Cedric's friends and the Goblet of Fire. di eleanor89 (/viewuser.php?uid=19481)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo e Campione di Hogwarts. ***
Capitolo 2: *** Giornali e chiacchiere. ***
Capitolo 3: *** La prima prova. ***
Capitolo 4: *** Un giorno di novità. ***
Capitolo 5: *** Il Ballo del Ceppo. ***
Capitolo 6: *** Capodanno. ***
Capitolo 7: *** Previsioni, duelli, questioni di sangue e gelosia. ***
Capitolo 8: *** Foto e Seconda Prova. ***
Capitolo 9: *** Giornali e Lettere. ***
Capitolo 10: *** Un mese non proprio tranquillo. ***
Capitolo 11: *** La terza prova. ***
Capitolo 12: *** La fine di tutto. ***
Capitolo 13: *** Epilogo. ***
Capitolo 1 *** Prologo e Campione di Hogwarts. ***
Note:
la protagonista non è Megan Jones, lo sono un po' tutti, per
il
prologo ho scelto il suo punto di vista perché è
quella meno
diplomatica. No, non è la tipa che fa la dura, è
semplicemente un
tantinello brusca, o per meglio dire incredibilmente sincera e incapace di relazionarsi decentemente con gli altri essere umani.
L'anno
del torneo Tremaghi e dell'Ordine della Fenice è
già stato scritto,
perciò potrò pubblicare molto spesso.
Molti
nomi sono presi dalle note rese pubbliche dalla Rowling di personaggi
che non ha mai nominato, ho seguito le indicazioni del Lexicon,
escluse alcune licenze come il fatto che Megan Jones nella mia
fanfiction sia Scozzese.
Stebbins
e Fawcett sono comparsi anche nei libri della saga come
“quelli che
erano in atteggiamenti intimi e Snape li ha puniti”.
Chiunque
legga 70s students sappia che qui ci sono figli di persone che gli
saranno molto familiari!
Metterò
uno specchietto coi personaggi più avanti se pensate che
possa
servire.
Prologo
Dividere
la camera con le sue compagne non era affatto facile, e non tanto per
la povera Susan che non seccava mai nessuno e si faceva i santissimi
fatti suoi, quanto per quella piaga di Sally-Anne che pretendeva il
massimo silenzio e soprattutto che nessuno entrasse nel suo spazio
vitale che aveva un raggio di circa cinque metri, spaventata forse
dall'essere contagiata dalla vitalità delle altre persone
presenti.
La principessina bionda ci teneva a far valere la propria
superiorità
anche quando era nascosta dalle mura della loro camera e non mancava di
guardarla con disprezzo quando tentava di raccontare ad Hannah le
ultime imprese delle Holyhead Arpies, visto che lei in quanto quasi estranea al gioco era alquanto influenzabile e bisognava tenerla in salvo
delle stupide idee dei suoi amichetti Ernie e Justin con le loro
squadre per pezzenti. Con Georgia non parlava molto, erano entrambe
troppo poco diplomatiche, o come diceva Wayne lei era incivile e Georgia non amava farsi sottomettere, per non
scontrarsi su ogni argomento, perciò quella passava il suo
tempo con
Michael e non si parlavano; così finivano i suoi rapporti
con le
compagne di stanza.
In
effetti, si poteva dire che Megan non avesse rapporti particolari con
loro, e fin troppo spesso si ritrovava a chiacchierare con Mirtilla
Malcontenta che condivideva con lei l'odio per Sally-Anne e una
sconfinata ammirazione per Cedric, due anni avanti al loro e uno dei
suoi pochi amici.
Non
che fosse possibile non andare d'accordo con Cedric: quel ragazzo,
oltre ad essere particolarmente bello, era gentile, leale,
simpatico, giusto: l'incarnazione dello spirito Hufflepuff.
Lei
lo aveva conosciuto grazie a Wayne, fratello di un compagno di stanza
di Cedric, un anno più grande di lei. Wayne tra l'altro le era particolarmente insopportabile, ma non
si poteva avere tutto dalla vita.
O
evidentemente lei non poteva avere tutto dalla vita.
Trascorreva
le sue giornate con Cedric, Michael, Walter, Wayne, Georgia, Quill e
Stephen, e andava d'accordo solo col primo, parlava alle volte col
secondo per insultarlo, e col terzo, sano di mente, e litigava col
quarto mentre raramente scambiava parole con gli ultimi tre.
I
suoi voti erano nella media, non era una secchiona come Hannah,
Stephen e quello spocchioso di Ernie ma neppure pessima come Quill e
gli altri amici di Cedric; non era né invisibile
né popolare,
insomma, nella sua vita non c'era nulla di eccitante se non il
Quidditch, visto che sua cugina Gwenog era il capo delle Holyhead
Arpies di cui era una sfegatata tifosa e lei era la battitrice di
Hufflepuff. A meno che non fosse considerato popolare il fatto che
tutti sapessero il suo nome e la guardassero con sospetto solo
perchè
non era un esempio di calma.
A
volte si trovava a desiderare di vivere una vita pazza come quella di
Harry Potter, che si diceva avesse già compiuto grandi gesta
di cui
probabilmente metà erano inventate ma che perlomeno aveva
amici
inseparabili e nemici giurati.
Se
avesse già avuto diciassette anni sarebbe stato lui il
campione di
Hogwarts quell'anno, poco ma sicuro.
Intanto
lei tifava perché fosse scelto Cedric e sperava che
quell'anno fosse
un po' più emozionante del solito.
Più
tardi avrebbe pianto amare lacrime al solo ricordo, in quel momento
si preparava per andare a vedere chi sarebbe stato scelto come
Campione.
Campione
di Hogwarts.
«Il
campione di Hogwarts è Cedric Diggory!»
scandì Dumbledore e Megan
Jones scattò in piedi, applaudendo con più forza
del necessario.
Wayne Hopkins batté le mani alzandosi con immancabile calma
e poi
sollevò un calice verso Cedric Diggory, che gli fece
l'occhiolino
mentre raggiungeva gli altri campioni. Tutti gli Hufflepuff si erano
alzati e festeggiavano.
«Finalmente
anche uno dei nostri si fa notare...» commentò
Ernie Macmillan con
aria estasiata, e Sally-Anne Perks annuì solennemente.
«Senza
contare che è pure un ottimo esempio di bel
ragazzo!» esclamò
Susan divertita, scoppiando a ridere. Stephen Cornfoot
sospirò
rumorosamente e batté le mani con meno entusiasmo, mentre
gli amici
di Cedric ridevano o alzavano gli occhi al cielo.
«E
ti pareva...» commentò Walter, dando poi una
gomitata al fratello
che si era già seduto di nuovo per sorseggiare il succo di
zucca,
«Wayne! Non puoi mostrarti un po' più
felice?»
«Cedric
sa che ha tutto il mio sostegno.» ribatté lui
flemmatico.
Megan
lo fulminò con lo sguardo, continuando ad applaudire e commentando: «Sei
sempre la solita nonna.»
L'unica
risposta di Wayne fu un inarcarsi di sopracciglia.
«Credo
che il preside stia cercando di parlare.»
ridacchiò Justin
Finch-Fletchley, e Hannah Abbott, come sempre alla sua sinistra, si
sporse per vedere meglio.
Rent
Summers e Jack Summerby fischiarono e il povero Quill Rivers accanto
a loro si coprì le orecchie. Alla fine il preside
riuscì a
riportare la calma.
«Bene,
ora abbiamo i nostri tre campioni. Sono certo di poter contare su
tutti voi, compresi gli studenti di Beauxbatons e Durmstrang,
perché
diate ai vostri campioni tutto il sostegno che potete.
Acclamando
il vostro campione, contribuirete in modo molto...»
Dumbledore si
interruppe e tutti seguirono il suo sguardo.
«Guardate
il calice!» sussurrò Michael Stebbins,
sovreccitato migliore amico
di Cedric.
«È
rosso... Un'altra pergamena!» squittì Quill.
Megan
assottigliò lo sguardo mentre il preside ne leggeva
silenziosamente
il nome. Lei e tutta la Sala
Grande lo fissavano in attesa.
«Harry
Potter.»
Megan
spalancò la bocca, inorridita, e si voltò a
cercarlo con lo
sguardo. Il mitico ragazzo sopravvissuto che aveva salvato molti di loro
genitori nati-babbani con la sola esistenza era lì, in tutto
il suo
splendore di capelli arruffati e occhiali da quattro soldi,
impietrito come se non sapesse cosa fare. L'imprecazione le
sgorgò
di bocca da sola, quando notò che persino Wayne si era
voltato a
guardarlo con gli occhi spalancati.
«Non
è possibile! Ha imbrogliato, ha la nostra
età!» protestò Ernie
schifato.
«Maledetto,
perché sempre a lui la gloria?» ringhiò
anche lei, furibonda, «È
Cedric il campione!»
«Come
osa!» cominciò Sally-Anne, per la prima volta
d'accordo con lei su
qualcosa. Intanto il preside lo chiamava perché raggiungesse
gli
altri.
«No,
non ci fa niente con loro! È un imbroglione!»
gridò Michael, rosso
in faccia.
«Perché
sempre lui?» ripeté Justin che sembrava folgorato.
Harry
Potter cominciò a sfilare tra un tavolo e l'altro dopo
essere quasi
inciampato nella sua stessa veste.
«Poveraccio.»
fu l'unico commento di Wayne, che era tornato a bere. Susan Bones
sembrava in qualche modo dispiaciuta, forse perché spesso le
capitava di farsi male. Megan sentì un istintivo moto di
simpatia
per Georgia che lo fissava come se volesse alzarsi e scorticarlo
vivo, sentimento da lei condiviso.
Alla
fine Harry Potter sparì e tutti cominciarono a vociferare
ancora più
forte, contro i Gryffindor sempre in mezzo alle pluffe, contro il
calice, contro Potter, contro tutta la scuola perché
Hufflepuff era
sempre la casa più sfigata e contro i professori
perché non
facevano nulla.
Megan
si voltò di nuovo verso il tavolo Gryffindor, che si stava
riprendendo. A giudicare dalle loro occhiate non erano a conoscenza
della truffa di Potter, e i suoi due amici parlottavano tra loro, il tizio Weasley sembrava contrariato, la Granger parlava senza prendere fiato.
«Gli
studenti possono tornare alle loro sale comuni, i campioni vi
raggiungeranno a breve.» li congedò la
professoressa McGonagall,
che non prestava orecchio ai richiami irati degli Hufflepuff.
«Si
può essere più parziali?»
borbottò Georgia.
«Gryffindor.»
rispose semplicemente Sally-Anne, passando una mano tra i lunghi
capelli biondi e attirando le occhiate ammirate dei ragazzi come al
solito. Megan sospirò, alzandosi.
«Torniamo
in sala comune e aspettiamo Cedric, mi sembra il caso di festeggiarlo
come si deve.» propose.
«Giuro
che quest'anno mi alleo con Malfoy.» ringhiò
Ernie, alzandosi
bruscamente.
«Su,
su...» lo rabbonì Justin, poco convinto.
«Che
cavolo... Non parliamo di Potter, pensiamo a Cedric!»
esclamò
Hannah, ostentando un'allegria che andò in fumo quando
Neville
Longbottom le finì quasi addosso. «Attento a dove
metti i piedi!»
abbaiò, evidentemente toccata quanto loro. Megan rise
apertamente,
cercando di ignorare lo sguardo ironico di Wayne.
Longbottom
farfugliò le sue scuse, rosso in viso, e sparì
con gli altri
Gryffindor.
Alla
fine si fermarono tutti in sala comune, alcuni si sedettero davanti
alle scale che portavano al dormitorio, altri sopra i tavolini
squadrati, alcuni fortunati sulle poltrone; poco dopo li raggiunse
Cedric, accolto da un boato pazzesco. Comparvero dopo qualche
passamano burrobirre e noccioline e Megan si concesse di abbracciare
Cedric insieme agli altri.
«Sei
arrossita.» constatò Wayne, orribilmente divertito.
«Fatti
i cazzi tuoi.» sbottò lei irritata.
«Sempre
una lady.»
Piano
piano la sala comune si svuotò e alla fine rimasero i
soliti: lei,
Wayne, Stephen, Georgia, Quill, Michael e ovviamente Cedric. Walter
si era addormentato su una poltrona, come al solito.
«Che
ha detto Potter, ci hai parlato?» domandò Michael,
appiattendosi i
capelli contro la testa.
Cedric
fece spallucce.
«Dice
che non ha messo lui il nome, ma è impossibile... Credo.»
«Quell'imbecille
fa le cose e poi...» cominciò Megan.
«Deve
stare attento, credo che Ernie lo assassinerà a
Erbologia.»
commentò Wayne, appellando una Burrobirra e armeggiando poi
con la
bacchetta.
«Che
fai?» domandò Georgia, piegandosi verso di lui.
«Lo
trasfiguro in succo di zucca.»
«Tu
hai seri problemi col succo di zucca, Wayne.»
osservò Cedric,
sorridendo divertito. Stephen si poggiò una mano sulla
fronte con
aria esasperata.
«La
sua camera sa di succo di zucca, ti rendi conto? E perché
Walter
collassa sempre in giro?»
«Lo
trascino via io...» annunciò Wayne con un sospiro.
«Quest'anno
i G.U.F.O., eh, Wayne? Che orrore...» commentò Georgia e
Quill annuì, già
pallido.
«Non
ci posso pensare, so già che avrò una crisi di
nervi al giorno!»
«Ti
conosciamo, Quill, tu morirai direttamente.» lo
rassicurò Stephen a
suo modo.
«Grazie,
Step.» disse Wayne, sospirando e svegliando il fratello,
«Fila a
dormire in camera tua.»
«Sono
io il maggiore...» gli rammentò stancamente
Walter, sbadigliando,
«Beato te, Ced, che salti gli esami...»
«Però
mi sento stanco anch'io, quindi...»
«Buonanotte,
Cedric. Walter...» salutò Megan, ignorando Wayne.
«Ti
amiamo, Ced. Anche se non quanto la Chang.» salutò
Georgia e Cedric
arrossì.
Subito
l'attenzione di tutti fu di nuovo completamente rivolta a Diggory.
«Cho
Chang? Ravenclaw?» domandò Stephen, incuriosito,
«Perché non lo sapevo?»
«Perché
sappiamo tutti che non sei davvero interessato alle storie d'amore altrui... Ma non stiamo assieme, ci vediamo ogni
tanto...» mormorò lui imbarazzato.
«Sì,
come no!» risero gli altri, compresa Megan che si era
rassegnata ad
ammirarlo come aveva sempre fatto senza alcuna pretesa.
«Hai persino detto "storia d'amore", e la vedi dall'anno scorso!» sghignazzò Michael.
«Vado
anche io. Cedric, di a Rent che mi manca la sua barba.» disse
Georgia, riferendosi alla maestosa barba bianca spuntatagli quando
aveva tentato di mettere il proprio nome nel calice. Soltanto Michael
non rise, ricordando lo stesso episodio con protagonista la sua
fidanzata.
Alla
fine tutti si salutarono e Megan si attardò sulla propria
poltrona,
rimasta sola. Non che fosse una tipa malinconica, tutt'altro, ma
quella sera con tutti che festeggiavano e lei che si ritrovava a non
sapere con chi parlare si era immusonita. Era l'unica a non
interagire coi membri di quello strano gruppo che si era venuto a
creare, esclusi Cedric e ovviamente Wayne.
«Megan?»
chiamò Georgia, che era tornata di sotto.
«Sì?»
domandò stupita, affacciandosi dallo schienale della
poltrona.
«Non
vieni a letto?»
Megan
fu tentata di chiederle cosa mai gliene importasse, ma dopo i
pensieri poco felici appena fatti si limitò ad annuire e
alzarsi
stancamente. Georgia per qualche motivo a lei incomprensibile la
aspettò davanti alla porta circolare e lei ne
incontrò gli occhi
scuri.
«Qualcosa
non va?» le chiese, sospettosa.
«No.
Solo che Sally stava blaterando qualcosa sul fatto che domani ha un
appuntamento e sono fuggita.» spiegò Georgia.
«Oh
no!» gemette lei, perché sarebbe stata ancora
più insopportabile
del solito.
«Quell'anima
pia di Susy le sta anche dando retta ma credo che Hannah
chiederà
asilo a Ernie entro qualche minuto.» sospirò
l'altra,
demoralizzata.
«Non
è una cattiva idea, noi potremmo chiederlo a Cedric, lui
è
abbastanza disponibile da darci persino il letto.»
«È
proprio un bravo ragazzo... Chissà cosa dovrà
affrontare al
torneo...»
«Speriamo
non sia pericoloso come dicono...»
«Già.»
Quando
entrarono nella loro stanza trovarono Sally-Anne che confabulava con
Susan a bassa voce, mentre Hannah dormiva già. Evidentemente
quest'ultima l'aveva minacciata di morte per essere riuscita a farle
abbassare la voce.
«Miracolo...
Buonanotte.»
«Buonanotte.»
Solo
al sicuro nelle proprie coperte Megan si rese conto di aver appena
avuto la prima conversazione, in quattro anni, con Georgia.
La
mattina dopo quando scese a colazione si ritrovò come sempre
affiancata da Wayne, che la salutò distrattamente. Poco dopo
il suo
mantello fu tirato con un leggerissimo strattone da Quill, che
usufruiva della sua aura di pericolosità per poter superare
indenne
il cammino che lo avrebbe portato in Sala Grande, dato che l'altra
sua fonte di sicurezza, Stephen, era ancora a letto.
«Buongiorno
anche a te, Rivers. Credi di poter camminare senza che io ti tenga la
mano?»
Quill
arrossì e la lasciò andare.
«Salve,
signori e signore! Non è una splendida giornata
oggi?» li accolse
Michael, già seduto a tavola.
«Stebbins,
hai già fumato di prima mattina?»
borbottò lei.
«In
effetti hai gli occhi stranamente lucidi.» osservò
Wayne, coprendo
una sbadiglio con una mano.
«È
l'amore.» ghignò Michael.
«Per
le sigarette?» domandarono in coro Megan e Wayne.
«Adesso
parlate anche in polifonia?» domandò Justin
allegramente,
servendosi del bacon.
«Poli-che?»
domandò Wayne interessato, e Megan si estraniò.
Viveva coi nonni
babbani perché suo padre era sempre via per lavoro e a casa
loro vi
erano sia manufatti del mondo magico, appartenenti a lui, che
del mondo babbano, appartenenti a loro, quindi non aveva bisogno di
spiegazioni.
Si
voltò verso il tavolo Gryffindor e notò che
l'amico di Potter coi
capelli rossi, quel Roy o qualcosa del genere, mangiava da solo. Gli
altri sembravano tutti immensamente felici invece, sicuramente si
erano ripresi dallo sconcerto e avevano festeggiato l'imbecille
quattrocchi, ma Megan aveva l'impressione che al rosso fosse andato
tutto quanto di traverso.
«Che
fissi?» domandò Stephen, interessato.
«La
disfatta del Trio, forse.»
«Credo
tu abbia ragione, Malfoy sta brindando e credo sia alla faccia di
Weasley.» concordò Ernie, prendendo posto accanto
a Justin insieme
ad Hannah.
«Weasley...
Com'è che si chiama?» domandò Megan.
«Ron.»
«Mi
stupisco che tu non abbia “E” in tutte le materie
con le tue
capacità mnemoniche...» borbottò Wayne
e soltanto lei lo sentì e
rispose con un calcio sotto il tavolo.
Cedric
entrò in Sala Grande e tutti applaudirono di nuovo, ridendo
della
sua espressione sconcertata. Lui fece finta di tornare indietro per
abbandonarli al loro destino ma Jack e Rent furono più
veloci e lo
presero per un braccio a testa, dirigendolo verso il loro tavolo.
«Cedric,
ti amiamo!» strillò Michael in farsetto e Susan e
Hannah furono sul
punto di seppellirsi sotto il tavolo. Wayne notò per un
istante Cho
Chang che lo fissava dal tavolo Ravenclaw quasi vuoto e
tornò alla
propria colazione. Megan sollevò due dita in segno di
vittoria.
«Sei
disconosciuto come migliore amico, sei una persona orribile.»
disse
Cedric, prendendo posto accanto a Michael, «Non ti conosco
più,
Stebbins.»
«Non
vorrai spezzarmi il cuore?»
«Sto
per andare a dirlo alla tua ragazza.»
Il
gufo di Megan le atterrò davanti, con una pergamena
arrotolata
legata alla zampa. La slegò e cominciò a leggere.
Erano
i soliti saluti e raccomandazioni da parte dei suoi nonni, nessuna
novità. Intanto delle ragazze del sesto anno si erano
accalcate
intorno a Cedric e sembravano intenzionate a chiedergli un autografo.
«Sono
pazze...» mormorò Georgia.
«Abbastanza,
sì.» concordò Megan, e Wayne la
guardò per un momento, stupito
dal sentirle parlare come se fosse normale. Megan lo sfidò a
dire
qualcosa con lo sguardo, ma lui tornò al succo di zucca.
Passarono
i giorni e un lunedì dopo pranzo Ernie si
presentò da loro con
delle spille.
«Malfoy.»
disse, mostrandole con un gran sorriso. Comparve la scritta
“TIFATE
PER CEDRIC DIGGORY – IL VERO CAMPIONE DI HOGWARTS”,
e subito dopo
“POTTER FA SCHIFO!”
Com'era
prevedibile tutti scoppiarono a ridere e si tuffarono per prenderne
una.
«Di
classe.» commentò Justin, «Non
metterò mai qualcosa di verde
addosso, scordatelo.»
Hannah
se l'era appena appuntata al petto quando Megan e Wayne notarono che
Cedric sembrava a disagio.
«Dai,
ragazzi... Non ce n'è bisogno...» tentò
di dire, ma la sua voce
sparì nel ruggito che era la risata di Rent.
«Io
non ho niente contro Potter, non la metterò.»
sussurrò Wayne e lei
lo guardò sorpresa.
«Come
no? Ha imbrogliato!»
«E
a me non interessa.» replicò semplicemente lui.
«Dimenticavo
che parlo con te... No, grazie.» disse a Jack che le porgeva
una
spilla.
«E
tu com'è che non la metti?»
«Non
credo che Cedric sarebbe molto d'accordo.»
«In
effetti credo volesse dire proprio questo prima che Jack e Rent lo
assalissero.» concordò Stephen sedendosi accanto a
lei.
Georgia
si voltò per parlare con uno di loro tre e assunse un'aria
perplessa.
«Accidenti,
sembrate fratelli!» esclamò sorpresa e anche
Hannah li squadrò
stupita come se li vedesse perla prima volta.
«Non
avevo mai notato che anche gli occhi di Megan sono grigi... Dovresti
tagliare la frangia!»
«Ehm,
sì. Okay.» mormorò inquieta, sentendo
fin troppi sguardi su di sé,
«Ora se volete scusarmi ho da fare.» disse
bruscamente, e fuggì
dalla sala comune.
Evidentemente
Georgia non l'aveva mai guardata bene in faccia se si accorgeva solo
in quel momento che aveva in comune con Wayne e Stephen la
carnagione chiarissima, i capelli neri, gli occhi grigi, gli zigomi
alti e il naso dritto tipici della loro etnia ormai scomparsa,
sebbene lei vivesse in Scozia e avesse un accento fortissimo. Lei era
informata di questo soltanto perché la sua famiglia era
particolarmente attenta alla tradizione, ma pensava che gli altri
avessero notato almeno quelle somiglianze così basilari.
Evidentemente
non le prestavano molta attenzione.
O
magari era brutta e la gente non la guardava in faccia per questo.
Si
rifugiò nel bagno di Mirtilla e la trovò che si
lamentava tra sé e
sé.
«Ehi,
Mirtilla!»
«Ciao,
Megan! Hai portato Cedric?»
«Er...
no.»
Si
sedette per terra e il fantasma le giunse accanto.
«Cosa
c'è, sei triste?»
«No,
sono solo un po' stordita... Oggi hai visto qualcuno di interessante
nei bagni?»
Mirtilla
si fece pensierosa: «Oh, c'erano due Ravenclaw che
spettegolavano ma
non mi sono avvicinata perché somigliavano tanto alle
ragazze che mi
prendevano in giro...»
«Che
oche.» commentò sprezzante, «Se dovessi
trovarne qui le scaccerei
subito. Peccato che tu non possa venire a chiamarmi. Insomma,
possibile che debbano sempre farsi gli affari altrui? Non hanno una
vita loro?»
Le
faceva una rabbia terribile, visto e considerato che alle elementari
era lei la "vittima" delle prese in giro dei babbani dato che suo padre
l'aveva iscritta dopo il trasferimento perché si facesse
nuovi
amici, per quanto vittima si potesse considerare una bambina che non aveva alcun interesse nel farsi gli amici e picchiava chiunque la infastidisse. Comunque, se fosse stata interassata, le avrebbero spezzato il cuore o qualcosa del genere. Ora il solo pensiero delle ragazzine snob le faceva ribollire
il sangue; motivo per cui detestava Sally-Anne.
«Tu
sì che mi capisci...» commentò
Mirtilla, tirando su col naso, «Ci
sarà sempre un posto per te qui, se morirai
giovane.»
Megan
sfiorò discretamente il quadrifoglio che portava come
pendente su un
bracciale e ringraziò a denti stretti.
«Ora
che ci penso ho lezione tra qualche minuto, ero passata solo a
salutarti... Forse torno dopo, se riesco a liberarmi degli
altri.»
disse, e Mirtilla si imbronciò.
«Cerca
di farcela.»
«Tranquilla...»
Erano
alla lezione di Trasfigurazione coi Ravenclaw quando un moccioso
Gryffindor bussò alla porta.
«Professoressa
McGonagall, Cedric Diggory dovrebbe uscire. Vogliono scattare le foto
ai campioni...»
«Diggory?»
chiamò la donna, e Cedric si alzò velocemente.
«Devi
prendere anche le tue cose!» squittì il ragazzino
e Michael lo
aiutò a raccoglierle in fretta, sussurrando un: «E
ricorda che
Potter puzza, non fare le foto vicino a lui.»
Cedric
sorrise per un momento e poi salutò educatamente la
professoressa e
il resto della classe.
L'ora
trascorse velocemente e quando uscirono per i corridoi già
si
chiacchierava di uno scontro prima dell'ora di Pozioni tra Malfoy e
la Granger.
«Dicono
che le abbia deformato la faccia!» raccontò
un'esagitata ragazzina
del primo anno.
«E
che anche Crabbe e Goyle siano finiti in infermeria!»
«E
che c'era pus dappertutto!»
«Che
schifo! Ma è vero che Snape ha tolto cento punti a
Gryffindor?»
«Non
me ne stupirei...»
«Hanno
detto che la Granger ha affatturato la Parkirson!»
Michael
raggiunse velocemente Megan e Georgia che uscivano assieme dall'aula
di Incantesimi.
«Voi
ci credete?»
«Metà
sono invenzioni.» intervenne Wayne alle sue spalle e Michael
saltò
per lo spavento.
«E
tu da dove diavolo sbuchi?»
«Non
avevo ancora lezione, noi del quinto cominciamo ora. Comunque ho
incontrato Finnegan di ritorno da Pozioni e pare che alla Granger
siano cresciuti i denti per colpa di una fattura e che a Goyle sia
partito il naso. I Gryffindor hanno perso cinquanta punti a testa
perché Snape ha fatto... il
solito Snape
e Weasley e Potter gli hanno urlato contro di tutto.» li
informò
velocemente, «Ora se vi togliete da mezzo al corridoio posso
andare
a seguire Trasfigurazione anche io.» e detto questo
sparì.
«L'uomo
dalle mille risorse...» mormorò Michael.
«Ma
dov'è Cedric?» chiese Megan.
«A
fare delle foto, sembra.»
«Sta
a vedere che lo troveremo nella Gazzetta del Profeta!»
esclamò
Georgia entusiasta.
«Che
lezione abbiamo ora?» domandò Susan, unendosi a
loro.
«Io
ora buca, che ne dite di farci un giro fuori?» propose
Michael, per
poi individuare una chioma familiare tra i Ravenclaw,
«Sandy!» e
così corse via anche lui.
«Quando
vede la Fawcett... Però fuori c'è troppo freddo
ormai, andiamocene
in sala comune!»
Georgia
ci pensò un momento, poi guardò Megan.
«E
tu che fai?»
«Ho
da fare.» rispose lei, cercando di mantenere un tono civile,
«Magari
vi raggiungo.»
«D'accordo...
Andiamo a chiamare Hannah.» disse rivolta a Susan.
«E
Sally.»
«Sì,
certo...» e la voce di Georgia non poté suonare
meno convinta.
Megan
ridacchiò tra sé e sé e
tornò al bagno di Mirtilla.
Era
quasi ora di cena quando si scontrò con Walter, che era alla
ricerca
di Cedric.
«Ehi!
Dove corri?»
«A
cena. Cedric invece non si vede ancora?»
«Credo
di averlo mancato. Scendiamo assieme?» le chiese, passando
una mano
tra i capelli castani e ricordandole Michael. Sembrava particolarmente
sulle spine.
«Perché
no...»
Proseguirono
in silenzio per qualche secondo, poi Megan all'improvviso chiese:
«Come va con tua madre?»
Walter
la guardò sbalordito.
«Cosa?»
«Come
va con tua madre?» ripeté lei, «Non
avevate litigato prima che tu
tornassi a scuola?»
«E
tu come lo sai?» domandò lui ancora più
sconcertato.
«L'hai
detto a pranzo... un mese o due fa. Non è vero che non ho
memoria,
sono le stronzate di tuo fratello, è solo che non ricordo
bene i
nomi perché non mi interessano.»
«E
invece di me... Voglio dire, di mia madre e me ti interessa?»
si
corresse velocemente, e lei rispose con un'alzata di spalle,
«Beh,
ecco... Meglio. Le ho chiesto scusa, con una lettera, sai... Non mi
va di passare il Natale a scuola.» farfugliò,
arrossendo
leggermente.
«Io
lo passo a scuola.» disse lei.
Walter
arrossì ancora di più, «Beh, in effetti
non è male passarlo a
scuola con gli amici, dopotutto!»
«Amici...»
ripeté Megan, poco convinta. Cedric era sicuramente suo
amico e in
qualche modo contorto lo era anche Wayne, o meglio, era un nemico ricorrente, ma gli altri? Walter era un buon conoscente e quasi amico,
sì,
decise, e a malincuore lo era anche Stebbins, per quanto stupido
fosse. Con Georgia aveva cominciato, senza motivo, a parlare e aveva
deciso che non l'odiava.
Alla
fine sorrise, pensando che era sempre meglio di niente.
«Se
dovessi decidere di restare festeggeremo assieme.»
dichiarò in un
insolito moto di sentimentalismo che lasciò di nuovo Walter
a bocca
aperta.
Poi
anche lui ricambiò il sorriso e annuì, con il
viso che andava a
fuoco. Forse Walter non era molto a suo agio con le ragazze,
rifletté lei.
Arrivati
in Sala Grande trovarono gli altri già a cena. Wayne le
scoccò
un'occhiata sospettosa quando gli si sedette affianco.
«Cos'hai
fatto a mio fratello?»
«Di
che parli?» si meravigliò lei.
Wayne
non le rispose, ma scambiò un'occhiata con Cedric, che
nascose
malamente un sorriso dietro il bicchiere.
«Allora,
raccontaci cos'hai fatto oggi, campione!» lo
invitò Michael,
gettandogli un braccio intorno alle spalle.
«E
non sciuparcelo, Mike!»
rise Georgia.
Amici.
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Capitolo 2 *** Giornali e chiacchiere. ***
2
Giornali e chiacchiere.
«È
uscito l'articolo della
Gazzetta...» annunciò Georgia, suonando cauta.
Michael gliela
strappò di mano senza tanti complimenti, rispondendo con un
occhiolino alle sue proteste.
«L'articolo
è di Rita
Skeeter.» lesse Walter, poggiandosi a una sua spalla. Megan e
Wayne
si sporsero a leggere; Cedric, che era arrivato prima di loro, si
coprì gli occhi con le mani, presagendo il peggio.
«Ma...
non ti nomina
neppure...» mormorò Michael, sconcertato.
Tutti
si voltarono verso Megan,
che era rossa in faccia e non aveva ancora detto nulla. Quill
poggiò
la propria forchetta e si preparò a correre via, ma Stephen
gli mise
una mano sulla spalla per impedirlo. Sally-Anne si pulì
rapidamente
la bocca con un fazzoletto, pronta ad allontanarsi.
«Che
cazzo significa?» sbottò
Rent, meno preoccupato degli altri.
Megan
andò a sedersi in
silenzio.
Tutti
continuarono a guardarla,
persino quelli più piccoli che conoscevano il suo
temperamento
focoso. Lei si voltò per un momento verso il tavolo
Gryffindor.
«Meg?»
azzardò Cedric,
preoccupato per la mancata reazione.
«Non
è triste?» domandò lei,
assente, «Piange ancora per i suoi genitori.»
Sally-Anne
prese la propria
copia della Gazzetta e lesse velocemente, portandosi una mano alle
labbra. Susan si sporse per leggere accanto a lei.
«È
terribile!»
Anche
Zacharias Smith si intromise: «Non è
giusto che
abbiano parlato soltanto di lui!» protestò e
accanto a lui Ernie
annuì.
Megan
li fulminò con
un'occhiataccia.
«Sono
d'accordo, non dico il
contrario, solo che non mi sembra il caso di infierire ora che i suoi
sentimenti sono finiti allo scoperto.»
«Ma
secondo me l'ha detto solo
per farsi compatire...» osservò Zacharias.
«Non
può essere.» tagliò
corto lei, «Nessuno parlerebbe così della morte
dei propri
genitori.»
«Ma...»
cominciò Ernie.
«Ernie,
Smith, finitela.»
Era
stato Wayne a parlare, in
tono calmo ma perentorio. Tutti ammutolirono.
Il
primo a riprendersi fu
Cedric: «Comunque per me non c'è problema, anche
se non oso pensare
a cosa dirà mio padre, visto che è più
eccitato di me all'idea che
io partecipi al torneo.»
«Beh,
non è mica colpa tua!»
esclamò Georgia.
«Se
ne farà una ragione...»
concordò Justin, serafico.
«Come
te la sei fatta tu che
non rivolgi neppure la parola a Potter?»
sghignazzò Hannah.
Megan
si alzò in silenzio e
scambiò un'occhiata con Cedric, che le sorrise un po'
titubante. Lei
ricambiò e poi si allontanò veloce. Wayne non
disse nulla e la
seguì.
«Che
gli è preso?» domandò
Zacharias.
«Non
ne ho idea.» rispose
Cedric a nome di tutti, e lui tornò accanto ai suoi amici.
Anche la
piccola folla che si era formata attorno a loro per cogliere le
reazioni di Cedric si diradò e per ultime se ne andarono
alcune
ragazze della classe di Cedric, ridacchiando e salutando soltanto
lui.
«Hai
fatto colpo...» commentò
Michael, ammirato, «Ma com'è che Megan non ha
mangiato il giornale?
Sarebbe stata capacissima di farlo per l'indignazione...»
«Sua
madre è morta quando era
bambina, non lo sapevi?» sussurrò lui in risposta,
e Michael sbarrò
gli occhi.
«No!
Tu come fai a saperlo?»
«Io
ci parlo da quattro anni e
l'ascolto.»
«Voi
lo sapevate?» domandò
lui, rivolto agli altri.
«Io
sì.» rispose Walter.
Tutti gli altri fecero cenno di no con la testa, esclusa
Sally-Anne.
«Ricordavo
qualcosa del genere,
l'ho scoperto per caso... Beh, si muore.» concluse lei
glaciale,
terminando la propria colazione e alzandosi con grazia, «Ci
vediamo
a lezione.»
«Merlino,
è sempre così
sensibile, dovrebbe moderarsi o le verrà un esaurimento a
furia di
preoccuparsi per tutti, di questo passo...» disse Michael,
alzando
gli occhi al cielo.
Passeggiavano
per il parco di
Hogwarts, con le sciarpe ben strette al collo e i guanti. C'era
più
freddo del solito quel novembre e soltanto Cedric, Michael, Wayne e
Megan avevano avuto il coraggio di uscire.
«Sei
nervoso, Cedric?» domandò
lei.
«Euforico
più che nervoso. È
strano da spiegare... Non ho idea di in che cosa consista la prova e
non vedo l'ora di saperlo, al tempo stesso il tempo sta scorrendo
troppo veloce e ho paura di essere impreparato...»
«Vincerai
tu.» disse Wayne,
camminando davanti a loro con le mani in tasca. Michael
annuì.
Cedric
rise, «Vorrei avere la
tua sicurezza... Spero di poter rendere i miei genitori e Hogwarts
orgogliosi, non mi importa di come mi piazzerò... Anche se
non mi
dispiacerebbe vincere, sì.»
“Chiunque
ti conosca è già orgoglioso di te”
avrebbe voluto dire Megan, ma non ci riuscì, non era
abituata a
esprimersi a quel modo. “Glielo
dirò dopo il torneo se vincerà, sarà
un premio, ecco.”
«Vincerai.»
ripeté Wayne,
«Per noi Hufflepuff hai già vinto anche solo per
essere stato
sorteggiato. Hai dato onore alla casa.» lo
informò, sfilando una
mano dalla tasca e portandosela al cuore col tono sognante delle loro
compagne, e sia lei che Cedric risero allegramente.
«Quanti
appuntamenti hai
rimediato?» domandò Michael, interessato.
«Stebbins...»
si lamentò
Megan.
«Stavo
pensando di andare a
Hogsmeade con Cho Chang, forse... Se lei
accetterà...» ammise
Cedric.
«Vuoi
scherzare? Chi non
accetterebbe?» sbottò lei e Cedric
arrossì.
«A
malincuore condivido le idee
di questa timida fanciulla.» concordò Michael.
«È
già cotta.» dichiarò
Wayne indifferente, «Ti fissa sempre.»
«Solo
perché sono un campione,
non ti illudere...»
«Non
dire cazzate.» tagliò
corto Megan.
«Concordo
ancora con la timida
e delicata fanciulla.»
«Stebbins,
adesso ti getto nel
lago.»
Ma
Megan fu distratta dal
passaggio di Krum che si teneva in forma correndo per il parco.
«Abbiamo
perso Megan,
perfetto.» commentò Wayne.
«Tu
con chi vai a Hogsmeade,
Wayne?» domandò Michael, che come sempre sarebbe
andato con la sua
fidanzata.
«Georgia,
Rent, Jack e Cedric.
Megan, ci sarai anche tu?»
«Stamattina
me l'ha chiesto tuo
fratello, spiacente.»
I
tre ragazzi si scambiarono
un'occhiata sorpresa senza che lei la notasse.
«Da
soli?» domandò cautamente
Michael.
«Sì,
beh, penso ci
incontreremo tutti lì comunque.»
Cedric
aggrottò la fronte e non
disse una parola, Wayne si schiarì la voce, avendo
finalmente capito
l'atteggiamento di quel fratello.
«Ma...
non è un appuntamento?»
Megan
lo guardò scandalizzata,
arricciandosi una ciocca di capelli con le mani nervosamente,
«Sei
impazzito?»
«È
un no?» intervenne
Michael.
«Certo
che è un no!»
«E
lui lo sa?» domandò
Cedric, inarcando le sopracciglia.
«Certo
che sì!» esclamò lei,
esterrefatta, per poi scuotere la testa,
«Pazzesco...» borbottò.
«Speriamo
abbia ragione.»
sussurrò Michael a un orecchio di Cedric.
Wayne
accelerò il passo, cupo.
La
tanto attesa uscita a
Hogsmeade finalmente arrivò, e Megan quel giorno si
svegliò
addirittura in anticipo invece che con la solita mezz'ora di ritardo.
Cedric aveva cambiato idea all'ultimo momento, decidendo di unirsi a
Rent e Jack e poi tornare a scuola in anticipo per cercare altre
informazioni sul torneo, dato che cominciava a innervosirsi in vista
della prima prova; questo significava che avrebbe potuto incontrarlo
andando a zonzo con Walter.
Si
spazzolò con cura i capelli
finalmente sciolti e si truccò appena, indossò il
giaccone e la
sciarpa che le aveva regalato suo padre e uscì senza
salutare
nessuno.
Georgia
si svegliò e trovando
il suo letto già vuoto lo fissò per qualche
secondo incapace di
concepire che Megan si fosse svegliata prima di lei, poi
andò a
farsi una doccia, salutando a mezza voce Sally-Anne che già
in piedi
aveva messo su una sessione di trucco davanti allo specchio della sua
scrivania e stava applicando una maschera di bellezza a Susan, mentre
Hannah ancora dormiva.
Wayne
si svegliò nervoso, senza
ricordarne il perché, ma come sempre si nascose dietro la
solita
imperturbabilità e nessuno dei compagni di stanza se ne
accorse.
Quando suo fratello passò in camera sua per chiedergli
consiglio su
qualche maglietta mettere, eccitato come una ragazzina alla sua prima
cotta, si ricordò il motivo del suo cattivo umore.
«Senti,
Walter... Io non credo
che Megan abbia la tua stessa idea su come dovrà finire la
serata.»
disse, incrociando le braccia nervosamente. Il fratello lo
guardò
sorpreso.
«Che
intendi dire?»
Wayne
sospirò; «Che non so se
ha capito che il vostro è un appuntamento...»
«Certo
che non l'ha capito,
Megan non uscirebbe mai con me sapendo che è un
appuntamento!»
protestò Walter, scandalizzato, «Ecco
perché non deve sapere che è
di questo che si tratta!» e detto questo uscì,
dimenticando anche
di ascoltare la sua risposta sulla maglietta da scegliere.
«Certamente.»
commentò Wayne,
tornando alle sue cose, «È logico.»
Nella
stanza del quarto anno Ernie stava infilando le nuove figurine delle
cioccorane da mostrare ad Hannah nel suo zaino mentre Justin lucidava
le sue scarpe con un tergeo
rendendole splendenti, Quill si svegliò cadendo dal letto
con un
lamento e Stephen, che stava sistemando i calzini in modo che fossero
disposti in modo cromaticamente corretto, lo salutò
distrattamente;
in quella del quinto Rent e Jack avevano improvvisato una partita di
Quidditch lanciandosi libri come se fossero pluffe e cadendo sul
letto di Michael che cominciò a imprecare in ogni lingua,
svegliando
così anche Cedric.
«Buongiorno!»
quest'ultimo salutò tutti
con un sorriso, alzandosi e andando a cercare i vestiti.
«Col
cavolo!» borbottò
Michael, «Come fai a essere sempre di buon umore?»
«Non
mi è caduto nessun
compagno alto un metro e ottanta addosso.» rispose lui
sogghignando.
«Sì,
però io devo uscire con
una ragazza e tu con un compagno di un metro e ottanta, non vedo come
possa essere un buon giorno per te.» ribatté Michael,
ghignando a sua
volta.
«Secondo
me Sandy ti mollerebbe
su due piedi per lui, quindi non hai molto di cui essere felice
neanche tu.» commentò Walter, rientrando in
camera.
«Vaffanculo!
Dov'eri?»
«Da
Wayne. Meglio la maglietta
nera o la grigia?»
«La
nera.» risposero tutti in
coro.
«Appuntamento?»
domandò Rent,
sbadigliando.
«Non
proprio.» rispose, e
Cedric e Michael si scambiarono un'occhiata, capendosi al volo.
«Nel
senso che lei non lo sa?»
domandò Michael, con la solita mancanza di tatto.
«Esatto.»
«Bravo.
Mi piace.»
Cedric
scosse la testa,
divertito, chiedendosi se avrebbe visto Cho da qualche parte a
Hogsmeade e come si sarebbe dovuto comportare.
«Mi
raccomando, prendete le
distanze se mi vedete arrivare.» disse Walter.
«Non
ti invaderemo la piazza,
tranquillo.» ridacchiò Michael, «Specie
il rubacuori qui.»
«Sta
zitto!» rise Cedric.
Come
succedeva sempre quando
Walter programmava qualcosa tutto andò diversamente dal
previsto.
Era
cominciato bene, lui e Megan
si erano incontrati davanti alle scale dei dormitori dove lui aveva
farfugliato un “sei molto carina” a cui lei aveva
risposto con
un'alzata di spalle. Poi aveva fatto il viaggio sino a Hogsmeade
chiacchierando dei compiti, della scuola e del torneo.
Una
volta saccheggiata Mielandia
il discorso era caduto su Wayne, dopo un breve excursus su Difesa
Contro le Arti Oscure.
«Moody
mi ha traumatizzata,
giuro. Cruciare quel povero ragno... E poi sono Maledizioni Senza
Perdono, sono proibite! Va bene che lui mette i brividi a
prescindere, eh, ma quello era proprio esagerato e senza rispetto per
chi ha perso i propri genitori in quel modo... Ci pensi che ha usato
l'Avada Kedavra anche davanti a Potter? E poi anche mia madre
è
stata cruciata prima di morire, sai? Non è stato bello
pensarci.»
Walter
aveva annuito con
fervore, «Anche i miei zii sono stati uccisi
perché erano
“traditori del loro sangue” secondo i Mangiamorte,
e non è
piaciuto neanche a me vedere certe cose... Mi manca il professor
Lupin.»
«A
chi lo dici! Era il migliore! Anche se era un
tu sai cosa
è stato il miglior professore di tutti! E poi a me sembrava
del
tutto innocuo...»
Walter
preferì non esprimersi
sulla questione licantropia, certo che lei avrebbe detto di matto
considerato che aveva avuto una mezza cotta anche per Lupin, e si
spostò su un terreno più sicuro.
«È
colpa dei genitori che si
mettono in mezzo, secondo me. Come anche i miei. Voglio dire, se ne
strafregano tutto il tempo e tornano a farsi sentire giusto per le
cose sbagliate! Wayne era incazzato nero quando anche loro hanno
scritto al preside, a parte che non si capisce come l'abbiano saputo
visto che non ci sono mai...»
«Wayne
incazzato nero? Ho i
miei dubbi...» rise lei, «Credo che potrebbero
anche picchiarlo e
lui si limiterebbe a guardarti con quella faccia che fa sempre quando
lo stai annoiando... Quando solleva un sopracciglio solo, hai
presente?»
Anche
Walter rise, «Sì, hai
ragione! Però davvero era arrabbiato, a casa ha urlato
contro nostro
padre!»
«Ha
urlato?» ripeté lei,
curiosa in un modo che lei stessa giudicò morboso.
«Sì,
e lo sai che lui mantiene
sempre il controllo... Eppure gli ha urlato contro di tutto. Poi si
è
calmato e son tornati come prima, freddi tutti e due.»
«Beh,
non che Wayne sia freddo,
è solo insopportabilmente criptico. Non si sa mai cosa
pensi, a
volte vorrei scoperchiargli la testa per capirci qualcosa! E poi non
reagisce mai quando lo si provoca e questo è ancora
peggio!»
Walter
la guardò: il viso le si
era colorato nella foga e l'espressione era di totale
disapprovazione.
«Siete
quasi opposti, se non
fosse che anche tu risulti incomprensibile...»
mormorò.
«Cosa?»
«Dicevo
che è strano che lui
ti consideri la sua migliore amica.»
Megan
lo guardò sbalordita:
«L'ha detto lui?»
«Sì.
A nostra madre quando ha
chiesto dei nostri amici. Tu non lo consideri il tuo migliore
amico?»
Lei
si fece dubbiosa: «Non ci
ho mai pensato, sai? Non sono brava a definire i rapporti... Non so
se l'ho mai pensato tale, lui è quello che mi fa
innervosire, come
un fratellino dispettoso...»
«E
dire che è mio fratello e
io invece non mi innervosisco mai...» commentò
Walter.
«Beato
te! Io avverto la sua
presenza anche a metri di distanza senza che mi rivolga la parola!
Mi... Divento tesa, ecco.»
«Mh.»
«C'è
la Granger...» sussurrò
Megan, senza notare il suo disappunto, «Guarda, parla da
sola?»
«Come?»
si distrasse lui,
cercandola con lo sguardo, «Ti sarai sbagliata...»
«Sarà...
Passiamo davanti alla
Stamberga? Gli altri si fermano sempre lì
vicino...» propose,
allegra.
«Certo.
Comunque non è la
prima volta che Wayne se la prende per qualcosa, non te l'ha mai
detto nessuno che dopo il divorzio dei nostri genitori l'anno scorso
ha urlato contro Michael? Vedi, Mike lo stava assillando
perché
aveva i G.U.F.O. alle porte... Megan?»
«Sono
divorziati?» domandò
incredula.
«Non
te l'avevo detto? Scusami.
Beh, comunque sì, sai com'è...»
«Scusami
tu, non volevo essere
brusca. Solo che non ne avevo idea.»
«Credevo
che Wayne te l'avesse
detto... Ma non è un problema. Comunque quella volta
evidentemente
era parecchio nervoso perché gli ha urlato che se non
l'avesse
piantata di dargli il tormento non ci sarebbe arrivato vivo agli
esami!»
Continuarono
a camminare fino a
raggiungere la zona della Stamberga e lì davanti, seduti su
quelle
che sembravano tovaglie poggiate sull'erba, c'erano Cedric, Wayne,
Rent, Jack, Michael, Sandy, Georgia e stranamente anche Sally-Anne.
«E
tu non avevi un
appuntamento?» domandò Megan a quest'ultima; tutti
si voltarono
sorpresi dal trovarli già da loro e li salutarono con
preoccupazione, guardando Walter che fissava stoico la Stamberga
Strillante.
«Ah,
buongiorno, Megan.
L'appuntamento è saltato, pensa che si era presentato con
una
camicia a quadri sotto la giacca! Non potrei mai farmi vedere in giro
con un contadino, ti pare? Ancora burrobirra anche per me, Georgia,
grazie.»
«Ai
suoi ordini...» borbottò
lei.
Michael
decise di rompere il
ghiaccio coi convenevoli.
«Credo
che voi non vi siate mai
presentate... Sandy, questa è Megan Jones, non farti
spaventare da
come parla, Megan, questa è la famosa splendida Sandy, la
mia
ragazza.»
«Da
come parlo, Stebbins?»
«Piacere.»
disse invece Sandy.
«Sì,
piacere...» mugugnò
infastidita.
«Lo
sai che puoi chiamarmi Michael, Meg.»
«Non
te lo meriti.» ribatté
lei velocemente, lasciandosi cadere seduta sull'erba.
«Ti
sporcherai i vestiti lì,
ti facciamo spazio.» disse Cedric, scostandosi per lasciare
un po'
della tovaglia libera.
«Ma
queste da dove arrivano?»
domandò Walter, sedendosi nell'altra.
«Wayne.»
risposero Rent e Jack
indicandolo.
«Le
cucine.» rispose Wayne,
«Ho chiesto agli elfi vecchie tovaglie per poterci sedere e
qualcosa
da sgranocchiare.»
«Perché
i Tre Manici sono
troppo pieni a quest'ora e io mi sento male in mezzo alle
persone.»
aggiunse Georgia.
«Ma
tu come ci sei arrivato
alle cucine?» domandò Megan sospettosa.
Wayne
alzò le spalle e non
rispose. Aveva fatto un patto coi gemelli Weasley dopo averli beccati
in azioni non proprio lecite e loro erano stati più che
entusiasti
di traviarlo, specie dopo che avevano scoperto che si era finto
Prefetto con la spilla che quello vero aveva dimenticato in camera
solo per osservare la loro reazione.
«Cristallino.»
ringhiò lei.
Cedric le porse un panino imbottito: «Questo viene da Jack
invece.»
«E
bravo Summerby...» commentò
Megan, rilassandosi.
«Dovere.
Ehi, Fawcett, che
squadra tifi?»
Ci
fu un lamento generale.
«Ma
proprio davanti a questi
pazzi dovevi chiederlo?» sbottò Georgia.
«Non
seguo molto il
Quidditch...» rispose Sandy, inquieta.
«Questi
pazzi?» ripeté
Michael, «Dov'è Ernie quando serve? Ti
spiegherebbe qualcosa sui
Pride of Portree...»
«Ma
per favore! Le Holyhead
Arpies sono e sempre saranno le migliori!» esclamò
Megan, rabbiosa.
«Dà
un'occhiata ai risultati invece che affidarti alla fede
cieca.»
replicò Wayne, «È chiaro
che i Caerphilly Catapults...»
«Non
farmi ridere, i Tutshill Tornados sono acclamati come la squadra
migliore di tutte!» lo interruppe Sally-Anne.
«Cito
il vecchio Stephen e vi ricordo che le Montrose Magpies hanno
rimontato col nuovo allenatore e...» cominciò Jack.
«Le
Holyhead-»
«Ovviamente
i Carphilly-»
«Non
ne capite un accidente!»
«Intanto
la Coppa del Mondo era
tra Bulgaria e Irlanda e nessuna delle vostre.» concluse
Walter
serafico. Tutti lo guardarono con odio.
«È
stato imbarazzante il modo
in cui l'Inghilterra è stata schiacciata...»
commentò Cedric.
«Ora
che ci penso tu eri alla
finale, vero?» domandò Sandy, «Hai visto
il marchio nero?»
Tutti
rabbrividirono
istintivamente.
«È
stato spaventoso.» ammise
Cedric tranquillamente, «Tutti gridavano e correvano, non si
capiva
cosa stesse succedendo... Credevo stessero festeggiando! Poi mio
padre ha urlato di correre e l'ho fatto, e all'improvviso
è
comparso il marchio. Non l'avevo mai visto... Tutti strillavano a
quel punto, sembrava la fine del mondo.»
«La
gente ha pensato di sicuro
che fossero tornati i Mangiamorte, come all'epoca di
Tu-Sai-Chi.»
mormorò Wayne.
«Fortunatamente
Tu-Sai-Chi non
tornerà mai più, non c'è
pericolo.» commentò Michael,
«Però
non ti invidio, amico. Preferisco essermi perso la partita,
giuro!»
Gli
altri bene o male
concordarono.
«Cedric,
posso farti una
domanda che si stanno facendo tutte le ragazze a scuola?»
domandò
improvvisamente Sandy, e Cedric la guardò incuriosito.
«È
vero che tra te e Fleur
Delacour c'è del tenero?»
A
Michael andò di traverso il
panino, mentre Megan spalancava la bocca e gli altri ridevano. Wayne
si prese la testa tra le mani.
«Quello
schianto?...
Sto scherzando, Sandy...»
«Non
è assolutamente vero.»
rispose Cedric con fermezza. Megan sembrò di respirare
meglio e
riuscì persino a sorridere radiosamente, come Walter non
poté fare
a meno di notare. Georgia spostò lo sguardo da lui a lei e
sospirò
mentre Sandy finiva di colpire Michael al braccio per il suo
apprezzamento poco velato.
«Comincia
a fare troppo freddo,
andiamo ai Tre Manici. Ormai non ci saranno più tante
persone.»
propose Wayne e gli altri assentirono.
Quando
vi si rifugiarono,
intirizziti e sorridenti, Cedric fu quasi assalito da uno stuolo di
ammiratori.
«Ma
io non ho parole... Sandy,
tutto bene?» domandò Michael.
«Mi
avevi promesso che saremmo
andati da Madama Piediburro.» gli ricordò lei, e
il ragazzo
impallidì.
«Ah,
giusto, sì... Gente...»
«Ciao
Michael!» salutarono tutti in coro con un gran sorriso.
Michael
masticò un “bastardi”
tra i denti e poggiò un braccio sulle spalle della ragazza,
accompagnandola fuori.
«Lo
sfotteremo per sempre.»
decretò Jack.
«Io
non andrò mai in quel covo di mocciosi smielati!
Parole sue.» affermò Rent e tutti risero.
«Non
che Stebbins sia questo
campione di virilità, il grand'uomo...» commentò Megan.
«Guardate,
ci sono i Weasley ma
niente Potter e Granger!»
«Georgia,
non indicare...»
disse Wayne a bassa voce.
«Sta
a vedere che è vero...»
cominciò Sally-Anne e gli altri la guardarono,
«Che Potter se la fa
con la Granger.» precisò.
«Ma
sicuro! Sono sempre assieme
e poi lui è un Campione, avrà colto la palla al
balzo...» convenne
Walter.
«Cedric
è sul punto di essere
rapito dalle fans.» li informò Wayne guardando l'amico
rimasto indietro.
