On the other side

di DumbledoreFan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il risveglio dopo lo scontro. ***
Capitolo 2: *** Noi siamo indimenticabili! ***
Capitolo 3: *** Mi sentii Serpeverde. ***
Capitolo 4: *** Come sei schizzinosa Grang! ***
Capitolo 5: *** Invalicabili. ***
Capitolo 6: *** If I had met Draco and Blaise. ***



Capitolo 1
*** Il risveglio dopo lo scontro. ***


Salve ** Oh sì, sono io, che dopo aver appena terminato il ciclo di Obbligo, Giudizio o Verità, mi rimetto all'anima una nuova, e completamente folle, Dramione. Volete che sia sincera? Non ho la più pallida idea di che cosa mi sia passato per la mente! Questa è un'idea pazza, surreale, e non so a che cosa porterà. Però sentivo che dovevo fare una cosa del genere. Sentivo il bisogno di prendere in mano un santo punto di vista e accortocciarlo tutto fino a stravolgerlo. Perciò miei cari, prendete questa storia cone un esperimento. Un esperimento anche bellino lungo, perchè non credo proprio che questa storia si esaurisca in pochi capitoli, anzi. Spero comunque che vi piaccia come vi sono piaciute le mie precedenti storie.
Enjoy the chapter.


On the other side.
Dall’altra parte.

“Forse ce l’abbiamo fatta mio Signore”
A parlare era stato l’uomo più lontano dalla fonte di luce che si sprigionava dal centro della stanza. Era un grande vortice luminoso e tutti gli giravano attorno con le bacchette levate e puntate addosso, senza togliergli gli occhi di dosso.
“Forse siamo riusciti ad aprire un varco” continuò questo voltandosi a sua volta verso l’aspirale e osservandola con attenzione.
“E potete apportare dei cambiamenti?” chiese una voce incredibilmente sibillina e spaventosa. Sembrava quasi il verso di un serpente.
“Non sappiamo bene le conseguenze, però possiamo provarci” rispose l’uomo per poi andare verso la figura pallida e avvolta di nero che si era avvicinata al vortice di luce. Lo osservò per qualche istante, poi i suoi occhi rossi si spostarono sul seguace che aveva parlato.
“Fatelo”

*

“Secondo me sono stati i Serpeverde!”
Questa impetuosa esclamazione mi distolse dalla lettura del mio nuovo manuale di erbologia facendomi alzare gli occhi interdetta.
“Ok che sono dei viscidi egoisti, ma non credo che arriverebbero a tanto” risposi al mio migliore amico che aveva appena tirato su quella questione. Ormai erano quattro giorni che non si parlava d’altro: la congestione di Ron. Era l’incessante argomento che riempiva ogni nostro tipo di conversazione, e non semplicemente perché eravamo preoccupati della sua salute. Infatti, nonostante lui ci stesse molto a cuore, non era la ragione principale per la quale si era scatenata tutta quella confusione. Il malanno di Ronald era arrivato appena qualche giorno prima della partita di Quidditch di inizio stagione, proprio contro la casa delle Serpi, e questo aveva letteralmente sconvolto e mandato in delirio quasi tutti i componenti della nostra casata, specialmente i giocatori della nostra squadra, che non facevano che lasciarsi andare ad isterie e ricerche di una qualche soluzione. Effettivamente era strano che non avessero gridato già da subito al complotto.
“Non arriverebbero a tanto?!” fecero quasi all’unisono i compagni intorno a me. Io osservai i loro sguardi scettici e mi arresi sospirando.
“Va bene, forse lo farebbero, sta di fatto che non penso proprio che ci siano loro dietro tutto questo” ribattei prima di afferrare una fettabiscottata e spalmarla di burro.
“E cosa te lo fa pensare?” mi chiese stranito Harry.
“Sono troppo presuntuosi…sono convintissimi di essere in grado di battervi nella vostra miglior forma, con i vostri miglior giocatori…più che altro sono tipi che barano in campo…” risposi con un ragionamento molto logico. Calò un attimo il silenzio.
“Beh, mi sa che Hermione ha ragione” disse dopo qualche momento Ginny, appoggiando la testa sulle braccia stese sul tavolo.
“Mi sa che dovrete arrendervi all’idea che Ron le deve smettere di strafogarsi come un maiale a colazione, pranzo e cena, specialmente nelle vicinanze di un’importante partita” sospirai addentando la mia fetta imburrata. Proprio in quel momento il protagonista dei nostri discorsi varcò la soglia, con l’aria un po’ malaticcia ma migliore di qualche giorno fa, e i capelli appiattiti dall’essere stato tanto disteso.
“Ehi amico!! Stai davvero meglio!” lo salutò Harry dandogli una pacca sulla spalla. Ronald sorrise.
“Eh un po’…non posso giocare però ci tengo a fare il tifo!” ribattè sedendosi accanto al moro.
“Non credi che sia meglio riposare un altro po’?” gli dissi prendendogli la mano e guardandolo premuroso.
“No me la cavo ‘Mione, tranquilla…faremo qualche coro insieme!” replicò ricambiando la stretta. Io annuii e tornai a fare colazione, cercando di non imbrattare il mio libro di marmellata. Era molto presto, ma era anche la mattina della partita, quindi ad una bella parte dei Grifondoro era parso avere le spine nel letto. C’eravamo dunque riuniti in Sala Grande a goderci la colazione in pace, mentre si discuteva cercando di allentare la tensione. Io ovviamente ero stata portata giù come supporto morale, perché non si poteva dire che fossi una grande intenditrice di Quidditch. Però sapevo star vicino ai miei amici.
In quel momento dall’entrata principale della Sala fece il suo quasi trionfale ingresso il più famoso gruppo di Serpeverde di tutta la scuola, capeggiato, neanche a dirlo, da Draco Malfoy. Non aveva in dosso né la divisa, né la tenuta da gioco, data l’ora, ma era semplicemente vestito con dei lisci pantaloni di tuta neri tenuti a vita bassissima, che gli cadevano morbidi e leggermente larghi, in un modo però che faceva risaltare le sue linee. Nonostante questi rischiassero quasi di cadergli, camminava con il solito passo elegante e cadenzato, le mani in tasca e lo sguardo sfacciato. Addosso aveva una felpa scura e aperta che lasciava vedere la maglietta con il grande stemma di Serpeverde che portava sotto. I capelli biondissimi erano tirati indietro con del gel che li faceva sembrare bagnati, e al collo gli penzolava una lunga catenina d’oro. Malfoy non degnò nessuno di uno sguardo, né tanto meno noi. Si avviò con passo deciso seguito a ruota dai suoi amici verso il suo tavolo, con il suo solito modo di fare caparbio, come se al mondo non esistesse nessun altro al di fuori di lui. Avevo notato che la mattina molto presto non si sprecava a dare attenzione a nessuno, e rinunciava anche alle velonose frecciatine a cui non potevamo scampare in caso lo incrociassimo durante la giornata. E questo, sinceramente, era un sollievo.
Perché Draco Malfoy era estenuante.
Riusciva sempre a dire la cosa sbagliata nel momento sbagliato, come se avesse un radar e percepisse la cosa che più in quel momento poteva urtarti. Ma la cosa ancor più insopportabile era che lo faceva con una naturalezza e una spontaneità unica, senza il benchè minimo sforzo. Io per dargli contro dovevo impegnarmi, e questo alla lunga era davvero stancante. Sembrava avesse un talento unico nel rendersi odioso. E questo talento lo esercitava senza il minimo dispendio di energia.
Tornai a concentrarmi sulle piante acquatiche della Novergia mentre i miei compagni di casa discutevano senza badare ai Serpeverde. Discutevano di strategie, di possibilità, di tutto quello che poteva riguardare il Quidditch, perciò i miei interventi erano pressocchè inutili. Lo sport non mi entusiasmava tanto, e nemmeno me ne intendevo. Ed era davvero una cosa insolita, visto che io m’intendevo di tutto. Mi divertivo a fare il tifo certo, ma più che altro era per il mio orgoglio Grifondoro e per tenere alto l’onore della mia casa. Per questo, mentre tutti sembravano assolutamente presi dalla discussione, io me ne rimasi in disparte. Alzavo di tanto in tanto lo sguardo e scambiavo qualche sorriso con i miei amici. Osservai chi altro era entrato in Sala e i miei occhi slittarono verso il tavolo di Serpeverde. Subito mi accorsi che Malfoy e Zabini stavano parlando con lo sguardo rivolto verso di noi. Verso di me. Aggrottai la fronte e inclinai appena il capo chiedendomi che cosa potessero tramare le due Serpi per eccellenza. Questi due, con una sincronia quasi surreale, voltarono lo sguardo per tornare a guardarsi negli occhi, senza interrompere la loro discussione. Le loro espressioni erano estremamente rilassate e indecifrabile. Non erano indispettiti, né divertiti, né arrabbiati. Non si riusciva a capire che cosa stessero dicendo, meno che mai perché stessero guardando nella mia direzione.
Forse era stata solo una coincidenza.
Decisi di lasciar perdere i due Serpeverde, che sguazzassero pure nel loro brodo. Perciò mi convinsi che li avrei ignorati, cosa che tra l’altro si meritavano più dell’odio. Oggi avrei dovuto vederli anche troppo, durante la partita.
“Una cosa buona però dell’aver avuto una congestione è stata saltare il compito di Pozioni!” esclamò compiaciuto il rosso, seguito da un sospiro desideroso di Harry, che invece aveva dovuto fare quel compito e gli era venuto un vero disastro.
“Non puoi scappare per sempre dal compito di Pozioni” feci notare a Ron arricciando leggermente la bocca. Lui fece spalluce.
“Ma per una settimana sì! Ed è un gran sollievo!” ribattè soddisfatto. Io scossi il capo lasciandomi scappare però un sorriso.
Che volete farci, quelli erano i miei migliori amici. Un po’ irresponsabili, un po’ svogliati, un po’ negligenti, ma non li avrei cambiati per nulla al mondo. Loro erano sempre stati al mio fianco, con loro avevo rischiato la vita, quella vita che però mi rendevano un po’ migliore. Con loro il mio sorriso era sempre un po’ più luminoso, e la mia risata un po’ più fragorosa.
Eravamo inseparabili.
Harry, Ron e Hermione.
Il Trio.
Non sapevamo quello che ci avrebbe aspetto nel futuro, ma il presente era nostro. Ed eravamo insieme.
Era stato incredibile come il destino ci avesse unito. A volte mi era capitato di pensare a che cosa sarebbe successo se al primo anno, non fossi rimasta chiusa nel bagno delle ragazze, e se loro non mi fossero venuti a cercare. Se non avessi cercato di impedirgli di sgattaiolare fuori dalla Sala Comune, o semplicemente se sul treno non fossi entrata nel loro scompartimento. Cosa sarebbe successo se fossi stata smistata in un’altra casa, se loro, per qualche strana ragione, non facessero parte della mia vita.
“Guardate, è arrivata Luna con il suo cappello da leone!” fece gioviale Ginny tirandosi su in piedi e sventolando allegra la mano in direzione della sua amica dai lunghi capelli color platino. Lei ci venne incontro saltellando.
“Ehi ragazzi, come va? Spero davvero che oggi vinciate!” esclamò Luna quando ci raggiunse. Si girò verso Ron e gli lanciò uno sguardo premuroso.
“Come ti senti Ronald?” gli domandò dandogli una pacca sulla spalla.
“Meglio, grazie…ma tranquilla, non hanno bisogno di me per fare a pezzi i Serpeverde…” rispose annuendo con convinzione. Harry gli circondò le spalle con un braccio.
“Invece ci faresti proprio comodo amico…ma stai tranquillo, non ti deluderemo” replicò il moro stringendo affettuosamente il suo migliore amico, e facendo dolcemente scontrare le loro teste. Io sorrisi nella loro direzione.
“Chi sostituirà Ron oggi?” domandai con curiosità. Il Prescelto alzò gli occhi al cielo.
“Sua simpatia McLaggen…dovrò trattenermi da schiantarlo…però potresti farlo tu Hermione” rispose il more lanciandomi uno sguardo complice ed un sorriso molto eloquente. Io ricambiai trafiggendolo con uno sguardo fulminante e lui scoppiò a ridere facendomi la linguaccia.
“In effetti però a volte te li leva dalla bacchetta…” dissi come per giustificarmi.
“Come darti torto…ma oggi dobbiamo sopportarlo e spiegare che si comporti bene, e che si ricordi soprattutto che sono io il capitano” ribattè Harry.
Passammo almeno un’altra mezz’ora al tavolo, e quando ormai si era fatta troppo gremita la squadra si alzò per avviarsi verso gli spogliatoi. Anche Ron andò con loro promettendomi che mi avrebbe raggiunto appena sarebbero scesi i campo. Io rimasi un altro po’ al tavolo a leggere, poi mi decisi ad alzarmi per tornare in Dormitorio a posare i libri e prendere mantello e sciarpa. Presi la mia borsa e mi avviai fuori dalla Sala, ma proprio davanti al portone d’ingresso mi scontrai quasi con il Principe delle Serpi e il suo degno compare Zabini. Sbuffando mi appoggiai allo stipite aspettando che passasse. Questo si fermò di botto e si girò verso di me interdetto.
“Mezzosangue, hai finalmente capito come ci si comporta con le persone superiori?” mi chiese con una nota di compiacimento nella voce. Io sbuffai ancora più forte.
“Volevo vedere se facendoti passare avresti tenuto chiusa la tua boccaccia e non avrei dovuto vederti per più di qualche secondo…ma se la metti così” feci andando avanti e tirandogli una bella spallata per varcare la soglia. Il biondo mi afferrò al volo per il polso stringendolo e io lo strattonai cercando di liberarmi.
“Malfoy lasciami!” esclamai continuando a tirare.
“Devi imparare, piccola ingrata, che non si taglia la strada a Draco Malfoy” mi sibilò lasciando di colpo la stretta e passandosi la mano con fare quasi schifato sui pantaloni, come per pulirla. Io strinsi i pugni.
“E invece guarda un po’ l’ho fatto! Non sei così importante” gli soffiai combattiva.
“E tu non sei così intelligente” ribattè muovendo minacciosamente un passo verso di me. Io non mossi un musculo, mentre i nostri occhi si guardavano con decisione. Sembrava facessero scintille.
“Non mi fai paura, nemmeno un pochino” replica compiaciuta. Lui assottigliò lo sguardo.
“Vedi, te l’ho detto che non sei così intelligente. Ora torna dai tuoi amichetti, stamani non è proprio giornata per giocare con il fuoco, e tu piccola Mezzosangue non vuoi rimanere scottata, non è vero?” fece con tono aspro. Io gli feci una smorfia.
“Non fai paura a nessuno Malfoy!” gli dissi prima di girare i tacchi e avviarmi verso le scale.
“E tu non piaci a nessuno Granger!” mi sentii urlare dietro. Strinsi di nuovo i pugni e mi voltai appena aver salito qualche gradino.
“Vaffanculo Furetto!”
“Vaffanculo Mezzosangue!”

