Morirei pur di stare al passo con te

di Remedios la Bella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quegli occhi oltre le lenti ***
Capitolo 2: *** Sospetti ***
Capitolo 3: *** L'indagine comincia ***
Capitolo 4: *** Una strana occhiata ***
Capitolo 5: *** Serata Movimentata ***
Capitolo 6: *** é impossibile! No lui! ***
Capitolo 7: *** K all'attacco ***
Capitolo 8: *** Morirei pur di stare al passo con te ***
Capitolo 9: *** Nuova missione, medesima scocciatura ***
Capitolo 10: *** Una nuova vera minaccia ***
Capitolo 11: *** Le notizie girano ***
Capitolo 12: *** Tattica imprevista ***
Capitolo 13: *** Un dialogare amichevole ***
Capitolo 14: *** Che cavolo di situazione! ***
Capitolo 15: *** Invito al rischio ***
Capitolo 16: *** la preoccupazione sparisce con un bacio ***
Capitolo 17: *** Trappole a passo di danza ***
Capitolo 18: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 19: *** Proposte e minacce ***
Capitolo 20: *** Insidie tra elettrodomestici ***
Capitolo 21: *** Il portale ***
Capitolo 22: *** Battaglia tra vivi e morti ***
Capitolo 23: *** La pace ***
Capitolo 24: *** Il finale perfetto ***



Capitolo 1
*** Quegli occhi oltre le lenti ***


Premessa: Questa è la mia seconda fanfiction (La prima è Future Sugar Sugar ecc ecc) e si basa sulla mia immaginata storia d'amore tra Kouichi e Raimei, i mie personaggi preferiti. Sarà pieno di momenti emozionanti, e ringrazierò tutti quelli che commenteranno!
Grazie e arrivederci, Remedios la Bella


 Quegli occhi oltre le lenti

Due anni erano passati, due anni da quando lo Shinrabansho si era manifestato e mai più rivisto. Tutto era tornato normale, la guerra tra Shinobi e Kairoshu si era finalmente conclusa. Tutti amici e tutti fratelli. E di questo Raimei se ne era ormai resa conto. Era felice, aveva ottimi amici, sapeva combattere e ogni giorno di più diventava sempre più carina. Ma c’era qualcosa in lei, che ancora non le era molto chiaro.  

Camminava nel sentiero del bosco accanto al villaggio di Fuma, diretta verso il tempio lì vicino. Indossava abiti invernali, poiché ormai l’inverno aveva fatto capolino in quel piccolo villaggio racchiuso tra le montagne. Tutto il paesaggio era coperto di candida neve, e il rumore dei passi della samurai veniva attutito dalla spessa coltre. Salì i gradini e arrivò al tempio, ma invece di entrarvi svoltò verso un piccolissimo sentiero solitario lì vicino. Lo percorse in fretta, e arrivò a destinazione. Una lapide, e un cumulo di terra si trovavano ben nascosti dalla neve. Raimei scostò quel manto bianco con le mani e lesse: “ Raiko Shimizu”.
Si. Quella era la tomba di suo fratello. Si inginocchiò davanti ad essa, accese una bacchetta di incenso che aveva portato con sé, e recitò una piccola preghiera per il suo caro parente.
Ormai non lo odiava più, dopotutto quello che le aveva fatto in passato. Il suo ricordo era vivo nei pensieri della sorella, e lo ricordava come un gentile e eccentrico ragazzo, disposto a tutto per i suoi cari.
Raiko, fratello mio … Spero che tu stia bene lassù.” Sussurrò tra sé la ragazza. Guardò profondamente la lapide e strinse a sé la Gamon Nera. Poi sfiorò quella bianca, poggiata alla lapide come elemento della tomba stessa. Qualcosa come una lacrima le solcò il viso.
“ Non piangere, tuo fratello non vorrebbe che lo facessi.” Una voce dolcissima squarciò il silenzio religioso che si era creato. Raimei si voltò alquanto turbata, e due occhi rossi coperti da un paio di occhiali la stavano guardando commossi.
“ Kouichi … sei tu …” esclamò quasi senza fiato.” Posso?” E  lo Shinobi si accovacciò accanto a lei, e pregò. Raimei lo osservò, i corti capelli bianchi del ragazzo che quasi si mimetizzavano con il colore della neve, una morbida sciarpa che gli copriva il collo e quella figura snella e alta inginocchiata a venerare un morto. Sembrava un devoto, messo in quel modo. Raimei sorrise.
Lui finì di pregare e si accorse del suo sorriso: “ Perché sorridi? Ti sembro buffo per caso?”
“ C – cosa? No! È che ho pensato a qualcosa di divertente e allora …” Le guance le si avvamparono e la sua voce divenne debolissima.
“ Capisco … anche se sinceramente non me la dai tanto a bere!” Disse convinto il ragazzo. La ragazza lo guardò di sottecchi mentre stava sorridendo: “ Quanto è carino …” pensò e non riuscì a trattenere un lieve rossore. Per sua sfortuna, lui la stava guardando: “ E ora perché sei arrossita?”
“ E tutte queste domande?” Sbottò quasi furiosa lei.
“ Calmati! Stavo solo facendo un’osservazione! Tutto qui! Scusa eh!”
“ Si, mi sono lasciata prendere dalla rabbia scusami …” Non lasciò trasparire la lieve vergogna che provava per aver urlato contro Kouichi: “ Vieni, torniamo a casa, inizia a fare molto freddo …” E si coprì bene con il suo cappotto. Kouichi si alzò e la seguì, mettendosi di fianco a lei.
Dopo un po’ che camminavano silenziosi, iniziarono a parlare. Iniziò Raimei:
“ Kouichi …”
“ Dimmi pure …”
“ Provi ancora quel tuo desiderio di …” e qui Raimei si interruppe. Ogni volta che sentiva la parola “ Morire” le veniva come una fitta al cuore.
“ Morire?” disse flebilmente il ragazzo. A Raimei si gelò il sangue.
“ Ehm … si …”
“ Solo a volte …” Rispose sempre lievemente Kouichi. Raimei osservò un lieve velo di malinconia nel suo sguardo. Si pentì di ciò che aveva chiesto.
“ Oh mio dio! Scusa non volevo fare l’insensibile! Perdonami!”
“ E per cosa?”
“ Per aver toccato il tema “ Immortalità” Con te … so quanto ne soffri!” Era realmente dispiaciuta e si inchinò davanti a lui per scusarsi: “ Non sapevo di che parlare, e guarda dove sono andata a parare!”
“ Non fa niente … ormai ci ho fatto l’abitudine … e poi …” Kouichi inaspettatamente prese lievemente il viso di Raimei tra le mani: “ Ho ben altro a cui pensare in questi giorni …”
Raimei sentì il suo cuore battere a mille. Kouichi e lei non erano mai stati così vicini. Vide nei suoi occhi una scintilla di calore. Il peso dell’immortalità lo rendeva quasi uno spettro in questo mondo, e lui ne soffriva, lo sentiva come una maledizione, ma Raimei voleva vedere cosa ci fosse oltre quello sguardo da pensatore triste.
Con un sussurro disse: “ E di cosa si tratta?”
Lui la guardò dritta negli occhi: “ Si tratta di qualcosa che mi impedisce di pensare alla morte … penso che tu sappia di cosa parlo.”
E piano piano avvicinò il suo viso a quello di Raimei. La ragazza ormai sapeva che un pochino Kouichi ci aveva sempre provato con lei, ma mai lui aveva osato tanto. Però, sentì di non voler opporre resistenza. In fondo, anche lei …
Chiuse gli occhi, mentre  sussurrò il suo nome. E aspettò che qualcosa le sfiorasse le labbra, e le facesse scaldare il cuore. Ma …
“ Raimei! Kouichi! Dove siete?” La voce di Juji echeggiò nell’aria. I due interruppero ciò che stavano per fare e si guardarono piuttosto imbarazzati.
“ Ehm .. scusa mi sono lasciato prendere da … i tuoi occhi …” Disse Kouichi, suadentemente.
Raimei per poco non gli sarebbe saltato addosso per baciarlo, ma il richiamo della piccola ninja aveva rovinato la magia.
“ Dai miei occhi? Che coincidenza …” Lo disse così piano che Il ragazzo, per poterlo sentire dovette riavvicinare il viso a quello di Raimei: “ Ripeti più forte …” Bastavano pochi centimetri e si sarebbero veramente baciati. Ma non era giornata!
“ Insomma Ragazzi!! Quanto ci mettete?” urlò di nuovo Juji. I due tornarono alla realtà, e corsero verso  Fuma. L’amica di Raimei, li stava aspettando da chissà quanto. Appena li vide arrivare, andò loro incontro.
“ Presto abbiamo bisogno di voi due!” Disse quasi senza fiato. Li afferrò per le braccia e li trascinò dentro casa sua. In sala, Tobari beveva una tazza di the verde, ma non aveva affatto un aspetto tranquillo.
I due si sedettero vicino al maestro, che parlò: “ Finalmente siete qui … c’è una cosa urgente che devo dirvi.”
Posò il bicchiere del the sul tavolo, giunse le mani, e poggiò i gomiti sul tavolo. Aveva un’espressione piuttosto seria: “ Un nuovo pericolo incombe sul mondo di Nabari.”
I visi di Kouichi e Raimei si ritrassero in una smorfia di paura. Qualcosa di oscuro si celava di nuovo nell’ombra.
“ Di cosa si tratta? E perché non ce ne ha parlato Fuma ma lei professore?” Chiese Kouichi.
“ Kotaro è andato a vedere di che si tratta … e non sembra niente di buono.”
“ Io direi pessimo!” La voce di Kotaro Fuma il capo villaggio apparve dal nulla. Insieme a un vortice di foglie, apparve lui. Che si aggiustò gli occhiali in modo nervoso: “ I Kairoshu hanno intenzione di ritornare, e stavolta più agguerriti che mai … Ma stranamente, sembra che il loro obiettivo non sia lo Shinrabansho, ma ben altro … E non so di cosa si tratti ….” Abbassò lo sguardo e si sedette.
Un nuovo pericolo incombeva su loro mondo. Raimei e Kouichi rimasero alquanto perplessi. Senza chiedere ulteriori spiegazioni, uscirono dalla stanza insieme, e andarono a sedersi fuori.
“ Un nuovo nemico … “ Sussurrò Raimei. Kouichi le strinse la mano. Lei poggiò la sua testa sulla spalla dell’amico.
“ Andrà tutto bene … Staremo a vedere …” Le sussurrò all’orecchio. Guardarono il cielo, mentre lievi fiocchi di neve scendevano lentamente.
Cosa li aspettava dietro quel bosco? 

Commentate in molti! E scusate per la scrittura piuttosto piccola e il testo lungo, ma quando mi viene da scrivere non riesco più a fermarmi!!

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Capitolo 2
*** Sospetti ***


Eccoci arrivati al secondo capitolo! Come vedete tra loro due c'è qualcosa .. ma chissà quale sarà il nuovo pericolo! Scopriamolo insieme! Buona lettura!



Sospetti

 
“ Kotaro … dimmi la verità … sai chi è il bersaglio dei Kairoshu?” Chiese a bruciapelo Tobari, appena Raimei e Kouichi se ne andarono dalla stanza. Kotaro Fuma sospirò: “ Se lo sapessi non lo nasconderei di certo … ti giuro ne sono completamente ignaro …”
“ Questo è un guaio.” Disse Tobari: “ “Dobbiamo assolutamente scoprire di chi si tratta! Sai per caso di che parla il loro progetto?”
Kotaro si girò verso il professore, si tolse gli occhiali, e con fare enigmatico: “ Non sono riuscito a cavarne molto … però penso punteranno a qualcosa che supererà le barriere della realtà …”
“ Spiegati meglio!” Esclamò il professore sorpreso, e si accese una sigaretta.
“ Diciamo che da quello che ho potuto vedere, si tratta di un passaggio verso un altro mondo … ma no so aggiungere altro, mi dispiace ….”
“ Un passaggio?” Quella parola gli era rimasta fissa in testa. Assunse uno sguardo dubbioso: “ Non è che forse … no! È impossibile …”
“ Coinvolgimi nei tuoi pensieri! Ho diritto di sapere a cosa pensi!” gli urlò il saggio capo villaggio di Fuma.
“ Che stiano progettando un modo per un passaggio nell’aldilà?” Quell’ipotesi turbò sia Tobari che l’aveva esposta sia Kotaro.
“ E questa idea da cosa ti è stata data?” Chiese curioso quest’ultimo.
“ Non lo so … bisognerà approfondire la questione …” Diede un tiro alla sigaretta ormai quasi consumata e sputò il fumo. Kotaro rise: “ Allora sarà il caso di mandare quei due in missione … non si sa mai!”
“ Quei due chi? Intendi Shimizu e Aizawa?” Chiese Tobari.
“ E chi se no? Credo siano i più adatti! E poi una missione solitaria, li favorirebbe di sicuro! O no??” Lanciò uno sguardo malizioso e semi pervertito a Tobari, che rimase come di sasso.
“ Non so dove tu voglia parare, ma per me va bene … Shimizu! Aizawa! Venite!” Gridò il maestro.
I due amici sentirono il richiamo del loro maestro e corsero di nuovo in salotto.
“ Vi aspetta una nuova missione .. siete pronti?” chiese Fuma.
“ Certo … dove si svolgerà?” Chiese Kouichi.
“ Andrete a Banten, e indagherete sul progetto dei Kairoshu … fate in modo di ricavare più dati possibili, ok? Confido in voi!” Spiegò Il capo villaggio.
“ A Banten Dice? Sarà un enorme piacere, così rivedremo Miharu!” Esclamò Raimei con una piccola nota di gioia. Kouichi sentì come un leggero fastidio nel sentire la felicità nel pronunciare il nome dell’amico. Ma non lo diede a vedere.
“ Provvederemo subito, maestro …” Concluse Kouichi impassibile. I due ragazzi si congedarono e riuscirono fuori. Kumoira e Fuma si scambiarono uno sguardo un po’ strano, e poi ognuno andò per i fatti propri.
Nel mentre, Kouichi e Raimei si erano di nuovo seduti fuori.
“ Torneremo a Banten … chissà come sta Miharu ..”  disse con un filo di voce Raimei. Kouichi la osservava e notò nel suo sguardo come un barlume di felicità.
“ Ci tieni tanto a lui?” Le chiese. Lei fu colta così alla sprovvista, che non rispose subito. Rimase in silenzio, in cui Kouichi continuò a guardarla interrogativamente, ma poi riuscì a spiccicare qualche parolina: “ Non devi fraintendere! Io non provo niente per lui … accidenti! È solo che in passato ne ha passate così tante, ed è da molto che non lo vedo quindi essendo un mio amico, avrei il piacere di sentirlo … tutto qui!”
“ Sicuro?” In quel sicuro, Kouichi non fece trasparire un lieve senso di sollievo.
“ Puoi fidarti .. siamo o non siamo amici noi due?” Raimei sfoggiò un sorriso luminoso. Kouichi la fissò quasi incantato. Ma poi si riprese: “ Si, lo siamo … quindi … per la questione di prima …”
“ Intendi dire .. che stavamo per … baciarci?” Quella domanda la imbarazzò parecchio: “ perché .. lo hai fatto? Insomma! Non che mi sarebbe dispiaciuto … Ma che cavolo dico?” Urlò Raimei in preda al panico. Si mise le mani in viso per nascondere l’evidente vergogna nell’aver appena fatto quella confessione. Pensò subito che Kouichi le avrebbe riso in faccia. Invece …
Le afferrò lievemente le braccia, scostò le sue mani dal viso e la guardò dritta negli occhi: “ Mi dispiace per averti messa così in imbarazzo … mi sono lasciato prendere dall’entusiasmo nel vederti …” I loro visi erano davvero a rischio bacio.
“ Ti stai lasciando prendere dall’entusiasmo anche adesso?” gli chiese Raimei sottovoce. Posò le sue mani sulle spalle di Kouichi.
“ Forse … Più che altro adoro chiedere scusa alle persone guardandole negli occhi .. I tuoi sono speciali .. così profondi ….” E le prese il viso con una mano.
“ Giuro che se adesso qualcuno ci interrompe lo ammazzo!” Pensò tra sé Raimei, mentre chiuse gli occhi insieme a Kouichi. Prima non ne avevano avuto l’occasione, ma ora era il momento opportuno … o quasi.
“ Siete ancora qui? Ma non dovevate recarvi a Banten?” Gridò loro una vocina fastidiosa. I due si rinvenirono dal tentativo di baciarsi, e si scostarono in fretta.
“ Fuma!” esclamò Raimei arrabbiata. Mise mano alla spada, ma Kouichi la guardò di sottecchi e riuscì a calmare la sua furia omicida.
“ Mi dispiace di aver interrotto il vostro momento d’oro, ma ci tengo a questa missione più di ogni altra cosa! Alzate le chiappe e prendete il treno! Partirà tra meno di venti minuti!” Disse loro lo scocciatore. I due si alzarono, corsero nelle loro stanze, presero gli zaini con le loro cose e saltarono verso la stazione.
“ Non è giornata …” Disse Raimei un po’ delusa.
“ Ci rifaremo ….” Le rispose Kouichi. Si sedettero uno a fianco all’altro. Ma la presenza della gente guardinga non permise loro il gesto tanto voluto dai due. Si limitarono a riposare spalla spalla, mentre osservavano  il paesaggio delle campagne giapponesi scorrere dal finestrino del treno. E verso sera, si ritrovarono davanti al piccolo ristorante dove viveva il loro amico Miharu.  

Vi è piaciuto?? O non ha soddisfatto i vostri gusti? Commentate grazie!! ^^


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Capitolo 3
*** L'indagine comincia ***


Terzo Capitolo <3 gradirei attenzione <3 Buona lettura! Ps: Gli asterischi che vedrete sono note dell'autore <3

Inizia l’indagine
 
“ Salve ragazzi … che sorpresa vedervi …” disse con il suo tono da apatico Miharu. I due lo salutarono più calorosamente: “ è da tanto che non ci vediamo! Come stai?” gli chiese Raimei.
“ Come al solito, tutto tranquillo direi … ma voi perché siete qui?”
“ Passavamo, e così … siamo venuti a farti una visita!” Rispose mentendo Kouichi.
“ Sono … contento … venite, non restatevene lì fuori!” E Miharu li fece accomodare dentro la tavola calda. Preparò uno dei suoi Okonomiyaki* e lo offrì ai due nuovi arrivati, che lo gustarono felicemente.
“ Wow Miharu! È buonissimo!” Disse Raimei leccandosi le dita.
“ Me lo ha insegnato la nonna … sono contento che sia di vostro gradimento …” Nonostante il complimento gli avesse fatto piacere, parlò con tono indifferente. Non era cambiato niente in lui: quel suo sguardo racchiuso in quelle due gemme smeraldine non lasciava trasparire sentimenti alcuni, anche se da quando aveva conosciuto Yoite, aveva aperto gli occhi al mondo che lo circondava. Certo, Yoite ormai non era che polvere* , ma in Miharu rimaneva sempre vivo il ricordo del caro amico, uguale a lui.  
I due amici lo guardarono stranamente ma sorrisero lo stesso. Passarono una serata tranquilla e senza domande sul mondo di Nabari, in fondo erano stanchi e non avevano di certo voglia di parlare della missione. Comunque, Miharu intuì che loro due non erano lì solo per semplici visite, e pose loro questa domanda: “ Siete in missione per conto del professore o di qualcun altro? “
Kouichi per poco non soffocò per colpa del the che gli andò di traverso, e Raimei tossì forte: “ Beh … ecco … perché questa domanda?”
“ Non sono così stupido come sembra … sputate il rospo!” Disse loro Miharu, quasi furioso.
Esitarono un attimo, ma alla fine: “ Si , siamo in missione … dobbiamo fare alcune indagini sui Kairoshu ..” Disse rassegnato Kouichi.
“ Sono tornati all’attacco?” La voce del ragazzino divenne lievemente flebile. Aveva paura che i cattivi fossero tornati per lui. Ma tirò un sospiro di sollievo appena sentì Raimei rassicurarlo sul fatto che non puntavano allo Shinrabansho.
“ Il problema è che non sappiamo da dove iniziare ad indagare … dovremmo cercare dappertutto …”
“ Forse vi posso aiutare .. sapete che Katsua lavora all’infermeria di scuola?”
“ Intendi la sorella di Yukimi?” chiese Raimei: “ Come ci potrebbe aiutare?”
“ Suo fratello era un Kairoshu, forse sa qualcosa sui nascondigli preferiti da questi ultimi …” Rifletté Kouichi: “ C’è solo un modo per scoprirlo: domani faremo una visitina a scuola a Katsua, e glielo chiederemo. Non penso ci neghi quest’aiutino.” Concluse il ragazzo dai capelli bianchi.
“ Hai ancora le nostre uniformi scolastiche, Miharu?” Chiese Raimei.
“ Dovrebbero essere nell’armadio di sopra … Domani quindi verrete a scuola?”
“ Si , dobbiamo passare inosservati …” Disse Kouichi.
I tre si misero d’accordo per l’indomani mattina. Raimei e Kouichi presero le loro uniformi, e poi se ne andarono, salutando Miharu.
“ Non è cambiato neanche di una virgola.” Disse Raimei.
“ Sempre lo stesso indifferente a tutto , ma buono e disponibile …” Continuò Kouichi. I due camminavano fianco a fianco, tenendo in mano una busta contenente l’uniforme scolastica.
“ Senti, Kouichi …. Visto che io a casa non ci posso tornare … mi chiedevo se …” Chiese Raimei, con una leggera nota di imbarazzo nella voce.
“ Vieni a dormire a casa mia?” Le rispose Kouichi, un pochino soddisfatto.
“ Si ,così evitiamo ritardi domani mattina … dormo sul divano se vuoi …”
“ Tranquilla, dormo io sul divano, tu vai nella mia stanza … non voglio saperti scomoda sul quel divanaccio in salotto.” Disse Dolcemente il ragazzo. Raimei arrossì: “ beh .. grazie della gentilezza.”
Arrivarono a casa di Kouichi, e lui girò la chiave nella serratura. La casa era deserta da alcune settimane, in cui Kouichi era stato a Fuma, e quindi si sentiva un leggero odore di chiuso. Ma tutto era in ordine.
“ Accomodati, la stanza è di sopra … ti auguro una buona notte.”  Disse Kouichi. Raimei gli sorrise e ricambiò la buonanotte. Entrò nella stanza del ragazzo, una modesta camera da letto, piccola ma accogliente e calda. Indossò il suo pigiama rosa, e si infilò sotto le coperte. Nel mentre anche Kouichi si era steso sul divano in salotto. Passarono la notte tranquillamente, anche se i pensieri roteavano loro in testa.
Il mattino dopo, Kouichi andò a svegliare Raimei. La trovò ancora addormentata. Sembrava una bambola: I capelli biondi erano sciolti e sparsi sul cuscino, gli occhi chiusi in un espressione beata e dormiva quasi accovacciata su se stessa. Kouichi la scosse dolcemente, e riuscì a svegliarla. Si prepararono senza incontrarsi per casa, ma Raimei ci mise più tempo. Così disse a Kouichi di andare senza di lei. Lui accettò a malincuore, ma andò lo stesso. La vide pochi minuti dopo, nel cortile della scuola. E si rese conto che il tempo in più costatole era servito a qualcosa, che incantò il bel giovine.
Raimei portava la consueta uniforme, ma non teneva più i capelli legati nei suoi due graziosi codini. Erano sciolti, lunghi e fluenti, e in testa portava un elegante berretto nero, con un mini fiocchetto bianco. Una sciarpa di lana bianca le avvolgeva il delicato collo.
“ è stupenda …” Sussurrò tra sé Kouichi. Lei gli si avvicinò, e non esitò a notare che anche Kouichi aveva subito un cambiamento estetico: Si era messo le lenti a contatto. I suoi sottili occhi rossi sembravano più luminosi.
“ Sei molto carina stamattina …” sparò Kouichi a bruciapelo. Raimei arrossì violentemente” Sapevo che gli sarebbe piaciuto! Si” pensò trionfante dentro di sé: “ Anche tu Kouichi …” Rispose lei. Si guardarono fissi un attimo, sotto lo sguardo quasi stupito degli altri studenti. Alcuni di loro azzardarono pure a fischiare, per farli tornare al loro mondo.
“ Vieni, Miharu ha provveduto a noi riguardo l’iscrizione … siamo nella stessa classe, ma non è questo il momento di pensare a ciò, andiamo da Katsua …” Disse Kouichi coraggiosamente. Prese la mano a Raimei, e insieme camminarono sotto lo sguardo invidioso di tutti quanti.
“ Perché mi prendi per mano?” Gli chiese sottovoce Raimei.
“ Dobbiamo sembrare una coppietta, ho notato sguardi a dir poco ambigui nel resto dei ragazzi che ti hanno osservata …”
“ Sei .. geloso?” la ragazza arrossì violentemente dalla gioia.
“ Diciamo che non voglio che nessuno ti guardi in modo pervertito …” Rispose lui. La ragazza strinse più forte la presa alla mano del compagno. Si diressero lentamente in infermeria. E una donna bionda e alta, vestita in camice bianco, stava scrivendo sul tavolo dell’infermeria del primo piano. Appena vide i due ragazzi, sfoggiò un bellissimo sorriso, e andò loro incontro: “ Ragazzi! Mi fa piacere rivedervi!”
“ Anche noi siamo felici di vederti … ma non siamo qui per prendere il the.” Disse Kouichi freddamente. Katsua rimase un po’ sorpresa da quella risposta. Fece sedere i ragazzi davanti a lei, e in breve si fece spiegare dai due il motivo della loro visita. 

* Okonomiyaki:L'Okonomiyaki (お好み焼き trad. "cucina ciò che vuoi"?) è un piatto giapponese che unisce foglie di cavolo ad un impasto formato da acqua, farina e uova. Il tutto viene cotto e fornisce la base alla quale verranno aggiunti altri ingredienti, solitamente carne e vegetali. L'Okonomiyaki è quasi una via di mezzo tra un'omelette ed un pancake. Solitamente viene cucinato su un Teppan e viene spesso servito con maionese, con una salsa tipica oppure con zenzero


* polvere: nell'ultima puntata di Nabari, Yoite  si dissolve per efetto dell'arte del Kira. é come se morisse, ma lentamente ...


Allora!! Vi è piaciuto?? Commentate!!  

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Capitolo 4
*** Una strana occhiata ***


Quarto capitolo <3 A me scriverlo ha divertito ed emozionato, spero che per voi sia lo stesso leggendolo! Buona lettura!