«Appunto.»
«Questo
non è perché è un
campione, è perché è
Cedric.» puntualizzò Megan, e Sally e
Georgia annuirono.
«Ragazze,
non deprimeteci. Oh,
Stephen ci sta chiamando!» esclamò Walter.
Si
avvicinarono al banco dove
sedeva con Quill e Susan.
«Gente,
offro io.» li accolse
Stephen, «Ho appena vinto una scommessa.»
«Che
scommessa?»
«Che
sarebbe stata la Chang ad
avvicinarsi per prima a Cedric.»
«Cosa?
Dove?» Walter si guardò
attorno.
«Ben
venga la Chang che ci
prova, se ci permette di bere gratis.» ironizzò
Wayne, mentre Megan
si immusoniva, vagamente gelosa. Vedere coi propri occhi quei due
chiacchierare non era piacevole: se Cedric si fosse fidanzato c'era
la possibilità che diventasse come Michael.
«Se
offri tu possiamo andare
alla Testa di Porco!» scherzò Georgia.
«Non
entrerei lì dentro
neanche se mi offrissi tutto l'oro del mondo.»
Sally-Anne
lo guardò
interrogativamente.
«Il
livello di igiene in quel
locale è scarso, per usare un eufemismo.»
«E
Stephen è capace di passare ore a lanciare tergeo
su piatti e bicchieri. E finestre
se
ci passa davanti.» la informò Georgia.
«Voglio
soltanto essere certo
di non morire prima dei vent'anni, grazie tante.»
«Sì,
ma tu hai problemi col
cibo.»
«Problemi
col cibo?»
«Sposti
quello che hai nel
piatto per ordine di colore...»
«Mi
piace che ciò che mangio
abbia un aspetto ordinato!»
Sally-Anne
si voltò verso
Wayne, che si strinse nelle spalle.
«È
pazzo.» spiegò
semplicemente.
«Che
si dice?» domandò
Cedric, tornato da loro con un gran sorriso e gli occhi luminosi.
«Che
si dice qui? Che si dice
con la signorina Cho!» rise Walter.
«Beh...
Ma dov'è Michael?»
Gli
altri risposero con una
risata.
Era
lunedì mattina quando
Cedric, Jack, Rent, Walter e Michael si diressero alla lezione di
Incantesimi, prendendo amichevolmente in giro il primo che cominciava
ad essere molto nervoso per la orima prova ed era quasi caduto dalla sua
sedia quando quella mattina Michael lo aveva salutato con una pacca
sulla spalla.
«Walter,
com'è che non ho
visto tuo fratello a colazione?»
«Si
è più o meno ammalato.
Sapete com'è, un po' di freddo e muore. Ma sempre in modo
impeccabile, non un lamento.»
In
quel momento la borsa di
Cedric si ruppe, sparpagliando libri a terra.
«Che
cavolo!» sbottò Michael e
Cedric chiuse per un istante gli occhi arginando i nervi ed evitando
di prendere a calci i libri. Tutti si chinarono a terra per aiutarlo,
prevedendo il peggio.
«Ma
non l'avevi appena
comprata?» sospirò Walter.
«Sì...
Non importa, dite al
professore che sto arrivando, andate...»
«Ok.»
Cedric
rimase solo, vagamente
depresso. Sentì qualcuno avvicinarsi velocemente e riconobbe
Potter.
«Ciao.»
salutò, sentendosi
particolarmente idiota, «Mi si è appena rotta la
borsa... e pensare
che era nuova di zecca...»
«Cedric,
la prima prova è con
i draghi.» disse lui, e Cedric alzò lo sguardo.
Potter sembrava
molto ansioso.
«Cosa?»
«Draghi,
ce ne sono quattro,
uno per ciascuno, e dobbiamo superarli.»
Ci
mise un istante a capire di
cosa stesse parlando e poi sentì un'ondata di terrore. Che
razza di
prova era? Ecco perché in passato alcuni maghi erano morti!
«Sei
sicuro?» cercò di
chiedere.
«Sicurissimo,
li ho visti.»
rispose, sembrando sconsolato all'idea.
«Ma
come hai fatto a scoprirlo?
Non dovremmo sapere...»
«Non
è importante. Ma non sono solo io a saperlo. Maxime e
Karkaroff
hanno visto i draghi, ormai lo sapranno anche Fleur e Krum...»
Cedric
si alzò cercando di non far cadere tutto ciò che
aveva raccolto,
con la borsa penzolante sulla spalla. Si rese conto che lui e Potter
erano avversari per quanto entrambi della stessa scuola.
«Perché
sei venuto a dirmelo?» domandò, sorprendendosi
della sua
espressione sbalordita, come se non ci fosse nulla di strano nel
rivelare i dettagli della prova a un “nemico”.
«È
solo che è... corretto, no?» disse
«Sappiamo tutti... partiamo
alla pari, no?»
Cedric
non era certo di potersi fidare o meno, e sobbalzò quando
vide
arrivare il professor Moody che richiamò Potter con un
ringhio.
«Diggory, vai.» lo congedò.
Cedric
non se lo fece ripetere due volte, preoccupato all'idea che fossero
accusati di imbroglio. Sentì Potter cercare di scappare con
la
scusa di Erbologia e si tuffò nell'aula di Incantesimi.
«Signor
Diggory, i suoi compagni mi avevano avvisato... Prego, si
sieda.» lo
invitò il professore
e lui prese posto accanto a Michael lasciando cadere le cose sul
banco. In quello davanti sedeva Walter che si voltò a
guardarlo con
la fronte aggrottata.
«Amico,
tutto bene? Sei
pallidissimo...» chiese Michael, sorpreso.
«No.
Cioè, sì. Sì.»
farfugliò.
Draghi.
Era semplicemente
assurdo, eppure era sicuro che non avesse mentito. La
stessa paura che sentiva era riflessa negli occhi di Potter, e poi sembrava sinceramente
stupefatto all'idea che Cedric potesse anche solo pensare che volesse
ostacolarlo in quanto avversario. Era stato molto leale, non sembrava
per niente alla ricerca di fama a tutti i costi o di emergere
rispetto agli altri contendenti.
Quasi
come se non avesse davvero
messo lui il suo nome nel calice.
«Chiaro.»
mormorò Michael.
«Mike,
dopo ti devo parlare da
solo.»
L'altro
lo guardò, stupito dal
tono serio. Poi annuì.
«Draghi.
Cioè tipo... draghi?»
«Ti
prego, smettila di
ripeterlo...» si lamentò Cedric. Erano solo in
quattro, aveva
chiamato anche Wayne e Georgia per scovare buone idee.
«Domani dovrò
affrontarne uno e non ho idea di come fare.»
«Se
è vero, Potter è stato
incredibilmente onesto.» constatò Wayne.
«Già.
Ho chiesto a Rent e Jack
di smettere di seccarlo. Se potessi farlo anche tu, Mike...»
«Nessun
“Potter puzza”,
ricevuto. Draghi!»
«Mi
viene in mente solo che
potresti distrarlo.» disse Georgia, «Ma non so
come.»
«Dagli
qualcosa da mangiare che
non sia tu.» aggiunse Wayne distrattamente.
«Andiamo
in biblioteca.»
propose Cedric, intimorito all'idea.
«No.
Devi per prima cosa
allenarti negli incantesimi scudo, non sei mai stato troppo bravo.
Senza offesa, ma hai qualche problema coi riflessi.» lo
bloccò
Wayne, tranquillo. Georgia si alzò.
«Facciamo
così, io e Michael
andiamo in biblioteca e cerchiamo qualcosa di più sui
draghi. Voi
andate nell'aula di Incantesimi e vi allenate un po', così
Cedric
non finirà bruciato fino alle ossa.»
Tutti
la guardarono orripilati.
«Che
c'è?»
«Così
Cedric non finirà bruciato fino alle ossa.»
ripeté Cedric tetro e Wayne sorrise.
«Georgia
è molto schietta,
ringrazia che non c'era Megan.»
«Beh,
comunque sappiate che
apprezzo tantissimo il vostro aiuto.»
Wayne
rispose con un'alzata di
spalle, facendogli capire che non era necessario parlarne.
In
quello stesso momento Georgia
e Michael guardavano sconsolatamente gli unici libri trovati. Gli
altri dovevano essere stati presi dagli altri contendenti se era vero
che tutti sapevano della prima prova, e non avevano trovato
informazioni valide.
«Porca
miseria, avevo giurato a
me stesso di tornare in biblioteca solo per i M.A.G.O.!» si
lamentò
Michael.
«Pensa
che lo stiamo facendo
per Cedric.» lo incoraggiò Georgia.
«Georgie,
Georgie, Georgie...»
«Che
c'è?»
«Mi
andava solo di dirlo. Sai
che è un bel nome? Un po' inusuale forse... Ho fame.
Dobbiamo
davvero restare qui? Non concludiamo nulla a prescindere,
tanto...»
«Merlino,
Michael, sei
insopportabile! Come fa uno come Cedric ad essere il tuo migliore
amico?» ridacchiò lei.
«Perché
sono a-do-rabile. I
tuoi capelli hanno riflessi biondi, lo sapevi? Non l'avevo mai
notato. Mi piacciono le bionde. Sandy è bionda. Che ne dici
se
facciamo una pausa ora? Ho davvero fame.»
Georgia
lasciò cadere la testa
contro il tavolo con un tonfo sordo proprio mentre la bibliotecaria
li raggiungeva per zittire Michael, che come al solito si distraeva appena si parlava di studiare.
«Comunque,»
riprese Michael in
un sussurro, «Nel mio libro ho trovato che i draghi sono
quasi
impossibili da uccidere se non con magie potentissime, quindi Cedric
dovrà distrarli per davvero e pregare.»
«Stanno
arrivando Potter e la
Granger... Krum è qui spesso, inizia ad essere sospetto che
ci
troviamo qua anche noi.»
«Filiamocela
e andiamo a
mangiare.»
Per
ora siamo ancora nella fase calma, ma inutile dire che tutto
verrà
pian piano a galla.
E per chiunque abbia letto '70s students: penso dobbiate
sapere che conoscete anche la madre e il padre di Megan, anche se
poco, così come il padre di Michael e ovviamente di Cedric.
RF09:
ciao, sono
contenta di averti
trovata anche qui, spero che continuerai a seguire anche questa
storia! Per imparare i nomi ti assicuro che ci metterai poco, ho
già
avuto lettori-test XD
Wayne
e Michael, pensa te, sono quelli che hanno più fan tra le
mie
amiche, ed è meglio che non ti spoileri già i
pairing XD Megan è
molto particolare, in effetti, ma le cose cambieranno. È
curioso, ma
ora che sono al sesto anno e mi guardo indietro mi rendo conto di
come siano cresciuti e cambiati anche nei rapporti tra loro, specie
dopo la morte di Cedric!
Metterò
di volta in volta una o due immagini dei personaggi: ora Megan e
Wayne.
http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash1/hs346.ash1/29479_100259446692072_100001240500692_393_5758855_n.jpg
http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc3/hs337.snc3/29479_100259433358740_100001240500692_391_3899907_n.jpg
I DISEGNI SONO OPERA DI RECCHAN.
I luoghi e parte dei personaggi sono opera della Rowling.
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Capitolo 3 *** La prima prova. ***
La
prima prova.
«Michael,
com'è possibile che tu abbia sempre da bere per tutti?
Quest'estate
ti hanno regalato un frigobar?»
«Un
che cosa?»
«Non
ho idea di cosa tu stia parlando, Rent. Comunque un mio prozio o
forse bisnonno è schiattato e i soldi vanno tutti al
piccolino di
casa, ovvero io. Gran bella cosa l'eredità.»
«Onestamente,
Mike, quando l'anima di Salazar verrà a prendere la tua per
ritrovarvi insieme a tutti i grandi maghi oscuri all'inferno, non
chiederti il perché, seguilo e basta.»
«Ma
cos'è un frigobar?»
«Quando
esce Cedric? Ti avverto, fa una battuta sul mio interesse per lui e
ti butto giù dagli spalti.»
«Non
ho aperto bocca.»
«Nel
nome di Helga Hufflepuff,
che
accidenti è
quella roba?»
Quill
quasi cadde giù dagli spalti e tutti si sporsero a vedere
mentre la
gente intorno a loro già urlava.
«Porca
miseria... Porca miseriaccia miseria...» cominciò
Georgia, pur
sapendo che doveva aspettarselo. Un enorme drago blu e grigio con
lunghe corna era appena arrivato nell'arena, bloccato da delle corde
probabilmente magiche, e ringhiava in modo assordante mentre tentava
di mordere gli uomini che lo tiravano. Era mille volte più
spaventoso di quanto aveva creduto.
«Il
Grugnocorto Svedese.» disse Walter un momento prima che lo
facesse
Bagman impegnato nella telecronaca. Gli altri lo guardarono per
metà
sorpresi e per metà assenti. «Adoro i
draghi.» aggiunse.
«Il
primo a sfidare il drago sarà... Cedric Diggory!»
«Cazzo!»
esclamarono tutti con sentimento.
«E
ti pareva! Speravo fosse Potter!» disse Michael non
nascondendo il
disappunto.
«Prima
inizia e prima finisce...» commentò Sally-Anne,
tirando fuori un
binocolo.
«Prima
inizia e prima ci resta secco, porcaccia la miseria
maledetta...»
«George,
inizi a parlare come Weasley.» commentò Ernie.
«E
tu che ne sai?»
«L'ho
sentito a volte... Ecco Cedric!»
Saltarono
tutti in piedi, applaudendo e chiamando l'amico che stava entrando
nel recinto a gran voce.
«Si
farà ammazzare... È impossibile!»
sbottò Megan.
«È
solo
più difficile
del previsto.» ribatté Wayne, «Niente
è impossibile.»
«Odio
quando non metti un minimo di esclamazione... FORZA CEDRIC!»
«CEDRIC!
CEDRIC!»
Il
ragazzo di sotto cominciò a correre, evitando per un pelo
una
fiammata, mentre Ludo Bagman commentava: «Oh, c'è mancato
poco, molto poco...»
«Adesso
scendo e lo ammazzo.» disse Megan tesa.
Cedric
si buttò dietro un masso e una fiammata arrivò
proprio in quel
momento, rischiando di prenderlo. Poi improvvisamente balzò
fuori e
si avvicinò coraggiosamente alla bestia.
Tutti
trattennero il fiato, meno Bagman: «Corre dei rischi, questo
signore!»
«Che
cazzo sta facendo?» gridò Michael stupefatto.
E
poi Cedric tirò fuori la bacchetta e trasfigurò
una roccia in un
cane.
«Il
diversivo! VAI, CED!» strillò Georgia.
«Corri...»
mormorò Quill, con le mani schiacciate contro le guance per
la
tensione. L'unico ad aver mantenuto un minimo contegno era Wayne, e
persino Stephen aveva le mani tremanti congiunte in segno di
preghiera.
Il
drago si agitò e infine seguì il cane, lasciando
campo libero a
Cedric, che si era buttato a terra in attesa della sua reazione.
Cedric si rialzò e corse alle uova, mentre il pubblico
esplodeva.
L'aveva
appena afferrata, con un boato assordante che partiva soprattutto
dalle file Hufflepuff, quando il drago cambiò idea,
voltandosi e
tornando velocemente indietro. Tutti gridarono e una fiammata
improvvisa colse Cedric in pieno.
«NO!»
«Cazzo!
Oh cazzo, cazzo, cazzo!» esclamò Michael,
afferrando una mano di
Georgia che sembrava della medesima opinione, pallidissima.
Sally-Anne aveva messo giù il binocolo portandosi una mano
alla gola
e Wayne glielo strappò di mano, evidentemente meno calmo di
quanto
sembrasse.
«CEDRIC!»
ulularono anche Jack e Rent. Megan non riuscì ad emettere
suono,
terrorizzata.
«Bella
mossa... peccato che non abbia funzionato!»
commentò Bagman.
«Ma
vaffanculo!» gridò Michael, il viso terreo.
E
poi Cedric rotolò su un fianco e si rialzò,
riprendendo a correre e
portando l'uovo con sé, parando con un incantesimo che aveva
provato
mille volte il giorno prima con Wayne l'ultima fiammata e lasciandosi
il drago alle spalle.
Tutti
i suoi amici corsero di sotto, ma furono anticipati dalla
professoressa Sprout e i giudici cominciarono a votare.
Megan
superò un Ravenclaw con una violenta spallata e si
tuffò nello
spazio libero tra altri due studenti per raggiungerlo appena prima
che entrasse nella tenda, e riuscì a vederne mezzo viso
bruciato.
Poi sparì e Madame Pomfrey fulminò tutti con
un'occhiataccia prima
di chiuderli fuori.
«Aveva
la faccia bruciata.» comunicò ansiosamente a Wayne
che l'aveva
raggiunta.
«Beh,
comunque è vivo.»
«Allora
posso riscuotere ben dieci galeoni!» esclamò
Michael, tornando
allegro e con un colorito naturale.
«Hai
scommesso sulla vita di Cedric, Stebbins? Pensa bene prima di
rispondere.»
«Ehi,
dov'è Quill?» si intromise Georgia, guardandosi
attorno.
«A
vomitare o a piangere.» rispose Stephen con un'alzata di
spalle.
Sally-Anne fece una smorfia schifata.
«E
dopo questo io non voglio saperne altro. Ci vediamo in sala
comune.»
«Non
resti a vedere le altre prove? C'è già la sexy
francesina...»
disse Walter. Le ragazze inarcarono le sopracciglia,
«Cioè...
Delacour.»
«Dovrebbe
interessarmi?» domandò lei in tono annoiato,
facendosi poi
maestosamente largo tra i curiosi che si erano avvicinati.
«Spero
che Cedric guarisca in fretta.» disse Susan, che li aveva
finalmente
raggiunti.
«Sapete
già come sta?» domandò Ernie.
«Torniamo
di sopra per vedere come se la cava Potter!» urlò
Justin, poco più
lontano.
«Non
sappiamo come sta ma tra poco lo scopriremo. Torniamo di sopra,
gente.» disse Walter, mantenendosi accanto a Megan.
«Certo
che guarirà in fretta... Poveretto...» stava
dicendo Hannah a
Susan.
«Sarebbe
uno spreco se dovette tendere bende per molto.» disse Georgia.
«Bello
com'è.» concordò Megan. Le due si
scambiarono un'occhiata piena di
approvazione.
«Ma
come, io non posso parlare di Delacour e voi potete ammirare
Cedric?»
«Io
non ti ho detto nulla, per me la puoi anche sposare.» rispose
Megan
con un'alzata di spalle. Walter sospirò.
Terminarono
di guardare le prove con un Quill tornato da loro verde in viso, e in
due occasioni Hannah si buttò tra le braccia di Ernie in
preda al
terrore; Michael cominciò a passarsi continuamente una mano
tra i
capelli arruffandoseli quanto quelli di Potter, segno che era
preoccupato e Megan guardava nervosamente verso le tende del pronto
soccorso aspettandosi di vederne uscire Cedric.
Alla
fine fu il turno di Harry Potter, che lasciò tutti a bocca
aperta
con le sue acrobazie sulla scopa. Prima di rendersene conto stavano
facendo il tifo anche per lui, che dopotutto rappresentava anche
Hogwarts. E poi come prendersela con qualcuno che affrontava un drago
come quello?
«Ho
seriamente pensato che fosse spacciato quando gli ha fracassato la
spalla.» fu il commento indifferente di Wayne quando scesero
di
nuovo per andare a trovare Cedric. L'amico li stava aspettando con
della pasta arancione sul viso e un'espressione tranquilla.
«Ed
ecco il nostro campione! Com'è che non stai
esultando?» domandò
Michael, abbracciandolo con uno dei suoi soliti slanci affettuosi
imprevedibili e battendogli una mano sulla schiena.
«Perché
non sono arrivato primo?» azzardò Cedric con un
sorrisetto. Subito
tutti protestarono rumorosamente, «Va bene, calma!»
«Sei
stato grandioso! Io non avrei mai pensato di trasfigurare una pietra
in un cane! Insomma, non avrei pensato a nulla, sarei svenuta sul
colpo!» esclamò Megan accorata.
«E
che cavolo, me la sarei fatta sotto anche io!»
sbottò Rent.
«Che
bello non essere i campioni...» commentò Jack
allegramente e gli
altri risero.
«Davvero,
la sorpresa mi sarebbe stata fatale.» continuò
Megan annuendo e ignorando l'espressione di Wayne che diceva quanto dubitasse di ciò.
Cedric si strinse nelle spalle, imbarazzato, e Georgia gli sorrise da
dietro le spalle della ragazza.
«Ma
Cedric ha i riflessi pronti, si sa. Ora che facciamo?»
tagliò corto
Wayne.
«Scrivo
una lettera a mio padre o gli verrà un colpo.»
rispose Cedric.
«E
poi si festeggia! Tanto Wayne sa arrivare in cucina, no?»
esclamò
Megan, colpendo l'amico con un cameratesco pugno sulla spalla,
abbastanza forte perché lui dovesse stringere i denti per
non gemere
di dolore.
«Giusto,
al saccheggio!» urlò Michael alzando un pugno al
cielo.
La
sala comune era stata agghindata con bandiere di ogni genere - una di
loro rappresentava addirittura Harry Potter quando era stato colpito
dal drago - ed era pieno di cibo e bevande.
«Sapete
che c'è un passaggio segreto anche per andare da
Mielandia?» rivelò
loro Walter, «Quando ero al primo anno ricordo questa
ragazza, non
so se era all'ultimo anno, era più grande comunque, e sapeva
come
arrivarci, l'avevo sentita parlarne con un compagno... Ve la
ricordate Tonks?»
«Quella
coi capelli che cambiavano colore?» domandarono Jack e Rent
in coro.
«Esattamente!
Era un po' come i gemelli Weasley, non trovate?»
domandò,
rivolgendosi anche a Megan che era stramazzata sul divano dopo
un'ora.
«Io
non posso di certo saperlo, era troppo grande perché la
conoscessi.»
«Altra
burrobirra, Georgie? Meg?» domandò Michael,
sedendosi accanto a
loro.
«Basta,
sono piena da scoppiare...»
Improvvisamente
un rumore terrificante, una sorta di strillo prolungato,
riempì la
stanza. Tutti si coprirono le orecchie e Megan cadde dal divano. Jack
e Rent quasi si abbracciarono per lo spavento.
«Che
diavolo era?» sbottò lei, rialzandosi.
«La maledizione cruciatus?»
«Era
l'uovo, Cedric l'ha aperto e ne è uscito quel
rumore.» spiegò
Walter, fendendo la folla con una mano ancora poggiata all'orecchio.
«Era
una banshee!» esclamò Ernie.
«Affronterà
una banshee?» fece Hannah, sconcertata.
«Meglio
della maledizione cruciatus.» commentò Megan,
scossa.
«Forse
era un qualche mostro invece.» azzardò Quill,
pallido. Stephen
dietro di lui sospirò.
«Non
essere ridicolo...»
«Sembrava
mia madre.» disse Michael e gli altri risero, «No,
sul serio. Il
pranzo di Natale comincia così di solito. Ehi, Ced! Qualche
idea?»
chiamò mentre l'amico si avvicinava stordito.
«Per
niente. Ma nulla può essere peggio dei draghi.»
«Se
sei sopravvissuto al gnugnocoso...»
«Grugnocorto
Svedese.» corresse Walter.
«Cos'era
quel rumore osceno?» domandò Sally-Anne, che era
appena scesa dai
dormitori, con i capelli sciolti in boccoli dorati e la bocca storta
in una smorfia di fastidio.
«La
mia prossima prova. Nell'uovo doveva esserci un indizio e quando l'ho
aperto si è sentito quello stridio.»
spiegò Cedric. Poi guardò
Michael: «Sembrava tua madre.»
Risero
entrambi e Cedric gli diede una pacca su una spalla mentre Michael
annuiva allegramente.
«Dov'è
Wayne?» chiese Georgia, sbadigliando.
«È
già salito in camera.» rispose Walter.
«Beh,
penso lo imiterò.» annunciò Megan,
sorridendo poi a Cedric,
«Ancora congratulazioni!»
«Fa
ancora male?» domandò Georgia indicandosi il viso
e lui scosse la
testa con un sorriso.
«No
e grazie.»
Si
salutarono con dei baci sulle guance da cui solo Megan si
autoescluse, del resto nessuno si aspettava che dimostrasse affetto
in quel modo e lei si limitò a sfiorargli un braccio con la
mano.
Mentre salivano le scale per tornare alla loro camera sentirono i
ragazzi cominciare a cantare uno stonatissimo inno a Cedric e
Sally-Anne affrettò il passo per non essere confusa con
loro. Rent e
Jack si erano anche buttati un braccio sulle spalle dell'altro e
dondolavano tanto da far venire il voltastomaco agli altri.
Georgia
aggrottò la fronte.
«Megan?»
«Mh?»
«Summers
e Summerby saranno mica gay?»
La
risata allegra dell'altra la convinse che forse aveva speranze nel
fare amicizia con lei prima di trovarsi, due anni dopo, totalmente
sola quando la maggior parte dei suoi amici avrebbe lasciato
Hogwarts. Non era molto corretto forse, però a chi importava?
Informazione
sulla storia: non
so se Akami
pubblicherà la sua, ma anche lei, l'anno scorso, insieme a
me, aveva
cominciato a scrivere degli Hufflepuff, solo che ha preso quelli
dell'età di Ginny. È una storia bellissima e
alcuni suoi personaggi
appariranno in questa storia così come alcuni miei
appariranno nella
sua, il nostro universo Potteriano è lo stesso anche se
è
concentrato su altre persone!
Indicherò
poi chi sono.
Altre
due immagini, Michael e Sally-Anne, nel caso di Michael coi capelli
corti è quello di quest'anno, il sesto, mentre coi capelli
lunghi è
l'anno dopo. (Sally-Anne la trovo perfetta soprattutto a occhi
chiusi).
Disegni
di Recchan, come sempre!
http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc4/hs187.snc4/37694_114385725279444_100001240500692_108617_1707346_n.jpg
http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash1/hs346.ash1/29479_100259443358739_100001240500692_392_1425064_n.jpg
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|
23/10/10, ore 06:07 -
Capitolo 2: Giornali e
chiacchiere.
|
Wayne ormai ha tanti fanclub XD
Anche a me non è mai
importato di Cedric ma Amos mi faceva piangere un sacco!
Megan... ragazze con un sesto
senso... sapessi che tristezza al pensiero che praticamente tutte le
donne che conosco invece non ne capiscono un accidente XD io poi ho un
sesto senso pazzesco con chiunque altro ma quando si tratta di me,
addio... Megan non si accorge minimamente di Walter perché
sarebbe anche la prima volta che qualcuno è interessato a
lei in quel senso, per quanto sia carina se una ha un caratteraccio
è difficile avvicinarla XD
Ho già cambiato le
immagini dell'altro capitolo e qui metto direttamente i link!
|
|
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|
22/10/10, ore 22:24 -
Capitolo 2: Giornali e
chiacchiere.
|
Credo sia una tua
impressione, è un buon fratello, Walter XD è solo
molto onesto – io lo chiamerei scemo – anche se non
ha mai riscosso un gran successo con nessuna donna, sia nella fic che
nella realtà XD
Stephen
è adorabile, su su XDD Michael è il Sirius di
Cedric/James, se ci pensi! Non posso non amarlo immensamente!
Cedric risultava
poco interessante anche a me perché è il bravo
ragazzo della situazione amato da tutti e perché, dopotutto,
questa storia è più concentrata sugli amici che
non su di lui stesso!
Non ti ricordi di
Jones perché ho nominato solo sua madre un paio di volte e
il padre una senza dirne il cognome, non ti crucciare XD
|
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Capitolo 4 *** Un giorno di novità. ***
Un
giorno di novità.
Megan
si ritrovò sveglia all'alba. Era strano, di solito dormiva
poco solo
quando era tesa e in quel momento non le risultava che ce ne fosse
motivo, eppure sentì che non sarebbe riuscita a restare a
letto un
secondo di più.
Andò
a farsi una doccia e quando tornò in camera trovò
che Hannah era
sveglia e leggeva; sperò fosse un libro di narrativa o
perlomeno non
scolastico.
«Che
fai?» sussurrò. Hannah la guardò
sorpresa, poi sollevò il libro
mostrandole la copertina: era quello di Erbologia. Megan
cercò un
modo carino per risponderle che non contenesse le parole “sei
pazza”.
«Ti
cadranno tutti i capelli prima del settimo anno.» disse
infine.
«Chi
è che dovrebbe soffrire di calvizie?»
domandò Georgia con voce
assonnata. Sally-Anne saltò a sedere perfettamente sveglia,
facendo
cadere due fette di cetriolo che teneva sugli occhi “per
prevenire le occhiaie, almeno non sembrerò un rospo come
Ernie la
mattina”.
«Cosa?»
domandò anche lei con voce stridula e Susan si
lamentò per il
brusco risveglio, maledicendole tutte.
«Hannah.»
rispose lei.
«Megan!»
strillò la ragazza, disperata.
Ora
l'attenzione di Sally-Anne era tutta per Hannah infatti, o meglio, lo
erano i suoi occhi spalancati e l'espressione di puro raccapriccio.
«Dobbiamo
immediatamente porvi fine! Come troverai marito altrimenti? Non
è
che tu abbia molto possibilità già
così visto che ti ostini a non
ascoltare i miei consigli...»
Megan
fuggì.
Si
ritrovò in sala comune prima ancora di pensarci e, neanche a
dirlo,
Wayne e Stephen erano già lì. Soffrivano di
insonnia entrambi,
motivo per cui erano diventati tanto amici dato che trascorrevano ore
e ore assieme prima delle lezioni, e si stavano sfidando a scacchi
magici.
«Buongiorno.»
salutarono entrambi.
“L'emblema
dell'entusiasmo”
pensò Megan, che comunque avrebbe potuto competere con loro
per la
medaglia e si lasciò cadere sulla poltrona accanto alla loro.
«Chi
sta vincendo?»
«Wayne.»
risposero entrambi, compreso il diretto interessato.
«Chiaramente.»
«Cosa
ti porta qui?» domandò Wayne a quel punto.
«Sally-Anne
tiene una conferenza su come Hannah non troverà marito
perché non
mette fette di cetriolo intorno agli occhi e maschere
all'ananas.»
I
due ragazzi si voltarono a guardarla.
«Credo
che il prossimo argomento si sposterà su Georgia, di dubbie
attrattive per via dei suoi classici capelli castani e bla
bla.»
Stephen
si fece pensieroso: «Ha delle sfumature bionde molto intense.
È più
bionda che castana.»
«Io
trovo che entrambe siano belle ragazze. Che tutte lo siate.»
aggiunse Wayne cavallerescamente.
«Questo
perché siete gentiluomini. O almeno vorreste esserlo.
Sally-Anne non
è una gentil-donna e mi son rotta i bolidi di starla ad
ascoltare,
me ne vado in Sala Grande ad aspettare quella cavolo di colazione. Ci
si vede.» li salutò, alzandosi di nuovo e andando
via mentre si
legava i capelli in una coda bassa.
«Sempre
una parola gentile.» commentò Stephen, con le
labbra leggermente
inarcate in un sorriso, «Tuo fratello non ha sempre detto di
voler
una fidanzata normale, né troppo appiccicosa né
troppo fredda?»
«Me
ne rendo conto.» sospirò Wayne, «Non so
onestamente cosa gli passi
per la testa.»
«E
lei non ha capito nulla, come era ovvio.» aggiunse Stephen,
«In un
certo senso è meglio così. Se non ricambia
è meno imbarazzante per
entrambi. Mi stupisce che nessuna delle ragazze le abbia aperto gli
occhi.»
«Georgia
è più amica mia che sua e non hanno mai parlato
molto, Susan e
Hannah non lo frequentano abbastanza per sapere, Sally-Anne idem,
anche se non le ci vorrà molto. A me stupisce più
Michael che non
lo starnazza ai quattro venti.»
«Cedric
lo ha supplicato di non uccidere Walter andando a dire tutto in
giro.» lo informò Stephen.
«Ecco,
ora tutto mi torna.»
«Mi
fischiano le orecchie.» mormorò Michael.
«Dalle
mie parti si dice che lo fanno perché qualcuno sta parlando
di te.»
lo informò Cedric.
«Sicuramente
è una ragazza estasiata.»
L'altro
sorrise, «Senza dubbio.»
«Non
incoraggiarlo di prima mattina!» si lamentò
Walter, scuotendo una
colonna del baldacchino di Jack perché si svegliasse,
«Bambini,
forza, dovete vestirvi e fare colazione!»
«Altri
cinque minuti, mamma...» borbottò Rent.
«Adesso
vomito.» avvisò Jack e Walter fece qualche passo
indietro.
«Questo
è quello che succede quando vi date ai festeggiamenti fino a
tardi.»
«Walter
sembri tuo fratello. E non è un complimento.»
precisò Michael.
«A
me piace il mio fratellino.»
«Unico
caso al mondo di fratelli vicini d'età che si
apprezzano.» affermò
lui con aria vagamente schifata.
«Anche
a me piace Wayne.» aggiunse Cedric, nascondendo il proprio
sorriso
andando a guardare alla finestra, «È il
mio migliore amico.»
Michael
si rizzò a sedere con aria estremamente oltraggiata:
«IO sono il
tuo migliore amico!»
«Davvero?»
fece Cedric, stupito.
Michael
guardò Walter: «Lo sta facendo di nuovo. Fallo
smettere.»
«Cedric,
lo sai che Michael ha bisogno di sentirsi amato per carburare la
mattina.»
Jack
e Rent risero, alzandosi a loro volta.
«Ora
ci sentiamo meglio noi, però. Grazie, Ced.»
«Sì,
grazie, Ced.»
«Ma
andatevene al diavolo!» sbottò Michael offeso.
«Sembri
Jones quando fai così.» commentò Jack,
e inevitabilmente tutti
guardarono Walter, che se ne accorse.
«Ehi!
Non sono ancora un caso così perso!», Rent si
voltò verso l'amico
e annuì con dolorosa consapevolezza, «Va bene, ci
ho provato, ma se
non funziona fa niente. Ne troverò un'altra!»
«Sì,
hai ragione. Poi dai, è anche carina ma... insomma... non
è che sia
così tanto femminile...» azzardò Jack.
Walter
annuì, pensieroso, «Penso che di lei mi piaccia il
fatto che abbia
sempre la risposta pronta, sia anche solo un
“vaffanculo”.»
«Sì,
ma appunto, cercati una ragazza più adatta a te!»
insistette
Michael, «Io non vado d'accordissimo con lei quindi sono di
parte...»
«Credevo
ti piacesse!» lo interruppe Cedric sorpreso, «Come
amica, voglio
dire.»
«Beh,
lei piace a me ma io non piaccio a lei.» spiegò
Michael, «Quello
che intendevo è che tu hai bisogno di una ragazza un pochino
meno
aggressiva. Guarda Sandy...» ci fu un lamento generale,
«Beh, Sandy
è dolce!»
«Ma
se ti tiene a stecchetto!»
«Quando
sei con lei non puoi fare battute!»
«E
allora? È normale, quando si è fidanzati non si
può fare tutto
quello che si faceva da single! E che cavolo... Comunque a te,
Walter, serve una ragazza così. Una dolce e
tranquilla.»
«Tipo
la nostra George?» ipotizzò il ragazzo.
«Tipo...
No.
Georgie non è dolce e tranquilla, Georgie sembra
dolce e tranquilla. Lasciala perdere. Lascia perdere il quarto anno.
Passiamo al quinto: che mi dici di Laura? É molto carina, ha
i
capelli rossi... le piace leggere ma non è una
secchiona...»
«Tu
come lo sai? Non voglio stare con una tua ex!»
«E
allora togli duecento ragazze dal tuo campo d'azione.»
commentò
Rent.
«Beh,
non ce ne sono a Ravenclaw ad esempio. Ho soltanto Sandy e lei non
è
una so-tutto rompiscatole snob. La maggior parte delle Ravenclaw lo
è, ma tu sei tutto calmo e tranquillo e prefettoso
perciò
potrebbero andar bene. Io mi prendo le Hufflepuff con la mia
innegabile simpatia.»
«Le
snob sono a Ravenclaw? Diavolo, chi glielo va a dire alla Perks che
ha sbagliato dormitorio?» sbottò Jack e tutti
scoppiarono a ridere.
«Sally-Anne
non è così orribile...»
provò a dire Cedric, «E non tutte le
Ravenclaw sono snob, Walter. Te ne presenterò qualcuna, ho
conosciuto più ragazze nell'ultimo mese che in questi sei
anni.»
Tutti
gli sguardi che si rivolsero a lui erano pieni di malizia.
«Tipo
una certa Cho?»
«Mh,
amico, mi sa che Cho non te la presenta.»
«La
Chang è Ravenclaw, vero, Ced?»
«Mi
presenti Cho?»
«Siete
dei bastardi.» sospirò Cedric, e poi la mano di
Michael andò ad
arruffargli i capelli come al solito.
Megan
era quasi arrivata quando si scontrò contro quello che da
prima
pensò fosse un muro.
«Ma
porc...» cominciò, interrompendosi alla vista
della mano che le
veniva tesa. Non l'afferrò per abitudine mentre si rialzava
da sola,
ma sollevò la testa incuriosita e incontrò due
bellissimi occhi
azzurri.
«Ti
zei fatta male?» domandò il ragazzo con accento
straniero.
Di
Durmstrang.
«No,
io... suppongo... cioè, no.»
«Zcuza,
cercavo Viktor. Tu fisto lui?»
«Krum?»
domandò lei, e un risolino quasi civettuolo inaspettato le
sconvolse
la gola e la mente, «No. Vuoi una mano per cercarlo senza
perderti
per la scuola?»
Il
ragazzo la scrutò con aria sospettosa, poi si sciolse in un
sorriso
che addolcì i suoi lineamenti duri molto più di
quanto facessero i
suoi capelli biondi.
«Zi.
Io zono Ztanizlaus Ziegler.»
Anche
Megan sorrise, incantata dai suoi occhi azzurri.
«Megan
Jones, puoi chiamarmi Meg.»
«E
tu Ztan.» concesse lui.
A
colazione mancava un Hufflepuff all'appello.
«Ma
Megan dov'è?» domandò Georgia sorpresa,
«L'ho vista alzarsi
prestissimo stamattina!»
«Fino
alla sala comune respirava ancora.» comunicò loro
Wayne, sfogliando
il giornale, «Dopo non so.»
Mangiarono
chiacchierando e tenendo d'occhio la Sala Grande alla ricerca della
ragazza, che non spuntò fino alla fine. Quando si diressero
verso il
portone per fare lezione la videro in mezzo al corridoio a salutare
qualcuno a loro invisibile sulle scale. Poi lei si voltò
verso di
loro, con un gran sorriso sul viso stranamente rosso.
«Megan!
Ci stavamo preoccupando a non vederti arrivare!» la accolse
Cedric.
Normalmente,
lo sapevano tutti, Megan sarebbe rimasta estasiata dall'interesse di
Cedric per lei. Non sembrava in realtà molto interessata ai
ragazzi,
era brusca e fin troppo schietta, ma Cedric era stata la sua prima
cotta e il suo unico punto debole femminile, perciò era
sempre
felice quando lui le rivolgeva la parola, sebbene gli altri non
dubitassero che ciò dipendesse anche dalla rara stima
sincera che
lei provava nei suoi confronti. Questa volta però Megan
diede a
malapena segno di averlo sentito, annuendo distrattamente e
spostandosi a un fianco di Georgia, da lei considerata l'unica
ragazza capace di tenere la bocca chiusa tra le presenti, e li
seguì
fino a lezione in misterioso silenzio.
Persino
Michael non riusciva a fare battute, terribilmente curioso.
Si
salutarono nello snodo dei corridoi e quelli del quarto si diressero
a Incantesimi, mentre quelli del sesto andavano a Erbologia e Wayne a
Pozioni.
A
quel punto Megan afferrò la manica della divisa di Georgia
con due
dita, e sussurrò: «Sono una ragazza.»
«Lieta
che tu lo sappia.» ribatté l'altra sconcertata.
«Voglio
dire... a volte anche i ragazzi mi vedono come una ragazza. Okay,
lascia perdere, diventerà ridicolo e soprattutto patetico
questo
discorso.» tagliò corto Megan, incupendosi.
Georgia
fece ciò che l'istinto le disse, pensando che sarebbe stata
meglio a
Gryffindor, e spinse Megan lontano dagli altri, l'afferrò
per un
braccio e la trascinò con sé.
«Che
fai? La lezione!»
«È
Vitious, neanche si accorgerà che mancano Hufflepuff. Diremo
che
stavi male, al massimo. Ora entriamo in un bagno e mi racconti
tutto.»
E
fu così che per la prima volta Megan guidò
qualcuno nel bagno di
Mirtilla Malcontenta.
«Cioè,
sei sua amica?» ripeté per l'ennesima volta
Georgia.
«Non
è che sia proprio così... parliamo... ma non
potrebbe considerarmi
un'amica, è morta sola al mondo se non per le compagne che
la
prendevano in giro, non so quanto si fidi.»
Questo
pensiero le fece accigliare entrambe, e quando entrarono nel bagno di
Mirtilla erano vagamente bellicose.
«Mirtilla?
Ho portato qualcuno!» chiamò Megan bruscamente.
«Chi
è?» chiese la voce quasi offesa del fantasma.
«Una
ragazza che odia Sally-Anne quanto noi.» spiegò
l'altra, serena,
«Una che viene presa in giro perché il diminutivo
del suo nome è
George ed è troppo maschile.»
Georgia
spalancò la bocca, ma Mirtilla comparve in quel momento. Il
fantasma
storse il naso, guardandola dall'alto in basso.
«Sembra
molto carina...» disse sospettosamente.
«Grazie,
quindi vuol dire che io non sono carina e per questo sono tua
amica?»
domandò Megan, fingendosi dispiaciuta.
«No!
Cosa dici! Noi siamo molto carine, sono gli altri che non lo
capiscono!» si affrettò a rassicurarla Mirtilla,
volandole vicina.
Georgia annuì partecipe, «Io penso che tutte le
ragazze siano
carine, è solo che c'è chi non vuole vederlo per
sentirsi
superiore.»
Megan
la guardò con la coda dell'occhio: «Vedi,
è intelligente quindi
non piace.»
«Oh,
poverina!» Mirtilla sembrò sul punto di piangere,
e Georgia fece un
passo indietro.
«Ma
andiamo a sederci vicino ai lavandini, è il punto migliore
per
parlare.» propose Megan, tornata affabile.
«Dovresti
fare recitazione.» le sussurrò Georgia a un
orecchio.
Presero
posto e Megan incrociò le gambe, tirando fuori dalla borsa
una
lattina anonima, senza alcun etichetta.
«E
quella?»
«Succo
di zucca, mi dà la carica. Wayne mi ha passato il vizio.
Comunque,
oggi ho conosciuto un ragazzo.»
«Oh!
Un ragazzo carino? Harry Potter è carino!»
sghignazzò Mirtilla.
«Harry
Potter non
è carino! Mirtilla, mi meraviglio dei tuoi gusti!
È uno che si
mette sempre in mostra!» protestò schifata lei.
«Ma
con me è sempre stato dolcissimo!»
canticchiò la fantasma, persa
in visioni romantiche.
«E
comunque Potter ha detto a Cedric che ci sarebbero stati dei draghi
nella sfida ed è per questo che Cedric era così
pronto.» sussurrò
velocemente Georgia. Megan voltò lentamente il viso verso di
lei con
occhi sbarrati. «Onesto, non trovi? Ma va avanti col ragazzo
nuovo,
poi parliamo di quello.»
«Oh,
sì. Beh, è di Durmstrang.»
Georgia
e Mirtilla, quest'ultima solo per esigenze di melodramma, trattennero
il fiato.
«È
alto, biondo e con gli occhi azzurri. Si chiama Stan-qualcosa che non
ricordo, ma tanto posso chiamarlo solo Stan. A quanto pare da loro si
svegliano sempre prestissimo la mattina... Comunque abbiamo
chiacchierato molto e ci siamo dati appuntamento in biblioteca questa
sera. È la prima volta che un ragazzo mi lascia intendere
che sono
carina, sapete?»
«Ma
è impossibile!» esclamò Georgia
all'improvviso. Megan e Mirtilla
la guardarono sorprese. «Voglio dire... Noi non ci siamo mai
confidate molto, è vero, non abbiamo neanche parlato di cose
superficiali in realtà, però... mi sembra assurdo
che nessun
ragazzo ti abbia mai fatto il filo! Io penso che tu sia davvero una
bella ragazza!»
«E
io penso che tu non sia una deficiente e dato che ho bisogno di
un'amica ragazza per parlare di queste cose ho scelto te per
questo.»
disse Megan, ringraziandola così per le sue parole.
Georgia
ci dovette riflettere un po' sopra, cercando di cogliere se ci fosse
anche qualcosa per cui offendersi.
«Comunque,
non dovete dirlo ancora a nessuno, non voglio sentire le battute
degli altri. Sarei costretta a far loro del male e non possiamo
permetterci di fare brutta figura davanti alle altre scuole. Per
quello ci sono Gryffindor e Slytherin.» proseguì
Megan.
«Non
avrei mai pensato che ti interessasse quello che pensano gli altri di
te.»
«Oh,
non fraintendermi. È solo che non sono cazzi loro.
Però sono
rimasta sconvolta dal fatto che con lui non mi è venuto
spontaneo
essere infastidita come lo sono, ad esempio, con Stebbins. Quindi mi
chiedo se non sto diventando una ragazza... come Sally-Anne.»
Georgia
la guardò sconvolta: «Credo di aver perso il
collegamento.»
«Beh,
pensa a quanto fa la gatta con chi le interessa ed è
un'assoluta
idiota col resto del mondo!»
L'altra
scoppiò a ridere e Megan e Mirtilla attesero una risposta
più
consona alle sue preoccupazioni.
«Megan,
se c'è una cosa di cui sono sicura è che tu non
sei una di
quelle... Ti sei semplicemente trovata con uno che non si comporta da
idiota come Michael o che non ti irrita come gli altri. Del resto non
sei antipatica con Cedric, no? Tu lo sei solo con chi lo merita. E
poi magari sei un po' brusca a prescindere, è vero, ma
c'è a chi
può piacere. Ad esempio piaci molto a Walter, sai? Dico, a
proposito
di ragazzi a cui dici di non piacere.» Georgia
pregò che questo non
fosse considerato un tradimento da Walter, ma aveva sempre avuto la
sensazione che fosse interessato alla ragazza e magari questo poteva
aiutarlo.
«Beh,
ma Walter che c'entra? È un amico, non un ragazzo!»
Georgia
fu sul punto di ribattere ma decise saggiamente di evitare. Piuttosto
si soffermò a considerare un altro punto.
«Megan,
in nome della nostra neonata conoscenza voglio farti una confidenza
sulla mia visione di te.» dichiarò.
Megan
poggiò il mento contro una mano, interessata.
«Non
credevo che tu considerassi Walter un grande amico. Mi spiego...
Certo, tutti hanno amici e anche chi ha un carattere un po' duro
prova affetto. Però non ti ho mai vista molto legata a
nessuno di
noi, escluso Cedric. Per quanto riguarda Wayne principalmente litighi
e lui a volte risponde e a volte ti ignora, per quanto dica sempre
che gli va benissimo così il vostro rapporto, e con Michael
litigate
in due mentre con Walter ti ho sempre vista parlare solo ogni
tanto... Credevo non fossi poi molto legata a loro e anche io di
conseguenza non mi sono mai avvicinata, non mi piace imporre la mia
presenza. Dove diavolo è andata Mirtilla
Malcontenta?»
Si
guardarono attorno: il fantasma era sparito.
«Quando
si annoia sparisce. Non te la prendere a male, è solo che ai
fantasmi piace essere al centro dell'attenzione. Comunque anche io a
volte ho dubbi su di me, nessun rancore. Solo che sono cresciuta
litigando con Wayne e mi annoierei senza, e Walter era sempre
lì e
l'ho sentito come un fratello maggiore anche per me... Michael
è
un... non ci sono parole. Però è divertente
infastidirlo. Quando ci
sei tu io mi tengo un po' in disparte perché tu sei quella
che ha
sempre qualcosa di intelligente da dire...»
«I
ragazzi fanno gruppo, propongo di creare una piccola alleanza anche
tra noi.» la interruppe Georgia, intenerita dalla piega che
il
discorso stava prendendo. Megan notò l'espressione e
ricambiò
guardandola come se fosse pazza, poi le porse una mano.
«Ma
niente stronzate da femmine contro maschi, tiferei loro visto che
Sally-Anne è femmina.»
Quando
uscirono dal bagno si diressero verso l'infermeria, pronte a fingere
un malore, quando per miracolo incrociarono i gemelli Weasley.
«Aspetta,
ho un'idea! Ehi, Weasley!» chiamò Georgia ed
entrambi si voltarono
incuriositi. La ragazza corse da loro, «Avreste per caso
qualcosa
per fingerci malate, dato che abbiamo saltato la lezione? Un po' come
quelle vostre merendine che fanno spuntare le piume, solo che
dovrebbero giustificare un'ora intera... Vi daremo qualunque cifra
chiediate, ma in questo momento abbiamo i soldi nel dormitorio e
sarebbe un casino andarci senza farci beccare, potreste comunque
darci qualcosa per favore? In cambio vi lascerò i miei
libri, così
saprete che dovrò per forza tornare a pagarvele!»
Megan
si avvicinò cercando di sembrare disperata quanto Georgia
suonava. I
due ragazzi si scambiarono un'occhiata divertita.
«Hufflepuff.»
commentò uno dei due.
«Di
che anno?» domandò l'altro.
«Quarto
anno.» rispose Megan, scoprendo di apparire più
scocciata che
altro. Georgia la guardò allarmata, ma evidentemente non ci
poteva
fare niente.
«Ah,
come il finto Prefetto!» disse improvvisamente un Weasley ed
entrambe lo fissarono sconcertate.
«No,
lui era al quinto. Era un finto
Prefetto, appunto.»
«Dettagli.
Allora, che ne dici, George?» domandò l'altro,
guardando le
ragazze.
«Come
sai il mio nome?» domandò Georgia, abituata a
sentirsi chiamare a
quel modo.
I
due la fissarono confusi.
«Credo
si riferisse a suo fratello... Sai, Fred e George. Meno male che ero
io a non ricordare i nomi di nessuno...» borbottò
Megan.
«Ti
chiami “George”?» ripeté Fred,
incredulo.
«Georgia.
Ma gli amici mi chiamano George... o Georgie.»
spiegò lei
miseramente. Soltanto Cedric e Wayne usavano il suo nome di
battesimo, storpiato da Michael con quel “Georgie”
che aveva
finito per trovare adorabile.
«Mi
piace! Fidiamoci della mia omonima!» disse George allegro.
«Ma
sì. Però non ditelo troppo in giro, dobbiamo
ancora perfezionare le
nostre invenzioni!» concordò Fred, facendo
l'occhiolino a Megan,
che gli concesse un mezzo sorriso tirato.
«È
fatta così, è come se vi avesse
abbracciato.» spiegò Georgia, che
già sentiva che a girare con l'altra avrebbe finito col fare
da
interprete. «Comunque grazie mille!»
esclamò, piena di
riconoscenza.
Megan
annuì con cipiglio più serio di quanto fosse
necessario e Fred
inclinò un po' la testa per guardarla meglio.
«Ha
un qualcosa che mi ricorda Hermione.» constatò,
«Molto carine,
comunque. Quarto anno, eh?»
Lei
a dispetto di tutto si sentì arrossire e Fred rise.
«Ecco,
lo sapevo! Qualche reazione normale ce l'ha!»
«Illudere
il cuore di una giovane fanciulla innocente è un'azione
assolutamente criminale.» replicò lei, inarcando
le sopracciglia.
Stavolta anche George rise, annuendo.
«Sì,
ha perfettamente ragione, sei stato crudele!»
scherzò, rivolto al
gemello.
«Non
oserei mai, signorina! Facciamo che offriamo noi, non c'è
bisogno di
pagarci nulla.»
«Dev'essere
davvero difficile per Hermione stare con voi, se davvero le
somiglia.» commentò Georgia, che sentiva
però un'improvvisa
euforia nascerle dentro: quei due dovevano dare la carica a tutta
Gryffindor.
«Lo
è. Allooora...» cominciò George, che
aveva finalmente trovato
qualcosa, «Le crostatine non servono ora, quindi direi... che
ne
dite di questa caramella che fa diventare la faccia blu? Potete
fingere di essere andate nel panico perché dopo colazione vi
siete
ritrovate così o qualcosa del genere.»
«È
perfetto! Megan, che ne dici?»
«Oh,
no, il mio bel faccino rovinato!» piagnucolò lei
sforzando la voce
in un fastidioso farsetto, «Sto per morire? Che mi
succede?... Sì.
Basterà imitare Sally-Anne e passeremo per oche isteriche.
Datecene
una.» disse, tornata di ghiaccio.
Fred
e George si scambiarono un'occhiata e poi risero allegramente; il
primo diede anche una pacca sulla spalla di Megan.
«Bene.
Ora che ci penso, George, non è male l'idea di creare dei
dolci per
star male e saltare le lezioni...»
«In
effetti... Beh, ci si vede, omonima.
Megan.» salutò l'altro. E i due gemelli sparirono
così come erano
comparsi.
«Sempre
presenti quando un alunno è in difficoltà,
dovrebbero far loro un
monumento.» commentò Georgia.
«Per
un istante Fred mi ha ricordato Stebbins. Solo che è
più
affascinante.»
«Chi?»
«Fred,
ovviamente.»
Quel
pomeriggio a pranzo Susan e Hannah smisero di chiacchierare nel
momento in cui Georgia e Megan le raggiunsero al tavolo.
«Ehi!
Dove siete finite tutta la mattina?»
«Cosa?
Non eravate a lezione?» domandò Walter sorpreso.
Megan
e Georgia si scambiarono un'occhiata.
«Eravamo
in infermeria.» spiegò la Runcorn.
«Chi
stava male?» si intromise Michael, rovesciando un bicchiere
sul
piatto di Wayne, che gli scoccò un'occhiataccia.
«Io.»
rispose Megan, sfiorandosi per un momento il viso tornato di un
colore naturale. Georgia era rimasta con lei, fingendo di aver
trascorso un'ora nel bagno solo per convincerla a uscirne.
Era
stato anche esilarante, ad essere sinceri.
E
non si aspettava di certo di essere investita dalle domande di tutti,
ora.
«Cosa
ti è successo?» domandò Walter
palesemente preoccupato.
«Come
mai sei già fuori?» chiese invece Wayne,
sospettoso.
«Perché
nessuno mi ha detto nulla?» sbottò Susan, rivolta
principalmente a
Stephen che alzò le spalle.
«Ora
stai bene?» domandò Cedric, meno impetuoso degli
altri.
«Nulla
di contagioso, spero.» squittì Quill,
terrorizzando anche Stephen;
quest'ultimo si rilassò quando le due ridacchiarono.
«In
realtà potrebbero crescerti tentacoli sulla
faccia!» esclamò
Michael e Quill si ritrasse spaventato, urtando Stephen che stava
schiacciando la sua omelette perché risultasse
più squadrata.
«Ora
devo ricominciare... Michael, smettila di spaventare Quill. Quill,
Michael neanche sapeva che Megan era in infermeria, sta inventando le
solite sciocchezze.» spiegò pazientemente.
«Sicuro?
Sento già prurito alla faccia...»
«Forse
sono pulci.» suggerì Michael.
«Mike.»
lo ammonì Georgia. Intanto Megan aveva già
rassicurato gli altri
sul suo stato di salute.
«Cosa
ci siamo perse?»
«Ah!
La notizia che è sulla bocca di tutti!»
esclamò Susan, «Il Ballo
del Ceppo!»
«Si
terrà la notte di Natale!» aggiunse Hannah
estasiata.
«Finalmente
qualcosa di appropriato.» fu il criptico commento di
Sally-Anne,
sedutasi accanto a Cedric stavolta affinché fossero i
più grandi a
notarla e a pensare di invitarla per primi, «Me l'hanno
già chiesto
in due.»
«Sei
un mostro.» commentò Georgia.
