Brother and Sister: Il ritorno di Drago e dei 7 Chi demoniaci

di Claudia Ponto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Libertà ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Passato e Futuro ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Prima missione ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Problemi in cielo ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Fulmini leggendari ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Il talismano, il Chi e la fiera ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Il mezzo demone ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: un piccolo problema ad Halloween ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: indomabile terremoto ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Braccati ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: L'ultimo tesoro ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Finale ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Libertà ***


 Capitolo 1: Libertà.
San Francisco era sempre stata considerata una città laboriosa, turisticamente interessante e soprattutto tranquilla per poterci vivere. Si trovava al dodicesimo posto tra le città più popolose degli Stati Uniti D’America, i turisti arrivavano a frotte per ammirare le sue meraviglie quali il Golden Gate Bridge, il Golden Gate Park o la Millenium Tower, oltre ad altre numerose meraviglie lì presenti.
 
Questo… prima che venisse quasi rasa al suolo.
 
Due anni fa, nel bel mezzo di una notte apparentemente tranquilla, la città era stata scossa da un evento talmente tremendo che tutto il mondo ne aveva risentito,  preannunciato da un terremoto il cui epicentro era stato registrato proprio a San Francisco, esattamente dov’era situato il Golden Gate Bridge.
Da lì in poi la situazione era andata peggiorando: il cielo si tinse di rosso sangue, immensi banchi di nuvole temporalesche sprigionavano fulmini a non finire, violenti tornado demolirono i solidi grattacieli come carta lasciando dietro di sé delle scie di macerie e morte, e da ogni parte orrende creature scheletriche simili a serpenti levitavano nell’aria sibilando minacciose, iniettando paura nel cuore della gente.
Quegli attimi di puro terrore avevano convinto la popolazione mondiale che la fine del mondo fosse giunta.
Ma come succede in ogni tragedia, la luce torna sempre a brillare riportando la pace.
 
Nessuno ha mai capito cosa sia successo esattamente quel giorno.
Nemmeno gli stessi abitanti di San Francisco.
Tranne però tre carcerati detenuti nella prigione di Stato che scontavano l’ergastolo anni per un grave crimine commesso contro l’umanità.
 
I tre giovani teppisti di stradase ne stavano in disparte in un angolo del cortile del carcere, disinteressati alle attività dell’ora d’aria concessa dalla struttura come lo sport o la palestra, tenendosi alla larga dagli altri detenuti con cui non tenevano alcuna conversazione.
Non avevano intenzione di fare conoscenza dei loro compagni di prigionia o di entrare a far parte delle bande rivali formatasi lì dentro, volevano restare da soli, a contemplare e odiare la loro prigionia che non avrebbe mai avuto fine.
<< Dude, odio questo posto. Questo buco non fa per me. >> Disse il più magro dei tre, passandosi una mano tra i folti capelli viola, pettinati in avanti in una chioma particolare.
<< Yo man, ultime notizie: la nostra “vacanza” durerà per tutta la nostra vita. >> Gli rispose il suo capo, un teenager di 19 anni biondo e dagli occhi verdi, con l’acne sulle guancie e il sopraciglio destro tagliato in un angolo.
<< Con la sbobba con cui ci avvelenano, facendola passare per cibo, forse usciremo prima… ma in una bara. >> Il terzo ragazzo, più muscoloso e grosso dei tre, dai capelli a spazzola neri e le folte basette, annuì in silenzio, osservando disgustato quello che sarebbe dovuto essere un sandwich.
Strike master Ice, il ragazzo biondo, diede uno sguardo al cielo nuvoloso che spariva oltre le alte mura di cemento della prigione le cui cime erano adornate da filo spinato attorcigliato su se stesso, costantemente controllato dalle guardie che come avvoltoi si tenevano pronti a piombare sui detenuti in caso di rivolta, i fucili carichi e pronti a sparare: ripensò al giorno in cui il mondo stava per cambiare radicalmente, così lontano ormai nel tempo, ma le cui emozioni e sensazioni persistevano ancora sulla sua pelle.
Sorrise.
Quella volta, per la prima volta nella sua vita, aveva visto il vero potere assoluto in tutta la sua purezza e capacità distruttiva: per aver lavorato insieme ai suoi compagni MC Cobra e DJ Fist al seguito di un demone ( un Vero demone, non uno che si definiva come tale ), era stato premiato per la sua fedeltà con un dono unico nel suo genere che lo aveva reso più spietato, più distruttivo, e più assetato di sangue di qualsiasi essere umano presente sulla faccia terra.
L’adrenalina che aveva invaso le vene del suo corpo era stata incandescente, qualcosa che in una sola parola definì “fenomenale”.
Quanto gli mancava quella sensazione!
Avrebbe pagato qualsiasi cifra pur di sentirmi nuovamente un “dio”!
Sfortunatamente, i piedipiatti gli avevano tolto tutto, riducendo in polvere tutto quel per cui aveva lavorato.
 
Una guardia richiamò l’ordine all’interno del cortile. L’ora d’aria era giunta al termine e ognuno dei detenuti tornò nella propria cella.
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Ore 00:15.
 
Nel carcere tutto era calmo e silenzioso.
I secondini del turno di notte stavano per completare il loro giro, impazienti del cambio per buttarsi finalmente a letto e uscire finalmente fuori da quel posto colmo di assassini, psicopatici e violentatori. Anche per quella notte non c’erano stati problemi, i “residenti” dormivano profondamente e nessun movimento sospetto era stato segnalato da parte dei colleghi nelle altre aree dell’edificio o dalla sala delle videocamere della sicurezza.
L’unica cosa fastidiosa era quel maledetto freddo.
Va bene che erano in estate e che anche i criminali avevano il diritto di stare al fresco, ma abbassare l’aria condizionata a tal punto da rabbrividire era esagerato; non riuscivano a credere che quei vecchi aggeggi fossero capaci di abbassare la temperatura a tal punto.
<< Ehi Jones, date una regolata all’impianto, qui ci stiamo congelando le chiappe. >> Disse una delle guardie al walkie talkie, senza ricevere risposta.
<< Jones? Chris? Mi ricevete? >> ripeté l’uomo, ottenendo lo stesso risultato. Imprecando mentalmente, inforcò radio e fucile e andò alla sala di controllo per avere chiarimenti, dove l’aria era addirittura gelida… ma mai si sarebbe aspettato di trovare del ghiaccio sui bordi della parete e del soffitto.
<< Ma che diavolo….? >> Insospettito e impaurito da quel fenomeno innaturale, corse verso la stanza delle videocamere trovando la maniglia bloccata, trasformatasi in un unico blocco di ghiaccio alla quale dovette sparare per sbloccare la serratura. Aprì la porta con un calcio, trovandoci all’interno due statue di ghiaccio umane che, bloccate con un’espressione di terrore sul viso, guizzavano gli occhi da una parte all’altra.
<< Oh Merda…. >>
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<< Atchiuuu!!! Ma che cazzo sta succedendo?! Qui dentro si muore di freddo! >> esclamò MC Cobra, quando ormai la temperatura all’interno della prigione era diventata insopportabile.
Ghiaccio e neve erano ovunque, continuando a formarsi rapidamente nell’ambiente che aveva assunto una colorazione bianca e azzurra.
Tutti i prigionieri si erano svegliati ormai, urlando di fare qualcosa per quella dannata assurdità, tremando incessantemente e cercando di coprirsi il più possibile con le poche coperte a disposizione mentre aspettavano che i loro guardiani si facessero vivi. Nessuno gli prestò aiuto, non una persona intervenne per sistemare la situazione in corso che aveva trasformato quel luogo di detenzione in una cella frigorifera.
<< Brutti stronzi! Avete davvero di farci morire così?! Senza mostrare le vostre facce di culo?! Se riesco a mettervi le mani addosso vi farò pentire di aver deciso di mettervi da parte della legge! Mi avete sentito?! >>
<< Yo bro’, calmati, risparmia il fiato per… per… Atchiuuu!... Per riscaldarti! >>
<< Me ne fotto! >>
 << Già biondino, datti una calmata. Altrimenti come farai a uscire da qui? >> una voce estranea attirò l’attenzione del trio che, sporgendosi dalle sbarre, si affacciò in direzione di chi aveva parlato. Una figura femminile se ne stava a pochi passi dalla loro cella, appoggiata sulla parete opposta con un sorriso beffardo e lo sguardo vivace: era una ragazzina di circa 15 anni, alta un 1,55 dalla pelle ambrata, i capelli castani tagliati a caschetto e gli occhi verde smeraldo. Indossava un paio di pantaloni beige corti fino al ginocchio provvisti di un piccolo marsupio blu attaccato alla cintura e una maglietta viola senza maniche, dal colletto alto.
L’Ice Crew la guardò come si trattasse di una bestia rara.
Non era consueto vedere in un posto malfamato come quello una persona così giovane, gli unici individui con cui avevano a che fare erano le guardie e i loro avvocati, solo raramente si riusciva ad avere la fortuna di incontrare qualche persona estranea o una bella donna in visita ad un detenuto in particolare.
Ma una bambina… cosa diavolo ci faceva lì?
<< Yo, tu chi sei, shrimp? Questo non è un parco giochi per i mocciosi. >>
<< Ehi! Non chiamarmi piccoletta! E non trattarmi da bambina visto che non lo sono! Sono qui, se può darti piacere saperlo, per liberare te e i tuoi amici. >>
<< Tu? Liberare noi? >> sentendo quelle parole, il trio dopo un rapido scambio di sguardi scoppiò a ridere, incredulo a ciò che aveva appena sentito.
<< Cosa ci trovate di tanto buffo? Guardate che sto parlando seriamente. >> chiese la ragazzina seria.
<< Oh si, certo. Come no! Non vediamo l’ora di vederti piegare le sbarre con i tuoi incredibili muscoli! >>
<< No! No! Userà la sua vista laser per fondere l’acciaio! >>
Per quanto li divertissero, le “battute” non sortirono la stessa ilarità sulla particolare ospite che ne rimase totalmente impassibile.
Dopo qualche minuto anche lei sorrise, ma solo quando quelle dei tre si interruppero bruscamente, soffocate da un collare alla gola, generato da un sottile strato di ghiaccio formatosi improvvisamente sulle sbarre della loro cella dalla quali si erano affacciati: nonostante la loro apparente fragilità, gli oggetti gli impedirono di ritirare la testa; il sangue cominciava a non fluire regolarmente e il fiato iniziò a mancare, troppo in fretta anche solo per riuscire pensare; come sei non bastasse, degli aculei di ghiaccio erano puntati sopra i loro capi, pronti a trafiggerli il cervello da un momento all’altro. Altro ghiaccio si propagò lungo il corridoio nella quale si trovavano, avvolgendo qualunque cosa si trovasse nei paragi che venne imprigionata in uno strato cristallino, comprese le persone le cui voci si spensero una dietro l’altra, facendo così calare un silenzio tombale nella prigione.
<< Questo vi diverte? >> chiese lei.
I tre scossero la testa in risposta negativa.
<< Dite davvero? Strano, perché io lo trovo esilarante. Ma avete ragione, non abbiamo tempo per scherzare, abbiamo degli affari urgenti da sbrigare. >> Concluse, schioccando le dita in quel momento, il quale li liberò dalla mortale stretta e dalla prigione le cui sbarre si trasformarono in soffice neve. Increduli, i ragazzi fissarono i rimasugli di acciaio mescolati alla sostanza bianca che giaceva ai loro piedi, strofinandosi il collo che presentava dei segni rossi.
<< Muovetemi ora, i poliziotti non rimarranno assiderati per sempre. >> Disse la ragazzina, facendogli segno di seguirla.
 
Frattanto che il ghiaccio cominciava a sciogliersi, i quattro dopo una breve corsa raggiunsero il cortile dove un furgone azzurro, destinato normalmente a rifornire le cucine di viveri, li aspettava con il motore già accesso. Saltarono a bordo e partirono a tutta velocità, sfondando la recinzione che si frantumò in schegge di ghiaccio e sparendo nella notte senza luna, mentre una sirena a malapena udibile dava un allarme che nessuno avrebbe potuto udire.
Affacciati dalla cabina, Ice Fist e Cobra fissarono la prigione diventare sempre più lontana fino a quando non sparì del tutto, restando in silenzio per tutto il tempo prima di esultare a squarciagola.
<< Woh! Non posso crederci! Siamo liberi! >>
<< Yo man! Li abbiamo fregati di brutto quelle mezze seghe! Nessuno può incatenarci! >>
<< Visto? Non stavo cazzeggiando quando vi ho detto che vi avrei resi liberi.>>
<< Bella mossa nanerottola. Chiunque tu sia, ci hai impedito di ammuffire in quel posto di sfigati. >>
<< Allora non vi dispiacerà aiutare me di conseguenza. Questo fa di voi miei debitori. >>
<< Debitori? Wooooh! Frena pulce! Non siamo così “grati” da ricambiare quel che hai fatto per noi, you feel me? >>
<< Va bene, come volete… però fossi in voi cambierei idea, adesso, per evitare di tornare in prigione con le ossa rotte. >>
<< E pensi che le tue ridicole minacce ci faranno cambiare idea? >>
 << Minacce? Veramente io sto solo cercando di dirvi che non so guidare! >> urlò la ragazzina, facendo notare ai passeggeri che il furgone si trovava pericolosamente in bilico sulle sole ruote di destra.
 
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SanFrancisco, ore 4:00
 
La metropoli era ancora assopita in un sonno profondo quando il gruppo finalmente la raggiunse.
Sembrava un cantiere in costruzione a causa delle numerose gru, le impastatrici di cemento e le scavatrici parcheggiate nei pressi di case ed edifici semidistrutte, circondate da impalcature di ferro che proteggevano quel poco rimasto in piedi.
Il vecchio e il nuovo conviveva insieme: tra le rovine della San Francisco post-apocalittica, caratterizzata da cumuli di mattoni rotti e scheletri di una civiltà che aveva rischiato l’estinzione, grattacieli scintillanti e strutture commerciali d’acciaio puro brillavano per il loro aspetto lucido e pulito. Nonostante la tragedia scampata per un soffio, la popolazione in quei due anni si stava riprendendo in fretta e stava lavorando duramente per recuperare la normalità perduta. L’Ice Crew dovette ammettere che il fatto li sorprese e non vedevano l’ora di approfittarne per recuperare il tempo perso in cella, proprio come ai vecchi tempi.
Prima si sbrigavano a pareggiare i conti con la piccoletta, prima potevano tornare alle care vecchie abitudini.
Li costrinse ad andare al vecchio Stadio di Baseball dove, aperta una breccia nella recinzione che ne impediva l’accesso, gli fece scaricare delle casse con dentro del materiale insolito composto da statue di marmo nero raffiguranti creature forse appartenenti alla mitologia occidentale, pennelli e boccette d’inchiostro, polvere dall’odore nauseabondo e altra roba che pareva parte di animali morti. Portarono tutto al centro dell’ex campo da gioco, facendo attenzione a non inciampare nei sedili degli spettatori sparpagliati ovunque o nelle larghe fosse colme di ferri arrugginiti.
A lavoro concluso se ne andarono, ignorando la ragazzina che armeggiava con i suoi “giochi”, blaterando frasi incomprensibili: il loro debito era estinto e seppure la bizzarria, non ci fecero caso.
<< Ok boss, cosa facciamo ora che siamo liberi? >>
<< Primo: ci sbarazziamo di questi ridicoli stracci arancioni. Secondo: recuperiamo i nostri skate e il resto della roba. Terzo: ci scateniamo fino a quando avremmo fiato nei nostri polmoni! >>
<< Yeah! Ci sto. Ma… se dovessero beccarci quelli che ci hanno sbattuto dentro? >>
<< Occhio per occhio, dente per dente, amico mio. >>
Alla risposta di Ice, Cobra e Fist risero malignamente, scrocchiandosi le dita.
Prima di poter andare via, la ragazzina gli passò davanti mentre tingeva l’erba del campo con uno dei suoi pennelli, completando un intricato disegno: ai loro piedi era stato disegnato un rombo il cui centro era riempito una croce celtica adornata da rovi, esternamente racchiuso da un cerchio perfetto con quattro diramazioni a forma di cuore sulla quale erano state poste le statuette che sinistramente fissavano un’anfora di porcellana sistemata al centro dell’opera dove la piccoletta inserì all’interno i resti di animali, più una ciocca di capelli che si strappò dalla folta chioma. Incuriositi dal suo lavoro, il trio rimase ad osservarla per capire cosa stesse facendo, quando questa alzò l’oggetto sopra la sua testa con una certa difficoltà, iniziando a pronunciare una specie di ritornello, pensarono che fosse impazzita, ma quando il complicato disegno iniziò a brillare di una luce rosso cremisi accecante, a tal punto che l’inchiostro che lo formava ribollì come lava, sprigionando dei vapori asfissianti che rendevano difficile la respirazione, sobbalzarono increduli allontanandosi da lei.
Ma non era finita lì.
Il cerchio si sollevò letteralmente da terra, volteggiando nel cielo per parecchi minuti prima di conficcarsi a terra perfettamente dritto, sprigionando al suo interno una sostanza liquida arancione che lo faceva assomigliare ad uno Stargate, e come tale, si rivelò essere un portale: una figura umanoide balzò fuori da quel “passaggio” avvolta dal fuoco che ne impedì il riconoscimento, rotolando su se stessa prima di fermarsi supina e nel più assoluto silenzio.
Ice, Cobra e Fist erano senza parole.
La ragazza al contrario era gioiosa e con voce tremante disse:
<< Bentornato Drago! >>
 
PERSONAGGI:da sinistra verso destra: mc cobra, strikemaster ice, dj fist
 L'ice Crew. questo trio, composto da Strikemaster Ice - MC Cobra - DJ Fist, appare per la prima volta nella quarta stagione del cartone animato nell'episodio The good guys. Questi tre teppisti un tempo si allenavano nelle arti marziali in un tempio isolato dal resto del mondo prima che venissero buttati fuori dai monaci per il loro comportamento poco corretto.
Furiosi per questo motivo, rubano un prezioso opale che si rivela essere un'arma pericolosa che useranno per distruggere il tempio e vendicarsi dei monaci. Jackie chan insieme agli Enforcens riuscirà a sventare il loro piano, e dopo la sconfitta di loro non si sa più nulla fino alla quinta saga.
i tre ritornano in scena nel terzo episodio della quinta stagione quando Drago, fallito l'ennesimo tentativo di recuperare i Chi dai Chan, cerca degli alleati per il suo scopo. I ragazzi si dimostrano degli assi nello skatebord ( e più avanti nella serie anche in altri sport come lo snowboard ) e soprattutto forti, ottenendo così "l'impiego" dal demone che li fornisce di una piccola parte del suo potere, trasformandoli in una specie di mezzi demoni. Ognuno di loro avrà una capacità particolare: Strikemaster di lanciare fiamme, DJ Fist avrà forza sovrumana, MC Cobra la supervelocità.
Alla fine della serie il trio, stanco delle angherie di Drago, si ribellerà, ma cambieranno idea quando il loro capo otterrà i poteri dei demoni, decidendo poi di "perdonarli" donando loro una parte della sua forza.
Torneranno alla forma umana dopo la sconfitta di Drago.




Spiegazione dell'episodio: Salve a tutti amici lettori :)
questa sezione presente a fine capitolo servirà a spiegare, soprattutto per chi non conosce tale cartone, alcune cose riguardanti l'origine della fiction dal cartone animato da cui è stato preso: Le avventure di Jackie chan (titolo originale: jackie chan adventure).
In questa prima parte mi limiterò a spiegare alcuni elementi fondamentali della trama del cartone per poi arrivare a quegli episodi da cui sono presi i personaggi protagonisti della fiction.
Nel cartone animato l'archeologo Jackie Chan, residente della città di San Francisco, si trova ad affrontare involontariamente insieme ad alcuni membri della sua famiglia le terribili forze del male che intendono conquistare il mondo; riuscendo sempre ( ovviamente) a fermarli. Gli antagonisti saranno demoni e mostri legati alla mitologia o alle credenze della cultura cinese/giapponese tra cui stregoni, mostri e demoni.
questi ultimi saranno l'elemento base di tutto il cartone, nonchè della mia fiction.

I primi personaggi presentati , di cui potete vedere la presentazione e il loro ruolo nel cartone, sono stati alleati con uno di questi demoni.... ma vi spiegherò meglio più avanti.
Come avrete notato ci sono parole molto strane che usano: questo loro linguaggio realmente esistente in america e detto "gangsta" style che sarebbe praticamente la parlata rapper delle nostre parti tipo "bella zio" e simili. Ho deciso di inserire queste parole poichè sono molto ricorrenti quando parlarono e caratterizzano molto la loro personalità.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Passato e Futuro ***


 Capitolo 2: Passato e Futuro.
Quando finalmente le fiamme si spensero l’essere iniziò a muoversi.
Senza il fuoco a ricoprirlo, il suo aspetto appariva chiaro: attraverso i vestiti strappati e bruciati, la pelle, dalla testa ai piedi, era ricoperta di squame color verde oliva, differente sul petto che invece era color oro. La testa era adornata da una serie di corna aguzze, più tre più lunghe poste di lato alle guancie; la corporatura in sé appariva molto muscolosa così come la lunga coda.
La creatura si mise a quattro zampe ansimando pesantemente.
Alzò la testa e osservò con le iridi rosso rubino i quattro personaggi che lo fissavano ammutoliti, assumendo un’espressione confusa e senza riuscire a dire una parola.
<< D… Drago? >> disse Ice balbettando, incredulo di rivedere in carne e ossa il demone che, due anni fa, aveva quasi conquistato il mondo.
<< Ma come diavolo…? >>
<< DRAGGGGOOOOOO! >> urlò improvvisamente la ragazza, saltando addosso al demone che cadde all’indietro a causa della rincorsa che ella prese. Lei lo abbracciò ripetendo all’infinito il suo nome in totale estasi, causando l’interruzione dell’incantesimo che fino a quel momento aveva tenuto sotto controllo, riportando tutto alla normalità sul campo di baseball abbandonato.
Drago fissò la ragazza con stupore.
Tentò di spingerla via ma non ne fu capace; l’unico modo per togliersela di dosso fu colpirla dietro la nuca con la coda, la quale reagì gemendo dolorante e coprendosi il punto colpito ma continuando sempre a sorridere, lasciando così la presa. Il demone la osservò con sorpresa, passandogli con delicatezza su una guancia i suoi artigli affilati.
L’Ice Crew nel frattempo non aveva la più pallida idea di cosa fare: una mocciosa li aveva fatti evadere, il loro ex-boss era tornato da chissà quale inferno… e adesso?
Che altre sorprese sarebbero venute fuori?
Potevano svignarsela in santa pace e ricominciare a rubare, imbrogliare e rompere i denti a chiunque si mettesse sulla loro strada dopo quanto avevano assistito?
Sinceramente, lo speravano.
In silenzio cominciarono a dirigersi verso l’uscita sperando che l’essere si dimenticasse presto di loro, sfortunatamente le sirene della polizia li bloccarono, abbastanza udibili da fargli capire che erano pericolosamente troppo vicine: i piedipiatti li avevano beccati, e non avrebbero esitato ad usare la forza per sbatterli nuovamente in cella. Alla ricerca di una via di fuga o di un nascondiglio, videro che Drago e la ragazza stavano attraversando una specie di vortice la cui luce li stava facendo sparire; senza pensarci due volte li seguirono convinti che li avrebbe salvato la pelle: una volta attraversata la luce persero i sensi, ma non prima che una tremenda sensazione di vuoto gli stringesse lo stomaco e il mondo che li circondava diventasse nebuloso, mescolando i colori che gli davano forma.
 
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Il primo a riprendere conoscenza fu DJ Fist.
Il ragazzo mugugnò stordito e nauseato dalla terribile esperienza.
I suoi compagni giacevano accanto a lui privi di sensi, circondati da sacchi di spazzatura.
Si assicurò di non avere nulla di rotto, la schiena gli doleva un po’ ma nulla di serio.
 
Diede un’occhiata nei paragi: sembrava all’interno di un container di ferro privato del tetto, permettendo così al terribile odore dei rifiuti di disperdersi nell’aria e di ammirare il cielo color giallo limone tipico delle prime ore del mattino. La porta del container era socchiusa, aprirla completamente non fu un problema per uno forzuto come DJ che, afferrato il bordo arrugginito, lo spostò fino a creare un’apertura abbastanza larga per permettergli di passare, causando uno stridio fastidioso.
Quando anche Strikemaster Ice e MC Cobra si risvegliarono e recuperarono un poco le forze, si avventurarono all’esterno del container.
Ne trovarono molti altri simili, sparsi ovunque in uno largo spazio e con mucchi di terra ammonticchiati lì vicino; le sirene della polizia non si udivano più, non arrivò nemmeno un poliziotto per arrestarli, rincuorandolo.
<< Ci siamo salvati il culo per un soffio. >>
<< Basta stronzate, andiamo via da qui. >>
 
Ice, Cobra e Fist erano soddisfatti di aver evitato la galera… ma il buon umore svanì quando raggiunto il centro città si resero conto che non era come se la ricordavano.
Niente era come prima a San Francisco.
La città aveva assunto un tono futuristico, come uscita da un film di fantascienza; tutto era allucinante: il cielo era animato da code di macchine e furgoni volanti provvisti di jet d’aereo, la maggior parte simili a Ferrari i cui occupanti schiacciavano il clacson a ripetizione per proseguire il volo, le vecchie strade di cemento invece erano state sostituite da pavimentazione di cristallo affollate da gente di qualsiasi etnia, la metà accompagnata da androidi che reggevano o portavano buste della spesa o scatoloni, uscendo ed entrato continuamente da negozi variopinti e lussuosi che degli ologrammi invitavano a visitare, i vecchi marciapiedi erano stati adornati con alberi, fiori e piante esotiche che li facevano sembrare dei giardini.
Oggetti comuni della strada quali segnali stradali, cassette postali, lampioni e altro erano animati da piccoli schermi che invitavano la popolazione a rispettare l’ambiente, l’ordine della legge e cose del genere, producendo allegre musichette.
Anche l’architettura degli edifici era diversa: la maggior parte dei grattacieli erano stati costruiti con forme particolari quali: archi a tutto sesto, a vite, piramidi o addirittura ad elica; provvisti di ascensori esterni, fari o funivie che collegavano alcune strutture in particolare.
<< Ehm… non per fare la figura del rompipalle… ma credo che abbiamo fatto una grossa cazzata. >> Disse Cobra, visibilmente preoccupato.
<< L’hai detto amico. Ma easy man, ci siamo trovati in situazioni peggiori, you feel me? >> tentò di rassicurarlo Ice.
<< Yep, ma all’epoca avevamo lo sprint demoniaco, ora invece non abbiamo nemmeno un soldo bucato. >>
<< No problem, ci rifaremo presto. Procediamo con il piano, partendo col liberarci di queste tute. Danno troppo nell’occhio. >>
<< Già: che cazzo hai da guardare tu? Sgombra moccioso! >> urlò Cobra ad un ragazzino che, insieme a due coetanei, si era fermato per osservarli incuriosito, facendolo scappare in lacrime. A Dj bastò un grugnito minaccioso per far fuggire gli altri due.
Passare inosservati con il guardaroba della prigione addosso non fu semplice, nemmeno per provare a liberarsene.
Nessun posto in quella “nuova” San Francisco era abbastanza isolato per cercare di cambiarsi, persino i vicoli più isolati erano fin troppo animati per i loro gusti e le pattuglie di polizia stavano diventando troppo frequenti. L’opportunità di darsi una sistemata si presentò sotto forma di un furgone aperto: saltarono a bordo poco prima che lo chiudessero automaticamente e che partisse; in silenzio aspettarono all’interno della cabina facendo attenzione a non farsi crollare addosso gli scatoloni conservati all’interno, domandandosi dove sarebbero finiti e se la destinazione sarebbe stata di loro gradimento.
Quando finalmente si fermarono, dopo un totale di tempo di circa 3 ore, uscirono rapidi dal taxi improvvisato e andarono a esplorare la nuova meta: stavolta  ad accoglierli non ci furono sfavillanti grattacieli o tecnologici strumenti, baracche e sporcizia padroneggiavano la zona che assomigliava ad un immensa bidonville e un cantiere in costruzione, tra le strade ridotte a cumuli di ghiaia, cemento fresco e pezzi di ferro arruginiti.
A differenza della zona visitata prima, non c’era neppure un essere umano nei paragi, tutto era silenzioso, quieto e abbandonato… ma non troppo: in quell’istante videro aggirarsi furtivamente tra i rottami la ragazzina che li aveva liberati, che portava delle buste troppo grandi per lei che quasi rischiavano di caderle addosso.
Lei era la causa di tutto, Lei li aveva condotti lì e Lei avrebbe risolto i loro problemi.
La inseguirono per tutta la baraccopoli senza perderla mai di vista, nemmeno quando entrò all’interno di un capanno e sparì, irrompendo all’interno della struttura improvvisata sfondando la porta: la ragazza urlò e abbandonò la mercanzia, Ice e gli altri erano pronti ad aggredirla, ma una trave di ferro che gli venne lanciata addosso apparentemente dal nulla li bloccò a terra, rischiando di spaccargli tutta la zona dello stomaco. La botta fu comunque forte, il dolore nella zona del bacino indescrivibile.
<< Ma che cazzo…?! Che ci fate voi tre qui?! Voi… voi non dovreste trovarvi qui! >> gridò lei sorpresa.
<< Piantala di strillare! Abbiamo già le palle rotte di nostro! >> gli disse Ice tentando di liberarsi dalla trave
Un ruggito animalesco ammutolì il trio che s’immobilizzò.
Una figura nell’oscurità si mosse verso di loro, facendo saettare la coda che sibilava come una frusta. Drago uscì dall’ombra: era fasciato con delle bende, barcollava leggermente e ansimava ancora, dal viso si capiva che era stanco e senza forze.
<< L’Ice Crew? >> disse con la sua strana voce distorta, fissando i tre ragazzi di strada.
<< Yo… D-Man… quanto tempo che non ci si vede. >>
Il demone gli tolse di dosso il pesante oggetto, liberandoli dallo schiacciamento.
<< Siete fortunati che la trave mi sia sfuggita di mano, altrimenti sareste morti. Cosa diavolo ci fate voi qui? Non dovreste trovarvi in questo luogo adesso. >>
<< E quello che vorremmo capire dawg! Prima eravamo al campo da baseball, poi veniamo risucchiati da una roba allucinogena, andiamo in città e tutto sembra uscito da un film senza senso di Stephen Spilberg! >>
<< Dacci un taglio mucchietto di carne, la spiegazione è semplice. >>
<< Semplice? Yo, questo non è cool, dawg. Questo casino è iniziato per colpa di quella shrimp! >>
<< Attento a come ti rivolgi a mia sorella Cobra, se vuoi conservare la lingua. Lei non ama essere insultata. >>
<< Non c’è ne frega un cazzo razza di… Yo man, aspetta: Sorella? >>
Cobra, Ice e Dj si voltarono verso la ragazzina con occhi sgranati, rendendosi conto in quel momento che non era la stessa di prima: il suo corpo era ricoperto da squame come quelle di Drago, solo che erano completamente bianche e come lui aveva le iridi degli occhi color rosso; i capelli avevano assunta una tinta azzurra e avevano dei ciuffi fucsia sparsi ovunque, sia sulla fronte che sulle guancie erano cresciute un paio di piccole corna, e la punta della coda sottile che dondolava avanti e indietro si divideva in due parti.
<< Lei è Winter, mia sorella minore. >> Si limitò a dire il demone, dissipando ogni dubbio.
 
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Nessunodei tre trovò il coraggio di commentare la parentela di Drago.
Una volta avevano avuto l’onore di conoscere il padre, un bestione alto 3 metri simile ad un dinosauro,  che era precipitato insieme a lui nell’inferno dalla quale era fuggito solo grazie alla… sorellina.
Una sorella… era davvero assurdo.
Di tutto avevano immaginato sul suo conto, ma che potesse avere una sorella… non sembrava nemmeno possibile. Aspetto mostruoso a parte, a prima vista non sembravano avere un legame: lei aveva un viso fin troppo infantile per essere imparentata con un mostro assetato di sangue, anche la voce e l’atteggiamento non erano come quelli di un demone, più simili a quelli di un comune umano, Drago a differenza si comportava quasi come una bestia e questo rendeva la differenza ancora più grande.
Drago però non era il tipo da scherzare su certe cose, contrariarlo dunque era da escludere.
 
Ciò che però li sconvolse di più, fu scoprire che si trovavano nel Futuro.
 
Quel passaggio che avevano attraversato per fuggire dalla polizia in realtà era un varco temporale, uno strumento capace di far viaggiare nel tempo, Passato o Futuro che fosse; e nel futuro la città era “divisa” in due zone: la prima era la Nuova San Francisco con tutto quello sfavillare di roba futuristica, la seconda invece era la Vecchia San Francisco, quella in cui attualmente si trovavano, una vasta area di rovine e ruderi risalenti all’anno in cui Drago aveva conquistato tutti e 8 poteri demoniaci, riuscendo con essi a mettere a ferro e fuoco la metropoli.
<< Sono davvero sorpreso: sapevo che eravate degli idioti, ma arrivare a seguirci nel varco temporale non ve lo credevo capace. >> commentò Drago ironicamente.
<< Ma eravamo inseguiti! Avevamo gli sbirri attaccati al culo! Che cosa ne potevamo sapere noi? >> replicò Cobra.
<< Peggio per voi. Aprire un portale del tempo non è come guidare una macchina. È stata la prima volta per me riuscire in questo incantesimo e non garantisco nella riuscita di un secondo. >> Disse Winter, standosene seduta accanto al fratello, fissando imbronciata gli umani.
<< Dovrai riuscirci eccome piccola peste! Non abbiamo intenzione di marcire in questa sottospecie di circo futuristico! Noi vogliamo la vecchia San Francisco! >>
<< Tagliati la lingua umano! Non prendo ordini da un rifiuto come te! Sarò piccola, ma ho abbastanza Chi demoniaco per farti molto male! >>
Prima che Ice e Winter potessero anche solo tentare di ingaggiare battaglia, con un ruggito Drago li fermò e rivolto agli umani disse:
<< Se ci tenete tanto a tornare nella vostra epoca, prima dovrete guadagnarvi il biglietto di ritorno. >>
<< Yo, siamo tutt’orecchio dawg. Spara pure. >>
<< Voi dovrete aiutarmi in un lavoro di cui solo voi avete le giuste competenze. >>
<< Di che lavoro parli? >>
<< Voglio ritrovare i 7 contenitori del Chi demoniaco. >>
PERSONAGGI:
 Drago. Drago appare per la prima volta nella quarta stagione del cartone animato durante l'episodio di J2. Si viene a scoprire che è il figlio di Shendu e che è venuto dal futuro per impedire a Jade adulta di cambiare il passato e di conseguenza la resurrezione di suo padre, oltre alla conquista del mondo.
Dopo una dura lotta tra lui e Jade, viene sconfitto e fatto rinchiudere nella Sezione 13 del passato, nella quale ci rimarrà fino alla quinta stagione.
Nella quinta stagione, Drago fugge di prigione con l'intento di trovare i 7 Chi del demone contenuti nei "talismani" usati da 7 guerrieri cinesi per imprigionare i Demoni che infestavano la Cina ( nonchè suoi parenti, ossia fratelli e sorelle di Shendu ). Jackie Chan ogni volta riesce a sconfiggerlo, e nemmeno l'aiuto dell'IceCrew sarà utile per i suoi scopi. Alla fine, dopo aver rapito Jackie, Zio e il Capitano Black, Drago alla fine conquista tutti i poteri e si trasforma in un possente demone, vicinissimo alla conquista del mondo.
Incredibilmente, ad impedire che questo accada, sarà solo grazie all'intervento di Shendu, furioso per il fatto che suo figlio non l'abbia aiutato.


Winter ( personaggio inventato):
Winter è la sorella minore di Drago, dunque anche lei una demone. Al contrario di lui, lei è in grado di utilizzare il ghiaccio anzichè il fuoco.
Usando un'incantesimo per viaggiare nel tempo, torna nel passato ( esattamente 3 anni dopo gli eventi della saga di Drago ) per richiamare dall'esilio il fratello e riportarlo con lo stesso mezzo all'epoca originale dalla quale viene. Per il "richiamo" si fa aiutare dall'Ice Crew che fa fuggire dalla prigione.
Nonostante riesca a riportare indietro il demone, questo causa l'indebolimento dei suoi Chi, riportandolo alla forma originale. Per rimediare all'errore, decide di aiutarlo a "ricaricare" i suoi poteri cercando gli ultimi contenitori viventi del Chi e assorbire per lui i rimasugli di energia rimasta, ma dovrà continuamente disobbedire ai suoi ordini per poter completare la missione. Come ogni demone, non sopporta gli esseri umani: per questo motivo si diverte a tormentare l'Ice Crew.




Spiegazione dell'episodio: Salve a tutti amici lettori :)
questa sezione presente a fine capitolo servirà a spiegare, soprattutto per chi non conosce tale cartone, alcune cose riguardanti l'origine della fiction dal cartone animato da cui è stato preso: Le avventure di Jackie chan (titolo originale: jackie chan adventure).

In questa seconda parte vengono presentati gli ultimi due personaggi principali.
Come detto precedentemente, i maggior protagonisti del cartoni erano i demoni, eccone uno che fa la sua apparizione alla fine dell'ultima serie e di cui potete leggere la storia sempre nella sezione personaggi. La scelta di ambientare la storia nel futuro non è stata semplice da attuare poichè non avevo fonti o immagini riguardanti l'epoca da cui Drago proviene, tranne per un sporadico episodio che non mostra nemmeno un granchè, soprattutto per il tot di anni tra il Tempo Presente rappresentato nel cartone e in quello solo Citato in questi episodi.
A questo punto ho ripiegato su alcuni film di fantascienza che mi hanno dato lo spunto per descrivere la città e le strane cose che ci sono dentro... a dire la verità non è stato facile, tralasciando solo la data esatta in cui avviene il viaggio nel tempo.
A voi l'immaginazione.
Parlando sempre dei personaggi, l'unica ragazza della storia originariamente doveva essere un maschio e l'elemento principale nella relazione con il demone doveva basarsi sulla rivalità. Cambiarla in una femmina è stata data dallo spunto di due amici, ossia fratello e sorella, e sui loro normali litigi :D Winter non doveva nemmeno essere una demone e imparentata con Drago, ma le idee avute in seguito mi hanno condotto su questa strada in seguito realizzata ;P
ATTENZIONE SPOILER San francisco è divisa in due parti per una questione sempre di cartone animato: nell'ultimo episodio si vede Drago che ha distrutto gran parte della città nella sua apocalisse personale; ho pensato che ricostruire un'intera città non fosse una cosa possibile, quindi ho pensato di farne due pezzi distinti in modo da ampliare lo scenario e renderlo più interessante.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Prima missione ***


  Capitolo 3: Prima missione.
<< Vuoi dire che non sei più il “Mega – demone – distruggi - mondi”? >> chiese Ice sbalordito.
<< Sfortunatamente si. >> rispose a denti stretti Drago, spezzando una barra di metallo.
L’Ice Crew si allontanò temendo di essere i prossimi a finire a pezzi.
Avevano già sperimentato la sua collera, una volta, e non avevano motivo di riprovarla nuovamente sulla loro pelle. Il solo pensiero gli faceva venire i brividi, ed era difficile che qualcuno gli facesse paura in quel modo.
<< Attualmente…. la colpa è mia. >> ammise Winter con voce imbarazzata.
Si voltarono verso la ragazza demone che, con lo sguardo rivolto a terra, si teneva la coda tra le gambe.
<< L’incantesimo che ho usato per aprire il portale diceva chiaramente che dovevo usare ingredienti “originali” riguardante il luogo e la persona da richiamare indietro, oltre a tutto quel mucchio di cianfrusaglie… ma non pensavo che avrebbe riportato allo stato originale anche mio fratello…. >>
Si odiò per aver pronunciato quelle parole che, non solo aumentavano la collera di suo fratello, ma la facevano sembrare un’idiota di fronte a quei tre umani, gli esseri più inutili esistenti sul pianeta Terra.
Era una demone, per la miseria!
Un demone non doveva mai apparire incapace!
Era la regola principale!
Non poteva credere di aver fatto la figura della dilettante!
Sentiva lo sguardo severo di Drago su di sé e non osò alzare la testa, in colpa per quanto era accaduto.
<< L’unico lato positivo…>> intervenne Drago ad un certo punto.
<< …E che i miei poteri non sono scomparsi. Sono solo indeboliti, addormentati all’interno del mio corpo, in attesa di potersi scatenare sul mondo intero. Ma per riuscirci, devo prima… come si può dire? >>
<< Riattivarli? >>
<< Si, qualcosa del genere. è per farlo, è necessario una traccia del Chi rimasto nei contenitori precedenti. >>
<< Quindi, dobbiamo nuovamente andarcene in giro per il mondo, o per lo Stato. >>
<< Esattamente. Voi tre avete le palle per riaffrontare un compito simile? >>
Nonostante la provocazione, i ragazzi non diedero una risposta immediata.
Si misero in disparte in uno degli angoli impolverati del capanno, e a voce bassa, stretti l’uno con l’altro, discussero sulla situazione in corso: la tentazione di ritornare dei mezzi demoni li allettava parecchio, e sebbene volessero tornare nel proprio tempo non avevano intenzione di perdere per la seconda volta un’ occasione così rara.
Sarebbe stato da idioti tirarsi indietro.
I giorni in cui avevano lavorato con Drago erano stati i migliori della loro carriera criminale.
Ricordavano perfettamente il giorno in cui erano stati ingaggiati: erano usciti da poche settimane di prigione per dei piccoli furti nel loro quartiere e armati di soli skateboard avevano vagato per i ghetti e i bassifondi di San Francisco in cerca di un occupazione da parte dei migliori gangster o bande criminali della zona per rimettersi in gioco.
Gli inizi non furono promettenti.
Nessuno li aveva ritenuti abbastanza in gamba per entrare a far parte del gruppo, non gli avevano dato l’impressione da veri duri nemmeno quando, per dimostrare di avere fegato, avevano rotto il culo a tutti quelli che li avevano messi alla prova. Solo il demone, quando erano andati a trovarlo nel suo covo alla discarica, si era reso conto delle loro capacità prive di scrupoli e spacca ossa, l’unico che aveva permesso loro di sfogare ogni atomo di rabbia e violenza repressa nei loro corpi.
E questo grazie al potere del Chi del Fuoco.
Insomma, erano davvero sicuri di voler tornare alle sue dipendenze.
<< Il solo pensiero di tornare un demone mi elettrizza assai. >> commento Cobra sorridente.
<< Yo bro’, l’hai detto. Ci rifaremo anche dei due anni persi in prigione e nessuno stavolta ci rovinerà la festa. >>
D’accordo sul da farsi, finalmente si rivolsero al demone:
<< Ok dawg, siamo al tuo servizio. >>
 
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L’alleanza era fatta.
Drago aveva nuovamente i suoi scagnozzi, l’Ice Crew un lavoro, ed entrambi un obiettivo da portare a termine.
 
Per riuscire nell’intento però, dovevano prepararsi a dovere; nei giorni successivi all’incontro tutti lavorarono per affrontare di nuovo una difficile missione che in passato gli aveva dato non pochi problemi: Drago si allenò duramente per recuperare le energie e la forma fisica, soprattutto per potenziare al massimo il suo Chi del Fuoco che si era alquanto “spento” dopo il viaggio nel Limbo; Ice e gli altri fecero altrettanto, soprattutto nel rubare e nel destreggiarsi abilmente con lo skate o altri sport estremi a cui erano interessati.
Questi ultimi si rimboccarono le maniche per rifarsi soprattutto il guardaroba.
Niente in quei giorni gli creò problemi, a parte qualche contrattempo da parte di Winter.
Più di una volta dovettero andare da lei, quando udivano delle piccole esplosioni o sentivano puzza di bruciato, per assicurarsi che non fosse finita in briciole per colpa della sua stessa magia. La ragazzina infatti era una specie di strega, e come tale si circondava di calderoni colmi di liquidi melmosi e libri di origine sconosciuta e antichi nell’aspetto, usandoli molto più spesso del suo Chi del Ghiaccio con cui si dilettava soprattutto per dare fastidio all’Ice Crew con il quale non aveva instaurato un rapporto tranquillo, se così si può definire: l’odio  nei loro confronti era proprio quello tipico di un demone, tra di loro non si era affatto instaurato un rapporto di rispetto come nel caso di Drago, era tutto il contrario. Fin dal primo momento che si erano conosciuti i quattro non si erano visti di buon occhio, forse perché lei li trattava da idioti senza cervello fissati solo con lo sport e loro, di risposta, la trattavano come una bambina totalmente ingenua. Il trio la minacciò più di una volta di piantarla di fargli prendere dei colpi con i suoi giochetti assurdi, Winter però non aveva intenzione di smettere stuzzicarli, rischiando spesso il linciaggio solo per il proprio divertimento personale.
L’ennesimo litigio costrinse quest’ultima a scappare prima che i gangster la picchiassero a sangue; anche la fuga era un modo per spassarsela, sapendo che ogni volta riusciva a farla franca: la San Francisco abbandonata non aveva segreti per lei, ne conosceva ogni angolo e cantuccio segreto oltre agli innumerevoli nascondigli che offrivano le rovine; qualche breve salto, una piroetta qua e là e il gioco era fatto, i seccatori non avevano la più pallida idea di dove fosse finita; quello era il suo labirinto personale.
Ridacchiò soddisfatta e se ne andò per la sua strada, ma si fermò di colpo quando udì una gran confusione.
 
Poco distante, suo fratello si stava allenando e non l’aveva notata.
 
Winter di nascosto lo spiò.
Da quando aveva fatto quel viaggio nel tempo era cambiato: prima che partisse lo ricordava come un sadico sempre in vena di scherzare, pronto a fargli i tipici scherzi da fratello maggiore, fanatico di armamenti militari e della vita agiata di un principe.
Ora non era nulla di tutto ciò.
Era diventato più serio, scorbutico, e soprattutto più giù di morale.
Winter capiva che ovviamente c’erano cose più importanti da fare adesso che era tornato nella sua epoca e doveva rimettersi in gioco per farsi un nome tra i demoni, eppure quello non la rendeva felice. Sospirò tristemente prima di urlare a squarciagola e scansare per un soffio una palla di fuoco diretta verso di lei.
<< Cavolo… L’ho scampata bella. >> disse con un sospiro di sollievo.
<< L’hai detto. >> la voce minacciosa del fratello, che a braccia incrociate la fissava seriamente, la fece sussultare.
<< Ciao fratellone. >> disse lei, con un largo sorriso.
<< Ti ho già detto che non c’è bisogno che mi fai da balia, puoi anche evitare di starmi in mezzo ai piedi. >>
<< Non era mia intenzione darti fastidio! Volevo solo… ehm… allenarmi! Tutto qui, lo giuro! >> lui non disse niente, si allontanò grugnendo, Winter incrociava le dita sperando che se la bevesse. Notandola, Drago si fermò e si voltò verso di lei, quest’ultima preoccupata che potesse ricevere una sgridata, invece le disse:
<< Perfetto. Mettiamoci subito al lavoro. >>
“Mi sono fregata da sola.” pensò lei.
 
Nel corso di tre ore, fratello e sorella non fecero altro che lottare tra loro per affinare le loro tecniche di arti marziali, usando anche artigli e zanne.
Drago in particolare non aveva intenzione di andarci piano sebbene stesse affrontando sua sorella, l’allenamento che avevano seguito fin da piccoli doveva essere rigorosamente serio e privo di scrupoli, tipico per i demoni che non conoscevano la pietà. Dopo aver schivato l’ennesimo calcio volante, Winter si arrampicò su un lampione per recuperare il fiato, approfittando per momento per chiedere con molta timidezza una cosa:
<< Temi che ti faccia fare brutta figura davanti ai tuoi leccapiedi? >>
<< Non dire stronzate. Perché dovrei preoccuparmi di loro, e soprattutto, di una stupidaggine simile? >> le rispose Drago, distruggendo il lampione con un semplice colpo di fiamma e costringendo Winter a saltare via.
<< Perché stando accanto a me potresti sembrare una specie di baby-sitter. Uno sfigato insomma. >> Drago si limitò a sbuffare qualche fiammella dalla bocca e dalle narici. Ripresero a lottare strenuamente, ma aveva ancora qualche curiosità da togliersi.
<< Sei davvero sicuro di volerti far aiutare da questi mucchietti di carne? >>
<< Il loro aiuto è necessario se voglio riavere il Chi. >>
<< Ma non ti raccapriccia dover stare insieme a loro? Dico, le scimmie sono dei compagni molto più apprezzati. >>
<< Ehi! Ti abbiamo sentito! Aspetta solo che ti troviamo e te la facciamo pagare! >> urlarono offesi Ice e Cobra all’insulto, trovandosi chissà dove nei paragi.
Distratta dai dubbi, Winter si distrasse e non fece in tempo a schivare il pugno diretto in pieno viso che la fece roteare su se stessa, facendola andare a sbattere contro un vecchio furgone abbandonato.
Quello si che faceva male.
<< Tutto bene? >> le chiese Drago.
Lei rispose con un semplice ok fatto con la mano: l’ultimo colpo stava a significare che l’allenamento era finito.
<< Con o senza di te accanto… >> continuò a dirle ad un tratto.
<< …Non m’importa di quello che gli altri dicono. Se non fosse stato per te, sarei ancora prigioniero all’inferno. >>
Winter quasi non ci credeva: Drago la stava ringraziando?
Nonostante gli avesse fatto perdere tutti i suoi poteri?
Solitamente, quando qualcuno combinava un grosso guaio ai suo danni, finiva con qualche osso rotto o se gli andava bene solo carbonizzato, e lei non aveva fatto eccezione.
Forse il viaggio nel tempo non era stato del tutto negativo.
Prima di potergli dire altro, Drago si bloccò di colpo afferrandosi la testa gemendo per l’agonia.
La ragazza non aveva idea di cosa gli stesse accadendo, spaventata a morte chiamò in aiuto gli umani che accorsero richiamati dalle sue urla, arrivando nel momento stesso in cui il demone si riprese: senza spiegare che cosa gli fosse accaduto ordinò all’Ice Crew di seguirlo immediatamente prima che fosse troppo tardi, lasciandosi alle spalle la sorella che gli gridava di poter avere una spiegazione.
 
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Una visione, basata su poche e chiare immagini dalle sfumature rosse, aveva avvertito Drago che a San Francisco si trovava quello che tanto bramava: un contenitore del Chi del Demone. All’aeroporto c’era tale carico prezioso proveniente da San Diego, contenuto in una cassa che si confondeva in mezzo a centinaia di altre simili, ognuna diretta in una destinazione diversa.
Quella a cui era interessato riportava la bandiera della Cina.
Dunque non ci sarebbero stati problemi a riconoscerla, ma a trovarla… quello si che sarebbe stato difficile; giunti a destinazione scoprirono che l’hangar in cui erano sistemate le casse era enorme e ogni scatola sistemata alla rinfusa, senza alcun ordine. Per una idiozia simile Drago non aveva intenzione di arrendersi e aprì una ad una le casse sfondandole con gli artigli, comprese quelle che erano indirizzate verso altri Stati; imitato da Ice e gli altri.
Se solo fosse stato capace di sentire l’odore del Chi avrebbe velocizzato il lavoro.
Un rumore sospetto bloccò i quattro; si guardarono intorno cercando di individuarne la fonte.
Non potevano essere le guardie di sicurezza dato che le avevano legate, imbavagliate e rinchiuse nel bagno pubblico delle donne; avevano inoltre bloccato l’ingresso per scansare la possibile eventualità che qualcuno entrasse e li beccasse.
Una figura si mosse rapida alle loro spalle, allontanandosi in gran fretta.
La inseguirono prima che potesse scappare, o peggio, avvertire la polizia. Di chiunque si trattasse, scansò ogni oggetto che il demone e i gangster gli lanciarono, i quali riuscirono a fermarlo solo saltandogli addosso contemporaneamente.
<< Preso! >>
<< Miseriaccia! Pesate una tonnellata! Levatevi di dosso! >>
Urlò improvvisamente “l’accalappiata”.
<< Ma che cazzo…?! Winter?! >>
<< Che diavolo ci fai tu qui sottospecie di scherzo della natura? >>
<< Vi ho seguito, genio. Ci vuole tanto a capirlo? >>
<< Yo flea, guarda che non siamo qui per giocare con le bambole! Tornatene subito indietro altrimenti... >> prima che Ice potesse aggiungere altro, la coda di Winter lo frustò in piena faccia, zittendolo. La ragazzina scivolò da sotto i corpi dei ragazzi per liberarsi, saltando sopra un macchinario per mettersi al sicuro, fissando i dintorni con curiosità.
<< Non prendo ordini dagli esseri privi di cervello. Piuttosto, perché siete venuti qui? >>
<< Il primo Chi si trova qui dentro, all’interno di una di queste casse. >>
<< Uao. Vi aspetta un bel lavoraccio. C’è ne saranno almeno 1000 e forse anche di più. >>
<< Grazie mille signorina, non l’avevamo notato. >>
<< Avete almeno una vaga idea su dove indirizzare le ricerche? Intendo dire, un indizio? >>
<< Solo che è destinato a raggiungere la Cina. >>
<< Tutto qui? Pensavo che il problema fosse più grave. Lasciate fare a me. >>
<< Non abbiamo bisogno del tuo aiuto! >>
Nonostante il rifiuto di essere aiutati, i quattro rimasero a guardare Winter mentre saltava da una cassa all’altra per vedere se davvero poteva dargli una mano.
Non controllò nemmeno se stesse saltando sulla cassa giusta, si limitò a fischiettare allegramente il motivetto di una nota canzone dei Sonata Artica, ad un certo finalmente si fermò e annusò l’aria, attirata da un profumo che solo lei riusciva a sentire, guidandola verso una serie di casse più isolate da tutte le altre, dalla quale provenivano dei rumori sospetti troppo ovattati per capire di cosa si trattasse. Solo uno la interessò totalmente, l’unica con la bandiera della Cina: scardinò le assi di legno una dalla volta fino a quando la parte frontale della scatola non fu totalmente libera per permetterci di dare un’occhiata dentro, cominciando a ridere incredula.
<< Mamma mia, il vostro Chi è davvero terrificante! >> disse ironicamente al quartetto.
<< Che vorresti dire? Che c’è lì dentro? >>
<< La cosa più tenerissima che avessi mai visto in vita mia. >> esclamò Winter con voce acuta, afferrando un cucciolo di Panda che incuriosito le venne incontro, seguito da altri cinque esemplari. Lo abbracciò come se si trattasse di un peluche, strofinandoci il proprio muso sulla pelliccia bianca e nera.
<< Che cazzo di scherzo è questo, piccoletta?! Noi non stavamo cercando delle palle di pelo, bensì un potere demoniaco! >>
<< Così ho fatto. L’odore forte e unico di un demone è quello che mi ha condotta qui, non la voglia di prendervi per il culo, anche se ammetto che mi era venuta la voglia. >>
<< Se questa è la cassa giusta, perché c’è un orso bicolore dentro? >>
<< Questo dovreste dirmelo voi: per caso uno dei Chi si trovava accanto a un esemplare di questa specie? >>
 
La domanda riportò alla memoria un ricordo alquanto imbarazzante riguardo la ricerca del Chi del demone.
 
Il potere della Luna, capace di controllare la gravità, originariamente era custodito in un fiore di Loto, Simbolo degli Immortali che sconfissero gli 8 demoni malvagi nell’antichità.
Il fiore era stato trovato allo zoo di San Diego, nella piccola zona che riproduceva l’habitat del Panda Cinese, e proprio uno di questi animali aveva assorbito, senza che nessuno se ne accorgesse, il potere celato al suo interno.  
 
<< Allora? Che ne sapete? >>
Nessuno volle rispondere alla domanda della ragazzina.
Prima di potersi preoccupare su come sistemare la faccenda, le luci dell’hangar si accesero contemporaneamente, alcuni punti del pavimento si aprirono e tramite degli ascensori nascosti degli androidi somiglianti a guardie della sicurezza apparvero, attivandosi in modalità di attacco quando i loro occhi bionici videro di due demoni e i tre umani, puntandogli contro fucili di cui erano muniti.
<< Allerta – Allerta. Rilevati – intrusi – in- zona- off – limit. Dare – inizio- sequenza – d’arresto.>>
<< O cazzo. Boss, che facciamo adesso? >> chiese Cobra a Drago.
Questo gli rispose facendo esplodere con una sfera di fuoco la testa di uno dei robot, causando l’inizio di una pericolosa sparatoria.
Le guardie di ferro avanzarono senza problemi attraverso le centinaia di casse di legno che i loro possenti corpi spostavano o schiacciavano senza problemi, sparando contro gli obiettivi in movimento. Ice, Cobra e DJ corsero tra le casse che gli offrivano un sicuro riparo dai proiettili, preoccupati però dal fatto che non avevano niente con cui rispondere alla scarica di munizioni, a differenza di Drago e Winter che decimarono buona parte dei “soldati” usando rispettivamente fuoco e ghiaccio che sprigionavano sia dalle fauci che dalle mani, dimostrando così tutta la loro potenza.
Winter però era rallentata dal cucciolo che spaventato si agitava tra le sue braccia.
<< Libera quella palla di pelo Winter! Così finirai per farti ammazzare! >> gli urlò il fratello.
<< Ma è una specie in via di estinzione! >> replicò lei.
<< Quelli che rischiano l’estinzione siamo noi al momento! Fa come ti dico maledizione! >>
Ringhiando di rabbia, la demone fu costretta infine a lasciar andare il cucciolo che, in tutta fretta, raggiunse i fratelli, stretti tra loro in un angolino, tremando di paura.
Con le braccia entrambe libere la giovane demone poté sfogarsi, mostrando l’incredibile abilità della dominazione del Ghiaccio: la sostanza cristallina sembrava possedere vita propria, si muoveva con grazia producendo un suono particolare che ricordava quello di una piccola campana di vetro. Le forme che esso andava a generare involontariamente sculture di incredibile bellezza, morbide ed eleganti, come uscite dalla mano di uno scultore, un peccato vederle crollare sotto i colpi di fucile.
<< Testardi, non trovi? >>
<< Decisamente. Hai qualche idea per fermarli? >>
<< Io ho sempre un’idea, mia cara sorellina. Dovresti saperlo bene. >>
Winter si accorse che Drago stava sorridendo malignamente.
Il primo sorriso che le concedeva dopo all’incirca una settimana dal suo ritorno nel futuro.
<<  Perché ho la sensazione che tra poco dovrò fare qualcosa che non mi piacerà? >>
<< Perché sai che mi piace torturarti. >>
<< Sei uno stronzo Drago. >>
<< E tu una rompipalle Winter. >>
Fratello e sorella sorrisero insieme, e senza bisogno di dirsi altro lei si racchiuse all’interno di una sfera di ghiaccio che Drago sollevò poco dopo, circondandola di un vortice di fiamme che subito dopo gettò contro gli ultimi androidi rimasti a combattere.
Durante il volo Winter uscì dalla sfera e saltò il più lontano possibile, Drago corse verso un rimorchi e si nascose sotto, in tempo per evitare l’esplosione che si susseguì all’atterraggio della bomba realizzata: la reazione chimica che ne scaturì fu potentissima, tutte le casse nell’hangar esplosero in frammenti di legno aguzzi, le pareti del posto stesso si piegarono su se stesse e i circuiti elettrici dell’impianto di illuminazione saltarono con leggeri scoppi e scintille. Quando la quiete tornò e nessuno dei robot fu più attivo, da un mucchio di travi di legno ne uscì L’Ice Crew senza correre il rischio di venire ammazzati.
<< Peccato, stavo iniziando a divertirmi. >> disse Drago, osservando i resti delle macchine.
<< Cool! Non hai perso il tuo tocco magico boss! Hai fatto piazza pulita! >>
<< Già, avevo bisogno di sfogarmi, spaccando qualcosa. >>
<< Avrei preferito evitare quella tecnica però: ogni volta rischio le squame. >>
<< Non lamentarti Winter, sei stata tu a volerci seguire e aiutarci. >>
<< Si, ma senza morire possibilmente. >>
<< Peccato che non si trattassero di umani in carne e ossa, avrei potuto farci anche uno spuntino. >>
<< Ehi, puoi sempre consolarti con quei tre moscerini. Così si renderanno utili, visto che fino adesso non hanno fatto niente. >>
<< Chi hai chiamato “moscerini”, piccoletta? >>
<< Piantatela. Adesso pensiamo a recuperare il Chi, abbiamo già perso fin troppo tempo. >>
Winter eseguì l’ordine e recuperò il piccolo Panda contenente il Chi porgendolo a Drago, ma quando questo provò a toccarlo, una scarica verde gli bruciò gli artigli, facendolo ringhiare di dolore.
<< Merda! È protetto da magia bianca! Non posso toccarlo! >>
<< Cosa?! Non è possibile! Eppure io riesco senza problemi! >>
<< Queste bruciature ti sembrano inventate sorellina? >>
Ad un tratto delle sirene allarmarono il gruppo: attraverso le fessure formatasi nelle pareti dell’hangar delle luci rosse e blu illuminarono l’interno, segno che la polizia stava intervenendo, costringendoli a fuggire.
 
Mentre si allontanavano, Drago rifletté sul futuro: doveva assicurarsi che nessuno lo scoprisse fintanto che i suoi poteri non si fossero rigenerati completamente.
Nessuno avrebbe dovuto venire a conoscenza del suo ritorno, soprattutto i suoi vecchi nemici, ma come questione più importante, non doveva permettere che il suo destino venisse nuovamente sconvolto.
 





Spiegazione dell'episodio: Salve a tutti amici lettori :)
questa sezione presente a fine capitolo servirà a spiegare, soprattutto per chi non conosce tale cartone, alcune cose riguardanti l'origine della fiction dal cartone animato da cui è stato preso: Le avventure di Jackie chan (titolo originale: jackie chan adventure).

