Wings of Juice'

di emrys_
(/viewuser.php?uid=95149)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** * Who Said?* ***
Capitolo 2: *** * Blowing up the Sunshine * ***
Capitolo 3: *** * Who's this guy? * ***
Capitolo 4: *** * Lithium * ***
Capitolo 5: *** * Is There a Ghost? * ***
Capitolo 6: *** * Old man, Look at my life * ***
Capitolo 7: *** * Forever trust in who you are * ***
Capitolo 8: *** * Wounded Warriors * ***
Capitolo 9: *** * By your side * ***
Capitolo 10: *** * You're my Wonderwall * ***
Capitolo 11: *** * Surprise, Surprise! * ***
Capitolo 12: *** * Promises * ***
Capitolo 13: *** * Lacrimosa * ***
Capitolo 14: *** * La Fee Verte * ***
Capitolo 15: *** * Man of Simple Pleasures * ***
Capitolo 16: *** * Shelter from the Storm * ***
Capitolo 17: *** * Little Black Submarines * ***



Capitolo 1
*** * Who Said?* ***


This one

*Who said?*

“Aaaah alla mia sorellina piace Pauliee!! La piccola Judith vuole un bacino da Paulie!! “

Avevo quattordici anni quando mio fratello John di diciassette ha iniziato a cantarmi questa canzoncina tutte le volte che il suo amico Paul veniva a trovarci.

Bè, chi l’avrebbe mai detto?

 

 

Paul è stato qualcosa come la mia prima cotta.

Mi ricordo benissimo il primo giorno in cui l’ho incontrato, ero andata insieme a mio fratello John a vedere un suo noiosissimo spettacolo suo e del suo stupidissimo gruppetto, i Quarrymen. Eravamo dietro le quinte quando è apparso quel ragazzo, bellissimo, io ero rimasta senza parole e probabilmente anche con la bocca aperta.

Oh, ma John non si è certo lasciato scappare una così succosa opportunità di far impazzire sua sorella, infatti, dopo aver stretto amicizia con Paulie, come lo chiamava lui, aveva iniziato a prendermi in giro.

Paul dal canto suo non aveva mai fatto storie, anzi era diventato un mio grande amico, mi aveva persino trovato un soprannome : Juice.

Sì, mi chiamava “ succo ” perché diceva che ogni volta che veniva a trovarci, io bevevo qualcosa.

 

La cotta per Paul però non era chiaramente qualcosa di serio, io non ho mai fatto mosse azzardate nei suoi confronti e lui si è sempre comportato normalmente, l’unico a cui piaceva questa storia era mio fratello.

Quello stupido, spocchioso, pazzo, dolce e tenero di mio fratello John.

Che rapporto meraviglioso il nostro, ne abbiamo passate tante insieme, ora lui è la mia casa, la mia famiglia, LUI è il mio tutto.

Ovviamente non mancano i litigi, ma tutto si supera con una risata.

Come stavo dicendo, non passava giorno senza una più o meno volgare battutaccia di John sul mio presunto amore platonico per McCartney; canzoncine, frecciatine e spintoni ecco quello che il mio caro fratellone utilizzava per farmi sbattere/avvicinare a Paulie.

La canzone di oggi è: “ Judith e Paulino nello sgabuzzino, si danno un bel bacino e ci scatta anche il bambino”.

Nonostante io sia abituata a questo tipo di allusioni, oggi mi sono soffermata a fissare Paul e quando ho incrociato il suo sguardo verde scuro ho sentito il viso avvampare.

Ora ho diciassette anni mentre lui ne ha diciannove ed entrambi siamo cresciuti, McCartney è rimasto sempre un gran bel ragazzo, si è fatto crescere i capelli e adesso forse i suoi occhi sembrano ancora più grandi e dolci di prima.

Anche io sono cresciuta, molto, i miei capelli color miele mi arrivano fin sotto al seno, e nonostante il mio colore sia leggermente tendente al rossiccio, non ho nemmeno una lentiggine sulle guancie, i miei occhi invece sono come quelli di John, scuri, solo leggermente più grandi.

 

La mia fissazione per Paul, comunque non mi aveva impedito di avere anche altri ragazzi, l’ultimo un certo Stephen, era solo un maniaco e insomma, diciamo che era interessato solo ad una precisa zona del mio corpo. Nonostante sia stata io a lasciarlo, sono rimasta delusa dal suo comportamento infantile.

Forse, è per questo motivo che oggi mi è tornato in mente Paul.

Con i suoi modi di fare dolci e raffinati, al contrario degli altri Beatles, lo guardo mentre accarezza gentilmente le corde del suo basso, lui è molto più elegante di George e di quel gradasso di John.

McCartney ha classe, non ci sono altri modi per descriverlo, è elegante.

Ammalia, incanta, cattura.

Chissà quante altre ragazze la pensano come me però, forse sono tutte attratte, siamo tutte attratte, dalla sua fierezza, perché Paul è spavaldo, eccome se lo è.

Come dargli torto in fondo?

Quando sei nella stessa stanza con McCartney la sua presenza eclissa la tua, il suo carisma lo ingigantisce, facendoti sentire piccola, piccola.

La cosa strana è che questa sensazione è così piacevole.

- Abbiamo finito per oggi ragazzi! – afferma l’oggetto dei miei pensieri, mentre con estrema cura appoggia il suo basso nella custodia di pelle.

Eravamo a casa mia, e di John ovviamente, da due ore i Beatles stavano provando qualche canzone e io li ammiravo estasiata.

Sono fatti per il successo.

- a casa finalmente!! – commenta Ringo da dietro la batteria esaltato, che lavoraccio fare il batterista, però il Signor Starr deve avere un abbraccio poderoso.

- Si mangia! – non devo nemmeno voltarmi per capire chi è stato a parlare, era stato George, come sempre pensa solo al cibo, la cosa che tuttavia mi fa rabbia è che lui rimane magro come un grissino!! Se io mangiassi quanto lui diventerei una gigantessa in meno di una settimana!

- Paul, rimani qui a mangiare stasera? Ho voglia di infastidire mia sorella! – dichiara John all’improvviso, facendo ridere tutti quanti.

Come se gli servisse Paul per rendermi la vita un inferno.

Ripensandoci Paul è la cosa più positiva che il dover sopportare costantemente Johnny mi implica, alla fine è sempre un bel ragazzo da guardare!

- Secondo me tua sorella diventerà santa, Santa Juice martire, per aver sopportato Lennon per metà della sua vita! – gli ha risposto a tono Paulie facendomi sorridere per il tono serioso con cui aveva detto la frase.

- McCartney lo so che ci vuoi provare con mia sorella, ma non così spudoratamente!! – ribatte John brandendo l’asta del microfono come una lancia – potrei essere geloso! È sempre la mia sorellina! –

- disse colui che si è fatto mia cugina! –

- rispose l’altro che si è fatto mezza Liverpool!! –

- Vuoi litigare Lennon?? – risponde a questo punto Paul prendendo un'altra asta.

- non aspetto altro McCartney! – replica come di consueto mio fratello, scatenando una delle loro solite guerre civili.

 

- oh signore.. – commenta Ringo sulla porta di casa al fianco di George che lo tira per la manica del cappotto con l’intenzione di farlo sbrigare. – c’è la fai a sopportarli entrambi?-

- oh certo, adesso li lascio litigare, così dopo mangiato crollano sul divano esausti! – rispondo al batterista, sicura di me e delle mie doti di tutrice, tutto sommato ho vissuto per diciassette anni con John Lennon, le sue liti con Paul sono il male minore.

Dopo aver salutato i due Beatle mentalmente non disturbati torno in garage dove trovo John seduto sulla custodia della sua chitarra che è a sua volta chiusa sulla testa di Paul, il quale ci è dentro fino alle spalle.

Il povero bassista urla imprecazioni varie a mio fratello, che invece mi guarda con aria innocente accavallando le gambe.

- Johnny quando avete finito con la guerra fredda fatemi un fischio, io vado in cucina a preparare la cena.-  faccio per andarmene, ma presa dalla compassione delle urla del povero Paulie, mi giro nuovamente – e Johnny liberalo, tu non sei bravo a suonare il basso. –

Ascoltate le mie parole John si è lentamente sollevato, lasciando respirare il povero McCartney che dopo averlo offeso in svariati modi, si è lamentato della palese superiorità fisica di Johnny rispetto a lui.

Prima di andare in cucina ho potuto sentire la perla di mio fratello:

- Ingrassa Paulie, se diventi un tricheco! Dopo non ci stai nella custodia!!-

 

Stavo preparando l’insalata quando Paul mi è apparso alle spalle in tutto il suo splendore facendomi sobbalzare.

- Paulie dov’è John? – gli domando cercando con lo sguardo quel demente di mio fratello sperando che non sia nascosto in nessun anfratto della cucina con l’intenzione di farmi un agguato.

- è andato a fare la doccia dato che puzzava di morto! – mi risponde lui con disinteresse sedendosi sulla sedia dietro di me, appoggiando il gomito sulla tavola e guardandomi pensieroso – siamo da soli! – conclude con un’astrusa malizia nel tono di voce.

- ci stai provando con me McCartney? – gli chiedo sorridendo e voltandomi per tornare alla mia insalata.

Improvvisamente però sento la presenza di Paul dietro di me, le sue mani appoggiate sulle mie spalle e il suo respiro sulla nuca. – se anche fosse? Penso di essere in grado di conquistarti. – mi sussurra il bassista all’orecchio spostandomi i capelli dalle spalle.

In quel momento ero completamente soggiogata da lui, dal suo profumo, dal suo calore, persino il suo respiro mi sembrava tremendamente eccitante.

- cosa faresti per sedurmi? – gli rispondo cercando di mantenere quel poco di autocontrollo rimastomi mordendomi il labbro.

Paul, intanto passa delicatamente il suo nasino perfetto sul mio collo, irrazionalmente piego indietro la testa, appoggiandola sulla sua spalla, con la coda dell’occhio posso vederlo ridacchiare soddisfatto.

- bè vediamo per prima cosa, ti bacerei il collo..- continua lui con una voce irreale, mentre le sue mani scivolano sinuose lungo i miei fianchi.

Il suo petto aderisce alla mia schiena, mentre le sue mani raggiungono il mio ventre e si soffermano a giocherellare con il bordo della maglia.

La sua bocca intanto continua imperturbabile a tormentare il mio collo, la mia pelle arde sotto le sue labbra turgide, che lasciano baci e morsi sommessi.

Non posso aspettare ancora, ecco cosa penso quanto in un impeto di desiderio mi giro verso di lui, che mi lascia ruotare cingendomi i fianchi, successivamente mi solleva appoggiandomi a sedere sul ripiano della cucina facendo ribaltare l’insalata.

Paul ricomincia a baciarmi il collo, scendendo anche sulla gola, mentre si posiziona con il bacino tra le mie gambe comprendo che io non ci sto a fare la preda, così,  con una mano mi aggrappo ai suoi capelli e fermo la sua meravigliosa tortura.

Mi guarda negli occhi con una smorfia di disappunto, che però tramuta in un ghigno di soddisfazione quando si accorge del mio respiro irregolare.

- hai caldo Juice? O sono solo bravo in quello che faccio? – mi domanda spavaldo, ma io ignoro il suo quesito vanesio, avvicinandomi maggiormente a lui.

- sei pazzo di me, non è vero Paulie? – gli chiedo con tono seduttore e di sfida, tirandogli leggermente i suoi fragranti capelli neri.

- non lo ammetterò mai. – ribatte lui senza cancellare quel suo sorriso sicuro e deliziosamente affascinante – tu piuttosto, non vedi l’ora di saltarmi addosso. – continua con quell’aria da prepotente che sto cominciando ad adorare.

- non lo confesserò mai, razza di sbruffone – lo sfido incastonando i miei occhi nei suoi.

A questo punto Paul tenta di ricominciare a lambirmi il petto, ma io cerco di azzerare le distanze tra le nostre bocche, è troppo che lo sogno.

Paulie si scosta leggermente, lasciando che il mio viso vada ad appoggiarsi sulla sua spalla, dopodiché mi stringe in un abbraccio e mi sussurra dolcemente – no Juice, mi hai chiamato sbruffone, ora mi vendico. –

Io dalla sua spalla mugugno contrariata e sommersa nuovamente dai suoi baci riesco solamente a sibilare

- me la pagherai cara McCartney! –

- Non vedo l’ora!! – mi risponde allusivo.

Dopo questa sua ultima dichiarazione di guerra torna a sedersi sulla sedia accanto al tavolo, mentre io cerco d ricompormi scendendo dal ripiano.

 

Di sorpresa sento la voce di mio fratello Johnny che mi sbraita:

- Judi, sei sempre la solita sbadata! Guarda che casino hai fatto con quell’insalata!! –

Paul ridacchia, mentre io accampo delle scuse cercando di ripulire la cucina.

Si John, sono molto, molto sbadata.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** * Blowing up the Sunshine * ***


poi

* Blowing up the Sunshine *

John e Paul insieme erano ufficialmente insopportabili.

Due menti diaboliche e perverse pronte e prendersi gioco di chiunque cada in une delle loro losche macchinazioni mentali.

Mi gettai addosso a Paul, inferocita, cercando di buttarlo a terra, ma con il misero risultato di farmi imprigionare dalle sue braccia forti e di far ridere i suoi tre complici. Tipico.

- She loves you! – avevano urlato in coro Ringo e George beccandosi un mio sguardo assassino.

- She loves me?- li avevi incitati Paul mentre ancora mi teneva stretta al suo petto.

- She loves you, yeah yeah yeah!! – urlò John come coronamento di quel momento di pura  pazzia.  

 

 

 

- John porca puttana devi fare 4 intervalli non 3! – sobbalzo alle urla che provengono dal garage, questa era l’inconfondibile voce di Paul, di Paul arrabbiato.

Non è bello far arrabbiare Paul.

Curiosa scendo le scale e apro la porta del seminterrato, appena metto la testa dentro la stanza devo immediatamente abbassarmi per evitare che un oggetto contundente non identificato mi colpisca alla testa.

La scena è a dir poco apocalittica: George è nascosto dietro alla batteria, accovacciato sulla sua chitarra mentre guarda con uno sguardo terrorizzato l’ennesima litigata tra i due titani.

Ringo dal canto suo cerca di far calmare Paul, che però dopo aver scorto John che gli tirava la lampada addosso non ci ha visto più.

- Secondo me sono meglio solo 3 intervalli! – aveva risposto mio fratello prima di attentare alla vita di McCartney con un lume.

A quel punto Paul ovviamente era scoppiato.

Ora Ringo sconsolato si è seduto sul pavimento e mentre aspetta che i due colossi la smettano, mi saluta e mi invita a sedermi accanto a lui. Lo raggiungo tra gli insulti più inimmaginabili e le minacce di morte di un povero ed esasperato Paulie.

- Johnny ti giuro che ti strozzo con la spina dell’amplificatore! – sbraitava McCartney a mio fratello che gli rispondeva con un simpatico dito medio.

- Paulie calmati, ti verranno le rughe. – lo cantilenava Johnny boy con una vocina femminile – dopo Judi non ti vuole più! – un momento! Cos’ha appena detto?

- John Winston Lennon cosa cavolo c’entro io adesso?? – ho urlato io balzando in piedi mentre Paul era andato a far smuovere George dalla batteria e Ringo si dava una manata in faccia.

- Ecco, siamo fottuti. – è stata l’ultima frase del batterista prima che si innescasse la bomba.

- niente era per sdrammatizzare! – si è difeso John, facendo un gesto plateale e cercando di accarezzare i capelli di Paul – facciamo pace Paulino? –

- ADESSO BASTA! Me ne vado!! – è stata la risposta di Paul che, di fatto, è uscito sbattendo la porta.

Ecco, non sono nemmeno le dieci e mio fratello è riuscito a far innervosire ben due persone.

Dev’essere qualcosa tipo un talento naturale, perché non è possibile essere così fastidiosi.

- non puoi scappare dai tuoi problemi Paulieee! – ha urlato John dopo aver rincorso Paul sino alla strada principale, e poi sicuro di essere sentito da mezzo vicinato aveva aggiunto – Torna da me amore mio! –

Paul, non è una persona incline alla violenza, ma quando si parla di John tutto cambia, infatti, un enorme sasso scuro aveva appena sfiorato la testa di mio fratello.

Io e Ringo  guardavamo la scena dalla porta dell’ingresso secondario.

- No, ma comunque Buongiorno! – ha aggiunto George, sbucando dal suo nascondiglio dietro alla grancassa.

 

Dopo la lite di questa mattina, Johnny non ha nemmeno voluto pranzare. Dopotutto lui ci tiene a Paul e forse questa volta si è accorto di aver esagerato.

Ora è seduto sul divano con un’espressione seria fissa la televisione, anche se conoscendolo sono sicura che non stia per niente prestando attenzione alle figure che gli scorrono veloci davanti agli occhi.

John si è chiuso in se stesso.

Lo fa spesso da quando la mamma è morta, si mette seduto sul divano e passa delle ore con lo sguardo puntato su qualcosa senza dire una parola.

Non so di preciso a cosa pensa, ma al contrario di ogni aspettativa Johnny pensa, e lo fa spesso.

Decido di fargli qualche foto, c’è qualcosa nella sua postura, nel suo sguardo ombroso che mi fa venire voglia di immortalare questo momento.

Io adoro la fotografia.

Posso sentire la sua concentrazione, ma il suo stato d’animo mi rimane comunque oscuro, non so a cosa sta pensando e vederlo così mi fa male.

Ma è anche così poetico.

Faccio qualche scatto da differenti punti di vista, Johnny è perfettamente fotogenico, le foto si scattano da sole, senza che lui faccia nulla.

- Hai finito di farmi il servizio fotografico? – mi domanda all’improvviso senza però muovere un muscolo, il suo tono non è scocciato, anzi è ancora completamente assorto in qualcosa.

Mi avvicino a lui e mi appoggio alla sua spalla, vedo il suo petto che si solleva seguendo il ritmo regolare del suo fiato. John mi accarezza dolcemente i capelli, anche se rimane ancora attanagliato nella sua mente.

- si può sapere a cosa pensi boy? – gli chiedo curiosa sistemandomi meglio sulla sua spalla e chiudendo gli occhi.

- che quattro intervalli sono nettamente meglio. – mi risponde lui dopo qualche minuto di silenzio.

- dovresti dirlo a Paul. – è tutto quello che so rispondere, dopodiché concentrandomi sui battiti del cuore del mio ottuso ed insopportabile, adorato fratello mi lascio cullare fino ad addormentarmi.

 

Anche stavolta il mio sonno è stato interrotto bruscamente, infatti, il fastidioso trillo del  campanello mi ha impedito di continuare il mio sogno!

Mi dirigo alla porta borbottando tra me e me e mentre passo davanti alla cucina vedo un biglietto di Johnny che mi avvisa di essere uscito.

Oh, ma perfetto sono a casa da sola, ho fame e mi hanno svegliato bruscamente!  tra l’altro stavo anche sognando……………

- Paul – affermo aprendo la porta, sbalordita di trovarmi davanti l’oggetto dei miei sogni, nonché un bassista infreddolito e assonnato.

- hai per caso visto un fantasma? – mi guarda interrogativo voltandosi verso la strada, come per fingere che dietro di lui ci sia una presenza.

Io in quel momento devo essere avvampata, ma per non sembrare una scema ho buttato giù qualche scusa sul sonno interrotto, che poi è la verità! Ma, ad ogni modo questa sua apparizione senza preavviso mi ha scombussolata.

Dopo avermi guardata dubbioso, deve aver deciso di credermi, infatti, mi ha chiesto:

- John è in casa? –

Per qualche istante ho creduto che Paul fosse venuto per me, insomma per finire quel piccolo discorso iniziato in cucina, - No. – gli rispondo forse troppo secca, e dalla smorfia confusa che appare sul suo viso credo che anche lui se ne sia accorto.

Ok, non è venuto per me, ma io potrei essere il motivo per cui il mio caro Paulie deciderà di aspettare il rientro di Johnny boy qui da noi.

Sfoderando un sorriso malizioso continuo – però potresti rimanere qui ad aspettarlo, con me. – cerco di enfatizzare il “con me” il più possibile.

- perché dovrei restare? – mi sollecita a continuare Paul, che ormai è già entrato e mi ha già messo con le spalle al muro.

- Forse perché tu mi devi ancora un bacio! – rispondo fissando i miei occhi nei suoi, nei suoi meravigliosi occhi verde bosco che mi guardano fieri, ma anche desiderosi, lui desidera me ed io mi sento una dea.

Ormai sono appoggiata al muro, alla mia sinistra c’è la porta dell’ingresso che Paul ha cautamente chiuso, mentre alla mia destra ci sono le scale per andare al piano di sopra.

McCartney deve essersi accorto del mio sguardo fugace alle scale, infatti, mi immobilizza contro il muro usando le sue braccia come sbarre invalicabili, che mi impediscono effettivamente ogni via d’uscita.

- è pazzesco, sei bellissima anche appena sveglia. – mi sussurra dolcemente abbandonando per qualche istante quel suo tono tracotante che è diventato, ormai, il suo tratto distintivo.

- No Paulie, non mi aduli con qualche complimento per poi svignartela come l’ultima volta, oggi comando io! – affermo sicura e mentre dico questa frase mi libero dalla sua presa e faccio in modo che stavolta sia lui quello contro al muro.

Passo delicatamente la mia bocca sul suo collo, non lo bacio o altro semplicemente lo accarezzo, cercando di inspirare a pieni polmoni tutto il suo profumo che mi investe lasciandomi stordita.

Sono ubriaca di Paul.

McCartney però mi ferma improvvisamente, prendendo il mio mento con il pollice e l’indice, facendo in modo che potessi guardarlo negli occhi.

- Preferisco avere io il comando! – asserisce sicuro, ma mentre cerca di tornare alla posizione iniziale io mi avvicino alle sue labbra e sfioro quest’ultime con la lingua.

Paul rimane immobile, di sicuro non si aspettava questo mio atto d’audacia, eppure dal sorriso compiaciuto che si delinea sul suo bel visino devo dire che gli è piaciuto.

Ora Paulie ha la testa leggermente piegata da un lato, per compensare la differenza dl’altezza che ci separa, so che sta per baciarmi e tutto questo mi fa impazzire, sento che ogni parte del mio corpo ha una sua vita personale e che ogni sezione in cui sono divisa prova un’emozione diversa.

Il bello è che ognuna di queste emozioni è terribilmente meravigliosa.

Chiudo gli occhi, in attesa di quel contatto che desidero immensamente,

- Cosa cavolo state facendo voi due???? – la voce di George è come uno schiaffo per me e per Paul che spalanca gli occhi sgomento, mi girò di scatto verso la porta principale che è aperta e George è in mezzo allo stipite con delle borse della spesa in mano che ci guarda con gli occhi spalancati.

Sento la testa completamente vuota, non trovo nemmeno una possibile scusa che possa spiegare questo mio abbraccio con Paul.

Dopodiché tutto è successo nel giro di pochi secondi:

John da dietro a George ha richiamato l’attenzione del chitarrista per fare in modo che quest’ultimo si muovesse, in preda al panico approfittando della distrazione di Harrison mi sono voltata di nuovo verso Paul e gli ho messo un dito nell’occhio destro; poi sicura di essere sentita da George ho urlato:

- A posto Paulie, non hai niente nell’occhio!! -

 

A parte per le varie lamentele di quel bambinone di McCartney, posso sentirmi una supereroina! Infatti, George si è bevuto la storia dell’occhio rosso di Paul, non so se ci crede perché ha fame oppure perché è davvero così ingenuo, ma l’importante è che ci crede.

John, invece non avendo visto la scena non ha modi per sbeffeggiarmi in nessun modo, per cui anche lui è sistemato.

Ringo invece è appena arrivato per cui è completamente all’oscuro di tutto.

Il problema principale è Paulie che continua a lamentarsi come se gli avessero amputato un braccio.

- era proprio necessario? – mi aveva chiesto poco prima mentre aiutavamo lì altri a mettere a posto la spesa.

- direi di si! Perché di solito se hai qualcosa in un occhio, si irrita e diventa rosso! Su Paulie non fare il vecchietto burbero e lamentoso! –

Dopo aver borbottato ancora per instante però anche Paul si è reso conto della genialità del mio piano.

Durante il tempo in cui Paul e John si riappacificavano, io ho potuto pensare al fatto che nemmeno oggi sono riuscita a baciare McCartney.

Deve essere una congiura divina o qualcosa di simile.

Assorta com’ero non miei pensieri non mi sono accorta che Paul Ringo e George se ne stanno andando, mi avvicino a loro, li saluto e faccio per tornare in salotto quando sento qualcuno stringermi dolcemente la mano. Mi giro e colui che mi ha trattenuta è Paulie, chi se non lui? Lui che si avvicina e mi lascia un delicato e sfuggente bacio sulla bocca e mi sussurra:

- Adesso sei tu che mi devi un bacio. -

EMRYS_'s CORNER .
Saaalve^^ voglio ringraziare tutti color che hanno letto la mia storiella da quattro soldi! grazie mille davvero :)
inoltre un altro grazie va a chi l'ha messa tra le preferite/seguite.
Ora invece ringrazio le mi dolcissime recensitrici che mi hanno fatto arrossire tanto tanto *_*
LuMiK: Ciaoo** tu devi essere la famosa Luana di cui mi ha tanto parlato mia sorella :) bè ma è un piacere conoscerti! sappi che per me sei una santa che la sopporti! -.- comunque tornando alla storia, grazie davvero per le tue belle parole, è la prima fic che scrivo e nonostante gli aiuti di mia sorella ho un pò paura che non possa piacere! :D

KatyAniFrancy:
Ciao** Juice ha del pepe da vendere accidenti! :) vedrai cosa gli combinerà a quel poveretto di Paulie U.U comunque grazie mille per la tua bella recensione, sono davvero contenta che ti piaccia il modo in cui li descrivo, anche perchè io se devo essere sincera non mi sono mai immaginata i mitici Fab4 in un modo diverso. Per quanto riguarda Paul, anche io sono legatissima alla sua immagine e tutto il resto però, diciamo che secondo me quando era a LIverpool non dico che fosse il classico stronzo che va con tutte ecc.. però secondo me se si lasciava con la sua ragazza di sicuro non ci metteva molto a trovarne un altra! :D con quel bel faccino!*_*

I Love The Beatles:  Ciao** grazie per la recensione :) fa sempre piacere vedere che a qualcuno piace il tuo lavoro :D comunque se tu che la leggevi ti immedesimavi, immagina cos'ho combinato io mentre la scrivevo! :D eeeeeh insomma Juice è molto, moooolto invidiata! :)

Martha McCartney: Ciao** Dato che hai gusti difficili mi sento molto lusingata dai tuoi complimenti! :) "positivissima" oddio non esagerare che arrossisco! ^///^ comunque capisco che tu vorresti essere la sorella di John in certi momenti, ma ti farò un piccolissimo spoiler, anzi ti dirò una semplice parola : GELOSIA! :) ora sta a te vedere perchè mai John dovrebbe essere geloso! :D e un ultima cosa! ricorda che per me le recensioni non sono mai squallide, anzi le trovo TUTTE estremamente gratificanti! :D grazie mille!

Love, and always to the top.
Emrys_

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** * Who's this guy? * ***


Wings

Saaalve^^

Scusate il ritardo, ma ho avuto molto da fare in questi giorni!

Comunque eccomi qua con il nuovo capitolo ed il prossimo è in costruzione! Anche se devo fare alcune precisazioni queste le leggerete alla fine dato che potrebbero compromettere l’effetto sorpresa del capitolo! :D

Infatti un nuovo e non molto simpatico (per Paul soprattutto) personaggio fa il suo ingresso nella storia :D

Ora ringrazio le mie recensitrici:

 

KatyAniFrancy:  Ciao:D non ti preoccupare perché la tua recensione non è assolutamente pessima :) Anche io immaginandomi George nascosto dietro alla grancassa terrorizzato dalle urla di Paul e John ho provato un profondo senso di compassione per il poveretto che se li è sopportati per un bel po’! :D comunque Juice ti ringrazia per averle dato del genio :D adesso è stra montata!! xD Ciao e Grazie **

 

I Love The Beatles: Grazie per la tua recensione! Ed il fatto di tenerti sulle spine diciamo che è proprio quello il mio fine per cui lo prendo come un complimento! ;) grazie per la recensione e ciano!**

 

Alan_McStarlenson: Prima di tutto non devi assolutamente dire che la tua recensione è pessima perché non è vero! :D e ti ringrazio per aver recensito perché sinceramente sono proprio i vostri pensieri che mi spingono a continuare per cui grazie :D e per il disturbo purtroppo i nostri altri 3 Beatles sono parecchio invadenti! :D spero che ti piaccia anche questo capitolo Grazie**

 

Martha McCartney:  Allora devo ammettere di essermi spigata male, mooooooolto male! ^//^la gelosia non la intendevo in quel senso, ma ovviamente nel senso fraterno! Anche perché non mi intendo di situazioni incestuose! Però comunque Johnny darà del filo da torcere al povero Paulie.

Per quanto riguarda l’occhione verde bosco devo ammettere che anche a me e dispiaciuto dover fare male a Paulie! D: però lui da bravo si è sacrificato! :D

Grazie per la recensione e dimmi cosa ne pensi di questo capitolo! Ciao**

 

GiuliV:  Ciao e benvenutaa! :D Grazie per la recensione e mi fa piacere che il modo in cui descrivo i miei personaggi ti prenda! È un complimento meraviglioso per uno scrittore per cui grazie mille! :D spero che tu gradisca anche questo capitolo! Ciaoo**

 


* Who’s this guy? *

- George come fai a sopportarli? – chiedo al piccolo chitarrista che comodamente seduto in poltrona guarda gli altri tre Beatles che litigano come al solito.

-  Basta conoscerli, per esempio io so che Paul è un maniaco perfezionista mentre John è uno che fa le cose alla meno peggio. Ovviamente l’animo scrupoloso di Paul si sente ferito dall’imprecisione di John che a sua volta si sente oppresso dalla meticolosità di McCartney.-

- e fin qui ci sono, ma Ringo cosa c’entra li in mezzo? –

- Bè lui vorrebbe che loro non litigassero, ma immancabilmente quei due teppisti non lo ascoltano allora si incazza e decide di usare le maniere forti per farsi sentire. –

 

È primavera! Finalmente! Io adoro la primavera i fiori, il verde, il sole! Sul serio FINALMENTE! La primavera mi mette decisamente di buon umore.

Bè forse la mia spensieratezza è dovuta anche al bacio di ieri sera, o magari al fatto che oggi Paul fa di tutto per starmi vicino, non lo so, ma sono estremamente felice.

Mi ha baciata! No ma dico Paul McCartney ha baciato me! È stato solo un bacio a fior di labbra, sfuggente e rapido, ma comunque è sempre un bacio!

E ora io ne devo uno a lui.

Sono così contenta che nemmeno le frecciatine di John mi infastidiscono, anzi mi fanno arrossire! Se davvero sapesse cosa combina il suo migliore amico!

È tutta mattina che provano e adesso i ragazzi stanno valutando l’idea di andare a prendere qualcosa da mangiare.

John utilizzando una linea di pensiero profondamente offensiva e sessista nei miei confronti e di quelli di tutte le donne ha placidamente deciso che io in quanto donna devo andare a fare le commissioni.

- John almeno vieni con me no? – l’ho implorato dopo una mezz’oretta buona di litigata sui diritti delle donne nella società moderna.

- Non sarei un maschilista convinto se venissi! – mi risponde quello scemo mentre si sdraia sul divano allacciandosi le braccia dietro alla nuca.

- Ti accompagno io! – esordisce Paul facendo diventare quell’obbligo la cosa più positiva di tutta la mattinata.

- cazzo no! McCartney non ti lascio da solo con mia sorella! Sono troppo giovane e bello per diventare zio! –ha detto Johnny scattando in piedi fintamente sgomento.

Ecco che il mio adoratissimo fratellone mi fa arrossire come un pomodoro! Accidenti!

- Tranquillo, non farò nulla che non voglia anche lei! – risponde Paul sornione facendomi andare la saliva di traverso e di conseguenza tossire come un’assatanata.

- Oddio, allora di nipoti me ne trovo due! – asserisce John gettandosi  sul povero George che era al suo fianco sul divano.

- ehm scusate, state parlando del mio utero in mia presenza! – sottolineo io tra l’irritato e l’imbarazzato. Ma mio fratello, cascasse il mondo che mi ascoltasse almeno una volta, continua la sua stupida recita.

- Ringo va con loro! – ordina Lennon al povero Starr che si stava guardando le unghie con fare indifferente.

- perché io? Non voglio di certo vedere McCartney all’opera!- continua Rings che molto simpaticamente regge il gioco all’altro idiota.

- ragazzi, state ancora parlando del mio utero!! – ribadisco stavolta decisamente irritata.

- Ok, allora Georgie, vai tu! –

- come? Scusa perché dovrei andare io con la “coppietta”? – ok, la situazione sta degenerando.

- Perché sei il più piccolo e quindi non puoi contestare gli ordini di un tuo superiore! – conclude John con tono solenne, per poi avvicinarsi a Ringo e dargli un bel cinque.

- Ma non sono piccolo! Ho solo 9 mesi in meno di Paulie! – tenta di difendersi George.

- un anno! – urla Paul che intanto si è alzato per raggiungere il mio fianco, e mentre si avvicina mi fa un occhiolino che mi costringe a deglutire a vuoto più volte.

- Sono solo nove mesi!!- insiste George.

- Si, ma un anno è fatto di dodici mesi! Dato che nove mesi sono un quarto di anno tu hai un anno in meno! E poi io sono più bello quindi ho ragione!- Gli risponde a tono Paul con tono autoritario e sventolando davanti al povero Geo un calendario di cui nessuno sa la provenienza.

- Che tesi inconfutabile! – commenta John scuotendo la testa in segno di approvazione.

- un anno, nove mesi,  6 mesi chi cazzo se ne frega? Sempre più piccolo sei e ora sloggia! – gli fa eco Ringo ormai sicuro di non doversi alzare dal divano.

Così tra gli sbuffi e gli innumerevoli borbottii di George ci incamminiamo, Paul sta accanto a me, non ci teniamo la mano,ma le nostre braccia sono abbastanza vicine da sfiorarsi, mentre Georgie sta davanti a noi facendoci fretta con un passo svelto.

- Geo mi raccomando tienili d’occhio altrimenti non mangi! – urla la tonante voce di John da dietro le nostre spalle, infatti, mio fratello e Ringo si sono affacciati dal balcone del secondo piano e se la ridono alla grande.

George sconsolato accelera il passo ulteriormente, io intanto mi inebrio del profumo di McCartney.

