Perchè ti sogno troppo

di Liz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***



Perché ti sogno troppo

 
S
i dice che le cose migliori accadono per caso: se sia vero o no, non ci è dato saperlo.
Loro si conobbero per caso, e in un primo momento sembrò andare tutto bene. Ma quando il destino si intromette e il cuore segue una strada diversa dalla mente, qualcosa deve cambiare per forza.
Deve Disintegrarsi.
 
Non è che Charlotte e Greg non si fossero mai visti prima di quel giorno; si erano pure parlati, qualche volta.
Erano stati compagni di corso per i tre anni di università e ora si trovavano assieme anche nella specialistica: era inevitabile non conoscersi.
 
Lei, Charlotte, era la tipica brava ragazza: carina ma non appariscente, sobria e simpatica. Aveva sempre studiato volentieri tutte le materie – tranne latino e greco – per questo si era convinta nel continuare gli studi oltre la laurea triennale. Aveva una famiglia che le voleva bene, un fratello più grande che lavorava all’estero e un fidanzato perfetto, Eric.
Charlotte ed Eric si conoscevano fin dai tempo del liceo, e ormai stavano assieme da quattro anni. Quando si dice innamorarsi del proprio migliore amico si parla della loro storia. Il loro rapporto si era evoluto senza troppi drammi, piano piano col tempo, diventando sempre più forte e travolgente: si erano innamorati senza un motivo preciso, e forse per questo la loro storia durava da così tanto.
Era bello vederli assieme: lei rideva e lui la guardava come se fosse la prima volta.
Erano due persone fatte così, amavano amarsi come se fosse sempre stato il primo giorno.
Certo, non mancavano i litigi, ma era meglio fare la pace. Sdraiarsi nudi l’uno sopra l’altro, ansimare, e alla fine ridere come stupidi nel cercare di ricordare il motivo della discussione.
Si amavano, Charlotte ed Eric. Ogni tanto parlavano di matrimonio, così per scherzo, come si fa nelle coppie più consolidate; e se per lei rimaneva un’idea comunque lontana, in lui questa stava cominciando a prendere sempre più forma ogni volta che stava con lei.
Lui, Greg, era invece più sfaccendato. Aveva senso del dovere e gli piaceva la strada che aveva scelto per la sua vita, quindi aveva deciso di continuare a studiare, ma di sicuro preferiva di gran lunga uscire con gli amici e divertirsi.
Esame incombente? Se era venerdì sera non c’era santo che tenesse: si usciva.
Ma per nostra fortuna Greg aveva un cervello ed era in grado di divertirsi senza ubriacarsi –qualche volta era successo, ma si sa – o senza ricorrere a chissà che sostanze.
Gli piaceva uscire, parlare, incontrare gente nuova e ascoltare le loro storie; era curioso e non riusciva ad essere soddisfatto delle sole nozioni dei libri.
Non gli piaceva troppo neanche andare a donne. Ovvio, se gli si presentava l’occasione ne approfittava volentieri, ma mai era uscito di casa pensando “Stasera rimorchio”.
Di recente poi aveva trovato questa ragazza, Hannah, che gli era subito sembrata speciale.
Magari d’aspetto poteva anche non piacere, ma adorava viaggiare e aveva visitato mezzo mondo, e poter ascoltare i suoi racconti per Greg era una delle cose più belle che gli fossero mai capitate.
Era presto per dire che fossero innamorati, ma stavano assieme e le cose andavano a gonfie vele, nonostante un inizio tentennante a causa dell’ eccessiva timidezza di Hannah quando si trattava di diventare intimi. Ma anche questo problema piano piano era volato via, e ora si godevano la parte migliore del rapporto: l’innamoramento.
Quando non fai altro che pensare a una persona, chiedendoti sempre cosa stia facendo. Quando senti il cuore salirti in gola al solo pensiero di rivederla, di abbracciarla. Quando costruisci mille castelli di carte per aria, programmando nei minimi dettagli cosa dire per fare sentire quella persona speciale.
La fase dei fiori, insomma.
 
Viste dall’ esterno, le vite di Charlotte e Greg potevano sembrare perfette, bianche e promettenti.
Però non esistono solo bianco e nero, ma un’intera sfumatura di grigi e di colori.
Infinite sfumature.
Per Charlotte si poteva usare un colore tenue, rosato e cinerino, pallido, che a malapena si percepisce ma che pare bellissimo e perfetto nella sua fragilità.
Era così perché il modo in cui stava conducendo la sua vita – che pur le piaceva – non le piaceva.
Era sempre la ragazza pacata che rimaneva in disparte, senza buttarsi mai per prima: si considerava codarda. Quante volte aveva pensato “e se…” e poi si era persa nel rimpianto di non averlo fatto davvero.
Le piaceva la sua vita, ed era contenta di essa, ma le sembrava sempre che qualcosa le stesse scivolando via dalle mani come una sottile stoffa di seta pregiata; qualcosa che fuggiva via fresco, leggero, impalpabile, senza che se ne accorgesse, senza che potesse farci niente. Sentiva il vuoto dentro.
Spesso aveva pensato di abbandonare tutto e vivere senza sapere cosa la giornata le proponesse, ma si era sempre rimproverata questo pensiero egoista.
Non ne aveva mai parlato neanche con Eric, che la lodava spesso per la sua tranquillità e la sua indole buona e socievole. Come poteva rovinargli la sua idealizzazione, mettendogli davanti una ragazza che avrebbe voluto urlare e scappare senza pensare agli altri?
Ciononostante, continuava così. Sopportava, anche se il suo cuore era sempre più vuoto di giorno in giorno e quel qualcosa che le sfuggiva era sempre più tangibile e lontano.
Perché essere contenti non vuol dire essere felici.
Greg invece era un colore blu scuro, frastagliato e vibrante, costretto dentro i margini neri di un disegno su un foglio bianco.
Lui ogni tanto lo faceva di prendere il treno a caso e di trovarsi in una città senza la minima idea di cosa l’avrebbe atteso; non era un fatto di libertà la sua condanna.
Era il sentirsi sempre inadeguato, sempre estraneo a chiunque e a qualunque situazione: gli piaceva ascoltare, ma quando toccava a lui parlare non aveva nulla da dire.
Non perché la sua vita fosse noiosa o priva di avvenimenti, no.
Semplicemente niente gli sembrava all’ altezza di quello che avrebbe potuto provare se.
Anche mentre stava con Hannah e la ascoltava, guardava le sue foto e i suoi video, ridendo e interessandosi, si sentiva noioso e piatto. Non all’ altezza.
Gli piaceva la sua vita e probabilmente avrebbe rifiutato qualsiasi cambiamento troppo importante per paura. Ma non poteva fare a meno di porre dei se all’interno dei propri pensieri.
Più che altro non si considerava all’ altezza della vita che avrebbe voluto vivere.
 
