Il fatto che tu mi piaccia è un dettaglio

di Ellens
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Lo odiavo

Il fatto che tu mi piaccia

è un dettaglio

Capitolo 1

 

{Mi chiamo Lily Evans.

Mi chiamo Lily Evans e ho un problema

Uno grosso e petulante.

Il suo nome è James Potter, e vi assicuro, gente, è la piaga del mondo.

 

 

 

 

 

 

Lo odiavo.

Cristo, non potevo reggerlo.

Seriamente, era la persona più pedante, insopportabile, gonfiata, prepotente e presuntuosa che avessi mai conosciuto.

E non uscitevene fuori con la storia che "ci disprezza compra" o "gli opposti si attraggono" perchè no, non è vero.

Non è assolutamente vero, è una grandissima baggianata.

Io disprezzavo, vero, ma non avevo voglia di comprarmelo.

Andiamo, gente, se vado al mercato e dico "'Sti carciofi sono orribili" mica vuol dire che sotto sotto me li voglio comprare.

Sono orribili e basta.

E lui, santo cielo, era davvero orribile.

Erano sette anni che continuava a chiedermi di uscire. Al quinto giunsi alla conclusione che non comprendeva la frase " Potter, sei una piaga, sparisci".

Perchè era una piaga, ve lo assicuro.

Credetemi.

Che poi cosa voleva da me?

Non avevo intenzione di passare neanche un istante in sua compagnia, perchè continuava a perseguitarmi?

- Sarà tardo- mi risposi da sola.

- Chi?- Mary mi fissò, curiosa.

Mary era la mia migliore amica, era la sorella che avevo cercato in quegli anni, era la mia anima gemella diversa.

Mary era cioccolato.

No, non era dolce, ma aveva i capelli color cioccolato, che le davano tutta un'aria cioccolatosa.

Era magra, ma non troppo; per me era perfetta.

Aveva un sorriso che si apriva tutto, mostrandoti ogni singolo dente.

Era la preferita dei dentisti solo per questo.

Mary era mezza babbana, e viveva in un paese poco lontano dal mio.

Mary era la mia ombra, oggettivamente.

Lei era l'unica persona di cui mi fidassi in quel momento.

L'unico grande, gigantesco difetto di Mary, era la sua opinione: lei era certa che io e Potter fossimo fatti per stare insieme.

Ma vi assicuro, lo ha detto solo una volta, quando era ubriaca.

- Potter-

- Ma va. Quel ragazzo è sin troppo intelligente-

- Ma mi pigli per scema? Lo hai visto? E' deficiente. Si ostina a perseguitarmi come se lui fosse una cozza e io il suo scoglio preferito-

- Perchè gli piaci-

- No, perchè è scemo. E' tardo-

- Sareste una coppia perfetta-

Okay, eravamo a due.

- Hai bevuto?-

- No, sono sobria, questa volta-

Okay, sì, Mary era una simpatizzante delle feste.

Alcoliche.

Comunque sia.

- Passami quella maglietta- le dissi, indicandone una color prugna, sopra un ammasso di vestiti appallottolati.

Io ero diversamente ordinata, ecco tutto.

- Uuu, quella sexy per il vostro incontro!-

- Ma sei scema? Che incontro!?-

Lei guardò l'orologio, al polso.

- Be', tra precisamente 25 ore vi rivedrete-

- Grazie a Dio questo è l'ultimo-

- Io scommetto di no-

- Taci-

- 10 falci-

La guardai con sfida - Ci sto!-

- Amo fare affari con te, Lily -

- Soprattutto se vinco io-

- Soprattutto se credi di vincere, e poi perdi-

- Taci-

 

 

 

 

Il treno davanti a noi fischiò, come ogni anno.

Ero emozionata, cavolo.

Non ero mai stata tanto emozionata, effettivamente. Forse lo ero perchè sarei stata Caposcuola.

O forse perchè era il mio ultimo anno.

- Sei emozionata?- mi lesse nel pensiero Mary, alle mie spalle.

- Oh, sì-

- Per Potter!-

Perchè?

Perchè mi ero scelta un'amica deficiente?

Perchè?

- Mary, la prossima volta che spari una cagata simile giuro che ti Schianto-

- Schianto? Che schianto? Io sono uno schianto-

Oh no.

Black.

L'altra mia piaga.

Piaga al quadrato, considerando che Mary ne era segretamente invaghita.

Forse al cubo, contando che lei mi costringeva a farci amicizia ( " Bisogna allargare le nostre amicizie, Lily - Con Black?- - Ovviamente- - Mary, ma ti piace?- -Non dire scemenze-")

- Non tu Black. Ti schianto, voce del verbo schiantare, prima coniugazione...-

- Sì, sì, Evans, hai ragione- si girò tutto interessato verso Mary - Come va, McDonald?-

- Tutto apposto- sorrise lei.

No, cavolo, no!

Era arrossita! Era arrossita! Cattivo segno.

- Sì, Black, resteremmo molo volentieri qui a snocciolarci le nostre rispettive vite, se solo tu non fossi tu. Ma tu sei tu, di conseguenza, io me ne andrei. Vieni, Mary, o perdiamo il treno-

- Ehi, Evans, saresti anche simpatica, se ti levassi lo strato di acidità che ti ricopre-

- Ehi Black, saresti anche digeribile, se solo fossi stato al posto giusto, mentre distribuivano i cervelli. Peccato che stavi facendo il cazzone con Potter, e ora vi ritrovate con pallottole di cacca al posto di una vaga materia grigia-

- Sempre simpatica, come dicevo-

- Sai, Black? I tuoi neuroni hanno la forma di spermatozoi, è per questo che ti chiamano testa di cazzo-

Mi girai e lasciai lui e Mary in asso.

Se voleva lei mi avrebbe seguita, altrimenti poteva benissimo restare lì a cianciare con quel coso.

Pff.

 

* * *

 

Okay, va bene, dovevo sedermi.

Erano ormai due ore che camminavo per i corridoi, sentivo un assoluto bisogno di poggiare il sedere da qualche parte.

- Lily!-

Mi voltai. Remus Lupin.

Ah, lui era l'unico vagamente intelligente in quella banda.

Ma già solo il fatto di frequentare Potter e Black ed essere il loro migliore amico gli toglieva valanghe di punti.

- Remus-

- Come stai?-

- Oh, bene, grazie. Tu? Come è andata l'estate?-

- Come al solito, siamo andati da James -

Decine punti evaporarono.

- Ah. Io sono andata da Mary-

- Bene! Hai sentito la novità?-

- No, quale?- chiesi cordiale; volevo assolutamente svignarmela al più presto, o avrei rischiato di imbattermi nei suoi amichetti.

- James è diventato Caposcuola-

Ora, gente, bisogna analizzare per bene la mia reazione.

 In primis sgranai gli occhi, ovviamente.

La saliva mi andò di traverso, aprii la bocca a O perfetta, il terrore balenò sulla mia faccia, afferrai il polso di Remus e, infine, urlai - COSA?-

Sì, effettivamente ci rimasi alquanto maluccio.

- James. Ca-caposciola-

Lo leggevo nei suoi occhi: aveva paura.

Boccheggiai un secondino.

Potter.

Caposcuola.

Ma se quello non era mai stato manco allievo?!

La disperazione mi invase; avevo due possibilità: uccidere me stessa, saltando dal treno, o uccidere lui.

Ridacchiai qualche minuto sulla seconda possibilità.

Allettante.

 

- Lily- Mary mi raggiunse tutta divertita.

- Lo sai, vero?-

- Ne parla tutto il treno-

- Credi che sia stata cattiva? No, intendo, credi che abbia fatto qualche peccato grave? Perchè Gesù mi vuole punire?-

- Lily, ci son ragazze che darebbero l'anima per essere al tuo posto-

- Ma io faccio cambio anche gratis!-

Mary mi osservò, compiaciuta.

- Vieni, cara- disse infine- sediamoci e parliamone-

 

* * *

 

 

Ci misi tutto l'impegno del mondo ad evitare accuratamente Potter durante la serata.

Quando infine mi ritrovai sbattuta in Sala Grande, la speranza mi aveva abbandonato del tutto.

- Evans-

Eccolo.

Cristo, perchè a me? Perchè?

- Potter- dissi, girandomi.

- Caposcuola, eh?-

- Disgrazie della vita-

- Sempre ottimista-

- Non quando ci sei tu nei paraggi-

- Evans- disse lui, tutto divertito - Se... Se siamo Caposcuola entrambi, dovremo incontrarci in ore extrascolastiche-

Lo squadrai, perplessa.

Ma era scemo?

- Potter, noi non ci incontreremo in ore extrascolastiche. Mi basta e avanza la tragica consapevolezza che tu esisti. Per comunicare esistono i gufi-

- Ma ormai siamo colleghi-

- Potter, non resterò a stretto contatto con te neanche se da ciò dipendesse la mia promozione-

- Evans, la scuola non è tutto-

- Potter, tu non sei tutto-

- Tu nemmeno-

- Mi fa piacere sentirtelo dire. Ora, visto che io non sono tutto...- gli guardai alle spalle, scorgendo Black e Minus che giocavano alla lotta.

In sala grande.

Quasi ventenni.

Non c'era via d'uscita, per malattie simili -... Vai a giocare coi tuoi amichetti. Manca il deficiente che ride- Detto ciò gli detti le spalle e marciai verso il tavolo del preside.

Dovevamo parlare.

Cosa facevano i suoi neuroni mentre spedivano la lettera dei Caposcuola a Potter?

Ballavano la conga?

- Signorina Evans-la McGranitt mi precedette.

- Professoressa, devo parlarle- lei o Silente erano uguale, in tale tragedia.

- Evans, so già cosa mi dirà- mi guardò apprensiva - Deve resistere, mia cara. Resistere a denti stretti- cercò di sorridere- Comprendo la sua disperazione-

Mi strinse le spalle, poi si allontanò.

Era impazzita anche lei.

Bene. Bene.

 

 

Salve, gente.

Alloraaaaa, avevo voglia di iniziare questa long fic da taaanto tempo, ed eccola qua.

Spero che l'inizio v'interessi :D

Una nuova Lily James.

Straaaaano.

Non voglio fare una cosa troppo pesante. Cioè, oddio non voglio fare una storia demenziale, ma nemmeno farne una troppo seria, una via di mezzo

Erano ragazzi, dopotutto, anche nel periodo della guerra, non sempre ragionavano come adulti.

Spero vi piaccia davvero ;D

Un bacio a tutti

Caramella <3

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Camminavo velocemente per i corridoi cercando di scansare quelli del primo che si guardavano impauriti intorno

Capitolo 2

 

 

 

 

Camminavo velocemente per i corridoi cercando di scansare quelli del primo che si guardavano impauriti intorno.

Cristo, io non ero così mocciosa.

No, sicuramente.

No.

- Evans!-

No.

Non risposi, ma allungai il passo: se mi sbrigavo, sarei riuscita a intrufolarmi nell'aula abbandonata alla fine del corridoio.

- Evans, non correre!-

Iniziai effettivamente a travolgere la gente che mi capitava a tiro.

Nel giro di pochi secondi James Potter mi camminava davanti, senza nemmeno sforzarsi più di tanto.

- Evans, sembra che tu mi stia evitando-

- Ma cosa te lo fa pensare, Potter?- chiesi, sarcastica.

- Evans, dovresti smetterla di sottovalutarmi-

- No, Potter, io sono molto ammirata, invece-

- Davvero?-

- Certo, quando pronunci frasi di senso compiuto è davvero emozionante! Mica poco per un cervello ridotto come il tuo-

Lui sbuffò- Evans, quando abbiamo la prima riunione con i prefetti?-

- Te lo farò sapere-

- Dovremmo organizzarci, no?-

- No, elimina il noi-

- Evans, sei consapevole che ti girerò intorno molto di più quest'anno? per forza di cose-

- Potter, ti pare che passi la notte a piangere per niente?-

- Io lo prenderei come un onore-

- Certo, perchè tu hai la maturità nel culo, e ogni volta che scorreggi ne elimini in grandi quantità. Credo che ormai sia evaporata-

- Evans, mi chiedevo- disse lui fermandomi con il braccio - Noi abbiamo un bagno riservato?-

- Sì- ero irritata, ero davvero tanto irritata. La gente intorno a noi iniziò a rallentare il passo, in attesa di una mia urlata.

Il che non stava tardando ad arrivare.

- Ah- disse lui, e sorrise.

Sorrise, e capii tutto.

- Potter, ci si va singolarmente al bagno-

- Ehi, Evans, sei tu che ti fai strane idee-

Inspirai.

Okay, dovevo ricordarmi quelle lezioni di yoga. No, non il saluto al sole, quella sull'autocontrollo.

- Potter, sparisci-

- ... però- continuò- se davvero ci tieni a sperimentare la cosa, io sono disponibile: la vasca è abbastanza grande per due- mi dette una gomitata.

Non mi doveva toccare.

- Potter- respiro- non entrerò nella vasca con te, ma se accetti un consiglio: affogaci dentro- altro respiro.

- Se vuoi lo facciamo nudi, così risparmiamo sui costumi- insistette lui.

- Potter- gracchiai. Dovevo contenermi- Potter, il costume lo compro e te lo lego al collo così stretto che non ti ricorderai neanche che gusto ha l'aria-

- Uuuuuh, sadomaso, eh? Non ti immaginavo così spinta-

Okay, potevo farcela senza ucciderlo - Potter, sparisci-

- Come sei ripetitiva-

- Potter, evapora, Smaterializzati, scompari, levati dai piedi, distruggiti- portai il pugno all'altezza della faccia e lo aprii, mimando con le labbra un "Puff", poi, senza dargli il tempo di incassare la supplica me ne andai.

- Ehi, Evans- urlò, restando indietro- Lo sai che il tuo sedere oggi è più bello del solito?-

Un paio di occhi maschili mi fissarono, tutti interessati.

Imbecille.

 

 

Entrai in Sala Comune di soppiatto.

Quando i miei occhi si accertarono che nessuna testa di cazzo vi fosse dentro, decisi di inoltrarmi.

- Lily- Marlene mi venne incontro.

Marlene era una mia compagna, era a posto.

Con lei, Mary e altre due mie amiche, Alice ed Emmeline, facevamo una sorta di gruppo.

Non un club dei deficienti, come quello di Potter, ma una cosa intelligente.

Eravamo amiche, ecco tutto.

- Oh, Lens - salutai, sprofondando nella poltrona accanto alla finestra.

- Non ti ho vista per niente in giro, oggi- constatò lei, sedendosi sul bracciolo.

- Lo so, è stato il primo giorno peggiore di tutta la storia di Hogwarts. L'ho praticamente trascorso ad evitare Potter- riflettei un minuto buono- Sai, credo che ormai Potter possa esere inteso come un insulto-

Lei ridacchiò - Poverino-

- Non compatirlo, quello è più ricco di noi due messe insieme-

- Probabile-

Mi voltai a guardarla - Domani hai Pozioni, no?-

Lei annuì solenne- Giuro, quest'anno m'impegno-

Se, mia nonna.

Marlene era una delle ragazze più simpatiche e brillanti che conoscessi, ma allo stesso tempo la più svogliata.

