allontanò per
ritornare alla Torre di Grifondoro.
Corse su per le
scale, la rabbia e il dolore che le rodevano dentro.
Si sbattè la porta alle spalle e si tuffò sul letto.
Che morisse soffocato anche lui.
Come si
permetteva di insultare Mary? Che cosa gli passava per
la testa?
Si girò verso il
muro e i suoi occhi si posarono sulle crepe. In quel momento si sentì persa.
Era tutto finito.
Tutto.
E quelle crepe, di colpo, le parvero
piccole e insignificanti. Che se ne faceva di una vita lunga senza lui?
Le lacrime
iniziarono a bagnarle le guance arrossate per il freddo.
Che andassero tutti all’inferno.
* * *
James entrò in
spogliatoio con la mente vuota, di colpo.
Lo aveva
richiamato Potter.
Avevano ripreso
la solita routine, quella di qualche anno prima.
Un odio
gigantesco si accomodò beatamente sul suo stomaco.
Avrebbe spaccato
tutto, qualunque cosa gli fosse capitata tra le mani.
Che andassero tutti all’inferno.
Salve, mondo!
Allora, che dire? Sono tornata U.U e, questa volta, il capitolo è un po’ movimentato.
Visto che sono un po’ di fretta, non mi
fermo a ringraziare tutti uno ad uno.
In questo capitolo né James né Lily sono pronti a mettere da parte le proprie amicizie e
separarle dalla loro storia.
Sarà una cosa che impareranno col tempo
ma, dopotutto, è ancora presto.
Al prossimo capitolo e mi raccomando,
recensite!!
Ringrazio tutti quelli che hanno
recensito il capitolo precedente, un bacio gigantesco!!!!
- Ah. Va bene.
Fai come vuoi, se non resti tu non restiamo neanche noi-
- Okay-
- Vai dai tuoi?-
- Sì, credo di
sì. Dove altro potrei andare? Verrete anche voi,
ovvio-
- Certo. Ah… Senti…- Sirius si voltò verso James.
Erano in
biblioteca, ormai era sera, i tavoli erano vuoti e qua e là si potevano vedere
pezzi di carta o piume abbandonate.
Non aveva osato guardare
James negli occhi durante tutta la giornata. Si sentiva in colpa, da morire.
Sapeva a chi si
riferiva l’amico con quel “non resta
nessuno” ma James non avrebbe mai ammesso che quel nessuno equivaleva ad un’unica ragazza. Una sola, dai capelli rossi
e gli occhi verdi.
Sapeva perché
quel Natale James lo avrebbe trascorso senza ossessionare nessuno con lettere,
senza mandare regali a vuoto.
Lo sapeva perché
era, in fin dei conti, lui la causa. Lui aveva fatto la grandissima cazzata di
limitarsi a chiedere suggerimenti ad una povera ochetta senza fermarla quando
questa si era dolcemente spalmata su di lui. Lui, pur di non passare un
noiosissimo pomeriggio a studiare la lezione di Incantesimi,
era andato a chiedere aiuto ad altri, perché sfaticato, viziato.
Quando poi Mary era entrata in camera, poteva
dire sfacciatamente davanti a Kelly Rosemoond che in realtà voleva solo delle
soluzioni per uno stupidissimo test? Certo, aveva provato ad accennare, ma Mary
era difficile da convincere, se non vedeva le cose con i suoi occhi non credeva
a niente.
Bè, sì, avrebbe
potuto farlo. Avrebbe potuto dire chiaramente perché quella ragazzina stava in
camera sua, avrebbe potuto infrangere i suoi sogni per salvare la sua
relazione. Sì, lo avrebbe potuto fare.
Ma non lo ha fatto.
Non perché è
troppo buono per rovinare una giornata a Kelly
Rosemoond, no, ma per il semplice motivo che era abituato ad avere tutto e
subito.
Era sicuro che
dopo aver avuto quelle dannate informazioni, avrebbe chiarito facilmente con
Mary.
Forse, però, non
conosceva abbastanza Mary, né conosceva Lily.
Se avesse potuto
immaginare solo minimamente il casino creato, il dolore causato ad una delle
persone più importanti della sua vita, si sarebbe offerto anche volontario per
un’interrogazione di Incantesimi.
Che ne sapeva lui che Lily, saputo
l’accaduto, sarebbe andata diritto da James a chiedere spiegazioni.
Che ne sapeva che
entrambi sarebbero stati pronti a lasciarsi pur di non
ammettere che entrambi i propri migliori amici avevano torto, chi per mancata
pazienza, chi per svogliatezza.
E ora lui era lì, costretto a dire al
proprio migliore amico che il pomeriggio seguente avrebbe incontrato Mary,
forse per chiarire, forse per mandarsi a quel paese.
Come glie lo avrebbe potuto dire?
“ Ehi, James! Lo
sai? Forse io e Mary torniamo insieme! Lo so, ti sei
lasciato con la ragazza che ami da anni per difendermi durante una litigata mia
e di Mary e ora io ti dico che mi rimetto con la mia ragazza! Così, alla fin
fine, quello che ci rimane fottuto sei tu!”
- Dimmi- James non alzò lo sguardo dal foglio.
Probabilmente non
guardava negli occhi i propri amici dal giorno in cui aveva
litigato con Lily. Forse, se lo avrebbero guardato
negli occhi avrebbero capito quanto stava male e questo non lo voleva.
Non voleva la
loro compassione, non voleva il loro aiuto, colpa del suo cazzo di orgoglio.
Erano ormai ore
che guardava la pergamena vuota.
- S’, ehm… Cioè, allora, domaniioeMaryciincontriamo.
Losocheèpassatounmesemaoravorremmochiariretuttiedue- Forse, ma proprio forse,
aveva detto la frase troppo velocemente. Si girò verso il moro che lo guardava
sconcertato.
- Eeh?-
- Allora,
vediamo. E’ passato un mese da quando… bè, da quel giorno, e Mary vorrebbe,
ehm, chiarire-
Silenzio.
Sirius sbirciò
l’amico la cui faccia era inespressiva. Ogni volta che
toccavano quell’argomento o ogni volta che ci andavano
vicino diventata impassibile.
- E allora?- chiese, la voce fredda, iniziando a
scarabocchiare qualcosa sulla pergamena.
- No, niente.
Credevo che fosse giusto che tu lo sapessi-
- Okay, ora lo so-
- Ti dà
fastidio?- chiese Sirius incerto.
-
No, perché dovrebbe?-
- Bè, non so.
Così…-
- Ehm, Sirius, è
tardi e ho sonno, vado a dormire-
- Non ceni?-
- No, non ho
fame-
- Sicuro che non
ti dia fastidio? Cioè…-
James si bloccò
nel raccogliere i libri che aveva preso.
- Sirius, dimmi,
c’è qualche motivo per cui mi dovrebbe dar fastidio?- La
mano destra era intenta a stritolare una povera e mal capitata piuma.
- Bè, visto che tu e… Ti sei ehm… pensavo che visto che era causa
nostra, ti sentissi… alla fine… fottuto-
- No- gli dette le spalle – non poteva funzionare. Va bene così-
Si mise la
cartella in spalle e uscì a grandi falcate dalla biblioteca.
- Okay, l’ha presa male. Malissimo.- sussurrò tra sé e sé Black.
* * *
- Lily, ti devo
parlare-
Mary odiava girare intorno alle cose, preferiva dire tutto
velocemente e, soprattutto, chiaramente.
- Ehi, ciao- La
rossa era sdraiata sul suo letto a pancia in giù, un libro sotto il viso.
- Che stavi facendo?-
- Niente, ripassavo
per l’esame di Pozioni per domani-
- Ah, okay.
Senti, Lily, se io ricominciassi ad uscire con Sirius, ti darebbe fastidio?-
Lily si bloccò.
- No, non credo
che mi darebbe fastidio. Sarebbe bello se tornaste insieme-
- Ah. Bene, ehm,
io lo dovrei rivedere domani pomeriggio. Sai, appena posso parto e ti raggiungo-
Il giorno dopo
sarebbe, infatti, stato l’ultimo giorno prima delle
vacanze e Lily aveva deciso di tornare a casa per quest’ultime. Non che le facesse piacere, ma era l’unica opzione che più l’allettava.
