Alone and together

di Lyla
(/viewuser.php?uid=1677)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti! Dopo due anni ho deciso di continuare la fanfiction perchè sembrava incompleta, e ci sarebbero tante cose da scrivere su questa coppia ^^ Spero che, anche se Kylion è finito da mesi, qualcuno possa gradire questa fanfiction!

Together

Capitolo uno

 

Il rumore delle onde del mare raggiungeva rapidamente una ragazza che, seduta sotto un albero, cercava così di ripararsi dalla pioggia che cadeva copiosamente da ore interminabili e che non aveva accennato a scomparire.

I tre soli che illuminavano il pianeta minacciavano di sparire presto oltre l'orizzonte, e il cielo era buio e minaccioso, reso ancora più oscuro dalle pesanti nuvole temporalesche. La ragazzina se ne stava lì, immersa nei suoi pensieri. Sembrava che fossero passati mille anni dall’ultima volta che lei aveva aperto gli occhi e respirato l’aria di un mondo ancora del tutto sconosciuto.

Era bagnata fradicia e desiderava ardentemente di avere qualcosa con cui asciugarsi i lunghi, ricci capelli rossi che le scendevano fino alle spalle e aveva fame. Come le mancava la Nave madre! Lì era nata ed era vissuta per sedici anni, protetta dalle insidie della vita, insieme ai suoi cinque compagni di viaggio, cinque adolescenti come lei…appena tre o quattro giorni prima i ragazzi erano giunti su questo pianeta senza nome a bordo della Colony 6, che era partita da Marte circa sedici anni prima, contenente gli embrioni degli esseri umani che entro e dopo 30 anni avrebbero dovuto svegliarsi dall’ibernazione ritrovandosi adulti e pronti all’esplorazione dello spazio ancora sconosciuto...ma c’era stato un imprevisto e il viaggio era durato soltanto 16 anni: così loro si erano svegliati appena adolescenti in seguito all’avaria improvvisa dell’astronave Colony 6, che aveva protetto i ragazzi (tre maschi e tre femmine) per anni e…li aveva costretti così ad un risveglio anticipato fermandosi su un pianeta del tutto sconosciuto, atterrando su un’isola deserta. O forse, piu’ che di un’isola, si trattava di un grande scoglio battuto dal vento e dalle onde.

Avrebbero dovuto ugualmente portare a termine la loro missione di esplorazione, contando solo su loro stessi e sulle loro conoscenze tecniche incomplete…I ragazzi avevano da poco lasciato l’isola deserta a bordo della Colony 6 (che poteva essere utilizzata anche in mare, grazie a una piccola modifica ad opera di Erin, l’assistente di rotta del gruppo) quando una tempesta aveva fatto in modo che la ragazza dai capelli rossi cadesse in acqua, separandola dai suoi compagni e ora lei si trovava seduta sotto un albero in attesa che il temporale avesse fine…Ma Calliope non era sola.

Quando era caduta in acqua, uno dei ragazzi si era precipitato a salvarla, incurante della violenza dei flutti e l’aveva stretta a sé per proteggerla coraggiosamente, ma un’onda li aveva travolti entrambi…ed era stato il buio. Almeno finché un pacifico animale marino era corso a dare loro una mano, e li aveva entrambi condotti sulla terraferma. L’aveva fatto soltanto per gratitudine.

Il giorno prima, il suo piccolo aveva corso il rischio di essere ucciso da Raiden, l’ufficiale militare, un tipo che gli altri ragazzi non riuscivano a trovare simpatico per via del suo modo di pensare immaturo, avventato e superficiale, ma Calliope gli aveva impedito in tempo di porre fine alla vita del piccolo animale marino. In fondo lei era la bioanalista di bordo e non le andava che venisse fatto del male a degli animali innocenti. La madre del piccolo aveva così dimostrato la sua gratitudine alla ragazza portandola in salvo su quella spiaggia desolata, insieme al ragazzo che si era tuffato in acqua per salvarla…il medico di bordo, un tipo amichevole di nome Cole.

Calliope smise di pensare per un attimo e si volto’ a guardarlo. Era seduto accanto a lei e guardava verso l’orizzonte con aria preoccupata.

Calliope avrebbe voluto parlargli, ma non poteva. Lo shock del risveglio anticipato di pochi giorni prima l’aveva resa muta, incapace di parlare, di dire qualsiasi cosa, ma non di pensare. In quel momento, la ragazza avrebbe voluto dirgli che era felice di trovarsi con lui e che erano stati fortunati a sopravvivere, ma si limitò a sorridergli timidamente e noto’ come la luce dei lampi lontani si riflettesse sul volto dell’amico, mettendone in risalto lo sguardo assorto e i suoi umidi capelli rosso fuoco.

I soli erano ormai sul punto di tramontare...sarebbero stati costretti a restare in quegli abiti fradici per ore e ore. Cole si volto’ verso Calliope e sorrise. "Sembra non volere finire mai," commentò, riferendosi al temporale. "Spero solo che Tanner e gli altri ci trovino al più presto," aggiunse il giovane medico di bordo della Colony 6.

