Cedric's friends and the Goblet of Fire.

di eleanor89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo e Campione di Hogwarts. ***
Capitolo 2: *** Giornali e chiacchiere. ***
Capitolo 3: *** La prima prova. ***
Capitolo 4: *** Un giorno di novità. ***
Capitolo 5: *** Il Ballo del Ceppo. ***
Capitolo 6: *** Capodanno. ***
Capitolo 7: *** Previsioni, duelli, questioni di sangue e gelosia. ***
Capitolo 8: *** Foto e Seconda Prova. ***
Capitolo 9: *** Giornali e Lettere. ***
Capitolo 10: *** Un mese non proprio tranquillo. ***
Capitolo 11: *** La terza prova. ***
Capitolo 12: *** La fine di tutto. ***
Capitolo 13: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo e Campione di Hogwarts. ***


Note: la protagonista non è Megan Jones, lo sono un po' tutti, per il prologo ho scelto il suo punto di vista perché è quella meno diplomatica. No, non è la tipa che fa la dura, è semplicemente un tantinello brusca, o per meglio dire incredibilmente sincera e incapace di relazionarsi decentemente con gli altri essere umani.
L'anno del torneo Tremaghi e dell'Ordine della Fenice è già stato scritto, perciò potrò pubblicare molto spesso.
Molti nomi sono presi dalle note rese pubbliche dalla Rowling di personaggi che non ha mai nominato, ho seguito le indicazioni del Lexicon, escluse alcune licenze come il fatto che Megan Jones nella mia fanfiction sia Scozzese.
Stebbins e Fawcett sono comparsi anche nei libri della saga come “quelli che erano in atteggiamenti intimi e Snape li ha puniti”.
Chiunque legga 70s students sappia che qui ci sono figli di persone che gli saranno molto familiari!
Metterò uno specchietto coi personaggi più avanti se pensate che possa servire.





Prologo



Dividere la camera con le sue compagne non era affatto facile, e non tanto per la povera Susan che non seccava mai nessuno e si faceva i santissimi fatti suoi, quanto per quella piaga di Sally-Anne che pretendeva il massimo silenzio e soprattutto che nessuno entrasse nel suo spazio vitale che aveva un raggio di circa cinque metri, spaventata forse dall'essere contagiata dalla vitalità delle altre persone presenti. La principessina bionda ci teneva a far valere la propria superiorità anche quando era nascosta dalle mura della loro camera e non mancava di guardarla con disprezzo quando tentava di raccontare ad Hannah le ultime imprese delle Holyhead Arpies, visto che lei in quanto quasi estranea al gioco era alquanto influenzabile e bisognava tenerla in salvo delle stupide idee dei suoi amichetti Ernie e Justin con le loro squadre per pezzenti. Con Georgia non parlava molto, erano entrambe troppo poco diplomatiche, o come diceva Wayne lei era incivile e Georgia non amava farsi sottomettere, per non scontrarsi su ogni argomento, perciò quella passava il suo tempo con Michael e non si parlavano; così finivano i suoi rapporti con le compagne di stanza.
In effetti, si poteva dire che Megan non avesse rapporti particolari con loro, e fin troppo spesso si ritrovava a chiacchierare con Mirtilla Malcontenta che condivideva con lei l'odio per Sally-Anne e una sconfinata ammirazione per Cedric, due anni avanti al loro e uno dei suoi pochi amici.
Non che fosse possibile non andare d'accordo con Cedric: quel ragazzo, oltre ad essere particolarmente bello, era gentile, leale, simpatico, giusto: l'incarnazione dello spirito Hufflepuff.
Lei lo aveva conosciuto grazie a Wayne, fratello di un compagno di stanza di Cedric, un anno più grande di lei. Wayne tra l'altro le era particolarmente insopportabile, ma non si poteva avere tutto dalla vita.
O evidentemente lei non poteva avere tutto dalla vita.
Trascorreva le sue giornate con Cedric, Michael, Walter, Wayne, Georgia, Quill e Stephen, e andava d'accordo solo col primo, parlava alle volte col secondo per insultarlo, e col terzo, sano di mente, e litigava col quarto mentre raramente scambiava parole con gli ultimi tre.
I suoi voti erano nella media, non era una secchiona come Hannah, Stephen e quello spocchioso di Ernie ma neppure pessima come Quill e gli altri amici di Cedric; non era né invisibile né popolare, insomma, nella sua vita non c'era nulla di eccitante se non il Quidditch, visto che sua cugina Gwenog era il capo delle Holyhead Arpies di cui era una sfegatata tifosa e lei era la battitrice di Hufflepuff. A meno che non fosse considerato popolare il fatto che tutti sapessero il suo nome e la guardassero con sospetto solo perchè non era un esempio di calma.
A volte si trovava a desiderare di vivere una vita pazza come quella di Harry Potter, che si diceva avesse già compiuto grandi gesta di cui probabilmente metà erano inventate ma che perlomeno aveva amici inseparabili e nemici giurati.
Se avesse già avuto diciassette anni sarebbe stato lui il campione di Hogwarts quell'anno, poco ma sicuro.
Intanto lei tifava perché fosse scelto Cedric e sperava che quell'anno fosse un po' più emozionante del solito.
Più tardi avrebbe pianto amare lacrime al solo ricordo, in quel momento si preparava per andare a vedere chi sarebbe stato scelto come Campione.


 Campione di Hogwarts.


«Il campione di Hogwarts è Cedric Diggory!» scandì Dumbledore e Megan Jones scattò in piedi, applaudendo con più forza del necessario. Wayne Hopkins batté le mani alzandosi con immancabile calma e poi sollevò un calice verso Cedric Diggory, che gli fece l'occhiolino mentre raggiungeva gli altri campioni. Tutti gli Hufflepuff si erano alzati e festeggiavano.
«Finalmente anche uno dei nostri si fa notare...» commentò Ernie Macmillan con aria estasiata, e Sally-Anne Perks annuì solennemente.
«Senza contare che è pure un ottimo esempio di bel ragazzo!» esclamò Susan divertita, scoppiando a ridere. Stephen Cornfoot sospirò rumorosamente e batté le mani con meno entusiasmo, mentre gli amici di Cedric ridevano o alzavano gli occhi al cielo.
«E ti pareva...» commentò Walter, dando poi una gomitata al fratello che si era già seduto di nuovo per sorseggiare il succo di zucca, «Wayne! Non puoi mostrarti un po' più felice?»
«Cedric sa che ha tutto il mio sostegno.» ribatté lui flemmatico.
Megan lo fulminò con lo sguardo, continuando ad applaudire e commentando: «Sei sempre la solita nonna.»
L'unica risposta di Wayne fu un inarcarsi di sopracciglia.
«Credo che il preside stia cercando di parlare.» ridacchiò Justin Finch-Fletchley, e Hannah Abbott, come sempre alla sua sinistra, si sporse per vedere meglio.
Rent Summers e Jack Summerby fischiarono e il povero Quill Rivers accanto a loro si coprì le orecchie. Alla fine il preside riuscì a riportare la calma.
«Bene, ora abbiamo i nostri tre campioni. Sono certo di poter contare su tutti voi, compresi gli studenti di Beauxbatons e Durmstrang, perché diate ai vostri campioni tutto il sostegno che potete.
Acclamando il vostro campione, contribuirete in modo molto...» Dumbledore si interruppe e tutti seguirono il suo sguardo.
«Guardate il calice!» sussurrò Michael Stebbins, sovreccitato migliore amico di Cedric.
«È rosso... Un'altra pergamena!» squittì Quill.
Megan assottigliò lo sguardo mentre il preside ne leggeva silenziosamente il nome. Lei e tutta la Sala Grande lo fissavano in attesa.
«Harry Potter.»
Megan spalancò la bocca, inorridita, e si voltò a cercarlo con lo sguardo. Il mitico ragazzo sopravvissuto che aveva salvato molti di loro genitori nati-babbani con la sola esistenza era lì, in tutto il suo splendore di capelli arruffati e occhiali da quattro soldi, impietrito come se non sapesse cosa fare. L'imprecazione le sgorgò di bocca da sola, quando notò che persino Wayne si era voltato a guardarlo con gli occhi spalancati.
«Non è possibile! Ha imbrogliato, ha la nostra età!» protestò Ernie schifato.
«Maledetto, perché sempre a lui la gloria?» ringhiò anche lei, furibonda, «È Cedric il campione!»
«Come osa!» cominciò Sally-Anne, per la prima volta d'accordo con lei su qualcosa. Intanto il preside lo chiamava perché raggiungesse gli altri.
«No, non ci fa niente con loro! È un imbroglione!» gridò Michael, rosso in faccia.
«Perché sempre lui?» ripeté Justin che sembrava folgorato.
Harry Potter cominciò a sfilare tra un tavolo e l'altro dopo essere quasi inciampato nella sua stessa veste.
«Poveraccio.» fu l'unico commento di Wayne, che era tornato a bere. Susan Bones sembrava in qualche modo dispiaciuta, forse perché spesso le capitava di farsi male. Megan sentì un istintivo moto di simpatia per Georgia che lo fissava come se volesse alzarsi e scorticarlo vivo, sentimento da lei condiviso.
Alla fine Harry Potter sparì e tutti cominciarono a vociferare ancora più forte, contro i Gryffindor sempre in mezzo alle pluffe, contro il calice, contro Potter, contro tutta la scuola perché Hufflepuff era sempre la casa più sfigata e contro i professori perché non facevano nulla.
Megan si voltò di nuovo verso il tavolo Gryffindor, che si stava riprendendo. A giudicare dalle loro occhiate non erano a conoscenza della truffa di Potter, e i suoi due amici parlottavano tra loro, il tizio Weasley sembrava contrariato, la Granger parlava senza prendere fiato.
«Gli studenti possono tornare alle loro sale comuni, i campioni vi raggiungeranno a breve.» li congedò la professoressa McGonagall, che non prestava orecchio ai richiami irati degli Hufflepuff.
«Si può essere più parziali?» borbottò Georgia.
«Gryffindor.» rispose semplicemente Sally-Anne, passando una mano tra i lunghi capelli biondi e attirando le occhiate ammirate dei ragazzi come al solito. Megan sospirò, alzandosi.
«Torniamo in sala comune e aspettiamo Cedric, mi sembra il caso di festeggiarlo come si deve.» propose.
«Giuro che quest'anno mi alleo con Malfoy.» ringhiò Ernie, alzandosi bruscamente.
«Su, su...» lo rabbonì Justin, poco convinto.
«Che cavolo... Non parliamo di Potter, pensiamo a Cedric!» esclamò Hannah, ostentando un'allegria che andò in fumo quando Neville Longbottom le finì quasi addosso. «Attento a dove metti i piedi!» abbaiò, evidentemente toccata quanto loro. Megan rise apertamente, cercando di ignorare lo sguardo ironico di Wayne.
Longbottom farfugliò le sue scuse, rosso in viso, e sparì con gli altri Gryffindor.
Alla fine si fermarono tutti in sala comune, alcuni si sedettero davanti alle scale che portavano al dormitorio, altri sopra i tavolini squadrati, alcuni fortunati sulle poltrone; poco dopo li raggiunse Cedric, accolto da un boato pazzesco. Comparvero dopo qualche passamano burrobirre e noccioline e Megan si concesse di abbracciare Cedric insieme agli altri.
«Sei arrossita.» constatò Wayne, orribilmente divertito.
«Fatti i cazzi tuoi.» sbottò lei irritata.
«Sempre una lady.»
Piano piano la sala comune si svuotò e alla fine rimasero i soliti: lei, Wayne, Stephen, Georgia, Quill, Michael e ovviamente Cedric. Walter si era addormentato su una poltrona, come al solito.
«Che ha detto Potter, ci hai parlato?» domandò Michael, appiattendosi i capelli contro la testa.
Cedric fece spallucce.
«Dice che non ha messo lui il nome, ma è impossibile... Credo
«Quell'imbecille fa le cose e poi...» cominciò Megan.
«Deve stare attento, credo che Ernie lo assassinerà a Erbologia.» commentò Wayne, appellando una Burrobirra e armeggiando poi con la bacchetta.
«Che fai?» domandò Georgia, piegandosi verso di lui.
«Lo trasfiguro in succo di zucca.»
«Tu hai seri problemi col succo di zucca, Wayne.» osservò Cedric, sorridendo divertito. Stephen si poggiò una mano sulla fronte con aria esasperata.
«La sua camera sa di succo di zucca, ti rendi conto? E perché Walter collassa sempre in giro?»
«Lo trascino via io...» annunciò Wayne con un sospiro.
«Quest'anno i G.U.F.O., eh, Wayne? Che orrore...» commentò Georgia e Quill annuì, già pallido.
«Non ci posso pensare, so già che avrò una crisi di nervi al giorno!»
«Ti conosciamo, Quill, tu morirai direttamente.» lo rassicurò Stephen a suo modo.
«Grazie, Step.» disse Wayne, sospirando e svegliando il fratello, «Fila a dormire in camera tua.»
«Sono io il maggiore...» gli rammentò stancamente Walter, sbadigliando, «Beato te, Ced, che salti gli esami...»
«Però mi sento stanco anch'io, quindi...»
«Buonanotte, Cedric. Walter...» salutò Megan, ignorando Wayne.
«Ti amiamo, Ced. Anche se non quanto la Chang.» salutò Georgia e Cedric arrossì.
Subito l'attenzione di tutti fu di nuovo completamente rivolta a Diggory.
«Cho Chang? Ravenclaw?» domandò Stephen, incuriosito, «Perché non lo sapevo?»
«Perché sappiamo tutti che non sei davvero interessato alle storie d'amore altrui... Ma non stiamo assieme, ci vediamo ogni tanto...» mormorò lui imbarazzato.
«Sì, come no!» risero gli altri, compresa Megan che si era rassegnata ad ammirarlo come aveva sempre fatto senza alcuna pretesa.
«Hai persino detto "storia d'amore", e la vedi dall'anno scorso!» sghignazzò Michael. «Vado anche io. Cedric, di a Rent che mi manca la sua barba.» disse Georgia, riferendosi alla maestosa barba bianca spuntatagli quando aveva tentato di mettere il proprio nome nel calice. Soltanto Michael non rise, ricordando lo stesso episodio con protagonista la sua fidanzata.
Alla fine tutti si salutarono e Megan si attardò sulla propria poltrona, rimasta sola. Non che fosse una tipa malinconica, tutt'altro, ma quella sera con tutti che festeggiavano e lei che si ritrovava a non sapere con chi parlare si era immusonita. Era l'unica a non interagire coi membri di quello strano gruppo che si era venuto a creare, esclusi Cedric e ovviamente Wayne.
«Megan?» chiamò Georgia, che era tornata di sotto.
«Sì?» domandò stupita, affacciandosi dallo schienale della poltrona.
«Non vieni a letto?»
Megan fu tentata di chiederle cosa mai gliene importasse, ma dopo i pensieri poco felici appena fatti si limitò ad annuire e alzarsi stancamente. Georgia per qualche motivo a lei incomprensibile la aspettò davanti alla porta circolare e lei ne incontrò gli occhi scuri.
«Qualcosa non va?» le chiese, sospettosa.
«No. Solo che Sally stava blaterando qualcosa sul fatto che domani ha un appuntamento e sono fuggita.» spiegò Georgia.
«Oh no!» gemette lei, perché sarebbe stata ancora più insopportabile del solito.
«Quell'anima pia di Susy le sta anche dando retta ma credo che Hannah chiederà asilo a Ernie entro qualche minuto.» sospirò l'altra, demoralizzata.
«Non è una cattiva idea, noi potremmo chiederlo a Cedric, lui è abbastanza disponibile da darci persino il letto.»
«È proprio un bravo ragazzo... Chissà cosa dovrà affrontare al torneo...»
«Speriamo non sia pericoloso come dicono...»
«Già.»
Quando entrarono nella loro stanza trovarono Sally-Anne che confabulava con Susan a bassa voce, mentre Hannah dormiva già. Evidentemente quest'ultima l'aveva minacciata di morte per essere riuscita a farle abbassare la voce.
«Miracolo... Buonanotte.»
«Buonanotte.»
Solo al sicuro nelle proprie coperte Megan si rese conto di aver appena avuto la prima conversazione, in quattro anni, con Georgia.

La mattina dopo quando scese a colazione si ritrovò come sempre affiancata da Wayne, che la salutò distrattamente. Poco dopo il suo mantello fu tirato con un leggerissimo strattone da Quill, che usufruiva della sua aura di pericolosità per poter superare indenne il cammino che lo avrebbe portato in Sala Grande, dato che l'altra sua fonte di sicurezza, Stephen, era ancora a letto.
«Buongiorno anche a te, Rivers. Credi di poter camminare senza che io ti tenga la mano?»
Quill arrossì e la lasciò andare.
«Salve, signori e signore! Non è una splendida giornata oggi?» li accolse Michael, già seduto a tavola.
«Stebbins, hai già fumato di prima mattina?» borbottò lei.
«In effetti hai gli occhi stranamente lucidi.» osservò Wayne, coprendo una sbadiglio con una mano.
«È l'amore.» ghignò Michael.
«Per le sigarette?» domandarono in coro Megan e Wayne.
«Adesso parlate anche in polifonia?» domandò Justin allegramente, servendosi del bacon.
«Poli-che?» domandò Wayne interessato, e Megan si estraniò. Viveva coi nonni babbani perché suo padre era sempre via per lavoro e a casa loro vi erano sia manufatti del mondo magico, appartenenti a lui, che del mondo babbano, appartenenti a loro, quindi non aveva bisogno di spiegazioni.
Si voltò verso il tavolo Gryffindor e notò che l'amico di Potter coi capelli rossi, quel Roy o qualcosa del genere, mangiava da solo. Gli altri sembravano tutti immensamente felici invece, sicuramente si erano ripresi dallo sconcerto e avevano festeggiato l'imbecille quattrocchi, ma Megan aveva l'impressione che al rosso fosse andato tutto quanto di traverso.
«Che fissi?» domandò Stephen, interessato.
«La disfatta del Trio, forse.»
«Credo tu abbia ragione, Malfoy sta brindando e credo sia alla faccia di Weasley.» concordò Ernie, prendendo posto accanto a Justin insieme ad Hannah.
«Weasley... Com'è che si chiama?» domandò Megan.
«Ron.»
«Mi stupisco che tu non abbia “E” in tutte le materie con le tue capacità mnemoniche...» borbottò Wayne e soltanto lei lo sentì e rispose con un calcio sotto il tavolo.
Cedric entrò in Sala Grande e tutti applaudirono di nuovo, ridendo della sua espressione sconcertata. Lui fece finta di tornare indietro per abbandonarli al loro destino ma Jack e Rent furono più veloci e lo presero per un braccio a testa, dirigendolo verso il loro tavolo.
«Cedric, ti amiamo!» strillò Michael in farsetto e Susan e Hannah furono sul punto di seppellirsi sotto il tavolo. Wayne notò per un istante Cho Chang che lo fissava dal tavolo Ravenclaw quasi vuoto e tornò alla propria colazione. Megan sollevò due dita in segno di vittoria.
«Sei disconosciuto come migliore amico, sei una persona orribile.» disse Cedric, prendendo posto accanto a Michael, «Non ti conosco più, Stebbins.»
«Non vorrai spezzarmi il cuore?»
«Sto per andare a dirlo alla tua ragazza.»
Il gufo di Megan le atterrò davanti, con una pergamena arrotolata legata alla zampa. La slegò e cominciò a leggere. Erano i soliti saluti e raccomandazioni da parte dei suoi nonni, nessuna novità. Intanto delle ragazze del sesto anno si erano accalcate intorno a Cedric e sembravano intenzionate a chiedergli un autografo.
«Sono pazze...» mormorò Georgia.
«Abbastanza, sì.» concordò Megan, e Wayne la guardò per un momento, stupito dal sentirle parlare come se fosse normale. Megan lo sfidò a dire qualcosa con lo sguardo, ma lui tornò al succo di zucca.
Passarono i giorni e un lunedì dopo pranzo Ernie si presentò da loro con delle spille.
«Malfoy.» disse, mostrandole con un gran sorriso. Comparve la scritta “TIFATE PER CEDRIC DIGGORY – IL VERO CAMPIONE DI HOGWARTS”, e subito dopo “POTTER FA SCHIFO!”
Com'era prevedibile tutti scoppiarono a ridere e si tuffarono per prenderne una.
«Di classe.» commentò Justin, «Non metterò mai qualcosa di verde addosso, scordatelo.»
Hannah se l'era appena appuntata al petto quando Megan e Wayne notarono che Cedric sembrava a disagio.
«Dai, ragazzi... Non ce n'è bisogno...» tentò di dire, ma la sua voce sparì nel ruggito che era la risata di Rent.
«Io non ho niente contro Potter, non la metterò.» sussurrò Wayne e lei lo guardò sorpresa.
«Come no? Ha imbrogliato!»
«E a me non interessa.» replicò semplicemente lui.
«Dimenticavo che parlo con te... No, grazie.» disse a Jack che le porgeva una spilla.
«E tu com'è che non la metti?»
«Non credo che Cedric sarebbe molto d'accordo.»
«In effetti credo volesse dire proprio questo prima che Jack e Rent lo assalissero.» concordò Stephen sedendosi accanto a lei.
Georgia si voltò per parlare con uno di loro tre e assunse un'aria perplessa.
«Accidenti, sembrate fratelli!» esclamò sorpresa e anche Hannah li squadrò stupita come se li vedesse perla prima volta.
«Non avevo mai notato che anche gli occhi di Megan sono grigi... Dovresti tagliare la frangia!»
«Ehm, sì. Okay.» mormorò inquieta, sentendo fin troppi sguardi su di sé, «Ora se volete scusarmi ho da fare.» disse bruscamente, e fuggì dalla sala comune.
Evidentemente Georgia non l'aveva mai guardata bene in faccia se si accorgeva solo in quel momento che aveva in comune con Wayne e Stephen la carnagione chiarissima, i capelli neri, gli occhi grigi, gli zigomi alti e il naso dritto tipici della loro etnia ormai scomparsa, sebbene lei vivesse in Scozia e avesse un accento fortissimo. Lei era informata di questo soltanto perché la sua famiglia era particolarmente attenta alla tradizione, ma pensava che gli altri avessero notato almeno quelle somiglianze così basilari.
Evidentemente non le prestavano molta attenzione.
O magari era brutta e la gente non la guardava in faccia per questo.
Si rifugiò nel bagno di Mirtilla e la trovò che si lamentava tra sé e sé.
«Ehi, Mirtilla!»
«Ciao, Megan! Hai portato Cedric?»
«Er... no.»
Si sedette per terra e il fantasma le giunse accanto.
«Cosa c'è, sei triste?»
«No, sono solo un po' stordita... Oggi hai visto qualcuno di interessante nei bagni?»
Mirtilla si fece pensierosa: «Oh, c'erano due Ravenclaw che spettegolavano ma non mi sono avvicinata perché somigliavano tanto alle ragazze che mi prendevano in giro...»
«Che oche.» commentò sprezzante, «Se dovessi trovarne qui le scaccerei subito. Peccato che tu non possa venire a chiamarmi. Insomma, possibile che debbano sempre farsi gli affari altrui? Non hanno una vita loro?»
Le faceva una rabbia terribile, visto e considerato che alle elementari era lei la "vittima" delle prese in giro dei babbani dato che suo padre l'aveva iscritta dopo il trasferimento perché si facesse nuovi amici, per quanto vittima si potesse considerare una bambina che non aveva alcun interesse nel farsi gli amici e picchiava chiunque la infastidisse. Comunque, se fosse stata interassata, le avrebbero spezzato il cuore o qualcosa del genere. Ora il solo pensiero delle ragazzine snob le faceva ribollire il sangue; motivo per cui detestava Sally-Anne.
«Tu sì che mi capisci...» commentò Mirtilla, tirando su col naso, «Ci sarà sempre un posto per te qui, se morirai giovane.»
Megan sfiorò discretamente il quadrifoglio che portava come pendente su un bracciale e ringraziò a denti stretti.
«Ora che ci penso ho lezione tra qualche minuto, ero passata solo a salutarti... Forse torno dopo, se riesco a liberarmi degli altri.» disse, e Mirtilla si imbronciò.
«Cerca di farcela.»
«Tranquilla...»

Erano alla lezione di Trasfigurazione coi Ravenclaw quando un moccioso Gryffindor bussò alla porta.
«Professoressa McGonagall, Cedric Diggory dovrebbe uscire. Vogliono scattare le foto ai campioni...»
«Diggory?» chiamò la donna, e Cedric si alzò velocemente.
«Devi prendere anche le tue cose!» squittì il ragazzino e Michael lo aiutò a raccoglierle in fretta, sussurrando un: «E ricorda che Potter puzza, non fare le foto vicino a lui.»
Cedric sorrise per un momento e poi salutò educatamente la professoressa e il resto della classe.
L'ora trascorse velocemente e quando uscirono per i corridoi già si chiacchierava di uno scontro prima dell'ora di Pozioni tra Malfoy e la Granger.
«Dicono che le abbia deformato la faccia!» raccontò un'esagitata ragazzina del primo anno.
«E che anche Crabbe e Goyle siano finiti in infermeria!»
«E che c'era pus dappertutto!»
«Che schifo! Ma è vero che Snape ha tolto cento punti a Gryffindor?»
«Non me ne stupirei...»
«Hanno detto che la Granger ha affatturato la Parkirson!»
Michael raggiunse velocemente Megan e Georgia che uscivano assieme dall'aula di Incantesimi.
«Voi ci credete?»
«Metà sono invenzioni.» intervenne Wayne alle sue spalle e Michael saltò per lo spavento.
«E tu da dove diavolo sbuchi?»
«Non avevo ancora lezione, noi del quinto cominciamo ora. Comunque ho incontrato Finnegan di ritorno da Pozioni e pare che alla Granger siano cresciuti i denti per colpa di una fattura e che a Goyle sia partito il naso. I Gryffindor hanno perso cinquanta punti a testa perché Snape ha fatto... il solito Snape e Weasley e Potter gli hanno urlato contro di tutto.» li informò velocemente, «Ora se vi togliete da mezzo al corridoio posso andare a seguire Trasfigurazione anche io.» e detto questo sparì.
«L'uomo dalle mille risorse...» mormorò Michael.
«Ma dov'è Cedric?» chiese Megan.
«A fare delle foto, sembra.»
«Sta a vedere che lo troveremo nella Gazzetta del Profeta!» esclamò Georgia entusiasta.
«Che lezione abbiamo ora?» domandò Susan, unendosi a loro.
«Io ora buca, che ne dite di farci un giro fuori?» propose Michael, per poi individuare una chioma familiare tra i Ravenclaw, «Sandy!» e così corse via anche lui.
«Quando vede la Fawcett... Però fuori c'è troppo freddo ormai, andiamocene in sala comune!»
Georgia ci pensò un momento, poi guardò Megan.
«E tu che fai?»
«Ho da fare.» rispose lei, cercando di mantenere un tono civile, «Magari vi raggiungo.»
«D'accordo... Andiamo a chiamare Hannah.» disse rivolta a Susan.
«E Sally.»
«Sì, certo...» e la voce di Georgia non poté suonare meno convinta.
Megan ridacchiò tra sé e sé e tornò al bagno di Mirtilla.
Era quasi ora di cena quando si scontrò con Walter, che era alla ricerca di Cedric.
«Ehi! Dove corri?»
«A cena. Cedric invece non si vede ancora?»
«Credo di averlo mancato. Scendiamo assieme?» le chiese, passando una mano tra i capelli castani e ricordandole Michael. Sembrava particolarmente sulle spine.
«Perché no...»
Proseguirono in silenzio per qualche secondo, poi Megan all'improvviso chiese: «Come va con tua madre?»
Walter la guardò sbalordito.
«Cosa?»
«Come va con tua madre?» ripeté lei, «Non avevate litigato prima che tu tornassi a scuola?»
«E tu come lo sai?» domandò lui ancora più sconcertato.
«L'hai detto a pranzo... un mese o due fa. Non è vero che non ho memoria, sono le stronzate di tuo fratello, è solo che non ricordo bene i nomi perché non mi interessano.»
«E invece di me... Voglio dire, di mia madre e me ti interessa?» si corresse velocemente, e lei rispose con un'alzata di spalle, «Beh, ecco... Meglio. Le ho chiesto scusa, con una lettera, sai... Non mi va di passare il Natale a scuola.» farfugliò, arrossendo leggermente.
«Io lo passo a scuola.» disse lei.
Walter arrossì ancora di più, «Beh, in effetti non è male passarlo a scuola con gli amici, dopotutto!»
«Amici...» ripeté Megan, poco convinta. Cedric era sicuramente suo amico e in qualche modo contorto lo era anche Wayne, o meglio, era un nemico ricorrente, ma gli altri? Walter era un buon conoscente e quasi amico, sì, decise, e a malincuore lo era anche Stebbins, per quanto stupido fosse. Con Georgia aveva cominciato, senza motivo, a parlare e aveva deciso che non l'odiava.
Alla fine sorrise, pensando che era sempre meglio di niente.
«Se dovessi decidere di restare festeggeremo assieme.» dichiarò in un insolito moto di sentimentalismo che lasciò di nuovo Walter a bocca aperta.
Poi anche lui ricambiò il sorriso e annuì, con il viso che andava a fuoco. Forse Walter non era molto a suo agio con le ragazze, rifletté lei.
Arrivati in Sala Grande trovarono gli altri già a cena. Wayne le scoccò un'occhiata sospettosa quando gli si sedette affianco.
«Cos'hai fatto a mio fratello?»
«Di che parli?» si meravigliò lei.
Wayne non le rispose, ma scambiò un'occhiata con Cedric, che nascose malamente un sorriso dietro il bicchiere.
«Allora, raccontaci cos'hai fatto oggi, campione!» lo invitò Michael, gettandogli un braccio intorno alle spalle.
«E non sciuparcelo, Mike!» rise Georgia.
Amici.

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Capitolo 2
*** Giornali e chiacchiere. ***


2 Giornali e chiacchiere.



«È uscito l'articolo della Gazzetta...» annunciò Georgia, suonando cauta. Michael gliela strappò di mano senza tanti complimenti, rispondendo con un occhiolino alle sue proteste.
«L'articolo è di Rita Skeeter.» lesse Walter, poggiandosi a una sua spalla. Megan e Wayne si sporsero a leggere; Cedric, che era arrivato prima di loro, si coprì gli occhi con le mani, presagendo il peggio.
«Ma... non ti nomina neppure...» mormorò Michael, sconcertato.
Tutti si voltarono verso Megan, che era rossa in faccia e non aveva ancora detto nulla. Quill poggiò la propria forchetta e si preparò a correre via, ma Stephen gli mise una mano sulla spalla per impedirlo. Sally-Anne si pulì rapidamente la bocca con un fazzoletto, pronta ad allontanarsi.
«Che cazzo significa?» sbottò Rent, meno preoccupato degli altri.
Megan andò a sedersi in silenzio.
Tutti continuarono a guardarla, persino quelli più piccoli che conoscevano il suo temperamento focoso. Lei si voltò per un momento verso il tavolo Gryffindor.
«Meg?» azzardò Cedric, preoccupato per la mancata reazione.
«Non è triste?» domandò lei, assente, «Piange ancora per i suoi genitori.»
Sally-Anne prese la propria copia della Gazzetta e lesse velocemente, portandosi una mano alle labbra. Susan si sporse per leggere accanto a lei.
«È terribile!»
Anche Zacharias Smith si intromise: «Non è giusto che abbiano parlato soltanto di lui!» protestò e accanto a lui Ernie annuì.
Megan li fulminò con un'occhiataccia.
«Sono d'accordo, non dico il contrario, solo che non mi sembra il caso di infierire ora che i suoi sentimenti sono finiti allo scoperto.»
«Ma secondo me l'ha detto solo per farsi compatire...» osservò Zacharias.
«Non può essere.» tagliò corto lei, «Nessuno parlerebbe così della morte dei propri genitori.»
«Ma...» cominciò Ernie.
«Ernie, Smith, finitela.»
Era stato Wayne a parlare, in tono calmo ma perentorio. Tutti ammutolirono.
Il primo a riprendersi fu Cedric: «Comunque per me non c'è problema, anche se non oso pensare a cosa dirà mio padre, visto che è più eccitato di me all'idea che io partecipi al torneo.»
«Beh, non è mica colpa tua!» esclamò Georgia.
«Se ne farà una ragione...» concordò Justin, serafico.
«Come te la sei fatta tu che non rivolgi neppure la parola a Potter?» sghignazzò Hannah.
Megan si alzò in silenzio e scambiò un'occhiata con Cedric, che le sorrise un po' titubante. Lei ricambiò e poi si allontanò veloce. Wayne non disse nulla e la seguì.
«Che gli è preso?» domandò Zacharias.
«Non ne ho idea.» rispose Cedric a nome di tutti, e lui tornò accanto ai suoi amici. Anche la piccola folla che si era formata attorno a loro per cogliere le reazioni di Cedric si diradò e per ultime se ne andarono alcune ragazze della classe di Cedric, ridacchiando e salutando soltanto lui.
«Hai fatto colpo...» commentò Michael, ammirato, «Ma com'è che Megan non ha mangiato il giornale? Sarebbe stata capacissima di farlo per l'indignazione...»
«Sua madre è morta quando era bambina, non lo sapevi?» sussurrò lui in risposta, e Michael sbarrò gli occhi.
«No! Tu come fai a saperlo?»
«Io ci parlo da quattro anni e l'ascolto.»
«Voi lo sapevate?» domandò lui, rivolto agli altri.
«Io sì.» rispose Walter. Tutti gli altri fecero cenno di no con la testa, esclusa Sally-Anne.
«Ricordavo qualcosa del genere, l'ho scoperto per caso... Beh, si muore.» concluse lei glaciale, terminando la propria colazione e alzandosi con grazia, «Ci vediamo a lezione.»
«Merlino, è sempre così sensibile, dovrebbe moderarsi o le verrà un esaurimento a furia di preoccuparsi per tutti, di questo passo...» disse Michael, alzando gli occhi al cielo.

Passeggiavano per il parco di Hogwarts, con le sciarpe ben strette al collo e i guanti. C'era più freddo del solito quel novembre e soltanto Cedric, Michael, Wayne e Megan avevano avuto il coraggio di uscire.
«Sei nervoso, Cedric?» domandò lei.
«Euforico più che nervoso. È strano da spiegare... Non ho idea di in che cosa consista la prova e non vedo l'ora di saperlo, al tempo stesso il tempo sta scorrendo troppo veloce e ho paura di essere impreparato...»
«Vincerai tu.» disse Wayne, camminando davanti a loro con le mani in tasca. Michael annuì.
Cedric rise, «Vorrei avere la tua sicurezza... Spero di poter rendere i miei genitori e Hogwarts orgogliosi, non mi importa di come mi piazzerò... Anche se non mi dispiacerebbe vincere, sì.»
Chiunque ti conosca è già orgoglioso di te” avrebbe voluto dire Megan, ma non ci riuscì, non era abituata a esprimersi a quel modo. “Glielo dirò dopo il torneo se vincerà, sarà un premio, ecco.”
«Vincerai.» ripeté Wayne, «Per noi Hufflepuff hai già vinto anche solo per essere stato sorteggiato. Hai dato onore alla casa.» lo informò, sfilando una mano dalla tasca e portandosela al cuore col tono sognante delle loro compagne, e sia lei che Cedric risero allegramente.
«Quanti appuntamenti hai rimediato?» domandò Michael, interessato.
«Stebbins...» si lamentò Megan.
«Stavo pensando di andare a Hogsmeade con Cho Chang, forse... Se lei accetterà...» ammise Cedric.
«Vuoi scherzare? Chi non accetterebbe?» sbottò lei e Cedric arrossì.
«A malincuore condivido le idee di questa timida fanciulla.» concordò Michael.
«È già cotta.» dichiarò Wayne indifferente, «Ti fissa sempre.»
«Solo perché sono un campione, non ti illudere...»
«Non dire cazzate.» tagliò corto Megan.
«Concordo ancora con la timida e delicata fanciulla.»
«Stebbins, adesso ti getto nel lago.»
Ma Megan fu distratta dal passaggio di Krum che si teneva in forma correndo per il parco.
«Abbiamo perso Megan, perfetto.» commentò Wayne.
«Tu con chi vai a Hogsmeade, Wayne?» domandò Michael, che come sempre sarebbe andato con la sua fidanzata.
«Georgia, Rent, Jack e Cedric. Megan, ci sarai anche tu?»
«Stamattina me l'ha chiesto tuo fratello, spiacente.»
I tre ragazzi si scambiarono un'occhiata sorpresa senza che lei la notasse.
«Da soli?» domandò cautamente Michael.
«Sì, beh, penso ci incontreremo tutti lì comunque.»
Cedric aggrottò la fronte e non disse una parola, Wayne si schiarì la voce, avendo finalmente capito l'atteggiamento di quel fratello.
«Ma... non è un appuntamento?»
Megan lo guardò scandalizzata, arricciandosi una ciocca di capelli con le mani nervosamente, «Sei impazzito?»
«È un no?» intervenne Michael.
«Certo che è un no!»
«E lui lo sa?» domandò Cedric, inarcando le sopracciglia.
«Certo che sì!» esclamò lei, esterrefatta, per poi scuotere la testa, «Pazzesco...» borbottò.
«Speriamo abbia ragione.» sussurrò Michael a un orecchio di Cedric.
Wayne accelerò il passo, cupo.

La tanto attesa uscita a Hogsmeade finalmente arrivò, e Megan quel giorno si svegliò addirittura in anticipo invece che con la solita mezz'ora di ritardo. Cedric aveva cambiato idea all'ultimo momento, decidendo di unirsi a Rent e Jack e poi tornare a scuola in anticipo per cercare altre informazioni sul torneo, dato che cominciava a innervosirsi in vista della prima prova; questo significava che avrebbe potuto incontrarlo andando a zonzo con Walter.
Si spazzolò con cura i capelli finalmente sciolti e si truccò appena, indossò il giaccone e la sciarpa che le aveva regalato suo padre e uscì senza salutare nessuno.
Georgia si svegliò e trovando il suo letto già vuoto lo fissò per qualche secondo incapace di concepire che Megan si fosse svegliata prima di lei, poi andò a farsi una doccia, salutando a mezza voce Sally-Anne che già in piedi aveva messo su una sessione di trucco davanti allo specchio della sua scrivania e stava applicando una maschera di bellezza a Susan, mentre Hannah ancora dormiva.
Wayne si svegliò nervoso, senza ricordarne il perché, ma come sempre si nascose dietro la solita imperturbabilità e nessuno dei compagni di stanza se ne accorse. Quando suo fratello passò in camera sua per chiedergli consiglio su qualche maglietta mettere, eccitato come una ragazzina alla sua prima cotta, si ricordò il motivo del suo cattivo umore.
«Senti, Walter... Io non credo che Megan abbia la tua stessa idea su come dovrà finire la serata.» disse, incrociando le braccia nervosamente. Il fratello lo guardò sorpreso.
«Che intendi dire?»
Wayne sospirò; «Che non so se ha capito che il vostro è un appuntamento...»
«Certo che non l'ha capito, Megan non uscirebbe mai con me sapendo che è un appuntamento!» protestò Walter, scandalizzato, «Ecco perché non deve sapere che è di questo che si tratta!» e detto questo uscì, dimenticando anche di ascoltare la sua risposta sulla maglietta da scegliere.
«Certamente.» commentò Wayne, tornando alle sue cose, «È logico.»

Nella stanza del quarto anno Ernie stava infilando le nuove figurine delle cioccorane da mostrare ad Hannah nel suo zaino mentre Justin lucidava le sue scarpe con un
tergeo rendendole splendenti, Quill si svegliò cadendo dal letto con un lamento e Stephen, che stava sistemando i calzini in modo che fossero disposti in modo cromaticamente corretto, lo salutò distrattamente; in quella del quinto Rent e Jack avevano improvvisato una partita di Quidditch lanciandosi libri come se fossero pluffe e cadendo sul letto di Michael che cominciò a imprecare in ogni lingua, svegliando così anche Cedric.
«Buongiorno!» quest'ultimo salutò tutti con un sorriso, alzandosi e andando a cercare i vestiti.
«Col cavolo!» borbottò Michael, «Come fai a essere sempre di buon umore?»
«Non mi è caduto nessun compagno alto un metro e ottanta addosso.» rispose lui sogghignando.
«Sì, però io devo uscire con una ragazza e tu con un compagno di un metro e ottanta, non vedo come possa essere un buon giorno per te.» ribatté Michael, ghignando a sua volta.
«Secondo me Sandy ti mollerebbe su due piedi per lui, quindi non hai molto di cui essere felice neanche tu.» commentò Walter, rientrando in camera.
«Vaffanculo! Dov'eri?»
«Da Wayne. Meglio la maglietta nera o la grigia?»
«La nera.» risposero tutti in coro.
«Appuntamento?» domandò Rent, sbadigliando.
«Non proprio.» rispose, e Cedric e Michael si scambiarono un'occhiata, capendosi al volo.
«Nel senso che lei non lo sa?» domandò Michael, con la solita mancanza di tatto.
«Esatto.»
«Bravo. Mi piace.»
Cedric scosse la testa, divertito, chiedendosi se avrebbe visto Cho da qualche parte a Hogsmeade e come si sarebbe dovuto comportare.
«Mi raccomando, prendete le distanze se mi vedete arrivare.» disse Walter.
«Non ti invaderemo la piazza, tranquillo.» ridacchiò Michael, «Specie il rubacuori qui.»
«Sta zitto!» rise Cedric.
Come succedeva sempre quando Walter programmava qualcosa tutto andò diversamente dal previsto.
Era cominciato bene, lui e Megan si erano incontrati davanti alle scale dei dormitori dove lui aveva farfugliato un “sei molto carina” a cui lei aveva risposto con un'alzata di spalle. Poi aveva fatto il viaggio sino a Hogsmeade chiacchierando dei compiti, della scuola e del torneo.
Una volta saccheggiata Mielandia il discorso era caduto su Wayne, dopo un breve excursus su Difesa Contro le Arti Oscure.
«Moody mi ha traumatizzata, giuro. Cruciare quel povero ragno... E poi sono Maledizioni Senza Perdono, sono proibite! Va bene che lui mette i brividi a prescindere, eh, ma quello era proprio esagerato e senza rispetto per chi ha perso i propri genitori in quel modo... Ci pensi che ha usato l'Avada Kedavra anche davanti a Potter? E poi anche mia madre è stata cruciata prima di morire, sai? Non è stato bello pensarci.»
Walter aveva annuito con fervore, «Anche i miei zii sono stati uccisi perché erano “traditori del loro sangue” secondo i Mangiamorte, e non è piaciuto neanche a me vedere certe cose... Mi manca il professor Lupin.»
«A chi lo dici! Era il migliore! Anche se era un tu sai cosa è stato il miglior professore di tutti! E poi a me sembrava del tutto innocuo...»
Walter preferì non esprimersi sulla questione licantropia, certo che lei avrebbe detto di matto considerato che aveva avuto una mezza cotta anche per Lupin, e si spostò su un terreno più sicuro.
«È colpa dei genitori che si mettono in mezzo, secondo me. Come anche i miei. Voglio dire, se ne strafregano tutto il tempo e tornano a farsi sentire giusto per le cose sbagliate! Wayne era incazzato nero quando anche loro hanno scritto al preside, a parte che non si capisce come l'abbiano saputo visto che non ci sono mai...»
«Wayne incazzato nero? Ho i miei dubbi...» rise lei, «Credo che potrebbero anche picchiarlo e lui si limiterebbe a guardarti con quella faccia che fa sempre quando lo stai annoiando... Quando solleva un sopracciglio solo, hai presente?»
Anche Walter rise, «Sì, hai ragione! Però davvero era arrabbiato, a casa ha urlato contro nostro padre!»
«Ha urlato?» ripeté lei, curiosa in un modo che lei stessa giudicò morboso.
«Sì, e lo sai che lui mantiene sempre il controllo... Eppure gli ha urlato contro di tutto. Poi si è calmato e son tornati come prima, freddi tutti e due.»
«Beh, non che Wayne sia freddo, è solo insopportabilmente criptico. Non si sa mai cosa pensi, a volte vorrei scoperchiargli la testa per capirci qualcosa! E poi non reagisce mai quando lo si provoca e questo è ancora peggio!»
Walter la guardò: il viso le si era colorato nella foga e l'espressione era di totale disapprovazione.
«Siete quasi opposti, se non fosse che anche tu risulti incomprensibile...» mormorò.
«Cosa?»
«Dicevo che è strano che lui ti consideri la sua migliore amica.»
Megan lo guardò sbalordita: «L'ha detto lui?»
«Sì. A nostra madre quando ha chiesto dei nostri amici. Tu non lo consideri il tuo migliore amico?»
Lei si fece dubbiosa: «Non ci ho mai pensato, sai? Non sono brava a definire i rapporti... Non so se l'ho mai pensato tale, lui è quello che mi fa innervosire, come un fratellino dispettoso...»
«E dire che è mio fratello e io invece non mi innervosisco mai...» commentò Walter.
«Beato te! Io avverto la sua presenza anche a metri di distanza senza che mi rivolga la parola! Mi... Divento tesa, ecco.»
«Mh.»
«C'è la Granger...» sussurrò Megan, senza notare il suo disappunto, «Guarda, parla da sola?»
«Come?» si distrasse lui, cercandola con lo sguardo, «Ti sarai sbagliata...»
«Sarà... Passiamo davanti alla Stamberga? Gli altri si fermano sempre lì vicino...» propose, allegra.
«Certo. Comunque non è la prima volta che Wayne se la prende per qualcosa, non te l'ha mai detto nessuno che dopo il divorzio dei nostri genitori l'anno scorso ha urlato contro Michael? Vedi, Mike lo stava assillando perché aveva i G.U.F.O. alle porte... Megan?»
«Sono divorziati?» domandò incredula.
«Non te l'avevo detto? Scusami. Beh, comunque sì, sai com'è...»
«Scusami tu, non volevo essere brusca. Solo che non ne avevo idea.»
«Credevo che Wayne te l'avesse detto... Ma non è un problema. Comunque quella volta evidentemente era parecchio nervoso perché gli ha urlato che se non l'avesse piantata di dargli il tormento non ci sarebbe arrivato vivo agli esami!»
Continuarono a camminare fino a raggiungere la zona della Stamberga e lì davanti, seduti su quelle che sembravano tovaglie poggiate sull'erba, c'erano Cedric, Wayne, Rent, Jack, Michael, Sandy, Georgia e stranamente anche Sally-Anne.
«E tu non avevi un appuntamento?» domandò Megan a quest'ultima; tutti si voltarono sorpresi dal trovarli già da loro e li salutarono con preoccupazione, guardando Walter che fissava stoico la Stamberga Strillante.
«Ah, buongiorno, Megan. L'appuntamento è saltato, pensa che si era presentato con una camicia a quadri sotto la giacca! Non potrei mai farmi vedere in giro con un contadino, ti pare? Ancora burrobirra anche per me, Georgia, grazie.»
«Ai suoi ordini...» borbottò lei.
Michael decise di rompere il ghiaccio coi convenevoli.
«Credo che voi non vi siate mai presentate... Sandy, questa è Megan Jones, non farti spaventare da come parla, Megan, questa è la famosa splendida Sandy, la mia ragazza.»
«Da come parlo, Stebbins?»
«Piacere.» disse invece Sandy.
«Sì, piacere...» mugugnò infastidita.
«Lo sai che puoi chiamarmi Michael, Meg
«Non te lo meriti.» ribatté lei velocemente, lasciandosi cadere seduta sull'erba.
«Ti sporcherai i vestiti lì, ti facciamo spazio.» disse Cedric, scostandosi per lasciare un po' della tovaglia libera.
«Ma queste da dove arrivano?» domandò Walter, sedendosi nell'altra.
«Wayne.» risposero Rent e Jack indicandolo.
«Le cucine.» rispose Wayne, «Ho chiesto agli elfi vecchie tovaglie per poterci sedere e qualcosa da sgranocchiare.»
«Perché i Tre Manici sono troppo pieni a quest'ora e io mi sento male in mezzo alle persone.» aggiunse Georgia.
«Ma tu come ci sei arrivato alle cucine?» domandò Megan sospettosa.
Wayne alzò le spalle e non rispose. Aveva fatto un patto coi gemelli Weasley dopo averli beccati in azioni non proprio lecite e loro erano stati più che entusiasti di traviarlo, specie dopo che avevano scoperto che si era finto Prefetto con la spilla che quello vero aveva dimenticato in camera solo per osservare la loro reazione.
«Cristallino.» ringhiò lei. Cedric le porse un panino imbottito: «Questo viene da Jack invece.»
«E bravo Summerby...» commentò Megan, rilassandosi.
«Dovere. Ehi, Fawcett, che squadra tifi?»
Ci fu un lamento generale.
«Ma proprio davanti a questi pazzi dovevi chiederlo?» sbottò Georgia.
«Non seguo molto il Quidditch...» rispose Sandy, inquieta.
«Questi pazzi?» ripeté Michael, «Dov'è Ernie quando serve? Ti spiegherebbe qualcosa sui Pride of Portree...»
«Ma per favore! Le Holyhead Arpies sono e sempre saranno le migliori!» esclamò Megan, rabbiosa.
«Dà un'occhiata ai risultati invece che affidarti alla fede cieca.» replicò Wayne, «È chiaro che i Caerphilly Catapults...»
«Non farmi ridere, i Tutshill Tornados sono acclamati come la squadra migliore di tutte!» lo interruppe Sally-Anne.
«Cito il vecchio Stephen e vi ricordo che le Montrose Magpies hanno rimontato col nuovo allenatore e...» cominciò Jack.
«Le Holyhead-»
«Ovviamente i Carphilly-»
«Non ne capite un accidente!»
«Intanto la Coppa del Mondo era tra Bulgaria e Irlanda e nessuna delle vostre.» concluse Walter serafico. Tutti lo guardarono con odio.
«È stato imbarazzante il modo in cui l'Inghilterra è stata schiacciata...» commentò Cedric.
«Ora che ci penso tu eri alla finale, vero?» domandò Sandy, «Hai visto il marchio nero?»
Tutti rabbrividirono istintivamente.
«È stato spaventoso.» ammise Cedric tranquillamente, «Tutti gridavano e correvano, non si capiva cosa stesse succedendo... Credevo stessero festeggiando! Poi mio padre ha urlato di correre e l'ho fatto, e all'improvviso è comparso il marchio. Non l'avevo mai visto... Tutti strillavano a quel punto, sembrava la fine del mondo.»
«La gente ha pensato di sicuro che fossero tornati i Mangiamorte, come all'epoca di Tu-Sai-Chi.» mormorò Wayne.
«Fortunatamente Tu-Sai-Chi non tornerà mai più, non c'è pericolo.» commentò Michael, «Però non ti invidio, amico. Preferisco essermi perso la partita, giuro!»
Gli altri bene o male concordarono.
«Cedric, posso farti una domanda che si stanno facendo tutte le ragazze a scuola?» domandò improvvisamente Sandy, e Cedric la guardò incuriosito.
«È vero che tra te e Fleur Delacour c'è del tenero?»
A Michael andò di traverso il panino, mentre Megan spalancava la bocca e gli altri ridevano. Wayne si prese la testa tra le mani.
«Quello schianto?... Sto scherzando, Sandy...»
«Non è assolutamente vero.» rispose Cedric con fermezza. Megan sembrò di respirare meglio e riuscì persino a sorridere radiosamente, come Walter non poté fare a meno di notare. Georgia spostò lo sguardo da lui a lei e sospirò mentre Sandy finiva di colpire Michael al braccio per il suo apprezzamento poco velato.
«Comincia a fare troppo freddo, andiamo ai Tre Manici. Ormai non ci saranno più tante persone.» propose Wayne e gli altri assentirono.
Quando vi si rifugiarono, intirizziti e sorridenti, Cedric fu quasi assalito da uno stuolo di ammiratori.
«Ma io non ho parole... Sandy, tutto bene?» domandò Michael.
«Mi avevi promesso che saremmo andati da Madama Piediburro.» gli ricordò lei, e il ragazzo impallidì.
«Ah, giusto, sì... Gente...»
«Ciao Michael!» salutarono tutti in coro con un gran sorriso. Michael masticò un “bastardi” tra i denti e poggiò un braccio sulle spalle della ragazza, accompagnandola fuori.
«Lo sfotteremo per sempre.» decretò Jack.
«Io non andrò mai in quel covo di mocciosi smielati! Parole sue.» affermò Rent e tutti risero.
«Non che Stebbins sia questo campione di virilità, il grand'uomo...» commentò Megan.
«Guardate, ci sono i Weasley ma niente Potter e Granger!»
«Georgia, non indicare...» disse Wayne a bassa voce.
«Sta a vedere che è vero...» cominciò Sally-Anne e gli altri la guardarono, «Che Potter se la fa con la Granger.» precisò.
«Ma sicuro! Sono sempre assieme e poi lui è un Campione, avrà colto la palla al balzo...» convenne Walter.
«Cedric è sul punto di essere rapito dalle fans.» li informò Wayne guardando l'amico rimasto indietro.
«Appunto.»
«Questo non è perché è un campione, è perché è Cedric.» puntualizzò Megan, e Sally e Georgia annuirono.
«Ragazze, non deprimeteci. Oh, Stephen ci sta chiamando!» esclamò Walter.
Si avvicinarono al banco dove sedeva con Quill e Susan.
«Gente, offro io.» li accolse Stephen, «Ho appena vinto una scommessa.»
«Che scommessa?»
«Che sarebbe stata la Chang ad avvicinarsi per prima a Cedric.»
«Cosa? Dove?» Walter si guardò attorno.
«Ben venga la Chang che ci prova, se ci permette di bere gratis.» ironizzò Wayne, mentre Megan si immusoniva, vagamente gelosa. Vedere coi propri occhi quei due chiacchierare non era piacevole: se Cedric si fosse fidanzato c'era la possibilità che diventasse come Michael.
«Se offri tu possiamo andare alla Testa di Porco!» scherzò Georgia.
«Non entrerei lì dentro neanche se mi offrissi tutto l'oro del mondo.»
Sally-Anne lo guardò interrogativamente.
«Il livello di igiene in quel locale è scarso, per usare un eufemismo.»
«E Stephen è capace di passare ore a lanciare tergeo su piatti e bicchieri. E finestre se ci passa davanti.» la informò Georgia.
«Voglio soltanto essere certo di non morire prima dei vent'anni, grazie tante.»
«Sì, ma tu hai problemi col cibo.»
«Problemi col cibo?»
«Sposti quello che hai nel piatto per ordine di colore...»
«Mi piace che ciò che mangio abbia un aspetto ordinato!»
Sally-Anne si voltò verso Wayne, che si strinse nelle spalle.
«È pazzo.» spiegò semplicemente.
«Che si dice?» domandò Cedric, tornato da loro con un gran sorriso e gli occhi luminosi.
«Che si dice qui? Che si dice con la signorina Cho!» rise Walter.
«Beh... Ma dov'è Michael?»
Gli altri risposero con una risata.