«Beh,
per fortuna se non rimediamo nessuno possiamo andarci tra
amici.»
commentò Rent.
«Ma
perché, tu ci vuoi andare?» domandò
Wayne.
«Non
dire così, sarà divertente! Prenderemo in giro le
altre coppie, nel
caso!» lo incoraggiò Georgia.
«Ah,
i Campioni aprono le danze, quindi io ci sarò per
forza.» li
informò Cedric, lanciando una brevissima occhiata al tavolo
Ravenclaw.
«Invitala
prima che lo faccia qualcun altro, Ced.» suggerì
Michael.
«Tu
porti Sandy, vero?»
«Georgie,
che domande! Io la inviterò e naturalmente faremo due passi
e poi
via! Verso lo “strappiamoci i vestiti di dosso” e
oltre!»
«Sei
un essere disgustoso.» commentò Megan.
«Sono
le cose della vita, tesoro.»
«Piuttosto
che ballare preferisco farmi troncare le gambe. E l'effetto sarebbe
lo stesso.» confessò Jack e tutti scoppiarono a
ridere.
Megan
aveva già ballato in passato ai matrimoni dei suoi parenti
babbani e
le era piaciuto molto, perciò disse: «A me non
dispiace l'idea.»
Quill
si coprì la testa con le mani: «Sarò io
a risultare con le gambe
troncate invece... non dico che lo sarà la mia
accompagnatrice dato
che non ne troverò mai una!»
«Susan,
vieni con me?» domandò Stephen e lei
annuì con un sorriso, «Prova
così, Quill.»
«Oh,
Sally-Anne, ti va di venire al ballo con me?»
Era
un ragazzo molto più grande e indubbiamente bello, gli amici
dovevano essere quelli che lo stavano osservando abbarbicati nelle
loro sedie dal tavolo dei Ravenclaw.
«Sarebbe
un piacere.» miagolò lei con un tono totalmente
diverso da quello
che dedicava a loro.
Quill
batté la testa contro il tavolo. Walter spostò lo
sguardo su Megan,
che invece aveva notato un gruppo di ragazzi di Durmstrang uscire in
formazione compatta: spiccava una chioma bionda già
familiare.
«Io
ho dimenticato... un... A dopo!» salutò, correndo
via e rischiando
di inciampare su una sedia.
«Ma
siamo sicuri che stia già bene?»
domandò Wayne, aggrottando la
fronte. Georgia sorrise enigmatica.
Era
l'imbrunire quando Megan e Stan uscirono dalla biblioteca dopo aver
chiacchierato a bassa voce per quasi tutto il tempo. Lei
scoprì di
avere il vizio di lisciarsi la coda con una mano quando era in
compagnia di un ragazzo interessante, e scoprì anche di
poter essere
interessante a sua volta.
«È
prima folta che trovo racaza che piace Qvittich e anche cozì
simpatica.»
Lei
ridacchiò, senza sapere cosa rispondere. Stan si
fermò.
«Ti
avevo cià notata, solo sempre con racazo alto e crosso,
è tuo
fidanzato?»
«Dici
uno coi capelli castani? No! Lui è solo un amico, un po' un
fratello, sai... Si chiama Walter. Ti piacerebbe.»
Stan
non sembrò convinto ma non commentò in proposito;
«Allora tu
lipera per il pallo?» si fermò un momento a
pensare: «Pballo?»
si corresse, e stavolta la sua “b” suonò
più accettabile.
«Sì,
sono liberissima!» esclamò, con un sorriso ancora
più largo.
«Tu
fuoi venire con me?»
«Sì.
Sarà divertente.» accettò allegramente,
e Stan sorrise. «Ma
quando mi avevi notata?»
«Il
ciorno della sfida con drago tu eri ficino a tenda di infermiero. E a
folte fuori... Ti ho fista anche correre.»
«Ah,
sì, mi piace mantenermi in forma.»
«Piace
anche me.» disse lui allegro.
Megan
sorrise ancora, passandosi una mano tra i capelli. Poco più
avanti
si salutarono e quando stava per arrivare all'entrata della sala
comune vide Sally-Anne parlare con quel ragazzo che l'aveva invitata
al ballo, sfiorandosi i capelli e ridacchiando.
E
si rese conto, già nel panico, che non c'era molta
differenza tra
loro, qualunque cosa dicesse Georgia.
Si
stava Principessizzando.
Prossimo
capitolo: il ballo del Ceppo!
E
sì, Megan è molto fangirl, chiunque sia
affascinante e/o
ironico-divertente le piace quanto piace a noi che leggiamo la serie
XD E finalmente comincia a legarsi anche con una ragazza che non sia
morta cinquanta anni prima.
Stephen
e Quill:
http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc4/hs167.snc4/37694_114385731946110_100001240500692_108619_1968442_n.jpg
Di
Jack e Walter ho solo due foto che però rendono bene:
Jack:
http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc4/hs167.snc4/37694_114385735279443_100001240500692_108620_7655740_n.jpg
Walter:
http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc4/hs167.snc4/37694_114385738612776_100001240500692_108621_2372945_n.jpg
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26/10/10, ore 16:43 -
Capitolo 3: La prima prova.
|
Guarda, io ammiro
le persone brusche XD vai bene così!
Michael
è in classe coi gemelli, dopotutto! Sono amici, diciamo che
è la controparte Hufflepuff (ogni casa ha qualcuno un po'
messo male mentalmente, secondo me XD)
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25/10/10, ore 23:06 -
Capitolo 3: La prima prova.
|
Wayne sarebbe un
grande aiuto in caso di verifiche, io ne avevo una XD
Walter come vedi
adora il fratellino, motivo per cui lo sfottono XD è solo un
po'... sfigato XD
Che non si capisse
chi parlava era un po' voluto, perché era il caos di chi si
trovava nel pubblico e mangiava/seguiva la prima prova!
Sì,
Sally-Anne diverte un sacco anche a me, è quella che fa
l'antipatica e che sa di esserlo ma continua a non preoccuparsi di
piacere XD le ho voluto bene da subito XD
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Capitolo 5 *** Il Ballo del Ceppo. ***
Ballo
del Ceppo.
Cedric
sospirò demoralizzato, non avendo idea di come fare con
l'uovo.
Aveva messo a soqquadro la biblioteca con l'aiuto di Stephen e di
Georgia; Michael era riuscito a fuggire fingendo improbabili impegni
scolastici e così si era dovuto rifare sul compagno
più piccolo ma
divoratore di libri e con memoria allucinante, ed era stato inutile.
«Ehi,
ragazzo.» lo chiamò bruscamente la voce del
professor Moody,
facendolo sobbalzare, «Che ci fai in giro con
quell'uovo?»
«Professore!
Io... cerco ancora una soluzione.» mormorò
vagamente intimorito.
«Io
dico sempre...» Moody si guardò attorno come per
controllare che
fossero soli, «Che le idee migliori vengono quando ci si fa
un bel
bagno. Capisci cosa intendo, ragazzo?»
«Un
bagno?» ripeté lui, sentendosi stupido
perché non capiva per
niente.
«Sì,
un bagno. Non hanno un bagno anche i Prefetti? Un bagno caldo insieme
all'uovo e chissà che non ti venga qualche buona
idea.» borbottò,
riprendendo a camminare.
Cedric
lo guardò sconvolto.
Mancavano
pochi giorni al ballo quando si ritrovarono tutti quanti in sala
comune ad aiutarsi a vicenda coi compiti di Pozioni, dato che Snape
stava evidentemente cercando di portarli al suicidio, e si avvertiva
la frenesia in aumento all'avvicinarsi del giorno fatidico.
Megan
sbadigliò, appoggiandosi comodamente contro una spalla di
Cedric e
attirando così parecchie occhiate malevole.
«Cho
ha detto di sì, vero?» sussurrò
all'amico, e lui annuì raggiante.
«Subito.
Ci siamo visti ogni tanto, anche in biblioteca. E lì ho
notato...»
«Hai
notato?» lo invitò a proseguire lei.
«Una
ragazza che conosco in compagnia di un ragazzo di
Durmstrang.»
«La
Granger e Krum? Li ho visti anche io.» fece finta di nulla
lei,
alzando gli occhi al cielo.
«Mh...
No. A dire il vero mi riferivo a una moretta familiare...»
«Ehi,
Megan!» la chiamò Walter, seduto per terra con il
libro aperto
sulle gambe, «Andiamo insieme al ballo?»
«Oh,
scusami ma sono già impegnata. Ci vedremo comunque tutti
lì dopo
qualche danza, no?» provò a rispondere in modo
gentile. Georgia le
aveva fatto presente che per non diventare totalmente come Sally-Anne
doveva perlomeno rifiutare in modo carino.
La
ragazza infatti annuì approvando silenziosamente, unica a
sapere che
era già occupata.
Walter
spostò lo sguardo su Wayne, che sembrava vagamente sorpreso
e che
fece cenno di no con la testa.
«E
con chi ci vai?» domandò Michael, poggiando un
braccio sulla testa
di Cedric dopo essere arrivato alle loro spalle.
«Affari
miei.»
«Con
chi ci vai?» chiese Stephen, alzando gli occhi dal suo libro.
Megan
fece spallucce, tornando più gentile.
«Anche
se ti dicessi il nome non lo riconosceresti.»
«Perché
a me risponde sempre male e agli altri no, Ced?»
«Togli
il braccio dalla mia testa.»
«Nessuno
mi ama!» esclamò drammaticamente Michael.
«Ora
a chi lo chiederai, Walter?» chiese Quill, depresso.
«Ci
sarebbe Marietta, l'amica di Cho Chang...»
«Perfetto.
Io non troverò mai nessuna.» mormorò
lamentoso, «Hannah va con
Ernie, Justin con una più piccola, Stephen con Susan,
Michael con la
sua fidanzata...»
«Vuoi
venire con me?» domandò Georgia,
«Potremmo andare io, te e Wayne e
ballerei con entrambi. Sto scherzando, Wayne.»
«Io
ti aspetterò al tavolo per i tuoi sicuramente brillanti
commenti
sulla serata.» concordò il ragazzo.
Quill
intanto ragionava sul fatto che lei fosse un po' più alta di
lui ma
sicuramente carina e che per quanto lo intimidisse sarebbe andata
benissimo.
«Mi
farebbe molto piacere.» rispose, racimolando la
dignità rimasta.
Georgia
gli sorrise e in qualche modo si sentì ancora più
minacciato.
«Così
non lo conosce nessuno, eh? Sarà per caso quel ragazzo della
biblioteca?» mormorò Cedric all'orecchio di Megan,
con la voce che
sapeva di sorriso.
«E
se fosse?»
«Sei
arrossita?»
Megan
si coprì la guancia bollente con una mano e Cedric le
passò
affettuosamente una mano sui capelli, «Sono felice per
te.»
«E
sembri anche molto felice con Cho.»
Ora
fu il turno di Cedric per arrossire.
«Spero
lo sembri anche lei.» osservò, sollevando le
sopracciglia.
«Le
conviene o la picchierò. È fortunata, non
c'è un bravo ragazzo più
bravo ragazzo di te a Hogwarts.»
«Il
fatto che sia tu a dirmelo vale davvero molto.» disse lui
sinceramente.
«Ovvio.
Sono io.» replicò lei serissima e Cedric
ridacchiò.
Quando
Megan li salutò tutti, decisa a tornare in camera, Walter
attese
qualche secondo e poi sbottò: «Chi diavolo l'ha
invitata allora?»
«In
questo ultimo mese non si è vista molto in camera, credo
fosse fuori
con quel qualcuno.» gli rivelò Hannah e Susan
annuì.
«Era
anche molto allegra quando rientrava.» aggiunse. Walter
lasciò
sbattere la testa contro la poltrona su cui sedeva Georgia, quella
davanti al divanetto di Cedric.
«Grandioso.»
mormorò sconsolato. Cedric e Georgia si scambiarono
un'occhiata e
non dissero nulla.
«Wayne,
non sai niente neppure tu?» chiese Michael, consapevole che
nel caso
non avrebbe parlato se non interpellato.
«Per
niente.»
«Meno
male che sei il migliore amico.» considerò
divertito.
«Migliore
amico maschio,
è normale che non ne parli con lui.» disse Susan,
cercando in
qualche modo di difenderla. Wayne in ogni caso non sembrò
infastidito quanto indifferente.
«Come
mai non mi hai detto di essere impegnata?»
Megan
sollevò la testa di scatto dal suo pranzo, sorpresa. Wayne
la
guardava con un sopracciglio inarcato e l'aria annoiata, ma non
accennava a tornare al proprio pasto. Gli altri non prestavano loro
attenzione e di conseguenza si era creata una bolla di fastidioso
silenzio intorno a loro.
«Avrei...
dovuto?»
«Di
solito mi racconti quello che ti succede.»
«Sì
e poi tu fai qualche commento che mi innervosisce e litighiamo. Non
volevo innervosirmi sul ballo.» spiegò lei,
prendendo un sorso
d'acqua.
«Quindi
non mi parlerai più di nulla?»
«Cosa?
No! Soltanto di questo!»
«Capisco.»
concluse lui, tornando a mangiare.
Megan
si raddrizzò, guardandolo con un misto di
incredulità e
preoccupazione, e poi infilzò una polpetta spietatamente. Lo
guardò
di nuovo, rinunciando a portarsi il boccone alle labbra.
«Ti
sei offeso?» chiese, sentendosi infantile soltanto a
chiederlo.
«Assolutamente.»
«Assolutamente
sì o assolutamente no?»
«No.»
chiarì lui, «Se tu preferisci nascondere le cose
piuttosto che
confrontarti con gli altri significa semplicemente che sei fatta
così
o che non sono cose così importanti.»
Megan
restò a bocca aperta.
«Scusami?
Ma non ho il diritto di pretendere che gli altri non si facciano gli
affari miei?»
Gli
altri smisero di parlare, voltandosi a guardare. Cedric, che si era
spostato al tavolo Ravenclaw per scambiare due parole con Cho ma era
comunque a meno di due metri da loro, smise di chiacchierare.
«Hai
tutti i diritti infatti.» confermò Wayne senza
scomporsi.
«Ma
hai appena detto... Oh, sei impossibile!» sbottò,
moderandosi
soltanto perché troppo vicina al tavolo dei professori,
«Lo vedi?
Non posso mai aprire bocca con te senza che mi saltino i
nervi!»
«Questo
è perché sei troppo impetuosa. Dovresti cercare
di mantenere a
freno la collera o finirai con l'ammalarti.»
«Tranquillo,
dei due sono sicura che morirai prima tu. Per omicidio.»
«Mi
seguiresti poco dopo da Azkaban.» ribatté lui.
Megan
sbatté un pugno sul tavolo, facendo traballare piatti e
bicchieri,
poi si alzò e lasciò la sala seguita da tutte le
teste degli
Hufflepuff che si voltarono a guardarla.
«Scusate...»
si congedò Wayne, seguendola.
«Al
solito.» commentò Georgia e tutti tornarono a
chiacchierare dei
fatti propri.
Megan
invece si trattenne dal tirare calci al muro e si limitò a
sbuffare
sonoramente.
«Megan.»
la chiamò Wayne, suonando di nuovo molto annoiato.
«Che
cazzo vuoi, non ti basta avermi rovinato il pranzo?»
abbaiò lei.
«Non
è colpa mia. Dico sul serio, dovresti imparare a non farti
innervosire da tutto.»
«Non
è il tutto che mi innervosisce, sei solo tu! Sei sempre
così... è
come se non te ne fregasse mai nulla però dici cose
orribili! E io
non dovrei risponderti?» gridò lei.
«Cose
orribili?» ripeté Wayne, ora confuso.
«Che
io nascondo le cose! Mi fai apparire come se stessi facendo
chissà
che, quando invece è normale! Guardarci ora, non stavamo
praticamente parlando di niente e ora litighiamo!»
«Io
non sto litigando con te.» le fece notare lui.
«Fa
lo stesso! Non ti sopporto! E poi se proprio vogliamo dirla tutta io
ti racconto quello che mi succede ma tu non mi dici mai dannatamente
nulla! Va bene, sei un tipo riservato, ma in quattro anni non ti sei
mai dato la pena di farmi sapere neppure che i tuoi hanno divorziato
o che hanno scritto per il professor Lupin e te la sei presa con
loro! Se non fosse per Walter di te saprei soltanto il nome, come
possiamo considerarci amici?» la sua voce si era ridotta a un
tono
di conversazione normale e si era fatta delusa.
«Non
pensavo ti interessasse dei miei genitori e non ne ho parlato con
nessuno. Ci ha sempre pensato Walter e credevo avesse informato anche
te.» si giustificò lui, perplesso.
«Come
fai a dire che sono la tua migliore amica allora?»
«Come
fai a sapere che... Walter.»
«Già.
Beh, senti, io devo andare.» mormorò, stanca di
litigare.
«Allora
ciao.» la salutò lui senza alcun problema, girando
i tacchi. Megan
non poté realmente stupirsi del suo atteggiamento, Wayne era
fatto
così, ma lo mandò mentalmente all'inferno.
Sentire
i propri compagni che ammettevano che lei non era una tipa femminile
e che non vedevano l'ora di vederla conciata per la festa e a disagio
non era qualcosa di propriamente piacevole o che poteva sollevare
l'autostima, perciò quella mattina Megan fece dietrofront
con ancora
i regali in mano e si nascose in camera propria per il resto della
giornata, trattenendosi dal cercare la sua mazza da Quidditch per
spaccare la testa a tutti. Sembrava avessero deciso di fare a gara su
chi le avrebbe rovinato di più il ballo, con Wayne che era
tornato a
parlare a monosillabi, Michael che la tartassava per scoprire chi
l'aveva invitata e le compagne di stanza esclusa Georgia che si
facevano più isteriche di giorno in giorno.
Georgia
era diventata una inaspettata alleata perché poteva parlarle
di cose
prettamente femminili come trucco e abiti senza però farne
un'intera
conferenza e senza prenderla troppo sul serio. Non si innervosiva
perché non le importava particolarmente di queste cose ed
era una
fonte di pura razionalità in quella camera di malate di
mente.
In
quel momento, però, a quattro ore dall'evento, Megan sentiva
inevitabilmente l'isteria farsi strada anche nel suo animo
già
provato dalle discussioni altrui udite per errore e si stava pentendo
di aver accettato di andare al ballo, temendo di rendersi ridicola.
La sua indole battagliera però riuscì a vincere
il resto e poté
incanalare energie e nervi nell'obbiettivo di apparire come una
ragazza a tutti gli effetti e sbatterlo in faccia al gruppo di
cretini, esclusa la buon'anima di Cedric.
«Sally-Anne.»
chiamò tetra, distogliendola dalla sua applicazione di crema
per il
viso.
«Dimmi.»
«Puoi
aiutarmi per stasera? Vorrei essere al meglio.»
Georgia
smise di aggiustare il proprio vestito e la guardò
incredula, Susan
rischiò di cadere dal letto, Hannah chiuse la porta che
aveva appena
aperto per poter andare al bagno e la fissò incredula e
Sally-Anne
si voltò molto lentamente a guardarla con un'espressione che
indicava chiaramente che pensava che avesse perso la testa.
«Spiegati.»
ordinò, dato che aveva visto quanto Megan fosse stata poco
interessata alla faccenda del ballo fino a quel momento.
«Ho
sentito che i ragazzi si aspettano che io mi comporti praticamente da
papera inguainata in abito da sera o che spaventi il mio
accompagnatore parlando come un troll. Voglio dimostrare loro che
posso essere anche io... normale.»
«Tu
sei già normale!» si affrettò a dire
Susan, dispiaciuta.
«Devi
dimostrare, piuttosto, che sono loro che ci perdono.»
suggerì
Sally-Anne, stranamente d'aiuto.
«Esatto!»
concordò Megan, «E mi servi tu, perché
sei piena di vestiti e il
mio è troppo tradizionale, vorrei qualcosa di
veramente...»
«Per
cui tutti ti vedano bellissima, no?» le venne in soccorso
anche
Georgia, «Io potrei sistemarti i capelli!»
Sally
sorrise: «Sarà un vero piacere lasciare tutti a
bocca aperta. Io ci
metterò poco, non ho bisogno di chissà quale
trucco per apparire
brillante, quindi potrò dedicarmi a te. E tu devi
comportarti in
modo dolce, evita di fare il troll, almeno davanti a loro.»
«Io
non faccio mai il troll!» protestò lei.
«Ma
chi è il tuo accompagnatore?» chiese Susan,
interrompendole.
«Si
chiama Stan, è di Durmstrang. Biondo, occhi azzurri, conosce
Krum...»
«Ottima
scelta!» si complimentò Sally, «Non lo
avrei mai detto, ma c'è
speranza anche per te!»
«Cosa...»
«No.»
la bloccò Georgia, «Pensiamo a te ora.»
Quando
tre ore e mezza dopo Megan si affacciò allo specchio da
camera di
Sally-Anne non poté che sorriderne. Una parte dei suoi
lunghi
capelli scuri era stata raccolta sulla nuca in un complesso chignon
mentre il resto delle ciocche erano libere di caderle sul viso, sui
lati e alle spalle. I suoi occhi grigi leggermente all'insù
erano
stati sottolineati dalla matita nera e da un ombretto argentato, le
guance erano appena più colorite del solito e le labbra
erano
rimaste del loro rosso naturale. Aveva indossato un vestito rosa
pallido, il colore che più odiava ma che le donava, le cui
maniche
cominciavano sotto le sue spalle e la cui gonna finiva sotto le
caviglie dopo essersi gonfiata e immersa nel raso. Era stretto in
vita e sottolineava il seno, mentre la scollatura era illuminata da
un gioiello prestatole come il vestito da Sally-Anne. Le scarpe col
tacco le aveva prestate Georgia invece, e i trucchi erano stati messi
a disposizione da Susan, così come il profumo floreale da
Hannah,
distillato proprio da lei.
«Cavolo,
sembro proprio una principessa.»
«Non
dire cavolo, al massimo dì “oh”. Se non
riesci a contenerti:
“accidenti”.» suggerì
Sally-Anne, ancora sorridente, «Come mi
sento brava. Ho anche compiuto una buona azione natalizia.»
«Sì,
grazie. Sul serio.» disse Megan di cuore, «Grazie a
tutte.»
«Mi
raccomando, quando scendi fingi di non sapere quanto sei bella,
sorridi molto e fa la finta tonta per qualsiasi cosa.» le
consigliò
Georgia, terribilmente carina coi capelli sciolti e il suo vestito
celeste che si schiariva quando scendeva morbidamente sulle sue
gambe. Era truccata appena e i suoi grandi occhi castani risaltavano
con la loro dolcezza sul suo viso dai lineamenti altrimenti troppo
alteri nella loro nobiltà: Sally-Anne poteva sembrare una
principessa per via del suo aspetto quasi stereotipato
“bionda e
occhi azzurri, troppo bella per essere vera”, ma sicuramente
era
Georgia quella che a primo impatto sembrava la più snob,
più
arrogante, almeno finché non la si guardava negli occhi; e
infatti
quando era estremamente seria o arrabbiata faceva paura.
«Stai
veramente bene anche tu. Sally, come ti vestirai?»
«Il mio
colore è l'oro, naturalmente!» esclamò,
togliendo l'asciugamano
dalla testa e lasciando scivolare una cascata di capelli ricci,
«Voglio splendere come una stella!»
«Non
ti sarà difficile.»
Lei
lo sorrise: «Perfetto, comportati così e
andrà bene.»
«Io
dicevo sul serio...» borbottò Megan.
«E
non parlare tra te e te.»
«Siamo
troppo in anticipo?» chiese Quill nervosamente, imbarazzato
nel suo
abito da cerimonia scuro e in cima all'ultima rampa di scale che
avrebbe portato al corridoio per la Sala Grande.
«Nah...
O meglio, lo siamo ora che siamo soli, ma appena arriveranno le
ragazze andrà bene, tranquillo. Tutte le coppiette che
arrivano
prima possono mettersi a chiacchierare e va bene così. Non
vedi che
è già pieno di gente?»
domandò Michael, scrutando la folla che si
accalcava intorno al portone e che riuscivano a vedere anche da
lì.
«Rilassati,
siamo qui per divertirci.» aggiunse Cedric con fare fraterno.
«Sì,
è solo Cedric a dover aprire le danze.»
ridacchiò Walter, «Mica
noi.»
«Grazie.»
mormorò il campione Hufflepuff con rimprovero,
«Sei un amico.»
«Sandy
arriverà in ritardo di sicuro, dovresti ringraziarci per
averti già
accompagnato qui.» fece presente Michael.
Wayne
sospirò, alzando gli occhi al cielo: «Non
arriveranno mai troppo
presto.»
«So
cosa intendi.» concordò Stephen, qualche gradino
più sotto con la
schiena contro il bordo delle scale.
«Credo
di aver visto Harry Potter.» commentò Justin,
aguzzando la vista.
«Lasciatelo
in pace.» disse per l'ennesima volta Cedric.
«Tranquillo,
non ho più alcun problema con lui. È solo che mi
era sembrato...
Con chi va al ballo?»
«Mah.
La Granger?» tentò Jack.
«No,
la Granger l'ho vista io prima, se era proprio lei. È uno
schianto
stasera!» commentò Michael entusiasta.
«Ma
sei sicuro di aver capito di chi parliamo?»
ridacchiò Ernie.
«Crudele.»
commentò Megan, che era strategicamente la prima della fila
di
compagne di stanza.
«Per
Merlino e Morgana!» esclamò Rent a voce alta nello
stesso momento,
e tutti si voltarono a guardarla.
Megan
sorrise con condiscendenza: «Dovrei rispondere grazie,
suppongo.»
Walter
boccheggiò e si aggrappò a un braccio di Michael,
che aveva gli
occhi spalancati. Cedric sorrise scuotendo la testa e disse:
«Ti
ricordo che giorni fa mi hai promesso un ballo.»
«Naturalmente,
se la tua dama non avrà problemi.»
replicò lei amabile, e scorse
in quel momento Stan nella folla di sotto accanto ai suoi compagni di
casa. Lo salutò con una mano perché la
riconoscesse e il suo
sorriso si ampliò.
Wayne
intanto la guardò dalla punta delle scarpe alla ciocca
più alta che
sfuggiva dalla sua crocchia, senza alcuna espressione in viso, ed
Ernie e Stephen corsero dalle loro dame, sprofondandosi in
complimenti. Georgia si fece avanti in quel momento affacciandosi
dalle spalle di Megan e Michael trattenne rumorosamente il respiro.
Walter e Cedric lo guardarono e lui si schiarì la gola.
«Signorine,
siete delle bellezze che neppure la più bella veela potrebbe
eguagliare.»
«Oh,
addirittura, Mike?» rise Georgia, raggiungendo Quill che era
diventato cereo.
«S-sei
magnifica.» balbettò intimidito e Georgia gli
diede un buffetto
sulla guancia. In quel momento Stan li raggiunse, salendo i primi
gradini delle scale e guardando fisso Megan.
«Non
ti afefo riconosciuta! Zei perfetta!» esclamò,
mentre i ragazzi lo
guardavano con palese contrarietà, persino Jack e Rent che
si
sentivano protettivi nei confronti di quella che consideravano la
piccoletta, e non soltanto in riferimento all'altezza quanto al fatto
che tra lei e Georgia era la Runcorn a sembrare più adulta -
lo
sembrava a prescindere - e perciò consideravano Megan una
sorellina.
Tutti perciò lo fissarono con odio, ma il ragazzo li
ignorò
totalmente e Megan si lasciò andare a una risatina che
riscosse la
silenziosa approvazione di Sally-Anne mentre passava oltre in cerca
del suo cavaliere e che scioccò gli altri.
«Grazie,
anche tu stai molto bene!» cinguettò, spostando
una ciocca dietro
un orecchio e sorridendo di nuovo. Stan le porse la mano che lei
afferrò prontamente e scesero le scale assieme, mentre
concedeva un
ultimo saluto agli amici.
«Ho
visto Cho!» annunciò Cedric entusiasta, seguendoli
a passo spedito
insieme a Walter, che lo tallonava ufficialmente perchè dove
c'era
Cho c'era anche Marietta e ufficiosamente perché non aveva
intenzione di togliere gli occhi di dosso alla coppia davanti a lui
per il resto della serata.
«Io...
cerco Sandy.» si riprese Michael, passandosi una mano tra i
capelli
già disordinati e catapultandosi di sotto. Stephen
lanciò un'ultima
occhiata a Wayne prima di incamminarsi e quest'ultimo rimase per un
momento da solo, osservando l'acconciatura di Megan immergersi tra la
folla, unica cosa ancora visibile dell'amica.
Il
portone di quercia si aprì e i ragazzi di Durmstrang
cominciarono a
sfilare, così anche lei sparì in mezzo a quella
marea di
sconosciuti.
Si
preannunciava una lunga serata.
«Ci
sei?» domandò Marietta, dato che Walter tra una
giravolta e l'altra
fissava altrove.
«Sì,
sì.» rispose lui distrattamente, osservando come
l'irriconoscibile
Megan rideva tra le braccia di quell'energumeno.
«Vorrei
fermarmi e bere qualcosa.» disse lei gelidamente, smettendo
di
ballare. Walter quasi le finì addosso.
«Certo,
scusami...» bofonchiò imbarazzato, e colse per un
momento Cedric
che ammiccava verso di lui e poi tornava a volteggiare con Cho Chang.
Ai
tavoli si fermò accanto a Quill che stava facendo una pausa
mentre
Georgia e Wayne danzavano in mezzo alle altre coppie. Erano entrambi
molto aggraziati, così come anche Megan e Sally-Anne
sembravano
ballerine provette e Cedric se la cavava benissimo.
«Sembriamo
in una maledetta scuola di danza invece che a Hogwarts.»
considerò
Stephen nervosamente, mentre Susan concedeva un ballo a Justin,
«Tutto questo tempo sprecato... sai quanto ci saremmo potuti
portare
avanti con lo studio?»
«Almeno
stasera evita.» ridacchiò Ernie che si riposava
con Hannah, «Se
glielo ricordi ti uccido.» aggiunse, riferendosi alla sua
dama che
era finalmente riuscita a staccare dall'isteria delle verifiche di
Snape.
«Sì,
guarda mio fratello. Quando gli ho chiesto se non era preoccupato per
i suoi G.U.F.O. mi ha guardato come se fossi scemo. Io non ero
così
l'anno scorso.» ricordò Walter con vaga ironia,
senza staccare gli
occhi di dosso a Megan.
Georgia
e Wayne tornarono da loro in quel momento, mentre partivano le note
di una canzone piuttosto deprimente che si supponeva fosse un lento.
«Le
Weird Sisters sono...» cinguettò Georgia
estasiata, poi si bloccò
bruscamente: «Michael?»
Il
ragazzo era tornato col viso pallido chiazzato di rosso e i capelli
spettinatissimi.
«Snape.
Cespugli.» borbottò, afferrando il bicchiere in
mano a Stephen e
svuotandolo in un sorso.
«Cosa?»
«Ero
con Sandy nei cespugli... Sapete...»
«Sì
sì, e allora?» tagliò corto Georgia.
«E
allora Snape ci ha beccato!»
«No!»
gridarono tutti.
«E
sei tornato vivo per raccontarlo?» si stupì Wayne.
«Più
o meno... Dieci punti e poi sappiamo tutti benissimo che
infierirà a
lezione. E Sandy se l'è presa con me! Come se fosse colpa
mia!»
«Se
l'è presa con te perché vi ha beccati?»
«Beh...
Perché dopo che siamo scappati le ho chiesto di
continuare.» ammise
lui.
«Oh,
Mike!» si lamentò Georgia mentre Wayne e Walter
scuotevano la testa
con la stessa identica espressione rassegnata.
«Ma
è Megan quella? Non me n'ero accorto ma balla proprio
bene...»
«Non
cambiare argomento.» ringhiò Walter che non voleva
pensarci.
«Ma
siete tutti in quel periodo del mese?» sbottò
Michael scocciato e
Georgia si appese a una manica del suo abito da cerimonia.
«Balliamo
insieme questa canzone?»
«Certo,
Georgie.» accettò, tornando a sorridere anche se
visibilmente
seccato.
I
due si tuffarono in pista e Georgia allacciò le braccia
intorno al
suo collo, cominciando a dondolare.
«Cosa
c'è che non va? Mi sembri più nervoso del
solito.»
«No,
niente.» la liquidò in fretta lui.
Georgia
inclinò leggermente la testa, stringendo la presa sulla sua
nuca.
«Mike.»
lo ammonì.
«Mi
dà fastidio essere stato interrotto se permetti! E che
quella se la
sia presa con me, come se fosse a causa mia che Snape non ha una vita
sociale e deve venire a interrompere chi prova a divertirsi!»
esclamò, scostando i capelli che gli ricadevano sul viso con
un
cenno del capo.
«Da
prima, Mike. È da un po' che ti vedo meno
allegro...»
Michael
stavolta sgranò gli occhi, stupefatto. Non capiva come
potesse
essersene accorta, soltanto lei.
«Prometti
di non dirlo a nessuno?»
«Promesso.»
disse lei subito.
Michael
sospirò: «Moody ha consigliato a Cedric come
risolvere l'enigma
dell'uovo. Non capisco a che gioco stia giocando,
favorendolo.»
Georgia
aprì la bocca per parlare ma la richiuse e lo
invitò a continuare.
«Cedric
ha intenzione di ricambiare il favore a Potter e andargli a spiegare
come fare, credo lo farà stasera. Sembra che nella prossima
prova
dovrà affrontare le sirene in fondo al Lago Nero,
comunque.»
«Sei
preoccupato?» domandò lei, comprensiva.
«Qualcosa
del genere. C'è qualcosa che non mi torna in questo torneo e
Cedric
è il mio migliore amico... È la mia
famiglia.»
Michael
sembrava parlare di continuo della sua famiglia ma la verità
è che
probabilmente Cedric era l'unico a conoscere l'esatta situazione a
casa sua, mentre gli altri a conti fatti ne erano all'oscuro; passava
a casa dei Diggory quasi tutte le vacanze e diventava scontroso o
sarcastico ogni volta che si parlava di genitori, e l'unica cosa che
erano riusciti a capire era che non se la passava bene e che da
subito si era legato a Cedric come se fosse un fratello, e dal terzo
anno anche a Walter seppure in modo meno particolare.
Per
questo Georgia non dubitò della serietà delle sue
parole nonostante
solitamente tutte le sue osservazioni venissero archiviate tra le
buffonate.
«Sono
sicura che stia andando tutto bene... Il Torneo Tremaghi è
antico e
pericoloso ma Dumbledore non permetterebbe mai che accadesse qualcosa
ai suoi studenti... Senza contare che se qualcuno avesse cattive
intenzioni se la prenderebbe con Potter. Insomma, pensa a Sirius
Black! Appena è uscito da Azkaban intendeva uccidere solo
lui,
ricordi che la scuola era piena di Dissennatori per questo?»
«Suppongo
di dovermi preoccupare del tuo tono indifferente, quel povero sfigato
quattrocchi...»
«Malfoy
lo chiama “lo Sfregiato”, vuoi unirti a
lui?»
«Ora
non essere disgustosa.»
Risero
entrambi e Michael si rilassò del tutto, stringendo per
qualche
secondo la presa sui suoi fianchi.
«Grazie,
Georgie. Neanche Sandy riesce a calmarmi così. Certo, non
avevo
tutta questa gran visione della sua scollatura con lei...»
«Porco!»
rise lei, schiaffeggiandogli la nuca.
Megan
e Stan raggiunsero gli altri al tavolo, il viso di lei solitamente
pallido era rosso come dopo una corsa e i suoi capelli scompigliati
dai balli più movimentati.
Era
anche raggiante.
«Ti
prento ta pere.» disse Stan, lasciandola accanto agli amici.
«Grazie.
Ehi, come mai Michael e Georgia ballano assieme? Dov'è
Fawcett?»
«Beccata
con lui nei cespugli da Snape.» rispose freddamente Walter.
Lei
lo guardò stupita. Stephen invece lo guardò
allarmato e scelse la
fuga, andando a reclamare la propria accompagnatrice. Quill fece la
scelta più saggia e andò a chiamare aiuto.
«Tutto
bene, Walter?»
«Sei
con uno di Durmstrang! Come puoi fare questo a Cedric?»
sbottò. Lei
lo guardò allibita.
«Questo
cosa?»
«Già,
Walter, questo cosa?» intervenne Wayne senza alcuna
particolare
inflessione ma con un'occhiata ammonitrice. Walter prese un sorso di
acquaviola.
«Ignorami,
stavo litigando con Marietta... che è sparita, tra
l'altro.» mentì,
tornato calmo.
«Oh.»
«Megan?»
chiamò Cedric, avvisato da Quill, con al proprio fianco una
sorridente Cho Chang, «Mi dovevi concedere un ballo,
ricordi?»
«Dov'è
Marietta?» chiese Cho a Walter, che fece spallucce.
«Non
ne ho idea. Balli con me?»
Le
due nuove coppie tornarono in pista e Wayne restò solo. Si
sedette e
sbadigliò piano, scorgendo la Granger che sembrava furiosa
raggiungere Krum ed esibirsi in un sorriso nervoso. Potter e Weasley
erano ricomparsi in un angolo della sala e chiacchieravano fitto,
senza sembrare molto divertiti.
In
effetti anche lui cominciava a non poterne più e stava per
lasciare
la sala quando Stan tornò.
«Dov'è
Mecan?»
«Megan.»
lo corresse svogliatamente, «Comunque torna subito, aveva
promesso
un ballo a un amico.»
«Amico
coi capelli marroni molto alto?»
«Chi,
Walter? No. Ah, ciao Marietta.» salutò,
cominciando a preoccuparsi.
Non voleva restare incastrato con quei due.
«Dov'è
Walter?» domandò lei, seccata.
«Torna
subito anche lui.» rispose, chiedendosi quanto fosse scortese
abbandonare entrambi. Maledisse la propria buona educazione che gli
imponeva di non scacciarli via e cercò gli amici con lo
sguardo.
Megan
stava ridendo e piroettava davanti a Cedric ora che era partita una
canzone più vivace; Cedric scoppiò a ridere a sua
volta,
afferrandola prima che cadesse.
«Sei
ubriaca?»
«Di
burrobirra?»
«Giusto.
Sei veramente bella stasera.»
«Tu
sei bello sempre!» ribatté lei ed entrambi risero.
«Sempre
troppo schietta per una signorina perbene...» la prese in
giro lui,
imitando Stephen.
«Quell'altro!
Sempre sui libri!»
«Il
tuo cavaliere e Marietta sono tornati.» notò
Cedric e lei arrossì.
«Cavolo...»
borbottò, vedendolo con Wayne.
«Tutto
bene tra voi due? Voglio dire, tra te e Wayne.»
«C'è
qualcosa tra noi due?» replicò lei amaramente, poi
scosse la testa,
«Sai che mi innervosisce.»
«Speravo
che le cose fossero migliorate...»
«Eravamo
solo distratti a causa tua, ma ora si ricomincia.»
spiegò lei,
fermandosi, «E ora vado a salvare Stan.»
«Buona
idea.»
I
due si fermarono accanto a Walter e la sua partner e la coppia
Diggory-Chang riprese a ballare mentre Megan e Walter tornavano
indietro. Michael e Georgia restarono in pista, dimentichi di loro.
«Eccovi.
Buona notte.» li salutò velocemente Wayne.
«Cosa?
Di già?» si stupì il fratello.
«Non
credo che Georgia tornerà e Quill ha ricominciato a
mangiare...
Addio.»
«D'accordo.
A domani.»
«Sì,
ciao...» borbottò Megan.
Passò
un'altra mezzora e a mezzanotte meno un quarto attaccarono con un
ultimo lento: ai tavoli erano rimasti Cedric, Cho, Michael, Georgia,
Walter e Marietta a riposare. Megan e Stan erano dispersi e gli altri
Hufflepuff del loro gruppo erano rientrati.
«Quanto
durerà ancora?» chiese Georgia con uno sbadiglio.
«Ma
che resistenza da vecchia...» la stuzzicò Michael,
che cominciava
ad avere gli occhi arrossati e a sembrare un drogato come ogni volta
che passava troppe ore sveglio.
«Sentilo,
il tossico.» commentò infatti Walter.
«Ci
siamo svegliati tutti prestissimo per scambiarci i regali.»
spiegò
Cedric a Cho, che sorrise.
«Io
sono ancora nel pieno delle forze!» esclamò
Michael e Georgia
sbadigliò di nuovo.
«E
allora portarmi in braccio.» replicò assonnata.
Lui ghignò.
«No,
aspetta...» cominciò lei allarmata, prima di
vedere il mondo
capovolgersi e strillare.
«Sandy
ti farà a pezzettini.» gli ricordò
Walter a denti stretti per non
farsi notare dagli altri.
«Tranquillo,
non è gelosa come te.» rimbeccò lui e
l'amico si incupì.
Gli
altri intanto ridevano e si alzarono per accompagnarli sino al
portone.
«Volerai
giù dalle scale!» predisse Cho allegramente.
«Sei
un imbecille, mettimi giù!» strillò
Georgia.
«Oh,
ora sembri proprio Megan!» rise anche lui.
Appena
usciti dal portone si imbatterono in Megan e Stan che si baciavano e
Michael rischiò di lasciarla cadere sul serio. Walter
restò a bocca
aperta e Cho e Marietta distolsero lo sguardo ridacchiando.
«Michael!»
gridò Georgia prima di notarli e Megan e Stan si separarono
di
scatto, lei imbarazzata e lui parecchio scocciato dall'interruzione.
Anche Cedric era ammutolito.
«Beh,
allora buonanotte!» si affrettò a salutare la
ragazza, che non era
neppure arrossita ma cominciava a seccarsi a sua volta,
perché
continuavano a fissarli come se non avessero mai visto due persone
baciarsi.
«Puonanotte.»
salutò anche lui, lasciandola con un elegante baciamano che
le fece
brillare gli occhi.
Quando
fronteggiò gli altri però gli occhi le brillavano
per ben altro
motivo.
«Ma
un calderone di cavoli vostri, no?» ringhiò e Cho
la guardò
sconvolta.
«Sì,
Megan è una tipa un po' brusca...»
cominciò Michael.
«Io
un po' brusca? Mi avete interrotta e non avete avuto neppure la
decenza di andarvene! Ma siete scemi? Cedric, mi meraviglio di
te!»
«Scusami
tanto, è stato lo shock... Voglio dire...» si
corresse spaventato,
«Vieni, Cho.» concluse abbastanza vigliaccamente,
accompagnandola
via con una mano sulla sua schiena. Lei, chiaramente rideva di lui.
«Perché
cavolo hai Georgia in braccio, Stebbins? Cosa le hai fatto?»
ringhiò
allora la ragazza e di nuovo Michael la lasciò quasi cadere.
Georgia
si aggrappò al suo colletto e ordinò di metterla
giù, cosa che
stavolta lui fece senza protestare.
«Io
rientro.» annunciò Walter e s'incamminò
senza neanche salutare
Marietta, che lo fissò come avrebbe fatto con uno Schiopodo
Sparacoda e se ne andò vagamente isterica per le altre scale.
Megan
nella sua beata ignoranza decise di rientrare con lui e Michael e
Georgia si trattennero ancora qualche secondo perché
incuriositi
dallo strano scambio di occhiate omicide tra la Granger e Weasley. Un
attimo dopo Cedric corse dietro a Potter e i due si guardarono.
«Gli
starà suggerendo come usare l'uovo.»
indovinò lei.
«Che
gioia...» commentò stizzito, «Non
stavamo rientrando?»
«Basta
che non mi prendi in braccio o Sandy mi odierà sul serio.
Abbiamo
dato spettacolo.»
«E
chissene frega! Lei poteva anche evitare di mollarmi come un
idiota!»
«Dici
così ma so che ci tieni.» disse Georgia, e Michael
non poté che
sorriderle colpevole, porgendole il braccio.
Quando
rientrarono in sala comune, sicuri che Cedric si sarebbe trattenuto
ancora con Cho, si bloccarono basiti all'ingresso. Come al solito
Wayne e Stephen erano rimasti svegli anche avendo abbandonato il
ballo e stavano davanti a una scacchiera, Sally-Anne era stranamente
presente, di sicuro per chiedere a Megan i particolari visto che era
la prima volta che si vedeva con un ragazzo, e in definitiva sembrava
che fossero rimasti ad aspettarli in piedi tutti quelli del quarto,
quinto e sesto anno Hufflepuff.
Ma
il motivo della sorpresa era che Walter e Megan stavano litigando
animatamente al centro della sala comune, e tutti i presenti li
fissavano con avidità.
«Prenditela
con Marietta, non con me! Sai che odio essere il capro
espiatorio!»
«Oh,
questa è proprio una bella faccia tosta! Parli tu che ogni
volta che
qualcosa va storto massacri la gente che ti ha giusto
salutato?»
«Cazzo,
Cedric si sta perdendo il primo litigio di Walter con una
ragazza.»
commentò Michael incredulo e Georgia gli diede una gomitata,
senza
staccar loro gli occhi di dosso. Anche Wayne sembrava sorpreso e
questo era dir tutto.
«Ma
che diavolo c'entra? Si può sapere che diavolo ti prende
oggi?»
«Non
mi prende niente! Ti ho solo detto che non dovresti fidarti di un
ragazzo di Durmstrang! Durmstrang,
accidenti a te! È come una gigantesca Slytherin!»
«Non
ti avrei mai detto razzista...»
«Come
se esserlo contro Slytherin o Durmstrang fosse sbagliato! Sono tutti
maghi oscuri!» protestò Walter.
«Stai
offendendo i genitori di Quill! Erano Slytherin!»
strillò lei.
Walter si voltò stupefatto a guardare l'amico più
piccolo che si
nascose dietro la poltrona occupata da Sally-Anne.
«Non
sapevo...»
«Certo
che non lo sapevi! Voi Hopkins pensate solo a voi stessi!»
Wayne,
chiamato in causa, alzò gli occhi al cielo e non disse
nulla.
«Perché
tu invece sei una campionessa di sensibilità! Non hai capito
neanche...» Walter si interruppe.
«Cazzo.»
disse Michael sentitamente.
«Cosa?
Cosa non avrei capito?» sibilò Megan.
«Niente.
Buonanotte.»
«Oh,
certo! Prima provochi e poi scappi! Molto maturo, molto virile! Cosa
c'è, pensavi che mi sarei messa a piangere o che ti avrei
chiesto
scusa perché la mia presenza oggi ti innervosisce senza
motivo? Col
cavolo! Scappa pure ma non pensare che finisca qui! Non ho paura di
mandarti a fanculo ogni volta che serve!» gli urlò
lei, seguendolo
di qualche passo prima che lui si chiudesse la porta del dormitorio
alle spalle con un tonfo, «E vaffanculo!» aggiunse,
appunto.
Poi
si precipitò nel dormitorio femminile.
«Posso
dormire con voi?» domandò Georgia titubante,
«Mike,
non rispondere.»
«È
imbarazzante.» dichiarò Sally-Anne alzandosi.
«Che
siate rimasti a spiare? Sì, lo è.»
concordò Stephen come se nulla
fosse, ignorando il fatto che anche lui stava ascoltando serenamente.
Lei
gli rivolse un'occhiata irritata: «No. Che Megan urli
volgarità.
Oltretutto noto che nessun Prefetto ha agito, escludendo ovviamente
Walter, perché come al solito ha sempre carta bianca. E io
che
speravo fosse cambiata dopo stasera... Che mera illusione di una
sciocca...»
Georgia
si morse la lingua per non replicare e si diresse al dormitorio a sua
volta.
In
quel momento anche Cedric rientrò, notando il silenzio
più
completo.
«Mi
sono perso qualcosa?»
Megan
tornò dal bagno in pigiama e ripose con estrema delicatezza
il
vestito di Sally-Anne sul suo baule, riscuotendo una sua pigra
occhiata di approvazione. Poi si sedette a letto e stracciò
via le
coperte con violenza.
«Quel
pezzo di-»
«Ma
che è successo?» domandò Susan
stravolta. Moriva di sonno ma le
urla di Megan che continuava a litigare anche da sola e inveire
contro il ragazzo avevano svegliato lei e Hannah, già
rientrate da
un po'.
«Walter
e Megan hanno litigato.»
«Walter?»
ripeté Hannah sconcertata, «Walter non litiga mai
con nessuno!»
«Evidentemente
aveva il ciclo.» ringhiò Megan e le due si
lasciarono andare a una
risatina.
«Credi
di poterci lasciare dormire? Tremo al pensiero delle occhiaie che mi
verranno...» cominciò Sally-Anne.
«E
chi sta parlando con te?» replicò lei, prevedibile.
Georgia
sospirò per la quarta volta in due minuti.
«Io
non lo capisco! Come osa?»
«Posso
parlarti fuori da sola, Meg?»
Georgia
usò il diminutivo preferito di Cedric, occasionalmente usato
da
Michael, e l'altra la scrutò sospettosa.
«In
sala comune ci saranno di sicuro Wayne e Stephen che giocano a
scacchi, sai che dormono quanto i vampiri.» le fece presente.
«Li
manderò a farsi un giro per un po'. Dai, così
almeno lasciamo le
altre dormire.»
«Helga
Hufflepuff sia lodata.» commentò Sally-Anne.
«Tregua
finita.» commentò invece Megan a denti stretti,
«Ci passi anche tu
adesso, principessina.»
«Meg.»
insistette Georgia stancamente.
«Va
bene, va bene...»
Le
due scesero in sala comune e fecero sloggiare i due giocatori, che
non protestarono. Wayne si portò dietro una bottiglia di
succo di
zucca recuperata chissà dove e Stephen prese la scacchiera
sotto
braccio e le salutò con un cenno del capo.
«Credo
di sapere cosa sia successo a Walter.» esordì
Georgia, pregando in
cuor suo che l'amico un giorno la perdonasse.
E
comunque preferiva Wayne.
«È
geloso di quel ragazzo.» spiegò all'occhiata
dell'altra.
«Quale
ragazzo? Dici Stan?» domandò Megan senza fare una
piega.
«Sì,
Stan.» confermò, sorpresa dalla reazione tiepida.
«Perché
dovrebbe esserlo? Forse perché mi aveva invitata al ballo ma
avevo
già accettato di andare con Stan? O è come me con
Cedric?»
«Cosa
vuol dire come te con Cedric?» chiese Georgia confusa.
«A
volte mi sento un po' gelosa di Cedric, da una parte perché
ho avuto
una cotta per lui e un po' credo ci sia ancora, sai, tutte hanno una
cotta per Cedric bene o male.»
«Condivido
la tua opinione.»
«Dall'altra
è che è un po' un fratello maggiore e lo vorrei
tutto per me.»
concluse, infischiandosene del fatto che in teoria Cedric fosse molto
amico anche di Georgia.
Del
resto entrambe sapevano che erano molto più dolce con Megan
per via
del suo aspetto da pulcino arrabbiato che ispirava tenerezza ai
più,
o così almeno giustificavano lui e tutti i suoi compagni di
stanza
la loro iperprotettività non richiesta e non necessaria, e
che
quindi erano un po' come fratello e sorella. «È
questo? Per Walter
sono la sua sorellina? Cos'è, un virus? Ci sono
già Summers e
Summerby che praticamente non mi hanno mai rivolto la parola e
accampano diritti in questo senso...»
«Non
è gelosia propriamente fraterna, è più
quella del primo tipo che
hai nominato.» la interruppe stancamente Georgia.
«Il
tipo cotta.» comprese Megan, annuendo. Poi si
fermò, impallidì e
spalancò gli occhi grigi così tanto da sembrare
un elfo domestico
per un momento. «Io piacevo a Walter?»
Georgia
tentennò.
«Hai
sbagliato tempo verbale.» mormorò infine.
Megan
imprecò in modo così volgare che Georgia si
guardò attorno
terrorizzata all'idea che lo spirito della fondatrice della loro casa
si manifestasse per zittirla.
«Non
l'avevo capito!» esalò infine la Jones.
«Ma
non mi dire!» esclamò Georgia, passandosi una mano
sulla fronte
accaldata, «Lo sappiamo tutti che non te ne sei minimamente
resa
conto!»
«Questo
perché non mi interessa! Voglio dire... Aspetta, fammi
cercare un
modo più carino per dirlo.»
«Ti
sei spiegata bene, non temere... Povero Walter...»
«Sì...»
confermò anche Megan, abbattuta. Calò la testa e
i capelli le
ricaddero sul viso, «È proprio una brutta
situazione. Farò finta
di non sapere a meno che non si dichiari e spero che non lo
faccia.»
«In
effetti sarebbe un problema.» concordò una voce
maschile e le due
strillarono per lo spavento.
La
poltrona rivolta verso il camino dove ardeva ancora un po' di brace
ruotò lentamente, mostrando prima le lunghe gambe ben
divaricate,
dato che sedeva scomposto come al solito, poi il busto e la testa
spettinata di Michael, che reggeva un calice mezzo pieno di liquido
rosso.
«Perché
poi per l'imbarazzo non vi rivolgereste la parola e il nostro gruppo
ne sarebbe distrutto, ci dovremmo dividere ogni volta. Non va
assolutamente bene.» proseguì.
«Per
le mutande di Merlino, ma da quanto sei qui? Che ci fai qui,
anzi?»
sbottò Georgia, riprendendo fiato.
«Bevo.»
rispose lui con ovvietà.
«Goditi
quella roba perché sarà l'ultima che ti
bagnerà la gola, dato che
ora te la taglierò.» ringhiò Megan.
«Tu
da morta andrai a fare compagnia al Barone Sanguinario, lo sai,
vero?»
«Stebbins!»
tuonarono entrambe.
«Calme,
calme. Meggy,
tu non permettere a Walter di spiegarsi. Georgie, tu trova una bella
ragazza disponibile per lui.» dispose il ragazzo,
sorseggiando dal
calice, «Io informerò Cedric del fatto che sai e
che non ricambi e
proveremo a fargli il lavaggio del cervello.»
Megan
non riuscì a sentire pena per Walter con tutta la sua buona
volontà;
si sentiva dispiaciuta per se stessa e per i guai che sapeva avrebbe
passato in tutta questa storia, ma per Walter provava solo affetto e
non poteva farci nulla, quindi era inutile fingersi depressa.
«Gliela
trovo anche io una fidanzata se necessario, basta che sia lontana
mille miglia da me.» affermò quindi cupamente.
«Perché
ne saresti gelosa?» domandò Michael, sorridendo.
«Perché
voglio essere fuori dai loro pensieri in ogni senso
possibile.»
«Povero,
povero Walter...» ripeté Georgia sconsolata.
Non
farò più descrizioni di ragazze o di vestiti,
credo. È solo che
persino Hermione ne aveva una a Ballo del Ceppo e che volevo che ci
fosse una descrizione fisica scritta, anche se preferisco sempre
lasciare solo qualche indizio in giro. Megan è carina, sia
chiaro,
solo che è talmente antipatica che i ragazzi non la notano.
Con
Georgie ho sempre pensato a lei
“http://t2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRpIxmJfRipBqK4NXRuSn6xMGqgtnKvjNz-nSyudm4cLDwzQKw&t=1&usg=__uFsZcWl9IjpuLbMGuU8Mhcj9xgY”
alias Rose Tyler di Dr Who.
Grazie
come sempre a chi recensisce!
RF09 [Contatta]
|
Segnala violazione
|
01/11/10, ore 14:29 -
Capitolo 4: Un giorno di
novità.
|
Nah, come vedi
Megan è rimasta alla Dorcas XD per la coerenza ti
dirò, non conosco alla fine molte persone che rientrano in
una sola categoria XD insomma, lei è spontanea,
perciò non si fa problemi né ad ammirare
spudoratamente i tipi fighi né a rispondere male alla
gente... se si fermasse solo a essere brusca e fosse pure misantropa
sarebbe esagerata, ma una non deve essere per forza oca per fangirlare
XD
Tra George e
Georgia mi è venuta in mente mentre scrivevo e George non se
ne scorderà XD Walter è stato parecchio sfigato
in questo capitolo, me ne rendo conto, ma in ogni gruppo c'è
un Walter XD E Georgia in effetti si sta trovando sempre meglio con
Megan! Grazie per aver recensito!
|
Kimly [Contatta]
|
Segnala violazione
|
01/11/10, ore 13:24 -
Capitolo 4: Un giorno di
novità.
|
Megan finisce
sempre per essere quasi protagonista! I gemelli sono sempre i miei
preferiti e riesco sempre a ficcarli in ogni storia, appariranno di
nuovo anche qui, tra l'altro, e specialmente nel quinto anno! Grazie
della recensione! |
|
|
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|
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Capitolo 6 *** Capodanno. ***
Capodanno.