Il “Fish&Chips” di Mike è distante qualche isolato da casa Lennon, ma la velocità di George ci ha permesso di arrivare nel giro di pochi minuti.

- Io entro a prendere da mangiare, voi aspettatemi fuori! – ci ordina George scomparendo in mezzo alla solita folla che si generava all’ora di pranzo davanti al negozio di Mike, dopotutto è il migliore della città.

Vedendo Geo scomparire non faccio in tempo a pensare che ora sono sola con Paul che quest’ultimo mi prende per i fianchi e mi costringe a voltarmi verso di lui.

La sua faccia e le sue labbra erano pericolosamente vicino alle mie, ma non dico nulla perché Paulie cattura la mia bocca con la sua e mi da un vero bacio.

Io sono ancora rigida perché questo slancio di passione improvviso mi ha lasciato interdetta, ma poi mi lascio andare, allungo le braccia fino ad arrivare alle sue spalle, mentre lui mi avvicina a sé stringendo la presa sui miei fianchi.

Passandomi la lingua sulle labbra Paul mi invita ad aprire la bocca, invito che assecondo immediatamente, le nostre lingue si incontrano e giocano sinuose tra di loro, sento il suo sapore nella mia bocca ed il suo respiro fresco diventa un tutt’uno col mio.

Le persone ci passano accanto come se nulla fosse, anche se sento ogni tanto qualche vecchio borbottare per la nostra “sfacciataggine”, infatti, ci stacchiamo proprio dopo che una vecchia signora con un cappotto di mussola afferma – Ah! Non ci sono più i giovani di una volta!-

Non so per quanti minuti io e Paulie siamo rimasti immobili stretti a guardarci l’uno negli occhi dell’altra, ma per quanto mi riguarda troppo poco, poiché non mi stanco mai di quelle due gemme verdeggianti.

- Non me l’aspettavo.. – asserisco rompendo il silenzio e di conseguenza quel momento di intimità.

- A dire la verità nemmeno io, è solo che appena George è scomparso, non ho resistito.-

Dopo aver sciolto il nostro abbraccio, Paul ed io abbiamo parlato allegramente per ancora qualche minuto, prima che la vocina nasale di Geo ci ammonisse perché nessuno lo stava aiutando a prendere tutte quelle confezioni di Fish&Chips. Immediatamente noi ci siamo avvicinati al nostro amico che ha dato due confezioni in mano a Paul, ma quando ho tentato di prendere uno dei tre sacchetti che teneva in mano George questi mi ha detto che il mio vestito a fiori era troppo carino per permettermi di sporcarlo di unto.

- Oh, Gerogie quanto sei dolce! – ho detto allora, avvicinandomi al Beatle più piccolo per dargli un bacio sulla guancia-

- Ah quindi devo dedurre che la mia camicia non ti piace!! – ha affermato Paul richiamando l’attenzione su di sé e facendoci ridere, ed è ridendo che abbiamo percorso il tragitto sino a casa mia.

 

- Hey ci avete messo tantissimo ragazzi!- ci dice Ringo accogliendoci sull’ingresso.

- Lo so, oggi c’era più gente del solito da Mike! – si lamenta George che oggi non fa altro che lamentarsi! Ci sediamo a tavola o meglio a quello che John ha nascosto sotto quattro tovaglie probabilmente per non farmi vedere un danno che lui e Ringo hanno fatto in mia assenza.

Nel giro di dieci minuti i ragazzi hanno spazzolato via tutto e ora mentre loro sono tranquilli sul divano io devo pulire tutto! Alla faccia dell’uguaglianza dell’uomo e della donna!

 

Tutto d’un tratto il campanello di casa suona e Johnny si alza di malavoglia per andare ad aprire.

- Stu! Cazzo sei proprio tu? Sei tornato!! – urla mio fratello abbracciando una strana figura che è ancora sulla porta.

A sentire quest’esclamazione anche gli altri si alzano e si avvicinano a questo ‘Stu’ così decido di andare a vedere chi sta attirando l’attenzione di tutti i Beatles e quando finalmente scorgo la figura che ha creato tutta questa euforia in John, rimango a bocca aperta!

Stu, che poi ho scoperto essere il diminutivo di Stuart è un bellissimo ragazzo magro, ma non troppo alto con il classico caschetto come i suoi quattro compagni e due enormi occhioni neri, scuri come la pece e profondi come il più cupo dei mari; ha il fascino del bel tenebroso e un sorriso beffardo che dimostra che lui stesso sa di essere veramente bello, un po’ come Paul insomma.

A proposito di Paul, guardando le reazioni degli altri e trascurando quella fin troppo plateale di John credo che Paul sia un po’ deluso? Forse è solo una mia impressione ma, non mi sembra particolarmente contento di vedere Stuart, il suo sorriso è forzato e come saluto gli ha concesso un misero cenno di capo.

Non mi spiego questa sua freddezza nei confronti del ragazzo nuovo, ma Johnny non mi permette di approfondire la mia indagine.

- Stu devi raccontarci tutto cazzo! – continua mio fratello esaltato come non mai per il ritorno del suo amico.

- Si, si dopo, ma Jo, aspetta chi è quella bellissima ragazza?- domanda lo straniero indicandomi con gli occhiali da sole che teneva in mano, posso giurare di aver visto Paul irrigidirsi, mentre tutti gli altri hanno immediatamente posato i loro sguardi su di me, che sono avvampata. Tipico.

- Quella è mia sorella Judith, ma puoi chiamarla Juice. – gli ha risposto John con poco interesse.

- A dire la verità solo Paul la chiama così! – ha specificato George, che anche il chitarrista abbia notato il nervosismo di Paulie?

- Gli pagheremo i diritti d’autore! Comunque piacere io sono Stuart. – ha detto il nuovo arrivato avvicinandosi a me e lasciandomi un delicato bacio sulla mano.

In quel momento ho visto Paul roteare gli occhi al cielo, e andarsene sul divano gesto che non è passato inosservato da John che l’ha preso in giro dicendo : - Non esagerare Stu, Paulie è un gelosone! – Paul gli ha tirato un cuscino specificando di essere stanco e non geloso.

Anche gli altri hanno deciso di sedersi e Stu mi ha gentilmente invitato a prendere posto accanto a lui, ora il novizio sta raccontando della sua fiamma londinese, una ragazza che l’ha portato lontano da Liverpool per parecchio tempo, ora capisco perché Johnny non credeva che fosse “tornato”.

Stuart ha delle capacità oratorie eccezionali, ed è dotato di un grande carisma, l’unico annoiato dai suoi racconti era proprio Paul che giocherellava con una lattina di birra.

- Tu si che ci sai fare con le donne! – aveva esordito Ringo con una vela di malinconia dopo aver seguito per filo e per segno il racconto di Stuart.

- Mai quanto il nostro Paul, lui ha la fila! – ha risposto Stu facendomi andare di traverso la mia coca cola, di certo non mi fa piacere sapere che quello che oggi mi ha dato un bacio mozzafiato ha una fila di ragazze che gli sbavano dietro.

- Quello è vero! Ti ricordi Paul quando al Cavern te ne sei fatto sette in una sera?- SETTE? Oh cazzo! I ragazzi ridevano, io cerco di fare l’indifferente anche se una strana sensazione sta crescendo dentro di me, non sono delusa, perlopiù sono spaventata.

- ehm, si vagamente, ero ubriaco. – risponde lapidario Paul, senza alzare lo sguardo.

- McCharmly ci ha sempre saputo fare con le donne! – continua imperterrito Stu guardando Paul con aria di sfida, ma a quanto pare il bassista non ha voglia di reggere il gioco a quello strano individuo, così dicendo che deve andare in bagno sale le scale in silenzio.

- Cazzo Paulie come sei suscettibile! – gli urla dietro Johnny, senza ricevere però alcuna risposta.

Io sono ancora turbata per la scoperta di prima, così sia per la stanchezza sia per l’amarezza decido di andare a letto, do la buonanotte a tutti e me ne vado in camera mia.

Stranamente la porta di camera mia è aperta, ma poco importa, sarà stato John, entro, mi tolgo la maglia e accendo la luce, ma quando mi giro faccio una salto e per poco non urlo terrorizzata, infatti, seduto sul mio letto c’è Paul che mi guarda serio, ma vedendomi senza maglia sorride sghembo risultando molto, molto sexy.

- wow, così senza nemmeno i preliminari? – mi domanda facendo una sguardo furbo, che però non mi va di assecondare, non ora.

- Bè, da quello che ho scoperto sei abituato a questo genere di cose! – ribatto acida gettando la maglia sulla sedia della scrivania.

Paul abbassa lo sguardo, mormorando un misero “colpito” dopodiché si alza e mi si avvicina con uno sguardo addolorato, ma solo quando mi allontano bruscamente dalle sue braccia si rifà serio.

- Hai un buon motivo per essere in camera mia? – gli chiedo altezzosa e fredda.

- Volevo assicurarmi che quello che Stuart ha detto prima non ti avesse fatto incazzare, ma a quanto vedo..- Ci vuole proprio una gallina senza cervello per lasciar correre una cosa del genere! Cioè cazzo sette ragazze in una sera?

Notando il mio silenzio prolungato è stato Paul a riprendere di nuovo la parola.

- Senti, capisco quello che provi, non  vado fiero di quella notte e se devo essere sincero nemmeno di alcune che ci sono state prima, ma come ho detto ero ubriaco, ora con la storia della band e tutto non ho più il tempo per quel genere di cose, quelle mi rincorrono solo perché sono un musicista un po’ popolare! Per favore non stare a sentire Stuart, quello è uno che ci gode nel far litigare le persone.-

- Dato che non stiamo insieme non vedo perché dovrebbe godere nel dividerci! – continuo io sempre fredda e anche ferita, poiché una parte di me quella più ingenua sperava che lui negasse tutto.

- Posso farmi perdonare in qualche modo?-

- Non lo so. Forse – lui mantiene il suo sguardo fisso sui miei occhi i quali invece vagano senza pace per la stanza, Paul mi si avvicina lentamente, io rimango immobile, ma solo quando cerca di baciarmi mi scosto leggermente, allora il bassista mi lascia un dolce bacio sulla guancia.

Si allontana di nuovo e mi guarda negli occhi, questa volta anche io lo fisso intensamente e nei suoi occhi non vedo la menzogna, ma nonostante questo non dico nulla e anche lui dopo qualche secondo se ne va in silenzio, nello stesso modo in cui è arrivato.

E ora eccomi per parlare delle precisazioni di cui vi ho accennato su^^
Vorrei solo dirvi che il personaggio di Stuart per quanto riguarda questa storia non è mai entrato a far parte dei Beatles, e dopo avervi detto questo posso salutarvi! :D
Grazie per l'attenzione ringrazio chiunque legga e tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite/seguite!
alla prossima! :D
Love and always to the top.

Emrys_

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** * Lithium * ***


emrys

* Lithium*

- Quindi ti piace fare le fotografie? – mi aveva chiesto Paul una sera mentre eravamo tutti nel salone di casa mia a guardare un film.

- è la mia passione! – avevo risposto io scattando l’ennesima foto al bassista dei “The Beatles” già adoravo la fotografia, poi avendo Paul come soggetto tutto diventava amplificato.

- Trovo che la fotografia sia un arte molto poetica. – avevo commentato lui pensieroso.

- perché? – gli chiesi scattando un'altra foto ai suoi splendidi occhi

- bè senti? Hai sentito quel piccolo click? È come fermare il tempo sai? –

 

Che noia oggi! Sono in casa da sola e non so cosa fare, I ragazzi sono tutti a casa di Paul a provare e io sono seduta sul divano che cerco qualcosa di interessante alla televisione.

- capirai non c’è un cazzo in televisione la domenica! – mormoro sconsolata. Sono ancora giù di morale per quello che mi ha detto ieri Stuart e che poi Paulie non ha negato, Paulie, il mio Paulie che credevo essere un romanticone un po’ montato, ecco in realtà lui è un montato e basta!

Mi alzo spazientita dal divano dirigendomi in cucina, ho una spettintissima treccia fatta  alla meno peggio   indosso dei pantaloncini grigi corti e una maglia bianca a maniche corte di John, che ovviamente mi è larga, ma dato che non ho nulla da fare decido di tenerla. Quando sono a casa da sola adoro mettermi una maglia di Johnny, così sento il suo profumo e la solitudine è meno amara, è vero che io e lui litighiamo sempre, ma non posso immaginare la mia vita senza il mio fratellone, è la mia roccia, il mio punto di riferimento ed indossare una sua maglia mi fa sentire dentro una botte di ferro.

Apro il frigorifero e cerco qualcosa da mangiare e nonostante il mio cervello mi dica che non dovrei prendo il barattolo di gelato alla crema di Ringo, dato che quella alla vaniglia di Paul non mi va, quello al cioccolato di George è intoccabile e quello al pistacchio di Johnny mi fa schifo! Me ne ritorno in salotto, non mi va di riaccendere la televisione così mi fermo davanti alla libreria per scegliere un buon libro da leggere.

Opto per Jane Eyre, cosa c’è di meglio di una romantica e tormentata storia d’amore quando si ha il cuore a pezzi?

Non so bene descrivere il mio stato d’animo, che spazia dal confuso all’irritato, non che non mi aspettassi che Paul avesse una fila di ragazze che gli facevano la corte, insomma è risaputo che McCartney è molto ambito qui a Liverpool, ma non mi immaginavo che lui fosse così.

Sono delusa, ma ancora legata a lui, è palese che il sentimento che ci lega non è amore, probabilmente è solo un attrazione fisica dato che è successo tutto molto in fretta.

Prendo il libro che ho osservato fino ad ora dallo scaffale e mi getto svogliatamente sul divano.

Molto in fretta, è vero ora che ci penso forse troppo in fretta, io ho sempre avuto una mezza cotta per lui, ma Paul invece? Perché prima mi sembrava un fratello maggiore e ora all’improvviso tra di noi è scoppiata questa passione dirompente?

Forse vuole solo portami a letto…

Oddio, perché mi sembra una cosa così non da Paul’? insomma, mi vengono a dire che si è fatto sette ragazze in una nottata eppure l’ipotesi che lui voglia solamente fare sesso con me mi è del tutto estranea.

Forse perché essendo la sorella del suo migliore amico comprometterebbe il suo rapporto con John?

Si insomma, nessuna persona sana di mente si metterebbe in una situazione del genere solo per una scopata, cioè ci sono le puttane per questo o no?

Continuo a sfogliare annoiata le pagine di Jane Eyre, adoro questa storia, ma in questo momento mi sembra oltremodo assurda! Il baronetto che si innamora dell’istitutrice povera e umile, ma per favore!

Mi sono appena riempita la bocca di gelato e panna montata quando sento bussare alla porta d’ingresso.

Sulle prime decido di fare finta di non essere in casa, ma notata l’insistenza di chi si trovava fuori dalla porta mi alzo e con un grande sbadiglio raggiungo la porta.

La apro e sorpresa delle sorprese davanti mi trovo un meraviglioso Paul con addosso dei jeans scuri e una maglia a maniche corte bianca, semplice ma ammagliante.

- Ciao Juju! – mi saluta entusiasta quella visione venerea, con un sorriso da togliere il fiato ed un enorme girasole che gli spunta da dietro le spalle. – ti ho portato questo per farmi perdonare! – dice offrendomi il fiore con dolcezza.

- Ehm grazie.. come facevi a sapere che i girasoli sono i miei fiori preferiti? – gli domando imbarazzata, non mi aspettavo un gesto simile da lui, anzi ormai non so più cosa aspettarmi da questo casinista.

- non lo sapevo! L’ho preso perché i girasoli sono anche i miei fiori preferiti! – continua Paul estasiato da questa nostra nuova  affinità, oh insomma sono solo fiori dopotutto! E poi dovevo immaginarlo che a uno come Paulie piacessero i girasoli, sono la più chiara rappresentazione floreale della sua anima, anche lui come questi enormi fiori gialli, infatti, segue il sole.

- Figo! Bè grazie.. – gli dico avvicinandomi a lui per donargli un bacio sulla guancia come ringraziamento, ma con una mossa audace Paul sposta la testa e mi ruba uno sfuggente bacio a stampo.

Nervosa mi stacco immediatamente da quel contatto desiderato, ma al tempo stesso non voluto, comunque sia decido di non farci caso.

- Juice, oggi devi concedermi tutto il tuo prezioso tempo! Ho in mente una sorpresa per farmi perdonare e per dimostrarti che sono diverso da come mi hai descritto Sutcliffe. – adesso perché chiama Stuart per cognome? Non nego che ho già notato uno strana inquietudine tra i due, evidentemente non mi sbagliavo.

- su piccola, va a preparati.. –

È stato proprio quel piccolo verbo alla fine della sua frase che mi ha fatto realizzare la situazione disastrosa in cui mi trovo, infatti, quel misero ‘preparati’ mi ha fatto ricordare del mio aspetto spaventoso e dei miei abiti comodi, ma sicuramente non belli da vedere.

- Ma porca puttana! – ho urlato nel tempo stesso in cui ho chiuso la porta in faccia a McCartney, ho fatto le scale quasi a quattro e quattro e sono arrivata in camera mia senza fiato, ma eccitata per l’invito appena ricevuto.

Penso di non essere mai stata così veloce nel prepararmi, difatti nel giro di cinque minuti ero già truccata, vestita e la mia treccia aveva perso quell’aria selvaggia da Jane della giungla.

Corro giù rischiando di lasciarci le penne su quella dannate scale e riapro la porta trovando di nuovo il mio dolce Paulie con un espressione confusa, ma buffissima alla quale non riesco a trattenermi e comincio a ridere.

- Ma tu non stai bene.. – mi dice lui prendendomi la mano e accompagnandomi alla sua auto mentre io continuo a ridere come una cretina, salgo sulla vettura e mi allaccio la cintura e mentre Paul mette in moto la mia ilarità si attenua permettendomi di domandargli dove fosse mio fratello.

- è a casa di George a pranzo, hanno invitato anche me, ma come vedi ho di meglio da fare! –asserisce il bassista sicuro di sé facendomi un sorriso compiaciuto.

- come intendi farti perdonare? – lo interrogo tornando seria e voltandomi verso di lui con uno sguardo da vero detective.

- Intanto oggi passiamo tutto il giorno insieme e quindi sono a tua completa disposizione. – risponde facendomi un occhiolino malizioso, io arrossisco e torno a guardare la strada sprofondando nel sedile di pelle.

- Paul, posso chiederti una cosa? – continuo insicura se sia il caso di fargli quella domanda, non tanto per lui, ma per me, poiché non sono sicura di voler conoscere la risposta.

- tutto quello che vuoi. – mi risponde con la stessa dolcezza di sempre anche se si è accorto dell’aria pesante che tira dentro la macchina.

- Hai davvero fatto sesso con sette ragazze in una sera? – la domanda mi scappa letteralmente fuori dalle labbra, che si richiudono offese subito dopo l’ultima sillaba.

- Non mi ricordo bene, credo di essere stato fino in fondo con tre, mentre con le altre… diciamo che con le altre ho solo giocato ecco. – ‘giocato ‘ ecco come lo chiama lui, giocare.

Mantengo lo sguardo fisso sulla strada senza dire altro e McCartney accortosi del mio mutismo prolungato cerca di rimediare.

- Juice ascolta, quella sera nelle mie vene scorreva più alcool che sangue, io sono sempre stato un ragazzo… ‘fortunato’ si ecco fortunato, perché ho un forte ascendete sulle ragazze. Insomma quando sei in un locale e non sei fidanzato le ragazze ti stanno attorno.. ci provano e io.. ubriaco.. non mi sono certo tirato indietro. Non voglio fare il moralista e dare solo la colpa all’alcool, ma da sobrio ho un po’ più di giudizio. – il suo discorso mi è sembrato interminabile.

Perché sentiva il bisogno di giustificarsi con me? Io gli ho fatto delle domande è vero, ma perché è venuto per farsi perdonare oggi?

- Non pensi a come la possono avere presa quella ragazze? Magari ci tenevano a te…-  affermo con voce vaga e tremante, non mi piace questo genere di discorsi, non mi va di essere presa in giro, non ancora.

- Oh non credo sai? Io sono solo un bel viso per loro.. – asserisce Paul con amarezza e dopo questa sua confessione nessuno dei due ha più parlato, anche perché ormai siamo arrivati.

 

Mi ha portato in un parco fuori dal centro di Liverpool, cosa che si fa rilevare anche grazie alla costante presenza di un bellissimo sono primaverile che scalda la pelle, mi sembra addirittura di essere lontanissima da quella noiosa città e il suo alone grigio.

- Vuoi un gelato? O magari qualcosa da bere? – mi domanda premuroso Paulie dopo avermi aperto elegantemente la porta della macchina.

- Si, magari un succo di frutta. – rispondo scendendo dall’auto con una freddezza tale da farlo rabbrividire, comunque sentite le mie parole Paul si è subito diretto verso un chioschetto all’interno di quell’enorme parco, siamo completamente immersi nel verde, infatti, questo posto credo sia una riserva ci sono così tanti pini qui.

Vedendo il mio compagno camminare muto e a testa bassa mi sento un po’ in colpa, dopotutto lui sta facendo di tutto per farsi perdonare mentre io sono estremamente distante, così mi avvicino al bassista e piano, piano unisco la mia mano alla sua intrecciando le dita. Paul non dice nulla, si accende una sigaretta con la mano libera ed emette un sospiro compiaciuto e mi sorride felice, ah ma non credere di avere vinto McCartney!

Ci sediamo ad un tavolino all’ombra di un cipresso e dopo qualche minuto la cameriera viene a prendere i nostri ordini, io voglio un comunissimo succo d’arancia mentre Paulie ne prende uno all’albicocca.

Ad un tavolo poco lontano dal nostro c’è un gruppetto di ragazze che in modo molto maturo e signorile continua a sghignazzare e ridere guardando Paul e facendo dei commenti sui suoi ‘meravigliosi occhioni da piccolo cucciolo ai quali anche Bambi si sentirebbe inferiore.’

No ma dico urlate un po’ di più razza di galline! Il mio accompagnatore però sembra non notarle o almeno secondo me si sta sforzando di non farci caso dato che ha occhi solo per me, ma quelle ragazze sono davvero irritanti.

- Ma santo cielo non ti danno fastidio? – gli domando avvicinandomi a lui coi gomiti piantanti sul tavolino è una voce del tutto esasperata, lui sarà anche abituato a camminare tra languidi sorrisi e sospiri di migliaia di ragazzine, ma io non lo sono! Per niente!

- Oh per quelle ragazzine? Ad essere sincero no, non facciamoci rovinare la giornata da loro. – mi risponde Paul calmo sorseggiando con la sua tipica eleganza. Io comunque non c’è la faccio più così decido di dirigermi per qualche secondo alla toilette sperando che quella specie di bar ne abbia uno. Sono stata via due minuti, non di più ne sono sicura e quando torno vedo Paul ancora seduto al nostro tavolo, ma la cosa strana sono le due ragazzine adoranti che gli stanno parlando sotto gli occhi curiosi delle loro amiche.

Ok, io non sono una persona gelosa, ma non sono nemmeno una persona paziente, perciò è meglio che quelle due sgallettate alzino i tacchi!

- No, dico davvero ero al Cavern sabato scorso e vi ho sentiti suonare e ne sono rimasta davvero abbagliata! Insomma siete stati bravissimi!. -  asserisce sicura la più alta delle due ragazze spostandosi con fare sensuale ( credo solo per lei ) il gonfio ciuffo mogano che le ricopre metà faccia. Io mi stavo già avvicinando con i pugni chiusi al simpatico trio, ma poi accorgendomi del modo distaccato ma pur sempre garbato con cui Paulie rispondeva, nella mia mente diabolica da brava Lennon ho escogitato una piccola ed innocente ripicca personale.

Raggiungo i tre e con uno slancio d’affetto abbraccio Paul da dietro appoggiando il viso sulla sua spalla, il bassista dopo un leggero sussulto si girà nella mia direzione con un sorriso dolce e appagato.

- Paulie andiamo via? Sono stanca di stare qui, cerchiamo un posto all’ombra.. – gli sussurro all’orecchio, ma abbastanza forte in modo che le due ‘ruba uomini’ sentano. McCartney dopo che ho liberato le sue spalle dal mio abbraccio si è immediatamente alzato voltandosi nella mia direzione, ridacchio pensando che è proprio quello che voglio! Mi avvicino a lui e alzandomi sulle punte dei piedi, perché questo ragazzetto è veramente un po’ troppo alto, mi avvicino alle sue labbra e lo bacio.

Uno a zero per la sottoscritta! Penso soddisfatta guardando Paul che si avvicina sorridendo beato al bancone per pagare.

Mi volto verso le due ragazze che nonostante cerchino di sembrare tranquille non riescono a nascondere la loro indignazione.

‘ andate a trovarvi un vostro bassista scemotte!’

 

Dopo il piccolo bisticcio con le due ragazze del bar io e Paul abbiamo iniziato a camminare in un piccolo sentiero completamente immerso nel boschetto e stanchi ci siamo seduti all’ombra di un salice piangente, ammetto che questa è stata una mia idea, vorrei evitare che ogni cinque minuti qualcuna cercasse di provarci con il mio Paul! Anche se devo accettare il fatto che ormai le persone iniziano a riconoscerlo come uno dei ‘Beatles’ e questa sua popolarità mi mette una strana preoccupazione addosso.

Paul si accende un'altra sigaretta quindi lo richiamo dicendo che se fuma troppo non potrà più cantare, ma il mio simpatico amicone Paulie inizia a farmi il solletico e solo quando abbiamo smesso di ridere e pizzicarci a vicenda ricomincia a parlare.

- L’hai fatto apposta vero? – mi chiede coricandosi completamente sull’erba e portandosi un braccio sotto la nuca per appoggiare la testa. Io non invece mi avvicino a lui mettendomi perpendicolare al suo corpo e appoggio la testa sul suo stomaco.

- Se ti riferisci al bacio di prima ammetto che ho voluto mettere le cose in chiaro con quelle racchie! – ribatto acida, anche se poi il mio compagno inizia ad accarezzarmi i capelli con la mano libera e allora mi addolcisco immediatamente.

- Hai marcato il territorio insomma! – afferma lui ridendo.

- Io non sono gelosa! È solo che mi da fastidio che tu esci con me e appena me ne vado altre due ragazze ci provino immediatamente con te! – ammetto più a me stessa che a lui, sono gelosa di Paul, accidenti!

- Ma io non ci sono stato però! Sono stato bravo o no? – mi domanda con una finta voce da bimbo innocente al che mi alzo dalla mia posizione dal suo stomaco e lo minaccio gesticolando con l’indice:

- Se vedevo che ci stavi altro che bacio! Ti sarei piombata addosso come un fulmine a ciel sereno! – Paul mi guarda divertito alzandosi sui gomiti prima di mettersi seduto, dopodiché mi scosta una ciocca di capelli che mi copre il viso.

- Tu non puoi essere un fulmine Juice, tu sei un raggio di sole, il mio personale raggio di sole. –

Dopo questa dolce confessione in vero stile McCartney, Paulie si avvicina e ci baciamo, io sono in ginocchio di fronte a lui che invece è seduto e per la prima volta sento che il nostro bacio diventa più passionale e desideroso.

Le mani di Paul spostano il bordo della maglia e i suoi pollici accarezzano la mia pelle nuda, ma solo quando sento tutta la sua mano sul ventre decido di staccarmi da quel momento di pura libido.

- Juice tesoro, io ti voglio bene, ma non mi puoi sempre lasciare così cioè insomma… io mi sto impegnando e tu ti allontani, capisci che mi risulta difficile?- mi dice McCartney sorridendo sghembo e ironico  guardandomi divertito.

- Santo cielo Mister McCartney non varrà mica farlo in un bosco! – lo riprendo facendo la finta scandalizzata.

- Miss Lennon, è sempre un’esperienza! – risponde sornione Paul, tentando di avvicinarsi ancora, mettendomi una mano sulla coscia.

- Oh cielo Mister, eh io che la credevo un uomo di classe! – urlo, ma questa situazione mi diverte troppo per non ridere e nel frattempo prendo una manciata d’erba e la tiro in faccia al mio povero bassista sfortunato.

- Pffff!! Cazzo Judith! Che schifo… pff.. guarda che l’erba non è buona!- commenta il malcapitato sputando erba ovunque, mentre io cerco di smettere di ridere. Quando finalmente mi sono calmata continuo con la mia recita della pudica verginella.

- Lei è solo un manigoldo che si prende gioco di un’ingenua fanciulla, quale io sono! – dico incrociando le braccia al petto facendo un espressione offesa.

- Se se, ingenua fanciulla!se sapesse John che cosa combini! - mi fa eco Paul togliendosi ancora alcuni pezzetti d’erba dalla lingua. È così buffo in questa situazione che in me si riaccende qualcosa, così gli salgo a cavalcioni sulle gambe, facendo in modo che queste ultime fossero in mezzo alle mie, inoltre con un atto di cattiveria gli do un forte spintone sulle spalle con entrambe le mani facendolo sbattere a terra, immediatamente la sua espressione da divertita diventa confusa, ma appena cerca di aprire la bocca per dire qualcosa io mi impossesso delle sue labbra e della sua lingua.

Paul è completamente sottomesso al mio volere, e inebriata di questa sensazione porto le mie mani sul suo bacino e sposto la maglietta per sentire la sua pelle calda, passo con le dita sui suoi addominali appena accennati, poi accarezzo con mano leggera le sue costole e lo sento sospirare di piacere.

Raggiungo con l’indice il suo ombelico e faccio degli innocenti cerchi intorno ad esso, il respiro di Paul diventa sempre più affannoso, e capisco che è il momento di agire.

Mi stacco lentamente da lui tendendo per una manciata di secondi il suo labbro inferiore stretto fra i miei denti, poi quando e nostre bocche si allontanano del tutto, mi avvicino al suo orecchio e..

- NON TE LA DO IN UN BOSCO McCARTNEEEEY! – urlo scoppiando a ridere per poi togliermi dalle gambe di Paul che si tiene un orecchio lamentandosi.

- Ma guarda tu che stronza! Margaret Judith Michelle Lennon, sei una subdola ragazzetta cattiva! – è il suo commento dopo che il fastidio all’orecchio gli è passato.

- Come cavolo fai a sapere il mio nome completo? – chiedo scandalizzata anche se Paul senza curarsi della mia domanda, si alza in piedi porgendomi la mano.

- Andiamo Suor Judith! – accolgo le sue dita con una stretta leggera per non farmi alzare di peso da lui, ma quando sono troppo lontana dal terreno per essere seduta, ma troppo sbilanciata per alzarmi in piedi da sola Paulie lascia la presa e mi fa cadere di a terra facendomi dare una culata assurda!

- James Paul McCartney  tu sei.. – inizio immaginando ogni tipo di offesa che mi venga in mente.

- tuo? - mi chiede regalandomi uno dei suoi più bei sorrisi perfetti, che per un momento mi ha fatto perdere un battito.

- Non era quello a cui stavo pensando, ma può andare. – gli concedo alzandomi e baciandolo per l’ennesima volta.


EMRYS'S CORNER.
Salve giovani e vecchi di tutte le età insomma :) sono giuta or ora per ringrazire le anime pie che hanno letto e recensito la mia favella :D
Dante cazzo e mollami ogni tanto! -.-"
Tornando alle cose serie :)

Martha McCartney: Ciao cara :) mi è piaciuta un sacco la tua recensione divisa in punti! :) la trovo davvero utile e poi cacchio è lunghissima immagino che ci sarai stata su un bel pò :) quindi grazie per l'attenzione e l'accuratezza con cui hai scritto! :D Grazie tantissimo anche per i complimenti ovviamente! spero che ti piaccia anche questo capitolo! :*

I Love The Beatles: Ciao cara :) grazie per avermi detto che il capitolo precendente ti è piaciuto molto e devo ammettere che anche secondo me è meglio degli altri perchè mi sono impegnata di brutto :D grazie per i complimenti e spero che anche il nuovo capitolo superi gli altri in bellezza!:*

FedericaJane: Ciauuu :) grazie per aver detto che descrivo bene, perchè voi non sapete che lavoraccio c'è dietro ad ogni capitolo! lo rileggo almeno mille volte perchè appunto il mio scopo è quello di farvi vivere la scena insieme a Juice, per cui quando me lo dite bwaaaaa ^//^ grazie mille davvero! dimmi cosa ne pensi anche di questo capitolo!:*

KatyAniFrancy: Mi diaspiace per averti scandalizzata tanto con il numero delle ragazze, ma fidati se lo scrivo è perchè effettivamente è possibile! è successo ad un mio amico! (bello come il sole *Q*) cooomunque anche io mi sono sempre immaginata Stu come un british old style e non mi sono mai spiegata perchè Paul l'odiasse tanto! :) magari con questa storia gli stiamo dando il motivo per farlo! :) che Juice e Paul abbiano voglia si capisce bene :) dal capitolo che hai appena letto poi diciamo che è tutto molto cristallino! :D grazie per i complimenti e fammi sapere per questo cap! :*

GiuliV: Prima di tutto complimenti perchè hai capito una cosa importante, ma non posso dirtelo  perchè sarebbe uno spoiler troppo succulento! :P comunque anche io trovo George molto dolce, perchè insomma diciamo che io ho la mia personale idea delle loro personalità basata su ciò che ho visto e ho letto per cui per me Geo è decisamente dolcissimo! :) grazie per la recensione e dimmi se ti è piaciuto anche qusto capitolo! :*

_Eleanor R_: Complimenti per il nick se è riferito alla canzone dei mia adorati Fab! :D comuqnue grazie per la tua recensione! sono felice che hai gradito il gioco tra Paul e Juice anche perchè il mio intento è quello di creare una specie di circolo vizioso dove alla fine nessuno dei due vince, ma ho sempre paura di non riuscire! grazie per i complimenti e dimmi come ti semrba questo capitolo! :*

Allora giovani, mi dispiace come ho gia detto a KatyAniFrancy di avervi scombussolato con il numero delle conquiste di McCartney, ma dato che anche a me è successo (cioè non a me ma ad una persona che conosco) posso assicurarvi che è possibile. Ad ogni modo spero di aver attenuato la cosa dicendo che alla fine a letto ci è finito con tre.
Comunque il prossimo capitolo è quasi finito, datemi il tempo di rileggerlo e cambiare il finale! :D una settimana me la concedete dai :)
Inoltre ho notato che ormai questa storia sta diventando una longo, perciò corro a cambiare la descrizione.
Grazie mille per le recensioni e le visite che ricevo! siete proprio voi che mi fate venire voglia ci continuare!
e con questo vi saluto.

