~ Odi et amo.

di Folle_camille
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ~ Prologo. ***
Capitolo 2: *** ~I ***
Capitolo 3: *** ~II ***



Capitolo 1
*** ~ Prologo. ***


Disclaimer ~ I personaggi appartengono a JKR; la storia è scritta per puro sclero, senza alcun fine di lucro.

Note ~
• Come ho già scritto nella presentazione, è una storia completamente OOC; soprattutto per Remus. Spero che apprezzerete! E' senza dubbio una delle mie solite seghe mentali, ma mi piace e ho deciso di pubblicarla. Come al solito ringrazio chi la leggerà e soprattutto chi mi delizierà con qualche commento! Buona lettura!



                                 ~ Odi et amo.


Remus e Sirius non erano mai andati molto d'accordo. Era risaputo nell'intera Scuola che i due erano molto amici, di quelli che non riescono a star separati l'uno dall'altro per più di un'ora, ma avevano caratteri troppo diversi e poco compatibili. A James e Peter era capitato innumerevoli volte di entrare in Dormitorio e osservarli schierati ai due angoli opposti della stanza, intenti a lanciarsi oggetti di ogni tipo e a sputare fantasiose offese; oppure di sentire le loro urla e i loro insulti fin dalla Sala Comune; addirittura, James li sorprese un paio di volte a picchiarsi, i volti contratti in espressioni di odio indecifrabile, per poi vederli cenare amabilmente insieme dieci minuti dopo.
Litigavano per i motivi più stupidi, si provocavano in continuazione e venivano spesso alle mani, ma il resto dei Marauders aveva ormai imparato a conviverci. Soprattutto perché l'atteso momento della pace arrivava quasi subito, anche se poi spariva alla medesima velocità.
Qualcuno si era chiesto come facessero ad essere così amici; l'ex prefetto Remus Lupin, un diciassettenne sarcastico e razionale, ma anche gentile e incredibilmente acuto, e il testardo Sirius Black, il ragazzo più desiderato di Hogwarts, con il suo sensuale sguardo grigio e il suo pessimo carattere, non sembravano avere nulla in comune, a parte la strana inclinazione verso l'odio reciproco. In realtà solo James e Peter sapevano che Sirius e Remus non avrebbero mai potuto fare a meno della loro amicizia, anche se questa implicava un paio di occhi neri al mese e la revisione giornaliera del vocabolario di insulti. Quella tra Sirius e Remus era un'amicizia speciale, perché entrambi sapevano di poter contare sull'altro e perché, anche grazie al contatto fisico che avevano stabilito a forza di picchiarsi, tra loro non era imbarazzante abbracciarsi, o piangere quando ci si sentiva soli, e questo era impossibile da fare con James.

