Il mistero sulla morte degli shinigami

di Yumeji
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Undertaker è stato giocato ***
Capitolo 2: *** Cap2: Un grido di dolore nella notte, è molto più simile alla risata disperata di un pazzo ***
Capitolo 3: *** Cap3: La sfortuna non veste di nero, ma bensì indossa una giacca da donna color sangue ***
Capitolo 4: *** Cap4: I problemi complicati causano il mal di testa... ***
Capitolo 5: *** Cap5: Troppa umidita rovina i capelli o, Sutcliff non centra niente con questa storia (forse) ***



Capitolo 1
*** Undertaker è stato giocato ***


Hola, hola gente ^^ , vi sono mancata? (si, lo so, ve lo chiedo ogni volta, ma sopportatemi >.> )
Coomunque tralasciamo i miei vaneggi che vi presento la mia FF che, caso vuole, sia una long-fic che ho già quasi completato (all’interno di my personal quaderno, sto andando un po’ a rilento nel portarla al computer), dicendovi questo voglio dire che non c’è il rischio che questa FF (se mai interesserà a qualcuno) possa finire nel dimenticatoio, e credo di riuscire a finirla al più presto (non chiedetemi una data precisa >.<’ ). Comunque ora non vi dico altro, mi sono già dilungata troppo, le spiegazioni a fine pagina ^^  

 

 

 

Il tessuto logoro e grigiastro della sua veste si deformava, sferzato com’era dalla violenza del vento della banchina, tanto forte che per poco non gli fece volare via il capello.
Una luna d’argento illuminava a tratti la notte, ogni qual volta che riusciva a sfuggire dalla sua prigionia di nubi, e Undertaker si ritrovò a rimirare i vari giochi di luce che si creavano sull’acqua, nera come pece. Non gli capitava spesso di essere chiamato al di fuori del proprio negozio, non che la cosa gli dispiacesse, ma era piuttosto curioso che un becchino fosse chiamato per una visita a domicilio, ben lontano da una qualsiasi tomba o cimitero.
Forse, volevano che recuperasse un cadavere affogato in quelle acque, ma scartò subito quel pensiero. I pescatori erano i primi a recuperare i corpi, quando si trovavano nelle vicinanze di un porto, perché altrimenti avrebbero rischiato che gli si impigliassero nelle reti. Quindi, non aveva molto senso pagare qualcuno per un lavoro che si faceva già tranquillamente da soli e, soprattutto, gratuitamente.

-Uh-uh… Sembrerebbe che io sia stato ingannato- disse il becchino, nascondendosi le labbra dietro la manica della tunica, cercando di soffocare la risata sguaiata che stava per uscirgli dalla gola.
Fu un momento, e “qualcosa” o meglio dire “qualcuno”, si scaraventò contro il becchino, con intenti tutt’altro che amichevoli, approfittando delle tenebre che, sino a quel momento, avevano occultato la sua presenza.

-.. Ooh, allora sei stato tu a chiamarmi qui- esclamò Undertaker ridendo sommessamente. In un istante, era arrivato alle spalle dello sconosciuto, cogliendolo di sorpresa, e ora poteva ben vedere l’arma che stringeva tra le mani, una falce dalla lama blu, purtroppo però non ne poté vederne il viso, visto l’enorme veste che lo ricopriva, molto simile alla sua, se non per il colore un po’ più scuro, e il cappuccio che si era calato sul viso.
Lo stupore dell’altro però non durò allungo, con un balzo, arretrò di qualche passo, alzando poi la lama della tenibile falce verso il cielo. Quella non era di certo un arma che si poteva usare in un combattimento troppo ravvicinato, pensò Undertaker, per nulla intimorito da quello che già aveva capito essere uno sprovveduto, visto come gli era stato facile coglierlo di sorpresa.

-Attento, potresti farti male con quel giocattolino…- parlò nuovamente il becchino, trasformando le risa in un ghigno divertito, il suo commento però non piacque all’assalitore che, difatti, cominciò a tempestarlo di colpi dati a casaccio. Cavolo, è davvero un principiante, si disse Undertaker, visibilmente deluso, tanto che non sorrideva nemmeno più, e io che speravo di divertirmi… Continuo a pensare, evitando sin troppo facilmente quei colpi che sfruttavano solo la forza e la velocità di chi glieli scagliava, senza un minimo di controllo o pensiero. –Uhm… sei un tipo di poche parole vero?- insistette a parlare il becchino, chissà magari chiacchierando gli avrebbe detto il motivo del perché aveva voluto suicidarsi attaccandolo o, magari, gli sarebbe sfuggito il nome chi gli aveva detto di farlo.

-Ci dispiace…- fece una voce greve e profonda che, purtroppo per Undertaker, non proveniva della figura davanti a lui (quella che lo bersagliava di colpi inutili). Qualcun’altro era uscito dall’ombra, -ma non siamo abituati a parlare con le persone dobbiamo uccidere-

-Uh-uh- rise il becchino un ultima volta, mentre un'altra lama, diversa da quella di prima, calava su di lui.

 

Poi ci fu solo:
Un rumore graffiante, una veste strappata.
E  il colore del sangue che tingeva nuovamente le strade di rosso.

 

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Se siete riusciti a leggere sino a qui allora: COMPLIMENTI!

E, se avrete il coraggio di leggere anche i seguenti capitoli, vi avverto che i primi tre capitoli (questo compreso, quindi, intendo solo i prossimi due) saranno piuttosto brevi, la storia comincerà veramente solo al capitolo 4 (per chi vorrà arrivarci ^^), i precedenti saranno più un’introduzione.

Coomunque, concludiamo:
Vi ringrazio per aver letto l’inizio della mia long-fic *inchino*, e spero di porvi rivedere anche nei capitoli successivi… Vi chiedo please di avvertirmi di eventuali errori e se lasciate un qualche commento sarebbe sempre ben accetto ^^

 

Bye- bye e alla prossima ;-)))

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Capitolo 2
*** Cap2: Un grido di dolore nella notte, è molto più simile alla risata disperata di un pazzo ***


 

- Cap2: Un grido di dolore nella notte, è molto più simile alla risata disperata di un pazzo

 

Okay, lo ammetto, probabilmente il commento di Tensi ha aiuto a scrivere questo breve capitolo più in fretta di quanto era previsto… Comunque ringrazio lei e  lalupanera per i loro commenti ^^ .

 

 

Ciel si sveglio di soprassalto, avvertendo un qualche cosa di inquietante entrare dalla porta, nelle sue camere.
Sbatté più volte le palpebre, nel tentativo di abituarsi all’oscurità che regnava, era ancora notte fonda e nulla sembrava disturbare quell’illusione di pace che si era venuto a creare.
Forse, ciò che lo condizionava al tal punto da credere che qualcuno si fosse intrufolato nelle sue stanze, erano solo le ombre degli incubi che popolavano il suo sonno.

