Il richiamo del sangue, la volontà del cuore

di Ragnarok79
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** Extra 1 ***
Capitolo 14: *** Extra 2 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti

 

Vi presento “Il richiamo del sangue, la volontà del cuore” la mia prima ff… spero sia di vostro gradimento… buona lettura!!

 

Nota1: Inuyasha e Co. non è roba mia... Ringrazio umilmente Rumiko Takahashi per averli inventati!

 

Nota2: La storia si sviluppa dopo il combattimento contro il demone farfalla (ep anime n. 52). I gruppo è tornato al villaggio di Musashi da qualche giorno, ma... leggete e lo scoprirete :-)

 

 

Capitolo 1

 

“[Questa volta il demone mandato da Naraku è troppo forte, devo tornare da Inuyasha per aiutarlo… in qualche modo…]” Kagome stava correndo verso la radura del pozzo mangiaossa dopo aver portato Shippo al sicuro e averlo affidato alle cure della vecchia Kaede.

Il villaggio era stato attaccato da due potenti demoni: uno era comparso nella radura del pozzo, l’altro nei campi dalla parte opposta del villaggio e per fronteggiarli entrambi, Inuyasha, Miroku e Sango si erano visti costretti a dividersi.

Inuyasha si era fatto carico di eliminare il primo demone ed era giunto alla radura giusto in tempo per salvare Kagome, (che era appena tornata dalla sua era. Nda) e Shippo rimasto lievemente ferito.

“[Non sono tranquilla, ho un brutto presentimento… meno male che sono quasi arrivata]” Kagome si affrettò, ma giunta alla radura rimase pietrificata di fronte alla scena che si stava svolgendo: Inuyasha aveva perso Tessaiga e il sangue demoniaco stava prendendo il sopravvento.

“Inuyasha … no!” Kagome non riuscì a proferire altro, ma poi, animata dalla disperazione, gridò a gran voce il nome del ragazzo: “INUYASHA!!!”.

L’hanyou, che si stava lanciando all’assalto del demone, si arrestò di colpo e si voltò verso la ragazza. “Kagome…” Inuyasha proferì stentatamente il nome della ragazza, come se per un attimo  avesse ripreso coscienza di .

“Dove stai guardando stupido essere inferiore, io sono qui!!!” Tuonò il demone lanciandosi sul suo nemico, pronto ad infliggergli il colpo decisivo.

Quelle parole sprezzanti sommate al pericolo imminente ricacciarono indietro l’animo del ragazzo appena affiorato, lasciando libero spazio alla bestia: tutto il corpo si tese di colpo, mentre lo sguardo si distoglieva dalla ragazza e sul viso si stampava un ghigno demoniaco; Inuyasha si girò di scatto, bloccò l’attacco dell’avversario e senza pensarci due volte, iniziò a farlo a pezzi infierendo orribilmente e spargendo i resti ovunque.

Kagome osservava sconvolta la furia sanguinaria di Inuyasha, arrivando quasi sul punto di svenire per lo shock, ma resistette, rendendosi conto che, se non lo avesse fatto lei, nessuno avrebbe potuto aiutare il ragazzo.

“INUYASHA!!!” Kagome gridò, nuovamente, con tutto il fiato che aveva in corpo nella  speranza di riuscire a ridestare l’animo del giovane da quel torpore e così avvenne: ancora una volta nel sentire la sua voce l’hanyou si fermò, guardando disgustato il macabro spettacolo che gli si poneva d’innanzi. Indietreggiò barcollando, rendendosi conto di ciò che stava avvenendo. Si girò verso Kagome restando per un attimo a guardarla, ma in un istante il mezzo demone si rese conto della realtà: il suo lato demoniaco era tutt’altro che placato e esigeva altri spargimenti di sangue.

“[Devo resistere…  devo farcela! O potrei fare del male a Kagome…]” pensò Inuyasha “Tessaiga… dov’è Tessaiga? Non la vedo… dannazione, senza quella spada…” ma i suoi pensieri furono interrotti e la sua attenzione fu attirata dalla figura di Kagome che si avvicinava lentamente a lui.

“KAGOME… fermati… devi andartene… SUBITO!” esclamò con voce straziata dal pensiero della ragazza vittima della sua furia; ma ella senza incertezze continuava ad avvicinarsi.

“MALEDIZIONE… stupida… ragazza … … hai forse voglia di morire?...  VATTENE!” Nel tono delle sue parole si riconosceva il crescente  terrore dettato dal pensiero di cosa sarebbe successo alla ragazza, se non fosse riuscito a controllare il suo lato più oscuro.

“Sono qui per aiutarti, Inuyasha e non ti lascerò solo, specialmente in un momento come questo” ribattè la giovane con tono risoluto, ma allo stesso tempo dolce.

 Kagome continuava ad avvicinarsi e le rimanevano solo un paio di passi per raggiungere Inuyasha e abbracciarlo, ma uno scatto fulmineo dell’hanyuo la impietrì. Inuyasha aveva tentato un balzo in avanti e aveva alzato il braccio destro come fosse pronto a colpire con gli artigli, ma si era fermato subito, rimanendo in quella posizione con il corpo teso nell’evidente tentativo, da parte del suo animo, di evitare altri movimenti indotti dal suo istinto demoniaco.

“Kagome… vattene… ti prego… “

La ragazza rispose con un sorriso dolce e abbozzò ancora un passo, ma non ebbe il tempo di completarlo che fu gelata nuovamente da uno scatto del ragazzo: istintivamente la giovane tentò di proteggersi con le braccia preparandosi a ricevere il colpo che aveva avvertito partire, ma nulla la colpì; rimase ferma qualche istante e poi riprese a guardare di fronte a sé e quello che vide la sconvolse profondamente: il mezzo demone invece di colpirla con i suoi artigli, si era inferto una profonda ferita alla spalla sinistra, mentre con la mano sinistra si era colpito alla gamba.

Kagome era rimasta scioccata da quella visione, ma un’altra serie di scatti da parte dell’hanyou la ridestarono: Inuyasha estrasse gli artigli da entrambe le ferite come se stesse cercando di peggiorarle il più possibile, andando poi a colpire ripetutamente altre parti del corpo, fino a quando le gambe non lo ressero più e lui si accasciò in una pozza di sangue grondante dal suo stesso corpo.

“Fermati! Così ti ucciderai!!” esclamò disperata la ragazza, che fece per accucciarsi vicino al mezzo demone per cercare di curare le sue  ferite, ma una voce spezzata dal dolore la fermò: “Kagome… se vuoi aiutarmi… trova Tessaiga … e poi scappa più lontano che puoi.”

“Inuyasha… io non… io non voglio abban…” Ma fu interrotta dalla risposta furiosa del ragazzo.

“DEVI farlo, Kagome… trova Tessaiga, presto… queste ferite non mi fermeranno in eterno!”

La giovane si alzò di scatto con le lacrime agli occhi per la disperazione e cominciò a cercare la spada, pur sapendo che non sarebbe stato semplice, considerando che l’erba alta in molti punti della radura  ne rendevano impossibile l’individuazione.

Prima che la spada fosse ritrovata, passò quasi un’ora, durante la quale Inuyasha continuò a infliggersi ferite, tanto da arrivare ad un passo dalla morte. Ancora pochi colpi e nemmeno i più potenti balsami curativi avrebbero potuto salvarlo.

“[Se devo morire… che sia… sarà sempre meglio che vivere nel rimorso… di aver fatto del male a  Kagome]” pensò, mentre non si rendeva più conto di ciò che gli succedeva attorno e dunque non si accorse che Kagome aveva trovato la sua spada e, in barba a quanto lui stesso le aveva chiesto, gliela stava portando di corsa.

“Inuyasha… ecco Tessaiga… resisti ti prego!”

L’hanyou, ridestato dalla voce della ragazza, pur tentando, non riuscì nemmeno a stendere il braccio per afferrare l’arma, avendo danneggiato i principali muscoli. Kagome se ne rese conto e  s’inginocchiò al suo fianco, incurante della pozza di sangue, gli prese la mano e gliela strinse intorno all’elsa di Tessaiga con la sua.

Inuyasha si sentì svuotato: mancando improvvisamente la sete demoniaca, anche le forze che aveva messo in campo per contrastarla si dissolsero velocemente e egli non poté far altro che svenire, mentre Kagome ripeteva il suo nome sempre più preoccupata.

La ragazza, non vedendo una reazione da parte del mezzo demone, cadde in preda all’angoscia: non sapendo più cosa fare, lo trascinò fuori dal lago di sangue, gli tolse, anche se a fatica, la parte superiore della veste e infine si precipitò verso un angolo della radura a raccogliere un grosso zaino giallo dal quale estrasse una voluminosa cassetta del pronto soccorso: Kagome medicò le numerose ferite sul corpo del ragazzo, sperando che il potere rigenerativo di mezzo demone fosse sufficiente a salvagli la vita una volta arrestate le perdite di sangue. Quando ebbe finito, si sdraiò vicino Inuyasha, sentendo di colpo tutto il peso della fatica e dell’ansia.Rimase a scrutare il corpo immobile di lui, alla ricerca di un minimo movimento, un qualsiasi segnale di un miglioramento delle sue condizioni. Nulla avvenne: non un muscolo si contraesse. Inuyasha era come morto e questo era proprio il timore che affiorava nel cuore già tormentato di Kagome.

“No… non può essere morto… non può…” pensò la ragazza mentre con le lacrime agli occhi faceva forza su un gomito per tirarsi su.

“Inuyasha, non voglio… non posso perderti…” sussurrò al ragazzo, prima di alzarsi in piedi, con una risolutezza a quel punto impensabile che gli traspariva dagli occhi. Raccolse tutte le energie residue e con un grosso sforzo mise dapprima in piedi l’hanyou e poi se lo caricò sulle spalle: quel peso le risultava insopportabile già da ferma, ma tentò ugualmente di dirigersi verso il villaggio, compiendo un primo passo, ma già al secondo, il pesante fardello le fece perdere l’equilibrio facendola stramazzare al suolo.

“Maledizione… perché… perché sono così debole!?!?” sbottò la ragazza sbattendo ripetutamente il pugno sul terreno e sciogliendosi nuovamente in un pianto per lo sconforto.

“[È colpa mia, è tutta colpa mia]” pensò mentre cercava di uscire da sotto al corpo del mezzo demone ancora privo di sensi; ma ad un tratto si sentì tirare per le braccia e istintivamente alzò lo sguardo.

“Miroku! Sango! Siete voi!!” disse la ragazza esprimendo col tono tutta la felicità nel rivedere in quel momento drammatico i suoi più cari amici. “Presto! Inuyasha è gravemente ferito, dobbiamo subito portarlo al villaggio!!” esclamò Kagome, sorretta dall’amica, mentre tentava di asciugarsi le lacrime, ricevendo un cenno d’assenso dai due che si misero subito all’opera. Miroku sollevò Inuyasha e, pur con qualche difficoltà, lo adagiò riverso sul dorso di Kirara, mentre Sango aiutò l’amica a montare sul demone gatto.

 

Al prossimo capitolo

 

Ragnarok79

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Capitolo 2
*** 2 ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti

 

Eccomi qua con il secondo capitolo... buona lettura!!

 

CAPITOLO 2

 

(TRE GIORNI PIÙ TARDI AL VILLAGGIO)

 

“Dove mi trovo…?” si domandò con un filo di voce Inuyasha. Aprì gli occhi, ma non riconobbe quel luogo, anche a causa di un lieve appannamento della vista che però cominciò a sparire quasi subito. Provò ad alzarsi, ma una fitta al costato lo bloccò non appena ebbe staccato la spalla dal giaciglio obbligandolo a tornare alla posizione iniziale.

“Non dovresti muoverti, le tue ferite potrebbero riaprirsi!” lo ammonì con tono amorevole una voce che non fece fatica a riconoscere.

“Kagome…” sussurrò il ragazzo girando la testa per cercare con lo sguardo la ragazza.

“Subito dopo la battaglia ti abbiamo portato al villaggio… Sei rimasto svenuto per tre giorni.” riprese lei “Hai rischiato di morire a causa di quelle ferite” Il tono di voce di Kagome da amorevole si era fatto addolorato  e resasene conto cercò di riconquistare  un’apparente serenità, interrompendosi.

Inuyasha si intromise  nel discorso proferendo parole che per la ragazza furono come una stilettata al cuore: “Forse avrei dovuto impegnarmi maggiormente e uccidermi…” detto questo distolse lo sguardo dalla ragazza, che lo fissava allibita, e cominciò a contemplare la mano che aveva sollevato soffermandosi in particolar modo sugli artigli. “In fin dei conti quello che si agita in me non mi rende molto diverso dai demoni che uccido giornalmente… alla fine non sono altro che un mostro” e fissando nuovamente la ragazza proseguì “Guarda cosa ho fatto a quei banditi l’ultima volta e ancor peggio quello che stavo per fare a te, se non mi fossi…”

Uno schiaffo poderoso lo zittì: Kagome, era rimasta ad ascoltare incredula le sue parole, ma rendendosi conto di ciò che significavano, era andata su tutte le furie assestandogli quel ceffone.“Tu non sei mai stato… non sei… e non sarai mai un mostro!!!” sbottò facendo trasparire la rabbia mista a tristezza che le pervadeva l’animo.

“Quello che hai fatto… non è stato intenzionale! Chiunque ha la capacità di fare del male agli altri, ma è la volontà di causare sofferenze che rende mostri”. Con tono assai più pacato sebbene più triste dopo una breve pausa riprese “Tu non sei così, ed è per questo che io…” la ragazza si interruppe voltandosi e correndo fuori dalla capanna con le lacrime agli occhi.

“Kagome…” sussurrò il mezzo demone chiudendo le palpebre nel tentativo rivolgere il suo pensiero alla giovane, ma furono i ricordi di quanto era successo tre giorni prima ad affiorare, colmando nuovamente di amarezza il suo cuore.

“[Accidenti a me…]” pensò, mentre riapriva gli occhi. “[Devo trovare il modo di non trasformarmi mai più… o Kagome… lei, sarà sempre in pericolo…]” I suoi pensieri vennero distratti dal rumore della tenda all’ingresso che veniva smossa. Sango entrò nella capanna senza dire nulla e si sedette vicino al ragazzo in modo da poterlo guardare in faccia.

“Inuyasha…” iniziò lei, rompendo il silenzio che si era creato.

Cosa vuoi, Sango… non ho voglia di parlare.” ribattè lui distogliendo lo sguardo dalla ragazza.

“Kagome, stava piangendo e si è diretta verso il pozzo…” continuò la sterminatrice incurante dell’affermazione del suo interlocutore, che le rispose prontamente con tono sempre più sgarbato “Lo so da solo che stava piangendo… se sei venuta a farmi la predica, non sono dell’umore adatto per ascoltarne una…” e si interruppe per un istante “Anche perché sono già abbastanza dispiaciuto da solo… ma…” e si fermò nuovamente, mentre Sango ascoltava stupita quelle parole: era da non credere che proprio lui ammettesse di soffrire nel vedere la comune amica in quello stato.

“No, Inuyasha, non sono venuta a farti prediche, volevo solo dirti che Kagome in questi tre giorni ti è rimasta vicina, giorno e notte” disse per impostare il discorso “Non ha mai riposato perché era angosciata per le condizioni in cui versavi…” e concluse con parole che l’hanyou non avrebbe mai voluto sentire “… E perché continuava, e continua, a tormentarsi nella convinzione che sia lei la responsabile di ciò che ti è successo.”

Quelle parole furono una pugnalata al cuore per il ragazzo che rimase immobile nel suo giaciglio a pensare. “[Kagome… responsabile di tutto ciò… come ha potuto pensare una cosa del genere??? Che sia per questo che si è così tanto infuriata sentendo le mie parole??]” Quel pensiero lo stava facendo impazzire, e in un attimo decise: sarebbe andato a cercarla e le avrebbe tolto quella stupida idea dalla testa ad ogni costo.

Che fai Inuyasha? Non devi muoverti!” Sango cercò di bloccarlo ottenendo solo di essere scaraventata contro la parete.

Inuyasha si girò faccia a terra e strisciando raggiunse Tessaiga, che usò come appiglio per sollevarsi e iniziò a incamminarsi, barcollando, fuori dalla capanna usando la spada come bastone.

 Sango era rimasta incredula all’interno della casa cercando di capire esattamente cosa fosse successo, mentre Miroku che era venuto in cerca di lei aveva sbarrato la strada all’amico ferito, con l’intenzione di riportarlo indietro.

“Dannato bonzo… non metterti sulla mia strada… o non avrò pietà” Ruggì il ragazzo contro il monaco, che non potè che rimanere stupito dalla forza di volontà dimostrata dal compagno.

“Inuyasha, ragiona… se continuerai a muoverti le ferite si riapriranno e…” ma non ebbe nemmeno il tempo di finire il suo pacato discorso, che ricevette una furibonda risposta: “Che vuoi che mi importi di questi stupidi graffi… io devo andare!!!”

Dunque, vuoi tornare a cercare Naraku? O è solo la raccolta di altri frammenti della sfera il tuo obiettivo, per il momento?” ripartì Miroku, cercando nuovi appigli per imbastire un discorso con cui tentare di far ragionare Inuyasha, il quale, sentendo quelle parole, invece di placarsi, si infuriò ulteriormente e appoggiandosi più a Tessaiga che sulle gambe, saltò addosso al monaco buttandolo a  terra e afferrandolo alla gola.

“Maledetto… In questo momento quella dannata sfera o Naraku non mi interessano minimamente… E ADESSO LEVATI DI MEZZO!!!” Gridando si trascinò oltre il corpo dell’amico rimasto immobile per lo stupore e si rialzò nuovamente facendo leva sulla sua spada.

Mentre camminava, il dolore che le ferite gli provocavano era intensissimo, ma Inuyasha non se ne curava minimamente e anche quando iniziarono a riaprirsi per lo sforzo, continuò ad avanzare lentamente sorreggendosi alla sua fedele Tessaiga.

“[Kagome, presto sarò da te…]” pensò ed era  quel pensiero che lo rendeva così resistente, proteso nell’unico singolo sforzo di raggiungere il pozzo. Ma quando giunse alla radura, il ricordo di quello che era avvenuto lì riaffiorò nuovamente: un dolore lancinante pervase il suo corpo, facendolo stramazzare al suolo. Quei ricordi avevano instillato nel suo cuore un'altra volta  il dubbio.

“Dopo quello che ho fatto, come posso andare da Kagome, per convincerla a tornare, e metterla così ancora in pericolo??” Il ragazzo fu quasi sul punto di rinunciare, ma pensando a Kagome sorse dentro di lui un unico desiderio, al di là di ogni altra cosa: la voleva rivedere.

“Kagome…” Inuyasha strinse i denti e tentò di rialzarsi facendo ricorso alle sue ultime energie per raggiungere il pozzo.

Lo raggiunse a fatica, cadendo e rialzandosi più volte, mentre dalle ferite ormai completamente riaperte  perdeva molto sangue. Si appoggiò al bordo della struttura con il ventre e si lasciò cadere al suo interno, svenendo.

Passò all’epoca moderna senza accorgersene, rimanendo riverso sul fondo del pozzo del tempio Higurashi per molte ore, prima di riprendere conoscenza e tentare di uscire da quel buco umido e buio. Ma per quanto tentasse non riusciva nemmeno a sollevarsi: aveva perso troppo sangue e il dolore prodotto dalle ferite lo costringeva all’immobilità. finchè, con un ultimo disperato tentativo, riuscì a sollevare un braccio verso la scaletta di corda e gridò: “KAGOME!!!”. Lo sforzo lo svuotò completamente facendolo svenire subito dopo.

La sua invocazione tuttavia non cadde nel nulla: Sota stava giocando proprio nei pressi del pozzo percependo chiaramente la voce dell’hanyou entrò nel tempietto guardandosi attorno.

