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Vi presento “Il richiamo del sangue, la volontà del cuore”
la mia prima ff… spero sia di vostro gradimento…
buona lettura!!
Nota1: Inuyasha e Co. non è roba mia... Ringrazio
umilmente Rumiko Takahashi per averli inventati!
Nota2: La storia si sviluppa dopo il combattimento contro il
demone farfalla (ep anime n. 52). I
gruppo è tornato al villaggio di Musashi da qualche giorno, ma...
leggete e lo scoprirete :-)
Capitolo 1
“[Questa volta il demone mandato da Naraku è troppo forte,
devo tornare da Inuyasha per aiutarlo… in qualche modo…]” Kagome stava correndo
verso la radura del pozzo mangiaossa dopo aver
portato Shippo al sicuro e averlo affidato alle cure della vecchia Kaede.
Il villaggio era stato attaccato da due potenti demoni: uno
era comparso nella radura del pozzo, l’altro nei campi dalla parte opposta del
villaggio e per fronteggiarli entrambi, Inuyasha, Miroku e Sango si erano visti
costretti a dividersi.
Inuyasha si era fatto carico di eliminare il primo demone ed
era giunto alla radura giusto in tempo per salvare Kagome, (che era appena
tornata dalla sua era. Nda) e Shippo rimasto lievemente ferito.
“[Non sono tranquilla, ho un brutto presentimento… meno male
che sono quasi arrivata]” Kagome si affrettò, ma giunta
alla radura rimase pietrificata di fronte alla scena che si stava svolgendo:
Inuyasha aveva perso Tessaiga e il sangue demoniaco stava prendendo il
sopravvento.
“Inuyasha … no!” Kagome non riuscì a proferire altro, ma
poi, animata dalla disperazione, gridò a gran voce il nome del ragazzo:
“INUYASHA!!!”.
L’hanyou, che si stava lanciando all’assalto del demone, si
arrestò di colpo e si voltò verso la ragazza. “Kagome…” Inuyasha proferì
stentatamente il nome della ragazza, come se per un attimoavesse ripreso coscienza di sè.
“Dove stai guardando stupido essere inferiore, io sono qui!!!” Tuonò il demone lanciandosi sul suo nemico, pronto ad
infliggergli il colpo decisivo.
Quelle parole sprezzanti sommate al
pericolo imminente ricacciarono indietro l’animo del ragazzo appena affiorato,
lasciando libero spazio alla bestia: tutto il corpo si tese di colpo, mentre lo
sguardo si distoglieva dalla ragazza e sul viso si stampava un ghigno
demoniaco; Inuyasha si girò di scatto, bloccò l’attacco dell’avversario e senza
pensarci due volte, iniziò a farlo a pezzi infierendo orribilmente e spargendo
i resti ovunque.
Kagome osservava sconvolta la furia sanguinaria di Inuyasha, arrivando quasi sul punto di svenire per lo
shock, ma resistette, rendendosi conto che, se non lo avesse fatto lei, nessuno
avrebbe potuto aiutare il ragazzo.
“INUYASHA!!!” Kagome gridò,
nuovamente, con tutto il fiato che aveva in corpo nellasperanza di riuscire a ridestare l’animo del
giovane da quel torpore e così avvenne: ancora una volta nel sentire la sua
voce l’hanyou si fermò, guardando disgustato il macabro spettacolo che gli si
poneva d’innanzi. Indietreggiò barcollando, rendendosi conto di ciò che stava
avvenendo. Si girò verso Kagome restando per un attimo a guardarla, ma in un
istante il mezzo demone si rese conto della realtà: il suo lato demoniaco era tutt’altro che placato e esigeva
altri spargimenti di sangue.
“[Devo resistere…devo farcela! O
potrei fare del male a Kagome…]” pensò Inuyasha “Tessaiga… dov’è Tessaiga? Non
la vedo… dannazione, senza quella spada…” ma i suoi
pensieri furono interrotti e la sua attenzione fu attirata dalla figura di
Kagome che si avvicinava lentamente a lui.
“KAGOME… fermati… devi andartene… SUBITO!” esclamò con voce
straziata dal pensiero della ragazza vittima della sua furia; ma ella senza incertezze continuava ad avvicinarsi.
“MALEDIZIONE… stupida… ragazza … … hai forse voglia di
morire?...VATTENE!” Nel tono delle sue parole si riconosceva il crescenteterrore dettato dal pensiero di cosa sarebbe
successo alla ragazza, se non fosse riuscito a controllare il suo lato più
oscuro.
“Sono qui per aiutarti, Inuyasha e non ti lascerò solo,
specialmente in un momento come questo” ribattè la
giovane con tono risoluto, ma allo stesso tempo dolce.
Kagome continuava ad
avvicinarsi e le rimanevano solo un paio di passi per raggiungere
Inuyasha e abbracciarlo, ma uno scatto fulmineo dell’hanyuo
la impietrì. Inuyasha aveva tentato un balzo in avanti e aveva alzato il
braccio destro come fosse pronto a colpire con gli artigli,
ma si era fermato subito, rimanendo in quella posizione con il corpo teso
nell’evidente tentativo, da parte del suo animo, di evitare altri movimenti
indotti dal suo istinto demoniaco.
“Kagome… vattene… ti prego… “
La ragazza rispose con un sorriso dolce e
abbozzò ancora un passo, ma non ebbe il tempo di completarlo che fu gelata
nuovamente da uno scatto del ragazzo: istintivamente la giovane tentò di
proteggersi con le braccia preparandosi a ricevere il colpo che aveva avvertito
partire, ma nulla la colpì; rimase ferma qualche istante e poi riprese a
guardare di fronte a sé e quello che vide la sconvolse profondamente: il mezzo
demone invece di colpirla con i suoi artigli, si era inferto una profonda
ferita alla spalla sinistra, mentre con la mano sinistra si era colpito alla
gamba.
Kagome era rimasta scioccata da quella visione, ma un’altra
serie di scatti da parte dell’hanyou la ridestarono:
Inuyasha estrasse gli artigli da entrambe le ferite come se stesse cercando di
peggiorarle il più possibile, andando poi a colpire ripetutamente altre parti
del corpo, fino a quando le gambe non lo ressero più e lui si accasciò in una
pozza di sangue grondante dal suo stesso corpo.
“Fermati! Così ti ucciderai!!”
esclamò disperata la ragazza, che fece per accucciarsi vicino al mezzo demone
per cercare di curare le sueferite, ma
una voce spezzata dal dolore la fermò: “Kagome… se vuoi aiutarmi… trova
Tessaiga … e poi scappa più lontano che puoi.”
“Inuyasha… io non… io non voglio abban…” Ma fu interrotta
dalla risposta furiosa del ragazzo.
“DEVI farlo, Kagome… trova Tessaiga, presto… queste ferite
non mi fermeranno in eterno!”
La giovane si alzò di scatto con le lacrime agli occhi per
la disperazione e cominciò a cercare la spada, pur sapendo che non sarebbe stato
semplice, considerando che l’erba alta in molti punti della radurane rendevano
impossibile l’individuazione.
Prima che la spada fosse ritrovata,
passò quasi un’ora, durante la quale Inuyasha continuò a infliggersi ferite,
tanto da arrivare ad un passo dalla morte. Ancora pochi colpi e nemmeno i più
potenti balsami curativi avrebbero potuto salvarlo.
“[Se devo morire… che sia… sarà sempre meglio che vivere nel
rimorso… di aver fatto del male aKagome]” pensò, mentre non si rendeva
più conto di ciò che gli succedeva attorno e dunque non si accorse che Kagome
aveva trovato la sua spada e, in barba a quanto lui stesso le aveva chiesto,
gliela stava portando di corsa.
“Inuyasha… ecco Tessaiga… resisti ti prego!”
L’hanyou, ridestato dalla voce della ragazza, pur tentando,
non riuscì nemmeno a stendere il braccio per afferrare l’arma, avendo
danneggiato i principali muscoli. Kagome se ne rese conto es’inginocchiò al suo fianco, incurante
della pozza di sangue, gli prese la mano e gliela strinse intorno all’elsa di
Tessaiga con la sua.
Inuyasha si sentì svuotato: mancando improvvisamente la sete
demoniaca, anche le forze che aveva messo in campo per
contrastarla si dissolsero velocemente e egli non poté far altro che svenire,
mentre Kagome ripeteva il suo nome sempre più preoccupata.
La ragazza, non vedendo una reazione da parte del mezzo
demone, cadde in preda all’angoscia: non sapendo più cosa fare, lo trascinò fuori dal lago di sangue, gli tolse, anche se a fatica, la
parte superiore della veste e infine si precipitò verso un angolo della radura
a raccogliere un grosso zaino giallo dal quale estrasse una voluminosa cassetta
del pronto soccorso: Kagome medicò le numerose ferite sul corpo del ragazzo,
sperando che il potere rigenerativo di mezzo demone fosse sufficiente a
salvagli la vita una volta arrestate le perdite di sangue. Quando ebbe finito,
si sdraiò vicino Inuyasha, sentendo di colpo tutto il
peso della fatica e dell’ansia.Rimase a scrutare il
corpo immobile di lui, alla ricerca di un minimo movimento, un qualsiasi
segnale di un miglioramento delle sue condizioni. Nulla avvenne: non un muscolo
si contraesse. Inuyasha era come morto e questo era proprio il timore che
affiorava nel cuore già tormentato di Kagome.
“No… non può essere morto… non può…” pensò la ragazza mentre con le lacrime agli occhi faceva forza su un
gomito per tirarsi su.
“Inuyasha, non voglio… non posso perderti…” sussurrò al
ragazzo, prima di alzarsi in piedi, con una risolutezza a quel punto
impensabile che gli traspariva dagli occhi. Raccolse tutte le energie residue e
con un grosso sforzo mise dapprima in piedi l’hanyou e poi se lo caricò sulle
spalle: quel peso le risultava insopportabile già da
ferma, ma tentò ugualmente di dirigersi verso il villaggio, compiendo un primo
passo, ma già al secondo, il pesante fardello le fece perdere l’equilibrio
facendola stramazzare al suolo.
“Maledizione… perché… perché sono così debole!?!?” sbottò la ragazza sbattendo ripetutamente il pugno sul
terreno e sciogliendosi nuovamente in un pianto per lo sconforto.
“[È colpa mia, è tutta colpa mia]” pensò
mentre cercava di uscire da sotto al corpo del mezzo demone ancora privo
di sensi; ma ad un tratto si sentì tirare per le braccia e istintivamente alzò
lo sguardo.
“Miroku! Sango! Siete voi!!” disse
la ragazza esprimendo col tono tutta la felicità nel rivedere in quel momento
drammatico i suoi più cari amici. “Presto! Inuyasha è gravemente ferito,
dobbiamo subito portarlo al villaggio!!” esclamò
Kagome, sorretta dall’amica, mentre tentava di asciugarsi le lacrime, ricevendo
un cenno d’assenso dai due che si misero subito all’opera. Miroku sollevò
Inuyasha e, pur con qualche difficoltà, lo adagiò riverso sul dorso di Kirara,
mentre Sango aiutò l’amica a montare sul demone gatto.
Eccomi qua con il secondo capitolo... buona lettura!!
CAPITOLO 2
(TRE GIORNI PIÙ TARDI AL VILLAGGIO)
“Dove mi trovo…?” si domandò con un filo di voce Inuyasha.
Aprì gli occhi, ma non riconobbe quel luogo, anche a causa di un lieve
appannamento della vista che però cominciò a sparire quasi subito. Provò ad
alzarsi, ma una fitta al costato lo bloccò non appena ebbe staccato la spalla
dal giaciglio obbligandolo a tornare alla posizione iniziale.
“Non dovresti muoverti, le tue ferite potrebbero riaprirsi!”
lo ammonì con tono amorevole una voce che non fece fatica a riconoscere.
“Kagome…” sussurrò il ragazzo girando la testa per cercare
con lo sguardo la ragazza.
“Subito dopo la battaglia ti abbiamo
portato al villaggio… Sei rimasto svenuto per tre giorni.” riprese
lei “Hai rischiato di morire a causa di quelle ferite” Il tono di voce di
Kagome da amorevole si era fatto addoloratoe resasene conto cercò di riconquistareun’apparente serenità, interrompendosi.
Inuyasha si intromisenel discorso proferendo parole che per la
ragazza furono come una stilettata al cuore: “Forse avrei dovuto impegnarmi
maggiormente e uccidermi…” detto questo distolse lo sguardo dalla ragazza, che
lo fissava allibita, e cominciò a contemplare la mano che aveva sollevato
soffermandosi in particolar modo sugli artigli. “In fin dei conti quello che si
agita in me non mi rende molto diverso dai demoni che uccido giornalmente… alla
fine non sono altro che un mostro” e fissando nuovamente la ragazza proseguì
“Guarda cosa ho fatto a quei banditi l’ultima volta e ancor peggio quello che stavo per fare a te, se non mi fossi…”
Uno schiaffo poderoso lo zittì: Kagome, era rimasta ad
ascoltare incredula le sue parole, ma rendendosi conto di ciò che
significavano, era andata su tutte le furie assestandogli quel ceffone.“Tu non
sei mai stato… non sei… e non sarai mai un mostro!!!”
sbottò facendo trasparire la rabbia mista a tristezza che le pervadeva l’animo.
“Quello che hai fatto… non è stato intenzionale! Chiunque ha
la capacità di fare del male agli altri, ma è la volontà di causare sofferenze
che rende mostri”. Con tono assai più pacato sebbene più triste dopo una breve pausa riprese “Tu
non sei così, ed è per questo che io…” la ragazza si interruppe voltandosi e
correndo fuori dalla capanna con le lacrime agli occhi.
“Kagome…” sussurrò il mezzo demone chiudendo le palpebre nel
tentativo rivolgere il suo pensiero alla giovane, ma furono i ricordi di quanto
era successo tre giorni prima ad affiorare, colmando nuovamente di amarezza il suo cuore.
“[Accidenti a me…]” pensò, mentre riapriva gli occhi. “[Devo
trovare il modo di non trasformarmi mai più… o Kagome… lei, sarà sempre in
pericolo…]” I suoi pensieri vennero distratti dal
rumore della tenda all’ingresso che veniva smossa. Sango entrò nella capanna
senza dire nulla e si sedette vicino al ragazzo in modo da poterlo guardare in
faccia.
“Inuyasha…” iniziò lei, rompendo il silenzio che si era
creato.
“Cosa vuoi, Sango… non ho voglia di
parlare.” ribattè lui
distogliendo lo sguardo dalla ragazza.
“Kagome, stava piangendo e si è diretta verso il pozzo…”
continuò la sterminatrice incurante dell’affermazione del suo interlocutore,
che le rispose prontamente con tono sempre più sgarbato “Lo so da solo che
stava piangendo… se sei venuta a farmi la predica, non sono dell’umore adatto
per ascoltarne una…” e si interruppe per un istante
“Anche perché sono già abbastanza dispiaciuto da solo… ma…” e si fermò
nuovamente, mentre Sango ascoltava stupita quelle parole: era da non credere
che proprio lui ammettesse di soffrire nel vedere la comune amica in quello
stato.
“No, Inuyasha, non sono venuta a farti prediche, volevo solo
dirti che Kagome in questi tre giorni ti è rimasta
vicina, giorno e notte” disse per impostare il discorso “Non ha mai riposato
perché era angosciata per le condizioni in cui versavi…” e concluse con parole
che l’hanyou non avrebbe mai voluto sentire “… E perché continuava, e continua,
a tormentarsi nella convinzione che sia lei la responsabile di ciò che ti è
successo.”
Quelle parole furono una pugnalata al cuore per il ragazzo
che rimase immobile nel suo giaciglio a pensare. “[Kagome… responsabile di
tutto ciò… come ha potuto pensare una cosa del genere???
Che sia per questo che si è così tanto infuriata sentendo le mie parole??]”
Quel pensiero lo stava facendo impazzire, e in un attimo decise: sarebbe andato
a cercarla e le avrebbe tolto quella stupida idea dalla testa ad ogni costo.
“Che fai Inuyasha? Non devi muoverti!” Sango cercò di bloccarlo ottenendo solo di
essere scaraventata contro la parete.
Inuyasha si girò faccia a terra e strisciando raggiunse Tessaiga, che usò come appiglio per sollevarsi e
iniziò a incamminarsi, barcollando, fuori dalla capanna usando la spada come
bastone.
Sango era rimasta
incredula all’interno della casa cercando di capire esattamente cosa fosse successo, mentre Miroku che era venuto in cerca di lei
aveva sbarrato la strada all’amico ferito, con l’intenzione di riportarlo
indietro.
“Dannato bonzo… non metterti sulla mia strada… o non avrò
pietà” Ruggì il ragazzo contro il monaco, che non potè
che rimanere stupito dalla forza di volontà dimostrata dal compagno.
“Inuyasha, ragiona… se continuerai a muoverti le ferite si
riapriranno e…” ma non ebbe nemmeno il tempo di finire il suo pacato discorso, che ricevette una furibonda risposta: “Che
vuoi che mi importi di questi stupidi graffi… io devo andare!!!”
“Dunque, vuoi tornare a cercare
Naraku? O è solo la raccolta di altri frammenti della
sfera il tuo obiettivo, per il momento?” ripartì Miroku, cercando nuovi appigli
per imbastire un discorso con cui tentare di far ragionare Inuyasha, il quale,
sentendo quelle parole, invece di placarsi, si infuriò ulteriormente e
appoggiandosi più a Tessaiga che sulle gambe, saltò addosso al monaco
buttandolo aterra e afferrandolo alla
gola.
“Maledetto… In questo momento quella dannata sfera o Naraku
non mi interessano minimamente… E ADESSO LEVATI DI
MEZZO!!!” Gridando si trascinò oltre il corpo dell’amico rimasto immobile per
lo stupore e si rialzò nuovamente facendo leva sulla sua spada.
Mentre camminava, il dolore che le
ferite gli provocavano era intensissimo, ma Inuyasha non se ne curava
minimamente e anche quando iniziarono a riaprirsi per lo sforzo, continuò ad
avanzare lentamente sorreggendosi alla sua fedele Tessaiga.
“[Kagome, presto sarò da te…]” pensò ed eraquel pensiero che lo
rendeva così resistente, proteso nell’unico singolo sforzo di raggiungere il
pozzo. Ma quando giunse alla radura, il ricordo di
quello che era avvenuto lì riaffiorò nuovamente: un dolore lancinante pervase
il suo corpo, facendolo stramazzare al suolo. Quei ricordi avevano instillato
nel suo cuore un'altra voltail dubbio.
“Dopo quello che ho fatto, come
posso andare da Kagome, per convincerla a tornare, e metterla così ancora in
pericolo??” Il ragazzo fu quasi sul punto di rinunciare, ma pensando a Kagome
sorse dentro di lui un unico desiderio, al di là di ogni altra cosa: la voleva
rivedere.
“Kagome…” Inuyasha strinse i denti e tentò di rialzarsi facendo ricorso alle sue ultime energie per raggiungere il
pozzo.
Lo raggiunse a fatica, cadendo e rialzandosi più volte,
mentre dalle ferite ormai completamente riaperteperdeva molto sangue. Si appoggiò al
bordo della struttura con il ventre e si lasciò cadere al suo interno,
svenendo.
Passò all’epoca moderna senza accorgersene, rimanendo
riverso sul fondo del pozzo del tempio Higurashi per molte ore, prima di
riprendere conoscenza e tentare di uscire da quel buco umido e buio. Ma per
quanto tentasse non riusciva nemmeno a sollevarsi:
aveva perso troppo sangue e il dolore prodotto dalle ferite lo costringeva
all’immobilità. finchè, con
un ultimo disperato tentativo, riuscì a sollevare un braccio verso la scaletta
di corda e gridò: “KAGOME!!!”. Lo sforzo lo svuotò completamente facendolo
svenire subito dopo.
La sua invocazione tuttavia non cadde nel nulla: Sota stava
giocando proprio nei pressi del pozzo percependo chiaramente la voce
dell’hanyou entrò nel tempietto guardandosi attorno.
“Fratellone, sei tu??... Dove sei fratellone??” disse
il bambino con voce cauta, non sentendosi per nulla a suo agio in quel posto
così tetro.