Una strana occhiata


Katsua rimase alquanto perplessa da ciò che i due ragazzi le avevano chiesto: “ Ragazzi … perché volete saperlo proprio da me?”
“ Beh , sbaglio o eri una ex Kairoshu?” Raimei la guardò quasi minacciosa. Katsua sospirò: “ Si, ma … non conosco così bene i nascondigli! Dovrei chiedere a Yukimi per avere una risposta certa!”
“ Beh, allora che aspetti?” Raimei era impaziente.
“ Un attimo! Lo chiamo subito …” Prese il cellulare posato sulla scrivania, digitò il numero del fratello e premette il tasto verde. Aspettò un po’, mentre gli altri due le stavano quasi appiccicati per sentire suo fratello.
“ Pronto?” Una voce maschile , leggermente scocciata, parlò dall’altra parte del telefono.
“ Yukimi? Sono io Katsua … senti, fratellone … dovrei chiederti una cosa un po’ delicata …” Il fratello non parlò ulteriormente, ma si limitò a mugugnare un : “ Dimmi.” Katsua, appena pronunciò la domanda su dove fossero i nascondigli dei Kairoshu, dovette togliere in fretta il cellulare dall’orecchio per non assordarsi a causa delle urla del fratello.
“ Cosa? Ma sei matta? Perché mi chiedi una cosa del genere?” Urlò Yukimi, che in quell’istante, era a casa sua a lavorare davanti al PC.
“ Ragazzi, aiutatemi! E chi lo calma più adesso?” Chiese supplicando Katsua a Kouichi e Raimei. Alla fine, lo Shinobi prese il telefonino, e parlò lui stesso a Yukimi: “ Senti, ci serve quest’informazione per una missione urgente … e dacci una mano per la miseria!”
“ Ma tu chi sei? Aspetta … non sarai mica il quattrocchi leccapiedi di quel Kumoira!” Kouichi per poco non gli avrebbe urlato contro, ma resistette e rispose con tono seccato che era proprio lui.
“ Bene bene! Che ci fai con mia sorella? Guarda che è sposata!”
“Non dire assurdità e sii serio! Ormai sei passato dalla nostra parte, quindi puoi darci quest’informazione? È urgente ti dico!”
“ D’accordo! Non ti scaldare … Fammi pensare … tra i nascondigli più noti di noi Kairoshu ci sono … alcuni vecchi magazzini fuori città … hai presente la ditta Itachi?”
“ Quella che vende elettrodomestici?” Chiese riflettendo Kouichi.
“ Si, proprio quella … Se vai nella zona dove si trovano quei magazzini troverai di certo qualcosa che potrebbe interessarti … non posso dirti altro …”
“ Come no? E scusa! Gli altri?” Esclamò alquanto scocciato Kouichi per la scarsità delle informazioni ricevute.
“ Ragazzino! Non provocarmi! Sei o non sei un ninja? Fidati del tuo naso e cercati il resto da solo!” Gli disse in risposta Yukimi. Che tipo affidabile!
Katsua intuì la risposta scorbutica del fratello, e sussurrò un semplice: “ Oh santo cielo …”
Raimei non ce le fece più. Prese di mano il telefonino a Kouichi, si schiarì la voce e urlò: “ Dicci il resto o vengo lì ad affettarti con la Gamon!”
Yukimi scostò il telefonino dall’orecchio, e per poco non cadde dalla sedia: “ Ragazzina! Cerca di calmarti!”
“ No, non mi calmo! O sputi il rospo o ti uccido!”
“ Che maniere! E va bene … un altro nascondiglio si trova proprio a scuola, ma non so dove di preciso … questo è tutto! Arrivederci!” E chiuse in fretta, prima che Raimei potesse di nuovo scatenarsi contro di  lui. Rimasero attoniti da quella risposta, ma almeno avevano ottenuto qualcosa. Ringraziarono Katsua, e uscirono dall’infermeria. Nel mentre, le lezioni stavano per cominciare, e gli studenti si stavano riversando nei corridoi del primo piano.
“ A scuola … che pizza! Dovremo cercare dovunque!” Disse rassegnata Raimei.
“ Beh! Almeno qualcosina la sappiamo, anche se non molto  …” Le rispose Kouichi. I due continuarono a camminare verso la loro classe, quando Raimei sentì un brutto presentimento. Come se qualcuno la stesse osservando. Si voltò perplessa, ma non vide niente. I suoi dubbi si infittirono ancora di più.
“ Cosa c’è?” le chiese Kouichi.
“ Non so .. mi sento osservata …” Rispose dubbiosa lei.
“ Sarà qualche ragazzo che ti guarda affascinato … come del resto lo sono io …”
“ Ma come fa ad essere sempre dolcissimo e maledettamente sexy ogni momento?” Pensò tra sé Raimei arrossendo violentemente.
“ N – N – Non dire sciocchezze … penso sia qualcosa di più sospetto che una semplice occhiata a una bella ragazza …”
“ Che sia qualche spia Kairoshu?” Rifletté Kouichi. Raimei sentì di nuovo quello strano sguardo addosso, e stavolta lo sentì anche Kouichi. Si voltarono tutti e due allo stesso modo. Stavolta però riuscirono a vedere una figura snella scappare nella direzione opposta, e dirigersi verso le scale.
“ Hai visto anche tu? Seguiamolo!” Esclamò Raimei, e i due si misero a inseguire quella misteriosa persona. Quello scese saltando a tre a tre i gradini della scala, seguito a ruota dagli altri due che gli gridarono: “ Fermo!” Lui continuò a correre, e prese il corridoio conducente alla palestra.
“ Sta andando in palestra! Presto!” Disse Kouichi. L’altro aveva già svoltato l’angolo, e probabilmente oltrepassato la porta della palestra. Kouichi e Raimei arrivarono fino a quel corridoio, E videro le ante della porta socchiuse. Cercarono di avanzare, ma una pioggia di shuriken piovve loro addosso. Kouichi prese prontamente un Kunai e schivò tutti gli attacchi, Raimei si fece scudo con la Katana.
“ è sicuramente un Kairoshu! Presto!” Urlò Raimei. I due corsero velocemente in palestra, e aprirono in fretta la porta. La palestra era deserta, sin troppo silenziosa.
“ Dove si sarà cacciato?” Pensò la ragazza.
“ Attenta!” Kouichi le si buttò addosso e riuscì a salvarla da un Kunai cui era attaccata una carta bomba che esplose all’impatto con la parete. I due erano a terra. Raimei guardò Kouichi: “ Grazie!”
“ Di niente, stai bene?”
“ Si, per fortuna … Guarda laggiù!” Indicò qualcosa sul soffitto. Il sospetto stava per fuggire dalla finestra della palestra.
“ Fermo!” Urlò Kouichi,e prontamente scagliò il Kunai contro quell’individuo. Non fallì il colpo, e per poco quella persona non cadde dalle travi della palestra. Ma si tenne abbastanza in equilibrio.
“ Presto! Prendiamolo prima che fugga!” Kouichi aiutò Raimei a rialzarsi. Quell’individuo stava ormai per raggiungere la finestra.
“ No!” Disse Disperata la samurai. Ma qualcuno provvide ad aiutarli.
“ Ehi tu! Rimani dove sei!” Un ricciolino piuttosto basso, si scagliò con la sua spada contro quell’uomo. Quest’ ultimo non riuscì a difendersi, e cadde sui tappetini da ginnastica.
“ Gau!” Raimei fu felice di vedere il discepolo di suo fratello Raiko. Il ragazzino scese agilmente dalle travi.
“ Signorina Raimei! Kouichi! Sono felice di vedervi!” Disse allegramente.
“ Mai quanto lo siamo noi di te in questo momento.” Disse Kouichi. I tre si avvicinarono al corpo dolorante di chi stavano inseguendo, e poterono vedere  di chi si trattava. 

Allora! Vi è piaciuto! Commentate! Non sopporto la vista di tutti gli zeri! <3

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Capitolo 5
*** Serata Movimentata ***


Quinto capitolo ... chi sarà la misteriosa figura? Buona lettura!

Serata movimentata
 
Quel corpo dolorante schiantatosi fortunatamente sui cuscini, non era altro che un ragazzo in divisa, capelli castani e occhi verdi. Non aveva l’aria di un bravo ragazzo, poco ma sicuro. Raimei estrasse la Katana dal fodero e gliela puntò minacciosamente al collo: “ Dicci chi sei e non ti faremo del male …”
Lui si riprese, e deglutì alla vista della spada puntata alla sua gola. Ma non si fece spaventare da quella lama affilata: “ Scordatevelo! Preferisco morire piuttosto che fare la spia agli Shinobi!”
“ Se la metti così ..” Kouichi estrasse il suo Kunai e lo impugnò a mò di coltello da cucina: “ Sappi che uccidere per me è un giochetto da ragazzi, vedessi quanti ne ho ammazzati di te!” Alzò il braccio, e bloccò il tipo assai spaventato. Fece per far scattare il braccio e conficcare l’arma affilata dritta nel petto di quel ragazzo, ma fu la voce di quest’ultimo a bloccarlo: “ Fermo! Non voglio davvero morire! Ti dirò tutto, ma ti prego non uccidermi!”
“ Certo che tu di coraggio ne hai da vendere!” Disse con sarcasmo Raimei, che ritirò la sua katana. Kouichi fermò il suo tentativo di assassinarlo, e lo lasciò parlare: “ Sono un Kairoshu … so chi siete, e per questo vi ho inseguito … ma ora che sapete chi sono … cosa volete da me??”
“ Una semplice informazione …” Disse Raimei : “ Il vostro nuovo progetto .. di cosa si tratta?”
“ Quello mai!” Sputò il ragazzo: “ Neanche se doveste torturarmi fino alla morte! È un segreto irrivelabile!”
“ Non sei in condizione di poter reagire o fuggire in questo momento …” Disse Kouichi, con occhi socchiusi in uno sguardo assassino e reimpugnando l’arma di prima: “ Quindi , per la tua incolumità, ti converrà parlare senza giri di parole carino!”
Il ragazzo si trovò in serie difficoltà. Li squadrò uno ad uno con sguardo altamente preoccupato, e esitò a rispondere.
Raimei come sempre stava perdendo la pazienza: “ Allora?” Mise mano alla Gamon, e stavolta anche Gau, che era rimasto silenzioso e fermo, portò la mano all’impugnatura dell’arma.
“ E va bene! Vi posso solo dire … che io non so di cosa parli!” Rispose supplicante il ragazzo. I tre rimasero un po’ perplessi: “ Come sarebbe a dire che non lo sai nemmeno tu?” Chiese Gau.
“ Vi giuro! Io sono una semplice spia! Non so niente a riguardo!” Disse lui con le lacrime agli occhi.
“ E conosci qualcuno che ce lo potrebbe dire?” Chiese Kouichi, alquanto seccato.
“ Stasera … se non sbaglio … ci dovrebbe essere una riunione …” Disse balbettante.
“ Dove?” Chiesero all’unisono gli altri. Quello girò gli occhi e si limitò a proferire un semplice “ Non lo so nemmeno io.”
“ Ceeeeeeeeeeeeerto!  E io sono Babbo Natale!” sbottò Raimei che aveva estratto la Gamon Nera E l’aveva puntata subito al collo del disgraziato.
“ Va bene! Va bene! Qui vicino … nel palazzo qui di fronte! Ora lasciatemi!” Disse quello tremante come una foglia.
“ Ci sei stato d’aiuto! Grazie mille! Ora puoi andare!” Kouichi lo liberò e quello scappò con la coda tra le gambe.
“ Grazie Gau! Senza di te ci sarebbe scappato!” Raimei ringraziò il ricciolino dell’aiuto ricevuto.
“ è stato un piacere! Farei di tutto per lei, signorina!” Disse lui un po’ arrossito: “ Ma ora ditemi … come mai vi trovate qui? Siete in missione?”
“ Beh, come hai notato poco fa abbiamo dovuto raccogliere dei dati per una missione ben più importante …” Concluse Kouichi.
“D’accordo … il tizio ha parlato di una riunione tra Kairoshu … come pensate di riuscire a entrarci senza farvi scoprire?”
Raimei e Kouichi si guardarono tra di loro indecisi. Ma alla fine la ragazza ebbe un piccolo lampo di genio … alquanto bizzarro.
Appena lo espose ai due ragazzi, non solo arrossirono violentemente, ma Kouichi lo contestò pure: “ Ma dico! Sei matta per caso? E se poi ne approfittassero? Non voglio che nessuno ti tocchi!”
“ Starò attenta! E poi  ho sedici anni! So badare benissimo a me stessa! Basterà ubriacarli e ricevere quello che ci serve per la missione! Tutto qui!”
“ Ma signorina!” Gau era davvero rosso dalla vergogna: “ Vestirsi come una ... oh! Non voglio neanche pronunciare quella parola!” E si coprì il volto con le mani.
“ Non mi vestirò affatto da prostituta! Basterà un abitino succinto e cadranno ai miei piedi!” disse convinta lei.
Kouichi la guardò abbastanza preoccupato, ma lei lo rasserenò con un sorriso: “ Andrà bene! Non preoccuparti …” E gli carezzò la guancia. Lui chiuse gli occhi, rassegnato.
Gau pensò di essere di troppo in quella situazione, e salutò i due frettolosamente, andandosene senza che i due potessero ricambiare.
“ Mmh … Andiamo.” Concluse Kouichi. Prese per la mano Raimei, e insieme  entrarono nella loro classe. La mattina passò abbastanza in fretta, tra pensieri e preoccupazioni  per quella sera.
Nel pomeriggio, Raimei si preparò per l’infiltrazione. Kouichi leggeva una rivista in salotto, quando sentì la ragazza chiamarlo. Lui corse da lei, a vedere di cosa avesse bisogno. E ciò che trovò lo lasciò senza parole.
“ Secondo te è meglio questo o questo?” Disse Raimei, coperta solo da un asciugamano piuttosto corto, con in mano due vestitini anch’essi corti, uno nero e l’altro rosso fuoco. Kouichi si coprì gli occhi, per reprimere i suoi istinti più selvaggi: “ Raimei, per carità! Vestiti almeno!”
“ E se tu mi aiutassi a scegliere l’abito, lo farei subito!” sbottò lei avvicinandosi. I suoi capelli erano ancora bagnati, e l’asciugamano scivolava pericolosamente.
“ Allora fammi pensare … “ Disse Kouichi, senza fissare Raimei e guardando solo gli abiti ( Cercando di farlo senza guardarla!) “ Io .. opterei per quello nero. Sembra più carino.”
“ Anch’io avevo scelto quello nero … ora che ho sentito il tuo parere mi sento sicura.” Proferì soddisfatta: “ E per i capelli?”
Kouichi dovette guardarla per decidere. Era veramente mozzafiato. Non resistette, e avvicinatosi a lei le sfiorò i capelli: “ Sciolti .. sei bellissima …”
“ Kouichi … “ Raimei parve alquanto imbarazzata. In fondo però era lei ad essere in condizioni abbastanza disagevoli per il ragazzo: “ Io … avevo pensato per una treccia alla francese …”
“ U – Una treccia? C- certo! “ E scostò le mani dai capelli della biondina. Uscì senza voltarsi dalla stanza, e chiuse la porta. Raimei fissò la porta a lungo un po’ delusa, e lentamente si vestì e acconciò i capelli. Kouichi entrò in bagno e si sciacquò la faccia con acqua gelida. Si guardò allo specchio, e pensò:” Calmati! Resisti e respira profondamente.” Era agitatissimo. La vicenda con Raimei lo aveva davvero scombussolato. Si asciugò e uscì nervosamente. Sentì il phon dalla camera.
“ Ehi! Quando hai finito scendi a cenare! Poi andiamo!”
“ Va bene!” Urlò la ragazza indaffarata ad asciugarsi i capelli.
Lui scese e preparò la cena. E per poco non la sputò, appena vide Raimei con indosso un abitino nero smanicato, piuttosto corto( la lunghezza massima raggiunta dalla gonna era metà coscia) e aderente. Una treccia francese le pendeva dal lato destro. Portava un paio di tacchi a spillo.
“ Mi vuoi far morire?” Disse Kouichi in preda ai bollori.
“ Seeeeeeee, come no … come ti sembro?” Chiese lei facendosi vedere.
“ Sei … molto … insomma …” Kouichi non riusciva a spiccicare altra parola.
“ Va bene lo stesso .. senti! Io non è che abbia tanta fame … quindi andiamo subito! Prima finiamo meglio è!”
“ Ma almeno qualcosina!” Kouichi afferrò un pezzo di pane al riso e glielo mise davanti agli occhi. Lei lo scostò con le mani rifiutando . “ Mangia!” insistette il ragazzo, ma non ci fu verso di farla mangiare. Dovette rassegnarsi, quella lì aveva troppa fretta.
“ Su, usciamo e finiamo questa cosa!” Aprì la porta di casa, mise il cappotto e fece uscire Raimei per prima, che per non prendere fredda si era anche lei coperta. Usciti dal cancello, si incamminarono verso la scuola. Andarono rigorosamente a braccetto, sia perché Raimei faceva fatica a camminare con i tacchi, sia perché Kouichi non voleva che la guardassero … almeno avrebbero creduto che stesse con lui.
Arrivarono a quell’edificio famoso in meno di dieci minuti. Era un enorme palazzo deserto, ma da qualche parte lì intorno si sentivano delle voci.
“ Deve essere questo … tu nasconditi, io vado e entro .. e non preoccuparti ok?” disse Raimei, notando la stizza del ragazzo nel doverla lasciare entrare in quel postaccio. Lui non commentò ma si limitò a stringerla a sé. Lei ricambiò un po’ imbarazzata e si avviò alla porta d’ingresso. Bussò. All’inizio non sentì niente che le desse indizio che qualcuno stesse venendo ad aprire, ma quando ribussò dei passi rimbombarono lievemente. La porta si aprì, e un tizio con i baffi sottili e gli occhi infossati la guardò dall’alto in basso.
“ E tu chi sei?” Domandò. Anche se dal suo sguardo non sembrava tanto sospettoso. Anzi! Sembrava molto interessato …
“ Scusami …” La ragazza parlò con voce suadente: “ Ma ho un po’ di freddo e vorrei scaldarmi un pochino … posso entrare?” E alzò poco poco la gonna, in modo da attirare sempre di più l’attenzione dell’uomo. Fece centro: “ Ma certo cara, accomodati pure!” E la fece entrare. Lei oltrepassò la soglia, dopo aver mandato un’occhiata a Kouichi nascotosi dietro un muretto lì vicino. Quello era solo l’inizio di qualcosa che li avrebbe davvero sconvolti. 

Commentate!! Vi è piaciuto? Da qui in poi si farà davvero interessante!

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Capitolo 6
*** é impossibile! No lui! ***


Scusate se ieri non ho pubblicato, ma ero al mare e sono tornata alquanto distrutta ... quindi oggi pubblicherò due capitoli!! yeeeehh!! Buona lettura!

È impossibile! No lui!

 
In una stanza che puzzava di chiuso, mal illuminata, dei tizi giocavano a carte, fumando a tutto spiano, e sbraitando come scimmie. Raimei venne portata dentro quella stanza, dove tutti si voltarono a guardarla interessati. Avevano tutti l’aria  da pervertiti.
“ Lei è la mia signora per questa sera … a proposito qual è il tuo nome signorina bella?” Disse il baffuto, cercando di posare la mano sul sedere della giovine. Lei si scostò immediatamente, e con fare riservato ma sexy disse: “ Non ho un nome … ma mi puoi chiamare Angelo Cattivo se ti va …”
L’uomo non se lo fece ripetere due volte, e la fece accomodare sul divano di stoffa, piuttosto nuovo per un posto decadente come quello.
Gli uomini seduti al tavolo da poker la salutarono allegramente, e ripresero a giocare. Oltre a Raimei, c’erano alcune donne, più o meno sulla trentina, formose e ognuna di loro vicino a un giocatore. Anche loro di certo non passavano inosservate a causa del loro abbigliamento.
“ Ti va di scaldarci un po’ carina?” Chiese di botto l’uomo sussurrando a Raimei, provando a metterle le mani in mezzo alle gambe.
“ Non ne ho bisogno adesso …” Disse lei, cercando di evitarlo ma senza darlo a vedere. L’uomo rimase un po’ deluso ma non si arrabbiò, si limitò a sbuffare e a bere un bicchiere di whisky. Ne volle offrire a Raimei, che rifiutò l’offerta: “ No grazie … non ho voglia di bere …”
 “ Certo che sei strana per fare il lavoro che fai, piccola … o sei solo timida? Ti aiuto io a superare la paura eh!”
“ Non insista, non mi va a quest’ora …” Raimei più che altro cercava di afferrare qualcosa dal discorso mezzo confuso dei giocatori sul tavolo, per vedere se parlassero della missione.
“ Uh! Vedo che sei una tipa notturna … la cosa si fa interessante.” L’uomo allargò le gambe, e Raimei strinse le sue disgustata. Non voleva di certo arrivare a quel punto per farsi dire tutto!
Mentre cercava di evitare le mosse di quel signore, un uomo intento a giocare, occhi azzurri ma maligni e capelli brizzolati si tolse il sigaro e pronunciò: “ Iniziamo la riunione, signori! Vi prego di prestarmi attenzione … intanto le signorine escano dalla stanza, non vogliamo orecchie indiscrete.”
Tutte le donne, a malincuore, lasciarono la stanza per andare in cucina per i fatti loro. Dovette andarsene anche Raimei, però non uscì sola, ma con l’uomo che si offrì di farle compagnia.
“ Io esco con lei … per stanotte è mia.” Disse con voce pervertita. La ragazza rabbrividì: Primo, appena stavano iniziando a parlare del progetto, lei non poteva assistere, secondo se la sarebbe dovuta vedere con quel maniaco! Si pentì amaramente della sua idea strampalata.
L’uomo la prese per il braccio e l’accompagnò al piano di sopra. La fece entrare in una camera da letto, munita solo di letto singolo, stranamente pulito, e una scrivania, su cui c’erano alcuni documenti, di origine sconosciuta per Raimei. La finestra dava sulla strada.
Raimei si sedette sul letto alquanto nervosa. Dal piano di sotto si sentivano le voci di quelli riuniti, ma purtroppo non riusciva a sentire niente che le desse indizio di qualcosa. Solo un vociare ininterrotto.
“ Angioletto! Ti va di rinfrescarti?” Chiese l’uomo che nel mentre si era tolto la giacca.
“ Ehm … mi farebbe piacere.” Rispose nervosa. Si alzò dal letto, e cercò di raggiungere la porta per sgattaiolare in bagno, o meglio per origliare alla porta del piano di sotto. Ma qualcosa glielo impedì: Una stretta alla vita,e qualcosa di umido le bagnò la spalla.
“ Sei così carina ..” Disse l’uomo, che le aveva messo ormai le mani addosso. Lei provò a ribellarsi, ma lui la sollevò da terra, e la gettò sul letto. Lei si sentì schiacciata dal peso di quel tizio, che iniziò a baciarle il collo.
“ non può finire così …” Pensò. Raimei gemeva, e si sentiva altamente a disagio. Doveva fare subito qualcosa, ma il baffuto non dava segno di volersi staccare da lei. E dopo un po’ sentì che quello stava provando a mettere mano sulle sue gambe.
“ Avanti carina … diamoci da fare!” Disse, mentre Raimei fece forza con tutta se stessa per evitare di finire usata. A quel punto il suo spirito da samurai tornò a galla. Alzò di scatto la gamba, e riuscì a dare una ginocchiata all’addome al Kairoshu, che si piegò in due dal dolore.
“ allora vuoi giocare duro!” Disse, arrabbiandosi. Afferrò le braccia di Raimei e la bloccò contro il materasso, ma lei lo colpì dritto col tacco della scarpa in mezzo alle gambe. L’uomo vomitò saliva, e stavolta il dolore fu davvero lancinante. Raimei riuscì a liberarsi, si alzò dal letto in fretta, e afferrò uno sgabello vicino alla scrivania, sbattendolo contro la schiena del tipo. Il colpo lo fece cadere bocconi a terra. Chiuse gli occhi, e un live rivolo di sangue uscì dalla sua bocca.
“ Spero di non averlo ucciso …” pensò preoccupata Raimei. Si avvicinò per sentire se ci fosse ancora il battito: Non seppe se essere felice o triste, il battito c’era ancora. Era solo svenuto.
“ Lui è sistemato … ora pensiamo al resto.” Pensò soddisfatta. Si sciolse la treccia che le dava un po’ fastidio, e per prima cosa frugò tra i documenti poggiati sulla scrivania. Ne afferrò alcuni, per vederne il contenuto: Alcuni erano semplicemente rapporti su missioni di qualche anno fa, tasse da pagare ( Non si chiese nemmeno perché ci fossero quel tipo di documenti), o semplicemente fogli scritti a caso.
“ Qui, non c’è niente! Accidenti …” Si mise le mani nei capelli. Si sedette sul letto, e fissò la scrivania a lungo. L’uomo giaceva ancora a terra. Doveva riuscire a trovare qualcosa che le sarebbe servito per la missione.
“ AH! Maledizione!” Disse, rialzandosi di scatto. E solo allora, mentre stava in piedi  davanti al tavolo da scrittura, notò qualcosa spuntare da uno dei cassetti …
Si incuriosì, aprì il cassetto e vi trovò una specie di scheda. La carta era nuova, sopra c’era marchiato “ Top Secret”.
Aprì interessata il documento, e per poco non le prese un colpo: Quello era quello che stava cercando. Il progetto della serata.
Sfogliò le carte, e lesse con gli occhi ciò che c’era scritto: Una K in rosso era stampata ogni tanto sul testo dei fogli, oltre a parole che riportavano a cose tipo “ portale”, “ Mondo dei morti” o “ Immortalità”. Questa parola la lasciò perplessa, e anche quella lettera … K … Che stava a significare?
Trovò la risposta, continuando a sfogliare: Una foto cadde a terra. Lei la raccolse, e non seppe come reagire … Raffigurava proprio Kouichi, il suo Kouichi.
“ Non è possibile! Non lui! Che c’entra?” Si chiese stringendo più forte la lettera, e guardando davanti a sé: “ Non può essere un bersaglio .. no ..” Una lacrima scese dal suo occhio. Il progetto era incentrato proprio sul ragazzo immortale .. Era ricercato.
Purtroppo non poté pensare a correre da lui per avvisarlo, poiché sentì un forte dolore alla schiena. La vista le si annebbiò, e il buio invase i suoi occhi. Una risata grottesca invase le sue orecchie.
“ Kouichi …” riuscì solo a pensare, nell’ultimo lampo di lucidità che le rimase, prima che perdesse completamente i sensi,e qualcosa la trascinasse per i piedi,  e qualcuno la rinchiudesse dentro a una stanza, ormai senza che lei lo sentisse.
Nel mentre quell’ultimo pensiero era arrivato dritto come una scheggia al diretto interessato. Una brutta sensazione lo invase, e volle accertarsi personalmente che la missione andasse a gonfie vele. 

Come va allora?? Recensite e fatemi sapere se vi sta piacendo!!

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Capitolo 7
*** K all'attacco ***


Come promesso nel capitolo precedente, ecco l'altra parte, quella effettiva di oggi ... spero vi piaccia! Buona lettura e ditemi cosa ne pensate!

K all’attacco

 
Un botto alla porta e Kouichi si presentò a quelli che erano sotto in riunione. Loro lo riconobbero subito: “ è K! Prendetelo!” Gli uomini si alzarono dalle sedie di colpo, ma Kouichi rimase ugualmente fermo sulla soglia a fissarli tranquillamente. Gli si buttarono contro, e lui prontamente li schivò come una scheggia.
“ Ma come fa ad essere così veloce?” Si chiesero tutti, mentre il ragazzo piano piano si avvicinava al tavolo. Il capo, quell’uomo col sigaro che aveva invitato tutte le donne ad uscire, estrasse la Magnum dalla giacca: “ Stai lontano ragazzino … uomini! In posizione!” Tutti quanti si misero attorno a Kouichi e estrassero le armi da fuoco. Lui continuò a guardarli senza reagire minimamente alla minaccia. Nel mentre, le donne erano scappate tutte dalla cucina, non volevano assistere a niente di tutto ciò.
“ Dov’è Raimei?” Chiese Kouichi, che si era reso conto che lì lei non c’era: “ E perché mi avete chiamato K?”
“ Zitto moccioso! Lo scoprirai a tempo debito!” E mise il dito sul grilletto della pistola: “ E poi , chi sarebbe questa Raimei?”
“ Lasciamo perdere … ho interrotto qualcosa di importante?” Chiese lui, indifferente.
“ Stavamo parlottando tra di noi … vuoi partecipare?”
Uno degli scagnozzi lì chiese:” Capo! Come facciamo?”
“ Avete intenzione di uccidermi?” Chiese Kouichi, molto tranquillamente. Tutti si guardarono tra di loro. Il capo parlò: “ Sappiamo benissimo che la morte non ti può sfiorare … ma in queste condizioni non possiamo prenderti di certo, ti agiteresti troppo … Dormi carino!” premette il grilletto, e il proiettile colpì in pieno il ragazzo, che spalancò gli occhi. Un rivolo di sangue uscì dalla sua bocca, e si accasciò a terra, mentre una pozza di sangue invadeva il pavimento lercio. Tutti guardarono il corpo per terra, e rimasero un po’ così.
“ Bene! Prendetelo e portatelo nella stanza al piano di sopra … poi lo portiamo al gran capo.” Proferì l’uomo che aveva sparato. Tutti riposero le loro armi a posto, e si avvicinarono a Kouichi, per poterlo prendere in braccio. Ma qualcosa afferrò la gamba di uno di questi e lo fece cadere, facendogli sbattere la nuca contro uno spigolo. Si sentì qualcuno tossire, e una risata soddisfatta invase quel posto. Tutti guardarono allibiti Kouichi che si alzava come se niente fosse, e pulirsi la bocca dal sangue: “ Sarò pure immortale, ma di certo non basta un colpettino del genere per farmi perdere i sensi … hai sbagliato persona, caro …” Disse sussurrando. Mise mano alla camicia insanguinata, e lentamente estrasse con le dita sottili il proiettile conficcatosi nella carne tenera, e lo gettò lontano.
“ Cosa aspettate??? Sparate!” Gridò l’uomo spaventato da quell’essere. Tutti misero mano alle pistole, e sparando colpi su colpi, ridussero il povero Kouichi a un colabrodo, mentre il sangue schizzava dappertutto e dipingeva le pareti di rosso scuro. Ma lui, non solo non svenne, ma si tolse gli occhiali, e guardò fisso l’uomo davanti a sé con occhi assassini: “ Mi avete fatto il solletico …” Si mise gli occhiali in tasca, e senza neanche che il tizio se ne accorgesse, Kouichi affondò la lama del Kunai nel petto dell’uomo. La vittima vomitò sangue, e appena l’immortale rientrasse l’arma, il cadavere cadde a terra, riempiendo il pavimento di sangue. Tutti gli altri guardarono spaventati, e cacciarono un urlo collettivo. Kouichi si leccò avidamente il sangue sulle dita, e guardò tutti: “ Ora tocca a voi … “ E si avventò sui poveretti incapaci di reagire.
Raimei, nel mentre, non sentiva niente di ciò che stava succedendo fuori. Solo buio e qualcosa di confuso che le ronzava nelle orecchie, ma niente di definito. Pensava a Kouichi, a come avrebbe fatto ad uscire da lì, se solo ci fosse riuscita. Ma, ad un tratto, i suoni si fecero chiari, e al posto di rimbombi sentì chiaramente delle urla strazianti. Aveva in qualche modo ripreso i sensi dopo la botta menatale da quel tizio con i baffetti. “ Sta succedendo qualcosa …” Riuscì a pensare. Sentì anche che i suoi arti erano bloccati da qualcosa di robusto, e la bocca poggiava su un panno: “ Mi hanno sicuramente imbavagliata … non ci voleva …” provò ad aprire lentamente gli occhi, e una forte luce al neon la accecò: “ Maledizione! Che male!” Chiuse gli occhi e delle lacrime solcarono il suo viso. Respirava a fatica, dovunque si trovasse. Ormai faceva respiri profondi e cercava di raccogliere tutta l’aria possibile: “ Sto soffocando …” In effetti, non riusciva davvero a respirare. Invocò mentalmente l’aiuto dell’amico, e richiuse gli occhi dalla stanchezza …
Riuscì, tuttavia, a sentire dei passi, leggeri  e calmi … “Chi può essere?” pensò tra sé, ma non era quella la sua preoccupazione, voleva solo pensare a come fare ad uscire da quel postaccio. Le vibrazioni si fecero più forti, qualcuno stava proprio per entrare lì dentro. Si sentivano solo i passi, e le urla di prima erano cessate. La ragazza non pensò a niente, ma ascoltava attentamente il rumore dei passi, e sentì qualcosa scattare, oltre al tonfo di qualcosa di pesante che cadde a terra . Un cigolio, passi chiarissimi, e qualcuno che la tirava leggermente su. Sentì un corpo caldo, ma umido, e la sensazione di stoffa sparì dalle labbra. In compenso sentì delle dita sfiorarle leggermente. Un battito … un battito calmo, invase le sue orecchie. Sentì una voce: “ Raimei …” Quella voce. Quella bellissima voce … la ragazza aprì lentamente gli occhi, e davanti a sé, vide un volto ricoperto di sangue, ornato da due occhi rossastri. “ Kouichi … perché sei qui ….?” Chiese davvero piano. Kouichi le aggiustò i capelli ormai scombinati e le carezzò il volto teneramente: “ stai bene?” Le chiese sussurrando.
La ragazza vide che tutto il corpo del ragazzo era coperto di sangue, e la sua giacca era ridotta a uno straccio:” Tu piuttosto …”
“ SSh …” Kouichi le posò il dito sulle labbra di modo da zittirla. Lei arrossì: “ Te l’ho chiesto prima io …”
“ Si …” Disse lei, e lo guardò negli occhi. Lui ricambiò quel profondo sguardo, e subito dopo, posò le sue labbra sulla fronte della piccola. Lei chiuse gli occhi beata.
“ Ora ce ne andiamo di qui … hai bisogno di cure …” le disse all’orecchio. Le slegò braccia e gambe dalla stretta delle funi. La prese in braccio delicatamente facendole posare la testa sul petto: “ Dormi ...” le disse, e la portò via con sé. Lei sentì il suo battito, ritmato ma calmo, e il calore del petto del ragazzo … si strinse al suo salvatore. Alla fine sentì solo i passi di Kouichi sull’asfalto e l’odore del sangue penetrargli le narici. Ma non le diede affatto fastidio.  