Il
dormitorio Hufflepuff non era più un luogo in cui era
possibile
vivere quietamente e farsi gli affari propri.
A
una settimana dalla discussione di suo fratello e della sua
quasi-migliore amica i suoi compagni ancora sparlavano appena i due
non erano presenti, incitati dal fatto che nella loro casa non
accadeva mai nulla di speciale e pettegoli come pochi per questo
motivo; in più Walter e Megan non si parlavano dopo le frasi
orribili che si erano rivolti e lui era costretto a pranzare accanto
all'uno e cenare accanto all'altra, contro tutti i suoi principi che
volevano al primo posto la pace e la tranquillità
specialmente a ore
pasti.
Michael
e Cedric sembravano tesi e purtroppo Wayne sospettava non fosse per
la seconda prova che si avvicinava ma proprio per via di Walter,
mentre le ragazze ora sembravano più diffidenti nei loro
confronti e
si erano in qualche modo avvicinate a Megan, facendo fronte comune.
Era strano come si coalizzassero tutti propri nei momenti
più
sbagliati, esclusa Sally-Anne che era tornata ad evitarli come se
avessero la peste, da loro comunque non rimpianta.
Walter
non aveva parlato con lui della lite sapendo che voleva mantenersi
equidistante dai due fuochi e Megan aveva fatto del suo meglio per
evitare di prendersela con lui, riuscendoci sospettosamente bene e
non apparendo neanche lontanamente rabbiosa com'era di solito, quanto
invece guardinga.
C'erano
troppi misteri in quella storia e lui non aveva voglia di scoprirli,
tutto ciò che avrebbe voluto erano le sue solite sfide a
scacchi con
Stephen, anche queste negate perché l'amico lo vedeva troppo
vicino
ai due litiganti e se n'era lavato le mani per non farsi coinvolgere.
«Scusami,»
aveva detto, «Ma il mio studio e la mia salute risentono del
clima
di tensione che si è creato intorno a te, quindi non voglio
rischiare di esserne coinvolto. Ti auguro buona fortuna con tuo
fratello e con la belva.»
E
l'aveva davvero mollato a se stesso, preferendo la compagnia di Susan
Bones. La motivazione era stata, naturalmente: è
molto pulita e ordinata, che c'è di meglio?
Quill
era terrorizzato all'idea di essere coinvolto a sua volta, da
cosa non era terrorizzato Quill?,
e aveva seguito Stephen.
Hannah,
Ernie e Justin avevano sempre fatto gruppo a sé e neanche ci
aveva
mai parlato per davvero, quindi l'unica interlocutrice sana di mente
rimasta era Georgia, che però usciva appena arrivava la voce
di
Walter alle loro orecchie, incapace di affrontarlo e suggerendo
così
a Wayne l'idea che avesse aperto gli occhi a Megan sulla questione.
«A
cosa pensi?» domandò quest'ultima quella mattina,
appena tornata da
chissà dove.
«Al
fatto che domani finisce l'anno.» mentì
tranquillamente,
sorseggiando succo di zucca con una cannuccia.
«Il
che significa Michael sbronzo e preghiere perché la Sprout
non
faccia una sortita nelle camere degli studenti.»
commentò lei,
allungando le braccia per stiracchiarsi.
«Dov'eri?»
domandò Wayne, cambiando argomento.
«Oh,
con Stan. Lo sapevi che per quelli di Durmstrang questo clima
è
caldo? Krum fa nuotate nel Lago Nero ogni tanto.»
«Mh.»
mugugnò lui distrattamente. Stan non gli ispirava
esattamente
fiducia ma del resto non erano affari suoi.
«Ho
visto Michael e Fawcett che litigavano vicino alla torre
Ravenclaw.»
lo informò lei allegramente, «Lui sembrava molto
depresso.»
«Non
è carino che tu ci goda.» fece presente lui.
«Sai
quanto ha riso quando ha scoperto che io e tuo fratello non
parliamo?» ribatté Megan stizzita.
«Ma
qual'è stata la causa scatenante, secondo te?»
provò a indagare il
ragazzo, tanto per capire se Megan sapeva o meno della cotta di suo
fratello. La ragazza abbassò per un momento lo sguardo, il
che era
un orribile segno.
«Credo
gli abbia dato fastidio sorprendermi mentre baciavo Stan.»
«Ah.»
fu la prima reazione di Wayne, atono. Aveva sospettato che ci fosse
qualcosa di più di un ballo ma dato che le ragazze non
avevano
parlato di baci, ed essendo ragazze
ci si aspettava che lo facessero, aveva creduto fossero finiti
così
per qualche altro motivo ignoto e stupido.
Morale:
non ci si poteva fidare delle ragazze.
Comunque
a lui Stan non piaceva.
«L'hai
baciato la prima volta in cui siete usciti assieme?»
domandò,
lasciando che il suo tono non suggerisse nulla se non cortese
interessamento, consapevole di quanto lei fosse suscettibile.
Megan
infatti assottigliò lo sguardo.
«Che
vorrebbe dire?»
«Sono
solo stupito.» spiegò lui, cercando di mantenere
un tono neutro.
«Beh,
non era la prima uscita, ci siamo visti spesso per tutto
dicembre.»
rispose lei, sollevando la testa leggermente come per sfidarlo a
ribattere qualcosa consapevole che l'avrebbe poi preso a pugni.
«Mi
sembra giusto.» replicò lui, tornando a bere.
«Cedric
ha risolto il problema del Lago Nero?» cambiò
argomento lei.
«Incantesimo
Testabolla.» rispose lui. Non lo stupiva il fatto che Megan
fosse
già perfettamente informata sulla seconda prova, era
praticamente la
sorellina non ufficiale di Cedric.
«Bene.»
La
sentì rilassarsi accanto a lui, incrociando le braccia.
Azzardò uno
sguardo veloce nella sua direzione e vide che le sue labbra erano
piegate verso l'alto e i suoi occhi fissi sulle fiamme del camino.
Indossava una semplice maglietta con lo stemma delle Holyheads Arpies
e dei jeans, ma il rossore sulle sue guance era troppo per essere
naturale, pallida com'era; di sicuro era appena tornata da un mezzo
appuntamento con quel bulgaro.
Si
mise a sedere più comodo e aprì il libro che
aveva portato con sé,
quello di Trasfigurazione, la materia in cui eccelleva a differenza
di Pozioni.
Naturalmente
Megan aveva voti opposti ai suoi. Certo, Snape se la prendeva solo
coi Gryffindor, ma riuscire a strappargli una E ogni volta
significava che aveva una carriera come pozionista assicurata, mentre
lui a malapena riusciva a scaldare il calderone senza farlo
esplodere.
«Non
dovresti ripassare Pozioni piuttosto?» infierì
ovviamente lei,
«Sai, per non far squagliare il calderone...»
«Tu
pensa al fatto che non riesci a trasfigurare un bicchiere d'acqua in
uno di camomilla.»
La
sentì muoversi come per cercare una posizione più
consona, segno
che era a disagio.
«Cosa
c'è che non va?» domandò allora,
tenendo accuratamente gli occhi
fissi sul libro.
«Questo
sarà il primo Capodanno che non passerò con
voi.»
Si
voltò a guardarla sorpreso. «Di cosa stai
parlando?»
«Ti
pare che posso andare in camera dei ragazzi con te, Georgia, Stephen
e Quill quando c'è anche tuo fratello?» gli fece
presente lei,
inarcando le sopracciglia scetticamente.
«Ah.»
commentò di nuovo. Non gli era neppure passato per la testa
questo.
«Io
la faccia di presentarmi ce l'ho, ma poi lui se ne andrebbe o peggio
ancora resterebbe e rovinerei la festa a tutti.»
«Chiarite
entro domani.»
«Col
cavolo.»
«Allora
vieni in camera mia e lo festeggiamo da soli.»
Si
guardarono.
«Intendevo
noi non del sesto anno, con Georgia, Stephen e Quill. Dopo essere
stati in sala comune con tutti gli Hufflepuff.» si corresse.
Megan
tirò un sospirò di sollievo, «Per un
attimo pensavo che tuo
fratello ti avesse contagiato.»
«Come
scusa?»
«Niente,
dimenticati quello che ho detto!» si affrettò a
dire lei. Peccato
che Wayne avesse capito benissimo a cosa si riferiva. Quindi Georgia
aveva cantato...
«Comunque
sia lascia perdere, al massimo festeggerò con Susan, Hannah
e...
Sally-Anne.» terminò con un borbottio quasi
indistinto.
«L'apoteosi
del divertimento per te.» considerò lui sarcastico.
«Salirete
in camera dopo la mezzanotte come sempre, no? Fino ad allora ci
vedremo qui in sala comune come abbiamo già
stabilito.» ribatté
lei stancamente, «E ora scusami ma me ne vado a riposare un
po'.»
Wayne
non le fece notare che per una volta non si erano scannati e la
guardò andare via senza salutarla.
E
comunque il bulgaro era oggettivamente
un imbecille viscido.
Convincere
Cedric ad imbucarsi nella torre Ravenclaw significava per Michael,
Walter e Wayne, quest'ultimo non ci teneva a immergersi nel caos
della festa più del necessario, che avrebbero dovuto
accompagnarlo
con la forza e quando i tre tornarono indietro insieme - Michael
compreso che aveva annunciato che per quanto affezionato a Sandy non
voleva trascorrere le feste lontano dagli altri Hufflepuff, lui del
resto non doveva più conquistarla come Cedric doveva fare
con la
Chang - la festa era già cominciata da un pezzo, dato che i
tre
avevano anche fatto sosta alle cucine per fare rifornimento.
La
Sala Comune era stata imperturbata e una volta passato il ritratto si
ritrovarono con le Weird Sisters sparate a tutto volume e luci
intermittenti che illuminavano la sala. La maggior parte delle
persone stava già ballando e c'era un via vai assurdo per i
dormitori, con le stanze da letto che pian piano si riempivano di
scorte per la notte in bianco non autorizzata che avrebbero
trascorso.
«Devo
recuperare il firewhisky perso.» urlò Michael,
sollevando un
braccio per salutare Quill che stava venendo calato dalle scale
sospeso per aria dalla folla. Era grassottello ma molto basso e
quindi lo si poteva trascinare di peso ovunque.
«Ci
vediamo tra cinque minuti!»
Un'ora
e mezzo dopo Michael tornò e abbracciò stretto
Walter, urlandogli
nelle orecchie che gli voleva bene e gettandosi poi verso Wayne che
lo evitò con un dignitoso salto indietro.
La
musica si era un po' abbassata perché a quel punto era
più
probabile che passasse la Capocasa e gli alcolici erano stati
opportunamente nascosti alla vista.
Walter
non era in condizioni migliori di Michael comunque, dato che aveva
cominciato a buttare giù drink come se ne dipendesse la sua
vita.
Wayne purtroppo non riusciva ad ubriacarsi, e farcela sarebbe stato
un sollievo in quel caos.
«Dov'è
Georgie? Le devo parlare!» ululò Michael, saltando
su una poltrona
e cercandola con una mano tesa sopra gli occhi per ripararsi da un
sole immaginario. Aveva anche la cravatta che gli pendeva a un lato
del viso, legata intorno alla testa. «Vista!
GEORGIE!»
«Ah,
donne!» si lamentò Walter, cadendo di schianto sul
divano. In quel
momento arrivò anche Quill, salutando a destra e manca.
«Ciao,
gente! Splendida festa, eh?» domandò con un
sorriso raggiante.
Wayne
lo guardò basito.
«Ehi,
Walter, su con la vita!»
«Sparisci,
coso.» ringhiò lui per tutta risposta.
«Amo
questa canzone!» saltò su Quill, lanciandosi in un
ballo sfrenato.
A Wayne sembrava di vedere una pluffa con le convulsioni.
Georgia
e Megan stavano nascondendo le ultime bottiglie, o per meglio dire le
stavano infilando nella borsa di quest'ultima.
«Georgie!
Non sono carino?» lo assaltò Michael,
abbracciandola da dietro e
calando la testa contro la sua spalla.
«Certo
che sei carino, tesoro.» rispose lei condiscendente.
«E
allora perché Sandy è sempre contro di
me?» piagnucolò lui, e
Megan alzò gli occhi al cielo.
«Ah,
uomini!»
«Ehi,
dove ti ho già vista? Sei
troppo bella per essere solo una studentessa.»
Tutti
e tre si voltarono verso Stephen, che tentava di abbordare una
procace ragazza brilla quanto lusingata.
«Lo
sono! Voglio dire, sono al sesto anno...»
«Davvero?
Come ti chiami?» domandò lui, sporgendosi
leggermente verso di lei
con un braccio ancora poggiato al muro in una posa non esattamente
casuale. La sua bocca era piegata in un sorrisetto sghembo e i
capelli gli ricadevano sulla fronte, sembrava quasi di vedere Michael
stesso.
«Io...
Laura...»
«Un
nome puro per una bellezza altrettanto candida...»
recitò lui con
finta affettazione e Laura ridacchiò, «Ti va se ti
offro da bere?
In camera mia dovrei aver conservato del liquore alla ciliegia...
Sai, ho un cugino babbano...»
«Mi
piacerebbe molto.» accettò lei, scostando i
capelli biondi indietro
e sorridendo. Georgia notò che c'era una ciliegia anche
sulla sua
maglietta, da lì quell'ubriaco doveva aver collegato per
fare la sua
offerta.
«Prego,
signorina, le faccio strada.» e voltandosi per accompagnarla
nella
propria stanza ammiccò agli amici che ancora lo fissavano.
Un
filo di comprensione e razionalità era riuscito a passare
attraverso
la sbronza di Michael, che sembrava sul punto di avere un infarto.
«Ma...
quel tizio tiene i libri in borsa in ordine alfabetico!»
«Quello
è Walter?» domandò Megan, acquisendo
all'istante intenzioni
bellicose, «Toglietevi di mezzo!» ordinò
ai due accanto a lei,
spingendoli via.
Wayne
la vide arrivare con i capelli neri svolazzanti e gli occhi che
lanciavano Avada Kedavra e rabbrividì, presagendo il peggio.
«TU!»
ululò nel momento in cui la canzone finiva, perfettamente
udibile
per tutti.
«Se
adesso aggiunge “figlio degenere” mi metto a
piangere.» comunicò
Michael con un sorrisetto nervoso e Georgia lo spinse via.
«Come
ti permetti di venire a farmi scenate di gelosia senza neppure
esserti dichiarato?» continuò Megan, furibonda,
«E senza neppure
sapere se sei ricambiato! Ehi, ho fatto la rima!»
«Megan,
ti prego...» tentò di fermarla Wayne, che
presagiva una sfuriata
sia dal suo non caratteristico silenzio nervoso dopo il Ballo sia dal
fatto che era di sicuro alticcia perché non reggeva neanche
la
burrobirra e Rent aveva messo a disposizione del firewhisky per
tutti; Walter si era alzato, piuttosto confuso peraltro.
«E
lo sono?»
«No,
non lo sei! Sei solo un amico per me e sempre lo sarai! Quindi se
voglio uscire con Stan ci esco! Se voglio pomiciare con Stan ci
pomicio! Se voglio-»
Wayne
le tappò la bocca, lei si liberò con un morso.
«Capito?
Sono fatti miei, MIEI!»
«Va
bene, va bene! Datti una calmata! Non sei così
importante!» sbottò
Walter, con un gesto infastidito della mano che sembrava volerla
allontanare.
«E
allora non rompermi i bolidi e cercati un'altra con cui sfogare i
tuoi istinti! Persino Stephen trova chi fare sesso!»
Wayne
trasalì, guardandosi attorno in cerca dell'amico.
«Perfetto!»
abbaiò Walter, dando un calcio alla poltrona dietro di
sé e
spedendola a terra. Si inoltrò tra la folla, quelli
più vicini che
ascoltavano fecero finta di niente, e Megan lo guardò
sparire.
«Bene,
tutto sistemato, visto, Wayne?» disse allegra, annuendo per
sottolineare le proprie parole e afferrandolo per un braccio,
«Balliamo assieme! Al Ballo del Ceppo non lo abbiamo
fatto!»
«Questa
musica non è adatta e poi io non ballo questo genere di
canzoni.»
disse lui tentando di liberarsi.
«E
invece balli, altrimenti ti prendo a calci.»
ribatté lei,
trascinandolo senza troppi problemi.
«Sei
forte come un uomo.»
«O
forse sei tu debole quanto una donna. E non farmi dire che le donne
sono deboli, sessista!»
Wayne
sospirò, tradendo un leggero sorriso.
In
quel momento Georgia si buttava sul proprio letto, facendolo
dondolare, e Michael la seguiva e si accucciava vicino alle sue
gambe.
«Ho
detto a tutti che volevo passare qui Capodanno come sempre e che lei
si è incazzata, invece è Sandy che non ha voluto
che restassi
perché temeva di passare altri guai per causa mia, parole
sue... Ma
sono un fidanzato così pessimo? Perché le cose si
fanno in due e
comunque non è giusto, io la amo e lei mi tratta di merda! O
forse
me lo merito, me lo dice sempre anche mia madre che me lo merito,
però non è giusto lo stesso!»
Georgia
si batté piano sulle gambe e lui si spostò,
appoggiandoci la testa
e tenendo il viso imbronciato rivolto verso di lei, che
affondò una
mano suoi suoi capelli.
«Tua
madre è una vacca.» annunciò lei e
Michael scoppiò in un risolino
infantile quanto sincero, «E la tua fidanzata se ne
pentirà.»
«Tu
dici? Forse ha ragione, forse sono troppo impulsivo... Credi che io
debba cambiare?»
«No!»
gridò Georgia allarmata, «Tu vai benissimo
così, sei divertente!
Tu non devi cambiare per una che non vuole passare il Capodanno con
te! E poi vai benissimo come sei, te l'ho detto, è lei che
ci
perde.»
«Ma
ho paura che mi lasci!» insistette lui, imbronciandosi
maggiormente.
Georgia gli tirò una guancia con due dita.
«Se
è sana di mente non lo farà. Sei un ragazzo
fantastico, sotto tutta
quella perversione.»
«Ehi...»
protestò fiocamente lui, «Non ti sono saltato
addosso anche se
siamo in un letto insieme, se non sono troppo ubriaco e ho le
allucinazioni.»
«Bella
forza, sono io,
certo che non mi sei saltato addosso. Siamo amici. Come con Wayne,
credi che Wayne mi salterebbe addosso?»
«Wayne
è una cazzo di pietra, se una Veela gli passasse davanti
lui... lui
non so cosa farebbe, secondo me è gay.»
«Non
è gay.»
«Va
bene, non è gay, però non funziona in modo
normale. E poi si
parlava di me! Continua a dirmi quanto sono fantastico.»
Georgia
ridacchiò, chiudendo gli occhi.
«Sei
assolutamente perfetto.»
«Mh-mh.»
confermò lui, chiudendo i suoi mentre lei li riapriva.
«E
sei un ragazzo molto solare, molto attivo, sai sempre come far
passare il tempo più veloce, riesci a farmi ridere in ogni
momento.»
Lui
non emise suono, ma cominciò a respirare più
profondamente. Poco
dopo già dormiva.
«E
sei inopportuno ed egocentrico, faresti di tutto per qualche coccola
e per i complimenti, proprio come adesso, sei un bambino troppo
cresciuto e non capisci la differenza tra amicizia e amore, e non si
può fare un discorso serio con te, puoi farli soltanto tu
quando sei
preoccupato per Cedric e per il resto non ascolti nessuno. Sei
probabilmente anche il tipo che mette le corna e quindi mi dispiace
per la tua fidanzata e le tue prossime. E sei pesante. Fisicamente
parlando.»
«Quest'ultima
la confermo io, una volta mi è caduto addosso.»
annunciò Megan,
entrando in camera, «Wayne non vuole mai ballare con me.
È
scappato. Dovresti cantare una ninna nanna a questo qui la prossima
volta, sembrate mamma e figlio.»
«O
sorella e fratello.» suggerì Georgia con una
tenerezza che non
sfuggì all'altra, mentre si abbarbicava sul suo letto e
fissava il
baldacchino.
«Hai
fratelli o sorelle?» domandò, portandosi una mano
allo stomaco e
cercando di non badare alla nausea.
«Mia
sorella entrerà a Hogwarts l'anno prossimo, mio fratello
invece è
dieci anni più grande e ci ha cresciute come se fosse nostro
padre.»
raccontò Georgia, apparentemente entrata in una fase
nostalgica, «I
miei genitori sono morti sette anni e mezzo fa e lui si è
preso
cura di noi. Erano Auror ed erano stati mandati in una missione
speciale e non sono più tornati... La mia povera Charlotte
neanche
li ricorda, sono stata la sua unica madre... Per fortuna abbiamo
abbastanza soldi per permettere a Robert di restare con lei tutte le
sere. La mattina lui lavora in ufficio e lei va in una scuola babbana
perché altrimenti non ce la faremmo e ci
separerebbero.»
«Cazzo,
quanto parli da ubriaca.» commentò Megan.
«Mio
fratello odia lavorare in ufficio, lo so. Lui vorrebbe andare in
missione come i nostri genitori, ma mi ha promesso che sarebbe
rimasto. Non possiamo permetterci di perdere anche lui, no? Saremmo
sole al mondo altrimenti.»
Megan
si ritrovò improvvisamente quanto temporaneamente sobria.
«Ma
non avete zii?»
«Lo
zio paterno è un tipo da evitare e mia madre aveva solo un
fratello
magonò e non volevamo rinunciare alla magia a casa, rende
tutto
molto più semplice.»
«Mi
dispiace, sai, per la tua famiglia. Però adesso devo
veramente
vomitare.»
«Buon
vomito.» disse Georgia mentre Megan schizzava via. Poi
ricominciò a
parlare a Michael che dormiva appoggiato a lei, «E comunque
non
permetterò che succeda qualcosa a mio fratello, è
grande ormai per
essere fissato con le avventure alla Gryffindor.» e prese la
bottiglia dalla borsa che Megan aveva lasciato sul suo letto,
continuando a bere.
Quando
riaprì gli occhi si rese conto che era stato uno strillo
acuto a
svegliarla, ed ebbe la sensazione che migliaia di aghi acuminati le
stessero perforando la testa. Gemette e cercò di spostarsi,
provocando la quasi caduta di Michael che si aggrappò a lei.
Poi si
guardarono in faccia e gridarono entrambi.
«Accidenti...»
mormorò Susan che si era tuffata a letto due ore prima e non
aveva
notato la presenza maschile nel letto dell'altra.
«Scusate
l'urlo, sono inciampata...» brontolò Hannah.
«No,
no! Non con te! NO!» gracidò Georgia atterrita,
poi si tastò le
gambe. «Ok. I miei vestiti ci sono.»
«Non
abbiamo fatto nulla...» la tranquillizzò,
stordito, «Grazie per i
“no”, tra l'altro.»
«Oh,
lo sai cosa intendevo!»
«Ma
che ore sono?» domandò Michael, passandosi una
mano tra i capelli
castani arruffati.
«Due
ore fa era l'alba.» rispose Susan, «Mancano Megan e
Sally-Anne.»
«Megan...
Ho la sensazione di averla incontrata ieri sera in camera.»
disse
Georgia, «Ma nella mia mente c'è il
vuoto.»
«Sarà
tornata a bere.» ipotizzò Michael, lasciandosi
cadere giù dal
letto con un tonfo e imprecando.
Walter
si rivestì velocemente, allacciando le scarpe con abbastanza
violenza da strappare un laccio. Alzò per un momento lo
sguardo
sulla ragazza che gli dava la schiena mentre tirava su il vestito,
coperta solo dai lunghi capelli biondi. Anche lei, sicuramente
avvertendone lo sguardo, si voltò di scatto fulminandolo con
i suoi
occhi azzurri di ghiaccio.
«Eravamo
ubriachi entrambi e comunque questo non è mai
successo.»
«Non
ne parleremo mai, concordo.»
«Anche
perché ti detesto.»
«Tranquilla,
sei ricambiata, Perks.»
Ed
entrambi tornarono a vestirsi, poi lei si infilò un mantello
sulla
testa e scappò dalla camera nascondendo il viso, mentre
Walter si
lasciava cadere sul suo letto con le mani premute sulle tempie
doloranti.
Wayne
si risvegliò sulla poltrona con un mal di testa atroce. Era
l'unico
che non si lasciava andare neanche da brillo e aveva comunque i
postumi come se avesse bevuto chissà cosa.
Ricordava
vagamente una piazzata surreale di Megan e che Walter era scomparso
insieme a tutti gli altri, aveva giusto visto Quill che ballava sopra
un tavolo e Jack e Rent giocare a chi riusciva a piegarsi meglio
all'indietro per passare sotto a una stecca posta sempre più
in
basso, non ricordava neppure come avevano chiamato questa edificante
attività, e poi si era seduto e aveva cominciato a bere da
solo,
festeggiando così l'ennesimo Capodanno. Quando aveva tentato
di
tornarsene in camera del fratello, sicuro che comunque tutti ci
avrebbero fatto tappa, aveva scoperto che Walter l'aveva già
occupata con una ragazza e si era precipitato fuori prima che si
accorgessero di lui, indeciso se vomitare o piangere per aver
assistito anche solo a una frazione di secondo della scena, e aveva
impedito agli altri di salire da lui dirottandoli in camera propria
dato che i suoi compagni erano rientrati per le feste. Michael e
Georgia erano spariti e così Stephen e Megan, e
sperò che non
fossero finiti a fare un'orgia.
«Wayne,
che ci fai in sala comune da solo?» domandò
Cedric, acquattandosi
accanto alla sua poltrona.
«Camera
occupata.» borbottò lui, interiormente infastidito
dal vederlo
fresco come una rosa.
«E
gli altri?»
«Georgia
e Michael sono spariti assieme,
Megan ha mandato al diavolo Walter ed è scomparsa, Stephen,
per
citare la nostra dolce amica, è a fare sesso, Quill
è diventato
l'anima della festa non so come, Jack e Rent stanno dormendo
lì per
terra e Merlino mi cavi gli occhi ma penso di aver visto messer
Justin Finch-Fletchley fare uno spogliarello con Susan e Hannah che
gli lanciavano cioccorane. Ho perso di vista Ernie per la cronaca,
spero abbia capito che doveva andarsene in camera tua.»
Cedric
lo guardò sconvolto.
«Una
cosa alla volta... Quill anima della festa?»
«Sembrava
Michael. Solo che Michael non sembrava Michael. Ah, la mia povera
testa...» si lamentò. Solitamente reggeva meglio i
postumi, ma non
se doveva subire certi spettacoli scioccanti.
Cedric
sembrava molto preoccupato.
«Possiamo
solo aspettarli, se hanno preso le scope per salire nei dormitori
delle ragazze... Stephen con una ragazza? Non l'avrei mai detto.
Walter?»
«Oh,
no, non farmici pensare. L'ho beccato mentre... lo sai, con
una.»
«Mi
dispiace tanto.» lo consolò lui cercando di
nascondere un sorriso e
dandogli una pacca sul braccio.
«Non
è vero. Comunque non ho visto chi era lei, le tende erano un
po'
tirate. Com'è andata la tua serata?»
Subito
il sorriso di Cedric si fece più brillante.
«Meravigliosa.»
rispose sognante.
In
quel momento una figura ammantata di nero scese di corsa dalle scale
del dormitorio maschile e si infilò in quelle del femminile,
sbattendosi poi una porta alle spalle.
«Certo,
non movimentata come la vostra.» terminò,
incredulo. Wayne si prese
la testa tra le mani.
Megan
si tirò su a fatica, tirando lo sciacquone e andando a
lavarsi il
viso. Vomitare per poi ubriacarsi di nuovo e tornare a vomitare non
era la sua idea di Capodanno modello; solitamente Wayne le toglieva i
bicchieri di mano dopo un po', ma quell'anno si erano separati ed
eccone il risultato.
Di
sicuro Stan non le avrebbe chiesto di uscire se l'avesse vista in
quel momento.
Si
era anche sporcata la maglietta, che tolse restando con una
canottiera nera e gettò in un angolo. Un'altra ragazza stava
seguendo il suo esempio e rimettendo l'anima nel gabinetto accanto.
«Merda...»
borbottò con ancora l'acqua in bocca, tossendo poi sul
lavandino.
«Mai più.»
Si
specchiò per un momento scoprendo di avere i capelli
spettinati come
non mai e due occhiaie terribili che cozzavano con la sua carnagione
troppo pallida e quasi verdastra in quel momento.
Barcollò
fino alla porta e poi si affacciò in cima alle scale,
scorgendo
Wayne e Cedric.
«Ehi!
Stupido britannico inutile, una mano qui sarebbe gradita!»
ringhiò,
sentendosi simile al professor Moody.
«Ti
prendo qualcosa, Scozia.» disse lui, e lei alzò il
dito medio in
risposta. Si era dimenticata che al primo anno la chiamavano tutti a
quel modo per via del suo accento troppo marcato.
«Ciao,
Meg!» ridacchiò Cedric.
«Cedric.»
salutò tetra, cominciando a scendere le scale con
difficoltà dato
che le vedeva ondeggiare. Cedric le corse incontro, com'era tipico di
lui, per attenderla sull'ultimo gradino nel caso scivolasse e una
volta arrivata da lui la prese sottobraccio.
«Hai
visto Michael e Georgia?»
«Dormivano
assieme... Non guardarmi così, dormivano e basta.»
«Ho
sentito che hai sistemato Walter...» disse allora lui,
mordendosi le
labbra per non sorridere.
Megan
lo guardò con occhi persi e poi si portò una mano
alla bocca.
«Porco
bolide! Non l'ho picchiato, vero? No, mi sembra di no...»
«Lo
spero bene!» rise lui.
Alla
fine in pochi ebbero il coraggio di farsi vivi a colazione e tutti si
incontrarono invece a pranzo. Stephen aveva l'aria di aver visto
morire molte persone.
«Minimo
mi sono preso qualche malattia.» annunciò a Wayne,
«Avresti dovuto
fermarmi.»
«L'avrei
fatto se non fosse che non mi interessa di te.»
replicò lui,
sbadigliando.
«Step,
non ti lamentare anche quando riesci a farti una ragazza... che tra
le altre cose è uno schianto. Anzi, sai che ti dico? D'ora
in poi
Step sarà il tuo alter ego, quello ubriaco che riesce a
portarsi a
letto le donne, mentre il maniaco ossessivo è
Stephen.» si
intromise Michael, versandosi della minestra.
«Non
sono un maniaco ossessivo.»
«Stephen,
ti ho visto pettinare i broccoli!»
«Mi
piace che il cibo sia ordinato e comunque sta zitto.»
«Se
non chiudete la bocca tra poco i vostri denti saranno sul
tavolo.»
ringhiò Megan, con la testa poggiata su una mano e gli occhi
dolorosamente chiusi.
«Lady
Megan ha ragione.» concordò Walter, sedendosi
accanto a loro. Tutti
lo guardarono allarmati, tranne Wayne che si era ipnotizzato
nell'atto di versarsi del succo di zucca.
«Ohi,
Walter...» cominciò la ragazza e lui le rispose
con un occhiolino.
Megan sospirò sollevata e considerò la faccenda
chiusa.
«Buongiorno!
Non ho visto nessuno di voi a colazione!» li
salutò Cedric
raggiante.
«Come
diavolo fai? Sei andato a dormire alle undici?»
sbottò Michael,
incredulo.
«Non
ho dormito.»
«Sei
un maledetto.» commentò Georgia con la fronte
poggiata sul tavolo.
«Georgie,
riprenditi o la gente penserà male...» Michael
soffocò una risata
mentre lei sollevava la testa e lo fulminava con un'occhiataccia.
«Non
mi dire che hai fatto il porco con lei.» inorridì
Sally-Anne, che
appariva molto strana con indosso una normale felpa e i capelli
raccolti male, anche se risultava sempre bella con gran scorno delle
altre che la guardavano invidiose.
«Ma
cosa mai vai a pensare!»
«Lo
pensa perché sei disgustoso a prescindere, è
proprio il tuo tono di
voce che lo fa notare.» suggerì Megan tetra.
«Concordo.»
disse Wayne.
«Ma
insomma! Tu guarda il bulgaro con cui stai uscendo, quello
sì che è
viscido!» si difese Michael. Megan inarcò le
sopracciglia.
«Non
ti aspetterai che ora mi offenda e lo difenda, vero?»
«Beh,
ci ho provato.»
«Ced,
ci stiamo tutti chiedendo se ora tu e Cho state ufficialmente
assieme.» disse Rent a bocca piena.
«Uffic...
Credo di sì.»
«Credi
di sì?» ripeté Michael sconvolto,
«E non me l'hai detto?»
«Sei
tu che non mi presti attenzione.»
«Sono
solo scuse, tu preferisci confidarti con gli altri che non con me,
tuo fratello!»
Cedric
tagliò la propria carne, «Quando ti cerco sei
sempre con Sandy.»
«Quando
io
cerco te sei sempre con Cho, cosa dovrei dire?»
«Dio,
sembrate due fidanzati gelosi.» dichiarò Jack, che
aveva provato a
tenere il colletto sollevato ma questo aveva ceduto di nuovo e
mostrava un chiaro segno violaceo sul suo collo.
«Cielo,
cielo, contenetevi.» disse Justin, scherzosamente altezzoso.
«Guardane
un altro... Wayne dice che hai fatto lo spogliarello!»
esclamò
Michael a voce ben alta e un gruppo di ragazze rise. Justin
diventò
bordeaux e seppellì la testa dietro le mani.
«Che
infame.» commentò Walter ridendo e Megan
annuì tetra.
Uh,
sì, sono persone orribili, e tra l'altro io sono anti-alcol
quindi
disapprovo in pieno, non era un inno al bere XD tra l'altro si
può
dire che metà di loro abbiano usato la tattica
“bevo per
dimenticare, non sentirmi solo”, e se tenete conto del fatto
che
Megan è sempre così poteva anche essere
più crudele e Walter non
se la sarebbe presa...
Michael
non tradirebbe mai la sua fidanzata, per la cronaca, lui sembra
soltanto un po' “così” ma non lo
è.
In
questo capitolo in un certo senso è uscito il peggio di
tutti, ma
perlomeno sappiamo che peggio di così non può
andare XD
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08/11/10, ore 00:18 -
Capitolo 5: Il Ballo del Ceppo.
|
Aw, non so come
ringraziarti! Ma sai che in realtà non è figlio
della Rivers il nostro Quill Rivers? Perché non avrebbe
preso il cognome della madre XD però è
imparentato, magari il padre è cugino di lei, ed era
Slytherin... si saprà di più sulle famiglie
più avanti!
Ah, io non so chi
è il mio preferito, ma Michael è in testa con
Wayne e altri di sicuro XD
Megan è
esattamente quel mix XD e guarda, esistono già fanclub tra
le mie amiche per il Wegan e pure per il MikeGeorgie XD e altre coppie
che non spoilererò da ora.
Tranquilla per
Diggory, in realtà me ne frego altamente, cerco solo di
mantenere l'immagine che si ha di lui nel libro, ragazzo popolare,
molto buono, che piace a tutti, leale ecc.
Doctor Who ha in un
certo senso cambiato il mio modo di vedere le cose e tra Ten e Rose
credo di essere arrivata a livelli di fangherlamento disumani. E in
realtà amo immensamente anche 11 e Amy, sebbene Tennant sia
il mio dottore. |
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06/11/10, ore 23:20 -
Capitolo 5: Il Ballo del Ceppo.
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Io in parte l'ho
amato il ballo, più che altro per la rivincita delle ragazze
considerate bruttine che improvvisamente hanno già cavalieri
e tutto XD Scommetto che Megan ubriaca ti è piaciuta ancora
meno, ma capirai comunque, promesso XD
Wayne proprio
perché è snervante è finito con lo
stare sempre attaccato a Megan che ha bisogno di prendersela con
qualcuno XD Il fratello sai che in effetti mi ha fatto pensare anche a
me a Ron? Solo che al contrario di Ron non è minimamente
ricambiato XD Per il gruppo ci credi che in qualsiasi gruppo sia finita
quando succedevano casini e urla gli altri restavano bellamente ad
ascoltare, alcuni imbarazzati, altri come me ridendo per i fatti loro?
È che se si è in un posto pubblico non si
può pretendere che la gente non ascolti, specie gli
Hufflepuff XD
Michael
è tutto da scoprire in effetti, e c'è una persona
a cui è ispirato anche se si noterà solo l'anno
dopo! Ah, comunque mi diverto un sacco anche io a incrociare le loro
vite con quelle di Harry e degli altri e mostrare ciò che
gli altri ne carpiscono! E comunque non c'è problema se
Walter non riscuote la tua simpatia... è appunto sfigato XD
Grazie per
I grieve, sul serio! |
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Capitolo 7 *** Previsioni, duelli, questioni di sangue e gelosia. ***
Previsioni, duelli, questioni di sangue e gelosia.
Erano
ricominciate le lezioni, e con disappunto di Megan la Trelawney aveva
predetto sciagure su lei e i suoi amici. Hannah era praticamente in
lacrime a fine lezione, convinta che sarebbe stata bocciata, e tutti
si erano divisi in coppie per leggere il futuro sui fondi da
tè.
«Vedo...»
cominciò Susan, perplessa, «Un lupo.
Chissà che vuol dire...»
«Forse
diventerò un mannaro anche io e insegnerò Difesa
contro le Arti
Oscure. Dal terzo anno mi spuntano lupi in ogni dove.»
azzardò Megan.
«Pensa
alla faccia di Snape in quel caso.» suggerì
Stephen, che ne
approfittava per bere e rilassarsi, dopo aver pulito venti volte la
tazzina.
Megan
sghignazzò.
«Jones!»
la chiamò Anthony Goldstein, qualche posto più
indietro, «Ti è
caduta la sciarpa a terra!»
«Di
nuovo? Grazie!»
Finalmente
la lezione finì e tutti ritirarono velocemente le loro cose.
«È
una bella sciarpa.» osservò Sally-Anne, stupita.
«Me
l'ha regalata mia cugina Gwenog.»
«Quella
delle Holyhead, vero?»
E
così cominciarono a chiacchierare delle imprese della cugina
preferita di Megan, che era poi cugina di primo grado di suo padre e
quindi solo per secondo sua, fino ad arrivare a Erbologia. Quill
naturalmente riuscì a tagliarsi un dito e quasi svenne senza
che la
professoressa notasse nulla, mentre Megan si dedicò a
fissare
Potter.
«Cosa
guardi?» domandò George, che si era riunita a loro
dopo aver
seguito Antiche Rune.
«Potter.
Ti rendi conto che ha salvato Cedric avvisandolo dei draghi?»
«Te
l'ho detto io, infatti...» provò a ricordarle
Georgia.
«Tu
l'hai mai immaginato così il Bambino
Sopravvissuto?» domandò a
bassa voce, stando attenta a non fare la fine di Quill. Ernie in quel
momento aveva salutato Potter con un cenno brusco del capo, segno che
Cedric doveva avergli detto di non evitarlo per lui.
«In
che senso “così”?» chiese
Georgia confusa.
«Guardalo!
Ti sembra l'eroe del mondo magico?» spiegò meglio
di lei,
osservando i capelli orribilmente arruffati e gli occhiali visibili
ora che stava di profilo. Era magro e sembrava stressato a giudicare
da come stava infierendo sulle piante. Strano, sarebbe bastato
allenarsi in un incantesimo Testabolla per andare sott'acqua come
Cedric, a patto che riuscisse a impararlo in tempo. Forse
però non
era nervoso per la prova, visto che aveva saputo con largo anticipo a
cosa andava incontro, forse stava solo di nuovo litigando con quel Roy.
«A
dire il vero no... Però la cicatrice dice tutto. Gliel'hai
mai
vista?» mormorò Georgia.
«Non
mi sono mai avvicinata abbastanza.» borbottò
contrita, quasi che
fosse una sua grave mancanza, «Aspetta.»
«Cosa
fai? Torna indietro!» sibilò Georgia ma Megan era
già partita per
la sua spedizione, fingendo di inciampare vicino al loro tavolo e
lasciando cadere anche una paletta che si era portata con
sé. Per un
momento incontrò lo sguardo di Potter e poi il ragazzo fece
qualcosa
che non si aspettava: si chinò e raccolse la paletta per
lei, sempre
mantenendo un'aria corrucciata. Lei ringraziò a bassa voce
scrutandolo per un momento in viso e notando che i capelli gli
coprivano la fronte, poi tornò indietro.
Stephen
e Quill la fissavano allibiti e Hannah usava le forbici per tagliare
l'aria, con la testa sporta di lato per vedere cosa aveva combinato
con quel gesto incomprensibile. Megan le fece cenno di tornare al
proprio lavoro e tornò accanto a Georgia che era esasperata.
«Non
si vede. Però ora so che ha proprio dei begli
occhi.»
«Prego?»
«Ma
sì, ha degli occhi verdi bellissimi!»
Georgia
ora era allibita quanto Stephen e Quill: «E te ne accorgi ora
dopo
quattro anni?»
«E
chi l'ha mai guardato in faccia quello lì?»
La
lezione dopo era Difesa Contro le Arti Oscure, e come sempre i
Ravenclaw li fecero a fette quando si divisero in coppie. Solo
durante gli ultimi dieci minuti lessero dal libro per riposarsi un
po' e Quill tornò al proprio posto zoppicando.
«Cavolo,
sei peggio di Longbottom, hai sempre qualche ferita di
guerra.»
commentò Hannah in un sussurro.
«Con
la differenza che Longbottom nel suo campo ci sa fare.» disse
Ernie,
riferendosi a Erbologia e alzando appena la voce.
«Zitto,
se Moody si scoccia poi sono guai.» ringhiò Megan.
«Professor
Moody.» la corresse quasi automaticamente Ernie, beccandosi
un'occhiataccia.
«Non
è certo colpa nostra se Rivers è
imbarazzantemente scarso.»
commentò invece Sally-Anne un posto più avanti.
Megan fece per
tirarle la coda ma Georgia planò sul suo braccio e la
costrinse a
leggere. Justin scoccò loro uno sguardo condiscendente e
sospirò,
mentre Susan nascondeva una risatina.
Per
fortuna il professor Moody non li trasfigurò in stile
Malfoy. Non
ancora, almeno.
«Beh,
almeno stavolta niente Imperio. Nessuno di noi è riuscito
ancora a
contrastarlo minimamente.» considerò Stephen, e
poi sbadigliò.
Lungo il corridoio si unì a loro Wayne, silenzioso come al
solito, e
poco dopo arrivò anche Michael, poggiando una mano sopra la
testa di
Georgia.
«A
metà gennaio si va a Hogsmeade!»
annunciò.
«Vi
prego, fermatelo, è insopportabile...» si
lamentò Walter
raggiungendoli mentre Cedric rideva e salutava Cho Chang.
Tutti
guardarono quest'ultimo maliziosamente e lui riprese a camminare a
testa alta facendo finta di nulla.
«Cedric,
posso indovinare con chi andrai stavolta?» domandò
Georgia
allegramente.
«Pensa
per te.» rimbeccò lui, ma la sua voce suonava fin
troppo
compiaciuta e Michael rise.
«Davvero,
dovresti uscire anche tu con qualcuno, Georgie.»
«Concordo.»
affermò un ragazzo, che si era fermato aspettandoli. Aveva
la
cravatta verde e argento.
«Ciao,
Martin.» salutò Georgia, «Sei qui per
Pozioni?»
«No,
volevo chiederti se ti va di venire con me a Hogsmeade.»
Lei
se ne stupì ma riuscì comunque ad annuire senza
esitazioni, con gli
occhi leggermente sgranati, «Certo.»
«Allora
siamo d'accordo. Per quanto riguarda Pozioni invece ci vediamo domani
sera?»
«D'accordo.»
E
Martin, dopo uno sguardo di neanche tanto velata minaccia a Michael,
tornò in mezzo a un gruppetto di Slytherin.
Tutti
gli Hufflepuff rimasti guardarono Georgia, che fece spallucce.
«Mi
dà una mano coi duelli, voglio migliorare i miei voti il
più
possibile.»
«Ma
tu frequenti solo ragazzi più grandi? Di che anno
è?» domandò
Hannah, apparentemente dimentica della presenza di Cedric e
compagnia.
«Quinto
anche lui in effetti. Ed è veramente bravo a duellare, ci
siamo
conosciuti proprio mentre mi allenavo in cortile con Wayne. Carino,
no?»
«Anche
Wayne è bravo a duellare, appunto! Puoi farti aiutare da
lui. Perché
mi ha guardato a quel modo?» domandò Michael
scocciato.
«Perché
da quando alla fine del Ballo del Ceppo mi hai presa in braccio la
voce si è diffusa e tutti mi chiedono se siamo
fidanzati.»
«Ti
ha presa in braccio? E perché io non lo sapevo?»
domandò Stephen,
guardando Michael mentre lo chiedeva, «E Sandy?»
«Stavamo
solo giocando.» rispose lui, brusco, «Sandy poi se
ne frega,
evidentemente.»
«Non
dire così...» provò Walter, ma lui
scosse la testa.
«Lasciamo
perdere.» tagliò corto, evidentemente di cattivo
umore.
Megan
in quel momento notò Stan e salutò tutti di
fretta, correndo da
lui.
«Guardala...»
borbottò Wayne, «Non sembra neanche lei.»
«In
effetti non è molto gratificante che con i suoi amici di
sempre sia
meno amichevole che con uno sconosciuto.» commentò
Walter,
palesemente punto sul vivo.
«Io
penso che invece faccia bene, quel bulgaro è tra i
più carini anche
se non può competere con Krum.»
considerò Sally-Anne, portandosi
una ciocca di capelli dietro un orecchio.
«Krum
ti piace solo perché è popolare.»
ribatté lui.
«Mai
detto il contrario.»
«Un
giorno ti pentirai di essere... così.»
«Mai
pensato una sciocchezza simile.»
«È
bello come certe cose non cambino mai...» commentò
Wayne, ironico.
«L'importante,
secondo me, è che Stan si comporti bene con lei.»
disse Cedric,
unico a chiamarlo per nome.
«Tu
sei troppo fiducioso.» replicò Walter.
«No,
lui è sulle nuvole. Con la Chang. Ignoriamolo e basta. Dove
sono
Jack e Rent?» si intromise Michael, ancora un po' cupo.
«Già
a pranzo.»
«Ma
erano con noi tre secondi fa, perché non li vedo mai andare
via? E
perché sono sempre insieme?» protestò
lui e Georgia inarcò le
sopracciglia senza dir nulla, dato che lei la sua opinione in merito
se l'era già fatta.
Quelle
poche settimane prima di Hogsmeade stavano passando velocemente e
Wayne nel frattempo cominciava a sparire sempre di più per
via dei
suoi esami, con grande disappunto degli amici che non l'avevano mai
visto così impegnato nello studio. Megan trascorreva molto
tempo con
Stan e con Georgia, Georgia era spesso con lo Slytherin di nome
Martin, Michael si incupiva sempre di più arrivando a picchi
in cui
neanche Cedric lo sopportava e scappava da Cho, Walter marciva nella
gelosia quanto lui e cominciava a trascorrere tutto il suo tempo con
Rent e Jack, Quill si era ammalato due volte e Stephen guardava il
suo gruppo disgregarsi in modo così stupido assistendo al
tutto con
la sua solita dose di camomilla e studiando ovunque come se fosse lui
a dover sostenere i G.U.F.O. di Wayne. Anche Hannah ed Ernie
seguivano il suo esempio e chi li vedeva pregava che nessuno di loro
diventasse Prefetto o sarebbero giunti all'esaurimento nervoso. Solo
Sally-Anne, Susan e Justin erano immuni a quell'improvviso cambio di
abitudini che li lasciava perplessi, o almeno tali erano gli ultimi
due visto che la prima non badava a nulla che non la riguardasse in
prima persona.
Ciò
spiegava perché il giorno dell'uscita a Hogsmeade fossero
tutti
piuttosto tesi, sapendo che si sarebbero incontrati ai Tre Manici
prima di pranzo insieme dopo tanto tempo.
Avvicinarono
i tavoli per stare tutti vicini e mancava soltanto Cedric,
sicuramente da Madama Piediburro nonostante Michael non avesse fatto
battute in proposito. Georgia si era presentata senza Slytherin al
seguito, arrivando con Wayne e spiegando che lo avrebbe visto dopo
essere stata con loro per evitare di metterlo a disagio in mezzo a
degli sconosciuti. Naturalmente a questo Megan non aveva neppure
pensato, invitando anche Stan.
«Cosa
accidenti sarebbero quelli?» domandò Rent
stupefatto, indicando un
tavolo dove sedevano Ludo Bagman e delle cose.
«Goblin.»
rispose Stephen prontamente, «Mai visti alla
Gringott?»
«Sono
nato babbano, ti ricordo, e ai miei soldi hanno pensato i genitori di
Jack.»
«A
me fanno paura.» annunciò Quill.
«Perché
non me ne stupisco?» domandò Michael beffardo, con
la testa
inclinata poggiata su una mano e un'aria strafottente che fece
arretrare l'altro con tanto di sedia.
«Hai
la luna storta, Michael?» domandò Georgia in tono
di rimprovero.
«È
così da giorni, ignoratelo.» commentò
Walter, porgendo le
burrobirre appena portate a Jack e Megan.
«Ciclo?»
domandò quest'ultima e Quill quasi si affogò nel
proprio succo di
mela.
«E
non è l'unico...» mormorò Wayne
osservando Harry Potter che
sembrava particolarmente furibondo non lontano da loro, mentre una
donna era alle spalle di Walter e blaterava qualcosa su Bagman senza
che gli altri prestassero attenzione. Wayne controllò per un
momento
l'angolo buio in cui l'uomo si trovava coi goblin e scoprì
che erano
spariti.
«Sta
cercando di rovinare la vita a qualcun altro?» disse Potter
all'improvviso, rivolto alla donna.
Ovviamente
Walter e Michael si voltarono a guardare senza neanche far finta di
nulla, mentre Megan si sporgeva senza alcun ritegno in avanti e Stan
metteva al riparo la sua burrobirra che stava per rovesciarsi.
«Harry!
Ma è splendido! Perché non ti unisci
a...?»
«Non
le verrei vicino neanche con un manico di scopa lungo tre
metri.» la
interruppe lui furioso, e Georgia e Megan si scambiarono un'occhiata
sorpresa, «Perché ha fatto quella cosa a Hagrid,
eh?»
«I
nostri lettori hanno il diritto di sapere la verità, Harry,
sto solo
facendo il mio...» iniziò a giustificarsi la
donna, ma
improvvisamente Potter urlò: «Chi se ne importa se
è un
Mezzogigante? Lui è a posto!»
Calò
il silenzio.
Megan
pensò che i Gryffindor avevano sempre un certo stile, e
Wayne aveva
annuito alle sue parole senza rendersene conto. Gli piaceva Hagrid,
dato che Walter ne aveva sempre parlato bene in passato ed era
visibilmente buono, e lo stesso valeva per Michael a cui per
principio non importava delle questioni di sangue. Quill si era
rovesciato il succo addosso e Stephen gli porse un fazzoletto senza
neppure guardarlo.
La
donna non sembrava aver gradito, ma si riprese in fretta estraendo
penna e taccuino e in quel momento compresero chi fosse: Rita
Skeeter, e questo spiegava tutto.
«Cosa
ne dici di un'intervista sull'Hagrid che conosci tu, Harry? L'uomo
dietro i muscoli? La tua improbabile
amicizia e le ragioni che la sostengono? Lo definiresti un surrogato
della figura paterna?»
La
Granger scattò in piedi e Quill emise un gemito di puro
terrore alla
sua espressione. Georgia mentalmente fece il tifo per lei, dato che
l'ultima domanda avrebbe meritato un pugno in risposta.
«Lei
è disgustosa, passerebbe sopra a tutto, pur di mettere
insieme una
storia, e va bene chiunque, vero? Anche Ludo Bagman...»
«Siediti,
stupida ragazzina, e non parlare di cose che non capisci. So delle
cose di Ludo Bagman che ti farebbero arricciare i capelli... non che
ne abbiano bisogno...» terminò, con un'occhiata
significativa ai
suoi capelli.
Megan
sibilò qualcosa sulle sue virtù a denti stretti e
Stan annuì
diligentemente.
«Andiamo,»
disse la Granger, piena di dignità. «Dai, Harry...
Ron...»
E
il terzetto d'oro se ne andò mentre la donna riprendeva a
scrivere.
Michael e Walter li seguirono con lo sguardo e così molti
altri
avventori.
«Cedric
sarebbe dovuto venire ad assistere.» considerò
Walter.
«Non
si vede Potter arrabbiato molto spesso.» osservò
anche Georgia.
«Pensa
che non se la prendeva neanche quando dicevamo che faceva
schifo...»
concordò Rent stupito.
«Facefa
schifo?» ripeté Stan aggrottando la fronte.
«Beh,
noi ovviamente tifiamo per Cedric al torneo, siamo suoi amici...
Potter non c'entrava niente.» rispose Jack per lui.
«Ma
non parliamo del torneo, non mettiamo a disagio il nostro
ospite.»
decretò Walter con uno sguardo soddisfatto a Michael da
dietro il
suo bicchiere. Michael ghignò.
«Ma
no, parliamone invece! Come ti trovi tu a tifare per Krum e a uscire
con la nostra Meg?»
Megan
non rispose ma frugò nelle proprie tasche, tirando fuori la
bacchetta e poggiandola davanti a sé.
«A
me non va di parlarne.» disse quindi innocentemente,
«Piuttosto,
che ne pensate voi di Hagrid? Secondo me ha ragione Potter.»
«Sì,
sì, sicuramente sì.»
borbottò Michael spaventato.
«Secondo
me... no. Se è un mezzogigante non so quanto ci sia di cui
fidarsi.»
disse Walter, sorprendendola.
«Ma
cosa vuoi che ci faccia, che ci uccida a forza di abbracci? Lo
conosci anche tu.» ribatté Wayne scettico,
«Ti è sempre piaciuto,
come può cambiare tutto così?»
«Infatti,
è un cucciolone.» affermò Rent,
annuendo tra sé e sé.
«Non
mi stupisco che lo diciate voi due che siete cresciuti tra i babbani
o quasi, ma tu, Wayne...» disse invece Stephen,
«Sappiamo tutti dei
giganti, ci parlavano di loro per farci comportare bene!
“Guarda
che ti faccio prendere dai giganti se non mangi!” e cose
così.»
«Appunto,
sono solo paure lontane... E poi Hagrid gigante lo è solo
per metà.»
replicò lui.
«Ed
è il carattere che conta, pensate al professor
Lupin!» esclamò
Megan.
«Tu
avevi una cotta per lui, non vale.» ridacchiò
Georgia.
«Ma
non è vero! Cioè sì, ma non
conta!»
«Conta,
ma comunque ce l'avevano un po' tutte proprio perché era
sempre così
gentile... e quindi concordo col fatto che è il carattere e
non ciò che si
è a contare.»
«Sarà,
ma a me fa paura.» fu l'ovvio commento di Quill, che li fece
scoppiare a ridere stemperando un po' la tensione.
«Da
noi però non fareppero mai laforare cicante, anche
mezzo.» disse
Stan. Walter, che un attimo prima diceva lo stesso, lo
guardò e
disse duramente: «Ma a Hogwarts non si fanno distinzioni, non
siamo
razzisti.»
«Cinque
minuti fa non ti fidavi tantissimo.» ringhiò Megan.
«È
che non può dirlo proprio lui, se fossimo così
prevenuti loro non
sarebbero a Hogwarts!» si giustificò lui.
«Loro?
Fuoi dire Durmstrang?», Stan assottigliò lo
sguardo.
«Ehi,
calmiamoci.» fece Wayne, «Ragioniamo da persone
civili.»
«Sarete
tutti d'accordo che è ingiusto discriminare Hagrid solo
perché sua
madre era una gigantessa, no? Anche se i giganti sono malvagi Hagrid
non lo è e si vede.» disse Georgia.