Love, and always to the top.
Emrys_








Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** * Is There a Ghost? * ***


kkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkk

* Is There a Ghost? *

Sento qualcosa colpirmi la nuca e quando mi giro vedo John con in mano una fionda e una manciata di sassi

- John ti dispiacerebbe spiegarmi cosa cazzo stai facendo? – gli domando irata e nervosa.

- Ho voglia di litigare con qualcuno! – afferma il mio fratellone con un sorriso da angelo che ingannerebbe chiunque non lo conosca veramente.

- Bè caschi male! Devi lasciarmi in pace! –ribatto stanca, devo studiare troppo, non posso assecondare tutte le stronzate di Johnny  Boy.

- ah non ti va? – mi chiede davvero dispiaciuto per non aver trovato un compagno di giochi, ma il suo dispiacere dura realmente poco, infatti, dopo qualche secondo riprende la fionda e inizia a girare per casa urlando – oooooh Paulieee??! - .

 

Il sole sta tramontando e io e Paul siamo seduti su una panchina accoccolati uno accanto all’altra, ho la testa appoggiata sulla sua spalla e mi godo il calore del suo corpo vicino al mio, mi avvicino alla sua mandibola e gli do un piccolo bacio, così, senza pretese, solo per ricordargli che ci sono qui vicino a lui e che l’ho perdonato.

Paulie emette un sospiro di piacere e appoggia piano la sua testa sulla mia, sento i suoi meravigliosi capelli color ebano pizzicarmi il viso, ma non ho la forza di allontanarlo perdendo il suo profumo da sotto il naso.

- Quindi.. – inizia lui vago, ma tranquillo – devo dedurre che mi hai graziato? – il termine ‘graziato’ mi lascia scappare un sorriso, si comporta come se il mio perdono fosse una delle cose più importanti sulla terra.

- completamente assolto! – affermo sicura al suo orecchio, e così sento le sue braccia stringersi ancora di più attorno al mio corpo.

- Paaaaaul guarda che cos’ho qui! – dico dopo aver cercato per dieci minuti buoni nella mia borsetta bianca,maledetta la mia mania per le borse enormi!

- Oddio no! La macchia fotografica no! – si lamenta il simpatico di fianco a me facendo finta di darsi una pugnalata, mentre io appoggiando le gambe sulle sue stacco i nostri petti per poterlo inquadrare meglio con l’obbiettivo.

- Juice ti prego non iniziare a farmi delle foto!- continua il suo piagnucolio McCartney, ma tanto io non lo ascolto ed inizio a scattare foto a più non posso.

- Gne gne gne!! – ribatto per zittire i suoi noiosi gemiti.

- Molto maturo da parte tua, davvero! – si rassegna il mio soggetto preferito, adoro fotografarlo, cazzo lui è così… così bellissimo! La mia polaroid continua a creare dei capolavori che possono essere considerati tali perché l’oggetto principale delle foto è Paul McCartney.

Gliene faccio di profilo, di fronte e presa dall’euforia mi dimentico persino dei suoi continui lamenti, fino a quando non mi prende di mano la macchina fotografica e mi bacia all’improvviso, scattandoci una foto.

Rimango basita dal suo gesto, mentre lui prende la foto e la scuote per far apparire i colori, e quando la vedo arrossisco pensando che sia semplicemente bellissima.

- Sai.. penso che dovremmo andare a casa.. – dico svogliata,nascondendo il viso nell’incavo del suo collo mi dispiacerebbe davvero dovermi staccare da lui, proprio adesso, adesso che stiamo bene, ora che i Beatles, John, Stuart e tutti gli altri sono così lontani da noi.

Mi sembra di essere su un bilico e se da una parte c’è Paul che mi guada sorridente dall’altra c’è un profondo baratro nero, io mi trovo esattamente sul ciglio, sull’orlo di questo equilibrio imperfetto.

- Io mi alzerei, ma qualcuno mi tiene imprigionato alla panchina con le sua belle gambe. – mi accusa McCartney, ricordandomi che sono praticamente in braccio a lui, cielo com’è fiscale questo ragazzo.

Mi sposto molto lentamente, e quando il corpo di Paul non è più accanto al mio sento vuoto e freddo, ecco quell’orribile sensazione che mi prende quando sto troppo bene.

Credo, anzi so, che sto dando troppa importanza a Paulie, e so anche che non devo farlo, non posso fare di lui un motivo di felicità, non posso far dipendere la mia contentezza da qualcun altro poiché alla fine rischio di rimanere fregata.

Sono stata presa in giro troppe volte, e anche se ho perdonato il mio bassista so per certo che questa storia non la dimenticherò facilmente. Come posso dopotutto?

Devo mettere un freno alle mie emozioni e ai miei sentimenti per Paul, è un bel ragazzo e mi piace stare con lui, ma questo non significa nulla, devo estirpare ogni valore dai nostri momenti insieme, in modo che non debba poi rimpiangerli in futuro.

- Signorina scusi, pensa di alzarsi o vuole rimanere ancora per molto a fissare il vuoto? – è proprio la sua voce, la sua dolce e candida voce che mi fa prendere la mia decisione, mi godo questi momenti, ma non mi aspetto nulla, so che può sembrare un pensiero egoista, ma sto solo cercando di salvaguardare il mio fragile equilibrio di cristallo.

- perché non fai il gentiluomo e mi porti in braccio? – chiedo ironica a Paulie che prendendomi alla lettera mi afferra per la vita e mi carica in spalla, sotto il mio sguardo scandalizzato ovviamente.

- ma cosa cavolo fai?? – strillo dalla sua schiena terrorizzata!

- me l’hai detto tu! – si scusa lui con una vocina innocente, anche se sono sicura che sta ridendo sotto i baffi! Ah McCartney ti salvi solo perché non ti vedo in faccia!

- Ma non si fa così! Io mi aspettavo qualcosa in stile Cenerentola! – commento sbuffando sulla sua nuca spettinandolo un poco.

- vedila così, sei una principessa alternativa! – continua a prendermi in giro ridacchiando, alla faccia del principe azzurro! – Juice, cazzo, smettila di dimenarti! – mi sgrida autoritario.

- Ma ho paura!! Sei troppo alto, se cado mi faccio male! – e mentre io rischio di mollarci una facciata pazzesca il mio dolce e cordiale accompagnatore ha ben pensato di ridere delle mie paure. Tipico.

 

Finalmente abbiamo raggiunto la macchina e dopo essermi assicurata per bene la cintura, e quando dico per bene intendo in modo da anti-stupro (non si sa mai con McCartney) permetto a Paul di partire.

- Tu non mi hai ancora detto come fai a sapere tutti i miei nomi! – mi lamento dato che per Paulie la moda di non rispondere alla mie domande sta diventando una fissa.

- Me l’ha detto John, lui parla sempre di te. – dichiara con voce amabile il bassista nonché migliore amico di Johnny, ho sempre fatto fatica a capire la relazione tra di loro, sono così in sintonia, io non ho mai avuto un’amica così perfetta, una metà assoluta che mi abbia mai capito nello stesso modo in cui Paul e John si capiscono tra di loro.

A volte li vedo in salotto, uno di fronte all’altro con le loro chitarre sulle ginocchia che provano ripetutamente ogni brano almeno mille volte, sfruttando il fatto che Paul è mancino per confrontarsi sulle note da suonare.

Li trovo così completi e perfetti che passerei ore a guardarli, litigano spesso è vero, ma quando fanno musica, nulla li può dividere.

Un pensiero si fa largo nella mia mente, un pensiero imbarazzante che mi fa confluire il sangue alle guance.

- Paul.. ehm.. credi che dobbiamo dirlo a Johnny? – gli chiedo sprofondando per la quattrocentesima volta in qual fottuto sedile di pelle.

- che cosa? – mi domanda sorridendo, sta facendo il finto tonto! Ora sono super imbarazzata, non voglio fare un passo falso, devo escogitare un modo per intendere ‘di me e te’ senza però alludere ad una possibile nostra relazione, che non sono nemmeno sicura che esista.

- Del fatto che hai provato a farti sua sorella in un bosco! – asserisco con un sorriso che sa di vittoria, il concetto alla fine è quello o mi sbaglio?

Paul rischia di strozzarsi con la sua stessa saliva e dopo aver tossito parecchie volte con gli occhi rossi esclama: - sai forse è meglio di no, lui è così geloso quando si parla della sua J, rischierei la morte e diciamocelo tesoro, sono troppo bello per morire!-  ma senti questo scemo!

- Scusi la domanda McCartney, ma mi dica, la modestia dove l’ha lasciata? – Paul per tutta risposta ride cristallino, e mi appoggia una mano sulla gamba, la quale io stringo immediatamente con la mia e quando Paulie interrompe il nostro legame per cambiare marcia, la mia espressione dispiaciuta  gli sembra così buffa che con un sospiro ed un sorriso divertito torna a stringermi le dita.

- Comunque se vuoi dirglielo.. – continua lui riprendendo il filo del discorso, ma io presa dal panico asserisco un secco ‘meglio di no’ che lo lascia pensieroso.

-Tanto credo che alla fine, non ci sia nulla da dire. – ecco fatto, ho rovinato tutto, di nuovo il mio involucro, la mia fortezza mi si è chiusa attorno come un riccio, facendomi dire una frase che sarebbe dovuta rimanere sigillata nella mia mente. Dopo questa mia uscita, Paul non ha più parlato e la sua mano non si è più ricongiunta con la mia, ma devo immaginarmi il perché, gli ho appena detto che non vale nulla.

Ho paura che sia arrabbiato, dato che guarda fisso la strada senza muovere un muscolo, cioè so che l’autista deve sempre guardare la strada, ma Paulie mi sembra di marmo, per cui decido di parlare.

- Cosa.. cosa dovete fare stasera? – gli chiedo intimorita dall’autorità che emana dalla sua posizione statica.

- dobbiamo venire a mangiare una pizza da te alle otto, anzi adesso che ci penso devo andare a prendere la pizza cazzo! – afferma accelerando di botto e facendomi schiacciare letteralmente contro il sedile.

- Paul vai piano! – strillo terrorizzata quando vedo gli alberi diventano solamente una lunga macchia verde.

- Perché hai paura? – mi domanda ridacchiando sghembo, cosa che mi fa impazzire, ma adesso devo tenere la mente libera! Devo cercare di salvarmi la vita cazzo!

- Oh dai Juice, io sono abituato ad andare veloce! – afferma sicuro di sé, Paulie accelerando ancora.

- Sentimi bene, tu forse sarai abituato ad andarti a schiantare stile Fast&Furios per le vie di tutta Liverpool, ma io vorrei vivere!- ribatto acida appoggiando le mani sul cruscotto.

- non fare la scema! – risponde di rimando McCartney passandomi un braccio intorno alle spalle come per tranquillizzarmi, anche se invece ottiene l’effetto contrario.

- Paul le mani si dovrebbero tenere alle dieci e due e non alle nove e niente!!! – urlo ormai al limite della sopportazione, ma dopo questa mia ultima precisazione, lui inizia a rallentare, fino a raggiungere una velocità normale.

- Centro abitato.- precisa indicando con l’indice il cartello che segna il limite dei settanta, Siano lodati i vigili allora!

- Paul mettimi giù un po’ prima di casa mia, se gli altri ci vedono arrivare insieme, bè sai come sono fatti. – precisò dopo aver fatto un lungo respiro ed essermi calmata.

- Non voglio farti camminare da sola a quest’ora, dai ci inventeremo una scusa. – afferma premuroso.

- No Paul fammi scendere all’inizio della via, tanto sono pochi metri, te lo chiedo per favore, non ho voglia di sentire John che inizia a farsi i suoi viaggi mentali profetici. – continuo cercando di dare peso alla mia teoria, così dopo essere sicura di aver convinto l’autista che mi guarda contrariato, ma annuisce sottomettendosi alla mia autorità tiro fuori di nuovo la mia macchina fotografica e gli faccio altre foto, ormai la mia borsa ne è piena.

- Juice, tesoro così mi consumi! – dichiara Paul con un atto di umiltà dopo aver spento il motore e parcheggiato la macchina all’inizio della via come avevamo deciso prima.

-Sai sempre come rovinare i momenti romantici! – gli rinfaccio facendogli la linguaccia, dopodiché mi slaccio la cintura e faccio per scendere dall’auto.

- Come non mi saluti? – mi chiede sfoderando il suo sguardo da cucciolo al quale davvero in pochi sanno resistere.

- ah già, ciao Paulie! – dico salutandolo con la mano e aprendo la portella per scendere, ma McCartney non contento mi ferma per il polso sinistro e mi fa tornare seduta.

- Ragazzina io voglio un bacio! – dice facendomi voltare il viso con una carezza sulla guancia e avvicinandosi sempre di più alla mie labbra, ma quando ormai le nostre bocche si sfiorano io affermo decisa:

- Oggi mi hai baciato fin troppe volte! Non vorrai mica consumarmi! – Paul si lascia scappare una risata e mi lascia solo un leggero bacio a stampo per poi allontanarsi di nuovo.

- Touché. –

Scendo dall’auto e dopo avermi fatto un cenno con la testa lo vedo ripartire per andare a prendere le pizze che dobbiamo mangiare stasera, tanto meglio, signifca che non dovrò cucinare.

 

 

- Hey, quella non è la macchina di McCartney ? – la domanda mi fa gelare il sangue nelle vene, anche se però non riconosco chi me l’ha posta, così mi giro verso la voce e scorgo Stuart, in tutta la sua bellezza enigmatica che mi guarda con un sguardo scuro e velato.

- Cosa? Ma va la! Ma cosa dici Stuart!- dico la frase con una risatina nervosa senza guardare negli occhi il mio interlocutore, ti prego Stu fatti gli affari tuoi perché non so che scusa inventarmi!

- è una polaroid quella che vedo? – chiede Sutcliffe facendo finta di nulla, indicando con un movimento del capo la mia macchina fotografica che stringo ancora tra le mani.

- ehm, si.. sai adoro fare fotografie. – non capisco l’avversione che Paul prova nei confronti del povero Stu, dopotutto a me sembra un vero gentiluomo.

- Ah, non lo sapevo! Anche a me piacciono le fotografie, anche se però preferisco la pittura!.. se devi  andare a casa tua andiamo insieme dai, tanto stasera devo venire da voi!- e dopo avermi invitato a fare la strada con lui abbiamo iniziato a camminare vicini, ma non troppo, non come con Paulie.

- Anche io me la cavo a disegnare! Ma non sono molto brava!- continuo cercando di mantenere un tono interessato, dato che spero che il tema ‘ macchina sospetta’ non salti più fuori.

- Oh bè, io credo che tutto dipenda dalla musa! – risponde Stuart con il tipico tono di chi sa di cosa sta parlando – tu per esempio saresti un ottima ispirazione! – dice fermandosi per guardare meglio i miei occhi attoniti, ha un sorrisetto strano ma estremamente bello. Un sorriso di quelli che ti fanno capire che lui è un ragazzo che ottiene sempre quello che vuole.

Oh mio caro Sutcliffe, se resisto a McCartney riesco a tenere testa anche a te!

- Ti stai offrendo di farmi un quadro? – gli chiedo con un po’ troppa malizia nella voce, infatti, credo che abbia frainteso la mia domanda, e questo mio pensiero viene confermato dalla sua relativa risposta.

- Basta che vieni a casa mia! – asserisce sicuro di sé e del suo fascino.

Mi lascio scappare una risatina inquieta, ma dopo questa sua frase non ho più detto nulla, mi limito a camminare al suo fianco e l’unico rumore che disturba il nostro mesto silenzio è provocato dal crepitio dei sassi sotto le nostre scarpe.

Ormai il sole sta tramontando e bacia l’asfalto attraverso i rami del viale alberato di casa mia, Stu sospira tranquillo mentre un leggero velo d’imbarazzo mi porta a nascondermi dietro una ciocca scura di capelli che mi è scivolato leggera sulla guancia accaldata.

- Posso farti una domanda? – mormora non troppo forte, ma abbastanza per farsi sentire il mio accompagnatore quando ormai mancano pochi metri alla porta di casa mia.

- Si, certo.. – rispondo impacciata senza curarmi troppo di Stuart, infatti, la macchina di Paul parcheggiata davanti al vialetto di casa mia mi fa preoccupare, se mi vede arrivare con il suo peggior nemico, potrebbe anche incazzarsi.

- A letto McCartney è così bravo come dicono oppure è solo una leggenda? – dice la frase con un sorriso beffardo e strafottente, che lo rende fin dov’è possibile ancora più bello, ma anche estremamente stronzo cazzo! Inizio a tossire e per qualche secondo mi dimentico persino di respirare.. cosa cazzo faccio adesso??

- Cosa? Ma cosa dici… ma cioè ma Stuart! – inizio a balbettare arrossendo vistosamente – ma no ma dico ma siamo pazzi? – continuo senza sapere cosa dire oltre alle mille congiunzioni senza senso logico che la mia mente continua a sfornare.

Siamo ormai davanti alla porta di casa mia quando finalmente dopo un lungo respiro riesco a spiegargli quanto la sua teoria di una mia relazione con Paul sia assurda e quanto sia stato fantasioso lui a pensare un tale congettura.

- Bè secondo me c’è qualcosa, ma non sono un curiosone, posso benissimo farmi gli affari miei. – afferma Stuart passandomi un braccio intorno al collo e bussando delicatamente alla porta per avvertire John che siamo o almeno lui è arrivato.

- peccato perché mi interessi .-  riesce a concludere Sutcliffe prima che la porta bianca di casa si spalanchi dietro alle risate festose di Ringo e ai rimproveri di John per la mia lunga assenza inspiegata.

Solo una persona non sta ridendo in mezzo a quel quadretto da famiglia perfetta.

Paul, Paul non ride, è serio ed immobile con la mano che lambisce elegantemente il corrimano delle scale che portano al secondo piano.

Oh no, Paulie non ride per nulla, il suo viso è imperscrutabile, mi fissa profondo e grave senza permettermi di capire il suo stato d’animo.

Purtroppo per lui il suo autocontrollo lo tradisce, dopo aver visto l’odioso tentacolo di Stu attorno al mio collo, la sua stretta al corrimano non era più dolce come quella di un amante alla sua musa, bensì la sua mano si irrigidisce e le nocche gli diventano bianche.

Devo spiegargli molte cose, lo so.

I suoi occhi me lo stanno ordinando.

Ben trovati miei carissimi lettori :D

Allora eccoci alla fine di questo capitolo, scusate per l'attesa, ma non ho molto tempo ultimamente ed inoltre devo ammettere che il prossimo capitolo c'è, ma solo nella mia capoccia! -.-"

IMPERQUINDI non aspettatevi un aggiornamento fulmineo, datemi una settimana e mezzo o due addirittura D:

comunque vi prometto che mi impegnerò! per aggiornare il più presto possibile :)

Che dire di questo capitolo? forse all'inizio vi avrò fatto venire il diabete (effettivamente mangio molto dolci ultimamente) forse è il modo che il mio corpo ha trovato per smaltire lo zucchero! xD

Comunque mi raccomando giovani segnatevi il finale! :) finale che ho cambiato e ricambiato migliaia di volte! perchè sarà proprio su questo finale che si svileppuerà la trama del prossimo capitolo! :) GRazie per l'attenzione e ora ringrazio i miei 5 tesori che hanno recensito! :D

GiuliV: eeeeeeeeh l'Amour! <3 :D ma l'amour lo provo io per te leggendo la tua recensione! cioè mi sono venuti i lacrimoni :) addirittura del fenomeno! *powereggia* dai che poi mi monto la testolina! :D Grazie mille sul serio! Comunque gli spezzoni che trovi ad inizio capitolo non  lo so nemmeno io cosa sono! :P cioè io li classifico come 'slices of life' dato che li trovo carini e permettono a voi che leggete di capire meglio come io me medesima mi immagino i personaggi con cui ho a che fare e vi aiuta anche a capire meglio il loro ruolo:D Grazie ancora e spero di averti spiegato e chiarito ogni dubbio! Bacioni ** ti aspetto con la recensione di questo capitolo!

I Love The Beatles: no no no NO!! non devi assolutamente scrivere una storia senza poi pubblicarla! >.< no dai a parte gli scherzi credo che ognuno di noi abbia la possibilità di pubblicare qualsiasi cosa voglia e dunque penso che tu dovresti pubblicare la tua storia! non immagini quanto sia gratificante leggere le recensione come la tua *occhi a cuoricino* dove mi dici che sono brava e mi fai venire voglia di scrivere ancora! Perchè non credo immaginiate quanto lavoro ci sia dietro ad un capitolo! e vedere che il mio sforzo ed il mio lavoro piacciono a qualcuno mi riempie di gratitudine! PER CUI PUBBLICA! sarò la tua prima fan!** Grazie e fammi sapere ancora il tuo parere :)

Martha McCartney: GRazie grazie! mi inchino! le tue recensioni sono sempre così gentili! e mi fanno morire dal ridere!! :D dai non credo di meritarmi tutti quei meravigliosi complimenti! ma ad ogni modo grazie :D ti ringrazio anche per avermi dato del fottutissimo genio! :) è un complimento che non mi fanno in molti! -.- Spero vivamente di non averti deluso con quato capitolo e di non deluderti mai! :D Ciao cara**

KatyAniFrancy: Me la togli una curiosità?? ma siete in tre con un solo account? xD perchè se no il tuo nick non mi si spiega! :D comunque lasciando al parte il gossip. U.U Grazie per i tuoi complimenti! davvero sono molto gratificanti!! invece per quanto riguarda McCartney in bianco l'ho messo perchè secondo me solo in una storia di fantasia può succedere che qualcuno rifiuto quel coglionazzo! :D *-* Juice non è ancora svenuta maaaaaaa... ti dirò secondo me manca poco! :D poi tu capisci la mia frase nel modo che più ti convinene! :) adesso scappo altrimenti i racconto la trama :D Ciao bella**

_Eleanor R_ : Sono contenta che il tuo nick abbia successo perchè merita! :D grazie per la tua recensione e spero che questo capitolo sia all'altezza dei precedenti! se è migliore sta a te deciderlo! :D spero di sentire presto il tuo parere cara Eleanor! **

Oh ragazzi grazie mille per i complimenti! vedo che l'ultimo passaggio del capitolo precendete vi è piaciuto molto! perciò vi ringrazio e vi prometto che darò sempre il meglio di me per farvi contenti! 

Love and always to the top.

Emrys_

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** * Old man, Look at my life * ***


Buongiornoseranotte :D

Mi dispiace di aver aspettato così tanto per aggiornare, ma insomma, sono andata al mare! :D

Ad ogni modo eccomi qui di corsa che aggiorno!

Preparatevi perché questo capitolo non è come gli altri, è un po’ triste  (mi è venuto in mente ascoltando Jenny Wren quindi immaginate) però non mi dilungo parlandomi dei miei pensieri personali anche perché per quanto mi riguarda mi fanno tutti schifo i miei capitoli-.-“

Comunque ora ringrazio le mie recensitrici.

 

 

I Love The Beatles: Ok sono arrossita! :D Grazie mille davvero sei davvero di aiuto! Per quanto riguarda le scene di amoreggiamenti vari, ho sempre sperato di non risultare troppo volgare, e sapere che ci sto riuscendo mi fa sentire meglio! :D Adesso vedremo se riuscirò a non esserlo anche più avanti! Grazie Tesor :*

 

GiuliV: Dai non ci ho messo tanto! :D *Manciate di pomodori e ortaggi vari le arrivano addosso* ehm ehm.. lo so mi scuso, ma ci sono state volte che ci ho messo di più! U.U grazie per i tuoi complimenti e lo so che l’amour gira e rigira per la casa di John. ;) Oh però io sarò anche malata, ma anche io fossi contesa tra Paul e Stuart, bè insomma mi sentirei una gran bella ragazza!! xD Ciao cara :*

 

_Eleanor R_ I’ve got the powerrr!! Gran bella immagine quella di Juice che la canta un po’ come Jim Carrey :D Grazie per I complimenti e il primo pezzo dellla recensione mi ha fatto morire! :D Proprio lo odi il povero Stu! xD Grazie ancora cara! :*

 

Martha McCartney: Io non rileggo i miei capitoli fino a quando non li ho pubblicati quindi non vengo a farti la predica se non rileggi la recensione! Grazie, sei sempre molto gentile con me! E meno male che hai capito a cosa serve Stu!! xD è solo un rompi balle, ma mi serve per farvi interessare alla storia! altrimenti sai che noia?? :P Grazie e grazie e ancora grazie! :* alla prossima!!

 

Allora Giovani, io devo partire per il mare domenica! Quindi vi dico una cosa J se recensite in molti aggiorno prima che parto, altrimenti aspettate! :D

Non voglio essere vanitosa facendo questo, è solo che penso che se recensite avrete voglia di leggere e quindi più recensioni e più voglia di andare avanti, mi seguite??

Grazie per l’attenzione e godetevi il capitolo! :D

 

Love and always to the top.

Emrys_

* Old man, Look at my life *

- Juice, secondo te qual è il più bello tra di noi? – mi domanda Paul prendendomi di sorpresa.

- se vabbè, Cynthia sarà anche di parte, ma allora anche mia sorella lo è! – esclama mio fratello facendo un gesto stizzito della mano.

- gne gne gne! – gli risponde Paul di rimando per poi tornare a guardarmi trepidante.

Io assumo un espressione seria, da vera intenditrice e poi comincio il mio discorso – Allora vediamo John, bè lui più che bello è affascinante, Paul  insomma diciamocelo che Paul è proprio bello… poi c’è George lui si che è carino e coccoloso! poi l’ ultimo di nome ma non di fatto è Ringo, che ha un sorriso dolcissimo e due gemme al posto degli occhi.. – dico tutta la frase con un tono pensieroso e mi tocco il mento con l’indice ed il pollice per dare potere alle mie macchinazioni mentali.

- come immaginavo! – esulta Paul accendendosi una sigaretta con un sorriso soddisfatto.

- Quindi il più bello è …. Ringo! – affermo sicura allargando le braccia verso al mio batterista preferito.

- CHE COSA?? – esclamano in coro gli altri tre Beatles, ma io sono immersa nell’abbraccio di Rings e non posso sentirli.

 

 

Appena metto un piede oltre alla porta d’ingresso delle braccia sconosciute mi cingono, o almeno queste braccia sconosciute, lo sono relativamente per poco tempo, infatti, il tintinnio dei braccialetti e l’inconfondibile odore di fiori di campo mi fanno riconoscere il delicato abbraccio della mia amica Cynthia.

Cyn è la ragazza di mio fratello ed anche la mia migliore amica. Ci siamo conosciute molto prima che si mettesse con John e anzi per quanto riguarda la loro storia posso considerarmi il loro ‘cupido’ personale, dato che sono stata io a spingere Johnny a dichiararsi.

- Judith! Tesoro sono tornata! – mi strilla nelle orecchie la mia amica bionda. Cynthia infatti, era andata in vacanza a Brighton a causa di una forte sinusite che l’aveva colpita l’autunno scorso.

Quanto mi è mancata la mia piccola elfa!

Nonostante gli anni che ci separano, Cyn ha la stessa età di John, stiamo benissimo insieme. Dopotutto io mi sono sempre trovata meglio con le persone più grandi di me.

Credo di essere maturata prima del tempo.

O forse, sono solo molto strana.

- Elfa! Sei guarita? Oddio che bello sei tornata!!-  le rispondo entusiasta ricambiando la stretta spacca ossa della ragazza di mio fratello.

- Devi raccontarmi tutto ragazzina! Per filo e per segno! – mi intima immediatamente la nuova arrivata additandomi con l’indice per esprimere al meglio l’irreversibilità dei suoi ordini.

- Ok va bene. – acconsento remissiva dato che ormai conosco troppo bene la mia amica, se vuole sapere una cosa in un modo o nell’altro la scopre! È peggio del Liverpool Daily! – però prima lascia che vada a cambiarmi! – le dico cercando di liberarmi dalle sue braccia affettuose.

- Si certo, ma non mi scappi! Ho una tale voglia di gossip! – ribadisce Cyn assottigliando gli occhi come se stesse cercando di capire se dopo aver salito le scale io me la sarei svignata per evitarmi il terzo grado che mi pende pericolosamente sulla testa.

- Juice mettici poco perché George ha fame! E non so per quanto Ringo riesce a tenerlo occupato!! – mi richiama mio fratello.

Sempre il solito lui, poverino, non capisce l’importanza dell’indossare l’abito giusto.

 

Ritorno dunque a guardare le scale, Paul non si è mosso dalla sua posizione e se voglio salire in camera mia devo per forza passargli accanto.

Non è che ho paura di Paul precisiamo.

È solo che in quella posizione, con quel suo sguardo che sa di foresta, bè… mi mette soggezione ecco.

Forse anche perché so che stavolta quella che deve farsi perdonare sono io.

Annuisco in direzione di Johnny e dopo aver preso un lungo respiro mi dirigo verso le scale, come immaginavo Paul non si scompone, mi continua a guardare fisso e freddo, ma mi lascia salire senza un minimo cenno.

Gli passo accanto, si scosta leggermente per permettermi di salire e credo che stia veramente cercando di uccidermi con lo sguardo.

Meno male che non è una sorta di Jedi alla Luke Skywalker, altrimenti mi avrebbe già ucciso con la forza del pensiero.

Cazzo che idee stupide che mi vengono in testa quando sono nervosa!

So per certo che devo delle spiegazioni a Paulie, ma non so quando anche se ho lo strano presentimento che lui non voglia aspettare molto.

 

Sono davanti alla porta della mia stanza, sto per girare la maniglia, ma un rumore di passi dietro di me mi distrae.

Come immaginavo.

Qualcosa, o meglio qualcuno mi prende in malo modo per la spalla e mi fa girare di forza, sbattendomi contro il muro del corridoio.

- Paul mi hai fatto male. – sussurro appena il mio lamento perché il viso di McCartney è a pochi centimetri dal mio, le sue mani saldamente strette sulle mie spalle mi inchiodano al muro, ma sono i suoi occhi che mi lasciano sbalordita.

Due fiamme ardenti, roventi di rabbia e gelosia, non credo di averlo mai visto così, nemmeno quando litiga con John il suo sguardo è così furente.

- Stammi bene a sentire ragazzina, questi cazzo di giochetti con me non li fai!! – mi sibila adirato a denti stretti facendo ancora più pressione sulle mie spalle.

- Paul io… non volevo.. ci siamo incontrati per caso! – cerco di scusarmi, ma balbetto non so cosa fare, non l’ho mai visto così. Non ho paura che mi possa fare del male fisico, quello no.

La mia paura è ben diversa.

Ho paura che se ne vada.

Se mi lasciasse, no, questo non lo sopporterei. Temo che lui possa decidere di lasciarmi perdere, perché in me vede solo una bimbetta viziata. Ma non posso nemmeno pensare che lui mi lasci. Sarebbe come togliere i petali ad un fiore.

Un momento. Sto sbagliando, devo ricordarmi del patto che ho stretto con me stessa giusto qualche ora fa.

Non devo dare troppa importanza a Paul.

Ma allora perché ho la paura fottuta che non mi voglia più vedere?

- Cazzo ma ti sembro uno stupido? Hai insistito perché ti lasciassi all’inizio della via, nonostante potessimo inventarci una balla da dire a John solo per vederti con lui! – ormai non si controlla più, ma cerca comunque di mantenere un tono basso di voce per non farci scoprire dagli altri.

- Juice, perché proprio Stuart? Passi una giornata con me e poi ti incontri con lui di nascosto? – ora il suo tono non è più furente, la sua voce ha il chiaro suono della frustrazione. L’ho deluso.

- Paul ti giuro che io.. –

- Non dirmi della cazzate Judith! – mi zittisce con rabbia.

Capisco che sia arrabbiato con me, ma un moto di rabbia mi nasce dallo stomaco, come si permette di zittirmi come se fossi una delle solite gallinelle con cui lui ha a che fare? Posso aver sbagliato, ma non l’ho nemmeno fatto apposta cazzo! E poi quello che si scopa chiunque qui è lui non io!

In preda all’ira mi stacco dal muro cercando di divincolarmi, ma Paul è più forte e mi spinge di nuovo contro al muro facendomi sbattere la schiena.

- Lasciami andare! – gli urlo cercando di liberarmi ancora, ma invano.

- Se volevi scoparti Sutcliffe potevi benissimo dirmelo, invece di prendermi per il culo per tutto questo tempo! – mi risponde McCartney di getto, le sue parole mi arrivano addosso come pietre, mi sta ferendo e come sempre succede in questi casi, la Judith ragionevole se ne va, lasciando il posto a quella forte ed impulsiva che ha un ‘vaffanculo’  per tutti.

- Tu che mi vieni a fare la predica? Proprio tu? No, ma scusami Paul posso ridere? Ti ricordo che oggi mi hai portato in quel cazzo di posto per farti perdonare! IO devo perdonare TE perché non sai darti un freno! Per non dire altro… – Paul spalanca gli occhi, l’ho colpito, come una valanga, apre la bocca per replicare, ma poi la richiude immediatamente.

Io sento le lacrime agli occhi e mi metto a piangere, ad un palmo dal suo viso, non mi importa più se non mi crede questo damerino può anche andare a farsi fottere.

Vorrei non piangere davanti a lui, non mostrarmi così debole, ma non ci riesco.

Abbasso la testa, perché la sua stretta alla spalle mi impedisce di coprirmi il viso con le mani.

- Juice io… scusami.. – stavolta è lui a balbettare, non sa cosa dire è sconvolto, evidentemente non credeva che mi sarei messa a piangere.

La sua presa sulle mie spalle si fa più leggera, anzi diventa improvvisamente dolce, una mano scivola sul mio collo e delicatamente lui mi fa alzare il viso accecandomi con i suoi occhi risentiti.

- Sono uno stupido. . – dice sia a se stesso che a me abbassando lo sguardo.

- si, tanto anche. – gli rispondo asciugandomi una lacrima e sorridendogli, vederlo così pentito mi ha fatto cancellare tutto. In fondo io l’ho già perdonato.

Il mio sorriso illumina i suoi occhi di una luce nuova, ha capito che non voglio litigare e che quello di prima è stato solo uno sfogo causato dal nervosismo.

Paul appoggia la fronte sulla mia e mi guarda, con il suo sguardo più amabile, lentamente si avvicina, per zittire e sigillare per sempre questa brutta litigata con un bacio.

 

 

- Come immaginavo. – spalanco gli occhi e lo stesso fa Paul quando la voce di un’altra persona ci giunge alle orecchie. Sento il respiro affannato di Paul sulle labbra, è troppo evidente che ci stavamo per baciare per cui, purtroppo per noi, Stuart ci ha scoperti.

Paul rimane con gli occhi persi, immobile, mentre io mi giro verso Sutcliffe il quale ammira la scena con le braccia conserte e un sorrisetto compiaciuto.