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Capitolo 8
*** Morirei pur di stare al passo con te ***


Parte importantissima! spero di non averla fatta troppo smielata ... buona lettura e fatemi sapere che ne pensate!!

Morirei pur di stare al passo con te

 
“ Raimei! Sei sveglia?” Una voce femminile fece aprire gli occhi della giovine. Sentì calore intorno a sé, e una dolce sensazione di morbido la avvolgeva: era distesa su un letto, precisamente quello di un ospedale. Se ne accorse solo quando vide la dolce Katsua con la cartella in mano, che le tastava il polso: “ Regolare …” e prese appunti sulla cartellina. Fuori c’era un sole tiepido, mattiniero. Nella stanza c’erano solo loro due.
“ perché mi trovo qui’” Chiese Raimei. Katsua distolse lo sguardo dalla cartella clinica: “ Ti ha portato qui Kouichi … non ricordi niente?”
“ Kouichi? Ah …” Si rammentò allora del calmo battito di quel ragazzo, i passi sull’asfalto, e quell’inebriante odore di sangue … e anche … della foto nei documenti.
“ I documenti!” Gridò a voce alta Raimei, facendo prendere uno spavento a Katsua:” Quali documenti?”
“ N – Niente … che ore sono?”
“ Dovrebbero essere le sette del mattino … perché?”
“ No, così …” Raimei abbassò lo sguardo preoccupata. Si mise a sedere, e girò lo sguardo verso il comodino: poggiati, c’erano un cestino di frutta pieno di mele rosse, e un vaso di fiori … notò il regalo floreale.
“ Vuoi una mela?” Chiese Katsua, poggiando ciò che aveva in mano altrove, e prendendo invece una mela e il coltello per sbucciarla.
“ Ehm … no grazie … quelli …” E indicò il mazzo di iris bianchi nel vaso.
” Te li ha portati Kouichi stamattina … non sono graziosi?” Disse Katsua, accarezzandone i petali delicatamente.
“ Bellissimi …” disse Raimei estasiata dalla delicatezza di quei fiori: “ A proposito .. lui dov’è?” l’interesse per il ragazzo stava crescendo a dismisura.
“ è rimasto tutta la notte qui mentre gli toglievano i proiettili dal corpo … è uscito adesso, e mi ha detto di starti vicina …”
Che dolce … era rimasto lì a osservarla tutta la notte … Raimei arrossì a quel dolce pensiero, ma si rattristò subito dopo per il fatto che se ne fosse andato.
“ Non essere triste!” La consolò la dottoressa: “ Lui non c’è ora, ma in compenso guarda un po’ chi è venuto! Ragazzi entrate!” Miharu , insieme a Gau e Tobari entrarono a farle visita. Era meglio di  niente, e a Raimei fece piacere la loro compagnia. Anche se avrebbe preferito tutt’altro.
“ Salve ragazzi …” disse gentilmente la ragazza. I tre si sedettero e le chiesero come stesse.
“ Meglio, rispetto a ieri ..” disse lei riluttante.
“ E … la missione? Avete scoperto qualcosa?” chiese il professore.
“ La missione …. Ecco, in verità …” Raimei non ebbe il coraggio di dir loro, su due piedi, su chi era centrata la missione. Zittì vergognosa, mentre gli altri aspettavano una risposta.
“ Raimei , se non vuoi dircelo  possiamo chiedere a Kouichi tranquillamente … non agitarti.” Esclamò Miharu. A Raimei venne la nausea: “ No! Se volete ve lo dirò io … ma non adesso … non me la sento proprio …” Disse abbassando lo sguardo. Non riusciva a dire loro ciò che l’aveva scioccata davvero. I tre visitatori rimasero un po’ perplessi. Katsua uscì dalla stanza, per il giro di visite mattutino, e lasciò soli i quattro nella stanza.
“ Perché non ce lo vuole dire? Riguarda qualcuno di noi?” Chiese Gau con fare interrogativo.
“ In effetti …” Non trovava proprio il coraggio! Avrebbe avuto bisogno di qualcuno, lei sapeva benissimo di chi.
“ Non fa niente …” Disse Miharu, rassegnato ma indifferente lo stesso.
 Tobari lo guardò sbalordito: “ Come sarebbe a dire? Dobbiamo saperlo per il bene di Nabari!”
“ Lei è troppo cattivo, professore …” Sbottò Miharu, esibendo uno dei suoi soliti sguardi inquisitori, che il professore temeva come la peste: “ Non si parla così a chi ha avuto dei problemi …” Nel mentre Tobari si era già accucciato in un angolo della stanza, in depressione post – Miharu (Guardare l’anime per capire)!
Raimei sorrise: “ Grazie , Miharu .. sei un amico …” Disse dolcemente.
“ Appena te la senti ne parleremo ok?” le rispose Il dolce ragazzino.
“ Scusate ragazzi … ma prima ne vorrei discutere con Raimei …” In quell’istante, un ragazzo alto dai capelli bianchi entrò nella stanza. Raimei arrossì, e tutti si voltarono verso Kouichi. Il sedicenne entrò: “ Potete lasciarci soli?” Chiese gentilmente.
Nessuno protestò, e tutti e tre uscirono dalla stanza, salutando gioiosamente Raimei. Rimasero solo lei e Kouichi lì dentro. La situazione si fece imbarazzante.
Kouichi si sedette sul letto accanto a Raimei, e osservò gli iris sul comodino: “ Ti sono piaciuti?”
“ Molto .. grazie del pensiero …” Disse lei pianissimo. Non osava guardarlo negli occhi: “ A proposito di ieri … devo dirti che …”
“ So già tutto.” Si limitò a dire il ragazzo. Lei non volle credere alle sue orecchie: Il tono freddo della sua voce le aveva gelato il sangue nelle vene.
“ Oh santo cielo … quindi sai anche che …” Non riusciva a dirlo. Era davvero troppo per lei.
“ Sono un ricercato dai Kairoshu … bel guaio …” Disse riluttante. Ci furono alcuni minuti di silenzio, davvero imbarazzanti: “ Come stai?” le chiese tutt’a un tratto.
Lei si riprese dal sognare ad occhi aperti, e rispose balbettando che stava piuttosto bene: “ Tu piuttosto .. che intenzioni hai?”
“ In che senso?” Lui era un pochino sorpreso. Stavolta i loro sguardi si incrociarono. Raimei notò nello sguardo di Kouichi un velo di tristezza.
“ Hai capito bene …” gli disse arrabbiata. Lui le afferrò la mano: “ So bene cosa intendevi … ma non voglio rispondere … ti farebbe solo male …”
“ Dimmelo .. sopporterò tutto …” Rispose li, neanche un po’ convinta da ciò che aveva detto. Lui girò lo sguardo, e fissò la punta delle scarpe. Le strinse la mano ancora più forte: “ Me ne andrò lontano … da solo.”
Quelle parole furono come un proiettile che trapassò Raimei da parte a parte: “ Come?”
“ Hai capito bene … partirò lontano … ma tu non mi seguirai …”
“ Non se ne parla nemmeno! Io voglio restare accanto a te! Voglio aiutarti! Non farlo! Ti prego …” Esclamò la ragazza disperata. Aveva detto di poter sopportare qualsiasi colpo, ma quello .. era troppo.
“ Raimei ...” Kouichi non sapeva come reagire.
“ No! Te lo proibisco!” Orami era in lacrime: “ Non puoi farlo per una tale sciocchezza!”
“ rischierei solo di metterti in pericolo! E non voglio che accada!” Il ragazzo cercò di difendersi, ma trovò resistenza.
“ E allora? A me non importa che cosa mi possa accadere, a me importa … solo che tu stia bene …” L’aveva detto. Lo aveva finalmente confessato: “ Perché io …”
Fu Kouichi a terminare la frase: “ Ti amo, Raimei … con tutto il mio cuore …”
Raimei non sapeva se saltargli addosso dalla gioia, o aspettare qualche sua reazione: “ Davvero?” Si limitò a dire. Si sentì davvero stupida. Cosa avrebbe pensato di lei? Si pentì amaramente di ciò che aveva pensato, e riabbassò lo sguardo. Ma stavolta, non riuscì a piegare la testa, poiché una mano le afferrò dolcemente il viso, e  sentì qualcosa toccarle le labbra delicatamente. Un bacio, un bacio come risposta … La ragazza chiuse gli occhi dopo aver osservato Kouichi e poggiò le mani sul petto del ragazzo. Rimasero così per un buon minuto circa, mentre lacrime che non sapevano di tristezza ma di gioia, rigavano il viso della ragazza. Le loro labbra si staccarono dopo un po’, e i due ragazzi si guardarono negli occhi intensamente.
“ Ti basta il mio responso?” Le chiese Kouichi sussurrando suadentemente. Le accarezzò la guancia, mentre lei gli prese il viso tra le mani: “ Si … anch’io …” E lo baciò piano. Fu un bacio più breve ma dolce lo stesso. Dopodiché, Raimei affondò la testa nell’incavo della spalla di Kouichi, e lo abbracciò: “ Sei ancora deciso a partire senza di me?”
Lui immerse la testa nella bionda chioma della giovane: “ Purtroppo sì …”
“ Perché?” Chiese lei, tristemente. Alzò la testa, e lo riguardò in viso. Appoggiò la sua fronte a quella di Kouichi: “ Non lasciarmi da sola …” Le lacrime ormai toccavano il pavimento. Lui le asciugò con le dita, e le baciò il naso, facendola arrossire: “ Non ti sto lasciando da sola … è come che io mi stia prendendo una vacanza … dimmelo … perché vuoi starmi così vicino?” le chiese sollevandole la testa.
“ Semplicemente perché … ho capito che sei unico … sei la persona più dolce che io abbia mai incontrato …” Fece una pausa: “ E nonostante tutto, io voglio restarti accanto …”
“ Anche se sono immortale?” le chiese a bruciapelo:” Sai bene che non potrai mai restarmi accanto per sempre …”
“ Ma il tempo che ho davanti lo voglio trascorrere con te!” Gli buttò le braccia al collo. I loro visi erano vicinissimi: “ Perché .. non mi importa che età tu abbia … non mi importa se la morte non ti potrà portare con sé … io desidero solo camminare al tuo fianco … ti dirò solo questo, spero tu capisca: Morirei pur di stare al passo con te.”
“ Mia dolce Raimei …” Kouichi sfiorò le labbra di Raimei con le dita: “ Da quando ti ho conosciuta, ho capito che tutto il tempo passato da solo a vagare in questi secoli, in fondo è servito a qualcosa … poterti incontrare e amarti … sei la donna più speciale che io abbia mai incontrato.” La strinse a sé, e lei fece lo stesso: “ Capisci che se parto da solo è perché non voglio che tu rischi la vita per me? Ti prego, accetta la mia scelta …” Raimei era davvero esausta dal pianto. Ma non volle continuare a battibeccare, proprio con lui: “ Promettimi solo una cosa …” gli disse: “ Amerai solo me, e tornerai … e non partirai prima che io ti abbia salutato a dovere.”
“ lo prometto …” Le disse all’orecchio. Sciolse la stretta delle braccia, e la riguardo negli occhi: “ Ti amo, e lo farò per sempre …”
“ Anch’io ti amo, e nonostante tutto .. ti amerò per sempre … Buona fortuna …” I loro respiri erano tutt’uno. Congedarono il dialogo con un bacio profondo, mozzafiato. Solo i muri di quella stanza poterono vedere ciò che avrebbe intenerito ogni cuore. Due anime che orami si erano unite in un unico sentimento. Il baciò duro tantissimo. E alla fine, si guardarono come sempre negli occhi.: “ Sei mia adesso …” Le bisbigliò teneramente il ragazzo. Posò le sue labbra sulla fronte della ragazza: “ Ora riposa … ne hai bisogno, amore …” si alzò dal letto, a lasciò la presa alla mano di Raimei. Ora lei era felice, ma prima …:” Ricordati la promessa … partirai solo quando verrò dimessa da qui … o ti uccido!”
“ Hai la mia parola d’onore … anche se sai bene che non puoi uccidermi!” Rise Kouichi. Ma tornò dolce come prima: “ Fidati di me …”
“ Mi fido sempre di te … a dopo …” E la ragazza si coricò sul letto, felice e si riaddormentò. Kouichi uscì dalla stanza e si avviò in corridoio verso la macchina del caffè, anche lui felice di aver chiarito le cose con la ragazza. E la loro scena non passò di certo inosservata: Si erano nascosti, ma il resto dei ragazzi aveva assistito alla dolce confessione. Ma da adesso le cose si sarebbero complicate per i due giovani innamorati. 

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Capitolo 9
*** Nuova missione, medesima scocciatura ***


Capitolo di semplice passaggio, quello seguente sarà più interessante .. buona lettura lo stesso :)

Nuova missione, medesima scocciatura
 
Digitò il numero corrispondente al caffè sulla macchinetta, e la bevanda scese calda nella tazzina. Kouichi attendeva con le mani in tasca che la macchina finisse, e gli si avvicinò Tobari.
“ Aizawa … come è andata?”
“ Bene, maestro … “ Aveva una faccia a dir poco pensierosa: “ A proposito, dobbiamo riferirle della missione …”
“ Non ce n’è bisogno …” Lo interruppe Tobari: “ Ormai so …”
A Kouichi saltò il cuore in gola … e ora? Quale sarebbe stata la decisione del maestro? Lo conosceva sin troppo bene, avrebbe fatto di tutto pur di allontanarlo dalla missione per proteggerlo. Certo, lo scopo di Kouichi non era quello, doveva pensare a come sterzare dai propositi di Tobari.
“ E quindi? Cosa ha intenzione di fare? Nascondermi e combattere?” Disse il ragazzo con tono sprezzante.
Il maestro, rimase impassibile: “ Prima di tutto, riferiremo a Fuma ciò che sappiamo … Poi lui deciderà tutto …”
“ Come?” Kouichi orami teneva stretta la tazzina del caffè in mano: “ Lascerà tutto in mano a Kotaro?”
“ Beh … di certo io non riuscirò a impedirti di combattere, a tuo rischio e pericolo …” Rispose il maestro: “ E poi .. un saggio come Fuma saprà sicuramente quale sarà la decisione migliore …”
“ Se lo dice lei …” Kouichi non era affatto di buon umore … aveva già programmato tutto! Mancava solo la scocciatura nel dover aspettare che gli venisse affidato il nuovo compito.
Bevve tutto d’un sorso il caffè, e piantò in asso Tobari. Lui non fece altro che sedersi su una sedia, piegare la testa indietro, e guardare il soffitto, in attesa di qualche illuminazione.
Kouichi volle tornare in camera di Raimei, per avvisarla del cambio di programma, ma la camera era già occupata , c’erano altre visite per lei. Rimase un po’ deluso, ma andò da Katsua: “ Scusa … puoi riferire a Raimei che io torno a casa, e che ci vediamo domani? Sai, ora dovrei tornare,c’è scuola …”
“ Non c’è problema.” Rispose cordialmente la dottoressa. Lui si avviò a casa sua, e in poco tempo andò a scuola. Sentiva un po’ la mancanza della dolce Raimei, e il suo banco vuoto gli faceva venire il mal di testa. Il bacio di quella mattina, e quelle parole che gli erano uscite dal cuore … e lei che aveva ricambiato il suo amore … Per un attimo, nella sua vita, fu felice di aver vissuto così a lungo. Posò la testa sul banco, e chiuse gli occhi, pensando a lei.
Passò così la mattina, e nel pomeriggio Kouichi passò in ospedale. Aveva detto che sarebbe tornato l’indomani, ma il pensiero aveva vinto sulla sua pigrizia. E il suo arrivo tempestivo fu di aiuto ad alcuni.
“ Torna subito a letto! Non ti sei ancora ripresa del tutto!” Katsua urlava come un’ossessa, mentre un’ ostinata Raimei camminava a passo di marcia, zoppicando, sbuffando: “ Io sto bene! Devo completare la missione! Non c’è tempo da perdere!”
“ Se non completi qualcos’altro te la do io la missione! Subito a riposare!” Katsua cercò di sbarrarle il passaggio, Ma stranamente Raimei fu molto più veloce di lei. Miharu guardava divertito la scena davanti a sé, Tobari ormai si era rassegnato alla cocciutaggine dell’allieva.
“ Kouichi! Menomale … fermala o si farà male!” Katsua implorò il nuovo arrivato di fermare la ragazzina, che guardò Kouichi con aria supplichevole, come per dire “ Ti prego! Non ascoltarla!”
Kouichi si avvicinò alla ragazzina, che miracolosamente si fermò: “ Raimei … Lo sai che in queste condizioni non puoi aiutare nessuno!”
“ Ma Kouichi! Io voglio tornare a combattere! Ti prego!E poi tu non dovevi tornare domani?” Piagnucolò la biondina, gonfiando le guance arrabbiata. Era buffissima, e Kouichi sorrise dolcemente. Raimei venne catturata da quello sguardo ammaliante.
“ Non servirà a niente una samurai zoppa! Ora torna in camera tua … appena verrai dimessa dovremo andare a Fuma.”
“ Dici sul serio?” Chiese lei sorpresa.
“ Si, dobbiamo riferire il risultato della missione .. ma per il momento non puoi camminare! Quindi fila!” Le disse con tono di comando. Lei mise le braccia conserte e girò lo sguardo imbronciata: “ Non cambierò idea!”
“ Sei una cocciuta …” le sussurrò Kouichi, stringendola a sé all’improvviso: “ Almeno lo fai per me? Dai!”
“ E va bene!” Si rassegnò Raimei,e Katsua rimase affascinata dalla grande capacità di quel ragazzino di comandare Raimei. Lo ringraziò con un’occhiata sfuggente.
“ Ti aiuto io … fate largo!” Kouichi afferrò Raimei, e la prese in braccio. Lei arrossì violentemente, ma si lasciò cullare dalle forzute braccia dell’immortale. Entrarono in camera, e Kouichi la poggiò sul letto. Fece per andarsene dopo un lieve “ A domani” ma Raimei gli afferrò il polso: “ Aspetta … hai intenzione ancora di partire per conto tuo?”
“ Fino a quando Fuma non ci darà il nuovo comando, non potrò muovermi da qui … sei felice?” Nella sua voce si sentiva una nota di stizza. Raimei era leggermente preoccupata.
“ Sei triste? Se vuoi ci vado solo io a Fuma … tu puoi partire se vuoi …” le tremò la voce, non era minimamente convinta di ciò che stava dicendo.
 Kouichi se ne accorse, e le schioccò un bacio sulla guancia: “ Non sono arrabbiato con te … solo che non sopporto che mi si diano ordini …. Ma è questa la legge.” Il suo tono di voce era raddolcito e suadente.
“ Tranquillo, conta su di me in qualsiasi momento …” Raimei gli strinse la mano.
“ Come sempre del resto … ciao .” Un bacio leggero. Kouichi uscì dalla stanza, e tornò in fretta a casa sua. Come passò la notte? Non molto tranquillamente, l’attesa fu snervante.
Fortunatamente Raimei venne dimessa proprio il giorno dopo, le sue condizioni erano migliorate durante la notte, e ora si sentiva benissimo. Tornò a casa di Kouichi, dove i due fecero i bagagli in fretta. Non rimasero neanche un momento in quelle quattro mura. E sotto la luce della luna, tra la neve mezzo sciolta, si presentò davanti a loro Fuma, in camicia da notte, insonnolito e sorpreso nel vedere i due già di ritorno dalla missione, mentre il villaggio del Vento Maledetto dormiva ancora(Sono a Fuma). 

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Capitolo 10
*** Una nuova vera minaccia ***


Sono riuscita a ripubblicare dopo tantissimo tempo!! Scusate ... buona lettura! E lasciate i vostri commenti!
Ps: Grazie a Chiara per aver recensito alcuni miei capitoli, a Mileyfin10 mia assidua lettrice, A Miss Kon e Immortal Bliss <3 grazie mille <3



Una nuova vera minaccia

 
Fuma li squadrò dall’alto in basso, e dopo un lieve “ Entrate” Fece accomodare i due arrivati. Erano tesissimi, al contrario di Kotaro che avrebbe preferito dormire piuttosto che occuparsi di tale impiccio. Juji era accanto a lui, in camicia da notte rosa e con occhi socchiusi dal sonno. Non aveva una bella cera.
“ Ditemi tutto.” Iniziò Fuma. I tre si sedettero in sala da pranzo, mentre Juji, dopo averli guardati con occhi da zombie, se ne tornò in camera.
“ Scusi per l’ora … ma non potevamo attendere oltre …” Disse Kouichi mettendosi a sedere. Estrasse dalla giacca del giubbotto la cartella di documenti che aveva rubato due giorni prima alla riunione dei Kairoshu, e la porse a Fuma. Lui la prese titubante, e la sfogliò.
“ Il nuovo progetto Kairoshu è molto più complicato di quanto ci aspettavamo maestro …” Disse Raimei con un filo di voce: “ A quanto pare i Kairoshu puntano a voler conquistare il mondo di Nabari, non impossessandosi dello Shinrabansho … ma volendo rendere in schiavitù l’umanità, trasformandola in zombie senz’anima … E …”
“ A quanto pare vogliono riaprire il varco dell’aldilà … Risveglieranno i loro defunti alleati e una nuova guerra insidierà il mondo di Nabari … bella seccatura …” Kotaro continuava a sfogliare. Kouichi  restò zitto e Raimei lo guardò di striscio: gli occhi del giovane fissavano il tavolo, erano vuoti e vitrei.
“ Sei preoccupato?” Gli chiese con un filo di voce all’orecchio.
“ Leggermente .. vediamo cosa dice lui …” rispose.
Il saggio , continuando a leggere, si soffermò e guardò la foto del ragazzino: “ Dimmi, ragazzo immortale … hai la minima idea del guaio in  cui ti hanno cacciato?”
Kouichi venne preso alla sprovvista, ma aveva già pronta la sua richiesta: “ In effetti si … e la cosa di certo non mi fa piacere … Avevo deciso da prima di partire da solo, per non essere scovato dai Kairoshu, e per completare la missione da solo.”
Fuma lasciò il foglio, alzò lo sguardo e guardò Kouichi alzando il sopracciglio: “ E  tu pensi che da solo riuscirai a fare qualcosa?”
Raimei sentì come un sollievo dentro di lei, la decisione di Kouichi dell’andarsene era stata liquidata in pieno. Del resto, il ragazzo non sembrava affatto contento. Kotaro continuò a guardarlo con occhi inquisitori e provocatori. Il giovane, di solito piuttosto calmo, perse la pazienza. Raimei trasalì.
“ Lei sa benissimo che posso cavarmela da solo!” Sbottò l’immortale quasi furioso. Diede un pugno così forte al tavolo che il the ballò nel bicchiere: “ Non può costringermi!”
“ Kouichi cerca di calmarti!” Raimei lo strattonò per calmarlo. Kotaro rimase impassibile, e sempre impassibile disse: “ Non fare il bambino e ascoltami … è più serio di quanto pensassi” disse preoccupato: “ Puntano a qualcosa che se realizzato porterà al disastro totale … tu per loro, a quanto vedo, sei la chiave per il portale dell’aldilà: Un tramite insomma … “
“ In che senso tramite?” Raimei non aveva letto il documento, scioccata dal fatto che apparisse la foto del suo amato in un documento nemico.
 Kotaro la guardò di sottecchi: “ Strano che tu non abbia visto, Raimei … In pratica, I Kairoshu utilizzeranno Kouichi e le sue tecniche ninjutsu per aprire il portale … è l’unico a poterlo fare. Per loro è indispensabile. Capisci?”
Finalmente era arrivata la tanto attesa spiegazione del perché Kouichi fosse un ricercato. Era la chiave.
“ Come sarebbe a dire l’unico?”
“ A quanto pare … ha i requisiti.” Si limitò a dire il capo. Raimei rimase dubbiosa della risposta ricevuta, e guardò Kouichi. Cercò i suoi, che evitarono in qualsiasi modo di guardarla.
“ Kouichi .. tu …”
“ Si l’avevo letto … e lo sapevo anche da molto … scusa se non te l’ho detto prima …” Le ultime parole che uscirono dalla bocca di Kouichi spaventarono Raimei. La ragazza rimase allibita: “ Come? Tu sapevi già che eri un’esca? E non me lo hai detto?”
“ Non volevo coinvolgerti …” si difese.
“ Al diavolo il coinvolgimento! Avresti dovuto dirmelo lo stesso!” Lei era furiosa. Mentirgli sin dall’inizio! Per lei era insopportabile.
“ Quindi tu lo sapevi anche prima della missione?”
“ Si … “ Ormai la voce di Kouichi era un lieve sussurro. Era quasi pentito di ciò che aveva fatto.
“ Perché allora hai …”
“ Accettato? Semplice … Non potevo dirtelo così, su due piedi … e ti avrei salutato a dovere …”
Raimei, ora era davvero sconcertata. Si alzò di scatto dal posto, e fulminò Kouichi con un’occhiataccia: “ Avevi già in mente di partire?”
“ Lo confesso.” Lo sguardo del ragazzo toccava il suolo.
“ Falso.” Fu la risposta di Raimei. Girò i tacchi, mentre una scia di lacrime sfiorava le sue guance. Lasciò la stanza, sbattendo dietro di sé la porta scorrevole. Kotaro era rimasto in silenzio fino ad allora.
Il viso di Kouichi si contrasse: “ Sono un mostro .. mentire proprio a lei! Dovevo dirglielo sin dall’inizio …” Si mise le mani nei capelli.
“ Meglio saperlo da te che da qualcun altro” disse Kotaro tranquillamente, e aggiunse: “ Ti do un consiglio …” E lo fissò negli occhi: “ Non lasciartela scappare: Lei forse sarà l’unica nella tua vita … vai e cogli l’attimo …” E con questo ritornò alle carte. Kouichi pensò a ciò che gli aveva appena detto Kotaro, e un attimo dopo cercava Raimei. La trovò fuori, al freddo, seduta sotto un albero a piangere. Andò lentamente verso di lei, per vedere la sua reazione.
 Si aspettò qualche ceffone o un urlo del tipo “ Non ti voglio più vedere!” ; trovò invece una faccia rigata di lacrime, e un “Vattene “ sussurrato pianissimo. Teneva il viso nascosto tra le gambe piegate, accovacciata sotto l’albero.
Kouichi si accucciò davanti a lei: “ Mi odi per caso?”
“ Si ..”
“ Molto?”
Scosse la testa: “ Sei un idiota …”
“ Ti amo anch’io.” Kouichi accolse tra le sue braccia quel piccolo fagotto tenero che si trovava davanti a lui. Lei scoprì il viso e poggiò la testa sulla spalla del giovane: “ Perché non me l’hai detto?”
“ Volevo restare con te … e ci sono riuscito …” fece una pausa, e le sussurrò: “ Mi odi davvero?”
La ragazza sfiorò con le labbra la guancia del ragazzo: “ No .. ti detesto per il fatto che tu non mi abbia detto niente …” Liberò le braccia finora ancora ancorate alle gambe piegate e si strinse a Kouichi. Affondò la testa nel petto del ragazzo.
“ L’ho fatto per il nostro bene … non sarei riuscito sennò a dichiararmi …” Fu la risposta di Kouichi, che le accarezzò la testa.
“ Egoista.” Disse lei in risposta: “ Non sarebbe cambiato niente … forse prima o poi te l’avrei detto io …”
“ Che mi ami?”
“ Si … mi hai solo preceduto In fondo …” Alzò lo sguardo per fissarlo in quei due occhi scarlatti, rossi come il sangue. Le loro labbra erano vicinissime: “ Dimmi solo questo .. sei ancora deciso a partire?”
“ Non essere ripetitiva, sai già la mia risposta …” Si perse nei suoi occhi castani.
“Sei odioso … pensavi davvero di riuscire a farcela da solo? Ti sbagli di grosso …”
“ Sempre la solita precisina … non cambierai mai … non lo farai giusto?”
“ Non è mia intenzione … Ti vorrei uccidere .. non posso però … antipatico.” Diceva quelle parole con tono quasi scherzoso. Lui le accolse con un abbraccio più stretto.
“Ti voglio bene.” Era sempre dolcissimo. Raimei adorava quella sua caratteristica, lo avrebbe picchiato solo se avesse potuto .. ma non ne avrebbe avuto la forza. Per lei, quell’immortale era un tesoro.
“Anch’io nonostante mi abbia mentito, cretino.” E si attaccò a quelle labbra tanto desiderate. Le lacrime ringorgarono dal suo volto, mentre le braccia di Kouichi la stringevano forte. Avrebbe desiderato che quel momento durasse in eterno, almeno avrebbe avuto la certezza che Kouichi sarebbe rimasto lì, per sempre. Quel bacio caldo le tolse almeno l’ansia. Appena si staccarono ancora stretti in quell’abbraccio, Raimei chiese: “ Tornerai, se decidessi di partire?”
“ Contaci …” le sussurrò a fior di labbra: “ ora entriamo, inizia a fare freddo … “ Si alzarono insieme, e stretti tornarono dentro.
Kotaro era rimasto lì: “ Ragazzi, ho preso una decisione …” Fece una pausa, in cui i cuori dei due giovani saltarono alla gola: “ Faremo una bella riunione di famiglia, e giocheremo tutte le nostre carte. Ecco cosa ho deciso …”  e con poche parole espose il piano ai due Shinobi. La scelta fatta destò clamore.  