Sarebbe stata raggiunta da Mary che prima avrebbe fatto una tappa a casa sua
per salutare i suoi e poi si sarebbe diretta a casa dell’amica.
- Perfetto.
Approposito, i miei ci lasciano la casa per tutte le vacanze: partono per la Francia-
- Allora siamo
solo noi due!-
-… e Petunia-
- Dettagli-
- Giusto-
Il silenzio scese
nella stanza. Alle volte, sembrava più rumoroso il silenzio che qualunque
schiamazzo.
- Lily, Merlino,
dì qualcosa-
- Che dovrei dire? Ah, sì, per fare la Pozione Anti-Fame basta
girare succo di mirtillo e gocce di saliva di drago tre volte in senso orario e
cinque in senso…-
- Lily ti prego,
non divagare! Sai che intendo…-
La ragazza scosse un po’ la testa in segno di negazione poi, molto lentamente,
girò la testa.
Mary rimase di
sasso: gli occhi erano lucidi.
La rossa non
aveva pianto mai davanti a lei per quella
storia e, ora, gli occhi luccicavano di lacrime.
- Non so che
dire, Mary. Davvero, mi fa piacere…-
-… Ma?-
- Ma niente! Mi fa piacere, punto! Fine, stop. Non è stata colpa vostra, doveva andare così. Non eravamo fatti
l’uno per l’altro…-
- Lily…-
- Sai una cosa,
Mary? Mi sono dimenticata un libro in biblioteca… è meglio se torno a
prenderlo-
Con uno scatto
veloce si alzò dal letto, prese mantello e sciarpa e scomparve dietro la porta.
Mary si lasciò
cadere su una sedia portandosi le mani a coprire gli occhi.
Si sentiva uno
schifo.
Ma proprio tanto.
* * *
James si era
sbagliato di grosso quando aveva pensato che tutto sarebbe ricominciato come
prima, che la solita routine sarebbe ripresa.
Non fu così e si
capì subito.
Erano ormai
cresciuti per urlare nei corridoi di scansarsi, per insultarsi o altro. Si
limitavano ad ignorarsi o, per meglio dire, ad evitarsi.
Se Lily lo vedeva nel corridoio cambiava
palesemente strada e se erano costretti a stare a stretto contatto facevano
finta che l’uno non esistesse per l’altro, per morire dentro.
Perché non c’era
cosa più difficile di ignorare il ragazzo che ancora
amava.
Di costringersi
ad odiare la ragazza che ogni particella della sua pelle desiderava.
Era come se si
stessero costruendo delle barricate intorno al cuore, capaci di contenere i
sentimenti, capaci di metterli a tacere.
Ma, dopotutto, era troppo presto e spesso
quelle barricate cedevano.
Quante volte Lily
si era ritrovata a guardare il libro di Trasfigurazione inzuppato di lacrime?
Ma lo stesso numero di volte si era
ritrovata ad annusare la sciarpa di James, promettendosi che quella sarebbe
stata l’ultima volta, che poi glie l’avrebbe ridata per porre definitivamente
un punto alla loro storia.
Ma ogni volta si
diceva che glie l’avrebbe data la volta dopo così da
portarsela ancora addosso, nascondendo quelle due dannatissime iniziali che non
potevano essere confuse con L.E.
Forse
perché in realtà la loro storia occupava una pagina troppo corta della loro
vita, troppo breve perché vi fosse messo il punto definitivo.
E, alla fine, si
ritrovava chiusa nel bagno che si toglieva con mani tremanti quell’intreccio di
fili di lana rossi e oro come se la soffocassero.
Una volta, Mary
la sorprese a prendere la sciarpa e buttarla nel cestino. Alla ricerca di
spiegazioni dell’amica, la rossa rispose che se quello la voleva poteva benissimo venire a riprendersela. Il giorno
dopo, la ritrovò piegata con cura sul suo cuscino e, mai come in quel momento,
fu grata a Mary per il suo conforto silenzioso.
Lily scese le
scale del dormitorio ripromettendosi di restituire quella dannata sciarpa a
James. Era decisa a rintanarsi nella biblioteca per evitare così il ragazzo
quando uscì da dietro al buco del ritratto.
I corridoi
illuminati dalle lanterne erano deserti, segno che
ormai tutti si erano riuniti in Sala Grande.
Quando entrò in biblioteca, si rese subito conto
che c’era ancora qualcuno.
Si fermò per
ascoltare.
Riconobbe subito
le due voci.
- Ehm, Sirius, è
tardi e ho sonno, vado a dormire-
- Non ceni?-
- No, non ho
fame-
- Sicuro che non
ti dia fastidio? Cioè…-
Probabilmente anche Sirius si era deciso a
parlare a James.
- Sirius, dimmi,
c’è qualche motivo per cui mi dovrebbe dar fastidio?-
- Bè, visto che tu e… Ti sei ehm… pensavo che visto che era causa
nostra, ti sentissi… alla fine… fottuto-
- No. Non poteva
funzionare. Va bene così-
Lily rimase
appiattita al muro.
Certo, anche lei
aveva che tra di loro non poteva continuare ma…
Sentirlo dire da lui era tutta un’altra cosa.
Lui,
probabilmente, lo credeva davvero. Lei, invece, lo diceva tanto per deviare i
vari discorsi.
Il respiro le si fece affannoso, la vista offuscata dalle lacrime.
Quasi in modo
isterico si tolse la sciarpa rischiando di strozzarsi e la lasciò cadere a
terra.
Si strinse il
mantello e in un repentino cambio d’idea decise di rinchiudersi in uno dei
bangi dei Prefetti, giusto in tempo per non vedere
James fermarsi a raccogliere la sciarpa.
* * *
- Signorina
Evans, mi stupisco di lei! Credevo che questo test per lei sarebbe stato una
passeggiata…- Lumacorno osservò il calderone di Lily cercando di nascondere la
faccia orripilata.
La pozione
sarebbe dovuta essere rosa chiaro e invece la sua era nera come la pece.
- Non so che sia
successo professore- Lily abbassò lo sguardo cosa gli avrebbe dovuto rispondere
“ Sa, professore, ieri ho ricevuto la bastonata più grossa della mia vita, ho
il diritto di avere una giornata no?” Si sentiva due paia di occhi
che la scrutavano.
Uno, naturalmente era di Piton, l’altro, altrettanto ovvio, era
di James.
Quest’ultimo
appariva uno straccio.
Anzi,
no, lo straccio era più attraente.
Quella sera ci
aveva messo poco a capire che Lily aveva sentito la sua conversazione con
Sirius.
Quella sera aveva
sentito il suo profumo. Il profumo delle sue labbra, del suo
burrocacao alle rose.
Amava
quel profumo, amava
sentirselo addosso dopo averla baciata.
-Sarà
lo stress, in questo periodo ci saranno sicuramente molti test…- provò il professore.
- No. No. E’ che
non sapevo farla-
- Ma non credo, suvvia! Non si abbatta in questo modo-
- Professore, le
ho detto che non so farla-
- Ma non le credo. Sono sicuro che se ritenta magari…-
- Professore,
cosa cavolo non le ‘ chiaro della frase “Non so farla”? Il non? Il so? O il farla? E
non mi stia sempre appiccicato, Merlino. Circoli un po’, se
ne vada da altri. Sempre lì a dirmi che sono brava e bla bla bla e poi,
appena non so fare qualcosa, tragedia! E che cacchio,
ma mi lasci stare!- La ragazza era diventata tutta rossa, aveva rovesciato la
pozione per terra e si stava rivolgendo all’insegnante sempre più alterata.
- Ah, e la vuole
sapere una cosa? Ma faccia una dieta! Rimarrà zitello
avita se non toglie un po’ di ciccia
e…-
- Signorina
Evans, sta oltrepassando il limite!-
- Ma sa che m’importa di oltrepassare il limite? Lei che
cavolo ne sa di cosa sto passando? Lo oltrepasso eccome il limite!-
-Lily! Basta,
vieni, usciamo…- Mary e Ally la presero di peso mentre
la ragazza si dimenava, cercando di insultare un altro po’ il professore.
- Lily…- James si
alzò di scatto. Basta, non poteva rovinare la sua vita per un cazzo di orgoglio, non poteva.