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Capitolo 2
*** ~I ***


Un giorno di novembre, una settimana prima della luna piena, James non si stupì di sentire lo schianto di un vetro provenire dal Dormitorio, seguito da un urlo terrorizzato. Prima ancora che poggiasse la mano sulla maniglia, la porta si spalancò e Sirius uscì di corsa con la faccia sconvolta e arrabbiata, i capelli scompigliati e annodati in un codino provvisorio dietro la testa.
-Non entrare!- strillò furioso a James -E' pazzo! E' assolutamente isterico!-
James alzò gli occhi al cielo ed entrò nella stanza, posando lo sguardo, a turno, sulla finestra rotta, su un libro strappato a terra e infine su Remus, pallido e incazzato, che tentava con mani tremanti di rifarsi il letto.
-Cosa è successo stavolta?-
Remus si voltò verso di lui con uno scatto e lasciò cadere le lenzuola.
-E' un bastardo, non la smette di tormentarmi- la sua voce era isterica mentre indicava il libro strappato -Ecco, quello era il mio libro di pozioni, un libro che non posso certo permettermi di ricomprare, e lui l'ha strappato perché non riesce a sopportare l'idea che Piton mi dia ripetizioni-
James sbuffò.
-Andiamo, Remmie, come puoi anche solo lontanamente pensare che Sirius lo accetti? Voglio dire, è odioso. Piton, intendo. Per il semplice fatto che esiste dovrebbe essere sbattuto ad Azkaban-
-Non m'importa- sillabò Remus a denti stretti -delle vostre cazzate su Piton e cose varie, non avrei O in pozioni se non fosse per il suo aiuto!-
Detto questo, afferrò le lenzuola e riprese il suo lavoro, mentre James si stendeva sul suo baldacchino in compagnia di un fantastico fumetto e di una fetta di crostata rubata alle Cucine.
Sirius, intanto, si era rintanato nella Stanza delle Necessità, che per l'occasione si era trasformata in un comodo magazzino di alcolici, e si stava accomodando su una poltrona con un bicchierino di Whiskey, pronto a rilassarsi dopo quella sfuriata tremenda. Ma non bastò un bicchierino: la rabbia si dissolse al sesto. 
Proprio mentre sbadigliava e si riavviava con una mano elegante i capelli corvini, osservando un po' strabico il cielo che scuriva oltre le finestre, lo specchio vibrò e la voce di James invase la stanza.
-Dove sei finito, dannato idiota, stasera dobbiamo organizzare il colpo ai Serpeverde! Smettila di bere e torna immediatamente in Sala Comune-
-Certo, tesoro- sorrise Sirius -Sei una mogliettina incredibilmente premurosa-
Con una certa difficoltà si alzò e si avviò verso l'uscita, cercando di metterci molto più tempo del necessario; quando si richiuse la porta alle spalle, vide Remus appoggiato al muro di fronte, con le braccia incrociate e le sopracciglia molto alzate.
Si guardarono per qualche istante come due idioti, poi Sirius scoppiò a ridere.
-Sei estremamente nervoso quando hai le tue cose, non si può neanche offendere il tuo amico Snivellus-
Remus gli rivolse un sorriso spudoratamente falso.
-Evita di provocarmi, se non vuoi che ti rompa un'altra finestra in testa. Sono qui solo perché James mi ha chiesto di venire a prenderti, visto che hai di nuovo bevuto come una spugna. Mi fai assolutamente schifo-
Sirius mise su una faccia delusa e si avvicinò per abbracciarlo. Remus non si ritrasse, permettendo all'amico di affondare la testa nella sua spalla, e gli accarezzò un po' i capelli.
-Anche tu mi fai schifo- mormorò Sirius -Sei una bestia isterica e assassina-
Remus gli diede un affettuoso pugno sulla testa, poi si avviarono alla Torre, spingendosi e ridendo come dodicenni.
 