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Capitolo 11
*** Le notizie girano ***


Entrano in scena i nostri Kairoshu!! buona lettura e lasciate i vostri commenti!


Le notizie girano

 
Un uomo alto, coi baffi spazzolati e la testa brizzolata, sedeva davanti alla tv. Guardava il telegiornale:
“ Ieri sera, all’ una di notte, sono  stati rinvenuti i cadaveri di 10 persone, uccise a sangue freddo, in un edificio di fronte all’istituto centrale, tutti pugnalati al cuore. Non sono state trovate tracce alcune dell’assassino, niente che possa portare gli agenti a una pista ben decisa .. è giallo sulla morte di queste persone .. Linea allo studio.”
La giornalista, stava proprio davanti all’edificio dove Kouichi e Raimei avevano saputo della riunione dei Kairoshu. L’uomo seduto sul divano corrucciò la fronte e si distese: “ Che buoni a nulla … farsi uccidere da un moccioso … branco di idioti.”
Spense la Tv, si alzò dal divano e infilatosi il giubbotto uscì di casa sua. Attraversò la strada per un bel pezzo, nascondendo il viso nel colletto dell’impermeabile marrone. Giunse poi a una stradina stretta in mezzo a un quartiere residenziale, l’attraversò e si fermò davanti alla saracinesca di un garage abbandonato. Era sbucato in un vicolo cieco, maleodorante e umido. Vide anche qualche topo rifugiarsi nelle fogne. Non ci tenne caso, bussò alla saracinesca, producendo un forte rumore metallico che fece scappare i piccioni appollaiati sul cornicione del palazzo consecutivo. Una voce da dentro chiamò: “ Parola d’ordine?”
L’uomo si schiarì la voce, e con fare autoritario disse: “ Shinrabansho, ora aprimi cretino, sono io!”
“ Scusi capo!” intonò la voce spaventata. La saracinesca si alzò e davanti all’uomo apparve un omone grosso come un armadio, ma la sua faccia non dava indizio di forme d’intelligenza. Un energumeno non molto sveglio, insomma. Il “ capo” lo guardò con occhi torvi, e entrò dentro. Il garage era male illuminato, solo una lampadina ad alto consumo penzolava dal soffitto. Era immenso, ma desolato. Unico arredamento, qualche sedia laccata di rosso e un tavolino basso e lercio. Sulle sedie sedevano degli uomini dall’aspetto poco raccomandabile, pipa in bocca e smoking nero.
“ Salve Capo!  Allora come va?” Fece uno di loro, occhi sottili e aspetto da nullafacente.
“ Sta zitto Mimura, chiudi il becco …” Rispose aspramente quell’uomo. Si tolse il cappotto e lo poggiò su dei ganci attaccati al muro.
“ La situazione si fa grave ragazzi ..” Cominciò a dire poi, sedutosi come poteva su una di quelle sedie: “ Il nemico sa ..”
“ E ha pure agito …” Disse uno di loro: “ A quanto pare abbiamo perso 10 uomini l’altro giorno …”
“ Non mi preoccuperei di quello io!” Sbottò il capo: “ Il nemico sa del nostro progetto, e quindi a breve ci terrà il fiato al collo .. Dobbiamo agire in fretta.”
“ E come signor Kitamura? A quanto vede il nostro obiettivo è davvero forte ..” Disse l’uomo di prima, quello che lo aveva salutato come un vecchio amico.
“ Non parlare troppo in fretta, Mimura … e poi lo sai: Io so tenere a bada anche i lupi …”
“ Beh … questo è vero ma …”
“ Ma un cavolo!” La voce divenne furiosa, tutti gli invitati trasalirono: “ Porteremo a termine la missione, con o senza vittime! Ne va del nostro futuro! Quel ragazzo sarà mio …” Disse infine, attorcigliandosi le dita. Chi è quest’uomo? Il capo nuovo dei Kairoshu, un parente lontano del vecchio e arcigno capo, Toujuuro Hattori. Akira Kitamura, nuovo e più spietato capo della banda criminale del mondo di Nabari. E dal modo in cui si comportava con i suoi scagnozzi, non sembrava affatto un tipo da sottovalutare.
Chiamò l’energumeno di prima: “ Ehi tu! Portami il progetto!”
Quell’omone si grattò la testa: “ Ehm … non so dove sia …” Esibì un sorrisone da fesso, denti cariati e faccia molle. Faceva quasi tenerezza.
Akira gli urlò di controllare nel giubbotto, lui fece come ordinato. Tirò così fuori la cartella famosa (Ormai sembra che ne esistessero molte copie) E la porse al capo. Lui la aprì velocemente, e andò a una pagina, dove era disegnata una mappa singolare: “ Non c’erano vere e proprie indicazioni, sembrava più una mappa del tesoro. La poggiò sul tavolo in modo che tutti potessero guardare: “ Vedete qui?” Indicò un punto nella mappa: “ Questo è il luogo X … Il tempio di Fuma.” In effetti, si poteva distinguere in quel puntino qualcosa di familiare: si era proprio quel villaggio.
“ Qui, miei cari, attueremo la fase finale del piano … ma … ci servirà K per primo, altrimenti niente … E dove poterlo trovare? A questo ci penserete voi!” E li guardò tutti.
“ Ma capo ..” Interruppe Mimura: “ Se è per questo sappiamo già dov’è .. O a Banten o a Fuma ovvio!”+
“Non sottovalutarlo mai! Sai di cosa è capace! Prima di condurlo al luogo scelto … bisognerà agire su di lui in modo radicale.” Disse il signor Kitamura. Tutti non pronunciarono la minima sillaba.
Akira aveva intenzione si di prendere Kouichi, ma doveva prima fare qualcos’altro … E chi glielo avrebbe permesso?
“ Dovremo controllarlo come una marionetta …” Disse infine: “ E so già chi ci potrà essere utile in ciò …” Estrasse una foto dalla tasca del giubbotto. Ritraeva una giovane donna, capelli neri lunghi e occhi rossi come il fuoco, alta e snella, in completo da lavoro.
“ Chi è?” Esclamarono tutti.
“ Lo scoprirete a tempo debito …” Rispose con fare misterioso il capo. E nel suo sguardo si illuminò un barlume di determinazione: quella donna sarebbe stato il passepartout per il suo intento .. ma perché? 

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Capitolo 12
*** Tattica imprevista ***


Come va?? Buona lettura e commentate!

Tattica imprevista

 
“ Useremo la stessa arma dei nemici.” Fu la decisione di Kotaro per la missione. Raimei e Kouichi rimasero alquanto perplessi: “ In che senso?”
“ Useremo anche noi la loro arma, ho detto!” rispose misterioso. Loro non continuavano a capire. Kotaro li guardò con sguardo sorpreso.: “ Pensavo che aveste capito … utilizzeremo anche noi degli zombie.”
“ Cosa? Ma lei è impazzito!” Sbottò Kouichi: “ Cos’è? Prima i Kairoshu e ora lei? Ma mi volete ridurre a uno straccio?” era molto irritato.
“ Ragazzo mio calmati! Se avremo degli zombie dalla nostra parte, la lotta finale sarà divertente, e giocheremo ad armi pari! E poi, tu non sei l’unico che ci serve …” Su questa affermazione si stese un velo di dubbio.
“ Aspetti ..” Raimei sapeva circa dove sarebbe andato a finire il discorso:” Dovremo usufruire dello Shinrabansho?”
“ Per stavolta no.” Disse deciso Kotaro: “ Ma di un’altra persona, che con le sue capacità ci potrà essere molto utile ..”Raimei tirò un sospiro di sollievo, ma appena sentì della nuova persona rimase sulle corde.
“ Di chi si tratta?” Chiese Kouichi, curioso.
“ Voi sapete che per controllare una persona, bisogna leggere dentro di lui e imporgli dei comandi vero?” Domandò. I due ragazzi si guardarono un po’ indecisi, e annuirono.
“ bene .. e noi conosciamo qualcuno capace di leggere il pensiero?” Chiese infine.
Tutto chiaro: I due ragazzi spalancarono gli occhi per aver trovato la risposta ai loro quesiti: “ Ma certo! La signorina Oda! Come ho fatto a non pensarci?” disse Raimei.
“ Brava Raimei, proprio lei! La sua tecnica ci potrà essere d’aiuto … Ma io non mi riferisco all’Izura Shingan.”
Nota: L’Izura Shingan è la tecnica della lettura nel pensiero e nel cuore delle persone, adottata proprio dalla signorina Yae Oda.
I due giovani rimasero perplessi. Se non si riferiva a quella tecnica proibita, a cos’altro puntava Fuma?
Kotaro rise, irritando gli altri due che lo guardarono torvo: “ Ahahahahah! Beh, in fondo voi non potete saperlo …” Smise di ridere, e divenne serio. Appoggiò gli occhiali al tavolo: “ La signora Oda possiede la tecnica che ci aiuterà a risuscitare i morti.”
“ Dice sul serio?” Dissero all’unisono gli altri due.
“ Dico sul serio .. ma non sarà facile ottenerla senza dover proprio scontrarci con lei ….” Si strizzò gli occhi dal sonno: “ Sarà ostinata … ma adesso non preoccupiamocene …. “ Sbadigliò sonoramente:” Domani mattina le faremo una sorpresa. Ora sciò! Voglio dormire!” E li cacciò a malo modo, lasciandoli con un pugno di mosche.
“ Che modi! Ah ..” Sospirò Raimei: “ Sono stanca di andare e venire.. è stressante.”
“ Vedrai che presto tornerai alla tua solita vita monotona … che te ne pare?”
“ Mah … tutto sommato, alla noia preferisco sgranchirmi le gambe!” La ragazza rise e guardò il suo Kouichi: “ Non ti rende pensieroso tutto questo?”
Kouichi divenne serio: “ Sinceramente si … chissà cosa ci attende …” E strinse la mano a Raimei. Raimei per risposta lo abbracciò.
“ Ci sono io con te …”
“ Grazie …” Le diede un bacio sulla fronte. Di lei ormai si poteva fidare ciecamente.
“ Ehi! Piccioncini!” L’urlo di quel vecchio di Fuma li spaventò a morte. La porta scorrevole si spalancò all’improvviso. Ma lui non stava dormendo??: “ Non avrete mica intenzione di dormire insieme stanotte vero?” Chiese loro. I due parvero alquanto imbarazzati, e scossero freneticamente la testa.
Kotaro li guardò divertito, e con uno sguardo ubriaco: “ Scherzavo!! Potete fare quel che volete! A patto che non facciate troppo rumore!” sghignazzò. La pallida carnagione di Kouichi divenne di un rosso accesso, gli occhi di Raimei si contrassero in una smorfia di rabbia: “ Non dire cavolate!” con tutta la forza che aveva in corpo, Raimei sferrò un pugno a Fuma, che non lo previde e lo prese in pieno viso! Cadde a terra, gemendo. Kouichi guardò la scena sbalordito.
“ Pervertito …” mugugnò Raimei, e poi prese Kouichi per il braccio: “ Vieni, andiamo nella nostra stanza …”
“ D’accordo” Kouichi era ancora un pochino scioccato dalla dimostrazione di forza della sua ragazza.
“ E a proposito .. vuoi dormire insieme a me?” Chiese Raimei all’improvviso. Continuava a camminare e a tirarlo verso la stanza, senza guardarlo in faccia. Ma dalla sua voce piuttosto tremula, Kouichi percepì dell’imbarazzo.
Kouichi esitò a rispondere: appena dichiarato già lei voleva dormire con lui? Nello stesso letto? All’idea di vedersela accanto dormiente divenne rossissimo. E tra tutti questi momenti arrivarono alla stanza. C’erano due letti. “Menomale” pensò Kouichi.
“ Beh, a quanto vedo dovremo dormire in letti separati!” Disse facendo il finto tonto.
“ Non hai ancora risposto alla mia domanda … o non mi vuoi così bene come prima?” Chiese Raimei. “ è sicuramente un trabocchetto, non può prendersela per così poco!” Pensò Kouichi. In effetti Raimei non aveva la faccia dispiaciuta. Anzi, era divertita.
“ Sciocca …” Kouichi sorrise e la prese da dietro. Le baciò il collo. Raimei sussultò.
“ Ma che .. scherzavo!” Disse cercando di liberarsi da quel bacio, che diciamolo … le era piaciuto!
“ Vedo che non sai reggere il gioco ..” le sussurrò. La ragazza sprofondò, e lui la strinse ancora più forte.
“ Andiamo a dormire … Buonanotte ..” La liberò e dopo si coricò nel suo letto, senza svestirsi. Raimei rimase sulla porta alquanto sorpresa, e alla fine decise di coricarsi anche lei. Guardava Kouichi con occhi chiusi dormire accanto a lei. Sorrise e chiuse gli occhi dal sonno. 

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Capitolo 13
*** Un dialogare amichevole ***


Buona lettura e commentate <3


Un dialogare amichevole  


Camminava lungo la strada, con passo femminile e movenze fluide. I lunghi capelli neri seguivano l’ondeggiare del suo corpo mentre camminava, e gli occhi furtivi, rossi come il fuoco scrutavano intorno. La sua abituale divisa da ufficio aderiva perfettamente alla sua figura filiforme. Quella giovane signora andava verso il suo bar abituale, pronta per la giornata lavorativa. Lavorava a Tokyo già da un po’ di tempo, e faceva una normalissima vita. Durante la vacanze andava a rifugiarsi nel piccolo villaggio deserto dov’era nata. Entrò nel Maid Cafè, dove una dolce cameriera vestita di nero la portò verso il suo tavolo. Lei ordinò e aspettò con pazienza.
“ è lei .. andiamo …” Due tipi incappucciati, con tanto di cappello e occhiali da sole scuri entrarono nel localino, e vennero accolti come tutti. Si sedettero a poca distanza dalla donna.
“ Secondo te come andrà a finire?” Chiese uno di loro all’altro.
“ Vedrai che accetterà … “ Rispose piano l’altro. E mentre bevevano i loro cappuccini, osservavano la donna da lontano. Lei non si era accorta ancora delle occhiate che le venivano lanciate.
“ è ora ..” Uno dei due si guardò l’orologio al polso e si alzò. Si diresse verso il tavolo della signora, che si voltò a guardarlo incuriosita. Quel misterioso figuro, tirò fuori una lettera dalla tasca del giubbotto e gliela porse senza dire niente. Lei la prese titubante. Lesse:
 
Signorina Oda, dobbiamo parlarle urgentemente.
K. F.”

 
“ KF? Conosco solo una persona con queste iniziali …”La sua faccia si contrasse in una smorfia di preoccupazione. La signorina Oda bevve in fretta il suo caffè, e uscì in fretta dopo aver pagato. L’uomo rimasto al tavolo di prima si alzò e pagò il conto, uscendo subito dopo la donna. Sul muro del Maid era appoggiato l’altro individuo, in attesa.
“ Che cosa volete da me?” chiese allora la donna, mettendosi in posizione d’attacco.
“ Solo che lei ci faccia un piccolo favore …” Uno dei due si tolse il cappello. E dei lunghi capelli biondi comparvero da quel copricapo. Dopo essersi tolto anche gli occhiali da sole, la donna venne guardata da due grandi occhi castani.
“ Raimei! Ma che cosa …”Yae era sbalordita. E come si può intuire, chi era sempre insieme alla dolce samurai: “ Mi dite che ci fate voi due qui?”
Kouichi si tolse il pesante travestimento: “ Siamo venuti a farle una visitina .. scusi se l’abbiamo spaventata.”
“ Beh, meglio voi che il nemico.” Disse gentilmente: “ ma cosa vi ha spinto ad arrivare fin qui?”
“ Qualcosa più forte del semplice vento.” Raimei si fece seria:” Meglio parlarne con calma …”
“ Entriamo nel Cafè allora?” chiese Yae.
“ A casa sua non possiamo?” rispose Kouichi con fare interrogatorio.
“ Al momento ho un ospite, ma non credo che recherete disturbo alcuno ..e per oggi niente lavoro! Andiamo, toniamo a casa.” Disse decisa la donna, e giudò gli altri due raggianti verso il suo appartamento. Era situato ai piani più alti di un alto grattacielo comune a Tokyo. Un po’ troppo spazioso per una persona sola, ma ordinato e pulito. L’arredamento era semplice e moderno, e le grandi vetrate davano sulla città. La vista di notte da lì doveva essere davvero incantevole.
“ benvenuti nella mia modesta dimora …” Li accolse lei. Entrarono tutti, si tolsero le scarpe, e mentre i due ragazzi andarono a sedersi sulle poltrone di stoffa in salotto, Yae aprì una delle porte che dava sull’ingresso. Mise la testa dentro, e disse sottovoce: “ Scusa se ti disturbiamo .. continua a lavorare tranquillo ok?”
“ Come sempre …” Rispose colui che era dentro la stanza. La voce pareva alquanto scocciata, ma era stranamente familiare. Yae chiuse la porta dietro di sé, e andò a sedersi davanti ai due ragazzi.
“ bene, ora sono a vostra disposizione .. cosa volevate chiedermi?” chiese mettendosi comoda sulla poltrona. Fu Kouichi a parlare: “ Ci serve il tuo aiuto riguardo al nuovo progetto Kairoshu … Infatti, tu hai qualcosa di indispensabile …”
“ Sono tornati all’attacco? Questa non ci voleva … di che si tratta?”
“ è un progetto alquanto complicato … leggi.”Kouichi estrasse dalla tasca interna del suo cappotto la cartella di file sulla missione. Yae la prese, e iniziò a leggerla. Rimase sconcertata dal contenuto, e quando vide la foto del ragazzino si spaventò ancora di più.
“ Kouichi, ma perché .. c’è la tua foto? Che significa?”
“ Si dovranno servire di me per raggiungere il loro obiettivo … tu ci servi per un altro.” Disse freddo.
La signora Oda lo guardò male: “ Sappilo, se riguarda l’Izura Shingan .. scordatelo; non mi va di fare di nuovo male alla gente.” Disse fredda come il ghiaccio. Detestava dover fare uso della sua tecnica proibita.
“ Noi ci riferiamo a qualcos’altro … sappiamo che tu possiedi una tecnica Superiore …” Questa volta fu Raimei a parlare. L’orologio sulla parete iniziò a ticchettare fastidiosamente. Nella stanza calò il silenzio. Yae non disse nulla, ma il suo viso era più contratto del normale: “ Non posso crederci …”
“ A cosa?” Non furono i ragazzi a parlare stavolta, ma la voce di un uomo, che loro ben conoscevano. Quell’esile figura che portava il nome di Yukimi era uscita dalla stanza dove poco prima la signorina Oda aveva infilato la testa. Il biondino portava le mani in tasca, e come sempre nello sguardo si leggeva una noia mortale.
Nota: C’ha lo sguardo da addormentato a parer mio …
“ Yukimi! E tu che ci fai qui?” Chiesero all’unisono i due giovani Shinobi. Lui li guardò male: “ Dovrei farvi la stessa domanda!”
“ Abbiamo saputo che la Signorina Oda era a Tokyo e siamo venuti a farle una visita .. ma tu che ci fai qui?”
“ Beh , fino a che il mio appartamento non sarà pronto, dovrò essere ospitato da Yae .. poi potrò sgombrare … non disturbo vero?” Chiese tutt’a un tratto a Oda, che era immersa nei pensieri: si accorse della domanda e scosse la testa per assicurare che non era di disturbo.
“ bene .. dunque di che parlavate? Da quel che sentivo sembra interessante.” Disse infine il ragazzo.
Raimei mugugnò qualcosa come un “ Che impiccione”, Ma Yukimi fece finta di non sentire. La signorina Oda si riprese dai suoi pensieri: “ ragazzi, non avrete mica intenzione di …”
“ Si … ci serve la Tecnica del Riporto.” Rispose l’immortale: “ Sappiamo che è lei a possederla.”
“ Vuol dire che tu possiedi la tecnica per animare un essere senza vita?”
Nota: Non è proprio resurrezione, perché il corpo sottoposto alla tecnica è sotto il controllo di qualcosa di superiore, non è autonomo.
“ Esatto.” Fu la risposta della donna. I tre rimasero silenziosi, mentre Oda iniziava a far luccicare gli occhi: stava piangendo, senza motivo. Raimei le si avvicinò: “ Signora, non le chiediamo altro che prestarcela … non dovrà farne uso personalmente …”
“ Ma non è un giocattolo! Quella tecnica, se nelle mani sbagliate, può provocare una catastrofe …”
“ Lo sappiamo, ma vedremo che la useremo con prudenza ..” la consolò Raimei. Kouichi aggiunse inaspettatamente qualcosa che lasciò tutti di stucco: “ E poi, non siamo venuti solo per quello … deve nascondersi, al più presto possibile.”
“ Che intendi? Perché?” Yae era confusa.
Kouichi si strizzò gli occhi, e assunse un aspetto serio: “ I Kairoshu la vogliono a tutti i costi … oltre a me naturalmente.”
“ E tu come fai a saperlo?” Chiese Raimei.
“ Ti ricordo mia cara che io so più di voi in cosa sono coinvolto … e la signorina Oda è implicata in questo pasticcio … Quindi, prima ci aiuta, prima risolveremo la questione. O vuole finire tra le mani sudice del nemico?” concluse il ragazzo. Si stese sul divano, e nessuno parlò. La signorina Oda pensava a testa bassa, e Raimei si era riseduta accanto a Kouichi. Yukimi li guardava con occhi dubbiosi.
Dopo alcuni minuti, si sentì un sospiro di rassegnazione: “ D’accordo …” Disse infine Yae. Andò in camera sua, e ne uscì con qualcosa in mano.
“Prendete questa con voi …” Porse loro una chiave a ciondolo:” Vi servirà ad aprire la porta  che vi condurrà alla stanza dove è custodita la tecnica … Buona fortuna.” Diede loro la chiave.
“ Dovrà venire con noi … altrimenti sarà un facile bersaglio.” Disse Kouichi.
“ Non preoccupatevi … rimango io accanto a lei.” Disse in risposta Yukimi galante. Yae arrossì. I due ragazzi sorrisero complici.
Dopo un semplice saluto, i due ospiti se ne andarono.
Per strada, discussero: “ Ora non basta che trovare il luogo dove è custodito …” Incominciò Kouichi: “ Però .. è stato un po’ troppo facile.”
“ Per il luogo non c’è problema, Kotaro me lo ha detto …” Raimei parlò da saccente.
“ E dove?”
“ Si trova a scuola … Per il resto, anch’io penso che sia stata una passeggiata. Chissà che ci attende.” Disse lievemente preoccupata. Tacquero tutti e due e rapidi andarono in stazione.
Il loro discorso non era passato inosservato. Kouichi con la coda dell’occhio riuscì a intravedere una scheggia nera volare da sopra il grattacielo dove prima si trovavano. Altro che gioco, si sarebbe rivelato tutto una vera sfida contro il tempo. 

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Capitolo 14
*** Che cavolo di situazione! ***


Capitolo di passaggio, ma ci sarà una cosa che riuscirà a tenere passo al racconto ... e ho cambiato un pò le cose: nell'anime Un allievo Di Oda era innamorato di lei, qui le cose si faranno interessanti, ma non tra lei e l'allievo, ma un'altra persona di nostra conoscenza ^-^ Buona lettura!
PS: Mileyfan10 ti ammazzerei di baci! Grazie per le tue recensioni!


Che cavolo di situazione!