Fratellone, sei tu??... Dove sei fratellone??” disse il bambino con voce cauta, non sentendosi per nulla a suo agio in quel posto così tetro.

Non ricevette tuttavia risposta e quindi rimase per un istante fermò a pensare: quella situazione lo lasciava quantomeno perplesso, era certo di aver sentito la voce del “ragazzo cane” provenire dal tempietto, ma di lui non vi era traccia. Decise così di dare un’occhiata al fondo del pozzo per sicurezza, per poi tornare a giocare: quello che vide lo fece rabbrividire e correndo fuori iniziò ad urlare a squarciagola: “MAMMA… NONNO… AIUTO!!”.

I due accorsero prontamente, visibilmente preoccupati, non capendo il motivo di tutta quella agitazione da parte di Sota, che balbettando tentò di spiegare loro l’accaduto. Non riuscendoci, decise di trascinarli al tempio per mostrare loro direttamente la sua terribile scoperta.

A quella vista, anche il nonno perse totalmente la calma, ma la madre di Kagome restò fredda e organizzò il recupero del mezzo demone dal fondo del pozzo, cosa tutt’altro che semplice, visto il suo peso e le poche forze a loro disposizione. Con un po’ di ingegno tuttavia, riuscirono nell’impresa e lo trasportarono nella stanza di Kagome.

 

 

 

Ringrazio Ichigo wehara, Lalla86, Luchia nanami e Shikon93 per i commenti!!

 

Ci vediamo al prossimo capitolo... mi raccomando i commentiiiii!!

 

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Capitolo 3
*** 3 ***


Kagome non era a casa quando Sota a trovato Inuyasha

Kagome non era a casa quando Sota a trovato Inuyasha... dove sarà? e cosa succederà quando farà ritorno?

 

Ecco qui il terzo capitolo, buona lettura!!

 

Vi comunico che ho iniziato a pubblicare la ff "il risveglio del MALE" mi raccomando… ci tengo molto!!

 

CAPITOLO 3

 

Kagome era tornata alla sua epoca assai triste ed era uscita subito cercando un po’ di conforto nella compagnia delle sue più care amiche.

“Cosa ti succede Kagome, perché sei così malinconica?” chiese Eri con un tono preoccupato, ricevendo quasi come risposta l’affermazione di Yuka “Come sospettavo… quel tipo ti ha fatto soffrire ancora!!”

Kagome però smentì le parole dell’amica “No, Yuka… non è come pensi…” la ragazza divenne scura in volto e non concluse la frase per non ricordare.

“Forse se ci raccontassi tutto Kagome, ti sentiresti meglio. Disse gentilmente Ayumi, mossa dal desiderio di aiutare l’amica, ma anche dalla curiosità.

Kagome vuotò il sacco, sorvolando su i particolari che non era possibile rivelare: raccontò loro che era stata aggredita da un tipo losco che voleva farle del male, o forse ucciderla, ma Inuyasha era intervenuto spuntando dal nulla, combattendo con grande coraggio pur sapendo che il suo nemico era più forte, rimanendo così gravemente ferito - al punto di rischiare la morte - pur di proteggerla.

Le ragazze rimasero esterrefatte per il racconto della giovane, non sapendo più cosa pensare: di certo non avrebbero mai nemmeno lontanamente immaginato che quel teppista, come erano solite chiamarlo, fosse una specie di eroe o comunque che i suoi sentimenti fossero così profondi.

“Deve amarti veramente molto… sei fortunata Kagome” concluse Eri, ma la risposta dell’amica la stupì non meno della storia appena ascoltata.

Non sono affatto fortunata… come posso essere felice che lui abbia rischiato la sua vita per me??” mormorò Kagome con un tono irato che seppe però controllare subito.

“Ho capito… ti senti in colpa per quello che gli è successo… vero?” ipotizzò allora Ayumi che aveva capito prima delle altre quale fosse la pena dell’amica, che nel sentire quelle parole, scoppiò a piangere.

Le tre ragazze si strinsero attorno a Kagome, consolandola, trovando, anche se a fatica, le parole per tranquillizzarla.

Ayumi aveva ragione, parlarne l’aveva fatta sentire meglio. Kagome si sentì più sollevata: e pensò quindi di congedarsi dalle amiche, per tornare a casa o forse direttamente nell’epoca Sengoku dal suo hanyou.

La ragazza camminava lentamente verso casa, pensando a cosa avrebbe dovuto fare adesso: voleva sicuramente chiedere scusa a Inuyasha per lo schiaffo e voleva anche esprimergli il suo dispiacere per essere stata la causa delle sue ferite e per non averlo ascoltato, ma anche la sua gratitudine per averla protetta.

Kagome si fermò di fronte alla scalinata del tempio a valutare se fosse meglio ripartire il giorno seguente di buon mattino o subito, considerando che Inuyasha probabilmente stava riposando in quel momento e non era il caso di disturbarlo. Ma prima che potesse prendere la decisone definitiva, la sua attenzione fu catturata dalla voce di Sota, che si stava precipitando giù per le scale.

“Sorellina… Sorellina…” gridò il bambino raggiungendola e presale la mano iniziò a tirarla: “Presto sorellina…” Kagome non capiva, ma nemmeno cercò di opporre resistenza al fratello, non riuscendo tuttavia a farsi spiegare cosa stesse succedendo, mancandole il fiato per parlare e facendo fatica a mantenere quel ritmo di corsa indiavolato.

Attraversarono velocemente il cortile del tempio ed entrarono in casa. La ragazza notò una grossa coperta abbandonata a lato delle scale, ricoperta di chiazze scure, macchie che lei era ormai abituata a riconoscere: era sangue, ma Kagome non capiva di chi potesse essere, fino a quando un pensiero la folgorò “[Inuyasha…]” Quel pensiero la paralizzò mentre saliva le scale e Sota, nonostante tirasse al massimo delle sue forze, non fu minimamente in grado di smuoverla.

“Sorellina che fai… muoviti… Inuyasha è…” ma non riuscì a finire la frase, bloccato dalla sensazione di cadere all’indietro: Kagome, nel sentire quel nome, non solo smise di opporre resistenza, ma superò il fratello in un sol balzo precipitandosi nella sua stanza.

La ragazza spalancò la porta trovandosi di fronte ad un primo agghiacciante indizio: in terra di fronte a lei vi erano le vesti del mezzo demone completamente imbrattate di sangue. La giovane rimase atterrita pensando a ciò che implicava quello che stava vedendo; ruotò lentamente lo sguardo verso il suo letto, notando le numerose garze sporche di sangue e bende abbandonate sul pavimento della stanza, fino a quando non incontrò una figura familiare: sua madre era accucciata a terra a fianco del letto con la testa appoggiata alle ginocchia, come se stesse cercando riposo dopo una grande fatica.

“Mamma…” mormorò Kagome oramai psicologicamente distrutta da quella situazione. “Oh, Kagome… sei qui finalmente!” esultò la donna, alzandosi velocemente e stringendo la figlia amorevolmente, mentre questa si scioglieva in un pianto disperato.

“Non ti preoccupare, ce la farà… è un ragazzo forte” sussurrò la madre alla ragazza “È arrivato fin qui per vederti… e non si arrenderà di certo adesso.

“Per vedermi?” chiese perplessa Kagome stretta alla mamma in cerca di conforto, non avendo il coraggio di guardare verso l’hanyou.

“Già… vedi Kagome… quando lo abbiamo portato qui ha iniziato a chiamare il tuo nome… non si capiva bene cosa stesse dicendo… ma sicuramente era desideroso di vederti”.

Ka… Kagome…” una voce stentata ruppe il silenzio che si era creato dopo l’ultima affermazione della donna: seppur solo inconsciamente, Inuyasha aveva percepito la presenza di Kagome nella stanza e l’aveva chiamata.

“Vai da lui… figlia mia” Disse la donna accarezzando il capo della ragazza, che dopo un attimo di esitazione si staccò da lei e andò a sedersi sul bordo del letto sul quale era disteso il mezzo demone.

La giovane rimase immobile, mentre osservava il corpo dell’hanyou coperto in ampie zone da bende già intrise di sangue pensando a cosa avesse dovuto patire il ragazzo per poter giungere fin lì. Facendosi forza, prese delicatamente la mano di lui tra le sue e si mise a fissare il volto del giovane, che contro ogni aspettativa, aprì lentamente gli occhi e abbozzò un sorriso, prima di riaddormentarsi con un espressione assai serena.

“Kagome…” disse la madre “Visto che ci sei tu ora ad occuparti di Inuyasha, io vado a preparare qualcosa da mangiare e un altro po’ di bende, visto che a breve dovremo cambiargli i bendaggi” La ragazza, che si era voltata, richiamata dalla voce della donna, si limitò ad annuire, ma quando questa stava per abbandonare la stanza, chiudendo la porta, la giovane disse: “Grazie di tutto… mamma”.

Kagome rimase immobile, osservando Inuyasha riposare. Fu come se il tempo si fosse fermato nella stanza, infatti lei si stupì quando, aprendo la porta della camera, entrò Sota con un vassoio con del cibo per due persone. Era come se fossero appena passati cinque minuti da quando sua madre l’aveva lasciata sola con l’hanyou, ma un breve sguardo alla sveglia la riportò alla realtà: era passata quasi un’ora.

“Sorellina… come sta il fratellone?” chiese il bambino appoggiando il vassoio sulla scrivania e girandosi verso Kagome per attendere la risposta.

“Non temere Sota, sono sicura che sta già meglio… ha solo bisogno di tanto riposo”disse la ragazza senza distogliere lo sguardo dal mezzo demone.

“E di avere accanto te … sorellina” aggiunse Sota correndo fuori dalla stanza mentre Kagome lo guardava stranita, non capendo cosa intendesse il fratello. Ad ogni modo non diede più di tanto peso a quelle parole e si alzò per chiudere la porta lasciata aperta dal bambino scappato via di corsa, giusto in tempo per sentirsi chiamare dalla madre: “Kagome, c’è la tua amica Eri a telefono.

La ragazza era riluttante a lasciare Inuyasha da solo, ma alla fine andò a rispondere al telefono.

“Ciao Eri, scusa l’attesa…”

“Non ti preoccupare Kagome! Scusa tu piuttosto per l’ora, ma dovevo assolutamente parlarti.

“Cos’è successo di così grave??”

“Vedi… oggi pomeriggio, quando ci siamo incontrate… io, Yuka e Ayumi dovevamo avvertirti di una cosa molto importante…”

“Ti prego, Eri, non tenermi sulle spine!”

“Ieri hanno fissato a sorpresa un compito in classe di matematica per domani su tutta la prima parte del programma. E hanno detto che avrà grande rilevanza sul voto finale!”

Coooooooooooooooosa!!”

“Mi dispiace che tu lo abbia saputo solo adesso, ma con quell’altra storia noi tre ci siamo totalmente dimenticate.

“Non ti preoccupare Eri, anzi, grazie di avermi avvisato comunque…”

“A domani, grazie di tutto!”

“[Ci mancava solo questa…]” Un esame di matematica, proprio quando aveva già deciso di saltare la scuola nei prossimi giorni per stare vicino a Inuyasha, approfittando della presunta assenza di prove in quel periodo; in realtà di tutta la faccenda la preoccupava solamente il fatto di lasciarlo da solo, visto che su quella parte di programma non aveva mai avuto difficoltà.

Kagome tornò sconsolata in camera sua, rimuginando su una possibile soluzione al nuovo dilemma, non volendo rischiare con la scuola, data l’importanza del compito, ma nemmeno abbandonare il ragazzo, che comunque era bisognevole di cure.

Chiuse la porta dietro di lei e si andò a sedere alla scrivania spilluzzicando del cibo dal vassoio totalmente soprappensiero.

 

Ringrazio Lalla86, Kagome93, Luchia nanami, Shikon93 per i commenti... spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!!

 

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Capitolo 4
*** 4 ***


intro: Mentre Kagome si scervella su come risolvere il nuovo problema

intro: Mentre Kagome si scervella su come risolvere il nuovo problema... qualcuno comodamente steso sul letto si sveglia con un po' di fame...

 

 

CAPITOLO 4

 

“Daresti qualcosa anche a me Kagome… ho fame…” una voce alle sue spalle la prese alla sprovvista facendola ripiombare nella realtà.

La ragazza si girò di scatto non credendo alle proprie orecchie e quello che vide la riempì di gioia: Inuyasha si era svegliato e le stava parlando. Non riuscendo a trattenere la felicità, Kagome si lanciò in ginocchio a fianco del letto prendendo la mano dell’hanyou e poggiando la testa sul suo petto, iniziando a piangere.

“Inuyasha…” strillò tra un singhiozzo e l’altro “Ho avuto tanta paura…”

“Kagome… non fare così…” disse un po’ a fatica il ragazzo mentre con un piccolo sforzo era riuscito a spostare l’altra mano sul capo della ragazza, e ora le accarezzava lentamente i capelli.

La felicità di entrambi era tale che, come per tacito accordo, decisero di rimandare il momento in cui avrebbero discusso di come si erano lasciati.

Kagome si rialzò, prese il vassoio col cibo e se lo pose sulle gambe una volta seduta sul letto, iniziando a imboccare Inuyasha, che non si oppose.

“Grazie… sei veramente gentile…” affermò il l’hanyou abbozzando un sorriso.

La ragazza rimase di stucco, non essendo abituata a sentire da lui cose del genere e con quel tono. “Non devi ringraziarmi… in fin dei conti ti prendi sempre cura di me” rispose lei, rendendosi conto poi, che così facendo, stava mandando la conversazione proprio dove non voleva.

“A cosa stavi pensando quando sei entrata? Eri così concentrata…” Inuyasha cambiò discorso con somma gioia della ragazza.

“Mi hanno avvertito che domani ci sarà un compito in classe molto importante” rispose lei riflettendo troppo tardi sull’opportunità di rivelare una cosa del genere al mezzo demone.

“E ti senti pronta?… ti sei preparata??

“Veramente stavo pensando di non andare a scuola domani, anche se questo significa saltare quel compito” ammise sconsolata, avendo oramai inteso che fosse inutile mentirgli: “[D’altra parte è bloccato in camera mia… come faccio a raccontargli una frottola]” pensò Kagome.

Perché non vuoi andare a scuola, se è una cosa così importante?” chiese sorpreso Inuyasha, che non avvertiva in lei la preoccupazione per il compito: da come ne parlava, sembrava che il problema non derivasse dalla sua preparazione.

“È che… io…” la giovane non sapeva cosa rispondere. Ma alla fine: “Io… ecco… avevo pensato di restare qui a prendermi cura di te”

“Io sto bene… non voglio assolutamente che tu perda l’esame per stare vicino a me!” dichiarò lui, volendosi rimangiare un attimo dopo quelle parole appena pronunciate, vedendo la faccia che stava facendo lei “[Ma cosa ha capito??]” si chiese, affrettandosi a specificare meglio il suo pensiero: “Kagome, io apprezzo molto quello che stai facendo, credimi… ma so anche quanto siano importanti per te queste cose chiamati esami… ed è per questo che non voglio che tu rinunci ad uno di essi...” e concluse “anche se mi piacerebbe che tu restassi vicino a me…” diventando rosso come un peperone per la vergogna.

La ragazza non disse nulla: distese il volto e si appoggiò con la testa e le mani al petto del ragazzo, sussurrando solo a quel punto: “Sei sempre il solito… un po’ scortese nei modi, ma con un cuore d’oro, che pensa sempre prima agli altri… grazie Inuyasha”

Rimasero per un po’ così, fino a che Inuyasha non cominciò a sbadigliare:“Sono proprio stanco…” Ammise.

Kagome si alzò senza dire nulla, prese il vassoio che aveva appoggiato a terra e uscì dalla camera, tornando poco dopo con alcune lenzuola, coperte e un cuscino, che appoggiò sulla sedia.

L’hanyou restò in silenzio mentre osservava la ragazza indaffarata nel dividere gli oggetti appena portati, non capendo quello che stava facendo.

“Ecco qui…” esclamò lei, aprendo un lenzuolo e posizionandolo sul letto a coprire il mezzo demone, ripetendo subito dopo la stessa operazione con una coperta, preoccupandosi poi di rimboccare scrupolosamente il tutto.

“Così non rischierai di prendere freddo!” esclamò Kagome, controllando soddisfatta la sua opera.

“Ma tu Kagome, dove dormirai?” chiese dispiaciuto Inuyasha, rendendosi conto di occupare l’unico posto utile per dormire nella stanza.

“Non ti preoccupare… ho portato apposta qualche coperta in più: le userò come materasso per dormire a terra…” gli rispose lei dolcemente “E poi, devo mettermi a ripassare un po’ per domani, prima di poter andare a dormire” commentò per concludere.

“Perché fai quella faccia… cosa c’è??” gli chiese lei perplessa osservando la sua espressione: il ragazzo infatti, faceva trasparire chiaramente la sua poca convinzione per la soluzione proposta, ma non aveva detto nulla, per vergogna di proporre di condividere quel giaciglio.

“Io… nulla… assolutamente nulla!” cercò di dissimulare fallendo miseramente.

“Avanti, sputa il rospo Inuyasha… ti conosco troppo bene!” ribattè la ragazza con tono deciso.

“Io… Io pensavo…  credevo che avendo un esame domani, sarebbe stato meglio se dormissi sul letto… anche tu” disse lui vergognandosi moltissimo “In fin dei conti se mi sposto su un lato, c’è posto per tutti e due” continuò, mentre con un gomito faceva leva per mettersi sul fianco ed essere sicuro di evitare lo sguardo della ragazza.

Kagome non disse nulla, ma si avvicinò al letto e vi appoggiò un ginocchio per potersi avvicinare meglio all’hanyou, che, avvertiti i movimenti di lei, cercò di chiarirle i suoi pensieri, convinto di un’imminente ritorsione.

“Non avevo nessuna idea indecente in mente, Kagome… credimi… non sono mica Miroku… Ahhh… CHE VERGOGNA!!!” esclamò impaurito sperando di salvarsi dalla punizione che riteneva sicura.

Kagome invece si piegò su di lui appoggiando delicatamente le labbra alla sua nuca in un delicatissimo bacio, motivando poi quel gesto che aveva lo fatto rimanere di sasso: “Grazie Inuyasha, sei sempre così carino con me…” e aggiunse “Ora però riposa, ne hai un gran bisogno… Buona notte.”

“Buona notte Kagome” rispose placidamente lui, mentre chiudeva gli occhi.

La ragazza si ritrasse dal letto e sedutasi alla scrivania iniziò a concentrarsi per l’imminente compito, sia ripassando la teoria, sia esercitandosi nella risoluzione di numerosi esercizi. Kagome era sfinita: stava studiando senza sosta da più di tre ore e oramai non ce la faceva più a continuare. Si infilò il pigiama e puntò la sveglia, ma rimase un attimo pensierosa a fissare il letto già occupato, non sapendo che fare: l’imbarazzo la tratteneva dal coricarsi li, ma il non farlo, sarebbe stato come dimostrare di non fidarsi.

“Non devi farlo per forza Kagome, se ti senti in imbarazzo… posso capirlo…” Inuyasha era in realtà sveglio ed aveva avvertito l’esitazione in lei.

“Ma io… no… non…” balbettò Kagome totalmente spiazzata dalla situazione, non sapendo ne cosa fare, ne tanto meno cosa dire.

“Scusami… ti sto dando così tanti fastidi… quando hai già tutti i tuoi problemi da affrontare.” finì per dire lui dispiaciuto da quella situazione.

Lei non rispose, scostò le lenzuola e si infilò nel letto affianco a lui, appoggiando una guancia alla sua schiena. Solo allora gli sussurrò il suo pensiero: “Nulla di quello che faccio è un fastidio, se mi permette di starti vicino… Inuyasha.

I due rimasero immobili nella posizione in cui si erano addormentati, mentre il tempo trascorreva e la notte lasciava spazio ai primi bagliori mattutini.