Più di Mary, oserei.

- Mary e le altre hanno abbandonato- annunciai.

- Scherzi?-

Feci un cenno negativo- No, Mary è convinta che sia una lezione inutile e che comunque sia Lumacorno non la calcola. Alice ed Emmeline l'hanno seguita a ruota-

- Allora siamo ufficialmente compagne di banco- disse allegramente.

Alzai un sopracciglio.

- Ti giuro, mi impegno-

Ridacchiai - Farò finta di crederci-

- Fossi in te mi farei altri problemi-

- Esempio?-

- Metto la mano sul fuoco che Potter si siederà dietro-

- Io metto la mano su Potter, e giuro che 'sta volta gli faccio male-

- Ma coooome- disse lei- siete così carucci-

La guardai, alzando per l'ennesima volta il sopracciglio - Potter- le dissi, infine.

- Lo devo prendere come un insulto?-

- Uno pesante- annuii, convinta.

- Sei una dittatrice, non si può mai esprimere la propria idea con te-

- Non se questa è una scemenza-

- E' la pura verità! Vi completate a vicenda-

- Potter- risposi.

- Dai, sono seria. Devi affrontare l'argomento-

- No, Potter-

- Lily!-

- No, non hai capito, sta arrivando Potter- Saltai su come una molla e scappai verso il dormitorio femminile.

- Ehi, Evans, non scappare! Voglio intraprendere una discussione civile con te!-

Mi girai a guardarlo, dall'alto delle scale - Potter, l'unica cosa vagamente civile in te è il fazzoletto sporco nella tasca destra-

Lo vidi frugare e tirarlo fuori, per osservarlo.

Mentre marciavo verso la mia camera, udii chiaramente la sua voce - Sirius, lo trovi così sporco?-

- James, quel fazzoletto ha l'età di mia nonna-

 

* * *

 

- Entrate e tirate fuori i libri-

Secondo giorno, seconda battaglia per rivendicare la mia tranquillità.

Mi sedetti in prima fila, nell'aula di Trasfigurazione, accanto ad Alice: le altre erano in ritardo, ovviamente.

Un mormorio generale crebbe pian piano, mentre la classe si riempiva.

- Oggi ci eserciteremo negli incantesimi di Evocazione-

Ci guardò uno ad uno - Tengo a precisare che questi saranno richiesti ai M.A.G.O.- il suo sguardo vagò verso gli ultimi banchi - Questo è l'ultimo anno, da oggi tutto ciò che farete lo farete solo ed esclusivamente per il vostro imminente futuro- i suoi occhi trovarono quattro prede- Da oggi è necessario che ognuno di voi abbandoni la bambinaggine che lo assilla-

Black, tre file più indietro, lanciò un areoplanino di carta a Mary, davanti a lui.

- Per non fare nomi, Sirius Black- concluse la professoressa.

- Professoressa- protestò questo- Io sono più che maturo-

- Black, portarsi a letto qualunque essere femminile non è segno di maturità- commentai acida, voltandomi.

- Signorina Evans- la McGranitt mi fulminò- Comprendo il suo rancore, ma limiti gli insulti-

abbassai lo sguardo, mentre l'indignazione mi ribolliva dentro.

Insulti? Insulti?

Black era un insulto all'umanità, andava soppresso alla nascita, lui e tutta la sua combriccola.

Passai la restante ora e mezza a evocare qualunque cosa mi venisse a tiro.

- Lily?- Alice, accanto a me, osservava la scena preoccupata.

- Eh?- chiesi, irritata.

- Stai cercando di evocare una mazza da baseball-

I miei sogni segreti di ficcarla in testa a qualcuno andarono in frantumi.

Alla mia destra, ogni genere di arma contundente spiccava pericolosamente.

- Io... Io amo il baseball-

- E anche i coltelli?- azzardò lei.

- Certo, i babbani fanno la collezione- mi schiarii la voce, sulla difensiva.

Lei deglutì, poi tornò a evocare margherite, su margherite su margherite.

 

 

 

 

 

- Lily, passami il pane-

Mary si sedette accanto a me; avevo appena concluso una tragica lezione di Pozioni, amabilmente decorata con la presenza di palline di carta lanciate dai Serpeverde.

- Come è andata?- chiedi, porgendole una pagnotta.

- Mh. Praticamente ho dormito un'ora intera in Sala Comune- alzò le spalle.

Mi alzai per prendere la caraffa d'acqua, sul tavolo accanto.

Un ragazzo del quinto mi squadrò tutta, poi si girò verso il suo compagno - Oh, Potter ha ragione, ha davvero un bel culo-

Sentii il sangue darmi alla testa, mentre mi schiaffavo un cucchiaio di purè in bocca.

Potter me l'avrebbe pagata, prima o poi; avrebbe pagato ogni singolo momento d'odio provato nei suoi confronti.

 

 

 

 

Eccomi, gente :D

Questo è il secondo capitolo ^^ sono stata veloce *O*

Non illudetevi, di solito sono sempre in ritardo cronico -_-

Comunque sia, sono strastrafelice che sia piaciuto a così tanta gente il primo!

Ringrazio le sei persone che hanno recensito e le 28 persone che hanno aggiunto la storia tra le preferite, le seguite o le ricordate, davvero!

Dovrei ringraziarvi uno ad uno, ma sto per uscire, e sono ancora un disastro!

Il prossimo capitolo prometto di farlo :D

Alla prossima, carissimi

 

Caramella <3

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Mi svegliai quel sabato mattina con la morte stampata in faccia

Capitolo 3

 

 

 

Mi svegliai quel sabato mattina con la morte stampata in faccia.

Quello, gente, sarebbe stato il mio ultimo giorno di vita.

Non perchè lo avessi letto nella palla di Divinazione, no, quella stupida materia l'avevo abbandonata ormai da tempo; perchè quel giorno c'era il primo incontro.

Con Potter.

Cioè, intendo, con i prefetti e compagnia bella.

Volete mettere? Me, Potter, un po' di Grifondoro, un po' di Tassorosso, un po' di Corvonero e infine quei simpatici amichetti di Serpeverde.

No, ma dico, quella sì che sarebbe stata una giornata memorabile, no? Magari ci facevamo anche una bella festicciola in allegria.

 

Strisciai fino al bagno, appisolandomi una decina di minuti sul gabinetto.

Potevo farcela, davvero.

Mi lavai con una lentezza devastante, e infine uscii dalla mia camera così depressa che sembravo una condannata a morte.

Mary, per solidarietà, mosse impercettibilmente il ditone del piede, e poi si girò dall'altra parte, biascicando qualcosa sui reggiseni imbottiti.

Grazie.

 

La Sala Comune era totalmente vuota.

Alle otto di mattina di sabato cosa pretendevo, la calca di gente vispa e arzilla?

Ragionai un attimo: se avessi fatto colazione nelle cucine, la percentuale di probabilità di non beccare Potter in giro prima delle sei di quella sera sarebbe salita vistosamente.

E cosa c'era di meglio, in una giornata, se non evitare James Potter e la sua banda e riuscire trionfalmente nell'impresa?

Sorrisi, complimentandomi da sola per la brillante idea, che poi brillante non lo era proprio, e mi avviai tutta compiaciuta nei corridoi.

 

Ora, ritornando sui nostri passi, quante possibilità c'erano di beccare alle otto di mattina Potter e il suo fido amico Lupin nelle cucine?

Su due piedi, avrei risposto: nessuna! Potter il sabato non si alzava prima delle tre del pomeriggio.

Quando invece mi ritrovai un Remus malaticcio davanti e un Potter che sembrava avesse derubato un discount al suo seguito, mi insultai mentalmente.

- Lily- Remus parve allarmato.

- Non toglierò punti a Grifondoro per aver derubato la cucina- i miei occhi si soffermarono su un pollo arrosto tra le braccia del mio nemico. Pollo arrosto alle otto di mattina. Coraggioso-... Solo perchè sono qui per lo stesso motivo-

- Bene, allora ti puoi unire a noi- Remus cercò di fare il cordiale.

Avrei anche accettato, se solo lui non fosse Remus Lupin, se solo Remus Lupin non fosse amico di Potter, e se solo io non mi chiamassi Lily Evans.

- No, rifiuto l'offerta- in quel preciso istante mi dispiacque per il mio interlocutore- Naturalmente non per colpa tua, Remus- gli sorrisi, incoraggiante.

Avevo sempre avuto pena per quel ragazzo; costantemente circondato da certa gente, un'intelligenza sprecata in tal modo.

Tirai dritto, ignorando totalmente Potter - Lily, a che ora è la riunione?-

Prego?

No, ripeto, prego?

Riavvolsi il nastro: mi aveva chiamata Lily?

Da quando in qua tutta 'sta confidenza? I cognomi andavano più che bene.

- Alle sei in punto, Potter. Non un minuto di più; se hai intenzione di arrivare in ritardo, farai meglio a non farti proprio vedere- mi voltai a guardarlo fisso negli occhi, sperando che tutto l'odio covato in sette anni lo scalfisse almeno un pochetto- Ma sarebbe il caso che tu venga, siamo già tutti al corrente che Silente non stava bene quando ti ha mandato la lettera, ma non penso sia giusto infangare la sua reputazione ulteriormente, no?-

Lui continuò a mostrare la sua solita aria impassibile e strafottente, ma una ruga solcò  impercettibilmente la sua guancia.

Sbattei un attimo le palpebre, poi mi voltai per andarmene.

- Ti ho detto di non fare lo strafottente, James-

- Non ho idea di come fare, Lunastorta; l'ho anche chiamata per nome-

- La prossima volta andrà meglio-

- Quella è tutta pazza-

- Anche tu lo sei. E non farmi dire le cause-

Quel continuo bisbiglio tra i due amici iniziò a darmi sui nervi: affettai il passo, rintanandomi dietro uno scaffale di marmellata alle prugne.

 

 

Puah.

Potter che tentava di fare il gentile? Ma dove? Nei sogni dei bambini ingenui!

Potter non era gentile, Potter era insopportabile, presuntuoso, pedante, infantile, gradasso, un bullo, arrogante e egocentrico.

Per non parlare delle sue manie di protagonismo che ormai erano giunte a livelli inauditi.

Potter non poteva tentare di fare il carino, non ci sarebbe riuscito neanche con vent'anni di sforzo.

Potter probabilmente cercava solo d'ingannarmi una volta per tutte, ecco qua.

- E allora perchè continui a pensare a lui?-

Mary si sedette accanto a me sulla poltrona più sfasciata della Sala Comune.

Noi amavamo quelle poltrone.

Affondai il cucchiaio in un vasetto di cioccolata che mi ero portata dalle cucine - Prego?-

- Stai pensando a Potter-

- Non è vero-

- Certo che è vero. Quando pensi a Potter contri le labbra in un modo impressionante-

- Si chiama odio assassino-

- Si chiama amore represso-

- Tu ti chiami deficiente-

- E tu ti chiami donna che presto perderà la scommessa-

- Dio, Mary, non fare la bambina-

- Dio, Lily, non fare l'ipocrita-

- Senti- le piantai il cucchiaino a cinque centimetri dal viso, sporcandole la punta del naso con uno schizzo di cioccolato- mi puoi dire tutto, ma non che ho un.. debole per Potter-

- Non ti è indifferente-

- E' ovvio che non mi è indifferente, io lo odio!-

- Intendo, non ti è indifferente. Di' tutto quello che vuoi, ma hai passato sette anni della tua vita a rimuginare su Potter. Lo pensi ogni santo giorno-

- Penso al modo più doloroso per farlo fuori, e a quello più veloce per liberare l'umanità-

- Ma lo pensi-

- Ma non sono quel che si dice pensieri carini-

- Ma lo pensi-

- La tua tesi non regge-

- Nemmeno la tua-

La fulminai con lo sguardo - Quando vincerò la scommessa, giuro che rimpiangerai di avermi sottovalutata-

- Dubito che accadrà-

Mi alzai stizzita.

Non potevo contare neanche sull'appoggio della mia migliore amica! Lei era passata al lato oscuro! Patteggiava per Potter!

Uscii dal buco del ritratto e mi diressi verso la biblioteca: lì era sicuro che non avrei trovato nessuno.

 

* * *

Ore sei in punto.

Aula dietro l'ufficio del preside, seduta sul bordo della scrivania, aspettando che qualche anima viva entrasse.

Udii dei passi in corridoio.

Per un istante ebbi paura che fosse Piton, quel ragazzo era sin troppo puntuale, e stare da sola con lui sarebbe stato imbarazzante.

Poi, mi accorsi che la camminata era troppo sostenuta per essere Severus: lui era più il tipo da "Striscio così nessuno si accorge di me".

Novanta per cento era Emmeline.

Sarebbe stata una gran cosa, io e lei non avevamo avuto un neanche un minuto per parlare, dall'inizio della scuola.

Emmeline era un'altra tipa giusta.

Non era quel che si diceva una tipa trasgressiva, ma sapeva decidere cosa era giusto infrangere.

Per questo, o forse per il  fatto che non era una ficcanaso senza rimedio, aveva tutta la mia stima.

Alla porta comparvero dei capelli spettinati e un paio di occhiali mezzi storti.

Il che mi accendeva un campanello d'allarme: Emmeline aveva i capelli biondi e di certo ci vedeva bene.

- Ciao- sorrise Potter.

- Mh-m- distaccata e convinta, così ti voglio, Lily!

- Non c'è nessuno-

- Perspicace-

- Evans, cos'è che ti fa credere che io voglia starmene in silenzio ad aspettare che altri quattro gatti vengano qui e me la menino tutto io tempo sui problemi della scuola?-

- Potter, cos'è che ti fa credere che io voglia intraprendere una conversazione con te?-

- Il fatto che tu mi abbia appena risposto-

- Bene-

- Bene-

Smisi di rivolgergli la parola, esaminando l'unghia del mignolo sinistro che si era rotta un'altra volta.

Potter si sedette accanto a me sulla cattedra.

Di certo non era mia intenzione stargli accanto, ma se fare l'indifferente poteva fargli entrare nella testa che era una persona disgustosa, allora non avrei mosso un muscolo.

Passavano i minuti, e Potter continuava a scribacchiare cavolate su una pergamena che si era portato dietro.

Sbirciai un attimo sul foglio, intuendo che stava cercando di buttar giù qualche idea sul tema di Pozioni per il lunedì successivo.

- Nella Pozione di Buona Memoria devi mettere tre ali di pipistrello, non tre ali di farfalla dei boschi- mi scappò.

Ma ero deficiente o cosa? Suggerire a Potter!

Cavolo, stavo perdendo colpi.

- Non volevi stare zitta?-

- Sì, ma mi sentivo in dovere di salvaguardare quella pozione. Mi fa pena, la stai martoriando-

Lui sbuffò.

In quel preciso istante l'aula si riempì di gente.

- Bene!- dissi ad alta voce- Io... Io sono Lily Evans, Grifondoro, e sono il nuovo Caposcuola-

Qualche Serpeverde nell'angolo dell'aula ridacchiò.

I miei occhi incontrarono quelli di Piton, ma fui abbastanza intelligente da non reggere lo sguardo.

