Dopo quel giorno qualcosa cambiò

di misato
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quel giorno ***
Capitolo 2: *** Quel giorno, dopo ***
Capitolo 3: *** Ritorno alla vita ***
Capitolo 4: *** Il ritorno ***
Capitolo 5: *** Capirai tutto ***
Capitolo 6: *** Cambiamento di programma ***
Capitolo 7: *** Weekend alle terme ***
Capitolo 8: *** Dimenticare ***
Capitolo 9: *** Don't make others suffer for your personal hatred ***
Capitolo 10: *** A volte neanche le strade più difficili sono quelle più giuste... ***
Capitolo 11: *** Bonus: ma non manca qualcuno? ***



Capitolo 1
*** Quel giorno ***


Capitolo 1: Quel Giorno

Capitolo 1: Quel Giorno

Quel giorno, un normale mercoledì, in casa Sajonji, Miyu e Kanata, “tiravano a sorte” per decidere chi sarebbe andato a comprare la cena.

Baumiao:-Mi dispiace, oggi sarebbe stato il mio turno, ma il signorino Lou ha fatto più capricci del solito e non ho potuto…

Kanata:-Ah! Ho vinto io!

Miyu:-No, non è giusto! Il mio turno è anche domani! Kanata non puoi andarci tu? Almeno per stasera, sii gentile!Mi fa un po’ male la caviglia, non riuscirei a portare tutte le buste, ti prego!

Kanata:-Si, certo, ti fa male la caviglia… Comunque hai perso e ci andrai tu! Io a casa baderò a Lou.

Miyu:-HO CAPITO! GRAZIE TANTE!

E uscì sbattendo la porta. Kanata sospirò, e andò in camera sua. Lou iniziò a piangere.

Baumiao:-Signorino Lou, perché piange? Miyu tornerà tra poco, e farà pace con Kanata. Su, andiamo a giocare.

Lou si calmò un pochino.

 

Nel frattempo Miyu:-Accidenti a Kanata, questa me la paga! Possibile che un ragazzo che piace in tutta la scuola non abbia un minimo di gentilezza?!

L’ultima frase venne urlata, e Miyu sperò tanto che arrivasse sino al tempio. Dopo abbassò la testa e pensò: “Già, che piace a tutta la scuola. Dopotutto io non sono diversa dalle altre.”

Mentre Miyu riflettè sui suoi ultimi pensieri, uscì dal supermercato con due buste piene di riso, sushi già pronto, pannolini per Lou, ed era anche stata tentata di comprare  della zucca, ma dopo quello che era successo tra lei e Kanata, fargli un regalo sarebbe stato fuori luogo.

Si incamminò, assorta nei suoi pensieri, e non si accorse che un uomo aveva iniziato a seguirla. Dopo un po’, notò che l’uomo che le stava dietro, era lo stesso che si trovava all’entrata del supermercato. A Miyu era sembrato un tipo un po’ strano e poco rassicurante, con i capelli biondo platino, tatuaggi su tutte le spalle ed il collo e vari piercing. Affrettò il passo, e si accorse che l’uomo le stava sempre alle calcagna. Si guardò intorno, e notò che nei paraggi, dopo aver superato la strada principale, non c’era anima viva. Iniziò a preoccuparsi, e a correre, ma le due buste e la caviglia dolorante non le attribuivano questa grande velocità. Decise di non tornare a casa, perché si sarebbe allontanata ancora di più dalle strade affollate, e deviò verso una traversa che l’avrebbe portata al sicuro(almeno per un po’).

 

Intanto a casa Sajonji:

Baumiao:-Kanata, Miyu sta ritardando, non ti sembra strano?

Nel suo tono di voce c’era una nota di timore, ma Kanata, che era assorto nella lettura di un fumetto, non la notò.

-Probabilmente avrà dimenticato qualcosa e sarà tornata indietro a prenderla

-Forse abbiamo fatto male a farla uscire sola a quest’ora, sono preoccupato, e il signorino Lou ha ripreso a piangere, non piangeva così forte da un po’.

Kanata si alzo:-Andrò a riprenderla, ok? Fammi finire questo capitolo.

Baumiao sospirò sconsolato e cercò per l’ennesima volta di calmare Lou.

 

Per strada Miyu correva, ma il dolore alla caviglia era sempre più forte. Aveva il fiatone e non riusciva più a correre. Doveva fermarsi nonostante non fosse riuscita ad arrivare dove ci fosse più gente. A quell’ora difficilmente si incontrava qualcuno. Aveva paura, era stanca e si fermò sapendo quello che l’aspettava. Una lacrima cadde, silenziosa e calda sul suo viso, e il suo primo pensiero fu rivolto a Kanata, che odiava ma allo stesso tempo si era accorta di amare. Intanto l’uomo l’aveva raggiunta,  e la osservava, chissà quali pensieri si trovavano nella sua mente, sul viso aveva un sorriso malefico e compiaciuto; poi esclamò:

-Finalmente ti sei fermata, mi ero stufato di rincorrerti. Ora che siamo soli possiamo divertirci un po’.

 

Kanata stava scendendo le scale del tempio, e superava i gradini quattro alla volta. Intanto pensava:

“Sta ritardando troppo, non vorrei le fosse successo sul serio qualcosa. Sono uno stupido, almeno avrei potuto accompagnarla. E se la caviglia le stesse facendo male sul serio?”

Corse più veloce che poteva, e cercò Miyu lungo la strada che portava al supermercato, non la trovò, e si allontanò di più, percorse tutti i vicoli lì vicino. Finalmente ne imboccò uno, e attraversandolo vide una sagoma per terra che conosceva bene:

-Miyu!

Nessuna risposta. Si avvicinò, era svenuta. Le sollevò la testa e si accorse che era stata picchiata, era piena di lividi, anche sulle braccia e sulle gambe. Aveva i vestiti scomposti, e Kanata pensò al peggio. La prese e la portò sulle spalle sino al pronto soccorso. Lì spiegò subito ad un medico in che condizioni l’aveva trovata. Quest’ultimo chiamò due infermiere con una barella che la portarono subito in una stanza riservata. Kanata  rimase fuori, attraversò il corridoio e chiamò a casa:

-Pronto casa Sajonji.

-Baumiao sono Kanata.

-Hai trovato Miyu?-Era ansioso.

-Si, ora siamo al pronto soccorso, l’ ho trovata per terra, è stata picchiata- La sua voce era calma, apparentemente, ma Baumiao capì che era solo per non farlo preoccupare.

-Il signorino Lou dorme profondamente, mi trasformo e arrivo!

Kanata riagganciò. Andò a sedersi e riflettè: “Speriamo non le sia successo niente, non me lo perdonerei mai!E’ tutta colpa mia, se fossi uscito al suo posto tutto questo non sarebbe successo…”

Intanto venne raggiunto dal medico che gli chiese: -E’ la tua ragazza?

Kanata arrossì leggermente: -No,no.

Il medico sorrise:-I suoi genitori?

-Sono in America, sta arrivando mio padre, sono amici. Mi può dire come sta?

-Beh, non saprei...ok, dalle contusioni che ha riportato abbiamo capito che ha rischiato di essere stuprata.

Kanata  spalancò la bocca, ma prima che potesse parlare venne interrotto dal medico.

-Non ti preoccupare, dagli accertamenti eseguiti finora risulta che non le sia successo niente. Certo, ha subito dalle molestie, ma fortunatamente  non è stata violentata nel vero senso della parola. A parte le contusioni riportate su viso, braccia e gambe non ha riportato altri danni fisici. E’ una ragazza forte, probabilmente si è difesa molto bene.

Kanata stava per sorridere, ma ancora una volta venne interrotto:-Non posso garantire per danni a livello psicologico però, dipende interamente da lei.Accerteremo al suo risveglio.

In quel momento arrivò Baumiao trasformato, e parlò con il medico. Kanata da una parte era sollevato, non le era successo niente di quello che pensava, ma quali danni mentali aveva potuto riportare?

Baumiao lo chiamò, stavano andando a vedere Miyu. Entrarono in tre, Baumiao, Kanata e il medico. Miyu dormiva, Kanata le si avvicinò.Il signor Hosho spinse fuori il medico, ed uscì anche lui. Kanata si sedette accanto a Miyu, le prese la mano e chiedendole scusa in lacrime si addormentò anche lui.

 

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Capitolo 2
*** Quel giorno, dopo ***


Capitolo 1: Quel Giorno

Capitolo 2: Quel Giorno, Dopo

Kanata rimase tutta la notte con lei, stringendole la mano, ma alla fine si addormentò anche lui. Il giorno dopo, si svegliò solo, ci rimase male, e si chiese dove fosse finita Miyu. Uscì dalla stanza, e non trovò Baumiao. “Probabilmente -pensò- sapendo che sarebbe rimasto lui, era andato a casa da Lou. Ripensò a Lou, che la sera prima piangeva diversamente dal solito, e se lui fosse stato un buon padre avrebbe capito che era per Miyu. Cercò il medico, per sapere dov’era e come stava Miyu, lo trovò poco dopo:

-Mi scusi!

-Ah, è lei, come mai è ancora qui?

-Volevo sapere dove fosse la signorina Hozuki…

-Non sapeva che suo padre ha chiamato i genitori della ragazza? L’ hanno portata a casa….

Kanata non l’ascoltava più, era già uscito in strada per tornare al tempio.Corse velocemente su per le scale, entrò urlando: -Miyu!

In casa trovò solo Baumiao che giocava con Lou.

-Baumiao, dov’è Miyu?

Baumiao iniziò a piangere, e tra i singhiozzi Kanata riuscì a capire:-Miyu… genitori…

Appena Baumiao si fu ripreso Kanata si fece rispiegare:

-Chiamando i genitori, ieri notte ho scoperto che stavano venendo già qui, per fare una sorpresa a Miyu. Appena arrivati al pronto soccorso hanno sbrigato le pratiche e sono andati alla polizia per denunciare il tentato stupro, pare che lui l’abbiano già rintracciato, grazie alla descrizione di Miyu che era molto spaventata. Era un tizio con i capelli biondo platino, molti tatuaggi e piercing. Hanno lasciato una lettera per ringraziarti, è sul tavolo.

-E Miyu?

-I genitori non vogliono che si ripeta una cosa del genere, vogliono portarla con loro in America. Non ha lasciato niente per te, neanche i suoi saluti.

-Cosa?! Non è possibile che Miyu ci abbia lasciato così, che abbia lasciato Lou!

Baumiao ricominciò a piangere. Kanata chiese in preda al panico:

-Ora dov’è?

E’ andata a salutare i compagni di classe, dopò andrà all’aeroporto e…e…buahhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Kanata aveva preso in mano il telefono, e chiamava un taxi.

-Cosa stai facendo?-Chiese Baumiao

-La faccio tornare a casa, non può andarsene e lasciarmi solo con te e Lou!

Baumiao era sconvolto, non aveva mai visto Kanata così agitato, inoltre da quello che aveva detto sembrava che loro, lui e il signorino Lou fossero un peso che lui non poteva sostenere solo. Prese in braccio Lou e se ne andò in camera.

Il taxi era arrivato, Kanata ordinò all’autista di recarsi all’aeroporto, sapeva che non avrebbe fatto in tempo ad incontrarla a scuola, non era nemmeno sicuro di incontrarla lì. Arrivato all’aeroporto, cercò il volo per New York, sarebbe partito tra cinque minuti, si recò all’imbarco, li vide, Miyu, il signore e la signora Hozuki. Li chiamò:-Miyu! Signori Hozuki!

Si voltarono, e tornarono indietro. Aveva poco tempo, ed era deciso a portare Miyu a casa.

-Kanata! Pensavamo non saresti venuto, tuo padre ti ha dato la nostra lettera, ti ringraziamo per aver portato Miyu al pronto soccorso. Miyu, noi ti precediamo, così potrai salutare Kanata. Bye!

-Ma, mamma!

-Kanata aveva ripreso fiato. Disse:

-Miyu, cosa ti è saltato in mente?! E’ uno scherzo! Non…- Le prese le mani, e Miyu si ritrasse velocemente. Kanata fu sorpreso da quel gesto, non riusciva a continuare nonostante fosse partito con tutti i buoni propositi del mondo

-Non è uno scherzo, non posso più restare qui.

Miyu disse quelle parole con un tono freddo, distaccato, anche più di quello che solitamente usava Kanata, e questo gli fece gelare il sangue nelle vene. Riuscì appena a pronunciare:-E Lou? Cosa pensi di fare, non ce la potrei fare da solo…

Miyu lo interruppe:-Cosa Kanata? Non ti ho mai sentito parlare così, hai bevuto?- Dicendo quelle parole sorrise leggermente; a Kanata parve una presa in giro.

Non sopportò oltre e si voltò, il suo orgoglio era più forte dell’amore che provava…per Miyu. Il suo comportamento, la sua strafottenza, non era quella la Miyu di cui si era innamorato, voleva dimostrarle che ce l’avrebbe fatta anche da solo, anche se sapeva che Miyu non l’avrebbe mai visto.

Miyu si voltò, indifferente a quello che era appena successo, ma delle lacrime le caddero sul volto.

Kanata salì su un taxi e si diresse verso il tempio.

 

Nel frattempo Baumiao aveva fatto pranzare Lou, era passato mezzogiorno e lui si era dedicato alla riparazione della navicella-passeggino. Pensava: “ Siamo un peso? Non si preoccupi signorino Kanata, ce ne andremo il prima possibile, così neanche la signorina Miyu avrà problemi.” Cominciò a singhiozzare, ricordando una conversazione avvenuta qualche giorno prima tra lui e Miyu.

…………………………………

-Miyu, cosa fai ancora sveglia?

-Non riesco a dormire.

-E’ per la notizia che vi ho dato oggi?

-Si, sono rimasta scioccata quando ci hai detto che avevi ricevuto una cosmo-mail(x chi non lo sapesse nel fumetto esistono davvero, non le ho inventate io! NdMisato) che diceva che i genitori di Lou erano in prossimità della Terra. E’ stato un fulmine a ciel sereno!

-Dispiace anche a me…(Baumiao si stava commuovendo)

-Mi chiedo cosa succederà quando ve ne andrete, la mia vita, credo anche quella di Kanata non sarà più la stessa. Anche il nostro rapporto non sarà più lo stesso.

-Ti preoccupa? Io credo che lui ti voglia bene, anche più di quanto immagini.

-Speriamo!

I due si abbracciarono e Baumiao disse:-Vi voglio bene, dillo anche a Kanata.

…………………………………

Baumiao venne risvegliato dai suoi pensieri dalla porta che si richiudeva, dopo il rumore di passi, vide Kanata.

-Kanata! Dov’è Miyu?

-Mi dispiace Baumiao, non sono riuscito a farla tornare.

In quel momento, svolazzando allegramente arrivò Lou. Kanata lo prese in braccio, ma il sorriso scomparve dal volto del bambino quando non vide la madre.

Lou:-Mamma

Baumiao aveva le lacrime agli occhi, per non farsi vedere da Lou andò in cucina. Kanata si fece coraggio e parlò, Lou lo guardava intensamente.

-Lou, mi dispiace molto, oggi la mamma e partita, non so quando e se tornerà, da oggi rimarrai con me e Baumiao…

Lou iniziò a piangere. Kanata abbassò lo sguardo e pensò: “Mi dispiace Lou, non sono in grado di essere tuo padre da solo, ho bisogno di Miyu”.

Nel frattempo Baumiao si era ripreso. Prese Lou e lo portò via, voleva farlo addormentare, dopotutto era tutto il giorno che piangeva, era stanco. Kanata andò nella sua stanza, si sedette sul futon, (si scrive così, vero? NdMisato) prese le ginocchia tra le braccia e sentì gli occhi che gli bruciavano. Pensò: “Perché mi bruciano gli occhi? Possibile che io stia piangendo?

Per cosa piango? Forse per Miyu. Perché per lei, mi sono rivelato, ho cercato di esprimere i miei sentimenti, ma era troppo tardi. Se avessi voluto veramente che restasse le avrei detto che l’amavo, ma lei era così fredda… (Ora basta con i pensieri complessati alla Evangelion! ndKoala e Lidius - Ma è il mio cartone preferito! ndMisato)

Kanata si addormentò, anche questa volta con le lacrime agli occhi.

 

 

 

Verso le quattro del mattino Kanata venne svegliato da Baumiao:

-Kanata svegliati! Ti devo parlare!

-Cosa c’è? E’ ancora buio…

Baumiao notò che aveva gli occhi gonfi, probabilmente aveva pianto, ma doveva assolutamente parlargli; scosse Kanata.

-Ok, ok. E’ successo qualcosa a Lou?

-No, ma è importante, riguarda i genitori di Lou.

Kanata cercò di svegliarsi completamente per ascoltare con attenzione Baumiao.

-Mi dispiace averti svegliato, ma l’ho saputo ora. Ieri ho riparato l’astronave di Lou, sono riuscito ad inviare una cosmo-mail alla squadra di salvataggio, in cui dicevo di venirci a prendere il più presto possibile…

Kanata lo interruppe: -L’hai fatto per Miyu? Pensavi che non sarei stato in grado di badare a Lou?- Nella sua voce, Baumiao avvertì sofferenza ed ira. Esitò a parlare.

-Non è per quello- sentiva lo sguardo di Kanata su di lui, sapeva che nelle condizioni in cui si trovava avrebbe potuto fargli qualunque cosa- ho capito che io e il signorino Lou eravamo un peso per te, che non ci volevi ora che eri solo…

Kanata lo interruppe ancora:-E quando l’avresti capito? Io voglio un bene dell’anima a Lou, e anche a te! Come hai potuto pensare di essere un peso?

Baumiao piangeva (è molto sensibile ndMisato) –Mi dispiace!!!!! Io e il signorino Lou pensavamo di darti fastidio!

Ora la squadra di salvataggio mi ha risposto dicendo che arriverà stamattina!!!!! Buahhhhh!

Kanata era rimasto pietrificato. –Stamattina?! Perché Baumiao?!

Baumiao l’abbracciò e tra le lacrime disse: -Mi dispiace!!!!!!!!!!!!!!!!

Ora Kanata era calmo, si era reso conto che stavano per arrivare i veri genitori di Lou. Cercò di far staccare Baumiao e disse: -Sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato, ricorda che ora Lou rivedrà i suoi genitori, i suoi veri genitori, e poi tornerete sul pianeta Otto.

-Hai ragione, ma mi dispiace lasciarti! E lasciare anche Miyu!

Kanata, con quest’ultima frase si svegliò completamente, poi, con il solito tono indifferente disse:-Dobbiamo preparare Lou, andiamo.

Passò qualche ora, ormai il sole era alto nel cielo. Kanata aveva aiutato Baumiao a sistemare tutte le cose di Lou in un borsone, era tutto pronto.

Baumiao prese la parola:-Sai Kanata, credo di poter trovare il modo di farti avere notizie di Lou.

-E sarebbe?

-Con qualche modifica, potrei essere in grado di far ricevere le cosmo-mail ad un computer terrestre, e…

Kanata capì:-Io non ho un computer.

Baumiao aveva un'altra proposta:-Allora potrei scrivere a…- Si fermò, per fortuna, altrimenti avrebbe pronunciato quel nome, ma Kanata parve non accorgersene.

Kanata: Un alternativa? Forse potremmo chiedere a Seya di portarmi qualche notizia. Non viene spesso sulla Terra?

-Hai ragione, allora non c’è problema.

In quel momento, un fascio di luce illuminò il giardino del tempio. Kanata disse:

-Sono già qui?! Non potrebbero essere visti da qualcuno?

-Non credo che importi molto ai signori, sono così vicini a loro figlio, perché aspettare?

Baumiao prese in braccio Lou, che aveva svegliato e preparato prima, e assieme a Kanata uscirono.

Il portello della navicella si aprì, uscirono due sagome, un uomo ed una donna, seguiti da altre persone.

-Lou! Bambino mio! (le parole famose…ndMisato)

-Lou, tesoro!

Una donna con un viso dolcissimo e dai lunghi capelli biondi si avvicinò a Baumiao e prese in braccio Lou, che parve riconoscere quel caldo abbraccio che non sentiva da tanto tempo. Sorrise. L’uomo, alto e con dei folti capelli castani (chi vi ricordano? NdMisato) abbracciò la moglie e il bambino, subito dopo anche Baumiao.

Kanata osservava la scena, nonostante tutto sapeva cosa significasse stare lontano dai genitori per tanto tempo, ed era contento per Lou. La madre ed il padre di Lou si voltarono verso Kanata, poi la donna disse:

-Ciao Kanata.

Padre Lou:-E’ da tanto tempo che volevamo conoscerti e ringraziarti per esserti preso cura di Lou e…ma non c’era anche una ragazza,Miyu?

Baumiao si rattristò. Kanata rispose: -Si, è stata qui fino a qualche giorno fa, poi è andata in America con i genitori.

-Capisco. Allora appena la vedi, anche se vorremmo farlo personalmente, ringraziala da parte nostra.

-Certo.

-Ora dobbiamo andare, sono sicuro che ti dispiacerà moltissimo lasciare Lou, ma il vortice spazio-temporale si chiuderà tra poco (addirittura! NdMisato) Grazie di tutto.

Tutta la squadra rientrò nell’astronave, tranne la madre di Lou, che disse al marito di voler parlare sola con Kanata.

Kanata notò che aveva ancora in braccio Lou, evidentemente non riusciva a credere di riaverlo di nuovo tra le braccia. “L’amore di una madre è fortissimo, quanto mi sarebbe piaciuto avere la mia per più tempo!”

-Kanata, ho visto che hai salutato Baumiao, ma non ancora Lou.

Kanata lo prese in braccio, lo strinse a se e lo baciò su una guancia.

Lou: Pa…papà!

-Attraverso il diario di Baumiao, vi abbiamo conosciuto profondamente, e anche se non so quello che provi per Miyu, o quello che prova lei per te, sono sicura che vi vogliate molto più bene di quanto ne riusciate a esprimere.

Kanata:-Ormai non importa.

La madre di Lou lo abbracciò, e lo carezzò sulla testa come se fosse Lou stesso. Kanata non si oppose, dopo tanto tempo sentiva quello che non aveva quasi mai avuto, l’affetto di una madre.Poi disse:

-Grazie.

-Sono sicura che si sistemerà tutto. Sono anche sicura che Lou e Baumiao ti mancheranno moltissimo, ma un giorno chissà, quando Lou sarà un po’ più grande…

Baumiao:-Signora si sbrighi! Manca poco!

-Ora devo andare.Buona fortuna, e ricorda, non sei solo.

-Arrivederci.

La donna e Lou salirono sull’astronave, che si sollevò da terra, e dopo aver fatto qualche metro scomparve.

Kanata non si era sentito di dir loro addio, perché in cuor suo, sperava che prima o poi li avrebbe rivisti. Rientrò in casa, andò nella sua camera e si buttò sul futon, che durante la mattinata non aveva messo via perché non sarebbe andato a scuola.

“Questa volta sono veramente solo”.

 

 

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Capitolo 3
*** Ritorno alla vita ***


Capitolo 3:Ritorno alla vita
Capitolo 3:Ritorno alla vita

Quella notte, Kanata non riuscì a dormire, infatti si svegliò stravolto. Andò in bagno si guardò allo specchio, e non ricordandosi quello che era successo il giorno prima si chiese come mai aveva quelle occhiaie. Una volta lavato e vestito si recò verso la cucina, e guardando l’orologio urlò: -Baumiao! La colazione è pronta? Sono in ritardo! Entrò in cucina e si accorse di non aver avuto risposta. La cucina era vuota, e alla mente di Kanata riaffiorarono tutti i ricordi: Miyu non c’era più, Lou e Baumiao erano partiti il giorno prima, era solo.

Era tardi, tra cinque minuti si sarebbe dovuto trovare a scuola. Non avrebbe fatto in tempo a fare colazione, ma non aveva fame. Uscì e si avviò verso la scuola.