Tanner avrebbe dovuto essere il comandante della loro spedizione, se loro fossero stati adulti. Ma anche se non lo erano ancora, lui stava svolgendo un buon lavoro, sforzandosi di tenere unito un gruppo di ragazzi cosi’ diversi tra loro.

Calliope annuì lievemente e si accorse che gli occhi a mandorla del suo compagno erano animati da una viva preoccupazione. "Se resteremo qui troppo a lungo ci prenderemo un raffreddore," disse Cole. "Ma non preoccuparti, anche se ci ammalassimo, mi prenderei ugualmente cura di te, questo e’ certo," commentò un attimo dopo, sorridendo incoraggiante, e Calliope fece lo stesso.

"Se quell’onda non ci avesse travolto all’improvviso mentre eravamo a mollo, a quest’ora saremmo con tutti gli altri. Chissà se anche loro si trovano qui in spiaggia," disse il ragazzo, come se stesse parlando da solo, ma Calliope sapeva che si stava rivolgendo a lei. Dopotutto si trovavano insieme sotto un albero durante una tempesta, ed era piacevole farsi compagnia in quel modo. "Tutta colpa di Raiden! Avrebbe dovuto aiutarci, finché era in tempo!" aggiunse Cole, e un improvviso lampo di rabbia gli illuminò lo sguardo.

Calliope gli si avvicinò, cercando di guardarlo con più gratitudine possibile, e Cole si volto’ a guardarla di rimando, sorridendo. Forse, se lui non si fosse gettato in acqua appena l’aveva vista cadere nei flutti, molto probabilmente Calliope sarebbe gia’ annegata. Invece era viva. Per merito suo. Non importava se Raiden li aveva visti in mare e non aveva cercato di salvarli.

Cole aveva capito che l’amica lo stava ringraziando per il suo gesto con l’unico modo che le era possibile: con l’intensità’ del suo sguardo. Lui ricambiò la sua occhiata, anche se con un certo imbarazzo. Dopotutto Calliope era cosi’ carina…Era difficile guardarla senza pensare il contrario.

Fin dal loro risveglio, i due ragazzi si erano subito trovati simpatici, e Calliope sapeva che avrebbe potuto contare su di lui in futuro. Era stato lui a scoprire che era muta, e le aveva detto con fare rassicurante che avrebbe ripreso a parlare in breve tempo e che non c’era di che preoccuparsi. Calliope aveva sperato che Cole avesse ragione.

Dopo uno dei soliti controlli ai quali la ragazza veniva sottoposta dal medico di bordo al fine di scoprire se ci fossero miglioramenti, pensando che lei non lo sentisse, Cole aveva detto chiaramente a Tanner che forse Calliope non avrebbe mai potuto parlare. Invece lei aveva ascoltato i loro discorsi di nascosto e ci era rimasta malissimo. Era corsa a rifugiarsi nella capsula ormai inutile che l’aveva ospitata per tanti anni…in cerca di conforto. Calliope sapeva che non avrebbe mai potuto essere come gli altri.

Cole le aveva mentito, quindi, dicendole che avrebbe parlato entro breve tempo. Ma lo aveva fatto per una sola ragione, e la ragazza se ne era resa conto più tardi. Le aveva mentito solo per risollevarle il morale, perché era un ragazzo sensibile e premuroso.

Il medico di bordo si era sempre mostrato gentile nei suoi confronti, e lei pensava che Cole fosse davvero un tipo in gamba, un amico fidato e insostituibile.

"Avrei voglia di andare a cercare un posto sicuro dove passare la notte, ma e’ meglio restare qui. Se ci muoviamo gli altri ci ritroveranno con piu’ difficoltà," disse il ragazzo all’improvviso, sorridendo lievemente, rabbrividendo nei vestiti bagnati, e Calliope annuì, tornando velocemente alla realtà. L’amico aveva ragione, sarebbero rimasti lì finché Tanner non li avesse trovati. Sempre che lui e gli altri membri della spedizione fossero giunti a loro volta sulla spiaggia…

Non c’era anima viva nei dintorni, escludendo Cole e Calliope. La pioggia continuava a scendere senza sosta, e un vento freddo spinse i ragazzi a spostarsi sotto un albero piu’ grande e piu’ robusto. Tuttavia i due non si allontanarono dalla zona.

Era rassicurante e piacevole, essere seduti uno accanto all’altro in una situazione scoraggiante come quella…I minuti passavano velocemente. Ad un certo punto, Cole si girò di nuovo verso l’amica.

"Hai fame?" le chiese premuroso e la ragazza si affretto’ ad annuire, fissandolo negli occhi. Non toccava cibo da tempo ormai, e Cole non aveva certo avuto l’occasione di portarsi dietro alcune reazioni proteiche che contribuissero a smorzare la loro sensazione di fame. Non c’era altra scelta. Dovevano cercare qualcosa da mangiare al piu’ presto.