 

 

 

Ringrazio ancora Luchia nanami, Kagome93 e Lalla86 per i commenti!!

 

Ragnarok79

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Capitolo 5
*** 5 ***


INTRO:Che dire

INTRO:Che dire... Kagome ha da fare a scuola... chissà come passerà la giornata Inuyasha, fino al ritorno della sua bella studentessa??

 

Bando alle chiacchiere... Buona lettura a tutti!!

 

CAPITOLO 5

 

Kagome si destò senza l’ausilio del suono della sveglia: fatto insolito, visto che ormai la ragazza faceva sempre molta fatica ad alzarsi,  a causa dei lunghi viaggi e dello studio. Eppure, quella volta, pur avendo dormito meno del solito, si sentiva piena di energie.

“Mi sento alla grande, non ricordo di aver mai dormito così bene…” pensò la ragazza uscendo da sotto le coperte con un balzo. “Del resto vicino a lui stavo così bene” Diventò rossa dalla vergogna e si girò a guardare il ragazzo ancora addormentato.

Kagome raccolse i vestiti e uscì dalla stanza senza fare rumore: si cambiò, fece colazione e risalì le scale rientrando nella camera. Prese la cartella, ma mentre stava per uscire si fermò a osservare Inuyasha, che continuava a riposare.

“[Non posso andarmene senza salutarlo…]” pensò lei, avvicinandosi al letto e sedendosi poi sul bordo.

Nonostante i movimenti delicati di lei, il ragazzo si svegliò voltandosi: “Kagome… ma cosa…” disse confusamente stropicciandosi gli occhi. Inuyasha notò poi la cartella che Kagome stava tenendo in mano e sorridendole disse: “Stai già andando via… Beh, buona fortuna per il tuo esame!”

“Scusami Inuyasha, ti ho svegliato… Sì… sto uscendo e mi sento proprio pronta… tutto merito tuo!” e per sottolineare la sua riconoscenza piazzò un bacio sulla fronte dell’hanyou, correndo poi fuori dalla stanza.

Il ragazzo era rimasto di sasso per quel gesto:  non capiva il motivo di tutta quella riconoscenza nei suoi confronti, ma non si diede più di tanta pena per capire, rimanendo a gongolare nel ricordo di quel momento.

La ragazza arrivò a scuola in perfetto orario, salutò le amiche entrando in classe e preparò sul banco tutto il necessario per sostenere il compito in classe, sedendosi poi sulla sedia e attendendo il suono della campanella.

“Kagome… cosa ti è successo???” Eri si avvicinò stupita al banco della ragazza insieme alle due compagne di sempre.

“Fino a ieri pomeriggio eri in lacrime, mentre stamattina sei raggiante… come è possibile??” aggiunse Yuka togliendo le parole di bocca all’amica.

“Vedete… è una cosa un po’ difficile da spiegare…” confidò loro la giovane, non sapendo da dove iniziare un discorso così insidioso.

“Beh… si sarà incontrata con il suo bel tenebroso e una volta chiariti si saranno abbandonati alla travolgente passione che li lega…” ipotizzò candidamente Ayumi lasciando sconvolte sia Eri che Yuka per quella fantasia così indecente.

Ma… ma che stai dicendo Ayumi! Come ti vengono in mente certe idee?” Kagome diventò comunque rossa per la vergogna.

“Però stai arrossendo… non è che ci sia un fondo di verità in una teoria così fantasiosa??” le domandò con aria inquisitoria Yuka.

“Basta ragazze… smettetela di dire certe cose… io sono una ragazza rispettabile!!” Kagome decise che fosse meglio raccontare qualcosa di inventato al momento per soddisfare la curiosità delle amiche e levarsi così d’impaccio. Riuscì a convincerle giusto in tempo per l’entrata del professore nella classe, che diede subito inizio alla prova d’esame.

Kagome non ebbe alcun problema nel risolvere i numerosi quesiti del tema, che invece procurarono numerosi grattacapi ai suoi compagni. Persino il professore all’atto della correzione si  congratulò con lei per l’ottimo risultato, il migliore della classe.

“Meno male che ieri mi avevi detto di non essere pronta” osservò Eri con tono scherzoso tra un boccone e l’altro.

“Vi ho detto che ho studiato tutta la notte per rimettermi in pari…” rispose gioiosa la ragazza ripensando al momento in cui era stata lodata in pubblico.

“Sì… sì… ce l’hai già detto… almeno un milione di volte…” Yuka non amava che le si ripetessero le cose tante volte.

Però, secondo me il tuo bel teppista innamorato lo hai incontrato lo stesso… altrimenti non saresti così serena” asserì Ayumi dando così voce al pensiero comune delle tre amiche di Kagome, che non potè evitare di arrossire nuovamente imbarazzata.

“È vero… ci siamo incontrati… ma non ci siamo ancora chiariti… non abbiamo avuto il coraggio di toccare l’argomento…” disse lei sommessamente e con incertezza, catturando l’attenzione delle tre. “Più che altro ci siamo tranquillizzati a vicenda… per questo sono così calma e felice: ora so che sta bene.”

“Ma perché non ce l’hai detto prima?” le chiesero coralmente, esprimendo un po’ di perplessità.

“È che… dopo quell’affermazione di Ayumi temevo che se vi avessi detto dell’incontro, avreste pensato male di me. Ma non riesco a tenere nascosta una cosa del genere alle mie migliori amiche” rispose lei, riuscendo ad evitare così altre domande inopportune.

Nel frattempo le ferite di Inuyasha non gli procuravano più dolore, tuttavia egli si sentiva ancora molto debole e quindi che decise di continuare a riposare, nell’attesa che Kagome tornasse e si prendesse nuovamente cura di lui. In fin dei conti non gli dispiaceva essere bloccato lì. La stanza era impregnata dell’odore di Kagome, quindi era come se lei gli fosse sempre vicino. Questo lo faceva sentire bene.

La madre di Kagome entrando nella stanza gli chiese gentilmente: “Inuyasha… vuoi mangiare qualcosa?”

“In effetti … avrei un po’ di fame…” rispose l’hanyou timidamente, sentendosi un po’ a disagio.

“Allora vado a prepararti qualcosa…”.

“La ringrazio molto… le sto dando così tanti fastidi” aggiunse lui assai imbarazzato mentre si metteva seduto.

La donna invece di uscire dalla stanza si sedette sul bordo del letto, lasciando lui assai spiazzato. “Inuyasha, non ti devi preoccupare. Non dai alcun disturbo, anzi…” interrompendosi avendo notato la faccia stupita del ragazzo “Da quando sei entrato nella vita di questa famiglia tu hai fatto molto per noi. Sei diventato un punto di riferimento per Sota, che si sforza ogni giorno di superare le sue paure per poterti assomigliare. So che proteggi la mia bambina nella tua epoca e lei si fida ciecamente di te, anche se sospetto che ci sia molto di più di semplice fiducia…” e sorridendogli, continuò mentre lui la ascoltava incredulo. “Quello che vorrei farti capire è ormai fai parte a pieno titolo di questa famiglia. e per me tu sei come un figlio… Mi farebbe piacere se mi chiamassi mamma…”

Quelle ultime parole colpirono profondamente il mezzo demone, che abbassando la testa riuscì a stento a trattenere le lacrime ripensando alla madre morta e al fatto che non si era mai sentito parte di una famiglia. “Grazie… … Mamma” sussurrò Inuyasha con voce tremolante.

Lei si alzò, gli accarezzò la testa e uscendo: “Vado subito a prenderti qualcosa da mangiare”

Inuyasha non rispose questa volta, immerso com’era nei suoi pensieri. “[Madre mia… forse dopo tanto tempo avrò anche io una famiglia?? Madre… mi manchi tanto…]”

L’hanyou fu riportato alla realtà dalla porta della camera che si aprì lasciando entrare nuovamente la madre di Kagome che teneva in mano un vassoio carico di prelibatezze.

Se ce la fai ad alzarti, preparo sulla scrivania… o preferisci mangiare ancora a letto?”

“Lascia pure lì… grazie… mamma…” rispose lui gentilmente, abbozzando un sorriso.

La donna non disse nulla, gli sorrise di rimando e uscì dalla camera lasciandolo ancora una volta solo.

Inuyasha si spostò sul bordo del letto e restò per un attimo a riflettere, non essendo sicuro di riuscire a mettersi in piedi: temeva che le ferite potessero riaprirsi e questo lo preoccupava non tanto per il dolore che avrebbe provato quanto per la paura di dare altre preoccupazioni a Kagome. Esitò per qualche istante, ma poi si fece forza e dandosi una spinta con le braccia, si alzò compiendo velocemente i due passi che lo separavano dalla sedia cercando di non perdere l’equilibrio.

Si sedette e iniziò a mangiare con gusto finchè non fu sazio, si appoggiò poi allo schienale per gustare meglio la sensazione di avere la pancia piena finché non decise di stendersi nuovamente sul letto a riposare.

 

 

Ok... Ringrazio tutti i lettori, ma in particolare Lalla86, Luchia nanami, Sesshou No Kon e Inygirl per i commenti…

 

A presto col prossimo capitolo!!

 

Ragnarok79

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Capitolo 6
*** 6 ***


INTRO:Il primo problema Kagome lo ha superato alla grande

INTRO:Il primo problema Kagome lo ha superato alla grande... ma c'è ancora un discorso in sospeso con Inuyasha... sarà la volta buona??

 

Ecchime qui... un altro capitolo è servito... buona lettura a tutti!!

 

CAPITOLO 6

 

Circa tre ore dopo Kagome rientrò, ma anche tentando di fare meno rumore possibile, svegliò Inuyasha dal suo sonno leggero.

L’hanyou non si girò per vedere chi fosse entrato, ma una volta fiutato l’odore, non ebbe dubbi. “Bentornata Kagome… come è andata a… scuola… e l’e… esame?” disse lui tranquillamente, senza tuttavia nascondere l’incertezza per quelle parole che per lui non significavano nulla, mentre si girava verso la ragazza.

“Inuyasha… ti sei svegliato! Mi dispiace averti disturbato…” Poi con tono decisamente più allegro Kagome si buttò in ginocchio a lato del letto, per potergli stare più vicino. “L’esame è andato BENISSIMO, sono stata la più brava… e tutti mi hanno fatto i complimenti!!” e concluse “Tutto merito tuo!” sfoggiando il suo miglior sorriso.

Il ragazzo le sorrise di rimando e le poggiò una mano sul capo accarezzandola. “Brava Kagome, ero sicuro che te la saresti cavata alla grande…”

Rimasero immobili a guardarsi per qualche istante, ma poi nella mente di Kagome passò, come un lampo, un pensiero che le fece distogliere lo sguardo.

Inuyasha rimase perplesso per il suo comportamento e quindi le chiese preoccupato: “Kagome, c’è forse qualcosa che non va?” ma la ragazza non rispose continuando a guardare il pavimento per qualche istante per poi affermare con voce un po’ incerta “Sarà meglio cambiare le tue medicazioni…” L’hanyou non obiettò, anche perché non voleva litigare pensando così di riuscire, forse, a capire cosa le fosse preso tutto d’un tratto.

Inuyasha si mise seduto sul bordo del letto offrendo il petto alla ragazza, che nel frattempo aveva recuperato tutto il necessario e si era nuovamente inginocchiata a fianco a lui.

“[Devo farmi forza e dirgli tutto…]” pensò lei mentre lo medicava senza accorgersi che lui la stava osservando sempre più preoccupato.

“Inuyasha… io…” disse stentatamente lei, cercando le parole; venendo però interrotta dal mezzo demone, che con un unico gesto fluido, si era messo in ginocchio di fronte a lei e tirandola l’aveva fatta finire tra le sue braccia, stringendola poi in un delicato abbraccio.

“Kagome… che ti succede… perché sei così triste??” le chiese Inuyasha con un tono misto di apprensione e dolcezza.

La ragazza iniziò a piangere mentre cominciava ad esprimere, anche se a fatica, ciò che le gravava l’animo: “Io…. Mi dispiace tanto per quello che ti è successo…  ti sei dovuto ferire così gravemente da rischiare la vita per proteggermi… se solo ti avessi dato ascolto, nulla sarebbe successo… e ancor di più mi vergogno di averti colpito con quello schiaffo…” e continuò dopo un altro momento di esitazione “Ma vorrei che sapessi anche quanto ti sono grata per quello che hai fatto… “ concluse, abbracciando a sua volta il ragazzo che era rimasto in silenzio ad ascoltare per lasciarla sfogare completamente.

“Kagome… tu non hai nessuna colpa per quello che è successo… non puoi ritenerti responsabile di qualcosa che dipende dalla mia natura demoniaca... lo sai… Purtroppo quando perdo Tessaiga, nei momenti di pericolo, io mi trasformo… Se non mi fossi ferito a quel modo, avrei ucciso e devastato… senza nemmeno rendermene conto… e probabilmente avrei fatto del male anche a te…” le sussurrò lui affettuosamente, continuando a tenerla stretta a sé “Sono io invece, che devo ringraziarti, per essermi stata vicino nonostante il pericolo, dandomi la forza di mantenere, anche se a fatica, la presa su me stesso…”.

Nel sentire quelle parole Kagome, pur non riuscendo a smettere di piangere, si sentì sollevata al pensiero di quanto le aveva appena detto l’hanyou e si abbandonò così al tenero abbraccio di lui.

Rimasero così per qualche momento ancora, poi Kagome, si ritrasse cercando lo sguardo di lui: “Ora sarà meglio che finisca di prendermi cura delle tue ferite, o non finirò in tempo per la cena” disse lei mentre le ultime lacrime le solcavano il viso, catturate prontamente da un gesto di lui, che si chiuse in una carezza, mentre avvicinava le sue labbra alla fronte di lei baciandola delicatamente.

Kagome finì di medicare il mezzo demone giusto in tempo per l’annuncio della cena.

“Kagome, la cena è pronta… Chiedi a Inuyasha se se la sente di scendere!” disse la madre a gran voce dal piano terra.

“Sì mamma… arrivo!” Kagome si girò verso il ragazzo per ottenere una risposta, ma trovatolo già in piedi che gli tendeva la mano per avere un aiuto, si precipitò verso di lui sostenendolo.

“Grazie Kagome, faccio ancora un po’ fatica a camminare… ma ormai sto bene” disse lui un po’ amareggiato, tentando di spazzare via sul nascere eventuali preoccupazioni di Kagome sulla sua salute, al vederlo in quello stato.

Lei non rispose nulla, si limitò a cingersi il collo con il braccio destro di lui mentre lo stringeva a se con il braccio che le rimaneva libero.

“Andiamo Inuyasha, appoggiati a me, se ti affatichi potresti avere una ricaduta” gli disse infine lei, chiudendo l’affermazione con un sorriso.

“Kagome…” Inuyasha non riuscì a dire altro, anche se avrebbe voluto ringraziare esplicitamente la ragazza, che si stava dando tanto da fare per lui.

I due scesero lentamente le scale e si sedettero a tavola, dove furono accolti da una gran quantità di prelibatezze: la mamma di Kagome, per festeggiare il ritorno a casa della figlia e la contemporanea presenza di Inuyasha, si era impegnata al massimo ai fornelli preparando i piatti più gustosi che conosceva.

Durante la cena nessuno accennò a parlare: tutti erano concentratissimi nel mangiare, tanto erano buoni i manicaretti serviti, ma quando ebbero finito, Kagome non si trattenne certo da fare i complimenti alla madre.

Anche Inuyasha, seppur timidamente cercava di dimostrare l’apprezzamento per quella cena pantagruelica: “Non ho mai mangiato così bene in vita mia… era tutto buonissimo!! … … mamma”. La ragazza si voltò di scatto a guardare l’hanyou, non capendo come gli fosse venuto in mente di concludere la frase con quel ‘mamma’, mentre la donna lo ringraziava per i complimenti. La sua contentezza nel sentire non solo elogi, ma anche per l’uso da parte del ragazzo, di quella stessa parola che aveva lasciato perplessa Kagome, era lampante.

“[Qui è successo qualcosa mentre ero a scuola… devo vederci chiaro]” pensò la ragazza, ricordando il comportamento timido che Inuyasha aveva sempre avuto con sua madre. “[Non posso però chiedere a lui. Lo metterei in imbarazzo e potrebbe sembrare che mi sia arrabbiata per questa cosa…]” continuò ad analizzare lei, sempre meno attenta a quello che le succedeva attorno. “[Trovato!! Parlerò con la mamma… lei mi dirà di certo tutto… e poi…]”

Il suo pensiero venne interrotto dalla voce di Inuyasha: “Kagome… che hai? … perché hai quella faccia e non parli più?”

“Niente… niente… va tutto benissimo!!” Si affrettò a rispondere lei in preda all’imbarazzo di essersi fatta trovare totalmente distratta. “Dai, vieni che ti aiuto a tornare in camera…” aggiunse subito lei vedendo il ragazzo aggrapparsi alla sedia per tentare di raggiungere la porta e poi le scale.

Kagome lo accompagnò in camera sua, lo fece stendere sul letto e poi con una scusa tornò giù infilandosi in cucina dove sua madre stava lavando le stoviglie.

“Mamma… è successo qualcosa oggi, mentre io ero a scuola??” chiese la ragazza con aria incuriosita.

“No… perché? A cosa ti riferisci, Kagome?”

“Al fatto che Inuyasha ti abbia chiamato ‘mamma’ dopo cena” ribatte Kagome con tono un po’ scocciato.

“Non sarai mica arrabbiata con lui per questo, vero… glielo detto io che poteva… anzi che mi faceva piacere se mi chiamava a quel modo” le rispose la donna con aria preoccupata.

“Non sono arrabbiata… è che la cosa mi ha lasciata solo sorpresa…”

La madre le descrisse allora il dialogo avuto con il ragazzo a pranzo e concluse chiedendole: “Ma sua madre dov’è? Tu l’hai conosciuta?”

Kagome raccontò in breve quello che sapeva della madre di Inuyasha, rattristando parecchio  sua mamma, che concluse: “Povero ragazzo… ora capisco perché quando gli ho detto che lo consideravo come un figlio, oltre a gioia, il suo volto rivelava anche un’immensa tristezza.”

Madre e figlia parlarono ancora per qualche minuto dell’argomento e poi si separarono: Kagome tornò in camera sua da Inuyasha, ma anche dai compiti che doveva finire per il giorno dopo, mentre sua mamma riprese a pulire la cucina.

 

Ringrazio Luchia nanami, Lalla86, Sesshou No Kon e Inygirl per la costanza con cui mi recensiscono la ff… GRAZIE!!

 

Spero che anche questo capitolo vi abbia soddisfatto... a presto con il prossimo!!!

 

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Capitolo 7
*** 7 ***


INTRO:Sembra che la situazione sia rosea

INTRO:Sembra che la situazione sia rosea... continuerà ad esserlo??

 

Chiedo umilmente pietà per il ritardo astronomico... spero che il capito si di vostro gradimento... Buona lettura

 

CAPITOLO 7

 

 

Kagome entrò nella stanza trovando l’hanyou addormentato sul letto: “[Dorme come un angioletto… meglio così… E ora sotto con i compiti!]” pensò lei sorridendo, sedendosi alla scrivania per terminare i compiti iniziati il pomeriggio con le sue amiche.

Ci vollero circa tre ore per completare tutti gli esercizi e ripassare le varie materie, ma alla fine la ragazza si sentì soddisfatta anche se parecchio stanca; si girò e notò che il mezzo demone dormiva ancora di gusto. Rimase per un po’ ad osservarlo compiaciuta: nell’epoca Sengoku non le era mai capitato di vederlo così tranquillo e rilassato mentre dormiva, questo perché lo sapeva sempre all’erta per proteggere il gruppo e lei in particolare.

Kagome decise, guardando l’ora, di fare un bagno veloce per poi andare a letto, visto che l’indomani si sarebbe dovuta svegliare presto per andare a scuola.

