On the other side di DumbledoreFan (/viewuser.php?uid=13062)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il risveglio dopo lo scontro. ***
Capitolo 2: *** Noi siamo indimenticabili! ***
Capitolo 3: *** Mi sentii Serpeverde. ***
Capitolo 4: *** Come sei schizzinosa Grang! ***
Capitolo 5: *** Invalicabili. ***
Capitolo 6: *** If I had met Draco and Blaise. ***
Capitolo 1 *** Il risveglio dopo lo scontro. ***
Salve ** Oh sì,
sono io, che dopo aver appena terminato il ciclo di Obbligo, Giudizio o
Verità, mi rimetto all'anima una nuova, e completamente
folle, Dramione. Volete che sia sincera? Non ho la più
pallida idea di che cosa mi sia passato per la mente! Questa
è un'idea pazza, surreale, e non so a che cosa
porterà. Però sentivo che dovevo fare una cosa
del genere. Sentivo il bisogno di prendere in mano un santo punto di
vista e accortocciarlo tutto fino a stravolgerlo. Perciò
miei cari, prendete questa storia cone un esperimento. Un esperimento
anche bellino lungo, perchè non credo proprio che questa
storia si esaurisca in pochi capitoli, anzi. Spero comunque che vi
piaccia come vi sono piaciute le mie precedenti storie.
Enjoy the chapter.
On
the other side.
Dall’altra
parte.
“Forse ce l’abbiamo fatta mio Signore”
A parlare era stato l’uomo più lontano dalla fonte
di luce che si sprigionava dal centro della stanza. Era un grande
vortice luminoso e tutti gli giravano attorno con le bacchette levate e
puntate addosso, senza togliergli gli occhi di dosso.
“Forse siamo riusciti ad aprire un varco”
continuò questo voltandosi a sua volta verso
l’aspirale e osservandola con attenzione.
“E potete apportare dei cambiamenti?” chiese una
voce incredibilmente sibillina e spaventosa. Sembrava quasi il verso di
un serpente.
“Non sappiamo bene le conseguenze, però possiamo
provarci” rispose l’uomo per poi andare verso la
figura pallida e avvolta di nero che si era avvicinata al vortice di
luce. Lo osservò per qualche istante, poi i suoi occhi rossi
si spostarono sul seguace che aveva parlato.
“Fatelo”
*
“Secondo me sono stati i Serpeverde!”
Questa impetuosa esclamazione mi distolse dalla lettura del mio nuovo
manuale di erbologia facendomi alzare gli occhi interdetta.
“Ok che sono dei viscidi egoisti, ma non credo che
arriverebbero a tanto” risposi al mio migliore amico che
aveva appena tirato su quella questione. Ormai erano quattro giorni che
non si parlava d’altro: la congestione di Ron. Era
l’incessante argomento che riempiva ogni nostro tipo di
conversazione, e non semplicemente perché eravamo
preoccupati della sua salute. Infatti, nonostante lui ci stesse molto a
cuore, non era la ragione principale per la quale si era scatenata
tutta quella confusione. Il malanno di Ronald era arrivato appena
qualche giorno prima della partita di Quidditch di inizio stagione,
proprio contro la casa delle Serpi, e questo aveva letteralmente
sconvolto e mandato in delirio quasi tutti i componenti della nostra
casata, specialmente i giocatori della nostra squadra, che non facevano
che lasciarsi andare ad isterie e ricerche di una qualche soluzione.
Effettivamente era strano che non avessero gridato già da
subito al complotto.
“Non arriverebbero a tanto?!” fecero quasi
all’unisono i compagni intorno a me. Io osservai i loro
sguardi scettici e mi arresi sospirando.
“Va bene, forse lo farebbero, sta di fatto che non penso
proprio che ci siano loro dietro tutto questo” ribattei prima
di afferrare una fettabiscottata e spalmarla di burro.
“E cosa te lo fa pensare?” mi chiese stranito Harry.
“Sono troppo presuntuosi…sono convintissimi di
essere in grado di battervi nella vostra miglior forma, con i vostri
miglior giocatori…più che altro sono tipi che
barano in campo…” risposi con un ragionamento
molto logico. Calò un attimo il silenzio.
“Beh, mi sa che Hermione ha ragione” disse dopo
qualche momento Ginny, appoggiando la testa sulle braccia stese sul
tavolo.
“Mi sa che dovrete arrendervi all’idea che Ron le
deve smettere di strafogarsi come un maiale a colazione, pranzo e cena,
specialmente nelle vicinanze di un’importante
partita” sospirai addentando la mia fetta imburrata. Proprio
in quel momento il protagonista dei nostri discorsi varcò la
soglia, con l’aria un po’ malaticcia ma migliore di
qualche giorno fa, e i capelli appiattiti dall’essere stato
tanto disteso.
“Ehi amico!! Stai davvero meglio!” lo
salutò Harry dandogli una pacca sulla spalla. Ronald sorrise.
“Eh un po’…non posso giocare
però ci tengo a fare il tifo!” ribattè
sedendosi accanto al moro.
“Non credi che sia meglio riposare un altro
po’?” gli dissi prendendogli la mano e guardandolo
premuroso.
“No me la cavo ‘Mione, tranquilla…faremo
qualche coro insieme!” replicò ricambiando la
stretta. Io annuii e tornai a fare colazione, cercando di non
imbrattare il mio libro di marmellata. Era molto presto, ma era anche
la mattina della partita, quindi ad una bella parte dei Grifondoro era
parso avere le spine nel letto. C’eravamo dunque riuniti in
Sala Grande a goderci la colazione in pace, mentre si discuteva
cercando di allentare la tensione. Io ovviamente ero stata portata
giù come supporto morale, perché non si poteva
dire che fossi una grande intenditrice di Quidditch. Però
sapevo star vicino ai miei amici.
In quel momento dall’entrata principale della Sala fece il
suo quasi trionfale ingresso il più famoso gruppo di
Serpeverde di tutta la scuola, capeggiato, neanche a dirlo, da Draco
Malfoy. Non aveva in dosso né la divisa, né la
tenuta da gioco, data l’ora, ma era semplicemente vestito con
dei lisci pantaloni di tuta neri tenuti a vita bassissima, che gli
cadevano morbidi e leggermente larghi, in un modo però che
faceva risaltare le sue linee. Nonostante questi rischiassero quasi di
cadergli, camminava con il solito passo elegante e cadenzato, le mani
in tasca e lo sguardo sfacciato. Addosso aveva una felpa scura e aperta
che lasciava vedere la maglietta con il grande stemma di Serpeverde che
portava sotto. I capelli biondissimi erano tirati indietro con del gel
che li faceva sembrare bagnati, e al collo gli penzolava una lunga
catenina d’oro. Malfoy non degnò nessuno di uno
sguardo, né tanto meno noi. Si avviò con passo
deciso seguito a ruota dai suoi amici verso il suo tavolo, con il suo
solito modo di fare caparbio, come se al mondo non esistesse nessun
altro al di fuori di lui. Avevo notato che la mattina molto presto non
si sprecava a dare attenzione a nessuno, e rinunciava anche alle
velonose frecciatine a cui non potevamo scampare in caso lo
incrociassimo durante la giornata. E questo, sinceramente, era un
sollievo.
Perché Draco Malfoy era estenuante.
Riusciva sempre a dire la cosa sbagliata nel momento sbagliato, come se
avesse un radar e percepisse la cosa che più in quel momento
poteva urtarti. Ma la cosa ancor più insopportabile era che
lo faceva con una naturalezza e una spontaneità unica, senza
il benchè minimo sforzo. Io per dargli contro dovevo
impegnarmi, e questo alla lunga era davvero stancante. Sembrava avesse
un talento unico nel rendersi odioso. E questo talento lo esercitava
senza il minimo dispendio di energia.
Tornai a concentrarmi sulle piante acquatiche della Novergia mentre i
miei compagni di casa discutevano senza badare ai Serpeverde.
Discutevano di strategie, di possibilità, di tutto quello
che poteva riguardare il Quidditch, perciò i miei interventi
erano pressocchè inutili. Lo sport non mi entusiasmava
tanto, e nemmeno me ne intendevo. Ed era davvero una cosa insolita,
visto che io m’intendevo di tutto. Mi divertivo a fare il
tifo certo, ma più che altro era per il mio orgoglio
Grifondoro e per tenere alto l’onore della mia casa. Per
questo, mentre tutti sembravano assolutamente presi dalla discussione,
io me ne rimasi in disparte. Alzavo di tanto in tanto lo sguardo e
scambiavo qualche sorriso con i miei amici. Osservai chi altro era
entrato in Sala e i miei occhi slittarono verso il tavolo di
Serpeverde. Subito mi accorsi che Malfoy e Zabini stavano parlando con
lo sguardo rivolto verso di noi. Verso di me. Aggrottai la fronte e
inclinai appena il capo chiedendomi che cosa potessero tramare le due
Serpi per eccellenza. Questi due, con una sincronia quasi surreale,
voltarono lo sguardo per tornare a guardarsi negli occhi, senza
interrompere la loro discussione. Le loro espressioni erano
estremamente rilassate e indecifrabile. Non erano indispettiti,
né divertiti, né arrabbiati. Non si riusciva a
capire che cosa stessero dicendo, meno che mai perché
stessero guardando nella mia direzione.
Forse era stata solo una coincidenza.
Decisi di lasciar perdere i due Serpeverde, che sguazzassero pure nel
loro brodo. Perciò mi convinsi che li avrei ignorati, cosa
che tra l’altro si meritavano più
dell’odio. Oggi avrei dovuto vederli anche troppo, durante la
partita.
“Una cosa buona però dell’aver avuto una
congestione è stata saltare il compito di
Pozioni!” esclamò compiaciuto il rosso, seguito da
un sospiro desideroso di Harry, che invece aveva dovuto fare quel
compito e gli era venuto un vero disastro.
“Non puoi scappare per sempre dal compito di
Pozioni” feci notare a Ron arricciando leggermente la bocca.
Lui fece spalluce.
“Ma per una settimana sì! Ed è un gran
sollievo!” ribattè soddisfatto. Io scossi il capo
lasciandomi scappare però un sorriso.
Che volete farci, quelli erano i miei migliori amici. Un po’
irresponsabili, un po’ svogliati, un po’
negligenti, ma non li avrei cambiati per nulla al mondo. Loro erano
sempre stati al mio fianco, con loro avevo rischiato la vita, quella
vita che però mi rendevano un po’ migliore. Con
loro il mio sorriso era sempre un po’ più
luminoso, e la mia risata un po’ più fragorosa.
Eravamo inseparabili.
Harry, Ron e Hermione.
Il Trio.
Non sapevamo quello che ci avrebbe aspetto nel futuro, ma il presente
era nostro. Ed eravamo insieme.
Era stato incredibile come il destino ci avesse unito. A volte mi era
capitato di pensare a che cosa sarebbe successo se al primo anno, non
fossi rimasta chiusa nel bagno delle ragazze, e se loro non mi fossero
venuti a cercare. Se non avessi cercato di impedirgli di sgattaiolare
fuori dalla Sala Comune, o semplicemente se sul treno non fossi entrata
nel loro scompartimento. Cosa sarebbe successo se fossi stata smistata
in un’altra casa, se loro, per qualche strana ragione, non
facessero parte della mia vita.
“Guardate, è arrivata Luna con il suo cappello da
leone!” fece gioviale Ginny tirandosi su in piedi e
sventolando allegra la mano in direzione della sua amica dai lunghi
capelli color platino. Lei ci venne incontro saltellando.
“Ehi ragazzi, come va? Spero davvero che oggi
vinciate!” esclamò Luna quando ci raggiunse. Si
girò verso Ron e gli lanciò uno sguardo premuroso.
“Come ti senti Ronald?” gli domandò
dandogli una pacca sulla spalla.
“Meglio, grazie…ma tranquilla, non hanno bisogno
di me per fare a pezzi i Serpeverde…” rispose
annuendo con convinzione. Harry gli circondò le spalle con
un braccio.
“Invece ci faresti proprio comodo amico…ma stai
tranquillo, non ti deluderemo” replicò il moro
stringendo affettuosamente il suo migliore amico, e facendo dolcemente
scontrare le loro teste. Io sorrisi nella loro direzione.
“Chi sostituirà Ron oggi?” domandai con
curiosità. Il Prescelto alzò gli occhi al cielo.
“Sua simpatia McLaggen…dovrò
trattenermi da schiantarlo…però potresti farlo tu
Hermione” rispose il more lanciandomi uno sguardo complice ed
un sorriso molto eloquente. Io ricambiai trafiggendolo con uno sguardo
fulminante e lui scoppiò a ridere facendomi la linguaccia.
“In effetti però a volte te li leva dalla
bacchetta…” dissi come per giustificarmi.
“Come darti torto…ma oggi dobbiamo sopportarlo e
spiegare che si comporti bene, e che si ricordi soprattutto che sono io
il capitano” ribattè Harry.
Passammo almeno un’altra mezz’ora al tavolo, e
quando ormai si era fatta troppo gremita la squadra si alzò
per avviarsi verso gli spogliatoi. Anche Ron andò con loro
promettendomi che mi avrebbe raggiunto appena sarebbero scesi i campo.
Io rimasi un altro po’ al tavolo a leggere, poi mi decisi ad
alzarmi per tornare in Dormitorio a posare i libri e prendere mantello
e sciarpa. Presi la mia borsa e mi avviai fuori dalla Sala, ma proprio
davanti al portone d’ingresso mi scontrai quasi con il
Principe delle Serpi e il suo degno compare Zabini. Sbuffando mi
appoggiai allo stipite aspettando che passasse. Questo si
fermò di botto e si girò verso di me interdetto.
“Mezzosangue, hai finalmente capito come ci si comporta con
le persone superiori?” mi chiese con una nota di
compiacimento nella voce. Io sbuffai ancora più forte.
“Volevo vedere se facendoti passare avresti tenuto chiusa la
tua boccaccia e non avrei dovuto vederti per più di qualche
secondo…ma se la metti così” feci
andando avanti e tirandogli una bella spallata per varcare la soglia.
Il biondo mi afferrò al volo per il polso stringendolo e io
lo strattonai cercando di liberarmi.
“Malfoy lasciami!” esclamai continuando a tirare.
“Devi imparare, piccola ingrata, che non si taglia la strada
a Draco Malfoy” mi sibilò lasciando di colpo la
stretta e passandosi la mano con fare quasi schifato sui pantaloni,
come per pulirla. Io strinsi i pugni.
“E invece guarda un po’ l’ho fatto! Non
sei così importante” gli soffiai combattiva.
“E tu non sei così intelligente”
ribattè muovendo minacciosamente un passo verso di me. Io
non mossi un musculo, mentre i nostri occhi si guardavano con
decisione. Sembrava facessero scintille.
“Non mi fai paura, nemmeno un pochino” replica
compiaciuta. Lui assottigliò lo sguardo.
“Vedi, te l’ho detto che non sei così
intelligente. Ora torna dai tuoi amichetti, stamani non è
proprio giornata per giocare con il fuoco, e tu piccola Mezzosangue non
vuoi rimanere scottata, non è vero?” fece con tono
aspro. Io gli feci una smorfia.
“Non fai paura a nessuno Malfoy!” gli dissi prima
di girare i tacchi e avviarmi verso le scale.
“E tu non piaci a nessuno Granger!” mi sentii
urlare dietro. Strinsi di nuovo i pugni e mi voltai appena aver salito
qualche gradino.
“Vaffanculo Furetto!”
“Vaffanculo Mezzosangue!”
*
Quando Ron si sedette accanto a me capì subito che
c’era qualcosa che non andava. Ero seduta con la schiena
appoggiata alla gradinata, le braccia conserte al petto e la bocca
contrisa in una perenne smorfia di indignazione. Quanto riusciva ad
urtarmi Draco Malfoy!! Quanto riusciva a farmi innervosire e
arrabbiare! Mi faceva addirittura pentire di non essere semplicemente
rimasta zitta, anche se sapevo che non sarei mai riuscita a lasciar
perdere. Anche se mi consideravo una persona matura e responsabile, ed
ero consapevole che il miglior modo per sembrare superiore è
ignorare soggetti come Malfoy, con lui non ci riuscivo. Non potevo
semplicemente passare oltre, era più forte di me. Dovevo,
dovevo ribattere, non potevo dargliela vinta. E mi sentivo ancora
più stupida, perché se gli avessi semplicemente
detto “vai Malfoy” a quest’ora me ne
sarei rimasta tranquilla e mi sarei goduta la partita. Invece no, avevo
dovuto dargli corda, per poi ritrovarmi, come ogni volta,
più nervosa che mai. Certe volte mi domandavo se almeno
anche io ero riuscita a urtare Malfoy, almeno sapere che i miei sforzi
non erano stati vani sarebbe stata una consolazione.