In questa terza parte spiegherò due sole cose: il Chi del Demone e... il panda.
ATTENZIONE SPOILER  Drago intende conquistare il mondo usando dei poteri demoniaci chiamati "Chi", tale termine viene usato nella terminologia cinese per indicare la forza speciale che risiede in ogni persona, in questo caso usata per indicare la forza malvagia dei demoni. Alla fine del capitolo precedente avrete letto che sono 7 perchè legati ad altri antagonisti del cartone animato che menzionerò più o meno durante la storia. In realtà sarebbero 8, ma l'ultimo Drago lo possiede già in quanto suo Chi naturale ottenuto fin dalla nascita.
Questi Chi sono stati rappresentati con gli elementi della natura, tranne due che sono stati sostituiti con Montagna e Luna, quest'ultima usata nel seguente episodio.
Perchè trovato in un panda? semplice.
in uno degli episodi il Chi della Luna viene assorbito da un panda e i personaggi inseguono questo animale per poterlo prendere :P tutto qui.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Problemi in cielo ***


 Capitolo 4: Problemi dal cielo.
<< Bè? Cos’hai da guardare lucertolina? Mai visto un orecchino? >>
<< No, non ho mai visto un orecchino indossato da un uomo. >>
Winter rimase perplessa dai pirsing e orecchini che L’Ice Crerw stava indossando.
<< Yo, nel nostro tempo questa roba andava forte. Qui siete troppo “futuristici” per certe cose? >>
<< E che ne so io? Non mi sono mica interessata alle mode umane. Sono una demone… Yo. >>
Per quanto li odiasse, Winter si era spesso chiesta cosa ci trovassero gli umani di così divertente nei loro cosiddetti “passatempi” e “mode”, era una cosa che li incuriosiva parecchio: di nascosto, quando non doveva studiare o allenarsi, si era avventurata nel mondo umano per capire come vivessero e per qual motivo facessero certe cose, così diverse dalle tradizioni dei demoni che a suo parere erano molto più normali delle follie di quella civiltà sottosviluppata. L’unica cosa che aveva ritenuto davvero interessanti erano stati i videogame, i fumetti e il cibo congelato di vari colori di cui andava decisamente matta (ossia i gelati).
<< Piuttosto, perché voi tre siete venuti a rompermi le scatole? >>
<< Drago ti sta cercando. D- man vuole sapere a che punto sei con i tuoi esperimenti da scienziato pazzo. >>
Senza farselo ripetere due volte, Winter si precipitò da Drago, ansiosa di informarlo sui progressi fatti, salendo sui tetti di quei pochi edifici rimasti in piedi.
<< Yo man, quello che da più i brividi e sapere che quella lì è sorella di Drago. You feel me? >>
<< Oh yeah. L’hai detto fratello. >>
 
Nei due giorni successivi al ritrovamento del Potere della Luna, Winter si era data da fare per escogitare un rimedio riguardo la sua estrazione dal corpo del cucciolo di Panda nella quale risiedeva: lo scudo di magia bianca che proteggeva il Chi le aveva creato parecchie noie, com’era normale del resto per chi come lei aveva un’anima oscura, spezzare una simile difesa era un compito arduo per lei che era ancora una dilettante. Fortunatamente però, non correva il rischio di bruciarsi le mani al minimo tocco come accadeva a suo fratello, grazie in gran parte agli studi sulla magia.
Come il Bene e il Male, nemmeno la magia si ritrovava d’accordo.
Ed era ovvio: il Bene si limitava a fare cose patetiche come la cura delle malattie o la creazione dell’amore, spaventandosi sempre nel superare i propri limiti per non creare casini; il Male invece non aveva paura di niente, continuando a mettersi alla prova per creare stregonerie capaci di avvelenare con il solo sguardo o rendere sterile un intero continente. Peccato che la magia del Bene fosse in grado di creare scudi di energia che nessun stregone oscuro o demone avrebbe potuto toccare.
Solitamente un trucco simile veniva usato per proteggere qualcosa, come nel caso del Chi, ma grazie alle sue conoscenze magiche era quasi riuscita a risolvere quel problema.
Mai quasi non erano una parola gradita nel vocabolario di suo fratello.
 
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Drago si trovava sulla terrazza del più alto edificio della vecchia San Francisco, nonché l’unico completamente integro.
Stava tentando di calmare corpo e mente per poter meditare, ma era troppo nervoso per poterci riuscire e questo lo faceva incazzare ulteriormente: in quei due giorni non era riuscito a rintracciare nessun’altro potere demoniaco, neanche la minima traccia, non si stava riprendendo con quella velocità desiderata. Il  suo stesso fisico presentava ancora dei problemi, si stancava facilmente durante gli allenamenti e spesso delle fitte dolorose lo costringevano a fermarsi del tutto e mettersi a riposo fino a quando non sparivano.
Questo grazie a suo Padre ovviamente.
Ruggì talmente forte che l’eco impiegò molto tempo prima di dispersi, la frustrazione era immensa.
Avrebbe voluto spaccare ogni cosa e chiunque.
Non era giusto che fosse costretto a ricominciare da capo tutto il duro lavoro per cui aveva rischiato la propria vita!
Non era affatto giusto!
Sentendosi osservato si voltò di scatto pronto a lanciare fiamme, trattenendosi all’ultimo minuto quando si rese conto che si trattava di sua sorella. La demone lo stava fissando con paura, i suoi occhi erano completamente sgranati e le mani strette al petto, la coda tra le gambe arrotolata su se stessa.
<< Ehm… Master strike… o come diavolo si chiama, mi ha detto che mi volevi vedere. >> riuscì a dirgli dopo una certa esitazione.
<< Si, è così. Sei riuscita a rimuovere il Chi della Luna? >> disse lui direttamente.
<< Ehm… non ancora. Ma credo che… >>
<< “Credi”? >> ruggì innervosito Drago.
<< Aspetta! Volevo dire “sono” sicura di aver trovato la soluzione! >> rispose Winter prontamente, evitando di finire carbonizzata. La cosa di cui aveva più paura al mondo, era la fiamma d’ira di suo fratello.
Si avvicinò di qualche passo, quanto bastava per potergli mostrare il disegno a matita fatto frettolosamente su un taccuino: rappresentava un Anfesibena, ossia un serpente mitologico provvisto di due teste, una ad ogni estremità del corpo, disposto ad S rovesciata. La ragazzina spiegò che era stata proprio quella creatura a suggerirle la soluzione: un Incantesimo di Trasferimento, una tecnica capace di far passare le caratteristiche fisiche ( o in quel caso magiche ) di una persona ad un’altra, grazie all’aiuto di un terzo elemento chiamato “Tramite”. Lei avrebbe ricoperto quest’ultimo ruolo dato che era l’unica capace di usare quell’incantesimo e di toccare il Panda senza venir ferita dallo scudo che lo proteggeva.
In quel modo insomma, avrebbe potuto prelevare il Chi della Luna con facilità.
A fine spiegazione Drago si sfregò il mento pensieroso, Winter sapeva che con quel gesto voleva dire che era indeciso se non addirittura per niente convinto: sperava che la sua idea piacesse e cosa più importante funzionasse, perché altrimenti non sarebbe riuscita a scampare alla sua furia non essendo riuscita ad escogitare nient’altro di utile.
Ad un tratto il drago le si avvicinò e sprigionando qualche fiammella dalle fauci le disse:
<< Tentiamo. Se è tutto quello che sei riuscita a combinare, tanto vale provarci. >>
“Speriamo che funzioni allora… altrimenti quella che avrà bisogno di aiuto sarà la sottoscritta.” Pensò lei tirando un sospiro di sollievo.
Sinceramente, non aveva sperato in una risposta positiva.
Senza perdere altro tempo prezioso andò a prendere il cucciolo e tornò indietro a tutta velocità, portando con sé anche delle pergamene con scritti sopra dei simboli greci all’apparenza antichi, scritti con dell’inchiostro grigio leggermente sbavato sui bordi dei fogli ingialliti dal tempo. Si vedeva che era emozionata, i suoi modi impacciati ne erano la prova, impiegando 5 minuti buoni solo per sistemarsi. Quando finalmente fu pronta si posizionò tra Drago e il cucciolo, iniziando a mormorare parole incomprensibili, bloccandosi all’ultimo momento quando si accorse che suo fratello stava avendo una nuova visione.
Il demone si riprese quasi subito e disse:
<< Dobbiamo rinviare l’esperimento dannazione; il Chi del demone del Cielo è vicino, riesco a sentirlo. >>
<< Proprio adesso che ero pronta… la mia solita sfortuna! >>
<< Considerala un opportunità per ripassare i compiti mentre io e gli altri andiamo a caccia. >>
Drago era pronto a correre via, ma Winter lo prese per un braccio bloccandolo.
<< Portami con te. >> gli disse.
<< Scordatelo. >> rispose lui.
<< Perché? L’altra volta il mio aiuto è stato indispensabile! >>
<< Non sei pronta per certe cose, è troppo pericoloso. >>
<< Sono un demone! Il pericolo è ciò che mi rende forte! >>
<< Sei troppo piccola. >>
<< Ho 15 anni cazzo! Non sono più una bambina! >>
 
15 anni…
 
Per un attimo Drago ebbe l’impressione di sentire il suono di un gong, talmente forte da scuoterlo.
Non riusciva a credere che sua sorella avesse compiuto una simile età.
Solo ora che si era fermato, per un istante, si rese conto di quanto fosse cresciuta.
Dopotutto era ovvio: da quando l’aveva lasciata per andare nel passato, nel futuro erano passati tre anni, un lunghissimo arco di tempo di cui non sapeva assolutamente niente dei suoi eventi, se non quelli da lui provocati nel passato. Poi, quando era stato relegato nel Limbo, il tempo praticamente era diventato nullo, lì dentro era impossibile capire quante ore, giorni, settimane o mesi passassero, soprattutto quando stai lottando contro tuo Padre, l’idiota che ti ha impedito di conquistare il mondo.
Si chiese cosa avesse fatto sua sorella nel frattempo.
All’epoca aveva 12 anni circa…
Il giorno in cui l’aveva lasciata non se la stavano passando bene, nessuno dei due.
 
Drago scacciò via i ricordi e si riconcentrò sul Chi.
Winter lo stava ancora fissando imbronciata, con le mani poggiate sui fianchi e la coda che guizzava avanti e indietro. Non aveva proprio intenzione di portarsela dietro, temeva davvero che potesse combinare qualche guaio e l’esperienza glielo diceva bene; sfortunatamente per lui, la piccoletta poteva contare sulla testardaggine di famiglia, un’arma impossibile da sconfiggere quando si trattava di voler fare qualcosa a tutti i costi.
 
A quel punto non gli restava che una cosa da fare: convincere l’Ice Crew a partire… con lei.
 
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<< Assolutamente no! La peste non la vogliamo tra i piedi! >>
<< Esatto! Il mio amico Ice l’ha detta giusta, dawg! >>
Come volevasi dimostrare, i ragazzi non furono felici di sapere che Winter si sarebbe unita alla missione, discussero animatamente per la decisione di Drago, minacciando di fare casini se non l’avesse mollata al nascondiglio. Gli insulti che si mandavano a vicenda erano i più coloriti che si potessero sentire.
<< Siamo 3 contro 1: la maggioranza vince, Dawg! La strega stronzetta se ne starà fuori dalle palle! >> sentenziò Ice, mentre Cobra e DJ annuivano d’accordo.
Drago si passò una mano sul viso esasperato, trattenendo la sorella che provò a lanciarsi addosso a loro.
<< Che siate 3 o 10 non me ne frega niente: sono io che decido qui e lei viene con noi. >> ringhiò contrariato.
<< Spiacente boss,  questo affare non si fa! L’abbiamo già sopportata abbastanza in questi giorni di schifo! >>
<< Compatiscili fratellone, temono che possa dimostrargli che non hanno le palle per fare un lavoro del genere. >>
<< Che cosa hai detto pulce?! >> Chiesero simultaneamente Ice e Cobra mentre trattenevano DJ, intenzionato a saltarle addosso per l’offesa. Lei si limitò a voltargli le spalle, giocando con una ciocca di capelli tinti di fucsia.
<< Ho solo detto la verità. Fa male, vero? >>
<< Yo piccoletta! Ti piacerebbe che noi fossimo schiappe, ma non ti daremo questa soddisfazione! Abbiamo fatto cose da urlo mentre tu ti divertivi a drogarti con schifezze da Harry Potter! Abbiamo girato il mondo e persino demolito una base militare segreta! >>
<< No ci crederei nemmeno se lo vedessi con i miei occhi. >>
<< Ah sì? Aspetta di vedere quanti cazzotti daremo ai rompipalle che si metteranno sulla nostra strada! DJ, va a prendere il furgone che abbiamo rubato ieri! Diamo una bella lezione alla signorina! >>
Il trio, deciso a dimostrare le proprie capacità, si rimboccò le maniche per ultimare i preparativi, ignorando Winter che ridacchiava soddisfatta, la quale rivolse uno sguardo divertito a Drago che, in parte, si era aspettato una mossa simile.
Lei si che sapeva stuzzicare la gente.
 
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Riparato un vecchio furgone rubato e fatto rifornimento di benzina, il gruppo partì alla volta del nuovo Chi: nonostante avessero riparato ogni parte del motore e della carrozzeria, guidarlo non fu semplice nemmeno per un esperto come DJ Fist visto che il  futuristico veicolo, che poteva volare grazie a chissà quale assurdo meccanismo, rendeva instabile la guida, o meglio… il volo.
Le care strette vecchie strade sotto di loro apparivano ben più sicure dello spazioso cielo da cui si poteva facilmente precipitare se si faceva una mossa sbagliata, soprattutto scontrarsi con le altre macchine volanti che sfrecciavano alla velocità della luce, generando uno spostamento d’aria talmente violento da far perdere il controllo del veicolo. Quando finalmente atterrarono, tutti quanti ( tranne Drago ) tirarono un sospiro di sollievo, felici di poter essere nuovamente con i piedi ben saldi a terra.
<< Questo futuro… non è per niente cool…>> disse Cobra, barcollando per la “brutta esperienza”.
<< Non ti do torto amico… >> gli rispose Ice, aggrappandosi alla portiera dell’auto. DJ invece tremava così tanto che rischiò quasi di staccare lo sterzo.
<< Pappemolli, riprendetevi in fretta, dobbiamo trovare il Chi del Demone del Cielo. >> disse il demone, l’unico a stare bene.
<< Yo “Grande D”… permettici almeno di rimettere insieme lo stomaco. Il mio mi sta mandando brutti segnali… >>
<< Il mio credo di averlo lasciato 30 kilometri indietro… Piuttosto, dove ci troviamo? >>
Dando un’occhiata nei dintorni, i tre gangster si resero conto di aver raggiunto la vecchia scuola elementare di San Francisco: dall’interno si potevano udire le grida acute dei bambini riuniti nelle classi a far lezione, alcuni dei quali vicini alle finestre intenti a giocare. Ogni tanto dall’ingresso uscivano o entravano persone vestite in modo assai formale, sicuramente degli insegnanti, che si portavano dietro cartelle, quaderni e altro materiale da lavoro.
<< Il Chi è qui? Yo man, che delusione, mi aspettavo un posto più figo. Io odio le scuole. >>
<< Io invece odio i bambini. >>
<< E io invece odio quelli che si lamentano continuamente. Recuperare il Chi del Cielo mi semplificherà il lavoro: nessuno potrà fermarmi quando avrò il dominio dei cieli. >>
<< Forte! Allora, qual è il piano fratello? >>
<< Tu aspetterai qui, dentro il furgone, senza farti vedere da nessuno. >>
<< Cosa?! Ma io credevo…! >>
<< Ho detto che potevi venire, non che potevi intervenire sul campo. Sei troppo piccola per certe cose. >>
Winter sibilò imbronciata, mentre i tre gangster ridevano soddisfatti, ma Drago non aveva ancora finito:
<< Uno di voi dovrà restare con lei per evitare che si cacci nei guai. Chi si offre volontario? >>
<< Cosa?! Stai scherzando boss, vero? >>
Drago gli lanciò un’occhiataccia, per dire in quel modo che parlava seriamente.
Sbuffando, il trio se la giocò a morra cinese per decidere chi dovesse fare da balia, fino a quando non decretò come perdente Ice, il quale imprecò ad alta voce per la delusione.
<< Renderò il tuo lavoro un inferno. >> commentò la ragazzina con tono di sfida.
 
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Poco dopo, Drago, Cobra e DJ fecero il giro dell’edificio in modo da raggiungere il cortile ed entrare da lì all’interno della scuola, passando inosservati: i corridoi adornati da numerosi armadietti azzurri, mappe geografiche e quadri erano vuoti, nessuno si aggirava da quelle parti, nemmeno un bidello, permettendogli così di aggirarsi indisturbati in quello che avrebbe dovuto essere un posto sicuro per i bambini.
I tre dovettero fermarsi quando le campanelle segnalarono la fine dell’orario di lezione, scappando e rifugiandosi nella palestra prima che un’orda di ragazzini urlanti li vedesse.
<< Sarà un bel problema adesso, con tutti quei mocciosi in giro. D-man, perché non li spaventiamo e ci semplifichiamo il lavoro? >>
<< No, per quanto sia tentato a farlo. Se ci mettiamo in mostra adesso, i nostri nemici capirebbero che sono tornato, e non ho intenzione di farmi rivedere senza prepararmi adeguatamente. >>
<< Ok dawg, ma stando chiusi qui dentro non combineremo niente. >>
<< Vero. Non ci resta che… Argh! >> Drago saltò improvvisamente in aria urlando, lasciando basiti DJ e Cobra che non capirono cosa gli fosse successo: solo quando il demone tornò a terra si resero conto che attaccato alla sua coda c’era un piccolo Panda, lo stesso che avevano portato con sé e che qualcuno avrebbe dovuto occuparsene.
<< Winter! Ti avevo detto di stare nel furgone e di tenere quella bestiaccia lontana da me! >>
<< Non è colpa mia! Prenditela con l’idiota dai capelli biondi! L’ha spaventato credendo di fare il gran figo! >> replicò la ragazza, puntando il dito contro Ice.
<< Chi ti ha detto di portare quella palla di pelo?! Mi ha morso dappertutto! E non chiamarmi idiota, mostriciattolo! >> gli rispose a tono Ice, mettendo in mostra i segni rossi sulle sue mani.
<< Te lo sei meritato! Quindi taci! >>
<< Piantatela tutti e due! Se non l’avete notato avrei del lavoro da fare con urgenza! Quindi tenete chiusa la bocca! >> Ice e Winter tacquero, continuando a guardarsi in cagnesco.
Da un momento all’altro si sarebbero lanciati l’uno addosso all’altro per picchiarsi.
Prima che ciò avvenisse, lei sbuffando riassunse sembianze umane e recuperò il cucciolo staccandolo dalla coda di Drago, dirigendosi subito dopo all’uscita della palestra prima che il fratello o gli umani glielo impedissero: attraverso la porta socchiusa la spiarono, cercando di capire quali intenzioni avesse in mente per qual motivo andò incontro ai bambini che immediatamente, com’era facile immaginarsi, urlarono a squarciagola per la sorpresa non appena la videro con il Panda in braccio. Fu circondata dai piccoli senza possibilità di fuga, cercando di rispondere sia alle domande degli allievi che a quelle degli insegnati che si chiedevano della sua presenza, inventando scuse credibili con aria da perfetto angioletto innocente. Poi improvvisamente lasciò andare il cucciolo che scappò via correndo inseguito dai bambini e questi ultimi dagli insegnanti che gli urlavano di fermarsi, tutto mentre lei ridacchiava e faceva segno di via libera.
 
I quattro ispezionarono la scuola seguendo un percorso preciso.
Drago continuava a seguire l’essenza del Chi procedendo sicuro, guidato dall’essenza del potere demoniaco che diventava sempre più vicino.
Il particolare “aroma” li portò all’interno di un’aula dedicata alle materie scientifiche dove armadietti di vetro accoglievano vasi trasparenti riempiti di animali sezionati e poster sull’anatomia umana erano appesi alle pareti, riproduzioni di gesso di vari organi erano invece sistemati su alcuni ripiani di legno. C’era solo una donna all’interno, una signora anziana dai folti capelli rossi che presentavano qualche ciocca bianca e grigia che poco nascondevano la fronte spaziosa, gli occhiali dalla montatura arancio scuro appesi al collo con una cordicella e labbra sottili, al collo invece recava una collana di perle. Per un soffio non rischiarono di venire scoperti, la donna era occupata a sistemare del materiale scolastico in un armadietto e non li aveva sentiti arrivare.
Non tutto il male venne per nuocere, dal suo corpo l’aura del Chi del Demone del Cielo fuoriusciva debolmente, proprio ciò che il demone desiderava.
Purtroppo un altro contrattempo frenò la sua sete di potere: la porta si stava aprendo, poco prima che qualcuno entrasse si infilarono sotto la cattedra per nascondersi, con gran difficoltà visto che li conteneva a malapena tutti e quattro.
Dalla voce capirono che era un’altra donna; chiunque fosse, la maledirono in tutti i modi possibili per il suo arrivo imprevisto e soprattutto per il lungo dialogo che iniziò con la rossa, esasperandoli. Improvvisamente la conversazione ebbe di colpo fine, sentirono una delle due dirigersi alla porta per spalancarla e richiuderla con violenza, per poi riaprirsi subito dopo seguita dalla voce rabbiosa di una delle donne che si rivolgeva nientemeno che a Winter.
<< Finalmente ti ho preso piccola delinquente! Credevi di sfuggirmi a lungo ancora per molto? Sapevo che prima o poi avresti fatto una mossa sbagliata! >>
<< Vaffanculo brutta grassona! Levami quelle manacce piene di lardo di dosso! >>
<< Santo cielo! Si può sapere che cosa sta succedendo? >> esclamò la seconda donna confusa.
Il quartetto, incuriosito, si sporse leggermente per assistere alla scena: la ragazzina veniva trattenuta per i capelli da una tizia esageratamente in sovrappeso, dai capelli biondo cenere legati a coda di cavallo, la faccia paffuta ricoperta di lentiggini e con addosso un’orribile vestito rosa intero confetto ricoperto di paillettes.
<< Questa peste, cara professoressa, è una ladruncola imbrogliona e bugiarda vagabonda di strada! Ha combinato un sacco di guai in città, ingannando onesta gente con la sua falsità, oltre ad essere facilmente dedita alle risse! >>
<< Quanti complimenti signora, mi sta mettendo in imbarazzo. >>
<< Non fare la spiritosa tu! Nella posizione in cui ti trovi devi stare solo zitta! >>
Winter si liberò con uno strattone, correndo dalla parte opposta della stanza per stare lontana dalla cicciona che con sé teneva anche il cucciolo di Panda, rinchiuso in una gabbietta per cani che si agitava e ringhiava nervosamente.
<< Vieni subito qui! >>
<< Vaffanculo! >>
<< In orfanotrofio ti caccerò quella tua lingua lunga! Per quanto riguarda invece quel piccolo bastardo che ti sei portata dietro, lo farò abbattere! >>
<< Per favore signorina Winchester, si calmi! Non è necessario comportarsi così…. >> intervenì l’altra donna, mettendosi fra Winter e la grassona.
<< Ms. Hardman, resti in disparte. So bene come gestire soggetti ribelli come lei. Non deve preoccuparsi per l’incolumità della sua scuola. >>
<< Non metto in dubbio le sue capacità, ma… >>
<< Le metta in dubbio invece! Questa pazza dovrebbe essere chiusa in manicomio! >>
<< Signorina, anche lei, questo tono incivile non l’aiuterà a migliorare la sua situazione attuale. Consiglio di sederci e discuterne pacificamente. >>
<< è impossibile discutere con gli elefanti: il lardo nelle orecchie gli impedisce di sentire quello che gli si dice! >>
Con un urlo rabbioso, la grossa donna si fiondò su Winter rincorrendola per tutta l’aula. Ms. Hardman non poté far nulla per placare l’ira della collega che pareva un toro scatenato, lontana dal riuscire a placarla. Nonostante quella consapevolezza, correndo il rischio di venire investita dalla sua carica infermabile, l’afferrò per una manica del vestito trattenendola con tutte le sue forze.
 
Fu in quel momento che avvenne l’impensabile.
 
La Winchester spinse involontariamente la Hardman contro Winter le quali caddero insieme, di conseguenza alla caduta, senza che se ne accorgesse, la copertura da umana della ragazzina saltò e si ritrovò a mettere in mostra il suo aspetto demoniaco. Quando se ne rese conto, Winter afferrò il collo della professoressa e con l’altra mano appoggiò le aguzze unghie sulla pelle, facendo fuoriuscire rivoli di sangue.
<< Se provi ad avvicinarti lei è morta! >> urlò alla Winchester.
La donna rimase stupita, ma si riprese all’istante e afferrò per un corno la demone, tentando di strapparglielo, costringendo la giovane ad intervenire con la magia forse per pericolo forse per paura, inondando di un’accecante luce viola l’aula mentre acutissimi versi animaleschi irrompevano nel silenzio.
Fu di breve ma intensa durata.
Quando tutto tornò alla normalità Drago si precipitò dalla sorella, bloccata in piedi con lo sguardo perso nel vuoto e le due donne distese a terra prive di sensi.
<< Winter?! Stai bene?! >>
<< Io… mi sento leggermente stordita. >>
<< Te l’avevo detto di non venire! Guarda che hai combinato! Adesso dobbiamo levare le tende prima che qualcuno ci becchi! >>
<< Bella mossa shrimp. >>
Un grugnito li ammutolì prima che aprissero ulteriormente bocca.
Non proveniva da Winter o da Drago… sembrava generato da un altro tipo di “animale.”
Si voltarono in direzione del suono sinistro, verso un alone luminoso che avvolgeva come uno scudo l’individuo al suo interno, liberandolo solo quando la sua anatomia completò un orrenda trasformazione: davanti ai loro occhi si presentò un essere dalla pelle nera, un paio di ali da pipistrello fuoriuscivano dalla schiena leggermente chiuse su se stesse, artigli acuminati graffiavano il pavimento lasciando profondi solchi e il luccichio diabolico negli occhi cremisi rivelava la malvagità che vi risiedeva dentro. La creatura avanzò di pochi tentennanti passi, digrignando i denti acuminati, la grossa mole rischiò di strappare il vestito di paillettes che indossava.
<< O cazzo. >> esclamò Winter.
La Winchester ruggì contro il quintetto che non riuscì a credere ai propri occhi; la donna era diventata una cosa mostruosa, non aveva più niente di umano in sé e l’aggressività che mostrò fu una chiara prova. Balzò da un capo all’altro della stanza impazzita, distruggendo il materiale e i mobili all’interno,
<< Che casino hai combinato piccoletta?! >>
<< Io non ho fatto niente! Quella lì mi ha semplicemente toccato e poi… e poi non so cosa è successo! La mia magia è impazzita! Io non volevo trasformare la palla di lardo in un mostro! >>
<< Non è come pensi Winter, quella mortale è diventata un demone a causa del Chi del Demone del Cielo: la tizia dai capelli rossi era il suo contenitore vivente. >>
<< Il contenitore era la vecchia? è come ha fatto la peste a tirarlo fuori? >>
<< Winter l’ha fatto passare da un corpo all’altro con un incantesimo che aveva trovato. Come se non bastasse, quando è nervosa tende a lanciare incantesimi senza motivo. >>
<< Non è vero! >>
<< In ogni caso non sarà un maiale in sovrappeso a impedirmi di riprendere ciò che è mio! Hai sentito vecchiaccia? Ti consiglio di arrenderti se non vuoi finire a brandelli! >> urlò Drago.
Invece di dargli retta, il demone alato gli scagliò contro un banco che fortunatamente Drago schivò. Dopo aver distrutto praticamente ogni cosa nell’aula la donna dispiegò le ali, sbattendole sempre più energicamente fino a quando non riuscì ad avere la spinta necessaria per sollevarsi da terra e schizzare fuori dalla finestra, piroettando nel cielo come un condor famelico.
<< Dobbiamo riprenderci il potere demoniaco! Più lo tiene con sé, più sarà difficile rimuoverlo! >>
<< Riprenderlo? Ma sei idiota?! Vuoi che ci ammazziamo?! >>
<< Ho una mezza idea a riguardo per evitare che voi imbecilli e gli altri della vostra specie moriate, ma ho bisogno di tempo. Nel frattempo, dovrete tenerla occupata per evitare che scappi. >>
<< Genio, forse non l’hai notato ma nessuno di noi sa volare! >>
<< è tempo di farsi un bel makeover. >> gli rispose Drago, sprigionando una sfera di fuoco dalla mano.
 
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Nel frattempo, la donna demone aveva già cominciato a mietere le sue prime vittime, gatti e cani che si trovavano a vagabondare in giro o a rilassarsi sui balconi dei padroni, prendendoli di sorpresa e divorarli in volo, lasciando cadere le loro carcasse al suolo. Quelle piccole pietanze però non avevano saziato il suo appetito: appollaiata sul tetto della scuola, scrutava con aria famelica i bambini che giocavano nel cortile sottostante; la fame che sentiva la stava per spingere ad assalire le innocenti vittime, ma venne bloccata improvvisamente all’ultimo minuto da una fiammata che le ustionò la schiena.
Fece un balzò all’indietro ringhiando di dolore, aggrappandosi all’asta della bandiera posta lì sopra.
<< Yo, donna cannone! Hai voglia di uno spuntino? Qui ci sono tre antipasti che ti faranno passare la voglia di mangiare! >>
La creatura si voltò.
L’Ice Crew era sotto di lei, con il suo nuovo look che mettevano orgogliosamente in mostra, quello da demone: dalla testa ai piedi, capelli compresi, la loro pelle era ricoperta da scaglie color verde scuro che la rendevano dura e resistente, le iridi degli occhi rosse che rendeva i loro sguardi ancora più minacciosi, le gambe erano diventate come quelle di un rettile, coda compresa, per permettergli di correre e saltare più agilmente di qualsiasi essere umano. I vestiti che indossavano erano uguali per tutti e tre come una sorta di uniforme, costituita da una maglietta amaranto senza maniche con cucito sopra il simbolo del fuoco, un paio di pantaloni viola scuro e una cintura di stoffa nera legata intorno alla vita.
Nessuno dei tre si trovava a disagio con quell’aspetto, anzi, ne erano addirittura felici.
Era quasi difficile riconoscerli, se non fosse stato per alcuni tratti del viso si sarebbe potuto pensare che fossero davvero delle creature infernali.
La donna pipistrello volò in picchiata contro di loro sfoderando gli artigli per ferirli, ma il trio la schivarono facilmente, e grazie alle doti fisiche acquisite poterono tenerle testa: MC Cobra correva più veloce del vento, tanto rapido da essere appena visibile; DJ Fist invece era forte quanto Ercole, il duro cemento si sbriciolava come frammenti di biscotto sotto i suoi pugni, e le fiamme prodotte dal respiro di Strike master Ice erano talmente incandescenti da fondere il metallo.
Gran bella cosa avere il Chi del Fuoco su cui poter contare.
<< Yo dude, questa qui è un osso davvero duro da spezzare, e io mi sto anche scocciando. Che ne dite la parola “fine” a questa noia mortale? >> disse Strikemaster Ice ai compagni riguardo l’essere che, nonostante in svantaggio numerico, seppe resistere ai loro continui attacchi.
<< Totalmente d’accordo fratello. All’attacco! >>
Simultaneamente, Ice, Cobra e Fist si fiondarono contro l’avversario partendo da tre direzioni differenti, ben sicuri di potercela fare: improvvisamente però, trovandosi a pochi passi dall’avversario, questo all’ultimo secondo volò in alto facendoli scontrare l’uno contro l’altro, ridendo diabolicamente. Il colpo fu tanto violento da lasciarli storditi; approfittando di questo loro stato la donna – pipistrello si fiondò su Cobra e tentò di divorarlo: il ragazzo scalciò e picchiò furiosamente per tenere lontana la bocca famelica dalla sua faccia, la pellaccia da demone lo salvava dall’essere trafitto a morte dagli artigli ma faceva comunque male quando lo graffiavano. DF Fist prese per le ali l’umana e la strattonò all’indietro per liberare Cobra, quest’ultima però lo afferrò con la coda alla vita e lo lanciò senza titubanza fuori dalla terrazza. Ice e Cobra videro il loro amico sparire oltre la balaustra di sicurezza… ricomparendo subito dopo senza un graffio addosso, galleggiando nell’aria e riatteranno al sicuro al centro del tetto.
<< è questo il modo in cui usate gli incredibili poteri che vi ho dato? Facendo la figura degli idioti? >> gli disse una voce contrariata.
Sospeso nel cielo, Drago fissava i suoi 3 scagnozzi con aria di superiorità, sfoggiando anch’egli un aspetto differente dall’originale: il completo nero era mutato in una lunga veste arancione scuro e viola dai bordi dorati, si erano aggiunte due piccole braccia sotto quelle normali e muscolose, oltre ad una lunga chioma di capelli viola scuro che lo avvolgeva quasi completamente.
<< Devo fare tutto da solo a quanto pare. >> sentenziò infine.
Dai 4 arti Drago sprigionò una luce bluastra che avvolse qualsiasi oggetto, annullandone la gravità e facendoli levitare intorno a sé prima di lanciarli uno dietro l’altro addosso alla donna che, presa alla sprovvista, venne colpita soprattutto alle ali che si strapparono come fogli di carta. Sprovvista del suo unico mezzo d volo precipitò nel cortile sottostante dopo un colpo violento allo stomaco, creando con il suo peso una profonda voragine.
Tentò di alzarsi, ma il demone non aveva finito con lei, con il suo nuovo potere la fece sbattere da una parte all’altra con violenza.
<< Visto quant’è in gamba mio fratello? >> disse fiera Winter, spuntando dal nulla.
<< Che era forte lo sapevamo già, ma come ha fatto a diventare così? >> chiese interdetto Ice.
<< Merito del Chi della Luna, con un incantesimo da me usato sono riuscita ad estrarlo dal cucciolo di Panda prima che voi 3 idioti finiste uccisi. >>
<< Ehi! Noi ci siamo quasi spaccati il culo per impedire a quell’ammasso di lardo di scappare! DJ ha persino rischiato di morire mentre tu giocavi! >>
<< Io giocavo?! Io mi sono data da fare quanto voi! >>
<< Basta litigare! Levati dai piedi! >>
L’avviso di Drago permise agli altri di schivare la grassona prima che atterrasse addosso a loro.
Interrompendo il flusso della gravità, la donna potè tornare libera di muoversi, ma i danni riportati non le davano questa possibilità. Il demone atterrò accanto a lei, impaziente di prendere il Chi, con una mossa disperata lei gli si lanciò contro per ucciderlo, venendo bloccata a pochi centimetri centimetro dalle quattro braccia di Drago.
Con uno schioppo secco le spezzò il collo, sentendo il corpo “rilassarsi” la lasciò cadere, priva di vita.
<< Winter, preleva il Chi e andiamo via da qui. Abbiamo già fatto abbastanza casino per oggi. >> disse Drago alla sorella, interrompendo il litigio ancora in corso con gli altri.
Sbuffando seccata, la ragazzina afferrò la chioma dei capelli della donna e porse la mano al fratello che la strinse a sé, facendosi avvolgere dalla luce che la giovane sprigionò dal proprio corpo insieme a due serpenti che morsero contemporaneamente sia lui che l’umana ai suoi piedi. I rettili risucchiarono una piccola sfera di luce viola dal corpo della morta che passò dapprima dal corpo di Winter e poi in quello di Drago, succhiando ogni molecola che lasciava dietro fino a quando l’incantesimo non ebbe fine.
L’umana era tornata normale, Drago si sentiva rinvigorito e soddisfatto di aver conquistato in un colpo solo due poteri demoniaci. Tutti lo osservavano increduli, ma l’ammirazione si trasformò in preoccupazione quando improvvisamente ringhiò di dolore, riassumendo le sue sembianze originali.
<< Ehi capo, cosa ti succede? Stai male? >>
<< No… sto bene. Il fatto e che il Chi dentro di me… non funziona. >>
 
 
PERSONAGGI:
Mr Hardman.  è una maestra di scuola elementare. Apparentemente sembra una donna seria e acida, ma in realtà adora i bambini e il suo lavoro più di ogni altra cosa.
Nel cartone animato viene mostrata come una donna che non crede nella magia e simili, ma lei stessa per un errore di uno dei personaggi principali diverrà un demone.


Mr. Winchester ( personaggio inventato):
Donna che appare solamente in questo episodio ( ispirata alla figura della Trinciabue del film Matilda 6 mitica ).
è cattiva, cinica, odiosa e molti altri lati negativi difficili da elencare, ha un orribile gusto per il vestiario e pare gestisca un orfanotrofio.
Sembra che conosca Winter ma non si sa come le due si siano incontrate, d'altra parte, sa bene che la ragazza è una bugiarda di prima categoria.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Fulmini leggendari ***


 Capitolo 5: Fulmini leggendari.
<< Signori e signore, rullo di tamburi: la vincitrice per l’ennesima volta è... Winter!! Grazie a tutti! >>
<< Stronzetta! Questa ce la paghi! >>
<< Sarà la centesima volta che vi devo pagare per avervi preso per il culo. Mettetevi l’anima in pace e ammettete che siete degli esseri inferiori. >>
L’Ice Crew si lanciò, per l’ennesima volta, all’inseguito della ragazza demone che scappò via.
Ormai inseguire Winter era l’unico “passatempo” disponibile dato che, riassunte sembianze demoniache non potevano andarsene per la loro strada.
Normalmente se ne sarebbero infischiati e avrebbero fatto di testa loro se solo Drago non avesse tanto temuto di venire scoperto, in quel caso li avrebbe lasciati andare a far baldoria senza problemi, infischiandosene del fatto di attirare l’attenzione… e soprattutto per starsene alla larga dalla vivace sorella. L’unico modo per uscire dal vecchiume della Vecchia San Francisco, a quel punto, era andarsene via di notte, al calar del sole, quando tutti erano a gozzovigliare nei divertimenti notturni come discoteche, gare clandestine e simili.
 
A proposito di Drago… il fatto di non poter utilizzare totalmente i suoi poteri aggiuntivi, ad esclusione di quello del Fuoco, era scioccante.
Per una ragione misteriosa, non poteva sfruttarli a piacimento come in passato, causandogli tra l’altro dolori lancinanti, nausea e febbre che duravano a volte anche una settimana intera. In realtà il Chi poteva usarlo, ma solo per mezz’ora al massimo.
Ma la cosa per la quale si stupirono di più fu la calma con la quale affrontò il problema. Ricordavano bene che quando gli andava storto qualcosa diventava intrattabile, incazzato nero per dirla tutta, dando la colpa agli altri del suo insuccesso. Stavolta, invece di spaccare ogni cosa per la rabbia, aveva ripreso gli allenamenti con dedizione e tranquillità, senza prenderla con nessuno. L’unica cosa che aveva chiesto loro era di non tornare più sull’argomento.
 
è così avevano fatto, costretti ad una quiete forzata che nella loro natura non si addiceva.
Quiete che di tanto in tanto veniva scossa dalla sorella, quella in salute e scalmanata.
 
Dopo l’ennesima volta in che gli aveva scocciati, la cercarono ovunque per darle una lezione: avevano già preso la loro dose di fregature da parte di una ragazzina e non ci tenevano affatto a farsi infangare il proprio dignità un’altra volta, soprattutto con una che era pure una demone.
Cobra ad un tratto fece segno ai compagni di fare silenzio: Winter stava a pochi metri davanti a sé, girata di spalle e intenta a leggere uno dei suoi libri di magia. Il ragazzo si avvicinò in silenzio di qualche passo prima di scattare rapido con la sua super velocità per balzarle addosso e acchiapparla.
O almeno, così credette.
In realtà, l’unica cosa che prese fu una tremenda botta in faccia, grazie al muro di ghiaccio che rifletteva l’immagine di Winter, seduta dalla parte opposta.
<< Il mio naso… >> mugugno lui dolorante, scivolando a terra, con la faccia incollata sul ghiaccio.
<< Lezione del giorno: mai credere alle apparenze. >> disse lei ridacchiando.
<< Totalmente d’accordo yo… >>
<< Apri le orecchie shrimp, tu non dovresti aiutare Drago, invece di “giocare”? >> le domandò Ice.
<< In questo momento vuole starsene da solo, andare a rompergli le scatole sarebbe come suicidarsi. Mio fratello è in modalità “calma prima della tempesta”: per un po’ se ne sta in disparte per meditare o allenarsi, poi riappare all’improvviso per scatenare lo stress accumulato. >>
<< Ecco perché D- man era sempre alla grande quando accendevamo i motori per una nuova missione. Yo, noi tre a malapena riuscivano a stargli dietro. >>
<< Chissà quanto vi siete divertiti a creare casini. >>
<< Divertiti? Io non la metterei su questo piano… >>
<< Winter. >>
Ad un tratto, Drago comparve richiamando l’attenzione della ragazzina. Tutti tacquero all’istante, aspettando di sapere la ragione della sua presenza.
<< Si? >> chiese lei intimidita.
<< I giochi sono finiti. >>
 
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Winter e L’Ice Crew raggiunsero il grande Capo che scrutava con aria seria la Nuova San Francisco davanti a sé dalla cima di quello che una volta era il Golden Gate Bridge. Aveva detto di seguirlo fino a là per parlare ma una volta sul posto non aveva detto alcunché, era quasi un ora che se ne stava in bilico sul vuoto a fissare la civiltà umana all’orizzonte, producendo un profondo brontolio.
<< Abbiamo un problema. >> annunciò ad un certo punto, rompendo la quiete.
<< Lo sappiamo D - man: tua sorella è una gran rompiscatole. >>
<< Ehi! >>
<< Mi riferisco ai contenitori viventi del Chi. Non ho avuto altre visioni in questo periodo, e i poteri del Cielo e della Luna non bastano per farmi raggiungere l’obiettivo prefissato. >>
<< Questo si che è un guaio fratellone. >>
<< E non è tutto: mi sono ricordato che due poteri demoniaci non sono entrati in alcun contenitore secondario dopo che li avevo estratti. >>
<< Cosa?! Come farai allora a ridiventare completo?! >>
<< Ho già pensato a questo sorella: trovare un sostituto. >>
<< Un… che cosa? >>
<< Intendo dire un potere simile a quelli “perduti”, tanto potenti da poter ricaricare la mia energia demoniaca. >>
<< Cool, questa si che è una grande idea boss. Ma… dove li troviamo questi “sostituti”? >>
Calò il silenzio: Ice aveva toccato il problema principale dell’idea di Drago.
Il demone in realtà non aveva la più pallida idea di dove trovare questa forza necessaria per il suo scopo.
Mai avrebbe pensato che avrebbe dovuto riattivare i Chi del Tuono e dell’Acqua, due degli elementi più forti in natura, proprio quelli che avrebbero causato più danni e distruggere con un colpo migliaia di mortali. Nessuno parlò, si doveva dare un suggerimento per aiutare il dragone ma le idee non venivano fuori, a rompere infine il silenzio fu Winter che schioccò le dita e corse senza dare spiegazioni all’interno di un negozio abbandonato per poi ritornare con in mano uno zaino marrone chiaro parecchio sgualcito e consumato da cui estrasse una curiosa maniglia di legno: il manico era intagliato a forma di vite, incastrato a metà in una pedana a forma romboidale su cui era incisa una rosa dei venti e i rispettivi punti cardinali rappresentati con delle gemme preziose di colore diverso tra loro; dietro invece erano incise delle parole in lingua araba.
Fece segno agli altri di raggiungerla, mettendo in mostra lo strano artefatto.
Mentre la raggiungevano, la ragazzina rimosse dalla porta del negozio il normale manico di ferro e inserì quello da lei preso: gli fece compiere un mezzo giro antiorario fino a quando la rosa dei venti non brillò per un breve istante, facendo scattare la serratura con un debole “click”.
Subito aprì l’ingresso… rivelando che l’interno non era lo stesso che si intravedeva dalla vetrina incrinata.
Winter entrò all’interno di una stanza enorme colma di soli altissimi scaffali, alcuni rovesciati a terra mezzi distrutti, con pergamene, libri e frammenti di fogli sparsi ovunque, sul tetto si potevano intravedere arazzi verde smeraldo con cucite sopra le immagini di mostri leggendari. Sottovoce gli altri commentavano l’assurdità di quella “roba”, Winter nel frattempo  esaminava i vari volumi sistemati fino a quando non tornò finalmente indietro tenendo sotto braccio un libro dalla copertina giallo oro, chiudendo la porta alle sue spalle e rimuovendo la maniglia dalla porta.
Drago l’afferrò per i colletto e la fissò serio:
<< Come accidenti hai fatto? >>
<< Chiave Universale, il mezzo perfetto per entrare in luoghi chiusi e lontani mille miglia. >>
<< E da quanto avresti questa chiave? >>
<< Da quando una volta dovetti scappare dalle tue incazzature. >>
Drago ruggì scocciato e afferrò il libro che la sorella aveva preso, notando che parlava principalmente delle leggende degli Indiani D’America; sfogliò le pagine ammuffite velocemente fissandole con una certa perplessità.
<< Non dirai sul serio? >> le chiese.
<< è l’unica idea che mi è venuta in mente, ma può funzionare. >>
<< Questa è roba che non ci è concessa toccare, dovresti saperlo bene. >>
<< Yo ragazzi, vorremmo capire anche noi il linguaggio demoniaco se non vi dispiace. >>
<< In parole semplici per voi scimmie sottosviluppate, so dove mio fratello può trovare ciò che vuole. >>
<< Sperando di non dovermi uccidere nel tentativo. >>
Drago lanciò il libro ai gangster che, incuriositi dalle foto, sfogliarono le pagine per capire il discorso: in quelle poche righe che lessero con attenzione si diceva che nell’Arizona esisteva, secondo una serie di racconti, un uccello leggendario capace di generare fulmini con il solo sbattere delle ali, venerato da molti pellirosse come una divinità sacra. Alcuni lo descrivevano come un condor mentre altri come un falco, una bestia che aveva come nemici i serpenti e svariati altri poteri come la trasformazione in essere umano.
<< O yeah! L’uccello del tuono! Una volta alle scuole medie ci ho fatto pure una ricerca! >> disse Cobra osservando l’immagine di un totem con l’effige di un volatile sulla cima.
<< Yo dawg, non vorrai mica dirci che una stupidaggine da pellerossa esiste davvero? >>
<< Invece si. Per quanto ridicolo sia, il potere di questa creatura leggendaria e ciò di cui ho bisogno. >>
<< Se è così figo, perché non sei entusiasta dall’idea? >>
<< Non è la bestia in sé a preoccuparmi, ma il luogo in cui si trova. >>
<< Non ami l’Arizona? >>
<< Non ama il territorio indiano: gli stregoni indiani  hanno sempre usato, prima della colonizzazione dell’”uomo bianco”, magia bianca per impedire ai demoni come noi di infettare la loro terra e la loro gente. Sono stati i pionieri di gran parte degli incantesimi benigni che gli stregoni bianchi usano oggi. Anche dopo la loro scomparsa, l’energia da essi lasciata protegge ancora il loro territorio. >>
<< Whooo dawg, praticamente è un suicidio per voi. Roba che ci lascia secchi. >>
<< E non è l’unica seccatura. >> aggiunse Drago mugugnando.
Prima che uno dei tre gangster potesse chiederne la motivazione, notarono che la sorella stava sorridendo.
Questo bastò per fargli capire il reale problema intenso dal capo.
<< Oh no! Non di nuovo! Stavolta non ci caschiamo! >>
 
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Inmacchina, l’unica a godersi il viaggio fu Winter, rilassata sul sedile passeggeri anteriore intenta ad ascoltare musica dall’iPode, felice di poter partecipare ad una nuova missione.
I ragazzi spiccicarono a malapena qualche parola, la sua presenza non li entusiasmava per niente.
In quel caso però Drago si era trovato costretto a portarsela dietro: quando Winter aveva solamente 10 anni, aveva trascorso due interi anni ad allenarsi da sola in quel territorio con lo scopo di sopravvivere al caldo torrido del deserto e per studiare i segreti della magia degli indiani per ricavarne dei contro incantesimi. Praticamente quel posto lo conosceva molto bene, due anni costretta a stare in una zona desolata dal mondo avevano dato loro frutti e sarebbe stupido non approfittare della conoscenza della ragazzina.
 
Raggiunsero Phoenix a tarda sera, quando il sole era ormai scomparso all’orizzonte illuminando con i suoi ultimi raggi di luce il cielo tinto di viola, arancione e rosa chiaro.
Fecero rifornimento di benzina e comprarono delle provviste, guidarono fino ai confini del deserto e stanchi per il viaggio montarono il campo, lontano da occhi indiscreti e possibili ficcanaso.
Per quanto il cielo notturno fosse meraviglioso con le sue centinaia di stelle luminose e le fugaci stelle cadenti dalla scia bianca che lo solcavano, nessuno si sentiva abbastanza “romantico” per restare sveglio a guardale, solo Winter riuscì a dargli una sbirciatina standosene sdraiata sul tetto del furgone.
<< Dovresti dormire, domani abbiamo molto da fare. >> Drago le apparve alle spalle, facendole notare l’ora tarda.
<< Lo so, ma non riesco a prendere sonno proprio per questo. >>
<< Non stiamo facendo una gita. Molto probabilmente dovremmo combattere. >>
<< Ehi, non ho paura. Sono pronta ad affrontare qualsiasi cosa. >>
<< Te l’ho già detto: sei troppo piccola per questo genere di cose. Non importa se hai 15 anni, non voglio che corri alcun genere di pericolo. >>
<< Ma che fratellone premuroso; non dirmi che stai diventando premuroso nei miei confronti. >>
<< No “sorellina”. Sono solo seccato dal pensiero che potresti cacciarti nei guai. >>
<< Per chi mi hai preso? Per una patetica ragazzina umana che non sa badare a se stessa? Ho il pieno controllo del mio Chi e mi sono rinforzata le ossa in questi anni. >>
<< Forte o no, questa sarà l’ultima volta che verrai con me. Quindi, goditela finché puoi. >>
Winter sibilò scocciata, quando Drago se ne andò gli fece un gesto con il dito medio, irritata da quella mancanza di fiducia nei suoi confronti.
 
Il mattino giunse presto, annunciato dall’afa già insopportabile dalle prime luci del giorno che rivelarono la maestosità del paesaggio, la Monument Valley: le Mesas, “edifici” naturali formati da roccia e sabbia dalla forma di torri dal colore rossastro, furono la prima cosa che il gruppo notò non appena si decisero ad affrontarla, distanti tra loro e immense in tutta la loro naturalezza, tempestando la pianura fitta di rovi e cactus. La valle non era così deserta come poteva sembrare a prima vista, le jeep sfrecciavano lungo il percorso sabbioso con il loro carico di turisti armati di videocamere e macchine fotografiche intenti a fissare con aria ebete gli unici indiani rimasti in zona, i Navajo.
Winter fissava il panorama con impassibilità.
L’eccitazione del giorno prima era sparita.
Le parole di suo fratello l’avevano irritata, la sfiducia nei suoi confronti l’avevano ferita nell’orgoglio; come ogni demone anch’ella non poteva sopportare l’idea di essere considerata debole. Avrebbe voluto che Drago non la trattasse in quel modo per tenerla lontana da chissà quali pericoli; ma fargli cambiare idea sarebbe stata praticamente impossibile. S’impose in ogni caso di tenere duro per affrontare la sua ultima missione… e poi, non era detto che sarebbe stata l’ultima.
Fratello maggiore o no, non esisteva una regola tra gli esseri demoniaci in cui i più piccoli dovevano rispettare le gerarchie familiari più alte come nel caso degli umani.
E con esso dunque le loro decisioni.
<< Cosa facciamo adesso? >>
<< I libro dice che le prime tribù indiane che avevano iniziato a venerare Wakinyan, uno dei tanti nomi dell’uccello del tuono, avevano costruito un Tempio di Pietra in suo onore dove poter svolgere le loro funzioni sacre in solitudine e tranquillità dopo che uno sciamano aveva predetto l’arrivo dell’uomo bianco nel loro mondo. Per scongiurare il possibile pericolo che potesse venire attaccato o distrutto dai nemici, demoni in particolare, venne edificato al sicuro all’interno del Pueblo de los Muertos. >>
<< Villaggio dei morti? Yo dude, questo non suona cool. Dove si troverebbe questo allegro posticino? >>
<< Nella Mesa Grande, la guglia più imponente di tutte le mesas. Praticamente vuol dire che potrebbe essere dappertutto. >>
<< Whooo! E te la spari così la notizia?! Ci saranno centinaia di ammassi rocciosi solo in questa regione dell’America! Non vorrai farci spaccare le ossa per ogni pezzo di roccia che troviamo? >>
<< Tranquillo brontolone, chiunque abbia scritto il libro si è premunito di mettervi anche una mappa. >>
<< Yeah, un viaggetto tranquillo era proprio ciò di cui avevamo bisogno. >>
 
5 ore dopo, Ice si pentì di aver detto quelle parole.
Il caldo soffocante e la polvere del deserto non erano il massimo per cercare qualcosa basato su nomi e leggende, per non parlare della totale mancanza di ombra e della costrizione forzata di risparmiare l’acqua. Vagare a piedi dopo che l’unico mezzo di trasporto era esploso per il troppo sforzo fu stancante, il panorama che apparentemente non cambiava mai era monotono e stressante, tranne quando i condor svolazzavano in tondo nel cielo e gli scorpioni zampettavano fuori dalla sabbia con i pungiglioni pronti per essere usati.
<< Viaggetto tranquillo avevi detto? >>
<< Taci tu… >>
<< Capo, quanto manca ancora per questo posto di schifo? Siamo stanchi, disidratati, e la terra scotta senza scarpe. >>
<< Come cavolo fate a sentire caldo con un Chi del Fuoco nel vostro corpo? >>
<< Forse non è così infuocato come vuole ci vuole far credere. >>
Una fiammata colpì MC Cobra in pieno, facendolo volare a quasi 3 metri da terra.
Drago odiava che si mettesse in dubbio la forza del suo Chi naturale.
<< Siamo arrivati ormai: la mappa dice che la Mesa Grande si trova proprio qui. >> disse Drago innervosito, chiudendo il libro con un tonfo.
Il gruppo si guardò intorno con perplessità, dato che intorno a loro non c’era assolutamente niente.
<< Drago, non voglio mettere in dubbio il tuo senso dell’orientamento, ma… sei sicuro che siamo nel posto giusto? >> le chiese la sorella.
<< Stai insinuando che non sono capace di seguire le indicazioni? >>
<< Sta insinuando che ci siamo persi D-man. >>
<< Non ci siamo persi! La mappa dice chiaramente che questo è il posto! >>
<< Guardati intorno dude, l’unica roba che può competere in altezza con una Mesa sono i cactus! >>
Drago ruggì furibondo, generando una colonna di fuoco dalle fauci.
Lanciò via il libro ed esplorò i dintorni, non solo per controllare la zona ma soprattutto per sfogarsi prima che finisse per incenerire qualcuno: non aveva fatto tutta quella strada per farsi prendere in giro da una stramaledetta leggenda indiana e da uno stramaledetto pennuto gigante che forse non esisteva nemmeno.
Nel frattempo, sua sorella e i tre gangster rimasero in disparte cercando di combattere il caldo con le due solo borracce d’acqua rimaste e di ingannare il tempo in qualche maniera: Ice lanciava piccole sfere di fuoco agli scorpioni e agli insetti per vederli agonizzare tra le fiamme, DJ afferrava delle pietre e le lanciava oltre l’orizzonte o verso in condor per abbatterli, Cobra e Winter invece giocavano a braccio di ferro.
<< Yo dawg… mi si sono carbonizzate le palle per la noia… >> disse brontolando il ragazzo biondo.
<< Fattele durare, perché mio fratello non ha intenzione di andarsene tanto presto. >> gli rispose Winter, mentre si sforzava per abbassare il braccio di Cobra.
<< Questa faccenda degli indiani si è rivelata una cazzata! Non c’è un cazzo qui! >>
<< Porta rispetto per i popoli antichi. Anche se adoperavano la magia bianca erano pur sempre dei gran maestri e non scherzavano mai sulle proprie origini. >>
<< E io ripeto che si tratta si tratta di una grande… gigantesca… strepitosa Cazzat… Haaaaaaa! >>
Improvvisamente, senza una ragione, la dura roccia desertica del terreno si ruppe, creando formando una vera e propria voragine che inghiottì tutti quanti, facendoli precipitare al suo interno in una cascata di terra.
La caduta fu di breve durata, l’atterraggio al contrario non fu tanto morbido; la collina di sabbia era dura come il cemento e tagliente a causa delle aguzze pietre che emergevano.
Doloranti e acciaccati si guardarono intorno per capire dove si trovassero, tentando di dissipare la nebbia impressa terra che aleggiava nell’unico tratto di luce proveniente dall’entrata “speciale” che illuminava una ristretta zona la massa oscura che li circondava. Drago e Strikemaster Ice lanciarono sfere di fuoco ovunque affinché il chiarore aumentasse fino a quando finalmente non venne rivelato quello che le ombre nascondevano: capanne di pietra di varie dimensioni e altezze ricoprivano un’area vasta quanto due campi da football, circondati da alberi secchi e rovi colmi di spine, altissimi totem con scolpiti animali sacri erano sistemati ai confini della città come una sorta di cancello, sfiorando di poco le immense pareti rocciose su cui si trovavano miliardi di dipinti rupestri che raccontavano come una storia la vita di coloro che avevano costruito quel luogo. Utensili, feticci e oggetti sconosciuti erano sparsi ovunque sulle strette strade simili ad un labirinto, rese impraticabili spesso dalle rovine di alcune costruzioni crollate da tempo.
<< La Mesa Grande… alla fine la mappa diceva il vero. >>
<< Questo affare…? Io non capisco dawg, questa non è una Mesa, ha la faccia di una caverna. >>
<< Forse un tempo lo era. Probabilmente col tempo è erosa lasciando solo questa caverna che, molto probabilmente, si trovava all’interno di una Mesa come le altre. >>
<< Non ho mai visto una figata di simile… >>
Winter sarebbe rimasta ad ammirare quel posto a lungo se Drago, afferrandola per il colletto della maglietta, non avesse cominciato a spingerla verso l’interno del Pueblo.
<< Abbiamo già perso fin troppo tempo. Andiamo. >>
 
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Nessunoavrebbe potuto notare la voragine situata in pieno deserto.
Troppo lontana da qualsiasi centro civilizzato o da una strada trafficata per turisti.
Eppure, in tanta desolazione, un viaggiatore solitario la scorse e gli si avvicinò, sorridendo malignamente nel vedere cosa si trovasse lì sotto e nell’annusare l’odore di magia che aleggiava dall’interno.
C’era però la presenza degli estranei che non lo rendeva particolarmente felice, arrivando ad infastidirlo.
 
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<< Ehi, che gli prende al vostro amico? >>
<< Il nostro compagno DJ Fist non ama i luoghi di questo genere. >>
<< Così grande e grosso… è ha paura dei cimiteri? >>
DJ Fist mugugnò preoccupato.
Continuava a guardarsi intorno con paura, fissando i rozzi mausolei che custodivano le spoglie scheletriche dei morti che li “abitavano”, motivo per cui la Mesa era stata ribattezzata Pueblo de los Muertos.
Strike master Ice e Mc Cobra incoraggiavano il compagno a farsi forza, assicurandogli che se ne sarebbero andati presto da quel lugubre posto impregnato fino al midollo di morte. L’esplorazione della caverna proseguì fino a quando non giunsero nei pressi di una costruzione somigliante ad un castello, imponente e circondato da totem più piccoli, tende indiane logorate e incensieri di terracotta che emanavano ancora dei profumi alquanto inebrianti. Winter tastò la porta che al contatto con le sue mani brillava di una debole luce verde chiaro in risposta ai deboli bagliori blu che fuoriuscivano dalle sue dita artigliate, Drago invece si irritò alla sola vista di quel verde brillante, arretrando di qualche passo.
<< Questo deve essere il Tempio di Pietra, il potere dell’uccello del tuono è sicuramente qui dentro. >> disse Winter.
<< Finalmente una buona notizia. Yo DJ, ancora un piccolo sforzo e poi ingraniamo la marcia per sgommare a casa. >> disse Cobra all’amico che sospirò rassicurato.
<< Non sperateci, dobbiamo ancora entrare dentro e non sarà un’impresa facile. >> replicò lei.
<< Yo shrimp, ti piace rovinarci la festa, non è vero? >>
<< Ehi, sto solo dicendo la verità. Credete che basterà bussare alla porta? Ci saranno sicuramente delle trappole qua in giro, oltre a quelle magiche. Dobbiamo essere cauti e… >>
<< Senti pulce, fammi un favore: chiudi per un po’ la bocca, you feel me? >>
<< Fermati idiota! >> a nulla valsero le proteste della ragazzina nel cercare di fermare Ice che incurante dei possibili pericoli aprì l’immenso portone con un calcio sfondandolo completamente. Tutti si bloccarono, aspettando che accadesse qualcosa di terribile dopo quel gesto avventato… nei 10 minuti successivi però nulla di anomalo rovinò la sinistra quiete che aleggiava lì intorno.
Il biondo ridacchiò soddisfatto, lanciando un occhiata vittoriosa a Winter.
Sembrava che avesse avuto ragione lui alla fine.
Una folgore interruppe bruscamente il momento di gloria.
Ice cadde mezzo incenerito da quel fulmine a cielo sereno venuto dall’interno del tempio, lasciando come testimonianza del suo passaggio solo il tuono. Con attenzione gli altri scrutarono l’interno ben attenti a non subire la stessa fine: situato al centro di una stanza ovale era situata una statua di legno alta quanto un essere umano dipinta sul busto e sulle braccia di rosso, blu e giallo, adornata in ogni parte con gioielli di rudimentale fattura e con un copricapo indiano provvisto di centinaia di piume d’aquila talmente folto da toccare il pavimento. Il dorso era munito di un paio d’ali spiumate enormi, in realtà erano un miscuglio di ali più piccole proveniente da varie specie di volatili unite tra loro in modo da formarne due più grandi; due zaffiri fungevano da occhi e un vero becco d’aquila era posizionato sopra le labbra, rivestito di oro come gli artigli alla base dei piedi che oltre ad essere splendide erano acuminate.
Le ultime particolarità della statua erano i segni magici incisi sul legno e l’uovo sistemato all’interno del bacino che sprigionava scintille elettriche.
<< Il potere del Tuono! Finalmente l’abbiamo trovato! >> disse Drago con un sorriso malevolo.
<< Direi che funziona ancora molto bene, il biondino è passato oltre con un colpo solo. >> disse Winter assumendo una falsa espressione dispiaciuta.
<< Non sono morto, razza di iettatrice! >> le urlò Ice rimettendosi in piedi, seppur malconcio.
<< Che peccato, speravo l’esatto contrario. >>
A quelle parole il ragazzo partì all’inseguimento della giovane demone che rideva divertita.
Drago nel frattempo aveva raggiunto la statua e la stava esaminando accuratamente: era chiaro che quella figura umanoide dai caratteri animaleschi non era altri che l’uccello del tuono sotto le false sembianze umane che egli poteva assumere per confondersi con i suoi seguaci, mentre l’uovo custodito dentro l’ultimo superstite di una specie ormai estinta. Non aveva idea se la creatura all’interno fosse viva o morta, l’elettricità che emanava ipotizzava che c’era la vita in quel sottile guscio bianco, però le ossa sparse intorno davano l’idea che niente avrebbe potuto accudirlo e proseguire la continuità della specie.
Respirava a fatica, per un attimo smise di respirare, ma non per l’aria viziata, bensì dalle particelle di energia bianca imprigionate nell’ambiente che lentamente lo stavano consumando dentro come una sorta di virus mortale.
Winter pareva non risentirne, la sua vivacità lo dimostrava.
Non si chiese come fosse possibile, non aveva tempo da perdere: presto sarebbe stato male… peggio di quanto non si sentisse al momento, doveva sbrigarsi se voleva rimanere abbastanza sano per assorbire quel potere.
 