- Stuart.. noi non.. – cerco di dire qualcosa, ma la risata di rimando si Stu mi costringe a lasciar cadere la frase.

- Oh Juice per favore! L’ho notato subito che McCartney aveva un particolare riguardo nei tuoi confronti, sai com’è lui è molto geloso delle suo cose. – asserisce il nostro scopritore degradandomi da persona a cosa, ma non ci do molto peso, piuttosto torno a guardare Paul che è ancora immobile.

- Quindi McCartney ti fai la sorella del tuo migliore amico, ma dimmi John lo sa? – il suo tono è chiaramente sarcastico, sembra che il suo scopo sia quello di litigare.

- Fottiti Sutcliffe! – le parole escono dalla bocca di Paul come se fossero un ringhio minaccioso.

- Deduco di no. – continua Stuart guardandosi le unghie – e deduco anche che a John non faccia dunque molto piacere questa storia. – conclude facendo crescere il panico dentro di me.

- No ti prego, non dirlo a Johnny!- lo sto pregando, ma lui sorride. Sa di averci in pugno.

- Dimmi Paul, dopo che te la sei sbattuta per bene la lasci come hai fatto con tutte le altre? O forse lei non lo sa qual è l’usanza del suo Paulie.  – ecco. Una pugnalata. Sento perfino il fiotto caldo di sangue che mi cola giù dal petto.

Come può Stuart dire una cosa del genere davanti a me? Come può sgretolare ogni mia certezza in questo modo? Con il sorriso?

Guardo Paul cercando appoggio, ma lui è in piedi fermo come una statua che guarda Stuart con odio, il quale invece ride soddisfatto.

- Sai Judith, non devi farti incantare dal viso d’angelo di McCartney, perché lui in realtà…. – no Stu non ti voglio sentire!

- Stai zitto figlio di puttana! – lo blocca Paul rabbioso ed avvicinandosi a grandi passi verso il ragazzo dagli occhi neri, ma Sutcliffe non lo guarda e si rivolge di nuovo a me.

- Faresti bene a non fidarti di lui. – eccola la seconda pugnalata. Trattengo il respiro e chiudo gli occhi perché sento un forte senso di nausea crescermi dallo stomaco. – lo dico per il tuo bene, io potrei darti molto di più.-

Non voglio sentire tutte queste cose, io rivoglio il mio equilibrio, non posso sopportare questa orribile confusione.

Dette queste sue ultime parole Stuart scende le scale tranquillo lasciandomi di nuovo da sola con Paul.

Sento caldo e mi gira la testa. Paulie si avvicina a me e mi stringe piano in un abbraccio,ma lo fa con cautela, come se avesse il timore di un rifiuto io invece che allontanarlo però affondo la testa nel suo petto e do sfogo alla mie lacrime.

Perché deve essere così difficile? Perché?  Sento uno scoppio sordo dentro la testa e le parole di Stuart rimbombano come cicatrici fumanti.

- Paul.. – mormoro tra le lacrime cercando conforto tra le sue braccia, cercando la sicurezza che lui riesce così facilmente a darmi con il suo profumo ed il suo calore.

Mi sembra di immergermi in uno stagno, nell’acqua putrida eppure fresca, l’acqua che tutte le speculazioni e le supposizioni di Stuart hanno reso così sporca.

- Sono qui Juice. – mi sussurra lui con voce dolce, alzo il viso e lo guardo negli occhi, mi guarda triste e preoccupato, la rabbia è scomparsa, adesso sta solo pensando a me.

Come posso dubitare di questi due occhi? Come posso dubitare di lui?

 

- Ragazzi, venite a mangiare queste dannate pizze? – l’urlo isterico di John spezza l’atmosfera che si è venuta a creare e io finalmente mi libero dalla tensione e dalla paura.

Sono tra le braccia di Paul, il resto non conta.

Paulie mi lascia un bacio sulla fronte, mormorando un premuroso ‘non preoccuparti ‘.

Affondo di nuovo il viso sul suo petto, così a fondo da poter sentire il suo cuore battere tranquillo e rassicurante.

È seguendo il ritmo del suo cuore che mi calmo. Paul scende, mentre io mi cambio, mi rinfresco il viso e cancello i segni della mia crisi di pianto. Dopo qualche minuto raggiungo gli altri, scossa, e spaventata, anzi terrorizzata dal sentimento influente e vigoroso che sta crescendo dentro di me.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** * Forever trust in who you are * ***


* Forever trust in who you are *

- John sei un idiota!- esclamo esasperata.

- No cara, qui l’idiota sei tu! – ribatte mio fratello facendomi innervosire.

- Stronzo! –

- Strega! –

- Tagliati quella barba che sembri un vagabondo! – gli dico avvicinandomi al suo viso.

- ha parlato la befana! – mi risponde per le rime quel razza di maleducato.

- ehm … ragazzi … calma … su … - cerca di calmarci George da dietro l’anta della credenza.

- è tutta colpa di Judith! – si lagna John

- Colpa mia?? Ah bè questa è bella! – affermo gesticolando come una pazza.

- Adesso basta!Lennon 1 e Lennon 2 dateci un taglio! Sembrate dei bambocci! Lennon-Maschio con noi a fare le prove e Lennon-Femmina in camera a fare i compiti! Hop hop hop! – la voce di Paul arriva tonante da dietro le mie spalle e alla fine sia io che mio fratello ci arrendiamo e facciamo quello che ci ha ordinato lo zio Paulie.

 

 

 

Mi siedo vicino a Ringo e Cynthia. Rings mi ha tenuto il posto accanto al suo perché cito testuale ‘mi sento trascurato dalla mia piccola Juju’ e in effetti è vero. Ultimamente il mio tempo lo passo prevalentemente con un altro Beatle.

Guardo Stuart che torreggia dalla sua posizione accanto a quella di capotavola di Johnny, esattamente di fronte al povero Paulie che stasera deve trovare la sua pizza molto interessante dato che non alza lo sguardo dal suo piatto.

Ho capito ormai che Stuart ha una simpatia per me. Una simpatia? insomma ma come cavolo parlo? Non so cosa voglia, ma non vuole che io stia con Paul, si ritiene addirittura molto meglio di lui.

Non metto in dubbio che Stuart sia bello e per quel poco che lo conosco mi è sembrato anche molto carismatico, sembra quasi la versione più tenebrosa di McCartney.

Forse è per quanto che non vanno d’accordo, sono molto simili e dunque le loro personalità cozzano tra di loro, dopotutto entrambi amano stare al centro dell’attenzione, sono consapevoli della loro bellezza e sono anche estremamente sfacciati.

Ma perché Sutcliffe vuole così ardentemente che io mi allontani da Paul? Perché fa di tutto per metterlo in cattiva luce davanti ai miei occhi?

Dagli schiamazzi e le risate che Stuart condivide con Johnny sembra quasi che voglia rubare a McCartney oltre che la ragazza anche il migliore amico. Ma perchè?

- a che ora vi dovete esibire stasera Ringo? – chiede Cyn al batterista che sta litigando con un pezzo di mozzarella un po’ troppo filante per i suoi gusti.

- alle undici e mezza, quindi c’è tempo. – le risponde Richard sfoderando il suo famoso sorriso così dolce ed innocente.

 

Dopo la cena io e Cynthia ci sediamo sul divano in disparte mentre i ragazzi bevono birra e iniziano stranamente a strimpellare qualcosa. Dico stranamente perché ormai non riesco più a figurarmi i miei quattro amici senza uno strumento in mano, che sia la chitarra o una lattina di birra vuota.

 

- Bè allora cosa mi racconti? È successo qualcosa mentre non c’ero? – inizia il discorso la mia amica bionda, come se lei non sapesse già tutto! Scommetto che prima di venirmi a trovare si è fatta fare un resoconto dettagliato di tutto quello che è successo a Liverpool negli ultimi mesi.

- Bè niente di che.. – rispondo vaga, concentrandomi su un puntino immaginario fuori dalla finestra per non doverla guardare negli occhi.

- Fai schifo come bugiarda Juice! – mi prende in giro Cyn, per poi farmi girare il capo nella sua direzione, ecco fatto fregata in meno di due minuti.

- C’è un ragazzo! – esclama sicura e felice sfoderando un sorriso furbo, troppo furbo!

-Era una domanda? No perché a me sembrava una constatazione. – affermo sconsolata cercando di non parlare proprio di quello.

- Chi è?chi è?chi è?chi è?chi è?- urla la biondina battendo le mani entusiasta – sai stavo cominciando a pensare che iniziassero a piacerti le femmine!- oh questa poi!

Senza rispondere e con la testa china, lancio uno sguardo in direzione di Paul, che era seduto a gambe incrociate sul pavimento e stava facendo sentire agli altri una nuova canzone immagino.

- No, no no no, cioè dai no.. NO! – grida Cynthia quando finalmente capisce che il fantomatico ragazzo è proprio quel meraviglioso ometto che ride con la sua chitarra stretta fra le braccia.

- perché no scusa? – le chiedo stizzita distogliendo lo sguardo dato che Johnny ha cominciato a guardarci stranito.

- Perché adesso metà delle donne di tutta Liverpool vorranno ucciderti! – asserisce con fin troppa convinzione Cyn portandosi le mani sul viso un po’ come nel quadro ‘l’urlo’.

- esagerata! – le dico togliendole le mani dalla faccia.

- No davvero! Anche mia madre dice che è bello! – Oh mio dio! Ma santo cielo! Ma dai! Faccio un espressione sconvolta, pensando alla mamma di Cynthia che è tutto, ma non più giovane. Poi mi immagino Paul che le prende la mano e.. e… scuoto la testa cercando di scacciare quella brutta immagine.

- Grazie, per gli incubi che avrò stasera! – le dico nervosa lanciando un occhiata verso Paul, il quale sta bevendo una birra, quanto vorrei essere quella bottiglia in questo momento.

- Bè non puoi darle torto.. – la mezza frase della mia amica mi riporta alla realtà così guardo la bionda con un faccia come per dire ‘cosa stai dicendo????’ – Insomma Juice, stiamo parlando di McCartney, un bel viso da cucciolo e la fama del playboy! È un mix micidiale. – ecco, tutti mi fanno notare che Paul ci sa fare con le ragazze, grazie!

- Eh dico guardalo! Ci sono dei giorni che anche io…. –

- Cynthia, per l’amor del cielo! – le urlo sconcertata! Adesso che anche la mamma della mia migliore amica si sogni di farsi il ragazzo che mi piace lo posso sopportare, ma che anche la mia amica lo faccia questo proprio no!

- Si ehm scusa… - dice portandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio e sorridendomi riconciliante, dopodiché si gira verso di me e incrocia le gambe sul divano.

- Cyn puoi almeno toglierti le scarpe? Perché sai questo divano lo pulisco io.. – le dico cercando di sfilarle le sue ballerine bianche ottenendo come risposta un sospiro.

- L’avete già fatto? – mi domanda guardandomi seria. Allora se fossi stata in piedi ad una domanda del genere credo che mi sarei trovata per terra, dato che però ero seduta mi limito a sgranare gli occhi e a blaterare mezze frasi a caso.

- è un si? – mi risponde la biondina guardandomi con cipiglio.

- no nono! No non ancora no.. – dico trovando un fiato che non sapevo di avere.

- Come nemmeno andati vicino? – improvvisamente la giornata trascorsa con Paul mi torna in mente, le due galline, il salice piangente… la storia dell’esperienza nel bosco.

- Diciamo che le occasioni non sono mancate. – sentenzio abbassando lo sguardo, scommetto anche che sono arrossita! – Però io non ho voluto. – concludo con il mento completamente schiacciato contro al petto.

- Mammamia che suora di clausura che sei Juice! – mi dice sventolandomi una mano in faccia per dare più importanza alla sua tesi.

Con furore rialzo il viso e guardo Cyn con gli occhi sbarrati. Adesso va bene tutto , ma prendere delle suora non lo posso sopportare! Eh che cavolo!

- Scusa se non la do via come se fosse un frisbee! – le dico gesticolando come una mezza matta e mentre la mia amica ride della mia similitudine poco ortodossa, volgo il mio sguardo a Paul che in quel momento mi stava guardando.

Lo guardo dolcemente, mentre lui mi sorride timido, prima di essere colpito da un cuscino di provenienza ignota. Scuoto la testa sconsolata, ma è Cynthia che esprime il mio pensiero a parole.

- Ah gli uomini! Che bambocci! – infatti proprio in quel momento Johnny è saltato addosso a Paul dando inizio ad una delle loro ormai famose guerre civili.

- Però pensa tu sei la mia migliore amica e io sto con tuo fratello che è il migliore amico di quello che piace a te! Che gran confusione! – non rispondo a questa sua considerazione, primo perché non ne vedo il nesso logico sintattico con il discorso che stavamo facendo e secondo perché quando Cyn inizia a fare la filosofa ispirata e meglio lasciarla perdere.

- Comunque tornando al discorso di prima.. – ecco brava bionda che mi interessava. – è meglio se fai di tutto per tenertelo stretto, perché oltre alle altre mille mila so che c’è una ragazza che gli fa una corte spietata da un anno o di più! – allora io inizio a pensare.... per due mesi ho ancora 17 anni, per cui se la uccido prima dell’otto luglio non vado in galera, al massimo il riformatorio!

- Chi è la mia futura vittima? – dico strofinando le mani con sguardo assatanato cosa che mi costa un occhiata sbigottita di Cyn.

- Jane Asher. –ok bene perfetto, addio al mio sogno amoroso con Paulie.

- La rossa che fa anche la modella? – Cynthia annuisce lentamente e mi guarda premurosa, come per capire cosa sto provando, anche se in realtà nemmeno io lo so per certo.

È come se dentro di me ci fossero due personalità contrastanti, che però hanno la stessa forza, una delle due mi dice che devo fare di tutto per tenere stretto Paul, mentre l’altra, che mi sembra anche quella più acida, mi dice che alla fine è quello che voglio, niente di serio.

- Bè se fa il bastardo, so come fargliela pagare! – dico senza nemmeno pensarci, infatti, la mia frase era più un pensiero espresso a voce alta.

- come? – mi chiede Cyn, che poi sembra capire meglio a cosa mi riferisco e si corregge chiedendomi – con chi? – io utilizzo di nuovo la tecnica dello sguardo fugace, che avevo usato con Paul prima e così Cynthia capisce che mi riferivo a Stuart.

- Cazzo Juice, così costringi tuo fratello a cambiare compagnia di amici!- urla la biondina scandalizzata, io però per cercare di tapparle la bocca le salto addosso e le faccio sprofondare la testa in mezzo ai cuscini.

Dopo dieci minuti buoni di lotta corpo a corpo io e Cyn ci accorgiamo che dal punto dove prima erano seduti i ragazzi non proviene alcun suono, così come in un film dell’orrore voltiamo lentamente le teste verso gli uomini e vediamo cinque caschetti scuri che ci guardano con espressioni indecifrabili.

- Juice se me lo dicevi, vi preparavo il fango! – afferma Johnny facendo scoppiare a ridere tutti quanti.

La tristissima battuta di John, mi porta ad odiarlo profondamente così,libero Cynthia e mi scaglio su di lui, ma solo quando il mio caro fratellone è seduto sulla mia schiena e tiene la mia testa ancorata al pavimento, mi rendo conto che lui in quanto uomo è più forte di me.

 

Non so per quanto tempo ho fatto da sgabello a Johnny, so solo che come se la mia pena non fosse abbastanza ‘pesante’ Cynthia da dietro le spalla di Paul disegnava in aria un rombo e potevo leggerle il labiale, il quale diceva chiaramente ‘ Rombo Amoroso’.

Erano quasi le undici e i Beatles si stavano preparando per andare a suonare al Cavern Club, un locale molto in voga a Liverpool, dove i miei quattro amici erano ormai ospiti fissi.

I ragazzi erano in camera di John, mentre io e Cynthia eravamo nella mia a cambiarci, mentre io mi stavo vestendo la mia amica bionda ha detto che sarebbe andata a vedere a che punto erano i ragazzi, anche se scommetto che è tutta una scusa per vedere Johnny in mutande.

Mi stavo allacciando i bottoni della camicetta quando ho sentito un respiro sul collo, istintivamente ho sorriso e mi sono voltata per incontrare lo sguardo ammirato di Paul.

- Sei bellissima. – asserisce sicuro stampandomi un bacio a fior di labbra, io non sono mai stata una ragazza vanitosa, anzi sono a dir poco molto insicura, ma lo sguardo, la luce che vedo negli occhi di McCartney quando mi guarda mi fa sentire meravigliosa, anche se indosso una semplice gonna nera ed una camicetta aderente.

- Sai che è illegale fare irruzione nelle camere altrui in questo modo? – gli sussurro mettendo entrambe le mani sul suo petto, come per allontanarmi, ma le sue braccia tenevano stretta la mia vita alla sua. – potrei chiamare un avvocato e denunciarti, ti metterei in mutande! – continuo la mia messa in scena sorridendogli sulle labbra.

- Non devi mica chiamare un avvocato per mettermi in mutande! – risponde malizioso Paulie facendomi ridere ancora, risate che però mi muoiono in gola quando inizia a baciarmi il collo.

McCartney cerca di slacciarmi la camicetta, ma la squillante voce di Cynthia mi richiama all’ordine, per cui devo andarmene.

Paul appoggia sconsolato la testa sulla mia spalla e con le labbra contro il mio collo sussurra – Ma non può aspettare cinque minuti? – io gli accarezzo la testa affondando le mani nei suoi morbidi capelli scuri e gli lascio un bacio sulle labbra prima di andare in camera di John seguita a distanza da Paulie.

 

Entro in camera appena in tempo per sentire Stuart che dice:

- Quindi stasera è il vostro ultimo spettacolo a Liverpool? Dopo dove andate? –

- Ad Amburgo! – esclama mio fratello entusiata.

 

Io spalanco la porta e guardo tutti atterrita – Ad Amburgo?? – chiedo incredula mentre un fiotto di rabbia cresce dentro di me e sento un irrefrenabile voglia di prendere a pugni il primo che mi capiti a tiro.

Heilà Genteeee! :)
So che la maggior parte di voi vuole uccidermi perchè avevo promesso di aggiornare prima, ma purtroppo non ci sono riuscita, però adesso eccomi qua! sono tornata stanotte dal mare e già aggiorno per scusarmi! :)
Voglio ringraziere tutti quelli che hanno letto e recensito e devo darvi un altra notizia:
VADO A NEW YORK! chissenefrega direte voi, e io vi posso capire, però diciamo che un pò vi interessa perchè parto il 15 Luglio e sto via due settimane, quindi purtroppo non potrò aggiornare.
Ovviamente vi prometto che in questo tempo che mi rimane farò il possibile per aggiornare più capitoli che riesco, ma non vi prometto nulla con i miei tempi.
Ad ogni modo ora ringrazio le mie dolcissime 7 recensitrici ( grazie per essere state così tante, davvero tra poco piango!!!! :D )
p.s Ci tenevo a dirvi che nel prossimo capitolo il rapporto fratello/sorella tra John e Juice arà molto più spazio per esprimersi! grazie a tuttiiiii :* p.p.s Scusate se ci sono degli errori, ma questo capitolo l'ho scritto tutto d'un fiato e presa dalla rabbia di aver scoperto un plagio. Purtroppo ad essere originali a volte si rischia di creare una moda. Love and always to the top. Emrys_

_Eleanor R_: Capisco il tuo odio per Stuart e ti dirò io l'ho sempre adorato, ma la mia storia me lo sta faendo odiare anche a me! :) Trovo davvero carino e creativo il primo pezzo della redensione e ti sono grata di non averlo cancellato! :D  Comunque il primo pezzo del capitolo è davvero importante! e per una volta ho fatto vincere quel cucciolone di Ringo!!  Grazie per la recensione! :*

GiuliV: Anche io spero vivamente che Juice scelga Paul! :) però con quello che è successo in questo capitolo forse la storia tra i due  è finita................... o magari no!!! chi lo sa? pensa che non lo so nemmeno io che la scrivo la storia quindi immagina! :) Grazie per la recensione dolcissima! :*

I Love The Beatles: Ma ciao|! :) Allora ti ringrazio per la recensione e per l'entusiasmo che ci metti! però volevo dirti che la tua storia è davvero meravigliosa! io in confronto scrivo malissimo! è come paragonare J.K. Rowling a Victor Hugo!! ossi! u.u  Comunque adoro il modo in cui parli di ogni dettaglio sei molto minuziosa e poi un ultima cosa, di solito gli scrittori che si avventurano nello scrivere una storia con due punti di vista fanno lo sbaglio di curarne meglio uno di un altrro, mentre tu no! entrambi i punti di vista sono curati alla perfezione, per cui BRAVA E PUBBLICALAAA! :) ciao :*

_ Enya: Questo nuovo nome mi piace! si si! U.U ti rinrazio per essere tornata a recensire! ^^ ma avvero hai stampato la mia storia?? OMMIDDIO! *_____* cioè mi rendi ultramega felice! :) grazie grazie grazie! :* mi dispiac che ti sto facendo odiare Stu, ma forse andando avanti diventerà più simpatico, chi lo sa?

Melardhoniel: Ave! :) Bengiunta tra le recensitrici! :) grazie grazie grazie! :* so he John aveva due sorella, ma purtroppo nessuna delle due e mai diventata famosa, oh almeno nessuna delle due ha mai partecipato alla vita dei Beatles, così ho pensato che sarebbe stato carino! comunque ti meriti dieci punti perchè adori Paulieee^^ non so se l'hai capito, ma tipo io ho una mega cotta per lui! :) Grazie per la recensione spero che mi dirai cosa pensi anche di questo capitolo! :* p.s. Ringhino Dolcino è fenomenale come nome! :)

Martha McCartney: La scena iniziale di questa volta è una epic win come mi hanno detto! :) e comunque non capico perchè ti sottovaluti sempre così! le tue recensione sono fantasticheee! :P comunque che Paul e Juice erano due stupidi si sapeva, peccato che adesso devono vedersela con quel furbetto di Stu! :) secondo te il principe un pò finocchio riuscirà a salvare la bella donzella dalle grinfie di Stu il mavagio?? :)

ale95: Bengiunta anche tu! :) grazie per la recensione e spero vivamente che anche questo capitolo ti piaccia! :)


Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** * Wounded Warriors * ***


* Wounded Warriors *

Sento l’inconfondibile rumore di una chitarra che suona in cucina, ma guardando l’orologio il quale segna le tre e mezza di notte penso che sia un effetto collaterale dell’aver lasciato cucinare John.

Richiudo gli occhi, ma il rumore è troppo reale per essere un sogno, così mi decido a scendere dal letto ed andare a vedere in cucina.

Quando entro nella stanza trovo Paul con una chitarra mentre John tiene in mano carta e penna.

- Cosa diavolo state facendo? –

- Una prepotentissima ispirazione mi ha colpito e mi ha  impedito di prendere sonno, così sono venuto da John e gli ho fatto sentire la canzone! . – mi risponde tranquillo McCartney, come se la cosa fosse del tutto normale.

- e meno male che sei venuto! È fantastica!! – Sono scemi uguale questi due penso mentre me ne torno a letto rassegnata.

 

Sono immobile davanti alla porta della stanza di John, tutti mi guardano preoccupati, come se cercassero di leggermi dentro, ma io sono una statua di ghiaccio. Mio fratello se ne va. John che è tutto quello che mi è rimasto, è tutta la mia famiglia perché io ho veramente solo lui al mondo, John il mio John ha deciso di andare in Germania.

Passo in rassegna tutte le persone dentro alla stanza.

Cynthia non mi guarda nemmeno negli occhi, probabilmente credeva lo sapessi, oppure di comune accordo con John ha deciso di mantenere il segreto. Ma perché? Per quel motivo lo sono venuta a sapere così?

Guardo Stuart, che è rimasto seduto sul letto, anche lui mi guarda ed i suoi occhi mi sembrano i più sinceri di tutti. Si vede che è dispiaciuto, probabilmente si sente in colpa crede di essere lui la causa del mio comportamento, ma ovviamente non è così.

Mi sembra che il tempo si sia fermato, tutti mi guardano in attesa di una mia reazione, ma io non ho la forza di reagire.

Ora i miei occhi slittano su George e Ringo, quest’ultimo quando incontra il mio sguardo abbassa la testa, almeno si è reso conto che stasera con me si è comportato da vero bugiardo, si è comportato come se nulla fosse, come se loro non se ne andassero lontani da me.

George non è mai stato bravo a mentire, ora si spiega il motivo del suo distacco da me, non ha nemmeno avuto il coraggio di rivolgermi la parola per paura di dirmi tutto.

Non guardo Johnny, non ci riesco, non posso incontrare i suoi occhi scuri troppo simili ai miei, mi fa male, brucia. Perché non si rende conto di quello che mi sta facendo?

È davvero così stupido?

Sento il bisogno di uscire da questa camera, l’aria è diventata irrespirabile, così mi volto, ma c’è Paul dietro di me e non vuole lasciarmi andare.

Paul, Paul, Paul, Paul…

Io credevo davvero che ci fosse qualcosa tra di noi, che si fosse reso conto dei suoi sentimenti per me, ma invece probabilmente l’ha fatto solo per il sesso.

Di sicuro avrà pensato: ‘tanto vado in Germania, poi non è più un problema mio.’ Eppure mi sembrava così vero, così dolce e sincero.

È come se stessi cercando in tutti i modi una maniera per discolparlo, ma non la trovo.

Abbiamo passato un’intera giornata insieme, solo io e lui, ma perché non me l’ha detto? Come ha potuto essere così tranquillo avendomi accanto mentre mi nascondeva una cosa del genere?

Cerco di superarlo, mi rifiuto di guardare anche i suoi occhi, così a testa bassa cerco di andarmene, ma lui mi blocca sussurrando appena il mio nome.

Ed ecco il mio primo errore madornale: lo guardo in faccia.

I suoi occhi sono limpidi e seri, sta cercando di leggermi dentro, ma non glielo permetto, cerco ancora di andarmene, ma si ripete la scena di prima, solamente adesso Paul mi tiene stretta per le spalle, costringendomi a fissarlo.

- Lasciami andare. – sussurro piena di rabbia, non è il momento, non ho voglia, voglio solo starmene da sola.

- Judith, ascolta… noi.. noi non l’abbiamo detto… perché.. noi pensavamo che.. – McCartney tenta di farmi bere una delle sue tante scuse, ma ovviamente io non gli credo, così con un gesto stanco della mano lo zittisco.

È una sensazione strana quella che sento, sono arrabbiata, non triste, non sento lacrime calde solcarmi il viso, ma posso percepire il dolore alle mani a causa della pressione che esercito involontariamente sui pugni.

- Judith io non volevo farti soffrire – la voce di John mi travolge, è come se una freccia mi avesse colpito in pieno.

- Quindi hai pensato che avrei dovuto scoprire il tutto a cose fatte? Certo un giorno di questi mi sarei svegliata e tu saresti semplicemente scomparso! – mi girò di scatto e finalmente lo guardo è proprio lì, nel mezzo della stanza che mi guarda massaggiandosi appena la testa.

- Ju, volevo dirtelo, ma poi con Paul stavamo cercando il modo giusto per fartelo sapere.. – sento un bruciore alla gola, sto trattenendo un urlo di rabbia che scalpita per uscire dalla mia trachea, Paul? Lui e Paul hanno pensato? Ma da quando mio fratello fa quello che gli dicono gli altri? Da quando è Paul che decide per quello che è meglio per noi due?

Mi volto lentamente verso McCartney con uno sguardo intriso d’odio, i miei occhi neri sono ridotti a due fessure, pronti ad attaccare.

- Paul spiegati perché forse mi sono persa dei passaggi, da quando tu ti intrometti nella nostra vita? – lo vedo deglutire a vuoto e per la prima volta da quando siamo qui distoglie lo sguardo, apre la bocca per parlare, ma poi la richiude emettendo un respiro flebile e confuso. È con le spalle al muro, sa perfettamente che non ha nessuna via di scampo, ha fatto una cazzata e adesso la sua espressione da cucciolo non lo può salvare.

Mi guarda con i suoi enormi occhioni impauriti e sembra supplicarmi, forse in un altro momento questo sguardo mi avrebbe fatto sciogliere e gli avrei perdonato ogni cosa, ma adesso stiamo parlando della mia famiglia e non posso lasciarmi incantare.

- Paul dimmi perché cazzo non mi hai detto niente! – mentre urlo questa frase gli do uno spintone sul petto e lui indietreggia di un passo per non perdere l’equilibro, ora tiene la testa bassa, non ci prova nemmeno a difendersi, gli altri di sicuro mi staranno guardando straniti, ma non mi importa niente adesso, devo sfogarmi su qualcuno.

Un nuovo moto di rabbia mi travolge e così inizio a dare dei pugni sul petto a McCartney che rimane immobile e si lascia picchiare come una bambola di pezza.

- Sei uno stronzo, un maledetto stronzo! – continuo a dire sempre più piano, mentre continuo a dargli dei pugni, so che per lui i miei colpi non sono nulla, gli starò facendo il solletico, ma sento il bisogno di fargli del male, lui me ne sta facendo troppo.

- Judith fermati non è colpa sua! – mi sgrida autoritario John, ma io non gli do retta e continuo a sfogarmi sull’addome del  povero malcapitato.

- Judith! – gli ordini di John stavolta non si fermano alle parole, ma mi prende per i polsi e mi ferma dopodiché facendo spostare McCartney mi spinge in camera mia e mi butta sul letto.

- Ma cosa cazzo fai? Perché te la sei presa con Paul? Ma dico sei impazzita? – continua ad urlarmi contro gesticolando come un matto, mentre io mi massaggio i polsi e mi metto seduta sul letto.

- Come se fosse colpa sua! Sono stato io che non trovavo il modo di dirtelo ok? Io avrei dovuto dirtelo non lui! Per cui non vedo il motivo della tua cattiveria! – non sento nemmeno le sue parole, perché un grigio velo di malinconia ha quietato la mia ira.

- Johnny non mi lasciare. – riesco a mormorare tra i singhiozzi senza lacrime che mi stanno prendendo convulsi – non posso stare senza di te, non mi avresti abbandonato, me l’avevi promesso, l’avevi promesso alla… mamma. –

Alzo gli occhi proprio nel momento in cui le mie ultime parole lo trapassano da parte a parte, lo vedo chiudere gli occhi ed inspirare a fondo, prima di sedersi accanto a me e di stringermi tra le sue braccia.

- è più importante la musica di me Johnny? – continuo ad esprimere tutte le mie più profonde paure, mi sento davvero uno straccio.

- Non essere stupida Jud. – appoggio la testa sulla sua spalla e chiudo gli occhi, non posso nemmeno immaginare cosa farò senza John.

- Rimani con me, ti prego. – gli sussurro vicino all’orecchio e lo sento sospirare ancora, stanco, so benissimo che è con le mani legate, so che se il suo manager quel Brian ha detto così deve per forza andare così, ma io non ce la posso fare da sola.

- Ti prometto che ti chiamerò tutti i giorni, ti farò un resoconto delle mie giornate e staremo al telefono per delle ore, ti prometto che prima di addormentarmi ti manderò la buonanotte e che ogni mio concerto sarà per te, questa sarà la prima e ultima volta che ci dividono Jud, se mai dovesse accadere ancora ti porterò con me, scuola o non scuola non mi interessa, ma per stavolta devi accettare la realtà. – per la prima volta sento un discorso maturo uscire dalle labbra di John, è diventato un uomo ormai e adesso anche io devo fare la mia parte e crescere. – pensi che per me non sia difficile dividermi da Cyn?  Ed allontanarmi dalla mia piccola sorellina pestifera? Sarà un inferno Jud, lo so! Ma devo farlo, è un’opportunità troppo importante e devi accettarlo. Dobbiamo dividerci per imparare a vivere, perché non posso sempre correre a consolarti ogni volta che sei triste lo sai bene anche tu. –

Mentre lo ascolto parlare vedo dei piccoli ricordi della nostra infanzia che si fanno strada nella mia mente, John che mi protegge dai bulli, John che spende tutti i suoi risparmi per prendermi una bambola nuova, John che controlla sotto il mio letto per vedere se c’è l’uomo nero, e per ultimo il mio ricordo più dolce, tutte le volte che sono triste, da quando ne ho memoria il mio fratellino corre da me e mi abbraccia, mi consola e mi da un biscotto al cioccolato, non so perché lo fa, è sempre successo da quello che mi ricordo ed è la cosa più amabile che lui abbia mai fatto e faccia tutt’ora per me.

Ora capisco, il modo più concreto in cui posso dimostrargli il mio affetto incondizionato è lasciandolo andare, non posso tenerlo legato a me per sempre ed è giunto il momento di comportarmi da brava sorella.

- Ho capito John, hai ragione. – non devo dargli altre spiegazioni, ci siamo capiti ed ora è tutto a porto.

- Hey Judith, guarda cos’ho qui! – mi risponde facendo una vocina idiota ed in falsetto dopo aver tirato fuori da non so dove un biscotto al cioccolato.

- ma dove cavolo li nascondi? – gli dico ridendo ed agguantando letteralmente il mio ambito premio.

- mistero! – mi risponde canzonatorio, prima di iniziare a ridere insieme a me.

Passano pochi minuti, ma poi sentiamo qualcuno bussare alla porta e Paulie compare sulla soglia:

- John, dobbiamo andare siamo già in ritardo. – dice senza emozione prima di voltarsi e scomparire nel corridoio.

- Io vado a finire di vestirmi, tu vai a chiedere scusa a quella specie di anima in pena!-  così io e mio fratello ci dividiamo e io vado a cercare Paul il quale scopro essere seduto sugli scalini della veranda.

Lo vedo prendere una lunga boccata di fumo dalla sigaretta che tiene elegantemente stretta fra le dita.

- Non hai uno spirito troppo British per sopportare tutti quei wurstel? – esordisco attirando la sua attenzione, mentre mi siedo accanto a lui lo vedo sorridere silenzioso e con lo sguardo perso.

- Judith, penso che dobbiamo finirla qui. – spalanco gli occhi incredula, mentre McCartney non sembra esprimere nessuna emozione – sei ancora una bambina che non sa vivere senza suo fratello maggiore. –

Non capisco, perché mi tratta così? Gli prendo la mano libera mentre lo guardo sconvolta.

- anche tu faresti così se avessi solo una persona al mondo! – ribatto acida, Paul sorride di nuovo e con il pollice inizia ad accarezzarmi la mano con cui stringo la sua.

- Per te è meglio così. – per me? Come può essere meglio per me se fa così male?

- No, per favore, scusa per prima ho fatto una scenata lo so.. io.. – sono così confusa ed afflitta che faccio fatica persino a parlare.