*

Quando Ron si sedette accanto a me capì subito che c’era qualcosa che non andava. Ero seduta con la schiena appoggiata alla gradinata, le braccia conserte al petto e la bocca contrisa in una perenne smorfia di indignazione. Quanto riusciva ad urtarmi Draco Malfoy!! Quanto riusciva a farmi innervosire e arrabbiare! Mi faceva addirittura pentire di non essere semplicemente rimasta zitta, anche se sapevo che non sarei mai riuscita a lasciar perdere. Anche se mi consideravo una persona matura e responsabile, ed ero consapevole che il miglior modo per sembrare superiore è ignorare soggetti come Malfoy, con lui non ci riuscivo. Non potevo semplicemente passare oltre, era più forte di me. Dovevo, dovevo ribattere, non potevo dargliela vinta. E mi sentivo ancora più stupida, perché se gli avessi semplicemente detto “vai Malfoy” a quest’ora me ne sarei rimasta tranquilla e mi sarei goduta la partita. Invece no, avevo dovuto dargli corda, per poi ritrovarmi, come ogni volta, più nervosa che mai. Certe volte mi domandavo se almeno anche io ero riuscita a urtare Malfoy, almeno sapere che i miei sforzi non erano stati vani sarebbe stata una consolazione.
“Che è successo?” mi chiese il rosso sedendosi accanto a me. Io sbuffai.
“Malfoy!!” esclamai esasperata stringendo le unghie intorno al mio braccio. Lui sospirò appena e mi posò una mano sulla spalla.
“Che diavolo ha combinato quello stronzo ‘sta volta?” mi domandò.
“Il solito, quello che fa sempre, essere così terribilmente, incredibilmente odioso e insopportabile! Fai una cosa, non va bene, fai l’esatto opposto, non va bene lo stesso! Lui trova sempre il modo di farti saltare i nervi! Perché lui si sente tanto Dio sceso in terra, come se camminasse un metro sopra terra e noi dovessimo prostrarci a lui perché siamo solo straordinariamente fortunati a poter godere della sua presenza, capisci?! Si crede la persona più importante di questo mondo! E invece è solo uno stupido, immaturo, viziato figlio di mangiamorte!” mi sfogai gesticolando ampiamente. Ron mi guardò abbastanza stupito.
“Per la barba di Merlino, avevi proprio bisogno di tirare fuori tutto, non è vero?”  esclamò facendo scivolare la mano sul mio braccio.
“Sì, in effetti ora mi sento un po’ meglio” risposi tirando un grande respiro. Il rosso sorrise.
“Felice di esserti stato d’aiuto. Ora che ne dici di goderci la partita sperando che Malfoy cada dalla scopa e batta una culata colossale?” fece il mio migliore amico facendomi scoppiare a ridere.
“Ci sto!” replicai battendogli il cinque.
Ci alzammo in piedi e ci appoggiamo entrambi alla balaustra, cominciando ad urlare quando la squadra di Grifondoro scese in campo. Applauiddimo con forza e salutammo Harry e Ginny con la mano. Arrivò anche la squadra di Serpeverde e come i Grifoni si alzarono in volo per iniziare il riscaldamento. Io lanciai qualche sguardo fulminante a Malfoy ma poi decisi che l’avrei ignorato per tutta la partita.
Dopo una quarto d’ora Madama Bumb fece mettere tutti in posizione e i capitani (Harry e il furetto platinato) si strinsero la mano scambiandosi sguardi decisamente taglienti e pieni di risentimento. Venne lanciata la prima palla e la partita potè cominciare. Seguii con grande attenzione le azioni e i passaggi, facendomi anche coinvolgere in un tifo molto sentito, specialmente quando Grifondoro riusciva ad andare in vantaggio. Vidi chiaramente il battitore di Serpeverde colpire con forza il bolide indirizzato a Ginny che era ad appena qualche metro da noi e che si scansò prontamente. Questo però non fermò la sua corsa quando fu vicino agli spalti e con terrore lo vidi venire dritto verso di me. Quella palla fu l’ultima cosa che vidi prima di svenire.

*

Mi sentii di nuovo padrona del mio corpo non so quante ore dopo. Anche senza aver aperto gli occhi, sapevo di essere in Infermeria, ma non avevo seriamente la forza di aprire le palpebre. La testa mi dava un dolore tremendo e mi sentivo intorpidita dappertutto, come se mi fosse stata somministrata dell’anestesia. Percepivo che la luce era flebile e finalmente mi decisi ad aprire molto lentamente gli occhi. Vedevo un po’ appanato, ma piano piano misi a fuoco che dalla finestra di fronte al mio lettino entrava la luce della luna e che la stanza era illuminata solo da qualche candela. Subito dopo mi accorsi che c’era qualcuno appoggiato sul mio letto. Dovetti sbattere parecchie volte le palpebre per riuscire a puntare lo sguardo verso la figura che aveva la testa appoggiata sulle braccia incrociate sopra il mio materasso e che sembrava addormentata. Mi ci volle un po’ per accorgermi che il ragazzo che si era appisolato al mio giaciglio aveva i capelli biondi. Biondissimi. Mi struisciai gli occhi con forza. Forse ci vedevo male, forse il colpo mi aveva dato qualche danno alla vista. Ma il movimento fece svegliare il ragazzo al mio fianco, che alzò il capo e mi osservò con i suoi grandi occhi argentei, prima di sorridermi con naturalezza. Non c’erano dubbi.
Quello era Draco Malfoy.


Spazio dell'Autrice.

Ditemelo, sono una folle. E' vero, sono uscita di senno. Vi ho messo un bel po' di dubbi con questo inizio, non è così? Mi sa che ci vorrà un bel po' a chiarirli tutti, ma spero davvero che abbiate la pazienza di seguirmi e anche aiutarmi in questa pazzia ** Sarei davvero davvero felice di sapere che cosa ne pensate di questo primo capitolo **

Grazie a tutti di aver letto e grazie a chi recensirà!

That's all folks!

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Capitolo 2
*** Noi siamo indimenticabili! ***


Hallo Kinder, guten morgen, komm wir spielen, komm, komm, komm!! Mmmm ecco dopo che vi ho dato il buon giorno con questa canzoncina che fanno cantare ai bambini negli asili tedeschi sono contenta xD Guardate lì sto già postando il secondo capitolo, dai mi sto facendo un po' perdonare vero? Anche perchè con il primo vi ho lasciati tutti davvero molto perplessi! Qui comincerete a capire un po' che cosa sta succedendo, e che dire, spero che vi piaccia!
Enjoy the chapter!




“Grang! Finalmente ti sei svegliata!” esclamò il biondo alzandosi in piedi. Io osservai Malfoy con gli occhi spalancati, nonostante questo mi provocasse del dolore. Quello doveva essere sicuramente uno scherzo. Uno scherzo di pessimo gusto. Davvero pessimo. O forse avevo semplicemente le allucinazioni. O forse stavo sognando! Avendo preso una botta tanto forte, dovevo essermi procurata un bel trauma. Richiusi quindi gli occhi e li riaprii. Malfoy era sempre lì.
“Come ti senti?” mi chiese guardandomi con attenzione. Io non risposi. Mi passai una mano sulla fronte dolorante e sentii anche una forte stretta allo stomaco. Mi stava venendo la nausea, e per non bastare percepivo un’insolita e sgradevole sensazione di indolenzimento, che andava oltre il dolore della botta.
C’era qualcosa che non andava.
“Che…che cosa sta succedendo?” chiesi con voce flebile e ancora impastata. Il biondo si rimise a sedere accanto al mio letto.
“Tranquilla, non è successo niente di irreparabile. Quello stronzo di Coote ti ha preso in pieno con un bolide e sei caduta dalla scopa, ma puoi stare certa che gliela faremo pagare! Beh un po’ di rivincita se l’è già ripresa Theo che ha frantumato con un colpo solo la scopa di Thomas. Comunque eravamo tutti preoccupati perché non ti svegliavi, anche perché giocando spesso a Quidditch ormai sei abituata, ma Madama Chips ci aveva assicurato che non avevi riportato nessun danno grave, quindi dovevamo solo aspettare…e anzi dovrei andare ad avvertire i ragazzi che ti sei ripresa…Blaise stava seriamente dando di matto, ho dovuto mandarlo a letto con la forza! Sveglierò anche Madama Chips che controllerà come stai” spiegò con tono pacato e senza mai alzare troppo la voce, anche quando inneggiava alla vendetta. Lo osservai incredula alzarsi e dirigersi verso l’uscita dell’Infermeria. Quando la porta si chiuse alla sue spalle, mi sentii libera di farmi prendere dal panico. Il terrore m’invase da cima a fondo in un solo istante, e sentii mancarmi l’aria nei polmoni.
Era successo qualcosa. Qualcosa di assurdo, e al tempo stesso, terribile. Riuscivo quasi a percepire nell’aria che c’era qualcosa di diverso, qualcosa di assolutamente inquietante. Ma doveva esserci una spiegazione logica. Anche se vivevo nel Mondo Magico, tutto avveniva per una ragione. Perciò dovevo calmarmi e cercare solo di fare mente locale. L’ultima cosa che ricordavo era il bolide che mi aveva colpito sugli spalti, mentre tifavo per la squadra della mia casa, Grifondoro. Ora bastava solo scoprire perché Malfoy era stato a vegliare sul mio capezzale e avesse accolto il mio risveglio come quello di una cara amica, raccontandomi di come un cacciatore di Grifondoro mi avesse steso mentre stavo giocando a Quidditch e di come Blaise Zabini fosse terribilmente in pena per me. In quel momento solo due ipotesi mi piombavano in testa: o stavo sognando, o erano impazziti tutti. O forse questo era tutto un diabolico scherzo architettato dalle Serpi! Forse era questo che stavano confabulando oggi, mentre guardavano nella mia direzione. Volevano farmi perdere il senno!
Il filone dei miei pensieri venne interrotto dal portone dell’Infermeria che si aprì. Mi voltai e vidi entrare Madama Chips in vesteglia.
“Signorina Granger, si è svegliata. Mi dica, come si sente?” domandò portando una mano sulla mia fronte.
“Frastornata, confusa…” bofonchiai con un fil di voce. Lei annuì distrattamente.
“Comprensibile…dov’è andato il Signor Malfoy? Dopo tutto quello che ha fatto per convincermi a farlo rimanere qui al suo fianco…è davvero uno che non si ferma davanti a niente! Mi ha proprio preso per sfinimento, non si voleva schiodare di lì” esclamò la donna mentre si dirigeva verso lo scaffale degli unguenti. Quello fu come prendere un altro colpo in testa. I Serpeverde non potevano aver corrotto Madama Chips per assecondarli nel loro diabolico scherzo. Perché anche se erano davvero esseri subdoli e machiavellici, quello sarebbe stato davvero troppo. E poi ero più che certa che Madama Chips fosse incorruttibile. Perciò fui rispedita alle due mie precedenti opzioni che non avevo una minima logica. Fui di nuovo assalita dal panico, in modo ancor più travolgente. L’unica ipotesi vagamente sensata che mi si era presentata davanti era svanita in una nuvola di fumo, per lasciare posto alla paura di essere vittima di qualcosa che non conoscevo. Qualcosa che non riuscivo a spiegare. Perché quale spiegazione poteva esserci a tutto questo? Ero sconvolta, terrificata, stordita e mi sentivo vulnerabilmente debole.
Fortunatamente non ebbi il tempo di provare ad articolare una risposta che Malfoy entrò nella sala seguito a ruota da Zabini, che si catapultò letteralmente verso di me.
“Hermione!!” esclamò con una nota di sollievo. Quando fu al mio fianco mi prese la mano e sospirò sollevato.
“Dio non riuscivo a chiudere occhio! Ci hai fatto prendere un bello spavento dannazione! Stavo davvero cominciando ad impazzire! Meno male che ora sei sveglia però…come stai? Va tutto bene? Non hai ferite o danni gravi, vero?” fece il moro tutto d’un fiato.
“Signor Zabini!! Non soffochi così la Signorina Granger! “ ribattè Madama Chips venendo anche lei verso di me. Il moro annuì e riprese a parlare più a bassa voce.
“Mi scusi…va tutto bene allora? Ci hai messo più di dodici ora a svegliarti, e non riuscivamo a capire come mai! Non era la prima volta che prendevi qualche botta durante una partita, e l’incantesimo aveva attutito praticamente del tutto la caduta…sappiamo che cosa è successo?”
La sua ultima domanda era rivolta alla donna che scosse il capo  e tirò fuori la bacchetta.
“Non lo so di preciso ancora, ma non temete, probabilmente il suo corpo ha soltanto avuto bisogno di tempo per rimettersi in moto” rispose lei prima di cominciare a farmi un controllo molto ampio con la sua bacchetta.
“Dovrebbe stare bene, solo un po’ d’intontimento e mal di testa” sentenziò rimettendosi la bacchetta nella vestaglia. Io mi liberai della stretta di Zabini e posai la mano sugli occhi, cercando di respirare regolarmente.
“Che…che cosa sta succedendo?” ripetei quella domanda con una piccola nota di esasperazione e panico. Questa volta fu Malfoy a farsi più vicino.
“C’è qualcosa che non va Hermione?” mi chiese lanciandomi uno sguardo preoccupato. Io sussultai al sentirlo pronunciare il mio nome.
“Sì” confessai sentendo le lacrime che mi stavano per affiorare agli occhi. Però cercai di trattenermi e di ritrovare un po’ di lucidità.
Senza dubbio era successo qualcosa di…magico. Quella era l’unica cosa che poteva avere un minimo di senso, e anche se io non avevo mai sentito parlare di qualcosa del genere, mi pareva la sola opzione. Inoltre sentivo come la nausea della magia attanagliarmi la gola.
Il punto era: che cosa potevo fare ora? Non mi sembrava il caso di cominciare a correre urlando con le mani nei capelli come una pazza, e la cosa di cui più avevo bisogno in quel preciso istante erano informazioni. Perciò feci la cosa che in quel momento mi sembrò più utile per arrivare al mio scopo.
“Non mi ricordo niente”
Borbottai quelle parole che non erano nemmeno troppo bugiarde senza levare la mano dagli occhi.
“In che senso?” domandarono perfettamente all’unisono Malfoy e Zabini. Io tirai un grosso respiro e mi decisi a guardare i due ragazzi e la donna.
“Non…non ricordo niente” dissi cercando di alzare un po’ la voce. I loro sguardi si fecero allarmati.
“Ti ricordi chi siamo? Ti ricordi chi sono io?” chiese il biondo sporgendosi un po’ su di me.
“Draco Malfoy” risposi cercando di nascondere il più possibile il tono sprezzante. Lui però non sembrava soddisfatto.
“E…cosa sono io per te?” domandò in modo più incalzante. Io rimasi interdetta e alquanto perplessa.
“Non lo so” mormai sinceramente. A quel punto la sua espressione si fece seriamente turbata.
“Io…io sono il tuo migliore amico, Grang!” ribattè come se cercasse di spronarmi. Le sue parole però riuscirono soltanto a sconvolgermi e terrorizzarmi ancor di più, in una maniera incredibilmente sgradevole.
Lo guardai atterrito per qualche istante cercando di non sembrare troppo impaurita, cosa per niente facile.
“E quindi non ti ricorderai nemmeno di me, Hermione” fece Zabini a sua volta preoccupato. Io scossi il capo. Lui afferrò di nuovo la mia mano.
“Non ti ricordi che sono il tuo ragazzo”
Quelle parole non vennero pronunciate come una domanda, e per questo suonarono davvero tristi. Ma io ero troppo sconcertata per rendermene conto.
Draco Malfoy il mio migliore amico, e Blaise Zabini il mio ragazzo.
Qualcuno aveva cominciato a far girare il mondo al contrario.
I due ragazzi si voltarono contemporaneamente verso Madama Chips che era rimasta in silenzio ad osservarmi.
“Cosa le è successo?” domandò allarmato il moro. La donna tirò nuovamente fuori la bacchetta e mi controllò con estrema accuratezza la testa, esame che impiegò almeno una ventina di minuti. Quando ebbe finito andò verso l’armadio delle pozioni e prese una bottiglia verde. Versò un po’ del contenuto in un bicchiere e me lo portò.
“Va bene…signorina Granger, ragazzi, non dovete preoccuparvi. Da quello che ho visto il cervello sembra completamente intatto, perciò è da escludere la presenza di traumi o ferite che possano provocare danni permanenti. Molto probabilmente c’è stato solo un mancato afflusso al lobo dei ricordi che ha causato un temporaneo blocco della memoria. E’ una situazione che si può presentare in eseguito ad un forte colpo come quello. Probabilmente sarà questione solo di qualche giorno, poi tutto dovrebbe sistemarsi” spiegò con accuratezza Madama Chips cercando di rincuorarci. Beh, almeno riuscì a farlo per quanto riguardava i due ragazzi al mio fianco. Sui loro volti tornò a dipingersi un’espressione sollevata.
“Possiamo fare qualcosa per aiutarla a ricordare?” chiese Malfoy.
“In realtà sì…raccontarle le storie del passato l’aiuterà sicuramente, e anche farle fare le cose più quotidiane per lei, quelle a cui era più abituata…” rispose Madama Chips. Entrambi i ragazzi tornarono a puntare lo sguardo su di me.
“Non può essersi davvero dimenticata di noi, insomma, noi siamo indimenticabili!” esclamò Malfoy con tono altezzoso, sorridendo divertito e un po’ tronfio. Zabini alzò gli occhi al cielo in un’espressione esasperata, aprendosi però anche in un sorrisino allegro.
“Draco, possibile che ogni occasione sia buona per fare del sarcasmo?!” ribattè sorridendo al suo migliore amico. Malfoy aprì le mani in un gesto disinteressato.
“Non era sarcasmo, era la verità. E sono stato anche così immensamente buono da usare il plurale e inserire anche te, ingrato!” replicò alzando il mento fintamente offeso. Zabini sbuffò divertito.
“Forse è un bene che non ti ricordi di lui Grang” commentò il moro lanciandomi uno sguardo e un sorriso complice.
“Zab non te lo vorrei dire, ma secondo me questo fatto della perdita di memoria è tutta una cosa architettata per scaricarti in maniera non troppo palese” replicò il biondo abbassandosi fino ad appoggiarsi con le braccia al mio letto.
“Certo che sei proprio ingegnosa Grang” mi disse inarcando le sopracciglia compiaciuto.
“Pfff, ma sentilo!” borbottò scuotendo il capo Zabini.
Madama Chips interruppe la loro conversazione e i due Serpeverde posarono nuovamente l’attenzione su di lei.
“E un’altra cosa davvero importante…dovrete farla riposare! Il cervello lavora meglio e di più quando dorme, quindi vedete di fare i bravi. E a proposito di questo, dovete tornare nei vostri dormitori e lasciare in pace la Signorina Granger. E non voglio sentire storie, specialmente da lei Signor Malfoy!! Le avevo promesso che l’avrei fatta rimanere finchè non si sarebbe ripresa, ma ora che sapete che sta bene, vi rivoglio tutti e due in Sala Comune, senza lamentele!”
I due Serpeverde sbuffarono sonoramente ma annuirono. Zabini strusciò il pollice sul dorso della mia mano e mi sorrise dolcemente.
“Buona notte Hermione. Ci vediamo domani” mi salutò prima di lasciarmi la mano e avviarsi verso la porta. Malfoy mi diede una leggera pacca sulla spalla, e io involontariamente mi pietrificai quasi. Se Malfoy mi toccava, il mio corpo reagiva come era abituato. Perché se mi toccava lui, non era mai una cosa positiva.
“Dormi bene Grang. Domani ti riportiamo in Sala Comune, e vediamo di fare tornare tutto a posto” disse rivolgendomi a sua volta un sorriso.
Non avevo mai visto Malfoy sorridere. L’avevo visto ghignare, sogghignare, ammiccare, ma mai, mai sorridere. Sorridere con sponteneità, naturalezza, genuinità. Sinceramente credevo che non fosse nemmeno capace di farlo.
I due ragazzi si allontanarono, e quando furono sulla porta, Zabini si girò e mi fece un cenno con la mano sorridendomi con una certa dolcezza. Anche quello mi lasciò abbastanza stupita.
Ad essere completamente sincera, mai nella mia mente avevo considerato l’idea che i Serpeverde fossero ragazzi come tutti gli altri. Davanti a tutti avevano un atteggiamento distante e controllato, potevano ridere prendendo in giro o prendendosi in giro, ma mai li avevo visti comportarsi rispetto ai loro sentimenti. Pensandoci con attenzione però, l’immagine che avevo di loro erano inverosimile. Come potevano degli adolescenti essere sempre così padroni di loro stessi? Non era possibile.
“Signorina Granger, deve bere questo. La farà stare meglio” disse Madama Chips porgendomi il bicchiere che aveva in mano. Io lo presi e lo guardai per qualche istante scettica, poi alzai lo sguardo e mi guardai intorno. Sulla sedia di fronte al mio letto c’era una divisa da Quidditch di Serpeverde.
“Io…io a che casa appartengo?” chiesi con la voce un po’ tremante. La donna mi guardò inizialmente stranita, poi mi rivolse un sorriso bonario.
“Serpeverde, ovviamente. Potrebbe essere altrimenti?” rispose senza smettere di sorridermi. Io spalancai un po’ gli occhi.
“Che cosa intende?” domandai confusa. Lei fece spallucce.
“Beh che quando penso alla parola Serpeverde, mi venite in mente lei e i suoi amici” replicò mentre mi sistemava il letto. Deglutii a vuoto un paio di volte.
“E…insomma…sono una brava studentessa no? Non sono sempre in punizione vero?” chiesi cercando qualche conferma.
“Oh beh certo, è una ragazza molto intelligente…per questo non va praticamente mai in punizione. Credo che siate troppo bravi per farvi scoprire” rispose lei arricciando appena la bocca. Io rimasi appena interdetta.
“Ma sono prefetto?” continuai a chiedere in maniera quasi morbosa. Madama Chips annuì.
“Sì, lei e il Signor Malfoy siete i prefetti di Serpeverde” rispose la donna.
“E i prefetti di Grifondoro chi sono?” insistetti io. Lei mi guardò un attimo confusa, poi fece spallucce.
“Ronald Weasley e Calì Patil. Se li ricorda?” mi domandò speranzosa. Io annuii.
“Sì, ricordo chi sono…e Harry Potter? Lui non è stato scelto come prefetto?”
“No, credo che il Signor Potter abbia già abbastanza cose a cui pensare. Come mai tanto interesse verso gli studenti di Grifondoro? Tra voi non scorre buon sangue, specie con lui” replicò Madama Chips dubbiosa.
“Non scorre buon sangue?!” feci io leggermente scandalizzata. La donna aggrottò la fronte.
“Per niente, anzi a volte ho paura che facciate scorrere del sangue letteralmente…mi ricordo di una volta, sarà stato al vostro quarto anno scatenaste una vera e propria battaglia d’incantesimi nei corridoi e finiste tutti qui in Infermeria…il bello era che continuavate a litigare e insultarvi anche mentre vi stavo curando, da lettino a lettino! Sì, quella volta vi mandarono tutti in punizione” raccontò Madama Chips. Rimase qualche istante in silenzio, poi continuò.
“Ora che ci penso meglio, proprio lei aveva tirato una brutta fattura al Signor Potter che gli aveva fatto crescere tutta la peluria sul viso, era completamente ricoperto”
Assimilai quelle parole cercando il più possibile di sembrare impassibile. Restai in silenzio per un bel po’, guardando il contenuto del mio bicchiere mentre me lo rigiravo fra le mani. In che razza di mondo ero finita? Che mondo poteva essere quello dove io ero una Serpeverde incallita che tirava brutte fratture ad Harry?
In quel momento avrei tanto voluto che lui e Ron fossero al mio fianco, a dimostrarmi il loro affetto e farmi sentire il loro supporto. Loro avrebbero potuto asciugare le mie lacrime e strapparmi un sorriso. Erano loro i miei migliori amici. Era a loro che volevo bene. Erano loro la parte stabile e fissa dalla mia vita. Della mia vera vita. E tutto quello che stava accadando era inimmaginabile. Perché non potevo immaginare la mia vita senza di loro.
Bevvi tutto d’un sorso e posai il bicchiere sul comodino accanto al letto. Madama Chips finì di sistemare le ultime cose e poi mi diede la buona notte, lasciandomi sola nella grande sala dell’Infermeria.
Con un sospiro posai la testa sul cuscino, e quando chiusi gli occhi, una piccola lacrima andò a bagnare la sua stoffa. Strinsi forte le coperte e con tutta me stessa desiderai di risvegliarmi nel mondo di sempre, quello che girava dalla parte giusta.