"Bene, allora siamo in due! Vieni," commentò il giovane medico con un sorriso e si alzò, avviandosi verso quella che a prima vista sembrava essere una fitta distesa di alberi. Calliope lo seguì fiduciosa, chiedendosi se fosse normale il fatto che il vento soffiasse con tanta potenza. Si chiese quando avrebbe smesso di piovere in quel modo e lei sapeva che anche Cole stava pensando la stessa cosa. Entrarono insieme nella foresta, cercando di non addentrarvisi troppo.

Era freddo e buio, là dentro. Il rombo di un tuono improvviso fece sussultare Calliope. Senza pensare, la ragazza si strinse velocemente a Cole, il corpo invaso da gelidi brividi di paura. Il ragazzo rimase di sasso, per quel gesto del tutto inaspettato…Calliope era spaventata, ed era la prima volta che gli stava cosi’ vicina…

"Ehi, va tutto bene, era solo un tuono!" disse Cole con voce rassicurante, e le mise una mano sulla spalla, cercando di fare in modo che l’amica smettesse di tremare. Calliope alzò timorosamente il viso e si ritrovo’ a pochi centimetri da quello di Cole. I due si fissavano negli occhi con stupore, rendendosi conto di quanto fosse imbarazzante essere cosi’ vicini, lì in piedi, mentre il rumore della pioggia era l’unica cosa che rompeva il silenzio che era piombato tra i due ragazzi.

Calliope si rese conto che la mano di Cole era ancora posata sulla sua spalla e arrossi’ vivamente, indietreggiando. Il ragazzo si voltò da un’altra parte per un momento, in preda all’imbarazzo, ma torno’subito a sorriderle. In fondo non era successo niente. Calliope lo guardò per un momento con occhi grandi e straniti, ma gli sorrise a sua volta.

Era tutto ok. Non c’era nulla di cui preoccuparsi. Continuarono a camminare, fianco a fianco, immersi nei propri pensieri…

"Ci siamo!" esclamò il giovane medico all’improvviso, facendo sussultare Calliope ancora una volta, quindi corse pochi metri piu’ avanti, e la ragazza si affrettò a seguirlo, a passo veloce, chiedendosi cosa avesse visto.

Quando raggiunse Cole, vide che quest’ultimo era chino su una roccia immersa tra alcuni cespugli e la stava osservando con attenzione, scostandosi i capelli fradici dagli occhi. Calliope gli si accovacciò accanto e attese che lui dicesse qualcosa. La roccia era ricoperta da strani organismi simili a frutti e a dire il vero non avevano un brutto aspetto.

Forse erano anche commestibili…

"Hanno tutta l’aria di essere buoni…bene, adesso proviamoli," esclamò Cole, porgendo una manciata di frutti all’amica e Calliope si affrettò a raccoglierli senza timore. Era la bioanalista di bordo e la sua preparazione era completa. Era convinta che quello fosse cibo commestibile.

Mangiarono in silenzio. Il rumore della pioggia sembrò affievolirsi, e i due ragazzi infreddoliti pensarono con sollievo che forse il temporale stava finalmente giungendo al termine. Calliope rabbrividì e si alzò, facendo scorrere le mani lungo le braccia, come per diminuire la sensazione di freddo, ma ovviamente non era sufficiente.

Cole la guardò sorridendo. "Lo so, fa molto freddo qui…Lo sento anch’io. Non preoccuparti, adesso cercheremo un posto dove dormire. Ormai i soli sono tramontati, e non credo che Tanner e gli altri ci cercheranno di notte…Saranno stanchi, proprio come noi. Domani mattina torneremo alla spiaggia e li aspetteremo, che ne dici?" propose il ragazzo, aspettando un cenno di assenso da parte dell’amica.

Calliope lo fissò per qualche secondo, poi si rese conto che la sua idea non era male ed annuì sorridendo lievemente. Quindi Cole si alzò e si passò una mano tra i capelli bagnati, riflettendo. Dopo una manciata di secondi, il ragazzo si avviò cautamente nel fitto della giungla e Calliope lo seguì, sperando in cuor suo che avrebbero trovato un posto sicuro dove poter dormire.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Capitolo due

Capitolo due

 

"Credi che se la saranno cavata?" chiese Mita al suo comandante, seduta sulla sabbia. Erano da poco giunti sulla spiaggia. Il viaggio non era stato difficile, e stava calando la notte. Aveva smesso di piovere, e adesso i soli erano prossimi a scomparire oltre l’orizzonte. I pensieri dei quattro ragazzi – Mita, Tanner, Erin e Raiden – erano rivolti a Cole e Calliope, i loro amici scomparsi tra i flutti durante la terribile tempesta che li aveva separati così all'improvviso.