- Juice, sto cercando di essere responsabile e di fare la cosa giusta. – e detto questo dopo aver buttato il mozzicone di woodbine Paul si è alzato ed è tornato dentro.

 

Sono ancora completamente turbata e smarrita per quello che mi ha detto Paulie, così quando finalmente arriviamo al Cavern dopo che i ragazzi sono andati dietro alle quinte per cominciare a suonare cerco un modo per dimenticare questa maledetta serata.

È proprio quando vedo il barista servire da bere che mi viene in mente il modo per cancellare tutto.

Salve a tutti! :D

Sto facendo un aggiornamento lampo (ma non troppo) perché venerdì parto per New York, quindi vi posto il capitolo più complicato e triste che io abbia mai scritto!

Spero che vi sia piaciuto e che come sempre sia stata in grado di farvi venir voglia di continuare a leggere.

Dato che so che due settimane sono molte ho deciso che come regalo per il vostro supporto vi lascerò IL PRIMO ED ULTIMO (sia chiaro!! :D) spoiler di tutta la storia.

Bene credo di aver detto tutto, ora ringrazio chi ha recensito e poi vi lascio allo spoiler.

 

I Love The Beatles: Paul che bacia il collo! Chi non impazzirebbe per una roba del genere? Mammamia :D a volte mi trovo in difficoltà quando devo descrivere queste scene! :D grazie per la recensione e se il capitolo precedente ti è sembrato triste non immagino questo! :D baci!

 

Jodie: Bengiunta! Fai sembrare la mia storia una strana cocaina! :D “dipendente” addirittura? Ma così mi fai arrossire! :D purtroppo si sa cos’è successo al Cavern, ma ti dirò Juice deve preoccuparsi più di rimanere con la mente lucida piuttosto della fedeltà di McCartney!! :D non ti dico altro altrimenti ti racconto la storia! U.U Ciaooo!

 

GiuliV: Eh si purtroppo il plagio è una cosa odiosa, ma ad ogni modo succede e non si può far nulla, la mia unica piccola rivincita sono le vostre recensioni! :D Grazie per i complimenti e non ti preoccupare per i superlativi anche io la faccio sempre (solo che non lo faccio nei capitoli altrimenti sembro matta! ) purtroppo i due si dividono, ma di sicuro succederà qualcosa che ti terra attaccata al computer! ;D Grazie mille!

 

_Enya: Come niente connessione internet? Oddio ma più che per me mi preoccupo per te! Io sarò anche un pochino ( ma solo poco) malata di tecnologia, però stare senza internet, oddio io morirei!! :D be va bè ovviamente non posso odiarti e ti ringrazio per le belle parole, spero che tu possa leggere anche questo capitolo e per quanto riguarda il plagio, hai ragione, grazie per l’appoggio! :D

 

KatyAniFrancy: Sei tornataaaaa! :D (parte in sottofondo Paulie che canta Get Back!) che bello mi mancavano le tue recensioni! (Paul smettila di cantare che mi distrai!!) :D tornando a noi ovviamente non mi posso arrabbiare perché non hai recensito, capirai cioè non sei obbligata, ma sappi che mi rendi più felice! :D  Jane anche se sembra un personaggio cattivo fidati che non lo sarà, le voglio troppo bene per farle fare la parte della sciupa famiglie! :D bè insomma non famiglie ma coppie dai :D Grazie per la recensione e spero di essermi superata anche stavolta! :D Ciaoo!!

 

Ed ora come vi avevo promesso ecco lo spoiler!! :

 

Paul mi ha portato fino in camera mia e dopo aver mandato George a cercare Johnny mi ha premurosamente appoggiata sul letto, per poi aprire la finestra e mettersi a fumare per sciogliere la tensione.

Sento la testa girarmi vorticosamente e anche una strana malinconia che mi parte dallo stomaco, lo vedo lì vicino al davanzale che fuma, bello, bellissimo come sempre e non più mio.

Mi ha detto che sono una bambina, chissà cosa pensa adesso.

- Judith perché ti sei ubriacata? – la sua voce matura rompe il silenzio di quella notte di inizio Giugno – accidenti, mi hai fatto prendere un colpo, quando ti ho vista lì con Stuart, ho temuto il peggio! – sono veramente ubriaca fradicia oppure mi sta sul serio facendo la predica?

- Come se ti importasse! – mi lamento rannicchiandomi in posizione fetale, come per tentare di contenere la mia tristezza.

All’improvviso sento il materasso flettersi sotto il peso di un'altra persona e le calde labbra di Paulie mi sfiorano maliziosamente il lobo dell’orecchio.

- Mi importa Juice, mi importa eccome. –

 

Ecco fatto! :D volevo fare una piccola precisazione prima di salutarvi, io non rispetto veramente i tempi nei quali i Beatles sono stati ad Amburgo, primo perché poi diventerebbe troppo il tempo che Judith e Paul non si vedono e secondo perché io sto scrivendo una storia di fantasia e quindi posso fare quello che voglio! Tiè!! :D

Bene vi saluto, ci sentiamo tra due settimaneee :* Bacioni e grazie! :D

Love and always to the top.

Emrys_


Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** * By your side * ***


* By your side *

- Ragazziiiiiii tra un po’ prendo la patente e mi chiedevo se magari uno di voi mi potrebbe, si insomma, farmi fare un giro di prova! – urlo correndo in sala dove ci sono tutti i Beatles al completo che si scambiano un' occhiata spaventata.

- Io non ho ancora la patente mi dispiace! – dice George facendo un sospiro che mi sembra di sollievo.

- Io sto dormendo! – sbraita Ringo che abbandona il suo solitario per gettarsi sul divano con gli occhi chiusi.

- Chi ha parlato? Vedo tutto nero! Non ci vedo più! Aaaaah sono cieco! – urla Paul facendo finta di non vedere più nulla girando per la stanza sbattendo di proposito contro i mobili. Così il mio sguardo corre sulla figura di John che sta comodamente leggendo il giornale.

- Johnny mio bellino carino lui… - inizio con la voce più ruffiana che riesco a fare.

- Mi dispiace Juice, ma cinque minuti fa sono morto. –

Così sconsolata mi abbandono sul divano accanto al finto cieco mettendo il broncio, dopodiché il dormiglione, il non vedente, il non patentato ed il morto mi urlano in coro: - BABY YOU CAN’T DRIVE MY CAR!- poi iniziano a ridere come degli stra maledetti babbuini.

 

I Beatles sono scomparsi dietro alle quinte, staranno accordando le chitarre e sistemando gli ultimi particolari immagino, io invece sono rimasta nella sala principale del Cavern insieme a Cynthia e Stuart.

Bene devo solamente trovare il modo di andarmi a prendere da bere senza che questi due inizino a farmi da tutori.

- Juice vieni che altrimenti ci perdiamo l’inizio! – mi urla Cyn che sta per essere sommersa da una folla di ragazzine urlanti, io di sicuro non ci vado lì in mezzo, tanto i Beatles provano tutti i giorni nel garage di casa mia! Comunque le faccio segno di andare avanti mimando con le labbra un poco convincente ‘ poi ti raggiungo ‘ e lei forse per la fretta o per la scarsa luce mi crede.

Dopo essermi tolta dai piedi Cyn mi dirigo verso il bancone del bar e ordino una birra, in men che non si dica, la bevanda è pronta e finalmente posso rinfrescarmi la gola, è come se la birra mi aiutasse a mandare giù il magone, l’enorme groppo che le parole di Paul mi hanno lasciato in gola.

Finisco il mio bicchiere immediatamente e sto già per ordinarne un altro, ma Stuart mi anticipa sui tempi.

- Qualcosa di forte per me e qualcosa anche alla mia amica! – afferma facendo cenno verso di me con il capo, io intanto sento già il capo girarmi, forse per il fatto che ho bevuto tutto il mio bicchiere in pochi secondi.

Per tutta risposta alla gentile offerta di Stu io lo guardo stranita, mentre lui mi sorride cordiale.

- Scusami Judith. – mormora dopo aver assaggiato il suo drink e porgendomi il mio, intanto proprio in quel momento i Beatles salgono sul palco tra le urla di tutto il Cavern e George inizia a suonare le prime note.

- Perché mi chiedi scusa? – gli chiedo confusa mentre mando giù quella strana bevanda arancione a grandi sorsi, non so cos’abbia ordinato Stuart, ma inizio a sentirmi parecchio confusa.

- Se solo fossi stato zitto, non sarebbe successo tutto quel casino e mi dispiace.. – inizia il mio amico guardandomi seriamente dispiaciuto, oddio questo è il colmo, lui può avere tutte le colpe del mondo, ma di sicuro stavolta non c’entra nulla!

- No no no! Aspetta non è colpa tua! Anzi forse ti devo ringraziare altrimenti non me l’avrebbero mai detto quei quattro insettacci! – gli dico facendo dei gesti eccessivamente teatrali con le mani.

Stu prende un altro sorso dal suo bicchiere mentre la voce di Paul inizia ad addolcire l’aria calda di quella specie di scantinato.

Chiudo gli occhi e mando giù la tristezza insieme ad un sorso di alcool, mentre il pittore che ho davanti continua a guardarmi strano.

- Juice, è successo qualcosa? – questo oltre che a artista adesso è anche psicologo? Cioè ma si vede così tanto che sono sconvolta? In due ore ho perso mio fratello, il mio ragazzo ed i miei due migliori amici! Ma credevo di aver coperto bene i segni della disperazione con il correttore!

- Sto benissimo io! – gli dico mettendogli un braccio intorno alle spalle, non so nemmeno il motivo forse ho solo bisogno di calore umano.

Mmh no, non credo sia il bisogno di calore perché qui dentro si muore, più che altro sto usando Stuart come colonna per potermi reggere in piedi.

- Hey amico mi dai un altro bicchiere di questa roba qui? – dico richiamando l’attenzione del barista che si era incantato a guardare i miei quattro amici che suonavano.

- Sono bravi vero? Anche io suono, ma non così bene!  – mi chiede il barman mentre mi prepara il drink, cazzo ti prego no! Non ne voglio più sentir parlare di quei quattro scemi! Pure il barista musicista mi doveva capitare!

- Juice, ma sei sicura di voler bere ancora? – chi è che parla? Ah già sono ancora appoggiata a Stu, cosa vuole adesso una non può nemmeno traballare un po’ che subito la etichettano come ubriaca? Che società crudele quella in cui viviamo!

- Certo, ho la gola secca! Amico mio non farti governare dallo stereotipo che la società ci vuole imporre! – uhm, considerando lo sguardo allucinato con il quale il pittore mi sta guardando devo aver detto qualcosa di stupido.

Però io non mi ricordo cos’ho detto.

Ah già la società, ok promemoria: Non parlare di politica con Stuart.

- Vieni con me che raggiungiamo Cyn! – mi dice il mio compagno dopo essersi convinto che dovevo allontanarmi da tutte quelle belle bottiglie di whisky.

- Dove là in mezzo? Cazzo no! Tutta gente brutta e sudata! Ragazzine che sognano di fare chissà cosa con chissà chi, per favore no!- gli dico agitandomi e staccandomi da lui che continua a guardarmi preoccupato.

- Ma tu sei astemia? – mi chiede assottigliando lo sguardo da vero detective.

- No Stu, non credo in Dio! – gli rispondo sicura, dopo quello che è successo alla mia famiglia come posso credere che ci sia qualcuno che mi guarda e che fa di tutto per il mio bene?

- Oh cazzo! Judith ho detto astemia, non atea! – mormora Stuart portandosi una mano alla fronte e massaggiandosi le tempie.

Io intanto cerco di attirare di nuovo l’attenzione del barman per farmi dare qualcos’altro quando un brutto energumeno grosso e peloso mi urla un poco galante: - Hey bambola! –

A quel punto non ci vedo più dalla rabbia e mi avvicino a quella specie di orso per esporgli le mie idee.

- Le bambole forniscono un preconcetto sbagliato delle donne! – gli dico sventolandogli il pugno in faccia, il mio nuovo amico sembra sorpreso, ma non posso approfondire i miei argomenti perché Stu è tornato a prendermi e adesso sono completamente appoggiata a lui.

- Ho litigato con Paul. – ammetto a non so chi, anche se l’unico che mi ha sentito è stato proprio il mio amico/bastone – e non ci voglio pensare. -

- Allora hai ben pensato di bere come una spugna? – mi domanda allarmato mentre cerca un posto dove farmi sedere.

- Perché mi sembra di sentire la sua voce ovunque Stu? – gli chiedo mentre mi appoggio contro una colonna e lui si guarda in giro confuso.

- Juice, Paul è su quel palco e sta cantando con davanti un microfono è per quello che lo senti! – mi risponde Stu seccato, come se il fatto che McCartney stesse su quel palco fosse una cosa ovvia, non siamo mica tutti così attenti ai particolari come Sutcliffe!

- Mi piace come ragioni amico! – affermo alzando la mano per farmi dare il cinque, ma Stuart è troppo impegnato a cercare qualcuno e la mia mano è davvero troppo strana, così la prendo e inizio a guardarla.

- Allora, io ho due, quattro dita… -  dico mentre mi conto distrattamente quelle strane salsicce che mi crescono dal palmo.

- Ne hai dieci Juice! – afferma il pittore allarmato, al che il lo guardo scandalizzata! Dieci? Oddio ma così tante?

- aaaaah! Levamele levamele levamele!!! – urlo cercando di staccarmi le dita mentre Stu riesce finalmente a portarmi fuori da quello schifo di seminterrato.

Lo sento borbottare qualcosa come ‘adesso cosa faccio? ‘ John mi uccide’ ma poi mi incanto a guardare il signore che mi saluta dall’altra parte della strada e non presto molta attenzione a Stuart.

Agito la mano in direzione dell’uomo che per tutta risposta si toglie il cappello e fa un leggero inchino.

- Judith, chi stai salutando? – mi chiede il mio compagno che continua a tenere una mano immersa nei suoi bei capelli castani.

- Quel signore no? Saluta anche tu non fare il maleducato! – lo riprendo dandogli uno schiaffo sul coppino.

- Ahia! – si lamenta nascondendosi tra le sue stesse spalle – Ju quello è un LAMPIONE! –

Uh? Oh bè però mi saluta, solo perché non è un uomo non significa che bisogna essere incivili!

 

- Cosa sta succedendo qui? – sbraita una voce che riconosco troppo bene e mi fa venire i brividi sulla schiena, sento dei passi e vedo Stu irrigidirsi prima che Paul faccia la sua comparsa insieme ad una ragazza.

Sento lo stomaco sottosopra e una rabbia che si fa prepotentemente largo tra i miei pensieri, il fatto che io non riesca a stare in piedi da sola è l’unica cosa che mi impedisce di commettere un pluriomicidio.

Paul ci guarda accigliato lo si può capire dal modo in cui il suo sopracciglio destro si è sollevato senza essere seguito da quello sinistro.

Poi il suo sguardo sembra riempirsi di rabbia e cattiveria, appena nota la vicinanza tra me e Stuart.

- Tu sei la numero cinque oppure la numero sei?  - domando alla ragazza con i capelli castani che è nascosta dietro al braccio di quel cretino di McCartney, faccio la domanda con un sarcasmo che non mi ricordavo di possedere.

- Lei.. – inizia Paul girandosi a guardare la ragazza – si chiama Evelyn McCartney! – continua poi come se la sua fosse una tesi inoppugnabile.

- Oh signore adesso anche tra consanguinei! – dico alzando le mani al cielo e roteando gli occhi nella stessa direzione.

McCartney abbassa la testa e la scuote sconsolato – Eve, vai dentro da Ringo.- dice alla sua accompagnatrice prima di tornare a guardarmi serio.

Nonostante il suo sguardo rimanga fisso su di me Paul chiede a Stuart – cosa cazzo le hai fatto? –le parole gli escono come dei sibili di rabbia.

- io? Io l’ho fermata cazzo! – comincia Stu isterico – l’ho trovata al bancone e le ho offerto da bere, ma poi lei ne ha preso un altro e un altro e poi mi ha detto che non crede in Dio! E adesso si è anche messa a salutare i lampioni!! – il pittore sta praticamente urlando e dice tutta la frase senza mai fermarsi.

- L’hai fatta ubriacare apposta! – gli grida addosso Paul che sembra non aver ascoltato una parola di quello che gli ha detto Stuart.

- ti ho detto di no! Se sta così è solo colpa tua! – risponde il suo avversario a sua volta arrabbiato per le ingiuste accuse che McCartney gli ha rivolto. Paulie preso da un’ondata di rabbia perde il suo classico autocontrollo britannico e dopo aver preso Stuart per il collo della camicia lo fa ruotare fino a sbatterlo contro al muro esterno del Cavern.

- Non dire stronzate! – la sua minaccia esce come un ringhio dalla bocca e Stu rimane interdetto per qualche attimo.

- Mi ha detto che avete litigato e che non ci voleva più pensare! Ecco perché ha bevuto idiota! L’hai fatta star male!!! – e detto questo il pittore riesce a liberarsi di un bassista sconvolto che non oppone più resistenza.

Paul ora mi guarda con i suoi tipici occhioni da cucciolo smarrito, ma non lo sta facendo apposta, non sta cercando di farmi sciogliere davanti ad uno sguardo estremamente dolce.

- Juice vieni, ti porto a casa. – tende una mano verso di me, e questo stupido damerino viziato crede che io possa ancora fidarmi di lui??

- Io a casa con te non ci vengo! Non voglio più avere niente a che fare con te stronzo!- allontano con una sberla secca la mano di McCartney, che mi guarda contrariato, ma rimane a bocca aperta, senza parole davanti ad una donna, per la prima volta nella sua vita.

 

Poi all’improvviso un’altra persona esce dal locale e quando finalmente ci raggiunge ecco la mia salvezza George Harrison è comparso un po’ ubriaco devo ammettere, ma comunque è arrivato.

- Io non vengo con voi! – urlo sia a Sutcliffe che a McCartney – voglio stare solo con Georgie! -

- Ah un fungo parlante! – urla il mio salvatore quando letteralmente mi getto al suo collo – aspetta aspetta… ma tu sei Judith! – conclude il suo monologo interiore con una pacca sulla fronte.

- Juice non puoi stare con lui, non vedi che è ubriaco? – continua con insistenza Paul, che vuole a tutti i costi portarmi via da qui, ma io non voglio stare da sola con lui.

- Perché tu non sei ubriaco? – gli risponde Harrison puntandogli un dito sul petto.

- Cazzo George ma sei con me o contro di me?- strilla Paulie sull’orlo di una crisi di nervi e dopo aver sbuffato parecchie volte succede una cosa che non avrei mai creduto di vedere, Paul lancia uno sguardo di supplica a Stuart, che ricambiando con un’occhiata d’intesa mi invita a tornare a casa insieme ai due Beatles.

- .. Io intanto entro e cerco Johnny ok? – mi dice il pittore stringendomi le mani come si fa con un bambino piccolo, però la testa mi gira troppo per offendermi.

- Ma non può entrare lui – dico fulminando McCartney con uno sguardo di odio puro – a cercare mio fratello mentre tu e Geo mi portate a casa insieme a quel simpatico omino viola che hai sulla spalla? –

A questo punto vedo Paul lanciare uno sguardo al cielo gridando ‘ Perché Dio perché? ‘ mentre Stu abbassa la testa e si porta le mani sul viso.

- Vengo io va bene? Vengo io perché io sono io e io ho le chiavi dunque io, vengo io! – sbotta all’improvviso il bassista che dopo aver finito la sessione di preghiera giornaliera mi carica in spalla e mi porta in macchina seguito da un Harrison che segue una farfalla immaginaria.

Saliamo in macchina e per dieci minuti buoni, Paulie cerca di ricordarsi come si accende la macchina, poi dopo aver ringraziato un certo Adam (che io non posso vedere) mette in moto.

 

- Accelera Paul!  Quel pinguino ci sta superando! – urlo George che tiene il viso completamente schiacciato contro il finestrino.

- ci sto provando! – risponde McCartney che invece fa partire la radio a tutto volume.

Quando finalmente arriviamo a casa mia, Paul mi prende in braccio ancora, dato che secondo il suo modestissimo parere IO sarei UBRIACA! E dopo aver rimandato Geo indietro a cercare mio fratello e Stuart , rigorosamente rimasti a piedi, si ferma davanti alla porta di casa mia.

Dalla sua spalla scorgo il suo palmo aperto nella mia direzione seguito da un – chiavi – per sollecitarmi a permettergli di entrare in casa mia.

- Non ti do le mie chiavi ladro! Sono nascoste dove non le trovi! – dico mettendo un broncio magistrale che però lui non può vedere.

- Juice, io non mi faccio molti scrupoli quando si tratta di toccarti. – e detto questo dopo avermi finalmente rimesso a terra le mani di Paul si insinuano nelle mie tasche alla ricerca delle chiavi di casa.

- Non sono lì! – ghigno soddisfatta, mentre una parte di me rabbrividisce al tocco delle sue mani morbide.

- sono nascoste nel reggiseno! – continuò non rendendomi conto di avergli svelato il mio segreto!

- Dai le chiavi Juice. – ripete McCartney aprendomi il palmo davanti alla faccia, io per tutta risposta gli indico la scollatura della mia camicetta e Paulie rotea gli occhi al cielo.

Dopodiché il tutto è accaduto in una frazione di secondo, Paul ha infilato la mano sinistra nel mio reggiseno e ha prontamente trovato le chiavi, dicendo, mentre apriva la porta, che mai un paio di tette avevano fermato un McCartney.

 

Finalmente dentro. entrambi ci fermiamo all’ingresso, Paulie si appoggia allo stipite della porta della cucina, mentre io rimango allibita sulla soglia a causa della violenza subita.

Poi all’improvviso sento tutto il peso di McCartney addosso ed il suo profumo mi investe peggio di una valanga, sento le sue mani cercare le mie e il suo respiro sulla bocca.

- Mi hai fatto preoccupare. – mi sussurra sulle labbra per poi baciarmi, ma è un bacio strano, come se ne sentisse seriamente il bisogno, come se fosse affamato di me.

Mi lascio andare quando sento la sua lingua incontrare la mia e mi sento così bene, è tutto così giusto, come un perfetto puzzle di emozioni in sintonia tra di loro.

Poi però la magia scompare, le sue parole mi tornano prepotentemente in testa, creando un eco di dolore e spalanco gli occhi mentre lo allontano bruscamente da me.

Mi guarda con un' espressione smarrita in volto, ma non gli lascio il tempo di capire perché scappo in camera mia sbattendo la porta.

La sbatto, ma non la chiudo a chiave.

Gli voglio far capire che deve starmi alla larga, solo per altri cinque minuti.

 



Hi everyone!^^

Sono pienamente consapevole del vostro odio nei miei confronti! Per cui se abbassate torce e forconi, grazzzie :D

Allora sono finalmente tornata! Sia dall’America! (sigh!) che qui da voi.

So che ho aspettato molto prima di aggiornare, ma primo ho dovuto adeguarmi di nuovo al fuso orario italiano, sei ore di differenza sono davvero troppe! .-.

Secondo sono stata punta da un ape ed io in quanto allergica mi sono fatta la mia felice gita all’ospedale! -.-“

Ed inoltre questo capitolo mi era venuto fuori un po’ troppo lungo, dunque ho dovuto cambiarlo mille mila volte e ho anche cambiato il finale in continuazione!! (ammetto di non essere sicura nemmeno di quello che c’è adesso) ma AMEN!  Spetta a voi dirmi tutto :D

Ritorno a scusarmi per il ritardo ed ora ringrazio le mie dolci recensitrici che non hanno mai perso la speranza di un aggiornamento :D

Ciaaaao cari :*

 

I Love The Beatles: La prima a recensire come sempre!^^ ti meriti un premio :D che però non ho a portata di mano quindi ti becchi solo la mia eterna gratitudine per il tuo supporto! (sai che roba -.-“) eh oh, questo ho :D

Purtroppo come hai già detto tui, STI MALEDETTI MASCHI!! -.-“ non c’è proprio niente da fare! :D

 

Melardhoniel: Sei una cazzutissima veggente! :D complimenti cara! :D *applaude* mi fa piacere che la parte dove Juice picchia Macca ti abbia gasato! Tu non sai quanto mi è piaciuto scriverla :D Purtroppo Jane Asher è davvero una fi*a atomica, ma magari Juice riuscirà a tenere la mente di Paulie occupata :D

Per quanto riguarda la decisione di quel demente, che ti posso dire? È un uomo! Un idiota insomma :D

Baci cara :D

 

_ Eleanor R_ Ma ciaoo^^ Non ti preoccupare per la recensione, l’importante è che sei tornata : ) anche io vorrei un bellissimo e dolcissimo Johnny broche, con magari annesso anche un fighissimo Paulie friend :D non so se mi spiego! ;)

Che i musicisti son dei fusi di testa si sapeva :D ma non so per quale motivo, ma secondo i miei più malsani pensieri, John e Paul erano particolarmente fuori :)

Grazie per i complimenti :*

 

_ Enya: Internet mobile! Meno male che l’hanno inventato! U.U ad ogni modo hai proprio ragione a dire che Paul usa le palle quando non servono, il cretino -.- ma che ci vuoi fare il maschi ci arrivano dopo!

Juice finalmente ha una scusa per “ donare “ a Paulie tutto il suo amore :D

Devi solo attendere ancora un po’ ;)

Ciao cara :*

 

Euforia: Bengiunta! ;) mi fa piacere conoscere gente nuova! :D ti ringrazio per tutti i complimenti e anche io (se non si era capito ) ho una mega cotta per quello scemo del Macca *__*

Adesso dirmi che le scene ad inizio capitolo sono belle è un conto, ma dire addirittura che sono geniali! Cioè oddio mi rendi ultramega felice!!!! :D * saltella per la casa tipo “the fool on the hill” * ehm si mi ricompongo scusa ^^

Grazie di nuovo e spero di sentirti ancora :D

 

Bene ho ringraziato tutti mi pare, ringrazio anche tutti quelli che leggono ricordando che anche se non scrivo per le recensioni sapere cosa ne pensate mi rende più felice! ( :D ) quindi magari mi vien più voglia di pubblicare in fretta!! ;)

Ciao a tutti! :* <3

 

Love and always to the top.

Emrys_





Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** * You're my Wonderwall * ***


* You’re my Wonderwall *

 

- JOHN! – il mio strillo squarcia il silenzio come se lo avessi letteralmente preso e tirato in direzioni opposte.

- Non sono stato io! – mi risponde mio fratello rivelandomi in questo modo il suo nascondiglio.

- TU! Idiota! Hai usato la mia asciugamano! Come faccio ad asciugarmi con una cosa che è già bagnata?? – dopo essere stato scovato Johnny si è prontamente nascosto dietro ai suoi compari che mi guardano come se fossi pazza mentre sventolo, con furore, l’asciugamano incriminata.

- Non riesci nemmeno a leggere stupido di un Lennon stupido? Non vedi che qui c’è scritto J. L.?? ma dico ma non riconosci nemmeno le mie iniziali? – dico cercando assenso negli occhi degli altri.

- Ehm Judith.. – la voce terrorizzata di George mi fa imbestialire ancora di più e il povero Beatle trema sotto il mio sguardo di ghiaccio, lo vedo alzare un indice in mia direzione e guardare l’asciugamano, ma il mio perentorio ‘taci’ frena ogni suo intento.

- che poi non si tratta nemmeno di leggere! Dovresti solo sapere quali sono le prime due lettere del tuo nome! – continuo esasperata.

- Juice, a dire il vero.. – stavolta è Paul che prende parola.

- Zitto tu paraculo! – ringhio contro di lui che si inabissa dietro a George.

- Judith, tesoro mio, vorrei farti notare che le tue iniziali e quelle di tuo fratello sono le stesse. – la voce calma e tranquilla di Ringo mi fa rinsavire, in effetti è vero.

- Ah già! – dico sorridendo raggiante a tutti prima di andarmene come se niente fosse successo.

 

Stringo convulsamente le lenzuola del mio letto, mentre sento i passi di Paul sempre più vicini.

Mi ha baciato, ancora , come se non fosse successo nulla, anche se in realtà in un mezzo pomeriggio è successo di tutto.

Con che coraggio? Mi chiedo quando i suoi passi abbandonano le scale per farsi strada nel corridoio. La testa mi gira pericolosamente, se non vedessi la luna placida e immobile che mi fissa dalla finestra direi che il mio letto si è trasformato in una trottola.

Sento delle lacrime vigliacche e pungenti che mi feriscono gli occhi, perché piango adesso? Troppe cose mi stanno accadendo e io sono qui immobile nel mio letto a piangere disperata.

Proprio mentre un singhiozzo più prepotente mi scuote sento la maniglia girare e la porta aprirsi.

Ricaccio tutte le lacrime indietro e mi corico supina cercando di asciugarmi il viso con la stoffa del cuscino, Paul entra e la luna illumina il suo profilo.

Lo guardo con la coda dell’occhio e sembra irreale, il chiarore lunare gli dona un riflesso argenteo che lo fa sembrare una statua, è ancora sulla soglia con la maniglia stretta nel pugno destro e mi scruta combattuto.

Lascia andare la porta e la richiude con cura, dopodiché McCartney si dirige verso il davanzale della finestra, apre i vetri e si accende una sigaretta.

Inizia a fumare in silenzio ed io rimango rapita dal suo profilo baciato dalla notte.

Mi chiedo per quale motivo sta facendo tutto questo per me, dopo che mi ha detto che era finita, perché è qui? Nella mia stanza insieme a me?

Mi ha portato fino in camera mia e dopo aver mandato George a cercare Johnny, mi ha baciata,ed ora è venuto in camera mia per poi aprire la finestra e mettersi a fumare per sciogliere la tensione.

Sento la testa girarmi vorticosamente e anche una strana malinconia che mi parte dallo stomaco, lo vedo lì vicino al davanzale che fuma, bello, bellissimo come sempre e non più mio.

Mi ha detto che sono una bambina, chissà cosa pensa adesso.

- Judith perché ti sei ubriacata? – la sua voce matura rompe il silenzio di quella notte di inizio Giugno – accidenti, mi hai fatto prendere un colpo, quando ti ho vista lì con Stuart, ho temuto il peggio! – sono veramente ubriaca fradicia oppure mi sta sul serio facendo la predica?

- Come se ti importasse! – mi lamento rannicchiandomi in posizione fetale, come per tentare di contenere la mia tristezza.

All’improvviso sento il materasso flettersi sotto il peso di un'altra persona e le calde labbra di Paulie mi sfiorano maliziosamente il lobo dell’orecchio.

- Mi importa Juice, mi importa eccome. –

Il suo fiato caldo sul collo mi manda in visibilio, non capisco nulla eppure so tutto, è buio, ma chiudo gli occhi per la troppa luce, ho caldo, ma mi rannicchio come se fossi nuda sotto una coltre di neve.

- Paul perché mi stai facendo questo? – la mia voce esce fin troppo sottomessa, mi sembra di sentire parlare un estranea, sono stanca dei suoi maledetti sbalzi d’umore.

Mi giro per guardarlo in faccia, ma non mi aspettavo di trovarlo così vicino, steso accanto a me. Incontro i suoi occhi e deglutisco a vuoto, cercando le parole per offenderlo.

Le sue nocche bianche mi scorrono sulla spalla mentre lui mi guarda in attesa, sto cercando di resistere, non voglio cedere e stringerlo a me, non è mai stato così difficile però.

- Prima mi hai detto che ero una bambina e adesso fai il padrino geloso, mi vuoi dire cosa diavolo vuoi ancora da me? –

Paulie non parla, si limita ad accarezzarmi i capelli e le spalle, mi guarda attraverso ed io non posso tollerarlo, così mi alzo di scatto e mi avvicino al muro, perché la dolce euforia dovuta dall’alcool se n’è andata e adesso solo una pesante realtà mi grava sulla pelle.

Mi appoggio alla superficie ruvida del muro e chiudo gli occhi cercando di tornare a respirare normalmente, non sto capendo nulla.

- Judith coricati per favore, non stai bene. – finalmente parla! La voce roca e profonda dovuta alla sigaretta, sento le sue mani sulle spalle che cercano di riportarmi al letto.

Adesso che ci penso io so cosa vuole Paul da me, vuole fare sesso giusto?

Accontentiamolo.

Gli circondo il collo con le braccia e lo baciò con irruenza, non mi importa se è sorpreso, non deve nemmeno ricambiare il bacio, con veemenza riesco a fargli schiudere le labbra e mi impossesso appieno della sua bocca.

Lo spingo indietro e quando le sua gambe incontrano il letto, si siede prima di cadere di peso, mi metto a cavalcioni sulle sue ginocchia e con le mani gli accarezzo la schiena, poi senza troppi preamboli faccio scorrere la mia mano sinistra sulla sua cintura e cerco di sfilarla.

- Jud.. – McCartney cerca di protestare ma io soffoco le sue parole con la mia bocca, deve stare zitto accidenti!

Cerca di sottrarsi alle mie labbra, ma io non demordo e inizio a lasciare una scia di baci sul suo collo chiaro e candido, le sue braccia scendono a prendermi le mani che ancora lottavano con la sua cintura.

- Juice cosa stai facendo? – sento che fa fatica a parlare ed ha il fiato corto ed irregolare.

- Dai Paul stai zitto, lasciami fare!  - gli dico inondando il suo collo di languidi baci, sta cercando di resistermi ma evidentemente non deve essere facile perché si riappropria delle mie labbra, solo dopo essersi messo le mie braccia intorno al collo.

Le sue di braccia però scendono sui miei fianchi e mi spingono indietro facendomi tornare in piedi, successivamente anche Paul si alza e mi guarda sorpreso con le labbra arrossate.

- Andiamo in cucina, devi mangiare qualcosa.- accampa una scusa senza senso per potersi allontanare da me.

- Paulie non vuoi farlo? – McCartney tossicchia e sgrana gli occhi in modo molto teatrale, come se gli avessi detto che c’è una banana gigante che balla il twist sul comodino.

Lo spingo dolcemente contro il muro e lo bacio di nuovo, finalmente Paulie sembra rilassarsi mi avvicina e mi stringe dolcemente i fianchi.

Ora ricordo, anche lui ha ammesso di aver bevuto,forse è per questo che è un po’ stordito, ma non mi importa, non so cosa sto facendo di preciso, sono in preda al mio istinto e così le mie mani scivolano sul petto di Paul.

Comincio a slacciargli i bottoni della camicia, l’odore della sua pelle fresca si fa prepotentemente largo tra i miei pensieri, scorro le dita sul suo petto nudo e mi sembra di accarezzare un morbido drappo di lino immacolato, ma non voglio lasciarmi trasportare, ormai mi è tutto chiaro, lui non prova nulla per me e nemmeno io devo sentirmi legata a lui.