Era lunedì mattina quando Cedric, Jack, Rent, Walter e Michael si diressero alla lezione di Incantesimi, prendendo amichevolmente in giro il primo che cominciava ad essere molto nervoso per la orima prova ed era quasi caduto dalla sua sedia quando quella mattina Michael lo aveva salutato con una pacca sulla spalla.
«Walter, com'è che non ho visto tuo fratello a colazione?»
«Si è più o meno ammalato. Sapete com'è, un po' di freddo e muore. Ma sempre in modo impeccabile, non un lamento.»
In quel momento la borsa di Cedric si ruppe, sparpagliando libri a terra.
«Che cavolo!» sbottò Michael e Cedric chiuse per un istante gli occhi arginando i nervi ed evitando di prendere a calci i libri. Tutti si chinarono a terra per aiutarlo, prevedendo il peggio.
«Ma non l'avevi appena comprata?» sospirò Walter.
«Sì... Non importa, dite al professore che sto arrivando, andate...»
«Ok.»
Cedric rimase solo, vagamente depresso. Sentì qualcuno avvicinarsi velocemente e riconobbe Potter.
«Ciao.» salutò, sentendosi particolarmente idiota, «Mi si è appena rotta la borsa... e pensare che era nuova di zecca...»
«Cedric, la prima prova è con i draghi.» disse lui, e Cedric alzò lo sguardo. Potter sembrava molto ansioso.
«Cosa?»
«Draghi, ce ne sono quattro, uno per ciascuno, e dobbiamo superarli.»
Ci mise un istante a capire di cosa stesse parlando e poi sentì un'ondata di terrore. Che razza di prova era? Ecco perché in passato alcuni maghi erano morti!
«Sei sicuro?» cercò di chiedere.
«Sicurissimo, li ho visti.» rispose, sembrando sconsolato all'idea.
«Ma come hai fatto a scoprirlo? Non dovremmo sapere...»
«Non è importante. Ma non sono solo io a saperlo. Maxime e Karkaroff hanno visto i draghi, ormai lo sapranno anche Fleur e Krum...»
Cedric si alzò cercando di non far cadere tutto ciò che aveva raccolto, con la borsa penzolante sulla spalla. Si rese conto che lui e Potter erano avversari per quanto entrambi della stessa scuola.
«Perché sei venuto a dirmelo?» domandò, sorprendendosi della sua espressione sbalordita, come se non ci fosse nulla di strano nel rivelare i dettagli della prova a un “nemico”.
«È solo che è... corretto, no?» disse «Sappiamo tutti... partiamo alla pari, no?»
Cedric non era certo di potersi fidare o meno, e sobbalzò quando vide arrivare il professor Moody che richiamò Potter con un ringhio. «Diggory, vai.» lo congedò.
Cedric non se lo fece ripetere due volte, preoccupato all'idea che fossero accusati di imbroglio. Sentì Potter cercare di scappare con la scusa di Erbologia e si tuffò nell'aula di Incantesimi.
«Signor Diggory, i suoi compagni mi avevano avvisato... Prego, si sieda.» lo invitò il professore e lui prese posto accanto a Michael lasciando cadere le cose sul banco. In quello davanti sedeva Walter che si voltò a guardarlo con la fronte aggrottata.
«Amico, tutto bene? Sei pallidissimo...» chiese Michael, sorpreso.
«No. Cioè, sì. Sì.» farfugliò.
Draghi. Era semplicemente assurdo, eppure era sicuro che non avesse mentito. La stessa paura che sentiva era riflessa negli occhi di Potter, e poi sembrava sinceramente stupefatto all'idea che Cedric potesse anche solo pensare che volesse ostacolarlo in quanto avversario. Era stato molto leale, non sembrava per niente alla ricerca di fama a tutti i costi o di emergere rispetto agli altri contendenti.
Quasi come se non avesse davvero messo lui il suo nome nel calice.
«Chiaro.» mormorò Michael.
«Mike, dopo ti devo parlare da solo.»
L'altro lo guardò, stupito dal tono serio. Poi annuì.

«Draghi. Cioè tipo... draghi
«Ti prego, smettila di ripeterlo...» si lamentò Cedric. Erano solo in quattro, aveva chiamato anche Wayne e Georgia per scovare buone idee. «Domani dovrò affrontarne uno e non ho idea di come fare.»
«Se è vero, Potter è stato incredibilmente onesto.» constatò Wayne.
«Già. Ho chiesto a Rent e Jack di smettere di seccarlo. Se potessi farlo anche tu, Mike...»
«Nessun “Potter puzza”, ricevuto. Draghi!»
«Mi viene in mente solo che potresti distrarlo.» disse Georgia, «Ma non so come.»
«Dagli qualcosa da mangiare che non sia tu.» aggiunse Wayne distrattamente.
«Andiamo in biblioteca.» propose Cedric, intimorito all'idea.
«No. Devi per prima cosa allenarti negli incantesimi scudo, non sei mai stato troppo bravo. Senza offesa, ma hai qualche problema coi riflessi.» lo bloccò Wayne, tranquillo. Georgia si alzò.
«Facciamo così, io e Michael andiamo in biblioteca e cerchiamo qualcosa di più sui draghi. Voi andate nell'aula di Incantesimi e vi allenate un po', così Cedric non finirà bruciato fino alle ossa.»
Tutti la guardarono orripilati.
«Che c'è?»

«Così Cedric non finirà bruciato fino alle ossa.» ripeté Cedric tetro e Wayne sorrise.
«Georgia è molto schietta, ringrazia che non c'era Megan.»
«Beh, comunque sappiate che apprezzo tantissimo il vostro aiuto.»
Wayne rispose con un'alzata di spalle, facendogli capire che non era necessario parlarne.
In quello stesso momento Georgia e Michael guardavano sconsolatamente gli unici libri trovati. Gli altri dovevano essere stati presi dagli altri contendenti se era vero che tutti sapevano della prima prova, e non avevano trovato informazioni valide.
«Porca miseria, avevo giurato a me stesso di tornare in biblioteca solo per i M.A.G.O.!» si lamentò Michael.
«Pensa che lo stiamo facendo per Cedric.» lo incoraggiò Georgia.
«Georgie, Georgie, Georgie...»
«Che c'è?»
«Mi andava solo di dirlo. Sai che è un bel nome? Un po' inusuale forse... Ho fame. Dobbiamo davvero restare qui? Non concludiamo nulla a prescindere, tanto...»
«Merlino, Michael, sei insopportabile! Come fa uno come Cedric ad essere il tuo migliore amico?» ridacchiò lei.
«Perché sono a-do-rabile. I tuoi capelli hanno riflessi biondi, lo sapevi? Non l'avevo mai notato. Mi piacciono le bionde. Sandy è bionda. Che ne dici se facciamo una pausa ora? Ho davvero fame.»
Georgia lasciò cadere la testa contro il tavolo con un tonfo sordo proprio mentre la bibliotecaria li raggiungeva per zittire Michael, che come al solito si distraeva appena si parlava di studiare.
«Comunque,» riprese Michael in un sussurro, «Nel mio libro ho trovato che i draghi sono quasi impossibili da uccidere se non con magie potentissime, quindi Cedric dovrà distrarli per davvero e pregare.»
«Stanno arrivando Potter e la Granger... Krum è qui spesso, inizia ad essere sospetto che ci troviamo qua anche noi.»
«Filiamocela e andiamo a mangiare.»










Per ora siamo ancora nella fase calma, ma inutile dire che tutto verrà pian piano a galla.
E per chiunque abbia letto '70s students: penso dobbiate sapere che conoscete anche la madre e il padre di Megan, anche se poco, così come il padre di Michael e ovviamente di Cedric.



RF09: ciao, sono contenta di averti trovata anche qui, spero che continuerai a seguire anche questa storia! Per imparare i nomi ti assicuro che ci metterai poco, ho già avuto lettori-test XD
Wayne e Michael, pensa te, sono quelli che hanno più fan tra le mie amiche, ed è meglio che non ti spoileri già i pairing XD Megan è molto particolare, in effetti, ma le cose cambieranno. È curioso, ma ora che sono al sesto anno e mi guardo indietro mi rendo conto di come siano cresciuti e cambiati anche nei rapporti tra loro, specie dopo la morte di Cedric!

Metterò di volta in volta una o due immagini dei personaggi: ora Megan e Wayne.




http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash1/hs346.ash1/29479_100259446692072_100001240500692_393_5758855_n.jpg http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc3/hs337.snc3/29479_100259433358740_100001240500692_391_3899907_n.jpg I DISEGNI SONO OPERA DI RECCHAN. I luoghi e parte dei personaggi sono opera della Rowling.

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Capitolo 3
*** La prima prova. ***


La prima prova.





«Michael, com'è possibile che tu abbia sempre da bere per tutti? Quest'estate ti hanno regalato un frigobar?»
«Un che cosa?»
«Non ho idea di cosa tu stia parlando, Rent. Comunque un mio prozio o forse bisnonno è schiattato e i soldi vanno tutti al piccolino di casa, ovvero io. Gran bella cosa l'eredità.»
«Onestamente, Mike, quando l'anima di Salazar verrà a prendere la tua per ritrovarvi insieme a tutti i grandi maghi oscuri all'inferno, non chiederti il perché, seguilo e basta.»
«Ma cos'è un frigobar?»
«Quando esce Cedric? Ti avverto, fa una battuta sul mio interesse per lui e ti butto giù dagli spalti.»
«Non ho aperto bocca.»
«Nel nome di Helga Hufflepuff, che accidenti è quella roba?»
Quill quasi cadde giù dagli spalti e tutti si sporsero a vedere mentre la gente intorno a loro già urlava.
«Porca miseria... Porca miseriaccia miseria...» cominciò Georgia, pur sapendo che doveva aspettarselo. Un enorme drago blu e grigio con lunghe corna era appena arrivato nell'arena, bloccato da delle corde probabilmente magiche, e ringhiava in modo assordante mentre tentava di mordere gli uomini che lo tiravano. Era mille volte più spaventoso di quanto aveva creduto.
«Il Grugnocorto Svedese.» disse Walter un momento prima che lo facesse Bagman impegnato nella telecronaca. Gli altri lo guardarono per metà sorpresi e per metà assenti. «Adoro i draghi.» aggiunse.
«Il primo a sfidare il drago sarà... Cedric Diggory!»
«Cazzo!» esclamarono tutti con sentimento.
«E ti pareva! Speravo fosse Potter!» disse Michael non nascondendo il disappunto.
«Prima inizia e prima finisce...» commentò Sally-Anne, tirando fuori un binocolo.
«Prima inizia e prima ci resta secco, porcaccia la miseria maledetta...»
«George, inizi a parlare come Weasley.» commentò Ernie.
«E tu che ne sai?»
«L'ho sentito a volte... Ecco Cedric!»
Saltarono tutti in piedi, applaudendo e chiamando l'amico che stava entrando nel recinto a gran voce.
«Si farà ammazzare... È impossibile!» sbottò Megan.
«È solo più difficile del previsto.» ribatté Wayne, «Niente è impossibile.»
«Odio quando non metti un minimo di esclamazione... FORZA CEDRIC!»
«CEDRIC! CEDRIC!»
Il ragazzo di sotto cominciò a correre, evitando per un pelo una fiammata, mentre Ludo Bagman commentava: «Oh, c'è mancato poco, molto poco...»
«Adesso scendo e lo ammazzo.» disse Megan tesa.
Cedric si buttò dietro un masso e una fiammata arrivò proprio in quel momento, rischiando di prenderlo. Poi improvvisamente balzò fuori e si avvicinò coraggiosamente alla bestia.
Tutti trattennero il fiato, meno Bagman: «Corre dei rischi, questo signore!»
«Che cazzo sta facendo?» gridò Michael stupefatto.
E poi Cedric tirò fuori la bacchetta e trasfigurò una roccia in un cane.
«Il diversivo! VAI, CED!» strillò Georgia.
«Corri...» mormorò Quill, con le mani schiacciate contro le guance per la tensione. L'unico ad aver mantenuto un minimo contegno era Wayne, e persino Stephen aveva le mani tremanti congiunte in segno di preghiera.
Il drago si agitò e infine seguì il cane, lasciando campo libero a Cedric, che si era buttato a terra in attesa della sua reazione. Cedric si rialzò e corse alle uova, mentre il pubblico esplodeva.
L'aveva appena afferrata, con un boato assordante che partiva soprattutto dalle file Hufflepuff, quando il drago cambiò idea, voltandosi e tornando velocemente indietro. Tutti gridarono e una fiammata improvvisa colse Cedric in pieno.
«NO!»
«Cazzo! Oh cazzo, cazzo, cazzo!» esclamò Michael, afferrando una mano di Georgia che sembrava della medesima opinione, pallidissima. Sally-Anne aveva messo giù il binocolo portandosi una mano alla gola e Wayne glielo strappò di mano, evidentemente meno calmo di quanto sembrasse.
«CEDRIC!» ulularono anche Jack e Rent. Megan non riuscì ad emettere suono, terrorizzata.
«Bella mossa... peccato che non abbia funzionato!» commentò Bagman.
«Ma vaffanculo!» gridò Michael, il viso terreo.
E poi Cedric rotolò su un fianco e si rialzò, riprendendo a correre e portando l'uovo con sé, parando con un incantesimo che aveva provato mille volte il giorno prima con Wayne l'ultima fiammata e lasciandosi il drago alle spalle.
Tutti i suoi amici corsero di sotto, ma furono anticipati dalla professoressa Sprout e i giudici cominciarono a votare.
Megan superò un Ravenclaw con una violenta spallata e si tuffò nello spazio libero tra altri due studenti per raggiungerlo appena prima che entrasse nella tenda, e riuscì a vederne mezzo viso bruciato. Poi sparì e Madame Pomfrey fulminò tutti con un'occhiataccia prima di chiuderli fuori.
«Aveva la faccia bruciata.» comunicò ansiosamente a Wayne che l'aveva raggiunta.
«Beh, comunque è vivo.»
«Allora posso riscuotere ben dieci galeoni!» esclamò Michael, tornando allegro e con un colorito naturale.
«Hai scommesso sulla vita di Cedric, Stebbins? Pensa bene prima di rispondere.»
«Ehi, dov'è Quill?» si intromise Georgia, guardandosi attorno.
«A vomitare o a piangere.» rispose Stephen con un'alzata di spalle. Sally-Anne fece una smorfia schifata.
«E dopo questo io non voglio saperne altro. Ci vediamo in sala comune.»
«Non resti a vedere le altre prove? C'è già la sexy francesina...» disse Walter. Le ragazze inarcarono le sopracciglia, «Cioè... Delacour.»
«Dovrebbe interessarmi?» domandò lei in tono annoiato, facendosi poi maestosamente largo tra i curiosi che si erano avvicinati.
«Spero che Cedric guarisca in fretta.» disse Susan, che li aveva finalmente raggiunti.
«Sapete già come sta?» domandò Ernie.
«Torniamo di sopra per vedere come se la cava Potter!» urlò Justin, poco più lontano.
«Non sappiamo come sta ma tra poco lo scopriremo. Torniamo di sopra, gente.» disse Walter, mantenendosi accanto a Megan.
«Certo che guarirà in fretta... Poveretto...» stava dicendo Hannah a Susan.
«Sarebbe uno spreco se dovette tendere bende per molto.» disse Georgia.
«Bello com'è.» concordò Megan. Le due si scambiarono un'occhiata piena di approvazione.
«Ma come, io non posso parlare di Delacour e voi potete ammirare Cedric?»
«Io non ti ho detto nulla, per me la puoi anche sposare.» rispose Megan con un'alzata di spalle. Walter sospirò.
Terminarono di guardare le prove con un Quill tornato da loro verde in viso, e in due occasioni Hannah si buttò tra le braccia di Ernie in preda al terrore; Michael cominciò a passarsi continuamente una mano tra i capelli arruffandoseli quanto quelli di Potter, segno che era preoccupato e Megan guardava nervosamente verso le tende del pronto soccorso aspettandosi di vederne uscire Cedric.
Alla fine fu il turno di Harry Potter, che lasciò tutti a bocca aperta con le sue acrobazie sulla scopa. Prima di rendersene conto stavano facendo il tifo anche per lui, che dopotutto rappresentava anche Hogwarts. E poi come prendersela con qualcuno che affrontava un drago come quello?
«Ho seriamente pensato che fosse spacciato quando gli ha fracassato la spalla.» fu il commento indifferente di Wayne quando scesero di nuovo per andare a trovare Cedric. L'amico li stava aspettando con della pasta arancione sul viso e un'espressione tranquilla.
«Ed ecco il nostro campione! Com'è che non stai esultando?» domandò Michael, abbracciandolo con uno dei suoi soliti slanci affettuosi imprevedibili e battendogli una mano sulla schiena.
«Perché non sono arrivato primo?» azzardò Cedric con un sorrisetto. Subito tutti protestarono rumorosamente, «Va bene, calma!»
«Sei stato grandioso! Io non avrei mai pensato di trasfigurare una pietra in un cane! Insomma, non avrei pensato a nulla, sarei svenuta sul colpo!» esclamò Megan accorata.
«E che cavolo, me la sarei fatta sotto anche io!» sbottò Rent.
«Che bello non essere i campioni...» commentò Jack allegramente e gli altri risero.
«Davvero, la sorpresa mi sarebbe stata fatale.» continuò Megan annuendo e ignorando l'espressione di Wayne che diceva quanto dubitasse di ciò. Cedric si strinse nelle spalle, imbarazzato, e Georgia gli sorrise da dietro le spalle della ragazza.
«Ma Cedric ha i riflessi pronti, si sa. Ora che facciamo?» tagliò corto Wayne.
«Scrivo una lettera a mio padre o gli verrà un colpo.» rispose Cedric.
«E poi si festeggia! Tanto Wayne sa arrivare in cucina, no?» esclamò Megan, colpendo l'amico con un cameratesco pugno sulla spalla, abbastanza forte perché lui dovesse stringere i denti per non gemere di dolore.
«Giusto, al saccheggio!» urlò Michael alzando un pugno al cielo.

La sala comune era stata agghindata con bandiere di ogni genere - una di loro rappresentava addirittura Harry Potter quando era stato colpito dal drago - ed era pieno di cibo e bevande.
«Sapete che c'è un passaggio segreto anche per andare da Mielandia?» rivelò loro Walter, «Quando ero al primo anno ricordo questa ragazza, non so se era all'ultimo anno, era più grande comunque, e sapeva come arrivarci, l'avevo sentita parlarne con un compagno... Ve la ricordate Tonks?»
«Quella coi capelli che cambiavano colore?» domandarono Jack e Rent in coro.
«Esattamente! Era un po' come i gemelli Weasley, non trovate?» domandò, rivolgendosi anche a Megan che era stramazzata sul divano dopo un'ora.
«Io non posso di certo saperlo, era troppo grande perché la conoscessi.»
«Altra burrobirra, Georgie? Meg?» domandò Michael, sedendosi accanto a loro.
«Basta, sono piena da scoppiare...»
Improvvisamente un rumore terrificante, una sorta di strillo prolungato, riempì la stanza. Tutti si coprirono le orecchie e Megan cadde dal divano. Jack e Rent quasi si abbracciarono per lo spavento.
«Che diavolo era?» sbottò lei, rialzandosi. «La maledizione cruciatus?»
«Era l'uovo, Cedric l'ha aperto e ne è uscito quel rumore.» spiegò Walter, fendendo la folla con una mano ancora poggiata all'orecchio.
«Era una banshee!» esclamò Ernie.
«Affronterà una banshee?» fece Hannah, sconcertata.
«Meglio della maledizione cruciatus.» commentò Megan, scossa.
«Forse era un qualche mostro invece.» azzardò Quill, pallido. Stephen dietro di lui sospirò.
«Non essere ridicolo...»
«Sembrava mia madre.» disse Michael e gli altri risero, «No, sul serio. Il pranzo di Natale comincia così di solito. Ehi, Ced! Qualche idea?» chiamò mentre l'amico si avvicinava stordito.
«Per niente. Ma nulla può essere peggio dei draghi.»
«Se sei sopravvissuto al gnugnocoso...»
«Grugnocorto Svedese.» corresse Walter.
«Cos'era quel rumore osceno?» domandò Sally-Anne, che era appena scesa dai dormitori, con i capelli sciolti in boccoli dorati e la bocca storta in una smorfia di fastidio.
«La mia prossima prova. Nell'uovo doveva esserci un indizio e quando l'ho aperto si è sentito quello stridio.» spiegò Cedric. Poi guardò Michael: «Sembrava tua madre.»
Risero entrambi e Cedric gli diede una pacca su una spalla mentre Michael annuiva allegramente.
«Dov'è Wayne?» chiese Georgia, sbadigliando.
«È già salito in camera.» rispose Walter.
«Beh, penso lo imiterò.» annunciò Megan, sorridendo poi a Cedric, «Ancora congratulazioni!»
«Fa ancora male?» domandò Georgia indicandosi il viso e lui scosse la testa con un sorriso.
«No e grazie.»
Si salutarono con dei baci sulle guance da cui solo Megan si autoescluse, del resto nessuno si aspettava che dimostrasse affetto in quel modo e lei si limitò a sfiorargli un braccio con la mano. Mentre salivano le scale per tornare alla loro camera sentirono i ragazzi cominciare a cantare uno stonatissimo inno a Cedric e Sally-Anne affrettò il passo per non essere confusa con loro. Rent e Jack si erano anche buttati un braccio sulle spalle dell'altro e dondolavano tanto da far venire il voltastomaco agli altri.
Georgia aggrottò la fronte.
«Megan?»
«Mh?»
«Summers e Summerby saranno mica gay?»
La risata allegra dell'altra la convinse che forse aveva speranze nel fare amicizia con lei prima di trovarsi, due anni dopo, totalmente sola quando la maggior parte dei suoi amici avrebbe lasciato Hogwarts. Non era molto corretto forse, però a chi importava?







Informazione sulla storia: non so se Akami pubblicherà la sua, ma anche lei, l'anno scorso, insieme a me, aveva cominciato a scrivere degli Hufflepuff, solo che ha preso quelli dell'età di Ginny. È una storia bellissima e alcuni suoi personaggi appariranno in questa storia così come alcuni miei appariranno nella sua, il nostro universo Potteriano è lo stesso anche se è concentrato su altre persone!
Indicherò poi chi sono.

Altre due immagini, Michael e Sally-Anne, nel caso di Michael coi capelli corti è quello di quest'anno, il sesto, mentre coi capelli lunghi è l'anno dopo. (Sally-Anne la trovo perfetta soprattutto a occhi chiusi).
Disegni di Recchan, come sempre!

http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc4/hs187.snc4/37694_114385725279444_100001240500692_108617_1707346_n.jpg

http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash1/hs346.ash1/29479_100259443358739_100001240500692_392_1425064_n.jpg






 Kimly [Contatta] Sposta
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 23/10/10, ore 16:13 - Capitolo 2: Giornali e chiacchiere.
Se hai un carattere simile a Megan un po' compatisco i tuoi amici maschi e femmine, ma sei fantastica XD
Wayne e Megan... Chissà, figurati se te lo dico XD
Grazie mille per tutto, compreso l'averla messa tra i preferiti!
 carota [Contatta] Sposta
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 23/10/10, ore 06:07 - Capitolo 2: Giornali e chiacchiere.
Wayne ormai ha tanti fanclub XD
Anche a me non è mai importato di Cedric ma Amos mi faceva piangere un sacco!
Megan... ragazze con un sesto senso... sapessi che tristezza al pensiero che praticamente tutte le donne che conosco invece non ne capiscono un accidente XD io poi ho un sesto senso pazzesco con chiunque altro ma quando si tratta di me, addio... Megan non si accorge minimamente di Walter perché sarebbe anche la prima volta che qualcuno è interessato a lei in quel senso, per quanto sia carina se una ha un caratteraccio è difficile avvicinarla XD
Ho già cambiato le immagini dell'altro capitolo e qui metto direttamente i link!

 RF09 [Contatta] Sposta
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 22/10/10, ore 22:24 - Capitolo 2: Giornali e chiacchiere.
Credo sia una tua impressione, è un buon fratello, Walter XD è solo molto onesto – io lo chiamerei scemo – anche se non ha mai riscosso un gran successo con nessuna donna, sia nella fic che nella realtà XD
Stephen è adorabile, su su XDD Michael è il Sirius di Cedric/James, se ci pensi! Non posso non amarlo immensamente!
Cedric risultava poco interessante anche a me perché è il bravo ragazzo della situazione amato da tutti e perché, dopotutto, questa storia è più concentrata sugli amici che non su di lui stesso!
Non ti ricordi di Jones perché ho nominato solo sua madre un paio di volte e il padre una senza dirne il cognome, non ti crucciare XD



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Capitolo 4
*** Un giorno di novità. ***


Un giorno di novità.




Megan si ritrovò sveglia all'alba. Era strano, di solito dormiva poco solo quando era tesa e in quel momento non le risultava che ce ne fosse motivo, eppure sentì che non sarebbe riuscita a restare a letto un secondo di più.
Andò a farsi una doccia e quando tornò in camera trovò che Hannah era sveglia e leggeva; sperò fosse un libro di narrativa o perlomeno non scolastico.
«Che fai?» sussurrò. Hannah la guardò sorpresa, poi sollevò il libro mostrandole la copertina: era quello di Erbologia. Megan cercò un modo carino per risponderle che non contenesse le parole “sei pazza”.
«Ti cadranno tutti i capelli prima del settimo anno.» disse infine.
«Chi è che dovrebbe soffrire di calvizie?» domandò Georgia con voce assonnata. Sally-Anne saltò a sedere perfettamente sveglia, facendo cadere due fette di cetriolo che teneva sugli occhi “per prevenire le occhiaie, almeno non sembrerò un rospo come Ernie la mattina”.
«Cosa?» domandò anche lei con voce stridula e Susan si lamentò per il brusco risveglio, maledicendole tutte.
«Hannah.» rispose lei.
«Megan!» strillò la ragazza, disperata.
Ora l'attenzione di Sally-Anne era tutta per Hannah infatti, o meglio, lo erano i suoi occhi spalancati e l'espressione di puro raccapriccio.
«Dobbiamo immediatamente porvi fine! Come troverai marito altrimenti? Non è che tu abbia molto possibilità già così visto che ti ostini a non ascoltare i miei consigli...»
Megan fuggì.
Si ritrovò in sala comune prima ancora di pensarci e, neanche a dirlo, Wayne e Stephen erano già lì. Soffrivano di insonnia entrambi, motivo per cui erano diventati tanto amici dato che trascorrevano ore e ore assieme prima delle lezioni, e si stavano sfidando a scacchi magici.
«Buongiorno.» salutarono entrambi.
L'emblema dell'entusiasmo” pensò Megan, che comunque avrebbe potuto competere con loro per la medaglia e si lasciò cadere sulla poltrona accanto alla loro.
«Chi sta vincendo?»
«Wayne.» risposero entrambi, compreso il diretto interessato.
«Chiaramente.»
«Cosa ti porta qui?» domandò Wayne a quel punto.
«Sally-Anne tiene una conferenza su come Hannah non troverà marito perché non mette fette di cetriolo intorno agli occhi e maschere all'ananas.»
I due ragazzi si voltarono a guardarla.
«Credo che il prossimo argomento si sposterà su Georgia, di dubbie attrattive per via dei suoi classici capelli castani e bla bla.»
Stephen si fece pensieroso: «Ha delle sfumature bionde molto intense. È più bionda che castana.»
«Io trovo che entrambe siano belle ragazze. Che tutte lo siate.» aggiunse Wayne cavallerescamente.
«Questo perché siete gentiluomini. O almeno vorreste esserlo. Sally-Anne non è una gentil-donna e mi son rotta i bolidi di starla ad ascoltare, me ne vado in Sala Grande ad aspettare quella cavolo di colazione. Ci si vede.» li salutò, alzandosi di nuovo e andando via mentre si legava i capelli in una coda bassa.
«Sempre una parola gentile.» commentò Stephen, con le labbra leggermente inarcate in un sorriso, «Tuo fratello non ha sempre detto di voler una fidanzata normale, né troppo appiccicosa né troppo fredda?»
«Me ne rendo conto.» sospirò Wayne, «Non so onestamente cosa gli passi per la testa.»
«E lei non ha capito nulla, come era ovvio.» aggiunse Stephen, «In un certo senso è meglio così. Se non ricambia è meno imbarazzante per entrambi. Mi stupisce che nessuna delle ragazze le abbia aperto gli occhi.»
«Georgia è più amica mia che sua e non hanno mai parlato molto, Susan e Hannah non lo frequentano abbastanza per sapere, Sally-Anne idem, anche se non le ci vorrà molto. A me stupisce più Michael che non lo starnazza ai quattro venti.»
«Cedric lo ha supplicato di non uccidere Walter andando a dire tutto in giro.» lo informò Stephen.
«Ecco, ora tutto mi torna.»

«Mi fischiano le orecchie.» mormorò Michael.
«Dalle mie parti si dice che lo fanno perché qualcuno sta parlando di te.» lo informò Cedric.
«Sicuramente è una ragazza estasiata.»
L'altro sorrise, «Senza dubbio.»
«Non incoraggiarlo di prima mattina!» si lamentò Walter, scuotendo una colonna del baldacchino di Jack perché si svegliasse, «Bambini, forza, dovete vestirvi e fare colazione!»
«Altri cinque minuti, mamma...» borbottò Rent.
«Adesso vomito.» avvisò Jack e Walter fece qualche passo indietro.
«Questo è quello che succede quando vi date ai festeggiamenti fino a tardi.»
«Walter sembri tuo fratello. E non è un complimento.» precisò Michael.
«A me piace il mio fratellino.»
«Unico caso al mondo di fratelli vicini d'età che si apprezzano.» affermò lui con aria vagamente schifata.
«Anche a me piace Wayne.» aggiunse Cedric, nascondendo il proprio sorriso andando a guardare alla finestra, «È il mio migliore amico.»
Michael si rizzò a sedere con aria estremamente oltraggiata: «IO sono il tuo migliore amico!»
«Davvero?» fece Cedric, stupito.
Michael guardò Walter: «Lo sta facendo di nuovo. Fallo smettere.»
«Cedric, lo sai che Michael ha bisogno di sentirsi amato per carburare la mattina.»
Jack e Rent risero, alzandosi a loro volta.
«Ora ci sentiamo meglio noi, però. Grazie, Ced.»
«Sì, grazie, Ced.»
«Ma andatevene al diavolo!» sbottò Michael offeso.
«Sembri Jones quando fai così.» commentò Jack, e inevitabilmente tutti guardarono Walter, che se ne accorse.
«Ehi! Non sono ancora un caso così perso!», Rent si voltò verso l'amico e annuì con dolorosa consapevolezza, «Va bene, ci ho provato, ma se non funziona fa niente. Ne troverò un'altra!»
«Sì, hai ragione. Poi dai, è anche carina ma... insomma... non è che sia così tanto femminile...» azzardò Jack.
Walter annuì, pensieroso, «Penso che di lei mi piaccia il fatto che abbia sempre la risposta pronta, sia anche solo un “vaffanculo”.»
«Sì, ma appunto, cercati una ragazza più adatta a te!» insistette Michael, «Io non vado d'accordissimo con lei quindi sono di parte...»
«Credevo ti piacesse!» lo interruppe Cedric sorpreso, «Come amica, voglio dire.»
«Beh, lei piace a me ma io non piaccio a lei.» spiegò Michael, «Quello che intendevo è che tu hai bisogno di una ragazza un pochino meno aggressiva. Guarda Sandy...» ci fu un lamento generale, «Beh, Sandy è dolce!»
«Ma se ti tiene a stecchetto!»
«Quando sei con lei non puoi fare battute!»
«E allora? È normale, quando si è fidanzati non si può fare tutto quello che si faceva da single! E che cavolo... Comunque a te, Walter, serve una ragazza così. Una dolce e tranquilla.»
«Tipo la nostra George?» ipotizzò il ragazzo.
«Tipo... No. Georgie non è dolce e tranquilla, Georgie sembra dolce e tranquilla. Lasciala perdere. Lascia perdere il quarto anno. Passiamo al quinto: che mi dici di Laura? É molto carina, ha i capelli rossi... le piace leggere ma non è una secchiona...»
«Tu come lo sai? Non voglio stare con una tua ex!»
«E allora togli duecento ragazze dal tuo campo d'azione.» commentò Rent.
«Beh, non ce ne sono a Ravenclaw ad esempio. Ho soltanto Sandy e lei non è una so-tutto rompiscatole snob. La maggior parte delle Ravenclaw lo è, ma tu sei tutto calmo e tranquillo e prefettoso perciò potrebbero andar bene. Io mi prendo le Hufflepuff con la mia innegabile simpatia.»
«Le snob sono a Ravenclaw? Diavolo, chi glielo va a dire alla Perks che ha sbagliato dormitorio?» sbottò Jack e tutti scoppiarono a ridere.
«Sally-Anne non è così orribile...» provò a dire Cedric, «E non tutte le Ravenclaw sono snob, Walter. Te ne presenterò qualcuna, ho conosciuto più ragazze nell'ultimo mese che in questi sei anni.»
Tutti gli sguardi che si rivolsero a lui erano pieni di malizia.
«Tipo una certa Cho?»
«Mh, amico, mi sa che Cho non te la presenta.»
«La Chang è Ravenclaw, vero, Ced?»
«Mi presenti Cho?»
«Siete dei bastardi.» sospirò Cedric, e poi la mano di Michael andò ad arruffargli i capelli come al solito.

Megan era quasi arrivata quando si scontrò contro quello che da prima pensò fosse un muro.
«Ma porc...» cominciò, interrompendosi alla vista della mano che le veniva tesa. Non l'afferrò per abitudine mentre si rialzava da sola, ma sollevò la testa incuriosita e incontrò due bellissimi occhi azzurri.
«Ti zei fatta male?» domandò il ragazzo con accento straniero.
Di Durmstrang.
«No, io... suppongo... cioè, no.»
«Zcuza, cercavo Viktor. Tu fisto lui?»
«Krum?» domandò lei, e un risolino quasi civettuolo inaspettato le sconvolse la gola e la mente, «No. Vuoi una mano per cercarlo senza perderti per la scuola?»
Il ragazzo la scrutò con aria sospettosa, poi si sciolse in un sorriso che addolcì i suoi lineamenti duri molto più di quanto facessero i suoi capelli biondi.
«Zi. Io zono Ztanizlaus Ziegler.»
Anche Megan sorrise, incantata dai suoi occhi azzurri.
«Megan Jones, puoi chiamarmi Meg.»
«E tu Ztan.» concesse lui.

A colazione mancava un Hufflepuff all'appello.
«Ma Megan dov'è?» domandò Georgia sorpresa, «L'ho vista alzarsi prestissimo stamattina!»
«Fino alla sala comune respirava ancora.» comunicò loro Wayne, sfogliando il giornale, «Dopo non so.»
Mangiarono chiacchierando e tenendo d'occhio la Sala Grande alla ricerca della ragazza, che non spuntò fino alla fine. Quando si diressero verso il portone per fare lezione la videro in mezzo al corridoio a salutare qualcuno a loro invisibile sulle scale. Poi lei si voltò verso di loro, con un gran sorriso sul viso stranamente rosso.
«Megan! Ci stavamo preoccupando a non vederti arrivare!» la accolse Cedric.
Normalmente, lo sapevano tutti, Megan sarebbe rimasta estasiata dall'interesse di Cedric per lei. Non sembrava in realtà molto interessata ai ragazzi, era brusca e fin troppo schietta, ma Cedric era stata la sua prima cotta e il suo unico punto debole femminile, perciò era sempre felice quando lui le rivolgeva la parola, sebbene gli altri non dubitassero che ciò dipendesse anche dalla rara stima sincera che lei provava nei suoi confronti. Questa volta però Megan diede a malapena segno di averlo sentito, annuendo distrattamente e spostandosi a un fianco di Georgia, da lei considerata l'unica ragazza capace di tenere la bocca chiusa tra le presenti, e li seguì fino a lezione in misterioso silenzio.
Persino Michael non riusciva a fare battute, terribilmente curioso.
Si salutarono nello snodo dei corridoi e quelli del quarto si diressero a Incantesimi, mentre quelli del sesto andavano a Erbologia e Wayne a Pozioni.
A quel punto Megan afferrò la manica della divisa di Georgia con due dita, e sussurrò: «Sono una ragazza.»
«Lieta che tu lo sappia.» ribatté l'altra sconcertata.
«Voglio dire... a volte anche i ragazzi mi vedono come una ragazza. Okay, lascia perdere, diventerà ridicolo e soprattutto patetico questo discorso.» tagliò corto Megan, incupendosi.
Georgia fece ciò che l'istinto le disse, pensando che sarebbe stata meglio a Gryffindor, e spinse Megan lontano dagli altri, l'afferrò per un braccio e la trascinò con sé.
«Che fai? La lezione!»
«È Vitious, neanche si accorgerà che mancano Hufflepuff. Diremo che stavi male, al massimo. Ora entriamo in un bagno e mi racconti tutto.»
E fu così che per la prima volta Megan guidò qualcuno nel bagno di Mirtilla Malcontenta.
«Cioè, sei sua amica?» ripeté per l'ennesima volta Georgia.
«Non è che sia proprio così... parliamo... ma non potrebbe considerarmi un'amica, è morta sola al mondo se non per le compagne che la prendevano in giro, non so quanto si fidi.»
Questo pensiero le fece accigliare entrambe, e quando entrarono nel bagno di Mirtilla erano vagamente bellicose.
«Mirtilla? Ho portato qualcuno!» chiamò Megan bruscamente.
«Chi è?» chiese la voce quasi offesa del fantasma.
«Una ragazza che odia Sally-Anne quanto noi.» spiegò l'altra, serena, «Una che viene presa in giro perché il diminutivo del suo nome è George ed è troppo maschile.»
Georgia spalancò la bocca, ma Mirtilla comparve in quel momento. Il fantasma storse il naso, guardandola dall'alto in basso.
«Sembra molto carina...» disse sospettosamente.
«Grazie, quindi vuol dire che io non sono carina e per questo sono tua amica?» domandò Megan, fingendosi dispiaciuta.
«No! Cosa dici! Noi siamo molto carine, sono gli altri che non lo capiscono!» si affrettò a rassicurarla Mirtilla, volandole vicina. Georgia annuì partecipe, «Io penso che tutte le ragazze siano carine, è solo che c'è chi non vuole vederlo per sentirsi superiore.»
Megan la guardò con la coda dell'occhio: «Vedi, è intelligente quindi non piace.»
«Oh, poverina!» Mirtilla sembrò sul punto di piangere, e Georgia fece un passo indietro.
«Ma andiamo a sederci vicino ai lavandini, è il punto migliore per parlare.» propose Megan, tornata affabile.
«Dovresti fare recitazione.» le sussurrò Georgia a un orecchio.
Presero posto e Megan incrociò le gambe, tirando fuori dalla borsa una lattina anonima, senza alcun etichetta.
«E quella?»
«Succo di zucca, mi dà la carica. Wayne mi ha passato il vizio. Comunque, oggi ho conosciuto un ragazzo.»
«Oh! Un ragazzo carino? Harry Potter è carino!» sghignazzò Mirtilla.
«Harry Potter non è carino! Mirtilla, mi meraviglio dei tuoi gusti! È uno che si mette sempre in mostra!» protestò schifata lei.
«Ma con me è sempre stato dolcissimo!» canticchiò la fantasma, persa in visioni romantiche.
«E comunque Potter ha detto a Cedric che ci sarebbero stati dei draghi nella sfida ed è per questo che Cedric era così pronto.» sussurrò velocemente Georgia. Megan voltò lentamente il viso verso di lei con occhi sbarrati. «Onesto, non trovi? Ma va avanti col ragazzo nuovo, poi parliamo di quello.»
«Oh, sì. Beh, è di Durmstrang.»
Georgia e Mirtilla, quest'ultima solo per esigenze di melodramma, trattennero il fiato.
«È alto, biondo e con gli occhi azzurri. Si chiama Stan-qualcosa che non ricordo, ma tanto posso chiamarlo solo Stan. A quanto pare da loro si svegliano sempre prestissimo la mattina... Comunque abbiamo chiacchierato molto e ci siamo dati appuntamento in biblioteca questa sera. È la prima volta che un ragazzo mi lascia intendere che sono carina, sapete?»
«Ma è impossibile!» esclamò Georgia all'improvviso. Megan e Mirtilla la guardarono sorprese. «Voglio dire... Noi non ci siamo mai confidate molto, è vero, non abbiamo neanche parlato di cose superficiali in realtà, però... mi sembra assurdo che nessun ragazzo ti abbia mai fatto il filo! Io penso che tu sia davvero una bella ragazza!»
«E io penso che tu non sia una deficiente e dato che ho bisogno di un'amica ragazza per parlare di queste cose ho scelto te per questo.» disse Megan, ringraziandola così per le sue parole.
Georgia ci dovette riflettere un po' sopra, cercando di cogliere se ci fosse anche qualcosa per cui offendersi.
«Comunque, non dovete dirlo ancora a nessuno, non voglio sentire le battute degli altri. Sarei costretta a far loro del male e non possiamo permetterci di fare brutta figura davanti alle altre scuole. Per quello ci sono Gryffindor e Slytherin.» proseguì Megan.
«Non avrei mai pensato che ti interessasse quello che pensano gli altri di te.»
«Oh, non fraintendermi. È solo che non sono cazzi loro. Però sono rimasta sconvolta dal fatto che con lui non mi è venuto spontaneo essere infastidita come lo sono, ad esempio, con Stebbins. Quindi mi chiedo se non sto diventando una ragazza... come Sally-Anne.»
Georgia la guardò sconvolta: «Credo di aver perso il collegamento.»
«Beh, pensa a quanto fa la gatta con chi le interessa ed è un'assoluta idiota col resto del mondo!»
L'altra scoppiò a ridere e Megan e Mirtilla attesero una risposta più consona alle sue preoccupazioni.
«Megan, se c'è una cosa di cui sono sicura è che tu non sei una di quelle... Ti sei semplicemente trovata con uno che non si comporta da idiota come Michael o che non ti irrita come gli altri. Del resto non sei antipatica con Cedric, no? Tu lo sei solo con chi lo merita. E poi magari sei un po' brusca a prescindere, è vero, ma c'è a chi può piacere. Ad esempio piaci molto a Walter, sai? Dico, a proposito di ragazzi a cui dici di non piacere.» Georgia pregò che questo non fosse considerato un tradimento da Walter, ma aveva sempre avuto la sensazione che fosse interessato alla ragazza e magari questo poteva aiutarlo.
«Beh, ma Walter che c'entra? È un amico, non un ragazzo!»
Georgia fu sul punto di ribattere ma decise saggiamente di evitare. Piuttosto si soffermò a considerare un altro punto.
«Megan, in nome della nostra neonata conoscenza voglio farti una confidenza sulla mia visione di te.» dichiarò.
Megan poggiò il mento contro una mano, interessata.
«Non credevo che tu considerassi Walter un grande amico. Mi spiego... Certo, tutti hanno amici e anche chi ha un carattere un po' duro prova affetto. Però non ti ho mai vista molto legata a nessuno di noi, escluso Cedric. Per quanto riguarda Wayne principalmente litighi e lui a volte risponde e a volte ti ignora, per quanto dica sempre che gli va benissimo così il vostro rapporto, e con Michael litigate in due mentre con Walter ti ho sempre vista parlare solo ogni tanto... Credevo non fossi poi molto legata a loro e anche io di conseguenza non mi sono mai avvicinata, non mi piace imporre la mia presenza. Dove diavolo è andata Mirtilla Malcontenta?»
Si guardarono attorno: il fantasma era sparito.
«Quando si annoia sparisce. Non te la prendere a male, è solo che ai fantasmi piace essere al centro dell'attenzione. Comunque anche io a volte ho dubbi su di me, nessun rancore. Solo che sono cresciuta litigando con Wayne e mi annoierei senza, e Walter era sempre lì e l'ho sentito come un fratello maggiore anche per me... Michael è un... non ci sono parole. Però è divertente infastidirlo. Quando ci sei tu io mi tengo un po' in disparte perché tu sei quella che ha sempre qualcosa di intelligente da dire...»
«I ragazzi fanno gruppo, propongo di creare una piccola alleanza anche tra noi.» la interruppe Georgia, intenerita dalla piega che il discorso stava prendendo. Megan notò l'espressione e ricambiò guardandola come se fosse pazza, poi le porse una mano.
«Ma niente stronzate da femmine contro maschi, tiferei loro visto che Sally-Anne è femmina.»
Quando uscirono dal bagno si diressero verso l'infermeria, pronte a fingere un malore, quando per miracolo incrociarono i gemelli Weasley.
«Aspetta, ho un'idea! Ehi, Weasley!» chiamò Georgia ed entrambi si voltarono incuriositi. La ragazza corse da loro, «Avreste per caso qualcosa per fingerci malate, dato che abbiamo saltato la lezione? Un po' come quelle vostre merendine che fanno spuntare le piume, solo che dovrebbero giustificare un'ora intera... Vi daremo qualunque cifra chiediate, ma in questo momento abbiamo i soldi nel dormitorio e sarebbe un casino andarci senza farci beccare, potreste comunque darci qualcosa per favore? In cambio vi lascerò i miei libri, così saprete che dovrò per forza tornare a pagarvele!»
Megan si avvicinò cercando di sembrare disperata quanto Georgia suonava. I due ragazzi si scambiarono un'occhiata divertita.
«Hufflepuff.» commentò uno dei due.
«Di che anno?» domandò l'altro.
«Quarto anno.» rispose Megan, scoprendo di apparire più scocciata che altro. Georgia la guardò allarmata, ma evidentemente non ci poteva fare niente.
«Ah, come il finto Prefetto!» disse improvvisamente un Weasley ed entrambe lo fissarono sconcertate.
«No, lui era al quinto. Era un finto Prefetto, appunto.»
«Dettagli. Allora, che ne dici, George?» domandò l'altro, guardando le ragazze.
«Come sai il mio nome?» domandò Georgia, abituata a sentirsi chiamare a quel modo.
I due la fissarono confusi.
«Credo si riferisse a suo fratello... Sai, Fred e George. Meno male che ero io a non ricordare i nomi di nessuno...» borbottò Megan.
«Ti chiami “George”?» ripeté Fred, incredulo.
«Georgia. Ma gli amici mi chiamano George... o Georgie.» spiegò lei miseramente. Soltanto Cedric e Wayne usavano il suo nome di battesimo, storpiato da Michael con quel “Georgie” che aveva finito per trovare adorabile.
«Mi piace! Fidiamoci della mia omonima!» disse George allegro.
«Ma sì. Però non ditelo troppo in giro, dobbiamo ancora perfezionare le nostre invenzioni!» concordò Fred, facendo l'occhiolino a Megan, che gli concesse un mezzo sorriso tirato.
«È fatta così, è come se vi avesse abbracciato.» spiegò Georgia, che già sentiva che a girare con l'altra avrebbe finito col fare da interprete. «Comunque grazie mille!» esclamò, piena di riconoscenza.
Megan annuì con cipiglio più serio di quanto fosse necessario e Fred inclinò un po' la testa per guardarla meglio.
«Ha un qualcosa che mi ricorda Hermione.» constatò, «Molto carine, comunque. Quarto anno, eh?»
Lei a dispetto di tutto si sentì arrossire e Fred rise.
«Ecco, lo sapevo! Qualche reazione normale ce l'ha!»
«Illudere il cuore di una giovane fanciulla innocente è un'azione assolutamente criminale.» replicò lei, inarcando le sopracciglia. Stavolta anche George rise, annuendo.
«Sì, ha perfettamente ragione, sei stato crudele!» scherzò, rivolto al gemello.
«Non oserei mai, signorina! Facciamo che offriamo noi, non c'è bisogno di pagarci nulla.»
«Dev'essere davvero difficile per Hermione stare con voi, se davvero le somiglia.» commentò Georgia, che sentiva però un'improvvisa euforia nascerle dentro: quei due dovevano dare la carica a tutta Gryffindor.
«Lo è. Allooora...» cominciò George, che aveva finalmente trovato qualcosa, «Le crostatine non servono ora, quindi direi... che ne dite di questa caramella che fa diventare la faccia blu? Potete fingere di essere andate nel panico perché dopo colazione vi siete ritrovate così o qualcosa del genere.»
«È perfetto! Megan, che ne dici?»
«Oh, no, il mio bel faccino rovinato!» piagnucolò lei sforzando la voce in un fastidioso farsetto, «Sto per morire? Che mi succede?... Sì. Basterà imitare Sally-Anne e passeremo per oche isteriche. Datecene una.» disse, tornata di ghiaccio.
Fred e George si scambiarono un'occhiata e poi risero allegramente; il primo diede anche una pacca sulla spalla di Megan.
«Bene. Ora che ci penso, George, non è male l'idea di creare dei dolci per star male e saltare le lezioni...»
«In effetti... Beh, ci si vede, omonima. Megan.» salutò l'altro. E i due gemelli sparirono così come erano comparsi.
«Sempre presenti quando un alunno è in difficoltà, dovrebbero far loro un monumento.» commentò Georgia.
«Per un istante Fred mi ha ricordato Stebbins. Solo che è più affascinante.»
«Chi?»
«Fred, ovviamente.»

Quel pomeriggio a pranzo Susan e Hannah smisero di chiacchierare nel momento in cui Georgia e Megan le raggiunsero al tavolo.
«Ehi! Dove siete finite tutta la mattina?»
«Cosa? Non eravate a lezione?» domandò Walter sorpreso.
Megan e Georgia si scambiarono un'occhiata.
«Eravamo in infermeria.» spiegò la Runcorn.
«Chi stava male?» si intromise Michael, rovesciando un bicchiere sul piatto di Wayne, che gli scoccò un'occhiataccia.
«Io.» rispose Megan, sfiorandosi per un momento il viso tornato di un colore naturale. Georgia era rimasta con lei, fingendo di aver trascorso un'ora nel bagno solo per convincerla a uscirne.
Era stato anche esilarante, ad essere sinceri.
E non si aspettava di certo di essere investita dalle domande di tutti, ora.
«Cosa ti è successo?» domandò Walter palesemente preoccupato.
«Come mai sei già fuori?» chiese invece Wayne, sospettoso.
«Perché nessuno mi ha detto nulla?» sbottò Susan, rivolta principalmente a Stephen che alzò le spalle.
«Ora stai bene?» domandò Cedric, meno impetuoso degli altri.
«Nulla di contagioso, spero.» squittì Quill, terrorizzando anche Stephen; quest'ultimo si rilassò quando le due ridacchiarono.
«In realtà potrebbero crescerti tentacoli sulla faccia!» esclamò Michael e Quill si ritrasse spaventato, urtando Stephen che stava schiacciando la sua omelette perché risultasse più squadrata.
«Ora devo ricominciare... Michael, smettila di spaventare Quill. Quill, Michael neanche sapeva che Megan era in infermeria, sta inventando le solite sciocchezze.» spiegò pazientemente.
«Sicuro? Sento già prurito alla faccia...»
«Forse sono pulci.» suggerì Michael.
«Mike.» lo ammonì Georgia. Intanto Megan aveva già rassicurato gli altri sul suo stato di salute.
«Cosa ci siamo perse?»
«Ah! La notizia che è sulla bocca di tutti!» esclamò Susan, «Il Ballo del Ceppo!»
«Si terrà la notte di Natale!» aggiunse Hannah estasiata.
«Finalmente qualcosa di appropriato.» fu il criptico commento di Sally-Anne, sedutasi accanto a Cedric stavolta affinché fossero i più grandi a notarla e a pensare di invitarla per primi, «Me l'hanno già chiesto in due.»
«Sei un mostro.» commentò Georgia.
«Beh, per fortuna se non rimediamo nessuno possiamo andarci tra amici.» commentò Rent.
«Ma perché, tu ci vuoi andare?» domandò Wayne.
«Non dire così, sarà divertente! Prenderemo in giro le altre coppie, nel caso!» lo incoraggiò Georgia.
«Ah, i Campioni aprono le danze, quindi io ci sarò per forza.» li informò Cedric, lanciando una brevissima occhiata al tavolo Ravenclaw.
«Invitala prima che lo faccia qualcun altro, Ced.» suggerì Michael.
«Tu porti Sandy, vero?»
«Georgie, che domande! Io la inviterò e naturalmente faremo due passi e poi via! Verso lo “strappiamoci i vestiti di dosso” e oltre!»
«Sei un essere disgustoso.» commentò Megan.
«Sono le cose della vita, tesoro.»
«Piuttosto che ballare preferisco farmi troncare le gambe. E l'effetto sarebbe lo stesso.» confessò Jack e tutti scoppiarono a ridere.
Megan aveva già ballato in passato ai matrimoni dei suoi parenti babbani e le era piaciuto molto, perciò disse: «A me non dispiace l'idea.»
Quill si coprì la testa con le mani: «Sarò io a risultare con le gambe troncate invece... non dico che lo sarà la mia accompagnatrice dato che non ne troverò mai una!»
«Susan, vieni con me?» domandò Stephen e lei annuì con un sorriso, «Prova così, Quill.»
«Oh, Sally-Anne, ti va di venire al ballo con me?»
Era un ragazzo molto più grande e indubbiamente bello, gli amici dovevano essere quelli che lo stavano osservando abbarbicati nelle loro sedie dal tavolo dei Ravenclaw.
«Sarebbe un piacere.» miagolò lei con un tono totalmente diverso da quello che dedicava a loro.
Quill batté la testa contro il tavolo. Walter spostò lo sguardo su Megan, che invece aveva notato un gruppo di ragazzi di Durmstrang uscire in formazione compatta: spiccava una chioma bionda già familiare.
«Io ho dimenticato... un... A dopo!» salutò, correndo via e rischiando di inciampare su una sedia.
«Ma siamo sicuri che stia già bene?» domandò Wayne, aggrottando la fronte. Georgia sorrise enigmatica.

