dopo tanti anni, finalmente l'amore - after so many years, finally the love

di _Giuls17_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** epilogo ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


capitolo 1

Capitolo 1

-Hogwarts sta cedendo, dobbiamo andarcene!.- urlò Harry a tutti i presenti.

Molti ragazzi già stavano scappando, si smaterializzavano via, lontano da quell’incubo e facevano bene, ma per me non era ancora il momento di andare, ancora dovevo restare. Hogwarts era la mia casa, non potevo lasciarla, proprio nel momento bisogno, ma forse avrei dovuto fare un eccezione.

-Hermione!.- mi chiamò Ron, mi ero persa nei miei pensieri.

Il buon senso mi diceva di correre da loro, di andarmene via, sennò sarei morta, ma ancora non era il mio tempo, c’era ancora qualcosa che dovevo fare.

Cosi corsi lontana da loro ed entrai nella scuola, dovevo parlargli, per un ultima volta. La mia vita dipendeva da questo, non potevo andarmene e basta avevo bisogno di sapere.

Non era facile girare per i corridoi, la scuola si stava praticamente spaccando in due e continuare a restare al suo interno era una missione suicida, ma per lui potevo farlo, perché se avessi potuto gli avrei donato la mia vita. Cosi almeno lo avrei salvato dalla sua.

E poi come un lampo al ciel sereno mi apparve davanti, forse anche lui stava cercando me, e si presentò col suo migliore abito nero, con i capelli scombinati ed il suo sorriso migliore, e i suoi occhi disperati, trovarono subito i miei.

Lo guardai, e un piccolo sorriso nacque sul mio volto, cercai di avanzare per andare verso di lui, ma il pavimento era praticamente distrutto e questo portò a una mia caduta dopo neanche un passo,  lui mi fu accanto in meno di un secondo e mi aiutò ad alzarmi –Tutto bene?.- mi chiese, era preoccupato.

-Si almeno credo.- dissi massaggiandomi la gamba, mi ero fatta un po’ male, ma non era importante, la lasciai stare e mi concentrai su di lui.

Presi le sue mani e le strinsi alle mie, volevo che sentisse tutto il mio amore, almeno speravo che lo sentisse, i miei occhi si ripersero nei suoi magnifici occhi blu. Avevo bisogno di loro per continuare a vivere e infatti gli dissi –Vieni via con me!.- e aumentai la prese sulle mani. Doveva capire. Doveva cercare di capirmi.

-Hermione, ti metterei solo in pericolo lo sai.- mi disse con aria comprensiva e triste.

-Allora verrò io con te, posso farcela…- cercai di continuare, ma mi posò con delicatezza un dito sulla bocca e io smisi di parlare.

-Non sei pronta ad affrontare la mia vita Hermione, non riusciresti a sopravvivere.- disse dolcemente.

Ma io non potevo accettare niente di tutto questo, volevo, anzi bramavo con tutto il mio cuore che lui se ne venisse via con me, che si dimenticasse del marchio, e che trascorresse il resto della sua vita con me, ma sapevo anche, nel più profondo del mio cuore che tutti i miei desideri, non si sarebbero mai realizzati. Cosi scoppiai a piangere e gli dissi –Ti prego, non puoi lasciarmi.-

Al solo vedere delle mi lacrime abbassò lo sguardo, ma appena pronunciai quello parole gli si spezzò il cuore, lo notai dal suo viso, cosi bello, cosi perfetto.

-Lo sai che vorrei restare, ma prima devo riuscire a far perdere le mie tracce, e non sarebbe prudente se lo facessi con te al mio fianco, perché non voglio metterti in pericolo, ecco perché prima di poter stare con te, devo allontanare i mangiamorte da me.- disse abbassando lo sguardo. Come se si vergognasse delle parole che aveva appena detto.

-Draco, non ti devi vergognare di me, ho solo paura di non farcela senza te.- dissi guardandolo negli occhi.

-Anche io ho paura al solo pensiero di dover stare lontano da te, amore mio.- si interruppe e stette in silenzio per un attimo, poi lasciò le mie mani per un attimo e alzò la manica destra del suo vestito, scoprendo il braccio, che era quello senza marchio e prese il bracciale che aveva al polso.

Poi prese la mia mano destra e lo mise nel mio polso –Ecco con questo là non ti potrai ma scordare di me.- disse sorridendomi –E’ della mia famiglia da generazioni, ma sta molto meglio a te.-

Lo guardai ero sorpresa dal suo gesto, sorpresa ed emozionata e capì che anche io dovevo dargli qualcosa di mio, qualcosa che gli avrebbe fatto compagnia mentre era via, cosi presi la mia collana con la croce di mia nonna, e la misi intorno al suo collo, -Con questa avrai sempre un angelo che ti proteggerà.- dissi.

-Ho già un angelo e sei tu, sarai sempre e solo tu il mio angelo amore.- mi diede un leggero bacio sulle labbra, che mi fece arrossire, come sempre del resto.

-Draco, mi devi promettere che tornerai.- dissi seria e decisa.

-Te lo prometto Hermione, anzi te lo giuro, appena sarà tutto finito io tornerò da te! Fosse l’ultima cosa che faccio.-

Poi mise una mano dietro i miei capelli, mi avvicinò a lui e mi baciò. Stavolta il bacio non fu leggero, ma forte e deciso, passionale, come del resto, solo lui sapeva fare. Mi sarebbero mancati i suoi baci pensai amaramente, mi sarebbe mancato lui più di qualsiasi altra cosa della mia vita.

-Draco, vorrei che tu sapessi una cosa prima di partire.-

-No, Hermione, non dirlo, lo sai che provo le tue stesse cose, te l’ho mostrato in tante occasioni.- disse sorridendo a giorni andati e poi riprese –Ma purtroppo non è questo il momento adatto per dirle.-

-Ma….forse hai ragione tu.- dissi dispiaciuta, avrei voluto dirgli che lo amavo, ma forse non era veramente il momento.

-Conservale per me, conserva questa due piccole parole per noi, per il nostro futuro assieme, non sprechiamole cosi.-

-Va bene, Draco.- dissi.

Mi riavvicinò a se e mi baciò per un ultima volta. Dopo quel bacio, la bolla che ci eravamo creati si ruppe e tornammo alla realtà, con grande dolore ci separammo, per un tempo che nessuno dei due era riuscito a definire.

Cosi tornai dagli altri, e insieme scappammo dalla defunta Hogwarts, un tempo la nostra casa, un tempo rifugio di noi maghi e streghe e un tempo in quella scuola eravamo nati noi, erono nati Draco e Hermione, non più nemici, ma ottimi amici o meglio fidanzati…..

 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


capitolo 2

Capitolo 2

 

Mi svegliai di soprassalto da quel sogno. Il cuore mi batteva a mille, guardavo la mia stanza con fare frenetico, in modo disperato.

Lo cercavo, lo cercavo ancora, e avevo bisogno di farlo per darmi una speranza, ma ogni volta che lo cervavo…Lui non c’era mai.

Ed anche questa volta, la mia paura più grande si era avverata, Lui non era qua.

E dopo averlo capito, il mio corpo smise di guardarsi in giro e si fermò. Rimasi immobile sul letto, avevo quasi smesso di respirare per quanto ero ferma, e qualcosa dentro di me, in quell’istante si ruppe.

Qualcosa che ormai avevo perso da tempo, qualcosa che molto probabilmente non avrei più potuto ritrovare e delle lacrime mi scesero dagli occhi, che pensavo fossero ormai vuoti, lacrime che ormai non percepivo più, perché troppo familiari su mio viso.

Rimasi in quella posizione probabilmente per ore, e ne fui veramente grata, perché solo in quei momenti riuscivo a sfogarmi, riuscivo a liberarmi di tutto il male che c’era in me, di tutto il dolore che il mio piccolo cuore cercava di contenere, ma che alle volte era troppo pure per lui.

Mi ripresi solo con il sorgere del sole, perché i miei occhi si risvegliarono dalle tenebre, che li avevano oscurati. 

Mi alzai lentamente da letto e mi diressi verso la finestra e con lo sguardo spento guardai il sole nascente e dissi:

-Com’è buio il giorno senza te, Draco.- abbassai lo sguardo sul suo bracciale e dissi in un sussurro –Mi manchi…-

Dopo aver guardato il sole ancora per un po’ mi diressi verso la scrivania e guardai la foto di noi ai tempi di Hogwarts e pensai  che nessuno dei due si sarebbe mai aspettato di mettersi con l’altro, l’altro che poi odiava con tutte le sue forze, e questo non lo pensavamo solo noi, ma tutti i ragazzi, e infatti li lasciammo a bocca aperta.

-Io e Lui.-dissi stringendo i pugni per il dolore.

Lui mi mancava in un modo inspiegabile e inimmaginabile, la sua partenza o meglio il suo addio, mi avevano portato via il cuore e da quel giorno, il mio cuore era con lui, ed io non avevo più una vita e vivevo solo di ricordi.

 

Uno dei ricordi più belli risale ai tempi di Hogwarts, e in quell’anno la mia vita cambiò.

Gli insulti di Malfoy facevano sempre male, ma all’improvviso le sue parole si insinuarono nella mia pelle, e non mi lasciarono mai. 

In ogni momento le potevo sentire, sia nella mia mente e per la prima volta anche dentro di me, mi perforavano, mi lasciavano senza fiato, senza forze.

Ed era qualcosa di totalmente nuovo per me, mai nessuno e per lo più Malfoy, mi aveva fatto questo effetto ed il cambiamento che ebbe in me mi lasciò senza parole.

Giorno dopo giorno i suoi insulti si trasformarono in carezze immaginarie, e in altre frasi che lui non mi avrebbe mai detto ed io ero felice di sentirmi cosi bene mentre pensavo a lui. 

E da un lato pensavo o meglio speravo, con tutta me stessa che anche lui, provasse le mie stesse cose, ma dall’altro lato sapevo di sbagliarmi, perché lui non mi avrebbe mai ricambiato, ed io al solo pensare di essere respinta stavo male.

Ma la situazione cambiò, il mio dolore mi fece diventare fredda con lui, i suoi insulti risuonavano dentro di me, ma io li ignoravo solo per non stare male, solo per cercare di sopravvivere al dolore, e questo lo turbò parecchio, e lo notai dai suoi bellissimi occhi, e la loro sola vista mi faceva tremare, mi scombussolava tutta ed il motivo era uno solo: ero innamorata di lui.

Da un lato ero entusiasta di amarlo,  mai nessuno mi aveva fatto provare un sentimento cosi forte e sapevo che era giusto provarlo nei suoi confronti, provarlo per il ragazzo che tanto avevo odiato, ma che poi si era rivelato l’unico per me ed ogni singola parte del mio corpo  fremeva alla sua vista.

Ma dall’altro lato il fatto di amarlo mi aveva lasciato un vuoto dentro, perché sapevo che mai e poi mai lui mi avrebbe ricambiato.

E cosi mi aggiravo vuota per i corridoi in un giorno di fine novembre e in quel giorno lui mi dimostrò di essere un altro. 

Io sembravo un fantasma, giravo senza una meta ben precisa, evitavo le persone e non le guardavo neanche, e non mi ero accorta che lui mi stava seguendo.

Non avevo mai pensato che Lui mi avrebbe potuto seguire e arrivati in una parte poco affollata della scuola mi prese il braccio e mi fece voltare verso di lui.

In poco tempo finì tra le sue braccia a pochi centimetri dal suo bellissimo viso, era arrabbiato, lo percepivo, perché ogni singola parte del suo corpo emanava questo sentimento. 

Io ero sorpresa perché non mi sarei mai aspettata di stare a pochi passi da lui e io riuscivo solo a trasmettere felicità.

Lui se ne accorse e il suo viso cruciato si rilassò e si avvicinò ancora di più a me, finché le nostre labbra non si trovarono, e io fui meravigliata e spaventata da quel contatto. 

Perché non me l’ero mai immaginato, o meglio si, l’avevo solo sognato e non avevo mai pensato che si potesse realizzare e per questo ero meravigliata e invece lo spavento nasceva da una paura interiore, la paura di non essere alla sua altezza.

Ma Lui si dimostrò capace di farmi passare ogni singola paura, ogni singolo timore che nasceva in me, perché anche lui come me provava le mie stesse cose, anche lui mi amava. 

E tutti si meravigliarono del suo cambiamento, perché la persona più odiata nella scuola divenne la più gentile, la più buona, e tutto questo solo per me, perché ci teneva a dimostrarmi  che lui non era più Malfoy, ma era Draco, una persona totalmente differente dalla prima.

