Wings of Juice' di emrys_ (/viewuser.php?uid=95149)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** * Who Said?* ***
Capitolo 2: *** * Blowing up the Sunshine * ***
Capitolo 3: *** * Who's this guy? * ***
Capitolo 4: *** * Lithium * ***
Capitolo 5: *** * Is There a Ghost? * ***
Capitolo 6: *** * Old man, Look at my life * ***
Capitolo 7: *** * Forever trust in who you are * ***
Capitolo 8: *** * Wounded Warriors * ***
Capitolo 9: *** * By your side * ***
Capitolo 10: *** * You're my Wonderwall * ***
Capitolo 11: *** * Surprise, Surprise! * ***
Capitolo 12: *** * Promises * ***
Capitolo 13: *** * Lacrimosa * ***
Capitolo 14: *** * La Fee Verte * ***
Capitolo 15: *** * Man of Simple Pleasures * ***
Capitolo 16: *** * Shelter from the Storm * ***
Capitolo 17: *** * Little Black Submarines * ***
Capitolo 1 *** * Who Said?* ***
This one
*Who said?*
“Aaaah alla mia sorellina piace Pauliee!! La
piccola Judith vuole un bacino da Paulie!! “
Avevo quattordici anni quando mio fratello John di
diciassette ha iniziato a cantarmi questa canzoncina tutte le volte che il suo
amico Paul veniva a trovarci.
Bè, chi l’avrebbe mai detto?
Paul è stato qualcosa come la mia prima cotta.
Mi ricordo benissimo il primo giorno in cui l’ho incontrato, ero andata
insieme a mio fratello John a vedere un suo noiosissimo spettacolo suo e del
suo stupidissimo gruppetto, i Quarrymen. Eravamo dietro le quinte quando è
apparso quel ragazzo, bellissimo, io ero rimasta senza parole e probabilmente
anche con la bocca aperta.
Oh, ma John non si è certo lasciato scappare una così succosa opportunità
di far impazzire sua sorella, infatti, dopo aver stretto amicizia con Paulie,
come lo chiamava lui, aveva iniziato a prendermi in giro.
Paul dal canto suo non aveva mai fatto storie, anzi era diventato un mio
grande amico, mi aveva persino trovato un soprannome : Juice.
Sì, mi chiamava “ succo ” perché diceva che ogni volta che veniva a
trovarci, io bevevo qualcosa.
La cotta per Paul però non era chiaramente qualcosa di serio, io non ho mai
fatto mosse azzardate nei suoi confronti e lui si è sempre comportato
normalmente, l’unico a cui piaceva questa storia era mio fratello.
Quello stupido, spocchioso, pazzo, dolce e tenero di mio fratello John.
Che rapporto meraviglioso il nostro, ne abbiamo passate tante insieme, ora
lui è la mia casa, la mia famiglia, LUI è il mio tutto.
Ovviamente non mancano i litigi, ma tutto si supera con una risata.
Come stavo dicendo, non passava giorno senza una più o meno volgare
battutaccia di John sul mio presunto amore platonico per McCartney; canzoncine,
frecciatine e spintoni ecco quello che il mio caro fratellone utilizzava per
farmi sbattere/avvicinare a Paulie.
La canzone di oggi è: “ Judith e
Paulino nello sgabuzzino, si danno un bel bacino e ci scatta anche il bambino”.
Nonostante io sia abituata a questo tipo di allusioni, oggi mi sono
soffermata a fissare Paul e quando ho incrociato il suo sguardo verde scuro ho
sentito il viso avvampare.
Ora ho diciassette anni mentre lui ne ha diciannove ed entrambi siamo
cresciuti, McCartney è rimasto sempre un gran bel ragazzo, si è fatto crescere
i capelli e adesso forse i suoi occhi sembrano ancora più grandi e dolci di
prima.
Anche io sono cresciuta, molto, i miei capelli color miele mi arrivano fin
sotto al seno, e nonostante il mio colore sia leggermente tendente al
rossiccio, non ho nemmeno una lentiggine sulle guancie, i miei occhi invece
sono come quelli di John, scuri, solo leggermente più grandi.
La mia fissazione per Paul, comunque non mi aveva impedito di avere anche
altri ragazzi, l’ultimo un certo Stephen, era solo un maniaco e insomma,
diciamo che era interessato solo ad una precisa zona del mio corpo. Nonostante
sia stata io a lasciarlo, sono rimasta delusa dal suo comportamento infantile.
Forse, è per questo motivo che oggi mi è tornato in mente Paul.
Con i suoi modi di fare dolci e raffinati, al contrario degli altri
Beatles, lo guardo mentre accarezza gentilmente le corde del suo basso, lui è
molto più elegante di George e di quel gradasso di John.
McCartney ha classe, non ci sono altri modi per descriverlo, è elegante.
Ammalia, incanta, cattura.
Chissà quante altre ragazze la pensano come me però, forse sono tutte
attratte, siamo tutte attratte, dalla sua fierezza, perché Paul è spavaldo,
eccome se lo è.
Come dargli torto in fondo?
Quando sei nella stessa stanza con McCartney la sua presenza eclissa la
tua, il suo carisma lo ingigantisce, facendoti sentire piccola, piccola.
La cosa strana è che questa sensazione è così piacevole.
- Abbiamo finito per oggi ragazzi! – afferma l’oggetto dei miei pensieri,
mentre con estrema cura appoggia il suo basso nella custodia di pelle.
Eravamo a casa mia, e di John ovviamente, da due ore i Beatles stavano
provando qualche canzone e io li ammiravo estasiata.
Sono fatti per il successo.
- a casa finalmente!! – commenta Ringo da dietro la batteria esaltato, che
lavoraccio fare il batterista, però il Signor Starr deve avere un abbraccio
poderoso.
- Si mangia! – non devo nemmeno voltarmi per capire chi è stato a parlare,
era stato George, come sempre pensa solo al cibo, la cosa che tuttavia mi fa
rabbia è che lui rimane magro come un grissino!! Se io mangiassi quanto lui
diventerei una gigantessa in meno di una settimana!
- Paul, rimani qui a mangiare stasera? Ho voglia di infastidire mia
sorella! – dichiara John all’improvviso, facendo ridere tutti quanti.
Come se gli servisse Paul per rendermi la vita un inferno.
Ripensandoci Paul è la cosa più positiva che il dover sopportare
costantemente Johnny mi implica, alla fine è sempre un bel ragazzo da guardare!
- Secondo me tua sorella diventerà santa, Santa Juice martire, per aver sopportato
Lennon per metà della sua vita! – gli ha risposto a tono Paulie facendomi
sorridere per il tono serioso con cui aveva detto la frase.
- McCartney lo so che ci vuoi provare con mia sorella, ma non così
spudoratamente!! – ribatte John brandendo l’asta del microfono come una lancia
– potrei essere geloso! È sempre la mia sorellina! –
- disse colui che si è fatto mia cugina! –
- rispose l’altro che si è fatto mezza Liverpool!! –
- Vuoi litigare Lennon?? – risponde a questo punto Paul prendendo un'altra
asta.
- non aspetto altro McCartney! – replica come di consueto mio fratello,
scatenando una delle loro solite guerre civili.
- oh signore.. – commenta Ringo sulla porta di casa al fianco di George che
lo tira per la manica del cappotto con l’intenzione di farlo sbrigare. – c’è la
fai a sopportarli entrambi?-
- oh certo, adesso li lascio litigare, così dopo mangiato crollano sul
divano esausti! – rispondo al batterista, sicura di me e delle mie doti di
tutrice, tutto sommato ho vissuto per diciassette anni con John Lennon, le sue
liti con Paul sono il male minore.
Dopo aver salutato i due Beatle mentalmente non disturbati torno in garage
dove trovo John seduto sulla custodia della sua chitarra che è a sua volta
chiusa sulla testa di Paul, il quale ci è dentro fino alle spalle.
Il povero bassista urla imprecazioni varie a mio fratello, che invece mi
guarda con aria innocente accavallando le gambe.
- Johnny quando avete finito con la guerra fredda fatemi un fischio, io
vado in cucina a preparare la cena.- faccio
per andarmene, ma presa dalla compassione delle urla del povero Paulie, mi giro
nuovamente – e Johnny liberalo, tu non sei bravo a suonare il basso. –
Ascoltate le mie parole John si è lentamente sollevato, lasciando respirare
il povero McCartney che dopo averlo offeso in svariati modi, si è lamentato
della palese superiorità fisica di Johnny rispetto a lui.
Prima di andare in cucina ho potuto sentire la perla di mio fratello:
- Ingrassa Paulie, se diventi un tricheco! Dopo non ci stai nella custodia!!-
Stavo preparando l’insalata quando Paul mi è apparso alle spalle in tutto
il suo splendore facendomi sobbalzare.
- Paulie dov’è John? – gli domando cercando con lo sguardo quel demente di
mio fratello sperando che non sia nascosto in nessun anfratto della cucina con
l’intenzione di farmi un agguato.
- è andato a fare la doccia dato che puzzava di morto! – mi risponde lui
con disinteresse sedendosi sulla sedia dietro di me, appoggiando il gomito
sulla tavola e guardandomi pensieroso – siamo da soli! – conclude con un’astrusa
malizia nel tono di voce.
- ci stai provando con me McCartney? – gli chiedo sorridendo e voltandomi
per tornare alla mia insalata.
Improvvisamente però sento la presenza di Paul dietro di me, le sue mani
appoggiate sulle mie spalle e il suo respiro sulla nuca. – se anche fosse? Penso
di essere in grado di conquistarti. – mi sussurra il bassista all’orecchio
spostandomi i capelli dalle spalle.
In quel momento ero completamente soggiogata da lui, dal suo profumo, dal
suo calore, persino il suo respiro mi sembrava tremendamente eccitante.
- cosa faresti per sedurmi? – gli rispondo cercando di mantenere quel poco
di autocontrollo rimastomi mordendomi il labbro.
Paul, intanto passa delicatamente il suo nasino perfetto sul mio collo, irrazionalmente
piego indietro la testa, appoggiandola sulla sua spalla, con la coda dell’occhio
posso vederlo ridacchiare soddisfatto.
- bè vediamo per prima cosa, ti bacerei il collo..- continua lui con una
voce irreale, mentre le sue mani scivolano sinuose lungo i miei fianchi.
Il suo petto aderisce alla mia schiena, mentre le sue mani raggiungono il
mio ventre e si soffermano a giocherellare con il bordo della maglia.
La sua bocca intanto continua imperturbabile a tormentare il mio collo, la
mia pelle arde sotto le sue labbra turgide, che lasciano baci e morsi sommessi.
Non posso aspettare ancora, ecco cosa penso quanto in un impeto di desiderio
mi giro verso di lui, che mi lascia ruotare cingendomi i fianchi, successivamente
mi solleva appoggiandomi a sedere sul ripiano della cucina facendo ribaltare l’insalata.
Paul ricomincia a baciarmi il collo, scendendo anche sulla gola, mentre si
posiziona con il bacino tra le mie gambe comprendo che io non ci sto a fare la
preda, così, con una mano mi aggrappo ai
suoi capelli e fermo la sua meravigliosa tortura.
Mi guarda negli occhi con una smorfia di disappunto, che però tramuta in un
ghigno di soddisfazione quando si accorge del mio respiro irregolare.
- hai caldo Juice? O sono solo bravo in quello che faccio? – mi domanda
spavaldo, ma io ignoro il suo quesito vanesio, avvicinandomi maggiormente a
lui.
- sei pazzo di me, non è vero Paulie? – gli chiedo con tono seduttore e di
sfida, tirandogli leggermente i suoi fragranti capelli neri.
- non lo ammetterò mai. – ribatte lui senza cancellare quel suo sorriso
sicuro e deliziosamente affascinante – tu piuttosto, non vedi l’ora di saltarmi
addosso. – continua con quell’aria da prepotente che sto cominciando ad
adorare.
- non lo confesserò mai, razza di sbruffone – lo sfido incastonando i miei
occhi nei suoi.
A questo punto Paul tenta di ricominciare a lambirmi il petto, ma io cerco
di azzerare le distanze tra le nostre bocche, è troppo che lo sogno.
Paulie si scosta leggermente, lasciando che il mio viso vada ad appoggiarsi
sulla sua spalla, dopodiché mi stringe in un abbraccio e mi sussurra dolcemente
– no Juice, mi hai chiamato sbruffone, ora mi vendico. –
Io dalla sua spalla mugugno contrariata e sommersa nuovamente dai suoi baci
riesco solamente a sibilare
- me la pagherai cara McCartney! –
- Non vedo l’ora!! – mi risponde allusivo.
Dopo questa sua ultima dichiarazione di guerra torna a sedersi sulla sedia
accanto al tavolo, mentre io cerco d ricompormi scendendo dal ripiano.
Di sorpresa sento la voce di mio fratello Johnny che mi sbraita:
- Judi, sei sempre la solita sbadata! Guarda che casino hai fatto con quell’insalata!!
–
Paul ridacchia, mentre io accampo delle scuse cercando di ripulire la
cucina.
Si John, sono molto, molto sbadata.
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Capitolo 2 *** * Blowing up the Sunshine * ***
poi
* Blowing up the
Sunshine *
John e Paul insieme erano ufficialmente
insopportabili.
Due menti diaboliche e perverse pronte e
prendersi gioco di chiunque cada in une delle loro losche macchinazioni
mentali.
Mi gettai addosso a Paul, inferocita, cercando di
buttarlo a terra, ma con il misero risultato di farmi imprigionare dalle sue
braccia forti e di far ridere i suoi tre complici.
Tipico.
- She loves you! – avevano urlato in coro Ringo e
George beccandosi un mio sguardo assassino.
- She loves me?- li avevi incitati Paul mentre
ancora mi teneva stretta al suo petto.
- She loves you, yeah yeah yeah!! – urlò John
come coronamento di quel momento di pura pazzia.
- John porca puttana
devi fare 4 intervalli non 3! – sobbalzo alle urla che provengono dal garage,
questa era l’inconfondibile voce di Paul, di Paul
arrabbiato.
Non è bello far
arrabbiare Paul.
Curiosa scendo le scale
e apro la porta del seminterrato, appena metto la testa dentro la stanza devo
immediatamente abbassarmi per evitare che un oggetto contundente non
identificato mi colpisca alla testa.
La scena è a dir poco
apocalittica: George è nascosto dietro alla batteria, accovacciato sulla sua
chitarra mentre guarda con uno sguardo terrorizzato l’ennesima litigata tra i
due titani.
Ringo dal canto suo
cerca di far calmare Paul, che però dopo aver scorto John che gli tirava la
lampada addosso non ci ha visto più.
- Secondo me sono
meglio solo 3 intervalli! – aveva risposto mio fratello prima di attentare alla
vita di McCartney con un lume.
A quel punto Paul
ovviamente era scoppiato.
Ora Ringo sconsolato si
è seduto sul pavimento e mentre aspetta che i due colossi la smettano, mi saluta
e mi invita a sedermi accanto a lui. Lo raggiungo tra gli insulti più
inimmaginabili e le minacce di morte di un povero ed esasperato
Paulie.
- Johnny ti giuro che
ti strozzo con la spina dell’amplificatore! – sbraitava McCartney a mio fratello
che gli rispondeva con un simpatico dito medio.
- Paulie calmati, ti
verranno le rughe. – lo cantilenava Johnny boy con una vocina femminile – dopo
Judi non ti vuole più! – un momento! Cos’ha appena detto?
- John Winston Lennon
cosa cavolo c’entro io adesso?? – ho urlato io balzando in piedi mentre Paul era
andato a far smuovere George dalla batteria e Ringo si dava una manata in
faccia.
- Ecco, siamo fottuti.
– è stata l’ultima frase del batterista prima che si innescasse la
bomba.
- niente era per
sdrammatizzare! – si è difeso John, facendo un gesto plateale e cercando di
accarezzare i capelli di Paul – facciamo pace Paulino? –
- ADESSO BASTA! Me ne
vado!! – è stata la risposta di Paul che, di fatto, è uscito sbattendo la
porta.
Ecco, non sono nemmeno
le dieci e mio fratello è riuscito a far innervosire ben due
persone.
Dev’essere qualcosa
tipo un talento naturale, perché non è possibile essere così
fastidiosi.
- non puoi scappare dai
tuoi problemi Paulieee! – ha urlato John dopo aver rincorso Paul sino alla
strada principale, e poi sicuro di essere sentito da mezzo vicinato aveva
aggiunto – Torna da me amore mio! –
Paul, non è una persona
incline alla violenza, ma quando si parla di John tutto cambia, infatti, un
enorme sasso scuro aveva appena sfiorato la testa di mio
fratello.
Io e Ringo
guardavamo la scena dalla porta dell’ingresso
secondario.
- No, ma comunque
Buongiorno! – ha aggiunto George, sbucando dal suo nascondiglio dietro alla
grancassa.
Dopo la lite di questa
mattina, Johnny non ha nemmeno voluto pranzare. Dopotutto lui ci tiene a Paul e
forse questa volta si è accorto di aver esagerato.
Ora è seduto sul divano
con un’espressione seria fissa la televisione, anche se conoscendolo sono sicura
che non stia per niente prestando attenzione alle figure che gli scorrono veloci
davanti agli occhi.
John si è chiuso in se
stesso.
Lo fa spesso da quando
la mamma è morta, si mette seduto sul divano e passa delle ore con lo sguardo
puntato su qualcosa senza dire una parola.
Non so di preciso a
cosa pensa, ma al contrario di ogni aspettativa Johnny pensa, e lo fa
spesso.
Decido di fargli
qualche foto, c’è qualcosa nella sua postura, nel suo sguardo ombroso che mi fa
venire voglia di immortalare questo momento.
Io adoro la
fotografia.
Posso sentire la sua
concentrazione, ma il suo stato d’animo mi rimane comunque oscuro, non so a cosa
sta pensando e vederlo così mi fa male.
Ma è anche così
poetico.
Faccio qualche scatto
da differenti punti di vista, Johnny è perfettamente fotogenico, le foto si
scattano da sole, senza che lui faccia nulla.
- Hai finito di farmi
il servizio fotografico? – mi domanda all’improvviso senza però muovere un
muscolo, il suo tono non è scocciato, anzi è ancora completamente assorto in
qualcosa.
Mi avvicino a lui e mi
appoggio alla sua spalla, vedo il suo petto che si solleva seguendo il ritmo
regolare del suo fiato. John mi accarezza dolcemente i capelli, anche se rimane
ancora attanagliato nella sua mente.
- si può sapere a cosa
pensi boy? – gli chiedo curiosa sistemandomi meglio sulla sua spalla e chiudendo
gli occhi.
- che quattro
intervalli sono nettamente meglio. – mi risponde lui dopo qualche minuto di
silenzio.
- dovresti dirlo a
Paul. – è tutto quello che so rispondere, dopodiché concentrandomi sui battiti
del cuore del mio ottuso ed insopportabile, adorato fratello mi lascio cullare
fino ad addormentarmi.
Anche stavolta il mio
sonno è stato interrotto bruscamente, infatti, il fastidioso trillo del
campanello mi ha impedito di continuare il mio sogno!
Mi dirigo alla porta
borbottando tra me e me e mentre passo davanti alla cucina vedo un biglietto di
Johnny che mi avvisa di essere uscito.
Oh, ma perfetto sono a
casa da sola, ho fame e mi hanno svegliato bruscamente! tra
l’altro stavo anche sognando……………
- Paul – affermo
aprendo la porta, sbalordita di trovarmi davanti l’oggetto dei miei sogni,
nonché un bassista infreddolito e assonnato.
- hai per caso visto un
fantasma? – mi guarda interrogativo voltandosi verso la strada, come per fingere
che dietro di lui ci sia una presenza.
Io in quel momento devo
essere avvampata, ma per non sembrare una scema ho buttato giù qualche scusa sul
sonno interrotto, che poi è la verità! Ma, ad ogni modo questa sua apparizione
senza preavviso mi ha scombussolata.
Dopo avermi guardata
dubbioso, deve aver deciso di credermi, infatti, mi ha
chiesto:
- John è in casa? –
Per qualche istante ho
creduto che Paul fosse venuto per me, insomma per finire quel piccolo discorso
iniziato in cucina, - No. – gli rispondo forse troppo secca, e dalla smorfia
confusa che appare sul suo viso credo che anche lui se ne sia
accorto.
Ok, non è venuto per
me, ma io potrei essere il motivo per cui il mio caro Paulie deciderà di
aspettare il rientro di Johnny boy qui da noi.
Sfoderando un sorriso
malizioso continuo – però potresti rimanere qui ad aspettarlo, con me. – cerco
di enfatizzare il “con me” il più possibile.
- perché dovrei
restare? – mi sollecita a continuare Paul, che ormai è già entrato e mi ha già
messo con le spalle al muro.
- Forse perché tu mi
devi ancora un bacio! – rispondo fissando i miei occhi nei suoi, nei suoi
meravigliosi occhi verde bosco che mi guardano fieri, ma anche desiderosi, lui
desidera me ed io mi sento una dea.
Ormai sono appoggiata
al muro, alla mia sinistra c’è la porta dell’ingresso che Paul ha cautamente
chiuso, mentre alla mia destra ci sono le scale per andare al piano di
sopra.
McCartney deve essersi
accorto del mio sguardo fugace alle scale, infatti, mi immobilizza contro il
muro usando le sue braccia come sbarre invalicabili, che mi impediscono
effettivamente ogni via d’uscita.
- è pazzesco, sei
bellissima anche appena sveglia. – mi sussurra dolcemente abbandonando per
qualche istante quel suo tono tracotante che è diventato, ormai, il suo tratto
distintivo.
- No Paulie, non mi
aduli con qualche complimento per poi svignartela come l’ultima volta, oggi
comando io! – affermo sicura e mentre dico questa frase mi libero dalla sua
presa e faccio in modo che stavolta sia lui quello contro al
muro.
Passo delicatamente la
mia bocca sul suo collo, non lo bacio o altro semplicemente lo accarezzo,
cercando di inspirare a pieni polmoni tutto il suo profumo che mi investe
lasciandomi stordita.
Sono ubriaca di
Paul.
McCartney però mi ferma
improvvisamente, prendendo il mio mento con il pollice e l’indice, facendo in
modo che potessi guardarlo negli occhi.
- Preferisco avere io
il comando! – asserisce sicuro, ma mentre cerca di tornare alla posizione
iniziale io mi avvicino alle sue labbra e sfioro quest’ultime con la
lingua.
Paul rimane immobile,
di sicuro non si aspettava questo mio atto d’audacia, eppure dal sorriso
compiaciuto che si delinea sul suo bel visino devo dire che gli è
piaciuto.
Ora Paulie ha la testa
leggermente piegata da un lato, per compensare la differenza dl’altezza che ci
separa, so che sta per baciarmi e tutto questo mi fa impazzire, sento che ogni
parte del mio corpo ha una sua vita personale e che ogni sezione in cui sono
divisa prova un’emozione diversa.
Il bello è che ognuna
di queste emozioni è terribilmente meravigliosa.
Chiudo gli occhi, in
attesa di quel contatto che desidero immensamente,
- Cosa cavolo state
facendo voi due???? – la voce di George è come uno schiaffo per me e per Paul
che spalanca gli occhi sgomento, mi girò di scatto verso la porta principale che
è aperta e George è in mezzo allo stipite con delle borse della spesa in mano
che ci guarda con gli occhi spalancati.
Sento la testa
completamente vuota, non trovo nemmeno una possibile scusa che possa spiegare
questo mio abbraccio con Paul.
Dopodiché tutto è
successo nel giro di pochi secondi:
John da dietro a George
ha richiamato l’attenzione del chitarrista per fare in modo che quest’ultimo si
muovesse, in preda al panico approfittando della distrazione di Harrison mi sono
voltata di nuovo verso Paul e gli ho messo un dito nell’occhio destro; poi
sicura di essere sentita da George ho urlato:
- A posto Paulie, non
hai niente nell’occhio!! -
A parte per le varie
lamentele di quel bambinone di McCartney, posso sentirmi una supereroina!
Infatti, George si è bevuto la storia dell’occhio rosso di Paul, non so se ci
crede perché ha fame oppure perché è davvero così ingenuo, ma l’importante è che
ci crede.
John, invece non avendo
visto la scena non ha modi per sbeffeggiarmi in nessun modo, per cui anche lui è
sistemato.
Ringo invece è appena
arrivato per cui è completamente all’oscuro di tutto.
Il problema principale
è Paulie che continua a lamentarsi come se gli avessero amputato un
braccio.
- era proprio
necessario? – mi aveva chiesto poco prima mentre aiutavamo lì altri a mettere a
posto la spesa.
- direi di si! Perché
di solito se hai qualcosa in un occhio, si irrita e diventa rosso! Su Paulie non
fare il vecchietto burbero e lamentoso! –
Dopo aver borbottato
ancora per instante però anche Paul si è reso conto della genialità del mio
piano.
Durante il tempo in cui
Paul e John si riappacificavano, io ho potuto pensare al fatto che nemmeno
oggi sono riuscita a baciare McCartney.
Deve essere una
congiura divina o qualcosa di simile.
Assorta com’ero non
miei pensieri non mi sono accorta che Paul Ringo e George se ne stanno andando,
mi avvicino a loro, li saluto e faccio per tornare in salotto quando sento
qualcuno stringermi dolcemente la mano. Mi giro e colui che mi ha trattenuta è
Paulie, chi se non lui? Lui che si avvicina e mi lascia un delicato e sfuggente
bacio sulla bocca e mi sussurra:
- Adesso sei tu
che mi devi un bacio. -
EMRYS_'s CORNER
.
Saaalve^^ voglio ringraziare tutti color che hanno letto la mia
storiella da quattro soldi! grazie mille davvero :)
inoltre un altro grazie
va a chi l'ha messa tra le preferite/seguite.
Ora invece ringrazio le mi
dolcissime recensitrici che mi hanno fatto arrossire tanto tanto *_*
LuMiK: Ciaoo** tu devi essere la famosa
Luana di cui mi ha tanto parlato mia sorella :) bè ma è un piacere conoscerti!
sappi che per me sei una santa che la sopporti! -.- comunque tornando alla
storia, grazie davvero per le tue belle parole, è la prima fic che scrivo e
nonostante gli aiuti di mia sorella ho un pò paura che non possa piacere!
:D
KatyAniFrancy:
Ciao** Juice ha del pepe da vendere accidenti! :) vedrai cosa gli
combinerà a quel poveretto di Paulie U.U comunque grazie mille per la tua bella
recensione, sono davvero contenta che ti piaccia il modo in cui li descrivo,
anche perchè io se devo essere sincera non mi sono mai immaginata i mitici Fab4
in un modo diverso. Per quanto riguarda Paul, anche io sono legatissima alla sua
immagine e tutto il resto però, diciamo che secondo me quando era a LIverpool
non dico che fosse il classico stronzo che va con tutte ecc.. però secondo me se
si lasciava con la sua ragazza di sicuro non ci metteva molto a trovarne un
altra! :D con quel bel faccino!*_*
I
Love The Beatles: Ciao** grazie per la recensione :) fa sempre piacere
vedere che a qualcuno piace il tuo lavoro :D comunque se tu che la leggevi ti
immedesimavi, immagina cos'ho combinato io mentre la scrivevo! :D eeeeeh insomma
Juice è molto, moooolto invidiata! :)
Martha
McCartney: Ciao** Dato che hai gusti difficili mi sento molto lusingata
dai tuoi complimenti! :) "positivissima" oddio non esagerare che arrossisco!
^///^ comunque capisco che tu vorresti essere la sorella di John in certi
momenti, ma ti farò un piccolissimo spoiler, anzi ti dirò una semplice parola :
GELOSIA! :) ora sta a te vedere perchè mai John dovrebbe essere geloso! :D e un
ultima cosa! ricorda che per me le recensioni non sono mai squallide, anzi le
trovo TUTTE estremamente gratificanti! :D grazie mille!
Love, and always
to the top.
Emrys_
|
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Capitolo 3 *** * Who's this guy? * ***
Wings
Saaalve^^
Scusate il ritardo, ma ho avuto molto da fare in questi
giorni!
Comunque eccomi qua con il nuovo capitolo ed il prossimo
è in costruzione! Anche se devo fare alcune precisazioni queste le leggerete
alla fine dato che potrebbero compromettere l’effetto sorpresa del capitolo! :D
Infatti un nuovo e non molto simpatico (per Paul
soprattutto) personaggio fa il suo ingresso nella storia :D
Ora ringrazio le mie recensitrici:
KatyAniFrancy: Ciao:D non ti preoccupare perché la tua recensione non è assolutamente
pessima :) Anche io immaginandomi George nascosto dietro alla grancassa
terrorizzato dalle urla di Paul e John ho provato un profondo senso di
compassione per il poveretto che se li è sopportati per un bel po’! :D comunque
Juice ti ringrazia per averle dato del genio :D adesso è stra montata!! xD Ciao
e Grazie **
I Love The Beatles: Grazie
per la tua recensione! Ed il fatto di tenerti sulle spine diciamo che è proprio
quello il mio fine per cui lo prendo come un complimento! ;) grazie per la
recensione e ciano!**
Alan_McStarlenson:
Prima di tutto non devi assolutamente dire che la tua recensione è
pessima perché non è vero! :D e ti ringrazio per aver recensito perché sinceramente
sono proprio i vostri pensieri che mi spingono a continuare per cui grazie :D e
per il disturbo purtroppo i nostri altri 3 Beatles sono parecchio invadenti! :D
spero che ti piaccia anche questo capitolo Grazie**
Martha McCartney: Allora devo ammettere di essermi spigata
male, mooooooolto male! ^//^la gelosia non la intendevo in quel senso, ma
ovviamente nel senso fraterno! Anche perché non mi intendo di situazioni
incestuose! Però comunque Johnny darà del filo da torcere al povero Paulie.
Per quanto riguarda l’occhione verde bosco devo ammettere
che anche a me e dispiaciuto dover fare male a Paulie! D: però lui da bravo si
è sacrificato! :D
Grazie per la recensione e dimmi cosa ne pensi di questo
capitolo! Ciao**
GiuliV: Ciao
e benvenutaa! :D Grazie per la recensione e mi fa piacere che il modo in cui
descrivo i miei personaggi ti prenda! È un complimento meraviglioso per uno
scrittore per cui grazie mille! :D spero che tu gradisca anche questo capitolo!
Ciaoo**
* Who’s this guy? *
- George come fai a sopportarli? – chiedo al
piccolo chitarrista che comodamente seduto in poltrona guarda gli altri tre
Beatles che litigano come al solito.
- Basta
conoscerli, per esempio io so che Paul è un maniaco perfezionista mentre John è
uno che fa le cose alla meno peggio. Ovviamente l’animo scrupoloso di Paul si
sente ferito dall’imprecisione di John che a sua volta si sente oppresso dalla
meticolosità di McCartney.-
- e fin qui ci sono, ma Ringo cosa c’entra li in
mezzo? –
- Bè lui vorrebbe che loro non litigassero, ma
immancabilmente quei due teppisti non lo ascoltano allora si incazza e decide
di usare le maniere forti per farsi sentire. –
È primavera!
Finalmente! Io adoro la primavera i fiori, il verde, il sole! Sul serio
FINALMENTE! La primavera mi mette decisamente di buon umore.
Bè forse la mia
spensieratezza è dovuta anche al bacio di ieri sera, o magari al fatto che oggi
Paul fa di tutto per starmi vicino, non lo so, ma sono estremamente felice.
Mi ha baciata! No ma
dico Paul McCartney ha baciato me! È stato solo un bacio a fior di labbra,
sfuggente e rapido, ma comunque è sempre un bacio!
E ora io ne devo uno a
lui.
Sono così contenta che
nemmeno le frecciatine di John mi infastidiscono, anzi mi fanno arrossire! Se
davvero sapesse cosa combina il suo migliore amico!
È tutta mattina che
provano e adesso i ragazzi stanno valutando l’idea di andare a prendere
qualcosa da mangiare.
John utilizzando una
linea di pensiero profondamente offensiva e sessista nei miei confronti e di
quelli di tutte le donne ha placidamente deciso che io in quanto donna devo
andare a fare le commissioni.
- John almeno vieni
con me no? – l’ho implorato dopo una mezz’oretta buona di litigata sui diritti
delle donne nella società moderna.
- Non sarei un
maschilista convinto se venissi! – mi risponde quello scemo mentre si sdraia
sul divano allacciandosi le braccia dietro alla nuca.
- Ti accompagno io! –
esordisce Paul facendo diventare quell’obbligo la cosa più positiva di tutta la
mattinata.
- cazzo no! McCartney
non ti lascio da solo con mia sorella! Sono troppo giovane e bello per
diventare zio! –ha detto Johnny scattando in piedi fintamente sgomento.
Ecco che il mio
adoratissimo fratellone mi fa arrossire come un pomodoro! Accidenti!
- Tranquillo, non farò
nulla che non voglia anche lei! – risponde Paul sornione facendomi andare la
saliva di traverso e di conseguenza tossire come un’assatanata.
- Oddio, allora di
nipoti me ne trovo due! – asserisce John gettandosi sul povero George che era al suo fianco sul
divano.
- ehm scusate, state
parlando del mio utero in mia presenza! – sottolineo io tra l’irritato e
l’imbarazzato. Ma mio fratello, cascasse il mondo che mi ascoltasse almeno una
volta, continua la sua stupida recita.
- Ringo va con loro! –
ordina Lennon al povero Starr che si stava guardando le unghie con fare
indifferente.
- perché io? Non
voglio di certo vedere McCartney all’opera!- continua Rings che molto
simpaticamente regge il gioco all’altro idiota.
- ragazzi, state
ancora parlando del mio utero!! – ribadisco stavolta decisamente irritata.
- Ok, allora Georgie,
vai tu! –
- come? Scusa perché
dovrei andare io con la “coppietta”? – ok, la situazione sta degenerando.
- Perché sei il più
piccolo e quindi non puoi contestare gli ordini di un tuo superiore! – conclude
John con tono solenne, per poi avvicinarsi a Ringo e dargli un bel cinque.
- Ma non sono piccolo!
Ho solo 9 mesi in meno di Paulie! – tenta di difendersi George.
- un anno! – urla Paul
che intanto si è alzato per raggiungere il mio fianco, e mentre si avvicina mi
fa un occhiolino che mi costringe a deglutire a vuoto più volte.
- Sono solo nove
mesi!!- insiste George.
- Si, ma un anno è fatto
di dodici mesi! Dato che nove mesi sono un quarto di anno tu hai un anno in
meno! E poi io sono più bello quindi ho ragione!- Gli risponde a tono Paul con
tono autoritario e sventolando davanti al povero Geo un calendario di cui
nessuno sa la provenienza.
- Che tesi
inconfutabile! – commenta John scuotendo la testa in segno di approvazione.
- un anno, nove
mesi, 6 mesi chi cazzo se ne frega?
Sempre più piccolo sei e ora sloggia! – gli fa eco Ringo ormai sicuro di non
doversi alzare dal divano.
Così tra gli sbuffi e
gli innumerevoli borbottii di George ci incamminiamo, Paul sta accanto a me,
non ci teniamo la mano,ma le nostre braccia sono abbastanza vicine da sfiorarsi,
mentre Georgie sta davanti a noi facendoci fretta con un passo svelto.
- Geo mi raccomando
tienili d’occhio altrimenti non mangi! – urla la tonante voce di John da dietro
le nostre spalle, infatti, mio fratello e Ringo si sono affacciati dal balcone
del secondo piano e se la ridono alla grande.
George sconsolato
accelera il passo ulteriormente, io intanto mi inebrio del profumo di
McCartney.