Si conobbero con un sorriso imbarazzato da parte di lei e un’ espressione sorpresa sul volto mal rasato di lui.
«È occupato questo posto?»
Entrambi gli sguardi sul posto alla destra di Greg.
«No, prego»
«Grazie mille»
Un breve silenzio.
«Le lezioni di questo professore sono davvero noiose, quindi ti chiedo già un favore»
«Ah… dimmi pure»
«Se senti russare tirami una gomitata»
Charlotte rise e gli sembrò bellissima.
Contro la sua volontà da quel momento non poté fare a meno di lanciarle qualche occhiata durante le due ore di lezione.
La osservava prendere appunti concentrata e seria, usando i pastelli per evidenziare i passaggi importanti: questo gli strappò un tenero sorriso.
Con quei capelli mossi biondo cenere, gli occhi assorti e un pastello azzurro in mano sembrava una bambina.
Tornò attento alla lezione, poi ancora lei. Lezione, lei.
E la osservò sconvolto.
«Non dirmi che stai davvero capendo ‘sta roba!»
Due occhi sorpresi, appena appena scocciati, ma gentili «Sì…»
Silenzio.
«Ahh, ecco, ora penserai che sono il solito zuccone che non capisce nulla»
Charlotte rise ancora, facendogli risuonare il cuore.
Perché?
«Non preoccuparti, la tua reputazione era già rovinata prima di questo»
«Ah, ottimo…»
«Dai, sto scherzando! Se sei qui vuol dire che sei intelligente!»
«Mh, ti sai salvare in tronco. Un punto in più per…?»
Lo osservò esitante per un attimo.
«Charlotte»
Sorrise, e sorrise anche Greg. «Un punto per Charlotte da parte di Greg»
«La volete smettere voi due piccioncini laggiù? Se avete delle questioni personali raccontatecele o uscite da quest’aula» arrivò ironica e tuonante la voce del professore.
Greg alzò una mano e chinò la testa in segno di scuse, mentre Charlotte arrossiva abbassando il viso.
 
Passarono due settimane tranquille e quiete come al solito, in cui appena potevano Charlotte e Greg parlavano. Il bello delle nuove amicizie è potersi raccontare proprio tutto senza temere di deludere le aspettative dell’altro, perché queste ancora non esistono.
Pranzavano assieme, lui la accompagnava alla metropolitana e lei lo zittiva durante le poche lezioni che aveva in comune; lui sbuffava, ma poi sorrideva.
Stavano bene e tutto sembrava ancora una volta tremendamente normale, assurdamente piatto e monotono; ma piano piano qualcosa stava cambiando, come in qualunque storia.
 
«È occupato questo posto?»
Stesse posizioni, stessa situazione, ma qualcosa di diverso.
«Ciao Charlotte! »
«Ciao…»
Charlotte tirò fuori dalla tasca il cellulare e le si illuminarono gli occhi. Greg lo notò benissimo, come notò anche un sottile anello argenteo sul suo anulare destro.
Inquietudine? Perché?
«È il tuo ragazzo?» le chiese, fingendosi distratto.
Charlotte si spaventò leggermente per la domanda improvvisa. «Ah… sì»
«Da quanto state assieme?»
«Ehm… quattro anni»
Lui strabuzzò gli occhi, facendola sentire in imbarazzo. «Quattro anni?! Cavolo, complimenti… Un altro punto a Charlotte»
«Grazie… e tu?»
«Se ho anche io una ragazza?»
«Sì»
«Si chiama Hannah, ma stiamo assieme solo da pochi mesi»
«E sei felice?»
Si girò verso di lei, fissandola negli occhi intensamente.
Si sentì a disagio, Charlotte: non le piacevano quegli occhi così verdi, era come se le leggessero dentro ogni pensiero intimo, ogni anonima virgola.
«E tu?» sorrise lui.
Thump thump. Un battito più veloce del cuore, che le fece dolere il petto per un istante.
Perché?
«Ehy, Charlotte» le sussurrò dopo un’ora dall’inizio della lezione, sporgendosi verso di lei.
«Dimmi, Greg» rispose lei, chinandosi su di lui per sentire meglio la sua voce flebile.
«E se scappassimo?»
Un altro sorriso beffardo. Un altro battito più forte.
«Come?» domandò incredula.
«Sì, sai… andarcene da qui. Oggi è il primo giorno di primavera e c’è il sole»
«Ma la lezione…» indugiò ancora una volta.
«Eddai, puoi perdere un’ora di spiegazione per una volta»
«Ma, Greg…»
«Non farti pregare, Charlotte»
Lo osservò silenziosa per un momento interminabile. Fidarsi o no?
Era strano come quegli occhi color dell’erba le dessero sicurezza e fiducia. Sentì l’improvvisa sensazione di poter fare tutto.
Raccolsero le loro cose nel giro di pochi secondi ed uscirono a testa bassa camminando velocemente, stando attenti a non fare troppo rumore, mentre il silenzio attonito del professore li accompagnava nell’ uscita.
 
«Ahaha! Non mi dimenticherò mai la sua faccia!» esclamò Charlotte senza smettere di correre per i corridoi.
«Hai visto come ci guardava! Pensavo volesse ucciderci!» la seguiva Greg, attratto come una calamita da questa nuova Charlotte.
Era lei, coi suoi occhi nocciola luminosi e i capelli biondi scuri al vento, ma era diversa: sorrideva più libera, rideva senza pensieri, come se finora si fosse sempre trattenuta. In quel momento, quando lei si girò e rise, rallentando la corsa frenetica, Greg ebbe la sensazione di stare vedendo qualcosa di speciale, qualcosa che non a tutti gli esseri umani è concesso vedere.
La vera Charlotte, forse?
«Ma tu fai sempre queste cose?»
«Per chi mi hai preso, scusa?!»
Altre risate.
All’ improvviso però Charlotte si fermò; si girò verso Greg con gli occhi spalancati e sussurrò: «E ora?»
Una strana sensazione nel cuore del ragazzo. «E ora facciamo ciò che vogliamo»
«Davvero?!» ancora un sorriso spontaneo, sincero, di quelli che di questi tempi sono da considerarsi preziosi.
«Certo»
Si stava abituando troppo bene a quei continui sorrisi, che lo coglievano sempre indifeso.
Ed esserne lui la causa gli faceva solo venir voglia di farla sorridere ancora di più. Come una droga.
 
