L'iris blu

di Lilith of The Thirsty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo






Un uomo guardava fuori dalla finestra pensieroso, tra le mani stringeva un piccolo fagottino blu dentro il quale era avvolto un neonato.
Tristemente fissò la esile figura che riposava tranquilla, l’avrebbe dovuta lasciare andare e farla vivere lontano da lui e da quel palazzo. Non voleva che quella piccola ed innocente creatura portasse scompiglio tra il paese e soprattutto all’interno del castello, era riluttante a far portare via la sua bambina.
Nonostante la copertina nella quale era avvolto quel corpicino fosse azzurra, chi dormiva tranquilla all’interno era una splendida bambina appena nata.
L’uomo sospirò infelice guardando fuori dalla finestra, sentiva su di se tutto il peso del potere di governante e per una volta avrebbe voluto spogliarsi da quell’affanno.
Guardò la piccolina ancora una volta, era un frutto di un suo peccato ma era semplicemente adorabile. Sua moglie, la regina di Neo Verona, non sospettava nulla e proprio quello lo tormentava.
Il re di quel paese amava la sua regina costantemente e con una folle dedizione ma, anche la difesa più salda crolla inevitabilmente quando viene vinta da lacci più forti.
E così era successo a lui: un semplice sguardo e un sorriso di circostanza l’avevano catturato come mai pensava fosse possibile.
Era tutto sbagliato ed entrambi i due amanti lo sapevano, ma quando si riunivano insieme non importava più nulla delle convenzioni e di tutto quello che avevano sulle spalle; semplicemente e puramente si amavano. Erano sconosciuti, entrambi non erano nei piani l’uno dell’altra ma il loro cuore aveva deciso diversamente e avevano trovato quella semplice magia chiamata amore.
E quella sera al re di Neo Verona era stata affidato il frutto dell’amore proibito, la catena che lo teneva ancora legato alla sua amata, morta per dare alla luce quel miracolo.
Una lacrima solitaria gli rigò il viso, non avrebbe più potuto vedere il viso di quella bimba, sentire il battito del suo cuore e osservarla crescere e fiorire nella città.
A questo aveva portato la felicità di un solo momento, al dolore e alla separazione dall’esito della sua dolce colpa. Il servo più fedele arrivò nella stanza inchinandosi di fronte al re della città, a sua maestà signore della famiglia dei Capuleti.
“Vai piccola Angelique, cresci sana e forte… Sarò nel tuo cuore per sempre, non ti dimenticherò mai. Grazie bimba mia…” sussurrò il re mettendo quel fagottino tra le mani del suo servitore, abbandonando per sempre la gemma brillante dell’amore passato.
Voleva bene ai figli che aveva avuto da sua moglie come non mai, ma separarsi da quella piccina gli aveva straziato il cuore anche se sperava di rivederla presto in cuor suo.
La piccola carrozza partì nella notte con il suo prezioso passeggero, tutti dormivano ignari di quello che stava succedendo nel palazzo e di come il loro sovrano soffrisse terribilmente.
Quello che nessuno sapeva era che nell’ombra qualcuno stava tramando, qualcuno di malvagio avrebbe presto preso il potere distruggendo ogni traccia del precedente impero dei Capuleti.
Martoriando la popolazione e cancellando per sempre l’amore e la sofferenza dal re di Neo Verona, instaurando un regime di repressione e terrore per scovare l’unica sopravvissuta della casata reale.
Ma quell’essere malvagio non sapeva che un’altra creatura viveva con il sangue della stirpe reale nelle vene, non sapeva che quella fanciulla avrebbe portato disordini e fragilità nel suo impero.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

 