Nelle vicinanze dell’edificio, si potevano gia sentire le voci degli altri studenti, a Kanata parvero tutti allegri, possibile che la tristezza fosse un sentimento solo a lui noto?

-Kanata!

Kanata si voltò, era Santa.

Santa:-Ciao Kanata, come ti senti?

-Ho un po’ di mal di testa.

Entrarono in classe, e Christine gli si avvicinò. Non era sorridente come al solito, anzi, sembrava che un ombra le oscurasse il sorriso.

-Ciao Kanata, tutto bene?

Kanata non resistette più: -Si può sapere perché mi chiedete tutti come sto?!

In classe tutti ammutolirono. Kanata Saionji non era il tipo da perdere il controllo facilmente.

Santa intervenne:-Ma Kanata, è naturale che tutti ci preoccupiamo per te, anche noi siamo tristi per la partenza di Miyu…

-Se vi dispiace tanto andate a dirlo a qualcun altro! A me non importa, e credo che sia meglio così per tutti!!!- e uscì sbattendo la porta dell’aula. Santa e Christine si guardarono, ma non poterono dire niente perché arrivò il professore.

Durante l’appello: -Saionji!

Santa si alzò e intervenne per coprire l’amico:-Professore, Saionji è in infermeria, non si sentiva molto bene.

-Grazie Kurosu, visto che sei in piedi e oggi non sapevo chi interrogare, ripetici la lezione del giorno.

In classe si levò una risata, probabilmente l’unica che non rideva era Christine. “Perché ha avuto quella reazione? Possibile che non gli sia mai importato niente di Miyu? Ora potrei avere qualche possibilità e…ma cosa farà con Lou e Baumiao? Devo parlargli.”

Christine: - Professore!

-Si Hanakomachi?

-Potrei andare in bagno?

-Si certo.

Il prof stava interrogando Santa in geografia, che per caso non aveva studiato niente… “Come fa quella ragazza a dover andare in bagno a cinque minuti dall’inizio delle lezioni? Però meglio non contraddirla, il braccio che mi ha fratturato lo scorso anno non funziona molto bene…”

Ovviamente Christine non aveva bisogno di recarsi in bagno; si dirigeva a passo svelto in infermeria, l’unico posto dove uno studente si poteva trovare in quell’orario oltre alle aule. A quell’ora l’infermiera non era sicuramente arrivata, molte volte l’aveva vista entrare alla seconda ora, ma i capiclasse avevano una copia delle chiavi per i casi di emergenza, e Kanata certamente aveva usato quella. Infatti la porta era socchiusa, Christine entrò.

-Christine: -Kanata?

Kanata era seduto sulla sedia che solitamente utilizzava l’infermiera, aveva la testa poggiata sulle braccia sulla scrivania.

-Kanata?

Si voltò pensando fosse arrivata l’infermiera, lo conosceva bene visto tutti i compagni di classe che aveva accompagnato in infermeria, per questo lo chiamava per nome.

Kanata: -Hanakomachi?! Cosa c’è?

-Sapevo che ti avrei trovato qui, ti dovevo parlare.

Mentre diceva quelle parole si era seduta su uno sgabello.

-Se si tratta di Miyu puoi tornare anche in classe…

-Cosa farai con Lou?

Kanata fu colpito da quella domanda, si aspettava chissà quali considerazioni su Miyu.

Kanata:-Non ti preoccupare, non ci sono più.

Christine:-Cosa significa non ci sono più?! Non saranno mica tornati sul pianeta Otto?!

-Si, ieri mattina sono arrivati la squadra di salvataggio e i genitori di Lou.

-Perché non mi hai avvertita, avrei portato anche Momoka e avremmo salutato Lou!- Christine aveva iniziato a piangere.

Kanata:-Mi dispiace Christine, anch’io l’ ho saputo solo ieri mattina. Su, torniamo in classe, stai bene?

-Si.-

Kanata si accorse che piangeva ancora, e mentre erano in corridoio le prese la mano; sicuramente non soffriva quanto lui, ma il dolore era tanto anche per lei. Christine ebbe un sussulto, ma smise di piangere. Rientrarono in classe ma lei lasciò prima la mano di Kanata, sapeva benissimo che era un gesto amichevole e non voleva illudersi oltre. Passarono le ore di lezione ma nessuno, neanche a ricreazione aveva rivolto la parola a Kanata. Neppure Santa, perchè osservando lo sguardo di Kanata si accorse che non aveva voglia di parlare con nessuno. Christine parlava con le compagne, a tratti le si poteva scorgere anche un tenue sorriso. Tutti pensavano fosse ancora triste per la partenza di Miyu, ma nessuno immaginava che oltre a quel dolore, altra causa di sofferenza era la partenza di Lou. All’uscita, dopo averci riflettuto tutta la giornata, Christine si avvicinò a Kanata e gli chiese se potevano tornare a casa insieme. Voleva stargli accanto, anche solo come amica. Kanata accettò, ma per tutta la strada, nessuno pronunciò una parola.

Kanata: “Oggi è andata, ma quanto potrò andare avanti così?” Pensò a Miyu, ma immediatamente decise che se voleva stare ancora bene doveva dimenticarla e dare una svolta alla sua vita. Si voltò verso Christine, lei non se ne accorse. “Hanakomachi mi è stata sempre vicina, anch’io potrei aiutarla. In questo modo riuscirò a dimenticare Miyu”

Poi la chiamò: -Christine.

Lei si voltò subito, lui non aveva mai pronunciato il suo nome.

Kanata:-Vuoi diventare la mia ragazza?

Christine rimase a bocca aperta, com’era possibile?

Christine: “Cosa? Che sia uno scherzo? Non importa, non me lo farò ripetere due volte”. –Si.

Erano arrivati davanti a casa di Chris, lei gli diede un bacio sulla guancia e disse: -Ci vediamo domani!-

Kanata:-A domani.

 

T…t…..tttttt.t

-Ce l’ ho fatta! Quanto tempo ci metterà per arrivare ?…Tre anni, ma sempre meglio di niente.

 

 

 

 

 

 

 

USA. New York city. Casa Kozuki. Ore 19.34

-Bip Bip

-Miyu! Ti è arrivata un’e-mail!

-Puoi controllarla tu Jen?

-Ok…ma che c’e scritto?

-Cosa? La potresti leggere?

-E’ strana, ci sono un sacco di parole che non hanno significato. Dunque, ah! Queste sembrano comprensibili!

“C-iao-M-iyu-s-ono-B-a,-s-iamo-t-ornati-p-ianeta-o-tto,K-anata-s-olo”

-Ma che hai detto?! Fammi leggere!…Cosa?! Quando è stata inviata?!

-Sembrerebbe il 27-4-2002, ma non è possibile, più di tre anni fa!

Miyu si sedette sul letto, aveva gli occhi fissi nel vuoto.

Jen: -Miyu, ma che hai? Stai bene?!

Miyu sembrò risvegliarsi: -Si, si. Ma Jen non devi andare al corso? Sei in ritardo, corri!

L’amica presa alla sprovvista, venne mandata via dalla camera della ragazza. Appena uscì, Miyu si poggiò alla porta e iniziò a piangere. “Tre anni, com’è possibile? Perché! Il mio bambino non c’è più! Pianse sempre più forte, finchè la madre non la sentì e corse verso la camera.

-Miyu! Ma cosa…Miyu apri! Ti prego, cosa è successo? Apri!

Miyu cercò di parlare: -Mamma ti prego, lasciami in pace, va tutto b…- Ricominciò a piangere.

La sera, poco prima di cena, Miyu uscì dalla sua stanza. Aveva gli occhi gonfi, ma aveva cercato di coprirli con il trucco.

-Mamma?

La madre la strinse forte e disse:-Miyu tesoro! Cosa è successo? Perché piangevi? Lo sai che devi dirmi tutto!

Ecco. Miyu non sopportava sua madre quando si comportava così. Si ricorda, aveva sempre desiderato che la madre si preoccupasse per lei, ma non voleva che ciò accadesse per quel motivo. Già, dopo quel giorno la sua vita era completamente cambiata: si era trasferita in America, aveva lasciato Lou, Baumiao e…Kanata. Chissà se si ricordava ancora di lei? Dopo l’incontro all’aeroporto non si era più fatto sentire, ma era naturale, dopo quello che lei gli aveva detto… Era anche venuto per chiederle di restare; l’aveva capito, anche se era per Lou aveva bisogno di lei. Ma allora lei non poteva restare con lui, non poteva vivere a contatto con un uomo. Poi, in America, iscritta ad una scuola femminile e per un anno e mezzo non poteva avvicinatsi a dei ragazzi. Dopo, aveva ricominciato da zero, anche grazie a Jen, la sua migliore amica che le era stata sempre accanto e le aveva fatto conoscere tanti ragazzi. Si era fidanzata molte volte, ma dopo un po’ scaricava tutti, perché non riusciva a dimenticarlo. Aveva anche dato il primo bacio, ormai da un sacco di tempo. Si ricorda che quando viveva in Giappone, aveva baciato per sbaglio Kanata, ma lei non lo ha mai considerato un vero bacio, perché lui non lo sapeva. Dopo essersi accorta di amarlo, sperava di poter dare il suo primo bacio a lui, ma poi dopo quella sera non poteva, era troppo tardi, e Kanata non aveva mai provato niente per lei. Si risvegliò dai suoi pensieri:

-Mamma, devo fare una chiamata in Giappone.

-Cosa, perché?-La signora era colta alla sprovvista da quella domanda, pensava che la figlia avesse dimenticato il Giappone. Aveva pianto per quello prima? Non diede a vedere i suoi dubbi, ma la prese allegramente di fronte alla figlia   

-Chi chiami, Kanata?

-No mamma, Chris.

La risposta era secca, quasi premeditata.

-Ok, il numero ce l’hai? Ah! E’ tardissimo, devo andare a quella cena di lavoro Viene anche papà, quindi stasera prepara tu. Bye!

“Tanto per cambiare, quando mai aveva cucinato sua madre?”

Non era ora di pensare a quello. Anche se in Giappone non era ancora mattino lui avrebbe risposto lo stesso. Doveva sapere come stava, possibile che per tre anni non avesse saputo niente? Perché non l’aveva avvertita? Pensava che non gliene importasse niente? Aveva tutte le ragioni.

-Si pronto, dovrei fare una chiamata internazionale in Giappone, al numero xxxxxxxxxxxx. Grazie.

Giappone. Ore 05 del mattino. (Non mi va di calcolare il fuso orario, fate finta che sia giusto! NdMisato)

“Drinn drinn!”

Kanata era appena rientrato a casa, era stanchissimo. Aveva passato la notte da Christine. (Hippi non ti scandalizzare, hanno più di 17 anni! NdMisato)

Sentì squillare il telefono, si chiedeva chi potesse essere a quell’ora.

-Pronto?

-Chiamata internazionale da New York USA. Vuole accettarla?

“Da New York? Non sarà mica…Meglio non rischiare”

-No.

-Bene arrivederci.

-Arrivederci.

Kanata tirò un sospiro di sollievo, fortuna che suo padre aveva messo un filtro al telefono, forse era l’unica cosa buona che aveva fatto in vita sua, altrimenti… “ C’è mancato poco! Sono anni che cerco di dimenticarmi della sua esistenza, e proprio ora che ci stavo riuscendo mi chiama! Chissà cosa voleva, sono passati tre anni…Basta! Non ci devo pensare, devo solo dormire. Domani è sabato e devo andare a scuola.

 

USA. Casa Kozuki

-Perché non ha risposto? Sicuramente stava dormendo (Non poteva immaginare dell’esistenza del filtro ndMisato). Maledizione, non ce la faccio più!

Un’idea; una folgorazione improvvisa. Per evitare ritardi e chiarire tutti i malintesi in modo definitivo non c’era altra soluzione. Miyu sfrecciò in camera, aprì l’armadio e prese il trolley.Prese i primi vestiti che le capitavano in mano. Andavano tutti bene, jeans, magliette, felpe e pantaloni. Andò in bagno prese il suo beauty-case e mise in valigia anche quello. Aveva finito, doveva solo avvertire i genitori. Se li avesse chiamati sarebbero corsi a casa per fermarla, decise di lasciare un biglietto. Scrisse velocemente: “Mamma papà, ho una faccenda da chiarire in Giappone, parto stasera, non cercatemi, vi farò avere io mie notizie. Vi prego, è importante. Vi voglio bene. Miyu.

Prese i suoi risparmi e chiamò un taxi.Dopo venti minuti arrivò all’aeroporto. Erano circa le dieci. Andò a fare il biglietto, ma il primo volo era quello che partiva alle 11.45. Si sedette, sperando che i genitori rincasassero il più tardi possibile. Poi pensò a come era stata impulsiva, cosa avrebbe fatto una volta in Giappone? E se Kanata si fosse trasferito in un'altra città? Poi si tranquillizzò, anche se Kanata si fosse trasferito ci sarebbero state le sue amiche che le avrebbero potuto dare informazioni.

Ore 23.40, Miyu si recò all’imbarco.

“Kanata, sto arrivando”.

 

 

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Capitolo 4
*** Il ritorno ***


Capitolo 3:Ritorno alla vita

Capitolo 4:Il ritorno

 Erano le 7.30 del mattino di Sabato 22 Dicembre. Kanata si svegliò. Era l’ultimo giorno di scuola, dopo sarebbero iniziate le vacanze invernali. Aveva già pensato di chiedere a Christine di trascorrerle con lui, suo padre era partito per un altro pellegrinaggio, ( da tre mesi) questa volta  in Tibet, però aveva detto quando sarebbe tornato. Probabilmente verso la metà di Febbraio. Ultimamente i loro rapporti erano molto migliorati, Kanata era felice per questo, anche se molte volte era assente, gli scriveva spesso, confermandogli che era vivo.

Andò in cucina a fare colazione, ormai si era abituato alla solitudine di quel grande tempio, ma stranamente quella mattina aveva nostalgia del rumore che faceva Lou quando si svegliava. Dopo aver finito di prepararsi, si avviò verso casa di Christine, ogni mattina passava a prenderla.

Chris:-Ciao Kanata!-  lo baciò.

-Ciao Chris, tutto ok?

-Quando sono con te, va sempre tutto bene!

-Si, certo, certo. -sorrise

“Accidenti, si può sapere cos’è questa sensazione? Mi fa male lo stomaco”

Christine prese Kanata per un braccio, ma lui si scostò.

Chris:-Kanata, cos’hai?

Kanata si accorse di essere stato scortese, chissà cosa aveva pensato Christine.

-No Chris, tutto bene, ho solo un po’ di mal di stomaco.

-Perché sei venuto allora? Se non ti sentivi bene forse era meglio che restassi a casa. Mi avresti potuto avver…

-No, mi è venuto stradafacendo- Era meglio non dirle che aveva quel malore dalla mattina, anzi forse da ieri notte, dopo quella chiamata…-passerò in infermeria.

-Ok

Christine non insistette, chiacchierando erano arrivati a scuola. Incrociarono Santa, erano nella stessa classe anche alle superiori. Erano in tre, tutti gli altri li avevano persi di vista da anni.

Santa: -Ciao Kanata! Ciao Christine! Anche oggi insieme eh?

Christine:-E tu quando verrai insieme alla tua ragazza?

Santa si irritò: -Non è colpa mia se è iscritta ad un'altra scuola!

Intervenne Kanata:-Se ti fossi dichiarato prima, a quest’ora sarebbe a scuola con noi, peccato!

-Ah ah! Molto spiritoso…andiamo, è ora di entrare.

Chris e Kanata risero di gusto, si divertivano un mondo a stuzzicare Santa. Anche  loro erano un po’ dispiaciuti per lui, ma d’altronde se l’era cercata.

A scuola le ore passarono velocemente, era tempo di interrogazioni. Si stava avvicinando il tempo degli esami di ammissione all’università. Santa si chiedeva continuamente perché fosse necessario farli un anno prima. Kanata non aveva problemi, era sempre stato uno dei migliori a scuola, e grazie ai suoi voti la sua domanda di ammissione alla facoltà di giurisprudenza era stata accolta subito. Doveva solo superare a pieni voti l’esame. Anche Christine non andava male, e aveva potuto fare domanda di ammissione alla facoltà di psicologia, le era sempre piaciuta. Santa era quello che andava peggio, la sua media era la sufficienza, e si era dovuto accontentare. Era già stato fortunato ad essere ammesso nella stessa sezione dei suoi amici, aveva dovuto studiare molto. Invece dell’università aveva scelto di frequentare un corso di specializzazione in fotografia. Era molto bravo.

All’uscita:

Santa:-Ma perché devo studiare così tanto anch’io? Non devo mica andare all’università!

Chris:-Devi studiare lo stesso, se non mantieni la sufficienza piena non ti prenderanno neanche alla specializzazione!

-Grazie per l’incoraggiamento. Oh! E’ tardi, devo andare ai recuperi, ciao!

I due rimasti che non avevano problemi del genere, cambiarono completamente argomento:

Chris- Come va?

Kanata : Mi fa ancora un po’ male, l’infermiera mi ha detto che probabilmente era lo stress.

-Già, siamo sovraccarichi in questi giorni

-Oggi pomeriggio che fai? Ti va di uscire?

-Non ho niente da fare, ma credo che sia meglio che tu rimanga a casa a riposarti. Non credi?

-Forse hai ragione…ci sentiamo per telefono

Arrivarono davanti casa di  Christine, si baciarono e Kanata tornò a casa.

“Che freddo! Sarà meglio prendere un po’ di legna per il camino”

Kanata accese il fuoco e dopo essersi cambiato mise una coperta davanti al camino. Si stese, e stanchissimo si addormentò.

 

 

All’aeroporto di Tokyo, Miyu era arrivata. Dopo aver ritirato il bagaglio, si recò alla toelette (speriamo che si scriva così, scusate la mia ignoranza…ndMisato), per sistemarsi e cambiarsi. Era tesa, dopo tre anni era tornata in Giappone, non era neanche sicura di ricordarsi perfettamente la lingua. Aveva un altro problema: doveva chiamare i suoi genitori. Si recò ad una cabina e compose il numero.

-Pronto casa Kozuki!- La voce della madre era agitata, chissà da quanto erano rientrati, forse erano anche andati all’aeroporto per fermarla.

-Mamma

-Miyu! Dove sei? Sei in Giappone?

-Si

-Oh mio Dio! Sei matta? Ti sembra il modo di lasciarci?  Quando non ti abbiamo trovato a casa abbiamo subito chiamato la polizia, dopo tuo padre ha visto il biglietto! Siamo anche an…

-Mamma mi fai parlare?! Hai letto quello che c’era scritto, dovevo venire per una cosa importante e…

-Miyu quando parte il prossimo aereo per New York?! Devi tornare subito qui!

.Mamma maledizione, mi ascolti?! Mi dispiace di avervi fatto stare in pensiero, ma se vi avessi chiamato mi avreste fermata!

-E’ ovvio! Ti rendi conto di quello che hai fatto?!

Miyu iniziò a singhiozzare, la signora ammutolì, dopo qualche secondo, piangendo anche lei riprese:

-Miyu ti prego, noi siamo in pensiero per te…

-Lo so mamma, ma è importante…

-Dopo quello che ti è successo, perché dovevi tornare lì?

-Mamma lo so, ma ti prego devi avere fiducia in me. Starò attenta, e poi non sono sola. Ci sono tutti i miei amici, il signor Hosho…

Tornerò il prima possibile!

-Miyu, io so che in questi ultimi anni abbiamo limitato la tua libertà, ma lo abbiamo fatto per il tuo bene, non pensavamo che ti saresti ribellata così…

-Mamma, ti ho già detto che non è per voi! So che quello che avete fatto era per il mio bene e…

-Perché allora?!

-Io…-Miyu non poteva spiegarle perché, ma doveva dirle qualcosa, altrimenti ne avrebbe sofferto inutilmente-…io mamma, ho fatto una promessa anni fa, devo mantenerla.

-Una promessa? A chi?

-Ai miei amici. Ti prego, abbi fiducia in me.

La madre non sapeva più cosa dire, conoscendo la figlia sapeva che prima o poi avrebbe voluto tornare in Giappone, ma aveva fiducia in lei.

-Come farò a rintracciarti? Hai lasciato qui il cellulare.

-Mamma grazie, ti voglio bene! Ti chiamerò io, ogni giorno, anche due volte, mattina e sera

-Cercheremo di mandarti il telefono il prima possibile, lo spediremo a casa di Kanata.

-Grazie! Dovevo passare a trovarlo…-si era tradita, aveva rivelato alla madre che tornava per lui

-Ok ok. Ci sentiamo- Miki capiva che tornava da Kanata, ora sapeva che era al sicuro.

-S…si ciao, vi voglio tanto bene, dillo anche a papà!

Ora si sentiva sollevata, aveva chiarito tutto con sua madre, anche i tormenti che aveva da anni. Ora doveva fare quello per cui era partita. Uscendo dall’aeroporto, passò davanti all’imbarco dove aveva parlato per l’ultima volta con Kanata. Si voltò velocemente, doveva dimenticare il passato. Era tornata per ricominciare.

Chiamò un taxi e si recò al tempio Saionji.

 

USA. New York. Casa Kozuki.

-Miki, era lei?

La signora sorrideva:-E’ tornata da lui.

 

 

 

 

 

Giappone, ore 15.30.Tempio Saionji.

Kanata dormiva ancora. Non aveva neanche pranzato, in compenso il suo sonno era agitato. Venne svegliato dal campanello di casa che suonava.

“Ahhhhhh! Chi sarà a quest’ora? Che Chris ci abbia ripensato?”

Aprì la porta, era ancora assonnato e non riusciva a mettere a fuoco l’immagine. Poi si sfregò gli occhi e vide una ragazza, aveva più o meno la sua età; era bionda e aveva due grandi occhi verdi. Non ci credeva.

Kanata:-M…Miyu?!

-Ciao Kanata! Posso entrare?

 

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Capitolo 5
*** Capirai tutto ***


Capitolo 3:Ritorno alla vita

Capitolo 5: Capirai tutto…

Kanata fece accomodare Miyu in soggiorno, non aveva ancora capito quello che stava succedendo, ma il suo atteggiamento indifferente non faceva trasparire alcuna emozione. Nonostante ciò non riusciva a parlare, e Miyu, rendendosene conto, sorrise dentro di sé, evidentemente si ricordava benissimo di lei. Si sedettero attorno al tavolo, Miyu  si decise e parlò:

-Bhe? Non mi dici niente? Come va?

-Benissimo, ma cosa ci fai qui? Pensavo non avessi alcuna voglia di tornare in Giappone. Almeno così mi hai fatto capire tre anni fa.

Miyu si sentiva in colpa, ma non era dipeso da lei. Continuò decisa a chiarire tutto:

-Ho ricevuto due giorni fa una cosmo-mail da Baumiao. Purtroppo era stata inviata tre anni fa. Mi ha scritto della loro partenza, perché non mi hai avvertito?

-Perché, ti sarebbe interessato?

-Cosa?! Stai insinuando che non mi è mai importato niente di Lou?!

-In poche parole…cosa dovrei pensare?

Kanata era freddissimo, e ogni sua frase colpiva Miyu come una pugnalata. Nonostante ciò continuò, doveva fargli sapere tutto.

-Tu non sai cosa ho dovuto sopportare in questi tre anni, le lacrime versate ogni sera per il mio bambino! Pregavo ogni giorno perché lui stesse bene, e io non potevo essere con lui!- Miyu aveva iniziato a piangere, pensava:

“Che stupida, non sono neanche riuscita a trattenere le lacrime”

Kanata rimase colpito vedendo Miyu che piangeva; da quanto tempo non vedeva quel viso, quel sorriso, e ora era stato capace di farla piangere. Decise di tranquillizzarla, le disse:

-Ti ascolto.