Entrò in bagno e riempì la vasca, poi vi scomparve dentro dopo essersi spogliata. Approfittando del breve momento di relax Kagome cercò di riordinare le proprie idee in merito a quanto era successo negli ultimi giorni, quando all’improvviso un pensiero la fulminò: “[E stanotte… come facciamo per dormire stanotte?]”

La ragazza rifletté sull’argomento per tutto il resto del bagno e anche quando valutò che fosse giunto il momento di uscire, non si era saputa decidere: le era piaciuto tanto stare vicino all’hanyou, ma mille timori la perseguitavano e cercavano di farla desistere.

Tornata in camera si infilò il pigiama e si sedette nuovamente sulla sedia ad osservare il ragazzo per meglio riflettere e prendere una decisione.

Non fece in tempo a concludere, che Inuyasha aprì gli occhi e dopo un attimo di stordimento incrociò lo sguardo di lei, percependo l’esitazione nel coricarsi vicino a lui.

Tirandosi su con piccoli movimenti Inuyasha si avvicinò al bordo del letto sedendosi su di esso. “Vai a letto Kagome… io ora sto bene… e posso anche tornare a dormire a terra”.

La ragazza capì che l’hanyou aveva perfettamente inquadrato il problema e si stava comportando di conseguenza, lasciandole libero il letto. Ma non era quello che Kagome voleva, non certo farlo finire su un pavimento a causa delle sue assurde remore.

“Inuyasha… no…” gli rispose lei con gentilezza. Si alzò dalla sedia e lo fermò, impedendogli di spostarsi dal letto. “Io… ecco… a me farebbe piacere se condividessimo… ancora.. il letto stanotte…” disse lei, pur non riuscendo a nascondere l’imbarazzo per quella affermazione che riteneva così indecente.

“Kagome… io non posso… tu ti vergogni troppo di questa situazione… e anche… …. E anche se mi ha fatto piacere dormire accanto a te ieri sera… non posso… è ingiusto nei tuoi confronti. ribatté con fermezza Inuyasha, imbarazzandosi a sua volta per la rivelazione appena fatta ,tentando nuovamente di alzarsi dal letto, ma si trovò bloccato sotto il corpo della ragazza che gli si era buttata addosso a peso morto pur di impedirgli di muoversi.

Anche per me è stato piacevole. Non ho mai dormito così bene in vita mia… ed è per questo che stamattina ero carica di energie…” gli sussurrò Kagome avvicinando le labbra all’orecchio di lui. Sentendo quelle parole Inuyasha fu incapace di proseguire nell’intento di liberarsi: solo ora capiva il perché di tutta quella gratitudine da parte della ragazza nei suoi confronti; ma prima che potesse rispondere Kagome concluse: “Restami vicino… Inuyasha… ti prego.

A quelle parole il mezzo demone non ebbe il cuore di rispondere con un no. I due si infilarono sotto le coperte, prima restando distanti, poi avvicinandosi piano l’un l’altra e infine incontrandosi. Inuyasha strinse Kagome tra le sue braccia, trasmettendole tutto l’affetto, il calore e la sicurezza che sapeva infondere in quel gesto, mentre lei nascondeva il volto nel suo petto cingendolo, a sua volta, in vita con le braccia.

“Grazie… Inuyasha…” sussurrò lei con voce fioca poco prima di addormentarsi, ottenendo dall’hanyou come risposta un bacio delicatissimo sulla fronte.

Così come era successo la notte prima, i due rimasero immobili in quell’abbraccio che racchiudeva i loro reciproci sentimenti, in un sonno dolce che cullava entrambi, riposando dalle fatiche della giornata, ignari di quanto era successo altrove poco prima e di quello che avrebbe comportato.

 

 Eri, Yuka e Ayumi si erano trovate dopo cena in un bar, raggiunte poco dopo da Hojo.

“Posso sapere perché mi avete fatto venire qui?” chiese lui con il solito fare gentile, nonostante non gli fosse piaciuto uscire di casa senza un motivo chiaro.

“Vogliamo sapere se tu sei veramente interessato a Kagome!” iniziò il discorso Yuka senza mezzi termini, lasciando sorpreso ma soprattutto imbarazzato il ragazzo.

“Ma io… veramente… beh… Higurashi a me piace…” farfugliò lui, aggiungendo subito dopo: “Ma a voi cosa interessa?!?

Eri lo guardò e gli rispose con freddezza: “A noi interessa, perché teniamo a Kagome…” ma fu Yuka a concludere la frase lasciando sconvolto il suo interlocutore “Noi pensiamo che, se continua a frequentare quel tipaccio che si è messo in testa di essere il suo ragazzo, non potrà essere felice, mentre tu sembri perfetto per lei!”

Il ragazzo stava per collassare: colei che pensava sarebbe stata sua, senza il minimo sforzo, in realtà era preda di qualcun altro, che si era spinto a tal punto da considerarsi il suo fidanzato.

La situazione gli risultò intollerabile e il desiderio di riprendersi ciò che da sempre considerava suo lo spinse a chiedere aiuto alle tre ragazze: “Un poco di buono ronza attorno a Higurashi e lei non fa nulla per opporsi… incredibile! Deve averla plagiata in qualche modo!” disse con tono amareggiato concludendo poi con una domanda diretta: “Voi mi aiutereste a far rinsavire Higurashi?” Hojo  ricevette una convinta risposta affermativa da Eri e Yuka, mentre Ayumi si limitò ad annuire con poca convinzione, dato che non vedeva nulla di male nel rapporto di Kagome con Inuyasha.

I quattro congiuranti pianificarono tutto per la sera del giorno seguente: le amiche avrebbero convinto Kagome ad uscire per andare al luna park e lì, incontrando “per caso” Hojo, li avrebbero lasciati soli, dando a lui la possibilità di dichiararsi. Hojo era sicuro di fare breccia nel cuore della ragazza senza troppi problemi, strappandola così dalle braccia del rivale.

 

 

 

Ringrazio come sempre chi ha la pazienza, non solo di leggere, ma anche di commentare la mia  ff... GRAZIE!!

 

a presto

 

Ragnarok79

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Capitolo 8
*** 8 ***


INTRO

INTRO: Tranquillità... concetto piacevole ma assolutamente effimero nella vita di Inuyasha e Kagome

Ciao a tutti

Vedo che l'ingresso in scena di Hojo ha fatto scalpore... hehe... non vi preoccupate... dovrete aspettare solo il prossimo capitolo per sapere gli effetti di questa new entry... buona lettura!

CAPITOLO 8

Il mattino giunse e questa volta fu Inuyasha a svegliarsi per primo, rimanendo immobile per non svegliare Kagome che riposava ancora placidamente tra le sue braccia.
Il ragazzo provò a mantenere la respirazione più regolare possibile per cullarla ancora un po’ con i movimenti del suo petto, trovandosi, così, totalmente inebriato dal profumo di lei ad ogni respiro: avrebbe voluto che quei momenti non terminassero mai, avrebbe voluto tenerla sempre vicina a sè, ma si rendeva conto i suoi desideri cozzavano contro la dura realtà che imponeva che lei andasse a scuola come ogni giorno.
Kagome iniziò a muoversi tra le braccia dell’hanyou mugolando sommessamente come per apprezzare la posizione in cui ancora si trovava e infine, aprì lentamente gli occhi ricevendo come buongiorno un bacio sulla fronte dal ragazzo.
“Buongiorno Kagome… hai dormito bene?”
“Stupendamente…” Kagome sfoggiò il suo miglior sorriso, come per regalarglielo: “Mi sento sempre bene… quando sto vicino a te…” gli sussurrò vicino mentre tentava di superarlo per uscire dal letto, ottenendo solo di farsi catturare nuovamente dalle sue forti braccia: non era disposto a lasciarla andare senza prima rispondere a quel sussurro.
“Kagome… io non posso stare senza di te…” le confessò prima di sciogliere il vincolo che la tratteneva.

La ragazza era veramente felice: aveva dormito splendidamente abbracciata alla persona che amava e quello scambio di gentilezze di prima mattina aveva fatto schizzare il suo umore alle stelle.
“[Se solo non fossi dovuta venire a scuola oggi… avrei potuto passare un po’ più di tempo con lui…]” pensò qualche ora dopo, perdendo per un istante l’allegria che la pervadeva tirando un sospiro sconsolata. “[Stasera, quando torno potremmo andare a fare una passeggiata insieme!]” Quel pensiero le fece ritrovare subito il buon umore e rimase, così, a gongolare nell’idea di loro due a passeggio per qualche via romantica.
“Kagome…”
Una voce che conosceva bene la riportò alla realtà. “Ciao Eri… dimmi tutto…”
“Che ne dici di andare al luna park con Ayumi, Yuka e me stasera…” le chiese l’amica subito sostenuta dalle altre due compagne.
“Ma… veramente io avevo un altro programma per stasera…” ribatté timidamente Kagome, rendendosi conto che il trio avrebbe preteso spiegazioni per quel rifiuto.
“Devi forse incontrare il tuo bel teppista?” chiese con un sorrisone Ayumi facendo diventare paonazza l’amica che ormai era alle strette e capiva che non poteva più mentire.
“Ecco… diciamo di sì… avevamo una mezza idea di vederci…” Kagome rispose con crescente esitazione e imbarazzo.
“Beh, porta anche lui allora… così ce lo presenti!” propose Yuka, anche se il tono sembrava più quello di un ordine, lasciando per questo notevolmente perplessa Kagome.
“[Yuka, ma sei matta… come ti è venuto in mente di proporgli una cosa simile]” pensò Eri guardando sconcertata l’amica a causa della sua affermazione.
Kagome cedette presto alle insistenze delle amiche, che le strapparono la promessa di ritrovarsi alle 21.00 davanti all’ingresso del luna park.
Dopo la scuola le quattro ragazze si salutarono e mentre Kagome si dirigeva velocemente verso casa, Eri prese da parte Yuka: “Ma che ti è saltato in testa… perché gli hai detto di portarsi il ragazzo???” sbottò mentre l’amica la guardava senza farsi turbare da quelle preoccupazioni.
“Calmati… vorrà dire che se lo porta veramente… troveremo qualche scusa per separarli… d’altro canto non saremmo mai riuscite a convincere Kagome a rinunciare all’appuntamento con il teppista per venire con noi… dritta tra le braccia di Hojo…” le rispose Yuka con aria disinvolta e calcolatrice.
“Forse hai ragione… ma ho come la sensazione che succederà un disastro”
Detto questo le tre compagne si separarono.

Mentre tornava a casa, Kagome, si fermò davanti alla vetrina di una negozio di abbigliamento per uomo e iniziò a immaginare Inuyasha vestito con i vari abbinamenti proposti: “[Se mi presentassi stasera con uno di questi abiti, chissà se sarebbe disposto a indossarlo?]” si domandò mentre la tentazione di entrare nel negozio la rodeva dentro.
Esitò, poi fu sul punto di oltrepassare quella soglia, ma si bloccò nuovamente e infine, tornandole in mente un’immagine precisa dell’hanyou vestito con abiti normali, entrò nel negozio, venendo subito servita dalla commessa.
La ragazza uscì soddisfatta degli acquisti e si diresse verso casa in tutta fretta: aveva perso parecchio tempo e stava facendo già buio.

Arrivò al tempio di famiglia in breve tempo, salutò tutti e si diresse in camera sua, pronta a mostrare la sorpresa a Inuyasha, ma quando entrò rimase di sasso per lo stupore. Il ragazzo era in piedi e si era parzialmente rivestito con il suo Kariginu, ma quello che la lasciò incredula fu il fatto che era umano.
“Inuyasha… ma cosa…” Iniziò stentatamente lei tentando di farsi dare una spiegazione.
“Kagome… guarda il cielo… stasera è una notte di tenebra…” Le rispose lui dopo essersi girato, accogliendola con un sorriso.
La ragazza non si era minimamente accorta di quel particolare tornando a casa, avendo per tutto il tempo fantasticato sull’uscita di quella sera; ma fu, in ultima analisi, contenta di quella novità, pensando che avrebbe reso la serata più piacevole, non dovendo cercare di nascondere i connotati demoniaci del ragazzo.
Si decise infine di parlargli dell’invito ricevuto: “Inuyasha… Eri, Yuka e Ayumi mi hanno invitato al luna park stasera… e… ecco… non è che verresti… con me?” gli chiese cercando di essere più convincente possibile, anche se si trovava non poco in imbarazzo.
L’hanyou la osservò con aria inizialmente perplessa, che non seppe tuttavia mantenere per molto tempo, non riuscendo a restare impassibile alla sua espressione supplichevole: “Va bene… va bene… non provo nemmeno a discutere… tanto quando inizi a guardarmi in quel modo… non riesco a dirti di no!” Disse sbuffando lui, cercando di salvare quantomeno le apparenze, visto che in realtà era felice di poter uscire con lei.
“Bene… allora ti ho preso questo per l’occasione…” Disse, mostrandogli il pacco contente in nuovi abiti.
“E che roba è questa??” Sbottò lui con aria incuriosita, ma anche un po’ infastidita, avendo purtroppo già una mezza idea di cosa potesse trattarsi.
“Dei vestiti della mia epoca… non puoi certo andare in giro con quelle vesti malandate…” E aggiunse “Se te le togli, potrò anche dargli una sistemata…” cercando di duplicare l’espressione che lo aveva fatto, in precedenza, capitolare velocemente.
“Ah… ma guarda cosa mi tocca sopportare… Dammi qui!” L’aveva lasciata vincere un’altra volta, ma il vederla così contenta lo ripagava del sacrifico di abbandonare il suo kariginu.
Andò in bagno, si cambiò e si ripresentò in pochi minuti dalla ragazza, che nel vederlo gli si getto con le braccia al collo: “Stai benissimo anche così…” gli sussurrò prima di staccarsi da lui per cercare di riprendere il controllo della situazione.


Spero che sia stato di vostro gradimento... aspetto i vostri commenti!! Intanto ringrazio Luchia nanami, Sesshou No Kon, Silyn, Inygirl e lalla86 per quelli sul capitolo precedente!!

 

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Capitolo 9
*** 9 ***


INTRO

INTRO: Serata da brividi per la coppia Kagome e Inuyasha...

Ciao a tutti


Sò di avervi fatto attendere, ma con questo capitolo sono sicuro (beh... quasi Nd Ragnarok) di riuscire a farmi perdonare.

Ma ora si inizia... allacciate le cinture di sicurezza e Buona lettura!!

CAPITOLO 9

Dopo mangiato, i due si diressero verso il luogo dell’appuntamento. Appena fuori dal tempio, Kagome si aggrappò al braccio destro di Inuyasha e appoggiò delicatamente la testa alla sua spalla sentendo il corpo di lui, all’inizio rigido, rilassarsi via via che passeggiavano. Non lo aveva mai sentito così: normalmente era sempre teso, con i sensi ben all’erta e pronto a qualunque evenienza, mentre adesso sembrava che non prestasse attenzione a nulla di quello che accadeva intorno a loro.
Giunsero all’ingresso del luna park, dove le tre ragazze li aspettavano impazientemente e vedendoli arrivare, non poterono che commentare tra loro: “Accidenti… lo ha portato veramente… come faremo adesso?” chiese Eri preoccupandosi nuovamente per quella situazione che poteva stravolgere i loro piani.
“Non ti preoccupare… quando incontreremo Hojo, porteremo via il teppista, con la scusa di andare a prendere dello zucchero filato…” la rassicurò Yuka, che non era disposta a cedere al primo imprevisto, mentre Ayumi continuava a fissare la coppia che si avvicinava ripetendo continuamente il suo pensiero “Ma quanto sono carini… siamo sicure che stiamo facendo la cosa giusta?”.
“Eri, Yuka, Ayumi… vi presento Inuyasha…” Kagome fece subito le presentazioni aggiungendo “Vogliamo andare a divertirci!” e tirando per il braccio Inuyasha si diresse verso la cassa.
Le ragazze erano rimaste allibite, quel tizio sembrava totalmente diverso da come la loro amica lo aveva descritto: pareva così pacato e gentile, senza contare che era visibilmente in imbarazzo, altro che prepotente antipatico e facilmente irritabile.
I cinque alternavano i divertimenti sulle giostre a lunghe chiacchierate, che avevano quasi sempre come argomento il rapporto fra i due, finché, proprio durante una di quelle conversazioni, una voce attrasse l’attenzione di tutti: “Higurashi…” gridò da lontano Hojo.
“Anche voi qui… che piacevole sorpresa!”
“Ciao Hojo… come mai da queste parti?” lo salutò Kagome, un po’ sorpresa nel vederlo lì: lui non era certo il tipo da luna park e oltretutto era solo, mentre solitamente usciva con i suoi compagni di classe.
“Dai Hojo unisciti a noi, già che sei qui…” gli propose Yuka, aiutandolo così a eludere la domanda dell’amica.
Rimasero a parlare ancora per qualche tempo, durante il quale Hojo non riusciva ad evitare di squadrare Inuyasha dalla testa ai piedi, avendo capito dai discorsi, che era lui il suo rivale.
All’improvviso Yuka si alzò dalla panca, seguita a ruota da Eri e Ayumi, dicendo: “Noi andiamo a prendere dello zucchero filato…” e rivolgendosi a Inuyasha gli chiese gentilmente: “Non è che ci scorteresti fino al chiosco” il ragazzo rimase pietrificato, non sapendo cosa fare ne cosa dire: non gli sembrava una bella idea rimanere in balia delle domande assillanti del trio e si voltò verso Kagome come per ottenere un consiglio.
Dal canto suo anche la ragazza era rimasta un po’ perplessa da quella richiesta, ma per evitare di discutere sull’argomento, incoraggiò l’hanyou ad accompagnarle, lasciando trasparire, tuttavia, la sua poca convinzione.
Erano così rimasti soli in mezzo al piccolo parco, lei che guardava con un po’ di tristezza il mezzo demone allontanarsi con le amiche fino a sparire e Hojo che aspettava il momento propizio per prendere la parola e dichiararsi.
“Higurashi … visto che siamo soli… vorrei parlarti di una cosa molto importante…”
La ragazza si voltò verso di lui e gli rispose: “Va bene… dimmi pure Hojo”
Lui la guardò intensamente, facendola preoccupare un po’ per quel che potesse significare quello sguardo e infine le confessò tutto: “Higurashi… tu mi piaci molto… e vorrei che diventassi la mia ragazza…”
Quelle parole le diedero come la sensazione di venir schiacciata da un macigno e non sapendo cosa dire indietreggiò di un paio di passi barcollando: “[Mi ha chiesto di diventare la sua ragazza… ma … ma a me… a me piace Inuyasha… Hojo sarà bello e gentile… ma stando con lui non ho mai… provato quello che provo stando vicino a Inuyasha…]” pensò faticosamente la ragazza stordita da quel discorso inaspettato.
“Io… io non so che rispondere…”
“Un SI… basterà…” rincarò la dose lui, colmando la distanza che la ragazza aveva creato fra di loro.
“Io non… io non posso… Hojo… mi spiace…” tartagliò lei cercando di trattenere le lacrime che stavano iniziando a bagnarle il volto.
“Perché Higurashi?… perché?”
“Perché amo già un altro…” concluse lei piangendo e distogliendo lo sguardo dal ragazzo.
Quelle parole furono per lui insopportabili e in uno scatto d’ira afferrò con forza le braccia della ragazza tirandola a se.
“Hojo… fermati… che vuoi fare… mi stai facendo male!” strillò lei disperata avendo intuito cosa il ragazzo aveva in mente.
“No… non ti lascerò finché non ti avrò dimostrato che sono l’unico che ti può amare come meriti!” le rispose lui furioso continuando ad avvicinarla a se e iniziando a protendere le labbra per baciarla mentre la ragazza, gridando, spostava continuamente il volto per non permetterglielo e cercava di divincolarsi.
Kagome fu a un passo dal cedere, non riuscendo a opporsi ulteriormente a Hojo, quando sentì di colpo la mano sinistra di lui staccarsi dal suo braccio e di seguito un urlo di dolore del ragazzo. Aprì gli occhi ancora carichi di lacrime e lo vide: Inuyasha era alle spalle di Hojo e lo aveva bloccato torcendogli l’arto dietro la schiena.
“Maledetto… Come osi toccare Kagome con le tue luride mani?!?!!” esplose il ragazzo furibondo, vedendo la ragazza piangere spaventata.
A causa di un ulteriore strattone al braccio, Hojo fu costretto a mollare completamente la presa su Kagome, che non poté fare a meno di accasciarsi al suolo stremata da quella lotta impari.
Inuyasha, con un movimento rapidissimo, si girò su se stesso e lasciando il suo avversario, lo fece finire a terra lontano da lui: in quel momento sembrava una belva, nemmeno quando si trasformava era così pieno di rabbia e sete di uccidere; ma voltandosi verso la ragazza il suo volto mutò nuovamente esprimendo solo gentilezza e preoccupazione.
“Kagome… Kagome… dimmi che stai bene… ti prego!” disse freneticamente lui appoggiandosi il viso di lei al petto e stringendola in un dolce abbraccio.
“Inuyasha… sto bene… mi dolgono solo un po’ le braccia… ma sto bene…” sussurrò lei singhiozzando mentre le lacrime le rigavano ancora il viso: “Grazie… Inuyasha…”
“E tu chi saresti per dirmi come mi devo comportare con Higurashi?” tuonò Hojo che si era nel frattempo rialzato e che si era ulteriormente risentito nel vedere quella scena.
Inuyasha non rispose, si staccò da Kagome, nonostante lei cercasse di impedirglielo e si mise in piedi ad osservare, furente, il suo rivale.
“Vuoi sapere chi sono??” gli gridò con tutta la collera che aveva in corpo “io sono il RAGAZZO DI KAGOME!!” sottolineando con il tono della voce le ultime parole, mentre la ragazza alle sue spalle lo guardava stupita, ma per niente dispiaciuta di quella affermazione.
“Questa è bella… vuoi forse dire che TU sei convinto di esserlo…” gli rispose sarcastico Hojo.
“IO ORA TI AMMAZZO!!!” Sbottò Inuyasha, caricandosi per lanciarsi verso il ragazzo, venendo però fermato da Kagome che si era aggrappata con tutto il peso al braccio di lui.
“Inuyasha… ti prego… non farlo…” lo supplicò con aria afflitta, sapendo che l’hanyou non si sarebbe limitato e avrebbe certamente ucciso il ragazzo, macchiando per sempre il suo animo nobile e quel pensiero, le straziava l’anima più di ogni altra cosa.
A quella richiesta, il mezzo demone non ebbe il cuore di opporre un rifiuto, anche se il sangue gli ribolliva nelle vene, quasi come fosse in forma di youkai: in quel momento il suo più grande desiderio era quello di vendicare l’oltraggio subito da colei che amava, ma il pensiero di farla soffrire per questo, spense velocemente quella brama assassina.
Con uno sguardo fulminò Hojo ammonendolo: “Ringrazia Kagome se sei ancora vivo… ma ricorda… se oserai toccarla anche solo con un dito in futuro… non ci sarà nulla in grado di fermarmi e giuro che ti ammazzerò… ora VATTENE!”
Il ragazzo ormai rinsavito dalla collera, non poté non rendersi conto, dal tono della voce e dallo sguardo dell’hanyou, che chi si ergeva di fronte a lui era assolutamente serio e questo lo aveva letteralmente terrorizzato.
“Ragazze… che devo fare adesso… il piano è andato tutto in fumo!” balbettò il ragazzo girandosi verso il trio che era sopraggiunto subito dopo Inuyasha e quindi aveva assistito all’intera scena.
“Non lo hai sentito, stupido… vattene…” Disse furiosamente Yuka, vedendo venire allo scoperto il loro coinvolgimento in quella faccenda.
Hojo non se lo fece ripetere due volte e iniziò a correre a perdifiato fino a scomparire nell’oscurità.
“Kagome… noi…” iniziò Eri in preda al più completo rimorso per quanto era successo.
Ma Kagome non si voltò nemmeno e si incamminò verso l’uscita, venendo però fermata da Inuyasha che la prese in braccio.
La ragazza non avrebbe voluto, ma la sua presa fu così delicata e il suo viso così gentile, che non seppe opporsi e mentre si allontanavano il lento ondeggiare del petto e quel caldo abbraccio la fecero sprofondare in un dolce sonno.