“Che è successo?” mi chiese il rosso
sedendosi accanto a me. Io sbuffai.
“Malfoy!!” esclamai esasperata stringendo le unghie
intorno al mio braccio. Lui sospirò appena e mi
posò una mano sulla spalla.
“Che diavolo ha combinato quello stronzo ‘sta
volta?” mi domandò.
“Il solito, quello che fa sempre, essere così
terribilmente, incredibilmente odioso e insopportabile! Fai una cosa,
non va bene, fai l’esatto opposto, non va bene lo stesso! Lui
trova sempre il modo di farti saltare i nervi! Perché lui si
sente tanto Dio sceso in terra, come se camminasse un metro sopra terra
e noi dovessimo prostrarci a lui perché siamo solo
straordinariamente fortunati a poter godere della sua presenza,
capisci?! Si crede la persona più importante di questo
mondo! E invece è solo uno stupido, immaturo, viziato figlio
di mangiamorte!” mi sfogai gesticolando ampiamente. Ron mi
guardò abbastanza stupito.
“Per la barba di Merlino, avevi proprio bisogno di tirare
fuori tutto, non è vero?”
esclamò facendo scivolare la mano sul mio braccio.
“Sì, in effetti ora mi sento un po’
meglio” risposi tirando un grande respiro. Il rosso sorrise.
“Felice di esserti stato d’aiuto. Ora che ne dici
di goderci la partita sperando che Malfoy cada dalla scopa e batta una
culata colossale?” fece il mio migliore amico facendomi
scoppiare a ridere.
“Ci sto!” replicai battendogli il cinque.
Ci alzammo in piedi e ci appoggiamo entrambi alla balaustra,
cominciando ad urlare quando la squadra di Grifondoro scese in campo.
Applauiddimo con forza e salutammo Harry e Ginny con la mano.
Arrivò anche la squadra di Serpeverde e come i Grifoni si
alzarono in volo per iniziare il riscaldamento. Io lanciai qualche
sguardo fulminante a Malfoy ma poi decisi che l’avrei
ignorato per tutta la partita.
Dopo una quarto d’ora Madama Bumb fece mettere tutti in
posizione e i capitani (Harry e il furetto platinato) si strinsero la
mano scambiandosi sguardi decisamente taglienti e pieni di
risentimento. Venne lanciata la prima palla e la partita
potè cominciare. Seguii con grande attenzione le azioni e i
passaggi, facendomi anche coinvolgere in un tifo molto sentito,
specialmente quando Grifondoro riusciva ad andare in vantaggio. Vidi
chiaramente il battitore di Serpeverde colpire con forza il bolide
indirizzato a Ginny che era ad appena qualche metro da noi e che si
scansò prontamente. Questo però non
fermò la sua corsa quando fu vicino agli spalti e con
terrore lo vidi venire dritto verso di me. Quella palla fu
l’ultima cosa che vidi prima di svenire.
*
Mi sentii di nuovo padrona del mio corpo non so quante ore dopo. Anche
senza aver aperto gli occhi, sapevo di essere in Infermeria, ma non
avevo seriamente la forza di aprire le palpebre. La testa mi dava un
dolore tremendo e mi sentivo intorpidita dappertutto, come se mi fosse
stata somministrata dell’anestesia. Percepivo che la luce era
flebile e finalmente mi decisi ad aprire molto lentamente gli occhi.
Vedevo un po’ appanato, ma piano piano misi a fuoco che dalla
finestra di fronte al mio lettino entrava la luce della luna e che la
stanza era illuminata solo da qualche candela. Subito dopo mi accorsi
che c’era qualcuno appoggiato sul mio letto. Dovetti sbattere
parecchie volte le palpebre per riuscire a puntare lo sguardo verso la
figura che aveva la testa appoggiata sulle braccia incrociate sopra il
mio materasso e che sembrava addormentata. Mi ci volle un po’
per accorgermi che il ragazzo che si era appisolato al mio giaciglio
aveva i capelli biondi. Biondissimi. Mi struisciai gli occhi con forza.
Forse ci vedevo male, forse il colpo mi aveva dato qualche danno alla
vista. Ma il movimento fece svegliare il ragazzo al mio fianco, che
alzò il capo e mi osservò con i suoi grandi occhi
argentei, prima di sorridermi con naturalezza. Non c’erano
dubbi.
Quello era Draco Malfoy.
Spazio
dell'Autrice.
Ditemelo, sono una folle. E' vero, sono uscita di senno. Vi ho messo un
bel po' di dubbi con questo inizio, non è così?
Mi sa che ci vorrà un bel po' a chiarirli tutti, ma spero
davvero che abbiate la pazienza di seguirmi e anche aiutarmi in questa
pazzia ** Sarei davvero davvero felice di sapere che cosa ne pensate di
questo primo capitolo **
Grazie a tutti di aver letto e grazie a chi recensirà!
That's all folks!
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Capitolo 2 *** Noi siamo indimenticabili! ***
Hallo Kinder, guten morgen,
komm wir spielen, komm, komm, komm!! Mmmm ecco dopo che vi ho dato il
buon giorno con questa canzoncina che fanno cantare ai bambini negli
asili tedeschi sono contenta xD Guardate lì sto
già postando il secondo capitolo, dai mi sto facendo un po'
perdonare vero? Anche perchè con il primo vi ho lasciati
tutti davvero molto perplessi! Qui comincerete a capire un po' che cosa
sta succedendo, e che dire, spero che vi piaccia!
Enjoy the chapter!
“Grang! Finalmente ti sei svegliata!”
esclamò il biondo alzandosi in piedi. Io osservai Malfoy con
gli occhi spalancati, nonostante questo mi provocasse del dolore.
Quello doveva essere sicuramente uno scherzo. Uno scherzo di pessimo
gusto. Davvero pessimo. O forse avevo semplicemente le allucinazioni. O
forse stavo sognando! Avendo preso una botta tanto forte, dovevo
essermi procurata un bel trauma. Richiusi quindi gli occhi e li
riaprii. Malfoy era sempre lì.
“Come ti senti?” mi chiese guardandomi con
attenzione. Io non risposi. Mi passai una mano sulla fronte dolorante e
sentii anche una forte stretta allo stomaco. Mi stava venendo la
nausea, e per non bastare percepivo un’insolita e sgradevole
sensazione di indolenzimento, che andava oltre il dolore della botta.
C’era qualcosa che non andava.
“Che…che cosa sta succedendo?” chiesi
con voce flebile e ancora impastata. Il biondo si rimise a sedere
accanto al mio letto.
“Tranquilla, non è successo niente di
irreparabile. Quello stronzo di Coote ti ha preso in pieno con un
bolide e sei caduta dalla scopa, ma puoi stare certa che gliela faremo
pagare! Beh un po’ di rivincita se l’è
già ripresa Theo che ha frantumato con un colpo solo la
scopa di Thomas. Comunque eravamo tutti preoccupati perché
non ti svegliavi, anche perché giocando spesso a Quidditch
ormai sei abituata, ma Madama Chips ci aveva assicurato che non avevi
riportato nessun danno grave, quindi dovevamo solo
aspettare…e anzi dovrei andare ad avvertire i ragazzi che ti
sei ripresa…Blaise stava seriamente dando di matto, ho
dovuto mandarlo a letto con la forza! Sveglierò anche Madama
Chips che controllerà come stai” spiegò
con tono pacato e senza mai alzare troppo la voce, anche quando
inneggiava alla vendetta. Lo osservai incredula alzarsi e dirigersi
verso l’uscita dell’Infermeria. Quando la porta si
chiuse alla sue spalle, mi sentii libera di farmi prendere dal panico.
Il terrore m’invase da cima a fondo in un solo istante, e
sentii mancarmi l’aria nei polmoni.
Era successo qualcosa. Qualcosa di assurdo, e al tempo stesso,
terribile. Riuscivo quasi a percepire nell’aria che
c’era qualcosa di diverso, qualcosa di assolutamente
inquietante. Ma doveva esserci una spiegazione logica. Anche se vivevo
nel Mondo Magico, tutto avveniva per una ragione. Perciò
dovevo calmarmi e cercare solo di fare mente locale. L’ultima
cosa che ricordavo era il bolide che mi aveva colpito sugli spalti,
mentre tifavo per la squadra della mia casa, Grifondoro. Ora bastava
solo scoprire perché Malfoy era stato a vegliare sul mio
capezzale e avesse accolto il mio risveglio come quello di una cara
amica, raccontandomi di come un cacciatore di Grifondoro mi avesse
steso mentre stavo giocando a Quidditch e di come Blaise Zabini fosse
terribilmente in pena per me. In quel momento solo due ipotesi mi
piombavano in testa: o stavo sognando, o erano impazziti tutti. O forse
questo era tutto un diabolico scherzo architettato dalle Serpi! Forse
era questo che stavano confabulando oggi, mentre guardavano nella mia
direzione. Volevano farmi perdere il senno!
Il filone dei miei pensieri venne interrotto dal portone
dell’Infermeria che si aprì. Mi voltai e vidi
entrare Madama Chips in vesteglia.
“Signorina Granger, si è svegliata. Mi dica, come
si sente?” domandò portando una mano sulla mia
fronte.
“Frastornata, confusa…” bofonchiai con
un fil di voce. Lei annuì distrattamente.
“Comprensibile…dov’è andato
il Signor Malfoy? Dopo tutto quello che ha fatto per convincermi a
farlo rimanere qui al suo fianco…è davvero uno
che non si ferma davanti a niente! Mi ha proprio preso per sfinimento,
non si voleva schiodare di lì” esclamò
la donna mentre si dirigeva verso lo scaffale degli unguenti. Quello fu
come prendere un altro colpo in testa. I Serpeverde non potevano aver
corrotto Madama Chips per assecondarli nel loro diabolico scherzo.
Perché anche se erano davvero esseri subdoli e
machiavellici, quello sarebbe stato davvero troppo. E poi ero
più che certa che Madama Chips fosse incorruttibile.
Perciò fui rispedita alle due mie precedenti opzioni che non
avevo una minima logica. Fui di nuovo assalita dal panico, in modo
ancor più travolgente. L’unica ipotesi vagamente
sensata che mi si era presentata davanti era svanita in una nuvola di
fumo, per lasciare posto alla paura di essere vittima di qualcosa che
non conoscevo. Qualcosa che non riuscivo a spiegare. Perché
quale spiegazione poteva esserci a tutto questo? Ero sconvolta,
terrificata, stordita e mi sentivo vulnerabilmente debole.
Fortunatamente non ebbi il tempo di provare ad articolare una risposta
che Malfoy entrò nella sala seguito a ruota da Zabini, che
si catapultò letteralmente verso di me.
“Hermione!!” esclamò con una nota di
sollievo. Quando fu al mio fianco mi prese la mano e sospirò
sollevato.
“Dio non riuscivo a chiudere occhio! Ci hai fatto prendere un
bello spavento dannazione! Stavo davvero cominciando ad impazzire! Meno
male che ora sei sveglia però…come stai? Va tutto
bene? Non hai ferite o danni gravi, vero?” fece il moro tutto
d’un fiato.
“Signor Zabini!! Non soffochi così la Signorina
Granger! “ ribattè Madama Chips venendo anche lei
verso di me. Il moro annuì e riprese a parlare
più a bassa voce.
“Mi scusi…va tutto bene allora? Ci hai messo
più di dodici ora a svegliarti, e non riuscivamo a capire
come mai! Non era la prima volta che prendevi qualche botta durante una
partita, e l’incantesimo aveva attutito praticamente del
tutto la caduta…sappiamo che cosa è
successo?”
La sua ultima domanda era rivolta alla donna che scosse il
capo e tirò fuori la bacchetta.
“Non lo so di preciso ancora, ma non temete, probabilmente il
suo corpo ha soltanto avuto bisogno di tempo per rimettersi in
moto” rispose lei prima di cominciare a farmi un controllo
molto ampio con la sua bacchetta.
“Dovrebbe stare bene, solo un po’
d’intontimento e mal di testa” sentenziò
rimettendosi la bacchetta nella vestaglia. Io mi liberai della stretta
di Zabini e posai la mano sugli occhi, cercando di respirare
regolarmente.
“Che…che cosa sta succedendo?” ripetei
quella domanda con una piccola nota di esasperazione e panico. Questa
volta fu Malfoy a farsi più vicino.
“C’è qualcosa che non va
Hermione?” mi chiese lanciandomi uno sguardo preoccupato. Io
sussultai al sentirlo pronunciare il mio nome.
“Sì” confessai sentendo le lacrime che
mi stavano per affiorare agli occhi. Però cercai di
trattenermi e di ritrovare un po’ di lucidità.
Senza dubbio era successo qualcosa di…magico. Quella era
l’unica cosa che poteva avere un minimo di senso, e anche se
io non avevo mai sentito parlare di qualcosa del genere, mi pareva la
sola opzione. Inoltre sentivo come la nausea della magia attanagliarmi
la gola.
Il punto era: che cosa potevo fare ora? Non mi sembrava il caso di
cominciare a correre urlando con le mani nei capelli come una pazza, e
la cosa di cui più avevo bisogno in quel preciso istante
erano informazioni. Perciò feci la cosa che in quel momento
mi sembrò più utile per arrivare al mio scopo.
“Non mi ricordo niente”
Borbottai quelle parole che non erano nemmeno troppo bugiarde senza
levare la mano dagli occhi.
“In che senso?” domandarono perfettamente
all’unisono Malfoy e Zabini. Io tirai un grosso respiro e mi
decisi a guardare i due ragazzi e la donna.
“Non…non ricordo niente” dissi cercando
di alzare un po’ la voce. I loro sguardi si fecero allarmati.
“Ti ricordi chi siamo? Ti ricordi chi sono io?”
chiese il biondo sporgendosi un po’ su di me.
“Draco Malfoy” risposi cercando di nascondere il
più possibile il tono sprezzante. Lui però non
sembrava soddisfatto.
“E…cosa sono io per te?”
domandò in modo più incalzante. Io rimasi
interdetta e alquanto perplessa.
“Non lo so” mormai sinceramente. A quel punto la
sua espressione si fece seriamente turbata.
“Io…io sono il tuo migliore amico,
Grang!” ribattè come se cercasse di spronarmi. Le
sue parole però riuscirono soltanto a sconvolgermi e
terrorizzarmi ancor di più, in una maniera incredibilmente
sgradevole.
Lo guardai atterrito per qualche istante cercando di non sembrare
troppo impaurita, cosa per niente facile.
“E quindi non ti ricorderai nemmeno di me,
Hermione” fece Zabini a sua volta preoccupato. Io scossi il
capo. Lui afferrò di nuovo la mia mano.
“Non ti ricordi che sono il tuo ragazzo”
Quelle parole non vennero pronunciate come una domanda, e per questo
suonarono davvero tristi. Ma io ero troppo sconcertata per rendermene
conto.
Draco Malfoy il mio migliore amico, e Blaise Zabini il mio ragazzo.
Qualcuno aveva cominciato a far girare il mondo al contrario.
I due ragazzi si voltarono contemporaneamente verso Madama Chips che
era rimasta in silenzio ad osservarmi.
“Cosa le è successo?” domandò
allarmato il moro. La donna tirò nuovamente fuori la
bacchetta e mi controllò con estrema accuratezza la testa,
esame che impiegò almeno una ventina di minuti. Quando ebbe
finito andò verso l’armadio delle pozioni e prese
una bottiglia verde. Versò un po’ del contenuto in
un bicchiere e me lo portò.
“Va bene…signorina Granger, ragazzi, non dovete
preoccuparvi. Da quello che ho visto il cervello sembra completamente
intatto, perciò è da escludere la presenza di
traumi o ferite che possano provocare danni permanenti. Molto
probabilmente c’è stato solo un mancato afflusso
al lobo dei ricordi che ha causato un temporaneo blocco della memoria.
E’ una situazione che si può presentare in
eseguito ad un forte colpo come quello. Probabilmente sarà
questione solo di qualche giorno, poi tutto dovrebbe
sistemarsi” spiegò con accuratezza Madama Chips
cercando di rincuorarci. Beh, almeno riuscì a farlo per
quanto riguardava i due ragazzi al mio fianco. Sui loro volti
tornò a dipingersi un’espressione sollevata.
“Possiamo fare qualcosa per aiutarla a ricordare?”
chiese Malfoy.
“In realtà sì…raccontarle le
storie del passato l’aiuterà sicuramente, e anche
farle fare le cose più quotidiane per lei, quelle a cui era
più abituata…” rispose Madama Chips. Entrambi i ragazzi
tornarono a puntare lo sguardo su di me.
“Non può essersi davvero dimenticata di noi,
insomma, noi siamo indimenticabili!” esclamò
Malfoy con tono altezzoso, sorridendo divertito e un po’
tronfio. Zabini alzò gli occhi al cielo in
un’espressione esasperata, aprendosi però anche in
un sorrisino allegro.