Il sole illuminò la città ancora addormentata di Neo Verona cominciando a farla risplendere nel suo manto dorato.
In una piccola casa alla periferia dei grandi palazzi, raggi splendenti di sole filtravano attraverso le tende di una camera da letto colpendo il viso di una ragazza che dormiva beata.
Piano piano schiuse gli occhi azzurri che scrutarono gli oggetti della stanza, si alzò e spalancò le finestre gustandosi la brezza mattutina.
I capelli castani con riflessi dorati si agitavano ai colpi del vento leggero che dava il suo benvenuto alla ragazza, sorridendo cominciò a vestirsi come ogni giorno.
Prese una fascia bianca e se la legò intorno al petto stringendo molto per nascondere le sue forme, indossando successivamente una camicia bianca e un gilet nero. Calzò gli stivali maschili sopra i pantaloni e si diresse verso lo specchio, prese una parrucca nera sotto la quale nascose i suoi fluenti capelli e uscì per fare colazione.
“Oh, ben svegliata tesoro! Dormito bene?” chiese con voce calma sua madre mentre le preparava il latte con qualche biscotto.
“Sì, come sempre!” disse, felice, sedendosi e ammirando i capelli biondi e ricci della donna che erano stati raccolti sapientemente in una morbida crocchia. Gli occhi verdi di lei la fissarono con il suo solito fare medico, ormai la conosceva bene e sapeva quanto fosse stanca di quel travestimento.
“Su mangia, devi rimetterti in forze Ange!”
“Quante volte ti ho detto che devi chiamarla Henry quando è vestita in quel modo?” sbuffò suo padre scendendo dalla scala.
Era un uomo magro con i capelli corti tutti sale e pepe, gli occhi neri e un po’ di barba sulle gote. Ange ingoiò un biscotto senza parlare mentre sua madre e suo padre cominciavano a discutere ancora una volta per il suo camuffamento. Se da piccola si era divertita adesso tutto era diventato troppo pesante, non capiva da cosa suo padre voleva proteggerla e che cosa mai potesse voler dire ogni volta che affermava: “Dobbiamo rispettare il suo volere, non dimenticarlo Maria…”.
Si alzò, era stanca di quel battibecco e per quietarli entrambi disse che andava bene così e che non le importava più nulla.
Uscì per andare a sellare il suo cavallo, il suo turno di lavoro cominciava tra poco e doveva sbrigarsi perché il suo capo era un tipo piuttosto burbero.
“Henry!” esclamò sua madre correndole incontro con un pezzo di stoffa tra le mani.
“Dimmi mamma…”
“Il tuo pranzo tesoro mio…”
“Grazie!”
Prima che lei potesse montare a cavallo però sua madre l’abbracciò e le sussurrò all’orecchio di stare attenta.
“Inoltre piccola mia questa sera ci sarà un ballo in piazza per la gente del popolo e tu ci andrai…”
“Ma madre!”
“Vestita da donna!”
Ange rimase sbalordita, sua mamma le fece l’occhiolino e la incitò ad andare al lavoro mentre rientrava in casa. Riusciva sempre a comprenderla ogni volta, era tipico di una donna come lei sapere tutto su tutti.
La ragazza travestita saltò in groppa al suo destriero bianco e galoppò verso il mulino per prendere in consegna i sacchi di farina, stranamente si sentiva leggera e libera. Se era vero quello che le aveva detto sua mamma quella sera finalmente avrebbe potuto essere se stessa in mezzo ad altra gente e indossare qualcosa di femminile.
Aveva sempre sognato di incontrare il vero amore ad un ballo, di danzare sotto gli occhi di tutti mostrando che era una donna. Da quando era nata quella possibilità le era stata preclusa per volere rigido di suo padre, ora più che mai voleva liberarsi da quell’assurda costrizione. Ricordava quante volte ne avesse parlato con sua madre disperata e di come lei comprensiva le aveva ripetuto che prima o poi la sua occasione sarebbe giunta. Finalmente il momento era arrivato. Un solo dubbio però le si affacciò nella mente: dove diavolo poteva trovare o comperare un vestito per quell’occasione senza che suo padre lo venisse a sapere?