-Sesbastian?..- chiamò il bocchan riconoscendo subito la figura del maggiordomo sulla soglia, il suo sguardo color rubino rimaneva ben visibile, nonostante l’oscurità che impregnava la stanza.

-Mi dispiace di averla svegliata signorino..- si scusò il demone, a Ciel però non piacque come rimase avvolto da quel buio, tanto che ne poté vedere soltanto gli occhi, -…Credevo di aver sentito un rumore strano, ma devo essermi sbagliato- si giustificò.

-Bene, allora se non hai niente da fare vedi di andarten…- anche se la sua mente rimaneva ancora impastata dal sonno, Ciel non poté farsi sfuggire allungo le ultime tre parole pronunciate da Sebastian: “Devo essermi sbagliato…?”  Si ripete mentalmente il signorino. No, no, non andava bene.
Sembrava esserci qualcosa di fin troppo strano, Sbagliato, sbagliare..? Da quando il maggiordomo perfetto commetteva errori..?
-Sebasti…- il bocchan non fece in tempo a richiamarlo che questi era già scomparso.
Uscito, oltre la soglia dalla sua stanza.

 



-Whuaa-ahahahahahahah..ah- la risata di Undertaker riempì tetramente la notte, risuonando assordante in quel piccolo e stretto vicolo nel quale si trovava - le cui case, che lo fiancheggiavano, erano ormai disabitate da un pezzo.

La voce più simile ad un urlo disperato, che alle sue solite risa.

Camminava malamente appoggiandosi alle mura mattonate delle abitazione, trovando difficoltà solo nel tenersi in piedi  mentre, tra una risata e l’altra, si afferrava convulsamente la spalla destra. Grondante sangue. Dove la veste lacerata lasciava ben vedere la ferita seghettata e profonda che lo segnava, da cui scorreva ancora copioso il vitale liquido rosso.
Probabilmente, stava perdendo colpi, si disse il becchino. Non trovava altra soluzione per spiegarsi come, due soli aggressori, potessero averlo ridotto in quello stato. Costringendo lui, uno shinigami leggendario, a darsi alla fuga.
Era già stato fortunato a essersela cavata con solo quella ferita, realizzò, continuando a trascinarsi faticosamente in avanti.
Eppure, non riusciva ancora a spiegarsi, pur ammettendo che forse era un poco arrugginito, come fosse stato possibile che non avesse avvertito la presenza del secondo assalitore. Insomma, anche il dio della morte più infimo e di bassa lega era capace di percepire la presenza di altri (siano essi semplici esseri umani, o sovrannaturali). Perché lui non era riuscito a farlo?

-Uhahahhahahah…- ricominciò a ridere ancor più forte. Ora che ci pensava…
Non aveva avvertito neppure la presenza del primo nemico. Se non fosse stato un principiante, e quindi non avesse fatto alcun rumore (come invece era successo), probabilmente Undertaker sarebbe stato sconfitto anche da lui solamente, senza bisogno dell’intervento dell’altro.
Per un istante, le risa del becchino si interruppero, facendo calare tutto in un inquietante e irreale silenzio. Poi ricominciò a squarciare la notte in maniera ancor più isterica e priva di controllo della precedente.

-Ahahehuhuhuhaheh, nemici che possono divenir invisibili ai nostri occhi…- riprese fiato, -Sembrarebbe proprio una bella gatto da pelare- disse diffondendo le sue risa per tutte le vie londinesi.

Macabre e terrificanti.

Solo come il becchino le sapeva fare.

 

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Bene, per la felicità mia e di Tensi, non ho ancora ucciso - e non ne ho neanche l’intenzione (al momento)- Undertaker ^^

Coomunque, per vostra fortuna, ho unito insieme due capitoli (altrimenti, mi sarebbero risultati troppo corti xP ), quindi la storia comincerà ad evolversi dal prossimo capitolo, non dal quarto come avevo detto la volta precedente.

Quindi (adesso incominciò anche a ripetere i quindi?!... Sopportatemi ^^ ) vi ringrazio per essere arrivati a leggere sino a questo punto, re-ringrazio Tensi e lalupanera per i loro commenti ;) 

Spero che questo cap vi sia piaciuto e COMMENTATE PLEASE ^W^

 

Bye-bye e alla prossima ;-)))

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Capitolo 3
*** Cap3: La sfortuna non veste di nero, ma bensì indossa una giacca da donna color sangue ***


Cap3: La sfortuna non veste di nero, ma bensì indossa una giacca da donna color sangue

 

Il titolo è per di più rivolto a Sebastian, visto che essendo lui sempre in nero, mi sarebbe sembrato strano che la sfiga fosse del suo “diciamo” colore naturale, ma questi sono solo vaneggi miei xD xD

Ringrazio nuovamente Tensi e lalupanera per i loro commenti ^^

 

 

 

-Allora Sebastian…- fece Ciel il mattino seguente, mentre il maggiordomo finiva di vestirlo,

-Si, bocchan?- rispose subito lui, allacciandogli il consueto laccio in torno al collo, per poi voltarsi, e servirgli la solita tazza di the,

-… alla fine, cos’era quel rumore che ti aveva allarmato?- gli chiese il piccolo conte, memore di ciò che era venuto solo qualche ora prima, mentre accettava di buon grado la tazzina,  sorseggiandone il contenuto.

-Rumore…?- ripeté invece il demone, con un vago stupore,

- Si, quello che ti ha spinto a svegliarmi in piena notte- spiegò l’altro, non dissipando affatto il fastidio per ciò che era accaduto.

- Bocchan, ma io non sono venuto in camera sua ieri notte- rispose infine Sebastian, guardando dritto nell’unico occhio visibile del suo signorino.

 

 

-Whaah!! Sebas-chan!!- con stupore di tutti, nessuno escluso, una conosciuta figura tinta di rosso,  si scagliò contro il portone d’ingresso della villa Phantomhive, aprendolo cosi violentemente da farne tremare i muri. –SEBAS-CHAAN!!- urlò nuovamente Grell, in lacrime, raggiungendo cosi con la sua voce, stridula e fastidiosa, tutte le stanze del vasto magione. 
Arrivando sin nello studio, dove si trovavano Ciel e Sebastian,

-Cosa ci fa qui quell’idiota?!- esclamò il bocchan, nervoso sin dal mattino, a causa di ciò che gli aveva detto il maggiordomo e dalle ore di sonno perse inutilmente.

-Non ne ho la minima idea, signorino- rispose il demone, portando gli occhi rubini alla porta della stanza, inquieto nel pensare che quello shinigami di bassa lega potesse aprirla da un momento all’altro, con non poca fatica nascondeva l’irritazione che quella voce gli procurava, incrinando uno dei suoi soliti falsi sorrisi mesti e cordiali.