L'inizio era davvero promettente.

 

 

Quando, un'ora dopo, congedai tutti i prefetti, Potter era già pronto a piantarmi in asso.

- Vuoi... una mano a mettere a posto?-

Ma cos'era, voleva fare il gentile?

- No, grazie, ce la faccio da sola. Vai a divertirti-

Il silenzio mi circondò; pensai che se ne fosse andato, ma quando mi voltai a raccogliere un foglio accartocciato sotto una sedia, lo vidi sulla soglia della porta.

- Evans, per la cronaca, non sono stato io a chiedere a Silente questo posto, non sono io che l'ho voluto e sinceramente fosse per me, lo pianterei in asso. Ma mi è stato dato un compito, e visto che non è la mia massima aspirazione essere pedinato da te perchè venga alle riunioni, vengo e mi sto zitto. Quindi mi piacerebbe che tu non mi faccia pesare ogni singolo secondo di essere diventato Caposcuola, perchè di certo non era una delle mie aspirazioni- senza darmi il tempo di ribattere si voltò e mi piantò lì, in asso.

 

* * *

 

Entrai in camera con l'umore sotto le scarpe.

Mary era tutta intenta a mettersi lo smalto rosa sulle unghie delle mani.

- Abbiamo una dose pesante di alcolici?-

Lei mi fissò disorientata - Come, scusa?-

- Alcool. Abbiamo alcool? Ma pesante-

- Lily, sei Caposcuola-

- La situazione lo richiede-

- E' successo qualcosa?-

- Credo...- deglutii- credo di sentirmi in colpa-

- Con chi?-

- Ehm...- inspirai a fondo- Potter-

Lei alzò un sopracciglio - Credo di avere un po' di Whisky Incendiario-

Io sprofondai nel letto, disperata.

Lei, tutta preoccupata, mi passò la bottiglia.

Ingoiai decisa fino all'ultimo, poi, già mezza su di giri, la guardai - Ehi, come hai fatto a introdurre Whisky incendiario nella scuola?!-

 

 

 

Eccomi, gente :D

Sono di frettissima, ma devo assolutamente ringraziare le 10 persone che hanno recensito lo scorso capitolo e in tutte le 47 persone che hanno aggiunto la storia tra preferite, seguite o ricordate.

Grazie, grazie davvero!

Ringrazierò uno ad uno coloro che hanno recensito singolarmente questa sera, visto che ora EFP ce lo permette per messaggi :D

Al prossimo capitolo, quindi

Un bacio, caramella <3

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Quella notte non dormii; o per la sbronza, o per vari pensieri che facevano a pugni tra di loro

Capitolo 4

 

 

 

 

Quella notte non dormii; o per la sbronza, o per vari pensieri che facevano a pugni tra di loro.

Seguendo il mio ragionamento, io non ero assolutamente in dovere di sentirmi in colpa per Potter.

No, assolutamente no.

Era stato lui che mi aveva assillato per anni e anni e anni, di conseguenza avevo tutto il diritto di essere prevenuta nei suoi confronti; in più, non solo avevo il diritto, ma il dovere di esserlo.

Andiamo, era di James Potter che stavamo parlando, lo stesso ragazzo irritante che lanciava maledizioni a destra e a manca giusto per attirare l'attenzione.

Ma ora ha smesso.

La voce della coscienza, che era pericolosamente simile alla voce di Mary, portò disordine nei miei pensieri più che logici.

Ma non c'entra proprio niente, pensai, quel che è stato è stato, non lo si può cancellare.

Appunto, quel che è stato è stato, mettici una pietra sopra, rispose questa.

Dovevo ricordare a Mary di non intrufolarsi ulteriormente nei miei incubi.

Oh, al diavolo tutto, Potter non era cambiato, il lupo perdeva il pelo ma non il vizio.

Potter non sarebbe mai cambiato, per nessuno al mondo, sarebbe restato il solito ragazzo infantile e strafottente di sempre.

- E oltretutto, non ho intenzione di passare una notte insonne per colpa sua-

Mi dissi ad alta voce, girandomi dall'altra parte, nel letto.

La cosa migliore era mettere a tacere la mia pena nei suoi confronti, eliminarlo dalla mia vita, e il gioco era fatto.

 

 

- Lily, svegliati, è tardi-

Mary mi tirò un calzino in faccia, mentre io mi rigiravo nel letto contemplando la possibilità di fingermi morta.

- Lily, dai, Alice e le altre sono già andate. Oggi c'è l'uscita ad Hogsmeade, se non ti sbrighi ti butto giù dalla finestra-

- Perchè devi sempre essere tanto brutale?-

- Perchè tu mi ami proprio per questo-

- Non è vero! Io ti denuncio per terrorismo psicologico-

- Sarebbe a dire?-

- Come le spieghiamo le minacce di morte ogni mattina, da ben sette anni?-

- Non blaterare, non voglio trovare un tavolo libero solo alla Testa di Porco, se permetti-

- E io che pensavo che fosse il tuo habitat naturale...- sussurrai.

- Ti ho sentita-

- Lo dico per te, perchè ti amo-

- Io prediligo  il sesso maschile-

- Tu prediligi Black-

- Quando mai?-

- Ma se quando lo vedi sembri una tredicenne in calore!-

Uh, la conversazione stava prendendo la piega giusta: io non mi ero ancora scollata dal materasso caldo, e morbido, e...

- Io non sembro una tredicenne in calore. Tu, semmai, sembri una bambina di cinque anni che non accetta il proprio amore-

- Va bene, va bene, mi alzo- tagliai corto.

Stupide conversazioni tra migliori amiche.

 

 

Quando mezzora dopo Mary mi spappolò davanti a una vetrina di vestiti da festa, il mio aspetto era pressappoco quello di un'ameba in fin di vita.

- Ti prego, ti prego, entriamo in un bar. Tra un po' viene giù il diluvio universale-

Mary arricciò le labbra - Sei così noiosa. La prossima volta che veniamo ad Hogsmeade ricordati di snocciolarmi tutte le varie motivazioni del perchè siamo amiche. Ora come ora potrei attentare alla tua vita-

- La prossima volta che vuoi venire a Hogsmeade ricordami del perchè io odi così tanto venirci con te-

Mentre organizzavo un piano infallibile per svignarmela, l'occasione mi venne fornita su un piatto d'argento.

Un tappetto mocciolo del quarto anno mi passò accnato trotterellando sotto i miei occhi.

Ehi, non era bulla, ma oggettivamente quel tipo era alto un metro e.. un attimo, quel tipo non arrivava a un metro.

Ma comunque.

Mi ricordava tanto Potter in miniatura, solo che, onestamente, Potter era più furbo di lui.

Ma dettagli.

Dicevo, questo bimbetto mi passò accanto felice e spensierato; lo avevo beccato tutta la settimana in possesso di Caccabombe, notevole, oltretutto, essendo solo alla prima settimana.

Ciò che stava facendo ora era dirigersi incautamente sotto gli occhi della sottoscritta Lilian Evans, profondamente incazzata per una notte passata insonne per futili motivi, con le proprie cose, altamente suscettibile, volubile, irritata e irritante, verso Zonko.

Il che, ero assolutamente deliziata nell'ammetterlo, era il covo del nemico, il posto perfetto per togliere punti su punti a tutte le Case possibili immaginabili nella storia di Hogwarts.

Sorrisi, compiaciuta.

- Mary, vado a divertirmi un po'- le dissi, piantandola in asso e cominciando a pedinare lo sprovveduto.

Zonko, all'angolo della strada, appariva alquanto frequentato quel giorno.

Un tipo, per entrarvi illeso, mi spintonò facendomi finire contro una povera vecchietta che vendeva sciarpe orride.

Lo osservai per bene, classificandolo.

Alto, occhi marroni, capelli biondi, naso dritto e lungo, grasso abbastanza da non passare per una porta.

Ci credo che aveva bisogno di spintonare.

- Ehi, Jeremy, guarda questo-  disse un suo amico, accanto, alzando quello che sembrava un guanto innocuo, ma che si rivelava un portabiglietti infallibile.

Il tipo ciccione sorrise, ebete.

Sì, aveva davvero bisogno di un portabigliettini, sembrava un pochetto tocco.

Solo allora mi accorsi di aver perso di vista il mio bersaglio primario: il tipo del quarto che da sette giorni attentava alla mia salute mentale.

Dopo dieci minuti di assidue ricerche, lo trovai in un angolino del negozio, che contemplava una strana boccetta arancione.

Aspettai che la pagasse e uscisse, giusto per vedergli sprecare soldi, poi lo fermai all'uscita.

- Ehm, possibilmente, me la fai vedere?- gli chiesi, porgendogli la mano.

Lui mi guardò sospettoso - Tu saresti?-

Sorrisi, sentendo l'odio nei suoi confronti che piano piano saliva a livelli vertiginosi.

- Ah, giusto. Piacere, Lily Evans, Grifondoro, nonché Caposcuola. Colei che da una settimana intera è assillata da uno stupido ragazzino che compra oggetti non identificati e li introduce a scuola, contro il regolamento-

- Ah. Io non ho comprato niente- iniziò, sulla difensiva.

- Sì, e io di notte mi trasformo in Silente. Ti sembro scema? Cos'è quella che hai nella mano? La boccetta di sciroppo contro le verruche?-

- Io... non...-

- Scott, ci sono problemi?- dalle spalle del cosiddetto Scott spuntò Potter.

Cristo, ma quel ragazzo era come il prezzemolo, ovunque mi girassi me lo trovavo davanti.

- Potter, non ti immischiare-

- Evans, se ci sono problemi con Scott dillo a me, me ne occupo io-

- No, tu non c'entri un piffero. Togliti di mezzo-

Lui alzò un sopracciglio, indeciso se arrabbiarsi o provarci con le buone - Lily, Scott lo conosco da quando è nato, siamo vicini di casa, se ci sono problemi parlane con me-

Oddio.

Il vicino di casa.

Alzai la testa al cielo, in cerca della nuvoletta della sfiga.

Tutte a me, tutte a me.

Ora non potevo più neanche sfogarmi con chi che fosse, che me lo ritrovavo imparentato con Potter.

- Bene- sbuffai- il tuo vicino di casa è una settimana che cerca di far entrare caccabombe e simili nella scuola, facendomi impazzire. Ora, se permetti, prendo provvedimenti- dissi, indicando la boccetta arancione nella mano di Scott, che ormai sembrava più interessato al battibecco che al resto.

- Se lo avessi saputo, avrei preso provvedimenti anche io- disse, stringendo le labbra.

- Ma a quanto pare tu non sai mai niente, no?-

- A quanto pare non me ne sono accorto-

- A meno che non abbia mandato tu Scott a prendere 'sta roba per te-

- Non l'ho fatto-

- Sai non si sa mai-

- Senti Evans, sono cambiato. Sarò ancora strafottente, sarò ancora presuntuoso o quello che vuoi, ma io sono cambiato. Se hai intenzione di notarlo, bene, altrimenti credo siano fatti tuoi-

Prese la boccetta dalle mani di Scott e la buttò in un cestino poco lontano.

Poi, senza batter ciglio, si girò a guardarmi - Sai, tutti sono bravi a fare i bacchettoni. A trasgredire le regole invece ci vuole di più- strattonò Scott via, allontanandosi.

Quello che sentivo in pancia non era pena.

Né odio.

Né mi sentivo in colpa, o almeno, non mi sentivo in colpa più di quanto non mi sentissi il giorno prima.

Quello che mi girava in pancia, dandomi un fastidio assurdo, si chiamava vergogna.

 

 

 

- Io lo odio- dissi, sprofondando nella poltrona in Sala Comune accanto ad Emmeline e le altre.

- Soggetto?- chiese Marlene.

- Potter- rispose Mary.

Io la osservai. Quella ragazza aveva la mente comunicante con la mia!

- Sei prevedibile- si giustificò.

- Io non sono prevedibile- saltai su- sono solo...-

- Lily, tu non sei prevedibile- Alice lanciò un'occhiataccia a Mary - Solo che ormai ti conosciamo bene-

- Comunque sia- tagliai corto- lo odio. Odio come.. mi fa sentire-

A Mary brillarono gli occhi - Ooooh, ti fa sentire qualcosa? Vieni qui, parliamone-

- Mary, mi fa sentire un verme-

- Come?-

- Mi fa sentire come se l'immatura, quella infantile e cattiva fra i due sia io-

- Ma è così- Marlene annuì decisa.

- Io sono matura!-

- Lily, tu ti aggrappi a stereotipi che hai attaccato col cemento sulla fronte di Potter al primo anno, e lo fai solo per paura-

- Io non ho paura, io sono Lily Evans, Lily Evans non ha paura-

- Cero che hai paura-

- No-

- Sì, invece. Lui ti fa capire che tu ti stai sbagliano, e tu sei troppo orgogliosa per ammettere che ha ragione-

Ci riflettei un attimo, poi arrivò il lampo di genio - Torno subito!- dissi, fiondandomi fuori dalla Sala Comune.

 

Ci volle un'ora intera prima che Potter tornasse da Hogsmeade.

Dopo vari appostamenti lo intravidi fra la folla.

Entrava molleggiante con i suoi amici, lanciando occhiate a qualunque essere femminile gli passasse accanto.

Okay, quello che sentivo era solo fastidio per le sue manie di protagonismo.

Semplicemente, non erano sciocchezze diabetiche come la gelosia.

Pff.

Quando infine ci trovammo faccia a faccia, lui scrutò la mia espressione.

- Evans?-

- Potter-

Gli altri intorno a noi proseguirono, lasciandoci soli.

- Che vuoi?-

- Calmino, Potter- dissi, inspirando- Sentimi bene. Forse sarai cambiato, sai? Forse sarai anche maturato, forse sono io la bambina che continua a ripetersi che tu sei quello irritante, petulante e presuntuoso. Probabilmente è anche così, ma resta il fatto che io provo qualcosa per te che non è tanto lontana dall'odio. Quindi, Potter- dissi, puntandogli il dito sul petto- ora proverò a fare la carina con te, giusto per non passare dalla parte del torto, ma ficcatelo bene in quella testa piena di balle di fieno che rotolano, io ti odio e continuerò a farlo, in silenzio. Anche se ti sto per chiedere scusa, anche se ho implicitamente ammesso di essere io quella che ha sbagliato in 'sta settimana. Io ti odio, e continuerò a farlo. Perchè noi siamo fatti per odiarci- conclusi decisa.

Lui accennò un sorriso- Evans, io non volevo le tue scuse, ma se proprio ci tieni, le accetto- chiuse lì, proseguendo sulla sua strada e lasciandomi sola nel bel mezzo del corridoio.

Rimasi per cinque minuti buoni a fissarmi la punta delle miei scarpe, rimuginando su quanto fossi deficiente.

Un discorso tutto stupendo per sentirsi poi dei deficienti.

Brava, Lily.

Infine, risalii le scale, diretta alla Sala Grande.

- Lily!- mi girai, vedendo Mary alle mie spalle.