Non ricevette tuttavia risposta e quindi rimase per un
istante fermò a pensare: quella situazione lo lasciava quantomeno perplesso,
era certo di aver sentito la voce del “ragazzo cane” provenire dal tempietto,
ma di lui non vi era traccia. Decise così di dare un’occhiata
al fondo del pozzo per sicurezza, per poi tornare a giocare: quello che vide lo
fece rabbrividire e correndo fuori iniziò ad urlare a squarciagola: “MAMMA…
NONNO… AIUTO!!”.
I due accorsero prontamente, visibilmente preoccupati, non
capendo il motivo di tutta quella agitazione da parte
di Sota, che balbettando tentò di spiegare loro l’accaduto. Non
riuscendoci, decise di trascinarli al tempio per mostrare loro direttamente la
sua terribile scoperta.
A quella vista, anche il nonno perse totalmente la calma, ma
la madre di Kagome restò fredda e organizzò il recupero del mezzo demone dal
fondo del pozzo, cosa tutt’altro che semplice, visto
il suo peso e le poche forze a loro disposizione. Con un po’ di
ingegno tuttavia, riuscirono nell’impresa e lo trasportarono nella
stanza di Kagome.
Ringrazio Ichigowehara, Lalla86, Luchiananami e Shikon93 per i commenti!!
Ci vediamo al prossimo capitolo... mi raccomando i commentiiiii!!
Kagome non era a casa quando Sota a trovato Inuyasha
Kagome non era a casa quando Sota a
trovato Inuyasha... dove sarà? e cosa succederà quando
farà ritorno?
Ecco qui il terzo capitolo, buona lettura!!
Vi comunico che ho iniziato a pubblicare la ff "il risveglio del MALE" mi raccomando… ci
tengo molto!!
CAPITOLO 3
Kagome era tornata alla sua epoca assai triste ed era uscita
subito cercando un po’ di conforto nella compagnia delle sue più care amiche.
“Cosa ti succede Kagome, perché sei così malinconica?”
chiese Eri con un tono preoccupato, ricevendo quasi come risposta
l’affermazione di Yuka “Come sospettavo… quel tipo ti ha
fatto soffrire ancora!!”
Kagome però smentì le parole dell’amica “No, Yuka… non è
come pensi…” la ragazza divenne scura in volto e non concluse
la frase per non ricordare.
“Forse se ci raccontassi tutto Kagome, ti sentiresti meglio.” Disse gentilmente Ayumi, mossa dal desiderio di aiutare
l’amica, ma anche dalla curiosità.
Kagome vuotò il sacco, sorvolando su i particolari che non era possibile rivelare: raccontò loro che era stata
aggredita da un tipo losco che voleva farle del male, o forse ucciderla, ma
Inuyasha era intervenuto spuntando dal nulla, combattendo con grande coraggio
pur sapendo che il suo nemico era più forte, rimanendo così gravemente ferito -
al punto di rischiare la morte - pur di proteggerla.
Le ragazze rimasero esterrefatte per il racconto della
giovane, non sapendo più cosa pensare: di certo non avrebbero mai nemmeno
lontanamente immaginato che quel teppista, come erano
solite chiamarlo, fosse una specie di eroe o comunque che i suoi sentimenti
fossero così profondi.
“Deve amarti veramente molto… sei fortunata Kagome” concluse
Eri, ma la risposta dell’amica la stupì non meno della storia appena ascoltata.
“Non sono affatto fortunata… come
posso essere felice che lui abbia rischiato la sua vita per me??” mormorò
Kagome con un tono irato che seppe però controllare subito.
“Ho capito… ti senti in colpa per quello che gli è successo…
vero?” ipotizzò allora Ayumi che aveva capito prima delle altre quale fosse la
pena dell’amica, che nel sentire quelle parole, scoppiò a piangere.
Le tre ragazze si strinsero attorno a Kagome, consolandola,
trovando, anche se a fatica, le parole per tranquillizzarla.
Ayumi aveva ragione, parlarne l’aveva
fatta sentire meglio. Kagome si sentì più sollevata: e pensò quindi di
congedarsi dalle amiche, per tornare a casa o forse direttamente nell’epoca
Sengoku dal suo hanyou.
La ragazza camminava lentamente verso casa, pensando a cosa
avrebbe dovuto fare adesso: voleva sicuramente chiedere scusa a Inuyasha per lo schiaffo e voleva anche esprimergli il suo
dispiacere per essere stata la causa delle sue ferite e per non averlo
ascoltato, ma anche la sua gratitudine per averla protetta.
Kagome si fermò di fronte alla scalinata del tempio a
valutare se fosse meglio ripartire il giorno seguente di buon mattino o subito,
considerando che Inuyasha probabilmente stava riposando in quel momento e non
era il caso di disturbarlo. Ma prima che potesse prendere la decisone
definitiva, la sua attenzione fu catturata dalla voce di Sota, che si stava
precipitando giù per le scale.
“Sorellina… Sorellina…” gridò il bambino raggiungendola e
presale la mano iniziò a tirarla: “Presto sorellina…” Kagome non capiva, ma
nemmeno cercò di opporre resistenza al fratello, non riuscendo tuttavia a farsi
spiegare cosa stesse succedendo, mancandole il fiato
per parlare e facendo fatica a mantenere quel ritmo di corsa indiavolato.
Attraversarono velocemente il cortile del tempio ed
entrarono in casa. La ragazza notò una grossa coperta abbandonata a lato delle
scale, ricoperta di chiazze scure, macchie che lei era ormai abituata a
riconoscere: era sangue, ma Kagome non capiva di chi potesse essere, fino a quando un pensiero la folgorò “[Inuyasha…]” Quel pensiero
la paralizzò mentre saliva le scale e Sota, nonostante tirasse al massimo delle
sue forze, non fu minimamente in grado di smuoverla.
“Sorellina che fai… muoviti… Inuyasha è…”
ma non riuscì a finire la frase, bloccato dalla sensazione di cadere
all’indietro: Kagome, nel sentire quel nome, non solo smise di opporre
resistenza, ma superò il fratello in un sol balzo precipitandosi nella sua
stanza.
La ragazza spalancò la porta trovandosi di fronte ad un
primo agghiacciante indizio: in terra di fronte a lei vi erano le vesti del
mezzo demone completamente imbrattate di sangue. La giovane rimase atterrita
pensando a ciò che implicava quello che stava vedendo; ruotò lentamente lo
sguardo verso il suo letto, notando le numerose garze sporche di sangue e bende
abbandonate sul pavimento della stanza, fino a quando non incontrò una figura
familiare: sua madre era accucciata a terra a fianco del letto con la testa
appoggiata alle ginocchia, come se stesse cercando riposo dopo una grande fatica.
“Mamma…” mormorò Kagome oramai psicologicamente distrutta da
quella situazione. “Oh, Kagome… sei qui finalmente!” esultò la donna, alzandosi
velocemente e stringendo la figlia amorevolmente, mentre questa si scioglieva
in un pianto disperato.
“Non ti preoccupare, ce la farà… è un ragazzo forte”
sussurrò la madre alla ragazza “È arrivato fin qui per vederti… e non si
arrenderà di certo adesso.”
“Per vedermi?” chiese perplessa Kagome
stretta alla mamma in cerca di conforto, non avendo il coraggio di guardare
verso l’hanyou.
“Già… vedi Kagome… quando lo
abbiamo portato qui ha iniziato a chiamare il tuo nome… non si capiva bene cosa
stesse dicendo… ma sicuramente era desideroso di vederti”.
“Ka… Kagome…” una voce stentata
ruppe il silenzio che si era creato dopo l’ultima affermazione della donna:
seppur solo inconsciamente, Inuyasha aveva percepito la presenza di Kagome
nella stanza e l’aveva chiamata.
“Vai da lui… figlia mia” Disse la donna accarezzando il capo
della ragazza, che dopo un attimo di esitazione si
staccò da lei e andò a sedersi sul bordo del letto sul quale era disteso il
mezzo demone.
La giovane rimase immobile, mentre osservava il corpo
dell’hanyou coperto in ampie zone da bende già intrise di sangue pensando a
cosa avesse dovuto patire il ragazzo per poter giungere fin lì. Facendosi
forza, prese delicatamente la mano di lui tra le sue e
si mise a fissare il volto del giovane, che contro ogni aspettativa, aprì
lentamente gli occhi e abbozzò un sorriso, prima di riaddormentarsi con un
espressione assai serena.
“Kagome…” disse la madre “Visto che ci sei tu ora ad
occuparti di Inuyasha, io vado a preparare qualcosa da
mangiare e un altro po’ di bende, visto che a breve dovremo cambiargli i
bendaggi” La ragazza, che si era voltata, richiamata dalla voce della donna, si
limitò ad annuire, ma quando questa stava per abbandonare la stanza, chiudendo
la porta, la giovane disse: “Grazie di tutto… mamma”.
Kagome rimase immobile, osservando Inuyasha riposare. Fu
come se il tempo si fosse fermato nella stanza, infatti
lei si stupì quando, aprendo la porta della camera, entrò Sota con un vassoio
con del cibo per due persone. Era come se fossero appena passati cinque minuti da quando sua madre l’aveva lasciata sola con l’hanyou, ma
un breve sguardo alla sveglia la riportò alla realtà: era passata quasi un’ora.
“Sorellina… come sta il fratellone?”
chiese il bambino appoggiando il vassoio sulla scrivania e girandosi verso
Kagome per attendere la risposta.
“Non temere Sota, sono sicura che sta già meglio… ha solo
bisogno di tanto riposo”disse la ragazza senza distogliere lo sguardo dal mezzo
demone.
“E di avere accanto te … sorellina”
aggiunse Sota correndo fuori dalla stanza mentre Kagome lo guardava stranita,
non capendo cosa intendesse il fratello. Ad ogni modo non diede più di tanto
peso a quelle parole e si alzò per chiudere la porta lasciata aperta dal
bambino scappato via di corsa, giusto in tempo per sentirsi chiamare dalla
madre: “Kagome, c’è la tua amica Eri a telefono.”
La ragazza era riluttante a lasciare Inuyasha da solo, ma
alla fine andò a rispondere al telefono.
“Ciao Eri, scusa l’attesa…”
“Non ti preoccupare Kagome! Scusa tu piuttosto per l’ora, ma
dovevo assolutamente parlarti.”
“Cos’è successo di così grave??”
“Vedi… oggi pomeriggio, quando ci siamo incontrate… io, Yuka
e Ayumi dovevamo avvertirti di una cosa molto
importante…”
“Ti prego, Eri, non tenermi sulle
spine!”
“Ieri hanno fissato a sorpresa un compito in classe di
matematica per domani su tutta la prima parte del programma. E hanno detto che avrà grande rilevanza sul voto finale!”
“Coooooooooooooooosa!!”
“Mi dispiace che tu lo abbia saputo solo adesso, ma con quell’altra storia noi tre ci siamo totalmente dimenticate.”
“Non ti preoccupare Eri, anzi, grazie di avermi avvisato comunque…”
“A domani, grazie di tutto!”
“[Ci mancava solo questa…]” Un esame di matematica, proprio quando aveva già deciso di saltare la scuola nei
prossimi giorni per stare vicino a Inuyasha, approfittando della presunta
assenza di prove in quel periodo; in realtà di tutta la faccenda la preoccupava
solamente il fatto di lasciarlo da solo, visto che su quella parte di programma
non aveva mai avuto difficoltà.
Kagome tornò sconsolata in camera sua, rimuginando su una
possibile soluzione al nuovo dilemma, non volendo rischiare con la scuola, data
l’importanza del compito, ma nemmeno abbandonare il ragazzo, che comunque era bisognevole di cure.
Chiuse la porta dietro di lei e si
andò a sedere alla scrivania spilluzzicando del cibo dal vassoio totalmente
soprappensiero.
Ringrazio Lalla86, Kagome93, Luchiananami, Shikon93per i commenti... spero che anche questo capitolo
vi sia piaciuto!!
intro: Mentre Kagome si scervella su come risolvere il nuovo problema
intro:
Mentre Kagome si scervella su come risolvere il nuovo problema... qualcuno
comodamente steso sul letto si sveglia con un po' di fame...
CAPITOLO 4
“Daresti qualcosa anche a me Kagome… ho fame…” una voce alle
sue spalle la prese alla sprovvista facendola ripiombare
nella realtà.
La ragazza si girò di scatto non credendo alle proprie
orecchie e quello che vide la riempì di gioia: Inuyasha si era svegliato e le
stava parlando. Non riuscendo a trattenere la felicità, Kagome si lanciò in
ginocchio a fianco del letto prendendo la mano dell’hanyou e poggiando la testa
sul suo petto, iniziando a piangere.
“Inuyasha…” strillò tra un singhiozzo e
l’altro “Ho avuto tanta paura…”
“Kagome… non fare così…” disse un po’ a fatica il ragazzo mentre con un piccolo sforzo era riuscito a spostare
l’altra mano sul capo della ragazza, e ora le accarezzava lentamente i capelli.
La felicità di entrambi era tale che, come per tacito
accordo, decisero di rimandare il momento in cui
avrebbero discusso di come si erano lasciati.
Kagome si rialzò, prese il vassoio col cibo e se lo pose
sulle gambe una volta seduta sul letto, iniziando a
imboccare Inuyasha, che non si oppose.
“Grazie… sei veramente gentile…” affermò il
l’hanyou abbozzando un sorriso.
La ragazza rimase di stucco, non essendo abituata a sentire
da lui cose del genere e con quel tono. “Non devi ringraziarmi… in fin dei
conti ti prendi sempre cura di me” rispose lei, rendendosi conto poi, che così
facendo, stava mandando la conversazione proprio dove non voleva.
“A cosa stavi pensando quando sei
entrata? Eri così concentrata…” Inuyasha cambiò
discorso con somma gioia della ragazza.
“Mi hanno avvertito che domani ci sarà un compito in classe
molto importante” rispose lei riflettendo troppo tardi sull’opportunità di
rivelare una cosa del genere al mezzo demone.
“E ti senti pronta?… ti sei preparata??”
“Veramente stavo pensando di non andare a scuola domani,
anche se questo significa saltare quel compito” ammise sconsolata, avendo
oramai inteso che fosse inutile mentirgli: “[D’altra
parte è bloccato in camera mia… come faccio a raccontargli una frottola]” pensò
Kagome.
“Perché non vuoi andare a scuola,
se è una cosa così importante?” chiese sorpreso Inuyasha, che non avvertiva in
lei la preoccupazione per il compito: da come ne parlava, sembrava che il
problema non derivasse dalla sua preparazione.
“È che… io…” la giovane non sapeva cosa rispondere. Ma alla fine: “Io… ecco… avevo pensato di restare qui a
prendermi cura di te”
“Io sto bene… non voglio assolutamente che tu perda l’esame
per stare vicino a me!” dichiarò lui, volendosi rimangiare un attimo dopo
quelle parole appena pronunciate, vedendo la faccia che stava facendo lei “[Ma
cosa ha capito??]” si chiese, affrettandosi a
specificare meglio il suo pensiero: “Kagome, io apprezzo molto quello che stai
facendo, credimi… ma so anche quanto siano importanti per te queste cose
chiamati esami… ed è per questo che non voglio che tu rinunci ad uno di
essi...” e concluse “anche se mi piacerebbe che tu
restassi vicino a me…” diventando rosso come un peperone per la vergogna.
La ragazza non disse nulla: distese il
volto e si appoggiò con la testa e le mani al petto del ragazzo, sussurrando
solo a quel punto: “Sei sempre il solito… un po’ scortese nei modi, ma con un
cuore d’oro, che pensa sempre prima agli altri… grazie Inuyasha”
Rimasero per un po’ così, fino a che Inuyasha non cominciò a
sbadigliare:“Sono proprio stanco…” Ammise.
Kagome si alzò senza dire nulla, prese il vassoio che aveva
appoggiato a terra e uscì dalla camera, tornando poco dopo con alcune lenzuola,
coperte e un cuscino, che appoggiò sulla sedia.
L’hanyou restò in silenzio mentre
osservava la ragazza indaffarata nel dividere gli oggetti appena portati, non
capendo quello che stava facendo.
“Ecco qui…” esclamò lei, aprendo un lenzuolo e posizionandolo sul letto a coprire il mezzo demone,
ripetendo subito dopo la stessa operazione con una coperta, preoccupandosi poi
di rimboccare scrupolosamente il tutto.
“Così non rischierai di prendere freddo!” esclamò Kagome,
controllando soddisfatta la sua opera.
“Ma tu Kagome, dove dormirai?” chiese
dispiaciuto Inuyasha, rendendosi conto di occupare l’unico posto utile
per dormire nella stanza.
“Non ti preoccupare… ho portato apposta qualche coperta in
più: le userò come materasso per dormire a terra…” gli rispose lei dolcemente
“E poi, devo mettermi a ripassare un po’ per domani, prima di poter andare a
dormire” commentò per concludere.
“Perché fai quella faccia… cosa c’è??”
gli chiese lei perplessa osservando la sua espressione: il ragazzo infatti,
faceva trasparire chiaramente la sua poca convinzione per la soluzione
proposta, ma non aveva detto nulla, per vergogna di proporre di condividere
quel giaciglio.
“Io… nulla… assolutamente nulla!” cercò di dissimulare
fallendo miseramente.
“Avanti, sputa il rospo Inuyasha… ti conosco troppo bene!” ribattè la ragazza con tono deciso.
“Io… Io pensavo…credevo che avendo un esame domani,
sarebbe stato meglio se dormissi sul letto… anche tu” disse lui vergognandosi
moltissimo “In fin dei conti se mi sposto su un lato, c’è posto per tutti e
due” continuò, mentre con un gomito faceva leva per mettersi sul fianco ed
essere sicuro di evitare lo sguardo della ragazza.
Kagome non disse nulla, ma si avvicinò al letto e vi
appoggiò un ginocchio per potersi avvicinare meglio all’hanyou, che, avvertiti
i movimenti di lei, cercò di chiarirle i suoi
pensieri, convinto di un’imminente ritorsione.
“Non avevo nessuna idea indecente
in mente, Kagome… credimi… non sono mica Miroku… Ahhh…
CHE VERGOGNA!!!” esclamò impaurito sperando di salvarsi dalla punizione che
riteneva sicura.
Kagome invece si piegò su di lui appoggiando delicatamente
le labbra alla sua nuca in un delicatissimo bacio, motivando poi quel gesto che
aveva lo fatto rimanere di sasso: “Grazie Inuyasha,
sei sempre così carino con me…” e aggiunse “Ora però riposa, ne hai un gran
bisogno… Buona notte.”
“Buona notte Kagome” rispose placidamente lui, mentre chiudeva
gli occhi.
La ragazza si ritrasse dal letto e sedutasi alla scrivania
iniziò a concentrarsi per l’imminente compito, sia ripassando la teoria, sia
esercitandosi nella risoluzione di numerosi esercizi. Kagome era sfinita: stava
studiando senza sosta da più di tre ore e oramai non ce la faceva più a
continuare. Si infilò il pigiama e puntò la sveglia,
ma rimase un attimo pensierosa a fissare il letto già occupato, non sapendo che
fare: l’imbarazzo la tratteneva dal coricarsi li, ma il non farlo, sarebbe
stato come dimostrare di non fidarsi.
“Non devi farlo per forza Kagome, se ti senti in imbarazzo…
posso capirlo…” Inuyasha era in realtà sveglio ed
aveva avvertito l’esitazione in lei.
“Ma io… no… non…” balbettò Kagome totalmente spiazzata dalla
situazione, non sapendo ne cosa fare, ne tanto meno
cosa dire.
“Scusami… ti sto dando così tanti fastidi…
quando hai già tutti i tuoi problemi da affrontare.” finì
per dire lui dispiaciuto da quella situazione.
Lei non rispose, scostò le lenzuola e si infilò
nel letto affianco a lui, appoggiando una guancia alla sua schiena. Solo allora
gli sussurrò il suo pensiero: “Nulla di quello che faccio è un fastidio, se mi
permette di starti vicino… Inuyasha.”
I due rimasero immobili nella posizione in cui si erano
addormentati, mentre il tempo trascorreva e la notte lasciava spazio ai primi
bagliori mattutini.