Miyu smise improvvisamente di piangere, accennò un sorriso. Proseguì:

-Ok. Tre anni fa, il mattino dopo,dopo…-Si fermò. “Come posso fare?! Come gli spiego tutto? E se non mi vuole ascoltare? E…”

-Miyu? Tre anni fa? Continua. -Le sorrise, e lei riuscì a tranquillizzarsi.

-Tre anni fa, il mattino dopo la sera dell’aggressione, i miei genitori vennero a prendermi al pronto soccorso. Ricordo tutto come se fosse ieri…-Si preoccupò, ricordava ancora tutto nonostante fossero passati tre anni…

……………………………………

-Miyu?! Si sta svegliando!

Miyu non riusciva a riconoscere la sagoma che sedeva accanto al suo letto. Era stata spostata.

-Ka…mamma!- L ’abbracciò.

- Miyu tesoro, stai bene? Come ti senti?- Miki stava piangendo.

-Miki! Miyu!-Si avvicinò il padre, stava per piangere anche lui. Allungò le braccia per abbracciare la figlia, ma lei si ritrasse.-Miyu? Cos’ hai?

In quel momento entrò il medico.

Dottore: -Signori. Si è svegliata?

Miki:-Dottore, cos’ ha?

Il dottore si avvicinò, ma Miyu si ritrasse anche da lui.

Dottore:-Si è scostata anche da lei signor Kozuki?

-Si, cosa le è successo?

-Capisco. Come vi ho detto prima la ragazza non ha riportato danni a livello fisico di grave entità, ma per accertare quelli a livello psicologico avremmo dovuto aspettare che si svegliasse. Probabilmente lo shock emotivo è stato molto forte, tanto che vostra figlia non riesce a sopportare il contatto con altri uomini, neanche con lei, che è suo padre.

Miki ricominciò a piangere: -…dottore, cosa…cosa possiamo fare?

-Suppongo che avrà bisogno di terapia riabilitativa, probabilmente ci vorrà un anno. Forse più. Dipende dalla ragazza.

Miki:-Ma starà di nuovo bene?

Dottore: -e’ una ragazza forte, ce la farà. Se volete posso consigliarvi alcune cliniche qui vicino e…

Miki lo interruppe. Aveva deciso:-Grazie dottore, ma non ce ne sarà bisogno. Verrà con noi in America. Sei d’accordo vero Miyu? E tu caro?

Miyu non rispose, la madre lo prese come un si.

Miki:-Allora è deciso. Partiamo oggi stesso.

Dottore:-E il ragazzo che l’ ha portata qui?

-E’ il figlio di un nostro amico, andremo a casa a ringraziarli. Arrivederci. Le siamo infinitamente grati.

-Arrivederci.

…………………………………..

-In macchina mi addormentai. I miei non mi svegliarono una volta arrivati al tempio. Probabilmente li ha accolti Baumiao, e loro mi hanno detto di averti lasciato una lettera perché non eri a casa.

Kanata:-Non ero a casa perché ero rimasto al pronto soccorso.

-Sul serio? E poi?

-Poi una volta svegliato, ho chiesto al medico dove fossi. Mi ha detto che eri tornata a casa. Sono tornato al tempio e Baumiao mi ha spiegato tutto. Mi ha detto che saresti andata a scuola a salutare i compagni di classe, e poi avresti preso il primo volo per New York. Ho chiamato un taxi e sono venuto all’aeroporto.

-Penso che ormai avrai capito perché non sono rimasta.

-Già, non potevi rimanere con me, probabilmente neanche con Lou. Ma perché non mi hai spiegato nulla?

Miyu esitò. -…Avevo paura. Quando hai saputo che Lou e Baumiao se ne sarebbero dovuti andare?

-La mattina dopo, Baumiao aveva mandato una cosmo-mail alla squadra di salvataggio, e loro avevano risposto che sarebbero arrivati il mattino seguente.-Kanata no voleva illudere Miyu con la promessa che la madre di Lou gli aveva fatto. Non gliene parlò.

-E’ passato tutto questo tempo…

-Tre anni, molte cose sono cambiate.

-Già.

Miyu ora era più tesa che mai, quasi tremava. Cosa avrebbe fatto Kanata? Le avrebbe detto di tornare in America? Non sapeva più cosa dire per continuare il discorso, aspettava il suo giudizio.

Kanata vide che tremava, pensando fosse per il freddo (l’ insensibilità! ndMisato) interruppe i suoi pensieri: - Se hai freddo puoi sederti vicino al camino. Vuoi un po’ di cioccolata calda?

-Si grazie. La prendi anche tu?

-Si, non ho pranzato. Prendo anche dei biscotti.

- Ok - Rimaneva. Poteva ancora restare con lui, non l’aveva mandata via. Miyu era felicissima, non era arrabbiato per quello che era successo tre anni fa, e non la credeva colpevole di aver abbandonato Lou. Kanata andò in cucina. Se volessero avrebbero potuto parlare ancora, ma nessuno dei due parlò.

Miyu: “Ora che la tensione si è sciolta, non posso che essere contenta di essere tornata qui. Questo tempio mi mancava moltissimo, dopotutto è stata anche la mia casa”. Sapeva benissimo che quello che le era mancato di più di tutto il Giappone era Kanata. “Accidenti com’è diventato bello! Bhe, lo è sempre stato…”

Mentre rifletteva, Miyu si era stesa sulla coperta vicino al camino, dove prima aveva dormito Kanata (ovviamente non lo sapeva… peccato! NdMisato). Aveva messo le mani dietro la testa, e osservava silenziosa il soffitto. Poco dopo si addormentò, era stremata.

Nel frattempo, Kanata in cucina: “E’ tornata, non ci posso ancora credere! Quanto rimarrà? E’ qui con i genitori o è sola? E’ tornata per venire qui, oppure doveva fare qualcos’altro? Ora glielo chiedo”

Kanata:-Miyu!

Non rispose nessuno, che se ne fosse già andata? Kanata si voltò verso il soggiorno, non vide nessuno.

“Non è possibile!”

Poi la vide, era stesa vicino al camino, e si era addormentata.

“E’ sempre la stessa!” Prese la cioccolata che aveva preparato, e si sedette su una sedia. La osservava.

“E’ diventata proprio bella, altro che corpo infantile! Accidenti! Ma cosa vado a pensare! Io non sono più innamorato di lei da anni! Da quando mi ha lasciato all’aeroporto, o forse no?” Inoltre Kanata si chiedeva come avesse trascorso quei tre anni in America, chi avesse conosciuto, i ragazzi che aveva avuto…cercava di dimenticare questi strani quesiti, e cercava di convincersi che era solo una cara amica, tornata dopo tre anni. Non era possibile, mille domande affollavano la sua mente, ma avrebbe aspettato per avere le risposte. Miyu dormiva ancora.Doveva essere proprio stanca per crollare in quel modo… Dormì per un’oretta, e Kanata continuò ad osservarla, senza mai spostare lo sguardo. Poi si svegliò. Appena si rese conto di quello che era successo disse: -Cavoli! Mi sono addormentata!-Si voltò verso Kanata, era arrossita- Mi dispiace Kanata, perché non mi hai svegliato?

-Sembravi stanca

Era vero, Miyu in aereo era talmente agitata da non riuscire ad addormentarsi.

Miyu vide la tazza nelle mani di Kanata: -E la cioccolata?

-Te la preparo

-E quella di prima, cosa ne hai fatto?

-L’ho bevuta io, avevo fame!

Dopo si sedette anche Kanata sulla coperta, e mentre Miyu  beveva continuarono a parlare. Miyu gli raccontò del suo arrivo in America, della terapia che aveva dovuto seguire, delle amiche che aveva conosciuto ecc. Ma Kanata non riuscì a sapere niente sulle sue esperienze con i ragazzi. Parlarono, parlarono come non avevano mai fatto neanche quando Miyu viveva al tempio. Arrivò la sera, e a malincuore Miyu, che era stata benissimo durante quelle ore, disse a Kanata che doveva andare.

Kanata: -Alloggi in un albergo?

-Già, visto che Lou e Baumiao non ci sono non è necessario che io rimanga qui. Credo che resterò in Giappone sino a domani pomeriggio, e poi ripartirò. Il tempo di rintracciare e salutare i nostri amici. Ciao

Kanata con quella frase capì che Miyu era tornata per vedere lui, sapeva benissimo che Lou e Baumiao non c’erano. Voleva fargli capire qualcosa?

-Vuoi che ti accompagni?

Miyu, fu sorpresa da quella proposta, sorrise:-Non ti preoccupare, va tutto bene. Ciao

Miyu si avviò verso le scale, e mentre scendeva Kanata la osservò. La stava perdendo ancora, non era sicuro che si sarebbero rivisti.

Kanata: “Devo lasciarla perdere, meno la vedo e meglio è!”

Rientrò in casa, ancora scombussolato. Per ricominciare a ragionare andò in bagno a sciacquarsi il viso. Dopo, tornando in soggiorno vide che Miyu aveva lasciato il trolley.

“Ha lasciato la valigia! La solita stupida (la solita delicatezza ndMisato). Dovrò rincorrerla e portargliela”

Mise il cappotto e sollevando la valigia scese velocemente le scale. Nel frattempo, Miyu:

“Aveva chiesto di accompagnarmi! Sono stata una stupida a non accettare. Era un modo per passare ancora un po’ di tempo con lui. Ora capisco cos’era quel peso che provavo mentre ero in America. Non era la preoccupazione per Lou, nonostante ci fossi affezionatissima sapevo che era al sicuro con Kanata. Ma la cosa che mi faceva più soffrire era che non potevo stare proprio con Kanata, il destino…Quella sera avevo ammesso a me stessa di amarlo”

Per arrivare all’albergo in centro, Miyu non si accorse che stava ripercorrendo la strada in cui aveva subito l’aggressione. Appena se ne rese conto si bloccò, non riusciva più a muovere un passo. Iniziò a piangere, e si appoggiò al muro per non cadere. Non riusciva più a tenersi in piedi.

“Accidenti, cosa mi succede, perché non riesco a camminare?!”

In quel momento, Kanata imboccò quel vicolo, sapeva che per andare in centro, Miyu sarebbe passata sicuramente da lì.

Kanata:-Miyu!

-Ka…Kanata, io… ho paura!

-Miyu non ti preoccupare, ci sono io- Kanata capì che nonostante quello che gli aveva raccontato, la terapia, Miyu non aveva completamente superato il trauma. Piangeva, e lui voleva assolutamente aiutarla.

Kanata: -Vieni!

-Cosa? Io…io, non ce la faccio!

-Su, sali su!

Kanata prese Miyu in spalla.

Miyu:-Dove mi stai portando? –Non riusciva a smettere di piangere.

-Non pensi che stanotte sarebbe meglio se rimanessi al tempio? Mio padre è partito per un altro pellegrinaggio.

-Mi dispiace, non…non pensavo…grazie.

Rimasero per un po’ in silenzio, Miyu si sentiva protetta. Poi Kanata ruppe il silenzio:

-Ti ho portato in spalla anche la sera dell’aggressione. Ti ricordi?

-No, ma ti ringrazio, se non fosse stato per te…Ah! Ma perché sei venuto a cercarmi? Eri preoccupato?

-Macchè! Avevi lasciato la valigia.

-Ah, ecco!-Miyu diede un piccolo pugno sulla testa di Kanata, e risero tutti e due. Miyu non rideva più così da anni. Era rimasta un po’ male, Kanata non l’aveva cercata perché era preoccupato, ma a quel punto non le importava, l’importante era che lui fosse lì. Arrivarono alle scale del tempio, e si fermarono.

Miyu: Fammi scendere, con questo peso non riusciresti a fare le scale.

Kanata la strinse di più: -Sei leggerissima, posso portarti. Scommettiamo?

-Ah…se la metti cosi! Ok, chi perde prepara la cena.

-Ci stò! Via!

Miyu: “Mi ha detto che sono leggerissima, non ci posso credere! Ah, ma sta portando in mano anche il trolley! Possibile che sia diventato così forte?! Forse lo è sempre stato, ma io non me ne sono mai accorta. Kanata salì le scale senza problemi particolari, arrivati in cima disse:

-Allora? Prepari tu la cena! Cucini un po’ di zucca?

-Ok, ok. Ora però fammi scendere.

Miyu scese, ma inciampò sull’ultimo gradino. Per mantenere l’equilibrio si aggrappò a Kanata.

Kanata:-Ehi!- Non continuò, perché i loro visi (e le loro labbra) erano talmente vicini (vicine) che con un minimo movimento si sarebbero sfiorati (diciamo pure baciati). Si scostarono immediatamente, e arrossirono. Miyu gli chiese scusa: si era aggrappata per non cadere. Rientrarono a casa in silenzio.

Kanata: “Cavoli! Stavamo quasi per baciarci, non deve più succedere (pensavate si fosse dimenticato di Chris? ndMisato). Possibile che io sia ancora innamorato di lei? (ora si è dimenticato…ndMisato)

Miyu: “Cosa mi prende? Perché il cuore mi batte così forte? E’ solo Kanata, credevo di averlo dimenticato…(appunto, credevi! NdMisato)

Rientrati in casa, l’imbarazzo venne rotto dal telefono che squillò. Riuscì a rispondere prima Miyu.

Miyu:-Pronto casa Saionji.

Chris: -Miyu?!

-Chris! Come stai ?

-Io benissimo, quando sei tornata?

-Poche ore fa.

Kanata rimase paralizzato, tra tutte le persone che avevano il suo numero di telefono, proprio Chris doveva chiamare? Non sapeva neanche lui perché, ma non voleva che Miyu sapesse che si erano fidanzati. Comunque lasciò correre, prima o poi l’avrebbe saputo. Chris era stata la sua migliore amica, figurarsi se non glielo avrebbe detto!

Miyu si chiedeva come mai Chris avesse chiamato Kanata, alle medie chiamava per parlare con lei. Dopo le varie notizie, oltre a sapere che Chris andava a scuola con Kanata e Santa, e che tutti gli altri li avevano persi di vista, Miyu ebbe la risposta alla sua domanda. Chris le disse che lei e Kanata erano fidanzati ormai da tre anni. Kanata notò che il sorriso  di Miyu per un attimo era scomparso, ma non gli passò neanche per l’anticamera del cervello che fosse perché aveva saputo. Poi lei e Chris stettero al telefono per una buona mezz’oretta, parlando del più e del meno. Dopo, Miyu andò in cucina, e si sforzò di sorridere:

Miyu:-Ti preparo la zucca.

Kanata:-Vuoi una mano?

-No- “Ecco, lo sapevo. Non posso tornare dopo tre anni e credere che non sia cambiato niente, che stupida!”

Kanata: “Ma che le è preso? Possibile che sia sul serio per Chris?”

Miyu: -Ecco tieni, io posso andare a dormire nella mia vecchia stanza?

-Di già? Ma se hai dormito anche…

-Posso si o no?!

-Si

Miyu prese la valigia e si precipitò nella sua vecchia stanza; si sentiva male, e non voleva più vedere Kanata.

Kanata: “Sono sicuro ormai (6 molto perspicace ndMisato), è per il mio fidanzamento con Chris. Ma cosa vuole! Se ne va per tre anni e pretende che non mi metta con nessuna ragazza?! Perché poi? (mi correggo: 6 molto ottuso ndMisato)”

Si alzò da tavola e semi-incaz… si diresse verso la sua camera. Era stanco, quella giornata lo aveva sconvolto.

Nelle proprie camere:

Miyu: “Accidenti a lui! Non me ne importa niente, cosa sono tornata a fare? Gli ho detto di Lou, ora me ne posso tranquillamente andare. Passerò un attimo da Santa e Chris, e poi me ne torno in America in mattinata. E’ solo uno stupido!!!!!!!!

Kanata: “E’ diventata fredda all’improvviso…basta! Non me ne deve fregare niente! E’ solo una stupida!!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

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Capitolo 6
*** Cambiamento di programma ***


Capitolo 3:Ritorno alla vita

Capitolo 6: Cambiamento di programma

Kanata si svegliò per primo, andò in cucina per prepararsi la colazione. In soggiorno, sull’appendiabiti vide il cappotto di Miyu. Si ricordò, e la rabbia risalì. Era talmente agitato che fece cadere la tazza per la colazione, facendo un fracasso infernale. Dopo aver imprecato, si abbassò per raccoglierne i pezzi. In quel momento, dal corridoio apparve Miyu:

Miyu:- Cos’è successo? Si è sentito un rumore!

-Niente, è solo caduta una cosa.

Miyu si avvicinò, per aiutarlo a raccogliere i pezzi:

Kanata:-Lascia stare, me la cavo da solo.

Miyu era ancora assonnata per lanciarsi in una sfuriata, ma quel tono di voce la infastidì parecchio. Squillò il telefono, ancora una volta rispose lei.

Miyu:-Pronto casa Saionji

Chris: Pronto Miyu! Ti volevo chiedere una cosa.

-Si- Kanata alzò lo sguardo all’improvviso, ma appena capì che era Christine sbuffò senza farsi sentire da Miyu.

Chris:-Quando hai intenzione di ritornare in America?

-Pensavo stamattina.

-Non potresti rimandare?

-Non so, perché?

-Avevo pensato di fare un viaggio tutti insieme per il weekend natalizio. Allora puoi rimandare?

-Un viaggio? Chi verrebbe?

-Siamo tra di noi, io, te, Kanata, mio cugino Kurita, Santa e la sua ragazza.

-Allora c’è qualcuno che non conosco.

-Non ti preoccupare, non ti preoccupare. Mi hanno offerto degli sconti per le terme. E’ un’occasione d’oro, il centro è nuovissimo, ed è gestito da amici di mia madre. E’ in montagna, potremo anche sciare, dai! Dì di sì!

-Non so, dovrei avvertire i miei…

-Allora è deciso, chiama i tuoi. Avverti Kanata perché partiremo a ora di pranzo.

-Aspetta, ma è tardi! Non ce la faremo a trovarci alla stazione tra due ore!

-Ok, ci vediamo più tardi!

-Aspetta Chris!

-Accidenti!- Chiuse il telefono.

Kanata:- Cos’è successo?

-Chris ci ha invitati alle terme per il weekend natalizio. Dobbiamo trovarci alla stazione ad ora di pranzo.

-Cosa?!

-Hai sentito, no? Non ha accettato repliche. Siamo noi due, lei, Kurita, Santa e la sua ragazza, che non ho capito ancora chi è.

A Kanata scappò un sorrisetto divertito.

-Cosa c’è da ridere?

-Non ti ha detto chi è la ragazza di Santa?

-No, non so nemmeno se la conosco.

-Allora meglio che non ti rovini io la sorpresa…Ehi! Ma tu non dovevi tornare stamattina in America?

-Si, ma penso proprio che dovrò chiamare i miei.

-Ok. Allora è deciso. Io vado a preparare la valigia. Entri prima tu in bagno?

-Sì, prepari tu la colazione?

-Ormai è tardi, dovrai rinunciare. Non ti farà di certo male…

-Cosa vorresti dire? Se appena ieri sera mi hai detto che non ero pesante!

-Sì, ma è meglio non esagerare. Sbrigati altrimenti arriveremo tardi.

Miyu si voltò indispettita. “Sono passati tre anni ma è sempre il solito stupido. Come ho potuto pensare che fosse cresciuto?”

Dopo esser passata in camera a prendere il beauty-case, si chiuse in bagno per fare la doccia. Chidendo la porta, stava per cadere contro un gommino. Lo prese a calci, non solo non solo era vecchio e mal funzionante, la faceva anche cadere!

 Sotto l’acqua bollente, pensò:

“Un momento. Se Chris e Kanata sono fidanzati, e Santa viene con la sua ragazza…io dovrò fare coppia con Kurita! Cavoli, non ci avevo pensato! Non posso più tirarmi indietro, la frittata è fatta”

Si ricordò che doveva sbrigarsi, Christine non avrebbe ammesso ritardi. Uscita dalla doccia, le venne in mente che non aveva preso gli asciugamani. Si maledisse per questo, e cercò invano un armadietto che ne potesse contenere di puliti.

“Uffa! Come posso essere così stupida! Come faccio? Non mi va di usare l’asciugamano di Kanata!” (ho dei dubbi sulla tua intelligenza… ndMisato)

Aveva anche messo a bagno i vestiti che indossava prima, si maledisse di nuovo. Avrebbe dovuto chiamarlo, oppure utilizzare il suo asciugamano, o, peggiore delle ipotesi, uscire nuda e bagnata. Cosa doveva fare?

“Il tempio è grande, non incrocerei di certo Kanata, ma meglio non rischiare!”

Kanata:- Miyu ti muovi!?

-Kanata, c’è un piccolo problema.

-Cos’è successo?

-Ho dimenticato gli asciugamani, potresti prenderli dalla mia valigia? Qui non ce ne sono…

-Ok, ok-

Miyu: “Per fortuna è andata bene”

Kanata si avviò verso la camera di Miyu, spostò la valigia e provò ad aprirla. Aveva la combinazione.

“Si è dimenticata, devo chiedergliela”

Tornò indietro. Miyu pensando che avesse fatto, aveva socchiuso la porta, a qualcosa il gommino serviva. Kanata si poggiò alla porta e cadde in avanti.

Kanata:-Acc…!

-Ma sei stupido?! (ki vi ricorda? NdMisato)-Era riuscita a coprirsi dietro la tenda, era tutta rossa.

Kanata si rialzò:-Scusa! Mi sono anche fatto male! Quella stupida della tua valigia ha la combinazione!

-Ti sembra un buon motivo per entrare?!

-Non l’ho fatto apposta! Mi sono appoggiato alla porta! Pensavo fosse ferma- Alzò lo sguardo, Miyu aveva i capelli legati all’insù, e alcune ciocche le scendevano lungo il viso. La tenda era umida, e lasciava trasparire le sue forme. Appena se ne accorse urlò:

-Kanata sei un idiota, vuoi uscire?!-Prese l’asciugamano di Kanata, lo allacciò attorno al petto e furibonda uscì dal bagno. Kanata nel frattempo era uscito. Seguiva i movimenti di Miyu che si dirigeva lungo la camera.

Kanata: “Si può sapere cosa mi prende?! Guardare Miyu! Devo stare proprio male…” Sapeva benissimo che Miyu era cresciuta, anche lui, e vederla seminuda non era una cosa che accadeva tutti i giorni. Gli provocò una strana sensazione, non voleva ammettere a se stesso però che se fosse stato possibile, avrebbe continuato volentieri a guardarla.

Miyu: “Porco, mi stava guardando!”Portò una mano davanti alla bocca, era disgustata. “Anche lui, è come tutti gli altri. Gli importa solo di una cosa! Non mi sarei mai aspettata un simile comportamento. Non devo assolutamente avvicinarmi!”

Era ovvio che il comportamento di Kanata aveva ferito profondamente Miyu. Non riusciva ad accettare il fatto che entrambi fossero cresciuti, e Kanata potesse essere interessato al suo fisico. Si vestì velocemente; indossò i jeans e una felpa.

“Ho ancora una possibilità per andarmene: i miei vorranno sicuramente che io ritorni a New York, riuscirò a partire prima di stasera. Prima avevo intenzione di salutare Chris, ma dopo aver scoperto che sono tre anni che sta con Kanata, preferisco non vederla. Sia lei che Kanata si sono consolati benissimo dopo la mia partenza. Magari non è mai importato a nessuno dei due”

Si avviò verso il telefono, Kanata per fortuna era in bagno e non avrebbe sentito la conversazione.

-Pronto casa Kozuki

-Mamma!

-Miyu, dove sei?

-Al tempio.

-Hai risolto tutto? Hai salutato i tuoi amici?

-Li vedrò stamattina.

- Cos’ hai? Non sembri contenta. Ci sono stati dei problemi?

