You are my past, my present, my future

di sognovanesio
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Auror e la ragazza ***
Capitolo 2: *** Il nuovo Auror ***
Capitolo 3: *** L'interrogatorio ***
Capitolo 4: *** La missione ***



Capitolo 1
*** L'Auror e la ragazza ***


Nota d’autore: questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di J

 

Nota d’autore: questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di J. K. Rowling. Vi sono spoiler del 5° libro poiché ho cominciato a scriverla prima che il 6° libro fosse uscito. Scrivo questa storia non a scopo di lucro, ma per puro svago. Spero di divertire e compiacere coloro i quali la leggeranno e avranno la gentilezza di commentare (pietà per i commenti! E’ la prima fanfic che pubblico!!!).

Commento personale: Io, ad ogni modo, mi sto divertendo! Chiedo in anticipo scusa per eventuali errori grammaticali e sintattici, altresì definiti “orrori”. Bhè… allora… vediamo di cominciare a narrare la storia…

 

****

You are my past, my present, my future

 

1° capitolo: L’Auror e la ragazza

 

Erano passati alcuni anni dal giorno in cui lasciò per l’ultima volta la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Ginevra Weasley da allora era cresciuta, divenendo una bellissima donna in carriera, che esercitava la professione di Auror, al Ministero della Magia Inglese. Ella aveva 24 anni ed era felice, poiché la sua vita non era mai stata così perfetta: aveva una famiglia meravigliosa (oltre che larghissima): Ron ed Hermione si erano sposati e ora vivevano alla Tana, con lei, con i suoi genitori e con Harry. Ginny era stata con lui per ben tre anni, ma l’anno precedente avevano deciso, di comune accordo, di lasciarsi perché avevano scoperto che il loro non era amore, ma una profonda amicizia che li legava e ormai per lei non era altri che un caro amico su cui poter sempre contare. Bill e Fleur Delacroix si erano felicemente sposati ed ora avevano due bellissimi figli, Arthur e Marie. Charlie lavorava ancora in Romania ed era fidanzato con una strega del posto, come Percy lo era con Penelope Light che però tra breve sarebbero diventati marito e moglie. Fred e George erano i coniugi rispettivamente di Alicia Spinnet e di Katie Bell. Ginevra andava d’accordo con tutte le sue cognate ed era single. Quel giorno, dopo essersi accuratamente vestita con un talleur verde chiaro dall’aspetto sportivo che si abbinava perfettamente con i suoi capelli rosso fuoco, scese felicissima in cucina. Vi era Hermione che, come Harry e Ron, era un’ Auror e l’aspettava già vestita di tutto punto, con sopra la divisa blu notte.

-Ciao Hermione!- disse quasi ridendo la rossa.

-Ciao Ginny! Come mai così allegra oggi?- le chiese Hermione sorridendole di rimando e preparandole la colazione.

-Non lo so! So solo che è tutto così perfetto!-

-Cioè?-

-Ho una famiglia meravigliosa che mi vuole bene! E’ tutto così perfetto!-. Hermione le passò la colazione che velocemente consumò.

-Come mai già pronta oggi?- le chiese poco dopo accorgendosi del suo abbigliamento.

-Oggi devo andare prima a lavoro… sai com’è… devo fare il mio turno di guardia. Dalle otto di mattina alle otto di sera… non possiamo lasciare il Ministero privo di Auror.-

-Già… e pensare che domani toccherà a me quel turno!- disse Ginny sconsolata.

-E’ una vera fatica! Addirittura dodici ore a sperare che nessuna parte del Regno Unito venga attaccata dai Mangiamorte…- ribattè alquanto tristemente Hermione e Ginny annuì in silenzio. La seconda guerra non si era ancora conclusa, anche se Voldemort aveva perso la maggior parte dei suoi poteri. Mangiamorte attaccavano spesso città gabbane o magiche, ormai non tanto per cercare di prendere il potere Inglese, quanto per rendere ancora viva la paura di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato… comunque gli Auror non erano mai calmi perché sapevano che sarebbe potuto tornare ad essere il temibile Oscuro Signore in qualsiasi momento. Alcuni dei suoi fedelissimi gli erano al fianco e combattevano strenuamente per lui. Gli Auror nel frattempo li ricercavano con altrettanta durezza. In cucina entrarono contemporaneamente Ron e Harry.

-Buongiorno a tutti!- disse Ron mestamente. Harry prese posto accanto a Ginny che lo guardò: era tutto spettinato!

-Come mai così Ron?- disse perplesso Harry, indicando l’espressione lugubre che aveva dipinta in volto.

-Me lo chiedi, Harry? Dodici ore al Ministero! Questo è il mio turno di oggi! Ti sembra che qualsiasi Auror quando sta per farlo sprizzi felicità?- rispose Ron depressamene.

-Anche tu, Ron? Ahhh! Mi dispiace! Condoglianze!- disse Ginny scherzando.

-Suvvia, Ginny… non penso sia così divertente come mi fai credere tu!-

-Oh Ron! Io ho il tuo stesso turno domani! So benissimo cosa significa ma prendiamola dal lato comico!-

-Io non ce lo vedo il lato comico, sorellina!-

-A quanto pare oggi Ronald Weasley non si è svegliato allegro!- notò Harry.

-Pensate che ho anche sognato di essere rincorso da tre grossi ragni per una strada lunghissima…- rispose Ron rabbrividendo.

-Non potevi disintegrarli con un’ARANEA EXUMAINE?- disse Hermione scoppiando a ridere poco dopo.

-Già, Hermione! La prossima volta che li sognerò mi ricorderò di farlo!- disse Ron sarcasticamente. Gli altri tre scoppiarono a ridere. Poi Hermione guardò l’orologio ed annunciò a Ron:

-Dobbiamo andare al Ministero! Sono le otto!-. Ron si alzò con lentezza dalla sedia, salutò Ginny ed Harry e con lei si smaterializzò, lasciando i due ragazzi soli. Finirono la colazione in silenzio, parlando poco… anche se tutto era finito tra loro… Bhè… rimaneva un po’ l’imbarazzo!!! Ginny, dopo essersi fatta comparire indosso la divisa da Auror, chiese ad Harry:

-Senti, tu oggi non devi lavorare? Hai la giornata libera?-

-Ehm, si… perché?-

-N-no… nulla… è solo per sapere. Ciao.-

-Ciao.- Fu la laconica risposta del ragazzo. Ella si smaterializzò per comparire poco dopo davanti al suo ufficio. Erano le nove… l’ora precisa in cui si recava a lavoro.

-ALOHOMORA- mormorò tranquillamente aprendo la porta che usava chiudere a chiave. Era uno dei pochi Auror ad avere l’ufficio tutto per se, perché solitamente in ogni stanza c’erano uno o più Auror. Pensava proprio a questo quando si sedette sulla propria sedia, dietro la scrivania e prese e studiare alcuni fogli dove erano riportati tutti i Mangiamorte e criminali con i loro nomi e dati vari. Bhè, ne erano almeno un centinaio se non due. La sua scrivania era un completo disastro: c’era di tutto: da pergamene scarabocchiate a penne gabbane, da giornali a documenti di lavoro. Ad un tratto però sentì bussare alla porta. Andò ad aprire per vedere chi fosse e, senza esitazione, un messaggio di carta a forma di aereo, di colore viola entrò nell’ufficio. Ginny lo prese e lo lesse:

“L’AUROR GINEVRA WEASLEY E’ DESIDERATA DAL GENERALE SUPREMO DEGLI AUROR,McGRIFFITH.-

Ginny strappò il fogliettino e dopo aver chiuso il suo ufficio a chiave con la bacchetta, si avviò verso quello del generale. Quando arrivò davanti alla porta del suo superiore, prese un gran respiro e chiedendosi cosa mai volesse, bussò:

-Venga avanti, signorina Weasley!- disse una voce profonda e stanca. La ragazza entrò e si trovò il generale davanti: un’abituale espressione severa era dipinta sul suo viso su cui si vedevano sempre più marcati i segni dell’età. Un pizzetto gli caratterizzava il mento e i capelli bianchi lo facevano sembrare ancora più anziano di quanto già non fosse. Più robusto ed alto della ragazza esordì affabile, indicandole una sedia, vicino alla sua scrivania:

-Prego signorina Weasley! Si sieda, la prego!-

-Buongiorno generale.-

-Buongiorno, buongiorno…- rispose quasi sbadatamente.

-Posso chiederle perché mi ha fatto chiamare?-

-Bhè… volevo chiederle se è disposta a fare una cosa…- rispose il comandante, sedendosi dietro la sua scrivania e incrociando le dita in modo professionale.

-Certo… ma di cosa si tratta?-

-Domani si trasferirà qui un nuovo Auror… noi e il consiglio supremo degli Auror pensiamo che ci sia bisogno di una persona che debba indicare al nuovo venuto il modo di funzionare del nostro Quartier Generale… lei crede di esserne in grado?-

-Penso di si…-

-Benissimo! Vorrei, però, che divida con lui anche il suo ufficio. E’ d’accordo?-

-Certo!-

-Allora grazie…-

-Di nulla generale… spero di fare un ottimo lavoro…-

-Ne sarà un grado! Lei è uno dei nostri migliori Auror!-

-Grazie…Potrei ora…???- disse Ginny arrossendo leggermente per il complimento fattogli dall’anziano mago.

-Si, vada pure!!!-

-Buongiorno-

-Buona giornata a lei!!!-.

Appena fuori pensò divertita, ridendo da sola: “Fantastico!!! Le ultime parole famose! Ho un ufficio tutto per me!!!”. Tornò di nuovo a lavorare e cominciò a fantasticare su chi potesse essere il nuovo collega… Sarebbe stato simpatico? Sarebbe stato carino? Sarebbe stato bravo e professionale? Oppure sarebbe stato antipatico, spaccone e svogliato? E poi da dove veniva? Forse dall’Australia, dall’Italia o dalla Francia? Sarebbe stato bianco o di colore? La cosa la divertì parecchio e la trovò anche più divertente dello sfogliare un libricino pieno di nuove leggi che il Ministro della Magia aveva messo in vigore solamente qualche settimana fa. Ad un tratto, però, sentì bussare nuovamente alla porta. Pensando che la giornata si stava prospettando piuttosto movimentata alzò lo sguardo e dopo poco obbiettò:

-Avanti!-. Entrò Hermione con in braccio una pila di pergamene dalle proporzioni esagerate.

-Ciao, Hermione!!!- La salutò sognante.

-Ti dispiacerebbe… aiu… tarmi?-

-Già!... scusami!-. Ginny si alzò e l’aiutò a poggiare i fogli sulla sua scrivania.

-Allora Ginny… firma qui!- le ordinò Hermione mettendole sotto il naso uno dei fogli.

-Che… cosa sarebbe?- domandò la rossa alquanto perplessa.

-Una petizione!!!- rispose isterica la ragazza.

-E per cosa?-

-Per cosa? E’ ovvio!!! Per il mio Comitato Per la Riabilitazione degli Elfi Poveri e Abbruttiti… come sai, ho formato questa associazione e ho trovato molti soci tra i nostri colleghi! Anche loro sono contro lo sfruttamento di quelle povere creature che sono nate e non hanno mai conosciuto la libertà!!!- disse orgogliosa Hermione, con fare sicuro, sguardo altero ed un accento teatrale quasi buffo.

-E a cosa servirebbe?-

-Se raccogliamo abbastanza firme, presenteremo la petizione al Ministro della Magia che sarà costretta a istituire una legge che impedirà ai maghi di schiavizzare gli elfi domestici!-

-Dove dovrei firmare?-

-Qui!!- Ginny scarabocchiò il suo nome e cognome e poi restituì ad Hermione il suo foglio firmato. La cognata riprese con se il malloppo di fogli, la salutò con un sorriso di gratitudine e fiduciosa di poter raggiungere il numero di firme sufficienti, scappò via. Per il resto della giornata si dedicò  a studiare le fotografie e gli identikit dei Mangiamorte e dei vari criminali fino alle cinque di pomeriggio, ora in cui smontava sempre dal lavoro. Si smaterializzò alla Tana in camera sua con un sonoro PLOP. Si tolse la divisa ed il talleur ed indossò un pigiama di colore lilla che si intonava magnificamente con i suoi capelli. Scese in cucina, dove trovò sua madre indaffarata tra i fornelli.

-Ciao, mamma!- esclamò all’improvviso con un sorriso sulle labbra. Molly sobbalzò e per lo spavento si girò e guardandola truce disse:

-Ginny!!! Non devi farmi prendere un colpo! Per l’amor del cielo!-

-Scusa! Dov’è Harry??- sbottò, cambiando in fretta argomento.

-In camera sua… a lucidare la tua Firebolt!!- continuò addolcendo l’espressione.

-Posso aiutarti???-

-No, cara… Riposati!!! Dopo se proprio vuoi!!-. Ginny la salutò e si andò a sdraiare sul divano. Lì ben presto si addormentò…

 

****

 

-Ginny!!!!- una voce conosciuta le stava gridando all’orecchio, cercando dispettosamente di svegliarla. Cominciò a scuoterla fin quando non aprì gli occhi. Si ritrovò il viso di suo fratello sotto al naso, sorridente e contento. Egli gridò:

-Finalmente ci siamo svegliati!!! Certo, Ginny, che eri proprio stanca… sembravi caduta in coma!!!-.

-Sta’ zitto, Ron! Perché devi essere sempre una fonte di disturbo per gli altri?- Sentì un’ altra voce, femminile questa volta, protestare animatamente e contrariata. Ginny in silenzio si tirò su e ancora un po’ scossa dall’essere stata svegliata di soprassalto da quel pasticcione di suo fratello salutò con un cenno Hermione. Ella le sorrise di rimando e borbottò rivolta a Ron:

-Anche io dovrei svegliarti così, sai?-

-Ma tu, amore mio, sei mia moglie! E le mogli devono essere dolci e delicate, proprio come io lo sono con te!-

-Se devo essere delicata come te, farei prima a diventare un ippopotamo.- Ron fece nei suoi confronti una smorfia arricciando il naso, come se avesse assaggiato una cosa troppo acida.

-Ma Hermione! Quanto limone hai messo nel tuo thè oggi?-. Ginny li seguì in cucina ridendo delle loro battute e risposte acide e quando si sedette a tavola si giustificò con gli altri dicendo un “Mi ero appisolata”.

Hermione aiutò la signora Weasley a portare la cena in tavola e sbottò:

-Lascia perdere tuo fratello… lo conosci, no?-

-Ma sentitela! Sentite la Signorina-Sottutto-Io…- ironizzò Ron con un ghignetto, guardando un Harry divertito.

-Bhè per lo meno non sono superficiale come te!-

-Io non sono superficiale, Hermione! Parliamo di te: abbiamo problemi più gravi del firmare una petizione per sostenere i diritti degli elfi domestici!-

-La petizione è una cosa utile, Ron…- lo rimbeccò infastidita, sottolineando con fare altero il suo nome.

-Non è vero! Levarci dai piedi i Mangiamorte è una cosa utile!-. E così cominciarono a litigare furiosamente, senza esclusione di colpi, come da quando erano fidanzati erano soliti fare. Ginny pensò però che assistere ai loro litigi era sul serio un vero spasso: ti permetteva di dimenticare i tuoi problemi e di pensare all’argomento, tra l’altro insulso del loro litigio. Pensò che in fondo l’amore non è bello se non è litigarello. Vide i suoi genitori ridere di gusto a quella scenetta che ricordava loro parecchio i primi anni del loro matrimonio, quando erano ancora una coppia spensierata… Quando ancora i figli non esistevano… e quando erano tutti piccoli… e quando dei Mangiamorte non si sapeva ancora l’esistenza… e quando Percy apparteneva ancora alla loro famiglia. Fu distratta da quel pensiero da Harry che le chiese piuttosto serio, rompendo tutta l’allegria del momento:

-Ma è vero che al Ministero viene un nuovo Auror?- Ginny lo guardò ancora distratta e poi rispose con noncuranza:

-Bhè si… così sembra… staremo nello stesso ufficio.-

-Ma se è un tipo poco raccomandabile? Penso che non sia prudente affidare il suo inserimento nella struttura ministeriale ad un Auror donna-. Ginny assunse un’aria incerta… cosa voleva dire? Forse pensava che lei non fosse stata capace di dare indicazioni al nuovo Auror?

-Ma… ma ti prego… non mi fraintendere… dico che non è prudente perché questo tizio forse non ha tutte le rotelle apposto e se è maschio…-

-Se è un Auror un minimo di buonsenso lo deve anche avere… e poi mi so difendere… con un incantesimo ben concentrato lo potrei sistemare a dovere… chi credi che io sia? Una alle prime armi?-

-Non è questo… sei una delle migliori Auror al Ministero… è che… sono solamente… preoccupato per te.- Mormorò Harry quella frase accentuando l’enfasi sulle ultime parole.

-Stà di buon animo… McGriffith sa quello che fa… se fosse stato un ”avanzo di galera” non penso che lo avrebbe fatto entrare nel nostro Ministero… deve essere molto bravo altrimenti staremmo proprio combinati male…-

-Se lo dici tu…-. Ron ed Hermione smisero di litigare e chiesero all’unisono con interesse dimenticandosi il battibecco di prima:

-Chi sarebbe quello nuovo?-

-Non so chi sia… so solo che starà nel mio ufficio che lo condividerò con lui e che gli insegnerò come funziona qui da noi… per il resto non so nulla… non so come si chiama, com’è e da dove viene.- rispose la ragazza.

-Ho sentito dei pettegolezzi al Ministero su di te oggi: alcuni colleghi giuravano di averti visto litigare con McGriffith e che il Generale per punirti del fatto che gli avevi risposto male te lo ha appioppato con la forza!- disse Ron contrariato.

-Che razza di pettegolezzi! Possibile che siano così insulsi? Non hanno neanche un fondo di verità!- protestò Hermione scuotendo il capo riccioluto in segno di dissenso.

-Perché tu, invece, li sai mettere in giro!- le rispose Ron.

-Io, mio caro, non ho bisogno di mettere in giro pettegolezzi perché non so che farmene… non sono altro che lingue biforcute, quelle che hanno parlato male di Ginny oggi… io non sono pettegola!-

-Io direi di si!- esclamò Ron ridendo brevemente dopo. Hermione però non apprezzò la risata di suo marito e obbiettò:

-Bhè…allora non mi conosci! Pensavo che tu conoscessi chi sposavi…-

-Aspetta, aspetta un attimo!!! Cosa stai insinuando? Che io ti ho sposato senza riflettere su quello che facevo? Bhè ammetto di aver avuto anche un bel po’ di coraggio a sposare una pettegola come te!-

-Sei odioso, Ronald Weasley!- e di qui cominciarono a litigare come ragazzini chiamando in causa Harry ed assillandolo chiedendogli da che parte stesse.

La serata passò in fretta e Ginny si alzò da tavola per prima e dopo essersi scusata con tutti andò a dormire. Era inverno e faceva molto freddo. Si mise sotto le coperte e dolcemente il sonno la avvolse. E la pace che fino a quel momento aveva regnato relativamente nella sua vita scomparve del tutto.

 

Allora? Che ve ne pare? So che il 1° capitolo è un po’ noioso però mi serviva per introdurre la storia. Aggiornerò quanto prima e approposito… LASCIATE UN COMMENTO!!!!!!

Ciao!!!!!

      

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Capitolo 2
*** Il nuovo Auror ***


Nota d’autore: Ciao

 

Nota d’autore: Ciao!!!!! Bentornati! -e l’autrice fa un inchino a tutti i suoi lettori-. Eccomi qui finalmente con un nuovo capitolo, in cui viene introdotto il nuovo Auror, comunque… prima di passare alla narrazione, vorrei ringraziare di cuore Love-fuffy, Dady e Fanny90 che sono state così gentili da lasciarmi un commento. Vi ringrazio per le parole incoraggianti che mi avete scritto e per aver fatto salire la mia autostima di per se sottoterra, di molto… sono contenta che vi sia piaciuta, anche perché non ne ero così sicura.

Love-fuffy: cercherò di evitare l’errore che mi hai sottolineato. Starò molto più attenta, grazie mille e continua a commentare!!

Dady: so che il testo è tutto attaccato. Chiedo umilmente perdono, ma non sono un mago in fatto di computer… non so se riuscirò a risolvere il problema, ma farò tutto il possibile per sistemarlo. Fammi sapere cosa pensi del capitolo seguente, ci conto!

Fanny90: ti ringrazio per ciò che hai scritto nella recensione!! Bhè… spero che ti piaccia anche questo capitolo… dimmi poi se ti piace!!!!

Ringrazio tantissimo anche quelle persone che hanno letto ma non commentato e spero che continuiate a leggere la storia, anche perché si prospetta piuttosto lunga e complicata (dipende dai punti di vista). Scusate per le chiacchiere e… buona lettura!

 

You are my past, my present, my future

 

2°capitolo: Il nuovo Auror

 

La sveglia cominciò a suonare incessantemente. Il trillo acuto e rapido arrivò prepotente  alle orecchie di Ginny che, suo malgrado, aprì dolorosamente gli occhi. La luce che penetrava dalle persiane che la sera prima aveva dimenticato di abbassare completamente l’accecò senza pietà e fu costretta a serrare forte gli occhi per resistere alla luce a cui lei non era ancora abituata. Piano poi li aprì e controllò quasi timorosa l’orario che la sua sveglia traditrice segnava: le sette di mattina. Con un gemito di sconforto appoggiò sconfitta la testa al cuscino e si fermò a riflettere: quel giorno avrebbe avuto il turno di dodici ore, dalle otto di mattina alle otto di sera e tra una settimana le sarebbe toccato fare una settimana di notti di seguito. Si maledì mentalmente poichè il suo spirito masochistico prendeva sempre il sopravvento e le faceva accettare turni che solo coloro i quali avevano una voglia matta di suicidarsi prendevano. Si stropicciò gli occhi e lentamente si alzò e, alla fine, più sconsolata che mai, ricordò anche del nuovo Auror che avrebbe avuto con se in ufficio. Quando si ritrovò nel bagno e fissò la sua immagine nello specchio pensò che la sua presenza o meno nel suo ambito lavorativo non avrebbe influenzato la sua vita e rassicurata da questo pensiero si lavò e si sistemò spostando la sua concentrazione altrove. Si pettinò pazientemente i lisci capelli rosso fuoco e si vestì con un jeans e un pullover bianco di lana con sotto una camicia di cotone del medesimo colore. Contemplò la sua immagine allo specchio e si trovò quasi incantevole se non fosse stato per quelle maledettissime lentiggini che le avevano rovinato la vita sin da bambina. Dopo aver messo apposto la sua camera scese in cucina e con un colpo di bacchetta fece comparire la sua colazione. Si sentiva così depressa e stanca che non aveva voglia neppure di mangiare. Sentì ad un tratto dei passi dirigersi verso il vano. Era Hermione che come sempre si alzava piuttosto presto.

-Buongiorno Ginny!-

-Ciao Hermione!-

-Noto che hai una faccia parecchio triste… immagino tu abbia il turno, vero?-

-E dopo una settimana di fila di notti.-

-Io a partire da domani con Ron.- Ginny ritrovò un po’ della sua allegria e ridacchiò:

-Sempre in coppia?-

-Sempre, cognata! Quanti doppi sensi ha questa frase?-

-Hermione, Hermione, tutto è relativo e lo sai meglio di me…-

-Mmmh… a ogni oggetto o persona… comunque…- Ginny guardò Hermione ma non la vide con la divisa indosso. Indossava semplicemente un pigiamone di quelli tenerissimi e una vestaglia lunga fino ai piedi e probabilmente di proprietà di Ron.

-Ma oggi hai giornata libera?-

-Si… e anche Ron…-

-D’accordo, ho capito l’antifona! Harry invece no.- Hermione con un colpo di bacchetta fece apparire la sua colazione accanto a quella di Ginny e prese posto vicino a lei.

-Agitata?- Le chiese quando si fu sistemata.

-Per cosa?-

-Per il nuovo Auror?-

-Diciamo indifferente…-

-Ah… mi hai lasciato di stucco.-

-Non posso permettermi distrazioni… a parte il fatto che sto in servizio tutta la giornata.-

-Ok… ma vengo a conoscerlo.-

-Va bene…-

-Che fate, fanciulle?- Una persona si intromise nella conversazione e prese posto di fronte a Ginny. Harry la salutò con un sorriso e si fece comparire la colazione davanti. Hermione allora intervenne in tono civettuolo:

-Ma sentitelo! A quanto pare oggi Harry Potter si sente buono!-

-Ehi! Io-sono-buono!- recitò Harry in modo buffo, gonfiando il petto e cercando di abbassarsi i capelli che aveva sempre in disordine, appiattendoli con le mani.

-D’accordo Potter! Ti crediamo sulla parola… A che ora entri in ufficio?- Sbottò Hermione dopo aver bevuto un po’ d’acqua.

-Alle nove, signora Granger e lei, signorina Weasley?- rispose in tono scherzoso il ragazzo.

-Io… tra dieci minuti… Rimango un altro po’ e poi mi smaterializzo nell’Atrium.- ribattè Ginny ingoiando un biscotto al cioccolato che aveva fatto sua madre qualche giorno fa.

Passarono alcuni minuti ma di Ron neanche traccia. Hermione cominciò a tamburellare le dita sul tavolo guardando la colazione che aveva sistemato per lui accanto ad Harry. Poi esplose con disappunto:

-Possibile che deve essere sempre la solita storia?  Per far svegliare quel poltrone di Ron ci vorrebbero le cannonate… non ce la faccio più… già lo avevo chiamato prima di arrivare in cucina e aveva biascicato che si sarebbe alzato fra cinque minuti…-

-Evidentemente si sarà addormentato di nuovo!- Pensò Harry alzando poi le spalle.

-Gliela faccio vedere io! Neanche a dire buongiorno!- sbraitò contrariata Hermione, lanciando occhiate indispettite alla soglia della porta. Ginny fece sparire la sua colazione e si alzò stiracchiandosi.