Era l'imbrunire quando Megan e Stan uscirono dalla biblioteca dopo aver chiacchierato a bassa voce per quasi tutto il tempo. Lei scoprì di avere il vizio di lisciarsi la coda con una mano quando era in compagnia di un ragazzo interessante, e scoprì anche di poter essere interessante a sua volta.
«È prima folta che trovo racaza che piace Qvittich e anche cozì simpatica.»
Lei ridacchiò, senza sapere cosa rispondere. Stan si fermò.
«Ti avevo cià notata, solo sempre con racazo alto e crosso, è tuo fidanzato?»
«Dici uno coi capelli castani? No! Lui è solo un amico, un po' un fratello, sai... Si chiama Walter. Ti piacerebbe.»
Stan non sembrò convinto ma non commentò in proposito; «Allora tu lipera per il pallo?» si fermò un momento a pensare: «Pballo?» si corresse, e stavolta la sua “b” suonò più accettabile.
«Sì, sono liberissima!» esclamò, con un sorriso ancora più largo.
«Tu fuoi venire con me?»
«Sì. Sarà divertente.» accettò allegramente, e Stan sorrise. «Ma quando mi avevi notata?»
«Il ciorno della sfida con drago tu eri ficino a tenda di infermiero. E a folte fuori... Ti ho fista anche correre.»
«Ah, sì, mi piace mantenermi in forma.»
«Piace anche me.» disse lui allegro.
Megan sorrise ancora, passandosi una mano tra i capelli. Poco più avanti si salutarono e quando stava per arrivare all'entrata della sala comune vide Sally-Anne parlare con quel ragazzo che l'aveva invitata al ballo, sfiorandosi i capelli e ridacchiando.
E si rese conto, già nel panico, che non c'era molta differenza tra loro, qualunque cosa dicesse Georgia.
Si stava Principessizzando.









Prossimo capitolo: il ballo del Ceppo!
E sì, Megan è molto fangirl, chiunque sia affascinante e/o ironico-divertente le piace quanto piace a noi che leggiamo la serie XD E finalmente comincia a legarsi anche con una ragazza che non sia morta cinquanta anni prima.

Stephen e Quill: http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc4/hs167.snc4/37694_114385731946110_100001240500692_108619_1968442_n.jpg

Di Jack e Walter ho solo due foto che però rendono bene:
Jack: http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc4/hs167.snc4/37694_114385735279443_100001240500692_108620_7655740_n.jpg

Walter: http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc4/hs167.snc4/37694_114385738612776_100001240500692_108621_2372945_n.jpg



 Kimly [Contatta] Sposta
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 26/10/10, ore 16:43 - Capitolo 3: La prima prova.
Guarda, io ammiro le persone brusche XD vai bene così!
Michael è in classe coi gemelli, dopotutto! Sono amici, diciamo che è la controparte Hufflepuff (ogni casa ha qualcuno un po' messo male mentalmente, secondo me XD)
 RF09 [Contatta] Sposta
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 25/10/10, ore 23:06 - Capitolo 3: La prima prova.
Wayne sarebbe un grande aiuto in caso di verifiche, io ne avevo una XD
Walter come vedi adora il fratellino, motivo per cui lo sfottono XD è solo un po'... sfigato XD
Che non si capisse chi parlava era un po' voluto, perché era il caos di chi si trovava nel pubblico e mangiava/seguiva la prima prova!
Sì, Sally-Anne diverte un sacco anche a me, è quella che fa l'antipatica e che sa di esserlo ma continua a non preoccuparsi di piacere XD le ho voluto bene da subito XD




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Capitolo 5
*** Il Ballo del Ceppo. ***


 Ballo del Ceppo.


Cedric sospirò demoralizzato, non avendo idea di come fare con l'uovo. Aveva messo a soqquadro la biblioteca con l'aiuto di Stephen e di Georgia; Michael era riuscito a fuggire fingendo improbabili impegni scolastici e così si era dovuto rifare sul compagno più piccolo ma divoratore di libri e con memoria allucinante, ed era stato inutile.
«Ehi, ragazzo.» lo chiamò bruscamente la voce del professor Moody, facendolo sobbalzare, «Che ci fai in giro con quell'uovo?»
«Professore! Io... cerco ancora una soluzione.» mormorò vagamente intimorito.
«Io dico sempre...» Moody si guardò attorno come per controllare che fossero soli, «Che le idee migliori vengono quando ci si fa un bel bagno. Capisci cosa intendo, ragazzo?»
«Un bagno?» ripeté lui, sentendosi stupido perché non capiva per niente.
«Sì, un bagno. Non hanno un bagno anche i Prefetti? Un bagno caldo insieme all'uovo e chissà che non ti venga qualche buona idea.» borbottò, riprendendo a camminare.
Cedric lo guardò sconvolto.

Mancavano pochi giorni al ballo quando si ritrovarono tutti quanti in sala comune ad aiutarsi a vicenda coi compiti di Pozioni, dato che Snape stava evidentemente cercando di portarli al suicidio, e si avvertiva la frenesia in aumento all'avvicinarsi del giorno fatidico.
Megan sbadigliò, appoggiandosi comodamente contro una spalla di Cedric e attirando così parecchie occhiate malevole.
«Cho ha detto di sì, vero?» sussurrò all'amico, e lui annuì raggiante.
«Subito. Ci siamo visti ogni tanto, anche in biblioteca. E lì ho notato...»
«Hai notato?» lo invitò a proseguire lei.
«Una ragazza che conosco in compagnia di un ragazzo di Durmstrang.»
«La Granger e Krum? Li ho visti anche io.» fece finta di nulla lei, alzando gli occhi al cielo.
«Mh... No. A dire il vero mi riferivo a una moretta familiare...»
«Ehi, Megan!» la chiamò Walter, seduto per terra con il libro aperto sulle gambe, «Andiamo insieme al ballo?»
«Oh, scusami ma sono già impegnata. Ci vedremo comunque tutti lì dopo qualche danza, no?» provò a rispondere in modo gentile. Georgia le aveva fatto presente che per non diventare totalmente come Sally-Anne doveva perlomeno rifiutare in modo carino.
La ragazza infatti annuì approvando silenziosamente, unica a sapere che era già occupata.
Walter spostò lo sguardo su Wayne, che sembrava vagamente sorpreso e che fece cenno di no con la testa.
«E con chi ci vai?» domandò Michael, poggiando un braccio sulla testa di Cedric dopo essere arrivato alle loro spalle.
«Affari miei.»
«Con chi ci vai?» chiese Stephen, alzando gli occhi dal suo libro.
Megan fece spallucce, tornando più gentile.
«Anche se ti dicessi il nome non lo riconosceresti.»
«Perché a me risponde sempre male e agli altri no, Ced?»
«Togli il braccio dalla mia testa.»
«Nessuno mi ama!» esclamò drammaticamente Michael.
«Ora a chi lo chiederai, Walter?» chiese Quill, depresso.
«Ci sarebbe Marietta, l'amica di Cho Chang...»
«Perfetto. Io non troverò mai nessuna.» mormorò lamentoso, «Hannah va con Ernie, Justin con una più piccola, Stephen con Susan, Michael con la sua fidanzata...»
«Vuoi venire con me?» domandò Georgia, «Potremmo andare io, te e Wayne e ballerei con entrambi. Sto scherzando, Wayne.»
«Io ti aspetterò al tavolo per i tuoi sicuramente brillanti commenti sulla serata.» concordò il ragazzo.
Quill intanto ragionava sul fatto che lei fosse un po' più alta di lui ma sicuramente carina e che per quanto lo intimidisse sarebbe andata benissimo.
«Mi farebbe molto piacere.» rispose, racimolando la dignità rimasta.
Georgia gli sorrise e in qualche modo si sentì ancora più minacciato.
«Così non lo conosce nessuno, eh? Sarà per caso quel ragazzo della biblioteca?» mormorò Cedric all'orecchio di Megan, con la voce che sapeva di sorriso.
«E se fosse?»
«Sei arrossita?»
Megan si coprì la guancia bollente con una mano e Cedric le passò affettuosamente una mano sui capelli, «Sono felice per te.»
«E sembri anche molto felice con Cho.»
Ora fu il turno di Cedric per arrossire.
«Spero lo sembri anche lei.» osservò, sollevando le sopracciglia.
«Le conviene o la picchierò. È fortunata, non c'è un bravo ragazzo più bravo ragazzo di te a Hogwarts.»
«Il fatto che sia tu a dirmelo vale davvero molto.» disse lui sinceramente.
«Ovvio. Sono io.» replicò lei serissima e Cedric ridacchiò.
Quando Megan li salutò tutti, decisa a tornare in camera, Walter attese qualche secondo e poi sbottò: «Chi diavolo l'ha invitata allora?»
«In questo ultimo mese non si è vista molto in camera, credo fosse fuori con quel qualcuno.» gli rivelò Hannah e Susan annuì.
«Era anche molto allegra quando rientrava.» aggiunse. Walter lasciò sbattere la testa contro la poltrona su cui sedeva Georgia, quella davanti al divanetto di Cedric.
«Grandioso.» mormorò sconsolato. Cedric e Georgia si scambiarono un'occhiata e non dissero nulla.
«Wayne, non sai niente neppure tu?» chiese Michael, consapevole che nel caso non avrebbe parlato se non interpellato.
«Per niente.»
«Meno male che sei il migliore amico.» considerò divertito.
«Migliore amico maschio, è normale che non ne parli con lui.» disse Susan, cercando in qualche modo di difenderla. Wayne in ogni caso non sembrò infastidito quanto indifferente.

«Come mai non mi hai detto di essere impegnata?»
Megan sollevò la testa di scatto dal suo pranzo, sorpresa. Wayne la guardava con un sopracciglio inarcato e l'aria annoiata, ma non accennava a tornare al proprio pasto. Gli altri non prestavano loro attenzione e di conseguenza si era creata una bolla di fastidioso silenzio intorno a loro.
«Avrei... dovuto?»
«Di solito mi racconti quello che ti succede.»
«Sì e poi tu fai qualche commento che mi innervosisce e litighiamo. Non volevo innervosirmi sul ballo.» spiegò lei, prendendo un sorso d'acqua.
«Quindi non mi parlerai più di nulla?»
«Cosa? No! Soltanto di questo!»
«Capisco.» concluse lui, tornando a mangiare.
Megan si raddrizzò, guardandolo con un misto di incredulità e preoccupazione, e poi infilzò una polpetta spietatamente. Lo guardò di nuovo, rinunciando a portarsi il boccone alle labbra.
«Ti sei offeso?» chiese, sentendosi infantile soltanto a chiederlo.
«Assolutamente.»
«Assolutamente sì o assolutamente no?»
«No.» chiarì lui, «Se tu preferisci nascondere le cose piuttosto che confrontarti con gli altri significa semplicemente che sei fatta così o che non sono cose così importanti.»
Megan restò a bocca aperta.
«Scusami? Ma non ho il diritto di pretendere che gli altri non si facciano gli affari miei?»
Gli altri smisero di parlare, voltandosi a guardare. Cedric, che si era spostato al tavolo Ravenclaw per scambiare due parole con Cho ma era comunque a meno di due metri da loro, smise di chiacchierare.
«Hai tutti i diritti infatti.» confermò Wayne senza scomporsi.
«Ma hai appena detto... Oh, sei impossibile!» sbottò, moderandosi soltanto perché troppo vicina al tavolo dei professori, «Lo vedi? Non posso mai aprire bocca con te senza che mi saltino i nervi!»
«Questo è perché sei troppo impetuosa. Dovresti cercare di mantenere a freno la collera o finirai con l'ammalarti.»
«Tranquillo, dei due sono sicura che morirai prima tu. Per omicidio.»
«Mi seguiresti poco dopo da Azkaban.» ribatté lui.
Megan sbatté un pugno sul tavolo, facendo traballare piatti e bicchieri, poi si alzò e lasciò la sala seguita da tutte le teste degli Hufflepuff che si voltarono a guardarla.
«Scusate...» si congedò Wayne, seguendola.
«Al solito.» commentò Georgia e tutti tornarono a chiacchierare dei fatti propri.
Megan invece si trattenne dal tirare calci al muro e si limitò a sbuffare sonoramente.
«Megan.» la chiamò Wayne, suonando di nuovo molto annoiato.
«Che cazzo vuoi, non ti basta avermi rovinato il pranzo?» abbaiò lei.
«Non è colpa mia. Dico sul serio, dovresti imparare a non farti innervosire da tutto.»
«Non è il tutto che mi innervosisce, sei solo tu! Sei sempre così... è come se non te ne fregasse mai nulla però dici cose orribili! E io non dovrei risponderti?» gridò lei.
«Cose orribili?» ripeté Wayne, ora confuso.
«Che io nascondo le cose! Mi fai apparire come se stessi facendo chissà che, quando invece è normale! Guardarci ora, non stavamo praticamente parlando di niente e ora litighiamo!»
«Io non sto litigando con te.» le fece notare lui.
«Fa lo stesso! Non ti sopporto! E poi se proprio vogliamo dirla tutta io ti racconto quello che mi succede ma tu non mi dici mai dannatamente nulla! Va bene, sei un tipo riservato, ma in quattro anni non ti sei mai dato la pena di farmi sapere neppure che i tuoi hanno divorziato o che hanno scritto per il professor Lupin e te la sei presa con loro! Se non fosse per Walter di te saprei soltanto il nome, come possiamo considerarci amici?» la sua voce si era ridotta a un tono di conversazione normale e si era fatta delusa.
«Non pensavo ti interessasse dei miei genitori e non ne ho parlato con nessuno. Ci ha sempre pensato Walter e credevo avesse informato anche te.» si giustificò lui, perplesso.
«Come fai a dire che sono la tua migliore amica allora?»
«Come fai a sapere che... Walter
«Già. Beh, senti, io devo andare.» mormorò, stanca di litigare.
«Allora ciao.» la salutò lui senza alcun problema, girando i tacchi. Megan non poté realmente stupirsi del suo atteggiamento, Wayne era fatto così, ma lo mandò mentalmente all'inferno.

Sentire i propri compagni che ammettevano che lei non era una tipa femminile e che non vedevano l'ora di vederla conciata per la festa e a disagio non era qualcosa di propriamente piacevole o che poteva sollevare l'autostima, perciò quella mattina Megan fece dietrofront con ancora i regali in mano e si nascose in camera propria per il resto della giornata, trattenendosi dal cercare la sua mazza da Quidditch per spaccare la testa a tutti. Sembrava avessero deciso di fare a gara su chi le avrebbe rovinato di più il ballo, con Wayne che era tornato a parlare a monosillabi, Michael che la tartassava per scoprire chi l'aveva invitata e le compagne di stanza esclusa Georgia che si facevano più isteriche di giorno in giorno.
Georgia era diventata una inaspettata alleata perché poteva parlarle di cose prettamente femminili come trucco e abiti senza però farne un'intera conferenza e senza prenderla troppo sul serio. Non si innervosiva perché non le importava particolarmente di queste cose ed era una fonte di pura razionalità in quella camera di malate di mente.
In quel momento, però, a quattro ore dall'evento, Megan sentiva inevitabilmente l'isteria farsi strada anche nel suo animo già provato dalle discussioni altrui udite per errore e si stava pentendo di aver accettato di andare al ballo, temendo di rendersi ridicola. La sua indole battagliera però riuscì a vincere il resto e poté incanalare energie e nervi nell'obbiettivo di apparire come una ragazza a tutti gli effetti e sbatterlo in faccia al gruppo di cretini, esclusa la buon'anima di Cedric.
«Sally-Anne.» chiamò tetra, distogliendola dalla sua applicazione di crema per il viso.
«Dimmi.»
«Puoi aiutarmi per stasera? Vorrei essere al meglio.»
Georgia smise di aggiustare il proprio vestito e la guardò incredula, Susan rischiò di cadere dal letto, Hannah chiuse la porta che aveva appena aperto per poter andare al bagno e la fissò incredula e Sally-Anne si voltò molto lentamente a guardarla con un'espressione che indicava chiaramente che pensava che avesse perso la testa.
«Spiegati.» ordinò, dato che aveva visto quanto Megan fosse stata poco interessata alla faccenda del ballo fino a quel momento.
«Ho sentito che i ragazzi si aspettano che io mi comporti praticamente da papera inguainata in abito da sera o che spaventi il mio accompagnatore parlando come un troll. Voglio dimostrare loro che posso essere anche io... normale.»
«Tu sei già normale!» si affrettò a dire Susan, dispiaciuta.
«Devi dimostrare, piuttosto, che sono loro che ci perdono.» suggerì Sally-Anne, stranamente d'aiuto.
«Esatto!» concordò Megan, «E mi servi tu, perché sei piena di vestiti e il mio è troppo tradizionale, vorrei qualcosa di veramente...»
«Per cui tutti ti vedano bellissima, no?» le venne in soccorso anche Georgia, «Io potrei sistemarti i capelli!»
Sally sorrise: «Sarà un vero piacere lasciare tutti a bocca aperta. Io ci metterò poco, non ho bisogno di chissà quale trucco per apparire brillante, quindi potrò dedicarmi a te. E tu devi comportarti in modo dolce, evita di fare il troll, almeno davanti a loro.»
«Io non faccio mai il troll!» protestò lei.
«Ma chi è il tuo accompagnatore?» chiese Susan, interrompendole.
«Si chiama Stan, è di Durmstrang. Biondo, occhi azzurri, conosce Krum...»
«Ottima scelta!» si complimentò Sally, «Non lo avrei mai detto, ma c'è speranza anche per te!»
«Cosa...»
«No.» la bloccò Georgia, «Pensiamo a te ora.»
Quando tre ore e mezza dopo Megan si affacciò allo specchio da camera di Sally-Anne non poté che sorriderne. Una parte dei suoi lunghi capelli scuri era stata raccolta sulla nuca in un complesso chignon mentre il resto delle ciocche erano libere di caderle sul viso, sui lati e alle spalle. I suoi occhi grigi leggermente all'insù erano stati sottolineati dalla matita nera e da un ombretto argentato, le guance erano appena più colorite del solito e le labbra erano rimaste del loro rosso naturale. Aveva indossato un vestito rosa pallido, il colore che più odiava ma che le donava, le cui maniche cominciavano sotto le sue spalle e la cui gonna finiva sotto le caviglie dopo essersi gonfiata e immersa nel raso. Era stretto in vita e sottolineava il seno, mentre la scollatura era illuminata da un gioiello prestatole come il vestito da Sally-Anne. Le scarpe col tacco le aveva prestate Georgia invece, e i trucchi erano stati messi a disposizione da Susan, così come il profumo floreale da Hannah, distillato proprio da lei.
«Cavolo, sembro proprio una principessa.»
«Non dire cavolo, al massimo dì “oh”. Se non riesci a contenerti: “accidenti”.» suggerì Sally-Anne, ancora sorridente, «Come mi sento brava. Ho anche compiuto una buona azione natalizia.»
«Sì, grazie. Sul serio.» disse Megan di cuore, «Grazie a tutte.»
«Mi raccomando, quando scendi fingi di non sapere quanto sei bella, sorridi molto e fa la finta tonta per qualsiasi cosa.» le consigliò Georgia, terribilmente carina coi capelli sciolti e il suo vestito celeste che si schiariva quando scendeva morbidamente sulle sue gambe. Era truccata appena e i suoi grandi occhi castani risaltavano con la loro dolcezza sul suo viso dai lineamenti altrimenti troppo alteri nella loro nobiltà: Sally-Anne poteva sembrare una principessa per via del suo aspetto quasi stereotipato “bionda e occhi azzurri, troppo bella per essere vera”, ma sicuramente era Georgia quella che a primo impatto sembrava la più snob, più arrogante, almeno finché non la si guardava negli occhi; e infatti quando era estremamente seria o arrabbiata faceva paura.
«Stai veramente bene anche tu. Sally, come ti vestirai?»
«Il mio colore è l'oro, naturalmente!» esclamò, togliendo l'asciugamano dalla testa e lasciando scivolare una cascata di capelli ricci, «Voglio splendere come una stella!»

«Non ti sarà difficile.»
Lei lo sorrise: «Perfetto, comportati così e andrà bene.»
«Io dicevo sul serio...» borbottò Megan.
«E non parlare tra te e te.»

«Siamo troppo in anticipo?» chiese Quill nervosamente, imbarazzato nel suo abito da cerimonia scuro e in cima all'ultima rampa di scale che avrebbe portato al corridoio per la Sala Grande.
«Nah... O meglio, lo siamo ora che siamo soli, ma appena arriveranno le ragazze andrà bene, tranquillo. Tutte le coppiette che arrivano prima possono mettersi a chiacchierare e va bene così. Non vedi che è già pieno di gente?» domandò Michael, scrutando la folla che si accalcava intorno al portone e che riuscivano a vedere anche da lì.
«Rilassati, siamo qui per divertirci.» aggiunse Cedric con fare fraterno.
«Sì, è solo Cedric a dover aprire le danze.» ridacchiò Walter, «Mica noi.»
«Grazie.» mormorò il campione Hufflepuff con rimprovero, «Sei un amico.»
«Sandy arriverà in ritardo di sicuro, dovresti ringraziarci per averti già accompagnato qui.» fece presente Michael.
Wayne sospirò, alzando gli occhi al cielo: «Non arriveranno mai troppo presto.»
«So cosa intendi.» concordò Stephen, qualche gradino più sotto con la schiena contro il bordo delle scale.
«Credo di aver visto Harry Potter.» commentò Justin, aguzzando la vista.
«Lasciatelo in pace.» disse per l'ennesima volta Cedric.
«Tranquillo, non ho più alcun problema con lui. È solo che mi era sembrato... Con chi va al ballo?»
«Mah. La Granger?» tentò Jack.
«No, la Granger l'ho vista io prima, se era proprio lei. È uno schianto stasera!» commentò Michael entusiasta.
«Ma sei sicuro di aver capito di chi parliamo?» ridacchiò Ernie.
«Crudele.» commentò Megan, che era strategicamente la prima della fila di compagne di stanza.
«Per Merlino e Morgana!» esclamò Rent a voce alta nello stesso momento, e tutti si voltarono a guardarla.
Megan sorrise con condiscendenza: «Dovrei rispondere grazie, suppongo.»
Walter boccheggiò e si aggrappò a un braccio di Michael, che aveva gli occhi spalancati. Cedric sorrise scuotendo la testa e disse: «Ti ricordo che giorni fa mi hai promesso un ballo.»
«Naturalmente, se la tua dama non avrà problemi.» replicò lei amabile, e scorse in quel momento Stan nella folla di sotto accanto ai suoi compagni di casa. Lo salutò con una mano perché la riconoscesse e il suo sorriso si ampliò.
Wayne intanto la guardò dalla punta delle scarpe alla ciocca più alta che sfuggiva dalla sua crocchia, senza alcuna espressione in viso, ed Ernie e Stephen corsero dalle loro dame, sprofondandosi in complimenti. Georgia si fece avanti in quel momento affacciandosi dalle spalle di Megan e Michael trattenne rumorosamente il respiro. Walter e Cedric lo guardarono e lui si schiarì la gola.
«Signorine, siete delle bellezze che neppure la più bella veela potrebbe eguagliare.»
«Oh, addirittura, Mike?» rise Georgia, raggiungendo Quill che era diventato cereo.
«S-sei magnifica.» balbettò intimidito e Georgia gli diede un buffetto sulla guancia. In quel momento Stan li raggiunse, salendo i primi gradini delle scale e guardando fisso Megan.
«Non ti afefo riconosciuta! Zei perfetta!» esclamò, mentre i ragazzi lo guardavano con palese contrarietà, persino Jack e Rent che si sentivano protettivi nei confronti di quella che consideravano la piccoletta, e non soltanto in riferimento all'altezza quanto al fatto che tra lei e Georgia era la Runcorn a sembrare più adulta - lo sembrava a prescindere - e perciò consideravano Megan una sorellina. Tutti perciò lo fissarono con odio, ma il ragazzo li ignorò totalmente e Megan si lasciò andare a una risatina che riscosse la silenziosa approvazione di Sally-Anne mentre passava oltre in cerca del suo cavaliere e che scioccò gli altri.
«Grazie, anche tu stai molto bene!» cinguettò, spostando una ciocca dietro un orecchio e sorridendo di nuovo. Stan le porse la mano che lei afferrò prontamente e scesero le scale assieme, mentre concedeva un ultimo saluto agli amici.
«Ho visto Cho!» annunciò Cedric entusiasta, seguendoli a passo spedito insieme a Walter, che lo tallonava ufficialmente perchè dove c'era Cho c'era anche Marietta e ufficiosamente perché non aveva intenzione di togliere gli occhi di dosso alla coppia davanti a lui per il resto della serata.
«Io... cerco Sandy.» si riprese Michael, passandosi una mano tra i capelli già disordinati e catapultandosi di sotto. Stephen lanciò un'ultima occhiata a Wayne prima di incamminarsi e quest'ultimo rimase per un momento da solo, osservando l'acconciatura di Megan immergersi tra la folla, unica cosa ancora visibile dell'amica.
Il portone di quercia si aprì e i ragazzi di Durmstrang cominciarono a sfilare, così anche lei sparì in mezzo a quella marea di sconosciuti.
Si preannunciava una lunga serata.

«Ci sei?» domandò Marietta, dato che Walter tra una giravolta e l'altra fissava altrove.
«Sì, sì.» rispose lui distrattamente, osservando come l'irriconoscibile Megan rideva tra le braccia di quell'energumeno.
«Vorrei fermarmi e bere qualcosa.» disse lei gelidamente, smettendo di ballare. Walter quasi le finì addosso.
«Certo, scusami...» bofonchiò imbarazzato, e colse per un momento Cedric che ammiccava verso di lui e poi tornava a volteggiare con Cho Chang.
Ai tavoli si fermò accanto a Quill che stava facendo una pausa mentre Georgia e Wayne danzavano in mezzo alle altre coppie. Erano entrambi molto aggraziati, così come anche Megan e Sally-Anne sembravano ballerine provette e Cedric se la cavava benissimo.
«Sembriamo in una maledetta scuola di danza invece che a Hogwarts.» considerò Stephen nervosamente, mentre Susan concedeva un ballo a Justin, «Tutto questo tempo sprecato... sai quanto ci saremmo potuti portare avanti con lo studio?»
«Almeno stasera evita.» ridacchiò Ernie che si riposava con Hannah, «Se glielo ricordi ti uccido.» aggiunse, riferendosi alla sua dama che era finalmente riuscita a staccare dall'isteria delle verifiche di Snape.
«Sì, guarda mio fratello. Quando gli ho chiesto se non era preoccupato per i suoi G.U.F.O. mi ha guardato come se fossi scemo. Io non ero così l'anno scorso.» ricordò Walter con vaga ironia, senza staccare gli occhi di dosso a Megan.
Georgia e Wayne tornarono da loro in quel momento, mentre partivano le note di una canzone piuttosto deprimente che si supponeva fosse un lento.
«Le Weird Sisters sono...» cinguettò Georgia estasiata, poi si bloccò bruscamente: «Michael?»
Il ragazzo era tornato col viso pallido chiazzato di rosso e i capelli spettinatissimi.
«Snape. Cespugli.» borbottò, afferrando il bicchiere in mano a Stephen e svuotandolo in un sorso.
«Cosa?»
«Ero con Sandy nei cespugli... Sapete...»
«Sì sì, e allora?» tagliò corto Georgia.
«E allora Snape ci ha beccato!»
«No!» gridarono tutti.
«E sei tornato vivo per raccontarlo?» si stupì Wayne.
«Più o meno... Dieci punti e poi sappiamo tutti benissimo che infierirà a lezione. E Sandy se l'è presa con me! Come se fosse colpa mia!»
«Se l'è presa con te perché vi ha beccati?»
«Beh... Perché dopo che siamo scappati le ho chiesto di continuare.» ammise lui.
«Oh, Mike!» si lamentò Georgia mentre Wayne e Walter scuotevano la testa con la stessa identica espressione rassegnata.
«Ma è Megan quella? Non me n'ero accorto ma balla proprio bene...»
«Non cambiare argomento.» ringhiò Walter che non voleva pensarci.
«Ma siete tutti in quel periodo del mese?» sbottò Michael scocciato e Georgia si appese a una manica del suo abito da cerimonia.
«Balliamo insieme questa canzone?»
«Certo, Georgie.» accettò, tornando a sorridere anche se visibilmente seccato.
I due si tuffarono in pista e Georgia allacciò le braccia intorno al suo collo, cominciando a dondolare.
«Cosa c'è che non va? Mi sembri più nervoso del solito.»
«No, niente.» la liquidò in fretta lui.
Georgia inclinò leggermente la testa, stringendo la presa sulla sua nuca.
«Mike.» lo ammonì.
«Mi dà fastidio essere stato interrotto se permetti! E che quella se la sia presa con me, come se fosse a causa mia che Snape non ha una vita sociale e deve venire a interrompere chi prova a divertirsi!» esclamò, scostando i capelli che gli ricadevano sul viso con un cenno del capo.
«Da prima, Mike. È da un po' che ti vedo meno allegro...»
Michael stavolta sgranò gli occhi, stupefatto. Non capiva come potesse essersene accorta, soltanto lei.
«Prometti di non dirlo a nessuno?»
«Promesso.» disse lei subito.
Michael sospirò: «Moody ha consigliato a Cedric come risolvere l'enigma dell'uovo. Non capisco a che gioco stia giocando, favorendolo.»
Georgia aprì la bocca per parlare ma la richiuse e lo invitò a continuare.
«Cedric ha intenzione di ricambiare il favore a Potter e andargli a spiegare come fare, credo lo farà stasera. Sembra che nella prossima prova dovrà affrontare le sirene in fondo al Lago Nero, comunque.»
«Sei preoccupato?» domandò lei, comprensiva.
«Qualcosa del genere. C'è qualcosa che non mi torna in questo torneo e Cedric è il mio migliore amico... È la mia famiglia.»
Michael sembrava parlare di continuo della sua famiglia ma la verità è che probabilmente Cedric era l'unico a conoscere l'esatta situazione a casa sua, mentre gli altri a conti fatti ne erano all'oscuro; passava a casa dei Diggory quasi tutte le vacanze e diventava scontroso o sarcastico ogni volta che si parlava di genitori, e l'unica cosa che erano riusciti a capire era che non se la passava bene e che da subito si era legato a Cedric come se fosse un fratello, e dal terzo anno anche a Walter seppure in modo meno particolare.
Per questo Georgia non dubitò della serietà delle sue parole nonostante solitamente tutte le sue osservazioni venissero archiviate tra le buffonate.
«Sono sicura che stia andando tutto bene... Il Torneo Tremaghi è antico e pericoloso ma Dumbledore non permetterebbe mai che accadesse qualcosa ai suoi studenti... Senza contare che se qualcuno avesse cattive intenzioni se la prenderebbe con Potter. Insomma, pensa a Sirius Black! Appena è uscito da Azkaban intendeva uccidere solo lui, ricordi che la scuola era piena di Dissennatori per questo?»
«Suppongo di dovermi preoccupare del tuo tono indifferente, quel povero sfigato quattrocchi...»
«Malfoy lo chiama “lo Sfregiato”, vuoi unirti a lui?»
«Ora non essere disgustosa.»
Risero entrambi e Michael si rilassò del tutto, stringendo per qualche secondo la presa sui suoi fianchi.
«Grazie, Georgie. Neanche Sandy riesce a calmarmi così. Certo, non avevo tutta questa gran visione della sua scollatura con lei...»
«Porco!» rise lei, schiaffeggiandogli la nuca.
Megan e Stan raggiunsero gli altri al tavolo, il viso di lei solitamente pallido era rosso come dopo una corsa e i suoi capelli scompigliati dai balli più movimentati.
Era anche raggiante.
«Ti prento ta pere.» disse Stan, lasciandola accanto agli amici.
«Grazie. Ehi, come mai Michael e Georgia ballano assieme? Dov'è Fawcett?»
«Beccata con lui nei cespugli da Snape.» rispose freddamente Walter.
Lei lo guardò stupita. Stephen invece lo guardò allarmato e scelse la fuga, andando a reclamare la propria accompagnatrice. Quill fece la scelta più saggia e andò a chiamare aiuto.
«Tutto bene, Walter?»
«Sei con uno di Durmstrang! Come puoi fare questo a Cedric?» sbottò. Lei lo guardò allibita.
«Questo cosa?»
«Già, Walter, questo cosa?» intervenne Wayne senza alcuna particolare inflessione ma con un'occhiata ammonitrice. Walter prese un sorso di acquaviola.
«Ignorami, stavo litigando con Marietta... che è sparita, tra l'altro.» mentì, tornato calmo.
«Oh.»
«Megan?» chiamò Cedric, avvisato da Quill, con al proprio fianco una sorridente Cho Chang, «Mi dovevi concedere un ballo, ricordi?»
«Dov'è Marietta?» chiese Cho a Walter, che fece spallucce.
«Non ne ho idea. Balli con me?»
Le due nuove coppie tornarono in pista e Wayne restò solo. Si sedette e sbadigliò piano, scorgendo la Granger che sembrava furiosa raggiungere Krum ed esibirsi in un sorriso nervoso. Potter e Weasley erano ricomparsi in un angolo della sala e chiacchieravano fitto, senza sembrare molto divertiti.
In effetti anche lui cominciava a non poterne più e stava per lasciare la sala quando Stan tornò.
«Dov'è Mecan?»
«Megan.» lo corresse svogliatamente, «Comunque torna subito, aveva promesso un ballo a un amico.»
«Amico coi capelli marroni molto alto?»
«Chi, Walter? No. Ah, ciao Marietta.» salutò, cominciando a preoccuparsi. Non voleva restare incastrato con quei due.
«Dov'è Walter?» domandò lei, seccata.
«Torna subito anche lui.» rispose, chiedendosi quanto fosse scortese abbandonare entrambi. Maledisse la propria buona educazione che gli imponeva di non scacciarli via e cercò gli amici con lo sguardo.
Megan stava ridendo e piroettava davanti a Cedric ora che era partita una canzone più vivace; Cedric scoppiò a ridere a sua volta, afferrandola prima che cadesse.
«Sei ubriaca?»
«Di burrobirra?»
«Giusto. Sei veramente bella stasera.»
«Tu sei bello sempre!» ribatté lei ed entrambi risero.
«Sempre troppo schietta per una signorina perbene...» la prese in giro lui, imitando Stephen.
«Quell'altro! Sempre sui libri!»
«Il tuo cavaliere e Marietta sono tornati.» notò Cedric e lei arrossì.
«Cavolo...» borbottò, vedendolo con Wayne.
«Tutto bene tra voi due? Voglio dire, tra te e Wayne.»
«C'è qualcosa tra noi due?» replicò lei amaramente, poi scosse la testa, «Sai che mi innervosisce.»
«Speravo che le cose fossero migliorate...»
«Eravamo solo distratti a causa tua, ma ora si ricomincia.» spiegò lei, fermandosi, «E ora vado a salvare Stan.»
«Buona idea.»
I due si fermarono accanto a Walter e la sua partner e la coppia Diggory-Chang riprese a ballare mentre Megan e Walter tornavano indietro. Michael e Georgia restarono in pista, dimentichi di loro.
«Eccovi. Buona notte.» li salutò velocemente Wayne.
«Cosa? Di già?» si stupì il fratello.
«Non credo che Georgia tornerà e Quill ha ricominciato a mangiare... Addio.»
«D'accordo. A domani.»
«Sì, ciao...» borbottò Megan.
Passò un'altra mezzora e a mezzanotte meno un quarto attaccarono con un ultimo lento: ai tavoli erano rimasti Cedric, Cho, Michael, Georgia, Walter e Marietta a riposare. Megan e Stan erano dispersi e gli altri Hufflepuff del loro gruppo erano rientrati.
«Quanto durerà ancora?» chiese Georgia con uno sbadiglio.
«Ma che resistenza da vecchia...» la stuzzicò Michael, che cominciava ad avere gli occhi arrossati e a sembrare un drogato come ogni volta che passava troppe ore sveglio.
«Sentilo, il tossico.» commentò infatti Walter.
«Ci siamo svegliati tutti prestissimo per scambiarci i regali.» spiegò Cedric a Cho, che sorrise.
«Io sono ancora nel pieno delle forze!» esclamò Michael e Georgia sbadigliò di nuovo.
«E allora portarmi in braccio.» replicò assonnata. Lui ghignò.
«No, aspetta...» cominciò lei allarmata, prima di vedere il mondo capovolgersi e strillare.
«Sandy ti farà a pezzettini.» gli ricordò Walter a denti stretti per non farsi notare dagli altri.
«Tranquillo, non è gelosa come te.» rimbeccò lui e l'amico si incupì.
Gli altri intanto ridevano e si alzarono per accompagnarli sino al portone.
«Volerai giù dalle scale!» predisse Cho allegramente.
«Sei un imbecille, mettimi giù!» strillò Georgia.
«Oh, ora sembri proprio Megan!» rise anche lui.
Appena usciti dal portone si imbatterono in Megan e Stan che si baciavano e Michael rischiò di lasciarla cadere sul serio. Walter restò a bocca aperta e Cho e Marietta distolsero lo sguardo ridacchiando.
«Michael!» gridò Georgia prima di notarli e Megan e Stan si separarono di scatto, lei imbarazzata e lui parecchio scocciato dall'interruzione. Anche Cedric era ammutolito.
«Beh, allora buonanotte!» si affrettò a salutare la ragazza, che non era neppure arrossita ma cominciava a seccarsi a sua volta, perché continuavano a fissarli come se non avessero mai visto due persone baciarsi.
«Puonanotte.» salutò anche lui, lasciandola con un elegante baciamano che le fece brillare gli occhi.
Quando fronteggiò gli altri però gli occhi le brillavano per ben altro motivo.
«Ma un calderone di cavoli vostri, no?» ringhiò e Cho la guardò sconvolta.
«Sì, Megan è una tipa un po' brusca...» cominciò Michael.
«Io un po' brusca? Mi avete interrotta e non avete avuto neppure la decenza di andarvene! Ma siete scemi? Cedric, mi meraviglio di te!»
«Scusami tanto, è stato lo shock... Voglio dire...» si corresse spaventato, «Vieni, Cho.» concluse abbastanza vigliaccamente, accompagnandola via con una mano sulla sua schiena. Lei, chiaramente rideva di lui.
«Perché cavolo hai Georgia in braccio, Stebbins? Cosa le hai fatto?» ringhiò allora la ragazza e di nuovo Michael la lasciò quasi cadere. Georgia si aggrappò al suo colletto e ordinò di metterla giù, cosa che stavolta lui fece senza protestare.
«Io rientro.» annunciò Walter e s'incamminò senza neanche salutare Marietta, che lo fissò come avrebbe fatto con uno Schiopodo Sparacoda e se ne andò vagamente isterica per le altre scale.
Megan nella sua beata ignoranza decise di rientrare con lui e Michael e Georgia si trattennero ancora qualche secondo perché incuriositi dallo strano scambio di occhiate omicide tra la Granger e Weasley. Un attimo dopo Cedric corse dietro a Potter e i due si guardarono.
«Gli starà suggerendo come usare l'uovo.» indovinò lei.
«Che gioia...» commentò stizzito, «Non stavamo rientrando?»
«Basta che non mi prendi in braccio o Sandy mi odierà sul serio. Abbiamo dato spettacolo.»
«E chissene frega! Lei poteva anche evitare di mollarmi come un idiota!»
«Dici così ma so che ci tieni.» disse Georgia, e Michael non poté che sorriderle colpevole, porgendole il braccio.
Quando rientrarono in sala comune, sicuri che Cedric si sarebbe trattenuto ancora con Cho, si bloccarono basiti all'ingresso. Come al solito Wayne e Stephen erano rimasti svegli anche avendo abbandonato il ballo e stavano davanti a una scacchiera, Sally-Anne era stranamente presente, di sicuro per chiedere a Megan i particolari visto che era la prima volta che si vedeva con un ragazzo, e in definitiva sembrava che fossero rimasti ad aspettarli in piedi tutti quelli del quarto, quinto e sesto anno Hufflepuff.
Ma il motivo della sorpresa era che Walter e Megan stavano litigando animatamente al centro della sala comune, e tutti i presenti li fissavano con avidità.
«Prenditela con Marietta, non con me! Sai che odio essere il capro espiatorio!»
«Oh, questa è proprio una bella faccia tosta! Parli tu che ogni volta che qualcosa va storto massacri la gente che ti ha giusto salutato?»
«Cazzo, Cedric si sta perdendo il primo litigio di Walter con una ragazza.» commentò Michael incredulo e Georgia gli diede una gomitata, senza staccar loro gli occhi di dosso. Anche Wayne sembrava sorpreso e questo era dir tutto.
«Ma che diavolo c'entra? Si può sapere che diavolo ti prende oggi?»
«Non mi prende niente! Ti ho solo detto che non dovresti fidarti di un ragazzo di Durmstrang! Durmstrang, accidenti a te! È come una gigantesca Slytherin!»
«Non ti avrei mai detto razzista...»
«Come se esserlo contro Slytherin o Durmstrang fosse sbagliato! Sono tutti maghi oscuri!» protestò Walter.
«Stai offendendo i genitori di Quill! Erano Slytherin!» strillò lei. Walter si voltò stupefatto a guardare l'amico più piccolo che si nascose dietro la poltrona occupata da Sally-Anne.
«Non sapevo...»
«Certo che non lo sapevi! Voi Hopkins pensate solo a voi stessi!»
Wayne, chiamato in causa, alzò gli occhi al cielo e non disse nulla.
«Perché tu invece sei una campionessa di sensibilità! Non hai capito neanche...» Walter si interruppe.
«Cazzo.» disse Michael sentitamente.
«Cosa? Cosa non avrei capito?» sibilò Megan.
«Niente. Buonanotte.»
«Oh, certo! Prima provochi e poi scappi! Molto maturo, molto virile! Cosa c'è, pensavi che mi sarei messa a piangere o che ti avrei chiesto scusa perché la mia presenza oggi ti innervosisce senza motivo? Col cavolo! Scappa pure ma non pensare che finisca qui! Non ho paura di mandarti a fanculo ogni volta che serve!» gli urlò lei, seguendolo di qualche passo prima che lui si chiudesse la porta del dormitorio alle spalle con un tonfo, «E vaffanculo!» aggiunse, appunto.
Poi si precipitò nel dormitorio femminile.
«Posso dormire con voi?» domandò Georgia titubante, «Mike, non rispondere
«È imbarazzante.» dichiarò Sally-Anne alzandosi.
«Che siate rimasti a spiare? Sì, lo è.» concordò Stephen come se nulla fosse, ignorando il fatto che anche lui stava ascoltando serenamente.
Lei gli rivolse un'occhiata irritata: «No. Che Megan urli volgarità. Oltretutto noto che nessun Prefetto ha agito, escludendo ovviamente Walter, perché come al solito ha sempre carta bianca. E io che speravo fosse cambiata dopo stasera... Che mera illusione di una sciocca...»
Georgia si morse la lingua per non replicare e si diresse al dormitorio a sua volta.
In quel momento anche Cedric rientrò, notando il silenzio più completo.
«Mi sono perso qualcosa?»

Megan tornò dal bagno in pigiama e ripose con estrema delicatezza il vestito di Sally-Anne sul suo baule, riscuotendo una sua pigra occhiata di approvazione. Poi si sedette a letto e stracciò via le coperte con violenza.
«Quel pezzo di-»
«Ma che è successo?» domandò Susan stravolta. Moriva di sonno ma le urla di Megan che continuava a litigare anche da sola e inveire contro il ragazzo avevano svegliato lei e Hannah, già rientrate da un po'.
«Walter e Megan hanno litigato.»
«Walter?» ripeté Hannah sconcertata, «Walter non litiga mai con nessuno!»
«Evidentemente aveva il ciclo.» ringhiò Megan e le due si lasciarono andare a una risatina.
«Credi di poterci lasciare dormire? Tremo al pensiero delle occhiaie che mi verranno...» cominciò Sally-Anne.
«E chi sta parlando con te?» replicò lei, prevedibile.
Georgia sospirò per la quarta volta in due minuti.
«Io non lo capisco! Come osa?»
«Posso parlarti fuori da sola, Meg?»
Georgia usò il diminutivo preferito di Cedric, occasionalmente usato da Michael, e l'altra la scrutò sospettosa.
«In sala comune ci saranno di sicuro Wayne e Stephen che giocano a scacchi, sai che dormono quanto i vampiri.» le fece presente.
«Li manderò a farsi un giro per un po'. Dai, così almeno lasciamo le altre dormire.»
«Helga Hufflepuff sia lodata.» commentò Sally-Anne.
«Tregua finita.» commentò invece Megan a denti stretti, «Ci passi anche tu adesso, principessina.»
«Meg.» insistette Georgia stancamente.
«Va bene, va bene...»
Le due scesero in sala comune e fecero sloggiare i due giocatori, che non protestarono. Wayne si portò dietro una bottiglia di succo di zucca recuperata chissà dove e Stephen prese la scacchiera sotto braccio e le salutò con un cenno del capo.
«Credo di sapere cosa sia successo a Walter.» esordì Georgia, pregando in cuor suo che l'amico un giorno la perdonasse.
E comunque preferiva Wayne.
«È geloso di quel ragazzo.» spiegò all'occhiata dell'altra.
«Quale ragazzo? Dici Stan?» domandò Megan senza fare una piega.
«Sì, Stan.» confermò, sorpresa dalla reazione tiepida.
«Perché dovrebbe esserlo? Forse perché mi aveva invitata al ballo ma avevo già accettato di andare con Stan? O è come me con Cedric?»
«Cosa vuol dire come te con Cedric?» chiese Georgia confusa.
«A volte mi sento un po' gelosa di Cedric, da una parte perché ho avuto una cotta per lui e un po' credo ci sia ancora, sai, tutte hanno una cotta per Cedric bene o male.»
«Condivido la tua opinione.»
«Dall'altra è che è un po' un fratello maggiore e lo vorrei tutto per me.» concluse, infischiandosene del fatto che in teoria Cedric fosse molto amico anche di Georgia.
Del resto entrambe sapevano che erano molto più dolce con Megan per via del suo aspetto da pulcino arrabbiato che ispirava tenerezza ai più, o così almeno giustificavano lui e tutti i suoi compagni di stanza la loro iperprotettività non richiesta e non necessaria, e che quindi erano un po' come fratello e sorella. «È questo? Per Walter sono la sua sorellina? Cos'è, un virus? Ci sono già Summers e Summerby che praticamente non mi hanno mai rivolto la parola e accampano diritti in questo senso...»
«Non è gelosia propriamente fraterna, è più quella del primo tipo che hai nominato.» la interruppe stancamente Georgia.
«Il tipo cotta.» comprese Megan, annuendo. Poi si fermò, impallidì e spalancò gli occhi grigi così tanto da sembrare un elfo domestico per un momento. «Io piacevo a Walter?»
Georgia tentennò.
«Hai sbagliato tempo verbale.» mormorò infine.
Megan imprecò in modo così volgare che Georgia si guardò attorno terrorizzata all'idea che lo spirito della fondatrice della loro casa si manifestasse per zittirla.
«Non l'avevo capito!» esalò infine la Jones.
«Ma non mi dire!» esclamò Georgia, passandosi una mano sulla fronte accaldata, «Lo sappiamo tutti che non te ne sei minimamente resa conto!»
«Questo perché non mi interessa! Voglio dire... Aspetta, fammi cercare un modo più carino per dirlo.»
«Ti sei spiegata bene, non temere... Povero Walter...»
«Sì...» confermò anche Megan, abbattuta. Calò la testa e i capelli le ricaddero sul viso, «È proprio una brutta situazione. Farò finta di non sapere a meno che non si dichiari e spero che non lo faccia.»
«In effetti sarebbe un problema.» concordò una voce maschile e le due strillarono per lo spavento.
La poltrona rivolta verso il camino dove ardeva ancora un po' di brace ruotò lentamente, mostrando prima le lunghe gambe ben divaricate, dato che sedeva scomposto come al solito, poi il busto e la testa spettinata di Michael, che reggeva un calice mezzo pieno di liquido rosso.
«Perché poi per l'imbarazzo non vi rivolgereste la parola e il nostro gruppo ne sarebbe distrutto, ci dovremmo dividere ogni volta. Non va assolutamente bene.» proseguì.
«Per le mutande di Merlino, ma da quanto sei qui? Che ci fai qui, anzi?» sbottò Georgia, riprendendo fiato.
«Bevo.» rispose lui con ovvietà.
«Goditi quella roba perché sarà l'ultima che ti bagnerà la gola, dato che ora te la taglierò.» ringhiò Megan.
«Tu da morta andrai a fare compagnia al Barone Sanguinario, lo sai, vero?»
«Stebbins!» tuonarono entrambe.
«Calme, calme. Meggy, tu non permettere a Walter di spiegarsi. Georgie, tu trova una bella ragazza disponibile per lui.» dispose il ragazzo, sorseggiando dal calice, «Io informerò Cedric del fatto che sai e che non ricambi e proveremo a fargli il lavaggio del cervello.»
Megan non riuscì a sentire pena per Walter con tutta la sua buona volontà; si sentiva dispiaciuta per se stessa e per i guai che sapeva avrebbe passato in tutta questa storia, ma per Walter provava solo affetto e non poteva farci nulla, quindi era inutile fingersi depressa.
«Gliela trovo anche io una fidanzata se necessario, basta che sia lontana mille miglia da me.» affermò quindi cupamente.
«Perché ne saresti gelosa?» domandò Michael, sorridendo.
«Perché voglio essere fuori dai loro pensieri in ogni senso possibile.»
«Povero, povero Walter...» ripeté Georgia sconsolata.







Non farò più descrizioni di ragazze o di vestiti, credo. È solo che persino Hermione ne aveva una a Ballo del Ceppo e che volevo che ci fosse una descrizione fisica scritta, anche se preferisco sempre lasciare solo qualche indizio in giro. Megan è carina, sia chiaro, solo che è talmente antipatica che i ragazzi non la notano.
Con Georgie ho sempre pensato a lei “http://t2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRpIxmJfRipBqK4NXRuSn6xMGqgtnKvjNz-nSyudm4cLDwzQKw&t=1&usg=__uFsZcWl9IjpuLbMGuU8Mhcj9xgY” alias Rose Tyler di Dr Who.

Grazie come sempre a chi recensisce!


 RF09 [Contatta] Segnala violazione
 01/11/10, ore 14:29 - Capitolo 4: Un giorno di novità.
Nah, come vedi Megan è rimasta alla Dorcas XD per la coerenza ti dirò, non conosco alla fine molte persone che rientrano in una sola categoria XD insomma, lei è spontanea, perciò non si fa problemi né ad ammirare spudoratamente i tipi fighi né a rispondere male alla gente... se si fermasse solo a essere brusca e fosse pure misantropa sarebbe esagerata, ma una non deve essere per forza oca per fangirlare XD
Tra George e Georgia mi è venuta in mente mentre scrivevo e George non se ne scorderà XD Walter è stato parecchio sfigato in questo capitolo, me ne rendo conto, ma in ogni gruppo c'è un Walter XD E Georgia in effetti si sta trovando sempre meglio con Megan! Grazie per aver recensito!
 Kimly [Contatta] Segnala violazione
 01/11/10, ore 13:24 - Capitolo 4: Un giorno di novità.
Megan finisce sempre per essere quasi protagonista! I gemelli sono sempre i miei preferiti e riesco sempre a ficcarli in ogni storia, appariranno di nuovo anche qui, tra l'altro, e specialmente nel quinto anno! Grazie della recensione!