-Lasciamo perdere. Più tardi andrò all’aeroporto, se trovo il biglietto arriverò stanotte.

-Ah! Non hai visto il telegiornale?

-Perché? Non ci saranno scioperi?!

-Sì, sciopererà tutto il personale degli aeroporti. Vogliono più sicurezza. Dovrai tornare domani.

-No! Ehi! Sembri quasi contenta!

-Ti sbagli, vorrei che tu tornassi il prima possibile. Comunque non sono preoccupata, visto che sei al tempio e c’è Hosho. E’ in casa? Vorrei parlargli.

-Veramente…-“Meglio non farle sapere che io e Kanata siamo soli” –E’ uscito poco fa.

-Vorrà dire che lo richiamerò. Allora ci sentiamo domani.

-Ah mamma! Mi stavo dimenticando. Chris mi ha invitata alle terme. Pensavo di partire oggi, ma visto che non è possibile penso che ci rivedremo fra tre giorni.

-Ecco! Ci mancava solo questa. Ti è arrivato il cellulare?

-Ancora no, ma ti chiamerò io. Ciao!

-Ciao!

Miyu si poggiò alla parete. Non aveva via di scampo, sarebbe dovuta andare alle terme con Chris e Kanata. Qualcuno lassù ce l’aveva con lei. Non voleva far capire alla madre che voleva tornare a casa il prima possibile. Non si sarebbe potuto fare niente, e lei non voleva farla preoccupare. Le veniva da piangere, ormai non si fidava neanche di Kanata. Non si trattenne. In quel momento lui uscì dalla sua stanza Era stato veloce e si era già cambiato. Vide Miyu che piangeva.

-Miyu! Cos’hai?

-Niente, niente.

-Sei sicura?

-Si- Finora aveva cercato di trattenersi, ma al solo pensiero di quello che era successo prima, la sua vicinanza la faceva star male. Scoppiò.

-Miyu, tu non sta bene, mi dici cosa ti è successo?

Lei scivolando lungo la parete si accasciò a terra, e non smetteva di piangere, non ce la faceva. Kanata si avvicinò, ma lei si scostò prontamente. Lui fu sorpreso da quel gesto, e si ricordò quello che era successo tre anni prima all’aeroporto. Aveva capito, e non voleva commettere lo stesso errore.

Kanata: -Miyu, cosa ti ho fatto?

-Miyu rispondimi!- La scosse afferrandola per le spalle, e lei pianse ancora più forte. Poi, Kanata capì. Tutto era iniziato dopo l’incidente in bagno. Lui stesso si era accorto che la stava guardando, lei probabilmente era scossa per quello. Doveva farle capire che si poteva, anzi doveva fidarsi di lui-…Mi dispiace per prima, non mi sarei dovuto accostare alla porta, avrei dovuto avvertirti.

Lei sollevò lo sguardo, riuscì a parlare. La sua voce era scossa, ma appena percettibile:-Io mi fidavo di te, non pensavo che anche tu…

-Hai ragione- si alzò –hai tutte le ragioni, se non ti fidi di me e non vuoi che mi avvicini, non lo farò. Ma non odiarmi, non vorrei che tu stessi male per colpa mia dopo tutto quello che hai passato.

Kanata:-Voglio che tu stia bene. Se non te la senti dirò io a Christine e agli altri che dovevi tornare in America. Partirai ora?

-…Non posso

-Perché?

-C’è sciopero agli aeroporti, per tutta la giornata. Ho chiamato mia madre e le ho detto che sarei tornata tra due giorni

-Lo sai, se non ti va sei libera di fare ciò che vuoi- Si abbassò di nuovo

-Io ero tornata qui per parlarti di Lou, e poi…per ricominciare da zero. Ma non è possibile, la situazione, io tu, gli altri. Tutto è cambiato. E io non sono in grado, non ho la forza…

-Miyu, io, gli altri, ti vogliamo tutti bene. Siamo tutti tuoi amici e lo rimarremo sempre, se avrai bisogno di noi ci saremo-Tese la mano, sperando che l’afferrasse. Trascorse qualche secondo, e Miyu l’afferrò. Lui sorrise, e fu ricambiato.  Si alzarono, e tenendola per mano, Kanata  la portò in camera. Si fermò davanti alla porta.

Kanata:-Te la senti di partire?

Miyu si asciugò le lacrime, sorrise: -Si, è ora di divertirsi!- Entrò in camera per sistemare la valigia, pensò: “Grazie Kanata. Ora sono sicura di poter ricominciare, grazie a te. Sei stato sincero prima?” Si voltò. Era ancora davanti alla porta. “Non importa se mi consideri solo un’amica, l’importante è che tu mi  stia vicino. Ora devo sbrigarmi!”

Uscì sorridente e urlò: -Allora Kanata! Sei un pelandrone! Chris ci farà a pezzi se arriviamo tardi. Chiama un taxi!

-Sì!-Kanata si affrettò a comporre il numero, intanto pensava: “Ora la riconosco! E’ tornata la Miyu di un tempo, spero per sempre”

Si incupì un attimo pensando che per lui lei avrebbe potuto essere solo un’amica “E’ vero, è tornata per parlarmi, ma riguardava Lou. L’ho ferita un’altra volta, e ora con me c’è Chris”

Scesero le scale, e Kanata si rifiutò di portare la valigia di Miyu (tanto per cambiare pensò lei). Il taxi era già arrivato, e in 10 minuti arrivarono alla stazione. Quei dieci minuti, furono anche di ritardo, ma Chris non disse niente perché era felicissima di rivedere Miyu (dopo che le ha fregato il ragazzo che le piaceva, più amiche di così! NdMisato).

Chris: -Miyu! Finalmente!

Miyu:- Chris! Sono passati tre anni, cosa hai fatto ai capelli? (li ha tagliati a caschetto, tipo la figlia di Miyu e Kanata nel  volume 9 ndMisato)

-Ho cambiato pettinatura un anno fa, come mi stanno?

-Sei bellissima!

-Anche tu li hai accorciati (arrivano alle spalle ndMisato), stai benissimo!

La conversazione continuò per qualche minuto, finchè le ragazze non vennero interrotte da Kanata:

Kanata:-Ma Santa?

Kurita:-Non è ancora arrivato

Chris:-Il solito ritardatario!

Miyu:-Ma chi è la sua ragazza?

Kanata:-Non glielo dite! Sarà una sorpresa.

Miyu:-Uffa!

Chris:-Arriverà con Santa, non manca molto.

Poi Miyu salutò Kurita, e si accorse che era ancora innamorato di lei. Chris andò da Kanata, ma stranamente si limitò a dei baci sulla guancia, probabilmente si sentiva a disagio di fronte a Miyu. Lei non le sembrava cambiata, e Kanata non sembrava interessato a lei, ma non poteva sapere quello che era successo a Miyu in America, e al tempio sino a quella mattina.

Santa:-Ragazzi! Siamo arrivati!

Miyu si voltò immediatamente verso Santa:-Ciao Sa…-non riuscì a continuare

…:-Ciao Miyu!

Miyu:-A…Akira?

Akira:-Come stai? Sono passati tre anni!

Miyu si voltò con fare interrogativo verso Kanata e Chris, era Akira la ragazza di Santa?

Miyu:-Akira! Io sto bene, ma sei tu la ragazza di Santa?

Akira:-Sì, siamo fidanzati da un anno e mezzo. Sorpresa?

Kanata.- Hai visto Miyu? Il nostro Santa si è dato da fare!

Santa:-Non sfottere!

Miyu:-Incredibile!-Salutò anche Santa, e gli disse che poi avrebbe dovuto raccontargli tutti i particolari in treno.

Kurita:-Forza ragazzi, è arrivato il treno, saliamo!

Il gruppo si avviò, il treno era arrivato e li avrebbe portati alle terme!

 

 

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Capitolo 7
*** Weekend alle terme ***


Capitolo 3:Ritorno alla vita

Capitolo 7: Weekend alle terme

 

L’amore chiese all’amicizia:

-A cosa servi?

Lei rispose:

-A consolare le persone che tu fai soffrire

 

Il viaggio in treno durò circa quattro ore. Furono piacevolissime per tutti. Erano più di tre anni che non si parlavano e divertivano tutti così. In particolar modo, tutti erano contenti di rivedere Miyu sorridere. Chris ricordava il giorno in cui era venuta a salutarli a scuola. Miyu aveva lo sguardo nel vuoto, non abbracciò nessuno, non versò una lacrima…

“Fortunatamente” Pensò “Miyu sta bene”

Non poteva certo immaginare la gravità di quello che aveva subito Miyu, i tre anni infernali che aveva trascorso in America, e poi…poi quello che era successo al tempio sino a quella mattina. In realtà, solo quella mattina Miyu aveva superato il suo trauma.

Kanata per un po’ stette assorto nei suoi pensieri. Chris lo osservò. Era bellissimo, la cosa più importante che avesse al mondo, non avrebbe potuto vivere senza di lui. Le sembrò che quella mattina avesse una luce diversa negli occhi, non la vedeva da tempo…tre anni.

I suoi pensieri vennero interrotti da Kurita che le chiedeva se volesse giocare a carte. Lei accettò,  e si dimenticò di quello a cui pensava. Nel frattempo qualcun altro stava osservando Kanata, Miyu. Non se ne accorse nessuno perché lei cercava di non dimenticare quando fosse il suo turno nel gioco. Il sistema funzionò, ma qualcuno se ne accorse. Miyu mentre giocava, rifletteva su quello che era successo al tempio quella mattina. Dopo l’incidente in bagno, quello sfogo con Kanata l’aveva aiutata moltissimo, ora stava bene. Si era accorta però di avere un altro problema: Kanata le piaceva ancora. Ormai aveva smesso di non ammetterlo a se stessa. Era più forte di lei, era un sentimento che nonostante tutto era rimasto intatto negli anni. Ovviamente sentiva il dovere di non interferire nel rapporto tra lui e Chris, ma non poteva neanche dimenticare, e preferiva amarlo in silenzio.

Il viaggio proseguì tranquillamente, tra le battute di Santa, l’imbranataggine di Kurita nei giochi ecc. Arrivati alle terme si recarono tutti nelle rispettive stanze. Le tre ragazze decisero di stare insieme, con enorme dispiacere di Santa (esplicito) e di Kurita (implicito). La cugina se ne accorse, e in camera, si divertì a stuzzicare Miyu:

Chris:-Miyu, mio cugino ci è rimasto molto male dopo la suddivisione delle camere…

Miyu si voltò leggermente arrossita:-Che vorresti dire?

-Beh, è chiaro come il sole che gli piaci ancora!

-L’avevo capito anch’io!

-E cosa avresti intenzione di fare, ora non siamo più tredicenni…

-Chris! Cosa vorresti insinuare?!

Intervenne Akira:-Dai Miyu, non far finta di non capire…

Miyu arrossì:-Non mettetevi in testa strane idee! Se succederà sarà con la persona che amo più di me stessa!

Akira e Christine scoppiarono a ridere.

-Volevamo solo prenderti un po’ in giro, ma dobbiamo dedurre che non hai avuto esperienze…-Altra risata

-Uffa! Perché, voi?- Miyu cercò di rigirare il discorso, non voleva dare a Chris altre opportunità di sapere quello che pensava del cugino.

Chris:-Anche noi la pensiamo come te, ma io ho già trovato la persona che amo più di me stessa- Arrossì leggermente

Akira:-Ah! Ma allora tu e Kanata…-Non continuò, perché aveva intuito benissimo lo stato d’animo di Miyu, e non voleva infierire. Cercò di cambiare discorso-Ah Chris! Che vestiti hai portato?

Miyu era come pietrificata, le erano state inflitte due pugnalate fortissime: non solo aveva scoperto che Kanata aveva avuto esperienze, e con Chris, (le venne un groppo in gola) ma Chris aveva detto di amarlo più di se stessa! Anche se avesse voluto non avrebbe potuto interferire tra di loro. Erano una coppia perfetta.

“Avrei dovuto immaginarlo, chi avrebbe dovuto aspettare? (ovviamente si riferisce a lui ndMisato) Ok, non importa, me ne devo fare una ragione,non posso piangere sempre quando scopro cose su lui e Chris!”

Chris riprese il discorso:-E tu Akira? Sino a che punto ti sei spinta con il nostro Santa?

-Perché te lo dovrei dire?

Miyu intervenne:-E dai Acchan! Noi te lo abbiamo detto!

Akira si arrese, vedendo Miyu così interessata, pensò di farla distrarre (Akira sei un dio! NdMisato):-Molto più avanti di quanto pensiate…

-No!

-Oh sì!

-E Santa com’è?

-Beh adesso diventa più personale!

-E dai!

-Molto più bravo di quanto pensiate!

-Uffa! Non puoi rispondere sempre così!

-E chi me lo impedisce?

Akira venne salvata da Santa, che bussò alla porta. Lei si fiondò ad aprire.

-Santa tesoruccio! Mi hai appena salvato da un terzo grado!

Santa: -Ehi voi! Cosa stavate chiedendo alla mia Akira?

Miyu e Chris iniziarono con un sorriso, poi risero talmente forte che dovettero buttarsi sul letto. Parlare di certi argomenti su una certa persona, e dopo trovarsela davanti, fa uno strano effetto: la ridarella.

-Lasciale perdere, perché sei venuto?

-Io e i ragazzi stiamo andando a farci un bagno, venite?

Chris si alzò:-Certo che veniamo! Altrimenti senza di me in un residence così grande, non trovereste neanche la strada per i bagni!

Santa:-Molto, molto spiritosa!

Miyu:-Dovrete aspettare qualche minuto, dobbiamo metterci i costumi.

-Ok, vi aspettiamo al piano terra.

Le ragazze si cambiarono velocemente, erano tutte e tre bellissime,e i costumi stavano loro d’incanto. Akira indossava un costume intero molto costoso, le ragazze le chiesero perché. Lei rispose che la ditta di quel costume era uno dei suoi sponsor più importanti, e le era stato imposto di indossare suoi capi al mare e nelle piscine per fare pubblicità.

Miyu e Chris: -Ah che vita quella delle modelle famose!

Dopo pochi minuti le ragazze scesero. I ragazzi come promesso le stavano aspettando. Avviandosi alle terme si divisero ancora una volta tra maschi e femmine, suscitando l’ilarità delle ragazze:

Akira:-Anche questa volta ci separiamo…

Lo disse con un tono talmente melodrammatico che Miyu non resistette e intervenne:

-Come faremo, noi tre dolci e indifese fanciulle senza i nostri coraggiosi cavalieri?

Santa:-Non vi preoccupate, mie donzelle, ci rivedremo prima di quanto pensiate!-poi strizzò l’occhiolino a Kanata e Kurita. Le reazioni furono diverse: Kanata sorrise divertito, Kurita arrossì leggermente. Arrivò Chris con le chiavi degli armadietti:

-Eccomi, ma cosa succede? Sembrava una rappresentazione teatrale!

Kanata:-Era una rappresentazione teatrale! Su andiamo. Ci vediamo dopo!

Chris:-Bye bye!

Dopo essersi spogliate, le ragazze si armarono di asciugamani e bagnoschiuma ed entrarono in acqua.

Miyu:-Dopo quel viaggio in treno era quello che ci voleva!- “Oltre che a stamattina”

Akira:- E’ un paradiso, grazie Chris!

-Di niente ragazze! Ero così contenta, dopo tre anni siamo di nuovo insieme! Ah! Akiruccia, non credere che mi sia dimenticata del discorso di prima…devi dirci tutto!

Akira sospirò. Non aveva deviato il discorso per lei, poteva inventarsi tutto, ma non voleva far star male Miyu. Si era accorta benissimo (ecco chi se ne era accorto in treno ndMisato), da come Miyu lo guardava, che era ancora innamorata di Kanata. Decise di chiudere il discorso una volta per tutte.

Akira:-Non mi pare che tu sia scesa nei particolari, quindi non lo farò neanche io.

Chris:-Ma sei cattiva!

Miyu:-Dai Chris, non insistere, sono cose private!

-Ok, ok. Akira sei graziata- Si tuffò sott’acqua.

Miyu:-E’ andata bene- Akira sorrise.

 

Nel frattempo, nelle vasche riservate agli uomini, Kanata e Santa erano già in acqua, Kurita aveva avuto dei problemi con le lenti a contatto ed era ancora negli spogliatoi.

Santa:-Hai capito a cosa mi riferivo prima vero?-era divertito

Kanata rispose un po’ seccato:-Se ti riferisci al tuo solito trucco della spia attraverso le canne che separano le vasche, non ha mai funzionato, e la considero una grande stronzata!

-Ehi ehi! Stai tranquillo! Com’è questa agitazione?

-Quale agitazione?

-E’ da stamani che ti vedo teso. Sono anni che ti conosco, sei come un libro aperto. Ha a che vedere con Miyu?

-Non hai capito proprio niente inv…

-Ti va di parlarne?

In quel momento Kanata vide arrivare Kurita: -Non mi sembra proprio il momento di parlarne.

Santa:-Ah! Finalmente! Stavamo mettendo a punto il piano per spiare le ragazze.

Kanata:-Lascialo perdere, è fuso. Evidentemente Akira in costume la sogna solo di notte!

-Ah ah!-Lo afferrò per le spalle cercando di metterlo in difficoltà, ma a Kanata non mancavano di certo i riflessi. Lo fermò afferrandolo per le braccia e gli mise la testa sotto l’acqua per qualche secondo. Kurita osservava divertito.

Trascorsero un paio di ore, e i ragazzi si rincontrarono per cenare al ristorante del complesso. Era molto carino, e la sala era addobbata con festoni natalizi e alberi di Natale. Tutte le decorazioni erano dorate, e l’atmosfera festosa veniva completata da un camino con del fuoco scoppiettante e pietanze tipicamente natalizie. Chris aveva fatto prenotare un tavolo per sei, proprio vicino al camino. Sarebbe stato il “loro” tavolo per tutto il soggiorno al centro. Dopo cena le coppie si separarono, due a due si divisero per diversi itinerari. Kanata e Chris andarono a guardare il panorama in terrazza, Miyu e Kurita fecero una passeggiata nel parco, e Akira e Santa verso mete sconosciute (ma c’è il sospetto che si siano recati in una delle loro camere… ndMisato).

Kanata e Chris per la maggior parte della serata parlarono, ma ad un certo punto Chris si stufò:

-Uffa Ka! (nomignolo del piffero ndHippy e Koala) Oggi non mi hai baciata neanche una volta!

-Sei tu che non ti sei neanche avvicinata.

Chris era stata colta in fallo:-Beh…

-E’ per Miyu?

-Non lo so, vicino a lei provavo una strana sensazione…

-Allora non scaricare la colpa agli altri

-Kanata! Tu lo sai, ho paura di perderti…che tu non mi ami…

-Non puoi comandare a bacchetta i sentimenti delle persone, dovresti saperlo.

-Allora…sei ancora innamorato di lei!-Cominciò a singhiozzare. Kanata si aspettava una reazione del genere, che non era del tutto insensata. Non aveva capito neanche lui cosa provava, di certo non poteva averlo capito Chris. Rimasero in silenzio per un po’, poi Chris lo abbracciò.

Chris:-Kanata, lo sai che per me sei la cosa più importante! Non voglio perderti!- Lo baciò, un bacio a fior di labbra… Aveva il timore che se si fosse spinta oltre non la avrebbe corrisposta. Preferiva non sapere, sperando che le sue fossero solo fobie infondate.

Kanata:-E’ passata mezzanotte, forse è meglio se rientriamo. Qui si muore!

Chris lo seguì in silenzio.

Kanata le porse un fazzoletto e le prese la mano: -Su asciugati gli occhi, ti raffredderai!

Mano nella mano si avviarono verso le camere.

Nel frattempo, Miyu era ancora fuori con Kurita. Erano arrivati vicino al lago, e Miyu avrebbe tanto voluto rientrare! Poi Kurita interruppe i pensieri della ragazza:

-Miyu, scommetto che vorresti rientrare il prima possibile!

Era stata colta alla sprovvista, non si aspettava Kurita così diretto:

-Ehm…Io ho un po’ freddo, se domani dovessimo andare a sciare, non vorrei ammalarmi!

-Sai benissimo che se ti avvicinassi a me ti riscalderei volentieri.

Miyu: “Cavoli! Questo fa sul serio! Si sta prendendo troppa iniziativa. Non vorrei offenderlo”

-Ehm…Io direi di rientrare, mi piacerebbe sciare domani…

-Miyu! Non cercare di scappare, ora ti dirò tutto sino in fondo!

-Ma…

-Ascoltami. Ti prego.

-…

-Ti ricordi, quel giorno, a casa di Chris, quando io e lei scoprimmo di Lou?

-Come dimenticare una giornata del genere-Prima sorrise, poi  si rattristò pensando a Lou.

-Quel giorno, provai a dichiararti il mio amore, ma tu mi dicesti che non sapevi come comportarti con i ragazzi. Pensai di avere qualche possibilità, nonostante la tua situazione con Kanata. Poi hai avuto quell’incidente, e non ci siamo più visti. In questi tre anni, ho continuato ad amarti, perché nonostante tutto sapevo che saresti tornata in Giappone. Ora, te lo chiedo ancora: vuoi diventare la mia ragazza?

Miyu era allibita, come era possibile che Kurita si stesse nuovamente dichiarando? Era vero, quel giorno non sapeva ancora di amare Kanata, però era certa di non amare Kurita. Forse però non gliel’aveva fatto capire così bene come aveva creduto…

“Cosa gli dico?” –Kurita, io…

-Tu?

-Ecco, non so come dirtelo, ma credo che la situazione sia cambiata. Non so ancora come ci si debba comportare con i ragazzi, ma ora so di amare una persona.

-Posso sapere chi è?

-Preferirei di no.

-Allora posso sapere se sei corrisposta?

-No, non credo, ma voglio continuare ad amarlo lo stesso.

-E se ti dicessi che sarei disposto a stare con te nonostante tu amassi un altro?

-No, mi dispiace ma non me la sento. (tratto da “Cuore di menta” un altro dei miei manga preferiti! NdMisato)

-Capisco. Avrei dovuto immaginarlo, se sei tornata non poteva essere che per lui. Beh, pregherò per la tua felicità.

-Kurita…

-Ora torno in camera, domani avrò bisogno di tutte le mie energie per imparare a sciare! Ciao!

-Aspetta, mi dispiace. Non mi serberai rancore, io vorrei rimanere tua amica!

Lui sorrise:-Non potrei mai serbarti rancore, perché credo di non poter far a meno di amarti- Si voltò lasciando sola Miyu.

-Mi dispiace.

 

Miyu rimase per una buona ora a guardare l’acqua del lago, ripeteva a se stessa che era stata una stupida ed insensibile. Sicuramente Kanata non avrebbe mai potuto amarla, invece Kurita l’avrebbe amata più di se stesso. Poi si ripeté che non sarebbe mai stata capace di amare qualcuno che non fosse lui, e tornò in albergo.

In camera trovò Akira accanto al letto di Chris, che dormiva. Miyu notò che aveva gli occhi gonfi, probabilmente aveva pianto. Chiese cosa fosse successo.

Akira: - E’ arrivata in camera piangendo, ma non mi ha voluto spiegare il motivo. Gliel’ ho chiesto più volte, ma lei diceva che le sarebbe passato. L’aveva sempre saputo, ma ha voluto far finta di niente, nascondere tutto in fondo ai suoi pensieri, dove avrebbe dimenticato. Chissà cosa le è successo.

-E se avesse litigato con Kanata?

-Non è possibile, non li ho mai visti litigare, neanche per le sciocchezze-si alzò e si mise a letto - Dopotutto, non puoi litigare con una persona a cui sai sin dall’inizio che non gliene importa niente-poi si mise sotto le coperte, quasi a voler lasciar Miyu sola a riflettere.

