Ciao a tutti
Vi presento “Il richiamo del sangue, la volontà del cuore” la mia prima ff… spero sia di vostro gradimento… buona lettura!!
Nota1: Inuyasha e Co. non è roba mia... Ringrazio
umilmente Rumiko Takahashi per averli inventati!
Nota2: La storia si sviluppa dopo il combattimento contro il
demone farfalla (ep anime n. 52). I
gruppo è tornato al villaggio di Musashi da qualche giorno, ma...
leggete e lo scoprirete :-)
Capitolo 1
“[Questa volta il demone mandato da Naraku è troppo forte,
devo tornare da Inuyasha per aiutarlo… in qualche modo…]” Kagome stava correndo
verso la radura del pozzo mangiaossa dopo aver
portato Shippo al sicuro e averlo affidato alle cure della vecchia Kaede.
Il villaggio era stato attaccato da due potenti demoni: uno
era comparso nella radura del pozzo, l’altro nei campi dalla parte opposta del
villaggio e per fronteggiarli entrambi, Inuyasha, Miroku e Sango si erano visti
costretti a dividersi.
Inuyasha si era fatto carico di eliminare il primo demone ed
era giunto alla radura giusto in tempo per salvare Kagome, (che era appena
tornata dalla sua era. Nda) e Shippo rimasto lievemente ferito.
“[Non sono tranquilla, ho un brutto presentimento… meno male
che sono quasi arrivata]” Kagome si affrettò, ma giunta
alla radura rimase pietrificata di fronte alla scena che si stava svolgendo:
Inuyasha aveva perso Tessaiga e il sangue demoniaco stava prendendo il
sopravvento.
“Inuyasha … no!” Kagome non riuscì a proferire altro, ma
poi, animata dalla disperazione, gridò a gran voce il nome del ragazzo:
“INUYASHA!!!”.
L’hanyou, che si stava lanciando all’assalto del demone, si
arrestò di colpo e si voltò verso la ragazza. “Kagome…” Inuyasha proferì
stentatamente il nome della ragazza, come se per un attimo avesse ripreso coscienza di sè.
“Dove stai guardando stupido essere inferiore, io sono qui!!!” Tuonò il demone lanciandosi sul suo nemico, pronto ad
infliggergli il colpo decisivo.
Quelle parole sprezzanti sommate al
pericolo imminente ricacciarono indietro l’animo del ragazzo appena affiorato,
lasciando libero spazio alla bestia: tutto il corpo si tese di colpo, mentre lo
sguardo si distoglieva dalla ragazza e sul viso si stampava un ghigno
demoniaco; Inuyasha si girò di scatto, bloccò l’attacco dell’avversario e senza
pensarci due volte, iniziò a farlo a pezzi infierendo orribilmente e spargendo
i resti ovunque.
Kagome osservava sconvolta la furia sanguinaria di Inuyasha, arrivando quasi sul punto di svenire per lo
shock, ma resistette, rendendosi conto che, se non lo avesse fatto lei, nessuno
avrebbe potuto aiutare il ragazzo.
“INUYASHA!!!” Kagome gridò,
nuovamente, con tutto il fiato che aveva in corpo nella speranza di riuscire a ridestare l’animo del
giovane da quel torpore e così avvenne: ancora una volta nel sentire la sua
voce l’hanyou si fermò, guardando disgustato il macabro spettacolo che gli si
poneva d’innanzi. Indietreggiò barcollando, rendendosi conto di ciò che stava
avvenendo. Si girò verso Kagome restando per un attimo a guardarla, ma in un
istante il mezzo demone si rese conto della realtà: il suo lato demoniaco era tutt’altro che placato e esigeva
altri spargimenti di sangue.
“[Devo resistere… devo farcela! O
potrei fare del male a Kagome…]” pensò Inuyasha “Tessaiga… dov’è Tessaiga? Non
la vedo… dannazione, senza quella spada…” ma i suoi
pensieri furono interrotti e la sua attenzione fu attirata dalla figura di
Kagome che si avvicinava lentamente a lui.
“KAGOME… fermati… devi andartene… SUBITO!” esclamò con voce
straziata dal pensiero della ragazza vittima della sua furia; ma ella senza incertezze continuava ad avvicinarsi.
“MALEDIZIONE… stupida… ragazza … … hai forse voglia di
morire?...
VATTENE!” Nel tono delle sue parole si riconosceva il crescente terrore dettato dal pensiero di cosa sarebbe
successo alla ragazza, se non fosse riuscito a controllare il suo lato più
oscuro.
“Sono qui per aiutarti, Inuyasha e non ti lascerò solo,
specialmente in un momento come questo” ribattè la
giovane con tono risoluto, ma allo stesso tempo dolce.
Kagome continuava ad
avvicinarsi e le rimanevano solo un paio di passi per raggiungere
Inuyasha e abbracciarlo, ma uno scatto fulmineo dell’hanyuo
la impietrì. Inuyasha aveva tentato un balzo in avanti e aveva alzato il
braccio destro come fosse pronto a colpire con gli artigli,
ma si era fermato subito, rimanendo in quella posizione con il corpo teso
nell’evidente tentativo, da parte del suo animo, di evitare altri movimenti
indotti dal suo istinto demoniaco.
“Kagome… vattene… ti prego… “
La ragazza rispose con un sorriso dolce e
abbozzò ancora un passo, ma non ebbe il tempo di completarlo che fu gelata
nuovamente da uno scatto del ragazzo: istintivamente la giovane tentò di
proteggersi con le braccia preparandosi a ricevere il colpo che aveva avvertito
partire, ma nulla la colpì; rimase ferma qualche istante e poi riprese a
guardare di fronte a sé e quello che vide la sconvolse profondamente: il mezzo
demone invece di colpirla con i suoi artigli, si era inferto una profonda
ferita alla spalla sinistra, mentre con la mano sinistra si era colpito alla
gamba.