«Però
cerca sempre di farci uccidere alle sue lezioni, e se lo facesse di
proposito?» mormorò Quill.
«Sei
tu che rischi di morire perché sei un incapace.»
ribatté Michael
che aveva deciso di sfogarsi su di lui, «Però
è vero che si
potrebbe ricondurre al suo sangue di gigante il fatto che gli
piacciano le bestie pericolose. Ma soltanto quello.»
«Quando
comincerete a chiamarmi figlia di sanguesporco avvisatemi in
anticipo.» disse Megan, fredda. Tutti sobbalzarono.
«Sai
che la vedo come te sulle questioni di sangue. Io sono dalla parte di
Hagrid.» ribatté Michael, offeso.
«Non
mi riferivo a te una volta tanto.»
«Per
quanto riguarda tutto questo discorso concordo con lei, se qualcuno
di voi se la prendesse con uno come lui solo perché
è figlio di una
gigantessa o di un gigante che sia, mi aspetterei di sentirmi
chiamare sanguesporco.» concordò Rent,
«Se cominciate a pensare
che tutto dipenda dal sangue tanti saluti.»
«Tanti
saluti e avete sbagliato casa. Slytherin è più in
basso, nei
sotterranei.» continuò Megan.
«Non
usate quella parola.» disse Georgia, scossa, «E non
tutti gli
Slytherin sono così, comunque.»
«Oh,
oh, lo sapevo che c'era un secondo fine in tutto quello che hai detto
oggi! Stai cercando di parare il culo al tuo nuovo ragazzo,
no?»
sbottò Michael. Georgia lo guardò incredula,
«Fai bene, anche io
farei lo stesso e anche più sfacciatamente.»
terminò con un
sorrisetto.
Nessuno
fiatò per diversi secondi.
«Ma
vaffanculo, Michael!»
«Bene,
Stan, possiamo andare.» disse velocemente Megan, alzandosi.
Stan la
seguì all'istante ma anche Georgia si stava alzando.
«È
uno Slytherin! Come Malfoy! Nei duelli potrebbe aiutarti Wayne oppure
io, Megan o Cedric! Come fai a fidarti di uno come lui?»
«Guarda
che finora l'unico che ha detto e fatto cazzate è stato un
Hufflepuff! Vaffanculo!» si ripeté lei, andando
via come una furia.
Megan
si voltò a guardare Michael, per una volta senza palesare
odio o
ribrezzo.
«Sei
impazzito?»
«Sono
impulsivo e affascinante. No, senti, non dirmi che non sei
preoccupata.»
«Veramente
non ci ho neanche pensato.» ribatté lei e Wayne
sospirò.
«Ma
a chi lo vai a chiedere?» domandò infatti.
«In
effetti non è che Megan abbia tutta questa
sensibilità...»
convenne Stephen, facendo ruotare il bicchiere.
«E
adesso cosa stai facendo?» domandò lei per tutta
risposta.
«Non
voglio bere da dove ho bevuto prima.»
Michael
si voltò a guardarlo con occhi allucinati: «Ti fa
schifo poggiare
le labbra dove le hai poggiate tu
stesso
prima?»
«Mi
dà fastidio.»
«Merlino,
sei veramente storto!»
«Stan,
andiamo.» ripeté stancamente Megan, trascinandolo
via come se fosse
una borsetta.
«Vado
a vedere se riesco a scroccare dell'idromele.»
borbottò tetramente
Walter, alzandosi e urtando una ragazza. Si fermò come
folgorato e
tornò a voltarsi al tavolo, dove ormai c'erano solo ragazzi,
«E
quella chi è?»
Tutti
si sporsero per vederla.
«Lavander
Brown, ha la mia età. Gryffindor.» rispose
Stephen, «Perché?»
«Perché
è carina.» rispose lui, «È
fidanzata?»
«Credo...
di no...»
«Vai
a conoscerla, idiota!» sibilò Michael,
ringraziando ogni santo
perché finalmente Walter notava qualche ragazza che non
fosse Megan.
Non era molto, ma significava che stava voltando pagina.
«Ma
è più piccola...»
Stavolta
l'occhiataccia per l'assurdità appena detta gli
arrivò anche dal
fratello.
«Vado,
vado.» borbottò spiccio e sparì in
mezzo alla folla.
«Finalmente
è interessato a qualcuna libera...»
commentò Rent.
«Dimmi
che non ha un carattere orribile.» supplicò Jack
rivolto a Stephen,
che scosse la testa.
«Non
lo so, ma ancora non l'ho sentita mandare al diavolo qualcuno. A
proposito, Michael, dovrai chiedere scusa a Georgia. Per il modo
in cui hai parlato.» lo anticipò prima
che potesse ribattere
che aveva ragione lui.
«Ah,
per quello... Vedremo. Perché con le ragazze bisogna sempre
chiedere
scusa? È una rottura di bolidi. Wayne, tu e Megan parlate di
nuovo
normalmente?»
Wayne
inarcò un sopracciglio.
«A
cosa ti riferisci?»
«Beh,
vi sedete lontani e non litigate più tanto spesso, non la
sento
urlare da un po'.»
«Sono
impegnato e non parliamo tantissimo, tutto qui.» rispose lui,
all'erta.
«Gli
esami, già... Ancora nessuna crisi di nervi?»
«Non
mi interessa come andranno, sinceramente. Tanto non so neppure che
lavoro voglio fare.» sospirò lui.
«Neanche
io ti ci vedo a lavorare... A meno che non esista il
“Menefreghista
del Ministero”. Ti assumerebbero subito.» disse
Stephen, sereno.
Quill
annuì saggiamente, poi l'ultimo sorso di succo gli
andò di traverso
e passò i successivi cinque minuti a tossire fino a
diventare
cianotico.
«E
dopo questo io vado da Sandy.» annunciò Michael
che ancora rideva
mentre Rent dava una pacca sulla schiena di Quill così forte
da
farlo sbattere contro il tavolo, «Ci si vede a
cena!»
«Vieni,
prendiamo un bicchiere d'acqua.» disse Jack più
gentile, aiutando
Quill. Rent li seguì, approfittandone per gettare
un'occhiata in
direzione di Walter e vedere come stava andando. Incontrò lo
sguardo
di una ragazzina accanto a loro e le sorrise, ringalluzzito dal suo
sorriso in risposta.
«Ti
piace il bulgaro?» domandò Stephen, rimasto solo
con Wayne.
«Non
ha quasi aperto bocca, non posso risponderti.»
«Ti
piace il bulgaro?»
«No.»
«Neanche
a me.»
Capitolo
in cui regna la gelosia e il comportarsi male con gli altri per
questo, lo ammetto. Il fatto è che non tutti possono essere
buoni o
maturi come Harry, basta pensare a Sirius e James quindicenni e a
molti altri!
Non
so se conoscete Twilight, ma Rent è fisicamente l'Emmett
“de
noialtri” almeno quanto Jack potrebbe essere Jasper per il
“biondo,
chiaro, mingherlino”.
Dimenticavo
di dire che lo zio nominato da Georgia nel capitolo precedente
è lo
stesso Runcorn del Ministero che Arthur odia.
Roy Weasley non è un errore, a parte che Megan non
è molto brava a ricordare i nomi, ma Ron è
conosciuto più che altro come "il migliore amico di...", "il
fratello di...", "Weasley". Il che aiuta i suoi complessi.
Prossimo
capitolo: 8 Foto e Seconda prova.
“«Ci
sono altri Gryffindor come vedete, questo dietro di loro altissimo
è
Frank Longbottom, credo sia il padre di Neville.» disse,
indicando
un ragazzo grande e grosso quanto sembrava stare diventando il
figlio, «Questo è Edgar Bones...»
indicò un ragazzo molto bello,
con occhi verdi e capelli scuri. Tutti si voltarono a guardare Susan.
«Sì,
era mio zio.» disse lei con aria rapita, «Non
sapevo fosse amico
del padre di Neville...»
Megan
diede un colpetto alla foto facendo avvicinare gli altri. Uno
sembrava felicissimo di potersi finalmente mostrare e tutti
trattennero per un momento il fiato. Capelli spettinati, occhiali,
quel naso...
«Quello
è James Potter.» sussurrò Stephen, come
davanti a un'apparizione.”
Il
che dice tutto, e chi conosce 70's students capirà
finalmente chi è
la madre di Megan e che fine ha fatto.
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RF09 [Contatta]
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Segnala violazione
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11/11/10, ore 22:06 -
Capitolo 6: Capodanno.
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Io invece sono
terrorizzata dalle persone ubriache, sai?XD ho sempre paura che si
rivoltino contro di me! In compenso però io e i miei amici
ci comportiamo sempre come gli ubriachi per natura, ma mi conforta
sapere che abbiamo autocontrollo XD
Wayne asociale?
Nooo... e perché, Stephen e Megan poi non sono casi umani? XD
Per Michael e
Georgia immagino che se dicessi per chi tifo poi sarebbe chiaro come
finirebbe quindi evito XD Per Walter e Sally Anne non corriamo a
preparare il corredo XD
Cedric è
volutamente Gary Stu perchè anche nel libro era buono buono
e sulle sue, è nel film che è un pochino meno
suoso (poi lì muore e diventa un vampiro suoso).
Quill e Stephen non
li rivedrai presto in versione Hyde, non temere XD
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_sirio_ [Contatta]
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Segnala violazione
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11/11/10, ore 19:18 -
Capitolo 6: Capodanno.
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Ma sai che pure io
le detesto le feste? XD spero che comunque continuerai a seguire la
storia, e che francese ti sia andato bene!
Sì,
Wegan è Megan/Wayne, e gli anti-Walter dovrebbero tutti
creare un fanclub XD credo che a me Walter cominci a piacere giusto
nella parte che non ho ancora scritto post-Hogwarts XD Quill uguale,
mentre Sally-Anne a me piace, ma sarà perchè la
conosco meglio XD o forse perché mi piace come personaggio,
come persona l'ammazzerei XD Cedric, Cho e Sandy, beh, almeno le ultime
due, stanno sulle palle anche a me, nessun problema! XD
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Kimly [Contatta]
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Segnala violazione
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11/11/10, ore 18:50 -
Capitolo 6: Capodanno.
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Io manco assaggio,
sto malissimo se bevo XD Le scenette tra Wayne e Megan son sempre belle
da scrivere, in effetti... Sally e Walter non l'avrebbero mai detto
neanche loro, ma non tutto è deciso XD non voglio
spoilerare, quindi chiudo qua XD
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NanaBouregarde [Contatta]
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Segnala violazione
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10/11/10, ore 22:52 -
Capitolo 6: Capodanno.
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Michael
è genio, ma Stephen è psicotico. E infatti
è fatto a mia immagine per le varie ossessioni XD
Miorgie, che
carino! XDD in questo capitolo Michael è geloso, viva loro!
Stan guarda, l'ho
inventato, può benissimo essere uno che si sbrodola, e
comunque di fronte a Wayne impallidisce chiunque! Sì, sono
parenti come hai detto tu, e del resto Georgia è parente del
famoso Runcorn del settimo, Megan è figlia di una che
nominerò nel prossimo capitolo e c'è anche in
70's students, Michael è il figlio dello Stebbins che usciva
con Mary e che era a scuola all'epoca dei Malandrini anche nei libri,
gli Hopkins sono imparentati alla lontana con la disgraziata del
Ministero... son tutti legati tra loro, in qualche modo!
Non ti sgrido, sei
libera di fare quel che vuoi visto che non esci con me XDD
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Capitolo 8 *** Foto e Seconda Prova. ***
8
Foto e Seconda prova.
Domenica
Hannah svegliò Georgia
a mezzanotte.
«C'è
Michael che ti aspetta in
sala comune.»
«E
tu cosa cavolo ci facevi lì
a quest'ora?» domandò lei ancora mezzo
addormentata.
«Mi
sono addormentata
studiando.» rispose lei, «Allora, devi scendere?
Sembra molto
dispiaciuto.»
Georgia
aveva raccontato
l'accaduto a Susan e Hannah, ignorando e ignorata da Sally, e con
Megan si era dilungata nell'inveire contro di lui. Non parlavano
dall'uscita a Hogsmeade, entrambi troppo orgogliosi per avvicinarsi.
Comunque
adesso Hannah sembrava
eccitatissima all'idea che il ragazzo fosse di sotto ad attenderla a
quell'ora e si era sicuramente dimenticata degli insulti che lei
stessa gli aveva appioppato.
«Scendo,
scendo...»
«Io
non scenderei e gli farei
il culo domattina.»
«Dormi,
Megan.»
Georgia
scese le scale col suo
miglior cipiglio indignato e si fermò davanti a lui a
braccia
conserte. Michael sembrava stravolto, nel suo solito aspetto da
zombie dato dalla la mancanza di sonno, con tanto di pallore mortale
e capelli più spettinati del solito. Come si riducesse
così era
sempre un mistero.
Michael
invece si chiedeva come
facesse ad essere carina anche appena sveglia dopo un paio d'ore di
sonno. Comunque si decise con le scuse, confidando sul fatto che
sarebbe rimasto distaccato.
«Georgie,
scusami, scusami
tantissimo. Non riuscivo a dormire sapendo che non mi rivolgi la
parola, noi non siamo come Wayne e Megan e non ce la faccio a
litigare con te.»
Appunto,
l'apoteosi della virilità.
«Spiegami
che cosa ti è preso,
così magari eviteremo di litigare anche in
futuro.» replicò lei
freddamente.
«Te
l'ho detto, sono
preoccupato per te. Non mi fido degli Slytherin. Anzi, non mi fido di
nessuno che non conosco se si tratta di te.» rispose lui,
sincero.
«Credi
che non sia in grado di
giudicare da sola le persone che sono al mio fianco?»
domandò lei
seccata.
«Credo
che tu ne sia
capacissima.» rispose umilmente, «Solo che... Megan
è sempre con
Stan, Cedric con Cho, Stephen e Wayne sono scomparsi e Jack e Rent
sono un duo e mi fanno sentire il terzo incomodo... Mi sei rimasta
solo tu e se cominci a uscire con una serpe è la
fine.»
«Tu
sì che mi fai sentire
amata!» esclamò lei sarcastica,
«L'ultima rimasta!»
«Non
dire scemenze! C'è anche
Walter, sebbene lui sia sempre dietro qualcuna che non lo
calcolerà
mai...» si arruffò i capelli con una mano,
nervoso, «Lo sai che
sei la mia migliore amica! Tu e Cedric siete al primo posto per me e
se diventi come lui... Non voglio perdere anche te, ecco
perché mi
comporto da imbecille... Solo che con Cedric non c'è bisogno
di dire
certe cose.» finì col borbottare.
Georgia
lo guardò a bocca
aperta.
«Cosa
c'è?»
«Sono
la tua migliore amica? Al
pari di Cedric?»
«Ma
certo che lo sei, Georgie.
E sai che io sono un po' geloso degli amici, no? E visto che si sono
tutti un po' allontanati non voglio rischiare anche con te.»
«Oh,
Mike! Lo sai che non sono
proprio il tipo, Martin o non Martin non mi allontanerò mai!
E poi
neanche è il mio ragazzo, non paragonarlo a Cho
Chang!» precisò,
comunque intenerita, «E proprio perché sono la tua
migliore amica
anche se ci vediamo meno non significa che tra noi due
cambierà
qualcosa! Altrimenti che dovrei dire io, da quando stai con Sandy?
Prima andavamo a Hogsmeade sempre assieme e poi quando c'è
lei devi
tenerti sempre un po' a distanza da me perché è
gelosa, e non dire
che non è così perché mentiresti,
quindi in un certo senso è
ancora peggio per me!»
Michael
spostò lo sguardo alle
ceneri del camino, e poi disse: «Sappi che... se tu mi
chiedessi di
lasciarla la lascerei.»
Georgia
boccheggiò prima di
riuscire a formulare un: «Cosa?»
«Voglio
dire... sei la mia
migliore amica, no? Quindi sei più importante tu. Gli amici
vengono
prima delle fidanzate. Quindi se tu stessi male per colpa sua io la
lascerei.»
«Ma
tu hai detto che la ami!»
protestò lei, annichilita.
«Sì,
ma amo più... Ma tu
vieni prima. E Cedric, naturalmente. Se tu o lui mi chiedeste di
lasciarla io lo farei.» ripeté, con gli occhi
sempre puntati al
camino.
«Non
lo faremmo mai, non
vorremmo mai farti soffrire... E ti prometto che non
diventerò una
serpe anche io, qualunque cosa accada. Tu fammi notare le cose in
modo più civile magari e io ti ascolterò; per ora
però sono state
solo critiche senza fondamento, quindi continuerò a vederlo.
Se si
comporterà male o se ti trascurerò allora
sarà tutto un altro
discorso. Va bene?»
«Va
bene.» assentì lui,
spostando poi gli occhi nocciola su di lei, «Pace?»
«Pace,
scemo.» rise Georgia,
abbracciandolo. «E questo discorso me lo devo tenere per me,
vero?»
«Ma
ovviamente, che figura ci
farei?» ridacchiò anche lui.
«E
cosa racconto alle altre che
sono sicuramente sveglie ad aspettare?»
«Puoi
dire che mi sono scusato
in modo molto virile e che hai capito di non poter fare a meno di
me-Ahio! Va bene, racconta quello che ti pare, solo salta la parte di
Sandy. Fraintenderebbero o lo direbbero in giro.»
«Megan
lo direbbe in giro?»
«No,
parlavo delle altre tre.
Loro non mi sono poi così vicine, ti pare? Megan invece
è strana,
vedi tu.»
Georgia
lo lasciò andare con un
gran sorriso: «Vedi, il fatto che esci con Sandy mi
è tornato
utile, ho conosciuto meglio Megan e siamo diventate amiche.»
«Mi
dovrai raccontare com'è
essere amica di uno Schiopodo.» disse lui serissimo e Georgia
lo
colpì a un braccio, «Vedi! Ti sta
contagiando!»
«Sai
che Megan invece mi ha
detto “mi dovrai raccontare com'è essere amica di
un folletto
della Cornovaglia”? Siete simili.»
Michael
la guardò estremamente
oltraggiato.
«Io...
Folletto della Cornovaglia? Io?»
«Ammetterai
che avete molto in
comune, a cominciare dalla voce fastidiosissima quando sei eccitato,
continuando per il fatto che non stai mai fermo, che fai i dispetti,
che sai essere crudele... Il povero Quill è terrorizzato da
te
ormai.»
«Forse
ho un pochino esagerato
con quel coniglio.» ammise lui, beccandosi un altro colpo,
«E va
bene! Sarò più gentile! Che noiosa...»
«Vedi
che sei dispettoso?
Buonanotte, folletto!» e soffocando una risata Georgia corse
via.
«Non
chiamarmi in quel modo!»
le gridò dietro lui.
Megan
si era addormentata sul
tomo di Storia della Magia e Wayne la svegliò con qualche
colpetto
alla testa dopo aver riletto il tema per Trasfigurazione e quello per
Pozioni. Era incredibile la mole di compiti che gli avevano
affibbiato.
«Mamma?»
borbottò lei,
sollevando la testa.
Tutti
la guardarono sconcertati
e l'unico rumore che seguì fu lo scoppiettio del fuoco nel
camino
della sala comune.
«Scusate,
sognavo...» si
giustificò lei, sbadigliando, «Stupide
rivolte...»
«Com'era
tua madre?» domandò
all'improvviso Michael e Georgia trasalì.
«Oh,
mia madre... Una tipa
strana. Ha mollato Hogwarts dopo il quinto anno e ha conosciuto mio
padre. Si sono sposati appena maggiorenni e invece che nascondersi
lei ha finito gli studi in Francia e poi ha deciso di voler lavorare
al Ministero per processare i Mangiamorte, poi Tu-Sai-Chi è
caduto e
si è dedicata a condannare i Mangiamorte trovati
finché il figlio
di uno di loro, evidentemente pazzo, non l'ha beccata e uccisa dopo
un bel po' di Cruciatus. Era nata-babbana anche lei, era un affronto
che si mostrasse così apertamente contro i Mangiamorte e
soprattutto
che avesse portato altre prove della colpevolezza di suo padre, oltre
a quelle di chi l'aveva tradito. Se di tradimento si può
parlare tra
quella feccia.»
Nessuno
studiava più ormai. Lei
non aveva avuto intenzione di raccontare tutto quello ma era venuto
fuori come se stesse parlando del tempo.
«Come
si chiamava tua madre?»
domandò Michael, e la sua voce si era fatta più
gentile.
«Si
chiamava Cordelia ed era
una Gryffindor, faceva lo stesso anno dei Potter... Il nonno dice che
era sempre stata attenta solo a se stessa e ai vestiti e i ragazzi, o
così almeno mostrava, poi una ragazza che conosceva
è stata uccisa
e qualcosa è cambiato. È allora che ha deciso di
finire gli studi
per davvero. Per me sarebbe stato sicuramente meglio se non lo avesse
fatto... Ma si sa come sono i Gryffindor, possono resistere quanto
vogliono ma prima o poi cercano di fare gli eroi. A casa
papà ha
nascosto tutte le foto, ma per fortuna i nonni ne avevano una scorta
di quando ancora era a scuola. Era una specie di Sally-Anne.»
si
guardò attorno, per assicurarsi che non fosse presente,
«I nonni la
sgridavano sempre perché non si impegnava mai.»
«Sai
che anche mio padre era a
scuola allo stesso anno dei Potter? Magari si conoscevano...
Chiederò
a lui.» disse lui, «Comunque mi sembra assurdo
immaginare tua madre
come Sally-Anne, mi aspettavo una tosta.»
«Non
dirlo a me!» rise lei,
«Però era molto bella, se non altro.»
«Sei
bella anche tu.» disse
subito Michael, ghignando.
«Fottiti,
Stebbins.»
«Me
la farai vedere una foto di
tua madre? Magari la riconosco.»
«Va
bene.» acconsentì lei,
«Me ne farò spedire una o due dai nonni.»
«Tuo
padre non parla molto di
tua madre, quindi?» domandò cautamente Cedric.
«Mio
padre con me non parla
proprio, credo che la riveda molto in me... E poi è sempre
occupato
col lavoro e tutto... La verità è che non credo
si sia mai ripreso,
dopotutto era la donna che amava e l'ha vista morire in modo
orribile.»
Incontrò
gli occhi grigi e seri
di Wayne in quel momento e tacque. Fu lui a parlare: «Ha
assistito?»
«I
due Mangiamorte erano a
casa. Gli Auror sono arrivati poco prima che uccidessero anche
noi.»
rispose con voce un po' più fioca. Era solo una bambina di
tre anni
ma ricordava benissimo le urla terribili che l'avevano perseguitata
in tutti i suoi incubi sino a quando, l'anno prima, un Dissennatore
le era passato fin troppo vicino e lei aveva ricordato ancora
più
chiaramente, aveva persino avuto l'impressione di rivedere la luce
verde alla fine...
Il
suo molliccio era sempre
stato un ape gigante, ma ora era sicura che se lo avesse incontrato
di nuovo sarebbe stato un Dissennatore o al limite un Mangiamorte
pronto a cruciarla.
Aver
ricordato tutto questo non
l'aiutò a dormire quella notte, né le notti a
seguire, finché non
arrivo una busta piena di foto col suo gufo. Lei quelle le conosceva
a memoria, aveva studiato ogni momento della vita di sua madre per
sentirla più vicina, invitando i nonni a parlarne di
continuo
nonostante per loro fosse sicuramente doloroso, non che ci avesse mai
pensato quando era bambina, perché suo padre si infuriava
solo a
sentirla nominare e non le raccontava mai nulla.
«Qui
ci sono i Gryffindor del
suo anno poco prima dell'inizio dei G.U.F.O.»
annunciò agli altri
che l'avevano circondata per curiosare. Persino Wayne era proprio
dietro di lei e si sporgeva per vedere meglio.
«Questa
è mia madre.» disse,
indicando una ragazzina con lunghi e lisci capelli neri e la
carnagione scura. La foto la immortalava da vicino, arrivava sino a
metà busto, perciò erano visibili gli occhi scuri
e luminosi come
perle nere. Aveva gli stessi lineamenti e lo stesso sorriso della
figlia.
«È
veramente bella... Era,
voglio dire. Tu però sei molto chiara e hai gli occhi grigi,
tuo
padre è così?» domandò
Stephen, cercandolo.
«Mio
padre non era nella foto
con lei, aveva già finito da due anni, comunque
sì e no. È molto
chiaro di carnagione, ma gli occhi grigi li ho presi dai nonni
materni. Questa era la sua migliore amica Jane.» disse,
indicando
una ragazza coi capelli castani corti che l'abbracciava,
«Nata
babbana anche lei. Trascorrevano spesso il Natale assieme... E questa
è l'amica che è morta appena finita la scuola,
Mary. Erano in
camera insieme finché non si è ritirata e si sono
riviste giusto
una volta o due prima della sua morte... Forse non erano
così
amiche, ma di sicuro le ha aperto gli occhi. Finché non
muore
qualcuno che ti è vicino è facile andartene
all'estero e non
leggere i giornali.»
Mary
era appena più lontana
rispetto alle altre due, con un caschetto di capelli neri voluminosi
e due occhi azzurri molto grandi. Sorrideva, o per meglio dire
ghignava, sicuramente nervosa per gli esami.
«Ci
sono altri Gryffindor come
vedete, questo dietro di loro altissimo è Frank Longbottom,
credo
sia il padre di Neville.» disse, indicando un ragazzo grande
e
grosso quanto sembrava stare diventando il figlio, «Questo
è Edgar
Bones...» indicò un ragazzo molto bello, con occhi
verdi e capelli
scuri. Tutti si voltarono a guardare Susan.
«Sì,
era mio zio.» disse lei
con aria rapita, «Non sapevo fosse amico del padre di
Neville...»
Megan
diede un colpetto alla
foto facendo avvicinare gli altri. Uno sembrava felicissimo di
potersi finalmente mostrare e tutti trattennero per un momento il
fiato. Capelli spettinati, occhiali, quel naso...
«Quello
è James Potter.»
sussurrò Stephen, come davanti a un'apparizione.
«È
identico... Harry è
identico. Tranne che per gli occhi se non vedo male...» disse
Ernie,
sorpreso.
«Io
li avevo visti a Godric's
Hollow. I miei genitori mi ci hanno portata da bambina e c'è
una
loro statua con Harry in braccio.» disse Susan, con voce
piena di
rispetto.
«C'è
anche la madre,
aspettate.» un altro colpetto alla foto e comparve anche lei,
capelli rosso scuro lunghi sino alle spalle e occhi verdissimi. James
Potter l'affiancò subito ma lei si spostò ancora
con una smorfia di
fastidio, «Mh. Non sembrano amarsi molto. Lily
Potter.»
«Era
molto bella.» commentò
Cedric, «Anche io ho visto la statua. Mio padre la conosceva,
quando
lui era Caposcuola lei era Prefetto. Una volta mi ha detto che si
odiavano, i Potter. O meglio, Lily Evans non poteva soffrire James
Potter. Chissà come mai ha cambiato idea...»
«Che
cosa romantica... Si
saranno innamorati l'anno dopo o proprio all'ultimo...»
sospirò
Susan.
«Aspetta!»
esclamò
improvvisamente Michael, prendendole la foto, «Mary io la
conosco!
Mary MacDonald, mio padre ha una foto in cui c'è anche lei!
Le tiene
tutte nascoste a casa dei suoi fratelli perché se mia madre
scoprisse che frequentava gente come loro...» tacque per un
momento,
schiarendosi la gola, «Sapete che è fissata con la
purezza del
sangue...»
«Non
devi giustificarti per
lei.» disse Georgia con un sorriso. Quill sospirò,
pensando che i
suoi genitori erano anche peggio ma lo nascondevano per non aver
problemi, sempre pronti ad andare dove spirava il vento.
«Comunque
erano usciti assieme
e avevano scattato una foto dove compariva anche lei, alla festa di
Halloween. Facevano ancora una specie di ballo all'epoca...
Però mi
ha detto che era una grande amica di Sirius Black,
l'assassino.»
«Sirius
Black?» squittì
Quill, terrorizzato.
«Quel
mostro...» mormorò
Ernie.
«Peccato
non sia morto ad
Azkaban... Che fortuna che tuo padre non ci si sia mai
scontrato!»
affermò anche Justin.
«C'è
anche Sirius Black in
questa foto, infatti! È quello che si è messo
accanto a James
Potter!» confermò Megan, togliendogliela di mano
di nuovo.
«Dove,
dove?»
Si
accalcarono di nuovo,
morbosamente curiosi di vedere l'assassino evaso da Azkaban in viso.
«Questo.»
disse, sfiorando un
ragazzo che aveva preso posto accanto a Potter senior con un sorriso
arrogante. Capelli neri che gli scivolavano sul viso con eleganza,
occhi grigi e alto più di tutti i presenti escluso
Longbottom, stava
poggiando un braccio sulle spalle di quello che evidentemente era il
suo amico all'epoca, «Sirius e James erano inseparabili
secondo mio
nonno, mamma parlava molto di lui perché era... beh...
bellissimo.»
«In
effetti...» concordarono
le altre.
«Questo
è il professor Lupin,
era amico loro.»
«Cosa?»
«Dove?»
«Oh,
accidenti!»
«Quanto
era carino... Sembrava
già dolce allora!» osservò Georgia, che
ne era sempre stata
entusiasta.
«Chissà
se era già un...»
cominciò Quill, atterrito.
«Se
così fosse sembra che gli
amici fossero ben tranquilli con lui.» tagliò
corto Megan,
indicando come Black avesse preso anche lui sotto la sua protezione,
appena si era affacciato. E con loro arrivò anche un
ragazzino più
basso e grassottello. «Oh, questo era Peter
Pettigrew.»
«Poveretto!»
esclamò Susan,
portandosi una mano al petto.
«Perché?»
domandò Justin
incuriosito.
«Mia
zia Amelia mi ha detto che
si è scontrato con Black e che la parte più
grande che è rimasta
di lui era... un dito.»
Diverse
esclamazioni di orrore
seguirono questa affermazione.
«Tua
zia era la sorella di
Edgar, giusto?»
«Già.»
«E
questa ragazza? Somiglia a
Neville...», Hannah indicò una giovane che si era
affacciata e
salutava con aria allegra. Fu Megan a rispondere.
«Sua
madre Alice, infatti. E
questa qui è Emmeline, anche lei in camera con mia madre.
Non
andavano molto d'accordo, a quel che so. Non la nominava quasi mai. A
mia madre non piaceva neanche Lily Potter, perché era un
Prefetto e
sicuramente troppo secchiona rispetto a lei. Anche se dopo, con la
caduta di Tu-Sai-Chi, mi hanno detto che ha pianto tantissimo. Non la
conosceva davvero, però era una donna come lei, nata-babbana
e madre
da poco, e morire così... Non poteva sapere che l'avrebbe
seguita
per colpa degli ultimi Mangiamorte rimasti, anche se tecnicamente
parlando erano “figli di Mangiamorte”. È
stato il professor
Moody a prenderli, tra l'altro, e questo lo so solo perché
ho
curiosato in giro, dato che è un argomento proibito anche a
casa dei
nonni. So soltanto il nome del bastardo che ha organizzato
tutto.»
«Qual'era?»
domandò Walter
con voce roca.
«Augustus
Rookwood Jr. Stesso
nome, padre e figlio. Il padre lavorava al Ministero come spia per
Tu-Sai-Chi, il figlio ha aspettato un anno e poi è
ricomparso da
qualunque buco si fosse nascosto. Era anche lui a scuola con la
mamma...»
«Erano
compagni?» esclamò
Quill, alzando la voce per la sorpresa, «Come noi?»
«Non
stupirtene tanto, ti
ricordo che anche Black era un Mangiamorte, eppure era amico dei
Potter e del professor Lupin...»
«Chissà
cosa l'ha spinto...»
mormorò Georgia.
«Era
un Black.» le fece notare
Michael, con voce dura, «Mia madre fa Rosier di cognome, sua
sorella
maggiore era Druella, sposata con Cygnus e madre di Bellatrix
Lestrange e Narcissa Malfoy. E vi posso assicurare per esperienza che
chiunque abbia sangue Black o sia imparentato con quella famiglia ne
viene corrotto. Aveva anche un'altra sorella, pensate, che era la
madre di Dorcas Meadowes, l'eroina di guerra che l'ha uccisa. Con una
famiglia simile non mi stupisco che si sia accalappiata mio padre
solo facendosi mettere incinta e solo perché era ricco e uno
dei
pochi purosangue che poteva controllare. Il fratello di mia madre poi
era uno dei bracci destri di Tu-Sai-Chi...»
«Aspetta,
significa che siete
imparentati? Tu e Draco Malfoy?»
«Purtroppo...»
sospirò lui,
«Alla lontana, ecco. Mia madre è sorella di sua
nonna. È sempre un
casino capire come funzionano le famiglie purosangue, uno
può avere
uno zio più piccolo di sé e cose del
genere...»
Georgia
gli posò una mano sul
braccio, comprensiva, «Tu non sei come loro.»
«E
ci mancherebbe...» borbottò
lui, ma le sorrise.
Wayne
chiese: «Posso?»
indicando la foto e Megan gliela porse, curiosa dato che lui non
aveva fiatato per tutto il tempo.
Il
ragazzo guardò Lily Potter,
riconoscendo il suo broncio in quello del figlio, per quel
poco che aveva osservato, e poi guardò James Potter, che era
identico in tutto, esclusa l'aria euforica, a Harry Potter, che per
quanto allegro potesse essere non aveva mai avuto quell'espressione,
sempre col peso del mondo sulle spalle e con la solitudine che le
amicizie non potevano colmare. Non aveva idea di come vivesse prima
di arrivare a Hogwarts ma al suo arrivo a scuola l'aveva fissato,
come tutti gli altri, e gli era sembrato più un bambino troppo magro e
triste che
un grande eroe viziato. Poi guardò anche Cordelia Jones,
anche se
allora il suo cognome doveva essere diverso, che era occupata a
raddrizzarsi la divisa e scostare i capelli, civettuola e ignara di
tutto. Quelle tre persone avrebbero vissuto pochi, pochissimi anni, e
gli sembrava impossibile pensare che qualcuno potesse essere ucciso
così giovane, con un aspetto così sano,
così vivo...
Cedric
gli sorrise da dietro la
foto, preoccupato per la sua espressione addolorata, e Wayne
ricambiò
all'istante, inquietandolo di sicuro visto che
non era
il tipo da farlo.
Rese
la foto a Megan.
«È
vero, tua madre era molto
carina. Tu hai un quasi anno più di Potter, quindi
è morta
nell'ottantadue, a... ventidue anni più o meno,
vero?»
«Sì,
esatto. Aveva la vita
davanti...»
«Ma
tu ricordi qualcosa?»
chiese Cedric, aggrottando la fronte.
«Solo
qualche grido...»
rispose lei, vaga.
«Tu
somigli ai tuoi genitori,
fisicamente?» domandò Georgia per cambiare
argomento, voltandosi
verso Michael che annuì con palese raccapriccio.
«Mia
madre. I miei occhi sono
castani come quelli di mio padre ma per il resto somiglio alla
banshee. Se non fosse che mi ha fatto bello mi sarei già
suicidato.»
«La
modestia...» commentò
Justin, ridacchiando.
Era
stato strano raccontare
tutto questo ai suoi compagni di casa e trattenersi fino a tardi con
loro. Megan non riusciva a spiegarsi cosa le fosse preso; non che non
parlasse spesso fino allo sfinimento, ma mai di cose simili. Non
aveva neppure avuto nulla da polemizzare con Wayne che aveva
ascoltato in silenzio e non aveva neppure più litigato con
Walter
che sembrava essersi messo l'anima in pace.
Tutto
sommato era stato
liberatorio, anche se non aveva raccontato a nessuno che i
Dissennatori le facevano tornare in mente il ricordo della sua
tortura e morte, scavando tra le cose che la facevano stare male,
né
che la notte a volte ancora sognava le grida di dolore e vedeva gli
occhi di Rookwood nel buio.
Poi
il tempo aveva cominciato a
scorrere veloce come al solito, Hagrid era tornato a insegnare Cura
delle Creature Magiche, soffermandosi sugli unicorni, con grande
gioia di Quill che non rischiava la vita almeno alle sue lezioni e
con orrore di Stephen che in qualche modo si era affezionato agli
Schiopodi; Cedric aveva cominciato a mangiare sempre meno, diventando
insicuro nonostante fosse pronto da mesi ad affrontare la prova e
riuscendo a rilassarsi solo in compagnia di Cho Chang.
«Domani
c'è la Seconda Prova e
Cedric sverrà prima per debolezza se continua a digiunare.
Potter
non era a cena, quei due si stanno distruggendo allo stesso
modo.»
considerò Georgia, mettendosi a letto.
«Io
mi sento nervosa anche da
parte sua.» ammise Megan, «Mi manca il
Quidditch.»
«Oh,
certo, perché le partite
invece ti rilassano.»
«L'anno
scorso Stephen ha quasi
cavato un occhio a Stebbins nella foga di fare il tifo e io ho quasi
ucciso Malfoy con un bolide.» ricordò lei con
amore, «Quindi sì,
mi rilassa.»
«Lo
chiamerai mai per nome?»
«Stebbins?
Quando se lo
meriterà.»
Sally-Anne
lanciò loro una
bustina.
«Che
diavolo...» cominciò
Megan.
«Mettetela
nell'acqua calda e
poi datela a Diggory. Gli farà bene.» disse lei,
«E state zitte,
voglio dormire.»
Georgia
e Megan si guardarono
basite, poi prima che quest'ultima potesse cominciare con gli insulti
Georgia prese un bicchiere d'acqua e cominciò a scaldarla
con la
bacchetta. Dopo un minuto cominciò a diffondersi nell'aria
un buon
profumo.
«Una
tisana calmante?» domandò
Hannah, entrando in camera e riconoscendola al volo.
«È
per Cedric, l'hai visto?»
«In
Sala Comune a lamentarsi
con gli amici per la sua sorte.»
«Io
mi metto a dormire o domani
sarò più tesa di lui.»
annunciò Megan, tirando le tende. Georgia
si ritrovò a dover andare da sola di sotto, scoprendo che
Cedric
stava gironzolando nervosamente per la stanza e Michael e Walter
ridevano di lui; Wayne invece sfogliava un libro su una poltrona.
«Ti
assicuro che funzionerà.
Lo padroneggi bene.» stava dicendo, e Cedric annuì
bruscamente.
«Ced...»
chiamò Georgia, facendo fluttuare il bicchiere per aria
davanti a
sé, «Ho qualcosa che ti stenderà i
nervi.» spero,
aggiunse
mentalmente.
«Ti
voglio bene, Georgia!»
esclamò lui pieno di gratitudine, e gli altri risero di
nuovo, lei
compresa.
«Lo
spero bene! Comunque è
opera di Sally-Anne.»
«Non
bere!» disse
immediatamente Michael, «È veleno!»
«Dille
che voglio bene anche a
lei.» scherzò Cedric, ignorando l'amico e
sorseggiando la tisana.
«Andrai
bene, Ced. Vedrai.» lo
rassicurò la ragazza, «Hai visto Cho?»
«Ero
con lei fino a due ore
fa... Ecco perché non sono ancora crollato.» rise
Cedric.
«Ormai
siete una cosa sola,
eh?» lo prese in giro lei, «E ridevamo di Michael
che andava da
Madama Piediburro...»
«Ehi!»
protestò lui dalla sua
poltrona, «Ne è valsa la pena!»
«Oh,
sta zitto...» lo
rimbrottarono gli altri, ricordando le lamentele che erano seguite
dopo.
La
mattina dopo si recarono
tutti al lago, accompagnando Cedric a cui tutti facevano gli auguri.
Il ragazzo non faceva che guardarsi attorno e quando Megan quasi gli
inciampò sopra, perché si era fermato in mezzo
alla strada, persino
Wayne gli chiese cosa gli fosse preso.
«Non
vedo Cho da nessuna
parte!»
«Vado
a chiedere alle
amiche...» disse Georgia, ma in quel momento la professoressa
Sprout
chiamò Cedric.
«Tranquillo,
sarà qui intorno,
magari bloccata dalla folla!» lo rassicurò
Michael, dandogli una
sonora pacca sulla schiena.
«Andrà
tutto bene!»
«Forza,
Ced!»
Urlarono
tutti, mentre i
campioni si riunivano davanti ai giudici.
«Ma
dov'è Potter?» domandò
Stephen, guardandosi attorno.
«Starà
arrivando... Entrata ad
effetto.» rispose Justin poco convinto.
I
minuti passavano lenti ora, e
Megan azzardò un: «Si sarà
ritirato?»
«Ma
è un Gryffindor!»
protestò Georgia, scandalizzata.
«Guarda,
c'è la Brown.» disse
Michael, che parlottava con Walter. Quest'ultimo si voltò
subito a
guardare e Megan capì perché non si era
più comportato da idiota
con lei. Sollevata, formulò un generoso: «Hai
ragione, Potter non
si ritirerebbe mai.» che le valse un'occhiata scettica di
Wayne.
«Cosa
c'è?»
«Sei
fan di Potter adesso?»
domandò lui, ironico, col solito sopracciglio inarcato.
«Col
cavolo!» sbottò lei
quasi offesa.
Ancora
qualche minuto e poi
Harry Potter arrivò, trafelato e paonazzo in viso. Sembrava
sul
punto di crollare a terra, con una mano poggiata su un fianco che di
sicuro gli doleva per la corsa. Un ragazzo coi capelli rossi gli
disse qualcosa e il tono di voce non suonava gentile.
«Non
era il Caposcuola Weasley
quello?» domandò Stephen, sorpreso.
«Sta
cominciando, zitti!»
strillarono Susan e Hannah.
«Bene,
tutti i nostri campioni sono pronti per la seconda prova, che
comincerà al mio fischio. Hanno un'ora esatta per recuperare
ciò
che
è stato sottratto loro. Uno... due... tre!»
Cedric
si puntò la bacchetta
contro e un attimo dopo poté tuffarsi, mentre loro gridavano
il suo
nome.
«Sottratto?
Che gli hanno
sottratto?» chiese Ernie, confuso.
«A
parte la Chang?» domandò
Michael sarcastico.
«A
dire il vero è stata
chiamata dal professor Vitious, secondo Marietta, e non è
più
tornata.» disse Georgia.
Tutti
si guardarono.
«Cho
è nel lago?» domandò
Walter, stupefatto.
«Che
accidenti sta facendo
Harry?» sbottò Justin, incredulo. Il Ragazzo
Sopravvissuto era
fermo con l'acqua alla vita, si agitava debolmente, e gli Slytherin
davano il meglio di sé coi fischi. Michael
scoppiò a ridere forte
mentre Wayne assottigliava gli occhi per vedere meglio.
Poi
finalmente anche lui si
tuffò in acqua.
«Sarà
stato un incantesimo
lento...» ipotizzò Georgia, dubbiosa.
«Okay,
ricordatemi quanto tempo
hanno...» disse Megan.
«Un'ora,
finirà alle dieci e
mezza. Cavolo, ditemi che qualcuno ha portato da mangiare, ho
scordato la colazione...» si lamentò Michael.
Quill
gli porse timidamente dei
toast e Michael sorrise, «Grazie.»
Il
suo tono era in qualche modo
misurato, come se volesse scusarsi in quel modo per essere stato
tanto sgarbato con lui le ultime volte in cui si erano rivolti la
parola. Anche Quill sorrise incerto e Stephen alle sue spalle
annuì.
Georgia
sorrise a sua volta,
senza distogliere lo sguardo dal lago.
«Michael!»
Si
voltarono e notarono Sandy
Fawcett, che fulminò con un'occhiataccia Georgia prima di
andare a
sedere accanto al fidanzato, «Ti cercavo!»
«Anche
io, ma poi ho pensato
che non ci saremmo trovati a furia di girare in tondo e mi sono
fermato qui,» mentì lui con disinvoltura,
«Hai abbandonato le tue
amiche?»
«Oh,
c'è Lovegood lì, sai che
non mi piace.»
«La
tipa strana? Loony?»
«Io
la trovo forte.» commentò
Megan tra sé e sé.
«Certo,
sei strana anche tu.»
disse Wayne.
«Io?
Ma se sono la più normale
tra tutti voi! Tu, piuttosto...»
«Stavo
scherzando. Vedi che
salti sempre alla gola della gente?» la interruppe lui, con
un tono
fastidiosamente superiore.
«Mi
irrita questo genere di
scherzo.» ringhiò lei.
«Sei
permalosa.»
«Non
sono permalosa!» strillò,
e Susan si voltò per un momento dalla sedia davanti alla
sua, mentre
Justin stava chiaramente ridendo e cercando di non farsi beccare da
lei. Michael e Sandy, se non altro, avevano smesso di parlare.
«Odio
non sapere cosa sta
succedendo!» si lamentò Georgia, mezzora dopo.
«Almeno
coi draghi era più
eccitante...» concordò Walter.
«Senza
contare che, appunto,
erano draghi. E tu li ami.» ricordò Megan,
pigramente poggiata a
Wayne con un gomito sopra la sua spalla come cuscino.
«Esatto.
Il lago è noioso...»
«Io
mi chiedo... Ma se si dà
retta alla filastrocca, significa che se non recupera Cho o qualunque
cosa ci sia sott'acqua, allora sarà persa per
sempre?» domandò
Michael.
«Ma
di che parli?» si stupì
ovviamente Sandy.
«Non
essere ridicolo, Stebbins.
Ti pare che il preside lo permetterebbe?» borbottò
Megan.
«A
te lo spiego dopo, amore.»
sussurrò Michael all'orecchio della ragazza, che si
incupì.
A
un certo punto Dumbledore si
alzò e videro qualcuno accorrere. Megan impallidì
pensando a
Cedric, ma alla fine scoprirono che era Delacour, e Bagman
annunciò
che aveva fallito la prova per colpa degli avvincini.
«Ma
cosa c'è nel Lago? E se ci
fosse la Piovra Gigante ad aspettarli? Io uccido qualcuno.»
fu il
commento di Michael.
Alla
fine Stephen cominciò a
fare il conto alla rovescia.
«Santo
Ippogrifo! Finito il
tempo!» concluse, incredulo.
Tra
loro scese il silenzio,
mentre fissavano il lago con aria preoccupata. Georgia per istinto
bloccò Michael per la maglietta quando lui saltò
in piedi, dato che
sembrava intenzionato ad andare a verificare di persona. Sandy non
ebbe nulla da obbiettare conoscendolo, ma le scoccò un'altra
occhiata incandescente.
E
poi qualcuno effettivamente
venne a galla, e qualche secondo dopo Bagman urlò
“Diggory!” e
tutti scattarono in piedi, applaudendo e festeggiando. Michael,
Walter e Megan corsero da loro, evitando per un pelo di sbattere
contro un giudice. Michael, che indossava una felpa, tirò su
anche
il cappuccio per non farsi riconoscere dai professori.
Cedric
aveva davvero Cho Chang
con sé, come constatarono raggiungendolo. Lo abbracciarono
uno dopo
l'altro e poi Madama Pomfrey li scostò bruscamente, fornendo
ai due
coperte calde: Cedric era mezzo assiderato e Cho tremava
terribilmente. Loro furono di nuovo scacciati in platea, dove
tornarono tra le risate degli altri.
Dopo
di loro seguì Krum e
neanche a dirlo Potter non c'era.
Georgia
rabbrividì e con lei
gli altri.
«Ma
se finisce il tempo mica
affogherà?» azzardò Quill preoccupato.
«Mia
sorolla!»
strillò Delacour, cercando di tuffarsi di nuovo e afferrata
al volo
da Madama Maxime, e le persone intorno a loro cominciarono a farsi
tese.
«Qualcosa
è andato storto...»
disse Wayne con la sua solita voce calma, e Megan impallidì
ancora.
C'era la Granger, avvolta anche lei da una coperta, che scrutava
ansiosamente il lago senza prestare la minima attenzione a Krum.
Infine
anche Potter riemerse e
accanto a lui galleggiavano due corpi invece che uno. La folla
gridò
notando che erano immobili e Megan vide Georgia portarsi le mani alla
bocca, con occhi sbarrati, mentre Michael aveva smesso di ridere ed
era visibilmente nervoso.
Alla
fine, con gran sollievo di
tutti, Weasley cominciò a muoversi e a dare una mano a
Potter per
trascinare il terzo fuori dall'acqua, la sorella di Delacour che ora
strillava ancora più forte. Poco dopo Bagman
cominciò ad annunciare
i risultati e dietro di loro l'ex Caposcuola Weasley sgomitava contro
le altre persone per avvicinarsi a loro.
«Il
signor Cedric Diggory, che a sua volta ha fatto uso dell'Incantesimo
Testabolla, è stato il primo a fare ritorno col suo
ostaggio, anche
se è riemerso un minuto oltre il tempo massimo di
un'ora.»
«EVVIVA!»
strillarono tutti, e Michael saltava allegramente. Cedric si
voltò
per un momento, sorridendo loro con aria soddisfatta. «Quindi
conquista quarantasette punti.»
Ancora
applausi da parte di tutti, e poi fu il turno di Krum che
totalizzò
quaranta punti. Quando toccò a Potter, Bagman disse:
«Il signor
Harry Potter ha usato l'Algabranchia con grande efficacia. È
tornato
per ultimo, e ben oltre il tempo massimo di un'ora. Tuttavia, la
Capitansirena ci informa che il signor Potter è stato il
primo a
raggiungere gli ostaggi, e che il ritardo nel suo ritorno è
stato
causato dalla sua decisione di riportare indietro tutti gli ostaggi,
e non solo il suo.»
«Va'
un altro scemo.» sbottò Megan, ricordando che
Michael aveva pensato
al peggio poco prima. Lui ridacchiò.
Bagman
stava continuando: «... ritengono che ciò sia
prova di tempra
morale e meriti il punteggio pieno. Tuttavia... il punteggio del
signor
Potter è di quarantacinque punti.»
Anche
loro non poterono fare a
meno di applaudire.
«Ha
il complesso dell'eroe...»
commentò Wayne, divertito.
«La
terza e ultima prova avrà luogo il ventiquattro giugno al
tramonto.»
riprese Bagman. «I campioni verranno informati su
ciò che li
attende con un mese esatto di anticipo. Grazie a tutti voi per il
sostegno
che avete dato loro.»
«A
questo punto non vedo
l'ora.», fu il commento di Cedric dopo che gli altri avevano
smesso
di assalirlo festosamente, «Voglio farla finita, vincitore o
meno.»
«E
poi sei al primo posto!»
disse Cho, estatica, «Vincerai di sicuro!»
«Certo
che vincerà!» concordò
Megan, che aveva scoperto di non essere più minimamente
contrariata
dalla presenza di Cho e quindi le sorrideva.
«Segnatevi
la data sul
calendario, sarà il giorno della gloria per gli
Hufflepuff!» ruggì
Michael e tutti ripresero a festeggiare; Cedric non sapeva dove
nascondersi per non essere raggiunto da mani amichevoli che gli
scompigliava i capelli o stringevano le spalle, per non parlare degli
abbracci da parte delle ragazzine che sembravano lì apposta
per
indispettire Cho.
«Ora
dovrai dirci parola per
parola quello che hai fatto sott'acqua!» esordì
Walter, quando
finalmente rimasero soltanto gli Hufflepuff nella loro sala comune, e
Cedric sorrise, cominciando a raccontare.
Michael
conosce a memoria
l'albero genealogico perché sua madre è fissata
con i Black, i
Roser e i purosangue in generale, e tra l'altro fa una comparsa,
senza essere chiamata per nome, proprio nel capitolo appena
pubblicato di 70's students, in cui manco a farlo apposta c'era anche
Cordelia, più tutte le persone nominate in questo capitolo.
È
stato bello parlare di tutte
quelle persone dell'altra generazione dagli occhi di chi era quasi
fuori dal loro mondo, essendo al massimo figli di gente che erano in
camera con gente che li conosceva o figli di gente che era uscita
assieme ad alcuni di loro...
E
non è un caso che Wayne pensi
alla crudeltà e assurdità di morire giovani e
abbassando la foto si
trovi Cedric che gli sorride.
Ah,
Michael dopo la cattiveria
del capitolo scorso è tornato con la coda tra le gambe.
Prossimo
capitolo: giornali e
lettere.
Non
manca molto alla fine
dell'anno. E quando l'anno sarà finito, tutta la
normalità verrà
spazzata via quindi preparatevi.
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quindi
controllate la vostra casella di posta personale nel sito o guardate
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Capitolo 9 *** Giornali e Lettere. ***
Giornali
e lettere.
«Leonard?»
L'uomo
abbassò lo sguardo sulla bambina piccolissima che aveva
davanti,
«Sai che mi devi chiamare papà.»
Lei
annuì. Le era difficile farlo perché lei ripeteva
semplicemente ciò
che i nonni dicevano, e loro lo chiamavano così.
«Questa
era la mia mamma, papà?» proseguì lei,
mostrandogli la foto che
aveva trovato. Non capì l'espressione del padre, il cui viso
si era
come accartocciato, ma lui le strappò la foto di mano.
«Dove
l'hai trovata?»
Lei
rimase in colpevole silenzio.
«Hai
di nuovo frugato tra le mie cose? Megan, ti ho già detto che
non ti
devi permettere!»
«Ma
io volevo vedere tu e mamma assieme!»
«Non
c'è niente da vedere!» latrò lui,
«Va' fuori di qui!»
Megan
corse velocemente dalla nonna, scendendo da loro e andando ad
abbracciarla.
«Cosa
c'è, tesorino?» le domandò la nonna
pazientemente, mentre con una
mano continuava a girare il mestolo nella pentola.
«Leonard
mi ha sgridata...»
«Cos'hai
combinato?» domandò il nonno, a tavola con un
giornale aperto
davanti, e Megan vide che sorrideva e si sentì un po' meglio.
«Niente!
È cattivo! Volevo solo vedere una foto della mamma con lui,
perché
nelle vostre lui non c'è! Perché lui non vuole
mai parlare di
mamma? I papà devono farlo!»
«Leonard
ti ha sgridata perché volevi vedere una foto della
mamma?» domandò
la nonna, lasciando andare il mestolo.
«Perché
ho preso una delle sue. Me l'ha presa!»
Megan
non capiva perché, ma adesso anche l'espressione della nonna
somigliava a quella di suo padre, e poco dopo la nonna l'abbracciò.
«Megan,
piccola, sai che devi venire da noi, a noi fa piacere parlati di
Cor... di tua mamma.» disse il nonno, «Anzi, sai
cosa? Adesso vado
in soffitta e prendo tutte le foto che trovo e anche i suoi vecchi
libri...»
La
nonna si schiarì la gola rumorosamente.
«Voglio
dire, i vestiti! I vecchi vestiti! E ti raccontiamo qualcos'altro di
nuovo.»
«Perché
non posso vedere i suoi libri?» domandò lei
sospettosamente. Sua
nonna sbuffò una risata.
«Noti
sempre tutto... è solo che i suoi libri sono per persone
più
grandi.»
«Sono
di magia?» domandò lei con interesse, e la nonna
si irrigidì come
quando lei aveva fatto volare un vaso di fiori.
«Sì,
ma sai che non è cosa per te. A noi non piace la magia e non
dovrebbe piacere neanche a te, se non fosse per la magia tu non
avresti perso la tua mamma.»
Megan
non era d'accordo, ma preferì tacere, perché
sapeva che se avesse
parlato poi la nonna avrebbe cominciato a piangere e non le avrebbero
fatto più vedere niente.
«Tu
resta qui e apparecchia... hai già sei anni.»
Megan
sorrise e obbedì, ascoltando vagamente la nonna che diceva
al nonno
che dovevano prima parlare con Leonard. Lei continuò a
sistemare la
tavola mentre sentiva urla soffocate al piano di sopra e poi una
porta sbattere; si mise ad ascoltare, perché aveva sentito
anche la
voce di suo padre e lui non urlava spesso. Non lo vedeva quasi mai,
ma quando c'era stava sempre zitto.
«Quel...
quel...» stava dicendo la nonna, che si interruppe di colpo
entrando
in cucina, e aveva in mano un album di foto.