“Draco, possibile che ogni occasione sia buona per fare del
sarcasmo?!” ribattè sorridendo al suo migliore
amico. Malfoy aprì le mani in un gesto disinteressato.
“Non era sarcasmo, era la verità. E sono stato
anche così immensamente buono da usare il plurale e inserire
anche te, ingrato!” replicò alzando il mento
fintamente offeso. Zabini sbuffò divertito.
“Forse è un bene che non ti ricordi di lui
Grang” commentò il moro lanciandomi uno sguardo e
un sorriso complice.
“Zab non te lo vorrei dire, ma secondo me questo fatto della
perdita di memoria è tutta una cosa architettata per
scaricarti in maniera non troppo palese” replicò
il biondo abbassandosi fino ad appoggiarsi con le braccia al mio letto.
“Certo che sei proprio ingegnosa Grang” mi disse
inarcando le sopracciglia compiaciuto.
“Pfff, ma sentilo!” borbottò scuotendo
il capo Zabini.
Madama Chips interruppe la loro conversazione e i due Serpeverde
posarono nuovamente l’attenzione su di lei.
“E un’altra cosa davvero
importante…dovrete farla riposare! Il cervello lavora meglio
e di più quando dorme, quindi vedete di fare i bravi. E a
proposito di questo, dovete tornare nei vostri dormitori e lasciare in
pace la Signorina Granger. E non voglio sentire storie, specialmente da
lei Signor Malfoy!! Le avevo promesso che l’avrei fatta
rimanere finchè non si sarebbe ripresa, ma ora che sapete
che sta bene, vi rivoglio tutti e due in Sala Comune, senza
lamentele!”
I due Serpeverde sbuffarono sonoramente ma annuirono. Zabini
strusciò il pollice sul dorso della mia mano e mi sorrise
dolcemente.
“Buona notte Hermione. Ci vediamo domani” mi
salutò prima di lasciarmi la mano e avviarsi verso la porta.
Malfoy mi diede una leggera pacca sulla spalla, e io involontariamente
mi pietrificai quasi. Se Malfoy mi toccava, il mio corpo reagiva come
era abituato. Perché se mi toccava lui, non era mai una cosa
positiva.
“Dormi bene Grang. Domani ti riportiamo in Sala Comune, e
vediamo di fare tornare tutto a posto” disse rivolgendomi a
sua volta un sorriso.
Non avevo mai visto Malfoy sorridere. L’avevo visto ghignare,
sogghignare, ammiccare, ma mai, mai sorridere. Sorridere con
sponteneità, naturalezza, genuinità. Sinceramente
credevo che non fosse nemmeno capace di farlo.
I due ragazzi si allontanarono, e quando furono sulla porta, Zabini si
girò e mi fece un cenno con la mano sorridendomi con una
certa dolcezza. Anche quello mi lasciò abbastanza stupita.
Ad essere completamente sincera, mai nella mia mente avevo considerato
l’idea che i Serpeverde fossero ragazzi come tutti gli altri.
Davanti a tutti avevano un atteggiamento distante e controllato,
potevano ridere prendendo in giro o prendendosi in giro, ma mai li
avevo visti comportarsi rispetto ai loro sentimenti. Pensandoci con
attenzione però, l’immagine che avevo di loro
erano inverosimile. Come potevano degli adolescenti essere sempre
così padroni di loro stessi? Non era possibile.
“Signorina Granger, deve bere questo. La farà
stare meglio” disse Madama Chips porgendomi il bicchiere che
aveva in mano. Io lo presi e lo guardai per qualche istante scettica,
poi alzai lo sguardo e mi guardai intorno. Sulla sedia di fronte al mio
letto c’era una divisa da Quidditch di Serpeverde.
“Io…io a che casa appartengo?” chiesi
con la voce un po’ tremante. La donna mi guardò
inizialmente stranita, poi mi rivolse un sorriso bonario.
“Serpeverde, ovviamente. Potrebbe essere
altrimenti?” rispose senza smettere di sorridermi. Io
spalancai un po’ gli occhi.
“Che cosa intende?” domandai confusa. Lei fece
spallucce.
“Beh che quando penso alla parola Serpeverde, mi venite in
mente lei e i suoi amici” replicò mentre mi
sistemava il letto. Deglutii a vuoto un paio di volte.
“E…insomma…sono una brava studentessa
no? Non sono sempre in punizione vero?” chiesi cercando
qualche conferma.
“Oh beh certo, è una ragazza molto
intelligente…per questo non va praticamente mai in
punizione. Credo che siate troppo bravi per farvi scoprire”
rispose lei arricciando appena la bocca. Io rimasi appena interdetta.
“Ma sono prefetto?” continuai a chiedere in maniera
quasi morbosa. Madama Chips annuì.
“Sì, lei e il Signor Malfoy siete i prefetti di
Serpeverde” rispose la donna.
“E i prefetti di Grifondoro chi sono?” insistetti
io. Lei mi guardò un attimo confusa, poi fece spallucce.
“Ronald Weasley e Calì Patil. Se li
ricorda?” mi domandò speranzosa. Io annuii.
“Sì, ricordo chi sono…e Harry Potter?
Lui non è stato scelto come prefetto?”
“No, credo che il Signor Potter abbia già
abbastanza cose a cui pensare. Come mai tanto interesse verso gli
studenti di Grifondoro? Tra voi non scorre buon sangue, specie con
lui” replicò Madama Chips dubbiosa.
“Non scorre buon sangue?!” feci io leggermente
scandalizzata. La donna aggrottò la fronte.
“Per niente, anzi a volte ho paura che facciate scorrere del
sangue letteralmente…mi ricordo di una volta,
sarà stato al vostro quarto anno scatenaste una vera e
propria battaglia d’incantesimi nei corridoi e finiste tutti
qui in Infermeria…il bello era che continuavate a litigare e
insultarvi anche mentre vi stavo curando, da lettino a lettino!
Sì, quella volta vi mandarono tutti in punizione”
raccontò Madama Chips. Rimase qualche istante in silenzio,
poi continuò.
“Ora che ci penso meglio, proprio lei aveva tirato una brutta
fattura al Signor Potter che gli aveva fatto crescere tutta la peluria
sul viso, era completamente ricoperto”
Assimilai quelle parole cercando il più possibile di
sembrare impassibile. Restai in silenzio per un bel po’,
guardando il contenuto del mio bicchiere mentre me lo rigiravo fra le
mani. In che razza di mondo ero finita? Che mondo poteva essere quello
dove io ero una Serpeverde incallita che tirava brutte fratture ad
Harry?
In quel momento avrei tanto voluto che lui e Ron fossero al mio fianco,
a dimostrarmi il loro affetto e farmi sentire il loro supporto. Loro
avrebbero potuto asciugare le mie lacrime e strapparmi un sorriso.
Erano loro i miei migliori amici. Era a loro che volevo bene. Erano
loro la parte stabile e fissa dalla mia vita. Della mia vera vita. E
tutto quello che stava accadando era inimmaginabile. Perché
non potevo immaginare la mia vita senza di loro.
Bevvi tutto d’un sorso e posai il bicchiere sul comodino
accanto al letto. Madama Chips finì di sistemare le ultime
cose e poi mi diede la buona notte, lasciandomi sola nella grande sala
dell’Infermeria.
Con un sospiro posai la testa sul cuscino, e quando chiusi gli occhi,
una piccola lacrima andò a bagnare la sua stoffa. Strinsi
forte le coperte e con tutta me stessa desiderai di risvegliarmi nel
mondo di sempre, quello che girava dalla parte giusta.
Spazio dell'Autrice.
Voglio
fare un sondaggio xDD Che faccia avete fatto quando avete letto che
Blaise è il ragazzo di Hermione? xD Vi c'ho fatto rimanere
di stucco, non è vero?! Scommetto che avevate pensato che
sarebbe stato Draco il ragazzo della nostra Grang, e invece no!! Troppo
semplice sennò! E poi io devo pur sfogare la mia
bastardaggine serpeverde da qualche parte xD Comunque, cercando di fare
vagamente le persone serie...questo capitolo dovrebbe avervi abbastanza
chiarito la situazione, anche se lo scioglimento della vicenda
avverrà in tutto e per tutto praticamente verso la fine
della storia...oddio, no forse proprio fine no, un po' prima ecco,
anche perchè sinceramente non ho ancora idea di come la
farò finire xDD Spero che il capitolo via sia piaciuto, ora
mi metto subito a scrivere il terzo!
Grazie a tutte le meravigliose persone che leggono e recensiscono
questa mia FF.
That's all folks!
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Capitolo 3 *** Mi sentii Serpeverde. ***
Salve miei amati lettori e
buon anno!! Com'è cominciato questo 2011? Se vi dico cosa ho
fatto io xD Stranamente, molto stranamente, ero pseudo-sobria, e con
altre mie due amiche abbiamo fatto un maratona di 6 ore e mezzo di dvd
su i Tokio Hotel! Tre documentari e due concerti live (di cui uno era
quello di Milano, a cui io ho assistito dalla seconda fila, quindi
c'è partito anche un bel piantino). Abbiamo cominciato dieci
all'una e siamo andate a letto alle sette e mezzo, completamente
distrutte da questa overdose da Tokio Hotel xD Non credevo possibile
che riuscissi a pensare, anche solo per un secondo "ne ho abbastanza di
loro!" xD Spero che voi abbiate fatto qualcosa di più
indicato per la vostra sanità mentale, magari qualcosa
più sullo Slytherin Way xDDD Vi lascio al capitolo miei
adorati **
Enjoy the chapter.
Quando mi svegliai, constatai con grande orrore di essere sempre in
Infermeria. Il sole splendeva ormai alto, quindi doveva essere
già mattina inoltrata. Il dolore alla testa era praticamente
svanito, come l’indolenzimento che qualche ora prima mi
invadeva tutto il corpo. La pozione che mi aveva dato Madama Chips
aveva funzionato alla perfezione. Mi stiracchiai le braccia e mi tirai
su a sedere. Sulla ringhiera in fondo al letto qualcuno aveva appogiato
una divisa pulita, così mi alzai per vederla. Era una divisa
di Serpeverde. La stesi sul letto e la guardai storcendo un
po’ la bocca.
“Oh è sveglia Signorina Granger”
Sussultai appena e mi voltai verso Madama Chips che era entrata nella
stanza.
“Buon giorno” le dissi mettendomi a sedere sul
letto.
“Come si sente stamani?” mi chiese lei.
“Bene, direi bene…non ho più
dolori” risposi annuendo con la testa. La donna
m’imitò.
“Le consiglio però di aspettare qui che vengano i
suoi amici a prenderla…se intanto vuole vestirsi
comunque” mi disse prima di scomparire nel suo ufficio. Io
sospirai e andai a cambiarmi dietro il separè. Indossai i
vestiti molto lentamente, per poi guardarmi allo specchio con una certa
tristezza. Era così assurdo vedermi con addosso la divisa
verde-argento. Quasi uno shock. Ma dovevo soltanto resistere.
Sarei riuscita a scoprire quello che stava succedendo e avrei trovato
una soluzione. Con questa convinzione mi sedetti pesantemente sul letto
e intrecciai le mani in grembo, aspettando, mentre la mia mente
lavorava febbrilmente e senza sosta. Ma i miei pensieri vennero
bruscamente interrotti dalla porta che si apriva e da delle voci che
avanzavano rumorose.
“Graaang!!”
Theodore Nott mi venne incontro decisamente allegro, allargando le
braccia in un gesto di accoglienza e sorridendomi con gioia.
Involontariamente mi tirai un po’ indietro, quasi impaurita.
Non avevo mai creduto possibile che Nott si potesse lasciare andare a
queste vistose manifestazioni di brio e allegria. L’idea che
avevo di lui, da quanto mostrava, era di un ragazzo sempre con la testa
fra le nuvole, distratto e menefreghista.
“Theo, te l’abbiamo già
detto…non si ricorda di te, grazie al cielo” disse
con tono strascicato Malfoy, alzando gli occhi al cielo esasperato.
“Ma non mi avete anche detto che per aiutarla a ricordare
dobbiamo comportarci normalmente?” ribattè
incrociando le braccia al petto.
“Sì, ma non mi pare di aver detto di volere che si
ricordasse di te” replicò il biondo facendo una
piccola smorfia con la bocca. Daphne Greengrass e Pansy Parkinson, che
erano appena dietro di lui, ridacchiarono. Superarono i ragazzi e
velocemente mi raggiunsero.
“Hermione, ma che ci combini!! Ti sembrano cose da fare,
dimenticarsi di noi?” fece la bionda sedendosi accanto a me e
passandomi un braccio intorno alla vita. Pansy la imitò.
“Già, questo è davvero un colpo
basso…” disse la mora rivolgendomi un sorrisetto
divertito. Io feci scorrere velocemente lo sguardo fra le due ragazze
stranita, poi cercai di abbozzare un sorriso. Anche Nott mi raggiunse e
mi diede una pacca sulla spalla.
“Hermione, Hermione, lo sappiamo che questo è
tutto un piano diabolico per scaricare Blaise, quindi noi che siamo i
tuoi migliori amici staremo al gioco…” fece il
moretto facendomi l’occhiolino complice. Sentii sbuffare
sonoramente alle sue spalle e Zabini si affiancò a Nott.
“Ancoraaa! La volete smettere con questa storia!”
sbottò contrariato, per poi sporgersi e darmi un leggero
bacio sulla fronte. Rimasi pietrificata per qualche istante,
trattenendo anche il respiro. Il delicatissimo tocco delle sue labbra
era stato completamente inaspettato e mi aveva provocato una fitta
scarica di brividi lungo la schiena.
“Non soffocatela, datele almeno lo spazio per
respirare” esclamò Malfoy facendosi spazio fra i
due ragazzi.
“Va meglio stamani Grang?” mi domandò il
biondo. Io sbattei le palpebre per qualche momento.
“Sì, meglio” riuscii a rispondere senza
sembrare troppo stranita di rivolgermi così tranquillamente
a Draco Malfoy.
“Bene bene, allora possiamo andare” disse il
Principe delle Serpi facendosi un po’ da parte. Ci alzammo
dal letto e io mi rassettai accuratamente la gonna che si era un
po’ spiegazzata. In quel momento Madama Chips uscì
dal suo ufficio e mi fece cenno di aspettare. Prese una boccetta e ci
versò dentro un po’ della pozione che avevo bevuto
la sera precedente.
“Tenga questa Signorina Granger…la prenda prima di
andare a letto, e se sente dei dolori…” fece
porgendomela.
“Grazie” risposi sorridendole lievemente.
“E mi raccomando!” li apostrofò la
donna. Malfoy sbuffò seccato.
“Sì, sì, certo facciamo i bravi!! Come
se fossimo dei Grifondoro” ribattè pronunciando
quelle ultime parole con disprezzo. Per un riflesso automatico mi
irrigidii immediatamente, mettendomi quasi in posizione di attacco.
Malfoy se ne accorse guardandomi confuso e io mi riscossi passandomi
una mano sulla fronte.
“Dai andiamo!” esclamò Theodore
prendendomi a braccetto e spingendomi quasi verso l’uscita.
“Abbiamo in programma una bella seduta di racconti, stavo
pensando anche che potremmo scrivere quello che raccontiamo e poi
pubblicarlo come libro intitolato “Memorie di sei
Serpeverde”. Secondo me sarebbe un successone!”
fece allegro Nott parlando particolarmente veloce ed euforico.
“Theo stai delirando, noi sei costruttivo per la guarigione
di Hermione” lo riprese Blaise con tono bonario.
“Ma certo che lo sono! E poi la Grang mi adora”
replicò alzando il mento con fare risoluto.
“Ma se è la MIA ragazza!”
sbottò il moro dagli occhi cobalto.
“Era vorrai dire” lo corresse con sarcasmo il
moretto al mio fianco.
“Ti sto seriamente per rispedirti in Infermeria, come malato
però” ribattè Zabini portandosi le mani
sui fianchi.
“Basta bisticciare bambini!” li
rimproverò ironicamente Daphne. Avevamo ormai intrapreso la
via verso i sotterranei, e sentivo le mie gambe muoversi quasi per
forza d’inerzia, come se quella strada la facessi milioni di
volte. I Serpeverde continuarono a battibeccare per un altro pochino,
poi mi sentii affiancare da Malfoy che lanciò
un’occhiata a Nott. Quello sguardo doveva essere abbastanza
eloquente, perché il moretto gli rivolse un lieve cenno del
capo e mi lasciò il braccio facendosi indietro.
“Perché non dici niente Grang?” mi
domandò guardandomi con curiosità. Io aggrottai
leggermente la fronte e per qualche istante boccheggiai.
“Perché…perché non ho niente
da dire?” replicai un po’ incerta. Lui fece una
smorfia.