Ringrazio ancora Luchiananami, Kagome93 e Lalla86 per i commenti!!
INTRO:Che dire... Kagome ha da fare
a scuola... chissà come passerà la giornata Inuyasha, fino al ritorno della sua
bella studentessa??
Bando alle chiacchiere... Buona lettura a tutti!!
CAPITOLO 5
Kagome si destò senza l’ausilio del suono della sveglia:
fatto insolito, visto che ormai la ragazza faceva sempre molta fatica ad
alzarsi,a
causa dei lunghi viaggi e dello studio. Eppure, quella volta, pur avendo
dormito meno del solito, si sentiva piena di energie.
“Mi sento alla grande, non ricordo
di aver mai dormito così bene…” pensò la ragazza uscendo da sotto le coperte
con un balzo. “Del resto vicino a lui stavo così bene” Diventò rossa dalla
vergogna e si girò a guardare il ragazzo ancora addormentato.
Kagome raccolse i vestiti e uscì dalla stanza senza fare
rumore: si cambiò, fece colazione e risalì le scale
rientrando nella camera. Prese la cartella, ma mentre stava per uscire si fermò
a osservare Inuyasha, che continuava a riposare.
“[Non posso andarmene senza salutarlo…]” pensò lei,
avvicinandosi al letto e sedendosi poi sul bordo.
Nonostante i movimenti delicati di
lei, il ragazzo si svegliò voltandosi: “Kagome… ma cosa…” disse confusamente
stropicciandosi gli occhi. Inuyasha notò poi la cartella che Kagome stava
tenendo in mano e sorridendole disse: “Stai già andando via… Beh, buona fortuna
per il tuo esame!”
“Scusami Inuyasha, ti ho svegliato… Sì… sto uscendo e mi
sento proprio pronta… tutto merito tuo!” e per
sottolineare la sua riconoscenza piazzò un bacio sulla fronte dell’hanyou,
correndo poi fuori dalla stanza.
Il ragazzo era rimasto di sasso per quel gesto:non capiva il motivo
di tutta quella riconoscenza nei suoi confronti, ma non si diede più di tanta
pena per capire, rimanendo a gongolare nel ricordo di quel momento.
La ragazza arrivò a scuola in perfetto orario, salutò le
amiche entrando in classe e preparò sul banco tutto il necessario per sostenere
il compito in classe, sedendosi poi sulla sedia e attendendo il suono della
campanella.
“Kagome… cosa ti è successo???” Eri
si avvicinò stupita al banco della ragazza insieme alle due compagne di sempre.
“Fino a ieri pomeriggio eri in
lacrime, mentre stamattina sei raggiante… come è possibile??” aggiunse Yuka
togliendo le parole di bocca all’amica.
“Vedete… è una cosa un po’ difficile da spiegare…” confidò
loro la giovane, non sapendo da dove iniziare un discorso così insidioso.
“Beh… si sarà incontrata con il suo bel tenebroso e una
volta chiariti si saranno abbandonati alla travolgente passione che li lega…” ipotizzò candidamente Ayumi lasciando sconvolte sia Eri che
Yuka per quella fantasia così indecente.
“Ma… ma che stai dicendo Ayumi!
Come ti vengono in mente certe idee?” Kagome diventò comunque
rossa per la vergogna.
“Però stai arrossendo… non è che ci sia un fondo di verità
in una teoria così fantasiosa??” le domandò con aria
inquisitoria Yuka.
“Basta ragazze… smettetela di dire certe cose… io sono una
ragazza rispettabile!!” Kagome decise che fosse meglio
raccontare qualcosa di inventato al momento per soddisfare la curiosità delle
amiche e levarsi così d’impaccio. Riuscì a convincerle giusto in tempo per
l’entrata del professore nella classe, che diede subito inizio alla prova
d’esame.
Kagome non ebbe alcun problema nel risolvere i numerosi
quesiti del tema, che invece procurarono numerosi
grattacapi ai suoi compagni. Persino il professore all’atto della correzione sicongratulò con lei
per l’ottimo risultato, il migliore della classe.
“Meno male che ieri mi avevi detto di non essere pronta” osservò Eri con tono scherzoso tra un boccone e l’altro.
“Vi ho detto che ho studiato tutta
la notte per rimettermi in pari…” rispose gioiosa la ragazza ripensando al
momento in cui era stata lodata in pubblico.
“Sì… sì… ce l’hai già detto… almeno
un milione di volte…” Yuka non amava che le si ripetessero le cose tante volte.
“Però, secondo me il tuo bel
teppista innamorato lo hai incontrato lo stesso… altrimenti non saresti così
serena” asserì Ayumi dando così voce al pensiero comune delle tre amiche di
Kagome, che non potè evitare di arrossire nuovamente
imbarazzata.
“È vero… ci siamo incontrati… ma
non ci siamo ancora chiariti… non abbiamo avuto il coraggio di toccare
l’argomento…” disse lei sommessamente e con incertezza, catturando l’attenzione
delle tre. “Più che altro ci siamo tranquillizzati a
vicenda… per questo sono così calma e felice: ora so che sta bene.”
“Ma perché non ce l’hai detto
prima?” le chiesero coralmente, esprimendo un po’ di perplessità.
“È che… dopo quell’affermazione di Ayumi temevo che se vi avessi detto dell’incontro,
avreste pensato male di me. Ma non riesco a tenere nascosta una cosa del genere
alle mie migliori amiche” rispose lei, riuscendo ad evitare così altre domande
inopportune.
Nel frattempo le ferite di Inuyasha
non gli procuravano più dolore, tuttavia egli si sentiva ancora molto debole e
quindi che decise di continuare a riposare, nell’attesa che Kagome tornasse e
si prendesse nuovamente cura di lui. In fin dei conti non gli dispiaceva essere bloccato lì. La stanza era impregnata
dell’odore di Kagome, quindi era come se lei gli fosse sempre
vicino. Questo lo faceva sentire bene.
La madre di Kagome entrando nella stanza gli chiese
gentilmente: “Inuyasha… vuoi mangiare qualcosa?”
“In effetti … avrei un po’ di fame…” rispose l’hanyou
timidamente, sentendosi un po’ a disagio.
“Allora vado a prepararti qualcosa…”.
“La ringrazio molto… le sto dando così tanti fastidi”
aggiunse lui assai imbarazzato mentre si metteva
seduto.
La donna invece di uscire dalla stanza si
sedette sul bordo del letto, lasciando lui assai spiazzato. “Inuyasha,
non ti devi preoccupare. Non dai alcun disturbo,
anzi…” interrompendosi avendo notato la faccia stupita del ragazzo “Da quando
sei entrato nella vita di questa famiglia tu hai fatto molto per noi. Sei diventato un punto di riferimento per Sota, che si sforza ogni
giorno di superare le sue paure per poterti assomigliare. So che
proteggi la mia bambina nella tua epoca e lei si fida ciecamente di te, anche
se sospetto che ci sia molto di più di semplice fiducia…” e sorridendogli, continuò mentre lui la ascoltava incredulo. “Quello che
vorrei farti capire è ormai fai parte a pieno titolo
di questa famiglia. e per me tu sei come un figlio… Mi
farebbe piacere se mi chiamassi mamma…”
Quelle ultime parole colpirono profondamente il mezzo
demone, che abbassando la testa riuscì a stento a trattenere le lacrime
ripensando alla madre morta e al fatto che non si era mai sentito parte di una
famiglia. “Grazie… … Mamma” sussurrò Inuyasha con voce tremolante.
Lei si alzò, gli accarezzò la testa
e uscendo: “Vado subito a prenderti qualcosa da mangiare”
Inuyasha non rispose questa volta, immerso com’era nei suoi
pensieri. “[Madre mia… forse dopo tanto tempo avrò anche io una famiglia?? Madre… mi manchi tanto…]”
L’hanyou fu riportato alla realtà dalla porta della camera
che si aprì lasciando entrare nuovamente la madre di Kagome che teneva in mano
un vassoio carico di prelibatezze.
“Se ce la fai ad alzarti, preparo
sulla scrivania… o preferisci mangiare ancora a letto?”
“Lascia pure lì… grazie… mamma…” rispose lui gentilmente,
abbozzando un sorriso.
La donna non disse nulla, gli sorrise
di rimando e uscì dalla camera lasciandolo ancora una volta solo.
Inuyasha si spostò sul bordo del letto e restò per un attimo
a riflettere, non essendo sicuro di riuscire a mettersi in piedi: temeva che le
ferite potessero riaprirsi e questo lo preoccupava non tanto per il dolore che
avrebbe provato quanto per la paura di dare altre preoccupazioni a Kagome.
Esitò per qualche istante, ma poi si fece forza e dandosi una spinta con le braccia, si alzò compiendo velocemente i due
passi che lo separavano dalla sedia cercando di non perdere l’equilibrio.
Si sedette e iniziò a mangiare con gusto finchè
non fu sazio, si appoggiò poi allo schienale per gustare meglio la sensazione
di avere la pancia piena finché non decise di stendersi nuovamente sul letto a
riposare.
Ok... Ringrazio
tutti i lettori, ma in particolare Lalla86, Luchia nanami, Sesshou
No Kon e Inygirl per i
commenti…
INTRO:Il primo problema Kagome lo ha superato alla grande
INTRO:Il primo problema Kagome lo
ha superato alla grande... ma c'è ancora un discorso in sospeso con Inuyasha...
sarà la volta buona??
Ecchime qui... un altro capitolo è
servito... buona lettura a tutti!!
CAPITOLO 6
Circa tre ore dopo Kagome rientrò,
ma anche tentando di fare meno rumore possibile, svegliò Inuyasha dal suo sonno
leggero.
L’hanyou non si girò per vedere chi fosse
entrato, ma una volta fiutato l’odore, non ebbe dubbi. “Bentornata
Kagome… come è andata a… scuola… e l’e… esame?” disse
lui tranquillamente, senza tuttavia nascondere l’incertezza per quelle parole
che per lui non significavano nulla, mentre si girava verso la ragazza.
“Inuyasha… ti sei svegliato! Mi dispiace averti disturbato…”
Poi con tono decisamente più allegro Kagome si buttò
in ginocchio a lato del letto, per potergli stare più vicino. “L’esame è andato
BENISSIMO, sono stata la più brava… e tutti mi hanno fatto i complimenti!!” e concluse “Tutto merito tuo!” sfoggiando il suo miglior
sorriso.
Il ragazzo le sorrise di rimando e
le poggiò una mano sul capo accarezzandola. “Brava Kagome, ero sicuro che te la
saresti cavata alla grande…”
Rimasero immobili a guardarsi per qualche istante, ma poi
nella mente di Kagome passò, come un lampo, un pensiero che le fece distogliere
lo sguardo.
Inuyasha rimase perplesso per il suo comportamento e quindi
le chiese preoccupato: “Kagome, c’è forse qualcosa che non va?”
ma la ragazza non rispose continuando a guardare il pavimento per qualche
istante per poi affermare con voce un po’ incerta “Sarà meglio cambiare le tue
medicazioni…” L’hanyou non obiettò, anche perché non voleva litigare pensando
così di riuscire, forse, a capire cosa le fosse preso tutto d’un tratto.
Inuyasha si mise seduto sul bordo del letto offrendo il
petto alla ragazza, che nel frattempo aveva recuperato tutto il necessario e si
era nuovamente inginocchiata a fianco a lui.
“[Devo farmi forza e dirgli tutto…]” pensò lei mentre lo medicava senza accorgersi che lui la stava
osservando sempre più preoccupato.
“Inuyasha… io…” disse stentatamente lei, cercando le parole;
venendo però interrotta dal mezzo demone, che con un
unico gesto fluido, si era messo in ginocchio di fronte a lei e tirandola
l’aveva fatta finire tra le sue braccia, stringendola poi in un delicato
abbraccio.
“Kagome… che ti succede… perché sei così triste??” le chiese Inuyasha con un tono misto di apprensione e
dolcezza.
La ragazza iniziò a piangere mentre
cominciava ad esprimere, anche se a fatica, ciò che le gravava l’animo: “Io….
Mi dispiace tanto per quello che ti è successo…ti sei dovuto ferire così gravemente
da rischiare la vita per proteggermi… se solo ti avessi dato ascolto, nulla
sarebbe successo… e ancor di più mi vergogno di averti colpito con quello
schiaffo…” e continuò dopo un altro momento di esitazione “Ma vorrei che
sapessi anche quanto ti sono grata per quello che hai fatto… “ concluse,
abbracciando a sua volta il ragazzo che era rimasto in silenzio ad ascoltare
per lasciarla sfogare completamente.
“Kagome… tu non hai nessuna colpa per quello che è successo…
non puoi ritenerti responsabile di qualcosa che dipende dalla mia natura
demoniaca... lo sai… Purtroppo quando perdo Tessaiga,
nei momenti di pericolo, io mi trasformo… Se non mi fossi ferito a quel modo,
avrei ucciso e devastato… senza nemmeno rendermene conto… e probabilmente avrei
fatto del male anche a te…” le sussurrò lui affettuosamente, continuando a
tenerla stretta a sé “Sono io invece, che devo ringraziarti, per essermi stata vicino
nonostante il pericolo, dandomi la forza di mantenere, anche se a fatica, la
presa su me stesso…”.
Nel sentire quelle parole Kagome, pur non riuscendo a
smettere di piangere, si sentì sollevata al pensiero di quanto le aveva appena detto l’hanyou e si abbandonò così al tenero
abbraccio di lui.
Rimasero così per qualche momento ancora, poi Kagome, si
ritrasse cercando lo sguardo di lui: “Ora sarà meglio
che finisca di prendermi cura delle tue ferite, o non finirò in tempo per la
cena” disse lei mentre le ultime lacrime le solcavano il viso, catturate
prontamente da un gesto di lui, che si chiuse in una carezza, mentre avvicinava
le sue labbra alla fronte di lei baciandola delicatamente.
Kagome finì di medicare il mezzo demone giusto in tempo per
l’annuncio della cena.
“Kagome, la cena è pronta… Chiedi a
Inuyasha se se la sente di scendere!” disse la madre a gran voce dal piano
terra.
“Sì mamma… arrivo!” Kagome si girò verso il ragazzo per
ottenere una risposta, ma trovatolo già in piedi che gli tendeva
la mano per avere un aiuto, si precipitò verso di lui sostenendolo.
“Grazie Kagome, faccio ancora un po’ fatica a camminare… ma ormai sto bene” disse lui un po’ amareggiato,
tentando di spazzare via sul nascere eventuali preoccupazioni di Kagome sulla
sua salute, al vederlo in quello stato.
Lei non rispose nulla, si limitò a cingersi il collo con il
braccio destro di lui mentre lo stringeva a se con il
braccio che le rimaneva libero.
“Andiamo Inuyasha, appoggiati a me, se ti affatichi potresti
avere una ricaduta” gli disse infine lei, chiudendo l’affermazione con un
sorriso.
“Kagome…” Inuyasha non riuscì a dire altro, anche se avrebbe
voluto ringraziare esplicitamente la ragazza, che si stava dando tanto da fare
per lui.
I due scesero lentamente le scale e si sedettero a tavola,
dove furono accolti da una gran quantità di prelibatezze: la mamma di Kagome,
per festeggiare il ritorno a casa della figlia e la contemporanea presenza di Inuyasha, si era impegnata al massimo ai fornelli
preparando i piatti più gustosi che conosceva.
Durante la cena nessuno accennò a parlare: tutti erano
concentratissimi nel mangiare, tanto erano buoni i manicaretti serviti, ma
quando ebbero finito, Kagome non si trattenne certo da fare i complimenti alla
madre.
Anche Inuyasha, seppur timidamente cercava di dimostrare
l’apprezzamento per quella cena pantagruelica: “Non ho mai mangiato così bene
in vita mia… era tutto buonissimo!! … … mamma”. La
ragazza si voltò di scatto a guardare l’hanyou, non capendo come gli fosse
venuto in mente di concludere la frase con quel
‘mamma’, mentre la donna lo ringraziava per i complimenti. La sua contentezza
nel sentire non solo elogi, ma anche per l’uso da parte del ragazzo, di quella
stessa parola che aveva lasciato perplessa Kagome, era lampante.
“[Qui è successo qualcosa mentre
ero a scuola… devo vederci chiaro]” pensò la ragazza, ricordando il
comportamento timido che Inuyasha aveva sempre avuto con sua madre. “[Non posso
però chiedere a lui. Lo metterei in imbarazzo e potrebbe sembrare che mi sia
arrabbiata per questa cosa…]” continuò ad analizzare lei, sempre meno attenta a
quello che le succedeva attorno. “[Trovato!! Parlerò con la mamma… lei mi dirà di certo tutto… e poi…]”
Il suo pensiero venne interrotto dalla
voce di Inuyasha: “Kagome… che hai? … perché hai quella
faccia e non parli più?”
“Niente… niente… va tutto benissimo!!”
Si affrettò a rispondere lei in preda all’imbarazzo di essersi fatta trovare
totalmente distratta. “Dai, vieni che ti aiuto a tornare in camera…” aggiunse
subito lei vedendo il ragazzo aggrapparsi alla sedia per tentare di raggiungere
la porta e poi le scale.
Kagome lo accompagnò in camera sua, lo fece
stendere sul letto e poi con una scusa tornò giù infilandosi in cucina dove sua
madre stava lavando le stoviglie.
“Mamma… è successo qualcosa oggi, mentre io ero a scuola??” chiese la ragazza con aria incuriosita.
“No… perché? A cosa ti riferisci, Kagome?”
“Al fatto che Inuyasha ti abbia chiamato ‘mamma’ dopo cena”
ribatte Kagome con tono un po’ scocciato.
“Non sarai mica arrabbiata con lui per questo, vero… glielo
detto io che poteva… anzi che mi faceva piacere se mi chiamava a quel modo” le
rispose la donna con aria preoccupata.
“Non sono arrabbiata… è che la cosa mi ha lasciata
solo sorpresa…”
La madre le descrisse allora il dialogo avuto con il ragazzo
a pranzo e concluse chiedendole: “Ma sua madre dov’è?
Tu l’hai conosciuta?”
Kagome raccontò in breve quello che sapeva della madre di Inuyasha, rattristando parecchiosua mamma, che concluse: “Povero ragazzo… ora
capisco perché quando gli ho detto che lo consideravo come un figlio, oltre a
gioia, il suo volto rivelava anche un’immensa tristezza.”
Madre e figlia parlarono ancora per
qualche minuto dell’argomento e poi si separarono: Kagome tornò in camera sua
da Inuyasha, ma anche dai compiti che doveva finire per il giorno dopo, mentre
sua mamma riprese a pulire la cucina.
Ringrazio Luchiananami,Lalla86,
Sesshou No Kon e Inygirl per la costanza con cui mi recensiscono la ff… GRAZIE!!
Spero che anche questo capitolo vi abbia soddisfatto... a
presto con il prossimo!!!
INTRO:Sembra che la situazione sia
rosea... continuerà ad esserlo??
Chiedo umilmente pietà per il ritardo astronomico... spero
che il capito si di vostro gradimento... Buona lettura
CAPITOLO 7
Kagome entrò nella stanza trovando l’hanyou addormentato sul
letto: “[Dorme come un angioletto… meglio così… E ora sotto con i compiti!]”
pensò lei sorridendo, sedendosi alla scrivania per terminare i compiti iniziati
il pomeriggio con le sue amiche.
Ci vollero circa tre ore per completare tutti gli esercizi e
ripassare le varie materie, ma alla fine la ragazza si sentì soddisfatta
anche se parecchio stanca; si girò e notò che il mezzo demone dormiva
ancora di gusto. Rimase per un po’ ad osservarlo compiaciuta: nell’epoca
Sengoku non le era mai capitato di vederlo così tranquillo e rilassato mentre
dormiva, questo perché lo sapeva sempre all’erta per proteggere il gruppo e lei
in particolare.
Kagome decise, guardando l’ora, di fare un bagno veloce per
poi andare a letto, visto che l’indomani si sarebbe dovuta svegliare presto per
andare a scuola.