-Forse è meglio che vada… Lascialo dormire, Hermione… finchè può…-

-Senza-regole…- Ginny sorrise all’esclamazione della cognata e dopo aver fatto un cenno di saluto ad Harry si smaterializzò nell’Atrium. Non aveva voglia di andare subito in ufficio per poi non fare niente per tutta la giornata. Pensò di prendere l’ascensore e di perdere un po’ di tempo lì dentro.

Così si diresse verso di questi immersa nei suoi pensieri. In giro vi erano pochi maghi il cui lavoro richiedeva di entrare prima al Ministero. Andò verso un ascensore ma si accorse troppo tardi di essere andata a scontrarsi con una persona che aveva in mano alcuni scatoloni che caddero rovinosamente a terra, versandone il contenuto.

-M-mi spiace… n-non volevo… non ho prestato attenzione…- disse convulsamente, arrossendo per la figuraccia che aveva fatto e per il suo essere così maledettamente distratta. Tuttavia non guardò l’uomo che era stato vittima della sua disattenzione.

-Non fa nulla…- rispose egli. Ginny udì una voce di fredda cortesia… le sembrò di averla già sentita da qualche parte… di conoscerla già… quella voce apparteneva al suo passato. L’uomo si chinò a raccogliere gli scatoloni e dopo aver rimesso tutto apposto, Ginny poggiò il suo sguardo in quello di lui. Flashback tornarono rapidi nella sua mente, sfrecciando davanti ai suoi occhi con velocità impressionante, quasi surreale. Ricordò chi fosse quell’uomo… lo conosceva…: quella persona aveva i capelli di un biondo platino così chiaro da sembrare quasi bianco che gli ricadevano in ciocche ordinate e morbide sulla fronte. I suoi occhi erano grigi come il mare del Nord in tempesta e il ghiaccio…le sue labbra sottili e rosee… alto, infatti Ginny gli arrivava a mala pena alla spalla e dal fisico atletico, con muscoli ben scolpiti, lineamenti nobili e appuntiti, fattisi più maschili rispetto a quando lo aveva visto l’ultima volta, un ragazzino e nient’altro. Quel volto che si stava increspando in un’espressione di malizia e perfidia… Draco Malfoy aveva 25 anni. Anche lui si ritrovò ad osservare Ginny: lisci capelli rossi le ricadevano morbidamente sulle spalle, di corporatura esile con forme ben definite, era di un’altezza normale ed aveva un visino tondo… sul suo naso perfetto vi erano tantissime lentiggini, piccole e graziose, le sue labbra rosse e carnose e i suoi occhi azzurri, grandi ed espressivi, esprimevano in quel momento meraviglia e timore. Ginny socchiuse la bocca e strinse gli occhi per lo stupore… Da dove era uscito Draco Malfoy? Era sparito dalla circolazione per tutti quegli anni ed ora dal nulla si andava a scontrare contro di lui?

-Tu devi essere Ginevra Weasley… Grifondoro… e sorella minore di Ronald Weasley, vero?- chiese con un ghigno perfido dipinto sulle labbra sottili.

-D-draco Malfoy…-

-Si, Weasley, sono io… noto il tuo stupore!-

-T-tu… tu non puoi… -

-Cosa? Cosa non posso?- ribattè lui con veemenza, perdendo il suo ghigno per un attimo.

-…-  Malfoy scoppiò in una roca risata e continuò in tono canzonatorio:

-Weasley, Weasley… non cambierai mai… anche quando eri bambina sembravi così goffa! Morite ancora di fame a casa tua?-

-Lurido…-

-Approposito: Potter ha accettato l’idea di mettersi con te o ancora no? Ci vai ancora dietro o ci hai rinunciato?-

-Stupido serpente…-

-Ma immagino che dopo la delusione che ha avuto da quella capra cinese di Cho Chang tutte le ragazze gli vadano bene e perciò scommetto che si è messo con te… e il tuo sogno si è avverato… com’è sotto le coperte?-

-Maledetto bastardo…- Malfoy rise sguaiatamente per poi avvicinarsi di più a lei e rimbeccarla:

-Non ti scaldare piccola dilettante, o i capelli ti andranno a fuoco! Sbaglio o hai cominciato a ruggire?-

-A quanto pare la tua lingua biforcuta è rimasta la stessa invariata negli anni… la usi solo per ferire?-

-Ma anche per fare qualcos’altro… vuoi vedere?- Ginny si allontanò e si guardò intorno… meraviglioso! Non c’era nessuno.

-Stammi lontano o la mia bacchetta sarà l’ultima cosa che vedrai!- lo minacciò duramente, contraendo la mandibola.

-Credi di farmi paura?-

-Scegli tu…-

-Non mi sfidare, Weasley… non sai contro chi stai giocando…-

-Con un serpente… penso sia sufficiente, Malfoy.- sbottò lei, calcando sul suo cognome con rabbia. Draco si limitò a guardarla bieco e non rispose. Controllò l’orologio e poi sibilò:

-Levati davanti… ho altro da fare che stare a parlare con una stracciona.- Ginny ridusse gli occhi a due fessure e prima che potesse rispondergli, si era già allontanato. Allora piena di ira gli urlò contro:

-Spero di non rincontrarti più!!!!- Malfoy rise di scherno e le fece un segno con la mano per farle capire di avere inteso. Ginny riprese la sua strada sbraitando mentalmente… già era nervosa per la giornata che l’aspettava… ed ora ci mancava solamente quel dannato ex-Serpeverde della malora in mezzo ai piedi… Quando arrivò davanti alla porta del suo ufficio prese la bacchetta e puntandola contro la serratura mormorò con rabbia:

-ALOHOMORA!- La porta si aprì e dopo essere entrata se la chiuse alle spalle con un colpo secco. Sul tavolo i fogli dei ricercati erano aumentati e per quel giorno avrebbe dovuto appendere al muro quelli dei più importanti. Sbruffando cominciò a riordinare la scrivania e dopo aver cercato di mettere ogni biglietto e foglio al proprio posto, cominciò il lavoro che avrebbe dovuto fare quel giorno. Quando prese il primo foglio però sentì bussare alla porta. Lo poggiò  sulla scrivania e sospirando pronunciò:

-Avanti!!!- La porta si aprì di nuovo e sulla soglia apparve il Generale Supremo McGriffith che entrò nel suo ufficio lasciandola però aperta.

-Buongiorno Generale!- Lo salutò prontamente la ragazza, sorridendo leggermente.

-Anche a lei, signorina… vorrei avere il piacere di presentarle il nuovo acquisto del nostro Ministero, il nuovo Auror di cui le ho parlato… entri pure!- Il nuovo Auror entrò nell’ufficio e Ginny posò gli occhi su di lui… lo fissò sorpresa e sconvolta e a dir poco impallidì… Draco Malfoy la stava fissando con la stessa espressione. Dovettero poi stringersi anche la mano perché il Generale fece loro segno di farlo.

-Piacere… Ginevra Weasley…-

-Tutto mio… Draco Malfoy.- Ginny cercò di stritolargli poco gentilmente la mano, a differenza di Malfoy che tramutò la sua espressione in una dannatamente maliziosa. Sembrò elegantemente accarezzargliela con le dita affusolate e raffinate. Il Generale sembrò soddisfatto ed annunciò al ragazzo:

-Benissimo! Signor Malfoy, la sua scrivania è di lì… le ho spiegato già tutto e l’aiuterà la signorina Weasley… non si preoccupi… si troverà benissimo con lei!- Draco non rispose e si limitò a guardare la ragazza che rispondeva sorridente e sicura di se:

-La ringrazio.-

-Di niente, signorina… buongiorno.-

-Buongiorno.- Risposero entrambi sibilando quando il Generale si chiuse la porta alle spalle. Ginny cambiò rapidamente espressione ed evitando di fissare il nuovo arrivato si buttò sulla sedia sconvolta e sospirò pesantemente.

-E… quindi tu saresti il nuovo Auror?- gli chiese dopo un po’, cercando di riprendersi dalla sorpresa a dir poco orribile.

-Bhè, si Weasley… mi spiace per te…- obbiettò malignamente il ragazzo, guardandola storto.

-E io dovrei aiutare te ad ambientarti?- si lagnò la ragazza alzando lo sguardo al cielo e chiudendo gli occhi esasperata dal solo pensiero.

-Precisamente… in fondo hai dato la tua parola d’onore al Generale.-

-Io non ho dato proprio niente!!! Non sono così imbecille da promettere di aiutare una persona che non conosco! Ho solo detto che avrei provato ad aiutarti!!!- lo rimbeccò veemente, fulminandolo con lo sguardo.

-A me non importa niente se hai promesso oppure no… ora il tuo compito è quello di aiutarmi... – replicò lui con fare strafottente, cominciando a prendere potere della sua scrivania e facendo apparire gli scatoloni che prima aveva in mano, per terra.

-Oh, mamma mia…-. Detto questo lo fissò risentita, mentre sistemava con una lentezza estrema le sue cose nei vari tiretti… era una persona molto ordinata a prima vista, ma più di tanto non ci badò, tanto era arrabbiata con lui per il suo modo di rispondere e di rivolgersi a lei… o anche per la sua semplice presenza. Il fatto di vederlo così calmo a sistemare le sue cose, con un’espressione angelica, come da vittima innocente dell’ira della ragazza, la infastidì parecchio e sbottò esasperata:

-Ti dispiacerebbe essere così gentile da finire il lavoro che stai facendo?-

- Mi sto divertendo molto, davvero… dovresti provare anche tu a sistemare la scrivania.- ribattè lui  in tono serafico, ammiccando al disordine che nonostante la buona volontà della ragazza di farlo sparire rimaneva tale.

-Taci.-

-Ti sto dando un consiglio e mi dici di tacere? Non va bene così, Weasley… non è educato!- rispose con tono falsamente risentito il ragazzo, scoppiando poi in una sonora risata. Ginny si irrigidì e si sentì dannatamente presa per imbecille.

-Sei ridicola, Weasley!- fu il suo commento finale, dopo tutta quella sceneggiata.

-Maledetto furetto… mi chiedo come farò a sopravvivere otto ore al giorno!-

-Ci sarebbero tanti modi…- Ginny lo guardò sorpresa senza capire a cosa si stesse riferendo. Malfoy le lanciò uno sguardo che avrebbe potuto significare molte cose e poi riprese a fare ciò che stava facendo. Ginny sospirò e, dopo aver accavallato le gambe cominciò in silenzio a studiare per l’ennesima volta i profili e le storie di quei Mangiamorte, rimandando a dopo il momento di attaccarli al muro. Quando Draco ebbe finito di aggiustare le sue cose, si sedette scompostamente e cominciò a fissare la ragazza. Siccome ella non lo degnò di uno sguardo pur sentendosi osservata, chiese cercando di attirare l’attenzione :

-E allora?-

-Cosa “allora”?- replicò lei con un tono ancora profondamente scioccato.

-Sei diventata un’Auror e una mia collega.-

-E con questo cosa vorresti insinuare, di grazia? Tutti crescono, non credi?-

-Weasley… invece dico che sei rimasta una ragazzina…-

-Ascolta… fino a ieri sono stata in santa pace senza che qualcuno mi scocciasse con le sue chiacchiere e battute maligne sul fatto che posso essere oppure no cresciuta negli anni… vorrei continuare a fare il mio lavoro e a condurlo bene se non ti dispiace…-

-Non mi chiedi della mia vita?- continuò lui, come se la ragazza non avesse fatto alcuno sproloquio fino a cinque secondi prima.

-Cosa dovrei chiederti?-

-Per esempio che ne è stato di me dopo il mio settimo anno ad Hogwarts… cose così…-

-So solo che di te si sono perse le tracce… e ho sentito voci confuse su tua madre… per quanto riguarda tuo padre…-

-Anch’io ho studiato per divenire un Auror negli Stati Uniti… all’Auror’s college… poi ho continuato a vivere li e a lavorare fino ad oggi.- Ginny poggiò i fogli dei ricercati sul tavolo e gli dedicò più attenzione.

-Perché proprio negli Stati Uniti?-

-Forse avrai sentito la notizia che mio padre, il quale era rinchiuso ad Azkaban, era fuggito e si era schierato al fianco dell’Oscuro Signore, dedicandogli il corpo e l’anima…e mia madre, che amava quel campione di mio padre a tal punto da essere addolorata per non poterlo più vedere perché ormai era tenuta sotto stretta sorveglianza dagli Auror, che la sospettavano implicata nei traffici di mio padre, si è tolta la vita. – le rispose gelido il ragazzo osservando attentamente la reazione di Ginny. Poi continuò:

-Allora, non avendo più alcun legame con il Regno Unito, decisi di trasferirmi li.-

-E allora perché sei qui?- gli chiese interessata la ragazza.

-Per uccidere mio padre.- Ginny parve profondamente scossa da quello che sentì e aprì la bocca per parlare, ma poi la richiuse subito… la sconvolse parecchio il fatto che un figlio volesse uccidere suo padre… e il fatto che egli era diventato Auror non perché amasse veramente quel lavoro ma solo per trovare un modo legale per levarselo dai piedi senza essere accusato di omicidio…

-Ma perché… tu non ami questo lavoro!!!!-

-Immagino che tu abbia pensato che è l’unico modo legale per… ucciderlo. Hai ragione… io non faccio mai niente senza interessi.-

-Il Mangiamorte Lucius Malfoy è molto difficile da catturare… quasi impossibile.-

-Lo troverò… è solo questione di tempo…- Ginny si morse il labbro inferiore e gli chiese:

-Come fai a esserne così sicuro?-

-E’ semplice… ora si trova in Inghilterra-. Questo sembrò porre fine alla discussione su quell’argomento. A Ginny venne voglia di fargli una domanda, ma si rese conto che forse non era il caso neppure per un serpente come l’uomo che aveva davanti. Draco la guardò interessato e attese che lei parlasse.

-Ma… come hai fatto…?-

-A decidere di diventare un Auror?- la ragazza lo guardò sorpresa: come diamine aveva fatto a sapere quello che stava pensando? Draco la guardò divertito e continuò, ignorando i dubbi della ragazza:

-E’ stato piuttosto semplice. Dopo aver perso mia madre ho fatto la mia scelta… avevo come scopo solo quello di farla pagare a mio padre… ormai neanche più aveva influenza nella mia vita… probabilmente non sa neppure dove mi trovo e come sono.-

-E’ terribile…- commentò Ginny, colpita dalla sua storia.

-Sinceramente non lo so, Weasley… so solo che vieni visto da tutti al Ministero come una spia per l’Oscuro Signore, quando porti il cognome Malfoy.-

-Mi dispiace.-

- Non dispiacerti… non voglio la tua pietà.- ribattè lui sprezzante. Ginny lo rimbeccò duramente:

-Ma la mia non è “Pietà”! E’ solamente rammarico… non trovo giusto il fatto che tu venga visto dagli altri come una spia… se sei diventato un Auror non è certo indice che tu sia fedele a Tu-Sai-Chi!-. Se c’era una cosa che odiava Ginny Weasley era il fatto che le persone molto spesso potessero avere pregiudizi nei confronti di altre che neppure conoscono. Detestava quella situazione e si infiammava ogni qual volta se ne presentava l’occasione. Malfoy, per suo conto, la guardava piuttosto interessato e divertito: mai avrebbe potuto immaginare di incontrare la sorella del suo peggior nemico che non aveva avuto ancora modo di vedere e mettersi a discutere con lei dei suoi problemi passati. E la cosa che maggiormente lo intrigava era vederla difenderlo senza che nemmeno glielo avesse chiesto. Oltre al fatto che quella ragazzina era davvero carina…

-Non posso credere alle mie orecchie… mi stai difendendo.-

-Bhè… non trovo giusto il comportamento della gente!-

-Immagino di doverti ringraziare…- la provocò ironicamente.

-Non ho bisogno dei ringraziamenti, Malfoy.-

-Perché sei così interessata a me?- le chiese dopo un po’, guardandola maliziosamente.

-Non preoccuparti, “Draco”… se pensi che mi interessi sei fuori strada… dal momento che dovremo passare insieme molto tempo, vorrei provare a socializzare… se me lo permetti.- rispose lei semplicemente.

-Potremmo socializzare in tanti altri modi…- ammiccò lui con tono mellifluo, ghignando scioccamente.

-Frena gli istinti… altrimenti sarò costretta a lanciarti uno schiantesimo.-

-Calma, Weasley… stavo solo scherzando…- obbiettò lui cambiando tono di voce ma continuandola a fissare.

-Noto che siamo spiritosi!-

-Già… avrai modo di conoscermi…- Ginny gli lanciò uno sguardo sorpreso ed interrogativo ed egli rimase a guardarla con un sorriso piuttosto strano che le fece correre un brivido lungo tutto la schiena. Dopo lo ignorò sbruffando e continuò a guardare i profili dei Mangiamorte. Infine raccolse tutti i fogli e si alzò elegantemente, dirigendosi poi verso di lui. Egli la fissò sorpreso e lo fu ancora di più quando se la ritrovò dietro le spalle, china su di lui con il suo profumo di lavanda e fiori freschi che respirò lentamente per goderlo. Ella, che non si era accorta di nulla, poggiò educatamente i fogli sulla scrivania e cominciò con fare professionale:

-Allora, vediamo un po’… questi sono gli identikit che riportano le foto dei Mangiamorte  e i loro dati personali che possono servirci in una loro probabile ricerca ed identificazione… Il Generale è piuttosto intransigente in questo… vuole che noi memorizziamo i loro volti. “Dobbiamo cercare di catturarli tutti!” è una frase del Generale. Il suono di una campana significa che è in corso un attacco piuttosto ingente di Mantelli Neri in una parte del Regno Unito o un’evasione di massa da Azkaban… qualunque sia l’urgenza sarai tenuto ad intervenire… se vi è qualche battaglia di minore importanza interverranno solamente gli Auror di quella unità Ministeriale che si trova nelle sue vicinanze… Ora: i turni che qui spettano ad ogni Auror sono di tre tipi: quello normale, la cui durata è di otto ore, dalle nove di mattina alle cinque di pomeriggio con inclusa la pausa pranzo e ci tocca sempre… le notti: ad ogni Auror tocca fare una settimana di notti in un mese, dalle otto di sera alle otto di mattina, da cui poi deriva il terzo turno: quattro volte al mese bisogna venire in ufficio dalle otto di mattina alle otto di sera… per la domenica non preoccuparti… ci sono gli Auror di riserva che sono nominati tali per un certo periodo… arriverà anche il tuo turno… in un anno ogni Auror è tenuto a fare sette domeniche lavorative. Parlando di giornata libera, quando ti è stata assegnata?-

-Il sabato…- ribattè laconico il ragazzo avvertendo il calore del corpo della  sua nuova collega sulla schiena.

-Fantastico, come la mia.- disse lei invece senza allegria del tutto ignara di ciò che stava pensando il biondo.

-Oggi invece che turno hai?- continuò la ragazza.

-Quello dalle otto di mattina alle otto di sera…-

-Come me, e i turni di notte?-

- Fra una settimana…-

-Come i miei… bell’inizio per uno che si è trasferito solo oggi, non trovi?-

-Già, in quarta…-

-Passeremo molto tempo insieme… ora ne ho la certezza.-

-Già… davvero molto.-

-Bhè… ora non posso far altro che darti il benvenuto… con il tempo conoscerai gli altri colleghi… ormai sanno tutti del tuo arrivo e se ti dimostrerai carino con loro ti troveranno simpatico…-

-Dovrei cominciare da te?-

-Sarebbe un buon inizio… molto meglio di quello di stamattina.- Dopo rimasero un po’ in silenzio senza dire niente. Ginny si aggiustò i capelli lunghi dietro alle orecchie e Draco, cercando di riprendere il tono canzonatorio di prima, chiese:

-Devi spiegarmi qualcos’altro?-

-Mmmh… no, ho finito.-

-Se vuoi rimanere in questa posizione fa’ pure… per me non è un problema.- Ginny era ancora curvata su di lui e, dopo aver capito a cosa si riferiva, si raddrizzò all’istante e guardandolo storto tornò alla sua scrivania.

Riprese a fare ciò che stava facendo prima e non gli degnò più neanche un briciolo di attenzione, tanto era inviperita per il suo comportamento. Ben presto, però, si ritrovò a leggere una stessa frase per almeno dieci volte senza prestare concentrazione alcuna a ciò che c’era scritto… quel ragazzo la disturbava con la sua sola presenza… era così arrogante e borioso che si ritrovò a desiderare ardentemente di prendere a schiaffi le sue guance ben rasate e di rompergli il naso così elegante e ben proporzionato, degno di un principe azzurro… scosse la testa e la alzò per guardare ciò che l’oggetto dei suoi pensieri stava facendo. Incrociò i suoi occhi grigi, attenti a scrutarla in ogni minimo particolare. Quando provò a leggere cosa mai potesse pensare divennero impenetrabili e freddi e lo sentì chiedere:

-E Lenticchia e Sottuttoio si sono sposati?-

-Si…-

-Lo sapevo… quel cretino girava troppo intorno alla sua preda…- Draco sorrise maligno e cominciò a scrutare gli identikit dategli da Ginny che obbiettò:

-Mio fratello non è cretino.-

-Non mi pare…-

-Di certo è migliore di te.-

-Come no!!!-

-E tu e la Parkinson? State insieme o vi siete sposati?-

-L’ho lasciata… non ne potevo più!!!- rispose svogliato e quasi scocciato che Ginny glielo avesse ricordato.

-Che significa che “non ne potevi più”?-

-Significa che me la sono scopata troppo e mi sono scocciato di averla tra i piedi… ti è più semplice da intendere, ora?- sbottò  evidentemente infastidito il biondo. Ginny lo guardò quasi schifata da ciò che aveva detto e quello continuò imperterrito:

-Mi ha seguito fino negli Stati Uniti e poi è tornata qui… ammetto che era brava a letto ma nulla di più… sapeva meglio di me che stavamo insieme per avere qualcuno con cui divertirci di notte… non faccio mai niente senza avere in cambio qualcosa.- Ginny lo guardò risentita e mormorò:

-Come fai? Come fai a stare con una persona se non provi niente?-

-Credi nell’amore, ragazzina?-

-Non chiamarmi ragazzina… l’amore è l’unica cosa che può salvare dall’indifferenza… di indifferenza in questo mondo ce n’è già tanta…-

-Prova a soffrire per amore… vedrai che ne uscirai distrutta… e allora l’indifferenza ti inghiottirà senza pietà.-

-…- Draco la guardò appoggiandosi completamente allo schienale della sedia. Ginny rimase in silenzio e si limitò a guardare i fogli con le nuove leggi che aveva davanti.

-E tra te e Potter?-

-Tra me ed Harry non c’è più nulla.-

-Allora qualcosa c’è stato!-

-Ci siamo lasciati di comune accordo…- Draco scoppiò a ridere con una risata divertita

-Potter scaricato da una ragazza!!! E tu ora sei single?-

-Forse si, forse no.-

-Buono a sapersi…- Poi si ebbe silenzio. Pensò ironicamente che tutta quella situazione era fantastica… si trovava con un collega completamente rincretinito nel suo ufficio e di fronte tanto per peggiorare la situazione… più volte quel giorno si ritrovò ad alzare lo sguardo e a contemplarselo assorta… era dannatamente carino, si ritrovò ad ammettere abbattuta, ma si convinse che quel pensiero era un semplice apprezzamento e niente di più, come quando si incontra per la strada un ragazzo particolarmente avvenente e si commenta con la propria migliore amica il suo fascino. In quel caso però si trattava di un fantasma del suo passato, di un borioso, arrogante, superbo ex-Serpeverde che ora per colmo di sfortuna si era ritrovata ad avere come collega. Ricordò con fastidio alcuni episodi che lo avevano visto protagonista di litigi con lei, come ad esempio il suo primo anno quando lo aveva incontrato al Ghirigoro o per esempio quando gli aveva schiantato addosso un incantesimo orcovolante da metterlo KO…Ammise che se avesse tenuto la bocca chiusa per tutto il resto della giornata si sarebbe potuto paragonare ad un angelo. Scosse la testa e tornò a compilare alcuni documenti, scacciando dalla testa quei pensieri. Questa volta fu il turno del ragazzo. Posò gli occhi sulla ragazza e constatò con un moto di piacere che aveva dimenticato di indossare la divisa… stava scrivendo qualcosa e sembrava non essersi minimamente accorta di essere osservata… il suo ego maschile apprezzò la vista che gli si presentava davanti: carina, di statura media per non parlare poi del dolce profilo che aveva…del pullover bianco che lo esaltava magnificamente e dei jeans che completavano splendidamente il tutto… gli creò una cosa strana a livello dello stomaco e si ritrovò spiazzato per la prima volta in vita sua di fronte ad uno sfarfallio che non aveva mai provato… decise di non darci peso, anche se si ritrovò a pensare a come avrebbero potuto essere morbide quelle labbra e a quanto doveva essere piacevole baciarle… Ad un tratto la porta si aprì di scatto e andò violentemente a sbattere contro il muro come se fosse stata schiantata. Ginny sobbalzò e fulmineamente impugnò la bacchetta e la puntò contro l’intruso, o meglio, gli intrusi, perché erano tre. Harry, Hermione e Ron si precipitarono sulla ragazza per chiederle ansiosamente:

-Ginny!!!!Abbiamo saputo!!!-

-Ron…-

-Ti ha messo le mani addosso???-

-Harry, posso…-

-Ti ha detto qualcosa di cattivo?-

-Hermione…-

-Draco Malfoy è l’Auror nuovo!!!- dissero tutti e tre all’unisono, come spaventati dalle loro stesse parole.

-Ragazzi!!! Lo so…- e si mise a gridare per farsi ascoltare, mentre Malfoy si appoggiava perfidamente divertito allo schienale della sedia a braccia conserte – Non preoccupatevi!!! Va tutto bene!-

-Ginny, ti prego, sta’ attenta!!! Può metterti le mani addosso e farti del male!!!- la implorò Ron ignorando la frase precedente di Ginny.

-FINITELA!!! SO DIFENDERMI, E’ CHIARO?  VOLETE FINIRE DI FARE QUESTA SCENATA??? PER VOSTRA NORMA E REGOLA STIAMO DANDO SPETTACOLO!!- lo ribeccò furiosa Ginny.