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Losconosciuto si accorse che i viaggiatori avevano trovato il tesoro che fino a quel momento avevano bramato.
Ciò era male per lui, non era ciò che aveva programmato quando aveva deciso di mettersi alla ricerca della forza lì sotto celata.
Non gli avrebbe permesso di portarlo via.
Soprattutto, non gli avrebbe permesso di uscire vivi da lì.
 
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<< Volete piantarla di fare casino?! Anche in un cimitero dovete litigare voi due?! >>
<< Ehi dude! Frena i bollenti spiriti! Non è un casino mio questo! È questa peste che necessita di essere tenuta a bada! You feel me?! >>
<< Sei tu che sei un rompiballe! >>
<< O per tutti i…! Basta così! Winter, datti da fare adesso! Usa la tua magia e andiamo via da qui! O giuro sul mio Chi che vi seppellisco vivi qui sotto! >>
<< Ai tuoi ordini fratellone…. >>
Unaraffica di vento calmò gli animi alterati di fratello e sorella.
I tre umani non risentirono dello stesso effetto, non facendo caso all’improvvisa calma che pervase i due demoni.
Ma non era una calma normale quella, nel vento era stato trasportato qualcosa che aveva acceso in loro una sorta di allarme.
In pochi secondi la raffica si intensificò a tal punto che riusciva persino a spingerli via, un vortice si concentrò proprio all’interno del tempio sollevando detriti e polvere, persino la statua venne sollevata in aria come se si trattasse di una foglia secca, volteggiando su se stessa fino a quando non s’illuminò ed esplose.
La struttura che per secoli aveva resistito all’isolamento forzato crollò su se stessa come un castello di carte in un attimo.
Quando luce e polvere si dissiparono, lì dove prima si trovava la statua, al suo posto era comparso un gigantesco rapace dalle fattezze di un’aquila, ricoperto da piumaggio argentato e azzurro dalla testa fino alla coda, adornato da monili impreziositi con rubini e ambre rosa che paragonati all’oro delle catene che circondavano le zampe e il becco sembravano misere pietre senza valore.
Il rapace sbatté energicamente le ali per sgranchirsi, gracchiando rumorosamente e perdendo piume larghe quanto un braccio.
<< Shrimp… hai combinato tu questa roba? >>
<< Io non ho fatto assolutamente un cavolo…. >>
Il rapace di colpo scattò verso il soffitto della caverna contro il quale andò a sbattere, causandone la caduta di alcuni frammenti.
<< è qualcosa di peggio di un semplice errore da principiante: quello è l’uccello del tuono in carne e ossa! >>
<< Non avevate blaterato della sua estinzione? >>
<< Ho solo detto che non era sicuro che fosse esistito! Vi consiglio di muovere le chiappe se non volete morire! >>
Nessuno se lo fece ripetere, prima che la bestia si riprendesse e sprigionasse dal corpo fulmini se la diedero a gambe levate. Accecanti bagliori illuminarono a giorno l’oscurità dell’immensa caverna superando quella del fuoco creato dal demone dragone, seguiti da boati assordanti e dai violenti spostamenti d’aria causati dal volatile che, trovata la forza di volare, planò sopra il cimitero. Le tombe di coloro che avevano custodito la bestia non avrebbero protetto per sempre il gruppo, uscirne vivi appariva come un’impresa impossibile da realizzare.
<< Quella stramaledetta bestiaccia vuole stanarci con i suoi stramaledetti fulmini del cazzo. >>
<< Yo dude! Io ho già dato! Non voglio finire di nuovo incenerito! You feel me? >>
<< Nessuno di noi vuole morire biondino! Per nostra sfortuna quella creatura non è incline a farsi facilmente soggiogare da un demone! >>
<< Che bella notizia! Finire ammazzati da un leggendario pollo gigante e marcire in un cimitero indiano abbandonato! Yo ragazzi, questo si che è bel salto di qualità rispetto a 3 anni fa! >>
<< Leggenda o no, non ho intenzione di rinunciare ai suoi poteri! Ice, tu e gli altri prendete mia sorella e levatevi dai piedi! Solo io posso affrontare quel bastardo! >>
<< Io non ti lascio qui da solo fratellone! >>
<< Niente discussioni! Vattene via! >>
Drago ignorò Winter che gli urlava di non fare pazzie, ben deciso a strappare dalla carne di quel mostro il potere di cui esso era stato dotato.
I suoi artigli s’infiammarono e la sua bocca si riempì di fuoco, come frecce le scagliò rapide sulla leggendaria creatura la quale rispose sprigionando fulmini che lo mancarono ogni volta di un soffio, lasciando dei solchi neri al loro posto. Sfortunatamente per Drago, l’animale era troppo lontano per essere colpito con precisione e sarebbe stato così fintanto che avrebbe continuato a volare, d’altra parte, il suo Chi era ancora troppo debole per arrecare gravi danni.
Drago non aveva altra scelta: per sconfiggerlo doveva ricorrere ad ogni risorsa in suo possesso. è così, richiamando a sé il potere dei demoni che aveva ritrovato, si preparò a combattere.
Senza esclusione di colpi.
 
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<< Avanti ragazzina! Non fare la bambina! Vieni via da qui! >>
<< No! Mio fratello è nei guai! Non posso abbandonarlo! >>
<< D-man ci ha dato un ordine preciso! Non vogliamo finire nei guai per causa tua, you feel me? >> le proteste furono del tutto inutili, Winter non aveva alcuna intenzione di andarsene.
Si aggrappò saldamente ad un totem per impedire all’Ice Crew di trascinarla via tirandola per i piedi, affondando gli artigli nel legno marcio. Sebbene odiasse contrariare suo fratello questa volta non poteva proprio farlo, non voleva lasciarlo morire, consapevole che non stava bene. Con un colpo di coda si liberò dalla presa e corse in direzione della lotta che stava avendo luogo, a DJ Fist la catturò in un attimo, stringendola tra le braccia.
<< Yo piccoletta, sei davvero testarda! Non ti hanno insegnato ad aprire le orecchie con gli adulti? >>
<< Solo con quelli della mia razza, non con schifosi esseri umani! >>
<< Yo shrimp! Trattaci con più rispetto! Credi che ci stiamo divertendo a starti dietro? Se non fosse per te ora saremo con Drago a spennare quell’uccello del malaugurio! >>
<< Per essere dei gangster eseguite gli ordini come dei veri leccaculo! Scommetto che siete solo dei codardi! >>
<< Ritira subito quello che hai detto se non vuoi che ti spacchi i denti piccola stronzetta! Noi non siamo leccaculo! >>
<< Dimostratelo. >>
I tre non se lo fecero ripetere.
Lasciarono andare la ragazzina e corsero ad aiutare Drago, senza rendersi conto che Winter, imboccando una strada diversa, li stava seguendo.
 
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La mezz’ora trascorse in fretta, Drago fu costretto ad atterrare mentre anche il Chi del demone del Cielo s’indeboliva.
Si sentiva male.
Lo sforzo era stato più eccessivo di quanto avesse immaginato, si reggeva a malapena in piedi e le braccia gli dolevano terribilmente, incapace persino di alzarle per difendersi. L’unica arma che gli rimaneva era quella del Fuoco, il suo dono naturale, non era sicuro però di essere capace di sprigionare nemmeno una fiammella.
L’uccello del tuono nel frattempo si era appollaiato su un costone di roccia, occupato a scrutarlo. Per fortuna anch’egli si era fermato per riposare permettendogli così di riprendere fiato, il suo nervoso sbattere d’ali però non lo rassicurava affatto. Ad un tratto, un’enorme macigno colpì la bestia che stramazzò a terra con un gracchiare acuto, sollevando un denso polverone da cui uscivano lampi e saette.
<< Yo D - man, oggi è il tuo giorno fortunato: L’Icecrew is in the Hizzouse! >> esordì Strikemaster Ice, lanciando sfere di fuoco contro il volatile che tentò di riprendere il volo. Seguito a ruota da MC Cobra e DJ Fist, il trio affrontò senza paura il leggendario avversario sfruttando tutte le capacità che essi avevano a disposizione. Per quanto i fulmini li minacciassero costantemente, nessuno scappò via per mettersi al riparo, affrontando con coraggio e snaturata spavalderia quel pericolo antico.
<< Avevo detto a voi idioti di andarvene via! Non ho bisogno del vostro aiuto! >>
<< Scusa boss, ma siamo stati feriti nell’orgoglio, ed è nostra intenzione riscattarci a tutti i costi. >>
<< Fatemi indovinare: mia sorella vi ha insultato, non è vero? >>
<< Yo D – man, la piccoletta ha la lingua assai lunga. >>
<< Lo so fin troppo bene… E so anche che vi prenderò a calci nel culo se non mi dite subito dov’è finita! >>
<< Valanga in arrivo! >> improvvisamente, una massa di ghiaccio franò dall’apertura sulla sommità della caverna, travolgendo tutti quanti che finirono solo leggermente congelati.
<< Nessun uccellaccio si può permettere di maltrattare amio fratello! >>
<< Winter! Ti avevo detto di andare via! >> urlò Drago furioso.
<< E lasciarti qui da solo? Spiacente fratellone, non è mia intenzione fare una cosa simile. >>
<< E vuoi darci una mano ammazzandoci Yo?! Per poco non ci facevi fuori con la tua valanga del cazzo! >>
<< Tappati quella bocca umano! Nessuno ti ha interpellato! Adesso datevi una mossa se non volete che questa tomba indiana diventi anche la vostra: aggrappatevi all’uccellaccio! Se la stando a gambe! >>
Proprio come la ragazza aveva detto, la bestia si alzò in volo, diretta verso l’uscita della grotta, attratta dall’azzurro del cielo e dalla fresca brezza che spirava debole. Winter afferrò le catene poste alle zampe del mostro e si aggrappò saldamente, Drago e L’Ice Crew la imitarono, uscendo così insieme da quel terribile posto che crollò poco dopo su se stesso, cancellando ogni traccia di ciò che le tribù indiane avevano custodito per anni.
 
Il falco non perse tempo nell’esternare la felicità della libertà ritrovata, le piroette e i giri della morte che esso compieva erano una chiara dimostrazione. I “passeggeri” però non condividevano lo stesso parere, dondolando nel vuoto e temendo di precipitare da un momento all’altro.
<< Vogliamo scendere!!! >> urlarono contemporaneamente Ice e Cobra, aggrappati a DJ.
<< Qualcuno faccia atterrare questo gran figlio di… ! >>
<< Mantenete il sangue freddo! Vi assicurò che lo ammazzerò prima che lui possa ammazzare noi! >> disse Drago, aggrappando alla testa del falco che gracchiava continuamente.
<< Non per metterti fretta dude, ma se lo fai subito ci faresti un gran favore! >>
L’ennesimo giro della morte mise in pericolo le vite del gruppo: tutti ebbero un colpo quando videro Drago perdere la presa e precipitare. Un artiglio di ghiaccio che Winter generò fu la salvezza per lui, con una sola mano tenne sollevato il fratello rischiando anch’essa di cadere, la smorfia di dolore sul volto della ragazzina gli fece capire che doveva sfruttare quella chance per attuare ciò aveva avuto sempre in mente: prese lo slancio giusto per saltare nuovamente sul dorso del “pilota” e raggiungere la sorella che gli porse la mano.
<< Questo non vuol dire che ti devo un favore, sia ben chiaro. >> le disse.
<< Tranquillo, so bene che non lo farai. >> rispose lei sorridendo.
<< Come accidenti fai ad essere di buon umore in un momento simile? >>
<< Perché dovrei preoccuparmi di un problema, di cui son ben sicura, di risolvere senza fare una brutta fine? >>
<< Sei troppo ottimista. >>
<< E tu troppo pessimista. >>
<< Yo! Voi due! Se per voi demoni non è un disturbo, noi esseri umani vorremmo poter tornare a terra! Con le ossa intere possibilmente! >>
Un ultimo sguardo d’intesa convinse fratello e sorella ad agire: Drago si arrampicò fin sopra la testa del rapace un passo alla volta, resistendo alle scariche elettriche che le piume sprigionavano come cavi elettrici scoperti. Quando fu proprio in cima, si voltò indietro per assicurarsi che Winter fosse al suo posto pronta ad agire e quando ella gli diede l’ Ok, accecò il volatile lanciandogli del fuoco dritto negli occhi facendogli perdere in quel modo quota; fu proprio in quel momento che Winter affondò gli artigli nella carne all’altezza del collo dell’animale con una profondità tale che il sangue fuoriuscisse a fiotti, congelandolo all’istante per creare una sorta di rete che ricoprì ogni centimetro del suo corpo, fino a raggiungere le ali che rimasero aperte. Incapace di richiuderle o di sbatterle, l’uccello leggendario sprigionò fulmini e saette uno più potente dell’altro che illuminarono il cielo di un pallido bianco avorio, in quel modo però fece solo il gioco dello spietato demone: approfittando della temporanea cecità e dell’incapacità di muoversi, Drago potè avvicinarsi indisturbato al nucleo del potere della bestia situato all’altezza del cuore, pulsante di energia.
Bastò un colpo secco ben assestato e il petto dell’animale esplose in un fragore assordante, il corpo avvolto da lampi che lo rendevano una massa informe.
L’evento durò un attimo, breve ma al tempo stesso intenso.
Quando l’esplosione ebbe fine e il deserto recuperò la sua normalità, il gruppo si rese conto di essere giunto fino a terra sano e salvo, il rapace disteso sulla piana di roccia senza vita.
Drago non ebbe bisogno di Winter stavolta, assorbire il potere del Tuono prelevato con le sue stesse mani gli diede un immenso piacere, una sorta di soddisfazione personale. Si voltò verso Winter, la ragazzina aveva cominciato ad insultare L’Ice Crew per la sua scarsa partecipazione: guardandola gli sorse un dubbio che voleva al più presto appurare. Ovviamente, non aveva intenzione di dirglielo.
<< Winter, lasciali stare. È stata una lotta estenuante per tutti, ti consiglio di risparmiare il fiato per il viaggio di ritorno. >>
<< Come vuoi tu fratellone. >>
<< Inoltre, ti consiglio di fare meno la presuntuosa d’ora in poi, perché dovrai eseguire non solo i miei ordini ma anche quelli di Ice e degli altri. >>
<< COSA?! >>
<< Yo D – man, grazie per il regalo! >> disse contento Cobra, scambiandosi il cinque con DJ e Ice.
<< Oh avanti fratellone! Non puoi farmi questo! >>
<< è la punizione che ti meriti per avermi disubbidito. Ora cammina, a San Francisco faremo i conti. >>
 
 
Spiegazione dell'episodio: Salve a tutti amici lettori :)
questa sezione presente a fine capitolo servirà a spiegare, soprattutto per chi non conosce tale cartone, alcune cose riguardanti l'origine della fiction dal cartone animato da cui è stato preso: Le avventure di Jackie chan (titolo originale: jackie chan adventure).
In questa quarta parte spiegherò il motivo per cui i personaggi cercano i Chi.
SPOILER: nel cartone animato Drago deve trovare i Chi del demone.
Questi poteri risiedono all'interno di alcuni oggetti o amuleti usati da 8 guerrieri per intrappolare i suoi parenti, ma nell'atto dell'imprigionamento, una piccola parte di questa essenza demoniaca è rimasta "attaccata" in queste armi di prigionia e così per molti secoli.
Drago, nerl cartone animato, quando trova questi oggetti è in grado di rimuovere l'energia rimasta all'interno e di assorbirla... ma succede quasi sempre che prima viene assorbita prima da un altra persona ( o animale), come ad esempio nella Mr Harman citata nel capitolo "problemi in cielo" o il panda del "Prima missione".
Il quasi è riferito al fatto che solo 2 Chi non sono assorbiti da esseri umani: uno di questi è l'elemento del Tuono.
per risolvere questo problema mi sono inventata basata sulla leggenda indiana citata nel seguente capitolo. niente male, vero?
l'altro chi invece... è ancora un segreto.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Il talismano, il Chi e la fiera ***


 << Yo Grande D, si avverte l’assenza della piccola peste di tua sorella: si sta molto più tranquilli! >>
<< L’hai detto Ice – man. >>
<< L’unico motivo per cui stavolta mia sorella non ci ha seguito, anche se glielo proibito, è solo perchè non è un’amante dei luoghi caldi. >>
I quattro ammirarono il panorama desertico che li circondava.
L’Egitto del futuro non era cambiato radicalmente se non per qualche grattacielo e roba tecnologica a migliorare le condizioni di vita di quel luogo afoso perennemente illuminato dal sole che ardeva la terra e qualunque cosa si trovasse su di essa.
Dalla cima della Piramide Cheope nella piana di Giza, Drago e L’Ice Crew fissavano il territorio egiziano, tra le lontane figure dei turisti alla base della costruzione e gli abitanti del luogo che si spostavano a dorso di cammello nella città che assomigliava ad una qualunque metropoli urbana, ben lontana dall’ammasso di antiche costruzioni che costituivano un tempo la civiltà araba. Solo le piramidi, insieme ai resti dell’impero caduto dei faraoni che la sabbia lentamente faceva scomparire, erano rimasti immutati.
<< Yo D, ancora non ci hai spiegato per qual motivo ci troviamo in questo buco di mondo. Non è un bel posto per spassarsela dawg. >>
<< Una nostra vecchia conoscenza si trova attualmente da queste parti, indaffarata a rovistare fra le macerie della decaduta civiltà umana che popolava queste terre. Ho intenzione di fargli una visita di “piacere” e fargliela pagare per ciò che mi ha fatto passare anni addietro. >>
<< Ma non avevi detto di voler recuperare  prima recuperare il Chi? >>
<< Il mio intento è sempre quello. È questa persona, che lo voglia o no, mi aiuterà nell’intento. >>
I tre ragazzi avevano già intuito di chi si trattava e capirono che genere di vendetta intendesse il loro capo.
Agilmente cominciarono a discendere la piramide, saltando da un gradone all’altro con estrema cautela: a metà costruzione, un suono metallico giunse al sensibile orecchio di Drago che interruppe la corsa verso la vendetta. Prima di poter capire l’origine di quel suono, parte della parete vibrò e in un istante una larga porzione di mattoni ruotò dall’alto verso il basso come una sorta di porta scorrevole che “risucchiò” Drago e l’Ice Crew all’interno della piramide: il quartetto scivolò in un tunnel, completamente liscio e privo di un qualsiasi appiglio che impedisse loro di inoltrarsi nella pressante oscurità che li circondava. Quando finalmente si fermarono “approdarono” in un secondo corridoio più spazioso e dritto, ben illuminato da deboli raggi di luce che filtravano attraverso minuscole fessure nascoste nel soffitto.
 
Ad una prima occhiata notarono che non era una di quelle gallerie scoperte dagli archeologi, assente da segni umani che avessero alterato la pietra secolare. Vagarono nella tomba senza sapere dove andare, tenendo d’occhio ogni centimetro del luogo per prevenire qualsiasi trappola potessero incautamente attivare dopo centinaia di anni di inattività. Dopo un’interminabile girovagare, un portone di roccia ricoperto di geroglifici bloccò loro la strada, costringendoli a fermarsi.
<< DJ, a te l’onore di farci strada. >>
Il forzuto e silenzioso ragazzo si posizionò davanti al lastrone dipinto, si scrocchiò le dita e chiusi i pugni colpì con tutta la sua forza sovrumana il lastrone che si spezzò in due con un colpo solo. Il passaggio era aperto… e di conseguenza la botola sotto i suoi piedi che lo fece precipitare chissà dove.
<< Yo Fist! Stai bene amico? Dì qualcosa! >> gli urlò Cobra, ottenendo solo come risposta un grugnito seccato.
Ice e Cobra scesero nella trappola per recuperare il loro compagno, la fioca luce illuminava solo l’apertura, impedendo così di vedere da un palmo dal loro naso, tanto che Ice mise un piede in fallo e cadde sopra qualcosa che gli impedì di rialzarsi… il cui rumore assomigliava al sonaglio di un serpente.
<< Yo Dude, avremmo bisogno di un po’ di luce! Adesso! Subito! >> chiese il ragazzo, scalciando per allontanare ciò che provocava quel suono.
<< Mi avete scambiato per una torcia elettrica? Sbrigatevela da soli. >> replicò Drago schietto.
<< Ma porca miseria! Qualcuno muova il culo e venga a darmi una mano! >>
Un secondo scatto metallico risuonò all’interno, una striscia di fuoco saettò in prossimità di quel che sembrava una parete, emanando un forte odore di petrolio, le fiamme non erano vaste ma la loro luce fu capace di rivelare l’interno che le ombre celavano, ossia un’immensa distesa dorata che brillava quanto il sole, tempestato di pietre preziose da sembrare frammenti di arcobaleno, con alte statue a custodirli e scrigni colmi fino all’orlo a contenerli. Subito il trio esplorò la camera del tesoro, ammirando le monete d’oro che li ricoprivano fino al ginocchio e raccogliendo ogni meraviglia che capitava loro sotto mano.
<< Yo ragazzi, abbiamo fatto jackpot! Questa è una manna! >> urlò Ice, liberandosi dalle collane di perle che lo avvolgevano.
<< Questo si che è davvero cool! Niente sorelle minori tra i piedi, niente rompiscatole a spaccarci la schiena, solo un ricco premio con cui spassarcela! >> gli fece eco Cobra, tentando di prendere più monete possibili.
<< Umani… la vostra avarizia è pari solo alla vostra stupidità. >> commentò il demone disgustato.
<< Come dude! Non mi dire che non hai mai desiderato avere un bel po’ di grana da spendere come ti pare. >>
<< Non so cosa farmene dell’oro, ciò che voglio lo prendo e basta. >>  
<< Credevo che i draghi impazzissero per questa roba. >>
<< è roba che fanno solo i vecchi lucertoloni. >>
<< Ok boss, come vuoi tu. Vorrà dire che ci penseremo noi “umani” a spendere questa fortuna fino all’ultimo centesimo e… yo dawg, che ti prende? >>
<< Avverto un’intesa forza magica in questa stanza. >>
Drago, come se sentisse un odore particolare, seguì la pista emanata dalla energia che appariva ai suoi occhi come una debole scia luminosa fino all’altro capo della camera del tesoro, dov’erano situate due grosse statue di pietra dalle sembianze di leoni accovacciati con la criniera tempestata di diamanti e gli artigli di ferro puro, più una terza dalle fattezze femminili e il volto felino sotto forma di maschera dorata. Ma non erano i preziosi ornamenti ad interessare il demone, bensì la pietra ottagonale incastonata sul bacino della donna su cui si trovava rappresentato la figura di un gatto.
La magia proveniva da quel frammento di pietra.
Drago rimosse l’oggetto con una tale forza da rovinare la perfezione della statua.
Rigirò la pietra tra i suoi artigli, stupito di trovare un oggetto simile in un luogo antico come quello e chiedendosi come potesse essere possibile la sua presenza lì dentro. Aveva già visto qualcosa di simile una volta, sapeva a chi poteva appartenere, ma lo riteneva impossibile dato che potevano essere solo 12 gli esemplari di quel genere di cosa.
<< Tutto ok boss? >>
<< Non ne ho idea... Andiamo via da qui, abbiamo già perso fin troppo tempo. >>
<< E la nostra missione principale? >>
<< Muovete le chiappe invece di blaterare. Se volete prendere quest’oro fatelo pure, in fretta però, devo assolutamente tornare a San Francisco per accertarmi di una cosa. >>
I tre teppisti eseguirono l’ordine senza replicare: presero delle vecchie sacche gettate in un angolo della stanza riempiendole di oro e gioielli prima che Drago perdesse la pazienza, domandandosi cosa ci fosse di così importante in quell’oggetto che aveva destato il suo interesse, senza vedere nemmeno quali stessero raccogliendo. Un debole ruggito bloccò il loro avido lavoro, inizialmente credendo che si trattasse del demone si tennero pronti a replicare, vedendolo assorto nei suoi pensieri e sentendo quel verso continuare senza interruzione i sospetti crebbero facendogli venire i brividi lungo la schiena.
Contemporaneamente si voltarono verso la fonte del rumore, trovandosi faccia a faccia con i due leoni di pietra.
<< D-man…? >> quando Drago si voltò nel sentirsi chiamare, sgranò gli occhi nel vedere le statue dei due animali muoversi e ringhiare come veri esseri viventi.
Era una trappola.
Una trappola mortale posta di guardia solo per quella pietra.
Non aspettò che uno di loro lo attaccasse, fu lui a fare la prima mossa lanciando contro le fiere le pesanti statue situate all’interno per bloccare loro la strada e dar tempo sia a se stesso che ai suoi complici di risalire la botola prima che gli saltassero addosso per sbranarli. Nonostante la pesante corporatura schivarono agilmente le effigi dorate, i denti di avorio e gli artigli erano talmente affilati che la spessa pietra si spezzò facilmente, permettendogli così di allargare l’uscita ed inseguire il gruppo demoniaco: lo stretto corridoio percorso sembrava più lungo, forse a causa anche delle centinaia di trabocchetti che attivarono nella corsa rocambolesca per sfuggire a quelle bestiacce, tra lance, frecce infuocate e pareti che si chiudevano di colpo. D’un tratto il corridoio s’interruppe bruscamente con un solido muro, senza vie di scampo.
<< Siamo fregati! >>
<< Siamo morti! >>
<< Siete degli idioti! Non vi fermate! Continuate a correre! >>
<< Spiaccicarci contro un muro, effettivamente, è sempre meglio che finire sbranati dai leoni! >>
<< L’unica cosa di cui dovete avere paura è che sia io a sbranarvi! Fate come vi dico se non volete che vi spezzi la schiena! >>
Tra i leoni e il Demone, era decisamente meglio salvarsi da quest’ultimo.
Nell’augurarsi di non morire, i tre ragazzi continuarono a correre e concentrati com’erano da quel pensiero che non si accorsero della saetta che sfiorò le loro teste per infrangersi contro la parete che esplose, annebbiandoli la vista…
Accecati dalla sottile polvere non si resero conto della pendenza esterna della piramide, rotolando lungo il pendio senza riuscire a fermarsi prima di raggiungere terra. Altri fulmini saettarono nei dintorni incenerendo qualunque cosa colpissero, facendo rimbombare l’aria con l’eco dei tuoni che soppressero il ruggito delle statue viventi di cui, dopo pochi secondi, ne ritrovarono i frammenti sparsi ovunque sulla sabbia. Le parti dei loro corpi si muovevano ancora, tremando debolmente nelle dune nel tentativo di ricomporsi, ma finirono in briciole sotto i piedi di Drago, rinvigorito dal potere del Chi del Tuono. Il demone, con il muso allungato e i muscoli più vigorosi, ringhiò soddisfatto, senza aspettare che i suoi seguaci si rimettessero in piedi si mise in cammino, diretto a San Francisco.
 
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Winter sfogliava seccata il libro d’incantesimi proibiti senza nemmeno leggere quello che c’era scritto sopra.
Sibilava a denti stretti e saettava la coda biforcuta avanti e indietro.
Era davvero arrabbiata.
L’ultima settimana era stata davvero stressante, sopportare i tre esseri umani era diventata quasi un’impresa, soprattutto dopo che suo fratello le aveva vietato di torturarli e ordinato di conseguenza ( come cosa peggiore ) di eseguire ogni loro ordine.
Non poteva davvero credere che Drago l’avesse costretta a fare una cosa simile!
Con degli umani poi!
Era il massimo del disonore per un demone!
Era umiliante abbassarsi ad assecondare le loro assurde richieste, se solo Drago non fosse nei paragi ogni qual volta la sfruttavano come cameriera se ne sarebbe infischiata e se ne sarebbe andata via dopo una bella serie di insulti e magari anche un bel calcio nel sedere. Sfortunatamente quella tentazione doveva reprimerla, essere paziente finchè non fosse riuscita a far capire a suo fratello che lei era l’unica a potergli permettere il recupero di ogni Chi del Demone, anche se questo avrebbe voluto dire subire rimproveri e castighi.
Una sgradevole voce familiare la distolse da quei cupi pensieri, facendole notare che Drago e i tre idioti erano tornati dal viaggio in Egitto.
<< Allora? Com’è andata? >> chiese al gruppo, raggiungendoli.
<< Guarda e ammira shrimp. >> gli rispose Ice, svuotando insieme agli altri due compagni le sacche colme del tesoro egiziano.
<< Come puoi vedere baby, la fortuna ci ha reso fottutamente ricchi. >>
<< Yeah boy! È bastato che tu te ne stessi fuori dalle palle per avere questo colpaccio! >>
<< A me è bastato avervi fuori dalle palle per avere finalmente un paio di giorni tranquilli. Non ho sentito affatto la vostra mancanza. >>
<< Yo flea, la sensazione è reciproca, ma come puoi vedere a noi è andata molto meglio. >>
<< A me sembrate più rincoglioniti di prima. >> prima che si ingaggiasse battaglia, Drago ringhiò minaccioso e pose fine alla discussione, lanciando subito dopo alla sorella la pietra trovata nel tempio.
<< Tieni, un souvenir dalla Piramide di Cheope. >>
La ragazzina esaminò l’oggetto con curiosità: sfiorò la superficie ruvida con la punta delle dita artigliate per saggiarne i contorni e il disegno color arancio inciso sopra, lo alzò sopra la sua testa affinché i raggi del sole lo illuminassero, ammirando gli ideogrammi cinesi situati dietro. Qualcosa nella memoria della ragazza si mosse… un’immagine vaga legata a quel minuscolo frammento di roccia che le ricordava cose che aveva già visto… forse per un breve momento… forse in un’occasione di quando era piccola.
Scosse la testa consapevole che nessuna memoria della sua infanzia era chiara nella sua mente risalente al passato, decisa a concentrarsi sull’attuale situazione del presente.
<< Dove l’hai trovato? >> chiese incuriosita.
<< In una camera del tesoro situata all’interno della piramide, incastonata su una statua di una dea egiziana. Si tratta di un talismano magico. >>
<< Nonché a guardia di due leoni assassini… >> aggiunse sottovoce Cobra.
<< Uhm… La Piramide di Cheope a Giza, anche detta Grande piramide, è l'unica delle sette meraviglie del mondo antico che sia giunta sino a noi, nonché la più famosa al mondo. È la più grande delle tre piramidi della necropoli di Giza, vicino al Cairo in Egitto. Costruita, si presume, intorno al 2570 a.C., è rimasta l'edificio più alto del mondo per circa 3800 anni.
Pere sia stata eretta da Cheope della IV dinastia dell'Egitto antico come monumento funebre. All'interno, come per molte altre sepolture reali dell'antico Egitto, saccheggiate dai violatori di tombe già nell'antichità, non è stata trovata alcuna sepoltura e ciò ha fatto nascere un buon numero di teorie, fino ad oggi prive di reale fondamento, sul fatto che le piramidi non siano monumenti funebri. L'attribuzione della grande piramide a Cheope è deducibile dalla concordanza dei rilievi archeologici con i dati storici disponibili, costituiti dai libri dello storico greco Erodoto.
Quando fu costruita, la piramide di Cheope era alta circa 146,6 metri (280 cubiti egiziani) ed era pertanto la costruzione più alta realizzata fino ad allora. La sua altezza attuale è tuttavia di soli 138 metri e risulta essere pertanto di poco più alta della piramide di Chefren, alta 136 metri. Causa di questa perdita di altezza è probabilmente la rimozione del rivestimento di pietra calcarea che in passato rivestiva l'intera piramide, dovuto sia a fenomeni di erosione naturale, che alla rimozione delle pietre calcaree da parte degli abitanti del Cairo, che in passato sfruttarono le piramidi come cave di pietre….>>
Cominciò a dire fra sé e sé Winter, camminando avanti e indietro e gesticolando continuamente, fermandosi solo quando si rese conto che i ragazzi la stavano guardando con aria scioccata.
<< Bè? Che c’è? >>
<< Hizzle… Per un attimo ci è sembrato di ascoltare un documentario di storia. Cosa diavolo stavi farneticando prima shrimp? >>
<< Non stavo “farneticando”, bensì solo ripassando a memoria quello che ho studiato riguardo l’Egitto, o più correttamente, su una delle 7 meraviglie del mondo antico. >>
Il trio continuò a guardarla con perplessità, incapaci di dire qualcosa a proposito.
<< In parole povere ha più cervello di voi tre zucche vuote. Non dubitate mai dell’intelligenza di mia sorella, è 100 volte più informata di un’enciclopedia umana. >>
<< Yo, cioè una secchiona patentata. >>
<< Se per “secchiona” intendi dire “intelligente”, allora sì, lo sono. Mi piace studiare, tutto qui. >>
<< Ok Wikipedia, come vuoi tu. >>
Il trio decise di non approfondire l’argomento, soprattutto per non dover ascoltare la lezione di storia che Winter aveva ripreso dopo la breve interruzione, allontanandosi verso il suo nascondiglio per trovare le informazioni necessarie per scoprire quale mistero si celasse dietro quel talismano.
 
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Una visione avvisò Drago che un nuovo Chi era pronto per essere recuperato.
L’immagine del Demone dalla quale derivava fu ben evidente, ma proprio questo gli fece sorgere un tremendo sospetto.
Da solo raggiunse l’obiettivo che, come gli altri precedenti, si trovava nella nuova San Francisco: per un attimo immaginò che gli comparisse all’improvviso una persona con cui per molti anni aveva avuto il “piacere” di lavorare, pronta a mettergli i bastoni fra le ruote com’era sua abitudine fin dal giorno in cui si erano conosciuti per la prima volta. Stavolta però, ad attenderlo non c’era quella persona, ormai troppo occupata con il lavoro per preoccuparsi di lui, bensì un’altra sua conoscenza che gli avrebbe dato parecchi grattacapi.
 
Quanto tornò alla vecchia San Francisco era parecchio nervoso, il nuovo Chi sarebbe stato difficile da conquistare e aveva bisogno subito di un piano: prima di tutto voleva scoprire come quel talismano trovato in Egitto potesse esistere e che potere avesse; sapeva che esistevano 12 oggetti simili con raffigurati sopra gli animali dello zodiaco cinese e che appartenevano a suo Padre, generati dal suo potere dopo essere stato imprigionato da un potente stregone quando aveva tentato di conquistare la Cina.
Solo lui e altri membri della sua famiglia conoscevano questo fatto.
Tranne Winter.
Quello con sopra il gatto aumentava il numero a 13… ma non poteva essere possibile dato che tutti i talismani erano tornati al legittimo padrone e imprigionati con essi nella prigione millenaria dalla quale lui solo era scappato.
Vagò tra le rovine fino a quando non trovo L’Ice Crew intento a fare skatebord tra le rovine, chiedendogli dove fosse finita sua sorella.
Ovviamente non ne avevano la più pallida idea.
Alla fine, esplorando meglio le rovine, percepì il suo Chi che lo condusse dentro un vecchio condominio di quattro piani con tutti i balconi distrutti, le finestre in frantumi e le porte scardinate, conseguenza sicuramente dovuta al massiccio attacco che lui stesso aveva sferrato alla città nel passato.
In prossimità dell’ultimo piano sentì la sua familiare voce della e accelerò il passo.
La trovò all’interno di un appartamento dalle pareti quasi del tutto assenti, seduta su una poltrona marrone scucita e sgualcita all’interno di un piccolo salone provvisto di uno sgangherato tavolo di ferro, circondata da numerosi vecchi libri dalle copertine rovinate e antichi manufatti per svariati usi di ricerca, la testa china su una pergamena. Non si era accorta della sua presenza, gli dava le spalle e mormorava ad alta voce frasi scritte nel volume che teneva tra le mani, sicuramente per memorizzarle meglio. Drago rimase a fissarla in silenzio nel suo attento lavoro, ricordandosi di tutte quelle volte che l’aveva trovata concentrata nel meticoloso studio a cui aveva dedicato sempre gran parte del tempo e che le aveva garantito una vasta conoscenza su qualunque cosa…
 
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Un giovane Drago colse in flagrante una piccola Winter alle prese con un libro che era più grande di lei. Glielo prese dalle mani osservandolo senza interesse, ignorando le proteste della sorella.
<< Per una volta non potresti evitare di scervellarti in quel mucchio di cartacce? >>
<< A me piace leggere! >>
<< I demoni non perdono tempo a leggere. Noi distruggiamo e mangiamo gli umani. >>
<< è per questo motivo che sei stupido! >>
<< Che hai detto?! >>
 
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<< Sembra interessante quello che stai leggendo. >> le disse ad un certo punto.
Winter trasalì e si girò di scatto, generando dagli artigli delle punte di ghiaccio acuminate che ritirò subito quando si rese conto che era solo Drago.
<< Mi hai spaventata scemo. Come fai a muoverti di soppiatto con quelle zampe da T-Rex che ti ritrovi? >> chiese lei abbozzando un debole sorriso.
<< Semplice allenamento. >> si limitò a rispondere lui.
Drago si avvicinò alla “postazione” da lavoro della sorella, potendo così dare un’occhiata al testo che stava esaminando: sulle pagine erano raffigurati dei talismani somiglianti a quello che lui aveva trovato in Egitto, ognuno con un’accurata descrizione sul potere che essi possedevano.
Era praticamente a buon punto, ma una minuscola parte nella sua coscienza sperava che non scoprisse nulla di più, temendo che potesse cominciare a fare domande a cui non voleva rispondere.
<< Trovato qualcosa? >>
<< Consultando questo libro ho scoperto che esistono 12 talismani i cui poteri sarebbero stati generati da un demone stregone che 900 anni fa tentò di conquistare la Cina, quando venne sconfitto da un potente mago chiamato Lo Pei che lo trasformò in una statua di pietra...  >>
La preoccupazione di Drago aumentò, Winter stava leggendo la storia di Shendu.
Lei non poteva sapere che si trattava di loro Padre, Drago non aveva voglia di parlare di quel bastardo, se la giovane avesse voluto chiedere più chiarimenti a proposito.
<< C’è una lista qui che descrive esattamente questi 12 oggetti, ma del nostro amico gatto nessuna traccia. >>
<< Hai controllato bene? >>
<< Certo, per chi mi hai preso? Questo è il ventesimo libro che studio, ma fino adesso non ho ancora trovato niente. >>
<< Non è possibile, qualcosa ci dovrà essere! >>
<< L’unica cosa che sono riuscita ha fare e tradurre il testo inciso dietro. Dice: “Tutto scorre e tutto cambia: il tempo inesorabile conduce nel suo cammino alla vecchiaia. Ogni cosa una sola occasione avrà, ma il Gatto nove ne ridarà o nove ne toglierà”. >>
<< In parole povere? >>
<< Forse il suo potere consiste nell’alterare il tempo dato che lo menziona, ma ho provato di tutto e non è successo nulla di anomalo. E poi c’è questo numero 9… non so a cosa si riferisca. >>
<< Insisti, in questo momento ho bisogno di tutto l’aiuto possibile per riattivare i miei poteri. >>
<< Sto facendo quel che posso. >>
<< Non è abbastanza. >>
<< Ehi, niente male come posticino piccoletta. >>
Ad un tratto, nell’appartamento entrarono Ice, Cobra e Fist armati dei loro skateboard, i quali curiosarono in giro toccando ogni cosa nel salotto.
<< Questo è il mio rifugio! Non vi voglio qui! Levatevi dai piedi! >> urlò lei contrariata.
<< Yo ragazzina, è inutile che sprechi fiato con noi, non prendiamo ordini dalle pulci. >> le rispose Ice con un sorriso beffardo.
 << Yeah, al caso contrario sei tu che devi fare quello che noi ti diciamo: proprio ora ci è venuta una gran sete, vai a prenderci qualche birra. >> le disse Cobra spingendola fuori casa. Lei con un salto all’indietro ritornò alla sua postazione tra i libri, sibilando come un serpente.
<< Non sono la vostra cameriera! Sbrigatevela da soli! >>
<< Yo shrimp, ti ricordiamo che il grande D. ti ha imposto di eseguire ogni nostro desiderio, quindi muovi le chiappe. >>
<< Ho da fare adesso! Fuori dalle palle! A differenza di voi scansafatiche, io lavoro e mi rendo utile! >>
<< Siamo molto più in gamba di te mocciosa! Non osare insultarci! >>
<< Non ne ho bisogno, ci ha già pensato madre natura a insultarvi! >>
Strikemaster Ice e MC Cobra cominciarono a inseguire per tutta la casa Winter che, di tutta risposta, continuava ad insultarli, schivando sfere di fuoco e mobili che le venivano lanciati contro, rispondendo con palle di neve. Drago e DJ Fist rimasero a fissarli seri, ormai abituati a quei litigi così frequenti, decidendo di non intervenire perché tanto alla fine avrebbero smesso da soli, dopo esseri ko a vicenda.
Nessuno però avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe successo in quel litigio.
Nella confusione, Winter afferrò il Talismano del Gatto e lo puntò contro Ice urlandogli:
<< Se fossi più piccolo di me, te ne farei vedere di tutti i colori! >>
A quelle parole, quasi come se si trattasse di un incantesimo, il simbolo sul talismano s’illuminò e da esso scaturì un raggio arancio che colpì in pieno Ice, scaraventandolo contro una sgangherata libreria che gli crollò addosso.
Tutti rimasero a bocca aperta, increduli per ciò a cui avevano appena assistito.
Dovettero passare quasi 10 minuti prima che MC Cobra e DJ Fist si decidessero ad aiutare l’amico che da sotto le travi si lamentava: rimossero poco alla volta le tavole per evitare che qualche scheggia potesse ferire il ragazzo, balzando scioccati quando questo si rimise in piedi da solo.
<< Mentecatta che non sei altro! Volevi uccidermi per caso?! Questa volta non la passi liscia! >> le urlò.
Ma lei era troppo interdetta per rispondergli, così come i suoi compagni. Ice non capiva per qualche motivo lo guardassero in quel modo.
<< Yo ragazzi, cosa sono quelle facce? Siete diventati idioti per caso? >>
<< Ehm bro’… stai bene? >>
<< Certo. Perché questa domanda stupida? >>
<< Forse è meglio che ti dia un’occhiata… subito… >>
Seccato da tanta stranezza nei suoi confronti, Ice prese un frammento di vetro lì vicino e guardò il suo riflesso. Urlò spaventato da ciò che vide, cominciò a passare le mani su tutto il suo corpo drasticamente cambiato: aveva riassunto la forma umana… ma con le sembianze di un bambino.
I capelli biondi erano leggermente più lunghi, la corporatura muscolosa era diventata più gracile, il viso più tondo e anche di statura si era abbassato, mentre segni particolari come l’acne e il sopraciglio tagliato erano scomparsi. Persino i suoi abiti erano mutati, adatti soprattutto per la taglia di un bambino.
<< Che cazzo mi è successo?! Sono tornato moccioso! >> urlò questo scioccato.
<< è stato il Talismano…. Ora capisco il significato di quelle parole: “Tutto scorre e tutto cambia: il tempo inesorabile conduce nel suo cammino alla vecchiaia. Ogni cosa una sola occasione avrà, ma il Gatto nove ne ridarà o nove ne toglierà”.
Ci avevi visto giusto Winter, il potere che esso detiene è quello di modificare il tempo… inteso come anni. E a tal proposito, ad occhio e croce l’ha fatto ringiovanire di 9. >> sentenziò Drago, stupito quanto gli altri.
<< 9 come le vite di un gatto. Questo ha decisamente senso. >> disse Winter, rimirando il Talismano che teneva ancora in mano; Ice però era di tutt’altra opinione.
<< Senso un corno Yo! Non voglio rimanere un moccioso per sempre! Fammi tornare subito com’ero prima, razza di strega! >>
<< Potrei, ma in questo modo sei più adorabile. Preferisco lasciarti così. >>
<< Non dire stronzate Winter e fallo ridiventare adulto. >> a quelle parole, per la seconda volta il simbolo del gatto brillò e colpì come già aveva fatto il giovane umano, stavolta per farlo tornare ragazzo in forma demoniaca.
<< Hizzle, questa roba è davvero assurda. >>
<< Io dire inutile! Non ho mai visto una stronzata simile in vita mia! A chi può servire una roba simile? >>
<< A coloro che vorrebbero tornare giovani per caso? >>
<< Oppure a me… >> intervenne Drago con aria pensierosa.
<< Non mi sembri così vecchio boss, hai ancora una bella cera. >>
<< Non in quel senso idiota! Bensì per la prossima vittima a cui ruberò il Chi del Demone! Vi spiegherò tutto strada facendo. Quanto a te Winter… >>
<< Si? >>
<< Tu con noi non vieni. >>
<< Che palle… >>
 
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Il grande centro fieristico nella quale si erano appostati ricordava un cartone animato giapponese con tutte le bandiere e i palloncini colorati appesi ovunque, i cosplay, e le centinaia di collezionisti in giro per gli stand futuristici provvisti di display che presentavano la propria mercanzia. I nerd accorsero numerosi lì dentro per spendere in fumetti o gadget i loro soldi, perdendo gran parte del loro parte giocando ai nuovi videogame sistemati in alcune aree oppure agli stupidi quiz regolati dagli organizzatori; androidi somiglianti a famosi personaggi di giochi e cartoni vagano su e giù nell’ammirazione generale e ologrammi riproducevano in tempo reale quello che avveniva in altre zone della fiera.
<< Come mai ho la sgradevole sensazione che rischiamo di beccarci una figuraccia? >>
<< è l’esperienza… >>
<< Invece di preoccuparvi per stronzate simili, vi consiglio di prepararvi ad affrontare il prossimo “contenitore vivente” dato che sarà il più difficile da recuperare. >>
<< Il più difficile? Ma dici roba seria dude? >>
Facendo finta di essere mascherati come la maggior parte della gente partecipante, i quattro esplorarono con attenzione la fiera.
Chiunque li vedesse rimase affascinato, convinto che fossero solo costumi perfetti, qualcuno provò a chiedergli di potergli fare una foto ma rifiutarono con un semplice grugnito o secco “no”.
Improvvisamente Drago fece segno agli umani di fermarsi; insieme si appostarono all’istante dietro degli schermi televisivi in 3D per tenersi fuori dalla visuale del bersaglio bramato: a pochi metri si trovava un uomo che il gruppo conosceva bene, un grosso e alto giapponese con i capelli neri raccolti in un piccolo codino che sarebbe potuto essere perfetto come lottatore di sumo, indossava un paio di occhiali da lettura e una camicia arancione scuro che a malapena bastava a coprire la parte superiore della sua mole, la gente normale quando gli passava accanto sembrava minuscola.
Con le braccia che si ritrovava era sicuramente in grado di sollevare qualsiasi cosa e di spaccare qualunque cosa, per non parlare del fatto che metterlo KO era fuori questione avvantaggiato com’era… se non un impresa impossibile per un comune essere umano.
Per un demone soggiogarlo sarebbe stato un gioco da ragazzi… un demone adulto però.
E in forma al 100%.
E Drago non era affatto in forma.
Anche se quel grassone era molto più vecchio dall’ultima volta che lo aveva incontrato, e quindi meno capace di poter usare la sua forza sovrumana, Drago non si era scordato che era diventato un mago per compensare dopo tanti anni la debolezza della vecchiaia, capace di poter usare l’incantesimo scaccia-demoni, lo stesso che lo aveva imprigionato nella battaglia finale di tanti anni fa.
Doveva agire diversamente, altrimenti sarebbe stato di nuovo bandito dalla Terra e il Talismano probabilmente non lo avrebbe aiutato come sperato.
<< Quella palla di lardo dovrà pur avere un punto debole... >>
<< Yo D, non possiamo limitarci a spezzargli la schiena? >>
<< No, può usare la magia, è questo ci si ritorcerebbe contro. >>
<< Ma restare qui è roba da perdenti dude! >>
<< Lo so dannazione! Però non so cosa inventarmi! Che problema del cazzo! >>
<< Io ne vedo uno assai peggiore… >>
<< Che cosa… OH! PERFETTO! CI MANCAVA SOLO QUESTO! >>
 
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Winter aveva atteso l’arrivo di quella fiera da mesi, contando ogni giorno con impazienza solo per poter partecipare alla speciale esposizione dei videogiochi.
In quella edizione avrebbero presentato in esclusiva mondiale il nuovo episodio della serie di Silent Hill, il suo videogioco horror preferito in assoluto, rinnovato in grafica, gameplay… e soprattutto in mostri e sangue!
Adorava quel capolavoro anche se realizzato da esseri umani: la storia della città maledetta, la bambina indemoniata, il padre disperato che ammazza gli incubi… decisamente meraviglioso, una rappresentazione fantastica del male! Ogni volta che rimirava le immagini riguardanti la serie rimaneva incantata, soprattutto quando c’era il suo demone preferito: Piramid Head, l’unico mostro da cui si sarebbe fatta volentieri ammazzare per quanto era spietato, sanguinario e bellissimo.
Come lo era sempre stato del resto, e il nuovo re style lo rendeva ancora più strafico.
Solo per lui avrebbe fatto qualsiasi cosa, peccato che non fosse reale.
Strinse forte a sé il programma della fiera e corse a trovare il suo “idolo”, ma venne trascinata violentemente all’indietro e spinta a terra, ritrovandosi ricoperta da foglie finte e osservata male da quattro grossi lucertoloni.
<< Ti avevo detto di non venire! >> le urlò suo fratello furioso.
<< Che diavolo ci fate voi qui? Avete deciso di dedicarvi al cosplay per caso? >> chiese lei incredula.
<< Non cambiare discorso! Ti avevo avvertita che se ci seguivi di nuovo le avresti prese! >> replicò lui, afferrandola da dietro il colletto della maglietta e sollevandola. Winter si dimenò per scendere, seccata da tanta sfiducia.
<< Ma io non vi ho affatto seguito! Sono qui per puro caso! Non avevo idea che che dovevate svolgere la missione da queste parti! >>
<< Giuralo sul tuo Chi! >>
<< Anche sulla mia vita se necessario! >>
<< Yo yo yo shrimp, guarda che non siamo mica stupidi. Anche se hai la lingua lunga non ci incanti mica. >>
<< Tu invece la lingua non dovresti neanche averla. >>
<< Non cominciate a litigare voi due, non sono dell’umore adatto. In quante a te… considerati fortunata nel non avermi mentito perché te lo avrei fatto rimpiangere a vita. >>
<< Yo Boss, intendi dire che la nanetta sta dicendo la verità? Ma ne sei sicuro? >>
<< Ehi, sono nato prima di lei, non c’è verso che mi possa fregare, soprattutto quando tenta di mentirmi. Detto questo puoi anche andartene adesso cara sorellina, ci hai già fatto perdere fin troppo tempo. >>
<< Come vuoi seccatore, tanto mi “consolerò” nell’area videogiochi. >>
<< Non intendevo andartene alla fiera! Intendo dire al tuo rifugio alle rovine! >>
<< Scordatelo! Oggi presentano in anteprima mondiale il nuovo Silent Hill! Non ho intenzione di perdermelo! >>
<< Davvero? C’è per caso Piramid Head in questo episodio…. No, cioè! Non distrarmi! Fai come ti dico o…. >> prima che potesse concludere l’ordine, una lampadina gli si accese in testa bloccandogli le parole.
Guardò il gigantesco uomo giapponese, poi sua sorella e infine il talismano che teneva in mano, collegò i tre elementi ed ebbe un’idea. Ridacchiò soddisfatto e rivolgendosi con sua sorella, stavolta con calma, decise di metterla in atto:
<< Senti sorellina, ti farebbe piacere darmi una mano? >>
<< E me lo chiedi? Certo che sì. >>
<< Perfetto. >> i due si acquattarono, lei felice di poter essere finalmente di aiuto e lui soddisfatto di aver trovato una soluzione. L’Ice crew non capì quali intenzioni avesse il demone tanto da fargli cambiare idea circa “l’utilizzo” della sorella.
<< Lo vedi quel gigante lì in fondo? >>
<< Si? >>
<< Ebbene, quel ciccione ha un frammento del Chi del Demone della Montagna. Inizialmente avevo pensato di attaccarlo direttamente, ma quel guastafeste oltre alla sua stazza può contare anche sulla magia. >>
<< Ho capito: non vuoi rischiare di perdere il potere recuperato fino adesso o, nel peggiore dei casi, venire rigettato negli inferi. >>
<< Proprio così, ed è qui che entri in scena tu. >>
<< Io? >> Winter diede un’altra occhiata all’uomo che nel frattempo era stato raggiunto da una donna della stessa stazza e solo poco più bassa di lui, con un tipico kimono color panna dai motivi floreali dorati e due bambini che a differenza della coppia erano magri quasi quanto un grissino.
<< Cosa dovrei fare di preciso? >> si limitò a chiedere al fratello.
<< Attiralo con l’inganno in un luogo isolato e aspetta che io ti raggiunga, così potrai passarmi il suo Chi prima che lui tenti di fregarci. >>
<< Ottima idea, ma… non voglio fare la guastafeste… temo però che non sia così stupido da farsi imbrogliare facilmente. >>
<< Sei una brava attrice, non avrai alcun problema, soprattutto dopo che ti sarai sistemata a dovere. >>
<< Che intendi dire con… >> prima che la ragazza potesse concludere la domanda, Drago le mostrò il Talismano e capì che intenzioni avesse. Fece un saltò all’indietro rischiando quasi di finire addosso al trio che assisteva alla conversazione senza dire una parola; rifiutandosi di sottoporsi al particolare potere che esso generava.
<< Oh avanti, sarà questione di un attimo. >> insistette lui, cercando di puntarle contro l’oggetto.
<< Ma tu sei scemo! Non ci tengo proprio a tornare bambina! Chi mi assicura che questi tre ( o tu, non si sa mai ) poi non ne approfitteranno? >>
<< Winter, non fare la stupida e dammi una mano. >>
<< No! Non a queste condizioni! >> sentenziò Winter, dandogli le spalle e incrociando le braccia. Drago ovviamente non si rassegnava così facilmente, aveva previsto una reazione simile e aveva un asso nella manica per risolvere quel piccolo inconveniente, altrimenti non le avrebbe proposto un simile “affare”: si avvicinò e le mise un braccio intorno al collo, ignorando i brontolii e la faccia corrucciata che aveva, continuando a ridacchiare.
<< Suvvia sorellina, non vorrai abbandonarmi proprio adesso? >> le chiese, passando una mano tra i suoi capelli azzurri e fucsia.
<< Inventati un altro piano e forse non lo farò. >> si limitò a rispondergli lei.
<< Che peccato, e dire che quando eri piccola avresti fatto qualsiasi cosa per me. Non è vero mia piccola…. Teddy Bear? >>
L’Ice Crew si premette la bocca pur di trattenere le risate dopo aver sentito quel nomignolo diretto a Winter che, totalmente rossa in viso, era rimasta a bocca aperta con un’espressione di incredibile imbarazzo in volto. Il fratello la fissava divertito, lei gli sibilò arrabbiata e infine gli prese di mano il Talismano, non prima di averlo chiamato “stronzo” con tutto l’odio che poteva provare in quel momento, allontanandosi per trasformarsi in santa pace e per ignorare i gangster che alla fine non c’è la fecero più a trattenere le risate.
 
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<< Papà! Papà! Guarda là! C’è SuperMoose con i suoi aiutanti! >> disse estasiato uno dei bambini al gigantesco giapponese che non potè far altro che sorridere davanti a tanta gioiosità.
<< Possiamo andare a chiedergli un autografo? Ti prego, possiamo? >>
<< Certo bambini, andate pure. >>
<< Siii!! Grazie papà! >> urlarono in coro i due fratelli prima di allontanarsi correndo.
Il più piccolo involontariamente, nel tentativo di superare il fratello in quella breve corsa, andò a sbattere contro una bambina, cadendo insieme a terra e cominciando a piagnucolare per l’accaduto. Il fratello maggiore si fermò e tornò indietro per aiutare i piccoli insieme ai genitori che intervennero prontamente. 
<< Ti sei fatta male piccola? >> chiese la donna alla bambina che le rivolse uno sguardo triste: aveva più o meno 6 anni, i lunghi capelli castano chiaro con alcuni ciuffi arricciati parevano lisci come la seta, la pelle leggermente rosata morbida come una pesca e i grandi occhi verde smeraldo simili a pietre preziose luccicavano debolmente. Non disse una parola, si teneva le mani strette al petto e si guardava in giro con imbarazzo e paura.
<< Dove sono i tuoi genitori? >> le chiese ancora la geisha extra large.
<< Io non lo so… >> rispose finalmente con voce flebile.
<< Povera cara, ti sei persa a quanto pare. Tesoro, non possiamo lasciarla qui da sola. >>
<< Certo che no, ma sarà difficile rintracciare i suoi parenti in mezzo a tutta questa gente. >>
<< Mi scusi signore… >> ad un certo punto la bambina, con delicatezza, tirò la mano dell’uomo con le sue piccole dita per attirare l’attenzione su di sé.
<< La mia mamma mi aveva detto di andare in un posto se mi perdevo, dove ci sono dei signori con dei costumi azzurri e le stelline disegnate sopra. >>
<< Papà, questi signori si trovano al circo? >>
<< Ma no, sta parlando della guardiola con gli agenti di polizia, sicuramente è li che la staranno aspettando. >>
<< Voglio la mia mamma! Ho paura a stare da sola! >>
<< Tranquilla piccola, adesso ti riporto io dalla tua mamma. Tesoro, tu continua pure il giro insieme ai ragazzi, sistemo questa cosa e vi raggiungo subito. >>
<< Noi ti aspettiamo papà, non vogliamo divertirci senza di te. >>
 
“Perfetto, va tutto secondi i piani.” Pensò Winter soddisfatta mentre seguiva il ciccione.
Anche se non gradiva rivestire i panni infantili, il piano stava funzionando a meraviglia.
Tra poco suo fratello avrebbe avuto un altro Chi e la meta finale finalmente sarebbe stata più vicina… anche se ancora non l’aveva perdonato per aver pronunciato “in pubblico” il nomignolo con cui la chiamava spesso quando erano piccoli.
Si sentiva ancora nelle orecchie le risate di quei tre imbecilli umani e la cosa la scocciava parecchio. Si sforzò per apparire il più possibile innocente, una mossa sbagliata e il mago l’avrebbe mandata a marcire nell’eterna prigione dell’altro mondo con i suoi simili, possibilità che la inquietava molto.
Il luogo in cui la trappola doveva scattare era vicino, mancavano solo pochi metri quando avvenne l’imprevisto.
<< Finalmente ti ho trovata piccola mia! >> improvvisamente un uomo basso e grassoccio, dalla barba nera incolta, leggermente stempiato proprio sulla sommità della testa e con solo qualche paio di lunghi capelli neri legati a coda di cavallo, bloccò loro la strada comparendo dal nulla, sorridendo ad entrambi. Indossava una sgualcita camicia giallo canarino e un paio di pantaloni grigi provvisti di bretelle amaranto, insieme ad un paio di stivaloni da minatore e una giacca nera rattoppata.
<< Ti ho cercato per ore Sakura! Lo sai che ci hai fatto preoccupare parecchio? Non dovresti scappare via all’improvviso, in un posto grande come questo. >> disse lo sconosciuto, rivolto a Winter.
Chi cacchio è questo qui? Che accidenti vuole?” pensò lei perplessa.
<< Mi scusi, lei chi sarebbe? >> chiese il giapponese.
<< Oh, mi perdoni per la mia maleducazione: sono lo zio di Sakura, la bambina che sta con lei in questo momento. >>
“Cosa?! Ma questo è matto! Chi l’ha mai visto!?”
<< Non è vero! Questo vecchio signore io non lo conosco! >> replicò la ragazza, tentando di risolvere quell’imprevisto.
<< Non fare i capricci solo perché non ti ho comprato lo zucchero filato; non è facendo la monella che si ottengono le cose. >> rispose l’uomo, facendole col dito un gesto di rimprovero e allungando il braccio per prenderla. Ma il giapponese la tirò dietro di sé prima che la sottile mano dello sconosciuto la prendesse, guardandolo con sospetto.
<< Signore, ha una qualche prova che dimostri che questa bambina sia sua nipote? >>
“Oh, bravo ciccione. Toglimelo dalle scatole così che possa fare il mio lavoro senza problemi.”
<< Come osa dubitare della mia parola buon uomo? Ciò che insinua è molto offensivo. >>
“Ma stai zitto e vattene via!”
 