 _sirio_ [Contatta] Segnala violazione
 31/10/10, ore 20:33 - Capitolo 4: Un giorno di novità.
Per quanto riguarda facebook ho corretto i link in modo che, credo, tu possa comunque vedere le immagini! Grazie per aver lasciato una recensione!



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Capitolo 6
*** Capodanno. ***


Capodanno.


Il dormitorio Hufflepuff non era più un luogo in cui era possibile vivere quietamente e farsi gli affari propri.
A una settimana dalla discussione di suo fratello e della sua quasi-migliore amica i suoi compagni ancora sparlavano appena i due non erano presenti, incitati dal fatto che nella loro casa non accadeva mai nulla di speciale e pettegoli come pochi per questo motivo; in più Walter e Megan non si parlavano dopo le frasi orribili che si erano rivolti e lui era costretto a pranzare accanto all'uno e cenare accanto all'altra, contro tutti i suoi principi che volevano al primo posto la pace e la tranquillità specialmente a ore pasti.
Michael e Cedric sembravano tesi e purtroppo Wayne sospettava non fosse per la seconda prova che si avvicinava ma proprio per via di Walter, mentre le ragazze ora sembravano più diffidenti nei loro confronti e si erano in qualche modo avvicinate a Megan, facendo fronte comune. Era strano come si coalizzassero tutti propri nei momenti più sbagliati, esclusa Sally-Anne che era tornata ad evitarli come se avessero la peste, da loro comunque non rimpianta.
Walter non aveva parlato con lui della lite sapendo che voleva mantenersi equidistante dai due fuochi e Megan aveva fatto del suo meglio per evitare di prendersela con lui, riuscendoci sospettosamente bene e non apparendo neanche lontanamente rabbiosa com'era di solito, quanto invece guardinga.
C'erano troppi misteri in quella storia e lui non aveva voglia di scoprirli, tutto ciò che avrebbe voluto erano le sue solite sfide a scacchi con Stephen, anche queste negate perché l'amico lo vedeva troppo vicino ai due litiganti e se n'era lavato le mani per non farsi coinvolgere.
«Scusami,» aveva detto, «Ma il mio studio e la mia salute risentono del clima di tensione che si è creato intorno a te, quindi non voglio rischiare di esserne coinvolto. Ti auguro buona fortuna con tuo fratello e con la belva.»
E l'aveva davvero mollato a se stesso, preferendo la compagnia di Susan Bones. La motivazione era stata, naturalmente: è molto pulita e ordinata, che c'è di meglio?
Quill era terrorizzato all'idea di essere coinvolto a sua volta, da cosa non era terrorizzato Quill?, e aveva seguito Stephen.
Hannah, Ernie e Justin avevano sempre fatto gruppo a sé e neanche ci aveva mai parlato per davvero, quindi l'unica interlocutrice sana di mente rimasta era Georgia, che però usciva appena arrivava la voce di Walter alle loro orecchie, incapace di affrontarlo e suggerendo così a Wayne l'idea che avesse aperto gli occhi a Megan sulla questione.
«A cosa pensi?» domandò quest'ultima quella mattina, appena tornata da chissà dove.
«Al fatto che domani finisce l'anno.» mentì tranquillamente, sorseggiando succo di zucca con una cannuccia.
«Il che significa Michael sbronzo e preghiere perché la Sprout non faccia una sortita nelle camere degli studenti.» commentò lei, allungando le braccia per stiracchiarsi.
«Dov'eri?» domandò Wayne, cambiando argomento.
«Oh, con Stan. Lo sapevi che per quelli di Durmstrang questo clima è caldo? Krum fa nuotate nel Lago Nero ogni tanto.»
«Mh.» mugugnò lui distrattamente. Stan non gli ispirava esattamente fiducia ma del resto non erano affari suoi.
«Ho visto Michael e Fawcett che litigavano vicino alla torre Ravenclaw.» lo informò lei allegramente, «Lui sembrava molto depresso.»
«Non è carino che tu ci goda.» fece presente lui.
«Sai quanto ha riso quando ha scoperto che io e tuo fratello non parliamo?» ribatté Megan stizzita.
«Ma qual'è stata la causa scatenante, secondo te?» provò a indagare il ragazzo, tanto per capire se Megan sapeva o meno della cotta di suo fratello. La ragazza abbassò per un momento lo sguardo, il che era un orribile segno.
«Credo gli abbia dato fastidio sorprendermi mentre baciavo Stan.»
«Ah.» fu la prima reazione di Wayne, atono. Aveva sospettato che ci fosse qualcosa di più di un ballo ma dato che le ragazze non avevano parlato di baci, ed essendo ragazze ci si aspettava che lo facessero, aveva creduto fossero finiti così per qualche altro motivo ignoto e stupido.
Morale: non ci si poteva fidare delle ragazze.
Comunque a lui Stan non piaceva.
«L'hai baciato la prima volta in cui siete usciti assieme?» domandò, lasciando che il suo tono non suggerisse nulla se non cortese interessamento, consapevole di quanto lei fosse suscettibile.
Megan infatti assottigliò lo sguardo.
«Che vorrebbe dire?»
«Sono solo stupito.» spiegò lui, cercando di mantenere un tono neutro.
«Beh, non era la prima uscita, ci siamo visti spesso per tutto dicembre.» rispose lei, sollevando la testa leggermente come per sfidarlo a ribattere qualcosa consapevole che l'avrebbe poi preso a pugni.
«Mi sembra giusto.» replicò lui, tornando a bere.
«Cedric ha risolto il problema del Lago Nero?» cambiò argomento lei.
«Incantesimo Testabolla.» rispose lui. Non lo stupiva il fatto che Megan fosse già perfettamente informata sulla seconda prova, era praticamente la sorellina non ufficiale di Cedric.
«Bene.»
La sentì rilassarsi accanto a lui, incrociando le braccia. Azzardò uno sguardo veloce nella sua direzione e vide che le sue labbra erano piegate verso l'alto e i suoi occhi fissi sulle fiamme del camino. Indossava una semplice maglietta con lo stemma delle Holyheads Arpies e dei jeans, ma il rossore sulle sue guance era troppo per essere naturale, pallida com'era; di sicuro era appena tornata da un mezzo appuntamento con quel bulgaro.
Si mise a sedere più comodo e aprì il libro che aveva portato con sé, quello di Trasfigurazione, la materia in cui eccelleva a differenza di Pozioni.
Naturalmente Megan aveva voti opposti ai suoi. Certo, Snape se la prendeva solo coi Gryffindor, ma riuscire a strappargli una E ogni volta significava che aveva una carriera come pozionista assicurata, mentre lui a malapena riusciva a scaldare il calderone senza farlo esplodere.
«Non dovresti ripassare Pozioni piuttosto?» infierì ovviamente lei, «Sai, per non far squagliare il calderone...»
«Tu pensa al fatto che non riesci a trasfigurare un bicchiere d'acqua in uno di camomilla.»
La sentì muoversi come per cercare una posizione più consona, segno che era a disagio.
«Cosa c'è che non va?» domandò allora, tenendo accuratamente gli occhi fissi sul libro.
«Questo sarà il primo Capodanno che non passerò con voi.»
Si voltò a guardarla sorpreso. «Di cosa stai parlando?»
«Ti pare che posso andare in camera dei ragazzi con te, Georgia, Stephen e Quill quando c'è anche tuo fratello?» gli fece presente lei, inarcando le sopracciglia scetticamente.
«Ah.» commentò di nuovo. Non gli era neppure passato per la testa questo.
«Io la faccia di presentarmi ce l'ho, ma poi lui se ne andrebbe o peggio ancora resterebbe e rovinerei la festa a tutti.»
«Chiarite entro domani.»
«Col cavolo.»
«Allora vieni in camera mia e lo festeggiamo da soli.»
Si guardarono.
«Intendevo noi non del sesto anno, con Georgia, Stephen e Quill. Dopo essere stati in sala comune con tutti gli Hufflepuff.» si corresse.
Megan tirò un sospirò di sollievo, «Per un attimo pensavo che tuo fratello ti avesse contagiato.»
«Come scusa?»
«Niente, dimenticati quello che ho detto!» si affrettò a dire lei. Peccato che Wayne avesse capito benissimo a cosa si riferiva. Quindi Georgia aveva cantato...
«Comunque sia lascia perdere, al massimo festeggerò con Susan, Hannah e... Sally-Anne.» terminò con un borbottio quasi indistinto.
«L'apoteosi del divertimento per te.» considerò lui sarcastico.
«Salirete in camera dopo la mezzanotte come sempre, no? Fino ad allora ci vedremo qui in sala comune come abbiamo già stabilito.» ribatté lei stancamente, «E ora scusami ma me ne vado a riposare un po'.»
Wayne non le fece notare che per una volta non si erano scannati e la guardò andare via senza salutarla.
E comunque il bulgaro era oggettivamente un imbecille viscido.

Convincere Cedric ad imbucarsi nella torre Ravenclaw significava per Michael, Walter e Wayne, quest'ultimo non ci teneva a immergersi nel caos della festa più del necessario, che avrebbero dovuto accompagnarlo con la forza e quando i tre tornarono indietro insieme - Michael compreso che aveva annunciato che per quanto affezionato a Sandy non voleva trascorrere le feste lontano dagli altri Hufflepuff, lui del resto non doveva più conquistarla come Cedric doveva fare con la Chang - la festa era già cominciata da un pezzo, dato che i tre avevano anche fatto sosta alle cucine per fare rifornimento.
La Sala Comune era stata imperturbata e una volta passato il ritratto si ritrovarono con le Weird Sisters sparate a tutto volume e luci intermittenti che illuminavano la sala. La maggior parte delle persone stava già ballando e c'era un via vai assurdo per i dormitori, con le stanze da letto che pian piano si riempivano di scorte per la notte in bianco non autorizzata che avrebbero trascorso.
«Devo recuperare il firewhisky perso.» urlò Michael, sollevando un braccio per salutare Quill che stava venendo calato dalle scale sospeso per aria dalla folla. Era grassottello ma molto basso e quindi lo si poteva trascinare di peso ovunque.
«Ci vediamo tra cinque minuti!»
Un'ora e mezzo dopo Michael tornò e abbracciò stretto Walter, urlandogli nelle orecchie che gli voleva bene e gettandosi poi verso Wayne che lo evitò con un dignitoso salto indietro.
La musica si era un po' abbassata perché a quel punto era più probabile che passasse la Capocasa e gli alcolici erano stati opportunamente nascosti alla vista.
Walter non era in condizioni migliori di Michael comunque, dato che aveva cominciato a buttare giù drink come se ne dipendesse la sua vita. Wayne purtroppo non riusciva ad ubriacarsi, e farcela sarebbe stato un sollievo in quel caos.
«Dov'è Georgie? Le devo parlare!» ululò Michael, saltando su una poltrona e cercandola con una mano tesa sopra gli occhi per ripararsi da un sole immaginario. Aveva anche la cravatta che gli pendeva a un lato del viso, legata intorno alla testa. «Vista! GEORGIE!»
«Ah, donne!» si lamentò Walter, cadendo di schianto sul divano. In quel momento arrivò anche Quill, salutando a destra e manca.
«Ciao, gente! Splendida festa, eh?» domandò con un sorriso raggiante.
Wayne lo guardò basito.
«Ehi, Walter, su con la vita!»
«Sparisci, coso.» ringhiò lui per tutta risposta.
«Amo questa canzone!» saltò su Quill, lanciandosi in un ballo sfrenato. A Wayne sembrava di vedere una pluffa con le convulsioni.
Georgia e Megan stavano nascondendo le ultime bottiglie, o per meglio dire le stavano infilando nella borsa di quest'ultima.
«Georgie! Non sono carino?» lo assaltò Michael, abbracciandola da dietro e calando la testa contro la sua spalla.
«Certo che sei carino, tesoro.» rispose lei condiscendente.
«E allora perché Sandy è sempre contro di me?» piagnucolò lui, e Megan alzò gli occhi al cielo.
«Ah, uomini!»
«Ehi, dove ti ho già vista? Sei troppo bella per essere solo una studentessa.»
Tutti e tre si voltarono verso Stephen, che tentava di abbordare una procace ragazza brilla quanto lusingata.
«Lo sono! Voglio dire, sono al sesto anno...»
«Davvero? Come ti chiami?» domandò lui, sporgendosi leggermente verso di lei con un braccio ancora poggiato al muro in una posa non esattamente casuale. La sua bocca era piegata in un sorrisetto sghembo e i capelli gli ricadevano sulla fronte, sembrava quasi di vedere Michael stesso.
«Io... Laura...»
«Un nome puro per una bellezza altrettanto candida...» recitò lui con finta affettazione e Laura ridacchiò, «Ti va se ti offro da bere? In camera mia dovrei aver conservato del liquore alla ciliegia... Sai, ho un cugino babbano...»
«Mi piacerebbe molto.» accettò lei, scostando i capelli biondi indietro e sorridendo. Georgia notò che c'era una ciliegia anche sulla sua maglietta, da lì quell'ubriaco doveva aver collegato per fare la sua offerta.
«Prego, signorina, le faccio strada.» e voltandosi per accompagnarla nella propria stanza ammiccò agli amici che ancora lo fissavano.
Un filo di comprensione e razionalità era riuscito a passare attraverso la sbronza di Michael, che sembrava sul punto di avere un infarto.
«Ma... quel tizio tiene i libri in borsa in ordine alfabetico!»
«Quello è Walter?» domandò Megan, acquisendo all'istante intenzioni bellicose, «Toglietevi di mezzo!» ordinò ai due accanto a lei, spingendoli via.
Wayne la vide arrivare con i capelli neri svolazzanti e gli occhi che lanciavano Avada Kedavra e rabbrividì, presagendo il peggio.
«TU!» ululò nel momento in cui la canzone finiva, perfettamente udibile per tutti.
«Se adesso aggiunge “figlio degenere” mi metto a piangere.» comunicò Michael con un sorrisetto nervoso e Georgia lo spinse via.
«Come ti permetti di venire a farmi scenate di gelosia senza neppure esserti dichiarato?» continuò Megan, furibonda, «E senza neppure sapere se sei ricambiato! Ehi, ho fatto la rima!»
«Megan, ti prego...» tentò di fermarla Wayne, che presagiva una sfuriata sia dal suo non caratteristico silenzio nervoso dopo il Ballo sia dal fatto che era di sicuro alticcia perché non reggeva neanche la burrobirra e Rent aveva messo a disposizione del firewhisky per tutti; Walter si era alzato, piuttosto confuso peraltro.
«E lo sono?»
«No, non lo sei! Sei solo un amico per me e sempre lo sarai! Quindi se voglio uscire con Stan ci esco! Se voglio pomiciare con Stan ci pomicio! Se voglio-»
Wayne le tappò la bocca, lei si liberò con un morso.
«Capito? Sono fatti miei, MIEI!»
«Va bene, va bene! Datti una calmata! Non sei così importante!» sbottò Walter, con un gesto infastidito della mano che sembrava volerla allontanare.
«E allora non rompermi i bolidi e cercati un'altra con cui sfogare i tuoi istinti! Persino Stephen trova chi fare sesso!»
Wayne trasalì, guardandosi attorno in cerca dell'amico.
«Perfetto!» abbaiò Walter, dando un calcio alla poltrona dietro di sé e spedendola a terra. Si inoltrò tra la folla, quelli più vicini che ascoltavano fecero finta di niente, e Megan lo guardò sparire.
«Bene, tutto sistemato, visto, Wayne?» disse allegra, annuendo per sottolineare le proprie parole e afferrandolo per un braccio, «Balliamo assieme! Al Ballo del Ceppo non lo abbiamo fatto!»
«Questa musica non è adatta e poi io non ballo questo genere di canzoni.» disse lui tentando di liberarsi.
«E invece balli, altrimenti ti prendo a calci.» ribatté lei, trascinandolo senza troppi problemi.
«Sei forte come un uomo.»
«O forse sei tu debole quanto una donna. E non farmi dire che le donne sono deboli, sessista!»
Wayne sospirò, tradendo un leggero sorriso.
In quel momento Georgia si buttava sul proprio letto, facendolo dondolare, e Michael la seguiva e si accucciava vicino alle sue gambe.
«Ho detto a tutti che volevo passare qui Capodanno come sempre e che lei si è incazzata, invece è Sandy che non ha voluto che restassi perché temeva di passare altri guai per causa mia, parole sue... Ma sono un fidanzato così pessimo? Perché le cose si fanno in due e comunque non è giusto, io la amo e lei mi tratta di merda! O forse me lo merito, me lo dice sempre anche mia madre che me lo merito, però non è giusto lo stesso!»
Georgia si batté piano sulle gambe e lui si spostò, appoggiandoci la testa e tenendo il viso imbronciato rivolto verso di lei, che affondò una mano suoi suoi capelli.
«Tua madre è una vacca.» annunciò lei e Michael scoppiò in un risolino infantile quanto sincero, «E la tua fidanzata se ne pentirà.»
«Tu dici? Forse ha ragione, forse sono troppo impulsivo... Credi che io debba cambiare?»
«No!» gridò Georgia allarmata, «Tu vai benissimo così, sei divertente! Tu non devi cambiare per una che non vuole passare il Capodanno con te! E poi vai benissimo come sei, te l'ho detto, è lei che ci perde.»
«Ma ho paura che mi lasci!» insistette lui, imbronciandosi maggiormente. Georgia gli tirò una guancia con due dita.
«Se è sana di mente non lo farà. Sei un ragazzo fantastico, sotto tutta quella perversione.»
«Ehi...» protestò fiocamente lui, «Non ti sono saltato addosso anche se siamo in un letto insieme, se non sono troppo ubriaco e ho le allucinazioni.»
«Bella forza, sono io, certo che non mi sei saltato addosso. Siamo amici. Come con Wayne, credi che Wayne mi salterebbe addosso?»
«Wayne è una cazzo di pietra, se una Veela gli passasse davanti lui... lui non so cosa farebbe, secondo me è gay.»
«Non è gay.»
«Va bene, non è gay, però non funziona in modo normale. E poi si parlava di me! Continua a dirmi quanto sono fantastico.»
Georgia ridacchiò, chiudendo gli occhi.
«Sei assolutamente perfetto.»
«Mh-mh.» confermò lui, chiudendo i suoi mentre lei li riapriva.
«E sei un ragazzo molto solare, molto attivo, sai sempre come far passare il tempo più veloce, riesci a farmi ridere in ogni momento.»
Lui non emise suono, ma cominciò a respirare più profondamente. Poco dopo già dormiva.
«E sei inopportuno ed egocentrico, faresti di tutto per qualche coccola e per i complimenti, proprio come adesso, sei un bambino troppo cresciuto e non capisci la differenza tra amicizia e amore, e non si può fare un discorso serio con te, puoi farli soltanto tu quando sei preoccupato per Cedric e per il resto non ascolti nessuno. Sei probabilmente anche il tipo che mette le corna e quindi mi dispiace per la tua fidanzata e le tue prossime. E sei pesante. Fisicamente parlando.»
«Quest'ultima la confermo io, una volta mi è caduto addosso.» annunciò Megan, entrando in camera, «Wayne non vuole mai ballare con me. È scappato. Dovresti cantare una ninna nanna a questo qui la prossima volta, sembrate mamma e figlio.»
«O sorella e fratello.» suggerì Georgia con una tenerezza che non sfuggì all'altra, mentre si abbarbicava sul suo letto e fissava il baldacchino.
«Hai fratelli o sorelle?» domandò, portandosi una mano allo stomaco e cercando di non badare alla nausea.
«Mia sorella entrerà a Hogwarts l'anno prossimo, mio fratello invece è dieci anni più grande e ci ha cresciute come se fosse nostro padre.» raccontò Georgia, apparentemente entrata in una fase nostalgica, «I miei genitori sono morti sette anni e mezzo fa e lui si è preso cura di noi. Erano Auror ed erano stati mandati in una missione speciale e non sono più tornati... La mia povera Charlotte neanche li ricorda, sono stata la sua unica madre... Per fortuna abbiamo abbastanza soldi per permettere a Robert di restare con lei tutte le sere. La mattina lui lavora in ufficio e lei va in una scuola babbana perché altrimenti non ce la faremmo e ci separerebbero.»
«Cazzo, quanto parli da ubriaca.» commentò Megan.
«Mio fratello odia lavorare in ufficio, lo so. Lui vorrebbe andare in missione come i nostri genitori, ma mi ha promesso che sarebbe rimasto. Non possiamo permetterci di perdere anche lui, no? Saremmo sole al mondo altrimenti.»
Megan si ritrovò improvvisamente quanto temporaneamente sobria.
«Ma non avete zii?»
«Lo zio paterno è un tipo da evitare e mia madre aveva solo un fratello magonò e non volevamo rinunciare alla magia a casa, rende tutto molto più semplice.»
«Mi dispiace, sai, per la tua famiglia. Però adesso devo veramente vomitare.»
«Buon vomito.» disse Georgia mentre Megan schizzava via. Poi ricominciò a parlare a Michael che dormiva appoggiato a lei, «E comunque non permetterò che succeda qualcosa a mio fratello, è grande ormai per essere fissato con le avventure alla Gryffindor.» e prese la bottiglia dalla borsa che Megan aveva lasciato sul suo letto, continuando a bere.
Quando riaprì gli occhi si rese conto che era stato uno strillo acuto a svegliarla, ed ebbe la sensazione che migliaia di aghi acuminati le stessero perforando la testa. Gemette e cercò di spostarsi, provocando la quasi caduta di Michael che si aggrappò a lei. Poi si guardarono in faccia e gridarono entrambi.
«Accidenti...» mormorò Susan che si era tuffata a letto due ore prima e non aveva notato la presenza maschile nel letto dell'altra.
«Scusate l'urlo, sono inciampata...» brontolò Hannah.
«No, no! Non con te! NO!» gracidò Georgia atterrita, poi si tastò le gambe. «Ok. I miei vestiti ci sono.»
«Non abbiamo fatto nulla...» la tranquillizzò, stordito, «Grazie per i “no”, tra l'altro.»
«Oh, lo sai cosa intendevo!»
«Ma che ore sono?» domandò Michael, passandosi una mano tra i capelli castani arruffati.
«Due ore fa era l'alba.» rispose Susan, «Mancano Megan e Sally-Anne.»
«Megan... Ho la sensazione di averla incontrata ieri sera in camera.» disse Georgia, «Ma nella mia mente c'è il vuoto.»
«Sarà tornata a bere.» ipotizzò Michael, lasciandosi cadere giù dal letto con un tonfo e imprecando.

Walter si rivestì velocemente, allacciando le scarpe con abbastanza violenza da strappare un laccio. Alzò per un momento lo sguardo sulla ragazza che gli dava la schiena mentre tirava su il vestito, coperta solo dai lunghi capelli biondi. Anche lei, sicuramente avvertendone lo sguardo, si voltò di scatto fulminandolo con i suoi occhi azzurri di ghiaccio.
«Eravamo ubriachi entrambi e comunque questo non è mai successo.»
«Non ne parleremo mai, concordo.»
«Anche perché ti detesto.»
«Tranquilla, sei ricambiata, Perks.»
Ed entrambi tornarono a vestirsi, poi lei si infilò un mantello sulla testa e scappò dalla camera nascondendo il viso, mentre Walter si lasciava cadere sul suo letto con le mani premute sulle tempie doloranti.

Wayne si risvegliò sulla poltrona con un mal di testa atroce. Era l'unico che non si lasciava andare neanche da brillo e aveva comunque i postumi come se avesse bevuto chissà cosa.
Ricordava vagamente una piazzata surreale di Megan e che Walter era scomparso insieme a tutti gli altri, aveva giusto visto Quill che ballava sopra un tavolo e Jack e Rent giocare a chi riusciva a piegarsi meglio all'indietro per passare sotto a una stecca posta sempre più in basso, non ricordava neppure come avevano chiamato questa edificante attività, e poi si era seduto e aveva cominciato a bere da solo, festeggiando così l'ennesimo Capodanno. Quando aveva tentato di tornarsene in camera del fratello, sicuro che comunque tutti ci avrebbero fatto tappa, aveva scoperto che Walter l'aveva già occupata con una ragazza e si era precipitato fuori prima che si accorgessero di lui, indeciso se vomitare o piangere per aver assistito anche solo a una frazione di secondo della scena, e aveva impedito agli altri di salire da lui dirottandoli in camera propria dato che i suoi compagni erano rientrati per le feste. Michael e Georgia erano spariti e così Stephen e Megan, e sperò che non fossero finiti a fare un'orgia.
«Wayne, che ci fai in sala comune da solo?» domandò Cedric, acquattandosi accanto alla sua poltrona.
«Camera occupata.» borbottò lui, interiormente infastidito dal vederlo fresco come una rosa.
«E gli altri?»
«Georgia e Michael sono spariti assieme, Megan ha mandato al diavolo Walter ed è scomparsa, Stephen, per citare la nostra dolce amica, è a fare sesso, Quill è diventato l'anima della festa non so come, Jack e Rent stanno dormendo lì per terra e Merlino mi cavi gli occhi ma penso di aver visto messer Justin Finch-Fletchley fare uno spogliarello con Susan e Hannah che gli lanciavano cioccorane. Ho perso di vista Ernie per la cronaca, spero abbia capito che doveva andarsene in camera tua.»
Cedric lo guardò sconvolto.
«Una cosa alla volta... Quill anima della festa?»
«Sembrava Michael. Solo che Michael non sembrava Michael. Ah, la mia povera testa...» si lamentò. Solitamente reggeva meglio i postumi, ma non se doveva subire certi spettacoli scioccanti.
Cedric sembrava molto preoccupato.
«Possiamo solo aspettarli, se hanno preso le scope per salire nei dormitori delle ragazze... Stephen con una ragazza? Non l'avrei mai detto. Walter?»
«Oh, no, non farmici pensare. L'ho beccato mentre... lo sai, con una.»
«Mi dispiace tanto.» lo consolò lui cercando di nascondere un sorriso e dandogli una pacca sul braccio.
«Non è vero. Comunque non ho visto chi era lei, le tende erano un po' tirate. Com'è andata la tua serata?»
Subito il sorriso di Cedric si fece più brillante.
«Meravigliosa.» rispose sognante.
In quel momento una figura ammantata di nero scese di corsa dalle scale del dormitorio maschile e si infilò in quelle del femminile, sbattendosi poi una porta alle spalle.
«Certo, non movimentata come la vostra.» terminò, incredulo. Wayne si prese la testa tra le mani.

Megan si tirò su a fatica, tirando lo sciacquone e andando a lavarsi il viso. Vomitare per poi ubriacarsi di nuovo e tornare a vomitare non era la sua idea di Capodanno modello; solitamente Wayne le toglieva i bicchieri di mano dopo un po', ma quell'anno si erano separati ed eccone il risultato.
Di sicuro Stan non le avrebbe chiesto di uscire se l'avesse vista in quel momento.
Si era anche sporcata la maglietta, che tolse restando con una canottiera nera e gettò in un angolo. Un'altra ragazza stava seguendo il suo esempio e rimettendo l'anima nel gabinetto accanto.
«Merda...» borbottò con ancora l'acqua in bocca, tossendo poi sul lavandino. «Mai più.»
Si specchiò per un momento scoprendo di avere i capelli spettinati come non mai e due occhiaie terribili che cozzavano con la sua carnagione troppo pallida e quasi verdastra in quel momento.
Barcollò fino alla porta e poi si affacciò in cima alle scale, scorgendo Wayne e Cedric.
«Ehi! Stupido britannico inutile, una mano qui sarebbe gradita!» ringhiò, sentendosi simile al professor Moody.
«Ti prendo qualcosa, Scozia.» disse lui, e lei alzò il dito medio in risposta. Si era dimenticata che al primo anno la chiamavano tutti a quel modo per via del suo accento troppo marcato.
«Ciao, Meg!» ridacchiò Cedric.
«Cedric.» salutò tetra, cominciando a scendere le scale con difficoltà dato che le vedeva ondeggiare. Cedric le corse incontro, com'era tipico di lui, per attenderla sull'ultimo gradino nel caso scivolasse e una volta arrivata da lui la prese sottobraccio.
«Hai visto Michael e Georgia?»
«Dormivano assieme... Non guardarmi così, dormivano e basta.»
«Ho sentito che hai sistemato Walter...» disse allora lui, mordendosi le labbra per non sorridere.
Megan lo guardò con occhi persi e poi si portò una mano alla bocca.
«Porco bolide! Non l'ho picchiato, vero? No, mi sembra di no...»
«Lo spero bene!» rise lui.

Alla fine in pochi ebbero il coraggio di farsi vivi a colazione e tutti si incontrarono invece a pranzo. Stephen aveva l'aria di aver visto morire molte persone.
«Minimo mi sono preso qualche malattia.» annunciò a Wayne, «Avresti dovuto fermarmi.»
«L'avrei fatto se non fosse che non mi interessa di te.» replicò lui, sbadigliando.
«Step, non ti lamentare anche quando riesci a farti una ragazza... che tra le altre cose è uno schianto. Anzi, sai che ti dico? D'ora in poi Step sarà il tuo alter ego, quello ubriaco che riesce a portarsi a letto le donne, mentre il maniaco ossessivo è Stephen.» si intromise Michael, versandosi della minestra.
«Non sono un maniaco ossessivo.»
«Stephen, ti ho visto pettinare i broccoli!»
«Mi piace che il cibo sia ordinato e comunque sta zitto.»
«Se non chiudete la bocca tra poco i vostri denti saranno sul tavolo.» ringhiò Megan, con la testa poggiata su una mano e gli occhi dolorosamente chiusi.
«Lady Megan ha ragione.» concordò Walter, sedendosi accanto a loro. Tutti lo guardarono allarmati, tranne Wayne che si era ipnotizzato nell'atto di versarsi del succo di zucca.
«Ohi, Walter...» cominciò la ragazza e lui le rispose con un occhiolino. Megan sospirò sollevata e considerò la faccenda chiusa.
«Buongiorno! Non ho visto nessuno di voi a colazione!» li salutò Cedric raggiante.
«Come diavolo fai? Sei andato a dormire alle undici?» sbottò Michael, incredulo.
«Non ho dormito.»
«Sei un maledetto.» commentò Georgia con la fronte poggiata sul tavolo.
«Georgie, riprenditi o la gente penserà male...» Michael soffocò una risata mentre lei sollevava la testa e lo fulminava con un'occhiataccia.
«Non mi dire che hai fatto il porco con lei.» inorridì Sally-Anne, che appariva molto strana con indosso una normale felpa e i capelli raccolti male, anche se risultava sempre bella con gran scorno delle altre che la guardavano invidiose.
«Ma cosa mai vai a pensare!»
«Lo pensa perché sei disgustoso a prescindere, è proprio il tuo tono di voce che lo fa notare.» suggerì Megan tetra.
«Concordo.» disse Wayne.
«Ma insomma! Tu guarda il bulgaro con cui stai uscendo, quello sì che è viscido!» si difese Michael. Megan inarcò le sopracciglia.
«Non ti aspetterai che ora mi offenda e lo difenda, vero?»
«Beh, ci ho provato.»
«Ced, ci stiamo tutti chiedendo se ora tu e Cho state ufficialmente assieme.» disse Rent a bocca piena.
«Uffic... Credo di sì.»
«Credi di sì?» ripeté Michael sconvolto, «E non me l'hai detto?»
«Sei tu che non mi presti attenzione.»
«Sono solo scuse, tu preferisci confidarti con gli altri che non con me, tuo fratello!»
Cedric tagliò la propria carne, «Quando ti cerco sei sempre con Sandy.»
«Quando io cerco te sei sempre con Cho, cosa dovrei dire?»
«Dio, sembrate due fidanzati gelosi.» dichiarò Jack, che aveva provato a tenere il colletto sollevato ma questo aveva ceduto di nuovo e mostrava un chiaro segno violaceo sul suo collo.
«Cielo, cielo, contenetevi.» disse Justin, scherzosamente altezzoso.
«Guardane un altro... Wayne dice che hai fatto lo spogliarello!» esclamò Michael a voce ben alta e un gruppo di ragazze rise. Justin diventò bordeaux e seppellì la testa dietro le mani.
«Che infame.» commentò Walter ridendo e Megan annuì tetra.






Uh, sì, sono persone orribili, e tra l'altro io sono anti-alcol quindi disapprovo in pieno, non era un inno al bere XD tra l'altro si può dire che metà di loro abbiano usato la tattica “bevo per dimenticare, non sentirmi solo”, e se tenete conto del fatto che Megan è sempre così poteva anche essere più crudele e Walter non se la sarebbe presa...
Michael non tradirebbe mai la sua fidanzata, per la cronaca, lui sembra soltanto un po' “così” ma non lo è.
In questo capitolo in un certo senso è uscito il peggio di tutti, ma perlomeno sappiamo che peggio di così non può andare XD



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 08/11/10, ore 00:18 - Capitolo 5: Il Ballo del Ceppo.
Aw, non so come ringraziarti! Ma sai che in realtà non è figlio della Rivers il nostro Quill Rivers? Perché non avrebbe preso il cognome della madre XD però è imparentato, magari il padre è cugino di lei, ed era Slytherin... si saprà di più sulle famiglie più avanti!
Ah, io non so chi è il mio preferito, ma Michael è in testa con Wayne e altri di sicuro XD
Megan è esattamente quel mix XD e guarda, esistono già fanclub tra le mie amiche per il Wegan e pure per il MikeGeorgie XD e altre coppie che non spoilererò da ora.
Tranquilla per Diggory, in realtà me ne frego altamente, cerco solo di mantenere l'immagine che si ha di lui nel libro, ragazzo popolare, molto buono, che piace a tutti, leale ecc.
Doctor Who ha in un certo senso cambiato il mio modo di vedere le cose e tra Ten e Rose credo di essere arrivata a livelli di fangherlamento disumani. E in realtà amo immensamente anche 11 e Amy, sebbene Tennant sia il mio dottore.
 Kimly [Contatta] Sposta
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 07/11/10, ore 16:31 - Capitolo 5: Il Ballo del Ceppo.
Ehhh, Mike e Georgie, chissà XD e Megan anche volendo fare la buonista le manca il materiale di fondo per capire come si fa XD come si nota nella sua brutalità in questo capitolo tra l'altro!

 RF09 [Contatta] Sposta
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 06/11/10, ore 23:20 - Capitolo 5: Il Ballo del Ceppo.
Io in parte l'ho amato il ballo, più che altro per la rivincita delle ragazze considerate bruttine che improvvisamente hanno già cavalieri e tutto XD Scommetto che Megan ubriaca ti è piaciuta ancora meno, ma capirai comunque, promesso XD
Wayne proprio perché è snervante è finito con lo stare sempre attaccato a Megan che ha bisogno di prendersela con qualcuno XD Il fratello sai che in effetti mi ha fatto pensare anche a me a Ron? Solo che al contrario di Ron non è minimamente ricambiato XD Per il gruppo ci credi che in qualsiasi gruppo sia finita quando succedevano casini e urla gli altri restavano bellamente ad ascoltare, alcuni imbarazzati, altri come me ridendo per i fatti loro? È che se si è in un posto pubblico non si può pretendere che la gente non ascolti, specie gli Hufflepuff XD
Michael è tutto da scoprire in effetti, e c'è una persona a cui è ispirato anche se si noterà solo l'anno dopo! Ah, comunque mi diverto un sacco anche io a incrociare le loro vite con quelle di Harry e degli altri e mostrare ciò che gli altri ne carpiscono! E comunque non c'è problema se Walter non riscuote la tua simpatia... è appunto sfigato XD
Grazie per I grieve, sul serio!

 _sirio_ [Contatta] Sposta
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 06/11/10, ore 21:54 - Capitolo 5: Il Ballo del Ceppo.
Ma sì, Walter non è per niente male, ma a volte si sceglie quasi sempre la ragazza che non ricambia... o si è come Seth di OC carino e inspiegabilmente sfigato XD



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Capitolo 7
*** Previsioni, duelli, questioni di sangue e gelosia. ***


Previsioni, duelli, questioni di sangue e gelosia.


Erano ricominciate le lezioni, e con disappunto di Megan la Trelawney aveva predetto sciagure su lei e i suoi amici. Hannah era praticamente in lacrime a fine lezione, convinta che sarebbe stata bocciata, e tutti si erano divisi in coppie per leggere il futuro sui fondi da tè.
«Vedo...» cominciò Susan, perplessa, «Un lupo. Chissà che vuol dire...»
«Forse diventerò un mannaro anche io e insegnerò Difesa contro le Arti Oscure. Dal terzo anno mi spuntano lupi in ogni dove.» azzardò Megan.
«Pensa alla faccia di Snape in quel caso.» suggerì Stephen, che ne approfittava per bere e rilassarsi, dopo aver pulito venti volte la tazzina.
Megan sghignazzò.
«Jones!» la chiamò Anthony Goldstein, qualche posto più indietro, «Ti è caduta la sciarpa a terra!»
«Di nuovo? Grazie!»
Finalmente la lezione finì e tutti ritirarono velocemente le loro cose.
«È una bella sciarpa.» osservò Sally-Anne, stupita.
«Me l'ha regalata mia cugina Gwenog.»
«Quella delle Holyhead, vero?»
E così cominciarono a chiacchierare delle imprese della cugina preferita di Megan, che era poi cugina di primo grado di suo padre e quindi solo per secondo sua, fino ad arrivare a Erbologia. Quill naturalmente riuscì a tagliarsi un dito e quasi svenne senza che la professoressa notasse nulla, mentre Megan si dedicò a fissare Potter.
«Cosa guardi?» domandò George, che si era riunita a loro dopo aver seguito Antiche Rune.
«Potter. Ti rendi conto che ha salvato Cedric avvisandolo dei draghi?»
«Te l'ho detto io, infatti...» provò a ricordarle Georgia.
«Tu l'hai mai immaginato così il Bambino Sopravvissuto?» domandò a bassa voce, stando attenta a non fare la fine di Quill. Ernie in quel momento aveva salutato Potter con un cenno brusco del capo, segno che Cedric doveva avergli detto di non evitarlo per lui.
«In che senso “così”?» chiese Georgia confusa.
«Guardalo! Ti sembra l'eroe del mondo magico?» spiegò meglio di lei, osservando i capelli orribilmente arruffati e gli occhiali visibili ora che stava di profilo. Era magro e sembrava stressato a giudicare da come stava infierendo sulle piante. Strano, sarebbe bastato allenarsi in un incantesimo Testabolla per andare sott'acqua come Cedric, a patto che riuscisse a impararlo in tempo. Forse però non era nervoso per la prova, visto che aveva saputo con largo anticipo a cosa andava incontro, forse stava solo di nuovo litigando con quel Roy.
«A dire il vero no... Però la cicatrice dice tutto. Gliel'hai mai vista?» mormorò Georgia.
«Non mi sono mai avvicinata abbastanza.» borbottò contrita, quasi che fosse una sua grave mancanza, «Aspetta.»
«Cosa fai? Torna indietro!» sibilò Georgia ma Megan era già partita per la sua spedizione, fingendo di inciampare vicino al loro tavolo e lasciando cadere anche una paletta che si era portata con sé. Per un momento incontrò lo sguardo di Potter e poi il ragazzo fece qualcosa che non si aspettava: si chinò e raccolse la paletta per lei, sempre mantenendo un'aria corrucciata. Lei ringraziò a bassa voce scrutandolo per un momento in viso e notando che i capelli gli coprivano la fronte, poi tornò indietro.
Stephen e Quill la fissavano allibiti e Hannah usava le forbici per tagliare l'aria, con la testa sporta di lato per vedere cosa aveva combinato con quel gesto incomprensibile. Megan le fece cenno di tornare al proprio lavoro e tornò accanto a Georgia che era esasperata.
«Non si vede. Però ora so che ha proprio dei begli occhi.»
«Prego?»
«Ma sì, ha degli occhi verdi bellissimi!»
Georgia ora era allibita quanto Stephen e Quill: «E te ne accorgi ora dopo quattro anni?»
«E chi l'ha mai guardato in faccia quello lì?»
La lezione dopo era Difesa Contro le Arti Oscure, e come sempre i Ravenclaw li fecero a fette quando si divisero in coppie. Solo durante gli ultimi dieci minuti lessero dal libro per riposarsi un po' e Quill tornò al proprio posto zoppicando.
«Cavolo, sei peggio di Longbottom, hai sempre qualche ferita di guerra.» commentò Hannah in un sussurro.
«Con la differenza che Longbottom nel suo campo ci sa fare.» disse Ernie, riferendosi a Erbologia e alzando appena la voce.
«Zitto, se Moody si scoccia poi sono guai.» ringhiò Megan.
«Professor Moody.» la corresse quasi automaticamente Ernie, beccandosi un'occhiataccia.
«Non è certo colpa nostra se Rivers è imbarazzantemente scarso.» commentò invece Sally-Anne un posto più avanti. Megan fece per tirarle la coda ma Georgia planò sul suo braccio e la costrinse a leggere. Justin scoccò loro uno sguardo condiscendente e sospirò, mentre Susan nascondeva una risatina.
Per fortuna il professor Moody non li trasfigurò in stile Malfoy. Non ancora, almeno.

«Beh, almeno stavolta niente Imperio. Nessuno di noi è riuscito ancora a contrastarlo minimamente.» considerò Stephen, e poi sbadigliò. Lungo il corridoio si unì a loro Wayne, silenzioso come al solito, e poco dopo arrivò anche Michael, poggiando una mano sopra la testa di Georgia.
«A metà gennaio si va a Hogsmeade!» annunciò.
«Vi prego, fermatelo, è insopportabile...» si lamentò Walter raggiungendoli mentre Cedric rideva e salutava Cho Chang.
Tutti guardarono quest'ultimo maliziosamente e lui riprese a camminare a testa alta facendo finta di nulla.
«Cedric, posso indovinare con chi andrai stavolta?» domandò Georgia allegramente.
«Pensa per te.» rimbeccò lui, ma la sua voce suonava fin troppo compiaciuta e Michael rise.
«Davvero, dovresti uscire anche tu con qualcuno, Georgie.»
«Concordo.» affermò un ragazzo, che si era fermato aspettandoli. Aveva la cravatta verde e argento.
«Ciao, Martin.» salutò Georgia, «Sei qui per Pozioni?»
«No, volevo chiederti se ti va di venire con me a Hogsmeade.»
Lei se ne stupì ma riuscì comunque ad annuire senza esitazioni, con gli occhi leggermente sgranati, «Certo.»
«Allora siamo d'accordo. Per quanto riguarda Pozioni invece ci vediamo domani sera?»
«D'accordo.»
E Martin, dopo uno sguardo di neanche tanto velata minaccia a Michael, tornò in mezzo a un gruppetto di Slytherin.
Tutti gli Hufflepuff rimasti guardarono Georgia, che fece spallucce.
«Mi dà una mano coi duelli, voglio migliorare i miei voti il più possibile.»
«Ma tu frequenti solo ragazzi più grandi? Di che anno è?» domandò Hannah, apparentemente dimentica della presenza di Cedric e compagnia.
«Quinto anche lui in effetti. Ed è veramente bravo a duellare, ci siamo conosciuti proprio mentre mi allenavo in cortile con Wayne. Carino, no?»
«Anche Wayne è bravo a duellare, appunto! Puoi farti aiutare da lui. Perché mi ha guardato a quel modo?» domandò Michael scocciato.
«Perché da quando alla fine del Ballo del Ceppo mi hai presa in braccio la voce si è diffusa e tutti mi chiedono se siamo fidanzati.»
«Ti ha presa in braccio? E perché io non lo sapevo?» domandò Stephen, guardando Michael mentre lo chiedeva, «E Sandy?»
«Stavamo solo giocando.» rispose lui, brusco, «Sandy poi se ne frega, evidentemente.»
«Non dire così...» provò Walter, ma lui scosse la testa.
«Lasciamo perdere.» tagliò corto, evidentemente di cattivo umore.
Megan in quel momento notò Stan e salutò tutti di fretta, correndo da lui.
«Guardala...» borbottò Wayne, «Non sembra neanche lei.»
«In effetti non è molto gratificante che con i suoi amici di sempre sia meno amichevole che con uno sconosciuto.» commentò Walter, palesemente punto sul vivo.
«Io penso che invece faccia bene, quel bulgaro è tra i più carini anche se non può competere con Krum.» considerò Sally-Anne, portandosi una ciocca di capelli dietro un orecchio.
«Krum ti piace solo perché è popolare.» ribatté lui.
«Mai detto il contrario.»
«Un giorno ti pentirai di essere... così
«Mai pensato una sciocchezza simile.»
«È bello come certe cose non cambino mai...» commentò Wayne, ironico.
«L'importante, secondo me, è che Stan si comporti bene con lei.» disse Cedric, unico a chiamarlo per nome.
«Tu sei troppo fiducioso.» replicò Walter.
«No, lui è sulle nuvole. Con la Chang. Ignoriamolo e basta. Dove sono Jack e Rent?» si intromise Michael, ancora un po' cupo.
«Già a pranzo.»
«Ma erano con noi tre secondi fa, perché non li vedo mai andare via? E perché sono sempre insieme?» protestò lui e Georgia inarcò le sopracciglia senza dir nulla, dato che lei la sua opinione in merito se l'era già fatta.

Quelle poche settimane prima di Hogsmeade stavano passando velocemente e Wayne nel frattempo cominciava a sparire sempre di più per via dei suoi esami, con grande disappunto degli amici che non l'avevano mai visto così impegnato nello studio. Megan trascorreva molto tempo con Stan e con Georgia, Georgia era spesso con lo Slytherin di nome Martin, Michael si incupiva sempre di più arrivando a picchi in cui neanche Cedric lo sopportava e scappava da Cho, Walter marciva nella gelosia quanto lui e cominciava a trascorrere tutto il suo tempo con Rent e Jack, Quill si era ammalato due volte e Stephen guardava il suo gruppo disgregarsi in modo così stupido assistendo al tutto con la sua solita dose di camomilla e studiando ovunque come se fosse lui a dover sostenere i G.U.F.O. di Wayne. Anche Hannah ed Ernie seguivano il suo esempio e chi li vedeva pregava che nessuno di loro diventasse Prefetto o sarebbero giunti all'esaurimento nervoso. Solo Sally-Anne, Susan e Justin erano immuni a quell'improvviso cambio di abitudini che li lasciava perplessi, o almeno tali erano gli ultimi due visto che la prima non badava a nulla che non la riguardasse in prima persona.
Ciò spiegava perché il giorno dell'uscita a Hogsmeade fossero tutti piuttosto tesi, sapendo che si sarebbero incontrati ai Tre Manici prima di pranzo insieme dopo tanto tempo.
Avvicinarono i tavoli per stare tutti vicini e mancava soltanto Cedric, sicuramente da Madama Piediburro nonostante Michael non avesse fatto battute in proposito. Georgia si era presentata senza Slytherin al seguito, arrivando con Wayne e spiegando che lo avrebbe visto dopo essere stata con loro per evitare di metterlo a disagio in mezzo a degli sconosciuti. Naturalmente a questo Megan non aveva neppure pensato, invitando anche Stan.
«Cosa accidenti sarebbero quelli?» domandò Rent stupefatto, indicando un tavolo dove sedevano Ludo Bagman e delle cose.
«Goblin.» rispose Stephen prontamente, «Mai visti alla Gringott?»
«Sono nato babbano, ti ricordo, e ai miei soldi hanno pensato i genitori di Jack.»
«A me fanno paura.» annunciò Quill.
«Perché non me ne stupisco?» domandò Michael beffardo, con la testa inclinata poggiata su una mano e un'aria strafottente che fece arretrare l'altro con tanto di sedia.
«Hai la luna storta, Michael?» domandò Georgia in tono di rimprovero.
«È così da giorni, ignoratelo.» commentò Walter, porgendo le burrobirre appena portate a Jack e Megan.
«Ciclo?» domandò quest'ultima e Quill quasi si affogò nel proprio succo di mela.
«E non è l'unico...» mormorò Wayne osservando Harry Potter che sembrava particolarmente furibondo non lontano da loro, mentre una donna era alle spalle di Walter e blaterava qualcosa su Bagman senza che gli altri prestassero attenzione. Wayne controllò per un momento l'angolo buio in cui l'uomo si trovava coi goblin e scoprì che erano spariti.
«Sta cercando di rovinare la vita a qualcun altro?» disse Potter all'improvviso, rivolto alla donna.
Ovviamente Walter e Michael si voltarono a guardare senza neanche far finta di nulla, mentre Megan si sporgeva senza alcun ritegno in avanti e Stan metteva al riparo la sua burrobirra che stava per rovesciarsi.
«Harry! Ma è splendido! Perché non ti unisci a...?»
«Non le verrei vicino neanche con un manico di scopa lungo tre metri.» la interruppe lui furioso, e Georgia e Megan si scambiarono un'occhiata sorpresa, «Perché ha fatto quella cosa a Hagrid, eh?»
«I nostri lettori hanno il diritto di sapere la verità, Harry, sto solo facendo il mio...» iniziò a giustificarsi la donna, ma improvvisamente Potter urlò: «Chi se ne importa se è un Mezzogigante? Lui è a posto!»
Calò il silenzio.
Megan pensò che i Gryffindor avevano sempre un certo stile, e Wayne aveva annuito alle sue parole senza rendersene conto. Gli piaceva Hagrid, dato che Walter ne aveva sempre parlato bene in passato ed era visibilmente buono, e lo stesso valeva per Michael a cui per principio non importava delle questioni di sangue. Quill si era rovesciato il succo addosso e Stephen gli porse un fazzoletto senza neppure guardarlo.
La donna non sembrava aver gradito, ma si riprese in fretta estraendo penna e taccuino e in quel momento compresero chi fosse: Rita Skeeter, e questo spiegava tutto.
«Cosa ne dici di un'intervista sull'Hagrid che conosci tu, Harry? L'uomo dietro i muscoli? La tua improbabile amicizia e le ragioni che la sostengono? Lo definiresti un surrogato della figura paterna?»
La Granger scattò in piedi e Quill emise un gemito di puro terrore alla sua espressione. Georgia mentalmente fece il tifo per lei, dato che l'ultima domanda avrebbe meritato un pugno in risposta.
«Lei è disgustosa, passerebbe sopra a tutto, pur di mettere insieme una storia, e va bene chiunque, vero? Anche Ludo Bagman...»
«Siediti, stupida ragazzina, e non parlare di cose che non capisci. So delle cose di Ludo Bagman che ti farebbero arricciare i capelli... non che ne abbiano bisogno...» terminò, con un'occhiata significativa ai suoi capelli.
Megan sibilò qualcosa sulle sue virtù a denti stretti e Stan annuì diligentemente.
«Andiamo,» disse la Granger, piena di dignità. «Dai, Harry... Ron...»
E il terzetto d'oro se ne andò mentre la donna riprendeva a scrivere. Michael e Walter li seguirono con lo sguardo e così molti altri avventori.
«Cedric sarebbe dovuto venire ad assistere.» considerò Walter.
«Non si vede Potter arrabbiato molto spesso.» osservò anche Georgia.
«Pensa che non se la prendeva neanche quando dicevamo che faceva schifo...» concordò Rent stupito.
«Facefa schifo?» ripeté Stan aggrottando la fronte.
«Beh, noi ovviamente tifiamo per Cedric al torneo, siamo suoi amici... Potter non c'entrava niente.» rispose Jack per lui.
«Ma non parliamo del torneo, non mettiamo a disagio il nostro ospite.» decretò Walter con uno sguardo soddisfatto a Michael da dietro il suo bicchiere. Michael ghignò.
«Ma no, parliamone invece! Come ti trovi tu a tifare per Krum e a uscire con la nostra Meg?»
Megan non rispose ma frugò nelle proprie tasche, tirando fuori la bacchetta e poggiandola davanti a sé.
«A me non va di parlarne.» disse quindi innocentemente, «Piuttosto, che ne pensate voi di Hagrid? Secondo me ha ragione Potter.»
«Sì, sì, sicuramente sì.» borbottò Michael spaventato.
«Secondo me... no. Se è un mezzogigante non so quanto ci sia di cui fidarsi.» disse Walter, sorprendendola.
«Ma cosa vuoi che ci faccia, che ci uccida a forza di abbracci? Lo conosci anche tu.» ribatté Wayne scettico, «Ti è sempre piaciuto, come può cambiare tutto così?»
«Infatti, è un cucciolone.» affermò Rent, annuendo tra sé e sé.
«Non mi stupisco che lo diciate voi due che siete cresciuti tra i babbani o quasi, ma tu, Wayne...» disse invece Stephen, «Sappiamo tutti dei giganti, ci parlavano di loro per farci comportare bene! “Guarda che ti faccio prendere dai giganti se non mangi!” e cose così.»
«Appunto, sono solo paure lontane... E poi Hagrid gigante lo è solo per metà.» replicò lui.
«Ed è il carattere che conta, pensate al professor Lupin!» esclamò Megan.
«Tu avevi una cotta per lui, non vale.» ridacchiò Georgia.
«Ma non è vero! Cioè sì, ma non conta!»
«Conta, ma comunque ce l'avevano un po' tutte proprio perché era sempre così gentile... e quindi concordo col fatto che è il carattere e non ciò che si è a contare.»
«Sarà, ma a me fa paura.» fu l'ovvio commento di Quill, che li fece scoppiare a ridere stemperando un po' la tensione.
«Da noi però non fareppero mai laforare cicante, anche mezzo.» disse Stan. Walter, che un attimo prima diceva lo stesso, lo guardò e disse duramente: «Ma a Hogwarts non si fanno distinzioni, non siamo razzisti.»
«Cinque minuti fa non ti fidavi tantissimo.» ringhiò Megan.
«È che non può dirlo proprio lui, se fossimo così prevenuti loro non sarebbero a Hogwarts!» si giustificò lui.
«Loro? Fuoi dire Durmstrang?», Stan assottigliò lo sguardo.
«Ehi, calmiamoci.» fece Wayne, «Ragioniamo da persone civili.»
«Sarete tutti d'accordo che è ingiusto discriminare Hagrid solo perché sua madre era una gigantessa, no? Anche se i giganti sono malvagi Hagrid non lo è e si vede.» disse Georgia.
«Però cerca sempre di farci uccidere alle sue lezioni, e se lo facesse di proposito?» mormorò Quill.
«Sei tu che rischi di morire perché sei un incapace.» ribatté Michael che aveva deciso di sfogarsi su di lui, «Però è vero che si potrebbe ricondurre al suo sangue di gigante il fatto che gli piacciano le bestie pericolose. Ma soltanto quello.»
«Quando comincerete a chiamarmi figlia di sanguesporco avvisatemi in anticipo.» disse Megan, fredda. Tutti sobbalzarono.
«Sai che la vedo come te sulle questioni di sangue. Io sono dalla parte di Hagrid.» ribatté Michael, offeso.
«Non mi riferivo a te una volta tanto.»
«Per quanto riguarda tutto questo discorso concordo con lei, se qualcuno di voi se la prendesse con uno come lui solo perché è figlio di una gigantessa o di un gigante che sia, mi aspetterei di sentirmi chiamare sanguesporco.» concordò Rent, «Se cominciate a pensare che tutto dipenda dal sangue tanti saluti.»
«Tanti saluti e avete sbagliato casa. Slytherin è più in basso, nei sotterranei.» continuò Megan.
«Non usate quella parola.» disse Georgia, scossa, «E non tutti gli Slytherin sono così, comunque.»
«Oh, oh, lo sapevo che c'era un secondo fine in tutto quello che hai detto oggi! Stai cercando di parare il culo al tuo nuovo ragazzo, no?» sbottò Michael. Georgia lo guardò incredula, «Fai bene, anche io farei lo stesso e anche più sfacciatamente.» terminò con un sorrisetto.
Nessuno fiatò per diversi secondi.
«Ma vaffanculo, Michael!»
«Bene, Stan, possiamo andare.» disse velocemente Megan, alzandosi. Stan la seguì all'istante ma anche Georgia si stava alzando.
«È uno Slytherin! Come Malfoy! Nei duelli potrebbe aiutarti Wayne oppure io, Megan o Cedric! Come fai a fidarti di uno come lui?»
«Guarda che finora l'unico che ha detto e fatto cazzate è stato un Hufflepuff! Vaffanculo!» si ripeté lei, andando via come una furia.
Megan si voltò a guardare Michael, per una volta senza palesare odio o ribrezzo.
«Sei impazzito?»
«Sono impulsivo e affascinante. No, senti, non dirmi che non sei preoccupata.»
«Veramente non ci ho neanche pensato.» ribatté lei e Wayne sospirò.
«Ma a chi lo vai a chiedere?» domandò infatti.
«In effetti non è che Megan abbia tutta questa sensibilità...» convenne Stephen, facendo ruotare il bicchiere.
«E adesso cosa stai facendo?» domandò lei per tutta risposta.
«Non voglio bere da dove ho bevuto prima.»
Michael si voltò a guardarlo con occhi allucinati: «Ti fa schifo poggiare le labbra dove le hai poggiate tu stesso prima?»
«Mi dà fastidio
«Merlino, sei veramente storto!»
«Stan, andiamo.» ripeté stancamente Megan, trascinandolo via come se fosse una borsetta.
«Vado a vedere se riesco a scroccare dell'idromele.» borbottò tetramente Walter, alzandosi e urtando una ragazza. Si fermò come folgorato e tornò a voltarsi al tavolo, dove ormai c'erano solo ragazzi, «E quella chi è?»
Tutti si sporsero per vederla.
«Lavander Brown, ha la mia età. Gryffindor.» rispose Stephen, «Perché?»
«Perché è carina.» rispose lui, «È fidanzata?»
«Credo... di no...»
«Vai a conoscerla, idiota!» sibilò Michael, ringraziando ogni santo perché finalmente Walter notava qualche ragazza che non fosse Megan. Non era molto, ma significava che stava voltando pagina.
«Ma è più piccola...»
Stavolta l'occhiataccia per l'assurdità appena detta gli arrivò anche dal fratello.
«Vado, vado.» borbottò spiccio e sparì in mezzo alla folla.
«Finalmente è interessato a qualcuna libera...» commentò Rent.
«Dimmi che non ha un carattere orribile.» supplicò Jack rivolto a Stephen, che scosse la testa.
«Non lo so, ma ancora non l'ho sentita mandare al diavolo qualcuno. A proposito, Michael, dovrai chiedere scusa a Georgia. Per il modo in cui hai parlato.» lo anticipò prima che potesse ribattere che aveva ragione lui.
«Ah, per quello... Vedremo. Perché con le ragazze bisogna sempre chiedere scusa? È una rottura di bolidi. Wayne, tu e Megan parlate di nuovo normalmente?»
Wayne inarcò un sopracciglio.
«A cosa ti riferisci?»
«Beh, vi sedete lontani e non litigate più tanto spesso, non la sento urlare da un po'.»
«Sono impegnato e non parliamo tantissimo, tutto qui.» rispose lui, all'erta.
«Gli esami, già... Ancora nessuna crisi di nervi?»
«Non mi interessa come andranno, sinceramente. Tanto non so neppure che lavoro voglio fare.» sospirò lui.
«Neanche io ti ci vedo a lavorare... A meno che non esista il “Menefreghista del Ministero”. Ti assumerebbero subito.» disse Stephen, sereno.
Quill annuì saggiamente, poi l'ultimo sorso di succo gli andò di traverso e passò i successivi cinque minuti a tossire fino a diventare cianotico.
«E dopo questo io vado da Sandy.» annunciò Michael che ancora rideva mentre Rent dava una pacca sulla schiena di Quill così forte da farlo sbattere contro il tavolo, «Ci si vede a cena!»
«Vieni, prendiamo un bicchiere d'acqua.» disse Jack più gentile, aiutando Quill. Rent li seguì, approfittandone per gettare un'occhiata in direzione di Walter e vedere come stava andando. Incontrò lo sguardo di una ragazzina accanto a loro e le sorrise, ringalluzzito dal suo sorriso in risposta.
«Ti piace il bulgaro?» domandò Stephen, rimasto solo con Wayne.
«Non ha quasi aperto bocca, non posso risponderti.»
«Ti piace il bulgaro?»
«No.»
«Neanche a me.»