-Ginny!!! Tu non capisci la gravità della cosa! Ne ignori la portata!!-

-Ma non sono così imbecille da non capire che ne stai facendo una tragedia!!! Sta’ calmo, d’accordo?- Ron sembrò calmarsi, se non fosse stato per il biondo che scoppiò a ridere con una risata di scherno e poi cominciò a battere lentamente le mani, come a fargli i complimenti per aver fatto bene il pagliaccio. Ron si girò furibondo verso di lui che disse:

-Ma bravo, Weasley… più passa il tempo, più il cervello ti si rimpicciolisce, vero?-

-TU…- cominciò Ron tremando di rabbia, dirigendosi verso la sua scrivania con passi pesanti. –TU!!!!!!!!! MALEDETTO FURETTO PLATINATO!!!!NON OSARE MAI! MAI! TOCCARE MIA SORELLA!!!- ora era appoggiato elegantemente alla scrivania e si era sporto verso di lui per gridargli in faccia quelle parole. Malfoy, con voce serena ed un sorriso provocatorio ribattè:

-Tranquillo, Weasley… tua sorella starà al sicuro fino a quando non mi provocherà.-

-NO!!! TU STARAI AL SICURO FINO A QUANDO NON LA PROVOCHERAI, CHIARO?-

-Non gridare, Lenticchia… non è educato!-

-LURIDO SCHIFOSO… FAI DEL MALE A MIA SORELLA, TOCCALA ANCHE SOLO CON UN DITO E, FIDATI DELLA MIA PAROLA , IL LAVORO DI AUROR TE LO FARO’ FARE ALL’INFERNO !-. Ginny intervenne e lo prese per un braccio per poi dire:

-Ron… adesso basta… hai proprio esagerato.-

-No, Ginny… gli stavo facendo semplicemente una promessa.- ringhiò rivolto a Draco e calcando rabbiosamente sull’ultima parola.

-Malfoy non oserà mettermi le mani addosso… è del tutto inutile quindi… tornatene a casa con Hermione… Harry, forse è meglio che vai al tuo ufficio.- I ragazzi annuirono e dopo averle fatto tutte le varie raccomandazioni se ne andarono. Ron guardò in cagnesco Draco che gli rivolse un sorriso sfacciato.

Quando la porta fu chiusa, Ginny tirò un sospiro di sollievo e rimase appoggiata alla scrivania del ragazzo.

-Devi scusare Ron… è piuttosto impulsivo… per non parlare del fatto che non si fida molto dei suoi colleghi maschi.-

-Va tutto bene, ma perché ti scusi?-

-Come?- arrossì di botto. A dirla tutta non lo sapeva neppure lei…

-Ti ho chiesto perché ti sei scusata e perché mi hai difeso.-

-Bhè… te l’ho detto… Ron è dannatamente impulsivo e… si avventa facilmente contro altre persone… e poi ti aveva accusato di una cosa che non avevi fatto… o non ancora…- mormorò l’ultima parte, piuttosto imbarazzata.

-Allora grazie.- Ginny lo guardò negli occhi e si perse lì… in quel grigio mare in tempesta che le diede per la prima volta in vita sua una sensazione di pace… si sentì riscaldare il cuore e l’anima e fu proprio questo che la spaventò. Si allontanò bruscamente e gli diede le spalle per poi dire:

-Mi hai ringraziato?-

-E’ un reato?-

-Detto da un Malfoy…-.

-Fa lo stesso.- mugugnò lui, ridivenendo gelido. Ginny tornò al suo posto e cercò di completare i documenti concentrandosi esclusivamente su quelli, sebbene fosse stato molto difficile. Per il resto della giornata parlò di rado con lui e a volte le capitava automaticamente di alzare lo sguardo su di lui e di osservarlo distrattamente, come d'altronde faceva lui stesso. Quando finalmente arrivò l’ora di smontare dal lavoro, Ginny si alzò e si stiracchiò compostamente, rassettandosi i vestiti con cura e mettendo i fogli su cui aveva lavorato per tutta la giornata in un cassetto. Si sentiva stanca e spossata e aveva sonno, anche se si meravigliò di se stessa poiché era ancora presto per andare a dormire. Si rivolse verso Draco che apparentemente non sembrò essersi accorto dei suoi movimenti ed annunciò per catturare la sua attenzione:

-Fra poco sono le otto e dovremmo smontare dal lavoro… tu hai finito di… fare le tue cose?- Il biondo alzò lentamente la testa e poi gli occhi su di lei e dopo un buon secondo di pausa rispose seccamente:

-No.- Ginny cercò di sorridere anche se si sentiva più imbarazzata che altro e continuò:

-Ah, capisco… allora, non so, io vado a casa e tu quando finirai andrai…-

-Dove vuoi andare a parare?- quella sua calma nel pronunciare quelle parole, la innervosì terribilmente e sbottò alla fine stizzita:

-Volevo solo informarti che io smonto ora perché ho finito. Quando uscirai di qui sei pregato di chiudere la porta con l’incanto COLLOPORTUS. Domani se entrerai prima tu invece devi aprirla con ALOHOMORA.-

-Bene… ora levati dai piedi.-

-Essere insopportabile!- sbraitò Ginny con un ringhio. Draco continuò imperterrito e con voce canzonatoria le disse:

-Buonanotte!- La ragazza non gli rispose neanche e se ne uscì sbattendosi la porta alle spalle. Si smaterializzò nel salotto della Tana in preda a furiosi pensieri omicidi e ad una voglia matta di prenderlo a botte. Si trovò di fronte a Harry e Ron che erano seduti sul divano e parlavano così a bassa voce da dare l’impressione di pregare.

-Io lo uccido, a quello!-

-McGriffith va denunciato…-

-Quel cretino lo sa meglio di me che non è prudente lasciarla sola con quello…-

-Farò rapporto!!!-

-E se le salta addosso?-

-E se le fa del male????-

-McGriffith e le sue idee strampalate!! Se le succede qualcosa lo uccido con le mie stesse mani!!!!-. Poi si accorsero della presenza di Ginny che li stava guardando piuttosto perplessa con un sopracciglio alzato. Ron saltò su e le si fiondò addosso abbracciandola e non lasciandole via di fuga.

-Ginny!!! Come stai?- Ginny cercò di divincolarsi perché seriamente stava rischiando di soffocare, ma non riuscendoci ansimò:

-Ron… è an… andato tutto bene… ma… lasciami!!!- Ron, anche se restio, si separò da lei e la fissò dall’alto in basso come per assicurarsi che veramente fosse intera. Poi obbiettò:

-Sei proprio sicura? Guarda che se non ti trovi bene ci vado a parlare io, con il Generale!- Ginny sospirò e disse:

-Tranquillo! Non mi è ancora successo niente. Non sono ancora morta e questo è l’importante.-

-Ma…-

-Scusami ora… sono davvero molto stanca e voglio andare a dormire…- continuò lei senza dare il tempo a suo fratello di parlare. Salutò Harry con un cenno della mano e lo lasciò impalato a guardarla allontanarsi. Poi si riprese e gridò raggiungendola:

-Scusa… e la cena??-

-Ron… non ho fame, grazie…-. Fu più veloce di lui e salì le scale che portavano alla sua camera in soffitta senza dargli il tempo di braccarla. Ron la guardò allontanarsi su per le scale e continuò:

-Dovresti cenare… è da stamane che non mangi!!- Ginny gli fece cenno di aver capito e finalmente quando raggiunse la porta, se la sbattè dietro, chiudendosi così dentro. In silenzio si cambiò e si mise il pigiama e alla fine si sdraiò sul letto, intenzionata a dormire. Abbracciò il cuscino e si sistemò meglio sotto le coperte, cercando di trovare la posizione ideale e scacciando con la sua buona forza di volontà i pensieri che cominciarono ad assalirla di seguito l’uno all’altro… si girò dall’altra parte e rimase a fissare il buio con gli occhi aperti… la prima cosa che le venne in mente fu ciò che era successo la mattina, prima di andare a lavoro, nell’Atrium del Ministero… quella voce così profonda e glaciale le fece correre un brivido lungo tutta la schiena, appena la sentì. Le comparve davanti il suo viso: gli occhi grigi, come un cielo prossimo al temporale, un iceberg in un paesaggio polare, una nuvola colma di dolore… il pensiero corse alla storia che le aveva raccontato… no, non si poteva chiamare “storia”… con “storia” si è soliti intendere una serie di avvenimenti, il più delle volte inventati… ma quella, quella non era inventata… quella, lui l’aveva vissuta sulla sua pelle… quella con cui lui aveva avuto a che fare era una tragedia. Un ragazzo di 16 anni con alle spalle l’arresto di suo padre… il dolore per quel che ne era conseguito… una madre impazzita dalla sofferenza quasi subito dopo… a 17 anni, al ritorno da Hogwarts, trovarla sola e morta nel maniero dove abitava, in un bagno, distesa per terra, con le vene tagliate e tanti frammenti di quello che era stato uno specchio sporchi di sangue… l’odio che nutriva per suo padre per avergli tolto anche l’ultimo appiglio a quella vita spensierata che aveva condotto da bambino… averlo lasciato solo e non essere con lui nei momenti difficili, a fargli coraggio e a comportarsi da padre quale doveva essere, e non da terrorista quale invece era… le venne in mente il tono con cui l’aveva raccontata… gelido, freddo, distaccato, amaro, impregnato di delusione e tristezza repressa ma nel contempo dolorosamente calmo e immune a tutto ciò che in passato aveva provato, spento in quella maschera di indifferenza che ormai sembrava aver ricoperto completamente quel viso da angelo che si ritrovava… non un sorriso sincero, se non di scherno, gli aveva mai visto fare... quella convinzione che il mondo era contro di lui, che era giusto rispondere ringhiando proprio a quel mondo che stava andando in malora rapidamente, che lo aveva fatto soffrire come se anche lui come tutte le persone normali non avesse avuto il diritto di essere felice… pensò a lui come ad un ragazzo cresciuto in fretta… diventato uomo per necessità, perché la vita lo aveva imposto…e pensò che era forte. Quest’ultimo pensiero la sconvolse… in passato non avrebbe mai pensato neanche un momento di considerare quel borioso Serpeverde “forte”. Ebbene, ora lo era. Era forte, non era impazzito come era successo alla madre, non si era buttato a braccia aperte a fare il Mangiamorte, non aveva ceduto all’idea di suicidarsi, seppure l’avesse mai avuta… e soprattutto non si era mai arreso… Lo ammirò per quello e riscoprì in lui una voglia anche se piuttosto repressa di vivere. Draco Malfoy voleva vivere… Draco Malfoy voleva vivere anche solo per prendere a calci quella vita che fino a qualche anno fa aveva preso a calci lui… anche se era piuttosto cruento, si era prefisso come obbiettivo quello di trovare suo padre e farlo fuori… seppure non condivideva apertamente tutto ciò, significava che era vivo… perché inseguire uno scopo nella vita significa vivere… perché raggiungere un traguardo significa farlo… perché anche solo sognare di raggiungerlo significa avere coraggio di provare… e se va male, pazienza… puoi dire di non essere rimasto immobile ad osservare quella vita bugiarda che ti da tutto e ti toglie il doppio… Improvvisamente provò una fitta al cuore. 

 

Non so se è soddisfacente come capitolo… vorrei sentire la voce del popolo!!! VI PREGO!!! Lasciate un commentino… altrimenti non so se la storia è piaciuta e se vale la pena di continuarla… Bhè… ci rivediamo al prossimo capitolo…     

                                                                                                                               Ciao!!!

  

 

            

         

       

 

 

        

             

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Capitolo 3
*** L'interrogatorio ***


Nota d’autore: Buongiorno, buon pomeriggio, buonasera o buonanotte a tutti a seconda di quando state leggendo

Nota d’autore: Buongiorno, buon pomeriggio, buonasera o buonanotte a tutti a seconda di quando state leggendo!!!! Mmhhhh… allora, per cominciare, voglio dirvi che il terzo capitolo è un po’ particolare. Troverete che qualche personaggio si lascia scappare parole poco consone alla situazione, tipo parolacce o espressioni che quel grande cafone potrebbe anche risparmiarsi (ora mi linciano, i personaggi!!!-NdA). Draco fa un po’ il cretino (e anche le sue ammiratrici mi ammazzano!!-NdA), ma sarà sempre così… POI DITEMI SE VI PIACE IL MIO MODO DI VEDERLO!!!... Ginny è confusa e ammetto che lo sono anch’io… comunque c’è qualche scena sul sensuale, NON SULL’EROTICO!!!… però ho messo il raiting alto e la nota “non per stomaci delicati” perciò chi potrebbe rimanerne impressionato è pregato di chiudere ed è avvisato, avvertito, mezzo salvato etc, etc… ma penso che non è niente di che… insomma, parliamoci chiaro: c’è di peggio. Volevo chiedervi la gentilezza di commentare… se vi va, è ovvio… il problema è che sono così depressa per le sole quattro recensioni che ho ricevuto nel 2° cap che comincio a pensare che la storia sia un fiasco completo… ditemelo se lo è oppure no, non mi offendo… Volevo ringraziare da morire Lisergica90, Darthsteo, Fanny90 e Chiara la Tolkeniana per i commenti che mi avete lasciato… davvero, ve ne sono grata.

Lisergica90: ti ringrazio!!! (con la erre moscia!!!... indovina chi è?). Tornando seri… davvero, mi conosci, sai che se mi fai un complimento vado in brodo di giuggiole… mi hai fatto sorridere per due giorni di seguito… la tua recensione ci voleva proprio!!! Pensa che avevo già deciso di non scrivere più e abbandonare tutto…

Darthsteo: Thank you for your review! ( ti ringrazio per la tua recensione.) Cosa posso dire… spero che ti piaccia anche questo capitolo… Continua a recensire… dimmi quello che pensi, secondo te quello che succederà dopo e come potrebbe evolvere la storia… Ci conto, non deludermi!!!!

Fanny90: Ti sono grata per ciò che hai scritto. Grazie per i complimenti e sono contenta che tu sia incuriosita dalla continua… Eccoti servito il 3°capitolo! Spero che ti piaccia e che continui a commentare!

Chiara la tolkeniana: Ciao Chiara!!! Sono felice che ti piaccia!!! Alla fine sei riuscita a trovare la ff… oltre al fatto che non aggiorno da almeno due settimane. Comunque spero di farmi perdonare con il capitolo seguente… dimmi se ti piace anche questo, ciao!!!!

Saluto e ringrazio tutti gli altri che non hanno recensito ma solo letto… vi prego… sono ormai in lacrime e sull’orlo del suicidio… ditemi che ne pensate!!!

 

 

You are my past, my present, my future

 

3° capitolo: L’interrogatorio

 

La mattina arrivò presto. Il trillo della sveglia la raggiunse squillante all’orecchio e quasi la fece morire dallo spavento. Sospirò tristemente e, più afflitta che mai, aprì lentamente gli occhi… fissò il buio che ancora regnava nella stanza e pensò in silenzio a quello che avrebbe dovuto fare quel giorno… sorrise più sollevata al pensiero che oggi avrebbe dovuto fare solamente il turno normale, il che significava anche meno ore rinchiusa lì, meno ore a lavorare, non che a lei non piacesse, e soprattutto meno ore con “l’onorevole compagnia” di Draco Malfoy… scacciò dalla testa quell’ultimo pensiero e si alzò quasi allegra dalle morbide e calde coperte del suo letto. Andò in bagno e dopo essersi lavata la faccia scelse di mettere un talleur-pantalone sportivo sul blu notte, dello stesso colore della divisa. Si pettinò quasi canticchiando un vecchio motivo delle Sorelle Stravagarie e li lasciò sciolti sulle spalle. Prese la bacchetta che poggiava sempre sul comodino, accanto al letto e la intascò, dopo essersi messa la divisa da Auror. Si guardò di nuovo allo specchio e dopo aver contemplato in ogni minimo particolare il suo viso, e trovando solo difetti che preferì ignorare, scese in cucina dove trovò Ron, Hermione ed Harry ad aspettarla. Ron la salutò sbadigliando sonoramente:

-Ciao…-

-Buongiorno a tutti!- rispose allegramente, ritrovandosi gli occhi di tutti e tre addosso a fissarla perplessa. Ginny ricambiò il loro sguardo e obbiettò:

-Bhè!? Cosa avete da guardarmi, così?-

-Come mai sei così allegra?- chiese esterrefatta Hermione.

-Come?-

-Ginny! Devi passare un’altra giornata con Malfoy!!! Come fai ad essere così contenta?- sbottò Ron infastidito, come se gli avesse fatto un torto irreparabile.

-Suvvia, Ronapproposito! Oggi avete notte?- Hermione rispose serena per suo marito, precedendolo nella battuta:

-Si… temo che oggi avremo modo di incontrarci poco… tu torni alle cinque e noi andiamo via alle otto di sera…-. Ron sbruffò contrariato e offeso, con le braccia conserte:

-Già, Hermione… tu parli così tranquillamente perché se avessi avuto la possibilità di sposare il tuo lavoro anzichè me lo avresti fatto…- Hermione sospirò stanca e gli sbattè davanti la tazza con il thè al limone che le aveva chiesto. Parte del liquido si riversò sul tavolo e Ron la fissò contraendo la mascella indispettito per poi sbottare:

-Non ti sopporto, a volte.- Hermione si sedette accanto a Ginny e sparò rabbiosa:

-Ascolta, Ron… se vuoi litigare me lo dici apertamente, chiaro? Ti giuro che oggi non è assolutamente giornata… vedi di non provocarmi con le tue battute, intesi?- Ron la fulminò con lo sguardo e sollevò la sua tazza con l’intenzione di berne il liquido. Se lo portò al naso e odorò il profumo per poi dire tagliente:

-E’ meglio che io controlli che non ci sia nessun veleno, qui dentro… quella è capace di avvelenarmi.-. Hermione prese il bicchiere di succo di zucca di Ron e glielo buttò in faccia, bagnandolo così tutto di spremuta. Ron sbattè nero di rabbia le palpebre due volte e cominciò a respirare affannosamente, cercando di trattenere un urlo. Al contrario Hermione si alzò in piedi ed esplose:

-E’ così? Adesso ti avveleno anche le cose????!!!! Ti è piaciuta la spremuta? Sappi che l’ho fatta io!!! E’ stata buona? Se era avvelenata ti assicuro che saresti già morto!!! Ti odio!!!- detto ciò, scappò via, chiudendosi a chiave nella camera da letto. Ron saltò su e gridò:

-Hermione!! Torna qui!!!- Poi sparì oltre la soglia della porta e Ginny lo sentì sbattere i pugni contro la porta chiusa a chiave ed urlare parole che non capì. Si voltò verso Harry che fissava annoiato il suo piatto colmo di uova a pancetta. Egli prese la brocca del succo e se ne versò un po’ nel bicchiere per poi sorseggiarlo pazientemente. Dopo poco, allora Ginny chiese incerta:

-Harry… sai qualcosa riguardo a quei due e al loro comportamento?- Il ragazzo sospirò e disse:

-Non ce la faccio più…evitiamo di parlarne che è meglio…-

-MaHarry, questa volta mi sembra serio…-. Egli si aggiustò gli occhiali sul naso e le sussurrò, avvicinandosi a lei per non farsi sentire da quei due che stavano litigando apertamente, ora:

-Ron mi ha esposto il problema, prima che Hermione si alzasse… addirittura sta notte non ha dormito per quel fatto… praticamente, ieri stavano per addormentarsi quando Hermione gli ha detto che vuole un figlio.- Ginny sorrise contenta ed obbiettò:

-Bhè… non è stupendo?- Harry scosse la testa e continuò:

-Si… lo sarebbe se Ron fosse pronto… ha detto che è ancora troppo giovane per fare il papà… insomma, lo conosci, no?… mi ha elencato tanti di quei motivi per aspettare un altro po’ che quasi mi ha convinto… comunque Hermione si è alzata e lo ha scoperto a parlare con me, ed ora non mi rivolge più la parola…-. Ginny sospirò e rispose:

-Però Hermione ha ragione… in fondo senza figli…-

-Ma se Ron non è ancora pronto? Scusa, hanno tutta una vita davanti… perché proprio ora?- Ginny sospirò e disse:

-Forse perché dare la vita è un gesto d’amore??? Ron quando si è sposato sapeva benissimo che un matrimonio senza figli vale ben poco, senza parlare poi del fatto che se si è sposato con la mentalità da ragazzino, in tre anni di matrimonio dovrebbe essere maturato… -

-Non possono continuare a fare per il momento la coppietta felice e spensierata?-

-Ron è rimasto un bambino, ed il solo pensiero di veder gironzolare per casa uno scricciolo che porta il cognome Weasley e di esserne lui il responsabile e padre, gli fa a dir poco accapponare la pelle… ecco perché non si sente pronto!-

-Secondo me ha ragione lui…-

-Lei… sono sposati da tre anni ed è giusto che Hermione voglia completare la sua famiglia con dei figli… se Ron è un bambino, non ci può fare niente!!!-

-La pensate tutte allo stesso modo, voi donne!!!- borbottò il ragazzo, mettendo sotto i denti un pezzo di pancetta. Ginny sorrise e senza rispondergli si alzò e controllò l’orologio. Dopo si stiracchiò con sottofondo le urla dei due e le minacce della moglie nei confronti del marito che tentava di ribattere con altrettanta veemenza, ma che veniva zittito dalla parlantina velenosa ed altera della ragazza. Salutò Harry con un “Ci vediamo stasera” e si smaterializzò. Davanti le comparve l’Atrium del Ministero e si diresse verso un ascensore, decisa a prenderlo. Si infilò dentro, cercando di prendere aria perché era pieno zeppo e fu l’unica a scendere al piano del Quartier Generale degli Auror. Attraversò velocemente il corridoio infinito, lungo il quale si estendevano le stanze e gli uffici dei suoi colleghi Auror. Quando raggiunse il suo ufficio trovò la porta socchiusa. Pensò che probabilmente Malfoy doveva già essere arrivato. Senza bussare, la spalancò e se la richiuse alle spalle. Draco era in piedi e leggermente appoggiato sulla sua scrivania, a leggere qualcosa che doveva essere un giornale. Quando sentì la porta chiudersi, alzò gli occhi e li poggiò su Ginny.

-Buongiorno…- lo salutò Ginny di buon umore, sedendosi al suo posto e controllando le nuove scartoffie che erano comparse sulla sua già disordinata scrivania.

-Buongiorno, Weasley…- ricambiò distrattamente egli, osservandola attentamente in ogni minimo particolare. Ginny se ne accorse e contraccambiò lo sguardo sorpresa. Allora Draco domandò subito con un ghigno sciocco sulle labbra:

-Che ti prende Weasley? Come mai così lieta, oggi? Potter ci ha provato con te?- Ginny lo guardò storto e pensò infastidita che per rovinare la giornata ci volevano solamente le sue battute affilate e taglienti. Si mantenne dalla voglia di dargli un pugno sul naso e ribattè irritata:

-Ah! Sta’ zitto!!! Posso sapere a colazione cosa mangi???-

-Weasley… ti ho semplicemente fatto una domanda e tu mi rispondi così sgarbatamente… non vale, sai???- Ginny fissò quella dannata espressione provocatoria che aveva dipinto in volto e cercando di tenere le mani apposto si limitò a sbottare:

-Và all’inferno…-

-Ci sono già stato, grazie… sai, è un posto molto caldo… dove ti è concesso di fare tutto… e per “tutto” intendo “qualunque cosa”.- lanciò uno sguardo sporco alla ragazza che lo sostenne con altrettanta intensità, fissandolo bieca e capendo a quale argomento si stesse riferendo. Draco scoppiò a ridere sonoramente e poi scosse la testa divertito, ricominciando ad occuparsi del suo giornale e rimanendo appoggiato alla scrivania. Ginny lo contemplò a lungo, piangendo se stessa e la sua innata sfortuna di essersi ritrovata come collega di stanza giusto quell’individuo a dir poco abbietto ed insopportabile. Dopo un po’ gli chiese incuriosita della sua risposta:

-Cosa faresti se tua moglie, dopo tre anni di matrimonio, ti chiedesse di avere un figlio? L’accontenteresti oppure altro?- Draco la guardò sinceramente perplesso e poi, quasi subito, tramutò la sua espressione in una divertita. Infine disse:

-Io? Perché dovrei rovinarmi la vita con un moccioso urlante per casa? Ho una vita davanti per fare il padre… oltre al fatto che mia moglie avrebbe sempre meno voglia di venire a letto con me… mi disturberebbe questo suo calo di desiderio e di attenzioni verso di me.- Ginny lo fissò con un sopracciglio alzato e sbottò:

-Già… c’era da aspettarselo da voi uomini…-. Draco lasciò i documenti sul tavolo e si diresse verso la scrivania della ragazza. Dopo appoggiò le mani agli angoli di questa e si sporse leggermente verso di lei, giusto quel tanto che la fece allontanare di scatto ed appoggiare completamente allo schienale della sedia. Draco ghignò per questo suo movimento involontario e sporgendosi di più verso di lei fino a quasi eliminare le distanze, sussurrò con quella faccia di schiaffi che fece mancare un battito a Ginny:

-Perché mi hai fatto questa domanda?-

-Volevo… sapere il tuo parere… in fondo tu… sei un uomo…-

-“In fondo”?- ironizzò lui, calcando sull’espressione per metterla in difficoltà. Ginny arrossì violentemente e cercò di allontanare la faccia da quella del ragazzo, sentendosi maledettamente idiota, per poi continuare:

-Volevo sapere che ne pensavi… non sapevo a chi… chiederlo.- Ingoiò nervosamente a vuoto, sentendosi avvampare sempre di più. Draco rise in faccia alla ragazza per poi bisbigliare con tono sottilmente sensuale e provocatorio:

-Il tuo faccino si sta tingendo di rosso… sarà imbarazzo o altro?- Ginny  riprese un po’ del suo coraggio e sbottò infastidita:

-Vai a farti…-

-Ragazzina!!!! Non è femminile quella parola che stavi per dire… pensavo che le tue labbra sapessero di rosa e invece…- lasciò sospesa la frase e poi rise di gusto allontanandosi da lei divertito, con un sopracciglio biondo alzato. Ginny arrossì di nuovo e si sentì per l’ennesima volta in due giorni oggetto di scherno. L’osservò per tutto il suo metro e 86 e provò un odio e un fastidio indicibile per ogni suo minimo centimetro. Draco riprese fiato e concluse la sua scenata con:

-Sei davvero una ragazzina… arrossire solo perché ti parlo!!!-. Ginny saltò in piedi e ribattè:

-Per tua norma e regola non sono una ragazzina… mi vedi?? Fino a prova contraria ho tutt’altro che l’aspetto di una “ragazzina”!!!-

-Il fatto che fossi attraente non lo metto in dubbio…- dopo, con un’espressione furba ed ammiccante, la rimirò dall’alto in basso e poi continuò –ma ti manca l’intelligenza di una donna, cosa che non potrai mai avere… non prendertela con me… la natura ha voluto che nel tuo DNA ci fossero i geni dei Weasley… questo ti fa perdere parecchi punti…-. Ginny esplose in un ruggito di frustrazione che anziché frenare la tagliente lingua del ragazzo l’affilò ancora di più. Stava ottenendo quello che voleva e lei glielo stava porgendo su un piatto d’argento. Purtroppo la sua opera fu interrotta dalla porta che si spalancò e si chiuse con un tonfo forte e veloce. Ginny si voltò verso il nuovo venuto e cambiò completamente espressione: sorrise ad un Auror che doveva avere all’incirca la stessa età della ragazza. Aveva dei capelli castani, corti ma non troppo e la pelle era chiara, diafana. Era robusto al punto giusto, ed il suo viso che aveva un qualcosa di magnetico, forse per gli occhi castani e profondi per quello che esprimevano o per le labbra carnose, in quel momento esprimeva terrore e preoccupazione.