-Sebastian!!!- la voce di Grell sembrò essersi fatta più vicina, probabilmente stava correndo disperato, imboccando corridoi a casaccio, in cerca dell’oggetto dei suoi desideri.

-Comunque me ne occupo subito- sentenziò il maggiordomo, il quale, avvertire quella fastidiosa presenza avvicinarsi sempre più, gli causava una forte orticaria,

-Fa in modo che Finian, Meirin e Bard non lo vedano, è seccante dover ristrutturate casa ogni fine settimana- approvò Ciel, non sollevando nemmeno lo sguardo, intento a leggere le varie carte che teneva sulla scrivania ricolma di fogli.

-Come vuole bocchan- fece Sebastian uscendo dalla stanza, congedandosi con un leggero inchino, come se fosse lui a dover risistemare il caos che combinava quegli imbecilli… Aggiunse mentalmente, inoltrandosi  a passo svelto nel corridoi.

 

-Sebasti…!!!- lo shinigami non fece in tempo a pronunciare quel nome per l’ennesima volta, che il demone lo azzittì, afferrandolo bruscamente per le spalle e scagliandolo violentemente nella prima stanza che si trovava affianco.
Giusto un istante prima che Meirin passasse di lì.

-Tutto bene Sebastian-san?- gli chiese gentilmente la cameriera, gentilezza che però non fu ben accetta dal maggiordomo, che desiderava solo che se ne andasse alla svelta, sperando almeno che Grell tenesse la bocca chiusa per un minimo quindici secondi.

-Non ti avevo chiesto di aiutare Finian a catturare la talpe in giardino con Bard e Tanaka-san?- fece invece il maggiordomo, rimanendo poggiato alla porta, impedendo allo shinigami di uscire, che aveva cominciato a battere in maniera insistente sul legno.

-Uhm… Ah!- la ragazza sembrò cadere dalle nuvole, mentre distoglieva lo sguardo dal volto di Sebastian, prendendo un colorito molto simile a quello dei suoi capelli, -E-ecco…- cominciò a balbettare, fissando il pavimento, -Bard mi aveva chiesto di entrare per procuragli questi- disse mostrando ciò che nascondeva dietro la schiena.
Due candelotti di dinamite.
Il volto di Sebastian  si corruccio impercettibilmente, 
-Questi è meglio se li prenda in custodia io…- decise il maggiordomo, continuando però a tenere poggiata una parte del corpo sulla porta, ora Grell aveva ricominciato ad urlare quella stupida storpiatura del suo nome, il demone poteva solo sperare che lo spessore della porta attutisse abbastanza la voce di quell’inetto perché la cameriera non lo udisse. –Torna da Bard e digli che non vi è alcun motivo per sprecare degli esplosivi per delle semplici talpe. Se volete attirarle fuori dalle loro tane basta che usiate degli avanzi- gli consigliò, non volendo nemmeno immaginare come avessero ridotto il giardino sino a quel momento.

-A-ah!.. Si, si vado!- ubbidì subito Meirin, correndo frettolosamente giù dalle scale.
Sebastian non si stupì neppure quando la sentire cadere giù dagli scalini, che per lei sembravano essere più ripidi di una parete di roccia.

 

 

-Ooh, Sebas-chan!!- gli urlò Grell scagliandosi addosso, a braccia spalancate e labbra a bacio.
A Sebastian bastò spostarsi di un unico passo a sinistra, per evitarlo, e lo shinigami finì per sfracellarsi contro la parete, con un forte tonfo. –Sei cattivo Sebastian!- piagnucolò questi, con un segno rosso sul volto, risultato dell’impatto.  

-Tu..- lo sguardo e la voce che il maggiordomo gli rivolse fecero trasalire Grell, che sembrò come percorso da una scossa. Sebastian stava riversando su di lui tutta la rabbia e l’irritazione che gli causava, senza più trattenersi.
Il rosso avverti come se un velo scuro calasse sulla luce del sole che penetrava dalla finestra alle sue spalle. Sembrava che le tenebre del demone  stessero per liberarsi dal loro involucro dall’aspetto umano. –Per quale oscuro, malsano e illogico motivo, sei venuto qui?!?- gli chiese, afferrandolo per il collo della giacca.
Grell deglutì, un po’ per la vicinanza con il volto dell’altro, un po’ per le intense fiamme cremisi che vedeva riflesse in quello sguardo di fuoco, simbolo del malumore che provava.
Lo shinigami credètte di poter polverizzarsi sotto quegli occhi che, per primi, accendevano in lui il desiderio, reso ancor più bramoso dal loro colore, rosso come due rubini illuminati dalla luce del tramonto.
-Allora?!- insistette il maggiordomo, scrollandolo un po’.
Grell sembrò cadere dalle nuvole, e solo allora smise di contemplare il volto di Sebastian, che stava immaginando ricoperto da leggeri schizzi di sangue, ricordando dove si trovasse e per quale motivo fosse giunto sino a lì.

-Devi aiutarmi Sebastian!!- gli gridò d’improvviso lo shinigami rosso, con disperazione nella voce, lasciando allibito l’altro di fronte a quella che, sotto tutti gli aspetti, era una supplica.

-Aiutarti..?- il demone mollò di colpo la presa su Grell, che per poco non finì con il sedere per terra, e gli ci volle un enorme sforzo di volontà per non scoppiare in una fragorosa risata, degna di Undertaker, -E perché dovrei farlo?- chiese poi, lasciandosi sfuggire qualche risolino.

-C’è un qualcuno o un qualcosa che se l’è presa con noi shinigami… E sembra purè interessato al tuo signorino- spiegò lo shinigami, tirandosi in piedi dopo che gli aveva voltato le spalle. Un’ombra era calata sui quegli occhi verde smeraldo, normalmente sempre ricolmi di una profonda malizia, ma in cui ora, pur lasciandovi un leggera traccia, predominava una serietà che fino ad allora non aveva mai trovato spazio su suo viso.
Sebastian si voltò solo leggermente verso lo shinigami, rivolgendogli appena lo sguardo, ma Grell già sapeva di aver attirato il suo interesse, non esiste nulla di più importante per un demone, che non sia il suo pasto, ricordò il rosso, accennando un ghigno, mostrando cosi i suoi denti da squalo, e Sebas-chan è particolarmente legato al suo…

 

 

-Spiegati- ordinò Ciel allo shinigami, in tono freddo e severo, mentre, seduto alla scrivania del proprio studio, fissava con un gelido astio Grell, di fronte a lui. Sebastian gli stava subito affianco, controllando che il rosso non facesse mosse false.

-Calmati “bocchan”, non mi piace che mi si parli in questo modo- fece lo shinigami, storpiando volutamente l’appellativo con cui era solito rivolgergli il maggiordomo, non nascondendo il disprezzo che provava per quella figura minuta, seduta su un trono troppo grande per lui.
Grell attendeva fremente il giorno in cui il re sarebbe caduto, avrebbe gioito quando quel volto si sarebbe deformato dal dolore, nel momento della fine del contratto. E lo shinigami sapeva che ormai a quel giorno non mancava molto, poteva ben udire la lancetta della vita del Conte giungere, ogni secondo di più, alla sua inevitabile fine.