Con questa nuova idea ritrovo l’ardore di poco fa e le mie mani ricominciano a scorrere lungo il suo addome per raggiungere il cavallo dei suoi pantaloni.

Appena le mie dita sfiorano la sua erezione crescente Paul mi scosta in malo modo e mi inchioda con i suoi occhi verdi e determinati.

- Judith spiegami per quale motivo ti comporti così! – la sua voce strascicata nasconde una nota di rabbia, ma io non ci faccio caso e appoggio la testa sul suo petto nudo.

- Dai Paulie smettila di essere così rigido! – parlo anche se in realtà non so cosa dico, il mio cervello non ha registrato le parole che ho detto, ma nonostante questo McCartney si lascia scappare un sospiro frustrato.

- Non sono rigido! Sto cercando di usare la testa a differenza tua! – mi parla piano ma la sua voce vacilla mentre le sua mani raggiungono le mie spalle.

- Tesoro la testa è l’ultima parte del tuo corpo di cui ho bisogno in questo momento! –

Non so come di preciso, ma improvvisamente mi trovo sdraiata sul mio letto e Paul è sopra di me con tutto il suo corpo, la sua camicia slacciata mi accarezza i fianchi, ma non faccio in tempo a notare altro perché McCartney riprende a baciarmi, con molta più foga di prima, con una strana possessione, lo lascio fare, se vuole comandare lui per me non è un problema.

Continua a baciarmi, ma non fa nulla di concreto, così gli mando un chiaro messaggio allacciando le mie gambe ai suoi fianchi.

Evidentemente sono stata troppo audace perché Paul si scansa subito da me e inizia a camminare avanti e indietro per la stanza. Puntello i gomiti sul materasso per guardare meglio quel pazzo nevrotico che continua a camminare ripetendo che ‘ così non va bene. ‘

- Paulie, sei un po’ stressato sai? – dico mentre mi alzo, per richiamare la sua attenzione e di nuovo Paul mi regala lo sguardo inquisitore dei suoi enormi occhioni sgranati.

- Io? Cioè Io? Stressato? Non so come tenerti buona ca… ok aspetta fammi ragionare un attimo! – dice puntandomi i palmi contro, come se cercasse di ripararsi da me prima di riprendere a camminare per ancora qualche secondo, dopodiché si ferma e asserisce con enfasi

- santo cielo, mi fa male il cervello! -

- Se ti calmassi un attimo! – gli rinfaccio esasperata – te lo posso far passare io il mal di testa! – concludo con una chiara nota di malizia nella voce.

Detto questo comincio a slacciarmi la camicetta, ma dopo qualche bottone le mani di McCartney raggiungono le mie per fermarmi, però le mie mani sono esattamente sul mio seno e così lo sono quelle del mio pudicissimo amico Paulie.

E di nuovo gli occhioni sgranati che mi guardano come se fossi un alieno! Paul toglie immediatamente le mani come se fosse stato scottato, così io di nuovo libera ricomincio a spogliarmi.

- Judith riesci a tenere i tuoi vestiti addosso per almeno altri dieci minuti???? –

La rabbia che sento nella voce di McCartney mi convince a fermarmi e quando sono finalmente calma torna a farsi sentire quella brutta sensazione di tristezza proprio sulla bocca dello stomaco.

Mi corico a letto rannicchiandomi, come se volessi nascondermi il più possibile, ma ovviamente non posso scomparire.

Paul dopo essersi rilassato si avvicina a me di nuovo e mi accarezza i capelli – Juice scusa.- lo sento coricarsi al mio fianco e anche se lotto con tutta me stessa alla fine cedo e mi giro verso di lui, Paul è coricato su un fianco così io nascondo la testa contro il suo petto, con una dolcezza incredibile McCartney mi stringe di più a sé con l’ausilio del braccio.

- Juice io… - inizia a parlare, ma io lo zittisco immediatamente di malagrazia piantandogli una mano sulla bocca.

- Paul sai, forse è meglio che stai zitto per una volta, ne hai già fatti abbastanza di casini parlando! – e per la millesima volta i suoi occhi si sgranano, ma almeno questa volta sono divertiti.

McCartney per ribellarsi mi lecca la mano che io pulisco immediatamente contro le lenzuola del letto.

- Paulie ma che schifo! – urlo mentre strofino la mia mano come una furia.

- Dì la verità che ti è piaciuto! – risponde Paul facendomi l’occhiolino.

- Oddio, ma quando crescerai? – gli rispondo nascondendomi di nuovo contro il suo petto,

- Nel millenovecentosessantaMAI- ribatte cominciando a ridere, allora io gli do un pugno e lui con un guizzo mi incatena al letto imprigionandomi con il suo corpo.

- Vuoi fare la furba eh? – dice con un sorriso spaventosamente sadico sul suo bellissimo volto da angelo.

Senza che io posso ribattere però Paulie inizia a farmi il solletico e nonostante io scalci come una matta lui ha la meglio su di me.

Non so per quanto tempo sono stata vittima delle mani di Paul, solo che ad un tratto i nostri volti erano vicinissimi, tanto che con l’indici potevo accarezzare la pelle della guancia di porcellana di Paulie.

 

- Hey ragazzzzzi! – la voce di mio fratello John, chiaramente ubriaco, ci fa rinsavire ed entrambi lo guardiamo preparandoci al peggio. Guardando bene John noto che è completamente fradicio.

- Johnny, come mai sei bagnato? – gli dico guardando fuori dalla finestra, ma da dietro la spalla di Paul vedo che non ci sono nuvole nella notte.

- George diceva che non sapevo nuotare e io: ‘ sì che so nuotare’ e Geo:’ non ci credo che sai nuotare’ e allora per fargli vedere che sapevo nuotare mentre Ringo non guardava sia chiaro, perché quello è peggio di zia Mimi, mi sono buttato in una fontana. – e dopo aver esultato per due minuti buoni il racconto fantascientifico di  John si è concluso con – e ho vinto io per intenderci. –

- Ok, ma adesso dove sono gli altri? –

- Li ho seminati! – asserisce John trionfante.

Paul, che durante il racconto di mio fratello si era seduto sul bordo del letto con le lacrime agli occhi dalle risate che stava cercando di reprimere, non parla.

Io invece guardo Johnny senza parole, non so cosa dire, non l’ho mai visto così cilindrato accidenti!

- Johnny vieni che andiamo a letto. –

Non so quale strana sinapsi di John ha fatto accadere quello che è successo, ma in ogni modo dopo avermi urlato  – prova a prendermi- Johnny ha iniziato a correre per il corridoio e mentre prima correva dopo era al piano di sotto ai piedi delle scale che si teneva la testa dolorante.

McCartney che aveva seguito tutto era accasciato a terra che si teneva lo stomaco per le troppe risate mentre io cercavo di far risalire John.

Ma la botta alla testa ha evidentemente riacceso il cervello di mio fratello che dopo aver salito senza intoppi le scale ha guardato me e Paul e ha detto:

- Bè ragazzi io vado a letto, sono sicuro che domani quando mi racconterete della mia caduto riderò con voi, ma adesso non mi pare sia il caso. Buonanotte a domani! –

Io e Paulie che eravamo l’una affianco all’altro davanti alle scale abbiamo chiaramente sentito il rumore delle nostre mandibole che cadevano a terra, proprio mentre John chiudeva la porta di camera sua.

- Sbaglio o ha detto tutto con una fastidiosa aria di superiorità? – la voce di Paul rompe il silenzio, ma l’unica cosa che posso fare a questo punto è annuire.

- Sai la prossima volta che stiamo per baciarci dovremmo prendere delle precauzioni. – ora guardo McCartney con interesse mentre andiamo in cucina a prendere un aspirina.

- Del tipo?-

- Chiudere la porta, a chiave. – e per coronare al meglio la frase mi regala mi fa il secondo occhiolino della serata.

Ciao a tuuuutti :D

 

Bè credo di dovervi parecchie spiegazioni, ma il motivo della mia assenza è stato solamente uno.

Mia sorella gemella, ha avuto dei seri problemi di salute e dunque sono stata con lei ( Università permettendo) per tutto il tempo che avevo a disposizione.

Ma, ora che la mia Julls è guarita sono tornata a rompere :D

 

GiuliV: Non ti preoccupare non mi arrabbio se per una volta non recensisci :D ad ogni modo grazie per le belle parole e spero che lo scorso capitolo ti abbia fatto ridere sul serio :D Ti dico solo una cosa! ;) credo che un giorno rivaluterai Stu! :D Bacioni <3

 

Anima97: BENGIUNTA! :D una nuova che bello ** grazie per la recensione che non è assolutamente merdosa! ;) Sono felice che ti piaccia Judith, poiché essendo un personaggio completamente mio mi fai sentire brava! ** Un bacionee <3

 

Euforia:  Grazie sono felice di farti ridere (: all’inizio credevo che lo scorso capitolo fosse troppo esagerato, ma poi la mia pigrizia mi ha ‘impedito’ di cambiarlo (: Lo so che sono stata stupida a tornare dall’America D: non mi ci far pensare va! ): però quando sono tornata a casa e ho letto le recensioni mi sono sentita subito meglio! :D Un mega bacio! <3

 

Linda Eastman: Sempre felice di far ridere la mia moglie Paul preferita (: come ho già detto ad Euforia all’inizio temevo che il capitolo fosse troppo esagerato e stupido, quindi ti ringrazio ;)

Un super bacio <3

 

I Love The Beatles: Allora ti devo parecchie scuse, a parte la storia di mia sorella che già sai mi hanno rubato la borsa con dentro il cellulare, quindi se in questo periodo mi hai cercato, sinceramente non so a chi hai scritto! xD comunque appena posso intendo mandarti un e-mail con le mie impressioni della storia (che è sempre stupnderrima :D )

Ciao cara (: Un bacio! <3

 

Midori997: Aiuto qui si parla già di matrimonio (: bè tesoro, mi dispiace romperti le cosiddette uova nel paniere, ma la nostra adorata coppietta dovrà passarne ancora tante e tante tante tante :D

Un bacio <3 ciao ciao**

 

ATTENZIONE AVVISO IMPORTANTE! (o almeno per me lo è :D)

So che negli scorsi capitoli ho detto che Judith è nata l’8 Luglio, ma per motivi di forza maggiore (ovvero perché mi tira così :D) la data di compleanno della piccola Juju è ufficialmente anticipata al 5 Giugno :D

Grazie mille a tutti!

 

Love and always to the top.

Emrys_

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** * Surprise, Surprise! * ***


usa questao!!!!!

 * Surprise, Surprise! *

 

 

 

«Judith tesoro..» la voce estremamente mielosa di John mi annuncia la sua presenza nella mia camera, cos’avrà fatto di così grave da venirmi a disturbare mentre leggo una rivista in camera mia?
Lo guardo malissimo, facendo sbucare solo i miei occhi neri dal giornale.
« Mi sono dimenticato di dirti una cosa… » assottiglio lo sguardo e metto giù quello che stavo leggendo.
« Si tratta di una nozione puramente accessoria sia chiaro!»
Poi all’improvviso, proprio come nei film dell’orrore la porta della mia camera si chiude cigolando, ed un Ringo seguito da uno spaventatissimo Harrison mi bloccano l’uscita.
OH CIELO! Cos’ha fatto?
« Sai quando noi andremo ad Amburgo, diciamo che si insomma, la casa rimarrà vuota..»
« Non rimarrà vuota, sai ormai le donne sono considerate alla pari degli uomini, anche se nella tua concezione maschilista della vita non è così! »
« No, ragazzi non c’è la faccio io esco! Tieniti pure i tuoi soldi Lennon! »  perché George scappa fuori dalla mia camera come se si trattasse della tana di una belva feroce?
«Sì, ma, tu sei minorenne, e così ho pensato che zia Mimi..» momento, momento, momento.
Zia Mimi?
OK, QUI MI INCAZZO!
« Tu! Bastardo traditore! Io ti ammazzo! »

In un secondo ecco spiegata, la paura di Harrison, la ruffianeria di John ed il motivo per il quale il portafoglio di Ringo era più pesante di 50 sterline in più.

 

 

Sono su una sedia in una stanza buia, sono legata e cerco di urlare ma non ci riesco, c’è un uomo nella stanza, ma non riesco a vederlo in viso, sento solo una forte pressione sullo stomaco, sono imprigionata, questa corda mi stringe troppo…

 

Spalanco gli occhi e la luce del sole mattutino m’inonda, ma che razza di sogno stavo facendo? Oddio che brutta quella corda che mi stringeva.
Un attimo.
Sento davvero qualcosa che mi stringe la vita.
Aiuto.
Sono coricata su un fianco e con la mano che non ho nascosto sotto al cuscino, cerco di scoprire cosa mi sta tenendo incatenata al materasso.
È un braccio.
Mi fa male la testa.
Mi giro lentamente, e trovo Paul McCartney coricato nel mio letto che mi stringe possessivo con un braccio, la sua camicia è slacciata ed il suo viso è immerso nei miei capelli.
Sembra quasi che stia trattenendo il respiro più del normale, solo per tenere il mio odore dentro di sé, lo vedo tranquillo, ed ora l’abbraccio in cui sono stretta non mi sembra una specie di catena, ma bensì è come uno scudo, uno scudo contro le cose brutte.
« Hai finito di fissarmi? »  faccio un balzo di mezzo metro, ma che cazz..?
McCartney mi sorride, anche se continua a tenere gli occhi chiusi, poi con il braccio cerca di farmi ritornare alla posizione di prima, per continuare a dormire.
« Si ti vedo,sono un veggente io! Comunque lo so che sono bello anche appena sveglio, però non c’è bisogno di fissarmi come se mi volessi mangiare. »  gli tiro un pugno sul naso, che nonostante le sue doti di veggente non è stato in grado di evitare.
« Ahio Juice! »  dice portandosi entrambe le mani sul naso.
Io non commento, lo guardo mentre si lamenta (com’è solito fare tra l’altro) e poi dicendo di aver fame mi alzo per andare in cucina.

 

« Come farò a fare colpo sulle belle bionde tedesche con il naso rotto? »  Mi domanda Mr. Simpatia sedendosi al tavolo della cucina, cavolo mi ha seguito.
« Così impari a tirartela da qui fino a Londra! Vanitoso! »  Paul mi risponde con una linguaccia, prima di appropriarsi della mia tazza di caffè.
Mi siedo accanto a lui,sono ancora stanca così appoggio la testa al tavolo e tra parentesi, la testa mi sta scoppiando.
La mano del ladro di caffè si appoggia sul mio capo, e mi fa delle rilassanti carezze sui capelli, lo lascio fare. Perché ha un effetto calmante su di me ogni cosa che fa quest’uomo?
Mentre la sua mano mi tranquillizza, cerco di ricostruire la notte appena passata, ma è tutto confuso e poi, anche se cerco di evitarlo, il mio pensiero si focalizza sempre su una cosa.
Paul ed io abbiamo dormito insieme.
La mia camicia era abbottonata male, la sua invece era completamente slacciata.
Non mi ricordo nulla, e devo ammettere che ho un po’ paura.

 

« Fa male la testolina eh? » Paulie mi da un bacio sui capelli, prima di prendere un sorso di caffè.
« è una delle cose che chiamiamo ‘postumi della sbornia’ per chi non è abituato a bere e fa il furbo, non è una cosa molto simpatica. »
Ditemi che non ha proferito quella frase.
« Non volevo assolutamente fare la furba! Stavo cercando di divertirmi » l’ho detto con un tono che non ammette repliche, e il furbo accanto a me deve averlo capito.
« A me è sembrato più che altro un modo per attirare l’attenzione di qualcuno. »  no, non ha capito.
« Si, devo ammettere che speravo che Stuart mi notasse ieri sera. »  SBAM! Dritto nell’orgoglio da maschio alfa di Paulie.
« Sei acida di prima mattina! »  per non abbassarmi al livello di bambino-delle-elementari di McCartney non rispondo.
Aiutato dal silenzio, il pensiero di aver passato la notte con Paul si fa risentire, devo chiederlo a lui, non posso continuare a fare finta di niente.
Non so bene come domandarglielo, si insomma, chiedergli se abbiamo solo dormito insieme oppure.. non so perché, ma l’idea di averlo fatto sul serio mi terrorizza, io non volevo, se me lo chiedesse adesso di sicuro gli direi di no!
Mi aveva lasciato accidenti!
Chissà cosa penserà di me adesso, forse ora che ha ottenuto ciò che voleva non mi vuole più.
Devo chiederglielo, devo sapere!
« Paul.. » inizio incerta, e già non va bene « Devo sapere una cosa, io e te, stanotte.. perché io non mi ricordo nulla, ma hai dormito qui, quindi.. » non volevo dire la frase in modo esplicito, dato che consideravo McCartney un uomo dalla media capacità intellettiva, per qualche momento ho sperato che capisse, ma non ho preso in considerazione l’attenuante secondo la quale Paul è un vero e proprio dispettoso.
« Cosa vuoi sapere? Non capisco. »  ovviamente il sorriso sornione che gli tinteggiava i lineamenti del viso mi ha fatto immediatamente intendere che in realtà aveva capito fin troppo bene, ma come ogni uomo, voleva sentirselo dire.
Dopo aver provato almeno altri due o tre giri di parole con un sospiro di esasperazione gliel’ho chiesto « Abbiamo fatto sesso Paul? »
Il suo ghigno di sicuro è impagabile, ma mi vergogno troppo, così concentro la mia attenzione sulle interessantissime maniche della mia camicia.
« Bè, quando ti ho detto di no non eri molto d’accordo. »  è possibile che il sangue sulle mie guancie diventi più rosso del rosso? « però no, sono riuscito, a fatica devo ammettere, a resisterti. Abbiamo solo dormito insieme. »
Ho davvero sentito il rumore del peso che si è levato dalle mie spalle.
Mi alza il viso per guardarmi negli occhi, e mi sorride compiacente, come per tranquillizzarmi.
Ho già detto che tutto quello che fai Paulie mi tranquillizza?
Bè, lo ripeto.

 

L’idea di aver dormito abbracciata a McCartney mi fa uno strano effetto, lui non è quel tipo di ragazzo, almeno, la sua reputazione non è proprio quella del principe azzurro, tutt’altro.
Però ho dormito con lui e lui mi ha stretto contro il suo corpo, senza avere degli scopi nascosti.
Siamo rimasti in silenzio per non so quanto tempo, lui mi accarezzava i capelli mentre io gli ero seduta vicino, ed ognuno apprezzava in silenzio la compagnia dell’altro.
Poi di nuovo, quelle parole nella mia testa: ci siamo lasciati, lui mi ha mollato!
« Credo che sia ora che tu te ne vada » mi sposto come scottata da lui e per non incontrare il suo sguardo mi metto a lavare le nostre tazze. M’immagino una sua occhiata confusa, così cerco di spiegare « Se si sveglia John e ti trova qui con gli stessi vestiti di ieri potrebbe pensare male.  »
Girata verso il lavello, davo le spalle a Paul, così non mi sono subito accorta della sua presenza dietro di me, mettendo le mani sui miei fianchi, mi ha fatto voltare ed ora i nostri visi sono vicini,troppo.
Con il naso mi fa una strana carezza sulla guancia, ed io sono indecisa se far finta di niente oppure allontanarlo.
Sento le sue labbra che si avvicinano e non è più come prima, non sento più le classiche farfalle nello stomaco, sento solo una rabbia ruvida e fastidiosa.
Lo scanso di malagrazia, ma anche se mi aspettavo di avere puntati addosso i suoi tipici occhioni da cucciolo Paul mi guarda serio, credo che abbia capito, alleluia!
« Juice, so che le cose che ti ho detto l’altro giorno non erano molto, simpatiche » si passa una mano sul collo massaggiandoselo, sta calibrando le parole da usare. « Ho sbagliato, e ammetto che non so cosa dirti per farmi perdonare. »  chiudo gli occhi e respiro lentamente.
« Mi stai facendo soffrire troppo Paul. Credo che sia ora di farla finita con questo strano rapporto. »
McCartney si avvicina, mi da un bacio sulla fronte e poi prende il suo cappotto prima di uscire.

 

 

Sono in cucina immersa nei fornelli, letteralmente, preparo qualcosa per non pensare, almeno credo.
« Cosa stai cucinando? »  la bellissima visione di John in mutande e capelli spettinati che mi si presenta sulla soglia della porta, mi fa pensare allo stato in cui mi trovavo io stamattina.
« Preparo il brodo per farti arrosto fratellino. »  gli lancio un bacio, sfiorandomi la punta della mano con le labbra e poi soffiando, John da bravo fratellone lo acchiappa e poi apparecchia la tavola.
Cerco di non far vedere a Johnny boy la mia amarezza, spero di riuscire ad accantonarla per non pensare più a lui.
« Bè non devi scomodarti, tu fai sempre tutto in questa casa, oggi ti voglio aiutare, vai di sopra a farti bella su! »  per chi non conoscesse bene mio fratello direbbe che la sua è una semplice e sola manifestazione di affetto, ma in realtà mi sta nascondendo qualcosa!
« Come scusa? »  il mio sguardo storto esprime tutta la mia confusione, ma tra spintoni e complimenti vari John mi ha spinto in bagno ordinandomi di truccarmi un po’ perché a detta sua ‘non ho una bella cera.
Dato che non me la sento di non approfittare della ruffianeria di Johnny faccio una doccia veloce, mi acconcio i capelli e mi passo un velo di trucco sul viso.
Mentre scendo le scale, sento un piacevole profumo di torta provenire dalla cucina e giuro di aver sentito la risata trillante di Cynthia, ma è strano, non dovrebbe essere qui.
Scorro mentalmente tutti i più reconditi motivi che potrebbero spingere John ad essere gentile con me, ma è possibile che non ne trovo?
Mi avvicino lentamente alla porta e sento anche delle altre voci provenire dalla stanza, così curiosa apro la porta.
La cucina è piena di palloncini colorati ed il tavolo sorregge a malapena una dozzina di pacchi regalo infine per incorniciare quel quadretto perfetto un tendone con su scritto ‘auguri Juju’ era lungo quanto l’intera camera.
So che tutti penseranno che sia impossibile dimenticarsi il proprio compleanno, e che è il classico cliché da favola della Disney, eppure non posso essere più sincera nell’ammettere che tutti gli avvenimenti dell’ultimo periodo mi hanno completamente fatto dimenticare ogni cosa.
La sbronza di ieri sera poi è stata il colpo di grazia.
C’erano proprio tutti! Le mie amiche della scuola, Thelma, Dot, Stuart, Ringo George, Cyn è accanto ad una rossa che non conosco, ma vedere Paul che mi sorride, mi fa rivedere le mie priorità.
Questa non è una bella situazione.
Stamattina l’ho lasciato e adesso lui è qui con un regalo per me.
Perché mi devo sentire in colpa?
« Auguri Judith! »  le loro voci calorose mi fanno tornare in me, distolgo lo sguardo da McCartney imbarazzata, sorrido, ma è un sorriso di circostanza, mille pensieri mi affollano la mente.
Cynthia mi si avvicina, seguita dalla rossa, che devo dire, non è una brutta ragazza.
« Judith.. » inizia titubante come se dovesse darmi una brutta notizia « Questa è la mia amica Jane » la rossa mi porge la mano, io la stringo e mi presento.
Poi la sconosciuta ha la cattiva idea di parlare.
« Io sono Jane Asher, tanti auguri.» il respiro mi si ingolfa letteralmente nella gola, e se prima pensavo a Paul, ora penso al modo più doloroso per uccidere Cynthia.

 

 

 

 

 

SONO TORNATAAAA!

Lo so che non ci speravate più eppure eccomi qui, sono felice di essere tornata e spero di non mancare mai più dalle scene per un intervallo così lungo.

Problemi con lo studio, sapete.

La scuola ci ucciderà tutti.

Cooomunque eccomi, non voglio dilungarmi troppo e spero che questo capitolo vi piaccia! :D aspetto tante recensioni eh! Ci conto!!
E preparatevi, perché la partenza per Amburgo si avvicina!
Ora ringrazio le recensitrici! :*

 

Midori Meddows : Judith è una ragazzaccia! Sta diventando una teddy girl ;) devi ammettere che però un Paulie che non riesci a tenere il suo amico tranquillo farebbe diventare cattiva chiunque!
Mammamia sembro una casalinga disperata!
Tornando a noi, credo che rivedrai Stuart sotto un’altra luce, non in questo capitolo, ma nei prossimi ;) Spero che tu mi dica cosa ne pensi anche di questo capitoletto, grazie! :*

 

Jade Blues : Grazie :D Meglio tardi che mai davvero! A me fa sempre piacere leggere delle recensioni inoltre il mio scopo era proprio quello di far ridere! Quindi sono felice di esserci riuscita! Ciaoooo :* (non smettere di recensire eh! )

 

I Love The Beatles:   Eccomi tornata!! Mammamia quanto tempo! Mi dispiace di non essermi fatta sentire, ma ho perso tutti i numeri e poi in questo periodo le cose da studiare pullulano che pullulano D: spero di farti felice con questo capitolo e che tu sia soddisfatta! Dimmi ancora cosa ne pensi :*

 

_Enya: Se prima hai aspettato tanto chissà adesso! -.- perdonami sul serio, ma come ho già detto QUEI DANNATI COMPITI! E poi devo anche ammettere che avevo perso la voglia di scrivere .-. ma ora sono qui più creativa che mai!
Paulie è stato davvero un bravo! U.U non me l’aspettavo nemmeno io! :D spero di sentirti ancora!! :*

 

 heyjuuudeAnche io leggo a scuola :D quindi ti capisco, sono felice di averti intrattenuto! Ma se sei una mia nuova fano d’ora in poi voglio una recensione ogni capitolo eh! :D spero che ti piaccia anche questo! Ciauu :*

 

StreetsOfLove:  Lo devo ammettere, tu sei pazza! :D hai recensito ogni capitolo, ma dico oddio! Però ti devo ringraziare, perché a parte gli impegni devo ammettere che avevo un po’ perso la voglia di scrivere, e quindi le tue recensioni mi hanno davvero fatto tornare la voglia di andare avanti, quindi ti ringrazio di cuore e spero che questo capitolo non ti faccia pentire di aver commentato! :* GRAZIE!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** * Promises * ***


questo va bene

* Promises *

« Beatles a rapporto! « grido dalla cucina mentre aspetto che l’acqua bolla.
I miei compari arrivano tutti un po’ addormentati, deve essere dura per loro stare tutto il giorno sul mio divano a poltrire!
Quando finalmente tutte le loro quattro facce assonnate mi guardano continuo.
« Cosa sono quelli? » dico indicando con la mano la massa informe di piatti sporchi che torreggiano nel lavandino.
« Piatti? » si azzarda a dire mio fratello, ma io non rido e continuo a guardare i Beatles arrabbiata.
«Io non sono la vostra serva! Quindi lavate i piatti! » urlo lanciando loro tutto l’occorrente che gli sarebbe servito per compiere l’arcano compito.
Soddisfatta vado di sopra a fare una doccia.
Lavata e profumata torno giù in cucina e con mio orrore scopro che sì, i piatti erano stati lavati, ma i ragazzi dovevano aver creduto di essere all’acquapark considerando la lavata che avevano dato a tutti i mobili della cucina!
«Beatles!» sono pronta a fare una sfuriata da manuale, ma quando mi compaiono davanti tutti bagnati ed insaponati, scoppio a ridere come una pazza.

Se non puoi combatterli unisciti a loro penso prima di accendere l’acqua a dare inizio ad una guerra.

 

 

Jane Asher è in casa mia e sta tranquillamente parlando con i miei amici, il giorno del mio compleanno con il mio ragazzo a pochi metri di distanza da lei nella mia casa.

È evidente che c’è qualcosa che non va!

« Cyn, tesoro vieni qui un attimo» dico prendendo Cynthia per la manica del vestito e tirandola verso un angolo della stanza « Lo sai vero che questo cosa ti costerà la vita? » continuo mantenendo un sorriso di circostanza in modo da non far notare agli altri che sto giurando vendetta alla bionda.
«Judith mia mamma e sua mamma sono amiche! Sua madre ha detto alla mia che lei non si trova bene insieme alle sue compagne di scuola così mi ha chiesto di chiamarla per farle conoscere gente nuova! » sta gesticolando e farneticando insieme, è difficile capire bene quello che dice dal gran che parla veloce «Come potevo dirle no stai a casa perché oggi compie gli anni quella che bacia il ragazzo che ti vuoi scopare? » la guardo esasperata, anche io prima avevo pensato a Paul come’ al mio ragazzo’ ma sono stata proprio io a dirgli di starmi alla larga.
« Bastava che glielo dicessi no? » sospiro e mi passo una mano nei capelli, è il mio compleanno e sono nervosa perfetto no? « In ogni caso, ormai può fare quello che vuole!» continuo poi facendo quasi morire Cyn a cui era andata di traverso la sua stessa saliva.
« Ma come?? » i suoi occhi mi guardano sgranati, ma mentre sto per rispondere mio cugino Mark mi viene a fare gli auguri e mi porta a salutare le zie, così mentre mi allontano mi giro verso di lei e alzo le spalle mentre con un’espressione sconsolata faccio segno di ‘no’ con la testa.
Lei mi segnala che dopo vuole parlare con calma, anche se ha già capito che non c’è molto da dire.
Saluto almeno un’altra ventina di persone prima che mio fratello venga a salvarmi dai tipici ‘mi ricordo di quando eri alta così’ e mi porta una fetta di torta.

« Grazie boy. » gli dico abbracciandolo, ha organizzato tutto per bene e da solo! Questa è la cosa più importante perché il mio adorato fratellone non sa fare nulla da solo! Non sa organizzarsi nemmeno per fare la doccia, figuriamoci di fare una festa a sorpresa così ben riuscita.
« Grazie mi ha aiutato Paul.» eccola, la pugnalata che mi serviva per sentirmi ancora più una grandissima stronza, vedo passare uno dei nostri cugini piccoli, così gli passo il piattino con la fetta di torta ancora intatta, dato che ormai mi si è chiuso lo stomaco.

 

Sono passate due ore e mezza e ormai siamo rimasti solo io, i quattro Beatles e la rossa insieme a Cyn.
«é ora di aprire i nostri regali! » urla tutto contento George, i regali sono sempre stati la sua parte preferita, gli sorrido ed inizio a scartare, trovo vestitini, maglie, prodotti per capelli Johnny e i ragazzi mi hanno fatto un regalo bellissimo! È una cornice d’argento, con dentro una nostra foto, tutti insieme.
« Così quando saremo via ti sentirai meno sola!» aveva esordito Ringo, abbracciandomi «anche se la compagnia di una fotografia non è la stessa cosa!»
Io ricambio l’abbraccio stringendo forte quello che forse è il mio migliore amico « Di sicuro è meno disordinata di voi!» lo punzecchio scatenando le risa di tutti quanti.
Anche se mi sto divertendo e la festa a sorpresa è stata una cosa dolcissima, mi sento profondamente turbata, primo perché Paul è qui con me che fa finta di niente, e secondo perché quella gatta morta della Asher gli sta col fiato sul collo.

« Oh Paul, sei così simpatico!» ecco appunto.

Lancio uno sguardo di fuoco a Cyn, che rabbrividisce, prima o poi la uccido, giuro.
« Bè ragazzi, sono le sette e mezza, che si mangia?» esordisce George, tutti lo guardiamo allucinati, come è possibile che abbia ancora fame?
«Georgino, abbiamo mangiato per tutto il pomeriggio!» lo prende in giro Johnny, dando una gomitata complice a Paul.
« Si, infatti, capisco che tu abbia una digestione veloce, ma così è troppo!» continua McCartney, e dal sorriso di mio fratello capisco che il suo “collega” deve aver colta la palla al balzo.
« A meno che, un certo, Harrison, abbia fatto sport, l’altra notte e che quindi ora sia vittima di un calo di zuccheri!» Io, Cyn, e la rossa guardiamo i Beatles senza capire, mentre Ringo all’improvviso scoppia a ridere.
« Ragazzi, ci sono delle signore, non mi pare il caso!» ha poi aggiunto, Starr ormai tra le lacrime.
« Uno sport che si può fare solo in due, in un letto,oppure per gli intenditori in un bagno, il bagno dei maschi del Cavern per fare un esempio!» Paul ha praticamente urlato questa frase in faccia a George che ora sta cercando di tappargli la bocca in un qualche modo.
« Tranquillo Paulino ti salvo io! Lennon all’arrembaggio!» John si butta sul povero George, che cade sul povero Paul il quale ora nella sua povera testa ha probabilmente un serio trauma cranico.
Noi ragazze guardiamo Ringo, sperando che ci spieghi perché Harrison sta cercando di uccidere due persone nella mia cucina.
« Georgino è diventato un uomo!» ha fatto in tempo a dirci prima che la furia di George si abbattesse anche su di lui.

 

Dopo aver calmato il Beatle più giovane con un bel piatto di pasta, ci siamo seduti tutti quanti in veranda a chiacchierare, o meglio, Cyn e mio fratello si sono appollaiati in un angolo e stanno facendo le loro cose lontano da noi, quindi io sono qui con i Beatles rimanenti e la rossa che sbava dietro al mio ex.

Che poi posso considerarlo un mio ex?

Non è che siamo stati insieme.

« E cosi alla fine mio padre si è convinto a comprarmi una piscina!» Jane, sta tranquillamente tessendo le sue lodi e ci sta letteralmente sbattendo in faccia la sua fastidiosissima ricchezza.

Come possiamo noi comuni mortali vivere senza una piscina?

Robe da matti.

« Vado dentro a lavare i piatti» dico per evitare di saltare addosso alla Asher e tagliarle la gola.
Sono parecchio cruenta oggi.

 

Sono in cucina, con la testa che mi scoppia.
Va bene, va bene, è il mio compleanno e dovrei essere felice, e lo sono eh!
È solo che, diciamo che ho anche altre cose di cui faccio bene a preoccuparmi!
Quando ho detto a Paul che tra noi era finita, ho ovviamente considerato il fatto che, essendo lui il migliore amico di mio fratello, non poteva certo scomparire dalla mia vista così come per magia.

Con un semplice puff.

Tuttavia, non mi aspettavo che dopo tre ore si presentasse a casa mia, sorridente e allegro pronto a cantarmi “Tanti Auguri” come se non fosse successo niente.
I casi sono due: O Paul è un bravissimo attore, il che non sarebbe il massimo considerando che ciò potrebbe significare che tutte le cose che mi ha detto erano delle semplici bugie. O Paul non ci teneva come ci tengo io, cosa che alla fin dei conti equivale alla prima.

Insomma, in entrambi i casi quella fregata sono io.

 

«Posso?» oddio, sono così stanca che mi sembra di sentire la sua voce anche qui.
«Judith?» il mio nome pronunciato dalle sue labbra.

