Nota d’autore: Ciao a tutti… odo un
silenzio glaciale che mi fa rabbrividire con violenza… alzo lo sguardo e mi
ritrovo tutti i miei lettori che mi guardano male. Provo a dire :”ehm salve gente! Sono tornata dopo due mesi di assenza! Siete felici di rivedermi?”… sento rumori
sinistri venire dal gruppo di persone che mi sono di fronte e noto con mio
sommo terrore che sono armati fino ai denti e pronti a
mandarmi all’altro mondo alla mia prossima parola fuori luogo. Provo a dire: “Ra-ragazzi possiamo trovare un compromesso! In fondo qui
siamo tutti amici…”. Un ringhio rabbioso si leva dalla moltitudine…
SALVE
A TUTTI!!! Tanto per cominciare chiedo infinitamente
scusa per il mio infinito ritardo nel postare il nuovo capitolo… non mi
sono fatta vedere per due infiniti mesi perché ho avuto un infinito
a dir poco blocco dello scrittore che mi ha portato ad un infinito esaurimento
nervoso causato anche dalle infinite cose che fino ad ora mi hanno
tenuta occupata… Insomma chiedo a voi infinite scuse e spero che questo
capitolo sia per voi un incentivo a perdonarmi della mia mancanza verso di voi…
Comunque questo mostruoso ritardo è stato causato non solo da me, ma anche
da questo signor computer che adora prendersi gioco di me… Ha avuto la capacità
di creare un errore tale da non farmi più accedere al documento, e se anche ci
fossi riuscita cominciava a dare i numeri… insomma… in poche parole non voglio
annoiarvi con il racconto del combattimento all’ultimo sangue che si è tenuto
tra me e lui fino a qualche oretta fa… se aveste voi l’occasione di guardarmi
in faccia, notereste una marea di graffi sanguinanti… ordunque!
Si torni a noi! Spero che questo capitolo vi piaccia e
che vi facciate sentire in tanti, anche perché ci ho messo un sacco di tempo a
scriverlo ed è piuttosto lunghetto… (dipende dai
punti di vista), ma io mi metto dalla vostra parte e ragiono secondo i canoni
normali… i miei sono starati… Ringrazio tutte quelle
persone che mi hanno commentato il 3° capitolo ed un mio particolare
ringraziamento è rivolto anche ai lettori silenziosi. Ed
ora il via ai ringraziamenti:
HikariKanna: ciao Fede (posso chiamarti così, vero? Me speranzosa!!)!! E’ stato un vero piacere per me leggere la tua
recensione! Lucia mi aveva accennato al fatto che avresti avuto la pazienza di
leggere questa fanfic e ti ringrazio di cuore per
aver resistito fino all’ultimo… Che bello! Sprizzo felicità da tutti i pori…
finalmente eccomi qui sul mio sito preferito! Sono felice che tu abbia trovato
divertente il litigio di Ron ed Hermione, ma quei due
secondo me faranno così per l’eternità… pazienza… devi sapere che scrivere
delle cose divertenti non è mai stato particolarmente nelle mie corde e pensavo
che avrebbe fatto rimanere perplessi tutti quelli che lo leggevano… però un po’
tutti dicono che ha fatto sorridere… me sollevata! Alla prossima, ci conto!
sweet nettle: Grazie mille per i
complimenti sul mio modo di scrivere e sulla fanfiction…
ammetto sia un po’ insolito ritrovarsi un Draco
vestito da Auror, ma ogni tanto è bello cambiare e
non vederlo sempre vestito di nero, cupo e pronto a sfilare la bacchetta ed
ammazzare qualcuno… sembra appena tornato da un funerale! Comunque
spero che ti piaccia anche il capitolo seguente… se vuoi poi dimmi che ne pensi… ciao!
Mikayla: Ciao tesoro! E’ un piacere poter rispondere alle tue recensioni!
Allora: se proprio vogliamo dire la verità dovrei
ringraziarti al cubo per le tue tre recensioni. Sono contenta che ti piaccia la
storia… a dir la verità ci lavoro da 2 anni e solo ora
ho avuto il coraggio di pubblicarla e di mostrare il mio volto alla comunità
del sito… dunque… ammetto di aver sbagliato nel primo capitolo ad aver usato
sempre il pronome “egli”… mi sembra un po’ arcaico e, come avete detto tu e
Tinkerbell91, appesantisce il discorso… tuttavia sono combattuta nell’usare
“lui” al posto di “egli” perché c’era la mia professoressa di italiano delle
medie (pace all’anima sua… non è morta! Che pensate…
semplicemente non la vedo da molto tempo!) che diceva sempre: a volte è meglio
“egli” perché “lui” è pronome complemento e non soggetto come “egli”… ma
professoressa! Per favore, su! Ci stiamo modernizzando e la lingua cambia con
la mentalità! Andiamo avanti… ci manca che mi metto a parlare con i fantasmi!
Sono contenta che il battibecco tra Ron ed Hermione sia stato divertente!!!
Come dicevo prima ad HikariKanna secondo me quei due
continueranno così per tutta la vita, sempre se non succede l’imprevedibile…
Per quanto riguarda i complimenti che mi hai fatto sulla caratterizzazione dei
personaggi e sul mio modo di scrivere… che dire… me diventa un pomodoro rosso rosso rosso rosso…
sono in delirio e per giunta in brodo di giuggiole… Prometto solennemente di
non abbattermi più e di essere convinta che la storia non faccia del tutto
schifo… mi hai riempita di complimenti Chii… e chi va
a dormire stanotte!? Draco è sempre il solito
s*****o, non si dicono parolacce e Ginny invece ha
quasi l’aspetto di un angelo… mah… staremo a vedere
come evolverà la cosa… allora alla prossima! Ci conto ciao! (Ci
vediamo sul forum!)
Chiara la Tolkeniana: Ciao Chiara!!! How
are you? E’ da tempo che non ci si sente… (Chiara
risponde con un ringhio: “potrei dire lo stesso anche
a te…”) okay okay sono in torto e taccio.
Simpaticona!! Eccoti qui il quarto capitolo che tu tanto bramavi di leggere!
Spero di essermi dimostrata all’altezza delle tue aspettative,
anche perché ci ho lavorato giorno e notte… Sono contenta che il terzo capitolo
ti sia piaciuto ma sta ora a te vedere il 4°… fammi sapere! Approposito!
Devo ringraziarti al quadrato per le tue due recensioni al terzo capitolo e mi scuso ancora una volta per l’eccessivo ritardo! Ciao!
Harrydipendente: Ciao carissima!! So che sei la stessa Harrydipendente
del forum! Come dimenticarsi di una simpaticona così? Comunque:
grazie per aver letto la mia storia… grazie per i complimenti su di essa, sulla
caratterizzazione dei personaggi (ammetto di averci sbattuto un po’ la testa
sopra…) e sul mio modo di esprimermi. Come ho promesso a Chii,
prometto anche a te di non buttarmi più giù fino a sfiorare l’inferno e di
tenermi allegra… ecco appena sfornato dalla mia mente bacata ed esaurita
l’aggiornamento… spero sia soddisfacente… dimmi che ne
pensi poi, a presto! (ad ogni modo ci incontriamo sul
forum!)
Vale 90: Ciao Valeria!! Come ti va la vita? Saranno giorni che non ci vediamo… comunque… spero tu riesca a leggere anche questo capitolo…
ma non mi hai fatto sapere più niente… ti piace la trama? Spero di si… se non noti l’aggiornamento glielo dico a Sara… ciao e
fammi sapere!
padma armstrong: Ehilà padma!