Entrò in bagno e riempì la vasca, poi vi scomparve dentro
dopo essersi spogliata. Approfittando del breve momento di relax Kagome cercò
di riordinare le proprie idee in merito a quanto era successo negli ultimi
giorni, quando all’improvviso un pensiero la fulminò: “[E stanotte… come
facciamo per dormire stanotte?]”
La ragazza rifletté sull’argomento per tutto il resto del
bagno e anche quando valutò che fosse giunto il momento di uscire, non si era
saputa decidere: le era piaciuto tanto stare vicino all’hanyou,
ma mille timori la perseguitavano e cercavano di farla desistere.
Tornata in camera si infilò il
pigiama e si sedette nuovamente sulla sedia ad osservare il ragazzo per meglio
riflettere e prendere una decisione.
Non fece in tempo a concludere, che
Inuyasha aprì gli occhi e dopo un attimo di stordimento incrociò lo sguardo di
lei, percependo l’esitazione nel coricarsi vicino a lui.
Tirandosi su con piccoli movimenti Inuyasha si avvicinò al
bordo del letto sedendosi su di esso. “Vai a letto
Kagome… io ora sto bene… e posso anche tornare a dormire a terra”.
La ragazza capì che l’hanyou aveva perfettamente inquadrato
il problema e si stava comportando di conseguenza, lasciandole libero il letto. Ma non era quello
che Kagome voleva, non certo farlo finire su un pavimento a causa delle sue
assurde remore.
“Inuyasha… no…” gli rispose lei con gentilezza. Si alzò
dalla sedia e lo fermò, impedendogli di spostarsi dal letto. “Io… ecco… a me
farebbe piacere se condividessimo… ancora.. il letto
stanotte…” disse lei, pur non riuscendo a nascondere l’imbarazzo per quella
affermazione che riteneva così indecente.
“Kagome… io non posso… tu ti vergogni
troppo di questa situazione… e anche… …. E anche se mi ha fatto piacere dormire
accanto a te ieri sera… non posso… è ingiusto nei tuoi confronti.”ribatté con fermezza Inuyasha,
imbarazzandosi a sua volta per la rivelazione appena fatta ,tentando nuovamente
di alzarsi dal letto, ma si trovò bloccato sotto il corpo della ragazza che gli
si era buttata addosso a peso morto pur di impedirgli di muoversi.
“Anche per me è stato piacevole.
Non ho mai dormito così bene in vita mia… ed è per questo che stamattina ero
carica di energie…” gli sussurrò Kagome avvicinando le
labbra all’orecchio di lui. Sentendo quelle parole Inuyasha fu incapace di
proseguire nell’intento di liberarsi: solo ora capiva il perché di tutta quella
gratitudine da parte della ragazza nei suoi confronti; ma prima che potesse
rispondere Kagome concluse: “Restami vicino… Inuyasha… ti prego.”
A quelle parole il mezzo demone non ebbe il cuore di
rispondere con un no. I due si infilarono
sotto le coperte, prima restando distanti, poi avvicinandosi piano l’un l’altra
e infine incontrandosi. Inuyasha strinse Kagome tra le sue braccia,
trasmettendole tutto l’affetto, il calore e la sicurezza che sapeva infondere
in quel gesto, mentre lei nascondeva il volto nel suo petto cingendolo, a sua volta, in vita con le braccia.
“Grazie… Inuyasha…” sussurrò lei con voce fioca poco prima
di addormentarsi, ottenendo dall’hanyou come risposta un
bacio delicatissimo sulla fronte.
Così come era successo la notte
prima, i due rimasero immobili in quell’abbraccio che
racchiudeva i loro reciproci sentimenti, in un sonno dolce che cullava
entrambi, riposando dalle fatiche della giornata, ignari di quanto era successo
altrove poco prima e di quello che avrebbe comportato.
Eri, Yuka e Ayumi si
erano trovate dopo cena in un bar, raggiunte poco dopo da Hojo.
“Posso sapere perché mi avete fatto venire qui?” chiese lui con il solito fare gentile, nonostante non
gli fosse piaciuto uscire di casa senza un motivo chiaro.
“Vogliamo sapere se tu sei veramente interessato a Kagome!”
iniziò il discorso Yuka senza mezzi termini, lasciando sorpreso ma soprattutto
imbarazzato il ragazzo.
“Ma io… veramente… beh… Higurashi a me piace…” farfugliò
lui, aggiungendo subito dopo: “Ma a voi cosa interessa?!?”
Eri lo guardò e gli rispose con freddezza: “A noi interessa,
perché teniamo a Kagome…” ma fu Yuka a concludere la
frase lasciando sconvolto il suo interlocutore “Noi pensiamo che, se continua a
frequentare quel tipaccio che si è messo in testa di essere il suo ragazzo, non
potrà essere felice, mentre tu sembri perfetto per lei!”
Il ragazzo stava per collassare:
colei che pensava sarebbe stata sua, senza il minimo sforzo, in realtà era
preda di qualcun altro, che si era spinto a tal punto da considerarsi il suo
fidanzato.
La situazione gli risultò
intollerabile e il desiderio di riprendersi ciò che da sempre considerava suo
lo spinse a chiedere aiuto alle tre ragazze: “Un poco di buono ronza attorno a
Higurashi e lei non fa nulla per opporsi… incredibile! Deve averla plagiata in
qualche modo!” disse con tono amareggiato concludendo
poi con una domanda diretta: “Voi mi aiutereste a far rinsavire Higurashi?”
Hojoricevette una convinta risposta
affermativa da Eri e Yuka, mentre Ayumi si limitò ad annuire con poca
convinzione, dato che non vedeva nulla di male nel rapporto di Kagome con
Inuyasha.
I quattro congiuranti pianificarono tutto per la sera del
giorno seguente: le amiche avrebbero convinto Kagome ad uscire per andare al
luna park e lì, incontrando “per caso” Hojo, li avrebbero lasciati soli, dando
a lui la possibilità di dichiararsi. Hojo era sicuro di fare breccia nel cuore
della ragazza senza troppi problemi, strappandola così dalle braccia del
rivale.
Ringrazio come sempre chi ha la pazienza, non solo di
leggere, ma anche di commentare la miaff...
GRAZIE!!
INTRO: Tranquillità... concetto piacevole ma assolutamente effimero nella
vita di Inuyasha e Kagome
Ciao a tutti
Vedo che l'ingresso in scena di Hojo ha fatto scalpore... hehe... non vi
preoccupate... dovrete aspettare solo il prossimo capitolo per sapere gli
effetti di questa new entry... buona lettura!
CAPITOLO 8
Il mattino giunse e questa volta fu Inuyasha a svegliarsi per primo, rimanendo
immobile per non svegliare Kagome che riposava ancora placidamente tra le sue
braccia.
Il ragazzo provò a mantenere la respirazione più regolare possibile per cullarla
ancora un po’ con i movimenti del suo petto, trovandosi, così, totalmente
inebriato dal profumo di lei ad ogni respiro: avrebbe voluto che quei momenti
non terminassero mai, avrebbe voluto tenerla sempre vicina a sè, ma si rendeva
conto i suoi desideri cozzavano contro la dura realtà che imponeva che lei
andasse a scuola come ogni giorno.
Kagome iniziò a muoversi tra le braccia dell’hanyou mugolando sommessamente come
per apprezzare la posizione in cui ancora si trovava e infine, aprì lentamente
gli occhi ricevendo come buongiorno un bacio sulla fronte dal ragazzo.
“Buongiorno Kagome… hai dormito bene?”
“Stupendamente…” Kagome sfoggiò il suo miglior sorriso, come per regalarglielo:
“Mi sento sempre bene… quando sto vicino a te…” gli sussurrò vicino mentre
tentava di superarlo per uscire dal letto, ottenendo solo di farsi catturare
nuovamente dalle sue forti braccia: non era disposto a lasciarla andare senza
prima rispondere a quel sussurro.
“Kagome… io non posso stare senza di te…” le confessò prima di sciogliere il
vincolo che la tratteneva.
La ragazza era veramente felice: aveva dormito splendidamente abbracciata alla
persona che amava e quello scambio di gentilezze di prima mattina aveva fatto
schizzare il suo umore alle stelle.
“[Se solo non fossi dovuta venire a scuola oggi… avrei potuto passare un po’ più
di tempo con lui…]” pensò qualche ora dopo, perdendo per un istante l’allegria
che la pervadeva tirando un sospiro sconsolata. “[Stasera, quando torno potremmo
andare a fare una passeggiata insieme!]” Quel pensiero le fece ritrovare subito
il buon umore e rimase, così, a gongolare nell’idea di loro due a passeggio per
qualche via romantica.
“Kagome…”
Una voce che conosceva bene la riportò alla realtà. “Ciao Eri… dimmi tutto…”
“Che ne dici di andare al luna park con Ayumi, Yuka e me stasera…” le chiese
l’amica subito sostenuta dalle altre due compagne.
“Ma… veramente io avevo un altro programma per stasera…” ribatté timidamente
Kagome, rendendosi conto che il trio avrebbe preteso spiegazioni per quel
rifiuto.
“Devi forse incontrare il tuo bel teppista?” chiese con un sorrisone Ayumi
facendo diventare paonazza l’amica che ormai era alle strette e capiva che non
poteva più mentire.
“Ecco… diciamo di sì… avevamo una mezza idea di vederci…” Kagome rispose con
crescente esitazione e imbarazzo.
“Beh, porta anche lui allora… così ce lo presenti!” propose Yuka, anche se il
tono sembrava più quello di un ordine, lasciando per questo notevolmente
perplessa Kagome.
“[Yuka, ma sei matta… come ti è venuto in mente di proporgli una cosa simile]”
pensò Eri guardando sconcertata l’amica a causa della sua affermazione.
Kagome cedette presto alle insistenze delle amiche, che le strapparono la
promessa di ritrovarsi alle 21.00 davanti all’ingresso del luna park.
Dopo la scuola le quattro ragazze si salutarono e mentre Kagome si dirigeva
velocemente verso casa, Eri prese da parte Yuka: “Ma che ti è saltato in testa…
perché gli hai detto di portarsi il ragazzo???” sbottò mentre l’amica la
guardava senza farsi turbare da quelle preoccupazioni.
“Calmati… vorrà dire che se lo porta veramente… troveremo qualche scusa per
separarli… d’altro canto non saremmo mai riuscite a convincere Kagome a
rinunciare all’appuntamento con il teppista per venire con noi… dritta tra le
braccia di Hojo…” le rispose Yuka con aria disinvolta e calcolatrice.
“Forse hai ragione… ma ho come la sensazione che succederà un disastro”
Detto questo le tre compagne si separarono.
Mentre tornava a casa, Kagome, si fermò davanti alla vetrina di una negozio di
abbigliamento per uomo e iniziò a immaginare Inuyasha vestito con i vari
abbinamenti proposti: “[Se mi presentassi stasera con uno di questi abiti,
chissà se sarebbe disposto a indossarlo?]” si domandò mentre la tentazione di
entrare nel negozio la rodeva dentro.
Esitò, poi fu sul punto di oltrepassare quella soglia, ma si bloccò nuovamente e
infine, tornandole in mente un’immagine precisa dell’hanyou vestito con abiti
normali, entrò nel negozio, venendo subito servita dalla commessa.
La ragazza uscì soddisfatta degli acquisti e si diresse verso casa in tutta
fretta: aveva perso parecchio tempo e stava facendo già buio.
Arrivò al tempio di famiglia in breve tempo, salutò tutti e si diresse in camera
sua, pronta a mostrare la sorpresa a Inuyasha, ma quando entrò rimase di sasso
per lo stupore. Il ragazzo era in piedi e si era parzialmente rivestito con il
suo Kariginu, ma quello che la lasciò incredula fu il fatto che era umano.
“Inuyasha… ma cosa…” Iniziò stentatamente lei tentando di farsi dare una
spiegazione.
“Kagome… guarda il cielo… stasera è una notte di tenebra…” Le rispose lui dopo
essersi girato, accogliendola con un sorriso.
La ragazza non si era minimamente accorta di quel particolare tornando a casa,
avendo per tutto il tempo fantasticato sull’uscita di quella sera; ma fu, in
ultima analisi, contenta di quella novità, pensando che avrebbe reso la serata
più piacevole, non dovendo cercare di nascondere i connotati demoniaci del
ragazzo.
Si decise infine di parlargli dell’invito ricevuto: “Inuyasha… Eri, Yuka e Ayumi
mi hanno invitato al luna park stasera… e… ecco… non è che verresti… con me?”
gli chiese cercando di essere più convincente possibile, anche se si trovava non
poco in imbarazzo.
L’hanyou la osservò con aria inizialmente perplessa, che non seppe tuttavia
mantenere per molto tempo, non riuscendo a restare impassibile alla sua
espressione supplichevole: “Va bene… va bene… non provo nemmeno a discutere…
tanto quando inizi a guardarmi in quel modo… non riesco a dirti di no!” Disse
sbuffando lui, cercando di salvare quantomeno le apparenze, visto che in realtà
era felice di poter uscire con lei.
“Bene… allora ti ho preso questo per l’occasione…” Disse, mostrandogli il pacco
contente in nuovi abiti.
“E che roba è questa??” Sbottò lui con aria incuriosita, ma anche un po’
infastidita, avendo purtroppo già una mezza idea di cosa potesse trattarsi.
“Dei vestiti della mia epoca… non puoi certo andare in giro con quelle vesti
malandate…” E aggiunse “Se te le togli, potrò anche dargli una sistemata…”
cercando di duplicare l’espressione che lo aveva fatto, in precedenza,
capitolare velocemente.
“Ah… ma guarda cosa mi tocca sopportare… Dammi qui!” L’aveva lasciata vincere
un’altra volta, ma il vederla così contenta lo ripagava del sacrifico di
abbandonare il suo kariginu.
Andò in bagno, si cambiò e si ripresentò in pochi minuti dalla ragazza, che nel
vederlo gli si getto con le braccia al collo: “Stai benissimo anche così…” gli
sussurrò prima di staccarsi da lui per cercare di riprendere il controllo della
situazione.
Spero che sia stato di vostro gradimento... aspetto i vostri commenti!! Intanto
ringrazio Luchia nanami, Sesshou No Kon, Silyn, Inygirl e lalla86 per quelli sul
capitolo precedente!!
INTRO: Serata da brividi per la coppia Kagome e Inuyasha...
Ciao a tutti
Sò di avervi fatto attendere, ma con questo capitolo sono sicuro (beh... quasi
Nd Ragnarok) di riuscire a farmi perdonare.
Ma ora si inizia... allacciate le cinture di sicurezza e Buona lettura!!
CAPITOLO 9
Dopo mangiato, i due si diressero verso il luogo dell’appuntamento. Appena fuori
dal tempio, Kagome si aggrappò al braccio destro di Inuyasha e appoggiò
delicatamente la testa alla sua spalla sentendo il corpo di lui, all’inizio
rigido, rilassarsi via via che passeggiavano. Non lo aveva mai sentito così:
normalmente era sempre teso, con i sensi ben all’erta e pronto a qualunque
evenienza, mentre adesso sembrava che non prestasse attenzione a nulla di quello
che accadeva intorno a loro.
Giunsero all’ingresso del luna park, dove le tre ragazze li aspettavano
impazientemente e vedendoli arrivare, non poterono che commentare tra loro:
“Accidenti… lo ha portato veramente… come faremo adesso?” chiese Eri
preoccupandosi nuovamente per quella situazione che poteva stravolgere i loro
piani.
“Non ti preoccupare… quando incontreremo Hojo, porteremo via il teppista, con la
scusa di andare a prendere dello zucchero filato…” la rassicurò Yuka, che non
era disposta a cedere al primo imprevisto, mentre Ayumi continuava a fissare la
coppia che si avvicinava ripetendo continuamente il suo pensiero “Ma quanto sono
carini… siamo sicure che stiamo facendo la cosa giusta?”.
“Eri, Yuka, Ayumi… vi presento Inuyasha…” Kagome fece subito le presentazioni
aggiungendo “Vogliamo andare a divertirci!” e tirando per il braccio Inuyasha si
diresse verso la cassa.
Le ragazze erano rimaste allibite, quel tizio sembrava totalmente diverso da
come la loro amica lo aveva descritto: pareva così pacato e gentile, senza
contare che era visibilmente in imbarazzo, altro che prepotente antipatico e
facilmente irritabile.
I cinque alternavano i divertimenti sulle giostre a lunghe chiacchierate, che
avevano quasi sempre come argomento il rapporto fra i due, finché, proprio
durante una di quelle conversazioni, una voce attrasse l’attenzione di tutti:
“Higurashi…” gridò da lontano Hojo.
“Anche voi qui… che piacevole sorpresa!”
“Ciao Hojo… come mai da queste parti?” lo salutò Kagome, un po’ sorpresa nel
vederlo lì: lui non era certo il tipo da luna park e oltretutto era solo, mentre
solitamente usciva con i suoi compagni di classe.
“Dai Hojo unisciti a noi, già che sei qui…” gli propose Yuka, aiutandolo così a
eludere la domanda dell’amica.
Rimasero a parlare ancora per qualche tempo, durante il quale Hojo non riusciva
ad evitare di squadrare Inuyasha dalla testa ai piedi, avendo capito dai
discorsi, che era lui il suo rivale.
All’improvviso Yuka si alzò dalla panca, seguita a ruota da Eri e Ayumi,
dicendo: “Noi andiamo a prendere dello zucchero filato…” e rivolgendosi a
Inuyasha gli chiese gentilmente: “Non è che ci scorteresti fino al chiosco” il
ragazzo rimase pietrificato, non sapendo cosa fare ne cosa dire: non gli
sembrava una bella idea rimanere in balia delle domande assillanti del trio e si
voltò verso Kagome come per ottenere un consiglio.
Dal canto suo anche la ragazza era rimasta un po’ perplessa da quella richiesta,
ma per evitare di discutere sull’argomento, incoraggiò l’hanyou ad
accompagnarle, lasciando trasparire, tuttavia, la sua poca convinzione.
Erano così rimasti soli in mezzo al piccolo parco, lei che guardava con un po’
di tristezza il mezzo demone allontanarsi con le amiche fino a sparire e Hojo
che aspettava il momento propizio per prendere la parola e dichiararsi.
“Higurashi … visto che siamo soli… vorrei parlarti di una cosa molto
importante…”
La ragazza si voltò verso di lui e gli rispose: “Va bene… dimmi pure Hojo”
Lui la guardò intensamente, facendola preoccupare un po’ per quel che potesse
significare quello sguardo e infine le confessò tutto: “Higurashi… tu mi piaci
molto… e vorrei che diventassi la mia ragazza…”
Quelle parole le diedero come la sensazione di venir schiacciata da un macigno e
non sapendo cosa dire indietreggiò di un paio di passi barcollando: “[Mi ha
chiesto di diventare la sua ragazza… ma … ma a me… a me piace Inuyasha… Hojo
sarà bello e gentile… ma stando con lui non ho mai… provato quello che provo
stando vicino a Inuyasha…]” pensò faticosamente la ragazza stordita da quel
discorso inaspettato.
“Io… io non so che rispondere…”
“Un SI… basterà…” rincarò la dose lui, colmando la distanza che la ragazza aveva
creato fra di loro.
“Io non… io non posso… Hojo… mi spiace…” tartagliò lei cercando di trattenere le
lacrime che stavano iniziando a bagnarle il volto.
“Perché Higurashi?… perché?”
“Perché amo già un altro…” concluse lei piangendo e distogliendo lo sguardo dal
ragazzo.
Quelle parole furono per lui insopportabili e in uno scatto d’ira afferrò con
forza le braccia della ragazza tirandola a se.
“Hojo… fermati… che vuoi fare… mi stai facendo male!” strillò lei disperata
avendo intuito cosa il ragazzo aveva in mente.
“No… non ti lascerò finché non ti avrò dimostrato che sono l’unico che ti può
amare come meriti!” le rispose lui furioso continuando ad avvicinarla a se e
iniziando a protendere le labbra per baciarla mentre la ragazza, gridando,
spostava continuamente il volto per non permetterglielo e cercava di
divincolarsi.
