Dal prologo:
“ Capelli color fiamma e occhi fatti di lapislazzuli.
L'energia del vento di burrasca e la forza di mille soli.
Questo era lei, per me.
Almeno in apparenza.
Ma scavando più a fondo in quello che era,
vidi l'oblio che inghiottì piano il suo essere.”

In natura, l’animale selvatico sa che per conquistare un territorio deve guadagnarsene il possesso, il più delle volte con una lotta inferocita con i suoi simili. Marcare il territorio è un modo essenziale per stabilire il proprio dominio su qualcosa, e questo la bestia lo sa.
Ma che si tratti di bestie, piante e umani, la lotta per la conquista di un territorio non è mai semplice. L’avversario può rivelarsi più astuto di quanto ci si possa aspettare, e molte volte la sconfitta del più debole ha l’odore del sangue e della delusione.
Bisogna attuare piani elaborati ma efficaci per poter far in modo che Il territorio voluto sia effettivamente a portata di mano. E’ la regola della giungla.

Non si erano coperti, accontentandosi forse del calore del materasso e dei loro corpi abbracciati. Eppure, lo spiffero d’aria che proveniva dalla finestra socchiusa rendeva la stanza fresca, e a Naruto era venuta la pelle d’oca dal freddo.
Ma spostarsi e scomodare Hinata, comodamente poggiata sopra di lui, gli sembrava un vero peccato. E un po’ di freddo non gli avrebbe fatto male.
(NaruHina)

Hinata canta quando è felice.
Canta quando lava i piatti, quando accudisce i fiori o quando mette a letto Himawari e Bolt. Canta quando è rilassata, mentre si pettina i capelli o si sistema per uscire.
Canticchia motivetti dolci, dalle note primaverili che sembrano profumare di fiori freschi di rugiada.

Se gli avessero mai chiesto di descrivere il tocco delle dita di Simon, Kieren avrebbe detto sicuramente “come il volo di una farfalla.”
Era bizzarro, se ne rendeva conto, ma non trovava altri modi per descrivere la leggerezza e l'esagerata delicatezza con cui quell'uomo lo toccava.
(Simon/Kieren)

Il professor Lecter volse il viso verso gli studenti. La giacca del completo antracite aperta sul davanti lasciò intravedere la camicia, sbottonata all'altezza delle clavicole. I capelli, che un tempo dovevano essere stati biondi, erano strisce argentee raccolte all'indietro in un riporto che dava risalto al viso dell'uomo. Zigomi alti, labbra sottili, carnagione ambrata. Occhi castani punteggiati di scintille rosse, magnetici.
Will sentì le ragazze accanto a lui sospirare, le teste inclinate e appoggiate alle mani.
Quell'uomo aveva il suo fascino, e non sembrava solo sul gentil sesso.
Graham si massaggiò gli occhi e si protese sulla sedia. Sentì le mani farsi umide, groppi di saliva salirgli in gola. Mosse le gambe, irrequieto.
(AU scolastica, Will studente e Hannibal professore)

Bruce Banner era paziente. Aveva fatto della virtù dei forti il suo stile di vita, facendo in modo che niente del mondo reale lo potesse turbare o, peggio, farlo trasformare. Era vero che oltre ad essere calmo era sempre arrabbiato, ma riusciva a controllare l'ira interiore, e a tenere il suo corpo all'erta nel caso Hulk gli avesse voluto fare una visita.
Il dottor Banner reagiva agli eventi della vita cautamente, con sarcasmo e senza mai sgarrare, senza farsi troppo coinvolgere. Ma c'era una cosa, una misera cosuccia, che poteva mandare all'aria i suoi piani.
...
Banner divenne rigido e il suo respiro si bloccò per un attimo. La mano di Tony era lievemente fredda, in perfetto contrasto con l'improvviso bollore della sua pelle. Gli occhi castani dell'altro erano fissi nei suoi, nel tentativo di cercare chissà quale indizio di stanchezza o dell'arrivo dell'Altro. Profondi e liquidi com'erano, fecero venir voglia al dottore di immergervisi per un lungo periodo, persino per l'eternità.
Avrebbe voluto allungare la mano, tenere stretta la testa dell'altro e spingerla verso la sua, per protendere le sue labbra verso le gemelle.