«Dovevi vederci, Eric! Siamo corsi fuori a metà lezione e… dovevi vedere la faccia del professore!»
Distesi sul divano in casa di Eric, aspettando la consegna delle pizze, lui e Charlotte si stavano raccontando le proprie giornate. La teneva stretta con entrambe le braccia, immerso nel suo profumo mielato.
«Sembri felice, Charlotte. Deve essere stato proprio divertente»
Un leggero tono di amarezza che provocò un leggero fastidio.
«Sì… è stato bello, ma non capiterà mai più»
Eric le sorrise e Charlotte distinse una ruga di tristezza nella piega delle sue sopracciglia. «E questo Greg…? Chi è?»
«Un… un mio compagno di corso…»
Disagio? Perché?
«Mmm… devo preoccuparmi?»
«Cosa?! No! Non pensarci neanche! Niente potrebbe mai portarmi via da te!»
Una risposta eccessiva che mal celava l’ impiccio in cui si sentiva Charlotte.
Eppure lei ed Eric erano abituati a dirsi tutto – quasi tutto – senza la minima difficoltà, fiduciosi l’uno dell’altro…
«Lo so, piccola» le mormorò nell’orecchio «Anche io ti amo con tutto me stesso»
Si rigirò tra le sue braccia fremendo, si scambiarono un bacio lungo e caldo; ma proprio mentre Eric allungava una mano verso il suo seno il campanello suonò.
«LA PIZZA!» esclamò Charlotte fuggendo dalle sue braccia, col sorriso provocatorio stampato sul viso.
«Sei terribile…! Ma dopo non mi scappi!»
«Ahahah!»
 
«Greg, quest’ estate che ne dici di andare a fare un viaggio in Cina?»
«In Cina?!»
«Sì, in Cina. Non ci sono ancora mai stata!»
Greg continuò a camminare pensieroso per la strada, mentre Hannah gli si avvinghiava al braccio.
«Non ti va?» chiese lei, rattristata.
«Certo che mi va, sciocchina! Ma mi sembra un po’ presto per pensarci, siamo solo a marzo!»
«Vedi è qui che ti sbagli, Greg! Bisogna cominciare per tempo! Come quella volta che sono andata in Messico e… Oh»
«Che c’è?»
«L’ho fatto di nuovo. Stavo cominciando a parlare solo io» ammise arrossendo e stringendosi nelle spalle.
«Non preoccuparti, lo sai che adoro sentirti raccontare i tuoi viaggi… però prima devi darmi un bacio per farti perdonare»
Si fermarono, uno davanti all’altra. Si osservarono maliziosi, per poi avvicinarsi e darsi un bacio: breve ma intimo, tanto da farli sospirare alla fine.
Greg aprì gli occhi e vide Charlotte; sbatté le palpebre e vide Hannah.
«Tutto bene, amore? Sei diventato pallido all’improvviso»
Esitò. «Sì, tutto bene. Dai, andiamo» risolvette elusivo.
Perché?
 
Appena si erano conosciuti, Greg e Charlotte non si pensavano spesso.
Ma più passavano del tempo assieme, più si pensavano.
Inizialmente era solo un piccolo pensiero prima di entrare nell’università; divennero due, uno salendo sulla metropolitana e uno tornando a casa.
Poi tre, quattro, cinque… e infine, tutta la giornata.
 
«È occupato questo posto?» la voce calda e sottile di Greg distrasse completamente Charlotte dalla sua lettura.
«No…»
«È bello cambiare ogni tanto, vero?»
Greg rise ma Charlotte si incupì tutto d’un tratto.
«Già… sarebbe bello»
Silenzio. Quell’espressione sul viso di Charlotte non gli piaceva per niente.
«Sai cosa faccio io ogni tanto per scacciare un po’ la monotonia?»
«No…»
«Prendo un treno a caso e vado in un posto nuovo da solo, per qualche giorno»
Cosa stava facendo? Si stava esponendo così solo per farla sorridere?
Andava bene qualsiasi cosa, sia che ridesse con lui, sia che ridesse di lui.
Quando aveva confetta questo suo “hobby” ad Hannah anche lei aveva riso, dicendo: «Bè, questo è molto infantile»
«Sul serio…?»
«Sì, ormai ho girato praticamente tutto il nostro paese. Mi manca solo una città importante, sul mare»
E l’espressione che si dipinse sul volto di Charlotte valse tutto l’esporsi e il tentare; e Greg quel viso non lo dimenticherà mai, perché fu allora che cominciò ad innamorarsi.
«Greg, ma è una cosa meravigliosa! Perché non me avevi mai parlato?»
Stupore. «Bè… è una cosa stupida, no? Non è niente di interessante, rispetto ad altri viaggi»
«Ma cosa dici? Tutti sono capaci di andare dall’ altro capo del mondo se sanno già cosa li aspetta nei minimi dettagli; scommetto che se chiedessi a quelle persone di andare in una zona di questa città che non conoscono non ne sarebbero in grado. Invece tu… non lo sai, eppure tenti lo stesso, chissà quante esperienze hai vissuto! Mi piacerebbe sentirtele raccontare tutte»
Perché?
«E dimmi Greg, cosa si prova?»
«Mmm… bè inizialmente sei sempre un po’ spaventato, smarrito. Non sai bene dove andare, e puoi contare solo su te stesso… ma lasci tutto molto al caso. Vai dove ti portano le circostanze o gli istinti. Ed è bello essere completamente soli per qualche giorno»
«È una cosa che mi dà i brividi»
«Davvero ti spaventa così tanto?»
«Sì» mormorò Charlotte con un tenue sorriso.
«Dovresti provarlo anche un giorno allora. La prima volta è sempre strano, ma ti ci abitui subito col tempo»
Silenzio.
«Magari. Un giorno»
Silenzio.
Perché? Com’era possibile che questa ragazza appena conosciuta gli avesse saputo dire  subito le parole che aspettava da una vita?
Non si era mai sentito così in vita sua, nemmeno una volta. Era come se stesse rinascendo. E lei era bella come un sole.
«Non mi piacciono quei tuoi occhi così verdi, Greg. Smettila di guardami così»
«Come?»
«Non mi piacciono. Mi fanno sentire troppo esposta. Mi sento come se mi stessi scavando dentro»
«Non hai mai pensato che per me potrebbe essere lo stesso?»
«Eh?»
Una mano grande, un po’ ruvida, si sporse verso un viso pallido e delicato. Un tocco imprevisto, una carezza audace, un ardere proprio all’ altezza degli occhi.
Col cuore in gola e i fremiti nelle dita.
«Un nocciola così caldo da sembrare liquido, profumato…»
Un profondo rossore, il cuore impazzito. Avrebbe dovuto scacciarlo, ma non ce la fece.
Un primo, innocente contatto e già il mondo era diventato un fuoco.
 