“Tu hai SEMPRE qualcosa da dire Hermione, in una maniera
estenuante” ribattè inarcando le sopracciglia. Io
lo osservai e sbattei le palpebre velocemente. Era vero, mettevo sempre
bocca su tutto, dicevo sempre la mia e facevo valere le mie opinioni.
“Credo di avere soltanto bisogno di tempo
per…abituarmi” risposi distogliendo lo sguardo
dalle iridi argentee di Malfoy.
“Sì, questo è comprensibile. Ma ho
l’impressione che tu sia quasi impaurita da noi”
replicò il biondo.
“Sono solo impaurita da quello che mi è
successo” dissi quella che non era del tutto una menzogna.
Ero incredibilmente terrorizzata da quello che mi stava succedendo, ed
inutile negarlo, un po’ ero anche terrorizzata da loro,
perché erano un vero e proprio salto nel buio. Un buco nero
profondo in cui mi stavo addentrando completamente. Che cosa mi potevo
aspettare dall’avere la banda di Malfoy come migliori amici?
Dovevo però cercare di mantenere il controllo, e impegnarmi
nel sembrare normale. Finchè non avessi scoperto la causa
del guaio in cui ero finita, non dovevo risultare sospetta.
Malfoy annuì con il capo e dopo un attimo mi mise una mano
fra la nuca il collo, intrecciando con le dita i miei capelli. Una
forte scarica di brividi mi attraversò la spina dorsale
facendomi irrigidire la schiena, e per un attimo il respiro mi si
mozzò. Lui percepì il mio stupore e il mio
disagio, infatti avvicinò un po’ il viso al mio
orecchio e mi disse a voce molto bassa:
“Lo faccio per tranquillizzarti, di solito. Da quando siamo
bambini, ricordo. Dal nervosismo ti scioglievi i capelli e ti
strofinavi il collo tanto da farlo diventare rosso. A volte ti
graffiavi pure, e quel tuo movimento insistente mi dava ai nervi.
Allora ho cominciato a fare così; anche perché
riesco sempre a sapere quando sei nervosa”
Ruotai appena il viso per incrociare il suo sguardo, e mi ritrovai
vicinissima al suo volto, rendendomi conto che mai in tutta la vita gli
ero stata tanto vicina. La sua mano era abbastanza fredda e non si
muoveva nemmeno di un millimetro. Non mi accarezzava o massaggiava,
semplicemente mi copriva, come se mi stesse proteggendo.
Era assolutamente assurdo.
Non solo per il gesto, che nonostante fosse semplice e disinteressato,
risultava davvero intimo…ma perché a farlo era il
Draco Malfoy di sempre. Non sembrava così diverso da come lo
conoscevo io. Stessa espressione fredda e annoiata, stesso sarcasmo
pungente, stessa superbia. Eppure era lì, ad una spanna dal
mio volto, che mi raccontava di come aveva cominciato a toccarmi in
quel modo per farmi stare tranquilla nei momenti di nervosismo. Quel
gesto di strofinarmi il collo mi apparteneva, ma nessuno si era mai
comportato così.
Distolsi lo sguardo e non aprii bocca, continuai semplicemente a
camminare, e il biondo Serpeverde non staccò la mano nemmeno
per un istante. Soltanto quando arrivammo davanti all’entrata
della Sala Comune mi lasciò, e io mi sentii come se avessi
ricominciato finalmente a respirare. Entrammo dentro e mi ritrovai di
fronte al grande stanzone rettagolare che costituiva la sala di ritrovo
delle Serpi. La luce che la illuminava, passando attraverso le acque
del Lago Nero, era soffusa e verdastra, dando all’ambiente un
che di sinistro. Oltre alle finestre, c’erano i grandi camini
messi in fila lungo la parete a sinistra che davano luce alla stanza, e
degli eleganti ed elaborati lampadari appesi al soffitto. Il verde era
assolutamente il colore predominante, che spiccava dai tappeti, dagli
arazzi, dai cuscini e dalle sedie.
Mossi qualche passo titubante e seguii i ragazzi che si avviarono verso
alcuni divanetti davanti al camino centrale. Blaise si sedette su un
divano e con la mano battè sul posto accanto a
sé, invitandomi a sedermi accanto a lui. Non mi feci
attendere e molto delicatamente presi posto al suo fianco, senza
appoggiare la schiena. Malfoy invece si lasciò cadere
accanto a me, appoggiando le gambe sul bracciolo che penzolavano
morbide, e la testa sul mio grembo. Sobbalzai quando il capo
biondissimo del Principe delle Serpi si posò in maniera
così spontanea e intima su di me, e sentii suibito un
riflesso che, senza neanche pensarci, mi fece esclamare:
“Non è che te ne stai approfittando della mia
amnesia?!”
Il tono che usai fu abbastanza sarcastico e combattivo, tanto che
Malfoy aprì di scatto gli occhi e mi fissò
inizialmente stranito, poi estremamente compiaciuto.
“Oh, finalmente! Credevo che oltre la memoria, ti fosse
andata via la personalità!” ribattè
soddisfatto. Io lanciai uno sguardo agli altri che a loro volta mi
osservavano annuendo con compiacimento e sospirando tranquillizzati.
“Comunque no, non me ne sto approfittando. Vuoi che me ne
approfitti?” fece il biondo rivolgendomi un sorrisino
vagamente malizioso. Io strabuzzai gli occhi.
“No!!” sbottai facendo ridere tutti.
“Ahahah Draco non ti vuole neanche con la memoria in
pappa!” lo prese pesantemente in giro Nott, beccandosi
un’occhiata omicida dal Principe.
“E’ proprio quello, non si ricorda di quanto sono
eccezionale, meraviglioso, super sexy…insomma, di quanto
sono il migliore!” replicò altezzoso Malfoy. Senza
nemmeno rendermene conto, sbuffai sonoramente, alzando gli occhi al
cielo. Poi incrociai il suo sguardo argenteo con un fare di sfida. E,
sempre senza rendermene conto, ricambiai il lieve sorriso battagliero
che mi stava lanciando.
Sentii Zabini avvolgermi le spalle con un braccio.
“Sarai anche il migliore, ma sono io il suo
ragazzo!” disse alzando il mento con superbia, per poi ridere
di gusto. Fu Malfoy questa volta a sbuffare.
In quel mentre Daphne e Pansy posarono sul tavolino davanti a noi una
bottiglia di vino elfico e sei bicchieri, riempiendoli accuratamente.
“Allora Mione, da cosa partiamo?”
domandò la Parkinson passandomi un bicchiere. Io lo osservai
confusa.
“Dove l’avete preso?” domandai stranita.
“Questo è della nostra scorta, anche
perché se toccavamo quella del Principino ce la menava fino
alle vacanze di Natale” rispose Pansy scuotendo il capo.
“Eh certo, mi avete seccato le scorte di un semestre in un
mese!” proruppe Malfoy allargando vistosamente le mani.
“Che c’entra, noi siamo i tuoi migliori
amici!” ribattè Daphne sedendosi sul divano di
fronte al nostro. Io però ero ancora molto confusa.
“Voi…voi tenete delle scorte di alcohol a
scuola?” chiesi sbigottita. Tutti mi lanciarono uno sguardo
stralunato.
“Beh tecnicamente le teniamo in camera” rispose la
bionda.
“E lo fai anche tu” mi fece notare Malfoy.
Io tenevo una scorta di alcohol in camera mia?! Ma se a mala pena
bevevo lo spumante a Capodanno!
Ok, forse quella non era proprio la prima questione alla quale dovevo
trovare una risposta.
“Io credo che dovremmo partire
dall’inzio” disse Blaise dopo aver bevuto un sorso
di vino.
“Dalla prima volta che ci siamo incontrati”
continuò sorridendomi.
“Me lo ricordo come se fosse ieri” fece Malfoy
quasi in un sussurro. I due amici si scambiarono uno sguardo, poi
Blaise cominciò a raccontare.
“Io e Draco eravamo seduti in uno scompartimento in fondo al
treno per venire a Hogwarts. Era il primo anno ovviamente, la prima
volta che montavamo su quel treno. Io ero eccitatissimo, saltellavo di
qua e di là e mi contorcevo le mani dall’emozione.
Come al solito, esageravo tutto. Lui non faceva che ripetermelo. Draco
ovviamente se ne stava stravaccato apparentemente indifferente, ma io
riuscivo a percepire quanto anche lui fosse elettrizzato. Stavamo
allegramente chiacchierando di…Quidditch, credo, non ricordo
precisamente, quando la porta dello scompartimento si aprì
ed entrò una ragazzina dai foltissimi capelli ricci,
già vestita con la divisa. Ci rivolgesti appena uno sguardo
prima di cominciare a blaterale di un ragazzo che aveva perso il suo
rospo. Poi ti interrompesti di colpo, notando che sul sedile accanto a
noi avevamo le nostre bacchette. Tutto d’un tratto i tuoi
occhi si sono come illuminati e ci hai chiesto se stavamo facendo
magia. Servisti su un piatto d’argento l’occasione
che Draco stava aspettando da tutta la mattina, la
possibilità di mostrare tutto il suo talento e tutto quello
che i suoi genitori gli avevano già insegnato. Infatti con
espressione soddisfatta e superba cominciò a fare qualche
incantesimo, credendo di stupirti particolarmente. Ma tu arricciasti un
po’ la bocca e con un gesto secco della mano lasciasti ad
intendere che sapevi fare meglio”
“Da lì non abbiamo mai smesso di sfidarci. Avevamo
solo due possibilità, o diventare nemici giurati, o
diventare migliori amici” lo interruppe Malfoy guardandomi
con intensità. Io a quelle parole rabbrividii.
“Già, proprio così. Ci mostrasti
qualche incantesimo e poi ci presentammo. E’ stato quello il
momento in cui c’è stata la…beh, la
svolta”
Zabini sospese il racconto guardandomi con le labbra contrise. Io
capìì al volo, e abbassai lo sguardo lasciando
che un sorriso amaro mi dipingesse il volto.
“Io ero una Mezzosangue”
Pronunciai quelle parole con tono tranquillo e apparentemente
indifferente, ma quello per me era sempre stato doloroso. Mi aveva
sempre fatta sentire inadatta, non all’altezza, sempre uno
scalino sotto gli altri. Mi ero dedicata anima e corpo allo studio per
far capire a tutti che valevo, che ero una strega dotata e talentuosa,
che potevo aspirare al meglio. Il mio sangue non doveva, non poteva
incidere su quello che ero.
“Quando ci hai rivelato che eri figlia di babbani,
mi sono sentito ancora peggio. Pensai: “questa ragazzina
impertinente e saputella fa degli incantesimi migliori dei miei, e non
è nemmeno figlia di maghi!”. Ero davvero
indignato. E non credere che mi sia passata!” disse Malfoy
rivolgendomi un ghigno divertito.
“Però Draco è sempre stato un tremendo
opportunista, come lo siamo tutti qui dentro, del resto. E si mise in
testa che dovevi essere eccezionale, uno dei migliori talenti della
scuola. E aveva ragione. Ce ne accorgemmo subito, e a quel punto ci
rendemmo conto che le strade erano soltanto due: o con noi, o contro di
noi” riprese Blaise lanciandomi un’occhiata
eloquente. Io aggrottai la fronte, e Malfoy lo notò.
“Una ragazza con un talento e una personalità come
la tua non avrebbe mai potuto risultarci indifferente, non potevi non
intersecare le nostre vite…perciò avevo deciso
che dovevi essere dalla nostra parte” mi rispose il biondo
cercando di chiarire il concetto.
“Perciò ti abbiamo fatta sedere e abbiamo diviso
le caramelle con te. Parlando del più e del meno,
saltò fuori la questione delle case. Ti chiedemmo dove
pensavi ti avrebbe smistata il Cappello Parlante, e tu sinceramente ci
confessasti che non ne avevi idea. Quando ti rivelammo che noi saremmo
sicuramente diventati dei Serpeverde, ci lanciasti uno sguardo
titubante e un po’ scettico. I tuoi pregiudizi ti fermavano
più dei nostri, e questo non ci passò
inosservato. Io allora ti chiesi come mai avevi fatto quella faccia, e
tu non esitasti a dirci di quello che avevi letto sui libri. Io mi feci
un po’ più vicino e ti dissi una cosa che mi
ricordo ancora perfettamente: “Noi Serpeverde possiamo anche
essere un po’ subdoli e meschini, ma sicuramente siamo i
più incompresi. Le persone non si sforzano di capire quello
che non è immediato, quello che può nascondersi
dietro la nostra freddezza. Qualche mago oscuro in centinaia di anni
è stato un Serpeverde e quindi noi siamo già
schedati. E’ vero, noi possediamo le qualità che
con le scelte sbagliate, possono risultare disastrose. Ma non tutti
facciamo le scelte sbagliate”. Le mie parole ti colpirono, ti
colpirono da morire, i tuoi occhioni nocciola rimasero a fissarmi per
qualche momento e più avanti mi confessasti di esserti data
mentalmente della stupida per essere stata così diffidente.
Però, il colpo di grazia, te lo diede il nostro
Principe”
Abbassai immediatamente lo sguardo per incontrare quello di Draco che
già si vedeva grondare di soddisfazione.
“Ti feci una domanda, anzi più di una in
realtà. Non ti assicuro che queste siano le parole precise,
ma in linea di massima ti chiesi: “Sei ambiziosa? Sei
determinata? Sei pronta a tutto per arrivare ad ottenere i risultati
migliori? Sei orgogliosa? Sei sicura delle tue capacità? Sei
furba, intelligente, sveglia? Vuoi essere la migliore?”. Tu
annuisti con il capo ad ogni singola domanda, e io sorrisi compiaciuto
annunciandoti: “Allora sei una Serpeverde!”. E da
quel momento non hai mai smesso di esserne convinta”
Io rimasi come intontita da quella rivelazione. Era meno folle di
quello che poteva sembrare. Anzi, era logico. Io non avevo mai dubitato
che Grifondoro fosse la casa perfetta per me, eppure raccontata
così tutto mi sembrò avere senso. Per un momento,
un solo momento, mi sentii a mio agio.
Mi sentii Serpeverde.
Spazio dell'Autrice.
Questo
è proprio un capitolo carino. Credo che il mio intento si
sia capito: voglio, o almeno voglio provare, a mantere Hermione
più IC possibile, e dimostrare che sarebbe comunque potuta
diventare una Serpeverde, migliore amica di Draco e Blaise. Sono
così diversi solo perchè hanno preso strade
diverse. Ma se davvero si fossero incontrati all'inizio, quando erano
ancora solo bambini? Quando Hermione era ancora suscettibile e
insicura, e magari di fronte a quei ragazzini così spavaldi
e Purosangue avesse trovato una sicurezza, un modello da seguire per
affrontare la sua paura di non essere all'altezza? E se il piccolo
Draco avesse trovato piacevole e incredibilmente eccitante la
minaccia di Hermione per uno che non fa che annoiarsi, per uno che
nessuno osa sfidare? Io ci sto provando. Vediamo quello che viene fuori.
Spero che questo capitolo via sia piaciuto!!
Ringrazio tutti per aver letto e recensito la mia storia! Mi rendete
sempre molto felice! Un bacione enorme, e ancora auguri per quest'anno
nuovo **
That's all folks!
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Capitolo 4 *** Come sei schizzinosa Grang! ***
Buon salve a tutti!! Mmm mi
sono fatta un po' attendere per questo capitolo, ma il ritorno a scuola
è sempre traumatico, quindi abbiate pietà di me!
Fra l'altro ho ricevuto una bruttissima notizia: per il mio compleanno
sarei dovuta andare a Londra a vedere giocare il Chelsea contro il
Liverpool, ma ahimè, anche se ho la tessera membri, i
biglietti sono sold-out D: D: Fortunatamente mi hanno promesso i
biglietti per il musical di Glee sempre a Londra, solo a Giugno! Va
beh, aspetterò...ok, a voi non interessa una mazza, lo so,
lo so, vi lascio il capitolo!
Enjoy the chapter!
“Il cappello parlante gridò Serpverde, e da
lì siamo diventati inseparabili” concluse il
racconto Blaise regalandomi un sorriso intriso di dolcezza. Io non
riuscii a ricambiare perché mi si era creato un fastidioso
nodo alla stomaco che sentivo premere senza pietà,
opprimendomi completamente.
E quindi, quella sarebbe stata la mia vita se quel primo giorno di
scuola, per puro caso, fossi entrata nel loro scompartimento e mi fossi
fermata lì a parlare. Sarebbe bastato così poco
per cambiare la mia esistenza in maniera tanto radicale?
Malfoy si mosse un po’ sistemandosi meglio, sempre tenendo il
capo poggiato sulle mie gambe. Aveva chiuso per qualche istante gli
occhi, come se fosse immerso completamente in qualche ricordo.
“L’inizio della nostra amicizia è andato
un po’ diversamente” ridacchiò Theodore
facendosi più avanti sulla poltrona.