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Drago stava cominciando a spazientirsi: Winter non si faceva viva.
Si chiese cosa stesse combinando, non era di sua abitudine farlo attendere così a lungo, molto probabilmente aveva avuto dei problemi con lo stregone nonostante le sue false sembianze. Ordinò all’Ice Crew di restare nel luogo dell’agguato e andò a cercare la ragazzina: camminò a passo svelto tra la folla di mocciosi, scrutò ogni zona nel tentativo di rintracciare la sorella e alla prima occasione recuperarla.
La ricerca proseguì fino a quando non avvertì un senso di allarme: lui e sua sorella non erano gli unici demoni lì presenti, c’è n’era un altro lì nei paragi.
Dall’energia che emanava non era una vera e propria minaccia, sentiva chiaramente che era più debole di lui e dunque non costituiva un pericolo, ma non capiva cosa ci facesse un microbo del genere da quelle parti.
Decise di ignorarlo.
Ma più tentò di allontanarsi e più involontariamente se ne avvicinava.
Quando finalmente lo vide, con lui c’erano sia Winter che il giapponese.
 
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Winter non poteva sapere che Drago si trovasse lì vicino; se solo l’avesse visto avrebbe sicuramente approfittato della situazione per creare un poco di casino e consegnarli il Chi.
Quell’imbecille di un barbone le stava facendo perdere tempo, non le piaceva, la faceva innervosire, il grassone si stava insospettendo sempre di più e lei non poteva tornare alla sua vera età senza farsi beccare.
Se avesse potuto li avrebbe congelati tutti all’istante e ci avrebbe goduto nel farlo.
Persa com’era nei suoi pensieri, non si rese conto che l’aveva presa in braccio e stava per portarla via: il pericolo mise in allarme il suo senso di demone; non era il solito avvertimento che provava quando stava per finire nei guai, era bensì più minaccioso, che in vita sua aveva provato una sola volta. Fu proprio per quello che morse la mano dell’uomo per liberarsi e scappare via il più lontano possibile nonostante le gambe corte che in quel momento si ritrovava.
Non le piacque affatto quella fuga, ma si sentì costretta a farlo.
Dopo essersi chiamata “idiota” per centinaia di volte, una corrente calda la costrinse a fermarsi,  attirata dalle deboli particelle di energia magica che essa trasportò. Non appena smise di correre, si rese conto che non udiva o avvertiva più nulla intorno a sé, e questo perché ogni persona lì presente era stata tramutata di una solida statua di pietra, grigia e increspata e apparentemente priva di vita. Toccò gli umani pietrificati intorno a lei cercando di analizzare quella magia, per quanto potesse sembrare serio il danno in realtà non era così grave, in mezz’ora la roccia sarebbe tornata carne, solo non capiva chi potesse essere stato.
Dato che nessuno la poteva vedere usò il talismano per tornare normale, e prima di poter investigare su quel mistero una mano le afferrò la spalla.
 << Rilassati, sono io. >> le disse Drago.
<< Cazzo, mi hai fatto prendere un colpo! Smettila di venirmi alle spalle di soppiatto! >> replicò lei.
<< Frena la lingua e spiegami che cosa è successo. >> le chiese, indicando le persone incantate.
<< Non ne ho la più pallida idea. Avrei voluto fare una cosa simile, ma mi hanno anticipata. >>
<< Se non sei stata tu… questo vuol dire che è opera di quel demone… >>
<< Demone? Quale demone? >>
<< Credo che stia parlando di me. >> fratello e sorella si voltarono in direzione della voce che aveva risposto a quella domanda.
Lo stesso scocciatore che si era spacciato per un parente di Winter era comparso alle loro spalle, stavolta con un aspetto diverso da prima: barba e capelli erano diventati arancioni, oltre alla folta peluria sul mento e intorno alla bocca erano spuntati un paio di sottili lunghi baffi. I vestiti erano stati sostituiti da una lunga tunica simile a quella di un druido color giallo scuro con i bordi delle maniche, e la cintura di corda intorno al bacino, nero pece. La faccia allegra e fiduciosa aveva lasciato posto ad un sorriso diabolico per nulla sicuramente, proprio come la sua voce distorta e la sua reale natura.
<< Chi sei tu? >> gli domandò Drago minaccioso.
<< Sono onorato di fare la tua conoscenza figlio di Shendu, ho sentito molto parlare di te e delle gesta da te compiute. >> rispose questo con un inchino.
<< Ti ho domandato chi sei, vecchio. Non m’interessa sapere che sei un lecchino. >>
<< Chiedo perdono per il mio comportamento, ma non mi sarei mai aspettato che un giorno avrei incontrato l’erede degli 8 demoni stregoni. Il mio nome è Lanet Kum, e sono un demone proprio come te. >>
<< Davvero? Eppure qualcosa in te non dà verità alle parole appena pronunciate. >> replicò Winter sospettosa. A quelle parole il tizio le ringhiò minacciosamente, mostrando i denti aguzzi.
<< In ogni caso, se tu sei un demone, cosa diavolo vuoi da noi? >> gli disse Drago.
<< Desidero solo offrire il mio contributo per la causa alla quale combatti: so bene che sei alla ricerca dell’essenza vitale dei tuoiparenti e io posso semplificarti il lavoro. >>
<< E in che modo? >>
<< Guardati intorno: credi che gli umani si siano pietrificati da soli? Certo che no, è opera mia questa. Io sono in grado di pietrificare qualsiasi essere vivente, che sia un minuscolo insetto o un gigantesco elefante… gli umani  sono gli animali più semplici da soggiogare, quasi un passatempo. >>
<< Anche se la cosa m’interessasse, tu cosa ci guadagneresti? >>
<< L’onore di poter servire uno dei demoni più potenti del mondo è la ricompensa migliore che si possa desiderare per un vecchio come me. >>
Drago fissò serio il demone che aveva davanti a sé e riflettè.
Winter fissò entrambi per cercare di capire cosa stessero pensando.
Da parte sua, di quel loro simile non si fidava affatto, le sue motivazioni non erano credibili e tanto meno l’aiuto che esso offriva con apparente “fratellanza demoniaca”. Purtroppo la decisione di accettare o no la sua offerta non spettava a lei e la risposta di Drago non si fece attendere oltre.
<< Ho già tutto quel che mi serve. Non ho bisogno di un vecchio per raggiungere i miei scopi, puoi anche levarti dai piedi. >>
<< Pensaci bene, perdi un’offerta preziosa. >>
<< Lascio più che volentieri. >>
Winter a stento trattenne un sorriso soddisfatto mentre insieme a suo fratello se ne andavano per la loro strada: nessuno dei due si voltò indietro per vedere l’espressione offesa del vecchio e le mani congiunte tremare di rabbia.
<< Yo D – man! Attento al culo! >> gli urlò Strikemaster Ice quando questo comparve davanti a lui.
Drago fece in tempo a scorgere con la coda dell’occhio qualcosa che giungeva rapido alle sue spalle e a gettarsi insieme alla sorella a terra prima che potesse colpirlo, rendendosi conto che si trattava  di quattro sottili e affilate lame intrise di magia nera, quando queste andarono a conficcarsi in una statua di Star Wars .
Si voltò rapido e vide che da quattro delle dita di Lanet Kum spuntavano le stesse lame che di poco l’avevano sfiorato, generate dalle carne che pulsava e secerneva una sostanza nera - bluastra fluida che riconobbe come sangue… ma di un mezzo demone.
 
Il sangue di un demone puro era dello stesso colore di quello umano, l’unica differenza risiedeva nel minuscolo particolare che era ricoperto di “macchie” dorate che ne confermavano la perfezione. I mezzi demone invece avevano il sangue che ricordava la pece, perfetto per rappresentare degli abomini come loro, nati dal lussurioso desiderio di coloro che si fecero incantare dall’allettante carne delle vergini donne umane.
Drago aveva sentito da suo padre varie storie riguardanti i mezzi demone, alcune macabre come la loro uccisione alla nascita o più spaventose riguardante terribili torture inferte a quei pochi esemplari che erano riusciti a sopravvivere e che vennero poi usati come schiavi.
Non ne aveva mai incontrato uno in carne e ossa in vita sua.
Ma soprattutto non ne aveva mai incontrato uno vivo che poteva testimoniare la loro esistenza.
L’Ice Crew raggiunse Drago e Winter prima che nuove lame potessero colpirli.
Tutti e cinque si tennero pronti a combattere, per quanto anomalo quel tizio non li spaventava affatto, al contrario, con la sua aggressività li spronava a reagire allo stesso modo.
<< Ho sbagliato a sottovalutarti, figlio di Shendu: ti credevo uno sciocco ragazzino viziato, e invece hai più cervello di quanto avessi immaginato. >>
<< Questo dimostra quanto la spazzatura come te sia stupida. >>
<< Silenzio! Per secoli ho dovuto sopportare insulti simili… ma ora basta! Non intendo sopportare oltre questa mancanza di rispetto! >>
<< Rispetto? Gli abomini non meritano rispetto. >>
<< D’ora in avanti questo dovrà avvenire invece! >>
<< A sì? E in che modo? Sentiamo, sono proprio curioso di saperlo. >>
A quelle parole Kum tornò a sorridere diabolicamente, come se si aspettasse una domanda simile: scioccò le dita e accanto a lui apparve il giapponese pietrificato, talmente immenso con la sua stazza da sembrare una montagna.
<< Il Chi della tua famiglia è uno dei più potenti che sia mai esistito nella nostra razza. Sono davvero rari i demoni che hanno raggiunto un simile livello tanto da essere paragonato a quelli degli dei antichi. Sarebbe un vero peccato lasciare marcire i frammenti della loro forza in miseri corpi umani, non credi? >>
Drago ruggì talmente forte da costringere L’Ice Crew e Winter a tapparsi le orecchie per non finire assordati. Poi si lanciò contro di lui per colpirlo con i suoi artigli, ma quest’ultimo lo schivò prima che ci riuscisse.
<< Quel Chi non sarà mai tuo! Solo io ho diritto di possederlo! Non permetterò alle tue luride mani di toccare la pura forza di un demone completo! >>
<< Troppo tardi. >>
Il modo in cui quelle parole vennero pronunciate non annunciò nulla di buono.
Prima che Drago potesse anche solo pensare di saltare alla gola dello “sgorbio” si rese conto che il giapponese ciccione aveva all’altezza del petto il segno di quattro artigli ancora fumanti. Scioccato si voltò in direzione del mezzo sangue a poca distanza da lui, circondato da un alone di luce viola.
<< Preparati figlio di Shendu, presto saranno quelli come te a dover ubbidire. >>
 

PERSONAGGI:
Tohru:
il nome di questo personaggio non viene menzionato nel capitolo, ma è di dovere spiegare almeno la sua identità.
è uno dei personaggi principali del cartone animato, inizialmente era schierato dalla parte dei cattivi e dunque continuava a lottare contro gli eroi originali, ma verso la fine della prima stagione si redime e diventerà uno dei buoni. Nel corso delle serie diventerà una specie di apprendista stregone e otterà il grado di mago proprio quando riuscirà a sconfiggere Drago. Tohru è un grosso lottatore giapponese, chi lo vede potrebbe pensare che faccia Sumo ma, ironicamente, dice che è troppo "piccolo" per praticare questa arte di lotta. è stato contaminato in un episodio dal Chi del demone della montagna


Spiegazione dell'episodio: Salve a tutti amici lettori :)
questa sezione presente a fine capitolo servirà a spiegare, soprattutto per chi non conosce tale cartone, alcune cose riguardanti l'origine della fiction dal cartone animato da cui è stato preso: Le avventure di Jackie chan (titolo originale: jackie chan adventure).
In questa quinta parte spiegherò la presenza del talismano.
Come avrete letto in questo capitolo, Drago conosce questo oggetto per suo Padre usava 12 oggetti simili come fonte di potere.
in realtà questo tredicesimo oggetto non esiste nella serie animata, è una mia invenzione che ho usato per la storia e che solo in futuro scoprirete da dove proviene :P
il gatto non fa parte dello zodiaco cinese, ma secondo la leggenda quando Buddha scese sulla terra per portare 12 animali nel regno celeste per farli conoscere agli altri dei, il topo ( uno dei segni) fece si che il gatto non venisse a sapere del grande onore che la divinità aveva riservato a queste bestie, poichè invidioso della sua bellezza.
quindi, quando il gatto non si presentò per essere condotto tra gli esseri celesti, al suo posto venne scelto il coniglio.
pare che sia questo il motivo per cui tra topi e gatti ci sia molta inimicizia.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Il mezzo demone ***


 Capitolo 7: Il Mezzo Demone.
Ice, Cobra e Fist da ragazzini ne avevo guardati di cartoni animati giapponesi con protagonisti demoni e mezzi demoni, tipo Inuyasha tanto per fare un esempio, e di certo non si sarebbero mai immaginati che un giorno nella loro vita li avrebbero incontrati realmente.
O di diventare loro stessi dei demoni.
Certe cose si potevano solo fare per finta, normalmente, in particolare quando si è ancora dei bambini e si crede a qualsiasi cosa vista in televisione o raccontata nei fumetti. La falsità della fantasia che diventava realtà faceva venire i brividi, una roba che sconvolgeva ogni credenza del genere umano sostenuta fino ad allora.
 
Ma demoni o non demoni, avevo imparato che avere a che fare con questa gente voleva dire rischiare continuamente di morire.
Era sempre il primo degli obiettivi di quei folli mostri.
Non avevano delle vere e proprie preferenze per uccidere, qualunque cosa tranciasse la carne o tagliasse di netto la testa a loro andava bene, forse la loro arma preferita era la furia bestiale che potevano sfoggiare solo con affilati artigli o denti squarta carne. Dovevano ammettere che non disdegnavano i loro metodi animaleschi, ma loro “semplici” esseri umani preferivano limitarsi alle tecniche di arti marziali.
Almeno fino a quando non li usavano contro di loro.
 
Il mezzo demone aveva scelto di giocarsi il jolly per assicurarsi la vittoria: il Chi del Demone della Montagna forse non garantiva un vero e proprio potere da usare come il fuoco, il tuono o il ghiaccio… ma il fattore “muscolare” faceva decisamente la sua sporca figura.
Cominciò ad ingigantirsi e a trasformarsi, la sua pelle diventò verde scuro e venne ricoperta da scaglie bianche che sembravano macigni, le labbra divennero enormi e carnose e gli occhi rosso sangue. Quando il mutamento ebbe fine un gigante si ergeva davanti a loro, talmente alto che la testa si scorgeva a malapena, i piedi invece si vedevano fin troppo bene, soprattutto quando tentarono di schiacciarli: la forza generata dal loro impatto scosse la terra a tal punto che gli abitanti di San Francisco si convinsero che ci fosse un terremoto in atto.
Il gigante rise raucamente mentre avanzava e distruggeva la fiera.
<< HA! HA! HA! Questo Chi è davvero formidabile! La tua famiglia ha davvero una forza straordinaria Drago! Non mi sono mai sentito così bene in vita mia! >>
<< Goditi finché puoi questa sensazione, perché adesso ti prendo a calci nel culo! >> gli rispose Drago, compiendo un salto così alto che arrivò all’altezza della sua faccia, ruggendogli addosso una rovente fiammata. Prima che il fuoco potesse anche solo sfiorare la pelle del gigante, questo con un banale schiocco di dita lo colpì talmente violentemente da farlo volare via e precipitare dolorosamente al suolo.
<< Brutto vecchiaccio! Adesso ti faccio vedere io di che pasta siamo fatti noi demoni completi! >> gli urlò Winter, generando dalle sue mani affilati aculei di ghiaccio. Prima che potesse aggredire il nemico, Cobra l’afferrò per la coda bloccandola.
<< Yo girlfriend! Cosa pensi di fare stupida?! Un microbo come te farà solo la fine degli insetti con quell’ammasso di lardo! >>
<< Io non sono debole come voi umani! Spaccherò la faccia a quel bastardo prima ancora che voi possiate rendervene conto! >>
<< Non hai visto cosa ha fatto a D-man?! Cosa pensi di ottenere tu a differenza di lui?! >>
<< Qualunque cosa! >>
Detto questo, Winter si liberò e corse in direzione del gigante, seguita a ruota dall’Ice Crew che inutilmente tentò di fermarla, venendo intercettato da Kum che per poco non li schiacciò.
<< Yo boys, facciamo vedere a questo figlio di puttana di che pasta siamo fatti. >>
 
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Winter non si voltò indietro nemmeno una volta per vedere cosa stessero combinando i 3 umani. Quel che più le interessava era fermare quello stronzo e sottrargli il Chi del Demone della Montagna.
Anche se era grande grosso e forte, il traditore era soprattutto lento, elemento importante che avrebbe dovuto sfruttare se voleva fregarlo. Scalò il mostro passando per le spalle, distratto dall’intento di voler schiacciare i tre umani che lo stavano sfidando non la notò, aggrappandosi saldamente alla veste strappata i cui frammenti dondolavano al minimo movimento fino a quando non raggiunse finalmente il collo scoperto a cui diede un profondo morso dopo aver spalancato completamente la bocca.
<< Ehi! Ma che diavolo…? Via da qui, zanzara! >> disse Lanet, sentendosi pungere.
Notò la ragazza e afferrandola per l’estremità della coda la lanciò via.
Winter venne presa al volo da Drago che, sfruttando il potere del Chi del Demone del Cielo, planò rapidamente al suolo sfruttando le ali da pipistrello che gli spuntavano dalla schiena.
<< Tutto bene? >> le chiese mentre richiudeva leggermente le ali.
<< Frastornata, ma intera. >>
<< Dì un po’, sei impazzita per caso? Cosa pensavi di fare? >>
<< Aiutarti imbecille. Ti fa tanto schifo una mano da parte mia? >>
<< Facendoti ammazzare non servi a niente! Usa un po’ di cervello la prossima volta! >>
<< Guarda che a differenza di te il cervello lo uso, testa calda! Invece di fiondarmi contro il pericolo con l’alta probabilità di rimanere uccisa come fai tu, penso alla strategia migliore per non diventare spezzatino! >>
<< Stai insinuando che sono stupido per caso? >>
<< No, lo sto affermando! >>
Il litigio venne bruscamente interrotto dall’arrivo improvviso del gigantesco pugno del mezzo demone, il quale costrinse fratello e sorella a schivarlo per non venire schiacciati. Li raggiunsero nello stesso momento L’Ice Crew, ansimando pesantemente per lo sforzo dovuto nel vano tentativo di abbatterlo. Furono costretti a scappare, inseguiti dal gigante che rideva a crepapelle come un folle che aveva perso il lume della ragione. Non sprecò energie per tentare di catturarli, si limitò a inseguirli di proposito per lanciargli frammenti di cemento.
<< Yo D-man, per essere spazzatura come tu lo chiami, è davvero un bastardone! >>
<< è solo merito del Chi, senza di esso non è che un patetico insetto! >>
<< Sarà patetico… ma adesso ci sta facendo un culo come una capanna! >>
<< Tranquilli ragazzi, non appena il veleno avrà effetto, potrete fargliela pagare quanto vorrete! >>
<< Veleno? Quale veleno? >>
Improvvisamente Lanet Kum cominciò a tentennare, i suoi movimenti e persino l’equilibrio divennero sempre più incerti e instabili, l’allegria del suo atto giocoso si interruppe gradualmente fino a quando dei colpi di tosse non lo soffocarono, fermandosi a quel punto dopo l’ennesimo rischio di inciampare, passandosi continuamente una mano sulla fronte sudata mentre i suoi occhi lacrimavano debolmente e il verde della sua pelle impallidì.
Stava male, non capivano per quale motivo.
In quell’istante Winter sfoggiò un largo sorriso per mettere in evidenza la coppia di canini quasi vampireschi macchiati di sangue del mezzo demone e di una sostanza verdastra che suggerì ai ragazzi di non toccarla per nessun motivo.
<< Che cosa mi avete fatto?... CHE COSA MI AVETE FATTO!? >> urlò il mezzo demone confuso.
<< Vedi grassone, non sei l’unico ad essere un “mezzo demone”. >> gli rispose la ragazzina.
<< CHE DIAVOLO STAI BLATERANDO MOCCIOSA?! >>
<< Lo confesso: anche in me c’è la metà di qualcosa. L’unica cosa che ci rende diversi e che tu sei un mezzo rifiuto umano, io invece ho la fortuna di avere le caratteristiche fisiche di due demoni completi. >>
<< CHE COSA?! CHE SIGNIFICA QUESTO?! TUO PADRE NON ERA IN GRADO DI USARE VELENO! >>
<< Ma mia madre si. >>
Con quella risposta, Lanet raccolse le ultime forze che gli rimanevano per lanciare un potentissimo urlo e ricominciare ad attaccare. Stavolta c’era molta più rabbia in quel gesto impulsivo, niente controllo o precisione come prima, solo ira allo stato puro. La polvere del cemento ridotta in polvere sotto i possenti passi del gigante terribilmente asfissiante e le sue urla talmente acute da assordare e far vibrare l’aria come l’eco di un tuono.
Tentare di fermarlo pareva impossibile, ma il quintetto doveva riuscirci se non voleva fare una brutta fine.
D’altra parte, c’era ancora un altro asso nella manica che Lanet volle sfruttare.
<< Mi avrai anche avvelenato piccola serpe… *coff* ma non sentirti fortunata! *argh!* Ho sempre i miei poteri naturali da usare! *Coff* E sarà un vero piacere usarli! Mi daranno molta più… soddisfazione! >>
Dalle profondità dell’asfalto vortici di sabbia apparvero.
Il loro movimento ricordava delle trivelle, compresa la sommità a punta che riusciva a perforare ogni cosa.
Dire che fosse facile schivarli sarebbe stata una menzogna, d’altra parte le piccole particelle di sabbia finivano negli occhi o nella gola, rendendo arduo il più semplice gesto naturale per vivere. Ma non fu solo quello che tentò alla loro vita, il soffio di Lanet aveva la terribile capacità di pietrificare gli esseri viventi, l’arma usata per rendere inoffensivi i mortali.
Lanet Kum non aveva mentito sulla sicurezza dimostrata nonostante fosse avvelenato.
 
Drago doveva assolutamente recuperare il suo Chi prima che diventasse impossibile per lui assorbirlo.
Anche se il veleno di sua sorella era abbastanza potente da stendere una mandria di bufali, per il grassone ci sarebbe voluto troppo tempo prima che facesse effetto… e il tempo non era dalla sua parte.
Come se non bastasse, il soffio pietrificante stava cominciando ad avere il suo tremendo effetto anche su di lui, trovandosi parte del busto come pietra, vantaggio che il suo avversario doveva aver ottenuto solo con l’assorbimento del Chi del puro Demone, poiché altrimenti la sua sola mezza natura non avrebbe avuto alcun effetto.
A quel punto non gli restava che porre immediatamente fine a quella ridicola lotta: si concentrò al massimo affinchè tutto il suo potere diventasse uno solo, un’unica arma capace di distruggere qualsiasi cosa e chiunque osasse contrastarla; il suo corpo divenne un ammasso di muscoli con le vene pulsanti di sangue e adrenalina in rilievo, il muso si allungò leggermente e i denti più simili a quelli di un coccodrillo, le ali demoniache ricomparvero da dietro la sua schiena e un altro paio di braccia in più apparvero dai fianchi, muscolose quanto quelle normali.
La trasformazione diede a Drago una sensazione talmente gradevole che per la prima volta da quando era tornato sulla Terra si sentì davvero bene, invincibile, un vero dio della distruzione.
Peccato che quella invincibilità non sarebbe durata a lungo, l’adorava da impazzire.
Non perse altro tempo nella contemplazione e si scagliò contro il mezzo-demone: fu rapido e preciso, colpì solo i punti vitali più importanti affinchè cedesse presto. Contò i minuti che lo separavano dall’indebolimento, non sentiva alcun fastidio ma gli venivano i brividi alla schiena al solo pensiero di poter rimanere alla mercé di quello schifoso rifiuto.
Doveva annientarlo, a qualsiasi costo.
Nel bel mezzo della lotta, il ringhio familiare della sorella lo costrinse a cercarla per capire cosa stesse combinando: con i soli denti si era aggrappata  alla mano del gigante, c’era anche l’Ice Crew che proseguiva quello stesso lavoro, ma a differenza della ragazzina non riuscirono a sfuggire in tempo al soffio pietrificante, trovando per metà somiglianti a statue di pietra. Le urlò di andarsene per non fare la medesima fine ma ovviamente non gli diede retta. Lanet con un rapido movimento riuscì a farle perdere l’appiglio e la prese al volo, stringendola nella mano la schiantò violentemente a terra, schiacciando varie volte sullo stesso punto facendolo scoppiare in una rauca risata di soddisfazione; ma quando andò a rialzare la mano per vedere cosa fosse rimasto di lei, non trovò nessun resto: si guardò intorno cercando una prova che gli dicesse che l’aveva schiacciata a morte, l’unica cosa che notò fu un debole rigonfiamento che si muoveva lungo la manica del vestito, il quale una volta raggiunto il collo ne uscì fuori lei. Furioso tentò di acchiapparla, sfuggendole continuamente quando questa si “rifugiò” nella chioma di capelli per nascondersi.
<< Maledetta pulce! Non puoi scappare per sempre! >>
Nell’urlare Lanet fu scosso da una tremendo dolore all’altezza dello stomaco e la vista gli si annebbiò di nuovo, causa il veleno che si stava rafforzando all’interno del suo corpo, aveva persino la bava alla bocca e finì per piegarsi in ginocchio, incapace di reggersi sulle proprie gambe.
<< Drago! Adesso! Fallo fuori adesso! >> urlò Winter al fratello.
<< Con piacere! >> Rispose questo, scrocchiandosi il collo.
Drago diede fondo a tutte le sue energie, facendo urlare il già indebolito mezzo demone dall’agonia, continuando senza sosta finchè le sue mani non tremarono per lo sforzo compiuto, fermandosi solo quando, sentendosi mancare le forze, non concentrò tutto il suo potere in un ultimo potentissimo colpo prima che fosse troppo tardi per farlo.
Il gigante crollò semi svenuto.
Il suo corpo si schiantò al suolo con fragore, immobile e ricolmo di veleno.
Solo quando si assicurò che non potè più alzarsi Drago si avvicinò e riprese le sue reali sembianze, sedendosi sfinito. L’Ice Crew tornò carne e Winter scese dal gigante per aiutare il fratello. << Fratellone, stai bene? >> chiese lei a Drago.
<< Si… sono solo un po’ stanco… >> rispose lui secco.
<< Muoviti adesso: toglili il Chi del Demone della Montagna e andiamo via… >>
Winter non se lo fece ripetere: afferrò una mano del fratello e poi Lanet, attivando l’incantesimo che permetteva il passaggio del Chi da un corpo all’altro, facendo tornare alla normalità quel mezzo sangue.
<< Non abbiamo ancora finito… >> riprese a dire il demone, afferrando l’asta di una bandiera.
Non fu necessario chiedergli che cosa volesse fare, era più che chiaro.
Voleva uccidere il suo avversario.
Ma un vortice di sabbia glielo impedì, sovrapponendosi tra lui e Lanet Kum boccheggiante, intossicato dal veleno.
<< Sarò anche un mezzo demone figlio di Shendu…. ma sono in grado di tenerti testa! Non sei allo stesso livello di tuo padre! Dunque… dunque non ti sarà facile uccidermi! >> disse, prima di svanire nel nulla.
Fu in quel modo che le persone pietrificate della fiera tornarono alla normalità, confuse su quanto era successo in quegli attimi durati come l’eternità, inconsapevoli della battaglia svoltasi.
 
Drago e gli altri erano già andati via.
Il dragone aveva ottenuto un nuovo Chi, ma avrebbe dovuto confrontarsi con un avversario in grado di utilizzare le sue stesse armi.
Era un mezzo sangue, però sentiva che avrebbe causato molti problemi.


PERSONAGGI:
Lanet Kum ( personaggio inventato):
Lanet Kum svela di essere un mezzo demone, tra i puro sangue quelli come lui sono considerati la feccia dei demoni, motivo che lo porta a cercare il Chi dei parenti di Drago. Con quel potere intende vendicarsi delle umiliazioni subite nel corso dei secoli per il suo sangue impuro. Non esiterà a sfruttare qualsiasi mezzo per raggiungere il suo scopo...

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: un piccolo problema ad Halloween ***


  
Capitolo 8: Un piccolo problema ad Halloween.
Il sole era sorto da due ore oramai, alto nel cielo che trasmetteva sulla terra il calore della propria forza infuocata.
Ciò nonostante, l’Ice Crew continuava a dormire profondamente.
I tre ragazzi si erano sistemati in un vecchio garage mezzo bruciato, colmo di attrezzi da meccanico e anche di parti di auto smontate, sparse ovunque senza un ordine preciso.
Sistemati su delle brande arrugginite, dormivano in posizioni scomode, russando sonoramente e senza dar cenno di volersi svegliare.
Addormentati com’erano, non si resero conto della piccola figura femminile che entrò in punta di piedi nella costruzione, indossando un paio di cuffie e brandendo un gong che fece risuonare con gran foga non appena si trovò in mezzo a loro, producendo un baccano terribile. Il trio balzò in aria urlando, rischiando di cadere dai propri letti.
<< Forza dormiglioni! Chi dorme non piglia pesci! >> urlò Winter.
<< Ma che cazzo…! Oh… sei tu, piccola peste… che diavolo ti viene in mente a svegliarci così? Stavo facendo un sogno che era una favola… >> le rispose Ice tra uno sbadiglio e l’altro.
<< Scusami tanto biondino, ma sinceramente non me ne frega niente. Il tuo sogno è nulla in confronto a questa fantastica giornata! >>
Il trio la fissò inebetito, non capendo una singola parola.
<< Vi siete dimenticati che giorno è oggi? >>
<< Si… e sinceramente mocciosa, non me ne frega niente. >>
La ragazza demone sbuffò seccata, riprendendo a suonare il gong usando le loro teste come percussori per svegliarli completamente, seppur con parecchie parolacce e insulti.
I colpi però gli ricordarono il motivo di tanta confusione: era il 31 Ottobre, il giorno della festa di Halloween. Anche nel futuro quella festa veniva celebrata con maschere spaventose, feste macabre, dolcetti o scherzetti e film horror a tutto spiano; nonché zucche intagliate e leggende “metropolitane” su streghe e fantasmi.
E soprattutto di demoni.
La sorella di Drago era entusiasta all’idea di festeggiare l’unica notte in cui gli spiriti delle forze occulte potevano scendere sulla terra dei mortali e combinar disastri vari, come ad esempio far tagliare un dito a qualcuno che intagliava una zucca o far venire un infarto a un debole di cuore con un vero spavento.
Era dall’inizio di Ottobre che li tartassava con quella ricorrenza. Non l’avevano mai vista così allegra, il che la faceva apparire davvero… strana.
D’altra parte, dovevano ammettere che anche loro l’adoravano.
Winter era talmente euforica all’idea di festeggiare Halloween che correva avanti e indietro per organizzare al meglio la giornata, facendo un elenco di tutto quello che avrebbe fatto fino allo scoccare della mezzanotte.
 
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Winter era eccitata.
Erano 3 anni che non festeggiava Halloween e non voleva perdersela per nulla al mondo!
Stavolta niente le avrebbe impedito di divertirsi con suo fratello: quando erano piccoli ne avevano combinate di tutti i colori durante quella festa, spaventando i bambini e rubandogli i dolci, compresi gli adulti che scappavano via piangevano come poppanti.
Bei tempi quelli…pensò. Le mancavano davvero tanto, se avesse potuto sarebbe tornata indietro nel tempo solo per quei bei momenti. Agli esseri delle tenebre piaceva distruggere l’umanità, ma doveva ammettere che nessuno sapeva resistere allo svagarsi in una festa, lo sballo era una cosa che tutti avevano nella loro natura.
Nel sognare ad occhi aperti, involontariamente andò a scontrarsi contro suo fratello.
<< Nanerottola, guarda dove metti le zampe. >> le disse lui.
<< Scusami fratellone, andavo di fretta! >> rispose Winter, tornando in piedi con un salto.
<< Sei già entrata nell’atmosfera di Halloween? >>
<< Assolutamente! Oggi ci sarà da divertirsi! Mi sembrano passati secoli dall’ultima volta che abbiamo festeggiato insieme! Hai già qualche idea su come spassartela? Mi insegnerai qualche cosa di utile contro gli umani? >>
Drago ridacchiò, comprendeva perfettamente l’allegria della sorella. Sfortunatamente, per quanto l’idea di trascorrere una notte di goduria lo alettasse, era costretto a rinunciarvi:
<< Ho troppe cose da fare piccoletta. Vorrei partecipare volentieri, ma devo lavorare per il mio ritorno ufficiale sul palcoscenico. >>
<< Oh avanti! È Halloween! Il giorno in cui le forze del male possono godersela! Non puoi rinunciarvi! >>
<< Ci sono molti altri Halloween avanti. Non c’è bisogno di un bisogno di farne un dramma. >>
<< Ma tu non puoi dire davvero una cosa simile! >>
 
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I due demoni non erano gli unici a prepararsi alla festa.
Anche l’Ice Crew si stava preparando per divertirsi, a modo suo: perlustrarono i vari negozi della Vecchia San Francisco per raccogliere il materiale necessario, il loro piano consisteva soprattutto nel prendersela soprattutto con i ragazzini che ancora puzzavano di latte, scambiandosi idee e battute mentre assaporavano l’idea di deridere i più deboli.
Progettarono nei minimi dettagli ogni cosa fino a quando Ice non si fermò davanti al nascondiglio di Winter, fissandolo con interesse.
<< Yo ragazzi, la marmocchia è con D-man, giusto? >>
<< Yeah. Perché lo chiedi? >>
<< Che ne dite se diamo una sbirciata alla sua tana e gliela scombiniamo? Sarà uno spasso vederla uscire dai gangheri. You feel me? >>
<< Proposta allettante, ma non vorrei finire con le chiappe congelate. Sarà anche una marmocchia, ma fa male da bestia. >>
<< Tranquillo yo, cosa vuoi che succeda? >>
 
Il trio entrò nell’appartamento dopo essersi assicurato che la padrona non ci fosse.
Non era cambiato molto dall’ultima volta: libri e documenti antichi erano ancora sistemati disordinatamente emanando quel tremendo odore di carta ammuffita, si sistemarono al centro del salone con una scatola colma di bombolette di vernice spray e ne presero un paio ciascuno, “ritinteggiando” l’abitazione da cima a fondo: l’odore della vernice fresca fu ottima per eliminare la puzza della carta, i graffiti aggiunsero inoltre vivacità al grigiore dell’appartamento, soprattutto i particolari disegni e le scritte dalla fantasia strana. Continuarono con quel lavoro fino a quando DJ non notò qualcosa di familiare sul tavolo della cucina che prese e avvicinò ad Ice, il quale saltò in aria per la paura.
<< Allontanami quella cosa dalla faccia! >> gli urlò all’amico che sghignazzò divertito, allontanando il Talismano del Gatto.
<< Stramaledetta pietra… quella cosa ha combinato più guai della marmocchia indemoniata. >>
<< Yo dude, non scherzi mica. >>
<< Sapete che vi dico ragazzi? Prima che alla piccola demone le venga la pericolosa idea di usarlo contro di noi, c’è ne sbarazziamo subito. >>
<< Wooooo! Aspetta Ice – man! Pensa bene a quel che fai! >>
<< Non mi dire che hai paura Cobra. >>
<< No cazzo! Ma… Bè… non vorrei essere nei paragi quando si scatenerà l’inferno. Che ne sappiamo che quella roba non esploderà o roba simile? >>
Ice non rispose.
Fissò l’oggetto tra le sue mani e dopo qualche minuto lo posò sul tavolo, preoccupato, rendendosi conto che l’amico aveva ragione.
<< Meglio prendere qualche precauzione… >>
Detto ciò, i tre crearono una barricata con i mobili a disposizione per proteggersi dalla pietra incantata a pochi metri da loro e cominciarono a “studiare” i vari libri di magia nel tentativo di trovare un trucco che li proteggesse da qualsiasi incidente… ma fu praticamente impossibile dato che la maggior parte di quei manoscritti erano scritti in tutte le lingue del mondo, e l’unica che conoscevano era l’inglese.
<< Forse avremmo dovuto studiare di più quando eravamo al monastero… >>
<< Ma chi se ne fotte! L’importante e che ci pariamo il culo! Hai trovato qualcosa invece di dire stronzate? >>
<< Non ne ho idea. Qui è tutto scarabocchiato in greco o in spagnolo… o in chissà quale assurda lingua. >>
<< DJ, sei tu quello che ha studiato. Ci capisci qualcosa? >>
Il ragazzo in questione rispose con un silenzioso no.
<< Ehi, forse ho beccato qualcosa. >>
<< Sputa il rospo. >>
<< Bè… non sono sicuro, bro’. Ho solo capito che una parola dice “difesa”… per quel poco di tedesco che mi è girato di studiare… ma questa roba non mi da fiducia. >>
<< Ma chi se ne frega! Dammi quel coso e mettiamo fine a questa buffonata! >>
<< Aspetta Ice! Potrebbe essere solo una grossa fregatura! >>
<< L’unica fregatura qui è quella di essere presi in giro da una mocciosa! >>
<< Qui ci rimettiamo l’osso sacro! >>
<< Non fare la femminuccia e fammi leggere questo schifoso libro! >>
In tutti i modi Cobra tentò d’impedire al compagno di leggere quel libro d’incantesimi che non gli infondeva alcuna sicurezza, Ice però non aveva intenzione di cambiare idea e in un modo o nell’altro lesse quell’incomprensibile testo.
 
Bastarono poche e mal pronunciate parole per scatenare la magia in esse celate.
L’inchiostro prese fuoco e la copertina divenne incandescente, il duo fu costretto a lasciare l’oggetto che, invece di cadere, rimase sospeso in aria fino a quando non sparò, letteralmente, dei raggi violacei che incenerirono qualunque cosa colpirono. I ragazzi si nascosero nella barricata, proteggendosi con qualunque cosa fosse abbastanza solido mentre i raggi assassini riducevano l’appartamento ad un colabrodo.
Un ultimo potente raggio, sfiorando il Talismano, distrusse l’entrata dell’appartamento, “scaricando” finalmente la pericolosa energia. Attesero qualche minuto prima di uscire allo scoperto, solo quando furono sicuri che più niente potesse ucciderli poterono tirare un sospiro di sollievo nell’essersi salvati.
O quasi.
<< Ma che cazzo avete combinato?! >> urlò Drago, togliendosi di dossi i frammenti di muro.
I tre sussultarono, il loro capo irritato di brutto.
<< Cosa diavolo è questo casino?! Avete per caso deciso di suicidarvi?! >> disse il demone ringhiando.
<< Yo boss, rilassati… È tutto sotto controllo…. >> tentò di giustificarsi Ice.
<< Davvero? >>
<< Certo! Noi… ehm… ci stavamo solo divertendo! Vero, ragazzi? >>
<< Bè, si dia il caso che il vostro “divertimento” abbia colpito in pieno mia sorella! >>
Una sbirciatina alle spalle di Drago dimostrò quel che questo aveva detto: dalle macerie dell’ingresso spuntava una coda bianca biforcuta, quella di Winter. L’Ice Crew dovette trattenersi per non scoppiare a ridere, Strikemaster Ice in particolare visto che si trattava dopotutto di una piccola soddisfazione personale. Drago sospirò nervosamente e lentamente rimosse i detriti per liberare la sorella, bloccandosi improvvisamente con un sussulto.
<< Yo D, you feel alright? >>
<< Direi proprio di no… >>
Preoccupati di aver combinato un casino senza soluzione, si avvicinarono a Drago per aiutarlo, ma ciò che videro fu talmente assurdo che si bloccarono totalmente: la demone, colpita da quel raggio, era regredita allo stadio infantile. Si ritrovarono davanti una bambina di 3 anni circa, con i vestiti troppo larghi per la sua corporatura minuta che si intravedeva a malapena e i tratti del viso più arrotondati, i capelli più lunghi e riccioluti, occhi grandi che si guardavano intorno confusi.
<< Winter… stai bene? >> le chiese Drago, sperando in una risposta positiva.
La piccola rispose bene… forse anche troppo… saltandogli addosso per abbracciarlo e incitandolo a giocare con lei.
<< Ti voglio tanto bene fratellone! >>
<< Oh cavolo… >>
 
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<< Allora? Avete ancora voglia di divertirvi con le cazzate? >> domandò Drago, fissando incazzato i tre ragazzi con la faccia gonfia di lividi e bernoccoli.
<< No boss, ci è passata la voglia… >>
<< Bene. Adesso muovete il culo e cercate tra quei libri un sistema per riportare alla normalità mia sorella, o giuro che v’incenerisco! >>
<< Ma non capiamo un cazzo di questa roba! Ci vorranno secoli prima che riusciamo! >>
<< Vi do tempo una settimana! >>
<< Yo ammasso di squame! Solo perché sei un demone non puoi trattarci come cazzo di pare! >>
Nel bel mezzo della discussione, l’urlo acuto della Winter bambina, travolse come dei birilli al quartetto, mandandoli a gambe all’aria mentre lei incurante continuava a correre dappertutto da una parte all’altra della casa. Oltre a correre e gridare come una pazza, la bambina scarabocchiava i suoi preziosi libri con matite colorate, andava continuamente alla ricerca di dolci e insisteva continuamente nel voler giocare, facendo i capricci fino all’esaurimento.
Oltre ad essere ringiovanita nell’aspetto, anche nella menta la demone era tornata infantile.
Drago aveva tentato inizialmente di riportarla alla normalità con il Talismano, ma l’aura violetta che lo circondava alterava il suo potere; infatti oltre a mancare il bersaglio desiderato, gli obiettivi colpiti a caso invecchiavano di almeno 100 anni oppure ringiovanivano fino allo stadio naturale: ad esempio, un tavolo di legno divenne un tronco d’albero, mentre un armadio si ridusse ad un mucchio di trucioli di legno e polvere. Se avesse colpito un essere umano, probabilmente i danni sarebbero stati simili… o peggio.
Quando Winter fu nuovamente tra i piedi del gruppo, Drago l’acchiappò non appena gli ripassò accanto, afferrandola per la maglietta che le stava troppo larga, facendola ridacchiare divertita.
<< Datti una calmata Winter! Stiamo cercando di farti tornare com’eri prima! >>
<< Voglio giocare a nascondino! E voglio anche un gelato! >>
<< Che l’inferno mi bruci vivo! Non posso credere che stia accadendo una cosa talmente idiota! >>
<< E noi che dovremmo dire? >>
<< Voi tacete perché rischiate solo di prenderne ancora! È colpa vostra se adesso sta succedendo questo! >>
<< Yo yo yo! Abbassa la cresta geko boy! Guarda che è stata la peste a costringerci ad agire così! Se non fosse così pallosa non saremmo arrivati a questo! >>
<< Genio, è una demone! è nella nostra natura tormentare voi stupidi umani! >>
<< A proposito della peste, che fine a fatto? >>
Distratti a discutere, i quattro non si accorsero che la bambina si era allontanata per inseguire una farfalla che aveva attirato la sua attenzione, portandola sul balcone del salone dove la ringhiera era piegata verso l’esterno come una sorta di trampolino, camminandoci sopra con tentennante equilibrio. Non badò al vuoto sotto di sé, l’insetto dalle larghe ali bianche le interessava più di altra cosa, così appariscente ai suoi occhi infantili, tanto che alla fine cadde dopo un saltello improvvisato.
Sia a Drago che all’Ice Crew gli si gelò il sangue e urlarono simultaneamente, MC Cobra corse più velocemente che potè per prendere in tempo Winter prima che atterrasse sull’asfalto, gettandosi all’ultimo secondo per afferrarla.
<< Che bello! È stato divertente! >> disse nella sua ingenuità la bambina.
<< Siete ancora restii a cercare una soluzione? >> domandò Drago agli umani, tentando di mantenere l’autocontrollo per non ammazzarli.
<< Ci mettiamo subito al lavoro boss! Yo Cobra, alza il culo e vieni qui ad aiutarci, e porta anche la combina guai! >>
<< Il tempo di riprendermi amico… >>
Con l’ansia che ancora gli faceva battere il cuore, il ragazzo controvoglia raggiunse il resto del gruppo portandosi dietro Winter bambina. Non fece in tempo ad entrare in casa che questa gli salì sulle spalle accarezzandogli la folta chioma di capelli.
<< Lo sai che sei davvero carino? >>
<< O porca miseria… >>
 
Il pomeriggio sopraggiunse con parecchie difficoltà.
Tra badare a Winter e cercare un incantesimo che la riportasse alla normalità, il tempo trascorse rapido, sfiancando il gruppo che si ritrovò a pezzi. Il più esausto però era Cobra, costretto a badare alla bambina che aveva una vera e propria cotta per lui, incapace di lasciarlo in pace anche un solo istante. Il trio non avrebbe mai immaginato che la piccola peste potesse contenere tante energie.
Drago conosceva bene sua sorella, eppure non poteva non rimanere stupito dalla vivacità di una volta, era come se non l’avesse mai vista in quello stato, e invece se la ricordava benissimo in ogni dettaglio.
Avvertì una specie di senso di colpa, non capiva però per quale motivo.
Di cosa doveva pentirsi? Non aveva fatto niente di “male” nei suoi confronti.
<< Ritiro quello che ho detto: è più pallosa adesso rispetto a prima. >> disse Ice seccato.
<< Totalmente d’accordo. Questo non è affatto cool. >> rispose Cobra, tentando di ignorare la bambina che si divertiva a fargli le treccine nei capelli o agghindarlo con fermagli e cerchietti rosa.
<< Silenzio! Voi continuate a leggere e tu continua a fare il baby-sitter! L’ultima cosa di cui voglio preoccuparmi è della frenesia incontrollabile di mia sorella! >> ruggì Drago furioso.
<< Yo dawg, questa roba non la capiamo. è tutto scritto in maniera assurda. >>
<< Se siete analfabeti non è colpa mia. >>
<< Ehi! >>
<< La sfiga peggiore e che ci stiamo perdendo Halloween. >>
<< Che cos’è “Hello-wiin”? >> chiese innocentemente Winter, incuriosita dalla parola.
<< Si dice “Halloween”, non ti ricordi? È la festa a cui volevi tanto partecipare. >>
<< Cos’è una festa? >>
<< Una cosa in cui ci si diverte. >>
<< E come ci si diverte? >>
<< Ehi nanerottola! Piantala di fare domande stupide! Stiamo cercando di lavorare qui! >> urlò Ice, infastidito dal suo “normale” comportamento infantile. Non appena si voltò dalla parte opposta Winter gli fece le linguacce: la sua antipatia per l’umano non era cambiata.
Ad un tratto, uno stridio di gomme allarmò il gruppo: con cautela si affacciarono all’esterno per scoprire che un furgone per il trasporto edile si era fermato per caricare a bordo detriti e macerie, probabilmente per preparare la zona alla ricostruzione. Drago fece segno di andare via da lì, procedendo verso l’uscita in assoluto silenzio.
Riuscirono ad uscire dall’edificio senza essere visti, corsero via tra le strade fantasma di San Francisco fermandosi solo quando si assicurarono che niente e nessuno poteva trovarli. Ma a metà strada si resero conto che mancava qualcosa.
<< Cazzo! Abbiamo perso la mocciosa! >>
 
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Anche se piccola, Winter non aveva perduto le sue capacità di scappare furtivamente.
Era sgattaiolata a bordo del furgone per scoprire cosa avesse d’interessante, eludendo la sorveglianza dei suoi baby-sitter.
Non trovò nulla a bordo, ma non fece in tempo a scendere, il mezzo venne chiuso con lei dentro e partì tra un sobbalzo e l’altro, trasportandola lontano dalla Vecchia San Francisco, sbattendo contro i rottami caricati all’interno.
Quando si fermò uscì dal furgone mentre i passeggeri attendevano di ricevere cibo spazzatura dal vicino MacDonald Drive, bastarono pochi passi per giungere nel centro della Nuova San Francisco. Ai suoi occhi in quel momento appariva come una città delle meraviglie, ma non per l’avanzata tecnologia, bensì per i festoni arancioni e neri, le zucche spaventose e i mostri che vagavano per le strade decorate con fantasmi fluttuanti e scheletri sorridenti che danzavano a ritmo di Thriller lanciando caramelle. Se fosse stata ancora una ragazza avrebbe subito capito che tutto era solo un mascheramento, da bambina però non poteva far altro che farla sorridere di gioia. Winter era rimasta con il suo aspetto demoniaco, per fortuna la gente pensò che fosse anch’essa mascherata, ricambiando i sorrisi che la bambina rivolgeva a tutti: era davvero felice, ogni cosa era motivo di gioia, soprattutto i dolci che i bambini chiedevano come pagamento, minacciando di lanciare sortilegi alle loro vittime se non accontentati. Seguì un gruppetto di ragazzi che aveva appena guadagnato parecchie delizie con i loro costumi, sperando di avere qualcosa anche lei.
Gli rimase dietro fino a quando a causa della folla non li perse di vista, finendo alla fine per fermarsi.
 
Si guardò intorno.
Tutta quella gente improvvisamente la disorientò.
Guardò i volti mascherati delle persone senza riconoscerne nessuno di familiare.
Nessuno le si avvicinò o si fermò da lei.
Era divertente stare lì, ma voleva che qualcuno a cui teneva venisse a prenderla, che condividesse con lei la festività in corso.
Perché non veniva nessuno? Dov’era suo fratello? Dov’era sua madre? Dov’era suo padre? Perché nessuno si presentava?
Si sentì sola, e cominciò a piangere.
<< Ehi piccola, ti sei persa? >>
Ad un tratto, una giovane donna si fermò da lei. Winter arretrò impaurita dalla sconosciuta, nascondendosi goffamente dietro un lampione, solo quando la donna le offrì una piccola caramella le diede davvero retta.
<< Tieni, ti farà sentire meglio. >> le disse con un rassicurante sorriso.
Winter accettò l’oggetto nonostante la tremarella, mettendoselo velocemente in bocca.
<< Come ti chiami? >>
<< Winter… >>
<< Piacere di conoscerti Winter, io mi chiamo Jade. >>
 
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<< Sparita! Non si trova da nessuna parte! Yo dawg, Io ci rinuncio! Per me può anche essere divorata dai coccodrilli nelle fogne! >>
<< Yeah… così sarà Drago a divorare noi. Non abbiamo altra chance Ice, se non ritroviamo Wikipedia siamo fottuti. >>
<< Come se non fossimo già abbastanza fregati. >>
L’Ice Crew perlustrò San Francisco da cima a fondo, visitando ogni quartiere per trovare Winter. Scovarla nelle attuali condizioni in mezzo a tanti minuscoli bambini mascherati da mostri sarebbe stato tutt’altro che semplice: a prima vista i marmocchi sembravano tutti uguali, chiassosi e scoccianti, con le mani e le bocche imbrattate di cioccolata, sempre in mezzo ai piedi. Trovarseli costantemente nei paragi era una gran scocciatura, per non parlare del loro pesante interesse nel loro aspetto demoniaco. Un ringhio bastava a farli scappar via in lacrime, ma prima di rallegrarsi nell’essersi sbarazzati in quelle petulanti scocciature dovettero prima esaminarle per assicurarsi che tra di loro ci fosse Winter.
<< Ricordatemi di prenderla a calci non appena la becchiamo. >>
<< Se ci riusciamo. Piccola com’è può essere sparata ovunque. >>
<< Yo dawg, che ti aspettavi da una pulce? Non sanno far altro che rompere le palle. >>
<< E voi contribuite altrettanto a romperle a me. >>
I tre sussultarono sentendo all’improvviso il fiato caldo di Drago sui loro colli.
Il demone era proprio accanto a loro, con le braccia incrociate e lo sguardo serio, la coda che saettava avanti e indietro.
<< L’avete trovata? >> si limitò a chiedere.
<< Diamine, no. >>
<< Ho assolutamente bisogno di lei! È l’unica che può aiutarmi a recuperare il Chi! >>
<< Yeah… brutta storia avere una sorella. >>
<< L’hai detto amico. >>
<< Non m’interessano i vostri commenti personali del cazzo! Muovete il culo e risparmiate il fiato per trovare mia sorella! Anche tu Fist… ehi! Sto parlando con te, “chiacchierone”! >>
Il silenzioso DJ Fist non udì la chiamata, era concentrato su qualcos’altro: seguendo con lo sguardo quel che tanto distraeva il ragazzo, notarono che poco distante c’era una ragazza alta e snella, pelle chiara e occhi castani, capelli neri a caschetto che avevano due lunghe ciocche sulla fronte e lineamenti del viso orientali. Se fosse stata una ragazza qualunque, il trio non avrebbe esitato a tentare un approccio per apparire più fighi, ma la familiarità che Drago trovò del suo volto li frenò a compiere una simile azione.
<< Jade Chan… >> disse Drago con un filo di voce, ruggendo a denti stretti.
<< Che cosa hai detto Boss? >>
<< Quella è la nipote del mortale che mi ha esiliato anni or sono: Jade Chan. >>
<< La marmocchia?! Whoooo! Stai scherzando D – man?! Come diamine ha fatto a crescere in questo modo?! >>
<< Yeah, è assurdo! >>
<< Siamo nel futuro imbecilli, è ovvio che sia cresciuta. >>
<< Oh, giusto! Ma… Yuck! Devo togliermi dalla testa quello che ho pensato poco fa! >>
<< Possiamo dire addio alla nostra tranquillità! Quella è sempre stata in mezzo ai piedi fin da quando ci siamo incontrati! >>
<< Yo boss, anche prima di far “ ritorno al futuro” vi siete già scontrati? >>
<< Questi non sono affari che vi riguardano. Adesso sloggiamo prima che ci scopra. >>
<< Ehm… temo che dovremmo restare più a lungo del previsto… >>
Bastò una sola occhiata per far comprendere al demone il significato di quelle parole: la cinese non era da sola, a farle compagnia c’era Winter, mascherata da strega costituito da un abitino viola tappezzato da fiocchi rosa e un largo cappello a punta nero con attaccato con minuscolo ragno di gomma.
<< Che cavolo ci fa la shrimp con quella ficcanaso? Non odiava a morte noi umani? >>
<< Evidentemente l’ha dimenticato. Quando aveva questa età non li conosceva nemmeno. >>
<< Ed è una grossa fregatura? >>
<< Enorme. Potrebbe cominciare a credere di essere una di voi. >>
<< Cosa che manderebbe in bestia qualsiasi demone, giusto? >>
<< L’hai detto! Non permetterò che un eresia simile accada! >>
 
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Ma tra dire e il fare c’era di mezzo… la polizia.
Jade Chan faceva parte di una particolare forza militare chiamata “Sezione 13”, dedita alla sicurezza di San Francisco e pronta ad intervenire in situazioni di pericolo maggiore che la polizia non poteva risolvere.
Una sorta di FBI segreto.
Fin da bambina aveva sempre avuto uno spiccato senso per l’azione, dotata di coraggio e astuzia che per i suoi coetanei dell’epoca era cosa rara, finendo spesso nei guai insieme ai suoi zii. Diventata adulta era maturata e diventata più saggia, ci pensava bene prima di compiere un azione che avrebbe potuto mettere in pericolo lei o i suoi colleghi.
Oltre alle tipiche e pericolose missioni militari, non le dispiaceva di tanto in tanto fare la “boyscout” e aiutare i cittadini con i loro semplici problemi quotidiani, come nel caso di quella bambina trovata per caso.
<< Mi piace tanto questo costume! >> disse la piccola felice.
<< Mi fa molto piacere. Fai attenzione però a non rovinarlo, perché altrimenti non riusciamo a spaventare le persone. >>
<< Mi piace spaventare le persone! È divertente! >>
<< Davvero? Allora riuscirai ad avere tanti dolci! >>
<< Si! Che bello! Non vedo l’ora! >>
La felicità della bambina era qualcosa che Jade adorava, non poteva fare a meno di sorridere a sua volta. Le dispiaceva che si fosse perduta, ma la sua compagnia non le dispiaceva affatto.
Poco distante, altri ascoltavano i discorsi delle due ragazze, di tutt’altro umore.
<< “Si, che bello! Non vedo l’ora!” Bleah! disgustoso! Odio questo stupido entusiasmo da femmina! >>
<< A me fa venire il voltastomaco pensare che una mocciosa di 10 anni sia diventata una simile stangona… >>
<< Insomma, volete stare zitti un secondo? Io sto cercando di lavorare qui! Devo recuperare mia sorella prima che la Chan scopra che è una demone! Non ho intenzione di venire esiliato di nuovo! >>
Si, decisamente i quattro non erano dell’umore adatto.
Il pedinamento fu lungo e sfiancante, tentarono più volte di acchiappare la bambina ogni qual volta si presentava a tiro, ma senza successo, finendo spesso di fare brutte figure o di farmi male nella maniera più ridicola possibile. Sorbirsi una simile tortura fu un’impresa, cadere dall’orlo dell’esasperazione era incredibilmente facile.
La piccola Winter nel frattempo si divertiva insieme alla sua compagna di giochi, raccogliendo dolci e caramelle da ogni parte, talvolta usando senza volerlo la sua magia o il suo Chi da demone in momenti, per fortuna, in cui nessuno la stava a guardare. Dopo una lunga ed estenuante camminata, finalmente il duo decise di fermarsi per riprendere fiato con grande gioia dei maschi: la cinese aprì lo sportello di una grossa jeep e fece salire a bordo la bambina mentre rispondeva alla chiamata del suo cellulare, allontanandosi di qualche passo dal veicolo per parlare con chi l’aveva chiamata.
<< è il momento. >>
Drago attirò l’attenzione della sorella lanciando contro il finestrino una piccola fiammella; non appena si accorse della sua presenza cominciò a saltellare e ad urlare entusiasta, salutandolo energicamente dall’interno del veicolo. Si avvicinarono con passo felpato per non essere scorti dalla ragazza, rimossero delicatamente il vetro per farla uscire e non appena fu tolto, questa si lanciò fuori per saltare addosso a Cobra, proprio sulla faccia.
<< Toglietemela di dosso yo! Sembra uno dei “cosi” di Alien! >>
<< Non urlare idiota! Vuoi farci scoprire proprio ora? Filiamo prima che ci scopra! >>
 
Un’altra veloce corsa e si ritrovarono da tutt’altra parte.
Confusi con il resto dei finti mostri, poterono in tutta tranquillità sedersi sulla panchina di un parco e riprendere fiato, sicuri di essere lontani da occhi e orecchi indiscreti.
<< Yo dawg, c’è mancato poco. Chissà per quanto ancora saremmo così fottutamente fortunati. >>
<< Finchè non scoprono la nostra esistenza, e mia sorella non combina qualche altro guaio , ancora per qualche tempo possiamo stare tranquilli. >>
<< Sempre se ci va di lusso. >>
<< Già… dobbiamo assolutamente darci una mossa… ehi, che fine ha fatto Cobra? >>
Ice e DJ indicarono alle loro spalle l’amico che sfuggiva alle “grinfie” di Winter che lo inseguiva dappertutto. Nonostante la super velocità, il ragazzo non era incapace di seminare la bambina che riusciva, incredibilmente, a stargli dietro senza problemi, riuscendo così ogni volta ad acchiapparlo.
<< Per favore D – man, prenditi questa piccola pazza per qualche ora… io mi dimetto dall’incarico di baby-sitter. >>
<< Lo farei se mi desse ascolto. È totalmente cotta di te. >>
<< Ti prego… non la reggo più… >>
<< Winter, lascialo stare. Non ha tempo per giocare. >>
<< No! Voglio stare con lui! >>
<< Io ci ho provato Cobra. >>
<< Che palle! >>
Cobra rimase a terra demoralizzato, mentre la bambina lo strapazzava interrottamente di coccole.
Improvvisamente la bambina, con gran felicità del ragazzo, decise di cambiare bersaglio e di concentrarsi su un gruppo di bambini che giocava lì vicino, ma venne “placata” da Drago che la trascinò all’indietro, bloccandola in piedi con una sola mano.
<< Non azzardarti ad allontanarti da me un’altra volta! Mi hai fatto prendere un colpo quando sei scomparsa! >>
<< Ma io volevo solo giocare con i mostri. >>
<< Scordatelo! Adesso si torna a casa e senza fare storie! >>
<< Non è giusto… >>
<< Senti Winter, non abbiamo intenzione di perdere tempo solo per i stupidi giochi. Quindi piantala di fare capricci, chiaro? >>
<< Tu sei antipatico, faccia di lucertola. >>
Ice, Cobra e Fist trattennero le risate a stento, soprattutto quando Dragocominciò a rincorrere Winter per fargliela pagare.
Per un soffio riuscì a prenderla, ma fu un’ardua impresa trovare la forza di trattenerla mentre questa gli mordeva le mani, gli graffiava la faccia o lanciava alitate di ghiaccio, con la ferocia di una tigre selvatica. Ad un tratto, il gelo prodotto dal ghiaccio della demone gli fece venire i brividi e improvvisamente fu costretto a starnutire, producendo delle ardenti fiamme dalle narici che colpirono direttamente la bambina, bruciacchiandole la faccia e incenerendole completamente il cappello da strega.
I due si scambiarono uno sguardo perplesso, gli umani invece si zittirono di colpo, gli occhi della bambina rapidamente si riempirono di lacrime, assumendo una smorfia di tristezza.
<< Oh no… oh no… non provarci nemmeno. Non ti azzardare… >> disse il demone, capendo cosa le stava prendendo.
Fu del tutto inutile.
Winter scoppiò a piangere, mettendo in allarme i ragazzi che tentarono di calmarla.
Nessuno di loro sapeva trattare con i bambini, non avevano la più pallida idea di cosa fare per farla smettere di piangere, agitandosi inutilmente. Drago la riprese tra le sue braccia pregandole di acquietarsi, imbarazzato dagli sguardi delle persone che passavano da quelle parti, col passare dei minuti le sue grida e a quel punto si vide costretto a sfruttare l’unico rimedio efficace: a bassa voce cominciò ad intonare una specie di ninnananna in cinese, appoggiando la testa della sorella sul suo petto mentre dolcemente la dondolava tra le sue braccia. Poco alla volta Winter cominciò a rilassarsi, il suo pianto andò piano piano spegnendosi seppur qualche lacrimuccia continuava a spuntare, arrotolando la coda intorno al braccio del fratello e afferrando con le piccole mani quelle che la cullavano.
Notando che si stava calmando, un gelataio lì vicino fece venire a Drago lo spunto finale per mettere fine al guaio che aveva combinato: rubò di nascosto una gigantesca coppa di gelato che immediatamente attirò l’attenzione della bambina che smise di singhiozzare, esaminando con curiosità la coppa di vetro su cui erano sistemate quattro sfere di gelato di diversi gusti ricoperte da scaglie di cioccolata e caramello; fino a quando con esitazione non prese il cucchiaio e cominciò ad assaggiare la delizia gelata.
<< Brava ragazza. >> le disse, accarezzandole la testa.
In quel momento il demone si rese conto del sospettoso silenzio alle sue spalle, sospirando seccato.
<< Il primo che si azzarda a commentare questa cosa lo ammazzo. >> sibilò, voltandosi verso i gangster che avevano assistito all’interna scena senza dire niente.
Si guardarono tra loro cercando di non dire niente, allertati in maniera in particolare da Drago che si teneva pronto a ruggire fuoco e fiamme.
<< Comunque bella mossa. >> disse rapidamente Cobra.
<< Ho detto di non fare commenti! >> urlò Drago infuriato.
<< Yo dawg! Ho solo detto che sei stato in gamba! >>
<< Stai zitto! >>
<< Qual è il problema boss? Ti vergogni di mostrare simpatia per la sorellina? >> disse Ice ironicamente.
<< Ti avverto. Ancora una parola e non rispondo più delle mie azioni. >>
<< O yeah? Perché? Altrimenti cosa ci fai, faccia di lucertola? >>
Un potente ruggito scosse l’aria come un terremoto, e non era Drago.
Chiunque si trovasse nei paragi sobbalzò colto di sorpresa da quel verso disumano.
In seguito la terra si spaccò in larghe fessure permettendo l’improvvisa uscita di centinaia di enormi esseri mostruosi simili a sanguisughe per la bocca rotonda munita di numerosi denti appuntiti, ricoperti di scaglie violetto scuro da cui spuntavano sottili tentacoli. Il panico fu immediato, la popolazione fuggì alla vista di quegli esseri che spuntarono dappertutto uno dietro l’altro da sotto i loro piedi e che si gettavano a capofitto tra di loro.
In quella chiassosa cacofonia, Drago e Winter non reagirono in alcuna maniera particolare, rimasero impassibili e fissarono quasi con noia quella parata mostruosa.
<< Sta succedendo l’ira di dio e voi due ve ne state altamente fottendo? >> disse Ice incredulo ai due demoni.
<< Non c’è nulla per cui agitarsi. Non sta accadendo realmente. >> rispose Drago impassibile.
<< Ma di che cavolo stai parlando?! >>
Il demone in quel momento pronunciò parole incomprensibili, dalla mano generò tre piccole sfere di fuoco che, una volta mutato il colore di un chiaro blu, le lanciò dritto negli occhi del trio che imprecò per il bruciore. Per qualche minuto non furono in grado di vedere alcunché, poco per volta la vista dapprima nebulosa ricominciò a focalizzare nuovamente le forme e i colori, solo con una grossa differenza: i “vermi” erano spariti, lasciando posto a delle specie di globi argentati che si muovevano con agitazione tra le persone, irradiando una pallida luce.
<< Che accidenti sono quei “cosi”? >>
<< “Fuochi fatui”, strumenti magici creati dai maghi medievali per ingannare le menti dei nemici. Venivano usate solitamente per allontanare dai luoghi sacri i miscredenti, ma nel corso dei secoli sono stati in seguito usati come strumenti di tortura o di guerra. >>
<< Quindi quei bestioni non sono reali… ma voi come mai non siete andati fuori di testa? >>
<< Sono trucchi realizzati per gli umani, non i demoni. Su di noi non sortiscono alcun effetto. >>
<< Grazie per la lezione prof, adesso sarà così gentile da spiegarci da dove cazzo vengono fuori? >>
<< E che ne so io? La cosa non m’interessa. Chiunque sia può fare quello che vuole, basta che non mi rompa le palle. >>
<< Yo dawg, mi sa proprio che non verrai accontentato. Guarda chi arriva. >>
Con un’occhiata, Drago fece in tempo ad accorgersi che stava passando da quelle parti Jade, armata fino ai denti. Drago balzò in piedi sfoderando gli artigli e ruggendo minacciosamente, ma la ragazza non lo notò nemmeno, cambiando direzione all’ultimo momento per proseguire da tutt’altra parte. La prima cosa che avrebbe potuto pensare era che stesse cercando di fermare quelle illusioni, ma il suo sesto senso però lo avvertì che le apparenze spesso ingannano.
 