-Grell, sei penetrato qui senza alcun invito. Solo perché sembri sapere qualcosa che può interessare il signorino, non sei stato ancora buttato fuori- gli ricordò Sebastian, cosi vicino alle sue spalle, che Grell finì per trasalire, ricordandosi solo in quel momento che non era in una posizione che si poteva definire sicura.  

-… E chi mi assicura che, non appena vi dirò ciò che devo dirvi, voi non mi cacciate comunque?- domandò lo shinigami con un sorriso sprezzante, scrutando con il proprio sguardo verde, l’occhio blu profondo del signorino.

-Quindi, vorresti cosa..?- tagliò corto Ciel, sperando cosi di poter allontanare il prima possibile la presenza del rosso, che gli procurava una irritazione pari solo a quella del demone.

Lo shinigami si avvicinò alla scrivania, sotto l’occhio vigile del maggiordomo, al quale il bocchan aveva fatto segno di non avvicinarsi,
-Che ne diresti se…- cominciò a contrattare Grell, bisbigliando in modo che solo Ciel lo potesse sentire,

-No- rispose secco il signorino.

-Okay, allora- sbuffò il rosso, leggermente contrariato,

-… Forse- cominciò a cedere l’altro, titubante,

-Bene e…- continuò sempre Grell, lasciandosi sfuggire un sorridendo compiaciuto.

-Si, si questo si può fare- acconsentì infine Ciel, alzando lo sguardo verso Sebastian, accennandogli anche lui un sorriso divertito.
E il demone si senti percorso da un orribile presentimento.

 

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Ookay, anche questo capitolo si è concluso, e finalmente Grell ha fatto la sua apparizione ^^ , nel prossimo si scoprirà cosa lo shinigami rosso ha ottenuto dal bocchan +W+  e da quel momento le sfortune di Sebastian non potranno che moltiplicarsi.  Wuahahahahah!!!!  è___é

Coomuqne, vi ringrazio per aver letto anche questo capitolo, e spero di rivedervi in seguito ^^ , se volete lasciata qualche commento PLEASE…

Bye-bye,
e alla prossima ;-)))

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Capitolo 4
*** Cap4: I problemi complicati causano il mal di testa... ***



Salve GEENTE, scusate il ritardo esorbitante, ma sapete, dicembre per i prof significa “ultimo tentativo per evitare il buco in pagella”,  e con Natale… Succede ^^

Comunque vi avverto, il titolo è saltato fuori dopo un pessimo compito di matematica quindi, propriamente, non centra nulla con il testo… Scusata ;P
Coomunque (dite la verità vi erano mancati i miei cmq XD ), non mi dilungò troppo e ci vediamo a fine capitolo ^^
 


-Cap4: I problemi complicati causano il mal di testa…


-Forse non mi hai sentito, Sebastian?- insistette il piccolo conte con fare arrogante di superiorità, mentre lo shinigami, ancora al suo fianco, si sedeva comodamente sulla scrivania, accavallando in modo (a suo parere), seducente le gambe.
Il maggiordomo avrebbe tanto voluto non aver udito nulla. Sperava di aver udito male, ma ben sapeva non essere cosi.
Osservando quel sorrisino da bambino cosi crudele, divertito e spietato, il demone si chiese se non fosse la sua presenza ad influenzarne in tal modo il comportamento, divenuto cosi simile a... “Piccolo demonietto” non era proprio il modo migliore per definirlo, essendo Sebastian stesso un demone.
Il suo bocchan, era semplicemente il suo bocchan, capace persino di mettere a seria prova la pazienza di un essere dell’inferno.
- No, l’ho sentita benissimo bocchan- rispose il maggiordomo, trovando al quanto irritante la coppia di sorrisi derisori che gli venivano rivolti,
-Bene, allora cosa dovresti dirmi?- gli domandò Ciel, poggiando il mento sulla mano stretta a pugno, ma quanto si divertiva a vederlo in difficoltà, notò subito Sebastian, la cui irritazione però si rifletté solo su Grell, il quale si inquietò visibilmente sotto lo sguardo dell’altro.
-Yes, my lord- cedette infine il maggiordomo con il consueto profondo inchino.


-Bene, risolta questa formalità, hai intenzione di dirci quel che sai??- si rivolse Ciel allo shinigami, tra cui sembrava essere nata una improvvisa, quanto improbabile, alleanza, visto i loro sorrisi compiaciuti.
Sebastian aveva capito troppo tardi che Grell, per il conte, sarebbe risultato un perfetto nuovo giochetto con cui passare il tempo ad irritarlo e, al contrario, lo shinigami sarebbe stato ben felice di approfittare del momento.
-Ceerto!- esclamò Grell, entusiasta di aver giovato al proprio tornaconto,
-Muoviti allora!- si lascio sfuggire il maggiordomo, il quale era già abbastanza irritato dalla situazione, se non si contava il ritardo per preparativi  della cena.
-Uff…- sbuffò lo shinigami alzando gli occhi al cielo, odiava chi gli metteva fretta, anche se poteva concederlo al suo Sebas-chan, - Allora, da un paio di mesi a questa parte, credo abbiate notato anche voi il susseguirsi di alcuni fatti assai strani…- cominciò a spiegare, mentre maggiordomo e signorino si scambiavano uno sguardo d’intesa, difatti, le lettere che ultimamente il piccolo conte riceveva dalla regina in quel periodo erano notevolmente aumentate, nonché trattavano di casi al quanto “particolari” persino per loro.
Come l’avvenire di Omicidi non tali, visto che la vittima qualunque ferita avesse subito, tornava misteriosamente in vita, - Sicuramente, avrete già sentito parlare di quei cruenti assassinii nel quale poi però il malcapitato, nonostante come sia ridotto, sopravvive- continuò scostando un po’ il volto, cercando vedere meglio il viso del piccolo conte, sempre al suo fianco, forse cercandone di cogliere qualche incrinatura di stupore sulla sua impassibile espressione. Non ne trovo.
-Si, ne abbiamo sentito parlare- confermò questi, senza guardarlo e tenendo un tono vago, aveva passato molti giorni su quei i avvenimenti, senza arrivare mai a nulla, nemmeno con l’aiuto di Sebastian e, pur non sembrando interessato, in realtà era molto incuriosito da qualunque cosa sarebbe uscita dalla bocca dello shinigami da quel momento in poi.

