La gelosia gioca brutti scherzi!

di Hikari93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Morning - Part 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Morning - Part 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Morning - Part 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Midday - Part 1 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Midday - Part 2 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Afternoon - Part 1 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Evening - Part 1 [EXTRA N° 1] ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Night - Part 1 [EXTRA N°2] ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Morning - Part 1 ***


La gelosia gioca brutti scherzi!
 

 

   Capitolo 1: Morning - part 1

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Sasuke era seduto al tavolino di un bar ed osservava, accigliato, la scena che, disgustosa, si svolgeva a pochi metri di distanza da lui. Come se non bastasse, ad aumentare quella sensazione di fastidio, misto ad odio, ci si mettevano anche i raggi solari, che sembravano quasi inseguirlo, andandosi a poggiare in tutto il loro calore sulla sua figura già abbastanza accaldata. Inoltre, questi facevano sì che i capelli, neri come la notte, gli si attaccassero sulla fronte sudata.
 
Odiava il caldo: gli prosciugava tutte le forze senza che potesse opporre resistenza. Si sentiva, quindi, spossato, incapace di agire, di muoversi… gli risultava complicato e tremendamente noioso persino il farsi aria con un ventaglio. Per questo – e solo per questo – l’Uchiha aveva scaraventato l’oggetto a terra con violenza, incurante degli sguardi sorpresi della gente di passaggio. Il gesto eseguito non c’entrava assolutamente nulla col fatto che Sakura, ovvero la sua ragazza, stesse ridendo e scherzando con quello che lei definiva il suo migliore amico, ossia un tale biondino di nome Naruto Uzumaki il quale, in realtà, era anche amico suo. Amico che, per come si stavano mettendo le cose, poteva considerarsi morto, già bello e pronto per essere portato al cimitero.
 
E allora perché Sasuke Uchiha, pur nutrendo un tale sentimento, non si smuoveva da quella sediolina di plastica ma continuava a fissare irritato la scena e a mordicchiare, con astio, un ghiacciolo al limone – unico gelato che avrebbe mai mangiato in vita sua -, invece di interrompere il tutto? Molto semplice. Perché, nonostante tutto, il ragazzo non poteva mandare a farsi friggere quel velo di disinteresse che aveva sempre mostrato di provare verso tutti, compresa la sua ragazza.
 
“Ho deciso di stare con te solo perché ti preferisco alle altre.”le aveva detto, sapendo, però, che Sakura conosceva quei suoi reali sentimenti, quelli che lui non avrebbe mai espresso a parole.
 
-Suvvia Sasuke! Perché non ti lasci andare? A momenti sembra che esplodi!- Shikamaru arrivò alle sue spalle senza che nemmeno se ne rendesse conto. Infatti l’Uchiha sobbalzò quasi invisibilmente.
-Che vuoi, Nara?- chiese, lasciando trapelare quello che era tutto il suo disprezzo verso quell’individuo che, in tutta la città, era l’unico che riuscisse veramente a capirlo, a leggergli dentro senza che proferisse parola.
-Tu fa un po’ come vuoi, ma si vede lontano un miglio che vorresti maltrattare Naruto un po’ come stai facendo con quel ghiacciolo.- continuò l’altro, piegando la testa di lato e prendendo a massaggiarsi la testa.
Sasuke posò lo sguardo prima sull’odioso essere che, nel frattempo, fece per prendere posto accanto a lui, e poi sul gelato che aveva in mano: in effetti lo stava mordicchiando per benino. Si limitò a sbuffare come risposta, per poi indirizzare, involontariamente, le iridi scure verso quei due, ricordando cosa fosse successo pochi attimi prima.
 
Quando erano arrivati, tutti si erano disposti ai tavoli, decisi più che mai a passare un’allegra giornata in compagnia: tutti tranne uno, tranne Sasuke Uchiha, che aveva espresso il desiderio di mettersi lontano da quella bolgia che gli avrebbe sicuramente riempito la testa di chiacchiere. Sakura, ovviamente, aveva optato per sedersi accanto al fidanzato.
Naruto, però, aveva obiettato.
-Tranquillo, Naru! Tanto il tuo tavolo è appena dietro il nostro!- aveva rassicurato l’Haruno, sorridendo.
In una semplice frase, l’Uchiha era riuscito a trovare ben tre punti che non gli andassero a genio.
Innanzitutto quel “Naru”. Da dove era spuntato? Sapeva benissimo che i due ragazzi si conoscevano da quando erano piccoli e che la loro amicizia era molto solida, ma i soprannomi affettivi lo infastidivano e, perciò, tralasciato che Sakura non poteva affibbiarli a lui – perché li odiava –non le era comunque consentito di chiamare altri così. Gli sembrava logico.
Punto secondo: era necessario rassicurarlo? Che cosa sarebbe successo se il povero, piccolo, cucciolo indifeso si fosse trovato senza la sua “mammina” ad accudirlo?
“Tranquillo Naru!” ripeteva tra sé, scimmiottando il tono che la ragazza aveva usato.
E poi c’era quel dannato, terzo motivo per cui l’Uchiha aveva detestato a morte la breve conversazione che c’era stata tra i due amici di infanzia: il sorrisino sincero che Sakura aveva indirizzato all’Uzumaki. Quanto lo aveva infastidito quel gesto!
Sasuke Uchiha era capace solo di farla soffrire, a causa dei suoi modi sgarbati.
Sasuke Uchiha la vedeva sorridere raramente, perché non gliene dava motivo.
Sasuke Uchiha non sopportava il faccino fintamente allegro dell’Haruno.
Perché con l’Ukumaki la cosa era diversa? L’allegria era naturale…
E non solo lei si trovava bene con lui, ma anche il contrario era più che valido! Naruto, infatti, fissava l’Haruno con una strana luce negli occhi, ascoltando attentamente ogni sua singola sillaba e gioiendo nel sentirsi rivolgere delle frasi dette in un tono tanto rasserenante e dolce: -Hai ragione, Sakura! Che sciocco! D’altronde si sa che Uchiha deve sempre distinguersi dalla massa!- scherzò questi, dando una sonora pacca sulla spalla del ragazzo in questione.
Anche Sakura rise.
Rideva, ma non lo faceva per lui, ma di lui.
-Senti, Sakura, perché non andiamo a prendere da bere per tutti?- propose l’Ukumaki, afferrandola per le braccia. Gesto che non sfuggì al cupo ragazzo moro, come non gli sfuggì il rossore del viso dell’Haruno. Digrignò i denti, silenzioso più che mai.
-Ottima idea, Naru!- diede conferma la ragazza, prima di rivolgere – finalmente – l’attenzione a quello che era il suo fidanzato: -Posso andare, vero?-
 
“Bene, Sakura. Ora mi chiedi il permesso? Prima ti diverti e tratti affettuosamente l’Uzumaki e poi te ne esci con questa presa in giro? Che cosa dovrei dirti? No? Mi da fastidio se ci vai?”
 
E invece, sebbene pensasse tutt’altro, si limitò ad annuire, ricevendo un bacio veloce a stampo da Sakura. E poi la vide allontanarsi, fin troppo vicina a Naruto… per i suoi gusti.
 
-Nel frattempo io mi occuperò dei gelati!- enunciò Ino, alzandosi di scatto e cominciando a chiedere a tutti cosa volessero. Con lei andò anche Shikamaru, con il compito ben preciso di fissare gusti e tipo di gelato richiesto: d’altronde era l’unico che potesse farlo.
-Ghiacciolo al limone.- farfugliò l’Uchiha, quando gli venne domandato cosa desiderasse.
 
Nell’attesa che i quattro ragazzi tornassero, Sasuke non fece altro che fissare l’insegna del bar in cui erano entrati, sperando di vederli uscire di lì al più presto. Non capiva nemmeno lui queste sue emozioni – anche perché non le aveva mai provate – ma era da un po’, ormai, che tra lui e Sakura andava tutto lineare: si parlavano a malapena, il loro scambio d’amore era dovuto a semplici gesti e, soprattutto, uscivano poco insieme.
Sasuke, inizialmente, aveva pensato che se anche avessero rotto lì, per lui non sarebbe stato poi un dramma così difficile da superare: sì, provava un sentimento diverso verso Sakura rispetto ad Ino, per esempio, ma ancora non era capace di riconoscere cosa fosse. Ma, considerati gli ultimi eventi, più trascorreva il tempo e più si capiva di star provando gelosia… e la gelosia non si prova per qualcuno che non ti interessa. Piano piano stava facendo chiarezza dentro di lui… ma che fosse già troppo tardi?
 
I primi a ritornare furono Shikamaru ed Ino, nonostante Naruto e Sakura li avessero preceduti.
La ragazza bionda consegnò, vivacemente, tutto quello che la compagnia aveva ordinato, per poi risedersi comodamente, mentre Shikamaru, visto ed analizzato il comportamento dell’Uchiha, stava considerando l’ipotesi di avvicinarsi a lui. Magari si sarebbe goduto prima il gelato.
Pochi minuti dopo, sbucarono anche le figure degli altri due.
Sasuke poteva scorgere la ragazza ridere della goffaggine del compagno, il quale stava trasportando tutte le bottiglie da solo, facendo persino fatica a camminare.
 
“Che sbruffone! Il solito imbecille!”
 
Se Naruto Uzumaki eccelleva in qualcosa, quella era sicuramente il mettersi in mostra.
Come in quel momento.
Gradualmente, la rabbia cominciò ad assalire l’Uchiha, portandolo dapprima a scartocciare il dolciume con foga, facendo fare una fine orribile alla carta che lo avvolgeva, e poi a lanciare all’aria il ventaglio con cui cercava di combattere il caldo infernale di quell’estate.
 
Naruto e Sakura lì, insieme.
Shikamaru Nara che cerca di far ragionare Sasuke.
Sasuke che preferisce rinchiudersi in quel silenzio che gli è fedele, osservando, nel frattempo, lo svolgersi degli eventi…
 
… è assodato.
 
Era ufficialmente geloso.