Kagome fu a un passo dal cedere, non riuscendo a opporsi ulteriormente a Hojo,
quando sentì di colpo la mano sinistra di lui staccarsi dal suo braccio e di
seguito un urlo di dolore del ragazzo. Aprì gli occhi ancora carichi di lacrime
e lo vide: Inuyasha era alle spalle di Hojo e lo aveva bloccato torcendogli
l’arto dietro la schiena.
“Maledetto… Come osi toccare Kagome con le tue luride mani?!?!!” esplose il
ragazzo furibondo, vedendo la ragazza piangere spaventata.
A causa di un ulteriore strattone al braccio, Hojo fu costretto a mollare
completamente la presa su Kagome, che non poté fare a meno di accasciarsi al
suolo stremata da quella lotta impari.
Inuyasha, con un movimento rapidissimo, si girò su se stesso e lasciando il suo
avversario, lo fece finire a terra lontano da lui: in quel momento sembrava una
belva, nemmeno quando si trasformava era così pieno di rabbia e sete di
uccidere; ma voltandosi verso la ragazza il suo volto mutò nuovamente esprimendo
solo gentilezza e preoccupazione.
“Kagome… Kagome… dimmi che stai bene… ti prego!” disse freneticamente lui
appoggiandosi il viso di lei al petto e stringendola in un dolce abbraccio.
“Inuyasha… sto bene… mi dolgono solo un po’ le braccia… ma sto bene…” sussurrò
lei singhiozzando mentre le lacrime le rigavano ancora il viso: “Grazie…
Inuyasha…”
“E tu chi saresti per dirmi come mi devo comportare con Higurashi?” tuonò Hojo
che si era nel frattempo rialzato e che si era ulteriormente risentito nel
vedere quella scena.
Inuyasha non rispose, si staccò da Kagome, nonostante lei cercasse di
impedirglielo e si mise in piedi ad osservare, furente, il suo rivale.
“Vuoi sapere chi sono??” gli gridò con tutta la collera che aveva in corpo “io
sono il RAGAZZO DI KAGOME!!” sottolineando con il tono della voce le ultime
parole, mentre la ragazza alle sue spalle lo guardava stupita, ma per niente
dispiaciuta di quella affermazione.
“Questa è bella… vuoi forse dire che TU sei convinto di esserlo…” gli rispose
sarcastico Hojo.
“IO ORA TI AMMAZZO!!!” Sbottò Inuyasha, caricandosi per lanciarsi verso il
ragazzo, venendo però fermato da Kagome che si era aggrappata con tutto il peso
al braccio di lui.
“Inuyasha… ti prego… non farlo…” lo supplicò con aria afflitta, sapendo che l’hanyou
non si sarebbe limitato e avrebbe certamente ucciso il ragazzo, macchiando per
sempre il suo animo nobile e quel pensiero, le straziava l’anima più di ogni
altra cosa.
A quella richiesta, il mezzo demone non ebbe il cuore di opporre un rifiuto,
anche se il sangue gli ribolliva nelle vene, quasi come fosse in forma di youkai:
in quel momento il suo più grande desiderio era quello di vendicare l’oltraggio
subito da colei che amava, ma il pensiero di farla soffrire per questo, spense
velocemente quella brama assassina.
Con uno sguardo fulminò Hojo ammonendolo: “Ringrazia Kagome se sei ancora vivo…
ma ricorda… se oserai toccarla anche solo con un dito in futuro… non ci sarà
nulla in grado di fermarmi e giuro che ti ammazzerò… ora VATTENE!”
Il ragazzo ormai rinsavito dalla collera, non poté non rendersi conto, dal tono
della voce e dallo sguardo dell’hanyou, che chi si ergeva di fronte a lui era
assolutamente serio e questo lo aveva letteralmente terrorizzato.
“Ragazze… che devo fare adesso… il piano è andato tutto in fumo!” balbettò il
ragazzo girandosi verso il trio che era sopraggiunto subito dopo Inuyasha e
quindi aveva assistito all’intera scena.
“Non lo hai sentito, stupido… vattene…” Disse furiosamente Yuka, vedendo venire
allo scoperto il loro coinvolgimento in quella faccenda.
Hojo non se lo fece ripetere due volte e iniziò a correre a perdifiato fino a
scomparire nell’oscurità.
“Kagome… noi…” iniziò Eri in preda al più completo rimorso per quanto era
successo.
Ma Kagome non si voltò nemmeno e si incamminò verso l’uscita, venendo però
fermata da Inuyasha che la prese in braccio.
La ragazza non avrebbe voluto, ma la sua presa fu così delicata e il suo viso
così gentile, che non seppe opporsi e mentre si allontanavano il lento
ondeggiare del petto e quel caldo abbraccio la fecero sprofondare in un dolce
sonno.
Kagome si risvegliò alcune ore più tardi e resasi conto di essere nel suo letto,
iniziò a guardarsi intorno per capire cosa fosse successo.
La prima cosa che notò fu che indossava il pigiama: lei non si ricordava di
essersi cambiata, in realtà non si ricordava nemmeno di essere arrivata a casa,
era rimasta al momento in cui Inuyasha l’aveva presa in braccio e si era
allontanato dal luna park e poi niente più.
Mentre ragionava si accorse di un'altra cosa: Inuyasha quella sera non era a
letto con lei, ma osservando meglio si accorse che era seduto con la schiena
contro il bordo del letto e stava dormendo.
In quel momento, forse avvertendo i movimenti di lei, il mezzo demone si destò
mettendosi a sedere su quel bordo che fino a prima gli aveva fatto da schienale.
“Kagome… ti sei svegliata…come stai?” le chiese preoccupato.
“Io sto bene… tu piuttosto cosa ci facevi rannicchiato lì a lato?”
“Beh, ho pensato… ecco… visto quello che hai passato con Hojo… non fosse il
caso…” ma si fermò vedendo dipingersi la commozione sul volto di lei: “Grazie…
Inuyasha” sussurrò lei stringendosi al petto del ragazzo ad un passo dal
piangere, tranquillizzandosi però immediatamente grazie al tenero abbraccio
dell’hanyou: “Hojo non è nemmeno paragonabile a te… Inuyasha… lui ha soltanto
cercato di comprare il mio amore con mille regali e stasera non ha avuto il
minimo rispetto dei miei sentimenti…” e dopo una breve pausa riprese: “Tu invece
mi hai sempre protetta e rispettata… è per questo con te io mi sento bene… e non
posso… non voglio stare lontana da te…” concludendo con parole che fecero
sussultare il cuore del mezzo demone: “… perché io ti amo…” Ammise, stringendosi
ancora più forte a lui.
“Tu sei la mia aria… Kagome… i tuoi sorrisi hanno il potere di scaldarmi
l’anima… la tua sola presenza placa il mio spirito… preferirei farmi strappare
il cuore che stare lontano da te… perchè anch’io ti amo…” le rispose lui
caricando di affetto quel concetto.
I due restarono immobili a contemplare il loro reciproco amore venuto finalmente
alla luce, stretti l’una tra braccia dell’altro. Fu proprio l’abbraccio dolce e
il tepore del corpo di Inuyasha che portarono Kagome ad abbandonarsi
completamente addormentandosi su di lui che, accortosi della cosa, la scostò
delicatamente, stendendola sul letto e rimettendola sotto le coperte per poi
salutarla con un bacio sulla guancia, prima di appoggiarsi nuovamente al bordo
del letto.
“Restami vicino… Inuyasha… ho bisogno di te…” bisbigliò Kagome per convincerlo a
dormire ancora una volta con lei.
Il ragazzo non disse nulla, si rialzò e si infilò sotto le coperte, cingendo
teneramente il corpo di lei, osservando il suo viso distendersi, assumendo
un’espressione felice: lei stava finalmente riposando serenamente e questo
riempiva di gioia il mezzo demone.
Piaciuto... spero di si!!
Ringrazio ancora Luchia nanami, Lalla86 e Ayashi89 per i commenti e spero di
poterne leggere ancora!
Chiedo umilmente perdono per il mostruoso ritardo con cui posto il decimo
capitolo e vi auguro buona lettura!
CAPITOLO 10
Si risvegliarono entrambi all’alba accarezzati dai raggi solari che filtravano
dalla finestra, mentre erano ancora abbracciati l’uno all’altra.
“Kagome… come ti senti… hai dormito bene?” chiese Inuyasha dolcemente.
“Buongiorno Inuyasha… sto benissimo… grazie!” rispose lei sorridendogli.
Rimasero a cullarsi reciprocamente per qualche tempo, finchè lui non le pose una
domanda riguardo un argomento su cui aveva riflettuto a lungo prima di
addormentarsi: “Come ti comporterai con le tue amiche adesso?”
Nel sentire quelle parole la ragazza si irrigidì per qualche istante, ma poi
rispose con tono amareggiato: “Non lo so…anche se sono le mie migliori amiche,
quello che hanno fatto… penso sia imperdonabile…”
“Io credo che dovresti perdonarle invece.” disse l’hanyou lasciando parecchio
stupita la ragazza “In fondo le capisco…”
“Inuyasha… ma…” La risposta di Kagome venne interrotta da Inuyasha, che era
intenzionato a finire di esporre il suo pensiero, prima di concederle una
replica.
“Vedi Kagome… secondo me, lo hanno fatto solo perché tengono a te… del resto tu
hai raccontato loro solo i momenti difficili del nostro rapporto…” Si fermò un
istante a sorridere alla giovane per rassicurarla sul fatto che non se l’era
presa per quella faccenda, proseguendo poi il suo ragionamento: “Devono aver
pensato che io ti facessi solo soffrire… mentre con la sua apparente gentilezza,
Hojo sembrava più adatto a te… ed è per questo che hanno organizzato
un’occasione per lui di dichiararsi: volevano darti una alternativa… senza
rendersi conto che potevano farti soffrire…” e dopo un’altra breve pausa
riprese: “In fin dei io le capisco… perché mi sono trovato anche io nella stessa
situazione… quando ti ributtai nel pozzo dopo il secondo scontro con Sesshomaru…
volevo proteggerti a tutti i costi, ma nel farlo non ho tenuto conto di quello
che volevi realmente tu, facendoti soffrire per questo…”
“Inuyasha… io…” Kagome, commossa, si rese conto che il mezzo demone stava
cercando di darle le motivazioni per non gettare al vento l’amicizia con le tre
compagne.
“Pensaci Kagome… ok? Per quel che mi riguarda, ho piena fiducia nel fatto che
prenderai la decisione migliore.” le sussurrò stringendola a se con nuovo
vigore.
La ragazza infine si alzò e si preparò per uscire, lasciando solo Inuyasha, che
pur mascherandolo molto bene, era assai preoccupato per come Kagome avrebbe
potuto affrontare le amiche.
Kagome arrivò a scuola in perfetto orario, entrò in classe in tutta fretta,
facendo giusto in tempo a sedersi e tirare fuori i libri prima dell’inizio della
lezione.
Durante la pausa pranzo le tre compagne le si avvicinarono con aria afflitta.
Eri si fece coraggio e le chiese:“Kagome… potremmo parlarti?”
Inaspettatamente Kagome si girò tranquilla rispondendo con tono garbato: “Certo
ragazze… andiamo sul tetto però, così staremo meglio…”
Una volta in cima all’edificio, Kagome si sedette a terra appoggiando la schiena
contro il parapetto e disse con calma: “Di cosa volevate parlarmi?”
Questa volta fu Yuka a prendere la parola dando voce al pensiero di tutte e tre:
“Noi volevamo scusarci per quello che abbiamo fatto… Lo abbiamo fatto in buona
fede, ma ci rendiamo conto che è stato un gesto stupido, che ha portato a delle
conseguenze che andavano ben oltre quello che avevamo pensato… ti prego Kagome
perdonaci!!”
La ragazza rimase ferma a pensare un attimo fissando il pavimento, ma poi alzò
lo sguardo verso le amiche e disse con voce pacata: “Inuyasha aveva proprio
ragione…” lasciando il trio un po’ sconcertato, pensando che il ragazzo avesse
aizzato il dolore della ragazza nei loro confronti, ma il seguito del discorso
di lei le lasciò stupefatte: “Vedete… lui mi ha detto che vi dovevo perdonare,
perché quello che avevate fatto, pur sbagliando, lo avevate fatto per me… e che
sicuramente eravate pentite…” e alzandosi abbracciò le tre ragazze aggiungendo
tra le lacrime: “Voi siete le mie amiche… come potrei non perdonarvi… vi voglio
bene ragazze…”
Eri, Yuka e Ayumi scoppiarono a piangere a loro volta stringendo l’amica,
giurandosi ancora una volta eterna amicizia.
In breve era tornata la più completa armonia tra le quattro compagne e durante
la giornata colsero ogni momento per ridere, scherzare o aiutarsi l’un l’altra e
quando le lezioni finirono, si diressero in gruppo verso il cancello principale
dove una persona le stava aspettando, turbando per un momento l’allegria che
regnava.
“Higurashi…” disse Hojo con voce incerta per attirare l’attenzione di Kagome
“Che vuoi Hojo… non pensi di aver fatto già abbas…” Sbottò Eri mettendosi,
insieme a Yuka e Ayumi, tra lui e l’amica, venendo però fermata da quest’ultima
che con voce gentile le sussurrò: “No Eri… lascialo parlare… è giusto dare anche
a lui una possibilità”
Nel sentire quelle parole il ragazzo si gettò a terra in ginocchio e con aria
sofferente espose il suo pensiero: “Higurashi… sono qui per chiedere il tuo
perdono… io… io non so cosa mi sia successo in quel momento…io non volevo farti
del male… io non potrei mai…” il ragazzo si fermò mentre il suo volto veniva
bagnato dalle lacrime.
Kagome superò le amiche e si piegò affianco al ragazzo sorridendo dolcemente e
cercando di consolarlo: “Lo so… Hojo… lo so… dimentichiamo quello che è
successo… e cerchiamo di essere buoni amici”
Il ragazzo non potè far altro che rispondere con un sorriso, ma subito venne
gelato da un pensiero che non seppe trattenere per sé: “Il tuo ragazzo però non
credo sarà molto soddisfatto di questa tua idea… visto che mi ha minacciato di
uccidermi se mi fossi avvicinato a te…”
Kagome lo rassicurò subito: “Non ti preoccupare per lui… in quel momento era
furioso… e tu dovresti capirlo…” chiudendo con un sorriso l’affermazione, per
poi riprendere subito dopo: “Parlerò con lui e sono sicura che non avrà nulla da
obbiettare”
Nel sentire quelle parole Hojo si illuminò e dopo essersi alzato e aver
ringraziato la ragazza corse via felice.
“[Non credo sarà tanto facile convincere Inuyasha a non ammazzarlo… ma in
qualche modo farò…]” pensò Kagome mentre tornava a casa dopo aver salutato le
tre amiche.
La ragazza rientrò a casa, salutò tutti e si diresse in camera sua pronta ad
affrontare il discorso con l’hanyou, che però non si trovava lì, come lei si
sarebbe aspettata, bensì nel cortile dietro al tempio principale intento ad
allenarsi con Tessaiga, nella speranza di riuscire a farla alleggerire.
La ragazza lo raggiunse in breve tempo, ma per non disturbarlo rimase nascosta
in un angolo a osservarlo, finchè una voce non la chiamò: “Kagome… cosa fai lì
dietro… vieni fuori…” Il mezzo demone aveva avvertito quasi istantaneamente il
profumo di lei, ma aveva aspettato a chiamarla, non capendo cosa stesse facendo.
“Ciao… Inuyasha…” rispose lei con tono incerto uscendo dal suo nascondiglio e
avvicinandosi a lui.
“Beh??” fece lui per ribadire la domanda appena postale.
“Ecco… non volevo disturbarti… sembravi così concentrato…”
“Che stupida!” ribatte con tono quasi seccato, provocando l’ira di lei: “Cosa
sarei io!?!?” che venne però subito placata dalle nuove parole di lui: “Quando
lo capirai… che la tua presenza non è mai un fastidio per me, ma solo una
gioia…” disse con tono gentile Inuyasha, voltando le spalle a Kagome che non
potè fare a meno di avvicinarsi a lui poggiando la testa sulla sua schiena e
abbracciandolo in vita, dando al ragazzo l’impressione di una scossa che gli
percorresse l’intero corpo, che si trasformò poi in una piacevolissima
sensazione di calore.
“Inuyasha… devo parlarti di una cosuccia… ma devi promettermi che non ti
arrabbierai…”
Il ragazzo tuttavia non rispose all’affermazione di lei, che non capendo cosa
succedesse cercò di richiamare la sua attenzione: “Inuyasha… c’è qualcosa che
non va?” disse con una vena di preoccupazione nella voce.
Inuyasha rispose dopo poco: “Anche io ti devo dire una cosa Kagome… ma inizia
pure tu…”
Il mezzo demone aveva un aria tesa e un espressione assai seria gli era dipinta
sul volto, cosa che fece preoccupare molto Kagome, che quasi si stava
dimenticando del perché era andata a cercarlo.
“Allora? Che volevi dirmi” chiese lui lasciando trasparire una certa impazienza,
scuotendo la ragazza che si era per un attimo persa in alcuni brutti pensieri.
“Volevo dirti che ho fatto pace con le mie amiche…” iniziò lei, mentre si
sedevano a terra, pensando di dare prima le buone notizie per addolcire la
pillola, ottenendo infatti un sorriso dal ragazzo visibilmente soddisfatto per
quella novità.
“C’è dell’altro…” riprese subito lei con tono meno allegro del precedente:
“Mentre stavamo uscendo da scuola si è presentato Hojo…”
Kagome venne interrotta dal ruggito Inuyasha: “COSAAAAA???”
Kagome si affrettò a riprendere il discorso nel tentativo di calmare l’hanyou,
visibilmente imbestialito da quell’annuncio: “No, no… calmati… non è come credi…
è venuto a porgermi le sue scuse… ha detto che era mortificato e non sapeva cosa
gli fosse preso… mi ha chiesto di perdonarlo”
“Spero che tu abbia rifiutato…” intervenne Inuyasha ancora assai irritato.
“No… gli ho detto che lo perdonavo… e che mi avrebbe fatto piacere rimanessimo
amici…”
L’hanyou era diventato viola sentendo quelle parole e subito esplose: “Dopo
quello che ti ha fatto… non posso crederci… ti è dato di volta il cervello!!!”
Il suo volto indemoniato cozzava vistosamente con l’espressione tranquilla di
Kagome, che riprese la parola con tono dolce: “In fin dei conti tu dovresti
comprenderlo Inuyasha… in questo momento ti stai comportando come lui, anche se
poi lui ha esagerato…”
Nel sentire quell’affermazione Inuyasha rimase pietrificato “[Io mi sto
comportando come quello sgorbio… possibile… ma io voglio solo protegger… la…]”
Il mezzo demone si ricordò di quanto aveva detto quella mattina alla ragazza
sulle sue amiche e si rese conto di quello che intendeva dirgli lei, spegnendo
in pochi istanti la sua collera. “Scusami Kagome… hai ragione tu… mi sto
comportando da stupido… se credi che rimanergli amica sia la cosa giusta… io non
interferirò…” le confessò lui con aria un po’afflitta, tenendo la testa bassa,
venendo perciò, preso di sorpresa quando la ragazza gli si gettò con le braccia
al collo sussurrandogli dolcemente: “Non puoi essere un stupido… perché a me gli
stupidi non piacciono…”
“Kagome… ti amo…” le sussurrò prima di baciarla dolcemente.
Ringrazio Lalla86, Kagome93, Luchia nanami e Mlle Nihal per i commenti!! GRASSIE MILLE!!
INTRO: Kagome ha vuotato il sacco... adesso tocca ad Inuyasha...
Ciao a tutti...
Ecco qui l'11esimo capito... e siamo quasi al rush finale...
Capitolo 11
Inuyasha e Kagome rimasero abbracciati a lungo, quando all’improvviso:
“Inuyasha… non dovevi dirmi qualcosa anche tu?”
Nel sentire quell’affermazione il ragazzo la lasciò andare di scatto, e
alzatosi, si spostò di un paio di passi facendo trasparire dal suo viso,
improvvisamente tiratosi, una certa inquietudine, che mise in apprensione Kagome:
“Inuyasha… che hai?” gli chiese lei avvicinandosi nuovamente all’hanyou.