Spazio dell'Autrice.

Voglio fare un sondaggio xDD Che faccia avete fatto quando avete letto che Blaise è il ragazzo di Hermione? xD Vi c'ho fatto rimanere di stucco, non è vero?! Scommetto che avevate pensato che sarebbe stato Draco il ragazzo della nostra Grang, e invece no!! Troppo semplice sennò! E poi io devo pur sfogare la mia bastardaggine serpeverde da qualche parte xD Comunque, cercando di fare vagamente le persone serie...questo capitolo dovrebbe avervi abbastanza chiarito la situazione, anche se lo scioglimento della vicenda avverrà in tutto e per tutto praticamente verso la fine della storia...oddio, no forse proprio fine no, un po' prima ecco, anche perchè sinceramente non ho ancora idea di come la farò finire xDD Spero che il capitolo via sia piaciuto, ora mi metto subito a scrivere il terzo!

Grazie a tutte le meravigliose persone che leggono e recensiscono questa mia FF.


That's all folks!

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Capitolo 3
*** Mi sentii Serpeverde. ***


Salve miei amati lettori e buon anno!! Com'è cominciato questo 2011? Se vi dico cosa ho fatto io xD Stranamente, molto stranamente, ero pseudo-sobria, e con altre mie due amiche abbiamo fatto un maratona di 6 ore e mezzo di dvd su i Tokio Hotel! Tre documentari e due concerti live (di cui uno era quello di Milano, a cui io ho assistito dalla seconda fila, quindi c'è partito anche un bel piantino). Abbiamo cominciato dieci all'una e siamo andate a letto alle sette e mezzo, completamente distrutte da questa overdose da Tokio Hotel xD Non credevo possibile che riuscissi a pensare, anche solo per un secondo "ne ho abbastanza di loro!" xD Spero che voi abbiate fatto qualcosa di più indicato per la vostra sanità mentale, magari qualcosa più sullo Slytherin Way xDDD Vi lascio al capitolo miei adorati **
Enjoy the chapter.