- Ehi-

- Ma dove eri finita?-

- A fare una cretinata-

Lei indagò sul mio viso- Comunque sia, ho trovato Potter, prima, e mi ha detto una roba strana-

- Ah sì?-

- Sì-

- Bene-

- Non vuoi sapere che mi ha detto?-

- Sentiamo-

- Ha detto di dirti che sei di nuovo nel torto, che è più forte di te, ma continui a sbagliare-

- In cosa?-

- Un qualcosa sull'odio, mi pare-

- Ah-

- Ma a che si riferisce, scusa?-

- Gli ho detto che noi siamo fatti per odiarci-

Lei mi guardò alquanto sconcertata - Lily, quando io dico che tu hai serie difficoltà nel superare i problemi di coppia, sono seria-

 

 

Eccomi, gente.

Oh, che bello, domani facciamo festa *O*

Credo, quindi, che aggiornare non faccia male, ance perchè oggi mi sento davvero ispirata!

Okay, okay, basta

Vi ringrazierò stasera, uno ad uno per posta.

Alla prossima, e fatemi sapere che ne pensate :DD

Un bacio

Caramella <3

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


"Succederanno cose impreviste, che nessuno avrebbe mai sospettato, se non qualche amico fidato

Capitolo 5

 

 

"Succederanno cose impreviste, che nessuno avrebbe mai sospettato, se non qualche amico fidato. Buttati, e non pensare alle conseguenze"

Ecco cosa diceva l'oroscopo della Gazzetta del Profeta.

Pff, cosa?

Cosa sarebbe successo?

Una T in pozioni? Mai!

- Che leggi?- mi chiese Mary, spuntando da dietro la mia spalla.

Erano due settimane che mi seguiva come un segugio; erano due settimane che io e Potter non ci urlavamo contro; erano due settimane che sventolava il suo portafoglio sotto il mio naso, canticchiando cose tipo " Soldi, soldi, sooooldi"

- La Gazzetta del Profeta-

- Porcheria-

- Lo so-

Si sedette accanto a me, buttandosi su una tazza di caffèlatte fumante.

Erano le otto di mattina, metà Sala Grande era ancora in catalessi e lei, stranamente, sembrava sprizzasse energia da ogni poro, narici incluse.

- Che hai?- chiesi sospettosa.

- Niente, niente-

Addentai un po' di pane tostato con marmellata, mentre cercavo di mettere a fuoco che giorno fosse.

Mary era troppo pimpante perchè fosse un giorno normale.

Troppo.

Allora, un buon voto? Nah, improbabile.

Una gita imminente? Ma dove?!

Una nuova amica? Chi era 'sta stronza?

Un nuovo amico?

Una lampadina, nel mio cervello, si accese iniziando a lanciare segnali di fumo.

Un nuovo amico!

- Evans-

Sirius Black mi salutò sedendosi di fronte.

- Black...Oh, Cristo, Black!-

No.

Non poteva essere.

Tutti, ma non Black.

- Sirius- lo salutò Mary, con un sorriso a 164759 denti.

Oh, no, Black no.

- Come andiamo, Mary?- le chiese lui.

Come andiamo? Come andiamo?!

Dio, sembravano dei vecchietti rincretiniti che parlano del tempo.

Sentivo una puzza assurda, una forte puzza di...

- Bleah, Peter, hai scoreggiato di nuovo!- Black si allontanò dall'amico, che gli si era appena seduto accanto.

- No, Sirius, ti giuro che questa volta non sono stato io-

- Peter, sei senza pudore!- Sirius allontanò il piccoletto con un braccio - Sei una camera a gas!-

Mary ridacchiò.

Non come un'oca, ma ci andò vicino.

Ridacchiò compiaciuta, con un guizzo negli occhi. Uno di quelli che racchiudevano tutta la complicità criminale esistente al mondo; uno guizzo rivolto esclusivamente a Black.

Il mio neurone indaffarato fece due più due: discorsi vacui, scemi, guizzi negli occhi, felicità sospetta e sorrisi.

Troppi sorrisi reciproci.

- Voi due...- Black e la mia presunta migliore amica si voltarono a guardarmi, mentre la fetta di pane tostato mi cadeva dalle mani.

Ieri, Mary era rientrata in camera stranamente tardi.

- Voi due...- continuai.

- Sì, siamo in due Evans, perspicace-

- No, Black, no. Taci, per favore. Taci-

Mary spostò lo sguardo dal mio a quello di Sirius, poi tornò ad osservarmi.

I nostri occhi s'incontrarono, e capimmo entrambe.

Lei capì che io avevo capito, e io capii che la mia migliore amica era passata dal lato oscuro.

Perchè loro, disgraziatamente, avevano dei deliziosi biscottini.

In quel momento Emmeline, Alice e Marlene ci raggiunsero, sedendosi vicino a noi.

- Come va, gente?- salutò Emmeline, acchiappando una caraffa di succo di frutta.

- Voi lo sapevate?- chiesi io, a bruciapelo.

- Che?...-

- Sono andati a letto!-

Black, allarmato, ridacchiò falsamente - Di solito la notte si dorme lì, Evans-

- Non in due! Non con la mia migliore amica!-

- Lily, non farne una tragedia- tentò Mary.

Ah-a, aveva ammesso!

Una tragedia, una tragedia?

Mi alzai di colpo, puntando il dito contro il ragazzo incriminato.

- Ascoltami bene, Black. Non ho intenzione di raccogliere i pezzi del cuore infranto della mia migliore amica, fra qualche giorno, quando tu l'avrai tradita con qualche sudicia sciacquetta di Corvonero. Non ti permetterò di farla soffrire, non ti permetterò di farmi passare notti insonne a dare colpetti sulla spalla di Mary, mentre tu te la starai spassando con una nuova pulzella. Vuoi un nuovo trofeo, Black? Bene, devi passare sul mio cadavere, prima-

Lui, dal canto suo, mi guardò alquanto terrorizzato.

- Evans, tu hai bisogno di litigare con James. Hai troppo odio represso, vai a dargli qualche pugno- disse infine, indicando l'amico che stava entrando in quel momento in Sala Grande.

Ignorai le sue accuse, facendo la finta tonta e dirigendomi in Sala Comune.

Mente uscivo, notai che tutta la scuola mi guardava preoccupata.

 

Uno scalino, due scalini, tre scalini.

Riscesi.

Di nuovo, uno scalino, due scalini...

- Lily, che è successo?-

Davanti a me un Potter trafelato mi guardava circospetto.

Ero davanti all'aula di trasfigurazione, salendo e scendendo gli scalini di una rampa lì accanto, in attesa che l'ora iniziasse.

In anticipo di mezzora, ma dettagli.

- Tu lo sai- dissi, alzando un sopracciglio, mezza furibonda.

Ormai avevo quasi fatto l'abitudine a sentire il mio nome (non il cognome, ma il mio nome) uscire dalla sua bocca, nonostante io mi ostinassi a chiamarlo Potter.

Quello era il suo nome, lo era stato per sei anni e due settimane, non poteva di certo cambiare così.

- No, non lo so. Che è successo-

- Il tuo amico. La mia amica. Insieme, a letto-

Potter mi osservò un attimo, cercando di mettere a fuoco l'immagine.

- E quindi?- disse, infine.

- Quindi? Quindi, Potter? Quindi, io non ho intenzione di vedere la mia amica soffrire per uno come voi. Nessuna intenzione-

- Mary è abbastanza matura da non rimanerci male-

- Mary non è matura. Tu non la conosci. Mary è matura per certe cose, ma per altre è una bambina- lo guardai, sentendo le lacrime salirmi agli occhi- Al quarto anno i suoi genitori sono morti in un incidente, okay? Sono morti, e lei è rimasta praticamente sola. Chi aveva, Potter? Chi aveva? Aveva me! Non c'era Sirius, non c'eri tu, non c'era nessuno. Solo io- presi un bel respiro - Ha passato un periodo d'inferno, cercava sostegno, cercava protezione. Era debole, era una piccola bambina vulnerabile. Chi l'ha protetta, Potter? Io. E ora non sto dicendo che tutto m'è dovuto, sto solo dicendo che io la conosco davvero, io e solo io, io so quando è il caso di preoccuparsi per lei, io so quando ha bisogno di aiuto. Io so quando è in cerca di protezione, quando vuole sentirsi parte di qualcosa. Io. E ora, Potter, ora lei cerca protezione, una protezione che io non posso darle, a meno che non cambia sesso, ma questo è altamente improbabile. Lei cerca protezione, e non ho intenzione di vederla soffrire, di vedere nei suoi occhi i pezzi di una vita già incollati a fatica tra di loro che vanno nuovamente allo sbaraglio, che cadono velocemente, mentre il tuo amico si diverte-

Potter non rispose.

- Non ho intenzione di vederla soffrire perchè uno stupido ragazzo cercava del sesso. Non lei, Potter. Tu hai il tuo migliore amico, io ho la mia. Tu mi puoi capire, Potter, lo so che puoi capirmi. Mettiti nei miei panni-

- Non sono suo padre, non posso impedire a Sirius di andare a letto con qualcuno-

- Io sì-

- Non puoi-

- Sì, invece-

- Non puoi, Sirius ci tiene davvero-

- Sirius non sa che significa tenerci davvero. Non ad una ragazza, perlomeno-

- Ci sta provando, Lily-

- Iniziare con una notte sfrenata non credo sia un buon inizio-

- Che ne sai?-

- Perchè è un inizio che predice una fine veloce e dolorosa. Non si inizia col sesso, si inizia col dichiararsi sentimenti e sdolcinatezze diabetiche simili-

- Non lo sai. Non tutto è come lo si pianifica-

- Io so di cosa ha bisogno Mary. Non ha bisogno di una botta e via-

- Non sarà una botta e via-

- Che ne sai, Potter?-

- Lo leggo negli occhi di Sirius. Credimi, una buona volta-

- Perchè Mary dovrebbe rischiare? Perchè dovrebbe fare lei da cavia al tuo amico per sperimentare dei sentimenti?-

- Non sei sua madre-

- Tu non sei nessuno per venire qui e dirmi ciò che Mary dovrebbe o non dovrebbe fare-

- E tu non sei nessuno per decidere se sia il caso che lei tenti, che lei rischi-

- Sono la sua migliore amica- dissi, avvicinandomi al ragazzo.

Sentivo la rabbia repressa che saliva, gorgogliava, come l'acqua in una pentola.

Sentivo il rossore invadermi la faccia.

Cazzo, dovevo essere orrida.

- Il problema non è Mary- disse lui di colpo, avvicinandosi a me.

Le nostre fronti erano a pochi centimetri di distanza, ma non me ne accorsi.

- E chi altri, allora?-

- Tu. Il tuo problema sei te stessa. Sei tu che hai paura di rischiare-

- Non dire cagate-

- Hai paura, Evans-

Uh, si ripassava al cognome? Che salto di classe.

- Io non ho paura di nessuno, Potter-

- Sì, invece. Hai paura di rischiare-

- Hai ragione, sai, vorrei ucciderti, ma ho paura di ciò che mi farebbe il Ministero della Magia. Tu dici che un metodo babbano potrebbe essere punito nello stesso modo di un Avada Kedavra?-

Un guizzo oltrepassò i suoi occhi.

Oh, santo Merlino, odiavo i guizzi, non predicevano niente di buono.

- Vuoi rischiare, Lily?-

Okay, dovevo specificare qual era il mio cognome e quale il mio nome?

- Sì, aspetta, prendo la bacchetta e te la ficco su per il naso, così arrivo velocemente al cervello-

Lui si avvicinò velocemente, troppo velocemente, e mi baciò.

Questione di un secondo, gente, altrimenti mi sarei scansata subito.

Il tempo di concepire l'idea delle sue labbra sulle mie, e lo spinsi via.

- Potter, che fai?- chiesi, spingendolo.

- Tu hai detto che volevi rischiare-

- Volevo ucciderti, Potter-

- Era implicito che volessi baciarmi-

- Potter, ti ricordi che ti ho detto, no? Noi siamo fatti per odiarci, e non si discute-

Presi i libri e mi allontanai, dirigendomi verso l'infermeria: non mi sentivo tanto bene.

In lontananza, la risata di Potter che diceva sciocchezze del tipo "è sempre un piacere" mi rimbombò nelle orecchie.

Stupido bambino, e io che mi ero impegnata a non litigarci per due settimane.

 

 

Mi rivoltai nel letto dell'infermeria.

Ero entrata accusando dolori alla pancia, e la cara e vecchia Poppy si stava dannando perchè non capiva cosa avessi.

Effettivamente, non è che avessi proprio mal di pancia, ma era un inutile, insignificante, dettaglio; il nocciolo, in realtà, era che non avevo voglia di incontrare gli occhi di Mary, delle altre, e di Black.

E anche di Potter, ma quello era scontato.

- Lily, per Merlino, sei una furia-

Mi rigirai, mentre Mary raggiungeva il mio letto: evidentemente la lezione era terminata.

- Senti, Mary, mi dispiace della sfuriata, ma era assolutamente primaria- dissi, portandomi a sedere.

- No, non lo era. E tu sei una sciocca bambina-

- Mary, ti userà. Ti userà come ha fatto con tutte-

- Non lo farà, Lils. Non lo farà-

- Ti sta illudendo-

- Non sono così stupida. Non mi sono illusa, lo so benissimo che tipo è Black, ma mi piace, Lily. Mi piace, e non ho intenzione di perdere l'occasione perchè ho paura di essere usata-

- Potresti farti male. Io mi faccio sempre male-

- Tu sei un caso disperato che attira disgrazie, Lily-

Deglutii, soppesando l'idea di raccontarle tutto.

- Potter mi ha baciata- decisi, infine.

Mary, diversamente dalle mie previsioni, non si scompose.

- Lo so-

- Prego?-

- Lo ha raccontato a mezzo mondo-

- Prego?-

- Lo sa tutta la scuola-

Questa volta non dissi prego?, solo perchè la voce mi era morta in gola.

Strinsi le labbra.

Stupido, stupido bambino.

Poppy mi guardò avviarmi verso l'uscita.

- Signorina, dove va?-

- Sto benissimo, grazie-

- Signorina, deve restare qui-

- Tornerò, non si preoccupi. Faccio una strage e torno-

Marciai verso la Sala Comune, finchè non sbucai da dietro il buco del ritratto.

Potter, calmo e divertito, stava seduto su una poltrona vicino alla finestra chiacchierando coi suoi stupidi, stupidi amici.

- Potter-

Lui si voltò a guardarmi, calmo e rilassato.

- Lo sai, vero, che sto per assassinarti?-

- oh, certo-

Tirai fuori la bacchetta, puntandogliela contro - Dimmi solo una cosa. Solo una. Perchè hai spiattellato questo doloroso aneddoto a tutta Hogwarts?-

Lui sorrise, strafottente. Pff e Potter era cambiato? Ma mia nonna!

- Sei stata tu a dire due volte di volermi uccidere; io, da bravo gentiluomo, volevo solo darti un pretesto-

La mia bacchetta tremò tra le dita.

Un solo gesto e Potter sarebbe evaporato davanti ai miei occhi; un solo gesto, forza Lily, un solo gesto.

Avvicinai la bacchetta alla fronte del ragazzo, e feci un po' di pressione.