Uno dei problemi principali avuti non appena aveva cominciato ad indagare, stava nel fatto che la stessa regina aveva archiviato quasi immediatamente quei delitti, temendo ripercussioni ben peggiori sulle vittime, le quali erano già viste come cavie da esaminare da molti medici legali e studiosi in generale, che credevano di trovare in loro il segreto per “l’immortalità”. Difatti, sotto suo ordine, tutti i giornali avevano taciuto sugli avvenimenti accaduti e su quelle “guarigioni miracolose”, quindi solo in pochi erano venuti a conoscenza dei fatti.

-Bene, cosi non devo fare la fatica di spiegarvi anche questo - commentò Grell accennando ad un sorriso maliziosamente divertito mostrando leggermente i propri appuntiti denti da squalo. Era la prima volta che attirava cosi intensamente l’attenzione del suo Sebas-chan senza rischiare di venire picchiato, - …Però dubito sappiate il perché queste persone non muoiano, nonostante vi siano stati riscontrati tra loro anche una fuoriuscita di organi interni e una decapitazione (il tizio è poi risorto quando gli hanno riattaccato la testa Nda) - affermò sempre il pervertito in rosso, indovinando nuovamente il vero, infatti Ciel e Sebastian non ebbero nulla da ridire.
Grell però rimase comunque qualche istante in silenzio, creando una suspense non necessaria, la quale servi solo a far innervosire ancor di più i suoi due interlocutori, già irritati da quel suo monologo da quattro soldi.  – La spiegazione è semplice: quelle persone non dovevano morire sin dal principio. Si trattava solo di specchi per le allodole creati solo per attirare le vere vittime – riprese, cominciando a giocherellare con un ciuffo dei suoi lunghi capelli rossi, attorcigliandolo attorno all’indice della mano destra, mantenendo sempre quell’aria divertita,
- Cosa intendi..?- domandò esasperato il piccolo conte, il quale non riusciva più a nascondere la propria curiosità, e un poco alterato anche dalla stizza causata dal comportamento di Grell,
- Gli omicidi sono avvenuti eccome, solo che le vittime non sono state certo tra voi umani – rispose,
-Allora si tratta di shinigami?- intervenne a quel punto Sebastian, anche lui stanco delle continue interruzioni teatrali e superflue dell’altro.
-Esattamente - confermò il semi-dio, incrociando le braccia e fingendosi offeso per essere stato interrotto, gonfiando le guance come avrebbe fatto un bambino. All’occhio del demone però non sfuggì quel leggero velo scuro, simile ad un ombra, che calò sullo sguardo smeraldino dello shinigami e, stranamente, la cosa lo irritò non poco.
Perché il rosso non aveva mai avuto un espressione di simile cupo terrore per lui, al quale si afferrava supplicante alle sue ginocchio, rivolgendogli infinite proposte indecenti? Chi vi era di più spaventoso di un demone?   

Eppure, era comunque strano che un dio della morte temesse la morte. Essendo loro dei semi-dei, ovvero dei semi-immortali, dovevano esistere ben poche cose che potessero ucciderli.
- Quanti ne sono morti?- volle sapere Sebastian, notando poi l’espressione pensierosa del signorino, quella rivelazione aveva smosso i meccanismi del suo intelletto, rispondendo ad una domanda al quale la sua mente non aveva ancora trovato risposta.
- Al momento ne abbiamo trovati 14, ma potrebbero essercene di più- rispose Grell mantenendo un espressione disinvolta, cercando di rindossare il più velocemente possibile la maschera di superficialità e lussuria, che da molto tempo era diventato il suo volto; come quella da maggiordomo perfetto lo era per Sebastian, nonostante il demone riuscisse ben a dividersi tra quella messa inscena da servitore e la sua vera natura.
- I casi però che sono stati riscontrati sono stati solo 7, siamo sicuri che siano veramente collegati..? Anche se sembrerebbe difficile, potrebbe essere solo una coincidenza - obbiettò Ciel, possibilità a cui però non credeva realmente nemmeno lui,
-Se una persona che non deve morire, viene uccisa, uno shinigami è sempre mandato sul posto a controllare e, si dia il caso che, per ogni vostro delitto, uno shinigami fosse già lì nei dintorni. Gli altri 7 invece hanno ricevuto delle chiamate che li avvertivano di una morte imprevista, e si sono recati nei luoghi a loro indicati, tutti al di fuori della loro giurisdizione. Alla fine però quegli ordini erano fasulli... - spiegò il rosso, tacendo sui particolari più macabri riguardanti quei sette. Un fatto strano per Grell, il quale si alzò finalmente dalla scrivania e facendo due passi, avvicinandosi cosi a Sebastian.
- Ci sono però ben poche cose che possono uccidere un semi-dio. Primo tra tutte: un demone, e avendone uno a pochi chilometri da Londra, subito le colpe sono ricadute su di voi, piccolo conte - continuò additando il signorino, il quale sollevò appena il sopracciglio, trovando molto irritante e maleducato essere indicato, - …e ovviamente Sebas-chan!- esclamò infine, aggrappandosi al braccio del maggiordomo, abbracciandolo e strofinandovi il viso.
Dovevano aspettarselo, era rimasto “serio” (se il suo modo di comportarsi potesse essere mai definito in tale modo), fin troppo allungo per il suo autocontrollo.
- Ma sapevano tutti che il conte non aveva motivo di dare un ordine simile a Sebastian, quindi, dopo alcune verifiche, siete stati subito scagionati - li rassicurò, non che fosse necessario, provando poi a rubare un bacio al demone, il quale semplicemente si scostò di un poco, facendolo cadere a terra. -Uuh… Sei cattivo Sebas-chan- piagnucolò il rosso, facendo sfuggire un sospiro di disperazione a Ciel, mentre Sebastian si fingeva indifferente. Quando tutto questo sarà finito, potrai spaccargli la faccia, sta calmo, aspetta… Si ripeteva il maggiordomo mentalmente,
- Certo, 14 shinigami non sono pochi, chiunque sia stato ad ucciderli è una persona d’ammirare. O forse sono gli shinigami ad essersi rammolliti a tal punto che un qualunque cosa può ucciderli?- fu la sua frecciatina, le parole erano sempre una buona arma di ripiego, quando non poteva usare la sua abilità con l’argenteria. La sua frase fece però sorgere un ragionevole dubbio.
-Da quello che dici, Sebastian, sembra improbabile che l’omicida sia uno solo…- commentò infatti Ciel,
-Purtroppo non ci è stato modo di scoprire se fosse uno o più ad attaccare- rivelò Grell, al quale sembrava essere passata d’improvviso la voglia di stare accanto al suo Sebas-chan e a cui un qualcosa di simile alla rabbia ne aveva indurito il volto.
- Come mai?- gli chiese il bocchan,
- I corpi sono stati fatti in pezzi troppo piccoli. Sembra che siano stati ridotti cosi da una sola arma, ma non se ne può essere del tutto sicuri- disse, tornando ad avvicinarsi alla scrivania.
E fu in quel momento, in cui lo shinigami gli diede le spalle, in cui non gli volgeva lo sguardo, Sebastian capì.
Vide la tristezza, prima occultata dalla paura, ridestata dall’irritazione causata del suo commento, macchiando l’animo della shinigami di qualcosa simile al rimpianto, ma la cui origine non sembrava essere poi tanto nobile.