Devo fortemente scusarmi con te per il mio ritardissimo
nel pubblicare questo capitolo così agognato da tutti… ti ringrazio
per i complimenti che mi hai lasciato nella recensione… so che sono troppo
pochi come capitoli, ma ti assicuro che devo riscrivere al computer la bellezza
di 14 quaderni e la storia che scrivo in brutta è solo a metà… ecco perché nei
capitoli precedenti ho detto che sarà molto lunga e complicata! Possiamo dire che questa è solo l’introduzione… cercherò di
velocizzare i tempi di pubblicazione e di combattere la mia mente apatica che
essendo estate ora vuole rimanere solamente sdraiata sul divano con un
ventilatore acceso, una cocacola fredda tra le mani e
le persiane abbassate a guardare il computer da lontano e a pensare: “crepa carogna!”…
insomma siamo allo sbando… spero che ti piaccia e di farmi perdonare con il 4°…
Prometto anche a te di non buttarmi più giù e di essere più ottimista… Altra
cosa! Sto cercando di allungare i capitoli, perché anche a me 16 pagine di
documento Word o giù di li sembrano poche… in fondo io
sono per le cose lunghe! Ciao! Attendo un tuo prossimo
commento sul qui presente capitolo!
Pink Fire: sono contenta
che tu abbia trovato questa fanfiction stupenda… ecco
qui per te il capitolo… è inutile dire che vorrei che
tu mi facessi sapere cosa ne pensi… il vostro parere è importantissimo ai fini
della stesura della storia! Ciao e a presto!
Tinkerbell91: Mi hai reso una ragazza
felice con i tuoi complimenti… sono lieta che ti piaccia la trama, che proceda
scorrevolmente e che ti stia a genio il mio modo di
inquadrare i personaggi. Per l’utilizzo di “Ella” ed
“Egli”, come ho detto a Mikayla… l’ho fatto forse per
una questione stilistica e per un vecchio ricordo della mia prof. delle medie
ma ho ottenuto un effetto catastrofico… grazie per avermelo fatto notare
ragazze! Cercherò di porvi rimedio, ciao!
love_fuffy: Ciao… eccoti servito il 4° capitolo… che dire!? Quale onore!
Addirittura le mie storie verranno stampate? Aspetto
un tuo commento! Ciao simpaticona!
-:Neifile:- : Ciao Francesca! Mamma mia! Mi metti in imbarazzo!!!!
MI SALUTI COME SE FOSSI LA ROWLING… MI SENTO COSì LUSINGATA… Sono contenta che
il 3° capitolo ti abbia così entusiasmato ed appassionato da definirlo
“FAVOLA”! Comunque spero di farmi perdonare con il
capitolo seguente… a presto! Dimmi che ne pensi anche
di questo!
Scusate
sul fatto che mi sia dilungata tanto sulle recensioni… è che volevo
ringraziarvi della pazienza che avete avuto… ci vediamo dopo!
nny
You are my past, my
present, my future
4° capitolo: La missione
Quella mattina si svegliò più tardi del solito. Aprì pigramente
gli occhi e si mise a fissare la sveglia che sottolineava
dispettosamente il suo ritardo. Si stropicciò gli occhi e, cercando di trovare
la forza di alzarsi e di abbandonare il suo caldo lettuccio, si sedette al
bordo del letto, scoprendosi completamente dalle coperte di lana che durante la
fredda notte di Dicembre l’avevano tenuta al caldo. Si mise in piedi e si
diresse verso il bagno, dove si lavò la faccia per svegliarsi meglio e si
pettinò i capelli fiammanti che erano tutti scompigliati in quel momento. Li
lisciò ben bene e si infilò svogliatamente un pullover
nero su un jeans dello stesso colore. Si fissò allo specchio e le sembrò per un
istante di essere vestita da Mangiamorte. Si girò a
vedere su una sedia rovinata dal tempo la sua divisa, dove il
blu notte spiccava. La prese e, senza pensare alla giornata che oggi con
ogni probabilità sarebbe stata piuttosto impegnativa, se la infilò. Si aggiustò
un altro po’ qua e la e alla fine uscì, pronta a dirigersi in cucina a fare
un’abbondante colazione, decisa a recuperare la cena del giorno prima, anche
perché si era accorta di avere un buco allo stomaco di quelli incolmabili. Dopo
aver sceso le scale, si diresse nella stanza e dopo
aver biascicato un “buongiorno” piuttosto strascicato si sedette ad una sedia
intorno al tavolo. Nella cucina vi erano anche Hermione,
Ron ed Harry, che dopo averle risposto laconicamente, non scambiarono neanche una
parola. Ginny, sfoderata la bacchetta, si fece comparire
davanti la colazione ed un caffè nella speranza che le desse energia e la svegliasse. Prese una ciambella al cioccolato che stava in
un piattino al centro del tavolo e la inzuppò nel thè
al limone, importandosene altamente di dover mangiare prima il piatto di uova e bacon che aveva fatto comparire con la bacchetta.
Si guardò intorno fissando i volti degli altri: Ron
stava bevendo un bicchiere di succo di zucca, fissando contrariato ed
arrabbiato la porzione del legno del tavolo che era stato lasciato scoperto
dalla sua tovaglietta. Hermione,
dal canto suo, stava leggendo il “Settimanale delle streghe”, su cui c’era un
articolo che indicava quali erano gli uomini più seducenti del mondo,
individuati nell’ultima settimana, e poi con uno scocciato “Ma per favore… che
sciocchezze!” girò la pagina e trovò un servizio sui libri usciti nell’ultima
settimana. Si mise a leggerlo con interesse, ma dai suoi tratti traspariva
chiaramente l’ombra di un litigio tra lei e suo marito finito con la decisione
di prendere ad ignorarsi, anche se sedevano uno a fianco all’altro. Harry bevve un sorso del suo succo di zucca e tossì
fortemente in imbarazzo per la situazione a dir poco pesante che si era formata
su quella tavola. Tossì di nuovo e si schiarì la voce per poi dire:
-Hermione… come è
andata la notte?- La ragazza indurì la mascella e dopo aver alzato gli occhi su
di lui sbottò, leggermente infastidita:
-Bene… anche se poteva andare meglio.- Ron
sembrò saltare dalla sedia e guardò la moglie fissamente, cercando di
trattenersi dal fare qualche sparata fuori luogo. Harry
annuì e domandò:
-Perché “poteva andare meglio”?
Spero che al Quartier Generale sia andato tutto bene…-
-Ma si, Harry… è nel mio ufficio che la
notte non è stata delle migliori!!!- Ron ringhiò sbattendo un pugno sul tavolo nella speranza di
spaventare la moglie:
-Certo, Hermione!!!!
Sai che ti dico? Perché non ti trovi un amante?- Hermione si girò verso di lui e sibilò con un tono che non
ammetteva repliche per l’effetto che ebbe:
-Stai zitto!- Ron sbruffò,
abbassò la testa e non parlò più. Harry allora,
cercando di salvare l’amico dalle grinfie della donna sviò:
-Ho fatto male i turni?-
-Si!!! La prossima volta che ti diletti a
stabilire i turni di ogni singolo Auror, sei pregato
di non tirare a sorte, ma di farli con un po’ di razionalità…-
-D’accordo…
anche se sono del parere che…- Hermione lo
interruppe e sbottò nera:
-Non mi interessa ciò che pensi… sono
troppo arrabbiata.- Harry, sconfitto da quella frase,
annuì e non parlò più. Ron lo guardò con uno sguardo
nero e bastonato nel contempo e poi prese a mangiare
un pezzo di torta di rabarbaro. Hermione si voltò
verso Ginny e disse:
-Sai, Ginny, ho trovato un veleno
inodore, insapore ed incolore da mettere nel cibo, ma ho dimenticato di dire a
tuo fratello che si trova giusto nella torta che sta mangiando… che terribile
dimenticanza!- Ron guardò stralunato il pezzo di
torta ed ingoiò il boccone che aveva in bocca e lo posò cautamente nel piatto.