Poi, gli spinsi la testa indietro, sperando in tutti i modi di avergli fatto male.

- Ti ucciderei volentieri, Potter, ma devo tornarmene in infermeria-

- Sarà per la prossima volta-

- Oh, certo-

- Lily, la sai una cosa?-

- No, e non voglio saperla-

Lui sorrise, indifferente - Noi siamo fatti per odiarci, ma alla base dell'odio c'è l'amore. Un tempo era amore, che poi è mutato in odio-

- Potter, il mio amore per te è mutato in odio nel preciso istante in cui tu sei venuto al mondo-

- Imparerai col tempo a mutarlo in amore un'altra volta-

- Io dico di no-

- Io dico che dovresti buttarti. Te lo dice pure l'oroscopo-

- Che fai, leggi il mio oroscopo?-

- Certo, ogni giorno per vedere se è il caso di provarci o meno-

Stupido, stupido bambino.

 

 

 

Eccomi, gente!

Sono in ritardissimo, devo scappare, risponderò appena posso alle recensioni.

Vi adoro tutti tutti quanti! <3

caramella :D

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Ormai tra me e Potter la situazione era diventata altalenante

Capitolo 6

 

Ormai tra me e Potter la situazione era diventata altalenante.

Alternavamo momenti d'odio profondo a momenti di pura indifferenza a momenti in cui lui si professava cambiato drasticamente.

Dopo quell'infausto giorno in cui lui mi baciò, le cose continuarono a prendere una strada tutta loro: Mary e Black cercavano sempre con più noncuranza di nascondere la loro storiella ormai sconosciuta probabilmente solo a Silente.

Li vedevi infiltrarsi in aule abbandonate e non uscirne per ore, tanto che dovetti a malincuore accettare la situazione, a patto che davanti a me non si scambiassero effusioni troppo esplicite e disgustose; mi sfogavo quindi con Emmeline, andando avanti per ore a parlare del fatto che la mia migliore amica stesse con il migliore amico di quell'energumeno di Potter, finché Emmeline non iniziò ad insinuare che fossi solo gelosa e avessi bisogno di un rapporto di amore profondo e passionale con James, costringendomi quindi a sfogarmi da sola davanti allo specchio del cesso.

 

Quel mercoledì di metà ottobre me ne stavo seduta calma e interessata ad un tavolo della biblioteca sfogliando un libro sugli Incantesimi Avanzati, quando qualcuno si sedette accanto a me.

Alzai impercettibilmente lo sguardo, scrutando Sirius Black che apriva un mattone di Trasfigurazione e iniziava a leggere a bassa voce.

- Potresti leggere nella tua mente? Grazie-

- Non capisco se leggo in silenzio. Grazie-

- Probabilmente tu non capisci e basta-

- Credi di essere più intelligente di me?-

- Credi di essere simpatico, Black?- dissi infine, voltandomi e piantandogli gli occhi addosso - Che vuoi?-

- Voglio parlare-

- Lo stiamo facendo-

- Bene, allora parliamo di Mary-

- Ho già detto a lei che mi sono arresa. SE ha intenzione di spezzarsi il cuore lo faccia pure, io l'ho avvertita-

- Non voglio spezzarle il cuore, Evans, perchè sei così presuntuosamente certa  che io sia sempre nel torto?-

- Non è forse vero?-

- No-

- Tu sei peggio di Potter che se ne va in giro dicendo di essere davvero cambiato-

- E quando l'ha fatto?-

- Ad Hogsmeade, per esempio, senza contare le innumerevoli occhiate da cane bastonato che non fa altro che lanciarmi-

Black ci pensò un attimo - Ah, ma credo sia un altro modo per abbordarti-

- Comunque sia, se vuoi stare con Mary stacci, non vi fermerò, ma sappi che se esce una sola lacrima dai suoi occhi a causa tua, tu sei un uomo morto-

Lui annuì; per una decina di minuti restammo in silenzio, infine s'alzò e si diresse verso l'uscita. A metà strada, però, si voltò e tornò da me - Dovresti dargli una possibilità, però-

- A chi?-

- A James-

- Ma se mi hai appena detto che tenta solo d'abbordarmi- iniziai scettica.

- Ah, be', sì, ma ci si mette d'impegno, te lo assicuro-

 

 

 

* * *

 

 

 Entrai nell'aula di Pozioni in anticipo di cinque minuti, come al solito.

Lumacorno era seduto alla cattedra sfogliando la Gazzetta del Profeta, la fronte corrugata e le grosse dita sudaticce.

- Salve professore- salutai sedendomi al mio posto. Amavo quell'aula, era il posto perfetto, quello che più preferivo in assoluto, subito dopo il mio letto.

- Oh, signorina Evans, salve- tossì un attimo, poi alzò la voce - Ha... Ha letto? Delle morti, intendo, ha letto?-

Il mio cuore ebbe un tuffo: ogni giorno andavo a dormire ringraziando il cielo che la mia famiglia fosse ancora intera; ogni giorno era un miracolo che non avessi qualcuno da rimpiangere, qualcuno di cui avere nostalgia.

- Se ne legge ogni giorno, ormai-

- Oh, certo, certo. Mi dispiace molto, i babbani sono innocenti, dopotutto-

- Anche i maghi, o per lo meno, la maggior parte, sono innocenti-

- Certo, certo-

Intanto l'aula s'era riempita e accanto a me aveva preso posto Lens.

- Ciao, oggi non mi hai aspettata-

- Sì, sono passata in biblioteca- spiegai, mentre Lumacorno dava le istruzioni per un Elisir elimina bruciature.

- Ehm, Marlene?-  James Potter, da dietro, bussò sulla spalla della mia amica.

- Sì?-

-Mi cedi il tuo posto?-

Che? No!

- No, Potter, resta dove sei-

- Voglio solo parlare un attimo-

Lens, che naturalmente non capiva il mio dolore, prese il suo calderone e si posizionò accanto a Remus, visibilmente sollevato e speranzoso di portare per una buona volta a termine una pozione ben fatta; Potter, felice e sorridente si piantò accanto a me, poggiando le mani sul calderone e prendendo ad osservarmi.

- Che hai da guardare, Potter?-

- Sei particolarmente bella oggi, sai, Lily?-

- Non sei cambiato più di tanto, James, eh- dissi, ricordandomi ciò che aveva detto Black.

- Sono oggettivo, Evans-

- No, sei pedante-

- Evans- iniziò lui mescolando l'intruglio nel calderone- che devo fare con te? Provo a cambiare e non ammetti il mio sforzo, torno ai soliti approcci e mi rifiuti...-

- Hai mai pensato che io non voglia davvero uscire con te?-

- Ovviamente no-

Sospirai; la situazione era davvero tragica.

- Potter, dimostrami che sei cambiato davvero-

Lui meditò un secondo - Se te lo dimostro uscirai con me?-

- Va bene- acconsentii. Naturalmente non avrei mai ammesso il suo cambiamento: il gioco era fatto.

- Facciamo una cosa, Evans: ora ti farò delle domande, rispondi sì o no-

Non mi sembrava una cosa insidiosa, quindi annuii.

- Hai visto la mia nuova uniforme?-

Gli lanciai un'occhiata, notando che effettivamente ne portava una nuova fiammante.

- Sì-

- La trovi diversa?-

La scrutai di nuovo: aveva effettivamente delle pieghe diverse dalle mie: probabilmente la madre gli aveva fatto qualche ritocco.

- Sì-

- E le mie nuove scarpe?-

Osservai le sue nuove scarpe nere lucide.

- Sì-

- Quindi, indosso vestiti diversi da ieri?-

Non avendo neanche più tanta voglia di pensare alle sue inutili domande, risposi sì senza ragionare.

- Mi sono cambiato, quindi?-

- Sì-

- Perfetto, allora sabato prossimo ci troviamo davanti all'entrata principale-

Cosa?

- Cosa?-

- Tu hai detto che saresti uscita con me se fossi cambiato, e io oggi mi sono cambiato-

- Io.. io non intendevo quello!-

- Hai detto sì, Evans, il gioco è fatto-

Che gioco schifoso.

 

 

 

- Esco con Potter-

Nella camera calò il silenzio.

Emmeline, che prima si lavava i denti, fece cadere a terra lo spazzolino, Mary si voltò a guardarmi preoccupata, Alice e Marlene smisero di lanciarsi i cuscini che fino ad un secondo prima volavano per la stanza.

- Tu cosa?-

- Esco con Potter. Mi ha fregata-

Mary si mise a sedere accanto a me, circondandomi le spalle con un braccio - Sapevo che sarebbe arrivato questo giorno, tesoro. Ora, sgancia i soldi-

- Ehi, la scommessa finisce a fine anno. Ho tutto il tempo per scaricarlo-

Mary s'alzò iniziando a misurare la stanza a grandi passi - E hai anche tutto il tempo per riprendertelo, no?-

- Senti, chiariamo le cose, esco con lui semplicemente perchè mi ha incastrata, la cosa inizia e finisce qui-

- No, Lily- s'intromise Alice, sedendosi sul bordo del mio letto - La cosa è iniziata al primo anno e finirà... be', non finirà proprio-

Perchè mi ero scelta delle amiche stupide e cocciute?

Andata a letto un'ora dopo, continuai a rigirarmi tra le lenzuola assillata da un dubbio: una voce acuta e squillante, molto somigliante a quella di Mary, continuava a ripetermi che la cocciuta ero io.

 

 

Il giovedì mattina passò calmo e placido, abbastanza noioso e insignificante.

Bighellonavo nei corridoi aspettandomi che qualcuno infrangesse le regole, non avendo un gran che da fare; Trasfigurazione era filata liscia come l'olio, Difesa Contro le Arti Oscure altrettanto, e Potter, stranamente, non mi aveva rivolto la parola.

Ero dunque nella pausa prima di Storia della Magia, che setacciavo i corridoi del secondo piano, gremiti di ragazzi apparentemente innocenti.

Mi sentivo quasi in colpa nel provare dei dubbi sulla loro innocenza, quando, improvvisamente, qualcuno mi prese di peso e mi chiuse in un'aula abbandonata.

Sentii il rumore della porta rinchiudersi alle mie spalle e le voci di Remus Lupin e Sirius Black che riempivano il silenzio della stanza.

- Siete pazzi? Che volete?- chiesi, prendendo la bacchetta e sussurrando Lumos.

Era una giornata buia, il sole faticava a farsi strada tra le nuvole e l'aula era pressoché inondata dall'oscurità.

- Evans, ti ricordi la scenata che mi hai fatto per Mary, no?- iniziò Sirius.

- Certo, ma che c'entra ora?-

- Lily, non puoi prendere in giro James. Seriamente, non permetteremo che tu ci esca per scaricarlo il giorno dopo. Ci rimarrebbe davvero male, Lily,  ci spera realmente, non puoi illuderlo- spiegò Remus.

- Cosa? Io non voglio illuderlo, punto primo, è lui che mi ha costretta, punto secondo-

- Bene, allora tu va da lui e annulla l'appuntamento-

- Perchè dovrei?-

- Perchè tu lo faresti stare male-

- Non voglio farlo stare male-

- Allora disdici l'appuntamento-

Ciò che mi dette fastidio fu proprio quello: nessuno poteva darmi ordini, nessuno mi avrebbe costretta a fare qualcosa se io non avevo intenzione di farla.

- No- m'impuntai - sabato uscirò con James-

- Evans, non fare la cocciuta. Lo faresti star male-

- No, invece-

- Lily, lui ci tiene a te, forse sin troppo anche se non lo da a vedere, lo feriresti uscendoci un giorno e scaricandolo il giorno dopo...-

- ... Sappiamo che farai così, Lily, tu non hai intenzione di uscire davvero con lui-

Sentii il sangue salirmi alla testa.

- E voi che ne sapete?-

- Lo hai ripetuto per sette anni, fai un po' te-

- Evans- Sirius mi guardò negli occhi- ti ricordi la scenata, no? Non volevi che Mary ci stesse male, non volevi che la facessi soffrire. Ora ti chiedo io di non fare soffrire il mio migliore amico-

- Ma alla fine vi ho lasciati liberi. a vita è la vostra-

- Ma io a Mary ci tengo davvero, Lily, davvero. Tu...-

- Chi ti ha detto che io non ci tenga?- dissi infine, rossa in faccia.

Oh cazzo, che avevo detto?

Sirius aprì la bocca, Remus alzò un sopracciglio.

Oh cazzo, che avevo detto?

- Tu... cosa?!- iniziò Sirius, alquanto scioccato.

Io mi divincolai senza difficoltà e me la squagliai, tuffandomi nella folla di studenti e correndo verso la capanna di Hagrid.

Dovevo parlare con lui, lui era imparziale e giusto.

Mentre mi dirigevo a grandi falciate verso il guardiacaccia, un pensiero mi frullava convulsamente in testa: mentre urlavo quella frase insensata in quell'aula semibuia davanti ai migliori amici di Potter, la tremenda sensazione di crede davvero a quelle parole  mi aveva invasa.

 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


La capanna di Hagrid troneggiava in mezzo al verde

 

La capanna di Hagrid troneggiava in mezzo al verde.

Allungai il passo, quasi a voler arrivare prima, mentre il mio cervello rielaborava informazioni su informazioni.

Innanzitutto, Black aveva uno strano concetto di "coerenza": venire da me quasi pregandomi di dare una possibilità a Potter e poi presentarsi il giorno dopo scongiurandomi di lasciar perdere il suo amichetto non erano un grande esempio di coerenza pura.

No di certo.

Era mentalmente instabile, ecco cos'era.

E poi cos'era questa storia di afferrare la gente e strapazzarla qua e là, trascinandola in aule isolate? Non era per niente educato.

Ma, senza girarci troppo intorno, il problema più grande era un altro: ciò che avevo sbraitato in faccia a quei due decerebrati. Andava bene il fatto di impuntarsi, di affermare di non voler far soffrire Potter e quant'altro, ma urlare come una pazza davanti a quei due di tenere al ragazzo no, non andava affatto bene, proprio per niente.

Bussai con forza alla porta della capanna di Hagrid, continuando ad analizzare e maledire la mia stupidissima fuoriuscita.

Poco dopo, l'abbaiare di Thor, il nuovo cucciolo di Hagrid, mi annunciò l'arrivo del mio grande amico.

- Lily- Hagrid mi guardò sorpreso aprendo la porta - Qualche problema?-

- Dobbiamo parlare, Hagrid. E parlerei molto volentieri con Mary, togliendoti da questi impicci, ma seriamente, Mary inizierebbe con la storia della scommessa e io ho bisogno di chiarirmi le idee e... Pensavo che tu, visto che non sei di parte, potresti consigliarmi...-

Nel momento in cui dicevo quelle parole al guardiacaccia, mi resi conto che la mia non era stata un'idea geniale: Hagrid era amico mio tanto quanto lo era di James, per non parlare del fatto che in ambito sentimentale non era un grande asso.

Misi a tacere il forte istinto di fuggire a gambe levate, decidendo di andare fino in fondo alla mia confessione; entrai nella casupola e mi accomodai su una sedia.