 



 
 
 
Ma salve! >w<
Non avrei mai pensato di scrivere un’altra longfic! Anche se, sicuramente, questa sarà formata da pochi capitoli (credo al massimo cinque o sei, se non di meno… tutto dipenderà dai vostri giudizi: se vedo che piace, cercherò di allungare un po’ il brodo (ma non eccessivamente), se non è gradita, scrivo di meno… al popolo l’ardua sentenza! xD)
 
Spero che abbiate capito come si è svolta la storia: si parte con Sasuke che vede la “coppietta” lontana. Poi ricorda cosa è successo e, alla fine, si “ritorna” alla situazione iniziale… spero di essere stata chiara. >.<
 
Dedico questa fic ad Angy, perché mi sostiene sempre in tutte le mie fic e mi segue con costanza! *.*
 
Diciamo che lo spunto per questa fic l’ho preso da quella precedente:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=719006&i=1
 
Ultima cosa: mi sa che questa è la fic più malriuscita che io abbia scritto TT-TT
 

 
 
  
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Morning - Part 2 ***


La gelosia gioca brutti scherzi!

Capitolo 2: Morning – part 2

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Del gelato, ormai, non restava altro che lo stecco ma il cupo Uchiha continuava a rosicchiarlo, incurante del sapore legnoso che questo aveva. A dirla tutta, non aveva interesse per nulla se non per l’Uzumaki e Sakura che, visti da quella posizione, sembravano quasi una bella coppietta.
Quanto gli dava fastidio l’espressione “bella coppietta”!
 
-Sei fenomenale!- se ne uscì Shikamaru, il quale sembrava averci preso gusto nel disturbare i pensieri omicidi del più acido della città. -Davvero non dici nulla?-
-Non capisco cosa dovrei dire, Nara, cosiccome non mi è chiaro il perché della tua fastidiosa permanenza al mio tavolo.- disse Sasuke, esibendo un tono stranamente calmo ma che non gli apparteneva per niente. Inutile dire che Shikamaru se ne accorse.
Il Nara accennò ad uno stanco sorriso, vedendo l’Uchiha torturarsi le mani, intrecciando continuamente le dita e stringendole forte le une con le altre, tanto da farle scoccare.
Era il ritratto sputato della gelosia personificata.
-Sai, credo che anche Sakura voglia essere presa un po’ in considerazione.- azzardò Shikamaru, dopo aver poggiato i gomiti sul tavolino in plastica e aver sistemato la testa sopra le mani giunte. Guardava l’altro di sottecchi, come se lo stesse studiando.
Al suo sguardo indagatore nessuno poteva sfuggire: non importava quanto si fosse riservati o quanto al meglio ci si sforzasse per celare i propri sentimenti – come faceva Sasuke, per capirci – perché lui avrebbe sempre, fastidiosamente, avuto la meglio, arrivando alla verità.
-Mah. Non mi pare che stia da sola. Qualcuno che le ronza attorno lo vedo.- dichiarò Sasuke, con una punta di ironia quasi impercettibile, che si poteva rilevare osservando il ghigno deformato che si era disegnato sulle sue labbra. Continuando a fissarlo, poi, l’iniziale ipotesi diventava un’indiscutibile certezza: l’Uchiha, infatti, aveva spezzato lo stecco del gelato in un momento di rabbia incontrollata e in seguito aveva digrignato i denti.
-Ma non dovresti esserci tu al posto di quello che le ronza attorno?- domandò l’altro, sottolineando le ultime parole in modo tale da ottenere l’attenzione del suo interlocutore. Fino ad allora, infatti, il taciturno Uchiha si era limitato a rispondere, senza nemmeno dare troppa importanza a chi gli parlasse mentre ora gli aveva rivolto lo sguardo, fissandolo infastidito.
-Tecnicamente.- sussurrò, stringendo un pugno fino a far diventare le nocche bianche.
-E allora?- Shikamaru proprio non riusciva a capirlo. Era vero che lui non era fidanzato ma a se provava ad immaginarsi impegnato con qualcuna, di certo, pigrizia o non pigrizia, non le avrebbe mai permesso di superare un certo limite.
-E allora cosa?- domandò di ricambio il ragazzo moro mentre sentiva un terribile bruciore dentro.
Il Nara sbadigliò, annoiato alquanto dalla terribile cocciutaggine che mostrava l’altro. Sarebbe stato divertente, però, vedere fino a che punto Sasuke avrebbe resistito.
Nel frattempo lo avrebbe aiutato a darsi una svegliata.
-Beh, come ti ho detto anche prima, sono problemi tuoi. Personalmente, credo che Sakura abbia fatto bene a darti meno corda e a spostare l’attenzione su un altro. Insomma, tu sei capace solo di rosicare o torturarti interiormente senza, però, fare nulla di concreto per far si che non ti sfugga. Credi per caso che lei ti appartenga per sempre? Che sia un oggetto di tua proprietà che non può più esserti portato via? E sarebbe inutile provare a dibattere dicendomi che di lei non ti importa nulla, perché con me non reggerebbe. Niente di personale, ma ti consiglio di muoverti se non vuoi vedertela rubata da Naruto.- detto questo, Shikamaru si alzò, lasciando l’Uchiha con la testa bassa e nel silenzio più totale.
 
Aveva dato molta importanza a quel “rubata”, perché intendeva sottolineare quanto il ragazzo considerasse la sua – per ora – fidanzata come un oggetto di nessun valore.
Se avesse parlato con Naruto, non avrebbe di certo messo in pratica quel piccolo giochino psicologico, perché di certo l’Uzumaki non avrebbe capito: ma l’Uchiha era diverso.
Sorrise soddisfatto tra sé e sé, mentre avanzava verso il suo vero posto: ne era sicuro.
Sasuke Uchiha l’aveva capito fin troppo bene.
Tuttavia elaborare un simile discorso – decisamente troppo lungo ed articolato, visti i suoi canoni – l’aveva consumato, facendolo restare senza alcuna energia: si sentiva terribilmente stanco.
Sbadigliò rumorosamente, guadagnandosi un’occhiataccia dell’instancabile Yamanaka.
“Ed ora vediamo che combini”
 
Sasuke era rimasto folgorato dalle parole del Nara.
Lo aveva sempre considerato un seccatore perennemente stanco che, oltre a lamentarsi del più e del meno, non sapeva fare altro.
Lo aveva sempre visto come lo sfigato della situazione che, nonostante fosse dotato di un’intelligenza da far diventare tutti verdi di invidia, non aveva mai saputo sfruttare le sue potenzialità ma che, anzi, preferiva fare la figura del babbeo stupido, piuttosto che darsi da fare.
 
Invece lui – Sasuke Uchiha -, l’appartenente ad una grande famiglia importante, era sempre stato considerato un genio da tutti, secondo soltanto al fratello Itachi.
Era il ragazzo che tutti avrebbero voluto essere: era bravo a scuola, aveva successo con le ragazze – nonostante le ignorasse volutamente –, stava bene economicamente… insomma, non gli mancava assolutamente nulla.
E nonostante questo era stato gabbato da un sempliciotto come Shikamaru Nara.
Quello lì aveva osato rivolgergli parole che non avrebbe mai voluto sentire.
Probabilmente il Nara non era il solo a pensarlo ma, sicuramente, era stato l’unico che glielo aveva fatto notare apertamente: tutti gli altri si limitavano ad ignorarlo – anche perché lui non dava loro la possibilità di colloquiare o, comunque, di mettere le basi per una solida amicizia – e a passare oltre, senza soffermarsi troppo su quello che provava.
Tuttavia, era lui stesso a volere questo.
Con Sakura stava succedendo esattamente la stessa cosa e, ciò che dava più fastidio a Sasuke, Shikamaru aveva perfettamente ragione.
 
Sakura si era stufata di essere trattata da oggetto ed usata quando più faceva comodo all’Uchiha e, per questo, aveva agito come pensava che al suo fidanzato facesse più comodo, ovvero allontanandosi da lui.
Sasuke Uchiha non era di certo conosciuto perché si legava indissolubilmente alle persone, tutt’altro. A lui non piaceva – o semplicemente non riusciva – consolidare legami e l’Haruno non voleva restargli appiccicata ventiquattro ore su ventiquattro per paura di dargli noia.
E dire che l’avrebbe desiderato così tanto.
Pensava e ripensava a giornate intere passate a fianco della persona che amava alla follia ma che, sebbene stessero insieme, sembrava non ricambiare totalmente.
Lei aveva sempre saputo come era fatto lui, che non aveva un bel caratterino – del resto, non era proprio di quello che era innamorata? – e che non l’avrebbe mai amata come lei avrebbe desiderato ma non aveva potuto fare a meno di fidanzarsi con lui quando se ne era presentata l’occasione.
Certo, aveva sofferto – e continuava a farlo – quando aveva sentito dirgli che aveva scelto lei solo perché la preferiva ad altre “ochette” ma, lì per lì, avvertiva che quello che l’Uchiha aveva proferito non era la verità.
Pensava che solo l’inizio sarebbe stato traumatico, che solamente per i primi giorni Sasuke sarebbe stato chiuso… si era sbagliata maledettamente.
Il tempo era trascorso – stavano, infatti, insieme da più di due mesi – ma niente era mutato. Se possibile, le cose andavano peggiorando, tant’è che il dialogo tra di loro si era ridotto a pochi scambi di battute, come se la loro vita si svolgesse su un palcoscenico di un enorme teatro.
 
-Buongiorno, Sasuke.-
-Buongiorno anche a te, Sakura.-
-Ti va di uscire più tardi.-
-Non ho di meglio da fare.-
-Allora nel pomeriggio ti chiamo per farti sapere i dettagli.-
Annuisce in segno di assenso e poi… nient’altro che mutismo.
 
Per questo aveva pensato che avvicinarsi a Naruto sarebbe stata la scelta migliore da fare.
Soltanto per un secondo aveva coltivato l’idea di far ingelosire Sasuke ma figuriamoci – aveva pensato – se a stento le rivolgeva la parola, sarebbe mai potuto essere geloso?
“Sasuke Uchiha non teneva a cuore nulla.”
Era giunta a questa conclusione.
 