Poi guardò Harry e sbottò spaventato:
-Sta dicendo davvero? Harry, sta dicendo
davvero?-
-Ma certo, Ronald… Oltre al fatto che mi
sono già trovata un amante!!!-
-CHE COSA HAI FATTO???- Scattò in piedi e
la guardò sconvolto e terrorizzato da ciò che aveva udito. Hermione
continuò, parlando non più con Ginny ma con una persona immaginaria che le stava davanti:
-Sta parlando qualcuno?-
-HERMIONE!! MI VUOI RISPONDERE OPPURE NO?- La prese
sgarbatamente per un braccio e la fece alzare. La ragazza ringhiò guardandolo
finalmente negli occhi:
-Lasciami!! Non devi toccarmi!-
-Tu sei mia moglie!-
-Questo non ha alcun significato! Le mogli si rispettano!-
-Ma io ti rispetto! Sei tu che non
rispetti me!-
-Te? Io ti rispetto sempre, ma chi è quello che dice
che è meglio che mi trovo un amante, che sono bisbetica, che potrei avere la
capacità di mettere in un dolce un veleno per stecchirti? In fondo perché
dovrei sporcarmi le mani del tuo sangue?-
-Il sangue di cui tu non devi sporcarti le mani è quello di tuo
marito!!! Non sono mica un estraneo!!-
-Io come dovrei considerarti? Non mi vuoi dare un figlio!!!-
-E’ per quello allora? E’ per quello
che sei arrabbiata anche oggi?- Ron spalancò la
bocca, come farebbe un bambino. Poi la chiuse e sorrise contento e sollevato
che fosse solo quello il problema. Hermione,
dal canto suo, sembrava non essere ugualmente sollevata,
anzi, era anche più irata di prima.
-Oh!! Ma di questo fatto si può sempre discutere… io pensavo che era per il…- ma non finì la frase perché la moglie gli diede
uno schiaffo da lasciargli il segno delle cinque dita sulla guancia diafana. Ron la fissò sorpreso e non si aspettò minimamente la
reazione che ebbe la moglie. La forte Hermione scoppiò in lacrime e scappò via, lasciando in
piedi e impalato il marito che a rallentatore si mise una mano sulla guancia e
se la massaggiò. Poi corse dietro alla ragazza e si scusò:
-Tesoro… ma un bambino si fa in due…-. Ginny
si girò a fissare Harry piuttosto perplessa. Il
ragazzo alzò le spalle e mugugnò:
-Sono più strani del solito…-. La rossa si trovò
d’accordo con Harry e per il resto terminò in
silenzio la colazione. Non aveva alcuna voglia di parlare ed in particolar modo
di pensare a ciò che le sarebbe spettato al Ministero. Harry
tossì nervosamente e domandò imbarazzato:
-Ehm… Oggi devi andare a lavoro?- Ginny alzò gli occhi su di lui e disse:
-Si, come sempre, d'altronde… perché?-
-Senti… posso andare a parlare io con McGriffith
e dirgli di spostare il tuo ufficio e di metterti in una stanza a parte… se Malfoy ti da problemi, io posso risolverli!- La ragazza capì a cosa si stava riferendo, e poiché temeva un’altra
predica da parte sua sbottò:
-Harry, sta’ tranquillo…
anche se mi creasse problemi, il Generale mi ha dato un compito, che è
quello di guidarlo… evidentemente, tra le clausole del contratto c’era anche
quella di sopportarlo… probabilmente non l’ho letta o non l’ho intuita…-
-Io mi preoccupo per la tua salute, Ginny…
per la tua… ”incolumità”, diciamo così…-
-Ti prego, ho det…-
-Non mi piace che lavori con lui!!! Si
sa… è nella natura di un Malfoy fare del male!! Se
non ci prova oggi ci proverà domani!!! Come devo
fartelo capire?- esplose alla fine esasperato lui, senza neppure farla
terminare di parlare. La prima cosa che pensò la ragazza fu che il trio
vincente, o perdente a seconda delle situazioni,
doveva essere stato sottoposto in questi giorni a circostanze altamente
stressanti, per essere diventati così isterici o nervosi, perché ora Harry era scattato in piedi e la guardava sconvolto e in
modo interrogativo, nell’attesa di sentirla ribattere qualche frase che gli
dava il permesso di procedere a isolare Malfoy da
tutto il resto del Ministero. Osservò per una frazione di secondo con occhio
critico la situazione: quei due che stavano gridando, come il
giorno prima, dall’altra parte della casa ed Harry
che attendeva furiosamente che lei gli dicesse: “Hai ragione…ti prego, scusami
se fino a questo momento non ho aperto gli occhi”… decisamente dovevano
prendersi una vacanza… forse quei tre stavano lavorando troppo… anche se Harry aveva ragione: Draco era
una serpente e su questo non ci pioveva…
-Harry: calmati! Sto bene,
davvero!! Mi trovo bene nella stanza con lui!-
-Ti è saltato addosso, Ginny? Dimmi la verità: me la stai nascondendo?-
-No, assolutamente!- sorrise sicura di se,
anche se si sentì bugiarda fin dentro le ossa. Harry la guardò negli occhi e cercò di trovare una traccia
anche minuscola del fatto che avesse mentito, ma Ginny
si alzò dalla sedia, facendo sparire la colazione evitando lo sguardo del
ragazzo… decisamente non aveva più voglia di mangiare…
-Dove vai?-
-A lavorare, è ovvio… scusami, ma mi sento come inquisita… in
fondo non ho fatto nulla di male!-
-Tu non hai fatto niente di male, ma Malfoy si… Malfoy è il tuo
problema!! Voglio cercare di aiutarti a risolverlo…- Rincarò
Harry con tono di scusa.
-Harry, ascoltami perché non lo
ripeterò: Malfoy non costituisce un problema per me!
Non è neanche l’ultimo dei miei pensieri! Piuttosto direi
che il processo che avete preso a farmi tu e Ron lo
è! Ti imploro! Se ogni
giornata sarà così…- ribattè esasperata la ragazza,
lasciando la frase in sospeso ed aggiustandosi i vestiti addosso per poi sistemarsi
meglio la bacchetta in tasca.
-Ma…-
-E niente “ma”!! Devo andare a lavoro!- E
detto ciò, senza neanche salutarlo e dargli modo di ribattere, si smaterializzò per comparire poi nel corridoio del Quartier Generale degli Auror. Come
sempre, anche se con l’animo più che inquieto, si ritrovò a percorrerlo, come
ogni giorno per andare a lavoro. Quando finalmente
giunse dinnanzi alla porta del suo ufficio, si rese conto che era socchiusa,
simbolo che Draco doveva già essere arrivato. Senza
pensarci su due volte poggiò la mano sulla maniglia e così aprì la porta per
entrare dentro. Si chiuse la porta alle spalle e si diresse verso la propria
scrivania, evitando di guardare il ragazzo. Quando
finalmente fu seduta, posò gli occhi su di lui e sbottò leggermente infastidita:
-Buongiorno…-
-Buongiorno Weasley…- fu la laconica
risposta del ragazzo che alzò gli occhi su di lei per fissarla insistentemente.
Ginny si aggiustò i capelli leggermente a disagio per
il fatto di essere fissata da lui che continuò a scrivere con una penna di
fagiano qualcosa su una pergamena. Si mise distrattamente a scrutarlo in ogni
minimo particolare, pensando a tutt’altro… Come era possibile che Harry le
facesse quel genere di scenate che lei volentieri avrebbe chiamato di gelosia?