E da quel giorno tanto bello, nascemmo noi, la cosa più bella che mi era capitata, perché come ho amato Lui, mai in tutta la mia vita avevo amato e mai ho amato dopo di lui, ma non perché le persone non erono alla sua all’altezza, ma solo perché io l’amavo ancora e perché il mio cuore appartiene ancora Lui.

Mi distolsi da quel ricordo che mi fece sperare ancora in noi, quel noi che con tanto dolore non esisteva più da tanto tempo, ma non per volere nostro, ma per volere del fato. Ecco perché pensare a lui mi provocava tutt’ora un dolore forte al cuore.

Uscì dalla mia camera e scesi in cucina, decisi di prepararmi la colazione ma fui interrotta dalla voce di Ginny che stava urlando il mio nome fuori dalla porte, sapevo di che cosa voleva parlare  e mentre andavo ad aprire mi preparai psicologicamente alla discussione…

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


capitolo 3

Capitolo 3

 

Tentennai un attimo prima di aprire, non ero pronta per parlare con Ginny, volevo rimanere sola, come del resto lo ero sempre stata da quel giorno, da quando avevo deciso di non avere più nessuno accanto a me.

Perché uno solo era il mio compagno.

Ma quei pensieri furono cacciati via da Ginny che insisteva a chiamarmi, cosi mi dissi che era inutile aspettare ancore, feci un respiro profondo e aprì la porta.

Fui accolta dal turbinio di parole di Ginny, parlava senza sosta, a ruota libera e mi dovetti tappare le orecchie con le mani per non impazzire a causa della sua voce.

-Ginny ti prego!.- le urlai, era l’unico modo per farmi sentire, dovevo per forza urlare e la cosa mi irritata parecchio.

-Oh Hermione, scusa davvero, non volevo- disse lei smettendo di parlare.

Tolsi le mani dalle orecchi ed emisi un sospiro di sollievo, ero grata del fatto che si fosse ripresa. Più velocemente del solito, pensai incuriosita dal suo nuovo atteggiamento.

Ginny mi guardò attraverso la cucina velocissimamente e si buttò sul divano nel salone, si mise le mani davanti gli occhi e iniziò a sospirare. Era il suo modo di attirare la mia attenzione e devo dire che ogni volta le riusciva benissimo.

Andai anche io in salone e mi sedetti accanto a lei, la guardai, Ginny non era cambiata per niente, aveva sempre l’aspetto di una bambina, la bambina di Hogwarts, eppure c’era qualcosa di diverso in lei, in tutti noi c’era qualcosa di diverso siamo cresciuto dopo quella sera…dopo quel giorno…

-Mi devi aiutare!.- esclamò all’improvviso.

Quei pensieri se ne andarono via,  e io ripresi la conversazione con la mia amica.

-In cosa?.- chiesi.

Lei tose le mani dagli occhi e si mise a sedere e mi guardò –Mi devi aiutare a capire cosa non va fra me e Harry.- era quasi sul punto di scoppiare a piangere.

-Oh Ginny, forse sono la persona meno indicata per aiutarti su questo fronte…- dissi abbassando gli occhi, anche io stavo per piangere.

-Non penso, sei tu la mia migliore amica, e nessun’altra al mondo potrà prendere il tuo posto.-  mi disse stringendomi forte la mano.

Ricambiai quella stretta, avevo bisogno di lei, avevo sempre avuto bisogno di lei, anche se ora era lei ad avere bisogno di me, la guardai e pensai, che l’avrei aiutata, a tutti i costi.

-Va bene, su spara.- dissi sistemandomi meglio accanto a lei.

-Grazie Herm.- si fermò un attimo, le brillarono gli occhi, lo vidi, anche se fu per un solo istante seppi che lei mi era davvero grata, di tutto.

-Devi dirmi qual è il vostro problema.- chiesi gentilmente.

-Beh vedi, Harry è sempre impegnato a causa del lavoro, lo vedo poco, ma non è questo il problema, quando torna dal lavoro sembra un’altro, ho paura che non sia più innamorato di me.- disse tristemente.

-Io penso invece che lui lo sia ancora, andiamo tu ed Harry siete fatti per stare assieme, dovresti parlarne con lui, dovresti vedere perché si sente cosi e se c’è un motivo di fondo.- dissi sorridendo, dovevo aiutare almeno lei, dato che io non potevo essere aiutata.

-Tu avresti fatto cosi, se..?.- chiese esitante, Lui era un argomento delicato.

-Penso proprio di si…- dissi piano, quando parlavo di Lui ero sempre davanti a un precipizio, quando parlavo di lui, mi sentivo debole.

-Quanto tempo è passato?.- mi chiese –Ho perso il conto.-

-Troppo Ginny, davvero troppo.- dissi cominciando a piangere.

-Oh Herm mi dispiace, non volevo, perdonami.- disse abbracciandomi.

-Non è colpa tua.- dissi staccandomi da lei –Lui mi fa ancora quest’effetto.- dissi asciugandomi le lacrime con le mani.

-Ti manca ancora oggi?.-  chiese.

La discussione stava prendendo una piega sbagliata pensai, non dovevamo parlare di Lui, eravamo qua per lei, non per me, almeno una volta eravamo qua per qualcosa si diverso. Ma a quanto pare, Lui doveva essere sempre ricordato, in un modo o nell’altro.

-Si, Ginny, lo sai.-

-Hai mai provato a….dienticarlo?.- mi chiese esitante.

Spalancai gli occhi, non poteva dirmi una cosa del genere, il mio cervello entrò in confusione e iniziai a balbettare qualche parole senza senso, poi dissi decisa –NO!.- presi un attimo di tregua e mi allontanai da lei e cominciai a muovermi per il salone –Lui non può essere dimenticato! Lui deve continuare a vivere qua!.- dissi colpendo forte quella parte del mio corpo, che avrebbe dovuto custodire il mio cure teoricamente –Lui deve restare qua.- dissi.

-Hermione…non te l’ho mai chiesto ma mi potresti dire il giorno in cui hai cominciato a perdere le speranze?.- mi guardò fissa negli occhi e i miei iniziarono a rivivere il passato. Portandomi a una notte di tanto tempo fa…

 

Hogwarts era ridotta a un cumulo di macerie ormai, non faceva più parte del nostro mondo, e guardandola in quello stato il mio animo soffrì, ero troppo affezionata a quelle pietre. Mi avevano protetta, amata, curata, mi avevano insegnato la dura realtà della vita, mi avevano dato molto, ma io non avevo fatto abbastanza per loro, pensai amaramente.

-Hermione andiamo su.- Ron mi riportò alla realtà e ci dirigemmo verso il luogo dell’appuntamento.

Ci saremmo dovuti vedere con tutti gli altri, quella sera, noi dell’Ordine avremmo ucciso Voldemort, la resa dei conti era ormai giunta, e non avevamo più nessun morivo per indugiare ancora.

-Ci siamo tutti?.- chiese Harry. Mi in giro, si c’eravamo tutti, ma Lui no, Lui non c’era ancora. Guardai il suo bracciale e mi dissi che Lui sarebbe venuto, Lui sarebbe venuto per combattere con me, al mio fianco.

Ma ancora non sapevo che erono pensieri inutili, che le cose sarebbero andate diversamente e troppo anche.

Harry ci guardò un ultima volta, per vedere se eravamo ancora tutti convinti della nostra scelta ma non trovò un solo animo titubante, sapevamo tutti che stavamo andando incontro alla morte, ma questo non ci avrebbe ostacolato, perché se non avessimo combattuto, avremmo lasciato le nostre vite in balia di Tu-Sai-Chi e questo era molto peggio di morire.

Partimmo. Ci dirigemmo tutti in posti diversi, per non attirare l’attenzione, ma il piano era uno solo, uccidere il Signore Oscuro. Durante il tempo del tragitto pensai a Draco, speravo di vederlo apparire all’improvviso, con uno dei suoi sorrisi migliori e pronto a salvarmi, ma non accadde niente durante il viaggio e il mio animo cominciò a cedere.

Dopo che arrivammo a destinazione, fummo sbattuti subito nella lotta. La guerra era già iniziata, non vi erono esclusione di colpi, si combatteva per il proprio futuro, per la propria vita, si combatteva per sperare in un mondo migliore, un mondo senza Voldemort.

Ancora oggi non ho idea di quanto durò il combattimento, di quel momento ricorso solo i miei avversari i loro volti erono senza paura, mostrano un sorriso beffardo, volevano prendersi gioco di noi, ma non gliel’avremmo permesso. Ricordo tutte le persone che ho ferito, ricordo anche che Lo cercavo, Lo cercavo in ogni momento, in ogni direzione, pensavo di vederlo arrivare dalla foresta, con la bacchetta in mano pronto a proteggermi, ma quell’immagine, mi aveva portata più volte alla morte.

Perché alle volte erono proprio i miei nemici che nella mia mente prendevano le sembianze di Lui , e mi ingannavano, non una ma più volte, ma riuscì sempre a salvarmi, la maggior parte delle volte senza riportare danni gravi, l’ultima allucinazione mi costò quasi l’amputazione della gamba. Bellatrix Lestrange mi aveva trafitto la gamba con una spada, ma non provai dolore, solo un pesante senso di sconfitta. Il mio animo era caduto.

Ma grazie al cielo tutti i nostri sforzi non furono buttati al vento, Harry vinse, Voldemort perse…e Draco cominciò ad allontanarsi sempre di più da me…

 

-Hermione, ci sei!.- mi chiese Ginny.

Mi risvegliai da quel’incubo|sogno, mi toccai senza rendermene conto la gamba, lo facevo involontariamente, per ricordarmi che quello che era successo era ormai passato, e che la gamba non mi avrebbe mai più fatto male, eppure alle volte avevo paura di sentire ancora quel dolore e di accorgermi che la guerra non era ancora finita, e che noi ancora non avevamo vinto. E che…

-Allora?.- mi chiese, Ginny pretendeva una risposta.

Mi ero quasi scordata di lei, ero troppo immersa nei miei pensieri ma poi reagì.

-Ho cominciato a perdere le speranze la sera della guerra, esattamente un anno dopo che lui se n’era già andato.- dissi guardandola.

-E da quel giorno quanto tempo è passato?.- mi chiese a bassa voce.

-Sono passati esattamente….-

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


capitolo 4

Capitolo 4

 

 

-E da quel giorno quanto tempo è passato?.- mi chiese a bassa voce.

-Sono passati esattamente….-

 

 

-Sono passati esattamente sette anni.- dissi abbassando lo sguardo. Dirlo ad alta voce mi fece uno strano effetto, da quel giorno avevo tenuto il conto degli anni, dei mesi, dei giorni e dei minuti, senza mai dirlo.

E oggi dopo sette lunghi anni lo feci, per la prima volta. E mi trasmise un terribile senso di solitudine, di abbandono, perché da un lato io lo sapevo, anche se c’è la mettevo tutta per non crederci, Draco mi aveva veramente abbandonato.

-Ne sei certa?.- mi chiese.

-Ginny, ci scommetterei la mia intera vita.- dissi decisa.

Perché era cosi, avrei scommesso la mia intera vita per quanto ero certa, e l’avrei data volentieri solo per tornare al passato, per rivivere quegli attimi con lui, solo per sentirmi veramente felice, ma non avrei potuto farlo, perché nessuna magia me lo avrebbe permesso.

-Secondo me ti sbagli.- rispose lei.

Sgranai gli occhi per quella affermazione, ma poi non so come mi rilassai e il mio cervello tornò nel caos. 

E se fosse stato cosi? Se mi fossi veramente sbagliata? Pensai con un minimo di speranza nel cuore, ma quel piccolo desiderio venne soffocato dal cuore stesso. 

Mi stava urlando tutto il contrario, perché lui sapeva, sapeva più della mia mente quanto era stato difficile creare un futuro senza Lui, riprendere la vita senza lui e ora era passato troppo tempo e non poteva farsi illudere cosi facilmente da Ginny, perché lei non sapeva, lei non sapeva niente del mio dolore.

-Oh Ginny cara, mi dispiace ma ti sbagli.- dissi lasciandomi sfuggire una piccola lacrima, che asciugai subito.

-Perché? Perché non mi sono messa a contare gli anni da quando sei morta? Perché è cosi Hermione!! Tu sei morta! Senza Lui sei solo un corpo, un guscio vuoto! Ma dove sei finita? Dove?.- mi urlò contro tutto, tutto quello che per anni aveva taciuto.

Ed io ero rimasta scioccata dalla sua grinta, non la mostrava da anni ormai, soffocata dalla sua vita troppo normale. 