Il “Fish&Chips” di
Mike è distante qualche isolato da casa Lennon, ma la velocità di George ci ha
permesso di arrivare nel giro di pochi minuti.
- Io entro a prendere
da mangiare, voi aspettatemi fuori! – ci ordina George scomparendo in mezzo
alla solita folla che si generava all’ora di pranzo davanti al negozio di Mike,
dopotutto è il migliore della città.
Vedendo Geo scomparire
non faccio in tempo a pensare che ora sono sola con Paul che quest’ultimo mi
prende per i fianchi e mi costringe a voltarmi verso di lui.
La sua faccia e le sue
labbra erano pericolosamente vicino alle mie, ma non dico nulla perché Paulie
cattura la mia bocca con la sua e mi da un vero bacio.
Io sono ancora rigida perché
questo slancio di passione improvviso mi ha lasciato interdetta, ma poi mi
lascio andare, allungo le braccia fino ad arrivare alle sue spalle, mentre lui
mi avvicina a sé stringendo la presa sui miei fianchi.
Passandomi la lingua
sulle labbra Paul mi invita ad aprire la bocca, invito che assecondo
immediatamente, le nostre lingue si incontrano e giocano sinuose tra di loro,
sento il suo sapore nella mia bocca ed il suo respiro fresco diventa un tutt’uno
col mio.
Le persone ci passano
accanto come se nulla fosse, anche se sento ogni tanto qualche vecchio
borbottare per la nostra “sfacciataggine”, infatti, ci stacchiamo proprio dopo
che una vecchia signora con un cappotto di mussola afferma – Ah! Non ci sono
più i giovani di una volta!-
Non so per quanti
minuti io e Paulie siamo rimasti immobili stretti a guardarci l’uno negli occhi
dell’altra, ma per quanto mi riguarda troppo poco, poiché non mi stanco mai di
quelle due gemme verdeggianti.
- Non me l’aspettavo..
– asserisco rompendo il silenzio e di conseguenza quel momento di intimità.
- A dire la verità
nemmeno io, è solo che appena George è scomparso, non ho resistito.-
Dopo aver sciolto il
nostro abbraccio, Paul ed io abbiamo parlato allegramente per ancora qualche
minuto, prima che la vocina nasale di Geo ci ammonisse perché nessuno lo stava
aiutando a prendere tutte quelle confezioni di Fish&Chips. Immediatamente noi
ci siamo avvicinati al nostro amico che ha dato due confezioni in mano a Paul,
ma quando ho tentato di prendere uno dei tre sacchetti che teneva in mano
George questi mi ha detto che il mio vestito a fiori era troppo carino per
permettermi di sporcarlo di unto.
- Oh, Gerogie quanto
sei dolce! – ho detto allora, avvicinandomi al Beatle più piccolo per dargli un
bacio sulla guancia-
- Ah quindi devo
dedurre che la mia camicia non ti piace!! – ha affermato Paul richiamando l’attenzione
su di sé e facendoci ridere, ed è ridendo che abbiamo percorso il tragitto sino
a casa mia.
- Hey ci avete messo
tantissimo ragazzi!- ci dice Ringo accogliendoci sull’ingresso.
- Lo so, oggi c’era
più gente del solito da Mike! – si lamenta George che oggi non fa altro che
lamentarsi! Ci sediamo a tavola o meglio a quello che John ha nascosto sotto
quattro tovaglie probabilmente per non farmi vedere un danno che lui e Ringo
hanno fatto in mia assenza.
Nel giro di dieci
minuti i ragazzi hanno spazzolato via tutto e ora mentre loro sono tranquilli
sul divano io devo pulire tutto! Alla faccia dell’uguaglianza dell’uomo e della
donna!
Tutto d’un tratto il
campanello di casa suona e Johnny si alza di malavoglia per andare ad aprire.
- Stu! Cazzo sei
proprio tu? Sei tornato!! – urla mio fratello abbracciando una strana figura
che è ancora sulla porta.
A sentire quest’esclamazione
anche gli altri si alzano e si avvicinano a questo ‘Stu’ così decido di andare
a vedere chi sta attirando l’attenzione di tutti i Beatles e quando finalmente
scorgo la figura che ha creato tutta questa euforia in John, rimango a bocca
aperta!
Stu, che poi ho
scoperto essere il diminutivo di Stuart è un bellissimo ragazzo magro, ma non
troppo alto con il classico caschetto come i suoi quattro compagni e due enormi
occhioni neri, scuri come la pece e profondi come il più cupo dei mari; ha il
fascino del bel tenebroso e un sorriso beffardo che dimostra che lui stesso sa
di essere veramente bello, un po’ come Paul insomma.
A proposito di Paul,
guardando le reazioni degli altri e trascurando quella fin troppo plateale di
John credo che Paul sia un po’ deluso? Forse è solo una mia impressione ma, non
mi sembra particolarmente contento di vedere Stuart, il suo sorriso è forzato e
come saluto gli ha concesso un misero cenno di capo.
Non mi spiego questa
sua freddezza nei confronti del ragazzo nuovo, ma Johnny non mi permette di
approfondire la mia indagine.
- Stu devi raccontarci
tutto cazzo! – continua mio fratello esaltato come non mai per il ritorno del
suo amico.
- Si, si dopo, ma Jo,
aspetta chi è quella bellissima ragazza?- domanda lo straniero indicandomi con
gli occhiali da sole che teneva in mano, posso giurare di aver visto Paul
irrigidirsi, mentre tutti gli altri hanno immediatamente posato i loro sguardi
su di me, che sono avvampata. Tipico.
- Quella è mia sorella
Judith, ma puoi chiamarla Juice. – gli ha risposto John con poco interesse.
- A dire la verità
solo Paul la chiama così! – ha specificato George, che anche il chitarrista abbia
notato il nervosismo di Paulie?
- Gli pagheremo i
diritti d’autore! Comunque piacere io sono Stuart. – ha detto il nuovo arrivato
avvicinandosi a me e lasciandomi un delicato bacio sulla mano.
In quel momento ho
visto Paul roteare gli occhi al cielo, e andarsene sul divano gesto che non è
passato inosservato da John che l’ha preso in giro dicendo : - Non esagerare
Stu, Paulie è un gelosone! – Paul gli ha tirato un cuscino specificando di
essere stanco e non geloso.
Anche gli altri hanno
deciso di sedersi e Stu mi ha gentilmente invitato a prendere posto accanto a
lui, ora il novizio sta raccontando della sua fiamma londinese, una ragazza che
l’ha portato lontano da Liverpool per parecchio tempo, ora capisco perché Johnny
non credeva che fosse “tornato”.
Stuart ha delle
capacità oratorie eccezionali, ed è dotato di un grande carisma, l’unico
annoiato dai suoi racconti era proprio Paul che giocherellava con una lattina
di birra.
- Tu si che ci sai
fare con le donne! – aveva esordito Ringo con una vela di malinconia dopo aver
seguito per filo e per segno il racconto di Stuart.
- Mai quanto il nostro
Paul, lui ha la fila! – ha risposto Stu facendomi andare di traverso la mia
coca cola, di certo non mi fa piacere sapere che quello che oggi mi ha dato un
bacio mozzafiato ha una fila di ragazze che gli sbavano dietro.
- Quello è vero! Ti ricordi
Paul quando al Cavern te ne sei fatto sette in una sera?- SETTE? Oh cazzo! I
ragazzi ridevano, io cerco di fare l’indifferente anche se una strana
sensazione sta crescendo dentro di me, non sono delusa, perlopiù sono
spaventata.
- ehm, si vagamente,
ero ubriaco. – risponde lapidario Paul, senza alzare lo sguardo.
- McCharmly ci ha
sempre saputo fare con le donne! – continua imperterrito Stu guardando Paul con
aria di sfida, ma a quanto pare il bassista non ha voglia di reggere il gioco a
quello strano individuo, così dicendo che deve andare in bagno sale le scale in
silenzio.
- Cazzo Paulie come
sei suscettibile! – gli urla dietro Johnny, senza ricevere però alcuna
risposta.
Io sono ancora turbata
per la scoperta di prima, così sia per la stanchezza sia per l’amarezza decido
di andare a letto, do la buonanotte a tutti e me ne vado in camera mia.
Stranamente la porta
di camera mia è aperta, ma poco importa, sarà stato John, entro, mi tolgo la
maglia e accendo la luce, ma quando mi giro faccio una salto e per poco non
urlo terrorizzata, infatti, seduto sul mio letto c’è Paul che mi guarda serio,
ma vedendomi senza maglia sorride sghembo risultando molto, molto sexy.
- wow, così senza
nemmeno i preliminari? – mi domanda facendo una sguardo furbo, che però non mi
va di assecondare, non ora.
- Bè, da quello che ho
scoperto sei abituato a questo genere di cose! – ribatto acida gettando la
maglia sulla sedia della scrivania.
Paul abbassa lo
sguardo, mormorando un misero “colpito” dopodiché si alza e mi si avvicina con
uno sguardo addolorato, ma solo quando mi allontano bruscamente dalle sue
braccia si rifà serio.
- Hai un buon motivo
per essere in camera mia? – gli chiedo altezzosa e fredda.
- Volevo assicurarmi che
quello che Stuart ha detto prima non ti avesse fatto incazzare, ma a quanto
vedo..- Ci vuole proprio una gallina senza cervello per lasciar correre una
cosa del genere! Cioè cazzo sette ragazze in una sera?
Notando il mio
silenzio prolungato è stato Paul a riprendere di nuovo la parola.
- Senti, capisco quello
che provi, non vado fiero di quella
notte e se devo essere sincero nemmeno di alcune che ci sono state prima, ma
come ho detto ero ubriaco, ora con la storia della band e tutto non ho più il
tempo per quel genere di cose, quelle mi rincorrono solo perché sono un
musicista un po’ popolare! Per favore non stare a sentire Stuart, quello è uno
che ci gode nel far litigare le persone.-
- Dato che non stiamo
insieme non vedo perché dovrebbe godere nel dividerci! – continuo io sempre
fredda e anche ferita, poiché una parte di me quella più ingenua sperava che
lui negasse tutto.
- Posso farmi
perdonare in qualche modo?-
- Non lo so. Forse –
lui mantiene il suo sguardo fisso sui miei occhi i quali invece vagano senza
pace per la stanza, Paul mi si avvicina lentamente, io rimango immobile, ma
solo quando cerca di baciarmi mi scosto leggermente, allora il bassista mi
lascia un dolce bacio sulla guancia.
Si allontana di nuovo
e mi guarda negli occhi, questa volta anche io lo fisso intensamente e nei suoi
occhi non vedo la menzogna, ma nonostante questo non dico nulla
e anche lui dopo qualche secondo se ne va in silenzio, nello stesso modo in cui
è arrivato.
E ora eccomi per parlare delle precisazioni di cui vi ho accennato su^^
Vorrei solo dirvi che il
personaggio di Stuart per quanto riguarda questa storia non è
mai entrato a far parte dei Beatles, e dopo avervi detto questo posso
salutarvi! :D
Grazie per l'attenzione ringrazio chiunque legga e tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite/seguite!
alla prossima! :D
Love and always to the top.
Emrys_
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Capitolo 4 *** * Lithium * ***
emrys
* Lithium*
- Quindi ti piace fare le fotografie? – mi aveva
chiesto Paul una sera mentre eravamo tutti nel salone di casa mia a guardare un
film.
- è la mia passione! – avevo risposto io scattando
l’ennesima foto al bassista dei “The Beatles” già adoravo la fotografia, poi avendo
Paul come soggetto tutto diventava amplificato.
- Trovo che la fotografia sia un arte molto
poetica. – avevo commentato lui pensieroso.
- perché? – gli chiesi scattando un'altra foto ai
suoi splendidi occhi
- bè senti? Hai sentito quel piccolo click? È come
fermare il tempo sai? –
Che noia oggi! Sono in
casa da sola e non so cosa fare, I ragazzi sono tutti a casa di Paul a provare
e io sono seduta sul divano che cerco qualcosa di interessante alla televisione.
- capirai non c’è un
cazzo in televisione la domenica! – mormoro sconsolata. Sono ancora giù di
morale per quello che mi ha detto ieri Stuart e che poi Paulie non ha negato,
Paulie, il mio Paulie che credevo essere un romanticone un po’ montato, ecco in
realtà lui è un montato e basta!
Mi alzo spazientita dal
divano dirigendomi in cucina, ho una spettintissima treccia fatta alla meno peggio indosso
dei pantaloncini grigi corti e una maglia bianca a maniche corte di John, che
ovviamente mi è larga, ma dato che non ho nulla da fare decido di tenerla.
Quando sono a casa da sola adoro mettermi una maglia di Johnny, così sento il
suo profumo e la solitudine è meno amara, è vero che io e lui litighiamo
sempre, ma non posso immaginare la mia vita senza il mio fratellone, è la mia
roccia, il mio punto di riferimento ed indossare una sua maglia mi fa sentire
dentro una botte di ferro.
Apro il frigorifero e
cerco qualcosa da mangiare e nonostante il mio cervello mi dica che non dovrei
prendo il barattolo di gelato alla crema di Ringo, dato che quella alla
vaniglia di Paul non mi va, quello al cioccolato di George è intoccabile e
quello al pistacchio di Johnny mi fa schifo! Me ne ritorno in salotto, non mi
va di riaccendere la televisione così mi fermo davanti alla libreria per
scegliere un buon libro da leggere.
Opto per Jane Eyre,
cosa c’è di meglio di una romantica e tormentata storia d’amore quando si ha il
cuore a pezzi?
Non so bene descrivere
il mio stato d’animo, che spazia dal confuso all’irritato, non che non mi
aspettassi che Paul avesse una fila di ragazze che gli facevano la corte,
insomma è risaputo che McCartney è molto ambito qui a Liverpool, ma non mi
immaginavo che lui fosse così.
Sono delusa, ma ancora
legata a lui, è palese che il sentimento che ci lega non è amore, probabilmente
è solo un attrazione fisica dato che è successo tutto molto in fretta.
Prendo il libro che ho
osservato fino ad ora dallo scaffale e mi getto svogliatamente sul divano.
Molto in fretta, è vero ora che ci penso forse troppo in fretta, io ho sempre avuto una
mezza cotta per lui, ma Paul invece? Perché prima mi sembrava un fratello
maggiore e ora all’improvviso tra di noi è scoppiata questa passione
dirompente?
Forse vuole solo
portami a letto…
Oddio, perché mi
sembra una cosa così ‘non da Paul’?
insomma, mi vengono a dire che si è fatto sette ragazze in una nottata eppure
l’ipotesi che lui voglia solamente fare sesso con me mi è del tutto estranea.
Forse perché essendo
la sorella del suo migliore amico comprometterebbe il suo rapporto con John?
Si insomma, nessuna
persona sana di mente si metterebbe in una situazione del genere solo per una
scopata, cioè ci sono le puttane per questo o no?
Continuo a sfogliare
annoiata le pagine di Jane Eyre, adoro questa storia, ma in questo momento mi sembra
oltremodo assurda! Il baronetto che si innamora dell’istitutrice povera e
umile, ma per favore!
Mi sono appena
riempita la bocca di gelato e panna montata quando sento bussare alla porta
d’ingresso.
Sulle prime decido di
fare finta di non essere in casa, ma notata l’insistenza di chi si trovava
fuori dalla porta mi alzo e con un grande sbadiglio raggiungo la porta.
La apro e sorpresa
delle sorprese davanti mi trovo un meraviglioso Paul con addosso dei jeans
scuri e una maglia a maniche corte bianca, semplice ma ammagliante.
- Ciao Juju! – mi
saluta entusiasta quella visione venerea, con un sorriso da togliere il fiato
ed un enorme girasole che gli spunta da dietro le spalle. – ti ho portato
questo per farmi perdonare! – dice offrendomi il fiore con dolcezza.
- Ehm grazie.. come
facevi a sapere che i girasoli sono i miei fiori preferiti? – gli domando
imbarazzata, non mi aspettavo un gesto simile da lui, anzi ormai non so più
cosa aspettarmi da questo casinista.
- non lo sapevo! L’ho
preso perché i girasoli sono anche i miei fiori preferiti! – continua Paul
estasiato da questa nostra nuova affinità, oh insomma sono solo fiori
dopotutto! E poi dovevo immaginarlo che a uno come Paulie piacessero i
girasoli, sono la più chiara rappresentazione floreale della sua anima, anche
lui come questi enormi fiori gialli, infatti, segue il sole.
- Figo! Bè grazie.. –
gli dico avvicinandomi a lui per donargli un bacio sulla guancia come
ringraziamento, ma con una mossa audace Paul sposta la testa e mi ruba uno
sfuggente bacio a stampo.
Nervosa mi stacco
immediatamente da quel contatto desiderato, ma al tempo stesso non voluto,
comunque sia decido di non farci caso.
- Juice, oggi devi
concedermi tutto il tuo prezioso tempo! Ho in mente una sorpresa per farmi
perdonare e per dimostrarti che sono diverso da come mi hai descritto
Sutcliffe. – adesso perché chiama Stuart per cognome? Non nego che ho già
notato uno strana inquietudine tra i due, evidentemente non mi sbagliavo.
- su piccola, va a
preparati.. –
È stato proprio quel
piccolo verbo alla fine della sua frase che mi ha fatto realizzare la
situazione disastrosa in cui mi trovo, infatti, quel misero ‘preparati’ mi ha
fatto ricordare del mio aspetto spaventoso e dei miei abiti comodi, ma
sicuramente non belli da vedere.
- Ma porca puttana! –
ho urlato nel tempo stesso in cui ho chiuso la porta in faccia a McCartney, ho
fatto le scale quasi a quattro e quattro e sono arrivata in camera mia senza
fiato, ma eccitata per l’invito appena ricevuto.
Penso di non essere
mai stata così veloce nel prepararmi, difatti nel giro di cinque minuti ero già
truccata, vestita e la mia treccia aveva perso quell’aria selvaggia da Jane
della giungla.
Corro giù rischiando
di lasciarci le penne su quella dannate scale e riapro la porta trovando di
nuovo il mio dolce Paulie con un espressione confusa, ma buffissima alla quale
non riesco a trattenermi e comincio a ridere.
- Ma tu non stai
bene.. – mi dice lui prendendomi la mano e accompagnandomi alla sua auto mentre
io continuo a ridere come una cretina, salgo sulla vettura e mi allaccio la
cintura e mentre Paul mette in moto la mia ilarità si attenua permettendomi di
domandargli dove fosse mio fratello.
- è a casa di George a
pranzo, hanno invitato anche me, ma come vedi ho di meglio da fare! –asserisce
il bassista sicuro di sé facendomi un sorriso compiaciuto.
- come intendi farti
perdonare? – lo interrogo tornando seria e voltandomi verso di lui con uno
sguardo da vero detective.
- Intanto oggi
passiamo tutto il giorno insieme e quindi sono a tua completa disposizione. –
risponde facendomi un occhiolino malizioso, io arrossisco e torno a guardare la
strada sprofondando nel sedile di pelle.
- Paul, posso
chiederti una cosa? – continuo insicura se sia il caso di fargli quella
domanda, non tanto per lui, ma per me, poiché non sono sicura di voler
conoscere la risposta.
- tutto quello che
vuoi. – mi risponde con la stessa dolcezza di sempre anche se si è accorto
dell’aria pesante che tira dentro la macchina.
- Hai davvero fatto
sesso con sette ragazze in una sera? – la domanda mi scappa letteralmente fuori
dalle labbra, che si richiudono offese subito dopo l’ultima sillaba.
- Non mi ricordo bene,
credo di essere stato fino in fondo con tre, mentre con le
altre… diciamo che con le altre ho solo giocato ecco. – ‘giocato ‘ ecco come lo
chiama lui, giocare.
Mantengo lo sguardo
fisso sulla strada senza dire altro e McCartney accortosi del mio mutismo
prolungato cerca di rimediare.
- Juice ascolta,
quella sera nelle mie vene scorreva più alcool che sangue, io sono sempre stato
un ragazzo… ‘fortunato’ si ecco fortunato, perché ho un forte ascendete sulle
ragazze. Insomma quando sei in un locale e non sei fidanzato le ragazze ti
stanno attorno.. ci provano e io.. ubriaco.. non mi sono certo tirato indietro.
Non voglio fare il moralista e dare solo la colpa all’alcool, ma da sobrio ho
un po’ più di giudizio. – il suo discorso mi è sembrato interminabile.
Perché sentiva il
bisogno di giustificarsi con me? Io gli ho fatto delle domande è vero, ma perché
è venuto per farsi perdonare oggi?
- Non pensi a come la
possono avere presa quella ragazze? Magari ci tenevano a te…- affermo con voce vaga e tremante, non mi
piace questo genere di discorsi, non mi va di essere presa in giro, non ancora.
- Oh non credo sai? Io
sono solo un bel viso per loro.. – asserisce Paul con amarezza e dopo questa
sua confessione nessuno dei due ha più parlato, anche perché ormai siamo
arrivati.
Mi ha portato in un
parco fuori dal centro di Liverpool, cosa che si fa rilevare anche grazie alla
costante presenza di un bellissimo sono primaverile che scalda la pelle, mi
sembra addirittura di essere lontanissima da quella noiosa città e il suo alone
grigio.
- Vuoi un gelato? O
magari qualcosa da bere? – mi domanda premuroso Paulie dopo avermi aperto
elegantemente la porta della macchina.
- Si, magari un succo
di frutta. – rispondo scendendo dall’auto con una freddezza tale da farlo
rabbrividire, comunque sentite le mie parole Paul si è subito diretto verso un
chioschetto all’interno di quell’enorme parco, siamo completamente immersi nel
verde, infatti, questo posto credo sia una riserva ci sono così tanti pini qui.
Vedendo il mio
compagno camminare muto e a testa bassa mi sento un po’ in colpa, dopotutto lui
sta facendo di tutto per farsi perdonare mentre io sono estremamente distante,
così mi avvicino al bassista e piano, piano unisco la mia mano alla sua
intrecciando le dita. Paul non dice nulla, si accende una sigaretta con la mano
libera ed emette un sospiro compiaciuto e mi sorride felice, ah ma non credere
di avere vinto McCartney!
Ci sediamo ad un
tavolino all’ombra di un cipresso e dopo qualche minuto la cameriera viene a
prendere i nostri ordini, io voglio un comunissimo succo d’arancia mentre
Paulie ne prende uno all’albicocca.
Ad un tavolo poco
lontano dal nostro c’è un gruppetto di ragazze che in modo molto maturo e
signorile continua a sghignazzare e ridere guardando Paul e facendo dei
commenti sui suoi ‘meravigliosi occhioni da piccolo cucciolo ai quali anche Bambi
si sentirebbe inferiore.’
No ma dico urlate un
po’ di più razza di galline! Il mio accompagnatore però sembra non notarle o
almeno secondo me si sta sforzando di non farci caso dato che ha occhi solo per
me, ma quelle ragazze sono davvero irritanti.
- Ma santo cielo non
ti danno fastidio? – gli domando avvicinandomi a lui coi gomiti piantanti sul
tavolino è una voce del tutto esasperata, lui sarà anche abituato a camminare
tra languidi sorrisi e sospiri di migliaia di ragazzine, ma io non lo sono! Per
niente!
- Oh per quelle
ragazzine? Ad essere sincero no, non facciamoci rovinare la giornata da loro. –
mi risponde Paul calmo sorseggiando con la sua tipica eleganza. Io comunque non
c’è la faccio più così decido di dirigermi per qualche secondo alla toilette
sperando che quella specie di bar ne abbia uno. Sono stata via due minuti, non
di più ne sono sicura e quando torno vedo Paul ancora seduto al nostro tavolo,
ma la cosa strana sono le due ragazzine adoranti che gli stanno parlando sotto
gli occhi curiosi delle loro amiche.
Ok, io non sono una
persona gelosa, ma non sono nemmeno una persona paziente, perciò è meglio che
quelle due sgallettate alzino i tacchi!
- No, dico davvero ero
al Cavern sabato scorso e vi ho sentiti suonare e ne sono rimasta davvero
abbagliata! Insomma siete stati bravissimi!. - asserisce sicura la più alta delle due ragazze
spostandosi con fare sensuale ( credo solo per lei ) il gonfio ciuffo mogano
che le ricopre metà faccia. Io mi stavo già avvicinando con i pugni chiusi al
simpatico trio, ma poi accorgendomi del modo distaccato ma pur sempre garbato
con cui Paulie rispondeva, nella mia mente diabolica da brava Lennon ho
escogitato una piccola ed innocente ripicca personale.
Raggiungo i tre e con
uno slancio d’affetto abbraccio Paul da dietro appoggiando il viso sulla sua
spalla, il bassista dopo un leggero sussulto si girà nella mia direzione con un
sorriso dolce e appagato.
- Paulie andiamo via?
Sono stanca di stare qui, cerchiamo un posto all’ombra.. – gli sussurro
all’orecchio, ma abbastanza forte in modo che le due ‘ruba uomini’ sentano.
McCartney dopo che ho liberato le sue spalle dal mio abbraccio si è
immediatamente alzato voltandosi nella mia direzione, ridacchio pensando che è
proprio quello che voglio! Mi avvicino a lui e alzandomi sulle punte dei piedi,
perché questo ragazzetto è veramente un po’ troppo alto, mi avvicino alle sue
labbra e lo bacio.
Uno a zero per la
sottoscritta! Penso soddisfatta guardando Paul che si avvicina sorridendo beato
al bancone per pagare.
Mi volto verso le due
ragazze che nonostante cerchino di sembrare tranquille non riescono a
nascondere la loro indignazione.
‘ andate a trovarvi
un vostro bassista scemotte!’
Dopo il piccolo
bisticcio con le due ragazze del bar io e Paul abbiamo iniziato a camminare in
un piccolo sentiero completamente immerso nel boschetto e stanchi ci siamo
seduti all’ombra di un salice piangente, ammetto che questa è stata una mia
idea, vorrei evitare che ogni cinque minuti qualcuna cercasse di provarci con
il mio Paul! Anche se devo accettare il fatto che ormai le persone iniziano a
riconoscerlo come uno dei ‘Beatles’ e questa sua popolarità mi mette una strana
preoccupazione addosso.
Paul si accende
un'altra sigaretta quindi lo richiamo dicendo che se fuma troppo non potrà più
cantare, ma il mio simpatico amicone Paulie inizia a farmi il solletico e solo
quando abbiamo smesso di ridere e pizzicarci a vicenda ricomincia a parlare.
- L’hai fatto apposta
vero? – mi chiede coricandosi completamente sull’erba e portandosi un braccio
sotto la nuca per appoggiare la testa. Io non invece mi avvicino a lui
mettendomi perpendicolare al suo corpo e appoggio la testa sul suo stomaco.
- Se ti riferisci al
bacio di prima ammetto che ho voluto mettere le cose in chiaro con quelle
racchie! – ribatto acida, anche se poi il mio compagno inizia ad accarezzarmi i
capelli con la mano libera e allora mi addolcisco immediatamente.
- Hai marcato il
territorio insomma! – afferma lui ridendo.
- Io non sono gelosa!
È solo che mi da fastidio che tu esci con me e appena me ne vado altre due
ragazze ci provino immediatamente con te! – ammetto più a me stessa che a lui,
sono gelosa di Paul, accidenti!
- Ma io non ci sono
stato però! Sono stato bravo o no? – mi domanda con una finta voce da bimbo
innocente al che mi alzo dalla mia posizione dal suo stomaco e lo minaccio
gesticolando con l’indice:
- Se vedevo che ci
stavi altro che bacio! Ti sarei piombata addosso come un fulmine a ciel sereno!
– Paul mi guarda divertito alzandosi sui gomiti prima di mettersi seduto,
dopodiché mi scosta una ciocca di capelli che mi copre il viso.
- Tu non puoi essere
un fulmine Juice, tu sei un raggio di sole, il mio personale raggio di sole. –
Dopo questa dolce
confessione in vero stile McCartney, Paulie si avvicina e ci baciamo, io sono
in ginocchio di fronte a lui che invece è seduto e per la prima volta sento che
il nostro bacio diventa più passionale e desideroso.
Le mani di Paul
spostano il bordo della maglia e i suoi pollici accarezzano la mia pelle nuda,
ma solo quando sento tutta la sua mano sul ventre decido di staccarmi da quel
momento di pura libido.
- Juice tesoro, io ti
voglio bene, ma non mi puoi sempre lasciare così cioè insomma… io mi sto
impegnando e tu ti allontani, capisci che mi risulta difficile?- mi dice
McCartney sorridendo sghembo e ironico guardandomi divertito.
- Santo cielo Mister
McCartney non varrà mica farlo in un bosco! – lo riprendo facendo la finta
scandalizzata.
- Miss Lennon, è
sempre un’esperienza! – risponde sornione Paul, tentando di avvicinarsi ancora,
mettendomi una mano sulla coscia.
- Oh cielo Mister, eh
io che la credevo un uomo di classe! – urlo, ma questa situazione mi diverte
troppo per non ridere e nel frattempo prendo una manciata d’erba e la tiro in
faccia al mio povero bassista sfortunato.
- Pffff!! Cazzo
Judith! Che schifo… pff.. guarda che l’erba non è buona!- commenta il
malcapitato sputando erba ovunque, mentre io cerco di smettere di ridere. Quando
finalmente mi sono calmata continuo con la mia recita della pudica verginella.
- Lei è solo un
manigoldo che si prende gioco di un’ingenua fanciulla, quale io sono! – dico
incrociando le braccia al petto facendo un espressione offesa.
- Se se, ingenua
fanciulla!se sapesse John che cosa combini! - mi fa eco Paul togliendosi ancora
alcuni pezzetti d’erba dalla lingua. È così buffo in questa situazione che in
me si riaccende qualcosa, così gli salgo a cavalcioni sulle gambe, facendo in
modo che queste ultime fossero in mezzo alle mie, inoltre con un atto di
cattiveria gli do un forte spintone sulle spalle con entrambe le mani facendolo
sbattere a terra, immediatamente la sua espressione da divertita diventa
confusa, ma appena cerca di aprire la bocca per dire qualcosa io mi impossesso
delle sue labbra e della sua lingua.
Paul è completamente
sottomesso al mio volere, e inebriata di questa sensazione porto le mie mani
sul suo bacino e sposto la maglietta per sentire la sua pelle calda, passo con
le dita sui suoi addominali appena accennati, poi accarezzo con mano leggera le
sue costole e lo sento sospirare di piacere.
Raggiungo con l’indice
il suo ombelico e faccio degli innocenti cerchi intorno ad esso, il respiro di
Paul diventa sempre più affannoso, e capisco che è il momento di agire.
Mi stacco lentamente
da lui tendendo per una manciata di secondi il suo labbro inferiore stretto fra
i miei denti, poi quando e nostre bocche si allontanano del tutto, mi avvicino
al suo orecchio e..
- NON TE LA DO IN UN BOSCO
McCARTNEEEEY! – urlo scoppiando a ridere per poi togliermi dalle gambe di Paul
che si tiene un orecchio lamentandosi.
- Ma guarda tu che
stronza! Margaret Judith Michelle Lennon, sei una subdola ragazzetta cattiva! –
è il suo commento dopo che il fastidio all’orecchio gli è passato.
- Come cavolo fai a
sapere il mio nome completo? – chiedo scandalizzata anche se Paul senza curarsi
della mia domanda, si alza in piedi porgendomi la mano.
- Andiamo Suor Judith!
– accolgo le sue dita con una stretta leggera per non farmi alzare di peso da
lui, ma quando sono troppo lontana dal terreno per essere seduta, ma troppo
sbilanciata per alzarmi in piedi da sola Paulie lascia la presa e mi fa cadere
di a terra facendomi dare una culata assurda!
- James Paul McCartney tu sei.. – inizio immaginando ogni tipo di
offesa che mi venga in mente.
- tuo? - mi chiede regalandomi uno dei suoi più bei sorrisi
perfetti, che per un momento mi ha fatto perdere un battito.
- Non era quello a cui
stavo pensando, ma può andare. – gli concedo alzandomi e baciandolo per
l’ennesima volta.
EMRYS'S CORNER.
Salve
giovani e vecchi di tutte le età insomma :) sono giuta or ora
per ringrazire le anime pie che hanno letto e recensito la mia favella
:D
Dante cazzo e mollami ogni tanto! -.-"
Tornando alle cose serie :)
Martha McCartney:
Ciao cara :) mi è piaciuta un sacco la tua recensione divisa in
punti! :) la trovo davvero utile e poi cacchio è lunghissima
immagino che ci sarai stata su un bel pò :) quindi grazie per
l'attenzione e l'accuratezza con cui hai scritto! :D Grazie tantissimo
anche per i complimenti ovviamente! spero che ti piaccia anche questo
capitolo! :*
I Love The Beatles:
Ciao cara :) grazie per avermi detto che il capitolo precendente ti
è piaciuto molto e devo ammettere che anche secondo me è
meglio degli altri perchè mi sono impegnata di brutto :D grazie
per i complimenti e spero che anche il nuovo capitolo superi gli altri
in bellezza!:*
FedericaJane: Ciauuu
:) grazie per aver detto che descrivo bene, perchè voi non
sapete che lavoraccio c'è dietro ad ogni capitolo! lo rileggo
almeno mille volte perchè appunto il mio scopo è quello
di farvi vivere la scena insieme a Juice, per cui quando me lo dite
bwaaaaa ^//^ grazie mille davvero! dimmi cosa ne pensi anche di questo
capitolo!:*
KatyAniFrancy: Mi
diaspiace per averti scandalizzata tanto con il numero delle ragazze,
ma fidati se lo scrivo è perchè effettivamente è
possibile! è successo ad un mio amico! (bello come il sole *Q*)
cooomunque anche io mi sono sempre immaginata Stu come un british old
style e non mi sono mai spiegata perchè Paul l'odiasse tanto! :)
magari con questa storia gli stiamo dando il motivo per farlo! :) che
Juice e Paul abbiano voglia si capisce bene :) dal capitolo che hai
appena letto poi diciamo che è tutto molto cristallino! :D
grazie per i complimenti e fammi sapere per questo cap! :*
GiuliV:
Prima di tutto complimenti perchè hai capito una cosa
importante, ma non posso dirtelo perchè sarebbe uno
spoiler troppo succulento! :P comunque anche io trovo George molto
dolce, perchè insomma diciamo che io ho la mia personale idea
delle loro personalità basata su ciò che ho visto e ho
letto per cui per me Geo è decisamente dolcissimo! :) grazie per
la recensione e dimmi se ti è piaciuto anche qusto capitolo! :*
_Eleanor R_:
Complimenti per il nick se è riferito alla canzone dei mia
adorati Fab! :D comuqnue grazie per la tua recensione! sono felice che
hai gradito il gioco tra Paul e Juice anche perchè il mio
intento è quello di creare una specie di circolo vizioso dove
alla fine nessuno dei due vince, ma ho sempre paura di non riuscire!
grazie per i complimenti e dimmi come ti semrba questo capitolo! :*
Allora giovani, mi dispiace come ho gia detto a KatyAniFrancy di avervi
scombussolato con il numero delle conquiste di McCartney, ma dato che
anche a me è successo (cioè non a me ma ad una persona
che conosco) posso assicurarvi che è possibile. Ad ogni modo
spero di aver attenuato la cosa dicendo che alla fine a letto ci
è finito con tre.
Comunque il prossimo capitolo è quasi finito, datemi il tempo di
rileggerlo e cambiare il finale! :D una settimana me la concedete dai :)
Inoltre ho notato che ormai questa storia sta diventando una longo, perciò corro a cambiare la descrizione.
Grazie mille per le recensioni e le visite che ricevo! siete proprio voi che mi fate venire voglia ci continuare!
e con questo vi saluto.
Love, and always to the top.