Possibile che non fosse ancora maturato? Successivamente
si rese conto di stare a parlare di “Harry Potter”, l’amico di “Ron Weasley”… e tra i due definire chi era il più infantile era
un’impresa degna degli eroi mitici dell’Antica Grecia… Ironicamente se ne fece
una ragione, anche se in un certo senso si ritrovò a concordare con quello che
pensava di Draco… era una persona abbietta che se
possibile si doveva tenere lontana migliaia di chilometri. Improvvisamente
ripensò al pomeriggio precedente e a quando il biondo le era
saltato addosso… si ritrovò a fissare con attenzione il ragazzo che,
apparentemente, sembrava ignaro del suo flusso di coscienza… come con un soffio
di vento l’immagine di Harry nella sua testa fu
sostituita da quella del furetto biondo… I suoi capelli biondo platino dovevano
essere più preziosi dell’oro… forse più lisci della seta… si ritrovò a pensare
che sarebbe stato bello accarezzarglieli, toccarglieli, scostarglieli
dolcemente per liberare la fronte liscia, proprio come fa una ragazza
innamorata… l’aggettivo la spaventò a morte… la folgorò… la fulminò e cercò di
levarlo dalla testa il più velocemente possibile… la sua irrazionalità fu più
forte di lei… gli occhi grigi erano profondi… erano mare in tempesta, erano
ghiaccio del Polo Sud, erano nuvole cariche pioggia… erano belli. Poteva uno
sguardo essere più profondo dell’oceano? Poteva uno sguardo dare la morte e un
pugnale girato nella ferita lasciarti in vita? Quelle domande, se le pose in
quel momento… poteva essere un sorriso una brezza
leggera che ti accarezza la pelle e ti scompiglia i capelli per giocare ed un
ghigno così mortale da scatenare nel cuore un violento tifone che porta con se
qualunque cosa, lasciando poi l’ambiente spoglio e desolato? Poteva uno
schiaffo farti reagire ed un sorriso di scherno scoraggiarti e piangere di
dolore?... Le sue labbra erano sottili e rosee…
dovevano essere morbide, esperte, maestre del baciare e del provocare… dovevano
essere calde come il fuoco, fredde come il ghiaccio… traditrici come il ragazzo
stesso… dovevano essere belle da baciare… se solo fosse stato un bravo ragazzo
e non un grande bastardo dalla battuta affilata come la lama di una sciabola. Draco alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi grigi… erano
del colore dei cristalli di neve magici… erano onde
nell’oceano… erano freddi. Improvvisamente lo sguardo del
ragazzo le sembrò divenire impermeabile, come chiuso ermeticamente. Non
riuscì a vedere niente al di la di quelle iridi
grigie.
-Noto che oggi siamo piuttosto taciturni… Qualcosa è andata male
questa notte con Potter?- Ghignò
divertito, anche se dai suoi occhi non traspariva nulla.
-Stanotte non sono andata da Harry, per
tua norma e regola…- rispose Ginny
scocciata leggermente.
-Non posso crederci… sei riuscita a resistere ai tuoi istinti
animali!-
-Io non ho gli istinti animali!!!! Ma
cosa diamine dici?- Lo guardò sconvolta ed accavallò
le gambe con eleganza.
-Io per “istinti animali” intendo i desideri notturni…-
-Verranno a te, magari!-
-Perché non sei venuta stanotte?
Io dicevo sul serio!!!- Dopo rise divertito ed allargò
il ghigno sulla sua faccia. Ginny lo fulminò con lo
sguardo e lo mandò mentalmente a quel paese. Poi sbottò, cercando di
trattenersi, per quanto possibile:
-Chiudi quella dannata bocca, per favore… oggi
non è davvero giornata…-. Draco rise
divertito e poi scosse leggermente la testa. Senza aggiungere altro tornò a
leggere ciò che aveva scritto. Anche Ginny abbassò lo sguardo e prese un pacco su cui vi era
scarabocchiata con una calligrafia minuscola la scritta: “Al Tenente Ginevra Weasley”. Lo scartò pazientemente e, dopo aver
appallottolato tutta la carta e averla lasciata su un angolo del tavolo, notò
che erano libri. Prese il primo e lesse il titolo: “Nuovi incantesimi di Magia
Bianca”. Lo sfogliò lentamente soffermandosi su qualche incantesimo che non
conosceva. Si ripromise di leggerlo e lo poggiò su una catasta di scartoffie.
Il secondo libro lo trovò nettamente più interessante:
“La fisionomia del nuovo Mangiamorte”. Girò le sue
pagine con più attenzione: era scritto in modo schematico. Più che altro
sembrava un testo dei corsi di specializzazione al Ministero per Auror… Il terzo lo trovò piuttosto
monotono. Parlava delle statistiche e della frequenza con cui si verificavano in uno stesso posto gli attacchi di Mangiamorte, di rapine magiche e di omicidi vari ed
eventuali. Il quarto libro, non lo vide nemmeno perché Draco
la chiamò:
-Weasley…- Ginny
alzò lo sguardo su di lui e chiese distrattamente:
-Si??- Sbadatamente incontrò i suoi occhi
e fu come ricevere un colpo allo stomaco. Sentì uno sfarfallio al livello della
pancia ed automaticamente arrossì. Non seppe cosa diamine le prese, ma si sentì
così dannatamente stupida da maledirsi. Per la prima volta nella sua vita si
accorse che i suoi occhi avevano qualcosa di particolare che andava al di la del colore…
-Cosa sono quelle cose?- domandò egli,
evidentemente non accorgendosi di come la ragazza era imbarazzata.
-Sono… libri che ogni mese mi arrivano… se ne fai richiesta ad Hermione che si occupa di
queste cose, qui dentro… potrebbe fartele arrivare!- Si diede della stupida e
si chiese perché improvvisamente provava imbarazzo a parlargli.
-Non ci tengo…- ribattè schifato il
biondo. Ginny si innervosì e
disse:
-Hai qualche problema con Hermione?-. Draco ghignò e concluse semplicemente:
-Non voglio avere niente a che fare con quella… tutto qui.-
-Dovresti rivedere le tue priorità… Sono sicura che ti sbagli sul
suo conto…-
-Solo il fatto di essere la moglie di Lenticchia mi fa passare la
voglia.- Ginny scosse la
testa in segno di dissenso e continuò a sfogliare il quarto libro. Draco riprese a scrivere la lettera indirizzata a suo
cugino Blaise che si trovava negli Stati Uniti.