Ma non disperai per quelle parole dette con tanto, forse troppo risentimento, per non averle dette prima, forse malediva se stessa per non averlo fatto tempo fa, ma anche allora non c’era niente da prendere. Era tardi fin dall’inizio.

-Sono qua, una parte di me, almeno, il mio corpo è qua con voi, ma.. ma il mio cuore no, il mio cuore se n’è andato troppo tempo fa, ed ora è con lui, dovunque sia lui il mio cuore gli fa compagnia, senza asciarlo mai.- dissi con calma, forse con troppa, infatti gli misi paura, lo notai dai suoi occhi.

-Smettila! Smettila di dire cazzate! Devi riprenderti! Non puoi continuare a vivere cosi, non puoi stare con un piede in una scarpa, devi scegliere, o noi, il tuo presente e il tuo futuro, noi gli amici che non ti lasceranno mai o Lui, il tuo passato che non ti da possibilità di un futuro e nemmeno di un presente, devi scegliere o noi o Lui.- disse guadandomi fisso negli occhi, so cosa cercava di fare, cercava di scrutarmi l’anima, ma non era facile come una volta, sono cambiata e sono diventata una fortezza, impossibile espugnare.

-Sai Ginny, anche io nel corso di tutti questi anni mi sono posta la tua stessa scelta, non una, ma più volte.- dissi alzandomi, andai alla finestra per guardare il sole, era ormai alto nel cielo –E non una ma più volte non ho scelto, forse per paura, forse perché non volevo scegliere fra voi, ma era solo la mia mente che si rifiutava di accettare la realtà, perché il mio cuore già lo aveva fatto.

-Ecco perché ho scelto il lavoro di Auror, sempre indaffarata con la magia, con vari casi, per non scordare. Per non dimenticare chi ero una volta, ai tempi della scuola, per non dimenticare Chi mi aveva reso migliore, per non dimenticare Lui. 

-E scegliendo la strada che seguo tutt’oggi ai tempi avevo già scelto, avevo scelto Lui, il mio cuore lo aveva preferito a voi, non una ma decine di volte, solo che la mia mente non lo aveva mai accettato.

-Jinny non volermi male.- dissi voltandomi per guardarla, stringeva i pugni per il dolore e gli occhi stavano iniziando a essere rossi ma io continuai, doveva sapere la verità, non era giusta illuderla ancora –Anche ora, avrei scelto Lui, avrei sempre scelto Lui.-

Dopo tutta quella discussione mi aspettavo una reazione pari alla bomba atomica, cosi aspettai in silenzio, ma non successe niente. Lei uscì da casa mia in lacrime, non provai manco a fermarla, perché sarebbe stato inutile, aveva bisogno di assimilare le mie parole.

-Dai tempo al tempo Hermione.- mi dissi sedendomi di nuovo sul divano –Tornerà da te per parlare ancora.- conclusi e senza rendermene conto i ricordi mi trascinarono in un nuovo sogno…che più preferivo.

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


capitolo 5

Il ricordo che più adoravo…

 

-Hermione che hai tutto bene?.- mi chiese Ron avvicinandosi a me.

-Ehi si va tutto bene.- dissi senza neanche guardarlo.

-Non mi sembra.- disse piano lui.

-Eh cosa?.- dissi alzando lo sguardo.

-No niente, tranquilla.- rispose Ron.

E io ripresi a fissare il vuoto, senza neanche rendermene conto.

Ero sovrappensiero da un paio di giorni, non riuscivo a concentrarmi sui compiti e manco sui miei amici e questo mi faceva venire il nervoso, ma nonostante tutto sapevo qual’era il vero motivo.

Era Draco Malfoy.

Sospirai al solo pensiero. Il ragazzo più bello di tutta la scuola. Il ragazzo più odioso, antipatico, egocentrico del mondo. Ma allo stesso tempo era il mio ragazzo da un anno e passa.

-Un anno….- dissi sospirando ancora.

Ma nonostante tutto Draco era rimasto Draco, e con lui erano rimaste anche le sue manie di sparire per un po’, cosa che mi dava molto fastidio, essendo io una Grifondoro e lui un Serpeverde. E per questo non sarei mai riuscito a capirlo del tutto.

Ma nonostante tutto pensai sorridendo, io e lui avevamo unito due case, che fino a oggi non si erono mai viste unite e la cosa mi fece sentire immediatamente bene, e finalmente torni al presente.

-Oh Harry quando sei arrivato?.- chiesi sorpresa.

-Cinque minuti fa o anche più.- disse mentre si ingozzava di cibo.

-Ti fa male mangiare tutti quei dolci, Silente dovrebbe darci più cibo salutare invece di questo.- dissi allontanando il piatto da me.

-Oh Hermione smettila, a tutti i ragazzi piace mangiare dolci e non iniziare a fare la mamma.- disse Ron acido.

-Io non sono una mamma.- dissi voltandomi dall’alto lato, come se me la fossi presa, ma in realtà cercavo solo Lui, ma il tavolo dei Serpeverde era sempre affollato purtroppo.

-Si e smettila di fare la bambina.- mi disse facendomi girare. –Che c’è ti ha lasciato è questo il problema?.- continuò Ron imperterrito.

-Non sono affari che ti riguardano.- dissi meravigliata dal suo atteggiamento.

-Va bene non lo saranno magari, ma tu non puoi smettere di mangiare o rovinare la colazione, il pranzo e la cena a noi, solo perché lui ti ha lasciato.- disse urlandomi contro.

-Ronald Weasley, Draco non mi ha lasciato e tu non osare rivolgerti in questo modo a me.- dissi alzandomi.

-Hermione dai siediti.- mi disse Harry. Ma era troppo tardi.

-Sedermi Harry, sedermi?? Perché lo difendi sempre, si può sapere? È lui che si sta rivolgendo male a me, non il contrario.- dissi iniziando a urlare, tanto che i Grifondori iniziarono a guardarci.

-Forse lui concorda con me.- disse Ron ridendosela.

-Con te? Harry tu dai ragione a me, no?.- dissi guardandolo decisa.

-Io, beh, dovreste vedervela voi, io non centro.- disse cercando di tirarsi indietro.

-Oh no mio caro.- dissi avvicinandomi a lui –Ora centri anche tu.-

-Hermione ma la finisci, non puoi costringerlo, ma non lo capisci che sei tu il problema, da un anno a questa parte sembri un altra, sei più una di loro.- disse indicando i Serpeverde 

–Che di noi, da quando stai con Draco, non sembri la stessa Hermione Granger di quattro anni fa.-

-Non sei tu che decidi chi devo essere.- dissi.

-No, ma sono il solo che ti sta aprendo gli occhi, Draco è un bugiardo, Draco non è il ragazzo giusto per te. Draco non ti ama.-

-Come osi dire una cosa del genere? Chi sei tu per criticarlo? Allora? E dato che sei tanto bravo dimmi perché non mi dovrebbe amare, dimmi chi sarebbe il ragazzo giusto per me!!.- urlai.

Stavo impazzendo. Delle lacrime cominciarono a scendere lente sul mio viso, ma non era importante, dovevo chiudere questo discorso, anche se il mio cuore stava iniziando a cedere.

-Sono il tuo migliore amico da una vita Herm, e se ti avesse amato almeno un minio ora sarebbe qua a proteggerti, ma io non lo vedo, da un paio di giorni…- disse calmo.

-Ora basta, hai superato ogni limite.-

Lasciai la Sala Grande piangendo. Ron non mi aveva mai trattato in questo modo, pensai tristemente.

Appena fuori dalla sala iniziai a correre, sempre più veloce e mi andai a nascondere nel mio posto segreto, o meglio era il nostro posto, ma ultimamente ero sempre sola quando andavo là…

Passai il resto della mattina là nel mio posticino, che poi altri non era che un area riparata vicino al lago nero.

Là riuscivo a sentirmi al sicuro, perché quello era un posto speciale, un posto che riusciva a isolarmi dal mondo da cui ero quasi sempre in fuga.

E cosi piansi. Piansi tutto il mio odio verso Ron, verso Draco. Si anche verso lui, perché su una cosa Ron aveva ragione purtroppo, sul fatto che Draco non era con me nel momento del bisogno.

E questo mi spezzò il cuore.

 

La sera arrivò velocemente. Quella giornata era stata terribile, pensai cercando di alzarmi. 

Ma ero ancora troppo scossa e persi l’equilibro, ritrovandomi a terra poco dopo.

-Ma perché!? Perché mi sento cosi quando non ci sei tu??.- dissi alazando lo sguardo al cielo.

-Perché mi sento cosi fragile? Cosi vuota?.- dissi iniziando nuovamente a piangere.

-Perché senza me non sei niente.- disse una voce vicina.

Mi voltai per lo spavento e lo trovai, proprio davanti a me. Con la sua divisa perfettamente stirata.

Con i suoi capelli biondi pallidi adorabilmente scombinati.

Con i suoi grigi fissi nei miei.

-Ma pechè?.- chiesi disperata.

-Perché tu mi ami.- dissi lui avvicinandosi a me.

-E tu? Tu mi ami Draco?.- gli urlai contro.

-Amarti? Sai che un Malfoy non capisce la parola amore.-

Per un attimo stetti zitta, incredula.

-Ma io sono l’eccezione alla regola, mia cara Hermione.- disse aiutandomi ad alzarmi –Io penso di essere l’unico Malfoy che sappia cosa vuol dire amare, e la cosa più pazzesca non è questa, è che io mi sia innamorato di una mezzosangue.

-La più brillante e bella mezzosangue di tutta la scuola.- disse scostandomi un ciuffo ribelle dagli occhi. –E non ho paura di dirlo.-

-Allora perché non eri con me oggi, quando Ron mi ha detto quelle cose cattive?.- chiesi.

-Lo sai perché.-

-Non non lo so il perché Draco.- dissi decisa –Stiamo da un anno ma non mi hai mai detto perché sparisci sempre.-

-Beh quando sparisco, sono a casa, con i miei.- disse lui nervosamente.

-E perché non me lo hai mai detto?.- chiesi arrabbiata.

-Perché nessuno lo deve sapere.- disse lui irritato.

-Okay, scusa, lo sai che non lo dirò a nessuno.-

-Ecco, e più avanti ti dirò qualche altra cosa.-

-Perché non ora?.- chiesi avvicinandomi a lui.

-Perché già ti ho detto molto.- disse abbracciandomi.

-Va bene, tranquillo Amore.- dissi stringendolo forte.

E tornammo al castello stretti l’uno all’altro. E durante la strada sentì il mio cuore riunirsi, e tutto grazie a lui, perché sapevo che Draco ci sarebbe sempre stato, mangiamorte o no.

 

Mi rigirai per il divano e sorrisi. Il ricordo non era ancora finito…

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


capitolo 6

capitolo 6

 

Appena fummo nelle vicinanze del castello, il mio animo tirò un sospiro di sollievo e di beatitudine. 

Il primo perché finalmente avevo riavuto Draco e il secondo perché la vista del castello di Hogwarts mi faceva sempre uno strano effetto.

Ero affascinata da quel castello cosi antico, con la sua antica storia alle spalle, eppure mi sembrava cosi giovane, cosi ignaro degli anni che erono passati.

-Stai bene?.- mi chiese una voce premurosa al mio fianco.

Lo guardai e sorrisi –Si, ora che ci sei tu si.-

Lui ricambiò il sorriso e  si strinse molto di più a me, e io feci altrettanto.

Varcammo le porte del castello sorridenti e incuranti degli sguardi che ci fissavano.

Non importa pensai guardandolo, non mi interessa se ci guardano o ti guardano, tu mi appartiene, pensai facendomi travolgere dall’amore che provavo per lui.

-Andiamo nella Sala Grande?.- chiesi.

-Si certo.-

Mi trascinò quasi correndo e entrammo con non calanche nella Sala e andammo a occupare due posti nel tavolo dei Serpeverde. 

A me non dispiaceva sedermi là e non al mio tavolo, ormai i suoi amici per quanto fossero stati insopportabili, si stavano rivelando davvero buoni, pensai abbozzando una risatina.

Girando lo sguardo notai che la Sala era praticamente vuota, c’era solo qualche studente sparò per i vari tavoli e fui grata di constatare che Harry e Ron non erono là.

Riportai il mio sguardo su lui e vidi che lui già mi fissava. Gli sorrisi.

Lui ricambiò e fece una cosa che mi sorprese, una cosa che odiava fare in pubblico, si avvicinò a me e mi baciò. Proprio davanti a sui amici, davanti a tutti e questo mi riempì di orgoglio, e mi ricordò quanto lo amavo.