 
 
N/A
Buongiorno a tutti!
A dire il vero non so a quanti piacere questa storia, è un po’… strana, per me.
Anche come stile, è diverso.
Era nata per essere una one-shot, ma una one-shot di 20 pagine… mi sembra un ossimoro XD Quindi è tutto veloce.
Spero vi piaccia, ho voluto pubblicarla perché anche se l’ho scritta nel giro di due giorni mi sono affezionata a questi due con tutta me stessa.
L’ispirazione l’ho avuto da questa canzone (che è tra le mie preferite): http://www.youtube.com/watch?v=Fj0QyUZ-Qb4
 
STORIE IN CORSO:
Snowdrops = http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=603104&i=1
It’s now or never again = http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=535282&i=1
 
Spero che qualcuno abbia la voglia e la pazienza di leggere questa mia piccola storia.
Un bacione, alla prossima!!
Liz
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



Perché ti sogno troppo

 
I
l giorno dopo e quello dopo ancora, Greg non si presentò a lezione. Charlotte si sentiva sola; non abbandonata: sola.
Pensò che stesse male, e le venne l’idea di andare a trovarlo a casa sua.
O magari, com’era più plausibile, Greg era in viaggio verso quell’ ultima città di cui le aveva parlato. Quest’ idea la faceva stare male: aveva sperato segretamente in quadratino del suo cuore di poterla visitare assieme a lui e sperimentare quello che era il suo più grande sogno, il suo più grande incubo.
«Che hai, Charlotte? Sei distratta, non ti senti bene?»
La voce di Eric, preoccupata, le ruppe i pensieri.
Dannazione, stava ancora pensando a lui; da due giorni non riusciva a toglierselo dalla testa, chiedendosi che cosa stesse facendo Greg in quel momento. Anche mentre era con Eric.
«Nono, sto benissimo. Sono solo un po’ stanca, tutto qui»
«Vuoi dormire da me, stanotte?»
Una tacita richiesta, che la fece arrossire. «… Sì»
Quella sera, Eric e Charlotte fecero l’amore, e fu bello come sempre.
Ma anche durante l’amplesso, anche quando si accasciarono l’uno sull’altro sfiniti, quel pensiero inquieto non la voleva mai abbandonare.
Non riusciva a non pensare.
Pensava, pensava, pensava anche quando non avrebbe dovuto, anche mentre stava con Eric; pensava a cosa come sarebbe stato se in quel momento fosse andata in viaggio con Greg e non nel letto con Eric.
Dopo aver fatto l’amore, uno dei rari momenti in cui la vita si spiega senza svelarsi, una consapevolezza cominciò a farsi strada nel suo cuore; era un pensiero irto di spine che avrebbe voluto togliersi dall’anima.
Ma ormai non era più possibile.
 
Passò un altro giorno senza che potesse vedere Greg.
Stava male, un peso al cuore per la lontananza e un altro per i sensi di colpa.
Oscillava così, indeciso a che peso soccombere.
 
Un giorno ancora, e Charlotte arrivò allo stremo.
Decise di andare a casa sua, quanto meno per scoprire se Greg fosse davvero in viaggio o no.
Disse ad Eric di dover andare in biblioteca a studiare.
 
«Greg? Sono Charlotte. Sei ancora vivo allora?» disse al citofono, dopo uno sbiascicato «Sì?» del ragazzo.
«Se questo lo chiami essere vivo, sì. Sali»
Salì le scale col cuore in gola e le gambe tremolanti: era agitata, e il fatto che non avrebbe dovuto esserlo la agitava ancora di più.
Greg le aveva detto di abitare da solo e a meno che non abitasse con il professore, nessuno avrebbe potuto interromperli…
Lui le aprì la porta appoggiandosi allo stipite, camminando a stento.
«Greg! Ma sei ammalato!»
«E il milione va a Charlotte! Secondo te, perché mi sono eclissato nell’ultima settimana?» chiese ironico, buttandosi sul divano a peso morto.
«Pensavo fossi in viaggio…»
«Al momento l’unico viaggio che potrei fare è a Lourdes»
«Se vuoi ti ci accompagno volentieri, così magari posso chiedere di farmi sparire il mega-amico brufolo che mi è spuntato sul mento»
«Smettila Charlotte, sei perfetta»
Silenzio.
«C-come va la febbre?»
«Dopo aver ingerito un intero flacone di robaccia chimica è passata, ma ho comunque mal di testa»
«Mmm» mormorò sedendosi vicino a lui «è più grave di quanto pensassi. Devi aver preso uno strano virus che rende robbosi e antipatici»
Greg sorrise «Scusa, è che sono stanco e non parlo con nessuno, a parte mia madre, da giorni»
«E Hannah?» chiese con timore e una minuscola, timida speranza.
«Hannah è in viaggio già da nove giorni e siccome è dall’altra parte del mondo non ci sentiamo per non spendere un capitale per dirci solo ciao come stai»
«Povero… deve mancarti molto»
Greg non rispose: si limitò a serrare la bocca e si costrinse ad annuire. «Sono stanco»
«Dormi allora»
«Resti qui fino a quando non mi sveglio? Sai, ho paura dei fantasmi…»
«Va bene, se vuoi ti rimbocco le coperte»
«Mi sei mancata, sai, Charlotte?» mugolò chiudendo gli occhi e scivolando nel sonno.
Lei esitò un attimo, sentendosi tremare le vene. «Anche tu»
 
Quando Greg si svegliò credette di non essersi ancora svegliato.
Seduta di fianco a lui sul divano Charlotte stava dormendo profondamente, con la testa chinata da un lato, coperta da una piccola ciocca bionda.
Greg scosse la testa e si alzò, allontanandosi da lei il più possibile.
Era troppo bella, era pericolosa. Così pericolosa che fu costretto a chinarsi su di lei e toglierle quella ciocca di capelli dal naso.
Ed era così bella che anche da chiusi i suoi occhi gli facevano male al cuore, con quelle ciglia lunghe più chiare sulla punta, e le sopracciglia scure distese e rilassate.
Con la bocca rosea un po’ screpolata e dischiusa in un flebile respiro.
Si chiese che sapore avesse avuto. Sicuramente caldo e dolce, mielato.
Si chiese se fosse il caso di assaggiarlo. Lei dormiva e non l’avrebbe mai saputo.
Se lo sapeva solo lui sarebbe stato come se non fosse mai successo, no?
 