 
“ Yukimi … se non te la senti di proteggermi posso benissimo cavarmela da sola .. perché hai detto quella cosa prima?” Chiese Yae al giovane Yukimi, un po’ arrossita. Kouichi e Raimei se ne erano andati, e dalla faccia rossa del biondino si leggeva una certa voglia che quei due fossero ancora lì.
“ Non so cosa mi sia preso … e poi … siamo pur sempre alleati no? Kouichi ha detto che lei si trova in pericolo, quindi come dice il codice dei Ninja, si proteggono i compagni di squadra … tutto qui … E io …”
“ Grazie.” Delle labbra sfiorarono la guancia di Yukimi. Lui sobbalzò, mentre la bella Shinobi lo guardava raggiante.
“ Eh … prego.” Yukimi non seppe come reagire a quel bacio improvviso, Guardò la bella donna mentre gli sorrideva ancora, e avvampò. Divenne rossissimo in viso e sentì una punta alla bocca dello stomaco.
“ Ehm … devo tornare al lavoro.” Concluse frettolosamente dopo che un lunghissimo e imbarazzante silenzio si frappose tra loro due. Tornò in fretta nella sua stanza, e chiuse la porta facendola cigolare. Yae si sedette sul divano e poggiò la testa sul cuscino.
“ Che scocciatura …” pensò tra sé. Di certo anche Yukimi era agitato, ma non tanto dalla missione.
“ Yukimi stai calmo … ora torna al lavoro.” pensava tra sé, e mise mano alla tastiera del PC. Solo in quel modo riuscì a calmarsi.
Era immerso in quello che stava facendo, quando qualcosa dopo un po’ gli tolse la concentrazione. Un urlo, qualcosa che fendeva l’aria, e rumore di ciottoli. Si alzò di scatto dalla sedia a ruote.
“ Ma che cavolo succede?” Disse allarmato. Aprì il cassetto, e prese la sua amata pistola. Si precipitò fuori dalla stanza in un nano secondo, e puntò la sua arma contro chiunque avesse urlato. Per poco non venne preso in pieno da uno shuriken.
“Vedo che non sei sola …” Un tizio poco raccomandabile, capelli unti e disordinati, e vestiti vecchi teneva La povera Yae, mentre la aveva puntato un’arma all’altezza della gola. Cocci di piatti di porcellana erano sparsi per terra, e un coltello era conficcato nella parete. Yae guardò Yukimi con occhi gonfi di lacrime: “ Aiutami.” Gli sussurrò.
“ Lasciala andare subito! Chi diavolo sei?” Sbraitò Il biondo, puntando la pistola verso il malfattore. Lui rise e avvicinò l’arma alla gola della donna, facendola sudare freddo.
“ Non credo ti interessi il mio nome, sappi solo che il mio capo ti schiaccerà … lei mi serve, poi te la ridò. Sempre che tu riesca a trovarla.”
“ Bastardo! Lasciala andare ti ho detto!” Yukimi era davvero arrabbiato: “ Combatti codardo, ma lascia stare lei!” Yae arrossì, e si dimenò in cerca di liberarsi. La stretta aumentò, il braccio possente di quel tizio la stava soffocando. Poco dopo si sentì sballottata e sentì il freddo pavimento colpirla. L’uomo l’aveva lasciata violentemente, e si stava battendo contro Yukimi, che sparava a raffica. La donna si coprì la testa e si nascose dietro il sofà per evitare i proiettili volanti che andavano a distruggere mezzo appartamento. In compenso, le armi affilate scagliate dal Kairoshu facevano altrettanto e distruggevano tutto l’arredamento. All’improvviso l’uomo saltò, e raggiunse la porta scorrevole del balcone. Si voltò a guardare Yae e la prese con forza al braccio.
“ Lasciami!” protestò lei, e estrasse un Kunai dalla tasca, ma non riuscì ad usarlo poiché venne bloccata dalla mano del tizio.
“ Ora stai zitta! Il capo deve parlarti!” Sentenziò quello, e uscì sul balcone. Sarebbe riuscito a scappare subito con la donna, se il colpo di pistola di Yukimi non l’avesse colpito in pieno. L’uomo cadde a terra, mentre il sangue gli colava dal foro del proiettile sulla schiena. La presa al braccio di Yae si allentò e la donna poté liberarsi. Mentre si riprendeva dagli sballottamenti, vide che dalla tasca della giacca del tizio cadeva un foglietto bianco. Lo raccolse prima che il sangue lo macchiasse: era una busta. Sopra un indirizzo a lei sconosciuto.
“ Palazzo Hikari? Se non sbaglio è poco distante da Fuma.” Pensò. Aprì la busta, e estrasse due biglietti. Erano per un ballo in maschera. Rimase perplessa da quella scoperta.
“ Ma che cosa significa?” Si chiese. Nel mentre Yukimi era in ginocchio, le ferite lo avevano stremato:  “ Mai abbassare la guardia …” Disse in un sussurro. Poi svenne per le ferite. Yae corse al suo capezzale disperata e lasciò da una parte il sospetto di quei due biglietti.
“ Yukimi! Aprì gli occhi!” Urlava lei disperata. Corse in bagno e prese fasce e disinfettante. Si mise a curare le ferite del giovane, alcune abbastanza profonde. Ma lui aveva perso completamente i sensi.
Nel mentre il cadavere dell’uomo sul balcone sporcava di sangue le piastrelle della terrazza.
Continuò a curarlo, e provò a schiaffeggiarlo per svegliarlo. Dopo vari tentativi, finalmente lui aprì gli occhi.
“ Oda? Che è successo?” Disse sibilando. Era ancora un po’ debole. Yae saltò dalla gioia e gli buttò le braccia al collo, in lacrime. Lui avvampò: “ E- e t - t – tutto questo e – entusiasmo?” balbettò,mentre veniva stretto tra le braccia della donna. Lei si risvegliò da quello stato e lo lasciò scusandosi.
“ Niente … che ne facciamo di lui a proposito?” Disse riferendosi al cadavere del  Kairoshu sul balcone.
“ Troveremo qualcosa … io intanto ho trovato questi … “ Fece vedere i due inviti a Yukimi, che corrugò la fronte perplesso.
“ Villa Hikari … è un palazzetto base dei Kairoshu, ogni anno viene organizzato un ballo se non sbaglio …” Disse.
“ Che ne facciamo di questi due inviti?” chiese Yae.
“ Li useremo a nostro vantaggio …” Disse in un fil di voce Yukimi.
“ In che senso? Sono Inviti! Non possiamo andarci!” protestò la donna, che sorreggeva il ragazzo di modo che non faticasse troppo.
“ E invece si .. sono anonimi … basterà che ci presentiamo con questi due e ci faranno entrare … tanto sai quanti sono i Kairoshu? Non penso che ci riconosceranno .. stai tranquilla.” Concluse Yukimi.
Yae non disse niente, ma si limitò a sospirare rassegnata. Lo aiutò ad alzarsi e lo fece sedere sul divano. 

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Capitolo 15
*** Invito al rischio ***


Buona lettura! E grazie a chi mi legge e recensisce!

Invito al rischio
 
Miharu, Kouichi e Raimei camminavano da un bel po’ nei sotterranei dell’istituto. Davanti stava Miharu, che conosceva a menadito la scuola, con una torcia elettrica in mano, gli altri due dietro di lui. Raimei teneva appesa al collo la chiave che poche ore fa la dolce signorina Oda le aveva dato. Le pareti era attraversate da tubature gocciolanti, e ogni tanto le gocce d’acqua pizzicavano il volto dei tre esploratori. Un odore di chiuso e di muffa impregnava quel luogo. Sinceramente, tutti e tre avevano lo stesso pensiero in testa; Prima avessero trovato quella tecnica, meglio sarebbe stato sia per le loro narici e per il loro bene.
“ Siete sicuri che la stanza si trovi qui sotto?” chiese Miharu, leggermente scocciato e stanco della ricerca.
“ Si, ne sono certa …” rispose la ragazza: “ l’aveva letto su un rotolo in casa di Fuma un po’ di tempo fa … non possiamo sbagliare!”
“ Sarà, io non vedo niente …” Mugugnò Kouichi.
“ Dubiti delle mie capacità?” Raimei lo trafisse con lo sguardo, e non solo perché aveva osato contraddirla; guarda caso quel giorno lui sembrava più carino del solito. Lenti a contatto e camicia sbottonata. Decisamente affascinante. Lui rimase di sasso.
“Io? Non oserei mai!” rispose in tono sarcastico: “ Dico, la memoria può anche far cilecca … non trovi?”
“ Se io ricordo che fosse qui, vuol dire che è qui!” Raimei sbottò, e per poco non estrasse la Gamon arrabbiata, si puntò davanti a Kouichi, bloccandogli il passaggio.
“ Non scaldarti!”
“ Sono calmissima! Odio solo chi mi contraddice!” Era leggermente furibonda, si arrabbiava facilmente. Ma qualcosa riuscì a calmarla … chissà cosa!
“ Sai che sei davvero carina quando ti arrabbi?” Esclamò all’improvviso quel furbone di Kouichi. Lei arrossì, e fece una faccia buffa come per dire “Tanto non mi incanti”, anche se ormai lo aveva già fatto.
“ Non cambiare discorso!” Provò a dire, ma ormai si era persa in quei due occhioni rossi: “Non posso aver sbagliato …”
“ Permalosa!” l’abbracciò all’improvviso, e le sciolse la coda con la quale si era legata i capelli quella mattina. Lei provò a respingerlo, ma debolmente e quasi accettando quella condizione affettuosa.
“ Uffa … mi dai ragione o no?”
“ Ma certo, scherzavo, e ci sei cascata …” Le sussurrò dolcemente.
“ Ti ammazzerei volentieri …”
“ Non puoi.” Rise e le baciò la guancia: “ Ora andiamo, Miharu ci aspetta.”
Nel mentre il ragazzino dello Shinrabansho era avanzato di un bel po’, e svoltato l’angolo a destra dell’intrico di labirinti dei sotterranei si accorse di qualcosa: Notò che vicino alla porta che conduceva a uno dei tanti ripostigli, c’era come una fenditura, che da lontano non si sarebbe mai potuta notare.
“ Ehi, voi due!” Urlò sorpreso cercando di attirare la loro attenzione. Loro recepirono il messaggio e corsero dall’amico, che nel mentre esaminò il bucherello verticale e sottile della parete.
“ Secondo voi può essere la serratura?” Chiese incuriosito. Kouichi si avvicinò alla parete, e iniziò a picchiettare con le nocche delle mani affusolate.
“ Che vuoi fare?” chiesero gli altri due.
“ Se quella è veramente una serratura, la parete dovrebbe suonare in modo diverso rispetto al resto dei muri, perché c’è il passaggio …” spiegò. Continuava a picchiettare, ma la parete sembrava normalissima a tutte le altre. Stava per dire che quel buco era un semplicissimo buco, quando notò che la fenditura era a un’altezza troppo strana; la gente doveva piegarsi per poterci infilare qualcosa, infatti Miharu era accovacciato.
“ Miharu … prova a picchiettare lì in fondo …” Chiese Kouichi, insospettito.
Miharu fece come gli disse Kouichi: Iniziò a picchiettare sotto la piccola fenditura sulla parete male intonacata dei sotterranei. Raimei era sporta in avanti per ascoltare se la parete rimbombasse. In effetti, appena Miharu picchiettò a pochi centimetri a destra della fenditura, si sentì come un vuoto nella parete. Vene confrontato il suono con quello della parete normale. Si notò la differenza.
“ Che vi dicevo io?” Esclamò orgogliosa e felice Raimei. Kouichi la guardò teneramente.
“ Esagerata …” Borbottò.
“ Ti ho sentito …” lo rifulminò con lo sguardo.
“ Raimei la chiave.” A Miharu non importava dei loro litigi insulsi, per lui l’importante era uscire da quel posto maleodorante.
“ Subito.” La ragazza si sfilò la chiave dal collo e la porse in mano a Miharu. Lui la infilò nella famosa fenditura, e la girò verso destra, come le era stato indicato dalla stessa Raimei poco prima. Uno scatto sordo. I tre si ritrassero dietro. Improvvisamente nella parete fu come se si aprisse una porticina, la parete si spezzò lungo linee ben definite a forma di rettangolo, e si sentì qualcosa spostarsi. L’anta che si era formata si alzò come una finestra scorrevole.
I tre erano rimasti indietro a guardare quello che era appena successo davanti ai loro occhi. Appena si formò quell’apertura, Kouichi avanzò e si chinò abbastanza per poter guardare dentro il buco.
“ Vedo qualcosa …” disse, tendendo il braccio per afferrare l’oggetto.
Lo tirò fuori; Era proprio il rotolo della tecnica Superiore. Orlato di rosso, un po’ ricoperto di polvere ma ancora intatto. Un sigillo di colore verde a cera lo teneva chiuso.
Miharu e Raimei si avvicinarono: “ Così sarebbe questo! Bene …”
“ Ora non ci resta che portarlo a Fuma, lui saprà cosa fare …” Disse Miharu.
“Ih!” Esclamò Raimei spaventata all’improvviso. Aveva sentito un fruscio.  Si voltò di scatto, e trasse un sospiro di sollievo nel vedere che era solo un topo. Il roditore sgattaiolò spaventato anche lui.
“ Usciamo di qui, prima che tu muoia  d’infarto!” Esclamò scherzoso Kouichi. Raimei mise il broncio ma annuì. E i tre, con il rotolo in mano, rifecero la strada per tornare in superficie.
Giunsero finalmente alla luce del sole.
“ Davvero un postaccio.” Miharu era sollevato di non dover più stare lì: “ Bene, io vado. A dopo!” Disse,salutò i suoi amici agitando la manina e si allontanò verso l’entrata della scuola, che in quel giorno era chiusa per festività. Ecco perché avevano potuto approfittare ed entrare indisturbati.
I due ricambiarono il saluto: “ Poverino, lo abbiamo dovuto trascinare lì sotto!” Disse piano Raimei felice.
“ Già … sarà meglio andare ora.” Concluse Kouichi e anche loro due uscirono dall’edificio. Il loro taxi era fermo a pochi passi da lì. Il conducente, un giovane ragazzo dall’aria gentile, con una leggera barbetta bionda, li aspettava poggiato al suo taxi nero.
“ Scusi se l’abbiamo fatta aspettare signore!” Disse di fretta Kouichi.
“ Nessun problema!” Disse gentilmente l’altro: “ A proposito …” sì estrasse dalla tasca qualcosa: “ Questi sono per voi due.” E porse l’oggetto a Raimei. Era una busta. L’apri, dentro ci trovò dei biglietti. Immaginate solo di cosa si trattasse.
“ Oh santo cielo … chi glieli ha dati?” Chiese preoccupata. Il conducente alzò le spalle.
“ non ho idea di chi fosse. Si è avvicinato a me, e mi ha detto di dare questi, indicando i biglietti, a voi due. Ricordo solo che teneva un topo in mano! Disgustoso, li ho presi annuendo e poi se ne è andato.”
“ Un topo?” Raimei rimase sconcertata da quel particolare. Lei era stata proprio spaventata da un topo poco prima .. che la cosa fosse collegata?
“ Beh .. grazie lo stesso signore. Ci può accompagnare alla stazione?” Chiese gentilmente Kouichi, non meno sospettoso della ragazza.
“ è Il mio lavoro.” Disse cordialmente il tassista. Aprì la portiera della macchina e fece entrare i due. Durante il viaggio, Raimei rivelò a  Kouichi il motivo del suo sconcerto. Lui non disse niente, ma si limitò ad assumere uno sguardo pensieroso. Nel mentre, un uomo con un cappotto molto scuro teneva tra le dita un topo dal pelo liscio, e lo accarezzava: “ Ottimo lavoro Baka. Ora inizia il divertimento.” Sghignazzò. Il topo squittì festoso e si lasciò accarezzare dalle ditone di quell’uomo.
I due avevano quello che cercavano, ora bastava attendere il momento propizio. O forse sarebbero state loro le prede della caccia?  

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Capitolo 16
*** la preoccupazione sparisce con un bacio ***


E un pò corto, ma giuro che l'altrò sarà chilometrico. Buona lettura e ditemi che ne pensate!


La preoccupazione sparisce con un bacio.

 
Sabato a Palazzo Hikari alle ora 21:00
Ballo in maschera organizzato da :Akira Kitamura
Invito a partecipare in molti, Kitamura Akira.”

Questo ciò che c’era scritto in ogni invito. Fuma lo lesse varie volte, mentre Kouichi e Raimei, arrivati quella sera nel villaggio, stavano zitti. Fremevano dalla voglia di sapere la decisione di Kotaro.
Lui sospirò, posò i biglietti sul tavolo, e pronunciò: “ Sembra un chiaro invito … beh, penso proprio che ci andrete.”
“ Andrete? Intende solo noi due?” Sbottò Raimei. Si aspettava risposte tipo “ Non è conveniente andarci è una trappola” oppure  “ Ci andrò io in cerca di qualche bella donzella” oppure” Andrò io, devo.” Aveva sbagliato tutto.
“ Beh ci siete solo voi due. E poi Palazzo Hikari è qui vicino, non ci vuole molto.”
“ beh .. ci potrei andare io.” Tobari era lì accanto in ascolto. E se la sentì di voler lui compiere la missione. Ma Kotaro era sin troppo furbo.
“ Palazzo Hikari si trova su un’isoletta in mezzo a un lago qui vicino a Est. E ci vuole una barca.” Disse. Tobari deglutì e divenne pallido: Lui aveva la terribile fobia dei mezzi di trasporto, e alla sola idea di dover salire su quella trappola mortale traballante, gli passò la voglia di volerci andare.
“ Ritirò ciò che ho detto …” E si allontanò, con le farfalle nello stomaco. Raimei e Kouichi lo guardarono perplessi, e tutti e due pensarono la medesima cosa: Kotaro cinico e Tobari fifone.
“ Bene! Vi converrà riposare, domani è il giorno stabilito dall’invito … dovrete scegliere gli abiti da poter indossare, è un ballo in maschera stile antico. Quindi, sfoggiate la vostra eleganza.”
“ Ma signore .. non è rischioso? In fondo sanno chi sono.” Kouichi era un po’ agitato. Ma Kotaro aveva sempre la parola pronta.
“ è in maschera,sai quanti ti riconoscerebbero … e poi saranno in molti, non penso baderanno a te.”
Il ragazzino si rassegnò. E con un “ Ve bene” pronunciato mosciamente uscì dalla stanza, diretto verso la stanza. Non rivolse lo sguardo a Raimei. La ragazza trovò strano quel suo comportamento.
“ Io vado. Buonanotte.” Salutò Kotaro che fece il gesto di salutarla con la mano, e raggiunse Kouichi. Lo trovò seduto sulla veranda della loro stanza. Guardava il cielo nell’imbrunire della sera. Aveva la faccia leggermente illuminata dal primo spuntare della luna quella sera in quella pallida notte d’inverno. Aveva indosso un cappotto.
“ Kouichi … “ Sussurrò Raimei avvicinandosi: “ Hai paura?” la ragazza si sedette accanto a lui. Poggiò la testa sulla sua spalla: “ Sai bene che puoi dirmi tutto ..”
“Grazie.” Kouichi voltò leggermente la testa e le diede un bacio tra i capelli: “ Ma tranquilla, è solo ansia.”
“ Come mai?”
“ Non lo so, tutto sta diventando irritante .. Primo non sono potuto andare, secondo devo andare a quello stupido ballo … sta diventando insopportabile questo continuo ritmo.” Il suo sguardo si velò di vera tristezza. A Raimei parve di vedere una lacrima in quei rubini incastonati nelle orbite. Anche a lei si gonfiò il cuore, gli si avvicinò e gli sfiorò le labbra delicatamente, prendendogli delicatamente il viso.
“ Ci sono io …” Gli sussurrò a fior di labbra. Lui la guardò negli occhi profondamente, e avvolse il suo braccio intorno alle spalle della bionda samurai. Immerse il suo viso nel collo della giovane e le sussurrò all’orecchio un grazie. Lei arrossì: “ Non preoccuparti.” Gli accarezzava il viso.
“ Come farei senza di te?” Kouichi alzò la testa prima immersa nel collo di Raimei e le baciò il naso. Lei sorrise e cercò le labbra del ragazzo. Le trovò vogliose di carezze. Si baciarono con trasporto,  e le loro braccia si avvinghiarono l’un l’altro. Furono così presi da quel gesto, che Raimei si trovò schiacciata sotto il peso di Kouichi. Ma non protestò, quella sensazione di dolce amore le piaceva un sacco.
“ Kouichi ..” Si staccarono da quel bellissimo bacio. Erano stesi sopra le tavole di legno del corridoio esterno, si guardavano negli occhi, visi vicinissimi: “ Domani voglio che sia tu a scegliere il mio abito.”
“ Come vuoi principessa.” Le accarezzò I capelli, e le baciò il collo: “ Non so come tu faccia a togliermi ogni preoccupazione!”
“ Ti conosco.” Si limitò a dire lei, e lo strinse a sé: “ dai alziamoci. Stasera voglio che tu dorma davvero con me.”
“ Agli ordini!” Lui si alzò, e prima che anche lei lo facesse, la prese in braccio e la portò a letto. Lei lasciò fare, e gli fece spazio per coricarsi. Le si coricò accanto e le accarezzò le guance.
“ Notte.” Le baciò la fronte e l’abbraccio.
“ notte, a domani” lei ricambiò e immerse la testa nel petto del ragazzo. Si addormentarono così corpo a corpo, e non si accorsero nemmeno che la notte passò in fretta.
Sabato. Il giorno del ballo. I due si alzarono all’alba e uscirono presto per fare le compere per quella sera. 

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Capitolo 17
*** Trappole a passo di danza ***


Che posso dirvi? Buona lettura!

Trappole a passo di danza.
 
Palazzo Hikari, una piccola ma lussuosa villetta collocata sulla sommità di una collinetta nell’isola del lago del Crepuscolo, lago vicino a Fuma. La costruzione era graziosa, in stile barocco, marmorea sotto la luce della falce di luna che quella notte illuminava i visi degli invitati. O almeno la parte dei loro visi che non era nascosta dalle bellissime maschere Veneziane. I due Shinobi, Kouichi e Raimei, stavano fuori, lontano da tutta la gente invitata e agghindata a festa per quella sera.
“ Devo dire che hai ottimi gusti … l’abito è bellissimo.” Disse Raimei a Kouichi. Come le aveva promesso, era stato lui a scegliere l’abito per la giovane: un delizioso abito a gonna larga, celeste e senza spalline, con strass sul corpetto all’altezza del seno, scarpette azzurre a tacco basso. Acconciatura semplicissima, capelli sciolti a boccoli ricadenti sulla spalle esili della ragazza. La maschera era decorata con piume azzurre e blu che ornavano i bordi, a effetto “Coda di pavone”. Davvero bellissima. Kouichi indossava uno smoking nero, cravatta a fronzoli, e una maschera semplice nera con dei brillanti che decoravano i bordi degli occhi e della maschera stessa.
“ Grazie … tu sei bellissima.” Rispose Kouichi facendola arrossire: “ Madame …” E le porse il braccio: “ è il momento di andare.” Lei lo prese elegantemente sottobraccio e i due sconosciuti, che passarono inosservati entrarono dentro il palazzo. Una grande scalinata di marmo conduceva a un enorme sala di ballo, con piastrelle color cremisi. Le alte vetrate dipinte tappezzate di tende purpuree filtravano la luce dei lampioni della piccola terrazza circolare di fuori. Una porta vicino alla cima della scalinata conduceva al resto della villa. Alle pareti della sala da ballo erano appesi ritratti dei predecessori dei Kairoshu: Questo Kouichi e Raimei lo capirono dall’apparizione del ritratto di Toujuuro Hattori, l’ex capo Kairoshu che loro dovettero affrontare due anni prima.
“ Teniamo gli occhi aperti, non si sa mai.” Disse Raimei, e insieme a Kouichi, vennero accolti da un uomo di servizio e condotti nella sala da ballo stracolma di gente. La loro discesa per le scale non passò inosservata, tutti si fermarono ad osservarli tra mormorii e segni d’ammirazione.
“ Sembra che non ci riconoscano!” Sussurrò Raimei.
“ Kotaro aveva ragione allora … ma stiamo attenti lo stesso.” Concluse Kouichi. In poco tempo furono nel mezzo del ballo. Tutte le persone attorno a  loro li guardavano perplessi attraverso le fessure degli occhi nelle loro maschere variopinte. Una piccola orchestra di archi stava in un angolo della sala. E iniziò a pizzicare le corde e a inondare la stanza di musica da valzer. Prima che potessero iniziare le danze, si sentì una voce provenire dalla cima della scalinata. Era Akira Kitamura, che dava inizio alle danze.
“ Benvenuti e buonasera signori!” iniziò a dire: “ Spero vi divertiate e vi ringrazio di essere venuti al mio invito. Si dia inizio alle danze!”
“ Quello dev’essere il capo …” disse Raimei. Kouichi lo guardava perplesso: “ Dovremo stare molto attenti … e intanto prendimi la mano.” Le prese dolcemente la mano, e le cinse la vita con il braccio.
“ Appoggia la tua mano alla mia spalla, e lasciati guidare …” disse rivolto a Raimei rossa in viso. Obbedì, e anche se non sapeva ballare, come aveva prima confessato a Kouichi, non inciampò. I due giovani insieme al resto della gente, danzavano leggiadramente a ritmo del dolce concerto di archi che inondava la stanza. Erano uno vicinissimo all’altro. Raimei si era perso negli occhi scintillanti del suo Kouichi.
“ Non sapevo sapessi ballare così bene.” Gli disse, mentre giravano leggeri nel mezzo della sala.
“ In una delle mie vite ero un danzatore di valzer!” Scherzò il ragazzo. E strinse il braccio attorno alla vita di Raimei: “ Devi starmi vicina. Sei o non sei la mia dama stasera?”
“ Si cavaliere.” Sorrise la giovane. Presto i due giovani si distinsero dalla massa per l’eleganza con cui ballavano quel dolce valzer, ma non furono gli unici ad essere notati dalla folla. Oltre a loro, ballavano altre due figure molto bene: una donna vestita di nero,abito ricco di piume con un'unica spallina, ricoperta di piume nere come la pece. I capelli anche quelli neri, erano raccolti in uno chignon raffinatissimo, da cui ricadevano alcuni ciuffi a boccoli soffici. La maschera era ricoperta di piume nere che sporgevano solo da una parte, l’altra metà della maschera era tempestata di diamanti. Il giovane che l’accompagnava indossava un gilet scuro, camicia bianchissima. A confronto con la sua dama era davvero di una semplicità unica. La maschera bianca copriva metà viso e la parte degli occhi, in modo che si potesse solo notare la bocca affusolata. I capelli, biondi, acconciati a colpi di gel. I due ballavano con così tanta grazia che sembravano perfettamente sincronizzati. Ma a differenza di Kouichi e Raimei, alcuni sguardi da parte degli invitati nascondevano qualcosa di più che semplice ammirazione: Sembrava più felicità cinica. Il ballo durò per un’altra mezz’ora, e poi ci fu una pausa generale, in cui la gente andò al piccolo rinfresco. Il tavolo lungo a lato della stanza era imbandito di tartine, stuzzicadenti, spiedini e tramezzini, robe leggere insomma, a parte portate di aragosta, e frutti di mare. I calici cristallini erano riempiti con ogni tipo di bevanda colorata, da cocktail di gamberi e semplici liquori, per arrivare ad analcolici alla frutta. Kouichi e Raimei presero da bere un succo e uscirono fuori al fresco.
“ Sono esausta! Ho i piedi a pezzi!” protestò Raimei, che si poggiò alla balaustra della terrazza.
“ Sei stata splendida! Dovremo farlo più spesso …” Sorseggiò Kouichi. Lei sorrise e bevve tutto d’un fiato. Aveva la gola arsa. Sarà stato anche un valzer, ma l’aveva a dir poco stancata, e di certo stare con scarpe con il tacco non è una cosa piacevole.
“ Kouichi … hai notato quell’altra coppia? “ Chiese Raimei, riferendosi  ai due che oltre a loro avevano fatto scintille: “ sai, non avevano una faccia nuova …”
“ anche per me li conosciamo, ma non saprei a chi pensare.” Rifletté il ragazzo: “ hai notato come nessuno ci abbia riconosciuto?”
“ Già, le maschere sembrano funzionare in fondo … in fondo è meglio, dopo quello che è successo l’altro giorno!”
“ Ti riferisci alla strage? Niente di che, non penso che entreranno in allarme per così poco!” Disse Kouichi, anche se sapeva che in fondo c’era poco da scherzare.
“ Se lo dici tu …” Borbottò Raimei: “ Senti, mi accompagneresti in bagno? I piedi mi stanno uccidendo!” Disse disperata, rimanendo in equilibrio su un piede solo. Teneva il piede dolorante tra le mani, e cercava di togliersi le scarpe, saltellando scalza per non perdere l’equilibrio. Kouichi annuì e l’aiutò a raggiungere i bagni, accessibili entrando dalla porta che conduceva al resto della casa.
“ Aspettami qui.” Gli disse Raimei, ed entrò dentro al piccolo ma ugualmente lussuoso bagno. Non era sola: dentro c’era la donna di prima, si stava rifacendo il trucco.
“ Sera … ti ho visto ballare, eri molto brava sai?” Attaccò discorso Raimei. La donna si voltò e le sorrise: “ Grazie, anche tu se non sbaglio hai fatto una bella figura, Raimei …”
“ Cosa? E lei come fa a saper il mio nome?” Raimei rimase allarmata, e si mise in posizione d’attacco.
“ Calmati! Sono io!” La donna si tolse la maschera piumata, e scoprì il suo volto. Raimei la riconobbe all’istante e tirò un sospiro di sollievo.
“ Oda …” Ecco chi era la donna misteriosa: “ Stavolta si è superata .. ma come ha fatto a riconoscermi?E soprattutto perché è qui? È rischioso!”
“ Sei inconfondibile cara!” disse lei gentilmente:” E poi doveri dirti la stessa cosa! Io sono qui per semplice caso.”
“ Beh,allora anch’io …” aveva la faccia seria, ma una smorfia di dolore dipinta in volto: “ Senti .. mi aiuteresti?” Alzò la gamba e porse il suo piede dolorante alla signorina, che lì per lì stava per ridere a crepapelle: “ toglimi questa trappola!”
“ ahahahahah! Raimei Sei incorreggibile!” E le tolse la scarpa. Raimei si massaggiò il piede, e la ringraziò.  Yae le lasciò la scarpa per terra, e uscì dal bagno per ritornare in sala. Kouichi la guardò di sottecchi, lei gli fece l’occhiolino, e lui arrossì preso di sorpresa. Poco dopo uscì Raimei.
“ Finalmente! Possiamo andare …” Sussurrò Raimei sollevata. Guardò Kouichi, e si accorse che il giovane guardava sospettoso oltre la sua spalla: “ Ehi, cosa c’è?”
“ SSh, fai finta di niente …” Si voltò verso di lei e le prese il viso. La fece voltare e l’appoggiò al pilastri marmo su cui lui era appoggiato poco prima. Lei non seppe come reagire, e prima che potesse ribattere quell’improvviso gesto, le sue labbra si attaccarono a quelle del ragazzo. Lei chiuse gli occhi lentamente,  e mise le mani sulle spalle del ragazzo. Ma l’obiettivo di Kouichi non stava nel semplice bacio che le aveva dato in quel momento.
Due uomini stavano passando lì vicino, stavano discutendo tra di loro:
“ Pensi che possa essere lei?”
“ Non so ma ho come l’impressione che sia la donna che cercavamo …”
“ Anche gli altri due … secondo me …”
“ Gli altri due che stavano danzando? Quei ragazzini?”
“ Si … da quel che ho visto sembravano loro ..”
“ Stiamo a vedere allora ..” I due uomini stavano passando nel corridoio consecutivo a quello dove si trovavano Kouichi e Raimei, e non si accorsero della loro presenza. Andarono dritti verso la terrazza, probabilmente.
Kouichi era rimasto in ascolto, era stato questo il motivo del suo gesto. Staccò il bacio.
“ Sentito? Sospettano di noi …” disse a Raimei, che era confusa dal bacio: “ E scusa se ti ho baciato senza motivo.”
“ Tranquillo non preoccuparti di quello … io penserei a come fare per i sospetti.” La ragazza era anch’essa rimasta in ascolto: “ Sai chi era la donna in bagno?”
“ Oda.” Disse Kouichi: “ Non ci è voluto molto a capirlo.” Parlavano sottovoce, per non farsi sentire da orecchie indiscrete: “ Dici che è meglio se glielo diciamo?”
“ Penso sia troppo rischioso davanti a tutti. Prendiamola da una parte e diciamoglielo.” Concluse Raimei. Kouichi le accarezzò i capelli, e la rispese sottobraccio. Tornarono in sala, i balli erano in corso.
Cercarono di adocchiare la figura di Oda in mezzo alla gente, ma non riuscivano a individuarla da nessuna parte.
“ C’è troppa gente … non riesco a vederla.” Raimei perlustrava con lo sguardo ma vedeva solo figure danzanti. Kouichi guardò lungo il tavolo del buffet, e notò che un uomo aveva preso un bicchiere di vino rosso e lo stava portando .. proprio a Oda! Sembrava una galanteria, ma il viso dell’uomo era malvagio.
“ Tenga signorina, il vino che ha chiesto.” Lo porse a Oda, che ringraziò. Si allontanò con una smorfia cinica che gli contraeva i duri lineamenti. Kouichi e Raimei riuscirono ad avvicinarsi abbastanza , e Kouichi i un soffio riuscì a sussurrarle : “ Non beva … è drogato.”
Oda voltò lo sguardo , e vide i due dirigersi verso l’esterno. Chiamo il suo cavaliere, che evidente, era il giovane Yukimi.
“ Seguiamoli.” Gli disse e lo tirò al braccio. Lui seguì, e facendosi spazio tra la folla raggiunsero Kouichi e Raimei sotto una delle lanterne appese in terrazza.
“ Credo sospettino della vostra identità Oda.” Disse Kouichi. Yae abbassò lo sguardo: “ Lo so, ma non possiamo fuggire proprio adesso …”
“ Indaghiamo insieme …” aggiunse Yukimi: “ Ma senza far vedere che ci conosciamo.”
“ Per me va bene … voi?” Raimei era d’accordo con il piano. Gli altri due annuirono convinti. Proposero il piano, e convinti della scelta rientrarono in sala. Al ballo bisognava aggiungere un pizzico di salsa. 