“Ho deciso di andare, Kagome…” disse con tono funebre lui, lasciandola
totalmente paralizzata per lo stupore: “Ho deciso di tornare all’epoca Sengoku…
ma vorrei che tu rimanessi qui ancora qualche tempo…”
La domanda sconcertata di lei non si fece attendere: “Ma perché… e perché io non
dovrei venire con te??”
“Perché non riesco a dominare Tessaiga… e quindi, se tu mi restassi vicina,
correresti solo pericoli… per questo vorrei che rimanessi qui, almeno finchè non
sarò riuscito a venire a capo di difficile situazione.” Spiegò lui con tono
decisamente affranto: era evidente che quelle parole gli costavano molto e
questo Kagome lo aveva chiaramente percepito.
“Io non posso… non voglio abbandonarti Inuyasha… Non ti lascerò affrontare
questa prova da solo… e poi non ho paura, perché so che qualunque cosa succeda…
tu mi proteggerai” ribattè lei con tono amorevole stringendosi al ragazzo che
non potè non ricambiare il gesto.
“Grazie Kagome… se non ci fossi tu…”
“Quando avevi deciso di partire?” gli chiese lei, dopo qualche istante in cui
aveva assaporato la dolcezza di quelle parole.
“Volevo partire subito dopo avertelo detto… perché se ti fossi rimasto vicino,
sapevo che alla fine avrei desistito…” Ammise lui.
“Capisco… allora vado a preparare le mie cose… così possiamo partire” E detto
questo la ragazza si staccò da lui e corse in casa, ripresentandosi circa un’ora
dopo con il suo consueto zaino giallo sulle spalle.
I due salutarono tutti e si gettarono nel pozzo, venendo catapultati nell’epoca
Sengoku, dove i loro più cari amici li stavano attendendo ormai notevolmente
preoccupati. Inuyasha prese in braccio Kagome e con un singolo balzo uscì dal
pozzo e dopo averla fatta salire sulle sue spalle si diresse a gran velocità
verso il villaggio della vecchia Kaede, raggiungendolo dopo qualche minuto.
“Kagome… Inuyasha!!! Siete tornati finalmente!!” Shippo corse incontro ai due e
si rannicchiò tra le braccia dell’amica.
“Piccolo Shippo… sei guarito vedo!!” Notò compiaciuta lei accarezzandogli la
testa
Alle grida di Shippo in breve accorsero anche Miroku, Sango e la vecchia Kaede
che dopo l’allegria iniziale per aver ritrovato i propri compagni di avventure,
vollero sapere come mai fossero stati via così a lungo, ammettendo di essere
stati in pensiero, soprattutto viste le condizioni in cui Inuyasha aveva
abbandonato il villaggio.
I due passarono la serata a rassicurare i loro amici, raccontando poi le varie
situazioni in cui si erano venuti a trovare in quei giorni.
“Sarà meglio andare a letto adesso… domani dovremo alzarci presto se vogliamo
riprendere la nostra ricerca!” Affermò Miroku alzandosi e dirigendosi verso la
capanna dove solitamente dormivano, seguito a ruota da Sango, che si portò via
anche Shippo, lasciando soli Inuyasha e Kagome.
I due, dopo aver controllato velocemente che gli altri fossero effettivamente
andati a dormire, si sedettero vicini davanti al fuoco, che nonostante si stesse
spegnendo, ancora emanava una luce fioca e un po’ di calore.
“Sono felice che alla fine tu sia venuta con me… Kagome…” ammise l’hanyou
cingendola con il braccio sinistro, mentre lei appoggiava la testa sul suo
petto.
“Anche io sono felice di essere qui… con te…” gli rispose lei con voce calda e
delicata coccolandosi nell’abbraccio di lui.
“Forse dovremmo andare a letto anche noi… la tua è stata una giornata faticosa e
hai sicuramente bisogno di riposare…” le sussurrò Inuyasha rompendo il silenzio
che regnava ormai da un po’ di tempo, ottenendo dalla ragazza a mala pena un
cenno di assenso con la testa: quella posizione così piacevole l’aveva fatta
totalmente rilassare fino quasi a farla addormentare.
Il mezzo demone la prese in braccio e si diresse lentamente verso la capanna e
una volta lì, con infinita delicatezza infilò Kagome nel sacco a pelo,
fermandosi poi, per pochi istanti, ad ammirarla: “[È così bella… e quando dorme
ha un’espressione così rilassata e felice… sembra una bambina…]” finendo per
appoggiare gentilmente le sue labbra su una guancia di lei in un caldo bacio
della ‘buona notte’
Era già pronto a ritrarsi, per raggiungere il suo consueto angolo in cui
riposare, quando una mano lo tirò per una manica della veste attirando la sua
attenzione quanto bastava per udire una voce dolcissima e impercettibile: “Dove
credi di andare Inuyasha… tu devi restarmi vicino… non ricordi?” Era Kagome che
lo voleva trattenere accanto a lei.
Inuyasha non riuscì, stregato dal sorriso a dalla voce sensuale di lei, a
opporre un rifiuto, anche se temeva che, venendo scoperti dagli altri, sarebbero
stati oggetto di continue battute e allusioni, soprattutto da parte di Miroku.
Ma il pensiero di dormire ancora una notte vicino a colei che amava superò ogni
resistenza facendolo coricare accanto alla ragazza, stringendola in un tenero
abbraccio.
Il mattino seguente avvenne l’inevitabile: i due ragazzi, persi nelle reciproche
coccole si erano svegliati tardi, trovandosi osservati con sguardo malizioso dai
loro compagni che, non poterono evitare di scoppiare a ridere quando, rossi
dalla vergogna, Inuyasha e Kagome si erano separati di scatto schizzando poi ai
lati opposti della capanna fissando il pavimento, assai imbarazzati.
“E bravo il nostro Inuyasha… Adesso però devi raccontarmi tutto… ok?” esclamò
Miroku dandogli ripetutamente pacche sulle spalle, ottenendo la reazione
imbestialita dell’amico: “Fatti gli affari tuoi… e comunque non c’è nulla da
raccontare, perché non è successo nulla!!!”
“Sì sì… se lo dici tu…” commentarono con tono sarcastico il monaco e la
sterminatrice, mentre quest’ultima aveva preso a stuzzicare l’amica: “Dai Kagome…
a me puoi dirlo… ti ha baciata??”
“Ma… ma che stai dicendo Sango… smettila subito!!” ribattè la ragazza ancora più
imbarazzata di prima.
“Brutto cagnaccio rognoso!! Cosa hai fatto a Kagome… rispondi!!” sbottò Shippo
pieno di sicurezza, che perse immediatamente quando Inuyasha lo fulminò con lo
sguardo e alzandosi iniziò a rincorrerlo per tutta la capanna: “Brutto
mostriciattolo… com’è che mi hai chiamato?!? Vieni qui che ti strozzo!!!”
“Kagome… Kagome… Inuyasha mi vuole picchiare!!” gridò il cucciolo di volpe
correndo a destra e sinistra per evitare di farsi prendere dall’hanyou, finendo
la sua folle corsa tra le braccia della ragazza che sconsolata e un po’ a
malincuore pronunciò le fatidiche parole: “Basta Inuyasha… A cuccia…” ottenendo
così di far schiantare il mezzo demone sul pavimento.
“Dannata… ti ci metti anche tu…” esclamò lui con aria contrariata, venendo però
subito calmato dal sorriso che lei gli rivolse per farsi perdonare, prima di
esclamare a gran voce: “Ora sarà meglio mettersi in marcia!” ottenendo
l’approvazione di tutti.
Ringrassio Luchia nanami, Marysq92 (Accipicchia!! 10 commenti uno dietro l'altro
:-) ) e Sesshou No Kon per i commenti... grassie mille!!
Al prossima capitolo
INTRO: Per Kagome e Inuyasha i momenti difficili sembrano essere ormai
superati... sarà così??
Ciao a tutti!
Potete far scattare il contatore a -2: ormai la fine de "Il richiamo del sangue,
la volontà del cuore" è assai vicina...
AVVISO
Questo capitolo può provocare gravi forme di intolleranza e di istinto omicida
verso un ben determinato personaggio... quindi ammazzate lui e non me... anche
perché, altrimenti... niente lieto fine.
Bon... vi lascio leggere in pace... Buona lettura
(sergente mi passi l'elmetto ndRagnarok79)
Capitolo 12
Nei giorni seguenti, il gruppetto si spostò di villaggio in villaggio senza
incontrare nessuna difficoltà, mantenendo perciò l’atmosfera scherzosa della
partenza, finchè giunti nei pressi di un nuovo paese: “Fermi…” disse Inuyasha
con tono assai serio iniziando ad annusare intensamente l’aria: “C’è odore di
sangue umano… e di un demone… ma non riesco a capire di che tipo…”
“Sarà meglio avvicinarsi al villaggio con cautela allora” osservò Miroku
freddamente.
“Già… concordo… Kagome… tu e Shippo rimanete vicino a me!” concluse l’hanyou
riprendendo la marcia, ma, giunti a destinazioni, furono preda dello sgomento:
tutti gli abitanti erano stati massacrati e i loro corpi orribilmente mutilati.
Quella scena raccapricciante era insostenibile per gli occhi del povero Shippo
che nascose il viso nel petto di Kagome, la quale, come Sango e Miroku, distolse
lo sguardo da quell’orrore, mentre Inuyasha, pur sconvolto, esaminava ogni
angolo per individuare il responsabile della carneficina, temendo ora per la
vita dei suoi amici.
D’un tratto un essere sbucò fuori da una capanna fermandosi proprio davanti al
gruppo esclamando tra forti risate: “Bene… bene… altro divertimento… mi stavo
iniziando ad annoiare…”
“Bastardo… sei stato tu a massacrare tutta questa gente!!” gridò furibondo l’hanyou
preparandosi ad estrarre Tessaiga anche se l’esitazione in lui era forte. Sapeva
infatti di non essere ancora in grado di padroneggiarla al meglio, sentendola
ancora troppo pesante.
“Beh… si… è stata una piacevole distrazione… troppo effimera tuttavia…” rispose
il demone con tono arrogante, marcando con la voce il disappunto per la rapida
fine di quel ‘divertimento’.
Nel sentire quelle parole Inuyasha si imbestialì gettandosi contro lo youkai
pronto a colpirlo con gli artigli: “Maledetto! Muori!!!Sankon Tessou…”
“Tutto qua… mezzo demone… cosa pensavi di fare?” Il demone lo schernì dopo aver
evitato il suo attacco con facilità “Ora se non ti dispiace, è arrivato il mio
turno… Addio essere inferiore!!” Partendo all’attacco, con una velocità
incredibile, il demone colpì ripetutamente Inuyasha scaraventandolo contro il
muro di una baracca con l’effetto di farla crollare sull’hanyou.
“Che inutile seccatore… confido che voi mi farete divertire molto di più”
affermò il demone, rivolgendosi al resto del gruppo rimasto frastornato da
quanto era successo.
“Inuyasha… no…” sussurrò Kagome in preda alla disperazione urlando poi a pieni
polmoni “Inuyasha!!” Tendendo nel contempo l’arco e incoccando una freccia:
“Maledetto…”
“E tu cosa vorresti fare con quella stupida freccia, mio grazioso bocconcino??”
le domandò sorridendo malignamente lo youkai iniziando ad avvicinarsi ai
quattro, quando una voce conosciuta attirò la sua attenzione.
“Kagome… smettila… questa questione la chiudo io…” e rivolgendosi poi
direttamente al demone: “E tu… maledetto… non provare nemmeno a guardarla… il
tuo avversario sono io!!”
“Inuyasha!!” gridò Kagome piena di felicità, mentre lo youkai gli rispose con
tono infastidito: “Naraku mi aveva detto che eri un tipo ostinato… pulce… ma non
ti preoccupare, prima schiaccerò te e poi mi divertirò con la tua amichetta”
concludendo con un ghigno.
“Maledetto… dunque anche tu sei un servo di Naraku…” osservò l’hanyou estraendo
Tessaiga, sentendone subito l’elevato peso: “[Dannazione è ancora così
pesante…]”
“Diciamo di sì… ma tanto questa informazione non ti sarà più necessaria… perché
stai per morire!” Detto questo lo youkai si lanciò nuovamente su Inuyasha, che
nonostante gli sforzi per tenere testa all’avversario, fu prima disarmato e poi
ferito, trovandosi gli artigli affilati del nemico piantati nella spalla,
ricevendo infine una raffica di colpi che lo fecero stramazzare a terra privo di
forze e pressoché svenuto.
“Bene… sistemato questo scherzo della natura… passiamo a divertimenti più
interessanti…” affermò il demone soddisfatto, girandosi poi verso Kagome,
indicandola: “E ora tocca a te farmi divertire…” iniziando a muoversi con calma
verso il quartetto.
Miroku, nel sentire quelle parole si mosse d’istinto fuori dal gruppo per
proteggere le due amiche, pronto ad usare il vortice: “[Con il vortice dovrei
sistemarlo a dovere senza troppi problemi…]” ma come se gli avesse letto nella
mente quelle intenzioni, il demone lo ammonì: “Monaco… fossi in te ci
ripenserei… se usi il vortice contro di me morirai di sicuro, senza nemmeno
riuscire a eliminarmi…” gustandosi l’espressione sconvolta del monaco
“Che vuoi dire… maledetto”
“Semplicemente che il mio sangue è in realtà un potente veleno… quindi mi
basterebbe staccare una minima parte del mio corpo e farla risucchiare dal tuo
vortice per farti morire all’istante…” aggiungendo poi ridendo di gusto: “Come
vedi non puoi fare nulla contro di me!!!”
Lo youkai riprese ad avanzare quando qualcosa lo distrasse nuovamente dal suo
obiettivo: “Questo odore… non può essere!!” esclamò sconcertato girandosi di
scatto nel tentativo di individuare il suo nuovo avversario, finchè il suo
sguardo non cadde su Inuyasha che nel frattempo si era accucciato, rimanendo a
testa bassa nella più totale immobilità.
“Oh no… Inuyasha… si è trasformato…” osservò Sango sgomenta, andando subito a
cercare con lo sguardo gli occhi di Kagome, scoprendola terrorizzata per quanto
stava accadendo.
“Kagome… che hai… Kagome?” le chiese l’amica scuotendola energicamente,
riuscendo ad ottenere solo una risposta incomprensibile: “No… non può essere… è
tutto come… tutto come l’altra volta…”
In un attimo gli occhi di Kagome si riempirono di lacrime mentre il suo cuore
era pervaso dal terrore, finchè straziata da quelle sensazioni e da nefasti
presagi, gridò “INUYASHA… torna in te… ti prego!!”
Inuyasha, nel sentire quella voce carica di dolore, alzò la testa mostrando il
volto ormai recante i segni della trasformazione: gli occhi iniettati di sangue
scorsero rapidamente il campo di battaglia, fino a fissarsi proprio su colei che
aveva gridato il suo nome, sussurrando a zanne strette: “Ka… Kagome…”
Il demone era rimasto per un attimo pietrificato vedendo il nuovo terrificante
aspetto dell’hanyou, ma, resosi conto della sensazione appena provata, andò su
tutte le furie. Ritenendosi umiliato e covando dunque vendetta, si lanciò sul
mezzo demone pronto a sferrargli un colpo mortale.
Inuyasha non si mosse fino all’ultimo, poi, all’improvviso, tutto il suo corpo
si tese quasi allo spasmo, mentre afferrava al polso l’avversario schiantandolo
a terra con una violenza incredibile e una volta atterrato, gli saltò addosso
iniziando a farlo a brandelli.
Ancora una volta la sete di sangue e di violenza si stava facendo strada nella
sua mente ormai dominata dalla sua parte demoniaca, quando qualcosa attrasse la
sua attenzione: Kagome aveva raccolto Tessaiga e gli era corsa incontro. L’hanyou
fece un balzo indietro mettendosi sulla difensiva, pronto tuttavia ad aggredire
nel modo in cui aveva già dimostrato di saper fare, senza riuscire tuttavia ad
intimorire la ragazza, che ora si avvicinava lentamente, ma con decisione.
“Fermati Kagome… così ti farai ammazzare!” Le gridò Sango oramai troppo distante
per riuscire a fermarla.
“Adesso la sbranerà… povera Kagome…” strillò Shippo piagnucolando e girandosi
dall’altra per non guardare la scena.
“Divina Kagome… tornate indietro… vi prego!!” Aggiunse Miroku cercando anche lui
di far desistere la ragazza dai suoi intenti, che a loro giudizio l’avrebbero
condotta a morte certa.
Kagome non rispose e continuò ad avanzare, fino a quando arrivata davanti a
Inuyasha, questo si alzò di scatto con gli artigli pronti a colpire, senza
tuttavia farlo, come se fosse trattenuto da qualcosa.
“Inuyasha… ti prego… torna in te…” sussurrò lei, conficcando Tessaiga nel suolo
tra loro due, mentre le lacrime le rigavano ancora il viso.
L’hanyou restò immobile per qualche istante, ma all’improvviso,con uno scatto
fulmineo sembrò volerla colpire. Inuyasha all’ultimo si ritrasse allontanando
gli artigli da Kagome provocando tuttavia la sua caduta all’indietro per lo
spavento e uno strappo in una manica dell’uniforme scolastica.
Il mezzo demone rimase nuovamente immobile a guardare quella ragazza che non
faceva trasparire la minima paura al suo cospetto, quando, come fosse stato
folgorato, si accasciò al suolo urlando come un forsennato: la trasformazione se
pur a fatica stava regredendo sotto la spinta della volontà di Inuyasha, nel
tentativo di proteggere Kagome.
“Inuyasha!!” gridò la ragazza, mentre nel suo cuore, la speranza combatteva
strenuamente contro la paura di non riuscire a strapparlo a quella follia
demoniaca e quindi di perderlo per sempre.
Il ragazzo, infine, stese la mano e afferrò la spada mentre il resto del corpo
si contorceva ancora per gli spasmi causati dalla lotta che si combatteva
all’interno del suo animo, riuscendo da quel momento a riprendere, poco alla
volta, il controllo su se stesso, fino a ritornare il mezzo demone di sempre.
“Kagome!!” urlò, precipitandosi affianco a lei mentre sopraggiungevano anche i
loro amici: “Che ti ho fatto Kagome??” chiese, notando il piccolo squarcio nella
manica della sua uniforme.
La ragazza stava per rispondergli in modo rassicurante, quando giunto da loro,
Shippo sbottò contro Inuyasha: “La stavi per UCCIDERE… maledetto cagnaccio
rognoso!!!”
Nel sentire quelle parole il ragazzo si sentì morire al pensiero di aver fatto
del male a colei che amava e nemmeno le parole di Kagome, tese a smentire quanto
il cucciolo di volpe aveva appena detto, suscitarono alcun effetto. Il ragazzo
si scurì profondamente in volto e mentre si alzava pronunciò parole cariche di
tristezza e rammarico: “Scusami Kagome… tornerò quando questa bestia dentro di
me… sarà completamente soggiogata…”
Inuyasha si voltò di scatto e iniziò a correre lontano, sentendo nella testa
rimbombare la voce singhiozzante di Kagome che lo implorava di fermarsi, mentre
nel cuore l’eco delle parole del piccolo Shippo continuava a dargli la
sensazione di mille pugnalate.
La ragazza non potè far nulla per fermarlo e mentre cercava di ritrovare un
contegno, ripensava tristemente a quello di cui si era accorta mentre l’hanyou
si era voltato per scappare: Inuyasha stava piangendo.
Piaciuto??
Spero cmq di si... nel frattempo ringrazio Marysq92, Kagome_chan89 e Luchia
nanami per i commenti
INTRO:Inuyasha è psicologicamente distrutto... ce la farà a ritrovare la
forza di andare avanti??
Ciao a tutti!!
Riecchime pronto a presentarvi il primo dei due capitoli extra di "Il richiamo
del sangue, la volontà del cuore"...
Colgo l'occasione per spiegare come si è arrivati alla fine del 12esimo
capitolo, che inizialmente doveva essere la fine anche della ff.