"Lo spero, eravamo vicini alla costa," rispose Tanner, mestamente, e la ragazza non riusciva a vedere cosa tenesse tra le mani. Il giovane piantò un piccolo oggetto sulla sabbia. I suoi occhi verde smeraldo erano illuminati da un bagliore di speranza.

"Questo marcatore ci potrà aiutare. Il segnale è visibile per chilometri. Se Cole e Calliope sono vivi, sapranno che siamo qui, su questa spiaggia," disse Tanner, mentre l’apparecchio si metteva in funzione e lanciava un raggio di luce nel cielo cosparso di nuvole bianche.

"Abbiamo una missione da compiere, ma non partiremo senza prima aver ritrovato i nostri amici," aggiunse il ragazzo, mentre una brezza leggera gli scompigliava i capelli.

 

**

A prima vista la grotta sembrava abitabile e abbastanza sicura, lì nascosta nel fitto della giungla. Il mare non era davvero lontano, però. Si poteva ancora udire il rumore delle onde. Sarebbe stato facile tornare alla spiaggia, il mattino seguente. Calliope alzò lo sguardo verso il cielo. Era nuvoloso e chiazzato qua e là da macchie di cielo stellato. Aveva del tutto smesso di piovere, ma l’umidità avvolgeva ogni cosa lì intorno, e la ragazza si avvicinò a Cole, rabbrividendo dal freddo. Il giovane le lanciò un’occhiata divertita e stese una mano verso l’entrata della caverna che avevano appena trovato. Un colpo di fortuna, vista la situazione dove si erano cacciati.

"Che ne dici, Calliope? Siamo o non siamo fortunati? Questa caverna sembra il posto giusto per riposarsi, ma non vorrei sbagliarmi," disse il ragazzo, osservandola con sguardo interrogativo. Calliope si chiese perché la stesse fissando in quel modo. Ah, già. Lei era una bioanalista. Era compito suo verificare se c’erano forme di vita o meno all’interno della caverna. Era evidente. La ragazza annuì e sorrise.

Se solo avesse potuto spiegare all’amico che lei aveva un sesto senso per le cose…Se n’era accorta solo da poco. Un dono della natura che compensava la sua incapacità di parlare. La caverna era completamente vuota e non c’era alcun pericolo…altrimenti lei lo avrebbe "sentito". Era difficile da descrivere, ma qualcosa le diceva che era esattamente così.

Calliope si diresse a passo veloce verso la caverna, e Cole corse al suo fianco. "Non vorrai entrare là dentro da sola?" rise il ragazzo. Lei annuì vigorosamente e gli sorrise con fare rassicurante. Lui rise di rimando. I loro ruoli si erano invertiti. Adesso era Calliope che rassicurava Cole, e non il contrario. Almeno per il momento.

Insieme, varcarono la soglia della caverna e si sedettero vicino all’entrata. All’interno di quell’apertura nella roccia regnava l’oscurità più assoluta e i ragazzi decisero di restare dove si trovavano. Forse la luce delle due lune del pianeta avrebbe illuminato il luogo di lì a poco. Forse.

"Come fai a sapere che qui dentro non c’è nessuna creatura vivente, Calliope?" le chiese Cole dopo un po’, con sguardo assorto. La ragazza era seduta vicino a lui, e il profondo silenzio che li circondava era spezzato soltanto dalla voce di Cole…La ragazza gli si avvicinò ancora e si portò una mano alla testa, indicandogliela.

Lui la fissò per alcuni secondi, quindi capì. "Vuoi dire che è una specie di sesto senso?" fece il ragazzo, sorridendo leggermente, gli occhi che brillavano, e Calliope annuì. "Wow," disse Cole con semplicità. Quella ragazza era così piena di qualità, così interessante…E così vicina. Il calore del suo corpo era così piacevole. Stavano lì, stanchi e infreddoliti. Un unico pensiero invadeva le loro menti. Per quanto tempo sarebbero rimasti in quel luogo sconosciuto?

"Guarda!" esclamò Cole puntando il dito verso il cielo stellato. Calliope alzò lo sguardo e rimase incantata dallo stupore. Non avevano mai visto niente di più bello in vita loro. "Non pensavo che le stelle potessero essere così belle," disse il ragazzo, mentre un vento leggero gli scompigliava i capelli.

"E’ incredibile quanto ci resta ancora da scoprire. Mi piacerebbe tornare a volare lassù un giorno," aggiunse Cole, e Calliope gli sorrise. Anche lei provava le sue stesse emozioni. Si sentiva così piccola davanti a quell’universo di stelle…Rimasero a guardare il cielo stellato per un po’, senza parlare. La natura era di una bellezza talmente indescrivibile…

Calliope sbadigliò all’improvviso. Il freddo e il naufragio avevano indebolito la sua resistenza e la ragazza si sentiva come se non avesse mai dormito in vita sua…Strano, visto che aveva passato 16 anni della sua vita immersa in un sonno criogenico che sarebbe dovuto durare per molti anni ancora…

Calliope si scostò da Cole e si distese sul pavimento della grotta, voltandogli le spalle e posando la testa su un braccio perché fungesse da cuscino. Lui la guardò sorridendo. "Buona notte, Calliope!" le sussurrò. La ragazza avrebbe voluto ricambiare il saluto, ma ovviamente non poteva. Lo ringraziò mentalmente per il fatto di trovarsi con lei in quel momento.