-Ginevra!!!!- chiamò agitato egli, dirigendosi verso la ragazza che chiese stupita:

-Serge… cosa è successo!!!???-

-Hai… hai sentito la notizia????-

-No… Quale!!!?- Serge si girò a fissare Malfoy che non disse niente ma che aveva dipinta in volto un’espressione seria e fredda, e poi riportò l’attenzione sulla ragazza:

- Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato… non si sa come, ma ha riacquistato i suoi poteri ed ha attaccato Washington!!!- Ginny si voltò a guardare il biondo che lasciò trasparire leggermente dello sconcerto e dello stupore. Ma il notiziario non sembrava essere finito, perché Serge titubante continuò:

-E… c’è dell’altro… Migliaia di Auror sono morti negli Stati Uniti… Tu-Sai-Chi stava per conquistare la Casa Bianca Magica… centinaia di babbani sono passati a miglior vita e i Maggiori sospettano che presto arriveranno in Inghilterra e attaccheranno il Ministero in massa… oltre al fatto che porranno le proprie basi in punti strategici del Regno Unito…-. Ginny si risedette e sospirò sconvolta dalla notizia appena ricevuta.

-Ora tutta l’Inghilterra è in subbuglio e per questo motivo sarà più facile attaccarla.-. Malfoy si intromise nella discussione, interrompendo con voce gelida ed impersonale il collega:

-Come l’avete saputo?- Serge si voltò a guardarlo e con tono perplesso chiese:

-Tu saresti Draco Malfoy, l’Auror nuovo?-. Draco sbottò spazientito e con tono sgarbato:

-Si… ti dispiacerebbe rispondere alla mia domanda?-.

-Ci è arrivato un gufo da New York, se ci tieni tanto a saperlo!- rispose Serge con altrettanta stizza, perdendo tutto il suo gentile cipiglio. Fu odio a prima vista e dopo essersi fulminati con uno sguardo, l’ultimo terminò:

-Dobbiamo intensificare i controlli, a quanto pare… penso proprio che fra poco riceverete un avviso di convocazione da McGriffith che vi dirà quale luogo dell’Inghilterra dovrete perquisire e sorvegliare da cima a fondo.-. Ginny aprì la bocca per rispondere, ma non riuscì neppure a pronunciare un suono che la porta per una seconda volta si aprì e si richiuse di scatto con un tonfo. Serge si spostò dalla visuale di Ginny che potette vedere un Harry, piuttosto scompigliato e sconvolto, precipitarsi verso di lei e di Serge.

-Harry!! E’ successo qualcos’altro?-. Il ragazzo poggiò entrambe le mani sulla scrivania di Ginny e sbottò tutto d’un fiato:

-Ragazzi!!! Corthoulth, un paesino nei pressi di Londra, è stato attaccato sta’notte dai Mangiamorte. La battaglia si è conclusa solo un’ora fa. Abbiamo perso tre AurorHelly, Zoinsh e Kidham… I Mangiamorte che sono stati catturati, stanno per essere portati qui… ora ho bisogno di alcuni Auror che si diano la pena di interrogarli.-. Ginny sospirò per il peso delle notizie che le erano state date sul momento e, senza chiedere parere a Malfoy che la stava fulminando con gli occhi, disse:

-Mandane qui qualcuno… ce ne occuperemo io e Malfoy…- Harry le sorrise più sollevato per avergli fatto un favore e concluse, dirigendosi immediatamente verso la porta:

-Ti ringrazio… te ne manderò cinque… sono venti e vedrò gli altri chi potrà interrogarli… io ne ho già sei… te li farò scortare da alcuni Auror… ciao.- Detto questo, senza neppure aspettare la risposta della ragazza, volò via. Serge la guardò preoccupato e ignorando completamente il biondo disse:

-Ma… cinque non saranno troppi? Potresti stancarti… in fondo ci vuole tempo per farli parlare… va a finire che domani mattina sei ancora qui!!!- Ginny sorrise scuotendo la testa e disse:

-Sta’ tranquillo… è tutto apposto.- Allora Serge annuì poco convinto e prima di uscire dalla stanza anche lui le domandò speranzoso:

-Magari… dopo posso invitarti a prendere qualcosa con me al caffè del Ministero?-

-D’accordo… verrò oggi pomeriggio… forse alla pausa pranzo…-

-Mi mandi un messaggio?-

-Va bene…-. Serge le rivolse un ampio sorriso e se ne uscì chiudendo soddisfatto e sollevato la porta dietro di se. Ginny si passò una mano sugli occhi e dopo li riaprì. Con sua somma sorpresa si ritrovò l’espressione infuriata del ragazzo che sibilò, trattenendo a stento la rabbia:

-Ma bene, Weasley!!! Che fai? Ora ti metti a rispondere anche al posto mio?-

-Ho dovuto… Harry è un capitano e dobbiamo fare quello che dice.-

-Potrà essere tutti gli ufficiali che vuole, ma tu avresti dovuto chiedermi un parere!!-. Ginny non rispose e si limitò a fissarlo con sguardo altero. Poi sbottò:

-Allora… sappi che o volente o nolente l’avresti dovuto fare… non possiamo non essere d’accordo… essere colleghi di ufficio significa collaborare e cercare di risolvere un certo problema del Ministero… in questo caso è l’interrogatorio dei Mangiamorte e noi saremo ben felici di interrogarli insieme.-

-Cosa te lo fa credere?-

-Cosa??? Bhè… è ovvio… guarda il lato positivo!!! Se li interrogherai, saprai dove si trova tuo padre e tutto sarà più facile!-

-Questo non ti autorizza, Weasley… come nessuno ti ha autorizzato a dire a quel tuo amico”Sono-gentile-con-tutti” che avresti accettato l’incarico di sorvegliare con me un settore dell’Inghilterra!!- le rispose rabbiosamente lui, puntandole gli occhi di ghiaccio addosso, come se fossero pugnali gelati. Ginny si spazientì ed, alzatasi in piedi, sbottò infastidita:

-Primo, mio caro, il signor Sono-gentile-con-tutti si chiama Serge Corignan e, secondo, perché se non lo avessi accettato io, me lo avrebbe imposto McGriffith, dal momento che siamo obbligati a passare i turni, gli stessi turni con i nostri compagni di ufficio.- Draco indurì la mascella, ma non disse niente. In quel momento si sentì felice di aver zittito quel serpente che aveva davanti e di aver vinto lei, per la prima volta da molto tempo. Abbozzò un sorriso soddisfatto e quando sentì bussare, si girò verso la porta chiusa, per dire all’unisono con Draco che fissava ancora la ragazza con manie omicide:

-Avanti.- Serge entrò ed annunciò con tono ufficioso:

-I Mangiamorte sono arrivati… li faccio entrare?- Ginny rispose per Draco:

-Si, grazie Serge… possibilmente uno alla volta.- Serge annuì ed uscì subito per andarli a prendere. Draco, furioso come non mai, si andò a sedere dietro la sua scrivania e con voce acuta, come quella di una bambina, le fece il verso:

-Grazie Serge…-. Ginny gli sorrise apertamente, consapevole di averlo ferito nell’orgoglio per il fatto di essere stato prevaricato da una persona che considerava al di sotto di se. Dalla porta fece il suo ingresso un Auror che portò con se un Mangiamorte. Lo trasportò letteralmente davanti alla scrivania del ragazzo e gli intimò seccamente di sedersi. Egli non obbedì. Ginny intervenne educatamente nel quadretto e disse al collega:

-Lasci, ce ne occupiamo noi… può andare.-. Si meritò un’occhiataccia di Draco che ignorò volutamente e con coraggio. Il biondo si sedette al posto suo e fissò con rancore il Mangiamorte che aveva davanti. Ginny si alzò e si installò affianco a Draco, sedendosi sulla scrivania. Draco sbiancò quasi… Ginny, dal canto suo, poiché non si era accorta di niente, osservò il Mangiamorte che aveva di fronte a se: doveva essere un uomo sulla trentina, vestito tutto di nero da capo a piedi. Aveva la pelle mulatta e folti capelli neri e corti gli coprivano la testa. Aveva le mani legate da una pesante catena e queste a prima vista sembravano sporche di sangue che si stava ossidando, diventando nero. Una ferita gli spiccava sul sopracciglio sinistro ed era ancora sanguinante. Un livido, invece, si estendeva viola sotto il mento. Draco gli indicò la sedia che aveva dietro di se e ordinò secco:

-Si sieda.- Il Mangiamorte rimase immobile a fissare il biondo in cagnesco. Draco non si scompose minimamente per il suo sguardo e ripetè con freddezza:

-Si sieda.- Questa volta l’uomo di colore diede segni di vita e rispose:

-No.-

-Glielo ripeto: si sieda con le buone, oppure assaggerà la mia bacchetta.- In atto dimostrativo cominciò a giocare con l’arma magica, fissando con rabbia il Mangiamorte.

-Che il cielo ti possa dannare!!!!- Sibilò l’ultimo, concludendo la sua battuta colma di odio con lo sputare addosso all’Auror. Draco non si scompose e mormorò tranquillamente, puntandogli contro il braccio la bacchetta:

-FERIO!!!- Il Mangiamorte urlò per il dolore e si controllò il braccio dove una profonda ferita si era aperta. Ginny si riscosse e disse scandalizzata:

-Non lo puoi fare, Draco!!!-. Egli la guardò crudelmente divertito e sbottò:

-Certo che posso, invece… la cosa è legale…- Ginny stava per ribattere, ma il ragazzo la precedette e disse con tono falsamente gentile, rivolto all’individuo davanti a se:

-Ora, se non le dispiace sedersi…- Il Mangiamorte, suo malgrado, obbedì. Draco sorrise soddisfatto a Ginny che evitò il suo sguardo e cominciò a parlare:

-Allora… di grazia, le dispiacerebbe dirmi il suo nome?-

-Fottiti.- Ginny lo guardò indispettita e continuò con tono tagliente:

-Dopo di lei, questo è ovvio…-

-Andresti bene per una casa di tolleranza, maledetta stronza.- Draco si alzò dalla sedia e dopo aver circumnavigato la scrivania, lo prese per i capelli e tirandoglieli forte gli puntò la bacchetta alla tempia e lo minacciò:

-Adesso chiedi immediatamente scusa alla mia collega, altrimenti ti faccio saltare quel cervello pieno di letame che tieni, hai capito????- Il Mangiamorte lo maledì con parole pesanti e si beccò un pugno sulla guancia da fargli sanguinare il naso copiosamente. Ginny saltò in piedi e lo allontanò da lui dicendo:

-Basta! Lascialo parlare… vedrai che la finirà…- Poi si girò a guardare il Mangiamorte e si avvicinò a lui per controllargli la lesione:

-Mi faccia vedere.- Disse gentilmente ma egli la mandò via gridando:

-Levami le mani di dosso!! Maledetta sgualdrina!!-. Ginny lo guardò in silenzio e fu spinta via dal ragazzo che lo prese per i vestiti neri e lo buttò per terra. Il Mangiamorte cadde rovinosamente anche per il peso delle catene di ferro e dopo Draco si avvicinò a lui e lo fece rialzare malamente per poi prenderlo per la gola e stringergliela forte. L’uomo cominciò a soffocare ed emise dei suoni strozzati. Draco allora ringhiò:

-Chiedi immediatamente perdono per quello che hai detto, oppure ti farò strisciare per terra come un verme perché sarai così pieno di ferite che non avrai neanche la forza di metterti in ginocchio!!!!- Egli sibilò diventando rosso per la mancanza di aria:

-M…Mai.- Draco aumentò la stretta sul suo collo ed attese. Ginny disse ansiosa e preoccupata:

-Basta… ora stai esagerando… lo ucciderai così!!!!-.

-Vediamo quanto resiste, il bastardo!!-. Aumentò di più la presa sul suo collo e l’individuo cominciò a divenire viola. Alla fine, ad un passo dallo strangolamento, biascicò più morto che vivo:

-S…cusa.- Malfoy lo lasciò lentamente e lo spinse senza alcun ritegno sulla sedia che si trovava dietro di lui.

-Vedo che abbiamo cominciato a ragionare… Weasley, hai accettato le scuse? Perché se non sono state soddisfacenti, allora questo “signore” di “rispettabile” fama sarebbe disposto a rifartele.- Sbottò con tono fortemente ironico rivolto al Mangiamorte che ancora si stava riprendendo per il tentato strangolamento. Ginny si tirò su le maniche della divisa e si avvicinò a quell’ultimo e, senza rispondere, chiese:

-Come sta?-

-M…meglio.- Ginny annuì e continuò:

-Vuole un bicchiere d’acqua?-

-No.- Draco la guardò storto e si piazzò dinnanzi a lui per poi dire sbrigativamente con le braccia conserte:

-Allora… se sua signoria ha finito di riprendersi dallo shock, possiamo cominciare l’interrogatorio. Le dispiacerebbe dirmi il suo nome?-

-Quello di mio padre.-

-Temo di non essere stato chiaro: Allora, figlio di puttana, vediamo se ti arriva diretta, la domanda: dimmi il tuo nome oppure questa volta finisco di ucciderti.-. L’uomo ringhiò con rabbia e poi cedette:

-James Tony Frank Newton.- Draco incantò una piuma e le ordinò di scrivere tutto ciò che si stava dicendo. Alla fine gli rivolse l’attenzione e disse con tono mellifluo:

-Bene…- Ginny si intromise e chiese con tono professionale:

-Dunque… sa perché lei è qui?- Il Mangiamorte la scrutò con rabbia e concluse alla fine con maleducazione:

-No.- Draco rise di gusto a sentire ciò e disse piuttosto ironicamente:

-Certo… un bastardo con le mani sporche di sangue che si ritrova ai polsi catene magiche anti-smaterializzazione in un Quartier Generale degli Auror ci è capitato per sbaglio… non raccontare cazzate, Newton.- finì poi digrignando i denti e prendendolo per i vestiti neri senza grazia.

-Non sei degno neppure di toccare questo vestito, Malfoy.- lo ammonì l’altro quasi a minacciarlo.

-Ti assicuro che finirai nell’angolo più remoto della prigione di Azkaban e farò in modo che i Dissennatori buttino anche la chiave… hai afferrato?-

-Tuo padre te la farà pagare… e il mio fantasma gioirà di questo…-

-Seppure ne rimarrà uno, dopo aver finito di passare la vita lì con i Dissennatori.-

-Tuo padre era orgoglioso di te… puntava sul tuo futuro di Mangiamorte… sei un sovversivo nella tua famiglia, Draco… gli spiriti dei tuoi avi ti si rivolteranno contro…-

-Saprò come proteggermi… ma nel frattempo te ne sarai andato a fare fottere con il tuo Signore Oscuro.- detto questo lo mollò e si voltò a guardare Ginny che lo stava fissando attentamente. Allora parlò:

-Cominciamo… sbrigati a rispondere, Newton… altrimenti ti prenderò a calci e le parole te le farò uscire una ad una da quella bocca dannata.-. Poi continuò rivolto a Ginny con velata ironia:

-Vuoi fare qualche domanda, Weasley?- Ginny la captò e disse rivolto ad Mangiamorte:

-Mi vuole spiegare il motivo della sua presenza all’attacco di Cortoulth?-

-Sono un Mangiamorte, se non te ne sei accorta, stupida Auror.-

-Quindi ammette di aver partecipato allo scontro?-

-Si.-

-Sappia che sono costretta a farle queste domande altrimenti le posso assicurare che la sbatterei in galera senza neppure un processo.-

-Cerchi di fare l’acida? Tesoro… andresti bene per una sveltina.- disse con tono cattivo l’uomo che si ritrovò con il naso deviato per via di un pugno che gli arrivò in faccia da Malfoy. Quest’ultimo lo prese per il colletto e nonostante tutto la vittima cercasse di liberarsi gli disse:
-Vedi di fare meno il pagliaccio, Newton… non credo che avrò per tutto l’interrogatorio la pazienza che sto dimostrando!!! Ringrazia la signorina che ha avuto la gentilezza di presiedere con me l’interrogatorio perché, ti assicuro, che se fossi stato da solo con me, saresti uscito di qui solo da morto.- Dopo lo lasciò e fece il giro per andarsi a sedere dietro alla scrivania.

-Mi dica: perché avete attaccato il paese?- riprese Ginny, approfittando del silenzio tra i due.

-Per… perché ce lo hanno ordinato.- biascicò il Mangiamorte, con il naso colante sangue e la voce nasale per via del setto deviato.

-Chi?-

-Lucius Malfoy.- Ginny si girò a guardare Draco che non trovò per niente stupito. Freddamente, osservava come incantato colui che aveva davanti.

-Conosce Lucius Malfoy?-

-Si.-

-E come?-

-Non te ne frega niente.-

-Se glielo domando, probabilmente mi interesserà…-

-Non rispondo alle tue domande.-

-Qualcosa mi dice che lo farai, invece.- Detto questo, Malfoy gli puntò addosso la bacchetta e mormorò:

-FERIO.- Il Mangiamorte urlò e dal braccio destro gli zampillò altro sangue che sporcò il pavimento. Ginny urlò:

-Adesso basta, Draco!!!- ciò detto, gli strappò di mano la bacchetta. Per la prima volta Draco rimase stupito del comportamento della ragazza e non replicò neppure perché lei riattaccò a parlare con l’uomo di colore:

-E allora?-

-Io… fattelo dire da Malfoy.- Ginny si voltò a guardarlo ed egli la ricambiò in tralice, guardandola in modo particolare. Anche se con l’interrogatorio non c’entrava niente, provò un brivido lungo tutta la schiena. Gli diede le spalle e continuò:

-Lucius Malfoy ha organizzato anche l’attacco a Washington?-

-Si. Malfoy Senior è uno dei fedelissimi ed è il braccio destro dell’Oscuro Signore… abbiamo seguaci in tutto il mondo e abbiamo comunicato la data del nostro attacco ai compagni Americani… tornando al Mangiamorte Malfoy… sta organizzando una serie di attacchi qui nel Regno Unito… ma non so di quale entità siano… l’Oscuro non ci mette al corrente di tutto… ha paura che qualcuno faccia la spia e che lo tradisca…-

-Sa qual è la sede di Lei-Sa-Chi?-

-Nessuno di noi lo sa… non sappiamo dove si trovi… le informazioni ci vengono recapitate mediante persone sempre diverse… ma si dice che non abbia una sede fissa… si dice che la cambia in continuazione.-

-E Lucius Malfoy? Dove lo si può trovare?-

-Chi lo sa! Si dice che sta sempre con l’Oscuro e che si unirà a tutti i Mangiamorte quando verrà…- Ginny insistette, piuttosto interessata:

-Cosa avverrà?-

-La battaglia finale… quando ci sarà la presa del Ministero Inglese e la sconfitta di Harry Potter per mano dell’Oscuro…-

-Sa quando succederà?-

-No.-. Ginny annuì pensierosa e poi si voltò verso Draco per chiedergli:

-Hai qualcos’altro da domandargli?- Incrociò di nuovo lo stesso sguardo di prima e provò nuovamente una strana sensazione allo stomaco che ignorò volutamente. Gli diede le spalle e sentì la sua risposta:

-Si… toglimi una curiosità, Newton… oltre ai 17 omicidi che ti sono stati attribuiti… quanta altra gente hai ammazzato?- L’uomo ringhiò:

-Fai tu… maledetto traditore.- Draco lo fulminò con lo sguardo, si alzò dalla sedia, ignorandolo, e aprì la porta dell’ufficio per chiamare l’Auror che l’aveva scortato. Questi entrò e se lo portò via e si chiuse la porta alle spalle. Draco si girò verso la ragazza con la faccia deformata dalla rabbia. Per una frazione di secondo, Ginny ebbe paura. Lo vide dirigersi verso di lei e fermarlesi davanti. La sovrastava con la sua altezza ed in confronto a lui si sentì minuscola ed indifesa. Egli le chiese con rabbia:

-Allora?-

-“Allora” cosa, scusa?- provò lei in tono innocente, accorgendosi subito del suo profumo dolce ed aspro al tempo stesso che le confuse i sensi. Draco le sibilò in faccia:

-Sai come ci si comporta durante un interrogatorio, Weasley? Lo sai che non devi mettere in difficoltà il tuo collega davanti al nemico? Lo sai? O devo ricordartelo io?-

-Stavi facendo una cosa che non era lecita… anche se è concesso dalla legge trattare così i criminali, quello che hai fatto va contro ogni etichetta morale… Diamine, Draco!! Sono anche loro persone!! Questo significa eguagliare a zero la dignità di un uomo!-

-Stiamo parlando di un serial Killer, Weasley!!!! Come puoi parlare di un uomo se uccide a sangue freddo e senza pensarci due volte??? Sai oppure no che se fosse stato per lui ti avrebbe ridotto a brandelli con le maledizioni senza perdono?-

-E’ proprio questo che ci differenzia da loro, Draco!!! Noi Auror lavoriamo per la giustizia… e la giustizia implica la diplomazia… come puoi torturare un Mangiamorte affinché parli?-

-Mi pareva però che ti fosse piaciuto quando ti ho difeso dalle parole di quel bastardo…-

-Sei stato gentile e ti ringrazio… ma avrei preferito che lo avessi fatto in modo più consono!-

-Questo però non toglie il fatto che ti sia comportata in modo non adatto!-

-A cosa ti stai riferendo? Al fatto che ti abbia strappato di mano la bacchetta?- Obbiettò Ginny porgendogliela con gentilezza. Egli gliela strappò con rabbia.

-Oh! Ma che grazia, Draco!- ironizzò la ragazza.

-Chi ti ha dato il permesso di chiamarmi per nome?- domandò infastidito, poi sempre più vicino a lei che ribattè spiritosamente, accentuando l’ironia sull’ultima parola:

-Bhè… non sapevo che bisognava chiederti il permesso di chiamarti per nome, “Draco”…- Egli ringhiò per nulla al mondo divertito, calcando fortemente sul cognome per sottolineare la differenza, sbottò:

-“Weasley” non provocarmi…- Ginny assunse un aria di sfida e chiese:

-Altrimenti che fai? Mi ammazzi o mi lanci addosso una maledizione FERIO?- Malfoy la scrutò con odio dall’alto in basso e pensò rabbiosamente che proprio lei, quella dannata ragazzina lo stava sfidando… sapeva di ragazzina che reca ancora l’odore di libri, di scuola e di passeggiatine con le amiche per i suoi corridoi… di ragazzina innocente, indifesa e allegra, oltre che pulita… oppure di ragazzina in cerca di guai.  Pensò che era piuttosto carina, intraprendente, coraggiosa e soprattutto incosciente perché lo stava provocando… e pensò che quell’incoscienza le dava del pepe, per non parlare poi del carattere focoso e stuzzicante che la signorina possedeva. Voleva darle una lezione che non avrebbe dimenticato facilmente… lo infastidiva quel ghigno di sfida che aveva in faccia… provò un moto di rabbia improvviso che non riuscì a controllare e che lo fece agire fulmineamente. Le afferrò violentemente i polsi e la sbattè a muro con brutalità. Ginny spalancò gli occhi sorpresa e gemette quando realizzò ciò che era accaduto. Assunse un’aria spaventata, perdendo rapidamente lo sguardo di sfida che prima aveva dipinto sul viso. Lui allora strinse ancora di più i polsi della ragazza e avvicinò il suo viso a quello di lei e schiacciando il suo corpo al suo.

-Adesso hai paura, Weasley?- le sussurrò dopo all’orecchio con sensualità e respirò il suo profumo di lavanda e fiori freschi lentamente. La sentì rabbrividire per la sensazione che ebbe, per la voce, per il respiro caldo e irregolare sul collo scoperto e giocò crudelmente su questo.

-Hai capito che, se mi provochi, potresti farti davvero molto male?- Ginny era pietrificata e respirava letteralmente a fatica. Sentiva il calore del suo corpo avvolgerla, per non parlare del suo ammaliante profumo da uomo che maledì mentalmente perché le stava facendo annebbiare la mente. Percepì i muscoli tonici e ben scolpiti contro il suo seno e provò a rimanere lucida e a dire, anche se ormai nel suo cervello la quantità di ossigeno necessario stava diminuendo rapidamente:

-L…lasciami…-

-Davvero? Cos’è? Non ti piace? Mi stai deludendo…- rispose lui, bisbigliando con le labbra che sfioravano ogni tanto il collo bianco della ragazza che tremò visibilmente. Ghignò e continuò a rimanere in quella posizione.