Emrys_
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Capitolo 5 *** * Is There a Ghost? * ***
kkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkk
* Is There a Ghost? *
Sento qualcosa colpirmi la nuca e quando mi giro
vedo John con in mano una fionda e una manciata di sassi
- John ti dispiacerebbe spiegarmi cosa cazzo stai
facendo? – gli domando irata e nervosa.
- Ho voglia di litigare con qualcuno! – afferma il
mio fratellone con un sorriso da angelo che ingannerebbe chiunque non lo
conosca veramente.
- Bè caschi male! Devi lasciarmi in pace! –ribatto
stanca, devo studiare troppo, non posso assecondare tutte le stronzate di
Johnny Boy.
- ah non ti va? – mi chiede davvero dispiaciuto
per non aver trovato un compagno di giochi, ma il suo dispiacere dura realmente
poco, infatti, dopo qualche secondo riprende la fionda e inizia a girare per
casa urlando – oooooh Paulieee??! - .
Il sole sta
tramontando e io e Paul siamo seduti su una panchina accoccolati uno accanto
all’altra, ho la testa appoggiata sulla sua spalla e mi godo il calore del suo
corpo vicino al mio, mi avvicino alla sua mandibola e gli do un piccolo bacio,
così, senza pretese, solo per ricordargli che ci sono qui vicino a lui e che
l’ho perdonato.
Paulie emette un
sospiro di piacere e appoggia piano la sua testa sulla mia, sento i suoi
meravigliosi capelli color ebano pizzicarmi il viso, ma non ho la forza di
allontanarlo perdendo il suo profumo da sotto il naso.
- Quindi.. – inizia
lui vago, ma tranquillo – devo dedurre che mi hai graziato? – il termine
‘graziato’ mi lascia scappare un sorriso, si comporta come se il mio perdono
fosse una delle cose più importanti sulla terra.
- completamente
assolto! – affermo sicura al suo orecchio, e così sento le sue braccia stringersi
ancora di più attorno al mio corpo.
- Paaaaaul guarda che
cos’ho qui! – dico dopo aver cercato per dieci minuti buoni nella mia borsetta
bianca,maledetta la mia mania per le borse enormi!
- Oddio no! La macchia
fotografica no! – si lamenta il simpatico di fianco a me facendo finta di darsi
una pugnalata, mentre io appoggiando le gambe sulle sue stacco i nostri petti
per poterlo inquadrare meglio con l’obbiettivo.
- Juice ti prego non
iniziare a farmi delle foto!- continua il suo piagnucolio McCartney, ma tanto
io non lo ascolto ed inizio a scattare foto a più non posso.
- Gne gne gne!! –
ribatto per zittire i suoi noiosi gemiti.
- Molto maturo da
parte tua, davvero! – si rassegna il mio soggetto preferito, adoro
fotografarlo, cazzo lui è così… così bellissimo! La mia polaroid continua a
creare dei capolavori che possono essere considerati tali perché l’oggetto
principale delle foto è Paul McCartney.
Gliene faccio di
profilo, di fronte e presa dall’euforia mi dimentico persino dei suoi continui
lamenti, fino a quando non mi prende di mano la macchina fotografica e mi bacia
all’improvviso, scattandoci una foto.
Rimango basita dal suo
gesto, mentre lui prende la foto e la scuote per far apparire i colori, e
quando la vedo arrossisco pensando che sia semplicemente bellissima.
- Sai.. penso che dovremmo
andare a casa.. – dico svogliata,nascondendo il viso nell’incavo del suo collo
mi dispiacerebbe davvero dovermi staccare da lui, proprio adesso, adesso che
stiamo bene, ora che i Beatles, John, Stuart e tutti gli altri sono così
lontani da noi.
Mi sembra di essere su
un bilico e se da una parte c’è Paul che mi guada sorridente dall’altra c’è un
profondo baratro nero, io mi trovo esattamente sul ciglio, sull’orlo di questo
equilibrio imperfetto.
- Io mi alzerei, ma
qualcuno mi tiene imprigionato alla panchina con le sua belle gambe. – mi
accusa McCartney, ricordandomi che sono praticamente in braccio a lui, cielo
com’è fiscale questo ragazzo.
Mi sposto molto
lentamente, e quando il corpo di Paul non è più accanto al mio sento vuoto e
freddo, ecco quell’orribile sensazione che mi prende quando sto troppo bene.
Credo, anzi so, che
sto dando troppa importanza a Paulie, e so anche che non devo farlo, non posso
fare di lui un motivo di felicità, non posso far dipendere la mia contentezza
da qualcun altro poiché alla fine rischio di rimanere fregata.
Sono stata presa in
giro troppe volte, e anche se ho perdonato il mio bassista so per certo che
questa storia non la dimenticherò facilmente. Come posso dopotutto?
Devo mettere un freno
alle mie emozioni e ai miei sentimenti per Paul, è un bel ragazzo e mi piace
stare con lui, ma questo non significa nulla, devo estirpare ogni valore dai
nostri momenti insieme, in modo che non debba poi rimpiangerli in futuro.
- Signorina scusi,
pensa di alzarsi o vuole rimanere ancora per molto a fissare il vuoto? – è
proprio la sua voce, la sua dolce e candida voce che mi fa prendere la mia
decisione, mi godo questi momenti, ma non mi aspetto nulla, so che può sembrare
un pensiero egoista, ma sto solo cercando di salvaguardare il mio fragile
equilibrio di cristallo.
- perché non fai il
gentiluomo e mi porti in braccio? – chiedo ironica a Paulie che prendendomi
alla lettera mi afferra per la vita e mi carica in spalla, sotto il mio sguardo
scandalizzato ovviamente.
- ma cosa cavolo fai??
– strillo dalla sua schiena terrorizzata!
- me l’hai detto tu! –
si scusa lui con una vocina innocente, anche se sono sicura che sta ridendo
sotto i baffi! Ah McCartney ti salvi solo perché non ti vedo in faccia!
- Ma non si fa così!
Io mi aspettavo qualcosa in stile Cenerentola! – commento sbuffando sulla sua
nuca spettinandolo un poco.
- vedila così, sei una
principessa alternativa! – continua a prendermi in giro ridacchiando, alla
faccia del principe azzurro! – Juice, cazzo, smettila di dimenarti! – mi sgrida
autoritario.
- Ma ho paura!! Sei
troppo alto, se cado mi faccio male! – e mentre io rischio di mollarci una
facciata pazzesca il mio dolce e cordiale accompagnatore ha ben pensato di
ridere delle mie paure. Tipico.
Finalmente abbiamo
raggiunto la macchina e dopo essermi assicurata per bene la cintura, e quando
dico per bene intendo in modo da anti-stupro (non si sa mai con McCartney) permetto
a Paul di partire.
- Tu non mi hai ancora
detto come fai a sapere tutti i miei nomi! – mi lamento dato che per Paulie la
moda di non rispondere alla mie domande sta diventando una fissa.
- Me l’ha detto John,
lui parla sempre di te. – dichiara con voce amabile il bassista nonché migliore
amico di Johnny, ho sempre fatto fatica a capire la relazione tra di loro, sono
così in sintonia, io non ho mai avuto un’amica così perfetta, una metà assoluta
che mi abbia mai capito nello stesso modo in cui Paul e John si capiscono tra
di loro.
A volte li vedo in
salotto, uno di fronte all’altro con le loro chitarre sulle ginocchia che
provano ripetutamente ogni brano almeno mille volte, sfruttando il fatto che
Paul è mancino per confrontarsi sulle note da suonare.
Li trovo così completi
e perfetti che passerei ore a guardarli, litigano spesso è vero, ma quando
fanno musica, nulla li può dividere.
Un pensiero si fa
largo nella mia mente, un pensiero imbarazzante che mi fa confluire il sangue
alle guance.
- Paul.. ehm.. credi
che dobbiamo dirlo a Johnny? – gli chiedo sprofondando per la quattrocentesima
volta in qual fottuto sedile di pelle.
- che cosa? – mi
domanda sorridendo, sta facendo il finto tonto! Ora sono super imbarazzata, non
voglio fare un passo falso, devo escogitare un modo per intendere ‘di me e te’
senza però alludere ad una possibile nostra relazione, che non sono nemmeno
sicura che esista.
- Del fatto che hai
provato a farti sua sorella in un bosco! – asserisco con un sorriso che sa di
vittoria, il concetto alla fine è quello o mi sbaglio?
Paul rischia di
strozzarsi con la sua stessa saliva e dopo aver tossito parecchie volte con gli
occhi rossi esclama: - sai forse è meglio di no, lui è così geloso quando si
parla della sua J, rischierei la morte e diciamocelo tesoro, sono troppo bello
per morire!- ma senti questo scemo!
- Scusi la domanda
McCartney, ma mi dica, la modestia dove l’ha lasciata? – Paul per tutta
risposta ride cristallino, e mi appoggia una mano sulla gamba, la quale io
stringo immediatamente con la mia e quando Paulie interrompe il nostro legame
per cambiare marcia, la mia espressione dispiaciuta gli sembra così buffa che con un sospiro ed un
sorriso divertito torna a stringermi le dita.
- Comunque se vuoi
dirglielo.. – continua lui riprendendo il filo del discorso, ma io presa dal
panico asserisco un secco ‘meglio di no’ che lo lascia pensieroso.
-Tanto credo che alla
fine, non ci sia nulla da dire. – ecco fatto, ho rovinato tutto, di nuovo il
mio involucro, la mia fortezza mi si è chiusa attorno come un riccio, facendomi
dire una frase che sarebbe dovuta rimanere sigillata nella mia mente. Dopo
questa mia uscita, Paul non ha più parlato e la sua mano non si è più
ricongiunta con la mia, ma devo immaginarmi il perché, gli ho appena detto che
non vale nulla.
Ho paura che sia
arrabbiato, dato che guarda fisso la strada senza muovere un muscolo, cioè so
che l’autista deve sempre guardare la strada, ma Paulie mi sembra di marmo, per
cui decido di parlare.
- Cosa.. cosa dovete
fare stasera? – gli chiedo intimorita dall’autorità che emana dalla sua posizione
statica.
- dobbiamo venire a
mangiare una pizza da te alle otto, anzi adesso che ci penso devo andare a
prendere la pizza cazzo! – afferma accelerando di botto e facendomi schiacciare
letteralmente contro il sedile.
- Paul vai piano! –
strillo terrorizzata quando vedo gli alberi diventano solamente una lunga
macchia verde.
- Perché hai paura? –
mi domanda ridacchiando sghembo, cosa che mi fa impazzire, ma adesso devo
tenere la mente libera! Devo cercare di salvarmi la vita cazzo!
- Oh dai Juice, io
sono abituato ad andare veloce! – afferma sicuro di sé, Paulie accelerando
ancora.
- Sentimi bene, tu
forse sarai abituato ad andarti a schiantare stile Fast&Furios per le vie
di tutta Liverpool, ma io vorrei vivere!- ribatto acida appoggiando le mani sul
cruscotto.
- non fare la scema! –
risponde di rimando McCartney passandomi un braccio intorno alle spalle come
per tranquillizzarmi, anche se invece ottiene l’effetto contrario.
- Paul le mani si
dovrebbero tenere alle dieci e due e non alle nove e niente!!! – urlo ormai al
limite della sopportazione, ma dopo questa mia ultima precisazione, lui inizia
a rallentare, fino a raggiungere una velocità normale.
- Centro abitato.-
precisa indicando con l’indice il cartello che segna il limite dei settanta,
Siano lodati i vigili allora!
- Paul mettimi giù un
po’ prima di casa mia, se gli altri ci vedono arrivare insieme, bè sai come
sono fatti. – precisò dopo aver fatto un lungo respiro ed essermi calmata.
- Non voglio farti
camminare da sola a quest’ora, dai ci inventeremo una scusa. – afferma
premuroso.
- No Paul fammi
scendere all’inizio della via, tanto sono pochi metri, te lo chiedo per favore,
non ho voglia di sentire John che inizia a farsi i suoi viaggi mentali
profetici. – continuo cercando di dare peso alla mia teoria, così dopo essere
sicura di aver convinto l’autista che mi guarda contrariato, ma annuisce
sottomettendosi alla mia autorità tiro fuori di nuovo la mia macchina
fotografica e gli faccio altre foto, ormai la mia borsa ne è piena.
- Juice, tesoro così
mi consumi! – dichiara Paul con un atto di umiltà dopo aver spento il motore e
parcheggiato la macchina all’inizio della via come avevamo deciso prima.
-Sai sempre come
rovinare i momenti romantici! – gli rinfaccio facendogli la linguaccia,
dopodiché mi slaccio la cintura e faccio per scendere dall’auto.
- Come non mi saluti?
– mi chiede sfoderando il suo sguardo da cucciolo al quale davvero in pochi
sanno resistere.
- ah già, ciao Paulie!
– dico salutandolo con la mano e aprendo la portella per scendere, ma McCartney
non contento mi ferma per il polso sinistro e mi fa tornare seduta.
- Ragazzina io voglio
un bacio! – dice facendomi voltare il viso con una carezza sulla guancia e
avvicinandosi sempre di più alla mie labbra, ma quando ormai le nostre bocche si
sfiorano io affermo decisa:
- Oggi mi hai baciato
fin troppe volte! Non vorrai mica consumarmi! – Paul si lascia scappare una
risata e mi lascia solo un leggero bacio a stampo per poi allontanarsi di
nuovo.
- Touché. –
Scendo dall’auto e
dopo avermi fatto un cenno con la testa lo vedo ripartire per andare a prendere
le pizze che dobbiamo mangiare stasera, tanto meglio, signifca che non dovrò
cucinare.
- Hey, quella non è la
macchina di McCartney ? – la domanda mi fa gelare il sangue nelle vene,
anche se però non riconosco chi me l’ha posta, così mi giro verso la voce e
scorgo Stuart, in tutta la sua bellezza enigmatica che mi guarda con un sguardo
scuro e velato.
- Cosa? Ma va la! Ma
cosa dici Stuart!- dico la frase con una risatina nervosa senza guardare negli
occhi il mio interlocutore, ti prego Stu fatti gli affari tuoi perché non so
che scusa inventarmi!
- è una polaroid
quella che vedo? – chiede Sutcliffe facendo finta di nulla, indicando con un
movimento del capo la mia macchina fotografica che stringo ancora tra le mani.
- ehm, si.. sai adoro
fare fotografie. – non capisco l’avversione che Paul prova nei confronti del povero
Stu, dopotutto a me sembra un vero gentiluomo.
- Ah, non lo sapevo!
Anche a me piacciono le fotografie, anche se però preferisco la pittura!.. se
devi andare a casa tua andiamo insieme
dai, tanto stasera devo venire da voi!- e dopo avermi invitato a fare la strada
con lui abbiamo iniziato a camminare vicini, ma non troppo, non come con
Paulie.
- Anche io me la cavo
a disegnare! Ma non sono molto brava!- continuo cercando di mantenere un tono
interessato, dato che spero che il tema ‘ macchina sospetta’ non salti più
fuori.
- Oh bè, io credo che
tutto dipenda dalla musa! – risponde Stuart con il tipico tono di chi sa di
cosa sta parlando – tu per esempio saresti un ottima ispirazione! – dice
fermandosi per guardare meglio i miei occhi attoniti, ha un sorrisetto strano
ma estremamente bello. Un sorriso di quelli che ti fanno capire che lui è un
ragazzo che ottiene sempre quello che vuole.
Oh mio caro Sutcliffe,
se resisto a McCartney riesco a tenere testa anche a te!
- Ti stai offrendo di
farmi un quadro? – gli chiedo con un po’ troppa malizia nella voce, infatti,
credo che abbia frainteso la mia domanda, e questo mio pensiero viene
confermato dalla sua relativa risposta.
- Basta che vieni a
casa mia! – asserisce sicuro di sé e del suo fascino.
Mi lascio scappare una
risatina inquieta, ma dopo questa sua frase non ho più detto nulla, mi limito a
camminare al suo fianco e l’unico rumore che disturba il nostro mesto silenzio
è provocato dal crepitio dei sassi sotto le nostre scarpe.
Ormai il sole sta
tramontando e bacia l’asfalto attraverso i rami del viale alberato di casa mia,
Stu sospira tranquillo mentre un leggero velo d’imbarazzo mi porta a
nascondermi dietro una ciocca scura di capelli che mi è scivolato leggera sulla
guancia accaldata.
- Posso farti una
domanda? – mormora non troppo forte, ma abbastanza per farsi sentire il mio
accompagnatore quando ormai mancano pochi metri alla porta di casa mia.
- Si, certo.. –
rispondo impacciata senza curarmi troppo di Stuart, infatti, la macchina di
Paul parcheggiata davanti al vialetto di casa mia mi fa preoccupare, se mi vede
arrivare con il suo peggior nemico, potrebbe anche incazzarsi.
- A letto McCartney è
così bravo come dicono oppure è solo una leggenda? – dice la frase con un
sorriso beffardo e strafottente, che lo rende fin dov’è possibile ancora più
bello, ma anche estremamente stronzo cazzo! Inizio a tossire e per qualche
secondo mi dimentico persino di respirare.. cosa cazzo faccio adesso??
- Cosa? Ma cosa dici…
ma cioè ma Stuart! – inizio a balbettare arrossendo vistosamente – ma no ma
dico ma siamo pazzi? – continuo senza sapere cosa dire oltre alle mille
congiunzioni senza senso logico che la mia mente continua a sfornare.
Siamo ormai davanti
alla porta di casa mia quando finalmente dopo un lungo respiro riesco a
spiegargli quanto la sua teoria di una mia relazione con Paul sia assurda e
quanto sia stato fantasioso lui a pensare un tale congettura.
- Bè secondo me c’è
qualcosa, ma non sono un curiosone, posso benissimo farmi gli affari miei. –
afferma Stuart passandomi un braccio intorno al collo e bussando delicatamente
alla porta per avvertire John che siamo o almeno lui è arrivato.
- peccato perché mi
interessi .- riesce a concludere
Sutcliffe prima che la porta bianca di casa si spalanchi dietro alle risate
festose di Ringo e ai rimproveri di John per la mia lunga assenza inspiegata.
Solo una persona non
sta ridendo in mezzo a quel quadretto da famiglia perfetta.
Paul, Paul non ride, è
serio ed immobile con la mano che lambisce elegantemente il corrimano delle
scale che portano al secondo piano.
Oh no, Paulie non ride
per nulla, il suo viso è imperscrutabile, mi fissa profondo e grave senza
permettermi di capire il suo stato d’animo.
Purtroppo per lui il
suo autocontrollo lo tradisce, dopo aver visto l’odioso tentacolo di Stu attorno
al mio collo, la sua stretta al corrimano non era più dolce come quella di un
amante alla sua musa, bensì la sua mano si irrigidisce e le nocche gli
diventano bianche.
Devo spiegargli molte
cose, lo so.
I suoi occhi me lo
stanno ordinando.
Ben trovati miei carissimi lettori :D
Allora
eccoci alla fine di questo capitolo, scusate per l'attesa, ma non ho
molto tempo ultimamente ed inoltre devo ammettere che il prossimo
capitolo c'è, ma solo nella mia capoccia! -.-"
IMPERQUINDI non aspettatevi un aggiornamento fulmineo, datemi una settimana e mezzo o due addirittura D:
comunque vi prometto che mi impegnerò! per aggiornare il più presto possibile :)
Che dire di
questo capitolo? forse all'inizio vi avrò fatto venire il
diabete (effettivamente mangio molto dolci ultimamente) forse è
il modo che il mio corpo ha trovato per smaltire lo zucchero! xD
Comunque mi
raccomando giovani segnatevi il finale! :) finale che ho cambiato e
ricambiato migliaia di volte! perchè sarà proprio su
questo finale che si svileppuerà la trama del prossimo capitolo!
:) GRazie per l'attenzione e ora ringrazio i miei 5 tesori che hanno
recensito! :D
GiuliV:
eeeeeeeeh l'Amour! <3 :D ma l'amour lo provo io per te leggendo la
tua recensione! cioè mi sono venuti i lacrimoni :) addirittura
del fenomeno! *powereggia* dai che poi mi monto la testolina! :D Grazie
mille sul serio! Comunque gli spezzoni che trovi ad inizio capitolo non
lo so nemmeno io cosa sono! :P cioè io li classifico come
'slices of life' dato che li trovo carini e permettono a voi che
leggete di capire meglio come io me medesima mi immagino i personaggi
con cui ho a che fare e vi aiuta anche a capire meglio il loro ruolo:D
Grazie ancora e spero di averti spiegato e chiarito ogni dubbio!
Bacioni ** ti aspetto con la recensione di questo capitolo!
I Love The Beatles:
no no no NO!! non devi assolutamente scrivere una storia senza poi
pubblicarla! >.< no dai a parte gli scherzi credo che ognuno di
noi abbia la possibilità di pubblicare qualsiasi cosa voglia e
dunque penso che tu dovresti pubblicare la tua storia! non immagini
quanto sia gratificante leggere le recensione come la tua *occhi a
cuoricino* dove mi dici che sono brava e mi fai venire voglia di
scrivere ancora! Perchè non credo immaginiate quanto lavoro ci
sia dietro ad un capitolo! e vedere che il mio sforzo ed il mio lavoro
piacciono a qualcuno mi riempie di gratitudine! PER CUI PUBBLICA!
sarò la tua prima fan!** Grazie e fammi sapere ancora il tuo
parere :)
Martha McCartney: GRazie
grazie! mi inchino! le tue recensioni sono sempre così gentili!
e mi fanno morire dal ridere!! :D dai non credo di meritarmi tutti quei
meravigliosi complimenti! ma ad ogni modo grazie :D ti ringrazio anche
per avermi dato del fottutissimo genio! :) è un complimento che
non mi fanno in molti! -.- Spero vivamente di non averti deluso con
quato capitolo e di non deluderti mai! :D Ciao cara**
KatyAniFrancy: Me
la togli una curiosità?? ma siete in tre con un solo account? xD
perchè se no il tuo nick non mi si spiega! :D comunque lasciando
al parte il gossip. U.U Grazie per i tuoi complimenti! davvero sono
molto gratificanti!! invece per quanto riguarda McCartney in bianco
l'ho messo perchè secondo me solo in una storia di fantasia
può succedere che qualcuno rifiuto quel coglionazzo! :D *-*
Juice non è ancora svenuta maaaaaaa... ti dirò secondo me
manca poco! :D poi tu capisci la mia frase nel modo che più ti
convinene! :) adesso scappo altrimenti i racconto la trama :D Ciao
bella**
_Eleanor R_ : Sono
contenta che il tuo nick abbia successo perchè merita! :D grazie
per la tua recensione e spero che questo capitolo sia all'altezza dei
precedenti! se è migliore sta a te deciderlo! :D spero di
sentire presto il tuo parere cara Eleanor! **
Oh ragazzi
grazie mille per i complimenti! vedo che l'ultimo passaggio del
capitolo precendete vi è piaciuto molto! perciò vi
ringrazio e vi prometto che darò sempre il meglio di me per
farvi contenti!
Love and always to the top.
Emrys_
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Capitolo 6 *** * Old man, Look at my life * ***
Buongiornoseranotte :D
Mi dispiace di aver aspettato così tanto per aggiornare,
ma insomma, sono andata al mare! :D
Ad ogni modo eccomi qui di corsa che aggiorno!
Preparatevi perché questo capitolo non è come gli altri,
è un po’ triste (mi è venuto in mente
ascoltando Jenny Wren quindi immaginate) però non mi dilungo parlandomi dei
miei pensieri personali anche perché per quanto mi riguarda mi fanno tutti
schifo i miei capitoli-.-“
Comunque ora ringrazio le mie recensitrici.
I Love The Beatles: Ok sono arrossita! :D Grazie mille
davvero sei davvero di aiuto! Per quanto riguarda le scene di amoreggiamenti
vari, ho sempre sperato di non risultare troppo volgare, e sapere che ci sto
riuscendo mi fa sentire meglio! :D Adesso vedremo se riuscirò a non esserlo
anche più avanti! Grazie Tesor :*
GiuliV: Dai non ci ho messo tanto! :D *Manciate di pomodori
e ortaggi vari le arrivano addosso* ehm ehm.. lo so mi scuso, ma ci sono state
volte che ci ho messo di più! U.U grazie per i tuoi complimenti e lo so che l’amour
gira e rigira per la casa di John. ;) Oh però io sarò anche malata, ma anche io
fossi contesa tra Paul e Stuart, bè insomma mi sentirei una gran bella
ragazza!! xD Ciao cara :*
_Eleanor
R_ I’ve got the powerrr!! Gran bella immagine quella di Juice che la
canta un po’ come Jim Carrey :D Grazie per I complimenti e il primo pezzo
dellla recensione mi ha fatto morire! :D Proprio lo odi il povero Stu! xD
Grazie ancora cara! :*
Martha McCartney: Io non rileggo i miei capitoli fino a
quando non li ho pubblicati quindi non vengo a farti la predica se non rileggi
la recensione! Grazie, sei sempre molto gentile con me! E meno male che hai
capito a cosa serve Stu!! xD è solo un rompi balle, ma mi serve per farvi
interessare alla storia! altrimenti sai che noia?? :P Grazie e grazie e ancora
grazie! :* alla prossima!!
Allora Giovani, io devo partire per il mare domenica! Quindi
vi dico una cosa J
se recensite in molti aggiorno prima che parto, altrimenti aspettate! :D
Non voglio essere vanitosa facendo questo, è solo che
penso che se recensite avrete voglia di leggere e quindi più recensioni e più
voglia di andare avanti, mi seguite??
Grazie per l’attenzione e godetevi il capitolo! :D
Love and
always to the top.
Emrys_
* Old man, Look at
my life *
- Juice, secondo te qual è il più bello tra di
noi? – mi domanda Paul prendendomi di sorpresa.
- se vabbè, Cynthia sarà anche di parte, ma allora
anche mia sorella lo è! – esclama mio fratello facendo un gesto stizzito della
mano.
- gne gne gne! – gli risponde Paul di rimando per
poi tornare a guardarmi trepidante.
Io assumo un espressione seria, da vera
intenditrice e poi comincio il mio discorso – Allora vediamo John, bè lui più che
bello è affascinante, Paul insomma
diciamocelo che Paul è proprio bello… poi c’è George lui si che è carino e coccoloso!
poi l’ ultimo di nome ma non di fatto è Ringo, che ha un sorriso dolcissimo e
due gemme al posto degli occhi.. – dico tutta la frase con un tono pensieroso e
mi tocco il mento con l’indice ed il pollice per dare potere alle mie
macchinazioni mentali.
- come immaginavo! – esulta Paul accendendosi una
sigaretta con un sorriso soddisfatto.
- Quindi il più bello è …. Ringo! – affermo sicura
allargando le braccia verso al mio batterista preferito.
- CHE COSA?? – esclamano in coro gli altri tre
Beatles, ma io sono immersa nell’abbraccio di Rings e non posso sentirli.
Appena metto un piede
oltre alla porta d’ingresso delle braccia sconosciute mi cingono, o almeno
queste braccia sconosciute, lo sono relativamente per poco tempo, infatti, il
tintinnio dei braccialetti e l’inconfondibile odore di fiori di campo mi fanno riconoscere
il delicato abbraccio della mia amica Cynthia.
Cyn è la ragazza di
mio fratello ed anche la mia migliore amica. Ci siamo conosciute molto prima che
si mettesse con John e anzi per quanto riguarda la loro storia posso
considerarmi il loro ‘cupido’ personale, dato che sono stata io a spingere
Johnny a dichiararsi.
- Judith! Tesoro sono
tornata! – mi strilla nelle orecchie la mia amica bionda. Cynthia infatti, era
andata in vacanza a Brighton a causa di una forte sinusite che l’aveva colpita
l’autunno scorso.
Quanto mi è mancata la
mia piccola elfa!
Nonostante gli anni
che ci separano, Cyn ha la stessa età di John, stiamo benissimo insieme.
Dopotutto io mi sono sempre trovata meglio con le persone più grandi di me.
Credo di essere
maturata prima del tempo.
O forse, sono solo
molto strana.
- Elfa! Sei guarita?
Oddio che bello sei tornata!!- le
rispondo entusiasta ricambiando la stretta spacca ossa della ragazza di mio
fratello.
- Devi raccontarmi
tutto ragazzina! Per filo e per segno! – mi intima immediatamente la nuova
arrivata additandomi con l’indice per esprimere al meglio l’irreversibilità dei
suoi ordini.
- Ok va bene. –
acconsento remissiva dato che ormai conosco troppo bene la mia amica, se vuole
sapere una cosa in un modo o nell’altro la scopre! È peggio del Liverpool
Daily! – però prima lascia che vada a cambiarmi! – le dico cercando di
liberarmi dalle sue braccia affettuose.
- Si certo, ma non mi
scappi! Ho una tale voglia di gossip! – ribadisce Cyn assottigliando gli occhi
come se stesse cercando di capire se dopo aver salito le scale io me la sarei
svignata per evitarmi il terzo grado che mi pende pericolosamente sulla testa.
- Juice mettici poco
perché George ha fame! E non so per quanto Ringo riesce a tenerlo occupato!! –
mi richiama mio fratello.
Sempre il solito lui,
poverino, non capisce l’importanza dell’indossare l’abito giusto.
Ritorno dunque a
guardare le scale, Paul non si è mosso dalla sua posizione e se voglio salire
in camera mia devo per forza passargli accanto.
Non è che ho paura di
Paul precisiamo.
È solo che in quella
posizione, con quel suo sguardo che sa di foresta, bè… mi mette soggezione
ecco.
Forse anche perché so
che stavolta quella che deve farsi perdonare sono io.
Annuisco in direzione
di Johnny e dopo aver preso un lungo respiro mi dirigo verso le scale, come
immaginavo Paul non si scompone, mi continua a guardare fisso e freddo, ma mi
lascia salire senza un minimo cenno.
Gli passo accanto, si
scosta leggermente per permettermi di salire e credo che stia veramente
cercando di uccidermi con lo sguardo.
Meno male che non è
una sorta di Jedi alla Luke Skywalker, altrimenti mi avrebbe già ucciso con la
forza del pensiero.
Cazzo che idee stupide
che mi vengono in testa quando sono nervosa!
So per certo che devo
delle spiegazioni a Paulie, ma non so quando anche se ho lo strano
presentimento che lui non voglia aspettare molto.
Sono davanti alla
porta della mia stanza, sto per girare la maniglia, ma un rumore di passi
dietro di me mi distrae.
Come immaginavo.
Qualcosa, o meglio
qualcuno mi prende in malo modo per la spalla e mi fa girare di forza,
sbattendomi contro il muro del corridoio.
- Paul mi hai fatto
male. – sussurro appena il mio lamento perché il viso di McCartney è a pochi
centimetri dal mio, le sue mani saldamente strette sulle mie spalle mi
inchiodano al muro, ma sono i suoi occhi che mi lasciano sbalordita.
Due fiamme ardenti,
roventi di rabbia e gelosia, non credo di averlo mai visto così, nemmeno quando
litiga con John il suo sguardo è così furente.
- Stammi bene a sentire
ragazzina, questi cazzo di giochetti con me non li fai!! – mi sibila adirato a
denti stretti facendo ancora più pressione sulle mie spalle.
- Paul io… non
volevo.. ci siamo incontrati per caso! – cerco di scusarmi, ma balbetto non so
cosa fare, non l’ho mai visto così. Non ho paura che mi possa fare del male
fisico, quello no.
La mia paura è ben
diversa.
Ho paura che se ne
vada.
Se mi lasciasse, no,
questo non lo sopporterei. Temo che lui possa decidere di lasciarmi perdere,
perché in me vede solo una bimbetta viziata. Ma non posso nemmeno pensare che
lui mi lasci. Sarebbe come togliere i petali ad un fiore.
Un momento. Sto
sbagliando, devo ricordarmi del patto che ho stretto con me stessa giusto
qualche ora fa.
Non devo dare troppa
importanza a Paul.
Ma allora perché ho la
paura fottuta che non mi voglia più vedere?
- Cazzo ma ti sembro
uno stupido? Hai insistito perché ti lasciassi all’inizio della via, nonostante
potessimo inventarci una balla da dire a John solo per vederti con lui! – ormai
non si controlla più, ma cerca comunque di mantenere un tono basso di voce per
non farci scoprire dagli altri.
- Juice, perché
proprio Stuart? Passi una giornata con me e poi ti incontri con lui di
nascosto? – ora il suo tono non è più furente, la sua voce ha il chiaro suono
della frustrazione. L’ho deluso.
- Paul ti giuro che
io.. –
- Non dirmi della
cazzate Judith! – mi zittisce con rabbia.
Capisco che sia
arrabbiato con me, ma un moto di rabbia mi nasce dallo stomaco, come si
permette di zittirmi come se fossi una delle solite gallinelle con cui lui ha a
che fare? Posso aver sbagliato, ma non l’ho nemmeno fatto apposta cazzo! E poi
quello che si scopa chiunque qui è lui non io!
In preda all’ira mi
stacco dal muro cercando di divincolarmi, ma Paul è più forte e mi spinge di
nuovo contro al muro facendomi sbattere la schiena.
- Lasciami andare! –
gli urlo cercando di liberarmi ancora, ma invano.
- Se volevi scoparti
Sutcliffe potevi benissimo dirmelo, invece di prendermi per il culo per tutto
questo tempo! – mi risponde McCartney di getto, le sue parole mi arrivano
addosso come pietre, mi sta ferendo e come sempre succede in questi casi, la
Judith ragionevole se ne va, lasciando il posto a quella forte ed impulsiva che
ha un ‘vaffanculo’ per tutti.
- Tu che mi vieni a fare
la predica? Proprio tu? No, ma scusami Paul posso ridere? Ti ricordo che oggi
mi hai portato in quel cazzo di posto per farti perdonare! IO devo perdonare TE
perché non sai darti un freno! Per non dire altro… – Paul spalanca gli occhi,
l’ho colpito, come una valanga, apre la bocca per replicare, ma poi la richiude
immediatamente.
Io sento le lacrime
agli occhi e mi metto a piangere, ad un palmo dal suo viso, non mi importa più
se non mi crede questo damerino può anche andare a farsi fottere.
Vorrei non piangere davanti
a lui, non mostrarmi così debole, ma non ci riesco.
Abbasso la testa,
perché la sua stretta alla spalle mi impedisce di coprirmi il viso con le mani.
- Juice io… scusami..
– stavolta è lui a balbettare, non sa cosa dire è sconvolto, evidentemente non
credeva che mi sarei messa a piangere.
La sua presa sulle mie
spalle si fa più leggera, anzi diventa improvvisamente dolce, una mano scivola
sul mio collo e delicatamente lui mi fa alzare il viso accecandomi con i suoi
occhi risentiti.
- Sono uno stupido. .
– dice sia a se stesso che a me abbassando lo sguardo.
- si, tanto anche. –
gli rispondo asciugandomi una lacrima e sorridendogli, vederlo così pentito mi
ha fatto cancellare tutto. In fondo io l’ho già perdonato.
Il mio sorriso
illumina i suoi occhi di una luce nuova, ha capito che non voglio litigare e
che quello di prima è stato solo uno sfogo causato dal nervosismo.
Paul appoggia la
fronte sulla mia e mi guarda, con il suo sguardo più amabile, lentamente si
avvicina, per zittire e sigillare per sempre questa brutta litigata con un
bacio.
- Come immaginavo. –
spalanco gli occhi e lo stesso fa Paul quando la voce di un’altra persona ci
giunge alle orecchie. Sento il respiro affannato di Paul sulle labbra, è troppo
evidente che ci stavamo per baciare per cui, purtroppo per noi, Stuart ci ha
scoperti.