Kagome si risvegliò alcune ore più tardi e resasi conto di essere nel suo letto, iniziò a guardarsi intorno per capire cosa fosse successo.
La prima cosa che notò fu che indossava il pigiama: lei non si ricordava di essersi cambiata, in realtà non si ricordava nemmeno di essere arrivata a casa, era rimasta al momento in cui Inuyasha l’aveva presa in braccio e si era allontanato dal luna park e poi niente più.
Mentre ragionava si accorse di un'altra cosa: Inuyasha quella sera non era a letto con lei, ma osservando meglio si accorse che era seduto con la schiena contro il bordo del letto e stava dormendo.
In quel momento, forse avvertendo i movimenti di lei, il mezzo demone si destò mettendosi a sedere su quel bordo che fino a prima gli aveva fatto da schienale.
“Kagome… ti sei svegliata…come stai?” le chiese preoccupato.
“Io sto bene… tu piuttosto cosa ci facevi rannicchiato lì a lato?”
“Beh, ho pensato… ecco… visto quello che hai passato con Hojo… non fosse il caso…” ma si fermò vedendo dipingersi la commozione sul volto di lei: “Grazie… Inuyasha” sussurrò lei stringendosi al petto del ragazzo ad un passo dal piangere, tranquillizzandosi però immediatamente grazie al tenero abbraccio dell’hanyou: “Hojo non è nemmeno paragonabile a te… Inuyasha… lui ha soltanto cercato di comprare il mio amore con mille regali e stasera non ha avuto il minimo rispetto dei miei sentimenti…” e dopo una breve pausa riprese: “Tu invece mi hai sempre protetta e rispettata… è per questo con te io mi sento bene… e non posso… non voglio stare lontana da te…” concludendo con parole che fecero sussultare il cuore del mezzo demone: “… perché io ti amo…” Ammise, stringendosi ancora più forte a lui.
“Tu sei la mia aria… Kagome… i tuoi sorrisi hanno il potere di scaldarmi l’anima… la tua sola presenza placa il mio spirito… preferirei farmi strappare il cuore che stare lontano da te… perchè anch’io ti amo…” le rispose lui caricando di affetto quel concetto.
I due restarono immobili a contemplare il loro reciproco amore venuto finalmente alla luce, stretti l’una tra braccia dell’altro. Fu proprio l’abbraccio dolce e il tepore del corpo di Inuyasha che portarono Kagome ad abbandonarsi completamente addormentandosi su di lui che, accortosi della cosa, la scostò delicatamente, stendendola sul letto e rimettendola sotto le coperte per poi salutarla con un bacio sulla guancia, prima di appoggiarsi nuovamente al bordo del letto.
“Restami vicino… Inuyasha… ho bisogno di te…” bisbigliò Kagome per convincerlo a dormire ancora una volta con lei.
Il ragazzo non disse nulla, si rialzò e si infilò sotto le coperte, cingendo teneramente il corpo di lei, osservando il suo viso distendersi, assumendo un’espressione felice: lei stava finalmente riposando serenamente e questo riempiva di gioia il mezzo demone.


Piaciuto... spero di si!!
Ringrazio ancora Luchia nanami, Lalla86 e Ayashi89 per i commenti e spero di poterne leggere ancora!

Ci sentiamo col prossimo capitolo!!

Ragnarok

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Capitolo 10
*** 10 ***


INTRO

INTRO: Il giorno dopo la tempesta...

Ciao...

Chiedo umilmente perdono per il mostruoso ritardo con cui posto il decimo capitolo e vi auguro buona lettura!

CAPITOLO 10

Si risvegliarono entrambi all’alba accarezzati dai raggi solari che filtravano dalla finestra, mentre erano ancora abbracciati l’uno all’altra.
“Kagome… come ti senti… hai dormito bene?” chiese Inuyasha dolcemente.
“Buongiorno Inuyasha… sto benissimo… grazie!” rispose lei sorridendogli.
Rimasero a cullarsi reciprocamente per qualche tempo, finchè lui non le pose una domanda riguardo un argomento su cui aveva riflettuto a lungo prima di addormentarsi: “Come ti comporterai con le tue amiche adesso?”
Nel sentire quelle parole la ragazza si irrigidì per qualche istante, ma poi rispose con tono amareggiato: “Non lo so…anche se sono le mie migliori amiche, quello che hanno fatto… penso sia imperdonabile…”
“Io credo che dovresti perdonarle invece.” disse l’hanyou lasciando parecchio stupita la ragazza “In fondo le capisco…”
“Inuyasha… ma…” La risposta di Kagome venne interrotta da Inuyasha, che era intenzionato a finire di esporre il suo pensiero, prima di concederle una replica.
“Vedi Kagome… secondo me, lo hanno fatto solo perché tengono a te… del resto tu hai raccontato loro solo i momenti difficili del nostro rapporto…” Si fermò un istante a sorridere alla giovane per rassicurarla sul fatto che non se l’era presa per quella faccenda, proseguendo poi il suo ragionamento: “Devono aver pensato che io ti facessi solo soffrire… mentre con la sua apparente gentilezza, Hojo sembrava più adatto a te… ed è per questo che hanno organizzato un’occasione per lui di dichiararsi: volevano darti una alternativa… senza rendersi conto che potevano farti soffrire…” e dopo un’altra breve pausa riprese: “In fin dei io le capisco… perché mi sono trovato anche io nella stessa situazione… quando ti ributtai nel pozzo dopo il secondo scontro con Sesshomaru… volevo proteggerti a tutti i costi, ma nel farlo non ho tenuto conto di quello che volevi realmente tu, facendoti soffrire per questo…”
“Inuyasha… io…” Kagome, commossa, si rese conto che il mezzo demone stava cercando di darle le motivazioni per non gettare al vento l’amicizia con le tre compagne.
“Pensaci Kagome… ok? Per quel che mi riguarda, ho piena fiducia nel fatto che prenderai la decisione migliore.” le sussurrò stringendola a se con nuovo vigore.
La ragazza infine si alzò e si preparò per uscire, lasciando solo Inuyasha, che pur mascherandolo molto bene, era assai preoccupato per come Kagome avrebbe potuto affrontare le amiche.
Kagome arrivò a scuola in perfetto orario, entrò in classe in tutta fretta, facendo giusto in tempo a sedersi e tirare fuori i libri prima dell’inizio della lezione.

Durante la pausa pranzo le tre compagne le si avvicinarono con aria afflitta. Eri si fece coraggio e le chiese:“Kagome… potremmo parlarti?”
Inaspettatamente Kagome si girò tranquilla rispondendo con tono garbato: “Certo ragazze… andiamo sul tetto però, così staremo meglio…”

Una volta in cima all’edificio, Kagome si sedette a terra appoggiando la schiena contro il parapetto e disse con calma: “Di cosa volevate parlarmi?”
Questa volta fu Yuka a prendere la parola dando voce al pensiero di tutte e tre: “Noi volevamo scusarci per quello che abbiamo fatto… Lo abbiamo fatto in buona fede, ma ci rendiamo conto che è stato un gesto stupido, che ha portato a delle conseguenze che andavano ben oltre quello che avevamo pensato… ti prego Kagome perdonaci!!”
La ragazza rimase ferma a pensare un attimo fissando il pavimento, ma poi alzò lo sguardo verso le amiche e disse con voce pacata: “Inuyasha aveva proprio ragione…” lasciando il trio un po’ sconcertato, pensando che il ragazzo avesse aizzato il dolore della ragazza nei loro confronti, ma il seguito del discorso di lei le lasciò stupefatte: “Vedete… lui mi ha detto che vi dovevo perdonare, perché quello che avevate fatto, pur sbagliando, lo avevate fatto per me… e che sicuramente eravate pentite…” e alzandosi abbracciò le tre ragazze aggiungendo tra le lacrime: “Voi siete le mie amiche… come potrei non perdonarvi… vi voglio bene ragazze…”
Eri, Yuka e Ayumi scoppiarono a piangere a loro volta stringendo l’amica, giurandosi ancora una volta eterna amicizia.
In breve era tornata la più completa armonia tra le quattro compagne e durante la giornata colsero ogni momento per ridere, scherzare o aiutarsi l’un l’altra e quando le lezioni finirono, si diressero in gruppo verso il cancello principale dove una persona le stava aspettando, turbando per un momento l’allegria che regnava.
“Higurashi…” disse Hojo con voce incerta per attirare l’attenzione di Kagome
“Che vuoi Hojo… non pensi di aver fatto già abbas…” Sbottò Eri mettendosi, insieme a Yuka e Ayumi, tra lui e l’amica, venendo però fermata da quest’ultima che con voce gentile le sussurrò: “No Eri… lascialo parlare… è giusto dare anche a lui una possibilità”
Nel sentire quelle parole il ragazzo si gettò a terra in ginocchio e con aria sofferente espose il suo pensiero: “Higurashi… sono qui per chiedere il tuo perdono… io… io non so cosa mi sia successo in quel momento…io non volevo farti del male… io non potrei mai…” il ragazzo si fermò mentre il suo volto veniva bagnato dalle lacrime.
Kagome superò le amiche e si piegò affianco al ragazzo sorridendo dolcemente e cercando di consolarlo: “Lo so… Hojo… lo so… dimentichiamo quello che è successo… e cerchiamo di essere buoni amici”
Il ragazzo non potè far altro che rispondere con un sorriso, ma subito venne gelato da un pensiero che non seppe trattenere per sé: “Il tuo ragazzo però non credo sarà molto soddisfatto di questa tua idea… visto che mi ha minacciato di uccidermi se mi fossi avvicinato a te…”
Kagome lo rassicurò subito: “Non ti preoccupare per lui… in quel momento era furioso… e tu dovresti capirlo…” chiudendo con un sorriso l’affermazione, per poi riprendere subito dopo: “Parlerò con lui e sono sicura che non avrà nulla da obbiettare”
Nel sentire quelle parole Hojo si illuminò e dopo essersi alzato e aver ringraziato la ragazza corse via felice.
“[Non credo sarà tanto facile convincere Inuyasha a non ammazzarlo… ma in qualche modo farò…]” pensò Kagome mentre tornava a casa dopo aver salutato le tre amiche.
La ragazza rientrò a casa, salutò tutti e si diresse in camera sua pronta ad affrontare il discorso con l’hanyou, che però non si trovava lì, come lei si sarebbe aspettata, bensì nel cortile dietro al tempio principale intento ad allenarsi con Tessaiga, nella speranza di riuscire a farla alleggerire.
La ragazza lo raggiunse in breve tempo, ma per non disturbarlo rimase nascosta in un angolo a osservarlo, finchè una voce non la chiamò: “Kagome… cosa fai lì dietro… vieni fuori…” Il mezzo demone aveva avvertito quasi istantaneamente il profumo di lei, ma aveva aspettato a chiamarla, non capendo cosa stesse facendo.
“Ciao… Inuyasha…” rispose lei con tono incerto uscendo dal suo nascondiglio e avvicinandosi a lui.
“Beh??” fece lui per ribadire la domanda appena postale.
“Ecco… non volevo disturbarti… sembravi così concentrato…”
“Che stupida!” ribatte con tono quasi seccato, provocando l’ira di lei: “Cosa sarei io!?!?” che venne però subito placata dalle nuove parole di lui: “Quando lo capirai… che la tua presenza non è mai un fastidio per me, ma solo una gioia…” disse con tono gentile Inuyasha, voltando le spalle a Kagome che non potè fare a meno di avvicinarsi a lui poggiando la testa sulla sua schiena e abbracciandolo in vita, dando al ragazzo l’impressione di una scossa che gli percorresse l’intero corpo, che si trasformò poi in una piacevolissima sensazione di calore.
“Inuyasha… devo parlarti di una cosuccia… ma devi promettermi che non ti arrabbierai…”
Il ragazzo tuttavia non rispose all’affermazione di lei, che non capendo cosa succedesse cercò di richiamare la sua attenzione: “Inuyasha… c’è qualcosa che non va?” disse con una vena di preoccupazione nella voce.
Inuyasha rispose dopo poco: “Anche io ti devo dire una cosa Kagome… ma inizia pure tu…”
Il mezzo demone aveva un aria tesa e un espressione assai seria gli era dipinta sul volto, cosa che fece preoccupare molto Kagome, che quasi si stava dimenticando del perché era andata a cercarlo.
“Allora? Che volevi dirmi” chiese lui lasciando trasparire una certa impazienza, scuotendo la ragazza che si era per un attimo persa in alcuni brutti pensieri.
“Volevo dirti che ho fatto pace con le mie amiche…” iniziò lei, mentre si sedevano a terra, pensando di dare prima le buone notizie per addolcire la pillola, ottenendo infatti un sorriso dal ragazzo visibilmente soddisfatto per quella novità.
“C’è dell’altro…” riprese subito lei con tono meno allegro del precedente: “Mentre stavamo uscendo da scuola si è presentato Hojo…”
Kagome venne interrotta dal ruggito Inuyasha: “COSAAAAA???”
Kagome si affrettò a riprendere il discorso nel tentativo di calmare l’hanyou, visibilmente imbestialito da quell’annuncio: “No, no… calmati… non è come credi… è venuto a porgermi le sue scuse… ha detto che era mortificato e non sapeva cosa gli fosse preso… mi ha chiesto di perdonarlo”
“Spero che tu abbia rifiutato…” intervenne Inuyasha ancora assai irritato.
“No… gli ho detto che lo perdonavo… e che mi avrebbe fatto piacere rimanessimo amici…”
L’hanyou era diventato viola sentendo quelle parole e subito esplose: “Dopo quello che ti ha fatto… non posso crederci… ti è dato di volta il cervello!!!”
Il suo volto indemoniato cozzava vistosamente con l’espressione tranquilla di Kagome, che riprese la parola con tono dolce: “In fin dei conti tu dovresti comprenderlo Inuyasha… in questo momento ti stai comportando come lui, anche se poi lui ha esagerato…”
Nel sentire quell’affermazione Inuyasha rimase pietrificato “[Io mi sto comportando come quello sgorbio… possibile… ma io voglio solo protegger… la…]” Il mezzo demone si ricordò di quanto aveva detto quella mattina alla ragazza sulle sue amiche e si rese conto di quello che intendeva dirgli lei, spegnendo in pochi istanti la sua collera. “Scusami Kagome… hai ragione tu… mi sto comportando da stupido… se credi che rimanergli amica sia la cosa giusta… io non interferirò…” le confessò lui con aria un po’afflitta, tenendo la testa bassa, venendo perciò, preso di sorpresa quando la ragazza gli si gettò con le braccia al collo sussurrandogli dolcemente: “Non puoi essere un stupido… perché a me gli stupidi non piacciono…”
“Kagome… ti amo…” le sussurrò prima di baciarla dolcemente.


Ringrazio Lalla86, Kagome93, Luchia nanami e Mlle Nihal per i commenti!! GRASSIE MILLE!!

Ragnarok79

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Capitolo 11
*** 11 ***


INTRO

INTRO: Kagome ha vuotato il sacco... adesso tocca ad Inuyasha...

Ciao a tutti...
Ecco qui l'11esimo capito... e siamo quasi al rush finale...