Lui amava Lily e
niente l’avrebbe messo in discussione.
- Lasciala stare- questa volta fu Severus ad alzarsi.
-
Che vuoi tu?-
- Ehi, Potter,
abbassa la cresta. Che ti credi, che puoi fare il
bello e il cattivo tempo? Prima la lasci, poi la ricerchi…-
- Fatti gli
affari tuoi, Mocciosus- s’intromise Sirius.
- No. Ha ragione.
Sono stato io a lasciarla, ma devo chiederle scusa. Sai, per una volta è strano
darti ragione, Piton-
Severus aprì la bocca
per ribattere ma James era già uscito dall’aula.
- Lily! Lily!-
chiamò.
La rossa si girò
nella sua direzione.
- Tu! Tu! Lo sai?
Mi hai rovinato la vita! Se non poteva funzionare,
potevi risparmiarti tutta la commedia! Ti odio, tanto, tantissimo? E sai perché? Perché sono così cretina che
ancora ti amo, che ancora m’illudo. E...- Ma
non finì la frase. Mary la strattonò via, trascinandola lungo il corridoio.
* * *
- Ci vediamo
stasera-
- Sì-
- Non dirò a
nessuno della tua scenata-
- Non m’importa-
-
Zitta, che è meglio.
Lumacorno stava per andare in tachicardia-
- Meglio, magari
si leva di torno- Lily caricò il baule sul treno.
- E’ successo
qualcosa? Intendo ieri sera… -
- No, perché?- chiese evasiva.
-
Perché non ti ho mai vista così… isterica?-
- Non è successo
niente. Divertiti con Sirius e parti presto, altrimenti arriverai troppo tardi-
- Mi sembri mia
mamma-
- E’ una bella
donna-
- Shhhh, stai
zitta che fai una figura migliore-
Si abbracciarono
velocemente prima che la rossa salisse sul treno.
* * *
- Professoressa,
mi lasci passare-
- Potter, ormai
il treno è partito, prenderà quello dell’ora successiva-
- No,
professoressa, non centra niente! Io devo uscire dai confini della scuola, mi
devo Smaterializzare-
- Potter, non
dica scemenze. Aspetterà il treno successivo-
- No. Non posso-
Con uno scatto
superò la professoressa McGranitt per uscire dal cancello.
- Potter, torna
subito qui-
- Buon Natale
professoressa-
- Potter!-
- Passi felici
vacanze-
Iniziò a correre
prendendo la via di Hogsmead per uscire dai confini di Hogwarts. Appena si rese
conto di potersi Smaterializzare si fermò.
Inspirò a fondo e
si concentrò sul luogo desiderato.
In pochi secondi
la familiare sensazione della Materializzazione lo
avvolse.
Quando aprì gli occhi, si ritrovò in un salotto
arredato con gusto.
Le poltrone erano bianco panna, i muri giallo chiarissimo erano
ricoperti di fotografie.
La più bella era una che raffigurava bimba, immobile ovviamente, il
sorriso smagliante, gli occhi verdi smeraldo luccicanti e i capelli rossi al
vento.
In quella foto,
Lily non avrà avuto più di sei anni.
- Eri già
bellissima…- disse alla foto il moro poi, lentamente, si sedette sul divano e
aspettò.
* * *
- Aaaaaah Un
ladro, oddio, oddio, un ladro- James si voltò verso la porta ora spalancata.
Una ragazza magra
e bionda dall’aria un po’ svampita lo guardava terrorizzata.
- No, senti, non
è come credi…- tentò il ragazzo.
- Tu… Corriiii-
- Petunia, sarà
il postino…-
- No! Non è il
postino! Il postino non entra in casa! Chiamo Vernon-
- Ma lascia
perdere, quel coso potrebbe solo
farlo ridere- La figura di Lily comparve, annoiata, spossata per il viaggio e palesemente incredula che ci fosse qualcuno di
pericoloso.
Quando i suoi occhi nocciola incontrarono quelli
verdi della ragazza, James ebbe un sussulto.
- Tu… che… che… -
- Vi conoscete?- chiese
con aria tonta Petunia.
- Hai dimenticato
questa- James tirò fuori la sciarpa e fece un passo
verso la rossa.
- No. Non è mia-
- Sì, invece-
- Ci sono le tue
iniziali-
- Appunto-
- Mi spiegate che
succede?-
- Petunia, per
una buona volta, taci-
-
Lily… quello che hai sentito…-
- E’ sufficiente
per capire che mi sono illusa. Basta, non c’è da spiegare niente-
- No!-
- James- Lily sorrise. Non un sorriso felice come quello della
foto, no, un sorriso triste, malinconico – Non devi restare qui, non
preoccuparti. Non mi devi alcuna spiegazione, è finita così-
- Ma io non voglio che finisca così, Lily. Io ti amo-
- Sìììì, ehmmm,
ma voi andate insieme
a scuola?-
- Ma… Io.. io credevo…-
- No, ti giuro,
hai capito male. Io ti amo, non potrebbe finire così.
Non può-
Le mani della
ragazza iniziarono a tremare.
James le si avvicinò e le prese il viso tra le mani.
- Io ti amerò sempre, sappilo-
- Anche se Sirius…-
- Sirius non
centra niente. Ci siamo solo noi, va
bene?-
La ragazza annuì
lentamente. I loro visi si avvicinarono in pochi secondi per unirsi, di nuovo,
finalmente.
- Oddio, questi
si baciano pure!- quasi urlò Petunia.
Ma loro neanche l’udirono, i sensi offuscati
da quel dolce gusto di burro di rose.
Salve gente!!!!!!!!!
Oooooh, finalmente ho postato.
Vi chiedo immensamente scusa per il
ritardo ma avendo cambiato computer ho dovuto reinstallare Word -.-
Poi, naturalmente, mio fratello se ne è appropriato senza lasciarmi tempo e solo oggi sono
riuscita a postare
Sigh
Ho concluso
bene, visto?? Spero che mi perdoniate grazie alla fine XDXD
Passo ai ringraziamenti
_Mary: ho postato! Fiuuuuu xD Hanno fatto pace U.U Sinceramente pensavo di finire il capitolo
al punto in cui Lily saliva sul treno ma poi, pensandoci bene, ho detto “Li ho
fatti aspettare troppo, è meglio se mi faccio perdonare xDxD” Spero che ti
piacerà anche questo capitolo!!! Baciii
coriandoli_di_zucchero:
caraaaaaa, quanto tempo *_____* ooooh, li ho fatti riappacificare U.U Ci stavo
troppo male a vederli tristi esoli Snifff Il prossimo capitolo penso di
dedicarlo a Mary e Sirius… poi siamo durante le vacanze di natale eh eh, ci si
diverteeeee xD Da noi. Invece, ste vacanze non arrivano più, siiigh
Bo, carissima, al prossimo capitolo, Baciiiiii
Cullen isabella: e le scuse
arrivaronoooo xDxD Spero di averti accontentata a sufficienza, è stato o no un
romanticone???????Jal prossimo capitolo!!! Baciiii
Pikkola_15: tesoro, io mentre scrivevo
ero sul punto di piangereeee xDxD Dai susu, che tutto si è riaggiustato xD Al prossimo capitolo, Baciiii J
Mi raccomando,
RECENSITE XD
Al prossimo capitolo
Grazie a chi ha inserito la storia tra
le seguite e tra le preferite
- Ciao- Mary
guardò il Black di sottecchi, giusto per non esporsi troppo.
- Come va?-
Bene, iniziare
con lui una conversazione con un “come va?” era non squallido, di
più.
- Bene, diciamo.
Tu?- Senza guardarlo negli occhi afferrò con la mano qualche filo
d’erba e lo strappò dal prato.
Erano nel cortile
della scuola, e da lì a una mezzora lei sarebbe dovuta partire, per
raggiungere Lily.
- Bene,
sì, direi di sì.- il silenzio
calò di colpo.
Magnifico, si
prospettava una di quelle conversazioni da lasciare senza fiato.
- Senti, ma che
stiamo facendo? Io qui, tu lì che ci diciamo di star bene, che non
abbiamo più intimità per una sciocchezza- Sirius si alzò e
la squadrò.
-Scusa? No,
seriamente, scusa? Una sciocchezza? Una sciocchezza?