- Un the, Lily?-

- Oh, sì, grazie-

Hagrid prese a fare il the senza togliermi gli occhi di dosso - Allora- parlò infine- che ci hai da dire su James?-

Aprii bocca, poi la richiusi, infine tacqui e ordinai le idee.

- Scusa- iniziai - ma come fai a sapere che si tratta di Potter?-

- Oh, è semplice, ogni volta che parli di lui ti agiti e oggi sei proprio agitata- spiegò, versando il the nella grossa tazza.

- Ah. Va be', comunque, ho detto una cosa a Black e Lupin, una cosa che ho sempre negato per sette anni, e sinceramente non so più che pensare-

Hagrid bevve il suo the tutto d'un fiato, mentre io lo guardavo alquanto sconcertata, infine s'asciugò le labbra e mi porse un vassoio di biscotti.

Fatti da lui, s'intende, il che spiegava la mia faccia orripilata.

- Oh, grazie, ma davvero non ho fame, oggi- rifiutai, mentre lui ne addentava uno.

Per i restanti cinque minuti meditai su quanto fossero resistenti i suoi denti, poi lui spezzò il silenzio.

- Io non so che dire, Lily, davvero. Io non ci capisco di queste cose, proprio no. E voi vi odiate da sempre. Cè, tu lo odi da tanto tempo. E io davvero non ti capisco, perchè James è proprio un bravo ragazzo. A me mi ha sempre fatto favori, quando glieli chiedevo, te lo assicuro-

Annuii vagamente, torturandomi l'orlo della gonna.

- E' che io l'ho sempre visto come una persona da disprezzare, capisci? Proprio non mi capacito di ciò che ho detto-

- Ma si può sapere che hai detto?-

- Che io ci tengo a lui, il che è davvero strano, visto che lo trovo petulante, presuntuoso e arrogante; non potrei mai tenere ad una persona simile. Oltretutto, sai cosa?, credo proprio di averlo detto per presa di posizione, semplicemente per contraddire Black e Lupin. Andiamo, io non tengo a Potter. Stiamo parlando di me, capisci, Hagrid?, stiamo parlando di Lily Evans, e Lily Evans detesta James Potter- iniziai e conclusi tutta d'un fiato, sentendo le mie guance avvampare.

Avevo caldo, comunque, ecco tutto.

- Io non so, Lily, ma davvero non ci credo tanto. Ho sempre pensato che tu e James eravate fatti l'uno per l'altra, davvero, non mi sembra una cosa tanto strana. Come dice il proverbio, là, quello strano...-

Iniziai a pregare perchè non dicesse quella sciocchezza allucinante sul disprezzare e comprare, quando lui proruppe - tanto va la gatta al largo che ci lascia lo zampino!-

Io alzai un sopracciglio: avrei preferito quello del disprezzare e comprare, solo perchè era inerente alla questione.

- No, Hagrid, questo proverbio non c'entra molto...-

- Oh, sì, forse hai ragione. Be', allora, chi disprezza compra, oppure gli opposti si attraggono. Oppure occhio non vede, cuore non duole-

Sorvolai sul fatto che l'ultimo proverbio non ci azzeccava di nuovo niente, e presi a soffermarmi sui primi due.

Anzi, sul secondo, perchè il primo era un'emerita stupidaggine.

Per non dire stronzata

Ops, l'avevo detto.

Ma comunque; rimuginai sugli opposti che si attraevano per tutta la serata, anche dopo la visita al guardiacaccia che, come previsto, non era stata proprio illuminante. Non eccessivamente, comunque.

 

Due ore dopo entrai in Sala Comune stremata come non mai: avevo passato a setaccio tutti i corridoi della scuola meditando e balbettando frasi senza senso, fermandomi ogni tanto a confrontarmi con qualche quadro o quant'altro, finché le caviglie non avevano iniziato a cedere e il mio aspetto non era andato pressoché vicino a quello di un deportato di guerra.

Quando quindi mi svaccai sul letto senza pudore, non colsi lo sguardo d'eccitazione che aleggiava sui visi delle mie compagne di stanza.

- Quindi...- cominciò Mary, con il tono che usava per intavolare un discorso assai interessante - quindi siamo giunti alle dichiarazioni-

- Mh?- ribattei io, tirando fuori l'aria da finta tonta.

Dovevo fare un corso di recitazione, dovevo assolutamente iscrivermi a quei robi lì, non potevo continuare a tirar fuori quell'aria da spaesata rimbecillita a lungo, perchè non era affatto credibile.

- Dico... Gira voce che tu abbia urlato ai quattro venti il tuo amore per Potter- buttò lì con nonchalance, osservandosi le unghie della mano destra e accomodandosi sul bordo del letto.

- I corridoi di Hogwarts hanno il grande talento di ingrandire le cose a dismisura, eh?-

- Oppure di riportare i fatti come una migliore amica dovrebbe fare-

- Tanto hai il tuo grande amore che riferisce ogni qualsivoglia dettaglio, no?-

- Ma non c'è gusto a farselo dire da lui, Lily!- protestò Mary- Suvvia, sei la mia migliore amica, dovresti dirmi se ti piace o meno Potter-

Emmeline, Marlene e Alice annuivano tutte concentrate, senza un minimo di pietà nei miei confronti.

Era una congiura, tipo quella di Giulio Cesare, solo che Giulio Cesare non era infatuato di James Potter.

Non che io lo fossi, sia chiaro.

- Addirittura piacere? Dovresti dire a Sirius Black di imparare a riferire i fatti in modo veritiero- iniziai tirandomi su- Allora, in primis- e qui alzai il pollice- Non mi piace James Potter, in secondo luogo- su l'indice- Scommetto che Black ha casualmente evitato di spifferarti che lui e Lupin mi hanno rinchiusa in un aula fuori uso per costringermi a dare buca a Potter, e infine- e tirai su teatralmente il medio- ho detto di tenere a Potter, e sia chiaro, tenere, non piacere, semplicemente per presa di posizione- spiegai tutta convinta.

Emmeline mi osservò per niente sicura, Alice traspirava compassione nei confronti delle mie parole e Marlene, seguita a ruota da Mary, tratteneva una risatina.

- Lily, lo sai che la tua teoria non regge, no?-

Stavo per rispondere che no, porcadiquellapalettasporcadicacca, la mia teoria reggeva più che bene, quando la realtà mi balenò dinanzi agli occhi canticchiando una cosa che assomigliava orribilmente ad un "ti piace Potter, ti piace Potter".

Mi lasciai cadere all'indietro, sprofondando tra i cuscini e le coperte: ammetterlo a voce sarebbe stato troppo doloroso.

Troppo.

 

 

La stagione di Quidditch era iniziata ormai da qualche tempo, il che la diceva lunga: Potter andava affiggendo manifesti per tutta la Sala Comune dei Grifondoro, fermando chiunque gli capitasse a tiro e snocciolando gli orari per i provini per il nuovo portiere.

Sirius Black, dall'alto della sua carica di battitore, fermava chiunque fosse in grado di mantenersi su una scopa e intimandogli di presentarsi il venerdì ai provini.

- Ehi, Evans-

- Non verrò ai provini per i battitori, Black, disgraziatamente il Quidditch è l'unica cosa in cui pecco- tagliai corto.

- No, Evans, questo lo so già... Volevo parlare-

- Scrivimi un gufo, se hai qualcosa da dirmi-

- Ma se ti vedo ogni giorno di persona...-

- Facciamo così, Black: fai finta che io non esista, va bene? Così tu non vedi me, io non vedo te e la maggior parte delle conversazioni tra noi due si ridurrà in qualche lettera scambiata nell'arco di mesi. Non la trovi un'idea magnifica?- sorrisi amabile e tirai dritto.

Non avevo alcuna intenzione di intavolare una conversazione con quello stupido ragazzino che aveva lo stupido potere di farmi dire cose stupide: avrebbe potuto incastrarmi un'altra volta ed io, dall'alto della mia carica di caposcuola, avevo una reputazione già in bilico da difendere.

- Evans, io e te dobbiamo parlare. A voce-

Sbuffai, ma mi arresi: forse, prima avrei iniziato, prima avrei finito.

- Che vuoi?-

- Per... l'altro giorno... ecco... Mi rendo conto di non essere stato molto coerente, sai, ma mi sentivo combattuto. Cioè, volevo che James avesse una possibilità, ma non volevo che tu lo ferissi... per tutte le ragioni che già sai... Ma se la questione sta in... quel modo... be', sì, cioè, se tu non hai... se tu ci tieni... se sei affidabile... cioè, potrei anche darti... non so... Il via libera-

Osservai la faccia da schiaffi di Sirius Black mentre proferiva tali parole, mettendo a tacere l'irrefrenabile voglia di buttarlo a terra e pestarlo per bene.

- Quello che ho detto l'altro giorno...- iniziai, vagamente tremante per la rabbia- be', innanzitutto non è da prendere proprio alla lettera... Tenere è un verbo davvero pesante, non vorrei che venga sopravvalutato...  e comunque, spero che tu non l'abbia spiattellato ai quattro venti. Senza contare Mary, ovviamente-

Per quattro venti, grazie a Dio, Sirius intuì che mi riferivo a Potter, assicurandomi che non l'aveva detto a nessuno, Mary esclusa.

- E comunque- aggiunsi infine- quella frase è stata dettata... dallo spirito di contraddizione...- tentai di nuovo.

Ormai non convincevo più neanche me stessa, alla fin dei conti, ma non lo diedi a vedere.

Il fatto che da qualche settimana a quella parte Potter non mi provocasse più quella fantomatica irritazione che accusavo anni prima, non era che uno dei tanti segnali che la mia mente avrebbe dovuto cogliere, prima che urlassi ai settantaquattro venti il mio vago (vaghissimo, oserei) interesse nei suoi confronti.

Che poi, interesse era una parola grossa: era semplicemente affetto nei confronti di una persona che avevo tra i piedi giorno e notte da sette anni a quella parte.

Ecco tutto.

- Chiaro come il piscio, Evans-

Lo osservai andarsene, orripilata, mentre la parola piscio mi balenava in mente.

Per un'ora intera, infine, mi chiesi come il piscio potesse essere chiaro e soprattutto come Mary riuscisse a stare con uno simile.

Poi mi ricordai di ciò che avevo detto riguardo a Potter, rammentai che Potter era il suo migliore amico, e dedussi che io non ero poi così lontanamente diversa da Mary.

La fine del mondo era vicina, oppure io sarei finita a sbaciucchiarmi con Potter, e la cosa grave era che nessuna delle due opzioni portava pace al mio ego personale, chi per una ragione, chi per l'altra.

 

- Che abbiamo, ora?- Marlene, alle mie spalle, consultava l'orario delle materie.

- Possibile che tu non l'abbia ancora memorizzato? Siamo a Ottobre, quasi Novembre, e tu ancora ti affidi a quel pezzo di carta? Il mio sarà andato bruciato!- le rispose Mary che le camminava accanto.

- Ho solo qualche problema di memoria, ecco tutto-

Io ridacchiai- Difesa Contro le Arti Oscure-

- Oh, che bello, quello sì che è un corso fatto per bene- commentò Mary.

- Solo perchè in quello te la cavi- La voce si Sirius Black arrivò forte e chiara alle mie orecchie mentre io, ostinata, non mi girai nemmeno a squadrarlo sprezzante, o giù di lì.

Emmeline mi dette una gomitata nella costola - Dovresti salutare il migliore amico del tuo amato- sghignazzò.

Perchè?

Perchè le mie amiche erano deficienti, infantili e... deficienti l'avevo già detto?

Entrai nell'aula e mi sedetti al mio solito posto, aspettando che da lì a qualche secondo una delle mie compagne comparisse al mio fianco, quando la testa corvina di Potter si materializzò alla mia destra.

- Evans-

- Potter-

- Come va?-

- Bene-

- Anche io-

- Mi fa piacere-

- Allora, Evans, domani ti aspetto all'entrata alle dieci in punto-

- O... Okay- balbettai.

Balbettai?! Perchè, per le mutande di Merlino, stavo balbettando? Lily Evans non balbettava, cavoletti di Bruxelles.

- Evans, balbetti?-

- No, Potter, sono le tue orecchie che intercettano il suono della mia voce a spezzoni. Fatti controllare-  improvvisai sul momento.

Ma potevo mai? Le sue orecchie che facevano cosa...?!

Potter avvicinò le sue labbra al mio orecchio - Amo quando improvvisi e ti rendi conto di aver sparato una cazzata, Evans- sussurrò. Poi, nello stesso modo in cui era venuto, si eclissò in un angolino dell'aula.

- Bene, ragazzi, fuori le bacchette: oggi ci esercitiamo nell'Incanto Patronus- annunciò il professore.

Ci misi qualche minuto per accorgermi che Mary sgomitava al mio fianco - Che ti ha detto? Che ti ha detto? Che ti ha detto?- mi chiedeva, saltellando.

- Mary, perchè quando dovresti passare inosservata sembra che tu abbia dei petardi nel sedere?!-

- Sono emozionata per te!-

Mantenni il contegno, riferendole tutta la nostra conversazione; dopo mezzora, però, il mio lato da fedele migliore amica ebbe la meglio sul lato della "faccio tutto da sola e me la cavo benissimo e non ho intenzione di perdere le scommesse".

- Mary, ho un disperato bisogno di sostegno psicologico! Non so che mettermi, non ho idea di ciò che sto facendo e soprattutto quando Potter mi parla credo che il mio battito cardiaco acceleri...- la guardai preoccupata - la situazione è grave?- chiesi infine, come se mi aspettassi da un momento all'altro un " Sì, morirai nel giro di qualche minuto"

- Oh, no, tutto va per il meglio- mi sorrise lei.

Quella frase, sfortunatamente, suonò peggio di un "Sì, morirai nel giro di qualche minuto"

 

 

 

 

 

Eccomi gente!

Ho cambiato carattere della scrittura, mi sono innamorata di questo! Aahahah

Allora, qui abbiamo vari movimenti! :D ma lascio a voi il commento del capitolo.

Ah, una cosa, ho fatto sì che Hagrid parlasse in modo vagamente sgrammaticato come nel libro della Rowling, non sono io che ho momentaneamente dimenticato la lingua italiana xD

Spero di aggiornare presto, ma non prometto niente D:

Al prossimo capitolo!

Ah, ringrazio le fantastiche 117 persone che hanno inserito la storia tra seguite, preferite o ricordate: vi amo tutti!

Inoltre ringrazio ancora le 9 spettacolari persone che hanno commentato il capitolo precedente :D Non abbandonatemi, perchè io amo voi e tutto ciò che mi scrivete (troppo buoni, come sempre ù_ù)

Un bacio!

Vecchia caramella_rosa_gommosa che si è stancata del suo nome e si è convertita ad Ellens!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Quel santissimo sabato non ebbi bisogno della sveglia per aprire gli occhi; dire di aver passato la notte -non in bianco, peggio- in trasparente, sarebbe stato un eufemismo

 

Quel santissimo sabato non ebbi bisogno della sveglia per aprire gli occhi; dire di aver passato la notte -non in bianco, peggio- in trasparente, sarebbe stato un eufemismo.