«Bastardo?»
azzardò Megan, che aveva sentito la parola in tv ed era
quasi sicura
che volesse dire antipatico. I nonni spalancarono tutti e due gli
occhi in modo buffo e lei rise, e un attimo dopo risero anche loro,
così forte che la nonna dovette appoggiarsi al tavolo.
«Non
dovresti dire parolacce.» disse la nonna poi, ma ancora
ridacchiava,
«È una parola molto brutta quella.»
«La
dico solo per Leonard allora?»
«No,
per nessuno.» disse il nonno, «Devi dire quello che
pensi, ma devi
farlo in modo carino.»
Ma
farlo in modo carino non le dava la stessa soddisfazione, quindi
Megan non annuì e si limito ad aspettare che il nonno la
prendesse
in braccio per mostrargli le foto. In alcune le persone si muovevano, ma
quando gli aveva chiesto perché loro non avevano voluto
rispondere.
Comunque,
era abbastanza anche così, col nonno che la faceva
saltellare sulle
sue gambe e la nonna che gli raccontava cosa la sua mamma aveva fatto
prima e dopo quelle foto.
A
marzo aveva cominciato a
soffiare un vento fastidioso e Sally-Anne era diventata una piaga
insopportabile, perché i capelli le si arruffavano ogni
volta che
mettevano fuori il naso dal castello e questo per lei era
inaccettabile.
Georgia
scuoteva la testa,
rassegnata.
«Se
vuoi sapere in che stagione
siamo non ti devi neanche affacciare a vedere. In autunno ha i
capelli bagnati per la pioggia, d'inverno umidi per la neve, in
primavera è spettinata e d'estate li ha secchi.»
Quando
uscì il nuovo articolo
di Rita Skeeter loro se ne accorsero per via delle sghignazzate degli
Slytherin e Megan corse a prendere il giornale, curiosa.
«Le
pene d'amore di Harry Potter, firmato Rita Skeeter.»
lesse,
attirando la loro attenzione.
«Perché,
ne ha?» se ne uscì Michael, sghignazzando.
«È
un ragazzo fuori dal comune, forse,»
«Soprattutto
forse!» rise ancora di più lui.
«Eppure
è un ragazzo che vive tutti i consueti tormenti
dell'adolescenza.
Privato degli affetti fin dalla tragica fine dei suoi genitori, Harry
Potter, quattordici anni, credeva di aver trovato conforto nella sua
fidanzata ufficiale a Hogwarts, Hermione Granger, babbana di
nascita.»
Momento
di silenzio.
«Sono
fidanzati?» domandò Hannah, con gli occhi
spalancati.
«Non
me n'ero accorta!» esclamò Susan, scandalizzata.
«Guarda
te se non ha anche la ragazza...» borbottò Justin,
invidioso.
«Eppure
non erano insieme al Ballo del Ceppo...» ricordò
Ernie, confuso.
«Continuo...»
disse Megan, incerta, «Certo non poteva immaginare
che ben presto
avrebbe dovuto subire un altro grande dolore in una vita già
costellata di gravi perdite personali. Hermione Granger, una ragazza
bruttina ma ambiziosa... Bruttina ma ambiziosa?»
ripeté,
«Questo è perché stavano litigando ai
Tre Manici, ricordate? Che
carogna...»
«Io
non la trovo brutta.» disse Hannah, lealmente.
«Io
al Ballo l'ho trovata un bel bocconcino...»
commentò Michael.
«Concordo
anche se in termini diversi.» approvò Walter.
L'amico rise.
«Solo
perché non è un'oca...»
cominciò Megan, il suo sguardo saettò a
Sally-Anne che si fissava le unghie, e raddrizzò il giornale
con
rabbia, «Sembra aver sviluppato un'inclinazione per
i maghi
celebri che Harry da solo non riesce a soddisfare. Fin dall'arrivo a
Hogwarts di Viktor Krum, Cercatore della Nazionale Bulgara ed eroe
della scorsa Coppa del Mondo di Quidditch, Hermione Granger gioca con
i sentimenti di entrambi. Krum, palesemente innamorato cotto
dell'ambigua ragazza, l'ha già invitata a fargli visita in
Bulgaria
durante le vacanze estive, e ripete: “Non ho mai provato
niente di
simile per nessun'altra”.»
«Che
cosa?» fece Stephen, sconcertato, «Vuol dire che
anche Krum prova
sentimenti?»
«Bastardo...»
ridacchiò Georgia, «Questo spiega
perché era lei il suo tesoro più
prezioso!»
«E
perché erano al ballo insieme.» ricordò
loro Cedric, «Continua a
leggere.»
«Comunque,
potrebbero non essere state le dubbie attrattive naturali di Hermione
Granger a catturare l'interesse di questi sventurati ragazzi.
‘E'
proprio brutta’ dichiara Pansy Parkinson, una graziosa,
vivace
ragazza del quarto anno...»
Altro
momento di silenzio.
«Graziosa
e vivace?» ripeté Michael, che sembrava pronto a
farne nascere una
conferenza.
«Ma
è vergognoso!» esplose Georgia,
«Hermione è adorabile, a volte mi
sono seduta accanto a lei ad Antiche Rune ed è una ragazza
simpatica, non come quella... stronza della Parkinson!»
«Quanto
la odio...» concordò Megan.
«Continua
a leggere, ci indigniamo dopo.» disse Wayne.
«Ma
è probabile che abbia preparato un Filtro d'Amore... Sì,
tua
madre... è piuttosto sveglia. Credo proprio che ci
sia riuscita
così’. I Filtri d'Amore naturalmente sono proibiti
a Hogwarts, e
senz'alcun dubbio Albus Silente vorrà indagare su queste
accuse. Nel
frattempo, i sostenitori di Harry Potter devono augurarsi che la
prossima volta egli affidi il suo cuore a una candidata più
meritevole.»
«Che
gran mucchio di boiate.»
fu il commento di Michael.
«Chissà
come la prenderà la
povera Hermione...» mormorò Ernie, che per quanto
si fosse mostrato
offeso con Potter quando era stato scelto come secondo campione non
aveva nulla contro i suoi amici.
«Voi
siate meno ostili quando
li incontrate, magari. È molto pesante stare sotto i
riflettori.»
considerò Cedric, salutando poi Cho che andava a sedersi
accanto a
loro.
«Non
siamo più... ostili.
Dici tu.» borbottò Justin. Ernie annuì.
Un
barbagianni planò al loro
tavolo e si appoggiò alla spalla di Michael, che gli
offrì
prontamente un po' della sua colazione.
Georgia
prese la lettera che
teneva tra le zampe.
«Di
chi è?» domandò Cho,
incuriosita.
«Di
Georgia, ma adora Michael.»
spiegò Cedric.
«Come
tutti!» esclamò
l'altro, ilare.
Georgia
scosse la testa evitando
di commentare e aprì la lettera.
“Cara
Gigì, non c'è molto da raccontare... Come al
solito non faccio che
sistemare cartelle e annoiarmi a morte, però qui ci
divertiamo tutti
a sfottere l'assistente di Crouch, perché è il
tipico leccapiedi
sfigato che ci tratta tutti da cretini. Crouch si dà per
malato di
continuo, suppongo stia per tirare le cuoia e quindi tutti ci
guadagneremo in posizione. Lo so, lo so, non devo parlare in questo
modo di un mio superiore ma sinceramente...
Charlotte
è in punizione. Non ha usato la magia a scuola, tranquilla,
si è
limitata a picchiare due babbani alla “babbana”.
Sembra che abbia
difeso una ragazzina che stavano prendendo in giro. Segretamente sono
fiero di lei, è identica a me
dopotutto, ma ufficialmente la violenza è sbagliata e doveva
chiamare l'insegnante.
L'anno
prossimo preparati a seguirla passo passo perché appena
imparerà a
farle voleranno le fatture.
Va
bene, gliene ho già insegnate un paio io.
Ora
sono sicuro che stai facendo quella faccina adorabile da “sei
un
adulto, comportati come tale!” ma sai che non ci
riuscirò mai.
Pazienza, sarai tu a fare la Persona Matura come al solito.
Ma
raccontami della seconda prova e della scuola e di questo Martin non
me ne sono dimenticato: ti sta ancora dando il tormento
perché non
vuoi uscire con lui? Perché sei andata a cercarti uno
Slytherin -
maschio - due anni più grande per duellare meglio, non
andava bene
Wayne Hopkins? Io sono al Ministero e non posso neanche venir
lì a
prendere a calci quel tipo, purtroppo! E non mi hai ancora detto
neppure il suo cognome, e se fosse figlio di qualche criminale?
Perché,
perché non hai chiesto a Wayne? Scommetto che questo Martin
lo
trovavi carino, prima che cominciasse a fare il demente con te.
Male,
male, male.
Quando
sei interessata a un ragazzo, come fratello maggiore devo conoscerlo
prima io, testarlo, torturarlo e decidere se è un candidato
valido,
ricordalo.
Sto
scherzando, prima che tu mi scriva una lettera zeppa di insulti
indignati, ma mi sto davvero preoccupando per questa storia e vorrei
che ne parlassi con qualcuno dei tuoi amici se continua a essere
così
invadente.
Ti
voglio bene, non te lo dimenticare.
P.S.
Hai fatto pace con Michael? Come puoi tenermi in sospeso? (è
decisamente più interessante la tua vita scolastica che non
il mio
lavoro e questo è veramente triste...)
Robert.”
Georgia
sorrise alla fine,
perché suo fratello era incorreggibile. Ventiquattro anni e
ancora quel
modo di fare da idiota quando si trattava della sua vita privata, simile a Michael o, alla peggio, a Rent.
Certo, sicuramente meglio di com'era fino a sette anni prima.
Non
faceva nulla per nascondere
il fastidio che provava nel lavorare dietro una scrivania pur cercando di mostrarsi di buon umore, ma di solito
cominciava a lamentarsi solo quando accadevano fatti plateali in cui
sarebbe voluto intervenire, perciò era un brutto,
bruttissimo segno
che ora iniziasse a farlo a prescindere da quello che succedeva nel
resto del mondo. Georgia temeva il momento in cui Charlotte sarebbe
entrata a Hogwarts perché niente avrebbe potuto trattenerlo
dal
viaggiare e, conoscendolo, dal mettersi nei guai.
«Buone
notizie?» domandò
Michael, addentando la colazione.
«Non
proprio. Le solite cose...
Mia sorella ha picchiato dei babbani per difendere una
ragazzina.»
«È
davvero tua sorella?»
domandò Cedric, divertito,
«Sicura che non sia la sorella di Meg?»
Megan
gli mostrò un pugno, senza trattenere un sorriso.
Qualche
giorno dopo Cedric e Cho avevano avuto il loro primo litigio e il
ragazzo procedeva svogliatamente per i corridoi, affiancato dalle
compagne che volevano consolarlo.
Wayne
era altrettanto di cattivo umore perché si avvicinavano i
colloqui
coi professori per decidere cosa fare dopo la scuola e di conseguenza
quali materie perfezionare dopo i G.U.F.O.
«Non
c'è nulla che ti interessa?» domandò
Megan, tenendo d'occhio
Cedric nel caso avesse bisogno di aiuto.
«Assaggiatore
di succo di zucca esiste?»
«Temo
di no.» si intromise Stephen, «Ma puoi fare
l'inventore e cercare
nuovi gusti per i succhi.»
«E
tradire così le zucche?» domandò lui,
atono.
«Andiamo,
ci dev'essere qualcosa!» insistette Megan.
«Tu
cosa vuoi fare?» chiese Wayne.
«La
battitrice.»
«Domanda
stupida la mia.»
«Sai
dove ti vedrei bene?» disse improvvisamente lei.
«Dove?»
«Magisprudenza.
Saresti un giudice equo, credo, visto che sei indifferente a
tutto.»
Wayne
si fermò, sgranando gli occhi. «Oh.»
«Cosa
c'è? Non ci avevi pensato?» domandarono gli altri,
sorpresi. Megan
si voltò e cominciò a camminare all'indietro per
guardarlo.
«In
effetti non mi era neanche passato per la testa... Non è
male come
idea...»
«MICHAEL!
NO!» sentirono Georgia gridare da sopra la rampa di scale.
Non
persero tempo e salirono di corsa.
Michael
era a metà tra il picchiare e il duellare contro Martin lo
Slytherin.
«Che
stai facendo?» urlò Cedric, «Ehi! Sono
Prefetto, fermatevi o tolgo
punti!»
«Questo
pezzo di merda stava insultando Georgia!» si difese Michael,
tenendo
ancora la bacchetta puntata contro l'avversario.
«Che
cosa?»
«Perché
lei non ci vuole uscire, e ha insultato entrambi dando la colpa a
me!» spiegò, spazientito, «Ora lascia
che gli insegni
l'educazione...»
«Sta
fermo!» ripeté Cedric perentorio, ma lo Slytherin
sembrava di ben
altra idea e ne approfittò per colpire Michael con la
fattura
gambemolli. Lui perse l'equilibrio e urtò Megan,
già in bilico
sull'ultimo gradino. Wayne scattò per afferrarla ma gli
sfuggì per
pochi centimetri e lei ruzzolò giù dalla rampa,
fino a cadere nel
vuoto perché le scale avevano deciso di cambiare posto al
momento
sbagliato.
A
vederla rotolare e poi precipitare giù Wayne si era sentito
morire:
per una volta in cui lei si comportava da essere umano con lui ecco
che gli scivolava via dalle mani, come se fosse destino che dovesse
essere sempre corrucciata e non potesse restare a parlare con lui
senza litigi. Poi corse di sotto per raggiungerla; le scale si
stavano ancora assestando e saltò tra una rampa e l'altra,
scendendo
poi per quella giusta e scivolando accanto a lei, notando che aveva
del sangue sulla fronte ed era svenuta.
Si
rese conto che Megan era una ragazza, con un fisico da ragazza, in
qualche modo più delicata nonostante fosse sempre
così
dolorosamente violenta, e che poteva essersi fatta male gravemente.
Sentì
l'impulso di urlare, e fu strano per lui, sempre così
pacato, che
era sicuro che sarebbe riuscito ad affrontare qualsiasi situazione
senza andare nel panico, e poi qualcuno effettivamente
gridò:
Georgia, e Quill e Hannah che correvano da loro terrorizzati,
soprattutto Quill che ebbe la brillante idea di chiedere:
«È
morta?»
Lui
ringhiò: «Non dire stronzate!» con una
veemenza tale da farlo
arretrare, e poi tentò di scuoterla per una spalla, ma lei
gli
sembrò terribilmente fragile da riuscire a malapena ad avere
il
coraggio di spingerla indietro. Megan scivolò con la schiena
a terra
neanche fosse davvero morta e Quill, dopo essere impallidito, svenne.
Cedric ordinò di chiamare aiuto, con voce controllata e
calma, e poi
chiamò Michael due volte.
Wayne
alzò lo sguardo, con un fastidioso ronzio nelle orecchie a
distrarlo, e vide Michael impietrito sulle scale, ancora due rampe
più in alto, che si reggeva a terra per non scivolare con le
gambe
ancora colpite dalla fattura e guardava Megan così pallido
da fargli
pensare che sarebbe svenuto anche lui. Cedric gli tolse la fattura ma
non accennò a muoversi, e Wayne fece uno sforzo enorme
per
tornare alla realtà, restando accanto a Megan in
attesa che Georgia
e Stephen tornassero. La gente si stava affacciando a vedere e sentì
appena
la voce di Walter chiamare Cedric per sapere cos'era successo, ma lui
continuò a guardare Megan, desiderando soltanto che aprisse
gli
occhi e dicesse qualcosa di assolutamente indelicato e rude per poter
litigare con lei.
«E
ti pareva che non cadeva proprio lei e si spaccava la testa... La
solita sfortunata!»
«Dì
pure sfigata, non credo sia possibile ritenerlo un'offesa vista la
situazione...»
«Accidenti,
ma perché non si è ancora svegliata? Io mi sto
preoccupando...»
«È
colpa mia.»
«Non
dire così, Mike.»
«Io
non sono riuscito a bloccarla prima che cadesse, ti ricordo.»
«Ma
non sei tu ad averla spinta!»
«È
colpa della serpe, finiamola qui.»
Megan
mugolò per far loro sentire che era viva, mentre tentava di
aprire
gli occhi con le palpebre che pesavano quintali. Le faceva male la
testa.
Quando
riuscì ad aprirli vide Cedric, Georgia, Stephen e Wayne,
mentre poco
più indietro c'era Michael, seminascosto da Cedric e con
un'aria
estremamente colpevole.
«Chi
siete?» mormorò, e Georgia la guardò
agghiacciata.
«Sta...
scherzando, vero?» boccheggiò Michael.
Stephen
aveva gli occhi spalancati.
«Mi
dispiace... Ci conosciamo?» domandò Megan,
mettendosi a sedere.
Wayne impallidì visibilmente.
«Chiamo
l'infermiera.» disse Cedric, spaventato.
Megan
scoppiò a ridere: «Scherzavo! Tranquilli,
scherzavo!»
«Ma
sei deficiente!» esplose Georgia, mentre Cedric scoppiava
inaspettatamente a ridere, forse per il sollievo. Wayne riprese
colore di colpo e sembrò sul punto di insultarla, ma fece un
respiro
profondo e si contenne, mentre Stephen scuoteva la testa con aria
rassegnata. Michael la guardava come se avesse preso lui il colpo
alla testa.
«Che
razza di idiota...» commentò infine Stephen,
offeso.
«Non
farlo più.» disse Cedric una volta smesso di
ridere con lei, mentre
Georgia continuava a insultarla a voce bassa.
Alla
fine Michael le porse una mano, che lei prese pensando fosse un modo
per chiederle scusa.
«Bello
scherzo.» disse invece lui, allegro.
«Grazie.»
«Idioti.»
borbottò Wayne.
«Mi
dispiace di averti fatta cadere.» lo ignorò
Michael, sincero.
«Non
fa niente. Sei riuscito a far male a quello lì?»
Lui
si raddrizzò fieramente: «Certo!»
«E
allora non hai nulla di cui sentirti in colpa.» concluse lei.
«Si
è svegliata? Allora deve bere questo!» Tutti
sobbalzarono alla
comparizione improvvisa di Madama Pomfrey che li scacciò
incurante
delle loro proteste. Megan li salutò con la mano mentre
uscivano.
Wayne
infilò le mani in tasca, masticando un imprecazione. Georgia
accanto
a lui annuì, seria.
«Mi
è venuto un infarto. È rimasta svenuta due
ore...»
«A
me è venuto quando ho visto il sangue.» ammise
candidamente Cedric.
«È
venuto più a Quill, dato che è svenuto anche lui.
A proposito,
dov'è finito?» domandò Michael.
«Non
ti sei accorto che è scappato dall'infermeria appena si
è reso
conto di esserci?» gli rispose Stephen, dato che Wayne e
Georgia non
sembravano aver voglia di parlare, «In realtà
anche io sono entrato
giusto perché è vuota, con tutti quei
germi...»
L'unica
volta in cui Stephen c'era entrato era stato quando Justin era stato
pietrificato, precisando quando poi tutto si era risolto che le
persone pietrificate non avevano malattie contagiose, e tutti
ripensarono con orrore a quanto odiavano quel luogo e soprattutto il
dover aspettare mentre un amico era chiuso là dentro.
«La
prossima volta gliela spacco io la testa.»
borbottò Georgia.
Michael annuì, sorridendo. Sembrava tornato perfettamente
calmo
anche se teneva le mani strette a pugni, come Wayne non poté
fare a
meno di notare.
Forse
avrebbe dovuto fare l'Auror visto che notava sempre tutto; non fosse
stato per Pozioni avrebbe anche tentato, perlomeno avrebbe guadagnato
bene.
«Ci
vediamo dopo.» li salutò Cedric, tirando l'amico
con sé.
«Che
lezione hai?» domandò Georgia.
«Incantesimi.
E voi?» rispose Wayne.
«Io
me ne torno in dormitorio, mi sono presa un infarto.»
«Allora
ci vediamo dopo.» la salutò, senza aver voglia di
convincerla. Non
era Ernie, lui.
«Io
invece vado, ci sarebbe Trasfigurazione. Magari impietosisco la
professoressa raccontandole quello che è successo ed evito
di farmi
sgridare.» disse Stephen.
«In
bocca al lupo.» disse torvo.
A
Incantesimi Jack e Rent si sbracciarono per indicare a Cedric e
Michael i posti liberi rimasti, mentre Walter aspettava notizie con
aria preoccupata.
«Come
sta la signorina Jones?» domandò il professore,
avvertito da
quest'ultimo.
«Tutto
bene, si è fratturata un osso della testa ma è
già sveglia. E fa
scherzi di pessimo gusto.» rispose Michael, ridacchiando.
Walter
sospirò di sollievo, tirando fuori gli appunti.
Cedric
si lasciò cadere dietro al proprio banco, passandosi una
mano tra i
capelli. Due ragazze sedute alla sua destra ridacchiarono ma le
ignorò. Non aveva voglia di fare nulla, tanto meno seguire
la
lezione, ma si obbligò a farlo perché tutto
poteva risultare utile
per la terza prova.
Pensò
per un momento a Harry Potter: chissà come se la stava
passando con
tutta la storia del torneo.
«Ehi,
Ced.» sussurrò Michael, scarabocchiando sulla sua
pergamena.
«Mh?»
«Wayne
stava morendo di paura più di tutti... Secondo
te...»
«Spero
proprio di no.»
«Walter.»
«Già.
E poi anche tu eri spaventato. Diavolo, persino Stephen è
entrato in
infermeria dimenticandosi dei fantomatici germi.»
«Io
credevo di averla ammazzata.» Michael si incupì,
«Mi aspettavo mi
mandasse al diavolo come al solito, è stata fin troppo
comprensiva
per chiunque, figuriamoci essendo lei.»
«Non
è stata colpa tua. E si può sapere
cos'è successo davvero con
Travers?»
«Chi?»
«Martin.
Quando lo ritroveremo a lezione dovrò bloccarti? Dimmelo
prima...»
«Ah,
quello. Georgie voleva smettere di vedersi con lui per le ripetizioni
perché lui voleva ben altro, lui ha cominciato a lamentarsi,
l'ha
convinta a uscire almeno una volta assieme ma non è andata
bene
perché appunto lei non era interessata, solo che era troppo
buona
per dirglielo in modo cattivo come meritava, però sai che
anche
Georgie è forte, si è scocciata e gli ha detto un
no secco senza
giri di parole. E lui pensava l'avessi consigliata io,
perché non
poteva accettare che lei non volesse, ma quando lei mi ha difeso e ha
detto che le stava facendo schifo lui ha cominciato a insultare. L'ha
chiamata in un modo che non mi va di ripetere e a me traditore del
mio sangue... Sai se i Travers erano Mangiamorte?»
«Ah,
non ne ho idea, sei tu l'esperto. Ma non mi fiderei troppo.»
osservò, giocherellando con la piuma.
Michael
annuì, sempre più tetro.
«Basta
che mi lasci in pace Georgie.»
«Sarà
un problema spiegarlo a Sandy...»
«Oh,
non credo. Insomma, chi non capirebbe?»
«Ma
possibile che tutto abbia sempre a che fare con la Runcorn?»
strillò
Sandy, lanciandogli una boccetta di inchiostro nero, «Siete
sempre
appiccicati! Cosa te ne frega di lei e dei suoi fidanzati?»
«Siamo
amici! Te l'ho detto mille volte, è la mia migliore amica,
non c'è
altro!» protestò lui, che aveva schivato
l'inchiostro appena in
tempo, «E sto bene, grazie dell'interessamento!»
«Certo
che stai bene, sei sempre in mezzo alle ragazze!»
«Ma
che cavolo dici?»
«L'hai
presa in braccio al ballo, ti rendi conto?»
«E
tu ti rendi conto che al ballo mi hai piantato da solo come un
imbecille?» cominciò, infervorandosi,
«Ti ho già detto che
Georgie non c'entra nulla con tutto questo e poi Travers ha insultato
anche me!»
«Certo,
gironzoli intorno alla sua fidanzata!» strillò lei.
«Non
sono fidanzati! Lei mi aveva appena rivelato che lui la stava
ossessionando e-e- è vero!
Ma perché diavolo ti arrabbi tanto?»
sbottò Michael, infastidito.
«Perché
per te lei viene prima di tutto e tutti!»
«Ti
ho sempre detto che i miei amici sono la mia famiglia, se stai con me
stai anche con loro!»
«Ecco,
io non ti capisco... Diggory sì, lui è normale,
ma quegli altri...»
«Non
ti permettere di insultarli!» gridò lui, ormai
spazientito
«Ma
se lo fai tu per primo! Gironzoli con un sacco di mocciosi del quarto
anno, e c'è quella tipa strana che risponde sempre male a
tutti,
quel Cornfoot che è chiaramente un malato di mente, per non
parlare
di Hopkins, ma parla mai lui? E il fratello è sempre di
pessimo
umore... Non ce n'è uno normale! Se stai bene con me come
fai a
trovarti bene con loro? C'è qualcosa che non torna
perché siamo
totalmente agli opposti... Non puoi lasciarli perdere? Non mi piace
litigare con te, soprattutto per la Runcorn, e se solo tu la vedessi
meno... per me...» mentre parlava si era avvicinata a lui,
speranzosa.
Michael
la guardava incredulo.
«Per
la cronaca... i miei amici vanno benissimo come sono, grazie
dell'interessamento, e a te non deve importare...»
cominciò, troppo
sorpreso dalla piega del discorso per arrabbiarsi.
«Ma
io faccio parte della tua vita, come potrebbe non
importarmi?» lo
interruppe lei.
«Quello
che ti sto chiedendo è... Mi stai dicendo che devo scegliere
tra te
e loro?»
«Certo
che no!»
Michael
sospirò di sollievo, passandosi una mano tra i capelli.
«Ti
sto chiedendo,» riprese lei, «Di vedere molto meno
la Runcorn.
Degli altri non mi importa, ma lei... Se davvero mi ami...»
«Georgie?
Allora sì, mi stai davvero chiedendo di scegliere! Tra te e
la mia
migliore amica, che mi è stata vicina per quattro anni, che
mi
accetta per quello che sono, a differenza tua,
che insieme a Cedric non mi ha mai abbandonato in nessuna
occasione!»
la sua voce si era ridotta a un sibilo rabbioso e lei
arretrò, con
gli occhi che le si riempivano di lacrime.
«Io
ti accetto così come sei!»
«Se
non accetti i miei amici, non accetti me! Se non accetti che per me
siano le persone più importanti allora non accetti
me!»
«Ma
ti senti quando parli? Tu sei innamorato di lei!»
«Io
non sono innamorato di lei! Sei tu che non ti fidi di me! Dovresti
conoscermi! O ti sei fidanzata con l'idea che hai di me?»
«Sono
la tua fidanzata, non posso accettare di venire dopo un'altra
ragazza!» ribatté lei, che aveva cominciato a
piangere.
Michael
scosse piano la testa, duro e freddo come il ghiaccio, «Non
preoccuparti, ti risolvo il problema. Mi chiedi di scegliere tra la
mia famiglia e te e la risposta credo sia scontata. Non sei
tu.»
Sandy
lo schiaffeggiò e corse via.
Lui
la guardò scappare e poi si accasciò contro il
ritratto di frutta
posto all'entrata della sala comune, sconvolto. Stephen emerse
dall'ombra, in mano aveva un vassoio con una torta.
«Così
io sarei un malato di mente?»
«Stephen...
Non mangi il pesce perché ti scoccia togliere le spine e non
mangi
le bistecche perché se trovi un osso non riesci a sputarlo e
resti
con quello in bocca invece che la polpa. Non sei normale di
sicuro.»
«Senti,
le spine sono pericolose e dopo aver passato tre ore a stare a
controllare che il pesce non ne abbia diventa freddo e non mi piace
più. E per quanto riguarda la carne non è colpa
mia.» ribatté lui
scocciato, andandosi a sedere accanto a lui e facendo fluttuare il
vassoio con un colpo di bacchetta perché non toccasse terra.
«E
comunque avevi ragione tu con lei.»
«Vero?»
Michael cercò di sorridere, «È stupida,
ci perde lei. Io me ne
torno in camera. Quella torta...?»
«Quill
ha la nausea da quando è svenuto, magari questo lo
farà sentire
meglio. Sai, gli zuccheri...» spiegò lui
vagamente. I due si
alzarono e tornarono dentro, Michael sembrava fare di tutto per
mostrarsi indifferente a quello che era appena successo, salutando
con eccessiva allegria le compagne di casa.
«Se
non ci vediamo a cena, a domani.» lo salutò
Stephen, indovinando i
suoi pensieri.
«A
domani.» lo salutò anche lui, smettendo di
sorridere non appena gli
voltò le spalle.
In
camera trovò Rent che si allenava coi pesi babbani, Jack che
scriveva qualcosa sul suo letto, Cedric che si preparava per uscire,
sicuramente con Cho, e Walter che studiava come al solito.
Cercò
un modo per dire loro cosa era successo ma il vuoto nella sua testa
si era trasformato in mutismo, dovuto anche al fatto che aveva
l'orribile sensazione che si sarebbe messo a piangere una volta
passata la rabbia cieca al pensiero di dover scaricare i propri amici
per una ragazza, fosse anche quella con cui stava così bene.
«Già
di ritorno?» domandò Cedric, e lui rispose con un
mugugno
affermativo.
Il
rapporto tra loro, dopo sei anni di convivenza, era oltre la
comunicazione verbale e l'amico si voltò all'istante per
vederlo in
faccia. Di fronte alla sua espressione contratta dalla rabbia mise
giù l'orologio.
«Cos'è
successo?»
«Ci
siamo lasciati.» rispose lui, brusco.
Walter
smise di leggere e anche gli altri si voltarono a guardarlo.
«Vi
siete...?»
«L'ho
lasciata. Voleva che scegliessi tra voi e lei.»
spiegò.
Rent
sembrò pensarci sopra per un momento.
«Carogna.»
commentò infine.
Michael
trattenne una risata, che gli altri lasciarono invece uscire, e si
gettò sul proprio letto con un braccio poggiato sulla faccia
a
coprirgli gli occhi.
«Era
troppo gelosa di Georgie, non le piacevano Wayne, Megan e Stephen e
in generale il mio atteggiamento con voi.»
«Non
gliel'ha spiegato nessuno che gli Hufflepuff sono leali?»
domandò
Walter scocciato, chiudendo il proprio libro.
«Ma
che ne so... quando mi ha chiesto di scegliere non ci ho visto
più e
le ho detto che sceglievo voi.»
«Grazie.»
risposero in coro, facendolo sorridere.
«Tanto
non ho bisogno di lei.» proseguì Michael.
«Sicuro.»
«Non
hai bisogno di nessuno.»
«Tornerà
strisciando.»
«Le
ho detto quanto Georgie sia importante per me.» aggiunse.
«Oh.
Brutta idea, amico.»
«Male.»
«Brutta
cosa da dire a una fidanzata gelosa.»
Ormai
parlavano a turno, prima Walter, poi Jack e infine Rent. Cedric era
l'unico a non aver aperto bocca.
«Uno
di voi...» disse infine, «Potrebbe andare da Cho e
dirle che ho dei
problemi e non ci possiamo vedere?»
«Vado
io!» saltò subito su Walter, che non era certo
bravo a consolare la
gente e lo sapeva.
«Non
ce n'è bisogno, Ced.» disse subito Michael.
«Sì
che ce n'è.» ribatté lui, col tono di
chi chiudeva la questione.
«Noi
andiamo a... a...» disse Rent, e poi fu fuori dalla porta.
Jack
salutò Cedric con un cenno di incoraggiamento prima di
seguirlo.
Il
ragazzo si sedette accanto all'amico che non dava segni di vita.
«Mike.
Ti ha chiesto di scegliere tra noi e lei e tu dici che le hai parlato
di Georgia? Cos'è successo davvero?»
domandò in tono paziente.
Michael
gemette frustrato, poi raccontò dal principio.
«Capisco...
Sei sicuro di aver fatto la scelta giusta? Da parte mia approvo, ma
visto che stai da schifo mi sembra giusto chiedertelo...»
«Sono
sicuro. Solo che... mi piace davvero tanto, Sandy. O mi piaceva prima
che diventasse irragionevole.» mormorò fiocamente.
«Posso
essere sincero?»
«Sì.
Tanto poi ci penserà Wayne a distruggermi a parole quando lo
saprà.
E Megan mi sfotterà per sempre.»
«Non
credo lo faranno. Comunque secondo me Sandy non era la ragazza giusta
per te. Come hai detto tu non ti capiva. La lealtà e
l'amicizia sono
tutto ciò che sei e se lei ti ha chiesto di scegliere non ti
merita.
Senza contare che con lei non potevi mai scherzare.»
«Come
dice Rent è una “carogna”.»
concordò lui, «Magari però
evitiamo di specificare a Georgie che c'entrava soprattutto lei, si
sentirebbe in colpa.»
«Questo
è un pensiero insolitamente sensibile da parte
tua.» ridacchiò
Cedric, stendendosi accanto a lui con le braccia dietro la testa.
«Sono
cresciuto, mentre tu eri impegnato a fare il piccioncino con
Cho.»
lo rimbeccò lui, sorridendo mestamente.
«Sono
sicuro che ti divertiresti la metà se non potessi sfottermi
per
questo.»
«Vero.
Anche se ora non lo trovo divertente, anzi, penso ti
invidierò anche
da Madama Piediburro. Mi sento peggio che coi Dissennatori sul
treno.» borbottò Michael.
«Pensa
a cose felici allora. Pensa a quest'estate quanto ci divertiremo a
casa mia. Alle crostate di mia madre.»
«Oh,
le crostate di tua madre sono una delizia...»
«Inviteremo
anche gli altri magari, se vorranno venire, tanto a casa mia
c'è
spazio per tutti. E daremo una festa enorme per il tuo
compleanno.»
«E
mi regalerai una motocicletta?»
«Te
ne regalerò due.»
Quando
Georgia scoprì che Michael e Sandy si erano lasciati e
soprattutto
il perché - o almeno il motivo che gli altri le riferirono -
si
lasciò andare a una serie di epiteti che avrebbero fatto la
gioia di
Megan, quest'ultima bloccata in infermeria per un altro giorno dalla fin troppo
premurosa infermiera. Dopo, ricordandosi che Michael era lì
con
l'aria abbattuta nonostante la risate che gli aveva strappato usando
parole che neanche credevano conoscesse, lo abbracciò e si
congratulò per la sua tempra morale,
prima di correre a lezione perché in ritardo.
«Ced,
cosa vuol dire...» cominciò Michael confuso.
«Scusa,
ma ormai arrivo sempre in ritardo a Incantesimi, devo proprio
correre... Sicuro che non vuoi venire?»
«No,
vado a trovare Megan piuttosto. perché rinviare la
sofferenza?»
domandò il ragazzo, afflitto. Cedric gli diede una pacca
sulla
spalla e si avviò con gli altri, mentre lui si dirigeva
mestamente
all'infermeria.
Wayne,
che evidentemente aveva un'ora buca, era già lì e
stava discutendo
con lei.
«Ma
cosa vuol dire, scusa! Il pus di butubero si può usare anche
così!»
«Perché
devi essere sempre così testarda?»
domandò stancamente Wayne.
«Che
cavolo di discorsi sarebbero questi?» chiese a mo' di saluto
Michael.
Megan assottigliò lo sguardo, colta di sorpresa.
«E
tu cosa diavolo ci fai qui?»
«Lady
Megan, le porgo i miei saluti.»
«No,
sul serio, di certo non ti interessa la mia salute. Cos'è
successo?»
«Quill
sta di nuovo male? È svenuto al ricordo?»
domandò Wayne con un
mezzo sorriso.
«Sai
che potrebbe anche essere?» rise Michael.
«Ma
stai male? Hai delle occhiaie...»
«Sei
entrato nella tua solita fase morto vivente da mancanza di
sonno.»
affermò Megan, «Dormito male?»
«Morto
vivente?» ripeté Michael, sorpreso.
«Lascia
stare.» tagliò corto lei.
«Va
bene, comunque sono davvero venuto a vedere se stavi meglio.»
«Stebbins.»
tuonò Megan, e lui la guardò intimorito,
«Se ti senti ancora in
colpa possiamo andare al settimo piano e poi ti spingo giù
dalle
scale, così siamo pari.»
«No,
grazie.» mormorò lui, prima di prendere una sedia e sedersi vicino a loro. Entrambi lo guardarono
come se fosse impazzito.
«Ebbene...»
cominciò, schiarendosi la gola, «Ve lo dico io
così la facciamo
finita. Ho piantato Sandy.»
E
lo disse così vittorioso che Wayne inarcò le
sopracciglia scettico
e Megan evitò di sfotterlo all'istante, tanto era chiaro che
stava
male.
«Cos'è
successo?» domandò Wayne, con lo stesso tono
scocciato di Walter
del giorno prima, quasi ritenessero offensivo che Sandy si fosse
comportata male, e quindi ovviamente sottolineando che non potesse
essere colpa sua.
«Mi
ha chiesto di scegliere: o lei o gli amici.»
«Carogna.»
commentò Megan di slancio. Michael rise.
«Parli
come Rent.»
«Vaffanculo.»
«Tu
ovviamente hai scelto noi... Non so quanto ti sia convenuto.
Scommetto che non aveva problemi con Cedric.»
osservò Wayne
tranquillamente.
«In
effetti ne aveva con te, con Meg, Stephen e Georgie.» ammise.
«Che
cazzo di problemi aveva con me? Ma chi la calcola! Le spacco la
faccia!» si agitò ovviamente Megan, rischiando di
colpire lui con
un pugno.
«Ecco,
appunto. Guarda cos'hai guadagnato. Ti conveniva mollarci.»
commentò
Wayne, scuotendo la testa.
«E
invece no! Michael ha fatto bene, io l'avrei presa a calci!»
ribatté
lei.
«Michael.»
ripeté il ragazzo in questione.
«Cosa?»
«Mi
hai chiamato per nome.» le fece notare col suo primo vero
sorriso.
Megan
alzò le spalle, «Era per controllare di ricordarlo
ancora.»
«Non
è vero! Hai sempre detto che avresti smesso di chiamarmi per
cognome
quando lo avrei meritato, quindi significa che approvi così
tanto
che...»
«Stebbins.»
«Oh,
eddai!»
Siete
stati così carini a recensire tutti così
velocemente che mi sembra
giusto aggiornare in fretta!
Prossimo capitolo: un mese non proprio
tranquillo.
“«Megan
è in punizione.» esordì Georgia,
sedendosi sugli scalini,
«Sally-Anne è più intrattabile del
solito. Justin è traumatizzato
da non so che cosa. Cedric, cosa mi sono persa per un giorno in cui
sono rimasta per conto mio?»”
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Capitolo 10 *** Un mese non proprio tranquillo. ***
Un
mese non proprio tranquillo.
Tutti
quelli convinti che Michael si sarebbe ripreso subito dovettero
ricredersi: aprile fu il mese più lungo per tutti coloro che
tenevano a lui, dato che esclusi rari momenti in cui si mostrava fin
troppo euforico il ragazzo sprofondava nelle tenebre più
scure.
Solo
Cedric e Georgia ormai riuscivano a farlo sorridere, e
occasionalmente qualche insulto da parte di Megan.
«È
noioso vederlo così depresso, non so a chi dare del
disgustoso. Con
Wayne non viene spontaneo, Quill potrebbe piangere e Stephen
è
troppo strano per chiamarlo così.» si
lamentò a proposito di
questo la ragazza, accomodandosi in Sala Grande.
«Sono
preoccupata... Pensavo che sarebbe stato meglio prima. Sai,
è un
ragazzo, di solito i ragazzi non sembrano prendersela così
tanto
quando lasciano una ragazza. Michael non sembrava il tipo, innamorato
o meno.» disse Georgia.
«Forse...
o forse volevi
che fosse così perché gli vuoi bene.»
«Ehi,
i Ravenclaw e le loro idee cervellotiche sono da un'altra
parte.»
borbottò lei, spostando una ciocca di capelli dietro un
orecchio.
«Successo
qualcosa?» domandò Stan, prendendo posto accanto a
loro.
«Oh,
parlavamo di Michael, lui e la ragazza si sono lasciati.»
spiegò
Megan.
«Lui
e lei?» domandò indicando Georgia, che scosse
velocemente la testa.
«Io
sono solo sua amica!»
«Al
ballo tu stafi in braccia a lui.» le fece presente Stan,
perplesso.
Georgia
arrossì: «Ancora quella storia... Siamo solo
amici, lo giuro!»
«Non
defi ciustificarti con me.» la rassicurò lui,
poggiando un braccio
intorno alle spalle di Megan, che annuì con aria grave.
«È
vero, Georgia, sono cose naturali.»
«Jones.»
ringhiò lei.
«Runcorn.»
replicò Megan serafica.
«Sembri
Wayne quando fai così.»
«Ehi,
vacci piano con le offese!»
«E
tuo amico ancora incafolato?» chiese Stan, senza badare al
loro
litigio.
«Quale?»
domandarono entrambe.
«Tu
chiama Rompi-polidi.»
«Oh!
No, ho fatto pace con Walter già da un po', non te l'ho
detto? Anche
se ogni tanto rischiamo di litigare di nuovo... Sapevo che prima o
poi sarebbe successo anche con lui, evidentemente ce l'hanno nel
sangue gli Hopkins.» commentò amaramente.
«Walter
è un rompi-bolidi?» ripeté Georgia,
divertita, «Tra l'altro che
parole vai ad insegnare a Stan?»
«Glielo
vado a ridire.» annunciò Cedric, arrivando alle
loro spalle con un
gran sorriso.
«Oh,
fa pure. Era riferito a un discorso idiota su Hagrid a Hogsmeade e
glielo posso pure scrivere se non mi ascolta.»
ribatté Megan,
torva.
«Ciao,
Stan.» salutò, sedendosi accanto a loro e
ridacchiando delle parole
di Megan.
«Ciao,
Cetric. Megan è sempre nerfosa.»
commentò Stan con allegria.
Cedric
trattenne una risata, «Pensa che l'ho conosciuta
arrabbiata.»
Megan
e Georgia lo guardarono sorprese.
«Non
ricordi?»
«No.
Ho paura di farlo.»
«Beh,
si dà il caso che al tuo primo giorno tu stessi litigando
con
Wayne... Mi sembra a proposito del Cappello Parlante. Io mi ero messo
in mezzo per calmarvi e mandarvi dal Prefetto che vi avrebbe condotto
alla sala comune... E ricordo ancora le prime parole che mi hai
rivolto.» raccontò Cedric con un sorriso
nostalgico.
Megan
si portò le mani al viso, arresa ma preoccupata al tempo
stesso.
Georgia e Stan ascoltavano curiosi.
«Quali
erano?»
«Erano
“E comunque tu non mi piaci”.»
«Oh,
no!» gemette lei, lasciando cadere la testa contro il tavolo.
Georgia
scoppiò a ridere: «Com'è tipico di
te!»
«Tu
sei molto studentessa di Durmstrang.» commentò
Stan, annuendo, «Io
defe andare ora, sono passato solo per saluto.»
«Oh,
sei stato molto gentile...» sorrise lei, incontrandone gli
occhi
chiari e addolcendosi.
«Ciao.»
salutò tutti, per poi darle un veloce bacio sulle labbra e
ripartire
alla carica.
Il
sorriso malizioso di Cedric e il ghigno di Georgia lo accompagnarono
fino all'uscita per poi puntarsi su Megan.
«Oh,
finitela.» borbottò lei, arrossendo.
«Vuoi
dirci che non ti piacciamo?» cinguettò Georgia.
«Che
colpo alla mia autostima... Ricordo che Michael mi prese in giro per
giorni. Poi ricordo anche le tue prime parole a Michael:
“Come ti
chiami?”, “Michael Stebbins”,
“Quando imparerò le fatture ti
verrò a cercare, Stebbins.”.»
Stavolta
i due si sganasciarono mentre Megan arrossiva ancora di più.
«Sono
così orribile?»
«Non
direi orribile...»
cercò di rimediare Georgia.
«Divertente.»
decretò Cedric.
«Comunque
dopo neanche due mesi avevo già mezza cotta per te. E avevo
undici
anni.» fece presente Megan, un po' offesa.
«Chiamala
mezza! Ti è passata quando, l'anno scorso?»
ridacchiò Georgia.
«E
tu che ne sai?»
«Beh,
tutte ci siamo un po' riprese quando è comparsa Cho
all'orizzonte...»
Cedric
cadde dalle nuvole. Le guardò entrambe, sconvolto.
«Avevate
una cotta per me?»
«Beh,
più io, suppongo.» ammise Megan.
«Sì,
io ammiravo e ammiro quanto tu sia bello, ma finisce lì. Sei
troppo
un fratello.»
«Adesso
lo sei anche per me.» continuò Megan,
«Ma prima ero totalmente
andata. Non te ne sei mai accorto? Guarda che vale per tutte le
ragazze che conosci, lo so per certo.»
Stavolta
fu Cedric ad arrossire, ammutolendo.
«Dimenticavo
che sei timido con le donne.» commentò Georgia,
appellando una
teiera e delle tazze.
«Io
non sono più cotta.» precisò l'altra,
che si era bloccata su quel
concetto, «Cedric, non fare quegli occhi da cucciolo
spaurito, giuro
che non ti salterò addosso.»
«A
meno che tu non lo voglia.» sussurrò Georgia,
riempendosi la tazza.
«Cosa?»
domandò Megan.
«Volete
anche voi del tè?»
«Per
me sì, grazie.»
«Non
ho occhi da cucciolo e mi avete appena aperto gli occhi su un mondo
che non conoscevo, non puoi sinceramente aspettarti che io... Va bene
il tè.» si arrese, incredulo, «Ma gli
altri lo sanno tutto
questo?»
«Certo
che lo sanno! Pensavamo te ne fossi accorto anche tu! Pensa a tutte
le ragazze del tuo anno che ti fanno il filo e alle più
piccole che
ti seguono!»
«Pensavo
fosse perché sono Campione! E poi credevo che fossero
semplicemente
gentili...»
Le
altre due esplosero in una risata impietosa.
«Gentili...
Quanto sei ingenuo...»
«Bevi,
bevi.»
«Abbiamo
scioccato Cedric.» esordì Georgia, sedendosi
accanto a Michael e
poggiandosi sul suo braccio. Cedric si lasciò cadere
sull'ultima
poltrona libera con aria effettivamente sconvolta.
«Cos'avete
fatto?» domandò Wayne, riemergendo dalla pergamena
con una striscia
di inchiostro su una guancia.
«Gli
abbiamo spiegato che tutte le ragazze gli vanno dietro e che anche
noi avevamo una cotta per lui tempo fa.» spiegò
Megan, ridendo poi
delle sue condizioni e togliendogli l'inchiostro passandoci sopra un
pollice, «Pozioni?»
«Tema.»
«Ti
do una mano.»
«Ci
godi proprio a fargli notare che sei più brava di lui in
qualcosa,
vero?» rise Georgia.
«E
dire che è al quarto anno... Dovresti fare la
pozionista.» commentò
Michael.
«Quella
è la mia carriera di riserva se non riesco a giocare a
Quidditch.»
spiegò lei, «Tanto ne so già
più del professor Snape.»
Tutti
si guardarono velocemente attorno, quasi si aspettassero che il
professore comparisse da un angolo della stanza.
«Comunque...
Non è che sia una novità che Cedric
piaccia.» disse Rent, tornando
tranquillo.
«Piace
anche a te.» concordò Walter, serissimo. Rent lo
colpì con un
pugno sulla schiena e in breve i due finirono col picchiarsi sotto lo
sguardo paziente di Jack.
«Se
Cedric diventasse gay sceglierebbe me, vero, Ced?»
Cedric
guardò Michael con aria agghiacciata: «Non penso
di poter
rispondere a una domanda simile.»
«Ma
sono il tuo migliore amico! E sono bellissimo!»
«Secondo
me Cedric starebbe bene anche con Harry Potter visto che collaborano
quando non devono.» disse Georgia.
«Questo
discorso non mi piace per niente...»
«No!
Con me! Io sarei il tuo miglior fidanzato!»
«Che
succede?» domandò Sally-Anne di passaggio,
attirata dagli strepiti.
«Michael
vuole fidanzarsi con Cedric.» rispose Megan senza alzare lo
sguardo.
Michael smise di agitarsi, inorridendo, e Cedric cercò
qualcosa da
dire riscoprendosi a corto di parole.
Sally-Anne
guardò Michael con disapprovazione: «Che
spreco.»
Non
era chiaro a chi dei due si riferisse ma entrambi non ebbero nulla da
obbiettare.
«Georgia,
mi serve il tuo aiuto per decidere che vestito mettere domani a
Hogsmeade.»
Georgia
spalancò la bocca.
«Perché
io?»
«Perché
sei l'unica che ha buon gusto in camera e ho bisogno di un altro
parere. Vieni.»
Tutti
guardarono Megan, che finiva di correggere il compito di Wayne e
mostrò di non sentirsi toccata minimamente dalle sue parole.
Georgia
si avviò con la sua migliore espressione da cane bastonato.
«Spero
che a Hogsmeade un gufo gliela faccia in testa.» disse infine
la
ragazza, riconsegnando la pergamena al proprietario.
«Ah,
mi sembrava strano che fossi così matura da
fregartene.»
«È
stupido. Se mi dà fastidio è inutile che io me lo
tenga dentro,
serve solo a stare peggio.» replicò lei.
«Ma
così le dai soddisfazione.» ribatté
Wayne.
«Quella
è soddisfatta a prescindere per avermi insultato e visto che
sanno
tutti che io me la prendo, non risponderle significa semplicemente
non avere la possibilità di farla rimanere di merda, cosa
che
compenserebbe il mio fastidio!»
La
sua voce stava aumentando di volume e tutti sospirarono.
«Secondo
me invece sarebbe molto meno soddisfatta se tu le dimostrassi che
quello che dice non ti tocca più perché, come hai
detto, ci gode
solo perché sa che ti infastidisce.»
«Secondo
me non lo fa perché ci gode ma perché
è proprio il suo modo di
fare.» azzardò Walter.
Megan
lo incenerì con un'occhiata e Wayne sembrò
rifletterci sopra.
«E
quindi Meg ha ragione quando dice che fa bene a rispondere se l'aiuta
a sfogarsi perché il grado di soddisfazione di Sally-Anne
non
cambia.» disse Cedric, diplomatico, «E Wayne ha
ragione quando dice
che può anche evitare di arrabbiarsi perché non
lo fa con l'intento
di insultarla ma parla semplicemente com'è nella sua natura
di fare.
Questo intendeva Walter.»
L'amico
lo guardò grato. Megan, calmatasi grazie a Cedric,
scoppiò a
ridere.
«Ma
l'inchiostro lo mangi? Ti ho tolto uno sbafo poco fa!»
esclamò,
dato che adesso Wayne ne aveva una macchiolina sull'altra guancia.
«Ecco perché fai schifo in Pozioni, non hai un
minimo di precisione
con tutto ciò che non è la tua
bacchetta.» commentò, allungando
una manica della propria divisa e pulendogli la guancia.
«Puoi
usare tergeo.»
le ricordò Wayne.
«E
che cavolo, paura che ti rompa qualcosa solo toccandoti?» lo
prese
in giro lei. Wayne attese qualche secondo, poi in uno dei suoi rari
impeti la punzecchiò con la piuma sul fianco lasciato
scoperto dal
suo braccio piegato e lei scattò indietro con uno strillo.
Wayne
sorrise e il viso del fratello si illuminò di comprensione
guardandoli.
Michael
lo notò e pensò che appunto, l'amore faceva
proprio schifo. E che
Walter era veramente il più sfigato di tutti.
«Ehi,
fratello...» salutò con voce fin troppo sognante
Michael, nascosto
dietro le tende del suo letto, appena Cedric entrò in camera.
«Come
fai sempre a sapere che sono io?»
«Walter
ha il passo più pesante e Rent e Jack sono sempre in
coppia.»
spiegò lui semplicemente.
«Beh,
stai studiando?» domandò Cedric, dato che ormai la
mole di compiti
era triplicata.
«Ho
qualche difficoltà a sfogliare le pagine.» rispose
Michael con
allegria.
«In
che senso?»
«Nel
senso che mi è arrivata una lettera della mia squisita
mamma.»
Cedric
scattò in piedi e accorse al suo letto, tirando via le
cortine:
«Fammi vedere.»
Le
mani di Michael erano bendate.
«Sono
già stato in infermeria. Mi è esplosa in mano in
giardino. Georgie
si è messa a piangere.» raccontò,
«Cosa gli faccio io alle
donne?»
«Quella
maledetta...» cominciò Cedric furioso, dando un
calcio al letto
dell'altro. «Tu vieni a casa mia da subito. Non mi interessa
come ti
giustificherai con tuo padre, tu non passerai neppure un giorno con
quella malata di mente!»
«Calm-»
«Non
dirmi di calmarmi!»
«Che
succede?» domandò Walter alla porta, incredulo.
Cedric non si
arrabbiava mai.
«Mia
madre mi ha mandato una lettera esplosiva per festeggiare... sapete,
ha intercettato una lettera che ho scritto a mio padre per
ringraziarlo delle uova che stranamente mi ha spedito a
Pasqua...»,
gli altri non commentarono, Michael poteva fingersi allegro quanto
voleva ma sapevano bene che tutto ciò che desiderava era un
po' di
affetto dalla sua famiglia, e non c'era di che stupirsi se si era
premurato di scrivere al padre con quella scusa, «E ha letto
anche
che uscivo con Sandy, che come sapete non è di sangue
puro...»
«Oh.
Ferito?»
«Solo
qualche graffio. La vecchia megera non c'è andata
pesante.»
«Com'è
che tuo padre ti ha mandato le uova? L'hai scoperto?»
domandò
allora Walter, cercando di cambiare argomento perché Cedric
era
furibondo.
«No,
non so neanche se ha letto la mia lettera visto che appunto la mia
è
stata intercettata. Però se lei ha aspettato tanto a
mandarmi la
risposta può voler dire che papà l'ha tenuta
conservata a casa e
stava per rispondere...» ipotizzò Michael,
«Dai, Ced, smetti di
fare quella faccia.»
«Non
ci riesco. La odio.»
«Tu
non odi nessuno.» rise Michael, «Vado a vedere se
ci sono notizie
di Georgie.»
Walter
lo guardò perplesso e fu Cedric a spiegare di cosa stava
parlando,
mentre lui usciva velocemente e si mordeva le labbra: la mano faceva
malissimo. Si sentiva però un po' meglio, Cedric era un
anestetico
molto potente, persino da arrabbiato.
Sally-Anne
era l'unica presenza umana in sala comune, così decise di
rivolgersi
a lei.
«Ciao,
potresti chiamare Georgia?»
«Perché
dovrei farlo?» rispose lei, senza neanche alzare lo sguardo
dai
libri, «E perché mi rivolgi la parola?»
domandò svogliatamente.
«Sai,
spesso me lo chiedo anche io. Insomma, c'è un limite persino
per me
alle cazzate. Non è che tu abbia un'anima, quindi tanto
valeva
rivolgermi alla poltrona.» concordò lui,
innervosendosi di nuovo.
Stavolta
gli occhi azzurri di lei saettarono sul suo viso.
«Non
ho tempo da perdere con un bambino viziato troppo cresciuto che crede
di essere il più sexy di Hogwarts quando è
soltanto un arrogante.»
sibilò. Qualcosa doveva averla toccata nelle sue parole, ma
Michael
non ci badò, sentì soltanto la rabbia montare
perché sembrava
quasi di parlare con sua madre, stesso tono di disprezzo.
«Dimmi,
non ti stanchi mai di essere così vuota e orribile? O conti
di farlo
solo quando sarai vecchia e ti accorgerai di stare per morire da
sola? Perché è così che
andrà: tu non piaci a nessuno perché sei
maligna e arrogante e pensi sempre di essere superiore agli altri.
Prima di giudicare gli altri senza neppure averci mai scambiato due
parole dovresti farti un esame di coscienza e andare a
nasconderti.»
Sally-Anne
restò a bocca aperta, poi chiuse il libro di scatto e si
alzò con
aria dignitosa.
«Sarà
come dici tu, ma perlomeno i miei genitori mi amano. Puoi dire lo
stesso?»