-Lascia…mi… mi metto a gridare…-

-Fallo, allora… anche se dubito che il tuo corpo risponderà ai tuoi ordini…- Allentò la presa sui suoi polsi e cominciò a carezzarglieli lentamente e con una calma quasi maniacale. Poggiò le labbra sulla morbida pelle diafana del collo e le lasciò distrattamente qualche bacio asciutto e sensuale al punto da farla gemere controvoglia. Draco, alla fine, le sussurrò all’orecchio:

-Che c’è? Adesso ti piace? Ci sono tanti modi per fare del male… c’è quello più doloroso e quello meno… io preferisco il secondo…- Le mordicchiò leggermente il lobo e Ginny sospirò e provò uno spiacevole tuffo allo stomaco… pensò che se le torture fossero state tutte così avrebbero portato alla follia in poco tempo. Implorò tuttavia il cielo che non finisse mai e vibrò al contatto delle labbra del ragazzo contro la pelle del suo zigomo. Si ritrovò quasi a sperare che la baciasse, ad implorare mentalmente di continuare in quella lenta e dolce agonia che le stava facendo perdere il lume della ragione.

-Stai facendo il… cascamorto con me?-

-Weasley… sei dannatamente carina… ma non fino al punto da ridurmi in quelle condizioni.-

-D…dovrei considerarlo un complimento?-

-Come vuoi… ma volevo dirti che se sarai così imprudente da provocarmi di nuovo, non mi fermerò qui...- Ginny ingoiò a vuoto e percepì appieno la minaccia che le lasciò sulla pelle del collo in tono vellutato. Tuttavia, sentì, con un moto di dispiacere, il suo corpo allontanarsi dal proprio ed il suo profumo svanire dolcemente come un sogno ad occhi aperti. Lo guardò negli occhi grigi sentendo improvvisamente che un pugno invisibile le veniva affondato nello stomaco provocandole dolore… o era uno sciame di farfalle che volava troppo in fretta… Gli vide dipingersi in faccia un ghigno di quelli suoi che le diede fastidio, facendole rivoltare tutto… realizzò a rallentatore che quel bastardo si stava prendendo gioco di lei. Sentì bussare alla porta e si riscosse dal trance della situazione. Si avvicinò a lui e lo spinse con forza sul petto, fulminandolo con lo sguardo.

-Levati di mezzo, Malfoy…- gli ringhiò a bassa voce contro. Il ghignò si allargò sul suo viso regale e le sussurrò con lentezza e voglia repressa:

-Ti desidero, Weasley… sarai mia entro l’estate…-

-Contaci… preferirei morire…- Draco rise brevemente. Ginny lo spinse via di nuovo con più convinzione e gridò decisa, dirigendosi verso la porta:
-Avanti!-. Un altro Auror aprì la porta e comparve sulla soglia. Salutò educatamente, portandosi di taglio una mano su una tempia e chiese:

-Buongiorno, tenente Weasleyposso fare entrare un altro Mangiamorte?-

-Si, la ringrazio… cerchiamo di muoverci…- L’Auror annuì ed uscì, lasciandoli soli. Malfoy guardò la ragazza con un ultimo sguardo significativo e si andò a sedere dietro la sua scrivania. Ginny gli si piazzò affianco e in piedi e non lo degnò più di uno sguardo, durante tutto l’interrogatorio.

 

****

 

Quando anche l’ultimo Mangiamorte fu andato via ormai erano le sette di sera. Tutto quel tempo speso senza nemmeno una pausa di cinque minuti o una parola tra i due per arrivare alla conclusione che era in programma un attacco di massa al Ministero di Londra e che ormai per la prossima settimana era stato fissato da Voldemort un attacco nella metropoli babbana cinese di Shangai. Dall’ultimo Mangiamorte erano addirittura riusciti a sapere che nelle vicinanze della capitale inglese vi era un covo dei più importanti Mantelli Neri degli ultimi 10 anni… da li pervenivano alcune informazioni e certe indicazioni sui vari attacchi. Ginny si massaggiò energicamente le tempie… aveva un mal di testa infernale… si chiese se erano gli interrogatori a distruggerla o era la semplice presenza di quell’essere abbietto che la stava rimirando con sguardo bieco. Era seduta alla sua scrivania e si massaggiò gli occhi chiusi e davanti le comparvero tanti disegni strani che cominciarono a ballare da una parte all’altra… fantastico… il mal di testa doveva essere pesante… Controllò l’orologio e si alzò dalla sedia… aveva fatto due ore di straordinario e la cosa l’aveva seriamente buttata per terra. Raccolse tutto ciò che si sarebbe dovuta portare a casa e poi si ricordò dolorosamente di una cosa: qualcuno dei due sarebbe dovuto andare a riferire a McGriffith dell’esito che avevano riportato gli interrogatori… al solo pensiero di dirlo al furetto che si trovava davanti le venne la nausea e per scontare il nervosismo si aggiustò i capelli dietro un orecchio. Alla fine fu costretta ad alzare lo sguardo su di lui e a trovarlo a scrutarla con un’attenzione maniacale… Ignorando i suoi occhi che avevano preso quasi una tonalità di bianco, tanto erano chiari, disse infastidita:

-Senti… qualcuno deve andare a riferire quanto abbiamo saputo dall’interrogatorio al Generale…-

-Bhè… pensavo che quella fossi tu… ho notato che ti stavi preparando…-

-Forse non hai capito… devi andare tu… in fondo sei tu che ti devi “ambientare”!- lo rimbeccò calcando ironicamente sull’ultima parola.

-Ma, se non sbaglio, tu devi illustrarmi il “retto modo di fare”!- le rispose con finta innocenza lui.

-Ho mal di testa… se hai intenzione di farmi arrabbiare, ti assicuro che ci stai riuscendo…-

-Ho raggiunto uno degli scopi a cui tanto aspiravo…-. Ginny non disse niente e si limitò a fissarlo, mandandolo mentalmente al paese confinante. Draco sembrò leggerle la mente e sbottò con un sorriso divertito:

-Ti ringrazio…- La ragazza sbruffò con rabbia e si avviò verso la porta. Con l’intenzione di andare lei da McGriffith, pur di levarselo davanti e di non sentire le sue sparate fuori luogo, la aprì ma lo sentì sbottare:

-Stasera che fai? Vai a casa e quando tutti dormono ti infili nella camera di San Potter e te la spassi con lui?- Ginny si girò a fissarlo con uno sguardo omicida e ringhiò:

-Quello che faccio a casa e di notte non è affar tuo, intesi? Più che altro sei tu, quello da condannare…-

-Mmhhh… se ti interessa la mia condotta morale, ne sono orgoglioso…-

-E’ il mio ultimo pensiero, credimi…-

-Pensavo che stanotte non avessi nulla da fare e cercassi un po’ di compagnia… ne sono deluso, davvero!- recitò Draco con finto tono melodrammatico. Ginny si sbattè la porta alle spalle, trattenendosi a mala pena dal rispondere per le rime a quel dannato maledetto schifoso del suo collega. Sentì la porta spalancarsi improvvisamente e si girò per trovarlo affacciato alla soglia a gridare:

-Se stanotte ti senti sola, tieni presente Malfoy Manor!-. Alla fine rise divertito e aspettò la risposta di Ginny che gridò furiosa, allontanandosi sempre di più a passi pesanti:

-Và all’inferno!-. Aspettò che fosse sparita dalla sua vista per ricordare il suo profilo e pensare che era proprio carina… Weasley, stracciona, ex-Grifondoro ma pur sempre carina… ripensò con un sorriso malizioso a quando le era saltato addosso, a quando senza alcuna grazia l’aveva sbattuta al muro e aveva cominciato a baciarle il collo, carezzandole i polsi e con le labbra la sua pelle calda e bianca immacolata… ricordò anche del fatto di averla sentita sospirare per i suoi baci sottili e provocatori e la sensazione che il suo corpo e il calore con il profumo che ne emanava gli avevano fatto correre un brivido lungo tutta la schiena… pensò con freddezza che una notte con lei sarebbe valsa altre cento con altrettante donne senza nome e identità, oltre che faccia… perché quando hai voglia e non vuoi problemi, la prima che ti capita sottomano va bene… ghignò di nuovo e ricordò la promessa che le aveva fatto alcune ore prima: entro l’estate sarebbe stata sua… una Weasley sua… la sua mente calcolatrice rise divertita per l’assurdità detta… il suo stomaco si contrasse orribilmente al pensiero dei suoi occhi azzurri che aveva incrociato la prima volta nell’Atrium

 

****

 

Ginny, sbraitando mentalmente dopo essere uscita dall’ufficio di McGriffith, si smaterializzò a casa sua nel salotto. Harry era sdraiato sul divano e fissava il soffitto con faccia seria e preoccupata, come se avesse trovato lì qualcosa che per gli altri abitanti della casa potesse essere stato mortale. Ron era profondamente addormentato su una poltrona e russava leggermente con la bocca aperta. Quando Harry sentì il rumore della materializzazione si drizzò in piedi e, vedendosi comparire davanti Ginny, si buttò su di lei, mentre Ron sussultava aprendo gli occhi per il rumore e poi, ancora addormentato, riprendeva a dormire.

-Ginny!- sussurrò apprensivo il ragazzo, levandole gentilmente di mano le cose che portava e appoggiandole al tavolino di legno basso dove giacevano anche un paio di pergamene scarabocchiate appallottolate e una boccetta di inchiostro nero mezza vuota con intinta dentro una piuma di fagiano tutta rovinata.

-Harry, ciao! Non sapevo che stesse riposando!- si scusò, indicando suo fratello con un dito. Harry scosse il capo e continuò, arrivando dritto al punto:

-Come è andata oggi con Malfoy?- Ginny lo guardò punta sul vivo e istericamente si portò una ciocca di capelli dietro ad un orecchio. Fece finta di essere stata distratta e chiese:

-Cosa, Harry?-

-Malfoy… come si è comportato oggi?- Ginny rise e cercando di nascondere un punta di rossore sulle guance disse:

-Benone, benonemolto molto bene, benché sembri strano… ho trascorso proprio una meravigliosa giornata!!!- Mai si sentì così bugiarda come in quel momento… le tornarono alla mente i baci che quel serpente le aveva soffiato sul collo come brezza e che si sentiva impressi a fuoco sulla pelle, per non parlare poi delle sue mani sui suoi polsi… Harry la guardò stupito e chiese, piuttosto sorpreso che un feeling così tranquillo si fosse stabilito tra i due:

-Come?- Ginny annuì sorridendo e fu sollevata dal vedere la sua faccia farsi ancora più perplessa… per lo meno aveva recitato così bene da fargliela bere come se fosse acqua…

-Ma Ginny… sei sicura? Ti vedo un po’-

-Non preoccuparti… sono nervosissima perché sono stanca e devo ancora fare una relazione a McGriffith sugli interrogatori… ora vado in camera!- disse tutto d’un fiato la ragazza, interrompendo Harry che obbiettò:

-Ma ho sentito che Malfoy ha ridotto a brandelli un tizio… prima di mandarlo ad Azkaban, lo hanno portato in infermeria!-. Ginny però si era già portata verso la porta della stanza. Allora Harry, capendo che la ragazza stava di nuovo tentando di evitare la cena, le si piazzò davanti e le chiese:

-Allora? E’ vero?-

-Si… Harry, ti dispiacerebbe lasciarmi passare?-

-Hai intenzione di saltare di nuovo la cena o sbaglio?-

-Sono stanca… non ho fame…-

-Come “non hai fame”? E’ da un po’ di tempo che non fai un pasto completo… ti disintegrerai!-

-Va bene, ma oggi no… domani cenerò, te lo prometto!-

-Non ti credo!-

-Harry! Adesso cado svenuta per terra, se non mi fai passare!- lo minacciò lei per farlo togliere davanti. Il ragazzo obbedì, anche se cercò di ribattere con un debole “ma” che non diede i suoi effetti. La giovane lo sorpassò in fretta per evitare qualche altro tentativo di cattura e salì in fretta le scale, decisa a raggiungere la sua camera prima che anche sua madre la beccasse e la costringesse a mangiare… quando finalmente arrivò si chiuse la porta alle spalle e si appoggiò, riprendendo fiato, al legno solido a rovinato dal tempo… quando si fu ripresa, si puntò la bacchetta contro e si fece comparire il pigiama addosso. Il mal di testa la stava facendo impazzire… sospirò, massaggiandosi energicamente le tempie, e si buttò di peso sul letto… era così stanca da sentirsi priva di forza fin dentro il midollo… forse Harry aveva ragione… forse avrebbe dovuto mangiare qualcosa… poi cambiò idea e pensò a quel furetto che aveva avuto la disgrazia di ritrovarsi come collega… era lui la causa di tutti i suoi mali, si ritrovò a riflettere contrariata… aveva avuto la capacità di rendere il suo turno di otto ore un vero macigno… dopo le notizie di Serge a cui non aveva neanche risposto e chiesto scusa di non aver fatto un spuntino con lui, e quelle di Harry, ci mancavano solamente le sue battute stupide, degne degli imbecilli più imbecilli di tutta la Terra… pensò alla discussione che aveva avuto con lui e al fatto che si era trasformato in un vero e proprio scontro, culminante in quella reazione da parte del ragazzo… ammise di non averla prevista, quando lo provocava… il solo pensiero di essere stata sbattuta a muro da lui le fece venire una rabbia terribile… i lividi che si era trovata sui polsi e che ora al solo toccarli le facevano un male del demonio contrastavano con il modo con cui l’aveva baciata sul collo… si ritrovò ad ammettere che in fatto di sesso e seduzione era abile quanto il diavolo, ma come si sa, ciò andava sempre in coppia con il sadismo ed una mente calcolatrice… perché quel ragazzo biondo era un calcolatore freddo e dal talento innato a fare del male agli altri… lo stomaco le si chiuse al ricordo del gemito che involontariamente le era scappato… la spaventò il piacere che aveva provato in quel momento ed il desiderio represso di essere baciata da quelle labbra sottili e crudeli, ma capaci di portarti allo zenit… paradossalmente si ritrovò a sperare che fosse andato avanti, che non si fosse fermato ad una semplice bacio sul collo… pensò con ironia di essere veramente cattiva nei propri confronti… erano dolci, erano leggeri, erano freschi, erano asciutti, erano sensuali, erano tentatori, erano ammaliatori, erano angelici… erano demoniaci, erano crudeli, erano di una freddezza quasi mortale, erano traditori, erano assassini, erano derisori, erano ingannevoli… erano di Draco Malfoy… realizzò con sommo orrore di essere attratta da quel ragazzo… da quegli occhi… da quel corpo atletico il cui pensiero, con ogni forza, cercò di scacciare via… Lo sentì addosso, a schiacciarla contro il muro, a darle quelle sensazioni che solo un bravo seduttore sa dare… si sentì fastidiosamente addosso il profumo di Draco e il suo calore che lento le accarezzava la pelle non solo del viso ma che penetrava anche attraverso i vestiti e la pervadeva tutta, schiacciandola in una morsa lenta e dolce e crudele e derisoria allo stesso tempo… ricordò di aver provato una stranissima sensazione… era più bassa di lui e quando si era ritrovata contro il suo petto si era sentita imprigionata completamente… non aveva avuto altre vie di fuga… anche se avesse voluto respingerlo non ci sarebbe riuscita… Si rigirò nel letto e rimase a guardare nel buio la finestra che aveva dimenticato di chiudere con le persiane… domani sarebbe stato doloroso quasi quanto una martellata sugli occhi alzarsi. Non aveva voglia di alzarsi e andare a chiudere. Un’insolita pigrizia la prese e cominciò a pensare di comportarsi veramente in modo strano… La verità era che si sentiva talmente confusa da dubitare di essere sana di mente… non le era mai capitato, da almeno cinque anni a quella parte di sentirsi così turbata… rise da sola e si ritrovò a riflettere: “Per chi, poi?”. Già… per chi poi si sentiva confusa? O meglio: per cosa? Forse per un serpente maledetto dagli occhi di ghiaccio e dal ghigno facile quanto la battuta affilata? La cosa non le piacque affatto… e non le piacque soprattutto il pensiero che fece dopo… che un sorriso sincero sulle sue labbra sottili ed esperte sarebbe stato il più bello in assoluto al mondo… in particolar modo se rivolto a lei. Suo malgrado si ritrovò a pensare anche all’invito che le aveva fatto a Malfoy Manor… il suo istinto reagì:  sarebbe stato bello andare a casa sua quella notte… e non per parlare… quello no…

 

Dunque! Eccoci ritrovati alla fine del terzo capitolo!!!! Che dire???? Non so se vi piace… ho come la strana sensazione che la storia piaccia a pochi… vi prego!!!! COMMENTATE!!!! FATEMI SAPERE SE VI PIACE, ALTRIMENTI MI FATE SCRIVERE COSI’… COME UNA SCEMA!!! La mia autostima è sottoterra… mi chiedo, mi domando, mi ossessiono su cosa c’è che non va nel mio modo di scrivere… DITEMI QUALCOSA!!! SCRIVETEMI CRITICHE COSTRUTTIVE, MA VI PREGO!!! COMMENTATE!!!!

E dopo questo sfogo melodrammatico, partorito dalla mia mente malata, volevo salutarvi e darvi appuntamento al prossimo capitolo con (rullo di tamburi)… emh… con… NON SO COME CHIAMARLO!!! Comunque scusatemi! Oggi sono proprio fusa…

 

                                                                                             Ciao!!!!

         

   

              

     
                                     

 

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Capitolo 4
*** La missione ***


You are my past, my present, my future

Nota d’autore: Ciao a tutti… odo un silenzio glaciale che mi fa rabbrividire con violenza… alzo lo sguardo e mi ritrovo tutti i miei lettori che mi guardano male. Provo a dire :”ehm salve gente! Sono tornata dopo due mesi di assenza! Siete felici di rivedermi?”… sento rumori sinistri venire dal gruppo di persone che mi sono di fronte e noto con mio sommo terrore che sono armati fino ai denti e pronti a mandarmi all’altro mondo alla mia prossima parola fuori luogo. Provo a dire: “Ra-ragazzi possiamo trovare un compromesso! In fondo qui siamo tutti amici…”. Un ringhio rabbioso si leva dalla moltitudine…

SALVE A TUTTI!!! Tanto per cominciare chiedo infinitamente scusa per il mio infinito ritardo nel postare il nuovo capitolo… non mi sono fatta vedere per due infiniti mesi perché ho avuto un infinito a dir poco blocco dello scrittore che mi ha portato ad un infinito esaurimento nervoso causato anche dalle infinite cose che fino ad ora mi hanno tenuta occupata… Insomma chiedo a voi infinite scuse e spero che questo capitolo sia per voi un incentivo a perdonarmi della mia mancanza verso di voi…

Comunque questo mostruoso ritardo è stato causato non solo da me, ma anche da questo signor computer che adora prendersi gioco di me… Ha avuto la capacità di creare un errore tale da non farmi più accedere al documento, e se anche ci fossi riuscita cominciava a dare i numeri… insomma… in poche parole non voglio annoiarvi con il racconto del combattimento all’ultimo sangue che si è tenuto tra me e lui fino a qualche oretta fa… se aveste voi l’occasione di guardarmi in faccia, notereste una marea di graffi sanguinanti… ordunque! Si torni a noi! Spero che questo capitolo vi piaccia e che vi facciate sentire in tanti, anche perché ci ho messo un sacco di tempo a scriverlo ed è piuttosto lunghetto… (dipende dai punti di vista), ma io mi metto dalla vostra parte e ragiono secondo i canoni normali… i miei sono starati… Ringrazio tutte quelle persone che mi hanno commentato il 3° capitolo ed un mio particolare ringraziamento è rivolto anche ai lettori silenziosi. Ed ora il via ai ringraziamenti:

HikariKanna: ciao Fede (posso chiamarti così, vero? Me speranzosa!!)!! E’ stato un vero piacere per me leggere la tua recensione! Lucia mi aveva accennato al fatto che avresti avuto la pazienza di leggere questa fanfic e ti ringrazio di cuore per aver resistito fino all’ultimo… Che bello! Sprizzo felicità da tutti i pori… finalmente eccomi qui sul mio sito preferito! Sono felice che tu abbia trovato divertente il litigio di Ron ed Hermione, ma quei due secondo me faranno così per l’eternità… pazienza… devi sapere che scrivere delle cose divertenti non è mai stato particolarmente nelle mie corde e pensavo che avrebbe fatto rimanere perplessi tutti quelli che lo leggevano… però un po’ tutti dicono che ha fatto sorridere… me sollevata! Alla prossima, ci conto!

sweet nettle: Grazie mille per i complimenti sul mio modo di scrivere e sulla fanfiction… ammetto sia un po’ insolito ritrovarsi un Draco vestito da Auror, ma ogni tanto è bello cambiare e non vederlo sempre vestito di nero, cupo e pronto a sfilare la bacchetta ed ammazzare qualcuno… sembra appena tornato da un funerale! Comunque spero che ti piaccia anche il capitolo seguente… se vuoi  poi dimmi che ne pensi… ciao!

Mikayla: Ciao tesoro! E’ un piacere poter rispondere alle tue recensioni! Allora: se proprio vogliamo dire la verità dovrei ringraziarti al cubo per le tue tre recensioni. Sono contenta che ti piaccia la storia… a dir la verità ci lavoro da 2 anni e solo ora ho avuto il coraggio di pubblicarla e di mostrare il mio volto alla comunità del sito… dunque… ammetto di aver sbagliato nel primo capitolo ad aver usato sempre il pronome “egli”… mi sembra un po’ arcaico e, come avete detto tu e Tinkerbell91, appesantisce il discorso… tuttavia sono combattuta nell’usare “lui” al posto di “egli” perché c’era la mia professoressa di italiano delle medie (pace all’anima sua… non è morta! Che pensate… semplicemente non la vedo da molto tempo!) che diceva sempre: a volte è meglio “egli” perché “lui” è pronome complemento e non soggetto come “egli”… ma professoressa! Per favore, su! Ci stiamo modernizzando e la lingua cambia con la mentalità! Andiamo avanti… ci manca che mi metto a parlare con i fantasmi! Sono contenta che il battibecco tra Ron ed Hermione sia stato divertente!!! Come dicevo prima ad HikariKanna secondo me quei due continueranno così per tutta la vita, sempre se non succede l’imprevedibile… Per quanto riguarda i complimenti che mi hai fatto sulla caratterizzazione dei personaggi e sul mio modo di scrivere… che dire… me diventa un pomodoro rosso rosso rosso rosso… sono in delirio e per giunta in brodo di giuggiole… Prometto solennemente di non abbattermi più e di essere convinta che la storia non faccia del tutto schifo… mi hai riempita di complimenti Chii… e chi va a dormire stanotte!? Draco è sempre il solito s*****o, non si dicono parolacce e Ginny invece ha quasi l’aspetto di un angelo… mah… staremo a vedere come evolverà la cosa… allora alla prossima! Ci conto ciao! (Ci vediamo sul forum!)

Chiara la Tolkeniana: Ciao Chiara!!! How are you? E’ da tempo che non ci si sente… (Chiara risponde con un ringhio: “potrei dire lo stesso anche a te…”) okay okay sono in torto e taccio. Simpaticona!! Eccoti qui il quarto capitolo che tu tanto bramavi di leggere! Spero di essermi dimostrata all’altezza delle tue aspettative, anche perché ci ho lavorato giorno e notte… Sono contenta che il terzo capitolo ti sia piaciuto ma sta ora a te vedere il 4°… fammi sapere! Approposito! Devo ringraziarti al quadrato per le tue due recensioni al terzo capitolo e mi scuso ancora una volta per l’eccessivo ritardo! Ciao!

Harrydipendente: Ciao carissima!! So che sei la stessa Harrydipendente del forum! Come dimenticarsi di una simpaticona così? Comunque: grazie per aver letto la mia storia… grazie per i complimenti su di essa, sulla caratterizzazione dei personaggi (ammetto di averci sbattuto un po’ la testa sopra…) e sul mio modo di esprimermi. Come ho promesso a Chii, prometto anche a te di non buttarmi più giù fino a sfiorare l’inferno e di tenermi allegra… ecco appena sfornato dalla mia mente bacata ed esaurita l’aggiornamento… spero sia soddisfacente… dimmi che ne pensi poi, a presto! (ad ogni modo ci incontriamo sul forum!)

Vale 90: Ciao Valeria!! Come ti va la vita? Saranno giorni che non ci vediamo… comunque… spero tu riesca a leggere anche questo capitolo… ma non mi hai fatto sapere più niente… ti piace la trama? Spero di si… se non noti l’aggiornamento glielo dico a Sara… ciao e fammi sapere!

padma armstrong: Ehilà padma! Devo fortemente scusarmi con te per il mio ritardissimo nel pubblicare questo capitolo così agognato da tutti… ti ringrazio per i complimenti che mi hai lasciato nella recensione… so che sono troppo pochi come capitoli, ma ti assicuro che devo riscrivere al computer la bellezza di 14 quaderni e la storia che scrivo in brutta è solo a metà… ecco perché nei capitoli precedenti ho detto che sarà molto lunga e complicata! Possiamo dire che questa è solo l’introduzione… cercherò di velocizzare i tempi di pubblicazione e di combattere la mia mente apatica che essendo estate ora vuole rimanere solamente sdraiata sul divano con un ventilatore acceso, una cocacola fredda tra le mani e le persiane abbassate a guardare il computer da lontano e a pensare: “crepa carogna!”… insomma siamo allo sbando… spero che ti piaccia e di farmi perdonare con il 4°… Prometto anche a te di non buttarmi più giù e di essere più ottimista… Altra cosa! Sto cercando di allungare i capitoli, perché anche a me 16 pagine di documento Word o giù di li sembrano poche… in fondo io sono per le cose lunghe! Ciao! Attendo un tuo prossimo commento sul qui presente capitolo!

Pink Fire: sono contenta che tu abbia trovato questa fanfiction stupenda… ecco qui per te il capitolo… è inutile dire che vorrei che tu mi facessi sapere cosa ne pensi… il vostro parere è importantissimo ai fini della stesura della storia! Ciao e a presto!