Ah, sì, giusto, questa è bella. Tu mi hai tradita con quella e
per te sarebbe una sciocchezza? Ah, beh,allora si vede che qui l’unica che credeva davvero nella nostra
storia ero io, visto che tu ti davi alla pazza gioia con altre definendo poi il
tutto una sciocchezza- ogni parola sembrava veleno.
- Mary io non ti
ho tradita-
- Sirius, pensi
davvero che ti creda? No, perché se è così, abbandona la
speranza-
- Mary, tu eri la
prima a dire a Lily di non avere pregiudizi nei confronti di James, quando poi
sei subito pronta ad accusarmi, dicendomi che ti tradisco-
- Sirius, quella
là ti era svaccata addosso. Cos’era lo studio del corpo umano ravvicinato?
Mi pigli per cretina, deficiente o cosa?-
- Senti, se hai
intenzione di star qui ad accusarmi come se ti avessi ucciso il gatto, allora,
buone feste-
- Ma buone feste
un corno, Sirius. Buone feste un emerito ca…-
Ma ormai il
ragazzo l’aveva piantata in asso, lì, sotto quell’albero che
tante volte in quei mesi precedenti li aveva visti abbracciati.
- Una cretina,
ecco cosa sono. Pretendere che lui venisse da me e dicesse “ ehi, Mary,
cavolo, mi manchi, torniamo insieme!”. Ancora più illusa quando mi
ci sono messa in estate. Ma che avevo in testa? Cavolfiori?-
E con una lacrima
sulla guancia si girò verso il portone principale, le braccia lungo i
fianchi, le mani strette in pugni.
Sirius
entrò sbattendo la porta della camera.
Remus, piegato
nel fare la valigia, si girò a guardarlo.
- Andata male,
Felpato?-
- Una merda. Ha
iniziato a dire che l’ho tradita-
- E tu?-
- Le ho detto che
mi accusava ingiustamente-
- E lei?-
- Che non era una
cretina-
- E tu?-
- Niente, me ne
sono andato-
- Sei un genio,
fattelo dire-
- Ma tu che ne
sai? Era là, tutta accusatrice-
- Sirius, lei
semplicemente è orgogliosa quanto te. Dalle tempo-
Sirius non
rispose, gli occhi soffermati sul letto di James, stranamente vuoto.
- E Ramoso?-
- Non ne ho idea.
Gira voce che abbia congedato la McGranitt con un: passi felici vacanze. Sembra
abbia rincorso Lily –
- Stai
scherzando?-
- No. Aaarg, aiutami a chiudere la valigia-
Insieme si
sedettero sul bagaglio marrone.
- E quindi? Ci ha
piantati in asso? Noi dove andiamo?-
- Io propongo
un’invasione: tutti dalla Evans –
Sirius
guardò sconcertato Lunastorta.
-
C’è stato un cambio di personalità? Esci da ‘sto
corpo, anima malefica, torna nel mio!- Disse il moro alzandosi di scatto.
- Vedi che sono
serio-
- Anche io
–
- Allora lo
raggiungiamo?-
- Lunastorta,
sarai anche contaminato da me, ma c’è bisogno di chiederlo? Ovvio,
amico-
- Lo sai che ci
sarà anche Mary, no?-
Sirius
arricciò il naso – Farò come se non esistesse, giuringiurello-
* * *
- Quello schifo
là! Non ci dovevo andare, ecco tutto! Uguali come due gocce
d’acqua i maschi! Tutti delle emerite cacche- Mary spalancò la
porta di casa Evans come una furia.
- Mary!- una
nuvola rossa l’avvolse in un abbraccio.
- Ciao, amica- La
bruna inspirò a fondo il profumo di fragole dello shampoo di Lily.
- Ciao, migliore
amica-
- Ciao, amica
della mia ragazza-
Mary si
voltò di scatto: sentire la voce di James in casa Evans era come ridere
durante Trasfigurazione, impossibile.
- Tu! Che ci fai
qui?-
- Diciamo che ho
fatto una tappa duratura-
- Un’incursione,
vorrai dire- lo corresse la rossa.
- Come siamo
esagerate. Possiamo dire di aver compiuto un atto di galanteria per fini
pubblici-
- Fini pubblici?-
- Ovvio.
T’immagini in che stato sarà la scuola senza il nostro supporto
amoroso?-
- Non ti montare
la testa, Potter. Lily ti accetta solo perché sei il più decente
sulla piazza-
- Lo prendo come
un complimento-
- Dovresti-
- Oh, ma che
è, un complotto contro di me? Siete due femmine contro uno!-
In quel preciso
istante Petunia irruppe nella stanza.
- Ciao, cosa-
- Ciao, Petunia.
Mi chiamo Mary, per la cronaca-
- Lo so, lo so,
zitta, non ho tempo- si voltò istantaneamente verso Lily – Tu! Sai
che dicono al nostro telegiornale? Un’altra morte sospetta!
Un’altra! Sono i tuoi amici, ammettilo!-
- Petunia, hai
bevuto?- James la guardava sconcertato.
- Come ti
permetti, razza di sottouomo… Sottouomo!-
- I nostri amici
non uccidono, Petunia. Non siamo tutti serial killer-
- Siete tutti
pazzi, però! Eh, una cosa, stasera verrà a cena Vernon. Siate n-o-r-m-a-l-i-
Senza aspettare
risposte uscì dalla stanza.
- Lily, tua
sorella si è aggravata- Mary era più che scioccata.
- No, è
solo l’agitazione: crede che rovinerò la cena col tricheco.
Diciamo che l’arrivo di James non le ha giovato-
- Pff, non capisce niente! La mia presenza dovrebbe
onorarla!-
- Se, va beh, ora
non esageriamo- Lily lo guardò sarcastica.
- Ehm, ragazzi,
non per dire, ma qualcuno mi direbbe dove posso sistemarmi?-
- In camera mia,
ovvio- Lily la osservò stranita.
- Ma ti pare?
James è in camera con te-
- Ma no, ovvio!
James è nella camera degli ospiti-
- Già, io
sono stato confinato là-
- Non ti
lamentare-
- Mi sto
lamentando?-
- Sì,
palesemente!-
- Ma io ti amo!-
- Mi vuoi
corrompere?-
-Si vede?-
-
Alquanto…-
Mary sorrise
girandosi: sarebbe stato meglio mettere la propria valigia nella camera degli
ospiti.
- Vernon, lei
è mia sorella, lei una sua amica, e lui un suo amico- Petunia li
guardò con sufficienza, presentandoli.
Vernon, una palla
di lardo inquietante, annuiva stoltamente ad ogni viso nuovo.
- Per la
precisione, io sono il suo ragazzo- disse James piccato.
- Ah, ma si
accoppia anche questa specie?- sussurrò Vernon a Petunia, abbastanza
forte da far sentire a tutti.
La fidanzata lo
guardò impacciata, poi con un sorriso tirato esclamò –
bene, possiamo mangiare-
- Sai, caro,
pensavo di vendere la casa, se mamma me la lascia-
- Oh, sì,
potrebbe fruttare…-
Erano ormai a
metà cena e gli unici ad intrattenere un discorso erano stati il
tricheco e la sua anima gemella.
- No, scusa?
Petunia, per la cronaca, che ne sai che mamma te la lascia? Potrebbe lasciarla
a me-
- Ha detto che me
la lascia. A te danno la casa del mare-
- Cosa? Lo sa che
odio quel posto! Lì il telefono non prende-
-
Cos’è il feletono?- sussurrò
James a Mary.
- Un coso che
serve a qualcosa, credo…-
- Non ci posso
far niente! Tu tanto andrai a vivere coi tuoi simili-
- Ma anche se
volessi venderla nessuno la comprerà, e tu lo sai-
- Appunto! Dovrei
prendermela io?-
- No, ma potresti
essere più giusta-
- Cara, ma non
dibattere. Ormai la casa va a te- disse Vernon con aria soddisfatta.
- No, scusa, coso a te chi te l’ha detto?- Mary
lo guardò scocciata.
- La madre non lo
darà certo a..-
- Ma sei sua
madre? Che ne sai?- l’amica si stava accalorando.