“Nel senso, noi tutti ci conoscevamo già
perché le nostre famiglie si frequentavano, ma non eravamo
così legati. Un mattina, per sbaglio, misi un petardo
Filibuster nel tuo succo di zucca. In realtà stavo mirando
il bicchiere di Pansy. Tu ti infuriasti in una maniera stratosferica,
sembra che fossi diventata tu stessa un fuoco d’artificio. Ma
si sa come vanno a finire queste cose…da quel momento, mi
hai adorato!” raccontò il moretto abbastanza
divertito.
“In realtà ti abbiamo dovuto tenere
perché non gli lanciassi addosso qualche strana maledizione;
sì, perché eravamo sicuri che ne conoscessi
già qualcuna” ribattè Zabini sorridendo.
“E ovviamente da lì anche noi siamo diventate tue
amiche, insomma, quella è stata una scena epica!”
replicò a sua volta Daphne. Io le rivolsi un sorriso,
cercando di sembrare il più spontanea possibile.
“Eh beh, da lì abbiamo cominciato a combinarne di
tutti i colori! Ricordo come se fosse ieri il nostro primo
scherzo” continuò Blaise alzando gli occhi al
cielo, come a riportare meglio alla mente quella memoria.
“Una cosetta da principianti, ma eravamo solo al primo anno.
Si capiva che saremmo diventati i migliori in questo. Beh, ora che ci
penso, siamo i migliori in tutto” rispose Malfoy aprendo
finalmente gli occhi.
“E quale vittima migliore di Potter e il suo amico Pel di
Carota?!” esclamò Pansy aprendo le mani.
“Perché proprio loro?” domandai
immediatamente. Forse non riuscii a nascondere troppo bene
l’indignazione che provavo, così andai avanti
cercando di mascherarla.
“Voglio dire…com’è cominciato
tutto con loro?”
Draco si tirò su e stirò le braccia dietro la
schiena, come per prepararsi ad un grande sforzo.
“Sullo stesso principio con cui è cominciata con
te” rispose il biondo buttando giù le braccia.
“Harry Potter era una leggenda. Il bambino che è
sopravvissuto. Doveva avere qualcosa di speciale, più che
qualcosa di speciale. Perciò gli offrii la mia amicizia. Non
lo nego, credevo che avremmo fatto grandi cose con lui. Questo
ovviamente prima di rendermi conto che era solo un ragazzino impaurito,
stupido e che godeva soltanto di tanta fortuna. Lui rifiutò
la mia amicizia, e come era chiaro…o con noi, o contro di
noi” spiegò Malfoy fermandosi di tanto in tanto
per sorseggiare il suo vino.
“L’inizio di questa ferrea guerra è
stato proprio quello scherzo…invitammo Potter e Weasley dopo
il coprifuoco ad un duello di incantesimi, dandogli appuntamento in un
aula vuota. Noi ovviamente non ci presentammo, ma lasciammo sulle loro
teste dei secchi di vermi penzolanti, e quando aprirono la porta gli
finirono tutti addosso. Ridemmo per una giornata intera”
raccontò Zabini.
“Ridemmo per un anno intero” continuò il
Principe delle Serpi poggiando il suo bicchiere sul tavolino.
“Era stato un bel periodo. Eravamo ancora bambini
praticamente, quindi potevamo goderci un po’ di
spensieratezza, ma sapevamo già come si stava al
mondo…o almeno, lo stavamo imparando. E la cosa bella
è che lo facevamo insieme” disse il biondo
intrecciando il suo sguardo al mio.
“Insieme stavamo scoprendo il mondo” aggiunse
Blaise facendomi voltare verso di lui.
“E abbiamo anche dovuto lottare. E non solo con qualche
sfigato Grifondoro” replicò Malfoy sospirando. Io
lo guardai confusa.
“Quando…quando finimmo l’anno,
già ci sembrava inconcepibile passare tanto tempo
divisi…era nato e stava continuando a crescere un legame
molto forte…perciò invitai te e Blaise a casa mia
per un periodo. Ma a mio padre non sembrò una grande idea
avere una…beh, una nata da babbani in casa”
raccontò atono Draco. Io rimasi immobile, senza mutare di
una virgola la mia espressione, anche se un po’ mi faceva
male. Avevo superato tutta quella situazione, ma ancora non era
semplice evitare che la rabbia mi assalisse dopo affermazioni del
genere. Quella rimarrà sempre una ferita aperta.
“E tu, cosa hai fatto?” domandai curiosa della
risposta. Malfoy arricciò appena la bocca e fece spallucce.
“Ho fatto capire a mio padre quello che io aveva capito dal
primo momento che ti ho incontrata: che eri speciale, e una delle
migliori. Non è stato facile, per niente, ma dalla
verità non si può scappare a lungo.
Quell’estate la passammo da Blaise, ma poi non ne
è trascorsa una senza che tu venissi da me ad
agosto”
Osservai il Principe delle Serpi per un lungo istante. Ero sbalordita e
stranita dalle sue parole, e avevo l’impressione di aver
colto qualcosa che non tornava.
“Perché? Perché tutta questa fatica per
me?” chiesi scuotendo il capo. I miei occhi erano incatenati
a quelli del biondo, che sembrava quasi contrariato. Poi si
aprì in un mezzo sorrisino ironico.
“Vieni con me Grang” disse semplicemente alzandosi
in piedi e con una mano facendomi segno di imitarlo. Non era stato
brusco, rude o furioso, anzi era completamente rilassato, eppure
nell’insieme risultò tanto autoritario che mi
ritrovai in piedi quasi senza essermene accorta.
“Dove andiamo?” domandai confusa.
“Ragazzi, vogliate scusarci, porto un attimo la Grang a
schiarirsi la mente. Ci vediamo dopo” ribattè
senza degnarmi di una risposta, prima di avviarsi verso
l’uscita della Sala Comune. Io mi guardai intorno stranita
per poi seguirlo inerme.
“Dove andiamo?” ripetei con tono più
deciso, cercando di ottenere una risposta.
“Ti sei ricordata qualcosa mentre raccontavamo? Un piccolo
sprazzo, un flash, qualcosa?” mi chiese come se non avessi
aperto bocca. Era snervante.
“Dove andiamo?!” insistetti fermandolo e mettendomi
le mani sui fianchi, combattiva. Lui mi sorrise compiaciuto.
“In un posto che ti piace” rispose enigmatico
riprendendo a camminare. Io sbuffai e lo seguii indignata.
“Sei insopportabile” bofonchiai a denti stretti.
“Anche tu. Perché hai imparato dal
migliore” replicò Malfoy rilassato e
imperturbabile. Questo se possibile m’irritò ancor
di più. Possibile che non riuscissi a scalfirlo?!
Arrivati nella Sala d’Ingresso prendemmo le scale che
portavano ai piani superiori e rimanemmo in silenzio finchè
non arrivammo davanti alla biblioteca. Draco aprì la porta e
con un cenno mi invitò ad entrare. Io non mi feci pregare,
infatti appena fui dentro mi sentii immediatamente sollevata, come
quando si torna a casa dopo un lungo viaggio. Quel posto mi
apperteneva, mi faceva sentire protetta, al sicuro, mi aveva accolto
nei momenti peggiori e i quelli migliori. La biblioteca era un
po’ come un castello di carta e inchiostro in cui mi
rifugiavo ogni volta che ne avevo bisogno. Malfoy si avviò
velocemente verso gli scaffali più lontani
dall’entrata. Si sporse sul corridoio come a controllare che
non ci fosse nessuno, poi cominciò a tirare fuori qualche
libro.
“Quando siamo stressati, con una grande confusione in testa,
e dobbiamo rilassarci per parlare o ideare piani geniali veniamo qui, e
mettiamo in disordine i libri. In realtà ne mescoliamo
soltanto l’ordine. Ci aiuta a concentrarci”
spiegò il biondo cominciando a rimettere i volumi nel posto
sbagliato. Io spalancai gli occhi.
“No!” esclamai stizzita. Draco si voltò
verso di me e corrugò la fronte.
“Sì, questa è stata una nostra prima
reazione. Sai chi ci ha mandato la prima volta a fare questo? Il Dottor
Blaise!” replicò lui tornando a concentrarsi sui
libri.
“Al terzo anno si era fissato che voleva diventare tipo
psicologo, o una cosa del genere, e si mise a diagnosticare disturbi
comportamentali a destra e a manca…ora, forse noi un piccolo
disturbo ce l’avevamo davvero: la mania compulsiva per
l’ordine. O almeno, lui la chiamava così. Ci
costrinse a venire qui una volta alla settimana a mettere in disordine,
per combattere la nostra mania. Sai com’è Blaise,
cioè lo sapevi; è talmente insistente, pedante ed
esagerato che piuttosto di farlo smettere accettammo. E alla fine
abbiamo trovato davvero rilassante ritrovarci qui, isolati dal mondo,
impegnati in qualcosa che ci permettesse di staccare un po’
la spina e concentrarci. Da allora, lo facciamo spesso. E Madama Pince
non ci ha ancora scoperti”
Mi appoggiai alla parete e osservai attentamente Malfoy armeggiare con
i libri, mentre un pensiero mi attraversò la mente. I miei
amici non facevano che lamentarsi di come fossi insopportabilmente
precisa, ma era curioso vedere come qualcuno si fosse impegnato, anche
in maniera un po’ folle, a risolvere il mio problema, se
così poteva essere definito. Da quel poco che avevo visto e
da quello che mi avevano raccontato, mi ero resa conto che
c’era qualcosa di singolare e diverso nei Serpeverde, nel
loro modo di fare e di ragionare. Cominciavo a sentire la stessa
sensazione che sentivo davanti ad un nuovo capitolo di trasfigurazione
da studiare. Mi incuriosivano.
“E perché siamo venuti qui ora?” chiesi
dopo un po’.
“Perché avevi bisogno di chiarirti le
idee…capisco che questa cosa dell’amnesia ti
sconvolga” ribattè sempre dandomi le spalle.
“E’ strano come tu mi abbia chiesto
perché mi sono battuto per te” continuò
dopo un momento di silenzio.
“Mi ha fatto capire che c’era qualcosa che non
andava…insomma, che avevi bisogno di staccare un attimo e
riordinare le idee, anche se per ora non ti ricordi cosa è
successo. Non avere paura, comunque, presto tornerà tutto
come sempre” mi tranquillizzò il biondo posando a
terra alcuni libri. Io mi lasciai sfuggire un sospiro. Non immaginava
quanto ardentemente desiderassi che tutto tornasse come prima.
“Ancora non mi hai dato una risposta
però” feci io muovendo qualche passo verso di lui,
che si voltò e incrociò le braccia al petto,
appoggiandosi allo scaffale.
“Eravamo ancora abbastanza piccoli, ma io sono sempre stata
abituato a sapere bene quello che volevo. Con Blaise ci conosciamo da
quando eravamo in fasce, ma con te sembrava che fosse lo stesso.
Insomma, se io avevo deciso che eri la mia migliore amica, che eri
degna di esserlo, allora così era. Nessuno può
andare contro il mio volere, io so quello che va bene o no. Mio padre
aveva solo bisogno di capire quello che io sapevo già. Dopo
un breve scontro si è risolto tutto comunque,
perciò non c’è nessun motivo di
preoccuparsi” disse Draco tornando a mischiare
l’ordine dei libri. Io un po’ incerta presi un
volume e ne scambiai l’ordine con quello accanto. Era una
strana sensazione, e l’impulso di rimettere tutto come prima
era forte, però decisi di continuare.
Quello non era nemmeno il mio mondo.
Riuscii ad articolare quel pensiero con un brivido di terrore puro, ma
decisi che per il momento non avrei dovuto farmi prendere dal panico.
“Gratificante, non è vero?” chiese
lanciandomi un sorrisino risoluto. Io arricciai appena le labbra, poi
annuii.
“Mi fa smettere di pensare” ammisi senza fermarmi.
“Anche se c’è una cosa che continua a
ronzarmi in testa” dissi dopo qualche istante.
“Che cosa ti ha fatto capire che
ero…così…insomma…speciale?”
domandai un po’ incerta, abbassando lo sguardo. Malfoy
sembrò esitare un attimo.
“Perché eri una piccola saccente so-tutto-io,
chiacchierona e tendenzialmente
insopportabile…cioè, lo sei ancora, ma a quel
tempo particolarmente” rispose il biondo, per poi continuare.
“Quando Potter diventò cercatore al primo anno, io
provai immediatamente a farmi ammettere in squadra, ma non ci riuscii.
Ero a dir poco fuorioso, sbatacchiavo qualunque cosa mi capitasse a
tiro, e tutti i miei amici mi circondavano assecondandomi, dicendo che
erano tutti degli stupidi incapaci, che non sapevano quello che stavano
facendo, e cose del genere, dandomi sempre ragione. Soltanto tu ti
alzasti infastidita dal divano mentre io ancora sbraitavo su e
giù per la Sala Comune e mi dicesti che evidentemente non
erano stato abbastanza bravo e che piagnucolare non sarebbe servito
proprio a niente. Io rimasi decisamente spiazzato, nessuno si sarebbe
mai permesso di dirmi una cosa del genere. Mi avevi sbattuto in faccia
la crudele verità, e questo era inconcepibile per me. Dopo
avermi detto che non ero abbastanza bravo, mi affiancasti e mi
sussurrasti all’orecchio che avevi appena imparato un nuovo
incantesimo che faceva venire l’orticaria, e che quello
sì che sarebbe stato utile!
Allora capii che eri speciale. Perché eri, e sei ancora,
l’unica capace di darmi contro, quando me lo merito, e farmi
ragionare quando l’orgoglio mi sopraffà.
L’unica che mi scuote a dovere e poi mi aiuta nei miei
subdoli piani. Questo è quanto Grang”
Non incrociò mai i miei occhi, mentre i miei non riuscivano
a staccarsi da lui. Ero rimasta come ipnotizzata dalle sue labbra che
muovendosi pronunciavano quelle parole che mi sembrava impossibile che
provenissero proprio da Draco Malfoy.
“Sai, quando ti tornerà la memoria, mi piacerebbe
proprio sapere che cosa ha fatto capire a te che io ero
speciale…” confessò Draco voltandosi
finalmente a guardarmi. Io distolsi lo sguardo e rimasi in silenzio.
“Cioè, a parte il fatto che sono bellissimo,
incredibilmente intelligente, talentuoso, sensuale, e tutte le altre
cose magnifiche che mi rendono la persona migliore che
esiste!” esclamò ghignando tronfio. Io alzai gli
occhi al cielo esasperata, anche se sentii un piccolo sorriso farsi
strada fra le mie labbra.
In silenzio continuammo a mischiare l’ordine dei libri
spostandoci da uno scaffale all’altro, senza guardarci.
Sentivo un po’ di imbarazzo nello stare sola con Malfoy dopo
quello che aveva detto, e per quello mi sentii davvero stupida. In
realtà la causa del disagio era che fino a quel momento mi
ero sentita decisamente a mio agio con lui. E questo era folle.
A quel pensiero tornai a farmi prendere dal panico totale. Il terrore
mi assalì nuovamente da capo a piedi, e dovetti fermarmi e
concentrarmi soltanto sul mio respiro. Draco si accorse che
c’era qualcosa che non andava e si avvicinò a me
preoccupato.
“Tutto ok?” mi chiese poggiando una mano sulla mia
spalla. Io mi morsi il labbro inferiore e mi sedetti per terra,
respirando profondamente. Malfoy si sedette accanto a me. Mi
scrutò con attenzione, ma non disse nulla.
Aspettò semplicemente che il respiro mi tornasse regolare e
che mi calmassi. Andare nel pallone non mi avrebbe aiutato ad uscire da
quella situazione, a tornare nel mio mondo. Dovevo stare completamente
calma, scoprire il più possibile, e cominciare a fare delle
ricerche.
“Usciamo di qui, hai bisogno di un po’ di aria
fresca” sentenziò il biondo alzandosi in piedi e
porgendomi una mano per aiutarmi. Io l’afferrai e con
facilità estrema Malfoy mi tirò su, facendo
sì che mi ritrovassi ad una spanna da lui. Mi scansai di
colpo imbarazzata e anche un po’ spaventata.
“Non ti mordo, tranquilla…cioè, a meno
che tu non voglia” replicò Draco lanciandomi
un’occhiata maliziosa. Immediatamente sentii il viso andarmi
in fiamme, e credetti di arrossire anche nella punta dei capelli. Mi
voltai di scatto e cominciai a camminare per il corridoio con il viso
basso. Malfoy per tutti gli anni a scuola non aveva fatto che prendermi
in giro, spesso anche per il mio aspetto, inneggiando a come non
piacessi a nessuno, a come nessun ragazzo volesse stare con me, e
questo un po’ mi feriva, ma avevo imparato ad essere forte e,
beh, a mandarlo a quel paese. Nella mia mente non era concepibile
nemmeno lontanamente l’idea che Draco Malfoy potesse, per
quanto scherzosamente e amichevolmente, provarci con me. Raramente, per
non dire mai, qualcuno mi si rivolgeva con malizia, ma il fatto che lo
facesse lui era ancora più traumatizzante. Lo sentii
prendere posto accanto a me e fermarmi. Con due dita mi alzò
il mento e obbligò i miei occhi ad incrociare i suoi.