 

All’improvviso qualcuno mi picchietta su una spalla e quando mi giro mi rendo conto che la voce di Paul non era nella mia testa (non sono pazza olè!) ma lui era davvero li davanti a me.
Paul mi guarda con il suo tipico sguardo da: “lo so sono bello” e io tengo in mano la spugna come se fossi una specie di cenerentola dei poveri.
«Volevo darti questo» dice porgendomi una scatolina rossa di velluto.
Io sono immobile, guardo la scatola e non McCartney perché il solo guardarlo negli occhi sarebbe una sconfitta, non so cosa fare, non merito il suo regalo e non lo voglio, perché ho paura di quello che può significare.
« Juice prendilo, è tuo.» mi invita Paul, avanzando verso di me, io appoggio la spugna e mi asciugo le mani, non ho intenzione di cedere, ne va della mia sanità mentale.
«Juice ti prego, io non voglio che finisca così, io non voglio che finisca.» mi massaggio le tempie e chiudo gli occhi, perché deve essere così difficile?

Aspetto solo che se ne vada, ma lui non lo fa.

Mi giro.

È sempre così bello quel suo faccino da bambino.

Paul mi guarda, tira un sospiro di frustrazione e poi apre il pacchetto da solo, dentro alla scatolina c’è una collana con un pendente a forma di girasole.

La guarda e inizio a ridere.

McCartney mi fissa sconvolto «Cosa c’è adesso?» mi domanda con una punta di acidità nella voce.
« Bè diciamo che quella collana è un po’ strana!» gli rispondo cercando di contenermi, Paulie continua a guardarmi interrogativo.
«Mmm, Fammi pensare!» esclamo portandomi la mano sul mento come se stessi riflettendo sul serio «Nick a regalato a Jenna una collana con un cuore a metà, così lei ne teneva una parte e lui un’altra, invece Ben ha dato a Miranda una collana con una chiave, che era la chiave del cuore di lui.. poi..» mentre parlo Paul fa delle smorfie assurde, come a dire “ma che roba è’” « ed infine Robert ha regalato a Katie un pendente a forma di stella, il significato lo puoi capire da solo.»
Paul si appoggia al tavolo e mi guarda divertito, sta ancora stringendo tra le mani il mio regalo, ma adesso sembra troppo disgustato dalle smancerie dei miei amici per farci caso.
Dopo qualche secondo un silenzio imbarazzante piomba su di noi come una fitta nebbia grigia.
« So che per te è finita, ma io ci spero ancora. » le sue parole mi accarezzarono come un sospiro freddo in un pomeriggio d’estate, tuttavia non ho intenzione di parlare, voglio sentire cosa deve dirmi.
« Questa collana per me significa molto, non so perché, ma tu mi ricordi un girasole.» Paul si lascia scappare un sorriso e mi guarda un po’ imbarazzato «è la prima volta che faccio una cosa del genere per una ragazza, io non sono bravo con queste cose, quando si parla di scrivere una canzone d’amore è un attimo, ma parlare, è difficile. » Paul gioca con la catenina della collana, deve essere davvero sotto pressione. « Ho pensato di regalarti questa collana, perché, vorrei che fosse un pegno.»

« Un pegno?» gli chiedo confusa mentre mi avvicino a lui, mi piace vederlo nervoso.

« Tra poco parto, e nonostante tu mi abbia detto che vuoi finirla, io non voglio, io vorrei stare con te sul serio.» mi risponde mentre toglie la collana dalla sua confezione « Quindi penso che potresti usare questi mesi, per riflettere, per decidere se vuoi davvero chiudere tutto così, senza averci mai nemmeno provato davvero.» continuo a guardarlo stranita, capisco che vuole che io rifletta, ma la collana cosa c’entra?
« Quindi facciamoci una promessa: fin quando tu porterai questa collana vorrà dire che starai pensando a me e che mi aspetterai, ma nel momento in cui decidi di togliertela, puoi fare quello che vuoi senza remore.» nella seconda parte della frase McCartney ha lasciato intendere tutta la sua frustrazione, ma io ho troppa paura, voglio credergli, ma il terrore di essere presa in giro ancora è troppo forte.
« Facciamoci un'altra promessa: se quando torni indosso la collana, vuol dire che ho deciso di riprovarci, se non la indosso significa che evidentemente non era destino.» decido di mettere subito in chiaro le cose, Paul mi sorride annuisce senza parlare, dopodiché si avvicina e con estrema delicatezza mi allaccia la collana al collo.

Le sue mani bruciano a contatto con la mia pelle.

« Posso chiederti una cosa?» McCartney è ancora vicino a me, troppo vicino, con le mani appoggiate sulle mie spalle, il mio respiro inizia a farsi irregolare.
« Ti mancherò nonostante tutto?» mi avvicino a lui, voglio baciarlo, so che dovrei trattenermi, ma tra non molto lui sarà troppo lontano e non voglio avere rimpianti.

Mi alzo sulle punte e lo bacio, un bacio a stampo niente di più.

Lo sento rilassarsi appagato.

« Mi mancherai per tutto.»

 

Ciaaaaaaaaaaaaaao :D
Ok ok, si ragazze, va bene!
Comprendo l'odio l'astio e la rabbia che provate nei miei confronti,. ma sono appena tornata dall'Irlanda :)
E poi insomma non avete visto che capitolo lungo lungo che vi ho buttato giù? insomma, vi ho ripagate per la lunga attesa, no?

Prometto che il prossimo capitolo arriverà presto! ;)

D'ora in poi ringrazierò le mie recensitrici attrvaerso la poste del programma recensioni, quindi non mi dilungo troppo come faccio di solito! ;)

Un bacione a tutti e grazie mille per il supporto! :*

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** * Lacrimosa * ***


pouy66ujmnuimnt5hn5tnnnnnnnnnnm7iiii

* Lacrimosa *

Io e Johnny eravamo andati a fare compere, dato che considerando lo stato dei suoi vestiti poteva benissimo mettersi ad accattonare per la strada.
«Ti piace questo? » gli chiedo prendendo in mano un giubbotto in pelle marrone scuro. Dato che John non mi risponde decido di voltarmi, sperando che non si sia fermato a parlare con i manichini.

Di nuovo.

Johnny boy, è in piedi immobile che fissa un punto imprecisato di fronte a sè.
«Judith vieni qui, ma non farti notare!» mi preoccupo per il tono di voce di mio fratello, sembra che siamo finiti in un thriller.
« John, ma si può sape..» quel matto che sembra avere dei legami di sangue con me mi tappa la bocca, mentre continua a fissare un punto davanti a lui.
« Guarda, quell’uomo è paurosamente simile a me!» sposto solo gli occhi nella direzione indicato da Johnny, dato che la sua mano sta ancora stritolando metà della mia faccia.

Mi liberò con un gesto secco.

« Quello John, è uno specchio, sì lo so, una creazione strana, la usano solo gli intellettuali, è il primo esemplare che vedo anche io sai e poi…»
John colto in fallo non mi lascia finire la frase e si va a nascondere dentro ai camerini, rosso come un pomodoro.

 

 

 

Me ne sto coricata sul letto a pancia in su, la stanza è buia a parte per il piccolo fascio di luce che entra dagli scuri della mia finestra, luce che mi ricorda fastidiosamente che sono le due del pomeriggio.

Me ne sto coricata immobile con le braccia aperte, guardo il soffitto lavanda della mia camera, se qualcuno mi vedesse in questo momento potrebbe pensare che io sia immersa in non so quale profondo pensiero filosofico stile Socrate.
In realtà non sto pensando, non ne ho la forza.
Nella mia testa una sola frase circola come se fosse un’automibilina radiocomandata.

Se ne sono andati.

Sono partiti.

I Beatles non sono più qui.

John si è svegliato stamattina presto, è venuto nella mia stanza e si è seduto alla mia scrivania, è rimasto a fissarmi per almeno quaranta minuti credendo che fossi addormentata, in realtà io ero sveglia, ma tenevo gli occhi chiusi.
Io e Johnny non siamo tipi da addii, non avremmo saputo cosa dirci, sono sicura che questo è valso più di tutte le parole del mondo.

 

Porto la mia mano sinistra sulla catenina che Paul mi ha dato ieri sera, è così fredda.
L’ultima volta che ci siamo visti è stato proprio ieri sera, quando l’ho baciato.

Non ho resistito.

Per l’ennesima volta.

Mi giro sul fianco come se questo potesse scacciare il fastidio che il pensiero ha insediato nella mia mente.

Perché non riesco mai a scegliere?

Chiudo gli occhi ed inspiro profondamente.

Zia Mimi è venuta ben tredici volte stamattina, l’ho lasciata bussare alla porta fino a che le sue nocche sono diventate rosse.
Non ho la minima intenzione di passare questi mesi con lei, inoltre in questo momento non sono dell’umore per vedere nessuno.
Proprio in questo istante il campanello inizia a suonare.

Cavolo, parli del diavolo!

 

Chiudo gli occhi e respiro profondamente, l’immagine della mamma mi compare come una cicatrice sotto le palpebre, mi sento in colpa per la Zia.
Forse dovrei solo farle vedere che sono ancora viva, conoscendola potrebbe pensare che mi sia unita alla flotta di Capitan Uncino per catturare Peter Pan.

Apro la porta con la faccia più annoiata di questo mondo.

«Ciao Juice.»  

« Stuart!» dico, bè insomma diciamo che a dire la verità l’ho urlato, ma non mi aspettavo di vederlo qui.

« Sei mattiniera eh!» commenta il nuovo arrivato con un sorriso sghembo, riferendosi al mio pigiama con gli orsetti verdi.
« è la nuova moda, non lo sapevi?» gli dico sorridendo.
« A dire la verità ne avevo sentito parlare» risponde Sutcliffe lasciandosi scappare una risata. « Posso entrare?»
« Certamente.» dico scostandomi per lasciarlo passare « Come mai sei qui?» so che non è il massimo dell’educazione, ma sono troppo confusa.
« Prima di tutto voglio chiederti scusa, per tutto quello che è successo, inoltre voglio assicurarti che il tuo, ehm.. vostro segreto con me è al sicuro.» lo guardo accigliata, mi fa piacere che sia venuto a chiedermi perdono, ma non mi fido ancora al cento per cento.
« Poi volevo farti compagnia, considerando quello che è successo oggi.» continua Stuart riferendosi alla partenza dei Beatles.
« Ed infine, vorrei darti il tuo regalo, ieri non sono venuto per evitare incomprensioni, sai com’è.» quello che fino a pochi giorni fa era il mio peggior nemico mi sta porgendo un ritratto.

Un mio ritratto.

Ed è bellissimo.

Sono io, di profilo, i miei capelli biondi sono mossi dal vento in onde e mi coprono il collo e una piccola parte di mento, poi i miei stessi capelli si trasformano in un’ondata di fiori coloratissimi.
Lo guado ammaliata.

« Non so perché, ma tu mi ricordi un fiore.»

Oh no.

Ma che cavolo sono io? una pianta?

« Grazie è.. la bellezza di questo quadro è indescrivibile.»
Stuart mi sorride, abbassando la testa e passandosi una mano sul collo imbarazzato.
« Possiamo ricominciare da capo?» mi domanda rompendo il silenzio dopo qualche minuto « John mi ha chiesto di farti compagnia, mi ha detto che io sono mille volte meglio di una certa Mimi.» finisce la frase pronunciando il nome di mia zia con un tono teatralmente confuso.
« Come amici?» gli chiedo guardando nei suoi occhi neri, così diversi da quelli di Paul.

« Certo, non intendo creare dei casini tra te e lui

Sono sicura che Sutcliffe non abbia pronunciato il nome di McCartney apposta, non so per quale motivo, ma prima o poi voglio scoprire l’origine dell’astio che no notato, a mie spese, tra Paul e Stuart.
Rimaniamo zitti per qualche minuto.
Anche se la situazione è eccessivamente imbarazzante, il mio amico sembra perfettamente a suo agio.
« Ehm, allora, vuoi qualcosa da bere?»  quanto odio la mia voce da bimbetta imbranata!

« Un caffè, grazie.» risponde Sutcliffe, con un sorriso amichevole.

 

Io e Stuart, siamo in cucina da almeno un’ora e se prima credevo che Sutcliffe fosse solo una specie di seduttore seriale, devo ricredermi.
Cioè insomma, è un seduttore seriale, ma lui lo fa con stile.
Abbiamo parlato di ogni cosa, ed è stato così naturale che all’inizio ero un po’ spaventata.
Abbiamo parlato delle sue storie (e sono così tante!) delle mie, dell’altra sera, di tutto!

« Bè, adesso iniziano le domande più scottanti! » comincia Stuart, fregandosi le mani con fare losco.
« Con quante ragazze sei andato a letto?» gli chiedo a brucia pelo, forse un po’ troppo a brucia pelo dato che il mio nuovo amico per poco non cade dalla sedia!
« Non così scottanti Judith! » mi urla cercando di ricomporsi, io alzo le spalle fingendomi disinteressata.
« Io pensavo a qualcosa del tipo, cosa ti piace di McCartney o robe così..» Stuart ha detto la frase guardandomi attentamente, come se volesse studiare la mia reazione.
« Non lo so, è bello!» rispondo guardando altrove.
« E?» capisco che Stuart sta cercando di incitarmi a dire delle sue qualità morali, così inizio a pensare ad un pregio di Paul che mi attrae.

Penso, penso e ripenso.

Ok, questo è un argomento spinoso.

Oddio, è imbarazzante.

«A dirla tutta, non ci sono molte cose che mi attraggano di lui, in quel senso.» Sutcliffe mi guarda con gli occhi spalancati.
« Cioè ti piace perché è bello?» lo guardo contrariata, non va bene?
« Certo che detto con quel tono di voce sembra una gran brutta cosa!» ribatto facendogli la linguaccia.
Stuart mi scruta e si gratta la testa confuso.

Mi sa che gli devo una spiegazione.

Però qual è la spiegazione?

« Credo che..» inizio, ma tentenno « Quando avevo quattordici anni, ho conosciuto un ragazzo, e mi sono innamorata. Bada bene, ho detto innamorata, perché per me ogni cosa che quel ragazzo faceva, diceva.. ogni cosa che riguardava lui era perfetta per me. » abbasso lo sguardo alle mie mani, che si muovono nervose sul tavolo.
« Per un mesetto questo ragazzo sembrava ricambiare i miei sentimenti, mi accompagnava a casa dopo la scuola, stava con me durante la pausa delle lezioni.» mi fermo e chiudo gli occhi, il ricordo è ancora fastidioso per me.
« Poi un giorno, all’improvviso ha smesso di parlarmi, di salutarmi, quando mi vedeva, ricordo, si voltava dall’altra parte. Così, ho deciso di chiedergli delle spiegazioni.»

Mi fermo e mi rendo conto che sto trattenendo il respiro, è possibile che mi faccia ancora questo effetto?
« Lui cosa ti ha detto?» la voce di Stuart mi richiama alla realtà, lo guardo negli occhi e in quei pozzi neri non vedo ironia o altro, è serio, è interessato, vuole sapere.

« Lui mi ha detto, è cito testuale: Judith, sinceramente non ne ho più voglia.» mi tolgo un peso, solo Cyn sa di questa storia e perché me l’ha letteralmente cavata di bocca.
Dentro la mia testa quelle parole sembravano così pesanti, ma ora che le ho dette è come se mi fossi liberata di loro una volta per tutte.
« Ma che gran figlio di puttana!» sono così intenta a farmi un’analisi interiore che non mi accorgo che Stuart mi sta fissando con la bocca spalancata ed un’espressione sbigottita in viso.
È davvero buffo con quella faccia.
Così scoppio a ridere, liberandomi di tutta la tensione ed alleggerendo un po’ l’atmosfera che si era venuta a creare.
Anche Stuart inizia a ridere con me.

Forse grazie a lui sentirò meno la mancanza dei Beatles.

Una fitta improvvisa mi colpisce allo stomaco.

I miei quattro scarafaggi.

Sutcliffe nota immediatamente che la mia espressione è repentinamente cambiata, sta per dirmi qualcosa , ma il telefono comincia a squillare.

 

« Pronto?» lancio un’occhiata all’orologio che segna le quattro e mezza.
« Judith, non so te, ma io sono profondamente depressa, ergo devo comprarmi un paio di scarpe!» La voce seria di Cynthia mi lascia scappare un sorriso, almeno so di non essere l’unica fidanzatina che aspetta diligentemente il suo uomo a casa.
« Vuoi andarci adesso?» le chiedo, mentre penso che ho bisogno di comprarmi qualcosa di nuovo anche io.
« Si!» conosco così bene Cyn, che dal suo tono di voce posso immaginarmela imbronciata intanto che regge la cornetta del telefono. « Però devo dirti una cosa..ascolta attentamente!» improvvisamente il suo tono cambia e sembra essere una spia del tipo James Bond. « Ti ricordi che al tuo compleanno c’era quella ragazza con quella borsa rossa bellissima? Che ti ho detto che la volevo comprare anche io?»

Mi prendo qualche secondo per capire, ovviamente Cynthia vuole che io legga tra le righe.

Ha messo volontariamente l’accento sulle parole “rossa” e “ragazza”

Ragazza rossa.

Oh merda.

« Allora ricordi?»
« Mi ricordo bene, dici che rischio di incontrarla anche oggi?» la mia amica aspetta qualche secondo prima di rispondere.

« Diciamo che mia mamma me l’ha comprata.»

Doppia merda.

 

Dopo aver salutato Cynthia e averla maledetta in una quindicina di modi diversi, torno in cucina dove Stuart sta lavando le tazzine che avevamo usato per bere il caffè.
«Sei sempre così servizievole?» domando sedendomi al tavolo.
« Solo con le persone che mi stanno simpatiche!» ribatte Sutcliffe, voltando il viso verso di me per farmi l’occhiolino « Ma non dirlo in giro, io ho la reputazione del bel tenebroso, non della lavandaia.»

Scoppio a ridere immaginandomi Stuart con indosso un grembiule rosa.

« Non ti preoccupare, lo terrò solo per me.» rispondo tra le lacrime. Dopo aver riacquistato un po’ di autocontrollo mi alzo e inizio ad asciugare ciò che il mio nuovo amico ha lavato.
« Comunque tra poco devo uscire, shopping terapeutico.» dico pensierosa.
« Ah, è così che curi la sindrome d’abbandono?» mi chiede Stuart in tono scherzoso , bagnadomi con un po’ d’acqua.
« Non di solito, ma Cynthia mi ha chiamato e ci devo andare.» rispondo bagnandolo a mia volta « Anche se c’è la Asher.»
Sutcliffe si asciuga le mani, prima di voltarsi completamente verso di me.
« Bè se devi uscire allora tolgo il disturbo, ma se hai bisogno di me, per qualsiasi cosa puoi chiamarmi.» mi giro vero di lui e gli sorrido. « Non mi aspettavo di stare così bene con te, quindi tranquilla qualunque cosa!» il mio sorriso si allarga ancora di più, ma poi all’improvviso ecco un’idea.

« Qualunque cosa dici? » domando con fare sospetto.

Stuart annuisce titubante, sembra leggermente spaventato.
« Allora preparati perché vieni con me e Cyn a fare shopping.» il pittore fa una faccia disgustata così, ricorro al mio labbro tremulo e aggiungo « Ho bisogno di qualcuno che mi distragga dallo starnazzare della Asher!»

Stuart non mi ha proprio detto di sì, ma da suo sospiro rassegnato so di aver vinto!

SALVE GENTACCIA!

Sono già qui con un nuovo capitolo! che cosa mai vorrà dire?

Bè giovani è proprio vero che il mondo finirà nel 2012! e sarà per causa del mio aggiornamento LAMPO! (almeno per i miei standard!)
e vi dirò anche che ho già scritto altri tre capitoli! quindi ne abbiamo fino a novembre! ;D
Quanto sono brava?
Dai fatemi un applauso!
Spero che questo capitolo vi piaccia e vi dirò, devo ringraziare i Kasabian che mi hanno dato l'ispirazione per buttare già ben tre capitoli in una notte (insonne) :;D
Quindi tutti in coro con me! GRAZIE KASABIAN!
In ogni caso, dato che io ho aggiornato presto mi aspetto un minimo di dieci recensioni! dai accontentatemi! :(
Ciao belli ora vado :D

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** * La Fee Verte * ***


òskjdngkjòshngvkjsfdhngojrfngoesojrfgvflkdjn

* La Fee Verte *

I Beatles mi hanno portato fuori a cena per festeggiare il loro primo ingaggio al Cavern.
Siamo in un bellissimo ristorante spagnolo specializzato nel  pesce e stiamo guardando il menù per decidere cosa ordinare, ma io non capisco la metà di quello che c’è scritto!

« Paul secondo te “camaròn” significa gamberetti o granchi?»
« Non saprei, i gamberetti, forse.»

« Per te George? »
« Io sono sicuro che siano i granchi!»

« John? »
« Non so, chiediamo alla cameriera!»
Quando la cameriera ci ha raggiunto e ci ha chiesto le ordinazioni finalmente abbiamo scoperto che erano i gamberetti.
« Ah! Sono un genio! » commenta Paul vantandosi.
Mentre George e Paul bisticciavano, io mi sono girata a guardare Ringo che è incantato da mezz’ora a guardare una cameriera molto avvenente dalle apparenze latine.
« Secondo te di che nazionalità è?» chiedo al mio migliore amico convinta di averlo colto in fallo.

Ringo non mi risponde.

« Richard?»

«Rings?» Starr mi ha sentito solo ora, ed imbarazzato farfuglia « Per me sono i gamberetti!»
Tutti ovviamente scoppiamo a ridere, mentre Ringo diventa rosso.

 

 

« Vi prego ragazze basta! » si lamenta Stuart per l’ennesima volta « è almeno un’ora che giriamo e Judith tra parentesi le tue borse pesano!» mi volto a guardare Sutcliffe che regge le mie cinque buste di vestiti e scarpe che sono riuscita a comprare in così poco tempo.

Lo shopping terapeutico funziona!

« Ragazze forse dovremmo fermarci in un pub se lui è stanco.» dice Jane che ho scoperto non essere così male.
La rossa, infatti, mi ha aiutato a scegliere un paio di scarpe ed è grazie a lei che ho scoperto che il blu mi dona molto più del verde!
Stuart ci lancia un’occhiata da cucciolo abbandonato, e alla fine anche se con riluttanza decidiamo di fermarci in un bar.
« Che il signore sia lodato! » commenta Sutcliffe quando finalmente si siede.
« Sai sono andata a fare compere con John, Ringo, George e Paul, ma tu sei in assoluto quello che si lamenta più di tutti!» lo rimbecca Cyn, anche se involontariamente ha tirato fuori l’argomento che tutti cercavamo di evitare, almeno per il pomeriggio.
« Ti mancano vero?» le domanda Jane posandole una mano sulla spalla, questa ragazza è così materna! Se non sapessi che le piace Paul forse potremmo essere amiche.
« Anche a me manca Paulie anche se l’ho appena conosciuto.»

No, non c’è speranza.

Stuart soffoca una risata, mentre io gli tiro un calcio sotto al tavolo.
« Tra quanto tornano? » mi chiede la rossa guardandomi negli occhi col suo fare da bambolina.
« Quattro mesi.» dico con voce cupa.
« Sai, mi dispiace per tuo fratello, conoscendo la vostra storia, famigliare intendo, deve essere dura per te.»
Guardo Jane per qualche istante prima di distogliere lo sguardo, in effetti lo è.

Il pomeriggio passa, ma la notte no.

« Lo è, ma io ho paura per stanotte.» mi sono lasciata sfuggire il mio pensiero la Asher mi guarda interrogativa, così decido di continuare « Vedi, durante il pomeriggio è facile trovare qualcosa da fare, ma stanotte quando sarò a casa da sola, non so bene cosa fare.»

Per qualche minuto siamo stati tutti zitti, è mai possibile che senza i Beatles noi non siamo niente?

« Vuoi venire a dormire a casa mia?» mi aspettavo di sentire questa domanda da Cynthia, invece era stata Jane a chiedermelo « Credo che passare la notte in quella casa da sola non sia il massimo, tutto ti ricorda di loro! Almeno per i primi giorni, per me puoi venire, nella mia stanza c’è posto! »
Devo seriamente cancellare tutti i pregiudizi che riguardano Jane, va bene ci piace lo stesso ragazzo, ma allora? Non posso non darle almeno una possibilità.
« Non so, dovrei andare da mia Zia..» comincio titubante.
«Tua Zia la chiamiamo e le diciamo che stai da me, solo per stanotte che ne dici? Cyn puoi venire anche tu se vuoi!» l’idea di passare la notte lontano da tutto quello che mi fa pensare a John è allettante, ma mi sento un po’ un’ipocrita, fino a cinque minuti fa odiavo questa ragazza.
« Io non posso, ma credo che Judith dovrebbe venire!» guardo Cynthia che mi ha appena dato la sua approvazione, poi mi girò verso Stuart il quale annuisce senza aggiungere altro.
« Allora è, fatta?» mi chiede Jane sorridente, porgendomi la mano.

Le sorrido conciliante e accetto la sua stretta.

 

Stuart mi ha riaccompagnato a casa, mi ha salutato e mi ha promesso che domani mattina mi viene a prendere a casa di Jane.
Forse Sutcliffe è l’unica cosa positiva della partenza dei Beatles, si è rivelato un gran amico.
Prendo una delle borse più capienti che ho e la riempio con tutto il necessario per passare la notte a casa degli Asher,ho una strana sensazione, ma credo che sia la scelta giusta.
Stare in questa casa, da sola, mi provoca un senso di disagio che voglio evitare, è anche casa mia è vero, ma c’è troppa roba loro.

Mangio qualcosa in fretta, ho lo stomaco chiuso da stamattina.

La casa è così silenziosa, così pulita.

Mi metto le scarpe ed esco Jane mi aspetta.

 

Quando sono arrivata la famiglia Asher aveva appena terminato la cena, il padre di Jane è un uomo bonario e tranquillo, mentre sua madre è la fotocopia della figlia, posata elegante e bella.

Sono stupita da tanta ricchezza!

Dopo avermi presentato i suoi genitori la rossa mi mostra la camera dove dormiremo, contro ogni mia previsione la camera della mia “nemica” non è ne rosa, ne piena di peluche, al contrario! La camera è verde ed arredata in modo minimale direi.

« Tu dormirai qui, io invece dormo sul materasso!» Jane si è proposta di dormire sul giaciglio che sua madre aveva gentilmente portato giù dalla mansarda, ma dopo un lungo scambio di battute l’ho convinta a lasciare dormire me lì sopra.
Penso che saranno state le undici quando nella casa è piombato un silenzio assonnato ed è proprio in quel momento che Jane si è alzata dal letto, ha aperto la finestra e mi ha offerto una sigaretta.
Ci siamo entrambe sedute sul davanzale della finestra a fumare.
« Quindi, va meglio?» ammiro e apprezzo le gentilezze di Jane, ma non sono una malata terminale ed inoltre penso che parlare in continuazione dei miei quattro ragazzoni che se ne sono andati non è la cosa migliore da fare.
« Basta parlare di me! » affermo sicura sorridendole «Raccontami qualcosa di te.» concludo e le sorrido ancora dato che mi lancia uno sguardo costernata.
« Del tipo?» mi chiede prima di fare un tiro.

Deglutisco a vuoto, ma poi mi decido.

« Come hai conosciuto Paul?» sì, lo so sono un’autolesionista!
La rossa sorride, chiude gli occhi, prende u’altra boccata di fumo e poi si decide a parlare.
« Non l’ho mai conosciuto veramente.» il suo sguardo si sposta sulla strada « Molto semplicemente la casa di mia nonna si trova molto vicina al Liverpool Institute, mettiamo in chiaro che io non ho mai sopportato mia nonna e mai la sopporterò! Il nostro è un rapporto di alti e bassi.» sorrido al pensiero della mia relazione con Zia Mimi.
«Comunque i miei genitori lavorano tutto il giorno, dunque sono costretta a pranzare a casa di mia nonna, mi ricordo un giorno credo fosse aprile di due anni fa, stavo andando a casa sua, ma la mia borsa si è rotta e tutti i miei libri sono finiti sul marciapiede. » La Asher appoggia la testa al muro « Tutti mi passavano accanto senza nemmeno fermarsi, ma poi Paul è arrivato, si è inchinato e mi ha aiutato a raccogliere tutte le mie cose. Era così bello, cioè lo è ancora, ma mi ricordo che mi ha ammaliata! Da quel giorno lo cercavo sempre in mezzo alla folla, a volte lo vedevo insieme a tuo fratello nel cortile della scuola! Non so perché ma saltavano spesso delle lezioni.. »

Ascolto Jane incantata, ma dopo aver notato che aveva lasciato la frase in sospeso mi affretto a rispondere « Perché quei due pensano solo alla chitarra.» la liquidai, volevo sentire come finiva la storia.
« In ogni modo, da quel giorno andavo da mia nonna volentieri perché così lo potevo vedere, anche se da lontano, lo vedevo! Poi ho iniziato a chiedere di lui alle mie amiche e purtroppo in molte lo conoscevano.» il suo tono si è fatto un po’ seccato, probabilmente le suo amiche lo “conoscevano” in molti sensi.
« Dopo essere venuta a conoscenza della sua reputazione non ci potevo credere, una faccia così dolce non può appartenere ad una persona così vuota! Poi una mia amica mi ha detto che faceva parte dei Beatles e che suonava al Cavern così una sera ci sono andata e dopo averlo sentito cantare, la mia “cotta” non ha fatto altro che crescere!»
La guardo confusa, prima di gettare il mozzicone di sigaretta giù dalla finestra.
« Quindi non ti importa della sua reputazione, di quello che dice la gente di lui?» la fisso rapita dalle parole che dice, lei non conosce Paul eppure sembra sapere più cose di me che ci sono cresciuta insieme!
« Dopo aver sentito le sue canzoni, quelle che ha scritto lui, ho capito che la persona che le ha scritte deve essere speciale, un ragazzo vuoto e superficiale non può nemmeno concepire alcune delle parole che Paul riesce a dire nelle sua canzoni, lui è un’anima buona, solo che si nasconde.»

Rimango zitta, ho paura.

I sentimenti di Jane sono forse più forti e seri dei miei?

Forse Paul si merita una persona come lei, forse ha bisogno di una ragazza come lei per mettere finalmente la testa a posto.
« Judith, posso farti una domanda?» mi rendo conto solo ora di essermi incantata a fissare un punto della stanza « una domanda un po’ personale.» la guardo, le sorrido, annuisco.
« Tu hai mai avuto una cotta per Paul? Dico, è il migliore amico di tuo fratello, è un bel ragazzo e poi ho notato che ha un occhio di riguardo per te.»
« Un occhio di riguardo in che senso?»Cerco di evitare la domanda,  Jane mi porge un’altra sigaretta, mentre le luci della strada illuminano a malapena i nostri profili.
« Non so, ieri, al tuo compleanno ti guardava sempre, non erano sguardi significativi o lunghi ed intensi era solo come se volesse controllare che tu ci fossi ancora, lo faceva in continuazione.» faccio un lungo tiro alla mia sigaretta, come posso sentirmi dire certe cose?

 

Chissà se sente la mia mancanza.

 

« Sì, ce l’ho avuta una cotta, quando ero più piccola però, lui era lì, era bello ed era sempre presente, mi difendeva quando John se la prendeva con me, ma era una cosa da ragazzina.» mi sento un mostro a mentire a Jane, che invece è così sincera con me.
« Purtroppo però mi rendo conto di non avere speranze con lui.» la rossa cattura di nuovo la mia attenzione.
« Perché dici così?» Jane sorride, poi scende dal davanzale e si siede sul letto, anche se continua ad essere rivolta verso di me.
« Non lo so, secondo me Paul ha bisogno di una ragazza che gli riesca a tenere testa, quelle bellissime ma oche lo attirano ma lo stancano dopo poco tempo, ecco perché fa quello che fa, se invece trovasse una ragazza che non gli rende tutto facile, credo che probabilmente cambierebbe.»
Scoppio a ridere, una risata vetrata e sarcastica.
« Io credo che sia solo un grandissimo stronzo!» Jane mi sorride prima di abbassare il viso.

Sembra così ingenua.

« E perché tu non credi riuscire a tenergli testa? » scendo dal davanzale anche io e mi corico sul letto al suo fianco.
« Perché se lui mi dicesse che vuole un pezzo di luna costruirei una scala per potergliela andare a prendere.»

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** * Man of Simple Pleasures * ***


queeeeetso

* Man of Simple Pleasures *

Paul e George mi avevano accompagnato a fare la spesa, eravamo nel reparto dei dolci, dato che lo stomaco di George ululava.
Letteralmente.
No dico davvero, un commesso ci ha chiesto se avevamo bisogno di un’ambulanza.
Stavo guardando i torroni, quando vidi una nuova offerta, un torrone a soli 40 cent, così sbalordita dissi a voce un po’ troppo alta « Solo 40 cent questo affare così lungo?»
Paul e George si diedero un’occhiata prima di cominciare a ridere fino alle lacrime.

Si, anche il commesso rideva.

 

 

 

Jane dormiva da un po’, mentre io me ne stavo coricata con il cuscino sulla testa cercando di ammortizzare il rumore delle macchine che passavano in strada.
« Sarai anche ricca, ma vivi proprio in una zona di merda!» borbottai tra me e me, cercando una posizione comoda.
Le parole di Jane continuavano a rimbombarmi nella testa, come quando hai in mente una canzone, ma ne conosci solo una strofa e allora ripeti quel verso all’infinito.

Lei sembra meritare Paul molto più di me.

Ma Paul merita lei?

Ah non ci voglio più pensare!

La collana di McCartney è incastrata tra me ed il materasso.

Chissà cosa staranno facendo la.

Mi manca mio fratello.

Troppo.

 

Finalmente dopo una decina di minuti mi sono addormentata, ma doveva essere molto tardi dato che la mattina quando mi sono svegliata mi sembrava di aver dormito solo per due ore.
Quando io e Jane ci siamo alzate in casa non c’era più nessuno, ma la tavola! (grazie a Dio!) abbiamo trovato la tavola imbandita di ogni tipo di pietanze, dal dolce al salato.
Dato che ieri non ho mangiato praticamente niente, il mio stomaco reclama qualcosa!
Ci siamo messe a mangiare e a parlare di ogni cosa, ho decisamente cambiato idea su Jane, è vero è un po’ viziata, ma quando si vanta di quello che possiede non lo fa con cattiveria, è solo che è stata abituata ad avere così tanto che riesce a vedere il mondo solo dal suo punto di vista.

È solo un’ingenua dopotutto.