Paul rimane con gli
occhi persi, immobile, mentre io mi giro verso Sutcliffe il quale ammira la
scena con le braccia conserte e un sorrisetto compiaciuto.
- Stuart.. noi non.. –
cerco di dire qualcosa, ma la risata di rimando si Stu mi costringe a lasciar
cadere la frase.
- Oh Juice per favore!
L’ho notato subito che McCartney aveva un particolare riguardo nei tuoi
confronti, sai com’è lui è molto geloso delle suo cose. – asserisce il nostro scopritore degradandomi da persona a cosa,
ma non ci do molto peso, piuttosto torno a guardare Paul che è ancora immobile.
- Quindi McCartney ti
fai la sorella del tuo migliore amico, ma dimmi John lo sa? – il suo tono è
chiaramente sarcastico, sembra che il suo scopo sia quello di litigare.
- Fottiti Sutcliffe! –
le parole escono dalla bocca di Paul come se fossero un ringhio minaccioso.
- Deduco di no. –
continua Stuart guardandosi le unghie – e deduco anche che a John non faccia
dunque molto piacere questa storia. – conclude facendo crescere il panico
dentro di me.
- No ti prego, non
dirlo a Johnny!- lo sto pregando, ma lui sorride. Sa di averci in pugno.
- Dimmi Paul, dopo che
te la sei sbattuta per bene la lasci come hai fatto con tutte le altre? O forse
lei non lo sa qual è l’usanza del suo Paulie.
– ecco. Una pugnalata. Sento perfino il fiotto caldo di sangue che mi
cola giù dal petto.
Come può Stuart dire
una cosa del genere davanti a me? Come può sgretolare ogni mia certezza in
questo modo? Con il sorriso?
Guardo Paul cercando
appoggio, ma lui è in piedi fermo come una statua che guarda Stuart con odio,
il quale invece ride soddisfatto.
- Sai Judith, non devi
farti incantare dal viso d’angelo di McCartney, perché lui in realtà…. – no Stu
non ti voglio sentire!
- Stai zitto figlio di
puttana! – lo blocca Paul rabbioso ed avvicinandosi a grandi passi verso il
ragazzo dagli occhi neri, ma Sutcliffe non lo guarda e si rivolge di nuovo a
me.
- Faresti bene a non
fidarti di lui. – eccola la seconda pugnalata. Trattengo il respiro e chiudo
gli occhi perché sento un forte senso di nausea crescermi dallo stomaco. – lo
dico per il tuo bene, io potrei darti molto di più.-
Non voglio sentire
tutte queste cose, io rivoglio il mio equilibrio, non posso sopportare questa
orribile confusione.
Dette queste sue
ultime parole Stuart scende le scale tranquillo lasciandomi di nuovo da sola
con Paul.
Sento caldo e mi gira
la testa. Paulie si avvicina a me e mi stringe piano in un abbraccio,ma lo fa
con cautela, come se avesse il timore di un rifiuto io invece che allontanarlo
però affondo la testa nel suo petto e do sfogo alla mie lacrime.
Perché deve essere
così difficile? Perché? Sento uno
scoppio sordo dentro la testa e le parole di Stuart rimbombano come cicatrici
fumanti.
- Paul.. – mormoro tra
le lacrime cercando conforto tra le sue braccia, cercando la sicurezza che lui
riesce così facilmente a darmi con il suo profumo ed il suo calore.
Mi sembra di
immergermi in uno stagno, nell’acqua putrida eppure fresca, l’acqua che tutte
le speculazioni e le supposizioni di Stuart hanno reso così sporca.
- Sono qui Juice. – mi
sussurra lui con voce dolce, alzo il viso e lo guardo negli occhi, mi guarda
triste e preoccupato, la rabbia è scomparsa, adesso sta solo pensando a me.
Come posso dubitare di
questi due occhi? Come posso dubitare di lui?
- Ragazzi, venite a
mangiare queste dannate pizze? – l’urlo isterico di John spezza l’atmosfera che
si è venuta a creare e io finalmente mi libero dalla tensione e dalla paura.
Sono tra le braccia di
Paul, il resto non conta.
Paulie mi lascia un
bacio sulla fronte, mormorando un premuroso ‘non preoccuparti ‘.
Affondo di nuovo il
viso sul suo petto, così a fondo da poter sentire il suo cuore battere
tranquillo e rassicurante.
È seguendo il ritmo
del suo cuore che mi calmo. Paul scende, mentre io mi cambio, mi rinfresco il
viso e cancello i segni della mia crisi di pianto. Dopo qualche minuto
raggiungo gli altri, scossa, e spaventata, anzi terrorizzata dal sentimento influente
e vigoroso che sta crescendo dentro di me.
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Capitolo 7 *** * Forever trust in who you are * ***
* Forever trust in
who you are *
- John sei un idiota!- esclamo esasperata.
- No cara, qui l’idiota sei tu! – ribatte mio
fratello facendomi innervosire.
- Stronzo! –
- Strega! –
- Tagliati quella barba che sembri un vagabondo! –
gli dico avvicinandomi al suo viso.
- ha parlato la befana! – mi risponde per le rime
quel razza di maleducato.
- ehm … ragazzi … calma … su … - cerca di calmarci
George da dietro l’anta della credenza.
- è tutta colpa di Judith! – si lagna John
- Colpa mia?? Ah bè questa è bella! – affermo
gesticolando come una pazza.
- Adesso basta!Lennon 1 e Lennon 2 dateci un
taglio! Sembrate dei bambocci! Lennon-Maschio con noi a fare le prove e Lennon-Femmina
in camera a fare i compiti! Hop hop hop! – la voce di Paul arriva tonante da
dietro le mie spalle e alla fine sia io che mio fratello ci arrendiamo e
facciamo quello che ci ha ordinato lo zio Paulie.
Mi siedo vicino a
Ringo e Cynthia. Rings mi ha tenuto il posto accanto al suo perché cito
testuale ‘mi sento trascurato dalla mia piccola Juju’ e in effetti è vero.
Ultimamente il mio tempo lo passo prevalentemente con un altro Beatle.
Guardo Stuart che
torreggia dalla sua posizione accanto a quella di capotavola di Johnny,
esattamente di fronte al povero Paulie che stasera deve trovare la sua pizza
molto interessante dato che non alza lo sguardo dal suo piatto.
Ho capito ormai che
Stuart ha una simpatia per me. Una simpatia? insomma ma come cavolo parlo? Non
so cosa voglia, ma non vuole che io stia con Paul, si ritiene addirittura molto
meglio di lui.
Non metto in dubbio
che Stuart sia bello e per quel poco che lo conosco mi è sembrato anche molto
carismatico, sembra quasi la versione più tenebrosa di McCartney.
Forse è per quanto che
non vanno d’accordo, sono molto simili e dunque le loro personalità cozzano tra
di loro, dopotutto entrambi amano stare al centro dell’attenzione, sono
consapevoli della loro bellezza e sono anche estremamente sfacciati.
Ma perché Sutcliffe
vuole così ardentemente che io mi allontani da Paul? Perché fa di tutto per
metterlo in cattiva luce davanti ai miei occhi?
Dagli schiamazzi e le
risate che Stuart condivide con Johnny sembra quasi che voglia rubare a
McCartney oltre che la ragazza anche il migliore amico. Ma perchè?
- a che ora vi dovete
esibire stasera Ringo? – chiede Cyn al batterista che sta litigando con un
pezzo di mozzarella un po’ troppo filante per i suoi gusti.
- alle undici e mezza,
quindi c’è tempo. – le risponde Richard sfoderando il suo famoso sorriso così
dolce ed innocente.
Dopo la cena io e
Cynthia ci sediamo sul divano in disparte mentre i ragazzi bevono birra e
iniziano stranamente a strimpellare qualcosa. Dico stranamente perché ormai non
riesco più a figurarmi i miei quattro amici senza uno strumento in mano, che
sia la chitarra o una lattina di birra vuota.
- Bè allora cosa mi
racconti? È successo qualcosa mentre non c’ero? – inizia il discorso la mia
amica bionda, come se lei non sapesse già tutto! Scommetto che prima di venirmi
a trovare si è fatta fare un resoconto dettagliato di tutto quello che è
successo a Liverpool negli ultimi mesi.
- Bè niente di che.. –
rispondo vaga, concentrandomi su un puntino immaginario fuori dalla finestra
per non doverla guardare negli occhi.
- Fai schifo come
bugiarda Juice! – mi prende in giro Cyn, per poi farmi girare il capo nella sua
direzione, ecco fatto fregata in meno di due minuti.
- C’è un ragazzo! –
esclama sicura e felice sfoderando un sorriso furbo, troppo furbo!
-Era una domanda? No
perché a me sembrava una constatazione. – affermo sconsolata cercando di non
parlare proprio di quello.
- Chi è?chi è?chi
è?chi è?chi è?- urla la biondina battendo le mani entusiasta – sai stavo
cominciando a pensare che iniziassero a piacerti le femmine!- oh questa poi!
Senza rispondere e con
la testa china, lancio uno sguardo in direzione di Paul, che era seduto a gambe
incrociate sul pavimento e stava facendo sentire agli altri una nuova canzone
immagino.
- No, no no no, cioè
dai no.. NO! – grida Cynthia quando finalmente capisce che il fantomatico
ragazzo è proprio quel meraviglioso ometto che ride con la sua chitarra stretta
fra le braccia.
- perché no scusa? –
le chiedo stizzita distogliendo lo sguardo dato che Johnny ha cominciato a
guardarci stranito.
- Perché adesso metà
delle donne di tutta Liverpool vorranno ucciderti! – asserisce con fin troppa
convinzione Cyn portandosi le mani sul viso un po’ come nel quadro ‘l’urlo’.
- esagerata! – le dico
togliendole le mani dalla faccia.
- No davvero! Anche
mia madre dice che è bello! – Oh mio dio! Ma santo cielo! Ma dai! Faccio un
espressione sconvolta, pensando alla mamma di Cynthia che è tutto, ma non più
giovane. Poi mi immagino Paul che le prende la mano e.. e… scuoto la testa
cercando di scacciare quella brutta immagine.
- Grazie, per gli incubi
che avrò stasera! – le dico nervosa lanciando un occhiata verso Paul, il quale
sta bevendo una birra, quanto vorrei essere quella bottiglia in questo momento.
- Bè non puoi darle
torto.. – la mezza frase della mia amica mi riporta alla realtà così guardo la
bionda con un faccia come per dire ‘cosa stai dicendo????’ – Insomma Juice,
stiamo parlando di McCartney, un bel viso da cucciolo e la fama del playboy! È
un mix micidiale. – ecco, tutti mi fanno notare che Paul ci sa fare con le
ragazze, grazie!
- Eh dico guardalo! Ci
sono dei giorni che anche io…. –
- Cynthia, per l’amor
del cielo! – le urlo sconcertata! Adesso che anche la mamma della mia migliore
amica si sogni di farsi il ragazzo che mi piace lo posso sopportare, ma che
anche la mia amica lo faccia questo proprio no!
- Si ehm scusa… - dice
portandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio e sorridendomi riconciliante,
dopodiché si gira verso di me e incrocia le gambe sul divano.
- Cyn puoi almeno
toglierti le scarpe? Perché sai questo divano lo pulisco io.. – le dico
cercando di sfilarle le sue ballerine bianche ottenendo come risposta un
sospiro.
- L’avete già fatto? –
mi domanda guardandomi seria. Allora se fossi stata in piedi ad una domanda del
genere credo che mi sarei trovata per terra, dato che però ero seduta mi
limito a sgranare gli occhi e a blaterare mezze frasi a caso.
- è un si? – mi
risponde la biondina guardandomi con cipiglio.
- no nono! No non
ancora no.. – dico trovando un fiato che non sapevo di avere.
- Come nemmeno andati
vicino? – improvvisamente la giornata trascorsa con Paul mi torna in mente, le
due galline, il salice piangente… la storia dell’esperienza nel bosco.
- Diciamo che le
occasioni non sono mancate. – sentenzio abbassando lo sguardo, scommetto anche
che sono arrossita! – Però io non ho voluto. – concludo con il mento
completamente schiacciato contro al petto.
- Mammamia che suora
di clausura che sei Juice! – mi dice sventolandomi una mano in faccia per dare
più importanza alla sua tesi.
Con furore rialzo il
viso e guardo Cyn con gli occhi sbarrati. Adesso va bene tutto , ma prendere
delle suora non lo posso sopportare! Eh che cavolo!
- Scusa se non la do
via come se fosse un frisbee! – le dico gesticolando come una mezza matta e
mentre la mia amica ride della mia similitudine poco ortodossa, volgo il mio
sguardo a Paul che in quel momento mi stava guardando.
Lo guardo dolcemente,
mentre lui mi sorride timido, prima di essere colpito da un cuscino di
provenienza ignota. Scuoto la testa sconsolata, ma è Cynthia che esprime il mio
pensiero a parole.
- Ah gli uomini! Che bambocci!
– infatti proprio in quel momento Johnny è saltato addosso a Paul dando inizio
ad una delle loro ormai famose guerre civili.
- Però pensa tu sei la
mia migliore amica e io sto con tuo fratello che è il migliore amico di quello
che piace a te! Che gran confusione! – non rispondo a questa sua
considerazione, primo perché non ne vedo il nesso logico sintattico con il
discorso che stavamo facendo e secondo perché quando Cyn inizia a fare la
filosofa ispirata e meglio lasciarla perdere.
- Comunque tornando al
discorso di prima.. – ecco brava bionda che mi interessava. – è meglio se fai
di tutto per tenertelo stretto, perché oltre alle altre mille mila so che c’è
una ragazza che gli fa una corte spietata da un anno o di più! – allora io inizio a pensare.... per
due mesi ho ancora 17 anni, per cui se la uccido prima dell’otto luglio non
vado in galera, al massimo il riformatorio!
- Chi è la mia futura
vittima? – dico strofinando le mani con sguardo assatanato cosa che mi costa un
occhiata sbigottita di Cyn.
- Jane Asher. –ok bene
perfetto, addio al mio sogno amoroso con Paulie.
- La rossa che fa
anche la modella? – Cynthia annuisce lentamente e mi guarda premurosa, come per
capire cosa sto provando, anche se in realtà nemmeno io lo so per certo.
È come se dentro di me
ci fossero due personalità contrastanti, che però hanno la stessa forza, una
delle due mi dice che devo fare di tutto per tenere stretto Paul, mentre l’altra,
che mi sembra anche quella più acida, mi dice che alla fine è quello che
voglio, niente di serio.
- Bè se fa il
bastardo, so come fargliela pagare! – dico senza nemmeno pensarci, infatti, la
mia frase era più un pensiero espresso a voce alta.
- come? – mi chiede
Cyn, che poi sembra capire meglio a cosa mi riferisco e si corregge chiedendomi
– con chi? – io utilizzo di nuovo la tecnica dello sguardo fugace, che avevo
usato con Paul prima e così Cynthia capisce che mi riferivo a Stuart.
- Cazzo Juice, così
costringi tuo fratello a cambiare compagnia di amici!- urla la biondina
scandalizzata, io però per cercare di tapparle la bocca le salto addosso e le
faccio sprofondare la testa in mezzo ai cuscini.
Dopo dieci minuti
buoni di lotta corpo a corpo io e Cyn ci accorgiamo che dal punto dove prima
erano seduti i ragazzi non proviene alcun suono, così come in un film dell’orrore
voltiamo lentamente le teste verso gli uomini e vediamo cinque caschetti scuri
che ci guardano con espressioni indecifrabili.
- Juice se me lo
dicevi, vi preparavo il fango! – afferma Johnny facendo scoppiare a ridere
tutti quanti.
La tristissima battuta
di John, mi porta ad odiarlo profondamente così,libero Cynthia e mi scaglio su
di lui, ma solo quando il mio caro fratellone è seduto sulla mia schiena e
tiene la mia testa ancorata al pavimento, mi rendo conto che lui in quanto uomo
è più forte di me.
Non so per quanto
tempo ho fatto da sgabello a Johnny, so solo che come se la mia pena non fosse
abbastanza ‘pesante’ Cynthia da dietro le spalla di Paul disegnava in aria un
rombo e potevo leggerle il labiale, il quale diceva chiaramente ‘ Rombo Amoroso’.
Erano quasi le undici
e i Beatles si stavano preparando per andare a suonare al Cavern Club, un locale
molto in voga a Liverpool, dove i miei quattro amici erano ormai ospiti fissi.
I ragazzi erano in
camera di John, mentre io e Cynthia eravamo nella mia a cambiarci, mentre io mi
stavo vestendo la mia amica bionda ha detto che sarebbe andata a vedere a che
punto erano i ragazzi, anche se scommetto che è tutta una scusa per vedere
Johnny in mutande.
Mi stavo allacciando i
bottoni della camicetta quando ho sentito un respiro sul collo, istintivamente
ho sorriso e mi sono voltata per incontrare lo sguardo ammirato di Paul.
- Sei bellissima. –
asserisce sicuro stampandomi un bacio a fior di labbra, io non sono mai stata
una ragazza vanitosa, anzi sono a dir poco molto insicura, ma lo sguardo, la
luce che vedo negli occhi di McCartney quando mi guarda mi fa sentire
meravigliosa, anche se indosso una semplice gonna nera ed una camicetta
aderente.
- Sai che è illegale
fare irruzione nelle camere altrui in questo modo? – gli sussurro mettendo
entrambe le mani sul suo petto, come per allontanarmi, ma le sue braccia
tenevano stretta la mia vita alla sua. – potrei chiamare un avvocato e
denunciarti, ti metterei in mutande! – continuo la mia messa in scena
sorridendogli sulle labbra.
- Non devi mica
chiamare un avvocato per mettermi in mutande! – risponde malizioso Paulie
facendomi ridere ancora, risate che però mi muoiono in gola quando inizia a
baciarmi il collo.
McCartney cerca di
slacciarmi la camicetta, ma la squillante voce di Cynthia mi richiama all’ordine,
per cui devo andarmene.
Paul appoggia
sconsolato la testa sulla mia spalla e con le labbra contro il mio collo
sussurra – Ma non può aspettare cinque minuti? – io gli accarezzo la testa
affondando le mani nei suoi morbidi capelli scuri e gli lascio un bacio sulle
labbra prima di andare in camera di John seguita a distanza da Paulie.
Entro in camera appena
in tempo per sentire Stuart che dice:
- Quindi stasera è il
vostro ultimo spettacolo a Liverpool? Dopo dove andate? –
- Ad Amburgo! –
esclama mio fratello entusiata.
Io spalanco la porta e
guardo tutti atterrita – Ad Amburgo?? – chiedo incredula mentre un fiotto di
rabbia cresce dentro di me e sento un irrefrenabile voglia di prendere a pugni
il primo che mi capiti a tiro.
Heilà Genteeee! :)
So che la maggior parte di voi vuole uccidermi perchè avevo
promesso di aggiornare prima, ma purtroppo non ci sono riuscita,
però adesso eccomi qua! sono tornata stanotte dal mare e
già aggiorno per scusarmi! :)
Voglio ringraziere tutti quelli che hanno letto e recensito e devo darvi un altra notizia:
VADO A NEW YORK! chissenefrega direte voi, e io vi posso capire,
però diciamo che un pò vi interessa perchè parto
il 15 Luglio e sto via due settimane, quindi purtroppo non potrò
aggiornare.
Ovviamente vi prometto che in questo tempo che mi rimane farò il
possibile per aggiornare più capitoli che riesco, ma non vi
prometto nulla con i miei tempi.
Ad ogni modo ora ringrazio le mie dolcissime 7 recensitrici ( grazie per
essere state così tante, davvero tra poco piango!!!! :D )
p.s Ci tenevo a dirvi che nel prossimo capitolo il rapporto
fratello/sorella tra John e Juice arà molto più spazio
per esprimersi! grazie a tuttiiiii :*
p.p.s Scusate se ci sono degli errori, ma questo capitolo l'ho scritto tutto d'un fiato e presa dalla rabbia di aver scoperto un plagio. Purtroppo ad essere originali a volte si rischia di creare una moda.
Love and always to the top.
Emrys_
_Eleanor R_: Capisco
il tuo odio per Stuart e ti dirò io l'ho sempre adorato, ma la
mia storia me lo sta faendo odiare anche a me! :) Trovo davvero carino
e creativo il primo pezzo della redensione e ti sono grata di non
averlo cancellato! :D Comunque il primo pezzo del capitolo
è davvero importante! e per una volta ho fatto vincere quel
cucciolone di Ringo!! Grazie per la recensione! :*
GiuliV:
Anche io spero vivamente che Juice scelga Paul! :) però con
quello che è successo in questo capitolo forse la storia tra i
due è finita................... o magari no!!! chi lo sa?
pensa che non lo so nemmeno io che la scrivo la storia quindi immagina!
:) Grazie per la recensione dolcissima! :*
I Love The Beatles:
Ma ciao|! :) Allora ti ringrazio per la recensione e per l'entusiasmo
che ci metti! però volevo dirti che la tua storia è
davvero meravigliosa! io in confronto scrivo malissimo! è come
paragonare J.K. Rowling a Victor Hugo!! ossi! u.u Comunque adoro
il modo in cui parli di ogni dettaglio sei molto minuziosa e poi un
ultima cosa, di solito gli scrittori che si avventurano nello scrivere
una storia con due punti di vista fanno lo sbaglio di curarne meglio
uno di un altrro, mentre tu no! entrambi i punti di vista sono curati
alla perfezione, per cui BRAVA E PUBBLICALAAA! :) ciao :*
_ Enya:
Questo nuovo nome mi piace! si si! U.U ti rinrazio per essere tornata a
recensire! ^^ ma avvero hai stampato la mia storia?? OMMIDDIO! *_____*
cioè mi rendi ultramega felice! :) grazie grazie grazie! :* mi
dispiac che ti sto facendo odiare Stu, ma forse andando avanti
diventerà più simpatico, chi lo sa?
Melardhoniel: Ave!
:) Bengiunta tra le recensitrici! :) grazie grazie grazie! :* so he
John aveva due sorella, ma purtroppo nessuna delle due e mai diventata
famosa, oh almeno nessuna delle due ha mai partecipato alla vita dei
Beatles, così ho pensato che sarebbe stato carino! comunque ti
meriti dieci punti perchè adori Paulieee^^ non so se l'hai
capito, ma tipo io ho una mega cotta per lui! :) Grazie per la
recensione spero che mi dirai cosa pensi anche di questo capitolo! :*
p.s. Ringhino Dolcino è fenomenale come nome! :)
Martha McCartney:
La scena iniziale di questa volta è una epic win come mi hanno
detto! :) e comunque non capico perchè ti sottovaluti sempre
così! le tue recensione sono fantasticheee! :P comunque che Paul
e Juice erano due stupidi si sapeva, peccato che adesso devono
vedersela con quel furbetto di Stu! :) secondo te il principe un
pò finocchio riuscirà a salvare la bella donzella dalle
grinfie di Stu il mavagio?? :)
ale95: Bengiunta anche tu! :) grazie per la recensione e spero vivamente che anche questo capitolo ti piaccia! :)
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Capitolo 8 *** * Wounded Warriors * ***
*
Wounded Warriors *
Sento l’inconfondibile rumore di una chitarra che
suona in cucina, ma guardando l’orologio il quale segna le tre e mezza di notte
penso che sia un effetto collaterale dell’aver lasciato cucinare John.
Richiudo gli occhi, ma il rumore è troppo reale
per essere un sogno, così mi decido a scendere dal letto ed andare a vedere in
cucina.
Quando entro nella stanza trovo Paul con una
chitarra mentre John tiene in mano carta e penna.
- Cosa diavolo state facendo? –
- Una prepotentissima ispirazione mi ha colpito e
mi ha impedito di prendere sonno, così
sono venuto da John e gli ho fatto sentire la canzone! . – mi risponde
tranquillo McCartney, come se la cosa fosse del tutto normale.
- e meno male che sei venuto! È fantastica!! –
Sono scemi uguale questi due penso mentre me ne torno a letto rassegnata.
Sono immobile davanti
alla porta della stanza di John, tutti mi guardano preoccupati, come se
cercassero di leggermi dentro, ma io sono una statua di ghiaccio. Mio fratello
se ne va. John che è tutto quello che mi è rimasto, è tutta la mia famiglia
perché io ho veramente solo lui al mondo, John il mio John ha deciso di andare
in Germania.
Passo in rassegna
tutte le persone dentro alla stanza.
Cynthia non mi guarda
nemmeno negli occhi, probabilmente credeva lo sapessi, oppure di comune accordo
con John ha deciso di mantenere il segreto. Ma perché? Per quel motivo lo sono
venuta a sapere così?
Guardo Stuart, che è
rimasto seduto sul letto, anche lui mi guarda ed i suoi occhi mi sembrano i più
sinceri di tutti. Si vede che è dispiaciuto, probabilmente si sente in colpa
crede di essere lui la causa del mio comportamento, ma ovviamente non è così.
Mi sembra che il tempo
si sia fermato, tutti mi guardano in attesa di una mia reazione, ma io non ho
la forza di reagire.
Ora i miei occhi slittano
su George e Ringo, quest’ultimo quando incontra il mio sguardo abbassa la
testa, almeno si è reso conto che stasera con me si è comportato da vero
bugiardo, si è comportato come se nulla fosse, come se loro non se ne andassero
lontani da me.
George non è mai stato
bravo a mentire, ora si spiega il motivo del suo distacco da me, non ha nemmeno
avuto il coraggio di rivolgermi la parola per paura di dirmi tutto.
Non guardo Johnny, non
ci riesco, non posso incontrare i suoi occhi scuri troppo simili ai miei, mi fa
male, brucia. Perché non si rende conto di quello che mi sta facendo?
È davvero così
stupido?
Sento il bisogno di
uscire da questa camera, l’aria è diventata irrespirabile, così mi volto, ma
c’è Paul dietro di me e non vuole lasciarmi andare.
Paul, Paul, Paul,
Paul…
Io credevo davvero che
ci fosse qualcosa tra di noi, che si fosse reso conto dei suoi sentimenti per
me, ma invece probabilmente l’ha fatto solo per il sesso.
Di sicuro avrà
pensato: ‘tanto vado in Germania, poi non è più un problema mio.’ Eppure mi
sembrava così vero, così dolce e sincero.
È come se stessi
cercando in tutti i modi una maniera per discolparlo, ma non la trovo.
Abbiamo passato un’intera
giornata insieme, solo io e lui, ma perché non me l’ha detto? Come ha potuto
essere così tranquillo avendomi accanto mentre mi nascondeva una cosa del
genere?
Cerco di superarlo, mi
rifiuto di guardare anche i suoi occhi, così a testa bassa cerco di andarmene,
ma lui mi blocca sussurrando appena il mio nome.
Ed ecco il mio primo
errore madornale: lo guardo in faccia.
I suoi occhi sono
limpidi e seri, sta cercando di leggermi dentro, ma non glielo permetto, cerco
ancora di andarmene, ma si ripete la scena di prima, solamente adesso Paul mi
tiene stretta per le spalle, costringendomi a fissarlo.
- Lasciami andare. –
sussurro piena di rabbia, non è il momento, non ho voglia, voglio solo starmene
da sola.
- Judith, ascolta…
noi.. noi non l’abbiamo detto… perché.. noi pensavamo che.. – McCartney tenta
di farmi bere una delle sue tante scuse, ma ovviamente io non gli credo, così
con un gesto stanco della mano lo zittisco.
È una sensazione
strana quella che sento, sono arrabbiata, non triste, non sento lacrime calde
solcarmi il viso, ma posso percepire il dolore alle mani a causa della
pressione che esercito involontariamente sui pugni.
- Judith io non volevo
farti soffrire – la voce di John mi travolge, è come se una freccia mi avesse
colpito in pieno.
- Quindi hai pensato
che avrei dovuto scoprire il tutto a cose fatte? Certo un giorno di questi mi
sarei svegliata e tu saresti semplicemente scomparso! – mi girò di scatto e
finalmente lo guardo è proprio lì, nel mezzo della stanza che mi guarda
massaggiandosi appena la testa.
- Ju, volevo dirtelo,
ma poi con Paul stavamo cercando il modo giusto per fartelo sapere.. – sento un
bruciore alla gola, sto trattenendo un urlo di rabbia che scalpita per uscire
dalla mia trachea, Paul? Lui e Paul hanno pensato? Ma da quando mio fratello fa
quello che gli dicono gli altri? Da quando è Paul che decide per quello che è
meglio per noi due?
Mi volto lentamente
verso McCartney con uno sguardo intriso d’odio, i miei occhi neri sono ridotti
a due fessure, pronti ad attaccare.
- Paul spiegati perché
forse mi sono persa dei passaggi, da quando tu ti intrometti nella nostra vita?
– lo vedo deglutire a vuoto e per la prima volta da quando siamo qui distoglie
lo sguardo, apre la bocca per parlare, ma poi la richiude emettendo un respiro
flebile e confuso. È con le spalle al muro, sa perfettamente che non ha nessuna
via di scampo, ha fatto una cazzata e adesso la sua espressione da cucciolo non
lo può salvare.
Mi guarda con i suoi
enormi occhioni impauriti e sembra supplicarmi, forse in un altro momento
questo sguardo mi avrebbe fatto sciogliere e gli avrei perdonato ogni cosa, ma
adesso stiamo parlando della mia famiglia e non posso lasciarmi incantare.
- Paul dimmi perché
cazzo non mi hai detto niente! – mentre urlo questa frase gli do uno spintone
sul petto e lui indietreggia di un passo per non perdere l’equilibro, ora tiene
la testa bassa, non ci prova nemmeno a difendersi, gli altri di sicuro mi
staranno guardando straniti, ma non mi importa niente adesso, devo sfogarmi su
qualcuno.
Un nuovo moto di
rabbia mi travolge e così inizio a dare dei pugni sul petto a McCartney che
rimane immobile e si lascia picchiare come una bambola di pezza.
- Sei uno stronzo, un
maledetto stronzo! – continuo a dire sempre più piano, mentre continuo a dargli
dei pugni, so che per lui i miei colpi non sono nulla, gli starò facendo il
solletico, ma sento il bisogno di fargli del male, lui me ne sta facendo
troppo.
- Judith fermati non è
colpa sua! – mi sgrida autoritario John, ma io non gli do retta e continuo a
sfogarmi sull’addome del povero
malcapitato.
- Judith! – gli ordini
di John stavolta non si fermano alle parole, ma mi prende per i polsi e mi
ferma dopodiché facendo spostare McCartney mi spinge in camera mia e mi butta
sul letto.
- Ma cosa cazzo fai?
Perché te la sei presa con Paul? Ma dico sei impazzita? – continua ad urlarmi
contro gesticolando come un matto, mentre io mi massaggio i polsi e mi metto
seduta sul letto.
- Come se fosse colpa
sua! Sono stato io che non trovavo il modo di dirtelo ok? Io avrei dovuto
dirtelo non lui! Per cui non vedo il motivo della tua cattiveria! – non sento
nemmeno le sue parole, perché un grigio velo di malinconia ha quietato la mia
ira.
- Johnny non mi
lasciare. – riesco a mormorare tra i singhiozzi senza lacrime che mi stanno
prendendo convulsi – non posso stare senza di te, non mi avresti abbandonato,
me l’avevi promesso, l’avevi promesso alla… mamma. –
Alzo gli occhi proprio
nel momento in cui le mie ultime parole lo trapassano da parte a parte, lo vedo
chiudere gli occhi ed inspirare a fondo, prima di sedersi accanto a me e di
stringermi tra le sue braccia.
- è più importante la
musica di me Johnny? – continuo ad esprimere tutte le mie più profonde paure,
mi sento davvero uno straccio.
- Non essere stupida
Jud. – appoggio la testa sulla sua spalla e chiudo gli occhi, non posso nemmeno
immaginare cosa farò senza John.
- Rimani con me, ti
prego. – gli sussurro vicino all’orecchio e lo sento sospirare ancora, stanco,
so benissimo che è con le mani legate, so che se il suo manager quel Brian ha
detto così deve per forza andare così, ma io non ce la posso fare da sola.
- Ti prometto che ti
chiamerò tutti i giorni, ti farò un resoconto delle mie giornate e staremo al
telefono per delle ore, ti prometto che prima di addormentarmi ti manderò la
buonanotte e che ogni mio concerto sarà per te, questa sarà la prima e ultima
volta che ci dividono Jud, se mai dovesse accadere ancora ti porterò con me,
scuola o non scuola non mi interessa, ma per stavolta devi accettare la realtà.
– per la prima volta sento un discorso maturo uscire dalle labbra di John, è
diventato un uomo ormai e adesso anche io devo fare la mia parte e crescere. –
pensi che per me non sia difficile dividermi da Cyn? Ed allontanarmi dalla mia piccola sorellina
pestifera? Sarà un inferno Jud, lo so! Ma devo farlo, è un’opportunità troppo
importante e devi accettarlo. Dobbiamo dividerci per imparare a vivere, perché
non posso sempre correre a consolarti ogni volta che sei triste lo sai bene
anche tu. –
Mentre lo ascolto
parlare vedo dei piccoli ricordi della nostra infanzia che si fanno strada
nella mia mente, John che mi protegge dai bulli, John che spende tutti i suoi
risparmi per prendermi una bambola nuova, John che controlla sotto il mio letto
per vedere se c’è l’uomo nero, e per ultimo il mio ricordo più dolce, tutte le
volte che sono triste, da quando ne ho memoria il mio fratellino corre da me e
mi abbraccia, mi consola e mi da un biscotto al cioccolato, non so perché lo
fa, è sempre successo da quello che mi ricordo ed è la cosa più amabile che lui
abbia mai fatto e faccia tutt’ora per me.
Ora capisco, il modo
più concreto in cui posso dimostrargli il mio affetto incondizionato è
lasciandolo andare, non posso tenerlo legato a me per sempre ed è giunto il
momento di comportarmi da brava sorella.
- Ho capito John, hai
ragione. – non devo dargli altre spiegazioni, ci siamo capiti ed ora è tutto a
porto.
- Hey Judith, guarda
cos’ho qui! – mi risponde facendo una vocina idiota ed in falsetto dopo aver
tirato fuori da non so dove un biscotto al cioccolato.
- ma dove cavolo li
nascondi? – gli dico ridendo ed agguantando letteralmente il mio ambito premio.
- mistero! – mi
risponde canzonatorio, prima di iniziare a ridere insieme a me.
Passano pochi minuti,
ma poi sentiamo qualcuno bussare alla porta e Paulie compare sulla soglia:
- John, dobbiamo
andare siamo già in ritardo. – dice senza emozione prima di voltarsi e
scomparire nel corridoio.
- Io vado a finire di
vestirmi, tu vai a chiedere scusa a quella specie di anima in pena!- così io e mio fratello ci dividiamo e io vado
a cercare Paul il quale scopro essere seduto sugli scalini della veranda.
Lo vedo prendere una
lunga boccata di fumo dalla sigaretta che tiene elegantemente stretta fra le
dita.
- Non hai uno spirito
troppo British per sopportare tutti quei wurstel? – esordisco attirando la sua
attenzione, mentre mi siedo accanto a lui lo vedo sorridere silenzioso e con lo
sguardo perso.
- Judith, penso che
dobbiamo finirla qui. – spalanco gli occhi incredula, mentre McCartney non
sembra esprimere nessuna emozione – sei ancora una bambina che non sa vivere
senza suo fratello maggiore. –
Non capisco, perché mi
tratta così? Gli prendo la mano libera mentre lo guardo sconvolta.
- anche tu faresti
così se avessi solo una persona al mondo! – ribatto acida, Paul sorride di
nuovo e con il pollice inizia ad accarezzarmi la mano con cui stringo la sua.