L’avrebbe lasciato quel giorno stesso.
L’avrebbe lasciato andare nonostante lo amasse più della sua stessa vita.
Lo avrebbe fatto per entrambi, però.
Per lei, perché non riusciva più a sopportare quella sofferenza che la divorava viva ogni qual volta l’Uchiha si chiudeva in sé stesso, alzando barriere entro le quali era impossibile potersi inoltrare.
E per lui, perché, così, finalmente avrebbe potuto isolarsi come voleva, senza avere la scocciatrice sempre tra i piedi.
 
Perché le frasi di Shikamaru gli arrivavano così pungenti nella mente?
Sembravano api fastidiose che, nonostante si provi a scacciarle, continuano imperterrite a girarti attorno, finchè, impaurite, non si difendono, mordendoti e procurandoti dolore.
Odiava quelle parole ed odiava chi le aveva dette.
Ma, soprattutto, non voleva affatto che Naruto gliela portasse via. Al solo pensiero, sentiva il cuore martellargli nel petto, come se volesse urlargli di agire, di impedire che accadesse l’inevitabile.
Dall’altra parte, però, c’era l’orgoglio.
Cavolo, uno come lui non poteva ignorarlo!
Senza che se ne accorgesse, aveva iniziato anche a dondolare un piede e a mordicchiarsi il labbro inferiore, come se stesse pensando.
 
Ma cosa c’era da pensare?
 
Stufo di tutto e di tutti, decise di alzarsi, comportandosi esattamente come il cuore voleva.
Lui che non aveva mai preso in considerazione di avere un cuore.
Lui che aveva sempre fatto prevalere la ragione.
Lui che in amore era e voleva rimanere un disastro.
 
… stava seguendo le scandite pulsazioni di quel suo muscolo ferito.




 





Salve gente!!! >w<
La prima cosa che mi sento di fare è di ringraziare le ben 10 persona che hanno recensito lo scorso capitolo (si accomodi pure altra gente, però èwè).
Spero tanto di non avervi delusi!!! >.<
No, perché non mi pare granché questo capitolo!
Ringrazio in anticipo chi leggerà fin qui e chi recensirà. Grazie! 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Morning - Part 3 ***


La gelosia gioca brutti scherzi

 

   Capitolo 3: Morning – Part 3
    

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Sakura vide avvicinarsi la persona che mai avrebbe pensato si potesse smuovere da quella sedia.
La sua figura era nitida, chiara e si muoveva. Si muoveva proprio verso di lei e Naruto.
La ragazza la squadrò dalla testa ai piedi: aveva il capo basso, le braccia distese lungo il corpo snello, quasi abbandonate a loro stesse e culminanti in due pugni chiusi, anzi, stretti talmente tanto da far diventare le nocche bianche. Camminava a passo di marcia, cercando di trattenersi dall’intraprendere una corsa pazzesca.
La spaventava questo suo comportamento.
Sakura Haruno era non solo sorpresa, ma soprattutto impaurita da quella rabbia omicida che percepiva uscire da ogni poro del corpo dell’Uchiha. Non le sembrava lui.
Si era abituata alla presenza passiva del suo fidanzato. Quando si trovava accanto a lei era come se, allo stesso tempo, non fosse lì: muto e indecifrabile. Più e più volte l’Haruno aveva tentato, provato a capire cosa saltasse per la mente del suo ragazzo, ma mai c’era riuscita. Era arrivata alla conclusione che il loro rapporto fosse basato sull’indifferenza reciproca, fatta ad eccezione di alcuni, brevi – ma intensi – momenti in cui Sasuke abbandonava la maschera di perfezione e freddezza che, con costanza, si ostinava ad indossare, e si lasciava andare, comportandosi come tutti i comuni mortali innamorati. Era arrivata a sentenziare che Sasuke amasse a comando.
Ma, allora, cosa gli stava accadendo ora? Cosa lo stava spingendo a camminare con quell’aria che incuteva timore e, contemporaneamente, metteva Sakura in soggezione?
Il cuore incominciò a martellarle nel petto, imponente e doloroso, cercando di far avvertire la sua presenza alla legittima proprietaria. I battiti era sempre più veloci, dettati dall’ansia e dal timore.
Sakura aveva un brutto presentimento, non sapeva cosa fosse in realtà, ma lo percepiva lì, come una presenza inquietante e fissa che, piano piano, le stava logorando l’anima. Si rese conto solo in quel momento del suo errore: aveva civettato troppo con Naruto, aveva mostrato troppa “amicizia” verso di lui, tramutandola – agli occhi degli altri, compreso Sasuke – in un sentimento che non era, ossia in amore. No, lei non amava Naruto: in sua compagnia non si sentiva emozionata al tanto da sentire il cuore voler scoppiare e non avvertiva quella strana sensazione come di farfalle nello stomaco. Con quel biondino, che le era tanto caro, si divertita, stava bene… ma non nutriva le stesse sensazioni e gli stessi sentimenti di quando era in compagnia dell’Uchiha.
Il cuore che, imperterrito, continuava ad emettere quel fastidioso tum-tum la scherniva, ricordandole quanto fosse stata stupida e ridicola solo un attimo prima, per avere solamente ipotizzato ed immaginato di potersi allontanare da quel Sasuke che tanto la faceva soffrire con quel suo atteggiamento da inavvicinabile e intrattabile.
Poggiò una mano sul petto, udendo il chiaro lamento del suo animo ferito. Si sentiva afflitta per come aveva pensato di reagire. Scappare? No, non l’aveva mai fatto. E allora per quale insulsa ragione, voleva allontanarsi da Sasuke? Che sperava di risolvere? Così facendo, forse, non avrebbe più sofferto?
 
 
Sei stupida, Sakura: non sai quanto già gli appartieni e quanto lui appartiene a te. Non c’è spazio per un terzo incomodo tra di voi e l’Uzumaki, volente o nolente, dovrà adeguarsi alle circostanze. Il problema – se così si può chiamare – è che tu e Sasuke siete le due facce della stessa medaglia, siete complementari e per questo vi siete trovati.
Lui è freddo, glaciale, intrattabile. E’ Sasuke.
Tu sei solare, gioiosa, sempre disponibile. Sei Sakura.
Ciò accade quando il rosa e il nero si incontrano, quando lo scuro delle iridi di un Uchiha, incontrano quelle verdi di una ragazzina sognatrice.
Gli opposti si attraggono e, se di opposti si parla, non si può che fare riferimento a voi due.
 
 
Quando si era alzato per dirigersi verso l’Haruno era calmo, sicuro di sé e delle proprie azioni.
Era accaduto tutto all’improvviso: gradualmente aveva sentito qualcosa dentro di lui crescere a dismisura. Era una sensazione strana che era sempre riuscito a tenere sottocontrollo.
Perché, era ovvio, un Uchiha come lui teneva sempre la situazione sottocontrollo. Lasciarsi vincere dai sentimenti? Giammai, la peggiore delle onte, vista l’immagine che si era costruito.
Non avrebbe mai potuto immaginare di trovarsi a trotterellare, più furioso che mai, verso la testa bionda di un ragazzino sempre allegro che – cosa più importante – aveva trascorso più tempo di lui insieme alla sua ragazza. Finora era riuscito e, in un certo senso, aveva voluto far sì che le cose andassero in quel modo, non aveva voluto intervenire, non era sicuro di voler dare questa prova d’amore a Sakura. Non voleva, dunque, farsi vedere geloso perché non era sicuro di amare davvero quell’irritante batuffolo rosa. Però, se avesse dato ascolto per sempre a quei dubbi, avrebbe finito per ignorare la realtà dei fatti, per perdere, magari, quell’unica occasione di trovarsi accanto una persona speciale. Era ancora confuso, ma finchè si sarebbe fatto guidare dai suoi intimi desideri, non avrebbe sbagliato. Di questo ne era certo.
-Ehilà, Sasuke! Finalmente ti sei alzato di lì!- sorrise sornione l’Uzumaki, dandogli una gomitata leggera nello stomaco. Si lasciò guidare da quel gesto, finendo per piegarsi di un poco all’indietro.
-Se è possibile sei ancora più cupo del solito!- continuò Naruto, ridendo. Le mani dietro la testa, gli occhi chiusi, la testa persa in chissà quali pensieri che lo divertivano. E fu per questo che non si accorse della successiva mossa fatta dall’Uchiha.
 
Tutti sapevano che Sasuke era un tipo vendicativo e che, nonostante la sua fama da calmo e razionale, non lasciava mai passare liscio un torto subito. L’Uzumaki, però, non avrebbe sospettato di nulla in ogni caso, perché per lui era naturale comportarsi in una determinata maniera con Sakura: si trattava della sua più cara amica, con la quale aveva un legame speciale da quando ancora andavano all’asilo. Sì, aveva pensato di poter diventare qualcosa in più, oltre che quell’amico indispensabile ma quando aveva capito il forte sentimento della ragazza per Sasuke, aveva abbandonato ogni idea, anche se con dolore.
 
Quella brutta sensazione non ne voleva sapere di andare via ed ora che Sasuke si era fermato, immobile davanti a loro, aumentava sempre di più. Naruto cominciò a parlare con l’Uchiha ma secondo Sakura quella non era una buona idea. Non si era mai trovata nell’orribile situazione di sentirsi le parole morte in gola. Stavano lì, incastrate, che si sforzavano di fuoriuscire e di mettere all’erta Naruto che, troppo stupido per capire “il pericolo” a cui andava incontro.
L’Haruno si sentiva impotente. Avrebbe voluto agire, ma il corpo non le rispondeva. Non aveva mia avuto occasione si vedere il suo ragazzo inferocito e – a dirla tutta – non ci teneva troppo.
Tentò di allungare una mano in avanti e, dopo che il cervello ebbe ordinato più volte all’arto di compiere quel movimento, ci riuscì.
Ma ormai era troppo tardi.
 