 
-*-
 
 
Quella sera stessa, i Marauders si trovavano all'angolo dei Sotterranei, a pochi metri dalla Sala Comune di Serpeverde. Erano tutti rintanati goffamente sotto l'ampio mantello di James e sussurravano frenetici le ultime raccomandazioni.
Il piano prevedeva una bella lezione per un gruppetto di sporchi Serpeverde che si era permesso di compromettere l'ultimo allenamento di Quidditch organizzato da James.
Al solo pensiero delle palle stregate che volavano per il campo travolgendo la sua squadra, la mascella di James si contrasse visibilmente. 
Sirius parve capire all'istante, diede una gomitata affettuosa nello stomaco dell'amico e mormorò -Gliela faremo pagare-
James annuì cupamente.
Se tutto fosse andato per il verso giusto, l'indomani il tavolo dei Serpeverde sarebbe apparso decimato a causa di un misterioso quanto disgustoso virus. L'aveva scoperto Peter curiosando in un libro della Sezione Proibita.
-Pete, tutto chiaro? Ricordati l'incantesimo. Non sbagliare perché sennò siamo fottuti-
-James, me l'hai detto milioni di volte. Vulnus Acerbum! Ho capito!
-Io invece non capisco cosa ci troviate di divertente nel far comparire orribili bolle sulle facce di tutta questa gente- sussurrò Remus, osservando accigliato la lista dei bersagli.
-Oltre che divertente, Moony, è necessario-
Remus incrociò le braccia e non disse più nulla e James gli lanciò uno sguardo divertito: il riluttante Messer Moony si era divertito come tutti loro nel progettare il piano e ora si mostrava risentito solo perché era suo dovere impersonare la coscienza, come aveva opportunamente deciso Silente nominandolo prefetto due anni prima.
-Beh, direi di andare- esclamò Peter sfregandosi le mani eccitato.
-Ci vorrebbe un "in bocca al lupo"- buttò lì Sirius senza pensarci.
Remus lo guardò come se gli fosse uscita un'altra testa.
-Oh...ah ah, ho detto una cosa stupida- continuò dopo aver intercettato lo sguardo di Moony.
-Come se fosse una novità- biascicò James, trascinandolo verso l'accesso nascosto da un quadro.
-Locus nefastus, mai parola d'ordine fu più azzeccata-
Il quadro si spostò senza il minimo rumore, rivelando un piccolo tunnel buio.
I quattro si scambiarono un'occhiata, poi, a turno, entrarono.
La Sala Comune di Serpeverde era illuminata solo da un debole bagliore verdastro, le alte colonne di pietra si confondevano nel soffitto scuro. I tavoli erano ingombri di libri aperti e nel camino bruciava ancora qualche residuo di legna. C'erano già stati, ovviamente, ma era successo anni prima. Nel frattempo la stanza si era arricchita di altri disgustosi particolari: un quadro raffigurante un processo di tortura troneggiava sopra un divano e un occhio di un animale sconosciuto li scrutava immerso in un barattolo di pozione viscida. Peter represse un brivido.
James fece un cenno e si diresse verso la scala che portava al Dormitorio.
Camminando lentamente, quasi trattenendo il respiro, Remus si avvicinò al letto di Avery; Sirius a quello di Dolohov; James e Peter si posizionarono rispettivamente affianco a quelli di Rookwood e Rosier. Un altro cenno e i quattro sfoderarono le bacchette, emozionati e ansiosi.
Senza neanche scambiarsi uno sguardo, mormorarono l'incantesimo quasi contemporaneamente; sottili funi rosse si aggrovigliarono sui volti dei Serpeverde addormentati, strisciando e lasciando scie scure; pochi istanti dopo i volti si trasformarono in maschere ricoperte di bolle orribili.
Remus si abbandonò ad una smorfia di puro disgusto; al loro risveglio sarebbe stato doloroso. Gemette al pensiero di quante regole stessero infrangendo e ripose la bacchetta nel mantello, avviandosi verso l'uscita; il pensiero della voce sprezzante di Avery che lo chiamava "Mezzosangue" lo aiutò a non pentirsi subito di ciò che gli aveva combinato sulla faccia. 
Un attimo dopo uscì dal tunnel, seguito da Peter e James, il quale provvide a gettare immediatamente il mantello sulle loro spalle. Remus osservò accigliato il buco scuro.
-Dov'è Sirius?-
-Ehm- disse James.
Si scambiarono un'occhiata, mentre in Remus si faceva strada una fastidiosa consapevolezza.
-James- la sua voce si fece pericolosamente seria -Non avrete osato...-
James scosse velocemente la testa ma fu smentito dalla bassa risata di Sirius, che proprio in quel momento stava uscendo dal tunnel, euforico.
-Cazzo, James, avresti dovuto vedere la faccia di Piton!-
-Cosa hai fatto a Piton?- la voce di Remus era furiosa.
Sirius alzò le mani in segno di resa -Oh, dai, solo un piccolo incantesimo-
-Non era nei piani!- ringhiò Remus -Piton non c'entra nulla con la storia del Quidditch! Che colpa ha?-
-Semplicemente esiste- rispose Sirius con un ghigno.
Remus gli sferrò un pugno nello stomaco e Sirius si piegò in due.
-Oh, merda, non di nuovo- sospirò Peter.
Mentre Sirius si preparava al contrattacco, James si frappose tra loro.
-Se proprio volete ammazzarvi, almeno fatelo quando saremo in Dormitorio-
Sirius e Remus continuarono a lanciarsi occhiate roventi mentre raggiungevano velocemente il Dormitorio.
Una volta messo piede nella stanza circolare, Remus si sedette sul suo letto e incrociò le braccia, aspettando una spiegazione da James e Sirius.
James gli lanciò un'occhiata significativa -Moony, ci sembrava uno spreco non fare qualcosa a Snivellus, visto che eravamo a un metro dal suo letto. Non te l'abbiamo detto perché sapevamo che ce lo avresti impedito, ecco-
Remus guardò Sirius con disprezzo -Scommetto che è stata una tua idea-
Sirius fremette di rabbia per un istante e si rivolse a lui con uno scatto nervoso.
-Si può sapere perché lo difendi sempre, eh? Sei sempre lì, schierato dalla sua parte, non c'è stata una sola volta, Remus, che tu ti sia messo contro Piton, anche a costo di litigare con noi!-
Remus lo guardò sorpreso, poi abbassò la testa.
-Lui non è come sembra; forse ve ne accorgereste se non passaste tutto il tempo a cercare di deriderlo. Io ho...avuto modo di conoscerlo durante le ripetizioni di Pozioni-
-Ah sì? Te lo sei scopato, è per questo? Ecco perché ultimamente sembri un dannato finocchio!- urlò Black fuori di sé, e James notò per la prima volta quanto Sirius fosse geloso di Remus.
Remus scattò in piedi, furioso.
-Come cazzo ti permetti?-
-Ecco cosa sei, un finocchio!-
Remus attraversò la stanza in due passi e prese Sirius per il bavero, schiacciandolo contro la porta.
-Prova a ripeterlo solo un'altra volta, Black-
-Sei un f...-
Remus gli tirò uno schiaffo sulla guancia e Sirius rispose con una ginocchiata nello stomaco, poi persero l'equilibrio e caddero a terra, ingaggiando una lotta silenziosa.
-Vi rendete conto di essere ridicoli?- disse James con voce annoiata.
-Sentite, qui abbiamo sonno, smettetela di fare i cazzoni e andate a dormire- aggiunse Peter.
Sirius scagliò un altro pugno a Remus, poi si alzò a fatica e si diresse verso il suo letto.
-'Notte- mormorò a James e Peter, poi si voltò sprezzante verso Remus -Vaffanculo, Lupin-
Remus chiuse le tende del baldacchino con violenza e non emise più un solo rumore.