Miyu si cambiò. Era soprappensiero, e l’unica cosa che voleva era non pensare a Kanata e Chris, sperando di riuscire a dormire.

Non fu così, infatti alle due del mattino non era ancora riuscita ad addormentarsi.

“Sono due ore che ci provo, ma non ci riesco. Evidentemente sono troppo tesa. Che faccio? Idea! Se le terme sono aperte anche di notte è proprio quello che mi ci vuole!”

Si alzò e una volta cambiata uscì dalla stanza, recandosi alla reception. In ascensore si ricordò di non aver preso il costume, ma non le importava, tanto di notte non ci sarebbe stato nessuno. Poi, secondo lei il costume era da terme miste, non per le terme femminili. Nel pomeriggio l’aveva indossato su consiglio di Akira: secondo lei, conoscendo Santa e i suoi scherzi sarebbe stato prudente. Infatti a cena Santa aveva ammesso che avrebbe voluto provare a spiarle, ma degli imprevisti gliel’ avevano impedito.

Alla reception chiese la chiave per un armadietto, dando il nome di Chris, in modo da non pagarlo. Il consiglio che le aveva dato lei stessa funzionava. Una volta in acqua provò a rilassarsi, ma lesse qualcosa che inizialmente glielo impedì: un cartello all’uscita degli spogliatoi diceva che la notte venivano aperte solo alcune vasche, rendendole miste, vista la minor affluenza di clienti.

“Ti pareva, io non ho portato il costume. Non importa, tanto sono le due di notte. Posso capire il bagno di mezzanotte, ma non quello delle due!”

In vasca si poggiò ad un muretto dove l’acqua era abbastanza profonda per sedersi. Chiuse gli occhi e finalmente riuscì a rilassarsi. 

“Che bello! Ci verrò anche domani. Peccato che a New York non ce ne siano molte!”. Poi le venne in mente Kanata, e pensò a cosa potesse essere successo a Chris. Forse le aveva detto qualcosa di spiacevole…no, non era possibile. Si diede una pacca sulla fronte: era venuta per dimenticarli completamente e pensava ancora a loro!

“Sono proprio un caso dispera…” I suoi pensieri vennero interrotti dal rumore di uno spostamento d’acqua. Si disse che allora un’altra persona disperata quanto lei per fare il bagno a quell’ora esistesse. Vide un’ombra ma non riuscì a distinguerne il viso, perché la luce delle torce non la illuminavano. Cominciò a sentirsi a disagio, visto che l’ombra sembrava avvicinarsi.

Miyu:-Chi c’è?

-Miyu?!- Poi si avvicinò di più in modo che la luce lo illuminasse.

-…Ka…Kanata?! Che ci fai qui?

-Stavo per farti la stessa domanda

-Io sono qui per farmi un bagno, mi sembra ovvio!-Senza voltarsi cercò di recuperare l’asciugamano per coprirsi

-Idem per me

Miyu si vergognava incredibilmente di essere nuda davanti a lui. “Maledizione a me e al costume! Perché non l’ ho portato?!”. Lui invece non le sembrò per niente imbarazzato, nemmeno leggermente arrossito. Miyu si chiese se avesse il costume o se fosse nudo anche lui. Istintivamente fece la domanda ad alta voce, ma si pentì subito.

Kanata:-Perché me lo chiedi?

Miyu iniziò a balbettare:-N…non…lo…s…

-No

Miyu dentro di se tirò un sospiro di sollievo, lui era sempre stato più previdente. Era anche fortunata perché con quella poca luce, non la avrebbe potuta vedere.Poi Kanata continuò:-Lo sai, se non vuoi che mi avvicini non lo farò.

Miyu: “Come posso dirti che ti vorrei vicino a me in questa situazione?!”

Un altro spostamento d’acqua. Miyu si accorse che Kanata si era avvicinato a lei. Ora erano al muretto, spalla contro spalla; talmente vicini da riuscire a vedersi perfettamente in viso.

Miyu ebbe un brivido, sperando che Kanata non se ne fosse accorto. Avrebbe voluto dirgli che lo aveva sempre amato, pensato in questi tre anni, che non ha mai pensato seriamente ad altri ragazzi solo perché amava lui. Ma aveva paura di quello che gli avrebbe potuto rispondere, lui ora stava con Chris!

Miyu:-Beh, siamo amici no? Che problema ci dovrebbe essere?

Kanata:-…Già, amici.

Non resistettero più. Erano entrambi al limite della sofferenza. Si erano sempre amati, anche negli ultimi anni, e questa probabilmente sarebbe stata la loro unica possibilità di ammetterlo.

Miyu e Kanata in coro:-Ti devo parl…-Si interruppero. Miyu gli chiese di parlare per primo. Kanata la baciò. Poi le disse:

-Ho perso le parole-

Poi Miyu rispose al suo bacio. Anche lei, probabilmente a parole non sarebbe riuscita a dirglielo. Poi iniziò a piangere, anche lui l’amava, dopo tre anni erano riusciti ad ammetterlo entrambi. Kanata la abbracciò, lei continuando a baciarlo, si spostò. Ora era inginocchio (speriamo che si scriva così! NdMisato) davanti a lui. Si spostarono dal muretto, ora erano completamente in acqua. Lui la strinse più forte a se, e i suoi baci si spostarono: prima sul collo, poi sul petto. Miyu era completamente abbandonata, quasi incosciente e in completa balia delle sue labbra. Le sue braccia erano intorno al collo di lui. Poi, sentì la sua bocca sempre più giù, sul ventre, e poi…Miyu si risvegliò dallo stato di trance in cui era caduta. Si irrigidì e si allontanò da Kanata.

Miyu:-Kanata basta! Io…io non me la sento- Ora le sue lacrime non erano più di gioia. Kanata nella tenue luce riuscì a vedere il volto della ragazza che amava, rigato di lacrime.

Kanata: -Scusa Miyu. Non avrei dovuto, pensavo che lo volessi anche tu- Abbassò la testa, e quasi si pentì di quello che aveva fatto ripensando alla mattina del giorno prima. Poi Miyu tra le lacrime pronunciò un solo nome:

-Chris- Kanata capì, ma prima che potesse dire qualcosa proseguì lei-…Chris è la mia migliore amica- Kanata ora si vergognò completamente per quello che aveva fatto, ma Miyu concluse –Kanata, io ti amo! Ti ho sempre amato, ma…-Poi lo abbracciò.

Kanata corrispose l’abbraccio: -Miyu, anch’io ti amo. E io considero più importanti i miei sentimenti. Non posso lasciarti andar via ora e colmare il vuoto con un’altra ragazza che non ho mai amato!

Miyu si staccò, e gli tirò un leggero schiaffo che poi si trasformò in una carezza: -Non dire queste cose. Chris ti ama dal profondo dell’anima, e sono sicura che anche tu le vuoi bene. Perché rovinare tutto e farla soffrire per me? Tra di noi vista la situazione non potrebbe funzionare; consideriamola una piacevole parentesi. Tra qualche giorno non mi rivedrai più e ci dimenticheremo entrambi di quello che è successo.

Lo baciò appassionatamente, piangeva ancora. Kanata capì che sarebbe stato il loro ultimo bacio. Poi, Miyu prese il suo asciugamano, e dopo averlo allacciato,uscì dall’acqua.

Miyu:“Non potrò mai dimenticare quello che è successo stanotte”

Kanata si tuffò sott’acqua. Doveva dimenticarla, anche se sapeva che sarebbe stato impossibile.

 

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Capitolo 8
*** Dimenticare ***


Capitolo 3:Ritorno alla vita

Capitolo 8: Dimenticare

 

Dal diario di Akira: 24 Dicembre.

Caro diario, questa notte non ho dormito per niente. Prima è tornata in camera Chris piangendo. Le ho chiesto subito cosa fosse successo, lei mi diceva che lo sapeva, che aveva fatto finta di niente, aveva voluto dimenticare. Io credo che il passato non si possa dimenticare, prima o poi ritorna e va affrontato. Cmq, anche se non me ne ha parlato, credo di aver capito il motivo della sua disperazione: Miyu. Sapeva che sarebbe tornata, e che Kanata, nonostante tutto ne era sempre stato innamorato. Probabilmente, dietro la felicità di stare con lui, Chris ha sempre nascosto la paura per il ritorno di lei. L’ amica di cui lui era sempre stato innamorato. Evidentemente Chris ha notato qualcosa di diverso in Kanata, e poi ieri notte deve anche essere successo qualcosa a Miyu. Mi ha svegliata nonostante stesse cercando di fare poco rumore, erano le due di notte. E’ uscita per un’ora. Io l’ho aspettata, (ormai avevo perso il sonno), quand’è rientrata nonostante non potessi vedere il suo volto, l’ ho sentita piangere. Ha pianto tutta la notte, ma non

l’ ho potuta aiutare, sicuramente voleva stare sola. Ah! Chris si è svegliata, forse è meglio che vada.

Tua Akira

Akira:-Ah Chris! Ti sei svegliata!

Chris:-Mmm, si- Andò in bagno  -Per fortuna non mi si sono gonfiati gli occhi ! Akira, oggi dobbiamo andare a comprare i regali!

-Già, ma non dovevamo anche andare a sciare?

-A me non va molto…vediamo cosa vuole fare Miyu. Miyu!

Miyu non sollevò la testa dalle coperte:-Si Chris?

-Oggi vuoi andare a sciare oppure preferisci fare shopping?

-Veramente non mi sento molto bene, preferirei restare a letto.

Chris:- Cos’ hai? Sei sicura che non sia niente di grave?

Akira intervenne prontamente:-Io credo che ieri a cena abbia fatto indigestione, vero Miyu?

-Si, ma sono sicura che questo pomeriggio starò di nuovo bene! Uscite pure senza di me.

Chris:-Allora per sciare ti aspettiamo nel pomeriggio. Ok?

-Si, grazie Chris.

Le due ragazze uscirono, lei scostò la coperta. Aveva il viso arrossato e gli occhi gonfi. Non aveva ancora smesso di piangere.

“Probabilmente nel pomeriggio neanche mi rivedrete”

 

Fuori dalla stanza:

Akira:-Andiamo ad avvertire i ragazzi, anche se dubito che verranno!

Chris:-Portarli in giro per negozi è come chiedergli di preparare sette esami in due mesi.

Kurita:-Non ti sembra di esagerare Chris?

-Ah cuginetto! Vieni qui, ti devo chiedere una cosa.

-Ok-  Kurita sapeva già cosa voleva chiedergli.

-Com’è andata ieri sera?

-Non ci ho nemmeno provato- Mentiva.

-No?! E perché?

-Non me la sentivo.

-Ho capito- Era delusa, sperava che il cugino avrebbe potuto allontanare Miyu da Kanata. Si disse a se stessa che era perfida, invece di pensare alla felicità del cugino…

Nel frattempo Akira era andata nella camera dei ragazzi:

-Cosa?! State ancora dormendo?! E io e Chris che volevamo chiedervi di uscire con noi…

Santa: -Ahhhh! Mi dispiace tesoruccio! Comunque avevamo già pensato di andare a sciare.

-Noi avremmo preferito andarci nel pomeriggio. Stamattina andiamo a comprare i vostri regali. Spero che il mio tu lo abbia già comprato…

-Certo, avevi dubbi?

-Guarda che stasera lo esigo- Poi  Kanata entrò in bagno, e Akira ne approfittò –Cos’ ha Kanata? Ha una faccia!

-Non lo so, è da quando siamo partiti che mi sembra si comporti in modo strano. Poi stanotte è rientrato verso le cinque e mezza. Mi ha svegliato.

Akira ebbe la conferma dei suoi sospetti: -Sapevo che era successo qualcosa. Sembrava uno zombie! Con quella faccia stravolta…

Santa la interruppe:-Sai qualcosa che io non so?

Akira non sapeva cosa dirgli: non voleva raccontargli tutti i particolari, ma neanche lasciarlo all’oscuro.

Akira: -Ieri Chris è tornata in camera piangendo. Sia lei che Miyu si comportavano in modo strano.

-Ho intuito che aveva a che fare con Miyu. Spero solo che Chris non soffra troppo…

-Non credo proprio che sarà Chris a soffrire! Sai benissimo che Miyu non è il tipo da fregarle il ragazzo. Piuttosto credo che sia lei quella che sta soffrendo più di tutte. Anche Kanata è distrutto…

-Forse è meglio che gli parli. Ovviamente senza fargli capire che so quello che mi hai detto.

-Santa, vuoi veramente bene a Kanata…Mi piaci anche perché sei così gentile e disponibile ad aiutare gli amici!

Si baciarono, poi Santa disse: -Voglio bene a Kanata, ma il bene che voglio a te non è neanche classificabile!-Sorrisero entrambi.

-Forse dovrei fare qualcosa anch’io. Andrò da Miyu. Se mi cerca Chris dille di aspettarmi nella hall perché avevo dimenticato una cosa in camera, ok?

-Si, ci vediamo a pranzo!

Akira si avviò velocemente verso la sua stanza. Non voleva perdere tempo. Una volta entrata, chiamò Miyu a voce bassa:

-Miyu?

Miyu, sempre senza sollevare il viso dalle coperte fece un mugolio, confermando che la stava ascoltando.

Akira:-Miyu, devo parlarti. E’ importante. Chris non sa che sono qui, sta tranquilla.

Miyu poggiò la testa sul cuscino, rendendola visibile. Aveva ancora gli occhi rossi e le occhiaie:-Che c’è?

-Sapevo che ieri sera avevi pianto. Cos’è successo?

-Come facevi a saperlo?

-Quando sei rientrata ieri notte ero sveglia. Ti ho sentita, ma pensavo che avresti preferito stare sola. E’ successo qualcosa con Kanata?

-…-Miyu si accovacciò sotto le coperte, e iniziò a piangere. Akira si sedette sul letto, e le accarezzò la testa.

-Con me puoi parlarne, Chris non saprà mai niente. Ho capito che sei innamorata di lui.

-Non è giusto! Perché…perché devo soffrire così?

-Allora ieri sera l’ hai visto. Ti va di raccontarmi?

Miyu poggiò la testa sul grembo di Akira, in quel momento le apparve come una mamma, una mamma diversa dalla sua, alla quale le figlie raccontano tutto. (non c’entra niente, tvttttttttb mamma! ndMisato )

-Ieri notte non riuscivo a dormire. Verso le due ho pensato di farmi un bagno alle terme, per schiarirmi le idee. Sapevi che di notte le vasche non sono separate?

-Miyu! Non avrai incontrato qualche maniaco?!

-No, peggio. Ho incontrato Kanata. Abbiamo iniziato a parlare, poi ci siamo baciati…io, io non lo so cosa è successo in quel momento, solo che lui…lui ha detto di amarmi!-Non riuscì a continuare, pianse ancora più forte. Akira la abbracciò (ma sembra sul serio una mamma! ndSanachan ).

-E’ per questo?

-Aspetta. Sono sicura che Kanata avrebbe voluto andare oltre, ma l’ ho fermato. In quel momento ho pensato a Chris, oltre al fatto che Kanata era stato già con lei, a quanto lei l’amasse, e non me la sono sentita. Gli ho detto di lasciar perdere, che tra di noi non avrebbe mai potuto funzionare. Lui insisteva; diceva che ora che avevamo ammesso i nostri sentimenti non dovevamo separarci, ma io…io gli ho risposto che tra qualche giorno sarei tornata in America, di considerarla una piacevole parentesi. Gli ho detto addio!!

-Miyu, hai fatto la cosa più giu…

-Lo so!! Probabilmente lui mi dimenticherà, ma io non posso considerare la persona che ho amato per anni una semplice parentesi!!!!!!!!!!

-Hai ragione, non è giusto. Se…

-Se solo tre anni fa non avessi avuto quel maledetto incidente, probabilmente gli avrei confessato prima il mio amore, e ora staremmo insieme!-Poi abbassò la voce, non ce la faceva più ad urlare-Non…non è giusto.

-Non dire così!- Akira si alzò, il suo tono di voce era aumentato. Era arrabbiata per quello che le aveva detto:

-Cosa credi?! Probabilmente se non avessi avuto quell’incidente molte cose sarebbero cambiate, ma chi ti dice che sarebbe stato in meglio? Io…io al tuo posto mi riterrei fortunata! Hai subito delle violenze, ma nonostante questo sei ancora qui, in gita con i tuoi amici per poterlo raccontare!

Miyu la osservava in silenzio. Ormai non piangeva neanche, tanto era stato lo stupore per la sua reazione. Ci fu un po’ di silenzio, le due ragazze continuavano ad osservarsi. Poi Miyu riprese il discorso:

-Hai ragione, devo smetterla di pensare a quello che sarebbe stato. Grazie-Poi si alzò, ed abbracciò l’amica, che sorrideva felice.

Akira:-So che sarà difficile dimenticarlo, probabilmente anche più di quello che credo, ma sono sicura che ce la farai e…su! Non ricomincerai a piangere?!-Ora anche se piangeva, Miyu stava sorridendo.

-Piango, ma il passo in avanti è che ho capito di dover smettere! –Risero entrambe.

-Devi scaricare la tensione e distrarti. Posso consigliarle qualcosa nel nostro centro?

Miyu rise ancora, ora era allegra: -E cosa mi consiglia dottore?

-Mmm…-Akira ci pensò –Un corso mattutino di kick-boxing? Si, è proprio quello che ci vuole!

-Cosa?! Non ne sarei capace, come ti vengono in mente certe cose?

-Fantasia. Perché non provi? Qui al centro c’è una palestra attrezzatissima. Sarà anche divertente!

-Ok, in mancanza di altro…-In realtà, l’idea l’attirava. Sarebbe stato un ottimo antistress. Cosa le costava provare?

Poi Akira la lasciò, raccomandandole di riprendersi. Nel corridoio incontrò Chris, che non vedendola arrivare era venuta a cercarla. Akira si inventò sul momento che Miyu dormiva, e oltre al fatto di non dover fare rumore non riusciva a trovare il portafoglio. Presero un taxi e si fecero portare in paese.

Nel frattempo, Miyu si era fatta una doccia fredda.

“Ha ragione Akira, devo scaricarmi. Però, se penso a ieri sera, mi viene da chiudermi qui e…-Ricominciò a piangere, aveva pianto tutta la notte, ma non aveva ancora esaurito le lacrime-Forse, almeno ieri notte avrei potuto, dopotutto era Kanata…forse. Lui però è già andato con Chris, ho fatto bene. Per averlo fatto con lei deve aver ritenuto di amarla abbastanza. Perché?!” Si accasciò sul pavimento, e prese la sua decisione. Avrebbe fatto buon viso a cattivo gioco sino all’ora di pranzo. Quando tutti sarebbero tornati avrebbe annunciato il suo ritorno immediato in America, su richiesta dei genitori. Era la cosa più giusta da fare, dimenticare tutto.

Indossò i pantaloni della sua tuta preferita e una felpa. Scese nella hall e si informò sui corsi in palestra. Quello di kick-boxing sarebbe iniziato tra un quarto d’ora.

I ragazzi erano sulla funivia che li avrebbe portati in pista. Santa e Kanata avevano trovato posto vicini. Kurita era molto più indietro.

Santa: “Per fortuna. Questa è la mia occasione!” –Kanata!

-Si

-Ora possiamo anche parlare. Si può sapere che ti sta succedendo?

A Kanata non era mai piaciuto raccontare i fatti suoi a Santa, ma aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno: -Non so cosa fare!

Si mise le mani tra i capelli, quasi a dimostrare che era al limite.

-Kanata, mi dici cos’è successo? Ha a che fare con Miyu?

Bingo. Santa sapeva benissimo che aveva indovinato. E l’espressione di Kanata lo dimostrava in pieno.

-Si. Ieri ti ho visto, eri sveglio quando sono rientrato.

-Ehm…già.

-Per caso l’ho incontrata alle terme. Non me lo sarei mai aspettato-Non volle dirgli che era nuda, altrimenti si sarebbe dovuto sorbire le sue battutine.

-E allora?-Era impaziente- Vi siete dichiarati?

-Cosa? E tu che ne sai?

-Kanata, tu credi di parlare con uno sciocco. Tre anni fa era chiaro come il sole che ti piaceva Miyu. Pensavo che ti fossi messo con Chris perché ti interessasse veramente, ma il tuo repentino cambiamento in questi giorni ha smentito la mia ipotesi. E lei cosa ti ha detto?

-Anche lei ha ammesso di amarmi, solo che dopo esserci baciati (non raccontare altro Kanata, con Santa non conviene… ndMisato), mi ha allontanato dicendo che non era giusto nei confronti di Chris. Aveva ragione, Chris mi ama, però…non siamo legati da chissà cosa! Siamo solo due fidanzati, oltre ai baci non ci siamo mai spinti oltre!

-Come come? Tu e Chris non siete mai andati insieme????!!!!

Kanata si vergognava, si voltò dall’altra parte:-Come avrei potuto? Insensibile sino ad un certo punto. Non sarei mai potuto andare a letto con Chris avendo sempre in testa Miyu.

-E Chris non ti ha mai detto niente?

-Certo, mi chiedeva perché. Io le ho sempre risposto di non essere pronto, e sino ad ora ha funzionato.

Santa scoppiò a ridere. Disse che si immaginava Chris, fremente di voglia, e lui freddo come un ghiacciolo che le diceva di non essere pronto. A quel punto, sorrise anche Kanata. Poi Santa si fermò all’improvviso, quasi avesse avuto un’illuminazione:

-E se Miyu credesse il contrario?

-Come potrebbe saperlo?

-Ieri sera, Akira mi ha detto che avevano fatto un discorso del genere, però non mi ha raccontato cosa avesse detto Chris.

Kanata bloccò ogni funzione vitale (esagerato! ndSanachan), e se fosse per quello che ieri notte Miyu l’aveva rifiutato? Forse riteneva lui e Chris così legati per quello…Doveva chiarire il malinteso, forse aveva ancora qualche speranza.

Kanata: -Hai ragione, devo subito chiarire questa cosa!

-Ma Kanata, come farai? Siamo arrivati in cima!

Scesero dalla funivia, e Kanata disse:-Sono venuto per sciare no? Grazie amico mio!- Santa non riuscì neanche a rispondergli che Kanata era già partito in quarta.

Santa:-Aspetta! Stupido, spero si sia accorto che quella è la pista n°5, la “pista nera”. Fortuna che è un bravissimo sciatore.

Poi si sentì chiamare:-Santa!

-Ah Kurita, sei arrivato anche tu!

-Ma Kanata?

-Ah, ha deciso di cimentarsi con la “pista nera”.

-Sul serio?!

-Si, ma non ti preoccupare, tornerà tutto intero!

Kanata se la cavava molto bene, anche se aveva schivato due alberi per poco. (Kacchan, non ti distruggere! ndMisato) Il pensiero che avrebbe potuto chiarire tutto con Miyu però gli dava la forza di andare avanti. Arrivò sano e salvo in fondo alla pista, e al rifugio chiamò un taxi per farsi portare al centro termale.

Era passata poco più di un’ora. Miyu aveva iniziato il corso e si divertiva tantissimo. Finalmente, (anche se per poco) era riuscita a non pensare a Kanata e Chris. Aveva fatto un quarto d’ora di riscaldamento muscoli; dopo l’istruttore le aveva insegnato i colpi base, e ora a ritmo di musica lo seguiva con gli altri. A Miyu era sembrato un po’ troppo appiccicoso: le stava sempre vicino e non perdeva occasione per avvicinarsi o toccarla sulla vita e le braccia (se si fosse spinto oltre, Miyu avrebbe utilizzato uno dei colpi che gli aveva insegnato). Ogni pugno che sferrava le dava una sferzata d’energia, era come una droga: più pugni tirava più dimenticava e si sentiva meglio. La lezione da un’ora e quindici minuti finì poco dopo. Miyu nello spogliatoio fece una doccia veloce, e indossò di nuovo la tuta (prima indossava pantaloncini e top, come ogni pugile che si rispetti! NdMisato). Sciolse i capelli e si recò alla reception per informarsi sugli orari degli altri corsi. Il successivo era nel tardo pomeriggio, l’avrebbe perso.