- Per te è meglio
così. – per me? Come può essere meglio per me se fa così male?
- No, per favore,
scusa per prima ho fatto una scenata lo so.. io.. – sono così confusa ed
afflitta che faccio fatica persino a parlare.
- Juice, sto cercando
di essere responsabile e di fare la cosa giusta. – e detto questo dopo aver
buttato il mozzicone di woodbine Paul si è alzato ed è tornato dentro.
Sono ancora
completamente turbata e smarrita per quello che mi ha detto Paulie, così quando
finalmente arriviamo al Cavern dopo che i ragazzi sono andati dietro alle quinte
per cominciare a suonare cerco un modo per dimenticare questa maledetta serata.
È proprio quando vedo
il barista servire da bere che mi viene in mente il modo per cancellare tutto.
Salve a tutti! :D
Sto facendo un aggiornamento lampo (ma non troppo) perché
venerdì parto per New York, quindi vi posto il capitolo più complicato e triste
che io abbia mai scritto!
Spero che vi sia piaciuto e che come sempre sia stata in
grado di farvi venir voglia di continuare a leggere.
Dato che so che due settimane sono molte ho deciso che
come regalo per il vostro supporto vi lascerò IL PRIMO ED ULTIMO (sia chiaro!!
:D) spoiler di tutta la storia.
Bene credo di aver detto tutto, ora ringrazio chi ha
recensito e poi vi lascio allo spoiler.
I Love The Beatles: Paul che bacia il collo! Chi non
impazzirebbe per una roba del genere? Mammamia :D a volte mi trovo in
difficoltà quando devo descrivere queste scene! :D grazie per la recensione e
se il capitolo precedente ti è sembrato triste non immagino questo! :D baci!
Jodie: Bengiunta! Fai sembrare la mia storia una strana
cocaina! :D “dipendente” addirittura? Ma così mi fai arrossire! :D purtroppo si
sa cos’è successo al Cavern, ma ti dirò Juice deve preoccuparsi più di rimanere
con la mente lucida piuttosto della fedeltà di McCartney!! :D non ti dico altro
altrimenti ti racconto la storia! U.U Ciaooo!
GiuliV: Eh si purtroppo il plagio è una cosa odiosa, ma
ad ogni modo succede e non si può far nulla, la mia unica piccola rivincita
sono le vostre recensioni! :D Grazie per i complimenti e non ti preoccupare per
i superlativi anche io la faccio sempre (solo che non lo faccio nei capitoli
altrimenti sembro matta! ) purtroppo i due si dividono, ma di sicuro succederà
qualcosa che ti terra attaccata al computer! ;D Grazie mille!
_Enya: Come niente connessione internet? Oddio ma più che
per me mi preoccupo per te! Io sarò anche un pochino ( ma solo poco) malata di
tecnologia, però stare senza internet, oddio io morirei!! :D be va bè
ovviamente non posso odiarti e ti ringrazio per le belle parole, spero che tu
possa leggere anche questo capitolo e per quanto riguarda il plagio, hai
ragione, grazie per l’appoggio! :D
KatyAniFrancy: Sei tornataaaaa! :D (parte in sottofondo
Paulie che canta Get Back!) che bello mi mancavano le tue recensioni! (Paul
smettila di cantare che mi distrai!!) :D tornando a noi ovviamente non mi posso
arrabbiare perché non hai recensito, capirai cioè non sei obbligata, ma sappi
che mi rendi più felice! :D Jane anche
se sembra un personaggio cattivo fidati che non lo sarà, le voglio troppo bene
per farle fare la parte della sciupa famiglie! :D bè insomma non famiglie ma
coppie dai :D Grazie per la recensione e spero di essermi superata anche
stavolta! :D Ciaoo!!
Ed ora come vi avevo promesso ecco lo spoiler!! :
Paul mi ha portato fino in camera mia e dopo aver mandato
George a cercare Johnny mi ha premurosamente appoggiata sul letto, per poi aprire la
finestra e mettersi a fumare per sciogliere la tensione.
Sento la testa girarmi vorticosamente e anche una strana
malinconia che mi parte dallo stomaco, lo vedo lì vicino al davanzale che fuma,
bello, bellissimo come sempre e non più mio.
Mi ha detto che sono una bambina, chissà cosa pensa
adesso.
- Judith perché ti sei ubriacata? – la sua voce matura
rompe il silenzio di quella notte di inizio Giugno – accidenti, mi hai fatto
prendere un colpo, quando ti ho vista lì con Stuart, ho temuto il peggio! –
sono veramente ubriaca fradicia oppure mi sta sul serio facendo la predica?
- Come se ti importasse! – mi lamento rannicchiandomi in
posizione fetale, come per tentare di contenere la mia tristezza.
All’improvviso sento il materasso flettersi sotto il peso
di un'altra persona e le calde labbra di Paulie mi sfiorano maliziosamente il
lobo dell’orecchio.
- Mi importa Juice, mi importa eccome. –
Ecco fatto! :D volevo fare una piccola precisazione prima
di salutarvi, io non rispetto veramente i tempi nei quali i Beatles sono stati
ad Amburgo, primo perché poi diventerebbe troppo il tempo che Judith e Paul non
si vedono e secondo perché io sto scrivendo una storia di fantasia e quindi
posso fare quello che voglio! Tiè!! :D
Bene vi saluto, ci sentiamo tra due settimaneee :* Bacioni e grazie! :D
Love and always to the top.
Emrys_
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Capitolo 9 *** * By your side * ***
*
By your side *
- Ragazziiiiiii tra un po’ prendo la patente e mi
chiedevo se magari uno di voi mi potrebbe, si insomma, farmi fare un giro di
prova! – urlo correndo in sala dove ci sono tutti i Beatles al completo che si
scambiano un' occhiata spaventata.
- Io non ho ancora la patente mi dispiace! – dice
George facendo un sospiro che mi sembra di sollievo.
- Io sto dormendo! – sbraita Ringo che abbandona
il suo solitario per gettarsi sul divano con gli occhi chiusi.
- Chi ha parlato? Vedo tutto nero! Non ci vedo
più! Aaaaah sono cieco! – urla Paul facendo finta di non vedere più nulla
girando per la stanza sbattendo di proposito contro i mobili. Così il mio
sguardo corre sulla figura di John che sta comodamente leggendo il giornale.
- Johnny mio bellino carino lui… - inizio con la
voce più ruffiana che riesco a fare.
- Mi dispiace Juice, ma cinque minuti fa sono
morto. –
Così sconsolata mi abbandono sul divano accanto al
finto cieco mettendo il broncio, dopodiché il dormiglione, il non vedente, il
non patentato ed il morto mi urlano in coro: - BABY YOU CAN’T DRIVE MY CAR!-
poi iniziano a ridere come degli stra maledetti babbuini.
I Beatles sono
scomparsi dietro alle quinte, staranno accordando le chitarre e sistemando gli
ultimi particolari immagino, io invece sono rimasta nella sala principale del
Cavern insieme a Cynthia e Stuart.
Bene devo solamente
trovare il modo di andarmi a prendere da bere senza che questi due inizino a
farmi da tutori.
- Juice vieni che
altrimenti ci perdiamo l’inizio! – mi urla Cyn che sta per essere sommersa da
una folla di ragazzine urlanti, io di sicuro non ci vado lì in mezzo, tanto i
Beatles provano tutti i giorni nel garage di casa mia! Comunque le faccio segno
di andare avanti mimando con le labbra un poco convincente ‘ poi ti raggiungo ‘
e lei forse per la fretta o per la scarsa luce mi crede.
Dopo essermi tolta dai
piedi Cyn mi dirigo verso il bancone del bar e ordino una birra, in men che non
si dica, la bevanda è pronta e finalmente posso rinfrescarmi la gola, è come se
la birra mi aiutasse a mandare giù il magone, l’enorme groppo che le parole di
Paul mi hanno lasciato in gola.
Finisco il mio bicchiere
immediatamente e sto già per ordinarne un altro, ma Stuart mi anticipa sui
tempi.
- Qualcosa di forte
per me e qualcosa anche alla mia amica! – afferma facendo cenno verso di me con
il capo, io intanto sento già il capo girarmi, forse per il fatto che ho bevuto
tutto il mio bicchiere in pochi secondi.
Per tutta risposta
alla gentile offerta di Stu io lo guardo stranita, mentre lui mi sorride
cordiale.
- Scusami Judith. –
mormora dopo aver assaggiato il suo drink e porgendomi il mio, intanto proprio
in quel momento i Beatles salgono sul palco tra le urla di tutto il Cavern e
George inizia a suonare le prime note.
- Perché mi chiedi
scusa? – gli chiedo confusa mentre mando giù quella strana bevanda arancione a
grandi sorsi, non so cos’abbia ordinato Stuart, ma inizio a sentirmi parecchio
confusa.
- Se solo fossi stato
zitto, non sarebbe successo tutto quel casino e mi dispiace.. – inizia il mio
amico guardandomi seriamente dispiaciuto, oddio questo è il colmo, lui può
avere tutte le colpe del mondo, ma di sicuro stavolta non c’entra nulla!
- No no no! Aspetta
non è colpa tua! Anzi forse ti devo ringraziare altrimenti non me l’avrebbero
mai detto quei quattro insettacci! – gli dico facendo dei gesti eccessivamente teatrali
con le mani.
Stu prende un altro sorso
dal suo bicchiere mentre la voce di Paul inizia ad addolcire l’aria calda di
quella specie di scantinato.
Chiudo gli occhi e
mando giù la tristezza insieme ad un sorso di alcool, mentre il pittore che ho
davanti continua a guardarmi strano.
- Juice, è successo
qualcosa? – questo oltre che a artista adesso è anche psicologo? Cioè ma si
vede così tanto che sono sconvolta? In due ore ho perso mio fratello, il mio
ragazzo ed i miei due migliori amici! Ma credevo di aver coperto bene i segni
della disperazione con il correttore!
- Sto benissimo io! –
gli dico mettendogli un braccio intorno alle spalle, non so nemmeno il motivo
forse ho solo bisogno di calore umano.
Mmh no, non credo sia
il bisogno di calore perché qui dentro si muore, più che altro sto usando
Stuart come colonna per potermi reggere in piedi.
- Hey amico mi dai un
altro bicchiere di questa roba qui? – dico richiamando l’attenzione del barista
che si era incantato a guardare i miei quattro amici che suonavano.
- Sono bravi vero?
Anche io suono, ma non così bene! – mi
chiede il barman mentre mi prepara il drink, cazzo ti prego no! Non ne voglio
più sentir parlare di quei quattro scemi! Pure il barista musicista mi doveva
capitare!
- Juice, ma sei sicura
di voler bere ancora? – chi è che parla? Ah già sono ancora appoggiata a Stu,
cosa vuole adesso una non può nemmeno traballare un po’ che subito la
etichettano come ubriaca? Che società crudele quella in cui viviamo!
- Certo, ho la gola
secca! Amico mio non farti governare dallo stereotipo che la società ci vuole
imporre! – uhm, considerando lo sguardo allucinato con il quale il pittore mi
sta guardando devo aver detto qualcosa di stupido.
Però io non mi ricordo
cos’ho detto.
Ah già la società, ok
promemoria: Non parlare di politica con Stuart.
- Vieni con me che
raggiungiamo Cyn! – mi dice il mio compagno dopo essersi convinto che dovevo
allontanarmi da tutte quelle belle bottiglie di whisky.
- Dove là in mezzo?
Cazzo no! Tutta gente brutta e sudata! Ragazzine che sognano di fare chissà
cosa con chissà chi, per favore no!- gli dico agitandomi e staccandomi da lui
che continua a guardarmi preoccupato.
- Ma tu sei astemia? –
mi chiede assottigliando lo sguardo da vero detective.
- No Stu, non credo in
Dio! – gli rispondo sicura, dopo quello che è successo alla mia famiglia come
posso credere che ci sia qualcuno che mi guarda e che fa di tutto per il mio
bene?
- Oh cazzo! Judith ho
detto astemia, non atea! – mormora Stuart portandosi una mano alla fronte e
massaggiandosi le tempie.
Io intanto cerco di attirare
di nuovo l’attenzione del barman per farmi dare qualcos’altro quando un brutto
energumeno grosso e peloso mi urla un poco galante: - Hey bambola! –
A quel punto non ci
vedo più dalla rabbia e mi avvicino a quella specie di orso per esporgli le mie
idee.
- Le bambole
forniscono un preconcetto sbagliato delle donne! – gli dico sventolandogli il
pugno in faccia, il mio nuovo amico sembra sorpreso, ma non posso approfondire
i miei argomenti perché Stu è tornato a prendermi e adesso sono completamente appoggiata
a lui.
- Ho litigato con
Paul. – ammetto a non so chi, anche se l’unico che mi ha sentito è stato
proprio il mio amico/bastone – e non ci voglio pensare. -
- Allora hai ben
pensato di bere come una spugna? – mi domanda allarmato mentre cerca un posto
dove farmi sedere.
- Perché mi sembra di
sentire la sua voce ovunque Stu? – gli chiedo mentre mi appoggio contro una
colonna e lui si guarda in giro confuso.
- Juice, Paul è su
quel palco e sta cantando con davanti un microfono è per quello che lo senti! –
mi risponde Stu seccato, come se il fatto che McCartney stesse su quel palco
fosse una cosa ovvia, non siamo mica tutti così attenti ai particolari come
Sutcliffe!
- Mi piace come
ragioni amico! – affermo alzando la mano per farmi dare il cinque, ma Stuart è
troppo impegnato a cercare qualcuno e la mia mano è davvero troppo strana, così
la prendo e inizio a guardarla.
- Allora, io ho due,
quattro dita… - dico mentre mi conto
distrattamente quelle strane salsicce che mi crescono dal palmo.
- Ne hai dieci Juice!
– afferma il pittore allarmato, al che il lo guardo scandalizzata! Dieci? Oddio
ma così tante?
- aaaaah! Levamele
levamele levamele!!! – urlo cercando di staccarmi le dita mentre Stu riesce
finalmente a portarmi fuori da quello schifo di seminterrato.
Lo sento borbottare
qualcosa come ‘adesso cosa faccio? ‘ John mi uccide’ ma poi mi incanto a
guardare il signore che mi saluta dall’altra parte della strada e non presto
molta attenzione a Stuart.
Agito la mano in
direzione dell’uomo che per tutta risposta si toglie il cappello e fa un
leggero inchino.
- Judith, chi stai
salutando? – mi chiede il mio compagno che continua a tenere una mano immersa
nei suoi bei capelli castani.
- Quel signore no?
Saluta anche tu non fare il maleducato! – lo riprendo dandogli uno schiaffo sul
coppino.
- Ahia! – si lamenta
nascondendosi tra le sue stesse spalle – Ju quello è un LAMPIONE! –
Uh? Oh bè però mi
saluta, solo perché non è un uomo non significa che bisogna essere incivili!
- Cosa sta succedendo
qui? – sbraita una voce che riconosco troppo bene e mi fa venire i brividi
sulla schiena, sento dei passi e vedo Stu irrigidirsi prima che Paul faccia la
sua comparsa insieme ad una ragazza.
Sento lo stomaco
sottosopra e una rabbia che si fa prepotentemente largo tra i miei pensieri, il
fatto che io non riesca a stare in piedi da sola è l’unica cosa che mi
impedisce di commettere un pluriomicidio.
Paul ci guarda
accigliato lo si può capire dal modo in cui il suo sopracciglio destro si è
sollevato senza essere seguito da quello sinistro.
Poi il suo sguardo
sembra riempirsi di rabbia e cattiveria, appena nota la vicinanza tra me e
Stuart.
- Tu sei la numero
cinque oppure la numero sei? - domando
alla ragazza con i capelli castani che è nascosta dietro al braccio di quel cretino
di McCartney, faccio la domanda con un sarcasmo che non mi ricordavo di
possedere.
- Lei.. – inizia Paul
girandosi a guardare la ragazza – si chiama Evelyn McCartney! – continua poi
come se la sua fosse una tesi inoppugnabile.
- Oh signore adesso anche
tra consanguinei! – dico alzando le mani al cielo e roteando gli occhi nella
stessa direzione.
McCartney abbassa la
testa e la scuote sconsolato – Eve, vai dentro da Ringo.- dice alla sua
accompagnatrice prima di tornare a guardarmi serio.
Nonostante il suo
sguardo rimanga fisso su di me Paul chiede a Stuart – cosa cazzo le hai fatto?
–le parole gli escono come dei sibili di rabbia.
- io? Io l’ho fermata
cazzo! – comincia Stu isterico – l’ho trovata al bancone e le ho offerto da
bere, ma poi lei ne ha preso un altro e un altro e poi mi ha detto che non
crede in Dio! E adesso si è anche messa a salutare i lampioni!! – il pittore
sta praticamente urlando e dice tutta la frase senza mai fermarsi.
- L’hai fatta
ubriacare apposta! – gli grida addosso Paul che sembra non aver ascoltato una
parola di quello che gli ha detto Stuart.
- ti ho detto di no!
Se sta così è solo colpa tua! – risponde il suo avversario a sua volta
arrabbiato per le ingiuste accuse che McCartney gli ha rivolto. Paulie preso da
un’ondata di rabbia perde il suo classico autocontrollo britannico e dopo aver
preso Stuart per il collo della camicia lo fa ruotare fino a sbatterlo contro
al muro esterno del Cavern.
- Non dire stronzate!
– la sua minaccia esce come un ringhio dalla bocca e Stu rimane interdetto per
qualche attimo.
- Mi ha detto che
avete litigato e che non ci voleva più pensare! Ecco perché ha bevuto idiota!
L’hai fatta star male!!! – e detto questo il pittore riesce a liberarsi di un
bassista sconvolto che non oppone più resistenza.
Paul ora mi guarda con
i suoi tipici occhioni da cucciolo smarrito, ma non lo sta facendo apposta, non
sta cercando di farmi sciogliere davanti ad uno sguardo estremamente dolce.
- Juice vieni, ti
porto a casa. – tende una mano verso di me, e questo stupido damerino viziato
crede che io possa ancora fidarmi di lui??
- Io a casa con te non
ci vengo! Non voglio più avere niente a che fare con te stronzo!- allontano con
una sberla secca la mano di McCartney, che mi guarda contrariato, ma rimane a
bocca aperta, senza parole davanti ad una donna, per la prima volta nella sua
vita.
Poi all’improvviso
un’altra persona esce dal locale e quando finalmente ci raggiunge ecco la mia
salvezza George Harrison è comparso un po’ ubriaco devo ammettere, ma comunque
è arrivato.
- Io non vengo con
voi! – urlo sia a Sutcliffe che a McCartney – voglio stare solo con Georgie! -
- Ah un fungo
parlante! – urla il mio salvatore quando letteralmente mi getto al suo collo –
aspetta aspetta… ma tu sei Judith! – conclude il suo monologo interiore con una
pacca sulla fronte.
- Juice non puoi stare
con lui, non vedi che è ubriaco? – continua con insistenza Paul, che vuole a
tutti i costi portarmi via da qui, ma io non voglio stare da sola con lui.
- Perché tu non sei
ubriaco? – gli risponde Harrison puntandogli un dito sul petto.
- Cazzo George ma sei
con me o contro di me?- strilla Paulie sull’orlo di una crisi di nervi e dopo
aver sbuffato parecchie volte succede una cosa che non avrei mai creduto di
vedere, Paul lancia uno sguardo di supplica a Stuart, che ricambiando con un’occhiata
d’intesa mi invita a tornare a casa insieme ai due Beatles.
- .. Io intanto entro
e cerco Johnny ok? – mi dice il pittore stringendomi le mani come si fa con un
bambino piccolo, però la testa mi gira troppo per offendermi.
- Ma non può entrare
lui – dico fulminando McCartney con uno sguardo di odio puro – a cercare mio
fratello mentre tu e Geo mi portate a casa insieme a quel simpatico omino viola
che hai sulla spalla? –
A questo punto vedo
Paul lanciare uno sguardo al cielo gridando ‘ Perché Dio perché? ‘ mentre Stu
abbassa la testa e si porta le mani sul viso.
- Vengo io va bene? Vengo
io perché io sono io e io ho le chiavi dunque io, vengo io! – sbotta all’improvviso
il bassista che dopo aver finito la sessione di preghiera giornaliera mi carica
in spalla e mi porta in macchina seguito da un Harrison che segue una farfalla
immaginaria.
Saliamo in macchina e
per dieci minuti buoni, Paulie cerca di ricordarsi come si accende la macchina,
poi dopo aver ringraziato un certo Adam (che io non posso vedere) mette in
moto.
- Accelera Paul! Quel pinguino ci sta superando! – urlo George
che tiene il viso completamente schiacciato contro il finestrino.
- ci sto provando! –
risponde McCartney che invece fa partire la radio a tutto volume.
Quando finalmente
arriviamo a casa mia, Paul mi prende in braccio ancora, dato che secondo il suo
modestissimo parere IO sarei UBRIACA! E dopo aver rimandato Geo indietro a
cercare mio fratello e Stuart , rigorosamente rimasti a piedi, si ferma davanti
alla porta di casa mia.
Dalla sua spalla
scorgo il suo palmo aperto nella mia direzione seguito da un – chiavi – per sollecitarmi
a permettergli di entrare in casa mia.
- Non ti do le mie
chiavi ladro! Sono nascoste dove non le trovi! – dico mettendo un broncio
magistrale che però lui non può vedere.
- Juice, io non mi
faccio molti scrupoli quando si tratta di toccarti. – e detto questo dopo
avermi finalmente rimesso a terra le mani di Paul si insinuano nelle mie tasche
alla ricerca delle chiavi di casa.
- Non sono lì! –
ghigno soddisfatta, mentre una parte di me rabbrividisce al tocco delle sue
mani morbide.
- sono nascoste nel reggiseno!
– continuò non rendendomi conto di avergli svelato il mio segreto!
- Dai le chiavi Juice.
– ripete McCartney aprendomi il palmo davanti alla faccia, io per tutta
risposta gli indico la scollatura della mia camicetta e Paulie rotea gli occhi
al cielo.
Dopodiché il tutto è
accaduto in una frazione di secondo, Paul ha infilato la mano sinistra nel mio
reggiseno e ha prontamente trovato le chiavi, dicendo, mentre apriva la porta,
che mai un paio di tette avevano fermato un McCartney.
Finalmente dentro.
entrambi ci fermiamo all’ingresso, Paulie si appoggia allo stipite della porta
della cucina, mentre io rimango allibita sulla soglia a causa della violenza
subita.
Poi all’improvviso
sento tutto il peso di McCartney addosso ed il suo profumo mi investe peggio di
una valanga, sento le sue mani cercare le mie e il suo respiro sulla bocca.
- Mi hai fatto
preoccupare. – mi sussurra sulle labbra per poi baciarmi, ma è un bacio strano,
come se ne sentisse seriamente il bisogno,
come se fosse affamato di me.
Mi lascio andare
quando sento la sua lingua incontrare la mia e mi sento così bene, è tutto così
giusto, come un perfetto puzzle di emozioni in sintonia tra di loro.
Poi però la magia
scompare, le sue parole mi tornano prepotentemente in testa, creando un eco di
dolore e spalanco gli occhi mentre lo allontano bruscamente da me.
Mi guarda con un'
espressione smarrita in volto, ma non gli lascio il tempo di capire perché scappo
in camera mia sbattendo la porta.
La sbatto, ma non la
chiudo a chiave.
Gli voglio far capire
che deve starmi alla larga, solo per altri cinque minuti.
Hi everyone!^^
Sono pienamente consapevole del vostro odio nei miei
confronti! Per cui se abbassate torce e forconi, grazzzie :D
Allora sono finalmente tornata! Sia dall’America! (sigh!)
che qui da voi.
So che ho aspettato molto prima di aggiornare, ma primo ho
dovuto adeguarmi di nuovo al fuso orario italiano, sei ore di differenza sono
davvero troppe! .-.
Secondo sono stata punta da un ape ed io in quanto allergica
mi sono fatta la mia felice gita all’ospedale! -.-“
Ed inoltre questo capitolo mi era venuto fuori un po’
troppo lungo, dunque ho dovuto cambiarlo mille mila volte e ho anche cambiato
il finale in continuazione!! (ammetto di non essere sicura nemmeno di quello
che c’è adesso) ma AMEN! Spetta a voi
dirmi tutto :D
Ritorno a scusarmi per il ritardo ed ora ringrazio le mie
dolci recensitrici che non hanno mai perso la speranza di un aggiornamento :D
Ciaaaao cari :*
I Love The Beatles: La prima a recensire come sempre!^^
ti meriti un premio :D che però non ho a portata di mano quindi ti becchi solo
la mia eterna gratitudine per il tuo supporto! (sai che roba -.-“) eh oh,
questo ho :D
Purtroppo come hai già detto tui, STI MALEDETTI MASCHI!!
-.-“ non c’è proprio niente da fare! :D
Melardhoniel: Sei una cazzutissima veggente! :D
complimenti cara! :D *applaude* mi fa piacere che la parte dove Juice picchia
Macca ti abbia gasato! Tu non sai quanto mi è piaciuto scriverla :D Purtroppo
Jane Asher è davvero una fi*a atomica, ma magari Juice riuscirà a tenere la
mente di Paulie occupata :D
Per quanto riguarda la decisione di quel demente, che ti
posso dire? È un uomo! Un idiota insomma :D
Baci cara :D
_ Eleanor R_ Ma ciaoo^^ Non ti preoccupare per la
recensione, l’importante è che sei tornata : ) anche io vorrei un bellissimo e
dolcissimo Johnny broche, con magari annesso anche un fighissimo Paulie friend :D
non so se mi spiego! ;)
Che i musicisti son dei fusi di testa si sapeva :D ma non
so per quale motivo, ma secondo i miei più malsani pensieri, John e Paul erano
particolarmente fuori :)
Grazie per i complimenti :*
_ Enya: Internet mobile! Meno male che l’hanno inventato!
U.U ad ogni modo hai proprio ragione a dire che Paul usa le palle quando non
servono, il cretino -.- ma che ci vuoi fare il maschi ci arrivano dopo!
Juice finalmente ha una scusa per “ donare “ a Paulie
tutto il suo amore :D
Devi solo attendere ancora un po’ ;)
Ciao cara :*
Euforia: Bengiunta! ;) mi fa piacere conoscere gente
nuova! :D ti ringrazio per tutti i complimenti e anche io (se non si era capito
) ho una mega cotta per quello scemo del Macca *__*
Adesso dirmi che le scene ad inizio capitolo sono belle è
un conto, ma dire addirittura che sono geniali! Cioè oddio mi rendi ultramega
felice!!!! :D * saltella per la casa tipo “the fool on the hill” * ehm si mi ricompongo
scusa ^^
Grazie di nuovo e spero di sentirti ancora :D
Bene ho ringraziato tutti mi pare, ringrazio anche tutti
quelli che leggono ricordando che anche se non scrivo per le recensioni sapere
cosa ne pensate mi rende più felice! ( :D ) quindi magari mi vien più voglia di
pubblicare in fretta!! ;)
Ciao a tutti! :* <3
Love and
always to the top.
Emrys_
|
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Capitolo 10 *** * You're my Wonderwall * ***
*
You’re my Wonderwall *
- JOHN! – il mio strillo squarcia il silenzio come se lo avessi
letteralmente preso e tirato in direzioni opposte.
- Non sono stato io! – mi risponde mio fratello rivelandomi in questo
modo il suo nascondiglio.
- TU! Idiota! Hai usato la mia asciugamano! Come faccio ad asciugarmi con
una cosa che è già bagnata?? – dopo essere stato scovato Johnny si è
prontamente nascosto dietro ai suoi compari che mi guardano come se fossi pazza
mentre sventolo, con furore, l’asciugamano incriminata.
- Non riesci nemmeno a leggere stupido di un Lennon stupido? Non vedi che
qui c’è scritto J. L.?? ma dico ma non riconosci nemmeno le mie iniziali? –
dico cercando assenso negli occhi degli altri.
- Ehm Judith.. – la voce terrorizzata di George mi fa imbestialire ancora
di più e il povero Beatle trema sotto il mio sguardo di ghiaccio, lo vedo
alzare un indice in mia direzione e guardare l’asciugamano, ma il mio
perentorio ‘taci’ frena ogni suo intento.
- che poi non si tratta nemmeno di leggere! Dovresti solo sapere quali
sono le prime due lettere del tuo nome! – continuo esasperata.
- Juice, a dire il vero.. – stavolta è Paul che prende parola.
- Zitto tu paraculo! – ringhio contro di lui che si inabissa dietro a
George.
- Judith, tesoro mio, vorrei farti notare che le tue iniziali e quelle di
tuo fratello sono le stesse. – la voce calma e tranquilla di Ringo mi fa
rinsavire, in effetti è vero.
- Ah già! – dico sorridendo raggiante a tutti prima di andarmene come se
niente fosse successo.
Stringo convulsamente
le lenzuola del mio letto, mentre sento i passi di Paul sempre più vicini.
Mi ha baciato, ancora
, come se non fosse successo nulla, anche se in realtà in un mezzo pomeriggio è
successo di tutto.
Con che coraggio? Mi
chiedo quando i suoi passi abbandonano le scale per farsi strada nel corridoio.
La testa mi gira pericolosamente, se non vedessi la luna placida e immobile che
mi fissa dalla finestra direi che il mio letto si è trasformato in una
trottola.
Sento delle lacrime
vigliacche e pungenti che mi feriscono gli occhi, perché piango adesso? Troppe
cose mi stanno accadendo e io sono qui immobile nel mio letto a piangere
disperata.
Proprio mentre un
singhiozzo più prepotente mi scuote sento la maniglia girare e la porta
aprirsi.
Ricaccio tutte le
lacrime indietro e mi corico supina cercando di asciugarmi il viso con la
stoffa del cuscino, Paul entra e la luna illumina il suo profilo.
Lo guardo con la coda
dell’occhio e sembra irreale, il chiarore lunare gli dona un riflesso argenteo
che lo fa sembrare una statua, è ancora sulla soglia con la maniglia stretta nel
pugno destro e mi scruta combattuto.
Lascia andare la porta
e la richiude con cura, dopodiché McCartney si dirige verso il davanzale della
finestra, apre i vetri e si accende una sigaretta.
Inizia a fumare in
silenzio ed io rimango rapita dal suo profilo baciato dalla notte.
Mi chiedo per quale
motivo sta facendo tutto questo per me, dopo che mi ha detto che era finita,
perché è qui? Nella mia stanza insieme a me?
Mi ha
portato fino in camera mia e dopo aver mandato George a cercare Johnny, mi ha
baciata,ed ora è venuto in camera mia per poi aprire la finestra e mettersi a
fumare per sciogliere la tensione.
Sento
la testa girarmi vorticosamente e anche una strana malinconia che mi parte
dallo stomaco, lo vedo lì vicino al davanzale che fuma, bello, bellissimo come
sempre e non più mio.
Mi ha
detto che sono una bambina, chissà cosa pensa adesso.
-
Judith perché ti sei ubriacata? – la sua voce matura rompe il silenzio di
quella notte di inizio Giugno – accidenti, mi hai fatto prendere un colpo,
quando ti ho vista lì con Stuart, ho temuto il peggio! – sono veramente ubriaca
fradicia oppure mi sta sul serio facendo la predica?
-
Come se ti importasse! – mi lamento rannicchiandomi in posizione fetale, come
per tentare di contenere la mia tristezza.
All’improvviso
sento il materasso flettersi sotto il peso di un'altra persona e le calde
labbra di Paulie mi sfiorano maliziosamente il lobo dell’orecchio.
- Mi
importa Juice, mi importa eccome. –
Il
suo fiato caldo sul collo mi manda in visibilio, non capisco nulla eppure so
tutto, è buio, ma chiudo gli occhi per la troppa luce, ho caldo, ma mi
rannicchio come se fossi nuda sotto una coltre di neve.
-
Paul perché mi stai facendo questo? – la mia voce esce fin troppo sottomessa,
mi sembra di sentire parlare un estranea, sono stanca dei suoi maledetti sbalzi
d’umore.
Mi
giro per guardarlo in faccia, ma non mi aspettavo di trovarlo così vicino,
steso accanto a me. Incontro i suoi occhi e deglutisco a vuoto, cercando le
parole per offenderlo.
Le
sue nocche bianche mi scorrono sulla spalla mentre lui mi guarda in attesa, sto
cercando di resistere, non voglio cedere e stringerlo a me, non è mai stato
così difficile però.
-
Prima mi hai detto che ero una bambina e adesso fai il padrino geloso, mi vuoi
dire cosa diavolo vuoi ancora da me? –
Paulie
non parla, si limita ad accarezzarmi i capelli e le spalle, mi guarda
attraverso ed io non posso tollerarlo, così mi alzo di scatto e mi avvicino al
muro, perché la dolce euforia dovuta dall’alcool se n’è andata e adesso solo
una pesante realtà mi grava sulla pelle.
Mi
appoggio alla superficie ruvida del muro e chiudo gli occhi cercando di tornare
a respirare normalmente, non sto capendo nulla.
-
Judith coricati per favore, non stai bene. – finalmente parla! La voce roca e
profonda dovuta alla sigaretta, sento le sue mani sulle spalle che cercano di
riportarmi al letto.
Adesso
che ci penso io so cosa vuole Paul da me, vuole fare sesso giusto?
Accontentiamolo.
Gli
circondo il collo con le braccia e lo baciò con irruenza, non mi importa se è
sorpreso, non deve nemmeno ricambiare il bacio, con veemenza riesco a fargli
schiudere le labbra e mi impossesso appieno della sua bocca.
Lo
spingo indietro e quando le sua gambe incontrano il letto, si siede prima di
cadere di peso, mi metto a cavalcioni sulle sue ginocchia e con le mani gli
accarezzo la schiena, poi senza troppi preamboli faccio scorrere la mia mano
sinistra sulla sua cintura e cerco di sfilarla.
-
Jud.. – McCartney cerca di protestare ma io soffoco le sue parole con la mia
bocca, deve stare zitto accidenti!
Cerca
di sottrarsi alle mie labbra, ma io non demordo e inizio a lasciare una scia di
baci sul suo collo chiaro e candido, le sue braccia scendono a prendermi le
mani che ancora lottavano con la sua cintura.
-
Juice cosa stai facendo? – sento che fa fatica a parlare ed ha il fiato corto
ed irregolare.
- Dai
Paul stai zitto, lasciami fare! - gli dico inondando il suo collo di
languidi baci, sta cercando di resistermi ma evidentemente non deve essere
facile perché si riappropria delle mie labbra, solo dopo essersi messo le mie
braccia intorno al collo.
Le
sue di braccia però scendono sui miei fianchi e mi spingono indietro facendomi
tornare in piedi, successivamente anche Paul si alza e mi guarda sorpreso con
le labbra arrossate.
-
Andiamo in cucina, devi mangiare qualcosa.- accampa una scusa senza senso per
potersi allontanare da me.
-
Paulie non vuoi farlo? – McCartney tossicchia e sgrana gli occhi in modo molto
teatrale, come se gli avessi detto che c’è una banana gigante che balla il
twist sul comodino.
Lo
spingo dolcemente contro il muro e lo bacio di nuovo, finalmente Paulie sembra
rilassarsi mi avvicina e mi stringe dolcemente i fianchi.
Ora
ricordo, anche lui ha ammesso di aver bevuto,forse è per questo che è un po’
stordito, ma non mi importa, non so cosa sto facendo di preciso, sono in preda
al mio istinto e così le mie mani scivolano sul petto di Paul.