Il pugno di Sasuke era arrivato diretto a colpire la faccia dell’Uzumaki.
Il ragazzo moro desiderava far scomparire, annullare del tutto quel sorrisetto allegro che adornava il viso del suo rivale. Odiava a morte quell’espressione.
Un rivolo di sangue prese a scorrere dalla bocca di Naruto che, dopo un iniziale sbandamento – a causa anche di tutte le bottiglie, che stava portando, cadute a terra -, prese a pulirsi il liquido rosso col palmo della mano.
-Ohi, Uchiha, ma che cazzo ti prende?- gridò, spintonandolo.
-Ti sembra normale come ti comporti con la mia ragazza?- urlò l’altro, di rimando.
Sakura, che mai aveva fatto i conti con quella personalità ben nascosta dell’Uchiha, arrossì al sentir pronunciare quel “mia” con tanta sicurezza. Allo stesso tempo, però, era rattristata e impaurita per essere il motivo principale, nonché l’epicentro, di quella assurda discussione, sviluppatasi in rissa.
-Sei tu che ti fai strani film in testa!- si difese Naruto. -Io stavo semplicemente andando a prendere dell’acqua! Non incolparmi delle tue mancanze!- concluse, andando a toccare, seppur involontariamente, il punto cardine del problema.
-Fa silenzio!- ordinò Sasuke, infastidito dalle parole, veritiere sua sfortuna, dell’Uzumaki.
Gli sferrò un altro cazzotto che, però, il biondino parò, frapponendo un braccio tra il suo volto, già colpito in precedenza, e il pugno chiuso dell’Uchiha.
-Smettila Sasuke!- si intromise Sakura, disgustata e dispiaciuta per quella scena rivoltante a cui era stata costretta ad assistere. Afferrò il braccio di Sasuke, già pronto a colpire di nuovo: -Non è questo il modo di reagire!-
Sasuke sogghignò e, con una nota di sarcasmo, aggiunse: -Oh, ecco, adesso ti schieri dalla sua parte, invece di appoggiarmi.-
-Non è questo il punto! Con la violenza non si risolve mai nulla.-
-Dì la verità, avresti preferito che restassi a guardare, cosicché avresti potuto tenere due piedi in una scarpa, Sakura.- continuò Sasuke.
Sakura a quella parole non seppe che rispondere. Era scandalizzata, nonché distrutta e quasi in lacrime, per quelle parole che le stavano facendo intuire che Sasuke non avesse mai capito nulla di lei. Lo odiava per queste sue parole ma, al tempo stesso, non poteva che continuare ad amarlo.
-Adesso basta!- Shikamaru, col tono annoiato che lo contraddistingueva da tutti gli altri della compagnia, giunse sulla scena col solito passo stanco, per mettere un po’ d’ordine. Poi, avvicinandosi all’orecchio dell’Uchiha, sussurrò: -Forse è il caso che noi due ci facciamo un’altra chiacchierata, Uchiha.-
 



 





 
Innanzitutto ringrazio tutte le persona che hanno recensito perché, grazie a loro, ho raggiunto il mio record personale di 20 recensioni in 2 capitoli! *^*
Poi ringrazio tutti coloro che hanno letto, grazie mille anche a voi! ;)
Grazie anche alle 8 persone che l’anno messa tra le preferite, alle 3 che l’anno messa tra le ricordate e alle 10 che l’hanno messa tra le seguite.
Spero di non avervi delusi!! TT^TT




 
  

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Midday - Part 1 ***


La gelosia gioca brutti scherzi
 
Capitolo 4: Midday – Part 1
 

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-Mi stai ascoltando, Uchiha?-
Shikamaru non sapeva come attirare l’attenzione di Sasuke. L’aveva costretto a seguirlo in un luogo più appartato, lontano da possibili intromissioni, per parlargli a quattrocchi. Sembrava, però, che Sasuke non avesse la minima intenzione di ascoltarlo. Infatti, seduto sulla sedia del bar, le gambe accavallate, lo sguardo rivolto all’esterno, sembrava quasi che si fosse alienato in un’altra dimensione. Un passo in avanti, però, era stato fatto: l’Uchiha, infatti, si era calmato rispetto ad una mezz’oretta prima. Nei suoi occhi non si vedeva lo stesso lampo d’ira.
“Ma chi me l’ha fatto fare di immischiarmi in questa faccenda?”, pensò Shikamaru, annoiato. “Tra moglie e marito non mettere il dito, no?”
Non per niente, il Nara era la persona più stanca presente sulla faccia della Terra e, perciò, nemmeno lui si spiegava come si era ritrovato in quella situazione tanto sgradevole. Forse perché trovava l’Uchiha un tipo… interessante, un soggetto particolare da studiare. O forse – ed era così – c’era qualcos’altro sotto? Sospirò.
-Nara, lasciami in pace.- scandì Sasuke, gli occhi sempre diretti altrove.
-E’ una seccatura anche per me, cosa credi.- sospirò Shikamaru, la bocca contratta in una smorfia per trattenere uno sbadiglio.
-Non mi pare di averti chiesto aiuto. Del resto, non ne ho bisogno.- replicò l’altro, aggrottando un sopracciglio.
-Se vuoi sapere la mia, credo che dovresti essere rieducato.-
Con questa affermazione, Shikamaru si guadagnò l’attenzione di Sasuke. Sì, si trattava di un’occhiataccia, ma lo aveva almeno distolto dai suoi pensieri.
-Come, scusa?- digrignò questi.
-Educato a vivere in una società, insieme agli altri, no?- spiegò il Nara, come se fosse la cosa più normale del mondo. Oltretutto fece spallucce, e il che innervosì parecchio l’altro ragazzo.
-Invece sai che credo io?- fece Sasuke, inviperito. -Che tu sia l’ultima persona a potermi dire cosa fare. Passeresti anni in un letto a sonnecchiare e mi parli di vita sociale? Pazzesco.- sibilò, infine.
Shikamaru, decisamente troppo stanco e svogliato per arrabbiarsi o controbattere, si limitò a guardarlo negli occhi e a dirgli: -Almeno io non scateno risse ingiustificate. Passerei l’esistenza a dormire, senza, però, far danno agli altri. Detto in parole povere: se non vuoi Sakura, lasciala in pace.-
 
Questa volta sembrava serio, fin troppo per la sua personalità. Sasuke non capiva perché fosse tanto interessato alla sua vita privata e a quella di Sakura.
“Seppure cambiassi, cosa gli entrerebbe in tasca?”,  riflettette.
Non capiva. Non che non voleva, semplicemente non ci riusciva. Non gli sembrava che a Shikamaru importasse di Sakura a livello sentimentale, cosiccome non rilevava un qualche legame speciale tra i due. Un mistero. Ecco cos’era quella situazione.
Alla fine, però, non resistette e si pronunciò.
-Toglimi una curiosità.- iniziò, volendo sembrare acido e non troppo interessato. -Che ti importa di me e di Sakura?-
Shikamaru colse al volo il lampo di curiosità in quegli occhi di ghiaccio, segno che stava andando a segno. “Ottimo”, pensò.
-E’ anche vero che tra me e Sakura non c’è quel rapporto stretto di amicizia.- cominciò, gli occhi stretti. -Tuttavia,  pensavo tu fossi un tipo intelligente.-
Sasuke continuò a fissarlo, cercando di nascondere quella rabbia crescente che lo attanagliava. Cominciava a capire il giochetto di Shikamaru. Intendeva farlo arrabbiare e dimostrargli quanto poteva essere sottomesso alle passioni, cosa che lui aveva sempre negato, anche se non a parole.
Il Nara, quindi, continuò.
-Insomma, farti fregare la ragazza da Naruto.- ridacchiò.
Stavolta la stoccata fu pesante. Sasuke avvertì una sensazione di odio allo stomaco, odio che lottava per fuoriuscire e riempire di pugni anche quest’altro intoppo. Serrò i pugni sotto il tavolo, tentando di mantenere un’espressione neutra dipinta sul volto.
-Non. Succederà. Mai.- cadenzò Sasuke, con evidente astio.
-Dici?- intimò l’altro, gli occhi spalancati per una finta sorpresa. -Mi dispiace, ma visti gli ultimi avvenimenti, ne dubito altamente.-
Sasuke si alzò di scatto, imponendosi come un alto monumento. Guardò il Nara di sottecchi. Si contenne, riuscendo a non colpire il tavolino con un sonoro pugno. Sospirò fortemente, prima di guardare in faccia quell’essere che tanto lo stava tormentando.
-Non mi importa nulla di quello che pensi di me e della mia vita. Fatto sta che andrò lì e mi riprenderò Sakura.-
-Niente scazzottate stavolta.- scherzò Shikamaru, un sorriso sornione sul volto.
L’Uchiha si voltò, in apparenza per niente colpito dalle ultime parole dell’altro. Compiuti pochi passi, si fermò, immobile come una statua, e disse: -Non pensare, però, che la mia scelta sia stata condizionata da te. Chiaro?- domandò retoricamente, a mo di minaccia.
-Certo, certo.- rise il Nara, osservando la schiena di Sasuke farsi sempre più lontana. Dopodichè afferrò il cellulare dalla tasca e scrisse un messaggio indirizzato ad una ragazza.
 