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Capitolo 3
*** ~II ***


La domenica mattina, quando Sirius si svegliò, notò che i letti di Peter e James erano vuoti. Il baldacchino di Remus, invece, aveva ancora le tende tirate, ma dal suo letto non proveniva nessun rumore. 
Si alzò silenziosamente e si stiracchiò sbadigliando, poi aprì le tende e sbirciò all'interno. Remus era steso con le braccia dietro la testa ed osservava assorto il soffitto con una faccia un po' ebete. Aveva l'aria di essersi svegliato da poco, con quei capelli arruffati e la maglietta spiegazzata. Girò lentamente la testa verso di lui e alzò le sopracciglia.
-Buongiorno- mormorò Black e si tuffò sopra di lui.
Remus fece un profondo sospiro e gli passò un braccio intorno alle spalle.
-Facciamo pace?- chiese Sirius allegro.
-Mmmkay- sbadigliò l'altro.
Sirius gli stampò un rumoroso bacio sulla guancia e Remus sorrise e dopo cinque minuti si addormentarono di nuovo entrambi, anche se il sole era ormai alto nel cielo.
Quell'attimo di pace durò poco più di dieci minuti, poiché la porta si spalancò e James e Peter irruppero premurandosi di fare più rumore possibile, carichi di cibo e sorridenti per via della bella giornata.
-Svegliaaaaaa!-
James rimase un attimo interdetto a causa della scena che gli si parò davanti. Cioè, osservare i suoi migliori amici abbracciati e rannicchiati il più vicino possibile non era qualcosa che si sarebbe aspettato.
-Santa Merda, e tu accusavi lui di essere un finocchio?- chiese a Sirius, scuotendolo violentemente per una spalla.
Black aprì un occhio insonnolito e cercò di trattenere Moony, ma quello era riuscito ad alzarsi e osservava avidamente il toast che Peter stava mangiando.
-Petey, mi regali il tuo toast?-
Peter gli diede un ultimo morso e poi lo lanciò a Remus, che lo afferrò al volo e se lo mangiò tutto intero.
-E' già finita la colazione?- chiese deluso, sputacchiando briciole di pane.
-Ecco perché abbiamo portato scorte!- rispose James allegro, indicando la montagna di marmellata e toast e uova fritte che aveva scaricato sulla scrivania alle sue spalle.
-Avanti, chi sono gli amici migliori del mondo?- chiese Peter, lanciando tre fette di pane sulla faccia di Sirius. 
Quello grugnì e ne masticò una senza neanche alzare la testa dal cuscino.
-Remus, vieni qui ad abbracciarmi un altro po'- biascicò poi, muovendo mollemente le braccia in direzione dell'amico.
Remus alzò un sopracciglio e James scoppiò a ridere.
-A quando le nozze?-
-Non preoccuparti, ci sto lavorando- rispose Remus -Un giornò riuscirò finalmente a metterti un anello al dito, maledetto sporcaccione!- aggiunse rivolto a Sirius, imitando perfettamente la voce di una magnifica checca.
James, Sirius e Peter soffocarono dalle risate e intanto Remus aveva già spazzolato via metà della colazione.
 