“Non importa, in America troverò di sicuro un corso del genere”. Prima di recarsi in camera, decise di fare una passeggiata nel parco. Si fermò ancora una volta in riva al lago, e respirando profondamente liberò la mente da ogni pensiero.

Kanata, che era appena arrivato, corse incontro a lei chiamandola: -Miyu!!

Miyu riconobbe la voce e si voltò subito nella direzione da cui proveniva: -Kanata?!

Kanata si fermò davanti a lei. Aveva il fiatone, e si piegò su se stesso per riprendere fiato: -M…Miyu!

-Aspetta, riprendi fiato. Ma che hai?

-Ti…ti ho trovata subito per fortuna! Ti devo parlare.

Il cuore di Miyu batteva fortissimo, si chiedeva cosa dovesse dirle ancora dopo ieri notte.

-Miyu, c’è stato un malinteso- Un nodo si formò nello stomaco della ragazza: che volesse dirle che quello che era successo ieri notte non significava più niente per lui? Dopotutto era quello che lei stessa gli aveva chiesto –Cosa ti ha detto Chris su noi due?

-Come cosa mi ha detto?! Più di quello che avrei voluto sapere! -Fece per voltarsi, ma Kanata la afferrò per un braccio.

-Non è vero niente.

Miyu si voltò:-Come?

-Non è vero che io e Chris abbiamo trascorso la notte insieme, non siamo mai andati oltre i baci!

-Ma cosa… Non è possibile, mi stai prendendo in giro? Ha raccontato lei stessa a me e ad Akira di aver trovato la persona che amava più di se stessa, che aveva già avuto esperienze…

-Miyu, sto dicendo la verità!

Miyu cominciava a crederci, anzi, voleva crederci. Lo guardò come se stesse aspettando che glielo ripetesse ancora. Kanata continuò:

-Ci sono stati ovviamente dei tentativi da parte di Chris, ma non siamo mai arrivati sino in fondo perché io le dicevo di non essere pronto- sorrise –chissà quante volte in questi tre anni ho fatto la figura dell’impedito!

Risero tutti e due, e Miyu si liberò da quel peso che portava da due giorni:

-Sei veramente un impedito!- poi una lacrima di felicità le scivolò sul viso. Si voltò per non farsi vedere da Kanata, ma lui capendo quanto quella cosa l’avesse fatta star male, si accostò di soppiatto e con le braccia le cinse la vita. Miyu sobbalzò quasi per la sorpresa: non se lo sarebbe mai aspettato da un tipo come Kanata, anche se aveva ammesso di amarla. Lei poggiò le mani sulle sue braccia, si sentiva così bene! Poi Kanata le disse in un orecchio:

-Probabilmente anche in un’altra vita ricorderei quello che è successo ieri. Non ti dimenticherò mai, qualunque cosa accada!

Miyu si asciugò le lacrime che lentamente, nel frattempo, avevano continuato a scendere; poi si voltò, e lo baciò. Entrambi assaporarono quel bacio sino in fondo; dopo quello che era successo la notte precedente credevano che non ne avrebbero più avuto la possibilità, invece erano lì, ancora insieme a dimostrarsi il loro amore che tanto li aveva fatti soffrire in quegli anni.

In quel momento, scesero dal taxi Chris e Akira, appena tornate dal paese. Akira si voltò verso l’autista per pagarlo. Chris continuava a chiacchierare allegramente con lei, poi rivolse il suo sguardo verso il parco. Non riuscì più a pronunciare una parola. Akira sorpresa per l’improvviso silenzio, si voltò verso Chris; poi guardò anche lei nella stessa direzione. Non fece neanche in tempo a pronunciare il suo nome, che la ragazza dai capelli rossi era risalita sul taxi e dopo aver detto qualcosa all’autista l’auto ripartì velocemente.

Akira non aveva afferrato tutto quello che era successo. Dopo qualche secondo, ritornò in sé e si diresse verso i due amici che non avevano visto niente di quello che era accaduto.

Arrivata quasi di fronte a loro li chiamò: -Miyu, Kanata.

I ragazzi smisero di baciarsi all’istante, come se avessero preso la scossa.

Kanata: -A…Akira?!

Miyu si ricordò che Akira era uscita con Chris, e subito chiese: -Dov’è Chris?

Akira:-Vi ha visti.

 

 

 

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Capitolo 9
*** Don't make others suffer for your personal hatred ***


Capitolo 3:Ritorno alla vita

Capitolo 9: Don’t make others suffer for your personal hatred

 

Miyu non riuscì a mantenersi in piedi, dovette lasciarsi cadere su una panchina. Kanata voleva illudersi di non aver capito bene:

-Cosa?

Akira: -Chris vi ha visti mentre vi stavate baciando. E’ scappata via in taxi.

Miyu non pronunciava una parola, aveva lo sguardo fisso nel vuoto. Kanata continuò:

-Non sai dove potrebbe essere andata?

-No.

-Dobbiamo cercarla, io vado a chiamare Santa e Kurita sul cellulare- poi guardando Miyu disse -Torno subito

Akira si sedette accanto a Miyu, e le posò una mano sulla spalla. Prima le era sembrato stesse in silenzio, ora che era vicino a lei sentì che pronunciava frasi al limite del pianto:

-Non…non è possibile, perché? Non avrei dovuto ascoltarlo, ho ceduto all’ultimo momento. Non doveva succedere, è tutta colpa mia!

Akira:-Prima o poi sarebbe successo, pensavi che non lo avrebbe scoperto? Ora dipende tutto da te: devi scegliere. La tua felicità o quella di Chris…- Tornò Kanata, e disse che gli amici sarebbero arrivati il prima possibile. Miyu non ascoltava una parola, era come in trans.

Akira: -Kanata, noi rimaniamo qui, in caso Chris decidesse di tornare.

Kanata capì al volo, Miyu in quelle condizioni non poteva muoversi. Avrebbe voluto aiutarla, restare accanto a lei, ma quello che era successo era colpa sua. Doveva in qualche modo rimediare: -Ok, andremo io e i ragazzi. Forse è meglio se tornate in camera.

Akira: -Si, andiamo Miyu.

Miyu si alzò, dopo quello che era successo avrebbe voluto morire. Tutto per colpa sua, se avesse davvero avuto a cuore Kanata e Chris non sarebbe intervenuta nel loro rapporto. Era una bastarda; in quel momento non trovava un aggettivo che le si addicesse meglio. Nel frattempo arrivarono in camera, Akira dopo aver poggiato pacchi e cappotto si recò subito in bagno, per prendere un bicchiere d’acqua a Miyu. La ragazza era seduta sul letto, e fissava ancora il vuoto. Era visibilmente impallidita.

Akira:-Bevi, ti sentirai meglio.

Miyu prese il bicchiere per riflesso incondizionato, non si era neanche voltata verso di lei. Akira continuò:

-Cosa pensi di fare ora?

Miyu beveva, poi risvegliandosi dallo stato in cui si trovava si voltò verso Akira e fece uno strano sorriso:

-Beh, forse quello che ci vuole ora è una bella corda…-Akira le diede uno schiaffo, aveva capito subito che non si trattava di una battuta.

-Sei una stupida! Ti sembra un modo per risolvere il problema?! –Miyu non rispose, poi Akira continuò –Miyu, sei cambiata…non pensavo arrivassi a dire cose del genere. Mi hai delusa.

Dopo quelle parole, la ragazza sembrò ascoltarla sul serio:

-Già, non lo credevo neanche io. Le persone cambiano, e anche io, per quanto il mio carattere sia sempre positivo e allegro di fronte a tutto…questa volta non ce la faccio.

-Miyu ti prego, non posso vederti così, bisogna fare qualcosa!

-Devo fare qualcosa. Quello che avevo deciso di fare da tempo. Tornare in America e dimenticare tutto.

-E cosa farai con Kanata e Chris?

-Appena Chris tornerà le parlerò. Le chiederò scusa e le prometterò che non mi rivedrà mai più. Per quanto riguarda Kanata…

-Lo sai che non ti lascerà andar via.

-Non credo, sono sicura che una parte di lui voglia che questa storia finisca il prima possibile, con la mia partenza. Sai, quando ci hai detto che Chris ci aveva visti gli stavo tenendo la mano. Ho avvertito quasi una scossa, e lui era sconvolto, anche se non lo ha dato a vedere. Le vuole molto più bene di quanto creda.

Akira: “Stupida, non ti lascerà partire così facilmente”

-Senti, ma questa mattina non era andato a sciare? Come avete fatto ad incontrarvi?

-L’ho incontrato dopo kick-boxing, ero appena uscita. E’ arrivato correndo, aveva il fiatone. Mi ha chiesto cosa avesse detto Chris su loro due. Poi ha detto che non era vero niente e che non erano mai andati oltre i baci.

-Cosa?! Ma Chris…

-Gliel’ho detto quello che ci aveva raccontato. Lui insisteva, dicendo che Chris ci aveva provato, ma lui le ha sempre detto di non essere pronto- Poi sorrise –Non puoi capire quanto mi abbiano sollevato quelle parole. Gli ho creduto, e ci siamo baciati.

-Incredibile. Effettivamente avevo qualche dubbio, ma non credevo che Chris sarebbe arrivata a mentirci così spudoratamente!

-Nella sua situazione, l’avrei fatto anch’io. Sarei stata spaventata dal ritorno della mia vecchia rivale.

 

Nel tardo pomeriggio, i ragazzi tornarono. Non avevano trovato Chris, ma lei li aveva chiamati dicendo di non cercarla perché stava bene e non voleva vederli. Miyu fece cadere il telefono che aveva in mano, Kanata la afferrò per un braccio e la trascinò via. Lei non oppose resistenza, da un momento all’altro sarebbe potuta svenire. Arrivarono nella camera dei ragazzi, lui chiuse la porta a chiave e la osservò intensamente. Dopo qualche secondo di silenzio parlò:

-Ora basta. Sai benissimo che non è colpa tua!

Miyu urlò, era lei a voler dire basta: -Non è colpa mia?! E di chi dovrebbe essere?! Se non fossi tornata tutto questo non sarebbe successo!

Kanata alzò un braccio, quasi avesse voluto tirarle uno schiaffo. Miyu non si mosse, ma chiuse gli occhi. Invece dello schiaffo, sulla guancia sentì una carezza. Pianse.

Kanata: -Non posso vederti piangere. Smettila!- La abbracciò –Quante volte dovrò ripetertelo? Se tu hai colpa, ce l’ ho anch’io, e Chris che ci ha mentito! Se non fossi tornata io probabilmente… sarei venuto a cercarti, ma sarebbe stato troppo tardi perché tu in America avresti avuto un’altra vita, senza di me!

Miyu non sapeva più cosa fare: voleva dirgli che sarebbe partita, che non si sarebbero più rivisti, ma non voleva lasciarlo. C’era Chris, e per la sua felicità avrebbe dovuto distruggere la propria. Era giusto così? Si disse che non lo era, anche lei aveva diritto ad essere felice, di amare Kanata. Cosa avrebbe dovuto fare? Prese la sua decisione:

-Kanata…ti prego, amami- Non lo guardò in viso, era arrossita. Sembrava una bambina.

Kanata la baciò. In quel momento volle dimenticare tutto e tutti, i loro problemi, Chris…erano solo loro due, due ragazzi perdutamente innamorati.

Inizialmente il loro bacio era innocente, poi diventò qualcosa di più profondo. Le loro lingue si incontravano, poi si allontanavano subito, quasi fossero spaventate da quell’ esperienza che per loro era nuova. Baciare una persona qualunque, e una persona che si ama è diverso, l’avevano capito entrambi. Poi Kanata si fermò, la guardò negli occhi e le disse:

-Sai, credo di aver già provato questa sensazione.

Miyu credette che si stesse riferendo a Chris, ma prima che potesse reagire lui continuò:

-Ti ricorda qualcosa se ti dico una delle prime notti dopo l’arrivo di Lou?

Miyu inizialmente non capì, con la memoria fece un viaggio nel tempo, sino a quattro anni prima. Poi ricordò, la sera in cui in cucina lei si era avvicinata a Kanata che dormiva. Gli aveva preso una coperta, ma dopo Lou l’aveva fatta scivolare e lo aveva baciato. Sorrise, allora l’aveva dato a lui il suo primo bacio!

Miyu:-Allora eri sveglio!

-Certo, credevi veramente che non me ne sarei accorto? Comunque era carina la storia che avevi inventato, la tua faccia poi quando hai scoperto che sul pianeta Otto il bacio era una proposta di matrimonio…non la dimenticherò mai!- Kanata scoppiò a ridere, e Miyu si sedette sul letto con le braccia incrociate facendo finta di essere arrabbiata.

Miyu: -Ah ah! Cosa avrei dovuto fare?!

-Per me va benissimo così e…- Si avvicinò con un sorrisetto malizioso –…a questo punto, direi che possiamo anche riprendere da dove eravamo rimasti

-Davvero? Credevo che non ti interessasse… -Poi in segno di sfida si alzò dal letto e si diresse verso la porta, Kanata la afferrò per un braccio, poi lentamente la portò verso di se, dicendole:

-Veramente avrei dei progetti al riguardo…-Mentre si avvicinavano al letto, Miyu pensò a quanto era cresciuto Kanata, non solo fisicamente, ora era un uomo adulto, ma era diventato molto più aperto ed espansivo rispetto a tre anni prima. Si ricordò che mai si sarebbe comportato così quando lei viveva con lui. Ora erano vicinissimi, i loro visi si sfioravano, e a turno si toglievano i vestiti.

Kanata tolse la felpa a Miyu, era rimasta in reggiseno. Ricordò anche lui quando la prendeva in giro, dicendole che aveva un corpo infantile, ora non avrebbe osato, perché i fatti erano contro di lui. Era finito il tempo dei giochi.

 

Miyu. –Come…va?

-Credo…di stare… bene.Tu?

-Anche io, ma perché credi?… Per caso non ti è piaciuto?

Kanata si voltò e abbracciandola le disse con una nota di sarcasmo nella voce: -Volevi fare una battuta tesoro?

Si addormentarono così, abbracciati l’uno all’altra. Entrambi provavano una sensazione bellissima, si sentivano parte l’uno dell’altra. Non immaginavano neanche che quel momento sarebbe durato così poco.

 

Era ancora notte, (ma non ci siamo dimenticati di qualcuno? ndMisato) Akira e Santa erano nella camera delle ragazze, si erano divertiti anche loro…Erano svegli, e ora parlavano seriamente:

Akira: -Povero Kurita, si era capito che gli piaceva ancora Miyu. Come l’avrà presa?

-Non so quanto sia forte, ma già il fatto che appena non ha visto tornare Miyu e Kanata ha inventato una scusa per andarsene, dovrebbe farci capire tutto.

-Non ti sembra strano?

-Cosa?

-Fino a pochi giorni fa eravamo tutti insieme, ovviamente senza Miyu, ma non ci saremmo mai aspettati avvenimenti del genere.

-Spero risolvano tutto. Ma inevitabilmente, qualcuno dovrà soffrire.

-Pensi che Chris li lascerà in pace?

-Ho i miei dubbi.

-Senti, ti va di andare alle terme? Ci farà sicuramente bene.

-Giusto, e poi a quest’ora sono miste!

 

Era passata qualche ora. Nella camera di Kanata lui dormiva ancora, mentre Miyu si era svegliata. Lei era stata parecchio tempo ad osservarlo dormire, sembrava un angelo. Il suo volto era in parte coperto dalla frangetta, che lo faceva apparire un ragazzino. Ora era coperto dalle lenzuola, ma gli si intravedevano le spalle nude; Miyu arrossì ricordando quello che era successo prima.

Era felice e imbarazzata, ma improvvisamente da un angolo remoto fecero ritorno le sue paure.

Miyu: “Cosa farò ora? Chris tornerà prima o poi. Cosa le diremo, anzi, cosa le dirò?”

In quel momento, sentì la suoneria bassa di un cellulare. Pensò al suo, ma probabilmente non era neanche arrivato al tempio. Era quello di Kanata. Si affrettò a rispondere, per non farlo svegliare. Sul display non appariva nessun numero.

Miyu: -Pronto?

Chris: -Miyu.

-Chris?! –Ora cosa avrebbe fatto? Il cellulare era di Kanata, ma aveva risposto lei.

-Miyu, non ti preoccupare. Immaginavo che avresti risposto tu. Ti volevo parlare.

 Miyu si voltò verso Kanata, poi disse: -Un momento- Si alzò e si chiuse a chiave nel bagno –Si

-Siete ancora alle terme?

-Si, tu dove sei?

-Non ti preoccupare, qui sto bene. Sono tornata in città.

-Per fortuna! I ragazzi ti hanno cercata per tutto il pomeriggio, e io e Akira siamo rimaste qui in caso torn…

-Come avrei fatto a tornare dopo quello che avevo visto?!

Aveva ragione, Miyu si era lasciata trasportare dal fatto che era ancora viva e al sicuro: -Scusa. Ti chiedo scusa.

-E credi che basti?!- Aveva iniziato a piangere, poi urlò –Mi porti via in due giorni il ragazzo che ho sempre amato e credi di risolvere tutto con un semplice mi dispiace?!

-…

-Magari te lo sei portata anche a letto!!… Ti credevo mia amica…- Singhiozzi, attraverso il telefono Miyu avvertì il dolore della ragazza.

Miyu: -Ti chiedo scusa. Non posso essere considerata ancora tua amica. Mi dispiace. Sono stata ingiusta. Sai, quando ho deciso di tornare pensavo di averlo fatto per Lou, volevo sapere perché in tre anni nessuno mi aveva avvertito della sua partenza. Quando sono arrivata al tempio, mi sono resa conto: ero tornata per rivedere Kanata.

Chris piangeva, non pronunciava una singola parola. Miyu continuò:

-Appena l’ho rivisto, ho pensato che magari avrei potuto ricominciare, che forse avrei potuto dirgli le parole che non dissi tre anni fa. Dopo ho scoperto che stavate insieme, ormai da tre anni. Volevo partire; tornare a casa, ma una serie di avvenimenti me lo hanno impedito. Così sono venuta qui, a sopportare tutto il dolore che avevo per tre giorni. Ieri ormai è successo quello che prima o poi sarebbe successo: ho confessato a Kanata quello che provavo- Miyu stava rigirando gli avvenimenti a favore di Chris –Solo ora mi rendo conto di quanto sia stato ingiusto nei tuoi confronti. Perciò ho deciso. Me ne andrò. Da ora in poi non sentirai più parlare di me. Ti affido Kanata.

-Ma Miyu…

-Ti chiedo solo un favore. Non dirgli di questa telefonata, così crederà che sarà stata una mia scelta quella di abbandonarlo. E poi, fate in modo che io non riceva più vostre notizie. Addio Chris, sii felice anche per me.

-Miyu

Miyu aveva chiuso la chiamata. Aveva fatto la scelta giusta. Senza far rumore uscì dal bagno. Prese i suoi vestiti e rimase un attimo vicino al letto ad osservarlo.

-Perdonami, sono sicura che sarai felice anche così. Ti amo- Gli diede un piccolo bacio sulla fronte, per non svegliarlo. Poi uscì e con la chiave aprì la porta della sua stanza, che era adiacente. Non c’era nessuno per fortuna. Entrò in bagno per sciacquarsi il viso, poi si vestì velocemente e preparò la valigia. Sulla scrivania vide dei fogli.

“Qualcosa voglio dirgliela”

Scrisse un biglietto a Kanata, in cui diceva che aveva deciso di partire e di non vederlo mai più. Dopo la notte che avevano consumato insieme poteva anche mettersi con chi gli pareva. Mentre scriveva iniziò a piangere, quelle parole così dure e fredde…sicuramente l’avrebbe odiata, ma almeno si sarebbe dimenticato di lei. Sul biglietto cadde una lacrima.

Poi scrisse ad Akira. La ringraziava per tutto quello che aveva fatto, grazie a lei aveva capito molte cose. Le diceva che Chris era a casa sua e voleva che da parte sua salutasse Santa e chiedesse perdono a Kurita. Ora poteva anche andare. Lasciò il biglietto di Akira lì, quello di Kanata lo mise sotto la porta della sua camera. Scese in ascensore, e non incrociò Santa e Akira che stavano tornando in camera. Alla reception fece chiamare un taxi, che era già lì. Si fece portare a Tokyo.

Rientrata in camera, Akira aveva notato la mancanza di qualcosa. Santa controllò gli armadi, e le disse che uno era stato svuotato.

Akira: -No…non sarà mica…-Vide il biglietto e lo lesse tutto d’un fiato –Santa, va a chiamare Kanata- Capì subito: “Chris si è fatta viva”

-Si- Non chiese neanche cosa fosse successo, aveva capito tutto.

Sotto la porta della camera vide il biglietto. Aprì la porta e svegliò Kanata.

-Kanata svegliati!

-Santa…ma cosa?- L’amico gli porse il biglietto. Lo lesse e non pronunciò una parola.

Santa: -Kanata, nella camera delle ragazze non c’è più niente! Miyu se ne è andata!

-Voi dove eravate?

-Io e Akira eravamo fuori, Kurita è andato a casa ieri notte…cosa…COSA FAI?

-Vado a prenderla no? Mi sembra ovvio.

-Ma sarà partita da almeno un’ora!

-No, il biglietto è ancora bagnato.

-Bagnato?- Kanata non lo ascoltava più, si stava vestendo e dopo neanche un minuto era fuori.

“Miyu, perché hai scritto quelle stupidaggini? Come puoi solo pensare che ci creda?!”

Prese un taxi e si fece portare all’aeroporto di Tokyo.

 

Nel frattempo Miyu aveva fatto cambiare strada all’autista. Prima gli aveva detto che sarebbe passata da Tokyo, poi ci aveva ripensato. Non poteva perdere tempo, anche se le sarebbe piaciuto dire definitivamente addio a quei luoghi.

Tre ore e mezza dopo era arrivata. Si recò subito a fare il biglietto, giusto in tempo: l’aereo sarebbe partito tra cinque minuti. Corse all’imbarco, e riuscì a salire. Dopo la partenza, chiese alla hostess dove avrebbe potuto trovare un telefono. Chiamò a casa.

Yu: -Pronto casa Kozuki.

-Papà!

-Miyu tesoro! Dove sei?

-Sono in aereo, sto tornando a casa. Probabilmente arriverò dopo pranzo (me ne frego del fuso orario! Abbiate pietà! ndMisato)

-Non puoi capire quanto sia contento di sentirti! Va tutto bene?

-Certo. Ah! Non vi ho chiamato ieri, perché tanto tornavo oggi. Non vi siete preoccupati?

-Miki ha detto che di te si fidava. Ora è in ufficio.

-Ah ok. Allora ci vediamo all’aeroporto. Ciao!

-Ciao.

Miyu tornò a sedersi. Ora poteva: si girò verso il finestrino e iniziò a piangere. Si sfogò per tutto quello che le era successo. Avrebbe dimenticato tutto, il Giappone, Chris, gli altri e Kanata. Anche quello che era successo quella notte, altrimenti avrebbe solo sofferto. Avvertì un forte senso di nausea e velocemente si recò in bagno.

Poco dopo Kanata arrivò all’aeroporto. Corse come un matto, e si informò sui voli per New York.

-L’ultimo è partito mezz’ora fa. Mi dispiace, il prossimo è tra due ore.

Kanata sentì le forze mancargli, avrebbe voluto urlare, far sentire a tutti il suo dolore, ma non ce la faceva.

“Anche questa volta, l’ho persa per così poco…sempre qui”

Si sentì chiamare, pensò fosse Miyu, ma:

-Chris! Cosa ci fai qui?!