- Ehi, ragazzina,
non permetterti di parlarmi..-
- Ma tu invece ti
permetti di fare conti quando non fai neanche parte della famiglia!-
- Cero che faccio
parte! Sono il suo fidanzato- disse indicando col pollicione
Petunia.
- Allora io dico
che la casa va a Lily. Sono il suo fidanzato, no?- intervenne James.
- Senti tu, mezzo
uomo e mezzo coso, non mi rivolgere la paro..-
- Ma se lui
è mezzo uomo tu sei mezza foca- Lily si era alzata battendo i pugni sul
tavolo.
- Lily, come ti
permetti?- Petunia la guardò scandalizzata.
- E come si
permette la tua dolce metà, scusa?-
- Non è
una foca!-
- Ah no? E cosa
ti pare? Un tricheco? Sì, forse- Mary guardò con sufficienza la
sorella dell’amica.
- Fuori da casa
mia- quest’ultima si era alzata, cercando inutilmente di apparire
autoritaria.
- Non è
casa tua, è dei nostri genitori-
- Beh, ovviamente
non è tua-
- Ma neanche tua-
Petunia strinse
le labbra mordendosi coi denti l’interno delle guance.
- Allora me ne
vado io-
- Bene-
- Quando mamma lo
saprà…-
- Le dirò
che vai in giro a dire che questa sia casa tua-
La sorella
sbatté i piedi per terra come una bambina che non otteneva il suo lecca lecca alla fragola e in un turbine di capelli biondi
uscì dalla casa, seguita dal suo Vernon, sbattendo la porta.
Lily la
osservò andar via con le lacrime agli occhi.
Non avrebbe
volute che la serata finisse così, ma la odiava.
La odiava
perché non le permetteva di dimostrarle ciò che realmente era,
perché era piena di pregiudizi, perché doveva essere sua sorella,
non la sua peggior nemica.
La odiava
perché nonostante sapesse che non era stata bene, non le aveva neanche
chiesto se si fosse rimessa.
Senza dar conto a
nessuno uscì dalla porta secondaria, in cucina, e si sedette sul
gradino.
- Ciao, tesoro! Come stai? Sarai stanca-
la mamma l’abbracciò affettuosamente.
- Bene, mamma! Non sai quante cose ho
imparato! So far volare gli oggetti con la bacchetta, trasformare topi in
tazzine, fare sciroppi e bevande profumate!- la figlia la guardò fiera,
gli occhi verdi luccicanti.
- Oh, brava!-
Un uomo dagli occhi smeraldini e i capelli
castani le si avvicinò sorridente.
- Ma chi vedo! Una piccola streghetta
–
- Papà!- la bimba si fiondò
sul padre, facendosi prendere in braccio.
- Ciao, tesoro!-
- Ciao, Lily - Petunia la guardava
nascosta dalla schiena del padre.
Lily s’affrettò a scendere,
l’emozione dipinta sul viso. La sorella l’aveva perdonata?
- Tunia! Ti devo raccontare certe cose!-
Le prese le mani nelle sue, sorridendo
smagliante. La sorella, però, lasciò immediatamente la presa.
- Non m’interessa, Lily-
- Ma se vuoi te le racconto dopo-
- No, Lily, non ne ho voglia-
- Come vuoi- la voce era incrinata per la
delusione- oggi andiamo al parco?-
- No, esco con le mie amiche-
- Se vuoi ci vediamo un film insieme,
stasera- tentò nuovamente la rossa.
- No, Lily, esci con il tuo amico
là, Piton, o con le tue amiche. Non c’era gente come te
lì?-
- Ma io volevo stare con te…-
- Un altro giorno, magari-
I genitori le interruppero – Su, su
ragazze, avete tanto tempo per raccontarvi le novità. Ora salite in
macchina-
Lily osservò scomparire dalla
propria vista il treno diretto ad Hogwarts.
La odiava
perché si era sempre comportata da estranea con lei.
- Tunia, devo ripassare, quest’anno
ho i G.U.F.O., ti va di ascoltare la lezione? Te la ripeto un attimo-
- Lily, oggi è Pasquetta, non ho
tempo da perdere-
- Dove vai?-
- Non t’interessa-
- Certo che m’interessa, sono tua
sorella-
- No, Lily, sei solo la figlia dei nostri
genitori-
- Ciò significa essere…-
- Per essere sorelle bisogna avere
qualcosa in comune. Noi non abbiamo niente-
- Sì, invece-
- No, certo che no-
- Un tempo sembrava di sì-
- Un tempo si era piccoli, troppo per
accorgersi di differenze evidenti-
Uscì dalla camera lasciando la
sorella sola.
- Bene, se la metti così…-
Lily si sedette sulla sedia ricominciando a ripetere Incantesimi.
La odiava
perché un tempo le aveva voluto bene…
- Auguri Tunia -
- Grazie, Lily –
-Scarta, scarta- Lily le porse il suo
pacchetto.
Petunia, con mani incerte, aprì la
scatolina rossa, tirando fuori una collanina argentata che aveva una L e una P
come ciondoli.
- Oh, Lily, è bellissima-
- Così ti ricorderai sempre di me-
- Ma io lo farò anche senza la
collanina-
- Non si sa mai- rispose la sorella
sorridendo.
- Tunia, vieni a soffiare le candeline- la
madre le richiamò all’attenzione.
Tunia corse verso il tavolo, pronta a
spegnere il 7 di cera incastrato nella panna della torta.
Lily aprì
gli occhi umidi. Ricordare le faceva male, tanto.
Si alzò di
scatto decisa a fare una cosa, attraversò il soggiorno dove incontrò
gli occhi desolati di Mary, salì le scale frettolosamente e si
fiondò nella camera della sorella.
Sapeva dove
cercare, sapeva cosa trovare, se l’avesse trovata.
Aprì il
secondo cassetto della scrivania e tolse tutti i fogli e le carte buttate
lì alla rinfusa.
In fondo, in
fine, trovò una scatoletta rossa.
Era rimasta
lì per tutti quegli anni?
La aprì,
con mani tremanti. Dentro, come dodici anni prima, era posata una catenina,
questa volta, però, con un solo ciondolo: una L.
L’aveva
davvero conservata così? O la P l’aveva persa col trascorrere
degli anni?
- Ehm, ti
disturbo?- James era entrato nella camera.
- No, no- Lily
chiuse la scatoletta e la ripose nel cassetto, sbattendolo velocemente.
- Mi… mi
dispiace. Per tutto. Non mi sarei dovuto fermare-
- No, James,
avremmo comunque litigato, non farti colpe-
Lily si sedette
sul letto della sorella, seguita a ruota dal ragazzo.
Pochi secondi
dopo, una macchina si fermò sotto la finestra della camera. La radio era
accesa e da essa proveniva una canzone lenta.
- Ma da dove esce
‘sta musica?-
- Dalla
radio…-
- E che
è?-
- E’ una
cosa che emana… musica?-
- Ah- il silenzio
calò tra i due, rotto solo dalle note musicali.
- Lily, ti va di
ballare?-
Lily lo
guardò incerta – Okay- rispose infine con un mezzo sorriso.
Si alzarono
entrambi, lui le posò le mani sui fianchi e lei sulle spalle.
Iniziarono a
muoversi a ritmo della musica, incuranti di ciò che accadeva lontano da
loro, lontano anni luce dai loro pensieri, rinchiusi nella loro bolla
personale, protettrice dei mali che in quel momento venivano compiuti dai loro
simili.
- TU!-
James, allarmato
si staccò di colpo- Che succede?-
- Non ne ho idea-
Lily lo guardò preoccupata.
Insieme scesero
le scale a due a due per arrivare in soggiorno.
- Ehi, Lily,
sorpresa!-
Sirius
troneggiava sul mobiletto da tè davanti al televisore, il borsone in
mano e una faccia da schiaffi.
- Che ci fai
qui?- James lo guardava sorpreso e contemporaneamente divertito.
- Diciamo che
abbiamo deciso di accamparci-
- Co-Cosa?- Mary, furibonda, era aggrappata alla poltrona.
- Ehi, ragazzi,
gradite l’incursione?- Remus comparve dalla porta principale seguito da
Peter.
- No, ragazzi,
qui non ci state tutti! Dove vi metto a dormire?- Lily era sconcertata.