Sì, aveva ragione. Un sapore caldo e avvolgente, che gli rimase sulle labbra a lungo a ricordargli il suo gesto sconsiderato.
 
Charlotte si svegliò di colpo, sentendo suonare il proprio cellulare. Aprì gli occhi e vide Greg vicino a lei – troppo troppo vicino – che glielo porgeva con espressione indecifrabile.
Era Eric a chiamarla.
Oddio, che ore erano?
«Pronto!»
«Santo cielo Charlotte! Finalmente! Dove cavolo eri sparita?»
Lanciò un occhiata all’orologio sul videoregistratore. Le otto di sera.
«S-scusa, mi sono addormentata…»
«Ti sei dimenticata che dovevi venire a casa mia stasera?»
«No, non mi sono dimenticata, sarò da te in un lampo»
Chiuse la chiamata e sospirò affranta.
«Come stai ora, Greg?»
«Molto meglio, la febbre è sparita e anche il mal di testa va meglio. Forse avevo solo bisogno di svagarmi un po’»
«Scusami, non volevo addormentarmi così»
Ma lui non le rispose. Si girò verso il ragazzo, sorpresa dalla mancanza di risposta.
Un tuffo al cuore, una stretta allo stomaco, la pelle rovente: furono gli effetti minimi dello sguardo che Greg le stava rivolgendo.
«Devi andare da lui, vero?»
«…Sì»
Lui strinse i pugni, scacciando il desiderio prepotente di abbracciarla e di tenerla con sé per tutta la sera… no, per sempre.
Perché gli stava succedendo tutto questo? A lui piaceva Hannah.
«Va bene, ti chiamo un taxi e ti accompagno in strada»
«Greg… va davvero bene tutto questo?»
«Come?» non si preoccupò neanche di nascondere la propria speranza.
«Io e te… va davvero bene?»
 
«Certo che va bene. Perchè dici questo? Siamo entrambi impegnati, siamo amici»
Era una bugia, ed entrambi lo sapevano benissimo.
 
Charlotte annuì, scacciando il desiderio prepotente di essere abbracciata da lui e di sentirsi dire che sarebbero stati assieme per sempre.
Perché provava queste sensazioni? Lei era innamorata di Eric.
Eppure con Greg era tutta un’altra cosa: riusciva a essere sé stessa con così tanta facilità…
«Ti ammiro, Greg»
«Mh?»
«Sì… per il tuo coraggio. Non riesco a capire come fai a partire così a caso e lasciarti tutto dietro senza preoccupazioni. Io non ci riuscirei mai»
Silenzio.
«A dire il vero… vorrei davvero tanto farlo. Sarei capacissima di partire e non tornare mai più, ma quando si tratta di arrivare al sodo non lo faccio. Vorrei lasciare tutto: università, amore, famiglia e ricominciare dove nessuno mi conosce, e così poter essere quello che davvero voglio. Sono egoista»
Greg la osservò sorpreso e si scoprì arrossire; esitò un attimo perché vederla così era troppo per il suo cuore,già provato dagli avvenimenti di quel pomeriggio.
«Invece non è vero. Se sei ancora qui vuol dire che riesci a prendere decisioni lucide e altruiste, nonostante il tuo desiderio. Così anteponi gli altri a te stessa no? E poi… va bene»
Lo guardò interrogativa, col fiato corto per le sue parole.
«Va bene… essere egoisti. Puoi esserlo, se vuoi. Tanto non mi deluderai mai»
Chinò il viso, completamente rosso, e trattenne le lacrime.
Le parole che nessuno le aveva mai detto, che avrebbe sempre voluto sentir dire da Eric, eccole pronunciate da uno sconosciuto.
Sconosciuto?
Quale sconosciuto avrebbe potuto farla sentire talmente bene da piangere?
Greg non era uno sconosciuto. Greg era…
Che codarda. L’aveva messo alla prova svelandogli sé stessa.
Le avesse risposto come non voleva, tutto sarebbe finito lì, senza ulteriori complicazioni.
Ma…
Voleva capire e alla fine è rimasta più confusa di prima.
 
Scesero le scale in silenzio e arrivarono al taxi tenendosi per mano, nel buio della notte.
«Io ho una ragazza, Charlotte»
«Anche io ho qualcuno che mi aspetta»
«Non è corretto»
«Lo so»
«Allora perchè mi guardi così?»
«Così come?»
«Così… sognante e spaurita»
«Anche tu allora»
«Cosa?»
«Mi guardi come se volessi mangiarmi da un momento all’altro»
Silenzio.
«Ignoriamo tutto ciò e basta. A me piace Hannah»
«E io amo Eric»
«Non facciamoci trascinare dai capricci»
«… Perchè mi dici queste cose?»
«Perchè averti sarebbe fantastico»
Silenzio.
«È una dichiarazione?»
«No. È l’ammissione di una colpa»
«Quindi anche io sono colpevole»
«Perchè mi dici questo?»
«Per rispondere alla tua confessione»
«Vattene, Charlotte. O potrebbe essere la fine»
«Non lo voglio nemmeno io, Greg»
Stava salendo sul taxi, senza guardarla.
Se l’era cercata lui, parlandole così, ma sarebbe fuggita, l’avrebbe persa se non avesse fatto qualcosa.
Meglio così. Ma come poteva vivere senza il suo sorriso.
 
«Charlotte» disse alla fine, bloccandola per un braccio. I suoi occhi nocciola lo scrutarono interrogativi, confusi. Spaventati.
Gli dicevano: lasciami andare, ma tienimi con te per sempre.
Prese un respiro e si tuffò.
«Domani è sabato. Vieni a casa mia verso le sette del mattino con un cambio di vestiti»
«Che vuoi fare?» una domanda con una leggere nota di divertimento.
Sorrise, sfrontato, e la sentì vibrare. «Domani lo scoprirai»
 
«Greg ma dove stiamo andando?» gli chiese squadrando le loro mani intrecciate mentre correvano per l’atrio della stazione dei treni.
Le indicò sorridente il tabellone delle partenze. «Scegline uno»
«Cosa?»
«Dimmi dove vuoi andare, Charlotte, e io ti porterò lì»
Lo guardò con occhi sognanti. Era un sogno.
Stava scappando con Greg.
«Forza Charlotte. Voglio conoscere molti altri tuoi segreti che nessun’altro conosce»
 
«E ora?» chiese Charlotte preoccupata, scendendo dal treno arrivato al capolinea.
«Tutto quello che vuoi, tranne tornare indietro. Anche perché il primo treno per casa è lunedì mattina»
«Il mare. Voglio vedere il mare!»
 