Era felice di essere con lui e non con qualcun altro. Si addormentò immediatamente, e quando il ragazzo la guardò per l’ultima volta prima di distendersi e cercare di dormire, si accorse che lei stava sorridendo beatamente, immersa nei suoi sogni. Sembrava quasi una bambina, così indifesa e innocente…Cole la fissò a lungo, pensando a quanto Calliope fosse…carina.

Provò l’impulso improvviso di sfiorarle la guancia con una mano, ma aveva paura di svegliarla, così il ragazzo si limitò a scuotere la testa e si girò dall’altra parte, cercando di prendere sonno. Non voleva interrompere i suoi sogni.

Sentiva qualcosa agitarglisi dentro…Il suo cuore batteva velocemente e si chiese cosa potesse significare. Forse dipendeva dalla vicinanza di Calliope. Si sentì invadere da una strana sensazione mai provata prima. Se solo Tanner fosse stato lì, gli avrebbe chiesto se gli era mai capitata una cosa del genere. Che vergogna…lui era un medico eppure non aveva idea di cosa stesse provando in quel momento. Una cosa era certa. Era felice che Calliope fosse con lui e l’avrebbe protetta ad ogni costo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


Capitolo tre

Capitolo tre

 

Un raggio di luce abbagliante entrava pigramente nella caverna. Calliope aprì gli occhi, chiedendosi per quanto tempo aveva dormito. A farla addormentare era stata solo la stanchezza, altrimenti, in condizioni normali, distesa sullo scomodo pavimento di una caverna, non sarebbe riuscita a schiacciare nemmeno un pisolino di due ore.

Si mise in posizione seduta, sbadigliando e stiracchiandosi. Poi si voltò, pensando che avrebbe visto Cole ancora immerso in un sonno profondo…anche se non sapeva perchè, era sicura che il ragazzo ci avesse messo molto più tempo per addormentarsi, ma vide che l’amico era scomparso.

Calliope si alzò, cercando di mantenere la calma. Non poteva averla abbandonata, no? Era stupido pensare che Cole avrebbe fatto una cosa del genere dopo che le aveva salvato la vita così coraggiosamente, e la ragazza si disse mentalmente di smetterla di preoccuparsi.

Quasi a voler confermarle che non era capitato nulla all’amico e che non l’aveva abbandonata a sè stessa, Cole fece capolino dall’entrata della caverna, le braccia piene degli stessi frutti che avevano mangiato il giorno prima per smorzare la loro fame. Quando vide che Calliope era lì sveglia, e che lo stava fissando con sollievo, Cole sorrise.

"Buongiorno, Calliope! Hai dormito bene? Io sono in piedi da poco, e ho pensato di prendere qualcosa da mangiare. Scusa se ti ho fatto preoccupare inutilmente," disse il giovane, sapendo bene che la ragazza si era di sicuro sentita smarrita, svegliandosi senza trovarlo accanto a lei.

Calliope fece un gesto con la mano e sorrise, cercando di fargli capire che andava tutto bene e che la cosa più importante adesso era che erano insieme. Mangiarono di gusto tre frutti a testa e uscirono dalla caverna, ritrovandosi immersi del tutto nella luce del giorno. Dopo tanta pioggia era bello vedere un pò di luce. Il cielo era scintillante, macchiato di bianco soltanto da una manciata di nuvole all’orizzonte.

Il peggio era passato. La vegetazione nei dintorni era coperta da un leggero velo d’acqua, ma i ragazzi sapevano che sarebbe svanito in breve tempo, cancellato dal calore dei soli.

Si incamminarono per una distesa di strane piante che crescevano rigogliose nei dintorni, e seguendo il rumore incessante del mare, si ritrovarono sulla spiaggia, nello stesso posto dove la creatura marina li aveva lasciati il giorno prima.

"Chissà dove sono gli altri…" disse Cole guardandosi intorno cercando di scorgere tracce dell’eventuale passaggio dei loro amici. Era tutto inutile. Nessun altro, oltre a loro, aveva ancora messo piede sulla terraferma. Un dubbio gli attraversò la mente, e Cole si disse di non provare mai più a pensare a qualcosa del genere.

Certo che Tanner e gli altri erano ancora vivi ed erano sopravvissuti alla tempesta. Non c’era motivo di preoccuparsi.

Si sedette accanto a Calliope, sulla sabbia, e i due scrutarono il mare immersi nei propri pensieri. La ragazza guardò l’amico di soppiatto, e rimase sorpresa quando notò la preoccupazione nei suoi occhi.