Capitolo in cui regna la gelosia e il comportarsi male con gli altri per questo, lo ammetto. Il fatto è che non tutti possono essere buoni o maturi come Harry, basta pensare a Sirius e James quindicenni e a molti altri!
Non so se conoscete Twilight, ma Rent è fisicamente l'Emmett “de noialtri” almeno quanto Jack potrebbe essere Jasper per il “biondo, chiaro, mingherlino”.
Dimenticavo di dire che lo zio nominato da Georgia nel capitolo precedente è lo stesso Runcorn del Ministero che Arthur odia.
Roy Weasley non è un errore, a parte che Megan non è molto brava a ricordare i nomi, ma Ron è conosciuto più che altro come "il migliore amico di...", "il fratello di...", "Weasley". Il che aiuta i suoi complessi.

Prossimo capitolo: 8 Foto e Seconda prova.

«Ci sono altri Gryffindor come vedete, questo dietro di loro altissimo è Frank Longbottom, credo sia il padre di Neville.» disse, indicando un ragazzo grande e grosso quanto sembrava stare diventando il figlio, «Questo è Edgar Bones...» indicò un ragazzo molto bello, con occhi verdi e capelli scuri. Tutti si voltarono a guardare Susan.
«Sì, era mio zio.» disse lei con aria rapita, «Non sapevo fosse amico del padre di Neville...»
Megan diede un colpetto alla foto facendo avvicinare gli altri. Uno sembrava felicissimo di potersi finalmente mostrare e tutti trattennero per un momento il fiato. Capelli spettinati, occhiali, quel naso...
«Quello è James Potter.» sussurrò Stephen, come davanti a un'apparizione.”



Il che dice tutto, e chi conosce 70's students capirà finalmente chi è la madre di Megan e che fine ha fatto.

 RF09 [Contatta] Segnala violazione
 11/11/10, ore 22:06 - Capitolo 6: Capodanno.
Io invece sono terrorizzata dalle persone ubriache, sai?XD ho sempre paura che si rivoltino contro di me! In compenso però io e i miei amici ci comportiamo sempre come gli ubriachi per natura, ma mi conforta sapere che abbiamo autocontrollo XD
Wayne asociale? Nooo... e perché, Stephen e Megan poi non sono casi umani? XD
Per Michael e Georgia immagino che se dicessi per chi tifo poi sarebbe chiaro come finirebbe quindi evito XD Per Walter e Sally Anne non corriamo a preparare il corredo XD
Cedric è volutamente Gary Stu perchè anche nel libro era buono buono e sulle sue, è nel film che è un pochino meno suoso (poi lì muore e diventa un vampiro suoso).
Quill e Stephen non li rivedrai presto in versione Hyde, non temere XD
 _sirio_ [Contatta] Segnala violazione
 11/11/10, ore 19:18 - Capitolo 6: Capodanno.
Ma sai che pure io le detesto le feste? XD spero che comunque continuerai a seguire la storia, e che francese ti sia andato bene!
Sì, Wegan è Megan/Wayne, e gli anti-Walter dovrebbero tutti creare un fanclub XD credo che a me Walter cominci a piacere giusto nella parte che non ho ancora scritto post-Hogwarts XD Quill uguale, mentre Sally-Anne a me piace, ma sarà perchè la conosco meglio XD o forse perché mi piace come personaggio, come persona l'ammazzerei XD Cedric, Cho e Sandy, beh, almeno le ultime due, stanno sulle palle anche a me, nessun problema! XD

 Kimly [Contatta] Segnala violazione
 11/11/10, ore 18:50 - Capitolo 6: Capodanno.
Io manco assaggio, sto malissimo se bevo XD Le scenette tra Wayne e Megan son sempre belle da scrivere, in effetti... Sally e Walter non l'avrebbero mai detto neanche loro, ma non tutto è deciso XD non voglio spoilerare, quindi chiudo qua XD

 NanaBouregarde [Contatta] Segnala violazione
 10/11/10, ore 22:52 - Capitolo 6: Capodanno.
Michael è genio, ma Stephen è psicotico. E infatti è fatto a mia immagine per le varie ossessioni XD
Miorgie, che carino! XDD in questo capitolo Michael è geloso, viva loro!
Stan guarda, l'ho inventato, può benissimo essere uno che si sbrodola, e comunque di fronte a Wayne impallidisce chiunque! Sì, sono parenti come hai detto tu, e del resto Georgia è parente del famoso Runcorn del settimo, Megan è figlia di una che nominerò nel prossimo capitolo e c'è anche in 70's students, Michael è il figlio dello Stebbins che usciva con Mary e che era a scuola all'epoca dei Malandrini anche nei libri, gli Hopkins sono imparentati alla lontana con la disgraziata del Ministero... son tutti legati tra loro, in qualche modo!
Non ti sgrido, sei libera di fare quel che vuoi visto che non esci con me XDD




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Capitolo 8
*** Foto e Seconda Prova. ***


8 Foto e Seconda prova.


Domenica Hannah svegliò Georgia a mezzanotte.
«C'è Michael che ti aspetta in sala comune.»
«E tu cosa cavolo ci facevi lì a quest'ora?» domandò lei ancora mezzo addormentata.
«Mi sono addormentata studiando.» rispose lei, «Allora, devi scendere? Sembra molto dispiaciuto.»
Georgia aveva raccontato l'accaduto a Susan e Hannah, ignorando e ignorata da Sally, e con Megan si era dilungata nell'inveire contro di lui. Non parlavano dall'uscita a Hogsmeade, entrambi troppo orgogliosi per avvicinarsi.
Comunque adesso Hannah sembrava eccitatissima all'idea che il ragazzo fosse di sotto ad attenderla a quell'ora e si era sicuramente dimenticata degli insulti che lei stessa gli aveva appioppato.
«Scendo, scendo...»
«Io non scenderei e gli farei il culo domattina.»
«Dormi, Megan.»
Georgia scese le scale col suo miglior cipiglio indignato e si fermò davanti a lui a braccia conserte. Michael sembrava stravolto, nel suo solito aspetto da zombie dato dalla la mancanza di sonno, con tanto di pallore mortale e capelli più spettinati del solito. Come si riducesse così era sempre un mistero.
Michael invece si chiedeva come facesse ad essere carina anche appena sveglia dopo un paio d'ore di sonno. Comunque si decise con le scuse, confidando sul fatto che sarebbe rimasto distaccato.
«Georgie, scusami, scusami tantissimo. Non riuscivo a dormire sapendo che non mi rivolgi la parola, noi non siamo come Wayne e Megan e non ce la faccio a litigare con te.»
Appunto, l'apoteosi della virilità.
«Spiegami che cosa ti è preso, così magari eviteremo di litigare anche in futuro.» replicò lei freddamente.
«Te l'ho detto, sono preoccupato per te. Non mi fido degli Slytherin. Anzi, non mi fido di nessuno che non conosco se si tratta di te.» rispose lui, sincero.
«Credi che non sia in grado di giudicare da sola le persone che sono al mio fianco?» domandò lei seccata.
«Credo che tu ne sia capacissima.» rispose umilmente, «Solo che... Megan è sempre con Stan, Cedric con Cho, Stephen e Wayne sono scomparsi e Jack e Rent sono un duo e mi fanno sentire il terzo incomodo... Mi sei rimasta solo tu e se cominci a uscire con una serpe è la fine.»
«Tu sì che mi fai sentire amata!» esclamò lei sarcastica, «L'ultima rimasta!»
«Non dire scemenze! C'è anche Walter, sebbene lui sia sempre dietro qualcuna che non lo calcolerà mai...» si arruffò i capelli con una mano, nervoso, «Lo sai che sei la mia migliore amica! Tu e Cedric siete al primo posto per me e se diventi come lui... Non voglio perdere anche te, ecco perché mi comporto da imbecille... Solo che con Cedric non c'è bisogno di dire certe cose.» finì col borbottare.
Georgia lo guardò a bocca aperta.
«Cosa c'è?»
«Sono la tua migliore amica? Al pari di Cedric?»
«Ma certo che lo sei, Georgie. E sai che io sono un po' geloso degli amici, no? E visto che si sono tutti un po' allontanati non voglio rischiare anche con te.»
«Oh, Mike! Lo sai che non sono proprio il tipo, Martin o non Martin non mi allontanerò mai! E poi neanche è il mio ragazzo, non paragonarlo a Cho Chang!» precisò, comunque intenerita, «E proprio perché sono la tua migliore amica anche se ci vediamo meno non significa che tra noi due cambierà qualcosa! Altrimenti che dovrei dire io, da quando stai con Sandy? Prima andavamo a Hogsmeade sempre assieme e poi quando c'è lei devi tenerti sempre un po' a distanza da me perché è gelosa, e non dire che non è così perché mentiresti, quindi in un certo senso è ancora peggio per me!»
Michael spostò lo sguardo alle ceneri del camino, e poi disse: «Sappi che... se tu mi chiedessi di lasciarla la lascerei.»
Georgia boccheggiò prima di riuscire a formulare un: «Cosa?»
«Voglio dire... sei la mia migliore amica, no? Quindi sei più importante tu. Gli amici vengono prima delle fidanzate. Quindi se tu stessi male per colpa sua io la lascerei.»
«Ma tu hai detto che la ami!» protestò lei, annichilita.
«Sì, ma amo più... Ma tu vieni prima. E Cedric, naturalmente. Se tu o lui mi chiedeste di lasciarla io lo farei.» ripeté, con gli occhi sempre puntati al camino.
«Non lo faremmo mai, non vorremmo mai farti soffrire... E ti prometto che non diventerò una serpe anche io, qualunque cosa accada. Tu fammi notare le cose in modo più civile magari e io ti ascolterò; per ora però sono state solo critiche senza fondamento, quindi continuerò a vederlo. Se si comporterà male o se ti trascurerò allora sarà tutto un altro discorso. Va bene?»
«Va bene.» assentì lui, spostando poi gli occhi nocciola su di lei, «Pace?»
«Pace, scemo.» rise Georgia, abbracciandolo. «E questo discorso me lo devo tenere per me, vero?»
«Ma ovviamente, che figura ci farei?» ridacchiò anche lui.
«E cosa racconto alle altre che sono sicuramente sveglie ad aspettare?»
«Puoi dire che mi sono scusato in modo molto virile e che hai capito di non poter fare a meno di me-Ahio! Va bene, racconta quello che ti pare, solo salta la parte di Sandy. Fraintenderebbero o lo direbbero in giro.»
«Megan lo direbbe in giro?»
«No, parlavo delle altre tre. Loro non mi sono poi così vicine, ti pare? Megan invece è strana, vedi tu.»
Georgia lo lasciò andare con un gran sorriso: «Vedi, il fatto che esci con Sandy mi è tornato utile, ho conosciuto meglio Megan e siamo diventate amiche.»
«Mi dovrai raccontare com'è essere amica di uno Schiopodo.» disse lui serissimo e Georgia lo colpì a un braccio, «Vedi! Ti sta contagiando!»
«Sai che Megan invece mi ha detto “mi dovrai raccontare com'è essere amica di un folletto della Cornovaglia”? Siete simili.»
Michael la guardò estremamente oltraggiato.
«Io... Folletto della Cornovaglia? Io
«Ammetterai che avete molto in comune, a cominciare dalla voce fastidiosissima quando sei eccitato, continuando per il fatto che non stai mai fermo, che fai i dispetti, che sai essere crudele... Il povero Quill è terrorizzato da te ormai.»
«Forse ho un pochino esagerato con quel coniglio.» ammise lui, beccandosi un altro colpo, «E va bene! Sarò più gentile! Che noiosa...»
«Vedi che sei dispettoso? Buonanotte, folletto!» e soffocando una risata Georgia corse via.
«Non chiamarmi in quel modo!» le gridò dietro lui.

Megan si era addormentata sul tomo di Storia della Magia e Wayne la svegliò con qualche colpetto alla testa dopo aver riletto il tema per Trasfigurazione e quello per Pozioni. Era incredibile la mole di compiti che gli avevano affibbiato.
«Mamma?» borbottò lei, sollevando la testa.
Tutti la guardarono sconcertati e l'unico rumore che seguì fu lo scoppiettio del fuoco nel camino della sala comune.
«Scusate, sognavo...» si giustificò lei, sbadigliando, «Stupide rivolte...»
«Com'era tua madre?» domandò all'improvviso Michael e Georgia trasalì.
«Oh, mia madre... Una tipa strana. Ha mollato Hogwarts dopo il quinto anno e ha conosciuto mio padre. Si sono sposati appena maggiorenni e invece che nascondersi lei ha finito gli studi in Francia e poi ha deciso di voler lavorare al Ministero per processare i Mangiamorte, poi Tu-Sai-Chi è caduto e si è dedicata a condannare i Mangiamorte trovati finché il figlio di uno di loro, evidentemente pazzo, non l'ha beccata e uccisa dopo un bel po' di Cruciatus. Era nata-babbana anche lei, era un affronto che si mostrasse così apertamente contro i Mangiamorte e soprattutto che avesse portato altre prove della colpevolezza di suo padre, oltre a quelle di chi l'aveva tradito. Se di tradimento si può parlare tra quella feccia.»
Nessuno studiava più ormai. Lei non aveva avuto intenzione di raccontare tutto quello ma era venuto fuori come se stesse parlando del tempo.
«Come si chiamava tua madre?» domandò Michael, e la sua voce si era fatta più gentile.
«Si chiamava Cordelia ed era una Gryffindor, faceva lo stesso anno dei Potter... Il nonno dice che era sempre stata attenta solo a se stessa e ai vestiti e i ragazzi, o così almeno mostrava, poi una ragazza che conosceva è stata uccisa e qualcosa è cambiato. È allora che ha deciso di finire gli studi per davvero. Per me sarebbe stato sicuramente meglio se non lo avesse fatto... Ma si sa come sono i Gryffindor, possono resistere quanto vogliono ma prima o poi cercano di fare gli eroi. A casa papà ha nascosto tutte le foto, ma per fortuna i nonni ne avevano una scorta di quando ancora era a scuola. Era una specie di Sally-Anne.» si guardò attorno, per assicurarsi che non fosse presente, «I nonni la sgridavano sempre perché non si impegnava mai.»
«Sai che anche mio padre era a scuola allo stesso anno dei Potter? Magari si conoscevano... Chiederò a lui.» disse lui, «Comunque mi sembra assurdo immaginare tua madre come Sally-Anne, mi aspettavo una tosta.»
«Non dirlo a me!» rise lei, «Però era molto bella, se non altro.»
«Sei bella anche tu.» disse subito Michael, ghignando.
«Fottiti, Stebbins.»
«Me la farai vedere una foto di tua madre? Magari la riconosco.»
«Va bene.» acconsentì lei, «Me ne farò spedire una o due dai nonni.»
«Tuo padre non parla molto di tua madre, quindi?» domandò cautamente Cedric.
«Mio padre con me non parla proprio, credo che la riveda molto in me... E poi è sempre occupato col lavoro e tutto... La verità è che non credo si sia mai ripreso, dopotutto era la donna che amava e l'ha vista morire in modo orribile.»
Incontrò gli occhi grigi e seri di Wayne in quel momento e tacque. Fu lui a parlare: «Ha assistito?»
«I due Mangiamorte erano a casa. Gli Auror sono arrivati poco prima che uccidessero anche noi.» rispose con voce un po' più fioca. Era solo una bambina di tre anni ma ricordava benissimo le urla terribili che l'avevano perseguitata in tutti i suoi incubi sino a quando, l'anno prima, un Dissennatore le era passato fin troppo vicino e lei aveva ricordato ancora più chiaramente, aveva persino avuto l'impressione di rivedere la luce verde alla fine...
Il suo molliccio era sempre stato un ape gigante, ma ora era sicura che se lo avesse incontrato di nuovo sarebbe stato un Dissennatore o al limite un Mangiamorte pronto a cruciarla.
Aver ricordato tutto questo non l'aiutò a dormire quella notte, né le notti a seguire, finché non arrivo una busta piena di foto col suo gufo. Lei quelle le conosceva a memoria, aveva studiato ogni momento della vita di sua madre per sentirla più vicina, invitando i nonni a parlarne di continuo nonostante per loro fosse sicuramente doloroso, non che ci avesse mai pensato quando era bambina, perché suo padre si infuriava solo a sentirla nominare e non le raccontava mai nulla.
«Qui ci sono i Gryffindor del suo anno poco prima dell'inizio dei G.U.F.O.» annunciò agli altri che l'avevano circondata per curiosare. Persino Wayne era proprio dietro di lei e si sporgeva per vedere meglio.
«Questa è mia madre.» disse, indicando una ragazzina con lunghi e lisci capelli neri e la carnagione scura. La foto la immortalava da vicino, arrivava sino a metà busto, perciò erano visibili gli occhi scuri e luminosi come perle nere. Aveva gli stessi lineamenti e lo stesso sorriso della figlia.
«È veramente bella... Era, voglio dire. Tu però sei molto chiara e hai gli occhi grigi, tuo padre è così?» domandò Stephen, cercandolo.
«Mio padre non era nella foto con lei, aveva già finito da due anni, comunque sì e no. È molto chiaro di carnagione, ma gli occhi grigi li ho presi dai nonni materni. Questa era la sua migliore amica Jane.» disse, indicando una ragazza coi capelli castani corti che l'abbracciava, «Nata babbana anche lei. Trascorrevano spesso il Natale assieme... E questa è l'amica che è morta appena finita la scuola, Mary. Erano in camera insieme finché non si è ritirata e si sono riviste giusto una volta o due prima della sua morte... Forse non erano così amiche, ma di sicuro le ha aperto gli occhi. Finché non muore qualcuno che ti è vicino è facile andartene all'estero e non leggere i giornali.»
Mary era appena più lontana rispetto alle altre due, con un caschetto di capelli neri voluminosi e due occhi azzurri molto grandi. Sorrideva, o per meglio dire ghignava, sicuramente nervosa per gli esami.
«Ci sono altri Gryffindor come vedete, questo dietro di loro altissimo è Frank Longbottom, credo sia il padre di Neville.» disse, indicando un ragazzo grande e grosso quanto sembrava stare diventando il figlio, «Questo è Edgar Bones...» indicò un ragazzo molto bello, con occhi verdi e capelli scuri. Tutti si voltarono a guardare Susan.
«Sì, era mio zio.» disse lei con aria rapita, «Non sapevo fosse amico del padre di Neville...»
Megan diede un colpetto alla foto facendo avvicinare gli altri. Uno sembrava felicissimo di potersi finalmente mostrare e tutti trattennero per un momento il fiato. Capelli spettinati, occhiali, quel naso...
«Quello è James Potter.» sussurrò Stephen, come davanti a un'apparizione.
«È identico... Harry è identico. Tranne che per gli occhi se non vedo male...» disse Ernie, sorpreso.
«Io li avevo visti a Godric's Hollow. I miei genitori mi ci hanno portata da bambina e c'è una loro statua con Harry in braccio.» disse Susan, con voce piena di rispetto.
«C'è anche la madre, aspettate.» un altro colpetto alla foto e comparve anche lei, capelli rosso scuro lunghi sino alle spalle e occhi verdissimi. James Potter l'affiancò subito ma lei si spostò ancora con una smorfia di fastidio, «Mh. Non sembrano amarsi molto. Lily Potter.»
«Era molto bella.» commentò Cedric, «Anche io ho visto la statua. Mio padre la conosceva, quando lui era Caposcuola lei era Prefetto. Una volta mi ha detto che si odiavano, i Potter. O meglio, Lily Evans non poteva soffrire James Potter. Chissà come mai ha cambiato idea...»
«Che cosa romantica... Si saranno innamorati l'anno dopo o proprio all'ultimo...» sospirò Susan.
«Aspetta!» esclamò improvvisamente Michael, prendendole la foto, «Mary io la conosco! Mary MacDonald, mio padre ha una foto in cui c'è anche lei! Le tiene tutte nascoste a casa dei suoi fratelli perché se mia madre scoprisse che frequentava gente come loro...» tacque per un momento, schiarendosi la gola, «Sapete che è fissata con la purezza del sangue...»
«Non devi giustificarti per lei.» disse Georgia con un sorriso. Quill sospirò, pensando che i suoi genitori erano anche peggio ma lo nascondevano per non aver problemi, sempre pronti ad andare dove spirava il vento.
«Comunque erano usciti assieme e avevano scattato una foto dove compariva anche lei, alla festa di Halloween. Facevano ancora una specie di ballo all'epoca... Però mi ha detto che era una grande amica di Sirius Black, l'assassino.»
«Sirius Black?» squittì Quill, terrorizzato.
«Quel mostro...» mormorò Ernie.
«Peccato non sia morto ad Azkaban... Che fortuna che tuo padre non ci si sia mai scontrato!» affermò anche Justin.
«C'è anche Sirius Black in questa foto, infatti! È quello che si è messo accanto a James Potter!» confermò Megan, togliendogliela di mano di nuovo.
«Dove, dove?»
Si accalcarono di nuovo, morbosamente curiosi di vedere l'assassino evaso da Azkaban in viso.
«Questo.» disse, sfiorando un ragazzo che aveva preso posto accanto a Potter senior con un sorriso arrogante. Capelli neri che gli scivolavano sul viso con eleganza, occhi grigi e alto più di tutti i presenti escluso Longbottom, stava poggiando un braccio sulle spalle di quello che evidentemente era il suo amico all'epoca, «Sirius e James erano inseparabili secondo mio nonno, mamma parlava molto di lui perché era... beh... bellissimo.»
«In effetti...» concordarono le altre.
«Questo è il professor Lupin, era amico loro.»
«Cosa?»
«Dove?»
«Oh, accidenti!»
«Quanto era carino... Sembrava già dolce allora!» osservò Georgia, che ne era sempre stata entusiasta.
«Chissà se era già un...» cominciò Quill, atterrito.
«Se così fosse sembra che gli amici fossero ben tranquilli con lui.» tagliò corto Megan, indicando come Black avesse preso anche lui sotto la sua protezione, appena si era affacciato. E con loro arrivò anche un ragazzino più basso e grassottello. «Oh, questo era Peter Pettigrew.»
«Poveretto!» esclamò Susan, portandosi una mano al petto.
«Perché?» domandò Justin incuriosito.
«Mia zia Amelia mi ha detto che si è scontrato con Black e che la parte più grande che è rimasta di lui era... un dito.»
Diverse esclamazioni di orrore seguirono questa affermazione.
«Tua zia era la sorella di Edgar, giusto?»
«Già.»
«E questa ragazza? Somiglia a Neville...», Hannah indicò una giovane che si era affacciata e salutava con aria allegra. Fu Megan a rispondere.
«Sua madre Alice, infatti. E questa qui è Emmeline, anche lei in camera con mia madre. Non andavano molto d'accordo, a quel che so. Non la nominava quasi mai. A mia madre non piaceva neanche Lily Potter, perché era un Prefetto e sicuramente troppo secchiona rispetto a lei. Anche se dopo, con la caduta di Tu-Sai-Chi, mi hanno detto che ha pianto tantissimo. Non la conosceva davvero, però era una donna come lei, nata-babbana e madre da poco, e morire così... Non poteva sapere che l'avrebbe seguita per colpa degli ultimi Mangiamorte rimasti, anche se tecnicamente parlando erano “figli di Mangiamorte”. È stato il professor Moody a prenderli, tra l'altro, e questo lo so solo perché ho curiosato in giro, dato che è un argomento proibito anche a casa dei nonni. So soltanto il nome del bastardo che ha organizzato tutto.»
«Qual'era?» domandò Walter con voce roca.
«Augustus Rookwood Jr. Stesso nome, padre e figlio. Il padre lavorava al Ministero come spia per Tu-Sai-Chi, il figlio ha aspettato un anno e poi è ricomparso da qualunque buco si fosse nascosto. Era anche lui a scuola con la mamma...»
«Erano compagni?» esclamò Quill, alzando la voce per la sorpresa, «Come noi?»
«Non stupirtene tanto, ti ricordo che anche Black era un Mangiamorte, eppure era amico dei Potter e del professor Lupin...»
«Chissà cosa l'ha spinto...» mormorò Georgia.
«Era un Black.» le fece notare Michael, con voce dura, «Mia madre fa Rosier di cognome, sua sorella maggiore era Druella, sposata con Cygnus e madre di Bellatrix Lestrange e Narcissa Malfoy. E vi posso assicurare per esperienza che chiunque abbia sangue Black o sia imparentato con quella famiglia ne viene corrotto. Aveva anche un'altra sorella, pensate, che era la madre di Dorcas Meadowes, l'eroina di guerra che l'ha uccisa. Con una famiglia simile non mi stupisco che si sia accalappiata mio padre solo facendosi mettere incinta e solo perché era ricco e uno dei pochi purosangue che poteva controllare. Il fratello di mia madre poi era uno dei bracci destri di Tu-Sai-Chi...»
«Aspetta, significa che siete imparentati? Tu e Draco Malfoy?»
«Purtroppo...» sospirò lui, «Alla lontana, ecco. Mia madre è sorella di sua nonna. È sempre un casino capire come funzionano le famiglie purosangue, uno può avere uno zio più piccolo di sé e cose del genere...»
Georgia gli posò una mano sul braccio, comprensiva, «Tu non sei come loro.»
«E ci mancherebbe...» borbottò lui, ma le sorrise.
Wayne chiese: «Posso?» indicando la foto e Megan gliela porse, curiosa dato che lui non aveva fiatato per tutto il tempo.
Il ragazzo guardò Lily Potter, riconoscendo il suo broncio in quello del figlio, per quel poco che aveva osservato, e poi guardò James Potter, che era identico in tutto, esclusa l'aria euforica, a Harry Potter, che per quanto allegro potesse essere non aveva mai avuto quell'espressione, sempre col peso del mondo sulle spalle e con la solitudine che le amicizie non potevano colmare. Non aveva idea di come vivesse prima di arrivare a Hogwarts ma al suo arrivo a scuola l'aveva fissato, come tutti gli altri, e gli era sembrato più un bambino troppo magro e triste che un grande eroe viziato. Poi guardò anche Cordelia Jones, anche se allora il suo cognome doveva essere diverso, che era occupata a raddrizzarsi la divisa e scostare i capelli, civettuola e ignara di tutto. Quelle tre persone avrebbero vissuto pochi, pochissimi anni, e gli sembrava impossibile pensare che qualcuno potesse essere ucciso così giovane, con un aspetto così sano, così vivo...
Cedric gli sorrise da dietro la foto, preoccupato per la sua espressione addolorata, e Wayne ricambiò all'istante, inquietandolo di sicuro visto che non era il tipo da farlo.
Rese la foto a Megan.
«È vero, tua madre era molto carina. Tu hai un quasi anno più di Potter, quindi è morta nell'ottantadue, a... ventidue anni più o meno, vero?»
«Sì, esatto. Aveva la vita davanti...»
«Ma tu ricordi qualcosa?» chiese Cedric, aggrottando la fronte.
«Solo qualche grido...» rispose lei, vaga.
«Tu somigli ai tuoi genitori, fisicamente?» domandò Georgia per cambiare argomento, voltandosi verso Michael che annuì con palese raccapriccio.
«Mia madre. I miei occhi sono castani come quelli di mio padre ma per il resto somiglio alla banshee. Se non fosse che mi ha fatto bello mi sarei già suicidato.»
«La modestia...» commentò Justin, ridacchiando.

Era stato strano raccontare tutto questo ai suoi compagni di casa e trattenersi fino a tardi con loro. Megan non riusciva a spiegarsi cosa le fosse preso; non che non parlasse spesso fino allo sfinimento, ma mai di cose simili. Non aveva neppure avuto nulla da polemizzare con Wayne che aveva ascoltato in silenzio e non aveva neppure più litigato con Walter che sembrava essersi messo l'anima in pace.
Tutto sommato era stato liberatorio, anche se non aveva raccontato a nessuno che i Dissennatori le facevano tornare in mente il ricordo della sua tortura e morte, scavando tra le cose che la facevano stare male, né che la notte a volte ancora sognava le grida di dolore e vedeva gli occhi di Rookwood nel buio.
Poi il tempo aveva cominciato a scorrere veloce come al solito, Hagrid era tornato a insegnare Cura delle Creature Magiche, soffermandosi sugli unicorni, con grande gioia di Quill che non rischiava la vita almeno alle sue lezioni e con orrore di Stephen che in qualche modo si era affezionato agli Schiopodi; Cedric aveva cominciato a mangiare sempre meno, diventando insicuro nonostante fosse pronto da mesi ad affrontare la prova e riuscendo a rilassarsi solo in compagnia di Cho Chang.
«Domani c'è la Seconda Prova e Cedric sverrà prima per debolezza se continua a digiunare. Potter non era a cena, quei due si stanno distruggendo allo stesso modo.» considerò Georgia, mettendosi a letto.
«Io mi sento nervosa anche da parte sua.» ammise Megan, «Mi manca il Quidditch.»
«Oh, certo, perché le partite invece ti rilassano.»
«L'anno scorso Stephen ha quasi cavato un occhio a Stebbins nella foga di fare il tifo e io ho quasi ucciso Malfoy con un bolide.» ricordò lei con amore, «Quindi sì, mi rilassa.»
«Lo chiamerai mai per nome?»
«Stebbins? Quando se lo meriterà.»
Sally-Anne lanciò loro una bustina.
«Che diavolo...» cominciò Megan.
«Mettetela nell'acqua calda e poi datela a Diggory. Gli farà bene.» disse lei, «E state zitte, voglio dormire.»
Georgia e Megan si guardarono basite, poi prima che quest'ultima potesse cominciare con gli insulti Georgia prese un bicchiere d'acqua e cominciò a scaldarla con la bacchetta. Dopo un minuto cominciò a diffondersi nell'aria un buon profumo.
«Una tisana calmante?» domandò Hannah, entrando in camera e riconoscendola al volo.
«È per Cedric, l'hai visto?»
«In Sala Comune a lamentarsi con gli amici per la sua sorte.»
«Io mi metto a dormire o domani sarò più tesa di lui.» annunciò Megan, tirando le tende. Georgia si ritrovò a dover andare da sola di sotto, scoprendo che Cedric stava gironzolando nervosamente per la stanza e Michael e Walter ridevano di lui; Wayne invece sfogliava un libro su una poltrona.
«Ti assicuro che funzionerà. Lo padroneggi bene.» stava dicendo, e Cedric annuì bruscamente.
«Ced...» chiamò Georgia, facendo fluttuare il bicchiere per aria davanti a sé, «Ho qualcosa che ti stenderà i nervi.» spero, aggiunse mentalmente.
«Ti voglio bene, Georgia!» esclamò lui pieno di gratitudine, e gli altri risero di nuovo, lei compresa.
«Lo spero bene! Comunque è opera di Sally-Anne.»
«Non bere!» disse immediatamente Michael, «È veleno!»
«Dille che voglio bene anche a lei.» scherzò Cedric, ignorando l'amico e sorseggiando la tisana.
«Andrai bene, Ced. Vedrai.» lo rassicurò la ragazza, «Hai visto Cho?»
«Ero con lei fino a due ore fa... Ecco perché non sono ancora crollato.» rise Cedric.
«Ormai siete una cosa sola, eh?» lo prese in giro lei, «E ridevamo di Michael che andava da Madama Piediburro...»
«Ehi!» protestò lui dalla sua poltrona, «Ne è valsa la pena!»
«Oh, sta zitto...» lo rimbrottarono gli altri, ricordando le lamentele che erano seguite dopo.
La mattina dopo si recarono tutti al lago, accompagnando Cedric a cui tutti facevano gli auguri. Il ragazzo non faceva che guardarsi attorno e quando Megan quasi gli inciampò sopra, perché si era fermato in mezzo alla strada, persino Wayne gli chiese cosa gli fosse preso.
«Non vedo Cho da nessuna parte!»
«Vado a chiedere alle amiche...» disse Georgia, ma in quel momento la professoressa Sprout chiamò Cedric.
«Tranquillo, sarà qui intorno, magari bloccata dalla folla!» lo rassicurò Michael, dandogli una sonora pacca sulla schiena.
«Andrà tutto bene!»
«Forza, Ced!»
Urlarono tutti, mentre i campioni si riunivano davanti ai giudici.
«Ma dov'è Potter?» domandò Stephen, guardandosi attorno.
«Starà arrivando... Entrata ad effetto.» rispose Justin poco convinto.
I minuti passavano lenti ora, e Megan azzardò un: «Si sarà ritirato?»
«Ma è un Gryffindor!» protestò Georgia, scandalizzata.
«Guarda, c'è la Brown.» disse Michael, che parlottava con Walter. Quest'ultimo si voltò subito a guardare e Megan capì perché non si era più comportato da idiota con lei. Sollevata, formulò un generoso: «Hai ragione, Potter non si ritirerebbe mai.» che le valse un'occhiata scettica di Wayne.
«Cosa c'è?»
«Sei fan di Potter adesso?» domandò lui, ironico, col solito sopracciglio inarcato.
«Col cavolo!» sbottò lei quasi offesa.
Ancora qualche minuto e poi Harry Potter arrivò, trafelato e paonazzo in viso. Sembrava sul punto di crollare a terra, con una mano poggiata su un fianco che di sicuro gli doleva per la corsa. Un ragazzo coi capelli rossi gli disse qualcosa e il tono di voce non suonava gentile.
«Non era il Caposcuola Weasley quello?» domandò Stephen, sorpreso.
«Sta cominciando, zitti!» strillarono Susan e Hannah.
«Bene, tutti i nostri campioni sono pronti per la seconda prova, che comincerà al mio fischio. Hanno un'ora esatta per recuperare ciò che è stato sottratto loro. Uno... due... tre!»
Cedric si puntò la bacchetta contro e un attimo dopo poté tuffarsi, mentre loro gridavano il suo nome.
«Sottratto? Che gli hanno sottratto?» chiese Ernie, confuso.
«A parte la Chang?» domandò Michael sarcastico.
«A dire il vero è stata chiamata dal professor Vitious, secondo Marietta, e non è più tornata.» disse Georgia.
Tutti si guardarono.
«Cho è nel lago?» domandò Walter, stupefatto.
«Che accidenti sta facendo Harry?» sbottò Justin, incredulo. Il Ragazzo Sopravvissuto era fermo con l'acqua alla vita, si agitava debolmente, e gli Slytherin davano il meglio di sé coi fischi. Michael scoppiò a ridere forte mentre Wayne assottigliava gli occhi per vedere meglio.
Poi finalmente anche lui si tuffò in acqua.
«Sarà stato un incantesimo lento...» ipotizzò Georgia, dubbiosa.
«Okay, ricordatemi quanto tempo hanno...» disse Megan.
«Un'ora, finirà alle dieci e mezza. Cavolo, ditemi che qualcuno ha portato da mangiare, ho scordato la colazione...» si lamentò Michael.
Quill gli porse timidamente dei toast e Michael sorrise, «Grazie.»
Il suo tono era in qualche modo misurato, come se volesse scusarsi in quel modo per essere stato tanto sgarbato con lui le ultime volte in cui si erano rivolti la parola. Anche Quill sorrise incerto e Stephen alle sue spalle annuì.
Georgia sorrise a sua volta, senza distogliere lo sguardo dal lago.
«Michael!»
Si voltarono e notarono Sandy Fawcett, che fulminò con un'occhiataccia Georgia prima di andare a sedere accanto al fidanzato, «Ti cercavo!»
«Anche io, ma poi ho pensato che non ci saremmo trovati a furia di girare in tondo e mi sono fermato qui,» mentì lui con disinvoltura, «Hai abbandonato le tue amiche?»
«Oh, c'è Lovegood lì, sai che non mi piace.»
«La tipa strana? Loony?»
«Io la trovo forte.» commentò Megan tra sé e sé.
«Certo, sei strana anche tu.» disse Wayne.
«Io? Ma se sono la più normale tra tutti voi! Tu, piuttosto...»
«Stavo scherzando. Vedi che salti sempre alla gola della gente?» la interruppe lui, con un tono fastidiosamente superiore.
«Mi irrita questo genere di scherzo.» ringhiò lei.
«Sei permalosa.»
«Non sono permalosa!» strillò, e Susan si voltò per un momento dalla sedia davanti alla sua, mentre Justin stava chiaramente ridendo e cercando di non farsi beccare da lei. Michael e Sandy, se non altro, avevano smesso di parlare.
«Odio non sapere cosa sta succedendo!» si lamentò Georgia, mezzora dopo.
«Almeno coi draghi era più eccitante...» concordò Walter.
«Senza contare che, appunto, erano draghi. E tu li ami.» ricordò Megan, pigramente poggiata a Wayne con un gomito sopra la sua spalla come cuscino.
«Esatto. Il lago è noioso...»
«Io mi chiedo... Ma se si dà retta alla filastrocca, significa che se non recupera Cho o qualunque cosa ci sia sott'acqua, allora sarà persa per sempre?» domandò Michael.
«Ma di che parli?» si stupì ovviamente Sandy.
«Non essere ridicolo, Stebbins. Ti pare che il preside lo permetterebbe?» borbottò Megan.
«A te lo spiego dopo, amore.» sussurrò Michael all'orecchio della ragazza, che si incupì.
A un certo punto Dumbledore si alzò e videro qualcuno accorrere. Megan impallidì pensando a Cedric, ma alla fine scoprirono che era Delacour, e Bagman annunciò che aveva fallito la prova per colpa degli avvincini.
«Ma cosa c'è nel Lago? E se ci fosse la Piovra Gigante ad aspettarli? Io uccido qualcuno.» fu il commento di Michael.
Alla fine Stephen cominciò a fare il conto alla rovescia.
«Santo Ippogrifo! Finito il tempo!» concluse, incredulo.
Tra loro scese il silenzio, mentre fissavano il lago con aria preoccupata. Georgia per istinto bloccò Michael per la maglietta quando lui saltò in piedi, dato che sembrava intenzionato ad andare a verificare di persona. Sandy non ebbe nulla da obbiettare conoscendolo, ma le scoccò un'altra occhiata incandescente.
E poi qualcuno effettivamente venne a galla, e qualche secondo dopo Bagman urlò “Diggory!” e tutti scattarono in piedi, applaudendo e festeggiando. Michael, Walter e Megan corsero da loro, evitando per un pelo di sbattere contro un giudice. Michael, che indossava una felpa, tirò su anche il cappuccio per non farsi riconoscere dai professori.
Cedric aveva davvero Cho Chang con sé, come constatarono raggiungendolo. Lo abbracciarono uno dopo l'altro e poi Madama Pomfrey li scostò bruscamente, fornendo ai due coperte calde: Cedric era mezzo assiderato e Cho tremava terribilmente. Loro furono di nuovo scacciati in platea, dove tornarono tra le risate degli altri.
Dopo di loro seguì Krum e neanche a dirlo Potter non c'era.
Georgia rabbrividì e con lei gli altri.
«Ma se finisce il tempo mica affogherà?» azzardò Quill preoccupato.
«Mia sorolla!» strillò Delacour, cercando di tuffarsi di nuovo e afferrata al volo da Madama Maxime, e le persone intorno a loro cominciarono a farsi tese.
«Qualcosa è andato storto...» disse Wayne con la sua solita voce calma, e Megan impallidì ancora. C'era la Granger, avvolta anche lei da una coperta, che scrutava ansiosamente il lago senza prestare la minima attenzione a Krum.
Infine anche Potter riemerse e accanto a lui galleggiavano due corpi invece che uno. La folla gridò notando che erano immobili e Megan vide Georgia portarsi le mani alla bocca, con occhi sbarrati, mentre Michael aveva smesso di ridere ed era visibilmente nervoso.
Alla fine, con gran sollievo di tutti, Weasley cominciò a muoversi e a dare una mano a Potter per trascinare il terzo fuori dall'acqua, la sorella di Delacour che ora strillava ancora più forte. Poco dopo Bagman cominciò ad annunciare i risultati e dietro di loro l'ex Caposcuola Weasley sgomitava contro le altre persone per avvicinarsi a loro.
«Il signor Cedric Diggory, che a sua volta ha fatto uso dell'Incantesimo Testabolla, è stato il primo a fare ritorno col suo ostaggio, anche se è riemerso un minuto oltre il tempo massimo di un'ora.»
«EVVIVA!» strillarono tutti, e Michael saltava allegramente. Cedric si voltò per un momento, sorridendo loro con aria soddisfatta. «Quindi conquista quarantasette punti.»
Ancora applausi da parte di tutti, e poi fu il turno di Krum che totalizzò quaranta punti. Quando toccò a Potter, Bagman disse: «Il signor Harry Potter ha usato l'Algabranchia con grande efficacia. È tornato per ultimo, e ben oltre il tempo massimo di un'ora. Tuttavia, la Capitansirena ci informa che il signor Potter è stato il primo a raggiungere gli ostaggi, e che il ritardo nel suo ritorno è stato causato dalla sua decisione di riportare indietro tutti gli ostaggi, e non solo il suo.»
«Va' un altro scemo.» sbottò Megan, ricordando che Michael aveva pensato al peggio poco prima. Lui ridacchiò.
Bagman stava continuando: «... ritengono che ciò sia prova di tempra morale e meriti il punteggio pieno. Tuttavia... il punteggio del signor Potter è di quarantacinque punti.»
Anche loro non poterono fare a meno di applaudire.
«Ha il complesso dell'eroe...» commentò Wayne, divertito.
«La terza e ultima prova avrà luogo il ventiquattro giugno al tramonto.» riprese Bagman. «I campioni verranno informati su ciò che li attende con un mese esatto di anticipo. Grazie a tutti voi per il sostegno che avete dato loro.»

«A questo punto non vedo l'ora.», fu il commento di Cedric dopo che gli altri avevano smesso di assalirlo festosamente, «Voglio farla finita, vincitore o meno.»
«E poi sei al primo posto!» disse Cho, estatica, «Vincerai di sicuro!»
«Certo che vincerà!» concordò Megan, che aveva scoperto di non essere più minimamente contrariata dalla presenza di Cho e quindi le sorrideva.
«Segnatevi la data sul calendario, sarà il giorno della gloria per gli Hufflepuff!» ruggì Michael e tutti ripresero a festeggiare; Cedric non sapeva dove nascondersi per non essere raggiunto da mani amichevoli che gli scompigliava i capelli o stringevano le spalle, per non parlare degli abbracci da parte delle ragazzine che sembravano lì apposta per indispettire Cho.
«Ora dovrai dirci parola per parola quello che hai fatto sott'acqua!» esordì Walter, quando finalmente rimasero soltanto gli Hufflepuff nella loro sala comune, e Cedric sorrise, cominciando a raccontare.






Michael conosce a memoria l'albero genealogico perché sua madre è fissata con i Black, i Roser e i purosangue in generale, e tra l'altro fa una comparsa, senza essere chiamata per nome, proprio nel capitolo appena pubblicato di 70's students, in cui manco a farlo apposta c'era anche Cordelia, più tutte le persone nominate in questo capitolo.
È stato bello parlare di tutte quelle persone dell'altra generazione dagli occhi di chi era quasi fuori dal loro mondo, essendo al massimo figli di gente che erano in camera con gente che li conosceva o figli di gente che era uscita assieme ad alcuni di loro...
E non è un caso che Wayne pensi alla crudeltà e assurdità di morire giovani e abbassando la foto si trovi Cedric che gli sorride.
Ah, Michael dopo la cattiveria del capitolo scorso è tornato con la coda tra le gambe.
Prossimo capitolo: giornali e lettere.
Non manca molto alla fine dell'anno. E quando l'anno sarà finito, tutta la normalità verrà spazzata via quindi preparatevi.
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Capitolo 9
*** Giornali e Lettere. ***


Giornali e lettere.


«Leonard?»
L'uomo abbassò lo sguardo sulla bambina piccolissima che aveva davanti, «Sai che mi devi chiamare papà.»
Lei annuì. Le era difficile farlo perché lei ripeteva semplicemente ciò che i nonni dicevano, e loro lo chiamavano così.
«Questa era la mia mamma, papà?» proseguì lei, mostrandogli la foto che aveva trovato. Non capì l'espressione del padre, il cui viso si era come accartocciato, ma lui le strappò la foto di mano.
«Dove l'hai trovata?»
Lei rimase in colpevole silenzio.
«Hai di nuovo frugato tra le mie cose? Megan, ti ho già detto che non ti devi permettere!»
«Ma io volevo vedere tu e mamma assieme!»
«Non c'è niente da vedere!» latrò lui, «Va' fuori di qui!»
Megan corse velocemente dalla nonna, scendendo da loro e andando ad abbracciarla.
«Cosa c'è, tesorino?» le domandò la nonna pazientemente, mentre con una mano continuava a girare il mestolo nella pentola.
«Leonard mi ha sgridata...»
«Cos'hai combinato?» domandò il nonno, a tavola con un giornale aperto davanti, e Megan vide che sorrideva e si sentì un po' meglio.
«Niente! È cattivo! Volevo solo vedere una foto della mamma con lui, perché nelle vostre lui non c'è! Perché lui non vuole mai parlare di mamma? I papà devono farlo!»
«Leonard ti ha sgridata perché volevi vedere una foto della mamma?» domandò la nonna, lasciando andare il mestolo.
«Perché ho preso una delle sue. Me l'ha presa!»
Megan non capiva perché, ma adesso anche l'espressione della nonna somigliava a quella di suo padre, e poco dopo la nonna l'abbracciò.
«Megan, piccola, sai che devi venire da noi, a noi fa piacere parlati di Cor... di tua mamma.» disse il nonno, «Anzi, sai cosa? Adesso vado in soffitta e prendo tutte le foto che trovo e anche i suoi vecchi libri...»
La nonna si schiarì la gola rumorosamente.
«Voglio dire, i vestiti! I vecchi vestiti! E ti raccontiamo qualcos'altro di nuovo.»
«Perché non posso vedere i suoi libri?» domandò lei sospettosamente. Sua nonna sbuffò una risata.
«Noti sempre tutto... è solo che i suoi libri sono per persone più grandi.»
«Sono di magia?» domandò lei con interesse, e la nonna si irrigidì come quando lei aveva fatto volare un vaso di fiori.
«Sì, ma sai che non è cosa per te. A noi non piace la magia e non dovrebbe piacere neanche a te, se non fosse per la magia tu non avresti perso la tua mamma.»
Megan non era d'accordo, ma preferì tacere, perché sapeva che se avesse parlato poi la nonna avrebbe cominciato a piangere e non le avrebbero fatto più vedere niente.
«Tu resta qui e apparecchia... hai già sei anni.»
Megan sorrise e obbedì, ascoltando vagamente la nonna che diceva al nonno che dovevano prima parlare con Leonard. Lei continuò a sistemare la tavola mentre sentiva urla soffocate al piano di sopra e poi una porta sbattere; si mise ad ascoltare, perché aveva sentito anche la voce di suo padre e lui non urlava spesso. Non lo vedeva quasi mai, ma quando c'era stava sempre zitto.
«Quel... quel...» stava dicendo la nonna, che si interruppe di colpo entrando in cucina, e aveva in mano un album di foto.
«Bastardo?» azzardò Megan, che aveva sentito la parola in tv ed era quasi sicura che volesse dire antipatico. I nonni spalancarono tutti e due gli occhi in modo buffo e lei rise, e un attimo dopo risero anche loro, così forte che la nonna dovette appoggiarsi al tavolo.
«Non dovresti dire parolacce.» disse la nonna poi, ma ancora ridacchiava, «È una parola molto brutta quella.»
«La dico solo per Leonard allora?»
«No, per nessuno.» disse il nonno, «Devi dire quello che pensi, ma devi farlo in modo carino.»
Ma farlo in modo carino non le dava la stessa soddisfazione, quindi Megan non annuì e si limito ad aspettare che il nonno la prendesse in braccio per mostrargli le foto. In alcune le persone si muovevano, ma quando gli aveva chiesto perché loro non avevano voluto rispondere.
Comunque, era abbastanza anche così, col nonno che la faceva saltellare sulle sue gambe e la nonna che gli raccontava cosa la sua mamma aveva fatto prima e dopo quelle foto.