“Sei arrossita?” mi domandò alquanto
retoricamente. Io cercai di abbassare nuovamente il viso ma lui me lo
impedì.
“Mi dispiace di essere stato troppo…beh,
normale…sai, fra noi non c’è nessun
imbarazzo. Siamo migliori amici, e di sicuro da ubriachi fradici
abbiamo anche pomiciato un sacco di volte! Ma non
c’è mai nessun tipo di
vergogna…però capisco che tu ora sia un
po’…scombussolata. Tranquilla comunque, non mi
approfitterò di questa cosa per portarti a letto!”
disse il biondo sorridendomi divertito. Io lo guardai e cercai di
ricambiare quel sorriso, ma non mi riuscì molto bene. Mi
sentivo ancor più stupida per aver reagito così,
di fronte a Draco Malfoy poi!
“Dai andiamo fuori…” mi
incitò avviandosi verso l’uscita della biblioteca.
Ci dirigemmo velocemente verso uno dei piccoli cortili interni della
scuola e ci sedemmo su un muretto. Malfoy tirò fuori dal
mantello un pacchetto di sigarette e se ne portò una alla
bocca, per poi lanciarmelo. Io lo afferrai e scossi il capo esasperata.
Ovviamente, dopo aver passato tutti quegli anni con loro, avevo
sicuramente cominciato a fumare. Era prevedibile. Con fare un
po’ titubante ne sfilai a mia volta una e me la misi fra le
labbra. Draco si sporse su di me e l’accese con la sua che
già stava bruciando. Appena il fumo mi invase la bocca
sentii il forte impulso di tossire, e non riuscii a mascherarlo molto
bene.
“Guarda che se ti fanno schifo quelle alla menta, me lo puoi
dire” fece il biondo mal interpretando la mia tosse. Io colsi
l’occasione al volo.
“Ok. Non si possono sentire” ribattei
gettando la sigaretta a terra e spegnendola con la scarpa. Lui
alzò gli occhi al cielo esasperato, e fece un lungo
tiro, facendo uscire il fumo perlaceo un po’ dal
naso e un po’ dalla bocca.
“Come sei schizzinosa Grang!”
Spazio dell'Autrice.
Questo
capitolo mi è uscito un po' strano xD Però spero
che vi sia piaciuto lo stesso, specialmente perchè
è molto Dramione (visto che la cosa del Blairmione vi aveva
sconvolto xDD). Hermione ogni tanto ha delle ricadute di panico, ma
vedrete che da ora si rimboccherà le maniche e
comincerà a cercare di capire che diamine le è
successo!! Mmmm non ho molto da commentare su questo capitolo
sinceramente, quindi spero con tutto il cuore che lo farete voi!! ^^
Grazie a tutti quelli che hanno letto ** Aspetto tante belle recensioni!
Un bacione ^^
Ps: Per chi fosse interessato nel fandom di Narnia, ho scritto una
one-shot dolce dolce pairing Caspian/Edmund (sì, dovete
sapere che Dramione è l'unica coppia etero supersite nella
mia mente xD), magari potreste darle un'occhiata e lasciarmi un
commentino!!
That's all folks!
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Capitolo 5 *** Invalicabili. ***
Buona sera miei adorati!!
Eh anche questa volta mi sono fatta un po' attendere, alla fine solo
per riposarmi il cervello, perchè il capitolo l'ho scritto
oggi pomeriggio in qualche ora ^^ Ma dopo aver scritto ho sempre
bisogno di una pausa! Poi sto lavorando anche ad un originale e ad una
Caspian/Edmund, quindi il mio cervellino si surriscalda ogni tanto xDD
Spero comunque di postare più velocemente, anche se vi
avverto subito, la prossima settimana sarà particolarmente
folle, perchè fra sette giorni esatti ricomincia Glee in
America e già so che darò completamente di matto!
Abbiate pietà di me xD Scommetto però che
apprezzerete davvero molto questo capitolo! Perciò vi lascio!
Enjoy the chapter!
“Ti senti meglio?” mi domandò Draco
mentre ci avviavamo verso la Sala Grande. Io annuii.
“Sì, credo” risposi senza guardarlo
negli occhi. Avevo il timore che riuscisse a capire che stavo fingendo
per cercare di arrivare a capo di quella situazione. Il Draco Malfoy di
quella specie di realtà parallela sembrava leggermi come un
libro aperto, senza il minimo sforzo.
“Forse è meglio se parli un po’ con
Blaise. Non sono bravo a…consolare le persone. Mi riesce
troppo bene metterle in difficoltà per saperle anche
rassicurare…” disse il biondo dopo qualche
istante. Io feci un cenno di assenso con il capo. Sì, anche
se sembrava essere in tremenda sintonia con me, era sempre Draco Malfoy.
“Però se hai voglia di dare fuoco a qualche borsa
di qualche Grifondoro, vieni pure di me” ribattè
ghignando con una nota quasi malefica. Io mi voltai a guardarlo con la
fronte crucciata. Ecco da dove venivano tutte quelle bruciature sulla
mia cartella! Distolsi immediatamente lo sguardo e interiormente gli
imprecai contro.
Entrammo fianco a fianco nella Sala Grande già apparecchiata
per la cena e quasi del tutto gremita. La maggior parte degli studenti
voltò le teste e ci guardò attraversare la sala.
Era una sensazione piuttosto strana. Avevo sempre sbuffato esasperata
vedendo Malfoy fare i suoi trionfali ingressi e le persone sbavargli
letteralmente dietro, ed ora ritrovarsi proprio al centro di quegli
sguardi, curiosi e ammirati, era paurosamente insolito. Il mio
smarrimento doveva essere visibile perché Draco mi
poggiò una mano sulla spalla e mi invitò ad
andare avanti un po’ più veloce. Meccanicamente,
come ero abituata a fare, lanciai lo sguardo alla ricerca di Harry e
Ron. Li scorsi al posto in cui di solito sedevamo intenti a parlare fra
di loro, uno di fronte all’altro, senza badare al nostro
ingresso. In quel momento sentii una fitta di dolore
all’altezza del petto, e mi resi conto più che mai
di quanto mi farebbe male vivere senza di loro. Ma mi convinsi che il
prima possibile mi sarei risvegliata nel mio bel letto nel dormitorio
di Grifondoro e avrei ripreso la mia normale vita.
Con un grosso e sofferente sospiro presi posto accanto a Blaise che mi
rivolgeva un raggiante sorriso.
“Ehi Hermione…” mi salutò
posandomi un bacio sulla guancia. Io cercai di sorridergli il
più gentilmente possibile.
“Ciao” risposi lanciando uno sguardo al tavolo di
Serpeverde. Davanti a me c’erano Daphne, Pansy e Theodore che
a loro volta mi rivolsero un allegro saluto. Draco si sporse dietro la
mia schiena e picchiettò la spalla di Blaise ed anche lui si
protese dietro di me per parlare con il biondo.
“Prenditi cura di lei stasera” gli disse Malfoy a
bassa voce.
“Sta sempre un po’ male?”
domandò lievemente preoccupato Zabini.
“Beh, te come ti sentiresti se una mattina ti svegliassi e
non ti ricordassi assolutamente nulla della tua vita?!”
sbottai quasi senza rendermene conto. I due contemporaneamente si
alzarono per guardarmi.
“Non avrei potuto rispondere meglio Grang”
annuì compiaciuto Draco lanciando poi uno sguardo eloquente
a Blaise. Quest’ultimo strinse le labbra per qualche momento
e poi mi sorrise.
“Tranquilla, stasera mi occupo io di te” mi disse
con dolcezza. Con la coda dell’occhio notai Malfoy alzare gli
occhi al cielo.
Mangiai in silenzio ascoltando però con attenzione le
chiacchiere dei Serpeverde. Si punzecchiavano di continuo, e sempre in
maniera efficacie e pungente, senza un attimo di pausa. Lo facevano
come se non ci pensassero nemmeno. Credevo che quella fosse una
qualità intrinseca di Malfoy, ma evidentemente tutti in
quella casa si tenevano in allenamento, anche se nessuno riusciva ad
essere tagliente come Draco.
La cosa davvero assurda per me, era che si divertivano da morire a
lanciarsi frecciatine. Ridacchiavano soddisfatti e continuavano
imperterriti. Quando non erano impegnati a prendersi in giro poi,
parlavano di come aggirare compiti, verifche, interrogazioni, di come
sabotare i Grifondoro in qualunque cosa facessero, e di come non farsi
scoprire mentre attuavano qualche loro piano malefico (così
loro stessi li definivano). Capii dunque che la concezione di amicizia
e di vita era davvero lontana da quella di noi Grifondoro,
però dovetti ammettere che erano interessanti da osservare.
“Quindi tu e la Grang salterete la nostra riunione del
Lunedì Sera?” domandò Theodore in modo
alquanto retorico.
“La riunione del Lunedì Sera?” chiesi
interdetta. Tutti e cinque annuirono all’unisono, e Draco
avvicinò le labbra al mio orecchio con fare cospiratorio.
Sentii il suo respiro caldo infrangersi sulla mia pelle e per un
momento mi mancò l’aria nei polmoni. Il suo odore
mi invase le narici prepotentemente. Draco sapeva di menta e tabacco.
“Ogni Lunedì ci riuniamo nella camera del
Caposcuola per discutere dei nostri…affari” mi
disse il biondo marcando l’ultima parola in modo
significativo, ma io continuavo a non capire. Malfoy si fece ancora
più vicino.
“Chi credi che faccia arrivare nel castello
l’alcohol, il fumo e tutte le cose proibite?”
domandò Draco guardandomi eloquente. Io spalancai gli occhi
e la bocca sbigottita e lui annuì arricciando le labbra.
“Lo so, è un lavoro sporco, ma qualcuno lo deve
pur fare” replicò Malfoy tornando a sedere
normalmente.
Quella fu sicuramente la cosa più sconvolgente che avessi
mai potuto scoprire. Non avevo nemmeno idea che a Hogwarts circolassero
quelle cose, e ora veniva fuori che erano due dei Prefetti di
Serpeverde a spacciarle! Certo, forse me lo sarei potuta aspettare. I
miei amici avevano ragione a dire che riponevo troppa speranza nei
Serpeverde.
“Penso comunque che per una volta possiate tirare avanti
senza noi due…” ribattè Blaise facendo
spallucce.
“Certo, tutti sono utili, nessuno è
indispensabile. Tranne me, ovviamente. D’altronde, che mondo
sarebbe senza il sottoscritto?!” replicò Draco
tronfio. Io mi voltai inarcando un sopracciglio nella sua direzione.
“Che c’è? Oggi per colpa tua non ho
avuto il tempo di dedicarmi alla mia quotidiana mezz’ora di
auto-adulazione” rispose Malfoy aprendo le mani. Io scossi il
capo spazientita e tornai a concentrarmi sul mio pollo.
Chissa se c’era ancora la remota possibilità che
quello fosse tutto un sogno.
O per meglio dire, un incubo.
*
Blaise si sedette sul letto lasciandosi andare ad un sospiro di
sollievo. Io scrutai minuziosamente la stanza del dormitorio maschile
di Serpeverde. Era appena più grande di quella di
Grifondoro, o questa era l’impressione che dava visto che i
letti nella stanza erano solo tre, invece di cinque. I baldacchini
erano di stoffa verde smeraldo e cadevano leggeri ai quattro angoli del
letto. Gli armadi erano di un legno molto scuro e in alto sulla parete
est c’erano delle piccole finestre, con sotto appese delle
candele che illuminavano la stanza. Il moro mi fece segno di sedermi
accanto a lui e anche io mi concessi un sospiro prima di prendere posto
al suo fianco. Zabini si appoggiò allo schienale e mi prese
delicatamente il braccio facendomi spostare e stendere come lui. Mi
passò una mano intorno alla vita e posò il capo
sulla mia spalla.
“Non avere paura…ci siamo noi qui con
te” disse dopo essere rimasto per un po’ in
silenzio.
“Anche se non ti ricordi tutte le cose che abbiamo passato e
vissuto insieme, non sei da sola…e presto tutto
tornerà alla normalità. Hai sentito Madama Chips,
no? Questione di qualche giorno…magari già domani
ti sveglierai e ti ricorderai tutto” insistette il moro.
“Sì, ma per ora è
terrificante” ammisi abbassando lo sguardo. Quella non era
una bugia: avevo una paura tremenda che mi attanagliava, ma il mio
orgoglio e la mia tenacia non permettevano che questa mi sopraffacesse.
In realtà, mi spronavano a lottare.
“Finchè ci siamo noi, sei al sicuro”
replicò stringendomi un po’ più forte.
Quella frase dal mio punto di vista risultò stranamente
buffa, perché erano proprio loro la fonte del mio smodato
terrore. Con loro, avrei potuto sentirmi in tutti i modi, tranne che al
sicuro. Ma allo stesso tempo, sentirmi dire una cosa del genere, mi
fece piacere. Anche se mi sentivo persa e spaventata, sembrava proprio
che al mio fianco avessi degli amici fidati e fedeli. E sì,
era folle che fossero quelli che normalmente erano i miei peggiori
nemici, ma finchè non avessi scoperto quello che mi stava
accadendo, a quanto pareva erano gli unici su cui potevo contare.
“Sai, prima ti ho risposto male perché sembra che
nessuno si sia accorto del trauma che sto vivendo…ma lo so
che voi lo fate per aiutarmi…insomma, più vi
comportate normale, e più possibilità ci sono che
mi ricordi tutto…è solo che…beh,
è snervante!” confessai sentendo
l’intenso impulso di appoggiare a mia volta il capo sulla
testa mora di Blaise.
“Lo sappiamo…per questo Draco ti ha mandato da me
per farti consolare…sono sempre stato l’unico
capace di farlo” rispose lui.
“Davvero?” domandai curiosa di sapere che cosa
rendesse Blaise capace di essere così comprensivo e dolce,
qualità che solitamente non si ritrovavano in un Serpeverde.
“Beh sì…sai, io ho vissuto praticamente
tutta la mia vita con Draco, è sempre stato il mio migliore
amico…e lui ha un carattere davvero molto, molto
particolare. Io a quanto pare, sono sempre stato l’unico
capace di sopportarlo, di…equilibrarlo. Sì,
neanche tu sei in grado di farlo, infatti le vostre litigate sono
famose in tutta la scuola. Con te è una cosa diversa. Io
sono diventato comprensibile e sensibile a forza di stare con lui.
Perché anche se Draco è molto forte, nessuno
è così forte da poter sopravvivere, specie a
quello che ha passato lui, senza una spalla su cui piangere e a cui
aggrapparsi” spiegò accuratamente il moro. Lo
osservai mentra parlava, e percepii come se riuscissi a toccare quel
forte legame che lo univa a Malfoy. Anche da quelle poche parole si
sentiva che era qualcosa di straordinariamente intenso e
riuscì ad emozionarmi. Avevo sempre pensato che Malfoy fosse
troppo pieno di sé per legarsi così tanto ad un
amico, troppo preso a credere che il mondo dipendesse solo da lui. Ed
effettivamente, questo era quello che voleva dare a vedere. Ma come
illuminata all’improvviso, mi resi conto che Draco Malfoy era
un ragazzo di sedici anni, proprio come me. Era figlio di due
mangiamorte, come poteva aver avuto una vita facile? E come poteva aver
affrontato tutto da solo? Non avrebbe potuto. Non era umanamente
possibile. E tutto d’un tratto, quell’alchimia che
lo univa a Blaise mi sembrò lampante, quella sincronia
surreale dei movimenti mi sembrò naturale. Ora che ci
riflettevo, mi accorsi che si notava che la loro amicizia era molto
profonda. Dopo qualche altro minuto di silenzio però,
ripensando alle parole di Zabini, mi venne in mente una cosa, e
così gli chiesi:
“Perché con me
è diverso?”
Blaise sorrise vistosamente e alzò il capo guardandomi negli
occhi. Poi portò la mano che prima era appoggiata sulla mia
vita ad accarezzarmi i capelli.