Capitolo 11

Inuyasha e Kagome rimasero abbracciati a lungo, quando all’improvviso: “Inuyasha… non dovevi dirmi qualcosa anche tu?”
Nel sentire quell’affermazione il ragazzo la lasciò andare di scatto, e alzatosi, si spostò di un paio di passi facendo trasparire dal suo viso, improvvisamente tiratosi, una certa inquietudine, che mise in apprensione Kagome: “Inuyasha… che hai?” gli chiese lei avvicinandosi nuovamente all’hanyou.
“Ho deciso di andare, Kagome…” disse con tono funebre lui, lasciandola totalmente paralizzata per lo stupore: “Ho deciso di tornare all’epoca Sengoku… ma vorrei che tu rimanessi qui ancora qualche tempo…”
La domanda sconcertata di lei non si fece attendere: “Ma perché… e perché io non dovrei venire con te??”
“Perché non riesco a dominare Tessaiga… e quindi, se tu mi restassi vicina, correresti solo pericoli… per questo vorrei che rimanessi qui, almeno finchè non sarò riuscito a venire a capo di difficile situazione.” Spiegò lui con tono decisamente affranto: era evidente che quelle parole gli costavano molto e questo Kagome lo aveva chiaramente percepito.
“Io non posso… non voglio abbandonarti Inuyasha… Non ti lascerò affrontare questa prova da solo… e poi non ho paura, perché so che qualunque cosa succeda… tu mi proteggerai” ribattè lei con tono amorevole stringendosi al ragazzo che non potè non ricambiare il gesto.
“Grazie Kagome… se non ci fossi tu…”
“Quando avevi deciso di partire?” gli chiese lei, dopo qualche istante in cui aveva assaporato la dolcezza di quelle parole.
“Volevo partire subito dopo avertelo detto… perché se ti fossi rimasto vicino, sapevo che alla fine avrei desistito…” Ammise lui.
“Capisco… allora vado a preparare le mie cose… così possiamo partire” E detto questo la ragazza si staccò da lui e corse in casa, ripresentandosi circa un’ora dopo con il suo consueto zaino giallo sulle spalle.
I due salutarono tutti e si gettarono nel pozzo, venendo catapultati nell’epoca Sengoku, dove i loro più cari amici li stavano attendendo ormai notevolmente preoccupati. Inuyasha prese in braccio Kagome e con un singolo balzo uscì dal pozzo e dopo averla fatta salire sulle sue spalle si diresse a gran velocità verso il villaggio della vecchia Kaede, raggiungendolo dopo qualche minuto.
“Kagome… Inuyasha!!! Siete tornati finalmente!!” Shippo corse incontro ai due e si rannicchiò tra le braccia dell’amica.
“Piccolo Shippo… sei guarito vedo!!” Notò compiaciuta lei accarezzandogli la testa
Alle grida di Shippo in breve accorsero anche Miroku, Sango e la vecchia Kaede che dopo l’allegria iniziale per aver ritrovato i propri compagni di avventure, vollero sapere come mai fossero stati via così a lungo, ammettendo di essere stati in pensiero, soprattutto viste le condizioni in cui Inuyasha aveva abbandonato il villaggio.
I due passarono la serata a rassicurare i loro amici, raccontando poi le varie situazioni in cui si erano venuti a trovare in quei giorni.
“Sarà meglio andare a letto adesso… domani dovremo alzarci presto se vogliamo riprendere la nostra ricerca!” Affermò Miroku alzandosi e dirigendosi verso la capanna dove solitamente dormivano, seguito a ruota da Sango, che si portò via anche Shippo, lasciando soli Inuyasha e Kagome.
I due, dopo aver controllato velocemente che gli altri fossero effettivamente andati a dormire, si sedettero vicini davanti al fuoco, che nonostante si stesse spegnendo, ancora emanava una luce fioca e un po’ di calore.
“Sono felice che alla fine tu sia venuta con me… Kagome…” ammise l’hanyou cingendola con il braccio sinistro, mentre lei appoggiava la testa sul suo petto.
“Anche io sono felice di essere qui… con te…” gli rispose lei con voce calda e delicata coccolandosi nell’abbraccio di lui.
“Forse dovremmo andare a letto anche noi… la tua è stata una giornata faticosa e hai sicuramente bisogno di riposare…” le sussurrò Inuyasha rompendo il silenzio che regnava ormai da un po’ di tempo, ottenendo dalla ragazza a mala pena un cenno di assenso con la testa: quella posizione così piacevole l’aveva fatta totalmente rilassare fino quasi a farla addormentare.
Il mezzo demone la prese in braccio e si diresse lentamente verso la capanna e una volta lì, con infinita delicatezza infilò Kagome nel sacco a pelo, fermandosi poi, per pochi istanti, ad ammirarla: “[È così bella… e quando dorme ha un’espressione così rilassata e felice… sembra una bambina…]” finendo per appoggiare gentilmente le sue labbra su una guancia di lei in un caldo bacio della ‘buona notte’
Era già pronto a ritrarsi, per raggiungere il suo consueto angolo in cui riposare, quando una mano lo tirò per una manica della veste attirando la sua attenzione quanto bastava per udire una voce dolcissima e impercettibile: “Dove credi di andare Inuyasha… tu devi restarmi vicino… non ricordi?” Era Kagome che lo voleva trattenere accanto a lei.
Inuyasha non riuscì, stregato dal sorriso a dalla voce sensuale di lei, a opporre un rifiuto, anche se temeva che, venendo scoperti dagli altri, sarebbero stati oggetto di continue battute e allusioni, soprattutto da parte di Miroku. Ma il pensiero di dormire ancora una notte vicino a colei che amava superò ogni resistenza facendolo coricare accanto alla ragazza, stringendola in un tenero abbraccio.
Il mattino seguente avvenne l’inevitabile: i due ragazzi, persi nelle reciproche coccole si erano svegliati tardi, trovandosi osservati con sguardo malizioso dai loro compagni che, non poterono evitare di scoppiare a ridere quando, rossi dalla vergogna, Inuyasha e Kagome si erano separati di scatto schizzando poi ai lati opposti della capanna fissando il pavimento, assai imbarazzati.
“E bravo il nostro Inuyasha… Adesso però devi raccontarmi tutto… ok?” esclamò Miroku dandogli ripetutamente pacche sulle spalle, ottenendo la reazione imbestialita dell’amico: “Fatti gli affari tuoi… e comunque non c’è nulla da raccontare, perché non è successo nulla!!!”
“Sì sì… se lo dici tu…” commentarono con tono sarcastico il monaco e la sterminatrice, mentre quest’ultima aveva preso a stuzzicare l’amica: “Dai Kagome… a me puoi dirlo… ti ha baciata??”
“Ma… ma che stai dicendo Sango… smettila subito!!” ribattè la ragazza ancora più imbarazzata di prima.
“Brutto cagnaccio rognoso!! Cosa hai fatto a Kagome… rispondi!!” sbottò Shippo pieno di sicurezza, che perse immediatamente quando Inuyasha lo fulminò con lo sguardo e alzandosi iniziò a rincorrerlo per tutta la capanna: “Brutto mostriciattolo… com’è che mi hai chiamato?!? Vieni qui che ti strozzo!!!”
“Kagome… Kagome… Inuyasha mi vuole picchiare!!” gridò il cucciolo di volpe correndo a destra e sinistra per evitare di farsi prendere dall’hanyou, finendo la sua folle corsa tra le braccia della ragazza che sconsolata e un po’ a malincuore pronunciò le fatidiche parole: “Basta Inuyasha… A cuccia…” ottenendo così di far schiantare il mezzo demone sul pavimento.
“Dannata… ti ci metti anche tu…” esclamò lui con aria contrariata, venendo però subito calmato dal sorriso che lei gli rivolse per farsi perdonare, prima di esclamare a gran voce: “Ora sarà meglio mettersi in marcia!” ottenendo l’approvazione di tutti.


Ringrassio Luchia nanami, Marysq92 (Accipicchia!! 10 commenti uno dietro l'altro :-) ) e Sesshou No Kon per i commenti... grassie mille!!
Al prossima capitolo

Ragnarok79

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Capitolo 12
*** 12 ***


INTRO

INTRO: Per Kagome e Inuyasha i momenti difficili sembrano essere ormai superati... sarà così??

Ciao a tutti!
Potete far scattare il contatore a -2: ormai la fine de "Il richiamo del sangue, la volontà del cuore" è assai vicina...

AVVISO

Questo capitolo può provocare gravi forme di intolleranza e di istinto omicida verso un ben determinato personaggio... quindi ammazzate lui e non me... anche perché, altrimenti... niente lieto fine.

Bon... vi lascio leggere in pace... Buona lettura
(sergente mi passi l'elmetto ndRagnarok79)

Capitolo 12

Nei giorni seguenti, il gruppetto si spostò di villaggio in villaggio senza incontrare nessuna difficoltà, mantenendo perciò l’atmosfera scherzosa della partenza, finchè giunti nei pressi di un nuovo paese: “Fermi…” disse Inuyasha con tono assai serio iniziando ad annusare intensamente l’aria: “C’è odore di sangue umano… e di un demone… ma non riesco a capire di che tipo…”
“Sarà meglio avvicinarsi al villaggio con cautela allora” osservò Miroku freddamente.
“Già… concordo… Kagome… tu e Shippo rimanete vicino a me!” concluse l’hanyou riprendendo la marcia, ma, giunti a destinazioni, furono preda dello sgomento: tutti gli abitanti erano stati massacrati e i loro corpi orribilmente mutilati.
Quella scena raccapricciante era insostenibile per gli occhi del povero Shippo che nascose il viso nel petto di Kagome, la quale, come Sango e Miroku, distolse lo sguardo da quell’orrore, mentre Inuyasha, pur sconvolto, esaminava ogni angolo per individuare il responsabile della carneficina, temendo ora per la vita dei suoi amici.
D’un tratto un essere sbucò fuori da una capanna fermandosi proprio davanti al gruppo esclamando tra forti risate: “Bene… bene… altro divertimento… mi stavo iniziando ad annoiare…”
“Bastardo… sei stato tu a massacrare tutta questa gente!!” gridò furibondo l’hanyou preparandosi ad estrarre Tessaiga anche se l’esitazione in lui era forte. Sapeva infatti di non essere ancora in grado di padroneggiarla al meglio, sentendola ancora troppo pesante.
“Beh… si… è stata una piacevole distrazione… troppo effimera tuttavia…” rispose il demone con tono arrogante, marcando con la voce il disappunto per la rapida fine di quel ‘divertimento’.
Nel sentire quelle parole Inuyasha si imbestialì gettandosi contro lo youkai pronto a colpirlo con gli artigli: “Maledetto! Muori!!!Sankon Tessou…”
“Tutto qua… mezzo demone… cosa pensavi di fare?” Il demone lo schernì dopo aver evitato il suo attacco con facilità “Ora se non ti dispiace, è arrivato il mio turno… Addio essere inferiore!!” Partendo all’attacco, con una velocità incredibile, il demone colpì ripetutamente Inuyasha scaraventandolo contro il muro di una baracca con l’effetto di farla crollare sull’hanyou.
“Che inutile seccatore… confido che voi mi farete divertire molto di più” affermò il demone, rivolgendosi al resto del gruppo rimasto frastornato da quanto era successo.
“Inuyasha… no…” sussurrò Kagome in preda alla disperazione urlando poi a pieni polmoni “Inuyasha!!” Tendendo nel contempo l’arco e incoccando una freccia: “Maledetto…”
“E tu cosa vorresti fare con quella stupida freccia, mio grazioso bocconcino??” le domandò sorridendo malignamente lo youkai iniziando ad avvicinarsi ai quattro, quando una voce conosciuta attirò la sua attenzione.
“Kagome… smettila… questa questione la chiudo io…” e rivolgendosi poi direttamente al demone: “E tu… maledetto… non provare nemmeno a guardarla… il tuo avversario sono io!!”
“Inuyasha!!” gridò Kagome piena di felicità, mentre lo youkai gli rispose con tono infastidito: “Naraku mi aveva detto che eri un tipo ostinato… pulce… ma non ti preoccupare, prima schiaccerò te e poi mi divertirò con la tua amichetta” concludendo con un ghigno.
“Maledetto… dunque anche tu sei un servo di Naraku…” osservò l’hanyou estraendo Tessaiga, sentendone subito l’elevato peso: “[Dannazione è ancora così pesante…]”
“Diciamo di sì… ma tanto questa informazione non ti sarà più necessaria… perché stai per morire!” Detto questo lo youkai si lanciò nuovamente su Inuyasha, che nonostante gli sforzi per tenere testa all’avversario, fu prima disarmato e poi ferito, trovandosi gli artigli affilati del nemico piantati nella spalla, ricevendo infine una raffica di colpi che lo fecero stramazzare a terra privo di forze e pressoché svenuto.
“Bene… sistemato questo scherzo della natura… passiamo a divertimenti più interessanti…” affermò il demone soddisfatto, girandosi poi verso Kagome, indicandola: “E ora tocca a te farmi divertire…” iniziando a muoversi con calma verso il quartetto.
Miroku, nel sentire quelle parole si mosse d’istinto fuori dal gruppo per proteggere le due amiche, pronto ad usare il vortice: “[Con il vortice dovrei sistemarlo a dovere senza troppi problemi…]” ma come se gli avesse letto nella mente quelle intenzioni, il demone lo ammonì: “Monaco… fossi in te ci ripenserei… se usi il vortice contro di me morirai di sicuro, senza nemmeno riuscire a eliminarmi…” gustandosi l’espressione sconvolta del monaco
“Che vuoi dire… maledetto”
“Semplicemente che il mio sangue è in realtà un potente veleno… quindi mi basterebbe staccare una minima parte del mio corpo e farla risucchiare dal tuo vortice per farti morire all’istante…” aggiungendo poi ridendo di gusto: “Come vedi non puoi fare nulla contro di me!!!”
Lo youkai riprese ad avanzare quando qualcosa lo distrasse nuovamente dal suo obiettivo: “Questo odore… non può essere!!” esclamò sconcertato girandosi di scatto nel tentativo di individuare il suo nuovo avversario, finchè il suo sguardo non cadde su Inuyasha che nel frattempo si era accucciato, rimanendo a testa bassa nella più totale immobilità.
“Oh no… Inuyasha… si è trasformato…” osservò Sango sgomenta, andando subito a cercare con lo sguardo gli occhi di Kagome, scoprendola terrorizzata per quanto stava accadendo.
“Kagome… che hai… Kagome?” le chiese l’amica scuotendola energicamente, riuscendo ad ottenere solo una risposta incomprensibile: “No… non può essere… è tutto come… tutto come l’altra volta…”
In un attimo gli occhi di Kagome si riempirono di lacrime mentre il suo cuore era pervaso dal terrore, finchè straziata da quelle sensazioni e da nefasti presagi, gridò “INUYASHA… torna in te… ti prego!!”
Inuyasha, nel sentire quella voce carica di dolore, alzò la testa mostrando il volto ormai recante i segni della trasformazione: gli occhi iniettati di sangue scorsero rapidamente il campo di battaglia, fino a fissarsi proprio su colei che aveva gridato il suo nome, sussurrando a zanne strette: “Ka… Kagome…”
Il demone era rimasto per un attimo pietrificato vedendo il nuovo terrificante aspetto dell’hanyou, ma, resosi conto della sensazione appena provata, andò su tutte le furie. Ritenendosi umiliato e covando dunque vendetta, si lanciò sul mezzo demone pronto a sferrargli un colpo mortale.
Inuyasha non si mosse fino all’ultimo, poi, all’improvviso, tutto il suo corpo si tese quasi allo spasmo, mentre afferrava al polso l’avversario schiantandolo a terra con una violenza incredibile e una volta atterrato, gli saltò addosso iniziando a farlo a brandelli.
Ancora una volta la sete di sangue e di violenza si stava facendo strada nella sua mente ormai dominata dalla sua parte demoniaca, quando qualcosa attrasse la sua attenzione: Kagome aveva raccolto Tessaiga e gli era corsa incontro. L’hanyou fece un balzo indietro mettendosi sulla difensiva, pronto tuttavia ad aggredire nel modo in cui aveva già dimostrato di saper fare, senza riuscire tuttavia ad intimorire la ragazza, che ora si avvicinava lentamente, ma con decisione.
“Fermati Kagome… così ti farai ammazzare!” Le gridò Sango oramai troppo distante per riuscire a fermarla.
“Adesso la sbranerà… povera Kagome…” strillò Shippo piagnucolando e girandosi dall’altra per non guardare la scena.
“Divina Kagome… tornate indietro… vi prego!!” Aggiunse Miroku cercando anche lui di far desistere la ragazza dai suoi intenti, che a loro giudizio l’avrebbero condotta a morte certa.
Kagome non rispose e continuò ad avanzare, fino a quando arrivata davanti a Inuyasha, questo si alzò di scatto con gli artigli pronti a colpire, senza tuttavia farlo, come se fosse trattenuto da qualcosa.
“Inuyasha… ti prego… torna in te…” sussurrò lei, conficcando Tessaiga nel suolo tra loro due, mentre le lacrime le rigavano ancora il viso.
L’hanyou restò immobile per qualche istante, ma all’improvviso,con uno scatto fulmineo sembrò volerla colpire. Inuyasha all’ultimo si ritrasse allontanando gli artigli da Kagome provocando tuttavia la sua caduta all’indietro per lo spavento e uno strappo in una manica dell’uniforme scolastica.
Il mezzo demone rimase nuovamente immobile a guardare quella ragazza che non faceva trasparire la minima paura al suo cospetto, quando, come fosse stato folgorato, si accasciò al suolo urlando come un forsennato: la trasformazione se pur a fatica stava regredendo sotto la spinta della volontà di Inuyasha, nel tentativo di proteggere Kagome.
“Inuyasha!!” gridò la ragazza, mentre nel suo cuore, la speranza combatteva strenuamente contro la paura di non riuscire a strapparlo a quella follia demoniaca e quindi di perderlo per sempre.
Il ragazzo, infine, stese la mano e afferrò la spada mentre il resto del corpo si contorceva ancora per gli spasmi causati dalla lotta che si combatteva all’interno del suo animo, riuscendo da quel momento a riprendere, poco alla volta, il controllo su se stesso, fino a ritornare il mezzo demone di sempre.
“Kagome!!” urlò, precipitandosi affianco a lei mentre sopraggiungevano anche i loro amici: “Che ti ho fatto Kagome??” chiese, notando il piccolo squarcio nella manica della sua uniforme.
La ragazza stava per rispondergli in modo rassicurante, quando giunto da loro, Shippo sbottò contro Inuyasha: “La stavi per UCCIDERE… maledetto cagnaccio rognoso!!!”
Nel sentire quelle parole il ragazzo si sentì morire al pensiero di aver fatto del male a colei che amava e nemmeno le parole di Kagome, tese a smentire quanto il cucciolo di volpe aveva appena detto, suscitarono alcun effetto. Il ragazzo si scurì profondamente in volto e mentre si alzava pronunciò parole cariche di tristezza e rammarico: “Scusami Kagome… tornerò quando questa bestia dentro di me… sarà completamente soggiogata…”
Inuyasha si voltò di scatto e iniziò a correre lontano, sentendo nella testa rimbombare la voce singhiozzante di Kagome che lo implorava di fermarsi, mentre nel cuore l’eco delle parole del piccolo Shippo continuava a dargli la sensazione di mille pugnalate.
La ragazza non potè far nulla per fermarlo e mentre cercava di ritrovare un contegno, ripensava tristemente a quello di cui si era accorta mentre l’hanyou si era voltato per scappare: Inuyasha stava piangendo.


Piaciuto??
Spero cmq di si... nel frattempo ringrazio Marysq92, Kagome_chan89 e Luchia nanami per i commenti

Al prossimo capito (se sono ancora vivo...)

Ragnarok79

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Capitolo 13
*** Extra 1 ***


INTRO

INTRO:Inuyasha è psicologicamente distrutto... ce la farà a ritrovare la forza di andare avanti??

Ciao a tutti!!