Quando finalmente la ebbe finita, controllò che non ci fossero sbavature di inchiostro e ricominciò a leggerla. Tuttavia il suo
occhio cadde sulla figura femminile che si trovava di fronte a lui: trovò che la ragazza così intenta nel leggere quegli stupidi
libri quel giorno era più bella del solito: si ritrovò a pensare che la divisa
le donava del fascino e che anche senza un filo trucco era attraente… con le
gambe elegantemente accavallate ed una mano dalle dita affusolate e pallide che
sorreggevano leggermente la testa sembrava una figura eterea… Il rosso fuoco
dei capelli contrastava con la divisa blu notte e le dava un tocco di classe
proprio di pochi. Erano lisci e lunghi ed alcune ciocche
le ricadevano distrattamente davanti… all’improvviso gli venne voglia di
spostargliele delicatamente con una
mano, come con una carezza, con un gesto lento che tante cose avrebbe potuto
significare. Desiderò alzarsi senza che lei se ne accorgesse
e andarle dietro per prenderla di sorpresa… si ritrovò a pensare che un bambino
avrebbe fatto così… lui era un uomo. Le lentiggini le donavano, le davano una
grazia propria di poche persone che avessero come lei
quello stesso difetto … suo fratello Ron era brutto…
lei invece era bella. Si ritrovò a pensare non ad una bellezza fisica, anche se
lui era un materialista convinto, ma ad una di tipo morale… pensò che uno dei
regali che più avrebbe desiderato ricevere in quel momento di momentanea follia
che sperò durasse tutta la vita fu un suo sorriso… uno
solo… indirizzato a lui. Si rese conto di impazzire… di trovare bello ed
aggraziato ogni suo minimo gesto, anche quello più involontario. Vide la
ragazza portarsi distrattamente una ciocca di capelli rossi dietro un orecchio…
pensò di fermarle la mano e di farlo lui per lei… la sua mente calcolatrice fu
sconfitta da quei pensieri… arrivò a chiedersi come avesse fatto in tutti quegli
anni a non accorgersi di quanto potesse essere carina… Potter
aveva ragione… su questo lo Sfregiato non si era sbagliato.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta con tre colpi leggeri. Ginny alzò la testa leggermente e disse:
-Avanti.- Un uomo vestito da Auror entrò
e si chiuse la porta alle spalle. Senza nemmeno degnare di uno sguardo Malfoy si voltò verso Ginny e la
salutò sorridente:
-Buongiorno!!- Anche Ginny
sorrise e lo salutò di rimando:
-Ciao, Serge!!-
Il ragazzo robusto sospirò e chiese:
-Scusa, Ginny ma posso sedermi? Oggi
sono venuto a trovarti.-
-Certo! Accomodati!- Il ragazzo annuì e prese
posto su una delle due sedie che si trovavano di fronte alla scrivania
della ragazza. Dopo di che, la guardò e domandò, con sul
viso dipinta un’espressione bonaria:
-E allora? Come stai? E’ da tempo
che non ci facciamo una chiacchierata tra amici come si deve, o sbaglio?- Ginny scosse la testa e ribattè:
-Già… mi chiedevo dove fossi finito! Sono due settimane che non ti
si incontrava nel Quartier
Generale!-
-Tu non sai dove sono andato…-
-Come?-
-Si!! Allora… mi sono fatto dare da McGriffith
una licenza di due settimane per tornare in Francia da mia madre… non la vedevo da si e no quattro mesi… poi, immagina… per uno che
non ha trovato la propria anima gemella il tempo sembra dilatato…-
-Come sta tua madre?-
-Mamma sta bene… l’acciacchetto ci
scappa sempre, ma tutto sommato l’ho trovata bene… ti
ho portato un pensierino dalla Francia! Precisamente da Parigi!- Ginny non si era accorta del fatto che il ragazzo, quando
era entrato, avesse in mano una piccola busta bianca con una scritta francese
di cui non sapeva il significato. Serge gliela porse
e sorrise per incoraggiarla a prenderla:
-Avanti! Non sei curiosa di sapere cosa c’è dentro?-
-Si… emh… ti ringrazio, davvero non
dovevi…-
-Per un’amica che forse è qualcosa di più
si fa questo ed altro!- Sorrise egli. Ginny,
piuttosto titubante, la prese, ma tuttavia non si
accorse del pensiero che formulò il ragazzo ad alta voce. Aprì la busta e prese
un pacchetto di carta bianca, come il sacchetto di plastica, su cui a lettere
dorate si ripeteva la stessa scritta dal significato sconosciuto. Guardò Serge che rincarò la dose per convincerla ad accettarlo:
-Dai… l’ho comprato in un negozio babbano…
è un aggeggio strano… ma secondo me è adatto a te…
l’ho trovato molto bello!- Ginny annuì e con calma
cominciò a scartarlo. Quando tolse anche l’ultimo pezzo si
nastro adesivo babbano, osservò in tutta la sua
bellezza un piccolo carillon che con una aggraziata manopola a forma di chiave veniva
data la carica per far funzionare l’apparecchio. Vi erano un principe ed una
principessa che ballavano un valzer lento. La principessa aveva un elegante
vestito celeste, mentre il principe indossava un’alta uniforme. Ginny sorrise a Serge e disse:
-E’ bellissimo… grazie.-
-Bhè… cosa ti potevi
aspettare da me? Sembrerà una cosa da bambina ma… io
sono un inguaribile romantico… perché non ascolti la musica?? Quella l’ho
cambiata io… mi sembrava troppo… “babbana”…
diciamo così, quella che c’era prima…- Ginny caricò
il carillon e rimase in ascolto… Una musica fatata si diffuse nella stanza. Era
una melodia leggera che veniva suonata da un piffero
di fata madrina. Era dolce come il miele, leggera come un soffio di vento,
bella come un raggio di sole. Portò con se e diffuse nell’ ufficio
l’odore dei fiori e dei prati a giugno, delle rose a maggio e delle ginestre
del Mediterraneo che si mescolavano con quello della salsedine del mare… quasi
le parve di stare su una scogliera dove davanti a lei si stagliava il mare e
nient’altro, se non un infinito cielo al tramonto. Il principe ballava con la
sua principessa e quando la musica finì, con il fermarsi dei due scomparvero
anche tutti gli altri odori meravigliosi. La ragazza guardò Serge
che in viso aveva dipinto un ghignetto benevolo. Alla
fine gli disse:
-E’ la cosa più bella che mi abbiano mai regalato…davvero… grazie.-
-E di che??... non mi devi ringraziare…
l’ho fatto perché ne avevo voglia.- Ginny gli regalò
un altro sorriso sincero e per sbaglio spostò lo sguardo oltre il suo collega
per trovare un Draco che aveva contratto forte la
mascella e la guardava con sguardo furioso. Riportò i suoi occhi su Serge e continuò:
-Comunque… devi scusarmi… ieri avevo promesso di mandarti un
messaggio e non l’ho più fatto… sono davvero una persona poco affidabile…-
-Che dici, Ginny!?
Non devi chiedermi scusa… Sapevo che non saresti
riuscita a venire… in fondo i Mangiamorte che dovevi
interrogare erano davvero tanti… anzi! A dirti la
verità, sei stata piuttosto rapida… Io non ci sarei riuscito!!!-
-Ho fatto solo un’ora di straordinario… si, sarei anche stata
rapida, ma con il mal di testa che mi sono ritrovata avrei preferito finire
alle dieci di sera!!!-
-Te lo avevo detto che erano un po’
troppi i Mangiamorte! Ma non
fa niente! Posso invitarti alla pausa pranzo, oggi?- Ginny
ci pensò un po’ su e rispose:
-Si, perché no? Ma questa volta è sicuro che vengo… senza l’invio
di messaggi!- Serge rise e poi si alzò e concluse con uno dei suoi sorrisi migliori.