Quando mi svegliai, constatai con grande orrore di essere sempre in Infermeria. Il sole splendeva ormai alto, quindi doveva essere già mattina inoltrata. Il dolore alla testa era praticamente svanito, come l’indolenzimento che qualche ora prima mi invadeva tutto il corpo. La pozione che mi aveva dato Madama Chips aveva funzionato alla perfezione. Mi stiracchiai le braccia e mi tirai su a sedere. Sulla ringhiera in fondo al letto qualcuno aveva appogiato una divisa pulita, così mi alzai per vederla. Era una divisa di Serpeverde. La stesi sul letto e la guardai storcendo un po’ la bocca.
“Oh è sveglia Signorina Granger”
Sussultai appena e mi voltai verso Madama Chips che era entrata nella stanza.
“Buon giorno” le dissi mettendomi a sedere sul letto.
“Come si sente stamani?” mi chiese lei.
“Bene, direi bene…non ho più dolori” risposi annuendo con la testa. La donna m’imitò.
“Le consiglio però di aspettare qui che vengano i suoi amici a prenderla…se intanto vuole vestirsi comunque” mi disse prima di scomparire nel suo ufficio. Io sospirai e andai a cambiarmi dietro il separè. Indossai i vestiti molto lentamente, per poi guardarmi allo specchio con una certa tristezza. Era così assurdo vedermi con addosso la divisa verde-argento.  Quasi uno shock. Ma dovevo soltanto resistere. Sarei riuscita a scoprire quello che stava succedendo e avrei trovato una soluzione. Con questa convinzione mi sedetti pesantemente sul letto e intrecciai le mani in grembo, aspettando, mentre la mia mente lavorava febbrilmente e senza sosta. Ma i miei pensieri vennero bruscamente interrotti dalla porta che si apriva e da delle voci che avanzavano rumorose.
“Graaang!!”
Theodore Nott mi venne incontro decisamente allegro, allargando le braccia in un gesto di accoglienza e sorridendomi con gioia. Involontariamente mi tirai un po’ indietro, quasi impaurita. Non avevo mai creduto possibile che Nott si potesse lasciare andare a queste vistose manifestazioni di brio e allegria. L’idea che avevo di lui, da quanto mostrava, era di un ragazzo sempre con la testa fra le nuvole, distratto e menefreghista.
“Theo, te l’abbiamo già detto…non si ricorda di te, grazie al cielo” disse con tono strascicato Malfoy, alzando gli occhi al cielo esasperato.
“Ma non mi avete anche detto che per aiutarla a ricordare dobbiamo comportarci normalmente?” ribattè incrociando le braccia al petto.
“Sì, ma non mi pare di aver detto di volere che si ricordasse di te” replicò il biondo facendo una piccola smorfia con la bocca. Daphne Greengrass e Pansy Parkinson, che erano appena dietro di lui, ridacchiarono. Superarono i ragazzi e velocemente mi raggiunsero.
“Hermione, ma che ci combini!! Ti sembrano cose da fare, dimenticarsi di noi?” fece la bionda sedendosi accanto a me e passandomi un braccio intorno alla vita. Pansy la imitò.
“Già, questo è davvero un colpo basso…” disse la mora rivolgendomi un sorrisetto divertito. Io feci scorrere velocemente lo sguardo fra le due ragazze stranita, poi cercai di abbozzare un sorriso. Anche Nott mi raggiunse e mi diede una pacca sulla spalla.
“Hermione, Hermione, lo sappiamo che questo è tutto un piano diabolico per scaricare Blaise, quindi noi che siamo i tuoi migliori amici staremo al gioco…” fece il moretto facendomi l’occhiolino complice. Sentii sbuffare sonoramente alle sue spalle e Zabini si affiancò a Nott.
“Ancoraaa! La volete smettere con questa storia!” sbottò contrariato, per poi sporgersi e darmi un leggero bacio sulla fronte. Rimasi pietrificata per qualche istante, trattenendo anche il respiro. Il delicatissimo tocco delle sue labbra era stato completamente inaspettato e mi aveva provocato una fitta scarica di brividi lungo la schiena.
“Non soffocatela, datele almeno lo spazio per respirare” esclamò Malfoy facendosi spazio fra i due ragazzi.
“Va meglio stamani Grang?” mi domandò il biondo. Io sbattei le palpebre per qualche momento.
“Sì, meglio” riuscii a rispondere senza sembrare troppo stranita di rivolgermi così tranquillamente a Draco Malfoy.
“Bene bene, allora possiamo andare” disse il Principe delle Serpi facendosi un po’ da parte. Ci alzammo dal letto e io mi rassettai accuratamente la gonna che si era un po’ spiegazzata. In quel momento Madama Chips uscì dal suo ufficio e mi fece cenno di aspettare. Prese una boccetta e ci versò dentro un po’ della pozione che avevo bevuto la sera precedente.
“Tenga questa Signorina Granger…la prenda prima di andare a letto, e se sente dei dolori…” fece porgendomela.
“Grazie” risposi sorridendole lievemente.
“E mi raccomando!” li apostrofò la donna. Malfoy sbuffò seccato.
“Sì, sì, certo facciamo i bravi!! Come se fossimo dei Grifondoro” ribattè pronunciando quelle ultime parole con disprezzo. Per un riflesso automatico mi irrigidii immediatamente, mettendomi quasi in posizione di attacco. Malfoy se ne accorse guardandomi confuso e io mi riscossi passandomi una mano sulla fronte.
“Dai andiamo!” esclamò Theodore prendendomi a braccetto e spingendomi quasi verso l’uscita.
“Abbiamo in programma una bella seduta di racconti, stavo pensando anche che potremmo scrivere quello che raccontiamo e poi pubblicarlo come libro intitolato “Memorie di sei Serpeverde”. Secondo me sarebbe un successone!” fece allegro Nott parlando particolarmente veloce ed euforico.
“Theo stai delirando, noi sei costruttivo per la guarigione di Hermione” lo riprese Blaise con tono bonario.
“Ma certo che lo sono! E poi la Grang mi adora” replicò alzando il mento con fare risoluto.
“Ma se è la MIA ragazza!” sbottò il moro dagli occhi cobalto.
“Era vorrai dire” lo corresse con sarcasmo il moretto al mio fianco.
“Ti sto seriamente per rispedirti in Infermeria, come malato però” ribattè Zabini portandosi le mani sui fianchi.
“Basta bisticciare bambini!” li rimproverò ironicamente Daphne. Avevamo ormai intrapreso la via verso i sotterranei, e sentivo le mie gambe muoversi quasi per forza d’inerzia, come se quella strada la facessi milioni di volte. I Serpeverde continuarono a battibeccare per un altro pochino, poi mi sentii affiancare da Malfoy che lanciò un’occhiata a Nott. Quello sguardo doveva essere abbastanza eloquente, perché il moretto gli rivolse un lieve cenno del capo e mi lasciò il braccio facendosi indietro.
“Perché non dici niente Grang?” mi domandò guardandomi con curiosità. Io aggrottai leggermente la fronte e per qualche istante boccheggiai.
“Perché…perché non ho niente da dire?” replicai un po’ incerta. Lui fece una smorfia.
“Tu hai SEMPRE qualcosa da dire Hermione, in una maniera estenuante” ribattè inarcando le sopracciglia. Io lo osservai e sbattei le palpebre velocemente. Era vero, mettevo sempre bocca su tutto, dicevo sempre la mia e facevo valere le mie opinioni.
“Credo di avere soltanto bisogno di tempo per…abituarmi” risposi distogliendo lo sguardo dalle iridi argentee di Malfoy.
“Sì, questo è comprensibile. Ma ho l’impressione che tu sia quasi impaurita da noi” replicò il biondo.
“Sono solo impaurita da quello che mi è successo” dissi quella che non era del tutto una menzogna. Ero incredibilmente terrorizzata da quello che mi stava succedendo, ed inutile negarlo, un po’ ero anche terrorizzata da loro, perché erano un vero e proprio salto nel buio. Un buco nero profondo in cui mi stavo addentrando completamente. Che cosa mi potevo aspettare dall’avere la banda di Malfoy come migliori amici?
Dovevo però cercare di mantenere il controllo, e impegnarmi nel sembrare normale. Finchè non avessi scoperto la causa del guaio in cui ero finita, non dovevo risultare sospetta.
Malfoy annuì con il capo e dopo un attimo mi mise una mano fra la nuca il collo, intrecciando con le dita i miei capelli. Una forte scarica di brividi mi attraversò la spina dorsale facendomi irrigidire la schiena, e per un attimo il respiro mi si mozzò. Lui percepì il mio stupore e il mio disagio, infatti avvicinò un po’ il viso al mio orecchio e mi disse a voce molto bassa:
“Lo faccio per tranquillizzarti, di solito. Da quando siamo bambini, ricordo. Dal nervosismo ti scioglievi i capelli e ti strofinavi il collo tanto da farlo diventare rosso. A volte ti graffiavi pure, e quel tuo movimento insistente mi dava ai nervi. Allora ho cominciato a fare così; anche perché riesco sempre a sapere quando sei nervosa”
Ruotai appena il viso per incrociare il suo sguardo, e mi ritrovai vicinissima al suo volto, rendendomi conto che mai in tutta la vita gli ero stata tanto vicina. La sua mano era abbastanza fredda e non si muoveva nemmeno di un millimetro. Non mi accarezzava o massaggiava, semplicemente mi copriva, come se mi stesse proteggendo.
Era assolutamente assurdo.
Non solo per il gesto, che nonostante fosse semplice e disinteressato, risultava davvero intimo…ma perché a farlo era il Draco Malfoy di sempre. Non sembrava così diverso da come lo conoscevo io. Stessa espressione fredda e annoiata, stesso sarcasmo pungente, stessa superbia. Eppure era lì, ad una spanna dal mio volto, che mi raccontava di come aveva cominciato a toccarmi in quel modo per farmi stare tranquilla nei momenti di nervosismo. Quel gesto di strofinarmi il collo mi apparteneva, ma nessuno si era mai comportato così.
Distolsi lo sguardo e non aprii bocca, continuai semplicemente a camminare, e il biondo Serpeverde non staccò la mano nemmeno per un istante. Soltanto quando arrivammo davanti all’entrata della Sala Comune mi lasciò, e io mi sentii come se avessi ricominciato finalmente a respirare. Entrammo dentro e mi ritrovai di fronte al grande stanzone rettagolare che costituiva la sala di ritrovo delle Serpi. La luce che la illuminava, passando attraverso le acque del Lago Nero, era soffusa e verdastra, dando all’ambiente un che di sinistro. Oltre alle finestre, c’erano i grandi camini messi in fila lungo la parete a sinistra che davano luce alla stanza, e degli eleganti ed elaborati lampadari appesi al soffitto. Il verde era assolutamente il colore predominante, che spiccava dai tappeti, dagli arazzi, dai cuscini e dalle sedie.
Mossi qualche passo titubante e seguii i ragazzi che si avviarono verso alcuni divanetti davanti al camino centrale. Blaise si sedette su un divano e con la mano battè sul posto accanto a sé, invitandomi a sedermi accanto a lui. Non mi feci attendere e molto delicatamente presi posto al suo fianco, senza appoggiare la schiena. Malfoy invece si lasciò cadere accanto a me, appoggiando le gambe sul bracciolo che penzolavano morbide, e la testa sul mio grembo. Sobbalzai quando il capo biondissimo del Principe delle Serpi si posò in maniera così spontanea e intima su di me, e sentii suibito un riflesso che, senza neanche pensarci, mi fece esclamare:
“Non è che te ne stai approfittando della mia amnesia?!” 
Il tono che usai fu abbastanza sarcastico e combattivo, tanto che Malfoy aprì di scatto gli occhi e mi fissò inizialmente stranito, poi estremamente compiaciuto.
“Oh, finalmente! Credevo che oltre la memoria, ti fosse andata via la personalità!” ribattè soddisfatto. Io lanciai uno sguardo agli altri che a loro volta mi osservavano annuendo con compiacimento e sospirando tranquillizzati.
“Comunque no, non me ne sto approfittando. Vuoi che me ne approfitti?” fece il biondo rivolgendomi un sorrisino vagamente malizioso. Io strabuzzai gli occhi.
“No!!” sbottai facendo ridere tutti.
“Ahahah Draco non ti vuole neanche con la memoria in pappa!” lo prese pesantemente in giro Nott, beccandosi un’occhiata omicida dal Principe.
“E’ proprio quello, non si ricorda di quanto sono eccezionale, meraviglioso, super sexy…insomma, di quanto sono il migliore!” replicò altezzoso Malfoy. Senza nemmeno rendermene conto, sbuffai sonoramente, alzando gli occhi al cielo. Poi incrociai il suo sguardo argenteo con un fare di sfida. E, sempre senza rendermene conto, ricambiai il lieve sorriso battagliero che mi stava lanciando.
Sentii Zabini avvolgermi le spalle con un braccio.
“Sarai anche il migliore, ma sono io il suo ragazzo!” disse alzando il mento con superbia, per poi ridere di gusto. Fu Malfoy questa volta a sbuffare.
In quel mentre Daphne e Pansy posarono sul tavolino davanti a noi una bottiglia di vino elfico e sei bicchieri, riempiendoli accuratamente.
“Allora Mione, da cosa partiamo?” domandò la Parkinson passandomi un bicchiere. Io lo osservai confusa.
“Dove l’avete preso?” domandai stranita.
“Questo è della nostra scorta, anche perché se toccavamo quella del Principino ce la menava fino alle vacanze di Natale” rispose Pansy scuotendo il capo.
“Eh certo, mi avete seccato le scorte di un semestre in un mese!” proruppe Malfoy allargando vistosamente le mani.
“Che c’entra, noi siamo i tuoi migliori amici!” ribattè Daphne sedendosi sul divano di fronte al nostro. Io però ero ancora molto confusa.
“Voi…voi tenete delle scorte di alcohol a scuola?” chiesi sbigottita. Tutti mi lanciarono uno sguardo stralunato.
“Beh tecnicamente le teniamo in camera” rispose la bionda.
“E lo fai anche tu” mi fece notare Malfoy.
Io tenevo una scorta di alcohol in camera mia?! Ma se a mala pena bevevo lo spumante a Capodanno!
Ok, forse quella non era proprio la prima questione alla quale dovevo trovare una risposta.
“Io credo che dovremmo partire dall’inzio” disse Blaise dopo aver bevuto un sorso di vino.
“Dalla prima volta che ci siamo incontrati” continuò sorridendomi.
“Me lo ricordo come se fosse ieri” fece Malfoy quasi in un sussurro. I due amici si scambiarono uno sguardo, poi Blaise cominciò a raccontare.
“Io e Draco eravamo seduti in uno scompartimento in fondo al treno per venire a Hogwarts. Era il primo anno ovviamente, la prima volta che montavamo su quel treno. Io ero eccitatissimo, saltellavo di qua e di là e mi contorcevo le mani dall’emozione. Come al solito, esageravo tutto. Lui non faceva che ripetermelo. Draco ovviamente se ne stava stravaccato apparentemente indifferente, ma io riuscivo a percepire quanto anche lui fosse elettrizzato. Stavamo allegramente chiacchierando di…Quidditch, credo, non ricordo precisamente, quando la porta dello scompartimento si aprì ed entrò una ragazzina dai foltissimi capelli ricci, già vestita con la divisa. Ci rivolgesti appena uno sguardo prima di cominciare a blaterale di un ragazzo che aveva perso il suo rospo. Poi ti interrompesti di colpo, notando che sul sedile accanto a noi avevamo le nostre bacchette. Tutto d’un tratto i tuoi occhi si sono come illuminati e ci hai chiesto se stavamo facendo magia. Servisti su un piatto d’argento l’occasione che Draco stava aspettando da tutta la mattina, la possibilità di mostrare tutto il suo talento e tutto quello che i suoi genitori gli avevano già insegnato. Infatti con espressione soddisfatta e superba cominciò a fare qualche incantesimo, credendo di stupirti particolarmente. Ma tu arricciasti un po’ la bocca e con un gesto secco della mano lasciasti ad intendere che sapevi fare meglio”
“Da lì non abbiamo mai smesso di sfidarci. Avevamo solo due possibilità, o diventare nemici giurati, o diventare migliori amici” lo interruppe Malfoy guardandomi con intensità. Io a quelle parole rabbrividii.
“Già, proprio così. Ci mostrasti qualche incantesimo e poi ci presentammo. E’ stato quello il momento in cui c’è stata la…beh, la svolta”
Zabini sospese il racconto guardandomi con le labbra contrise. Io capìì al volo, e abbassai lo sguardo lasciando che un sorriso amaro mi dipingesse il volto.
“Io ero una Mezzosangue”
Pronunciai quelle parole con tono tranquillo e apparentemente indifferente, ma quello per me era sempre stato doloroso. Mi aveva sempre fatta sentire inadatta, non all’altezza, sempre uno scalino sotto gli altri. Mi ero dedicata anima e corpo allo studio per far capire a tutti che valevo, che ero una strega dotata e talentuosa, che potevo aspirare al meglio. Il mio sangue non doveva, non poteva incidere su quello che ero.
“Quando ci hai rivelato che eri  figlia di babbani, mi sono sentito ancora peggio. Pensai: “questa ragazzina impertinente e saputella fa degli incantesimi migliori dei miei, e non è nemmeno figlia di maghi!”. Ero davvero indignato. E non credere che mi sia passata!” disse Malfoy rivolgendomi un ghigno divertito.
“Però Draco è sempre stato un tremendo opportunista, come lo siamo tutti qui dentro, del resto. E si mise in testa che dovevi essere eccezionale, uno dei migliori talenti della scuola. E aveva ragione. Ce ne accorgemmo subito, e a quel punto ci rendemmo conto che le strade erano soltanto due: o con noi, o contro di noi” riprese Blaise lanciandomi un’occhiata eloquente. Io aggrottai la fronte, e Malfoy lo notò.
“Una ragazza con un talento e una personalità come la tua non avrebbe mai potuto risultarci indifferente, non potevi non intersecare le nostre vite…perciò avevo deciso che dovevi essere dalla nostra parte” mi rispose il biondo cercando di chiarire il concetto.
“Perciò ti abbiamo fatta sedere e abbiamo diviso le caramelle con te. Parlando del più e del meno, saltò fuori la questione delle case. Ti chiedemmo dove pensavi ti avrebbe smistata il Cappello Parlante, e tu sinceramente ci confessasti che non ne avevi idea. Quando ti rivelammo che noi saremmo sicuramente diventati dei Serpeverde, ci lanciasti uno sguardo titubante e un po’ scettico. I tuoi pregiudizi ti fermavano più dei nostri, e questo non ci passò inosservato. Io allora ti chiesi come mai avevi fatto quella faccia, e tu non esitasti a dirci di quello che avevi letto sui libri. Io mi feci un po’ più vicino e ti dissi una cosa che mi ricordo ancora perfettamente: “Noi Serpeverde possiamo anche essere un po’ subdoli e meschini, ma sicuramente siamo i più incompresi. Le persone non si sforzano di capire quello che non è immediato, quello che può nascondersi dietro la nostra freddezza. Qualche mago oscuro in centinaia di anni è stato un Serpeverde e quindi noi siamo già schedati. E’ vero, noi possediamo le qualità che con le scelte sbagliate, possono risultare disastrose. Ma non tutti facciamo le scelte sbagliate”. Le mie parole ti colpirono, ti colpirono da morire, i tuoi occhioni nocciola rimasero a fissarmi per qualche momento e più avanti mi confessasti di esserti data mentalmente della stupida per essere stata così diffidente. Però, il colpo di grazia, te lo diede il nostro Principe”
Abbassai immediatamente lo sguardo per incontrare quello di Draco che già si vedeva grondare di soddisfazione.
“Ti feci una domanda, anzi più di una in realtà. Non ti assicuro che queste siano le parole precise, ma in linea di massima ti chiesi: “Sei ambiziosa? Sei determinata? Sei pronta a tutto per arrivare ad ottenere i risultati migliori? Sei orgogliosa? Sei sicura delle tue capacità? Sei furba, intelligente, sveglia? Vuoi essere la migliore?”. Tu annuisti con il capo ad ogni singola domanda, e io sorrisi compiaciuto annunciandoti: “Allora sei una Serpeverde!”. E da quel momento non hai mai smesso di esserne convinta”
Io rimasi come intontita da quella rivelazione. Era meno folle di quello che poteva sembrare. Anzi, era logico. Io non avevo mai dubitato che Grifondoro fosse la casa perfetta per me, eppure raccontata così tutto mi sembrò avere senso. Per un momento, un solo momento, mi sentii a mio agio.
Mi sentii Serpeverde.

Spazio dell'Autrice.

Questo è proprio un capitolo carino. Credo che il mio intento si sia capito: voglio, o almeno voglio provare, a mantere Hermione più IC possibile, e dimostrare che sarebbe comunque potuta diventare una Serpeverde, migliore amica di Draco e Blaise. Sono così diversi solo perchè hanno preso strade diverse. Ma se davvero si fossero incontrati all'inizio, quando erano ancora solo bambini? Quando Hermione era ancora suscettibile e insicura, e magari di fronte a quei ragazzini così spavaldi e Purosangue avesse trovato una sicurezza, un modello da seguire per affrontare la sua paura di non essere all'altezza? E se il piccolo Draco avesse trovato piacevole e incredibilmente eccitante la minaccia di Hermione per uno che non fa che annoiarsi, per uno che nessuno osa sfidare? Io ci sto provando. Vediamo quello che viene fuori.
Spero che questo capitolo via sia piaciuto!!
Ringrazio tutti per aver letto e recensito la mia storia! Mi rendete sempre molto felice! Un bacione enorme, e ancora auguri per quest'anno nuovo **

That's all folks!

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Capitolo 4
*** Come sei schizzinosa Grang! ***


Buon salve a tutti!! Mmm mi sono fatta un po' attendere per questo capitolo, ma il ritorno a scuola è sempre traumatico, quindi abbiate pietà di me! Fra l'altro ho ricevuto una bruttissima notizia: per il mio compleanno sarei dovuta andare a Londra a vedere giocare il Chelsea contro il Liverpool, ma ahimè, anche se ho la tessera membri, i biglietti sono sold-out D: D: Fortunatamente mi hanno promesso i biglietti per il musical di Glee sempre a Londra, solo a Giugno! Va beh, aspetterò...ok, a voi non interessa una mazza, lo so, lo so, vi lascio il capitolo!
Enjoy the chapter!