- Certo, cara
– Sirius balzò giù dal tavolino e le circondò le
spalle con un braccio – Noi siamo animali selvaggi, ci accontentiamo del
pavimento –
TA DAAAAAAAAAAAAAAAAN!
SurpraaaisJ
Salve
gente!
Allora io
inizierei con un enormeSCUSA=)
Sono
imperdonabile lo so! E non sono neanche soddisfatta del capitolo, anzi,
diciamocelo, mi fa un po’ schifo.
Questo
è un capitolo di transizione: non succede niente di che; quelli che
verranno dopo saranno alquanto movimentati.
Ora,
prometto che sarò molto più in orario con i prossimi capitolo.
Ammetto che
non ho postato anche perché mancava un po’ l’ispirazione ma,
finalmente, ho capito bene come andrà avanti la storia. INDIIII, posso procedere velocemente.
Ah, ci
tengo a precisare: lo so che nel capitolo scorso sembrava che Mary e Sirius
sarebbero tornati insieme, ma credo che non ci sia gusto nel vederli pappa e
ciccia: non preoccupatevi, non li lascio mica scapoli; concediamogli solo un
po’ di tempo, anche per divertirci un po’.
Ripeto
ancora, ragazzi, SCUSATE.
Mi
farò perdonare.
Parto coi
ringraziamenti:
_Mary: Ma
Lumacorno se lo meritaaaaaaaxD
Oh, mi dispiace che Sirius e Mary non abbiano chiarito, ma tutto si
aggiusterà: diamo tempo al tempo. Cara mia lettrice fedele, qui non
è che ci sia molto da dire L Il capitolo è normale, non
c’è niente di che, ho dato spazio al mondo Babbano per staccare un
po’. Nel prossimo capitolo avverranno un po’ di cose, così
come in quelli seguenti v.v Ti aspetto, cara, Bacii
kokylinda2:
Sì, ehm, prorpio presto non ho postato -.- Lo
so, sono imperdonabile -.- Spero di ritrovarti tra le recensioni, cara =) Al
prossimo capitolo Baciii
ElseW: innanzi tutto, cara, ti debbo riferire che io,
scartabellando nel tuo profilo, ho trovato quella fantastica storia che
è Bianco e nero e il suo seguito, indi, ti intimo di proseguire xD No, seriamente, non ti metto fretta, però ne
approfitto per dire che è davvero bella v.v Lo so, lo so, James ha
classe, lui è un FIGOOOO xD Spero di
ritrovarti tra le recensioni =) Baciii
Coriandoli_di_zucchero:
sì, ehm proprio presto non ho postato asdvabbè ma dettagliiiiiiiiXD Grazie, amica mia, se non ci fossi tu
a recensire tutte le storie… xD Al prossimo
capitolo <3
Pikkola_15:
Sono felice che ti piaccia, cara *_* Recensisci anche questo capitolo, per
favore !
Colgo
l’occasione per ringraziare tutti coloro che non mi hanno abbandonato
neanche nell’avviso xD E cioè _Mary, Lovegio92,
pazzerella_dispettosa, diavoletta88,
coriandoli_di_zucchero e _SiL_
In
più ringrazio coloro che hanno letto e recensito la drabble
La bua delle femmine, visto che la maggior parte fanno parte delle lettrici di
Volando oltre tutto.
- Okay, gente, pronti per far baldoria? Vi voglio vispi e
focosi-
Lily guardò il suo ragazzo, sconcertata.
- Focosi?-
- Certo. Non andiamo in quei locali dove c'è
musica... là... come li chiamate, voi? CD-teche-
- No, James. Uno, si chiamano discoteche, due, sono per babbani,
faremmo solo guai, tre, c'è Petunia in agguato, io non rischierei fossi
in te-
- E che facciamo, allora? Siamo in sei, quattro dei quali
bei maschioni, che c'è, hai intenzione di restare a casa in panciolle, a
guardarsi la telavesione e cercare di divertirsi?-
- Certo-
-... Che no!- Sirius s'intromise nella conversazione.
- No, Sirius, tu non sai cosa siano le discoteche ne cosa
sia la televisione, non potete
giudicare-
- Infatti, per questo dovremmo andare in quel locale, per
giudicarlo-
- Lo giudico già io per voi, e dico no-
- E io sì-
- Sirius, è una sfida?-
- Se la vuoi vedere da questo punto di vista-
- Sirius, mi stai affrontando su un terreno che è il mio-
- Non significa che non vincerò io-
- Black, chiudi quella fogna- Mary entrò nella stanza
spintonandolo e allontanandolo.
- McDonald non m'istigare-
- Black, chi ti calcola-
- Ragazzi, calmiamo i bollenti spiriti, potremmo farci un
giro in paese e basta-
- Giusto, bravo Remus- Lily annuì, convinta.
- Sì, sai che noia!-
- James, non fare il moccioso-
- McDonald, siamo pungenti, stasera-
- Black, non ti ho interpellato-
Sirius era sul punto di rispondere, quando Lily intervenne.
- Okay, okay, zitti tutti. Facciamo così. andiamo in
un locale discreto- James sbuffò - Discreto, James, non noioso. Dicevo,
andiamo in 'sto locale, e poi ci facciamo un giro-
- Mh- mugugnò il moro.
- Che serata scoppiettante-
- Black resta a casa, se preferisci-
- Mary, basta-
- Vedi, Lily? Mi istiga-
- Siete due bambini-
- Ah, io sono una bambina?-
- ZITTI- tutti si voltarono verso Remus, che, seduto
placidamente su una poltrona, aveva il viso in fiamme - Ora salite tutti su, vi
cambiate, e usciamo. E Sirius, basta rispondere-
* * *
Una folata d'aria calda invase il piccolo gruppetto.
I sei ragazzi entrarono in un piccolo locale appartato, in
una traversa della via principale, di nome " Da Riky Roky"
- Riky Roky, eh?- Sirius sogghignò, beffardo.
- Fossi in lui non direi palesemente il mio nome- convenne
Peter.
Da un angolino della sala, una cascata di capelli biondi si
mosse fulminea.
- LILSSSSSSSSSSSSSSS!-
- Oddio, no, Greta no...-
- OOOOOH LILY, da quanto tempo!-
- Tanto, per fortuna!- sussurrò la ragazza.
- Come, scusa?-
- Oh, oh, niente, dicevo tantissimo! Come stai, Greta?-
- Bene, ormai siamo in vacanza-
- Sì, lo so-
La bionda osservò incuriosita il gruppo dietro la sua
vecchia amica.
Un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi dighiaccio catturò la sua
attenzione.
- E... E loro chi sarebbero?- disse, continuando a fissare
la sua futura conquista.
- Amici. Amici di scuola-
Un rumore assordante catturò la sua attenzione. Paul,
il suo ex, ex, ex ragazzo, con un grembiule legato intorno alla vita, la
osservava stupito.
- Lilian-
- Pual-
James osservò lo sguardo di lui, poi quello di Lily,
infine proruppe - James!-
La rossa si voltò a guardarlo, interrogativa.
- Mi volevo presentare- si giustificò.
- Sì, giusto. Allora, lui è James..-
- Il suo ragazzo- puntualizzò il moro, lanciando
un'occhiataccia al cameriere. Non gli piaceva, non gli piaceva affatto.
-.. Sì, poi, ehm... Lei è Mary-
- La sua migliore amica- puntualizzò a sua volta la
ragazza. Grete, o Greta, come cavolo si chiamava non le piaceva, non le piaceva
affatto.
-... Sì... poi, Peter, Remus e lui.. lui è
Sirius-
Greta si fiondò sull'ultimo.
- Ciao, ti ho già detto che io sono Greta?-
- Sì, non soffro di perdita di memoria a breve
termine-
La bionda ridacchiò convulsamente.
- Ti piace nitrire, Greta?- si fece sfuggire Mary.
- Come hai detto, scusa?- l'altra, in risposta, la
guardò con sufficienza.
- No, mi chiedevo, ti piace nitri...-
- BENE! Allora, Greta, raccontami, novità?- Lily
interruppe l'amica. Non aveva voglia di un'azzuffata. Non aveva certo bisogno
di scuse, per richiamare l'attenzione.
- Sì! Cioè, non per me. Hai visto Paul? Ora
è cameriere qui!-
- Ho notato- rispose subito James.