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 




Il sole stava tramontando sulla città di Neo Verona e tutta la gente si riversava nelle piazze agitata.
Ange era appena arrivata a casa, il suo capo aveva brontolato come al solito ma ormai ci era abituata. Si distese sul povero divano della sua abitazione e cominciò a riposare, sapeva che non sarebbe andata alla festa di quella sera perché non aveva nulla da mettersi.
Suo padre era uscito poco prima per andare a trovare un vecchio amico, cosa che non succedeva da anni ormai ed erano rimaste solo lei e sua madre in casa.
Un lieve torpore cominciò a impadronirsi delle sue membra, gli occhi cominciavano a chiudersi mentre la sua mente immaginava scenari impossibili da sognare.
“E’ PRONTO!!!” urlò sua madre, scendendo dalle scale, felice come mai in vita sua.
Ange la guardò un po’ intontita, non capiva a cosa si riferisse e la sua mente si rifiutava anche solo di provare a riaccendersi.
La donna la fece alzare e la condusse in camera, la figlia la seguì obbediente e quando si fermarono nella sua stanza gli occhi azzurri di Ange si accesero.
Al centro si trovava un manichino che mostrava fieramente l’abito. Era un vestito lungo di colore blu, stretto alla vita e la gonna ampia si apriva per mostrare la fine stoffa celeste al centro. Lo scollo era molto provocante mentre le maniche strette e lunghe terminavano a sbuffo.
La ragazza meravigliata non sapeva che cosa dire, ogni parola che le veniva in mente per descriverlo sembrava non andare bene.
“Ci ho messo tre mesi per cucirlo e trovare la stoffa e la misura adatta… Ma sono soddisfatta del mio lavoro! Non ti piace, Ange?” chiese timorosa sua madre mentre la guardava preoccupata.
La figlia le corse incontro e l’abbracciò, la tenne stretta a sé e cominciò a piangere. Mai si sarebbe aspettata un simile vestito, sua madre l'aveva fatto tutto per lei.
“E’ bellissimo mamma! Non so davvero come ringraziarti!”
“E allora togliti via questi stracci da maschiaccio e provalo! Non ho certo sprecato tutte queste energie solo perché tu lo stessi ad ammirare con un’espressione da pesce lesso stampata sulla tua faccia!”
Risero insieme e la ragazza, sfilatasi la parrucca e i vestiti maschili, lo indossò.
“Mi sta bene mamma?” chiese Ange titubante uscendo dalla stanza.
I capelli lunghi e castani erano sciolti e solo due piccole trecce li bloccavano per scoprire il viso ovale e candido nel quale rilucevano gli occhi azzurri. L’abito era semplicemente divino e risaltava le forme della ragazza con eleganza e dignità.
Sua madre le andò incontro in lacrime, pianse molto anche mentre le legava dei fiordalisi nei capelli e non riusciva più a smettere. Finalmente la donna aveva potuto fare quello che voleva da anni e rendere felice la sua adorata figlia; era semplicemente splendida e quella sera ogni persona l’avrebbe ammirata.
Questa era stata l’unica e ultima cosa che aveva potuto fare per lei, era consapevole che era giunto il momento di lasciarla andare e non poteva più fermare il tempo che era trascorso in quegli splendidi anni.
La ragazza radiosa si coprì con un mantello e corse verso la piazza della chiesa dove si sentiva già profumo di festa.
La madre la salutò un’ultima volta, le lacrime amare le segnavano il viso mentre si sedeva nell’oscurità stringendo al petto una delle camicie di Ange. L’avrebbe persa per sempre, quella notte il segreto sarebbe stato svelato e la guerra sarebbe ripresa così come il sangue.
“Almeno divertiti bimba mia… Almeno questo…” pensò la donna prima di riprendere il triste pianto di dolore.
 
***
 
Ange arrivò nella piazza addobbata per l’occasione. Lanterne illuminavano le case e la gente, fiori abbellivano gli angoli ed enormi teli rossi celebravano, dondolati dal vento, la festa del piccolo paese.
La ragazza si sfilò il mantello scoprendo il vestito, molti sguardi di giovani uomini si posarono su di lei che avanzava tra la folla. Era imbarazzata, sentiva continuamente su di sé le occhiate della folla e, anche se la sensazione era nuova e strana, quel fatto le regalava un brivido folle sulla schiena.
Si divertì come mai in vita sua, molti ragazzi le chiesero di ballare e lei accettò. Non poteva rimanere ferma un solo istante, tutti le erano addosso e ricevere così tante attenzioni per una volta era divertente.
Non sapeva per quanto tempo fosse rimasta lì e a malincuore dovette lasciare quella piazza magnifica, non voleva che suo padre tornasse prima di lei e che la vedesse vestita così.
Si allontanò per strade secondarie e umide, l’aria secca le tagliava il viso portando con sé gli odori della festa e dei boschi circostanti.
Un rumore improvviso di passi risuonò dietro di lei, il suo cuore accelerò i battiti e i suoi piedi cominciarono a correre. Quel suono orribile non accennava a diminuire e aumentava di timbro nella sua testa. L’ansia le prese lo stomaco mentre la mente tentava di ragionare con lucidità senza successo. Ange inciampò, cadde a terra pesantemente mentre si voltava e rabbrividiva guardando la persona che le stava di fronte.
“Ciao bella bambina dove stai andando?”.

 
 
NdA
Ciao a tutti, eccomi con il secondo capitolo!!! ^^ Lo so lo so, per ora non sta succedendo nulla di eccitante ma da questo capitolo in poi vedrete come cambierà la storia!!!!! ^^ Grazie a tutti quelli che mi leggono senza commentare ma soprattutto un ringraziamento speciale a So97LoveEd che mi ha recensita!!! ^^ Chi volesse commentare è ben accetto anche se sono critiche!!!
Baci e alla prossima
Lilith of The Thirsty

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3


 