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Jade aveva richiesto l’intervento dei rinforzi non appena quei mostri avevano fatto la loro comparsa.
I suoi uomini erano già all’opera nella zona per eliminare la minaccia e salvare i civili, ma nonostante l’uso massiccio delle armi quei maledetti non si fermavano, nemmeno un proiettile scalfiva il loro corpo. Jade era preoccupata… non solo per la drammatica situazione, ma soprattutto per quella bambina che aveva incontrato e che qualcuno aveva portato via dopo un breve attimo di distrazione…
Si sentiva tremendamente in colpa per non averla controllata con più sicurezza.
La immaginava terribilmente spaventata, nascosta chissà dove in quel caos.
Mantenendo la calma con difficoltà, proseguì la lotta sperando di cambiare le cose.
 
Improvvisamente due grossi vermi le sbarrarono la strada, costringendola a fuggire: imboccò stretto vicolo per non venire uccisa, per fortuna quei bastardi rimasero bloccati all’inizio della strettoia, consentendole di allontanarsi e non finire divorata, trovò una scappatoia nello stretto spazio formato tra la vicinanza di due edifici, ci strisciò in mezzo trattenendo il fiato e spuntò dall’altra parte dell’isolato, dove si trovò davanti un uomo dai lunghi baffi arancioni e la veste gialla.
<< Signore, non dovrebbe stare qui, questo luogo non è sicuro. La città è sotto attacco. >> disse la ragazza provando a condurre lo sconosciuto via da lì.
<< Ho notato signorina, ma non si preoccupi, non sono affatto spaventato. >>
<< Mi fa piacere saperlo, ma devo comunque scortarla in un qualsiasi rifugio. Io sono… Hargh! >> il colpo che Jade sentì di lato al collo fu talmente doloroso che perse i sensi all’istante, accasciandosi al suolo di colpo.
<< Spiacente, non prendo ordini dagli umani. >>disse Lanet Kum soddisfatto, ritirando gli artigli impregnati di veleno. Alcune gocce scivolarono lungo il collo della donna dissolvendosi dopo qualche minuto, il liquido non l’avrebbe uccisa, solo paralizzata per qualche ora. Uno dei globi illusori si avvicinò al mezzo demone per appoggiarsi delicatamente sul palmo della sua mano, interrompendo la luce stregata di cui risplendeva.
<< Non potevo desiderare un risultato più perfetto di questo. Rubare queste artefatti a quegli sciocchi stregoni, mille anni fa, è servito a qualcosa alla fine. adesso prendiamoci la meritata ricompensa… >>
<< Da quando l’immondizia merita ricompense? >>
Lanet s’incupì di colpo, strinse la sfera con una forza tale che la distrusse.
Si morse le labbra per la rabbia mentre si voltava verso il giovane demone apparso alle sue spalle.
<< Fiutato l’odore della carne fresca femminile, non è vero? >>disse con un tono di malizia Lanet, per mascherare la sua scocciatura.
<< Preferisco tutt’altro genere di carne, quella orientale non la digerisco. >> replicò Drago, ben poco propenso alle battute.
Drago aveva seguito Jade fino a quando non si era scontrata con Lanet.
All’inizio non aveva capito perché fosse tanto interessato alla ragazza, dopo una lunga riflessione si rese conto che era più preziosa di quanto immaginasse: Jade era uno dei contenitori del Chi del Demone, la prima ad esserne venuta a contatto. Si era scordato che quella strega aveva qualcosa che a lui serviva, forse era per questo che non aveva ancora avuto una visione su di lei, l’odio che nutriva nei suoi confronti dopo anni passati ad rincorrersi a vicenda gli faceva desiderare di non doverla mai più trovare sulla sua strada.
Ma visto che custodiva un Chi… tanto valeva approfittarne finchè ne aveva la possibilità.
E il mezzo sangue non lo preoccupava affatto.
<< Allora non ti dispiacerà se mi gusto io questa raffinata prelibatezza. È raro trovare al giorno d’oggi un bocconcino così succulento e… seducente. >>
<< Per me puoi farci quello che vuoi, ma il ripieno che ci sta dentro è mio. >>
<< Scordatelo ragazzino: mia la ragazza, mio il Chi. >>
<< Prova ad impedirmelo se ci riesci. >>
Lanet Kum era pronto ad attaccare quando improvvisamente la voce stridula di Winter non lo bloccò, rimanendo basito nel vederla saltare addosso al fratello in quella forma infantile.
<< Io non voglio stare con naso di patata! È antipatico! Voglio giocare con te! >> disse la bambina, riferendo ad Ice.
<< Che cosa curiosa. Devo ammettere che in vita mia non ho mai visto niente di così assurdo. >> commentò il mezzo demone veramente sorpreso.
<< Non sono affari che ti riguardano, immondizia! Fatti i cazzi tuoi! >>
<< Come desideri. Allora tornò al mio lavoro tranquillamente, sapendo di non averti tra i piedi. >>
<< Non te lo permetterò! >>
Con una gioiosa risata Lanet prese Jade, realizzando con sabbia finissima una specie di biga con tanto di cavalli su cui salì e partì, inseguito da Drago che, nonostante la sorella che gli si era avvinghiata intorno al collo, lo inseguì grazie alla sua velocità inumana.
 
Ignorando gli umani che ancora scappavano da una parte all’altra in preda alle allucinazione, l’inseguimento tra i due demoni proseguì.
L’Ice Crew seguiva i due esseri infernali che correvano ad una velocità paragonabile a quella di una macchina di Formula 1, riuscendo a stento a stargli dietro solo grazie all’ausilio di una Jaguar pur di non perderli di vista, nonostante il potere del demone che era in loro non erano in grado di competere al loro livello.
La biga di Lanet Kum si faceva largo del traffico facilmente, i cavalli di sabbia riuscivano a spostare i veicoli con una facilità incredibile, senza bisogna della guida per orientarsi in città. Con entrambe le mani libere potè generare dei vortici di sabbia dalle braccia nel tentativo di togliersi di torno Drago, agitandoli come delle fruste o delle mazze; il demone puro sangue invece al momento poteva solo schivare gli attacchi a lui diretti, intralciato soprattutto dalla presenza di Winter.
Corsero a lungo con l’apparente vantaggio del mezzo sangue, la sua vittoria parve sicura quando materializzò una trivella che lo centro in pieno.
Fu in quel momento che, con la guardia abbassata, Drago apparve dal nulla cogliendolo di sorpresa, ingigantito grazie al Chi del Demone della Montagna, colpendo con le braccia enormi il veicolo avversario, ponendo fine all’inseguimento.
Si erano fermati a Union Square, la piazza centrale di San Francisco, Lanet Kum rotolò a terra tentando di frenare con gli artigli; quando finalmente si fermò vide che la ragazza asiatica era a soli pochi metri da lui, abbastanza vicina per poter provare ad assorbire il Chi contenuto al suo interno. Il tempo di allungare il braccio e Drago glielo schiacciò, il dolore fu atroce e lo scricchiolare delle ossa lo descriveva perfettamente, suono che alle orecchie del puro sangue era qualcosa di estasiante.
<< Il gioco è bello quando dura poco. Arrenditi e ti risparmierò la tremenda tortura che meriti. >>
<< Ho sopportato torture peggiori di questa, figlio di Shendu. ARGH! >> disse Lanet, cercando di mantenere l’orgoglio e sopportare il dolore.
<< Questo vuol dire che mi divertirò ancora un po’ a schiacciarti le ossa. >> disse Drago compiaciuto dall’idea.
<< Tu sei proprio come tuo padre: presuntuoso e megalomane. Per questo farai una fine miserevole come lui! >>
<< Non osare paragonarmi a mio padre! >>
Furioso per quell’insulto, Drago liberò Lanet e unì le mani in un pugno per schiacciarlo.
Bastò quell’attimo per Lanet per allontanarsi e colpire sullo stomaco Drago con una forza tale che il Chi che stava sfruttando ebbe all’istante termine, riportandolo alle sue dimensioni normali.
Il dolore non si avvertiva nemmeno, ma quel gesto il dragone non lo digerì e ingaggiò presto battaglia con il suo simile, lottando disordinatamente a causa dell’insulto che lo aveva paragonato a suo padre.
Non sarebbe mai stato come lui.
Non sarebbe mai diventato un bastardo traditore.
 
Winter, senza essere notata, si avvicinò a Jade tentando di svegliarla, chiamandola e spingendola a ripetizione.
Drago le aveva detto di rimanere nascosta, ma la signorina dai capelli neri le era simpatica e voleva ancora giocare con lei.
Ogni tanto si fermava per seguire la battaglia senza capire davvero che cosa stesse accadendo, ben poco le interessava, quella tremenda confusione non riusciva ad avere senso per lei. Il fuoco rovente del fiato di Drago fondeva le mattonelle della pavimentazione della piazza, il sangue di Lanet emanava un tale olezzo da far storcere il naso. Nel bel mezzo dello scontro sopraggiunse L’Ice Crew gettandosi nella mischia, divenne un 4 contro 1 che però non cambiò le sorti del duello, il mezzo demone realizzò fece esplodere la terra come se fosse stata accesa una carica di dinamite sfruttando chissà in quale modo il controllo della sabbia che brillava come polvere da sparo, scaraventando tutti quanti in aria.
Winter rotolò su se stessa parecchi metri prima di fermarsi, scontrandosi contro un’aiuola.
Le venne subito da piangere, subito cominciò ad intonare la canzone che suo fratello le aveva cantato.
Quel brutto signore… era tutta colpa sua.
<< Bastardo! Questa me la paghi! >>
<< Non avrai una simile soddisfazione, te lo posso garantire. >>
<< Quando ti vedrò strisciare ai miei piedi ti pentirai di essere stato così sfrontato con me! >>
La rissa tra i due esseri infernali sarebbe scattata nuovamente se Winter improvvisamente non si intromise fra i due.
I grandi occhi rossi della bambina brillavano intensamente, la coda ritta e le braccia avvinghiate ancora intorno alla testa. Ringhiando debolmente corse verso il mezzo demone ruotando le braccia, a questo bastò bloccarla con un piede appoggiato sulla fronte, fissandola impassibile con le braccia incrociate.
<< Di tutte le cose assurde che ho visto nella mia vita immortale, questa è sicuramente la più incredibile. >> disse Lanet annoiato.
<< Cattivo! Cattivo! Cattivo! Tu sei cattivo con il mio fratellone! >> gridava la piccola.
Una spinta fece rotolare Winter verso Drago, il demone la rimproverò per il suo intervento indesiderato, bloccandosi quando si rese conto che quel gesto non era dettato da semplice infantilismo… ma da qualcosa di peggio.
Uno dopo l’altro fiocchi di neve scesero dal cielo che si rannuvolò rapidamente, volteggiando con grazia nell’aria prima di atterrare e sciogliersi, fino a quando il freddo vento che sopraggiunse non gli permise di rimanere intatti e di emanare la loro gelida essenza. La neve ricoprì velocemente il terreno con un manto bianco, la temperatura si abbassò rapidamente lasciando tutti confusi dal nuovo evento, solo il farfugliare preoccupato di Drago fece capire che cosa stava accadendo: Winter era avvolta da un’aura azzurra che emanava particelle luminose che si innalzavano nel cielo trasformandosi in batuffoli di nuvole carichi di neve, non stava per piangere, al contrario era assai arrabbiata, tremava e sibilava come un serpente a sognali, aspetto che nel suo attuale stato poteva far ridere.
<< Yo! La shrimp si è offesa! >> disse ironicamente Cobra.
<< Non… insultatela… >> gli disse Drago sottovoce.
<< Ehi boss, che ti scombussola? Guarda che faccia! Fa ridere! >> continuò a dire Ice.
<< Io… non ho… voglia di ridere… adesso… >>
<< Perché mai dawg? Qual è il problema? >>
<< Il suo Chi in questa forma è dannatamente instabile… >>
Quasi come se avesse atteso quelle parole, Winter cominciò ad urlare e una tempesta di ghiaccio esplose nell’atmosfera, il suo corpo sprigionava neve e ghiaccio sotto forma di aguzze schegge che rischiarono di infilzare i presenti, persino Lanet Kum rimase scioccato e venne proiettato lontano dal vento glaciale generato, imprigionando qualunque cosa in una prigione di ghiaccio azzurro e bianco.
Drago la prese tra le sue braccia tentando di calmarla ma la bambina non sentiva ragioni: era furiosa, si dimenava e scalciava come una pazza.
<< Falla smettere D – man! Qui rischiamo di tornare all’Era Glaciale! >>
<< E anche di finire con le chiappe congelate! >>
<< Ci sto provando razza di seccatori! Provate voi a calmare una demone di 3 anni! Nemmeno mia madre riusciva a tranquillizzarla quando scattava! >>
<< Ma non ti è già successo che desse noia in questo modo?! >>
<< Certo che si! Ma col tempo non si era più manifestata! Chi cavolo se lo aspettava che sarebbe esplosa in questo modo?! Non mi ricordo più come la calmavamo! A meno che… ehi Cobra, tu gli stai simpatico! Datti da fare invece di startene con le mani in mano! >>
<< E che cazzo dovrei fare secondo te?! >>
<< Qualunque cosa che non ci faccia diventare pupazzi di neve! >>
<< Fai tu qualcosa invece di rompere le palle a me! >>
<< Volentieri. >>
Assicurandosi che la bambina li stesse guardando, Ice afferrò Cobra e lo gettò su un cumulo di neve, lasciando sulla superficie candida l’impronta del suo corpo.
Winter si fermò, fissando Cobra uscire dal cumulo completamente blu e tremante, il quale si lanciò subito dopo sul compagno per fargliela pagare, DJ però con uno sgambetto lo fece finire sulla strada ghiacciata, scivolando così e andando a sbattere contro un lampione. Una risatina sfuggì dalle labbra della bambina, la tempesta parve un poco calmarsi, ma i suoi gelidi effetti si facevano ancora sentire. Drago, DJ e Ice rincararono la dose senza badare al fatto che Cobra li stava odiando per la serie di brutte figure che stava facendo, prendendolo in giro fino a quando la bambina non cominciò a ridere felice, divertita da quello spettacolo improvvisato, e più rideva più il ghiaccio si scioglieva, la temperatura si alzava e il caldo prese il posto del freddo.
Solo a quel punto decisero di dar tregua al ragazzo.
<< Seccatura risolta. >> disse Strikemaster Ice.
<< Vaffanculo Ice… >> replicò l’altro.
Un problema era risolto e un altro si ripresentava: Lanet Kum apparve da un cumulo semi sciolto di neve e prese Jade. Durante la baraonda si erano completamente dimenticati di lui, la luce bluastra che lo circondava lo allarmò.
<< Avresti dovuto approfittare della confusione per sconfiggermi, figlio di Shendu, invece di preoccuparti per la tua cara sorella! Sterminerò te e i tuoi patetici seguaci! >>
<< Nessuno insulta il mio fratellone! >> urlò improvvisamente Winter, facendo la linguaccia al mezzo sangue, creando dal nulla proprio davanti a lui un’enorme blocco di ghiaccio tempestato di punte che gli fece schiantare addosso lanciandolo come un proiettile. Il mezzo demone venne spinto contro un grattacielo a causa del “proiettile”, Jade a terra con il Chi che dava segni di voler uscire, interdetti i ragazzi fissarono la bambina, increduli che fosse stata capace di una cosa simile.
Un lamento li avvisò che Jade si stava risvegliando.
Drago, seppur riluttante di doversi avvicinare all’umana che più odiava al mondo, doveva sfruttare quel momento per recuperare il Chi del demone.
 
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Jade si svegliò con un tremendo mal di testa.
Il collo le faceva male, toccandosi la zona indolenzita si rese conto che sanguinava leggermente.
Non aveva la più pallida idea di cosa le fosse successo.
Si guardò intorno, rendendosi conto di trovarsi da tutt’altra parte da cui ricordava di essere andata, trasalì quando si rese conto di essere assistita dalla bambina che aveva trovato smarrita per strada e un ragazzo, sconosciuto, dalla pelle ambrata e i luminosi capelli biondi e rossi dalla pettinatura che sembrava ispirata da quella del famoso cantante Billy Idol.
<< Sta bene? >> le chiese lo sconosciuto.
<< Credo di sì… >> riuscì a dire lei a malapena.
<< Deve stare più attenta a dove mette i piedi, ha preso una bella botta con quella caduta. >>
<< Caduta? >>
Jade non ricordava niente del genere, solo mostri dappertutto e una confusione assurda.
Quando diamine era caduta?
Il ragazzo l’aiuto a mettersi in piedi, la bambina le abbracciò una gamba dicendole di essere felice di vederla.
<< è stata gentile a prendersi cura di mia sorella. Quando l’ho persa di vista mi ha fatto preoccupare. >>
<< Questa bambina è tua parente? >>
<< Si, lo so: non ci assomigliamo. Ma non è colpa mia, parli con i miei genitori. >>
La bambina ridacchiò divertita, facendosi prendere in braccio dal fratello.
<< Mi dispiace, non volevo essere indiscreta. è solo che… oggi è stata una giornata molto pesante. >>
<< La capisco benissimo. >>
<< Bè… allora posso stare tranquilla, adesso che so che è al sicuro. >>
<< Spero non le abbia fatto perdere tempo prezioso. >>
<< Oh no, al contrario, è stato un piacere prendersi cura di lei e…. lo sa? Ha una faccia familiare… ci siamo già incontrati? >>
<< Temo di no, altrimenti ricorderei un viso carino. >>
Jade arrossì al complimento, distogliendo lo sguardo da quel ragazzo che le sembrava di aver già visto. Anzi, il suo sesto senso le diceva che era proprio così, ma stordita com’era il solo pensare le faceva venire le vertigini.
Prima di andare via, saluto la bambina accarezzandole dolcemente il viso, provando in quel momento una specie di brivido che percosse tutta la schiena.
Breve ma intenso.
Probabilmente, pensò lei, stava prendendosi l’influenza o qualcosa del genere.
Osservò fratello e sorella allontanarsi dalla piazza, addolcita dalla figura della bambina che si assopì poco dopo in braccio del parente, domandandosi se un giorno li avrebbe rivisti.
 
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<< Allora? >>
<< Non ha sospettato nulla. Fortuna che mia sorella ha voluto condividere il suo potere di trasformazione umana. >>
<< Ma tu non ne sei capace D-man? >>
<< Mi rifiuto di imparare una simile tecnica. >>
<< Oppure non ne sei capace? >>
<< Oggi avete proprio voglia di morire voi tre. >>
<< Ricevuto: niente più domande. Il Chi piuttosto? >>
<< Recuperato. Adesso il potere del Demone del Vento è mio. >>
<< Yo ragazzi, quindi finalmente si parte per tornare a casa. >>
<< Errore, dobbiamo ancora riportare mia sorella alla normalità. O preferite fare i baby–sitter a vita? >>
<< Ma nessuno di noi è Harry Potter! Ci vorrebbe un miracolo per risolvere questo casino! >>
Prima di poter discutere seriamente, un alone luminoso avvolse Winter, nel frattempo addormentata tra le braccia di Drago: il suo corpo cominciò a crescere, il costume che indossava si stava strappando in vari punti, prima che si vedesse troppo il demone si levò la giacca e avvolse in tempo il corpo della ragazza quando fu all’apice della trasformazione, ritornando finalmente una quindicenne.
Notando gli sguardi stupiti degli umani, gli mollò una serie di calci.
<< Ehi dawg! Perché cazzo ci hai spaccato la faccia?! >>
<< Se fissate ancora mia sorella con quegli occhi da pervertiti vi faccio fuori in un istante. >>
<< Cosa?! Non ci credo D-man: sei geloso di tua sorella! >>
<< No, non sono geloso. Ma non permetto che si guardi mia sorella. >>
<< Yo dude, sei strano con quell’aria da fratello protettivo! >>
<< Piantala! >>
<< Se non vuoi parlare della pulce dicci almeno come te la spassavi con la Chan. >>
<< Io non avevo una relazione con lei. >>
<< Nessuno l’ha detto dude, io ti ho solo chiesto che cosa facevi. >>
<< Forse Wikipedia lo sa. >>
<< Ho detto di finirla! >>


PERSONAGGI:
Jade Chan. Questa ragazza è uno dei protagonisti principali del cartone animato le Avventure di Jackie Chan, solo che qui appare nella versione adulta mentre nel cartone animato è una bambina di 10-13 anni.
Come già detto, Jade del futuro lavora in una specie di agenzia segreta e Drago ( come viene svelato nell'episodio nella quale appare per la prima volta in questo modo ) è il suo principale antagonista. Nel futuro, Jade è costretta a fuggire perchè Drago è riuscito a evocare tramite un incantesimo di suo padre un esercito di mostri che da sola non è in grado di sconfiggere: i suoi parenti sono stati catturati e offerti come pietanza a Shendu per l'imminente risveglio. La ragazza è costretta a tornare nel passato per impedire che questo avvenga e per farlo deve trovare dei denti di drago capaci di ridare corpo al padre di Drago, ma quest'ultimo la insegue e tenta in tutti i modi di fermarla. 
Alla fine riesce a fermarlo e lo lascia nel passato, affinchè il suo tempo sia finalmente salvo.
Da bambina era una continua combinaguai e non esitava a disobbedire agli ordini dello zio per seguirlo nelle sue avventure intorno al mondo


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Capitolo 9
*** Capitolo 9: indomabile terremoto ***


  Capitolo 9: Indomabile terremoto.
 
La polizia fece irruzione nell’appartamento di un noto fumettista dopo l’ennesimo avviso senza risposta di aprire la porta.
Il disordine che trovarono dentro confermava l’allarme lanciato della vicina di casa che li aveva chiamati, avvisandoli che stava accadendo qualcosa di terribile nell’appartamento. Attraverso la cornetta, l’agente di polizia che aveva risposto alla chiamata era riuscito a sentire la confusione, un casino indescrivibile che sembrava un omicidio un piena regola, dunque non aveva perso tempo ad allarmare i colleghi e partire a sirene spiegate verso l’indirizzo segnato, augurandosi che non fosse troppo tardi.
Ispezionarono l’appartamento con le pistole pronte a sparare al minimo segno di pericolo, fino a quando non trovarono la vittima nel suo studio, distesa a terra priva di sensi.
<< Chiamate un’ambulanza! Svelti! >> urlò uno dei poliziotti ai colleghi.
Alcuni chiamarono la centrale per chiedere assistenza medica, altri cercarono di capire che cosa gli aggressori avessero rubato.
Non potevano certo immaginare che quel che avevano preso sarebbe stato irrecuperabile.
 
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<< Chi l’avrebbe detto che quel nerd diventerà famoso? Noi ci becchiamo la prigione e lui i soldi. Questo non è cool. >>
<< E noi “giustamente” gliela facciamo pagare, you feel me? >>
<< Già con il rischio di farvi scoprire! Vi avevo detto di metterlo KO, non di saltargli addosso e di allarmare il vicinato! Possibile che siete così idioti da non riuscire a svolgere un compito talmente semplice?! >>
<< Yo piccoletta, vedi di tacere. Siamo di buon umore quest’oggi, quindi non rompere le palle. >>
<< Idiota… >>
Sebbene fosse notte fonda, le luci della Nuova San Francisco riuscivano ad illuminare intensamente l’oscurità; la luce artificiale però non possedeva la purezza necessaria per rivelare coloro che vivevano tra le ombre, muovendosi a proprio piacimento da ogni parte senza essere scoperti.
Alcune di queste “ombre” raggiunsero la discarica, un luogo in cui veniva accumulata roba vecchia ormai inutile e incapace di funzionare, prevalentemente automobili arrugginite, circondate dai rifiuti di ogni sorta.
In quel luogo colmo di immondizia Drago si allenava, usando ogni Chi in suo possesso che finalmente sembrava recuperare la forza andata perduta: il demone non aveva smesso un solo giorno di allenarsi, nonostante fin dal suo ritorno sulla Terra avesse sofferto parecchio per quella sua personale tortura che molto spesso lo aveva portato quasi alla morte, preda del dolore lancinante che sembrava pugnalarlo in profondità nella carne, non si era mai arreso, per quanto gli facesse male non aveva mai voluto gettare la spugna.
Aveva lottato, aveva resistito e finalmente stava vincendo.
Non sentiva più alcun disturbo quando usava il Chi dei suoi parenti, persino la durata di tempo in cui li usava era aumentata.
Pensava che molto probabilmente che l’essenza si stava nuovamente per fondersi con il suo spirito.
Il traguardo era vicino.
Era tempo di prendere molte decisioni importati per il futuro.
Soprattutto per quanto riguardava sua sorella.
Doveva ammettere che era incredibilmente maturata.
Gran parte delle cose che ricordava di lei erano sorprendentemente cambiate, pensava e si comportava come una demone adulta oramai, seppur fosse ancora interessata a infantili intrattenimenti, ma quello era normale per chi come loro era stato costretto a crescere nel mondo umano.
Non esitava a uccidere, non esitava a correre pericoli che mettessero a repentaglio la sua vita, non le importava niente della vita degli esseri umani che mostrava chiaramente di disprezzare.
Già, stava crescendo…
Ma come avrebbe dovuto gestire questa cosa?
Fino a quando era una bambina le cose erano semplici, poteva controllarla facilmente e assicurarsi che non combinasse pasticci, ma adesso che stava maturando le cose si stavano complicando, per questo non voleva che partecipasse alle missioni, troppa euforia dovuta alla crescita. Era consapevole che non avrebbe potuto seguirla per sempre, ciò nonostante, temeva che se l’avesse lasciata andare avrebbe potuto scoprire delle cose su di lui e su loro Padre, e Drago non voleva che questo avvenisse.
Winter non avrebbe mai dovuto venire a sapere niente di suo Padre.
Nemmeno del resto della sua famiglia se necessario.
 
<< Yo boss! Missione compiuta! >> urlò improvvisamente Ice.
Drago si discostò da quei pensieri, attirato da quel richiamo.
Interruppe l’allenamento e raggiunse il gruppo, augurandosi che avessero recuperato il nuovo contenitore del Chi del Demone della Terra di cui aveva avuto la visione.
<< è filato tutto liscio come l’olio D-man, abbiamo il malloppo qui con noi. >>
<< Qualcuno vi ha seguito? >>
<< Nessuno. Ci siamo anche assicurati che l’idiota che aveva questo Chi non spifferasse ogni cosa ai piedipiatti. >>
<< Questo solo grazie a me, ovviamente… >> aggiunse Winter ad alta voce.
Bastò un secondo e tra i quattro scoppiò l’ennesimo litigio. Ormai ci aveva fatto l’abitudine, che facessero quello che volevano tranne ammazzarsi.
<< Bene, allora procediamo: Winter, usa la tua magia e consegnami il Chi. >> disse Drago ringhiando, interrompendo la colluttazione. A quella richiesta la ragazzina esitò, tutta l’energia sprigionata per il litigio svanì di colpo, arretrando di un passo con una certa paura, stringendo a sé lo zaino.
<< Che ti prende? >> chiese Drago sospettoso.
<< Ehm… fratellone, c’è qualcosa che devi sapere… >> rispose Winter preoccupata.
<< Che cosa? >> chiese lui, iniziando ad irritarsi. Fu in quel momento che si rese conto che oltre a loro non c’era nessun’altro: dov’era il tizio con i suoi poteri?
Sapendo bene quali rischi correva, Winter si affrettò a spiegare le ragioni del suo comportamento: dallo zaino estrasse un contenitore di vetro rotondo che brillava di una debole luce blu al cui interno fluttuava una figura somigliante a quella di un fiore, trasparente e leggermente distorta; i petali erano appassiti, afflosciati su se stessi con una chiara tonalità di grigio, emanando dei vapori scuri simili a cenere.
<< Quando ho controllato se fosse la persona giusta che tu ci avevi mandato a catturare, mi sono resa conto che questo Chi aveva qualcosa di strano… non è forte come immaginavo… mi sono insospettita e l’ho rimosso dal corpo per poterlo esaminare meglio. Sembra che sia… come dire…? >>
<< Incompleto. >>
<< Già, proprio così. >>
Fratello e sorella erano sorpresi da un simile fatto.
Il potere demoniaco in loro possesso era uno dei più potenti al mondo, difficile da poterlo indebolire o dominare. Drago prese il contenitore esaminando con cura il suo contenuto, facendo qualche smorfia a causa della debole traccia di magia bianca che gli “bruciava” le mani posta a protezione che filtrava attraverso il vetro. Si sedette, chiuse gli occhi e meditò: non si era sbagliato quando la visione gli aveva detto che l’umano che era diventato il nuovo contenitore vivente custodiva ancora quel potere oscuro, le immagini erano state chiare, non aveva tralasciato nulla, nemmeno il minimo indizio.
Cosa c’era che non andava allora?
Cosa aveva tralasciato di così importante?
A quel punto tutto divenne chiaro, terribilmente chiaro: il Chi del Demone della Terra non era stato assorbito da un solo essere umano, bensì da un secondo che aveva provato, per primo, l’ebbrezza del potere oscuro. Drago ruggì talmente forte che sia Winter che L’Ice Crew dovettero tapparsi le orecchie per non rimanere assordati, si scagliò contro ogni cosa distruggendola con spaventosa furia, incenerendo quasi del tutto l’intera discarica, liberando dalla spazzatura il suo tremendo odore di decomposizione.
<< Dannazione! Eravamo così vicini! Proprio adesso doveva sorgere questo problema?! >>
<< Che vuoi dire fratellone? >>
<< Voglio dire che tutto quello per cui abbiamo lavorato potrebbe andare al diavolo! Per poter far tornare il Chi al suo stato originale, abbiamo due possibilità: o utilizziamo un potere alternativo che lo ricarichi, oppure andiamo dall’altro schifoso umano che ne possiede la metà mancante, correndo così il rischio di essere scoperti e imprigionati a vita! >>
<< Un altro umano? Vuoi dire che il Chi è diviso in due corpi?! >>
<< Yo dude, capisco l’incazzatura, ma perché questo ti manda in bestia? Non possiamo semplicemente rubarlo come le altre volte? >>
<< No… perché questo significa che devo affrontare colui che mi ha esiliato all’inferno. >>
 
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Jackie Chan non era un archeologo di fama mondiale, ma il suo nome era molto conosciuto e apprezzato tra gli studiosi che lavoravano nel campo della storia. Nel corso degli anni aveva riscoperto preziosi manufatti, i musei facevano a gara per garantirsi i suoi servigi o la sua sola presenza, richiamando l’interesse del pubblico verso la storia antica.
Chi lo aveva conosciuto poteva dire che era persona mite, socievole, interessante e soprattutto gentile, dotato di una vasta cultura. Non tutti però sapevano che lavorava come consulente per i servizi segreti, addetto all’addestramento degli agenti (mansione che non gradiva affatto) e che aveva assistito e partecipato a fenomeni talmente incredibili che lui stesso a stento riusciva a malapena a credere.
Fenomeni che riguardavano soprattutto i Demoni.
<< Non so cosa mi trattenga a saltargli addosso e azzannarlo alla gola. >> disse Drago furioso, osservando l’uomo starsene tranquillo a bere caffè in un bar all’aperto, insieme ad una affascinante donna e ad un tizio muscoloso che indossava una maschera da luchador.
<< Yo dude, qui c’è troppa folla. Se facciamo casino, ci fanno il culo come una capanna, you feel me? >>
<< Vero. Però non ho altre idee su come risolvere questo problema del cazzo. >>
<< Quindi siamo nella merda. Che cavolo facciamo adesso? >>
<< Dobbiamo improvvisare, non abbiamo altra scelta. Lo attiriamo in una trappola e portiamo a termine questa faccenda. >>
<< Ricevuto. >>
Drago non era sicuro della riuscita del piano improvvisato, ma non aveva altre alternative; era così vicino a tornare il demone più potente del mondo che non c’è la faceva più ad aspettare: voleva riottenere i suoi poteri!
Lui e L’Ice Crew si nascosero in un vicolo lì vicino, attendendo che Winter portasse Chan lì da loro in modo da poterlo aggredire, tramortire e prendergli il Chi. La ragazzina sparì non appena superato l’angolo, trascorsero 5 minuti… 10 minuti… 20 minuti… poi udirono la sua squillante voce, più quella di un’altra persona con cadenza orientale.
Era la loro preda.
Chan pur di fare il buon samaritano non esitava ad aiutare il primo sconosciuto che gli chiedeva aiuto, soprattutto se questo poi metteva in mostra un viso d’angelo che non lasciava immaginare il minimo sospetto di malvagità. Seguì Winter senza problemi, guardandosi intorno alla ricerca del falso problema che lei gli aveva chiesto di risolvere, fino a quando non li superò dandogli le spalle. Fu in quel momento che l’agguato partì: DJ Fist afferrò Jackie Chan da dietro bloccandolo con le forti braccia, non prima di avergli infilato in testa un cappuccio che potesse impedirgli di riconoscerli, sforzandosi di non fargli liberare nemmeno un braccio per attaccare.
Ice e Cobra lo presero a pugni affinché il dolore lo costringesse a fermarsi nel divincolarsi e permettere a Winter di toccarlo per tirargli fuori il Chi e passarlo a Drago.
Tutto sembrava procedere secondo i piani.
Ma nessuno di loro poteva prevedere gli imprevisti del destino.
Proprio nel momento in cui la ragazza demone stava per usare la sua magia, il cinese sferrò all’improvviso un calcio alla cieca, colpendo in pieno Drago sul petto: il contatto generò una specie di esplosione causata dalle forze opposte di Chi negativo e positivo, il primo che albergava completamente nel corpo del demone e il secondo che proteggeva l’anima pura dell’uomo. La potenza dell’esplosione fu qualcosa di incredibile, gli edifici situati lì vicino si piegarono leggermente su un lato, l’asfalto e i marciapiedi si spaccarono, la gente lì intorno venne gettata violentemente a terra, stordita dalla sorpresa.
Winter impiegò qualche minuto per riprendersi, la testa le girava e le orecchie fischiavano, lo stomaco sottosopra. Si guardò intorno e si rese conto che l’esplosione aveva causato più danni di quanto avesse immaginato: il trio di imbecilli aveva ripreso le normali sembianze mortali, l’altro umano era semplicemente svenuto, ma Drago gemeva di dolore, tenendosi il petto che emanava fumo sulfureo. Corse da lui per assicurarsi che non fosse ferito gravemente, sulle squame del petto aveva una larga bruciatura scura, il che non pronunciava nulla di buono: lo alzò a fatica, chiamando a gran voce i tre ragazzi per farsi aiutare. Prima di andare via tornò dal cinese per controllare una cosa…
Proprio come aveva immaginato il Chi della Terra era sparito e con esso la possibilità di poter ripristinare il potere già indebolito.
 
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Le urla di Drago erano insopportabili da ascoltare, il dolore in esse racchiuso faceva capire quanto stesse soffrendo.
Imprecava e gridava, tenendosi il petto fasciato e intriso di sangue raggrumato e incrostato, scalciando, ruggendo e sputando fiamme, tutto per potersi sfogare.
Winter  utilizzò qualsiasi rimedio per alleviare il dolore, rischiando di farsi lei stessa male nel tentativo di curarlo, ma quello non le avrebbe impedito di aiutare suo fratello, era il minimo che potesse fare per lui. Ce ne volle di tempo prima che gli effetti delle cure funzionassero e il demone poco alla volta si addormentasse sfinito, rannicchiandosi su se stesso con la coda arrotolata intorno ad una gamba, brontolando nel sonno.
Winter tirò un sospiro di sollievo, in parte rassicurata.
Fissò il drago che aveva iniziato a russare sonoramente, disteso in uno sgualcito letto del suo appartamento abbandonato, accarezzandogli delicatamente la testa nell’amara illusione che avrebbe potuto farlo stare meglio. Avrebbe potuto fare di più, se lo sentiva che era in grado di guarirlo, ma non ne aveva la capacità e niente di quella roba medica in suo possesso avrebbe migliorato le cose. Ciò che però la faceva sentire più in colpa era il fatto che aveva perso il Potere della Terra, non se lo sarebbe mai perdonato, suo fratello non l’avrebbe mai perdonata… aveva rovinato tutto…. voleva solo rendersi utile e aveva combinato un danno enorme.
Drago l’avrebbe odiata per sempre.
Tutto i suoi sforzi per riallacciare i porti erano andati perduti…
Lasciò la stanza in punta di piedi per non disturbarlo, con il cuore spezzato, sistemandosi nel salone dove il trio di umani si stava anch’esso riprendendo, appoggiandosi su braccia, schiena o gambe impacchi di ghiaccio.
<< Come vi sentite? >>
<< Come se ci avessero usato come un sacco di pugilato. Che cavolo è successo? >>
<< Il Chi positivo che si trovava in quel mortale era incredibilmente potente… troppo per Drago. Mio fratello non ha retto il colpo… non in questo momento che è ancora in fase di recupero: il Chi di un puro di cuore è qualcosa di micidiale capace di uccidere qualsiasi demone. Ci vorrà parecchio tempo prima che guarisca… >>
<< Che si fa nel frattempo Wikipedia? >>
<< Bè… siamo tutti frastornati… meglio restarcene tranquilli per un pò prima di tornare in città… almeno fino a quando mio fratello non si riprende e il Chi del Fuoco dentro di voi non si ricarica, ritrasformandosi in demoni. >>
<< Yo boy, per una volta sono d’accordo con la pulce. Un po’ di relax non ci farà male… >>
Tutti erano concordi sul fatto che riposarsi fosse la priorità principale in quel momento.
Ognuno se ne andò per i fatti propri, lasciando che la giornata trascorresse pigramente fino al calar della notte.
 
Si addormentarono profondamente.
Gli assordanti rumori provenienti dalla Nuova San Francisco non turbavano il loro riposo.
Solo al risveglio avrebbero avuto delle sorprese.
 
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L’eco dei macchinari che ricostruivano alcune zone della vecchia città si udivano chiaramente, come se fossero a due passi.
Uno dei tre ragazzi brontolò a denti stretti, innervosito da quella serie di rumori spacca timpani. Non riuscendo più a prendere sonno alla fine di alzò, uscendo dal nascondiglio mentre gli altri due suoi compagni continuavano a ronfare.
Raggiunse un vecchio bar abbandonato dove conservavano il cibo rubato dalla città, prese qualcosa dal frigo e si sedette ad uno dei numerosi tavoli liberi.
Mangiò pigramente, grattandosi la faccia e stropicciandosi gli occhi, sbuffando di tanto in tanto.
Improvvisamente la sedia nella quale si era sistemato crollò, facendolo cadere all’indietro.
Imprecò, massaggiandosi la schiena e togliendosi di dosso il cibo rimasto attaccato alla maglietta: fu solo in quel modo che si accorse che nel suo aspetto c’era qualcosa di diverso…
La vetrina del bar gli permise di dare un’occhiata al suo riflesso e capire che cosa gli fosse successo.
E non riuscì a crederci.
<< Oh cazzo! >>
 
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Drago non capiva perché quel giorno al castello ci fosse tanta agitazione.
I servitori umani stavano correndo avanti e indietro, sua madre non la vedeva da ieri sera e suo padre gli aveva proibito di avvicinarsi agli appartamenti.
Non gli piaceva che gli si dicesse cosa fare o non fare.
Era odioso.
Senza farsi notare raggiunse il piano in cui si trovava la stanza dei suoi genitori, nascondendosi dietro una delle colonne che adornavano il corridoio.
Piccolo com’era nessuno lo vide, nemmeno sua zia Bai Tsa che entrò in quel momento nella stanza.
I servitori vennero mandati tutti via, scese una gran calma lì dentro.
Rimase nascosto a lungo, aspettando che accadesse qualcosa, annoiato da tutta quella quiete.
Ad un tratto la porta si aprì leggermente, udì un pianto e la voce di sua madre.
Forse… era arrivato quel momento di cui gli aveva parlato.
 
Attese che tutti uscissero da quella stanza: sua zia, suo padre e sua madre…
Avrebbe voluto correrle incontro e sapere perché era scappata via da lui, ma prima voleva scoprire che cosa nascondevano.
Gli piaceva conoscere i segreti, era divertente.
Si addentrò nella camera che a prima vista non aveva nulla di diverso da come ricordava, solo raggiungendo il lato opposto del letto si accorse del minuscolo lettino posto accanto; era troppo alto per lui, non riusciva a vedere cosa ci fosse dentro, si arrampicò sopra il materasso per raggiungere l’altezza giusta e in quel modo potè vedere cosa ci fosse dentro.
C’era un cucciolo, un piccolo demone, più piccolo di lui.
 
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Drago si svegliò colto da una tremenda nausea.
Si girò da un lato e respirò a fondo, fino a quando non gli passò quella sensazione.
Oltre al dolore al petto ci si era messo anche lo stomaco a dargli problemi, come se non si sentisse abbastanza male, provò ad alzarsi ma rinunciò subito all’intento costretto a restare sdraiato contro la sua volontà.
Si massaggiò il petto che gli procurava di tanto in tanto delle fitte lancinanti, facendo sgorgare attraverso la ferita il sangue caldo che le bende assorbivano.
Si sentiva esausto, ogni respiro sembrava toglierli l’energia necessaria per vivere e il fuoco che ardeva dentro di sé raffreddarsi, come se si stesse spegnendo.
Nel voltarsi dalla parte opposta si accorse che sdraiata lì accanto al letto c’era Winter, accucciata su se stessa come un gatto, la coda che circondava il suo corpo minuto coperto solo da un lenzuolo largo a malapena quanto una asciugamano. Dormiva profondamente, circondata da medicinali di ogni genere che probabilmente pensava di usare in caso di emergenza, borbottando qualcosa nel sonno; Drago le sfiorò i capelli e ne prese un ciuffo che delicatamente strofinò, stuzzicato dall’aura fredda che emanavano e leggermente ruvidi al tatto. Drago si meravigliò: oltre alla sua intelligenza la ragazzina si era sempre vantata dei suoi capelli, mettendo in mostra ogni qual volta ne avesse avuto la possibilità la morbidezza e la perfezione della sua chioma azzurra, ricordava ancora tutte quelle volte che l’aveva trovata davanti allo specchio a pettinarsi come una sorta di principessa.
Ora che ci pensava, c’erano un sacco di cose su di lei che erano cambiate da quando si erano divisi.
In 3 anni molte cose potevano succedere, si chiese quali fossero avvenute per l’esattezza.
Qui il problema di come trattarla si ripropose: ora che era costretto a star fermo e a non occuparsi del Chi, si rese conto che molte cose gli erano sfuggite, elementi che finalmente erano riusciti ad attirare la sua attenzione.
<< Credo che sia ora di fare quatto chiacchiere… >> disse sottovoce alla sorella.
Improvvisamente la terra tremò.
Gli oggetti non fissati tintinnarono tra loro e spostandosi per le scosse si fracassarono in mille pezzi nel cadere al suolo. Il rombo destò Winter e mise in allarme Drago, la ragazzina lo aiutò ad alzarsi e a metterlo al riparo sotto una trave, entrambi si guardarono intorno aspettando che il fenomeno finisse: ben presto il suono della terra lasciò posto al silenzio, il movimento tellurico smise di creare disordine sulla superficie.
<< Sento l’odore di un demone… >> annunciò Drago all’improvviso, annusando l’aria.
Winter si allarmò, poteva trattarsi di quel rompipalle di Lanet Kum che probabilmente aveva saputo in qualche modo che suo fratello era rimasto ferito.
Nonostante fosse un mezzo demone lei non era in grado di tenergli testa, tantomeno i tre umani. Eppure doveva fare comunque qualcosa.
<< Tu resta qui. Vado a vedere di chi si tratta. >>
<< Non dire cazzate, non puoi combattere un demone. Non ne sei all’altezza. >>
<< Devo comunque controllare di che si tratta. >>
Nonostante le proteste di Drago, Winter uscì dalla casa e andò a investigare.
 
La prima cosa che la ragazza notò fu la lunga striscia di terra smossa che attraversava la strada principale.
Sotto lo strato di terra si era formata una vera e propria galleria, un cunicolo che qualcuno o qualcosa aveva scavato.
La cosa fu bizzarra e sospetta,  si chiese se fosse anche la causa del terremoto.
Si armò di coraggio e seguì la traccia, fino ad arrivare a zone della Vecchia San Francisco che prima di allora non aveva mai visitato, dove tutto era incenerito e la cenere sparsa ovunque a ricoprire ogni cosa in un unico manto di polvere grigia e nere. Non c’era quasi nulla lì, quella zona praticamente era come stata cancellata quasi completamente, altre alle case, anche la traccia scomparve.
“Che cavolo faccio adesso?”
Mentre pensava a cosa fare, Winter sentì una presenza alle sue spalle e di cui intravide l’ombra avvicinarsi lentamente.
Chiunque fosse odorava di demone, e non era suo fratello.
Rimase immobile facendo finta di niente, avvertendo il suo respiro farsi sempre più vicino, pronta a reagire con un pugnale di ghiaccio creato di nascosto.
Quando fu ormai in prossimità di lei, si voltò di scatto per pugnalarlo a morte, ma venne bloccata con una facilità impressionante e sollevata in aria per un braccio, trovandosi faccia a faccia con il muso di un possente demone.
<< Bu! >>le fece questo.
Winter urlò spaventata, lo sconosciuto la lasciò andare e lei ne approfittò per arrampicarsi in fretta e furia sopra un cumulo di mattoni mezzi distrutti in precario equilibrio.
Il demone scoppiò a ridere, rotolandosi a terra senza riuscire a smettere.
<< Yo pulce! Dovresti vedere la tua faccia in questo momento! Sei davvero spassosa! >>
<< “Yo”? Aspetta un secondo! Questa voce io la conosco! Tu sei… il biondino?! Non è possibile! Non puoi essere tu! >>
<< Io sono il solo e unico Strikemaster Ice, baby! >>
Winter cadde dal suo trespolo incredula, rotolando fino ai piedi di quello che non riusciva a riconoscere come l’umano da capelli biondi: era tornato demone, questo si vedeva, ma di diverso dalla sua solita forma demoniaca aveva la corporatura muscolosa e statuaria, le grosse corna sulla testa incurvate all’indietro, serpenti dorati tatuati su entrambe le braccia e il mento pronunciato che sembrava una specie di pizzetto.
<< Allora? Cosa te ne pare? Non lo trovi cool? Non mi sono mai sentito così vivo! >>
<< Bene, perché adesso ti uccido! Mi hai fatto prendere un colpo brutto stronzo! >>
<< Felice di saperlo shrimp, la mia idea era proprio quella. >>
<< Vaffanculo! >>
<< Apri le orecchie piccola: tu sai blaterare una spiegazione su questa roba da sballo? >>
<< Non ne ho la più pallida idea, a malapena riesco a credere che sia vero. Questa tua trasformazione è la cosa più assurda che io abbia visto! è questa si che è una fregatura… Qualunque cosa ti sia successo, vi porrò subito rimedio! >>
<< Yo Wikipedia, potresti usare il linguaggio di noi comuni mortali così posso capire che diavolo hai detto? >>
<< In parole povere ti farò tornare com’eri prima. >>
<< Cosa?! Sei fuori di testa?! Scordatelo marmocchia! Così sono e così resto! Non riuscirai mai a farmi cambiare idea, you feel me?! >>
<< Davvero? Stiamo a vedere. >>
 
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Drago si aggrappò con gli artigli alla parete per non cadere.
Ringhiò a denti stretti tenendosi il petto, trascinandosi verso l’uscita dell’appartamento ormai stanco di aspettare il ritorno di sua sorella: era ormai trascorsa un’ora da quando se n’era andata, non aveva sue notizie e soprattutto la minima idea per dove fosse andatae.
Lo sapeva che si sarebbe cacciata nei guai, avrebbe dovuto impedirgli di andare via a qualsiasi costo.
MC Cobra e DJ Fist arrivarono in quel momento, aiutandolo un attimo prima che cadesse giù per la rampa di scale per l’agonia; il demone li avvertì che c’era un pericolo nei paragi che poteva aver preso sua sorella e di tenersi dunque pronti.
<< Yo D, forse anche Ice – man è nei guai. Quando ci siamo svegliati non era a letto. Potrebbe essere incasinato! >>
<< Perfetto… come se non avessimo già abbastanza problemi. Può andare peggio di così? >>
Improvvisamente una scossa di terremoto agitò la terra, ma prima che potessero mettersi al riparo il fenomeno ebbe di colpo fine, lasciando posto ad un susseguirsi di parolacce senza fine.
Drago, Cobra e Fist scesero in strada, trovando Winter che “cavalcava” divertita un demone dal volto familiare, tenendosi saldamente aggrappata alle corna che aveva sulla testa grazie a delle briglie di ghiaccio simili a quelle usate per i cavalli. Il demone, che riconobbero come Ice, si gettava all’indietro di schiena o dava potenti testate contro ogni cosa nel tentativo di liberarsi della ragazzina che lo prendeva in giro, causando spesso delle scosse con il solo battere dei piedi.
<< Scendi subito dalla mia testa, piccola strega! Appena riesco a staccarti ti farò pentire di essere nata! >>
<< Ah! Le ultime parole famose! è già trascorsa un’ora e sono ancora incollata al tuo mega testone senza cervello! >>
<< Non ti sopporto! >>
<< Nemmeno io! >>
<< Per tutti i demoni! Che cazzo sta succedendo qui?! >>
Il casino ebbe fine in un secondo non appena i due litiganti sentirono la voce di Drago.
Dopo un breve attimo di silenzio cominciarono ad accusarsi a vicenda, innervosendo il demone più di quanto non lo fosse già. Un ruggito li fece nuovamente zittire, limitandoli a farli ringhiare l’uno contro l’altro ma riuscendo finalmente ( con difficoltà ) a farsi raccontare la loro vicenda.
<< Era dunque il Chi del Demone della Terra la “presenza” che avevo sentito. Ridotto così come sono non l’avevo riconosciuto. Considerati fortunato Ice: finché non mi rimetto in sesto puoi tenerlo tu il Chi. >> decretò il demone, facendo esultare il gangster di gioia.
<< Yeah! Grande boss! Questo si che è mitico! >>
<< Spero che tu stia scherzando fratellone! Non vorrai davvero lasciare un potere simile nel corpo di un’idiota come questo! >> replicò Winter, mettendo una mano sulla faccia di Ice per zittirlo, ma Drago era ben fermo sulla sua decisione.
<< Ice ha una certa esperienza con questo Chi, quindi è in buone mani. E non voglio sentire altre lamentele! Chiaro?! >>
<< Chiaro… >>
<< Yo D-man, ti puoi fidare di Strikemaster Ice! La meraviglia demoniaca è al sicuro con il sottoscritto. Tu riposa finché ne avrai voglia, L’Ice Crew terrà tutto sotto controllo. >>
<< Vorrei essersene sicuro… >>
 
Drago aveva ragione a non fidarsi dell’eccessiva sicurezza di Ice.
Per quanto l’umano fosse certo che non sarebbe accaduto niente, non aveva fatto ancora i conti con la testardaggine e il desiderio di vendetta di Winter: Drago le aveva si, proibito di non discutere sulla sua decisione, ma questo non voleva dire che non poteva rifarsi dello smacco subito. La ragazza demone non si staccò dalla testa di Ice, continuando in quel modo a provocarlo, sapendo bene di non poter essere mai essere colpita o ferita grazie alla sua incredibile agilità di scansare i colpi brutali; infatti l’umano ne ricavò solo lividi.
Oltre alla sorella, un altro problema venne proprio dal Chi della Terra.
Ice non riuscì a trattenersi nell’usarlo per il proprio divertimento personale, creando ad esempio ostacoli per spassarsela con lo skateboard o scatenando piccoli terremoti per far andare nel panico i cittadini di Nuova San Francisco.
Tutto quel casino lo infastidiva e preoccupava, temeva che avrebbe potuto attirare troppo l’attenzione.
E nelle condizioni in cui si trovava non poteva intervenire.
Udì un’altra scossa e sospirò, sarebbe stata una lunga convalescenza….
 
<< Yo Ice, ci facciamo un’altro giro? >> chiese Cobra all’amico.
<< Yeah! è uno sballo oggi! Che ne dite di fare a gara a chi fa più giri della morte, dawg? >> rispose d’accordo Ice, facendo roteare con un dito solo lo skateboard che fino a quel momento aveva usato.
<< Non te lo consiglio se non vuoi che ti faccia un regalo sgradito… >> replicò Winter, leggermente nauseata.
Le numerose giravolte acrobatiche le avevano messo sottosopra lo stomaco.
<< Ehy shrimp, peggio per te che hai voluto restare sulla mia testa durante le esibizioni. Sei pronta a gettare la spugna? >>
<< Non mi arrendo così facilmente! >>
<< Ok baby, allora andiamo a divertirci ragazzi! >>
<< Oh no! Non di nuovo! Fermati! >>
Il ragazzo non diede ascolto alle suppliche della demone, ripartì a bordo del suo skateboard prendendo subito velocità, eseguendo qualche mossa acrobatica che peggiorò lo stato di Winter.
Si fermò di nuovo, in equilibrio sul corrimano di una scalinata.
<< Yo Pulce, non ho intenzione di scansare il divertimento solo perché non reggi l’adrenalina. Quindi…? Cosa decidi di fare? >>
Winter ringhiò seccata, non voleva darla vinta all’umano, ma ammise a sé stessa che non avrebbe retto un’altra serie di giravolte; il bianco delle squame si stava tingendo di verde e la vista di qualsiasi roba da mangiare la nauseava pesantemente.
Prese un bel respiro e lentamente scese dalla testa di Ice… non prima che questo la prese in braccio ed eseguì un perfetto giro della morte atterrando a pochi metri da delle tubature appuntite e arrugginite.
<< Brutto scimmione troglodita! Non ti basta avermi umiliato?! Vuoi anche uccidermi?! >>
Il ragazzo rise divertito all’arrabbiatura della ragazzina che lo prese inutilmente a pugni sullo stomaco.
Ice interruppe di colpo la risata, iniziando ad annusare l’aria ripetutamente: si guardò intorno costantemente muovendosi a quattro zampe e tastando il terreno con il palmo delle mani, fino a quando non scavò con gran foga attraverso il cemento per raggiungere il terriccio nascosto sotto di esso, infilando una mano per estrarre una manciata di vermi che cominciò a divorare con voracità sotto gli sguardi scioccati di Winter e dei suoi compagni.
<< Yo Ice, stai bene? >> gli domandò Cobra.
<<Certo, sto da sballo. >> rispose l’altro normalmente.
<< Ne sei sicuro amico? Hai la più pallida idea di cosa stai facendo? >>
Quando il gangster si rese conto di cosa stava facendo, lanciò via i vermi e sputò quelli che fino a quel momento aveva masticato, pulendosi la lingua con l’orlo della manica di DJ.
<< Finalmente una piccola soddisfazione: ti stai rincretinendo. >> fu il commento di Winter.
<< Tu c’entri qualcosa mocciosa? >>
<< Sono innocente “dawg”. Hai fatto tutto da solo. >>
<< Yo dude, ci hai fatto prendere un colpo. Non sembravi avere la zucca a posto. >>
<< Forse è l’eccitazione di questa roba demoniaca. Mi fa venire i brividi… troppo cool. >>
<< Forse dovresti darci un taglio. >>
<< Non rompere Cobra, sto bene. >>
Ma Strikemaster Ice non poteva considerasi a posto.
Non con le assurdità che continuò a fare.
Dopo “l’incidente” dei vermi combinò altre stranezze: si avventò contro oggetti rossi, appena vedeva un fiore lo strappava infuriato oppure rincorreva piccoli animali come gatti e uccelli, acchiappandoli e poi lasciandoli andare per riprenderli di nuovo. Winter si divertiva a vederlo comportarsi in quel modo bizzarro, ma gli altri due membri del gruppo al contrario erano tremendamente preoccupati.
Ice non li ascoltava, testardamente insisteva nell’assicurare la normalità del proprio stato d’animo.
Per quel motivo si ritrovarono a implorare la ragazza di far qualcosa.
<< Ha detto che sta bene, se vuole impazzire sono cavoli suoi. >>
<< Andiamo shrimp! Non possiamo lasciare il nostro fratello incasinato! >>
<< Io si, sono una demone. >>
<< Se ci aiuti ti paghiamo. >>
<< Non so che farmene dei soldi. >>
<< Faremo tutto ciò che vuoi! >>
L’ultima proposta riuscì a farle drizzare le orecchie, sorrise interessata e fece finta di pensarci su quando in realtà aveva già deciso di accettare l’offerta. Nessuno si era mai offerto di farle da schiavo, non c’era motivo di rifiutare, quante volte le sarebbe ricapitata un’occasione simile?
 