- Strano, non nonostante avessimo perlustrato le scene dei delitti da cima a fondo, Sebastian non abbia trovato niente su questo o questi aggressori che siano- intervenne Ciel,
-Pur avendo notato la presenza di qualche shinigami, non ne ho dato conto. L’ho ritenuto normale, essendo questi casi abbastanza singolari da attirare l’attenzione di qualche dio della morte- si giustificò il demone,
-Ma io non mi stavo riferendo agli shinigami, intendevo proprio chi avesse causato questi delitti- sottolineò sempre il Phantomhive, -Se hanno attaccato uno shinigami ci dovrebbero essere delle tracce di uno scontro, perché dubito che un semi-dio possa farsi uccidere tanto facilmente -
-In quei luoghi però non vi era nulla di nulla bocchan, sono stato molto minuzioso nelle ricerche - parlò di nuovo Sebastian, era ben a conoscenza che la ricerca di ogni suo minimo errore era solo un altro dei modi del suo signorino per irritarlo.
-Sembra un mistero interessante…- concluse infine Ciel, lasciandosi sfuggire un leggero sorrisino divertito, -Anche se non mi hai ancora detto, cosa centrerei io in tutto questo, a parte, certo l’essere stato sospettato all’inizio avendo un demone come maggiordomo – osservò, facendo cosi cadere Grell dalle nuvole.
-Questa è una delle altre cose misteriose di questi delitti…-



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Come se il fatto che l’aggressore o gli aggressori non lascino traccia non sia già abbastanza misterioso… Andiamo Grell, dicci cosa hai chiesto al bocchan in cambio delle tue informazioni T^T

Grel: Mi dispiace, questo è un segreto

Autore: Senti, non andare a fregare certe le battute ad un demone dal caschetto viola, o è peggio per te (per i fans di slayers, credo che si sia capita la citazione ^___-)

Scusate, mio piccolo sclero xP , comunque, sarà perché ero bloccata da un po’, ma non vi sembra che parlino molto più del solito in questo capitolo?? Cavolo, mi sembra solo un continuo chiacchiericcio, speriamo che nel prossimo cap le cose si movimentino un po’ (fidatevi, sarà cosi ^^ )… Coomunque, Grell sembra davvero saperci fare con la suspense, mi ha mollato a meta frase per andare dal parrucchiere è___é , oppure vuole solo che qualcuno lo uccida prematuramente (primi tra tutti Ciel&Sebastian).
Okay, mi sono dilungata un po’ più del solito, comunque, anche se un po’ in ritardo

BUONE FESTE A TUTTI ^^

E un ringraziamento speciale a lalupanera e a BumBj per aver commentato, e a chiunque stia seguendo questa mia demenziale FF, scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare xP
Per finire:

Bye-bye  e  alla prossima ;-)))

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Capitolo 5
*** Cap5: Troppa umidita rovina i capelli o, Sutcliff non centra niente con questa storia (forse) ***




Cap5
:
Troppa umidità rovina i capelli o, Sutcliff non centra nulla con questa storia (forse)

SAAALVE geeente è un pò che non ci si vede, eh?
Si lo so, scusatemi ... Adesso però leggete e commentate, PLEASE ^^


Per l’ennesima volta in quel mattino Spears si massaggiò le tempie sbuffando, era esausto e quella fastidiosa emicrania non accennava a migliorare. Da almeno un mese non faceva una dormita decente, o da potersi definire tale, e in quei pochi momenti in cui riusciva a chiudere finalmente le palpebre, arrivava sempre qualcosa o qualcuno a strapparlo dalle dolci braccia di Morfeo.
Ormai era arrivato al limite, sull’orlo di una crisi di nervi, avrebbe potuto azzannare al collo la prima persona che avesse attraversato la porta del suo ufficio, e solo perché aveva osato varcare la soglia.
Non è possibile, non è possibile. Gli shinigami non possono essere uccisi cosi facilmente, questo si ripeteva da settimane vagando e rimuginando tra un mare di carte, nelle quali aveva rischiato più volte di affogarci, e ancora non ne era venuto a capo di quella famigerata domanda, a cui, probabilmente, doveva il suo mal di testa:
Cosa aveva ridotto cosi i corpi dei suoi colleghi?
Neanche se fossero state delle mammolette, sarebbe stato cosi facile ammazzarli…
Un momento! Aveva appena usato il temine “mammolette” e “ammazzarli”?
Si, aveva proprio bisogna di una vacanza, ma purtroppo non aveva gli straordinari pagati, quindi avrebbe dovuto attendere ancora allungo le sue meritate ferie.  
Will riportò stancamente lo sguardo sui vari documenti che gli riempivano la scrivania, nonché il resto della stanza. Erano talmente tanti da arrivare a toccare il soffitto, difatti da ben due giorni lo shinigami non era più riuscito ad uscire dal proprio ufficio, a causa di una gigantesca pila di fogli creatasi di fronte alla porta, simile ad un monte a cui sarebbe bastato solo un minimo soffio di vento per creare una valanga che lo avrebbe sommerso.
Ed era questo il secondo motivo perché desiderava essere lasciato in pace con il suo lavoro, non ci teneva a finire la sua esistenza sotto un infinità di carte bianche,
- William, William- la sua richiesta  non venne però ascoltata. Una voce cominciò ad arrivare dal corridoio, giungendo ovattata al suo orecchio a causa di tutte quelle carte, rivelatesi degli ottimi isolanti, Fantastico, finalmente quell’inetto di Grell mi lascia in pace e adesso mi ritrovo lui, si disse mentalmente riconoscendo la voce di Ronald, l’unico shinigami al mondo capace di definire il rosso “sensei”. Per quale motivo poi lo definisse in tale modo, per molti e per lui rimaneva ancora un mistero. – William!- lo chiamò un’ultima volta il giovane shinigami prima di iniziare a bussare violentemente contro la porta del suo ufficio, pre poi provare ad aprirla bruscamente.
Tutto ciò che in seguito Will vide fu “bianco”.