Il telefono di Ino trillò. La ragazza, emozionata, lo prese. Lesse il messaggio e, velocemente, e senza dare troppe spiegazioni, si diresse verso il bar cui mezz’ora fa erano andati Sasuke e Shikamaru. O meglio, Shika aveva costretto Sasuke.
Percorse il breve tratto di strada camminando a passo di marcia. Incontrò anche l’Uchiha e, sebbene lo salutò, ricevette in risposta solo un cenno di capo.
“Forse sta riflettendo!”, ridacchiò Ino.
Arrivata davanti al grande portone del bar, lo spinse, ritrovandosi nel locale. Era un locale modesto, dopotutto, un semplice bar che vendeva le solite cose: dai gelati alle bibite.
Si guardò intorno, cercando la testa d’ananas che l’aveva – finalmente – contattata. Poi lo vide.
-Shikamaru!- salutò lei, sventolando la mano in aria per farsi vedere.
-E ora?- fece lui, senza mezzi termini.
-Mi sa tanto che ti devo il pranzo.- rise, gli occhi stretti, un dito poggiato sensualmente sulle labbra.
Shikamaru rise.
-Solo il pranzo? Dovresti sfamarmi per un mese, come minimo! E’ stata una faticaccia convincerlo.-
-Beh, ma alla fine ce l’hai fatta! Sapevo di poter fare affidamento su di te!- saltellò sul posto, per poi abbracciare l’amico.
-Però Sakura è amica tua, avresti dovuto faticare tu!- lamentò il Nara, grattandosi la testa.
-Fa niente! Tu sei amico mio, quindi un favore me lo dovevi!-
-Ino?- riprese Shikamaru. La ragazza lo guardò con curiosità.
-Ricordami che non devo mai più farti favori.-
 
Sakura non sapeva che fare. Camminava avanti e indietro per lo spiazzo dove si era sistemata tutta la combriccola. Vide Naruto che, talvolta, si tastava la parte lesa, per poi guardarsi la mano per assicurarsi che la ferita fosse asciutta. L’Uzumaki si accorse dello sguardo della ragazza e le sorrise per rassicurarla.
-Tranquilla, Sakura! Non è successo nulla.- disse, facendole l’occhiolino.
La ragazza sorrise di rimando. Ino le aveva espressamente chiesto di sedersi e di stare tranquilla, perché Shikamaru avrebbe risolto tutto col suo modo, ingegnoso e calmo, di fare. Tuttavia lei voleva chiarire con Sasuke. Adesso.
Lei lo amava – se lo sarebbe ripetuto fino alla noia – ma lui amava lei? Era ora della verità. Però… quelle parole del moro… quel “la MIA ragazza”. Qualcosa doveva significare!
Desiderava parlargli quanto prima. Osservò l’orologio al polso: si era già fatto mezzogiorno.
A breve, avrebbero pranzato. Ma lei non poteva aspettare tanto tempo. L’avrebbe preso in disparte e avrebbero mangiato insieme, così da parlare senza intoppi. Non era da lei, ma si sarebbe imposta, scavalcando quel muro apparentemente invalicabile, che era Sasuke.
Cercò di tranquillizzarsi prendendo guardare il mare poco distante. Avevano deciso che nel pomeriggio si sarebbero fatti un bagno rilassante. Ma come avrebbe potuto se le acque tra lei e Sasuke fossero state tormentate? Non si sarebbe divertita per niente con quel peso sullo stomaco.
Sospirò, mentre nella sua testa andava a diffondersi tanta determinazione.
Si incamminò verso il luogo dove Sasuke era diretto e, sorpresa delle sorprese, dopo solo pochi passi se lo trovò davanti, indescrivibile come al suo solito.
Voleva dirgli che avrebbero dovuto parlare, che così non potevano andare avanti e che dovevano trovare un punto di incontro ma l’Uchiha si mosse prima, afferrandole il braccio. La guardava fisso negli occhi, tant’è che Sakura arrossì come un pomodoro.
Non fu più capace di sostenere il suo sguardo e sentì come se tutto quello che aveva pensato fino a pochi secondi prima, andasse scemando. A Sakura sembrava che, ora come ora, non esistessero altro che lui e lei nel mondo. Succedeva sempre così quando si trattava di Sasuke: tutto il resto scompariva, inghiottito da chissà cosa, e nel mondo di Sakura era presente solo Sasuke.
Non c’era spazio che per quegli occhi neri, per quelli capelli morbidi al tatto, per quelle labbra soffici, desiderate, che voleva anche ora. Le desiderava ardentemente.
Un bacio, nient’altro. Niente parole, sarebbe bastato solo che le loro labbra di sovrapponessero.
-Dobbiamo parlare.- la voce glaciale dell’Uchiha ruppe quell’atmosfera bellissima.
La ragazza annuì, un po’ dispiaciuta. Poi, recuperò la maggior parte della grinta che aveva perso contemplando il ragazzo moro.
-Pensavo lo stesso.-



 



 
 
Salve gente!! >w<
Si capisce la storia? >///> Non so perché ma ho dei dubbi!
Comunque sia, ringrazio tutti coloro che leggono, recensiscono, aggiungono la storia tra preferite/seguite/ricordate.
Mille grazie.
 
Per la cronaca, i capitoli di questa fic sono di circa 1400/1600 parole. ^__^
 
P.S. Scusate l’accenno ShikaIno *^*
Non ho potuto farne a meno! >w<
Ma la storia sarà sempre una SasuSaku, quindi tranquilli! ;) 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Midday - Part 2 ***


La gelosia gioca brutti scherzi

 

Capitolo 5 : Midday – Part 2


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Sakura girava e rigirava un bicchiere tra le mani.
Lei e Sasuke si era allontanati dagli altri, dicendo loro la verità. Avevano spiegato che avevano qualcosa da dirsi, qualcosa che riguardava la loro relazione. Più che altro era stata la ragazza a parlare. Il suo fidanzato non aveva proferito parola. Come sempre, del resto. Così erano andati ad un ristorantino poco lontano, ed avevano ordinato una pizza.
Nell’attesa l’unico protagonista indiscusso era il silenzio: nessuno dei due spiccicava parola.
Lei avrebbe voluto dir lui tante cose, ma con un tipo come Sasuke non si poteva mai sapere quale fosse la mossa giusta da fare. Per niente avrebbe detto una parola di troppo, mandando tutto completamente all’aria.
Lui era rinchiuso nei suoi pensieri. Ne era imprigionato. Pensava e ripensava alle parole di Shikamaru. Quel tizio gli aveva scombussolato tutta la giornata. Però – anche se non lo avrebbe mai ammesso – prima o poi sarebbe dovuto uscire allo scoperto per smuovere quella situazione. Non poteva di certo lasciare che le cosse andassero in quel modo assurdo. Una coppia è tale perché è formata da due elementi. Non tre. Non Naruto. Solo lui e Sakura. Lo pensava, ma era restio a renderlo noto all’Haruno.

 

-Ebbene? Cosa volevi dirmi?- chiese, infine, Sakura. Pensava che esortare il compagno a cominciare – o meglio a continuare dato che un discorso era stato cominciato al bar – fosse l’alternativa migliore. Non aveva accusato, non era stata scontrosa. Del resto, con lui non le riusciva.
Il ragazzo scrollo le spalle, lo sguardo sempre rivolto alla tovaglia bianca che ricopriva il tavolo, al quale si erano accomodati.
-Credevo fosse evidente.- rispose lui. Non voleva farsi vedere debole. In un certo senso, si vergognava nel dover ammettere la verità. Sperava che la ragazza capisse da sola. Allo stesso tempo, però, sapeva che lei non gli avrebbe consentito di stare sulle sue, di dire le cose a metà. Avrebbe voluto sapere tutta la verità, e avrebbe voluto saperla da lui. Non c’era scampo, ma ci provò lo stesso. Per questo esordì con una specie di frase a metà.
-Dipende sempre dal punto di vista.- replicò Sakura, calma. Nel frattempo si versò un bicchiere d’acqua. Mentre parlava osservava il flusso d’acqua scendere, come se fosse rapita da quel gesto tanto normale.
-O da come si vogliono vedere le cose.- la accusò Sasuke, guardandola. Manteneva un tono pacato, come al suo solito. Ma se ascoltava attentamente, Sakura riusciva a percepire dell’astio in quelle parole. C’erano troppe cose non dette tra di loro.
-Perché non dici le cose come stanno? Insomma, perché non mi spieghi cosa stai davvero pensando?- tentò lei, accigliata. Perché aveva un ragazzo che pretendeva che lei capisse senza che le venisse spiegato alcunché? Non voleva passare per la stupida della situazione. Sapeva perfettamente cosa aveva infastidito Sasuke. Era evidente: aveva visto come aveva reagito nei confronti di Naruto. Ma era necessario che l’Uchiha lo ammettesse – più che a lei – a sé stesso.
Ma le rispose solo silenzio.
 Ebbene, il ragazzo che le stava di fronte era ufficialmente un codardo. Appariva forte e temerario, mentre il realtà aveva timore persino dei suoi sentimenti. Strinse il pungo sotto al tavolo cercando di controllarsi. Se prima aveva detto che mai e poi mai avrebbe potuto arrabbiarsi con Sasuke, ora rimangiava tutto. Tutto. Ogni singola parola.
-Non puoi lanciare la pietra e nascondere la mano!- insorse Sakura. -Se prima, al bar, hai fatto quello che hai fatto, ci sarà stata una ragione. Spiegamela, non chiedo altro.-
-La conosci anche tu.- rispose.
-Ma ammettilo, no? Perché per te è tanto difficile confessare di… tenere a me? Cosa ci guadagni a nasconderti dietro quella maschera da duro?- continuò la ragazza, scattando in piedi.
“Non capisci che, così facendo, mi fai soltanto soffrire? E, forse, soffri anche tu. Il tuo comportamento nuoce. Sia a te, che a me.”, pensò triste. Ma quello non era proprio il momento per farsi prendere dall’angoscia. Una volta per tutte bisognava mettere in chiaro ogni cosa.
Per lei. Per lui. Per loro.
-Questo sono io. E tu lo sapevi.- esclamò Sasuke, discolpandosi.
Con l’Uchiha si finiva sempre in quel modo. Gira e rigira la colpa non era mai sua. Perché Sakura doveva sapere come comportarsi. Perché lei conosceva il modo di fare di lui anche prima di mettersi insieme. Perché era sempre lei la causa e per colpa sua c’era l’effetto.
Basta. Non poteva continuare così per sempre.
-Non sto nella tua testa come faccio a capirti in ogni circostanza! Mai pensato che ciò che è ovvio per te, magari per me non lo è?- affermò, alzando la voce.
Qualche testa curiosa si voltò nella sua direzione, ma lei non ci fece caso.
-Non urlare. Ti rendi solo ridicola.- fece Sasuke, nascondendo una rabbia repressa. Sembrava che oggi tutti ce l’avessero con lui. A cominciare da Naruto che si era avvicinato troppo alla sua ragazza – la stessa ragazza che ora gli stava facendo saltare i nervi – per poi finire con quel Nara a testa d’ananas che, seppure non si fosse mai avvicinato a lui, aveva ben sentenziato di potergli fare la paternale. E come se non bastasse, Sakura continuava a chiedergli perché su perché. Li pretendeva, proprio come aveva supposto. E lui, per difendersi, manteneva intatta la sua maschera glaciale.
-Con te è inutile parlare.- concluse Sakura, risiedendosi rassegnata.
Un cameriere portò loro le ordinazioni.
-Grazie.- disse Sakura, rossa in viso. Solo allora si era ricordata di essere circondata da altra gente e di aver fatto una scenata – ovvero figura di poco conto – davanti a tante altre persone. Osservò Sasuke, l’attenzione focalizzata, apparentemente, sul piatto davanti a lui.
Il rumore delle posate riecheggiò, scandito dal loro silenzio.
 