Sbadigliai appena, giusto per auto-convincermi di aver appena trascorso interminabili ore di sonno rilassante, poi strisciai giù dal letto e mi chiusi in bagno.

Il mio orologio segnava le sei in punto del mattino.

Ero ufficialmente in guerra.

 

 

* * *

 

Mary bussò alla porta del bagno: sembrava un bufalo intenzionato a radere al suolo quella sacrosanta lastra di legno.

- Che vuoi?-

- Lily, esci, sono le nove e mezza, dobbiamo decidere come ti vestirai-

- Non capisco perchè il soggetto sia "noi", Mary-

- Perchè lo sceglieremo insieme, Lily cara. Non crederai mica che io e le altre ti lasceremo in balia dei tuoi anomali gusti, vero?- ridacchiò da dietro la porta, mentre io mi abbandonavo ad un gemito di terrore.

Andai ad aprire e sgusciai in camera, con lo sguardo basso.

- Non ci posso credere, non posso- sussurrò Emmeline.

- Cosa?- la guardai interrogativa.

Nemmeno io potevo crederci, qualunque cosa si riferisse.

- Stai per uscire con Potter. Dio, io l'avevo intuito dal primo anno-

Spalancai gli occhi, assumendo un'aria esasperata - Sono già depressa per i conti miei, avete intenzione di ricordarmi ancora quell'inutile dettaglio?-

- Potter sarebbe un inutile dettaglio?-

- Certo- annuii, sicura.

O quasi.

Poco.

Okay, annuii e basta.

- Lily, qual è la tua concezione di inutile dettaglio?- s'intromise Alice.

Aprii la bocca per ribattere, ma Mary fu più veloce - Non ha una concezione di inutile dettaglio. E' solo pazzamente innamorata di Potter, tutto qui-

Le tirai uno spintone - Non parlare a vanvera-

- Lily, non sai nascondere le cose. Sei come una tredicenne in calore, alle prese coi primi amori-

Alzai un sopracciglio, offesa - Una tredicenne? In calore? Primi amori? E' con Lily Evans che stai parlando, McDonald-

- Appunto. E ora sbrigati, o arriverai in ritardo- e, così dicendo, spalancò teatralmente le ante del suo armadio e mi mostrò ogni qualsivoglia genere di vestito.

Ero spaventata, terrorizzata, orripilata.

Ero finita.

Lens afferrò una veste rosso fuoco e me la posò sotto il mento - Che ne dite?- chiese critica.

Io, ragionevole ed innocente, gliela strappai di mano - Sei pazza? No, dico, hai visto i miei capelli? Vogliamo che sembri vogliosa, focosa o una peperonata?- indicai accusatoria le mie spalle, sulle quali si adagiava una ciocca ondulata, quasi boccolosa, vermiglia.

Lens storse il labbro, notando il contrasto scioccante; al suo posto, Alice si fece avanti brandendo un maglione blu shock e me lo spappolò addosso.

- Eh?- chiese, orgogliosa della sua scelta.

- Vuoi che sembri un segnale stradale?- lo guardai, inorridita.

- Che cos'è un segnale stradale?-

- Niente che ci interessi al momento- la liquidò Mary che, senza dar tempo ad altre proposte, mi lanciò un maglione azzurro pastello e decretò - Questo-

Lo osservai critica, poi decisi che provarlo non sarebbe stata una cattiva idea.

- Perfetto, ora mettiti questi jeans e sei pronta per conquistarlo- disse sorridendo, dopo che ebbi indossato il maglioncino.

Emmeline, Lens e Alice andarono avanti dieci minuti a snocciolarmi tutti i buoni motivi per cui dovevo essere entusiasta d'uscire con James.

- E poi, è figo!- concluse Marlene, decisamente convinta.

- Figo, che esagerazione. E' normale, solo un po' più egocentrico, megalomane e pedante della media- gracchiai, mentre tiravo su la cerniera dei pantaloni.

- Sì, Lily, continua a navigare nella cecità, quando aprirai gli occhi facci un fischio- mi spinse fuori dalla stanza Mary, afferrandomi per le spalle.

Mentre camminava allegramente, si fermò di colpo e mi strattonò - Ti sei depilata, vero?-

- Perchè dovrei?-

- Stai scherzando, vero? No, dico, sei ironica, no? Non si sa mai- disse, ammiccando con la testa.

- Potter non vedrà neanche un centimetro delle mie gambe, oggi. E poi sarei io quella in calore- sbuffai, allungando il passo e raggiungendo la Sala d'Ingresso.

Nella mia tasca, la bacchetta ancora scottava dopo un Incantesimo Depilatorio ultra intensivo.

 

- Okay Lily, prendi un bel respiro e stendilo. Tu puoi farcela, non aver paura e non balbettare. Tu sei Lily Evans, hai le palle, puoi far fuori un insignificante James Potter con un nonnulla- mi disse Mary in un orecchio, intravedendo un tipo alto, moro e dall'aria tronfia che se ne stava calmo e felice appoggiato al muro, giocherellando con un boccino.

Storsi le labbra: ma cosa m'era venuto in mente? Come avevo lontanamente pensato che Potter mi piacesse? Come avevo potuto immaginare che fosse cambiato, o che non m'interessassero i suoi cambiamenti, perchè oggettivamente mi piaceva? Come avevo potuto?

La voglia irrefrenabile di prendere quel boccino e ficcarglielo su per il naso, se non qualche altro buco, m'invase totalmente.

Allungai il passo, decisa a dargli una buca plateale, ma Mary mi placcò con destrezza e mi trattenne - No, Lily, è solo un effetto ottico. Potter non sta giocando col boccino, è la nostra immaginazione che lavora troppo. Non buttare all'aria una simile opportunità- disse tutto d'un fiato.

- Opportunità? Opportunità? E' lui che dovrebbe strisciare ai miei piedi, ringraziando il cielo che io l'abbia calcolato. Lui-

- Va bene, va bene, ma ora vai-

- No, ho cambiato idea, non ho intenzione di dargli una soddisfazione simile- dissi stizzita, e voltai le spalle, tutta decisa a tornarmene in camera e recuperare le ore di sonno perdute inutilmente.

Mary, però, non demorse, mi afferrò un'altra volta e mi trascinò a pochi metri dal ragazzo - Evans, vai lì e spaccagli il culo. Tu sei superiore, e scommetto che ti divertirai anche. Se così non fosse, da domani potrai ricominciare a umiliarlo in pubblico- mi guardò, quasi supplichevole.

Quando Mary si affezionava alle situazioni, s'immischiava così tanto da sentirsi irrimediabilmente coinvolta.

Certo, era la mia migliore amica, sul fatto che fosse coinvolta non ci pioveva.

Deglutii; una vocina divertita, canticchiava nella mia testa qualche stupidaggine sul fatto che fossi solo spaventata. Misi a tacere quella vocina, decretando la mia pazzia.

- Potter-

- Evans-

Restammo a guardarci un minutino, poi io mi infilai il mantello che portavo appeso al braccio.

- Andiamo?- proposi, impaziente.

Cioè, non impaziente in quel senso, no. Volevo solo che tutto finisse subito.

Davvero, lo giuro.

Davvero.

... Recitazione, recitazione, dovevo iscrivermi a recitazione.

- Sì-

- Dove mi trascinerai?- chiesi, leggermente preoccupata.

- Non so, poi si deciderà. Sirius e Mary escono, oggi?-

Come se lui non lo sapesse.

- Perchè me lo chiedi, Potter? Sicuramente già lo saprai, tu sai quanti nei ha Black sulla sua superficie corporea-

- Era per intavolare un discorso, Evans. Tieni a freno l'acidità-

- Non posso, ho messo troppo limone nel the stamattina-

- Mi chiamavi, avrei molto volentieri versato un chilo di zucchero nella tua tazza-

- Potter, hai intenzione di irritarmi anche oggi?-

- Evans, è l'unica cosa che mi riesce bene-

Andammo avanti a battibeccare per tutto il tragitto, finché, arrivati pressoché ad Hogsmeade, dissi - Comunque sì, Potter, usciranno. Ma non so quando, né dove andranno-

- Dove vuoi che vadano, scusa?-

- Non ne ho idea, tu e i tuoi amichetti conoscete troppi posti nascosti-

- E tu come fai a saperlo?-

- Credi che io sia stupida? Io so tutto-

- No, probabilmente mi avrai pedinato per anni, in preda all'amore-

- Potter, scegli, vuoi un ceffone ora o un pugno stasera?-

- Entrambi, Evans, se ciò implicherà che la tua dolce mano mi toccherà-

- Allora mi preoccuperò d'indossare i guanti- sbuffai.

Alzai gli occhi al cielo, che era diventato nero, coperto da spesse nuvole.

- Io dico che piove- mi lesse nel pensiero James.

- Spero di no: odio la pioggia, e oltretutto ho dimenticato la sciarpa in camera. Prenderò la febbre- decretai disperata; già mi vedevo in Infermeria, devastata dalle cure intensive di Madama Chips, più morta che viva.

Potter, senza batter ciglio, si tolte la sciarpa che portava attorno al collo e me la porse.

- Che?- chiesi, non capendo.

Voleva che indossassi la sua sciarpa? Dov'era l'inganno? Non poteva essere un gesto senza secondi fini, assolutamente no.

Mentre pensavo ciò, la stessa vocina che mi aveva sorpreso meno di venti minuti prima, tornò a farsi viva, dicendo qualcosa sul fatto che fossi preoccupata e in preda a manie di persecuzione, come una normale adolescente in calore.

- Niente, se vuoi una sciarpa puoi prendere la mia- rispose, continuando a tendere la mano.

Ero sul punto di declinare l'offerta, ma una folata di vento gelido mi ricordò quanto mi ammalassi facilmente.

- Va bene...- afferrai la sciarpa rossa e oro e me la legai al collo; il profumo di Potter m'invase le narici: era buono, dolce ma non troppo.

Oddio, stavo annusando la sciarpa di Potter.

- Evans, che fai, mi annusi la sciarpa?-

- No, Potter, sto solo pensando se sia il caso di soffiarmi il naso con questa o meno- buttai lì, colta con le mani nel sacco.

Ero diabetica, per non parlare del fatto che la mia dignità andava frantumandosi secondo dopo secondo, mentre ogni studente di Hogwarts ci passava accanto ridacchiando; qualcuno ebbe anche il coraggio di fermare Potter e congratularsi.

Camminammo in silenzio per una buona mezzora tra la folla di Hogsmeade, scansandoci appena ci ritrovavamo appiccicati - o meglio, io mi scansavo- e spappolandoci addosso per far passare vecchiette giganti, larghe due metri e alte cinquanta centimetri.

- Andiamo in un bar?- propose lui alla fine, quando ormai avevamo passato a setaccio tutte le stradelle e stradine possibili senza trovare un posto  per sederci tranquilli.

- Sì, ma niente locali appartati e diabetici con alto tasso di smielaggine; ho la salute cagionevole, e sono allergica al romanticismo-

- Non lo avrei mai messo in dubbio, stai tranquilla- ridacchiò lui.

Che aveva da ridere? Io ero più che seria.

Al quinto anno ero uscita con un tipo di nome Noah, e mi aveva trascinata in un posto devastante: avevo passato due ore intere seduta ad una sedia, aspettandomi di vedere gocce di miele, a forma di cuore, scendere dalle mattonelle del muro da un momento all'altro: fu un trauma, uno grosso.

Il giorno dopo, vidi Noah venirmi incontro nel corridoio, mezzo terrorizzato, dicendomi che la nostra "storia" mai iniziata, finiva lì.

Se avessi guardato bene, avrei notato James Potter nascosto dietro una colonna.

- A che pensi?- mi chiese Potter, curioso.

Io riemersi dai miei ricordi scioccanti, e lo osservai un attimo: aveva i capelli spettinati, come sempre, ma del boccino non c'era più traccia. Il sorriso gli illuminava la faccia, sin troppo spavalda, e gli occhiali, un po' storti sul naso, coprivano quegli occhi nocciola, allegri e...

Oddio, lo stavo descrivendo.Oddio, lo stavo osservando. La situazione non era grave, era persa.

- N-niente-

- Balbetti ancora, Evans?-

- Potter, ti ho già detto che è un tuo problema d'intermittenza-

- Evans, le bugie non le sai dire- ridacchiò.

- Non mettere in risalto i miei difetti, Potter, potrei buttarmi a terra e iniziare a piangere-

- Sarebbe una giornata memorabile-

- Non credi che lo sia già? Un'altra opportunità simile quando ti ricapita?-

- Evans, la modestia dove l'hai lasciata?- disse lui, adocchiando il locale.

- Al castello, con la tua, stanno facendo amicizia-

- Perchè non seguiamo il loro esempio?- chiese a bruciapelo, mentre finalmente entrava ai Tre Manici di Scopa e si sedeva ad una sedia.

Ero sul punto di rispondere che noi non avremmo mai potuto farlo, perchè, come già ribadito, eravamo nati per odiarci, ma le parole mi morirono in bocca: la verità era che quella era una grande sciocchezza.

- Perchè è troppo difficile?- tentai, infine.

- Potremmo provarci-

- Ma non sarebbe divertente, Potter-

- Non lo sarebbe, hai ragione- convenne lui, ordinando due burrobirre.

Mentre bevevamo in silenzio - Potter lanciava occhiate oblique- un gruppo di Serpeverde entrò nel locale; tra di loro spuntava un Piton un po' unticcio, con l'aria molle ed annoiata.

- Eccolo là il nostro amico- sbuffò James, scolandosi l'ultimo residuo della burrobirra e alzandosi.

- Dove vai?- chiesi io. Già vedevo una rissa sanguinosa, con gente che incitava a destra e a manca.

- Andiamo via- disse lui, prendendomi per un braccio e tirandomi.

Che aveva intenzione di fare, scegliere per me?

- Ehi, chi ti ha detto che io me ne voglia andare?- mi opposi, tirando dalla parte opposta, cercando di liberarmi.

- Lily, vieni e non fare storie- strinse più forte la presa intorno al mio polso e mi portò fuori dal locale.

- Sei impazzito, per caso?-

- No, ma non ho voglia di vedere certa gente proprio oggi-

- E per questo devi andartene come un bambino? Far finta che non esistano è troppo difficile, vero?-

- Certo- disse lui, e prese a camminare verso una panchina poco distante che stranamente era libera.

Si abbandonò sopra, passandosi una mano tra i capelli.

- Ora penseranno che tu te ne sia andato per paura, sei proprio stupido, Potter-

- Evans, io me ne sono andato per non attaccare briga-

- Strano, di solito non ti fai questi problemi- buttai lì io.

- Di solito non esco con te- rispose, senza pensarci su due volte.

Io restai lì a guardarlo un po', poi gli dissi - Torniamo al castello?-

Lui mi guardò allarmato; probabilmente pensò che mi stessi annoiando o che non volessi restare ulteriormente in sua compagnia, e aprì la bocca.

Io, però, prima che parlasse lo anticipai - Ho un po' freddo- spiegai.

In realtà non mi andava proprio più di restare ad Hogsmeade col pensiero di vedermi spuntare da un momento all'altro Piton e la sua cricca, pronti sicuramente a donarci una parolina buona.