- James- Lily sfoderò un sorriso tirato- fatti gli
affari tuoi-
- Lily... ehm... da quanto non ci si vede, eh?- Paul
tossicchiò.
- Due anni fa, direi-
- Già. Credevo che mi volessi evitare-
- Hai centrato il punto, ragazzo- James ridacchiò.
- Evita, Potter. Nooooooooooooo,
ma vaaaaaaa, cosa vai a pensaaaaare?!?-
Paul le sorrise - Venite a sedervi. Hai tante cose da
raccontarmi, immagino-
- Tantissime- Lily annuì, titubante.
- Io volevo restare a casa davanti alla telavesione
- sussurrò James.
- Ti ci avrei lasciato volentieri, lì davanti,
Potter- digrignò la rossa.
- Sei arrabbiata?- il ragazzo sfoderò un'aria
innocente.
- Se taci lo sarò di meno-
* * *
Sirius osservò l'orologio.
Era la serata più straziante, umiliante, devastante
che avesse mai vissuto.
Mary aveva iniziato a parlare da un'ora, o giù di
lì, con un tale Simon, un galletto deficiente.
Brutto, oltretutto.
Greta gli stava appiccicata come una cozza sta attaccata al
suo scoglio preferito, snocciolando tutta la sua vita estremamente noiosa,
dalla prima volta in cui si cambiò il pannolino sporco.
- Allora?- Greta lo guardava, un'espressione vagamente
provocante sul volto.
- Che?-
- Ti va di andare?-
- Dove?- Sirius si allarmò: rimanere solo con quella
era appena diventato il suo più grosso incubo. Era il Voldemort babbano.
- Ai giardini qui accanto. Potremmo stare in disparte...-
- NO!- Si alzò di scatto dalla sedia- No, davvero,
tante grazie, ma sono nuovo del posto, non credo di sentirmi a mio agio...
ehm... LILYYY, Lily, carissima, non credi che sia ora di tornare a casa?-
Sul volto mostrò un'espressione eloquente:
"liberami da 'sto inferno" diceva.
- Sì, direi di sì- James saltò su,
riconoscente al migliore amico.
- Ma potremmo restare ancora un po'- tentò la rossa.
- Ma no, Lily, è tardi, Petunia sarà in
pensiero- Mary, che in verità aveva passato la sera a parlare con Simon
per dar fastidio a Black, convenne con la proposta di tornare a casa.
- Ma io...-
- Lily, vai pure - Paul la guardò comprensivo- Non ti
preoccupare, ci si ribecca in giro-
- Certo, come no- sussurrò James, abbastanza forte da
far sentire anche alla cassiera.
- Be'... allora, alla prossima Paul, Greta-
E, velocemente, il gruppetto scomparve dietro la porta d'entrata.
- James, essere più maturo è chiedere troppo,
vero?-
- Che intendi?-
- Che intendo? James, hai passato la sera a mugugnare,
rispondendo sgarbatamente e a doppi sensi a domande normalissime, trovando il
pelo nell'uovo in qualunque cosa Paul dicesse!-
- Paul, Paul, Paul, Paul. Mio figlio lo chiamo Paul, ti va
bene?-
- James, non fare il bambino- Remus s'intromise.
- Oh, ma qui tutti buoni a fare da maestri?-
- No, ma tu sei palesemente un bambino geloso, immaturo e
capriccioso-
James non rispose.
Dire immaturo a lui. Lui! Lui che stava facendo di tutto per
non fare il moccolone, il moccioso o come dir si voglia, lui che ce la stava
mettendo tutta per maturare e render la vita a Lily il più facile
possibile.
Chi era il maturo, allora, Paul? Che aveva passato la sera a
fare l'angioletto solo per attirare la sua attenzione. Cosa voleva sentirsi
dire? Eh? " Oh, Paul, sei così maturo, buono, comprensivo, che
quasi quasi lascio James e torno con te!"
Stava per tirare un calcio a una
lattina di Coca accartocciata per terra, quando Lily si bloccò.
Osservava
incuriosita e sovrappensiero il cimitero, in fondo alla strada. Quando si voltò verso il moro, sulla
sua faccia non v'era più l'ombra di rabbia di qualche minuto prima. - Credi... Credi... che sia lì?-
chiese infine. - Di che stai parlando?... Ah- subito il
ragazzo capì a cosa si stava riferendo la rossa. Effettivamente, notando che la vecchia,
lì, Olympie non si era più fatta viva,
anche lui aveva dubitato che fosse ancora sana e salva.
Lily prese a correre lungo il marciapiede,
con James alle calcagna. - Ehi, ehi, dove andate?- li chiamò
Mary. - Arriviamo subito- buttò lì
la rossa.
Il cimitero era aperto. Strano, dopo alcuni atti vandalici avvenuti
l'estate prima, si era deciso di chiudere i cancelli in ferro battuto del posto
alle dieci in punto. La ragazza osservò l'orologio al suo polso erano le
undici passate.
Con un cigolio agghiacciante, data la
circostanza, entrò seguita dal fidanzato. Davanti ai loro occhi comparve una lunga
serie di lastre di pietra, candide come la neve, quasi fluorescenti in quella
notte così vicina a Natale.
"Se è viva, se è viva
allora non tutto è perduto. Se è viva allora saprò qual
è quella dannata caratteristica mortale" pensò la ragazza.
Ma lei lo sapeva, dopotutto, era troppo bello per essere vero.
- Lily...- la voce di James la -
richiamò all'attenzione. Era fermo, davanti a una piccola bara legegrmente sporca di terra. Lily seppe che era quella di Olympie prima d'avvicinarsi. Se lo sentiva dentro da ormai
un mesetto, ne era praticamente certa, e quella era la prova tangibile. Con quella vecchietta sconosciuta se ne
andava la salvezza di decine e decine di maghi e streghe. Con quella sconosciuta se ne andava, molto
probabilmente, la loro salvezza.
Sulla piccola lastra bianca, a caratteri
cubitali, la scritta diceva:
Olympie Evans
1889-1977
L'amore riuscirà ancora a volare
oltre tutto
Una lacrima
solcò le guance di Lily.
" Non è
giusto" si disse " Non è affatto giusto che io non possa
sapere"
Il mento le tremava,
scosso ai singhiozzi silenziosi.
- James...- singhiozzo - James...-
- Sono qui Lily. Come sempre-
- James...-
- Dimmi-
- Abbracciami-
Il moro
l'abbracciò con quanta forza aveva in corpo. Le lacrime di Lily gli
bruciavano dentro più del fuoco, più del Wisky
Incendiario.
In quel rpeciso istante un frastuono ruppe il silenzio,
divorandolo, quasi.
Il rumore agghiacciante
delle lastre di pietra in frantumi, della roccia che
diventava polvere, della morte che diventava inferno.
- Bene, bene, bene -
una voce proruppe dal buio - Che onore. Lily Evans e James Potter in
persona. Ho sentito molto parlare di voi,
dai miei... amici- un uomo circondato da una veste nera comparve -
Spero che voi abbiate sentito parlare altrettanto bene di me. Ma se così
non fosse...- portò la bacchetta al viso, illuminandolo. - Mi presento.
I miei seguaci mi chiamano Voldemort-
Il ritornoooooxD
Eccomi, gente. Mi
dispiace da matti, non aver postato prima ma il pc si
è fatto un bel viaggetto a Milano, per essere riparato, e tuttora ho
GRAVISSIMI problemi con word, tant'è che mi sono dovuta far aiutare dal
fedele piccì della mia migliroe
amica non ce l'avrei fatta.
Non è che
abbia molto da dire su questo capitolo... Ebbene... ecco qua che Voldemort, per
la prima votla, compare di persona. Ho concluso
lì il capitolo per mettere più suspence
v.v xD
Spero che vi
piaccia... Non ho prorpio le possibilità
materiali di ringraziarvi uno ad uno, altrimenti lo farei.
L'ultima cosa che si aspettava, andando in un cimitero di babbani, era quella di incontrare il Signore Oscuro.
La polvere delle pietre andate in mille pezzi aleggiava ancora
nell'aria, quando l'uomo parlò.
- Credo che voi già mi conosciate-
I due ragazzi non risposero.