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Capitolo 18
*** L'inizio della fine ***


Come andrà a finire?? Buona lettura!!

L’inizio della fine.
 
I quattro rientrarono nella sala, e come se niente fosse, continuarono  a ballare, a ritmo di musica. Oramai a quell’ora erano rimasti in pochi in mezzo alla pista, la maggior parte delle persone si era seduta ai tavolini o sulle poltrone di velluto a chiacchierare. C’era un clima di tensione nell’aria; tutto era sospeso tra fili di turbamento. Sembrava che ormai tutti avessero scoperto l’identità dei quattro danzatori. E Akira, che per tutto il tempo non aveva fatto che guardarli, ora li osservava da lontano seduto sulla sua poltroncina con sguardo cinico. Probabilmente i duo uomini di prima gli avevano raccontato dei loro sospetti, e lui aveva fatto 2 + 2.
“ Raimei …” sussurrò Kouichi: “ Sembra che il capo ci stia guardando … deve averci scoperto.”
“ Me ne sono accorta … Penso che dovremmo agire.” I due interruppero il volteggio,e si allontanarono in direzione della terrazza. Ma stavolta non passarono inosservati.
“ Ma signori .. ve ne andate di già?” urlò all’improvviso Akira, alzandosi di scatto e cercando di venire incontro ai due.
“ No, signore, vorrei solo prendere una boccata d’aria fresca.” Rispose Raimei: “ Con permesso …” E si allontanò da sola, guardando con occhi preoccupati Kouichi, impassibile. Il ragazzo venne accolto da Akira: “ Ho veduto le tue capacità di ballo. Complimenti! Davvero un ottimo danzatore!”
“ La ringrazio, lei è molto lusinghiero …” il giovane lanciò uno sguardo alla coppia che come loro quella sera aveva sorpreso tutti. I due recepirono il messaggio all’istante.
“ Vuole dirmi il suo nome per cortesia? Sarei felice di poterla onorare con qualche premio, insieme alla sua graziosa dama naturalmente!” Akira aveva le mani nel panciotto. Kouichi si insospettì.
“ Preferisco tenermi anonimo, come il resto delle persone …” Disse, mettendo le mani dietro la schiena spavaldamente. In realtà tentò di afferrare qualcosa.
“ Oh, capisco … ma penso che il suo nome sia davvero importante per noi … o sbaglio?” La mano si sfilò dal panciotto, e apparve qualcosa di simile a un manico di pugnale.
Kouichi prese rapidamente l’oggetto che stava cercando. Come previsto, quell’uomo l’aveva riconosciuto, e prima che quel pugnale gli venisse conficcato nel bel mezzo dello stomaco, Riuscì a bloccare il capo dei Kairoshu punta dogli alla gola un Kunai.
“ Vedo che dopotutto hai dei riflessi pronti , K …” Disse il capo, mettendosi a scudo il pugnale. I presenti si alzarono tutti e estrassero anche loro le loro armi.
Tutto il ballo era una trappola. Gli invitati avevano fatto finta di niente per tutto quel tempo.
“ mi sembra sciocco che lei signor K sia venuto di sua spontanea volontà!” Rise Akira, mentre forzava con la mano il pugnale, per cercare di ferire il giovane: “ davvero stupido da parte sua!”
“ Non potevo rinunciare a un’occasione del genere … vedo che l’accoglienza non è delle migliori!” Anche Kouichi si stava difendendo e piuttosto bene.
“ Uomini, addosso anche a lei!” Akira puntò il dito contro Yae: “ lei è la donna che cerchiamo!”
Alcuni Kairoshu si scagliarono contro di lei, che prontamente aveva afferrato le armi. Yukimi estrasse la pistola, e cominciò a mirare e sparare i corpi volanti che gli si paravano davanti. Altri andarono in terrazza, a prendere Raimei.
“ prendete anche la ragazzina!” aveva esclamato prima Kitamura: “ Io mi prendo K …”
“ mi chiamo Kouichi, e le assicuro, non sarà facile prendermi come lei crede.” Saltò indietro, insieme a Kitamura, e i due iniziarono n combattimento lama  a lama.
Quelli sulla terrazza intanto, cercarono la ragazzina. E lei era lì, sopra di loro: Raimei saltò dal tetto della villetta brandendo la Gamon Nera che pochi attimi prima era riuscita a prendere dal nascondiglio dove l’aveva lasciata, e irruppe loro addosso. Molti rimasero colpiti dalla lama affilata della spada, gli altri iniziarono ad attaccare, invano poiché la giovane riusciva a schivare i loro attacchi. Nonostante il vestito ampio le potesse essere d’impedimento, era agile come una gazzella.
“ Fatevi sotto!” provocò i rimasti ancora in piedi, e loro scagliarono le loro armi che andarono a conficcarsi nei muri della reggia. Lei corse incontro loro brandendo la spada e a uno a uno li mise al tappeto. Il vestito si stracciò , lasciando un ampio taglio nella gonna, ma lei non si fece un graffio. Col fiatone entrò dentro, lasciando i corpi dei Kairoshu esanimi sul pavimento. Vide Kouichi e Akira combattere arduamente saltando da un pilastro all’altro, andò ad aiutare Yukimi e Yae in balia di una dozzina di aggressori.
“ Raimei! Hai fatto quello che dovevi fare?” Domandò Yukimi a gran voce, mentre sparava  colpi a raffica.
“ Si! Saranno qui a momenti!”  rispose la ragazza, accoltellando uno che stava per pugnalare a sua volta Yae alle spalle.
“ Signorina! Sarà meglio che lei vada e si metta in salvo!”
“ Non se ne parla! Rimango a darvi una mano1” Rispose lei convinta. Ormai il pavimento era un ammasso di corpi feriti a anche di cadaveri bene agghindati. Le tende di velluto erano state ridotte a uno straccio, il tavolo si era ribaltato poiché usato come scudo da Yukimi, e tutto era in disordine. Una baraonda generale.
“ Mi dica una cosa!” Urlò Kouichi al suo avversario, mentre combattevano: “ perché proprio io?”
“ vedi ragazzo …” Iniziò Lui: “ Tu hai quello che tutti gli uomini vorrebbero avere .. l’immortalità. E chi meglio di un immortale può governare questo mondo?”
“ ma non capisco …” Kouichi era perplesso: “ “Il piano parlava di voler risvegliare i morti, e io sono il solo che può riuscirci. Perché adesso mi parla d’immortalità?”
“ Non hai ancora capito?” Akira si fermò e rise. Kouichi teneva l’arma a pochi centimetri dal viso del nemico: “ La zombieficazione è solo un piano secondario. Il vero piano e toglierti ciò che tu hai di più prezioso .. la vita eterna.”
Tutti sentirono quella risposta. E tutti rimasero sorpresi, anche Kouichi. Lui specialmente.
Quindi la sua fonte di vita eterna era il vero obiettivo di quell’uomo senza scrupoli? Non poteva credere alle sue orecchie. Perché aveva coinvolto anche i suoi amici allora? E di preciso: “ allora se vuole solo me, perché ha coinvolto anche la  signora Oda?”
“ vede …” E qui Akira fece una pausa. Lo fissò negli occhi con  sguardo ambizioso: “ Gli zombie devono avere un capo immortale come loro, altrimenti il sistema crolla. E da quel che sappiamo, la signorina Oda possiede la Tecnica Del Riporto. Quindi ci serve quanto te … e stavolta ti avremo in pugno! Servi!” Apparvero da dietro le scale uomini in divisa, che nella battaglia di prima non si erano intromessi. Balzarono dalla balaustra della scala interna e aggredirono Oda, che sfortunatamente non  avvertì la’ttacco. Uno di loro la colpì alla schiena, lei svenne in braccio ai nemici. Yukimi tentò in qualche modo di liberarla, ma altri lo bloccarono. Quelli che avevano in braccio Oda sparirono in un vortice di foglie, prima che gli altri due Raimei e Yukimi potessero Reagire.
“ signora Oda! No!” Urlarono tutti e due all’unisono, e, lottarono contro glia altri rimasti lì. Kouichi aveva osservato la scena allibito, e per poco Akira non gli avrebbe conficcato il pugnale nella spalla, se lui non si fosse risvegliato da quella trance.
“ Toccherà anche a te la medesima sorte!” Urlava Akira in preda alla furia omicida. Cominciò a scagliare al ragazzo attacchi su attacchi, lui li schivava prontamente uno ad uno, ma on in testa il pensiero della povera donna in mano a quei pervertiti.
Kouichi però era stanco per tutto quel fuggire, e le forze iniziavano a mancargli. Questo bastò a ferirlo al braccio.
“ No! Kouichi! Raimei se ne era accorta e gli aveva urlato disperata. E uno dei servi la colpì così forte che la ragazza cadde a terra bocconi. Il ragazzo vide, e improvvisamente la stanchezza sparì.
“ Raimei ….  Bastardi!” Kouichi aveva la vista annebbiata, ma il suo furore gli inacidì il sangue.
Akira lo guardò: Gli occhi del giovane erano iniettati di vendetta.
“ Nessuno deve toccarla! Intesi?” Improvvisamente Kouichi lasciò da solo Akira, e si scagliò contro uno dei servi che stava per dare il colpo di grazia a Raimei. L’uomo sentì il pugnale dritto al cuore, e cadde in una pozza di sangue. Raimei aveva il fiatone, e una mano sulla spalla, l’avevano colpita forte in quel punto. Yukimi continuò a combattere contro gli altri, e riuscì a contrastarli tutti, ferendoli con i proiettili. Ormai vivi in sala c’erano solo lui, Kouichi accanto a Raimei per sostenerla, e Akira che si avvicinava furente di rabbia a Kouichi.
“ Stai bene?” Kouichi era accanto a Raimei e le alzò il viso sporco di sangue.
“ Si … Attento!” Lo scostò prima che un Kunai lo colpisse alla schiena. Quell’arma si incastro nel duro pavimento della sala.
“ Voi … sarete in mano mia adesso!” Akira aveva gli occhi iniettati di sangue. In piedi davanti a loro due seduti per terra, non sembrava più l’uomo serio di prima, ma solo uno spietato assassino. Gli occhi erano iniettati di sangue, e le membra erano tese in una posizione rigida. Sembrava la statua di un dittatore. I due lo guardavano con occhi contratti dallo spavento e dalla rabbia. Akira afferrò per il braccio la povera Raimei, che si divincolò in ogni modo per liberarsi. Kouichi tentò di strapparla dalle sue mani, ma invano.
“ Adesso la tua amichetta fa un bel saltò all’altro mondo!” Il nemico afferrò i suo pugnale, e raschiò la pelle intorno al colo di Raimei. Lei tremava come una foglia in balia del vento, e lo guardava di strisciò con odio.
“No!” Kouichi tentò di alzarsi, ma Akira gli sferrò un calcio che lo fece cadere a terra. Il sangue iniziò a colargli dal naso.
“ Kouichi!” Raimei era disperata, e ormai il coltello stava per lacerare la tenera carne intorno al collo di Raimei. Prima che una nube invadesse la stanza.
Akira rimase un po’ perplesso, e subito dopo si sentì scaraventato al muro da una forza soprannaturale.
“ sono arrivati i rinforzi1” La voce di Kotaro echeggiò nella’ria, e lui apparve in tutta la sua maestosità nel mezzo della lotta. Con un gesto liberò Raimei. Tobari venuto con lui ( Chissà come, forse aveva nuotato, di certo non era salito sulle gondole!) andò accanto a Kouichi e lo soccorse.
“ Aizawa stai bene?”
“ Si, professore … menomale, siete venuti giusto in tempo.”
“ bene ragazzi!” Disse Kotaro: “Si torna a casa adesso! E … Akira! Grazie mille!” Avvolse tutti, compreso Yukimi in un vortice di foglie, e presto gli Shinobi scomparvero alla vista annebbiata di Akira.
“ Sono scappati … ma dovranno tornare. Oda è in mano nostra.” Rise nonostante la sconfitta. E riaggiustandosi lo smoking, andò all’interno della villa. Il suo piano era andato in fumo solo per metà.
Intanto gli altri erano già a Fuma.
“ Intervento tempestivo! Grazie ..” Ringraziò Kouichi. Andò accanto a Raimei e la strinse a sé: “ Stai bene?”
“ Si, a parte qualche ammaccatura … tu?” Gli tolse con le  dita il rivolo sanguigno che gli usciva dalle narici.
“ Si, è stato difficile ma ce l’abbiamo fatta a non farci beccare.”
“ Purtroppo però Oda è in mano loro.” Aggiunse Yukimi, stringendo i pugni rabbioso.
“ Già … dovremmo intervenire al più presto .. ma adesso riposatevi. Non  penso le faranno del male, per questo possiamo stare tranquilli.” Concluse Tobari. Tutti rientrarono dentro, Kouichi e Raimei stretti tra di loro. La serata si era conclusa, di certo non tranquillamente. Ed era solo l’inizio della fine. 

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Capitolo 19
*** Proposte e minacce ***


Momento solo Oda .... spero piaccia, devo aggiungere un tocco di suspence al tutto <3 buona lettura
PS: Mileyfan10 grazie mille :3


Proposte e minacce

 
Oda aprì gli occhi. Era sdraiata su un materassino lercio, Una luce a neon le faceva lacrimare gli occhi. Aveva la vista annebbiata, ma riuscì a distinguere accanto a sé la maschera di piume e diamanti, e qualcosa di simile a una siringa. Più vicino alla siringa c’erano un batuffolo di cotone. Era sporco di sangue. Pensò al peggio e cercò di guardarsi il braccio. Come pensava: la piega del gomito era bucata, e un tubo di plastica era legato stretto. Ecco perché non si sentiva più il braccio; Il sangue non affluiva.
Rantolava, non riusciva a spiccicare parola forse a causa della dose di droga che si sentiva in corpo. Aveva la nausea, ma non riusciva a d alzarsi. Si accorse di essere sola.
Aveva ancora l’abito addosso, ma non sapeva né come né perché l’avessero portata in quel posto. Silenzio attorno a lei, tranne il rantolo della sua voce in cerca di protesta.
“ Non mi sento bene … dove sono?” pensava tra sé, mentre continuava a perlustrare con lo sguardo la stanza. Era uno sgabuzzino, sporco e male illuminato da una sottospecie di lampada al neon. Le pareti erano scrostate, e per sua sfortuna e orrore Oda riuscì pure ad intravedere degli scarafaggi enormi e disgustosi camminare con le loro innumerevoli zampette su quelle pareti.
Sentì dei passi provenire dalla porta. Erano passi sordi, e si facevano sempre più vicini a lei. Poi la porta si aprì, e la figura di Akira le apparve davanti all’improvviso.
“ Buongiorno mia cara! Dormito bene?” le chiese sarcasticamente. Lei gli avrebbe volentieri sputato in faccia, ma l’effetto degli stupefacenti la faceva stare cheta. L’uomo le si avvicinò e la tirò su per i capelli ormai sciolti. Lei provò un dolore immenso, e si sentì trascinata e poi portata in peso da un energumeno tutto muscoli. Quell’armadio la poggiò con un po’ di troppa forza su una sedia in una stanza più lussuosa dell’altra, ma ugualmente buia.  Poco dopo era seduta davanti al capo, lui in piedi, rigorosamente legata.
“ credo che abbiate esagerato con la droga … non si regge in piedi.” Akira rimproverò i suoi uomini, loro per risposta se ne andarono dalla stanza borbottando. Oda li guardò con disprezzo, ma non pronunciò parola. Boccheggiava come un pesce fuor d’acqua.
“Mmh …” Akira la guardava di sottecchi: “ saresti inutile in queste condizioni … tieni.” Andò verso il tavolo, e prese una boccetta che era appoggiata lì. La aprì e si mise di fronte a Oda. Le prese il mento tra le mani, e le fece bere a forza il liquido disgustoso contenuto dentro: “ Questo ti gioverà per un po’ …” Oda lo dovette ingurgitare tutto d’un fiato. Sentì il petto bruciarle come fuoco ardente, ma la vista si schiarì e la parola poté uscire dalle sue labbra. In qualche modo quell’intruglio l’aveva rinvigorita.
La stanza era circolare, assomigliava a un salotto vista la grande quantità di arredi e delle poltrone circolari poste in un angolo.
Oda tossì, e parlò con disprezzo: “ Che cosa vuoi da me? Si può sapere?”
“ Vedo che siamo di buon umore!” Kitamura la squadrò dall’alto in basso. La donna si divincolava in cerca di libertà: “ Ti ho invitata a casa mia per chiederti una cortesia. A proposito, dai un’occhiata fuori.” La donna voltò lo sguardo verso l’enorme vetrata. Vide acqua, una grande distesa di acqua, racchiuso in mezzo a della terra boschiva un cielo nuvoloso e tetro. Era ancora a Palazzo Hikari.
“ E allora? Siamo ancora sull’isola!”
“ beh, così darai modo ai tuoi amichetti di dire loro dove ti trovi!” Rise Akira. Oda lo guardo con occhi odiosi: “ Sei un mostro! Che cosa vuoi?”
“ La tecnica del Riporto.” Fu secco e deciso. Yae prima lo guardò spaventata, ma un sorriso le squarcio il volto affusolato:
 “ Mi dispiace sei arrivato troppo tardi.”
“ Se non ce l’hai tu ce l’hanno loro per forza … ma pensa un po’: Io ti avrei aiutato …”
“Non capisco in che modo tu mi possa aiutare!” Yae era furibonda e parlò con sarcasmo.
“ Tua figlia … potrai rivedere tua figlia …”
Yae si voltò a guardarlo disgustata. E le lacrime iniziarono a pizzicarle le ciglia. Sua figlia, la sua adorata bambina morta a causa di un uomo senza scrupoli, per giunta Kairoshu. Come poteva quell’uomo tirare in ballo quella storia che per lei significava cadere in una voragine? Lo guardò con odio profondo: “ Tu! Come osi parlare di mia figlia come se niente fosse? Non ti permetto di dire certe idiozie!”
“ Ma io stavo solo proponendo! Non vorresti riaverla con te?” Era persuasivo, la sua voce si era come raddolcita.
“ Non darmi ordini! E poi non sarebbe la stessa cosa! Sarebbe …”
“ Senza cuore e anima?” Quell’aggiunta fece esplodere la povera Yae già provata. Non rispose subito, ma le lacrime le rigarono il viso. Avrebbe voluto urlargli a squarciagola quanto fosse un maledetto bastardo, ma la droga stava ricominciando ad avere il sopravvento.
“ Tu … non ti permetterò di farlo … Non lei …” era davvero il lacrime. Parlava interrotta da continui singhiozzi, la sua voce si era ridotta a un fruscio. Akira le avvicinò le labbra all’orecchio.
“ potrai riabbracciarla …” le sussurrò malignamente. Lei spalancò gli occhi disgustata, e tentò di morderlo.
“ Empio essere! Smettila! Non mi importa, non ti permetterò di fare ciò che vuoi fare!” Il suo divincolio divenne inarrestabile. Akira ne rimase infastidito.
“ Mimura!” Chiamò il suo uomo: “ Falla tacere!”
Entrò Mimura, con una boccetta di cloroformio e un panno. Nonostante Oda opponesse resistenza, riuscì a farle inalare quella sostanza. In poco tempo, Oda perse i sensi. Il suo corpo si accasciò sulla sedia e le lacrime le si seccarono in volto.
Akira porse a Mimura una lettera: “ Porta questa a chi sai tu … Voi due!” chiamò due uomini fuori dalla porta: “ Portatela via, andiamo ai magazzini.”
Gli uomini entrarono, slegarono il corpo di Yae e se lo misero in spalla. Andarono verso il piccolo porto dell’isoletta e si imbarcarono. Presero la strada per Tokyo.
Nel  mentre la lettera fu spedita … a Fuma. A recapitarla fu un Kunai volante, che si conficcò nella parete del soggiorno, mentre Kotaro stava bevendo il the pensando a un piano. Tutti sentirono il tonfo dell’arma, e in breve il salotto fu invaso da ospiti. Raimei estrasse il Kunai e prese la lettera, porgendola a Kotaro.
Lesse, e rimase perplesso: “ Uh … una lettera minatoria.” Disse con fare ironico. Gli altri, Tobari, Kouichi Raimei, Yukimi e l’inaspettato Miharu che era arrivato la sera precedente, rimasero spaventati. Kouichi lo indusse a leggere:
Abbiamo in pugno la vostra amica. Consegnateci ciò che sapete e la riavrete. Avete tempo fino a stasera.
Appuntamento ai Magazzini Itachi, zona industriale Tokyo.
Vi aspetto, Akira.”
Yukimi strinse i pugni: “Spero non le torcano un capello!”
“ Vedrai che riusciremo a salvarla ..” Fu Miharu a parlare. Appoggiò la mano sulla spalla del biondo: “ Non l’avranno vinta.”
“ Spero che sia come dici tu, ragazzino …” Yukimi ricambiò il gesto, accennando a un sorriso, ma rimanendo serio.
Tutti si oscurarono in viso, e maledissero la loro voglia di presentarsi a quel ballo la sera prima. Cosa sarebbe successo? Dovevano elaborare un piano alla svelta. Il tempo non era loro amico. 