Comincio
a slacciargli i bottoni della camicia, l’odore della sua pelle fresca si fa
prepotentemente largo tra i miei pensieri, scorro le dita sul suo petto nudo e
mi sembra di accarezzare un morbido drappo di lino immacolato, ma non voglio
lasciarmi trasportare, ormai mi è tutto chiaro, lui non prova nulla per me e
nemmeno io devo sentirmi legata a lui.
Con
questa nuova idea ritrovo l’ardore di poco fa e le mie mani ricominciano a
scorrere lungo il suo addome per raggiungere il cavallo dei suoi pantaloni.
Appena
le mie dita sfiorano la sua erezione crescente Paul mi scosta in malo modo e mi
inchioda con i suoi occhi verdi e determinati.
-
Judith spiegami per quale motivo ti comporti così! – la sua voce strascicata
nasconde una nota di rabbia, ma io non ci faccio caso e appoggio la testa sul
suo petto nudo.
- Dai
Paulie smettila di essere così rigido! – parlo anche se in realtà non so cosa
dico, il mio cervello non ha registrato le parole che ho detto, ma nonostante
questo McCartney si lascia scappare un sospiro frustrato.
- Non
sono rigido! Sto cercando di usare la testa a differenza tua! – mi parla piano
ma la sua voce vacilla mentre le sua mani raggiungono le mie spalle.
-
Tesoro la testa è l’ultima parte del tuo corpo di cui ho bisogno in questo
momento! –
Non
so come di preciso, ma improvvisamente mi trovo sdraiata sul mio letto e Paul è
sopra di me con tutto il suo corpo, la sua camicia slacciata mi accarezza i
fianchi, ma non faccio in tempo a notare altro perché McCartney riprende a
baciarmi, con molta più foga di prima, con una strana possessione, lo lascio
fare, se vuole comandare lui per me non è un problema.
Continua
a baciarmi, ma non fa nulla di concreto, così gli mando un chiaro messaggio
allacciando le mie gambe ai suoi fianchi.
Evidentemente
sono stata troppo audace perché Paul si scansa subito da me e inizia a camminare avanti e indietro per la
stanza. Puntello i gomiti sul materasso per guardare meglio quel pazzo
nevrotico che continua a camminare ripetendo che ‘ così non va bene. ‘
- Paulie, sei un po’
stressato sai? – dico mentre mi alzo, per richiamare la sua attenzione e di
nuovo Paul mi regala lo sguardo inquisitore dei suoi enormi occhioni sgranati.
- Io? Cioè Io?
Stressato? Non so come tenerti buona ca… ok aspetta fammi ragionare un attimo!
– dice puntandomi i palmi contro, come se cercasse di ripararsi da me prima di riprendere
a camminare per ancora qualche secondo, dopodiché si ferma e asserisce con
enfasi
- santo cielo, mi fa
male il cervello! -
- Se ti calmassi un
attimo! – gli rinfaccio esasperata – te lo posso far passare io il mal di
testa! – concludo con una chiara nota di malizia nella voce.
Detto questo comincio
a slacciarmi la camicetta, ma dopo qualche bottone le mani di McCartney
raggiungono le mie per fermarmi, però le mie mani sono esattamente sul mio seno
e così lo sono quelle del mio pudicissimo amico Paulie.
E di nuovo gli
occhioni sgranati che mi guardano come se fossi un alieno! Paul toglie
immediatamente le mani come se fosse stato scottato, così io di nuovo libera
ricomincio a spogliarmi.
- Judith riesci a tenere
i tuoi vestiti addosso per almeno altri dieci minuti???? –
La rabbia che sento
nella voce di McCartney mi convince a fermarmi e quando sono finalmente calma
torna a farsi sentire quella brutta sensazione di tristezza proprio sulla bocca
dello stomaco.
Mi corico a letto
rannicchiandomi, come se volessi nascondermi il più possibile, ma ovviamente
non posso scomparire.
Paul dopo essersi
rilassato si avvicina a me di nuovo e mi accarezza i capelli – Juice scusa.- lo
sento coricarsi al mio fianco e anche se lotto con tutta me stessa alla fine
cedo e mi giro verso di lui, Paul è coricato su un fianco così io nascondo la
testa contro il suo petto, con una dolcezza incredibile McCartney mi stringe di
più a sé con l’ausilio del braccio.
- Juice io… - inizia a
parlare, ma io lo zittisco immediatamente di malagrazia piantandogli una mano
sulla bocca.
- Paul sai, forse è
meglio che stai zitto per una volta, ne hai già fatti abbastanza di casini
parlando! – e per la millesima volta i suoi occhi si sgranano, ma almeno questa
volta sono divertiti.
McCartney per
ribellarsi mi lecca la mano che io pulisco immediatamente contro le lenzuola
del letto.
- Paulie ma che
schifo! – urlo mentre strofino la mia mano come una furia.
- Dì la verità che ti
è piaciuto! – risponde Paul facendomi l’occhiolino.
- Oddio, ma quando
crescerai? – gli rispondo nascondendomi di nuovo contro il suo petto,
- Nel
millenovecentosessantaMAI- ribatte cominciando a ridere, allora io gli do un
pugno e lui con un guizzo mi incatena al letto imprigionandomi con il suo
corpo.
- Vuoi fare la furba
eh? – dice con un sorriso spaventosamente sadico sul suo bellissimo volto da
angelo.
Senza che io posso
ribattere però Paulie inizia a farmi il solletico e nonostante io scalci come
una matta lui ha la meglio su di me.
Non so per quanto
tempo sono stata vittima delle mani di Paul, solo che ad un tratto i nostri
volti erano vicinissimi, tanto che con l’indici potevo accarezzare la pelle
della guancia di porcellana di Paulie.
- Hey ragazzzzzi! – la
voce di mio fratello John, chiaramente ubriaco, ci fa rinsavire ed entrambi lo
guardiamo preparandoci al peggio. Guardando bene John noto che è completamente
fradicio.
- Johnny, come mai sei
bagnato? – gli dico guardando fuori dalla finestra, ma da dietro la spalla di
Paul vedo che non ci sono nuvole nella notte.
- George diceva che
non sapevo nuotare e io: ‘ sì che so nuotare’ e Geo:’ non ci credo che sai
nuotare’ e allora per fargli vedere che sapevo nuotare mentre Ringo non guardava
sia chiaro, perché quello è peggio di zia Mimi, mi sono buttato in una fontana.
– e dopo aver esultato per due minuti buoni il racconto fantascientifico di John si è concluso con – e ho vinto io per
intenderci. –
- Ok, ma adesso dove
sono gli altri? –
- Li ho seminati! –
asserisce John trionfante.
Paul, che durante il
racconto di mio fratello si era seduto sul bordo del letto con le lacrime agli
occhi dalle risate che stava cercando di reprimere, non parla.
Io invece guardo
Johnny senza parole, non so cosa dire, non l’ho mai visto così cilindrato
accidenti!
- Johnny vieni che
andiamo a letto. –
Non so quale strana
sinapsi di John ha fatto accadere quello che è successo, ma in ogni modo dopo
avermi urlato – prova a prendermi- Johnny
ha iniziato a correre per il corridoio e mentre prima correva dopo era al piano
di sotto ai piedi delle scale che si teneva la testa dolorante.
McCartney che aveva
seguito tutto era accasciato a terra che si teneva lo stomaco per le troppe
risate mentre io cercavo di far risalire John.
Ma la botta alla testa
ha evidentemente riacceso il cervello di mio fratello che dopo aver salito
senza intoppi le scale ha guardato me e Paul e ha detto:
- Bè ragazzi io vado a
letto, sono sicuro che domani quando mi racconterete della mia caduto riderò
con voi, ma adesso non mi pare sia il caso. Buonanotte a domani! –
Io e Paulie che
eravamo l’una affianco all’altro davanti alle scale abbiamo chiaramente sentito
il rumore delle nostre mandibole che cadevano a terra, proprio mentre John
chiudeva la porta di camera sua.
- Sbaglio o ha detto
tutto con una fastidiosa aria di superiorità? – la voce di Paul rompe il
silenzio, ma l’unica cosa che posso fare a questo punto è annuire.
- Sai la prossima
volta che stiamo per baciarci dovremmo prendere delle precauzioni. – ora guardo
McCartney con interesse mentre andiamo in cucina a prendere un aspirina.
- Del tipo?-
- Chiudere la porta, a
chiave. – e per coronare al meglio la frase mi regala mi fa il secondo
occhiolino della serata.
Ciao a tuuuutti :D
Bè credo di dovervi parecchie spiegazioni, ma il motivo
della mia assenza è stato solamente uno.
Mia sorella gemella, ha avuto dei seri problemi di
salute e dunque sono stata con lei ( Università permettendo) per tutto il tempo
che avevo a disposizione.
Ma, ora che la mia Julls è guarita sono tornata a rompere
:D
GiuliV: Non ti preoccupare non mi arrabbio se per una
volta non recensisci :D ad ogni modo grazie per le belle parole e spero che lo
scorso capitolo ti abbia fatto ridere sul serio :D Ti dico solo una cosa! ;)
credo che un giorno rivaluterai Stu! :D Bacioni <3
Anima97: BENGIUNTA! :D una nuova che bello ** grazie per
la recensione che non è assolutamente merdosa! ;) Sono felice che ti piaccia
Judith, poiché essendo un personaggio completamente mio mi fai sentire brava!
** Un bacionee <3
Euforia: Grazie
sono felice di farti ridere (: all’inizio credevo che lo scorso capitolo fosse
troppo esagerato, ma poi la mia pigrizia mi ha ‘impedito’ di cambiarlo (: Lo so
che sono stata stupida a tornare dall’America D: non mi ci far pensare va! ):
però quando sono tornata a casa e ho letto le recensioni mi sono sentita subito
meglio! :D Un mega bacio! <3
Linda Eastman: Sempre felice di far ridere la mia moglie
Paul preferita (: come ho già detto ad Euforia all’inizio temevo che il
capitolo fosse troppo esagerato e stupido, quindi ti ringrazio ;)
Un super bacio <3
I Love The Beatles: Allora ti devo parecchie scuse, a
parte la storia di mia sorella che già sai mi hanno rubato la borsa con dentro
il cellulare, quindi se in questo periodo mi hai cercato, sinceramente non so a
chi hai scritto! xD comunque appena posso intendo mandarti un e-mail con le mie
impressioni della storia (che è sempre stupnderrima :D )
Ciao cara (: Un bacio! <3
Midori997: Aiuto qui si parla già di matrimonio (: bè
tesoro, mi dispiace romperti le cosiddette uova nel paniere, ma la nostra
adorata coppietta dovrà passarne ancora tante e tante tante tante :D
Un bacio <3 ciao ciao**
ATTENZIONE AVVISO IMPORTANTE! (o almeno per me lo è :D)
So che negli scorsi capitoli ho detto che Judith è nata l’8
Luglio, ma per motivi di forza maggiore (ovvero perché mi tira così :D) la data
di compleanno della piccola Juju è ufficialmente anticipata al 5 Giugno :D
Grazie mille a tutti!
Love and
always to the top.
Emrys_
|
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Capitolo 11 *** * Surprise, Surprise! * ***
usa questao!!!!!
* Surprise, Surprise! *
«Judith
tesoro..» la voce estremamente mielosa di John mi annuncia la sua presenza
nella mia camera, cos’avrà fatto di così grave da venirmi a disturbare mentre
leggo una rivista in camera mia?
Lo guardo
malissimo, facendo sbucare solo i miei occhi neri dal giornale.
« Mi sono
dimenticato di dirti una cosa… » assottiglio lo sguardo e metto giù quello che
stavo leggendo.
« Si tratta di
una nozione puramente accessoria sia chiaro!»
Poi
all’improvviso, proprio come nei film dell’orrore la porta della mia camera si
chiude cigolando, ed un Ringo seguito da uno spaventatissimo Harrison mi
bloccano l’uscita.
OH CIELO! Cos’ha
fatto?
« Sai quando noi
andremo ad Amburgo, diciamo che si insomma, la casa rimarrà vuota..»
« Non rimarrà vuota,
sai ormai le donne sono considerate alla pari degli uomini, anche se nella tua
concezione maschilista della vita non è così! »
« No, ragazzi
non c’è la faccio io esco! Tieniti pure i tuoi soldi Lennon! » perché George scappa fuori dalla mia camera
come se si trattasse della tana di una belva feroce?
«Sì, ma, tu sei
minorenne, e così ho pensato che zia Mimi..» momento, momento, momento.
Zia Mimi?
OK, QUI MI
INCAZZO!
« Tu! Bastardo
traditore! Io ti ammazzo! »
In un secondo
ecco spiegata, la paura di Harrison, la ruffianeria di John ed il motivo per il
quale il portafoglio di Ringo era più pesante di 50 sterline in più.
Sono
su una sedia in una stanza buia, sono legata e cerco di urlare ma non ci
riesco, c’è un uomo nella stanza, ma non riesco a vederlo in viso, sento solo
una forte pressione sullo stomaco, sono imprigionata, questa corda mi stringe
troppo…
Spalanco
gli occhi e la luce del sole mattutino m’inonda, ma che razza di sogno stavo
facendo? Oddio che brutta quella corda che mi stringeva.
Un
attimo.
Sento
davvero qualcosa che mi stringe la vita.
Aiuto.
Sono
coricata su un fianco e con la mano che non ho nascosto sotto al cuscino, cerco
di scoprire cosa mi sta tenendo incatenata al materasso.
È
un braccio.
Mi
fa male la testa.
Mi
giro lentamente, e trovo Paul McCartney coricato nel mio letto che mi stringe
possessivo con un braccio, la sua camicia è slacciata ed il suo viso è immerso
nei miei capelli.
Sembra
quasi che stia trattenendo il respiro più del normale, solo per tenere il mio odore
dentro di sé, lo vedo tranquillo, ed ora l’abbraccio in cui sono stretta non mi
sembra una specie di catena, ma bensì è come uno scudo, uno scudo contro le
cose brutte.
«
Hai finito di fissarmi? » faccio un
balzo di mezzo metro, ma che cazz..?
McCartney
mi sorride, anche se continua a tenere gli occhi chiusi, poi con il braccio
cerca di farmi ritornare alla posizione di prima, per continuare a dormire.
«
Si ti vedo,sono un veggente io! Comunque lo so che sono bello anche appena sveglio,
però non c’è bisogno di fissarmi come se mi volessi mangiare. » gli tiro un pugno sul naso, che nonostante le
sue doti di veggente non è stato in grado di evitare.
«
Ahio Juice! » dice portandosi entrambe
le mani sul naso.
Io
non commento, lo guardo mentre si lamenta (com’è solito fare tra l’altro) e poi
dicendo di aver fame mi alzo per andare in cucina.
«
Come farò a fare colpo sulle belle bionde tedesche con il naso rotto? » Mi domanda Mr. Simpatia sedendosi al tavolo
della cucina, cavolo mi ha seguito.
«
Così impari a tirartela da qui fino a Londra! Vanitoso! » Paul mi risponde con una linguaccia, prima di
appropriarsi della mia tazza di caffè.
Mi
siedo accanto a lui,sono ancora stanca così appoggio la testa al tavolo e tra
parentesi, la testa mi sta scoppiando.
La
mano del ladro di caffè si appoggia sul mio capo, e mi fa delle rilassanti carezze
sui capelli, lo lascio fare. Perché ha un effetto calmante su di me ogni cosa
che fa quest’uomo?
Mentre
la sua mano mi tranquillizza, cerco di ricostruire la notte appena passata, ma
è tutto confuso e poi, anche se cerco di evitarlo, il mio pensiero si focalizza
sempre su una cosa.
Paul
ed io abbiamo dormito insieme.
La
mia camicia era abbottonata male, la sua invece era completamente slacciata.
Non
mi ricordo nulla, e devo ammettere che ho un po’ paura.
«
Fa male la testolina eh? » Paulie mi da un bacio sui capelli, prima di prendere
un sorso di caffè.
«
è una delle cose che chiamiamo ‘postumi della sbornia’ per chi non è abituato a bere e fa il furbo, non è una cosa molto
simpatica. »
Ditemi
che non ha proferito quella frase.
«
Non volevo assolutamente fare la furba! Stavo cercando di divertirmi » l’ho
detto con un tono che non ammette repliche, e il furbo accanto a me deve averlo capito.
«
A me è sembrato più che altro un modo per attirare l’attenzione di qualcuno. » no, non ha capito.
«
Si, devo ammettere che speravo che Stuart mi notasse ieri sera. » SBAM! Dritto nell’orgoglio da maschio alfa di
Paulie.
«
Sei acida di prima mattina! » per non
abbassarmi al livello di bambino-delle-elementari di McCartney non rispondo.
Aiutato
dal silenzio, il pensiero di aver passato la notte con Paul si fa risentire,
devo chiederlo a lui, non posso continuare a fare finta di niente.
Non
so bene come domandarglielo, si insomma, chiedergli se abbiamo solo dormito
insieme oppure.. non so perché, ma l’idea di averlo fatto sul serio mi
terrorizza, io non volevo, se me lo chiedesse adesso di sicuro gli direi di no!
Mi
aveva lasciato accidenti!
Chissà
cosa penserà di me adesso, forse ora che ha ottenuto ciò che voleva non mi
vuole più.
Devo
chiederglielo, devo sapere!
«
Paul.. » inizio incerta, e già non va bene « Devo sapere una cosa, io e te,
stanotte.. perché io non mi ricordo nulla, ma hai dormito qui, quindi.. » non
volevo dire la frase in modo esplicito, dato che consideravo McCartney un uomo
dalla media capacità intellettiva, per qualche momento ho sperato che capisse,
ma non ho preso in considerazione l’attenuante secondo la quale Paul è un vero
e proprio dispettoso.
«
Cosa vuoi sapere? Non capisco. » ovviamente il sorriso sornione che gli
tinteggiava i lineamenti del viso mi ha fatto immediatamente intendere che in
realtà aveva capito fin troppo bene, ma come ogni uomo, voleva sentirselo dire.
Dopo
aver provato almeno altri due o tre giri di parole con un sospiro di
esasperazione gliel’ho chiesto « Abbiamo fatto sesso Paul? »
Il
suo ghigno di sicuro è impagabile, ma mi vergogno troppo, così concentro la mia
attenzione sulle interessantissime maniche della mia camicia.
«
Bè, quando ti ho detto di no non eri molto d’accordo. » è possibile che il sangue sulle mie guancie
diventi più rosso del rosso? « però no, sono riuscito, a fatica devo ammettere,
a resisterti. Abbiamo solo dormito insieme. »
Ho
davvero sentito il rumore del peso che si è levato dalle mie spalle.
Mi
alza il viso per guardarmi negli occhi, e mi sorride compiacente, come per
tranquillizzarmi.
Ho
già detto che tutto quello che fai Paulie mi tranquillizza?
Bè,
lo ripeto.
L’idea
di aver dormito abbracciata a McCartney mi fa uno strano effetto, lui non è
quel tipo di ragazzo, almeno, la sua reputazione non è proprio quella del
principe azzurro, tutt’altro.
Però
ho dormito con lui e lui mi ha stretto contro il suo corpo, senza avere degli
scopi nascosti.
Siamo
rimasti in silenzio per non so quanto tempo, lui mi accarezzava i capelli
mentre io gli ero seduta vicino, ed ognuno apprezzava in silenzio la compagnia
dell’altro.
Poi
di nuovo, quelle parole nella mia testa: ci siamo lasciati, lui mi ha mollato!
«
Credo che sia ora che tu te ne vada » mi sposto come scottata da lui e per non
incontrare il suo sguardo mi metto a lavare le nostre tazze. M’immagino una sua
occhiata confusa, così cerco di spiegare « Se si sveglia John e ti trova qui
con gli stessi vestiti di ieri potrebbe pensare male. »
Girata
verso il lavello, davo le spalle a Paul, così non mi sono subito accorta della
sua presenza dietro di me, mettendo le mani sui miei fianchi, mi ha fatto
voltare ed ora i nostri visi sono vicini,troppo.
Con
il naso mi fa una strana carezza sulla guancia, ed io sono indecisa se far
finta di niente oppure allontanarlo.
Sento
le sue labbra che si avvicinano e non è più come prima, non sento più le
classiche farfalle nello stomaco, sento solo una rabbia ruvida e fastidiosa.
Lo
scanso di malagrazia, ma anche se mi aspettavo di avere puntati addosso i suoi
tipici occhioni da cucciolo Paul mi guarda serio, credo che abbia capito,
alleluia!
«
Juice, so che le cose che ti ho detto l’altro giorno non erano molto,
simpatiche » si passa una mano sul collo massaggiandoselo, sta calibrando le
parole da usare. « Ho sbagliato, e ammetto che non so cosa dirti per farmi
perdonare. » chiudo gli occhi e respiro
lentamente.
«
Mi stai facendo soffrire troppo Paul. Credo che sia ora di farla finita con
questo strano rapporto. »
McCartney
si avvicina, mi da un bacio sulla fronte e poi prende il suo cappotto prima di
uscire.
Sono
in cucina immersa nei fornelli, letteralmente, preparo qualcosa per non
pensare, almeno credo.
«
Cosa stai cucinando? » la bellissima
visione di John in mutande e capelli spettinati che mi si presenta sulla soglia
della porta, mi fa pensare allo stato in cui mi trovavo io stamattina.
«
Preparo il brodo per farti arrosto fratellino. » gli lancio un bacio, sfiorandomi la punta
della mano con le labbra e poi soffiando, John da bravo fratellone lo acchiappa
e poi apparecchia la tavola.
Cerco
di non far vedere a Johnny boy la mia amarezza, spero di riuscire ad
accantonarla per non pensare più a lui.
«
Bè non devi scomodarti, tu fai sempre tutto in questa casa, oggi ti voglio
aiutare, vai di sopra a farti bella su! » per chi non conoscesse bene mio fratello
direbbe che la sua è una semplice e sola manifestazione di affetto, ma in
realtà mi sta nascondendo qualcosa!
«
Come scusa? » il mio sguardo storto
esprime tutta la mia confusione, ma tra spintoni e complimenti vari John mi ha
spinto in bagno ordinandomi di truccarmi un po’ perché a detta sua ‘non ho una
bella cera.’
Dato
che non me la sento di non approfittare della ruffianeria di Johnny faccio una
doccia veloce, mi acconcio i capelli e mi passo un velo di trucco sul viso.
Mentre
scendo le scale, sento un piacevole profumo di torta provenire dalla cucina e
giuro di aver sentito la risata trillante di Cynthia, ma è strano, non dovrebbe
essere qui.
Scorro
mentalmente tutti i più reconditi motivi che potrebbero spingere John ad essere
gentile con me, ma è possibile che non ne trovo?
Mi
avvicino lentamente alla porta e sento anche delle altre voci provenire dalla
stanza, così curiosa apro la porta.
La
cucina è piena di palloncini colorati ed il tavolo sorregge a malapena una
dozzina di pacchi regalo infine per incorniciare quel quadretto perfetto un
tendone con su scritto ‘auguri Juju’ era lungo quanto l’intera camera.
So
che tutti penseranno che sia impossibile dimenticarsi il proprio compleanno, e
che è il classico cliché da favola della Disney, eppure non posso essere più
sincera nell’ammettere che tutti gli avvenimenti dell’ultimo periodo mi hanno
completamente fatto dimenticare ogni cosa.
La
sbronza di ieri sera poi è stata il colpo di grazia.
C’erano
proprio tutti! Le mie amiche della scuola, Thelma, Dot, Stuart, Ringo George,
Cyn è accanto ad una rossa che non conosco, ma vedere Paul che mi sorride, mi
fa rivedere le mie priorità.
Questa
non è una bella situazione.
Stamattina
l’ho lasciato e adesso lui è qui con un regalo per me.
Perché
mi devo sentire in colpa?
«
Auguri Judith! » le loro voci calorose
mi fanno tornare in me, distolgo lo sguardo da McCartney imbarazzata, sorrido,
ma è un sorriso di circostanza, mille pensieri mi affollano la mente.
Cynthia
mi si avvicina, seguita dalla rossa, che devo dire, non è una brutta ragazza.
«
Judith.. » inizia titubante come se dovesse darmi una brutta notizia « Questa è
la mia amica Jane » la rossa mi porge la mano, io la stringo e mi presento.
Poi
la sconosciuta ha la cattiva idea di parlare.
«
Io sono Jane Asher, tanti auguri.» il respiro mi si ingolfa letteralmente nella
gola, e se prima pensavo a Paul, ora penso al modo più doloroso per uccidere
Cynthia.
SONO TORNATAAAA!
Lo
so che non ci speravate più eppure eccomi qui, sono felice di essere tornata e
spero di non mancare mai più dalle scene per un intervallo così lungo.
Problemi
con lo studio, sapete.
La
scuola ci ucciderà tutti.
Cooomunque
eccomi, non voglio dilungarmi troppo e spero che questo capitolo vi piaccia! :D
aspetto tante recensioni eh! Ci conto!!
E
preparatevi, perché la partenza per Amburgo si avvicina!
Ora
ringrazio le recensitrici! :*
Midori Meddows :
Judith
è una ragazzaccia! Sta diventando una teddy girl ;) devi ammettere che però un
Paulie che non riesci a tenere il suo amico tranquillo farebbe diventare
cattiva chiunque!
Mammamia
sembro una casalinga disperata!
Tornando
a noi, credo che rivedrai Stuart sotto un’altra luce, non in questo capitolo,
ma nei prossimi ;) Spero che tu mi dica cosa ne pensi anche di questo
capitoletto, grazie! :*
Jade Blues : Grazie :D
Meglio tardi che mai davvero! A me fa sempre piacere leggere delle recensioni inoltre
il mio scopo era proprio quello di far ridere! Quindi sono felice di esserci
riuscita! Ciaoooo :* (non smettere di recensire eh! )
I Love The
Beatles: Eccomi tornata!!
Mammamia quanto tempo! Mi dispiace di non essermi fatta sentire, ma ho perso
tutti i numeri e poi in questo periodo le cose da studiare pullulano che
pullulano D: spero di farti felice con questo capitolo e che tu sia
soddisfatta! Dimmi ancora cosa ne pensi :*
_Enya: Se prima hai
aspettato tanto chissà adesso! -.- perdonami sul serio, ma come ho già detto
QUEI DANNATI COMPITI! E poi devo anche ammettere che avevo perso la voglia di
scrivere .-. ma ora sono qui più creativa che mai!
Paulie
è stato davvero un bravo! U.U non me l’aspettavo nemmeno io! :D spero di
sentirti ancora!! :*
heyjuuude: Anche io leggo a scuola :D quindi ti capisco, sono felice di averti
intrattenuto! Ma se sei una mia nuova fano d’ora in poi voglio una recensione
ogni capitolo eh! :D spero che ti piaccia anche questo! Ciauu :*
StreetsOfLove: Lo devo ammettere, tu sei pazza! :D hai recensito ogni capitolo, ma dico
oddio! Però ti devo ringraziare, perché a parte gli impegni devo ammettere che
avevo un po’ perso la voglia di scrivere, e quindi le tue recensioni mi hanno
davvero fatto tornare la voglia di andare avanti, quindi ti ringrazio di cuore
e spero che questo capitolo non ti faccia pentire di aver commentato! :*
GRAZIE!
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Capitolo 12 *** * Promises * ***
questo va bene
*
Promises *
« Beatles a rapporto! « grido dalla cucina mentre
aspetto che l’acqua bolla.
I miei compari arrivano tutti un po’ addormentati,
deve essere dura per loro stare tutto il giorno sul mio divano a poltrire!
Quando finalmente tutte le loro quattro facce
assonnate mi guardano continuo.
« Cosa sono quelli? » dico indicando con la mano
la massa informe di piatti sporchi che torreggiano nel lavandino.
« Piatti? » si azzarda a dire mio fratello, ma io
non rido e continuo a guardare i Beatles arrabbiata.
«Io non sono la vostra serva! Quindi lavate i
piatti! » urlo lanciando loro tutto l’occorrente che gli sarebbe servito per
compiere l’arcano compito.
Soddisfatta vado di sopra a fare una doccia.
Lavata e profumata torno giù in cucina e con mio
orrore scopro che sì, i piatti erano stati lavati, ma i ragazzi dovevano aver
creduto di essere all’acquapark considerando la lavata che avevano dato a tutti
i mobili della cucina!
«Beatles!» sono pronta a fare una sfuriata da
manuale, ma quando mi compaiono davanti tutti bagnati ed insaponati, scoppio a
ridere come una pazza.
Se non puoi combatterli unisciti a loro penso
prima di accendere l’acqua a dare inizio ad una guerra.
Jane Asher è in casa
mia e sta tranquillamente parlando con i miei amici, il giorno del mio
compleanno con il mio ragazzo a pochi metri di distanza da lei nella mia casa.
È evidente che c’è
qualcosa che non va!
« Cyn, tesoro vieni
qui un attimo» dico prendendo Cynthia per la manica del vestito e tirandola
verso un angolo della stanza « Lo sai vero che questo cosa ti costerà la vita?
» continuo mantenendo un sorriso di circostanza in modo da non far notare agli
altri che sto giurando vendetta alla bionda.
«Judith mia mamma e
sua mamma sono amiche! Sua madre ha detto alla mia che lei non si trova bene
insieme alle sue compagne di scuola così mi ha chiesto di chiamarla per farle
conoscere gente nuova! » sta gesticolando e farneticando insieme, è difficile
capire bene quello che dice dal gran che parla veloce «Come potevo dirle no
stai a casa perché oggi compie gli anni quella che bacia il ragazzo che ti vuoi
scopare? » la guardo esasperata, anche io prima avevo pensato a Paul come’ al
mio ragazzo’ ma sono stata proprio io a dirgli di starmi alla larga.
« Bastava che glielo
dicessi no? » sospiro e mi passo una mano nei capelli, è il mio compleanno e
sono nervosa perfetto no? « In ogni caso, ormai può fare quello che vuole!»
continuo poi facendo quasi morire Cyn a cui era andata di traverso la sua
stessa saliva.
« Ma come?? » i suoi
occhi mi guardano sgranati, ma mentre sto per rispondere mio cugino Mark mi
viene a fare gli auguri e mi porta a salutare le zie, così mentre mi allontano
mi giro verso di lei e alzo le spalle mentre con un’espressione sconsolata
faccio segno di ‘no’ con la testa.
Lei mi segnala che
dopo vuole parlare con calma, anche se ha già capito che non c’è molto da dire.
Saluto almeno un’altra
ventina di persone prima che mio fratello venga a salvarmi dai tipici ‘mi
ricordo di quando eri alta così’ e mi porta una fetta di torta.
« Grazie boy. » gli
dico abbracciandolo, ha organizzato tutto per bene e da solo! Questa è la cosa
più importante perché il mio adorato fratellone non sa fare nulla da solo! Non
sa organizzarsi nemmeno per fare la doccia, figuriamoci di fare una festa a
sorpresa così ben riuscita.
« Grazie mi ha aiutato
Paul.» eccola, la pugnalata che mi serviva per sentirmi ancora più una
grandissima stronza, vedo passare uno dei nostri cugini piccoli, così gli passo
il piattino con la fetta di torta ancora intatta, dato che ormai mi si è chiuso
lo stomaco.
Sono passate due ore e
mezza e ormai siamo rimasti solo io, i quattro Beatles e la rossa insieme a
Cyn.
«é ora di aprire i
nostri regali! » urla tutto contento George, i regali sono sempre stati la sua
parte preferita, gli sorrido ed inizio a scartare, trovo vestitini, maglie,
prodotti per capelli Johnny e i ragazzi mi hanno fatto un regalo bellissimo! È
una cornice d’argento, con dentro una nostra foto, tutti insieme.
« Così quando saremo
via ti sentirai meno sola!» aveva esordito Ringo, abbracciandomi «anche se la
compagnia di una fotografia non è la stessa cosa!»
Io ricambio
l’abbraccio stringendo forte quello che forse è il mio migliore amico « Di
sicuro è meno disordinata di voi!» lo punzecchio scatenando le risa di tutti
quanti.
Anche se mi sto
divertendo e la festa a sorpresa è stata una cosa dolcissima, mi sento
profondamente turbata, primo perché Paul è qui con me che fa finta di niente, e
secondo perché quella gatta morta della Asher gli sta col fiato sul collo.
« Oh Paul, sei così
simpatico!» ecco appunto.
Lancio uno sguardo di
fuoco a Cyn, che rabbrividisce, prima o poi la uccido, giuro.
« Bè ragazzi, sono le
sette e mezza, che si mangia?» esordisce George, tutti lo guardiamo allucinati,
come è possibile che abbia ancora fame?
«Georgino, abbiamo
mangiato per tutto il pomeriggio!» lo prende in giro Johnny, dando una gomitata
complice a Paul.
« Si, infatti, capisco
che tu abbia una digestione veloce, ma così è troppo!» continua McCartney, e
dal sorriso di mio fratello capisco che il suo “collega” deve aver colta la
palla al balzo.
« A meno che, un
certo, Harrison, abbia fatto sport, l’altra notte e che quindi ora sia vittima
di un calo di zuccheri!» Io, Cyn, e la rossa guardiamo i Beatles senza capire,
mentre Ringo all’improvviso scoppia a ridere.
« Ragazzi, ci sono
delle signore, non mi pare il caso!» ha poi aggiunto, Starr ormai tra le
lacrime.
« Uno sport che si può
fare solo in due, in un letto,oppure per gli intenditori in un bagno, il bagno
dei maschi del Cavern per fare un esempio!» Paul ha praticamente urlato questa
frase in faccia a George che ora sta cercando di tappargli la bocca in un
qualche modo.
« Tranquillo Paulino
ti salvo io! Lennon all’arrembaggio!» John si butta sul povero George, che cade
sul povero Paul il quale ora nella sua povera testa ha probabilmente un serio trauma cranico.
Noi ragazze guardiamo
Ringo, sperando che ci spieghi perché Harrison sta cercando di uccidere due
persone nella mia cucina.
« Georgino è diventato
un uomo!» ha fatto in tempo a dirci prima che la furia di George si abbattesse anche su di lui.
Dopo aver calmato il
Beatle più giovane con un bel piatto di pasta, ci siamo seduti tutti quanti in
veranda a chiacchierare, o meglio, Cyn e mio fratello si sono appollaiati in un
angolo e stanno facendo le loro cose lontano da noi, quindi io sono qui con i
Beatles rimanenti e la rossa che sbava dietro al mio ex.
Che poi posso
considerarlo un mio ex?
Non è che siamo stati
insieme.
« E cosi alla fine mio
padre si è convinto a comprarmi una piscina!» Jane, sta tranquillamente
tessendo le sue lodi e ci sta letteralmente sbattendo in faccia la sua
fastidiosissima ricchezza.
Come possiamo noi
comuni mortali vivere senza una piscina?
Robe da matti.
« Vado dentro a lavare
i piatti» dico per evitare di saltare addosso alla Asher e tagliarle la gola.
Sono parecchio cruenta
oggi.
Sono in cucina, con la
testa che mi scoppia.
Va bene, va bene, è il
mio compleanno e dovrei essere felice, e lo sono eh!
È solo che, diciamo
che ho anche altre cose di cui faccio bene a preoccuparmi!
Quando ho detto a Paul
che tra noi era finita, ho ovviamente considerato il fatto che, essendo lui il
migliore amico di mio fratello, non poteva certo scomparire dalla mia vista
così come per magia.
Con un semplice puff.
Tuttavia, non mi
aspettavo che dopo tre ore si presentasse a casa mia, sorridente e allegro
pronto a cantarmi “Tanti Auguri” come se non fosse successo niente.
I casi sono due: O
Paul è un bravissimo attore, il che non sarebbe il massimo considerando che ciò
potrebbe significare che tutte le cose che mi ha detto erano delle semplici
bugie. O Paul non ci teneva come ci tengo io, cosa che alla fin dei conti
equivale alla prima.