E
sferzando l'aria con la sua chioma bionda si diresse alle proprie
scale senza attendere risposta, mentre Michael restava impietrito
alle sue spalle; il ragazzo si lasciò cadere seduto sulla
poltrona,
masticando imprecazioni e insulti.
«Ti
senti meglio ora che l'hai demolita?» domandò la
voce di Megan che
faceva capolino da dietro lo schienale di un'altra poltrona.
«No,
perché l'ultima parola l'ha avuta lei. Come sta
Georgia?»
«È
rientrata in lacrime ma poi si è calmata. Mi ha raccontato
della
lettera.», Michael poteva benissimo immaginare la sua
espressione
contrariata ora, «A questo proposito...»
«Non
insultarmi ora, non reggerei.» la anticipò lui
svogliatamente.
«No,
volevo solo dire... Questa probabilmente è la cosa
più stupida che
ti sentirai dire da qui a sempre, eh, e di sicuro non ti
cambierà le
cose, però se io, cioè, se fossi io ad avere un
figlio come te,
ecco, a me andrebbe bene. Intendo dire, sarei contenta,
perciò...
Perciò secondo me, secondo tutti noi, hai ragione tu a dire
che è
lei quella sbagliata. Tua madre, voglio dire. Tua madre è
sbagliata
e tu vai bene così, quindi... Quindi non farti cambiare. E
cose
così.»
Michael,
con gli occhi spalancati, si voltò a guardare la poltrona da
dietro
cui proveniva la sua voce. Poi scoppiò a ridere, arrossendo
compiaciuto: «Grazie. Sei stata chiara in tutto quel
casino.»
«Ora
però devo studiare quindi vattene. Georgia tanto non
scenderà fino
all'ora di cena. Addio.»
Michael
tornò in dormitorio ancora ridendo, non vedendo l'ora di
raccontare
questo a Cedric e Walter.
«Cosa
farai topo scuola, tu? In facanze?» domandò Stan,
«Tu mi puoi
fenire a trofare...»
Megan
annuì distrattamente, scorgendo Michael che parlava con un
ragazzino
del terzo anno, Rowan, che era praticamente un suo adepto. Sembrava
essere tornato il solito e Megan era grata del fatto che non avessero
più parlato del suo tentativo di consolazione del giorno
prima.
«E
tu sorridi e chiedile semplicemente di uscire come se non fosse
importante.» stava dicendo al più piccolo.
«Non
starai dando consigli amorosi...» cominciò lei,
fermandosi
incredula nel bel mezzo del corridoio.
«Oh,
non farlo scappare!» esclamò con voce stridula una
ragazzina
eccitata, quasi saltellando sul posto con la crocchia castana che si
sfaldava, già in bilico dall'inizio.
«Io
faccio scappare la gente?»
Due
ragazzini, uno piuttosto carino con i capelli forse troppo lunghi ed
Helen, un'altra Hufflepuff più piccola con cui aveva
scambiato due
parole ogni tanto, la guardarono agghiacciati. Quella con la voce
fastidiosa non parve rendersene conto.
«No,
soltanto Stebbins.» precisò come se fosse la cosa
più naturale del
mondo. E dal modo in cui aveva pronunciato il suo cognome si capiva
che era cotta.
«Amelia...»
cominciò Helen, palesemente preoccupata. Quella ragazzina
invece le
ricordava Georgia, la tipica Hufflepuff che non scocciava mai
nessuno, per questo doveva essere dura per lei passare il tempo con
tanti squilibrati come quelli del suo anno. Un'annata di psicotici.
Certo,
visto che nella sua c'era Stephen e in quella di Cedric c'erano
Michael, Rent e Jack, forse non poteva aprir bocca a riguardo.
«Oh,
c'è Malfoy!» la ignorò Amelia, che
partì alla carica e sparì
lungo il corridoio dietro il gruppo di Slytherin.
«Pazzia.»
commentò Megan, «Totale pazzia.»
«E
se lo dici tu...» commentò invece Ernie,
passandole accanto e
facendo l'occhiolino a Helen.
«MacMillan,
sei nella mia lista.» promise, tornando a Stan e lasciando i
due
Hufflepuff sconcertati. Stavano piovendo altre ragazzine, sicuramente
dirette al più carino tra loro, l'amico di Hellen di cui
lei, come
al solito, non ricordava il nome.
«Io...»
ricominciò Stan.
«Cedric!
Ti rendi conto che Michael ha dei fan che neanche Krum?»
esclamò
lei, vedendolo passare mano nella mano con Cho. Cedric la
guardò
allarmato.
«Oh
no, di nuovo? Non può rovinarli così!
Vieni!» e anche lui e la
fidanzata andarono a raggiungere il nugolo di ragazzini.
«Stavi
dicendo?» si rivolse finalmente a Stan, che sembrava
perplesso.
«Foi
di qui siete strani.» decretò il bulgaro,
«Pure quel Cetric.
Viktor dice che è pravo racazzo,
però...»
Megan
si sentì molto Michael mentre assottigliava minacciosamente
lo
sguardo: «Cedric è fantastico.»
«Sì,
sì.» disse lui, come per darle il contentino,
«Però foi racazze
di Hoquartz.... Troppo ficine a racazzi. Quella Crancer...»
L'articolo
su Hermione Granger, regina di cuori a Hogwarts, ancora lasciava
strascichi. E gli amici di Viktor non aveva apprezzato i pettegolezzi
che lo vedevano come un idiota che le correva dietro senza risultati.
Immagine
che in realtà Megan condivideva.
«Stai
dicendo che noi di Hogwarts siamo tutte facili?»
domandò in tono
falsamente calmo. Un altro gruppo di Slytherin scendeva dalle scale e
una ragazza tanto bella da sembrare una veela fulminò Stan
con lo
sguardo. Megan si chiese come mai si stesse imbattendo in tanti
studenti del terzo anno, poi si rese conto di aver sbagliato
corridoio. «E mi hai fatto sbagliare strada!»
«Io
non dico questo! Dico che foi afete troppa confitenza. Anche tu, a
folte. Con Vein.»
«Io
non... Con chi?»
«Vein.
Uein.»
«Wayne?»
Megan
era sbalordita, come si poteva essere gelosi di lei e Wayne che non
facevano altro che litigare?
«E
Maicol... Cetric...»
«Tu
sei assurdo!» sbottò lei, «Io ora vado a
studiare in biblioteca,
arrivederci.» lo salutò nervosamente.
Girò i tacchi e si allontanò
di fretta, reprimendo la violenza.
«Ehi,
Megan! Hai visto Hannah ed Ernie?» la chiamò
Justin, dal portone
che dava al cortile.
«Piano
di sopra.» rispose lei tetra.
«Ehi,
Jones, attenta alle scale!» ridacchiò uno
Slytherin che doveva aver
assistito alla sua caduta. Continuavano a darle il tormento soltanto
perché era spesso in compagnia di Michael e Martin Travers
non aveva
ancora scordato.
Megan
sorrise sinistramente e Justin, sgranando gli occhi, fece un passo
indietro.
Un
attimo dopo la fattura orcovolante fu scagliata.
«Megan
è in punizione.» esordì Georgia,
sedendosi sugli scalini,
«Sally-Anne è più intrattabile del
solito. Justin è traumatizzato
da non so che cosa. Cedric, cosa mi sono persa per un giorno in cui
sono rimasta per conto mio?»
«Non
puoi restare per conto tuo, sai benissimo che devi tenere d'occhio
Megan. Per Sally-Anne non ti saprei proprio dire, Justin invece ha
assistito a Megan che faceva scempio di Slytherin con una fattura
dopo l'altra, e dire che quest'anno aveva smesso di averne paura...
Credo che mi farò aiutare da lei per prepararmi alla terza
prova se
ci sarà ancora da combattere...»
«Buona
idea.» approvò Wayne.
«Non
posso credere di essere stata beccata dalla Sprout, sono in punizione
e saluterò Hogsmeade da lontano il prossimo
week-end.» si lamentò
Megan, lasciandosi cadere seduta a terra.
«Ringrazia
che non fosse la McGonagall.» disse Georgia. Wayne
annuì, tirando
fuori una borraccia.
«E
quella?» domandarono entrambe.
«È
di succo di zucca.»
Cedric
trattenne una risata mentre le ragazze lo guardavano senza parole.
Poi arrivò anche Michael soddisfatto.
«Eccolo,
il traviatore di menti.» lo salutò Cedric,
disapprovandolo
palesemente.
«Oh,
di nuovo?» chiese Georgia, sconsolata.
«Quelli
del terzo anno sono pazzi, pazzi.» disse Megan,
«L'unica sana è
Helen. Forse anche l'amico, quello... Percival...»
«Lancelot!»
esclamò Wayne scandalizzato, «Lo chiamano tutti
Lance!»
Michael
quasi cadde a terra dal ridere.
«Chi
cazzo è Percival?»
«Che
nome orrido.» commentò Georgia.
«In
realtà sono quasi sicuro che il Caposcuola Weasley di nome
facesse
Percival.» intervenne Cedric, pensoso.
«Percival...»
continuava a sghignazzare Michael e Megan lo colpì con un
calcio.
«È
lo stesso!»
«Come
fai... Ci abbiamo anche parlato qualche volta...»
borbottò Wayne.
«Che
ci fate tutti qui?» domandò bruscamente lei.
«Ti
aspettavamo. Sapevamo che passavi vicino alla porta che dà
ai
sotterranei, Justin ci ha detto che hai cercato di uccidere qui lo
Slytherin.» spiegò Georgia.
«Ehi,
di che parlate?» domandò Michael, riprendendosi
dalle risate.
«Com'è
che non eri con Stan?» domandò Cedric.
«Storia
lunga.» rispose lei in un ringhio.
«Oh-oh.»
fu il commento di tutti.
«Già.
Maledizione, devo andare! Altrimenti la punizione raddoppia!»
«Che
devi fare?» domandò Cedric.
«Pulire
le serre...»
«Tanti
auguri.» disse Wayne.
«Ma
perché? Sei in un punizione?» domandò
Michael.
«Ma
insomma! Non avete mai lezione voi?»
«Ma
se è l'unica ora alla settimana in cui siamo tutti
liberi!»
protestò Georgia e Michael naturalmente le poggiò
un braccio sulle
spalle.
«Già,
mi sei mancata tanto, Georgie!»
«Ci
siamo visti ieri...» cominciò lei fingendosi
infastidita, prima di
ricordare l'esatta situazione e impallidire, «Come stanno le
tue
mani?»
«Una
favola quando sfiorano te.» ammiccò lui. Georgia
alzò gli occhi al
cielo.
«Che
merda.» commentò Megan, salendo le scale.
«Continua
ad essere una lady.» commentò Wayne.
L'ultima
settimana di maggio Cedric fu chiamato al campo da Quidditch e quando
tornò sembrava in qualche modo offeso.
«È
un labirinto.» rivelò loro in un sussurro quando
si ritrovarono in
biblioteca, «Dovreste vedere come hanno ridotto il
campo!»
«Mi
manca così tanto da star male.» si
lamentò Megan.
«Cosa?»
si stranirono gli altri.
«Il
Quidditch, ovviamente!»
«A
chi lo dici...» concordò tristemente Cedric,
«Comunque sia dovrò
allenarmi il più possibile a combattere e trovare anche un
modo per
orientarmi nel labirinto...»
«Ci
pensiamo noi.» lo rassicurò Georgia,
«Per ricerche e tutto quanto.
Tu invece tieniti in forma.»
«Come
Krum che si tuffava nel lago gelato.» ricordò
Megan con un sospiro.
«Meno
attacchi di “oh, quanto lo amo”, grazie. Tanto
più che la testa
di Krum sembra il risultato di un incontro tra la sua faccia e un
mattone.» commentò Michael. Walter, Rent e Jack
scoppiarono a
ridere e la bibliotecaria piombò su di loro come un falco
per
zittirli. Le sopracciglia di Wayne erano sollevate come al solito ma
mentre Megan non guardava, impegnata a scegliere cosa lanciare
addosso a Michael, le sue labbra si curvarono in un sorrisetto.
«Per
quanto riguarda il tenermi in forma, credo che mi potrai dare una
mano tu.» disse Cedric, rivolto a Megan.
«Ma
è al quarto anno, noi sappiamo duellare meglio!»
protestò Rent.
«Lei
è più imprevedibile, più violenta e
senza pietà.»
«Grazie,
Stebbins.»
«Di
nulla, è la verità. E poi Cedric si
dovrà allenare a parare e a
colpire, non conta molto chi sarà il suo avversario, anche
lui è
molto bravo e deve solo tenersi in forma. Non è come se si
dovesse
allenare Walter, che come sappiamo è un incapace.»
«Senti,
Mike, perché non te ne vai a...»
Cedric
distolse l'attenzione da loro, sospirando di sollievo. Non c'era
più
il panico che aveva preceduto le altre prove, che al confronto erano
molto più spaventose, e sapeva che i suoi amici sarebbero
stati con
lui ancora una volta.
In
un modo o nell'altro sarebbe uscito vittorioso dal labirinto.
Prossimo
capitolo: la terza prova.
Come
sempre Amelia, Rowan,
Helen, Lance, chiunque io nomini del terzo anno, chiunque, viene
dalla storia non ancora pubblicata di Akami, che racconta le loro
avventure.
Il
deja-vù che avrà colpito
chi legge le mie storie su James e Sirius, quando Michael e Cedric
parlavano, non è casuale.
E
Megan ogni tanto prova a
essere gentile anche con Michael, sì, anche se non sa bene
come si
fa.
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Capitolo 11 *** La terza prova. ***
La
terza prova.
Per
tutto il mese Cedric non
fece altro che prepararsi alla prova, imparando velocemente gli
incantesimi per orientarsi e aumentando le sue abilità in
attacco e
in difesa: Megan era un'ottima aiutante perché colpiva
sempre in
modo imprevedibile e non gli dava modo di respirare, si poteva dire
che in tre settimane i riflessi di Cedric fossero raddoppiati.
«Meg,
lascia perdere il
Quidditch, fatti Auror.» le consigliò Cedric un
pomeriggio,
passeggiando con lei vicino a lago.
«Non
sono abbastanza brava in
Trasfigurazione.» gli ricordò lei con una risata,
«Anche se seguo
demonologia, quindi potrei fare la disinfestatrice contro ghoul e
maledizioni varie. Ehi, l'anno prossimo sarai tu a darmi una mano coi
G.U.F.O. per la McGonagall.»
«Ah,
gli esami, non
ricordarmelo... Se comincio a pensare ai miei M.A.G.O. ora, non ne
esco più.» sospirò Cedric,
«Michael sarà fuori di sé tutto il
tempo.»
«Perché,
Walter no? E
ringrazia che Rent e Jack se ne fregano... Sei tu l'unico davvero
bravo del tuo anno.»
«Walter
è bravissimo!»
«Sì,
ma quando è preoccupato
sta sveglio tutta la notte. Ricordi l'anno scorso? Wayne e Stephen
l'avevano minacciato di morte perché li seccava mentre
giocavano a
scacchi nelle loro nottate bianche.»
«È
vero.» ricordò lui con un
gemito di orrore, «Tu eri l'unica a non aver mai litigato con
lui.»
«Fino
a quest'anno quando si è
fatto strane idee...» borbottò lei tetramente.
«Direi
che quella situazione è
risolta però. Sembra essersi messo il cuore in pace ora che
ha avuto
una tua... come dire... risposta sicura sull'argomento.»
«Da
quanto gli piacevo?» si
costrinse a chiedere lei.
«Dall'anno
scorso, più o meno.
Di solito però cambia obbiettivo quando la ragazza gli dice
di no,
solo che con te non si era esposto per paura delle ritorsioni. Sai
essere intimidatoria.» le rivelò Cedric,
«Non è un caso se
spaventi i più piccoli.»
«Sono
comunque una ragazza, non
l'avrei certo picchiato per una pseudo-dichiarazione... Gli avrei
risposto di no e anche in modo più civile di come invece
sono andate
le cose.» sospirò Megan, poi lo guardò
sorpresa: «Come sarebbe
“spaventi i più piccoli”?»
«Dimentica
quello che ho
detto.» si affrettò a dire lui, nascondendo una
risata, «E
comunque ce ne siamo accorti che sei una ragazza, solo che sei un po'
scontrosa alle volte e sicuramente lui aveva paura di rovinare la
vostra amicizia.»
«Che
sciocchezza... Insomma,
quando uno dei due si innamora dell'altro l'amicizia è
già andata
al diavolo, tanto vale tentare. Poi l'amicizia può rinascere
quando
si smette di essere innamorati, ma nel mentre no.»
ribatté Megan,
scocciata.
«Che
saggezza, Jones.»
«Io
dovevo andare a Ravenclaw.»
disse lei serissima.
«Davvero?»
si stupì Cedric.
«No!»
rise Megan, «In realtà
il Cappello era un po' deciso, ero una bambina piuttosto coraggiosa,
o dovrei dire avventata, se ricordi il modo in cui sfidavo anche voi
più grandi... Quindi...»
«Gryffindor.
Ecco perché parli
sempre male di loro.» Cedric scoppiò a ridere,
«Ho indovinato? Sei
una rosso-oro in incognito?»
«Sì,
temo di sì. Dopotutto
anche mia madre lo era.»
«Beh,
sono felice che tu sia
finita a Hufflepuff.» disse lui con un sorriso.
«Oh,
adesso vado a dire a Cho
Chang che mi fai il filo.» lo sfotté lei, dandogli
una spinta.
Cedric rise allegramente.
«Mi
hai scoperto, eh?»
«Tra
l'altro vi state vedendo
poco con tutta questa storia degli allenamenti... Va tutto bene su
quel fronte?»
«Benissimo,
tranquilla. Cho
capisce la situazione, l'avevo avvertita... E poi sa che esattamente
come Michael io amo passare del tempo con gli amici.»
«A
proposito, Cho sa nulla
della Fawcett?» domandò, curiosa.
«Credo
che Sandy si sia un po'
pentita... Ma non penso che Michael gli darà un'altra
possibilità.
Sta fin troppo bene ora e non potrebbe mai perdonarla. È uno
che non
scorda le cose facilmente.»
«Contento
lui.» sbottò lei,
poco convinta, «Secondo me, per quanto lagnoso fosse,
è che più
che altro era abituato a lei, non che ne fosse innamorato... Quel
piccolo rompibolidi...»
Cedric
rise di nuovo e le
scompigliò i capelli, facendola strillare oltraggiata.
E
in quel momento decise di
ritagliarsi un po' di tempo per parlare con i suoi amici, prima che
ci fossero gli esami e la prova.
«Mi
mancheranno le ragazze di
Beauxbatons, erano una bella visione la mattina.»
dichiarò Walter,
e Cedric e Michael risero.
«Concordo.
Specie Fleur. Anche
se ha una cotta per Cedric, secondo me.»
«Aaah,
il nostro rubacuori!»
esclamò Walter, pizzicandogli un braccio mentre Michael gli
si
gettava addosso. Cedric si divincolò ridendo e gli
sfuggì.
«Siete
orribili.» commentò,
cercando di ridarsi un contegno.
«Sei
ingiusto, ti ho anche
portato la colazione a letto oggi.» disse a voce ben alta
Michael.
Due ragazzini di passaggio li guardarono con orrore.
«Lo
fa apposta, vero?» domandò
Walter, sghignazzando. Cedric sospirò.
«Comunque
anche senza quelle
siamo messi bene, le nostre amiche si fanno sempre più
belle.»
commentò infine Michael, che ne sembrava compiaciuto quasi
fosse
merito suo, «Se ripenso al Ballo del Ceppo...»
«Megan.»
disse all'istante
Walter, «E non lo dico perché siamo io e lei, ma
obbiettivamente.»
«Obbiettivamente
Megan potrebbe
essere descritta con l'aggettivo eterea.» disse Michael,
stupendoli,
«È esile, ha un viso molto dolce, un aspetto
delicato, la
carnagione chiara... Insomma, sembra una bambolina. Poi apre bocca ed
è un troll.»
Risero
di nuovo tutti, e Cedric
protestò: «Ma non è sempre
così! Siete voi che non la sapete
prendere!»
«Stai
scherzando? E anche se la
si lascia a sé tira fuori sempre quell'aria scocciata... Se
non la
conoscessi e la vedessi in silenzio penserei a una Slytherin
purosangue snob!»
«Devo
ammettere che la penso
come lui.» ridacchiò Walter, «Ma diventa
sempre più bella quindi
glielo perdono. E Sally-Anne, tralasciando il carattere veramente
orribile, sembra una veela.»
«Non
parlarmene, ci ho litigato
non troppo tempo fa... È di una crudeltà che fa
sembrare Megan un
angelo. Però sì, fisicamente non lo diresti mai.
Anche se la mia
preferita tra tutte è Georgie.»
«Solo
perché ha tipo la quarta
di reggiseno.»
«Non
è solo per quello!»
protestò lui scandalizzato, «Cedric,
diglielo!»
«Tienimene
fuori. Per me son
due sorelle, non ne voglio sentir parlare così.»
rise anche lui.
«Beh,
comunque no. A me Georgie
piace per aspetto perché si vede subito che è una
tosta. Poi sembra
sempre abbronzata...»
«Ma
che c'entra?» sbottò
Walter.
«Possiamo
cambiare argomento?»
li supplicò Cedric.
«Sì,
passiamo a quelle del
quinto anno.» approvò Michael.
«Piuttosto,
Walter, tu vieni a
trovarci con Wayne quest'estate, vero?»
Walter
rimase in silenzio
qualche secondo, riflettendo.
«Sì,
penso non dovrebbero
esserci problemi, anche se non ti so dire per Wayne. Saremo
separati.»
«Tu
con tuo padre e lui con tua
madre?»
«Esattamente.
Wayne non lo
sopporta, quindi... Anche se non so dove andrà la mamma, se
partirà
all'estero dovrò passare a prenderlo io e non mi so ancora
smaterializzare, quindi sarà un po' complicato.»
«Se
anche voleste passare tutta
l'estate con noi per me non ci sarebbero problemi. Ricorda che casa
mia è casa vostra.» disse Cedric, con uno sguardo
così sicuro e
pieno di affetto che Walter sorrise di riflesso.
«Wayne
ne sarà oltremodo
lieto.»
Michael
batté le mani, allegro:
«Faremo feste ogni giorno! E mangeremo crostate ogni
giorno!»
«Sono
proprio curioso di
assaggiare quelle famose crostate.» convenne Walter.
«Come
va lo studio?» domandò
Cedric, sedendosi accanto a Wayne.
«Prenderò
due G.U.F.O. e non
tornerò a Hogwarts.» rispose l'altro tetramente,
«Megan mi ha più
o meno dato una mano con Pozioni e mio fratello mi ha recuperato i
suoi vecchi appunti di Storia della Magia, ma non penso sarà
sufficiente. Mi sono distratto troppo.»
«Dici
sempre così e poi vai
sempre bene. Vedrai che ti andrà tutto benissimo anche
stavolta...»
lo rassicurò lui.
«Più
che altro mi fa orrore
l'idea di continuare Storia della Magia e Aritmanzia, ma non sono
sicuro di cosa mi servirà di più per
Magisprudenza. Sai, stavo
valutando di seguire davvero il consiglio di Megan.»
«Ah,
già, avevo sentito
qualcosa di simile... La volta in cui è caduta dalle
scale.»
«Esatto.»
Stessero
in silenzio per qualche
minuto, mentre Cedric dava uno sguardo a uno dei libri aperti davanti
all'amico.
«Brutto
ricordo, quello.»
osservò alla fine. Wayne sospirò.
«Soprattutto
perché quella non
immagina minimamente lo spavento che ci siamo presi. Con tutta
probabilità se lei fosse stata al nostro posto non ne
sarebbe stata
toccata.»
«In
realtà neanche tu sembravi
spaventato quanto gli altri.»
«Davvero?»
domandò Wayne
sorpreso. Era convinto che gli altri si fossero accorti della sua
imperdonabile esagerazione.
«Davvero.
Sei sempre così
controllato... Eri solo un po' pallido. Io invece tremavo come un
idiota.» sorrise lui.
«No,
sembravi tranquillo anche
tu. O meglio, solo tu. Se io sono controllato, Michael è un
fiume in
piena.»
«È
sempre così impulsivo...»
commentò Cedric, con un gran sorriso. Wayne sorrise a sua
volta.
«Fratelli...»
mormorò.
«Cosa?»
«Niente,
pensavo ad alta voce.
Come mai sei qui?»
«Sono
solo passato a dare
un'occhiata... per vedere come te la cavavi. Sai, con questa storia
del torneo non ho più avuto modo di vedermi a quattrocchi
con
nessuno, a parte Michael.»
«Naturale.
Pensa a quando ti
godrai la vincita... Sarà stato tempo speso bene.»
«Penso
che farò un viaggio ad
agosto con Michael, se davvero vincerò io. Ma non dirglielo
ancora.
Gli farò una sorpresa per il suo compleanno, ha sempre
voluto
visitare la Spagna...»
«Santo
Cedric.» commentò
Wayne, «Portatemi un souvenir.»
La
conversazione finì col vertere sulla Spagna e poi sui
viaggi, finché
Wayne non raccontò del suo ultimo viaggio in Messico dove
viveva la
sorella di sua madre, quando Walter si era dato fuoco ai capelli dopo
una bevuta di troppo, e Cedric scoppiò a ridere abbastanza
forte da
farsi cacciare dalla biblioteca “questo
è un luogo di studio! Fuori!”.
Wayne lo seguì sogghignando.
«Adesso
mi prenderà di
mira...»
«Peggio
per te che sei un
cattivo ragazzo.» cantilenò Wayne, infilando i
libri in borsa.
«Dai, ti porto alle cucine. Tu mangi e in cambio mi dai una
mano in
Storia della Magia.»
«Affare
fatto!» accettò
Cedric allegramente.
Georgia
stava giocando a
trasfigurare delle pietre in conigli, cosa che in teoria non avrebbe
dovuto saper fare, ma avere Wayne come amico portava a fare passi da
gigante in Trasfigurazione.
Cedric
si fermò alle sue spalle
per osservare gli animaletti che le saltellavano attorno.
«Miri
a popolare la foresta con
animali innocui?»
«Non
sarebbe una cattiva idea.»
disse lei senza voltarsi, «Anche se Hagrid non ne sarebbe
felice.
Cosa ne sarebbe di lui se non avesse mostri da farci combattere alle
sue ore di lezione?»
«Beh,
a me gli snasi
piacevano.»
Georgia
si voltò con occhi
sfavillanti: «Vero? E trovavano tesori!»
«Venale.»
rise lui.
«Beh,
non è che siamo proprio
pieni di galeoni, se permetti.» ribatté lei con
un'alzata di
spalle, «C'è la pensione perché i miei
erano Auror, ma è una
miseria, e anche se mio fratello lavora siamo in tre e mia
sorella...»
«Calma,
calma!» esclamò lui;
aveva dimenticato quanto Georgia fosse suscettibile quando si parlava
di soldi, «Era per dire!»
«Sì,
scusami... Sono un po'
nervosa. Proprio per mio fratello.» sbuffò lei.
«L'avevo
intuito... Che
succede?» domandò più dolcemente,
sedendosi sull'erba.
«È
sempre così irrequieto...
Ho paura. Ho paura che quando nostra sorella entrerà a
Hogwarts lui
chiederà di essere spedito all'estero come i miei genitori.
Non
posso perdere anche lui... E poi Charlotte non ha praticamente
conosciuto mamma e papà, ma lui è l'unico
genitori che abbia mai
avuto e non voglio che passi quello che ho passato io.»
strappò
qualche stelo d'erba e lo lanciò nel lago.
«Non
accadrà. Senti, tu non
puoi fermare tuo fratello, è un adulto. Ma devi avere
fiducia in
lui, non gli succederà nulla. E tua sorella non
starà mai come te.
Tua sorella tra qualche mese sarà tra noi e farà
parte del nostro
gruppo. Ci prenderemo tutti cura di lei. Tutti insieme.»
Georgia
lo guardò riconoscente,
poi disse: «E se Michael ci prova con lei per farmi
innervosire,
prometti che lo picchierai?»
«Prometto
che lo farò
picchiare a Megan.» rispose lui solennemente, ed entrambi
scoppiarono a ridere.
«Non
è che non mi fidi di mio
fratello, lui è forte.» riprese Georgia,
«Ma anche i miei lo
erano. E mia madre è partita anche se aveva una bambina
piccola,
era... Non so, non riesco a non avercela con lei, credo. Non tanto
per me, che avevo già sette anni, se
“già” si può dire, ma
perché Charlotte aveva tre anni. Non puoi lasciare a casa
una
bambina piccola così con leggerezza, i genitori non
dovrebbero mai
allontanarsi dai figli, se possono. E hanno costretto Rob a prendersi
cura di noi, appena maggiorenne... Penso che se ora Rob decidesse di
fare come loro riverserei su di lui tutto questo rancore. Finirei col
litigarci malamente, mi conosco, e se poi gli succedesse qualcosa non
lo perdonerei.»
«Visto
che sai che andrà così,
cambia le cose! Contieniti, prova a dirgli ciò che hai detto
a me,
spiegagli come ti senti! È del tutto naturale che tu ti
senti
abbandonata e non voglia ripetere l'esperienza... Però devi
anche
capire che anche lui ha i suoi sogni, che devi provare a vedere le
cose in modo diverso, perché prima o poi nella vita ci si
allontana
un po', almeno fisicamente... E perché lui si pentirebbe di
non
averlo fatto. Lui è tuo fratello, non tuo padre.»
Cedric la
guardava, i suoi occhi grigi non l'abbandonavano un istante per non
permetterle di fuggire.
«Hai
ragione. Lo so che hai
ragione. Solo che mente e sentimenti...»
«Me
ne rendo conto.» la
interruppe lui, «E so anche che ho una famiglia normale,
felice, e
quindi non so bene di cosa parlo. Vorrei solo che tu ci pensassi di
più e che provassi a vederla dal suo punto di vista,
perché così a
settembre non ti ritroverò a scuola piena di sensi di
colpa.»
«A
me interessa il tuo parere.»
dichiarò lei, «E ti ringrazio, anzi. Sei sempre un
buon amico,
quello da cui correre quando si ha bisogno di ragionare... Sai che
penso che Megan ti veda praticamente come un padre almeno quanto Mike
ti vede come un fratello? Cotta a parte.»
«Cotta
a parte, che non avrei
mai immaginato, ne sono onorato.» disse immediatamente
Cedric,
serissimo.
«E
per mio fratello proverò a
pensarci di più, a vedere le cose dal suo punto di vista...
Dopotutto non è più pericoloso come quando c'era
Tu-Sai-Chi, e se
lui non fa sciocchezze... Insomma, sarà un po' come un
viaggio
normale.»
«Ma
sì, cosa vuoi che succeda,
di questi tempi...» sdrammatizzò anche lui,
«E non vedo l'ora di
conoscere Charlotte.»
Georgia
sorrise, «Oh, è una
piccola violenta.»
«Un'altra
figlia per me allora,
Megan seconda.» sorrise anche lui.
«Magari
anche peggio!»
Cedric
trovò Stephen in sala
comune e con lui Susan e Quill. Era sera tarda, e avevano unito tre
poltrone in un unico comodo divano, forse inizialmente con
l'obbiettivo di studiare vicini e comodi ma finendo ovviamente per
addormentarsi, escluso Stephen che soffriva come sempre di insonnia.
Era strano che Wayne non fosse già lì a giocare a
scacchi, ma poi
Cedric si ricordò che studiava sicuramente per gli esami.
«Comodo?»
domandò scherzoso,
dato che Quill gli era franato sulle gambe; infatti Stephen gli aveva
poggiato il libro sopra la testa per poter leggere mentre Susan
dormiva con la testa sulla sua spalla e un braccio incrociato al suo.
«Una
favola. Fosse solo
Susan... Ma la testa di Quill è pesante. Strano, non pensavo
ci
fosse un cervello.»
«Ma
povero...» sorrise lui,
sapendo che in realtà Stephen considerava Quill il suo
migliore
amico esattamente quanto Wayne.
«Povero
un cavolo. Mi ha di
nuovo battuto a scacchi.»
«Solo
perché tu perdi tempo a
chiacchierare con la regina.» gli fece presente Cedric,
«Ma Susan
sta bene? La vedo pallida...»
Stephen
si fece immediatamente
preoccupato.
«Non
lo so. Spero non abbia
nulla di contagioso.»
«La
tua preoccupazione per lei
è commovente.»
«Se
io stessi male lei starebbe
male moralmente, quindi mi sto comunque preoccupando anche per
lei.»
affermò lui come se fosse ovvio.
«Come
rigiri tu le cose lo fa
solo la Skeeter.»
«È
un sottile suggerimento di
lavoro?»
«Potrebbe.»
ghignò lui, «Ti
ci vedrei a fare il giornalista.»
«E
mi dica, signor Diggory, è
eccitato per la terza prova che si terrà tra meno di una
settimana?»
«Stanco
morto, più che altro.
E tu non sei preoccupato per gli esami?» domandò
lui, e Stephen
impallidì.
«Non
ricordarmeli. Posso
citarti a memoria passi del libro di Trasfigurazione e fare
Incantesimi in programma per l'anno prossimo... Solo che Cura delle
Creature Magiche... Sai che mi fanno tutti schifo gli animali! E per
Erbologia mi fanno schifo anche le piante... Senza contare che
dimentico quali utensili usare per cosa, sono troppo occupato a non
vomitare!»
«Vuoi
che li ripassiamo
assieme?» si offrì Cedric, che non si sentiva per
nulla stanco.
Stephen gli concesse un sorriso enorme, chiudendo il libro con uno
scatto secco. Quill si lamentò nel sonno e Susan
cercò una
posizione più comoda, stringendosi più addosso a
lui, che arrossì
leggermente ringraziando il buio.
Fu
molto più semplice parlare
con Rent e Jack, che gli piombarono addosso dopo l'esame di
Incantesimi da cui lui era dispensato essendo uno dei campioni.
Walter era crollato come morto sul banco e Michael era schizzato
fuori, sicuramente per raggiungere Georgia e assillarla un po' sui
suoi esami.
«Continui
a ripassare? Bravo!»
si complimentò Jack, mentre Rent sbadigliava sonoramente.
«Scommetto
che non l'ho
passato.» disse invece l'altro.
Cedric
lo guardò sconvolto.
«Come
no?»
«È
la teoria. Sai bene che
faccio pena. Ma chi se ne importa, tra poco è
estate!» urlò lui,
facendo voltare le loro compagne che lo guardarono scandalizzate.
«Come
sei messo tu con
l'incantesimo scudo ora?» chiese invece Jack, aggiustandosi i
capelli biondi mentre controllava il proprio riflesso su una
finestra.
«Molto
meglio, grazie.»
rispose lui, alzandosi e mettendo a posto i libri, «Andiamo a
pranzo
assieme?»
«Ovvio
che sì, sto morendo di
fame!» esclamò Rent, di ottimo umore,
«Finalmente ho finito gli
esami! Potrei piangere!»
«Ma
chi me l'ha fatto fare di
continuare Storia della Magia...» borbottò Jack,
sofferente, che
avrebbe avuto l'ultimo il giorno dopo, un'ora dopo quelli del quarto
anno.
«Su,
inutile lamentarsi ormai.
E poi non sei come Rent, potresti farcela.» lo
incoraggiò Cedric
beffardo, colpendo la nuca di Walter con le nocche mentre passava.
«Buongiorno.»
li salutò lui,
riemergendo assonnato.
«Andiamo
a pranzo, ci servi in
forze!» lo chiamo Rent, giocherellando con una spilla. Cedric
riconobbe la scritta “POTTER FA SCHIFO”.
«Ma
Rent...» cominciò.
«Ah,
no, non è come pensi!
L'ho ritrovata in tasca stamattina e mi fa da portafortuna!»
Lui
e Jack si scambiarono uno
sguardo ma non commentarono.
«Portafortuna?
Ma se hai fatto
pena a Trasfigurazione!» lo contraddisse invece Walter,
com'era
prevedibile.
«Ma
pensa per te che ti
addormenti in giro!»
«Sono
preparato, quindi faccio
quello che mi pare!»
«Poi
ti lamentavi di non essere
Prefetto.» si lamentò a bassa voce Jack e Cedric
sorrise.
A
pranzo Hannah si sedette
accanto a lui per informarsi su come stavano andando i preparativi
per la prova e ben presto si trovò immerso in una
conversazione con
almeno venti persone che ascoltavano interessatissime.
«Sono
sicurissima che
vincerai!» esclamò Amelia, la Hufflepuff del terzo
anno che
evidentemente non aveva una cotta solo per Michael, a giudicare da
come lo fissava. Megan quasi soffocò nel succo di zucca; lei
e un
altro ragazzo del terzo anno che aveva uno spiccato accento francese
e soltanto per questo aveva sempre giudicato snob si scambiarono
un'occhiata afflitta, che la convinse di averlo giudicato troppo
presto. Justin colse lo scambio di sguardi e scoppiò a
ridere.
«È
strana ma simpatica.» le
disse, senza preoccuparsi che potessero sentirlo.
«Comunque
noi faremo il tifo
per te.» stava concludendo Ernie, pomposo come ogni volta che
cercava di essere serio. Hannah nascose una risatina dietro una mano.
«Grazie,
grazie.» farfugliò
Cedric, che cominciava ad essere in imbarazzo.
Sally-Anne
si alzò, molto
pallida in viso.
«Che
succede?» le domandò
Susan, che invece aveva recuperato il colorito sano.
«Sto
di nuovo poco bene...
Credo di aver fatto congestione.» disse lei, scossa dai
brividi.
«E
come farai domani alla prova
di Storia della Magia?»
«Mi
ucciderò.» rispose lei
drammaticamente, poi si portò una mano allo stomaco con una
smorfia
sofferente.
«Ti
accompagno in infermeria.»
disse subito Cedric, seguendola.
Sally
annuì afflitta e non
disse una parola per tutto il viaggio.
«Domani
sicuramente starai
abbastanza bene da dare l'esame, non preoccuparti... E poi tornerai
in infermeria se stai di nuovo male.»
«Mi
perderò la tua prova, lo
so già.» borbottò lei, con palese
fastidio.
«Vorrà
dire che passerò in
infermeria per le tue congratulazioni.»
Lei
inaspettatamente sorrise:
«Sei sicuro di vincere?»
«No,
ma mi aspetto comunque
congratulazioni.» ammiccò lui, «Ma come
hai fatto a prendere
freddo?»
«Troppe
gelatine ghiacciate.»
rispose lei, incupendosi.
«Non
sapevo ti piacessero!»
«Ebbene
sì. Anche se non ho
un'anima ho gusti umani.»
«Come?»
si sorprese lui.
«Oh,
chiedi a Stebbins.» lo
gelò lei, e per un momento gli ricordò le veela
alla coppa del
mondo, belle solo quando lo volevano e spaventose per il resto del
tempo.
«Non
so cos'abbia fatto ma temo
il peggio. Ah, giusto, avete litigato?»
«Solo
uno scambio di
convenevoli... Per litigare dovrebbe significare qualcosa per
me.»
spiegò lei freddamente.
«Ti
assicuro che non è male
come sembra, è stato un periodo molto brutto per lui...
Anche se
sono sicuro che abbia esagerato, com'è tipico di
lui.» si affrettò
a dire dopo una sua occhiataccia, «Intendevo solo dire che
è una
bella persona appena ci si sforza di andare oltre l'apparenza.
Potreste diventare amici se tu lo volessi.»
«Io
non faccio amicizia con
nessuno. E poi credo che tu sia condizionato dalla tua amicizia con
lui e ne veda soltanto il meglio.» disse lei, fermandosi
davanti
alla porta dell'infermeria.
«E
sarebbe così male?»
«Questo
non l'ho mai detto.»
rispose lei con un altro sorriso, «Grazie per avermi
accompagnata.
Passa di qui domani, se puoi. Vorrei farti i miei auguri.»
«Con
piacere.»
La
mattina dopo, quando gli
altri del quarto anno erano già spariti per l'esame di
Storia della
Magia e Wayne finalmente si godeva la pace, la professoressa Sprout
venne a chiamare Cedric perché incontrasse la sua famiglia.
«Dopo
ti vengo a chiamare,
tanto vorranno vedere anche te.» disse, rivolto a Michael che
rispose con un cenno mentre finiva la propria colazione.
«Io
penso che mi scriverò
Cedric da qualche parte. Ho sentito che un Gryffindor voleva fare lo
stesso con Potter.» annunciò Rent.
«Te
lo dico io dove puoi
scriverlo.» rise Michael.
«Ma
alla fine Sally-Anne è
riuscita ad andare a dare l'esame?» domandò Walter.
«E
chi se ne frega?» rispose
prontamente l'altro.
«Credo
che avrebbe raggiunto le
altre direttamente in classe, non avrebbe comunque potuto
mangiare.»
rispose Wayne, più pacato.
«Sei
una persona orribile,
Stebbins.» disse Jack, facendo il verso a Megan.
«Se
fosse qui ti prenderebbe a
calci.» gli fece presente Walter.
«Ma
non c'è! Siamo liberi!»
festeggiò anche Rent.
«Siete
orribili entrambi.»
decretò Wayne.
Inutile
dire che dopo aver
passato gli ultimi giorni a dedicare ogni minuto di tempo libero agli
amici e naturalmente a Cho, Cedric sparì letteralmente per
tutta la
mattina e si fece vivo solo a pranzo in compagnia della famiglia.
Amos sembrò ritrovare in Michael un secondo figlio perso, e
i due
intavolarono una fitta conversazione sulla bravura di Cedric e su
quanto Potter dovesse starne fuori.
Cedric
ne approfittò per
passare in infermeria, dove Sally-Anne scriveva su un giornale.
«Cosa
fai?» le domandò,
incuriosito.
«Oh,
un magicverba. Me l'ha
consigliato un ragazzo. Non lo conosci.» anticipò
la sua domanda,
«Che hai combinato oggi?»
«Visita
dalla famiglia. Ci sono
mio padre e mia madre, che ora staranno gironzolando con
Michael.»
«Contenti
loro.» disse lei con
una smorfia, e Cedric sorrise.
«Devo
tornare da loro... Tu
come stai?»
«Temporaneamente
meglio ma
conto di morire di dolori entro qualche ora... Possibile che non ci
sia una cura magica né per il raffreddore né per
l'indigestione o
congestione che sia? Tutto questo è altamente
degradante...»
«Walter
ha chiesto di te oggi.»
disse lui e lei si irrigidì, «Se eri riuscita ad
andare all'esame.
Allora non è vero che non fai amicizia con
nessuno...» la stuzzicò.
«Oh,
bene, se proprio vogliamo
essere puntigliosi ho legato anche con Susan e Hannah.»
replicò
annoiata, «E no, Walter non rientra nelle mie amicizie.
Comunque lo
ringrazio per l'interessamento. Sai, sono una persona
educata.»
Cedric
scoppiò a ridere, poi le
poggiò una mano sulla spalla.
«Stammi
bene e preparati a
festeggiare.»
«In
bocca al lupo.» disse lei,
sorridendo.
«Crepi.»
E
corse via, per raggiungere la
sua famiglia. Sally-Anne tornò al suo magicverba, cercando
di
scacciare la tensione.
«Hai
parlato abbastanza con mio padre?» domandò Cedric
divertito, e
Michael annuì.
«Mi
ha invitato a passare l'estate da voi anche quest'anno.»
spiegò, «E
mi ha abbracciato.
Ti rendi conto che è più eccitato di
te?»
«Difficile
pensarlo, mi sento morire.» ammise l'altro, sorridendo
nervosamente.
«Dai,
sei già il Campione del nostro cuore...», rise
Michael portandosi
le mani al petto, «Specialmente di Cho.»
«Questo
è il tuo speciale incoraggiamento? Prendermi in
giro?» Cedric si
finse offeso e Michael rise di nuovo, gettandogli un braccio intorno
alle spalle.
«No,
senti, amico, volevo solo dirti che non importa come andrà
questa
prova nel fantomatico labirinto, tu sei stato veramente grande e
siamo tutti molto orgogliosi di te.»
Cedric
alzò lo sguardo al cielo, imbarazzato, e Michael lo
spostò a terra.
«In
teoria avremmo dovuto spedire Meg o Georgie a dirtelo, sai, essendo
donne... Ma volevo parlarti io da solo per ultimo, è un mio
diritto,
quindi mi hanno chiesto di fare da portavoce anche per gli altri.
Specialmente per Rent che voleva semplicemente grugnire qualcosa tipo
“buona fortuna”. È uno
scimmione.» disse e rise, a disagio.
«Grazie.
Non avrei superato neppure una prova se non fosse stato per
voi.»
«Puoi
ben dirlo!» Michael tornò a un tono più
leggero, «Insomma, ci
siamo ammazzati sui libri per te!»
«Puoi
evitare di comprenderti in quel plurale, sporco bugiardo?» lo
spinse
via Cedric con una risata, «Fai sempre sfacchinare tutti e
poi ti
prendi i meriti!»
«Questo
è il motivo per cui mi ami!» strillò
lui mentre passavano per il
portone di quercia della Sala Grande, piena per la cena, e tutti si
voltarono a guardarli scioccati.
«Ti
detesto, giuro.»
«Nah,
non sapresti cosa fare senza di me!»
Durante
la cena Cedric non riuscì a toccar cibo, nonostante le
insistenze
degli amici, ed era una fortuna che i suoi genitori si fossero seduti
un po' distanti per evitare che il padre lo assillasse; il suo
stomaco si era chiuso come al solito e si limitò a
giocherellare con
la forchetta.
«Ma
sarai debole così! Krum ti ucciderà, è
di Durmstrang!»
ridacchiò Michael alla fine.
«Ma
la pianti? Se Cedric vuole lasciarci la pelle non sono affari
tuoi.»
rincarò la dose Walter e Cedric sbuffò, prendendo
il dolce.
«Se
muoio potete scordarvi le mie cose, lascio tutto a Wayne e Georgia
che non mi hanno seccato durante quest'ultima cena.»
«Sei
un mostro!» esclamò Megan, «Dopo tutto
quello che ho fatto per
te!»
«Giusto.
Michael, hai il compito di prenderti cura di Meg e Georgia.»
Michael
fece il saluto militare, ricevendo diversi inviti ad andare a quel
paese.
«Semmai
il contrario. Non è che sappia badare neanche a se
stesso...»
«Lo
so, Meg, ma si fa per dire.» la rassicurò Cedric,
«E poi lui è il
più grande in teoria.»
«Molto
“in teoria”.» confermò Wayne,
«Moltissimo.»
«Meg,
ora che ci penso che fine ha fatto Stan?» domandò
Cedric.
«Oh,
storia lunga... Te lo racconto dopo la terza prova. Anzi, dopo i
festeggiamenti.»
«Giusto,
perché Cedric vincerà!»
ululò Rent, saltandogli alle spalle, e
anche Jack gli spettinò i capelli. Michael si
aggrappò a un suo
braccio sollevandoglielo e anche Walter alzò il proprio
calice.
«A
CEDRIC, CAMPIONE DI HOGWARTS!» ruggì.
«E
basta!» rise Cedric tentando di liberarsi, mentre gli altri
brindavano e lo ignoravano, lasciandolo in balia degli amici
più
scalmanati. Alla fine Cedric riuscì a schiaffare il dolce
addosso ai
due, provocando le risate generali.
Dumbledore
si alzò mentre Wayne, sogghignando, porgeva un fazzoletto al
fratello, e tutti si zittirono puntando gli occhi su di lui.
«Signore
e signori, tra cinque minuti vi chiederò di scendere al
campo di
Quidditch per la terza e ultima prova del Torneo Tremaghi. I campioni
vogliano per favore seguire il signor Bagman giù allo
stadio,
adesso.»
«Buona
fortuna, Ced!» gridarono tutti, e seguirono anche alcuni
“Per il
campione!” “Vai, Diggory!” e applausi dal
loro tavolo e da
quello Ravenclaw e Slytherin. Cedric rivolse loro un ultimo sorriso,
si liberò con uno schiaffo sulla mano di Michael,
sghignazzando con
lui come bambini, levò una mano e li salutò
tutti, prima di
dirigersi verso l'esterno.
Michael
non seppe dirsi il perché, ma ebbe l'istinto di chiamarlo
indietro,
soltanto per vedere un altro secondo il suo sorriso allegro e
tranquillizzarsi. Scambiò un'occhiata con Megan e
stranamente lei
ricambiò con simpatia, sicuramente presa dall'euforia come
tutti.
Poco
dopo furono liberi di seguirlo e corsero a perdifiato verso il campo
da Quidditch, cercando i posti migliori, quelli più vicini
alle
uscite che avrebbero portato di sotto dai Campioni. Si sistemarono in
basso e nella loro fila si sedette anche il padre di Cedric che
sembrava eccitatissimo.
Bagman
si fece avanti e annunciò: «Signore e signori, sta
per cominciare
la terza prova del Torneo Tremaghi, la prova finale! Permettete che
vi ricordi la situazione del punteggio! Al primo posto, alla pari,
con ottantacinque punti ciascuno... il signor Cedric Diggory e il
signor Harry Potter, entrambi della Scuola di Hogwarts!»
Tutti
applaudirono e Megan lo fece così forte da farsi male alle
mani.
Georgia strillò: «VAI, CEDRIC!» con
tutto il fiato che aveva in
gola.
«Al
secondo posto, con ottanta punti... il signor Viktor Krum,
dell'Istituto Durmstrang!» del loro gruppo com'era
prevedibile
applaudirono solo Megan e Wayne, quest'ultimo per pura educazione,
«E
al terzo posto... Mademoiselle Fleur Delacour, dell'Accademia di
Beauxbatons!» stavolta applaudirono di nuovo tutti e Michael
fischiò.
«Allora...
al mio segnale, Harry e Cedric! Tre... due... uno...» e
Bagman
fischiò. I due scattarono e Cedric scomparì dalla
loro vista.
«Accidenti,
non vedremo nulla, vero?» si lamentò Michael,
«Morirò di
crepacuore nell'ansia.»
«Sally-Anne
rimpiangerà amaramente di essere in infermeria.»
commentò
distrattamente Georgia, «Non che sia colpa sua, ma ha preso
freddo
nel momento sbagliato.»
Attesero
un'ora intera, a volte in silenzio per parecchi minuti di fila e
altre in cui le loro voci si accalcavano discutendo su come avrebbero
dovuto festeggiare se Cedric avesse vinto, arrivando addirittura a
proporre di vedersi tutti quanti insieme d'estate a casa di qualcuno.
«Casa
mia è molto grande.» disse a un certo punto
Stephen, «Potremmo
fare una festa.»
«E
come la raggiungiamo casa tua?» domandò Georgia.
Michael rise.
«Non
pensiamo ai particolari già da ora! E poi Cedric mi stava
giusto
dicendo che vi avrebbe invitati a casa sua per il mio compleanno,
quindi direi che possiamo fare di tutto lì.»
«Abbassa
la voce, il signor Diggory potrebbe non gradire che tu
inviti gente a casa loro.» disse Wayne, ma Michael fece
spallucce.
«Figurati,
mi ama anche lui.»
«Mi
piacerebbe davvero sapere cosa sta succedendo là
dentro...»
borbottò Megan, che sgranocchiava noccioline offerte da
Quill. «Mi
stanno venendo i nervi.»
«Tu
hai sempre i nervi. Fisicamente è impossibile non
possederli.» le
fece notare Wayne.
«Intendevo
dire il nervoso!» strillò lei, facendo voltare gli
altri.
«Allora
dì il nervoso.»
«C'è
la Fawcett!» annunciò Walter, preoccupato,
«Sta passando!»
Michael
si voltò verso gli scalini: Sandy e una sua amica stavano
raggiungendo Cho Chang, e lei guardava verso di loro. Il ragazzo
voltò la testa di scatto, avvicinandosi a Georgia.
«Non
usarmi per ingelosirla o ti uccido.» gli comunicò
lei a denti
stretti.
«Eddai...»
«Oh,
fa come ti pare.» si arrese lei. Michael sorrise,
soddisfatto. Non
che avesse davvero intenzione di ingelosirla, ormai riusciva a stare
senza di lei e contemporaneamente ad essere di buon umore, quindi il
peggio era passato. Forse, dopotutto, non era così
innamorato.
«Sono
buone queste noccioline.» commentò Megan,
lanciandone una e
prendendola con la bocca.
«Quanto
mancherà a...» cominciò Michael.
E
in quel momento Cedric e Potter ricomparvero in mezzo al campo, stesi
a terra, la coppa accanto a loro.
Ci
volle qualche secondo perché tutti se ne rendessero conto ed
esplose
un boato assordante. Michael saltò in piedi e
strappò di mano il
binocolo a Quill che lo lasciò fare: «La coppa ce
l'ha in mano
Potter!» annunciò, mentre la gente cominciava ad
accorrere verso le
uscite attendendo il via da parte dei giudici. Gli altri ovviamente
si lamentarono e imprecarono e lui continuò a guardare,
notando che
nessuno dei due si muoveva e sentendo un brivido giù per la
schiena.
Prima che gli amici potessero fermarlo si gettò dagli spalti
fermando la caduta con un incantesimo e rischiando comunque di
rompersi l'osso del collo. Pur senza averne il permesso Megan si
gettò al suo inseguimento, passando però per le
scale, e gli altri
cominciarono a raccogliere le loro cose in attesa che i professori
dicessero loro di raggiungere il vincitore.
Michael
corse velocissimo, sentendo che qualcosa non andava ogni secondo di
più, mentre il preside si chinava su Potter e lo faceva
voltare,
come se lui non ne avesse le forze, senza sfiorare Cedric che era
rimasto nella stessa posizione con le braccia larghe stese sull'erba
e il viso rivolto verso l'alto.
Gli
occhi di Cedric erano spalancati verso il cielo e Michael non
capì
perché non facesse o dicesse nulla, perché se ne
restasse
semplicemente immobile; forse era abbattuto per essere arrivato
secondo e lui voleva urlargli che non importava, che gliel'aveva
detto che sarebbe stato comunque il loro campione...
Rallentò
il passo mentre qualcuno dietro Ludo Bagman diceva: «Diggory
è morto!»
Si
fermò, senza capire il senso di quelle parole, e
guardò il migliore
amico che continuava a fissare il cielo con gli occhi grigi immobili.
Non seppe neppure com'era arrivato a terra, trovandosi con le
ginocchia affondate nell'erba e una mano poggiata accanto a
sé,
guardando verso Cedric e aspettando che si voltasse a spiegargli cosa
stavano blaterando.
Megan
arrivò in quel momento, coi capelli che le andavano sugli
occhi ma
senza curarsene per la fretta, spaventata dallo scivolone di Michael
che non accennava a muoversi, e sentì qualcuno urlare: «È
morto!»
E
poi: «Cedric Diggory!»
Qualcun
altro gridò.
Lei
sentì un brivido freddo e guardò Cedric che non
si muoveva; Potter
parlava con Dumbledore e sembrava così terrorizzato,
disperato, che
lei capì all'istante che stavano dicendo che Cedric era
morto, per
quanto assurdo fosse. Spostò lo sguardo su Michael che
ricambiò in
totale confusione, pallido come un fantasma, pallido
come Cedric che giaceva lì davanti a lei,
e poi urlò con tutte le sue forze. Si sentì
cadere in ginocchio, le
sue gambe si erano fatte molli ma si costrinse a tornare in piedi,
avvicinandosi con un altro passo barcollante, e gridò:
«CEDRIC!»
Cedric
non rispose.
«CEDRIC!
CEDRIC!»
chiamò di nuovo, sentendo le lacrime bruciarle gli occhi.
Cedric non
rispondeva e questo era impossibile, perché Cedric
rispondeva sempre
quando lo chiamava, le aveva promesso che ci sarebbe stato sempre per
lei sin da quando erano al primo anno e aveva continuato a mantenere
la parola, comparendo ogni volta che lei ne aveva bisogno,
perciò se
non rispondeva ora...
«NO!»
Fu
superata da Amos Diggory, che spintonò le persone che si
stavano
accalcando intorno a loro; Potter era sparito intanto, e nell'aria
risuonò un orribile urlo, un suono straziato che le
gelò il cuore e
confermò quell'orribile idea che le era nata nella mente:
«NON MIO
FIGLIO!»