“Tra te e Draco c’è sempre stato un
rapporto particolare, qualcosa che non è facile da
spiegare…qualcosa che assomiglia ad un rapporto tra meastro
e allieva, in cui però la competizione è a
livelli altissimi. Tu sei l’unica che…lo stimola,
con cui è sempre in gara. Fra di voi è una sfida
continua, dalla prima volta che vi siete incontrati. Sei quella che non
lo fa annoiare, cosa per la quale è decisamente e
continuamente propenso, quella che tiene viva in lui la scintilla della
vivacità. Draco è uno che nella vita non ha mai
avuto bisogno di chiedere, per lui tutto è dovuto, e aveva
imparato che il suo nome e la sua reputazione gli avrebbero concesso
immediatamente rispetto e timore da tutti. Nessuno oserebbe mai entrare
in competizione con Draco. Tranne te. E visto che per alcuni aspetti
siete molto simili, e perché all’inizio eri spinta
da un senso di emulazione nei suoi confronti, rapportandoti con lui
come se fosse un modello da imitare, ti ha preso sotto la sua ala.
Anche se non fate altro che sfidarvi, allo stesso tempo per lui sei la
sua…protetta. Da lui hai imparato tutto quello che
c’era da sapere, specialmente per gareggiare contro di
lui…e, nonostante ci unisca un rapporto molto speciale e
intenso che ci ha fatto diventare un trio inseparabile, per lui non
è un problema capire ed entrare in quello che unisce me e
te…ma quando tu e Draco siete insieme, siete
invalicabili”
Rimasi profondamente affascinata dalle parole di Blaise. La sua
spiegazione mi colpì a tal punto che ripensai al modo in cui
Draco mi avevo posato la mano sul collo e mi venne un nodo allo
stomaco. Deglutii a vuoto quando mi resi conto che con nessun altro al
mondo che conoscevo sarei riuscita a condividere un rapporto del
genere. Un rapporto invalicabile.
“E questo ti da fastidio?” chiesi al moro. Lui
scosse il capo continuando a sorridere.
“Ma certo che no! Come potrebbe? Voi siete le persone a cui
tengo di più al mondo, e riesco a capire che la cosa che vi
unisce è talmente unica che non può essere
varcata…è giusto così”
replicò con convinzione Blaise. Anche questo mi
colpì molto. Zabini non era assolutamente come me lo ero
immaginato: aveva una personalità vasta e piacevole. Mi
coccolava con dolcezza ma l’avevo sentito attaccare e
punzecchiare con sarcasmo e malizia. Decisi di assecondare
l’impulso di appoggiarmi a lui e posai il capo sulla sua
spalla, stringendomi un po’ contro il suo petto. Era una
sensazione molto confortante e mi concessi di chiudere gli occhi e
bearmi del calore corporeo di Blaise, che continuava ad accarezzarmi i
capelli.
“Vuoi rimanere a dormire qui?” mi
domandò il moro quasi in un sussurro. Io alzai il capo e gli
rivolsi uno sguardo interdetto, che lui afferrò al volo.
“No, non in quel senso!! Intendevo dormire
davvero!” chiarì per poi scoppiare a ridere
insieme a me. Quando le nostre risate scemarono lui mi
accarezzò il viso.
“Non voglio che tu ti senta sola”
Osservai i grandi occhi blu di Blaise che mi guardavano pieni di
affetto e mi venne una gran voglia di abbracciarlo. Ma forse per quello
non ero ancora del tutto pronta.
“Grazie, rimango volentieri, se non ti do fastidio”
acconsentii sorridendo lievemente.
In quel momento la porta del dormitorio si aprì ed entrarono
Draco e Theodore che ancora stavano vistosamente parlando.
Quest’ultimo sembrava particolarmente allegro. Vidi Blaise
alzare lo sguardo fintamente esasperato.
“Possibile che trasformiate ogni riunione in un
festino?”
Nott si voltò verso Zabini e fece spallucce.
“Lo sai che non riesco a concentrarmi quando sono
sobrio” replicò il moretto sorridendo con finta
innocenza.
“Prova a dirlo alla McGrannit la prossima volta che fai un
compito di Trasfigurazione così schifoso” rispose
Draco venendo verso di noi. Aggirò il letto e si sedette
accanto a me.
“Come va?” mi domandò semplicemente,
anche se percepivo nel suo sguardo una grande intensità.
“Meglio” risposi, per la prima volta sinceramente.
Il biondo accennò un sorriso.
“Blaise funziona sempre” replicò
soddisfatto.
“Hermione rimane qui a dormire” fece Zabini facendo
voltare Draco nella sua direzione.
“Uh un pigiama party?! Fantastico!!”
esclamò Theodore battendo le mani come un bambino.
“No Theo, la Grang ha bisogno di risposare, e anche
tu…ma possibile che si sbronzi così
facilmente?” fece Blaise rivolgendo l’ultima frase
a Malfoy che si limitò a tirare su le spalle.
“Il mio è un talento!!”
ribattè Nott con tono particolarmente alterato.
All’unisono, Draco e Blaise scossero il capo.
“Vuoi che ti lasci il letto Hermione? Io posso dormire con
Draco” mi disse il moro accondiscendente.
“Questo lo dici te…per me dormi sul
pavimento” bofonchiò Malfoy ironicamente.
“Dormiamo tutti insiemeee!” sbottò
Theodore alzando le braccia.
“No Theo, te ora vai a nanna da solo…”
replicò Blaise sospirando stressato.
“Puoi anche dormire con me se vuoi”
ribattè Draco incrociando i miei occhi. Io sentii
improvvisamente il respiro farsi irregolare.
“No…non importa. Non ti voglio
disturbare…dormirò con te Blaise, se non ti do
fastidio” risposi cercando di nascondere
l’imbarazzo, ma a quanto pareva, non potevo nascondere niente
a Draco. Infatti si avvicinò al mio orecchio e mi
sussurrò sorridendo divertito:
“Ehi non ti sarei saltato addosso comunque”
Si allontanò e senza smettere di ghignare andò
verso il letto di Theodore, dove questo si era spaparanzato
scompostamente, e gli chiuse le tende.
“Spero che domani ce la faccia ad alzarsi, alla McGrannit
comincia a venire qualche dubbio su Nott che salta un po’
troppo spesso le lezioni del martedì mattina”
commentò il biondo prima di sedersi sul suo letto e
cominciare a slacciarsi le scarpe.
“Vado a prenderti il pigiama” fece Blaise alzandosi
in piedi e avviandosi fuori dalla stanza. Anche Draco si
alzò e si sfilò velocemente il maglioncino,
appoggiandolo ai piedi del letto. Non riuscii ad evitare di osservarlo
mentre si spogliava come se lo vedessi per la prima volta. Guardandolo
sbottonarsi rapidamente la camicia uno dei pensieri più
terrificanti che mi avessero mai attraversato mi piombò in
testa.
Draco Malfoy era bellissimo. Di una bellezza estenuante ed
insostenibile. Distolsi lo sguardo come se avessi visto qualcosa di
pauroso, ma mi ritrovai la sua immagine stampata vividamente nella
testa. Possibile che non mi fossi mai realmente accorta di quanto fosse
bello?
Certo che non ne ero mai stata consapevole. Avevo sempre odiato Malfoy,
praticamente dal primo istante in cui l’avevo visto. Non
l’avevo mai visto semplicemente per quello che era: un
ragazzo. Ma ora, perduta chissà dove, in chissà
quale universo parallelo, la bellezza di Draco mi si stanziava davanti
più chiara del sole, e mi metteva tremendamente in
imbarazzo.
Fortunatamente Blaise rientrò nella stanza e potei
concentrarmi su qualcos’altro che non fosse Malfoy che si
cambiava. Aveva in mano un pigiama che non riconobbi come mio, ma che
mi sembrò confortevole. Era di cotone blu notte, con le
rifiniture argentate. Zabini me lo porse sorridente e io lo presi
dirigendomi a grandi passi verso il bagno. Mi chiusi la porta alle
spalle e mi concessi qualche istante per osservare la mia immagine
riflessa nello specchio.
Ero sempre io.
Hermione Granger.
A suo agio con i Serpeverde.
E paurosamente ammaliata da Draco Malfoy.
Spazio dell'Autrice.
Si
comincia ad entrare nella storia vera e propria, finalmente!
Perchè effettivamente è il tema su cui ho
immaginato e su cui baserò questa FF: Hermione che diventa
una Serpeverde, e che è ammaliata da Draco e Blaise.
Sì, da entrambi. A chi non piacciono i triangoli? Poi con
due ragazzi del genere *ç* Cioè, parliamone! Alla
Grang sempre tutte le fortune u.u Comunque...non è
adorabilmente spasso Theo da ubriaco? xD Lo ammetto, per scrivere di
Nott sbronzo mi sono ispirata alle scene che faccio io quando sono
ubriaca (e il che succede spesso xD). Che altro dire? Spero davvero che
il capitolo vi sia piaciuto!
Grazie mille a tutti!! Un bacione **
That's all folks!
|
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Capitolo 6 *** If I had met Draco and Blaise. ***
Buona sera miei fedeli
lettori *w* Ok, lo so, sono in ritardo sulla tabella di marcia, ma vi
avevo avvertito che questa settimana sarebbe stata folle, e beh, lo
è stata xD Domenica scorsa ho fatto tutta la notte in bianco
per vedere il Super Bowl (4 ore di partita dello sport più
stupido che esista xDD Cioè neanche il Curling è
così stupido!) eee la nuovissima puntata di Glee *w* A
scuola mi sono tipo addormentata per terra accanto al termosifone xDD
Che poi la puntata è stata sconvolgente, anche se mai
sconvolgente quanto quella di Martedì (che fra l'altro era
anche il mio compleanno, quindi ho ricevuto anche un bel regalo), che
mi ha
lasciato emotivamente distrutta! A parte la mia Gleependenza, anche la
scuola c'ha messo il suo...non avete idea di quanta filosofia e
biologia abbia da studiare, e di quanto italiano abbia studiato! Santo
Salazar! Voglio vincere il superenalotto e vivere di rendita per
sempre! Sapete quante FF scriverei? Pff posterei tre capitoli il
giorno! Ok, vi sto tediando a morte, ma mi piace rendervi partecipi un
po' delle mie (dis)avventure xDD Anche se lo so che a voi interessa
solo del capitolo, infatti vi lascerò xDD
Enjoy the chapter!
La luce soffusa che penetrava nella camera non fu sufficiente a
svegliarmi, così a strapparmi dalle confortevoli braccia di
Morfeo fu un lieve ma deciso strattone al braccio. Aprii gli occhi
lentamente, stopriccandoli un po’ prima di poter spalancare
del tutto le palpebre. Un testa bionda era chinata su di me e mi
osservava a pochi centimetri di distanza dal mio volto. Quando
capì di avermi svegliata, Draco mi rivolse un mezzo sorriso.
“Buon giorno Grang. Ti volevo informare che noi andiamo a
lezione, e che tu te la puoi prendere comoda perché, a meno
che non tu ti sia scordata anche questo piccolo dettaglio,
l’amnesia ti ha fatto guadagnare qualche giorno di
riposo…e a proposito di questo, non è che per
caso ti ricordi?” fece il Principe delle Serpi sedendosi
delicatamente sul bordo del letto e inclinando appena il capo nella mia
direzione. Io aprii le braccia per stirarmi e notai che
l’altra stretta metà del letto era vuota e fredda.
Io e Blaise ci eravamo addormentati semplicemente uno di fronte
all’altro, senza toccarci. Non mi ero accorta se durante il
corso della notte ci eravamo avvicinati o stretti, e forse era meglio
così. Mi tirai appena su a sedere e scossi la testa per
rispondere alla domanda di Draco.
“No, mi ricordo solo del tuo molesto ed importuno
sarcasmo” ribattei lanciandogli un sorriso stanco. In tutta
risposta, lui ghignò tronfio.
“Il tuo senso dell’ironia è dato per
disperso insieme alla tua memoria?” ribattè
avvicinandosi appena. Fu solo un piccolo movimento del busto che si
inclinava verso di me, ma quello bastò per farmi sentire in
una stanza molto piccola e molto sola con lui.
“Probabilmente ti è finito addosso, visto quanto
sei spiritoso” replicai combattiva tirandomi su i riccioli
che mi ricadevano scomposti sulle spalle. Draco si alzò in
piedi e si rassettò distrattamente i pantaloni, poi mi diede
una leggera pacca sulla spalla.
“Ci vediamo dopo Grang” mi disse semplicemente
prima di congedarsi. Io lo osservai lasciare la stanza e chiudersi la
porta alle spalle riattingendo ai pensieri della sera scorsa, che mi
avevano portato una rivelazione. Una rivelazione inaspettata e
indesiderata.
Totalmente indesiderata.
Una volta finito quell’incubo, come sarei potuta tornare a
vedere Malfoy sotto la stessa luce? Quello che stavo conoscendo non era
un Draco diverso da quello che avevo sempre conosciuto, ma ne stavo
scoprendo lati apprezzabili e affascinanti. Uno non proprio nascosto,
come quello della bellezza. E questo sconvolgeva le mie certezze. Io
non avrei dovuto apprezzare Draco in niente, neanche in un piccolissimo
dettaglio. Anche questo mi spaventava terribilmente.
Possibile che una giornata passata con Malfoy in una specie di
realtà parellela potessero cambiare, o almeno scalfire,
l’opinione che mi ero costruita di lui in anni?
Il filo dei miei ragionamenti mi fece inevitabilmente tornare al fulcro
principale della mia situazione. Non sapevo dove ero finita, e
soprattutto non sapevo come ci ero finita. Mi alzai di scatto, come
improvvisamente riscossa da un sonno profondo. Come se Malfoy mi avesse
intorpidito. Come al solito, era una causa di problemi. O almeno, in
quel momento avevo bisogno di crederlo. Mi diressi quasi di corsa in
bagno e mi sciacquai velocemente il viso, per poi infilarmi in tutta
fretta la divisa. Mi annodai la cravatta scompostamente e osservai la
mia immagine riflessa terrificata. Sarei dovuta venire a capo di quello
che stava accadendo, altrimenti sarei impazzita, o morta
d’infarto. Sistemai i capelli legandoli in una coda alta e
stretta ed uscii dalla camera dopo aver afferrato al volo la bacchetta
che avevo poggiato sul comodino. La Sala Comune era completamente
vuota, così lanciai uno sguardo al mio orologio: le lezioni
stavano cominciando proprio in quel momento. Mi avviai dunque con una
certa fretta verso la biblioteca, e come avevo previsto e sperato, non
incrociai nessuno sul mio cammino. Salutai Madama Pince che dietro la
grande scrivania aveva il viso immerso in un immenso volume polveroso,
e cominciai a vagare fra gli scaffali alla ricerca di qualsiasi cosa
che potessi collegare a quello che mi stava succedendo. Apri e richiusi
decine di libri, perché in realtà non sapevo
nemmeno cosa cercare. Mi misi a sedere su un tavolo e cercai di
ragionare. Io stavo vivendo tranquillamente la mia vita
finchè non ero svenuta, dopo essere stata colpita da un
bolide, e quando mi ero svegliata, molte ore dopo e molto indolenzita,
ero come finita in una specie di realtà parallela, dove
tutto sembrava al suo posto tranne che me. Tutti erano esattamente
dovevano essere, tranne me. Nessuno era diverso, nemmeno me. Ero solo
nella casa sbagliata, con gli amici sbagliati. Questo in
realtà era tutto quello che sapevo, ed era davvero poco.
Ricominciai a girovagare fra i volumi, cercando qualcosa collegato alla
linea spazio temporale, ma quei pochi dati a cui ero riuscita ad
arrivare erano quasi del tutto incomprensibili. L’unica cosa
che
mi veniva in mente sul quell’argomento era il giratempo, che
avevo studiato e posseduto al mio terzo anno. La professoressa
McGrannitt mi aveva accuratamente spiegato e messa in guardia che
quello poteva diventare un oggetto veramente pericoloso: il tempo era
qualcosa di una delicatezza estrema, e anche un piccolo errore poteva
trasformarsi in una vera tragedia. E proprio per quello, cambiare il
corso degli avvenimenti era quasi del tutto impossibile.
Io però una volta, c’ero riuscita. Avevo salvato
Sirius Black e Fierobecco. E il mondo infatti era diverso. Cercai tutto
quello che riuscii a trovare sul giratempo e lessi tutto attentamente,
ma ancora mi sentivo paurosamente lontana dalla soluzione. Chiusi
l’ennesimo libro con un piccolo tonfo che fece sollevare la
polvere adagiata sulla copertina e fra le pagine, per poi guardare
l’orologio distrattamente. Ero rimasta chiusa lì
dentro per quasi quattro ore, e non avevo concluso nula. Con un sospiro
mi resi conto che avevo un disperato bisogno d’aiuto. Ma chi
mai avrebbe potuto aiutarmi? E soprattutto, chi mai avrebbe potuto
credermi?
Sollevai il capo di scatto come improvvisamente illuminata.
Sapevo perfettamente a chi chiedere aiuto.