Più tardi, il trio osservò il falso demone di nascosto, studiandone il comportamento.
Winter era convinta che quelle sue azioni innaturali fossero causate dal Chi della Terra che conteneva in esso, non solo la forza del demone da cui era stato generato, ma anche una minima parte della “vita” di quel demone che l’aveva generato: reazioni di fronte a determinate cose, i gusti preferiti e cose simili. Di tanto in tanto l’umano si atteggiava proprio come se fosse un’altra persona, e quando se ne rendeva conto rimaneva perplesso, ma non lo avrebbe mai ammesso.
Winter doveva andarci cauta, per quanto le piacesse l’idea di rovinare la festa all’umano era ben consapevole che era più forte di lei e che le sue forze non bastavano a fermarlo.
Doveva trarlo in inganno, era l’unica arma che avrebbe potuto funzionare.
Standosene seduta sulle spalle da DJ Fist ( sfruttando il fatto che lui e MC Cobra le avevano promesso che avrebbero fatto qualsiasi cosa per lei ) pensò cosa fare, soprattutto per evitare che suo fratello si incazzasse.
<< Ci vorrebbe qualcosa per metterlo KO. >> disse la ragazzina pensierosa.
<< Sarà Ice a mettere KO noi se scopre che cosa gli stiamo combinando… >>
<< Hai paura? >>
<< Non dire stronzate! Ma non è cool tradire il mio amico. Noi ci rispettiamo, siamo come fratelli e possiamo sempre contare l’uno sull’altro. >>
<< Davvero? Staremo a vedere se questa fratellanza ci sarà anche quando vorrà restare un demone e comincerà a spezzarvi le ossa. >>
Sia DJ che Cobra non furono affatto d’accordo con ciò che Winter disse: qualunque cosa fosse successa non avrebbero mai abbandonato il loro compagno, per nessuna ragione. Improvvisamente una fiammata, preceduta da uno starnuto, costrinse il trio a mettersi al riparo per non finire incenerito: Ice aveva recuperato il potere del fuoco e vederselo “starnutire” addosso non era piacevole.
<< Maledette erbacce! >> disse il gangster, schiacciando alcuni fiori di cui era tremendamente allergico.
<< Salute! Adesso anche quando starnutisce è pericoloso. >> brontolò la ragazza, ripulendosi la punta delle corna annerite.
<< No, basta solo stare attenti alla traiettoria dei suoi starnuti. >> le rispose Cobra, mentre lui e DJ si spegnevano le ciocche di capelli leggermente infiammate.
<< Bè… almeno adesso so come “neutralizzare” il nostro cosiddetto amico. >>
Non c’era bisogno di essere dei geni per capire le intenzioni della ragazza quando maneggiò centinaia di mazzi di fiori.
DJ e Cobra non osarono aiutarla, sebbene fosse per il bene del loro amico preferirono rimanere in disparte, assistendo con un gran senso di colpa addosso l’intera scena.
Winter si avvicinò con falsa aria innocente al ragazzo prima che prendesse a cornate una vecchia automobile rossa, il quale cominciò subito a insultarla e prenderla in giro, abitudine che gli costò cara: indaffarato com’era a blaterare non fece in tempo a schivare l’enorme bouquet intriso di polline che la demone gli spiaccicò in faccia, cominciando a starnutire a ripetizione. Winter però non si fermò a quello, gli fece indossare splendide collane di fiori tropicali talmente zeppe di piante che più Ice tentava di strapparle via e più la sua allergia peggiorava, finendo per perdere il fiato e anche la salute, crollando poco dopo tra uno starnuto e l’altro. Fu solo in quel momento che Winter lo immobilizzò con uno spesso blocco di ghiaccio simile ad una camicia di foza, sedendoci sopra con trionfo.
<< Sei una miserabile stronzetta! >>
<< E ne vado fiera. >>
<< Giuro che appena mi libero ti prenderò a calci nel sedere tante di quelle volte che non potrai sederti per un anno intero! >>
<< Risparmia il fiato per starnutire invece blaterare. >>
Ice si agitò furiosamente nel tentativo di liberarsi, senza successo a causa dell’allergia che non gli dava tregua.
 
Nelle ore successive Winter studiò a fondo il “caso”.
Ogni libro che riguardava la possessione, la trasformazione e roba simile era sistemato intorno a lei con le pagine aperte, leggendo i vari testi contemporaneamente. Un caso simile le si era presentato solo quella volta del Chi del Demone del Cielo, solo che il soggetto “ infetto” non si era comportato come un demone, bensì come una bestia senza cervello.
Winter si rammaricò di non sapere personalmente quasi nulla della sua specie, quello che conosceva lo aveva letto sui libri o glielo aveva spiegato suo fratello… ma decisamente ben poco utile a farle capire chi fosse realmente.
Si fermò un attimo a riflettere su quella cosa, tutti dicevano meraviglie sulla sua razza in modo che dava l’impressione che li avessero visti di persona. Perché lei invece, a parte Drago, non ne aveva incontrato uno? Dov’era i suoi simili? Dov’era la potente razza immortale che aveva lasciato una profonda impronta nella storia dell’umanità?
Come poteva considerarsi fiera per ciò che era se non mai interagito con demoni al di fuori di suo fratello?
Cobra e Fist le portarono altri libri, centinaia di antichi volumi che la ragazza gli raccomandava di trattare con cura, ignorando le continue lamentele di Ice ancora bloccato e che, ripetutamente, zittiva con un colpo di coda in faccia.
<< Mi sto annoiando. >>
<< Zitto tu. >>
<< Voglio spassarmela yo! Non restare ad ascoltare le tue sparate cervellotiche! >>
<< Ti sto facendo un favore cercando di metterti un po’ di cervello in quella zucca vuota. >>
<< In realtà la demonietta vuole solo aiutarti a non perdere la testa, dude. >>
<< STO BENE DANNAZIONE! FICCATEVELO BENE IN QUELLE TESTE DURE CHE VI RITROVATE!>>
<<  A cuccia bestione, non voglio che rovini il Chi di mio fratello. >>
<< Spero che quei libri ti brucino nelle mani! >>
<< Vuoi chiudere quella boccaccia un secondo?! Io qui sto lavorando per te! >>
<< Nessuno ha chiesto il tuo aiuto! Preferisco rompermi una gamba piuttosto che farmi aiutare da te! >>
La discussione andò per le lunghe, l’astio era talmente forte che non gli fece notare il movimento sospetto che avveniva intorno a loro.
Il verso stridulo degli scorpioni sovrastò le voci del gruppo, quando vennero allo scoperto.
Centinaia di piccoli scorpioni sprovvisti ognuno di un paio di grosse chele e di una coda appuntita, uscirono da ogni anfratto del quartiere, formando un’unica vasta macchia marrone rossastro che si muoveva rapidamente verso le vittime prescelte. Gli insetti lasciarono un minuscolo spazio tra loro e il quartetto; Winter, Cobra e Fist si rifugiarono sopra Ice ancora bloccato nella “camicia di forza” di ghiaccio; quest’ultimo con uno sforzo immane riuscì a liberarsi e senza perdere tempo prezioso scavò un tunnel sotto di sè, portandosi dietro gli altri.
Gli scorpioni non si fecero scrupoli a riversarsi nel passaggio sotterraneo per inseguire il gruppo nonostante il numero eccessivo, stringendosi tra loro dalle loro code fuoriuscirono gocce di veleno, minuscole ma ognuna capace di uccidere in pochi secondi un uomo adulto, il loro pungente odore invase lo spazio chiuso rendendo l’aria irrespirabile, costringendo i fuggitivi a tornare presto all’aria aperta.
Una volta fuori si ritrovarono all’interno di un centro commerciale abbandonato, gli scaffali rovesciati sul pavimento insieme a quel che rimaneva della merce, in parte impolverata e in parte ammuffita, un cumulo di sporcizia che albergava in ogni sala. I velenosi mostriciattoli comparvero poco dopo non solo dal tunnel ma anche dai condotti di aerazione dell’edificio, permettendosi così di circondare nuovamente le prede e bloccare come se non bastasse l’unica via d’uscita, restandoci fermi davanti come dei soldati.
Ma quello non era il problema più serio, il vero guaio sorse con la comparsa del mezzo-demone.
<< Solo un parassita come te poteva usare degli insetti bastardi per fare questo casino. >>
<< Grazie del complimento mia cara, non mi sarei mai aspettato un simile apprezzamento da parte tua. >>
<< Vedi di sparire sanguisuga! Oggi non siamo in vena di prenderti di spaccarti la schiena! >>
<< Come mai? Devi dare la pappa al tuo povero fratellone malaticcio? >>
Winter imprecò mentalmente, quel bastardo sapeva che Drago era ferito.
<< Non ti preoccupare, andrò a visitare tuo fratello più tardi, non appena mi sarò divertito un poco con voi. >>
<< Yo vecchio, sloggia da qui! Noi avevamo un party in programma e i seccatori come te non sono invitati! Ritorna nella fogna dalla quale sei venuto! >> gli disse Ice, minacciandolo con delle lance di roccia, non abbastanza per cancellare dal volto di Lanet l’espressione di superiorità sul suo volto.
Non fece e non disse niente, eppure fu sicuramente per opera sua l’improvviso attacco di un paio di scorpioni nei confronti di Ice, il quali gli saltarono addosso con una rapidità impressionante all’altezza del collo dove si “sciolsero” e si unirono formando uno spesso collare marrone sprovvisto di una catena di ferro e di quattro spessi anelli appesi intorno. Il ragazzo tentò di strapparsi di dosso quell’affare senza riuscirci, nonostante la forza che ci mise non fu in grado di liberarsi e questo fece sorridere Lanet Kum.
<< A cuccia. >> disse il mezzo demone.
A quello strano ordine, il collare in risposta brillò per un attimo e subito dopo Ice si sedette a terra come un docile cagnolino.
I suoi amici lo guardarono perplessi, Winter non sapeva se ridere o preoccuparsi, Ice invece era confuso.
<< Piaciuto il regalo? Consideralo l’inizio di una lunga alleanza. >>
<< Che cazzo stai dicendo dawg?! Cos’è questa roba che mi hai messo?! >>
<< è solo uno strumento che ti terrà buono fintanto che io lo vorrò. >>
<< Scordatelo! Strikemaster Ice non prende ordini da nessuno, you feel me? >>
Lanet Kum rise, per nulla colpito dalla determinazione dell’umano.
Non si preoccupò nemmeno quando lo caricò come un toro scatenato, gli bastò dire di fermarsi e questo lo fece, bloccandosi a pochi centimetri dal bersaglio. L’umano provò a muoversi ma non ci riuscì, il suo corpo tremava nello sforzo di muovere anche solo un braccio.
<< Fantastico. >>
<< Ehi bastardo! Cosa hai fatto al nostro amico?! >>
<< Il vostro “amico” adesso è il mio ubbidiente cagnolino: il collare che indossa è stregato, uno dei miei giocattoli preferiti, impossibile rimuoverlo come un qualsiasi banale oggetto. La cosa entusiasmante e che finchè indosserà il collare farà tutto ciò che gli dirò e quando lo vorrò. Inutile combatterci contro, lo costringe ad eseguire ogni ordine che gli verrà detto all’istante. >>
<< Non oserai brutto… >>
 << Oso eccome moccioso: uccidili. >>
Proprio come Lanet aveva detto, Ice si voltò verso gli altri e li attaccò.
Il collare brillò per tutta l’azione, Ice strepitava impazzito nel vano tentativo di riprendere il controllo del proprio corpo, urlando ai compagni di andare via prima che fosse commettesse il più tremendo errore della sua vita; ma Cobra e Fist non avevano intenzione di abbandonarlo e di permettere a quel verme di Lanet di trattarlo come una bestia.
Erano L’Ice Crew, i re del ghetto.
Ignorarono qualunque minaccia o avvertimento, anche a costo di rimanere paralizzati o di perdere un braccio non avrebbero lasciato solo Ice, ma l’improvviso tornado che squarciò l’edificio pose fine ai loro intenti, risucchiandoli al suo interno insieme a Winter, portandoli via da lì con la forza.
 
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Il tornado li condusse fino ad una piazza abbandonata, Drago li stava aspettando in cima ad un cumulo di furgoni scassati, il corpo che brillava del Chi del Vento.
Il trio atterrò alla base della “montagna” di veicoli, i pezzi di lamiera arrugginita gli rotolarono addosso portandosi dietro frammenti di vetro o tergicristalli staccati, Drago scese lentamente verso di loro, ringhiando a denti stretti, il petto che si contraeva leggermente per il respiro accelerato.
<< Cosa è successo? >> chiese immediatamente.
<< Quello schifoso vecchiaccio ha preso Ice! Gli ha fatto qualcosa quel figlio di puttana! >>
<< Il mezzo-sangue è qui? Come cazzo ha scoperto il nostro nascondiglio?! >>
<< Non lo sappiamo D-man! Ma ha preso Ice! L’ha preso e lo usava come uno schiavo! >>
<< Tacete un secondo! Winter! Spiegami che cosa è successo! >>
Cercando di essere chiara, la ragazzina spiegò brevemente cos’era successo.
Drago non ne fu contento, era una grossa fregatura.
Per tutti quanti.
Ora che Lanet poteva contare sul Chi del Demone della Terra, anche se non nel suo corpo, il rischio di essere uccisi era alto: sapeva dove si nascondevano, sapeva che avevano trovato un potere molto pericoloso, sapeva che al momento nessuno di loro poteva lottare.
Li aveva spiati e si era preparato per il momento più opportuno.
Ma Drago non si sarebbe più fatto definire un demone se avesse mollato così presto e soprattutto con un avversario del genere. Ferito o no, lui avrebbe lottato fino all’ultimo respiro per riconquistare ciò che era suo.
Dovevano agire in fretta ovviamente, il loro nemico non avrebbe perso tempo per approfittare della preziosa situazione, si stava già sicuramente muovendo verso di loro: per prima cosa incaricò Winter di trovare tutte le informazioni possibili riguardo quel collare magico, mandò Cobra e Fist in ricognizione, lui nel frattempo avrebbe preparato un adeguato benvenuto.
Il petto gli faceva male, ma lavorò senza sosta.
Non avrebbe permesso a nessuno di sconfiggerlo.
 
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Lanet Kum  avanzava calmo lungo una delle strade della vecchia San Francisco, seguito dalla sua armata di scorpioni e da Ice che gli stava accanto: non poteva parlare, grazie al collare Lanet gli aveva proibito di farlo, poteva solo ascoltare i suoi assurdi ordini e guardarlo con disprezzo, meditando vendetta.
La cosa che più lo faceva incazzare erano le spregevoli fantasie che gli raccontava su come avrebbe ucciso i suoi compagni, un modo per torturarlo psicologicamente, per annientare completamente le sue speranze di salvezza.
Il mezzo-demone era fiducioso, ormai era convinto che avrebbe ottenuto la vendetta contro i Demoni Puri, che avrebbe dato alla sua razza la giustizia per secoli negata dalla nascita, che avrebbe cambiato insomma le regole del mondo degli Immortali delle Tenebre.
Per la prima volta nella sua vita era emozionato.
Improvvisamente i suoi scorpioni gli sbarrarono la strada impedendogli di proseguire, alcuni di loro proseguirono dritto e vennero all’istante carbonizzati non appena superati due lampioni ai lati della strada, ricoperti da simboli e parole cinesi impregnati di una pericolosa magia che uccideva all’istante. Lanet non si preoccupò, capì che era solo un modo per fargli perdere tempo, un diversivo per rendere più piacevole la sua avanzata verso il trionfo, sicuramente avrebbe trovato altre trappole simili più avanti, ma simili stupidi giochetti non sarebbero bastati a fermare la sua avanzata.
 
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<< Forse ho trovato qualcosa. >> esordì Winter, trascinando verso i ragazzi un mucchio di libri e pergamene.
<< Può aiutare Ice? >> le chiese Cobra.
<< Lo spero: questo testo azteco descrive un oggetto simile a quello che Lanet ha usato. Ogni dettaglio corrisponde… e spiega anche come rimuoverlo. >> spiegò la ragazza, mostrando delle pergamene su cui era rappresentata la tipica arte azteca, con uomini circondati da quelli che sembravano alambicchi e oggetti magici.
<< L’unica cosa che potrebbe funzionare, se i testi non sbagliano, è una chiave forgiata con il sangue di colui che sta comandando l’attuale vittima di quell’affare. >>
<< Praticamente un’impresa impossibile. Ma se è l’unico modo per liberarlo allora dobbiamo tentare. >> fu il commento di Drago, mentre faceva roteare tra le mani un coltello affilato.
<< Però Ice-man potrebbe saltarci addosso, è questo rende ancora più fottutamente difficile il lavoro. Che facciamo per questo? >>
Il demone non rispose, si sdraiò sul divano per stare comodo e rilassare i muscoli indolenziti.
Se non fosse ferito, ora starebbe già lottando contro Lanet Kum e probabilmente avrebbe già risolto il problema, forse con la morte meritata di questo. Purtroppo non era così, era solamente nella merda e non sapeva come evitare di finire sepolto sottoterra; un debole rombo lontano lo aveva avvisato qualche minuto prima che il nemico era vicino… stava venendo direttamente da loro… il tempo stringeva. Gli rodeva di brutto, lanciò il coltello contro un vecchio quadro appeso nella parete davanti a sé, rompendo il vetro e “infilzando” il soggetto.
<< Cerco qualcosa di utile. >> disse Winter rabbrividendo, tornando alla catasta di libri.
<< Scommetto che Ice starà ribollendo di rabbia. Vorrà sicuramente pestare a morte quel pezzo di merda. Sarà scatenato. >>
Quella parola fece scattare un’idea nella mente di Winter.
Il flash che ebbe la immerse in un complesso lavoro mentale, elementi legati a ciò che aveva sentito si unirono tra loro per tessere una tela perfetta, bastò solo quello per realizzare  un piano completo, il tassello mancante che gli serviva per uscire fuori da quel casino. Gettò via i preziosi antichi volumi e corse da suo fratello annunciando:
<< So come fermare Strikemaster Ice. >>
 
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Un’ora dopo, Lanet Kum annullò l’ultima trappola proprio mentre i suoi scorpioni lo avvisavano di una presenza estranea, agitando le code come i serpenti a sognali.
Prima che mandasse le sue bestioline a controllare, Drago apparve da un vicolo mettendo in mostra le mani per mostrare che era armato, Ice sgranò gli occhi scioccato, se avesse potuto parlare avrebbe urlato al demone di andarsene prima che facesse qualcosa di cui poi si sarebbe pentito, ma non poteva farlo, era incapace di aprire bocca.
<< Mi sorprende vederti senza nessuno a pararti il culo moccioso. Ti sei deciso ad ammettere che sei solo un patetico ragazzino viziato? >> chiese Lanet.
Drago strinse i pugni innervosito, trattenendo il respiro per mantenere un certo autocontrollo.
Lanet pensò che era probabilmente sul punto di una resa sicura, si arricciò un baffo con un dito per la soddisfazione.
Drago gli fece segno di seguirlo e loro fecero altrettanto: attraversarono qualche isolato fino a quando non raggiunsero un vecchio hotel completamente sventrato sulla facciata che metteva in mostra tutti gli interni della hall o delle camere rimaste leggermente intatte, i tappeti bruciati e i lampadari fracassati a terra, i letti in bilico sul vuoto, le valigie abbandonate e chiavi numerate fuse tra loro.
Drago si sedette sull’unico divano intatto, insieme a sua sorella.
<< Che ti succede? Ti hanno mangiato la lingua? >>
<< Taci bestione, non voglio ascoltare le tue stronzate. >>
<< Allora parla tu, dimmi chiaramente che hai intenzione di arrenderti. Nelle tue attuali condizioni non sei in grado di tenermi testa. >>
<< Non ho intenzione di dichiararmi battuto, scherzo della natura. Sono un demone io, non un verme. >>
<< Un demone che si è bruciacchiato con la magia bianca. Guardati, sembri un vecchio sul punto di morte, se lo desideri posso darti io il colpo di grazia per porre fine alle tue sofferenze, o preferisci che se ne occupi il tuo ex-collega? >>
Tra gli scorpioni e Strikemaster Ice la scelta per morire era davvero ardua.
<< Chiamalo traditore. >> disse Winter, intromettendosi nel discorso.
<< Dovresti saperlo che è nella natura umana tradire, mia cara. >>
<< No, in questo caso è proprio lui ad essere una merda. Lo sapevo che non mi sarei mai dovuta fidare di te! Ero sicura che con lui il Chi non sarebbe stato al sicuro! Non capisco perché Drago ha voluto riporre fiducia in un essere del tuo genere! >>
Ice grugnì infastidito da quella pesante accusa. Winter continuò a insultarlo senza che avesse la possibilità di difendersi, accusandolo di tradimento e molta altra roba che minò la sua pazienza, irritandolo  a tal punto che la terra tremò leggermente per rappresentare il suo stato d’animo, ma nessuno a parte lui se ne rese conto.
Tutte quelle accuse erano ingiuste nei suoi confronti, non aveva tradito nessuno! Era colpa di quel dannato collare che lo costringeva a muoversi come una marionetta, con quale assurdo diritto gli poteva dire cose simili? Erano tutte maledette scuse solo perché sapeva che non poteva reagire, è questo lo imbestialiva!
<< Sai una cosa? Te la meriti proprio questa fine da leccapiedi! Ti sei sempre vantato di essere “cool” e cazzate simili! Questo dimostra quello che ho sempre pensato di te dal momento in cui ti ho visto: ti mostri come un leone ma in realtà sei uno senza palle! >>
Quello fu decisamente troppo.
Strikemaster Ice non permetteva a nessuno, nemmeno ad una ragazzina, di parlargli in quel modo e soprattutto di insultarlo!
Soprattutto quando aveva le mani legate!
Con un urlo si lanciò contro Winter, al diavolo le parole, inseguendola quando questa sfuggì per un soffio al suo pugno micidiale, continuando ad insultarlo mentre scappava. Il mezzo-demone tentò di fermarlo con un ordine, li ignorò senza sortire il malefico effetto del collare stregato che in quel momento non ebbe effetto, stupito da questo Lanet allora provò ad usare i suoi scorpioni che finirono solo spiaccicati al passaggio del ragazzo imbufalito.
<< è inutile che sprechi fiato, Ice non ascolta nessuno quando è incazzato. >>
Lanet sussultò sentendo una voce diversa provenire dalla bocca di Drago, il corpo del giovane demone venne avvolto da un fascio di luce che lo ricoprì in un involucro rosso rubino che si sgretolò dopo pochi secondi con una debole esplosione, rivelando che “quello” non era davvero Drago, bensì DJ Fist che con un ghignò mise in mostra il suo reale aspetto da umano.
Il ragazzo corse via prima che Lanet potesse sfogare la sua frustrazione su di lui, tirando fuori da una valigia apparentemente gettata lì a caso una bomba molotov che lanciò davanti a sé, scatenando al suo scoppio una potente fiammata che diede fuoco ad una striscia di benzina che non aveva notato, disposta ad anello per rinchiudere chi vi si trovasse all’interno in una trappola di fuoco. L’umano era dall’altra parte dell’anello infuocato, scorpioni compresi… solo Drago, quello vero, riuscì ad attraversare indenne il muro di fuoco, i vestiti che bruciavano leggermente e a petto scoperto con le bende che lo fasciavano.
<< è così anche il figlio di Shendu si abbassa ad usare giochetti. Molto furbo. >>
<< Se questi tornano utili, li uso volentieri. >>
<< Quel che più mi stupisce è che un patetico giochetto di insulti abbia permesso a quello stupido umano di sfuggire agli ordini che sarebbe stato costretto ad eseguire con il collare. >>
<< Per fortuna i difetti umani tornano utili in questi casi. L’unica seccatura di cui sbarazzarsi, adesso, sei solo tu. >>
<< Voglio proprio vedere se dopo averti spezzato la schiena avrai ancora l’ardire di essere così sfrontato. >>
<< Vieni a scoprirlo vecchio. >>
 
I due demoni si scontrarono brutalmente.
Drago, nonostante le ferite, tenne testa a Lanet Kum senza alcun problema, rinvigorito dall’adrenalina. Non gli importava di poter subire altri gravi danni, il suo onore veniva prima di ogni altra cosa, tralasciando il fatto di essere il figlio di Shendu di cui non dava alcun valore.
Un paio di volte sfruttò gli altri Chi ottenuti precedentemente, dandoci dentro per far rimpiangere al suo avversario di aver messo piede nel suo piccolo regno e di aver voluto distruggerlo, sfoderando tutta la ferocia che un drago poteva sprigionare quando era furioso e mostrare orgoglio nel macchiarsi del sangue nemico, il cuore che pulsava forte nel suo petto. è vero, anche il suo sangue imbrattò la terra, ma non era la stessa cosa; al contrario, sentire le gocce del proprio sangue inumidirgli la bocca lo eccitava parecchio.
Il liquido rosso gli fece ricordare che aveva bisogno del sangue putrido di Lanet per liberare Ice.
In tutta sincerità era allettato dall’idea di lasciare l’umano in quello stato e sfruttarlo per conto proprio.
Sfortunatamente questo non era possibile, quindi prima lo liberava meglio era.
Doveva augurarsi che Winter riuscisse a fermarlo.
 
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DJ Fist corse più in fretta che potè, inseguito dagli scorpioni.
Aveva corso un bel rischio impersonando Drago per attirare in trappola quel mostro, ma per salvare il suo amico avrebbe fatto questo e bel altro. Ora doveva solo trovarlo e tenerlo d’occhio finchè il boss non avrebbe preso l’ingrediente chiave che avrebbe messo fine alla sua prigionia forzata.
Prima però doveva salvare sé stesso.
Gli scorpioni guadagnavano terreno, una sola puntura lo avrebbe ucciso.
Un fischio acuto lo avvertì che si trovava nella zona X, attraversò velocemente quel che rimaneva di un grattacielo riverso a terra e si fermò a pochi passi all’esterno per fischiare a sua volta, nel momento esatto in cui quei minuscoli bastardi entrarono nella struttura abbandonata che esplose violentemente, generando una colonna di fuoco che incenerì ogni cosa.
<< Yo bro’, forse ho esagerato con la benzina…. Ma chi se ne frega! Quei piccoli stronzetti sono morti! >> disse MC Cobra, uscendo da un bidone della spazzatura.
<< Tutto bene amico? >> gli chiese.
DJ non fece in tempo a rispondere che dalle macerie comparvero i sopravvissuti, avanzando lentamente sebbene mezzi carbonizzati o menomati, sibilando peggio dei serpenti a sognali…. ma la loro sopravvivenza ebbe breve durata quando Ice gli passò sopra per inseguire Winter, schiacciandoli senza lasciarne uno in vita.
<< Datemi una mano duo di imbecilli! >> urlò la ragazzina.
Cobra e Fist le corsero dietro tenendo a malapena il passo, più di una volta dovettero fermarsi e scansarsi per non venire investiti dal loro amico che inseguiva con follia rabbiosa la ragazzina, ringhiando e sbuffando come un toro.
Non avevano mai visto Ice così incazzato, per la prima volta ebbero paura di lui.
Si chiedevano come Winter sarebbe riuscito a fermarlo, quando aveva assicurato di aver trovato un modo per impedirgli di ucciderli non aveva voluto dare ulteriori dettagli, limitandosi solo ad organizzare la trappola per bloccare Lanet Kum e a chiedere se Ice aveva un qualche difetto in particolare, elemento che aveva assurdamente funzionato perfettamente.
Si chiesero se questo dipendeva dall’alterazione causata dal Chi della Terra.
Ad un tratto li persero di vista, sentivano le loro urla e i loro passi ma l’eco prodotto dal silenzio della metropoli abbandonata confondeva la provenienza.
<< Ehi faccia di pigna! Perché non mi vieni a prendere?! >> urlò Winter, da qualche parte.
Alla provocazione si susseguì un urlo, poi passi in corsa e infine un tonfo metallico.
Calò di colpo il silenzio, i due gangster si rivolsero uno sguardo perplesso e immediatamente esplorarono i dintorni fino a quando non li trovarono all’interno di una banca ormai in rovina: Winter si stava ripulendo i vestiti sporchi di polvere fischiettando un famoso motivetto degli Iron Maiden, Ice invece era steso a terra privo di sensi.
<< Che diavolo è successo? >>
<< Niente di particolare, ho solo calmato il biondino indemoniato. >>
<< Come ci sei riuscita? >>
<< Nemmeno un testone duro come il suo può sopportare un duro colpo contro una spessa parete di acciaio rinforzata. >> rispose la ragazzina, indicando la parete accanto che presentava una larga ammaccatura.
<< Tenete d’occhio il vostro amichetto del cuore, io vado ad aiutare mio fratello. >>
<< Yo shrimp, che ti passa per la testa? Quei due potrebbero farti a pezzi se ti metti in mezzo. >>
<< Lo so, ma non voglio lasciare mio fratello nei guai. >>
<< Gli sarai solo d’intralcio, non fare cazzate. >>
<< Io non lo abbandono! >>
Winter tentò di replicare ancora, ma la sensazione di pericolo che avvertì all’istante la bloccò.
Si rese conto che qualcosa nell’aria stava mutando in fretta, troppo in fretta, costringendola a creare una cupola di ghiaccio che proteggesse lei e gli umani dall’improvvisa onda di calore che sopraggiunse in quel momento.
Tutto venne fuso da quell’ondata, Winter dovette continuamente rinforzare il suo scudo per non morire incenerita, mordendo le labbra per non arrendersi, sperando che il fenomeno avesse presto fine.
 
 
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Qualche minuto prima….
 
I due demoni stavano ancora lottando con furia e ferocia.
Il cerchio di fuoco che li aveva tenuti prigionieri si era spento da tempo e l’energia sprigionata dai loro corpi ebbe effetti negativi per le rovine circostanti che crollarono una dopo l’altra, sprofondando in voragini o esplodendo come petardi, trasformando la zona in un campo di battaglia senza eguali. Nessuno dei due aveva intenzione di cedere, erano consapevoli che avrebbero potuto continuare in quel modo per l’eternità, solo un errore fatale da parte di uno avrebbe messo fine al caos.
<<  Perché non ti decidi a morire?! La tua esistenza sulla Terra è ormai inutile! >>
<< Morirò solo quando il mio cuore cesserà di battere e il fuoco dentro di me si spegnerà! Fino ad allora io continuerò a lottare! >>
<< Sei solo una nullità! Non hai alcun diritto di avere un simile privilegio dopo la tua vergognosa sconfitta contro gli umani! Hai avuto la tua occasione e l’hai sprecata! L’oblio è ciò che meriti! >>
<< Io sono un demone! E UN VERO DEMONE NON SI ARRENDE MAI! >>
Drago sapeva bene che aveva perso un’importante sfida, proprio questo gli dava la forza di perseguire i suoi obiettivi e non commettere più gli errori del passato.
Il destino gli aveva concesso una seconda possibilità e non avrebbe permesso a niente e a nessuno di fargliela sprecare.
Lui sarebbe diventato il sovrano del mondo, avrebbe ricostruito la civiltà dei demoni e il fuoco dell’inferno avrebbe arso la Terra per secoli.
Il suo corpo parve esplodere nel momento in cui il Chi del Fuoco riprese vigore, ogni cosa nel raggio di 2 miglia si sciolse come cera a causa del tremendo calore emanato; Drago si era trasformato in una torcia vivente, le fiamme lo circondavano con i loro riflessi rossi e gialli assumendo la forma di dragoni ruggenti, spaventosi come lui stesso che sembrava essere diventato qualcosa di più orribile di un demone.
Lanet Kum per la prima volta era spaventato.
Non si sarebbe aspettato una simile trasformazione… non raggiungeva niente di ciò che aveva immaginato… non era nei piani… non era quello per cui aveva lavorato….
Qualunque cosa fosse fu un male per lui: lo scontro riprese con netta difficoltà, fu incapace di parare i colpi, in balia di una ferocia che ben pochi demoni possedevano e di cui potevano vantarsi poiché un segno della purezza oscura che albergava nella loro anima dannata. Il corpo di Drago improvvisamente parve risucchiare le fiamme fino a quel momento generate, le squame divennero come l’oro e i “dragoni” ruggenti generati cominciarono a vorticare intorno a lui fino a fondersi e generare un vortice che esplose con la forza quasi paragonabile a quella di una bomba atomica, travolgendo Lanet Kum nell’onda, inghiottito da morte certa.
L’esplosione fu visibile a molte miglia di distanza, anche oltre i confini di San Francisco, non si udì alcun suono o boato ma lo spostamento d’aria si udì chiaramente.
Ci vollero 2 ore prima che Drago si calmasse e la temperatura tornasse normale.
Dei suoi abiti erano rimasti interi solo i pantaloni, il resto era cenere, persino le bende che dovevano proteggere la sua ferita ancora aperta, simile ad un livido bluastro.
Rimase fermo a contemplare ciò che aveva fatto, ripreso il controllo sicuro delle sue emozioni raggiunse sua sorella e gli umani ancora all’interno della vecchia banca, Winter gli corse incontro e lo abbracciò, rispondendo a malapena alle continue domande di tutti che volevano sapere che cosa aveva combinato.
<< Per il momento accontentatevi di sapere che quell’idiota di Ice può tornare libero. Winter, crea la chiave. >> Disse Drago alla sorella, porgendosi un frammento di vetro su cui si trovava del sangue ancora fresco.
Subito la ragazza si mise all’opera all’istante, aiutata da Cobra e Fist.
 
Drago nel frattempo rimase in disparte a riflettere sul futuro.
Ora che aveva la mente lucida, poteva cominciare a prendere importanti decisioni.
 
 PERSONAGGI:
Jackie Chan:

Il protagonista del cartone animato su cui si basa la fanfiction, nonchè la star del kung fu più famosa al mondo.
In questa serie animata che prende il suo nome, Jackie non è un attore, bensì un archeologo come già accennato nel capitolo presente: nonostante la passione per la storia il nostro eroe pratica comunque le arti marziali e come nei suoi film si ritorva ad usare oggetti assurdi per difendersi o fa brutte figure esilaranti. Vive insieme alla nipote Jade nel negozio di Zio  Chan. Jackie nel cartone finisce sempre per sconfiggere il cattivo di turno, ma in questo caso non sa che uno dei suoi nemici è tornato sulla terra. (ps: nella fiction Jackie è molto più vecchio, ma non sono riuscita a trovare l'immagine che lo ritraeva con una certa età)
Strikemaster Ice versione demone:
è sempre Strikemaster ( al centro della pic) con la sola differenza che in questa versione detiene il potere del Chi della terra.
Ho messo questa immagine solo per togliermi un piccolo sfizio. :D


Spiegazione dell'episodio: Salve a tutti amici lettori :)
questa sezione presente a fine capitolo servirà a spiegare, soprattutto per chi non conosce tale cartone, alcune cose riguardanti l'origine della fiction dal cartone animato da cui è stato preso: Le avventure di Jackie chan (titolo originale: jackie chan adventure).
In questa sesta parte spiegherò il motivo per cui il Chi della terra è "diviso".
Il potere del demone della terra appare in due episodi distinti, nel primo riguarda il suo ritrovamento vero e proprio insieme al Chi della Luna, e viene assorbito da Jackie Chan per impedire a Drago di usarlo contro di lui. La seconda apparizione avviene in un "episodio randomi" per così dire, dopo che un terremoto indebolisce lo scrigno in cui questa forza malefica è custodita: in questa seconda parte il Chi viene assorbito da un ragazzo appassionato di fumetti che qui, nel seguente capitolo, viene solo menzionato, e poichè non è importante ai fini della trama non ho inserito il suo profilo.

Un'altra cosa da specificare è il ferimento di Drago... tutta roba inventata da me :P
volevo creare un colpo di scena per la storia è mi è venuta questa idea in mente. La forza generata tra Drago e Jackie è totalmente inventata

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Braccati ***


 Capitolo 10: Braccati
 
<< Ok, nemmeno questo va bene. Proviamo un’altra volta. >>
<< Yo shrimp, non mi sento un granchè bene… >>
<< Stai tranquillo umanoide, stavolta non fallirò. Adesso state fermi che prendo la mira… >>
<< Whooooooo! Fermati! >>
L’incantesimo che Winter lanciò generò una specie di “valanga”, investì L’Ice Crew in un colpo solo proiettandoli nel mucchio di bidoni della spazzatura situati dietro di loro. La ragazza aspettò che la nuvola giallastra che aveva sprigionato si dissipasse per vedere se aveva funzionato secondo le sue aspettative, cercandovi in mezzo gli umani.
Quando finalmente li trovò, si rese conto che non aveva ottenuto ciò che voleva, ma in compenso potè farsi quattro risate.
<< Tu sei morta strega! >> urlò Strikemaster Ice, ricoperto da folta peluria dappertutto.
E non solo lui, anche DJ Fist e MC Cobra erano nello stesso stato.
<< Ehi, adesso siete molto più guardabili! Prima eravate così brutti che gli specchi si rompevano prima che vi poteste specchiare! >> gli disse Winter, tra una risata e l’altra.
 
Era ormai una settimana precisa che i tre gangster erano costretti a sottoporsi agli esperimenti folli di Winter.
Dopo gli eventi verificatasi durante l’ultima lotta con Lanet Kum, erano stati costretti a prendere provvedimenti per poter riattivare il Chi del Fuoco che si era disattivato, Winter era l’unica che aveva le referenze per aiutarli, ma fino a quel momento non aveva avuto successo. Non erano affatto felici di affidarsi alle sue mani, Drago purtroppo non si sentiva ancora in grado di eseguire nemmeno un misero incantesimo e dunque non avevano avuto altra scelta.
Il demone in questione assisteva allo spettacolo seduto sui sedili di una jeep scassata, era divertente, perfetto per ammazzare la noia della convalescenza. Il petto era ancora fasciato, la giacca nera appoggiata solamente sulle spalle, la ferita riportata non gli procurava più lo stesso dolore di prima però non poteva comunque fare sforzi eccessivi, anche perché sua sorella glielo impediva da “amorevole” infermiera rompiscatole. Ammise che con il suo metodo il cura era veloce ed efficace… essere però trattato con eccessiva attenzione era decisamente fastidioso.
Un’altra cosa che lo infastidiva era essere tornato nella discarica: ci era andato pesante con l’uccisione del mezzo demone, aveva distrutto quasi del tutto le rovine della San Francisco abbandonata, e quel gesto non era passato inosservato alle autorità locali intervenute sul posto per investigare. Erano ancora lì, un televisore gigante piazzato su uno dei grattacieli vicini alla discarica ne dava l’annuncio, non vedeva l’ora di andarsene da quello schifo e di tornare alle comodità, seppur rovinate, della città fantasma.
<< Che dite ragazzi, proviamo un altro incantesimo? >>
<< Fottiti! Ne abbiamo abbastanza per oggi! >>
Gli altri ancora discutevano quando riportò l’attenzione su di loro, si sdraiò sui sedili per stare più comodo, massaggiandosi leggermente la zona della lesione.
Winter si allontanò allegramente portandosi dietro i libri di magia, l’Ice Crew che ammirava inorridito il proprio aspetto. Lo show era terminato, giusto in tempo per potersi fare un pisolino.
 
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Nella San Francisco Abbandonata, la scientifica e le unità speciali sella Sezione 13 perlustravano interrottamente l’intera zona.
Era trascorsi 7 giorni dall’inizio dell’operazione e c’era ancora moltissimo lavoro da svolgere intorno a quello che era stato l’epicentro di un’esplosione di proporzioni spaventose, paragonabile ad un eruzione vulcanica.
Centinaia di operatori esaminavano l’ammasso di ferro, cemento, mattoni e plastica sciolto in un unico blocco informe, nessuno riusciva a capire cosa diavolo fosse successo, la causa era un potente calore va bene… ma da dove era scaturito?
Che cosa aveva sprigionato una simile fonte energetica?
<< Capitano! Capitano! >>
<< Che succede? >>
<< C’è un gruppo di persone che insiste nel voler entrare nell’area, li ho detto che è off limit ma non vogliono andarsene. >>
<< Nessuno può accedere senza permesso. >>
<< Dicono che hanno tutti i permessi, ma li mostreranno solo quando potranno entrare. >>
Il militare al comando dell’operazione si diresse scocciato all’ingresso della Vecchia San Francisco, era stressato a causa di tutto quel lavoro interminabile e non voleva altre seccature in mezzo ai piedi, oltre il cancello c’erano tre grossi fugoni neri col motore accesso e un uomo in giacca e cravatta davanti a tutti che camminava avanti e indietro impazientemente.
<< Signore, questa zona è sotto dominio militare, chiunque lei sia deve andarsene subito. >> disse il Capitano allo sconosciuto.
Questo, senza rispondergli, gli porse un mucchio di fogli bollati e con parecchie scritte rosse sopra, tutte riportanti un simbolo dorato che rappresentava un pugno che stringeva in mano una spada. Con riluttanza l’uomo cominciò ad esaminare i vari fogli, la scocciatura svanì di colpo con un sussulto e frettolosamente ordinò alle guardie di far entrare i camion all’istante, porgendo ripetitive scuse al tizio che aveva davanti a sé.
Gli agenti della Sezione 13 non capivano che cosa stesse accadendo.
Prima di fare domande, uno dei conducenti scese, e il suo aspetto fu la risposta ad ogni loro dubbio.
<< Santa madre di dio…! >>
 
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<< Yo D-man! Quella era l’ultima bistecca! >>
<< Lo so, per questa me la sono presa. >>
<< Rompiballe. >>
All’ora di cena l’atmosfera era tranquilla, l’Ice Crew aveva rubato da mangiare da un ristorante lì vicino e insieme a Drago si godevano l’ordinazione personalizzata tra patatine fritte, hamburger, insalate di pollo e altra roba. I grattacieli sembravano illuminati a festa, le luci dei fari delle macchine volanti delle lanterne che illuminavano il cielo scuro della sera, gli schermi televisivi intrattenevano la popolazione con programmi musicali o dirette televisive di partite sportive, i mezzi pubblici scarseggiavano a quell’ora e di tanto in tanto si udiva il rombo assordante di un aereo che passava sopra le loro teste.
<< Come siete riusciti a liberarvi da quella peluria? >> chiese Drago al trio, notando la totale assenza del pelo cresciuto eccessivamente.
<< Meglio che tu non lo sappia… >> gli rispose secco Ice, assumendo un’aria imbarazzata in simultanea con i suoi compagni.
Drago scoppiò in una sonora risata mezza soffocata dal cibo che stava al momento mangiando, gli altri fecero delle espressioni scocciate continuando a mangiare in silenzio. Winter apparve in quel momento all’improvviso, inseguendo un piccolo branco di ratti con la stessa energia di un gatto, muovendosi a quattro zampe e sibilando per la serpe che era; riuscì a prenderne uno prima che questo si infilasse nel radiatore di una Subaru insieme ai suoi simili, stringendolo con entrambe le mani per non farlo scappare. La piccola bestia squittiva stridulo cercando di sfuggirle, la mordeva e si divincolava disperatamente, Winter pose fine a quella tortura divorandolo, mettendolo in bocca tutto intero e cominciando a masticare energicamente con gusto sotto lo sguardo disgustato dei ragazzi.
Quando se ne rese conto non capì il perché di quella reazione.
<< Che c’è? Che avete da guardare? >> chiese con il boccone ancora in bocca.
<< Che diavolo stai facendo? >> le chiese Drago.
<< Mangio. >> rispose lei, con la coda del ratto che le uscì da un angolino delle labbra.
Fist smise di mangiare per trattenere il conato di vomito, gli altri invece distolsero lo sguardo con versi disgustati.
Winter si risistemò il pezzettino fuori posto e ingoiò, leccandosi le labbra. Annusò l’aria mettendosi nuovamente a quattro zampe, fece dei versi in mezzo alla montagna di rottami all’evidente ricerca di altri roditori, scodinzolando felicemente.
<< Yo shrimp, ma tu pasti normali non ne fai? >>
<< La carne di ratto è molto nutriente, dovreste provarla un giorno. >>
<< Neanche se ci mollavi un milione di dollari, you feel me? >>
<< Piuttosto Wikipedia, perché mangi schifezze? Fai diete alternative yo? >>
<< Veramente questa è la mia cena… nonché pranzo e colazione. >> rispose la ragazzina deliziata al solo pensiero.
Sorrise felice quando intravide il “bis” curiosare fuori dall’interno di una scatola di chiodi gettata lì vicino, stava per saltargli addosso quando improvvisamente venne levitata all’indietro verso i ragazzi, grazie a Drago e al Chi della Luna; atterrando proprio accanto a lui.
Il demone, con calma apparente, ripose la bistecca che stava divorando e mise un braccio intorno al collo della sorella.
<< Winter, noto con piacere che le mie lezioni di caccia hanno dato i loro frutti. Ma toglimi una curiosità: perché la sfrutti con i ratti? >>
<< Perché sono gli unici pezzi di carne allo stato brado che ho trovato da mangiare in città. >>
Scese il silenzio tra fratello e sorella, Winter non capiva la ragione di quella chiacchierata e sperava che fosse finita per poter tornare a mangiare. Drago le strinse leggermente la spalla, le dita dell’altra mano che tamburellavano sul tavolo improvvisato con una tavola da surf buttata via.
<< Da quant’è che non mangi qualcosa che sia più grande di una pantegana? >>
<< Altro cibo oltre i topi? Tipo? >>
Drago si aspettava una risposta del genere, si caricò Winter sulle gambe e tentò di infilarle in bocca un’enorme pezzo di aragosta grigliata.
<< Mi prendi per il culo?! Vuoi dire che ti fai fuori quei così ogni giorno?! >> le disse irritato Drago.
<< Che c’è di strano? A me piace la carne di ratto! >> replicò lei, tentando di sfuggire al fratello e al cibo indesiderato.
<< Questo spiega perché sei maledettamente magra! Mangia! >> le ordinò Drago, punzecchiandole il ventre con le dita aguzze.
<< No grazie, sono allergica ai crostacei. >>
<< Io invece sono allergico alle stronzate! Ho detto di mangiare! >>
Fu una battaglia persa per la ragazzina, il fratello la costrinse a mangiare il cibo davanti a loro mettendoglielo con la forza in bocca: per una ragione assurda, Winter fin da piccola non aveva mai mangiato il tipico cibo umano, si giustificò dicendo che non era allettante come i topi o gli insetti che costituivano il suo pasto quotidiano. Drago raccontò che ci fu un periodo in cui lui e sua sorella erano stati costretti a mangiare tutto ciò che trovavano di commestibile, in particolare i ratti, solo quando si erano avventurati nella civiltà dei mortali aveva cominciato a prendere sia per sé che per lei roba più nutriente e meno disgustosa… e a quanto pare Winter non aveva gradito dato che, come lei stessa svelò dopo tanti anni di “segretezza”, non si era entusiasmata in quel cambio di menù. Nessuno avrebbe mai detto che fosse così schizzinosa nel mangiare.
<< Capirei la tua riluttanza se parlassimo di verdure, ma tu sei un carnivoro è devi divorare qualsiasi cosa! >>
 Winter provò a replicare ma Drago le tappò la bocca in modo che prima fosse costretta ad ingoiare quel che stava mangiando. Solo fatto questo potè difendersi verbalmente:
<< Qualsiasi cosa? Guarda che sono un serpente, non un dragone! Il mio stomaco non è senza fondo come il tuo! E poi scusa, da quando in qua ti preoccupi per la mia dieta? Di solito te ne fotti di questo genere di cose! >>
<< Sei mia sorella e fai quello che ti dico io! >>
<< Tanto non cambio idea! Questa roba non mi piace! >>
<< La mangi lo stesso! >>
 
Il siparietto andò per le lunghe, gli umani da parte loro avevano finito di mangiare e si erano allontanati per non essere coinvolti nella guerra del cibo.
 
Non c’era molto da fare nella discarica, l’unico passatempo erano i rifiuti stessi che combinavano tra loro per realizzare assurdi macchinari senza senso o addirittura dei robot da distruggere in seguito per gioco. Gran parte di quella spazzatura era costituita da ferrivecchi futuristici, studiarne la complessa struttura rendeva interessante la permanenza, in particolare sperimentarla e vedere che genere di effetti speciali sapeva creare. L’ultimo “giocattolo” che trovarono era una specie di sfera stroboscopica capace di creare degli ologrammi incredibilmente realistici, la collegarono ad una vecchia Playstation con un gioco caricato dentro e l’effetto ottenuto su la materializzazione quasi vera dei personaggi virtuali intorno a loro. I gangster si intrattennero con quel giocattolo fino a quando la batteria di entrambi gli aggeggi non esplosero a causa dell’eccessiva potenza, proiettando i componenti ovunque.
<< Bene… di nuovo a romperci le palle! Almeno in quel tugurio di città ci si poteva divertire, giusto yo? >>
<< Yeah bro’, qua è peggio che sorbirsi un’intera giornata di scuola. Che si combina adesso? >>
<< Facciamo un giro dawg, c’è ne usciamo da questo buco e vediamo se becchiamo qualcosa di figo in questa specie di set cinematografico futuristico. >>
<< Siamo con te Ice-man. >>
Il trio era in comune accordo, si diressero verso l’uscita della discarica senza avvisare il loro capo.
Uno sparo interruppe la marcia, un secondo li fece nascondere dietro un cumulo di lamiere per nascondersi, udendone subito dopo molti altri.
La prima cosa che pensarono fu che la polizia avesse beccato i due demoni, forse quelli della Sezione 13 in incognito perché non sentirono alcuna sirena, ma nemmeno urla di soldati o qualsiasi altro genere di suono che ricordasse l’operazione in atto di una squadra militare, solamente spari assordanti. Nelle attuali condizioni loro non potevano fare niente per affrontare chiunque stesse sparando all’impazzata, non avevano la pellaccia da demone per scongiurare ferite da proiettile, ciò nonostante si diressero con cautela verso la fonte per scoprire cosa diamine stesse accadendo.
Erano a metà strada dal luogo in cui avevano mangiato quando incontrarono Drago e Winter, se ne stavano andando nella direzione opposta di soppiatto visibilmente allarmati; Drago fece segno di restare in silenzio proprio mentre ci furono altri spari nell’aria, susseguiti da un ringhio animalesco mescolato ad un guaito simile a quello di un cane ferito: qualunque bestia fosse ferita il suo respiro affannato accompagnava il guaito stavolta più indebolito, sentirono anche dei passi pesanti… molto pesanti… di uno che doveva avere degli stivali e dei piedi enormi.
<< Sayonara amico. >> disse una voce tonante.
Un ultimo sparo e poi tutto tacque.
I due demoni e i tre umani non ci stavano capendo nulla, chiunque ci fosse non osarono sbirciare per non finire sparati.
Preferirono andarsene invece di scoprire chi avesse invaso il loro territorio, se il tipo aveva il grilletto facile tanto valeva salvarsi le chiappe prima che li trasformassero in kebab, incrociando le dita perché ciò non avvenisse.
<< Ehi ragazzi, ve ne andate così presto? Non mi offrite nemmeno da bere? >>
 
Tutti e cinque imprecarono mentalmente, erano stati beccati…. da chi fu la cosa più impressionante.
 
Era un uomo, almeno in parte, la sua pelle completamente rossa dal capo ai piedi, sulla fronte aveva due strane rotondità levigate e la testa era in parte calva, i capelli rimasti erano neri e raccolti in un piccolo codino dietro la nuca, i suoi occhi di un accesso arancio erano piccoli ma penetranti, la mascella sporgente con folti basettoni e un minuscolo pizzetto sul mento. Indossava una larga e lunga giacca marrone provvista di numerose tasche, ciò nonostante si riusciva a capire la muscolatura possente delle braccia e delle spalle, la maglietta nera risaltava i pettorali, i pantaloni erano anch’essi neri e alla vita teneva un cinturone di cuoio con bordature dorate e la fibbia rossa rubino.
La mano sinistra teneva un accendino la cui fiamma brillava per accendere un sigaro cubano, la destra… la destra invece era il doppio dell’altra, ricoperta di crepe come la roccia, fino al gomito aveva una roba che sembrava un cilindro… una roba indescrivibile insomma…. la coda che saettava tra le gambe.
L’odore pungente del sigaro impregnò l’aria già malsana della discarica, il diavolo respirò una profonda boccata rilasciandola poco dopo dalle narici con tranquillità, scrocchiandosi il collo e ripulendosi la giacca da sospetti frammenti viola che parevano carne tritata.
<< Un goccio di birra mi tirerebbe su il morale, oggi è stata una giornata di merda. Anzi… dal mal di schiena direi che l’intera settimana è stata di merda… >> disse l’uomo in rosso, scrocchiandosi anche la schiena.
<< Allora? Nessuno di voi ha una lattina da passarmi? >>
L’unica cosa che il “rosso” ottenne fu una palla di fuoco dritta in faccia.
Drago era incredibilmente alterato, furioso addirittura, le pupille degli occhi ristrette come quelle di un gatto e le fauci completamente infuocate, trattenuto a stento da Winter anch’essa innervosita quanto lui.
<< Questo non mi è piaciuto. >> disse il “rosso”, fissando accigliato il sigaro incenerito.
<< D-man! Che cazzo hai fatto?! Ti si è fuso il cervello?! >> urlarono simultaneamente al demone, scioccati.
<< Tacete! Questa è una faccenda che non vi riguarda! >>
<< Ma ti rendi conto di che diamine hai fatto?! Hai appena colpito Hellboy! >>
Hellboy era il nome con cui era conosciuto l’individuo dalle sembianze demoniache davanti a loro.
La sua imponente figura era conosciuta in mezzo mondo, leggende più che altro che il governo insisteva nell’affermare fossero del tutto inventate come gli UFO o i fantasmi, eppure, a differenza di questi, le testimoniante apparivano concrete e non roba falsificata al computer. L’unico “mezzo” che era riuscito a far conoscere questo misterioso personaggio era un fumetto, un ridicolo e innocuo gruppo di fogli colorati che raccontavano le paranormali imprese di questo diavolo difensore del genere umano.
Già… perché di solito i diavoli preferisco ucciderla la gente, non salvarle la vita con roba tipo acqua santa e rosai.
Le storie sull’origine di Hellboy erano svariate e una più assurda dell’altra, alla fine non si sapeva quale svelasse la ragione per cui fosse diventato un eroe della razza umana…. Drago e Winter sembrava che lo sapessero dal modo in cui lo trattavano.
<< Rinnegato delle Tenebre! Figlio bastardo salvato dagli uomini! Avevo sentito della tua esistenza e non osavo credere che uno di noi avesse preso le difese dell’umanità! >> ringhiò furioso il demone.
<< Si, sono uno a cui piace incasinare le cose. >> rispose con un sorriso sornione Hellboy.
<< Quale assurdo incantesimo hanno usato su di lui per costringerlo a fare una cosa così contro natura? >> domandò Winter, incredula alla storia del diavolo in rosso.
<< Nessun incantesimo sorella, nessun trucco o lavaggio del cervello… si tratta solo di tradimento! Questo bastardo sa da dove viene e da cosa è stato generato, conosce la sua vera natura ma ha indecentemente deciso di seguire la via dell’uomo! >>
<< Ehi piccoletto, abbassa la cresta. Non mi faccio giudicare da un moccioso che puzza ancora di latte. >>
Drago tentò di colpire il “traditore” azzannandolo alla gola, ma il suo movimento fu troppo lento e questo lo notarono tutti, Hellboy riuscì a placarlo e lanciarlo alle sue spalle contro un cumulo di televisori rotti. Drago si rimise in piedi all’istante, lo caricò di nuovo come un toro, provando a staccargli la testa o trafiggerlo con gli artigli, il suo avversario riuscì ogni volta a parare i colpi mortali usufruendo spesso il braccio amorfo che utilizzava come una sorta di scudo. Scintille dorate scaturivano all’impatto con il materiale roccioso che formava l’arto di Hellboy, accecanti particelle di fuoco che incenerivano qualunque cosa su cui andassero a posarsi, sciogliendo il materiale come acido.
Improvvisamente Drago si fermò di colpo, piegandosi su se stesso e tossendo sangue, Winter gli andò incontro allarmata mentre, Drago cacciò la ragazzina in modo violento, non voleva l’aiuto di nessuno.
<< Che ti prende ragazzo? Ti manca il fiato? Ero convinto che volessi farmi fuori. >> gli chiese in tono strafottente Hellboy.
<< Fottiti stronzo! >> ringhiò Drago.
Winter tentò di attaccare il diavolo di sorpresa, a questo bastò bloccarla con la mano normale e tenerla a bada con una semplicità impressionante, un gesto che metteva chiaramente in rilievo l’immensa differenza di forza tra i due. La ragazzina, nonostante tutto, non si fermò, agitando i pugni in aria come una pazza, insultando a tutto spiano e sibilando sonoramente prima che lo stesso Drago l’afferrasse per uno dei corni e la lanciasse addosso al trio di gangster che la prese al volo.
<< Non ti intromettere! >> le urlò furiosamente.
Lei  lo guardò scioccata, tenendosi la testa.
Era ovvia la ragione per cui il rinnegato fosse lì presente: lo avevano chiamato per risolvere il caso delle rovine di San Francisco, segno che la Sezione 13 voleva a tutti i costi scoprire gli antefatti dell’esplosione che aveva sconvolto il suo americano. Erano fregati in parole povere, Drago era l’unico che poteva tenergli testa ma nel suo stato attuale poteva solo farsi prendere a calci nel culo, ed Hellboy questo l’aveva capito subito, si era reso conto che non aveva nulla da temere.
 << Adesso vediamo di darci una calmata gente, io qui sto solo lavorando, non sono in cerca di rogne. >>
<< Allora che cosa ti ha condotto qui? >>
<< Oh, niente di particolare: solo una gigantesca esplosione nel cuore della città vecchia. Voi non sapete niente di questa storia, vero? >>
Ovviamente nessuno rispose, una sola parola e sarebbero stati sbattuti in prigione.
<< Dì un po’ ragazzino, che cosa ti è successo? Hai una faccia che ricorda un morto. >>
Drago non rispose, si limitò a ruggire e a rimettersi in piedi, allontanandosi all’indietro.
L’enorme pistola che gli venne puntata contro li bloccò, la canna argentata era talmente grossa che poteva assomigliare ad un bazooka in miniatura, dall’impugnatura pendeva un rosario marrone e una delle dita di Hellboy era posizionata sul grilletto.
<< Non fare cazzate. >> disse il diavolo mentre tentava di accendersi un secondo sigaro.
<< Sei stato tu che hai fatto esplodere San Francisco, lo hai già fatto in passato, giusto Drago? >>
Il demone sgranò gli occhi: come faceva a conoscere il suo nome?
Fino adesso sua sorella e i suoi leccapiedi non lo avevano nominato… a meno che una sua conoscenza non avesse aperto bocca.
<< Si, io ti conosco ragazzino, il tuo caso mi era stato affidato all’epoca della tua “entrata in scena”, ma sei stato messo a cuccia prima che mettessi le cartucce al mio “Buon Samaritano”. Credevo che i viaggi nel tempo fossero roba da Star Trek, e invece nel tuo dossier mi trovo scritto che sei un viaggiatore nel tempo. Ammetto che questo caso mi aveva entusiasmato, ma sfortunatamente, per una serie di circostante, non ho avuto il piacere di conoscerti. >>
<< La delusione è reciproca: andando nel passato avevo ricevuto tue notizie e ucciderti mi allettava parecchio. >>
Ci fu uno scambio di risate tra i due, nonostante tutto non abbassarono la guardia, entrambi sarebbero potuti scattare l’uno sull’altro da un momento all’altro come dei leoni.
<< Il furgone è qua vicino, c’è lo facciamo un giretto? >>
<< Non frequento i rifiuti, io prediligo l’elite. >>
<< Vedrò di farti dare una cella in condivisione con uno dei nostri ospiti Vip. >>
<< Cella? Spiacente bastardo, non ho intenzione di sprecare altri anni in galera. >>
La dichiarazione di Drago non fu di sole parole, la voragine che creò fu la prova delle sue intenzioni. Hellboy vi sprofondò all’istante, risucchiato nel vortice di roccia e sabbia, imprecò a denti stretti nel tentativo di uscirne fuori e maledicendo tutti gli dei che gli venivano in mente. Drago urlò alla sorella e agli umani di correre prima che riuscisse ad uscirne, nessuno se lo fece ripetere e scapparono all’istante prima che il diavolo si scatenasse.
 
Si erano allontanati di pochi metri quando il concerto di spari riprese.
Tentarono di rallentare la corsa dell’inseguitore facendo crollare alle loro spalle le montagne di rifiuti, il fracasso prodotto dalla spazzatura arrugginita si confuse con l’eco degli spari e le maledizioni sia di Drago che di Hellboy. Il demone utilizzò ogni suo Chi, persino Winter diede fondo a tutte le arti magiche che conosceva per poter rendere la fuga più facile e il nemico meno pericoloso, ma con quest’ultimo si rese conto con orrore che era immune alla sua magia e il suo Ghiaccio si frantumava come delicatissimo cristallo quando era colpito da proiettili. Come se la situazione non fosse già abbastanza incasinata, quel traditore sembrava avere la stessa pellaccia dura di un demone poiché niente che gli cadeva addosso gli faceva battere ciglio, non un graffio, nemmeno con i Chi degli altri demoni.
Gli umani urlavano a ripetizione che sarebbero morti, fratello e sorella gli avrebbero tagliato la lingua pur di sfarli smettere di sbraitare come degli idioti, eppure nel loro attacco di panico ebbero la prontezza di prendere le loro cose e azionare le piccole bombe fabbricate “in casa” che lanciarono con una specie di piccolo lanciarazzi nella speranza di salvarsi il culo.
Per qual motivo avessero paura di Hellboy, anche se lo conoscevano solo come fumetto, non era molto chiaro.
Vedendosi messi alle strette, Winter tirò fuori la maniglia magica e urlò a tutti di piombarsi verso la prima porta che trovavano, quando la localizzò infilò l’artefatto al posto della maniglia e la girò completamente aprendo così l’ingresso e permettere a tutti di salvarsi prima che fosse troppo tardi.
 
Richiuse la porta prima che il cacciatore riuscisse a prenderli, il suo faccione sparì da dietro la porta di metallo e vi cozzò contro, l’urto la scardinò ma dietro di essa non c’era niente… solo un vasto giardino… e la stessa dicasi per Hellboy rimasto a San Francisco che ripresosi dal colpo non vide altro che l’interno disordinato dell’ufficio del guardiano della discarica.
 