“Il cappello parlante gridò Serpverde, e da lì siamo diventati inseparabili” concluse il racconto Blaise regalandomi un sorriso intriso di dolcezza. Io non riuscii a ricambiare perché mi si era creato un fastidioso nodo alla stomaco che sentivo premere senza pietà, opprimendomi completamente.
E quindi, quella sarebbe stata la mia vita se quel primo giorno di scuola, per puro caso, fossi entrata nel loro scompartimento e mi fossi fermata lì a parlare. Sarebbe bastato così poco per cambiare la mia esistenza in maniera tanto radicale?
Malfoy si mosse un po’ sistemandosi meglio, sempre tenendo il capo poggiato sulle mie gambe. Aveva chiuso per qualche istante gli occhi, come se fosse immerso completamente in qualche ricordo.
“L’inizio della nostra amicizia è andato un po’ diversamente” ridacchiò Theodore facendosi più avanti sulla poltrona.
“Nel senso, noi tutti ci conoscevamo già perché le nostre famiglie si frequentavano, ma non eravamo così legati. Un mattina, per sbaglio, misi un petardo Filibuster nel tuo succo di zucca. In realtà stavo mirando il bicchiere di Pansy. Tu ti infuriasti in una maniera stratosferica, sembra che fossi diventata tu stessa un fuoco d’artificio. Ma si sa come vanno a finire queste cose…da quel momento, mi hai adorato!” raccontò il moretto abbastanza divertito.
“In realtà ti abbiamo dovuto tenere perché non gli lanciassi addosso qualche strana maledizione; sì, perché eravamo sicuri che ne conoscessi già qualcuna” ribattè Zabini sorridendo.
“E ovviamente da lì anche noi siamo diventate tue amiche, insomma, quella è stata una scena epica!” replicò a sua volta Daphne. Io le rivolsi un sorriso, cercando di sembrare il più spontanea possibile.
“Eh beh, da lì abbiamo cominciato a combinarne di tutti i colori! Ricordo come se fosse ieri il nostro primo scherzo” continuò Blaise alzando gli occhi al cielo, come a riportare meglio alla mente quella memoria.
“Una cosetta da principianti, ma eravamo solo al primo anno. Si capiva che saremmo diventati i migliori in questo. Beh, ora che ci penso, siamo i migliori in tutto” rispose Malfoy aprendo finalmente gli occhi.
“E quale vittima migliore di Potter e il suo amico Pel di Carota?!” esclamò Pansy aprendo le mani.
“Perché proprio loro?” domandai immediatamente. Forse non riuscii a nascondere troppo bene l’indignazione che provavo, così andai avanti cercando di mascherarla.
“Voglio dire…com’è cominciato tutto con loro?”
Draco si tirò su e stirò le braccia dietro la schiena, come per prepararsi ad un grande sforzo.
“Sullo stesso principio con cui è cominciata con te” rispose il biondo buttando giù le braccia.
“Harry Potter era una leggenda. Il bambino che è sopravvissuto. Doveva avere qualcosa di speciale, più che qualcosa di speciale. Perciò gli offrii la mia amicizia. Non lo nego, credevo che avremmo fatto grandi cose con lui. Questo ovviamente prima di rendermi conto che era solo un ragazzino impaurito, stupido e che godeva soltanto di tanta fortuna. Lui rifiutò la mia amicizia, e come era chiaro…o con noi, o contro di noi” spiegò Malfoy fermandosi di tanto in tanto per sorseggiare il suo vino.
“L’inizio di questa ferrea guerra è stato proprio quello scherzo…invitammo Potter e Weasley dopo il coprifuoco ad un duello di incantesimi, dandogli appuntamento in un aula vuota. Noi ovviamente non ci presentammo, ma lasciammo sulle loro teste dei secchi di vermi penzolanti, e quando aprirono la porta gli finirono tutti addosso. Ridemmo per una giornata intera” raccontò Zabini.
“Ridemmo per un anno intero” continuò il Principe delle Serpi poggiando il suo bicchiere sul tavolino.
“Era stato un bel periodo. Eravamo ancora bambini praticamente, quindi potevamo goderci un po’ di spensieratezza, ma sapevamo già come si stava al mondo…o almeno, lo stavamo imparando. E la cosa bella è che lo facevamo insieme” disse il biondo intrecciando il suo sguardo al mio.
“Insieme stavamo scoprendo il mondo” aggiunse Blaise facendomi voltare verso di lui.
“E abbiamo anche dovuto lottare. E non solo con qualche sfigato Grifondoro” replicò Malfoy sospirando. Io lo guardai confusa.
“Quando…quando finimmo l’anno, già ci sembrava inconcepibile passare tanto tempo divisi…era nato e stava continuando a crescere un legame molto forte…perciò invitai te e Blaise a casa mia per un periodo. Ma a mio padre non sembrò una grande idea avere una…beh, una nata da babbani in casa” raccontò atono Draco. Io rimasi immobile, senza mutare di una virgola la mia espressione, anche se un po’ mi faceva male. Avevo superato tutta quella situazione, ma ancora non era semplice evitare che la rabbia mi assalisse dopo affermazioni del genere. Quella rimarrà sempre una ferita aperta.
“E tu, cosa hai fatto?” domandai curiosa della risposta. Malfoy arricciò appena la bocca e fece spallucce.
“Ho fatto capire a mio padre quello che io aveva capito dal primo momento che ti ho incontrata: che eri speciale, e una delle migliori. Non è stato facile, per niente, ma dalla verità non si può scappare a lungo. Quell’estate la passammo da Blaise, ma poi non ne è trascorsa una senza che tu venissi da me ad agosto”
Osservai il Principe delle Serpi per un lungo istante. Ero sbalordita e stranita dalle sue parole, e avevo l’impressione di aver colto qualcosa che non tornava.
“Perché? Perché tutta questa fatica per me?” chiesi scuotendo il capo. I miei occhi erano incatenati a quelli del biondo, che sembrava quasi contrariato. Poi si aprì in un mezzo sorrisino ironico.
“Vieni con me Grang” disse semplicemente alzandosi in piedi e con una mano facendomi segno di imitarlo. Non era stato brusco, rude o furioso, anzi era completamente rilassato, eppure nell’insieme risultò tanto autoritario che mi ritrovai in piedi quasi senza essermene accorta.
“Dove andiamo?” domandai confusa.
“Ragazzi, vogliate scusarci, porto un attimo la Grang a schiarirsi la mente. Ci vediamo dopo” ribattè senza degnarmi di una risposta, prima di avviarsi verso l’uscita della Sala Comune. Io mi guardai intorno stranita per poi seguirlo inerme.
“Dove andiamo?” ripetei con tono più deciso, cercando di ottenere una risposta.
“Ti sei ricordata qualcosa mentre raccontavamo? Un piccolo sprazzo, un flash, qualcosa?” mi chiese come se non avessi aperto bocca. Era snervante.
“Dove andiamo?!” insistetti fermandolo e mettendomi le mani sui fianchi, combattiva. Lui mi sorrise compiaciuto.
“In un posto che ti piace” rispose enigmatico riprendendo a camminare. Io sbuffai e lo seguii indignata.
“Sei insopportabile” bofonchiai a denti stretti.
“Anche tu. Perché hai imparato dal migliore” replicò Malfoy rilassato e imperturbabile. Questo se possibile m’irritò ancor di più. Possibile che non riuscissi a scalfirlo?!
Arrivati nella Sala d’Ingresso prendemmo le scale che portavano ai piani superiori e rimanemmo in silenzio finchè non arrivammo davanti alla biblioteca. Draco aprì la porta e con un cenno mi invitò ad entrare. Io non mi feci pregare, infatti appena fui dentro mi sentii immediatamente sollevata, come quando si torna a casa dopo un lungo viaggio. Quel posto mi apperteneva, mi faceva sentire protetta, al sicuro, mi aveva accolto nei momenti peggiori e i quelli migliori. La biblioteca era un po’ come un castello di carta e inchiostro in cui mi rifugiavo ogni volta che ne avevo bisogno. Malfoy si avviò velocemente verso gli scaffali più lontani dall’entrata. Si sporse sul corridoio come a controllare che non ci fosse nessuno, poi cominciò a tirare fuori qualche libro.
“Quando siamo stressati, con una grande confusione in testa, e dobbiamo rilassarci per parlare o ideare piani geniali veniamo qui, e mettiamo in disordine i libri. In realtà ne mescoliamo soltanto l’ordine. Ci aiuta a concentrarci” spiegò il biondo cominciando a rimettere i volumi nel posto sbagliato. Io spalancai gli occhi.
“No!” esclamai stizzita. Draco si voltò verso di me e corrugò la fronte.
“Sì, questa è stata una nostra prima reazione. Sai chi ci ha mandato la prima volta a fare questo? Il Dottor Blaise!” replicò lui tornando a concentrarsi sui libri.
“Al terzo anno si era fissato che voleva diventare tipo psicologo, o una cosa del genere, e si mise a diagnosticare disturbi comportamentali a destra e a manca…ora, forse noi un piccolo disturbo ce l’avevamo davvero: la mania compulsiva per l’ordine. O almeno, lui la chiamava così. Ci costrinse a venire qui una volta alla settimana a mettere in disordine, per combattere la nostra mania. Sai com’è Blaise, cioè lo sapevi; è talmente insistente, pedante ed esagerato che piuttosto di farlo smettere accettammo. E alla fine abbiamo trovato davvero rilassante ritrovarci qui, isolati dal mondo, impegnati in qualcosa che ci permettesse di staccare un po’ la spina e concentrarci. Da allora, lo facciamo spesso. E Madama Pince non ci ha ancora scoperti”
Mi appoggiai alla parete e osservai attentamente Malfoy armeggiare con i libri, mentre un pensiero mi attraversò la mente. I miei amici non facevano che lamentarsi di come fossi insopportabilmente precisa, ma era curioso vedere come qualcuno si fosse impegnato, anche in maniera un po’ folle, a risolvere il mio problema, se così poteva essere definito. Da quel poco che avevo visto e da quello che mi avevano raccontato, mi ero resa conto che c’era qualcosa di singolare e diverso nei Serpeverde, nel loro modo di fare e di ragionare. Cominciavo a sentire la stessa sensazione che sentivo davanti ad un nuovo capitolo di trasfigurazione da studiare. Mi incuriosivano.
“E perché siamo venuti qui ora?” chiesi dopo un po’.
“Perché avevi bisogno di chiarirti le idee…capisco che questa cosa dell’amnesia ti sconvolga” ribattè sempre dandomi le spalle.
“E’ strano come tu mi abbia chiesto perché mi sono battuto per te” continuò dopo un momento di silenzio.
“Mi ha fatto capire che c’era qualcosa che non andava…insomma, che avevi bisogno di staccare un attimo e riordinare le idee, anche se per ora non ti ricordi cosa è successo. Non avere paura, comunque, presto tornerà tutto come sempre” mi tranquillizzò il biondo posando a terra alcuni libri. Io mi lasciai sfuggire un sospiro. Non immaginava quanto ardentemente desiderassi che tutto tornasse come prima.
“Ancora non mi hai dato una risposta però” feci io muovendo qualche passo verso di lui, che si voltò e incrociò le braccia al petto, appoggiandosi allo scaffale.
“Eravamo ancora abbastanza piccoli, ma io sono sempre stata abituato a sapere bene quello che volevo. Con Blaise ci conosciamo da quando eravamo in fasce, ma con te sembrava che fosse lo stesso. Insomma, se io avevo deciso che eri la mia migliore amica, che eri degna di esserlo, allora così era. Nessuno può andare contro il mio volere, io so quello che va bene o no. Mio padre aveva solo bisogno di capire quello che io sapevo già. Dopo un breve scontro si è risolto tutto comunque, perciò non c’è nessun motivo di preoccuparsi” disse Draco tornando a mischiare l’ordine dei libri. Io un po’ incerta presi un volume e ne scambiai l’ordine con quello accanto. Era una strana sensazione, e l’impulso di rimettere tutto come prima era forte, però decisi di continuare.
Quello non era nemmeno il mio mondo.
Riuscii ad articolare quel pensiero con un brivido di terrore puro, ma decisi che per il momento non avrei dovuto farmi prendere dal panico.
“Gratificante, non è vero?” chiese lanciandomi un sorrisino risoluto. Io arricciai appena le labbra, poi annuii.
“Mi fa smettere di pensare” ammisi senza fermarmi.
“Anche se c’è una cosa che continua a ronzarmi in testa” dissi dopo qualche istante.
“Che cosa ti ha fatto capire che ero…così…insomma…speciale?” domandai un po’ incerta, abbassando lo sguardo. Malfoy sembrò esitare un attimo.
“Perché eri una piccola saccente so-tutto-io, chiacchierona e tendenzialmente insopportabile…cioè, lo sei ancora, ma a quel tempo particolarmente” rispose il biondo, per poi continuare.
“Quando Potter diventò cercatore al primo anno, io provai immediatamente a farmi ammettere in squadra, ma non ci riuscii. Ero a dir poco fuorioso, sbatacchiavo qualunque cosa mi capitasse a tiro, e tutti i miei amici mi circondavano assecondandomi, dicendo che erano tutti degli stupidi incapaci, che non sapevano quello che stavano facendo, e cose del genere, dandomi sempre ragione. Soltanto tu ti alzasti infastidita dal divano mentre io ancora sbraitavo su e giù per la Sala Comune e mi dicesti che evidentemente non erano stato abbastanza bravo e che piagnucolare non sarebbe servito proprio a niente. Io rimasi decisamente spiazzato, nessuno si sarebbe mai permesso di dirmi una cosa del genere. Mi avevi sbattuto in faccia la crudele verità, e questo era inconcepibile per me. Dopo avermi detto che non ero abbastanza bravo, mi affiancasti e mi sussurrasti all’orecchio che avevi appena imparato un nuovo incantesimo che faceva venire l’orticaria, e che quello sì che sarebbe stato utile!
Allora capii che eri speciale. Perché eri, e sei ancora, l’unica capace di darmi contro, quando me lo merito, e farmi ragionare quando l’orgoglio mi sopraffà. L’unica che mi scuote a dovere e poi mi aiuta nei miei subdoli piani. Questo è quanto Grang”
Non incrociò mai i miei occhi, mentre i miei non riuscivano a staccarsi da lui. Ero rimasta come ipnotizzata dalle sue labbra che muovendosi pronunciavano quelle parole che mi sembrava impossibile che provenissero proprio da Draco Malfoy.
“Sai, quando ti tornerà la memoria, mi piacerebbe proprio sapere che cosa ha fatto capire a te che io ero speciale…” confessò Draco voltandosi finalmente a guardarmi. Io distolsi lo sguardo e rimasi in silenzio.
“Cioè, a parte il fatto che sono bellissimo, incredibilmente intelligente, talentuoso, sensuale, e tutte le altre cose magnifiche che mi rendono la persona migliore che esiste!” esclamò ghignando tronfio. Io alzai gli occhi al cielo esasperata, anche se sentii un piccolo sorriso farsi strada fra le mie labbra.
In silenzio continuammo a mischiare l’ordine dei libri spostandoci da uno scaffale all’altro, senza guardarci. Sentivo un po’ di imbarazzo nello stare sola con Malfoy dopo quello che aveva detto, e per quello mi sentii davvero stupida. In realtà la causa del disagio era che fino a quel momento mi ero sentita decisamente a mio agio con lui. E questo era folle.
A quel pensiero tornai a farmi prendere dal panico totale. Il terrore mi assalì nuovamente da capo a piedi, e dovetti fermarmi e concentrarmi soltanto sul mio respiro. Draco si accorse che c’era qualcosa che non andava e si avvicinò a me preoccupato.
“Tutto ok?” mi chiese poggiando una mano sulla mia spalla. Io mi morsi il labbro inferiore e mi sedetti per terra, respirando profondamente. Malfoy si sedette accanto a me. Mi scrutò con attenzione, ma non disse nulla. Aspettò semplicemente che il respiro mi tornasse regolare e che mi calmassi. Andare nel pallone non mi avrebbe aiutato ad uscire da quella situazione, a tornare nel mio mondo. Dovevo stare completamente calma, scoprire il più possibile, e cominciare a fare delle ricerche.
“Usciamo di qui, hai bisogno di un po’ di aria fresca” sentenziò il biondo alzandosi in piedi e porgendomi una mano per aiutarmi. Io l’afferrai e con facilità estrema Malfoy mi tirò su, facendo sì che mi ritrovassi ad una spanna da lui. Mi scansai di colpo imbarazzata e anche un po’ spaventata.
“Non ti mordo, tranquilla…cioè, a meno che tu non voglia” replicò Draco lanciandomi un’occhiata maliziosa. Immediatamente sentii il viso andarmi in fiamme, e credetti di arrossire anche nella punta dei capelli. Mi voltai di scatto e cominciai a camminare per il corridoio con il viso basso. Malfoy per tutti gli anni a scuola non aveva fatto che prendermi in giro, spesso anche per il mio aspetto, inneggiando a come non piacessi a nessuno, a come nessun ragazzo volesse stare con me, e questo un po’ mi feriva, ma avevo imparato ad essere forte e, beh, a mandarlo a quel paese. Nella mia mente non era concepibile nemmeno lontanamente l’idea che Draco Malfoy potesse, per quanto scherzosamente e amichevolmente, provarci con me. Raramente, per non dire mai, qualcuno mi si rivolgeva con malizia, ma il fatto che lo facesse lui era ancora più traumatizzante. Lo sentii prendere posto accanto a me e fermarmi. Con due dita mi alzò il mento e obbligò i miei occhi ad incrociare i suoi.
“Sei arrossita?” mi domandò alquanto retoricamente. Io cercai di abbassare nuovamente il viso ma lui me lo impedì.
“Mi dispiace di essere stato troppo…beh, normale…sai, fra noi non c’è nessun imbarazzo. Siamo migliori amici, e di sicuro da ubriachi fradici abbiamo anche pomiciato un sacco di volte! Ma non c’è mai nessun tipo di vergogna…però capisco che tu ora sia un po’…scombussolata. Tranquilla comunque, non mi approfitterò di questa cosa per portarti a letto!” disse il biondo sorridendomi divertito. Io lo guardai e cercai di ricambiare quel sorriso, ma non mi riuscì molto bene. Mi sentivo ancor più stupida per aver reagito così, di fronte a Draco Malfoy poi!
“Dai andiamo fuori…” mi incitò avviandosi verso l’uscita della biblioteca. Ci dirigemmo velocemente verso uno dei piccoli cortili interni della scuola e ci sedemmo su un muretto. Malfoy tirò fuori dal mantello un pacchetto di sigarette e se ne portò una alla bocca, per poi lanciarmelo. Io lo afferrai e scossi il capo esasperata. Ovviamente, dopo aver passato tutti quegli anni con loro, avevo sicuramente cominciato a fumare. Era prevedibile. Con fare un po’ titubante ne sfilai a mia volta una e me la misi fra le labbra. Draco si sporse su di me e l’accese con la sua che già stava bruciando. Appena il fumo mi invase la bocca sentii il forte impulso di tossire, e non riuscii a mascherarlo molto bene.
“Guarda che se ti fanno schifo quelle alla menta, me lo puoi dire” fece il biondo mal interpretando la mia tosse. Io colsi l’occasione al volo.
“Ok. Non si possono sentire” ribattei gettando la sigaretta a terra e spegnendola con la scarpa. Lui alzò gli occhi al cielo esasperato, e fece un lungo tiro, facendo uscire il fumo perlaceo un po’ dal naso e un po’ dalla bocca.
“Come sei schizzinosa Grang!”