- W-wiliam..? Sei qui dentro?- chiese esitante Ronald facendo timidamente capolino dalla soglia, non aveva ben capito cosa fosse successo lì dentro, ma gli sembrava di aver udito un imprecazione, per questo dubitava vi fosse William all’interno, composto com’era, difficilmente si sarebbe fatto sfuggire simili sconcezze.
-....- un suono soffocato arrivò da sotto un cumolo di documenti, i quali cominciarono a muoversi, e subito il giovane shinigami trasalì, aveva come la sensazione che quella cosa indistinta, formata da carte mobili, stesse maledicendo il suo nome,
- Eppure la segretaria del piano aveva detto che era qui...- borbottò deluso, ignorando deliberatamente la massa informe facendo finta di non vederla, cominciava a temere di scoprire quale essere infuriato si celasse sotto di essa, anche se ormai immaginava chi fosse. – Proverò a ripassare più tardi- avvertì prima di richiudersi la porta alle spalle, lasciandosi dietro quella stanza completamente bianca, ripiena di cosi tante carte da sprofondarci sino al ginocchio.
Una mano però lo afferrò per la spalla, bloccandolo nel suo intento e, spuntando simile al dio Nettuno dall’oceano, di fronte a lui apparve il Will “manico di scopa”, sempre rigido e severo nel suo portamento, lo tradivano solo il cipiglio ballerino e un unico ciuffo di capelli scomposto, rivelando cosi quanto in realtà fosse esausto.
- Volevi qualcosa?- chiese con voce piatta e sguardo inquietante, causato dalla mancanza di sonno,
- Ehm... S-si, ecco- si ritrovò a balbettare Ronald, non era proprio una bella situazione trovarsi di fronte ad un Will con gli occhi iniettati di sangue, già normalmente quando si trattava di “quella persona” lo shinigami diveniva piuttosto intrattabile, non osava pensare come avrebbe reagito in quel momento, ascoltando ciò che aveva da dirgli.
- Allora..?- lo esortò impaziente l’occhialuto,
- Grell è scomparso! Non abbiamo più sue notizie da ben quattro giorni!- esclamò Ronald tutto d’un fiato, indietreggiando, temeva la sua reazione.
- Questa non è una novità- a contrario delle sua aspettative, Will sembrò prenderla molto bene, anzi, la notizia non lo tocco minimamente, tanto che lo shinigami si sistemo con disinvoltura gli occhiali sulla radice del naso, per nulla stupito, - Non è la prima volta, Grell sparisce spesso, la cosa non dovrebbe sconvolgerti in tal modo- lo riprese nel suo modo gelido,
- M-ma sono passati quattro giorni...- provò a ripetersi Ronald, trovando il disinteresse che William provava per il suo sensei un pochino irritante,
- Al tempo di Jack the Ripper, il suddetto Sutcliff è scomparso per mesi senza mai dare notizia di se - lo azzittì bruscamente l’occhialuto, ricordando gli avvenimenti che avevano reso famoso lo shinigami rosso  -... credi, non c’è da preoccuparsi per lui, sarà andato a combinare guai da qualche parte – tagliò corto per poi indicargli la porta, ormai si era stancato di quella inutile interruzione, aveva cosi tanto lavoro da fare, non aveva tempo da perdere, per di più, a causa sua, si ritrovava a dover risistemare anche tutte la carte finite sul pavimento.
- Allora il sangue di shinigami trovato al porto?.. – aggiunse infine Ronald, esitando nell’andarsene, non poteva credere che quel “manico di scopa” non provasse proprio nulla per il suo maestro, insomma, si sarebbe accontentato anche solo di sbuffo d’irritazione,
- Grell non sarebbe mai andato al porto, troppa umidità gli rovina i capelli- fu la secca risposta alla sua insistenza, mentre si cominciava a spingerlo verso l’uscita,
- Ma..?-
- NIENTE “Ma”! Sutcliff non deve centrare niente in questa storia!!-  sbottò prima che l’altro potesse aggiungere qualcosa, sbattendolo con violenza fuori dal proprio ufficio, e cosi Ronald si ritrovò la faccia un tuttuno con moquette del corridoio.
Solo più tardi William si sarebbe accorto del proprio errore, aveva detto “non deve”, non “non centra”, una cosa inammissibile per uno shinigami composto come lo era lui.



-Questa è una delle altre cose misteriose di questi delitti…- disse Grell con il solito sorriso malizioso a deformargli i tratti del viso,
- Ti costa tanto rivelarcelo, allora?- lo invitò Sebastian sempre più impazziente, non aveva ancora fatto preparativi della cena,  
- Certo.. Uhg- lo shinigami trasalì, rabbrividendo di colpo, sedendosi portando le ginocchia al petto, - Mi fischiano le orecchie- si lamentò in tono piagnucoloso tappandosele con le mani, - Qualcuno sta di certo parlando male di me- continuò, facendo sbuffare il demone esasperato,
- Non credo sia cosi disposto a rivelarci tutto come vorrebbe farci crede- commentò il maggiordomo tra se e se, prima di avvicinarsi al suo signorino, approfittando che lo shinigami si era ritirato in un angolo della stanza, tenendosi ben impiantate le dita nei timpani, quel fischio insopportabile non sembrava proprio aver intenzione tacere. – Bocchan, mi rincresce ma la cena sarà servita in ritardo. Andrò subito a dedicarmi ai preparativi e al momento terrò io sotto controllo l’idiot... ehm, il sig. Grell. Approfitterò del fatto che si fosse già presentato alla servitù come maggiordomo di Madame Red per non destare troppi sospetti- decise Sebastian, aspettando il consenso del Conte, il quale però non arrivò, - Ehm.. Bocchan?- provò a richiamarlo il demone.
-...- Ciel taceva, tendendo sempre la testa appoggiata al pugno della mano destra, emettendo solo dei piccoli sospiri, l’occhio destro semi-chiuso. Si era addormentato.
Sebastian sospirò, a causa di Grell il signorino non aveva avuto un attimo di tregua quel giorno, se poi aggiungeva che non avesse dormito molto la notte precedente, avrebbe dovuto prevedere un suo crollo.
Nonostante si atteggiasse da adulto, il piccolo Phantomhive possedeva ancora dei limiti tipici della sua tenera età, anche se molto spesso era lo stesso Ciel a dimenticarsene.
Un esplosione seguita dalle grida di Meirin, i piagnistei di Finian e le imprecazioni di Bard, riscosse Sebastian, indeciso se svegliare il signorino.
Il demone si crucciò impercettibilmente avvertendo l’odore acre del fumo provenire delle cucine, era mai possibile che non avesse mai un attimo di tregua?