Michael
si coprì le orecchie con le mani come se questo potesse
fermare la
realtà, calando la testa a terra, distrutto, e qualcuno
afferrò
Megan alle spalle con una presa ferrea, mentre lei si dibatteva
gridando il nome di Cedric senza neanche rendersene conto. Si
voltò
in cerca di aiuto e vide Wayne, annichilito, fissare il punto in cui
giaceva il loro amico col viso rigato di lacrime, e Georgia era
aggrappata a Stephen, mentre qualcun altro gridava che Diggory era
morto e suo padre urlava ancora, chiamando un figlio che non avrebbe
risposto più.
Walter
tremava mentre teneva Megan stretta a sé, spaventato
all'idea di
lasciarla andare, e singhiozzò a denti stretti senza
riuscire a
credere a ciò che vedeva e sentiva.
«Jack!
Rent! Aiutate Michael!» ruggì tra le lacrime e i
due lo guardarono
basiti, senza aver ancora realizzato che Cedric era perso per sempre,
e obbedirono meccanicamente tirandolo su.
«Lasciatemi...»
sussurrò Michael, senza opporsi, senza avere forze per
farlo,
«Lasciatemi qui.»
Georgia
singhiozzò ancora più forte e Quill
scappò per dare di stomaco,
mentre Stephen abbracciava la ragazza tanto forte da farle male.
«È
morto! Cedric Diggory è morto!»
Sally-Anne
aspettava accanto al portone d'ingresso, ben coperta per non prendere
ancora freddo, e cominciava a sentirsi parecchio nervosa
perché
vedeva la gente avvicinarsi ma non udiva alcun festeggiamento.
Sembrava
fosse successo qualcosa di grave.
Anzi,
ne fu sicura dopo aver visto il professor Moody e Potter passare di
tutta fretta, e quest'ultimo dava l'idea di non sapere neppure dove
si trovasse. Poco dopo arrivarono anche il preside e altri adulti e
lei non vi badò, restando in disparte in attesa dei compagni
di
casa.
Poi
sentì un pianto straziato e Walter arrivò
trascinando di peso
Megan. Per un momento Sally si chiese se la ragazza piangesse a quel
modo solo perché Hogwarts aveva perso, ed era davvero strano
perché
Megan in quattro anni non aveva mai versato una lacrima, ma si rese
conto con orrore che anche Walter piangeva, e poi vide il viso cereo
e quasi invecchiato di Michael e si sentì mancare.
Wayne
entrò e poggiò la schiena subito contro il lato
del portone ancora
chiuso, pallidissimo e in lacrime, e mai lei l'aveva visto scomporsi
a quel modo.
Sally-Anne
pensò a Cedric, che doveva essere gravemente ferito.
Poi
Georgia entrò, con le mani sul viso devastato dal pianto, e
attraverso le dita la vide guardarli senza osare avvicinarsi.
Lasciò
cadere le braccia e Sally vide che si era graffiata le guance tanto
ci aveva premuto le unghie.
«È
morto! Cedric è morto!»
Sally
spalancò la bocca, inorridita, e prima di rendersene conto
Georgia
l'aveva abbracciata, ogni rancore e diffidenza dimenticati, e stavano
piangendo entrambe disperate.
Walter
lasciò andare Megan che crollò come una
marionetta a cui erano
stati tagliati i fili, sbattendo rabbiosamente i pugni a terra. Prima
che Wayne potesse muovere un passo Michael la raggiunse, chinandosi a
terra davanti a lei, e l'abbracciò con una tenerezza
inaspettata,
ricordando ciò che Cedric aveva chiesto a cena, che si
prendesse
cura di loro, seppur scherzoso.
Era
un'ironia crudele che l'unica volta che Cedric aveva accettato di
scherzare sulla propria morte fosse stata quella in cui le sue parole
erano risultate essere le ultime.
Jack
e Rent, che ancora non si capacitavano, lo videro e finalmente
realizzarono. Jack chiuse gli occhi, lasciandosi scivolare con la
schiena contro il muro, mentre Rent piangeva rabbiosamente senza
sapere a chi dare la colpa, desiderando solo qualcuno da prendere a
pugni.
Megan
si aggrappò a Michael con tutta la sua disperazione e
sentì il
profumo di Cedric: aveva prestato lui la maglietta a Michael proprio
quel giorno a pranzo dopo aver sporcato la sua col succo di mirtilli,
e ora era quello il gesto più vicino a un abbraccio di
Cedric che
avrebbe mai potuto avere, perché Cedric non avrebbe mai
più
abbracciato nessuno.
Prossimo
capitolo: la fine di tutto.
Attenzione:
se non l'ho
detto anche qui, una
volta finita questa storia, ovvero tra due capitolo, ne
comincerò
un'altra con loro al quinto anno, perché è una
serie. La parte
felice immagino di poter dire che comunque si concluderà qui
per un
bel po' di tempo.
|
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Capitolo 12 *** La fine di tutto. ***
La
fine di tutto.
Il
giorno dopo, quando
Dumbledore disse loro di non fare domande a Harry Potter, di non
assillarlo, all'appello mancavano tutti i compagni di stanza di
Cedric, Megan, Stephen e Quill. Georgia, con aria allucinata, si era
limitata a mangiare in silenzio, con gli occhi sempre sgranati e
senza dare l'impressione di aver sentito una parola.
Wayne
l'aveva presa a braccetto
per scortarla al dormitorio, convinto che se l'avesse lasciata sola
avrebbe sbagliato strada. Avrebbe desiderato poter entrare in quello
femminile per vedere Megan, ma dato che ciò non era
possibile si
limitò a passare nella stanza di suo fratello, per quanto
doloroso
fosse.
Stando
ben attento a non
guardare il letto o il baule di Cedric raggiunse il giaciglio di
Walter, che stava giocherellando con una pallina sbattendola contro
il muro e riafferrandola. I tonfi regolari scandivano i secondi tra
un pugno e l'altro che Jack tirava al cuscino per farlo saltellare
per aria. Era strano vedere lui colpire oggetti quando quello era
sempre stato il passatempo preferito di Rent, che invece era steso
sul proprio letto con la faccia contro il suo.
Le
cortine del letto di Michael
erano tirate nascondendone l'occupante ed erano state colorate di
nero in segno di lutto. Da lì non proveniva alcun rumore.
Wayne
poggiò la colazione che
aveva portato dalle cucine sul letto di Walter, che gli rivolse uno
sguardo assente simile a quello di Georgia e tornò alla sua
occupazione.
Lui
pensò che quella pallina e
i suoi piccoli tonfi lo avrebbero perseguitato per tutta l'estate, ma
scoprì che non c'era nulla di più angosciante del
silenzio della
camera dei ragazzi del quarto anno.
Stephen
fissava il nulla, seduto
sul davanzale della finestra, proprio lui che non poteva mai stare
fermo o zitto senza lamentarsi a meno che non stesse leggendo.
L'unica cosa che evitava di far cadere Wayne nel panico era il
movimento ritmico del suo petto che segnalava che ancora respirava
nonostante gli occhi fissi e il pallore spettrale.
Quando
entrò Ernie, con gli
occhi arrossati di lacrime, sobbalzò; ormai trasaliva ad
ogni
rumore, teso all'inverosimile.
Si
salutarono con un cenno del
capo che non spezzò il silenzio spaventoso della stanza.
Wayne si
chiese se fosse il caso di salutare o comunque richiamare
l'attenzione di Stephen, ma non ne ebbe la forza.
Tornò
mestamente in camera
propria dove nessuno dei compagni gli chiese nulla, neppure Dorian, che Wayne pensava non sarebbe mai stato zitto, fece alcun commento, abbattuto come tutti, e gli porse soltanto
una pergamena che era scivolata a terra quando si era buttato sul suo
letto.
Sembravano
tutti intrappolati
nel mutismo completo.
Alla
fine, dopo diverse ore in
cui non poteva fare a meno di pensare a tutte le parole che Cedric
gli aveva detto, maledicendo la propria memoria esagerata, si
fiondò
in sala comune nella vana speranza di distrarsi.
Trovò
Susan che singhiozzava
con le mani premute sugli occhi e Quill che le batteva debolmente una
mano sulla schiena per calmarla, anche lui sul punto di piangere. Non
erano gli unici, naturalmente: c'erano altri studenti che conosceva
solo di nome che parlottavano tristemente tra loro o si davano
coraggio a vicenda.
Poi
arrivarono anche Hannah e
Justin, con un braccio intorno alle spalle della piccola Helen che
piangeva, cercando di consolarla con l'aiuto di Lancelot. O Percival,
se si dava retta a Megan.
Una
fitta di dolore lo
attraversò al ricordo delle risate con lei e alla voce
pacata di
Cedric che ricordava loro che si chiamava così anche il
Caposcuola
Weasley. La risata di Michael faceva da sottofondo alle memorie delle
loro parole, e si chiese se l'avrebbe più sentita: era
assurdo
pensare che Michael potesse ridere senza Cedric.
A
pranzo andò con loro in Sala
Grande e il preside spiegò che il professor Moody che
avevano
conosciuto era un impostore, e quello vero, identico anche nel
cipiglio scontroso, si sedette al tavolo con gli altri. Non disse
molte parole e ad ogni modo non sarebbero stati capaci di ascoltarlo,
né sarebbero stati curiosi di sentire altro.
All'ora
di cena comparve
Sally-Anne, altera come non mai, eppure Wayne sentì un moto
d'affetto persino per lei. Sembrava che la cosa successa a Cedric non
l'avesse toccata - Wayne ancora non riusciva a formularla neppure col
pensiero - ma i suoi occhi fissavano il nulla esattamente come quelli
di Stephen, e quando arrivò accanto a lui si
fermò per qualche
secondo senza parlare e lui notò che le tremavano le mani
abbastanza
da non permetterle di prendere neppure una forchetta.
«Sali
a cena?» le domandò,
scoprendo la propria voce rauca dopo tanto silenzio. Lei
annuì senza
parlare. «Potresti vedere se le altre scendono? Le
aspetto.»
Sally
annuì di nuovo e poi andò
al corridoio, camminando svelta. Quando tornò giù
la sua maschera
di calma si era incrinata.
«Georgia
scende.» rispose al
suo sguardo interrogativo, «Megan non è... in
condizioni...»
Wayne
capì soltanto quando
Georgia li raggiunse, e con lei Susan e Hannah di nuovo in lacrime.
«Megan
non ha smesso di
piangere un momento.» singhiozzò Hannah,
«È coricata e non fa
altro che piangere e dormire. E piange anche nel sonno.»
«Sì,
è fuori di sé.»
concordò Georgia, assente, mentre camminava davanti a loro
guardandosi attorno come se non avesse mai visto il corridoio.
La
cena fu consumata in
silenzio, tutta la tavolata Hufflepuff era a lutto e anche gli studenti delle altre case erano tristi e non parlavano.
Era
naturale, visto che Cedric
era un ragazzo pressoché perfetto e aveva legato con tutti.
Neppure
Malfoy mostrava il solito cipiglio arrogante e Wayne vide che al
tavolo Gryffindor Weasley e la Granger mancavano.
Si
rese conto in quel momento
che Potter sapeva.
Non
si capacitava per non averci pensato prima ma Potter era lì
e poteva
raccontar loro tutto. Wayne non si era neppure chiesto cosa fosse
esattamente successo, troppo impegnato a rendersi conto del fatto che
fosse
successo per pensare ad altro.
«Ho
visto Potter in infermeria
ma non credo che lui mi abbia notata.» disse Sally-Anne,
«Non era
molto in sé.»
«Non
ha parlato di... quello
che è successo?» chiese Hannah e Susan si
asciugò velocemente le
lacrime.
«No.
Anche perché l'ho visto
poco, sono uscita stamattina prestissimo e lui ancora
dormiva.»
rispose lei.
Wayne
avrebbe voluto chiederle
dove era stata, allora, ma non ne ebbe la forza.
«Anche
io l'ho visto. È uscito
poco fa dall'infermeria.» sussurrò Justin,
«C'erano un paio di
ragazzini della sua casa che sono scappati quando è
passato.»
«Scappati?»
ripeté Georgia,
che aveva probabilmente sentito solo quella parte di discorso.
«Sì,
perché... la Skeeter
aveva scritto che era... l'ultima volta ha scritto che era
praticamente un po' fuori di testa e quindi... dicono che magari pur
di vincere il torneo...»
«No.»
disse Wayne, senza
sapere da dove arrivasse la sua sicurezza, «No, Cedric si
fida di...
si fidava di Harry Potter. E se Potter avesse voluto vincere a tutti
i costi non lo avrebbe avvertito con i draghi.» si rese conto
in
quel momento, dai loro sguardi confusi, che loro non sapevano nulla
di quella storia, «Potter ha scoperto in anticipo che
avrebbero
affrontato i draghi ed è andato a dirlo a Cedric per
onestà.»
«Questo
sembra proprio qualcosa
che Harry potrebbe fare.» convenne Ernie in tono serio,
«Non so
cosa sia successo, ma penso che lo scopriremo presto e se lui
c'entrasse qualcosa il preside Dumbledore non l'avrebbe lasciato
libero per la scuola.»
A
questo nessuno ebbe nulla da
ribattere e calò di nuovo il silenzio.
Il
quinto giorno accompagnarono
Megan in infermeria.
Sally-Anne
era andata a
chiamarlo e gli aveva riferito che, debole com'era per non aver mai
mangiato neppure ciò che Georgia e lei le portavano dopo i
pasti,
era svenuta di ritorno dal bagno e che poi se n'era tornata a
piangere a letto. Wayne era andato a chiamare Walter, che perlomeno
dal canto suo aveva ripreso a mangiare, a differenza di Michael che
spiluccava ciò che gli portavano da dietro le tende e non si
faceva
vedere, e Walter a sua volta aveva informato la Capocasa.
La
professoressa Sprout aveva
cominciato in tono di biasimo: «Dovevate chiamarmi prima,
voi...»
ma poi li aveva guardati in faccia e qualsiasi cosa avesse visto
l'aveva zittita.
Era
entrata nel dormitorio delle
ragazze e poco dopo era uscita aiutando Megan a camminare per un
braccio. Non sembrava neppure lei, era sempre stata esile ma ora
sembrava soltanto magra in modo malato, la sua carnagione
già chiara
così pallida da far spiccare ancora di più gli
occhi gonfi e
arrossati e le occhiaie scure. Aveva le labbra rosse di sangue come
se avesse passato il tempo a mordersele, i suoi capelli erano un
groviglio scuro e perdipiù continuava a piangere anche in
quel
momento.
Wayne
dimenticò anche la
professoressa, intercettandole prima che passassero il ritratto e
abbracciandola. Sapeva di sapone, quello che aveva appena usato prima
di svenire, e in qualche modo di pianto. Lei gli singhiozzò
su una
spalla, sfiorandogli un fianco con una mano che ricadde subito
debolmente, e la professoressa si schiarì la gola dopo poco.
«Mi
dispiace, ma ha bisogno di
un calmante e di qualche ricostituente e...»
borbottò, a disagio.
Wayne annuì e la donna guardò anche gli altri:
«Passate anche voi
in infermeria, più tardi.» disse, e
uscì portando Megan con sé.
«Siamo
così anche noi?»
domandò a bassa voce Walter.
«Credo
sia normale.» rispose
lui, spostando lo sguardo su Georgia, che ora fissava il punto da cui
erano sparite le due e non sembrava più essere tra loro.
Sally-Anne,
alle sue spalle, aveva alzato gli occhi al cielo e incrociato le
braccia, aspettando forse che si riprendesse.
«Riaccompagnala
in camera, per
favore.» le disse, attirando subito la sua attenzione. Lei
ancora
una volta non protestò né fece segno di voler
parlare, guidando
dolcemente Georgia ai dormitori.
«Penso
che proverò a
convincere Michael a...» mormorò Walter, prima di
andarsene.
Wayne
sospirò e Quill, che ora
non aveva più le guance paffute ma il viso scavato per via
dell'enorme stress, lo scrutò con occhi ansiosi.
«Non
crollare.» gli disse con
voce tremante, «Sei rimasto solo tu.»
Era
quello il peso schiacciante
che sentiva e che lo obbligava a non lasciarsi andare. Per fortuna,
invece che aver continuato a soffrire di insonnia, dormiva tutta la notte
e così aveva le forze per andare avanti, sebbene non fosse
piacevole
sognare Cedric al campo di Quidditch ogni volta e poi svegliarsi e non poterlo vedere;
Stephen
invece era sempre sveglio, a
detta di Justin, e dopo una coraggiosa incursione nella camera dei ragazzi del
sesto anno aveva preso i libri di Cedric e aveva cominciato a
leggere voracemente tutto ciò che gli capitava a tiro.
Avevano
capito tutti che cercava le annotazioni dell'amico e tutto
ciò che
era rimasto scritto di suo pugno.
«Non
crollare, Wayne.»
Wayne andava
a trovare in infermeria
Megan in ogni momento libero quando non doveva occuparsi degli
altri, perché tanto lei dormiva quasi sempre, stordita dai
calmanti.
Madama Pomfrey sembrava molto preoccupata per lei, come se temesse
che non avrebbe retto.
Ma
Wayne sapeva che era molto
più forte di quanto non sembrasse e che si sarebbe ripresa.
O
almeno così sperava.
Una
sera la sentì chiamare
Cedric nel sonno: le poggiò una mano sulla fronte sudata e
lei si
calmò.
Michael,
hai il compito di prenderti cura di Meg e Georgia.
Si
ricordò delle parole di
Cedric con una stretta al cuore. Neanche avesse davvero saputo cosa
sarebbe successo di lì a qualche ora.
Si
alzò e tornò velocemente in
sala comune, per poi addentrarsi nei dormitori e arrivare in camera
dei ragazzi. Rent era andato a correre in giardino, in piena
negazione, e Jack lo seguiva mestamente come ogni pomeriggio. Walter
invece era come al solito chiuso lì con Michael, anche se
naturalmente quest'ultimo non si faceva vedere.
«È
sveglio?» domandò Wayne e
Walter scosse la testa.
«Non
lo so, non si sente mai.
Dobbiamo chiamare la Sprout anche per lui? Non credo che
servirà
davvero, so che esce a mangiare la notte, quindi non ha bisogno di
medicinali.»
«Nulla
di tutto questo.» disse
Wayne, cercando di spostare la tenda per vedere se Michael era
sveglio. Lo vide steso al buio totale, a faccia in su. I suoi occhi
erano aperti ma non lo guardarono, persi nella sua mente. Wayne
tornò
a chiudere la tenda e si allontanò dal letto.
«Megan
è in infermeria.
Georgia non ha ancora capito cos'è successo.» lo
informò,
mantenendo la voce alta e chiara. «“Michael, hai il
compito di
prenderti cura di Meg e Georgia”. Ricordi queste
parole?» domandò.
Walter
lo guardò confuso, poi
un lampo di comprensione gli attraversò gli occhi e si
voltò di
scatto, nascondendo il viso dalla sua vista.
«Cedric
sarebbe furioso con
te.» concluse, e poi uscì. Andò in
camera di Stephen, dove il
ragazzo leggeva con Quill accanto a lui come un animale domestico.
«Step.
Vai da Susan. Ha bisogno
di te.» disse.
Stephen
alzò gli occhi dal
libro ma non disse nulla, guardandolo con espressione indecifrabile.
«Vai
a fare stronzate col cibo
davanti a lei, vai a lamentarti di qualcosa, ma fallo fuori da questa
stanza o giuro che chiamo tutti i professori finché non ti
obbligano
a uscire. Devi pensare a Susan. Dobbiamo aiutarci a vicenda. Io non
ce la faccio da solo. Non riesco a gestire Megan, che continua a
piangere anche nel sonno, non riesco a gestire Michael, che marcisce
sul suo letto e cazzo, non riesco neanche a gestire Georgia, che
sembra normalissima e proprio per questo non so come prenderla! Non
puoi pretendere che io aiuti anche Susan, Quill e tutti gli altri,
è
troppo egoista perfino per te e io non ce la faccio!»
Stephen
aveva sgranato gli occhi
mentre parlava e si leccò le labbra, facendo poi schioccare
la
lingua.
«Sei
veramente un imbecille,
chi te lo fa fare di prenderti carico di tutto questo?»
«Cedric
l'avrebbe fatto.»
rispose lui, stanco, «Qualcun altro deve farlo.»
Stephen
chiuse il libro.
«Dov'è
Susie?»
«L'ho
persa dopo pranzo. Justin
sta aiutando quelli del terzo, Ernie e Hannah erano assieme non so
dove e Sally-Anne stava con Georgia. E ho perso Susan perché
dovevo
andare in infermeria da Megan, è quasi passato un mese e non
è
ancora uscita.»
«È
di sicuro in guferia. Susan
è sempre in guferia.» disse Stephen, alzandosi e
riponendo il libro
con cura. «Quill, va' a mangiare qualcosa, non ti si
può vedere
così.»
«Ah,
sì...» mormorò lui.
«Wayne,
tu va' a riposarti.»
«Riposerò
a casa.» ribatté
lui.
Quando
tornò in infermeria
prima di cena trovò un ragazzo seduto davanti al letto di
Megan. Si
rese conto che era Michael soltanto quando si fu avvicinato
abbastanza e per un momento ne ebbe comunque il dubbio.
Gli
era cresciuta un po' la
barba, sul viso sciupato, era pallido quanto Megan e aveva i capelli
ugualmente arruffati. Gli occhi però non erano arrossati e
gonfi di
pianto, ma estremamente lucidi e troppo aperti e fissi: gli occhi
vuoti di un pazzo. I vestiti che teneva addosso erano stropicciati
perché li teneva di sicuro a letto, a quel che Walter aveva
detto
usciva per andare in bagno solo la notte e stessa cosa per mangiare,
gli elfi erano terrorizzati da lui, e gli cadevano addosso troppo
larghi perché era diventato pelle-ossa.
Adesso
era ufficialmente
ricoverato anche lui, perché Madama Pomfrey si era
praticamente
messa ad urlare vedendolo ed era andata a chiamare anche la
professoressa Sprout.
Megan
era sveglia e sembrava un
po' più calma. Si tenevano per mano e lei parlava a voce
così bassa
che Wayne si stupì che l'altro la sentisse. Non fece nulla
per farsi
notare per non interrompere quel momento di relativa
tranquillità,
poi si accorse che le guance di Megan erano ancora rigate di lacrime
e l'infermiera le portò una pozione per dormire sonni
tranquilli,
borbottando un: “povera ragazza” quando questa fece
effetto. Poi
invitò con inaspettata gentilezza Michael a tornarsene a
letto e il
ragazzo ubbidì.
Wayne
lo seguì e le parole
vennero da sole, anche se sapeva che erano sbagliate sin dall'inizio.
«Se
vuoi venire a casa mia
quest'estate non c'è problema.»
La
furia che passò negli occhi
dell'altro lo convinse che l'avrebbe ucciso lì, in quel
momento.
Tuttavia Michael si limitò a stendersi sul letto.
«Era
solo nel senso di non
restare in quella casa.» precisò, sentendosi
impacciato e odiando
il fatto che fosse stato sempre così poco comunicativo da
non sapere
cosa dire proprio quando contava davvero.
«Wayne.»
La
voce di Michael era diversa,
più adulta. Non era da lui.
«Sto
eseguendo l'ultima volontà
di mio fratello e basta. Non voglio altro dalla vita. Non voglio la
vita. Non voglio parlare, non voglio più amicizia, voglio
essere
lasciato nel mio silenzio e in ciò che voglio.
Aiuterò Megan e
Georgia come potrò, fine della storia. Non mi
ripeterò più. Ora
va' via.»
Chiuse
gli occhi e Wayne restò
per un momento immobile a guardarlo, stupefatto.
«E
dì agli altri che per
quanto vi riguarda io ho seguito lui.» concluse, voltandosi
poi su
un fianco e dandogli la schiena.
Wayne
barcollò fuori
dall'infermeria e si accasciò contro un muro del corridoio
vuoto.
Aveva
seguito
lui.
Non
riusciva neanche a
pronunciarne il nome di sicuro.
Aveva
seguito lui, erano morti
entrambi. Il cervello di Wayne si era fermato su quella parola.
Morto.
Gli
occhi gli bruciavano di
lacrime che tentava di trattenere.
Morto.
La
sera prima di tornare a casa
c'erano tutti in Sala Grande. Michael si era fatto la barba e sedeva
rigidamente tra Megan e Georgia. Megan aveva smesso di piangere anche
se i suoi occhi erano sempre lucidi e Susan le teneva la mano. Wayne
la guardava dall'altro lato della tavolata, accanto a Stephen e al
fratello.
La
Sala Grande era drappeggiata
di stendardi neri in segno di lutto e nessuno di loro riusciva a
parlare; tutti avevano lo stesso pensiero in mente: Cedric non era
lì
con loro, quegli stendardi non ci sarebbero dovuti essere.
«Siamo
alla fine di un altro anno.» esordì il preside, e
il suo sguardo si
posò sul loro tavolo. Wayne senza sapere il
perché distolse il
proprio, guardando il tavolo dei Ravenclaw. Cho Chang piangeva
già e
si sentì in colpa per non essere andato a trovarla.
Sperò che
almeno Walter, che le aveva parlato qualche volta, l'avesse fatto.
«Ci
sono molte cose che vorrei dire a tutti voi stasera, ma prima di
tutto devo ricordare la perdita di una persona molto bella, che
dovrebbe essere seduta qui.» e fece un gesto verso il loro
tavolo,
«A godersi il banchetto con noi. Vorrei che tutti voi, per
favore,
vi alzaste e brindaste a Cedric Diggory.»
Tutti
lo fecero, e Wayne sentiva che era la cosa giusta unirsi agli altri,
sollevando il calice e ripetendo: «A Cedric
Diggory.»
Dumbledore
riprese a parlare: «Cedric era una persona che riuniva in
sé molte
delle qualità che
distinguono
la casa di Hufflepuff. Era un amico buono e fedele, un gran
lavoratore, credeva nel gioco leale. La sua morte ha toccato tutti
voi, che lo conosceste o no. Credo che abbiate il diritto, dunque, di
sapere esattamente com'è successo.»
Wayne
sentì Stephen trattenere il fiato. Ora anche Michael
guardava
Dumbledore e i suoi occhi esprimevano un odio profondo che non
avrebbe mai potuto tramutare in parole. Megan aveva ripreso a
piangere ma teneva la testa dritta e aspettava.
«Cedric
Diggory è stato assassinato da Voldemort.»
«No.»
mormorò lui per primo con voce soffocata. Si
voltò per un momento a
cercare gli altri e vide che Megan sbiancava ancora, spingendosi
indietro e sfiorando Susan che aveva gli occhi spalancati. Il calice
tra le dita di Michael si incrinò sotto la sua stretta.
Walter, al
suo fianco, gli afferrò un braccio con mano tremante, quasi
che
volesse proteggerlo nell'immediato presente e Wayne tornò a
guardare
il preside mentre il mormorio di terrore e incredulità si
diffondeva
come un'ondata e poi si estingueva di nuovo in attesa di altre
informazioni, grato di sentire almeno il calore del fratello.
«Il
Ministero della Magia» riprese Dumbledore, «Non
vorrebbe che ve lo
dicessi. E' possibile che alcuni dei vostri genitori si
scandalizzeranno per ciò che ho fatto: perché non
vogliono credere
al ritorno di Voldemort, o perché sono convinti che non
dovrei
dirvelo, giovani come siete.», Wayne pensò ai
propri genitori che
di sicuro erano della medesima opinione, «È
mia convinzione, tuttavia, che la verità sia generalmente
preferibile alle menzogne, e che ogni tentativo di fingere che Cedric
sia morto in seguito a un incidente, o a un errore da lui commesso,
sia un insulto alla sua memoria. C'è qualcun altro che
dev'essere
ricordato in merito alla morte di Cedric: naturalmente sto parlando
di Harry Potter.»
«Giusto.»
concordò Stephen a bassa voce. Wayne non dovette voltarsi
per vedere
Harry Potter, data la sua posizione. Ernie invece sì, e lo
fece
insieme a decine di altre persone. «Harry Potter è
riuscito a
sfuggire a Voldemort.», un altro fremito di terrore li colse
a quel
nome e a quelle parole, «Ha rischiato la vita per riportare
il corpo
di Cedric a Hogwarts. Ha dimostrato, in tutti i sensi, il coraggio
che pochi maghi hanno mostrato nell'affrontare Voldemort, e per
questo io gli rendo onore.» lo guardò, dicendo
questo, e levò il
calice anche per lui.
Tutti
loro fecero lo stesso, mormorando un: «A Harry
Potter.»
Era
vero, aveva riportato il suo corpo e a quanto pare affrontato
Tu-Sai-Chi: Wayne lo guardò con una gratitudine che sfiorava
l'ammirazione che aveva provato per lui prima ancora di conoscerlo
ascoltando i racconti dei suoi genitori sul Bambino Sopravvissuto.
Il
preside non aveva concluso: «Lo scopo del Torneo Tremaghi era
di
approfondire e promuovere l'intesa tra maghi. Alla luce di quanto
è
accaduto - il ritorno di Voldemort - questi legami sono più
importanti che mai. Tutti gli ospiti di questa Sala saranno i
benvenuti qui, in qualunque momento, quando vorranno venire. Ripeto
ancora una volta a tutti voi: alla luce del ritorno di Voldemort,
siamo forti solo se uniti, deboli se divisi. L'abilità di
Voldemort
nel seminare discordia e inimicizia è molto grande. Possiamo
combatterla solo mostrando un legame altrettanto forte di amicizia e
fiducia. Le differenze di abitudini e linguaggio non sono nulla se i
nostri scopi sono gli stessi e i nostri cuori sono aperti.»
A
quelle parole lo sguardo di Wayne cadde involontariamente su Michael.
Lo vide muovere un braccio e capì che aveva preso Georgia
per mano.
Fu in quel momento che pensò che anche per lui non era tutto
perduto, qualunque cosa dicesse. Ascoltava ancora le ragionevoli
parole del preside e il suo cuore non era ancora chiuso del tutto,
nonostante fosse in pezzi.
«È
mia convinzione - e non ho mai desiderato tanto di sbagliarmi - che
stiamo tutti per affrontare tempi oscuri e difficili. Alcuni di voi
in questa Sala hanno già subito terribili sofferenze a opera
di
Voldemort. Molte delle vostre famiglie sono state distrutte. Una
settimana fa, uno studente ci è stato portato via.
Ricordatevi di
Cedric. Quando e se per voi dovesse venire il momento di scegliere
tra ciò che è giusto e ciò che
è facile, ricordate cos'è
accaduto a un ragazzo che era buono, e gentile, e coraggioso, per
aver attraversato il cammino di Voldemort. Ricordatevi di Cedric
Diggory.» concluse.
Come
se fosse possibile per loro dimenticarlo anche solo per un momento.
Wayne
notò distrattamente di come Quill si fosse raggomitolato
alle sue
ultime parole, e vide Marietta abbracciare Cho al loro tavolo, Potter
fissare il preside con ancora quell'aria devastata che aveva notato
già i giorni precedenti, e poi tornò a guardare
il loro tavolo e
vide che Megan aveva chinato la testa, che Michael aveva incrociato
le braccia, Georgia fissava di nuovo il nulla come Stephen e
Sally-Anne stringeva un braccio di Hannah per calmarla. Walter gli
lasciò andare il suo e solo Wayne allora si accorse che lo
teneva
ancora stretto, poi abbassò lo sguardo sul proprio calice.
Fu
quando si trovavano sul treno, lui, Megan, Georgia, Michael, Walter e
Sally-Anne, che improvvisamente Georgia gli parlò, mentre
Megan
dormiva. Era appena tornato dal vagone con Stephen e gli altri e dopo
essersi seduto lei lo guardò, apparendo di nuovo lucida.
«Posso
venire a trovarvi quest'estate?» domandò.
«Certo
che puoi venire.» lo anticipò Walter, «E
anche voi due.» disse,
coinvolgendo Sally-Anne che lo guardò sbalordita.
Michael
non disse nulla, continuando a guardare fuori dal finestrino. Aveva
di nuovo un accenno di barba. Trascorse qualche minuto di silenzio,
poi Megan si agitò nel sonno, artigliando il sedile tra lei
e Wayne
con una mano.
«Lasciala...
no...» mugugnò e disse qualcos'altro che non
riuscirono a capire.
«Megan?»
la chiamò subito Wayne, scrollandola. Lei
sobbalzò, gemendo un:
«Mam...» e poi guardandosi attorno. Aveva di nuovo
le lacrime agli
occhi.
«Incubo.»
la informò Sally-Anne con voce gentile.
«Mia
madre.» disse invece lei e tutti sobbalzarono, esclusa
quest'ultima
che non ne sapeva nulla. Michael spostò per un momento lo
sguardo su
Megan, perché non aveva più parlato con loro da
quel giorno.
«Adesso,
invece che sognare soltanto le urla, sogno Tu-Sai-Chi che la tortura,
anche se non era lui a farlo.» mormorò, passando
una mano sugli
occhi umidi. «E dopo arriva anche lui.»
«Tu-Sai-Chi.»
ripeté Michael con aria assente, «Significa che
ricomincerà tutto
da capo? La pazzia per il sangue puro?»
Wayne
pensò che si riferisse a sua madre che ora avrebbe avuto
campo
libero; poi si rese conto che aveva ragione, se davvero era tornato
forse ci sarebbe stata un'altra guerra, forse Cedric era stato solo
il primo...
«E
se accadesse tutto come quindici anni fa? Morti, sparizioni... I
figli di babbani perseguitati...» mormorò Walter, impensierito.
«Voi
siete purosangue, tutti e quattro.» fece presente Megan,
rivolta a
Stephen, Quill, Wayne e Walter, «Siete al sicuro.»
«Gli
Hopkins non si sono mai schierati ma sono sicuro che se si trovassero
davanti a una scelta diventerebbero traditori del loro sangue, quindi
mica tanto...»
«E
io sono mezzosangue perché i miei nonni materni erano
babbani.»
intervenne anche Georgia, «Come te.»
Megan
li guardò allarmata: «Voi siete al
sicuro.» ripeté testardamente,
e gli altri capirono.
«Sì,
noi siamo al sicuro. Non ci accadrà nulla. Siamo a Hogwarts
e...»
cominciò Wayne. Poi tacque: anche Cedric era a Hogwarts, eppure non si era salvato.
Il
viaggio proseguì in silenzio, nessuno di loro aveva più voglia
di
parlare.
Quando
finalmente arrivarono alla stazione si fermarono con le valigie in
mano ad aspettare che arrivassero le loro famiglie. Michael invece
fece fluttuare il baule, pronto ad andarsene, e salutò
Georgia
poggiandole una mano sulla testa e Megan con una debole pacca sulla
spalla.
«Michael.»
rantolò Walter, attirando la loro attenzione. Fissava un
punto
preciso tra la folla e Michael fece un passo indietro, incerto.
E
poi arrivarono i signori Diggory e persino lui restò a bocca
aperta.
«Cosa...
Cosa...» cominciò.
«Ciao,
Mike. Abbiamo pensato... di venirti a dare un passaggio. Visto che lo
abbiamo sempre fatto...» farfugliò il signor
Diggory. Wayne non
ebbe cuore di guardarli a lungo, non sembravano più neppure
loro,
profondamente distrutti. L'unica cosa che notò era che la
madre di
Cedric manteneva un rigido contegno; si chiese quando sarebbe
crollata.
«Non
pensavo...» mormorò Michael.
«I
tuoi genitori non vengono mai.» gli fece notare il signor
Diggory
severamente, «E ti abbiamo sempre accompagnato. Non ti
abbandoneremo
ora.»
Sei
l'unico legame rimasto con la vita di Cedric a Hogwarts.
Era questo il significato di quelle parole. E il loro sguardo diceva
'parlaci
di
lui'.
«Grazie.»
disse Michael, atono.
«Se
volessi anche venire da noi... Cedric ci aveva detto che saresti
stato con noi dall'inizio delle vacanze...» offrì
la signora
Diggory. Al nome del figlio tutti loro sobbalzarono.
«Oh,
no. Assolutamente no, ma grazie. Però ho alcune cose da
consegnarvi,
quindi...» salutò con un cenno gli altri e
sparì insieme a loro.
«Megan!»
Il
padre di Megan, un uomo molto alto e magro, si stava avvicinando. Si
fermò, a disagio di fronte alle lacrime della figlia, che
sicuramente non sapeva gestire. Non lui, che quasi non le parlava
mai.
«Signor
Jones...» cominciò Wayne, ma l'uomo lo
bloccò con un gesto della
mano.
«Dumbledore
mi ha scritto ciò che è successo.»
«Bene.
Megan... allora...»
Megan
lo abbracciò e lui lasciò cadere i bagagli,
stringendola a sé.
«Ti
scriverò.» le promise, «Ti
telefonerò. Verrò a trovarti.»
Lei
annuì, liberandolo dalla stretta, poi salutò gli
altri nel medesimo
modo mentre il padre le prendeva il baule. Prima di andare via con
lui si voltò un'ultima volta a guardarli.
«Vi
voglio bene.» disse, e poi seguì l'uomo.
Georgia
trasalì a quelle parole, facendoli voltare. Aveva gli occhi
sgranati
e una mano al petto. Il suo viso sciupato si storse in una smorfia
mentre cercava di trattenere le lacrime, poi come prevedibile
scoppiò, portandosi le mani al viso e crollando in
singhiozzi.
«È
morto... è morto...» sussurrò, mentre
Wayne abbracciava anche lei,
impacciato.
«Georgia!»
gridò un ragazzo, scostando bruscamente una coppia che lo
fulminò
con un'occhiataccia, «Georgie...»
Era
molto alto, con corti capelli neri e una cicatrice su una tempia; i
suoi occhi erano identici a quelli di lei e anche la sua espressione
preoccupata era la stessa.
Lo
seguiva una bambina con capelli biondi chiarissimi e occhi nocciola
come i loro, ma dalla pelle così chiara da farla sembrare un
fantasma.
«Robert!
Charlotte!» singhiozzò lei, e Wayne la
lasciò andare, incontrando
lo sguardo spaventato di Sally-Anne, che sembrava un animale
braccato.
«Tesoro...»
la salutò il fratello, stringendola a sé e
baciandola tra i
capelli. Anche Charlotte si aggrappò alla sorella, tenendo
però gli
occhi fissi su di loro: non avevano un bell'aspetto, dopotutto, e la
bambina doveva esserne spaventata; «Andiamo a
casa.»
Georgia
continuò a piangere ma si voltò verso di loro per
salutarli e poi
chiese a Sally-Anne: «Mi scriverai?»
Sembrava
che tutti ora volessero avere più legami possibili, che
fossero
terrorizzati all'idea di perdersi ancora. Persino Wayne desiderava
mantenere i contatti con lei, e non avevano mai parlato.
Sally-Anne
doveva essere della stessa idea, perché annuì.
«Signorina,
signorina!» pigolò una vocetta acuta. Due elfi
domestici erano
arrivati sino a lei.
«Ah,
siete voi.» disse Sally-Anne con disappunto, e la sua
espressione si
intristì ancora.
«Il
padrone e la padrona sono molto, molto occupati, signorina! Viene a
casa con noi, signorina!»
«Signorina
non è felice di rivedere Taddy e Milpy?»
domandò l'altro elfo,
sgranando gli occhioni.
«Che
dite! Sono felicissima di vedervi!» si affrettò a
dire Sally-Anne,
addolcendosi, «Vi spiegherò tutto dopo. Ora
prendete i miei
bagagli.»
«Certo,
signorina!»
«Anche
Milpy è felicissima di vedere la padroncina!»
Tuttavia
Sally-Anne non sembrava davvero lieta quanto delusa e, quando
salutò
gli altri, anche imbarazzata.
Wayne
e Walter rimasero soli. Videro passare Stephen che si fermò
a
salutarli in compagnia dei genitori, a disagio, poi salutarono con un
cenno anche Ernie, che rispose da lontano. E i minuti continuarono a
trascorrere in silenzio.
«Non
si vedono ancora.»
«Avranno
litigato su quale dei due doveva venire a prenderci e saranno in
ritardo.» ipotizzò Wayne.
«Ma
se è arrivata una lettera a casa di Megan è
arrivata anche a casa
nostra.» replicò Walter, «Non
è possibile che stiano pensando a
litigare in un momento simile.» c'era un accenno di rabbia
nella sua
voce che stava aumentando di parola in parola.
«Spero
sia la mamma.» disse Wayne a bassa voce.
«Sarà
arrivata una lettera anche a casa di Sally-Anne?»
domandò poi
Walter.
«Credo
di no o i genitori avrebbero disdetto tutti gli impegni. Dopotutto il
preside avrà pensato che lei non era amica come noi
di...»
Walter
annuì con un cenno secco della testa.
«Eccolo.»
«Papà?»
domandò Wayne, senza riuscire ad essere davvero scocciato.
Andava
bene chiunque, purché si muovessero.
«Tutti
e due insieme.» rispose Walter, incredulo; non vedeva la
madre da un
week-end dell'estate scorsa dato che viveva col padre per non pesare
troppo sulle sue finanze. Wayne spalancò gli occhi vedendoli
correre
verso di loro: sua madre lo abbracciò per prima e lui chiuse
gli
occhi, inspirando il suo profumo, poi lei si precipitò anche
da
Walter e suo padre, per la prima volta da quando era bambino, lo
abbracciò a sua volta, impacciato quanto lo era lui che si
ritrasse
immediatamente.
«Mi
dispiace.» disse soltanto e Wayne annuì. Gli
bruciavano di nuovo
gli occhi ed era difficile detestarlo come al solito.
«Andiamo
a casa, parleremo lì.» disse la madre.
«Vieni
anche tu?» domandò Walter, stordito.
«Ci
sarò per qualche giorno, abbiamo pensato...» sua
madre si morse le
labbra, «Beh, voglio esserci anche io.»
Lui
andava meno d'accordo con lei, eppure fu il primo a dire:
«Giusto.»
con voce soffocata, e Wayne annuì, pur non gradendo l'idea
che lei
dividesse la casa col suo ex marito.
«Prendiamo
loro i bagagli.» disse suo padre.
Walter
prese posto al suo fianco e poi s'incamminarono. Il fratello gli mise
un braccio intorno alle spalle e Wayne sospirò.
E
l'avevo detto che la depressione comincia.
Il
prossimo è l'epilogo di questa storia,
poi comincerò il
quinto anno altrove. Appena saprò che introduzione mettere,
magari.
*Uno
degli elfi di Sally-Anne, se non sbaglio Taddy, è quello del
padre,
che lo aiuta anche al lavoro e via dicendo. Milpy invece è
stata
“comprata” per il compleanno di Sally-Anne,
perché sono una
delle famiglie più ricche e perché Sally-Anne ne
aveva desiderato
uno dato che Taddy spesso seguiva il padre al lavoro o la madre nei
viaggi.
**Tra
l'altro, Neville docet, una persona che ha visto i genitori o un
genitore torturato a morte ed eventualmente ucciso non ne esce
facilmente, i Dissennatori al terzo anno non hanno aiutato nessuno e
lo shock adesso al quarto ha finito Megan, quindi sentiremo parlare
ancora della fine di Cordelia. Mentre Michael resta il Sirius della
nostra generazione, con tutto ciò che non abbiamo potuto
vedere in
Sirius perché era ad Azkaban.
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Capitolo 13 *** Epilogo. ***
Epilogo.
«Sei
sicuro di voler restare
qui, tesoro?» domandò sua madre, «Walter
non te ne farebbe una
colpa, tu e tuo padre litigate di continuo e lui non è una
persona
molto sensibile... Potresti tornare da me.»
«Non
voglio lasciare Walter da
solo. Ma ad agosto ti raggiungeremo entrambi.» la
rassicurò Wayne.
«Va
bene, va bene... Solo...
cerca di non sforzarti troppo per gli altri. Sii un po' egoista, ogni
tanto.»
«Che
consiglio sarebbe?»
domandò lui, inarcando le sopracciglia. Sua madre sorrise,
passandogli una mano tra i capelli.
«E
tagliati i capelli, sono
diventati troppo lunghi.»
«Lo
farò.»
«Vado
a salutare tuo fratello.»
In
quel momento bussarono alla
porta e Wayne ne approfittò per fuggire. Si sentiva in colpa
a
lasciare sua madre per andare a vivere con quell'uomo che non
sopportava, ma Walter diceva di aver bisogno di stare col padre...
Si
ritrovò davanti uno
sconosciuto che a giudicare dai vestiti doveva essere molto
benestante: era così alto che Wayne dovette sollevare la
testa per
guardarlo, e la sua espressione era corrucciata.
«Posso
esserle utile?» domandò
cortesemente.
L'uomo
lo fissò con quella che
a lui parve una punta di disprezzo, ma poi parlò con una
voce
insicura che lo stupì: «Tu sei... Wayne? O
Walter?»
«Wayne.»
rispose lui, senza
capire.
«Sono
il padre di Michael.»
disse l'uomo.
Un
brivido freddo gli corse per
la schiena.
«Mio
figlio è qui?»
Casa
di Georgia era una sorta di
villetta in un paesino di campagna, lasciata in eredità dai
nonni
paterni. Walter e Wayne riconobbero la sorellina nella bambina
microscopica che si dondolava su un altalena sgangherata del loro
cortile, e vi si avvicinarono; un gatto bianco le saltò
sulle gambe
e soffiò contro di loro, apparendo comunque meno ostile di
Charlotte
che ora li squadrava.
«Voi
siete gli amici di
Georgia.»
«Sì.
Siamo venuti a parlare
con tua sorella.» disse Walter, chinandosi per poter parlare
all'altezza del suo viso. Si era dovuto inginocchiare per farlo, dal
suo metro e novantacinque.
«È
sempre in cantina.»
rispose lei con voce annoiata, «Ha distrutto la sua camera e
ora
dorme lì.»
Walter
e Wayne si scambiarono
uno sguardo: il primo allarmato e il secondo che fingeva
tranquillità.
«Va
bene... Tuo fratello è in
casa?»
«Sì,
ha chiesto le vacanze
anche lui. Seguitemi.» disse lei, saltando giù
senza alcun riguardo
per il gatto. Li guidò alla porta e l'aprì. La
vocetta infantile
scomparve quando urlò: «ROB! SONO
ARRIVATI!»
Il
fratello si precipitò alla
porta con aria spaventata e poi tirò un sospiro di sollievo.
«Dì,
non sai chiamare la gente
per nome, tu? Fila via.»
Lei
rise e scappò in giardino,
col gatto che la seguiva come un'ombra.
«Wayne
e Walter Hopkins,
giusto? Georgie mi ha sempre parlato di voi... Alla stazione non ho
avuto modo di presentarmi, sono Robert Runcorn. Mi aspettavo che
veniste, anche se non ho idea di cosa lei vi abbia scritto per
lettera.»
«S-sì.»
disse Walter,
stordito, tanto per dire qualcosa. Wayne gli strinse la mano.
«Georgia
è in cantina?»
«Ci
si è chiusa dentro, così
quando si arrabbia può distruggere ciò che le
pare, o così dice.
Quando l'ho portata qui ha perso un po' il controllo... Suppongo che
a scuola non avesse ancora realizzato davvero. A proposito... mi
dispiace.» e lo disse in tono così convincente che
Wayne e Walter
annuirono.
Wayne
si era scagliato contro il
padre quando aveva cercato di parlargli, urlandogli che non poteva
capire, ma per Robert doveva essere diverso, aveva perso i genitori e
chissà, magari anche qualche amico.
«Per
caso è passato anche
Michael Stebbins?»
«Michael?
No, si è fatta
viva... Sally-Anne due settimane fa e so che Georgie voleva andare a
trovare una certa Megan e Michael, ma loro non sono passati.»
«Megan
vive coi parenti
babbani, credo avrebbe problemi a venire. E Michael...»
«Michael
cosa?» domandò
Georgia, arrivando da un corridoio. «Non risponde alle mie
lettere.»
«Probabilmente
non gli
arrivano.» spiegò Walter, avvicinandosi a lei,
«È scappato. Non è
mai arrivato a casa e i Diggory lo hanno lasciato poco lontano dalla
stazione dopo che lui aveva dato loro cose che appartenevano a
Cedric; si è smaterializzato il giorno stesso in cui siamo
tornati
da Hogwarts.»
«No.»
mormorò lei, «È
pericoloso... Non...» cominciò, spaventata.
«Pensavamo
di passare anche da
Megan nel caso avesse notizie, vuoi venire anche tu?»
domandò
Wayne.
Megan
si era chiusa in camera
sua dall'inizio delle vacanze e non faceva che guardare foto e
piangere. Scriveva lettere di tanto in tanto, perché tutti
avevano
mantenuto la promessa di farsi sentire. Non soltanto Wayne, Walter,
Georgia e Stephen ma anche Sally-Anne, Susan, Hannah e persino Ernie
e Justin, Rent e Jack. Le erano arrivate due lettere addirittura da
Helen e Lance e una da Eleanor del primo anno. E naturalmente Cho
Chang e Marietta, e Stan che si era rivelato un buon amico.
Questo
faceva risaltare ancora
di più l'assenza di Michael, ma lei non se ne curava troppo,
aveva
già capito che Michael sarebbe stato in un mondo tutto suo.
Forse
anche per sempre.
Sua
nonna l'aveva convinta a
darsi una sistemata ai capelli e ai vestiti, ma non c'era verso di
farla mangiare in sala da pranzo, piuttosto digiunava. Non sopportava
l'idea di giocare all'allegra famiglia quando Cedric non ne avrebbe
più avuta una, gli sembrava una mancanza di rispetto.
Quel
giorno però le era
arrivata una lettera di Wayne con poche parole: “verremo a
casa tua
alle quattro” e si era costretta a pulire la stanza e a
mangiare un
po' più del solito per scacciare i capogiri.
I
ragazzi non si fecero
attendere, e con loro vi era anche Sally-Anne. Sembravano tutti
preoccupati e pallidi come l'ultimo giorno, ma anche in qualche modo
migliorati.
Si
chiese se anche lei sembrasse
più in salute, dato che non aveva il coraggio di guardarsi
allo
specchio.
Si
sedette sui gradini davanti
alla porta di casa e loro la raggiunsero, prendendo posto accanto a
lei senza una parola.
«Hai
spuntato i capelli.»
osservò Sally-Anne dopo un po'.
«Erano
rovinati.»
«Ti
stanno bene.»
«Non
mettetevi a parlare anche
di scarpe ora.» le canzonò Walter, cercando di
darsi un tono
normale.
«Stupido
maschio.» commentò
Sally-Anne.
Megan
scosse la testa, insicura:
come doveva comportarsi? Era sbagliato cercare di stare bene?
«Megan,
ora non allarmarti...»
cominciò Georgia, che la vedeva terribilmente fragile. Tutti
loro si
erano chiesti, durante il viaggio a piedi dal luogo in cui si erano
materializzati, se Megan non fosse impazzita.
Lei
la guardò con orrore.
«Non
è successo nulla!» si
affrettò a continuare Georgia, «Volevo solo sapere
se hai avuto
notizie di Michael.»
«No.
Perché?»
Le
spiegarono la situazione.
«E
suo padre è venuto a casa
mia per sapere se si era nascosto da noi. Pensava fosse dai Diggory
ma dato che di solito il signor Diggory scrive una lettera per fargli
sapere che il figlio è sano e salvo da loro, e questa volta
non l'ha
fatto, gli ha scritto lui, ovviamente all'insaputa della moglie.
Quando gli è arrivata la risposta si è
spaventato, lui non ha
ricevuto alcuna lettera dal preside, sicuramente la moglie l'ha
gettata via, ed è venuto a cercarlo, sempre di nascosto.
Sembra
spaventato dalla cara mogliettina più che da ogni altra cosa
al
mondo.» finì di raccontare Wayne, il tono ironico
ma l'espressione
amara, non chiamandola mai per nome o “madre di
Michael”.
«Quindi
è disperso. Si è
smaterializzato e potrebbe essere ovunque.» concluse Georgia,
affranta.
Megan
alzò lo sguardo al cielo
terso, con i lunghi capelli che le volteggiavano intorno al viso,
spinti dal vento leggero.
«Volevano
viaggiare dopo la
scuola, volevano visitare il mondo.» mormorò.
Wayne
chiuse gli occhi per un
momento: «Che stupido... La Spagna. Cedric lo voleva portare
in
Spagna perché Michael aveva sempre desiderato
andarci...»
«In
Spagna da solo? E come si
manterrà? Che farà? Tornerà ad
Hogwarts?» chiese Georgia,
spaventata.
«Non
so nulla, tranne il fatto
che secondo me tornerà a Hogwarts per voi due. Per prendersi
cura di
voi come Cedric vorrebbe.»
«Smettila
di nominarlo.»
gemette Megan, «Come fai a farlo così
tranquillamente? Io a
malapena riesco a pensarlo.»
«Penso
a ciò che vorrebbe lui,
suppongo.» mormorò Wayne, «Penso che
dovremmo farlo tutti.»
Megan
chinò il capo, con le
lacrime che le scorrevano per le guance.
«Tu
come mai se qui?» domandò
all'improvviso Georgia, rivolta a Sally-Anne.
«Walter
mi ha scritto di
Michael per sapere se l'avevo visto e mi ha detto che sareste venuti
qui. Ho pensato di unirmi a voi per rivedere qualcuno, a casa ci sono
solo elfi...»
«Ma
i tuoi genitori dove sono?»
domandò piano Walter.
«Al
lavoro, ovviamente.»
rispose lei infastidita, «Dove vuoi che siano? È
giusto che
lavorino per mantenermi, i soldi non compaiono con la magia!»
«Calma,
non ho detto nulla, ho
solo chiesto dov'erano!» ribatté Walter,
innervosendosi.
«Cedric.»
disse all'improvviso Megan, «Non vorrebbe che
litigassimo.»
E
guardò Wayne, che la fissava
con sorpresa. Poi accennò un breve sorriso prima di
scoppiare di
nuovo in lacrime e Georgia l'abbracciò.
«E
se fosse invece andato a
fare qualche sciocchezza per vendetta? Non so dove o come, ma
conoscendo Michael lui le cose se le chiede dopo...»
azzardò,
inquieta.
«Lo
scopriremo solo il primo
settembre, temo.» mormorò Walter, con un'occhiata
a Sally-Anne che
era ancora rigida nella sua posizione.
«Non
ci resta che sperare
bene.» sospirò Wayne, «E come ha
suggerito il preside restare
uniti come possiamo.»
Si
pulì le nocche sporche di
sangue contro la maglietta, mentre alle sue spalle il barista gli
urlava di lasciare immediatamente il locale e il ragazzo che aveva
colpito veniva soccorso dagli amici.
Si
infilò gli occhiali da sole
una volta fuori, nonostante fosse già passato il tramonto, e
tirò
il cappuccio nero sulla testa. Si accese una sigaretta e
infilò le
mani nelle tasche della felpa. Lì faceva freddo appena il
sole si
nascondeva, ovunque fosse lì. A furia di prendere mezzi
babbani si
era perso, proprio come voleva.
Alla
fine di una lunga camminata
trovò il parco che cercava: si infilò tra gli
alberi e si arrampicò
in quello più alto, sedendosi a cavalcioni su un ramo che
gli
sembrava abbastanza stabile da sostenerlo per la notte.
Cercò
come al solito la
bacchetta nella sua borsa per assicurarsi che ci fosse e poi chiuse
tutto e poggiò la testa contro il tronco. Aveva tirato fuori
solo la
bottiglia di birra che aveva preso a quel babbano idiota prima di
rompergli il naso e ne bevve un sorso.
«Alla
tua salute, Ced.»
brindò, sarcastico, «E buonanotte.»
E
a breve comincerà il quinto
anno, che la gente torni o meno. Sapete, questa è l'unica
cosa
consolante di scrivere di gente sconosciuta, a differenza di 70's
students: nessuno sa chi sopravviverà al 1998, chi
tornerà, che
accadrà. Quindi posso essere cattiva.
Megan
può essere definita
depressa, ora, sì, perché immagino sappiate
già che non ha finito
così, e Michael... vedrete. Così come vedrete per
tutti.
Grazie
per aver seguito
questo primo capitolo della serie, grazie soprattutto a chi ha
recensito e a chi recensirà!
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