 

Dopo un’altra ora passata là a parlare con gli altri decidemmo che era il momento di andare a dormire.

-Come mai l’hai fatto?.- chiesi ad un certo punto.

-Che cosa?.- mi chiese lui, come se non lo sapesse.

-Lo sai.- dissi quasi rimproverandolo.

-No te lo giuro.- disse ridendo.

 Era bellissimo quando rideva, pensai.

-Come mai mi hai baciato davanti a tutti?.- rifeci la domanda in modo tale che lo capisse.

-Non dovevo?.-

-Oh si, si che dovevi, volevo solo sapere il perché, di solito non lo fai mai..- lasciai in sospeso la frase per ascoltare la sua risposta.

-Lo so, e ti chiedo scusa se alle volte sembro cosi freddo quando siamo con gli altri, e che non mi sento a mio agio, invece stasera non so perché, ma ho cambiato idea.- disse deciso.

-Su quest0?.- chiesi curiosa.

-Si, ma non solo su questo, anche sul fatto che ti voglio vivere, e non sempre in privato, voglio essere orgoglioso di poter dire che tu sei la mia ragazza e voglio essere altrettanto orgoglioso di poterti baciare in pubblico, se per te non è un problema ovviamente.-

Sorrisi e gli buttai le braccia al collo 

–Per me non è un problema lo sai!! Voglio che tu mi baci davanti a tutti, mi fa sentire importante e cosi certe ragazze smetterebbero anche di guardarti.- dissi piano.

-Lo sai che non mi guardano.-

-Invece si, le vedo ! e le sento anche, parlano di quanto sei bello ecc.- dissi abbassando la testa.

-E puoi dargli torto? Sono uno dei ragazzi più belli della scuola.- disse ridendo.

Abbassai ancora di più lo sguardo, odiavo quando faceva cosi.

-Piccola sto scherzando, lo sai vero?.-

-No, non lo so.- sbottai alzando la testa e aumentai il passo.

-Dai piccola non fare cosi, ti prego!.- disse lui cercando di rincorrermi.

-Cosi come? Sto solo andando in camera.-

-Lo sai cosa stai facendo e lo sai che sono solo tuo.- disse prendendomi il polso e facendomi girare.

-Sai Draco, quando inizi a fare cosi, proprio non lo so se sei solo mio, hai queste manie di grandezza, mi danno fastidio!.-

-Sono un Malfoy, è normale per noi.- disse guardandomi fisso negli occhi.

-E io sono una Granger, per me sarebbe normale riempirti di insulti tutto il giorno, di farti pesare alle volte la tua ignoranza, ma non lo faccio perché ti amo! Tu invece mi fai sempre pesare il fatto che le altre ti guardano.

-Sai mi fai sentire inutile alle volte.-

-Tu non sei inutile, e lo so che quella è tua natura e non sai quanto sono felice che tu sia cambiata per me, e mi dispiace che io non ci sia ancora riuscito per te. 

-Voglio che tu sia l’unica ragazza che mi guardi, in tutta la scuola, in tutto il mondo. Puoi farlo?.- mi chiese con la sua faccia dolce.

-Lo sai che posso, ma fatti passare certe manie.- dissi sorridendo.

-Promesso e ora ti voglio far vedere una cosa.-

Detto questo mi portò via dal quel corridoio e mi portò invece in un’altro.

-Dove siamo?.- chiesi un po’ confusa.

-Come non te lo ricordi?.-

-No.- dissi seria.

-Questo è il corridoio della Stanza delle necessità e noi siamo proprio davanti alla Stanza.-

-Ma perché siamo qui?.- chiesi avvicinandomi a lui.

-Perché quel discorso di prima mi ha fatto pensare anzi diciamo che ci penso da un paio di giorni e ora mi sembra il momento adatto per dimostrarti quanto ti amo.-

-E come intendi fare?.- chiesi titubante.

-Ti fidi di me?.- disse porgendomi la mano.

E io senza esitazione la presi e dissi –Certo.-

-Bene allora seguimi.-

Avanzammo verso la porta, lui mormorò qualcosa e l’aprì.

Ai miei occhi non apparse come la solita Stanza delle Necessità, ma si presentò come una camera.

Per meglio dire la mia camera a Londra.

Rimasi a bocca aperta.

-Siamo davvero a casa mia?.- chiesi sbalordita.

-No, almeno penso, ha solo ricreato la tua stanza.- disse guardandomi.

-Hermione, amore mio, tu lo sai il destino che incombe su di me e la mia famiglia.-

-Non ora ti prego.- dissi.

-Invece si! Devi ascoltarmi ti prego, vieni qua.- mi avvicinò a se e mi strinse forte.

-Tu lo sai che siamo servitori di Tu-Sai-Chi e sai anche che darei tutto l’oro del mondo per non esserlo, ma non è possibile, purtroppo.- mi guardò negli occhi e vidi un velo di profonda tristezza nei suoi occhi.

E io istintivamente provai una rabbia cieca per le persone che gli avevano reso la vita un inferno, avrei voluto salvarlo dalla sua famiglia, ma avevo sempre saputo che sarebbe stato impossibile.

Loro avevano la sua anima. Ma io avevo il suo cuore, pensai cercando di sorridere.

-E non so ancora cosa ci sarà nel mio futuro, non so se avrò altre possibilità di stare con te, se…-

-Non dirlo!.- urlai.

-Lo sai che è una cosa possibile, mio dolce amore.-

-Non mi interessa. Tu non morirai.- dissi iniziando a piangere.

-Ascoltami, voglio che tu sappia che io ti amo e che lo farò per sempre, qualsiasi cosa dovesse accadere, ed è per questo che siamo qui.-

Io all’improvvisò capì.

Lui voleva fare l’amore con me, con la persona che lo aveva reso migliore. Che lo aveva quasi salvato.

Sorrisi.

Mi asciugai le lacrime, almeno ci provai e lo baciai.

Fu un bacio leggero. Ma era il mio modo per dirgli si. Si ero pronta per fare l’amore con lui.

Quando staccai le mie labbra dalle sue, sentì il freddo di una lacrima solcarmi il viso.

Lui stava piangendo.

E il mio cuore decise che per quella sera non ci sarebbe stata tristezza in lui, nessun genere di dolore. Se lo impose e io concordai con esso.

 E dopo quell’attimo di distaccò, lui tornò da me con gli occhi asciutti, aveva smesso di piangere e io con lui. Ormai nei nostri occhi c’era solo l’amore.

E fu cosi che quella sera io e Draco, condividemmo i nostri cuori.

Fu cosi che io e lui ci legammo, per il resto della vita…

 

 

Mi svegliai di soprassalto. Ero sudata e avevo caldo.

Mi alzai dal divano, ma i piedi non ressero il mio peso e mi ritrovai a terra.

Mi accovacciai al suolo, e iniziai a piangere. Ma no per il ricordo. Per il dolore.

Per il dolore di non averlo più accanto a me.

-Draco…Draco dove sei?.- mormorai fra le lacrime, e dopo poco vi fu di nuovo il buio…

scusate per il ritardo, ma non sono stata bene e mi sono successe molte cose brutte, spero solo che vi piaccia a presto!

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


capitolo 7

Capitolo 7

 

-Prendetela su!.-

-Ma è svenuta, perché? Che le è successo??.-

-Non lo so io l’ho lasciata che era sveglia.- disse Ginny.

-Cosa può essere stato allora? Hermione svegliati, su Hermione.-

 

Voci.

Chi era? Chi era che mi chiamava in questo modo?

Sei tu? Sei tu Draco?

 

No. Non puoi essere tu. Tu non sei con me.

E allora chi? Ah si.

Forse sono loro, ma perché mi devono chiamare, non mi possono lasciare riposare?

Ma io non sto riposando, sono in un limbo, pensai seccatamente.

Ero in mezzo a due strade e la cosa mi dava enormemente fastidio. Da un lato i miei amici, dall’altro l’oblio. Ma perché si deve scegliere?

Perché non si può rimanere indecisi in eterno, rispose il mio subconscio.

Ma perché? Io voglio rimanere qua e aspettare, voglio aspettarlo, insistetti con me stessa.

Lui non tornerà, mi rispose dura.

No, ti sbagli lo farà, urlai a me stessa. Il mio Io interiore stava prendendo una posizione strana pensai, non mi era mai successo.

Sei un illusa continuò, lui non ti vuole, ti ha solo preso in giro e tu gli stai ancora dietro, come un cane fedele, ti sei lasciata scappare Ron, la tua vita, non hai più niente, sei una fallita.

Ron? La mia vita? Ma come è possibile, le mie scelte sono sempre state giuste, risposi.

No, hai sbagliato molte cose, la questione Ron l’hai mancata del tutto, disse.

Perché? Perché l’ho rifiutato?

Non hai fatto solo questo, lo hai fatto sentire davvero male e sai che non lo meritava.

Lo so! Lo so che non lo meritava, ma non smetteva di venirmi dietro, dovevo pur fare qualcosa, e ho fatto bene guardalo ora! E’ sposato ed è felice!

Tu pensi che sia cosi, ma lui pensa ancora a te. Dovresti anche essertene accorta, ma sei cosi egoista che non vedi oltre il tuo piccolo mondo.

Io non sono egoista, ho fatto molto per i miei amici e lui non è più innamorato di me, sennò non avrebbe sposato Luna.

Illusa, lo ha fatto per dimostrare la sua superiorità essendo uomo, e si sei una piccola egoista che non riesce ad andare oltre alla questione Draco, non pensi neanche che lui si sia dimenticato di te, è passato troppo tempo.

Non è vero, lui mi ama e so che tornerà! Ron è felice ora.

Draco, amarti? Tzè illusa di una mezzosangue.

Vedi che stai insultando te stessa, le dissi con acidità.

E allora? Mi rispose me stessa, tanto non sono io che dovrà svegliarsi per affrontarli.

Devo farlo per forza? Chiesi seccata.

Se devi? lo devi a ognuno di loro, non vogliono che tu ti arrenda per lui, manco Ron, che forse ora ti odia.

Non voglio che mi odi, ma almeno gli ho aperto gli occhi, mi è venuto dietro per tre anni dopo la scuola, tre anni, erono troppi per lasciarlo ancora nella sua illusione.

Ma gli hai spezzato il cuore, lo sai vero?

Lo so, disse tristemente, mi dispiace di averlo fatto, ma io non lo amo, io amo lui e tu lo dovresti sapere.

Lo so, sono te stessa, sono il tuo subconscio, so bene cosa ti passa per quella testa.

E allora sai anche che io lo aspetterò.

Ti rovinerai la vita cosi, disse la voce della verità.

Non sai come andrà, dissi cercando di non darle ragione.

Invece lo so, so bene come andrà, tu lo aspetterai per ancora chissà quanto tempo, e ti accorgerai troppo tardi di essere stata presa in giro e avrai perso la tua vita.

Io non perderò la mia vita, stanne pur certa, io voglio vivere.

E allora dimostrarlo, svegliati e vai da loro.

Ma non sono ancora pronta.

Come no? Sei pronta ad aspettare chissà quanto e non sei pronta a vivere il presente, non ha senso mia cara Hermione.

Lo so.

Allora vai e fatti valere.

Va bene dissi decisa.

 

-Ragazzi…- dissi piano.

-Oh Herm, menomale ti sei svegliata ero davvero preoccupata per te.- disse Ginny che stava quasi singhiozzando.

-Tranquilla, mi ero solo addormentata.- dissi cercando di alzarmi, mai fui travolta da un forte giramento di testa e mi dovetti sedere di nuovo.

-Si, ma poi ti ho trovato a terra e mi sono preoccupata, ho chiamato i ragazzi e ti abbiamo portato in camera.-

-Grazie, a tutti e tre.- cercai di sorridere, ma in realtà volevo solo piangere.

-Tutto bene, Herm?.- mi chiese Ron.

Lo guardai, gli avevo davvero fatto cosi male? Mi sentì mancare, cosa avevo fatto? Avevo davvero rovinato la sua ma anche la mia vita!?

-Hermione sei troppo pallida, che ti succede?.- mi chiese Harry, si stava iniziando a preoccupare.

Lo vidi era a pochi passi da Ginny, ma non si sfioravano neanche, e anche questo mi fece stare male, non volevo che anche loro soffrissero.

Non doveva soffrire più nessuno, pensai.

Mi alzai con decisione.

-Si va tutto bene, devo solo andare in un posto.- dissi andando a prendere la giacca sulla sedia.

-Dove?.-mi chiesero in coro tutti e tre.