A marzo aveva cominciato a soffiare un vento fastidioso e Sally-Anne era diventata una piaga insopportabile, perché i capelli le si arruffavano ogni volta che mettevano fuori il naso dal castello e questo per lei era inaccettabile.
Georgia scuoteva la testa, rassegnata.
«Se vuoi sapere in che stagione siamo non ti devi neanche affacciare a vedere. In autunno ha i capelli bagnati per la pioggia, d'inverno umidi per la neve, in primavera è spettinata e d'estate li ha secchi.»
Quando uscì il nuovo articolo di Rita Skeeter loro se ne accorsero per via delle sghignazzate degli Slytherin e Megan corse a prendere il giornale, curiosa.
«Le pene d'amore di Harry Potter, firmato Rita Skeeter.» lesse, attirando la loro attenzione.
«Perché, ne ha?» se ne uscì Michael, sghignazzando.
«È un ragazzo fuori dal comune, forse,»
«Soprattutto forse!» rise ancora di più lui.
«Eppure è un ragazzo che vive tutti i consueti tormenti dell'adolescenza. Privato degli affetti fin dalla tragica fine dei suoi genitori, Harry Potter, quattordici anni, credeva di aver trovato conforto nella sua fidanzata ufficiale a Hogwarts, Hermione Granger, babbana di nascita
Momento di silenzio.
«Sono fidanzati?» domandò Hannah, con gli occhi spalancati.
«Non me n'ero accorta!» esclamò Susan, scandalizzata.
«Guarda te se non ha anche la ragazza...» borbottò Justin, invidioso.
«Eppure non erano insieme al Ballo del Ceppo...» ricordò Ernie, confuso.
«Continuo...» disse Megan, incerta, «Certo non poteva immaginare che ben presto avrebbe dovuto subire un altro grande dolore in una vita già costellata di gravi perdite personali. Hermione Granger, una ragazza bruttina ma ambiziosa... Bruttina ma ambiziosa?» ripeté, «Questo è perché stavano litigando ai Tre Manici, ricordate? Che carogna...»
«Io non la trovo brutta.» disse Hannah, lealmente.
«Io al Ballo l'ho trovata un bel bocconcino...» commentò Michael.
«Concordo anche se in termini diversi.» approvò Walter. L'amico rise.
«Solo perché non è un'oca...» cominciò Megan, il suo sguardo saettò a Sally-Anne che si fissava le unghie, e raddrizzò il giornale con rabbia, «Sembra aver sviluppato un'inclinazione per i maghi celebri che Harry da solo non riesce a soddisfare. Fin dall'arrivo a Hogwarts di Viktor Krum, Cercatore della Nazionale Bulgara ed eroe della scorsa Coppa del Mondo di Quidditch, Hermione Granger gioca con i sentimenti di entrambi. Krum, palesemente innamorato cotto dell'ambigua ragazza, l'ha già invitata a fargli visita in Bulgaria durante le vacanze estive, e ripete: “Non ho mai provato niente di simile per nessun'altra”.»
«Che cosa?» fece Stephen, sconcertato, «Vuol dire che anche Krum prova sentimenti?»
«Bastardo...» ridacchiò Georgia, «Questo spiega perché era lei il suo tesoro più prezioso!»
«E perché erano al ballo insieme.» ricordò loro Cedric, «Continua a leggere.»
«Comunque, potrebbero non essere state le dubbie attrattive naturali di Hermione Granger a catturare l'interesse di questi sventurati ragazzi. ‘E' proprio brutta’ dichiara Pansy Parkinson, una graziosa, vivace ragazza del quarto anno...»
Altro momento di silenzio.
«Graziosa e vivace?» ripeté Michael, che sembrava pronto a farne nascere una conferenza.
«Ma è vergognoso!» esplose Georgia, «Hermione è adorabile, a volte mi sono seduta accanto a lei ad Antiche Rune ed è una ragazza simpatica, non come quella... stronza della Parkinson!»
«Quanto la odio...» concordò Megan.
«Continua a leggere, ci indigniamo dopo.» disse Wayne.
«Ma è probabile che abbia preparato un Filtro d'Amore... Sì, tua madre... è piuttosto sveglia. Credo proprio che ci sia riuscita così’. I Filtri d'Amore naturalmente sono proibiti a Hogwarts, e senz'alcun dubbio Albus Silente vorrà indagare su queste accuse. Nel frattempo, i sostenitori di Harry Potter devono augurarsi che la prossima volta egli affidi il suo cuore a una candidata più meritevole.»
«Che gran mucchio di boiate.» fu il commento di Michael.
«Chissà come la prenderà la povera Hermione...» mormorò Ernie, che per quanto si fosse mostrato offeso con Potter quando era stato scelto come secondo campione non aveva nulla contro i suoi amici.
«Voi siate meno ostili quando li incontrate, magari. È molto pesante stare sotto i riflettori.» considerò Cedric, salutando poi Cho che andava a sedersi accanto a loro.
«Non siamo più... ostili. Dici tu.» borbottò Justin. Ernie annuì.
Un barbagianni planò al loro tavolo e si appoggiò alla spalla di Michael, che gli offrì prontamente un po' della sua colazione.
Georgia prese la lettera che teneva tra le zampe.
«Di chi è?» domandò Cho, incuriosita.
«Di Georgia, ma adora Michael.» spiegò Cedric.
«Come tutti!» esclamò l'altro, ilare.
Georgia scosse la testa evitando di commentare e aprì la lettera.
Cara Gigì, non c'è molto da raccontare... Come al solito non faccio che sistemare cartelle e annoiarmi a morte, però qui ci divertiamo tutti a sfottere l'assistente di Crouch, perché è il tipico leccapiedi sfigato che ci tratta tutti da cretini. Crouch si dà per malato di continuo, suppongo stia per tirare le cuoia e quindi tutti ci guadagneremo in posizione. Lo so, lo so, non devo parlare in questo modo di un mio superiore ma sinceramente...
Charlotte è in punizione. Non ha usato la magia a scuola, tranquilla, si è limitata a picchiare due babbani alla “babbana”. Sembra che abbia difeso una ragazzina che stavano prendendo in giro. Segretamente sono fiero di lei, è identica a me dopotutto, ma ufficialmente la violenza è sbagliata e doveva chiamare l'insegnante.
L'anno prossimo preparati a seguirla passo passo perché appena imparerà a farle voleranno le fatture.
Va bene, gliene ho già insegnate un paio io.
Ora sono sicuro che stai facendo quella faccina adorabile da “sei un adulto, comportati come tale!” ma sai che non ci riuscirò mai. Pazienza, sarai tu a fare la Persona Matura come al solito.
Ma raccontami della seconda prova e della scuola e di questo Martin non me ne sono dimenticato: ti sta ancora dando il tormento perché non vuoi uscire con lui? Perché sei andata a cercarti uno Slytherin - maschio - due anni più grande per duellare meglio, non andava bene Wayne Hopkins? Io sono al Ministero e non posso neanche venir lì a prendere a calci quel tipo, purtroppo! E non mi hai ancora detto neppure il suo cognome, e se fosse figlio di qualche criminale?
Perché, perché non hai chiesto a Wayne? Scommetto che questo Martin lo trovavi carino, prima che cominciasse a fare il demente con te.
Male, male, male.
Quando sei interessata a un ragazzo, come fratello maggiore devo conoscerlo prima io, testarlo, torturarlo e decidere se è un candidato valido, ricordalo.
Sto scherzando, prima che tu mi scriva una lettera zeppa di insulti indignati, ma mi sto davvero preoccupando per questa storia e vorrei che ne parlassi con qualcuno dei tuoi amici se continua a essere così invadente.
Ti voglio bene, non te lo dimenticare.
P.S. Hai fatto pace con Michael? Come puoi tenermi in sospeso? (è decisamente più interessante la tua vita scolastica che non il mio lavoro e questo è veramente triste...)
Robert.”
Georgia sorrise alla fine, perché suo fratello era incorreggibile. Ventiquattro anni e ancora quel modo di fare da idiota quando si trattava della sua vita privata, simile a Michael o, alla peggio, a Rent. Certo, sicuramente meglio di com'era fino a sette anni prima.
Non faceva nulla per nascondere il fastidio che provava nel lavorare dietro una scrivania pur cercando di mostrarsi di buon umore, ma di solito cominciava a lamentarsi solo quando accadevano fatti plateali in cui sarebbe voluto intervenire, perciò era un brutto, bruttissimo segno che ora iniziasse a farlo a prescindere da quello che succedeva nel resto del mondo. Georgia temeva il momento in cui Charlotte sarebbe entrata a Hogwarts perché niente avrebbe potuto trattenerlo dal viaggiare e, conoscendolo, dal mettersi nei guai.
«Buone notizie?» domandò Michael, addentando la colazione.
«Non proprio. Le solite cose... Mia sorella ha picchiato dei babbani per difendere una ragazzina.»
«È davvero tua sorella?» domandò Cedric, divertito, «Sicura che non sia la sorella di Meg?»
Megan gli mostrò un pugno, senza trattenere un sorriso.

Qualche giorno dopo Cedric e Cho avevano avuto il loro primo litigio e il ragazzo procedeva svogliatamente per i corridoi, affiancato dalle compagne che volevano consolarlo.
Wayne era altrettanto di cattivo umore perché si avvicinavano i colloqui coi professori per decidere cosa fare dopo la scuola e di conseguenza quali materie perfezionare dopo i G.U.F.O.
«Non c'è nulla che ti interessa?» domandò Megan, tenendo d'occhio Cedric nel caso avesse bisogno di aiuto.
«Assaggiatore di succo di zucca esiste?»
«Temo di no.» si intromise Stephen, «Ma puoi fare l'inventore e cercare nuovi gusti per i succhi.»
«E tradire così le zucche?» domandò lui, atono.
«Andiamo, ci dev'essere qualcosa!» insistette Megan.
«Tu cosa vuoi fare?» chiese Wayne.
«La battitrice.»
«Domanda stupida la mia.»
«Sai dove ti vedrei bene?» disse improvvisamente lei.
«Dove?»
«Magisprudenza. Saresti un giudice equo, credo, visto che sei indifferente a tutto.»
Wayne si fermò, sgranando gli occhi. «Oh.»
«Cosa c'è? Non ci avevi pensato?» domandarono gli altri, sorpresi. Megan si voltò e cominciò a camminare all'indietro per guardarlo.
«In effetti non mi era neanche passato per la testa... Non è male come idea...»
«MICHAEL! NO!» sentirono Georgia gridare da sopra la rampa di scale. Non persero tempo e salirono di corsa.
Michael era a metà tra il picchiare e il duellare contro Martin lo Slytherin.
«Che stai facendo?» urlò Cedric, «Ehi! Sono Prefetto, fermatevi o tolgo punti!»
«Questo pezzo di merda stava insultando Georgia!» si difese Michael, tenendo ancora la bacchetta puntata contro l'avversario.
«Che cosa?»
«Perché lei non ci vuole uscire, e ha insultato entrambi dando la colpa a me!» spiegò, spazientito, «Ora lascia che gli insegni l'educazione...»
«Sta fermo!» ripeté Cedric perentorio, ma lo Slytherin sembrava di ben altra idea e ne approfittò per colpire Michael con la fattura gambemolli. Lui perse l'equilibrio e urtò Megan, già in bilico sull'ultimo gradino. Wayne scattò per afferrarla ma gli sfuggì per pochi centimetri e lei ruzzolò giù dalla rampa, fino a cadere nel vuoto perché le scale avevano deciso di cambiare posto al momento sbagliato.
A vederla rotolare e poi precipitare giù Wayne si era sentito morire: per una volta in cui lei si comportava da essere umano con lui ecco che gli scivolava via dalle mani, come se fosse destino che dovesse essere sempre corrucciata e non potesse restare a parlare con lui senza litigi. Poi corse di sotto per raggiungerla; le scale si stavano ancora assestando e saltò tra una rampa e l'altra, scendendo poi per quella giusta e scivolando accanto a lei, notando che aveva del sangue sulla fronte ed era svenuta.
Si rese conto che Megan era una ragazza, con un fisico da ragazza, in qualche modo più delicata nonostante fosse sempre così dolorosamente violenta, e che poteva essersi fatta male gravemente.
Sentì l'impulso di urlare, e fu strano per lui, sempre così pacato, che era sicuro che sarebbe riuscito ad affrontare qualsiasi situazione senza andare nel panico, e poi qualcuno effettivamente gridò: Georgia, e Quill e Hannah che correvano da loro terrorizzati, soprattutto Quill che ebbe la brillante idea di chiedere: «È morta?»
Lui ringhiò: «Non dire stronzate!» con una veemenza tale da farlo arretrare, e poi tentò di scuoterla per una spalla, ma lei gli sembrò terribilmente fragile da riuscire a malapena ad avere il coraggio di spingerla indietro. Megan scivolò con la schiena a terra neanche fosse davvero morta e Quill, dopo essere impallidito, svenne. Cedric ordinò di chiamare aiuto, con voce controllata e calma, e poi chiamò Michael due volte.
Wayne alzò lo sguardo, con un fastidioso ronzio nelle orecchie a distrarlo, e vide Michael impietrito sulle scale, ancora due rampe più in alto, che si reggeva a terra per non scivolare con le gambe ancora colpite dalla fattura e guardava Megan così pallido da fargli pensare che sarebbe svenuto anche lui. Cedric gli tolse la fattura ma non accennò a muoversi, e Wayne fece uno sforzo enorme per tornare alla realtà, restando accanto a Megan in attesa che Georgia e Stephen tornassero. La gente si stava affacciando a vedere e sentì appena la voce di Walter chiamare Cedric per sapere cos'era successo, ma lui continuò a guardare Megan, desiderando soltanto che aprisse gli occhi e dicesse qualcosa di assolutamente indelicato e rude per poter litigare con lei.

«E ti pareva che non cadeva proprio lei e si spaccava la testa... La solita sfortunata!»
«Dì pure sfigata, non credo sia possibile ritenerlo un'offesa vista la situazione...»
«Accidenti, ma perché non si è ancora svegliata? Io mi sto preoccupando...»
«È colpa mia.»
«Non dire così, Mike.»
«Io non sono riuscito a bloccarla prima che cadesse, ti ricordo.»
«Ma non sei tu ad averla spinta!»
«È colpa della serpe, finiamola qui.»
Megan mugolò per far loro sentire che era viva, mentre tentava di aprire gli occhi con le palpebre che pesavano quintali. Le faceva male la testa.
Quando riuscì ad aprirli vide Cedric, Georgia, Stephen e Wayne, mentre poco più indietro c'era Michael, seminascosto da Cedric e con un'aria estremamente colpevole.
«Chi siete?» mormorò, e Georgia la guardò agghiacciata.
«Sta... scherzando, vero?» boccheggiò Michael.
Stephen aveva gli occhi spalancati.
«Mi dispiace... Ci conosciamo?» domandò Megan, mettendosi a sedere. Wayne impallidì visibilmente.
«Chiamo l'infermiera.» disse Cedric, spaventato.
Megan scoppiò a ridere: «Scherzavo! Tranquilli, scherzavo!»
«Ma sei deficiente!» esplose Georgia, mentre Cedric scoppiava inaspettatamente a ridere, forse per il sollievo. Wayne riprese colore di colpo e sembrò sul punto di insultarla, ma fece un respiro profondo e si contenne, mentre Stephen scuoteva la testa con aria rassegnata. Michael la guardava come se avesse preso lui il colpo alla testa.
«Che razza di idiota...» commentò infine Stephen, offeso.
«Non farlo più.» disse Cedric una volta smesso di ridere con lei, mentre Georgia continuava a insultarla a voce bassa.
Alla fine Michael le porse una mano, che lei prese pensando fosse un modo per chiederle scusa.
«Bello scherzo.» disse invece lui, allegro.
«Grazie.»
«Idioti.» borbottò Wayne.
«Mi dispiace di averti fatta cadere.» lo ignorò Michael, sincero.
«Non fa niente. Sei riuscito a far male a quello lì?»
Lui si raddrizzò fieramente: «Certo!»
«E allora non hai nulla di cui sentirti in colpa.» concluse lei.
«Si è svegliata? Allora deve bere questo!» Tutti sobbalzarono alla comparizione improvvisa di Madama Pomfrey che li scacciò incurante delle loro proteste. Megan li salutò con la mano mentre uscivano.
Wayne infilò le mani in tasca, masticando un imprecazione. Georgia accanto a lui annuì, seria.
«Mi è venuto un infarto. È rimasta svenuta due ore...»
«A me è venuto quando ho visto il sangue.» ammise candidamente Cedric.
«È venuto più a Quill, dato che è svenuto anche lui. A proposito, dov'è finito?» domandò Michael.
«Non ti sei accorto che è scappato dall'infermeria appena si è reso conto di esserci?» gli rispose Stephen, dato che Wayne e Georgia non sembravano aver voglia di parlare, «In realtà anche io sono entrato giusto perché è vuota, con tutti quei germi...»
L'unica volta in cui Stephen c'era entrato era stato quando Justin era stato pietrificato, precisando quando poi tutto si era risolto che le persone pietrificate non avevano malattie contagiose, e tutti ripensarono con orrore a quanto odiavano quel luogo e soprattutto il dover aspettare mentre un amico era chiuso là dentro.
«La prossima volta gliela spacco io la testa.» borbottò Georgia. Michael annuì, sorridendo. Sembrava tornato perfettamente calmo anche se teneva le mani strette a pugni, come Wayne non poté fare a meno di notare.
Forse avrebbe dovuto fare l'Auror visto che notava sempre tutto; non fosse stato per Pozioni avrebbe anche tentato, perlomeno avrebbe guadagnato bene.
«Ci vediamo dopo.» li salutò Cedric, tirando l'amico con sé.
«Che lezione hai?» domandò Georgia.
«Incantesimi. E voi?» rispose Wayne.
«Io me ne torno in dormitorio, mi sono presa un infarto.»
«Allora ci vediamo dopo.» la salutò, senza aver voglia di convincerla. Non era Ernie, lui.
«Io invece vado, ci sarebbe Trasfigurazione. Magari impietosisco la professoressa raccontandole quello che è successo ed evito di farmi sgridare.» disse Stephen.
«In bocca al lupo.» disse torvo.
A Incantesimi Jack e Rent si sbracciarono per indicare a Cedric e Michael i posti liberi rimasti, mentre Walter aspettava notizie con aria preoccupata.
«Come sta la signorina Jones?» domandò il professore, avvertito da quest'ultimo.
«Tutto bene, si è fratturata un osso della testa ma è già sveglia. E fa scherzi di pessimo gusto.» rispose Michael, ridacchiando.
Walter sospirò di sollievo, tirando fuori gli appunti.
Cedric si lasciò cadere dietro al proprio banco, passandosi una mano tra i capelli. Due ragazze sedute alla sua destra ridacchiarono ma le ignorò. Non aveva voglia di fare nulla, tanto meno seguire la lezione, ma si obbligò a farlo perché tutto poteva risultare utile per la terza prova.
Pensò per un momento a Harry Potter: chissà come se la stava passando con tutta la storia del torneo.
«Ehi, Ced.» sussurrò Michael, scarabocchiando sulla sua pergamena.
«Mh?»
«Wayne stava morendo di paura più di tutti... Secondo te...»
«Spero proprio di no.»
«Walter.»
«Già. E poi anche tu eri spaventato. Diavolo, persino Stephen è entrato in infermeria dimenticandosi dei fantomatici germi.»
«Io credevo di averla ammazzata.» Michael si incupì, «Mi aspettavo mi mandasse al diavolo come al solito, è stata fin troppo comprensiva per chiunque, figuriamoci essendo lei.»
«Non è stata colpa tua. E si può sapere cos'è successo davvero con Travers?»
«Chi?»
«Martin. Quando lo ritroveremo a lezione dovrò bloccarti? Dimmelo prima...»
«Ah, quello. Georgie voleva smettere di vedersi con lui per le ripetizioni perché lui voleva ben altro, lui ha cominciato a lamentarsi, l'ha convinta a uscire almeno una volta assieme ma non è andata bene perché appunto lei non era interessata, solo che era troppo buona per dirglielo in modo cattivo come meritava, però sai che anche Georgie è forte, si è scocciata e gli ha detto un no secco senza giri di parole. E lui pensava l'avessi consigliata io, perché non poteva accettare che lei non volesse, ma quando lei mi ha difeso e ha detto che le stava facendo schifo lui ha cominciato a insultare. L'ha chiamata in un modo che non mi va di ripetere e a me traditore del mio sangue... Sai se i Travers erano Mangiamorte?»
«Ah, non ne ho idea, sei tu l'esperto. Ma non mi fiderei troppo.» osservò, giocherellando con la piuma.
Michael annuì, sempre più tetro.
«Basta che mi lasci in pace Georgie.»
«Sarà un problema spiegarlo a Sandy...»
«Oh, non credo. Insomma, chi non capirebbe?»

«Ma possibile che tutto abbia sempre a che fare con la Runcorn?» strillò Sandy, lanciandogli una boccetta di inchiostro nero, «Siete sempre appiccicati! Cosa te ne frega di lei e dei suoi fidanzati?»
«Siamo amici! Te l'ho detto mille volte, è la mia migliore amica, non c'è altro!» protestò lui, che aveva schivato l'inchiostro appena in tempo, «E sto bene, grazie dell'interessamento!»
«Certo che stai bene, sei sempre in mezzo alle ragazze!»
«Ma che cavolo dici?»
«L'hai presa in braccio al ballo, ti rendi conto?»
«E tu ti rendi conto che al ballo mi hai piantato da solo come un imbecille?» cominciò, infervorandosi, «Ti ho già detto che Georgie non c'entra nulla con tutto questo e poi Travers ha insultato anche me!»
«Certo, gironzoli intorno alla sua fidanzata!» strillò lei.
«Non sono fidanzati! Lei mi aveva appena rivelato che lui la stava ossessionando e-e- è vero! Ma perché diavolo ti arrabbi tanto?» sbottò Michael, infastidito.
«Perché per te lei viene prima di tutto e tutti!»
«Ti ho sempre detto che i miei amici sono la mia famiglia, se stai con me stai anche con loro!»
«Ecco, io non ti capisco... Diggory sì, lui è normale, ma quegli altri...»
«Non ti permettere di insultarli!» gridò lui, ormai spazientito
«Ma se lo fai tu per primo! Gironzoli con un sacco di mocciosi del quarto anno, e c'è quella tipa strana che risponde sempre male a tutti, quel Cornfoot che è chiaramente un malato di mente, per non parlare di Hopkins, ma parla mai lui? E il fratello è sempre di pessimo umore... Non ce n'è uno normale! Se stai bene con me come fai a trovarti bene con loro? C'è qualcosa che non torna perché siamo totalmente agli opposti... Non puoi lasciarli perdere? Non mi piace litigare con te, soprattutto per la Runcorn, e se solo tu la vedessi meno... per me...» mentre parlava si era avvicinata a lui, speranzosa.
Michael la guardava incredulo.
«Per la cronaca... i miei amici vanno benissimo come sono, grazie dell'interessamento, e a te non deve importare...» cominciò, troppo sorpreso dalla piega del discorso per arrabbiarsi.
«Ma io faccio parte della tua vita, come potrebbe non importarmi?» lo interruppe lei.
«Quello che ti sto chiedendo è... Mi stai dicendo che devo scegliere tra te e loro?»
«Certo che no!»
Michael sospirò di sollievo, passandosi una mano tra i capelli.
«Ti sto chiedendo,» riprese lei, «Di vedere molto meno la Runcorn. Degli altri non mi importa, ma lei... Se davvero mi ami...»
«Georgie? Allora sì, mi stai davvero chiedendo di scegliere! Tra te e la mia migliore amica, che mi è stata vicina per quattro anni, che mi accetta per quello che sono, a differenza tua, che insieme a Cedric non mi ha mai abbandonato in nessuna occasione!» la sua voce si era ridotta a un sibilo rabbioso e lei arretrò, con gli occhi che le si riempivano di lacrime.
«Io ti accetto così come sei!»
«Se non accetti i miei amici, non accetti me! Se non accetti che per me siano le persone più importanti allora non accetti me!»
«Ma ti senti quando parli? Tu sei innamorato di lei!»
«Io non sono innamorato di lei! Sei tu che non ti fidi di me! Dovresti conoscermi! O ti sei fidanzata con l'idea che hai di me?»
«Sono la tua fidanzata, non posso accettare di venire dopo un'altra ragazza!» ribatté lei, che aveva cominciato a piangere.
Michael scosse piano la testa, duro e freddo come il ghiaccio, «Non preoccuparti, ti risolvo il problema. Mi chiedi di scegliere tra la mia famiglia e te e la risposta credo sia scontata. Non sei tu.»
Sandy lo schiaffeggiò e corse via.
Lui la guardò scappare e poi si accasciò contro il ritratto di frutta posto all'entrata della sala comune, sconvolto. Stephen emerse dall'ombra, in mano aveva un vassoio con una torta.
«Così io sarei un malato di mente?»
«Stephen... Non mangi il pesce perché ti scoccia togliere le spine e non mangi le bistecche perché se trovi un osso non riesci a sputarlo e resti con quello in bocca invece che la polpa. Non sei normale di sicuro.»
«Senti, le spine sono pericolose e dopo aver passato tre ore a stare a controllare che il pesce non ne abbia diventa freddo e non mi piace più. E per quanto riguarda la carne non è colpa mia.» ribatté lui scocciato, andandosi a sedere accanto a lui e facendo fluttuare il vassoio con un colpo di bacchetta perché non toccasse terra. «E comunque avevi ragione tu con lei.»
«Vero?» Michael cercò di sorridere, «È stupida, ci perde lei. Io me ne torno in camera. Quella torta...?»
«Quill ha la nausea da quando è svenuto, magari questo lo farà sentire meglio. Sai, gli zuccheri...» spiegò lui vagamente. I due si alzarono e tornarono dentro, Michael sembrava fare di tutto per mostrarsi indifferente a quello che era appena successo, salutando con eccessiva allegria le compagne di casa.
«Se non ci vediamo a cena, a domani.» lo salutò Stephen, indovinando i suoi pensieri.
«A domani.» lo salutò anche lui, smettendo di sorridere non appena gli voltò le spalle.
In camera trovò Rent che si allenava coi pesi babbani, Jack che scriveva qualcosa sul suo letto, Cedric che si preparava per uscire, sicuramente con Cho, e Walter che studiava come al solito.
Cercò un modo per dire loro cosa era successo ma il vuoto nella sua testa si era trasformato in mutismo, dovuto anche al fatto che aveva l'orribile sensazione che si sarebbe messo a piangere una volta passata la rabbia cieca al pensiero di dover scaricare i propri amici per una ragazza, fosse anche quella con cui stava così bene.
«Già di ritorno?» domandò Cedric, e lui rispose con un mugugno affermativo.
Il rapporto tra loro, dopo sei anni di convivenza, era oltre la comunicazione verbale e l'amico si voltò all'istante per vederlo in faccia. Di fronte alla sua espressione contratta dalla rabbia mise giù l'orologio.
«Cos'è successo?»
«Ci siamo lasciati.» rispose lui, brusco.
Walter smise di leggere e anche gli altri si voltarono a guardarlo.
«Vi siete...?»
«L'ho lasciata. Voleva che scegliessi tra voi e lei.» spiegò.
Rent sembrò pensarci sopra per un momento.
«Carogna.» commentò infine.
Michael trattenne una risata, che gli altri lasciarono invece uscire, e si gettò sul proprio letto con un braccio poggiato sulla faccia a coprirgli gli occhi.
«Era troppo gelosa di Georgie, non le piacevano Wayne, Megan e Stephen e in generale il mio atteggiamento con voi.»
«Non gliel'ha spiegato nessuno che gli Hufflepuff sono leali?» domandò Walter scocciato, chiudendo il proprio libro.
«Ma che ne so... quando mi ha chiesto di scegliere non ci ho visto più e le ho detto che sceglievo voi.»
«Grazie.» risposero in coro, facendolo sorridere.
«Tanto non ho bisogno di lei.» proseguì Michael.
«Sicuro.»
«Non hai bisogno di nessuno.»
«Tornerà strisciando.»
«Le ho detto quanto Georgie sia importante per me.» aggiunse.
«Oh. Brutta idea, amico.»
«Male.»
«Brutta cosa da dire a una fidanzata gelosa.»
Ormai parlavano a turno, prima Walter, poi Jack e infine Rent. Cedric era l'unico a non aver aperto bocca.
«Uno di voi...» disse infine, «Potrebbe andare da Cho e dirle che ho dei problemi e non ci possiamo vedere?»
«Vado io!» saltò subito su Walter, che non era certo bravo a consolare la gente e lo sapeva.
«Non ce n'è bisogno, Ced.» disse subito Michael.
«Sì che ce n'è.» ribatté lui, col tono di chi chiudeva la questione.
«Noi andiamo a... a...» disse Rent, e poi fu fuori dalla porta. Jack salutò Cedric con un cenno di incoraggiamento prima di seguirlo.
Il ragazzo si sedette accanto all'amico che non dava segni di vita.
«Mike. Ti ha chiesto di scegliere tra noi e lei e tu dici che le hai parlato di Georgia? Cos'è successo davvero?» domandò in tono paziente.
Michael gemette frustrato, poi raccontò dal principio.
«Capisco... Sei sicuro di aver fatto la scelta giusta? Da parte mia approvo, ma visto che stai da schifo mi sembra giusto chiedertelo...»
«Sono sicuro. Solo che... mi piace davvero tanto, Sandy. O mi piaceva prima che diventasse irragionevole.» mormorò fiocamente.
«Posso essere sincero?»
«Sì. Tanto poi ci penserà Wayne a distruggermi a parole quando lo saprà. E Megan mi sfotterà per sempre.»
«Non credo lo faranno. Comunque secondo me Sandy non era la ragazza giusta per te. Come hai detto tu non ti capiva. La lealtà e l'amicizia sono tutto ciò che sei e se lei ti ha chiesto di scegliere non ti merita. Senza contare che con lei non potevi mai scherzare.»
«Come dice Rent è una “carogna”.» concordò lui, «Magari però evitiamo di specificare a Georgie che c'entrava soprattutto lei, si sentirebbe in colpa.»
«Questo è un pensiero insolitamente sensibile da parte tua.» ridacchiò Cedric, stendendosi accanto a lui con le braccia dietro la testa.
«Sono cresciuto, mentre tu eri impegnato a fare il piccioncino con Cho.» lo rimbeccò lui, sorridendo mestamente.
«Sono sicuro che ti divertiresti la metà se non potessi sfottermi per questo.»
«Vero. Anche se ora non lo trovo divertente, anzi, penso ti invidierò anche da Madama Piediburro. Mi sento peggio che coi Dissennatori sul treno.» borbottò Michael.
«Pensa a cose felici allora. Pensa a quest'estate quanto ci divertiremo a casa mia. Alle crostate di mia madre.»
«Oh, le crostate di tua madre sono una delizia...»
«Inviteremo anche gli altri magari, se vorranno venire, tanto a casa mia c'è spazio per tutti. E daremo una festa enorme per il tuo compleanno.»
«E mi regalerai una motocicletta?»
«Te ne regalerò due.»

Quando Georgia scoprì che Michael e Sandy si erano lasciati e soprattutto il perché - o almeno il motivo che gli altri le riferirono - si lasciò andare a una serie di epiteti che avrebbero fatto la gioia di Megan, quest'ultima bloccata in infermeria per un altro giorno dalla fin troppo premurosa infermiera. Dopo, ricordandosi che Michael era lì con l'aria abbattuta nonostante la risate che gli aveva strappato usando parole che neanche credevano conoscesse, lo abbracciò e si congratulò per la sua tempra morale, prima di correre a lezione perché in ritardo.
«Ced, cosa vuol dire...» cominciò Michael confuso.
«Scusa, ma ormai arrivo sempre in ritardo a Incantesimi, devo proprio correre... Sicuro che non vuoi venire?»
«No, vado a trovare Megan piuttosto. perché rinviare la sofferenza?» domandò il ragazzo, afflitto. Cedric gli diede una pacca sulla spalla e si avviò con gli altri, mentre lui si dirigeva mestamente all'infermeria.
Wayne, che evidentemente aveva un'ora buca, era già lì e stava discutendo con lei.
«Ma cosa vuol dire, scusa! Il pus di butubero si può usare anche così!»
«Perché devi essere sempre così testarda?» domandò stancamente Wayne.
«Che cavolo di discorsi sarebbero questi?» chiese a mo' di saluto Michael. Megan assottigliò lo sguardo, colta di sorpresa.
«E tu cosa diavolo ci fai qui?»
«Lady Megan, le porgo i miei saluti.»
«No, sul serio, di certo non ti interessa la mia salute. Cos'è successo?»
«Quill sta di nuovo male? È svenuto al ricordo?» domandò Wayne con un mezzo sorriso.
«Sai che potrebbe anche essere?» rise Michael.
«Ma stai male? Hai delle occhiaie...»
«Sei entrato nella tua solita fase morto vivente da mancanza di sonno.» affermò Megan, «Dormito male?»
«Morto vivente?» ripeté Michael, sorpreso.
«Lascia stare.» tagliò corto lei.
«Va bene, comunque sono davvero venuto a vedere se stavi meglio.»
«Stebbins.» tuonò Megan, e lui la guardò intimorito, «Se ti senti ancora in colpa possiamo andare al settimo piano e poi ti spingo giù dalle scale, così siamo pari.»
«No, grazie.» mormorò lui, prima di prendere una sedia e sedersi vicino a loro. Entrambi lo guardarono come se fosse impazzito.
«Ebbene...» cominciò, schiarendosi la gola, «Ve lo dico io così la facciamo finita. Ho piantato Sandy.»
E lo disse così vittorioso che Wayne inarcò le sopracciglia scettico e Megan evitò di sfotterlo all'istante, tanto era chiaro che stava male.
«Cos'è successo?» domandò Wayne, con lo stesso tono scocciato di Walter del giorno prima, quasi ritenessero offensivo che Sandy si fosse comportata male, e quindi ovviamente sottolineando che non potesse essere colpa sua.
«Mi ha chiesto di scegliere: o lei o gli amici.»
«Carogna.» commentò Megan di slancio. Michael rise.
«Parli come Rent.»
«Vaffanculo.»
«Tu ovviamente hai scelto noi... Non so quanto ti sia convenuto. Scommetto che non aveva problemi con Cedric.» osservò Wayne tranquillamente.
«In effetti ne aveva con te, con Meg, Stephen e Georgie.» ammise.
«Che cazzo di problemi aveva con me? Ma chi la calcola! Le spacco la faccia!» si agitò ovviamente Megan, rischiando di colpire lui con un pugno.
«Ecco, appunto. Guarda cos'hai guadagnato. Ti conveniva mollarci.» commentò Wayne, scuotendo la testa.
«E invece no! Michael ha fatto bene, io l'avrei presa a calci!» ribatté lei.
«Michael.» ripeté il ragazzo in questione.
«Cosa?»
«Mi hai chiamato per nome.» le fece notare col suo primo vero sorriso.
Megan alzò le spalle, «Era per controllare di ricordarlo ancora.»
«Non è vero! Hai sempre detto che avresti smesso di chiamarmi per cognome quando lo avrei meritato, quindi significa che approvi così tanto che...»
«Stebbins
«Oh, eddai!»







Siete stati così carini a recensire tutti così velocemente che mi sembra giusto aggiornare in fretta! Prossimo capitolo: un mese non proprio tranquillo.

«Megan è in punizione.» esordì Georgia, sedendosi sugli scalini, «Sally-Anne è più intrattabile del solito. Justin è traumatizzato da non so che cosa. Cedric, cosa mi sono persa per un giorno in cui sono rimasta per conto mio?»”

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Capitolo 10
*** Un mese non proprio tranquillo. ***


Un mese non proprio tranquillo.





Tutti quelli convinti che Michael si sarebbe ripreso subito dovettero ricredersi: aprile fu il mese più lungo per tutti coloro che tenevano a lui, dato che esclusi rari momenti in cui si mostrava fin troppo euforico il ragazzo sprofondava nelle tenebre più scure.

Solo Cedric e Georgia ormai riuscivano a farlo sorridere, e occasionalmente qualche insulto da parte di Megan.
«È noioso vederlo così depresso, non so a chi dare del disgustoso. Con Wayne non viene spontaneo, Quill potrebbe piangere e Stephen è troppo strano per chiamarlo così.» si lamentò a proposito di questo la ragazza, accomodandosi in Sala Grande.
«Sono preoccupata... Pensavo che sarebbe stato meglio prima. Sai, è un ragazzo, di solito i ragazzi non sembrano prendersela così tanto quando lasciano una ragazza. Michael non sembrava il tipo, innamorato o meno.» disse Georgia.
«Forse... o forse volevi che fosse così perché gli vuoi bene.»
«Ehi, i Ravenclaw e le loro idee cervellotiche sono da un'altra parte.» borbottò lei, spostando una ciocca di capelli dietro un orecchio.
«Successo qualcosa?» domandò Stan, prendendo posto accanto a loro.
«Oh, parlavamo di Michael, lui e la ragazza si sono lasciati.» spiegò Megan.
«Lui e lei?» domandò indicando Georgia, che scosse velocemente la testa.
«Io sono solo sua amica!»
«Al ballo tu stafi in braccia a lui.» le fece presente Stan, perplesso.
Georgia arrossì: «Ancora quella storia... Siamo solo amici, lo giuro!»
«Non defi ciustificarti con me.» la rassicurò lui, poggiando un braccio intorno alle spalle di Megan, che annuì con aria grave.
«È vero, Georgia, sono cose naturali.»
«Jones.» ringhiò lei.
«Runcorn.» replicò Megan serafica.
«Sembri Wayne quando fai così.»
«Ehi, vacci piano con le offese!»
«E tuo amico ancora incafolato?» chiese Stan, senza badare al loro litigio.
«Quale?» domandarono entrambe.
«Tu chiama Rompi-polidi.»
«Oh! No, ho fatto pace con Walter già da un po', non te l'ho detto? Anche se ogni tanto rischiamo di litigare di nuovo... Sapevo che prima o poi sarebbe successo anche con lui, evidentemente ce l'hanno nel sangue gli Hopkins.» commentò amaramente.
«Walter è un rompi-bolidi?» ripeté Georgia, divertita, «Tra l'altro che parole vai ad insegnare a Stan?»
«Glielo vado a ridire.» annunciò Cedric, arrivando alle loro spalle con un gran sorriso.
«Oh, fa pure. Era riferito a un discorso idiota su Hagrid a Hogsmeade e glielo posso pure scrivere se non mi ascolta.» ribatté Megan, torva.
«Ciao, Stan.» salutò, sedendosi accanto a loro e ridacchiando delle parole di Megan.
«Ciao, Cetric. Megan è sempre nerfosa.» commentò Stan con allegria.
Cedric trattenne una risata, «Pensa che l'ho conosciuta arrabbiata.»
Megan e Georgia lo guardarono sorprese.
«Non ricordi?»
«No. Ho paura di farlo.»
«Beh, si dà il caso che al tuo primo giorno tu stessi litigando con Wayne... Mi sembra a proposito del Cappello Parlante. Io mi ero messo in mezzo per calmarvi e mandarvi dal Prefetto che vi avrebbe condotto alla sala comune... E ricordo ancora le prime parole che mi hai rivolto.» raccontò Cedric con un sorriso nostalgico.
Megan si portò le mani al viso, arresa ma preoccupata al tempo stesso. Georgia e Stan ascoltavano curiosi.
«Quali erano?»
«Erano “E comunque tu non mi piaci”.»
«Oh, no!» gemette lei, lasciando cadere la testa contro il tavolo.
Georgia scoppiò a ridere: «Com'è tipico di te!»
«Tu sei molto studentessa di Durmstrang.» commentò Stan, annuendo, «Io defe andare ora, sono passato solo per saluto.»
«Oh, sei stato molto gentile...» sorrise lei, incontrandone gli occhi chiari e addolcendosi.
«Ciao.» salutò tutti, per poi darle un veloce bacio sulle labbra e ripartire alla carica.
Il sorriso malizioso di Cedric e il ghigno di Georgia lo accompagnarono fino all'uscita per poi puntarsi su Megan.
«Oh, finitela.» borbottò lei, arrossendo.
«Vuoi dirci che non ti piacciamo?» cinguettò Georgia.
«Che colpo alla mia autostima... Ricordo che Michael mi prese in giro per giorni. Poi ricordo anche le tue prime parole a Michael: “Come ti chiami?”, “Michael Stebbins”, “Quando imparerò le fatture ti verrò a cercare, Stebbins.”.»
Stavolta i due si sganasciarono mentre Megan arrossiva ancora di più.
«Sono così orribile?»
«Non direi orribile...» cercò di rimediare Georgia.
«Divertente.» decretò Cedric.
«Comunque dopo neanche due mesi avevo già mezza cotta per te. E avevo undici anni.» fece presente Megan, un po' offesa.
«Chiamala mezza! Ti è passata quando, l'anno scorso?» ridacchiò Georgia.
«E tu che ne sai?»
«Beh, tutte ci siamo un po' riprese quando è comparsa Cho all'orizzonte...»
Cedric cadde dalle nuvole. Le guardò entrambe, sconvolto.
«Avevate una cotta per me?»
«Beh, più io, suppongo.» ammise Megan.
«Sì, io ammiravo e ammiro quanto tu sia bello, ma finisce lì. Sei troppo un fratello.»
«Adesso lo sei anche per me.» continuò Megan, «Ma prima ero totalmente andata. Non te ne sei mai accorto? Guarda che vale per tutte le ragazze che conosci, lo so per certo.»
Stavolta fu Cedric ad arrossire, ammutolendo.
«Dimenticavo che sei timido con le donne.» commentò Georgia, appellando una teiera e delle tazze.
«Io non sono più cotta.» precisò l'altra, che si era bloccata su quel concetto, «Cedric, non fare quegli occhi da cucciolo spaurito, giuro che non ti salterò addosso.»
«A meno che tu non lo voglia.» sussurrò Georgia, riempendosi la tazza.
«Cosa?» domandò Megan.
«Volete anche voi del tè?»
«Per me sì, grazie.»
«Non ho occhi da cucciolo e mi avete appena aperto gli occhi su un mondo che non conoscevo, non puoi sinceramente aspettarti che io... Va bene il tè.» si arrese, incredulo, «Ma gli altri lo sanno tutto questo?»
«Certo che lo sanno! Pensavamo te ne fossi accorto anche tu! Pensa a tutte le ragazze del tuo anno che ti fanno il filo e alle più piccole che ti seguono!»
«Pensavo fosse perché sono Campione! E poi credevo che fossero semplicemente gentili...»
Le altre due esplosero in una risata impietosa.
«Gentili... Quanto sei ingenuo...»
«Bevi, bevi.»

«Abbiamo scioccato Cedric.» esordì Georgia, sedendosi accanto a Michael e poggiandosi sul suo braccio. Cedric si lasciò cadere sull'ultima poltrona libera con aria effettivamente sconvolta.
«Cos'avete fatto?» domandò Wayne, riemergendo dalla pergamena con una striscia di inchiostro su una guancia.
«Gli abbiamo spiegato che tutte le ragazze gli vanno dietro e che anche noi avevamo una cotta per lui tempo fa.» spiegò Megan, ridendo poi delle sue condizioni e togliendogli l'inchiostro passandoci sopra un pollice, «Pozioni?»
«Tema.»
«Ti do una mano.»
«Ci godi proprio a fargli notare che sei più brava di lui in qualcosa, vero?» rise Georgia.
«E dire che è al quarto anno... Dovresti fare la pozionista.» commentò Michael.
«Quella è la mia carriera di riserva se non riesco a giocare a Quidditch.» spiegò lei, «Tanto ne so già più del professor Snape.»
Tutti si guardarono velocemente attorno, quasi si aspettassero che il professore comparisse da un angolo della stanza.
«Comunque... Non è che sia una novità che Cedric piaccia.» disse Rent, tornando tranquillo.
«Piace anche a te.» concordò Walter, serissimo. Rent lo colpì con un pugno sulla schiena e in breve i due finirono col picchiarsi sotto lo sguardo paziente di Jack.
«Se Cedric diventasse gay sceglierebbe me, vero, Ced?»
Cedric guardò Michael con aria agghiacciata: «Non penso di poter rispondere a una domanda simile.»
«Ma sono il tuo migliore amico! E sono bellissimo!»
«Secondo me Cedric starebbe bene anche con Harry Potter visto che collaborano quando non devono.» disse Georgia.
«Questo discorso non mi piace per niente...»
«No! Con me! Io sarei il tuo miglior fidanzato!»
«Che succede?» domandò Sally-Anne di passaggio, attirata dagli strepiti.
«Michael vuole fidanzarsi con Cedric.» rispose Megan senza alzare lo sguardo. Michael smise di agitarsi, inorridendo, e Cedric cercò qualcosa da dire riscoprendosi a corto di parole.
Sally-Anne guardò Michael con disapprovazione: «Che spreco.»
Non era chiaro a chi dei due si riferisse ma entrambi non ebbero nulla da obbiettare.
«Georgia, mi serve il tuo aiuto per decidere che vestito mettere domani a Hogsmeade.»
Georgia spalancò la bocca.
«Perché io?»
«Perché sei l'unica che ha buon gusto in camera e ho bisogno di un altro parere. Vieni.»
Tutti guardarono Megan, che finiva di correggere il compito di Wayne e mostrò di non sentirsi toccata minimamente dalle sue parole. Georgia si avviò con la sua migliore espressione da cane bastonato.
«Spero che a Hogsmeade un gufo gliela faccia in testa.» disse infine la ragazza, riconsegnando la pergamena al proprietario.
«Ah, mi sembrava strano che fossi così matura da fregartene.»
«È stupido. Se mi dà fastidio è inutile che io me lo tenga dentro, serve solo a stare peggio.» replicò lei.
«Ma così le dai soddisfazione.» ribatté Wayne.
«Quella è soddisfatta a prescindere per avermi insultato e visto che sanno tutti che io me la prendo, non risponderle significa semplicemente non avere la possibilità di farla rimanere di merda, cosa che compenserebbe il mio fastidio!»
La sua voce stava aumentando di volume e tutti sospirarono.
«Secondo me invece sarebbe molto meno soddisfatta se tu le dimostrassi che quello che dice non ti tocca più perché, come hai detto, ci gode solo perché sa che ti infastidisce.»
«Secondo me non lo fa perché ci gode ma perché è proprio il suo modo di fare.» azzardò Walter.
Megan lo incenerì con un'occhiata e Wayne sembrò rifletterci sopra.
«E quindi Meg ha ragione quando dice che fa bene a rispondere se l'aiuta a sfogarsi perché il grado di soddisfazione di Sally-Anne non cambia.» disse Cedric, diplomatico, «E Wayne ha ragione quando dice che può anche evitare di arrabbiarsi perché non lo fa con l'intento di insultarla ma parla semplicemente com'è nella sua natura di fare. Questo intendeva Walter.»
L'amico lo guardò grato. Megan, calmatasi grazie a Cedric, scoppiò a ridere.
«Ma l'inchiostro lo mangi? Ti ho tolto uno sbafo poco fa!» esclamò, dato che adesso Wayne ne aveva una macchiolina sull'altra guancia. «Ecco perché fai schifo in Pozioni, non hai un minimo di precisione con tutto ciò che non è la tua bacchetta.» commentò, allungando una manica della propria divisa e pulendogli la guancia.
«Puoi usare tergeo.» le ricordò Wayne.
«E che cavolo, paura che ti rompa qualcosa solo toccandoti?» lo prese in giro lei. Wayne attese qualche secondo, poi in uno dei suoi rari impeti la punzecchiò con la piuma sul fianco lasciato scoperto dal suo braccio piegato e lei scattò indietro con uno strillo.
Wayne sorrise e il viso del fratello si illuminò di comprensione guardandoli.
Michael lo notò e pensò che appunto, l'amore faceva proprio schifo. E che Walter era veramente il più sfigato di tutti.

«Ehi, fratello...» salutò con voce fin troppo sognante Michael, nascosto dietro le tende del suo letto, appena Cedric entrò in camera.
«Come fai sempre a sapere che sono io?»
«Walter ha il passo più pesante e Rent e Jack sono sempre in coppia.» spiegò lui semplicemente.
«Beh, stai studiando?» domandò Cedric, dato che ormai la mole di compiti era triplicata.
«Ho qualche difficoltà a sfogliare le pagine.» rispose Michael con allegria.
«In che senso?»
«Nel senso che mi è arrivata una lettera della mia squisita mamma.»
Cedric scattò in piedi e accorse al suo letto, tirando via le cortine: «Fammi vedere.»
Le mani di Michael erano bendate.
«Sono già stato in infermeria. Mi è esplosa in mano in giardino. Georgie si è messa a piangere.» raccontò, «Cosa gli faccio io alle donne?»
«Quella maledetta...» cominciò Cedric furioso, dando un calcio al letto dell'altro. «Tu vieni a casa mia da subito. Non mi interessa come ti giustificherai con tuo padre, tu non passerai neppure un giorno con quella malata di mente!»
«Calm-»
«Non dirmi di calmarmi!»
«Che succede?» domandò Walter alla porta, incredulo. Cedric non si arrabbiava mai.
«Mia madre mi ha mandato una lettera esplosiva per festeggiare... sapete, ha intercettato una lettera che ho scritto a mio padre per ringraziarlo delle uova che stranamente mi ha spedito a Pasqua...», gli altri non commentarono, Michael poteva fingersi allegro quanto voleva ma sapevano bene che tutto ciò che desiderava era un po' di affetto dalla sua famiglia, e non c'era di che stupirsi se si era premurato di scrivere al padre con quella scusa, «E ha letto anche che uscivo con Sandy, che come sapete non è di sangue puro...»
«Oh. Ferito?»
«Solo qualche graffio. La vecchia megera non c'è andata pesante.»
«Com'è che tuo padre ti ha mandato le uova? L'hai scoperto?» domandò allora Walter, cercando di cambiare argomento perché Cedric era furibondo.
«No, non so neanche se ha letto la mia lettera visto che appunto la mia è stata intercettata. Però se lei ha aspettato tanto a mandarmi la risposta può voler dire che papà l'ha tenuta conservata a casa e stava per rispondere...» ipotizzò Michael, «Dai, Ced, smetti di fare quella faccia.»
«Non ci riesco. La odio.»
«Tu non odi nessuno.» rise Michael, «Vado a vedere se ci sono notizie di Georgie.»
Walter lo guardò perplesso e fu Cedric a spiegare di cosa stava parlando, mentre lui usciva velocemente e si mordeva le labbra: la mano faceva malissimo. Si sentiva però un po' meglio, Cedric era un anestetico molto potente, persino da arrabbiato.
Sally-Anne era l'unica presenza umana in sala comune, così decise di rivolgersi a lei.
«Ciao, potresti chiamare Georgia?»
«Perché dovrei farlo?» rispose lei, senza neanche alzare lo sguardo dai libri, «E perché mi rivolgi la parola?» domandò svogliatamente.
«Sai, spesso me lo chiedo anche io. Insomma, c'è un limite persino per me alle cazzate. Non è che tu abbia un'anima, quindi tanto valeva rivolgermi alla poltrona.» concordò lui, innervosendosi di nuovo.
Stavolta gli occhi azzurri di lei saettarono sul suo viso.
«Non ho tempo da perdere con un bambino viziato troppo cresciuto che crede di essere il più sexy di Hogwarts quando è soltanto un arrogante.» sibilò. Qualcosa doveva averla toccata nelle sue parole, ma Michael non ci badò, sentì soltanto la rabbia montare perché sembrava quasi di parlare con sua madre, stesso tono di disprezzo.
«Dimmi, non ti stanchi mai di essere così vuota e orribile? O conti di farlo solo quando sarai vecchia e ti accorgerai di stare per morire da sola? Perché è così che andrà: tu non piaci a nessuno perché sei maligna e arrogante e pensi sempre di essere superiore agli altri. Prima di giudicare gli altri senza neppure averci mai scambiato due parole dovresti farti un esame di coscienza e andare a nasconderti.»
Sally-Anne restò a bocca aperta, poi chiuse il libro di scatto e si alzò con aria dignitosa.
«Sarà come dici tu, ma perlomeno i miei genitori mi amano. Puoi dire lo stesso?»
E sferzando l'aria con la sua chioma bionda si diresse alle proprie scale senza attendere risposta, mentre Michael restava impietrito alle sue spalle; il ragazzo si lasciò cadere seduto sulla poltrona, masticando imprecazioni e insulti.
«Ti senti meglio ora che l'hai demolita?» domandò la voce di Megan che faceva capolino da dietro lo schienale di un'altra poltrona.
«No, perché l'ultima parola l'ha avuta lei. Come sta Georgia?»
«È rientrata in lacrime ma poi si è calmata. Mi ha raccontato della lettera.», Michael poteva benissimo immaginare la sua espressione contrariata ora, «A questo proposito...»
«Non insultarmi ora, non reggerei.» la anticipò lui svogliatamente.
«No, volevo solo dire... Questa probabilmente è la cosa più stupida che ti sentirai dire da qui a sempre, eh, e di sicuro non ti cambierà le cose, però se io, cioè, se fossi io ad avere un figlio come te, ecco, a me andrebbe bene. Intendo dire, sarei contenta, perciò... Perciò secondo me, secondo tutti noi, hai ragione tu a dire che è lei quella sbagliata. Tua madre, voglio dire. Tua madre è sbagliata e tu vai bene così, quindi... Quindi non farti cambiare. E cose così.»
Michael, con gli occhi spalancati, si voltò a guardare la poltrona da dietro cui proveniva la sua voce. Poi scoppiò a ridere, arrossendo compiaciuto: «Grazie. Sei stata chiara in tutto quel casino.»
«Ora però devo studiare quindi vattene. Georgia tanto non scenderà fino all'ora di cena. Addio.»
Michael tornò in dormitorio ancora ridendo, non vedendo l'ora di raccontare questo a Cedric e Walter.