Kagome era rimasta scioccata da quella visione, ma un’altra
serie di scatti da parte dell’hanyou la ridestarono:
Inuyasha estrasse gli artigli da entrambe le ferite come se stesse cercando di
peggiorarle il più possibile, andando poi a colpire ripetutamente altre parti
del corpo, fino a quando le gambe non lo ressero più e lui si accasciò in una
pozza di sangue grondante dal suo stesso corpo.
“Fermati! Così ti ucciderai!!”
esclamò disperata la ragazza, che fece per accucciarsi vicino al mezzo demone
per cercare di curare le sue ferite, ma
una voce spezzata dal dolore la fermò: “Kagome… se vuoi aiutarmi… trova
Tessaiga … e poi scappa più lontano che puoi.”
“Inuyasha… io non… io non voglio abban…” Ma fu interrotta
dalla risposta furiosa del ragazzo.
“DEVI farlo, Kagome… trova Tessaiga, presto… queste ferite
non mi fermeranno in eterno!”
La giovane si alzò di scatto con le lacrime agli occhi per
la disperazione e cominciò a cercare la spada, pur sapendo che non sarebbe stato
semplice, considerando che l’erba alta in molti punti della radura ne rendevano
impossibile l’individuazione.
Prima che la spada fosse ritrovata,
passò quasi un’ora, durante la quale Inuyasha continuò a infliggersi ferite,
tanto da arrivare ad un passo dalla morte. Ancora pochi colpi e nemmeno i più
potenti balsami curativi avrebbero potuto salvarlo.
“[Se devo morire… che sia… sarà sempre meglio che vivere nel
rimorso… di aver fatto del male a Kagome]” pensò, mentre non si rendeva
più conto di ciò che gli succedeva attorno e dunque non si accorse che Kagome
aveva trovato la sua spada e, in barba a quanto lui stesso le aveva chiesto,
gliela stava portando di corsa.
“Inuyasha… ecco Tessaiga… resisti ti prego!”
L’hanyou, ridestato dalla voce della ragazza, pur tentando,
non riuscì nemmeno a stendere il braccio per afferrare l’arma, avendo
danneggiato i principali muscoli. Kagome se ne rese conto e s’inginocchiò al suo fianco, incurante
della pozza di sangue, gli prese la mano e gliela strinse intorno all’elsa di
Tessaiga con la sua.
Inuyasha si sentì svuotato: mancando improvvisamente la sete
demoniaca, anche le forze che aveva messo in campo per
contrastarla si dissolsero velocemente e egli non poté far altro che svenire,
mentre Kagome ripeteva il suo nome sempre più preoccupata.
La ragazza, non vedendo una reazione da parte del mezzo
demone, cadde in preda all’angoscia: non sapendo più cosa fare, lo trascinò fuori dal lago di sangue, gli tolse, anche se a fatica, la
parte superiore della veste e infine si precipitò verso un angolo della radura
a raccogliere un grosso zaino giallo dal quale estrasse una voluminosa cassetta
del pronto soccorso: Kagome medicò le numerose ferite sul corpo del ragazzo,
sperando che il potere rigenerativo di mezzo demone fosse sufficiente a
salvagli la vita una volta arrestate le perdite di sangue. Quando ebbe finito,
si sdraiò vicino Inuyasha, sentendo di colpo tutto il
peso della fatica e dell’ansia.Rimase a scrutare il
corpo immobile di lui, alla ricerca di un minimo movimento, un qualsiasi
segnale di un miglioramento delle sue condizioni. Nulla avvenne: non un muscolo
si contraesse. Inuyasha era come morto e questo era proprio il timore che
affiorava nel cuore già tormentato di Kagome.
“No… non può essere morto… non può…” pensò la ragazza mentre con le lacrime agli occhi faceva forza su un
gomito per tirarsi su.
“Inuyasha, non voglio… non posso perderti…” sussurrò al
ragazzo, prima di alzarsi in piedi, con una risolutezza a quel punto
impensabile che gli traspariva dagli occhi. Raccolse tutte le energie residue e
con un grosso sforzo mise dapprima in piedi l’hanyou e poi se lo caricò sulle
spalle: quel peso le risultava insopportabile già da
ferma, ma tentò ugualmente di dirigersi verso il villaggio, compiendo un primo
passo, ma già al secondo, il pesante fardello le fece perdere l’equilibrio
facendola stramazzare al suolo.
“Maledizione… perché… perché sono così debole!?!?” sbottò la ragazza sbattendo ripetutamente il pugno sul
terreno e sciogliendosi nuovamente in un pianto per lo sconforto.
“[È colpa mia, è tutta colpa mia]” pensò
mentre cercava di uscire da sotto al corpo del mezzo demone ancora privo
di sensi; ma ad un tratto si sentì tirare per le braccia e istintivamente alzò
lo sguardo.
“Miroku! Sango! Siete voi!!” disse la ragazza esprimendo col tono tutta la felicità nel rivedere in quel momento drammatico i suoi più cari amici. “Presto! Inuyasha è gravemente ferito, dobbiamo subito portarlo al villaggio!!” esclamò Kagome, sorretta dall’amica, mentre tentava di asciugarsi le lacrime, ricevendo un cenno d’assenso dai due che si misero subito all’opera. Miroku sollevò Inuyasha e, pur con qualche difficoltà, lo adagiò riverso sul dorso di Kirara, mentre Sango aiutò l’amica a montare sul demone gatto.
Al prossimo capitolo
Ragnarok79