Mi girai e sorrisi, -Ve lo dirò dopo ragazzi, grazie di tutto veramente.- e detto ciò mi smaterializzai.

Li lasciai senza parole ma ora avevo bisogno di riposte.

 

Era ancora il posto più bello in cui fossi stata.

Forse era l’unico posto, dopo casa mia che mi dava la sensazione di casa.

Mi guardai intorno e lentamente mi diressi verso quel posto.

Le urla, e le risate mi riportarono ai bei tempi andati, a tempo di quando ancora non avevo nessun peso sulle spalle, ai tempi in cui ridere era cosi facile.

Mi incamminai per i corridoi ricostruiti esattamente come prima.

E mi ritrovai davanti a quella porta. Mormorai le solite parole

E aprì la porta.

E mi apparve la mia camere, la stessa camera in cui avevo fatto l’amore con lui la prima volta, la stessa camere che era ancora piena di ricordi.

Entrai e chiusi la porta e senza rendermene conto mi ritrovai immersa nei ricordi di lui, c’era ancora il nostro odore nell’aria nonostante fosse passato tanto tempo.

Guardai la parete e avanzai lentamente, c’erono ancora le nostre iniziali.

Le avevamo lasciate l’ultima volta che eravamo stati lì, l’ultima volta in cui avevamo fatto l’amore, l’ultima volta che ci eravamo isolati dal mondo per essere ancora noi, Draco e Hermione, il Serpeverde e la Grifondoro.

Toccai quelle iniziale con mani tremanti e scoppiai a piangere. Un pianto disperato e pieno di dolore.

Avevo davvero buttato via la mia vita aspettandolo?? Pensai fra le lacrime.

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


capitolo 8

Capitolo 8

 

No, io non avevo sbagliato. Io avevo fatto tutto al meglio.

Dopo la distruzione di Hogwarts sono diventata un Auror, con tanto di lode, ho lottato per cacciare il male dal mondo magico.

Ma perché? La mia mente si aprì a un interessante scoperta.

Perché proprio Auror? Perché? Io sto aspettando un fuggiasco e mi metto a dare la caccia, a chi è come lui??

-Ma che mi è saltato per la testa?.- dissi iniziando a piangere.

-Ho sbagliato tutto.-

Non dovevo diventare Auror, non dovevo diventare ciò che sono, come può lui tornare se la sua ragazza gli da la caccia?

-Forse è per questo che non torna.- dissi ad alta voce.

Ma almeno, pensai, una lettera, un gufo, per dirmi che non sarebbe tornato a causa mia, perché aveva paura di me, ma no, niente, Draco da quel giorno è sparito nel nulla e la ragazza di un tempo con lui.

Perché ora non lo sono più, una volta non avrei scelto questo mestiere, pensavo fosse la scelta più giusta per noi, pensavo che fosse l’unico modo per tenerlo vivo nei miei ricordi, per non dimenticare nulla.

Ma, dissi cadendo a terra, mi sbagliavo, forse proprio questa scelta ha rovinato tutto.

-Come posso? Come posso sapere se ho sbagliato o no? Dimmelo.- urlai a quelle iniziali –Dimmelo, ho bisogno di un segno, ti prego.-

Continuai a fissarle con lo sguardo vuoto, ma niente. Nessuno sarebbe venuto per me, tanto meno lui.

-E forse la mia coscienza nonostante tutto, non aveva tutti i torti.-

Rimasi a terra ancora per un’ora, avevo bisogno di assimilare, di ricordare tutto, perché la scelta che avrei preso di li a poco, avrebbe cambiato tutto.

 

-Ginny?.- dissi suonando alla porta di casa sua.

-Hermione sei tu! Quando sei tornata? Dove sei stata per tutto questo tempo, mi hai fatto preoccupare!!.- disse tirandomi dentro.

-Lo so, ti chiedo scusa.- dissi togliendomi il cappotto e sedendomi sul divano.

-Vuoi un po’ di te?.-

-No, Ginny, no.- dissi abbassando lo sguardo.

-Cosa c’è?.- chiese sedendosi accanto a me.

-Siamo sole in casa?.- chiese guardandola dritto negli occhi.

-Si, Harry è a lavoro e il piccolo è da Ron.-

-Va bene, ti devo parlare.- dissi decisa.

 

-Sei stata per tutto questo tempo a scuola?.- chiese curiosa.

-Si, sono stata in quella stanza.- dissi sorridendo a malapena.

-Perché?.- mi chiese sorpresa.

-Avevo bisogno di risposte.- dissi guardando le foto di Ginny.

-Le hai ottenute?.- mi chiese guardandomi negli occhi.

-Beh per la prima volta, penso di averle ottenute.- dissi ricambiando lo sguardo serio.

-Parlami.-

-Ho ritrovato le nostre scritte, ho ripercorso con la mente tutti i nostri ricordi, le nostre emozioni, non ho mai vissuto niente di cosi perfetto, di cosi assolutamente bello.

Lui per tutti, era Malfoy, ma per me era solo Draco. Sono riuscita a trovare ed a amare il lato buono, il lato che nessuno ha mai conosciuto, e sono stata davvero fortunata.- dissi sorridendo.

-Ho conosciuto un ragazzo d’oro, nonostante la sua discendenza. Ho vissuto attimo per attimo le sue crisi, i suoi problemi e la sua tristezza. Ho provato in ogni situazione a tirarlo su, a fargli vedere il lato buono della vita, non ho mai capito se ci sono riuscita, ma so che il suo amore era vero.

So che lui mi ha amato, Ginny, come non aveva mai amato in vita sua, e come mai amerà.

Non so se in questi anni di lontananza abbiamo amato altre donne, ma so che se lo avesse fatto non sarebbe stato vero amore, ma solo una copia di quello che aveva provato con me.- delle lacrime dolci scesero dal mio viso.

-Ginny, io lo amo, e lo amerò per sempre, ma nel buio di quella stanza ho anche capito che per la prima volta io, la perfetta Hermione Granger, aveva sbagliato. Si lo crederei assurdo ma è cosi.

Ho sbagliato a voler diventare un Auror, era l’unica cosa che non dovevo fare, ma invece l’ho fatta, sono andata contro di Lui cosi, e forse è per questo che non torna, forse ha paura che lo manderò ad Azkaban, cosa che non farò mai ovviamente.-

La guardai, anche lei piangeva, sentiva quello che sentivo io, e sapeva che faceva male, davvero male.

-Per questo ho deciso di prendermi un periodo di distacco dal mio lavoro, e di partire, di andare a visitare posti mai visti, vi scriverò ovviamente, e forse chissà, forse in uno di questi posti lo ritroverò, oppure no.

Ma so che è la cosa giusta da fare, ho bisogno di ritrovarmi, ho bisogno di ritrovare la vecchia me, stai bene attenta però, non sto dicendo che mi dimenticherò di Lui, ma solo che ora dovrà aspettare, ora ho bisogno di altro.-

-Hermione.-

-Dimmi Ginny.- chiesi con il sorriso.

-Dove sei stata per tutto questo tempo?.-

-Sempre qua, al tuo fianco.- dissi abbracciandola.

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


capitolo 9

Capitolo 9.

 

La partenza era ormai inevitabile, pensai finendo di sistemare i bagagli.

Non posso più restare, ho bisogno di me, ma io dove sono?

Dove sono finita?

Non ci sono risposte pensai, nella mia mente ci sono solo spazi vuoti, che non possono essere colmati dall’oggi al domani.

Cominciai a piangere, la mia vita l’avevo dedicata solo a lui, pensai, ogni giorno da sette anni, mi ero immaginata il suo rientro. Ma solo ora mi rendo conto, che andando avanti  con gli anni, i miei sogni stavano svanendo, le mie aspettative sfumano e io rimanevo sola.

-Hermione, ora basta, ti puoi riscattare in un modo o nell’altro.- dissi a me stessa.

Ma come? Pensavo di essere diventata una persona migliore dopo aver preso il lavoro per Auror, ma anche quello era stato un grosso sbaglio.

Scossi la testa, la mia vita dal giorno della battaglia finale era diventata un susseguirsi di sbagli, di cadute, di perdite, ma io come una bambina cretina, mi ero sempre alzata, ma non ne valeva la pena, pensai, potevo benissimo rimanere a terra, perché la differenza non era poi molta.

Parto. Ho deciso.

 

 

-Harry, sto passando da Hermione un attimo.- disse Ginny uscendo di casa.

-Va bene tesoro.-

Devo andare da lei, la voglio salutare prima che parta, penso Ginny correndo.

Abitavano vicini lei e Hermione, più che altro per merito suo, perché Hermione si era lasciata convincere abbastanza facilmente.

E aveva preso la casa a poca distanza dalla sua.

-Su Herm, sto arrivando.- disse aumentando il passo.

Arrivò dopo pochi minuti e si precipitò alla porta principale, per poi bloccarsi.

-Hermione sarà in cucina a quest’ora.- disse dandosi un colpo in fronte –Entrerò dalla porta secondaria.-

Detto questo girò la casa e spinse forte la porta secondaria.

Ma senza nessun successo.

Riprovò, ma la porta rimaneva chiusa.

-Hermione?.- chiese sconvolta.

-Hermione! Apri non farmi preoccupare.- urlò la giovane donna.

Ma non ottenne nessuna risposta, da nessuna parte della casa venivano rumori.

Era vuota.

E lei era partita.

-Non ci credo.- bisbigliò Ginny.

 

-Tesoro? Tutto apposto?.- chiese Harry dopo che Ginny aveva sbattuto la porta principale.

Il mago non ottenne una risposta da sua moglie e scese in salone a controllare il suo stato.

E la trovò sdraiata sul divano, con gli occhi chiusi, ma con le lacrime che scendevano senza sosta.

Si avvicinò veloce e le chiese –Cosa è successo?.-

Lei non rispose, anzi aprì gli occhi e iniziò a singhiozzare forte.

Lui le si avvicinò e la strinse in un abbraccio caldo, era cosi quando Harry l’abbracciava, trasmetteva sempre amore.

-Harry…- disse in preda alle lacrime.

-Dimmi Ginny sono qua, amore.- la guardò dritto negli occhi e aspetto.

Ormai da molti anni aveva capito che quando Ginny stava male, non doveva avere fretta di sapere, perché a suo tempo glielo avrebbe detto.

E questo era uno di quei momenti, stese zitto e aspettò con calma che sua moglie parlasse.

Lei dal canto suo, aveva smesso di piangere e stava riflettendo su quello che avrebbe dovuto dire, ma poi capì che non doveva farsi tanti problemi con lui, era suo marito e lo sarebbe stato per sempre.

Il problema sarebbe stato dirlo a Ron, ma in un altro momento, ora doveva pensare a se.

-Non c’è più.- iniziò.

-Chi amore?.- chiese Harry accarezzandogli la fronte.

-Lei…non c’è più.-

-Parli di Hermione?.-

Si guardarono e delle lacrime ricominciarono a scendere sul viso di lei.

-Mi aveva detto che sarebbe voluta partire, per riscoprirsi, per tornare in se, ma non avevo idea che lo avrebbe fatto dall’oggi al domani.-

-E’ già andata via? Ma ne sei sicura? Forse è andata a lavorare.- Harry cercò una soluzione, ma sapeva quanto lei, che la risposta era solo una.

-No Harry, è partita, se n’è andata e non ci ha manco salutato, non ha lasciato un biglietto niente, si è semplicemente smaterializzata.- disse riprendendo a piangere forte.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

Le giornate a casa Potter passavano lentamente e silenziosamente, i coniugi erono amareggiati, delusi e traditi. La povera Ginny non smetteva di piangere, era stata abbandonata dalla sua migliore amica, senza un biglietto, senza un saluto, e questo l'aveva pronfomanente delusa, se lo sarebbe aspettata da tutti, tranne che da lei, la sua amica piú cara.
Lei e Hermione erono inseparabili, si erono trovate a Hogwarts, dopo che lei era entrata al primo anno e da quel momento in poi si erono legate in um modo indissolubile. Avevano vissute molte, moltissime avventure da quando era entrata nel gruppo, e non se n'era mai pentita.
lei, Ron, Harry e Hermione, formavano una squadra perfetta, anche se sapeva che lei non ne faceva veramente parte, erono sempre stati in tre, il grande trio, il magico trio, gli unici ad essere riusciti a salvare il Mondo Mangico ae sconfiggere Tu-Sai-Chi. Lei era come le ultime pagine bianche, che si trovano alla fine di un libro, nessuno si sofferma piú di tanto a guardarle, perchè l'attenzione va sempre alle pagine principali.
ma questo non gli era mai dispiaciuto, perchè lo aveva sempre saputo e si era messa il cuore in pace e si era accontenta del suo piccolo ruolo. ma la gioia piú grande era stata Harry, lui era come una meteora, caduta nel momento più in attesso. E l'aveva coinvolta in tutto e per tutto. Harry era il suo grande amore, l'unico per lei, l'unico che avrebbe amato pempre.