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<< Io lo ammazzo quel figlio di puttana! >>
<< Yo Grande D, ma tu vuoi crepare sul serio! Quello lì che ci beccava ci ammazzava! >>
<< L’unico vero demone che dovete temere sono io! E dove cazzo siamo finiti adesso?! >>
Il nuovo panorama aveva un atmosfera aliena, hotel e lussuose ville troneggiavano nelle strade in un pesante stato di degrado, mescolati a negozi abbandonati della medesima categoria. Non c’era un’anima in giro, solo i cani randagi popolavano l’inquietante posto che presentava solo strutture adibite al turismo, nel cielo rannuvolato di grigie nubi di pioggia alcuni gabbiani litigavano in volo tra di loro starnazzando in modo fastidioso, coprendo in parte l’eco di quelle che sembravano onde del mare.
Il particolare più interessante fu notare che la tecnologia di quelle parti era praticamente preistorica, niente computer o bancomat, le macchine sui marciapiedi erano dei vecchissimi modelli che avrebbero fatto la felicità dei collezionisti, i televisori riversi sui banconi dei pub a raccogliere polvere erano di quelli grossi e tozzi con le antenne sulla testa. Riattivarono una vecchia utilitaria e a bordo di essa esplorarono i dintorni senza trovare vistosi cambiamenti, era tutto abbandonato e niente più, in balia delle intemperie della natura.
Trovarono finalmente un indizio grazie a un pacco di giornali ancora integro, gettato a terra vicino all’ingresso di un edicola con la mercanzia che emanava un tremendo tanfo di carta ammuffita, gran parte delle riviste erano state divorate dai topi che scapparono nelle tane sparse ovunque.
<< 1974? Cavolo, questo posto è più vecchio di quanto pensassi. Questo giornale risale all’epoca della sua ultima stampa, è una specie di testimonianza del passato. >>
<< Ma che cazzo…?! Yo shrimp! Testimone di cosa? Di questa merda? Questo schifo sembra uscito da una guerra o roba simile, you feel me? >>
<< Per una volta ci ha azzeccato biondino: siamo finiti a Varosha, un quartiere di Famagosta dell’isola di Cipro. è una vera e propria città fantasma che è stata abbandonata durante lo scontro avvenuto fra le tue etnie differenti della popolazione locale. >>
<< Una città fantasma? Cool! Credevo che solo noi Americani avessimo questi posti fighi. >>
<< A dire il vero non è una vera e propria città, bensì un centro turistico. Quando l’esercito arrivò tutti i turisti e gli abitanti sono scappati e da allora la zona è abbandonata, esiliata dal resto del mondo. >>
<< “Esiliata” è proprio la parola giusta. Staremo qui fino a quando le acque a San Francisco non si saranno calmate e quello stronzo di un “cacciatore di demoni” non avrà tolto le tende. >>
<< Yo D-man, è se Profondo Rosso ci becca anche qui? >>
<< Lo ucciderò. In quanto a te… >>
disse Drago a Winter, tirandole i capelli.
<<…Stavolta rimai al tuo posto. >>
 
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San Francisco, ore 00:00
 
Hellboy aveva appena finito di fumare il ventesimo sigaro.
Tutti i pacchetti, compresi quelli di scorta, erano esauriti.
Gettò via il mozzicone consumato e piegò la testa all’indietro, le gambe sistemate sopra la scrivania e le braccia a penzoloni lungo i fianchi, l’interno del camion-ufficio era avvolto da una coltre di fumo nauseante, solo entrandoci si poteva notare, dall’esterno i vetri delle finestre erano oscurati e nessuno ovviamente poteva sapere che cosa stesse accadendo dentro. A parte il fumo nell’ufficio, oltre alla scrivania che Hellboy usava come poggia gambe, si trovavano un numero incalcolabile di armi da fuoco e proiettili, reliquie sante e libri su cacciatori di demoni e prede sconfitte da questi. Hellboy aveva mollato quel lavoro da moltissimo tempo, si era stancato di nascondersi dal mondo intero, rimanere imprigionato nella struttura segreta BPRD e uscirne solo quando doveva ficcare un proiettile in testa a qualche brutta faccia. Per quanto gli piacesse incasinare ogni cosa, si era rotto le palle di essere un prigioniero, da quando aveva mollato il lavoro si sentiva finalmente libero dalle catene dell’oppressione.
Dal suo auto-licenziamento nessuno del vecchio staff lo aveva più cercato, poi un giorno vengono a bussare alla sua porta chiedendogli di aiutarli per una missione tanto delicata quando pericolosa. C’erano dei fascicoli sparsi ovunque in maniera disordinata nell’ufficio, tutti siglati con le lettere BPRD, foto e fogli che fuoriuscivano dalle custodie, tra queste c’era anche quella di Drago, l’unica che interessava l’ex cacciatore di demoni.
Drago per lui era solo un ragazzino viziato che voleva a tutti i costi un giocattolo, se quelli della Sezione 13 lo consideravano una minaccia era solo perché il moccioso poteva contare sulla roba proibita dei suoi esiliati parenti, senza di essi sarebbe solo una lucertola troppo cresciuta e nulla più. Anche lui era stato esiliato, eppure se l’era trovato di fronte, tutti gli agenti gli avevano detto che era imprigionato per sempre, nessuno dunque sulla faccia della Terra sapeva che si aggirava nuovamente per i continenti con i soliti vecchi propositi. Stava facendo tutto in segreto, non voleva attirare l’attenzione come già fatto una volta, un bel problema per i suoi vecchi carcerieri che non immaginavano di dormire sonni tranquilli con il loro giovane carcerato nei paragi.
Sfogliò con poco interesse tutte le pagine riguardanti lui, erano elencati i suoi punti forti e deboli, di solito non si interessava a certe cose e andava dritto al sodo con l’obiettivo da eliminare qualunque cosa fosse affamata di carne umana; il dossier citava anche i tre ragazzi insieme a lui e stranamente niente riguardante la ragazzina dai capelli azzurri, nemmeno negli altri fascicoli. Se ne sarebbe occupato in seguito, gettò via i documenti e si equipaggiò armato fino ai denti, uscì dal camion e urlò ai colleghi di prepararsi per il viaggio mentre una specie pendolo dondolava in tondo nella sua mano.
Era il momento di andare a caccia.
 
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Varosha, ore 05,00
 
L’Ice Crew non seppe dire cosa fosse più palloso in quel momento tra i latrati dei cani che si azzannavano tra di loro e le urla dei due demoni.
Non avevano fatto che litigare per tutta la notte, non avevano smesso di discutere nemmeno un secondo, impedendogli di dormire sugli scomodi letti dell’albergo scelto dove risiedere. Stavano per impazzire, un’altra notte in quella maniera e ad incazzarsi sarebbero stati loro…
…E anche se fosse successo a Drago e Winter non sarebbe importato.
 
Fratello e sorella stavano discutendo su quanto era avvenuto durante l’incontro con Hellboy: la ragazza non aveva gradito l’atteggiamento aggressivo del fratello maggiore nei suoi confronti quando aveva provato ad aiutarlo, quest’ultimo invece era furioso per questa sua azione che considerava un insulto alle sue capacità.
Avevano idee opposte a riguardo, sentimenti contrastanti che rendevano il loro rapporto molto complicato.
<< A differenza di te non mi sto attaccato al culo! >>
<< Sei un’idiota! La prossima volta lascerò che ti impalino visto che ci tieni a schiattare! >>
Winter se ne andò furiosa uscendo dall’ormai decadente salone d’albergo sbattendo la porta a vetri che andò in frantumi, il ghiaccio si formava rapidamente intorno a sé scaturito dall’ira del suo cuore; Drago era su uno dei vecchi divani rossi con la braccia conserte, il suo corpo che emanava vapori infuocati.
Trovava la discussione totalmente inutile e priva di ragione: lui era in grado di cavarsela benissimo da solo!
Era un disonore per un fiero dragone essere aiutato!
Winter doveva capire che i demoni, a differenza degli umani, non avevano bisogno di una vergogna simile tra di loro!
Sospirò profondamente, qualche fiamma fuoriuscì sia dalle narici che dalla bocca, si passò entrambe le mani sulle corna e frustò l’aria con la coda. Si alzò di scattò e andò dietro a Winter, gli seccava lasciare in sospeso un argomento di tale importanza, doveva insegnarle che le cose stavano così e basta, e lo avrebbe fatto sia con le buone che con le cattive. Sapeva dove trovarla, quando era incazzata si rifugiava in un posto a stretto contatto con la natura, e l’unico posto in quella giungla di hotel dove la natura non era contaminata dal cemento era la spiaggia, a poca distanza dal loro resort: la striscia di soffice terra che si inabissava nel mare appariva fredda e sporca, c’erano resti di ombrelloni, sdraio semi sepolte nella sabbia e soprattutto cuccioli di tartarughe marine che strisciavano verso l’acqua.
I piccoli acquatici si affannavano per gettarsi in mezzo alle onde, Winter aiutava i più lenti a congiungersi con il loro elemento; ogni tanto ne prendeva uno tra le mani e lo coccolava, accarezzandogli le pinne e la testa con la punta delle dita, aveva sempre avuto un debole per gli animali ma non le aveva mai permesso di tenerne uno, anche perché i demoni non provavano apprezzamento per nessuna creatura terrestre a meno che non la si dovesse mangiare. Drago la osservò a lungo, seguendola in silenzio senza rivelare la sua presenza, pensando a quali difetti doveva correggere… prima di allora non si era mai davvero preoccupato di dare una sorta di istruzione a sua sorella, fin dall’infanzia i demoni avevano già lo spirito del cacciatore e del divoratore di carne nelle loro vene, sapevano già cosa fare senza bisogno di essere accuditi o seguiti costantemente come nel caso dei bambini umani…. ma lei era un soggetto molto particolare.
Già, molto particolare.
 
Si pentì di non averle dato le dovute attenzioni.
Stava rischiando di perderla.
Di nuovo.
 
Una brusca frenata d’auto seguita da uno schianto lo distolse dagli obiettivi prefissati, del fumo lo guidò verso il luogo dell’incidente dove trovò un veicolo militare riverso su se stesso, i segni di frenatura sull’asfalto e alcuni frammenti di automobile sparsi ovunque. Winter aveva detto che Varosha era sotto dominio militare, quel convoglio dunque non era lì per caso, probabilmente in ricognizione.
La cosa non gli interessava particolarmente, però sarebbe stato un peccato lasciare tutta quella buona carne a marcire.
Sollevò l’auto rimettendola dritta, leccandosi le labbra, i corpi dei passeggeri erano ancora a bordo… decapitati.
Drago rimase sorpreso, ad un esame più attento si rese conto che il taglio del collo era seghettato, i muscoli e le ossa apparivano “tirati” all’infuori, strappati con la forza.
Quei due non avevano perso la testa a causa dell’incidente, gliela avevano divorata.
Si voltò in tempo per parare il morso del predatore, con una scossa elettrica lo uccise all’istante, ma… che razza di bestia era??! Assomigliava ad un cane ma era completamente spellato, i muscoli lo ricoprivano completamente, non aveva occhi e orecchie, i denti nel muso allungato che presentava due fori per il naso, le zampe erano tozze e lungo la spina dorsale spuntavano piccoli frammenti d’osso aguzzi.
Quell’animale era orripilante, da quale assurdo gioco allucinogeno era uscito fuori? Emanava un tanfo orribile, si diffuse rapidamente nell’aria che ne venne contaminata… troppo rapidamente… capì subito che quel cane non era l’unico esemplare.
Udì dei latrati lontani accompagnati a degli spari, il senso del pericolo alle stelle, subito si diresse alla spiaggia per raggiungere Winter e portarla via da lì, sperando che magari lei sapesse dare una risposta su ciò che stava accadendo.
Sembrava che Varosha non fosse così abbandonata.
 
La sabbia era fredda, il vento gelido.
Il mare cominciava ad agitarsi e delle piccole tartarughe non c’era più traccia.
La sorella fissava l’orizzonte con malinconia, non accortasi che lui la stava raggiungendo.
Trasalì quando Drago le prese un braccio, chiaro segno che fino a quel momento era persa nei suoi pensieri.
<< Lasciami in pace. >> disse secca.
<< Siamo incasinati, non fare i capricci proprio adesso. >> le rispose lui con lo stesso tono.
<< Se sono casini tuoi risolviteli da solo. >>
<< Fai come ti dico! >>
 
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MC Cobra non riusciva distogliere lo sguardo sul panorama desolato.
Odiava i luoghi disabitati, quando aveva detto che le città fantasma erano cool in realtà mentiva, li disprezzava a morte.
Gli facevano tornare in mente brutti ricordi.
Come se non bastasse in quel posto tirava una brutta aria, se ne sarebbe andato via all’istante se avesse potuto, invece era costretto a restare in quel tugurio con i suoi compagni. Aveva provato a rilassarsi con del Tai chi ma era fiato sprecato, era troppo nervoso per trovare l’equilibrio che lo aiutasse a ignorare il tormento del passato dentro di lui.
<< Yo bro’, scolati una birra. >> gli disse Strikemaster Ice, lanciandogli una bottiglia.
Cobra la prese al volo e usando un accendino la stappò.
Si sedette sul cornicione del balcone appoggiando la bevanda accanto a sé, le gambe a penzoloni sul vuoto che solo i gabbiani osavano sorvolare; tirando fuori dalla tasca dei pantaloni un pacchetto di sigarette leggermente rovinato da cui ne prese una, appoggiandola sulle labbra mentre tentava di accedere la fiammella dell’accendino.
<< Stressato? >> gli chiese il biondo.
<< Abbastanza. >> gli rispose l’altro, agitando l’oggetto di plastica per capire se fosse vuoto o no.
<< Non avevi blaterato di voler smettere? >>
<< Ho detto che preferivo fumare dopo essermi fatto una bella pupa. >>
DJ ridacchiò divertito, borbottando sottovoce qualcosa di simile ad un “illuso”.
Finalmente Cobra riuscì ad accendere la sigaretta e respirare profondamente l’essenza sprigionata dalle erbe macinate all’interno; il fumo fuoriuscì sottoforma di una nuvoletta sia dal naso che dalla bocca, gli effetti “benefici cominciavano a far subito effetto nel metabolismo del ragazzo che iniziava a sentirsi meglio, con l’aggiunta della birra l’effetto brio era assicurato. La cenere si disperdeva nel vento, il calore emanato dalla cartina era l’unico che riscaldava il giovane gangster che fissava ipnotizzato il mondo abbandonato.
<< Voglio sbaraccare da questo posto… >>
<< Yeah, è uno schifo. Non c’è modo per spassarsela, you feel me? >>
<< Non intendo quello yo. Io parlo di questo “futuro”… cazzo… all’inizio mi piaceva, era da sballo, ma adesso… è tutto fottutamente pesante da sopportare. >>
<< Parla chiaro Cobra, che cazzo ti passa per il cervello? >>
MC Cobra inspirò profondamente la sigaretta prima di parlare, consumandola a metà rapidamente.
<< Voglio mollare questo lavoro. Fare il demone è cool… ma questa roba si sta facendo seria. >>
<< Parli di D-man e Wikipedia? è roba che passerà non appena il boss si leverà dalle scatole la mocciosa. >>
<< Non me ne frega un cazzo di quei due! Non sono loro che mi rompono! Io…! Io temo che qui finiamo ammazzati! è stavolta sul serio… >>
<< Yo Cobra, stai sparando minchiate, vero? Non vorrai dirci che molli la banda? >>
 
Cobra non fece in tempo a rispondere, una freccia gli trafisse la spalla all’improvviso.
Il colpo gli fece perdere l’equilibrio, DJ fece in tempo a prenderlo prima che precipitasse dal palazzo e a tirarlo all’interno dell’appartamento mentre altre frecce sferzavano l’aria.
 
Il sangue fuoriusciva a fiotti dalla ferita, il ragazzo tremava violentemente urlando in preda al dolore, costretto con la forza a restare fermo per impedirgli di tirarsi via da solo il dardo infilzato nella carne da parte a parte. Udirono dei latrati di cani riecheggiare dall’esterno dell’appartamento, udirono anche delle voci umane ma non capirono la lingua, l’unica cosa certa era che dovevano sloggiare: assicurandosi che non ci fossero pericoli nel corridoio, DJ Fist e Strikemaster Ice si caricarono il loro compagno Cobra e corsero rapidamente verso le scale anti-incendio, scendendole rapidamente frattanto che l’abbaiare dei cani aumentava e le frecce riprendevano a sfrecciare addosso a loro. Schivarle fu maledettamente difficile, chiunque le stesse lanciando era davvero abile, solo un’improbabile dose di fortuna impedì ai due gangster di non fare la fine del loro collega che ancora imprecava per l’agonia.
La salvezza apparve chiara quando finalmente giunsero alla fine della rampa di scale, ma gli orribili quattro cani scuoiati che gli sbarrarono la strada cancellarono quella sensazione. Il branco si gettò su DJ Fist azzannandolo con selvaggia ferocia, il massiccio ragazzo lottò con tutte le sue forze per sopravvivere all’attacco mirato a togliergli la vita, i morsi facevano male ma non osò nemmeno pensare di fermarsi per contemplare il dolore, altrimenti l’unica cosa che avrebbe sentito dopo sarebbe stata la morte. Ad un tratto uno dei cani crollò a terra, la testa perforata da un colpo di proiettile, poco distante c’erano due tizi armati, forse i soldati dell’esercito menzionato da Winter, i quali fissavano con terrore e disgusto gli animali. I due ospiti improvvisi attirarono l’attenzione delle 3 bestie, allettate dalle nuove prede gli corsero incontro abbaiando, non fermandosi nemmeno quando colpiti dai proiettili. L’Ice Crew non rimase ad assistere all’imminente carneficina, approfittarono del momento per allontanarsi, usufruendo di un vecchio furgoncino che con difficoltà riuscirono ad avviare, sgommando via.
<< Yo Fist?! Sei ancora integro?! >> urlò Ice al compagno ferito mentre guidava.
Nonostante il fiatone e il sangue che gli ricopriva gran parte del corpo, il silenzio ragazzo riuscì a fare il segno dell’ok.
Chiamò anche Cobra, ma questo era quasi svenuto, pallido come un cadavere.
Ice imprecò ripetutamente, schiacciando furiosamente l’acceleratore.
Manco poco che investì i due demoni che comparvero in mezzo alla strada dal nulla, inseguiti dalle stesse bestie che avevano incontrato, frenando bruscamente. Drago e Winter saltarono a bordo incitando il giovane guidatore ad andare via subito.
<< Che cazzo sta succedendo Drago?! Cosa sono quei bastardi?! >> urlò il biondo scioccato.
<< Non fare domande e guida! >> gli rispose il demone, lanciando sfere di fuoco sui cani.
Nonostante la velocità, i mostri riuscivano a stargli dietro senza alcuna fatica.
Nel frattempo che Drago tentava di abbatterli, Winter si occupava della grave ferita di Cobra, iniettandoli antidolorifici e ricucendoli la pelle, tamponando ogni volta che usciva troppo sangue, per DJ era bastato qualche punto e una forte dose di adrenalina.
<< Che cosa lo ha colpito?! >>
<< Non lo so! Non lo so! Non ne ho la più fottuta idea! è successo all’improvviso! Noi eravamo per cazzi nostri è poi lui è crollato! >>
Winter era senza parole.
Pensò che l’umano fosse incredibilmente fortunato ad essere ancora vivo.
Se fosse stato colpito in un punto vitale come il cuore non ci sarebbe stata alcuna possibilità di salvarlo.
<< Siamo riusciti a seminarli! >> esordì Drago, quando non vide più gli inseguitori.
La piccola vittoria fu bruscamente cancellata.
Il furgone venne colpito di lato da una specie di bomba che lo fece ribaltare su se stesso, roteando su se stesso in una sfrigolante frenata tra scintille rosse e ferro incrinato. Il furgone si fermò solo quando cozzò contro un edificio, Drago e Winter furono i primi ad uscire, L’Ice Crew era ancora all’interno privo di sensi, leggermente contusi o feriti.
<< Scusate ragazzi, ma la vacanza è finita. >> esordì Hellboy, avvicinandosi al gruppo con appoggiato sulle spalle una grossa balestra d’acciaio, sulla schiena invece portava due sacche colme di frecce, una con normali punte di ferro e l’altra con punte dotate di piccole granate
<< Cacchio, siete ancora dei bambini ma avete coraggio da vendere. Mi avete sorpreso, lo ammetto. Quasi mi dispiace sbattervi in gattabuia, purtroppo però devo fare il mio dovere. >>
Sibilando sonoramente, Winter provò a colpirlo con una lancia di ghiaccio, ad Hellboy bastò pararlo con il braccio di roccia per mandarlo in frantumi.
<< Ehi signorina, non si gioca con la roba pericolosa. >>
<< So maneggiare la “roba pericolosa” meglio di te! >>
<< Che paroloni! Piccola e velenosa, proprio come una serpe. Stai attenta però o finirai schiacciata. >>
<< Sono sopravvissuta a bestioni molto più grandi di te! Più sono grossi i miei nemici e più provo piacere nel spezzargli il collo! >>
Hellboy rise alla determinazione della ragazzina, non la prendeva sul serio e questo la faceva infuriare. Con il Chi del Ghiaccio realizzò ogni sorta di arma che usò contro di lui: era offesa dal modo in la stava trattando… non era una bambina lei… era una demone proprio come gli altri! Perché non la consideravano come tale?!
Nonostante la carica che l’ira le dava non riusciva a prevalere sul diavolo, pochi colpi con l’arto gigante e due di balestra bastarono per ridurre completamente in pezzi il suo arsenale, cosa che alimentò la frustrazione.
<< Stai perdendo tempo ragazzina. >> la canzonò Hellboy.
<< Stai zitto! >> urlò Winter, sprigionando dal proprio corpo un vortice di ghiaccio tempestato di aculei.
 
Apparentemente sembrava che niente avrebbe potuta fermarla… eppure fu ciò che accadde.
 
In contrasto al suo turbine, uno di fuoco sciolse completamente l’energia che il Chi del Ghiaccio stava sprigionando.
Incredula, Winter si voltò verso Drago, il vapore e l’acqua la circondavano, generati dallo scioglimento del suo potere naturale.
<< Ti ho detto che non devi intrometterti! La testa del traditore è mia! >> le disse.
Winter urlò, prese un pezzo di ghiaccio non evaporato e glielo lanciò addosso, colpendolo in pieno viso.
<< Non sei tu adesso al centro dell’attenzione! è il mio onore che è stato insultato! Non il tuo! >>
<< Il tuo “onore”?! Sei solo una bambina!! Non sai nemmeno cosa voglia dire!! Quindi fatti da parte! >>
<< Ti sbagli! Il mio onore è marchiato quanto il tuo! >>
Il pugno che Drago diede a Winter la sbalzò a quasi 3 metri da terra, mandandola in fondo alla strada.
Il guerriero in rosso guardò entrambi con perplessità, confuso da quelle ultime parole pronunciate, frase che invece il demone sembrava aver compreso data la sua espressione di…. rimorso.
<< Senti moccioso, non sono uno che si intromette negli affari di famiglia, però se posso… >>
<< Taci. Tu non intrometterti in questa cosa. >>
<< Va bene, come vuoi. Allora questo vuol dire che siamo di nuovo io e te. >>
<< Solo io e te traditore. >>
Drago e Hellboy si avvicinarono l’uno all’altro, faccia a faccia.
Drago era totalmente concentrato su di lui, Hellboy invece stava all’erta su tutto ciò che c’era intorno a loro, pronto a reagire al minimo segno di pericolo per pugnalarlo a tradimento.
<< Hai paura bastardo? >>
<< Scherzi? Questo posto è un casino. Ci verrei ogni estate con i miei figli. >>
<< La tua tomba sarà l’unica cosa che visiteranno, se mai avranno dei resti su cui piangere. >>
L’attimo in cui cominciarono il loro secondo scontro fu talmente rapido che se ci fossero stati degli spettatori probabilmente non se ne sarebbero accorti. Era un duello corpo a corpo, niente pistole o Chi del Demone, il piacere della vittoria toccata con mano era così allettante che non lo si voleva perdere con i normali mezzi di combattimento.
Difficile dire chi avrebbe vinto, entrambi i contendenti si trovavano in perfetta parità.
Ma la natura demoniaca, si sa, spesso è imprevedibile.
Drago ad un certo punto, stanco di quella inutile perdita di tempo, fece ricorso al Chi della Terra per trafiggere con aculei di roccia l’avversario, inchiodandolo letteralmente al suolo; prese tutte le sue armi e le lanciò via in modo da assicurarsi che non le usasse ancora, approfittando solo allora per schiacciarlo con più brutalità.
<< Sei morto bastardo! >> annunciò vittorioso il dragone.
Cinque frecce trafissero la schiena di Drago simultaneamente, brillando di bianco per formare una stella, causandogli un dolore atroce che gli mozzò il respiro.
Era magia bianca, Drago l’avrebbe riconosciuta in qualsiasi momento.
La cosa più scioccante fu scoprire che tale magia e che quelle frecce erano state scagliate da Winter.
Nei suoi occhi completamente rossi leggeva la rabbia, le tremavano le mani nel reggere la balestra del suo nemico, dalla bocca colava ghiaccio liquido.
Era interdetto…. proprio lei l’aveva colpito alle spalle… lei che si era sempre impegnata ad aiutarlo nella realizzazione dei suoi progetti… lei che fino a quel momento aveva sempre fatto tutto ciò che voleva. Non l’aveva mai vista in quel modo… per la prima volta le fece paura… pareva essersi trasformata in un’altra persona.
La cosa più sconvolgente però fu percepire l’aura di magia bianca che fuoriusciva dal suo corpo.
E che razza di magia!
Il livello che percepiva poteva annientare un intero esercito di suoi simili, un potere del genere avrebbe fatto impallidire chiunque.
Come se non bastasse si ripresentarono di nuovo quei mostruosi cani, non gli saltarono addosso per divorarli, al contrario, si accucciarono ai piedi della ragazza con tranquillità, sbadigliando annoiati.
<< Diamine, ora capisco da dove vengono. Sono Mietitori Iracondi, li ha chiamati lei. >> disse Hellboy, riuscendo a liberarsi.
<< Cosa?! Lei non ha fatto niente! >> replicò Drago, costretto a stare piegato su se stesso, tentando disperatamente di rimuovere i dardi incantati.
<< Invece sì, visto che l’hai trattata di merda. >>
<< Di che cazzo stai parlando?! >>
Hellboy, data la situazione, muovendosi con cautela per non finire anche lui infilzato dalla ragazzina che apparentemente sembrava ipnotizzata o qualcosa del genere, cominciò a caricare una pistola fino a quel momento nascosta in uno stivale con dei proiettili argentati, pregando che lei non se ne accorgesse, spiegando nel frattempo ciò che sapeva.
<< Una volta mi sono ritrovato in mezzo ad una faida tra due stregoni, uno di loro era talmente incazzato con il suo rivale che le porte dell’inferno si sono aperte e ne sono usciti quegli animali. Hanno divorato l’altro stregone in 5 minuti, richiamati dalla rabbia del suo avversario che invece non hanno nemmeno annusato, poiché era stato lui a evocarli…. almeno fino a quando non ha recuperato la ragione…
Poi se ne sono andati in giro ad ammazzare gente che non c’entrava niente con loro, ne avrò fatti fuori una decina almeno. >>
<< Non è possibile! Mia sorella non è così potente da richiamare bestie simili! >>
<< Non è questione di potenza idiota! La tua sorellina è talmente alterata che è diventata una sorta di richiamo per questi stronzi! In questo stato non distingue i nemici dagli amici, lascerà che i suoi nuovi cuccioli facciano fuori chiunque, te compreso! Bisogna calmarla! >>
Calmarla?
Gli aveva piantato cinque frecce nella schiena!
In quale modo avrebbe potuto calmarla?!
<< Ma… visto che tra voi non scorre buon sangue, ciò significa che dovrò pensarci io. >> concluse il diavolo, puntandole contro l’arma ormai carica di proiettili.
Drago ruggì talmente forte che i Mietitori iniziarono ad abbaiare di risposta, alzandosi in piedi ma restando sempre vicino a Winter, impassibile alla scena.
<< Stai zitto! Vuoi diventare il loro spuntino?! >>
<< Non osare toccare mia sorella bastardo! Se l’ammazzi ti giuro che te la farò pagare! >>
<< Cosa?! Mi prendi per il culo?! Credevo che non te ne fregasse un cazzo di lei! >>
<< Non ho mai detto una cosa simile! >>
<< Le tue azioni hanno parlato per te ragazzo, lo hai dimostrato apertamente che di lei non hai cura! >>
Drago era pronto a replicare, la gelida presenza accanto a lui però lo costrinse ad ammutolirsi.
Winter gli stava puntando la balestra all’altezza della testa, i Mietitori sbavavano affamati.
Drago le disse di fermarsi ma non ottenne risposta, la ragazza era visibilmente sicura di quel che voleva fare.
 
Il demone per la prima volta si preoccupò: lo avrebbe ucciso davvero?
Non ottenne risposta, DJ Fist la colpì alla nuca con una sbarra di ferro che la fece svenire, prima che commettesse il temuto atto immaginato.
Hellboy in contemporanea sparò alle bestie demoniache, uccidendoli con rapidità.
<< Getta la pistola! >> gli urlò Strikemaster Ice, minacciandolo con una delle granate prese dal suo arsenale.
Imprecando a bassa voce, il diavolo gettò via l’arma e alzò le mani, mordendosi le labbra di frustrazione.
<< Yo D-man, sei ancora intero? >>
<< Non fare domande idiote… >>
<< DJ, accendi il motore e carica il capo a bordo insieme a Cobra. C’è ne andiamo da qui, ora. >>
<< Prendete anche mia sorella, non si sveglierà tanto presto. >>
<< Cosa?! Sei fuori di testa yo? Ti ha quasi fatto fuori! >>
<< Non discutere e fa come ti ho detto! >>
Non capendo il perché di quella cosa, Ice prese Winter e l’adagiò all’interno del veicolo mentre DJ aiutava Drago, cercando di tenere sempre d’occhio Hellboy rimasto fermo a guardare.
<< Ringrazia i tuoi dei ragazzo, per stavolta ti sei salvato. Ma non avrai per sempre qualcuno a salvarti le chiappe. Ricordalo bene. >> gli disse, prima che andassero via.
<< Riguardo la tua sorellina… prima o poi te la farà pagare per il tuo atteggiamento. >>


PERSONAGGI:
Hellboy:

Hellboy è il nome dato dal cattolico Prof. Trevor "Broom" Bruttenholm al demone Anung Un Rama, evocato sulla Terra il 23 Dicembre 1944 dallo stregone russo Grigorij Efimovič Rasputin per conto dei membri della Divisione Ahnenerbe delle SS con l'intento di cambiare le sorti della guerra ("Progetto Ragna Rok").
Hellboy viene strappato ai nazisti dalle forze alleate quando è ancora un cucciolo ed è cresciuto dal Prof. Bruttenholm come un figlio in una base dell'esercito degli Stati Uniti in Nuovo Messico. Da adulto, Hellboy diventa il miglior detective del BPRD. Hellboy, come i diavoli dell'iconografia cristiana, ha la pelle rossa, una lunga coda e due grandi corna che smussa periodicamente in modo da apparire più umano. Il suo braccio destro inoltre è stranamente ipersviluppato e costituito da una materia diversa rispetto al resto del suo corpo.


Spiegazione dell'episodio: Salve a tutti amici lettori :)
questa sezione presente a fine capitolo servirà a spiegare, soprattutto per chi non conosce tale cartone, alcune cose riguardanti l'origine della fiction dal cartone animato da cui è stato preso: Le avventure di Jackie chan (titolo originale: jackie chan adventure).
In questa settima parte spiegherò il perchè di Hellboy.

Volevo dare un taglio alla normale trama della fiction prima del finale, mi è balenata in testa questa idea di inserire Hellboy in un solo capitolo per farlo scontrare contro Drago.
In realtà volevo anche far qualcosa che svelasse alcuni elementi di Winter... non spiegati esplicitamente ma che per lo meno incuriosissero il lettore.
il rapporto tra Drago e Winter da questo capitolo in poi diventa molto più importante, un passo per scoprire quale sia la storia ( da me inventata ) tra fratello e sorella.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: L'ultimo tesoro ***


  Capitolo 11: L’ultimo tesoro.
 
Drago non amava affatto l’acqua, anzi, la odiava con tutto il cuore.
Però aveva bisogno di un potere legato a quell’elemento per ricaricare il Chi del Demone dell’Acqua, l’ultimo che gli restava per completare la trasformazione finale.
Tra i vari “candidati” ne aveva individuato uno situato negli abissi del Mar Mediterraneo, al largo delle coste dell’Italia: il demone aveva deciso di affrontare da solo quella importante missione; un pretesto per starsene per i fatti suoi e meditare su ciò che avrebbe dovuto fare una volta ritrasformatosi in un essere immortale.
Su parecchie cose non aveva avuto dubbi ed aveva già deciso come comportarsi…
Per altre invece era per la prima volta confuso, è questo perché riguardava sua sorella.
 
Da quando si era reso conto che erano di nuovo insieme non era più lo stesso, non sapeva come comportarsi con lei, avrebbe osato dire che era “imbarazzato” nel ricoprire nuovamente le vesti di fratello maggiore, cosa che non aveva mai davvero fatto dalla loro riunione.
Ma dopo gli ultimi eventi… non capiva più in che fare con Winter: aveva passato così tanto tempo dal loro ritrovamento a trattarla come una sconosciuta che aveva dimenticato chi lei fosse veramente, solo dopo che aveva tentato di ucciderlo si rese conto di che razza sbaglio aveva commesso.
Era sua sorella, eppure non riusciva più ad avvertire quel legame di sangue che da piccoli lo faceva finire nei guai per difenderla, il fatto che volesse rieducarla era solo per gettare macchie di vergogna sulla loro specie, non per aiutarla.
Niente era come prima.
Winter non gli aveva fatto notare questa cosa fino al giorno dell’incidente, se tale poteva definirlo; apparentemente sembrava che non le importasse nulla della mancanza di attenzione, cosa di cui si era ricreduto. Sua sorella... era arrabbiata con lui… l’aveva maltratta e ne aveva pagato le conseguenze, rischiando di fare una brutta fine.
 
Improvvisamente il gorgo che aveva generato con il Chi del Vento finalmente raggiunse il fondo del mare, alghe e pesci giacevano sugli scogli sommersi insieme a crostacei e rifiuti di navi. Lì in mezzo, nascosto da un sottile strato di sabbia c’era una colonna greca ricoperta di molluschi e antiche parole greche, in realtà simboli magici mascherati in parole apparentemente senza senso per chi l’avesse mai trovata.
Pronunciò complesse formule per attivare quei segni e far sparire la colonna, rivelandosi un contenitore che celava al suo interno un talismano a forma di tridente appartenuto ad un antico mago spacciatosi per divinità, ricolmo del potere di cui aveva bisogno. Con cautela prese l’oggetto, pronto ad assorbirlo, ma un arpione glielo impedì, sfiorandogli di striscio il volto: dagli abissi apparvero delle nereidi, creature mitologiche dalle fattezze quasi umane ma composte di sola acqua che nonostante avessero elementi femminili che le rendevano aggraziate e affascinanti, erano in realtà dei mostri. Tali creature tentarono di fermarlo trascinandolo nel mare per affogarlo o lanciandogli addosso acuminati arpioni, erano i custodi del tesoro e non avrebbero permesso a nessuno di portarlo via.
Potevano andare all’inferno, non avrebbe abbandonato il suo caricatore.
Il demone spiccò il volo mentre il gorgo si richiudeva su di lui, inseguito dalle nereidi che gli stavano dietro sibilando, stringendo al petto il prezioso bottino. Era quasi fuori quando improvvisamente una nereide gli saltò addosso, graffiandoli braccia e mani che per il dolore lo costrinsero a mollare il talismano che precipitò giù, in balia delle creature del mare che senza esitazione gli si accanirono contro distruggendolo, riducendolo in frammenti minuscoli che si dispersero nell’oscurità degli abissi, trasportati via dalla corrente.
<< NO! >> urlò Drago.
Le nereidi, non appena il loro tesoro scomparse, si ritirarono nel loro mondo, consapevoli che più nessuno avrebbe più potuto depredare quel che apparteneva al loro.
 
Drago tornò in America incazzato.
Aveva perso un’occasione d’oro, il suo ritorno in scena doveva essere rimandato.
Atterrò in cima al Goldengate Bridge e innervosito camminò sopra i cavi d’acciaio mentre sotto di lui le macchine percorrevano le varie corsie del ponte rosso da una parte all’altra dell’isola.
Vi rimase a lungo fino a quando la rabbia non si attenuò, decidendo finalmente di tornare dal gruppo: la Vecchia San Francisco era ancora mezza distrutta e sotto il controllo della polizia, lui e la banda si erano trasferiti al Golden Gate Park, il più vasto parco della città che vantava musei, piste ciclabili, giardini e addirittura uno stadio, oltre a centinaia di altre cose.
Proprio nello stadio, con la scusa che in quel periodo era chiuso per restauro, si erano sistemati fino a quando le acque non si sarebbero calmate; grazie inoltre alla grandezza del parco in sé i posti per nascondersi erano molti. Entrò dentro la struttura spostando i vari teloni che ostruivano le uscite, facendo attenzione a non inciampare negli attrezzi da lavoro dimenticati, cancellando con la coda le impronte nella polvere che si lasciava dietro; i tre umani nella loro forma originali erano lì vicino che ingannavano il tempo improvvisando una partita di baseball, usando pesanti martelli come mazze e pezzi di cemento come palle.
Quando si resero conto che era tornato, mollarono tutto e lo raggiunsero.
<< Come è andata boss? >> gli chiese uno di loro.
<< Da schifo. Il potere che avevo trovato è stato distrutto. >> rispose lui ringhiando a denti stretti.
<< Merda! Quindi sei ancora fregato yo! >>
<< Purtroppo. >>
<< Che intendi combinare adesso? >>
<< Sono stressato. Ho intenzione di prendermi qualche giorno di riposo prima di tentare un’altra missione… piuttosto, dov’è mia sorella? >>
<< La piccola serial killer? Lontano da noi per fortuna, you feel me? >>
 
Drago capì subito dove trovare Winter.
Il giardino stile giapponese era la zona più splendida di quel posto, con templi e sculture in stile orientale circondate da laghetti su cui galleggiavano fiori di loto bianchi, bonsai potati accuratamente e alberi frondosi come a voler nascondere in un mantello verde l’aura incantata di quel luogo.
Non era davvero qualcosa proveniente dall’antico oriente, ma bastava a far ricordare alla giovane demone la casa abbandonata molti anni fa.
La ragazzina si trovava proprio lì, a camminare per le stradine circostanti l’area giapponese con aria malinconica, sospirando continuamente, gli umani non le degnavano di uno sguardo distratti com’erano dalla loro egoistica felicità. Voleva raggiungerla e provare a tranquillizzarla, ma era esitante a tutto ciò, non era nella sua natura fare cose simili; le si avvicinò solo quando si assicurò che non ci fosse nessuno nei paragi, subito lei cacciò via quell’espressione di tristezza e gli corse incontro per sapere, impaziente, le ultime notizie.
 << Andrà meglio la prossima volta, non devi arrenderti! Adesso ti cerco subito un altro sostituto del Chi dell’Acqua! >>
Era sorprendente il suo ottimismo.
Innaturale dopo ciò che avevano passato.
Per sicurezza sia sua e che personale, Drago le aveva cancellato la memoria degli ultimi eventi con un incantesimo, al suo risveglio non aveva più pallida idea di ciò che era successo, tornando affettuosa e rompiscatole come prima. Dalla sua vitalità non si poteva immaginare che aveva tentato di ucciderlo, per quanto riguardava L’Ice Crew gli aveva proibito di dire anche una sola parola su ciò che era avvenuto.
Se solo avessero osato svelare anche una minima parte gli avrebbe tagliato la lingua.
<< Lascia stare, ho bisogno di una vacanza, mi sono spaccato la schiena fin troppo nell’ultimo periodo. >>
<< In vacanza? Proprio adesso? Ne sei sicuro? >>
<< Si, credimi. >>
<< Allora… cosa vuoi fare adesso? Non è da te non fare niente. >>
<< Un semplice giro. >>
Winter non avrebbe mai creduto di vedere suo fratello perdere tempo.
Lui era un tipo molto attivo, fin da quando erano bambini non stava fermo un attimo volendo fare tutto di fretta; dopotutto, forse era un bene dopo quel che avevano passato in quell’intenso mese.
Per non parlare dell’ultimo scontro con il mezzo demone… dopo quel giorno non ricordava un granchè…
Memoria a parte, era un piacere poter passeggiare nuovamente insieme a lui tra i grattacieli della città, non avrebbe mai creduto che sarebbe stata felice di fare qualcosa di così normale; non si parlavano ma la sua sola presenza gli bastava per quel poco tempo che potevano permettersi insieme, non voleva lamentarsi di quella piccola opportunità di stare vicino al suo unico parente.
<< Insomma… lo sai che i capelli corti ti stanno davvero bene? >> esordì ad un certo punto Drago. Winter per la sorpresa rischiò di cadere giù dal palazzo, recuperando l’equilibrio all’ultimo secondo. Si voltò verso di lui con gli occhi sgranati, il drago con aria imbarazzata che ruggiva lievemente. Drago non era tipo da complimenti, al contrario, gli divertiva stroncare anche il più banale pregio di una persona, se proprio doveva fare un commento lo diceva con un entusiasmo da funerale.
<< Grazie…? >> fu la sua risposta, incerta.
Scese il silenzio tra i due.
Silenzio per modo di dire data la continua eco dei clacson, delle ruote delle macchine che stridevano sull’asfalto e il vociare degli umani.
Visibilmente agitato, se ne sparì per un attimo saltando giù dal grattacielo per poi tornare dopo solo qualche istante con una busta piena di cibo cinese. Senza dire molto cominciarono a mangiare, ammirando la futuristica San Francisco muoversi attivamente davanti ai loro occhi.
<< Toglimi una curiosità, da quanto tempo sei diventata così… sprezzante del pericolo? Una volta eri più… vanitosa e non avresti mosso un dito per salvarmi pur di non spezzarti un’unghia…. >>
Un’altra domanda che Winter non si aspettava.
Stava cominciando a preoccuparsi.
Va bene il fatto degli apprezzamenti, ma interessarsi al suo cambiamento di vita…
Un individuo poteva diventare una Dragqueen e a Drago non gliene sarebbe potuto fregare di meno.
<< Ho capito che fare la principessa era una gran rottura. >> si limitò a dire la ragazza.
<< Non lo metto in dubbio… e devo ammettere che… questo look ti sta bene. >>
Fratello e sorella si guardarono faccia a faccia con due umori differenti: la ragazzina che non comprendeva per niente quell’improvviso interessamento nei suoi confronti da parte di quel fratello troppo preso dai suoi obiettivi sulla distruzione dell’umanità; e Drago che voleva solo recuperare il tempo perduto, senza avere la più pallida idea di come comportarsi.
Quest’ultimo tentò ancora di fare qualcosa dando inizio ad assurdi discorsi o proponendo impensabili attività tra fratelli, tutte proposte che lasciarono senza parole Winter. Finalmente il demone fece una pausa in cui aspettò una qualunque risposta… e la ottenne eccome, solo non nel modo in cui lui sperava.
<< Devoandareasistemaredeilibricivediamopiùtardi! >> disse tutto d’un fiato Winter, scappando via all’istante prima che Drago potesse fermarla.
Imprecò ad alta voce; non capiva in cosa avesse sbagliato.
 
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Drago se ne stava appollaiato su un albero da solo, imbronciato e di pessimo umore.
Vedendo il loro capo alterato, L’Ice Crew gli si avvicinò per tirargli su il morale.
Normalmente se ne starebbero stati alla larga soprattutto dopo con il casino di Varosha, sapendo bene di correre il rischio di bruciarsi le chiappe, però era meglio provare a guadagnarsi qualcosa sperando di fare bella figura.
<< Yo boss, vuoi un hamburger? >>
<< Lasciatemi in pace. >>
Le foglie dell’albero si raggrinzirono all’istante, accartocciandosi su se stesse e diventando grigio cenere a causa dell’aura calda emanata dal dragone. Ice si arrampicò sull’albero e gli porse una futuristica nintendo ds color oro.
<< Dai dude, vieni a spassartela. Abbiamo preso un sacco di roba ieri che vale un mucchio di soldi. >>
<< Levatevi dai piedi. >>
<< Che umore nero, che ti hanno combinato testa calda? >>
<< Ho detto di lasciarmi in pace! >>
<< Scommetto che la shrimp l’ha fatto incazzare. >>
Drago udì chiaramente il commentò sottovoce di Cobra, lanciandogli addosso un ramo d’albero di tutta risposta.
Il demone scese dall’albero grugnendo sonoramente e se ne andò, prima di seguirlo Ice e Fist dovettero aiutare il compagno steso a terra, incapace di farlo da solo a causa della spalla ancora bloccata dalla ferita riportata nella città fantasma. L’unica ragione per cui gli stettero dietro era per convincerlo una volta per tutte di far fuori dal gioco la sorella, avevano assistito al casino e la “fiducia” nei suoi confronti era diventata praticamente nulla: non avevano intenzione di finire con una freccia conficcata nella schiena.
Invece Drago la teneva ancora con sé, le aveva fatto dimenticare la sua grandissima stronzata e la trattava come se fosse ancora la sua schiavetta favorita.
Drago non era stupido, con quell’atteggiamento però cominciavano ad avere dei seri dubbi, non capivano che cosa il cervello gli dicesse.
Tentarono di fargli capire che stava sbagliando di grosso anche quando Drago tentò di seminarli attraversando Stow Lake, creando un sentiero di terra che emerse dal fondale, fermandosi al centro del lago esasperato.
<< Non siete i miei baby-sitter! Gli affari miei me li gestisco da solo! >> gli urlò da lontano.
<< Andiamo D-man, sfogati! Con noi puoi aprire bocca, lo sai bene! Cos’è che ti ha fatto stavolta la serpe yo? >> gli chiese Cobra.
<< Niente! è questo il punto! Lei non mi ha fatto niente! >>
<< Niente? Yo dude! Ti voleva infilzare il culo! >>
<< Perché l’ho trattata di merda! Per me è ancora piccola ma ormai è maturata come demone! è io non so come comportarmi! Non so come farmi… perdonare! >>
<< Perdonare? D-man, ti rendi conto che stai sparando minchiate?! >>
<< Scusa la domanda yo, ma perché dovresti farti perdonare? >>
Drago non rispose, non aveva voglia di rivelare quel che era personale.
Non erano affari loro.
Vide in lontananza, in quel momento, sua sorella arrampicata su un albero, crogiolata all’ombra della folta chioma di foglie, la coda a penzoloni, intenta ad accarezzare gli uccellini di un nido proprio davanti a lei che cinguettavano sonoramente. La chiamò all’istante ignorando così gli umani, lei ricambiò con un debole cenno della mano, stringendosi le spalle in segno di imbarazzo.
Il demone sospirò, la confusione che si fece nuovamente gioco di lui.
<< Devo fare qualcosa per lei… >> disse a se stesso.
Uno stridulo verso rovinò la quiete.
L’ombra di qualcosa di enorme oscurò il sole, un forte vento soffiò sollevando letteralmente in aria la gente nei dintorni e spezzò gli alberi. Dal cielo scese in picchiata un’enorme rapace dall’aspetto sia animale che umano: le ali e le zampe erano simili a quelli di un condor, il piumaggio marrone scuro con macchie nere sparse sopra, il volto, il petto e il bacino invece somiglianti a quelli di una donna, la pelle cadente e rugosa di un giallo sporco, gli occhi infossati e la bocca priva di labbra che metteva in mostra i denti appuntiti.
Un’arpia, ecco cos’era.
Drago gli lanciò delle sfere di fuoco per abbatterla, agilmente però la bestia riuscì a schivarlo. Stranamente non si avventò contro di lui, puntò un altro obiettivo, dirigendosi in picchiata contro la macchia d’alberi per afferrare la giovane demone e portarla via. Winter si dimenò e ricoprì di ghiaccio il proprio corpo per tentare di liberarsi, ma l’arpia non risentì di nulla e continuò a volare.
Drago spiccò il volo subito dopo, portandosi dietro i tre gangster.
Dovette compiere un immenso sforzo per non perdere di vista la mitologica creatura, sfruttando tutto il Chi del Cielo per dar forza alle ali; l’immenso parco di San Francisco lasciò posto alla costa e al mare, con le onde schiumose che si infrangevano tra di loro. Fu lì, con stupore di tutti, che la bestia mollò la preda, facendola precipitare in mare: nessuno notò l’improvviso slancio nel cielo della creatura che sparì in un istante, si concentrarono sulla ragazza che con un urlò finì a mollo, Drago lasciò andare i gangster e si gettò in picchiata al salvataggio; l’impattò veloce con l’acqua fece male ma non si fermò, cominciò a nuotare rapidamente verso la ragazzina che si agitava furiosamente nel vano tentativo di raggiungere la superficie, trattenendo il respiro con difficoltà e andando sempre più a fondo.
 
L’Ice Crew tornò a riva fradicio dalla testa ai piedi.
Si accasciarono sulla spiaggia annaspando affaticati sulla sabbia, tossendo fino allo sfinimento a causa dell’acqua salata nei polmoni.
Scrutarono l’orizzonte alla ricerca dei due demoni tra le onde dell’oceano agitato, i gabbiani che lo sorvolavano in cerca di cibo e le navi cargo all’orizzonte che lo solcavano. L’assenza fece pensare che non c’era più nulla da fare, quando all’improvviso una colonna d’acqua si eresse proprio davanti a loro, innalzandosi alta più che mai prima di “crollare” da un lato e schiantarsi sulla spiaggia con un esplosione, rapidamente assorbita dalla sabbia che non ne lasciò traccia, solo due figure mezze affogate.
 
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Drago sbuffava ripetutamente, le braccia incrociate e la coda arricciata su se stessa per il nervosismo. La sorella era ai suoi piedi che piangeva, i capelli raccolti all’indietro disordinatamente, poco distante da un leone di montagna morto.
<< Non piangere. >>
<< Io non sto piangendo… >>
Il piccolo demone rise, picchiettando la testa della piccola accanto a lui.
<< Questo dimostra che io avevo ragione: sei una piagnucolona! >>
<< Non è vero! Io sono coraggiosa! >>
<< Invece hai paura di tutto perché sei piccola. >>
La bambina mise il broncio, continuando a piangere sia per l’offesa che per lo spavento causato dal grosso felino che suo fratello aveva abbattuto. Improvvisamente questo la prese in braccio e le accarezzò la testa,stringendola forte a sé.
<< Non ti preoccupare sorellina, ti aiuterò io a diventare coraggiosa. >>
<< Davvero? >>
<< Certo! Io sono un demone grande adesso! Sono il più forte di tutti! E non permetterò a nessuno di farti del male! Fidati di me! >>
<< Io ti credo fratellone! >>
 
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Winter si svegliò sussultando.
Respirò a fondo, soffocata dalla mancanza d’aria.
Si strinse il petto, aggrappandosi al bordo dell’amaca nella quale era stata adagiata, disturbata dal debole dondolio causato dal costante muoversi.
La sensazione di soffocamento ebbe presto fine, si sentiva male e gli occhi le lacrimavano, si accorse di essere all’interno dello spogliatoio dello stadio, quello del Golden Gate Park, i suoi effetti personali sistemati con cura lì vicino, all’esterno della stanza sentiva un debole vociare oltre al verso dei grilli che indicavano che fuori era giunta la notte.
Non ricordava come ci fosse finita lì.
L’ultima cosa che rammentava con chiarezza era suo fratello le faceva delle strane richieste e poi… il vuoto totale.
Che diamine era successo?
Scesa dall’amaca, non appena fece un passo cadde a terra in ginocchio per vomitare, dovette sforzarsi per rialzarsi sulle proprie gambe e uscire dalla stanza seppur barcollando; poco distante scorse nell’oscurità del campo da gioco suo fratello che a bassa voce discuteva con gli umani, seduti intorno ad una lampada elettrica.
<< Fratellone… >> lo chiamò lei a bassa voce, la mano sullo stomaco che le bruciava.
Il demone si voltò all’istante, prendendola in braccio prima che cadesse a terra per la seconda volta.
<< Non mi sento molto bene… >> disse lei.
Drago non disse nulla, non incrociò mai il suo sguardo, evitandolo continuamente.
<< Che c’è? >> gli chiese, notando quella cosa.
<< Winter, mi devi raccontare che cosa hai fatto in questi 3 anni: che cosa è successo? >>
<< Per quale motivo….? >>
<< Rispondimi ti prego! è successo qualcosa di  che ti ha cambiato?! >>
<< Io non sono cambiata! Di che diamine stai parlando?! >>
Winter stava cominciando a scocciarsi di quella situazione.
Lei cambiata? Era lui quello che si stava comportando in modo assurdo!
Si stava innervosendo, tentò di allontanarsi ma Drago la trattenne chiedendole continuamente i suoi 3 anni perduti, fu solo allora che si rese conto del vero motivo di quel comportamento: la sua mano e metà braccio erano ricoperti di squame, così come una parte del viso che si toccò raccapricciata da quella sorpresa, la coda biforcuta era sostituita da una sorta di pinna di pesce e sulla testa aveva qualcosa simile ad una cresta. Rabbrividì sentendo quella roba viscida sul proprio corpo, creò con il ghiaccio uno specchio che riflettesse il suo volto e rimase sconvolta nel scoprire che stava diventando una specie di mezzo pesce.
<< Winter, come fai ad avere il Chi del Demone dell’Acqua? >>
 
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La mutazione non era completa, ma le faceva comunque impressione.
Drago le aveva detto che quel fenomeno era dovuto alla presenza del Chi dell’Acqua nel suo corpo, quello che stava cercando di ricaricare.
Come se non bastasse, quel potere che manifestava era l’originale che un tempo apparteneva al demone dell’acqua.
Winter non aveva idea di come fosse finito nel suo corpo, Drago non riusciva a crederci eppure capì che stava dicendo la verità, era impossibile per lei mentirgli, se ne accorgeva subito quando ci provava… ma… non riusciva ad accettarlo.
Per tutta la notte avevano discusso, entrambi volevano sapere una verità che nessuno conosceva.
Stanca di quella discussione stupida, Winter se n’era andata via di corsa.
Drago la inseguì, non voleva certo farla finita in quel modo: la demone si era nascosta su un centro commerciale rivestito completamente di vetro, a parte il tetto a piramide costruito con del materiale nero sulla quale si trovava, lo specchio tra le mani che rifletteva un’immagine che non le apparteneva.
<< Vattene via, non voglio parlarti. >> disse a Drago, di cui avvertì la presenza.
<< Voglio solo capire. >> le rispose, sedendosi accanto a lei poco dopo.
<< Anche io lo vorrei! >> replicò Winter, alzandosi per andarsene.
Drago la tirò per la coda, rimettendola a sedere.
<< Winter, mi dispiace di averti trattato male, ma voglio sapere com’è possibile questa cosa, e tu sai che odio quel che non riesco a comprendere. E poi…>>
<< “E poi” cosa?! Credi che ti abbia nascosto apposta questo Chi per usarlo contro di te?! Pensi che abbia intenzione di tradirti?! >>
Drago ebbe un nodo alla gola, d’istinto avrebbe risposto con “ciò che sapeva” ma si trattenne a forza per tenere la bocca chiusa.
<< Non ho mai detto una cosa simile. >> si limitò a dire.
<< Scommetto che l’hai pensato! >>
<< Come puoi accusarmi di questo?! >>
<< Anche a te verrebbe di fare “accuse” simili dopo che hai sentito tuo fratello dar maggior retta a degli schifosi umani, invece di credere a chi non può mentire con te! >>
Il drago non potè replicare: non poteva negare che L’Ice Crew gli avevano messo la pulce nell’orecchio suggerendogli che sua sorella avrebbe potuto tradirlo dopo quel che aveva fatto a Varosha. Quel “tradimento” però era stato scatenato per colpa sua, sua sorella aveva solo reagito per difendersi, se così poteva definirlo.
Che cazzo di situazione, pensò.
Non sapeva a chi e cosa credere.
Ad un tratto si rese conto che la ragazzina si era rannicchiata su se stessa, la coda arrotolata intorno alle gambe come segno di grande tristezza: la prese e la strinse al suo petto, appoggiandole la testa all’altezza del cuore, cominciando ad intonare la nenia della loro infanzia, tanto cara alla sorella che avvertì nostalgia in quel gesto che la colse di sorpresa. Spesso, quando da piccola durante gli allenamenti si faceva male, era abitudine di Drago confortarla in quel modo, una sorta di coccola che nonostante la sua natura feroce riusciva ad infondere affetto.
Non pensava che fosse ancora capace di farlo.
<< Andiamo piccoletta, non fare così. Sei una demone adulta ormai, non più una cucciolotta. Troveremo insieme una spiegazione a questo mistero. >>
<< Mi piacerebbe crederci… >>
<< Da quando ti abbatti al primo ostacolo? Con la tua intelligenza risolveremo questa cosa entro cena. >>
<< Certo, come no. >>
<< Stiamo a vedere. >>
<< Guarda il lato positivo: adesso hai un Chi con cui darmi una mano. >>
<< Non credo che mi servirà a molto… >>
<< Perché? >>
<< Ho le mie buone ragioni! >>
<< Spiegamelo. >>
Winter di colpo arrossì, si avvicinò a Drago per sussurrargli nell’orecchio qual’era il suo problema.
<< Oh… capisco. >>
 
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L’Ice Crew se n’era andato sulla spiaggia ad abbronzarsi.
Il parco era una roba pallosa, non c’era niente di figo per spassarsela, nemmeno uno straccio di gruppi di lotte clandestine, riponendo le loro speranze di divertimento nella costa a pochi passi dall’area erbosa, augurandosi di non avere scocciature che rovinassero il loro unico giorno di vacanza.
Se avessero avuto una tavola da surf si sarebbero fatti una cavalcata sulle onde perfette del mare, tentando magari di far colpo su qualche bella ragazza dalle curve mozzafiato e il seno sodo su cui posare gli occhi…. Purtroppo non c’era nessuno su cui provare a flirtare, erano da soli insieme ai granchi, le stelle marine, i paguri che si trascinavano dietro le conchiglie per crearsi la tana… e due demoni unici della loro specie.
Furono sorpresi di vedere fratello e sorella da quelle parti, da come si comportavano sembrava che avessero sistemato le cose tra loro, apparentemente, ma non capivano per qual motivo Drago fosse nell’acqua che tanto odiava, facendo segno alla piccoletta di venire da lui. Il demone era a petto nudo e in pantaloni, la sorella invece indossava una muta da surf blu scuro con dei motivi gialli a righe sulle spalle e sulle gambe, ancora in “modalità” mezzo pesce
<< Avanti, non fare la bambina! >>
<< Ho detto di no! >>
<< Guarda che non è così male! >>
<< “disse il demone che odiava l’acqua”. >>
<< Smettila di fare i capricci e metti le zampe a mollo! >>
<< Scordatelo! >>
<< Yo dude, che si combina da queste parti? >>
All’arrivo dell’Ice Crew, Winter tentò di defilarsi, Drago però la prese prima che ci riuscisse, attorcigliando la sua coda intorno alla mano. Era chiara la ragione di quell’atteggiamento tutto fuorché normale, gli umani sghignazzarono mentre Winter cercava di trascinarsi via dalla riva, affondando le mani nella sabbia.
<< Yo D, non vorrai insegnare alla pulce ad usare il Chi? Sprechi tempo dude, ti farà solo impazzire: lei non ha gli attributi per fare una roba tosta come questa, you feel me? >>
Un calcio nei gioielli di famiglia interruppe Ice bruscamente, si accasciò in ginocchio urlando stridulo mentre gli altri maschietti distoglievano lo sguardo impressionati.
<< Adesso neanche tu hai gli attributi, you feel it? >> gli chiese Winter con molta soddisfazione.
<< Smettila di giocare Winter, abbiamo del lavoro da fare. >> le disse Drago, tentando di trascinarla in acqua. Con uno strattone la ragazzina riuscì a liberarsi, rotolando in avanti per allontanarsi.
<< Ti ho detto che non entro in acqua per nulla al mondo! >> replicò lei, cominciando a correre.
<< Torna subito qui signorina! >>
<< Yo D-man, perché la demonietta impazzisce per così poco? Non le gusta l’ebbrezza da pesce? >>
<< Non è questo il punto! Mia sorella non sa nuotare! >>
 
I tre gangster non avevano affatto capito le intenzioni del loro capo, per questo motivo se la risero più di prima. Assistettero alla scena in disparte ( soprattutto per non correre il rischio di finire con gli attributi a pezzi ) sorseggiando una birra ghiacciata, una scusa a dire la verità per farsi quattro risate alle spalle di entrambi i demoni: Drago fu costretto ad inseguire Winter pur di portare a termine il suo scopo, non capiva affatto perché fosse così testardamente restia a non imparare a nuotare, era ridicolo!
Finalmente, dopo un’ora di rincorsa, riuscì ad acchiappare la sorella, placandola con una mossa stile wrestling, sollevandola di peso e caricandosela sulle spalle con soddisfazione; nel tentativo di liberarsi la giovane demone fece finire entrambi nell’elemento che tanto disprezzava, accompagnati dalle risate divertite del trio.
<< Finalmente a mollo. >> disse il demone con una risata sorniona.
<< Ti odio… >> si limitò a dire lei alterata.
<< Piantala, un paio di lezioni e nuoterai meglio di un pesce. >>
<< Non ho mai imparato a nuotare e intendo continuare per questa strada! >>
<< Come fai ad avere paura dell’acqua sapendo che la usi sotto forma di ghiaccio? >>
<< Io non ho paura! Io… io non amo bagnarmi le squame! >>
<< Sei ridicola. >>
<< E tu un rompipalle. >>
<< Non è così difficile Winter, devi solo muovere braccia e gambe insieme! >>
<< Parla per te! Io sono un demone che striscia, non che nuota! >>
<< Tecnicamente i serpenti sarebbero in grado di nuotare. >>
<< Il punto è che mi scoccia! >>
Nonostante le proteste Winter non fu in grado di tornare a riva, suo fratello diede inizio alle lezioni: la ragazzina praticamente galleggiava come un sasso, non appena la lasciava andare per permetterle di provare a nuotare da sola affondava all’istante, agitandosi inutilmente.
Chi dell’Acqua o no, non era proprio capace di stare a mollo.
L’Ice Crew nel frattempo si divertiva ad assistere allo spettacolo, incitando in modo ironico la giovane per renderla ancora più ridicola, scommettendo tra di loro quanto sarebbe durata.
Il tramonto giunse veloce tra una lezione di nuoto e l’altra, quando il cielo divenne di un chiaro arancione, i demoni interruppero ciò che stavano facendo per potersi finalmente riposare e scaldarsi grazie al fuoco del falò realizzato: tornata a riva, Winter salì sopra il cofano della macchina con la quale erano venuti scrollandosi l’acqua di dosso, accolta dall’ironico applauso della Crew.
<< Non posso credere che la signorina “Wikipedia” non sappia nuotare. >> commentò rallegrato Ice.
<< Spiffera tutto ragazzina, ti sei divertita? >> le chiese Cobra.
<< Nemmeno un po’! >>
<< Smettila di lamentarti Winter, devi solo farci l’abitudine. Considerala una specie allenamento per cogliere di sorpresa gli umani sott’acqua. >> le disse Drago avvolgendola in uno asciugamano peloso.
Per mangiare, catturarono qualche pesce e crostaceo improvvisando una grigliata, l’atmosfera era tranquilla e in giro non c’era nessuno a dargli fastidio. L’odore di pesce impregnò la salmastra aria marina, piccole particelle di fuoco zampillavano tra le fiamme per poi cadere sulla sabbia e sparire in un attimo, i gabbiani che solcavano l’orizzonte per raggiungere i loro nidi. Drago era sdraiato sulla sabbia ormai fredda, rispondendo distrattamente alla conversazione con gli umani per la stanchezza, intervenendo con più attenzione solo quando cercavano di dar fastidio a Winter che si era addormentata lì accanto.
<< Dateci un taglio ragazzi e lasciatela riposare, è stata una giornataccia per lei. Ha bisogno di dormire…. e anche io. >>
<< Vogliamo solo stuzzicarla un po’ D-man. >>
<< Ho detto di no. >>
<< Yo dude, sei palloso di brutto in questo periodo. Ma toglici un’idea boss: perché non lo assorbi il Chi? Non ti serve per trasformarti in una superstar? >>
<< Si… ma ho un progetto in mente. Forse lasciargli quel potere mi semplificherà gran parte del lavoro. >>
<< Per “lavoro” intendi vendetta? >>
<< E non ti passa per la zucca che potrebbe farti il culo come una capanna per lo stesso motivo? Yo boss, che combinerai se la mocciosa rimette il cervello a posto, e ricorda il casino che ti ha fatto? >>
Drago non rispose, ma ciò non voleva dire che non aveva pensato a quella eventualità.
Era troppo presto per discutere di quell’argomento nonostante le idee a tal proposito fossero chiare. Si permise di fantasticare sul futuro, sorridendo alla catastrofica immaginazione che aveva in mente, l’esperienza personale però gli diceva di andarci cauto e di non lasciarsi andare dalla follia. Un debole mormorio lo fece voltare verso la sorella, sembrava che stesse parlando nel sonno e questo lo divertì, lei aveva sempre avuto il sonno pesante ed era sempre stato difficile svegliarla.
<< Per essere parenti non vi somigliate molto. >> fu il commento improvviso di Ice.
Drago si voltò di scatto verso di lui infastidito, il ragazzo biondo alzò le braccia e si affrettò a spiegare.
<< Yo, voglio dire… tu sei un drago e lei una serpe, avete Chi differenti e anche modi di fare differenti. Insomma, voi davvero…. insomma, you feel me? >>
<< Siamo nati dalla stessa madre e abbiamo lo stesso padre se è questo che stai insinuando. >>
<< Yeah, abbiamo conosciuto il tuo vecchio ma non ci ha mai raccontato come… >>
<< La discussione termina qui! >>
Il demone si allontanò alterato, lasciando il trio con parecchi dubbi.
 