*
Bussai titubante alla spessa porta di legno e aspettai
l’invito ad entrare. Questo non tardò ad arrivare,
e io abbassai la maniglia aprendomi in un sospiro ansioso. Stavo
rischiando il tutto per tutto, ma quella probabilmente era
l’unica occasione che avevo per risolvere la vera e propria
tragedia in cui ero coinvolta. Se non avessi provato, avrei rischiato
di rimanere lì per sempre. Rabbrividii da capo a piedi al
solo pensiero. Quando mi chiusi la porta alle spalle l’uomo
dalla lunga barba argentea seduto dietro all’enorme scrivania
che troneggiava in fondo al suo studio circolare alzò lo
sguardo verso di me e fece trasparire un’espressione di
sorpresa.
“Signorina Granger! A cosa devo
quest’onore?”
Mi avvicinai esitante all’uomo che mi guardava curioso sopra
i suoi occhiali a mezzaluna.
“Buon giorno Professor Silente. La disturbo?”
chiesi sentendo la voce farsi flebile. Lui scosse il capo.
“Affatto. Prego, siediti” rispose facendomi un
cenno con la mano. Io obbedii e mi sedetti sulla punta della sedia di
fronte a lui. Abbassai lo sguardo e tirai un altro grosso sospiro.
“Come ti senti?”
“Devastata” confessai senza incrociare la sguardo
di Silente.
“Non devi essere così impaurita, se Madama Chips
ha assicurato che non ci sono danni gravi, vedrai che la memoria
tornerà in qualche giorno. Fin quando non ti senti pronta
comunque, sei autorizzata a riposarti e a non stressarti con le
lezioni,
a meno che tu non creda che questo ti aiuti a recuperare i
ricordi” tentò di rassicurarmi il Preside con tono
pacato e scandito. Io aspettai qualche istante timorosa, poi mi decisi
a parlare.
“Ho una confessione da fare” esclamai quasi come se
fossi colpevole di qualche crimine. Ma io non ero assolutamente la
carnefice di quella tragedia. Ero la vittima.
“Questo è curioso. Sentiamo”
m’incitò senza cambiare tono di voce. Io
finalmente alzai gli occhi per incrociare le iridi acquose del
professore e con un grande respiro cominciai a parlare.
“Ok, probabilmente dopo che le avrò raccontato
questo mi crederà una pazza isterica, o semplicemente una
che la vuole seriamente prendere in giro. Perché
effettivamente quello che le sto per raccontare è
completamente folle, talmente folle che io stessa stento a crederci. Ma
la verità è che lei è
l’unica persona al mondo che può non soltanto
aiutarmi, ma anche credermi. Lei è l’unico a cui
posso rivolgermi per questo, e sinceramente, ho un disperato bisogno di
aiuto”
L’espressione di Silente non mutò di una virgola,
rimase seriamente concentrato e curioso. Presi fiato e ripresi a
spiegare.
“Io non ho perso la memoria. Non l’ho persa
affatto. Ricordo perfettamente tutto quello che è successo
prima che venissi colpita l’altro giorno e svenissi
così profondamente. Ricordo perfettamente di essere Hermione
Granger, prefetto di Grifondoro, migliore studentessa della scuola e
completamente ligia alle regole, migliore amica di Harry Potter e Ron
Weasley”
Il Preside aggrottò leggermente la fronte e strinse appena
gli occhi, come se ci fosse qualcosa che gli sfuggisse.
“Tutto quello che mi ricordo fa parte della vita che sono
sicura di aver vissuto veramente, e della vita che stavo vivendo fino
ad un paio di giorni fa. Questo è quello che è
successo: il giorno della partita ero sugli spalti insieme a Ron, che
non poteva giocare a causa di una brutta indigestione, e stavamo
facendo il tifo come sempre. Eravamo completamente appoggiati alle
balaustre, quindi molto vicini alle azioni. Ad un certo punto davanti a
me si è messa Ginny Weasley, e stava per essere colpita da
un bolide indirizzatole contro da non mi ricordo quale dei battitori di
Serpeverde. Lei è riuscita a scostarsi, ma il bolide invece
di fermare la sua corsa è venuto dritto verso di me e mi ha
colpito in pieno. E’ stata una botta davvero violenta, e
quando mi sono svegliata in infermeria mi sentivo completamente
indolenzita, mi faceva male dappertutto. La cosa più
sconvolgente però è stata ritrovare al mio
capezzale Draco Malfoy, che fino a quel momento era stato il
mio…beh, il mio peggior nemico. Avevamo litigato anche poco
prima della partita, come sempre mi aveva fatto terribilmente infuriare
e irritare. Infatti per qualche secondo ho avuto anche
l’orribile idea che quello fosse solo un subdolo e crudele
scherzo organizzato dalle Serpi. La mattina a colazione avevo notato
che lui e Zabini stavano confabulando qualcosa guardando verso di noi,
ma è stata solo una coincidenza. Lo so che tutto questo
può sembrarle follia delirante, ma la scongiuro di credermi!
Io credo di essere finita in…un’altra
realtà!” dissi marcando con tono appena
terrorizzato l’ultima affermazione. Il Preside
meditò per almeno un minuto buono, poi annuì.
“Ti credo Signorina Granger, ti credo…ma mi devi
dare un ultimo aiuto. Come dimostreresti chi eri nella vita che hai
vissuto fino all’incidente?” mi domandò
con una certa ragionevolezza.
“Mi chieda qualunque cosa su Harry, so tutto. Era il mio
migliore amico, so che il suo dolce preferito è la crostata
di fragole, il suo primo bacio è stato al quinto anno con
Cho Chang, so che ha dato la sua vincita del Torneo TreMaghi a Fred e
George Weasley per fargli aprire il negozio di scherzi…so
dell’Ordine della Fenice, perché quando Sirius
Black era ancora vivo ci riunivamo nella sua casa a Grimmuild Place
n° 12, con la famiglia Weasley e Harry…”
ribattei con convinzione. Dopo una breve pausa gli domandai.
“E’ sicuro ora?”
“Ero sicuro anche prima in realtà…ma
con l’esperienza ho imparato che bisogna essere cauti. E con
le cose che mi stai rivelando, forse avremmo davvero bisogno di
dimostrarle a qualcuno” replicò tranquillamente.
“Sono ancora un po’ confuso su un paio di cose:
perché hai finto di aver perso la memoria?” mi
domandò interrogativo.
“Quando ho capito che c’era qualcosa che non
andava, mi sono subito accorta che si trattava di magia, e
probabilmente di magia oscura. Ho cercato di avere sangue freddo ed
evitare di andare nel panico. Non è stato facile, ma ci sono
riuscita. Ho subito pensato che avrei dovuto risolvere quella
situazione, e che per farlo avevo bisogno di capire che cosa stava
effettivamente succedendo. Avevo bisogno di informazioni, e questo mi
sembrava il modo migliore per averle: fingere di non ricordare
più nulla, così da spingere tutti a
raccontarmi…beh a raccontarmi chi ero. Ed ha
funzionato” risposi arricciando appena la bocca. Gli occhi di
Silente si fecero più brillanti.
“Sono colpito. Devi essere davvero la migliore studentessa
della scuola…non penso che molti sarebbero riusciti ad avere
una prontezza di ragionamento e un sangue freddo come il tuo. Ora
dimmi, che cosa hai capito da quello che ti hanno
raccontato?” chiese il Preside sfilandosi gli occhiali. Io
alzai appena lo sguardo pensierosa e aspettai qualche momento prima di
rispondere.
“Ho capito di essere finita in una specie di
realtà parallela. Lo so, è terrificante solo a
pronunciarlo, e non può immaginare quanto sia
incredibilmente spaventata. Però non è una sorta
di dimensione opposta dove tutto è il contrario di tutto, o
almeno dove io sono il contrario di me stessa. All’inizio
pensavo che fosse così perché, insomma mi sono
svegliata in un posto dove sono Serpeverde, cacciatrice nella squadra
di Quidditch, migliore amica di Malfoy e ragazza di Zabini. Ma poi da
quello che mi hanno detto, ho capito che non era così. Io
sono sempre me stessa, con lo stesso carattere, e anche tutto il resto
è al suo posto. Mi hanno raccontato di come ci siamo
conosciuti la prima volta: durante il viaggio sul treno per arrivare a
Hogwarts, il primo anno, sono entrata nel loro scompartimento, e da
lì siamo diventati amici. Allora ho capito: sono finita nel
mondo che sarebbe se quel giorno fossi entrata nel loro scompartimento,
invece che in quello di Harry e Ron. Non è una
realtà parallela, è una diversa evoluzione della
mia vita”
Silente aveva lo sguardo perso in un punto dietro di me, evidentemente
preso da un profondo ragionamento.
“E’…è possibile una cosa del
genere? Cioè…esiste una magia che faccia
effettivamente accadere una cosa così?” domandai
vedendo che il professore non accennava a parlare.
Quest’ultimo tornò ad incrociare i miei occhi e si
aprì in un leggerissimo sospiro.
“Il tempo è qualcosa di estremamente delicato e
pericoloso, Signorina Granger. Non è impossibile
modificarlo, anche così radicalmente, ma è
incalcolabilmente dannoso. Penso di aver intuito che cosa
può essere successo, anche se non credevo che esistesse
qualcuno capace di farlo” replicò l’uomo
alzandosi in piedi e avvicinandosi alla grande finestra vicino al
trespolo di Fanny. La fenice dormiva beatamente senza curarsi di noi, e
ogni tanto muoveva un’ala o spostava la testa.
“Ognuno di noi ha una linea di vita. Questa linea
è semplicemente formata dal susseguirsi di azioni che
compiamo o che subiamo, nel tempo e nello spazio. Ogni linea
è più o meno intrecciata alle linee delle persone
che conosciamo, con cui ci rapportiamo o che semplicemente incrociamo.
Tanto tempo fa, un mago era riuscito a visualizzare questo gigante
gomitolo in cui appariva l’intera umanità. Non ci
sarà bisogno di spiegarti quanto questa impresa sia stata
difficile, tanto difficile che nessun altro ha mai osato riprovarci. Se
le tue ipotesi sono effettivamente esatte, come credo che siano,
qualcuno non solo è riuscito a rievocare e far
materializzare la dimensione spazio-temporale, ma è anche
riuscita a modificarla” spiegò il Preside.
Spalancai gli occhi frastornata da quello che avevo appena appreso e
rimasi per qualche istante in silenzio.
“Ma…chi può essere stato a fare una
cosa del genere? E perché a me?” esclamai turbata.
Silente mosse qualche passo verso di me e si appoggiò alla
scrivania.
“C’è solo un mago al mondo tanto potente
da essere capace, o almeno da avere le potenzialità di fare
una cosa del genere. E se mi dici che eri la migliore amica di Harry
Potter, la cosa non mi suonerebbe nemmeno assurda”
ribattè l’uomo sollevando appena le sopracciglia
in modo eloquente.
In quel momento tutto mi sembrò molto chiaro, e ancor
più terrificante. Come avevo fatto a non pensarci prima?
Come avevo fatto a non farmi nemmeno sfiorare dal sospetto, dopo tutto
quello che avevo passato a causa di Voldemort? Lui era di sicuro
l’unico mago in grado di fare una cosa del genere, e aveva un
movente perfetto. Quasi perfetto.
“Ma perché non colpire direttamente Harry? Che
cosa c’entro io, quando potrebbe avere la
possibilità di fare quello che vuole con la linea di vita
dell’unico che lo ostacola?” chiesi dubbiosa. La
mia domanda sembrò più che ragionevole al Preside
che sollevo gli occhi pensieroso.
“Non lo so…la mente di Tom è un posto
inesplorabile, e davvero difficile da comprendere” rispose
Silente sempre visibilmente preso dai suoi ragionamenti.
“E lei…ha idea di come abbia fatto? Insomma, a
modificare la mia realtà?” chiesi sperando di
capire meglio.
“Posso immaginarlo. Deve avere intaccato la tua linea di
vita, ma qualcosa secondo me non è andato secondo i piani.
Per esempio, tu non dovresti ricordarti della tua vita precedente.
Anche se era un incantesimo diretto a Harry, a cosa gli poteva servire
un Harry che si ricordava di tutto? Sicuramente questo ci porta a
pensare che sia la prima volta che fa una cosa del genere, e che non
è certo di quello che sta facendo”
ribattè il Preside tornando a sedere dietro la scrivania.
“Signore…lei…lei non è in
grado di…di mettere a posto tutto? Non può
aggiustare la mia linea di vita?” domandai speranzosa. In
fondo lui era uno dei maghi più potenti di sempre, e senza
ombra di dubbio, il migliore in circolazione. L’uomo in tutta
risposta mi rivolse un sorrisino divertito.
“Signorina Granger, ho paura che tu stia sopravvalutando
veramente
le mie capacità. Posso aver tenuto testa a Tom, ma non
perché sono più potente di lui. Almeno, non per
quanto riguardano i poteri magici in sé e per sé.
Mi dispiace davvero, ma non ho proprio le capacità per
evocare la dimensione spazio-temporale e sistemare tutto, anche se
vorrei, vorrei davvero. Inoltre, se anche ci provassi, tra studi e
tantativi, mi ci vorrebbero anni. E’ una cosa davvero quasi
impossibile” replicò annuendo con la testa. Io lo
imitai ritirando le labbra.
“E quindi…che cosa devo fare?” chiesi
infine con la voce impregnata di una vaga disperazione. Lui mi
osservò per qualche istante senza dire nulla.
“Fin quando ti è possibile, continua a far finta
di avere l’amnesia. Fatti raccontare quanto più
riesci, così che poi tu sia in grado di fingere di aver
riacquistato la memoria. Io farò quanto è in mio
potere e nelle mie capacità per scoprire cosa sta succedendo
e come rimediare. Farò tutte le ricerche
necessarie, ma ci vorrà tempo” disse il Preside.
Io mi sentii il sangue gelare nelle vene.
“Tempo? Quanto tempo?” feci preoccupata. Silente
fece spallucce.
“Un po’ di tempo”
Sbiancai completamente.
“E io durante questo tempo dovrei vivere così,
tranquillamente e normalmente, senza creare sospetti, come se nulla
fosse?” insistetti inquieta. L’uomo
acconsentì di nuovo alzando appena le spalle e cominciando a
scrivere su una pergamena, per poi augurarmi:
“Goditi la vita che avresti vissuto se quel giorno, avessi
incontrato Draco Malfoy e Blaise Zabini”
Spazio dell'Autrice.
Le
cose si sono fatte abbastanza chiare, no? Hermione ha fatto la cosa
più sensata che potesse fare: chiedere aiuto a Silente. E
Silente l'aiuterà. Ma nel mentre, la Grang dovrà
godersi la vita con le Serpi. E noi non vediamo l'ora!
Allora, a parte i miei autocommenti sul capitolo che potete fare
benissimo da soli, devo
proporvi una cosa. Una specie di gioco, anzi in
realtà un sondaggio!
Spero che risponderete numerosi perchè sono davvero curiosa!
Il soggetto della nostra discussione è uno dei personaggi
più amati delle mie storie: Blaise!
Io sento Blaise un personaggio molto mio, perchè
effettivamente è l'unico che a parte il nome, e i luoghi
comuni dell'aspetto, ho creato tutto io. Visto però che
comunque l'attore scelto per Blaise non corrisponde al Bla delle FF, e
tanto meno al mio, da sempre cerco qualcuno che possa interpretarlo.
Bene, sono giorni, da quando ho avuto un lampo, che penso di aver
finalmente trovato il volto che più si avvicina al Blaise
che è nato nella mia testolina e che prende vita nelle mie
FF:
http://img.perezhilton.com/wp-content/uploads/2010/11/chris-colfer__oPt.jpg
Christopher Paul
"Chris" Colfer *w* Anche conosciuto come, il gay di Glee
xDDD Nonchè l'amore della mia vita. Sì,
nonostante sia gay. Anzi, specialmente perchè è
gay! Ok, questa è una lunga e patetica storia che non vi
interessa...
Insomma, da quando l'ho visto (e anche la mia cara amica Silvia me l'ha
confermato) ho avuto una rivelazione: Chris è quasi
esattamente il Blaise che immagino io. Non so se avete mai visto Glee,
comunque io non sto parlando del personaggio che interpreta, che
è troppo effemminato per essere accostato a Blaise. Parlo
proprio dell'attore, che sì effettivamente è
omosessule, ma negli atteggiamenti e nel vestire è molto
più sobrio e tranquillo, mantenendo però quella
frizzante teatralità tipica del mio Blaise.
Ok, io vi ho proposto il mio Blaise, ma ora tocca a voi!!
Sì sono curiosissima di sapere chi ve lo ricorda di
più, di vedere chi per voi si avvicina di più al
Blaise che
ho evocato nella vostra mente! Voglio vedere cosa sono riuscita a farvi
immaginare, o sapere se almeno concordate con la mia scelta...
Insomma...
AAA CERCASI BLAISE DISPERATAMENTE!
That's all folks!
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