-Ginny tutto bene?.- la domanda di Harry arrivó durante la cena.
-Si perchè non dovrebbe?.- bugiarda si disse, lo sai bene perchè.
-Non mentirmi, lo sai che parlo di Hermione.-
-Non nominare quel nome.- disse lei in preda alla rabbia, stava cercando di dimenticare che l'aveva abbandonata.
-Non puoi ignorarla per sempre, Ginny, è la tua migliore amica, la nostra vicina di casa!!.-
-Non mi importa Harry, mi ha lasciato senza un biglietto, senza chiamare, puff è sparita, non sappiamo dov'è, se sta bene, se è viva, tu puoi anche vivere nell'attesa, come del resto fa lei per Draco, ma io no.- disse alzandosi e andando via.
-Tesoro aspetta!.- anche Harry si alzó.
-Harry, non credo piú nelle favole, non credo piú nelle cavolate che spara Hermione, tu lo sai, forse lo sai meglio di me, cosa abbiamo dovuto fare per titrarla su dopo la Grande Guerra e per salvargli la gamba e cos'altro per aiutarla a dimenticare. Tu che ne sai che non è andata a cercare Draco? Come fai a essere certo che non si stia cacciando in bruttissimo guaio?.- gli urló contro Ginny.
-Non lo sono infatti, non sono sicuro di niente.- disse tranquillamente lui.
-E allora come fai?.- chiese lei rassegnata.
-Io ho fiducia in Hermione, nella mia vita lei non mi ha mai tradito o lasciato solo, so bene quanto te quanto lei abbia sofferto, perchè c'ero anche io con lei, Ginny, forse ti sembrerá assurdo ma io credo che Draco tornerà da lei. Non chiedermi come faccio a saperlo, lo so e basta. Come so che lei tornerà da noi.- -Non so se ho la tua stessa forza amore.- disse lei rassegnandosi.
-Non ti preoccupare.- disse abbracciandola -L'avró io per tutte e due.-
-Harry, secondo te la sua è una pazzia?.- chiese lei sconvolta.
-No, lo ama, lo aspetterâ in eterno, lo sai comè fatta, non si arrende mai.-
-Ma deve capire che sta perdendo la sua vita cosi.-
-Lo so, ma lei non lo capirá mai.-


L'indomani a pranzo vennero Ron e Luna, anche loro felicemente sposati, almeno cosi avevano supposto tutti. Ginny li guardó attentamente, Ron aveva sposato Luna, dopo l'ennessimo riufiuto di Hermione, ma non si era mai capito se l'interesse per Luna era nato prima o dopo.
pensó che solo Ron poteva sapere la veritá e forse manco lui ora sapeva qual'era. Ma sapeva che doveva sapere la veritá su Hermione.
-Non viene oggi la nostra cara Auror?.- chiese lui con un filo di sarcasmo.
-Beh Ron...- cominciò Ginny.
-No aspettate lo so, è troppo impegnata a guardarsi le foto di Malfoy per venire da noi, oppure con qualche strano caso, oppure impegnata a p,iangersi a dopo per la sua vita, sono tante le cose che possono trattenere Hermione Granger.- disse ridendo di gusto.
-Non stanno cosi le cose Ron, mi dispiace.- disse serio Harry.
-Cioè?.- chiese Luna.
-Basta eè partita e non abbiamo idea di dove sia, se sia viva o morta, è sparita dalla circolazione.- disse urlando Ginny.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11.


-Ginny, dici sul serio?.- chiese Ron abbassando lo sguardo.

-Si, Ron, purtroppo è cosi.- disse lei scoppiando a piangere.

-Ma com'è possibile?.- chiese.

-Non lo sappiamo, so solo che ad un certo punto voleva partire e l'ha fatto.- disse ridendo, una risata sarcastica -Ed ora non sappiamo dove siam se sia viva o morto ecc!!.- disse urlando.

-Dovete pure avere una minima idea.- disse alzandosi.

-No, Ron, lo sai com'era diventata Hermione, sai che non mi ha detto più niente e sai anche che lei non mi avrebbe detto niente comunque.-

-Ma chissene feaga di quello che avrebbe fatto o detto, voglio delle risposte sensate.-

-Ron calmati.- disse sua moglie non rimproverando il marito.

-Luna, taci.- disse lui di rigetto.

-Non trattarla in questo modo.- disse Harry, che non sopportava l'amico in certe situazioni.

-Io la tratto come voglio.- urló al suo amico.

-Allora vai via da questa casa.- disse urlando.

Rimase un attimo immobile e in silenzio e poi disse -Se non volete aiutarmi, non importa, ci penseró io.- e detto questo lasció la casa.



-Harry?.-

-Si dimmi Ginny.-

-Da quant'è che non la sentiamo?.-

-Basta chiedermelo, lo sai che non torna se fai cosi.-

-Lo so, ma devo saperlo, dimmelo tu.- chiese disperata.

-È quasi un mese che è via.-

-Un mese...perchè non ha mandato ancora niente?.-

-Non lo so e se lo sapessi te lo avrei giá detto, cara.-

-Lo so, ma oggi me lo sento, succedera qualcosa di importante.-

-Del tipo?.- chiese il marito guardandola curioso.

-Non lo so, non prevedo il futuro.- disse ridendo.

Ride, pensó Harry, allora vuol dire che sta meglio. E rise anche lui.

Nel tardo pomeriggio arrivó il postino ed Harry chiacchieró come al solito con lui, solo dopo esser rientrato si rese conto di quello che aveva in mano, e di quanto era importante.

-Ginny! Scendi subito!.- gli urló e si andó a sedere sul divano.

-Dimmi Harry, che succede?.- chiese preoccupata.

-Avevi ragione tu.- disse ridendo e mostrandogli una lettere -Oggi è davvero un gran giorno.-

E sua moglie rise con lui e si andó a sedere accanto a lui nel divano e lentamente e con mani tremanti aprirono la lettere tanto attesa:
" Buongiorno ragazzi, sono io, la vostra fantastica amica Hermione! Lo so, forse tanto fantastica non sono essendo che vi ho scritto dopo quasi un mese, lo so mi faccio schifo da sola, ma mi credete che non ho avuto un attimo libero? Beh vi giuro che è cosi, comunque inziamo.
Ciao Harry, ciao Ginny, come va? Spero che vada tutto bene là, qua dove sono io, va alla grande credetemi, c'è un sole cosi bello e si sta benissimo.
Vi sarebbe piaciuto stare qui, ma mi dispiace dirvi che non posso dirvi dov'è questo posto, non perchè non mi fidi di voi, ma so che c'è gente che mi cerca e io non voglio essere trovata.
Ecco perchè domani, cambieró localitá. Vi faró sapere in una mia prossima lettere.
E Ginny, credimi se ti dico che sono sola, si, sola soletta.
Non l'ho trovato, non so cosa mi ha spinto a venire dove sono ora, ma l'istinto mi ha ingannato. Ancora.
Ginny, mi sento davvero sull'orlo di una crisi di nervi, non c'e la faccio piú devo sapere, ho troppe domande a cui non so come rispondere, e non ho nessuno che mi possa aiutare in qualche modo, sono sola.
Lui non è qui con me, lui, Draco, l'amore della mia vita.
So cosa mi avresti detto in un momento del genere, fregatene è passato troppo tempo, ma io non posso, non posso dimenticarlo, perchè lui fa parte di me, mi rappresenta, mi completa è la mia metà e lo sarà per sempre.
Ecco che ora faccio le valige e parto di nuovo, non so dove andró, non so se lo troveró, ma so che andró dove mi porta il cuore.
E spero che stavolta si da lui.
Tua Hermione"

Harry posó la lettera sul tavolo e strinse forte sua moglie che aveva iniziato a piangere.

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


Capitolo 12.


-Harry sta davvero cosi male?.- chiese Ginny dopo aver richiuso la lettera.
-Si, mi sa di si.- disse lui scuotendo la testa.
-Ma perchè, perchè non riesce ad andare avanti?.-
-È innamorata.- disse lui tranquillamente.
-Lo so, ma non capisce che Draco non tornerà mai!.-
-Conosendo Hermione, sono convinto che lo sa, ma non si vuole arrendere, farà di tutto per lui.-
-È una povera illusa.- disse la ragazza.
-E allora? Io credo sempre in lei.- disse Harry alzandosi.

-Draco, mi piacerebbe averti qui accanto a me e vedere assieme questo tramonto.
Goderci il silenzio delle onde e la tranquillità del mondo.
Viverci in silenzio e senza paura.
Amarci per sempre.Ma tu...- dissi asciugando le lacrime -Non sei qua con me. Sono sola, per quanto ancora mi lascierai sola?.- chiesi riprendendo a piangere.

-Ginny dobbiamo riportarla qua.- disse Harry entrando in cucina.
-Come vuoi portarla qua? Non sappiamo manco dove sia.- disse dando per scontato la domanda del marito.
-Non lo so, ma non si è fatta più sentire e sono preoccupato per lei, non è da Hermione comportarsi cosi.-
-Non te ne sei accorto? Non è piú la stessa Hermione da ben sette anni.- disse la donna riprendendo a cucinare.
-Lei è sempre la stessa, solo che ora, è diverso, c'è qualcosa in lei che non mi convince piú.-
-Ha semplicemente aperto gli occhi Harry, si è resa conto di essere sola.-
-Ci siamo sempre stati noi con lei, non è mai stata sola.- disse serio.
-No Harry, ci sono stata io.- disse guardandolo.
-Ginny, guarda io la conosco da piú tempo, e posso dirti che ci siamo sempre stati io e Ron.-
-Harry sono la sua migliore amica.-
-E io il suo.- disse ricambiando lo sguardo della moglie.
-Allora vattene da lei!!.- disse andandosene.
Harry esausto si sedette sulla sedia e sospiró -Perchè mia moglie non capisce niente?!.-

Devo andarmene pensai, si sta mettendo davvero male qua. Ma dove sono tutti? Possibile che...? No, non ci voglio pensare.
Dov'è la mia borsa? Eccola la presi e uscí la bacchetta pronta a qualsiasi cosa per vivere. Per sperare ancora.
Ma non contai il fattore maggioranza.
La porta della mia casetta fu spaccata in due e vidi piú di dieci persone entrare, ero in trappola.
-Salve a lei Auror, siamo qua per divertirci un pó.- disse ridendo un omone.
Strinsi la bacchetta e mi preparai, non gli avrei ceduto tanto facilmente la mia vita.

-Ginny dai, smettiamola, io non voglio andare da nessuna parte, voglio stare con te, qua a casa nostra.-
-Harry mi hai ferito.- disse la moglie voltandosi verso di lui.
-Non volevo, volevo solo farti capire che anche io tengo a Hermione e confido in lei.-
-Lo so che credi in lei, anche io lo vorrei fare, ma non ci riesco.- disse esausta.
-Lo so, tu sei quella razionale, io quello avventato.- disse ridendo e avvicinandosi alla moglie.
-È per questo che ti amo.- disse lei baciandolo.
-Anche io ti amo.- disse ricambiando il bacio.
Boom!
-Cos'è stato?!.- chiese Ginny preoccupata.
-Non lo so, proveniva dal salone. Scendo a vedere.- disse Harry.
-Aspetta tieni la bacchetta.- disse Ginny porgendogliela.
-Grazie.- sceseró silenziosamente le scale, con la bacchetta puntata per ogni eventualità.
Girarono l'angolo e lo spettacolo che videro li lasció senza parole.
-Ciao ragazzi...- disse a stento la ragazza.
-Hermione...cosa ti è succeso?.- chiesero vedendola piena di sangue.

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


Capitolo 13.