In realtà questa ff era nata per colmare, nella mia mente malata, il
bruttissimo, a mio parere, stacco che sussisteva tra la fine del 52esimo ep e
l'inizio del 53esimo... Per chiarirci, prima Inu è con Kagome (Quella bella
scena dove lei lo consola) e poi PUFF! Per magia Inuyasha non c'è più e Kagome &
Co. non sanno dove sia...
Sostanzialmente la fine della mia misera ff doveva proprio ricollegarsi
all'inizio dell'ep 53.
Personalmente adesso che ho scritto anche i due extra mi sento molto più
soddisfatto, spero che lo sarete anche voi!!
Buona lettura!
Capitolo extra 1
Inuyasha corse per diverse ore a perdifiato, attraversando boschi e pianure,
fino a quando incapace di proseguire oltre, crollò a terra nel bel mezzo di una
foresta, per poi strisciare per qualche metro, ritrovandosi sotto un albero che
gli ricordava vagamente Goshinboku. Restò lì, continuando a piangere, mentre
sentiva le parole di Shippo rimbombargli ancora nel cervello: come aveva potuto,
anche solo tentare di fare del male a Kagome? Si odiava per questo e provava
ribrezzo di sé stesso al solo pensiero di cosa gli si agitava dentro.
In un attimo di pazzia, decise che avrebbe posto la parola fine a quella
faccenda e avrebbe impedito a quella belva di fare altri danni nella maniera più
semplice e indolore per tutti: togliendosi la vita. Si mise in ginocchio e con
uno scatto afferrò l’elsa di Tessaiga, ma questa lo respinse, lasciando il mezzo
demone stordito, ma non meno determinato a portare a compimento il suo
proposito. Senza ragionare sul fatto appena accaduto, Inuyasha si afferrò alla
base del collo con la mano sinistra mentre la destra, ben tesa, era tenuta a
mezz’aria, pronta a colpire. Fece per affondare il colpo ma si bloccò con gli
artigli a meno di un centimetro dalla propria gola: in quel momento, nella sua
mente, era passato come un flash l’immagine di Kagome.
Ritrasse la mano per tentare nuovamente e nuovamente la stessa immagine lo
fermò: non ce la faceva. Il desiderio di rivederla era più forte della sua
volontà di farla finita: si lasciò andare in avanti finendo carponi,
domandandosi se fosse più codardo per non essere riuscito a uccidersi o per aver
tentato di farlo. Ricominciò a piangere: Kagome gli mancava, ma con che coraggio
avrebbe mai potuto guardarla in faccia. No, non ci sarebbe riuscito, almeno
finché quella parte spaventosa di sé era ancora libera di manifestarsi e quindi
di farle del male.
Inuyasha sorrise amaramente: come un cacciatore instancabile, durante la sua
intera esistenza, aveva inseguito il suo lato demoniaco per farlo emergere e ora
che sapeva di cosa si trattava, i ruoli si erano invertiti ed era lui a scappare
da quell’essere assetato di sangue, che lo braccava pronto a saltar fuori e
impossessarsi del suo corpo e compiere le più indicibili atrocità.
Aveva passato una vita ad odiare la sua parte umana definendola il suo punto
debole, magnificando invece quella demoniaca ed ora invece, proprio quest’ultima
era l’oggetto del suo odio, mentre verso l’altra si sentiva quasi in colpa: se
l’avesse sostenuta invece che repressa, forse ora sarebbe stata in grado di
dominare il demone sanguinario che gli si agitava dentro. Senza contare che i
momenti più belli della sua esistenza glieli aveva offerti proprio la sua
umanità.
Recuperato un barlume di lucidità, il mezzo demone si rese conto della follia
che stava per compiere e questo gli provocò un brivido: stava per lasciarla da
sola per sempre! Stava per abbandonare Kagome, quando le aveva promesso di
restarle sempre vicino. Eppure ormai sapeva quanto ci tenesse a lui e che la sua
morte le avrebbe provocato solo altra sofferenza.
Si diede dello stupido, mentre si asciugava rapidamente il volto bagnato dalle
lacrime con una manica del Kariginu. Avrebbe trovato un'altra soluzione, ma per
poterlo fare doveva prima parlare con chi conosceva Tessaiga meglio di chiunque
altro: Totosai.
“Come sta Kagome?” Sango aveva fatto appena in tempo ad uscire dalla capanna
abbandonata, usata per passare la notte al coperto, che Miroku gli aveva posto
quella fatidica domanda.
“Anche se tenta di non darlo a vedere… io credo che sia a pezzi… Non è un
momento facile per lei: Inuyasha non si è fatto più vedere da ieri… e
considerando lo stato in cui si è allontanato, non c’è da star tranquilli…
sembrava distrutto…”
“Già… spero non faccia qualche sciocchezza…” Commentò lui, staccandosi dal muro
sul quale era appoggiato.
“Credo sia proprio questa la più grande paura di Kagome.”
“È… è tutta colpa mia!!” Frignò Shippo, consolato subito dalla sterminatrice.
“Non fare così Shippo… eravamo tutti preoccupati… tu non potevi immaginare che
Inuyasha avrebbe reagito a quella maniera…” Gli disse accarezzandogli il capo,
prima di prenderlo in braccio.
“Temo che comunque non possiamo fare nulla…” osservò Miroku avvicinandosi a
Sango.
“No!” sbottò Kagome comparendo sulla soglia della capanna “Io non starò qui a
far niente mentre lui è chissà dove a soffrire… dobbiamo andare a cercarlo!”
aggiunse, con un tono che non lasciava molto spazio ad una qualunque tipo di
replica.
Miroku e Sango annuirono, ammutoliti dall’atteggiamento terrificante dell’amica,
correndo a prepararsi per la partenza, lasciando soli la ragazza e il cucciolo
di volpe.
“Kagome… scusa… io… io…”
“Shhh… non serve che ti scusi Shippo… Sono sicura che Inuyasha sta bene… lo
troveremo e tutto si aggiusterà” Disse dolcemente lei, inginocchiandosi davanti
al piccolo youkai per accarezzarlo, mentre tentava di convincere anche se stessa
della veridicità delle parole appena pronunciate.
Inuyasha non si era fermato nemmeno per un istante, continuando a correre per
tutta la notte e buona parte del giorno successivo, giungendo infine alla
bottega di Totosai.
“Totosai!! Totosai!!” Gridò entrando nella grande caverna.
“Oh… Inuyasha, sei tu! A cosa devo questa vis…” Il vecchio demone non fece
nemmeno in tempo a finire la domanda che l’hanyou lo interruppe “Totosai… dimmi
come alleggerire Tessaiga… io… io non voglio più trasformarmi!!” Lo supplicò
disperato, guardandolo dritto negli occhi.
“Vieni… siediti e raccontami tutto… altrimenti non potrò aiutarti…” Il mezzo
demone annuì e sedendosi davanti al fabbro iniziò a raccontargli tutto ciò che
era successo dal loro ultimo incontro, evitando ovviamente i particolari
personali.
“Dunque ti sei trasformato ancora e hai rischiato di fare del male a Kagome…”
Inuyasha annuì con un espressione contrita dipinta in volto.
“Brutto affare… io speravo che tu fossi già riuscito a dominare Tessaiga… invece
hai ancora questo tipo di problemi… beh, quantomeno hai capito da solo che sia
il caso di evitare altre trasformazioni…”
“C’è un modo per alleggerirla… vero!?!”
“Beh… per esistere… esiste… ma è un modo potenzialmente pericoloso… molto
pericoloso!”
“Non mi importa di quanto possa essere pericoloso… dimmi cosa devo fare!!”
Il demone sospirò riconoscendo l’hanyou cocciuto che conosceva. “Devi recarti
nella valle di Ryukotsusei…”
“Ryu… kotsu… sei… hai detto??” Chiese un vocina nota a tutti e due.
“Vecchio Myoga?? E tu cosa ci fai qui??”
“Signorino Inuyasha!! Non dovete per nessun motivo andare in quel luogo… è una
follia!!” Esclamò terrorizzato il demone pulce, trovandosi, per tutta risposta,
schiacciato da una manata di Inuyasha “Sta zitto dannato... se lì riuscirò ad
alleggerire Tessaiga… io ci andrò e nulla mi fermerà!” e rivolgendosi a Totosai
riprese il discorso “Cosa devo fare quando sarò lì?”
“Devi sapere che in quella valle fu sigillato da tuo padre un potente demone
drago… tu dovrai trafiggere il cuore di Ryukotsusei con la lama di Tessaiga e
bagnarla con il suo sangue… ma bada… nel farlo non devi svegliarlo per nessun
motivo… sarebbe la tua fine!”
“Ho capito…”
Inuyasha passò la notte da Totosai e dopo averlo ringraziato frettolosamente ed
essersi fatto spiegare l’ubicazione della valle, prese con sé Myoga e partì alla
volta della sua nuova destinazione.
Per il mezzo demone raggiungere la valle fu abbastanza facile, grazie alle
precise indicazioni della vecchia pulce, ma addentrarvisi fu tutt’altra
questione, dovendo scalare un intero costone di roccia praticamente liscia, per
poter accedere al luogo dove Ryukotsusei riposava.
A sua insaputa però, qualcuno comodamente al riparo nel suo castello, lo spiava
attraverso uno specchio magico.
“Non lo trovi interessante Kanna… nessuno dei miei figli è riuscito ad eliminare
il mio odiato nemico… che sia questo Ryukotsusei lo strumento perfetto per
ottenere la dipartita di Inuyasha?” Naraku sogghignò, eccitato all’idea di poter
scatenare il demone drago contro il suo acerrimo nemico.
Nel frattempo, in groppa a Kirara, Kagome, Sango, Miroku e Shippo solcavano il
cielo alla ricerca di qualche indizio del passaggio di Inuyasha o magari di
individuarlo.
“Non possiamo andare avanti così… potrebbe essere ovunque…” Constatò scoraggiato
Miroku mentre continuava a guardarsi intorno.
“Kagome… tu non hai nemmeno una vaga idea di dove possa essere andato? Dopotutto
tu lo conosci meglio di tutti noi…” Le chiese Sango, ricevendo un cenno di
diniego con la testa da parte dell’amica.
“No… l’unica cosa che mi viene in mente, visto che il problema riguarda Tessaiga,
è che possa essere andato a consultarsi da Totosai… ma è solo un’ipotesi campata
per aria… oltretutto non sappiamo nemmeno dove si trovi la bottega di Totosai…”
Il silenzio calò tra i quattro mentre Kirara si dirigeva verso nord.
“Ma quello lì giù non è Totosai?!?!” domandò Shippo indicando la sagoma di un
vecchio con un grosso martello in groppa ad una mucca.
Sango si piegò in avanti avvicinandosi all’orecchio del demone gatto “Scendi
Kirara…”
Kagome non aspettò nemmeno che Kirara toccasse terra e saltò giù correndo verso
il vecchio fabbro gridando come una pazza “TOTOSAI!! TOTOSAI!!”
“Kagome!! Che ci fai tu qui?”
“Stiamo cercando Inuyasha… tu lo hai visto o sai dove potrebbe essere?”
“Capisco… dunque se né andato veramente senza dirvi nulla…” Constatò il demone
rimanendo per un attimo in silenzio a riflettere.
“Allora tu lo hai visto!! Dimmi dov’è… ti prego Totosai!!”
“Non credo sarebbe saggio dirti dove sta andando… perché di sicuro vorresti
seguirlo… e non è un posto sicuro…”
“Totosai… io… io devo vederlo! Ti prego… dimmi dove sta andando!!” Lo supplicò,
iniziando a scuoterlo energicamente, ottenendo solo di farlo cadere dalla sua
cavalcatura.
“Va bene… va bene… si sta dirigendo alla valle di Ryukotsusei…”
“La valle di… Ryukotsusei… fa venire i brividi solo a sentirla nominare” osservò
Shippo avvinghiato ad una gamba di Kagome.
“In effetti non è un bel posto… lì è stato sigillato un potente demone drago…
Inuyasha si sta recando là per trafiggere il cuore di quel mostro, rendendo così
più leggera Tessaiga.”
“Eccolo… quello è Ryukotsusei… immobilizzato dall’artiglio di vostro padre…”
Affermò il vecchio Myoga illustrando la scena davanti agli occhi del suo giovane
padrone.
“Dunque mi basterà colpirlo ed il gioco…” Inuyasha si interruppe avvertendo una
presenza indesiderata. Una risata malvagia riecheggiò per tutta la valle, mentre
una figura coperta da una pelle di babbuino bianco faceva la sua comparsa,
proprio sul sigillo.
“Salve Inuyasha… da quanto tempo…”
“Naraku… bastardo… cosa sei venuto a fare qui???” sbottò Inuyasha portando
istintivamente la mano sull’elsa di Tessaiga.
Naraku non rispose nulla, ma si inginocchiò toccando con la mano la superficie
dell’artiglio, contaminandola con il suo miasma velenoso “Buon divertimento…”
Disse ridendo, prima di sparire, per poi ricomparire su un picco vicino, mentre
il sigillo veniva rapidamente consumato dal suo tocco, materializzando la più
grande paura di Myoga: Ryukotsusei si stava svegliando.
Il corpo possente del demone drago si mosse lentamente liberandosi dalla roccia
che lo tratteneva, ottenendo di far franare gran parte dell’intero costone.
“Ryukotsusei… quello che hai davanti è il figlio di colui che ti ha sigillato…
prenditi la tua vendetta e spediscilo a marcire tra i morti!” gridò Naraku dalla
sua posizione defilata.
Ryukotsusei assottigliò gli occhi puntandoli, con sguardo indagatore, su
Inuyasha.
“Signorino dobbiamo andarcene!! Non avete speranze contro di lui… persino vostro
padre lo sigillò con grande fatica!” Piagnucolò Myoga dalla spalla del mezzo
demone, mentre questo era intento ad osservare il colosso appena risvegliato.
“Io non vado da nessuna parte… in fin dei conti l’idea di colpire un demone
sigillato non mi è mai piaciuta… Lo trafiggerò e renderò più potente e leggera
Tessaiga!”
“Tu… canaglia… hai detto di volermi trafiggere… Divertente… credo che ti lascerò
giocare un po’…” commentò beffardo le parole del mezzo demone che furibondo non
si trattenne dal rispondere.
“Tu vorresti farmi giocare… vedremo… se avrai ancora voglia di fare lo spiritoso
fra poco!” sbottò Inuyasha lanciandosi all’attacco, imitato dal demone che tentò
di azzannarlo e ingoiarlo.
“Ma… ma che succede?? Avverto un aura maligna di incredibile intensità… e cosa
sono quelle nubi di sventura che si raccolgono in quella zona??” chiese
intimorito Miroku, indicando il punto con la mano.
“Non può essere! Questa energia… Ryukotsusei…” tartagliò Totosai spaventatissimo.
“Che vuoi dire Totosai?” chiese preoccupata Kagome, vedendolo praticamente
sbiancare.
“Là c’è la valle di Ryukotsusei… e questa è l’aura di quel demone… quello
stupido di Inuyasha deve averlo liberato dal sigillo!!”
“Vuoi dire che Inuyasha sta combattendo da solo contro quel mostro??” si informò
Sango.
“Già…”
Kagome si sentì svenire al pensiero di Inuyasha che affrontava da solo un nemico
come quello, senza poter far effettivo conto su Tessaiga. “Dobbiamo andare ad
aiutarlo!!” Gridò, correndo nella direzione della valle, seguita a ruota dagli
amici e, infine anche da Totosai.
Lo scontro tra l’hanyou e lo youkai drago si era fatto subito feroce,
soprattutto da quando quest’ultimo aveva iniziato a sputare proiettili di aura
demoniaca concentrata, il primo dei quali aveva spazzato via quello che si era
poi rivelato un mero simulacro di Naraku.
Inuyasha aveva schivato tutti i colpi abilmente e ora si trovava faccia a faccia
con il demone, che lo sovrastava con tutta la sua mole. Il mezzo demone scrutò
attentamente il corpo di Ryukotsusei, individuando infine la cicatrice lasciata
dall’artiglio del padre e quindi la posizione del cuore del mostro: il suo primo
obiettivo.
“[Mi basterà colpirlo in quel punto per sconfiggerlo e potenziare Tessaiga]”
Pensò lanciandosi all’attacco, pronto a conficcare la lama nel punto vitale
dell’avversario. Contro ogni previsione Tessaiga, invece di conficcarsi nelle
carni dello youkai, venne respinta, facendo volare all’indietro un incredulo
Inuyasha.
“Piccola canaglia… cosa pensi di poter fare con quella spada poco affilata? Il
mio corpo è più resistente di qualunque metallo!” Affermò trionfale Ryukotsusei,
sputando poi l’ennesimo proiettile energetico.
Inuyasha lo schivò atterrando in piedi, indeciso tuttavia sul come affrontare un
nemico rivelatosi assai più ostico di ogni possibile previsione.
“Signorino Inuyasha… la prego… dobbiamo ritirarci! Scontrarsi con Ryukotsusei è
una follia… persino vostro padre riuscì a mala pena a sigillarlo…”
“Smettila ti ho detto!!”
“Vi prego… dovete ascoltarmi… voi non sapete che vostro padre morì proprio in
seguito alle ferite riportate nella battaglia contro Ryukotsusei!” L’espressione
che assunse l’hanyou nel sentire quelle parole lasciava trasparire chiaramente
lo stupore, la rabbia e il panico che lo scuotevano in quel momento.
“Non pensavo che fosse morto…beh ha avuto quello che si meritava… e tu, piccola
canaglia, tu che sei figlio di quel demone… non vorrai dirmi che sei venuto a
vendicarlo… e per di più con quella spada poco affilata.” si intromise il
demone, guardando divertito chi ormai considerava un cadavere che cammina.
“Io non ho alcun ricordo di mio padre… non è per vendicarlo che sono venuto sin
qui!”
“Come potete dire una cosa del genere… Quante volte Tessaiga, la spada di vostro
padre, vi ha salvato!!”
“Bah… non rompere Myoga!”
“Che figlio ingrato… io non voglio avere nulla a che fare con voi!!” Esclamò il
demone pulce allontanandosi velocemente, in quella che molto probabilmente era
una delle sue indecorose fughe.
“Ecco… scappi come sempre… dannato Myoga” mormorò Inuyasha fissando il punto in
cui la pulce era sparita, accorgendosi, perciò, all’ultimo momento di un colpo
di coda di Ryukotsusei che lo investì in pieno scaraventandolo contro un fianco
della vallata.
“[Dannazione… ce la devo fare… sconfiggerò Ryukotsusei e finalmente la mia zanna
con cui è stata riforgiata Tessaiga supererà quella di mio padre!]” Si disse,
mentre faticosamente si rialzava pronto a lanciarsi nuovamente all’attacco.
“Quest’aura è insostenibile… è difficile credere che sia opera di un solo
demone…” Commentò Miroku, seduto dietro Sango in groppa a Kirara,.
“Ve l’avevo detto che era un bel guai… e non è tutto… Ryukotsusei quando dà in
escandescenza è in grado di tramutare in una landa desolata tutta questa
regione…”
“Ma… ma questo Ryukotsusei è davvero così potente?” chiese preoccupata Kagome,
incassando un cenno affermativo da parte di Totosai.
“Ma allora come farà Inuyasha a sconfiggerlo?” intervenne Sango
“L’unico modo sarebbe colpirlo con il Bakuryuuha… l’onda esplosiva del drago…”
“Bakuryuuha??” chiesero in coro gli altri quattro.
Il demone sospirò e spiegò loro tutto “È una specie di tecnica segreta di
Tessaiga… la massima espressione della sua potenza”
“Qualcosa di più potente del Kaze no Kizu??” si informò Miroku, sbalordito da
quella rivelazione.
“A confronto del Bakuryuuha, il Kaze no Kizu è una cosa da principianti…”
“Ma Inuyasha come potrà usare una tecnica del genere?!? Non la conosce e per di
più riesce a mala pena ad impugnare Tessaiga ed usarla!”
“Allora temo non ci sia speranza…” concluse sfiduciato il fabbro.
Prima che potesse obiettare qualcosa la sua attenzione fu catturata da Miroku,
sul cui petto si era appena spiaccicato un personaggio assai familiare.