Cole si voltò di scatto, incrociando il suo sguardo, ma abbassò immediatamente gli occhi, arrossendo, e chiedendosi perchè mai sentisse improvvisamente male allo stomaco. Non poteva certo dipendere dai frutti che avevano mangiato, e poi Calliope non dava alcun segno di stare male. Eppure anche lei aveva mangiato quei frutti…

Proponendosi di mantenere la calma, guardò nuovamente la ragazza. La luce dei soli gettava dei riflessi dorati sui suoi capelli rossi, e per un folle attimo, Cole pensò di toccarglieli, ma sarebbe sembrato così stupido che non provò nemmeno a sollevare una mano per provare a farlo. Invece, sorrise.

"Sai, Calliope…Credo che resteremo qui più di quanto mi aspettassi. Voglio dire…chi ci assicura che gli altri sono davvero vivi?" L’aveva detto.

La ragazza al suo fianco assunse un’espressione dolce, e gli accarezzò il braccio con fare consolante, come se volesse spronarlo a non abbattersi. Non doveva perdere le speranze, e Calliope sperò che l’amico si risollevasse un pò di morale.

"Hai ragione…sono uno stupido a preoccuparmi tanto," commentò Cole, con lieve imbarazzo. Avrebbe dovuto essere lui a fare coraggio a Calliope, e non viceversa. Ma che razza di uomo era? Di certo, pensò il giovane con amarezza, era pur sempre qualcosa di meglio rispetto a Raiden.

Non vedeva l’ora di trovarsi davanti a lui e dargli una lezione per averli lasciati andare a fondo senza fare niente. Non era sicuro che Calliope avrebbe mantenuto il suo buon umore ancora a lungo, se si fossero ritrovati da soli per settimane e settimane…no, doveva smetterla di pensare che sarebbero rimasti lì da soli per sempre.

Eppure, per un attimo, tornando a guardare i capelli di Calliope, pensò che la prospettiva non gli sarebbe dispiaciuta affatto.

Rimasero a guardare l’orizzonte per ore.

Cole pensò che gli sarebbe piaciuto distendersi in grembo alla giovane bioanalista accanto a lui. Era sicuro che gli avrebbe permesso di farlo senza problemi. Si stese verso di lei, cercando il suo sguardo per ottenere comunque la sua approvazione.

"Permetti?"

Calliope annuì raggiante, e il ragazzo si distese, sorridendo inebetito senza capire perchè.

Avrebbero continuato a fissare il mare, fino a quando la Colony 6 non sarebbe apparsa all’orizzonte.

Quando Cole si appisolò dopo pochi minuti, Calliope si ritrovò ad accarezzargli delicatamente i capelli, senza pensare a quello che stava facendo, attenta a non svegliarlo. In quel momento, l’unica cosa che le importava, era che si trovava lì insieme a lui.

Insieme al ragazzo che l’avrebbe protetta a ogni costo e con ogni mezzo…come un cavaliere avrebbe fatto con una principessa di un passato così lontano che sembrava non essere mai esistito.

**

"Che ne dici? Ci alziamo per un pò? Solo per sgranchirci le gambe…siamo seduti qui da secoli!" disse Cole all’improvviso. Si era svegliato già da tempo, ed era nuovamente seduto accanto a Calliope. Inutile dire che adesso si sentiva meglio. Aveva smesso di pensare a cose orribili, ed era quasi di buon umore. Cole non era il tipo da tenere il muso a lungo.

I soli erano ancora alti, e faceva caldo. Davanti alla prospettiva di passeggiare per un pò in riva al mare, Calliope non potè fare altro che annuire, e i ragazzi si alzarono, avviandosi verso l’acqua che lambiva dolcemente la sabbia sotto forma di piccole onde.

Una brezza leggera scompigliò i capelli di entrambi, mentre pensavano che dopotutto questo posto non era poi così male. Era perfettamente abitabile, e Cole si chiese se fosse un bene il fatto che non avessero incontrato nessuna creatura vivente nell’arco di un giorno intero.

Calliope attirò la sua attenzione, indicandogli vivacemente degli esseri simili a conchiglie che sfuggivano al suo tocco rifugiandosi nell’acqua o sotto la sabbia.

Il giovane li fissò incuriosito, quindi gli venne un’idea improvvisa. Calliope sembrò leggergli nel pensiero.

Con aria furba, la ragazza si chinò verso l’acqua e si rialzò bruscamente, spruzzandogliene un pò addosso, senza però inzupparlo dalla testa ai piedi.

Cole rise, e gliene spruzzò addosso a sua volta, mentre i due si abbandonavano ai giochi che non avevano mai fatto prima, in vita loro.

Per molto tempo smisero di pensare alla situazione in cui si trovavano, al loro futuro incerto, al fatto che erano separati dai loro compagni da molte ore, ormai (anche se sembrava che fossero trascorsi anni dall’ultima volta che Cole e Calliope si erano ritrovati insieme ai loro compagni).