Tinkerbell91: Mi hai reso una ragazza felice con i tuoi complimenti… sono lieta che ti piaccia la trama, che proceda scorrevolmente e che ti stia a genio il mio modo di inquadrare i personaggi. Per l’utilizzo di “Ella” ed “Egli”, come ho detto a Mikayla… l’ho fatto forse per una questione stilistica e per un vecchio ricordo della mia prof. delle medie ma ho ottenuto un effetto catastrofico… grazie per avermelo fatto notare ragazze! Cercherò di porvi rimedio, ciao!

love_fuffy: Ciao… eccoti servito il 4° capitolo… che dire!? Quale onore! Addirittura le mie storie verranno stampate? Aspetto un tuo commento! Ciao simpaticona!

-:Neifile:- : Ciao Francesca! Mamma mia! Mi metti in imbarazzo!!!! MI SALUTI COME SE FOSSI LA ROWLING… MI SENTO COSì LUSINGATA… Sono contenta che il 3° capitolo ti abbia così entusiasmato ed appassionato da definirlo “FAVOLA”! Comunque spero di farmi perdonare con il capitolo seguente… a presto! Dimmi che ne pensi anche di questo!

Scusate sul fatto che mi sia dilungata tanto sulle recensioni… è che volevo ringraziarvi della pazienza che avete avuto… ci vediamo dopo!              

      nny

You are my past, my present, my future

 

4° capitolo: La missione

 

Quella mattina si svegliò più tardi del solito. Aprì pigramente gli occhi e si mise a fissare la sveglia che sottolineava dispettosamente il suo ritardo. Si stropicciò gli occhi e, cercando di trovare la forza di alzarsi e di abbandonare il suo caldo lettuccio, si sedette al bordo del letto, scoprendosi completamente dalle coperte di lana che durante la fredda notte di Dicembre l’avevano tenuta al caldo. Si mise in piedi e si diresse verso il bagno, dove si lavò la faccia per svegliarsi meglio e si pettinò i capelli fiammanti che erano tutti scompigliati in quel momento. Li lisciò ben bene e si infilò svogliatamente un pullover nero su un jeans dello stesso colore. Si fissò allo specchio e le sembrò per un istante di essere vestita da Mangiamorte. Si girò a vedere su una sedia rovinata dal tempo la sua divisa, dove il blu notte spiccava. La prese e, senza pensare alla giornata che oggi con ogni probabilità sarebbe stata piuttosto impegnativa, se la infilò. Si aggiustò un altro po’ qua e la e alla fine uscì, pronta a dirigersi in cucina a fare un’abbondante colazione, decisa a recuperare la cena del giorno prima, anche perché si era accorta di avere un buco allo stomaco di quelli incolmabili. Dopo aver sceso le scale, si diresse nella stanza e dopo aver biascicato un “buongiorno” piuttosto strascicato si sedette ad una sedia intorno al tavolo. Nella cucina vi erano anche Hermione, Ron ed Harry, che dopo averle risposto laconicamente, non scambiarono neanche una parola. Ginny, sfoderata la bacchetta, si fece comparire davanti la colazione ed un caffè nella speranza che le desse energia e la svegliasse. Prese una ciambella al cioccolato che stava in un piattino al centro del tavolo e la inzuppò nel thè al limone, importandosene altamente di dover mangiare prima il piatto di uova e bacon che aveva fatto comparire con la bacchetta. Si guardò intorno fissando i volti degli altri: Ron stava bevendo un bicchiere di succo di zucca, fissando contrariato ed arrabbiato la porzione del legno del tavolo che era stato lasciato scoperto dalla sua tovaglietta. Hermione, dal canto suo, stava leggendo il “Settimanale delle streghe”, su cui c’era un articolo che indicava quali erano gli uomini più seducenti del mondo, individuati nell’ultima settimana, e poi con uno scocciato “Ma per favore… che sciocchezze!” girò la pagina e trovò un servizio sui libri usciti nell’ultima settimana. Si mise a leggerlo con interesse, ma dai suoi tratti traspariva chiaramente l’ombra di un litigio tra lei e suo marito finito con la decisione di prendere ad ignorarsi, anche se sedevano uno a fianco all’altro. Harry bevve un sorso del suo succo di zucca e tossì fortemente in imbarazzo per la situazione a dir poco pesante che si era formata su quella tavola. Tossì di nuovo e si schiarì la voce per poi dire:

-Hermionecome è andata la notte?- La ragazza indurì la mascella e dopo aver alzato gli occhi su di lui sbottò, leggermente infastidita:

-Bene… anche se poteva andare meglio.- Ron sembrò saltare dalla sedia e guardò la moglie fissamente, cercando di trattenersi dal fare qualche sparata fuori luogo. Harry annuì e domandò:

-Perché “poteva andare meglio”? Spero che al Quartier Generale sia andato tutto bene…-

-Ma si, Harry… è nel mio ufficio che la notte non è stata delle migliori!!!- Ron ringhiò sbattendo un pugno sul tavolo nella speranza di spaventare la moglie:

-Certo, Hermione!!!! Sai che ti dico? Perché non ti trovi un amante?- Hermione si girò verso di lui e sibilò con un tono che non ammetteva repliche per l’effetto che ebbe:

-Stai zitto!- Ron sbruffò, abbassò la testa e non parlò più. Harry allora, cercando di salvare l’amico dalle grinfie della donna sviò:

-Ho fatto male i turni?-

-Si!!! La prossima volta che ti diletti a stabilire i turni di ogni singolo Auror, sei pregato di non tirare a sorte, ma di farli con un po’ di razionalità…-

-D’accordo… anche se sono del parere che…- Hermione lo interruppe e sbottò nera:

-Non mi interessa ciò che pensi… sono troppo arrabbiata.- Harry, sconfitto da quella frase, annuì e non parlò più. Ron lo guardò con uno sguardo nero e bastonato nel contempo e poi prese a mangiare un pezzo di torta di rabarbaro. Hermione si voltò verso Ginny e disse:

-Sai, Ginny, ho trovato un veleno inodore, insapore ed incolore da mettere nel cibo, ma ho dimenticato di dire a tuo fratello che si trova giusto nella torta che sta mangiando… che terribile dimenticanza!- Ron guardò stralunato il pezzo di torta ed ingoiò il boccone che aveva in bocca e lo posò cautamente nel piatto. Poi guardò Harry e sbottò spaventato:

-Sta dicendo davvero? Harry, sta dicendo davvero?-

-Ma certo, Ronald… Oltre al fatto che mi sono già trovata un amante!!!-

-CHE COSA HAI FATTO???- Scattò in piedi e la guardò sconvolto e terrorizzato da ciò che aveva udito. Hermione continuò, parlando non più con Ginny ma con una persona immaginaria che le stava davanti:

-Sta parlando qualcuno?-

-HERMIONE!! MI VUOI RISPONDERE OPPURE NO?- La prese sgarbatamente per un braccio e la fece alzare. La ragazza ringhiò guardandolo finalmente negli occhi:

-Lasciami!! Non devi toccarmi!-

-Tu sei mia moglie!-

-Questo non ha alcun significato! Le mogli si rispettano!-

-Ma io ti rispetto! Sei tu che non rispetti me!-

-Te? Io ti rispetto sempre, ma chi è quello che dice che è meglio che mi trovo un amante, che sono bisbetica, che potrei avere la capacità di mettere in un dolce un veleno per stecchirti? In fondo perché dovrei sporcarmi le mani del tuo sangue?-

-Il sangue di cui tu non devi sporcarti le mani è quello di tuo marito!!! Non sono mica un estraneo!!-

-Io come dovrei considerarti? Non mi vuoi dare un figlio!!!-

-E’ per quello allora? E’ per quello che sei arrabbiata anche oggi?- Ron spalancò la bocca, come farebbe un bambino. Poi la chiuse e sorrise contento e sollevato che fosse solo quello il problema. Hermione, dal canto suo, sembrava non essere ugualmente sollevata, anzi, era anche più irata di prima.

-Oh!! Ma di questo fatto si può sempre discutere… io pensavo che era per il…- ma non finì la frase perché la moglie gli diede uno schiaffo da lasciargli il segno delle cinque dita sulla guancia diafana. Ron la fissò sorpreso e non si aspettò minimamente la reazione che ebbe la moglie. La forte Hermione scoppiò in lacrime e scappò via, lasciando in piedi e impalato il marito che a rallentatore si mise una mano sulla guancia e se la massaggiò. Poi corse dietro alla ragazza e si scusò:

-Tesoro… ma un bambino si fa in due…-. Ginny si girò a fissare Harry piuttosto perplessa. Il ragazzo alzò le spalle e mugugnò:

-Sono più strani del solito…-. La rossa si trovò d’accordo con Harry e per il resto terminò in silenzio la colazione. Non aveva alcuna voglia di parlare ed in particolar modo di pensare a ciò che le sarebbe spettato al Ministero. Harry tossì nervosamente e domandò imbarazzato:

-Ehm… Oggi devi andare a lavoro?- Ginny alzò gli occhi su di lui e disse:

-Si, come sempre, d'altronde… perché?-

-Senti… posso andare a parlare io con McGriffith e dirgli di spostare il tuo ufficio e di metterti in una stanza a parte… se Malfoy ti da problemi, io posso risolverli!- La ragazza capì a cosa si stava riferendo, e poiché temeva un’altra predica da parte sua sbottò:

-Harry, sta’ tranquillo… anche se mi creasse problemi, il Generale mi ha dato un compito, che è quello di guidarlo… evidentemente, tra le clausole del contratto c’era anche quella di sopportarlo… probabilmente non l’ho letta o  non l’ho intuita…-

-Io mi preoccupo per la tua salute, Ginny… per la tua… ”incolumità”, diciamo così…-

-Ti prego, ho det…-

-Non mi piace che lavori con lui!!! Si sa… è nella natura di un Malfoy fare del male!! Se non ci prova oggi ci proverà domani!!! Come devo fartelo capire?- esplose alla fine esasperato lui, senza neppure farla terminare di parlare. La prima cosa che pensò la ragazza fu che il trio vincente, o perdente a seconda delle situazioni, doveva essere stato sottoposto in questi giorni a circostanze altamente stressanti, per essere diventati così isterici o nervosi, perché ora Harry era scattato in piedi e la guardava sconvolto e in modo interrogativo, nell’attesa di sentirla ribattere qualche frase che gli dava il permesso di procedere a isolare Malfoy da tutto il resto del Ministero. Osservò per una frazione di secondo con occhio critico la situazione: quei due che stavano gridando, come il giorno prima, dall’altra parte della casa ed Harry che attendeva furiosamente che lei gli dicesse: “Hai ragione…ti prego, scusami se fino a questo momento non ho aperto gli occhi”… decisamente dovevano prendersi una vacanza… forse quei tre stavano lavorando troppo… anche se Harry aveva ragione: Draco era una serpente e su questo non ci pioveva…

-Harry: calmati! Sto bene, davvero!! Mi trovo bene nella stanza con lui!-

-Ti è saltato addosso, Ginny? Dimmi la verità: me la stai nascondendo?-

-No, assolutamente!- sorrise sicura di se, anche se si sentì bugiarda fin dentro le ossa. Harry la guardò negli occhi e cercò di trovare una traccia anche minuscola del fatto che avesse mentito, ma Ginny si alzò dalla sedia, facendo sparire la colazione evitando lo sguardo del ragazzo… decisamente non aveva più voglia di mangiare…

-Dove vai?-

-A lavorare, è ovvio… scusami, ma mi sento come inquisita… in fondo non ho fatto nulla di male!-

-Tu non hai fatto niente di male, ma Malfoy si… Malfoy è il tuo problema!! Voglio cercare di aiutarti a risolverlo…- Rincarò Harry con tono di scusa.

-Harry, ascoltami perché non lo ripeterò: Malfoy non costituisce un problema per me! Non è neanche l’ultimo dei miei pensieri! Piuttosto direi che il processo che avete preso a farmi tu e Ron lo è! Ti imploro! Se ogni giornata sarà così…- ribattè esasperata la ragazza, lasciando la frase in sospeso ed aggiustandosi i vestiti addosso per poi sistemarsi meglio la bacchetta in tasca.

-Ma…-

-E niente “ma”!! Devo andare a lavoro!- E detto ciò, senza neanche salutarlo e dargli modo di ribattere, si smaterializzò per comparire poi nel corridoio del Quartier Generale degli Auror. Come sempre, anche se con l’animo più che inquieto, si ritrovò a percorrerlo, come ogni giorno per andare a lavoro. Quando finalmente giunse dinnanzi alla porta del suo ufficio, si rese conto che era socchiusa, simbolo che Draco doveva già essere arrivato. Senza pensarci su due volte poggiò la mano sulla maniglia e così aprì la porta per entrare dentro. Si chiuse la porta alle spalle e si diresse verso la propria scrivania, evitando di guardare il ragazzo. Quando finalmente fu seduta, posò gli occhi su di lui e sbottò leggermente infastidita:

-Buongiorno…-

-Buongiorno Weasley…- fu la laconica risposta del ragazzo che alzò gli occhi su di lei per fissarla insistentemente. Ginny si aggiustò i capelli leggermente a disagio per il fatto di essere fissata da lui che continuò a scrivere con una penna di fagiano qualcosa su una pergamena. Si mise distrattamente a scrutarlo in ogni minimo particolare, pensando a tutt’altro… Come era possibile che Harry le facesse quel genere di scenate che lei volentieri avrebbe chiamato di gelosia? Possibile che non fosse ancora maturato? Successivamente si rese conto di stare a parlare di “Harry Potter”, l’amico di “Ron Weasley”… e tra i due definire chi era il più infantile era un’impresa degna degli eroi mitici dell’Antica Grecia… Ironicamente se ne fece una ragione, anche se in un certo senso si ritrovò a concordare con quello che pensava di Draco… era una persona abbietta che se possibile si doveva tenere lontana migliaia di chilometri. Improvvisamente ripensò al pomeriggio precedente e a quando il biondo le era saltato addosso… si ritrovò a fissare con attenzione il ragazzo che, apparentemente, sembrava ignaro del suo flusso di coscienza… come con un soffio di vento l’immagine di Harry nella sua testa fu sostituita da quella del furetto biondo… I suoi capelli biondo platino dovevano essere più preziosi dell’oro… forse più lisci della seta… si ritrovò a pensare che sarebbe stato bello accarezzarglieli, toccarglieli, scostarglieli dolcemente per liberare la fronte liscia, proprio come fa una ragazza innamorata… l’aggettivo la spaventò a morte… la folgorò… la fulminò e cercò di levarlo dalla testa il più velocemente possibile… la sua irrazionalità fu più forte di lei… gli occhi grigi erano profondi… erano mare in tempesta, erano ghiaccio del Polo Sud, erano nuvole cariche pioggia… erano belli. Poteva uno sguardo essere più profondo dell’oceano? Poteva uno sguardo dare la morte e un pugnale girato nella ferita lasciarti in vita? Quelle domande, se le pose in quel momento… poteva essere un sorriso una brezza leggera che ti accarezza la pelle e ti scompiglia i capelli per giocare ed un ghigno così mortale da scatenare nel cuore un violento tifone che porta con se qualunque cosa, lasciando poi l’ambiente spoglio e desolato? Poteva uno schiaffo farti reagire ed un sorriso di scherno scoraggiarti e piangere di dolore?... Le sue labbra erano sottili e rosee… dovevano essere morbide, esperte, maestre del baciare e del provocare… dovevano essere calde come il fuoco, fredde come il ghiaccio… traditrici come il ragazzo stesso… dovevano essere belle da baciare… se solo fosse stato un bravo ragazzo e non un grande bastardo dalla battuta affilata come la lama di una sciabola. Draco alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi grigi… erano del colore dei cristalli di neve magici… erano onde nell’oceano… erano freddi. Improvvisamente lo sguardo del ragazzo le sembrò divenire impermeabile, come chiuso ermeticamente. Non riuscì a vedere niente al di la di quelle iridi grigie.

-Noto che oggi siamo piuttosto taciturni… Qualcosa è andata male questa notte con Potter?- Ghignò divertito, anche se dai suoi occhi non traspariva nulla.

-Stanotte non sono andata da Harry, per tua norma e regola…- rispose Ginny scocciata leggermente.

-Non posso crederci… sei riuscita a resistere ai tuoi istinti animali!-

-Io non ho gli istinti animali!!!! Ma cosa diamine dici?- Lo guardò sconvolta ed accavallò le gambe con eleganza.

-Io per “istinti animali” intendo i desideri notturni…-

-Verranno a te, magari!-

-Perché non sei venuta stanotte? Io dicevo sul serio!!!- Dopo rise divertito ed allargò il ghigno sulla sua faccia. Ginny lo fulminò con lo sguardo e lo mandò mentalmente a quel paese. Poi sbottò, cercando di trattenersi, per quanto possibile:

-Chiudi quella dannata bocca, per favore… oggi non è davvero giornata…-. Draco rise divertito e poi scosse leggermente la testa. Senza aggiungere altro tornò a leggere ciò che aveva scritto. Anche Ginny abbassò lo sguardo e prese un pacco su cui vi era scarabocchiata con una calligrafia minuscola la scritta: “Al Tenente Ginevra Weasley”. Lo scartò pazientemente e, dopo aver appallottolato tutta la carta e averla lasciata su un angolo del tavolo, notò che erano libri. Prese il primo e lesse il titolo: “Nuovi incantesimi di Magia Bianca”. Lo sfogliò lentamente soffermandosi su qualche incantesimo che non conosceva. Si ripromise di leggerlo e lo poggiò su una catasta di scartoffie. Il secondo libro lo trovò nettamente più interessante: “La fisionomia del nuovo Mangiamorte”. Girò le sue pagine con più attenzione: era scritto in modo schematico. Più che altro sembrava un testo dei corsi di specializzazione al Ministero per Auror… Il terzo lo trovò piuttosto monotono. Parlava delle statistiche e della frequenza con cui si verificavano in uno stesso posto gli attacchi di Mangiamorte, di rapine magiche e di omicidi vari ed eventuali. Il quarto libro, non lo vide nemmeno perché Draco la chiamò:

-Weasley…- Ginny alzò lo sguardo su di lui e chiese distrattamente:

-Si??- Sbadatamente incontrò i suoi occhi e fu come ricevere un colpo allo stomaco. Sentì uno sfarfallio al livello della pancia ed automaticamente arrossì. Non seppe cosa diamine le prese, ma si sentì così dannatamente stupida da maledirsi. Per la prima volta nella sua vita si accorse che i suoi occhi avevano qualcosa di particolare che andava al di la del colore…

-Cosa sono quelle cose?- domandò egli, evidentemente non accorgendosi di come la ragazza era imbarazzata.

-Sono… libri che ogni mese mi arrivano… se ne fai richiesta ad Hermione che si occupa di queste cose, qui dentro… potrebbe fartele arrivare!- Si diede della stupida e si chiese perché improvvisamente provava imbarazzo a parlargli.

-Non ci tengo…- ribattè schifato il biondo. Ginny si innervosì e disse:

-Hai qualche problema con Hermione?-. Draco ghignò e concluse semplicemente:

-Non voglio avere niente a che fare con quella… tutto qui.-

-Dovresti rivedere le tue priorità… Sono sicura che ti sbagli sul suo conto…-

-Solo il fatto di essere la moglie di Lenticchia mi fa passare la voglia.- Ginny scosse la testa in segno di dissenso e continuò a sfogliare il quarto libro. Draco riprese a scrivere la lettera indirizzata a suo cugino Blaise che si trovava negli Stati Uniti. Quando finalmente la ebbe finita, controllò che non ci fossero sbavature di inchiostro e ricominciò a leggerla. Tuttavia il suo occhio cadde sulla figura femminile che si trovava di fronte a lui: trovò che la ragazza così intenta nel leggere quegli stupidi libri quel giorno era più bella del solito: si ritrovò a pensare che la divisa le donava del fascino e che anche senza un filo trucco era attraente… con le gambe elegantemente accavallate ed una mano dalle dita affusolate e pallide che sorreggevano leggermente la testa sembrava una figura eterea… Il rosso fuoco dei capelli contrastava con la divisa blu notte e le dava un tocco di classe proprio di pochi. Erano lisci e lunghi ed alcune ciocche le ricadevano distrattamente davanti… all’improvviso gli venne voglia di spostargliele  delicatamente con una mano, come con una carezza, con un gesto lento che tante cose avrebbe potuto significare. Desiderò alzarsi senza che lei se ne accorgesse e andarle dietro per prenderla di sorpresa… si ritrovò a pensare che un bambino avrebbe fatto così… lui era un uomo. Le lentiggini le donavano, le davano una grazia propria di poche persone che avessero come lei quello stesso difetto … suo fratello Ron era brutto… lei invece era bella. Si ritrovò a pensare non ad una bellezza fisica, anche se lui era un materialista convinto, ma ad una di tipo morale… pensò che uno dei regali che più avrebbe desiderato ricevere in quel momento di momentanea follia che sperò durasse tutta la vita fu un suo sorriso… uno solo… indirizzato a lui. Si rese conto di impazzire… di trovare bello ed aggraziato ogni suo minimo gesto, anche quello più involontario. Vide la ragazza portarsi distrattamente una ciocca di capelli rossi dietro un orecchio… pensò di fermarle la mano e di farlo lui per lei… la sua mente calcolatrice fu sconfitta da quei pensieri… arrivò a chiedersi come avesse fatto in tutti quegli anni a non accorgersi di quanto potesse essere carina… Potter aveva ragione… su questo lo Sfregiato non si era sbagliato.

Ad un tratto qualcuno bussò alla porta con tre colpi leggeri. Ginny alzò la testa leggermente e disse:

-Avanti.- Un uomo vestito da Auror entrò e si chiuse la porta alle spalle. Senza nemmeno degnare di uno sguardo Malfoy si voltò verso Ginny e la salutò sorridente:

-Buongiorno!!- Anche Ginny sorrise e lo salutò di rimando:

-Ciao, Serge!!- Il ragazzo robusto sospirò e chiese:

-Scusa, Ginny ma posso sedermi? Oggi sono venuto a trovarti.-

-Certo! Accomodati!- Il ragazzo annuì e prese posto su una delle due sedie che si trovavano di fronte alla scrivania della ragazza. Dopo di che, la guardò e domandò, con sul viso dipinta un’espressione bonaria:

-E allora? Come stai? E’ da tempo che non ci facciamo una chiacchierata tra amici come si deve, o sbaglio?- Ginny scosse la testa e ribattè:

-Già… mi chiedevo dove fossi finito! Sono due settimane che non ti si incontrava nel Quartier Generale!-

-Tu non sai dove sono andato…-

-Come?-

-Si!! Allora… mi sono fatto dare da McGriffith una licenza di due settimane per tornare in Francia da mia madre… non la vedevo da si e no quattro mesi… poi, immagina… per uno che non ha trovato la propria anima gemella il tempo sembra dilatato…-

-Come sta tua madre?-

-Mamma sta bene… l’acciacchetto ci scappa sempre, ma tutto sommato l’ho trovata bene… ti ho portato un pensierino dalla Francia! Precisamente da Parigi!- Ginny non si era accorta del fatto che il ragazzo, quando era entrato, avesse in mano una piccola busta bianca con una scritta francese di cui non sapeva il significato. Serge gliela porse e sorrise per incoraggiarla a prenderla:

-Avanti! Non sei curiosa di sapere cosa c’è dentro?-

-Si… emh… ti ringrazio, davvero non dovevi…-

-Per un’amica che forse è qualcosa di più si fa questo ed altro!- Sorrise egli. Ginny, piuttosto titubante, la prese, ma tuttavia non si accorse del pensiero che formulò il ragazzo ad alta voce. Aprì la busta e prese un pacchetto di carta bianca, come il sacchetto di plastica, su cui a lettere dorate si ripeteva la stessa scritta dal significato sconosciuto. Guardò Serge che rincarò la dose per convincerla ad accettarlo:

-Dai… l’ho comprato in un negozio babbano… è un aggeggio strano… ma secondo me è adatto a te… l’ho trovato molto bello!- Ginny annuì e con calma cominciò a scartarlo. Quando tolse anche l’ultimo pezzo si nastro adesivo babbano, osservò in tutta la sua bellezza un piccolo carillon che con una aggraziata manopola a forma di chiave veniva data la carica per far funzionare l’apparecchio. Vi erano un principe ed una principessa che ballavano un valzer lento. La principessa aveva un elegante vestito celeste, mentre il principe indossava un’alta uniforme. Ginny sorrise a Serge e disse:

-E’ bellissimo… grazie.-

-Bhè… cosa ti potevi aspettare da me? Sembrerà una cosa da bambina ma… io sono un inguaribile romantico… perché non ascolti la musica?? Quella l’ho cambiata io… mi sembrava troppo… “babbana”… diciamo così, quella che c’era prima…- Ginny caricò il carillon e rimase in ascolto… Una musica fatata si diffuse nella stanza. Era una melodia leggera che veniva suonata da un piffero di fata madrina. Era dolce come il miele, leggera come un soffio di vento, bella come un raggio di sole. Portò con se e diffuse nell’ ufficio l’odore dei fiori e dei prati a giugno, delle rose a maggio e delle ginestre del Mediterraneo che si mescolavano con quello della salsedine del mare… quasi le parve di stare su una scogliera dove davanti a lei si stagliava il mare e nient’altro, se non un infinito cielo al tramonto. Il principe ballava con la sua principessa e quando la musica finì, con il fermarsi dei due scomparvero anche tutti gli altri odori meravigliosi. La ragazza guardò Serge che in viso aveva dipinto un ghignetto benevolo. Alla fine gli disse:

-E’ la cosa più bella che mi abbiano mai regalato…davvero… grazie.-

-E di che??... non mi devi ringraziare… l’ho fatto perché ne avevo voglia.- Ginny gli regalò un altro sorriso sincero e per sbaglio spostò lo sguardo oltre il suo collega per trovare un Draco che aveva contratto forte la mascella e la guardava con sguardo furioso. Riportò i suoi occhi su Serge e continuò:

-Comunque… devi scusarmi… ieri avevo promesso di mandarti un messaggio e non l’ho più fatto… sono davvero una persona poco affidabile…-

-Che dici, Ginny!? Non devi chiedermi scusa… Sapevo che non saresti riuscita a venire… in fondo i Mangiamorte che dovevi interrogare erano davvero tanti… anzi! A dirti la verità, sei stata piuttosto rapida… Io non ci sarei riuscito!!!-

-Ho fatto solo un’ora di straordinario… si, sarei anche stata rapida, ma con il mal di testa che mi sono ritrovata avrei preferito finire alle dieci di sera!!!-

-Te lo avevo detto che erano un po’ troppi i Mangiamorte! Ma non fa niente! Posso invitarti alla pausa pranzo, oggi?- Ginny ci pensò un po’ su e rispose:

-Si, perché no? Ma questa volta è sicuro che vengo… senza l’invio di messaggi!- Serge rise e poi si alzò e concluse con uno dei suoi sorrisi migliori.