Si accamparono sulla spiaggia per la notte, il dragone aveva intenzione di riprendere le lezioni alle prime luci dell’alba. La notte non fu necessario coprirsi con sacchi a pelo o mettersi in una tenda, sebbene fosse ancora Aprile sembrava che l’estate fosse già arrivata in tutto il suo calore; a far da sveglia ci pensarono gli uccelli marini e le urla dei surfisti mattinieri che si gettavano nell’acqua ancora gelida.
Winter nonostante il chiasso continuava a dormire, Drago era seduto accanto a lei, punzecchiandola per costringerla ad alzarsi. In realtà lo faceva solo per divertirsi come ai vecchi tempi, nostalgico delle sue arrabbiature a cui sapeva tenere testa e che sfruttava per farsi qualche risata.
Sembrava passata un’eternità dall’ultima volta che si era divertito alle sue spalle… troppo tempo. 
<< Lasciami dormire altri 30 minuti…. >> mormorò ad un certo punto la ragazzina..
<< Niente da fare pigrona, con me al comando non si poltrisce. >> le disse.
Con un grugnito la ragazzina si alzò sbadigliando, grattandosi continuamente per il fastidio provocato dalle squame che ancora aveva addosso, tra l’altro molto più appiccicose di prima. Si guardò nuovamente allo specchio e sospirò, vedersi in quello stato la demoralizzava.
<< Su col morale pulce, se non riesci a stare a galla possiamo usarti come attrazione per il circo. >>
<< Fottiti. >>
<< Andiamo Wikipedia, mettici almeno un po’ di adrenalina, hai una roba cool che tutti vorrebbero. Roba che ti fa sentire un dio! >>
<< Preferisco tenermi il mio Chi originale. >>
<< Whooo che gelo, credevo che tutti i demoni fossero entusiasti nel drogarsi di forza, perché tu non fai lo stesso? >>
Strikemaster Ice si aspettò una risposta acida e cattiva, ma incredibilmente, per la prima volta, Winter non rispose, il suo volto contratto in una smorfia triste. Era un’opportunità preziosa per prenderla in giro, ma rimase talmente sorpreso da non riuscire a dire un insulto.
Improvvisamente la ragazzina si allontanò in fretta per raggiungere suo fratello, lasciandolo a pensare.
Prima che il secondo round avesse inizio, le urla stavolta impregnate di terrore dei surfisti li interruppero: gli sportivi del mare non stavano schiamazzando per il divertimento di solcare le onde, erano inseguiti da creature simili ad anguille dalle lunghe e appuntite creste verde smeraldo, i corpi lunghi e sinuosi di un verde più scuro chiazzato da piccole macchie nere, barbigli situati sopra le bocche simili a quelle di uno squalo bianco, macchiate di sangue e pezzi di carne. Molti di quei giovani erano feriti in modo più o meno grave, a fatica riuscirono a trascinarsi sulla spiaggia aiutati dai loro compagni, scampando da quelle bestie che battevano furiosamente i denti tra loro.
Ne contarono almeno 7 e tutti enormi quanto un leone.
Drago rivelò che erano Leviatani, la rivelazione stupì gli umani che non riuscirono a credere che quelle bestie fossero le creature leggendarie descritte nei miti come draghi o serpenti, scatenando una sorta di delusione. La “scusa” dei demoni fu che era tutta questione di fantasia umana, descrivendola come un difetto comune nella loro specie.
<< Creepy… Fortuna che non stanno sulla terra ferma. >> disse Cobra… le cui parole vennero subito dopo smentite quando le “anguille” strisciarono come serpenti sulla sabbia.
<< Sfortuna che non sia così. >> commentò Drago.
I mostri mitologici invasero la striscia di terra inseguendo qualunque cosa si muovesse, i loro corpi luccicavano sotto il sole e gli occhi sembravano vitrei, i barbigli vibravano debolmente e si arricciavano ripetutamente.
<< è il tuo momento sorellina: uccidili. >>
<< Prego?! >>
<< Per poter imparare a padroneggiare all’istante i tuoi nuovi poteri questa è decisamente l’occasione perfetta. >>
<< Ma tu sei scemo! Non ho intenzione di rischiare la pelle per poter usare una cosa che non mi interessa! >>
Inutili proteste.
Drago spinse Winter verso un Leviatano, dandole un calcio sulla schiena: la grossa bestia si fermò per contemplare la ragazzina che rimase immobile tentando di escogitare qualcosa; soprattutto quando la creatura la “esaminò” usando i barbigli che le scivolarono addosso come dei tentacoli. Winter inorridì per il disgusto, Drago la fissava sperando che quella prova l’aiutasse a recuperare la sicurezza in sé stessa, il suo equilibrio demoniaco danneggiato: sapeva che era così, non aveva alcun dubbio, in quello stato non poteva aiutarlo per quanto si sforzasse a voler dimostrare la fedeltà nei suoi confronti… in particolar modo dopo che il mondo sarebbe stato nelle sue mani.
Ad un tratto la ragazza cominciò ad attaccare con schegge di ghiaccio che si frantumavano sulla testa del Leviatano in mille pezzi senza causare alcun danno, limitandosi a dondolare la testa avanti e indietro con fare confuso. Non andava bene… per quanto forti potessero essere i Leviatani, il potere di Winter era pur sempre un’arma mortale, invece non li stava nemmeno graffiando e questo fu la conferma per il demone che sua sorella non stava bene.
Ed era in gran parte colpa sua.
<< Scansati Yo! >> distratto com’era, ci mancò poco che uno di quei bastardi gli staccasse la testa.
Il resto del branco aveva finalmente la sua presenza e quella dell’Ice Crew, affamati e assetati di sangue e morte.
 
Winter si rese conto che fratello e gli umani erano anch’essi alle prese con i mostri.
Chi dell’Acqua o no, non stava concludendo niente.
Il caldo le creava già problemi per il semplice fatto che fosse un essere di ghiaccio, da quando si era manifestato il secondo Chi si sentiva sempre peggio, in particolar modo disidratata, le squame che le bruciavano interamente il corpo come se fosse in fiamme, il fiato che le mancava sempre più fino al soffocamento.
Maledisse con tutta se stessa quel dannato potere mai chiesto.
Non era mai stata megalomane come Drago, che aveva sempre voluto accrescere il proprio potere demoniaco, era sempre stata fiera delle sue “normali” capacità e non avrebbe cambiato nulla di sé stessa nemmeno per tutti i libri di magia oscura del mondo. Alla prima occasione se ne sarebbe liberata…  Anche perché lei… non si sentiva degna di questo.
Improvvisamente ebbe delle palpitazioni al cuore, violente.
Le sue condizioni stavano peggiorando; odio o no, si ritrovò costretta a gettarsi nelle chiare e fresche acque prima di peggiorare.
La freschezza dell’ambiente marino la fece riprendere velocemente, tenne chiusi gli occhi e trattenne il respiro con vigore prima di rendersi conto che lì sotto poteva respirare e i suoi occhi non bruciavano a contatto con il sale disciolto, proprio come un pesce, solo muoversi allo stesso modo ancora non era capace. Galleggiò nel fondale per abituarsi al nuovo ambiente, guardandosi intorno si rese conto che erano stati trascinati lì sotto dai Leviatani anche gli altri, mezzi affogati che tentavano di liberarsi dalla presa mortale.
Con quel poco che aveva imparato “nuotò” verso di loro, o almeno ci provò, sforzandosi di raggiungerli: 3 esemplari si avventarono contro di lei dandole testate o colpi di coda, azzardando morsi leggeri di avvertimento ma sempre più vicini fare male sul serio.
Il Ghiaccio suo elemento non aveva funzionato, capendo di non poterci fare niente si rese conto che doveva, a quel punto, sfruttare il dono demoniaco nel suo corpo.
Non aveva mai usato differenti poteri al di fuori della magia, eppure quando riuscì a comandare l’acqua fu di una semplicità incredibile, entusiasmante, si sentiva in perfetta sintonia; sfrecciò rapidamente come un missile ad un pelo dalla superficie del mare dividendola a metà, tutto il branco di Leviatani si mise alla sua caccia attirato forse dall’eccitazione che emanava, lasciando andare le prede che nuotarono verso riva.
Diamine, si sentiva benissimo!
Mai prima d’ora nella sua vita aveva apprezzato una cosa simile!
Doveva ammettere che quella sensazione le piaceva!
Ora comprendeva il motivo per cui Drago era ossessionato da quella cosa….
Erano anni che non si sentiva così bene!
Le piaceva! Le piaceva davvero!
Si lasciò andare a quel turbine di emozioni, si fece prendere il sopravvento come ci fosse una specie di entità superiore che le diceva cosa fare, “entità” a cui dava volentieri ascolto. Non le importava nemmeno di correre il rischio di perdere il controllo, non si sarebbe fermata proprio ora, sul più bello.
Un Leviatano riuscì ad azzannarle un braccio, ma invece del dolore si scatenò una scarica di adrenalina che involontariamente le fece sprigionare ghiaccio e acqua dal corpo, trafiggendo o tramortendo i serpenti marini intono a lei. Quelli non  rimasti feriti si ripresero all’istante, sibilarono talmente stridulo che le bolle emanate dalle loro bocche scoppiando intorbidirono l’acqua, le creste vibrarono e le lingue uscirono dalle bocce nello stesso modo in cui lo facevano i serpenti, solo con una tale rapidità che frustarono la giovane demone come una sorta di frusta, procurandogli lividi su tutto il corpo.
Non le piacque la cosa.
Decisamente no.
 
Le diede fastidio.
Molto.
Non le piaceva…. affatto… essere… colpita in quel modo.
 
Non permetteva a niente e a NESSUNO di farle quello.
 
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L’Ice Crew  si ritrovò ad implorare Drago a non andare in mare.
Con uno sforzo immane lo costrinsero a rimanere sulla spiaggia per impedirgli di gettarsi tra le fauci delle bestie che li avevano quasi ammazzati e che ora si trovavano interessati a Winter.
Gli dicevano che era fottuta, che probabilmente era già morta divorata, di non rischiare la propria pelle per qualcosa che era sicuramente andato perduto.
Drago però non ci voleva credere e non lo accettava, rinnegando l’idea che sua sorella potesse essere perita così facilmente.
 
Solo quanto la terra vibrò si fermò
Lo tsunami che apparve dal nulla, con blocchi di ghiaccio che apparvero dal fondale fino alla cima dell’onda, fu uno spettacolo scioccante che colse tutti di sorpresa, l’ombra creata oscurò la spiaggia…. e lo schianto fu imponente.
Per un lunghissimo minuto l’acqua sommerse quasi tutta la costa, lì dove la gente prendeva il sole ora nuotavano pesci, la sabbia che turbinava su se stessa creando dei vortici e il giocattolo di qualche bambino che veniva portato via dalla corrente. Drago riuscì a mettere in salvo sé stesso e L’Ice Crew prima che lo tsunami li travolgesse, ammirando scioccati il disastro scatenato: a largo della costa si formò un gorgo enorme che stava lentamente riportando il mare al suo stato originale, in parte congelato da lastre di ghiaccio enormi e iceberg arenati a poche miglia.
I Leviatani giacevano morti sulle bianche lastre gelate o galleggiando nell’acqua ricoperti di sangue, alcuni a pezzi e altri invece addirittura quasi triturati.
Winter emerse poco dopo.
Ormai il 90% del suo corpo erano ricoperto di squame azzurre, con tratti molto più “ittici” di prima, ciocche di capelli ondulavano come tentacoli, le mani palmate e la coda simile a quella di una sirena. Il demone mollò il terzetto che cadde in acqua per raggiungere la sorella, stringendola a sé con sollievo.
<< Avevi ragione fratellone, è davvero fantastico…. >> le disse.
<< …Sei fortunato che non abbia deciso di usarlo contro di te per ciò che mi hai fatto a Varosha. >>
Drago si paralizzò.
Quelle parole furono taglienti come la lama di una spada.
Sciolse l’abbraccio, rendendosi conto dello sguardo furioso che gli stava rivolgendo.
Ricordava tutto.
Rimase immobile, in attesa di una qualsiasi reazione, pronto a reagire in qualunque modo sarebbe stato necessario.
Winter tese una mano verso di lui, Drago non capì cosa volesse significare e la guardò con perplessità.
<< È meglio che lo prenda tu questo Chi… prima che faccia qualcosa di cui pentirmi. >>
Drago non disse una parola ma era visibilmente stupito. Timidamente alzò la mano verso quella della sorella, nel suo movimento si notava l’insicurezza di ciò che faceva, in particolar modo con lentezza, come a voler ritardare il gesto.
 
L’improvvisa mano di sabbia che emerse dal fondale prese Winter talmente velocemente che non fece in tempo a rendersene conto.
Venne trascinata all’indietro e sprofondò nel fondale, il ghiaccio e l’acqua svanirono all’istante in una sorta di implosione, senza un grido ad allarmare l’azione avvenuta.
Accadde tutto in fretta.
E quando Drago si rese conto che Winter era sparita, era già troppo tardi.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: Finale ***


 Capitolo 12: finale
 
Drago sembrava impazzito.
 
Correva avanti e indietro nella piccola stanza della sorella nella Vecchia San Francisco, esaminando gli scaffali della sua piccola biblioteca personale, gettandoli a terra nell’impeto di prenderli tutti.
Sfogliava i libri alla ricerca di un qualsiasi incantesimo o dannato strumento che gli permettesse di trovarla, strappando spesso le pagine nella foga o trasformandole in cenere a contatto con le mani pulsanti di fuoco.
 
Gettava via i libri con rabbia quando non riusciva a trovare ciò che voleva, ringhiando e imprecando costantemente. I suoi occhi erano totalmente rossi, il suo corpo sembrava mutare per effetto degli altri Chi, deformandolo grottescamente.
 
L’Ice Crew rimase in disparte, intromettersi in quella sua folle attività sarebbe stato il peggiore errore della loro vita, l’aura infuocata che sprigionava lo dimostrava, DJ Fist si era addirittura ustionato un braccio nel tentativo di avvicinarsi.
Anche solo parlargli era pericoloso, una sola banalissima parola alimentava la sua ira.
 
Il demone improvvisamente scagliò in aria i volumi raccolti, avventandosi subito dopo contro qualunque cosa, distruggendola per la frustrazione. Il palazzo tremò sotto l’effetto di quell’azione, lo stucco delle pareti e le ringhiere di ferro dei balconi si staccarono e crollarono, il pavimento quasi si sciolse diventando una massa melmosa che si staccava in quantità esagerate, crollando nel piano sottostante.
<< Yo dude! Dacci un taglio! Ci farai fuori se continui questo modo! >>
<< Come cazzo faccio stare calmo!? Mia sorella è sparita! SPARITA! >>
<< Prendi fiato D-man!  è di sicura una fregatura della ragazzina per prenderci per il culo, you feel me?! >>
<< LEI NON FAREBBE MAI UNA COSA SIMILE A ME! >>
<< HA MAI TENTATO DI PUGNALARTI ALLE SPALLE IDIOTA! YO! MA  CHE CAZZO TI PASSA PER IL CERVELLO?! LO HA ANCHE AMMESSO CHE TI VOLEVA AMMAZZARE! >>
<< CHIUDI QUELLA FOTTUTA BOCCA! TU NON SAI NIENTE DI MIA SORELLA! NON SAI UN CAZZO DI LEI E DI QUEL CHE LEI È VERAMENTE! >>
<< SO DI SICURO CHE È UNA STRONZA! >>
Cobra e Fist bloccarono Ice e Drago prima che si ammazzassero a vicenda, la tensione era dannatamente alta, soprattutto tra quei due che pensavano sorti diverse sulla ragazza. 3 anni senza sua sorella erano stati… vuoti.
L’aveva abbandonata da bambina e l’aveva ritrovata che era diventata quasi adulta.
L’aveva lasciata con l’immagine di una figura da tenere sotto controllo e l’aveva ripresa sotto la sua ala protettiva finendo solo per ferirla più di quanto avesse provato ad evitare che le accadesse. Tutto quello che era successo… era solo per causa sua… per non essere stato abbastanza forte da proteggere l’unico essere vivente che teneva al mondo.
<< Mi mentiva solo per nascondere i guai che combinava… niente di più… >> cominciò a dire a bassa voce.
<< è stata l’unica persona ad non avermi mai tradito… e di cui posso riporre tutta la mia fiducia senza avere il minimo dubbio… farò qualsiasi cosa per ritrovarla… che voi lo vogliate o no. >>
Con uno strattone Drago si liberò, il corpo che riassunse le normali sembianze.
Prima di andarsene, un leggero ticchettio attirò la sua attenzione: un piccolo scorpione nero si avvicinò verso di loro trasportando sulla schiena una pergamena.
Drago lo schiacciò all’istante senza pensarci, la bestiolina esplose producendo un debole sibilo straziante, sangue e organi che fuoriuscirono dal corpo. Appena morto prese il messaggio e lo lesse, poche parole che mettevano in chiaro le cose:
Porta i Chi in tuo possesso se rivuoi indietro tua sorella.
Viva.
Non azzardare trucchi, altrimenti avrai indietro solo la sua testa.
 
Non c’era il mittente, ma non era necessario per capire chi l’avesse scritto.
Era allegata una mappa con delle coordinate, il luogo in cui doveva recarsi.
In meno di un’ora era già fuori dal parco, a bordo di una macchina rubata diretto al porto.
In soli 10 minuti aveva già preparato uno yatch, anch’esso rubato, per solcare il mare.
Sulla banchina i gangster osservavano il meticoloso e frettoloso lavoro del demone, incuriositi dall’energia che, per la prima volta, ci metteva per sua sorella.
<< Vuoi davvero perdere le palle in questa cazzata di ricatto dawg? >> glie chiese Ice.
<< No. Ma non intendo rinunciare a mia sorella. >> gli rispose.
<< Yo, hai un piano? >> chiese Cobra.
<< Lo avrò presto. >>
<< è un suicidio. >>
<< Non mi fermerò per questo. >>
 
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Winter riprese i sensi dopo un sonno agitato.
Sentiva un gran caldo ed era indolenzita, provò a muoversi ma aveva braccia e gambe bloccate da spesse catene di ferro, attaccate da un lato ad un solido costone di roccia.
Socchiuse gli occhi a causa dell’intenso bagliore arancio-rosso che illuminava il luogo in cui era prigioniera, a parte fugaci figure nascoste dietro scie di vapore non vide nient’altro, gli occhi le bruciavano e quindi non era nemmeno sicura che ci fossero davvero delle presenze.
La testa le pulsava, tentò di fare mente locale per ricordare come fosse finita in un posto simile: l’ultima cosa che rammentava era la lezione di nuoto di Drago… poi i Leviatani… e mescolati a questi elementi gli eventi di Varosha….
Per un attimo l’orribile pensiero che quello stato fosse opera di Drago le balenò in mente, ma poi udì una risata.
Tentò di individuare la fonte ma il costante rombo in sottofondo impediva tale possibilità.
<< La mia accoglienza è di tuo gradimento? >>
Winter sussultò, riconobbe immediatamente la voce.
<< Bastardo di un mezzo-sangue! Dove ti nascondi?! >>
<< Ma sono proprio qui davanti a te. >>
<< Stronzo che non sei altro! Liberami da questi affari! >>
<< è l’unico mezzo per tenere a bada una piccola vipera come te. >>
<< Una vipera che ti morderà le chiappe non appena si sarà liberata! >>
Con uno strattone la ragazza tentò di spezzare le catene, ma cadde a terra senza successo. Del terriccio le finì in bocca, tossì disgustata e soffocata, inoltre bruciava da morire, come se fosse sdraiata sui carboni ardenti.
<< Quelle catene sono fatte di una lega speciale, è impossibile spezzarle…. e non pensare di usare il Chi, sarebbe solo una gran perdita di tempo. >>
<< Che fai? Dai consigli? >>
<< Un regalo prima di ucciderti. >>
Winter non rimase sorpresa dalla minaccia, Lanet Kum aveva già tentato di uccidere lei e suo fratello, quindi non prese sul serio ciò che disse. Nonostante le avesse detto che non aveva possibilità di fuga, tentò ripetutamente di togliersi quegli affari di dosso, facendo sbattere le manette contro le rocce intorno a sé che producevano un tonfo metallico secco; muoversi con le caviglie anch’esse incatenate era un supplizio, e quello spettacolo al mezzo demone sembrava piacere.
<< Non mi spaventi vecchiaccio! Ti spaccherò il culo! Te lo posso assicurare! >>
<< Risparmia il fiato per quando ti sgozzerò la gola. Questa è la sorte che ti toccherà, è così sarà anche per tuo fratello. >>
<< Appena ti troverà ti sbranerà fino al midollo! >>
Un’ombra si mosse tra i bagliori, uno spruzzo di fuoco le sfiorò di poco la spalla sprigionando più vapori di quanti non c’è ne fossero già prima, improvvisamente si sentì tirare per i capelli, una mano deforme con 3 dita le accarezzò il mento e una specie di chela le afferrò la gola.
<< Ne dubito. Lui sarà la mia prossima preda… >>
 
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Drago esaminò la mappa ancora una volta, diceva che il luogo da raggiungere si trovava alle Hawaii, a sud del gruppo di isole.
Intorno a sé c’era solo l’oceano, la costa americana era scomparsa da un paio d’ore e dell’arcipelago non vi era ancora traccia.
La giornata era stata preanunciata splendida, ma i Chi all’interno del suo corpo stavano lentamente sconvolgendo gli elementi… banchi di nuvole temporalesche si formavano dal nulla e il mare lentamente si agitava… il caldo che diventava sempre più soffocante…. stimolati dalla rabbia che ancora ribolliva nelle sue vene. Esternamente non si notava alcunché,  Era la cosiddetta quiete prima della tempesta.
Un rombo di motore lo fece voltare alla sua sinistra, un motoscafo dotato di una specie motore d’aereo lo raggiunse, a bordo si trovava L’Ice Crew che lo guidava.
<< Vi avevo detto di stare fuori dalle palle! è una faccenda personale! >> gli urlò.
<< Spiacente faccia di geco, se la shrimp schiatta non possiamo vendicarci delle stronzate che ci ha fatto! You feel me?! >> gli rispose Strikemaster Ice.
<< Yeah dude! La mocciosa è il nostro lasciapassare per la bella vita nel passato! >> gli fece eco Cobra.
<< L’unico lasciapassare che potete ottenere è quello di andare all’inferno! >>
<< Yo dawg! Ci siamo già dentro! >>
Drago grugnì contrariato.
Con una fiammata avrebbe potuto mandare in panne il loro mezzo e lasciarli in mezzo al mare per liberarsene; qualunque fosse la motivazione che li spinse ad agire in quel modo non importava al momento, si fece seguire e basta, ritrovare Winter era la maggiore priorità.
Tre ore dopo le coste hawaiane comparirono all’orizzonte, virò in direzione della sua isola e sbarcò su una delle stupende spiagge dorate affollate di turisti che potevano permettersi quel paradiso, i quali scapparono non appena lo videro.
Drago ignorò le reazioni degli umani, non voleva perdere tempo, ruggì tutto il fuoco concentrato nel suo corpo per tenere lontane le forze dell’ordine che giunsero per ucciderlo e farsi strada in città, sconvolgendola fino ai bassi fondi con tutta la sua maestosità, proseguendo fino nel folto giungla, seguito solamente dall’Ice Crew.
Seguendo la mappa giunse nel luogo dell’appuntamento: una valle di roccia vulcanica in piena attività, alle pendici del Kilauea, un vulcano in piena attività.
La montagna infuocata si trovava in corrispondenza di uno dei più grandi vulcani del mondo, il Mauna Loa, una bomba di lava in piena azione che sprizzava lapilli e gas tossici provenienti dal centro della Terra; la cenere cadeva dal cielo come pioggia oscurando parte del cielo, le fontane di lava fuoriuscivano improvvisamente dalla superficie di roccia calda.
Sembrava di stare all’inferno.
<< Vi do l’opportunità di andarvene via prima che lo facciate come cadaveri. >> disse Drago al trio.
<< Yo dude, abbiamo le palle per certe cose. >> gli rispose Cobra.
<< Quindi dawg, risparmia il fiato e vai a incasinare la festa. >> rispose allo stesso tono Ice.
DJ Fist in silenzio acconsentì.
<< Come volete. Se vi bruciate le chiappe affari vostri. >>
Detto questo, un ponte di pietra si formò di colpo davanti a loro, innalzandosi fino al vulcano. Drago iniziò a percorrerlo nell’immediato, i tre umani lo imitarono, stando nel centro per non venire investiti dai getti di vapore ustionanti.
 
Il ponte finiva in corrispondenza di una grotta.
Drago si rese subito conto che non era stata creata naturalmente, le pareti del cunicolo interno erano troppo lisce e perfette per essere un lavoro della natura; “qualcuno” aveva realizzato quel lavoro e i sospettati non erano molti.
Lentamente procedettero facendo attenzione all’ambiente circostante pronti ad eventuali sorprese, l’anormalità si poteva percepire a fior di pelle, niente era come appariva, niente di quell’antro infuocato era come realmente era stato concepito da secoli di attività vulcanica. Finalmente il sentiero li portò fino al cuore del vulcano: l’interno del Kilauea era impressionante, una vasta caverna provvista di una sottile piattaforma di roccia in bilico sulla voragine da cui si intravedeva l’intenso arancione della lava che ribolliva sul fondo, pronta a scoppiare da un momento all’altro e risalire verso l’alto, verso la bocca che il fumo nascondeva. Il demone si chiese quale vantaggio il rapitore di sua sorella si aspettava, quel posto per lui era perfetto, in perfetta sintonia con il suo Chi! Probabilmente c’era una ragione precisa.
Forse.
Con dei segni fece segno agli altri di dividersi e perlustrare quel poco di spazio in cui potevano muoversi, subito dopo udì un debole mugugnare e corse in direzione del suono, trovando dietro un gruppo di rocce Winter, incatenata e con la bocca coperta da un pezzo di stoffa. La ragazzina sussultò quando il demone la toccò, scuotendo la testa e cercando di dire qualcosa.
<< Andrà tutto bene piccoletta, ti porterò fuori da qui. >> le disse.
Un enorme masso incandescente lo colpì alla testa, si sentì pulsare le vene per il dolore, uno dei corni posti sul capo scricchiolò sul punto di rottura, la vista per un istante divenne nera tempestata di puntini rosso.
<< Pessima mossa, figlio di Shendu. >> esordì Lanet Kum.
Drago si massaggiò la testa cercando di riprendersi.
<< Lo sapevo che ci tenevi al Chi dell’Acqua. Una cosa così preziosa non si lascia andare facilmente. >>
<< Dovresti preoccuparti della tua vita invece, figlio di puttana che non sei altro! >>
Il mezzo demone si avvicinò in quel momento, comparendo dalla nebbia di gas vulcanici, le mani già provviste di lunghi artigli neri. Drago fece in tempo a schivare quegli affari impregnati di veleno, ma il suo avversario non si fermò ad un solo tentativo, continuò e continuò ad attaccarlo riversando gocce di liquido nero dappertutto, il rombo della lava che cominciava ad “agitarsi” come se fosse viva. L’Ice Crew nel frattempo, senza farsi notare si avvicinò a Winter e maneggiò le catene aprendo uno alla volta i lucchetti, rimuovendole il bavaglio che le impediva di parlare venne sciolto e con voce rauca la giovane urlò:
<< è una trappola! >>
Nello stesso istante in cui Winter pronunciò quelle parole, Drago conficcò nello stomaco di Lanet Kum una stalattite appuntita come una lancia, squarciandogli la carne da cui fuoriuscì il suo sangue nero. Il drago lo spinse verso la voragine, urlando in simultanea con il suo avversario mentre precipitava nell’inferno.
Poi non si udì più niente, solo il rombo del magma in ebollizione.
Tutti rimasero fermi, tentando di rendersi conto di quel che era successo.
Il demone si permise un sorriso… prima che una risata gliela interrompesse, la stessa del mezzo-sangue.
Ma lui era caduto nel burrone, era morto di sicuro!
<< Drago ascoltami! Devi uscire da qui subito! Quel bastardo ci ha ingannato fin dall’inizio! >> urlò Winter, liberandosi dalle catene e correndo zoppicando verso il fratello.
<< Che cosa?! Che cazzo vuol dire? >>
<< Ti prego! Vai via! Devi uscire subito prima che sia troppo tardi! >>
La risata riecheggiò nuovamente, stavolta più forte.
Winter cercò di condurre fuori da lì il fratello tirandolo con tutte le sue forze, ma non appena raggiunsero l’uscita vennero bloccati da una barriera invisibile che si materializzò alla loro vicinanza, una sorta di riflesso blu che rivelava la sua presenza solo se toccato.
<< Ormai non potete più uscire da qui. Questa è la tomba che vi ho riservato. >>
Dalle pareti uscirono getti di vapore molto denso, non si vedeva più niente… Qualcosa si mosse in quel preciso momento, spostandosi velocemente. Un pezzo di argilla volò ai loro piedi, aveva la forma di una faccia… la faccia di Lanet Kum.
Altri pezzi di argilla dalle fattezze umane gli vennero lanciati addosso, rotolando di qualche metro o sgretolandosi in mille pezzi, tutti provenienti da un’unica macchia scura che continuava a spostarsi, ridendo come un folle.
<< Vi è piaciuta la marionetta che fino adesso avete creduto fosse il vero me? Certo che sì, e si è visto. >>
<< Una marionetta… non è possibile! Non ci credo! >>
<< Si, sono ancora vivo e vegeto, rimasto in disparte per potervi studiare. >>
Improvvisamente la figura nera uscì finalmente allo scoperto.
 
La creatura che si materializzò davanti a loro sembrava un ibrido fra uno scorpione, un essere umano e una scolopendra: il corpo lungo e sottile provvisto di numerose zampe si contorceva nervosamente, da un capo la coda appuntita era arrotolata leggermente su se stessa con il pungiglione rigonfio di veleno, l’altro capo invece “reggeva” un busto umano deforme e scheletrico, provvisto di un paio di braccia con le mani che avevano solo tre dita e due grandi chele poste all’altezza delle spalle, la testa umana con qualche ciocca di capelli scuri con la faccia anch’essa deforme, quattro paia di occhi di cui due ciechi.
Il vero Lanet Kum era così diverso da come aveva fatto credere di essere fino a quel momento, era mostruoso, il risultato di un’unione proibita. Camminò intorno ai due demoni muovendosi rapidamente, le numerose zampe che ticchettavano sulla roccia, le grandi chele pericolosamente vicine alle loro teste.
<< Come ci si sente ad essere in trappola, figlio di Shendu? Cosa provi nel sapere che non sei così più così avvantaggiato come credevi? >>
<< Io sono sempre superiore a te, scherzo della natura! Sei un essere schifoso, e allora? Questo non mette di certo paura, mi fai solo vomitare! >>
<< Davvero? Non hai paura di me anche se non puoi usare i tuoi poteri? >>
L’avviso lo mise in allarme, tentò di sputare fuoco ma non ci riuscì… confuso tentò allora di scuotere la terra… chiamare la forza del vento… di volare… niente di tutto ciò funzionò.
<< Che cazzo mi hai fatto?! >>
<< Oh, non temere, i Chi sono ancora dentro di te ma non puoi usarli. La tua cara sorellina ha provato ad avvisarti, peccato che fosse imbavagliata. >>
<< Mi dispiace… io ho tentato di fartelo capire… >>
<< Bastardo! Me la pagherai! >>
<< Ne dubito moccioso, perché sarò io che ti farò a pezzi. >>
Drago fece in tempo a spingere sua sorella prima che il pungiglione potesse lanciarla contro una stalattite come invece accadde a lui, il colpo sembrò spezzargli le costole e urlò per il dolore, mordendosi le labbra per poter resistere. Il mezzo demone gli si lanciò addosso cominciando a colpirlo a ripetizione con una brutalità che la sua marionetta non aveva mai mostrato, un’incredibile ferocia che lo stava mettendo in seria difficoltà per la prima volta da quando era tornato a camminare sulla Terra.
Drago si era allenato a lungo, purtroppo il suo allenamento non stava servendo a niente, la sua difesa era praticamente nulla. Rendendosi conto che niente funzionava, cominciò a scappare, costretto a farlo per organizzare una differente tattica.
Soprattutto per capire come salvare la vita.
 
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Winter scioccata osservò il loro peggior nemico avere la meglio su Drago con una facilità impressionante.
Tentava di infilzarlo con il suo pungiglione, sibilando e sbavando, le mani deformi dritte verso di lui per afferrarlo. Tentò di mettersi in piedi per poter intervenire ma le gambe non c’è la facevano a reggerla in piedi costringendola a restare a terra, le mani le tremavano e non riusciva a respirare bene. Il vigore che il Chi dell’Acqua le aveva dato era sparito, aveva riassunto le sue reali sembianze da Demone del Ghiaccio ma non aveva nemmeno la forza di quello, era ridotta male… malissimo.
Improvvisamente venne afferrata per le spalle e trascinata all’indietro, all’interno di una sottile fessura, dai tre umani.
<< Yo shrimp! Siamo nella merda! Quello scherzo della natura ci farà fuori per davvero! Dawg! Non dovevamo accettare questo incarico del cazzo! Prima ci fa a pezzi e poi ci sbrana! >> urlò Cobra scioccato.
Winter gli diede uno schiaffo per farlo smettere.
<< Smettila di frignare come un bambino! Quello stronzo non ammazzerà nessuno! Noi siamo in cinque e lui uno solo! Dobbiamo affrontarlo! >>
<< Affrontarlo? Ma che cazzo dici yo?! Tu ci vuoi cadaveri! Noi tre non siamo più pompati di droga immortale di demone! >> le rispose a tono Ice.
<< Che fine a fatto tutta la spavalderia che avete mostrato in tutto questo tempo? Credevo che foste abbastanza stupidi da avere le palle per “mettervi” in mostra in certe situazioni! >>
<< Yo mocciosa, frena la lingua! Non hai il diritto di insultarci! >>
<< Per le cazzate che state sparando ne ho il pieno diritto! >> Ice l’afferrò lesta per il colletto della maglietta alzando un pugno con l’intenzione di colpirla, DJ lo bloccò prima che potesse riuscirci, costringendolo a fermare ciò che aveva intenzione di fare.
Winter sibilò e lo spinse via con la coda, concentrandosi di nuovo sullo scontro, frustrata nel non poter fare qualcosa. Si strinse il petto e respirò più lentamente, aspettando che l’agonia avesse fine… ma anche se si fosse ripresa avrebbe continuato a stare male…
 
Tutto ciò per cui aveva lavorato stava andando in fumo…
Il suo desiderio di poter aiutare suo fratello stava per smaterializzarsi… andare in pezzi come vetro…
Non capiva perché il destino aveva deciso di rovinare ogni cosa: Perché era così crudele? Voleva solo stare insieme all’unico membro della sua famiglia! Era così impossibile da ottenere?
Non era giusto!
 
<< Ehi, sei ferita nanerottola? >>
Winter sussultò, si ritrovò le mani macchiate di sangue.
Frettolosamente tentò di pulirsi strofinandole sui pantaloni.
<< Non è sangue mio… >> rispose mentendo.
Brutto segno… Si sentiva formicolare la pelle, una sensazione che diceva che non le rimaneva molto tempo prima che le cose per lei peggiorassero… doveva  rompere l’incantesimo che bloccava i suoi poteri e quelli di suo fratello. Ma come riuscirci se non poteva usare, a quel punto, nemmeno la magia?
Si spinse più a fondo nella fessura quando Lanet e Drago passarono lì vicino, maledicendosi per non essere in grado di fare niente, il dolore nel suo corpo aumentò e così sarebbe stato anche per il sangue che non avrebbe potuto nascondere a lungo.
Nonostante quella consapevolezza tentò comunque di effettuare un incantesimo, le mani vibrarono per l’energia magica che tentava di uscire senza successo, in quel modo però si rese conto che stava reagendo a qualcosa presente lì vicino, di anch’esso magico.
Ma a cosa?
A parte lei, suo fratello e Lanet, non c’era nessuno con quella capacità, i tre umani li scartò all’istante… eppure… non potè a fare a meno di sospettare di loro. Poggiò le mani su ognuno di loro per assicurarsi che stesse sbagliando, invece con cosa inaspettata, scoprì che non erano così patetici e inutili come credeva.
<< Voi tre siete diversi dagli altri umani… avete fatto qualcosa di particolare nel corso della vostra vita? >>
<< Che blateri shrimp? >>
<< Rispondetemi! Intendo dire se avete fatto qualcosa legato alla magia o alle arti antiche?! Una specie di allentamento?! >>
<< Yo Wikipedia, relax! Se ti va di ficcare il naso nei nostri affari, sappi che siamo stati accettati come allievi di un monastero una volta! Era però una roba taroccata che…! >>
<< Lo sapevo! Non credevo che l’avrei mai detto ma siete l’unica nostra salvezza! >>
<< Cosa?! Che cazzo dici? Il tuo “genio” è andato a farsi fottere?! >>
<< Voi siete in grado di utilizzare l’antica arte segreta del “Tai - chi dell’origine”! >>
<< Oh… uao dawg, sappiamo usare una tecnica di rilassamento; che roba cool. >> commentò sarcasticamente Ice.
Winter lo colpì ripetutamente con la coda, urlandogli di essere un gran pezzo di ignorante.
<< Il Tai – chi non è sempre stata una cosa per rilassare il corpo o guarirlo! In origine era stata concepita come stile di combattimento! >>
<< Whoooo che novità, è una delle tante cazzate che ci hanno insegnato al monastero. >>
<< Ma non vi hanno insegnato tutto! Adesso aprite quelle orecchie e statemi a sentire razza di idioti, perché se PER DAVVERO sapete quel che spero vi abbiano insegnato, siete gli unici capaci di poter uccidere Lanet! >>
 
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Drago era esausto, l’ultimo colpo per un pelo non gli spaccò la schiena.
Una simile violenza la ricordava solo negli atroci allenamenti che suo padre, quando era piccolo, gli costringeva ad eseguire ogni giorno.
Si sentì davvero un incapace…, odiava ammettere che il mezzo demone era più forte di lui.
La breve distrazione gli fu fatale, Lanet lo raggiunse e arrotolò il suo lungo corpo intorno a lui, sollevandolo e sbattendolo dappertutto, stringendolo e soffocandolo senza alcuna pietà, solo sadico piacere e desiderio di vendetta. Solo quando gli vide sputare sangue si fermò, lasciando cadere il corpo esanime del drago sul ciglio del burrone, ricoperto di tagli profondi, lo sguardo perso nel vuoto, tossendo soffocato.
<< Voi “puro sangue” credete di essere superiori, che potete fare tutto ciò che volete! Ma in realtà siete superiori solo nel dire cazzate! Siete solo delle miserie bestie! E come le bestie potete essere domati senza problemi! >>
<< Io non una bestia… a differenza di te… >>
<< Davvero? Eppure ti ho sempre visto agire impulsivamente, proprio come tuo padre. >>
Lanet fece una pausa solo per colpire sulla testa Drago, giusto per farlo soffrire di più.
<< Che ti succede ragazzino? Non ti senti bene? Oh, non ti preoccupare, le tue pene avranno presto fine, il tempo di poter estrarre i Chi dei Demoni dal tuo corpo. Come potrei operare? Facendoti a pezzi oppure succhiando la tua linfa vitale lentamente… sono piacevolmente indeciso. >>
<< Non c’è problema yo, ti diamo noi una mano! >>
Lanet si sentì sollevare e quasi senza rendersene conto venne catapultato all’indietro finendo nella bocca della lava, riuscendo ad aggrapparsi ad una sporgenza prima di finire nel lago di fuoco sottostante. Grazie alle numerose zampe risalì facilmente e indignato urlò a chiunque gli avesse fatto quello di farsi avanti. L’Ice Crew si trovava proprio lì dove prima giaceva Drago, le braccia incrociate e lo sguardo in segno di sfida.
<< Levatevi dai piedi minuscoli insetti! Divorerò le vostro carni dopo che mi sarò sbarazzato del vostro capo! >>
<< Yo dawg, verrai schiacciato per il verme che sei invece! Tu stai mancando di rispetto all’Ice Crew dude, è questo ti costerà parecchia grana, you feel me?! >>
<< Yeah! Nessuno la passa liscia quando ci intralcia la strada! >>
<< Cosa credete di fare contro di me? Vi farò a pezzi! >> esordì il demone, avventandosi con una delle sue chele contro DJ Fist.
Il ragazzo non fece una piega, si limitò ad alzare una mano e riuscire a bloccare con una mano sola l’enorme arto e ad spezzarlo con un colpo secco. Lanet arretrò fissando incredulo la chela ripiegata su se stessa che dondolava anormalmente, le ossa leggermente sporgenti dalla carne.
<< Chi è che doveva finire a pezzi dude? >> domandò ironicamente Ice.
Con uno scatto fulmineo il trio colpì contemporaneamente il mezzo demone sul torso con una forza tale che si piegò su se stesso in modo innaturale.
Prima che potesse riprendersi venne colpito ancora, tentò di porre fine alla cosa senza successo, trovandosi così in balia di chi avrebbe potuto uccidere senza problemi.
Lanet non riusciva a capire come potesse essere possibile, era sicuro che quei mortali non avevano alcun Chi che potesse dar loro la capacità di tenergli testa, eppure ci stavano riuscendo senza alcun problema! Riuscì a parare un calcio diretto alla sua testa, fu lì che si rese conto che qualcosa scaturiva dai loro corpi, avvolgendo braccia e gambe come una sorta di scudo, avvertendo una particolare forza non riconducibile né alla magia o al Chi stesso. Esaminò le loro tecniche di lotta, i movimenti che eseguivano…
Solo allora capì di che si trattava.
<< L’antica arte segreta del “Tai-chi originale”, la tecnica che permette di concentrare l’energie del corpo e usarle come arma. Adesso capisco: voi siete addestrati a questo antico combattimento. Un’ottima mossa per ritardare la vostra morte, ma vi servirà bel altro per mettermi in difficoltà. >>
<< Ehi yo, finché l’affare funziona, lo sfrutteremo fino in fondo! >>
Lanet si innervosì da quell’imprevisto non calcolato e tanto meno immaginato.
Conosceva quel tipo di Tai-chi ma non aveva mai potuto avere la possibilità di studiarne i punti deboli e tentare di carpirne i segreti. Dopo secoli di premeditata vendetta, di tradimenti e di congiure per poter incrementare il proprio potere, gli rodeva non riuscire a liberarsi di tre giovani esemplari umani.
Erano dannatamente fortunati ad essere stati allenati in una cosa così preziosa.
Dannatamente fortunati.
 
Lanet non aveva alcuna voglia di perdere tempo, voleva il Chi del Demone!
E subito!
In un breve attimo di tregua si voltò verso la sua reale preda, alzando il pungiglione per poterlo usare.
Ma… Dove si era cacciato Drago?
Era sparito!
Ridotto male com’era non poteva essersene andato via con le proprie gambe!
Controllò bene nei paragi, verso una sporgenza nascosta alla sua sinistra notò scia rossa, sangue fresco con evidenti segni di trascinamento. I casi erano due: o era riuscito a mettersi in salvo da solo… oppure una certa sorella lo aveva aiutato. Non potevano essere andati lontano in quel caso, lei era troppo piccola per riuscire a sostenere un individuo pesante come lui, d’altra parte, la barriera creata impediva loro di uscire dal vulcano, quindi non c’era modo di potergli sfuggire.
Anche se erano intrappolati voleva sbarazzarsene subito.
Si liberò dei suoi avversari con un colpo di coda, poi strisciò verso l’apertura, a caccia di colui che voleva divorare.
<< Merda! è scappato! >>
<< Sta andando a caccia di D-man! >>
 
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Winter non era un tipo impressionabile, ma tutto quel sangue che suo fratello rilasciava era scioccante.
La sua maglia ne era intrisa fino al collo ma non ci fece caso, adesso doveva lo solo portare fuori da lì, in un modo o nell’altro, sperando che nel frattempo si riprendesse.
Era dannatamente pesante, non era dotata di forza sovrumana come lui però riusciva a tenerselo sulle spalle e muoversi un passo alla volta. Il corpo riprese a farle male, si morse le labbra e si impose di ignorare quella sensazione, doveva resistere per il bene di Drago, salvarlo prima che le sue condizioni peggiorassero. Il vulcano riprese a tremare, l’attività vulcanica stava aumentando, forse in procinto di eruttare da un momento all’altro.
Non voleva essere lì dentro quando la lava sarebbe fuoriuscita.
Drago improvvisamente tossì, Winter si fermò e lo fece sdraiare per controllare le sue condizioni: era ridotto davvero male, temeva che non potesse sopravvivere, il solo pensiero la terrorizzava a morte, non voleva rimanere di nuovo da sola. Lo chiamò un paio di volte ma non le rispose, vacillava tra la vita e la morte trovandosi così in uno stato di coma perseguitato da atroce dolore.
<< Ti prego fratellone, cerca di resistere! >> gli urlo, stringendogli la mano e sperando che la sua voce potesse giungergli. Winter sospirò tristemente, accarezzò il viso del demone e osservò il sangue che aveva addosso…  si sentiva una perdente… senza speranza di poter salvare chi amava…
<< Ti salverò, te lo prometto. >>
<< Mai fare promesse che non si possono mantenere. >>
La ragazza si voltò in tempo per vedersi colpire allo stomaco.
Andò a sbattere contro la roccia, il fiato mozzato e il ventre che le doleva da morire, quel parassita li aveva inseguiti e trovati, il pungiglione che roteava tutto intorno al demone come una sorta di frusta; fece in tempo ad afferrargli la coda prima che potesse ferire Drago, aggrappandosi proprio sulla punta per usare il proprio corpo come scudo e scongiurare un possibile avvelenamento: se avesse iniettato su di lei quel pericoloso siero non ne avrebbe in alcun modo risentito, quindi poteva benissimo ricoprire quel “ruolo”.
<< Non ritardare la morte ormai certa di tuo fratello! Levati dai piedi se non vuoi che ti schiacci per l’insetto che sei! >>
<< Chiudi quella boccaccia una volta per tutte dannato mostro! Sono stufa di sentirti parlare! >>
<< E cosa pensi di fare mocciosa? Tu non sei una vera demone! Sei solo una minuscola pulce! Non sei in grado di tenermi testa! Figurarsi poi tentare di difendere uno come tuo fratello! >>
<< Demone o no, io non ti permetterò di fare ciò che vuoi! >>
Lanet e Winter si affrontarono seppur lo spazio ristretto a disposizione.
Winter lo morse ripetutamente, lui tentò di spezzarle le ossa più di una volta.
La lotta li portò in un’altra zona del vulcano dove una cascata di lava si riversava dalla roccia verso uno stretto cunicolo, formando una sorta di pozza che ribolliva pericolosamente, rocce magmatiche che galleggiavano pigramente sopra, ardenti e pulsanti di colore rosso. Una rupe si innalzava sopra di essa, un passo falso e la morte sarebbe stata istantanea, i due esseri però non se ne resero conto intenti com’erano a lottare, trovandosi alla fine in bilico sulla “rampa della morte”.
<< Non mi sono mai divertito così tanto ad uccidere qualcuno! Erano secoli che non provavo un tale brio della morte! Urla più forte, te ne prego, l’eco del tuo dolore è musica per le mie orecchie! >> disse Lanet, scagliando la ragazza oltre la parte sicura del vulcano. Winter si aggrappò ad un costone di roccia per un soffio, affondando le unghie per avere una presa sicura nonostante le si spezzarono un poco. Lanet le afferrò la testa con la chela buona, schiacciandogliela leggermente, causandole un atroce dolore; Winter poteva sentire la calotta cranica premerle sul cervello.
Se solo avesse potuto usare i suoi poteri avrebbe tagliato la lingua a quel figlio di puttana: Che armi poteva sfruttare? Non aveva niente con sé, non aveva le capacità per vincere! Che cosa poteva fare?!
Avvertì il suo Chi naturale e quello dell’Acqua vibrare all’interno del suo corpo: volevano uscire e sprigionare i loro elementi mortali, stanchi di restare imprigionati nella loro piccola gabbia di carne. Il Chi dell’Acqua… doveva in qualche modo consegnarlo a Drago… ma lui era svenuto, come poteva farlo?
Non c’era soluzione….
 
A meno che non fosse arrivato il momento in cui doveva rinunciare quel che aveva di più prezioso.
 
<< Mio fratello ti farà fuori! Puoi anche cominciare a dire le tue preghiere! >>
<< Ne dubito fortemente, lui non può farmi più niente. è come te: un cadavere! >>
<< Se mi uccidi non avrai mai il Chi dell’Acqua! >>
<< Motivo in più per farti a pezzi. >>
<< Fai pure! Non ho paura della morte! >>
A risposta di quella provocazione Lanet trapassò il petto della giovane con un solo colpo.
Il respiro di Winter si bloccò all’istante, sbarrando gli occhi e irrigidendosi, il sangue che sgorgava dalla ferita copiosamente. Un bagliore azzurro illuminò il vulcano, la sfera di luce brillò tra le mani del mezzo demone che ammirò estasiato l’essenza pura del Demone dell’Acqua. Era meraviglioso, pulsava come un cuore, la sensazione che gli trasmetteva era stupenda…  finalmente aveva ciò che aveva bramato da secoli.
Questo significava che mancava poco alla realizzazione del suo desiderio.
Lanciò il corpo della ragazza alle sue spalle come se fosse spazzatura, un giocattolo rotto che non gli interessava più, ammirando la sfera che aveva tra le mani, tenendola alta sopra la sua testa come un trofeo di fattura perfetta. Fece per andare via ma una mano afferrò una delle sue zampe, abbassò lo sguardo con poco interesse scoprendo che Winter lo bloccava.
<< Sei ancora viva? >>
La ragazza gemette, la pozza di sangue che la circondava, tossì parecchie volte, ma ben presto venne sostituito da un altro tipo di suono: era una risata, la ragazza stava ridendo; il mostro non potè non nascondere la sorpresa per quella reazione.
<< Che diavolo hai da ridere? >>
<< Rido alla tua stupidità…. >>
<< Con quale diritto sputi una simile affermazione, soprattutto ora che sei sul punto di andare nell’aldilà? >>
<< è proprio il fatto che sto morendo che mi da la sicurezza. >>
<< Cosa? >>
 
L’attimo successivo fu confuso.
Un’esplosione.
Luce e ombra mescolati tra loro.
La lava che sprizzava ovunque.
Un boato assordante.
Poi la quiete.
 
Lanet Kum si rese conto di essere ricoperto da rocce magmatiche solo quando ne sentì il bruciore.
Si levò il mucchio di sassi e si alzò, il corpo indolenzito e ricoperto di tagli, tutto intero per sua fortuna. Si guardò intorno e si rese conto che il vulcano hawaiano era scomparso, ridotto ad una misera collinetta circondata da un anello di lava.
Era un casino, è tutto per quella esplosione misteriosa.
Da che cosa era stata scatenata?
Era stata Winter, con quell’avvertimento, a causarlo?
No, non ci credeva, era troppo giovane e debole.
Non aveva nemmeno importanza, quel che più contava era che il Chi dell’Acqua fosse integro, brillava tra le sue mani senza danni riportati sopra, lo sollevò di nuovo davanti a sé per ammirarlo ancora, troppo splendido per ignorarlo.
<< Adesso non c’è più nulla tra di noi. >>
Il mezzo demone avvicinò il globo a sé, ansioso di assorbirlo.
Era vicinissimo al suo corpo, pochi centimetri e sarebbe diventato parte della sua anima dannata.
 
L’ultima cosa che si poteva aspettare era che la sua mano e la sfera che reggeva venissero divorati.
 
La bocca dentata di Drago apparve all’improvviso, ruggendo come un animale, lo sguardo di un assassino.
Fu talmente istantaneo che non sentì il dolore generato dalla carne strappata, si limitò a fissare il giovane demone che inghiottiva quel che prima era attaccato al suo braccio.
Arretrò sconvolto, il sangue verdastro che colava copiosamente a terra, il rumore di masticazione che veniva dalla bocca del dragone.
Il suono raccapricciante ebbe fine in un attimo, subito dopo Drago venne circondato da un’aura viola-blu e la terra vulcanica iniziò a tremare, la lava che zampillava come getti di una fontana, l’urlo bestiale che fuoriuscì dalla sua gola.
La luce oscura si sprigionò in tutto il suo spaventoso aspetto, la trasformazione come uscita dal più terribile degli incubi, la fusione dell’essenza vitale dei demoni più potenti del mondo in un solo corpo.
Drago, considerato ormai un morto da seppellire, lasciò posto ad una versione più ”adulta”, gigantesca, con corna ricurve sul capo e ali da pipistrello sulla schiena, una barba di tentacoli che ondeggiava sul mento, l’intera corporatura muscolosa e la coda lunga con una pinna sulla punta. I suoi abiti erano strappati a causa dell’improvviso nuovo corpo, il terreno sotto i suoi piedi sprofondava di parecchi metri sotto il peso eccessivo, le forze della natura si stavano inchinando davanti al dominatore.
Drago si voltò verso Lanet Kum, i suoi occhi completamente rossi, digrignando i denti in una smorfia minacciosa.
<< Ho solo una domanda da farti vecchio. >> Disse Drago al mostro che tremava.
Si abbassò leggermente, la sua ombra oscurò gran parte della zona come un eclissi.
<< Chi è il cadavere adesso? >>
Ovviamente quella domanda non aspettava davvero una risposta: era una semplice sentenza di morte.
Subito dopo il potere dei Demoni Antichi venne scatenato in una furia infinita: Tuono, Montagna, Vento, Fuoco, Acqua, Terra, Cielo, Luna… nessuno venne tralasciato nella terribile tortura che il mezzo demone dovette subire, niente poteva proteggerlo da tutto ciò, niente poteva salvarlo, la fine era giunta.
In un attimo di tregua Lanet tentò di scappare, era ridotto in uno stato difficile da descrivere, in parte schiacciato, bruciato, spezzato, tritato e forse anche liquefatto; il suo volto una maschera di terrore. Si trascinò via a fatica, sperando di poter trovare un rifugio, ma L’Ice Crew, nuovamente nella sua forma demoniaca, gli bloccò la strada.
Fu chiaro che non lo avrebbero lasciato andare.
<< è finita >> sentenziò Drago.
Lanet… o meglio… ciò che restava di lui esplose ad uno schiocco di dita, i frammenti si sparsero ovunque, bruciando lentamente.
 
Era finita, già.
Drago aveva raggiunto il suo obiettivo.
Stentava a crederci in realtà, non gli sembrava neanche vero.
Non si fermò a riposare o a festeggiare la riuscita del suo progetto, cominciò a perlustrare frettolosamente la zona, muovendosi con cautela e facendo attenzione a dove metteva i piedi. L’Ice Crew lo seguì, tentando di capire cosa volesse fare, solo il ritrovamento di un corpo gli fece capire tutto.
Con delicatezza, con un estrema attenzione, Drago prese il minuscolo corpo di Winter tra le sue grandi mani, sollevandolo fino al suo volto. Non disse niente, la tenne stretta a sé, socchiudendo gli occhi e accarezzando il suo volto sporco di fango, facendo attenzione a non schiacciarlo.
 
Era finita.
Ma per fratello e sorella la storia era appena iniziata.
 
 
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3 anni fa.
 
<< E dai fratellone, voglio allenarmi con te! >>
<< Questa non è roba da femmina, vai a giocare con le bambole. >>
<< Non sono più una bambina! Voglio combattere come te! Smettila di farmi fare quegli insulsi giochetti da principiante e fammi iniziare il tuo allenamento da demone perfetto! >>
<< L’unica cosa che puoi combattere sono i nodi che vengono ai tuoi capelli da gatto morto. >>
<< Come ti permetti di insultare i miei meravigliosi capelli?! >>
Tra fratello e sorella i litigi erano normali, soprattutto quando il più grande se la spassava a prendere in giro il parente minore. Drago e Winter non facevano eccezione, morsi e calci erano garantiti quando si azzuffavano… compresa la pace a fine sfogo che non vedeva né vinti né vincitori, solo fratello e sorella riappacificati.
<< Se cominci a combattere dovrò venire a salvare sempre le tue chiappe principesche. Sei sicura di voler diventare una combattente… seria? >>
<< Non cambierò idea. Inoltre in questo modo ti dimostrerò che sono diventata adulta. >>
<< Certo, come no! >>
Winter sbuffò offesa, sistemandosi i capelli azzurri legati in una treccia.
Drago glieli scombinò ripetutamente, sapendo che le dava fastidio, però doveva ammettere che la loro morbidezza era sorprendente.
<< Noto che hai preso bene il trasferimento. >>le disse ad un tratto.
<< Se ti piace chiamarlo così… >>
Da più di un mese i due demoni avevano lasciato la loro vecchia casa per stabilirsi definitivamente in un altro continente: in America. Avevano già fatto il giro del mondo, ma dopo ogni viaggio facevano ritorno nel loro luogo d’origine, stavolta, si era deciso di cambiare per poter dare un taglio al passato.
<< La razza americana non mi piace molto, è troppo casinista. >>
<< Vorrai dire fenomenale. Quelli si che sanno spassarsela ogni giorno. >>
<< Non capisco cosa ci sia di così divertente. >>
<< Lo vedrai con i tuoi occhi principessa. Quando saremo in America, la nostra fortuna andrà alle stelle. >>


PERSONAGGI:
Lanet Kum vera forma ( personaggio inventato):

NOTA: QUESTO DISEGNO NON L'HO FATTO IO, è UNO TROVATO PER FAR CAPIRE COME POSSA ESSERE IL PERSONAGGIO.
Il Lanet Kum mostrato precedentemente si è rivelato essere una marionetta; in realtà questo mezzo demone è più grottesco di quanto si possa immaginare. ha agito sotto false sembianze per non correre il rischio di venire ferito gravemente proprio come è accaduto alla sua copia, potendo così organizzarsi per un attacco perfetto per avere la meglio su Drago. essendo un mezzo sangue il suo aspetto è alquanto malandato.


Drago forma finale:
quando tutti i Chi del demone si fondono insieme, Drago acquisisce una forza incredibile, nonchè alcuni particolari dell'aspetto appartenenti ai demoni da cui ha preso la forza.
in questa forma è impossibile fermarlo, tantomeno toglierli i poteri, se non fosse stato per suo padre, Drago sarebbe sicuramente riuscito a conquistare il mondo. ma questa è un'altra storia....

note dell'autrice: Siamo giunti alla fine della fiction, finalmente.
grazie a tutti coloro che hanno voluto spendere il proprio tempo leggendo questi 12 capitoli e commentarli. è stato un piacere per me scrivere questa storia e rappresentare quel che la mia immaginazione ha realizzato. spero di avervi intrattenuto bene e che leggiate le altre mie fiction con piacere.
a presto :)

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