«Ah! È freddo Greg!»
«Ovvio, siamo ad Aprile…»
«Ma non pensavo fosse così freddo!»
La prese per un braccio, salvandola dal cadere tre le piccole onde che arrivavano sulla spiaggia.
«… Grazie»
Imbarazzo. Ma ora entrambi sapevano il perché.
«Senti, Greg» mormorò lei, sistemandosi i capelli mossi dal vento «Non ti dà fastidio avermi qui? Mi hai detto che questo è il tuo modo per evadere, per stare solo con te stesso e io ho paura di darti fastidio»
«Ma la smetti Charlotte? Anche ora che finalmente sei scappata senza dire nulla a nessuno non riesci a pensare a te stessa. Ti ho trascinata io qui. Vuol dire che ti volevo con me»
Un sorriso timido sbocciò sulle labbra della bionda, e ancora una volta i loro desideri furono rinchiusi in fondo all’anima.
Ma più li ignoravano più questi urlavano, scalpitavano e si facevano potenti, come una malattia.
Ma era inevitabile ed era evidente che ci stavano arrivando, sempre più velocemente.
 
 
 
 
N/A
Salve a tutti!
Mmm si sta arrivando velocemente all’epilogo, Charlotte e Greg sono in vacanza assieme e sappiamo tutte come andrà a finire… no? :)
Forse i dialoghi sono un po’ strani, ma la mia intenzione era proprio quella di renderli belli scarni e limitarsi solo “all’apparenza”, per cercare di trasmettere un po’ le indecisioni, le contraddizioni che i due protagonisti attraversano.
Chissà se ci sono riuscita XD
 
Ah, avevo immaginato che non avrebbe riscosso molto successo, ma non mi importa perché sono abbastanza orgogliosa del risultato finale e mi dispiaceva davvero molto lasciarla a giacere sola soletta nel pc senza farle prendere un po’ d’aria!
Sono comunque felice che qualcuno l’abbia letta ed apprezzata!
Grazie quindi a: Black Lolita(anche per la stupenda recensione), Moon_Daughter,Aislinn_05,lady_free,CleriaLunaeGiulietta7per aver letto questa storia e averla aggiunta ai preferiti/ricordate/seguite :D
 
ALTRE STORIE IN CORSO:
Snowdrops =http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=603104&i=1
It’s now or never again =http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=535282&i=1
 
Bene… alla prossima!! (cioè… mercoledì? Giovedì? Non so, uno di questi due giorni XD).
Liz
 
 
 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***



Perché ti sogno troppo

Wonder why I'm so caught of guard when we kiss.
Rather live my life in regret then do this.
What happened to the love we both knew?
We both chased.
Hanging on a cigarette you need me,
you burn me you'll burn me.

[DISINTEGRATION – Jimmy eat world]


«C
ome sarebbe che avete solo una camera matrimoniale?»
«Mi spiace signore, ma siamo al completo.»
«Ma è Aprile!»
«Non so cosa dirle. Abbiamo solo questo da offrirle»
«Dai Greg, va bene. Sono troppo stanca per cercare un altro hotel»
La osservò pensieroso. Sarebbe stato un grosso, enorme problema, oltre che una prova di resistenza, dormire nello stesso letto di Charlotte.
E così fu.



«Domani voglio affittare delle bici e andare a fare un giro sulle colline qua dietro. Ti va?»
«Sì»
«E la sera andremo a fare un giro per la città. Va bene?»
«Sì»
«Greg, non farmi sembrare una maniaca del controllo»
«Sì»
«Ma ti senti?!»
La guardò sorpreso, come se si fosse svegliato improvvisamente.
«Scusa» sussurrò sorridendo della sua espressione corrucciata.
«No, non ti scuso. Mi hai portato fin qua per ignorarmi!»
«Ahaha! Sembriamo marito e moglie che litigano!»
Silenzio.
«Ah… scusa, è stato inopportuno»
«Già»
«Ora è meglio dormire, non credi»
«Sì»
Spense le luci e si accovacciò rivolto dalla parte opposta di Charlotte, ma era talmente teso da sapere già che non sarebbe riuscito a dormire nulla.
La sentì muoversi nel letto, sospirare.
Al diavolo tutto.
«Charlotte» disse a voce alta. «Charlotte»
Non ottenne risposta, forse stava già dormendo.
«Perchè mi fai questo, Greg?» pronunciò la ragazza all’improvviso, tremando.
Lui si alzò seduto, osservando la sua schiena curvata.
«Perchè non mi lasci in pace? Io ero felice con Eric prima di conoscerti. E ora questo. Perché mi chiami così mentre siamo nello stesso letto?»
«Charlotte…»
Anche lei si girò, svelandogli il velo di lacrime che copriva i suoi occhi nocciola. Si trovarono improvvisamente vicini, così vicini da poter sentire l’uno il calore e l’odore dell’altro.
«Charlotte, mi odi così tanto?»
«Non è questo»
«Se non vuoi vedermi più basta che tu me lo dica» le spiegò dolcemente, carezzandole la guancia.
«Non è questo!»
Silenzio.
«Ti devo confidare un segreto, Greg. In realtà sono io che non riesco a lasciarti andare. Perché è dovuto succedere tutto questo?»
«Non lo so Charlotte. Tu non credi nel destino?»
«Ho smesso di crederci appena sono cresciuta»
«Invece io ci credo. Ogni volta che viaggio verso città che non conosco… mi affido al destino, non al caso, e finora non mi ha mai deluso. Forse è stato il destino a farci sedere l’uno affianco all’altro quella volta»
«Credi davvero di essere così importante?»
«Io non lo so… ma tu sì. Tu lo sei. Sono convinto che il mondo non sarebbe più lo stesso se tu non sorridessi»
«Ti odio, Greg. Come puoi farmi questo?»
«Anche io ti odio per quello che mi hai fatto, Charlotte»
Si chinò su di lei, mentre lei gli avvolgeva le dita attorno al collo.
Si baciarono. Lentamente, a fior di labbra, un po’ impacciati; eppure dentro di loro stava già divampando un incendio.
Si sistemò sopra di lei, senza staccarsi dalla sua bocca, che si schiuse timida per permettergli di approfondire il bacio.
Come profumava, com’era calda e morbida.
Come la desiderava.
«Greg…» ansimò lei, quando si separarono per riprendere fiato, dopo interminabili minuti.
«Charlotte, io mi sbagliavo. Questo non è un capriccio»
«Lo so. Lo so. Ora non fermarti, o potrei tornare a pensare e questo sarebbe la fine»
«Charlotte» mormorò tornando a baciarla.