Ora erano zuppi tutti e due, e smisero di giocare, rendendosi conto che i soli stavano per tramontare ancora una volta gettando su entrambi una luce dorata che faceva brillare come se fossero diamanti i riccioli rossi di Calliope.

Cole aveva la maglietta incollata al corpo minuto, e i capelli umidi di acqua gli cadevano tutti davanti agli occhi. La ragazza lo guardò, e rendendosi conto di non essere meno buffa di lui, lì in piedi e bagnata fradicia, strinse gli occhi e si coprì la bocca con una mano.

Era il modo in cui lei rideva, e Cole rise a sua volta, una risata genuina, che esprimeva perfettamente quello che provava in quel momento.

"Non mi sono mai divertito così tanto! E’ stato troppo forte!" commentò il giovane.

I ragazzi smisero di ridere, quindi si fissarono negli occhi per un lungo momento. Cole si sentì trapassare da parte a parte dallo sguardo magnetico di Calliope, e si chiese se potesse leggergli nella mente…

Stava pensando che lei era l’unica con cui stava così bene, e che avrebbe voluto parlarle del tumulto che nascondeva nel suo cuore, per sapere se anche lei provava le stesse emozioni standogli vicino…

Si accorse improvvisamente che la ragazza tremava dal freddo.

"Vieni, andiamo alla caverna. Si è fatto tardi, e se ti prendessi un raffreddore, mi sentirei in colpa," le disse il ragazzo con voce gentile, tendendole una mano.

Calliope la guardò con una strana espressione sul viso, un misto di timore e curiosità, quindi tese la mano a sua volta, e strinse quella di Cole con forza, come se gli stesse affidando la sua stessa vita. O forse, senza rendersene conto, l’aveva già fatto.

Se fosse stata sola, senza di lui, non avrebbe saputo cosa fare. Ne era certa. Quando raggiunsero nuovamente la caverna, i due ragazzi si tenevano ancora per mano.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


Capitolo quattro

Capitolo quattro

 

Faceva molto freddo. Per l’ennesima volta, Calliope si ritrovò a rimpiangere le comode capsule criogeniche della nave madre, mentre si stringeva le braccia al petto nella speranza di riscaldarsi, ma era inutile.

Doveva essere notte fonda, ormai.

I suoi vestiti erano ancora umidi, e la ragazza si augurò mentalmente di non prendersi un malanno. Anche se Cole aveva detto che se si fosse ammalata, lui si sarebbe preso cura di lei, Calliope era sicura che non avrebbe saputo come farlo davvero, senza tutti gli strumenti che aveva a bordo della Colony 6, e non voleva dare dei problemi al ragazzo.

Le venne un’idea.

Gli si avvicinò, attenta a non fare rumore.

Cole dormiva appoggiato alla parete della grotta, e lei lo osservò con gratitudine, un lieve sorriso che le increspava le labbra. Era stato così carino a gettarsi in acqua per salvarla dalla tempesta…non riusciva a smettere di pensarci.

Non era un gesto che avrebbe fatto chiunque. E anche se era stato un gesto molto stupido mettersi a giocare in quel modo inzuppandosi a vicenda, non si era mai divertita così tanto.

Cole era riuscito a farle dimenticare che era muta, che non riusciva a parlare, e l’aveva fatto solo con la sua amicizia, facendole capire che lei non aveva bisogno di parole, per farsi capire dal ragazzo.

Con il cuore che le batteva velocemente, gli si avvicinò ancora di più, facendo attenzione a non svegliarlo.

I suoi lineamenti erano distesi dal sonno, e Calliope credette con terrore che gli occhi a mandorla del ragazzo si sarebbero aperti all’improvviso, mentre lei si trovava così vicina al suo viso…pregava perchè non accadesse, mentre si chinava su di lui mossa da un puro, semplice istinto.

Le sue labbra toccarono lievemente quelle del ragazzo per qualche secondo, poi Calliope si allontanò da lui e gli si stese accanto, in modo da appoggiare la testa sulla spalla dell’amico, chiudendo gli occhi.

Non si chiese perchè le fosse venuto in mente di fare un gesto simile. Aveva semplicemente sentito il bisogno di farlo.

La vicinanza di Cole la riscaldava, e non solo interiormente. Era sicura che questa volta sarebbe finalmente riuscita ad addormentarsi.

Un attimo dopo, era crollata in un sonno profondo.

**

Calliope si addentrò ancora di più nel folto degli alberi.

Qualcosa le diceva che presto sarebbe successo qualcosa di importante.

Guidata dai suoi sensi, la ragazza procedeva speditamente, Cole che le arrancava dietro gridandole di aspettarlo.

"Calliope! Calliope!"

Da quando si era svegliata quella mattina, Calliope aveva qualcosa di strano. Era come se aspettasse qualcosa o se vedesse cose che a lui erano totalmente ignote.