Potter annuì e s'alzò, avviandosi verso la strada del castello; nessuno dei due aveva intenzione di aprire bocca, e l'unico rumore era la ghiaia che scricchiolava sotto le suole delle nostre scarpe.

Ad un certo punto, non ho idea di quanto tempo passò, lui parlò - Siamo ancora in tempo per il pranzo?-

Guardai l'orologio - E' l'una e mezza, non credo proprio-

- Gli altri avranno già mangiato tutto- immaginò lui.

- Già-

- Allora non ci resta che andare nelle cucine- decise, mentre, dieci minuti dopo, entravamo nelle mura di Hogwarts.

- Nelle cucine?-

- Non ti va?- chiese lui, notando il mio tono insicuro.

- Non ho molta fame, sinceramente-

- Va bene, allora. Ci vediamo a cena, magari- sussurrò, e fece per allontanarsi verso la Sala Comune.

Io, del tutto decisa ad andare in biblioteca per prendere un libro che desideravo leggere da anni, m'incamminai dalla parte opposta.

Di colpo, però, mi sentii trascinare per la seconda volta nella giornata; mi voltai, trovando Potter che mi guardava tutto concentrato.

- Che c'è?- chiesi. Poi, di colpo, ricordai di avere ancora la sua sciarpa - Ah, hai ragione, tieni- dissi sfilandomela e porgendogliela.

Lui la prese, ma non lasciò il mio braccio.

Veloce, senza darmi il tempo di connettere, si avvicinò e mi baciò appena sulle labbra.

Niente di focoso o passionale, niente che si addicesse ai racconti che lo vedevano protagonista, usciti dalle bocche delle ragazzi di Hogwarts.

Niente di niente, se non tanta tenerezza.

- Ci si vede, Evans- disse, mentre un sorriso tronfio si faceva spazio sul volto.

Per la prima volta, quel sorriso non m'infastidì; restai dieci minuti buoni con le dita sulle labbra ad osservare il punto in cui le spalle di Potter erano scomparse.

Se fossi uscita dal trans in cui mi ero appena rinchiusa, avrei ben visto un Sirius Black e una Mary McDonald che saltellavano, vittoriosi, dietro una colonna.

Ma io, naturalmente, non vedevo mai le persone nascoste dietro le colonne.

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Sospiro profondo

Sospiro profondo.

Mi portai le mani alle tempie, prendendo a massaggiarle.

Altro sospiro.

- Posso farcela, posso farcela- sussurrai a me stessa, mentre m'accingevo ad uscire dal dormitorio.

Il calendario appeso nella mia stanza mi ricordava che era lunedì: il che significava che solo due giorni prima, io e Potter c'eravamo baciati tra le mura di quella scuola.

Baciati, oddio, che parolone.

Lui aveva baciato me, ed io ero rimasta inerme ed imbambolata.

- Lily, non aspettarmi a pranzo, io e Sirius mangiamo insieme in un posto- un uragano dai capelli color nocciola mi passò accanto, travolgendomi e abbandonandomi dinanzi al buco del ritratto.

- Ma Mary, in che posto?- gracchiai, mentre l'ombra della mia amica e i tacchettii delle sue scarpe mi giungevano come unica risposta.

Bene. Benissimo.

- Lily!- Emmeline si materializzò al mio fianco, prendendomi per il braccio e trascinandomi per il corridoio. Che cavolo avevano tutti, quel giorno?!

- Em, sai mica dove andrà Mary oggi a pranzo?- le chiesi, sospettosa.

Non c'erano molti posti in cui mangiare, ad Hogwarts, Sala Grande e Cucine escluse.

- No, Lils, ma ora fammi parlare, non interrompermi- disse lei, e mi fermò con un gesto della mano- oggi a pranzo vado con Ian McCuller a ripassare per l'esame di Artimanzia, quindi vai pure in Sala Grande senza di me- disse tutto d'un fiato.

Alzai un sopracciglio, decisamente insospettita - Anche tu?-

- Anche io. A proposito- e qui affrettò il passo- credi che piaccia a McCuller? No, perché non m'aveva mai chiesto di  ripassare insieme per un esame- ridacchiò lei, mentre un velo di rossore le infiammava le guance.

Io aprii e richiusi la bocca: McCuller per me era pressappoco inesistente, non l'avevo mai degnato di un'attenzione ossessiva.

O, comunque, di attenzione in generale.

- Non so, Em, forse sì. Potresti uscirci insieme, quando ci sarà la prossima uscita ad Hogsmeade- buttai lì, non molto interessata.

Emmeline cambiava uomo della sua vita ogni due per tre, quindi ormai avevo smesso d'affezionarmi alle sue nuove fiamme.

- Devo andare, ho lezione di Antiche Rune, scusa, ci vediamo stasera- soffiò la mia amica, lanciando un'occhiata all'orologio e stampandomi un bacio sulla guancia.

Rallentai il passo, osservando la porta dell'aula di pozioni che s'ingrandiva più m'avvicinavo.

Non vedevo Potter da sabato, poiché avevo deciso dir restare rintanata nella mia camera per l'intera domenica, e quel giorno l'avrei inevitabilmente incrociato.

Non che mi avrebbe dato fastidio: erano passati i giorni in cui la sua vista m'irritava; il fatto era più grave: avevo paura.

Io, Lily Evans, Caposcuola, acidità letale racchiusa in un solo corpo, avevo una paura fottuta d'incontrar Potter e non saper che dire/fare.

Avevo sinceramente pensato alla fuga, ma l'opzione disintegrava drasticamente la mia reputazione.

Feci il venticinquesimo sospiro nel giro di una mezzoretta scarsa, infine decisi di varcare quella santissima porta, tirare dritto a testa alta e sprofondare accanto a Marlene, al primo banco.

- Lily- Lens si voltò a guardarmi, con il dispiacere che le si leggeva in faccia - Senti...-

- Non dirmelo, Lens: oggi non pranzerai con me, vero?- dissi, alzando una mano per zittirla.

- Devo finire il tema per Babbanologia- si giustificò.

La situazione iniziava a puzzare davvero.

- Ah, sì? E da quando tu fai tutti i compiti? Di Babbanologia, intendo- incrociai le braccia al petto, decisa a farle sputare il rospo.

- Eh, potrei ricevere una punizione, sinceramente non ci tengo. Oltretutto, Alice mi ha detto di avvertirti che oggi lei e Frank Paciock fanno un mese, e pranzano in riva al lago- sussurrò, iniziando a scribacchiare qualcosa sul libro di Pozioni.

Io chiusi gli occhi, cercando di non urlare: stamattina, guardando fuori dalla finestra, avevo tristemente notato che pioveva che Dio la mandava, tant'è che non riuscivo neanche ad intravedere la capanna di Hagrid, che di solito spiccava nera e piccolina da dietro i vetri della mia stanza.

- Con 'sto tempo?- gracchiai, la voce strozzata.

Una crisi di nervi era prossima ad invadermi, già me lo sentivo.

Marlene si morse un labbro, continuando a scribacchiare sciocchezze.

Non sapeva che rispondere, lo sapevo, la conoscevo sin troppo bene.

- Mh, sì, a loro piace molto la pioggia-

- Lens, mi prendi per deficiente? Ci manca solo che Noè sbuchi dal lago nero e ci porti tutti via! Il diluvio universale, a confronto, è una lurida pioggerella di mezza estate!-

Lens continuò a mordicchiarsi il labbro inferiore - Be', sono un po' strani, lo sai...-

Io tacqui.

Dietro di me, un rumore di sedie spostate m'aveva fatto cambiare pensieri: c'erano solo due persone, in quella santissima aula, che non sapevano spostare le sedie per sedersi senza far crollare mezzo mondo.

Afferrai la mano della mia amica- E' per Potter!- sussurrai con la voce strozzata- siete delle stronze! L'avete fatto apposta per farmi pranzare da sola con Potter e i suoi amici raccapriccianti!-

Marlene deglutì, visibilmente in difficoltà - Be', dopo sabato non gli ai più rivolto la parola-

- Forse perché sono in difficoltà e non ho idea di ciò che dovrei dirgli, no?! Forse perché non me la sento?-

- Sei Lily Evans, cavolo, non puoi essere in difficoltà. Lui pende dalle tue labbra, vai tranquilla- Lens mi tirò una gomitata, mentre un sorrisino le si apriva sul volto.

- Bastarde- piagnucolai.

- Potreste parlare, e magari aggiustare la situazione- mi fece notare lei, mentre Lumacorno prendeva a scrivere gli ingredienti per chissà quale pozione alla lavagna.

- Non c'è niente da aggiustare, è stato solo un bacio-

- Dopo una mattinata intera passata senza picchiarvi- puntualizzò.

- Sono una persona civile, se non te lo ricordi- replicai piccata, prendendo a mescolare denti di drago con ali di Fata del Sud.

- Non con Potter, Evans. Al secondo anno hai tentato tre o quattro volte di pestarlo-

Io storsi la bocca - Non mi ricordo proprio-

Iniziai a sentire sghignazzi provenire da dietro, prendendo a mescolare con foga la mia pozione che aveva assunto un colore pressappoco inesistente.

 

* * *

 

Strinsi le labbra, neanche fossi una condannata a morte, e cominciai a ritirare il mio materiale.

L'aula di pozioni era praticamente vuota, anzi, ero rimasta probabilmente sola.

Dico probabilmente, perché non avevo avuto il coraggio di voltarmi a controllare se Potter e i suoi amici fossero usciti, ma, poiché non sentivo urla e sghignazzi vari, avevo ipotizzato che avessero lasciato proprio i sotterranei.

Appesi la borsa alla spalla, raccolsi l'ultima piuma che m'era scivolata a terra, e mi voltai per uscire; mi bloccai immediatamente, osservando un Potter silenzioso appoggiato al muro, le braccia conserte e un ghigno sul viso.

- Evans, ho la vaga sensazione che non volessi incontrarmi- ridacchiò.

Che aveva da ridere, poi, proprio non me lo spiegavo.

- Potter, non è giornata-

- Evans, per te non è mai giornata. Ieri non ti sei fatta viva- disse, passandomi accanto e camminando al mio fianco, mentre risalivamo le scale verso la Sala Comune.

- Non... mh...mi sentivo bene, sì- mentii.

Lanciai un'occhiata alla bacheca della Sala Grifondoro, cercando di scorgere annunci relativi a corsi intensivi di recitazione.

- Mi eviti, Lily?- chiese lui, fermandomi per un braccio.

Perché lui doveva sempre fare il ragazzo perspicace e io quella stupida che non sapeva dire bugie? Perché?!

- No, Potter. Assolutamente no-

- Okay, allora vorrà dire che ti terrò il posto a pranzo-

Mi venne l'istintivo desiderio di urlare a tutta la scuola che no, cazzo, non avevo fame, che avrei passato la mia inutile giornata rintanata nel cesso a fare il tema per Incantesimi e a rimpiangere la mia faccia tosta che era misteriosamente scomparsa.

- Va bene- mi riuscì di dire, con chissà che aiuto divino.

Mezzora dopo, entrando in Sala Grande, adocchiai Potter da solo stravaccato al tavolo della nostra Casa.

Trattenni un gemito di dolore nel constatare quanto le gambe avessero iniziato a tremare.

" Dai, cazzarola, Lily, che fine ha fatto la tua cattiveria? Il tuo odio? La tua acidità? Potter sarà bello quanto vuoi, potrebbe anche piacerti, ma ciò non significa che tu debba diventare una pappamolla della mutua! Riprenditi, fallo per te e per tutta la comunità magica" mi sussurrò la voce di Mary, rimbombando in testa.

Aveva ragione, per Merlino, aveva tutte le ragioni del mondo! Lily Evans non si faceva mettere fifa da nessuno, men che meno da Potter che, cascasse il mondo, sotto sotto restava ancora il ragazzo tronfio e pedante.

Deglutii, constatando che la cosa non m'irritava ormai più di tanto.

- Potter- dissi, scivolando sulla panca e sedendomi dinanzi a lui.

- Evans, se non ti piacciono le costolette di maiale dalle a me- disse lui, guardando avidamente nel mio piatto.

- Mi piacciono, Potter, mi piacciono. Tieni le tue mani lontane dal mio pranzo- lo guardai male, prendendo a tagliare la carne.

- Vedi che bisogna condividere il cibo-

- Il tuo con chi l'hai condiviso?-

- Con il mio amico immaginario! Toby è molto affamato, nell'ultimo periodo- si giustificò, aprendo le braccia.

- Sei stupido-

- Lo so, e ti piace- rispose lui, semplicemente.

- Cosa? Che tu sia stupido? Non direi proprio, Potter, il che ti rende stupido al quadrato-

- Il che ti rende acida al cubo-

- Il che ti piace-

Lui inclinò il capo, osservandomi - Forse sì-

Restammo in silenzio per un po', poi disse- Tu ce l'hai un amica immaginaria, Lily?-

Io trattenni una risata - Ma direi proprio di no, Potter. Però a sei anni sì, si chiamava Aria-

- Aria?-

- Aria-

- Che nome penoso, Evans, il nome di tuo figlio lo sceglierò io- disse, addentando una patata.

- Tu? Perché mai?-

- Perché il padre ha tutto il diritto di salvare la reputazione della propria prole-

Io restai in silenzio, mentre la parola padre ballava la conga nel mio cervello.

Padre? Padre?!

- Quindi- riprese lui- il mio amico Toby mi dice di riferirti che vorrebbe chiedere alla tua amica Aria di vederci, stasera-

Io inarcai un sopracciglio, poi decisi di stare al gioco.

Perché, poi? Ero stupida.

- La mia amica Aria chiede dove vorrebbe andare-

Lui mi sorrise - Ma va benissimo un giro per i corridoi, giusto perché sono entrambi Caposcuola-

Io annuii, ricordandomi che quel giorno avrei dovuto sorvegliare l'ala est del castello - Mi pare giusto-

- Più che giusto- sorrise - Che cos'hai ora?- chiese poi, tornando serio.

- Ora buca, alle tre inizio Incantesimi- mugugnai, ingoiando la costoletta.

Lui guardò l'orologio allacciato al polso, biascicò qualcosa sul fatto che era in ritardo, afferrò la sua borsa abbandonata ai piedi della panca e se la caricò in spalle - Allora ci si vede ad Incantesimi, Evans-

- Ci si vede, Potter-

E mi abbandonò lì, mentre aspettavo che qualcuna delle mie amiche si decidesse a raggiungermi, per raccontarle che avevo uno pseudo appuntamento trasgressivo con Potter, quella sera.

Nell'attesa, avrei combattuto un'ardua battaglia contro una patata che non aveva voglia di farsi infilzare.

 

 

 

 

Eccomi, gente :D

Ci ho messo un mesetto, ma sono tornata :D

La nostra Evans ha qualche problema d'imbarazzo, non sembra quasi lei, no?

Ma tornerà presto la Lily che conosciamo, solo diamole un po' di tempo per elaborare la situazione :D

Non ho molto da dire, vado subito a rispondere alle recensioni!

Grazie a chi segue e alle fantastiche persone che continuano a recensire e seguire la mia storia.

Un bacio!

 

~Ellens

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