Insomma, in entrambi i
casi quella fregata sono io.
«Posso?» oddio, sono
così stanca che mi sembra di sentire la sua voce anche qui.
«Judith?» il mio nome
pronunciato dalle sue labbra.
All’improvviso
qualcuno mi picchietta su una spalla e quando mi giro mi rendo conto che la
voce di Paul non era nella mia testa (non sono pazza olè!) ma lui era davvero
li davanti a me.
Paul mi guarda con il
suo tipico sguardo da: “lo so sono bello” e io tengo in mano la spugna come se
fossi una specie di cenerentola dei poveri.
«Volevo darti questo»
dice porgendomi una scatolina rossa di velluto.
Io sono immobile,
guardo la scatola e non McCartney perché il solo guardarlo negli occhi sarebbe
una sconfitta, non so cosa fare, non merito il suo regalo e non lo voglio,
perché ho paura di quello che può significare.
« Juice prendilo, è
tuo.» mi invita Paul, avanzando verso di me, io appoggio la spugna e mi asciugo
le mani, non ho intenzione di cedere, ne va della mia sanità mentale.
«Juice ti prego, io
non voglio che finisca così, io non voglio che finisca.» mi massaggio le tempie
e chiudo gli occhi, perché deve essere così difficile?
Aspetto solo che se ne
vada, ma lui non lo fa.
Mi giro.
È sempre così bello
quel suo faccino da bambino.
Paul mi guarda, tira
un sospiro di frustrazione e poi apre il pacchetto da solo, dentro alla
scatolina c’è una collana con un pendente a forma di girasole.
La guarda e inizio a
ridere.
McCartney mi fissa
sconvolto «Cosa c’è adesso?» mi domanda con una punta di acidità nella voce.
« Bè diciamo che
quella collana è un po’ strana!» gli rispondo cercando di contenermi, Paulie
continua a guardarmi interrogativo.
«Mmm, Fammi pensare!»
esclamo portandomi la mano sul mento come se stessi riflettendo sul serio
«Nick a regalato a Jenna una collana con un cuore a metà, così lei ne teneva
una parte e lui un’altra, invece Ben ha dato a Miranda una collana con una
chiave, che era la chiave del cuore di lui.. poi..» mentre parlo Paul fa
delle smorfie assurde, come a dire “ma che roba è’” « ed infine Robert ha
regalato a Katie un pendente a forma di stella, il significato lo puoi capire
da solo.»
Paul si appoggia al
tavolo e mi guarda divertito, sta ancora stringendo tra le mani il mio regalo,
ma adesso sembra troppo disgustato dalle smancerie dei miei amici per farci
caso.
Dopo qualche secondo
un silenzio imbarazzante piomba su di noi come una fitta nebbia grigia.
« So che per te è
finita, ma io ci spero ancora. » le sue parole mi accarezzarono come un sospiro
freddo in un pomeriggio d’estate, tuttavia non ho intenzione di parlare,
voglio sentire cosa deve dirmi.
« Questa collana per
me significa molto, non so perché, ma tu mi ricordi un girasole.» Paul si
lascia scappare un sorriso e mi guarda un po’ imbarazzato «è la prima volta che
faccio una cosa del genere per una ragazza, io non sono bravo con queste cose,
quando si parla di scrivere una canzone d’amore è un attimo, ma parlare, è
difficile. » Paul gioca con la catenina della collana, deve essere davvero
sotto pressione. « Ho pensato di regalarti questa collana, perché, vorrei che
fosse un pegno.»
« Un pegno?» gli
chiedo confusa mentre mi avvicino a lui, mi piace vederlo nervoso.
« Tra poco parto, e
nonostante tu mi abbia detto che vuoi finirla, io non voglio, io vorrei stare
con te sul serio.» mi risponde mentre toglie la collana dalla sua confezione « Quindi
penso che potresti usare questi mesi, per riflettere, per decidere se vuoi
davvero chiudere tutto così, senza averci mai nemmeno provato davvero.»
continuo a guardarlo stranita, capisco che vuole che io rifletta, ma la collana
cosa c’entra?
« Quindi facciamoci
una promessa: fin quando tu porterai questa collana vorrà dire che starai
pensando a me e che mi aspetterai, ma nel momento in cui decidi di
togliertela, puoi fare quello che vuoi senza remore.» nella seconda parte della
frase McCartney ha lasciato intendere tutta la sua frustrazione, ma io ho
troppa paura, voglio credergli, ma il terrore di essere presa in giro ancora è
troppo forte.
« Facciamoci un'altra
promessa: se quando torni indosso la collana, vuol dire che ho deciso di
riprovarci, se non la indosso significa che evidentemente non era destino.»
decido di mettere subito in chiaro le cose, Paul mi sorride annuisce senza
parlare, dopodiché si avvicina e con estrema delicatezza mi allaccia la collana
al collo.
Le sue mani bruciano a
contatto con la mia pelle.
« Posso chiederti una
cosa?» McCartney è ancora vicino a me, troppo vicino, con le mani appoggiate
sulle mie spalle, il mio respiro inizia a farsi irregolare.
« Ti mancherò
nonostante tutto?» mi avvicino a lui, voglio baciarlo, so che dovrei
trattenermi, ma tra non molto lui sarà troppo lontano e non voglio avere
rimpianti.
Mi alzo sulle punte e
lo bacio, un bacio a stampo niente di più.
Lo sento rilassarsi
appagato.
« Mi mancherai per tutto.»
Ciaaaaaaaaaaaaaao :D
Ok ok, si ragazze, va bene!
Comprendo l'odio l'astio e la rabbia che provate nei miei confronti,. ma sono appena tornata dall'Irlanda :)
E poi insomma non avete visto che capitolo lungo lungo che vi ho
buttato giù? insomma, vi ho ripagate per la lunga attesa, no?
Prometto che il prossimo capitolo arriverà presto! ;)
D'ora
in poi ringrazierò le mie recensitrici attrvaerso la poste del
programma recensioni, quindi non mi dilungo troppo come faccio di
solito! ;)
Un bacione a tutti e grazie mille per il supporto! :*
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Capitolo 13 *** * Lacrimosa * ***
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*
Lacrimosa *
Io e Johnny eravamo andati a fare compere, dato
che considerando lo stato dei suoi vestiti poteva benissimo mettersi ad
accattonare per la strada.
«Ti piace questo? » gli chiedo prendendo in mano
un giubbotto in pelle marrone scuro. Dato che John non mi risponde decido di
voltarmi, sperando che non si sia fermato a parlare con i manichini.
Di nuovo.
Johnny boy, è in piedi immobile che fissa un punto
imprecisato di fronte a sè.
«Judith vieni qui, ma non farti notare!» mi
preoccupo per il tono di voce di mio fratello, sembra che siamo finiti in un
thriller.
« John, ma si può sape..» quel matto che sembra
avere dei legami di sangue con me mi tappa la bocca, mentre continua a fissare
un punto davanti a lui.
« Guarda, quell’uomo è paurosamente simile a me!»
sposto solo gli occhi nella direzione indicato da Johnny, dato che la sua mano
sta ancora stritolando metà della mia faccia.
Mi liberò con un gesto secco.
« Quello John, è uno specchio, sì lo so, una
creazione strana, la usano solo gli intellettuali, è il primo esemplare che
vedo anche io sai e poi…»
John colto in fallo non mi lascia finire la frase
e si va a nascondere dentro ai camerini, rosso come un pomodoro.
Me ne sto coricata sul
letto a pancia in su, la stanza è buia a parte per il piccolo fascio di luce
che entra dagli scuri della mia finestra, luce che mi ricorda fastidiosamente
che sono le due del pomeriggio.
Me ne sto coricata
immobile con le braccia aperte, guardo il soffitto lavanda della mia camera, se
qualcuno mi vedesse in questo momento potrebbe pensare che io sia immersa in non
so quale profondo pensiero filosofico stile Socrate.
In realtà non sto
pensando, non ne ho la forza.
Nella mia testa una
sola frase circola come se fosse un’automibilina radiocomandata.
Se ne sono andati.
Sono partiti.
I Beatles non sono più
qui.
John si è svegliato
stamattina presto, è venuto nella mia stanza e si è seduto alla mia scrivania,
è rimasto a fissarmi per almeno quaranta minuti credendo che fossi
addormentata, in realtà io ero sveglia, ma tenevo gli occhi chiusi.
Io e Johnny non siamo
tipi da addii, non avremmo saputo cosa dirci, sono sicura che questo è valso
più di tutte le parole del mondo.
Porto la mia mano
sinistra sulla catenina che Paul mi ha dato ieri sera, è così fredda.
L’ultima volta che ci
siamo visti è stato proprio ieri sera, quando l’ho baciato.
Non ho resistito.
Per l’ennesima volta.
Mi giro sul fianco
come se questo potesse scacciare il fastidio che il pensiero ha insediato nella
mia mente.
Perché non riesco mai
a scegliere?
Chiudo gli occhi ed
inspiro profondamente.
Zia Mimi è venuta ben
tredici volte stamattina, l’ho lasciata bussare alla porta fino a che le sue
nocche sono diventate rosse.
Non ho la minima
intenzione di passare questi mesi con lei, inoltre in questo momento non sono
dell’umore per vedere nessuno.
Proprio in questo istante
il campanello inizia a suonare.
Cavolo, parli del
diavolo!
Chiudo gli occhi e
respiro profondamente, l’immagine della mamma mi compare come una cicatrice
sotto le palpebre, mi sento in colpa per la Zia.
Forse dovrei solo
farle vedere che sono ancora viva, conoscendola potrebbe pensare che mi sia
unita alla flotta di Capitan Uncino per catturare Peter Pan.
Apro la porta con la
faccia più annoiata di questo mondo.
«Ciao Juice.»
« Stuart!» dico, bè
insomma diciamo che a dire la verità l’ho urlato, ma non mi aspettavo di
vederlo qui.
« Sei mattiniera eh!»
commenta il nuovo arrivato con un sorriso sghembo, riferendosi al mio pigiama
con gli orsetti verdi.
« è la nuova moda, non
lo sapevi?» gli dico sorridendo.
« A dire la verità ne
avevo sentito parlare» risponde Sutcliffe lasciandosi scappare una risata. «
Posso entrare?»
« Certamente.» dico
scostandomi per lasciarlo passare « Come mai sei qui?» so che non è il massimo
dell’educazione, ma sono troppo confusa.
« Prima di tutto
voglio chiederti scusa, per tutto quello che è successo, inoltre voglio
assicurarti che il tuo, ehm.. vostro segreto con me è al sicuro.» lo guardo
accigliata, mi fa piacere che sia venuto a chiedermi perdono, ma non mi fido
ancora al cento per cento.
« Poi volevo farti
compagnia, considerando quello che è successo oggi.» continua Stuart
riferendosi alla partenza dei Beatles.
« Ed infine, vorrei
darti il tuo regalo, ieri non sono venuto per evitare incomprensioni, sai
com’è.» quello che fino a pochi giorni fa era il mio peggior nemico mi sta
porgendo un ritratto.
Un mio ritratto.
Ed è bellissimo.
Sono io, di profilo, i
miei capelli biondi sono mossi dal vento in onde e mi coprono il collo e una
piccola parte di mento, poi i miei stessi capelli si trasformano in un’ondata
di fiori coloratissimi.
Lo guado ammaliata.
« Non so perché, ma tu
mi ricordi un fiore.»
Oh no.
Ma che cavolo sono io?
una pianta?
« Grazie è.. la
bellezza di questo quadro è indescrivibile.»
Stuart mi sorride,
abbassando la testa e passandosi una mano sul collo imbarazzato.
« Possiamo
ricominciare da capo?» mi domanda rompendo il silenzio dopo qualche minuto «
John mi ha chiesto di farti compagnia, mi ha detto che io sono mille volte
meglio di una certa Mimi.» finisce la frase pronunciando il nome di mia zia con
un tono teatralmente confuso.
« Come amici?» gli
chiedo guardando nei suoi occhi neri, così diversi da quelli di Paul.
« Certo, non intendo
creare dei casini tra te e lui.»
Sono sicura che
Sutcliffe non abbia pronunciato il nome di McCartney apposta, non so per quale
motivo, ma prima o poi voglio scoprire l’origine dell’astio che no notato, a
mie spese, tra Paul e Stuart.
Rimaniamo zitti per
qualche minuto.
Anche se la situazione
è eccessivamente imbarazzante, il mio amico sembra perfettamente a suo agio.
« Ehm, allora, vuoi
qualcosa da bere?» quanto odio la mia
voce da bimbetta imbranata!
« Un caffè, grazie.»
risponde Sutcliffe, con un sorriso amichevole.
Io e Stuart, siamo in
cucina da almeno un’ora e se prima credevo che Sutcliffe fosse solo una specie
di seduttore seriale, devo ricredermi.
Cioè insomma, è un
seduttore seriale, ma lui lo fa con stile.
Abbiamo parlato di
ogni cosa, ed è stato così naturale che all’inizio ero un po’ spaventata.
Abbiamo parlato delle
sue storie (e sono così tante!) delle mie, dell’altra sera, di tutto!
« Bè, adesso iniziano
le domande più scottanti! » comincia Stuart, fregandosi le mani con fare losco.
« Con quante ragazze
sei andato a letto?» gli chiedo a brucia pelo, forse un po’ troppo a brucia
pelo dato che il mio nuovo amico per poco non cade dalla sedia!
« Non così scottanti
Judith! » mi urla cercando di ricomporsi, io alzo le spalle fingendomi
disinteressata.
« Io pensavo a
qualcosa del tipo, cosa ti piace di McCartney o robe così..» Stuart ha detto la
frase guardandomi attentamente, come se volesse studiare la mia reazione.
« Non lo so, è bello!»
rispondo guardando altrove.
« E?» capisco che
Stuart sta cercando di incitarmi a dire delle sue qualità morali, così inizio a
pensare ad un pregio di Paul che mi attrae.
Penso, penso e
ripenso.
Ok, questo è un
argomento spinoso.
Oddio, è imbarazzante.
«A dirla tutta, non ci
sono molte cose che mi attraggano di lui, in quel senso.» Sutcliffe mi guarda con gli occhi spalancati.
« Cioè ti piace perché
è bello?» lo guardo contrariata, non va bene?
« Certo che detto con
quel tono di voce sembra una gran brutta cosa!» ribatto facendogli la
linguaccia.
Stuart mi scruta e si
gratta la testa confuso.
Mi sa che gli devo una
spiegazione.
Però qual è la
spiegazione?
« Credo che..» inizio,
ma tentenno « Quando avevo quattordici anni, ho conosciuto un ragazzo, e mi
sono innamorata. Bada bene, ho detto innamorata, perché per me ogni cosa che
quel ragazzo faceva, diceva.. ogni cosa che riguardava lui era perfetta per me.
» abbasso lo sguardo alle mie mani, che si muovono nervose sul tavolo.
« Per un mesetto
questo ragazzo sembrava ricambiare i miei sentimenti, mi accompagnava a casa
dopo la scuola, stava con me durante la pausa delle lezioni.» mi fermo e chiudo
gli occhi, il ricordo è ancora fastidioso per me.
« Poi un giorno,
all’improvviso ha smesso di parlarmi, di salutarmi, quando mi vedeva, ricordo,
si voltava dall’altra parte. Così, ho deciso di chiedergli delle spiegazioni.»
Mi fermo e mi rendo
conto che sto trattenendo il respiro, è possibile che mi faccia ancora questo
effetto?
« Lui cosa ti ha
detto?» la voce di Stuart mi richiama alla realtà, lo guardo negli occhi e in
quei pozzi neri non vedo ironia o altro, è serio, è interessato, vuole sapere.
« Lui mi ha detto, è
cito testuale: Judith, sinceramente non ne ho più voglia.» mi tolgo un peso,
solo Cyn sa di questa storia e perché me l’ha letteralmente cavata di bocca.
Dentro la mia testa
quelle parole sembravano così pesanti, ma ora che le ho dette è come se mi
fossi liberata di loro una volta per tutte.
« Ma che gran figlio
di puttana!» sono così intenta a farmi un’analisi interiore che non mi accorgo
che Stuart mi sta fissando con la bocca spalancata ed un’espressione sbigottita
in viso.
È davvero buffo con
quella faccia.
Così scoppio a ridere,
liberandomi di tutta la tensione ed alleggerendo un po’ l’atmosfera che si era
venuta a creare.
Anche Stuart inizia a
ridere con me.
Forse grazie a lui
sentirò meno la mancanza dei Beatles.
Una fitta improvvisa
mi colpisce allo stomaco.
I miei quattro
scarafaggi.
Sutcliffe nota
immediatamente che la mia espressione è repentinamente cambiata, sta per dirmi
qualcosa , ma il telefono comincia a squillare.
« Pronto?» lancio
un’occhiata all’orologio che segna le quattro e mezza.
« Judith, non so te,
ma io sono profondamente depressa, ergo devo comprarmi un paio di scarpe!» La
voce seria di Cynthia mi lascia scappare un sorriso, almeno so di non essere
l’unica fidanzatina che aspetta diligentemente il suo uomo a casa.
« Vuoi andarci
adesso?» le chiedo, mentre penso che ho bisogno di comprarmi qualcosa di nuovo
anche io.
« Si!» conosco così
bene Cyn, che dal suo tono di voce posso immaginarmela imbronciata intanto che
regge la cornetta del telefono. « Però devo dirti una cosa..ascolta
attentamente!» improvvisamente il suo tono cambia e sembra essere una spia del
tipo James Bond. « Ti ricordi che al tuo compleanno c’era quella ragazza con quella borsa rossa bellissima? Che ti ho detto che la
volevo comprare anche io?»
Mi prendo qualche
secondo per capire, ovviamente Cynthia vuole che io legga tra le righe.
Ha messo
volontariamente l’accento sulle parole “rossa” e “ragazza”
Ragazza rossa.
Oh merda.
« Allora ricordi?»
« Mi ricordo bene, dici
che rischio di incontrarla anche oggi?» la mia amica aspetta qualche secondo
prima di rispondere.
« Diciamo che mia
mamma me l’ha comprata.»
Doppia merda.
Dopo aver salutato
Cynthia e averla maledetta in una quindicina di modi diversi, torno in cucina dove
Stuart sta lavando le tazzine che avevamo usato per bere il caffè.
«Sei sempre così
servizievole?» domando sedendomi al tavolo.
« Solo con le persone
che mi stanno simpatiche!» ribatte Sutcliffe, voltando il viso verso di me per
farmi l’occhiolino « Ma non dirlo in giro, io ho la reputazione del bel
tenebroso, non della lavandaia.»
Scoppio a ridere
immaginandomi Stuart con indosso un grembiule rosa.
« Non ti preoccupare,
lo terrò solo per me.» rispondo tra le lacrime. Dopo aver riacquistato un po’
di autocontrollo mi alzo e inizio ad asciugare ciò che il mio nuovo amico ha
lavato.
« Comunque tra poco
devo uscire, shopping terapeutico.» dico pensierosa.
« Ah, è così che curi
la sindrome d’abbandono?» mi chiede Stuart in tono scherzoso , bagnadomi con un
po’ d’acqua.
« Non di solito, ma
Cynthia mi ha chiamato e ci devo andare.» rispondo bagnandolo a mia volta «
Anche se c’è la Asher.»
Sutcliffe si asciuga
le mani, prima di voltarsi completamente verso di me.
« Bè se devi uscire
allora tolgo il disturbo, ma se hai bisogno di me, per qualsiasi cosa puoi
chiamarmi.» mi giro vero di lui e gli sorrido. « Non mi aspettavo di stare così
bene con te, quindi tranquilla qualunque cosa!» il mio sorriso si allarga
ancora di più, ma poi all’improvviso ecco un’idea.
« Qualunque cosa dici?
» domando con fare sospetto.
Stuart annuisce
titubante, sembra leggermente spaventato.
« Allora preparati
perché vieni con me e Cyn a fare shopping.» il pittore fa una faccia disgustata
così, ricorro al mio labbro tremulo e aggiungo « Ho bisogno di qualcuno che mi
distragga dallo starnazzare della Asher!»
Stuart non mi ha
proprio detto di sì, ma da suo sospiro rassegnato so di aver vinto!
SALVE GENTACCIA!
Sono già qui con un nuovo capitolo! che cosa mai vorrà dire?
Bè giovani è proprio vero che il mondo
finirà nel 2012! e sarà per causa del mio aggiornamento
LAMPO! (almeno per i miei standard!)
e vi dirò anche che ho già scritto altri tre capitoli! quindi ne abbiamo fino a novembre! ;D
Quanto sono brava?
Dai fatemi un applauso!
Spero che questo capitolo vi piaccia e vi dirò, devo ringraziare
i Kasabian che mi hanno dato l'ispirazione per buttare già ben
tre capitoli in una notte (insonne) :;D
Quindi tutti in coro con me! GRAZIE KASABIAN!
In ogni caso, dato che io ho aggiornato presto mi aspetto un minimo di dieci recensioni! dai accontentatemi! :(
Ciao belli ora vado :D
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Capitolo 14 *** * La Fee Verte * ***
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*
La Fee Verte *
I Beatles mi hanno portato fuori a cena per
festeggiare il loro primo ingaggio al Cavern.
Siamo in un bellissimo ristorante spagnolo
specializzato nel pesce e stiamo
guardando il menù per decidere cosa ordinare, ma io non capisco la metà di
quello che c’è scritto!
« Paul secondo te “camaròn” significa gamberetti o
granchi?»
« Non saprei, i gamberetti, forse.»
« Per te George? »
« Io sono sicuro che siano i granchi!»
« John? »
« Non so, chiediamo alla cameriera!»
Quando la cameriera ci ha raggiunto e ci ha
chiesto le ordinazioni finalmente abbiamo scoperto che erano i gamberetti.
« Ah! Sono un genio! » commenta Paul vantandosi.
Mentre George e Paul bisticciavano, io mi sono
girata a guardare Ringo che è incantato da mezz’ora a guardare una cameriera
molto avvenente dalle apparenze latine.
« Secondo te di che nazionalità è?» chiedo al mio migliore
amico convinta di averlo colto in fallo.
Ringo non mi risponde.
« Richard?»
«Rings?» Starr mi ha sentito solo ora, ed
imbarazzato farfuglia « Per me sono i gamberetti!»
Tutti ovviamente scoppiamo a ridere, mentre Ringo
diventa rosso.
« Vi prego ragazze
basta! » si lamenta Stuart per l’ennesima volta « è almeno un’ora che giriamo e
Judith tra parentesi le tue borse pesano!» mi volto a guardare Sutcliffe che
regge le mie cinque buste di vestiti e scarpe che sono riuscita a comprare in
così poco tempo.
Lo shopping
terapeutico funziona!
« Ragazze forse
dovremmo fermarci in un pub se lui è stanco.» dice Jane che ho scoperto non
essere così male.
La rossa, infatti, mi
ha aiutato a scegliere un paio di scarpe ed è grazie a lei che ho scoperto che
il blu mi dona molto più del verde!
Stuart ci lancia
un’occhiata da cucciolo abbandonato, e alla fine anche se con riluttanza
decidiamo di fermarci in un bar.
« Che il signore sia
lodato! » commenta Sutcliffe quando finalmente si siede.
« Sai sono andata a
fare compere con John, Ringo, George e Paul, ma tu sei in assoluto quello che
si lamenta più di tutti!» lo rimbecca Cyn, anche se involontariamente ha tirato
fuori l’argomento che tutti cercavamo di evitare, almeno per il pomeriggio.
« Ti mancano vero?» le
domanda Jane posandole una mano sulla spalla, questa ragazza è così materna! Se
non sapessi che le piace Paul forse potremmo essere amiche.
« Anche a me manca
Paulie anche se l’ho appena conosciuto.»
No, non c’è speranza.
Stuart soffoca una
risata, mentre io gli tiro un calcio sotto al tavolo.
« Tra quanto tornano?
» mi chiede la rossa guardandomi negli occhi col suo fare da bambolina.
« Quattro mesi.» dico
con voce cupa.
« Sai, mi dispiace per
tuo fratello, conoscendo la vostra storia, famigliare intendo, deve essere dura
per te.»
Guardo Jane per
qualche istante prima di distogliere lo sguardo, in effetti lo è.
Il pomeriggio passa,
ma la notte no.
« Lo è, ma io ho paura
per stanotte.» mi sono lasciata sfuggire il mio pensiero la Asher mi guarda
interrogativa, così decido di continuare « Vedi, durante il pomeriggio è facile
trovare qualcosa da fare, ma stanotte quando sarò a casa da sola, non so bene
cosa fare.»
Per qualche minuto
siamo stati tutti zitti, è mai possibile che senza i Beatles noi non siamo
niente?
« Vuoi venire a
dormire a casa mia?» mi aspettavo di sentire questa domanda da Cynthia, invece
era stata Jane a chiedermelo « Credo che passare la notte in quella casa da
sola non sia il massimo, tutto ti ricorda di loro! Almeno per i primi giorni,
per me puoi venire, nella mia stanza c’è posto! »
Devo seriamente
cancellare tutti i pregiudizi che riguardano Jane, va bene ci piace lo stesso
ragazzo, ma allora? Non posso non darle almeno una possibilità.
« Non so, dovrei
andare da mia Zia..» comincio titubante.
«Tua Zia la chiamiamo
e le diciamo che stai da me, solo per stanotte che ne dici? Cyn puoi venire
anche tu se vuoi!» l’idea di passare la notte lontano da tutto quello che mi fa
pensare a John è allettante, ma mi sento un po’ un’ipocrita, fino a cinque
minuti fa odiavo questa ragazza.
« Io non posso, ma
credo che Judith dovrebbe venire!» guardo Cynthia che mi ha appena dato la sua
approvazione, poi mi girò verso Stuart il quale annuisce senza aggiungere
altro.
« Allora è, fatta?» mi
chiede Jane sorridente, porgendomi la mano.
Le sorrido conciliante
e accetto la sua stretta.
Stuart mi ha
riaccompagnato a casa, mi ha salutato e mi ha promesso che domani mattina mi
viene a prendere a casa di Jane.
Forse Sutcliffe è
l’unica cosa positiva della partenza dei Beatles, si è rivelato un gran amico.
Prendo una delle borse
più capienti che ho e la riempio con tutto il necessario per passare la notte a
casa degli Asher,ho una strana sensazione, ma credo che sia la scelta giusta.
Stare in questa casa,
da sola, mi provoca un senso di disagio che voglio evitare, è anche casa mia è
vero, ma c’è troppa roba loro.
Mangio qualcosa in
fretta, ho lo stomaco chiuso da stamattina.
La casa è così
silenziosa, così pulita.
Mi metto le scarpe ed
esco Jane mi aspetta.
Quando sono arrivata
la famiglia Asher aveva appena terminato la cena, il padre di Jane è un uomo
bonario e tranquillo, mentre sua madre è la fotocopia della figlia, posata
elegante e bella.
Sono stupita da tanta
ricchezza!
Dopo avermi presentato
i suoi genitori la rossa mi mostra la camera dove dormiremo, contro ogni mia
previsione la camera della mia “nemica” non è ne rosa, ne piena di peluche, al
contrario! La camera è verde ed arredata in modo minimale direi.
« Tu dormirai qui, io
invece dormo sul materasso!» Jane si è proposta di dormire sul giaciglio che
sua madre aveva gentilmente portato giù dalla mansarda, ma dopo un lungo
scambio di battute l’ho convinta a lasciare dormire me lì sopra.
Penso che saranno
state le undici quando nella casa è piombato un silenzio assonnato ed è proprio
in quel momento che Jane si è alzata dal letto, ha aperto la finestra e mi ha
offerto una sigaretta.
Ci siamo entrambe
sedute sul davanzale della finestra a fumare.
« Quindi, va meglio?»
ammiro e apprezzo le gentilezze di Jane, ma non sono una malata terminale ed
inoltre penso che parlare in continuazione dei miei quattro ragazzoni che se ne
sono andati non è la cosa migliore da fare.
« Basta parlare di me!
» affermo sicura sorridendole «Raccontami qualcosa di te.» concludo e le sorrido
ancora dato che mi lancia uno sguardo costernata.
« Del tipo?» mi chiede
prima di fare un tiro.
Deglutisco a vuoto, ma
poi mi decido.
« Come hai conosciuto
Paul?» sì, lo so sono un’autolesionista!
La rossa sorride,
chiude gli occhi, prende u’altra boccata di fumo e poi si decide a parlare.
« Non l’ho mai
conosciuto veramente.» il suo sguardo si sposta sulla strada « Molto
semplicemente la casa di mia nonna si trova molto vicina al Liverpool
Institute, mettiamo in chiaro che io non ho mai sopportato mia nonna e mai la
sopporterò! Il nostro è un rapporto di alti e bassi.» sorrido al pensiero della
mia relazione con Zia Mimi.
«Comunque i miei
genitori lavorano tutto il giorno, dunque sono costretta a pranzare a casa di
mia nonna, mi ricordo un giorno credo fosse aprile di due anni fa, stavo
andando a casa sua, ma la mia borsa si è rotta e tutti i miei libri sono finiti
sul marciapiede. » La Asher appoggia la testa al muro « Tutti mi passavano
accanto senza nemmeno fermarsi, ma poi Paul è arrivato, si è inchinato e mi ha
aiutato a raccogliere tutte le mie cose. Era così bello, cioè lo è ancora, ma
mi ricordo che mi ha ammaliata! Da quel giorno lo cercavo sempre in mezzo alla
folla, a volte lo vedevo insieme a tuo fratello nel cortile della scuola! Non
so perché ma saltavano spesso delle lezioni.. »
Ascolto Jane
incantata, ma dopo aver notato che aveva lasciato la frase in sospeso mi
affretto a rispondere « Perché quei due pensano solo alla chitarra.» la
liquidai, volevo sentire come finiva la storia.
« In ogni modo, da
quel giorno andavo da mia nonna volentieri perché così lo potevo vedere, anche
se da lontano, lo vedevo! Poi ho iniziato a chiedere di lui alle mie amiche e
purtroppo in molte lo conoscevano.» il suo tono si è fatto un po’ seccato,
probabilmente le suo amiche lo “conoscevano” in molti sensi.
« Dopo essere venuta a
conoscenza della sua reputazione non ci potevo credere, una faccia così dolce
non può appartenere ad una persona così vuota! Poi una mia amica mi ha detto
che faceva parte dei Beatles e che suonava al Cavern così una sera ci sono
andata e dopo averlo sentito cantare, la mia “cotta” non ha fatto altro che
crescere!»
La guardo confusa,
prima di gettare il mozzicone di sigaretta giù dalla finestra.
« Quindi non ti
importa della sua reputazione, di quello che dice la gente di lui?» la fisso
rapita dalle parole che dice, lei non conosce Paul eppure sembra sapere più
cose di me che ci sono cresciuta insieme!
« Dopo aver sentito le
sue canzoni, quelle che ha scritto lui, ho capito che la persona che le ha
scritte deve essere speciale, un ragazzo vuoto e superficiale non può nemmeno
concepire alcune delle parole che Paul riesce a dire nelle sua canzoni, lui è
un’anima buona, solo che si nasconde.»
Rimango zitta, ho
paura.
I sentimenti di Jane
sono forse più forti e seri dei miei?
Forse Paul si merita
una persona come lei, forse ha bisogno di una ragazza come lei per mettere
finalmente la testa a posto.
« Judith, posso farti
una domanda?» mi rendo conto solo ora di essermi incantata a fissare un punto
della stanza « una domanda un po’ personale.» la guardo, le sorrido, annuisco.
« Tu hai mai avuto una
cotta per Paul? Dico, è il migliore amico di tuo fratello, è un bel ragazzo e
poi ho notato che ha un occhio di riguardo per te.»
« Un occhio di riguardo
in che senso?»Cerco di evitare la domanda, Jane mi porge un’altra sigaretta, mentre le
luci della strada illuminano a malapena i nostri profili.
« Non so, ieri, al tuo
compleanno ti guardava sempre, non erano sguardi significativi o lunghi ed
intensi era solo come se volesse controllare che tu ci fossi ancora, lo faceva
in continuazione.» faccio un lungo tiro alla mia sigaretta, come posso sentirmi
dire certe cose?
Chissà se sente la mia
mancanza.
« Sì, ce l’ho avuta
una cotta, quando ero più piccola però, lui era lì, era bello ed era sempre
presente, mi difendeva quando John se la prendeva con me, ma era una cosa da
ragazzina.» mi sento un mostro a mentire a Jane, che invece è così sincera con
me.
« Purtroppo però mi
rendo conto di non avere speranze con lui.» la rossa cattura di nuovo la mia
attenzione.
« Perché dici così?»
Jane sorride, poi scende dal davanzale e si siede sul letto, anche se continua
ad essere rivolta verso di me.
« Non lo so, secondo
me Paul ha bisogno di una ragazza che gli riesca a tenere testa, quelle
bellissime ma oche lo attirano ma lo stancano dopo poco tempo, ecco perché fa
quello che fa, se invece trovasse una ragazza che non gli rende tutto facile,
credo che probabilmente cambierebbe.»
Scoppio a ridere, una
risata vetrata e sarcastica.
« Io credo che sia
solo un grandissimo stronzo!» Jane mi sorride prima di abbassare il viso.
Sembra così ingenua.
« E perché tu non
credi riuscire a tenergli testa? » scendo dal davanzale anche io e mi corico
sul letto al suo fianco.
« Perché se lui mi
dicesse che vuole un pezzo di luna costruirei una scala per potergliela andare
a prendere.»
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Capitolo 15 *** * Man of Simple Pleasures * ***
queeeeetso
* Man of Simple Pleasures *
Paul e George mi avevano accompagnato a fare la spesa, eravamo nel reparto dei dolci, dato che lo stomaco di George ululava.
Letteralmente.
No dico davvero, un commesso ci ha chiesto se avevamo bisogno di un’ambulanza.
Stavo guardando i torroni, quando vidi una nuova offerta, un torrone a
soli 40 cent, così sbalordita dissi a voce un po’ troppo
alta « Solo 40 cent questo affare così lungo?»
Paul e George si diedero un’occhiata prima di cominciare a ridere fino alle lacrime.
Si, anche il commesso rideva.
Jane
dormiva da un po’, mentre io me ne stavo coricata con il cuscino
sulla testa cercando di ammortizzare il rumore delle macchine che
passavano in strada.
« Sarai anche ricca, ma vivi proprio in una zona di merda!» borbottai tra me e me, cercando una posizione comoda.
Le parole di Jane continuavano a rimbombarmi nella testa, come quando
hai in mente una canzone, ma ne conosci solo una strofa e allora ripeti
quel verso all’infinito.
Lei sembra meritare Paul molto più di me.
Ma Paul merita lei?
Ah non ci voglio più pensare!
La collana di McCartney è incastrata tra me ed il materasso.
Chissà cosa staranno facendo la.
Mi manca mio fratello.
Troppo.
Finalmente
dopo una decina di minuti mi sono addormentata, ma doveva essere molto
tardi dato che la mattina quando mi sono svegliata mi sembrava di aver
dormito solo per due ore.
Quando io e Jane ci siamo alzate in casa non c’era più
nessuno, ma la tavola! (grazie a Dio!) abbiamo trovato la tavola
imbandita di ogni tipo di pietanze, dal dolce al salato.
Dato che ieri non ho mangiato praticamente niente, il mio stomaco reclama qualcosa!
Ci siamo messe a mangiare e a parlare di ogni cosa, ho decisamente
cambiato idea su Jane, è vero è un po’ viziata, ma
quando si vanta di quello che possiede non lo fa con cattiveria,
è solo che è stata abituata ad avere così tanto
che riesce a vedere il mondo solo dal suo punto di vista.