Riecchime pronto a presentarvi il primo dei due capitoli extra di "Il richiamo del sangue, la volontà del cuore"...
Colgo l'occasione per spiegare come si è arrivati alla fine del 12esimo capitolo, che inizialmente doveva essere la fine anche della ff.
In realtà questa ff era nata per colmare, nella mia mente malata, il bruttissimo, a mio parere, stacco che sussisteva tra la fine del 52esimo ep e l'inizio del 53esimo... Per chiarirci, prima Inu è con Kagome (Quella bella scena dove lei lo consola) e poi PUFF! Per magia Inuyasha non c'è più e Kagome & Co. non sanno dove sia...
Sostanzialmente la fine della mia misera ff doveva proprio ricollegarsi all'inizio dell'ep 53.
Personalmente adesso che ho scritto anche i due extra mi sento molto più soddisfatto, spero che lo sarete anche voi!!

Buona lettura!

Capitolo extra 1


Inuyasha corse per diverse ore a perdifiato, attraversando boschi e pianure, fino a quando incapace di proseguire oltre, crollò a terra nel bel mezzo di una foresta, per poi strisciare per qualche metro, ritrovandosi sotto un albero che gli ricordava vagamente Goshinboku. Restò lì, continuando a piangere, mentre sentiva le parole di Shippo rimbombargli ancora nel cervello: come aveva potuto, anche solo tentare di fare del male a Kagome? Si odiava per questo e provava ribrezzo di sé stesso al solo pensiero di cosa gli si agitava dentro.
In un attimo di pazzia, decise che avrebbe posto la parola fine a quella faccenda e avrebbe impedito a quella belva di fare altri danni nella maniera più semplice e indolore per tutti: togliendosi la vita. Si mise in ginocchio e con uno scatto afferrò l’elsa di Tessaiga, ma questa lo respinse, lasciando il mezzo demone stordito, ma non meno determinato a portare a compimento il suo proposito. Senza ragionare sul fatto appena accaduto, Inuyasha si afferrò alla base del collo con la mano sinistra mentre la destra, ben tesa, era tenuta a mezz’aria, pronta a colpire. Fece per affondare il colpo ma si bloccò con gli artigli a meno di un centimetro dalla propria gola: in quel momento, nella sua mente, era passato come un flash l’immagine di Kagome.
Ritrasse la mano per tentare nuovamente e nuovamente la stessa immagine lo fermò: non ce la faceva. Il desiderio di rivederla era più forte della sua volontà di farla finita: si lasciò andare in avanti finendo carponi, domandandosi se fosse più codardo per non essere riuscito a uccidersi o per aver tentato di farlo. Ricominciò a piangere: Kagome gli mancava, ma con che coraggio avrebbe mai potuto guardarla in faccia. No, non ci sarebbe riuscito, almeno finché quella parte spaventosa di sé era ancora libera di manifestarsi e quindi di farle del male.
Inuyasha sorrise amaramente: come un cacciatore instancabile, durante la sua intera esistenza, aveva inseguito il suo lato demoniaco per farlo emergere e ora che sapeva di cosa si trattava, i ruoli si erano invertiti ed era lui a scappare da quell’essere assetato di sangue, che lo braccava pronto a saltar fuori e impossessarsi del suo corpo e compiere le più indicibili atrocità.
Aveva passato una vita ad odiare la sua parte umana definendola il suo punto debole, magnificando invece quella demoniaca ed ora invece, proprio quest’ultima era l’oggetto del suo odio, mentre verso l’altra si sentiva quasi in colpa: se l’avesse sostenuta invece che repressa, forse ora sarebbe stata in grado di dominare il demone sanguinario che gli si agitava dentro. Senza contare che i momenti più belli della sua esistenza glieli aveva offerti proprio la sua umanità.
Recuperato un barlume di lucidità, il mezzo demone si rese conto della follia che stava per compiere e questo gli provocò un brivido: stava per lasciarla da sola per sempre! Stava per abbandonare Kagome, quando le aveva promesso di restarle sempre vicino. Eppure ormai sapeva quanto ci tenesse a lui e che la sua morte le avrebbe provocato solo altra sofferenza.
Si diede dello stupido, mentre si asciugava rapidamente il volto bagnato dalle lacrime con una manica del Kariginu. Avrebbe trovato un'altra soluzione, ma per poterlo fare doveva prima parlare con chi conosceva Tessaiga meglio di chiunque altro: Totosai.

“Come sta Kagome?” Sango aveva fatto appena in tempo ad uscire dalla capanna abbandonata, usata per passare la notte al coperto, che Miroku gli aveva posto quella fatidica domanda.
“Anche se tenta di non darlo a vedere… io credo che sia a pezzi… Non è un momento facile per lei: Inuyasha non si è fatto più vedere da ieri… e considerando lo stato in cui si è allontanato, non c’è da star tranquilli… sembrava distrutto…”
“Già… spero non faccia qualche sciocchezza…” Commentò lui, staccandosi dal muro sul quale era appoggiato.
“Credo sia proprio questa la più grande paura di Kagome.”
“È… è tutta colpa mia!!” Frignò Shippo, consolato subito dalla sterminatrice.
“Non fare così Shippo… eravamo tutti preoccupati… tu non potevi immaginare che Inuyasha avrebbe reagito a quella maniera…” Gli disse accarezzandogli il capo, prima di prenderlo in braccio.
“Temo che comunque non possiamo fare nulla…” osservò Miroku avvicinandosi a Sango.
“No!” sbottò Kagome comparendo sulla soglia della capanna “Io non starò qui a far niente mentre lui è chissà dove a soffrire… dobbiamo andare a cercarlo!” aggiunse, con un tono che non lasciava molto spazio ad una qualunque tipo di replica.
Miroku e Sango annuirono, ammutoliti dall’atteggiamento terrificante dell’amica, correndo a prepararsi per la partenza, lasciando soli la ragazza e il cucciolo di volpe.
“Kagome… scusa… io… io…”
“Shhh… non serve che ti scusi Shippo… Sono sicura che Inuyasha sta bene… lo troveremo e tutto si aggiusterà” Disse dolcemente lei, inginocchiandosi davanti al piccolo youkai per accarezzarlo, mentre tentava di convincere anche se stessa della veridicità delle parole appena pronunciate.

Inuyasha non si era fermato nemmeno per un istante, continuando a correre per tutta la notte e buona parte del giorno successivo, giungendo infine alla bottega di Totosai.
“Totosai!! Totosai!!” Gridò entrando nella grande caverna.
“Oh… Inuyasha, sei tu! A cosa devo questa vis…” Il vecchio demone non fece nemmeno in tempo a finire la domanda che l’hanyou lo interruppe “Totosai… dimmi come alleggerire Tessaiga… io… io non voglio più trasformarmi!!” Lo supplicò disperato, guardandolo dritto negli occhi.
“Vieni… siediti e raccontami tutto… altrimenti non potrò aiutarti…” Il mezzo demone annuì e sedendosi davanti al fabbro iniziò a raccontargli tutto ciò che era successo dal loro ultimo incontro, evitando ovviamente i particolari personali.
“Dunque ti sei trasformato ancora e hai rischiato di fare del male a Kagome…” Inuyasha annuì con un espressione contrita dipinta in volto.
“Brutto affare… io speravo che tu fossi già riuscito a dominare Tessaiga… invece hai ancora questo tipo di problemi… beh, quantomeno hai capito da solo che sia il caso di evitare altre trasformazioni…”
“C’è un modo per alleggerirla… vero!?!”
“Beh… per esistere… esiste… ma è un modo potenzialmente pericoloso… molto pericoloso!”
“Non mi importa di quanto possa essere pericoloso… dimmi cosa devo fare!!”
Il demone sospirò riconoscendo l’hanyou cocciuto che conosceva. “Devi recarti nella valle di Ryukotsusei…”
“Ryu… kotsu… sei… hai detto??” Chiese un vocina nota a tutti e due.
“Vecchio Myoga?? E tu cosa ci fai qui??”
“Signorino Inuyasha!! Non dovete per nessun motivo andare in quel luogo… è una follia!!” Esclamò terrorizzato il demone pulce, trovandosi, per tutta risposta, schiacciato da una manata di Inuyasha “Sta zitto dannato... se lì riuscirò ad alleggerire Tessaiga… io ci andrò e nulla mi fermerà!” e rivolgendosi a Totosai riprese il discorso “Cosa devo fare quando sarò lì?”
“Devi sapere che in quella valle fu sigillato da tuo padre un potente demone drago… tu dovrai trafiggere il cuore di Ryukotsusei con la lama di Tessaiga e bagnarla con il suo sangue… ma bada… nel farlo non devi svegliarlo per nessun motivo… sarebbe la tua fine!”
“Ho capito…”
Inuyasha passò la notte da Totosai e dopo averlo ringraziato frettolosamente ed essersi fatto spiegare l’ubicazione della valle, prese con sé Myoga e partì alla volta della sua nuova destinazione.
Per il mezzo demone raggiungere la valle fu abbastanza facile, grazie alle precise indicazioni della vecchia pulce, ma addentrarvisi fu tutt’altra questione, dovendo scalare un intero costone di roccia praticamente liscia, per poter accedere al luogo dove Ryukotsusei riposava.

A sua insaputa però, qualcuno comodamente al riparo nel suo castello, lo spiava attraverso uno specchio magico.
“Non lo trovi interessante Kanna… nessuno dei miei figli è riuscito ad eliminare il mio odiato nemico… che sia questo Ryukotsusei lo strumento perfetto per ottenere la dipartita di Inuyasha?” Naraku sogghignò, eccitato all’idea di poter scatenare il demone drago contro il suo acerrimo nemico.

Nel frattempo, in groppa a Kirara, Kagome, Sango, Miroku e Shippo solcavano il cielo alla ricerca di qualche indizio del passaggio di Inuyasha o magari di individuarlo.
“Non possiamo andare avanti così… potrebbe essere ovunque…” Constatò scoraggiato Miroku mentre continuava a guardarsi intorno.
“Kagome… tu non hai nemmeno una vaga idea di dove possa essere andato? Dopotutto tu lo conosci meglio di tutti noi…” Le chiese Sango, ricevendo un cenno di diniego con la testa da parte dell’amica.
“No… l’unica cosa che mi viene in mente, visto che il problema riguarda Tessaiga, è che possa essere andato a consultarsi da Totosai… ma è solo un’ipotesi campata per aria… oltretutto non sappiamo nemmeno dove si trovi la bottega di Totosai…” Il silenzio calò tra i quattro mentre Kirara si dirigeva verso nord.
“Ma quello lì giù non è Totosai?!?!” domandò Shippo indicando la sagoma di un vecchio con un grosso martello in groppa ad una mucca.
Sango si piegò in avanti avvicinandosi all’orecchio del demone gatto “Scendi Kirara…”
Kagome non aspettò nemmeno che Kirara toccasse terra e saltò giù correndo verso il vecchio fabbro gridando come una pazza “TOTOSAI!! TOTOSAI!!”
“Kagome!! Che ci fai tu qui?”
“Stiamo cercando Inuyasha… tu lo hai visto o sai dove potrebbe essere?”
“Capisco… dunque se né andato veramente senza dirvi nulla…” Constatò il demone rimanendo per un attimo in silenzio a riflettere.
“Allora tu lo hai visto!! Dimmi dov’è… ti prego Totosai!!”
“Non credo sarebbe saggio dirti dove sta andando… perché di sicuro vorresti seguirlo… e non è un posto sicuro…”
“Totosai… io… io devo vederlo! Ti prego… dimmi dove sta andando!!” Lo supplicò, iniziando a scuoterlo energicamente, ottenendo solo di farlo cadere dalla sua cavalcatura.
“Va bene… va bene… si sta dirigendo alla valle di Ryukotsusei…”
“La valle di… Ryukotsusei… fa venire i brividi solo a sentirla nominare” osservò Shippo avvinghiato ad una gamba di Kagome.
“In effetti non è un bel posto… lì è stato sigillato un potente demone drago… Inuyasha si sta recando là per trafiggere il cuore di quel mostro, rendendo così più leggera Tessaiga.”

“Eccolo… quello è Ryukotsusei… immobilizzato dall’artiglio di vostro padre…” Affermò il vecchio Myoga illustrando la scena davanti agli occhi del suo giovane padrone.
“Dunque mi basterà colpirlo ed il gioco…” Inuyasha si interruppe avvertendo una presenza indesiderata. Una risata malvagia riecheggiò per tutta la valle, mentre una figura coperta da una pelle di babbuino bianco faceva la sua comparsa, proprio sul sigillo.
“Salve Inuyasha… da quanto tempo…”
“Naraku… bastardo… cosa sei venuto a fare qui???” sbottò Inuyasha portando istintivamente la mano sull’elsa di Tessaiga.
Naraku non rispose nulla, ma si inginocchiò toccando con la mano la superficie dell’artiglio, contaminandola con il suo miasma velenoso “Buon divertimento…” Disse ridendo, prima di sparire, per poi ricomparire su un picco vicino, mentre il sigillo veniva rapidamente consumato dal suo tocco, materializzando la più grande paura di Myoga: Ryukotsusei si stava svegliando.

Il corpo possente del demone drago si mosse lentamente liberandosi dalla roccia che lo tratteneva, ottenendo di far franare gran parte dell’intero costone.
“Ryukotsusei… quello che hai davanti è il figlio di colui che ti ha sigillato… prenditi la tua vendetta e spediscilo a marcire tra i morti!” gridò Naraku dalla sua posizione defilata.
Ryukotsusei assottigliò gli occhi puntandoli, con sguardo indagatore, su Inuyasha.
“Signorino dobbiamo andarcene!! Non avete speranze contro di lui… persino vostro padre lo sigillò con grande fatica!” Piagnucolò Myoga dalla spalla del mezzo demone, mentre questo era intento ad osservare il colosso appena risvegliato.
“Io non vado da nessuna parte… in fin dei conti l’idea di colpire un demone sigillato non mi è mai piaciuta… Lo trafiggerò e renderò più potente e leggera Tessaiga!”
“Tu… canaglia… hai detto di volermi trafiggere… Divertente… credo che ti lascerò giocare un po’…” commentò beffardo le parole del mezzo demone che furibondo non si trattenne dal rispondere.
“Tu vorresti farmi giocare… vedremo… se avrai ancora voglia di fare lo spiritoso fra poco!” sbottò Inuyasha lanciandosi all’attacco, imitato dal demone che tentò di azzannarlo e ingoiarlo.

“Ma… ma che succede?? Avverto un aura maligna di incredibile intensità… e cosa sono quelle nubi di sventura che si raccolgono in quella zona??” chiese intimorito Miroku, indicando il punto con la mano.
“Non può essere! Questa energia… Ryukotsusei…” tartagliò Totosai spaventatissimo.
“Che vuoi dire Totosai?” chiese preoccupata Kagome, vedendolo praticamente sbiancare.
“Là c’è la valle di Ryukotsusei… e questa è l’aura di quel demone… quello stupido di Inuyasha deve averlo liberato dal sigillo!!”
“Vuoi dire che Inuyasha sta combattendo da solo contro quel mostro??” si informò Sango.
“Già…”
Kagome si sentì svenire al pensiero di Inuyasha che affrontava da solo un nemico come quello, senza poter far effettivo conto su Tessaiga. “Dobbiamo andare ad aiutarlo!!” Gridò, correndo nella direzione della valle, seguita a ruota dagli amici e, infine anche da Totosai.

Lo scontro tra l’hanyou e lo youkai drago si era fatto subito feroce, soprattutto da quando quest’ultimo aveva iniziato a sputare proiettili di aura demoniaca concentrata, il primo dei quali aveva spazzato via quello che si era poi rivelato un mero simulacro di Naraku.
Inuyasha aveva schivato tutti i colpi abilmente e ora si trovava faccia a faccia con il demone, che lo sovrastava con tutta la sua mole. Il mezzo demone scrutò attentamente il corpo di Ryukotsusei, individuando infine la cicatrice lasciata dall’artiglio del padre e quindi la posizione del cuore del mostro: il suo primo obiettivo.
“[Mi basterà colpirlo in quel punto per sconfiggerlo e potenziare Tessaiga]” Pensò lanciandosi all’attacco, pronto a conficcare la lama nel punto vitale dell’avversario. Contro ogni previsione Tessaiga, invece di conficcarsi nelle carni dello youkai, venne respinta, facendo volare all’indietro un incredulo Inuyasha.
“Piccola canaglia… cosa pensi di poter fare con quella spada poco affilata? Il mio corpo è più resistente di qualunque metallo!” Affermò trionfale Ryukotsusei, sputando poi l’ennesimo proiettile energetico.
Inuyasha lo schivò atterrando in piedi, indeciso tuttavia sul come affrontare un nemico rivelatosi assai più ostico di ogni possibile previsione.
“Signorino Inuyasha… la prego… dobbiamo ritirarci! Scontrarsi con Ryukotsusei è una follia… persino vostro padre riuscì a mala pena a sigillarlo…”
“Smettila ti ho detto!!”
“Vi prego… dovete ascoltarmi… voi non sapete che vostro padre morì proprio in seguito alle ferite riportate nella battaglia contro Ryukotsusei!” L’espressione che assunse l’hanyou nel sentire quelle parole lasciava trasparire chiaramente lo stupore, la rabbia e il panico che lo scuotevano in quel momento.
“Non pensavo che fosse morto…beh ha avuto quello che si meritava… e tu, piccola canaglia, tu che sei figlio di quel demone… non vorrai dirmi che sei venuto a vendicarlo… e per di più con quella spada poco affilata.” si intromise il demone, guardando divertito chi ormai considerava un cadavere che cammina.
“Io non ho alcun ricordo di mio padre… non è per vendicarlo che sono venuto sin qui!”
“Come potete dire una cosa del genere… Quante volte Tessaiga, la spada di vostro padre, vi ha salvato!!”
“Bah… non rompere Myoga!”
“Che figlio ingrato… io non voglio avere nulla a che fare con voi!!” Esclamò il demone pulce allontanandosi velocemente, in quella che molto probabilmente era una delle sue indecorose fughe.
“Ecco… scappi come sempre… dannato Myoga” mormorò Inuyasha fissando il punto in cui la pulce era sparita, accorgendosi, perciò, all’ultimo momento di un colpo di coda di Ryukotsusei che lo investì in pieno scaraventandolo contro un fianco della vallata.
“[Dannazione… ce la devo fare… sconfiggerò Ryukotsusei e finalmente la mia zanna con cui è stata riforgiata Tessaiga supererà quella di mio padre!]” Si disse, mentre faticosamente si rialzava pronto a lanciarsi nuovamente all’attacco.

“Quest’aura è insostenibile… è difficile credere che sia opera di un solo demone…” Commentò Miroku, seduto dietro Sango in groppa a Kirara,.
“Ve l’avevo detto che era un bel guai… e non è tutto… Ryukotsusei quando dà in escandescenza è in grado di tramutare in una landa desolata tutta questa regione…”
“Ma… ma questo Ryukotsusei è davvero così potente?” chiese preoccupata Kagome, incassando un cenno affermativo da parte di Totosai.
“Ma allora come farà Inuyasha a sconfiggerlo?” intervenne Sango
“L’unico modo sarebbe colpirlo con il Bakuryuuha… l’onda esplosiva del drago…”
“Bakuryuuha??” chiesero in coro gli altri quattro.
Il demone sospirò e spiegò loro tutto “È una specie di tecnica segreta di Tessaiga… la massima espressione della sua potenza”
“Qualcosa di più potente del Kaze no Kizu??” si informò Miroku, sbalordito da quella rivelazione.
“A confronto del Bakuryuuha, il Kaze no Kizu è una cosa da principianti…”
“Ma Inuyasha come potrà usare una tecnica del genere?!? Non la conosce e per di più riesce a mala pena ad impugnare Tessaiga ed usarla!”
“Allora temo non ci sia speranza…” concluse sfiduciato il fabbro.
Prima che potesse obiettare qualcosa la sua attenzione fu catturata da Miroku, sul cui petto si era appena spiaccicato un personaggio assai familiare.
“Vecchio Myoga?? Che ci fai qui?? Non avrai abbandonato Inuyasha al suo destino un’altra volta??” chiese il monaco guardando il piccolo demone pulce appiattito sulla sua mano, ma quando si rese conto di cosa implicava la presenza di Myoga lì, si girò di scatto verso Kagome, che lo guardava angosciata “Kagome!”
“[Ti prego Inuyasha… ti prego non morire!!]”