L’uomo che le stava di fronte aveva un coltello in mano, la barba era incolta e puzzava di vino.
“Allora, proprio non vuoi dirmi dove stai andando?” chiese con voce roca il barbone che avanzava verso Ange con un ghigno soddisfatto sulle labbra.
“Non ti avvicinare!” esclamò la ragazza alzandosi e indietreggiando il più possibile da quel losco figuro.
“Oh, perché no? Ti faccio così tanta paura?”
In quel momento altri due uomini sbucarono dal vicolo e si avvicinarono al loro amico estraendo due lunghe spade.
“Vedi, hai fatto arrabbiare i miei amici e non dovevi fare la cattiva bambina.” Sentenziò il capo con fare lascivo leccando la lama del coltello.
Ange, impaurita, fuggì il più lontano possibile da quelle persone ma sentiva i suoi inseguitori che correvano dietro di lei.
Il vestito non era adatto per correre, le intralciava i movimenti e la rendeva lenta e goffa, i capelli si erano sciolti e le raffiche di vento li scompigliavano facendoglieli cadere davanti agli occhi.
Si voltò per guardare gli uomini che l’avevano quasi raggiunta, non aveva vie di fuga alternative e nemmeno un’arma con cui difendersi.
Superò un piccolo ponte ma la strada era malmessa e alla fine cadde rovinosamente a terra strappando, seppur di poco, il suo vestito.
“Fine della corsa topolina!” esclamò l’uomo con il coltello in mano rallentando poco distante da lei.
La paura attanagliò lo stomaco della giovane che non sapeva più cosa fare, alcune lacrime cominciarono a bagnarle il volto mentre ripensava alla sua famiglia e si rassegnava al suo destino.
Tutti e tre i suoi inseguitori le erano vicinissimi, non aveva scampo ma nessuno poteva toglierle l’ultimo urlo di disperazione che lanciò oltre la notte.
“Hihihihihi!” rise sprezzante il capo “Chi credi che possa sentirti qui?”.
“Io!” esclamò una voce nascosta nell’oscurità, spaventando i tre uomini che si misero all’erta.
Una figura ammantata da un mantello nero sbucò vicino ad Ange e si avventò sui suoi inseguitori sguainando velocemente la spada.
Gli occhi azzurri della fanciulla rimasero incollati a quel mantello nero che sembrava danzare evitando ogni colpo dei nemici con grazia e velocità restituendo i colpi con forza.
Uno dopo l’altro i tre caddero al suolo e rimase solo quella misteriosa persona che le aveva salvato la vita.
Un colpo di vento tolse il cappuccio rivelando l’identità del suo eroe.
Occhi color verde acqua profondi come abissi insondabili la stavano osservando, capelli neri come la notte si ribellavano al vento insieme al suo mantello che ondeggiava silenzioso.
Ange fissò rapita il ragazzo che le si stava avvicinando, le guance le si imporporarono di rosa mentre il suo cuore cominciava a battere più forte ad ogni passo che faceva il giovane.
I loro occhi coincidevano perfettamente. Azzurro su verde. Cielo su terra. Quante cose si celavano in quello sguardo verde tagliente e profondo? Quali segreti racchiudevano dentro di loro? La ragazza non riusciva a capacitarsi di come tanta austerità e rabbia riuscissero a convivere negli occhi di quel ragazzo che si inchinava davanti a lei per aiutarla.
“State bene?” chiese il giovane prendendole una mano e aiutandola ad alzarsi.
Una scossa elettrica attraversò i corpi dei due ragazzi che si guardarono stupiti, nessuno dei due voleva aggiungere altro perché persino il vento si era fermato per ascoltare i loro cuori che battevano all’unisono.
“Grazie mille per avermi salvata.” Disse Ange prendendo coraggio. “Posso chiedervi il vostro nome?”.
In un attimo il giovane ritirò la mano e fischiò per chiamare il suo cavallo-drago nero. Vi salì in sella in fretta, turbato dalla reazione che aveva avuto nei confronti di quella ragazzina.
Lui aveva altro a cui pensare, non poteva certo innamorarsi adesso che doveva compiere la sua vendetta.
Prima di andarsene però si lasciò sfuggire dalle labbra il suo nome che riecheggiò nella mente di Ange prepotentemente.
“Tebaldo…”
La giovane guardò la sagoma del suo salvatore scomparire tra le nuvole e corse a casa con il cuore in gola per l’emozione, non aveva più importanza il vestito strappato o quello che le era successo perché una nuova forza si era impadronita del suo cuore.
Chissà cosa avrebbe detto sua madre. E suo padre? Le avrebbe lasciato rivedere quel magnifico ragazzo?
Un sorriso l’accompagnò per tutta la strada del ritorno e si spense quando vide che dalla sua casa si innalzavano fiamme alte che interrompevano la tranquillità della notte.
“Mamma! Papà!” urlò Angelique sconvolta mentre correva verso la sua abitazione infuocata.

NdA
CIao a tutti!!!!!^^
Dopo un lungo periodo di assenza sono tornata!!!!^^
Eccomi qui come promesso con il nuovo capitolo!!!!!!^^
Ringrazio dal più profondo del mio cuore: 
 sweet_lullaby,   Sailor Marty TD fan e _SweetDaisy_!!!!!
Grazie mille ragazze!!!!!!!^^
Baci e alla prossima
Lilith of The Thirsty

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