-D’accordo… allora ci vediamo direttamente là… ora devo proprio andare… se no chi si vuole sentire McGriffith che passeggia per i corridoi e urla che siamo una delle sezioni del Ministero più scavezzacollo???-

-Ci vediamo…- sorrise di rimando la ragazza

-Si… ciao…- Serge raggiunse la porta e se la chiuse alle spalle, contento di aver rimediato un pranzo in compagnia di Ginny. Draco, tuttavia, non sembrava essere dello stesso parere. Si rimise a firmare un certo documento che aveva sulla scrivania in silenzio, non degnando più neppure di un minimo di attenzione la ragazza. Ginny sembrò non essersi accorta di niente e ricominciò a leggere un altro libro e a sfogliarlo distrattamente. Sobbalzò però all’improvviso quando Draco sbottò senza alcun preavviso:

-Quindi… oggi siamo di invito a pranzo?- Ginny alzò lentamente lo sguardo su di lui e, quando incontrò il suo, provò un brivido lungo tutta la schiena. Immediatamente si riprese dalla sorpresa e senza dare a vedere rispose:

-Si, come d'altronde avrai ben potuto vedere.- Draco riabbassò subito la testa ed afferrò sulla sua scrivania un mucchio di fogli. Subito li sfogliò velocemente e tra questi ne prese uno che allegò alla lettera per il cugino. Ginny rimase ad osservarlo con attenzione: i suoi movimenti erano a dir poco isterici e sembrava starsi trattenendo dallo sbottare in una sceneggiata a dir poco furiosa. Si chiese cosa improvvisamente gli fosse preso e si rese conto di non sapersi dare una risposta. Nel frattempo il ragazzo piegò la lettera e la mise da parte. Dalla tasca prese un pacchetto ed estrasse una sigaretta. L’accese e si sbracò ancora di più sulla sedia prendendo un forte tiro. Si fece comparire davanti un portacenere e lì buttò tutta la cenere della sigaretta. Dopo guardò la ragazza e disse con tono strascicato:

-Sai… quel tuo amico è proprio un maleducato…- Ginny aggrottò un sopracciglio e si aggiustò imbarazzata un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.

-Come?- chiese quasi incredula non riuscendosi a trattenere. Sorrise leggermente perplessa per l’affermazione che il ragazzo aveva fatto

-Hai capito bene, Weasley!- Sbottò notevolmente infastidito il biondo tirando un leggero tiro alla sigaretta che aveva tra l’indice ed il medio della mano destra. Ginny lo fissò interessata e si sistemò meglio sulla sedia.

-No: non ho capito. Stai dicendo che Serge è un “maleducato”? Questa è bella! Proprio tu lo vieni a dire?-

-Hai qualche problema Grifondoro?- ringhiò fulminandola con lo sguardo. La ragazza rise di gusto e continuò raggelandolo con la frase:

-Si! TU che dici a SERGE maleducato!? Per lo meno Serge quando ti incontra dopo tanto tempo per i corridoi del Ministero non ti chiama “pezzente”, “stracciona” e con tanti altri appellativi che non dovrebbero neanche esistere nel vocabolario di una persona, non trovi?- Draco ridusse gli occhi a due fessure e aspirò profondamente il fumo della sua sigaretta. Dopo la lanciò nel portacenere e si alzò in piedi di scatto e ringhiò:

-Sei una pezzente e te lo ripeto! Il Signor-sono-gentile-con-tutti fa l’affabile con te solamente per portarti a letto scoparti per un’intera notte…- Ginny lo guardò ferita e abbandonò il cipiglio ironico che aveva preso poco prima. Qualcosa di sottile si spezzò in lei… qualcosa di trasparente, qualcosa di fragile, qualcosa di vetro, qualcosa di cristallo… qualcosa che non sapeva esistesse in lei da ormai molto tempo. I suoi occhi divennero lucidi per il tono che aveva usato con lei: era stato ruvido, era stato freddo, crudele, glaciale, cattivo, brutale, agghiacciante, perfido… non seppe cosa la sconvolse in quel momento, ma si rese conto che aveva solamente voglia di piangere per le sue parole… era forse il suo atteggiamento verso di lei in quella situazione? Cosa gli aveva fatto ora per meritarsi di essere chiamata così? Era il suo tono di voce a dir poco furioso e colmo di cieca rabbia ad averla ferita? Perché si comportava così adesso?

Cercò di ribattere con veemenza a quell’insulto così insensato e lo avrebbe fatto se avesse avuto la forza… tutto il suo carattere sembrò scivolarle via come acqua dalle mani…

-Non è vero… cosa stai dicendo?- bisbigliò verso Draco cominciando a sentire gli occhi bruciare. Egli ghignò con rabbia, vedendo i suoi occhi quasi implorare pietà e si avvicinò a lei e alla sua scrivania fino a posare  le mani su questa e sporgersi verso la ragazza:

-Sto dicendo la verità… quel bastardo non è altri che un pallone gonfiato che non tarderà ad infilarti la mano sotto la gonna e a trascinarti a letto per scoparti comodamente come si fa con una puttana…- le sibilò in faccia con rabbia repressa ed una voglia matta di ferirla… si chiese perché lo stesse facendo… perché volesse affondarla con quelle battute tanto perfide da uccidere una persona di dolore. E poi terminò in bellezza dicendo:

-Perché tu lo sei, vero?- Ginny si fermò a fissare negli occhi il ragazzo: essi brillavano di una luce particolare. Era chiaro che provava rabbia, ma perché proprio nei suoi confronti? Saettarono sulle sue labbra e di nuovo sui suoi occhi. Il ghiaccio degli occhi di Draco Malfoy tornò imperscrutabile come sempre, come impermeabile a qualsiasi emozione. La rossa si sentì morire.

-No… come osi?- Ghignò perfidamente egli, non riuscendo a trattenersi.

-Senti di esserlo, Weasley?- Ginny chiuse gli occhi che stavano cominciando pericolosamente a lacrimare. Girò la testa di lato e fu accoltellata a morte da quello che sibilò il biondo collega:

-A te piace essere sfiorata? Dì la verità, Weasley: ti alletta così tanto la situazione da farti portare a letto da quello li? Pensavo fossi più intelligente… una sgualdrina di “alto” rango come te, se vogliamo proprio dire così, anche se, personalmente ti confinerei nella categoria più infima di tutta la società, dovrebbe sicuramente essere abituata a scopare con gente di fama rispettabile e non con quelle persone… se sei così disperata da fotterti quello lì… dovresti guardarti intorno… ci sarei io per esempio… stanotte sarei libero…- Ginny aprì di scatto gli occhi e lo guardò con rabbia. Si alzò in piedi e gli gridò senza ormai nascondere più le lacrime di umiliazione:

-Vai a farti fottere! Come ti permetti? COME?-

-Di cosa hai bisogno per sentirti bene, eh Weasley? Del tuo amico che ti fa la corte e che trova mille scuse per saltarti addosso e stare solo con te? Hai per caso bisogno di qualcuno che ci provi con te e che ti tocchi o altro? Avanti dillo! Se hai bisogno di una ripassatina te la potrei dare io!!!- ringhiò Malfoy fuori di se. Ginny si allontanò da lui oltre la scrivania e mormorò:

-Sei un bastardo…- Draco sorrise crudele e si allontanò anche lui dal tavolo inclinando leggermente la testa. Ginny tirò su col naso e fece il giro della scrivania per dirigersi verso la porta ed uscire. Proprio quando era sul punto di sorpassarlo, egli si piazzò davanti a lei che inevitabilmente andò ad urtare contro il su petto atletico e tonico. Ella ringhiò con la voce impastata dal pianto:

-Levati…- Draco inclinò il suo viso fermandolo ad pochi centimetri dalle labbra rosse come ciliegie della ragazza e domandò rigido e freddo:

-Dove vai ora?- La ragazza allontanò il proprio viso dal suo e bisbigliò arrabbiata nera:

-Non sono affari tuoi…- Improvvisamente le parve di cogliere negli occhi del biondo ex-Serpeverde un lampo che la intimorì e non poco.

-Ah si? Dici che non sono affari miei? Vuoi proprio vedere, Weasley?- Detto ciò, Ginny si sentì i muscoli del braccio spappolare con una violenza indicibile… strinse fortissimo gli occhi e trattenne un gemito per non dargli la soddisfazione di averle arrecato dolore. Draco non sembrò del tutto contento di farle male perché la spinse violentemente contro di se e con l’altra mano schiacciò la testa della ragazza contro il suo petto. Ginny vi appoggiò anche la mano del braccio libero. Fu un momento infinito. Draco allentò la presa sul suo braccio e prese ad accarezzare lievemente le ciocche della capigliatura fiammante di Ginny e poi chinò la testa e le posò un lieve bacio sui capelli… Ella spalancò gli occhi e realizzò dopo una frazione di secondo quello che era accaduto. Trattenne il respiro involontariamente e Draco si accorse di questo. Respirò profondamente il suo profumo … l’odore di lavanda gli penetrò i polmoni e per un momento lo fece smarrire… non ricordò più chi era e cosa stesse facendo ora, in quel preciso istante con quella ragazza stretta al petto… Ora aveva voglia solamente di baciarla e non esisteva più il luogo in cui era e l’ora… la baciò dolcemente sui capelli ramati che profumavano come i petali di un fiore… si sentì perdere la ragione, il controllo di se e l’istinto incontrollabile di averla tra le braccia e sulle labbra si impossessò di lui violentemente… gli diede improvvisamente un fastidio cane l’esistenza in quel maledettissimo edificio di Serge Corignan… fu tentato di correre nel suo ufficio e fargli ingoiare rudemente l’invito che al contrario con tanta gentilezza aveva posto alla ragazza. Si sentì geloso di quella creatura che ora stringeva a se… non c’era motivo… non c’era aria… c’era solo un fiore che respirava a contatto col suo petto… le alzò il mento e chiudendo gli occhi bevve il suo respiro che profumava di ciliegia. Le accarezzò con un dito le labbra rosse e poi aprì gli occhi perdendosi in quelli azzurri e lucidi di lei. Erano sorpresi, folgorati, pronti per piangere, feriti, addolorati, incantati da un qualcosa che stava accadendo tra loro e che neanche lo stesso Draco riuscì a definire con grande sgomento… Perdendo il senno si chinò sulla fronte della ragazza e le posò un bacio che fu paragonabile al soffio della brezza marina, della pioggia che ristora il viandante che vaga nel deserto senza una meta… era ombra per colui che cammina da giorni sotto un sole cocente capace di spaccare le pietre, era una zattera per il povero naufrago disperso nel mare. Ginny serrò gli occhi contraendo forte la mascella… aveva paura di ciò che stava accadendo, di ciò che Draco aveva intenzione di fare, ma si rilassò quando egli le accarezzò dolcemente con il dorso della mano una guancia.  Socchiuse la labbra incantata dal fatto che un tocco così delicato fosse potuto appartenere proprio a quel Malfoy che lei stessa soleva chiamare serpe… implorò qualsiasi divinità fosse eventualmente potuta esistere di far durare per tutta la vita quella sensazione che stava provando… le sue carezze le avvolsero i sensi con dolce violenza, la scagliarono fuori dalla realtà con una forza stupefacente… le cancellarono per un istante tutte quelle cose in cui aveva sempre creduto, per cui aveva sempre combattuto, facendole scivolare via come acqua dalle mani… si rese conto di essere incapace di afferrarle e costringerle a rimanerle addosso… come poteva in fondo anche solo pretendere di afferrare l’acqua cristallina ed incolore? Fu proprio così… le apparve tutto incolore… perché aveva combattuto per divenire Auror? Perché aveva combattuto per difendere altre persone dai Mangiamorte? E perché invece non aveva combattuto anche per amare una persona? Capì che la sua vita che aveva sempre pensato piena di impegni tra famiglia, lavoro e amiche improvvisamente mancasse di una cosa che forse per due anni aveva dimenticato di ricercare: l’uomo da amare più di se stessa, l’uomo a cui avrebbe dedicato la sua anima e tutte le sue energie… l’uomo a cui sarebbe stata vicino fino alla morte di uno di loro due. Si domandò perché fosse arrivata a capire tutto questo… un profumo da uomo acre e dolce al tempo stesso, forte, le penetrò nell’anima e inconsciamente si domandò come fosse possibile desiderare di essere baciata sulle labbra da quella serpe, come fosse anche solo lontanamente possibile immaginare le sue carezze farsi più audaci su di lei con quel misto di gentilezza e dolcezza a farle smarrire i battiti del suo giovane cuore… dov’era Ginny? Dov’era Ginevra? Era forse tra le braccia di Draco? O era solo una Weasley che si stava facendo sfiorare da un Malfoy solo per provare un brivido che ormai da tanto, troppo tempo non assaporava? Perché ,Draco? Cosa c’è che ti porta ad avere sentimenti così contrastanti? I tuoi occhi imperscrutabili hanno mai conosciuto la sensazione mera e semplice di aprirsi con coloro i quali ti parlano? Perché le tue frecciatine colme di rabbia? Volevi ferirmi, Draco? Perché sei gelido e le tue carezze così calde? Cosa ti ho fatto io solo se non accettare l’invito di Serge?

Ed improvvisamente fu tutto chiaro. Scostò di soprassalto il viso dalle labbra del biondo ex-Serpeverde che si stavano avvicinando a quelle dal sapore di ciliegia della rossa e già si inebriavano del solo pensiero di esservi entrate a contatto. Si liberò della presa ferrea che Draco stava esercitando sul suo polso. Ad un tratto si accorse di una scossa elettrica che partiva dal polso appena stretto e mantenne il respiro per il dolore. Evidentemente le doveva aver lasciato i lividi. Alzò sconvolta gli occhi fino ad incontrare i suoi che avevano assunto la tonalità grigia delle nuvole temporalesche cariche di pioggia, pronte a scatenare una tempesta e la furia della natura. Per una frazione di secondo vi lesse dello stupore, una sconvolgente sensazione di aver sbagliato… ed infine il vuoto. Draco le impedì nuovamente di scrutargli l’anima e a Ginny  parve quasi vedere un velo di gelo occultare i sentimenti più nascosti del biondo di fronte a lei che in quel momento sembravano animare il suo animo. Chiusi ermeticamente. Ginny si sentì infinitamente ferita da questa constatazione. Abbassò lo sguardo e mormorò più a se che a Draco:

-Devo andare via…- Non ottenne risposta. Lo vide scostarsi e farle spazio per permetterle di superarlo. Il silenzio a volte può far male più di mille parole che, urlate, oltre l’aria, sembrano trafiggere con odio il tuo cuore. Lo guardò di nuovo in viso, usando un coraggio che lei mai avrebbe posseduto in sì tale quantità e quello che trovò fu solo freddo, ghiaccio, rancore nascosto magistralmente da chi ci prova per anni, odio per qualcosa che mai avrebbe potuto possedere e che gli era stato tolto sul più bello. Senza pensare ad altro lo oltrepassò e si diresse decisa verso la porta. Mise la mano sulla maniglia sperando anche in un solo piccolissimo gesto da parte sua o anche una parola. Sembrava svuotato, privo di anima, uscito dall’inferno solo con un involucro di carne che era insensibile a tutto. In quel momento si sarebbe voluta girare e cominciare ad urlargli in faccia che desiderava sentirlo imprecare contro di lei, gridare l’odio che aveva dimostrato per tutti quegli anni per lei, spiegare le motivazioni di quel comportamento che fino a cinque minuti fa aveva avuto con lei e che l’avevano portata ad implorare qualsiasi cosa esistesse di divino di non farlo più smettere… sentiva dolore… sentì il dolore sordo, quello cieco, quello che ti attanaglia l’anima farsi strada dentro di lei… cosa poteva mai importargliene degli atteggiamenti di un Malfoy? E allora perché il dolore, la rabbia, la voglia di averlo di nuovo a contatto con la sua pelle si alternavano in lei con un ritmo frenetico? Poi udì una frase:

-Bene… comunque torna al più presto perché McGriffith vuole vederci nel suo ufficio entro le dieci-

Breve e conciso. Lacrime calde cominciarono a scendere lentamente dai suoi occhi color del cielo.

 Indifferente.

Cosa c’era di più doloroso? Cosa esisteva di più doloroso se non l’Indifferenza? Chi mai l’aveva definita “divina”? Si morse il labbro inferiore per mantenersi dal singhiozzare apertamente davanti al suo nemico. Davanti alla serpe. Davanti a quel fottuto indifferente che le stava alle spalle e che la rimirava senza provare nessuna sensazione, senza avere il coraggio di mostrarle i suoi punti deboli.

Sei un codardo, Draco

Abbassò la maniglia e non gli rispose neppure.

Sai che sto piangendo… ma non vuoi ammettere che ne sia tu la causa… sei un debole, Draco

Uscì dalla stanza e si chiuse lentamente la porta alle spalle. Dopo aver sentito lo scatto della serratura si sentì crollare addosso tutto.  Si mise una mano tra i capelli nel tentativo distratto di aggiustarli, ma essi non ne vollero sapere. Si guardò intorno notando solo in quel momento di essere rimasta appoggiata alla porta di legno della stanza e di trovarsi nel bel mezzo del corridoio principale dove gente per la maggior parte dal caratteristico indumento blu elettrico creava un afflusso e riflusso. Si guardò intorno con sguardo spento per osservare la folla che con non curanza andava verso la sua destinazione, ogni persona in preda ad una frenesia e voglia di vivere incredibile. Vedeva tutto nero. Dolore. Si staccò dal legno freddo della porta e si mischiò nella confusione dei suoi colleghi non sapendo bene dove andare… non voleva tornare dentro… non voleva averlo di nuovo di fronte… Dolore. Non lo avrebbe sopportato un secondo di più. Sarebbe scoppiata a piangere dinnanzi ai suoi occhi e questo sarebbe stato deleterio per lei più del dovuto. L’avrebbe umiliata, offesa, ferita, irrimediabilmente dilaniata con le sue battutine malvagie, perfide, affilate come coltelli che avevano solo lo scopo puro quanto insensato di uccidere l’anima. Dolore. Capita che a volte ti chiedi perché ora soffri per cose che in passato avresti definito impossibili da verificarsi o quantomeno irreali. Questa era una di quelle. Ti ritrovi a soffrire per cattiverie che un amico da cui non ti aspettavi tanto ti fa, o da un fratello che per una vita hai voluto bene… ma per lei cos’era Draco? Cos’era se non un semplice collega anche se piuttosto carino? Cos’era se non forse un semplice conoscente con cui raramente ti è capitato di scambiare due parole che parole non potevano definirsi? Perché si era sentita ferita da lui? Dolore. Avrebbe voluto urlare che non era niente, che quello specchio in frantumi che aveva al livello del cuore non era altri che… che cosa era? Non lo sapeva neanche lei.

Si scontrò senza accorgersene con un suo collega e quasi in uno stato di trance chiese scusa. Senza aspettare che rispondesse proseguì il suo cammino ignoto verso non seppe neanche lei stessa che. Dolore. Ad un tratto si sentì chiamata da una voce squillante. Non la riconobbe subito e quasi implorò il cielo che non fosse per lei.

-GINEVRA WEASLEY!!!- abbandonò l’idea felice che fosse rivolta a qualcun altro e si voltò tra la folla per scorgere una ragazza dai capelli ricci e crespi color castano agitare in aria la mano con un sorriso raggiante per farle segno di avvicinarsi. Ginny si sforzò di sorridere con suo sommo disappunto poiché si accorse che i suoi muscoli facciali che sembravano aver assunto una particolare enfasi di tristezza. Le fece un cenno con la testa e si avvicinò lentamente a lei che stava parlando con un altro collega dai capelli completamente rasati a zero. Giunse davanti a loro e disse:

-Ciao HermioneHonegan!- concluse infine con un cenno di saluto che fu ricambiato dall’uomo con un sorriso accattivante. Hermione si girò verso Ginny e le domandò allegramente:

-Eh allora Ginny!? Che ci fai sola fuori dal tuo ufficio?-

-Volevo prendere un po’ d’aria… in fondo ogni tanto cambiare le proprie abitudini fa anche bene! In quell’ufficio mi sembra di stare isolata dal resto del Ministero…- accampò in aria una scusa, la rossa che trovò improvvisamente molto interessante il pavimento che si estendeva per tutto il piano del Quartier Generale degli Auror. Hermione sorrise incerta verso la cognata e poi annuì rivolgendosi nuovamente verso Honegan e disse:

-Sai, stavamo parlando proprio ora della decisione di McGriffith di mandare una parte di noi Auror a sorvegliare i luoghi più importanti o affollati del Regno Unito.- Honegan annuì e si voltò verso Ginny sulla quale posò i suoi giovani e vispi occhi neri.

-Si… sinceramente non so sia una cosa positiva… in un certo senso copriamo buona parte dell’Inghilterra, ma d’altra parte lasciamo scoperto il potere centrale… al Ministero penso che sia molto importante la presenza di almeno l’80% di noi Auror, anche perché se Voi-Sapete-Chi ha intenzione di prendere il potere facendo il colpo grosso si presenterà con almeno il 90% dei suoi Mantelli Neri, non trovate?- Ginny lo guardò sorpresa, non per le affermazioni intelligenti che aveva fatto, ma perché non aveva seguito una singola parola di quello che il collega avesse detto… d'altronde era risaputo che Honegan era quello che faceva tutti i calcoli delle probabilità negli attacchi di Mangiamorte per vedere che speranze avessero gli Auror di vincerli… era da dire che ci erano sempre azzeccati. Hermione annuì seria e presa dall’argomento.

-Infatti! Il 10% sarà impegnato nell’attacco di qualche piccola città babbana nel tentativo di tenderci un’imboscata… secondo te, Ginny?- La rossa la guardò perplessa e poi disse per non sfigurare, anche se stava pensando ad altro… Dolore…:

-Si, è giusto…- annuì vigorosamente, mentre un ricordo a dir poco recente di profumo acre e dolce al tempo stesso le appannò furiosamente i sensi.  Honegan le regalò un sorriso intelligente e poi, cambiando completamente argomento, chiese:

-E’ da un po’ che non ti vedo, Weasley! Ho sentito che si è trasferito qui da noi uno dagli Stati Uniti che guarda caso McGriffith ha sistemato nel tuo ufficio! Che mi dici di lui?- Senza rendersi conto, portò un ciuffo di capelli dietro l’orecchio e la cosa più sgradevole fu quella di sentire impresso su se stessa il profumo fortemente maschile di Draco. Cercò di ignorarlo con grande forza d’animo e rispose al collega facendo un sorrisetto sicuro di se:

-Cosa dovrei dire? E’ un Auror comune come tutti gli altri…- Honegan inarcò un sopracciglio nerissimo e folto e domandò curioso:

-Bè, per quello che so io non lo definirei poi tanto comune… d’accordo che tutto è relativo, ma non mi discosterei più di tanto dalla realtà se fossi in te! Non è forse vero che è il figlio di uno tra i Mangiamorte più ricercati degli ultimi 20 anni!?- Ginny annuì ma disse pensierosa:

-E con questo? Non penso ci sia nulla di male…- Il ragazzo rise con cortesia e replicò:

-No, assolutamente… penso di non essere stato chiaro: trovo sia ammirevole il fatto che un figlio che non voglia divenire Mangiamorte si ribelli al padre e diventi Auror!- Ginny si ritrovò a pensare che in realtà le cose erano andate piuttosto diversamente da quello che il collega credeva… se ammirava una serpe che era diventata Auror col solo scopo di uccidere il padre… ma subito continuò:

-E chi sarebbe questo eroe?- Hermione intervenne pronta nella discussione dicendo:

-Draco Malfoy!- L’espressione di Honegan cambiò completamente: passò dall’ammirevole e divertita alla stupita ed incredula. Hermione sorrise impettita, sicura che la frase detta avrebbe sortito tale sgomento. Ginny si sentì sprofondare ancora di più, in particolar modo quando distrattamente si sfiorò il polso dove vi erano i lividi che lui le aveva lasciato. Strinse i denti e tuttavia non fece trasparire alcuna smorfia. Leggermente si alzò la manica e notò delle macchie violacee a contrastare fortemente con la sua morbida e liscia pelle diafana. Dolore fisico e morale…

-Cioè Granger: fammi capire! Draco Malfoy è dei nostri?-

-Si Honegan, per quanto strano possa sembrare… , non è meglio?-

-Indubbiamente, indubbiamente… tuttavia la cosa mi lascia stupefatto!!!- Poi si girò a guardare Ginny con uno sguardo ancora più interessato di prima e disse:

-Ehm… ma è vero quello che si dice? Che sia piuttosto arrogante e borioso?- La rossa alzò di scatto lo sguardo e ribattè senza neanche accorgersene con veemenza:

-Bè! Uno non dovrebbe fidarsi delle voci! Possibile che diate tutti così importanza a ciò che si dice di una persona e non a ciò che quella è?- Poi realizzò quello che aveva fatto, il tono di voce che aveva usato, piuttosto stizzito ed infastidito, e lo sguardo infuocato che gli aveva rivolto. Vide sia Hermione che il collega guardarla leggermente sconcertati e poi si giustificò rivolgendo loro un sorriso di scusa:

-Scusate… è che sono un po’ stanca… non volevo.- Honegan le rifilò uno dei suoi migliori sorrisi e disse allegramente:

-Non preoccuparti: ti capisco, sai? In questo periodo, poi! McGriffith e le sue manie suicide, per non parlare del fatto che ognuno di noi rischia di essere convocato nel suo ufficio e mandato a pattugliare una zona calda dell’Inghilterra! E’ ovvio che uno è sotto pressione!- Poi si girò verso Hermione e disse:

-Bè, agente Granger… ti saluto… McGriffith mi desidera nel suo ufficio…-

-Ciao Honegan…-

-Ciao Weasley!- Dopo aver rivolto un ulteriore sorriso smagliante alla ragazza andò via lasciandole sole. Ginny si rivolse rapidamente ad Hermione:

-Allora, amica mia, ci vediamo stasera a casa…- Hermione inclinò di lato la testa ravvivandosi i capelli e  disse:

-Stasera ho notte, Ginny… non penso ci incontreremo più oggi…-

-Ah… allora a doma- non terminò la frase perché la cognata intervenne e con vivo interesse sparò a bruciapelo:

-Sei sicura di sentirti bene? Sei strana!- Sobbalzò a quell’affermazione e guardò impaurita l’amica come se le avesse appena letto nei suoi occhi tutto ciò che era successo nel suo ufficio… poi si diede della stupida poiché sapeva benissimo che Hermione non aveva mai approfondito la legilimanzia e non era molto esperta in argomento, perciò si tranquillizzò fino ad assumere la sua sicurezza, piuttosto falsa perché provò un brivido lungo tutta la schiena al ricordo delle labbra di Draco che si posavano sulla sua fronte.