Doveva dipendere dal suo sesto senso, lo stesso che le aveva permesso di "sentire" se la caverna dove avevano dormito era sicura, e Cole si chiedeva cosa spingesse la ragazza ad avviarsi nel folto della giungla con una sicurezza tale da disarmarlo.

Calliope guardò in alto, e sembrò improvvisamente allarmata.

"Dove stiamo andando?" le chiese Cole raggiungendola trafelato, senza sapere che risposta aspettarsi dall’amica. Quest’ultima lo prese per il polso, agitata, e gli indicò un punto sopra gli alberi in lontananza.

Il ragazzo spalancò gli occhi, e capì cosa aveva allarmato tanto l’amica.

"Ma quello è fumo!" esclamò Cole mentre un solo pensiero gli attraversava la mente. "Che Tanner e gli altri siano qui? Presto, dobbiamo assicurarcene!"

Il ragazzo si mise a correre nella direzione da cui proveniva il fumo, seguito da Calliope.

Era incredibile…lei aveva sentito che nell’aria c’era qualcosa di strano già da quando aveva aperto gli occhi poche ore prima…e qualcosa faceva pensare a Cole che avesse sentito persino le presenze degli altri membri del loro equipaggio…

Quella ragazza così misteriosa e affascinante lo attraeva sempre di più, senza che lui se ne rendesse pienamente conto.

Il pensiero che forse avrebbero rivisto i loro compagni, li fece correre veloci attraverso la fitta distesa di alberi, e ben presto si lasciarono alle spalle una zona dove i resti di un incendio stavano lentamente bruciando alcune piante: era da lì che proveniva il fumo che avevano visto in lontananza…

Chissà cos’era stato a provocarlo…

"Non dovremmo essere lontani dal mare!" esclamò Cole, e seguendo il rimore delle onde, i ragazzi scoprirono una cosa che fino ad allora non avevano minimamente sospettato.

La spiaggia dove erano naufragati alcuni giorni prima non era l’unica dell’isola (se di isola si trattava).

Calliope si fermò un momento per riprendere fiato, imitata da Cole, quindi scrutarono la distesa sabbiosa che si estendeva sotto i loro occhi, fino a quando non scorsero una sagoma scintillante che si muoveva velocemente.

Cole strinse gli occhi, e la riconobbe. Era l’unità Annex, e sembrava totalmente fuori controllo, mentre inseguiva Raiden, forse con l’intento di distruggerlo.

Calliope gli lanciò un’occhiata terrorizzata, e si portò le mani al viso, senza sapere cosa fare.

Quando quello che sembrava l’Annex si rivelò essere un ologramma tridimensionale sotto gli occhi di uno stupefatto Raiden, e il vero esoscheletro da battaglia apparve davanti a un disorientato Tanner qualche metro più in là, emergendo lentamente dalla sabbia, Cole seppe istintivamente cosa fare.

**

Calliope sedeva sulla sabbia, lontana dai suoi compagni, sola con l’immensità del cielo stellato.

Non le sembrava vero di trovarsi nuovamente insieme a Tanner e gli altri. Cole era stato così eroico a disattivare l’Annex appena in tempo…sembrava che salvare le vite dei suoi amici fosse diventato un passatempo, per lui.

La ragazza ripensò alla soddisfazione che aveva provato nello schiaffeggiare Raiden per averli lasciati in balìa delle onde.

Aveva avuto quello che si meritava, e anche se il ragazzo aveva chiesto scusa a tutti per quello che era successo, lei dubitava che quello che aveva combinato sarebbe stato dimenticato facilmente dai membri della Colony 6.

Forse avrebbe dovuto andare a riposarsi per qualche ora.

L’indomani mattina si sarebbero avventurati nella foresta, dando inizio alla loro missione di esplorazione del pianeta, ma lei non era stanca.

Ripensava ai momenti che aveva passato con Cole, e si disse che era stato un bene che fossero sopravvissuti.

Sarebbero rimasti insieme per molto, moltissimo tempo, e davanti alla prospettiva che sarebbe stata ancora a fianco del giovane medico orientale, la fece sorridere.

"Calliope! Ecco dov’eri finita!" esclamò Cole alle sue spalle, con un sorriso. "Vieni dentro…Erin sta meglio, e non vede l’ora di sentire come ce la siamo cavata in questi giorni!"

Le porse una mano, e Calliope la prese, alzandosi da terra. Lo seguì docilmente all’interno della Colony 6, dopo aver lanciato per l’ultima volta un’occhiata al cielo stellato.

Domani sarebbe stato un altro giorno.

La loro avventura stava per cominciare. La ragazza sorrise.

Dopo essere scampata a un naufragio, l’esplorazione di un pianeta sconosciuto le sembrava una sfida eccitante, più che qualcosa da temere. E lei non vedeva l’ora di affrontarla.

Quando i suoi occhi incontrarono nuovamente quelli di Cole, si rese conto di una cosa.

Lui la pensava esattamente come lei.

 

FINE

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=20941