Spazio dell'Autrice.

Questo capitolo mi è uscito un po' strano xD Però spero che vi sia piaciuto lo stesso, specialmente perchè è molto Dramione (visto che la cosa del Blairmione vi aveva sconvolto xDD). Hermione ogni tanto ha delle ricadute di panico, ma vedrete che da ora si rimboccherà le maniche e comincerà a cercare di capire che diamine le è successo!! Mmmm non ho molto da commentare su questo capitolo sinceramente, quindi spero con tutto il cuore che lo farete voi!! ^^
Grazie a tutti quelli che hanno letto ** Aspetto tante belle recensioni!

Un bacione ^^

Ps: Per chi fosse interessato nel fandom di Narnia, ho scritto una one-shot dolce dolce pairing Caspian/Edmund (sì, dovete sapere che Dramione è l'unica coppia etero supersite nella mia mente xD), magari potreste darle un'occhiata e lasciarmi un commentino!!

That's all folks!

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Capitolo 5
*** Invalicabili. ***


Buona sera miei adorati!! Eh anche questa volta mi sono fatta un po' attendere, alla fine solo per riposarmi il cervello, perchè il capitolo l'ho scritto oggi pomeriggio in qualche ora ^^ Ma dopo aver scritto ho sempre bisogno di una pausa! Poi sto lavorando anche ad un originale e ad una Caspian/Edmund, quindi il mio cervellino si surriscalda ogni tanto xDD Spero comunque di postare più velocemente, anche se vi avverto subito, la prossima settimana sarà particolarmente folle, perchè fra sette giorni esatti ricomincia Glee in America e già so che darò completamente di matto! Abbiate pietà di me xD Scommetto però che apprezzerete davvero molto questo capitolo! Perciò vi lascio!
Enjoy the chapter!



“Ti senti meglio?” mi domandò Draco mentre ci avviavamo verso la Sala Grande. Io annuii.
“Sì, credo” risposi senza guardarlo negli occhi. Avevo il timore che riuscisse a capire che stavo fingendo per cercare di arrivare a capo di quella situazione. Il Draco Malfoy di quella specie di realtà parallela sembrava leggermi come un libro aperto, senza il minimo sforzo.
“Forse è meglio se parli un po’ con Blaise. Non sono bravo a…consolare le persone. Mi riesce troppo bene metterle in difficoltà per saperle anche rassicurare…” disse il biondo dopo qualche istante. Io feci un cenno di assenso con il capo. Sì, anche se sembrava essere in tremenda sintonia con me, era sempre Draco Malfoy.
“Però se hai voglia di dare fuoco a qualche borsa di qualche Grifondoro, vieni pure di me” ribattè ghignando con una nota quasi malefica. Io mi voltai a guardarlo con la fronte crucciata. Ecco da dove venivano tutte quelle bruciature sulla mia cartella! Distolsi immediatamente lo sguardo e interiormente gli imprecai contro.
Entrammo fianco a fianco nella Sala Grande già apparecchiata per la cena e quasi del tutto gremita. La maggior parte degli studenti voltò le teste e ci guardò attraversare la sala. Era una sensazione piuttosto strana. Avevo sempre sbuffato esasperata vedendo Malfoy fare i suoi trionfali ingressi e le persone sbavargli letteralmente dietro, ed ora ritrovarsi proprio al centro di quegli sguardi, curiosi e ammirati, era paurosamente insolito. Il mio smarrimento doveva essere visibile perché Draco mi poggiò una mano sulla spalla e mi invitò ad andare avanti un po’ più veloce. Meccanicamente, come ero abituata a fare, lanciai lo sguardo alla ricerca di Harry e Ron. Li scorsi al posto in cui di solito sedevamo intenti a parlare fra di loro, uno di fronte all’altro, senza badare al nostro ingresso. In quel momento sentii una fitta di dolore all’altezza del petto, e mi resi conto più che mai di quanto mi farebbe male vivere senza di loro. Ma mi convinsi che il prima possibile mi sarei risvegliata nel mio bel letto nel dormitorio di Grifondoro e avrei ripreso la mia normale vita.
Con un grosso e sofferente sospiro presi posto accanto a Blaise che mi rivolgeva un raggiante sorriso.
“Ehi Hermione…” mi salutò posandomi un bacio sulla guancia. Io cercai di sorridergli il più gentilmente possibile.
“Ciao” risposi lanciando uno sguardo al tavolo di Serpeverde. Davanti a me c’erano Daphne, Pansy e Theodore che a loro volta mi rivolsero un allegro saluto. Draco si sporse dietro la mia schiena e picchiettò la spalla di Blaise ed anche lui si protese dietro di me per parlare con il biondo.
“Prenditi cura di lei stasera” gli disse Malfoy a bassa voce.
“Sta sempre un po’ male?” domandò lievemente preoccupato Zabini.
“Beh, te come ti sentiresti se una mattina ti svegliassi e non ti ricordassi assolutamente nulla della tua vita?!” sbottai quasi senza rendermene conto. I due contemporaneamente si alzarono per guardarmi.
“Non avrei potuto rispondere meglio Grang” annuì compiaciuto Draco lanciando poi uno sguardo eloquente a Blaise. Quest’ultimo strinse le labbra per qualche momento e poi mi sorrise.
“Tranquilla, stasera mi occupo io di te” mi disse con dolcezza. Con la coda dell’occhio notai Malfoy alzare gli occhi al cielo.
Mangiai in silenzio ascoltando però con attenzione le chiacchiere dei Serpeverde. Si punzecchiavano di continuo, e sempre in maniera efficacie e pungente, senza un attimo di pausa. Lo facevano come se non ci pensassero nemmeno. Credevo che quella fosse una qualità intrinseca di Malfoy, ma evidentemente tutti in quella casa si tenevano in allenamento, anche se nessuno riusciva ad essere tagliente come Draco.
La cosa davvero assurda per me, era che si divertivano da morire a lanciarsi frecciatine. Ridacchiavano soddisfatti e continuavano imperterriti. Quando non erano impegnati a prendersi in giro poi, parlavano di come aggirare compiti, verifche, interrogazioni, di come sabotare i Grifondoro in qualunque cosa facessero, e di come non farsi scoprire mentre attuavano qualche loro piano malefico (così loro stessi li definivano). Capii dunque che la concezione di amicizia e di vita era davvero lontana da quella di noi Grifondoro, però dovetti ammettere che erano interessanti da osservare.
“Quindi tu e la Grang salterete la nostra riunione del Lunedì Sera?” domandò Theodore in modo alquanto retorico.
“La riunione del Lunedì Sera?” chiesi interdetta. Tutti e cinque annuirono all’unisono, e Draco avvicinò le labbra al mio orecchio con fare cospiratorio. Sentii il suo respiro caldo infrangersi sulla mia pelle e per un momento mi mancò l’aria nei polmoni. Il suo odore mi invase le narici prepotentemente. Draco sapeva di menta e tabacco.
“Ogni Lunedì ci riuniamo nella camera del Caposcuola per discutere dei nostri…affari” mi disse il biondo marcando l’ultima parola in modo significativo, ma io continuavo a non capire. Malfoy si fece ancora più vicino.
“Chi credi che faccia arrivare nel castello l’alcohol, il fumo e tutte le cose proibite?” domandò Draco guardandomi eloquente. Io spalancai gli occhi e la bocca sbigottita e lui annuì arricciando le labbra.
“Lo so, è un lavoro sporco, ma qualcuno lo deve pur fare” replicò Malfoy tornando a sedere normalmente.
Quella fu sicuramente la cosa più sconvolgente che avessi mai potuto scoprire. Non avevo nemmeno idea che a Hogwarts circolassero quelle cose, e ora veniva fuori che erano due dei Prefetti di Serpeverde a spacciarle! Certo, forse me lo sarei potuta aspettare. I miei amici avevano ragione a dire che riponevo troppa speranza nei Serpeverde.
“Penso comunque che per una volta possiate tirare avanti senza noi due…” ribattè Blaise facendo spallucce.
“Certo, tutti sono utili, nessuno è indispensabile. Tranne me, ovviamente. D’altronde, che mondo sarebbe senza il sottoscritto?!” replicò Draco tronfio. Io mi voltai inarcando un sopracciglio nella sua direzione.
“Che c’è? Oggi per colpa tua non ho avuto il tempo di dedicarmi alla mia quotidiana mezz’ora di auto-adulazione” rispose Malfoy aprendo le mani. Io scossi il capo spazientita e tornai a concentrarmi sul mio pollo.
Chissa se c’era ancora la remota possibilità che quello fosse tutto un sogno.
O per meglio dire, un incubo.
 