Piaciuto?? Spero vivamente di si... nonostante l'uso, da parte mia, degli ep originali come falsa riga (TACI!! che forse non si notava ndvocina)...
Intanto ringrazio infinitamente Kagome_chan89, Luchia nanami e Marysq92 per i commenti... spero di avere ancora i vostri pareri!!

Al prossimo Capitolo

Ragnarok79

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Capitolo 14
*** Extra 2 ***


INTRO

INTRO:Finalmente il finale.

Ciao a tutti!

Siamo infine giunti all'ultimo capitolo (questa volta sul serio nd Ragnarok79) della mia prima ff e devo ringraziare veramente tutti! più di 50 commenti e un cospicuo numero di letture sono un traguardo totalmente inatteso!
Spero di poter leggere ancora i vostri commenti alle mie prossime fic... a partire da "Il risveglio del MALE"
Ora è però il caso di lasciarvi leggere il capitolo in santa pace... Buona lettura!

Capitolo extra 2


Inuyasha stava tentando disperatamente di evitare gli attacchi dell’avversario, cercando, nel contempo, di aggirarlo per colpirlo non frontalmente, ma il demone non sembrava disposto a dargli tregua
Al termine di quella pioggia di bombe energetiche, l’hanyou si ritrovò a terra dolorante, mentre Ryukotsusei si avvicinava deridendolo.
Il mezzo demone si tirò su un po’ a fatica e si lanciò nuovamente all’attacco, ma venne fermato da una zampata dello youkai che lo schiantò contro una parete rocciosa.
Nell’urto, Tessaiga sfuggì di mano ad Inuyasha: la prima si conficcò nel terreno nel mezzo della stretta valle, mentre lui si schiantò al suolo poco distante. L’hanyou stese il braccio per tentare di recuperarla, conscio di dover evitare ad ogni costo la trasformazione, ma un ennesimo assalto del demone lo tramortì scaraventandolo lontano dalla sua preziosa katana.
Proprio in quel momento sopraggiunsero gli altri che non poterono non rimanere esterrefatti nell’osservare il demone drago.

“Che delusione… deve essere già morto” valutò Ryukotsusei osservando il corpo inerme di Inuyasha riverso al suolo, venendo però sorpreso da un’inaspettata emissione di aura demoniaca. “E adesso che succede??”
“Evidentemente non sei stato nemmeno capace di morire… rimedierò io…” Affermò il demone avanzando lentamente, senza badare al fatto di schiacciare Tessaiga sotto il suo corpo.
Come se stesse avvertendo l’avvicinarsi del pericolo l’influsso del sangue demoniaco si fece più evidente, accelerando la trasformazione, mentre lo youki di Inuyasha si faceva sempre più intenso.

“Inuyasha non impugna più Tessaiga!” gridò Shippo sporgendosi dalla mucca di Totosai, aggrappato alla spalla di Kagome.
“Inuyasha… ti prego svegliati… INUYASHA!!” gridò a sua volta la ragazza disperata “[Inuyasha… non lasciarmi…]”
La voce di Kagome fu come una sveglia per il mezzo demone che improvvisamente spalancò gli occhi vermigli. Alzandosi velocemente, Inuyasha mostrò del tutto il suo terrificante aspetto da demone, pronto ad ingaggiare nuovamente battaglia.
Ryukotsusei lo osservò compiaciuto “Bene… il tuo sangue demoniaco si è risvegliato… questo significa che potrò divertirmi ancora un po’!”
Per tutta risposta, l’hanyou scattò in avanti e prendendo completamente di sorpresa l’avversario, gli assestò un’artigliata a metà del lungo collo, provocandogli una ferita da cui, seppur per breve tempo, schizzò copioso il sangue del drago.

“Inuyasha!! Torna in te… Inuyasha!!” Kagome gridava, ben sapendo che se il mezzo demone avesse continuato a combattere in forma demoniaca, non sarebbe mai riuscito ad alleggerire Tessaiga e dunque sarebbe stato condannato a continuare a trasformarsi, fino a quando il sangue del padre non lo avesse trasformato definitivamente in una bestia sanguinaria: questo lei proprio non poteva accettarlo, non poteva perderlo!

“Piccola canaglia… vedi di non montarti la testa!” esclamò alterato Ryukotsusei, scagliando un altro globo di energia direttamente contro il mezzo demone. Convinto di aver annientato l’avversario il demone rise soddisfatto, trovandosi totalmente impreparato quando Inuyasha contrattaccò, facendolo prima indietreggiare e poi crollare a terra. In quel modo Inuyasha ottenne un altro importante, per quanto non ricercato, risultato: Tessaiga, che fino a qualche istante prima era sparita sotto il corpo di Ryukotsusei, ora campeggiava nel mezzo del campo di battaglia conficcata nel terreno.

“Dobbiamo andarcene…” affermò preoccupato Totosai, mentre spronava la sua mucca ad allontanarsi.
“Cosa?!?! Dovremmo abbandonarlo qui?? Perché??” strillò Kagome, contraria a quell’idea, non capendo le motivazioni del fabbro.
“Perché Inuyasha in questo momento è un demone assetato di sangue… potrebbe attaccare persino noi!” rispose Myoga anticipando quelle cha sarebbero state sicuramente le parole di Totosai.
“No!! Non mi interessa!! Io non lo lascerò da solo!! Se voi volete andarvene… lasciatemi qui!!” Kagome era furiosa e scuoteva insistentemente il vecchio demone davanti a lei, il quale invece cercava di calmarla e bloccarla in qualche modo.
Kagome si agitò talmente tanto, che improvvisamente, sporgendosi troppo, cadde dalla mucca demonica, precipitando nel vuoto.
“Kagome!!” gridarono tutti tentando in vano di raggiungerla, mentre lei chiamava con forza un unico nome: “INUYASHA!!”
Quel grido fece scattare come una molla nel mezzo demone, rimasto immobile ad osservare l’avversario a terra. Si voltò vedendo la ragazza precipitare e senza saper nemmeno il perché, sfruttando tutta la sua velocità e agilità demoniaca, l’afferrò al volo e, stringendosela al petto, con una serie di balzi, scalò un alto costone, portandola di fatto in un luogo sicuro.
Kagome aprì gli occhi, serrati fino a prima per la paura, solo quando il suo misterioso salvatore si fu fermato e si trovò ad osservare i lineamenti del suo mezzo demone. “Inu… Inuyasha…” disse timidamente, mentre sentiva su di lei lo sguardo inquisitorio di lui, che non riusciva, ormai praticamente privo di raziocinio, a spiegare quello che era stato un vero e proprio istinto: perché si trovava lì fermo con quella ningen tra le braccia? Perché l’aveva salvata??

Improvvisamente, la percezione di un movimento nella valle sottostante lo strappò da quell’immobilità: Inuyasha mollò di botto Kagome facendola cadere a terra malamente. Indietreggiò con passi incerti senza tuttavia smettere di fissarla, poi si voltò di scatto e saltò giù, ritornando al campo di battaglia.
L’hanyou era fermo, sul fondo di quella valle, teatro dello scontro con Ryukotsusei, ad osservare proprio quest’ultimo che lentamente si riprendeva dal suo ultimo assalto. Lo avrebbe volentieri attaccato per non lasciargli tregua, ma c’era un che di strano, che aveva iniziato ad avvertire nel momento in cui aveva protetto quella ningen: ora sentiva un richiamo, una forza misteriosa lo stava chiamando e qualcosa dentro di lui gli imponeva di non ignorare questo fatto.
Quasi senza volerlo, incapace di rendersi conto di ciò che gli accadeva, si mosse verso la katana, con un incedere lento, come se ogni passo fosse il risultato di una tremenda battaglia combattuta nei più oscuri recessi del suo animo.
Quella spada: era sicuro che fosse lei a chiamarlo, ma il motivo o il significato di quell’arma per lui rimanevano un mistero. L’unica cosa ormai chiara era la necessità di raggiungerla.

“Guardate… Inuyasha… è come se stesse tentando di recuperare Tessaiga nonostante la trasformazione!!” Fece notare ai compagni Miroku, dopo aver recuperato Kagome.
“[Incredibile… quel ragazzo sta combattendo contro il suo stesso sangue di demone pur di raggiungere il suo obiettivo… È così forte la volontà della tua anima Inuyasha??]”pensò stupito Totosai nel vedere quella scena.

“Piccola canaglia… adesso mi hai veramente stancato… È ora di sparire per sempre!!” tuonò Ryukotsusei, per poi sputare un proiettile di aura demoniaca che saettò contro Inuyasha, il quale sembrava non essersi accorto di nulla.
“INUYASHA!!” Kagome rimase terrorizzata, vedendo la sfera di energia esplodere, chiaro segno del suo impatto con il bersaglio. Stava quasi per iniziare a piangere quando la sua attenzione fu catturata dalla voce di Shippo: “E quello che cos’è??” Il piccolo kitsune stava indicando una specie di calotta di luce azzurrina, che scomparendo lentamente rivelò la presenza del mezzo demone, illeso, con in mano il fodero di Tessaiga.
Nello lo sconcerto generale, fu Totosai a spiegare cosa fosse successo “Ha usato la barriera del fodero…”
“È vero… successe già nello scontro con i fratelli Raiju!” rammentò Shippo, quasi a supportare l’affermazione del vecchio demone.
“Il problema è che il signorino Inuyasha non potrà proteggersi nuovamente così… quel fodero non è indistruttibile!” Intervenne Myoga preoccupato per la piega che stava prendendo il combattimento.

“Stavolta ti è andata bene!! Ma non funzionerà una seconda volta!!” affermò Ryukotsusei attaccando un’altra volta.
A salvare da morte certa l’hanyou, intervenne Miroku che, a costo di uno sforzo incredibile, riuscì a deviare la traiettoria del colpo del demone con il vortice, di quel tanto che bastava per impedire che colpisse l’amico.
Mentre grossi blocchi di roccia cadevano al suolo frantumandosi, Inuyasha serrò la mano intorno all’elsa di Tessaiga estraendola dal terreno. L’effetto di quel gesto fu subito chiaro a Ryukotsusei, che percepì chiaramente lo youki dell’avversario attenuarsi fino a scomparire, lasciando il posto alla consueta aura di mezzo demone che caratterizzava Inuyasha.
“Maledetto… come hai osato nascondermi Tessaiga?!? Ma adesso ti sconfiggerò trafiggendoti!!” sbottò Inuyasha, trasformando Tessaiga, che però gli appariva ancora assai pesante.
“Sei proprio divertente… canaglia… Ti reggi a mala pena in piedi e quella spada non è per niente affilata… e tu vorresti uccidere me?? Qui l’unico che morirà sei tu!!” lo derise il demone, preparandosi a colpire.
Inuyasha fece forza sull’elsa per sollevare la pesante spada che inaspettatamente iniziò a pulsare, mentre la lama emetteva un lieve bagliore, lasciando interdetto l’hanyou che sentì Tessaiga alleggerirsi velocemente, fino a diventare persino più leggera di quanto non ricordasse. La sventolò incredulo quasi fosse una bandiera, brandendola con una sola mano, ignorando per qualche istante il suo avversario.
“Guardate!! Inuyasha riesce a sollevare Tessaiga!!” Esultò Kagome felicissima scuotendo per le spalle Totosai “Ma sì… ma sì… lo vedo da solo!!”
Inuyasha partì all’assalto del demone drago, che rispose con uno dei suo globi energetici, che esplose proprio dove un attimo prima si trovava il mezzo demone.
Ryukotsusei, per la seconda volta, convinto di aver eliminato l’avversario abbassò la guardia, trovandosi, un istante dopo, Tessaiga piantata quasi interamente nel corpo a trafiggergli il cuore.
“Non… non è possibile…” Sussurrò incredulo finendo inevitabilmente per sbilanciarsi all’indietro mentre Inuyasha estraeva la lama, ormai completamente impregnata del sangue del demone.
“Tu… maledetta piccola canaglia… come hai osato ferire il mio magnifico corpo?? Ti ucciderò per questo!!” Urlò furibondo Ryukotsusei iniziando a sputare i suoi proiettili di energia ad un ritmo incredibile pur di riuscire a colpire Inuyasha.
Il mezzo demone, dopo aver abilmente evitato tutti gli assalti, tentò di contrattaccare venendo però sbattuto violentemente contro un costone da un movimento della coda del demone drago, che sorrise compiaciuto nel vedere l’avversario in difficoltà.
“Maledizione… il suo corpo è molto resistente…” Osservò Inuyasha rialzandosi, indeciso sul come poter affrontare quello scontro.
“Te l’ho già detto con quel giocattolo spuntato che ti ostini a brandire, non potrai mai impensierirmi!”
“Taci!! Per me non avrebbe alcun senso combattere senza Tessaiga!”
“[Se solo potessi usare la cicatrice… del vento?!?!” Rifletté lui, iniziando improvvisamente a sentire l’odore familiare della corrente demoniaca della spada. Si girò ad osservare la katana incredulo, notando come intorno alla lama di questa, si stesse avvolgendo qualcosa di molto simile allo squarcio che si creava quando due aure demoniache si scontravano, ma la cosa più incredibile era che lui ora era in grado di vedere tutto ciò! “[Ma che diavolo succede??]”

“Muori… Canaglia!!!” Urlò Ryukotsusei, attaccando per l’ennesima volta.
“Lo vedremo! Kaze no Kizu!!” Inuyasha per tutta risposta sfoderò il suo colpo migliore, la cui onda d’urto, non solo annullò l’attacco avversario, ma investì in pieno il demone drago.
“Lo ha sconfitto!!” Esclamò quasi incredulo Miroku
“Incredibile…” Aggiunse Sango.
“Avete visto Inuyasha ce l’ha fatta!!” Gioì Kagome rischiando di finire un’altra volta di sotto.
“Che ne dici Totosai??” Domandò l’hanyou al fabbro come per avere una sua esplicita approvazione per i suoi progressi.
“Ben fatto Inuyasha… ho apprezzato molto… ma credo che sia presto per cantar vittoria!” Quell’affermazione del demone attirò su di sé gli sguardi interrogativi del resto del gruppo.
A fugare ogni perplessità in relazione alle parole di Totosai ci pensò Ryukotsusei che, rimasto pressoché illeso dall’attacco subito, si ergeva nuovamente in tutta la sua grandezza, mentre il suo youki si espandeva in maniera preoccupante.
“Tu… piccola canaglia… è tutto qui quello che sai fare?? Ora ti mostrerò la vera potenza di Ryukotsusei… Addio!!” Esclamò, iniziando a generare una sfera di aura demoniaca che in breve superò di gran lunga per dimensioni le precedenti.
“Scappa Inuyasha… non puoi affrontarlo!! Lui ora farà sul serio… Hai ottenuto il tuo obiettivo… accontentati!!” sbraitò il vecchio fabbro, rivolgendosi poi preoccupato a Sango “Dobbiamo allontanarci di qui… o verremo coinvolti”
“Non dire sciocchezze Totosai… e poi Ryukotsusei ha una gran voglia di combattere!”
“Sai Ryukotsusei… io in fin dei conti non aspettavo che uno come te… se di sconfiggerò… vorrà dire che sono diventato più forte di mio padre!!” Aggiunse il mezzo demone partendo all’attacco, mentre lo youkai drago scagliava il suo colpo mortale e Kirara e il bovino demoniaco si portavano a una distanza di sicurezza.
Inuyasha puntò dritto contro il globo di energia, conscio di non poterlo aggirare e deciso quindi a tagliarlo in due pur di farsi strada verso il suo nemico. Improvvisamente notò l’aura di Tessaiga turbinare mentre si scontrava con quella del colpo dell’avversario e da un punto preciso provenire un odore come di bruciato “[Colpirò lì!!]” Pensò, prima di scagliare il fendente, che ebbe l’effetto di creare un’infinità di gorghi in cui l’energia di Tessaiga e quella di Ryukotsusei si fondevano e che vagando per il campo di battaglia iniziarono a fare a pezzi il coriaceo corpo del demone. “NOOO!! Non è possibile… ha fatto a pezzi il mio corpo più resistente dell’acciaio!!” Gridò quest’ultimo prima di sparire completamente.
Inuyasha, affaticato dalla lunga battaglia, si mise in ginocchio, mentre osservava felice Tessaiga, la cui lama poggiava a terra, ma l’elsa era ancora ben stretta tra le sue mani. Non aveva ben capito cosa fosse successo, ma ora sapeva di poter scatenare una forza ben maggiore del Kaze no Kizu.
“INUYASHA!!” Kagome balzò giù dalla mucca di Totosai prima ancora che questa avesse toccato terra, scattando in avanti per correre dal suo hanyou: dove l’avesse trovato tanto coraggio e agilità non lo sapeva nemmeno lei e non le importava neanche: ora voleva solo riabbracciarlo e scrivere la parola fine a quella brutta avventura, iniziando così un nuovo bellissimo capitolo della loro storia.
Inuyasha, perso nei suoi pensieri, si accorse tardi dell’arrivo della ragazza, la quale senza pensarci troppo gli si lanciò addosso, in stile placcaggio di football americano, con il risultato di ritrovarsi sdraiata sul povero hanyou, steso a terra e dolorante per la botta ricevuta.
Lui stava quasi per urlargli dietro ogni epiteto negativo possibile, quando avvertì chiaramente l’odore delle lacrime di lei “Inuyasha… Inuyasha… ho avuto tanta paura… paura di non rivederti mai più…” Disse con voce rotta dai singhiozzi.
“Ora siamo di nuovo insieme… e io non ti lascerò mai più…” Le sussurrò abbracciandola per confortarla.
“Me lo prometti?” Gli chiese speranzosa guardandolo dritto negli occhi e vedendolo annuire sorridente, si strinse maggiormente a lui, per gustare al meglio quel piacevole tepore che il suo abbraccio le trasmetteva.
L’atmosfera romantica che si era creata, fu rovinata dall’arrivo del resto del gruppo.
“Devo farti i miei complimenti Inuyasha… non avrei mai creduto tu potessi usare il Bakuryuuha!” Esclamò soddisfatto il vecchio fabbro.
“Il Baku… che cosa??” Chiese perplesso Inuyasha mettendosi a sedere, continuando però a stringere Kagome a sé.
“Il Bakuryuuha… il colpo che hai usato per sconfiggere Ryukotsusei! Non dirmi che lo hai eseguito per caso!!” Rispose, mentre il dubbio che l’hanyou non si rendesse minimamente conto di ciò che era avvenuto, si faceva sempre più insistentemente strada nella sua mente.
“Beh… io ho solo colpito dove ho sentito puzza di bruciato…” In quel momento, il dubbio di Totosai si tramutò in una certezza, constatando tuttavia che l’hanyou, saltando completamente la teoria, era già arrivato a comprendere il metodo pratico per scagliare il micidiale attacco di Tessaiga e così, con molta calma, gli spiegò ogni cosa, lasciandolo stupefatto.
“Questa faccenda non poteva finire meglio: riesco a maneggiare Tessaiga… posso usare il Kaze no Kizu quando voglio… e ho imparato un nuovo micidiale attacco!!” Esclamò contento mentre si avviava fuori da quella valle maledetta, fissando la sua attenzione su Kagome che gli camminava affianco tenendogli la mano. “[…E finalmente non devo più nascondere ciò che provo per te… qualcosa più forte persino del mio sangue di demone… Il mio amore per te… Kagome!]”


FINE!


Ok... ci siamo arrivati a sfornare un lieto fine :-) Spero sia stato di vostro gradimento!!
Torno a ringraziare chi ha commentato l'ultimo capitolo ovvero: Luchia nanami e marysq92... UN GRAZIE grosso come un centro commerciale giapponese!! :-)

A presto!

Ragnarok79
 

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