Almeno Sasuke fu un galantuomo. Difatti, pagò anche per Sakura. Poi, imboccò l’uscita. Ne aveva abbastanza di quella ragazza, di quelle prediche e di quella dannatissima giornata d’estate. Se fosse rimasto a casa avrebbe fatto la scelta giusta. E invece no. Doveva inguaiarsi l’anima.
Ad un tratto una presa salda lo bloccò. Sentiva le dita affusolate stringere con quanta più forza possibile. Non si voltò nemmeno. Sapeva già chi era. Lei. Lei che era tornata all’attacco.
-Scusami se ho urlato, prima.- farfuglio.
Niente. Come nella norma.
-E’ solo che non riesco a capire come comportarmi con te. Credimi. Seppur mi sforzo non ci riesco mai.- continuò lei, prendendolo per mano.
Camminavano per un vialetto lì vicino, che conduceva ad una specie di parco. Un posto abbastanza isolato per il momento: a quell’ora stavano tutti a mangiare.
-Sai, so cos’è che ti ha infastidito. Ti turba il mio rapporto con Naruto, ma, credimi, di lui non mi importa nulla.-
L’Uchiha sfilò la sua mano da quella dell’Haruno e la mise in tasca, come quell’altra. Fece altri passi avanti e, infine, si voltò.
-E allora perché hai continuato a ridere e a sghignazzare con lui senza…- si bloccò un attimo.
 Era il momento di mettere da parte l’orgoglio? Quell’inutile orgoglio che gli impediva di trascorrere le sue giornate da persona qualunque… lo accompagnava da quando aveva ricordo della sua esistenza. Era nato con lui, cresciuto e con lui sarebbe morto. Però, avrebbe potuto provare, almeno provare, ad accostarlo per un istante, solo per quel giorno. Altrimenti sarebbe rimasto da solo, lui e il suo orgoglio. Non aveva mai pensato ad una vita senza Sakura. Riflettendoci, Sakura e l’orgoglio non erano tanto diversi tra di loro: entrambi erano tasselli fondamentali del puzzle della vita dell’Uchiha. C’erano lì, incombevano su di lui. Erano una presenza talmente costante da non poter pensare di farne a meno. Il problema era che l’uno escludeva l’altro. A quale rinunciare? La risposta gli fu chiara.
-Senza pensare a me?- concluse, in un sussurro che si unì al leggero venticello che prese a soffiare.
Sakura lo guardò. A suo modo Sasuke lo aveva ammesso. Aveva confessato di essere geloso, di volerle bene. Di certo, lei non si era spettava che lui le dicesse ti amo. No, non sarebbe stato possibile e nemmeno lo voleva. Con le parole si può mentire, mentre con gli occhi, con il rossore del viso, con le emozioni… così non si mente. E in Sasuke vedeva tutto quelle cose. Non servono necessariamente le parole per far capire l’amore per una persona. E Sasuke non era il tipo da sermoni. Si avvicinò a lui, abbracciandolo.
-Scusami.- gli disse, fondando la testa nell’incavo del suo collo.
Lui si limitò ad abbracciarla di rimando, muovendosi impercettibilmente. Poi, le diede un bacio tra i capelli.
Sakura sorrise a quel contatto. Dopodichè si scostò, alzando il capo e fissando i suoi occhi in quelli dell’altro. Cosa poteva leggere in quelle pozze profonde? Vedeva la solitudine in cui Sasuke, chissà da quanto, si immergeva gratuitamente, senza permettere a niente e a nessuno di risollevarlo. Vedeva, poi, un sentimento di superiorità verso tutto e tutti. E, infine, la vedeva la scintilla dell’amore, quella che era indirizzata solo e soltanto a lei. Sentì il cuore martellare e fare capriole e miriadi di farfalle nello stomaco. Agì. Posò con delicatezza le labbra sulla bocca di lui. Lui glielo permise e intensificò il bacio, trasformandolo in passionale.
In quel momento Sakura fu sollevata e felice, ma restava un’altra cosa da fare.
Nonostante non volesse farlo, si staccò quasi violentemente, come se solo così avesse potuto rinunciare – seppur momentaneamente – a quelle labbra attraenti. Respirò a fatica, osservando Sasuke. Era accigliato per il distacco brusco della fidanzata.
-Sasuke. Devi chiarire con Naruto, adesso.-





 
 
 

 
La prima cosa da fare è scusarmi con Saku_piccina93 ç__ç
Volevo fare un capitolo più lungo, ma come sempre mi capita, ho allungato un po’ troppo la mattina!!! >.<
Come vedrai, i due si sono riappacificati, infatti questa storia avrà al massimo altri tre o quattro capitoli (pomeriggio, sera e… dai, forse anche notte èwè). A dire la verità la fic doveva essere di tre o quattro capitoli soltanto, ovvero uno per la mattina, uno per mezzogiorno, ecc… quindi, rinnovo le mie scuse, mi dispiace di non aver saputo fare di più! >.<
Spero, comunque, che il capitolo ti sia piaciuto!
 
Grazie per il successo che state facendo riscuotere a questa storia! *-*
Non ho mai ricevuto tante recensioni, per me è un record!!! Grazie mille, davvero!!!! >wwww<
 
P.S. Che ne dite delle immagini ad inizio capitolo? *-*
A me piacciono molto!
 
Amanti SasuSaku, vi lascio questa fic. Se volete, datele un’occhiata ;)
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=729910&i=1 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Afternoon - Part 1 ***


La gelosia gioca brutti scherzi!

 

  Capitolo 6: Afternoon – Part 1


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Il caldo lo stava uccidendo. Non vedevo l’ora di aspettare quel po’ di tempo che doveva – dato che aveva mangiato – e di potersi tuffare in mare. Spruzzarsi con gli amici, nuotare in tranquillità, rilassarsi, fare scherzi… erano tutte cose che lo emozionavano ogni volta come se fosse la prima. A lui. A Naruto Uzumaki. In città, al massimo, si poteva accedere alle piscine, per cui perdersi in quello sconfinato blu, che era l’oceano, costituiva una sensazione indescrivibile. Il moto calmo della onde, poi, sembrava quasi poter calmare i bollenti spiriti… chissà, avrebbe funzionato anche con Sasuke? L’Uchiha, quella mattina, non si era comportato certo civilmente. Beh, il biondo non si riteneva l’innocentino della situazione, nel senso che si attribuiva una parte, seppur minuscola, della colpa. Vai ad immaginare, però, che Sasuke potesse soffrire di attacchi di gelosia improvvisa! Per quanto lo conosceva – e pensava di saperne abbastanza di lui – non avrebbe mai potuto prevedere quella reazione. Oltretutto, credeva che il ragazzo si fosse accorto che a lui Sakura non piaceva più. Cioè, non che non gli andava più a genio, anzi, sentiva ancora il cuore martellare quando la vedeva. Però, aveva capito che era inutile continuare a farsi del male, trascinandosi in un amore impossibile.
“Teme. Ti ritenevo più perspicace.”, di disse tra sé e sé, sogghignando.
Si toccò un’altra volta il punto in cui era stato colpito qualche ora prima. Rimaneva solo un livido violaceo non troppo piccolo, mentre il dolore era quasi scomparso del tutto. Nonostante ciò, l’Uzumaki voleva a tutti i costi riappacificarsi con quella testa dura, fargli capire che si era fatto da parte. E, magari, non si sarebbe trattenuto dal prendersi una piccola rivincita nel dimostrare all’altro quanto fosse stato un babbeo. Sasuke Uchiha, il perfetto ed eccellente ragazzo che non sbagliava mai, aveva agito d’allocco. Eccome se gli sarebbe piaciuto, dimostrarglielo!
Sorrise, distogliendo lo sguardo dal mare. Si era seduto sulla spiaggia, lontano quanto possibile dagli altri bagnanti. Sembrava strano se detto da un tipo come lui, ma in certi momenti sentiva la voglia di starsene da solo. Prese a giocherellare con la sabbia, immerso nei propri pensieri. La vedeva sfilare delicatamente tra le dita e ricadere a formare una specie di piramide in miniatura.
Mai come prima d’ora, si sentiva estraneo a ciò che lo circondava: una sensazione insolita. Esistevano soltanto lui e la sabbia d’oro. Non c’era più nulla, oltre.
Una mano sulla spalla, però, lo fece sobbalzare.
 
Sasuke, alla fine, era stato trascinato da Sakura alla ricerca di Naruto.
Pian piano l’Uchiha si era reso conto di quanto stupido fosse stato nell’accantonare fino a quel punto la sua fidanzata. E, quel che lo faceva addirittura ridere di sé stesso, era il motivo per cui l’aveva fatto. Per quel dannato orgoglio senza senso.
Camminavano, mano nella mano, Sakura leggermente più avanti di lui. Correva lei, voleva risolvere al più presto quella questione. Ne erano immischiate le due persone più importanti della sua vita, ognuna a modo suo. Sentiva che senza uno solo di loro non sarebbe potuta stare. E, quindi, non voleva che i due ragazzi si tenessero il broncio. Una frattura di questo genere si sarebbe sentita all’interno del legame solido che, da sempre, li aveva uniti. Non le sembrava giusto mandare tutto all’aria per una sciocchezza simile. Un problema superficiale, in effetti.
-Ino!- gridò la rosa, una mano alzata per attirare l’attenzione dell’amica che era seduta poco lontano.
La ragazza chiamata, si voltò di scatto, individuando rapidamente chi aveva chiesto di lei. Sorrise soddisfatta nel vedere la coppietta avanzare, le dita dell’uno incrociate a quelle dell’altro. Non potè trattenersi dal ringraziare mentalmente, per l’ennesima volta, Shikamaru. Camminò verso di loro.
-Ehi, Sakura!- esclamò entusiasta, come se vedesse l’amica per la prima volta dopo secoli. -Vedo che vi siete sistemati.- sorrise maliziosa, scrutando l’espressione, apparentemente indifferente, del ragazzo moro.
Sakura, invece, arrossì di botto.
-Sai dove si è cacciato Naruto?- chiese l’Haruno, cercando di cambiare il discorso che la Yamanaka aveva cominciato, e di condurlo dove voleva.
Ino si limitò a voltarsi, indicando un punto indefinito verso il mare.
Sakura aguzzò la vista, sostando gli occhi a destra e a sinistra, senza riuscire a scorgere nulla.
-L’ho visto.- le disse, Sasuke, cominciando a camminare senza nemmeno ringraziare Ino. Del resto non è che gli aveva fatto un favore vero e proprio. Perché ringraziarla, allora?
-T resta qui.- comandò, rivolto a Sakura.
 