-Ciao ragazzi.- dissi cercando di alzarmi in piedi.
-Hermione cosa ti è successo?.- mi chiese Harry che mi aiutó ad alzarmi.
-Beh tante cose.- dissi ghignando, sapevo che non era il momento di fare battute ma era piú forte di me.
-Sei solo una stupida!!.- mi urlo Ginny.
La guardai stupita, per quella presa di posizione e abbassai gli occhi.
-Lo so.- dissi quasi in sussurro, li avevo fatti preoccupare, non c'erono scuse per il mio atteggiamento.
-Allora perchè te ne sei andata? Sapevi che era pericoloso, sapevi che dovevi dirci dove andavi, eppure non hai fatto nulla del genere, e gurdati ora sei piena di sangue e di ferite.- mi disse urlando.
-Ho avuto qualche imprevisto.- dissi cercando di ribattere.
-Qualche?.- mi chiese urlando -Hermione ti sei smaterializzata nel mio salotto che eri quasi morta!.-
-Lo so e tolgo il disturbo infatti.- dissi raddrizzando la schiena, li guardai ancora una volta e uscí da casa loro.
Dovetti faticare parecchio per arrivare a casa mia, non mi ricordavo che era cosi lontano e poi in certe condizioni non era certo una passeggiata.
Mi stupí il mio senso dell'umorismo, non lo ero mai stata, in tutta la mia vita ma a quanto pare, mi prende nelle situazioni gravi, mai in quelle serene.
Aprí la porta di casa e mi buttai sul divano.
La casa era rimasta intatta, pensai ma dopo un attimo mi resi conto che nessuno apparte me ci viveva quindi era normale.
-Sarebbe bello non vivere piú da sola.- pensai guardandomi attorno. Sarebbe bello sentire allegria in ogni stanza e non piú quel senso di solitudine che non ti lascia piú andare.
-Lasciamo stare su.- mi dissi con rassegnazione.
Lentamente levai la giacca e poi la maglietta, avevo una ferita proprio sulla spalla, che non mi consentiva di muovermi bene e altre sparse nelle varie parti del corpo.
Buttai la giacca e la maglietta, anche perchè le macchie di sangue non passano.
E andai a prendere la cassetta del pronto soccorso.
Meno male che l'ho rifornita prima di partire pensai prendendo il cotone e il disinfettante.
Cominciai dalla ferita alla spalla, cercai di non urlare ma i tagli erono profondi, in seguito passai a quella sua pancia e alle varie ferite sui bracci e gambe.
Dopo aver pulito anche l'ultima ferita mi buttai sul divano, asciugai le lacrime dovute al dolore e mi avvolsi con il plaid.
Non faceva freddo, ma era il mio cuore, era freddo come ghiaccio e la causa era che lui. Senza lui non ho piú potuto esprimere i miei sentimenti, perchè tutto il mio esistere dipendeva solo e soltanto da lui.
-Cosa mi rimane?.- mi chiesi fra le lacrime.
-Niente, non ho piú niente.- dissi iniziando a piangere forte.
Mi sentivo sola, davvero sola e non era giusto pensai, perchè anche io mi meritavo la felicità.
-Non sei sola.- mi sentí dire.
Sussultai aapena sentí Harry, doveva smettere di entrare di soppiatto.
-Mi hai fatto spaventare, non ti hanno detto che esiste il campanello?.- chiesi.
-Si, ma non volevo farti alzare.- disse sedendosi accanto a me.
-Grazie Harry.- dissi sorridendogli.
-E di che, sai che non dovresti piangere?.- mi chese gentile.
-Lo so, ma è piú forte di me.-
-È piú forte di tutti, ma ci vuole buona volontá.-
Non risposi, io non avevo piú buona volontà, ero un cadavere.
-Cosa ti è successo?.-
-Mi trovavo in un isola quasi deserta dell'Africa, era bello li, non avevi molte aspettative, vivevi alla giornata e stavi bene. Stavo veramente bene. Solo che poi sono arrivati dei banditi o almeno credo, dei de dritti che la magia ha allontanato, o meglio che io come altri abbiamo allontanato, e dono venuti a prendersi la loro rivincita e diciamo che erono in maggioranza numerica.- dissi facendogli notare le mie ferite.
-Tutto loro hanno fatto? Ma scusa non potevi chiamare aiuto?.- mi chiese a mo' di riproverò.
-Sono arrivati la sera tardi e si sono diretti subito da me, hanno sfondato la porta e ho cercato di tenergli testa, ma non ci sono riuscita. Peró suppongo che avessero delle spie, perchè nessuno, neanche voi, sapevate dov'ero.-
-È probabile, ma ora come stai?.-
-Meglio, peró non ho usato la magia, sennó finivo nel fare qualche danno.-
-Hai fatto bene, Hermione non so cosa fare per te.- mi disse dispiaciuto.
-Puoi dire a Ginny che le voglio bene?.- chiesi.
-Certo.- mi rispose.
-Allora vai da lei e fallo.- dissi sorridendo.
-A domani Hermione.-
-Ciao Harry.-
Appena se ne fu andato tornai al mio pianto e alla mia disperazione.

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


Capitolo 14

La mattina successiva fu un vero tormento alzarsi, un pó a causa delle ferite, un pó a causa del mio cuore a pezzi.
La luce del sole non era neanche di quelle brillanti, era cupa come il mio cuore.
Lo guardai senza troppa voglia di vivere, quella vita mi stava uccidendo piano piano, mi stava divorando dall'interno e non avevo poi tanto da vivere se non davo un taglio deciso, cosa che non avrei mi fatto.
Non gli avrei mai potuto dire addio, pensai triste.
Cosi con molta fatica mi portai in camera e mi concedetti un bagno ristoratore.
Lentamente il sangue incrostato lasció il mio corpo, come la mia anima che giorno dopo giorno abbandonava questo corpo stanco della vita.
Era veramente questa la vita che avevo sognato da giovane?
Erono queste le aspettative che mi ero prefissata?
Scossi la testa ad entrambe le domande, non avevo sognato niente del genere, non avevo sognato di finire sola in una casa che non sentivo mia, non avevo sognato di scappare dal passato Perchè molte volte ricordare faceva piú male che vivere.
Non avevo sognato un'uomo che non era stato presente per buona parte della mia vita.
Avevo solo chiesto la felicità, ma a quanto pare chi troppo chiede nulla ottiene.
Uscí dopo quasi un'ora dal bagno, mi ci era voluto piú del previsto per ripulirmi del tutto.
Scesi di nuovo in cucina e cercai di prepararmi qualcosa di sostanzioso, ma senza riuscirci e cosi optai per dei cereali con latte e mi fionda davanti la tv.
Non la guardava da molto tempo, ma mi dissi che era il momento di riprendere certe abitudini e lentamente finí il mio pasto/colazione, che mi aveva anche saziato per quanto incredibile.
Pulí il piatto e tornai in salone e silenziosamente mi addormentai, anche se con molta fatica quel silenzio iniziava ad opprimermi piú di prima e la cosa cominció a scocciarmi.
Mi svegliai un paio d'ore dopo, ancora piú stanca di prima.
Scossi la testa e mi alzai per andare a prendere la cartella del lavoro, stare in questa casa pensai toccando il muro stava diventando troppo pesante, troppe promesse erono stata fatte qua dentro, troppe lacrime erono state versate, troppe urli erono rimasti in trappola nelle parenti.
Ecco perchè, pensai sedendomi sulla sedia della scrivania, ero partita perchè in una nuova casa si puó sempre fare ció che si vuole, perchè non ci sono delle vere e proprie regole da seguire, perchè è tutto nuovo.
Sorrisi a quella bella casetta dell'Africa, quella era una casa in cui sarei andata a vivere volentieri.
Ma scossi la testa, non era il momento di pensarci.
Aprí la cartella del lavoro e uscí dei documenti che dovevano essere letti e firmati e portati in sede.
Ma qualcosa destó subito la mia attenzione, un biglietto ripiegato su stesso, con su scritto poche lettere: so dove sei.
Il cuore perse un battito, mi alzai di colpo e corsi a prendere la bacchetta in camera, e controllai ogni singola camera da cima a fondo ma non trovai nessuno, cosi tornai a prendere quel biglietto, rileggendolo piú volte e cercando di capirlo in qualche modo.
Ma quelle tre parole non smisero di provocarmi un paura folle, cosi osai il foglietto ed eseguí degli incantesimi per proteggere la casa da gente estranea a quella che aveva visto fin'ora.
Dovevo essere prudente, ero un Auror affermato e potevo anche essere in pericolo.
Presi il telefono e digitai il numero veloce.
-Harry?.- chiesi con voce tremante.
-Hermione che succede?.-chiese di rimando.
-Qualcuno è entrato a casa mia e mi ha lasciato un biglietto anonimo, dice che sa dove vivo.- dissi col cuore in gola.
-Arrivo subito.- e staccó la chiamata.
Lo feci anche io e aspettai l'arrivo Harry tremando come una foglia.
Dopo pochi minuti lo sentí suonare come un pazzo e mi precipitai ad aprirgli.
-Fammi vedere.- disse subito.
Gli porsi il bigliettino e lui lo scrutó serio, poi estrasse anche lui la bacchetta.
-Dobbiamo capire chi è, non sei per niente al sicuro.-
Annui, mi si strinse ancora di piú il cuore e pensai che sarebbe stato bello aver Draco qui in quel momento.

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


Capitolo 15.

-Chi puó esser stato?.- chiesi bevendo un sorso di caffè.
-Non lo so.- rispose Harry.
-Stai bene?.- chiesi.
Era stanco, da una paio di gironi non faceva altro che consultare incantesimi e chiamare persone.
-Harry vai a casa, hai una moglie che ti aspetta.- dissi dolcemente.
-Mia moglie sta bene, tu no.- disse serio.
-Harry, sesamo che abito qua, sapranno anche di te, non è giusto mettere in difficoltà Ginny.- ribadí calma.
-Ma...- provó a controbattere.
-Niente ma, vai a dopo.- dissi incoraggiandolo.
Lui non rispose, mi salutó con un breve gesto della mano e uscí di casa.
Sorrisi, Harry era davvero un bravo marito.
Mi alzai e decisi che era inutile farsi prendere dal panico, chiunque fosse stato a mandarmi quel messaggio, lo avrei scoperto, prima o poi.
E nell'attesa avrei impiegato il mio tempo a fare altro.
Mi concessi una doccia rigeneratrice, ma qualcosa catturó la mia attenzione mentre l'acqua fredda mi colpiva il volto, un rumore, un rumore strano e sospetto proveniente dal piano di sotto.
Il cuore inizió a battermi forte, chi era? Mi chiesi in preda a prossima crisi isterica.
Chiusi l'acqua e indossai subito i vestiti che avevo lasciato in bagno, non c'era tempo di asciugarsi pensai prendendo la bacchetta.
Lo sconosciuto non avrebbe aspettato.
Strinsi la bacchetta nella mano destra e aprí lentamente la porta, con il cuore che non smetteva di battere forte uscí, il corridoio era totalmente vuoto, e sembrava anche che il rumore fosse cessato.
Fui pronta a rilassarmi, ma appena sospirai, sentí lanciarmi contro uno stupeficium, che mancai appena in tempo.
Mi nascosi dietro l'angolo e attesi il prossimo colpo, che tardó ad arrivare peró.
-Chi sei?.- urlai per farmi sentire.
Non poteva essere vero, non potevo anche essere attaccata a casa mia, cose da uscire pazzi.
Ma non ottenni nessuna risposta.
-Rispondi!!.- urlai ancora piú forte.
Non rispose, ma potei sentire la sue presenza nella casa, stava ascoltando, su questo non c'era alcun dubbio.
Cosi decisi di far io la prima mossa.
Respirai a fondo e mi girai verso il corridoio, lo trovai vuoto ma riuscí a intravedere l'ombra del mio assassino.
Bene, pensai, non sei poi cosi furbo.
Alzai la bacchetta pronta a colpire.
Non mi sarei fatta fregare una seconda volta, ma notai che il mio aggressore non aveva intenzione di muoversi, niente di niente.
E la cosa mi lasció abbastanza di sasso, infatti mi alzai e girai l'angolo, lo avrei fregato con le sue stesse mani, pensai sorridendo.
Ma ancora non aveva o idea di chi mi sarei ritrovata davanti.
Non appena fui vicina alla sua postazione, potei sentire il suo respiro pesante, aveva paura? No pensai, era altro.
Ma cosa? Non mi diede il tempo di rispondere che si fece avanti e si paró davanti a me.
Cavolo, mi sono fatta fregare, indietreggiai, ma trovai dietro di me il muro.
Sono finita, pensai respirando a mala pena.
Ma appena vidi il suo volto, capí tutto.
Vidi i suoi terribilmente freddi e inespressivi, del colore dell'odio, grigi come la bufera piú potente.
Riconobbi i suoi capelli bianchi, quel bianco quasi inesistente al mondo, e infatti questo era il suo segno di riconoscimento.
Trovai al suo collo la collana che mi era stata data, era ancora là dopo tutto questo tempo.
Trovai nella sua mano che teneva la bacchetta il simbolo che lo avrebbe identificato a vita, anche dopo la morte il marchio nero.
Trovai questo e molto altro, ma l'unica cosa che riuscí a dire fu.
-Sei...vivo.- e poi scoppaiai a piangere.