Quegli occhi, quelle labbra rosee gonfie di baci, quel seno bianco e sodo.
Impazzì perdendosi nella curva della sua pancia, tra le sue cosce morbide. Lei reagiva ad ogni suo tocco, ondeggiava ogni suo movimento.
Aveva già fatto sesso tante volte, ma niente era confrontabile con quello.
Quello non era sesso, non era neanche fare l’amore; non era una ricerca del piacere, non era il desiderio di averla. Non era un capriccio del genere.
Era la necessità di unirsi nello spirito, nella carne, nel sangue, nelle ossa.
Era diventare uno per non doversi lasciare mai; una corsa, una fuga, un trovarsi e alla fine urlare. Sospirare, perdersi l’uno nell’altro nell’ultimo fremito liquido e bruciante.

«Avremmo dovuto vivere la nostra vita nel rimorso piuttosto che fare questo»
«Sei pentita?» sussurrò inquieto, aumentando la stretta del suo abbraccio attorno alle sue spalle nude.
«No. L’ho fatto consapevolmente»
«Anche io»
«Non se lo meritano, Greg»
«Lo so perfettamente, Charlotte. Ma è tutto troppo più grande di noi»
«Questo non ci giustifica, sai? Il fatto che ci amiamo è solo un aggravante»
«Cosa facciamo, Charlotte?»
«Tu mi ha detto che ogni tanto va bene essere egoisti. Concediamoci domani. Così potremmo vivere assieme almeno nei ricordi»
«E se lasciassimo tutto? Se… stessimo assieme?»
«Questo è uno sbaglio, Greg. Hannah ed Eric non si meritano questo»
Greg non rispose e Charlotte si strinse a lui spasmodicamente.
«Cos’è successo all’amore che conoscevamo e inseguivamo?»
«Lo abbiamo trovato»

Eric finì di vestirsi e si girò verso il letto, dove Charlotte dormiva avvolta nelle lenzuola.
Era così bella, pensò. Così pura, innocente, perfetta. Quasi angelica.
Aveva già pensato a tutto, mancava solo l’anello, e sarebbe stata sua per sempre.
Niente avrebbe potuto portargliela via . Niente…
Bastò un sussurro, poco più di un lamento confuso e indistinto, che nelle sue orecchie risuonò più potente e chiaro di un urlo.
«Greg…»
Si sedette sul letto e la prese per le spalle, scuotendola.
«Charlotte! Charlotte!»
Lei aprì gli occhi lentamente, spaventandosi poi quando mise a fuoco l’espressione crucciata di Eric.
«C-che c’è?!» domandò nervosa.
«Cosa stavi sognando?»

Oh.
«C-che… dovevo dare un esame ma… non mi ricordo perché eravamo in pericolo io e Greg… non mi ricordo che succedeva, ma alla fine lo perdevo di vista e rimanevo sola a dover dare l’esame»
«Tutto qui?»
«Sì… perchè?»
La abbracciò con slancio, immergendosi nei suoi capelli «Lo sai che ti amo, piccola»
«Ehm… anche io»
Un bacio lungo, intenso. Sofferto.
«Devo andare al lavoro. Chiudi a chiave quando vai»
«Sì. Ciao»
Appena Eric chiuse la porta, Charlotte si girò nel letto, soffocando il viso nel cuscino.
Aveva mentito ad Eric; o meglio, gli aveva mentito in parte.
Aveva sognato Greg, questa era la verità.
Ma non c’erano esami o pericoli. C’erano loro due e i ricordi di quella sera, di quei due giorni stupendi.
Ma erano dentro una stanza buia e stretta, come una scatola.
Si abbracciavano e si baciavano e si amavano come quella sera. Ed era tutto perfetto.
Era passata una settimana da quel giorno e per tutto il tempo in cui stava con Eric si chiedeva come lui non potesse sentire l’odore di Greg permeatole addosso.
Doveva averlo sentito per forza; lei lo percepiva sempre chiaro e potente, anche dopo le tre docce che aveva fatto per eliminarlo. Era la prova del suo tradimento.
Aveva il terrore che Eric la scoprisse. Non riusciva a guardarlo negli occhi, a toccarlo e a farsi abbracciare, ogni volta che si davano un bacio vedeva quegli occhi verdi e quei capelli neri ricciuti.
Ormai Charlotte non aveva più dubbi.
Era innamorata pazza di Greg. Lo amava in modo strano, diverso da come aveva amato Eric: non erano per niente sentimenti chiari e rassicuranti; anzi, erano torbidi, rossi scuri e inquieti.

Non riusciva a respirare ogni volta che pensava a lui.
Non riusciva a parlare ogni volta parlava di lui.
Queste sensazioni sminuivano e soverchiavano tutta l’affetto che provava per Eric.
Tutto nella sua vita passava in secondo piano se paragonata ai colori di Greg, anche se non potevano stare assieme.

Ma anche in mezzo ai sensi di colpa, una speranza, una felicità; perché si dice che quando una persona ti appare nei sogni è perché quella persona vuole vederti.

Quella notte anche Greg aveva dormito male, col sapore di Charlotte addosso che non lo lasciava in pace.
La voleva ancora, e non era un capriccio.
Charlotte non era uno sfizio da togliersi. Non era una sola volta.
Charlotte era la ragazza che aveva sempre sognato e voluto.
Lo ascoltava, gli sorrideva, e si affidava a lui.
Gli piaceva Hannah, e se non avesse conosciuto Charlotte se ne sarebbe innamorato.
Ma amava Charlotte e non poteva più nasconderlo.
L’aveva amata fin dal primo istante in cui gli aveva sorriso.
Anche mentre quella notte stava facendo l’amore con Hannah aveva visto lei, tanto che proprio a metà aveva fatto cilecca. Aveva tentato di dimenticare, di passarci sopra: ecco perché aveva provato a fare sesso con lei.
Ma non voleva Hannah e le sue storie, non riusciva più a sopportarlo. Charlotte non voleva più saperne, e si comportava come se niente fosse.
«Hannah, mi spiace per stanotte»
«…Non preoccuparti. So che è un periodo pieno di stress per te»
Gli diede un bacio leggero e si alzò, togliendosi il pigiama.
«Stasera sei libera?»
«Per te sì» sorrise.
«Vieni qui da me. Ti devo parlare»