 

Stuart è arrivato alle undici, siamo stati un po’ in compagnia con Jane e dato che ci dispiaceva lasciarla da sola in quella casa così grande, ma poi dopo esserci salutati siamo andati.
Uscita in strada cerco con lo sguardo la macchina di Stuart, ma non la vedo.
« Hey Sutcliffe ti dirò una cosa simpatica, ci credi che non vedo la tua macchina?» domando con sarcasmo voltandomi verso Stu che sta ancora scendendo le scale della casa di Jane.
« Io ti dirò una cosa ancora più simpatica,sono venuto a piedi! » guardo Stuart con odio, cosa vuol dire, ‘sono venuto a piedi?’ significa che devo camminare? IO? Judith Lennon che cammina per più di mezzo metro?

 

« Non ti prendo a pugni solo perché sei carino!» commento quando è ormai mezz’ora che cammino insieme al mio amicone senza macchina.
«Mi trovi carino? » commenta Stuart sogghignando.
« No, cioè, sì, no, sì, cavolo non è quello il punto della frase» farnetico arrossendo un poco, insomma diciamocelo Stuart non è solo carino.

Dentro la mia testa qualcosa mi dice di cambiare argomento così dico la prima cosa che mi viene in mente 
« Sai, vorrei saper disegnare come te. » Credo che la fotografia e la pittura siano strettamente collegati, ma io non ho mai avuto la passione per i pennelli, anche perché sono negata.
« Ti posso insegnare!»  la voce di Sutcliffe esce accompagnata da un tono entusiasta che mi lascia un attimo interdetta.
« Io non so disegnare nemmeno un fiore Stu!»il mio compagno mi sorride, ma insiste sul fatto che la pittura si può imparare.
«Juice, sta tranquilla che se ti insegno io diventi il nuovo Caravaggio!» Stuart accompagna la sua affermazione con una posa teatralmente strategica che mi fa scoppiare a ridere, ma poi inizio a guardarmi intorno, cercando qualcosa.

Sposto il ramo di una pianta, guardo dentro ad un bidone, sotto una macchina.
« Cosa cerchi?» mi chiede confuso il pittore.

« La tua modestia, ma non c’è niente da fare, non la trovo!» Stuart si ferma in mezzo al marciapiede e mi guarda sconsolato, mentre io scoppio a ridere da sola.

 

Ma, quanto sono simpatica?

« Cioè, io dopo questa vado a casa!» commenta il moro, girandosi e cominciando a camminare, al che io gli corro incontro abbracciandolo da dietro.
« Noooo! Ti giuro che non faccio più nemmeno una battuta! Nemmeno una piccola piccola, ma non mi abbandonare! » Stuart rimane immobile, ma sento che sta ridendo.

« Sei proprio la sorella di tuo fratello!»

 

Saranno le sei del pomeriggio e Stuart è appena andato a casa, abbiamo mangiato così tanto gelato che credo di aver preso ben quattro chili!

Sono un’ingorda.

Sono coricata (spiaggiata) sul divano inerme, mentre aspetto che il mio stomaco faccia il suo dovere e il ronzio della televisione mi lasci cadere in un sonno ristoratore.
Ma poi…

Il telefono comincia a suonare.

 

« Pronto?»
«Sorellina, sorellona, sorelletta?» per un momento mi manca il respiro ed una sensazione di formicolio pungente divaga per tutto il corpo fino alle punte delle mie dita « Oddio Judith ti ho uccisa! »Johnny sa sempre come rovinare un bel momento!
« John sei tu?» la mia voce è tremante, ma sono così emozionata!
« Bè di sicuro non sono quello sfigato di Paul che è ANCORA SOTTO LA DOCCIA! » capisco che la parte urlata è dichiaratamente indirizzata ad un ipotetico McCartney che sta occupando il bagno da almeno due ore.

Tutto nella norma allora.

« Come stai? Com’è l’albergo? Sei stanco? Mangi bene? Hai dormito? » entro nella modalità mammina senza nemmeno accorgermene, ma non so cosa dire, sono così felice che sono imbarazzata.
« Ehi ehi ehi, Zia Mimi ridammi mia sorella! » scoppio a ridere insieme a Johnny che sembra essere al mio fianco, anche se in realtà è in un altro stato.
« Zia Mimi è venuta qua almeno venti volte, ma io non le ho nemmeno aperto la porta! » commento vittoriosa sapendo che otterrò l’approvazione di mio fratello.
« Sei una grande! Mettiamo i piedi in testa alla vecchia! » di nuovo ridiamo insieme e mi sento così vicina a lui.
« Bè allora? Raccontami qualcosa!» lo incito, cercando di calmarmi e prendendo dei lunghi respiri.
« Stasera suoniamo per la prima volta in un locale che ha un nome impronunciabile ed è in una via impronunciabile! Il tedesco è una lingua di una cattiveria assurda, anche una lettera d’amore sembra una minaccia!» sorrido e mi rassicuro notando che Johnny non ha perso la sua vena ironica e che la sua voce mi sembra molto entusiasta. « Poi volevo dirti che mi manchi, anzi ci manchi perché saranno due giorni che parliamo solo di te e siamo tutti preoccupati! » manco a loro, manco a John e manco a lui!

« Io sto bene, la casa è un po’ silenziosa, ma grazie a Cyn a Jane e a Stuart riesco a sentirmi un po’ meglio!» comincio ad arricciare le mani intorno al cavo del telefono, devo trovare il modo di parlare con Paul!
« Ah! Allora è venuto! Bene, bene allora sono più tranquillo! Mi manchi Juju, scusa se stamattina non ti ho salutato, ma non sapevo cosa fare e poi..» 
« Va tutto bene, ero sveglia quando sei venuto in camera!» non gli permetto nemmeno di terminare la frase non voglio che il mio fratellone preferito si senta in colpa!
« Eh mi hai lasciato lì a guardarti senza dire niente? No, ma bene! Bella sorella che mi ritrovo!» La predica di Johnny gli esce con un tono troppo scherzoso perché sembri convincente così di nuovo scoppiamo a ridere insieme.
«Adesso devo andare, il bagno è libero, però aspetta c’è qualcuno che vuole salutarti!» a quelle parole, la mia stretta sulla cornetta si è fatta più salda, ho chiuso gli occhi sperando di sentire la voce di quella persona che mi mancava così tanto.

Ti prego Paul ti prego.

 

« Hey, Judith. » spalanco gli occhi.
« Ringo!» rispondo non troppo convinta, ma spero che il mio interlocutore non mi colga in fallo.
« Sì, sì lo so che tu vorresti parlare con qualcun altro, ma credo che tu ti debba accontentare di me.» il tono con cui Ringo ha pronunciato la frase mi ha fatto capire che lui non è arrabbiato, tuttavia non è tanto il tono che mi ha colpito se non per il significato di quello che ha detto.
« Ma cosa dici? Sono felice di sentirti! Chi potrebbe essere più importante del mio migliorissimo amicissimo? » sì, in effetti a volte sono un po’ smielata.

« Juice, io so tutto.» la frase saccente di Ringo mi lascia perplessa, che Paul gli abbia detto tutto? Ma i maschi non si confidano mai, possibile che io mi becco l’unico che va a raccontare i fatti suoi in giro?
« Non mi ha detto niente se è quello che pensi, però me ne sono accorto accidenti!» no so che dire, stringo la cornetta così forte che le mie nocche sono diventate bianche.
« Ma.. ma, come?» balbetto nervosa, anzi nervosissima.
« Scusa, ma credi che io sia scemo come quei due caproni di George e John?» ok, ricapitoliamo, innanzitutto devo prendere un respiro profondo, ora devo rendermi conto di quello che Ringo mi sta dicendo.
«Loro sanno?» sto facendo il terzo grado al mio amico, ma so che se John viene a sapere di quello che è successo potrebbe uccidere Paul e poi me, oppure più probabilmente prima me e poi Paul, oppure potrebbe usare me per picchiare Paul..

 

Un momento! Ragioniamo! Devo sentire cosa mi dice Starr prima di giungere a conclusioni affettate!

 

« Ovvio che no, e nemmeno lui sa che io so! È tutti un gioco di intrighi e segreti, e mi piace! Mi sento una spia russa! » un sorriso sfugge al mio controllo, almeno sono sicura che di Ringo mi posso fidare!
« Ringo non devi dirlo a nessuno! Se lo fai sarei capace di picchiarti! Anzi chiamo un pugile e ti faccio picchiare da lui così sono sicura che ti farà male! » anche se voglio sembrare minacciosa il sollievo non mi permette di essere seriamente credibile «A proposito, gli altri sono lì? Stanno ascoltando la telefonata?» una morsa mi stringe lo stomaco, se John avesse sentito…
« No, tranquilla John e Paul si stanno picchiando in bagno, mentre George scommette su chi vincerà, ora che mi ci fai pensare.. devo chiudere la telefonata, ho una cosa da fare, mi manchi tantissimamente Judi! »

Ero ancora attaccata alla cornetta quando ho sentito chiaramente la voce di Ringo che urlava “dieci sterline sul Macca!”

 

 

 

 

 

 

 

Maaaa Salve signorine e signorini (se ce ne sono) :) ammetto che è un po' che non aggiorno, ma sono qua con un capitolo così dolcino che mi perdonerete subitissimamente!
della serie sono brava solo io -.-
Non lo so se è dolce, bello o abbastanza, anche perchè è un po' corto ma questo avevo e questo pubblico :)

sciau bèli :*



Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** * Shelter from the Storm * ***


beatles

Allora finalmente sono qui, grazie ad un'altra band però, infatti, questa volta sono stati i The Black Keys a darmi l'ispiration :D 

Un bacione a tutti, alla fine del capitolo troverete la spiegazione di una roba che succede all'interno dello stesso, è solo che se ve la dico qui rovino la suspence :D Ciaoo! :*



* Shelter from the Storm *

« Dai Judith, accontentami, canta qualcosa!» erano ore che Paul insisteva perché io lo stordissi con la mia voce da trattore in fin di vita, ed erano ore che io puntualmente mi rifiutavo.

« Ti ho detto di no!» rispondo facendogli la linguaccia.

All’improvviso Paul mi si siede accanto, brandendo ancora il suo basso tra le mani e poi comincia a strofinare la sua testa sulla mia spalla, come se fosse un gattino che fa le fuse alla sua padrona.

« Daaai! Per favooore! »mi parlava con tanto di labbro tremulo!

«No, non so cantare! » al sentire le mie parole McCartney si è fermato immediatamente e guardandomi fisso negli occhi con un tono serio che non ammetteva repliche ha concluso: « No Juice, non esiste chi non sa cantare, c’è solo gente che non si ascolta! »

 

 

Sono a casa da sola, cosa che non va, decisamente, bene dato che sono immersa tra i maglioni di John come se fossi un orso in letargo, voglio sentire il suo profumo per solo cinque minuti mi dicevo, vengo via subito mi dicevo.

Adesso sono praticamente chiusa nel suo armadio.

Cosa posso fare per distrarmi?

Decido finalmente di uscire dalla camera di Johnny e vado nella mia stanza, il cui disordine mi terrà impegnata per almeno un’ora!
Rassetto, pulisco, scelgo i vestiti da lavare e quelli da stirare, poi quando sono felicemente convinta di aver finito di pulire quella specie di porcile, noto la mia borsa bianca in un angolo, abbandonata a se stessa.

La prendo e la svuoto sul letto per vedere da quanti anni non la pulisco.

 
La mia povera macchina fotografica mi guarda con occhi da cucciolo smarrito (sì, ho detto occhi.) è immersa tra fazzoletti usati, scontrini di non so dove, e foto.

Il mio sguardo viene catturato da una foto in particolare.

Non ci posso credere.

Dovevo essere Hitler in un’altra vita, il destino non può volermi così tanto male.
Prendo la foto in mano e sento come una morsa alla testa, e quella che io e Paul abbiamo fatto insieme, quella dove ci baciamo.
La chiudo subito nel cassetto della mia scrivania, non ci devo nemmeno pensare a lui! Ieri ci volevo parlare e poi mi sono dovuta sorbire Ringo!

Ringo che tra l’altro mi ha anche scoperto.

Com’è complicata la vita.

Devo assolutamente trovare qualcosa che mi tenga impegnata altrimenti impazzisco!
Corro giù per le scale come se questo mi aiutasse a lasciarmi tutti i cattivi pensieri alle spalle, prendo il telefono e compongo il numero di Cyn.
«Mi dispiace, Cynthia non è in casa.»
Dove cavolo potrà mai essere alle undici di mattina quella bionda schizzata?
Ok, calma, chiamo Stuart.

« Risponde la segreteria telefonica…»

MA CAZZO!

Lascio un messaggio a Stu avvisandolo che l’ho chiamato e chiedendogli se puoi venire a casa mia appena sente il messaggio.
Cerco di fare mente locale, tutte le mie amiche di scuola sono al mare, tranne Thelma che è dai suoi nonni e Pauline che lavora in un bar vicino alla scuola.
Poi mi viene in mente una persona, indecisa prendo in mano la cornetta, di nuovo, ma non compongo il numero.

Forse non dovrei.
Ma poi la malinconia torna a farsi sentire pungente.

« Pronto?»

« Ehm, ciao Jane, come va? Sono Judith!» parlo con un filo di voce ed intreccio nervosamente le dita attorno al cavo del telefono, neanche stessi invitando il ragazzo che mi piace!
« Ciao Juice! Che succede?» il suo tono mi sembra abbastanza preoccupato, così metto subito in chiaro che non è accaduto niente di grave.
«.. tuttavia, mi sento terribilmente sola!» concludo la frase con una vocina da bambina capricciosa, per marcare in modo più evidente la mia terribile, terribile noia.
« Bene, allora facciamo così, dopo pranzo vengo a prenderti a casa tua e poi andiamo in un pub a mangiarci un gelato e bere qualcosa! » non mi aspettavo che Jane, no ma dico, Jane Asher mi proponesse di andare a bere qualcosa, ma ovviamente accetto, considerando che io ho l’indole dell’ubriaco.. ehm.. na.

« Certo allora ci vediamo tra due ore.»

 

Senza rendermene conto, le due ore passarono abbastanza velocemente, tra la scelta dei vestiti del trucco e delle scarpe.
Il campanello suona, proprio mentre l’orologio indica lo scoccare dell’ora, la perfezione di quella ragazza mi stupisce ogni giorno di più!
Dopo esserci salutate, io e la rossa ci siamo incamminate verso il centro, passando per Penny Lane ed attraversando i cancelli di Strawberry Fields per accorciare la strada, quando passando attraverso l’enorme cancello rosso mi sono resa conto che John adora quel posto ho sentito una stretta al cuore.

Arrivate in centro abbiamo fatto un giro, prima di trovare il mio pub preferito.
Ovviamente, Jane ha lasciato scegliere a me il posto che mi sembrava più adatto visto e considerato che sono io quella da “curare”.
Appena entrate nell’Old Storehouse ci siamo sedute in un tavolino appartato, in modo che nessuno ci venisse a disturbare, controllo il menù, anche se so già che prenderò il pudding al cioccolato, in questo posto ne fanno uno eccezionale!
Il cameriere non tarda ad arrivare e prende le nostre indicazioni, io il mio adorato pudding e per Jane una (molto più dietetica) torta di mele.

Solo quando il cameriere ci ha lasciato sole, Jane ha parlato.
« Tu credi che qui la facciano buona la torta di mele? Io sono molto schizzinosa quando si parla del mio dolce preferito!» si massaggia la pancia passandosi la lingua sulle labbra con fare molto buffo.
« Non lo so, non l’ho mai mangiata!» ammetto con un alzata di spalle, ovviamente non mi aspettavo quello che sarebbe successo dopo, ecco perché mi sono spaventata.
« CHE COSA?» Jane me l’ha urlato in faccia, letteralmente, il suo viso scandalizzato e rosso almeno quanto i suoi capelli era una visione eccezionale, peccato che non me lo sono potuto godere a causa del mini infarto che mi ero appena presa! « Come puoi non aver mai mangiato il dolce più british della terra? Ma che razza di inglese sei?» la Asher sembra voler difender e la sua adorata torta a spada tratta, ma io ho una scusante più che accettabile.
« Sono allergica alle mele e alle pere!» le rispondo alzando i palmi nella sua direzione a mo di scudo.
La rossa, dopo aver riacquistato la sua tipica eleganza da aristocratica ed avermi studiato in silenzio per qualche secondo ha concluso dicendo: « Che vita triste deve essere la tua!» siamo scoppiate a ridere contemporaneamente.

 Insieme al pudding e alla torta, sono iniziate ad arrivare anche le nostre ordinazioni altamente alcoliche, al che dopo una’ora passata dentro a quel pub, io e Jane potevamo dire di essere “felici!”
In quanto felice, le mie inibizioni ed i paletti che mi ero posta di fronte a Jane si sono completamente volatilizzati, così senza nemmeno ricordarmi come, siamo finite a parlare di ragazzi.
« Senti Asher, ora io ti devo seriamente chiedere una cosa, cioè parlo di un dubbio che mi tortura da dei mesi! » mi stupisco da sola della correttezza grammaticale della frase che ho appena pronunciato.

Anche i miei pensieri sono sintatticamente corretti!

Evvai!

Ho dovuto aspettare due minuti prima che la rossa smettesse di ridere da sola, ma poi si è fatta tutt’orecchie.
« Allora, c’è un ragazzo, io credo di piacergli, perché mi ha baciato, ma poi davanti agli altri si comporta come se non esistessi, allora io mi dico che non gli piaccio, poi però mi bacia, ancora, insomma è un gran casino! » appoggio i gomiti sul tavolo e mi porto le dita sulle tempie, devo cercare di fare mente locale per formulare bene la domanda. « Se uno ti bacia, poi fa finta di niente, poi però se ti vede con un altro fa il geloso e allora ti bacia ancora, ma poi fa di nuovo finta di niente e poi vuole che lo baci, se uno si comporta così vuol dire che gli piaci?»
Non sono del tutto sicura che la mia compagna abbia capito il senso della mia domanda, sarà lo sguardo perso nel vuoto oppure la bocca aperta, ma si sa le apparenze ingannano, infatti, Jane sta ponderando una risposta intelligente e precisa.

« Voglio dell’altra torta.»

Sì, ehm, non questa.

« Cameriere!»

Nemmeno questa.

« Sai secondo me gli piaci, ma lo devi far un po’ sudare! » visto cosa avevo detto? « Non fargliela troppo facile, se lui ti vuole a giorni alterni tu devi volerlo a settimane alterne!» guardo la Asher stupita, ma vuoi vedere che questa è più intelligente da ubriaca che da sobria?
Ci guardiamo fisse negli occhi, con un sorriso ebete.
«Ma sai che hai detto una cosa intelligentissima?» comincio versandomi un altro sorso di vino.
« Lo so! Sono in momenti come questo che mi chiedo perché non ho mai scritto un libro!»

Mentre sorseggiavo tranquilla il mio vino rosso e Jane azzannava l’ennesima fetta di torta, il suo sguardo su di me si è fatto molto, ma dico molto, malizioso.
«  Bè senti Judith, non mi hai detto il nome di questo belloccio che ti ha fatto perdere la testa! »
Mi levo il bicchiere dalle labbra e le rispondo.
« P..» poi all’improvviso nella mia testa è partito come un allarme una sirena dalla luce rossa ed intermittente stava suonando come se non ci fosse un domani.

Oddio, oddio, oddio.

OMMIDDIO!
Adesso cosa le dico?

« P.. Pedro!» l’ho detto con un tono da pazzi, come se avessi ammesso di essere una banana travestita da scopa travestita da sorella di Lennon.

Non mi crederà mai!

« Ah, spagnolo?»

Sul serio? Ci ha creduto davvero?
« Mi piacciono gli ispanici!»
Jane mi guarda compiaciuta.

Oca.


Finalmente sono a casa.
Corro in cucina a farmi un caffè e guardo l’ora, sono le sette e mezza, così dato che sono già qui inizio a preparare qualcosa.
Nel preciso istante in cui ho preso in mano la pentola il campanello ha suonato.
Sono così felice di vedere Stuart che regge due porzioni del fish&chips di Mike.

«Indovina chi non aveva voglia di cucinare? » esordisco felice di vederlo ed aiutandolo con le buste.
«Indovina chi ha un braccio ustionato per colpa dell’olio di quella robaccia?» nemmeno le lamentele di Stuart mi fanno passare il buon’umore.
« Allora » cominciò mentre Stuart appoggia le buste sulla credenza e io tiro fuori il necessario per apparecchiare « qual buon vento?» gli chiedo, l’avere sempre qualcuno con cui parlare mi aiuta molto a non pensare a Paul.

Oddio, da quanto tempo non pensavo il suo nome!

 Aspetta, un attimo.
Dicevo che la presenza di Stuart mi aiutava a non pensarci, ma ora ci sto pensando!

 « Judith?» penso di aver avuto gli occhi vitrei dato che la mano di Sutcliffe mi svolazzava davanti dal almeno due minuti ed io l’ho notata solo ora.
Gli sorrido, ma lui ha capito che stavo pensando a Paul, tuttavia non mi chiede niente.
È strano che una persona che mi conosce da così poco tempo abbia già imparato come trattarmi.
« Posso abbracciarti?»lo guardo con gli occhioni da cucciola che convincono sempre persino George, Stuart mi sorride e allarga le braccia.

Stringo il suo petto sottile.

Ne avevo bisogno.

 « Judith basta con queste cose mielose!» mi stacco immediatamente e gli sorrido, Stuart mi ricorda che mi preferisce quando sorrido rispetto a quando metto il muso, così gli faccio anche una bella linguaccia!

 Io e Stu abbiamo mangiato cioè meglio lui ha mangiato io mi sono ingozzata (quanto sono femminile) e poi abbiamo iniziato a guardare una fantastica maratona di film di paura.
Io ero tranquilla, se una persona “tranquilla” è una che tiene un cuscino sulla faccia quando sente che la musica diventa incalzante.
Ma la scoperta più eclatante è stato il terrore di Stuart per i fantasmi, io ridevo per lui ma mi spaventavo per i versi in televisione quindi ho passato non so quante ore in uno stato mentalmente confuso.
Ad un certo punto, Stuart stanco di stare accucciato dietro al divano con dei cuscini sulle orecchie si è impossessato del telecomando e ha messo su un documentario.

« Insomma Stuart, fai il bel tenebroso e poi hai paura del buio?»

 Non l’avessi mai detto.

 Stu ha avuto una vera e propria crisi da primadonna durante la quale mi ha ripetutamente chiesto in tono polemico come mai non facevo ancora la cabarettista, dopodichè ha iniziato a farmi un solletico che mi ha attorcigliato le budella.
Dopo la guerra abbiamo iniziato a guardare un documentario sulla vita segreta degli insetti così io e il buon Sutcliffe abbiamo ceduto alle morbide braccia del divano e ci siamo addormentati.

 

Stavo dormendo, credo che stessi anche sognando quando inspiegabilmente il telefono di casa ha iniziato a suonare.

 Ho spalancato gli occhi.

 Guardo l’orologio: 04.37

 Oddio un serial killer vuole uccidermi!

 No un momento Judith ragiona, come fa un serial killer a sapere che hai appena guardato una maratona di film horror?

Cerco di divincolarmi dall’abbraccio di Stu senza svegliarlo, ovviamente quando mi sono resa conto che stavamo dormendo abbracciati sono arrossita, ma non mi sono sentita a disagio, considero Stuart al pari di Ringo oramai.

Mi avvicino titubante alla cornetta.

 

« Pronto?»

«Judith..» il mio nome, sussurrato in quel modo, da quella voce.
Ho stretto la mano intorno alla cornetta mentre con l’altra cercavo di reggermi aiutandomi con il mobiletto sul quale è appoggiato il telefono.
Chiudo gli occhi stringendoli come se fossi appena stata accecata da una luce abbagliante, le lacrime mi arrivano agli occhi incontrollate, sono così felice ed emozionata che tremo.
«Paul» lo sussurro aprendo le labbra quel poco che basta per farmi capire come se avessi paura che con quel nome se ne andasse via anche lui.
«Ho dovuto aspettare che si addormentassero tutti.» una spiegazione ad una domanda che non gli avevo ancora fatto.

Guardo Stuart e vedo che sta ancora dormendo, così mi appoggio con la schiena al muro e mi lascio scivolare sedendomi sul pavimento.
Sono troppo orgogliosa per dirgli che stavo aspettando la sua chiamata da troppo tempo e che non vedevo l’ora di sentirlo, devo rimanere distaccata.

«Come stai?» gli chiedo fredda, troppo fredda considerando il sospiro rassegnato di Paulie alla mia domanda.
« Bene, sono stanco, abbiamo suonato fino alle quattro, poi ho aspettato che gli altri crollassero così potevo parlarti.» la sua voce effettivamente tradiva un mancato sonno ristoratore.
« Se sei stanco dormi, Paul.» rispondo lapidaria senza tradire alcuna emozione anche se dentro sto impazzendo.
« Voglio sentire la tua voce. » quel bisbiglio si insedia dentro al mio orecchio accarezzandomi il timpano con la sua dolcezza, non posso resistere.
« è una cosa idiota. » dico questo solo per riempire uno spazio, un silenzio che avrebbe significato troppo.
« Grazie.» apro la bocca per dire qualcosa ma le parole mi si affollano nella gola, non so cosa dire, così sto in silenzio.

Il rumore dei nostri pensieri mi risuona nella testa, entrambi non sappiamo cosa dire.

È una calma dolorosa.
« Cosa ci è successo Juice?»  tocco la sua collana sul mio petto, è così calda e rassicurante.

Cosa ci è successo?

Non lo so.

« In che senso?» rispondo sibilando, sia per non svegliare Sutcliffe sia perché sono arrabbiata, non arrabbiata forse, non so cosa sento, ma è come se un istinto mi dicesse di non abbassare la guardia.

« Sembriamo due estranei.» mi risponde McCartney incattivito

MA CIAAAAAAO :3

Allora, so che è molto che non aggiorno, ma dopo questo bel papirone sono supersicura che mi perdonerete, questo è il capitolo che ha richiesto tutta la mia verve, quindi spero che vi piaccia e che commentiate in molti!

So, che parlo di una maratona di film horror, ma ammetto di non sapere se quella tipologia di film esistesse già, anzi a dire la verità non credo nemmeno che esistessero le televisioni, però mi serviva qualcosa da fargli fare a questi poveri ragazzi suvvia, comunque se a voi non garba io vi rispondo che sto usando la mia licenza poetica, TIè! :*

Volevo farmi una domanda però, ho notato che la mia fic, non piace più come prima, alcune delle recensitrici mi hanno abbandonato e alcuni hanno anche tolto la storia dalle preferite/seguite, insomma so che senza i Beatles non è più la stessa cosa, ma tra poco tornano! GIURO!!

Comunque vi ringrazio tutto per il supporto che mi date! 90 RECENSIONI! yeeeee :) alla prossima bellocci :3

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** * Little Black Submarines * ***


MAMA

* Little black Submarines *

Ho sempre amato il tennis in tutte le sue forme.

Va bene forse più del tennis amavo i tennisti.

Era certo però che almeno io non credevo che la racchetta da tennis servisse solo per uccidere i pipistrelli, come invece affermava con sicurezza il Lennon che ahimè era uscito male.

 

 

Paul ha ragione, ormai siamo degli estranei, ma di certo non è colpa mia.
O forse si?

 
Molto probabilmente la colpa è di entrambi, però prendersela solo con lui è più facile.

 
« Cosa devo fare per convincerti a darmi un’altra possibilità?»

 
Cosa deve fare?

Non lo so nemmeno io.

 

Mi rendo conto di non sapere molte cose, ma forse perché è notte fonda e sono sicura di aver visto un movimento in cucina, così il mio dolce cervellino ha ben pensato che quello fosse il momento perfetto per ricordarsi di una simpatica scena di un film horror.
« Paul, ho paura.» se un mostro salta fuori dalla cucina io con cosa mi difendo? Lancio uno sguardo sul tavolino ma c’è solo una penna.

Bè credo che mi dovrò arrangiare.

 
« Ma di cosa hai paura? Perché hai paura di me? Ho sbagliato lo ammetto, ma non ti ho mai dato motivo di avere paura di me, basta con le scuse Judith, sono stato sveglio solo per parlare con te, cosa devo fare ancora?»
Un momento, Paul ha capito male, ha decontestualizzato le mie parole, bè in effetti lui non era qui non può sapere..
« Judith perché non parli?»
« Eh stai calmo un attimo!» forse gliel’ho detto con troppa veemenza, infatti, dall’altro capo del telefono Paul fa uno strano singulto.
« Non ho paura di te, ho guardato un film dell’orrore, ecco forse non uno solo, però adesso ho paura perché sai qui in Inghilterra c’è buio e sento che da un momento all’altro uno psicotico esce dalla cucina con un coltello e mi affetta!»

Devo ammettere che detto ad alta voce il mio pensiero non sembra proprio un’idea normale.

« Io sono qui per te, sto morendo dal sonno, ma resisto perché voglio che tu sappia che provo qualcosa di serio per te e tu mi parli di un matto che ti vuole uccidere?» ecco, come immaginavo, l’ha presa male.
« Intanto non un matto ma uno psicotico, e poi non sono sicura che mi voglia uccidere, però di sicuro mi vuole affettare!» puntualizzo con un tono da maestrina.
« Robe da matti.» certo! Quello che dice lui va bene, quello che dico io no!
« Comunque non è che adesso perché oggi non hai fatto il sonnellino me la devi far pensare a me!» continuo cercando di ricollegarmi a quello di cui prima stava blaterando McCartney.
« Ci mancava solo questa! Vuoi offendermi anche in un altro modo? » Paulie vuole sembrare cattivo, ma sento dal suo tono che sta fingendo.
« Dì la verità che ti ho fatto ridere!» lo incoraggio con voce calda e complice.
« NO!» risponde prontamente quel piagnone.
« Pff.. non ci credo!» controbatto.
« Ti dico di no!» senti come si lagna, ma come fa ad essere il sogno erotico delle ragazze di Liverpool?

Dopo questo scambio di battute da coppietta sposata, io e Paul siamo rimasti in silenzio per qualche secondo, ma io non sono più arrabbiata, anzi ho un sorriso ebete come quando..

Bè come quando Paulie mi ha baciato per la prima volta.

« Quindi.. » cominciò titubante, è ovvio che le parole che Paul mi ha detto prima mi sono rimaste impresse, ma solo ora ci faccio caso. « prima.. stavi dicendo che provi qualcosa per me..» cerco di convincere McCartney a ripeterlo.
« Non ne sono più sicuro!» ecco, ha rovinato tutto!
«Oh insomma, non puoi tenermi il broncio! Finisci di dichiararti! » stavolta sono io a fingere un tono arrabbiato anche se in realtà sto ridendo.
« Io non mi stavo dichiarando.. stavo solo cercando di spiegarti che..»
« Sento il rumore delle tue unghie che strisciano sugli specchi sui quali stai cercando di arrampicarti!» lo canzono, ho beccato Paul in fallo, prova qualcosa per me.

Forse se la merita una secondo chance.

O forse molto semplicemente muoio dalla voglia di dargli una seconda chance.

« Oh senti io sono abituato a sentire le ragazze che si dichiarano a me non il contrario! Non lo ripeto! Ascoltavi prima!» uffa, ormai è andata, è più testardo di un mulo.
« Va bene, va bene, mi accontento!» rispondo rassegnata.
«Mi hai perdonato?» mi immagino Paul con il suo visino e gli occhioni spalancati, me lo immagino e non posso non sorridere.
«La tua collana ce l’ho.» sussurro, piano per non dargli troppa soddisfazione.
Anche se non è possibile posso asserire con sicurezza di aver sentito McCartney sorridere dall’altra parte del telefono.


« Mi hanno detto tutti che mi fa risaltare gli occhi così non vedo perché dovrei toglierla.» cosa ci posso fare? Le cose troppo sdolcinate non fanno per me, mi sento a disagio, devo smorzare un po’ l’atmosfera.
« Amo il modo in cui rovini sempre le cose romantiche.» stavolta sono io a sorridere.
Abbiamo fatto pace è ufficiale, ora non vedo l’ora che tornino a casa per baciare di nuovo il mio Paul.

Che bella sensazione.

«Vai a letto che altrimenti domani sbagli le note, John ti picchia e arrivi da me tutto malconcio, io ti voglio intero!» forse questa frase aveva un doppio senso.
« Intero per fare cosa?» figurati se una persona maliziosa, anzi l’archetipo della malizia quale è McCartney non trovava del torbido anche nella mia frase innocente.
« Perché non voglio averti sulla coscienza, è un bel peso per una della mia età un morto sulla coscienza!»
Non mi freghi Paulie!
« Niente non posso farcela a farti dire qualcosa di dolce, andrò nel mio lettuccio, triste e sconsolato.» ed ecco che inizia a fare la vittima.
« Eh credo proprio di sì!» continuo imperterrita.

« Buonanotte Juice.»

Ecco che all’improvviso sento l’impulso di abbracciarlo, di stringerlo forte, ma non posso, quindi cerco le parole giuste per fare in modo che capisca quello che sento, quello che provo.
Per fare in modo che stanotte mi sogni.

« Mi manchi Paulie.»

Ed eccolo, quel sospiro rasserenato che Paul fa quando ottiene quello che vuole, quel sospiro che ha la forma di un sorriso.
« Anche tu.» un sussurro e poi fine, il fastidioso suono del telefono.

Non mi sono mai sentita così felice, così leggera.

Non vedo l’ora che Paul torni, ormai ha la mia fiducia è una sensazione nuova, una sensazione diversa, è come se il peso della mia mente malata e contorta, di quella mente che mi impediva di fidarmi di lui si fosse diviso.
Ora sento che metà di quel peso lo porta un’altra persona.

E quella persona è il mio Paul.

Rimango in silenzio appoggiata contro la parete, mi stringo le ginocchia al petto e sorrido da sola come un’ebete.
Guardo la penna che mi avrebbe dovuto salvare da un ipotetico serial killer.
Che sciocca che sono a volte.

Un momento, cos’è stato quel rumore?

Buonsalve! :)

Sono felice di aggiornare anche se in ritardo purtroppo sono una persona un po' troppo impegnata!
Come se non bastasse il mio EX tennista preferito ha ben pensato di perdere la finale degli Australian Open contro quello zingarello di Novak Djokovic #MaiUnaGioia
Tornando a noi spero che questo capitolo vi piaccia e dto che sono triste a causa del mio Andyno fatemi contentta con una vagonata di recensioni suvvia **

E ora me ne vado al suono dei Queen! Mamaaaa uhuhuhu! CARRY OOON CARRY OOOON :D

Grazie mille a tutti! Sciao <3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=682823