«Cosa farai topo scuola, tu? In facanze?» domandò Stan, «Tu mi puoi fenire a trofare...»
Megan annuì distrattamente, scorgendo Michael che parlava con un ragazzino del terzo anno, Rowan, che era praticamente un suo adepto. Sembrava essere tornato il solito e Megan era grata del fatto che non avessero più parlato del suo tentativo di consolazione del giorno prima.
«E tu sorridi e chiedile semplicemente di uscire come se non fosse importante.» stava dicendo al più piccolo.
«Non starai dando consigli amorosi...» cominciò lei, fermandosi incredula nel bel mezzo del corridoio.
«Oh, non farlo scappare!» esclamò con voce stridula una ragazzina eccitata, quasi saltellando sul posto con la crocchia castana che si sfaldava, già in bilico dall'inizio.
«Io faccio scappare la gente?»
Due ragazzini, uno piuttosto carino con i capelli forse troppo lunghi ed Helen, un'altra Hufflepuff più piccola con cui aveva scambiato due parole ogni tanto, la guardarono agghiacciati. Quella con la voce fastidiosa non parve rendersene conto.
«No, soltanto Stebbins.» precisò come se fosse la cosa più naturale del mondo. E dal modo in cui aveva pronunciato il suo cognome si capiva che era cotta.
«Amelia...» cominciò Helen, palesemente preoccupata. Quella ragazzina invece le ricordava Georgia, la tipica Hufflepuff che non scocciava mai nessuno, per questo doveva essere dura per lei passare il tempo con tanti squilibrati come quelli del suo anno. Un'annata di psicotici.
Certo, visto che nella sua c'era Stephen e in quella di Cedric c'erano Michael, Rent e Jack, forse non poteva aprir bocca a riguardo.
«Oh, c'è Malfoy!» la ignorò Amelia, che partì alla carica e sparì lungo il corridoio dietro il gruppo di Slytherin.
«Pazzia.» commentò Megan, «Totale pazzia.»
«E se lo dici tu...» commentò invece Ernie, passandole accanto e facendo l'occhiolino a Helen.
«MacMillan, sei nella mia lista.» promise, tornando a Stan e lasciando i due Hufflepuff sconcertati. Stavano piovendo altre ragazzine, sicuramente dirette al più carino tra loro, l'amico di Hellen di cui lei, come al solito, non ricordava il nome.
«Io...» ricominciò Stan.
«Cedric! Ti rendi conto che Michael ha dei fan che neanche Krum?» esclamò lei, vedendolo passare mano nella mano con Cho. Cedric la guardò allarmato.
«Oh no, di nuovo? Non può rovinarli così! Vieni!» e anche lui e la fidanzata andarono a raggiungere il nugolo di ragazzini.
«Stavi dicendo?» si rivolse finalmente a Stan, che sembrava perplesso.
«Foi di qui siete strani.» decretò il bulgaro, «Pure quel Cetric. Viktor dice che è pravo racazzo, però...»
Megan si sentì molto Michael mentre assottigliava minacciosamente lo sguardo: «Cedric è fantastico.»
«Sì, sì.» disse lui, come per darle il contentino, «Però foi racazze di Hoquartz.... Troppo ficine a racazzi. Quella Crancer...»
L'articolo su Hermione Granger, regina di cuori a Hogwarts, ancora lasciava strascichi. E gli amici di Viktor non aveva apprezzato i pettegolezzi che lo vedevano come un idiota che le correva dietro senza risultati.
Immagine che in realtà Megan condivideva.
«Stai dicendo che noi di Hogwarts siamo tutte facili?» domandò in tono falsamente calmo. Un altro gruppo di Slytherin scendeva dalle scale e una ragazza tanto bella da sembrare una veela fulminò Stan con lo sguardo. Megan si chiese come mai si stesse imbattendo in tanti studenti del terzo anno, poi si rese conto di aver sbagliato corridoio. «E mi hai fatto sbagliare strada!»
«Io non dico questo! Dico che foi afete troppa confitenza. Anche tu, a folte. Con Vein.»
«Io non... Con chi?»
«Vein. Uein.»
«Wayne?»
Megan era sbalordita, come si poteva essere gelosi di lei e Wayne che non facevano altro che litigare?
«E Maicol... Cetric...»
«Tu sei assurdo!» sbottò lei, «Io ora vado a studiare in biblioteca, arrivederci.» lo salutò nervosamente. Girò i tacchi e si allontanò di fretta, reprimendo la violenza.
«Ehi, Megan! Hai visto Hannah ed Ernie?» la chiamò Justin, dal portone che dava al cortile.
«Piano di sopra.» rispose lei tetra.
«Ehi, Jones, attenta alle scale!» ridacchiò uno Slytherin che doveva aver assistito alla sua caduta. Continuavano a darle il tormento soltanto perché era spesso in compagnia di Michael e Martin Travers non aveva ancora scordato.
Megan sorrise sinistramente e Justin, sgranando gli occhi, fece un passo indietro.
Un attimo dopo la fattura orcovolante fu scagliata.

«Megan è in punizione.» esordì Georgia, sedendosi sugli scalini, «Sally-Anne è più intrattabile del solito. Justin è traumatizzato da non so che cosa. Cedric, cosa mi sono persa per un giorno in cui sono rimasta per conto mio?»
«Non puoi restare per conto tuo, sai benissimo che devi tenere d'occhio Megan. Per Sally-Anne non ti saprei proprio dire, Justin invece ha assistito a Megan che faceva scempio di Slytherin con una fattura dopo l'altra, e dire che quest'anno aveva smesso di averne paura... Credo che mi farò aiutare da lei per prepararmi alla terza prova se ci sarà ancora da combattere...»
«Buona idea.» approvò Wayne.
«Non posso credere di essere stata beccata dalla Sprout, sono in punizione e saluterò Hogsmeade da lontano il prossimo week-end.» si lamentò Megan, lasciandosi cadere seduta a terra.
«Ringrazia che non fosse la McGonagall.» disse Georgia. Wayne annuì, tirando fuori una borraccia.
«E quella?» domandarono entrambe.
«È di succo di zucca.»
Cedric trattenne una risata mentre le ragazze lo guardavano senza parole. Poi arrivò anche Michael soddisfatto.
«Eccolo, il traviatore di menti.» lo salutò Cedric, disapprovandolo palesemente.
«Oh, di nuovo?» chiese Georgia, sconsolata.
«Quelli del terzo anno sono pazzi, pazzi.» disse Megan, «L'unica sana è Helen. Forse anche l'amico, quello... Percival...»
«Lancelot!» esclamò Wayne scandalizzato, «Lo chiamano tutti Lance!»
Michael quasi cadde a terra dal ridere.
«Chi cazzo è Percival?»
«Che nome orrido.» commentò Georgia.
«In realtà sono quasi sicuro che il Caposcuola Weasley di nome facesse Percival.» intervenne Cedric, pensoso.
«Percival...» continuava a sghignazzare Michael e Megan lo colpì con un calcio.
«È lo stesso!»
«Come fai... Ci abbiamo anche parlato qualche volta...» borbottò Wayne.
«Che ci fate tutti qui?» domandò bruscamente lei.
«Ti aspettavamo. Sapevamo che passavi vicino alla porta che dà ai sotterranei, Justin ci ha detto che hai cercato di uccidere qui lo Slytherin.» spiegò Georgia.
«Ehi, di che parlate?» domandò Michael, riprendendosi dalle risate.
«Com'è che non eri con Stan?» domandò Cedric.
«Storia lunga.» rispose lei in un ringhio.
«Oh-oh.» fu il commento di tutti.
«Già. Maledizione, devo andare! Altrimenti la punizione raddoppia!»
«Che devi fare?» domandò Cedric.
«Pulire le serre...»
«Tanti auguri.» disse Wayne.
«Ma perché? Sei in un punizione?» domandò Michael.
«Ma insomma! Non avete mai lezione voi?»
«Ma se è l'unica ora alla settimana in cui siamo tutti liberi!» protestò Georgia e Michael naturalmente le poggiò un braccio sulle spalle.
«Già, mi sei mancata tanto, Georgie!»
«Ci siamo visti ieri...» cominciò lei fingendosi infastidita, prima di ricordare l'esatta situazione e impallidire, «Come stanno le tue mani?»
«Una favola quando sfiorano te.» ammiccò lui. Georgia alzò gli occhi al cielo.
«Che merda.» commentò Megan, salendo le scale.
«Continua ad essere una lady.» commentò Wayne.

L'ultima settimana di maggio Cedric fu chiamato al campo da Quidditch e quando tornò sembrava in qualche modo offeso.
«È un labirinto.» rivelò loro in un sussurro quando si ritrovarono in biblioteca, «Dovreste vedere come hanno ridotto il campo!»
«Mi manca così tanto da star male.» si lamentò Megan.
«Cosa?» si stranirono gli altri.
«Il Quidditch, ovviamente!»
«A chi lo dici...» concordò tristemente Cedric, «Comunque sia dovrò allenarmi il più possibile a combattere e trovare anche un modo per orientarmi nel labirinto...»
«Ci pensiamo noi.» lo rassicurò Georgia, «Per ricerche e tutto quanto. Tu invece tieniti in forma.»
«Come Krum che si tuffava nel lago gelato.» ricordò Megan con un sospiro.
«Meno attacchi di “oh, quanto lo amo”, grazie. Tanto più che la testa di Krum sembra il risultato di un incontro tra la sua faccia e un mattone.» commentò Michael. Walter, Rent e Jack scoppiarono a ridere e la bibliotecaria piombò su di loro come un falco per zittirli. Le sopracciglia di Wayne erano sollevate come al solito ma mentre Megan non guardava, impegnata a scegliere cosa lanciare addosso a Michael, le sue labbra si curvarono in un sorrisetto.
«Per quanto riguarda il tenermi in forma, credo che mi potrai dare una mano tu.» disse Cedric, rivolto a Megan.
«Ma è al quarto anno, noi sappiamo duellare meglio!» protestò Rent.
«Lei è più imprevedibile, più violenta e senza pietà.»
«Grazie, Stebbins.»
«Di nulla, è la verità. E poi Cedric si dovrà allenare a parare e a colpire, non conta molto chi sarà il suo avversario, anche lui è molto bravo e deve solo tenersi in forma. Non è come se si dovesse allenare Walter, che come sappiamo è un incapace.»
«Senti, Mike, perché non te ne vai a...»
Cedric distolse l'attenzione da loro, sospirando di sollievo. Non c'era più il panico che aveva preceduto le altre prove, che al confronto erano molto più spaventose, e sapeva che i suoi amici sarebbero stati con lui ancora una volta.
In un modo o nell'altro sarebbe uscito vittorioso dal labirinto.






Prossimo capitolo: la terza prova.
Come sempre Amelia, Rowan, Helen, Lance, chiunque io nomini del terzo anno, chiunque, viene dalla storia non ancora pubblicata di Akami, che racconta le loro avventure.
Il deja-vù che avrà colpito chi legge le mie storie su James e Sirius, quando Michael e Cedric parlavano, non è casuale.
E Megan ogni tanto prova a essere gentile anche con Michael, sì, anche se non sa bene come si fa.

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Capitolo 11
*** La terza prova. ***


La terza prova.




Per tutto il mese Cedric non fece altro che prepararsi alla prova, imparando velocemente gli incantesimi per orientarsi e aumentando le sue abilità in attacco e in difesa: Megan era un'ottima aiutante perché colpiva sempre in modo imprevedibile e non gli dava modo di respirare, si poteva dire che in tre settimane i riflessi di Cedric fossero raddoppiati.
«Meg, lascia perdere il Quidditch, fatti Auror.» le consigliò Cedric un pomeriggio, passeggiando con lei vicino a lago.
«Non sono abbastanza brava in Trasfigurazione.» gli ricordò lei con una risata, «Anche se seguo demonologia, quindi potrei fare la disinfestatrice contro ghoul e maledizioni varie. Ehi, l'anno prossimo sarai tu a darmi una mano coi G.U.F.O. per la McGonagall.»
«Ah, gli esami, non ricordarmelo... Se comincio a pensare ai miei M.A.G.O. ora, non ne esco più.» sospirò Cedric, «Michael sarà fuori di sé tutto il tempo.»
«Perché, Walter no? E ringrazia che Rent e Jack se ne fregano... Sei tu l'unico davvero bravo del tuo anno.»
«Walter è bravissimo!»
«Sì, ma quando è preoccupato sta sveglio tutta la notte. Ricordi l'anno scorso? Wayne e Stephen l'avevano minacciato di morte perché li seccava mentre giocavano a scacchi nelle loro nottate bianche.»
«È vero.» ricordò lui con un gemito di orrore, «Tu eri l'unica a non aver mai litigato con lui.»
«Fino a quest'anno quando si è fatto strane idee...» borbottò lei tetramente.
«Direi che quella situazione è risolta però. Sembra essersi messo il cuore in pace ora che ha avuto una tua... come dire... risposta sicura sull'argomento.»
«Da quanto gli piacevo?» si costrinse a chiedere lei.
«Dall'anno scorso, più o meno. Di solito però cambia obbiettivo quando la ragazza gli dice di no, solo che con te non si era esposto per paura delle ritorsioni. Sai essere intimidatoria.» le rivelò Cedric, «Non è un caso se spaventi i più piccoli.»
«Sono comunque una ragazza, non l'avrei certo picchiato per una pseudo-dichiarazione... Gli avrei risposto di no e anche in modo più civile di come invece sono andate le cose.» sospirò Megan, poi lo guardò sorpresa: «Come sarebbe “spaventi i più piccoli”?»
«Dimentica quello che ho detto.» si affrettò a dire lui, nascondendo una risata, «E comunque ce ne siamo accorti che sei una ragazza, solo che sei un po' scontrosa alle volte e sicuramente lui aveva paura di rovinare la vostra amicizia.»
«Che sciocchezza... Insomma, quando uno dei due si innamora dell'altro l'amicizia è già andata al diavolo, tanto vale tentare. Poi l'amicizia può rinascere quando si smette di essere innamorati, ma nel mentre no.» ribatté Megan, scocciata.
«Che saggezza, Jones.»
«Io dovevo andare a Ravenclaw.» disse lei serissima.
«Davvero?» si stupì Cedric.
«No!» rise Megan, «In realtà il Cappello era un po' deciso, ero una bambina piuttosto coraggiosa, o dovrei dire avventata, se ricordi il modo in cui sfidavo anche voi più grandi... Quindi...»
«Gryffindor. Ecco perché parli sempre male di loro.» Cedric scoppiò a ridere, «Ho indovinato? Sei una rosso-oro in incognito?»
«Sì, temo di sì. Dopotutto anche mia madre lo era.»
«Beh, sono felice che tu sia finita a Hufflepuff.» disse lui con un sorriso.
«Oh, adesso vado a dire a Cho Chang che mi fai il filo.» lo sfotté lei, dandogli una spinta. Cedric rise allegramente.
«Mi hai scoperto, eh?»
«Tra l'altro vi state vedendo poco con tutta questa storia degli allenamenti... Va tutto bene su quel fronte?»
«Benissimo, tranquilla. Cho capisce la situazione, l'avevo avvertita... E poi sa che esattamente come Michael io amo passare del tempo con gli amici.»
«A proposito, Cho sa nulla della Fawcett?» domandò, curiosa.
«Credo che Sandy si sia un po' pentita... Ma non penso che Michael gli darà un'altra possibilità. Sta fin troppo bene ora e non potrebbe mai perdonarla. È uno che non scorda le cose facilmente.»
«Contento lui.» sbottò lei, poco convinta, «Secondo me, per quanto lagnoso fosse, è che più che altro era abituato a lei, non che ne fosse innamorato... Quel piccolo rompibolidi...»
Cedric rise di nuovo e le scompigliò i capelli, facendola strillare oltraggiata.
E in quel momento decise di ritagliarsi un po' di tempo per parlare con i suoi amici, prima che ci fossero gli esami e la prova.

«Mi mancheranno le ragazze di Beauxbatons, erano una bella visione la mattina.» dichiarò Walter, e Cedric e Michael risero.
«Concordo. Specie Fleur. Anche se ha una cotta per Cedric, secondo me.»
«Aaah, il nostro rubacuori!» esclamò Walter, pizzicandogli un braccio mentre Michael gli si gettava addosso. Cedric si divincolò ridendo e gli sfuggì.
«Siete orribili.» commentò, cercando di ridarsi un contegno.
«Sei ingiusto, ti ho anche portato la colazione a letto oggi.» disse a voce ben alta Michael. Due ragazzini di passaggio li guardarono con orrore.
«Lo fa apposta, vero?» domandò Walter, sghignazzando. Cedric sospirò.
«Comunque anche senza quelle siamo messi bene, le nostre amiche si fanno sempre più belle.» commentò infine Michael, che ne sembrava compiaciuto quasi fosse merito suo, «Se ripenso al Ballo del Ceppo...»
«Megan.» disse all'istante Walter, «E non lo dico perché siamo io e lei, ma obbiettivamente.»
«Obbiettivamente Megan potrebbe essere descritta con l'aggettivo eterea.» disse Michael, stupendoli, «È esile, ha un viso molto dolce, un aspetto delicato, la carnagione chiara... Insomma, sembra una bambolina. Poi apre bocca ed è un troll.»
Risero di nuovo tutti, e Cedric protestò: «Ma non è sempre così! Siete voi che non la sapete prendere!»
«Stai scherzando? E anche se la si lascia a sé tira fuori sempre quell'aria scocciata... Se non la conoscessi e la vedessi in silenzio penserei a una Slytherin purosangue snob!»
«Devo ammettere che la penso come lui.» ridacchiò Walter, «Ma diventa sempre più bella quindi glielo perdono. E Sally-Anne, tralasciando il carattere veramente orribile, sembra una veela.»
«Non parlarmene, ci ho litigato non troppo tempo fa... È di una crudeltà che fa sembrare Megan un angelo. Però sì, fisicamente non lo diresti mai. Anche se la mia preferita tra tutte è Georgie.»
«Solo perché ha tipo la quarta di reggiseno.»
«Non è solo per quello!» protestò lui scandalizzato, «Cedric, diglielo!»
«Tienimene fuori. Per me son due sorelle, non ne voglio sentir parlare così.» rise anche lui.
«Beh, comunque no. A me Georgie piace per aspetto perché si vede subito che è una tosta. Poi sembra sempre abbronzata...»
«Ma che c'entra?» sbottò Walter.
«Possiamo cambiare argomento?» li supplicò Cedric.
«Sì, passiamo a quelle del quinto anno.» approvò Michael.
«Piuttosto, Walter, tu vieni a trovarci con Wayne quest'estate, vero?»
Walter rimase in silenzio qualche secondo, riflettendo.
«Sì, penso non dovrebbero esserci problemi, anche se non ti so dire per Wayne. Saremo separati.»
«Tu con tuo padre e lui con tua madre?»
«Esattamente. Wayne non lo sopporta, quindi... Anche se non so dove andrà la mamma, se partirà all'estero dovrò passare a prenderlo io e non mi so ancora smaterializzare, quindi sarà un po' complicato.»
«Se anche voleste passare tutta l'estate con noi per me non ci sarebbero problemi. Ricorda che casa mia è casa vostra.» disse Cedric, con uno sguardo così sicuro e pieno di affetto che Walter sorrise di riflesso.
«Wayne ne sarà oltremodo lieto.»
Michael batté le mani, allegro: «Faremo feste ogni giorno! E mangeremo crostate ogni giorno!»
«Sono proprio curioso di assaggiare quelle famose crostate.» convenne Walter.

«Come va lo studio?» domandò Cedric, sedendosi accanto a Wayne.
«Prenderò due G.U.F.O. e non tornerò a Hogwarts.» rispose l'altro tetramente, «Megan mi ha più o meno dato una mano con Pozioni e mio fratello mi ha recuperato i suoi vecchi appunti di Storia della Magia, ma non penso sarà sufficiente. Mi sono distratto troppo.»
«Dici sempre così e poi vai sempre bene. Vedrai che ti andrà tutto benissimo anche stavolta...» lo rassicurò lui.
«Più che altro mi fa orrore l'idea di continuare Storia della Magia e Aritmanzia, ma non sono sicuro di cosa mi servirà di più per Magisprudenza. Sai, stavo valutando di seguire davvero il consiglio di Megan.»
«Ah, già, avevo sentito qualcosa di simile... La volta in cui è caduta dalle scale.»
«Esatto.»
Stessero in silenzio per qualche minuto, mentre Cedric dava uno sguardo a uno dei libri aperti davanti all'amico.
«Brutto ricordo, quello.» osservò alla fine. Wayne sospirò.
«Soprattutto perché quella non immagina minimamente lo spavento che ci siamo presi. Con tutta probabilità se lei fosse stata al nostro posto non ne sarebbe stata toccata.»
«In realtà neanche tu sembravi spaventato quanto gli altri.»
«Davvero?» domandò Wayne sorpreso. Era convinto che gli altri si fossero accorti della sua imperdonabile esagerazione.
«Davvero. Sei sempre così controllato... Eri solo un po' pallido. Io invece tremavo come un idiota.» sorrise lui.
«No, sembravi tranquillo anche tu. O meglio, solo tu. Se io sono controllato, Michael è un fiume in piena.»
«È sempre così impulsivo...» commentò Cedric, con un gran sorriso. Wayne sorrise a sua volta.
«Fratelli...» mormorò.
«Cosa?»
«Niente, pensavo ad alta voce. Come mai sei qui?»
«Sono solo passato a dare un'occhiata... per vedere come te la cavavi. Sai, con questa storia del torneo non ho più avuto modo di vedermi a quattrocchi con nessuno, a parte Michael.»
«Naturale. Pensa a quando ti godrai la vincita... Sarà stato tempo speso bene.»
«Penso che farò un viaggio ad agosto con Michael, se davvero vincerò io. Ma non dirglielo ancora. Gli farò una sorpresa per il suo compleanno, ha sempre voluto visitare la Spagna...»
«Santo Cedric.» commentò Wayne, «Portatemi un souvenir.»
La conversazione finì col vertere sulla Spagna e poi sui viaggi, finché Wayne non raccontò del suo ultimo viaggio in Messico dove viveva la sorella di sua madre, quando Walter si era dato fuoco ai capelli dopo una bevuta di troppo, e Cedric scoppiò a ridere abbastanza forte da farsi cacciare dalla biblioteca “questo è un luogo di studio! Fuori!”. Wayne lo seguì sogghignando.
«Adesso mi prenderà di mira...»
«Peggio per te che sei un cattivo ragazzo.» cantilenò Wayne, infilando i libri in borsa. «Dai, ti porto alle cucine. Tu mangi e in cambio mi dai una mano in Storia della Magia.»
«Affare fatto!» accettò Cedric allegramente.

Georgia stava giocando a trasfigurare delle pietre in conigli, cosa che in teoria non avrebbe dovuto saper fare, ma avere Wayne come amico portava a fare passi da gigante in Trasfigurazione.
Cedric si fermò alle sue spalle per osservare gli animaletti che le saltellavano attorno.
«Miri a popolare la foresta con animali innocui?»
«Non sarebbe una cattiva idea.» disse lei senza voltarsi, «Anche se Hagrid non ne sarebbe felice. Cosa ne sarebbe di lui se non avesse mostri da farci combattere alle sue ore di lezione?»
«Beh, a me gli snasi piacevano.»
Georgia si voltò con occhi sfavillanti: «Vero? E trovavano tesori!»
«Venale.» rise lui.
«Beh, non è che siamo proprio pieni di galeoni, se permetti.» ribatté lei con un'alzata di spalle, «C'è la pensione perché i miei erano Auror, ma è una miseria, e anche se mio fratello lavora siamo in tre e mia sorella...»
«Calma, calma!» esclamò lui; aveva dimenticato quanto Georgia fosse suscettibile quando si parlava di soldi, «Era per dire!»
«Sì, scusami... Sono un po' nervosa. Proprio per mio fratello.» sbuffò lei.
«L'avevo intuito... Che succede?» domandò più dolcemente, sedendosi sull'erba.
«È sempre così irrequieto... Ho paura. Ho paura che quando nostra sorella entrerà a Hogwarts lui chiederà di essere spedito all'estero come i miei genitori. Non posso perdere anche lui... E poi Charlotte non ha praticamente conosciuto mamma e papà, ma lui è l'unico genitori che abbia mai avuto e non voglio che passi quello che ho passato io.» strappò qualche stelo d'erba e lo lanciò nel lago.
«Non accadrà. Senti, tu non puoi fermare tuo fratello, è un adulto. Ma devi avere fiducia in lui, non gli succederà nulla. E tua sorella non starà mai come te. Tua sorella tra qualche mese sarà tra noi e farà parte del nostro gruppo. Ci prenderemo tutti cura di lei. Tutti insieme.»
Georgia lo guardò riconoscente, poi disse: «E se Michael ci prova con lei per farmi innervosire, prometti che lo picchierai?»
«Prometto che lo farò picchiare a Megan.» rispose lui solennemente, ed entrambi scoppiarono a ridere.
«Non è che non mi fidi di mio fratello, lui è forte.» riprese Georgia, «Ma anche i miei lo erano. E mia madre è partita anche se aveva una bambina piccola, era... Non so, non riesco a non avercela con lei, credo. Non tanto per me, che avevo già sette anni, se “già” si può dire, ma perché Charlotte aveva tre anni. Non puoi lasciare a casa una bambina piccola così con leggerezza, i genitori non dovrebbero mai allontanarsi dai figli, se possono. E hanno costretto Rob a prendersi cura di noi, appena maggiorenne... Penso che se ora Rob decidesse di fare come loro riverserei su di lui tutto questo rancore. Finirei col litigarci malamente, mi conosco, e se poi gli succedesse qualcosa non lo perdonerei.»
«Visto che sai che andrà così, cambia le cose! Contieniti, prova a dirgli ciò che hai detto a me, spiegagli come ti senti! È del tutto naturale che tu ti senti abbandonata e non voglia ripetere l'esperienza... Però devi anche capire che anche lui ha i suoi sogni, che devi provare a vedere le cose in modo diverso, perché prima o poi nella vita ci si allontana un po', almeno fisicamente... E perché lui si pentirebbe di non averlo fatto. Lui è tuo fratello, non tuo padre.» Cedric la guardava, i suoi occhi grigi non l'abbandonavano un istante per non permetterle di fuggire.
«Hai ragione. Lo so che hai ragione. Solo che mente e sentimenti...»
«Me ne rendo conto.» la interruppe lui, «E so anche che ho una famiglia normale, felice, e quindi non so bene di cosa parlo. Vorrei solo che tu ci pensassi di più e che provassi a vederla dal suo punto di vista, perché così a settembre non ti ritroverò a scuola piena di sensi di colpa.»
«A me interessa il tuo parere.» dichiarò lei, «E ti ringrazio, anzi. Sei sempre un buon amico, quello da cui correre quando si ha bisogno di ragionare... Sai che penso che Megan ti veda praticamente come un padre almeno quanto Mike ti vede come un fratello? Cotta a parte.»
«Cotta a parte, che non avrei mai immaginato, ne sono onorato.» disse immediatamente Cedric, serissimo.
«E per mio fratello proverò a pensarci di più, a vedere le cose dal suo punto di vista... Dopotutto non è più pericoloso come quando c'era Tu-Sai-Chi, e se lui non fa sciocchezze... Insomma, sarà un po' come un viaggio normale.»
«Ma sì, cosa vuoi che succeda, di questi tempi...» sdrammatizzò anche lui, «E non vedo l'ora di conoscere Charlotte.»
Georgia sorrise, «Oh, è una piccola violenta.»
«Un'altra figlia per me allora, Megan seconda.» sorrise anche lui.
«Magari anche peggio!»

Cedric trovò Stephen in sala comune e con lui Susan e Quill. Era sera tarda, e avevano unito tre poltrone in un unico comodo divano, forse inizialmente con l'obbiettivo di studiare vicini e comodi ma finendo ovviamente per addormentarsi, escluso Stephen che soffriva come sempre di insonnia. Era strano che Wayne non fosse già lì a giocare a scacchi, ma poi Cedric si ricordò che studiava sicuramente per gli esami.
«Comodo?» domandò scherzoso, dato che Quill gli era franato sulle gambe; infatti Stephen gli aveva poggiato il libro sopra la testa per poter leggere mentre Susan dormiva con la testa sulla sua spalla e un braccio incrociato al suo.
«Una favola. Fosse solo Susan... Ma la testa di Quill è pesante. Strano, non pensavo ci fosse un cervello.»
«Ma povero...» sorrise lui, sapendo che in realtà Stephen considerava Quill il suo migliore amico esattamente quanto Wayne.
«Povero un cavolo. Mi ha di nuovo battuto a scacchi.»
«Solo perché tu perdi tempo a chiacchierare con la regina.» gli fece presente Cedric, «Ma Susan sta bene? La vedo pallida...»
Stephen si fece immediatamente preoccupato.
«Non lo so. Spero non abbia nulla di contagioso.»
«La tua preoccupazione per lei è commovente.»
«Se io stessi male lei starebbe male moralmente, quindi mi sto comunque preoccupando anche per lei.» affermò lui come se fosse ovvio.
«Come rigiri tu le cose lo fa solo la Skeeter.»
«È un sottile suggerimento di lavoro?»
«Potrebbe.» ghignò lui, «Ti ci vedrei a fare il giornalista.»
«E mi dica, signor Diggory, è eccitato per la terza prova che si terrà tra meno di una settimana?»
«Stanco morto, più che altro. E tu non sei preoccupato per gli esami?» domandò lui, e Stephen impallidì.
«Non ricordarmeli. Posso citarti a memoria passi del libro di Trasfigurazione e fare Incantesimi in programma per l'anno prossimo... Solo che Cura delle Creature Magiche... Sai che mi fanno tutti schifo gli animali! E per Erbologia mi fanno schifo anche le piante... Senza contare che dimentico quali utensili usare per cosa, sono troppo occupato a non vomitare!»
«Vuoi che li ripassiamo assieme?» si offrì Cedric, che non si sentiva per nulla stanco. Stephen gli concesse un sorriso enorme, chiudendo il libro con uno scatto secco. Quill si lamentò nel sonno e Susan cercò una posizione più comoda, stringendosi più addosso a lui, che arrossì leggermente ringraziando il buio.

Fu molto più semplice parlare con Rent e Jack, che gli piombarono addosso dopo l'esame di Incantesimi da cui lui era dispensato essendo uno dei campioni. Walter era crollato come morto sul banco e Michael era schizzato fuori, sicuramente per raggiungere Georgia e assillarla un po' sui suoi esami.
«Continui a ripassare? Bravo!» si complimentò Jack, mentre Rent sbadigliava sonoramente.
«Scommetto che non l'ho passato.» disse invece l'altro.
Cedric lo guardò sconvolto.
«Come no?»
«È la teoria. Sai bene che faccio pena. Ma chi se ne importa, tra poco è estate!» urlò lui, facendo voltare le loro compagne che lo guardarono scandalizzate.
«Come sei messo tu con l'incantesimo scudo ora?» chiese invece Jack, aggiustandosi i capelli biondi mentre controllava il proprio riflesso su una finestra.
«Molto meglio, grazie.» rispose lui, alzandosi e mettendo a posto i libri, «Andiamo a pranzo assieme?»
«Ovvio che sì, sto morendo di fame!» esclamò Rent, di ottimo umore, «Finalmente ho finito gli esami! Potrei piangere!»
«Ma chi me l'ha fatto fare di continuare Storia della Magia...» borbottò Jack, sofferente, che avrebbe avuto l'ultimo il giorno dopo, un'ora dopo quelli del quarto anno.
«Su, inutile lamentarsi ormai. E poi non sei come Rent, potresti farcela.» lo incoraggiò Cedric beffardo, colpendo la nuca di Walter con le nocche mentre passava.
«Buongiorno.» li salutò lui, riemergendo assonnato.
«Andiamo a pranzo, ci servi in forze!» lo chiamo Rent, giocherellando con una spilla. Cedric riconobbe la scritta “POTTER FA SCHIFO”.
«Ma Rent...» cominciò.
«Ah, no, non è come pensi! L'ho ritrovata in tasca stamattina e mi fa da portafortuna!»
Lui e Jack si scambiarono uno sguardo ma non commentarono.
«Portafortuna? Ma se hai fatto pena a Trasfigurazione!» lo contraddisse invece Walter, com'era prevedibile.
«Ma pensa per te che ti addormenti in giro!»
«Sono preparato, quindi faccio quello che mi pare!»
«Poi ti lamentavi di non essere Prefetto.» si lamentò a bassa voce Jack e Cedric sorrise.

A pranzo Hannah si sedette accanto a lui per informarsi su come stavano andando i preparativi per la prova e ben presto si trovò immerso in una conversazione con almeno venti persone che ascoltavano interessatissime.
«Sono sicurissima che vincerai!» esclamò Amelia, la Hufflepuff del terzo anno che evidentemente non aveva una cotta solo per Michael, a giudicare da come lo fissava. Megan quasi soffocò nel succo di zucca; lei e un altro ragazzo del terzo anno che aveva uno spiccato accento francese e soltanto per questo aveva sempre giudicato snob si scambiarono un'occhiata afflitta, che la convinse di averlo giudicato troppo presto. Justin colse lo scambio di sguardi e scoppiò a ridere.
«È strana ma simpatica.» le disse, senza preoccuparsi che potessero sentirlo.
«Comunque noi faremo il tifo per te.» stava concludendo Ernie, pomposo come ogni volta che cercava di essere serio. Hannah nascose una risatina dietro una mano.
«Grazie, grazie.» farfugliò Cedric, che cominciava ad essere in imbarazzo.
Sally-Anne si alzò, molto pallida in viso.
«Che succede?» le domandò Susan, che invece aveva recuperato il colorito sano.
«Sto di nuovo poco bene... Credo di aver fatto congestione.» disse lei, scossa dai brividi.
«E come farai domani alla prova di Storia della Magia?»
«Mi ucciderò.» rispose lei drammaticamente, poi si portò una mano allo stomaco con una smorfia sofferente.
«Ti accompagno in infermeria.» disse subito Cedric, seguendola.
Sally annuì afflitta e non disse una parola per tutto il viaggio.
«Domani sicuramente starai abbastanza bene da dare l'esame, non preoccuparti... E poi tornerai in infermeria se stai di nuovo male.»
«Mi perderò la tua prova, lo so già.» borbottò lei, con palese fastidio.
«Vorrà dire che passerò in infermeria per le tue congratulazioni.»
Lei inaspettatamente sorrise: «Sei sicuro di vincere?»
«No, ma mi aspetto comunque congratulazioni.» ammiccò lui, «Ma come hai fatto a prendere freddo?»
«Troppe gelatine ghiacciate.» rispose lei, incupendosi.
«Non sapevo ti piacessero!»
«Ebbene sì. Anche se non ho un'anima ho gusti umani.»
«Come?» si sorprese lui.
«Oh, chiedi a Stebbins.» lo gelò lei, e per un momento gli ricordò le veela alla coppa del mondo, belle solo quando lo volevano e spaventose per il resto del tempo.
«Non so cos'abbia fatto ma temo il peggio. Ah, giusto, avete litigato?»
«Solo uno scambio di convenevoli... Per litigare dovrebbe significare qualcosa per me.» spiegò lei freddamente.
«Ti assicuro che non è male come sembra, è stato un periodo molto brutto per lui... Anche se sono sicuro che abbia esagerato, com'è tipico di lui.» si affrettò a dire dopo una sua occhiataccia, «Intendevo solo dire che è una bella persona appena ci si sforza di andare oltre l'apparenza. Potreste diventare amici se tu lo volessi.»
«Io non faccio amicizia con nessuno. E poi credo che tu sia condizionato dalla tua amicizia con lui e ne veda soltanto il meglio.» disse lei, fermandosi davanti alla porta dell'infermeria.
«E sarebbe così male?»
«Questo non l'ho mai detto.» rispose lei con un altro sorriso, «Grazie per avermi accompagnata. Passa di qui domani, se puoi. Vorrei farti i miei auguri.»
«Con piacere.»

La mattina dopo, quando gli altri del quarto anno erano già spariti per l'esame di Storia della Magia e Wayne finalmente si godeva la pace, la professoressa Sprout venne a chiamare Cedric perché incontrasse la sua famiglia.
«Dopo ti vengo a chiamare, tanto vorranno vedere anche te.» disse, rivolto a Michael che rispose con un cenno mentre finiva la propria colazione.
«Io penso che mi scriverò Cedric da qualche parte. Ho sentito che un Gryffindor voleva fare lo stesso con Potter.» annunciò Rent.
«Te lo dico io dove puoi scriverlo.» rise Michael.
«Ma alla fine Sally-Anne è riuscita ad andare a dare l'esame?» domandò Walter.
«E chi se ne frega?» rispose prontamente l'altro.
«Credo che avrebbe raggiunto le altre direttamente in classe, non avrebbe comunque potuto mangiare.» rispose Wayne, più pacato.
«Sei una persona orribile, Stebbins.» disse Jack, facendo il verso a Megan.
«Se fosse qui ti prenderebbe a calci.» gli fece presente Walter.
«Ma non c'è! Siamo liberi!» festeggiò anche Rent.
«Siete orribili entrambi.» decretò Wayne.
Inutile dire che dopo aver passato gli ultimi giorni a dedicare ogni minuto di tempo libero agli amici e naturalmente a Cho, Cedric sparì letteralmente per tutta la mattina e si fece vivo solo a pranzo in compagnia della famiglia. Amos sembrò ritrovare in Michael un secondo figlio perso, e i due intavolarono una fitta conversazione sulla bravura di Cedric e su quanto Potter dovesse starne fuori.
Cedric ne approfittò per passare in infermeria, dove Sally-Anne scriveva su un giornale.
«Cosa fai?» le domandò, incuriosito.
«Oh, un magicverba. Me l'ha consigliato un ragazzo. Non lo conosci.» anticipò la sua domanda, «Che hai combinato oggi?»
«Visita dalla famiglia. Ci sono mio padre e mia madre, che ora staranno gironzolando con Michael.»
«Contenti loro.» disse lei con una smorfia, e Cedric sorrise.
«Devo tornare da loro... Tu come stai?»
«Temporaneamente meglio ma conto di morire di dolori entro qualche ora... Possibile che non ci sia una cura magica né per il raffreddore né per l'indigestione o congestione che sia? Tutto questo è altamente degradante...»
«Walter ha chiesto di te oggi.» disse lui e lei si irrigidì, «Se eri riuscita ad andare all'esame. Allora non è vero che non fai amicizia con nessuno...» la stuzzicò.
«Oh, bene, se proprio vogliamo essere puntigliosi ho legato anche con Susan e Hannah.» replicò annoiata, «E no, Walter non rientra nelle mie amicizie. Comunque lo ringrazio per l'interessamento. Sai, sono una persona educata.»
Cedric scoppiò a ridere, poi le poggiò una mano sulla spalla.
«Stammi bene e preparati a festeggiare.»
«In bocca al lupo.» disse lei, sorridendo.
«Crepi.»
E corse via, per raggiungere la sua famiglia. Sally-Anne tornò al suo magicverba, cercando di scacciare la tensione.

«Hai parlato abbastanza con mio padre?» domandò Cedric divertito, e Michael annuì.
«Mi ha invitato a passare l'estate da voi anche quest'anno.» spiegò, «E mi ha abbracciato. Ti rendi conto che è più eccitato di te?»
«Difficile pensarlo, mi sento morire.» ammise l'altro, sorridendo nervosamente.
«Dai, sei già il Campione del nostro cuore...», rise Michael portandosi le mani al petto, «Specialmente di Cho.»
«Questo è il tuo speciale incoraggiamento? Prendermi in giro?» Cedric si finse offeso e Michael rise di nuovo, gettandogli un braccio intorno alle spalle.
«No, senti, amico, volevo solo dirti che non importa come andrà questa prova nel fantomatico labirinto, tu sei stato veramente grande e siamo tutti molto orgogliosi di te.»
Cedric alzò lo sguardo al cielo, imbarazzato, e Michael lo spostò a terra.
«In teoria avremmo dovuto spedire Meg o Georgie a dirtelo, sai, essendo donne... Ma volevo parlarti io da solo per ultimo, è un mio diritto, quindi mi hanno chiesto di fare da portavoce anche per gli altri. Specialmente per Rent che voleva semplicemente grugnire qualcosa tipo “buona fortuna”. È uno scimmione.» disse e rise, a disagio.
«Grazie. Non avrei superato neppure una prova se non fosse stato per voi.»
«Puoi ben dirlo!» Michael tornò a un tono più leggero, «Insomma, ci siamo ammazzati sui libri per te!»
«Puoi evitare di comprenderti in quel plurale, sporco bugiardo?» lo spinse via Cedric con una risata, «Fai sempre sfacchinare tutti e poi ti prendi i meriti!»
«Questo è il motivo per cui mi ami!» strillò lui mentre passavano per il portone di quercia della Sala Grande, piena per la cena, e tutti si voltarono a guardarli scioccati.
«Ti detesto, giuro.»
«Nah, non sapresti cosa fare senza di me!»
Durante la cena Cedric non riuscì a toccar cibo, nonostante le insistenze degli amici, ed era una fortuna che i suoi genitori si fossero seduti un po' distanti per evitare che il padre lo assillasse; il suo stomaco si era chiuso come al solito e si limitò a giocherellare con la forchetta.
«Ma sarai debole così! Krum ti ucciderà, è di Durmstrang!» ridacchiò Michael alla fine.
«Ma la pianti? Se Cedric vuole lasciarci la pelle non sono affari tuoi.» rincarò la dose Walter e Cedric sbuffò, prendendo il dolce.
«Se muoio potete scordarvi le mie cose, lascio tutto a Wayne e Georgia che non mi hanno seccato durante quest'ultima cena.»
«Sei un mostro!» esclamò Megan, «Dopo tutto quello che ho fatto per te!»
«Giusto. Michael, hai il compito di prenderti cura di Meg e Georgia.»
Michael fece il saluto militare, ricevendo diversi inviti ad andare a quel paese.
«Semmai il contrario. Non è che sappia badare neanche a se stesso...»
«Lo so, Meg, ma si fa per dire.» la rassicurò Cedric, «E poi lui è il più grande in teoria.»
«Molto “in teoria”.» confermò Wayne, «Moltissimo.»
«Meg, ora che ci penso che fine ha fatto Stan?» domandò Cedric.
«Oh, storia lunga... Te lo racconto dopo la terza prova. Anzi, dopo i festeggiamenti.»
«Giusto, perché Cedric vincerà!» ululò Rent, saltandogli alle spalle, e anche Jack gli spettinò i capelli. Michael si aggrappò a un suo braccio sollevandoglielo e anche Walter alzò il proprio calice.
«A CEDRIC, CAMPIONE DI HOGWARTS!» ruggì.
«E basta!» rise Cedric tentando di liberarsi, mentre gli altri brindavano e lo ignoravano, lasciandolo in balia degli amici più scalmanati. Alla fine Cedric riuscì a schiaffare il dolce addosso ai due, provocando le risate generali.
Dumbledore si alzò mentre Wayne, sogghignando, porgeva un fazzoletto al fratello, e tutti si zittirono puntando gli occhi su di lui.
«Signore e signori, tra cinque minuti vi chiederò di scendere al campo di Quidditch per la terza e ultima prova del Torneo Tremaghi. I campioni vogliano per favore seguire il signor Bagman giù allo stadio, adesso.»
«Buona fortuna, Ced!» gridarono tutti, e seguirono anche alcuni “Per il campione!” “Vai, Diggory!” e applausi dal loro tavolo e da quello Ravenclaw e Slytherin. Cedric rivolse loro un ultimo sorriso, si liberò con uno schiaffo sulla mano di Michael, sghignazzando con lui come bambini, levò una mano e li salutò tutti, prima di dirigersi verso l'esterno.
Michael non seppe dirsi il perché, ma ebbe l'istinto di chiamarlo indietro, soltanto per vedere un altro secondo il suo sorriso allegro e tranquillizzarsi. Scambiò un'occhiata con Megan e stranamente lei ricambiò con simpatia, sicuramente presa dall'euforia come tutti.
Poco dopo furono liberi di seguirlo e corsero a perdifiato verso il campo da Quidditch, cercando i posti migliori, quelli più vicini alle uscite che avrebbero portato di sotto dai Campioni. Si sistemarono in basso e nella loro fila si sedette anche il padre di Cedric che sembrava eccitatissimo.
Bagman si fece avanti e annunciò: «Signore e signori, sta per cominciare la terza prova del Torneo Tremaghi, la prova finale! Permettete che vi ricordi la situazione del punteggio! Al primo posto, alla pari, con ottantacinque punti ciascuno... il signor Cedric Diggory e il signor Harry Potter, entrambi della Scuola di Hogwarts!»
Tutti applaudirono e Megan lo fece così forte da farsi male alle mani. Georgia strillò: «VAI, CEDRIC!» con tutto il fiato che aveva in gola.
«Al secondo posto, con ottanta punti... il signor Viktor Krum, dell'Istituto Durmstrang!» del loro gruppo com'era prevedibile applaudirono solo Megan e Wayne, quest'ultimo per pura educazione, «E al terzo posto... Mademoiselle Fleur Delacour, dell'Accademia di Beauxbatons!» stavolta applaudirono di nuovo tutti e Michael fischiò.
«Allora... al mio segnale, Harry e Cedric! Tre... due... uno...» e Bagman fischiò. I due scattarono e Cedric scomparì dalla loro vista.
«Accidenti, non vedremo nulla, vero?» si lamentò Michael, «Morirò di crepacuore nell'ansia.»
«Sally-Anne rimpiangerà amaramente di essere in infermeria.» commentò distrattamente Georgia, «Non che sia colpa sua, ma ha preso freddo nel momento sbagliato.»
Attesero un'ora intera, a volte in silenzio per parecchi minuti di fila e altre in cui le loro voci si accalcavano discutendo su come avrebbero dovuto festeggiare se Cedric avesse vinto, arrivando addirittura a proporre di vedersi tutti quanti insieme d'estate a casa di qualcuno.
«Casa mia è molto grande.» disse a un certo punto Stephen, «Potremmo fare una festa.»
«E come la raggiungiamo casa tua?» domandò Georgia. Michael rise.
«Non pensiamo ai particolari già da ora! E poi Cedric mi stava giusto dicendo che vi avrebbe invitati a casa sua per il mio compleanno, quindi direi che possiamo fare di tutto lì.»
«Abbassa la voce, il signor Diggory potrebbe non gradire che tu inviti gente a casa loro.» disse Wayne, ma Michael fece spallucce.
«Figurati, mi ama anche lui.»
«Mi piacerebbe davvero sapere cosa sta succedendo là dentro...» borbottò Megan, che sgranocchiava noccioline offerte da Quill. «Mi stanno venendo i nervi.»
«Tu hai sempre i nervi. Fisicamente è impossibile non possederli.» le fece notare Wayne.
«Intendevo dire il nervoso!» strillò lei, facendo voltare gli altri.
«Allora dì il nervoso.»
«C'è la Fawcett!» annunciò Walter, preoccupato, «Sta passando!»
Michael si voltò verso gli scalini: Sandy e una sua amica stavano raggiungendo Cho Chang, e lei guardava verso di loro. Il ragazzo voltò la testa di scatto, avvicinandosi a Georgia.
«Non usarmi per ingelosirla o ti uccido.» gli comunicò lei a denti stretti.
«Eddai...»
«Oh, fa come ti pare.» si arrese lei. Michael sorrise, soddisfatto. Non che avesse davvero intenzione di ingelosirla, ormai riusciva a stare senza di lei e contemporaneamente ad essere di buon umore, quindi il peggio era passato. Forse, dopotutto, non era così innamorato.
«Sono buone queste noccioline.» commentò Megan, lanciandone una e prendendola con la bocca.
«Quanto mancherà a...» cominciò Michael.
E in quel momento Cedric e Potter ricomparvero in mezzo al campo, stesi a terra, la coppa accanto a loro.
Ci volle qualche secondo perché tutti se ne rendessero conto ed esplose un boato assordante. Michael saltò in piedi e strappò di mano il binocolo a Quill che lo lasciò fare: «La coppa ce l'ha in mano Potter!» annunciò, mentre la gente cominciava ad accorrere verso le uscite attendendo il via da parte dei giudici. Gli altri ovviamente si lamentarono e imprecarono e lui continuò a guardare, notando che nessuno dei due si muoveva e sentendo un brivido giù per la schiena. Prima che gli amici potessero fermarlo si gettò dagli spalti fermando la caduta con un incantesimo e rischiando comunque di rompersi l'osso del collo. Pur senza averne il permesso Megan si gettò al suo inseguimento, passando però per le scale, e gli altri cominciarono a raccogliere le loro cose in attesa che i professori dicessero loro di raggiungere il vincitore.
Michael corse velocissimo, sentendo che qualcosa non andava ogni secondo di più, mentre il preside si chinava su Potter e lo faceva voltare, come se lui non ne avesse le forze, senza sfiorare Cedric che era rimasto nella stessa posizione con le braccia larghe stese sull'erba e il viso rivolto verso l'alto.
Gli occhi di Cedric erano spalancati verso il cielo e Michael non capì perché non facesse o dicesse nulla, perché se ne restasse semplicemente immobile; forse era abbattuto per essere arrivato secondo e lui voleva urlargli che non importava, che gliel'aveva detto che sarebbe stato comunque il loro campione...
Rallentò il passo mentre qualcuno dietro Ludo Bagman diceva: «Diggory è morto!»
Si fermò, senza capire il senso di quelle parole, e guardò il migliore amico che continuava a fissare il cielo con gli occhi grigi immobili. Non seppe neppure com'era arrivato a terra, trovandosi con le ginocchia affondate nell'erba e una mano poggiata accanto a sé, guardando verso Cedric e aspettando che si voltasse a spiegargli cosa stavano blaterando.
Megan arrivò in quel momento, coi capelli che le andavano sugli occhi ma senza curarsene per la fretta, spaventata dallo scivolone di Michael che non accennava a muoversi, e sentì qualcuno urlare: «È morto!»
E poi: «Cedric Diggory!»
Qualcun altro gridò.
Lei sentì un brivido freddo e guardò Cedric che non si muoveva; Potter parlava con Dumbledore e sembrava così terrorizzato, disperato, che lei capì all'istante che stavano dicendo che Cedric era morto, per quanto assurdo fosse. Spostò lo sguardo su Michael che ricambiò in totale confusione, pallido come un fantasma, pallido come Cedric che giaceva lì davanti a lei, e poi urlò con tutte le sue forze. Si sentì cadere in ginocchio, le sue gambe si erano fatte molli ma si costrinse a tornare in piedi, avvicinandosi con un altro passo barcollante, e gridò: «CEDRIC!»
Cedric non rispose.
«CEDRIC! CEDRIC!» chiamò di nuovo, sentendo le lacrime bruciarle gli occhi. Cedric non rispondeva e questo era impossibile, perché Cedric rispondeva sempre quando lo chiamava, le aveva promesso che ci sarebbe stato sempre per lei sin da quando erano al primo anno e aveva continuato a mantenere la parola, comparendo ogni volta che lei ne aveva bisogno, perciò se non rispondeva ora...
«NO!»
Fu superata da Amos Diggory, che spintonò le persone che si stavano accalcando intorno a loro; Potter era sparito intanto, e nell'aria risuonò un orribile urlo, un suono straziato che le gelò il cuore e confermò quell'orribile idea che le era nata nella mente: «NON MIO FIGLIO!»
Michael si coprì le orecchie con le mani come se questo potesse fermare la realtà, calando la testa a terra, distrutto, e qualcuno afferrò Megan alle spalle con una presa ferrea, mentre lei si dibatteva gridando il nome di Cedric senza neanche rendersene conto. Si voltò in cerca di aiuto e vide Wayne, annichilito, fissare il punto in cui giaceva il loro amico col viso rigato di lacrime, e Georgia era aggrappata a Stephen, mentre qualcun altro gridava che Diggory era morto e suo padre urlava ancora, chiamando un figlio che non avrebbe risposto più.
Walter tremava mentre teneva Megan stretta a sé, spaventato all'idea di lasciarla andare, e singhiozzò a denti stretti senza riuscire a credere a ciò che vedeva e sentiva.
«Jack! Rent! Aiutate Michael!» ruggì tra le lacrime e i due lo guardarono basiti, senza aver ancora realizzato che Cedric era perso per sempre, e obbedirono meccanicamente tirandolo su.
«Lasciatemi...» sussurrò Michael, senza opporsi, senza avere forze per farlo, «Lasciatemi qui.»
Georgia singhiozzò ancora più forte e Quill scappò per dare di stomaco, mentre Stephen abbracciava la ragazza tanto forte da farle male.
«È morto! Cedric Diggory è morto!»