-Sasuke!- balzò Naruto, sorpreso.
Non si sarebbe mai aspettato che il suo amico venisse personalmente a parlargli. Rimase a bocca aperta per un periodo indeterminato.
-Non vorrai fare ancora a botte.- provocò, passandosi un dito sotto al naso, velocemente.
L’altro sospiro, le mani in tasca e lo sguardo fiero. No, decisamente. Non aveva la minima voglia di prenderlo a pugni di nuovo.
-Volevo solo dirti di aver reagito nel modo sbagliato, prima.- confesso, serio.
-Quindi ammetti di aver sbagliato?- continuò a provocare il biondo, ridendo.
Sasuke ghignò.
-Non proprio questo. Oltretutto capirai, che anche tu hai la tua parte di colpa, cosiccome anche Sakura, Diciamo che non sbagliato solo io.- concluse, il massimo che riusciva ad ammettere.
Ebbene, per Sasuke era stato tanto persino l’aver riconosciuto di aver agito in  modo poco corretto. E, di certo, Naruto non si aspettava che il moro gli chiedesse scusa, come avrebbe fatto qualsiasi altra persona. Bisognava capirlo quel ragazzo! Aveva i suoi strani modi di fare e, talvolta, andava assecondato.
Il biondo, quindi, gli sorrise, colpendogli la spalla con una pacca affettiva.
-Non sono stato mai arrabbiato con te. Cioè, sì, quando mi hai colpito ti avrei volentieri ripagato con la stessa moneta se non ci fosse stata Sakura. Capisco, però, che tutti prima o poi perdiamo la calma e a te… beh, a te succede così di rado che quasi mi ritengo fortunato!- rise ancora, stavolta più forte. -Insomma, sono stato la causa di un battito di ciglia di Sasuke Uchiha! Meriterei un monumento!-
-Sei il solito stupido, Naruto.- sentenziò Sasuke, facendo per andarsene.
Fosse stato un’altra persona, probabilmente avrebbe riso. Ma Sasuke Uchiha no. Non l’avrebbe mai fatto. Dare un’altra soddisfazione all’Uzumaki? Giammai.
-Un’ultima cosa, teme!- riprese Naruto, inseguendolo.
L’Uchiha si fermò, senza girarsi.
-Volevo solo dirti che non devi temere nulla. Non potrebbe mai saltarmi per la testa di intromettermi tra te e Sakura. Per me siete entrambi molto importanti. Mi basterà continuare ad essere vostro amico, cosiccome voi amici miei. Non chiedo di più. Questo è quanto.-
Sasuke ricominciò a camminare, le scarpe che affondavano sulla sabbia morbida. Non glielo avrebbe mai detto, ma era riconoscente a Naruto. Quelle parole che gli aveva confessato – sebbene non ce ne fosse un reale bisogno perché le conosceva già – avevano smosso qualcosa dentro di lui. Comunque non avevano fatto abbastanza per costringerlo ad esprimere i suoi sentimenti.
Sorrise soltanto. Un sorriso che nessuno potè vedere.
-Aspettami vengo con te!- gridò l’Uzumaki, mentre la schiena dell’altro si allontanava sempre di più. E finalmente si sentiva felice. Sperava di aver chiarito tutto una volta per sempre.
 
 
-Idiota!- urlò Sasuke, digrignando i denti.
Sakura sorrideva, trattenendo la voglia crescente di ridere a crepapelle. Naruto aveva preso in prestito un secchiello da un bambino della zona e, riempitolo d’acqua, aveva fatto il bagno a Sasuke.
-Era l’unico modo per farti entrare in acqua, Uchiha!- rise il biondo.
In effetti, il moro aveva detto di non voler tuffarsi in acqua, e che non aveva la minima voglia di bagnarsi. Il costume, poi, si sarebbe asciugato dopo molto tempo.
-Ora sei bagnato, su!- continuò Naruto, divertito.
La povera vittima si trattenne dal reagire in malo modo – un record per lui: due volte in una giornata e a causa della stessa stupida persona – e si alzò dalla sdraio su cui era seduto.
-Andiamo, allora.- proclamò, sconfitto.
 
Shikamaru, intanto, fissava la scena dalla sua comoda postazione, ovvero seduto in lontananza, in completa tranquillità. Era stata una scommessa, tutto sommato, ed era stata anche un vero e proprio sfinimento, ma poteva ritenersi soddisfatto del lavoro compiuto.
Trasalì quando due braccia gli cinsero il collo. Sollevò la testa incuriosito, anche se il suo corpo aveva capito prima dei suoi occhi chi fosse stato a toccarlo.
-Niente male.- apprezzò sogghignando, guardando la ragazza bionda in costume.
Non potè aggiungere altro, perché le labbra di Ino incontrarono le sue.
 
Naruto, alla fine, si era allontanato. Sasuke supponeva che l’avesse fatto per due motivi. Uno, per lasciare lui e Sakura da soli, e due per andare a parlare di Hinata. Chissà come, infatti, aveva capito che la ragazza lo guardava in modo strano. Magari era andato a chiedere spiegazioni. L’Uchiha vide la Hyuga arrossire e abbassare il capo, mentre il biondo rideva.
Decise di non infischiarsene delle cose che succedevano agli altri e di riprendere da dove aveva interrotto l’ultima volta con Sakura.
L’acchiappò per un braccio, costringendola a voltarsi. Lesse nei suoi occhi verdi una meraviglia infinita. Dunque, la baciò.
In mezzo al mare, circondati da tanta altra gente che badava ai fatti proprio, l’Uchiha aveva riconfessato il suo amore per l’Haruno.
Come sempre, però, non erano ammesse le parole nel suo vocabolario. Erano gesti.
Ma si sa, un gesto spesso vale più di mille parole.
Ed era proprio il caso di Sasuke Uchiha.



 




 
 
Duuunque, la storia sarebbe finita così. (direi che il finale è abbastanza buono). Però ho intenzione di portare a termine la serata, con altri due capitoli che chiameremo “extra”, ovvero la sera e la notte.
La vera trama, però, quella della gelosia, si è conclusa.
Spero che abbiate apprezzato questa piccola long e che continuerete a seguirla negli ultimi due capitoli che mancano per completarla definitivamente. Un’ultima cosa, però! Non so ancora con esattezza, quale sarà la lunghezza degli extra. Nonostante tutto, cercherò di mantenere questa lunghezza e, perché no, di allungarli.
Grazie a chi legge, commenta, recensisce, ha messo la storia tra le preferite, seguite o ricordate.
Ringrazierò per bene al vero ultimo capitolo! ^__^ 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Evening - Part 1 [EXTRA N° 1] ***


La gelosia gioca brutti scherzi!

 

  Capitolo 7: Evening – Part 1 [EXTRA N° 1]