«Ciao Eric, grazie del passaggio all’università» sorrise tirata Charlotte, aprendo la portiere della macchina.
Lui si sporse dal sedile del guidatore, aspettando un bacio che arrivò tremante.
Anche se sapeva che era una persona orribile, anche se sapeva che così stava facendo soffrire Eric, ormai era allo stremo. Ogni gesto era uno sforzo tremendo per il suo cuore e la sua mente.
«Charlotte, stasera voglio portarti a cena» le mormora lui sorridente «mettiti elegante, deve essere una serata perfetta»
«… Va bene»
Scese dall’auto senza forze, stupendosi del trovarsi davanti Greg.
La guardava indecifrabile, tra il tenero e l’arrabbiato.
«Ti prego non dirmi che stanotte sei stata sua»
Deviò i suoi occhi, serrando le labbra, trattenendosi dal gettarsi tra le sue braccia.
«No, Greg. Non ci riesco più»
«Neanche io»
«Come?»
«Ho deciso di dirlo ad Hannah. Stasera.»
«COSA?! No, non devi farlo. Tra noi è finita»
Silenzio.
Si guardarono nell’anima.
«Tra noi deve finire»
Greg l’abbracciò, stringendola forte sul suo petto.
Lei sollevò il viso e si alzò in punta di piedi, arrivando alla sua bocca.
Un braccio stretto attorno alla sua testa, l’altro ad avvolgerle la vita in modo possessivo.
«Anche io qualche volto mi irrito, Charlotte»
«Se me lo dici è soltanto per…»
«In più ho un desiderio molto forte di monopolizzare» la interruppe «Non posso perdonare chi ti sta accanto»
«Greg…»
«Ti amo, Charlotte»
«Non possiamo, no…»
«Dimmelo» le sussurrò baciandole il collo con desiderio.
«Ti amo anche io, Greg» boccheggiò alla fine, piangendo. «Ma sarà difficile. Forse avremo sempre i sensi di colpa»
«Se siamo assieme possiamo affrontare tutto»
«Sì»
Si odiavano e sapevano che prima o poi avrebbero dovuto espiare le loro colpe.
Si biasimavano fin nell’anima per quello che avevano fatto; erano diventati quello che più odiavano.
Ma tutto questo era più debole di ciò che provavano l’uno per l’altra.
Si erano svelati i loro segreti più intimi, li avevano accettati, li avevano realizzati.
Forse aveva ragione, Greg. Forse era davvero destino.

«Allora di cosa volevi parlarmi, Greg?» chiese ansiosa Hannah, gettandosi al suo collo.
Lui sospirò corrugando la fronte; le prese le mani e le slegò, sotto lo sguardo confuso di Hannah.
Lei pensava che gli stesse per dire che l’amava. E anche se lei non era ancora sicura al massimo di ciò che provava era certa che col tempo anche lei si sarebbe innamorata follemente di lui.
Ma nei suoi occhi verdi non c’era nulla di tutto ciò: c’erano disperazione e rimorso.
«Cosa c’è, Greg?»
«C’è che sono un verme, che tu non ti meriti ciò che ti sto per dire»
Esitò un attimo, poi la guardò negli occhi, lucidi.
«Io mi sono innamorato di un’altra»

«Allora ti piace questo posto, Charlotte?» le chiese Eric, ansioso.
«Sì è… molto elegante. Ma ti senti bene?»
«Sì… a dire il vero Charlotte, c’è un motivo per cui ti ho portato qui stasera»
«Oh»
Cos’era questa atmosfera tesa all’improvviso? Perché quello sguardo nervoso?
Che avesse scoperto…?
No, che senso avrebbe avuto portarla in un ristorante?
«Non sono bravo in queste cose, Charlotte, lo sai»
Mise una mano nella giacca e ne tirò fuori una scatolina di velluto blu.
Il cuore di Charlotte le andò in gola.
«Charlotte, io ti amo»
Aprì la scatola, tremante, rivelando un anello tempestato di pietre brillanti.
«Eric» trattenne il fiato lei, sentendosi male.
«Charlotte, mi vuoi sposare?»
Charlotte pianse, silenziosamente, tremando senza riuscire a controllarsi.
Perché era dovuto succedere tutto questo?
Perché aveva dovuto innamorarsi di un altro in modo così travolgente?
«Charlotte…» mormorò Eric impallidendo «che hai?»
«Io ti ho tradito Eric!» urlò tra le lacrime «Mi sono innamorata di un altro!»

Toc toc.
«Charlotte. Sei tu» disse senza forze, aprendo la porta della propria casa.
«Ciao Greg»
«Hai pianto»
«Sì»
«Anche lei. Eric?»
«Non ha detto nulla. È rimasto in silenzio, senza guardarmi. Mi avesse insultato urlando ora starei meglio»
Si abbracciarono, scambiandosi un breve bacio.
«Abbiamo fatto bene, Greg?» gli sussurrò appoggiandosi al suo petto.
«Non lo so, ma continuare ad ingannarli era ancora più sbagliato. Abbiamo pensato a noi stessi, sì… ma siamo stati all’altezza della situazione. Questa sera ci sentiamo così ma domani mattina vedrai che sarà tutto passato»
«Ne sei convinto?»
«Certo, se sei con me»
«Ti amo»
Un bacio.
«Forse… è questo il lato migliore della separazione. Trovare qualcuno di cui non hai mai abbastanza, che vuole stare con te»
«Siamo assieme, ora. Questo è ciò che conta»
«Sì, finalmente»
Un altro bacio e un altro ancora.

La persona di cui non avresti dovuto innamorarti… sarà alla fine quella di cui ti innamorerai.
È così sbagliato?

Perché ti sogno troppoFINE



N/A
Buongiorno!
E così… anche questa storia è finita… che dire? Breve ma intensa XD
Sinceramente, io non stessa non saprei cosa rispondere ala domanda finale: odio dal profondo ogni sorta di tradimento, il solo pensiero mi fa già venire i brividi, e non so neanche io perché ho scritto una storia del genere, proprio su un tradimento. Ma quello che fanno Greg e Charlotte è… non so, mi sembra diverso, anche se non per questo più nobile.
Era sbagliato stare coi propri vecchi partner, ma non era giusto neanche comportarsi così.
Ma forse, proprio per il discorso del primo capitolo, non esistono giusto e sbagliato, bianco e nero. Cioè che era giusto per Eric e Hannah era sbagliato per Charlotte e Greg, e viceversa. Come si può scegliere?
Alla fine penso che ci si debba un po’ affidare l’uno all’altro, lasciarsi andare e sperare che insieme passerà tutto.

Bè, discorsi profondi a parte, grazie a tutti coloro che hanno letto, aggiunto da tutte le parti e hanno recensito. Sono veramente felice che sia piaciuta almeno a qualcuno ^_^

STORIE IN CORSO:
Snowdrops =http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=603104&i=1

Alla prossima!!
Liz



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