È solo un’ingenua dopotutto.
Stuart
è arrivato alle undici, siamo stati un po’ in compagnia
con Jane e dato che ci dispiaceva lasciarla da sola in quella casa
così grande, ma poi dopo esserci salutati siamo andati.
Uscita in strada cerco con lo sguardo la macchina di Stuart, ma non la vedo.
« Hey Sutcliffe ti dirò una cosa simpatica, ci credi che
non vedo la tua macchina?» domando con sarcasmo voltandomi verso
Stu che sta ancora scendendo le scale della casa di Jane.
« Io ti dirò una cosa ancora più simpatica,sono
venuto a piedi! » guardo Stuart con odio, cosa vuol dire,
‘sono venuto a piedi?’ significa che devo camminare? IO?
Judith Lennon che cammina per più di mezzo metro?
«
Non ti prendo a pugni solo perché sei carino!» commento
quando è ormai mezz’ora che cammino insieme al mio amicone
senza macchina.
«Mi trovi carino? » commenta Stuart sogghignando.
« No, cioè, sì, no, sì, cavolo non è
quello il punto della frase» farnetico arrossendo un poco,
insomma diciamocelo Stuart non è solo carino.
Dentro la mia testa qualcosa mi dice di cambiare argomento così dico la prima cosa che mi viene in mente
« Sai, vorrei saper disegnare come te. » Credo che la
fotografia e la pittura siano strettamente collegati, ma io non ho mai
avuto la passione per i pennelli, anche perché sono negata.
« Ti posso insegnare!» la voce di Sutcliffe esce accompagnata da un tono entusiasta che mi lascia un attimo interdetta.
« Io non so disegnare nemmeno un fiore Stu!»il mio compagno
mi sorride, ma insiste sul fatto che la pittura si può imparare.
«Juice, sta tranquilla che se ti insegno io diventi il nuovo
Caravaggio!» Stuart accompagna la sua affermazione con una posa
teatralmente strategica che mi fa scoppiare a ridere, ma poi inizio a
guardarmi intorno, cercando qualcosa.
Sposto il ramo di una pianta, guardo dentro ad un bidone, sotto una macchina.
« Cosa cerchi?» mi chiede confuso il pittore.
«
La tua modestia, ma non c’è niente da fare, non la
trovo!» Stuart si ferma in mezzo al marciapiede e mi guarda
sconsolato, mentre io scoppio a ridere da sola.
Ma, quanto sono simpatica?
«
Cioè, io dopo questa vado a casa!» commenta il moro,
girandosi e cominciando a camminare, al che io gli corro incontro
abbracciandolo da dietro.
« Noooo! Ti giuro che non faccio più nemmeno una battuta!
Nemmeno una piccola piccola, ma non mi abbandonare! » Stuart
rimane immobile, ma sento che sta ridendo.
« Sei proprio la sorella di tuo fratello!»
Saranno
le sei del pomeriggio e Stuart è appena andato a casa, abbiamo
mangiato così tanto gelato che credo di aver preso ben quattro
chili!
Sono un’ingorda.
Sono
coricata (spiaggiata) sul divano inerme, mentre aspetto che il mio
stomaco faccia il suo dovere e il ronzio della televisione mi lasci
cadere in un sonno ristoratore.
Ma poi…
Il telefono comincia a suonare.
« Pronto?»
«Sorellina, sorellona, sorelletta?» per un momento mi manca
il respiro ed una sensazione di formicolio pungente divaga per tutto il
corpo fino alle punte delle mie dita « Oddio Judith ti ho uccisa!
»Johnny sa sempre come rovinare un bel momento!
« John sei tu?» la mia voce è tremante, ma sono così emozionata!
« Bè di sicuro non sono quello sfigato di Paul che
è ANCORA SOTTO LA DOCCIA! » capisco che la parte urlata
è dichiaratamente indirizzata ad un ipotetico McCartney che sta
occupando il bagno da almeno due ore.
Tutto nella norma allora.
«
Come stai? Com’è l’albergo? Sei stanco? Mangi bene?
Hai dormito? » entro nella modalità mammina senza nemmeno
accorgermene, ma non so cosa dire, sono così felice che sono
imbarazzata.
« Ehi ehi ehi, Zia Mimi ridammi mia sorella! » scoppio a
ridere insieme a Johnny che sembra essere al mio fianco, anche se in
realtà è in un altro stato.
« Zia Mimi è venuta qua almeno venti volte, ma io non le
ho nemmeno aperto la porta! » commento vittoriosa sapendo che
otterrò l’approvazione di mio fratello.
« Sei una grande! Mettiamo i piedi in testa alla vecchia! »
di nuovo ridiamo insieme e mi sento così vicina a lui.
« Bè allora? Raccontami qualcosa!» lo incito, cercando di calmarmi e prendendo dei lunghi respiri.
« Stasera suoniamo per la prima volta in un locale che ha un nome
impronunciabile ed è in una via impronunciabile! Il tedesco
è una lingua di una cattiveria assurda, anche una lettera
d’amore sembra una minaccia!» sorrido e mi rassicuro
notando che Johnny non ha perso la sua vena ironica e che la sua voce
mi sembra molto entusiasta. « Poi volevo dirti che mi manchi,
anzi ci manchi perché saranno due giorni che parliamo solo di te
e siamo tutti preoccupati! » manco a loro, manco a John e manco a lui!
«
Io sto bene, la casa è un po’ silenziosa, ma grazie a Cyn
a Jane e a Stuart riesco a sentirmi un po’ meglio!»
comincio ad arricciare le mani intorno al cavo del telefono, devo
trovare il modo di parlare con Paul!
« Ah! Allora è venuto! Bene, bene allora sono più
tranquillo! Mi manchi Juju, scusa se stamattina non ti ho salutato, ma
non sapevo cosa fare e poi..»
« Va tutto bene, ero sveglia quando sei venuto in camera!»
non gli permetto nemmeno di terminare la frase non voglio che il mio
fratellone preferito si senta in colpa!
« Eh mi hai lasciato lì a guardarti senza dire niente? No,
ma bene! Bella sorella che mi ritrovo!» La predica di Johnny gli
esce con un tono troppo scherzoso perché sembri convincente
così di nuovo scoppiamo a ridere insieme.
«Adesso devo andare, il bagno è libero, però
aspetta c’è qualcuno che vuole salutarti!» a quelle
parole, la mia stretta sulla cornetta si è fatta più
salda, ho chiuso gli occhi sperando di sentire la voce di quella
persona che mi mancava così tanto.
Ti prego Paul ti prego.
« Hey, Judith. » spalanco gli occhi.
« Ringo!» rispondo non troppo convinta, ma spero che il mio interlocutore non mi colga in fallo.
« Sì, sì lo so che tu vorresti parlare con qualcun
altro, ma credo che tu ti debba accontentare di me.» il tono con
cui Ringo ha pronunciato la frase mi ha fatto capire che lui non
è arrabbiato, tuttavia non è tanto il tono che mi ha
colpito se non per il significato di quello che ha detto.
« Ma cosa dici? Sono felice di sentirti! Chi potrebbe essere
più importante del mio migliorissimo amicissimo? »
sì, in effetti a volte sono un po’ smielata.
«
Juice, io so tutto.» la frase saccente di Ringo mi lascia
perplessa, che Paul gli abbia detto tutto? Ma i maschi non si confidano
mai, possibile che io mi becco l’unico che va a raccontare i
fatti suoi in giro?
« Non mi ha detto niente se è quello che pensi,
però me ne sono accorto accidenti!» no so che dire,
stringo la cornetta così forte che le mie nocche sono diventate
bianche.
« Ma.. ma, come?» balbetto nervosa, anzi nervosissima.
« Scusa, ma credi che io sia scemo come quei due caproni di
George e John?» ok, ricapitoliamo, innanzitutto devo prendere un
respiro profondo, ora devo rendermi conto di quello che Ringo mi sta
dicendo.
«Loro sanno?» sto facendo il terzo grado al mio amico,
ma so che se John viene a sapere di quello che è successo
potrebbe uccidere Paul e poi me, oppure più probabilmente prima
me e poi Paul, oppure potrebbe usare me per picchiare Paul..
Un momento! Ragioniamo! Devo sentire cosa mi dice Starr prima di giungere a conclusioni affettate!
«
Ovvio che no, e nemmeno lui sa che io so! È tutti un gioco di
intrighi e segreti, e mi piace! Mi sento una spia russa! » un
sorriso sfugge al mio controllo, almeno sono sicura che di Ringo mi
posso fidare!
« Ringo non devi dirlo a nessuno! Se lo fai sarei capace di
picchiarti! Anzi chiamo un pugile e ti faccio picchiare da lui
così sono sicura che ti farà male! » anche se
voglio sembrare minacciosa il sollievo non mi permette di essere
seriamente credibile «A proposito, gli altri sono lì?
Stanno ascoltando la telefonata?» una morsa mi stringe lo
stomaco, se John avesse sentito…
« No, tranquilla John e Paul si stanno picchiando in bagno,
mentre George scommette su chi vincerà, ora che mi ci fai
pensare.. devo chiudere la telefonata, ho una cosa da fare, mi manchi
tantissimamente Judi! »
Ero
ancora attaccata alla cornetta quando ho sentito chiaramente la voce di
Ringo che urlava “dieci sterline sul Macca!”
Maaaa
Salve signorine e signorini (se ce ne sono) :) ammetto che è un
po' che non aggiorno, ma sono qua con un capitolo così dolcino
che mi perdonerete subitissimamente!
della serie sono brava solo io -.-
Non lo so se è dolce, bello o abbastanza, anche perchè è un po' corto ma questo avevo e questo pubblico :)
sciau bèli :*
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Capitolo 16 *** * Shelter from the Storm * ***
beatles
Allora
finalmente sono qui, grazie ad un'altra band però, infatti,
questa volta sono stati i The Black Keys a darmi l'ispiration :D
Un bacione a tutti, alla fine
del capitolo troverete la spiegazione di una roba che succede
all'interno dello stesso, è solo che se ve la dico qui rovino la
suspence :D Ciaoo! :*
*
Shelter from the Storm *
« Dai Judith, accontentami, canta qualcosa!» erano
ore che Paul insisteva perché io lo stordissi con la mia voce da trattore in
fin di vita, ed erano ore che io puntualmente mi rifiutavo.
« Ti ho detto di no!» rispondo facendogli la
linguaccia.
All’improvviso Paul mi si siede accanto, brandendo
ancora il suo basso tra le mani e poi comincia a strofinare la sua testa sulla
mia spalla, come se fosse un gattino che fa le fuse alla sua padrona.
« Daaai! Per favooore! »mi parlava con tanto di
labbro tremulo!
«No, non so cantare! » al sentire le mie parole
McCartney si è fermato immediatamente e guardandomi fisso negli occhi con un
tono serio che non ammetteva repliche ha concluso: « No Juice, non esiste chi
non sa cantare, c’è solo gente che non si ascolta! »
Sono a casa da sola,
cosa che non va, decisamente, bene dato che sono immersa tra i maglioni di John
come se fossi un orso in letargo, voglio sentire il suo profumo per solo cinque
minuti mi dicevo, vengo via subito mi dicevo.
Adesso sono
praticamente chiusa nel suo armadio.
Cosa posso fare per
distrarmi?
Decido finalmente di
uscire dalla camera di Johnny e vado nella mia stanza, il cui disordine mi
terrà impegnata per almeno un’ora!
Rassetto, pulisco,
scelgo i vestiti da lavare e quelli da stirare, poi quando sono felicemente
convinta di aver finito di pulire quella specie di porcile, noto la mia borsa
bianca in un angolo, abbandonata a se stessa.
La prendo e la svuoto
sul letto per vedere da quanti anni non la pulisco.
La mia povera macchina
fotografica mi guarda con occhi da cucciolo smarrito (sì, ho detto occhi.) è
immersa tra fazzoletti usati, scontrini di non so dove, e foto.
Il mio sguardo viene
catturato da una foto in particolare.
Non ci posso credere.
Dovevo essere Hitler
in un’altra vita, il destino non può volermi così tanto male.
Prendo la foto in mano
e sento come una morsa alla testa, e quella che io e Paul abbiamo fatto insieme,
quella dove ci baciamo.
La chiudo subito nel
cassetto della mia scrivania, non ci devo nemmeno pensare a lui! Ieri ci volevo
parlare e poi mi sono dovuta sorbire Ringo!
Ringo che tra l’altro
mi ha anche scoperto.
Com’è complicata la
vita.
Devo assolutamente
trovare qualcosa che mi tenga impegnata altrimenti impazzisco!
Corro giù per le scale
come se questo mi aiutasse a lasciarmi tutti i cattivi pensieri alle spalle,
prendo il telefono e compongo il numero di Cyn.
«Mi dispiace, Cynthia non
è in casa.»
Dove cavolo potrà mai
essere alle undici di mattina quella bionda schizzata?
Ok, calma, chiamo
Stuart.
« Risponde la
segreteria telefonica…»
MA CAZZO!
Lascio un messaggio a
Stu avvisandolo che l’ho chiamato e chiedendogli se puoi venire a casa mia
appena sente il messaggio.
Cerco di fare mente
locale, tutte le mie amiche di scuola sono al mare, tranne Thelma che è dai
suoi nonni e Pauline che lavora in un bar vicino alla scuola.
Poi mi viene in mente
una persona, indecisa prendo in mano la cornetta, di nuovo, ma non compongo il
numero.
Forse non dovrei.
Ma poi la malinconia
torna a farsi sentire pungente.
« Pronto?»
« Ehm, ciao Jane, come
va? Sono Judith!» parlo con un filo di voce ed intreccio nervosamente le dita
attorno al cavo del telefono, neanche stessi invitando il ragazzo che mi piace!
« Ciao Juice! Che
succede?» il suo tono mi sembra abbastanza preoccupato, così metto subito
in chiaro che non è accaduto niente di grave.
«.. tuttavia, mi sento
terribilmente sola!» concludo la frase con una vocina da bambina capricciosa,
per marcare in modo più evidente la mia terribile, terribile noia.
« Bene, allora facciamo
così, dopo pranzo vengo a prenderti a casa tua e poi andiamo in un pub a mangiarci
un gelato e bere qualcosa! » non mi aspettavo che Jane, no ma dico, Jane Asher
mi proponesse di andare a bere qualcosa, ma ovviamente accetto, considerando
che io ho l’indole dell’ubriaco.. ehm.. na.
« Certo allora ci
vediamo tra due ore.»
Senza rendermene
conto, le due ore passarono abbastanza velocemente, tra la scelta dei vestiti
del trucco e delle scarpe.
Il campanello suona,
proprio mentre l’orologio indica lo scoccare dell’ora, la perfezione di quella
ragazza mi stupisce ogni giorno di più!
Dopo esserci salutate,
io e la rossa ci siamo incamminate verso il centro, passando per Penny Lane ed
attraversando i cancelli di Strawberry Fields per accorciare la strada, quando
passando attraverso l’enorme cancello rosso mi sono resa conto che John adora
quel posto ho sentito una stretta al cuore.
Arrivate in centro
abbiamo fatto un giro, prima di trovare il mio pub preferito.
Ovviamente, Jane ha
lasciato scegliere a me il posto che mi sembrava più adatto visto e considerato
che sono io quella da “curare”.
Appena entrate
nell’Old Storehouse ci siamo sedute in un tavolino appartato, in modo che
nessuno ci venisse a disturbare, controllo il menù, anche se so già che
prenderò il pudding al cioccolato, in questo posto ne fanno uno eccezionale!
Il cameriere non tarda
ad arrivare e prende le nostre indicazioni, io il mio adorato pudding e per
Jane una (molto più dietetica) torta di mele.
Solo quando il
cameriere ci ha lasciato sole, Jane ha parlato.
« Tu credi che qui la
facciano buona la torta di mele? Io sono molto schizzinosa quando si parla del
mio dolce preferito!» si massaggia la pancia passandosi la lingua sulle labbra
con fare molto buffo.
« Non lo so, non l’ho
mai mangiata!» ammetto con un alzata di spalle, ovviamente non mi aspettavo
quello che sarebbe successo dopo, ecco perché mi sono spaventata.
« CHE COSA?» Jane me
l’ha urlato in faccia, letteralmente, il suo viso scandalizzato e rosso almeno
quanto i suoi capelli era una visione eccezionale, peccato che non me lo sono
potuto godere a causa del mini infarto che mi ero appena presa! « Come puoi non
aver mai mangiato il dolce più british della terra? Ma che razza di inglese
sei?» la Asher sembra voler difender e la sua adorata torta a spada tratta, ma
io ho una scusante più che accettabile.
« Sono allergica alle
mele e alle pere!» le rispondo alzando i palmi nella sua direzione a mo di
scudo.
La rossa, dopo aver
riacquistato la sua tipica eleganza da aristocratica ed avermi studiato in
silenzio per qualche secondo ha concluso dicendo: « Che vita triste deve essere
la tua!» siamo scoppiate a ridere contemporaneamente.
Insieme al pudding e
alla torta, sono iniziate ad arrivare anche le nostre ordinazioni altamente
alcoliche, al che dopo una’ora passata dentro a quel pub, io e Jane potevamo
dire di essere “felici!”
In quanto felice, le
mie inibizioni ed i paletti che mi ero posta di fronte a Jane si sono
completamente volatilizzati, così senza nemmeno ricordarmi come, siamo finite a
parlare di ragazzi.
« Senti Asher, ora io
ti devo seriamente chiedere una cosa, cioè parlo di un dubbio che mi tortura da
dei mesi! » mi stupisco da sola della correttezza grammaticale della frase che
ho appena pronunciato.
Anche i miei pensieri
sono sintatticamente corretti!
Evvai!
Ho dovuto aspettare
due minuti prima che la rossa smettesse di ridere da sola, ma poi si è fatta
tutt’orecchie.
« Allora, c’è un
ragazzo, io credo di piacergli, perché mi ha baciato, ma poi davanti agli altri
si comporta come se non esistessi, allora io mi dico che non gli piaccio, poi
però mi bacia, ancora, insomma è un gran casino! » appoggio i gomiti sul tavolo
e mi porto le dita sulle tempie, devo cercare di fare mente locale per
formulare bene la domanda. « Se uno ti bacia, poi fa finta di niente, poi però
se ti vede con un altro fa il geloso e allora ti bacia ancora, ma poi fa di
nuovo finta di niente e poi vuole che lo baci, se uno si comporta così vuol
dire che gli piaci?»
Non sono del tutto
sicura che la mia compagna abbia capito il senso della mia domanda, sarà lo
sguardo perso nel vuoto oppure la bocca aperta, ma si sa le apparenze
ingannano, infatti, Jane sta ponderando una risposta intelligente e precisa.
« Voglio dell’altra
torta.»
Sì, ehm, non questa.
« Cameriere!»
Nemmeno questa.
« Sai secondo me gli
piaci, ma lo devi far un po’ sudare! » visto cosa avevo detto? « Non fargliela
troppo facile, se lui ti vuole a giorni alterni tu devi volerlo a settimane
alterne!» guardo la Asher stupita, ma vuoi vedere che questa è più intelligente
da ubriaca che da sobria?
Ci guardiamo fisse
negli occhi, con un sorriso ebete.
«Ma sai che hai detto
una cosa intelligentissima?» comincio versandomi un altro sorso di vino.
« Lo so! Sono in
momenti come questo che mi chiedo perché non ho mai scritto un libro!»
Mentre sorseggiavo
tranquilla il mio vino rosso e Jane azzannava l’ennesima fetta di torta, il suo
sguardo su di me si è fatto molto, ma dico molto, malizioso.
« Bè senti Judith, non mi hai detto il nome di
questo belloccio che ti ha fatto perdere la testa! »
Mi levo il bicchiere
dalle labbra e le rispondo.
« P..» poi
all’improvviso nella mia testa è partito come un allarme una sirena dalla luce
rossa ed intermittente stava suonando come se non ci fosse un domani.
Oddio, oddio, oddio.
OMMIDDIO!
Adesso cosa le dico?
« P.. Pedro!» l’ho
detto con un tono da pazzi, come se avessi ammesso di essere una banana
travestita da scopa travestita da sorella di Lennon.
Non mi crederà mai!
« Ah, spagnolo?»
Sul serio? Ci ha
creduto davvero?
« Mi piacciono gli
ispanici!»
Jane mi guarda
compiaciuta.
Oca.
Finalmente sono a casa.
Corro in cucina a
farmi un caffè e guardo l’ora, sono le sette e mezza, così dato che sono già
qui inizio a preparare qualcosa.
Nel preciso istante in
cui ho preso in mano la pentola il campanello ha suonato.
Sono così felice di
vedere Stuart che regge due porzioni del fish&chips di Mike.
«Indovina chi non
aveva voglia di cucinare? » esordisco felice di vederlo ed aiutandolo con le
buste.
«Indovina chi ha un braccio
ustionato per colpa dell’olio di quella robaccia?» nemmeno le lamentele di
Stuart mi fanno passare il buon’umore.
« Allora » cominciò
mentre Stuart appoggia le buste sulla credenza e io tiro fuori il necessario
per apparecchiare « qual buon vento?» gli chiedo, l’avere sempre qualcuno
con cui parlare mi aiuta molto a non pensare a Paul.
Oddio, da quanto tempo
non pensavo il suo nome!
Aspetta, un attimo.
Dicevo che la presenza
di Stuart mi aiutava a non pensarci, ma ora ci sto pensando!
« Judith?» penso di
aver avuto gli occhi vitrei dato che la mano di Sutcliffe mi svolazzava davanti
dal almeno due minuti ed io l’ho notata solo ora.
Gli sorrido, ma lui ha
capito che stavo pensando a Paul, tuttavia non mi chiede niente.
È strano che una
persona che mi conosce da così poco tempo abbia già imparato come trattarmi.
« Posso abbracciarti?»lo
guardo con gli occhioni da cucciola che convincono sempre persino George,
Stuart mi sorride e allarga le braccia.
Stringo il suo petto
sottile.
Ne avevo bisogno.
« Judith basta con
queste cose mielose!» mi stacco immediatamente e gli sorrido, Stuart mi ricorda
che mi preferisce quando sorrido rispetto a quando metto il muso, così gli
faccio anche una bella linguaccia!
Io e Stu abbiamo
mangiato cioè meglio lui ha mangiato io mi sono ingozzata (quanto sono
femminile) e poi abbiamo iniziato a guardare una fantastica maratona di film di
paura.
Io ero tranquilla, se
una persona “tranquilla” è una che tiene un cuscino sulla faccia quando sente
che la musica diventa incalzante.
Ma la scoperta più
eclatante è stato il terrore di Stuart per i fantasmi, io ridevo per lui ma mi
spaventavo per i versi in televisione quindi ho passato non so quante ore in
uno stato mentalmente confuso.
Ad un certo punto,
Stuart stanco di stare accucciato dietro al divano con dei cuscini sulle
orecchie si è impossessato del telecomando e ha messo su un documentario.
« Insomma Stuart, fai
il bel tenebroso e poi hai paura del buio?»
Non l’avessi mai
detto.
Stu ha avuto una vera
e propria crisi da primadonna durante la quale mi ha ripetutamente chiesto in
tono polemico come mai non facevo ancora la cabarettista, dopodichè ha
iniziato a farmi un solletico che mi ha attorcigliato le budella.
Dopo la guerra abbiamo
iniziato a guardare un documentario sulla vita segreta degli insetti così io e
il buon Sutcliffe abbiamo ceduto alle morbide braccia del divano e ci siamo
addormentati.
Stavo dormendo, credo
che stessi anche sognando quando inspiegabilmente il telefono di casa ha
iniziato a suonare.
Ho spalancato gli
occhi.
Guardo l’orologio:
04.37
Oddio un serial killer
vuole uccidermi!
No un momento Judith
ragiona, come fa un serial killer a sapere che hai appena guardato una maratona
di film horror?
Cerco di divincolarmi
dall’abbraccio di Stu senza svegliarlo, ovviamente quando mi sono resa conto
che stavamo dormendo abbracciati sono arrossita, ma non mi sono sentita a
disagio, considero Stuart al pari di Ringo oramai.
Mi avvicino titubante
alla cornetta.
« Pronto?»
«Judith..» il mio
nome, sussurrato in quel modo, da quella voce.
Ho stretto la mano
intorno alla cornetta mentre con l’altra cercavo di reggermi aiutandomi con il
mobiletto sul quale è appoggiato il telefono.
Chiudo gli occhi
stringendoli come se fossi appena stata accecata da una luce abbagliante, le
lacrime mi arrivano agli occhi incontrollate, sono così felice ed emozionata
che tremo.
«Paul» lo sussurro
aprendo le labbra quel poco che basta per farmi capire come se avessi paura che
con quel nome se ne andasse via anche lui.
«Ho dovuto aspettare
che si addormentassero tutti.» una spiegazione ad una domanda che non gli avevo
ancora fatto.
Guardo Stuart e vedo
che sta ancora dormendo, così mi appoggio con la schiena al muro e mi lascio scivolare
sedendomi sul pavimento.
Sono troppo orgogliosa
per dirgli che stavo aspettando la sua chiamata da troppo tempo e che non
vedevo l’ora di sentirlo, devo rimanere distaccata.
«Come stai?» gli
chiedo fredda, troppo fredda considerando il sospiro rassegnato di Paulie alla
mia domanda.
« Bene, sono stanco,
abbiamo suonato fino alle quattro, poi ho aspettato che gli altri crollassero
così potevo parlarti.» la sua voce effettivamente tradiva un mancato sonno
ristoratore.
« Se sei stanco dormi,
Paul.» rispondo lapidaria senza tradire alcuna emozione anche se dentro sto
impazzendo.
« Voglio sentire la
tua voce. » quel bisbiglio si insedia dentro al mio orecchio accarezzandomi il
timpano con la sua dolcezza, non posso resistere.
« è una cosa idiota. »
dico questo solo per riempire uno spazio, un silenzio che avrebbe significato
troppo.
« Grazie.» apro la
bocca per dire qualcosa ma le parole mi si affollano nella gola, non so cosa
dire, così sto in silenzio.
Il rumore dei nostri
pensieri mi risuona nella testa, entrambi non sappiamo cosa dire.
È una calma dolorosa.
« Cosa ci è successo
Juice?» tocco la sua collana sul mio
petto, è così calda e rassicurante.
Cosa ci è successo?
Non lo so.
« In che senso?» rispondo
sibilando, sia per non svegliare Sutcliffe sia perché sono arrabbiata, non
arrabbiata forse, non so cosa sento, ma è come se un istinto mi dicesse di non
abbassare la guardia.
« Sembriamo due
estranei.» mi risponde McCartney incattivito
MA CIAAAAAAO :3
Allora, so che è molto che non
aggiorno, ma dopo questo bel papirone sono supersicura che mi
perdonerete, questo è il capitolo che ha richiesto tutta la mia
verve, quindi spero che vi piaccia e che commentiate in molti!
So, che parlo di una maratona di film
horror, ma ammetto di non sapere se quella tipologia di film esistesse
già, anzi a dire la verità non credo nemmeno che
esistessero le televisioni, però mi serviva qualcosa da fargli
fare a questi poveri ragazzi suvvia, comunque se a voi non garba io vi
rispondo che sto usando la mia licenza poetica, TIè! :*
Volevo farmi una domanda però,
ho notato che la mia fic, non piace più come prima, alcune delle
recensitrici mi hanno abbandonato e alcuni hanno anche tolto la storia
dalle preferite/seguite, insomma so che senza i Beatles non è
più la stessa cosa, ma tra poco tornano! GIURO!!
Comunque vi ringrazio tutto per il supporto che mi date! 90 RECENSIONI! yeeeee :) alla prossima bellocci :3
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Capitolo 17 *** * Little Black Submarines * ***
MAMA
*
Little black Submarines *
Ho sempre amato il tennis in tutte le sue forme.
Va bene forse più del tennis amavo i tennisti.
Era certo però che almeno io non credevo che la
racchetta da tennis servisse solo per uccidere i pipistrelli, come invece
affermava con sicurezza il Lennon che ahimè era uscito male.
Paul ha ragione, ormai
siamo degli estranei, ma di certo non è colpa mia.
O forse si?
Molto probabilmente la
colpa è di entrambi, però prendersela solo con lui è più facile.
« Cosa devo fare per
convincerti a darmi un’altra possibilità?»
Cosa deve fare?
Non lo so nemmeno io.
Mi rendo conto di non
sapere molte cose, ma forse perché è notte fonda e sono sicura di aver visto un
movimento in cucina, così il mio dolce cervellino ha ben pensato che quello
fosse il momento perfetto per ricordarsi di una simpatica scena di un film
horror.
« Paul, ho paura.» se
un mostro salta fuori dalla cucina io con cosa mi difendo? Lancio uno sguardo
sul tavolino ma c’è solo una penna.
Bè credo che mi dovrò
arrangiare.
« Ma di cosa hai
paura? Perché hai paura di me? Ho sbagliato lo ammetto, ma non ti ho mai dato
motivo di avere paura di me, basta con le scuse Judith, sono stato sveglio solo
per parlare con te, cosa devo fare ancora?»
Un momento, Paul ha
capito male, ha decontestualizzato le mie parole, bè in effetti lui non era qui
non può sapere..
« Judith perché non
parli?»
« Eh stai calmo un
attimo!» forse gliel’ho detto con troppa veemenza, infatti, dall’altro capo del
telefono Paul fa uno strano singulto.
« Non ho paura di te,
ho guardato un film dell’orrore, ecco forse non uno solo, però adesso ho paura
perché sai qui in Inghilterra c’è buio e sento che da un momento all’altro uno
psicotico esce dalla cucina con un coltello e mi affetta!»
Devo ammettere che
detto ad alta voce il mio pensiero non sembra proprio un’idea normale.
« Io sono qui per te,
sto morendo dal sonno, ma resisto perché voglio che tu sappia che provo
qualcosa di serio per te e tu mi parli di un matto che ti vuole uccidere?»
ecco, come immaginavo, l’ha presa male.
« Intanto non un matto
ma uno psicotico, e poi non sono sicura che mi voglia uccidere, però di sicuro
mi vuole affettare!» puntualizzo con un tono da maestrina.
« Robe da matti.»
certo! Quello che dice lui va bene, quello che dico io no!
« Comunque non è che
adesso perché oggi non hai fatto il sonnellino me la devi far pensare a me!»
continuo cercando di ricollegarmi a quello di cui prima stava blaterando
McCartney.
« Ci mancava solo
questa! Vuoi offendermi anche in un altro modo? » Paulie vuole sembrare
cattivo, ma sento dal suo tono che sta fingendo.
« Dì la verità che ti
ho fatto ridere!» lo incoraggio con voce calda e complice.
« NO!» risponde
prontamente quel piagnone.
« Pff.. non ci credo!»
controbatto.
« Ti dico di no!»
senti come si lagna, ma come fa ad essere il sogno erotico delle ragazze di
Liverpool?
Dopo questo scambio di
battute da coppietta sposata, io e Paul siamo rimasti in silenzio per qualche
secondo, ma io non sono più arrabbiata, anzi ho un sorriso ebete come quando..
Bè come quando Paulie
mi ha baciato per la prima volta.
« Quindi.. » cominciò
titubante, è ovvio che le parole che Paul mi ha detto prima mi sono rimaste
impresse, ma solo ora ci faccio caso. « prima.. stavi dicendo che provi
qualcosa per me..» cerco di convincere McCartney a ripeterlo.
« Non ne sono più
sicuro!» ecco, ha rovinato tutto!
«Oh insomma, non puoi
tenermi il broncio! Finisci di dichiararti! » stavolta sono io a fingere un
tono arrabbiato anche se in realtà sto ridendo.
« Io non mi stavo
dichiarando.. stavo solo cercando di spiegarti che..»
« Sento il rumore
delle tue unghie che strisciano sugli specchi sui quali stai cercando di
arrampicarti!» lo canzono, ho beccato Paul in fallo, prova qualcosa per me.
Forse se la merita una
secondo chance.
O forse molto
semplicemente muoio dalla voglia di dargli una seconda chance.
« Oh senti io sono
abituato a sentire le ragazze che si dichiarano a me non il contrario! Non lo
ripeto! Ascoltavi prima!» uffa, ormai è andata, è più testardo di un mulo.
« Va bene, va bene, mi
accontento!» rispondo rassegnata.
«Mi hai
perdonato?» mi immagino Paul con il suo visino e gli occhioni spalancati,
me lo immagino e non posso non sorridere.
«La tua collana ce
l’ho.» sussurro, piano per non dargli troppa soddisfazione.
Anche se non è
possibile posso asserire con sicurezza di aver sentito McCartney sorridere
dall’altra parte del telefono.
« Mi hanno detto tutti
che mi fa risaltare gli occhi così non vedo perché dovrei toglierla.» cosa ci
posso fare? Le cose troppo sdolcinate non fanno per me, mi sento a disagio,
devo smorzare un po’ l’atmosfera.
« Amo il modo in cui
rovini sempre le cose romantiche.» stavolta sono io a sorridere.
Abbiamo fatto pace è
ufficiale, ora non vedo l’ora che tornino a casa per baciare di nuovo il mio
Paul.
Che bella sensazione.
«Vai a letto che
altrimenti domani sbagli le note, John ti picchia e arrivi da me tutto
malconcio, io ti voglio intero!» forse questa frase aveva un doppio senso.
« Intero per fare
cosa?» figurati se una persona maliziosa, anzi l’archetipo della malizia quale
è McCartney non trovava del torbido anche nella mia frase innocente.
« Perché non voglio
averti sulla coscienza, è un bel peso per una della mia età un morto sulla
coscienza!»
Non mi freghi Paulie!
« Niente non posso farcela a farti dire qualcosa di dolce, andrò nel mio
lettuccio, triste e sconsolato.» ed ecco che inizia a fare la vittima.
« Eh credo proprio di
sì!» continuo imperterrita.
« Buonanotte Juice.»
Ecco che
all’improvviso sento l’impulso di abbracciarlo, di stringerlo forte, ma non
posso, quindi cerco le parole giuste per fare in modo che capisca quello che
sento, quello che provo.
Per fare in modo che
stanotte mi sogni.
« Mi manchi Paulie.»
Ed eccolo, quel
sospiro rasserenato che Paul fa quando ottiene quello che vuole, quel sospiro
che ha la forma di un sorriso.
« Anche tu.» un
sussurro e poi fine, il fastidioso suono del telefono.
Non mi sono mai
sentita così felice, così leggera.
Non vedo l’ora che
Paul torni, ormai ha la mia fiducia è una sensazione nuova, una sensazione
diversa, è come se il peso della mia mente malata e contorta, di quella mente
che mi impediva di fidarmi di lui si fosse diviso.
Ora sento che metà di
quel peso lo porta un’altra persona.
E quella persona è il
mio Paul.
Rimango in silenzio
appoggiata contro la parete, mi stringo le ginocchia al petto e sorrido da sola
come un’ebete.
Guardo la penna che mi
avrebbe dovuto salvare da un ipotetico serial killer.
Che sciocca che sono a
volte.
Un momento, cos’è
stato quel rumore?
Buonsalve! :)
Sono felice di aggiornare anche se in ritardo purtroppo sono una persona un po' troppo impegnata!
Come se non bastasse il mio EX tennista preferito ha ben pensato di
perdere la finale degli Australian Open contro quello zingarello di
Novak Djokovic #MaiUnaGioia
Tornando a noi spero che questo capitolo vi piaccia e dto che sono
triste a causa del mio Andyno fatemi contentta con una vagonata di
recensioni suvvia **
E ora me ne vado al suono dei Queen! Mamaaaa uhuhuhu! CARRY OOON CARRY OOOON :D
Grazie mille a tutti! Sciao <3
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