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Dopo bagni, scherzi, divertimenti e romanticismo, l’allegra combriccola di amici si decise a tornare a casa. Erano tutti immensamente stanchi, in particolare Sakura che, oltre a spassarsela, aveva anche fatto finalmente i conti col suo strano ragazzo.
Per festeggiare, i due avrebbero camminato insieme per i negozi, quella sera. Non che non fossero distrutti – anzi, sembrava quasi che la vacanza avesse fatto più male che bene – ma sarebbe stato un modo come un altro per celebrare un vero fidanzamento, e non solo uno fittizio come era stato fino a poco prima. Una vera noia, pensava Sasuke. Un’occasione importante da non sprecare; avrebbero avuto tutto il tempo per dormire e riposarsi, riteneva la ragazza.
Per cui si erano incamminati, ed ora, mano nella mano, si addentravano tra quella folla estiva, quella che ti vede costretto a camminare a passo di lumaca per non mandare tutti a gambe all’aria.
-Non capisco cosa ci faccia tutta questa gente qui e, soprattutto, perché cammini con questa andatura da moribondo!- lamentò l’Uchiha, che fino a quel momento aveva sopportato la stessa identica schiena davanti ai suoi occhi. Sembrava stessero in coda per prenotare un biglietto o, peggio ancora, era quasi come se fossero tornati indietro nel tempo, alle elementari, quando la maestra li faceva mettere in fila indiana prima del suono della campanella.
Sakura sogghignò, stringendo più forte la mano dell’altro. Le piaceva quel viso scocciato: sempre meglio di come lo aveva visto quella mattina. Oltretutto, c’era da considerare anche che era stato lui a cominciare un discorso. Non che potesse essere propriamente definito tale, ma meglio dei suoi soliti mugugni e delle sue odiose frasi a metà.
-Semplice. Fanno quello che stiamo facendo noi. Passeggiano, guardano e… comprano.- rispose la ragazza, sempre sorridendo.
-Solo io sono amante del quieto vivere? Perché ingarbugliarsi in tutta questa folla senza fine?- continuò il moro, prendendo di sorpresa Sakura. Ebbene, non era proprio da Sasuke lasciarsi andare così tanto, al punto di esprimere i suoi pensieri. Stava facendo un piccolo passo avanti. In fondo, l’Haruno non voleva mica che il suo fidanzato cambiasse radicalmente in un giorno! Motivo, questo, per cui fu felice dello sforzo evidente di Sasuke.
-Allora facciamo così!- propose Sakura, tentando di venir incontro alle esigenze dell’altro. -Prendiamoci un gelato e rintaniamoci in un posticino tranquillo.-
-Gelato?- Sasuke inarcò un sopracciglio. -No grazie. Eppure, è risaputo che odio i dolci.-
Sakura arrossì, dandosi della babbea. Aveva dimenticato l’unica cosa che sapeva di per certo dell’Uchiha. Beh, tutti lo sapevano. Trovare un tipo che odia i dolci non è semplice.
-E allora… che cosa ti va di fare?- azzardò a chiedere.
-Dimmelo tu, no? Sei stata tu ad insistere per uscire.- controbatté Sasuke.
-Come sei burbero!- esclamò la ragazza, divertita.
Adorava quella piega che la loro relazione stava prendendo. E’ vero, non era stato troppo semplice arrivare a quel punto, ma ne era valsa la pena. Aveva dovuto superare ben due mesi di non-rapporto, oltre che una litigata che aveva trovato terribile. Il risultato, però, non era stato troppo male. Aveva sofferto ma, chissà, forse sarebbe riuscita a vivere gioiosamente – e soprattutto, a fianco di Sasuke – quegli anni che la vita avrebbe concesso loro.
-Devo decidere io? E va bene.- aggiunse, soddisfatta. No, non sarebbe più stata triste dei modi più o meno garbati di Sasuke. Lui era così, e lei lo aveva accettato in quel modo. Stava a lei, appunto, definire il suo ruolo nella coppia. Le opzioni erano di essere sottomessa e schiavizzata dalle parole brusche che, talvolta, uscivano dalla bocca dell’Uchiha, oppure di rispondere a tono e di abituarsi, pian piano, a quel modo di essere. La seconda, ovviamente, le parve la più valida. -Entriamo in quel negozio di vestiti!-
L’Haruno si trascinò letteralmente Sasuke, dirigendosi come un uragano in tutta la sua potenza verso l’entrata del negozio. Il ragazzo mormorò frasi sconnesse, e se Sakura si fosse girata, avrebbe sicuramente notato la sua espressione poco felice.
All’interno c’era tanta roba che l’Haruno guardava con gli occhi che le si facevano a cuoricino. Finalmente lasciò la mano di Sasuke che cominciò a seguire la ragazza – che volava da uno scompartimento all’altro – con passo lento.
D’un tratto la ragazza si fermò. Guardava estasiata una vetrina.
Sasuke aumentò il passo, avvicinandosi per vedere quale miracolo si celasse lì dentro per aver fatto fermare la sua ragazza. E la vide. Era una di quelle collanine che si dividevano tra gli innamorati, dando metà cuore per ciascuno.
-Prendiamola!- esclamò la rosa, come una bambina che chiedeva il suo primo giocattolo.
-Dimmi che scherzi.- sentenziò Sasuke, fulmineo.
-Certo che no! Dai!-
-Non la metterei, e lo sai.-
-Perché?-
-Ti sembro il tipo da collane… a cuore?-
-Sono sicura che ti starà benissimo.-
-Fa pure come vuoi, tanto non la indosserò mai.-
Sakura sorrise. Stava imparando a decifrare le frasi di Sasuke, anche perché non c’era altro modo per capire cosa volesse dirti davvero. A suo modo, il ragazzo le aveva dato il consenso di prenderla. Anche se, tanto, Sakura l’avrebbe acquistata lo stesso.
 
Dopo aver pagato e tutto, Sakura e Sasuke uscirono dal negozio.
-Ora ti ho accontentata, ma adesso si torna a casa.- ordinò l’Uchiha, come se fosse un padre di famiglia alle prese con una bambina capricciosa.
-Va bene.- si limitò a dire l’altra. Poi osservò l’orologio.
-Ma è prestissimo, Sasuke!-
Lui scrollò le spalle, cominciando a camminare per fatti suoi.
Lei lo raggiunse e lo afferrò per il braccio, prendendo a camminare al suo stesso ritmo.
-Okay, stavolta si fa come vuoi tu.- sorrise. -Però, che ne dici di dormire da me?- chiese.
L’Uchiha si fermò e, impalato, resto a guardare la sua ragazza. In fondo, aveva accettato di uscirci insieme, le aveva confessato – a modo suo, ovviamente – quello che provava per lei, poteva anche permettersi di trascorrere la notte a casa sua.
-Okay, avviso a casa.- disse, allora, cominciando a digitare il numero del telefono di casa sua.
Mentre il ragazzo era concentrato in quel gesto, Sakura gli si appiccicò al collo e, voltata la sua faccia verso le sue labbra, lo baciò.
Sì, le cose stavano andando decisamente bene.



 



 
 
 
Eccomi col primo extra, la sera! >w<
Non è troppo lungo, ma è meglio di niente… vero? TT^TT
Grazie ancora a tutti quelli che mi sostengono e mi spingono a continuare a gran velocità, ad aggiornare! Grazie a tutti!!! >w<
 
P.S. Forse i personaggi sono un po’ OOC! >.<
Inutile, questo sarà sempre il mio chiodo fisso!

 
 
E se a qualcuno non bastasse:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=732770&i=1 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Night - Part 1 [EXTRA N°2] ***


La gelosia gioca brutti scherzi
 

 

Capitolo 8: Night – Part 1 [EXTRA N° 2]


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Sakura si stese sul letto.
Accarezzava le lenzuola fresche, nell’attesa che Sasuke aprisse quella porta. Se solo ripensava a tutto quello che le era successo durante la giornata, poteva affermare di aver vissuto una delle giornate più intense degli ultimi anni. Era felice. Finalmente con l’Uchiha si era sistemato tutto. Cosa poteva chiedere di più?
Chiuse gli occhi, godendo appieno di quella atmosfera tranquilla. Si sentiva davvero stanca, sia fisicamente che mentalmente. Passare una giornata in vacanza era molto più stressante di una giornata di scuola, pensò.
La finestra era aperta, per cui avvertì il soffio leggero del vento scompigliarle i capelli e carezzarle il viso. Sospirò, felice di tutto.
 
Il cigolio della porta, aperta lentamente – troppo, forse – distolse la ragazza dai suoi pensieri.
Girò su sé stessa, trovandosi ad osservare Sasuke che avanzava verso di lei. Squadrò quei suoi occhi neri, perdendosi in essi. Non poteva fare altrimenti quando si trattava di Sasuke.
Tutto di lui la attirava, ma quegli occhi più che mai.
 
Il moro si sedette al suo fianco, lo sguardo apparentemente rivolto a guardare il soffitto.
-A che pensi?- domandò la ragazza, incuriosita.
Se c’era una cosa che aveva capito, era che con Sasuke si poteva avere un discorso – più o meno. Beh, inizialmente sembrava quasi parlare da soli, ma poi ti rendevi conto che non era così. Sasuke Uchiha era un buon ascoltatore e, seppur non replicasse laddove non necessario, le dedicava attenzioni. Solo che lo faceva in modo diverso dagli altri.
Infatti, il ragazzo per risposta, scrollò le spalle.
Poi strinse gli occhi, girando la testa verso chi gli aveva rivolto la parola.
Sakura si sentiva trafitta da quello sguardo profondo, tant’è che arrossì.
Si diede della stupida: arrossire ancora di fronte a Sasuke? Ma perché le succedeva sempre? Non che lo trovasse assurdo, ma si sentiva… strana.
-Pensavo di dover coronare questa giornata come è giusto che sia.- dichiarò, infine.
Ancor prima che la ragazza potesse proferir parola, l’Uchiha le fu addosso, cominciando a baciarla con sempre più passione. Si staccò giusto per chiudere la finestra con un movimento brusco della mano. Poi, ripartì all’attacco.
All’inizio, l’Haruno era rimasta sorpresa, quasi incapace di muoversi. In seguito, aveva percepito la presenza vogliosa di Sasuke sul suo corpo, per cui si era semplicemente lasciata guidare.
Si sentiva stanca? Ora non più.
Aveva persino la forza di aiutare Sasuke a spogliarla e a fare lo stesso con lui.
Forse la giornata non era propriamente finita. Ne stava solo cominciando un’altra parte.
E decisamente interessante.

 



 





 
Fine!!! Ebbene sì, dovevo per forza terminarla! Mi scuso per il capitolo breve.
Comunque, ho deciso di finirla stasera perché da domani comincio la scuola guida (non sapete che paura che ho! Non mi vedo proprio a guidare un auto! >.<)
E proprio per questo ultimo motivo, ritengo sia stato un suicidio (considerando anche impegni vari), cominciare un’altra long SasuSaku, ovvero questa: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=736499&i=1
 
Passiamo ai ringraziamenti “ufficiali”, vi va? XD
(E’ la mia seconda long che concludo *^*)
 
Grazie a chi l’ha  letta!
A chi l’ha recensita una o più volte:
Panda_chan
AngieChan95
Sakura Uchiha
miry34
love_anime
Sora_Chan
Saku_piccina93
luna nueva 96
elly04
ladyvampire90
yuki chan
uchiha miku
kry333
giu_Akatsuki
italyvampires
_ilaria_94
 
 
A chi l’ha messa tra i preferiti:
1 - amo_gli_anime
2 - AngieChan95
3 - Areis
4 - elly04
5 - love_anime
6 - luna nueva 96
7 - miry34
8 - saku_93
9 - Saku_Nami
10 - Sofy_ce
11 - Sora_Chan
12 - yuki chan
13 - _Arual_
 
 
 
A chi l’ha messa tra le ricordate:
1 - fedecaccy
2 - ladyvampire90
3 - sasukina90
4 - _ilaria_94
 
 
 
E a chi l’ha messa tra le seguite!
1 - AngieChan95
2 - babydgv
3 - Chibiusa94
4 - DANINO
5 - Darsia
6 - Giu_Akatsuki
7 - heartqueen
8 - italyvampires
9 - jennybrava 
10 - Kagome_
11 - KiraPhantomhive
12 - kry333
13 - ladyvampire90
14 - luna nueva 96
15 - n a t h
16 - Saku_piccina93
 
 
 
Grazie per il successo (personale *^*) che avete fatto avere a questa fic, dedicata – ribadisco – ad Angy! >w<
Alla prossima, tanto le occasioni non mancheranno! xD
  

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