-Si! Sta tranquilla! E’ solo stress… ci sono Harry e Ron che mi tirano i piedi in quanto sperano con tutta la loro anima che Malfoy faccia qualcosa che poi loro devono fargli scontare… tutto qui… e te e Ron? Vi siete messi d’accordo?- sviò il discorso speranzosa nel non dover più dare spiegazioni all’amica:

-No… non ne vuole sapere per il momento…- disse incupendosi subito dopo. Ginny si sentì subito in colpa per aver fatto ricordare ad Hermione qualcosa che almeno per il momento aveva dimenticato. Cercò di rincuorarla dicendo:

-Dai… non disperare… vedrai che si pentirà poi di non averti detto di si… dagli solo un po’ di tempo… in fondo col cervello è ancora un ragazzino…- Hermione strinse forte i pugni guardandosi intorno e sibilò quasi a se stessa:

-Un’altra e lo mollo…- Ginny sbattè le palpebre ingenuamente, non capendo dove volesse andare a parare con quella frase.

-Prego?-

-Ho detto che ne deve combinare solo un’altra delle sue e poi lo mollo e non mi faccio più vedere in giro!- La rossa sospirò sconsolata… diceva sempre così…

 

****

 

Finalmente si era degnata di ritornare nell’ufficio che aveva lasciato un po’ di tempo prima. Respirò profondamente ed aprì la porta abbassando con un movimento secco la maniglia dorata ed un po’ graffiata dal tempo. Si chiuse la porta alle spalle e proseguì diretta alla sua scrivania, dietro la quale desiderava solamente sedersi. Si accorse che Draco alla sua presenza non aveva mosso un muscolo ed era rimasto seduto scomposto sulla sua sedia a guardare sempre la sua scrivania che prima era vuota ed ora occupata dalla sua figura sottile e minuta. Ginny non aprì bocca e soprattutto non alzò occhio per posarlo poi sul ragazzo che sembrava immobile, quasi inanimato. Prese un foglio e cominciò nervosamente a leggerlo. Tuttavia si rese conto di non riuscire a concentrarsi sotto quello sguardo pesante e gelido, fisso ed imperscrutabile. Provò a rileggere lentamente il secondo rigo, scandendo nella mente ogni singola parola per capirne il significato, ma questo sembrava esserle completamente estraneo. Ed eccola qui, la giovane Ginevra Weasley in preda ad una profonda crisi mistica, alla ricerca del significato della semplice frase “ 870 Mangiamorte nel 1970 furono catturati nella battaglia di  Ruttemberg, 100 dei quali morirono misteriosamente prima che  venisse loro somministrata la pozione Veritaserum.” Ripensò al calore che aveva provato a contatto con il corpo di Draco, la sensazione di benessere al sentire quel profumo aspro e dolce al tempo stesso avvolgerti e portarlti alle porte di fantasie proibite delle quali solo tu e lui siete i protagonisti e nelle quali nessuno potrà mai accedervi perché sei consapevole che appartiene solo a te… e a lui. Già… cosa voleva lui da lei? Perché quel gelo, quell’apatia nei confronti della vita? Perché quelle frasi infertele nel cuore poco prima da lui?

-Pensavo ti fossi persa nel Ministero…-. Sentirlo fu per lei come una doccia fredda. Trasalì impercettibilmente e mantenne il suo sguardo sul foglio con una fermezza di cui quasi si stupì. Non voleva rispondere e perciò non lo fece. Nel frattempo egli continuò:

-Sai, mi chiedevo dove fossi andata a finire…- Ginny serrò le dita intorno al foglio e si ritrovò a chiudere gli occhi per una frazione di secondo… questo mostrò la sua debolezza.

Il più lontano possibile da te e da questo ufficio…

Avvertì improvvisamente le fitte di dolore che dal cuore si propagarono con una velocità stupefacente per tutto il suo corpo, imprigionandole la mente come in una morsa ferrea e costringendola al ricordo doloroso e paradisiaco del suo tocco fugace e dolce sulla pelle del suo viso… perché? Dolore per quella voce gelida e impermeabile… dolore per quelle parole che suonavano come un insulto alle sue orecchie. Dolore per essere stata definita da lui con una parola che mai si sarebbe dovuta dire ad una donna. Lo sentì alzarsi e cominciare a camminare con le mani nelle tasche della divisa per tutta la stanza. Provò ad alzare il viso ed incontrò con gli occhi quel volto dai lineamenti angelici scrutare con un’espressione severa il pavimento. Avrebbe voluto urlargli la rabbia sorda che covava in lei… avrebbe voluto vedere i suoi occhi animarsi anche solo di odio e non chiusi, quasi sigillati e restii a mostrarle ciò che aveva nel cuore. Fu questione di un attimo. Egli si fermò per un po’, alzò lo sguardo ed incontrò quello di lei e allora la intravide… intravide qualcosa che subito svanì e fu sostituita da freddezza ed indifferenza. Draco Malfoy sembrava triste.

-Ho incontrato Hermione… sono rimasta con lei per un po’…- sussurrò rimanendo a guardarlo. Draco annuì e poi riprese a camminare in silenzio. Ginny sentì l’atmosfera pesante su di se ed abbassò lo sguardo, portando la sua attenzione sul foglio che aveva abbandonato sulla scrivania.

-E’ora di andare da McGriffith…- La rossa annuì e si alzò dalla sedia facendo molta attenzione a non incontrare i suoi occhi un’altra volta e sospirò quasi impercettibilmente.

-Bene…- Disse solo e si diresse verso la porta. L’aprì e lasciò che uscisse per prima la ragazza. Poi si chiuse la porta alle spalle e cominciarono a camminare fianco a fianco per il corridoio. Non menzionarono parola, non si rivolsero nemmeno un singolo sguardo e quando arrivarono davanti all’ufficio del Generale, Ginny lasciò educatamente a Draco il piacere di bussare alla porta con tre colpi leggeri ma decisi. Dall’interno giunse un “Avanti” piuttosto infuriato e, forse, entrambi si ritrovarono a pensare che quella non era proprio giornata. Il ragazzo aprì la porta e salutarono con un cortese “Buongiorno”. Il generale rivolse loro un’occhiata arrabbiata e quando li riconobbe addolcì l’espressione e ricambiò il saluto con un po’ più di calma.  Poi disse:

-Prego… vi aspettavo! Venite avanti! Accomodatevi, su su!- Essi non se lo fecero ripetere due volte e presero posto sulle due poltrone che si trovavano dinnanzi alla scrivania del vecchio uomo. Quest’ultimo sospirò e con sconforto si risedette dietro la scrivania incrociando in modo professionale le dita delle mani. Alla fine esordì:

-Sono piuttosto agitato… le matricole Auror di quest’anno sono veramente indisciplinate… ho appena cacciato dal mio ufficio un giovane che era convinto di aver meritato di più ad una prova scritta di incantesimi evanescenti… non si è mai visto in quasi 40 anni che ricopro questo ruolo di matricole che contestano i miei voti… d'altronde come credono di affrontare i combattimenti all’ultimo sangue con i Mangiamorte? Con solo due incantesimi evanescenti che ricordano vagamente? Ne dovevano scrivere almeno 50 nel test di esame l’altro ieri!- Sospirò infastidito e stanco da tale agitazione che scuoteva il suo animo anziano e poi cambiò argomento:

-Ma passiamo a voi… come presumo, immagino vi sia arrivato il mio avviso di presentarvi qui… veramente avrei qualcosa da proporvi…- Ginny prese aria e cominciò a dire qualcosa, che però non iniziò neanche a pronunciare poiché nella stanza risuonò un sonoro e secco PLOP che fece girare i tre presenti verso la persona che si era materializzata. Era un mago dall’aria austera e solenne, alto e dalla barba argentata lunga  fino a coprirgli tutto il petto. Era vestito da una tonaca lunga fino ai piedi e azzurro cielo. Il viso era caratterizzato da rughe profonde che tuttavia non erano in grado di rivelare l’età del mago poiché questa era smentita subito dopo dagli occhi azzurri che sprizzavano vita ed intelligenza. Questi erano nascosti da un paio di occhialetti a mezzaluna adagiati sul naso leggermente adunco. Albus Silente si era appena materializzato nella stanza.

-Buongiorno Heinrich!! Che piacere vederla!- parlò quest’ultimo con una nota di allegria e simpatia nella voce. McGriffith si alzò e andò verso di lui tendendogli la mano che fu stretta poderosamente.

-Albus!!! Buongiorno…si sieda accanto ai miei due tenenti, la prego…- aggiunse poi, mentre una comoda poltrona appariva affianco a Ginny che fissava il suo ex-preside piacevolmente stupita dalla sua presenza. Ella non notò l’espressione di puro odio e disprezzo che deformò i lineamenti del suo giovane collega, alla vista di quell’anziano uomo.

-La ringrazio…- annuì con un sorriso il preside e prese posto accanto alla ragazza, rivolgendole uno sguardo dolce. McGriffith riprese il suo posto dietro la scrivania e appoggiò i gomiti sul tavolo per congiungere poi i polpastrelli delle dita con fare elegante.

-E’ arrivato puntuale, preside… stavo appunto per proporre la cosa…-

-Faccia pure, la prego… lei è il generale…- I ragazzi fissarono perplessi McGriffith, non capendo di cosa stessero parlando.

-Certo, certo… dunque… come ben sapete, tenenti, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato minaccia di attaccare il Regno Unito… sicuramente avrete sentito qualcosa circa la mia decisione di mandare a sorvegliare i luoghi più affollati del paese una parte dell’esercito magico… tuttavia, e può confermarlo anche il professor Silente, in accordo con me, non reputo sufficientemente sicuro l’edificio di Hogwarts, nonostante tutto vi siano incantesimi potentissimi a guardia di questo…pertanto anche Albus ha richiesto, per una maggior sicurezza dei suoi studenti, alcuni Auror che perlustrino le vicinanze di Hogwarts, i suoi confini e la stessa scuola e si occupino di vegliare sui ragazzi… ma, come si suol dire “VIGILANZA COSTANTE”, seppure si dice che Hogwarts sia uno dei posti più sicuri nel mondo magico… nonostante tutto, ci sono arrivate, anche dagli interrogatori di alcuni Mangiamorte, notizie di strani movimenti nella Foresta Proibita e vi sono alcuni studenti che giurano di aver visto alcune ombre nere al suo margine, dico bene preside?-

-Precisamente, Generale…-asserì Silente con un cenno della mano.

-Quindi… abbiamo deciso di mandare alcuni dei migliori Auror di cui, personalmente, ho una grande stima e considero i più validi: Voi due, l’agente Weasley e l’agente Malfoy…- Draco intervenne chiedendo quasi stupito da una simile notizia:

-Perché proprio noi? Ci sarebbero tantissimi altri Auror in giro!- McGriffith lo guardò con un espressione che non ammise repliche. Poi scandì infastidito:

-Evidentemente, tenente Malfoy, ci sarà un motivo per cui abbiamo scelto insieme, io ed Albus, proprio lei, non trova? E poi mi pareva di aver già detto esplicitamente di avere una grande stima nei suoi confronti, oltre che una grande fiducia… le da in qualche modo fastidio?- Malfoy si trattenne dal lanciargli appresso qualche frase avvelenata per evitare ripercussioni sulla sua carriera ed ingoiò l’amaro boccone.

-No, generale…-

-Bene… ad ogni modo alcuni degli Auror di mia fiducia sono impegnati già in missioni di rilievo: stanno per essere inseriti nel Ministero Babbano Inglese e cercare di proteggere il Primo Ministro babbano e i suoi più stretti collaboratori perché crediamo che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato voglia colpire il punto maggiormente importante della politica babbana… altri Auror sono stati incaricati di divenire la scorta personale del Ministro della Magia… ho diviso una parte del nostro esercito in modo tale da coprire anche parti babbane altamente frequentate come scuole, piazze, paesini, città, cimiteri… d'altronde tutti sanno molto bene che i Mangiamorte colpiscono dove è possibile uccidere un gran numero di vittime al fine di creare disordine ed accentuare le probabilità di conquistare un qualsivoglia punto strategico per prendere il potere… ed è pertanto in questi punti che il Ministero interverrà e manderà i suoi migliori AurorHogwarts è il punto più importante del Regno Unito! E’ il luogo dove per otto mesi all’anno risiedono le future generazioni magiche e dovrebbe essere protetto davvero come si confà ad un’istituzione che gode di così tanta importanza come il Ministero della Magia Inglese…Il Quartier Generale non rimarrà scoperto in alcun modo…- dopo seguì un breve silenzio che subito fu interrotto da Ginny che chiese:

-Quindi, Generale, ci sta chiedendo di andare in missione?- Il mago annuì e riprese:

-Precisamente, tenente…-

-Ma… come faremo ad inserirci ad Hogwarts?-

-Per questo non si preoccupi… le spiegherà tutto il professor Silente.- Silente tossì leggermente per attirare su di se l’attenzione poi cominciò con un tono di voce pacato e tranquillo:

-La ringrazio, generale… dunque, Ginnya quanto pare manca una settimana a Natale, giusto? Perciò il 27 Dicembre vi basterà prendere l’Hogwarts Express per arrivare a scuola. Immagino che ricordiate come si fa…- La ragazza gli sorrise divertita dalla battuta, al contrario di Draco che sembrava a dir poco infastidito per tutto quello che stava accadendo in così pochi secondi. Silente riprese: - La vostra copertura sarà divenire professori… Ginevra, tu affiancherai il professor Lupin nella materia di Difesa Contro le Arti Oscure e prenderai ad insegnare nelle classi prima, seconda, terza e quarta e lo sostituirai durante i giorni del plenilunio . Per quanto riguarda Draco… sostituirà il professor Piton nelle stesse classi di Ginevra ed insegnerà Pozioni… potrebbe anche aiutare Madama Chips in infermeria… Remus e Severus sono già molto impegnati per l’Ordine e non vi è neanche il bisogno di ricordarlo.  Per quanto riguarda gli studenti… li ho già preparati al vostro arrivo…-

-Ovviamente la missione durerà fino alla fine dell’anno scolastico… se però la situazione dovesse portare alla cattura dei Mangiamorte presenti in quel covo, allora non ci sarebbero problemi… fareste il vostro normale ritorno al Ministero…- concluse il Generale per Silente. Draco allora si rivolse a Silente e chiese:

-Quindi dovremmo fare i professori fino alla fine della missione?-

-Precisamente, signor Malfoy…ma diciamo che sarebbe un travestimento… gli studenti non verranno mai a sapere qual è il vostro vero lavoro…- quest’ultima frase parve chiudere la questione. Draco allora disse per entrambi:

-Vorremmo pensarci un po’-

-D’accordo, tenente… ma vorrei una risposta certa entro domani… perché in caso contrario mi fareste trovare in seri guai…- finì il Generale. Ginny e Draco strinsero le mani di entrambi gli uomini, salutarono ed uscirono. Una volta fuori Ginny prese un gran sospiro…

 Beccata in pieno… ora le toccava anche andare in missione con Malfoy

 -Fantastico… adesso mi toccherà avere come mio superiore anche quel rimbambito…- sbottò con stizza il biondo ad alta voce. Ginny ribattè gelida:

-Puoi anche non accettare l’incarico… sei libero di fare quello che ti pare…ad ogni modo io sono allettata dalla missione…-

-Ma ti sei bevuta il cervello, Weasley? Noi professori ad insegnare a sciocchi ragazzini? Tutti i miei studi per finire così! Alienati dietro ad una cattedra a ripetere sempre le stesse cose!- Ginny si fermò in mezzo al corridoio e gli disse:

-Innanzitutto, Malfoy, sei stato anche tu uno stupido ragazzino, e poi… penso che tu abbia paura!- Gli occhi di Draco lampeggiarono sinistramente:

-Io paura? Wasley… non sai di cosa parli…- replicò arrabbiato.

-Ah si? Insegnando ai ragazzi Pozioni, potrebbe venire fuori tutta la tua incompetenza in materia perché Piton te le faceva tutte passare!- rispose infastidita lei, fulminandolo con lo sguardo.

-Io incompetente!? Ti sbagli di grosso! Piuttosto dovresti essere tu a dover ripassarti un po’ di cose, siccome sei diventata Auror solo per puro miracolo!-

-Lo credi davvero? Sarò in grado di farti mangiare la polvere come insegnante!-

-Sarai tu a venire a chiedere a me aiuto per farti rispettare dai tuoi studenti!-

-Allora verrai?-

-Purtroppo si… ho le mani legate!-. Ginny sospirò e riprese a camminare lentamente al suo fianco, massaggiandosi le braccia coperte dalle maniche della divisa blu elettrico. Improvvisamente cadde un silenzio pesante tra loro, mentre il corridoio era animato dal solito via vai di colleghi conosciuti e non. Poi le venne da dire:

-Quindi…immagino che parteggerai apertamente per Serpeverde-

-Già… altrimenti non mi chiamerei Malfoy…- La rossa lo guardò in viso e notò un ghigno compiaciuto alterargli i nobili e appuntiti lineamenti…le venne voglia di accarezzargli una guancia e sentire la sua pelle perfettamente rasata a contatto con la sua mano. Le venne voglia di chiudere gli occhi ed assaporare quella fantasia, ma scosse la testa con forza…Dolore.

-Sei sempre il solito…-mormorò infine. Giunsero nel loro ufficio e passarono tutto il tempo in silenzio. Ginny controllò l’orologio e quando arrivò l’ora della pausa pranzo con poche parole scostanti lo lasciò solo per raggiungere Serge. E’ dire che non seguì nulla di quello che il ragazzo dal gentile cipiglio le raccontò poiché pensava completamente ad altro…

 

****

 

Alle cinque di pomeriggio Ginny e Draco si ritrovarono a camminare per i corridoi in religioso silenzio, diretti entrambi all’Atrium per smaterializzarsi. Raggiunsero un ascensore e dopo aver selezionato il piano terra, l’apparecchio prese a salire. Dopo essere giunti a destinazione, Ginny si congedò da lui con un cenno della mano ed un “buonasera Draco”. Poi si smaterializzò e comparve in salotto con un sonoro PLOP. Si pentì quasi subito perché trovò Ron ed Harry sdraiati su due poltrone ed Hermione stesa sul divano a sonnecchiare. Si sentì in colpa per averli disturbati e quasi in punta di piedi si diresse in cucina, dove la signora Weasley era intenta nel cucire a mano i soliti pullover che a Natale tutti i componenti della famiglia avrebbero ricevuto in dono. Provò un moto d’affetto per quella donna che le aveva dato la vita e subito dopo una fitta al cuore… sapeva quale sarebbe stato il suo atteggiamento, quando avrebbe saputo della missione che stava per intraprendere e che McGriffith le aveva affidato fidandosi quasi ciecamente di lei… Molly Weasley non voleva che ai suoi figli venissero affidate missioni pericolose da portare a compimento, sia da parte dell’Ordine della Fenicie, sia da un organo pubblico quale il Ministero… era una missione pericolosa, sebbene non ne avesse la faccia… McGriffith non faceva mai le cose a caso e se lei era stata designata come adatta alla cosa, voleva dire che non sarebbe semplicemente stata una gita di piacere per rivisitare i luoghi che avevano caratterizzato il suo passato… al contrario… per il momento preferì ignorare l’argomento e fece il suo ingresso nella cucina dicendo:

-Ciao mamma…- Molly alzò il suo sguardo materno sulla figlia ormai divenuta donna e sorrise, accogliendola calorosamente:

-Oh Ginny cara! Bentornata! Come è andata a lavoro?- Ginevra si sedette su una sedia e d inclinò leggermente la testa prima di rispondere:

-Molto bene, normale… come tutti gli altri giorni…- I suoi occhi ghiacciati le appannarono la vista ed il suo profumo aspro e dolce le intorpidì gli altri sensi

-Bene, tesoro… allora cambiati e mettiti in pigiama…-

-Posso aiutarti, mamma… non ho alcun problema, non sono stanca e-

-Basta… riposati… e’ sufficiente quello che hai fatto oggi al lavoro…- la interruppe con fare materno che fece sentire Ginny ancora più in colpa… come spiegare ad una povera donna che la sua unica figlia femmina sarebbe andata in missione per 6 o 7 mesi e avrebbe rischiato la vita?

-Perché dormono tutti?- domandò riferendosi a quei tre derelitti buttati nel salotto a riposare.

-Perché Hermione, Harry e Ron oggi hanno la notte.-

-Capisco…- disse laconicamente. Poi ad un tratto nella cucina entrò una terza persona che sorrise alle due donne. Il signor Weasley era appena tornato dal lavoro.

-Buona serata signore!- scherzò, posando un bacio sulla guancia della moglie e scompigliando affettuosamente i capelli fiammanti della figlia, come un qualcosa che lo riportò di tanti anni addietro… quando quella splendida creatura di nome Ginevra era ancora piccola e voleva essere sempre coccolata dal papà…

-Ciao papà…- a Ginny mancò maggiormente il cuore di parlare in quel momento… soprattutto osservandolo chiedere alla moglie:

-E allora Molly cara? Cosa c’è per cena?-

-Arthur… avevo intenzione di preparare qualcosa di speciale, anche se il trio non ci sarà perché avrà la notte…-

-Quindi oggi non avrò il piacere di vedere tutti i miei pargoli a tavola?-

-Purtroppo no, caro… ma avremo Ginny… cosa vuoi stasera tesoro?- chiese con fare dolce la madre e la ragazza si sentì maggiormente sprofondare. Alla fine disse:

-Quello che vuoi, mamma… ma… io devo dirvi una cosa…- Arthur poggiò il suo cappello su una sedia e pensò di levarsi il soprabito e adagiarlo su questa. Molly le disse distrattamente, togliendo tutto di mezzo:

-Si?- La rossa si sentì in colpa… i suoi pensavano che quella che stava per dire fosse una sciocchezza…

-Sedetevi per favore…- Il signor Weasley la guardò preoccupato e chiese:

-E’ successo qualcosa?-

-Papà…- Egli prese posto e lo stesso fece Molly l’uno accanto all’altro. Ginny sospirò e sparò alla fine:

-Oggi mi è stata affidata una missione…-

Pausa. Il silenzio che ne seguì fu proprio come se lo era aspettato… era sempre la solita storia. Si girò lentamente per osservare le reazioni dei due genitori… le avrebbe potute descriverle senza neanche vederli. Molly si era messa una mano davanti alla bocca e la fissava stupita e ferita. Il padre era diventato improvvisamente taciturno e scuro in viso.

Allora continuò:

-Il 27 di questo mese devo partire e recarmi ad Hogwarts… io ed un mio collega dobbiamo scoprire dell’esistenza di un covo di Mangiamorte nella Foresta Proibita, catturarli e mandarli al Ministero dal Generale…- Molly scoppiò repentinamente in lacrime e biascicò:

-Ma Ginny… è pericoloso!-

-Mamma… Non preoccuparti! Tornerò sana e salva e non ci saranno problemi! In fondo lì sta anche Silente…- Arthur obbiettò sconvolto:

-Come può mandarvi da soli a fare una missione di questo livello!? Si sono centinaia e centinaia di ragazzi ad Hogwarts che hanno bisogno di essere controllati… e i Mangiamorte?-

-Papà! Staremo attenti…non è neanche sicuro che lì ci sia la presenza di Mangiamorte! Può darsi anche di no ma non posso rifiutarmi di fare una missione simile… in fondo sono un tenente e se non do io il buon esempio che altri dovrebbe darlo?-

-Succederà qualcosa di grave, Ginny… me lo sento! Ti prego non andare!- la implorò sua madre con gli occhi bagnati dal pianto. La ragazza sospirò e disse:

-E allora? Cosa dovrebbe succedermi secondo voi! Vi prometto che starò attenta… non mi accadrà nulla di spiacevole!- Poi calò un silenzio denso di apprensione. Alla fine il padre sospirò e disse sconsolato:

-Tanto, Ginny… anche se ti dicessimo di non andare in missione tu non ci ascolteresti, vero?- La rossa scosse la testa in silenzio ed il padre annuì sconfitto. Poi sospirò e battè poderosamente una mano sulla spalla della moglie in lacrime. Alla fine replicò più allegro relativamente alla mestizia di perdere la figlia e di non eventualmente vederla più:

-Forza Molly! Guarda che tua figlia non è più una bambina… e poi perché dovrebbe finire male? Ha fatto cose più difficili di una missione ad Hogwarts!- La signora Weasley gemette e cercò di sorridere nel suo dolore di madre. A Ginny strinse il cuore.

 

E rieccomi! Ciao gente!!! Allora? Che ve ne pare? Fatemi sapere, mi raccomando!! Recensite in tanti!!!! Comunque è molto probabile che io aggiorni o martedì o mercoledì prossimo!!! Il prossimo capitolo non so come chiamarlo, ma per soddisfare la vostra fame di conoscenza posso solamente dirvi che ci sarà un colpo di scena… staremo a vedere… Alla prossima con tante recensioni (spero… vi prego!)…

                                                                                                      

                                                                                                                               Ciao!               

           

                                            

                                    

 

     

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