-Mi ha chiamato Akira- Lo abbracciò -Mi dispiace

 

 

 

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Capitolo 10
*** A volte neanche le strade più difficili sono quelle più giuste... ***


Capitolo 3:Ritorno alla vita
Capitolo 10: A volte neanche le strade più difficili sono quelle più giuste…

 

Kanata era ancora incaxxxxx per aver perso Miyu, ma Chris era l’ultima persona che pensava di vedere:

-Dove sei stata sino ad adesso? Ci hai fatto prendere un colpo ieri!

Chris: -E tu e Miyu?!

-…

-Sai, in teoria dovremmo essere ancora fidanzati. Mi ha chiamato Miyu, mi ha detto che non gliene importava più niente, non sarebbe mai più tornata. Cosa pensi di fare?

-…

Chris lo abbracciò e iniziò a piangere: (ma è un pianto continuo! ndMisato)

-Kanata ti amo! Non mi abbandonare!

-Chris…-Le accarezzò la testa, come ad una bambina che aveva paura. Cosa doveva fare?

Kanata: “Ha detto che Miyu non sarebbe più tornata, a chi devo credere? A me stesso, o a Chris e al biglietto che Miyu mi ha lasciato?”

Chris si staccò. Piangeva ancora e guardava intensamente Kanata. Aspettava una sua risposta.

L’unica cosa che seppe dire fu: -Chris, andiamo via.

-Si.

Presero un taxi che li portò al tempio. Appena arrivati Kanata chiamò Santa sul cellulare.

Santa:-Pronto, qui Kurosu.

-Santa sono io.

-Ah Kanata! Come è andata?

-Non ce l’ho fatta- Chris era in bagno a rinfrescarsi –Sono a casa con Chris.

-Chris?! E dove l’hai incontrata?

-E’ venuta all’aeroporto.

-Allora…non tenterai di far cambiare idea a Miyu?

-…Ah Chris! Tutto a posto? Santa ti devo lasciare. Venite subito qui vero?

-Si. Ci vediamo tra qualche ora.

 

In realtà Chris non era ancora uscita dal bagno, probabilmente ne avrebbe avuto per una mezz’oretta. Kanata aveva semplicemente voluto chiudere la conversazione con Santa. Attraversò il corridoio ed entrò nella sua camera. Dopo aver chiuso la porta si buttò sul futon. Non volva vedere nessuno, solo stare solo. Sul cuscino sentì del calore e una sensazione di bagnato. No, non era possibile, stava forse piangendo? Proprio lui, erano anni che non piangeva…poi si ricordò e batté un pugno per terra:

“Che stupido, l’unica volta che ho pianto è stato quando lei era all’ospedale. Sempre lei…Basta! Non ne voglio più sentir parlare! Non la voglio vedere, sentir nominare, non esiste! Per me Miyu non esiste!”

Continuò a piangere, era solo e nessuno avrebbe potuto saperlo. Poi si addormentò.

Poco dopo Chris uscì dal bagno. Aveva fatto una doccia perché era stata fuori tutta la notte per strada; senza dormire né mangiare. Aveva l’asciugamano legato alla vita, e con un altro tamponava i capelli. Entrò in cucina e chiamò Kanata più volte, ma non ricevendo risposta pensò fosse uscito. Preparò un caffè, che le venne uno schifo perché non era in grado di cucinare, l’aveva fatto poche volte e con scarsi risultati. (ma che si crede di stare a casa sua? Prima la doccia, gli asciugamani, e poi il caffè?! ndSanachan). Nella borsa aveva un cambio, e utilizzò quello per vestirsi (per fortuna! Ci mancava solo che usasse anche i vestiti di Kanata! ndMisato). Le venne in mente che era Natale, e quindi il compleanno di Kanata. Non era proprio il momento di festeggiare, ma forse l’avrebbe distratto dal pensare a Miyu. Scrisse velocemente un biglietto a Kanata, in cui diceva che sarebbe uscita a comprare una cosa. Poi uscì.

 

Due ore dopo, Miyu era arrivata all’aeroporto di New York, era quasi sera. Non aveva ancora pensato a come tornare a casa, non le andava di rivedere subito i suoi. Ad un telefono pubblico compose il numero di cellulare della sua migliore amica.

-Pronto?

-Jen, sono Miyu.

-Miyu?! Ciao, ma dove sei stata questi giorni?

-Sono andata in Giappone, e sono tornata solo ora. Sono all’aeroporto, vieni a prendermi?

-In Giappone?! Ah, ma non vengono i tuoi?

-Non sanno ancora che sono arrivata. Tornerò a casa all’ora di cena.

-Ok, se la situazione è questa…vengo subito. Ciao

-Ciao.

Miyu: “Per fortuna non mi ha detto che aveva impegni! Devo parlarne con qualcuno” Poi si sedette e aspettò, fissando le persone che le stavano davanti. C’era una coppia, che Miyu cercò di guardare il meno possibile. Per quanto cercò di volgere lo sguardo altrove però non poté fare a meno di sentire il loro discorso.

X: -Sei sicuro di voler andare?

Y:-Devo. Non vorrei lasciarti ora che hai bisogno di me, ma per il nostro futuro è un’occasione che non posso lasciarmi sfuggire…

X:-Hai ragione, ma ti prego, torna il prima possibile!

A Miyu venne da piangere, le lacrime le scesero calde lungo il viso, prima che lei potesse impedirlo. Non aveva ancora consumato il suo dolore. Si recò in bagno, sciacquò il volto e tornò a sedersi; per fortuna quella coppia se ne era andata. Si voltò verso l’entrata, e vide l’amica che era appena arrivata guardarsi intorno per trovarla. Si alzò e la chiamò agitando un braccio.

-Jen! Sono qui!

L’amica corse verso di lei e si abbracciarono.

Miyu: -Ehi! E’ solo qualche giorno che non ci vediamo!

-Si, ma…Miyu, ma che hai?

-Come che ho?

-Sei pallida, sei anche dimagrita.

-Sul serio? Meglio così, potrò permettermi qualche extra a tavola!

-Non scherzare, cosa ti è successo?

-…Potremmo andare in un altro posto? Non mi sento molto a mio agio qui.

-Ok, sono venuta in moto.

Le due ragazze salirono in moto e si diressero verso il Rockfeller Center. A causa del traffico impiegarono più di mezz’ora (è andata pure bene! ndMisato). Presero da bere al bar che si trovava davanti alla pista di pattinaggio.

Jen: -Allora? Qui va bene?

-…

-Miyu, sei strana. Mi vuoi dire cosa ti è successo?

Miyu raccontò tutto (ovviamente tralasciando Lou e Baumiao), dal suo arrivo al tempio, la scoperta del fidanzamento di Kanata, la crisi che aveva avuto la mattina dopo grazie alla quale aveva superato definitivamente il suo trauma ecc, sino ad arrivare a quello che era successo alle terme. Jen ascoltava attentamente, mentre sorseggiava una cioccolata calda. Non capitava tutti i giorni di sentire storie del genere da una persona che le aveva vissute, era meglio di una soap! Miyu concluse il racconto con la telefonata di Christine e la sua decisione di tornare in America.

Miyu:-Allora?

Jen riflettè su quello che doveva dire: il suo carattere le suggeriva una battuta da usare, ma non voleva rischiare di offendere l’amica, che avrebbe pensato che non l’avesse presa sul serio. Comunque pensava che Miyu avesse sbagliato a lasciare Kanata; anche se lei non glielo aveva detto, aveva capito che dietro al suo continuo rifiuto dei pretendenti newyorkesi c’era quel suo amico d’infanzia. Poi disse: -Aspetta. Vorresti dirmi che in tre giorni circa  ti sono successe tutte queste cose? Hai avuto dei rapporti sessuali quando qui esitavi a baciarli i ragazzi?

Miyu arrossì: -Sapevo che saresti andata a parare lì! Io che te ne ho pure parlato!- Simulò una risata, ma Jen vide che stava trattenendo a fatica il pianto. L’abbracciò, e le disse che a lei poteva dire tutto, se poi voleva piangere non doveva vergognarsi di farlo. Miyu non se lo fece ripetere due volte e scoppiò a piangere, sempre tra le braccia dell’amica, stringendo con le mani il maglione che indossava. Dopo un ora, era tornata a casa. Ringraziò Jen, che la rassicurò dicendole che l’indomani sarebbe andata a trovarla, anche se era il 26. Miyu la invitò a dormire da lei, così si diedero appuntamento per il giorno dopo. Rientrata a casa, i genitori l’abbracciarono e la ricoprirono di baci; non provarono minimamente a rimproverarla, si accontentarono del fatto che non le fosse successo niente. Dopo cena, mentre sistemava i regali che i genitori le avevano fatto nell’armadio, le venne in mente che era il compleanno di Kanata. Aveva cercato di non pensarci tutto il giorno, ma non riusciva a togliersi quel pensiero dalla testa. Bel regalo che gli aveva fatto, abbandonarlo senza neanche dirgli addio in faccia, lo aveva lasciato solo. Poi si corresse: non era solo, con lui c’era Chris. Al sol pensiero le tornarono le lacrime, e si buttò sul letto cercando di soffocarle sotto il cuscino. Si addormentò senza smettere.

 

Al tempio, Kanata si era svegliato, e aveva trovato Chris intenta a preparare la tavola.

Kanata: -Che stai facendo?

Chris: -Preparo per stasera, no? Ti sei forse dimenticato che oggi è il tuo compleanno?

Kanata non rispose, se ne era dimenticato, ma una festa era l’ultima cosa che desiderava in quel momento.

-Hai detto agli altri di venire qui di ritorno dalle terme, vero? Organizziamo qualcosa…

-Chris, ti sembra il momento?!-Aveva alzato la voce, la ragazza non rispose –Mi dispiace, scusami.

-No, hai ragione, non è proprio il momento. Beh, io torno a casa e…

-Aspetta, ti ho chiesto scusa. Non ne ho molta voglia, ma credo che si possa fare.

-Sei sicuro?

-Si- Non gli andava assolutamente, ma non voleva farla star male ancora. Chris sorrise.

La serata trascorse tranquillamente. Certo, c’era un po’ di tensione, però con il passare del tempo si smorzò, anche grazie a Santa che avrebbe fatto tornare il buon umore a chiunque. Kanata fingeva alla grande, in realtà ascoltava poco quello che veniva detto, ma Santa e Akira gli ressero il gioco. Kurita non era venuto, perché dopo esser tornato in anticipo dalle terme aveva ricominciato a studiare per preparare un esame imminente, e probabilmente non aveva neanche tanta voglia di vederli.

 

 

 

 

One month later

 

Era passato un mese dal ritorno di Miyu a New York, e lei era ritornata a scuola. Molti avevano notato cambiamenti: non era più sempre allegra e sorridente come prima, anzi sorrideva di rado. Era spesso assorta nei suoi pensieri, ma nessuno sapeva il perché. Solo Jen, in quel mese le era stata accanto perché conosceva il motivo che l’aveva portata a quel cambiamento. Sapendo tutto, l’amica aveva notato altre cose: il pallore che aveva sul volto al ritorno dal Giappone, non se ne era andato. Oltre a quello non sembrava avesse altri cambiamenti nell’aspetto, ma Jen si era accorta anche che molto spesso inventava scuse per non seguire le lezioni di educazione fisica a scuola, e che mangiava pochissimo, ma non dimagriva. Decise di parlare a Miyu dei suoi sospetti, perché aveva un dubbio che probabilmente era realtà, e che non aveva neanche sfiorato l’amica. L’affrontò dopo un’uscita, durante il ritorno a casa.

Jen:-Miyu.

-Si?

-Sei mai stata da un ginecologo ?

-Cosa? No, perché?

-No, così- Poco dopo riprese –Quindi non sei andata neanche dopo esser tornata dal Giappone?

-Ti ho detto di no, ma dove vuoi arrivare?

-Da nessuna parte, era solo per chiedere.

-Non mi convinci. Ormai hai iniziato, finisci.

-Ehm…Ok, te lo dico. In questo periodo sei strana, non mangi niente, sei pallida, non sorridi quasi più. Hai mai pensato di poter essere incinta?

Miyu si fermò. Volse lo sguardo verso l’amica: -Che stai dicendo?!

-Ehi, non ti alterare! Era solo un dubbio…

-Sta tranquilla, sto benissimo. Adesso non posso neanche smettere di mangiare?!

-No, ma…

-Jen, lascia perdere. Senti, devo andare a casa. Ci vediamo lunedì- Ricominciò a camminare velocemente lasciando sola l’amica. Come aveva potuto dirle una cosa simile? In realtà, quelle parole erano state un fulmine a ciel sereno. La possibilità di essere incinta non l’aveva neanche sognata, poi di chi…Kanata. Solo il pensiero di quel nome fece sentire male Miyu; e se stesse aspettando sul serio un bambino? Sarebbe…sarebbe stato suo figlio! Figlio del ragazzo che aveva lasciato ad un’altra.

“No, non può essere, è già trascorso un mese! Me ne sarei accorta…” Poi le vennero in mente molte cose, anche quelle che le aveva detto l’amica: era sempre pallida, nonostante non mangiasse più niente non dimagriva, il ciclo non le era ancora venuto, si era sentita male molte volte a partire dal viaggio di ritorno in America…tutte queste cose collegate portavano in una sola direzione. Corse a casa, e visto che i genitori non erano ancora tornati, cercò sull’elenco telefonico il numero di una ginecologa. Lo compose velocemente e prese un appuntamento per il giorno dopo. Doveva togliersi quel dubbio il prima possibile. Prima di andare in camera prese un calmante che utilizzava sua madre. Ne prese una dose eccessiva, e si addormentò.

 

Giappone, tempio Saionji ore 13 (lasciamo perdere il fuso orario… ndMisato)

Kanata era appena rientrato con Chris. In apparenza sembrava che avessero ripreso il loro rapporto, ma in realtà era Chris che stava sempre con lui (ameba! ndMisato e Sanachan). A Kanata non importava più di tanto, anzi non gliene fregava per niente. Era passato un mese dal viaggio alle terme, e sembrava incredibile il modo in cui le cose erano cambiate. Dal canto suo, lui non riusciva a riprendersi, neanche a riprendere un rapporto sereno con gli altri. Ormai non parlava neanche più con i suoi amici, le sue conversazioni erano composte da monosillabi. Santa e Akira erano gli unici con cui trascorreva piacevolmente il tempo, la presenza di Chris era costante, ma lui non le dava importanza. I due amici appena potevano cercavano di allontanarla da lui, anche perché sapevano che oltre a Kanata anche lei soffriva. E’ triste stare accanto alla persona che ami senza essere neanche considerata. Quella situazione durava da un mese, e sembrava destinata a non finire mai.

Entrati al tempio:

Chris:-Kanata, cosa vuoi che ti prepari per pranzo?

-Niente, non ho fame.

Chris lo guardò con apprensione, poi un bagliore le illuminò gli occhi:

-Kanata!

-Si?

-Ora mi sono proprio stufata!

-Cos’è successo?

-Non ce la faccio più a vederti in questo stato! Mi fai quasi pena!

Dopo quelle parole fu Kanata ad arrabbiarsi, con Chris non aveva mai litigato: -Cosa?! Ti farei pena? Senti chi parla, sei solo un’ipocrita!

Il colpo fu talmente forte per Chris da farla iniziare a piangere. Kanata si pentì di quello che aveva detto, non era da lui ferire le persone in quel modo. Abbassò lo sguardo, per non vedere le lacrime di Chris.

Kanata: -Scusa, non avrei dovuto.

-…No, non importa…in questo modo mi hai messo davanti agli occhi la realtà.

-…

-Va da lei.

Kanata la osservò: -Chris, ma cosa…

-Non ce la faccio più a vederti soffrire in questo modo. E se penso che è solo per colpa mia e del mio egoismo io…

-Chris, che…non è solo colpa tua. Anch’io ho fatto la mia parte, e anche Miyu. Ti abbiamo fatto soffrire inutilm…

Nel dirle quelle parole l’aveva abbracciata, ma lei si staccò. –Non è vero, sono stata io a farvi soffrire inutilmente. Ti prego, permettimi almeno di riparare. Va da lei, so benissimo che non è più possibile ricreare quello che c’è stato tra noi. Anzi, lo sapevo anche tre anni fa che non avrebbe funzionato, sapevo che non mi amavi, ma a me andava bene anche così, perché…perché ti amavo più di me stessa. E visto che ti amo tutt’ora voglio la tua felicità.

-…

-Ti ringrazio per tutti i bei momenti che ho vissuto con te, e ti chiedo solo un’ ultimo favore: baciami

Kanata la baciò, non credeva che sarebbe stata possibile una cosa del genere. Dentro di se ringraziò Chris per aver rinunciato a lui e avergli dato la possibilità di essere felice. Poi lei prese le sue cose e gli disse:

-Per un po’ starò via, forse andrò alle Hawaii. Beh, addio- Iniziò a scendere le scale.

-Addio Chris- Rientrò e sorridendo felice (42 denti ndSanachan), preparò la valigia per partire il prima possibile e tornare dalla sua Miyu.

La sera stessa prese l’ultimo volo per new York. Sarebbe arrivato la mattina seguente. In aereo si addormentò, e sognò la ragazza che amava.

 

Il giorno dopo, Miyu era uscita da casa dicendo come tutte le altre mattine che sarebbe andata a scuola; in realtà alle nove aveva l’appuntamento con la ginecologa. Quella mattina, Jen aveva deciso di passare a prenderla, anche per chiederle scusa per quello che le aveva detto il giorno precedente. Era arrivata tardi rispetto all’orario in cui Miyu usciva di casa, e la vide mentre svoltava l’angolo e si dirigeva dalla parte opposta alla scuola. Incuriosita decise di non chiamarla, ma la seguì. Miyu era tesa come una corda di violino (eh eh, ne so qualcosa…ndMisato), e camminava a passo spedito verso lo studio della dottoressa. Non era molto lontano, e arrivò in dieci minuti. Jen si teneva sempre a cinque metri circa di distanza, e dopo che Miyu attraversò il portone si avvicinò a controllare il citofono. Dove stava andando? Spalancò la bocca non appena lesse il nome della ginecologa, allora non si era sbagliata! Forse aveva semplicemente il dubbio, dopotutto la pulce nell’orecchio gliel’aveva messa lei. Entrò anche lei, e non trovandola in sala d’attesa decise di aspettarla. Nello studio Miyu era seduta davanti alla scrivania della ginecologa.

-Lei è la signorina Kozuki?

-Si

-Ma è venuta sola?

-Si

-Capisco. I tuoi genitori non sanno niente. Di cosa hai bisogno? Un controllo?

-Veramente…-Miyu si vergognava, ma era decisa a scoprire la verità –Vorrei sapere se sono incinta.

-Incinta? Spiegami bene, quanti anni hai?

- Tra poco diciotto. Ecco, circa un mese fa ho avuto un rapporto con un ragazzo. Non ho pensato di poter essere incinta sino a ieri…

-Già un mese. Il ragazzo lo sa?

-No, non credo che lo saprà mai. E’ in Giappone e abbiamo troncato i rapporti sempre da un mese.

-Ok, ora faremo gli accertamenti. Spogliati e stenditi sul lettino.

Miyu si spogliò, mentre si stendeva la ginecologa le chiese:

-Era il primo rapporto?

-…si.

-Immagino che non avrai usato contraccettivi. Miliardi di soldi buttati in campagne per la prevenzione, e poi i risultati sono questi.

Miyu non rispose, era occupata ad osservare i grafici della macchina che la circondava.

-Beh, saresti dovuta venire subito, ma dopotutto un mese non è molto, sei ancora in tempo per abortire.

-Abortire?!

-Certo, ti renderai conto che hai solo diciassette anni. Avere un figlio a questa età non è una passeggiata, capisci vero?

-Allora sono veramente incinta…-Mise una mano davanti alla bocca, ancora non ci credeva. Cosa avrebbe fatto ora?

-Ovviamente dovremo avvertire i tuoi genitori, è necessario il loro consenso per l’operazione.

-No!

-Cosa?

-Non ho intenzione di abortire. Avvertirò i miei oggi stesso, ma non lo farò.

-Ti rendi conto di quello che stai per fare? Sei anche sola, l’appoggio dei tuoi genitori sempre che te lo diano, non basterà mai.

-Non si preoccupi, ce la farò.

-Allora, in questo caso non posso che darti la certificazione. Sei davvero sicura?

-Si, non voglio cancellare la vita di questo bambino.

-In questo caso, non posso che augurarti buona fortuna. Torna tra un mese per il controllo, inizieremo con le ecografie.

-La ringrazio, ci vedremo tra un mese. Arrivederci.

-Arrivederci.

Miyu uscì dallo studio, non vide Jen che stava leggendo un giornale. Appena Jen sentì chiudersi la porta scattò in piedi. Era rimasta lì ad aspettarla e non si era accorta che era già uscita? Uscì anche lei e la chiamò:

-Miyu!

L’amica si voltò, che cosa ci faceva qui?

-Jen!-Corse indietro e l’abbracciò. Stava piangendo.

-Com’è andata?

-Sono incinta! Cosa farò ora? Il bambino è di Kanata, e lui ora è in Giappone con Chris, avevo promesso ad entrambi che non mi avrebbero più rivista!

-Miyu, non ti preoccupare, ci sono i tuoi, ci sono anche io. Ce la farai!

-Ma…-Alzò gli occhi, rossi per le lacrime –E’ suo figlio capisci?! Io, io ho in grembo suo figlio e non voglio farlo morire, non è giusto, io lo sento già parte di me!

-Ti ha proposto di abortire, vero? Se non te la senti, non farlo.

-Non lo farò, lui è mio figlio. Lo terrò da sola, anche senza Kanata. Lui non saprà mai niente, così potrà avere una vita serena con Chris. Io lo amo, e questo è stato il frutto del nostro amore. Questo bimbo nascerà.

-Miyu, ti ammiro- Le ragazze si asciugarono gli occhi, aveva iniziato a piangere anche Jen, era felice per l’amica.

-I miei genitori mi aiuteranno, e…ehi! Ma tu cosa ci facevi dalla ginecologa?

-Beh, ero passata a prenderti per andare a scuola, poi ti ho visto andare in tutt’altra direzione e ti ho seguita. Scusa!

-Non importa, su ora va a scuola, io devo tornare a casa per parlare con i miei. Probabilmente non sono ancora andati in ufficio.

-Ok, ti chiamo nel pomeriggio. Ciao!

-Ciao!

Miyu si avviò verso casa, sorrideva. Ce l’avrebbe fatta, era una ragazza forte, e poi aveva già avuto esperienza con Lou, solo che allora Kanata era con lei. Cercò di non piangere, si asciugò gli occhi. Poi una voce familiare, che avrebbe riconosciuto tra mille la chiamò:

-Miyu!

Non era possibile, no, non poteva essere lui. Si voltò e incontrò il suo sguardo.

Miyu: -Ka…Kanata?! Cosa...cosa ci fai qui?

Il ragazzo corse verso di lei, l’aveva riconosciuta per strada:

-Sono qui- L’abbracciò –E non ti lascerò più!

-Cosa…cosa stai dicendo, per…perché sei qui? Dov’è Chris?

-Miyu, sono qui perché ti amo e non posso vivere ancora senza di te! Possiamo rimanere insieme, Chris non è più un problema! Mi ha lasciato, è partita!

-No, non è possibile –Si staccò dal suo abbraccio –Stai mentendo, Chris non ti lascerebbe mai!

-E invece l’ha fatto! Ha capito che dopo quello che era successo alle terme non potevamo più continuare a stare insieme! Sarei qui se non fosse vero?