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


Capitolo 16.

Sentì le sue braccia stringermi in un caldo abbraccio e io mi buttai su di lui.
Non potevo crederci, forse non volevo crederci, ma lui era vivo, non era un miraggio era davvero a casa.
Lo guardai e i nostri sguardi si ntrecciarono per un momento che mi parve infinito, vidi il suo volto farsi sempre più vicino.
E lo aiutai a colamare quella distanza, lo baciai.
Sentì il suo cuore battere forte quanto il mio, sentì le sue mani farsi sempre più stretta intorno ai miei fianchi.
Non mi lasciai scappare nemmeno un dettaglio, perché lui era mio.
Draco era solo mio.
-Hermione.- disse piano.
Appena sentì la sua voce, il mio cuore perse un battito e ripresi a piangere, come avevo potuto dimenticare quella voce? mi chiesi dandomi della stupida.
-Draco.- dissi stringendo il suo volto tra le mie mani e in quel momento non mi era mai sembrato così vero.
-Sono qua.- disse sorpreso della situazione.
Annuì e lo ripresi a baciare, non mi importava più niente pensai, spingendolo in camera mia e che ora sarebbe diventata nostra, non mi importava del perché aveva perso così tanto tempo, volevo solo sentirmi viva, volevo solo sentire il suo corpo sul mio, la sua bocca contro la mia e le sue mani.
Vidi i suoi occhi addolcirsi e gli tolsi il mantello, lo volevo, lo volevo con tutta me stessa.
Mi tolse subito la maglietta e potei sentire le sue mani sui miei seni, che avevano ormai dimenticato il suo tocco possessivo.
Gli tolsi i pantaloni e lo buttai sul letto, mi sentì come se non se ne fosse mai andato, come se fare l'amore con lui fosse una cosa da tutti i giorni.
Ma non lo era, pensa ricacciando le lacrime, era la prima volta che lo facevamo dopo sette anni, sette lunghissi anni di solitudine e astinenza.
Lo sentì armeggiare con la mia cintura e lo aiutai a togliermi anche i jeans, infine ricoprendolo di baci gli tolsi delicatamente la maglietta.
Non era cambiato, aveva solo delle ferite sul corpo e quando le vidi mi preoccupai per la salute, forse stava male. Ma cacciai via quell'idea e presi a baciare quelle parti del suo coropo.
Lo sentì gemere dal piacere, ma non smisi, risalì fino alla sua bocca e mi impossessai di essa, lentamente mi sfilò l'intimo e mi ritrovai nuda davanti a lui e finalmente mi sentì a casa.
Sorssi e lui sorrise con me.
Non aspettò molto e in poco tempo fu dentro di me e potei sentire la sua gioia, la sua paura e il suo amore per me.
Non era cambiato, era solo diventata più saldo, come il mio.
Ci consumammo durante la notte, e quando lo vidi dormire accanto a me mi resi conto che Ginny aveva sbagliato tutto, e che avevo fatto bene a seguire il mio cuore.
E sorrisi prima di addormentarmi su Draco.
Fui svegliata l'indomani dai raggi solari che avevano oltrepassato la tenda della camera.
Cercai col braccio Draco ma trovai solo il vuoto del letto ed ebbi paura che fosse stato solo un brutto sogno, mi alzai e notai che non poteva esserlo, ero ancora nuda.
Lo cercai con lo sguardo e lo vidi davanti alle fotografie.
Sospirai, era vero, lui era vero e vivo.
Mi alzai e mi avvolsi con lenzuolo, notai che i muscoli erono cresciuti e che era diventato più alto, dettagli che non avevo notato.
Vidi anche altre cicatrice e mi strinse il cuore per il dolore.
-Eravamo così giovani.- disse posando una nostra foto.
-Lo siamo ancora.- dissi cercando di non piangere.
-Non come una volta, sono passati sette anni.- disse piano.
-Lo so.- dissi posando una mano sul suo braccio.
Lo vidi sussultare per poi girarsi ed incontrai i suoi bellissimi occhi.
-Ciao.- dissi sorridendo.
-Ciao.- disse piano.
-Mi sei mancato.- e mi buttai tra le sua braccia, pronte ad accogliermi.
-Prometti che non te ne andrai.- dissi piangendo.
-No Hermione rimango qua, per sempre.- disse stringendomi.
-Voglio sapere tutto.- dissi.
-Okay.- mi prese la mano e mi fece sedere sul letto.
Ci guardammo e giocherellando con i miei capelli decise che era il momento di parlare.
-Dopo che quel giorno ti ho salutata, sono stato quasi due anni con i miei genitori a scappare, ci muovevamo spesso, non eravamo facili prede, solo che dopo un pò anno iniziato a intercettarci e ci siamo divisi e in quegli anni non avevo fatto altro che sperare quel momento, perché sarei stato libero di tornare, ma non si rilevò così facile.- e attraverso i suoi occhi potei vedere la sua tristezza.
-Ero seguito, avevo tre o quattro Auror alle spalle, queste.- disse indiacando le cicatrice -Me lo sono fatto cercando di scappare, e senza che potessi farci altro erono passati tre anni, cinque anni da quando ti avevo lasciato.
Il mio cuore stava iniziando a perdere le sperzanze, non riuscivo a tornare ed avevvo paura che tu ti fossi fatta una nuova vita, magari con Lenticchia e non riuscivo a darmi pace, non riuscivo a vederti stretto a un'altro o baciare un'altro. Così ho cercato di avvicinarmi in qualche modo ma fu impossibile con tutte le guardie che giravano per Londra, così fui costretto a rimanere nascosto per un'altro anno e poi nell'ultimo anno sono riuscito a tornare a galla, sono riuscito a far valere il mio nome e sono riuscito a tornare.-
Mi asciugò una lacrima solitaria.
-Draco ti ho aspettato per sette anni, non ho mai amato nessun'altro, sono ancora tua.-
-Non ti sei messa...- disse piano.
-Con Ron? Certo che no! Ron è sposato ed io ti ho aspettato.- dissi piano, -Io sono solo tua.- dissi baciandolo.
-Ti amo.- gli dissi.
-Anche io ti amo Hermione.-

-Hermione perché ci hai fatto chiamare?.- chiee Harry ancora assonnato.
-Volevo dirvi una cosa o meglio farvela vedere.- dissi rivolgendomi a Harry, Ginny, Ron e Luna.
Non dissi altro, ma invece uscì Draco dalla cucina.
Lo sguardo dei miei amici mi fece sorridere.
Non se lo aspettavano, eh no pensai felice. Mi avvicinai a lui e gli presi la mano.
-Sono tornato.- disse semplicemente.
-E io che avevo detto che non saresti tornato, mi sono sbagliata.- disse Ginny scusandosi.
-Draco.- disse Harry e si avvicinò ad abbracciarlo, un abbraccio fraterno.
-Sono davvero contento che sei tornato, almeno non dovrò pensare a lei venti quattro ore su venti quattro.- disse scherzando.
-Harry ti devo ringraziare per esserti preso cura di lei per tutto questo tempo, non potevo lasciarla in mani migliore.- disse seriamente.
-Lo so amico, ma per me è stato un piacere, ora almeno so che lei resterai per sempre accanto, non è vero?.-
-Certo, non la lascerò più.- disse voltadosi verso di me.
-Sono contenta che sei tornato Draco.- disse sinceramente Luna.
-Anche io.- le rispose.
-Ron?.- chiesi un pò offesa per il suo comportamento.
-So che non ti sono mai piaciuto.- disse Draco e con quelle parole catturò l'attenzione di tutti -Ma la amo, la amo veramente e non c'è niente di falso in quello che ti sto dicendo.-
Alla fine Ron sorrise e gli porse la mano.
Non era granché, ma era almeno un'inizio pensai sorridendo.
Un grande inzio e mi buttai fra le braccia del mio uomo.


spazio autrice: Ringrazio tutti quelli che fino a oggi mi hanno seguito e hanno avuto la pazienza di recensire la mia storia, volevo solo dire che vi iringrazio e che il prossimo capitolo sarà l'epilogo questa bellissima storia spero che sia piaciuta, quanto a me kiss =)

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Capitolo 17
*** epilogo ***


Epilogo.

-Hermione andiamo?.- chiese Ginny bussando alla mia porta.
-Si arrivo.- dissi mentre scendevo ad aprirle.
-Sono già tutti lì.- disse facendomi fretta.
-Lo so.- dissi prendendo la borsa.
Diedi uno sguardo veloce alle foto del matrimonio e sorrisi.
-Eccomi.- dissi raggiungendola.
Chiusi casa e corremmo verso il parco vicino alle abitazioni.
-Eccole!.- urlò Draco.
Mi venne in contro e mi baciò con passione.
-'Giorno amore.- disse riprendendomi a baciare.
-Giorno a te.- dissi sorridendo.
-Ora si può mangiare!.- urlò Ron che non aveva smesso di lamentarsi del nostro ritardo.
-Si mangiamo.- dissi accontentandolo.
-Mamma, Mamma!!.- sentì chiamarmi.
Mi girai e finì a terra tra le braccia del mio ometto.
-Scorpius cosa c'è!?.- chiesi vedendolo agitato.
-Lily non vuole ridarmi il giocattolo!.- disse indicando la bambina tra le braccia di Ginny.
-E' vero?.- chiese lei.
-Uffa mamma lo voglio io.- disse mettendo il broncio.
-Allora oggi lo compriamo.- disse Harry a Lily.
-Davvero?.- chiese la bambina sorridendo.
-Si ma ora ridallo a Scorpius e giocate assieme.- disse Harry dolcemente.
E la bambina corse via inseguita dal mio piccolo.
-Sono terribili quei due.- disse Draco aiutandomi ad alzarmi.
-Si e meno male che hanno la stessa età.- dissi sistemando il vestito.
-Si e non basta che siano maschio e femmina, vogliono gli stessi giocattoli, mamma mia.- disse Ginny esasperata.
-E' vero.- dissi sedendomi sul prato accanto a Draco.
Incrociai un attimo lo sguardo di Harry, anche lui era diventato papà e vedendolo con la sua bambina si capiva che l'amava più di se stesso e che il giorno in cui nacque Lily divenne l'uomo più felice di questo mondo ma dopo me e Draco.
Draco come sempre incrociò le nostre mani, era una bella sensazione sentirlo accanto, era bello e basta.
Guardai le nostre fedi con orgoglio, c'eravamo sposati lo stesso anno che lui era tornato, non potevamo aspettare oltre, quei sette anni erono bastati a tutti, soprattutto a noi che avevamo deciso di vivere per sempre assieme.
E ripensando alla cerimonia devo dire che era venuta perfetta, erono venuti tutti e tutti avevano trattato bene Draco come se il passato non contasse niente in questo nuovo mondo di pace.
Sorrisi, lo stesso anno, un paio di mesi dopo il matrimonio era arrivato Scorpius, non lo avevamo aspettato, ma lo accettammo come un dono.
Un magnifico dono che mai avremmo lasciato, lui era il nostro bambino pensai guardandolo giocare, e lo sarebbe sempre stato.
Adesso eravamo sposati da sette anni, altri sette lunghissimi anni, ma questa volta non li avevo passati da sola a rimurginare sul passato.
Li avevo passati con l'uomo che amavo e che avevo sposato, con l'uomo che era diventato il padre di mio figlio e dei miei futuri figli, con l'uomo che aveva accettato il mio lavoro di Auror ed era diventato amico dei miei amici.
Con l'uomo che avrebbe illuminato per sempre le mie notti buie e tempostose, con l'uomo che splendeva più del sole e della luna.
Lo guardai, lo amavo come l'amavo ai tempi della scuola e come lo avrei amato per sempre, lui Draco Malfoy, l'uomo che aveva salvato la mia vita e che dopo tanti anni mi aveva dato l'amore che avevamo perduto.


angolo autrice: ed ecco il tanto atteso epilogo, spero che vi piaccia, come a me. spero che tutta la storia vi sia piaciuta e io vi ringrazio con tutto il cuore, ringrazio tutte le persone che mi hanno seguita, quelle che l'hanno messa nelle preferite e nelle ricordate, siete davvero tanti per elencarvi tutti, ma sappiate che questa storia è venuta bene grazie a voi, perchè mi avete aiutato a renderla migliore e questo ultimo capitolo lo dedico a tutte voi!
Un grazie enorme e spero che mi continuerete a seguire nell'altra mia storia "but...where is the love?" !
grazie, ZoeyeJames =)

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