“Vecchio Myoga?? Che ci fai qui?? Non avrai abbandonato Inuyasha al suo destino
un’altra volta??” chiese il monaco guardando il piccolo demone pulce appiattito
sulla sua mano, ma quando si rese conto di cosa implicava la presenza di Myoga
lì, si girò di scatto verso Kagome, che lo guardava angosciata “Kagome!”
“[Ti prego Inuyasha… ti prego non morire!!]”
Piaciuto?? Spero vivamente di si... nonostante l'uso, da parte mia, degli ep
originali come falsa riga (TACI!! che forse non si notava ndvocina)...
Intanto ringrazio infinitamente Kagome_chan89, Luchia nanami e Marysq92 per i
commenti... spero di avere ancora i vostri pareri!!
Siamo infine giunti all'ultimo capitolo (questa volta sul serio nd Ragnarok79)
della mia prima ff e devo ringraziare veramente tutti! più di 50 commenti e un
cospicuo numero di letture sono un traguardo totalmente inatteso!
Spero di poter leggere ancora i vostri commenti alle mie prossime fic... a
partire da "Il risveglio del MALE"
Ora è però il caso di lasciarvi leggere il capitolo in santa pace... Buona
lettura!
Capitolo extra 2
Inuyasha stava tentando disperatamente di evitare gli attacchi dell’avversario,
cercando, nel contempo, di aggirarlo per colpirlo non frontalmente, ma il demone
non sembrava disposto a dargli tregua
Al termine di quella pioggia di bombe energetiche, l’hanyou si ritrovò a terra
dolorante, mentre Ryukotsusei si avvicinava deridendolo.
Il mezzo demone si tirò su un po’ a fatica e si lanciò nuovamente all’attacco,
ma venne fermato da una zampata dello youkai che lo schiantò contro una parete
rocciosa.
Nell’urto, Tessaiga sfuggì di mano ad Inuyasha: la prima si conficcò nel terreno
nel mezzo della stretta valle, mentre lui si schiantò al suolo poco distante. L’hanyou
stese il braccio per tentare di recuperarla, conscio di dover evitare ad ogni
costo la trasformazione, ma un ennesimo assalto del demone lo tramortì
scaraventandolo lontano dalla sua preziosa katana.
Proprio in quel momento sopraggiunsero gli altri che non poterono non rimanere
esterrefatti nell’osservare il demone drago.
“Che delusione… deve essere già morto” valutò Ryukotsusei osservando il corpo
inerme di Inuyasha riverso al suolo, venendo però sorpreso da un’inaspettata
emissione di aura demoniaca. “E adesso che succede??”
“Evidentemente non sei stato nemmeno capace di morire… rimedierò io…” Affermò il
demone avanzando lentamente, senza badare al fatto di schiacciare Tessaiga sotto
il suo corpo.
Come se stesse avvertendo l’avvicinarsi del pericolo l’influsso del sangue
demoniaco si fece più evidente, accelerando la trasformazione, mentre lo youki
di Inuyasha si faceva sempre più intenso.
“Inuyasha non impugna più Tessaiga!” gridò Shippo sporgendosi dalla mucca di
Totosai, aggrappato alla spalla di Kagome.
“Inuyasha… ti prego svegliati… INUYASHA!!” gridò a sua volta la ragazza
disperata “[Inuyasha… non lasciarmi…]”
La voce di Kagome fu come una sveglia per il mezzo demone che improvvisamente
spalancò gli occhi vermigli. Alzandosi velocemente, Inuyasha mostrò del tutto il
suo terrificante aspetto da demone, pronto ad ingaggiare nuovamente battaglia.
Ryukotsusei lo osservò compiaciuto “Bene… il tuo sangue demoniaco si è
risvegliato… questo significa che potrò divertirmi ancora un po’!”
Per tutta risposta, l’hanyou scattò in avanti e prendendo completamente di
sorpresa l’avversario, gli assestò un’artigliata a metà del lungo collo,
provocandogli una ferita da cui, seppur per breve tempo, schizzò copioso il
sangue del drago.
“Inuyasha!! Torna in te… Inuyasha!!” Kagome gridava, ben sapendo che se il mezzo
demone avesse continuato a combattere in forma demoniaca, non sarebbe mai
riuscito ad alleggerire Tessaiga e dunque sarebbe stato condannato a continuare
a trasformarsi, fino a quando il sangue del padre non lo avesse trasformato
definitivamente in una bestia sanguinaria: questo lei proprio non poteva
accettarlo, non poteva perderlo!
“Piccola canaglia… vedi di non montarti la testa!” esclamò alterato Ryukotsusei,
scagliando un altro globo di energia direttamente contro il mezzo demone.
Convinto di aver annientato l’avversario il demone rise soddisfatto, trovandosi
totalmente impreparato quando Inuyasha contrattaccò, facendolo prima
indietreggiare e poi crollare a terra. In quel modo Inuyasha ottenne un altro
importante, per quanto non ricercato, risultato: Tessaiga, che fino a qualche
istante prima era sparita sotto il corpo di Ryukotsusei, ora campeggiava nel
mezzo del campo di battaglia conficcata nel terreno.
“Dobbiamo andarcene…” affermò preoccupato Totosai, mentre spronava la sua mucca
ad allontanarsi.
“Cosa?!?! Dovremmo abbandonarlo qui?? Perché??” strillò Kagome, contraria a
quell’idea, non capendo le motivazioni del fabbro.
“Perché Inuyasha in questo momento è un demone assetato di sangue… potrebbe
attaccare persino noi!” rispose Myoga anticipando quelle cha sarebbero state
sicuramente le parole di Totosai.
“No!! Non mi interessa!! Io non lo lascerò da solo!! Se voi volete andarvene…
lasciatemi qui!!” Kagome era furiosa e scuoteva insistentemente il vecchio
demone davanti a lei, il quale invece cercava di calmarla e bloccarla in qualche
modo.
Kagome si agitò talmente tanto, che improvvisamente, sporgendosi troppo, cadde
dalla mucca demonica, precipitando nel vuoto.
“Kagome!!” gridarono tutti tentando in vano di raggiungerla, mentre lei chiamava
con forza un unico nome: “INUYASHA!!”
Quel grido fece scattare come una molla nel mezzo demone, rimasto immobile ad
osservare l’avversario a terra. Si voltò vedendo la ragazza precipitare e senza
saper nemmeno il perché, sfruttando tutta la sua velocità e agilità demoniaca,
l’afferrò al volo e, stringendosela al petto, con una serie di balzi, scalò un
alto costone, portandola di fatto in un luogo sicuro.
Kagome aprì gli occhi, serrati fino a prima per la paura, solo quando il suo
misterioso salvatore si fu fermato e si trovò ad osservare i lineamenti del suo
mezzo demone. “Inu… Inuyasha…” disse timidamente, mentre sentiva su di lei lo
sguardo inquisitorio di lui, che non riusciva, ormai praticamente privo di
raziocinio, a spiegare quello che era stato un vero e proprio istinto: perché si
trovava lì fermo con quella ningen tra le braccia? Perché l’aveva salvata??
Improvvisamente, la percezione di un movimento nella valle sottostante lo
strappò da quell’immobilità: Inuyasha mollò di botto Kagome facendola cadere a
terra malamente. Indietreggiò con passi incerti senza tuttavia smettere di
fissarla, poi si voltò di scatto e saltò giù, ritornando al campo di battaglia.
L’hanyou era fermo, sul fondo di quella valle, teatro dello scontro con
Ryukotsusei, ad osservare proprio quest’ultimo che lentamente si riprendeva dal
suo ultimo assalto. Lo avrebbe volentieri attaccato per non lasciargli tregua,
ma c’era un che di strano, che aveva iniziato ad avvertire nel momento in cui
aveva protetto quella ningen: ora sentiva un richiamo, una forza misteriosa lo
stava chiamando e qualcosa dentro di lui gli imponeva di non ignorare questo
fatto.
Quasi senza volerlo, incapace di rendersi conto di ciò che gli accadeva, si
mosse verso la katana, con un incedere lento, come se ogni passo fosse il
risultato di una tremenda battaglia combattuta nei più oscuri recessi del suo
animo.
Quella spada: era sicuro che fosse lei a chiamarlo, ma il motivo o il
significato di quell’arma per lui rimanevano un mistero. L’unica cosa ormai
chiara era la necessità di raggiungerla.
“Guardate… Inuyasha… è come se stesse tentando di recuperare Tessaiga nonostante
la trasformazione!!” Fece notare ai compagni Miroku, dopo aver recuperato Kagome.
“[Incredibile… quel ragazzo sta combattendo contro il suo stesso sangue di
demone pur di raggiungere il suo obiettivo… È così forte la volontà della tua
anima Inuyasha??]”pensò stupito Totosai nel vedere quella scena.
“Piccola canaglia… adesso mi hai veramente stancato… È ora di sparire per
sempre!!” tuonò Ryukotsusei, per poi sputare un proiettile di aura demoniaca che
saettò contro Inuyasha, il quale sembrava non essersi accorto di nulla.
“INUYASHA!!” Kagome rimase terrorizzata, vedendo la sfera di energia esplodere,
chiaro segno del suo impatto con il bersaglio. Stava quasi per iniziare a
piangere quando la sua attenzione fu catturata dalla voce di Shippo: “E quello
che cos’è??” Il piccolo kitsune stava indicando una specie di calotta di luce
azzurrina, che scomparendo lentamente rivelò la presenza del mezzo demone,
illeso, con in mano il fodero di Tessaiga.
Nello lo sconcerto generale, fu Totosai a spiegare cosa fosse successo “Ha usato
la barriera del fodero…”
“È vero… successe già nello scontro con i fratelli Raiju!” rammentò Shippo,
quasi a supportare l’affermazione del vecchio demone.
“Il problema è che il signorino Inuyasha non potrà proteggersi nuovamente così…
quel fodero non è indistruttibile!” Intervenne Myoga preoccupato per la piega
che stava prendendo il combattimento.
“Stavolta ti è andata bene!! Ma non funzionerà una seconda volta!!” affermò
Ryukotsusei attaccando un’altra volta.
A salvare da morte certa l’hanyou, intervenne Miroku che, a costo di uno sforzo
incredibile, riuscì a deviare la traiettoria del colpo del demone con il
vortice, di quel tanto che bastava per impedire che colpisse l’amico.
Mentre grossi blocchi di roccia cadevano al suolo frantumandosi, Inuyasha serrò
la mano intorno all’elsa di Tessaiga estraendola dal terreno. L’effetto di quel
gesto fu subito chiaro a Ryukotsusei, che percepì chiaramente lo youki
dell’avversario attenuarsi fino a scomparire, lasciando il posto alla consueta
aura di mezzo demone che caratterizzava Inuyasha.
“Maledetto… come hai osato nascondermi Tessaiga?!? Ma adesso ti sconfiggerò
trafiggendoti!!” sbottò Inuyasha, trasformando Tessaiga, che però gli appariva
ancora assai pesante.
“Sei proprio divertente… canaglia… Ti reggi a mala pena in piedi e quella spada
non è per niente affilata… e tu vorresti uccidere me?? Qui l’unico che morirà
sei tu!!” lo derise il demone, preparandosi a colpire.
Inuyasha fece forza sull’elsa per sollevare la pesante spada che
inaspettatamente iniziò a pulsare, mentre la lama emetteva un lieve bagliore,
lasciando interdetto l’hanyou che sentì Tessaiga alleggerirsi velocemente, fino
a diventare persino più leggera di quanto non ricordasse. La sventolò incredulo
quasi fosse una bandiera, brandendola con una sola mano, ignorando per qualche
istante il suo avversario.
“Guardate!! Inuyasha riesce a sollevare Tessaiga!!” Esultò Kagome felicissima
scuotendo per le spalle Totosai “Ma sì… ma sì… lo vedo da solo!!”
Inuyasha partì all’assalto del demone drago, che rispose con uno dei suo globi
energetici, che esplose proprio dove un attimo prima si trovava il mezzo demone.
Ryukotsusei, per la seconda volta, convinto di aver eliminato l’avversario
abbassò la guardia, trovandosi, un istante dopo, Tessaiga piantata quasi
interamente nel corpo a trafiggergli il cuore.
“Non… non è possibile…” Sussurrò incredulo finendo inevitabilmente per
sbilanciarsi all’indietro mentre Inuyasha estraeva la lama, ormai completamente
impregnata del sangue del demone.
“Tu… maledetta piccola canaglia… come hai osato ferire il mio magnifico corpo??
Ti ucciderò per questo!!” Urlò furibondo Ryukotsusei iniziando a sputare i suoi
proiettili di energia ad un ritmo incredibile pur di riuscire a colpire Inuyasha.
Il mezzo demone, dopo aver abilmente evitato tutti gli assalti, tentò di
contrattaccare venendo però sbattuto violentemente contro un costone da un
movimento della coda del demone drago, che sorrise compiaciuto nel vedere
l’avversario in difficoltà.
“Maledizione… il suo corpo è molto resistente…” Osservò Inuyasha rialzandosi,
indeciso sul come poter affrontare quello scontro.
“Te l’ho già detto con quel giocattolo spuntato che ti ostini a brandire, non
potrai mai impensierirmi!”
“Taci!! Per me non avrebbe alcun senso combattere senza Tessaiga!”
“[Se solo potessi usare la cicatrice… del vento?!?!” Rifletté lui, iniziando
improvvisamente a sentire l’odore familiare della corrente demoniaca della
spada. Si girò ad osservare la katana incredulo, notando come intorno alla lama
di questa, si stesse avvolgendo qualcosa di molto simile allo squarcio che si
creava quando due aure demoniache si scontravano, ma la cosa più incredibile era
che lui ora era in grado di vedere tutto ciò! “[Ma che diavolo succede??]”
“Muori… Canaglia!!!” Urlò Ryukotsusei, attaccando per l’ennesima volta.
“Lo vedremo! Kaze no Kizu!!” Inuyasha per tutta risposta sfoderò il suo colpo
migliore, la cui onda d’urto, non solo annullò l’attacco avversario, ma investì
in pieno il demone drago.
“Lo ha sconfitto!!” Esclamò quasi incredulo Miroku
“Incredibile…” Aggiunse Sango.
“Avete visto Inuyasha ce l’ha fatta!!” Gioì Kagome rischiando di finire un’altra
volta di sotto.
“Che ne dici Totosai??” Domandò l’hanyou al fabbro come per avere una sua
esplicita approvazione per i suoi progressi.
“Ben fatto Inuyasha… ho apprezzato molto… ma credo che sia presto per cantar
vittoria!” Quell’affermazione del demone attirò su di sé gli sguardi
interrogativi del resto del gruppo.
A fugare ogni perplessità in relazione alle parole di Totosai ci pensò
Ryukotsusei che, rimasto pressoché illeso dall’attacco subito, si ergeva
nuovamente in tutta la sua grandezza, mentre il suo youki si espandeva in
maniera preoccupante.
“Tu… piccola canaglia… è tutto qui quello che sai fare?? Ora ti mostrerò la vera
potenza di Ryukotsusei… Addio!!” Esclamò, iniziando a generare una sfera di aura
demoniaca che in breve superò di gran lunga per dimensioni le precedenti.
“Scappa Inuyasha… non puoi affrontarlo!! Lui ora farà sul serio… Hai ottenuto il
tuo obiettivo… accontentati!!” sbraitò il vecchio fabbro, rivolgendosi poi
preoccupato a Sango “Dobbiamo allontanarci di qui… o verremo coinvolti”
“Non dire sciocchezze Totosai… e poi Ryukotsusei ha una gran voglia di
combattere!”
“Sai Ryukotsusei… io in fin dei conti non aspettavo che uno come te… se di
sconfiggerò… vorrà dire che sono diventato più forte di mio padre!!” Aggiunse il
mezzo demone partendo all’attacco, mentre lo youkai drago scagliava il suo colpo
mortale e Kirara e il bovino demoniaco si portavano a una distanza di sicurezza.
Inuyasha puntò dritto contro il globo di energia, conscio di non poterlo
aggirare e deciso quindi a tagliarlo in due pur di farsi strada verso il suo
nemico. Improvvisamente notò l’aura di Tessaiga turbinare mentre si scontrava
con quella del colpo dell’avversario e da un punto preciso provenire un odore
come di bruciato “[Colpirò lì!!]” Pensò, prima di scagliare il fendente, che
ebbe l’effetto di creare un’infinità di gorghi in cui l’energia di Tessaiga e
quella di Ryukotsusei si fondevano e che vagando per il campo di battaglia
iniziarono a fare a pezzi il coriaceo corpo del demone. “NOOO!! Non è possibile…
ha fatto a pezzi il mio corpo più resistente dell’acciaio!!” Gridò quest’ultimo
prima di sparire completamente.
Inuyasha, affaticato dalla lunga battaglia, si mise in ginocchio, mentre
osservava felice Tessaiga, la cui lama poggiava a terra, ma l’elsa era ancora
ben stretta tra le sue mani. Non aveva ben capito cosa fosse successo, ma ora
sapeva di poter scatenare una forza ben maggiore del Kaze no Kizu.
“INUYASHA!!” Kagome balzò giù dalla mucca di Totosai prima ancora che questa
avesse toccato terra, scattando in avanti per correre dal suo hanyou: dove
l’avesse trovato tanto coraggio e agilità non lo sapeva nemmeno lei e non le
importava neanche: ora voleva solo riabbracciarlo e scrivere la parola fine a
quella brutta avventura, iniziando così un nuovo bellissimo capitolo della loro
storia.
Inuyasha, perso nei suoi pensieri, si accorse tardi dell’arrivo della ragazza,
la quale senza pensarci troppo gli si lanciò addosso, in stile placcaggio di
football americano, con il risultato di ritrovarsi sdraiata sul povero hanyou,
steso a terra e dolorante per la botta ricevuta.
Lui stava quasi per urlargli dietro ogni epiteto negativo possibile, quando
avvertì chiaramente l’odore delle lacrime di lei “Inuyasha… Inuyasha… ho avuto
tanta paura… paura di non rivederti mai più…” Disse con voce rotta dai
singhiozzi.
“Ora siamo di nuovo insieme… e io non ti lascerò mai più…” Le sussurrò
abbracciandola per confortarla.
“Me lo prometti?” Gli chiese speranzosa guardandolo dritto negli occhi e
vedendolo annuire sorridente, si strinse maggiormente a lui, per gustare al
meglio quel piacevole tepore che il suo abbraccio le trasmetteva.
L’atmosfera romantica che si era creata, fu rovinata dall’arrivo del resto del
gruppo.
“Devo farti i miei complimenti Inuyasha… non avrei mai creduto tu potessi usare
il Bakuryuuha!” Esclamò soddisfatto il vecchio fabbro.
“Il Baku… che cosa??” Chiese perplesso Inuyasha mettendosi a sedere, continuando
però a stringere Kagome a sé.
“Il Bakuryuuha… il colpo che hai usato per sconfiggere Ryukotsusei! Non dirmi
che lo hai eseguito per caso!!” Rispose, mentre il dubbio che l’hanyou non si
rendesse minimamente conto di ciò che era avvenuto, si faceva sempre più
insistentemente strada nella sua mente.
“Beh… io ho solo colpito dove ho sentito puzza di bruciato…” In quel momento, il
dubbio di Totosai si tramutò in una certezza, constatando tuttavia che l’hanyou,
saltando completamente la teoria, era già arrivato a comprendere il metodo
pratico per scagliare il micidiale attacco di Tessaiga e così, con molta calma,
gli spiegò ogni cosa, lasciandolo stupefatto.
“Questa faccenda non poteva finire meglio: riesco a maneggiare Tessaiga… posso
usare il Kaze no Kizu quando voglio… e ho imparato un nuovo micidiale attacco!!”
Esclamò contento mentre si avviava fuori da quella valle maledetta, fissando la
sua attenzione su Kagome che gli camminava affianco tenendogli la mano. “[…E
finalmente non devo più nascondere ciò che provo per te… qualcosa più forte
persino del mio sangue di demone… Il mio amore per te… Kagome!]”
FINE!
Ok... ci siamo arrivati a sfornare un lieto fine :-) Spero sia stato di vostro
gradimento!!
Torno a ringraziare chi ha commentato l'ultimo capitolo ovvero: Luchia nanami e
marysq92... UN GRAZIE grosso come un centro commerciale giapponese!! :-)