*

Blaise si sedette sul letto lasciandosi andare ad un sospiro di sollievo. Io scrutai minuziosamente la stanza del dormitorio maschile di Serpeverde. Era appena più grande di quella di Grifondoro, o questa era l’impressione che dava visto che i letti nella stanza erano solo tre, invece di cinque. I baldacchini erano di stoffa verde smeraldo e cadevano leggeri ai quattro angoli del letto. Gli armadi erano di un legno molto scuro e in alto sulla parete est c’erano delle piccole finestre, con sotto appese delle candele che illuminavano la stanza. Il moro mi fece segno di sedermi accanto a lui e anche io mi concessi un sospiro prima di prendere posto al suo fianco. Zabini si appoggiò allo schienale e mi prese delicatamente il braccio facendomi spostare e stendere come lui. Mi passò una mano intorno alla vita e posò il capo sulla mia spalla.
“Non avere paura…ci siamo noi qui con te” disse dopo essere rimasto per un po’ in silenzio.
“Anche se non ti ricordi tutte le cose che abbiamo passato e vissuto insieme, non sei da sola…e presto tutto tornerà alla normalità. Hai sentito Madama Chips, no? Questione di qualche giorno…magari già domani ti sveglierai e ti ricorderai tutto” insistette il moro.
“Sì, ma per ora è terrificante” ammisi abbassando lo sguardo. Quella non era una bugia: avevo una paura tremenda che mi attanagliava, ma il mio orgoglio e la mia tenacia non permettevano che questa mi sopraffacesse. In realtà, mi spronavano a lottare.
“Finchè ci siamo noi, sei al sicuro” replicò stringendomi un po’ più forte. Quella frase dal mio punto di vista risultò stranamente buffa, perché erano proprio loro la fonte del mio smodato terrore. Con loro, avrei potuto sentirmi in tutti i modi, tranne che al sicuro. Ma allo stesso tempo, sentirmi dire una cosa del genere, mi fece piacere. Anche se mi sentivo persa e spaventata, sembrava proprio che al mio fianco avessi degli amici fidati e fedeli. E sì, era folle che fossero quelli che normalmente erano i miei peggiori nemici, ma finchè non avessi scoperto quello che mi stava accadendo, a quanto pareva erano gli unici su cui potevo contare.
“Sai, prima ti ho risposto male perché sembra che nessuno si sia accorto del trauma che sto vivendo…ma lo so che voi lo fate per aiutarmi…insomma, più vi comportate normale, e più possibilità ci sono che mi ricordi tutto…è solo che…beh, è snervante!” confessai sentendo l’intenso impulso di appoggiare a mia volta il capo sulla testa mora di Blaise.
“Lo sappiamo…per questo Draco ti ha mandato da me per farti consolare…sono sempre stato l’unico capace di farlo” rispose lui.
“Davvero?” domandai curiosa di sapere che cosa rendesse Blaise capace di essere così comprensivo e dolce, qualità che solitamente non si ritrovavano in un Serpeverde.
“Beh sì…sai, io ho vissuto praticamente tutta la mia vita con Draco, è sempre stato il mio migliore amico…e lui ha un carattere davvero molto, molto particolare. Io a quanto pare, sono sempre stato l’unico capace di sopportarlo, di…equilibrarlo. Sì, neanche tu sei in grado di farlo, infatti le vostre litigate sono famose in tutta la scuola. Con te è una cosa diversa. Io sono diventato comprensibile e sensibile a forza di stare con lui. Perché anche se Draco è molto forte, nessuno è così forte da poter sopravvivere, specie a quello che ha passato lui, senza una spalla su cui piangere e a cui aggrapparsi” spiegò accuratamente il moro. Lo osservai mentra parlava, e percepii come se riuscissi a toccare quel forte legame che lo univa a Malfoy. Anche da quelle poche parole si sentiva che era qualcosa di straordinariamente intenso e riuscì ad emozionarmi. Avevo sempre pensato che Malfoy fosse troppo pieno di sé per legarsi così tanto ad un amico, troppo preso a credere che il mondo dipendesse solo da lui. Ed effettivamente, questo era quello che voleva dare a vedere. Ma come illuminata all’improvviso, mi resi conto che Draco Malfoy era un ragazzo di sedici anni, proprio come me. Era figlio di due mangiamorte, come poteva aver avuto una vita facile? E come poteva aver affrontato tutto da solo? Non avrebbe potuto. Non era umanamente possibile. E tutto d’un tratto, quell’alchimia che lo univa a Blaise mi sembrò lampante, quella sincronia surreale dei movimenti mi sembrò naturale. Ora che ci riflettevo, mi accorsi che si notava che la loro amicizia era molto profonda. Dopo qualche altro minuto di silenzio però, ripensando alle parole di Zabini, mi venne in mente una cosa, e così gli chiesi:
“Perché con me è diverso?”
Blaise sorrise vistosamente e alzò il capo guardandomi negli occhi. Poi portò la mano che prima era appoggiata sulla mia vita ad accarezzarmi i capelli.
“Tra te e Draco c’è sempre stato un rapporto particolare, qualcosa che non è facile da spiegare…qualcosa che assomiglia ad un rapporto tra meastro e allieva, in cui però la competizione è a livelli altissimi. Tu sei l’unica che…lo stimola, con cui è sempre in gara. Fra di voi è una sfida continua, dalla prima volta che vi siete incontrati. Sei quella che non lo fa annoiare, cosa per la quale è decisamente e continuamente propenso, quella che tiene viva in lui la scintilla della vivacità. Draco è uno che nella vita non ha mai avuto bisogno di chiedere, per lui tutto è dovuto, e aveva imparato che il suo nome e la sua reputazione gli avrebbero concesso immediatamente rispetto e timore da tutti. Nessuno oserebbe mai entrare in competizione con Draco. Tranne te. E visto che per alcuni aspetti siete molto simili, e perché all’inizio eri spinta da un senso di emulazione nei suoi confronti, rapportandoti con lui come se fosse un modello da imitare, ti ha preso sotto la sua ala. Anche se non fate altro che sfidarvi, allo stesso tempo per lui sei la sua…protetta. Da lui hai imparato tutto quello che c’era da sapere, specialmente per gareggiare contro di lui…e, nonostante ci unisca un rapporto molto speciale e intenso che ci ha fatto diventare un trio inseparabile, per lui non è un problema capire ed entrare in quello che unisce me e te…ma quando tu e Draco siete insieme, siete invalicabili”
Rimasi profondamente affascinata dalle parole di Blaise. La sua spiegazione mi colpì a tal punto che ripensai al modo in cui Draco mi avevo posato la mano sul collo e mi venne un nodo allo stomaco. Deglutii a vuoto quando mi resi conto che con nessun altro al mondo che conoscevo sarei riuscita a condividere un rapporto del genere. Un rapporto invalicabile.
“E questo ti da fastidio?” chiesi al moro. Lui scosse il capo continuando a sorridere.
“Ma certo che no! Come potrebbe? Voi siete le persone a cui tengo di più al mondo, e riesco a capire che la cosa che vi unisce è talmente unica che non può essere varcata…è giusto così” replicò con convinzione Blaise. Anche questo mi colpì molto. Zabini non era assolutamente come me lo ero immaginato: aveva una personalità vasta e piacevole. Mi coccolava con dolcezza ma l’avevo sentito attaccare e punzecchiare con sarcasmo e malizia. Decisi di assecondare l’impulso di appoggiarmi a lui e posai il capo sulla sua spalla, stringendomi un po’ contro il suo petto. Era una sensazione molto confortante e mi concessi di chiudere gli occhi e bearmi del calore corporeo di Blaise, che continuava ad accarezzarmi i capelli.
“Vuoi rimanere a dormire qui?” mi domandò il moro quasi in un sussurro. Io alzai il capo e gli rivolsi uno sguardo interdetto, che lui afferrò al volo.
“No, non in quel senso!! Intendevo dormire davvero!” chiarì per poi scoppiare a ridere insieme a me. Quando le nostre risate scemarono lui mi accarezzò il viso.
“Non voglio che tu ti senta sola”
Osservai i grandi occhi blu di Blaise che mi guardavano pieni di affetto e mi venne una gran voglia di abbracciarlo. Ma forse per quello non ero ancora del tutto pronta.
“Grazie, rimango volentieri, se non ti do fastidio” acconsentii sorridendo lievemente.
In quel momento la porta del dormitorio si aprì ed entrarono Draco e Theodore che ancora stavano vistosamente parlando. Quest’ultimo sembrava particolarmente allegro. Vidi Blaise alzare lo sguardo fintamente esasperato.
“Possibile che trasformiate ogni riunione in un festino?”
Nott si voltò verso Zabini e fece spallucce.
“Lo sai che non riesco a concentrarmi quando sono sobrio” replicò il moretto sorridendo con finta innocenza.
“Prova a dirlo alla McGrannit la prossima volta che fai un compito di Trasfigurazione così schifoso” rispose Draco venendo verso di noi. Aggirò il letto e si sedette accanto a me.
“Come va?” mi domandò semplicemente, anche se percepivo nel suo sguardo una grande intensità.
“Meglio” risposi, per la prima volta sinceramente. Il biondo accennò un sorriso.
“Blaise funziona sempre” replicò soddisfatto.
“Hermione rimane qui a dormire” fece Zabini facendo voltare Draco nella sua direzione.
“Uh un pigiama party?! Fantastico!!” esclamò Theodore battendo le mani come un bambino.
“No Theo, la Grang ha bisogno di risposare, e anche tu…ma possibile che si sbronzi così facilmente?” fece Blaise rivolgendo l’ultima frase a Malfoy che si limitò a tirare su le spalle.
“Il mio è un talento!!” ribattè Nott con tono particolarmente alterato. All’unisono, Draco e Blaise scossero il capo.
“Vuoi che ti lasci il letto Hermione? Io posso dormire con Draco” mi disse il moro accondiscendente.
“Questo lo dici te…per me dormi sul pavimento” bofonchiò Malfoy ironicamente.
“Dormiamo tutti insiemeee!” sbottò Theodore alzando le braccia.
“No Theo, te ora vai a nanna da solo…” replicò Blaise sospirando stressato.
“Puoi anche dormire con me se vuoi” ribattè Draco incrociando i miei occhi. Io sentii improvvisamente il respiro farsi irregolare.
“No…non importa. Non ti voglio disturbare…dormirò con te Blaise, se non ti do fastidio” risposi cercando di nascondere l’imbarazzo, ma a quanto pareva, non potevo nascondere niente a Draco. Infatti si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò sorridendo divertito:
“Ehi non ti sarei saltato addosso comunque”
Si allontanò e senza smettere di ghignare andò verso il letto di Theodore, dove questo si era spaparanzato scompostamente, e gli chiuse le tende.
“Spero che domani ce la faccia ad alzarsi, alla McGrannit comincia a venire qualche dubbio su Nott che salta un po’ troppo spesso le lezioni del martedì mattina” commentò il biondo prima di sedersi sul suo letto e cominciare a slacciarsi le scarpe.
“Vado a prenderti il pigiama” fece Blaise alzandosi in piedi e avviandosi fuori dalla stanza. Anche Draco si alzò e si sfilò velocemente il maglioncino, appoggiandolo ai piedi del letto. Non riuscii ad evitare di osservarlo mentre si spogliava come se lo vedessi per la prima volta. Guardandolo sbottonarsi rapidamente la camicia uno dei pensieri più terrificanti che mi avessero mai attraversato mi piombò in testa.
Draco Malfoy era bellissimo. Di una bellezza estenuante ed insostenibile. Distolsi lo sguardo come se avessi visto qualcosa di pauroso, ma mi ritrovai la sua immagine stampata vividamente nella testa. Possibile che non mi fossi mai realmente accorta di quanto fosse bello?
Certo che non ne ero mai stata consapevole. Avevo sempre odiato Malfoy, praticamente dal primo istante in cui l’avevo visto. Non l’avevo mai visto semplicemente per quello che era: un ragazzo. Ma ora, perduta chissà dove, in chissà quale universo parallelo, la bellezza di Draco mi si stanziava davanti più chiara del sole, e mi metteva tremendamente in imbarazzo.
Fortunatamente Blaise rientrò nella stanza e potei concentrarmi su qualcos’altro che non fosse Malfoy che si cambiava. Aveva in mano un pigiama che non riconobbi come mio, ma che mi sembrò confortevole. Era di cotone blu notte, con le rifiniture argentate. Zabini me lo porse sorridente e io lo presi dirigendomi a grandi passi verso il bagno. Mi chiusi la porta alle spalle e mi concessi qualche istante per osservare la mia immagine riflessa nello specchio.
Ero sempre io.
Hermione Granger.
A suo agio con i Serpeverde.
E paurosamente ammaliata da Draco Malfoy.


Spazio dell'Autrice.

Si comincia ad entrare nella storia vera e propria, finalmente! Perchè effettivamente è il tema su cui ho immaginato e su cui baserò questa FF: Hermione che diventa una Serpeverde, e che è ammaliata da Draco e Blaise. Sì, da entrambi. A chi non piacciono i triangoli? Poi con due ragazzi del genere *ç* Cioè, parliamone! Alla Grang sempre tutte le fortune u.u Comunque...non è adorabilmente spasso Theo da ubriaco? xD Lo ammetto, per scrivere di Nott sbronzo mi sono ispirata alle scene che faccio io quando sono ubriaca (e il che succede spesso xD). Che altro dire? Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto!
Grazie mille a tutti!! Un bacione **

That's all folks!

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Capitolo 6
*** If I had met Draco and Blaise. ***


Buona sera miei fedeli lettori *w* Ok, lo so, sono in ritardo sulla tabella di marcia, ma vi avevo avvertito che questa settimana sarebbe stata folle, e beh, lo è stata xD Domenica scorsa ho fatto tutta la notte in bianco per vedere il Super Bowl (4 ore di partita dello sport più stupido che esista xDD Cioè neanche il Curling è così stupido!) eee la nuovissima puntata di Glee *w* A scuola mi sono tipo addormentata per terra accanto al termosifone xDD Che poi la puntata è stata sconvolgente, anche se mai sconvolgente quanto quella di Martedì (che fra l'altro era anche il mio compleanno, quindi ho ricevuto anche un bel regalo), che mi ha lasciato emotivamente distrutta! A parte la mia Gleependenza, anche la scuola c'ha messo il suo...non avete idea di quanta filosofia e biologia abbia da studiare, e di quanto italiano abbia studiato! Santo Salazar! Voglio vincere il superenalotto e vivere di rendita per sempre! Sapete quante FF scriverei? Pff posterei tre capitoli il giorno! Ok, vi sto tediando a morte, ma mi piace rendervi partecipi un po' delle mie (dis)avventure xDD Anche se lo so che a voi interessa solo del capitolo, infatti vi lascerò xDD
Enjoy the chapter!

La luce soffusa che penetrava nella camera non fu sufficiente a svegliarmi, così a strapparmi dalle confortevoli braccia di Morfeo fu un lieve ma deciso strattone al braccio. Aprii gli occhi lentamente, stopriccandoli un po’ prima di poter spalancare del tutto le palpebre. Un testa bionda era chinata su di me e mi osservava a pochi centimetri di distanza dal mio volto. Quando capì di avermi svegliata, Draco mi rivolse un mezzo sorriso.
“Buon giorno Grang. Ti volevo informare che noi andiamo a lezione, e che tu te la puoi prendere comoda perché, a meno che non tu ti sia scordata anche questo piccolo dettaglio, l’amnesia ti ha fatto guadagnare qualche giorno di riposo…e a proposito di questo, non è che per caso ti ricordi?” fece il Principe delle Serpi sedendosi delicatamente sul bordo del letto e inclinando appena il capo nella mia direzione. Io aprii le braccia per stirarmi e notai che l’altra stretta metà del letto era vuota e fredda. Io e Blaise ci eravamo addormentati semplicemente uno di fronte all’altro, senza toccarci. Non mi ero accorta se durante il corso della notte ci eravamo avvicinati o stretti, e forse era meglio così. Mi tirai appena su a sedere e scossi la testa per rispondere alla domanda di Draco.
“No, mi ricordo solo del tuo molesto ed importuno sarcasmo” ribattei lanciandogli un sorriso stanco. In tutta risposta, lui ghignò tronfio.
“Il tuo senso dell’ironia è dato per disperso insieme alla tua memoria?” ribattè avvicinandosi appena. Fu solo un piccolo movimento del busto che si inclinava verso di me, ma quello bastò per farmi sentire in una stanza molto piccola e molto sola con lui.
“Probabilmente ti è finito addosso, visto quanto sei spiritoso” replicai combattiva tirandomi su i riccioli che mi ricadevano scomposti sulle spalle. Draco si alzò in piedi e si rassettò distrattamente i pantaloni, poi mi diede una leggera pacca sulla spalla.
“Ci vediamo dopo Grang” mi disse semplicemente prima di congedarsi. Io lo osservai lasciare la stanza e chiudersi la porta alle spalle riattingendo ai pensieri della sera scorsa, che mi avevano portato una rivelazione. Una rivelazione inaspettata e indesiderata.
Totalmente indesiderata.
Una volta finito quell’incubo, come sarei potuta tornare a vedere Malfoy sotto la stessa luce? Quello che stavo conoscendo non era un Draco diverso da quello che avevo sempre conosciuto, ma ne stavo scoprendo lati apprezzabili e affascinanti. Uno non proprio nascosto, come quello della bellezza. E questo sconvolgeva le mie certezze. Io non avrei dovuto apprezzare Draco in niente, neanche in un piccolissimo dettaglio. Anche questo mi spaventava terribilmente.
Possibile che una giornata passata con Malfoy in una specie di realtà parellela potessero cambiare, o almeno scalfire, l’opinione che mi ero costruita di lui in anni?
Il filo dei miei ragionamenti mi fece inevitabilmente tornare al fulcro principale della mia situazione. Non sapevo dove ero finita, e soprattutto non sapevo come ci ero finita. Mi alzai di scatto, come improvvisamente riscossa da un sonno profondo. Come se Malfoy mi avesse intorpidito. Come al solito, era una causa di problemi. O almeno, in quel momento avevo bisogno di crederlo. Mi diressi quasi di corsa in bagno e mi sciacquai velocemente il viso, per poi infilarmi in tutta fretta la divisa. Mi annodai la cravatta scompostamente e osservai la mia immagine riflessa terrificata. Sarei dovuta venire a capo di quello che stava accadendo, altrimenti sarei impazzita, o morta d’infarto. Sistemai i capelli legandoli in una coda alta e stretta ed uscii dalla camera dopo aver afferrato al volo la bacchetta che avevo poggiato sul comodino. La Sala Comune era completamente vuota, così lanciai uno sguardo al mio orologio: le lezioni stavano cominciando proprio in quel momento. Mi avviai dunque con una certa fretta verso la biblioteca, e come avevo previsto e sperato, non incrociai nessuno sul mio cammino. Salutai Madama Pince che dietro la grande scrivania aveva il viso immerso in un immenso volume polveroso, e cominciai a vagare fra gli scaffali alla ricerca di qualsiasi cosa che potessi collegare a quello che mi stava succedendo. Apri e richiusi decine di libri, perché in realtà non sapevo nemmeno cosa cercare. Mi misi a sedere su un tavolo e cercai di ragionare. Io stavo vivendo tranquillamente la mia vita finchè non ero svenuta, dopo essere stata colpita da un bolide, e quando mi ero svegliata, molte ore dopo e molto indolenzita, ero come finita in una specie di realtà parallela, dove tutto sembrava al suo posto tranne che me. Tutti erano esattamente dovevano essere, tranne me. Nessuno era diverso, nemmeno me. Ero solo nella casa sbagliata, con gli amici sbagliati. Questo in realtà era tutto quello che sapevo, ed era davvero poco. Ricominciai a girovagare fra i volumi, cercando qualcosa collegato alla linea spazio temporale, ma quei pochi dati a cui ero riuscita ad arrivare erano quasi del tutto incomprensibili. L’unica cosa che mi veniva in mente sul quell’argomento era il giratempo, che avevo studiato e posseduto al mio terzo anno. La professoressa McGrannitt mi aveva accuratamente spiegato e messa in guardia che quello poteva diventare un oggetto veramente pericoloso: il tempo era qualcosa di una delicatezza estrema, e anche un piccolo errore poteva trasformarsi in una vera tragedia. E proprio per quello, cambiare il corso degli avvenimenti era quasi del tutto impossibile.
Io però una volta, c’ero riuscita. Avevo salvato Sirius Black e Fierobecco. E il mondo infatti era diverso. Cercai tutto quello che riuscii a trovare sul giratempo e lessi tutto attentamente, ma ancora mi sentivo paurosamente lontana dalla soluzione. Chiusi l’ennesimo libro con un piccolo tonfo che fece sollevare la polvere adagiata sulla copertina e fra le pagine, per poi guardare l’orologio distrattamente. Ero rimasta chiusa lì dentro per quasi quattro ore, e non avevo concluso nula. Con un sospiro mi resi conto che avevo un disperato bisogno d’aiuto. Ma chi mai avrebbe potuto aiutarmi? E soprattutto, chi mai avrebbe potuto credermi?
Sollevai il capo di scatto come improvvisamente illuminata.
Sapevo perfettamente a chi chiedere aiuto.
*