- Non per interrompere i tuoi interessanti soliloqui, ma da adesso, anche se solo momentaneamente, fai parte dei domestici della famiglia Phantomhive, quindi: NON COMBINARE GUAI!- intimò il perfetto maggiordomo allo shinigami, a cui finalmente avevano smesso di fischiare le orecchie, mentre lo trascinava di peso fuori dallo studio del Conte, afferrandolo per le spalle della giacca,
- Eh?.. Devo fare di nuovo il maggiordomo ma che barb.....- provò a lamentarsi Grell, il quale però tacque quando due occhi della stessa intensità dell’inferno lo fulminarono, il loro colore era splendido, ma al momento Sebastian non sembrava molto in vena di complimenti,
- Hai forse qualcosa da ridire sulla mia professione?- gli domando il demone con un sorriso all’apparenza cortese, ma che in realtà nascondeva un ghigno assassino,
- S-sono felice di poter lavora con Sebas-chan..- rispose un poco intimorito il rosso, ma non abbastanza da rinunciare a quell’irritante nomignolo.
- Bene, allora indossa questi- sorvolò Sebastian passandogli distrattamente una tenuta da maggiordomo (presa in prestito dall’armadio di Tanaka-san), mentre guardava per l’ottava volta il suo orologio da taschino, se non si sbrigava l’incendio causato da quell’inetto con il lanciafiamme avrebbe cominciato a divorare l’intera magione,
- Ma questi vestiti puzzano di vecchio!- protestò lo shinigami tappandosi il naso, -... e poi perché non posso rimanere vestito cosi?-
- Perché cosi sei troppo appariscente, se devi essere un maggiordomo non puoi portare indumenti simili. Poi quella che indossi è anche la giacca di Madame Red e gli altri domestici potrebbero cominciare a fare domande, cosa che io voglio assolutamente evitare- gli spiegò rapidamente, - Ti do quattro minuti- lo avvertì, costringendolo ad accettare la divisa, prima di sparire in una nuvoletta di fumo. Aveva bisogno di qualcosa per soffocare le fiamme o, nel caso non trovasse nulla, di acqua, molta acqua.

- Allora hai finito?- domandò Sebastian impaziente, bussando ripetutamente alla porta della stanza dove Grell si stava cambiando, in tutto ci aveva messo cinque minuti per domare il fuoco. Uno in più del previsto, a causa di una secchiata ricevuta in faccia  da parte Finny, il quale si era spaventato notando che al maggiordomo aveva cominciato a prendere fuoco il braccio, creando delle piccole fiammelle degne di una candele.
Sebastian era dovuto andare a cambiarsi per evitare di gocciolare per i corridoi della villa, fatto impensabile per un maggiordomo perfetto, perdendo altri quindici secondi, accumulando cosi quel minuto di ritardo che, all’apparenza, non poteva sembrare molto, ma di cui il demone non riusciva a darsi pace, non si sentiva affatto tranquillo a lasciare quello shinigami da solo troppo allungo. – Grell..?- provò a chiamarlo, e pronunciare il suo nome gli suonò al quanto strano, sbagliato. Quelle cinque lettere gli lasciarono uno strano sapore in bocca, spiacevole, come quando si addentava un limone marcio.
- Sebas-chan ma non sai che una donna ha bisogno di tempo per rendersi presentabile?- sbuffò lo shinigami facendo capolino dalla soglia,
- Grell... Cosa sono quei vestiti?- esclamò il maggiordomo mentre una smorfia incrinava ancora di più la sua maschera di cera e un formicolio gli attraversava le mani, mai prima di allora aveva tanto desiderato di prendere a pugni qualcuno, l’irritazione era talmente tanta in lui da asciugargli i capelli, sino ad un istante prima ancora umidi.    
- Perché non vanno bene?- domandò innocentemente (?) Grell, finendo di allacciarsi il laccio della cuffia bianca intorno al collo,
- Ma quelli non sono i vestiti che ti ho dato...- gli fece notare Sebastian, gli bastava un niente per estrarre la sua famigerata argenterie e rasare a zero i capelli dell’altro, punizione che sapeva sarebbe stata peggiore di qualsiasi morte per lui,
- Si, ma gli altri non mi piacevano, non pensi che questi mi donino?- domandò portandosi con malizia l’indice alle labbra, mentre solleva una parte della gonna per mostrare un buon pezzo dell’interno coscia, tentando di apparire sexy, ma riuscendo a far muovere solo un moto di disgusto nel demone, il quale stupito e rabbioso, ancora lo fissava incredulo. Grell stava indossando la tenuta da cameriera di riserva di Meirin!

- CHE COSA!?!    - urlarono all’unisono Finian, Brad, Meirin e, si, persino Tanaka-san, sconvolti e increduli nell’udire le parole appena pronunciate dal maggiordomo, il quale sbuffò esasperato, non amava doversi ripete,
- Ospiteremo qui il sig.Grell per qualche tempo- spiegò nuovamente, indicando la figura della shinigami, tornato al suo vecchio travestimento da maggiordomo, con tanto di capelli castani raccolti in una coda bassa. Stranamente, il suo viso era però tumefatto, ricoperto da vari lividi ed ematomi. Un'altra cosa che Sebastian odiava era perdere tempo inutilmente e chi non rispettava gli orari. - A causa dell'imprevista dipartita di Madame Red, il sig.Grell- pronunciare ogni volta il suo nome, provoca in lui un forte senso di nausea, ma non lo diede a vedere -... si è trovato disoccupato, il bocchan ha accettato di procuaragli un lavoro, anche se solo per poco-  
- M-ma Sebastian non puoi pensare che riusciremo a badare alla casa e a quel aspirante suicida CONTEMPORANEAMENTE!- protestò Bard, nemmeno tentava di dissimulare l’antipatia provata per l’ultimo arrivato,
- Non preoccupatevi, sarà solo una cosa temporanea, e non dovrete assolutamente crucciarvi per le faccende, svolgerò io tutti i lavori riguardanti la villa, voi pensate solo a tenerlo d’occhio. Voi pensate solo a tenerlo d’occhio- li informò il maggiordomo.
L’ha detto due volte... Notarono subito gli altri occupanti della stanza, ritrovandosi ad annuire ubbidienti sotto il sorriso impassibile, e palesemente finto, del demone, capace di far nascere in loro un forte senso inquietudine, causato dal fatto che a Sebastian mancava veramente poco per rivelare a tutti la sua vera natura. La sua ombra ormai riempiva quasi interamente la parete alle sue spalle.


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D'ora in poi avrei intenzione di aggiornare una volta al mese, visto che non sono in grado di seguire una tabella di marcia più breve ^^' ...
Scusate ancora la mia lunga assenza nell'aggiornare questa storia (non vi annoierò con delle spiegazioni, sarebbero troppo lunghe ^^'''), che questo capitolo "sembri" piuttosto inconcludente e che, come al solito, il titolo non centri nulla con il capitolo ^^ .
Tra poco dovrebbe rispuntare fuori Undertaker e Grell, finita la cena, potrebbe concludere finalmente il suo luuuuuunghiiissimo discorso che l'ha portato a villa Phantomhive, anche se (come dice Sebastian) probabilmente il rosso non dirà tutto ^^
Un rigraziamento speciale a lalupanera (se non avessi insistito probabilmente non l'avrei ancora ripresa questa FF xD ), BumBj  e Meridian princess per aver commentato, e a chiunque continui a leggere questa FF, nonostante i stra-mega ritatardi dell'autore :) GRAZIE!

Bye-bye
e alla prossima ;-)))

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