-D’accordo… allora ci vediamo
direttamente là… ora devo proprio andare… se no chi si vuole sentire McGriffith che passeggia per i corridoi e urla che siamo una delle sezioni del Ministero più scavezzacollo???-
-Ci vediamo…- sorrise di rimando la ragazza
-Si… ciao…- Serge raggiunse la porta e
se la chiuse alle spalle, contento di aver rimediato un pranzo in compagnia di Ginny. Draco, tuttavia, non
sembrava essere dello stesso parere. Si rimise a firmare un certo documento che
aveva sulla scrivania in silenzio, non degnando più neppure di un minimo di attenzione la ragazza. Ginny
sembrò non essersi accorta di niente e ricominciò a leggere un altro libro e a
sfogliarlo distrattamente. Sobbalzò però all’improvviso quando Draco sbottò senza alcun preavviso:
-Quindi… oggi siamo di invito a pranzo?- Ginny alzò lentamente lo sguardo su di lui e, quando
incontrò il suo, provò un brivido lungo tutta la schiena. Immediatamente si riprese dalla sorpresa e senza dare a vedere rispose:
-Si, come d'altronde avrai ben potuto
vedere.- Draco riabbassò subito la testa ed afferrò
sulla sua scrivania un mucchio di fogli. Subito li sfogliò velocemente e tra
questi ne prese uno che allegò alla lettera per il cugino. Ginny
rimase ad osservarlo con attenzione: i suoi movimenti erano a dir poco isterici
e sembrava starsi trattenendo dallo sbottare in una sceneggiata a dir poco
furiosa. Si chiese cosa improvvisamente gli fosse
preso e si rese conto di non sapersi dare una risposta. Nel frattempo il
ragazzo piegò la lettera e la mise da parte. Dalla tasca prese un pacchetto ed
estrasse una sigaretta. L’accese e si sbracò ancora di
più sulla sedia prendendo un forte tiro. Si fece comparire davanti un
portacenere e lì buttò tutta la cenere della sigaretta. Dopo guardò la ragazza
e disse con tono strascicato:
-Sai… quel tuo amico è proprio un maleducato…- Ginny
aggrottò un sopracciglio e si aggiustò imbarazzata un
ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
-Come?- chiese quasi incredula non riuscendosi
a trattenere. Sorrise leggermente perplessa per l’affermazione
che il ragazzo aveva fatto…
-Hai capito bene, Weasley!- Sbottò notevolmente infastidito il biondo tirando un leggero
tiro alla sigaretta che aveva tra l’indice ed il medio della mano destra. Ginny lo fissò interessata e si sistemò meglio sulla sedia.
-No: non ho capito. Stai dicendo che Serge è un “maleducato”? Questa è bella! Proprio tu lo
vieni a dire?-
-Hai qualche problema Grifondoro?-
ringhiò fulminandola con lo sguardo. La ragazza rise di gusto e continuò
raggelandolo con la frase:
-Si! TU che dici a SERGE maleducato!? Per
lo meno Serge quando ti
incontra dopo tanto tempo per i corridoi del Ministero non ti chiama
“pezzente”, “stracciona” e con tanti altri appellativi che non dovrebbero
neanche esistere nel vocabolario di una persona, non trovi?- Draco ridusse gli occhi a due fessure e aspirò
profondamente il fumo della sua sigaretta. Dopo la
lanciò nel portacenere e si alzò in piedi di scatto e ringhiò:
-Sei una pezzente e te lo ripeto! Il Signor-sono-gentile-con-tutti fa l’affabile con te
solamente per portarti a letto scoparti per un’intera notte…- Ginny lo guardò ferita e abbandonò il cipiglio ironico che
aveva preso poco prima. Qualcosa di sottile si spezzò in lei… qualcosa di
trasparente, qualcosa di fragile, qualcosa di vetro, qualcosa di cristallo…
qualcosa che non sapeva esistesse in lei da ormai
molto tempo. I suoi occhi divennero lucidi per il tono che aveva usato con lei:
era stato ruvido, era stato freddo, crudele, glaciale, cattivo, brutale,
agghiacciante, perfido… non seppe cosa la sconvolse in quel momento, ma si rese
conto che aveva solamente voglia di piangere per le sue parole… era forse il suo atteggiamento verso di lei in quella situazione? Cosa gli aveva fatto ora per meritarsi di essere chiamata
così? Era il suo tono di voce a dir poco furioso e colmo di cieca
rabbia ad averla ferita? Perché si comportava
così adesso?
Cercò di ribattere con veemenza a quell’insulto
così insensato e lo avrebbe fatto se avesse avuto la
forza… tutto il suo carattere sembrò scivolarle via come acqua dalle mani…
-Non è vero… cosa stai dicendo?-
bisbigliò verso Draco cominciando a sentire gli occhi
bruciare. Egli ghignò con rabbia, vedendo i suoi occhi quasi implorare pietà e
si avvicinò a lei e alla sua scrivania fino a posare le mani su questa e sporgersi verso la
ragazza:
-Sto dicendo la verità… quel bastardo non
è altri che un pallone gonfiato che non tarderà ad infilarti la mano sotto la
gonna e a trascinarti a letto per scoparti comodamente come si fa con una
puttana…- le sibilò in faccia con rabbia repressa ed una voglia matta di
ferirla… si chiese perché lo stesse facendo… perché volesse affondarla con
quelle battute tanto perfide da uccidere una persona di dolore. E poi terminò in bellezza dicendo:
-Perché tu lo sei, vero?- Ginny si fermò a fissare negli occhi il ragazzo: essi
brillavano di una luce particolare. Era chiaro che provava
rabbia, ma perché proprio nei suoi confronti? Saettarono sulle sue labbra e di
nuovo sui suoi occhi. Il ghiaccio degli occhi di Draco Malfoy tornò
imperscrutabile come sempre, come impermeabile a qualsiasi emozione. La rossa
si sentì morire.
-No… come osi?- Ghignò perfidamente egli,
non riuscendo a trattenersi.
-Senti di esserlo, Weasley?- Ginny chiuse gli occhi che stavano cominciando
pericolosamente a lacrimare. Girò la testa di lato e fu accoltellata a morte da
quello che sibilò il biondo collega:
-A te piace essere sfiorata? Dì la verità, Weasley:
ti alletta così tanto la situazione da farti portare a
letto da quello li? Pensavo fossi più intelligente… una sgualdrina di “alto”
rango come te, se vogliamo proprio dire così, anche se, personalmente ti
confinerei nella categoria più infima di tutta la società, dovrebbe sicuramente
essere abituata a scopare con gente di fama rispettabile e non con quelle
persone… se sei così disperata da fotterti
quello lì… dovresti guardarti intorno… ci sarei io per esempio… stanotte sarei
libero…- Ginny aprì di scatto gli occhi e lo guardò
con rabbia. Si alzò in piedi e gli gridò senza ormai nascondere più le lacrime di umiliazione:
-Vai a farti fottere!
Come ti permetti? COME?-
-Di cosa hai bisogno per sentirti bene, eh Weasley?
Del tuo amico che ti fa la corte e che trova mille scuse per saltarti addosso e
stare solo con te? Hai per caso bisogno di qualcuno che ci provi con te e che ti
tocchi o altro? Avanti dillo! Se hai bisogno di una ripassatina
te la potrei dare io!!!- ringhiò Malfoy fuori di se. Ginny si allontanò da lui oltre la scrivania e mormorò:
-Sei un bastardo…- Draco sorrise crudele
e si allontanò anche lui dal tavolo inclinando
leggermente la testa. Ginny tirò su col naso e fece
il giro della scrivania per dirigersi verso la porta ed uscire. Proprio quando
era sul punto di sorpassarlo, egli si piazzò davanti a lei che inevitabilmente
andò ad urtare contro il su petto atletico e tonico. Ella
ringhiò con la voce impastata dal pianto:
-Levati…- Draco inclinò il suo viso
fermandolo ad pochi centimetri dalle labbra rosse come
ciliegie della ragazza e domandò rigido e freddo:
-Dove vai ora?- La ragazza allontanò il
proprio viso dal suo e bisbigliò arrabbiata nera:
-Non sono affari tuoi…- Improvvisamente le parve
di cogliere negli occhi del biondo ex-Serpeverde un
lampo che la intimorì e non poco.
-Ah si? Dici che non sono affari miei?