Kanata sorrideva, Miyu non vedeva quel sorriso così felice e sincero da anni, neanche quando erano alle terme aveva sorriso in quel modo. Lei sorrise a sua volta, era sincero, e l’abbracciò mentre aveva ricominciato a piangere (tanto per cambiare, si scioglie subito! ndMisato Ti sbagli, è questa ff che è un pianto continuo! ndSanachan)

-Kanata! Non ci posso ancora credere…sono così felice!

Si baciarono, poi Miyu ricordò perché era lì: -Kanata, c’è una cosa che devi sapere.

-Cosa?

-Io, io ecco…ho saputo oggi che aspetto un bambino. Il padre sei tu.

Kanata era rimasto imbambolato, non parlava più. Guardava Miyu senza pronunciare parola.

Miyu. –Ehi! Sei sconvolto?!

-No, cioè si! E’ incredibile, è una notizia bellissima! E’ un maschio o una femmina?

Miyu incrociò le braccia e imbronciò il viso: -Come faccio a saperlo? E’ passato solo un mese! Che ottuso!

-Ottuso a chi?!

Miyu sorrise felice: -Andiamo a casa, dobbiamo parlarne ai miei- Poi guardò ai piedi del ragazzo –Hai portato la valigia, vedo che hai intenzione di trattenerti per molto…

-Più o meno, credo tutta la vita!

Tornarono insieme a casa. Lungo il tragitto Kanata raccontò tutto quello che era successo sino al giorno precedente, quando Chris aveva rinunciato definitivamente a lui. Miyu ascoltava con attenzione, poi arrivarono a casa della ragazza. Quando entrarono, ai genitori prese un colpo vedendo Kanata e per giunta mano nella mano con Miyu. Dopo le dovute spiegazioni Miyu si decise a parlare del bambino. La madre svenne sul colpo, e l’ora seguente trascorse nel tentativo di farla riprendere.

 

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Capitolo 11
*** Bonus: ma non manca qualcuno? ***


Capitolo 3:Ritorno alla vita

Bonus: Ma non manca qualcuno?

 

Erano passati tredici anni da quel giorno…no, non fraintendete: non il giorno in cui ha avuto inizio la storia, ma il giorno in cui due innamorati si sono ritrovati dopo mille avvenimenti, incertezze, dubbi.

Miyu: -Kanata! Sbrigati! Arriveremo tardi alla cerimonia, lo sapevo!

-Sta calma! Sono pronto! Miu, dove sei?!

-Sto arrivando papà! Sto mettendo le scarpe!

-Mamma mia, che famiglia disastrata!

Kanata:-Zitta e corri!

Dalle scale del tempio scesero tre persone: un ragazzo, sui trent’anni.  Scendeva agilmente, e incitava la moglie e la figlia a sbrigarsi. Aveva folti capelli castani, e due occhi talmente profondi da potersi perdere dentro. La moglie, aveva la stessa età del marito. Dei capelli biondissimi le cadevano sulle spalle, e due grandi occhi verdi osservavano sorridente la figlia. La ragazza in questione, aveva quasi quattordici anni. Gli occhi erano dello stesso colore della madre, mentre i capelli che le coprivano la schiena erano castani, come quelli del padre. Correvano tutti e tre, sino a raggiungere una macchina, che li avrebbe portati a scuola della ragazza alla cerimonia di inizio del nuovo anno. Arrivarono appena in tempo per l’inizio del discorso del preside (preside operaio come chiamo io quello della mia scuola ndMisato), e si separarono. Miu andò a sedersi nei posti riservati alla sua classe. Non conosceva nessuno, era stata sino ad allora in America. Si era trasferita solo qualche mese fa, perché i suoi genitori avevano deciso di tornare a vivere in Giappone.

Miyu e Kanata non erano entrati in palestra.

Miyu: -Incredibile, non avevo mai visto tanta gente in questo istituto! Quando ci venivamo noi c’era un altro direttore. L’anno in cui sono stata qui non ha fatto il discorso, vero?

-Veramente sei tu che sei arrivata a metà trimestre, e poi da quando l’istituto comprende anche le superiori il discorso è d’obbligo!

-Hai ragione, me ne ero dimenticata!…Kanata?

-Si?

-Ti ricordi, quante cose sono successe qui?

-Come potrei dimenticarle.

-Già, anche tutte le persone che abbiamo conosciuto qui…

Miyu si riferiva ai loro vecchi amici. Da quando erano tornati a vivere al tempio, avevano ripreso contatti con tutti, l’unica che non vedevano da quattordici anni era Chris. Entrambi si rattristarono ricordando quello che era successo, chissà se era tornata in Giappone. Avevano provato a cercarla in quegli anni, ma ogni ricerca era stata un insuccesso. Quattordici anni prima, quando Kanata raggiunse Miyu a New York, era iniziata la loro nuova vita. Quel pomeriggio, Miyu e Kanata lo trascorsero parlando con i genitori della ragazza. Inizialmente con il padre dovettero far riprendere Miki dallo svenimento. Una volta svegliata, spiegarono cosa fosse successo. I genitori proposero subito un matrimonio, ma i ragazzi che erano molto più seri uscirono per parlare da soli. Per le strade di Manhattan discussero sul loro futuro. Il loro figlio, anzi, la loro figlia come scoprirono in seguito sarebbe nata in autunno; non avevano molto tempo per organizzarsi, ma bastò. Kanata tornò in Giappone per terminare il liceo, ma quando Miyu partorì era accanto a lei, e il primo anno rimase ad aiutarla. Dopo aver terminato gli studi si trasferì in America dove frequentò l’università e aiutò la ragazza a preparare gli esami a casa, visto che non poteva frequentare i corsi. Lui divenne avvocato, mentre Miyu voleva utilizzare la laurea in giurisprudenza per lavorare come PR. Nel frattempo, la loro bambina aveva già cinque anni, e Miyu e Kanata entrarono subito nel mondo del lavoro. Kanata iniziò a lavorare in uno studio legale, mentre Miyu aveva ottenuto l’incarico di PR alla Nasa. Un anno dopo si sposarono, e ora assieme a Miu erano una vera famiglia. Trascorsero altri anni, e entrambi iniziarono a sentire mancanza dei vecchi amici. Dopo un ulteriore anno, Miyu riuscì ad ottenere il trasferimento in Giappone, e Kanata aveva la possibilità di aprire un suo studio. Siamo arrivati ad oggi, dopo due mesi circa dal trasferimento.

Decisero di tornare a casa, dovevano aiutare Hosho a preparare i bagagli per un nuovo pellegrinaggio. Arrivati al tempio non trovarono nessuno, solo un biglietto del padre di Kanata che li avvertiva che aveva fatto da solo, e presto avrebbe fatto avere loro sue notizie. In quel momento sentirono un forte rumore provenire dal giardino:

Miyu:-Ma cosa sta succedendo fuori?

-Aspetta qui, vado a vedere io –Kanata uscì e si trovò davanti quello che non avrebbe mai immaginato: suo figlio.

-Lou?!

-Ciao papà!- Kanata stentava a riconoscerlo, certo, il viso era sempre quello del suo bambino, ma ora era, era cresciuto! Davanti a se aveva un ragazzo alto, biondissimo con due grandi occhi blu.

-Lou, ma quanti anni hai?

-Diciassette, ma…papà cos’è quella faccia? Non mi riconosci?

-Sei…sei cambiato, sei grande. Vieni qui! –Si abbracciarono, e Lou ricordò a Kanata che la madre aveva mantenuto la promessa che gli aveva fatto. Poco dopo uscì di casa Miyu:

-Kanata, ma cosa…Lou?! –Miyu corse ad abbracciare il figlio, quasi lo strangolò.

-Mamma! Ah…

-Ah, scusa Lou. Ma cosa… come hai fatto a tornare? Come mai sei tornato? 

-Ora ho diciassette anni, ho preso la patente spaziale. Grazie a quella posso viaggiare nello spazio, e sono venuto subito a trovarvi. Come state? Siete cambiati, nelle foto che Baumiao mi ha fatto vedere siete molto più piccoli!

Kanata: -Sono passati diciassette anni anche per noi, ma Baumiao non è con te?

 -Gli sarebbe piaciuto venire, e vi saluta, ma ora è l’aliensitter della mia sorellina, che ha cinque anni. Doveva rimanere con lei.

Miyu piangeva per la felicità, cercando di parlare disse: -Quanto…quanto hai intenzione di trattenerti?

-Quanto volete, i miei genitori vi chiedono di sopportarmi per un po’!

Miyu lo riabbracciò e lo baciò sulla fronte: -Puoi restare finché vorrai. Lou, non puoi capire quanto sia felice di vederti!

Kanata:-Ok, ok, ora però rientriamo.

-Kanata,sei un insensibile! Mi dispiace anche per Miu che deve sopportarti!

Lou: -Ma chi è Miu?

Miyu: -Ah, tu non lo puoi sapere. E’ nostra figlia.

-Vostra figlia?!

Kanata e Miyu si guardarono:-Perché, cosa c’è di strano?

-No, niente, sono solo sorpreso. Quanti anni ha?

-Quattordici.

Lou fece un piccolo calcolo a mente:-Ma allora è nata quando voi avevate diciassette anni?!

Miyu arrossì leggermente:-Si –Poi lei e Kanata raccontarono al ragazzo tutta la storia, che li ascoltava attentamente e li guardava con uno sguardo incredulo. Arrivò l’ora di pranzo, e mentre Miyu preparava un pranzo speciale, Kanata e Lou portarono i bagagli nella stanza degli ospiti.

Lou: -Era questa la mia stanza?

-No, quella che era tua ora è occupata da Miu. E’ in fondo al corridoio, valla a vedere. Io nel frattempo vado da Miyu, avrà bisogno di una mano in cucina, imbranata com’è!

Lou sorrise divertito, poi si avviò verso la camera. Era rimasto colpito dai suoi “genitori”. Il loro rapporto era diverso da quello che Baumiao gli aveva descritto. Secondo i suoi racconti quei due non facevano che bisticciare, mentre ora erano addirittura sposati! Certo, da quello che aveva visto qualche battibecco c’era ancora, ma era tra innamorati, niente di strano. Entrato nella camera, rimase deluso:

“Che schifo! Tipica stanza femminile! E io avrei dormito in una stanza del genere? Certo, diciassette anni fa non era così, però fa una strana impressione”

La stanza era arredata in stile occidentale, il che stonava un po’ con il resto della casa, però era logico. La ragazza aveva vissuto per quattordici anni in America, non la si poteva abituare da un giorno all’altro a dormire su un futon! Oltre al letto c’era un armadio in legno sullo stesso stile della scrivania e un divanetto. Poi nell’angolo vicino alla finestra una specchiera. Le pareti erano ricoperte da una carta da parati con motivo floreale, ma anche da poster di vari cantanti e attori, e da fotografie. Lou si avvicinò alle fotografie, nella speranza di riconoscere la figlia di Miyu e Kanata, ma non riuscì a vederle perché una voce lo richiamò:

-Ehi! Tu chi sei, e che ci fai in camera mia?

Lou si voltò, una ragazzina lo osservava attendendo una risposta esauriente. Lou la riconobbe subito come figlia di Miyu e Kanata, infatti aveva gli occhi identici a quelli della madre, e i capelli erano dello stesso colore del padre.

Lou:-Sei Miu vero?

-Si, e tu chi saresti?

Entrarono nella camera i genitori.

Miyu:-Ah Miu, sei rientrata, non ti avevamo sentita.

-Mamma! Lui chi è?

Kanata:- E’ Lou, te ne abbiamo parlato no?

La ragazza puntò il dito verso Lou:-E questo qui sarebbe Lou?

Lou:-Perché, qualcosa non va?

Miu si voltò ancora verso la madre: -Ma era poco più di un poppante!

-Poppante a chi?!

Intervenne Kanata (non per niente è un avvocato ndMisato): -Miu, lo vedi anche tu. Sono trascorsi diciassette anni, non poteva rimanere un lattante per sempre!

A quel punto Lou alzò la voce: -Papà! Ti ci metti anche tu?! E tu, grazie per il poppante.

Miu:-Di niente, dovuto.

Miyu:-Vi volete calmare?! Miu chiedi scusa a Lou, e tu Lou si può sapere cosa ci facevi in camera di Miu?

-Volevo vedere la mia stanza.

-Ma che stai dicendo?!  Questa è la mia stanza!

Kanata:-Ragazzi, calmatevi! Andiamo a pranzare.

-Si papà!- Risposero in coro, dopo si fulminarono con lo sguardo. Durante il pranzo Miyu e Kanata cercarono di far riappacificare i due, impresa non semplice. Ad un certo punto Miu si alzò da tavola.

Kanata:-Che c’è Miu?

-Ho un appuntamento con i miei amici tra un quarto d’ora. Devo andare.

-Non finisci di pranzare?

-Non ho molta fame, vado. Ci vediamo stasera.

-Ciao.

Lou osservava Miu, sembrava ancora arrabbiata. Poi la ragazza venne fermata dalla madre:

-Miu, perché non fai venire anche Lou?

-Cosa?! Stai scherzando vero?

-No, a te Lou non andrebbe?

Miu:-Mamma! Credo che ti sfugga un piccolo dettaglio. Prima di tutto neanche lo conosco, poi esco con i miei amici, lui non c’entra assolutamente niente!

Lou: -Lascia perdere mamma…

Miu: -E smettila di chiamarla mamma, non è tua madre!- Poi scappò via, lasciando tutti a bocca aperta.

Miyu:-Perdonala Lou, non so cosa le possa esser preso. Di solito non si comporta così. Appena rientra a casa le faccio vedere!

-No mamma, ha ragione. Lasciala stare.

Kanata: -Lou, non dare peso a quello che ha detto. Noi ti vogliamo bene come se fossi nostro figlio.

Lou sorrise, poi si alzò anche lui dicendo che era stanco e aveva bisogno di riposare. Il pomeriggio trascorse velocemente. Verso le sei, Lou che si era svegliato, avvertì i genitori che sarebbe andato a fare un giro. Uscì e andò in centro. Per le strade di Shibuya, si divertì ad osservare i terrestri, e le vetrine di alcuni negozi di elettronica. Poi in un bar vide Miu da sola. Ma non era uscita con i suoi amici? Rifletté un secondo, doveva andarle incontro o far finta di non vederla? Era certamente arrabbiata con lui, forse era meglio parlarle prima di rientrare a casa. Entrò nel bar e si avvicinò al suo tavolo mentre la ragazza leggeva attentamente un volantino. Non si accorse di lui.

-Miu?

Lei si voltò con uno scatto: -Ah, sei tu. Cosa vuoi?

-Ero uscito e ti ho visto qui da sola. Non eri con i tuoi amici?

-Non credo siano fatti tuoi- Prese la borsa e fece per alzarsi, ma Lou la bloccò con i suoi poteri –Ehi, ma…Sei tu vero? Mi lasci andare?!

-Stai tranquilla, sono entrato solo per chiederti scusa- Miu smise di dimenarsi –Non sarei dovuto entrare nella tua camera.

-Cosa…- Si sedette nuovamente –Non ti preoccupare, non è per quello che sono arrabbiata. Anzi, forse non sono neanche arrabbiata. Solo un po’ triste.

-Non era per quello?

-No, anzi, scusami per quello che ti ho detto. Sono un po’ impulsiva.

-Ti va di parlarne?

-Cosa?

-Dai, ti offro qualcosa…

Miu lo interruppe: -Non dire cretinate. Non hai neanche un soldo terrestre, vero?

Lou rise per nascondere l’imbarazzo per la figuraccia, quella ragazzina non era certo stupida!

Miu:-Lo sapevo. Però visto che ti sei offerto di ascoltarmi ora rimani. Ti offro io qualcosa. Cosa prendi?

-Non lo so, non conosco nessuno di questi cibi. Tu che prendi?

-Io una fetta di dolce al cioccolato, la vuoi anche tu?

-Ok.

Poco dopo Miu tornò con due piattini nelle mani.

-Grazie.

-Di niente.

-Allora?

-Allora cosa?

-Qual è il problema?

Miu sorrise: allora voleva ascoltarla davvero! Poi ritornò seria: -I miei genitori.

-Miyu e Kanata?! A me sembrano due normalissimi genitori, certo litigano spesso, però…

-Non è per i litigi, a quello sono abituata, e comunque non litigano spesso. E’ per oggi. Forse, anzi, sicuramente non te ne hanno parlato, oggi era il mio primo giorno di scuola superiore, per di più in Giappone.

-Hai avuto problemi con la lingua?

-No, i miei a casa hanno sempre parlato giapponese. Quando sono arrivata a casa, mi aspettavo una marea di domande, di attenzioni, invece eri arrivato tu. Non l’avrai notato, ma non mi hanno chiesto niente. Le attenzioni di tutti erano focalizzate su di te. E’ per questo che a pranzo sono esplosa: quando tu l’ hai chiamata mamma mi sono sentita esclusa, come se non facessi parte di quella famiglia.

Lou aveva capito perfettamente il problema: -Non ti preoccupare, sono sicuro che stasera ti chiederanno qualcosa.

-Non credo proprio, conoscendoli! E poi penseranno di sicuro a chiedere tue notizie, sono anni che non vi vedete! Mi sembra ovvio che il mio primo giorno di scuola passi in secondo piano!

-Pensa quello che ti pare, però secondo me la loro reazione è stata dovuta allo smarrimento iniziale: non si aspettavano certo di rivedermi! Passato il momento, ti chiederanno di sicuro informazioni! Ah, buono questo dolce!

Miu si stupì della velocità con cui quel ragazzo aveva cambiato espressione. Un attimo prima parlava con espressione seria, mentre ora decantava sorridendo la bontà del dolce. Rimase un attimo ad osservarlo, non era affatto brutto quando sorrideva! Poi scosse con decisione la testa, come per togliersi dalla mente certe considerazioni.

Lou: -Che hai?

Miu arrossì vistosamente:-No niente, niente!

-Sei diventata rossa mentre mi guardavi…non è che ti sei innamorata di me, vero?

-Cosa…cosa stai insinuando?! Non ti far venie in testa strane idee, come potrebbe piacermi uno come te?!

Lou sorrise maliziosamente:-Non lo so, dimmelo tu. Non sono io che arrossisco guardando un ragazzo!

-Ma sei stupido? (frase famosa…W EVA! ndMisato) Ma guarda questo, e io che credevo di aver parlato con uno che aveva un po’ di cervello! Come non detto…

-Ehi! Calmati. Non mi faccio strane idee su una ragazzina di quattordici anni, per di più una che dopo aver visto un fusto come me nella sua camera mi ha dato del poppante!

-Non ti gasagonfiare troppo! (ndRanKotobuki) A me sembra che ti calzi a pennello, e poi nessuno ti aveva dato il permesso di entrare nella mia stanza! Probabilmente eri alla ricerca di chissà cosa, sei solo un maniaco!

-Cosa cosa? Tu credi che sia entrato nella tua stanza alla ricerca di biancheria?! Ti stai sopravvalutando troppo- poi abbassò per un attimo lo sguardo sul petto di Miu  –Porti appena la prima, giusto? Non ne sarebbe valsa neanche la pena!

Miu era tutta rossa in viso, incazzata nera (gioco di parole idiota! NdSanachan Non l’ho fatto apposta! NdMisato). Tirò un ceffone a Lou, talmente forte da far voltare le persone che erano sedute nei tavoli vicini. Poi si alzò e disse:

-Sei solo un esaltato!

Lou si massaggiò la guancia, dolorante per il colpo ricevuto, poi mentre la ragazza usciva dal locale le urlò dietro: -Ci vediamo a casa!

Miu era furibonda. Mai un ragazzo si era permesso di dirle cose del genere! Tutt’altro, nonostante non avesse sul serio molte forme, quel giorno a scuola parecchi ragazzi avevano cercato di fare la sua conoscenza e le avevano chiesto il numero di cellulare.

“Che esaltato! Ma chi si crede di essere?!”

Tornò a casa prendendo a calci tutto quello che le capitava sotto i piedi. Davanti alla porta del tempio esitò: ora avrebbe saputo quanto i suoi genitori la tenessero in considerazione. Entrò cercando di farsi sentire il più possibile:

-Mamma, papà! Sono a casa!

Miyu:-Ah tesoro, sei rientrata. Com’era il film?- Miyu era in cucina.

-Ehm…non mi è piaciuto molto…

-Di cosa parlava?

Miu si trovò in difficoltà: cosa si inventava ora? Poi le venne in mente la conversazione con Lou: -Era la storia di un ragazzo, borioso e antipatico. Nonostante fosse carino non esitava a prendere in giro le altre persone.

-Capisco- La madre apparve sulla porta, mentre con un asciugamano tamponava le mani –Cambiando discorso, prima nella confusione generale non sono riuscita a chiedertelo…com’è andata a scuola?

Miu sorrise felice:-Benissimo, non ho avuto problemi con la lingua, e visto che non ero l’unica a non conoscere nessuno non mi sono sentita a disagio. Poi ho visto un sacco di bei ragazzi, molti mi si sono presentati e mi hanno chiesto il numero di telefono, che bello!

-Sono felice per te, spero solo che tu non l’abbia distribuito a persone poco raccomandabili…

-Si mamma, lo so.

Si sentì chiudere la porta: -Sono tornato!

-Ciao papà! Dove sei stato?

-Sono andato un attimo in studio.

-Kanata, non è che per caso hai incontrato Lou? Sono preoccupata, è quasi ora di cena…

-Si, mi ha chiamato. Ha detto che sarebbe rientrato più tardi perché voleva passare a trovare gli altri.

-Uffa, e io che mi stavo impegnando in cucina per lui…

Miu e Kanata urlarono in coro:-Significa che noi non meritiamo di mangiare cibo decente?

Miyu rise, padre e figlia ragionavano allo stesso modo.

Dopo cena Miu andò in camera sua. Aveva preparato lo zaino per il giorno dopo, e stremata per tutto quello che era successo quel giorno, si buttò sul letto. Non pensò a quello che le era accaduto a scuola, piuttosto pensò a Lou, pentendosene subito dopo:

“Non è ancora tornato, chissà che fine ha fatto! Oh no, accidenti! Come mi viene in mente anche solo di pensare a quello stupido? Se penso a quello che mi ha detto…ma magari viene investito!” (ovviamente non dice sul serio, non ha manie omicide come la sottoscritta…ndMisato).

Non riuscendo a prendere sonno, Miu andò in cucina per prendere un bicchiere d’acqua. Guardò l’orologio, era l’una, e i suoi genitori erano già in camera.

“Tsk, se fossi stata io a non essere rientrata a quest’ora, chissà cosa mi avrebbero fatto!”

Poi sentì qualcuno nell’ingresso, e cercò di fare il minor rumore possibile. Dal corridoio Miu intravide Lou:

-Ti sembra orario per rientrare?

-Ah scu…Ehi, Pensavo fosse mamma!

-Spiacente, mamma è già a letto.

Lou prese la palla al balzo:-Sei rimasta ad aspettarmi? Eri preoccupata?

A Miu quasi andò di traverso l’acqua: -Sei proprio uno stupido, mi stavo per strozzare! Ero semplicemente venuta a prendere un bicchiere d’acqua! Incredibile, ritardatario e anche ostinato!

-Forse cara miss perfezione ti sfugge che sono rientrato più tardi solo per farti un favore! Se fossi tornato prima, sai che bella conversazione avresti fatto a cena con i tuoi?!

Miu non sapeva cosa dire, era l’ultima cosa che si sarebbe aspettata da un tipo come lui.

Lou:-Ora vado a dormire, sono stanchissimo!

-Ah…-Lou era già tornato in corridoio. Miu rimase con il bicchiere in mano per qualche minuto, non sapeva cosa fare. Poi silenziosamente, prima di rientrare in camera passò davanti alla stanza di Lou. Socchiuse leggermente la porta, ma tutte le luci erano spente

Miu:-Lou…grazie- Poi richiuse e andò a dormire.

 

 

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