Dal testo:
"Ricordò di aver provato, alla bocca dello stomaco, una stretta piacevole. Era corso incontro al dottore, stringendogli la mano con calore e invitandolo a fare un giro per la casa.
Era come se nell'altro avesse visto, sin dall'inizio, un amico e un confidente capace di ascoltarlo e di capire il suo mondo, fatto di macchine, calcoli e notti insonni a guardare il cielo notturno dalle vetrate della torre."
...
"Nel vederlo, Bruce sorrise tristemente. Ricordò l'entusiasmo che aveva illuminato il volto dell'inventore quando aveva accettato di stare a casa sua, il suo continuo affaccendarsi per aiutarlo a trovare un siero o semplicemente per rompergli le scatole se era annoiato.
Le lunghe chiacchierate che facevano di notte, stesi sul pavimento del laboratorio, una tazza di thè o di caffè pronta all'uso e il sonno tardo a venire.
Si fece schifo nel pensare che l'amico era lì perché preoccupato per lui e per il suo vizio di trasformarsi tanto facilmente."

A Nitori piacciono i dolci.
Non importa come, in quale forma, con quale gusto essi siano. Biscotti al cioccolato o con la glassa, torte alla frutta o ripiene, lecca lecca e pasticcini, dolci tipici. Tutto è di suo gradimento.
Si nota benissimo tale sua passione quando ci si avvicina a una pasticceria. Nitori spiaccica la sua faccia sulla vetrina del negozio, gli occhi luccicanti e la bava alla bocca di fronte a una piramide di bignè alla crema o a una sfilza di fette di torta variopinte e dal profumo inebriante.

Will, per la sua mente, era un soggetto davvero interessante.
Lui che considerava i suoi pazienti solo casi umani, anime vaganti in un mondo che aveva sicuramente lati migliori ancora da scoprire. Ma Graham... Graham possedeva qualcosa in più.
E Hannibal quel qualcosa lo avrebbe ottenuto, in un modo o nell'altro. Se lo sentiva, ne era certo.
Il lupo che ringhiava nel suo cuore assaporava impaziente il momento in cui la preda avrebbe fatto la sua mossa falsa, per poterle saltare addosso e sbranarla, sentire il sapore del sangue caldo nella sua bocca, perdersi nell'orgasmo della caccia andata a buon fine.

Una cosa che forse era cambiata della sua idea di Natale era il suo tipo di desideri da letterina: non vi erano più cose materiali, giocattoli con cui passare il tempo o libri da leggere, CD da ascoltare o semplicemente maglioni da indossare per tenersi al caldo. I pensieri di Nitori erano ormai rivolti a ben altri orizzonti, più difficili da desiderare perché puntati a qualcosa che non avrebbe avuto solo scrivendolo su un pezzo di carta.
(accenni lievi a RinxAi)

Quando il biondino gli aveva chiesto cosa volesse per Natale, Rei non aveva saputo cosa rispondere. Avrebbe voluto rifletterci sopra, almeno per non ritrovarsi tra le mani chissà quale diavoleria del compagno, ma alla fine gli aveva detto:- Non so, decidi tu cosa regalarmi.-
Aveva lasciato al puro caso la scelta di Hazuki. Probabilmente se ne sarebbe pentito appena scartato il tutto, ma forzare l'altro a fare una scelta che avrebbe dovuto essere arbitraria avrebbe rovinato solo la sorpresa natalizia.

Dal testo:
"Con passo felpato si avvicinò a Rei, e quando gli fu davanti si inginocchiò direttamente. Ryugazaki si stese sui cuscini di velluto bordeaux per ammirarlo meglio.
-Ti è piaciuto?- fece il biondo, sistemandosi gli orecchini e afferrando un cuscino a sua volta. Ansava ancora per la danza e il suo petto era lievemente imperlato di sudore, reso luccicante dalla luna. La guardia diede in un mugolio soddisfatto notando tale cosa.
-Assolutamente.- rispose Rei, guardandolo dalla sua posizione distesa e tendendo la mano:- Vorrei farti i miei complimenti personalmente.-"
(arabian!AU, ReixNagisa)

-Beh, nemmeno gli altri si sono travestiti proprio per Halloween... Batman e Robin non sono spaventosi.- fece l'altro, poi fece spallucce e diede una rapida occhiata intorno, fermandosi con gli occhi su Gou e sospirando:- E Gou-chan mi ha notato appena pure stasera.-
A Nitori venne quasi da ridere a quell'osservazione, anche se alla fine ci si ritrovò: lui tentava di attirare l'attenzione di Rin, il capitano quella di Kou. Erano simili, per un certo verso gli faceva persino piacere stare sulla sua stessa barca.

I due ragazzi erano come anime perdute in mezzo a una folla che non dava loro alcuna attenzione. Il senso di abbandono li coglieva sin nel profondo del cuore, e forse era per quello che, alla fine, erano arrivati a trovarsi. Strano come sedersi accanto alla mensa un solo giorno li avesse portati a capitare nello stesso letto, nudi e con i corpi intrecciati.
(Deimos x Ethos)