Sally-Anne aspettava accanto al portone d'ingresso, ben coperta per non prendere ancora freddo, e cominciava a sentirsi parecchio nervosa perché vedeva la gente avvicinarsi ma non udiva alcun festeggiamento.
Sembrava fosse successo qualcosa di grave.
Anzi, ne fu sicura dopo aver visto il professor Moody e Potter passare di tutta fretta, e quest'ultimo dava l'idea di non sapere neppure dove si trovasse. Poco dopo arrivarono anche il preside e altri adulti e lei non vi badò, restando in disparte in attesa dei compagni di casa.
Poi sentì un pianto straziato e Walter arrivò trascinando di peso Megan. Per un momento Sally si chiese se la ragazza piangesse a quel modo solo perché Hogwarts aveva perso, ed era davvero strano perché Megan in quattro anni non aveva mai versato una lacrima, ma si rese conto con orrore che anche Walter piangeva, e poi vide il viso cereo e quasi invecchiato di Michael e si sentì mancare.
Wayne entrò e poggiò la schiena subito contro il lato del portone ancora chiuso, pallidissimo e in lacrime, e mai lei l'aveva visto scomporsi a quel modo.
Sally-Anne pensò a Cedric, che doveva essere gravemente ferito.
Poi Georgia entrò, con le mani sul viso devastato dal pianto, e attraverso le dita la vide guardarli senza osare avvicinarsi. Lasciò cadere le braccia e Sally vide che si era graffiata le guance tanto ci aveva premuto le unghie.
«È morto! Cedric è morto!»
Sally spalancò la bocca, inorridita, e prima di rendersene conto Georgia l'aveva abbracciata, ogni rancore e diffidenza dimenticati, e stavano piangendo entrambe disperate.
Walter lasciò andare Megan che crollò come una marionetta a cui erano stati tagliati i fili, sbattendo rabbiosamente i pugni a terra. Prima che Wayne potesse muovere un passo Michael la raggiunse, chinandosi a terra davanti a lei, e l'abbracciò con una tenerezza inaspettata, ricordando ciò che Cedric aveva chiesto a cena, che si prendesse cura di loro, seppur scherzoso.
Era un'ironia crudele che l'unica volta che Cedric aveva accettato di scherzare sulla propria morte fosse stata quella in cui le sue parole erano risultate essere le ultime.
Jack e Rent, che ancora non si capacitavano, lo videro e finalmente realizzarono. Jack chiuse gli occhi, lasciandosi scivolare con la schiena contro il muro, mentre Rent piangeva rabbiosamente senza sapere a chi dare la colpa, desiderando solo qualcuno da prendere a pugni.
Megan si aggrappò a Michael con tutta la sua disperazione e sentì il profumo di Cedric: aveva prestato lui la maglietta a Michael proprio quel giorno a pranzo dopo aver sporcato la sua col succo di mirtilli, e ora era quello il gesto più vicino a un abbraccio di Cedric che avrebbe mai potuto avere, perché Cedric non avrebbe mai più abbracciato nessuno.








Prossimo capitolo: la fine di tutto.
Attenzione: se non l'ho detto anche qui, una volta finita questa storia, ovvero tra due capitolo, ne comincerò un'altra con loro al quinto anno, perché è una serie. La parte felice immagino di poter dire che comunque si concluderà qui per un bel po' di tempo.

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Capitolo 12
*** La fine di tutto. ***


La fine di tutto.
 

Il giorno dopo, quando Dumbledore disse loro di non fare domande a Harry Potter, di non assillarlo, all'appello mancavano tutti i compagni di stanza di Cedric, Megan, Stephen e Quill. Georgia, con aria allucinata, si era limitata a mangiare in silenzio, con gli occhi sempre sgranati e senza dare l'impressione di aver sentito una parola.
Wayne l'aveva presa a braccetto per scortarla al dormitorio, convinto che se l'avesse lasciata sola avrebbe sbagliato strada. Avrebbe desiderato poter entrare in quello femminile per vedere Megan, ma dato che ciò non era possibile si limitò a passare nella stanza di suo fratello, per quanto doloroso fosse.
Stando ben attento a non guardare il letto o il baule di Cedric raggiunse il giaciglio di Walter, che stava giocherellando con una pallina sbattendola contro il muro e riafferrandola. I tonfi regolari scandivano i secondi tra un pugno e l'altro che Jack tirava al cuscino per farlo saltellare per aria. Era strano vedere lui colpire oggetti quando quello era sempre stato il passatempo preferito di Rent, che invece era steso sul proprio letto con la faccia contro il suo.
Le cortine del letto di Michael erano tirate nascondendone l'occupante ed erano state colorate di nero in segno di lutto. Da lì non proveniva alcun rumore.
Wayne poggiò la colazione che aveva portato dalle cucine sul letto di Walter, che gli rivolse uno sguardo assente simile a quello di Georgia e tornò alla sua occupazione.
Lui pensò che quella pallina e i suoi piccoli tonfi lo avrebbero perseguitato per tutta l'estate, ma scoprì che non c'era nulla di più angosciante del silenzio della camera dei ragazzi del quarto anno.
Stephen fissava il nulla, seduto sul davanzale della finestra, proprio lui che non poteva mai stare fermo o zitto senza lamentarsi a meno che non stesse leggendo. L'unica cosa che evitava di far cadere Wayne nel panico era il movimento ritmico del suo petto che segnalava che ancora respirava nonostante gli occhi fissi e il pallore spettrale.
Quando entrò Ernie, con gli occhi arrossati di lacrime, sobbalzò; ormai trasaliva ad ogni rumore, teso all'inverosimile.
Si salutarono con un cenno del capo che non spezzò il silenzio spaventoso della stanza. Wayne si chiese se fosse il caso di salutare o comunque richiamare l'attenzione di Stephen, ma non ne ebbe la forza.
Tornò mestamente in camera propria dove nessuno dei compagni gli chiese nulla, neppure Dorian, che Wayne pensava non sarebbe mai stato zitto, fece alcun commento, abbattuto come tutti, e gli porse soltanto una pergamena che era scivolata a terra quando si era buttato sul suo letto.
Sembravano tutti intrappolati nel mutismo completo.
Alla fine, dopo diverse ore in cui non poteva fare a meno di pensare a tutte le parole che Cedric gli aveva detto, maledicendo la propria memoria esagerata, si fiondò in sala comune nella vana speranza di distrarsi.
Trovò Susan che singhiozzava con le mani premute sugli occhi e Quill che le batteva debolmente una mano sulla schiena per calmarla, anche lui sul punto di piangere. Non erano gli unici, naturalmente: c'erano altri studenti che conosceva solo di nome che parlottavano tristemente tra loro o si davano coraggio a vicenda.
Poi arrivarono anche Hannah e Justin, con un braccio intorno alle spalle della piccola Helen che piangeva, cercando di consolarla con l'aiuto di Lancelot. O Percival, se si dava retta a Megan.
Una fitta di dolore lo attraversò al ricordo delle risate con lei e alla voce pacata di Cedric che ricordava loro che si chiamava così anche il Caposcuola Weasley. La risata di Michael faceva da sottofondo alle memorie delle loro parole, e si chiese se l'avrebbe più sentita: era assurdo pensare che Michael potesse ridere senza Cedric.
A pranzo andò con loro in Sala Grande e il preside spiegò che il professor Moody che avevano conosciuto era un impostore, e quello vero, identico anche nel cipiglio scontroso, si sedette al tavolo con gli altri. Non disse molte parole e ad ogni modo non sarebbero stati capaci di ascoltarlo, né sarebbero stati curiosi di sentire altro.
All'ora di cena comparve Sally-Anne, altera come non mai, eppure Wayne sentì un moto d'affetto persino per lei. Sembrava che la cosa successa a Cedric non l'avesse toccata - Wayne ancora non riusciva a formularla neppure col pensiero - ma i suoi occhi fissavano il nulla esattamente come quelli di Stephen, e quando arrivò accanto a lui si fermò per qualche secondo senza parlare e lui notò che le tremavano le mani abbastanza da non permetterle di prendere neppure una forchetta.
«Sali a cena?» le domandò, scoprendo la propria voce rauca dopo tanto silenzio. Lei annuì senza parlare. «Potresti vedere se le altre scendono? Le aspetto.»
Sally annuì di nuovo e poi andò al corridoio, camminando svelta. Quando tornò giù la sua maschera di calma si era incrinata.
«Georgia scende.» rispose al suo sguardo interrogativo, «Megan non è... in condizioni...»
Wayne capì soltanto quando Georgia li raggiunse, e con lei Susan e Hannah di nuovo in lacrime.
«Megan non ha smesso di piangere un momento.» singhiozzò Hannah, «È coricata e non fa altro che piangere e dormire. E piange anche nel sonno.»
«Sì, è fuori di sé.» concordò Georgia, assente, mentre camminava davanti a loro guardandosi attorno come se non avesse mai visto il corridoio.
La cena fu consumata in silenzio, tutta la tavolata Hufflepuff era a lutto e anche gli studenti delle altre case erano tristi e non parlavano.
Era naturale, visto che Cedric era un ragazzo pressoché perfetto e aveva legato con tutti. Neppure Malfoy mostrava il solito cipiglio arrogante e Wayne vide che al tavolo Gryffindor Weasley e la Granger mancavano.
Si rese conto in quel momento che Potter sapeva.
Non si capacitava per non averci pensato prima ma Potter era lì e poteva raccontar loro tutto. Wayne non si era neppure chiesto cosa fosse esattamente successo, troppo impegnato a rendersi conto del fatto che fosse successo per pensare ad altro.
«Ho visto Potter in infermeria ma non credo che lui mi abbia notata.» disse Sally-Anne, «Non era molto in sé.»
«Non ha parlato di... quello che è successo?» chiese Hannah e Susan si asciugò velocemente le lacrime.
«No. Anche perché l'ho visto poco, sono uscita stamattina prestissimo e lui ancora dormiva.» rispose lei.
Wayne avrebbe voluto chiederle dove era stata, allora, ma non ne ebbe la forza.
«Anche io l'ho visto. È uscito poco fa dall'infermeria.» sussurrò Justin, «C'erano un paio di ragazzini della sua casa che sono scappati quando è passato.»
«Scappati?» ripeté Georgia, che aveva probabilmente sentito solo quella parte di discorso.
«Sì, perché... la Skeeter aveva scritto che era... l'ultima volta ha scritto che era praticamente un po' fuori di testa e quindi... dicono che magari pur di vincere il torneo...»
«No.» disse Wayne, senza sapere da dove arrivasse la sua sicurezza, «No, Cedric si fida di... si fidava di Harry Potter. E se Potter avesse voluto vincere a tutti i costi non lo avrebbe avvertito con i draghi.» si rese conto in quel momento, dai loro sguardi confusi, che loro non sapevano nulla di quella storia, «Potter ha scoperto in anticipo che avrebbero affrontato i draghi ed è andato a dirlo a Cedric per onestà.»
«Questo sembra proprio qualcosa che Harry potrebbe fare.» convenne Ernie in tono serio, «Non so cosa sia successo, ma penso che lo scopriremo presto e se lui c'entrasse qualcosa il preside Dumbledore non l'avrebbe lasciato libero per la scuola.»
A questo nessuno ebbe nulla da ribattere e calò di nuovo il silenzio.

Il quinto giorno accompagnarono Megan in infermeria.
Sally-Anne era andata a chiamarlo e gli aveva riferito che, debole com'era per non aver mai mangiato neppure ciò che Georgia e lei le portavano dopo i pasti, era svenuta di ritorno dal bagno e che poi se n'era tornata a piangere a letto. Wayne era andato a chiamare Walter, che perlomeno dal canto suo aveva ripreso a mangiare, a differenza di Michael che spiluccava ciò che gli portavano da dietro le tende e non si faceva vedere, e Walter a sua volta aveva informato la Capocasa.
La professoressa Sprout aveva cominciato in tono di biasimo: «Dovevate chiamarmi prima, voi...» ma poi li aveva guardati in faccia e qualsiasi cosa avesse visto l'aveva zittita.
Era entrata nel dormitorio delle ragazze e poco dopo era uscita aiutando Megan a camminare per un braccio. Non sembrava neppure lei, era sempre stata esile ma ora sembrava soltanto magra in modo malato, la sua carnagione già chiara così pallida da far spiccare ancora di più gli occhi gonfi e arrossati e le occhiaie scure. Aveva le labbra rosse di sangue come se avesse passato il tempo a mordersele, i suoi capelli erano un groviglio scuro e perdipiù continuava a piangere anche in quel momento.
Wayne dimenticò anche la professoressa, intercettandole prima che passassero il ritratto e abbracciandola. Sapeva di sapone, quello che aveva appena usato prima di svenire, e in qualche modo di pianto. Lei gli singhiozzò su una spalla, sfiorandogli un fianco con una mano che ricadde subito debolmente, e la professoressa si schiarì la gola dopo poco.
«Mi dispiace, ma ha bisogno di un calmante e di qualche ricostituente e...» borbottò, a disagio. Wayne annuì e la donna guardò anche gli altri: «Passate anche voi in infermeria, più tardi.» disse, e uscì portando Megan con sé.
«Siamo così anche noi?» domandò a bassa voce Walter.
«Credo sia normale.» rispose lui, spostando lo sguardo su Georgia, che ora fissava il punto da cui erano sparite le due e non sembrava più essere tra loro. Sally-Anne, alle sue spalle, aveva alzato gli occhi al cielo e incrociato le braccia, aspettando forse che si riprendesse.
«Riaccompagnala in camera, per favore.» le disse, attirando subito la sua attenzione. Lei ancora una volta non protestò né fece segno di voler parlare, guidando dolcemente Georgia ai dormitori.
«Penso che proverò a convincere Michael a...» mormorò Walter, prima di andarsene.
Wayne sospirò e Quill, che ora non aveva più le guance paffute ma il viso scavato per via dell'enorme stress, lo scrutò con occhi ansiosi.
«Non crollare.» gli disse con voce tremante, «Sei rimasto solo tu.»
Era quello il peso schiacciante che sentiva e che lo obbligava a non lasciarsi andare. Per fortuna, invece che aver continuato a soffrire di insonnia, dormiva tutta la notte e così aveva le forze per andare avanti, sebbene non fosse piacevole sognare Cedric al campo di Quidditch ogni volta e poi svegliarsi e non poterlo vedere;
Stephen invece era sempre sveglio, a detta di Justin, e dopo una coraggiosa incursione nella camera dei ragazzi del sesto anno aveva preso i libri di Cedric e aveva cominciato a leggere voracemente tutto ciò che gli capitava a tiro. Avevano capito tutti che cercava le annotazioni dell'amico e tutto ciò che era rimasto scritto di suo pugno.
«Non crollare, Wayne.»

Wayne andava a trovare in infermeria Megan in ogni momento libero quando non doveva occuparsi degli altri, perché tanto lei dormiva quasi sempre, stordita dai calmanti. Madama Pomfrey sembrava molto preoccupata per lei, come se temesse che non avrebbe retto.
Ma Wayne sapeva che era molto più forte di quanto non sembrasse e che si sarebbe ripresa.
O almeno così sperava.
Una sera la sentì chiamare Cedric nel sonno: le poggiò una mano sulla fronte sudata e lei si calmò.
Michael, hai il compito di prenderti cura di Meg e Georgia.
Si ricordò delle parole di Cedric con una stretta al cuore. Neanche avesse davvero saputo cosa sarebbe successo di lì a qualche ora.
Si alzò e tornò velocemente in sala comune, per poi addentrarsi nei dormitori e arrivare in camera dei ragazzi. Rent era andato a correre in giardino, in piena negazione, e Jack lo seguiva mestamente come ogni pomeriggio. Walter invece era come al solito chiuso lì con Michael, anche se naturalmente quest'ultimo non si faceva vedere.
«È sveglio?» domandò Wayne e Walter scosse la testa.
«Non lo so, non si sente mai. Dobbiamo chiamare la Sprout anche per lui? Non credo che servirà davvero, so che esce a mangiare la notte, quindi non ha bisogno di medicinali.»
«Nulla di tutto questo.» disse Wayne, cercando di spostare la tenda per vedere se Michael era sveglio. Lo vide steso al buio totale, a faccia in su. I suoi occhi erano aperti ma non lo guardarono, persi nella sua mente. Wayne tornò a chiudere la tenda e si allontanò dal letto.
«Megan è in infermeria. Georgia non ha ancora capito cos'è successo.» lo informò, mantenendo la voce alta e chiara. «“Michael, hai il compito di prenderti cura di Meg e Georgia”. Ricordi queste parole?» domandò.
Walter lo guardò confuso, poi un lampo di comprensione gli attraversò gli occhi e si voltò di scatto, nascondendo il viso dalla sua vista.
«Cedric sarebbe furioso con te.» concluse, e poi uscì. Andò in camera di Stephen, dove il ragazzo leggeva con Quill accanto a lui come un animale domestico.
«Step. Vai da Susan. Ha bisogno di te.» disse.
Stephen alzò gli occhi dal libro ma non disse nulla, guardandolo con espressione indecifrabile.
«Vai a fare stronzate col cibo davanti a lei, vai a lamentarti di qualcosa, ma fallo fuori da questa stanza o giuro che chiamo tutti i professori finché non ti obbligano a uscire. Devi pensare a Susan. Dobbiamo aiutarci a vicenda. Io non ce la faccio da solo. Non riesco a gestire Megan, che continua a piangere anche nel sonno, non riesco a gestire Michael, che marcisce sul suo letto e cazzo, non riesco neanche a gestire Georgia, che sembra normalissima e proprio per questo non so come prenderla! Non puoi pretendere che io aiuti anche Susan, Quill e tutti gli altri, è troppo egoista perfino per te e io non ce la faccio!»
Stephen aveva sgranato gli occhi mentre parlava e si leccò le labbra, facendo poi schioccare la lingua.
«Sei veramente un imbecille, chi te lo fa fare di prenderti carico di tutto questo?»
«Cedric l'avrebbe fatto.» rispose lui, stanco, «Qualcun altro deve farlo.»
Stephen chiuse il libro.
«Dov'è Susie?»
«L'ho persa dopo pranzo. Justin sta aiutando quelli del terzo, Ernie e Hannah erano assieme non so dove e Sally-Anne stava con Georgia. E ho perso Susan perché dovevo andare in infermeria da Megan, è quasi passato un mese e non è ancora uscita.»
«È di sicuro in guferia. Susan è sempre in guferia.» disse Stephen, alzandosi e riponendo il libro con cura. «Quill, va' a mangiare qualcosa, non ti si può vedere così.»
«Ah, sì...» mormorò lui.
«Wayne, tu va' a riposarti.»
«Riposerò a casa.» ribatté lui.

Quando tornò in infermeria prima di cena trovò un ragazzo seduto davanti al letto di Megan. Si rese conto che era Michael soltanto quando si fu avvicinato abbastanza e per un momento ne ebbe comunque il dubbio.
Gli era cresciuta un po' la barba, sul viso sciupato, era pallido quanto Megan e aveva i capelli ugualmente arruffati. Gli occhi però non erano arrossati e gonfi di pianto, ma estremamente lucidi e troppo aperti e fissi: gli occhi vuoti di un pazzo. I vestiti che teneva addosso erano stropicciati perché li teneva di sicuro a letto, a quel che Walter aveva detto usciva per andare in bagno solo la notte e stessa cosa per mangiare, gli elfi erano terrorizzati da lui, e gli cadevano addosso troppo larghi perché era diventato pelle-ossa.
Adesso era ufficialmente ricoverato anche lui, perché Madama Pomfrey si era praticamente messa ad urlare vedendolo ed era andata a chiamare anche la professoressa Sprout.
Megan era sveglia e sembrava un po' più calma. Si tenevano per mano e lei parlava a voce così bassa che Wayne si stupì che l'altro la sentisse. Non fece nulla per farsi notare per non interrompere quel momento di relativa tranquillità, poi si accorse che le guance di Megan erano ancora rigate di lacrime e l'infermiera le portò una pozione per dormire sonni tranquilli, borbottando un: “povera ragazza” quando questa fece effetto. Poi invitò con inaspettata gentilezza Michael a tornarsene a letto e il ragazzo ubbidì.
Wayne lo seguì e le parole vennero da sole, anche se sapeva che erano sbagliate sin dall'inizio.
«Se vuoi venire a casa mia quest'estate non c'è problema.»
La furia che passò negli occhi dell'altro lo convinse che l'avrebbe ucciso lì, in quel momento. Tuttavia Michael si limitò a stendersi sul letto.
«Era solo nel senso di non restare in quella casa.» precisò, sentendosi impacciato e odiando il fatto che fosse stato sempre così poco comunicativo da non sapere cosa dire proprio quando contava davvero.
«Wayne.»
La voce di Michael era diversa, più adulta. Non era da lui.
«Sto eseguendo l'ultima volontà di mio fratello e basta. Non voglio altro dalla vita. Non voglio la vita. Non voglio parlare, non voglio più amicizia, voglio essere lasciato nel mio silenzio e in ciò che voglio. Aiuterò Megan e Georgia come potrò, fine della storia. Non mi ripeterò più. Ora va' via.»
Chiuse gli occhi e Wayne restò per un momento immobile a guardarlo, stupefatto.
«E dì agli altri che per quanto vi riguarda io ho seguito lui.» concluse, voltandosi poi su un fianco e dandogli la schiena.
Wayne barcollò fuori dall'infermeria e si accasciò contro un muro del corridoio vuoto.
Aveva seguito lui.
Non riusciva neanche a pronunciarne il nome di sicuro.
Aveva seguito lui, erano morti entrambi. Il cervello di Wayne si era fermato su quella parola.
Morto.
Gli occhi gli bruciavano di lacrime che tentava di trattenere.
Morto.

La sera prima di tornare a casa c'erano tutti in Sala Grande. Michael si era fatto la barba e sedeva rigidamente tra Megan e Georgia. Megan aveva smesso di piangere anche se i suoi occhi erano sempre lucidi e Susan le teneva la mano. Wayne la guardava dall'altro lato della tavolata, accanto a Stephen e al fratello.
La Sala Grande era drappeggiata di stendardi neri in segno di lutto e nessuno di loro riusciva a parlare; tutti avevano lo stesso pensiero in mente: Cedric non era lì con loro, quegli stendardi non ci sarebbero dovuti essere.
«Siamo alla fine di un altro anno.» esordì il preside, e il suo sguardo si posò sul loro tavolo. Wayne senza sapere il perché distolse il proprio, guardando il tavolo dei Ravenclaw. Cho Chang piangeva già e si sentì in colpa per non essere andato a trovarla. Sperò che almeno Walter, che le aveva parlato qualche volta, l'avesse fatto.
«Ci sono molte cose che vorrei dire a tutti voi stasera, ma prima di tutto devo ricordare la perdita di una persona molto bella, che dovrebbe essere seduta qui.» e fece un gesto verso il loro tavolo, «A godersi il banchetto con noi. Vorrei che tutti voi, per favore, vi alzaste e brindaste a Cedric Diggory.»
Tutti lo fecero, e Wayne sentiva che era la cosa giusta unirsi agli altri, sollevando il calice e ripetendo: «A Cedric Diggory.»
Dumbledore riprese a parlare: «Cedric era una persona che riuniva in sé molte delle qualità che
distinguono la casa di Hufflepuff. Era un amico buono e fedele, un gran lavoratore, credeva nel gioco leale. La sua morte ha toccato tutti voi, che lo conosceste o no. Credo che abbiate il diritto, dunque, di sapere esattamente com'è successo.»
Wayne sentì Stephen trattenere il fiato. Ora anche Michael guardava Dumbledore e i suoi occhi esprimevano un odio profondo che non avrebbe mai potuto tramutare in parole. Megan aveva ripreso a piangere ma teneva la testa dritta e aspettava.
«Cedric Diggory è stato assassinato da Voldemort.»
«No.» mormorò lui per primo con voce soffocata. Si voltò per un momento a cercare gli altri e vide che Megan sbiancava ancora, spingendosi indietro e sfiorando Susan che aveva gli occhi spalancati. Il calice tra le dita di Michael si incrinò sotto la sua stretta. Walter, al suo fianco, gli afferrò un braccio con mano tremante, quasi che volesse proteggerlo nell'immediato presente e Wayne tornò a guardare il preside mentre il mormorio di terrore e incredulità si diffondeva come un'ondata e poi si estingueva di nuovo in attesa di altre informazioni, grato di sentire almeno il calore del fratello.
«Il Ministero della Magia» riprese Dumbledore, «Non vorrebbe che ve lo dicessi. E' possibile che alcuni dei vostri genitori si scandalizzeranno per ciò che ho fatto: perché non vogliono credere al ritorno di Voldemort, o perché sono convinti che non dovrei dirvelo, giovani come siete.», Wayne pensò ai propri genitori che di sicuro erano della medesima opinione, «È mia convinzione, tuttavia, che la verità sia generalmente preferibile alle menzogne, e che ogni tentativo di fingere che Cedric sia morto in seguito a un incidente, o a un errore da lui commesso, sia un insulto alla sua memoria. C'è qualcun altro che dev'essere ricordato in merito alla morte di Cedric: naturalmente sto parlando di Harry Potter.»
«Giusto.» concordò Stephen a bassa voce. Wayne non dovette voltarsi per vedere Harry Potter, data la sua posizione. Ernie invece sì, e lo fece insieme a decine di altre persone. «Harry Potter è riuscito a sfuggire a Voldemort.», un altro fremito di terrore li colse a quel nome e a quelle parole, «Ha rischiato la vita per riportare il corpo di Cedric a Hogwarts. Ha dimostrato, in tutti i sensi, il coraggio che pochi maghi hanno mostrato nell'affrontare Voldemort, e per questo io gli rendo onore.» lo guardò, dicendo questo, e levò il calice anche per lui.
Tutti loro fecero lo stesso, mormorando un: «A Harry Potter.»
Era vero, aveva riportato il suo corpo e a quanto pare affrontato Tu-Sai-Chi: Wayne lo guardò con una gratitudine che sfiorava l'ammirazione che aveva provato per lui prima ancora di conoscerlo ascoltando i racconti dei suoi genitori sul Bambino Sopravvissuto.
Il preside non aveva concluso: «Lo scopo del Torneo Tremaghi era di approfondire e promuovere l'intesa tra maghi. Alla luce di quanto è accaduto - il ritorno di Voldemort - questi legami sono più importanti che mai. Tutti gli ospiti di questa Sala saranno i benvenuti qui, in qualunque momento, quando vorranno venire. Ripeto ancora una volta a tutti voi: alla luce del ritorno di Voldemort, siamo forti solo se uniti, deboli se divisi. L'abilità di Voldemort nel seminare discordia e inimicizia è molto grande. Possiamo combatterla solo mostrando un legame altrettanto forte di amicizia e fiducia. Le differenze di abitudini e linguaggio non sono nulla se i nostri scopi sono gli stessi e i nostri cuori sono aperti.»
A quelle parole lo sguardo di Wayne cadde involontariamente su Michael. Lo vide muovere un braccio e capì che aveva preso Georgia per mano. Fu in quel momento che pensò che anche per lui non era tutto perduto, qualunque cosa dicesse. Ascoltava ancora le ragionevoli parole del preside e il suo cuore non era ancora chiuso del tutto, nonostante fosse in pezzi.
«È mia convinzione - e non ho mai desiderato tanto di sbagliarmi - che stiamo tutti per affrontare tempi oscuri e difficili. Alcuni di voi in questa Sala hanno già subito terribili sofferenze a opera di Voldemort. Molte delle vostre famiglie sono state distrutte. Una settimana fa, uno studente ci è stato portato via. Ricordatevi di Cedric. Quando e se per voi dovesse venire il momento di scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile, ricordate cos'è accaduto a un ragazzo che era buono, e gentile, e coraggioso, per aver attraversato il cammino di Voldemort. Ricordatevi di Cedric Diggory.» concluse.
Come se fosse possibile per loro dimenticarlo anche solo per un momento.
Wayne notò distrattamente di come Quill si fosse raggomitolato alle sue ultime parole, e vide Marietta abbracciare Cho al loro tavolo, Potter fissare il preside con ancora quell'aria devastata che aveva notato già i giorni precedenti, e poi tornò a guardare il loro tavolo e vide che Megan aveva chinato la testa, che Michael aveva incrociato le braccia, Georgia fissava di nuovo il nulla come Stephen e Sally-Anne stringeva un braccio di Hannah per calmarla. Walter gli lasciò andare il suo e solo Wayne allora si accorse che lo teneva ancora stretto, poi abbassò lo sguardo sul proprio calice.

Fu quando si trovavano sul treno, lui, Megan, Georgia, Michael, Walter e Sally-Anne, che improvvisamente Georgia gli parlò, mentre Megan dormiva. Era appena tornato dal vagone con Stephen e gli altri e dopo essersi seduto lei lo guardò, apparendo di nuovo lucida.
«Posso venire a trovarvi quest'estate?» domandò.
«Certo che puoi venire.» lo anticipò Walter, «E anche voi due.» disse, coinvolgendo Sally-Anne che lo guardò sbalordita.
Michael non disse nulla, continuando a guardare fuori dal finestrino. Aveva di nuovo un accenno di barba. Trascorse qualche minuto di silenzio, poi Megan si agitò nel sonno, artigliando il sedile tra lei e Wayne con una mano.
«Lasciala... no...» mugugnò e disse qualcos'altro che non riuscirono a capire.
«Megan?» la chiamò subito Wayne, scrollandola. Lei sobbalzò, gemendo un: «Mam...» e poi guardandosi attorno. Aveva di nuovo le lacrime agli occhi.
«Incubo.» la informò Sally-Anne con voce gentile.
«Mia madre.» disse invece lei e tutti sobbalzarono, esclusa quest'ultima che non ne sapeva nulla. Michael spostò per un momento lo sguardo su Megan, perché non aveva più parlato con loro da quel giorno.
«Adesso, invece che sognare soltanto le urla, sogno Tu-Sai-Chi che la tortura, anche se non era lui a farlo.» mormorò, passando una mano sugli occhi umidi. «E dopo arriva anche lui
«Tu-Sai-Chi.» ripeté Michael con aria assente, «Significa che ricomincerà tutto da capo? La pazzia per il sangue puro?»
Wayne pensò che si riferisse a sua madre che ora avrebbe avuto campo libero; poi si rese conto che aveva ragione, se davvero era tornato forse ci sarebbe stata un'altra guerra, forse Cedric era stato solo il primo...
«E se accadesse tutto come quindici anni fa? Morti, sparizioni... I figli di babbani perseguitati...» mormorò Walter, impensierito.
«Voi siete purosangue, tutti e quattro.» fece presente Megan, rivolta a Stephen, Quill, Wayne e Walter, «Siete al sicuro.»
«Gli Hopkins non si sono mai schierati ma sono sicuro che se si trovassero davanti a una scelta diventerebbero traditori del loro sangue, quindi mica tanto...»
«E io sono mezzosangue perché i miei nonni materni erano babbani.» intervenne anche Georgia, «Come te.»
Megan li guardò allarmata: «Voi siete al sicuro.» ripeté testardamente, e gli altri capirono.
«Sì, noi siamo al sicuro. Non ci accadrà nulla. Siamo a Hogwarts e...» cominciò Wayne. Poi tacque: anche Cedric era a Hogwarts, eppure non si era salvato.
Il viaggio proseguì in silenzio, nessuno di loro aveva più voglia di parlare.
Quando finalmente arrivarono alla stazione si fermarono con le valigie in mano ad aspettare che arrivassero le loro famiglie. Michael invece fece fluttuare il baule, pronto ad andarsene, e salutò Georgia poggiandole una mano sulla testa e Megan con una debole pacca sulla spalla.
«Michael.» rantolò Walter, attirando la loro attenzione. Fissava un punto preciso tra la folla e Michael fece un passo indietro, incerto.
E poi arrivarono i signori Diggory e persino lui restò a bocca aperta.
«Cosa... Cosa...» cominciò.
«Ciao, Mike. Abbiamo pensato... di venirti a dare un passaggio. Visto che lo abbiamo sempre fatto...» farfugliò il signor Diggory. Wayne non ebbe cuore di guardarli a lungo, non sembravano più neppure loro, profondamente distrutti. L'unica cosa che notò era che la madre di Cedric manteneva un rigido contegno; si chiese quando sarebbe crollata.
«Non pensavo...» mormorò Michael.
«I tuoi genitori non vengono mai.» gli fece notare il signor Diggory severamente, «E ti abbiamo sempre accompagnato. Non ti abbandoneremo ora.»
Sei l'unico legame rimasto con la vita di Cedric a Hogwarts. Era questo il significato di quelle parole. E il loro sguardo diceva 'parlaci di lui'.
«Grazie.» disse Michael, atono.
«Se volessi anche venire da noi... Cedric ci aveva detto che saresti stato con noi dall'inizio delle vacanze...» offrì la signora Diggory. Al nome del figlio tutti loro sobbalzarono.
«Oh, no. Assolutamente no, ma grazie. Però ho alcune cose da consegnarvi, quindi...» salutò con un cenno gli altri e sparì insieme a loro.
«Megan!»
Il padre di Megan, un uomo molto alto e magro, si stava avvicinando. Si fermò, a disagio di fronte alle lacrime della figlia, che sicuramente non sapeva gestire. Non lui, che quasi non le parlava mai.
«Signor Jones...» cominciò Wayne, ma l'uomo lo bloccò con un gesto della mano.
«Dumbledore mi ha scritto ciò che è successo.»
«Bene. Megan... allora...»
Megan lo abbracciò e lui lasciò cadere i bagagli, stringendola a sé.
«Ti scriverò.» le promise, «Ti telefonerò. Verrò a trovarti.»
Lei annuì, liberandolo dalla stretta, poi salutò gli altri nel medesimo modo mentre il padre le prendeva il baule. Prima di andare via con lui si voltò un'ultima volta a guardarli.
«Vi voglio bene.» disse, e poi seguì l'uomo.
Georgia trasalì a quelle parole, facendoli voltare. Aveva gli occhi sgranati e una mano al petto. Il suo viso sciupato si storse in una smorfia mentre cercava di trattenere le lacrime, poi come prevedibile scoppiò, portandosi le mani al viso e crollando in singhiozzi.
«È morto... è morto...» sussurrò, mentre Wayne abbracciava anche lei, impacciato.
«Georgia!» gridò un ragazzo, scostando bruscamente una coppia che lo fulminò con un'occhiataccia, «Georgie...»
Era molto alto, con corti capelli neri e una cicatrice su una tempia; i suoi occhi erano identici a quelli di lei e anche la sua espressione preoccupata era la stessa.
Lo seguiva una bambina con capelli biondi chiarissimi e occhi nocciola come i loro, ma dalla pelle così chiara da farla sembrare un fantasma.
«Robert! Charlotte!» singhiozzò lei, e Wayne la lasciò andare, incontrando lo sguardo spaventato di Sally-Anne, che sembrava un animale braccato.
«Tesoro...» la salutò il fratello, stringendola a sé e baciandola tra i capelli. Anche Charlotte si aggrappò alla sorella, tenendo però gli occhi fissi su di loro: non avevano un bell'aspetto, dopotutto, e la bambina doveva esserne spaventata; «Andiamo a casa.»
Georgia continuò a piangere ma si voltò verso di loro per salutarli e poi chiese a Sally-Anne: «Mi scriverai?»
Sembrava che tutti ora volessero avere più legami possibili, che fossero terrorizzati all'idea di perdersi ancora. Persino Wayne desiderava mantenere i contatti con lei, e non avevano mai parlato.
Sally-Anne doveva essere della stessa idea, perché annuì.
«Signorina, signorina!» pigolò una vocetta acuta. Due elfi domestici erano arrivati sino a lei.
«Ah, siete voi.» disse Sally-Anne con disappunto, e la sua espressione si intristì ancora.
«Il padrone e la padrona sono molto, molto occupati, signorina! Viene a casa con noi, signorina!»
«Signorina non è felice di rivedere Taddy e Milpy?» domandò l'altro elfo, sgranando gli occhioni.
«Che dite! Sono felicissima di vedervi!» si affrettò a dire Sally-Anne, addolcendosi, «Vi spiegherò tutto dopo. Ora prendete i miei bagagli.»
«Certo, signorina!»
«Anche Milpy è felicissima di vedere la padroncina!»
Tuttavia Sally-Anne non sembrava davvero lieta quanto delusa e, quando salutò gli altri, anche imbarazzata.
Wayne e Walter rimasero soli. Videro passare Stephen che si fermò a salutarli in compagnia dei genitori, a disagio, poi salutarono con un cenno anche Ernie, che rispose da lontano. E i minuti continuarono a trascorrere in silenzio.
«Non si vedono ancora.»
«Avranno litigato su quale dei due doveva venire a prenderci e saranno in ritardo.» ipotizzò Wayne.
«Ma se è arrivata una lettera a casa di Megan è arrivata anche a casa nostra.» replicò Walter, «Non è possibile che stiano pensando a litigare in un momento simile.» c'era un accenno di rabbia nella sua voce che stava aumentando di parola in parola.
«Spero sia la mamma.» disse Wayne a bassa voce.
«Sarà arrivata una lettera anche a casa di Sally-Anne?» domandò poi Walter.
«Credo di no o i genitori avrebbero disdetto tutti gli impegni. Dopotutto il preside avrà pensato che lei non era amica come noi di...»
Walter annuì con un cenno secco della testa. «Eccolo.»
«Papà?» domandò Wayne, senza riuscire ad essere davvero scocciato. Andava bene chiunque, purché si muovessero.
«Tutti e due insieme.» rispose Walter, incredulo; non vedeva la madre da un week-end dell'estate scorsa dato che viveva col padre per non pesare troppo sulle sue finanze. Wayne spalancò gli occhi vedendoli correre verso di loro: sua madre lo abbracciò per prima e lui chiuse gli occhi, inspirando il suo profumo, poi lei si precipitò anche da Walter e suo padre, per la prima volta da quando era bambino, lo abbracciò a sua volta, impacciato quanto lo era lui che si ritrasse immediatamente.
«Mi dispiace.» disse soltanto e Wayne annuì. Gli bruciavano di nuovo gli occhi ed era difficile detestarlo come al solito.
«Andiamo a casa, parleremo lì.» disse la madre.
«Vieni anche tu?» domandò Walter, stordito.
«Ci sarò per qualche giorno, abbiamo pensato...» sua madre si morse le labbra, «Beh, voglio esserci anche io.»
Lui andava meno d'accordo con lei, eppure fu il primo a dire: «Giusto.» con voce soffocata, e Wayne annuì, pur non gradendo l'idea che lei dividesse la casa col suo ex marito.
«Prendiamo loro i bagagli.» disse suo padre.
Walter prese posto al suo fianco e poi s'incamminarono. Il fratello gli mise un braccio intorno alle spalle e Wayne sospirò.









E l'avevo detto che la depressione comincia.
Il prossimo è l'epilogo di questa storia, poi comincerò il quinto anno altrove. Appena saprò che introduzione mettere, magari.
*Uno degli elfi di Sally-Anne, se non sbaglio Taddy, è quello del padre, che lo aiuta anche al lavoro e via dicendo. Milpy invece è stata “comprata” per il compleanno di Sally-Anne, perché sono una delle famiglie più ricche e perché Sally-Anne ne aveva desiderato uno dato che Taddy spesso seguiva il padre al lavoro o la madre nei viaggi.
**Tra l'altro, Neville docet, una persona che ha visto i genitori o un genitore torturato a morte ed eventualmente ucciso non ne esce facilmente, i Dissennatori al terzo anno non hanno aiutato nessuno e lo shock adesso al quarto ha finito Megan, quindi sentiremo parlare ancora della fine di Cordelia. Mentre Michael resta il Sirius della nostra generazione, con tutto ciò che non abbiamo potuto vedere in Sirius perché era ad Azkaban.

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Capitolo 13
*** Epilogo. ***


Epilogo.


«Sei sicuro di voler restare qui, tesoro?» domandò sua madre, «Walter non te ne farebbe una colpa, tu e tuo padre litigate di continuo e lui non è una persona molto sensibile... Potresti tornare da me.»
«Non voglio lasciare Walter da solo. Ma ad agosto ti raggiungeremo entrambi.» la rassicurò Wayne.
«Va bene, va bene... Solo... cerca di non sforzarti troppo per gli altri. Sii un po' egoista, ogni tanto.»
«Che consiglio sarebbe?» domandò lui, inarcando le sopracciglia. Sua madre sorrise, passandogli una mano tra i capelli.
«E tagliati i capelli, sono diventati troppo lunghi.»
«Lo farò.»
«Vado a salutare tuo fratello.»
In quel momento bussarono alla porta e Wayne ne approfittò per fuggire. Si sentiva in colpa a lasciare sua madre per andare a vivere con quell'uomo che non sopportava, ma Walter diceva di aver bisogno di stare col padre...
Si ritrovò davanti uno sconosciuto che a giudicare dai vestiti doveva essere molto benestante: era così alto che Wayne dovette sollevare la testa per guardarlo, e la sua espressione era corrucciata.
«Posso esserle utile?» domandò cortesemente.
L'uomo lo fissò con quella che a lui parve una punta di disprezzo, ma poi parlò con una voce insicura che lo stupì: «Tu sei... Wayne? O Walter?»
«Wayne.» rispose lui, senza capire.
«Sono il padre di Michael.» disse l'uomo.
Un brivido freddo gli corse per la schiena.
«Mio figlio è qui?»

Casa di Georgia era una sorta di villetta in un paesino di campagna, lasciata in eredità dai nonni paterni. Walter e Wayne riconobbero la sorellina nella bambina microscopica che si dondolava su un altalena sgangherata del loro cortile, e vi si avvicinarono; un gatto bianco le saltò sulle gambe e soffiò contro di loro, apparendo comunque meno ostile di Charlotte che ora li squadrava.
«Voi siete gli amici di Georgia.»
«Sì. Siamo venuti a parlare con tua sorella.» disse Walter, chinandosi per poter parlare all'altezza del suo viso. Si era dovuto inginocchiare per farlo, dal suo metro e novantacinque.
«È sempre in cantina.» rispose lei con voce annoiata, «Ha distrutto la sua camera e ora dorme lì.»
Walter e Wayne si scambiarono uno sguardo: il primo allarmato e il secondo che fingeva tranquillità.
«Va bene... Tuo fratello è in casa?»
«Sì, ha chiesto le vacanze anche lui. Seguitemi.» disse lei, saltando giù senza alcun riguardo per il gatto. Li guidò alla porta e l'aprì. La vocetta infantile scomparve quando urlò: «ROB! SONO ARRIVATI!»
Il fratello si precipitò alla porta con aria spaventata e poi tirò un sospiro di sollievo.
«Dì, non sai chiamare la gente per nome, tu? Fila via.»
Lei rise e scappò in giardino, col gatto che la seguiva come un'ombra.
«Wayne e Walter Hopkins, giusto? Georgie mi ha sempre parlato di voi... Alla stazione non ho avuto modo di presentarmi, sono Robert Runcorn. Mi aspettavo che veniste, anche se non ho idea di cosa lei vi abbia scritto per lettera.»
«S-sì.» disse Walter, stordito, tanto per dire qualcosa. Wayne gli strinse la mano.
«Georgia è in cantina?»
«Ci si è chiusa dentro, così quando si arrabbia può distruggere ciò che le pare, o così dice. Quando l'ho portata qui ha perso un po' il controllo... Suppongo che a scuola non avesse ancora realizzato davvero. A proposito... mi dispiace.» e lo disse in tono così convincente che Wayne e Walter annuirono.
Wayne si era scagliato contro il padre quando aveva cercato di parlargli, urlandogli che non poteva capire, ma per Robert doveva essere diverso, aveva perso i genitori e chissà, magari anche qualche amico.
«Per caso è passato anche Michael Stebbins?»
«Michael? No, si è fatta viva... Sally-Anne due settimane fa e so che Georgie voleva andare a trovare una certa Megan e Michael, ma loro non sono passati.»
«Megan vive coi parenti babbani, credo avrebbe problemi a venire. E Michael...»
«Michael cosa?» domandò Georgia, arrivando da un corridoio. «Non risponde alle mie lettere.»
«Probabilmente non gli arrivano.» spiegò Walter, avvicinandosi a lei, «È scappato. Non è mai arrivato a casa e i Diggory lo hanno lasciato poco lontano dalla stazione dopo che lui aveva dato loro cose che appartenevano a Cedric; si è smaterializzato il giorno stesso in cui siamo tornati da Hogwarts.»
«No.» mormorò lei, «È pericoloso... Non...» cominciò, spaventata.
«Pensavamo di passare anche da Megan nel caso avesse notizie, vuoi venire anche tu?» domandò Wayne.

Megan si era chiusa in camera sua dall'inizio delle vacanze e non faceva che guardare foto e piangere. Scriveva lettere di tanto in tanto, perché tutti avevano mantenuto la promessa di farsi sentire. Non soltanto Wayne, Walter, Georgia e Stephen ma anche Sally-Anne, Susan, Hannah e persino Ernie e Justin, Rent e Jack. Le erano arrivate due lettere addirittura da Helen e Lance e una da Eleanor del primo anno. E naturalmente Cho Chang e Marietta, e Stan che si era rivelato un buon amico.
Questo faceva risaltare ancora di più l'assenza di Michael, ma lei non se ne curava troppo, aveva già capito che Michael sarebbe stato in un mondo tutto suo. Forse anche per sempre.
Sua nonna l'aveva convinta a darsi una sistemata ai capelli e ai vestiti, ma non c'era verso di farla mangiare in sala da pranzo, piuttosto digiunava. Non sopportava l'idea di giocare all'allegra famiglia quando Cedric non ne avrebbe più avuta una, gli sembrava una mancanza di rispetto.
Quel giorno però le era arrivata una lettera di Wayne con poche parole: “verremo a casa tua alle quattro” e si era costretta a pulire la stanza e a mangiare un po' più del solito per scacciare i capogiri.
I ragazzi non si fecero attendere, e con loro vi era anche Sally-Anne. Sembravano tutti preoccupati e pallidi come l'ultimo giorno, ma anche in qualche modo migliorati.
Si chiese se anche lei sembrasse più in salute, dato che non aveva il coraggio di guardarsi allo specchio.
Si sedette sui gradini davanti alla porta di casa e loro la raggiunsero, prendendo posto accanto a lei senza una parola.
«Hai spuntato i capelli.» osservò Sally-Anne dopo un po'.
«Erano rovinati.»
«Ti stanno bene.»
«Non mettetevi a parlare anche di scarpe ora.» le canzonò Walter, cercando di darsi un tono normale.
«Stupido maschio.» commentò Sally-Anne.
Megan scosse la testa, insicura: come doveva comportarsi? Era sbagliato cercare di stare bene?
«Megan, ora non allarmarti...» cominciò Georgia, che la vedeva terribilmente fragile. Tutti loro si erano chiesti, durante il viaggio a piedi dal luogo in cui si erano materializzati, se Megan non fosse impazzita.
Lei la guardò con orrore.
«Non è successo nulla!» si affrettò a continuare Georgia, «Volevo solo sapere se hai avuto notizie di Michael.»
«No. Perché?»
Le spiegarono la situazione.
«E suo padre è venuto a casa mia per sapere se si era nascosto da noi. Pensava fosse dai Diggory ma dato che di solito il signor Diggory scrive una lettera per fargli sapere che il figlio è sano e salvo da loro, e questa volta non l'ha fatto, gli ha scritto lui, ovviamente all'insaputa della moglie. Quando gli è arrivata la risposta si è spaventato, lui non ha ricevuto alcuna lettera dal preside, sicuramente la moglie l'ha gettata via, ed è venuto a cercarlo, sempre di nascosto. Sembra spaventato dalla cara mogliettina più che da ogni altra cosa al mondo.» finì di raccontare Wayne, il tono ironico ma l'espressione amara, non chiamandola mai per nome o “madre di Michael”.
«Quindi è disperso. Si è smaterializzato e potrebbe essere ovunque.» concluse Georgia, affranta.
Megan alzò lo sguardo al cielo terso, con i lunghi capelli che le volteggiavano intorno al viso, spinti dal vento leggero.
«Volevano viaggiare dopo la scuola, volevano visitare il mondo.» mormorò.
Wayne chiuse gli occhi per un momento: «Che stupido... La Spagna. Cedric lo voleva portare in Spagna perché Michael aveva sempre desiderato andarci...»
«In Spagna da solo? E come si manterrà? Che farà? Tornerà ad Hogwarts?» chiese Georgia, spaventata.
«Non so nulla, tranne il fatto che secondo me tornerà a Hogwarts per voi due. Per prendersi cura di voi come Cedric vorrebbe.»
«Smettila di nominarlo.» gemette Megan, «Come fai a farlo così tranquillamente? Io a malapena riesco a pensarlo.»
«Penso a ciò che vorrebbe lui, suppongo.» mormorò Wayne, «Penso che dovremmo farlo tutti.»
Megan chinò il capo, con le lacrime che le scorrevano per le guance.
«Tu come mai se qui?» domandò all'improvviso Georgia, rivolta a Sally-Anne.
«Walter mi ha scritto di Michael per sapere se l'avevo visto e mi ha detto che sareste venuti qui. Ho pensato di unirmi a voi per rivedere qualcuno, a casa ci sono solo elfi...»
«Ma i tuoi genitori dove sono?» domandò piano Walter.
«Al lavoro, ovviamente.» rispose lei infastidita, «Dove vuoi che siano? È giusto che lavorino per mantenermi, i soldi non compaiono con la magia!»
«Calma, non ho detto nulla, ho solo chiesto dov'erano!» ribatté Walter, innervosendosi.
«Cedric.» disse all'improvviso Megan, «Non vorrebbe che litigassimo.»
E guardò Wayne, che la fissava con sorpresa. Poi accennò un breve sorriso prima di scoppiare di nuovo in lacrime e Georgia l'abbracciò.
«E se fosse invece andato a fare qualche sciocchezza per vendetta? Non so dove o come, ma conoscendo Michael lui le cose se le chiede dopo...» azzardò, inquieta.
«Lo scopriremo solo il primo settembre, temo.» mormorò Walter, con un'occhiata a Sally-Anne che era ancora rigida nella sua posizione.
«Non ci resta che sperare bene.» sospirò Wayne, «E come ha suggerito il preside restare uniti come possiamo.»

Si pulì le nocche sporche di sangue contro la maglietta, mentre alle sue spalle il barista gli urlava di lasciare immediatamente il locale e il ragazzo che aveva colpito veniva soccorso dagli amici.
Si infilò gli occhiali da sole una volta fuori, nonostante fosse già passato il tramonto, e tirò il cappuccio nero sulla testa. Si accese una sigaretta e infilò le mani nelle tasche della felpa. Lì faceva freddo appena il sole si nascondeva, ovunque fosse lì. A furia di prendere mezzi babbani si era perso, proprio come voleva.
Alla fine di una lunga camminata trovò il parco che cercava: si infilò tra gli alberi e si arrampicò in quello più alto, sedendosi a cavalcioni su un ramo che gli sembrava abbastanza stabile da sostenerlo per la notte.
Cercò come al solito la bacchetta nella sua borsa per assicurarsi che ci fosse e poi chiuse tutto e poggiò la testa contro il tronco. Aveva tirato fuori solo la bottiglia di birra che aveva preso a quel babbano idiota prima di rompergli il naso e ne bevve un sorso.
«Alla tua salute, Ced.» brindò, sarcastico, «E buonanotte.»















E a breve comincerà il quinto anno, che la gente torni o meno. Sapete, questa è l'unica cosa consolante di scrivere di gente sconosciuta, a differenza di 70's students: nessuno sa chi sopravviverà al 1998, chi tornerà, che accadrà. Quindi posso essere cattiva.
Megan può essere definita depressa, ora, sì, perché immagino sappiate già che non ha finito così, e Michael... vedrete. Così come vedrete per tutti.

Grazie per aver seguito questo primo capitolo della serie, grazie soprattutto a chi ha recensito e a chi recensirà!

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