Lily continuava a guardare febbrilmente lo'entrata del
cimitero, immaginandosi di vedere Sirius e gli altri fare irruzione.
Una parte della sua coscienza, chissà quale e quanto
grande, sperava che ciò non avvenisse; l'altra, invece, non vedeva l'ora
di incrociare i suoi occhi con quelli di Mary.
James con uno scatto veloce le si accostò,
circondandola con un braccio.
- Che vuoi?- disse, infine.
- Sono qui per presentarmi, ovviamente-
I due ragazzi attesero che il mago continuasse.
- .. E per proporvi una cosa-
- Non abbiamo intenzione di immischiarci nelle Arti Oscure,
non siamo tuoi seguaci- la rossa afferrò la sua bacchetta dalla tasca
del giubbotto e gliela puntò contro.
Il mago, per risposta, rise.
- Credete davvero di potervi opporre? credete
davvero che il potere, l'assoluto
potere non sia tutto? Sciocchi. Io vi sto dando l'opportunità di entrare
a far parte del mio mondo, di ottenere qualsiasi cosa voi vogliate. Vi sto
dando un'opportunità che riservo a pochi-
- Mai- urlò James, col cuore che iniziava a
rimbombargli nel petto.
L'unica cosa che davvero lo preoccupava, era che Lily
potesse rimanere ferita. o quant'altro.
- Perchè?- il mago li guardò sorpreso.
- Perchè noi siamo dalla parte di Silente. Perchè
l'ultima cosa che faremmo è allearci con te-
Il mago levò la bacchetta in aria. Due secondi dopo,
come se fossero stati richiamati da un avvertimento invisibile, accanto a lui
comparvero altri maghi.
Sette, o forse otto, tutti coperti in volto.
- Mi vedo costretto ad agire con le forze, allora-
La mente del moro iniziò a lavorare ad una
velocità impressionante. Poteva Smateriallizarsi,ma non era sicuro che avrebbe
fatto in tempo a schivare gli incantesimi dei Mangiamorte.
Lily fu più veloce di lui: schiantò due o tre
uomini, colpendone uno in pieno petto.
Una luce verde accecante uscì dalla bacchetta di una
donna, accanto a Voldemort; James si buttò a terra, trascinando con se
anche la ragazza.
In quel preciso istante le voci di Remus e Sirius
raggiunsero le loro orecchie.
Altre scie rosse colpirono il gruppo di maghi, e altre scie
verdi uscirono dalle loro bacchette.
- Smaterializziamoci, ORA- Mary urlò, colpendo un
ragazzo, non lontano da Lily, che cadde a terra, gemendo.
- No! Fermateli- Lord Voldemort tese un braccio, cercando di
afferrare quello della Evans, ma il tentativo fu
nullo: i ragazzi erano già scomparsi, lasciando il cimitero in balia del
buio.
Quando Mary aprì gli occhi, il viso preoccupato di
Sirius riempiva tutta la sua visuale.
- Togliti- sibilò, scostandolo bruscamente.
- Cosa è successo?- Peter, che sembrava il bello
addormentato nel bosco.
- Non lo so. eravamo nel cimitero,
credo sia stata un' imboscata o robe del genere-
- Come faceva a saperlo?-
- Non ne ho idea. Ci ha... Ci ha proposto di allearci con
lui- Lily tremò visibilmente.
- Cosa?!-
- Bisogna agire- James parlò senza pensarci,
automaticamente.
- Ma certo! Domani vado da
Voldemort gli offro una tazza di tè e gli chiedo se ha intenzione di
sterminarci tutti-
- Non intendo quello, Sirius. Dobbiamo... Dobbiamo parlarne
con Silente-
- Non ora. Servirebbe solo a muovere le acque. A scuola si
saprebbe, e se ci fossero spie Voldemort verrebbe a conoscenza di qualunque
cosa. Bisogna aspettare, e alla fine delle vacanze parlarne con Silente. Almeno
per non destare sospetti- intervenne Lily.
- Cosa... Cosa avete intenzione di fare?-
- non so. Non ne ho idea, forse dovremmo unirci. Più
siamo, più ci crediamo, più sarà facile-
- Non sarà facile, James - Mary intervenne, pensierosa.
- Bisogna provarci, almeno-
- Silente saprà cosa fare-
Il silenzio cadde nella stanza di Lily, in cui si erano
trasferiti dopo la
Smaterializzazione.
- Bene, che ne dite di una bella birretta?-
Cinque paia di occhi lo fissarono, sconcertate.
- ehi, è per sdrammatizzare. Andiamo, gente, non ci
è scappato il morto, siamo ancora qui vivi e vegeti, non dobbiamo
piangerci addosso. Bisogna solo stare attenti, e non uscire in gruppo-
- Io domani torno a Hogwarts - Mary si alzò indecisa,
e iniziò a camminare su e giù per la stanza.
- No, non puoi. Dobbiamo restare uniti, Mary, se siamo
separati sarà solo più facile prenderci-
- Ho.. Ho paura- ammise, infine.
- Anche noi, McDonald, ma non significa che te ne debba
tirare fuori. Resti come restiamo tutti- aggiunse Sirius.
- Black , un'altra parola, una sola
parola e ti schianto-
- Mi devo preoccupare?-
- Sì! Schianto te e la tua
amichetta, va bene? Così facciamo piazza pulita di stronzi-
- Piano con le parole, McDonald. Sento aria di gelosia-
-Io? Io? Io gelosa della tua amichetta ciospa?
Ma neanche se mi paghi-
- La smettiamo?- intervenne Lily.
- Oggi dormi in soggiorno, Black, non ho intenzione di
passare una'altra nottata in bianco a sentirti russare-
- McDonald, se ti da fastidio stare
con me di notte, puoi benissimo affittarti una camera in albergo-
- Certo che no! iosono stata
invitata, tu ti sei autoinvitato-
- Hai da ridire?-
- Okay, gente, io direi di sloggiare. Sirius, Mary, basta
litigare, Petunia arriverà a momenti- Remus si mise fra i due.
- Levati, Lunastorta-
- Remus, togliti di mezzo, devo uccidere qualcuno-
- ah, mi vorresti uccidere? peccato
che fino a un mese fa ero il tuo grande amore-
- AVEVO LE FETTE DI PROSCIUTTO
SUGLI OCCHI, va bene?-
- No! Non va bene! E' solo colpa tua, lo sai, se le fette se
ne sono andate-
- Mia? Mia? Mia! Ma certo, sono io che mi struscio a destra
e a manca con altre ragazze-
- Okay, okay, ORA BASTA. Mary, vai in cucina, tu, Sirius,
vai...-
- A morire, ecco dove deve andare!-
Mary si porse verso il suo ex ragazzo per mollargli un
ceffone, quando Remus la prese di peso e la trascinò giù per le
scale.
- Lupin lasciami! Lasciami! Fammelo uccidere!-
Eccomi gente :D
Il ritorno, proprio -.-
scusate immensamente, ma l'ispirazione va e viene, e per giunta
arriva quando meno puoi metterla in pratica.
sono davvero difrettissima,
non posso commentare ne rigraziarvi.
Solo, questo è un
capitolo di transito per ciò che succederà nel prossimo e in
quelli a venire. Sono senza pudore: mi presento dopo mesi, con un capitolo
schifoso di transito ._.
Ma ormai
questa storia la sto tirando avanti da troppo tempo, e l'ispirazione che mi
dava un tempo ora è totalmente scomparsa: ho voglia di ricominciarne
un'altra.
Una
diversa, ma sulla stessa coppia; forse dovrei mettere fine a questa, prima, lo
so, ma proprio non ce la faccio e, per ora, preferisco sospenderla.
Non
escludo di
riprenderla fra un po', perchè rimarrà sempre nella mia testa, ma
non ne vale la pena continuare ad andare avanti ogni 4 mesi e scrivere non
tanto per me quanto per portarla al termine. Perchè viene fuori una cosa
scialba, seriamente.
Continuo
a scrivere capitoli che non mi piacciono, in cui i
Lily e James nella mia testa prendono forme totalmente diverse da quelle che
vorrei.
Di
conseguenza, miei cari, come ho già detto, preferisco sospendere la
storia e iniziarne un'altra, che ora mi preme.