Vuoi proprio vedere, Weasley?- Detto ciò, Ginny si sentì i muscoli del braccio spappolare con una
violenza indicibile… strinse fortissimo gli occhi e trattenne un gemito per non
dargli la soddisfazione di averle arrecato dolore. Draco non sembrò del tutto contento
di farle male perché la spinse violentemente contro di se e con l’altra mano
schiacciò la testa della ragazza contro il suo petto. Ginny
vi appoggiò anche la mano del braccio libero. Fu un momento infinito. Draco allentò la presa sul suo braccio e prese ad
accarezzare lievemente le ciocche della capigliatura fiammante di Ginny e poi chinò la testa e le posò un lieve bacio sui
capelli… Ella spalancò gli occhi e realizzò dopo una
frazione di secondo quello che era accaduto. Trattenne il respiro
involontariamente e Draco si accorse di questo. Respirò
profondamente il suo profumo … l’odore di lavanda gli penetrò i polmoni e per
un momento lo fece smarrire… non ricordò più chi era e cosa
stesse facendo ora, in quel preciso istante con quella ragazza stretta
al petto… Ora aveva voglia solamente di baciarla e non esisteva più il luogo in
cui era e l’ora… la baciò dolcemente sui capelli ramati che profumavano come i
petali di un fiore… si sentì perdere la ragione, il controllo di se e l’istinto
incontrollabile di averla tra le braccia e sulle labbra si impossessò di lui
violentemente… gli diede improvvisamente un fastidio cane l’esistenza in quel
maledettissimo edificio di Serge Corignan…
fu tentato di correre nel suo ufficio e fargli ingoiare rudemente l’invito che
al contrario con tanta gentilezza aveva posto alla ragazza. Si sentì geloso di
quella creatura che ora stringeva a se… non c’era motivo… non c’era aria… c’era
solo un fiore che respirava a contatto col suo petto… le alzò il mento e
chiudendo gli occhi bevve il suo respiro che profumava di ciliegia. Le
accarezzò con un dito le labbra rosse e poi aprì gli occhi perdendosi in quelli
azzurri e lucidi di lei. Erano sorpresi, folgorati, pronti per piangere,
feriti, addolorati, incantati da un qualcosa che stava accadendo tra loro e che
neanche lo stesso Draco riuscì a definire con grande
sgomento… Perdendo il senno si chinò sulla fronte della ragazza e le posò un
bacio che fu paragonabile al soffio della brezza marina, della pioggia che
ristora il viandante che vaga nel deserto senza una meta… era ombra per colui che cammina da giorni sotto un sole cocente capace di
spaccare le pietre, era una zattera per il povero naufrago disperso nel mare. Ginny serrò gli occhi contraendo forte la mascella… aveva
paura di ciò che stava accadendo, di ciò che Draco aveva
intenzione di fare, ma si rilassò quando egli le
accarezzò dolcemente con il dorso della mano una guancia. Socchiuse la labbra
incantata dal fatto che un tocco così delicato fosse potuto appartenere
proprio a quel Malfoy che lei stessa soleva chiamare
serpe… implorò qualsiasi divinità fosse eventualmente potuta esistere di far
durare per tutta la vita quella sensazione che stava provando… le sue carezze
le avvolsero i sensi con dolce violenza, la scagliarono fuori dalla realtà con
una forza stupefacente… le cancellarono per un istante tutte quelle cose in cui
aveva sempre creduto, per cui aveva sempre combattuto, facendole scivolare via
come acqua dalle mani… si rese conto di essere incapace di afferrarle e
costringerle a rimanerle addosso… come poteva in fondo anche solo pretendere di
afferrare l’acqua cristallina ed incolore? Fu proprio così… le apparve tutto
incolore… perché aveva combattuto per divenire Auror?
Perché aveva combattuto per difendere altre persone
dai Mangiamorte? E perché
invece non aveva combattuto anche per amare una persona? Capì che la sua vita
che aveva sempre pensato piena di impegni tra
famiglia, lavoro e amiche improvvisamente mancasse di una cosa che forse per
due anni aveva dimenticato di ricercare: l’uomo da amare più di se stessa,
l’uomo a cui avrebbe dedicato la sua anima e tutte le sue energie… l’uomo a cui
sarebbe stata vicino fino alla morte di uno di loro due. Si domandò perché
fosse arrivata a capire tutto questo… un profumo da uomo acre e dolce al tempo
stesso, forte, le penetrò nell’anima e inconsciamente
si domandò come fosse possibile desiderare di essere baciata sulle labbra da
quella serpe, come fosse anche solo lontanamente possibile immaginare le sue
carezze farsi più audaci su di lei con quel misto di gentilezza e dolcezza a
farle smarrire i battiti del suo giovane cuore… dov’era Ginny?
Dov’era Ginevra? Era forse tra le braccia di Draco? O era solo una Weasley che si stava facendo sfiorare da un Malfoy solo per provare un brivido che ormai da tanto,
troppo tempo non assaporava? Perché ,Draco? Cosa c’è che ti porta ad
avere sentimenti così contrastanti? I tuoi occhi imperscrutabili hanno mai
conosciuto la sensazione mera e semplice di aprirsi con coloro i quali ti
parlano? Perché le tue frecciatine
colme di rabbia? Volevi ferirmi, Draco? Perché sei gelido e le tue carezze così calde? Cosa ti ho fatto io solo se non accettare l’invito di Serge?
Ed improvvisamente fu tutto chiaro.
Scostò di soprassalto il viso dalle labbra del biondo ex-Serpeverde
che si stavano avvicinando a quelle dal sapore di ciliegia della rossa e già si inebriavano del solo pensiero di esservi entrate a
contatto. Si liberò della presa ferrea che Draco
stava esercitando sul suo polso. Ad un tratto si accorse di una scossa
elettrica che partiva dal polso appena stretto e mantenne il respiro per il
dolore. Evidentemente le doveva aver lasciato i lividi. Alzò sconvolta gli
occhi fino ad incontrare i suoi che avevano assunto la tonalità grigia delle
nuvole temporalesche cariche di pioggia, pronte a scatenare una tempesta e la
furia della natura. Per una frazione di secondo vi
lesse dello stupore, una sconvolgente sensazione di aver sbagliato… ed infine
il vuoto. Draco le impedì nuovamente di scrutargli
l’anima e a Ginny parve quasi vedere un velo di gelo
occultare i sentimenti più nascosti del biondo di fronte a lei che in quel
momento sembravano animare il suo animo. Chiusi ermeticamente. Ginny si sentì infinitamente ferita da questa
constatazione. Abbassò lo sguardo e mormorò più a se che a Draco:
-Devo andare via…- Non ottenne risposta.
Lo vide scostarsi e farle spazio per permetterle di superarlo. Il silenzio a
volte può far male più di mille parole che, urlate, oltre l’aria, sembrano
trafiggere con odio il tuo cuore. Lo guardò di nuovo in viso, usando un
coraggio che lei mai avrebbe posseduto in sì tale quantità e quello che trovò
fu solo freddo, ghiaccio, rancore nascosto magistralmente da chi ci prova per anni, odio per qualcosa che mai avrebbe potuto
possedere e che gli era stato tolto sul più bello. Senza pensare ad altro lo
oltrepassò e si diresse decisa verso la porta. Mise la mano sulla maniglia
sperando anche in un solo piccolissimo gesto da parte sua o anche una parola.
Sembrava svuotato, privo di anima, uscito dall’inferno
solo con un involucro di carne che era insensibile a tutto. In quel momento si
sarebbe voluta girare e cominciare ad urlargli in faccia che desiderava
sentirlo imprecare contro di lei, gridare l’odio che aveva dimostrato per tutti
quegli anni per lei, spiegare le motivazioni di quel comportamento che fino a
cinque minuti fa aveva avuto con lei e che l’avevano
portata ad implorare qualsiasi cosa esistesse di divino di non farlo più
smettere… sentiva dolore… sentì il dolore sordo, quello cieco, quello che ti
attanaglia l’anima farsi strada dentro di lei… cosa poteva mai importargliene
degli atteggiamenti di un Malfoy? E
allora perché il dolore, la rabbia, la voglia di averlo di nuovo a contatto con
la sua pelle si alternavano in lei con un ritmo frenetico? Poi udì una frase:
-Bene… comunque torna al più presto
perché McGriffith vuole vederci nel suo ufficio entro
le dieci-
Breve e conciso. Lacrime calde cominciarono a scendere lentamente
dai suoi occhi color del cielo.