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Capitolo 20
*** Insidie tra elettrodomestici ***


Siamo quasi alla fine, manca poco ... e volevo annunciare che forse farò due finali, ma non aggiungo altro ... buon a lettura!
PS: Questò è davvero chilometrico come promesso, e ricco di colpi di scena! leggete!
Remedios la Bella


Insidie tra elettrodomestici
 
“Deve essere questo.” Un  grande magazzino,fuori da Tokyo si ergeva tra il paesaggio metropolitano della megalopoli giapponese. Una grossa scritta “Itachi” rosso fuoco stava sul davanti del muro. Un enorme saracinesca rappresentava l’unica entrata per quel posto. Nessun rumore proveniva dall’interno.
Kouichi, Raimei, Tobari, Miharu  e Yukimi stavano davanti a quella saracinesca.
“ Ha con sé la tecnica, professore?” Kouichi si rivolse a Tobari con sguardo serio. Il maestro estrasse il rotolo dalla tasca interna della giacca: “ Eccola qui … possiamo andare.”
Raimei bussò alla saracinesca e un forte rimbombo metallico invase l’aria immersa nel pomeriggio di quella tiepida domenica: “ Fateci entrare.”
Dei passi, attutiti da calzature di cuoio, probabilmente stivali. La saracinesca fece un grossissimo trambusto, e davanti a tutti che tenevano le orecchie chiuse dal gran rumore, apparve un uomo.
“Benvenuti a casa nostra … prego.” Li fece entrare, facendo loro spazio. Era vestito malissimo, puzzava di sudore, e aveva i denti ingialliti. Quegli occhietti lucidi e vispi che gli illuminavano il viso mascolino davano segno di forte cinismo. Capelli poco brizzolati e spettinati, in breve un tipo poco raccomandabile.
Gli Shinobi entrarono dentro al grande magazzino in disuso da tempo. Pezzi di ferro o d’acciaio stavano sparpagliati dappertutto, e grandi teli cerati o trasparenti coprivano gli elettrodomestici che si producevano in fabbrica. Lavatrici, lavastoviglie, tutto ciò che una casalinga potrebbe desiderare. Ma di certo non erano lì per fare la spesa.
Kouichi venne subito guardato avidamente dalla moltitudine di Shinobi seduti sui gran mucchi di ferraglia presente. Tipi loschi impugnavano i loro coltellacci, come bravi del milleseicento al servizio di signorotti arroganti. Lui non tremò, ma stette all’erta. Alcuni di quegli uomini, guardarono anche lo Shinrabansho con certo desiderio, ma Miharu si mostrò indifferente alle loro occhiatacce.
“ Akira! Siamo qui!” Urlò all’improvviso Kouichi: “ Ridacci la nostra amica!”
“ Me benvenuti!” Una voce fuori campo rimbombo in un’eco nel grande magazzino. Tutti lo cercarono con lo sguardo, e infine lo trovarono; Stava sopra una terrazzina, nella sala di controllo dei vecchi macchinari. Dietro il vetro, aveva parlato dal microfono di quella saletta: “ Vi do il benvenuto nel mio regno! Vedo che avete accettato l’invito!”
“ Non siamo qui per bighellonare!” Esclamò Raimei: “ Scendi vigliacco, voglio farti a pezzi!”
“ Modera i toni ragazzina!” Akira divenne furioso: “ Non si parla così a uomini di una certa età!”
“ Con te non farebbe differenza, sei solo un misero verme!” Raimei lo provocò a tal punto che alcuni dei suoi uomini, scesero e la circondarono brandendo le armi. Lei estrasse la Gamon per risposta, senza mostrare alcuna paura. Akira li fermò con la mano: “ Calma, non è il momento ancora!”
E gli uomini ritornarono ai loro posti, brontolando. Kouichi guardò di sottecchi la ragazza, che ricambiò lo sguardo preoccupata ma furiosa.
“ Vedo che ti sei portato degli amichetti Kouichi!” Pronunciò quell’uomo: “ Addirittura lo Shinrabansho! Sapessi quanti guai ha fatto passare al mio predecessore Toujuuro! Non è vero, Miharu Rokujo?”
Miharu non rispose e lo guardò con enorme disprezzo. Il ragazzino perlomeno non era indifferente alle provocazioni.
“ Mmh … non mi va di restare qui tutto il tempo .. vengo da voi, con una persona di vostra gradita conoscenza.” Si allontanò dal vetro infrangibile dietro cui parlava. Si sentì un urlo, E poco dopo lui uscì dalla porta di legno che dava alla sala comandi. Teneva la povera Yae legata, e come quando era sveglia quella mattina, si dimenava come un pesce senz’acqua. L’effetto delle droghe era ormai svanito.
“ E’ lei che volete?” Fece Akira, mostrando la donna come se fosse un premio di caccia. Tutti gli uomini urlarono di gioia e fischiarono, i nostri eroi avanzarono verso Akira.
“ mostro! Lasciala andare!” Sbottò Yukimi guardando l’umiliante scenario davanti ai suoi occhi. La povera Yae li guardò con occhi lacrimanti e urlò come meglio poteva: “ Andatevene tutti! Non pensate a me!”
“ Oda!” Sbottò Yukimi: “ Ti salveremo!” Lo disse con così tanto entusiasmo, che Yae arrossì. Akira guardò come intenerito la scena: “ Oh, ma guardali, i due piccioncini! Vedrete tra poco che sarete per sempre insieme … “ Estrasse una Magnum dalla tasca interna della giacca, e la puntò alla tempia della donna: “ consegnatemi ciò che sapete …”
Tutti guardarono allarmati quello scenario, Yae strinse i denti furiosa. Non poteva muoversi per il bene di tutti, soprattutto il suo.
Tutti guardarono Tobari,che possedeva con sé il rotolo della Tecnica. Lui li guardò riluttante e portò fuori il manoscritto: “ ecco … sei contento?” Lo fece vedere a Akira. Lui, per risposta … Rise sguaiatamente. Nessuno comprese quel gesto, nemmeno i suoi uomini.
“ Cosa vorresti fare? Darmi quel pezzo di carta? No ..” Evidentemente non era quello il suo obiettivo: “ Io voglio ben altro …” Guardò Kouichi con occhi avidi di potere, e tutti compresero. Lui capì all’istante:”Allora le cose stanno in questo modo?”
“ Già, sei tu il mio obiettivo principale … e ormai sai perché!” Il Kairoshu spalancò le orbite iniettate di sangue: “ la tua immensa dote mi sarà utilissima!”
“ allora perché ha voluto la Tecnica?” Chiese Tobari infuriato e scocciato. Il capo dei Kairoshu rise di nuovo: “ Oh! non ho abbandonato ancora il mio progetto sappilo! Invaderò la terra di schiavi sotto il mio potere, ma di certo non potevo attivare un potere così immenso da solo!”
“ In che senso! Non sei anche tu uno Shinobi in fondo?” Gli chiese urlando Raimei: “ Che motivo c’era di fare tutto questo casino?”
“ Raimei …” Kouichi si voltò verso di lei, aveva lo sguardo cupo come la notte: “ Solo un essere immortale può attivare la Tecnica del Riporto.”
 Tutti rimasero scioccati da quella spiegazione. Akira rise come un matto: “ Esatto! E chi meglio di lui poteva essermi d’aiuto? In più non ho nemmeno dovuto fare la fatica di cercarla! Siete stati voi a fare il lavoro per me!”
“ Ma perché proprio lui?” Disse all’improvviso Tobari: “ Se non sbaglio non c’è solo Kouichi come essere immortale! “
“ Intendi dire la ragazzina dagli occhi felini?” Chiese il Kairoshu.: “ Shijima se non sbaglio … Beh, ci abbiamo provato, e …” Schioccò le dita e qualcosa volò in aria, Tutti guardarono in cerca di identificare di che cosa si trattasse. La cosa si posò per terra in atteggiamento da gatto. Lunghissimi capelli bianchi coprivano un corpo minuto, due grandi occhi rossi e felini illuminavano quel viso. La ragazzina indossava un mantello nero pece, la divisa della sua scuola, e alle mani aveva agganciati i suoi preziosi artigli di ferro. Si, era proprio la giovane Shijima. Ma non aveva un sguardo amico.
“ Shijima! Ma che cosa ti salta in testa? Perché sei qui?” Le chiese allarmato Kouichi. La osservò: gli occhi della ragazzina non sembravano molto svegli, avevano uno strano aspetto. In più, sembrava furiosa. Guardò Oda; Teneva gli occhi chiusi, in lacrime, e sussurrava … ma cosa? Nel mentre aveva la pistola premuta alla tempia, e il braccio stretto tra la mano enorme di Akira. Lui guardava con aria soddisfatta.
“ Non può essere …” Kouichi sembrava aver capito come stessero le cose: “ ragazzi … allontanatevi! E portate in salvo Oda!” urlò al resto, che evidentemente non aveva ancora capito come stessero le cose.
Non fece in tempo a dirlo che Shijima gli si scagliò contro affilando gli artigli di acciaio. Lui scansò per un pelo l’attacco, e estrasse le sue armi. Allora tutti si animarono; anche gli uomini di Akira si alzarono, saltarono e iniziarono a combattere contro gli intrusi. Akira continuava a guardarli, con fare arcigno. Stranamente non si allontanava dal campo di battaglia.
“ Ma che le prende?” urlò Raimei, mentre sferzò alcuni attacchi a un gruppo di ninja che finì per terra con un solo colpo: “ Non dovrebbe essere dalla nostra parte?”
“ osserva Oda!” Gli urlò Kouichi, intento a saltare come una cavalletta per evitare le sferzate di Shijima. Gli attacchi non sembravano dati volontariamente, ma meccanizzati. Era come se qualcosa li stesse controllando. Raimei osservò Oda, e la vide sussurrare.
“ Non dirmi che …”
“ Si, sta usando l’Izura Shingan! Sotto comando dello stesso Akira! Shijima non reagirebbe così sennò!”
Oda controllava il pensiero di Shijima, ma non lo stava facendo di sua spontanea volontà. Akira l’aveva minacciata in precedenza, e lei non poteva fare altro che obbedire. Non era in condizioni di poter reagire.
“ Shijima svegliati!” Kouichi tentava di rianimare la ragazzina, ma non dava segno di risveglio dal sonno. Oda era in lacrime.
Fu Miharu a parlare allora. Grazie alla sua astuzia da finto bambino innocente, era riuscito a scansare gli attacchi dei Kairoshu, e a giungere sul balcone ove si trovavano Oda e Akira: “ Mi ascolti signora Oda1 Non può permettere a un uomo del genere di darle ordini! La prego reagisca!” Anche Miharu aveva compreso tutto. In fondo, sapeva chiaramente che Shijima era il suo gattino domestico, e ne conosceva fin troppo bene il carattere menefreghista e indipendente. Aveva fatto il calcolo osservando Oda pochi momenti prima.
“ Shinrabansho! Togliti dai piedi!” Akira tolse la pistola dalla tempia di Oda e premette il grilletto contro Miharu. Lui schivò agilmente il proiettile e si scagliò contro Akira. Akira finì per terra,Yae dall’altra parte. Ma la donna non dava segno di volerla finire con la tecnica.
“ è inutile ragazzino! È sotto il mio controllo!” Sbraitò il malvagio. Miharu venne scaraventato di dosso da Akira, e batté la testa al muro. L’uomo si alzò e andò incontro a Yae, che stava sul pavimento e mormorava ancora. Fece per prenderla. Un colpo di pistola gli trapassò la spalla. Sentì un dolore lancinante e si ritrasse, Vide Yukimi avvicinarsi puntando la sua di pistola a Oda.
“ Vedi di starle lontano!” Gli urlò. Si mise vicino alla donna ancora in trance.
“ Voi! Fate presto!” Kouichi supplicava il resto della gente di fare in fretta, ormai il suo fisico non reggeva ai continui attacchi della ragazzina senza controllo.
“ Non posso ucciderla, l’unica maniera è risvegliare Oda.” Pensò, mentre per poco non venne ferito alla spalla, se non fosse stato per l’intervento del professore.
Yukimi nel mentre Schiaffeggiò lievemente la donna che teneva sorretta con il braccio: “ Avanti, svegliati! Tu non sei sotto il controllo di quell’uomo!” le diceva a voce alta. Akira li guardava con occhi ridenti: “ Non puoi fare niente stupido! E ora la pagherai cara!” teneva la mano appoggiata sulla ferita alla spalla, l’altra mano sorreggeva la pistola. Tentò di premere il grilletto, Ma fortunatamente venne bloccato da Miharu che lo prese per le gambe e lo fece inciampare rovinosamente.
“ Yukimi! Sbrigati! Kouichi ha bisogno di te!”
“ D’accordo!” Ribatté il biondino. Fece il gesto estremo; Avvicinò le sue labbra a quelle della donna e le diede un bacio. Premette forte, di modo che lei si potesse risvegliare in qualche modo. E dopo qualche secondo, Shijima sembrò riprendersi. Si accorse delle sue gesta e si fermò a un certo punto, mentre Kouichi era a terra sanguinante al braccio.
“ Ma cosa …” Shijima abbassò l’arma insanguinata e guardò Kouichi con occhi strani: “ perché sei a terra?”
“Oda si è svegliata.” Pensò Kouichi e provò al alzarsi da terra, aiutato dalla ragazzina.
Yae aprì gli occhi, incontrò lo sguardo di Yukimi: “ ma cosa è successo?” disse in un sibilo. Il giovane le accarezzò il viso: “ va tutto bene … è tutto passato.” La slegò e la riguardò negli occhi.
“ Yukimi …” Ancora confusa ma semi cosciente alzò le braccia e le avvolse attorno a Yukimi che ricambiò.
Akira guardava disgustato: “ Uomini! Prendete il ragazzo!” Quelli ancora in piedi si avventarono contro Kouichi, che combatté nonostante la ferita. Tutto stava andando a rotoli per Kitamura. Guardò le scene con un senso di sconfitta inimmaginabile. Il suo sguardo infine si bloccò sulla bionda samurai, che combatteva fianco a fianco con il professore Kumoira.
Miharu notò negli occhi di Akira un scintillio. E pensò al peggio.
“ Raimei! Corri!” tentò di urlare, ma era troppo tardi. La ragazza, prima di poter dire “Ma …” venne raggiunta da Akira e presa per la gola. Si trovò sollevata in aria. Tobari non poté intervenire in alcun modo, lo bloccarono alcuni Kairoshu. Kouichi se ne accorse, e si spaventò all’istante.
“Raimei!” Si alzò e andò furioso incontro a quel mostro, ma venne colpito con un calcio volante. Il resto del gruppo guardava attonito Kitamura che soffocava la povera Raimei, mentre lei si divincolava violacea in volto per la mancanza d’aria.
“ Aiutami e la risparmierò!” Propose Akira a Kouichi sanguinante, continuando a strozzare la povera Raimei. Il giovane guardava la sua amata: Vedeva il dolce volto diventare sempre più pallido, e gli occhi spegnersi. Stava per morire.
Non ebbe scelta. Abbassò lo sguardo e strinse i denti. Si alzò e osservò Raimei, che dalla fessura delle sue palpebre poté vedere lo sguardo arrendevole del giovane. In un sussurro disse: “ Non farlo …”
“ D’accordo …” Pronunciò Kouichi. Raimei iniziò a piangere e sentì la presa alla gola allentarsi. Akira la lasciò andare, lei cadde in ginocchio e si portò le mani alla gola per alleviare il forte dolore che le straziava la carne. Volse lo sguardo verso Kouichi che lo ricambiò con gli occhi gonfi di lacrime. Akira sguainava dal ridere.
“ Uomini! Prendeteli tutti!” I Kairoshu rimasti presero il resto del gruppo rimasto attonito dalla decisione di Kouichi.
“ tu!” Kitamura si rivolse a Kouichi: “ Seguimi. Faremo una visitina al tempio.” Lo afferrò per il braccio e lo portò via con sé. Lui non protestò, ma continuò a rivolgere lo sguardo a Raimei, piangente e portata in peso da un uomo muscoloso. Stessa sorte per il resto del gruppo. Non opposero alcuna resistenza. 

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Capitolo 21
*** Il portale ***


Riapparirà uno dei personaggi più terribili dell'anime stesso ... ho detto troppo! Buona lettura e ditemi pure che ne pensate!

Il portale

 
“Muoviti pivello!” Akira stava in testa a tutti con Kouichi legato a sé con delle manette. Il ragazzo non riportava ferite ma non voleva camminare. Tutti stavano attraversando il tratto di strada in salita che portava al tempio di Fuma. Kotaro non era con loro, era riuscito a mettersi in salvo prima che lo trovassero. I Kairoshu tenevano i loro ben stretti a loro. In testa Kitamura e Aizawa, gli altri dietro come cani. E dopo un po’ giunsero nell’antico tempio di Fuma. Il cielo era plumbeo e molto nuvoloso, anche se non c’era pioggia, un lieve vento freddo scuoteva i rami degli alberi che attorniavano il sentiero.
Akira prese la chiave delle manette e slegò Kouichi. Poi si rivolse al Kairoshu che aveva in mano Tobari, pallido per il viaggio in macchina: “ Digli di darti il rotolo.” L’uomo alzò il viso a Tobari e gli urlò di dargli ciò che voleva. L’uomo non rispose, ma estrasse esausto il rotolo della tecnica. Lo mise in mano ad Akira, che subito dopo lo diede a Kouichi.
“ Ho sempre sognato questo momento … forza! Fai quello che devi fare!” Gli gridò autoritario. Kouichi esitò un attimo, tremava e rivolse il suo sguardo a Raimei. La ragazza teneva gli occhi abbassati. Piangeva. Al ragazzo si gonfiò il cuore di immane tristezza.
“ Prima libera i miei amici.” Disse deciso. Akira lo guardò sprezzante, e gli negò l’offerta. E Kouichi per protesta, si sedette per terra e incrociò le braccia: “ Scordati del mio aiuto allora …” L’atteggiamento ribelle dell’immortale irritò parecchio l’uomo. Alzò la gamba, e spinse con forza per terra Kouichi. Raimei alzò lo sguardo e per poco non emise un urlo di disprezzo. Il Kairoshu che la teneva la bloccò e le tappò la bocca. Kouichi venne sballottato a terra.
“ Non sei in posizione di dare ordini!” sbraitò Akira. Il ragazzo continuò nella sua ferma protesta e si rialzò: “ Tu lasciali, e io ti darò una mano … e poi senza di me non potrai fare un fico secco.” Il suo tono era provocatorio. Akira lo fulminò con lo sguardo, e sospirò indispettito. Ordinò ai suoi uomini di lasciare gli Shinobi, loro obbedirono scettici.
Kouichi si alzò allora, e con il rotolo in mano, si voltò verso l’entrata del tempio. Era un tempio religioso scintoista, che si ergeva nel mezzo della boscaglia di Fuma. Affiancato al tempio si trovava un piccolo cimitero, la tomba del Samurai Raiko Shimizu un po’ più lontano da lì.
Kouichi fece per oltrepassare la soglia riluttante seguito con lo sguardo da Akira, quando sentì qualcosa aggrappargli la schiena. Sentì la voce di Raimei, piagnucolava in mezzo alle lacrime: “ Ti prego, non farlo …”
“ Raimei, lasciami andare … lo faccio per il vostro bene …” tentò di districare la presa della ragazzina, lei la rafforzò: “ Dov’è finito il ragazzo gentile che io conoscevo? Perché sei diventato così arrendevole? Perché?” le lacrime le bagnavano le gote, aveva bagnato la giacca a Kouichi. Lui rimase freddo al dolore della giovane, ma in cuor suo piangeva davvero.
“ Ti prego, non farmi pesare questa scelta …” la supplicò di staccarsi. Ma lei non dava segno di voler arrendersi. Akira guardava disgustato: “ toglietela di mezzo!” due energumeni si avvicinarono a Raimei per strattonarla via da Kouichi. Il ragazzo reagì a quella mossa. Strappò la presa delle braccia di Raimei dalla schiena, si voltò di scatto e mise al tappeto con un solo colpo i due uomini: “ Tu non la tocchi.” Fece rivolto al nemico. Kitamura lo guardò sprezzante, e lo indusse a muoversi. Kouichi annuì, e poggiò le mani sulle spalle di Raimei: “Ascolta … non ho altra scelta che seguire i comandi di quel mostro, ma ti prometto che ce la caveremo …” la ragazza era in lacrime e d’improvviso si strinse a Kouichi, lui stavolta ricambiò il gesto, e la strinse forte a sé. Le sussurrò dolcemente: “ Ce la faremo, ce la faremo …” ma lei non spiccicò risposta e continuò a piangere. Non lo mollava più, non voleva che lui andasse. Il capo Kairoshu guardava sempre più irritato quella scena, gli altri avevano un espressione di intenso dolore dipinta in volto. Miharu era così addolorato che si voltò dall’altra parte: “ è così ingiusto …” pensò mentre una lacrima solcò il suo viso minuto.
“ Kouichi …” Raimei si staccò finalmente da lui: “ Stai attento …” fu l’unica cosa che gli disse. Lui la guardò intensamente, e le stampò un bacio sulla fronte: “ Ora vai …” le fece, e l’allontano da lui. Poi si rivoltò, e con il rotolo in mano entrò nel tempio. Gli altri lo seguirono, ma rimasero a distanza di sicurezza da lui. Tranne Akira, che gli si mise accanto.
Era arrivato il momento. Kouichi aprì il sigillo che teneva chiuso il rotolo, e aprì il manoscritto. Tutto a un tratto le uvole si addensarono in cielo, si sentirono rombi e tuoni, e il vento soffiò più forte. Il rotolo aperto venne poggiato sulle mattonelle del tempio, davanti alla statua della Scimmia. Dentro, c’erano stampate scritte in una lingua antichissima, e il kanji del vento stampato nel mezzo di un sigillo magico. Le parole si disponevano in spirale a quel sigillo. Tutti guardavano ansiosi Kouichi, mentre osservava perplesso quel rotolo.
Lui, al contrario di Akira che guardava obliquamente le scritte sul foglio, aveva tradotto tutto. Era la formula per attivare la tecnica.. Chiuse gli occhi, e si morse fino a farlo sanguinare il pollice della mano destra. Con il sangue che sgorgò dalla ferita ricalcò il Kanji del vento. Si concentrò al massimo: Il vento continuò a soffiare impetuoso se non più forte. Kouichi, da prima inginocchiato, si alzò di scatto e giunse le mani. Le aprì poi lentamente, e d’improvviso poggiò la mano sinistra sul sigillo della pergamena. Con un urlo che squarciò l’aria carica di elettricità disse la formula:
Anime perdute tornate nei corpi che avevate lasciato anni or sono. Vento smuovi la terra tua sorella, e comandale di lasciare che la anime penetrino nella carne dei defunti. Vita,appari! Morte, lasciale posto!
Sia fatta la volontà del vento che tutto lacera! Sia la terra passaggio per i morti!
Anime, rinvenite!”

Il sigillo sotto la mano si Kouichi iniziò a brillare intensamente di rosso. L’aria si fece più burrascosa, e un lampo colpì la statua della Scimmia. Un enorme forza si sprigionò dal rotolo, E Kouichi fece fatica a rimanere ancorato al suolo. Akira guardò la manifestazione della potenza di quella tecnica invincibile.
“ I miei sogni! Si stanno realizzando!” urlò tendendo le braccia al cielo in segno di vittoria. Tutti cercarono di restare fermi, si era scatenata una tempesta fortissima che stava per farli volare via.
E all’improvviso,uno dei lampi colpì con violenza il terreno a pochi centimetri da Kouichi, che rimase lì nonostante la paura.
“ Kouichi!” urlò disperata Raimei. Il lampo colpì la terra dal quale si scaturì una luce che accecò Kouichi. Un’enorme forza costrinse il giovane a staccare la mano dalla pergamena. La luce scaturitasi si trasformò in una colonna di luce che trafisse il cornicione del tempio e squarciò le nubi.
Kotaro, non molto lontano da lì, vide la colonna che trapassava l’atmosfera. Previde la catastrofe. improvvisamente dalla colonna si aprì una fessura di luce rossa. Tutti  guardavano sbalorditi qualcosa come una mano uscire da quel buco. Un vorticare di gas simile a ectoplasma cominciò a circondare quella mano putrefatta, che riacquistò un aspetto degno. Dopo la mano si susseguì un braccio e il busto di un uomo. Poi ne uscirono le gambe muscolose, e infine la testa. Una testa illuminata da due occhi gialli come il miele, la pelle staccata e putrefatta, la faccia di un morto. Un morto che gli altri ben conoscevano.
Toujuuro Hattori era appena tornato dall’ Aldilà. Il suo corpo anziano e maleodorante uscì interamente dalla fessura e venne invaso dagli spettri che ne rinvigorirono l’aspetto putrefatto, sotto gli occhi attoniti dei presenti e quelli euforici di Akira.
“ Toujuuro!” esclamò entusiasta quel matto. Gli occhi dello zombie avevano le orbite nere, e dentro di esse lampeggiavano quegli occhi arcigni che possedeva ancora in vita. Guardò tutti con fare interrogativo. Fermò il suo sguardo su Akira.
“ Non ci posso credere … vieni qui.” Akira gli venne incontro, e gli afferrò il braccio: “ Noi due insieme conquisteremo il mondo!” Lo disse con tono quasi convincente e amichevole.
Toujuuro, al contrario del suo collega non era altrettanto entusiasta. Inarcò le sopracciglia in una smorfia di dubbio, e come se niente fosse, trapassò il petto di Akira, che non reagì al colpo infertogli. La mano zombieficata di Toujuuro uscì dalla schiena dell’uomo, tutta sanguinante. E con gran orrore di tutti, teneva stretto il mano il cuore pulsante di Akira. L’uomo malvagio morì traboccante di sangue, il cuore gli venne strappato dal petto come niente e Toujuuro lo spappolò tra le sue mani. Il sangue schizzò dappertutto, sporcando il viso di Hattori, il cadavere cadde ai piedi dello zombie, che lo guardò torvo e lo calciò via da lì.
I Kairoshu, presi dal terrore sia di aver perso il capo sia di aver visto quel mostro, scapparono a gambe levate. Lì rimasero solo gli Shinobi di Banten e Fuma, inorriditi dalla scena. Kouichi  era a terra e guardava schifato il risultato della tecnica: “ Che mostro .. è più malvagio di quanto pensassi …” disse con un filo di voce. Raimei gli era accanto e lo aiutò ad alzarsi.
“ Che cosa facciamo? Gli chiese disperata. Kouichi le prese la mano: “ Non lo so, ma dovremo rimediare. Al più presto.” La strinse forte. Il cielo era scuro, il sole non trapassava le nubi, squarciate solamente dalla colonna di luce del portale degli inferi.
Lo zombie guardava intorno in cerca di nuove vittime. La sua sete di sangue non si era frenata per niente. Il pazzo era stato tolto di mezzo, ma ora bisognava pensare a come sbarazzarsi del cinico zombie.
La battaglia finale per Nabari si avvicinava irrimediabilmente. 

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Capitolo 22
*** Battaglia tra vivi e morti ***


Siamo quasi giunti alla fine ormai .... I prossimi due capitoli saranno quelli finali. Buona lettura!!

Battaglia tra vivi e morti.
 