 
-*-
 
 
La Biblioteca era il luogo più tranquillo dell'intera Scuola. Remus amava rintanarsi dietro uno scaffale, in compagnia di qualche volume interessante, e restare lì ore intere; e aveva deciso di dedicarsi a quel passatempo proprio quel pomeriggio. Osservando pigramente il cielo fuori da una finestra, chiuse distrattamente il libro che aveva appena terminato.
-Lupin?- disse una voce dietro di lui.
Remus girò la testa e quasi gli venne un colpo quando osservò la faccia tormentata e scorticata di Piton.
-Oh, ehm, ciao Severus- rispose imbarazzato -Ehm, la tua faccia...?-
-Dimmi che tu non c'entri niente-
Remus sospirò -Se ti può essere di conforto, no, non c'entro nulla-
-E' stato Black, lo so- ringhiò Piton.
Remus cercò di trattenere un moto di rabbia al pensiero di ciò che era accaduto la sera prima. Poi pensò alle parole di Sirius e si costrinse a difenderlo, per una volta, ma solo per non mettere tutti e quattro nei guai.
-Non ne hai le prove-
-Ne sono assolutamente sicuro-
Remus non rispose. Si limitò a metter su un'espressione indifferente che diede molto sui nervi a Piton.
-Ero venuto a cercarti per la lezione di stasera, comunque- disse Piton bruscamente.
Remus trattenne il respiro. Non avrebbe potuto biasimarlo se avesse deciso di non aiutarlo più in pozioni, visto che aveva capito perfettamente chi erano i responsabili di quello scherzetto ai Serpeverde.
Rivolse un'occhiata eloquente a Piton, che gli rispose con una smorfia seccata.
-Stasera alle otto- disse Piton, poi girò sui tacchi e si allontanò.
Remus sorrise sollevato e gli urlò un sincero "Grazie!" prima che il suo mantello sparisse fuori della porta.
Non era poi così cattivo come tutti si ostinavano a credere.
 
 
-*-
 
 
Remus si stropicciò gli occhi mentre entrava in Sala Comune. Era stata una lezione estenuante; due ore di formule incomprensibili e ingredienti disgustosi, più una piccola vendetta di Piton, l'avevano sfinito come se avesse trascorso una notte di Luna Piena. Lanciò i libri e il calderone su un tavolo libero e si diresse velocemente al dormitorio, con le immagini della doccia e del suo comodo baldacchino stampate nella testa.
James era con Lily; Peter e Sirius erano in punizione e Remus sperò con tutte le sue forze che la McGonagall li tenesse lontani dal Dormitorio ancora un po', soprattutto Sirius, perché aveva bisogno di tranquillità assoluta. E sapeva fin troppo bene che Sirius e tranquillità erano un ossimoro perfetto.
Affrettò i tempi togliendosi la cravatta e sbottonandosi la camicia, mentre saliva gli ultimi tre o quattro gradini.
Quando aprì la porta del Dormitorio non si aspettava di imbattersi in una Dea seduta elegantemente sul letto di Sirius. 
Era una ragazza dai lunghi capelli castani, incredibilmente bella, con occhi grigio chiaro che avevano qualcosa di assurdamente familiare, e sembrava molto a suo agio, nonostante Remus non l'avesse mai vista da quelle parti.
Si bloccò sull'uscio, sgranando gli occhi, mentre la ragazza lo osservava lievemente stupita. Remus si prese qualche secondo per deglutire, prima di rendersi conto che non era di Hogwarts; lo capì dai suoi vestiti, un mantello grigio e degli stivali pesanti, e dal fatto che sembrasse avere intorno ai venticinque anni.
-Hai bisogno di qualcosa?- chiese alla fine, riprendendosi.
La ragazza mosse i lunghi capelli castani e sorrise.
-Sto aspettando Sirius- rispose dolcemente, lanciando una considerevole occhiata alle sue cicatrici.
-Credo che tu sia capitata al momento sbagliato- disse Remus con gentilezza, mentre si riabbottonava rapidamente la camicia -Sirius è in punizione e ci metterà un po', temo-
La ragazza si abbandonò ad un'espressione di pura delusione e Remus si costrinse a non pensare a quanto fosse schifosamente fortunato quel bastardo di Sirius.
-Beh, posso aspettare un po', ho ancora del tempo...spero si sbrighi- rispose poi la ragazza, riprendendosi.
-Posso offrirti del succo di zucca?- chiese Remus, poi si avvicinò e le porse la mano -Io sono Remus-
-Ti ringrazio, Remus- rispose la ragazza, stringendo con fermezza la sua mano -Andromeda-
Remus era convinto di non aver mai sentito un nome più bello.

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