Bussai titubante alla spessa porta di legno e aspettai l’invito ad entrare. Questo non tardò ad arrivare, e io abbassai la maniglia aprendomi in un sospiro ansioso. Stavo rischiando il tutto per tutto, ma quella probabilmente era l’unica occasione che avevo per risolvere la vera e propria tragedia in cui ero coinvolta. Se non avessi provato, avrei rischiato di rimanere lì per sempre. Rabbrividii da capo a piedi al solo pensiero. Quando mi chiusi la porta alle spalle l’uomo dalla lunga barba argentea seduto dietro all’enorme scrivania che troneggiava in fondo al suo studio circolare alzò lo sguardo verso di me e fece trasparire un’espressione di sorpresa.
“Signorina Granger! A cosa devo quest’onore?”
Mi avvicinai esitante all’uomo che mi guardava curioso sopra i suoi occhiali a mezzaluna.
“Buon giorno Professor Silente. La disturbo?” chiesi sentendo la voce farsi flebile. Lui scosse il capo.
“Affatto. Prego, siediti” rispose facendomi un cenno con la mano. Io obbedii e mi sedetti sulla punta della sedia di fronte a lui. Abbassai lo sguardo e tirai un altro grosso sospiro.
“Come ti senti?”
“Devastata” confessai senza incrociare la sguardo di Silente.
“Non devi essere così impaurita, se Madama Chips ha assicurato che non ci sono danni gravi, vedrai che la memoria tornerà in qualche giorno. Fin quando non ti senti pronta comunque, sei autorizzata a riposarti e a non stressarti con le lezioni, a meno che tu non creda che questo ti aiuti a recuperare i ricordi” tentò di rassicurarmi il Preside con tono pacato e scandito. Io aspettai qualche istante timorosa, poi mi decisi a parlare.
“Ho una confessione da fare” esclamai quasi come se fossi colpevole di qualche crimine. Ma io non ero assolutamente la carnefice di quella tragedia. Ero la vittima.
“Questo è curioso. Sentiamo” m’incitò senza cambiare tono di voce. Io finalmente alzai gli occhi per incrociare le iridi acquose del professore e con un grande respiro cominciai a parlare.
“Ok, probabilmente dopo che le avrò raccontato questo mi crederà una pazza isterica, o semplicemente una che la vuole seriamente prendere in giro. Perché effettivamente quello che le sto per raccontare è completamente folle, talmente folle che io stessa stento a crederci. Ma la verità è che lei è l’unica persona al mondo che può non soltanto aiutarmi, ma anche credermi. Lei è l’unico a cui posso rivolgermi per questo, e sinceramente, ho un disperato bisogno di aiuto”
L’espressione di Silente non mutò di una virgola, rimase seriamente concentrato e curioso. Presi fiato e ripresi a spiegare.
“Io non ho perso la memoria. Non l’ho persa affatto. Ricordo perfettamente tutto quello che è successo prima che venissi colpita l’altro giorno e svenissi così profondamente. Ricordo perfettamente di essere Hermione Granger, prefetto di Grifondoro, migliore studentessa della scuola e completamente ligia alle regole, migliore amica di Harry Potter e Ron Weasley”
Il Preside aggrottò leggermente la fronte e strinse appena gli occhi, come se ci fosse qualcosa che gli sfuggisse.
“Tutto quello che mi ricordo fa parte della vita che sono sicura di aver vissuto veramente, e della vita che stavo vivendo fino ad un paio di giorni fa. Questo è quello che è successo: il giorno della partita ero sugli spalti insieme a Ron, che non poteva giocare a causa di una brutta indigestione, e stavamo facendo il tifo come sempre. Eravamo completamente appoggiati alle balaustre, quindi molto vicini alle azioni. Ad un certo punto davanti a me si è messa Ginny Weasley, e stava per essere colpita da un bolide indirizzatole contro da non mi ricordo quale dei battitori di Serpeverde. Lei è riuscita a scostarsi, ma il bolide invece di fermare la sua corsa è venuto dritto verso di me e mi ha colpito in pieno. E’ stata una botta davvero violenta, e quando mi sono svegliata in infermeria mi sentivo completamente indolenzita, mi faceva male dappertutto. La cosa più sconvolgente però è stata ritrovare al mio capezzale Draco Malfoy, che fino a quel momento era stato il mio…beh, il mio peggior nemico. Avevamo litigato anche poco prima della partita, come sempre mi aveva fatto terribilmente infuriare e irritare. Infatti per qualche secondo ho avuto anche l’orribile idea che quello fosse solo un subdolo e crudele scherzo organizzato dalle Serpi. La mattina a colazione avevo notato che lui e Zabini stavano confabulando qualcosa guardando verso di noi, ma è stata solo una coincidenza. Lo so che tutto questo può sembrarle follia delirante, ma la scongiuro di credermi! Io credo di essere finita in…un’altra realtà!” dissi marcando con tono appena terrorizzato l’ultima affermazione. Il Preside meditò per almeno un minuto buono, poi annuì.
“Ti credo Signorina Granger, ti credo…ma mi devi dare un ultimo aiuto. Come dimostreresti chi eri nella vita che hai vissuto fino all’incidente?” mi domandò con una certa ragionevolezza.
“Mi chieda qualunque cosa su Harry, so tutto. Era il mio migliore amico, so che il suo dolce preferito è la crostata di fragole, il suo primo bacio è stato al quinto anno con Cho Chang, so che ha dato la sua vincita del Torneo TreMaghi a Fred e George Weasley per fargli aprire il negozio di scherzi…so dell’Ordine della Fenice, perché quando Sirius Black era ancora vivo ci riunivamo nella sua casa a Grimmuild Place n° 12, con la famiglia Weasley e Harry…” ribattei con convinzione. Dopo una breve pausa gli domandai.
“E’ sicuro ora?”
“Ero sicuro anche prima in realtà…ma con l’esperienza ho imparato che bisogna essere cauti. E con le cose che mi stai rivelando, forse avremmo davvero bisogno di dimostrarle a qualcuno” replicò tranquillamente.
“Sono ancora un po’ confuso su un paio di cose: perché hai finto di aver perso la memoria?” mi domandò interrogativo.
“Quando ho capito che c’era qualcosa che non andava, mi sono subito accorta che si trattava di magia, e probabilmente di magia oscura. Ho cercato di avere sangue freddo ed evitare di andare nel panico. Non è stato facile, ma ci sono riuscita. Ho subito pensato che avrei dovuto risolvere quella situazione, e che per farlo avevo bisogno di capire che cosa stava effettivamente succedendo. Avevo bisogno di informazioni, e questo mi sembrava il modo migliore per averle: fingere di non ricordare più nulla, così da spingere tutti a raccontarmi…beh a raccontarmi chi ero. Ed ha funzionato” risposi arricciando appena la bocca. Gli occhi di Silente si fecero più brillanti.
“Sono colpito. Devi essere davvero la migliore studentessa della scuola…non penso che molti sarebbero riusciti ad avere una prontezza di ragionamento e un sangue freddo come il tuo. Ora dimmi, che cosa hai capito da quello che ti hanno raccontato?” chiese il Preside sfilandosi gli occhiali. Io alzai appena lo sguardo pensierosa e aspettai qualche momento prima di rispondere.
“Ho capito di essere finita in una specie di realtà parallela. Lo so, è terrificante solo a pronunciarlo, e non può immaginare quanto sia incredibilmente spaventata. Però non è una sorta di dimensione opposta dove tutto è il contrario di tutto, o almeno dove io sono il contrario di me stessa. All’inizio pensavo che fosse così perché, insomma mi sono svegliata in un posto dove sono Serpeverde, cacciatrice nella squadra di Quidditch, migliore amica di Malfoy e ragazza di Zabini. Ma poi da quello che mi hanno detto, ho capito che non era così. Io sono sempre me stessa, con lo stesso carattere, e anche tutto il resto è al suo posto. Mi hanno raccontato di come ci siamo conosciuti la prima volta: durante il viaggio sul treno per arrivare a Hogwarts, il primo anno, sono entrata nel loro scompartimento, e da lì siamo diventati amici. Allora ho capito: sono finita nel mondo che sarebbe se quel giorno fossi entrata nel loro scompartimento, invece che in quello di Harry e Ron. Non è una realtà parallela, è una diversa evoluzione della mia vita”
Silente aveva lo sguardo perso in un punto dietro di me, evidentemente preso da un profondo ragionamento.
“E’…è possibile una cosa del genere? Cioè…esiste una magia che faccia effettivamente accadere una cosa così?” domandai vedendo che il professore non accennava a parlare. Quest’ultimo tornò ad incrociare i miei occhi e si aprì in un leggerissimo sospiro.
“Il tempo è qualcosa di estremamente delicato e pericoloso, Signorina Granger. Non è impossibile modificarlo, anche così radicalmente, ma è incalcolabilmente dannoso. Penso di aver intuito che cosa può essere successo, anche se non credevo che esistesse qualcuno capace di farlo” replicò l’uomo alzandosi in piedi e avvicinandosi alla grande finestra vicino al trespolo di Fanny. La fenice dormiva beatamente senza curarsi di noi, e ogni tanto muoveva un’ala o spostava la testa.
“Ognuno di noi ha una linea di vita. Questa linea è semplicemente formata dal susseguirsi di azioni che compiamo o che subiamo, nel tempo e nello spazio. Ogni linea è più o meno intrecciata alle linee delle persone che conosciamo, con cui ci rapportiamo o che semplicemente incrociamo. Tanto tempo fa, un mago era riuscito a visualizzare questo gigante gomitolo in cui appariva l’intera umanità. Non ci sarà bisogno di spiegarti quanto questa impresa sia stata difficile, tanto difficile che nessun altro ha mai osato riprovarci. Se le tue ipotesi sono effettivamente esatte, come credo che siano, qualcuno non solo è riuscito a rievocare e far materializzare la dimensione spazio-temporale, ma è anche riuscita a modificarla” spiegò il Preside. Spalancai gli occhi frastornata da quello che avevo appena appreso e rimasi per qualche istante in silenzio.
“Ma…chi può essere stato a fare una cosa del genere? E perché a me?” esclamai turbata. Silente mosse qualche passo verso di me e si appoggiò alla scrivania.
“C’è solo un mago al mondo tanto potente da essere capace, o almeno da avere le potenzialità di fare una cosa del genere. E se mi dici che eri la migliore amica di Harry Potter, la cosa non mi suonerebbe nemmeno assurda” ribattè l’uomo sollevando appena le sopracciglia in modo eloquente.
In quel momento tutto mi sembrò molto chiaro, e ancor più terrificante. Come avevo fatto a non pensarci prima? Come avevo fatto a non farmi nemmeno sfiorare dal sospetto, dopo tutto quello che avevo passato a causa di Voldemort? Lui era di sicuro l’unico mago in grado di fare una cosa del genere, e aveva un movente perfetto. Quasi perfetto.
“Ma perché non colpire direttamente Harry? Che cosa c’entro io, quando potrebbe avere la possibilità di fare quello che vuole con la linea di vita dell’unico che lo ostacola?” chiesi dubbiosa. La mia domanda sembrò più che ragionevole al Preside che sollevo gli occhi pensieroso.
“Non lo so…la mente di Tom è un posto inesplorabile, e davvero difficile da comprendere” rispose Silente sempre visibilmente preso dai suoi ragionamenti.
“E lei…ha idea di come abbia fatto? Insomma, a modificare la mia realtà?” chiesi sperando di capire meglio.
“Posso immaginarlo. Deve avere intaccato la tua linea di vita, ma qualcosa secondo me non è andato secondo i piani. Per esempio, tu non dovresti ricordarti della tua vita precedente. Anche se era un incantesimo diretto a Harry, a cosa gli poteva servire un Harry che si ricordava di tutto? Sicuramente questo ci porta a pensare che sia la prima volta che fa una cosa del genere, e che non è certo di quello che sta facendo” ribattè il Preside tornando a sedere dietro la scrivania.
“Signore…lei…lei non è in grado di…di mettere a posto tutto? Non può aggiustare la mia linea di vita?” domandai speranzosa. In fondo lui era uno dei maghi più potenti di sempre, e senza ombra di dubbio, il migliore in circolazione. L’uomo in tutta risposta mi rivolse un sorrisino divertito.
“Signorina Granger, ho paura che tu stia sopravvalutando veramente le mie capacità. Posso aver tenuto testa a Tom, ma non perché sono più potente di lui. Almeno, non per quanto riguardano i poteri magici in sé e per sé. Mi dispiace davvero, ma non ho proprio le capacità per evocare la dimensione spazio-temporale e sistemare tutto, anche se vorrei, vorrei davvero. Inoltre, se anche ci provassi, tra studi e tantativi, mi ci vorrebbero anni. E’ una cosa davvero quasi impossibile” replicò annuendo con la testa. Io lo imitai ritirando le labbra.
“E quindi…che cosa devo fare?” chiesi infine con la voce impregnata di una vaga disperazione. Lui mi osservò per qualche istante senza dire nulla.
“Fin quando ti è possibile, continua a far finta di avere l’amnesia. Fatti raccontare quanto più riesci, così che poi tu sia in grado di fingere di aver riacquistato la memoria. Io farò quanto è in mio potere e nelle mie capacità per scoprire cosa sta succedendo e come rimediare. Farò tutte le ricerche necessarie, ma ci vorrà tempo” disse il Preside. Io mi sentii il sangue gelare nelle vene.
“Tempo? Quanto tempo?” feci preoccupata. Silente fece spallucce.
“Un po’ di tempo”
Sbiancai completamente.
“E io durante questo tempo dovrei vivere così, tranquillamente e normalmente, senza creare sospetti, come se nulla fosse?” insistetti inquieta. L’uomo acconsentì di nuovo alzando appena le spalle e cominciando a scrivere su una pergamena, per poi augurarmi:
“Goditi la vita che avresti vissuto se quel giorno, avessi incontrato Draco Malfoy e Blaise Zabini”

Spazio dell'Autrice.

Le cose si sono fatte abbastanza chiare, no? Hermione ha fatto la cosa più sensata che potesse fare: chiedere aiuto a Silente. E Silente l'aiuterà. Ma nel mentre, la Grang dovrà godersi la vita con le Serpi. E noi non vediamo l'ora!

Allora, a parte i miei autocommenti sul capitolo che potete fare benissimo da soli, devo proporvi una cosa. Una specie di gioco, anzi in realtà un sondaggio! Spero che risponderete numerosi perchè sono davvero curiosa!
Il soggetto della nostra discussione è uno dei personaggi più amati delle mie storie: Blaise!
Io sento Blaise un personaggio molto mio, perchè effettivamente è l'unico che a parte il nome, e i luoghi comuni dell'aspetto, ho creato tutto io. Visto però che comunque l'attore scelto per Blaise non corrisponde al Bla delle FF, e tanto meno al mio, da sempre cerco qualcuno che possa interpretarlo. Bene, sono giorni, da quando ho avuto un lampo, che penso di aver finalmente trovato il volto che più si avvicina al Blaise che è nato nella mia testolina e che prende vita nelle mie FF:

http://img.perezhilton.com/wp-content/uploads/2010/11/chris-colfer__oPt.jpg

Christopher Paul "Chris" Colfer *w* Anche conosciuto come, il gay di Glee xDDD Nonchè l'amore della mia vita. Sì, nonostante sia gay. Anzi, specialmente perchè è gay! Ok, questa è una lunga e patetica storia che non vi interessa...
Insomma, da quando l'ho visto (e anche la mia cara amica Silvia me l'ha confermato) ho avuto una rivelazione: Chris è quasi esattamente il Blaise che immagino io. Non so se avete mai visto Glee, comunque io non sto parlando del personaggio che interpreta, che è troppo effemminato per essere accostato a Blaise. Parlo proprio dell'attore, che sì effettivamente è omosessule, ma negli atteggiamenti e nel vestire è molto più sobrio e tranquillo, mantenendo però quella frizzante teatralità tipica del mio Blaise.

Ok, io vi ho proposto il mio Blaise, ma ora tocca a voi!! Sì sono curiosissima di sapere chi ve lo ricorda di più, di vedere chi per voi si avvicina di più al Blaise che ho evocato nella vostra mente! Voglio vedere cosa sono riuscita a farvi immaginare, o sapere se almeno concordate con la mia scelta...

Insomma... AAA CERCASI BLAISE DISPERATAMENTE!

That's all folks!

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