Toujuuro stava davanti a tutti loro, grondante di sangue di Akira e con un ghigno malefico stampato in faccia. Non si muoveva dal suo posto, ma sicuramente stava ponderando chissà quale malvagia idea. I nostri eroi stavano lì, fermi come sassi, aspettando che il nemico agisse. E per prima mossa quel mostro parlò. Non era una voce naturale, era grottesca e suonava di cattiveria pura: “ Vedo con piacere che mi avete accolto di nuovo tra di voi! Come stanno i miei più acerrimi nemici?” disse con tono ironico. Tutti lo guardarono spaventati, e Kouichi parlò per tutti: “ Non sei di certo la prima persona che avremmo voluto incontrare, Hattori!”
Lo zombie lo guardò arcigno: “ il ragazzo immortale sa il fatto suo! Se non sbaglio sei stato tu a riportarmi qui!”
“ Purtroppo quel che dici è vero …” Rispose abbassando gli occhi il ragazzo: “ ma non di certo di mia spontanea volontà, mostro …”
Toujuuro non si curò di Kouichi e delle sue capacità. Puntava gli occhi su ben altro, e tutti sapevano chi fosse. Miharu prima di tutti ma non ebbe l’impulso di fuggire.
“ Vedo che dopotutto non hai perso le tue abitudini!” gli gridò Miharu, con le armi in mano. Toujuuro lo squadrò con fare sarcastico, alzò il sopracciglio in un’espressione alquanto suscettibile e avanzò di qualche passo. Kouichi si  alzò di scatto dal suo posto e ordinò agli altri di andarsene: “ Me la vedrò io con lui!”
Lo zombie non era di certo voglioso di combattere contro Kouichi, i suoi precedenti obiettivi erano diversi da quelli del suo successore, ormai cadavere, che sporcava con il suo sangue le piastrelle del tempio. Hattori voleva lo Shinrabansho, non sapeva come fare ma avrebbe ucciso Miharu pur di averlo.
“ Non combatterò contro di te pivello, voglio ben altro … e Rokujo ha quel che voglio.” Sempre più minaccioso si avvicinava a Miharu mentre gli altri gli facevano da scudo umano, armi puntate contro il corpo in movimento. Miharu stava all’erta come loro.
Raimei, a differenza degli altri, bloccò Kouichi e gli chiese cosa potevano fare per fermarlo prima che accadesse il disastro: “ Dovremmo rispedirlo indietro nel suo mondo …”
“ Si ma in queste condizioni è troppo forte … dovremmo chiamare aiuto …”
Raimei sbarrò gli occhi spaventata, temeva già la tattica di Kouichi: “ Non vorrai mica …”
“ Come ha detto Kotaro, ci serviremo dell’arma dei Kairoshu …” aveva uno sguardo fermo, e l’orientamento dei suoi passi era verso la pergamena poggiata per terra e dal quale scaturiva quella luce.
“ E chi avresti intenzione di rianimare?” Gli chiese Raimei, cercando come possibile di bloccare le intenzioni suicide del ragazzo. Non potevano attendere oltre, Toujuuro era a pochi passi dalla cerchia umana che proteggeva Miharu e la sua faccia non esprimeva sentimenti di pietà.
“ Yukimi!” Esclamò quando vide il suo ex alleato a proteggere il ragazzino: “ Come osi metterti contro di me?”
“ Tu non sei più nessuno per me!” Yukimi furioso sparò il proiettile e trafisse Toujuuro al cuore. Ma vanamente: La pelle si rigenerò come se il colpo che sarebbe stato mortale per un comune mortale fosse una semplice ferita da sbucciatura. Il nemico estrasse il proiettile facilmente come se fosse una comune spina, e lo gettò via ancora fumante: “ Vedo con piacere che non potrete farmi niente finché sarò in questo stato … in fondo sono già morto. Ma visto che non voglio marcire così … rivoglio la vita.” E tese le mani minacciose contro Miharu, scaraventando il resto del gruppo lontano dal ragazzino. Miharu cercò di difendersi in qualche modo, Toujuuro lo aveva già afferrato per il colletto della felpa e lo teneva sollevato per aria. Miharu gridò: “ Kouichi!”
L’amico non poteva sopportare oltre: “ Raimei, ti andrebbe di rivedere tuo fratello?”
“ Raiko? Ma .. cosa vuoi …”La ragazza non riuscì a completare la frase. Kouichi era già corso verso la pergamena, e sfidate le forze di repulsione sprigionate da quel rotolo, poggiò le mani su di essa, nonostante la luce fortissima e i raggi gli lacerassero la pelle delle mani. Pensò ardentemente ai due che avrebbe rivoluto far ritornare.
Il suo pensiero ebbe effetto. Dalla fessura ancora aperta del portale uscirono non dei corpi ma degli spiriti biancastri e uno di questi andò a colpire lo zombie che stava per stritolare il povero Miharu. Toujuuro lasciò la presa e prima che Miharu potesse toccare terra,l’altra luce lo prese al volo e lo poggiò delicatamente.
Miharu guardò attraverso e riconobbe quegli occhi freddi come il ghiaccio che solo lui avrebbe potuto interpretare come quelli del giovane Yoite.
“ Yoite …” fece in su sussurro. La luce assunse la forma esile del giovane amico e compagno di Miharu. Riapparve nella sua debolezza, riapparvero i suoi capelli castani, il suo abbigliamento invernale eccessivo, la sciarpa di lana tanto cara che Miharu gli aveva regalato, e quegli occhi nascosti nelle profondità del suo pallido viso. Ma invece di esprimere la solitudine che il povero provava in vita, dipingevano la serenità. E anche la sua flebile voce faceva lo stesso: “ Miharu … stai bene?” gli chiese e lo abbracciò teneramente.
E anche Raimei, appena vide la materializzazione dell’altra luce, non poté fare a meno di gioire, con le lacrime agli occhi: “ Fratello!”
Si, la luce che era riuscita ad attaccare alle spalle Toujuuro non era latro che il giovane Raiko Shimizu. I suoi capelli tinti di quel rosa shocking, la sua eleganza nei movimenti, e la fiera Gamon Bianca afferrata alla mano destra non potevano che dare indizio della presenza di Raiko. Il giovane samurai, ex Kairoshu, guardò la sorella con occhi pieni di gioia: “ Raimei come sei cresciuta …” E gli si avvicinò fluttuando, e l’avvolse in un dolce abbraccio fraterno. Lei aveva il volto rigato di lacrime.
Toujuuro non era entusiasta di certo della presenza di quei due. Si alzò furioso dopo essere caduto a causa della botta ricevuta.
Raimei se ne accorse, e subito volse lo sguardo verso Kouichi.
Sfortunatamente era svenuto.
“ Kouichi!” Corse disperata al suo capezzale, e cercò di farlo rinvenire. Per sua immane sfortuna se ne era accorto anche Hattori.
“ è colpa sua … me la pagherai!” lo zombie stava per avventarsi sul povero Kouichi privo di sensi per la stanchezza, ma venne bloccato all’ultimo momento da Yoite, Raiko, e gli altri che gli piombarono addosso. Shijima gli teneva le gambe bloccate, Tobari gli era letteralmente saltato addosso, insieme a Miharu e Yukimi che lo tenevano ancorato a terra. Raiko si era posto davanti a Toujuuro e Yoite puntava su di lui il Kira minaccioso.
Oda era andata accanto a Raimei, che cercava disperatamente di risvegliare Kouichi.
“ Devi far presto .. la furia di quel mostro non tarderà a incombere su di lui!” cercò di metterle fretta, Raimei le urlò contro di  lasciarla stare e di andare ad aiutare gli altri. Ma non la cacciò del tutto via: “ Tu che sei la custode della tecnica, mi puoi dire se i corpi possono ritornare indietro?” le chiese. Oda a quella domanda preferiva non rispondere, e lo dimostrò deglutendo e iniziando a tremare. Sapeva che qualunque cosa fosse uscita dalle sue labbra avrebbe scosso la giovane Raimei.
“ Allora?” Raimei incalzò, teneva stretta al suo petto la testa di Kouichi, che mosse le palpebre in segno di ripresa. Nel mentre Toujuuro era ancora bloccato a terra, ma tra poco si sarebbe liberato di certo.
“ In verità si .. ma c’è una condizione per poterlo fare …”
Esitava sempre di più ,e una lacrima le rigò il volto. Ma non fu lei a rispondere alla domanda: “ Serve che un immortale si sacrifichi …” Fu Kouichi a rispondere, dopo che aveva sentito ogni singola parola del loro discorso. Raimei parve felice che lui si fosse ripreso, ma la risposta alla sua domanda non le fece piacere.
“ Come sarebbe? Quindi tu …” trattenne a stento le lacrime. Kouichi si inginocchiò accanto a lei e gliele asciugò: “ Dovrò morire.”
Fu il colmo. Raimei scoppiò in un pianto assurdo e strinse Kouichi a sé come un pupazzo: “ No!” Kouichi dal canto suo non sembrava di certo entusiasta. La morte lo aveva sempre affascinato, ma lasciare da sola lei, la sua Raimei …. Al sol pensiero gli si stringeva il cuore. Ma per il bene di tutti …
“ Non capisci? Ti prego lascia che compia il mio destino …”
“ Al diavolo il tuo destino! Non voglio!” piagnucolava come una bambina, non mollava Kouichi per un momento: “Yae, c’è un modo per evitare tutto questo?” le chiese disperatamente. La giovane signorina Oda era il lacrime: “Non lo so nemmeno io … per questo viene considerata una tecnica proibita.”
“ Ti prego …” La povera sedicenne era disperata, e teneva stretta a sé Kouichi, che cercava di farle capire che solo così tutto sarebbe tornato normale.
“ Ascoltami …” Le sussurrò: “ Preferisci che il mondo sia in mano a quello sciagurato?”
“ Ma non voglio che tu te ne vada per sempre!”
“ ma io sarò sempre vicino a te … col cuore.”
“ Ma non è la stessa cosa …” Ora il pianto era cessato, l’abbraccio allentato e si guardavano dritti negli occhi.
“ Piccola ..” Kouichi le asciugò ancora le lacrime e le sfiorò la fronte con le labbra: “ Fatti forza, fallo per me.”
Raimei abbassò lo sguardo, ma di scattò lo baciò teneramente e lui ricambiò con trasporto. Ormai piangevano tutti e due. Oda guardava intenerita la scena, e allarmata il fatto che Toujuuro stava per liberarsi completamente dalla presa dei nemici.
“ Ora devo andare …” Disse infine Kouichi a Raimei, appena si staccarono. Si alzò determinato, e andò verso Toujuuro ormai libero. Lui lo guardò con disprezzo: “ Una volta tolto di mezzo te, niente potrà fermarmi!”
Si avventò sul giovane Shinobi pronto all’attacco.
La tempesta scatenatasi in precedenza si fece violentissima. Nel mezzo della tempesta, Toujuuro e Kouichi combattevano in una lotta tra titani. Lo zombie sembrava fortissimo, e ogni colpo che veniva inferto a Kouichi faceva sgorgare sangue. Mentre per i colpi ricevuti da Kouichi, nessuna arma poteva scalfirlo. Provarono anche gli altri, ma senza risultato. Le armi umane non funzionavano, ma forse …
“ Sembra che niente possa fargli realmente male ….”disse Tobari, mentre tutti riprendevano fiato.
“ Già … aspetta …” Yukimi ci aveva già pensato a lungo, e rivolse il suo sguardo verso Raiko e Yoite: “ Voi siete spettri! Quindi siete fatti dello stesso materiale di quello là … ok che devo ancora capire perché voi siete spettri e lui in carne e ossa!”
In effetti, nessuno ebbe il tempo di chiederselo, fu Oda a dare la risposta: “ Chi ha ottenuto la pace eterna, come loro due, quando ritorna qui tornerà sotto forma di luce protettrice, chi invece ha commesso peccati e non se ne è pentito, come Toujuuro, avrà l’aspetto di quando camminava ancora su questa terra.”
Ecco data la spiegazione, ma non era tempo di rimuginare su niente. Il nemico si avvicinava minaccioso al gruppo stanco , e diversamente da loro, non mostrava segni di stanchezza.
Nel mentre Kouichi aveva spiegato i fatti a Shijima, a quale fosse l’unico effetto collaterale, e trovò nella bambina la soluzione dei suoi problemi.
Tutto era calcolato, ora non bastava fare altro che attuare ogni cosa. 

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Capitolo 23
*** La pace ***


Scusate se ho tardato tanto  a scriverlo, ma non ho trovato tempo!
Non è l'ultimo capitolo, quindi non darò ringraziamenti per ora ... vi dico solo che con il prossimo finirà la storia. Ma tanto ne ho in cantiere di nuove! Quindi non siate tristi!
Buona lettura  e attendo i vostri commenti!
Remedios la Bella.



La pace
 
 
“ Voi andate via …” Disse Kouichi con voce riluttante agli altri: “ so come fermarlo. Raiko, Yoite, desidero che voi restiate, in fondo siete gli unici che possano colpirlo.” Quel suo comando non fu molto gradito dal resto del gruppo, ma lo sguardo torvo del giovane indusse tutti a obbedire. Miharu salutò Yoite tristemente,  e tutti alla fine se ne andarono. Ma lei, Raimei, esitò come sempre: “ Io resto.” Disse con quella sua voce debole.
“ Oh … vai.” Kouichi non volle sentire scuse. In effetti non voleva sentire lei. La ragazza lo guardò indignata: “ Perché non vuoi il nostro aiuto? Si può sapere?” Era indispettita da come Kouichi non le rivolgesse lo sguardo. Ma fortunatamente Tobari fu d’aiuto in quella situazione: “ Andiamo, saremmo solo d’impiccio …” Afferrò l’allieva per il braccio e l’allontanò da lì. Non si voltò a guardare Kouichi, che sembrò apprezzare quel gesto. La ragazza in lacrime non oppose resistenza, abbassò lo sguardo e girò i tacchi. Ma il suo volto non nascondeva la tristezza e la delusione di non poter essere d’aiuto a Kouichi. Shijima era stranamente sparita sin da prima. Se ne andarono tutti velocemente, e lì rimasero solo Kouichi, i due spiriti e lo zombie di Toujuuro, perplesso.
“ Vedo che i tuoi amici se la danno a gambe!” Esclamò sarcastico. Kouichi lo guardò con odio profondo, e rivolse lo sguardo a Raiko e Yoite, i due capirono al volo.
“ Te la vedrai con noi adesso! Vedrai, ti spediremo all’altro mondo!” Esclamò furioso. Toujuuro ghignò malefico, e si mise in posizione d’attacco. Provocante, prefetto. Kouichi annuì e diede il comando.
Raiko e Yoite andarono all’attacco. Essendo in fondo fatti della stessa materia di quel mostro, erano gli unici a riuscire a ferirlo in qualche modo. Infatti, le sferzate di Raiko con la Gamon e il Kira conficcato nel corpo dello zombie da parte di Yoite fecero l’effetto desiderato; lo zombie venne ferito più e più volte, e nonostante le continue rigenerazioni, iniziava a sentire la stanchezza del combattimento. Intanto Kouichi era corso verso la pergamena. Per poter far ritornare indietro quell’essere, dovevano spingerlo fin lì. Kouichi poi lo avrebbe marchiato con il suo sangue e lo avrebbe bloccato recitando la formula di ritorno. Ma come ben sapeva quell’operazione richiedeva il suo sacrificio. Sarebbe lentamente sparito, trascinato dal vento impetuoso che si scatenava in quel tempio e che scuoteva i rami degli alberi incessantemente.
Esitava a dare l’ordine di avvicinare il nemico. Teneva  la lama del Kunai a fior di pelle con il palmo della sua mano, di modo da procurarsi la ferita per poter eseguire il sacrificio.
Raiko e Yoite combattevano strenuamente, ma anche se erano solo spirito le loro ferite sembravano reali: Il Kira stava esercitando il suo effetto distruttivo su Yoite, i colpi di difesa di Toujuuro avevano malmenato il povero Raiko, che si reggeva a stento in piedi.
Nota: Yoite usa come arma il Kira, una tecnica pericolosa che consiste nell’usare la propria anima come arma. Nel senso che Yoite può conficcare pezzi della sua anima nel corpo degli altri, danneggiandoli gravemente internamente, e facendoli morire in atroci sofferenze. Questo però comporta un indebolimento delle funzioni vitali di chi lo usa, fino alla morte. Per questo Yoite inizia ad essere debole; è stato proprio il Kira ad ucciderlo.
Fortunatamente, erano vicini al tempio e alla pergamena, e così Kouichi appena si voltò li vide a pochi metri di distanza.
Non esitò oltre; prese la lama, e lentamente lacerò la tenera carne del palmo della sua mano. Il sangue sgorgò a fiotti, e la pergamena si sporcò del sangue dell’immortale. Era pronto … ma qualcosa lo frenava.
Se avesse compiuto quel gesto, la morte lo avrebbe finalmente preso con sé, e lui non desiderava altro che morire in fondo. Ma i suoi pensieri infine si rivoltarono contro Raimei. Nei suoi occhi si dipinsero quelli caldi e castani della ragazza, i suoi capelli biondi, ma soprattutto quella dolcezza e allegria che lei esprimeva in quello sguardo. Non era facile abbandonare colei che aveva amato. Come avrebbe reagito la samurai? Non osava pensare alle conseguenze.
Continuava ad esitare, e nel mentre Toujuuro era sempre più vicino al portale.
Kouichi? Non sentiva più niente ormai, i pensieri gli stavano esplodendo in testa. I due spiriti combattevano audacemente contro colui che tempo fa era stato il loro capo. Mentre combattevano, Raiko volse uno sguardo a Kouichi, lese la sua preoccupazione.
Interruppe l’attacco e gli gridò: “ Che cosa ti prende adesso?” Quelle parole scossero Kouichi dal sonno. Si alzò e fissò senza espressione I tre combattenti. Ormai anche Yoite aveva letto le intenzioni di Kouichi: “ Che cosa ti preoccupa?” Gli disse a gran voce. Non smettevano di attaccare, ma Kouichi non andava avanti per compiere il suo dovere.
Toujuuro per un momento si liberò dal peso dei due spettri. Guardò il ragazzo fermo lì come una statua, e non fece a meno di insultarlo: “ Povero sciocco! Pensi di riuscire a sconfiggermi? Non ce la fai nemmeno a muoverti! Come pensi di fare? E dire che i tuoi amici contano su di te!” ghignò maleficamente. Il suo discorso colpì Kouichi come la lama affilata di una spada. L’angoscia gli pervase il cuore, Strinse il pugno sanguinante, le lacrime non avrebbero tardato a uscire dai suoi occhi. Tutti contavano su di lui. Ma egli non attaccava, per timore, timore di perdere lei.
“ Io …” Disse flebilmente. La sua parola uscì più smorza di quanto già non fosse la sua voce. Toujuuro stava per vincere sui sentimenti del ragazzo, quando la voce rassicurante di Raiko gli diede la spinta: “ Se è per Raimei, sappi che portai vegliare su lei ogni giorno …”
“ Raiko!” Kouichi alzò la testa e incrociò lo sguardo del samurai. Lui gli disse: “ Vedi, io lo faccio ogni giorno … e poi non puoi permettere che il mondo cada i mano dei cattivi! Combatti, sei un ninja valoroso. Fallo e sacrificati per noi!” Quel discorso arrivò dritto al cuore del giovane Kouichi. Lui lo recepì come un chiaro segno. Doveva agire, si era deciso finalmente.
Il destino del mondo era nelle sue mani.
“ Raimei …” pensò, guardando il cielo con occhi languidi:” Ti amerò per sempre.” E con questo ultimo pensiero scrollò la preoccupazione dai suo pensieri. Ora poteva agire. Naturalmente quel dolce sussurro d’amore era giunto al cuore di Raimei, che furtivamente spiava il combattimento da dietro un albero. Vide la decisione di Kouichi negli occhi. Trattenne a stento dei singhiozzi.
“ Kouichi … Ti prego non farlo!” Lo pensò, avrebbe voluto urlarlo, ma per il bene di tutti non poteva farlo. Si doveva solo rassegnare a vedere il male sconfitto. E il suo Kouichi dissolversi. Il pianto non ebbe esitazione.
Pianse silenziosamente, mentre osservava Kouichi avanzare verso il nemico, trattenuto dai due spiriti gettatisi addosso. Un centimetro, e la mano del ragazzo, avrebbe colpito lo zombie e lo avrebbe marchiato con il sangue.
Ma .. un fruscio scosse tutti,anche Raimei, che sentì come se qualcosa le sfiorasse il viso. Kouichi vide con suo grande stupore, e prima che la sua mano toccasse Toujuuro che si divincolava ferocemente, un’altra mano, più piccola e femminile, sporcare di sangue lo zombie.
Essere, torna nel mondo che ora è tua dimora .. porta con te la sciagura che hai inferto a noi, e divieni polvere! Mostro, sparisci!” una voce “felina” riecheggiò nell’aria. E Kouichi vide i due occhietti gialli di Shijima balenare da dietro Toujuuro.
Appena quelle parole furono pronunciate, una nebbia uscì dal portale ancora aperto. La nebbia inghiottì Toujuuro.
“Ma cosa! Stupida bambina!” Raiko e Yoite mollarono la presa. Toujuuro veniva piano piano inghiottito da quella nebbia. Si stava dissolvendo, e neanche tutte le sue urla o imprecazione fecero cessare l’atto.
In poco tempo, dello zombie non rimase altro che il brutto ricordo. Kouichi osservava come quel vapore avesse fatto di Toujuuro un niente, sbalordito. La nebbia compiuto il suo dovere, rientrò furtiva nella fessura. E a quel punto la colonna di luce implose: La fessura si chiuse ermeticamente, lasciandosi dietro le urla dello zombie, la colonna esplose abbagliando tutto ciò che le stava intorno. Tutti quelli che osservarono quella scena chiusero gli occhi per l’intensità luminosa. E quando li riaprirono, trovarono solo la pergamena in fiamme che diveniva a poco a poco cenere. Bruciava, mentre la famosa tempesta si placò all’istante. Le nubi si diradarono e un tiepido sole squarciò invase il tempio leggermente distrutto.
Tutto era finito, finalmente. Kouichi guardò ancora la pergamena bruciare e sopraffatto dalla fatica si distese per terra, respirando e riprendendo fiato.
“ è finita …” disse in un sussurro: “ è davvero finita …”
Attese che l’avvenimento che doveva subire si esercitasse su di lui. Restava disteso, in attesa di dissolversi. Il sole lo riscaldava piacevolmente. E stranamente, non accadeva nulla!
“ Strano ..” pensò. Forse l’effetto sarebbe venuto piano piano.
“ No … non può essere …” Subito gli venne in mente chi fosse stato in realtà a compiere il gesto al posto suo. Sbarrò gli occhi e si alzò di scattò cercando con lo sguardo la giovane immortale Shijima. La trovò; Si stava lentamente dissolvendo. Il sacrificio era toccato a lei.
“ Shijima!” Kouichi si alzò di scatto, andò incontrò alla ragazzina, che si guardava curiosa, mentre vedeva letteralmente sparire ogni parte del suo corpo.
“ Kouichi ..” disse lei in un sussurro: “ Sapessi che bello …”
“ Shijima! Perché l’hai fatto?” nella voce di Kouichi suonava come un rimprovero, ma in fondo era gratitudine.
“ Volevo essere io la prima a provare .. e poi tu devi starle accanto …” Sussurrò: “ L’ho sentita piangere per te … è lì … guarda!” Indicò col dito ancora integro dal dissolvimento la ragazza che lentamente si avvicinava, gli occhi che trasparivano quella gioia che nessuno saprebbe esprimere a parole.
“Raimei …” Kouichi si voltò verso di lei e incontrò i suoi occhi felici. Non fece a meno di correrle incontro, cosa che lei fece prima di lui. Si abbracciarono strettamente: “ Sei vivo … sei vivo!” Lei non riusciva a trattenere la gioia. Lui neanche, continuava a tenerla stretta a sé teneramente.
“Si, sono qui ..” Le sussurrò tenero. La baciò sulla guancia, sulla fronte e sul naso. Era felice di vederla quanto lei. Shijima osservava tenera i due. Non era la sola a dissolversi; anche Yoite e Raiko stavano per andarsene.
Ma prima, Raiko si avvicinò fluttuando a Raimei e Kouichi che lo ammirarono: “ Kouichi, te la affido … In nome di tutto l’affetto che io non sono riuscito a darle …”
“ Fratellone …” Raimei si strinse a Raiko, commossa. Il bel ragazzo ricambiò quell’abbraccio e la baciò sulla fronte: “ E ora di dirci addio .. ti voglio bene e veglierò su di te da lassù. Ma tanto c’è lui a proteggerti.” Indicò Kouichi e gli mise una mano sulla spalla. Lui guardò comprensivo: “ Conta su di me .. e grazie a tutti.”
E con quel ringraziamento comprese anche Yoite e Shijima. Raiko lasciò finalmente Raimei; Si unì agli altri, che salutarono con lo sguardo e in breve divennero polvere di stelle. I loro residui danzarono nel vento e salirono in cielo.
Finalmente tutto era tornato normale. Kouichi e Raimei sosprirarono tranquilli. E poi si guardarono negli occhi: “ Sono contenta che tu sia qui …” Bisbigliò lei, accarezzandogli il viso.
Lui le afferrò la nuca e la tirò a sé: “ Lo stesso vale per me … “ la strinse al petto, e la tenne così per un po’. Lei non protestò in alcun modo.
“ Andiamo eroe …” fece Raimei, e tolse la sua testa immersa nel petto di Kouichi: “ Gli altri devono sapere.”
“ L’unica cosa che non sapranno è quanto io ti amo …” La prese alla sprovvista baciandola appassionatamente. Lei ricambiò volentieri, e gli afferrò il viso tra le mani.
Tutto era tornato normale, e i due potevano stare finalmente insieme davvero. Si sorrisero dopo il bacio e lentamente si avviarono per Fuma, mano nella mano. Il sole di tarda sera illuminava il sentiero donando serenità ai due.
D’ora in poi niente avrebbe più scosso i loro giovani cuori innamorati. 

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Capitolo 24
*** Il finale perfetto ***


bene, eccoci arrivati alla fine .. prima di tutto volgio ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito fino a qui, che hanno letto e recensito, e che mi hanno apprezzato. Volevo dare un finale carino alla storia, ed eccomi qui a scrivere l'ultimo atteso capitolo. Beh non vi resta che leggerlo e grazie ancora!
Vi voglio bene, Remedios La Bella


Il finale perfetto
 
Da quel giorno niente più turbò gli animi dei ninja di Nabari, e gli anni trascorsero nella più totale serenità.
Ecco come andò a finire: Oda e Yukimi, ormai attratti l’uno dall’altro, si fidanzarono. Il loro fu un fidanzamento felice, che portò dolci novità dopo qualche annetto, e dopo almeno un mese dal loro matrimonio. Ci misero almeno sette anni per decidere di sposarsi, ma meglio conoscersi a fondo no? Oda annunciò la notizia di essere incinta durante un’uscita con i suoi amici, che ne rimasero ben sorpresi.
Miharu alla fine decise di prendere in eredità il piccolo ristorante di sua nonna, il locale divenne famoso per i prelibati Okonomiyaki preparati dal giovane Miharu, che stranamente non si era mai fidanzato, nonostante fosse diventato un ragazzo attraente dallo sguardo magnetico e dai modi eleganti e cordiali. Tobari decise dopo un po’ di trasferirsi in Inghilterra, suo paese d’origine, con la moglie, e affrontò il volo con coraggio. Anche se da quel che i suoi allievi seppero dalla moglie divertita al telefono, arrivato in Inghilterra baciò il pavimento dell’aeroporto ringraziando il cielo di non essere morto.
Kotaro trascorse tranquillo i suoi giorni, continuando a fare il suo dovere di capo villaggio e sbavando a qualsiasi bella donna si trovasse davanti.
Kouichi e Raimei? I due giovani, a un certo punto, decisero di trasferirsi a Tokyo, a convivere. Una scelta che destò parecchi dubbi nel resto del gruppo, ma che alla fine venne accettata con gioia. I due sembravano tranquilli e felici di  stare insieme.
E per un po’ di tempo si persero le loro tracce, nel senso che non si sentì parlare di loro per molti anni. Gli altri reputarono strano questa loro scomparsa, ma tutto alla fine si spiegò una sera d’estate alla tavola calda di Miharu.
Il giovane, che quella sera non aveva da lavorare poiché il locale era vuoto, sentì qualcuno entrare e diede il benvenuto all’ospite. E chi si trovò davanti? Un aitante Kouichi, alto e bello, con un filo di barba leggermente incolta sotto il mento.
Nota: Ricordo che sono passati 7 anni, Kouichi adesso ha 23 anni.
L’accompagnava una bellissima Raimei, capelli raccolti in uno chignon fiorito, vestito leggero estivo di color turchese, e uno sguardo incantevole.
“ Sera Miharu .. da quanto tempo!” salutarono i due affettuosamente. Miharu non poté credere ai suoi occhi e andò a accoglierli felicemente.
“ Wow! Non mi aspettavo di certo una vostra visita! Come state? È da tanto che non ci si vede!” esclamò. I due lo guardarono felici: “ Bene grazie … e scusa se non ci siamo fatti sentire per tanto tempo .. ma volevamo fosse una sorpresa.” Disse entusiasta Raimei.
Miharu rimase perplesso: “ che sorpresa?”
“ Adesso vedrai … Raiko, entra su!” Raimei uscì dal locale e cercò di convincere qualcuno ad entrare: “ Forza, c’è qualcuno che vuole vederti!”
La persona che doveva entrare esitò un po’ e piagnucolò qualcosa come un “no.”
“ ma chi è?” Miharu parve curioso, e presto i suoi dubbi vennero risolti. Raimei rientrò dentro con in braccio un bambino, biondissimo come lei e con lo stesso sguardo della madre. Era piccolissimo, poteva avere al massimo un anno. Il piccolo vide Miharu, sorpreso di vedere quel bambino, e nascose la faccia rosso di vergogna.
“ Dai, tesoro, non fare così.” Sussurrò Raimei al piccolo. Kouichi voltò lo sguardo verso Miharu, che teneva gli occhi sbarrati.
“ Non ditemi che quello è …”
“ Si, nostro figlio. Bello eh?” Disse Kouichi raggiate. Il piccolo era proprio loro figlio,ed era stato chiamato Raiko in onore del fratello di Raimei, per volontà della stessa Raimei al momento della nascita.
“ Bellissimo. Ciao piccolino!” Il piccolo Raiko guardò Miharu con fare dubbioso, Miharu ricambiò sorridendo dolcemente.
“ su, di ciao a Miharu!” Kouichi incoraggiò il piccolo, che lo guardò in modo buffo. Si cacciò il pugno in bocca e pronunciò: “ Tao Miau …” Miharu sorrise e si complimentò per l’intelligenza del bambino.
“ Beh, ha preso tutto da suo padre!” disse Raimei dando un bacio a Kouichi sulla guancia. Lui arrossì nonostante ci fosse abituato e sorrise.
“ Posso prenderlo in braccio?” Chiese Miharu tendendo le braccia. Il piccolo si ritrasse un poco, ma subito avvertì la sicurezza in Miharu, così si protese verso di lui e si fece prendere in braccio. Guardò curioso il ragazzo, che gli fece delle smorfie per divertirlo.
“ beh, penso avrete fame .. e chiamo anche Oda e Yukimi, non si sa mai!” fece Miharu: “ Tieni!” diede il bambino a Kouichi, e andò a chiamare gli altri due, che arrivarono nel giro di dieci minuti.
Oda aveva un pancione vistoso, e quando vide il piccolo Raiko rimase entusiasta: “ Ah! Non vedo l’ora che nasca il mio!” Disse, tenendo in braccio il piccolo, che giocava con la collana di Oda che Yukimi le aveva regalato per il matrimonio. Lui guardò il batuffolo tentando di divertirlo, e per risposta ebbe delle risate limpide come l’acqua.
La comitiva si sedette a tavola a mangiare, e fu una di quelle serate che non si scordano facilmente. Passò in allegria, piena di belli ricordi e animata dalla presenza del dolce  Raiko. Venne la tarda sera, e Oda e Yukimi dovettero andarsene. Miharu augurò la buonanotte a tutti loro, e salì in camera sua a riposare. Kouichi e Raimei rimasero a prendere una boccata d’aria Prima di tornare a casa. Le stelle brillavano in cielo, il villaggio era immerso in una pace indescrivibile, e un dolce venticello soffiava sulla famigliola. Raimei seduta accanto a Kouichi sulla panchina, ammirava il paesaggio notturno, tenendo il piccolo Raiko in braccio, ormai addormentatosi stanco dalla giornata.
“ Mi ha fatto piacere rivederli sai?” Disse Raimei, cullando il piccolo. Kouichi le mise il braccio attorno alla spalla: “ Anche a me … ma sai cosa mi fa più piacere?”
“ Cosa?” Chiese lei curiosa. Kouichi si avvicinò a lei e la baciò dolcemente: “ Starti vicino.”
“ Anche per me … Ti amo.” Rispose lei.
“ Ti amo anch’io.” Le baciò la guancia e la avvolse in un abbraccio.
Tutto era ormai tranquillo. E quella tranquillità fece sorridere anche il piccolo Raiko. I genitori videro il sorriso del bambino e sorrisero a loro volta.
Tutto era perfetto. 

Bello? che ne pensate? ditemi tutto! e garzie di tutto davvero!
Ps: ho tante altre storie in testa e non tarderanno a fare capolino nel mio profilo!
A presto e grazie di cuore!

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