Indifferente.
Cosa c’era di più doloroso? Cosa esisteva di più doloroso se non l’Indifferenza? Chi mai
l’aveva definita “divina”? Si morse il labbro inferiore per mantenersi dal
singhiozzare apertamente davanti al suo nemico. Davanti alla serpe. Davanti a quel fottuto indifferente che
le stava alle spalle e che la rimirava senza provare nessuna sensazione, senza
avere il coraggio di mostrarle i suoi punti deboli.
Sei un codardo, Draco…
Abbassò la maniglia e non gli rispose neppure.
Sai che sto piangendo… ma non vuoi
ammettere che ne sia tu la causa… sei un debole, Draco…
Uscì dalla stanza e si chiuse lentamente la porta alle spalle. Dopo
aver sentito lo scatto della serratura si sentì crollare addosso
tutto. Si mise una mano tra i
capelli nel tentativo distratto di aggiustarli, ma essi non ne vollero sapere. Si
guardò intorno notando solo in quel momento di essere rimasta appoggiata alla
porta di legno della stanza e di trovarsi nel bel mezzo del corridoio
principale dove gente per la maggior parte dal caratteristico indumento blu
elettrico creava un afflusso e riflusso. Si guardò intorno con sguardo spento
per osservare la folla che con non curanza andava verso la sua destinazione,
ogni persona in preda ad una frenesia e voglia di vivere incredibile. Vedeva
tutto nero. Dolore. Si staccò dal legno freddo della porta e si mischiò nella
confusione dei suoi colleghi non sapendo bene dove andare… non voleva tornare
dentro… non voleva averlo di nuovo di fronte… Dolore. Non
lo avrebbe sopportato un secondo di più. Sarebbe scoppiata a piangere dinnanzi
ai suoi occhi e questo sarebbe stato deleterio per lei più del dovuto.
L’avrebbe umiliata, offesa, ferita, irrimediabilmente dilaniata con le sue
battutine malvagie, perfide, affilate come coltelli che avevano solo lo scopo
puro quanto insensato di uccidere l’anima. Dolore. Capita che a volte ti chiedi
perché ora soffri per cose che in passato avresti
definito impossibili da verificarsi o quantomeno irreali. Questa era una di
quelle. Ti ritrovi a soffrire per cattiverie che un amico da cui non ti
aspettavi tanto ti fa, o da un fratello che per una vita hai
voluto bene… ma per lei cos’era Draco? Cos’era se non
un semplice collega anche se piuttosto carino? Cos’era
se non forse un semplice conoscente con cui raramente ti è capitato di
scambiare due parole che parole non potevano
definirsi? Perché si era sentita ferita da lui?
Dolore. Avrebbe voluto urlare che non era niente, che quello specchio in
frantumi che aveva al livello del cuore non era altri
che… che cosa era? Non lo sapeva neanche lei.
Si scontrò senza accorgersene con un suo collega e quasi in uno
stato di trance chiese scusa. Senza aspettare che rispondesse proseguì il suo cammino ignoto verso non seppe
neanche lei stessa che. Dolore. Ad un tratto si sentì chiamata da una voce
squillante. Non la riconobbe subito e quasi implorò il cielo che non fosse per lei.
-GINEVRA WEASLEY!!!- abbandonò l’idea
felice che fosse rivolta a qualcun altro e si voltò tra la folla per scorgere
una ragazza dai capelli ricci e crespi color castano agitare in aria la mano
con un sorriso raggiante per farle segno di avvicinarsi. Ginny
si sforzò di sorridere con suo sommo disappunto poiché
si accorse che i suoi muscoli facciali che sembravano aver assunto una
particolare enfasi di tristezza. Le fece un cenno con la testa e si avvicinò
lentamente a lei che stava parlando con un altro collega
dai capelli completamente rasati a zero. Giunse davanti a loro e disse:
-Ciao Hermione… Honegan!-
concluse infine con un cenno di saluto che fu
ricambiato dall’uomo con un sorriso accattivante. Hermione
si girò verso Ginny e le domandò allegramente:
-Eh allora Ginny!?
Che ci fai sola fuori dal tuo ufficio?-
-Volevo prendere un po’ d’aria… in fondo ogni tanto cambiare le
proprie abitudini fa anche bene! In quell’ufficio mi
sembra di stare isolata dal resto del Ministero…- accampò
in aria una scusa, la rossa che trovò improvvisamente molto interessante il
pavimento che si estendeva per tutto il piano del Quartier
Generale degli Auror. Hermione
sorrise incerta verso la cognata e poi annuì rivolgendosi nuovamente verso Honegan e disse:
-Sai, stavamo parlando proprio ora della decisione di McGriffith di mandare una parte di
noi Auror a sorvegliare i luoghi più importanti o
affollati del Regno Unito.- Honegan annuì e si voltò
verso Ginny sulla quale posò i suoi giovani e vispi
occhi neri.
-Si… sinceramente non so sia una cosa positiva…
in un certo senso copriamo buona parte dell’Inghilterra, ma d’altra parte
lasciamo scoperto il potere centrale… al Ministero penso che sia molto
importante la presenza di almeno l’80% di noi Auror,
anche perché se Voi-Sapete-Chi ha intenzione di
prendere il potere facendo il colpo grosso si presenterà con almeno il 90% dei
suoi Mantelli Neri, non trovate?- Ginny lo guardò
sorpresa, non per le affermazioni intelligenti che aveva fatto, ma perché non
aveva seguito una singola parola di quello che il collega avesse detto…
d'altronde era risaputo che Honegan era quello che
faceva tutti i calcoli delle probabilità negli attacchi di Mangiamorte
per vedere che speranze avessero gli Auror di vincerli…
era da dire che ci erano sempre azzeccati. Hermione
annuì seria e presa dall’argomento.
-Infatti! Il 10% sarà impegnato nell’attacco
di qualche piccola città babbana nel tentativo di
tenderci un’imboscata… secondo te, Ginny?- La rossa
la guardò perplessa e poi disse per non sfigurare,
anche se stava pensando ad altro… Dolore…:
-Si, è giusto…- annuì vigorosamente,
mentre un ricordo a dir poco recente di profumo acre e dolce al tempo stesso le
appannò furiosamente i sensi. Honegan le regalò un sorriso intelligente e poi, cambiando
completamente argomento, chiese:
-E’ da un po’ che non ti vedo, Weasley! Ho sentito che si è trasferito qui da noi uno
dagli Stati Uniti che guarda caso McGriffith
ha sistemato nel tuo ufficio! Che mi dici di lui?-
Senza rendersi conto, portò un ciuffo di capelli dietro l’orecchio e la cosa
più sgradevole fu quella di sentire impresso su se stessa il profumo fortemente
maschile di Draco. Cercò di ignorarlo con grande forza d’animo e rispose al collega facendo un sorrisetto sicuro di se:
-Cosa dovrei dire? E’ un Auror comune come tutti gli altri…- Honegan
inarcò un sopracciglio nerissimo e folto e domandò curioso:
-Bè, per quello che so io non lo
definirei poi tanto comune… d’accordo che tutto è relativo, ma non mi
discosterei più di tanto dalla realtà se fossi in te! Non è forse vero che è il
figlio di uno tra i Mangiamorte più ricercati degli
ultimi 20 anni!?- Ginny
annuì ma disse pensierosa:
-E con questo? Non penso ci sia
nulla di male…- Il ragazzo rise con cortesia e replicò:
-No, assolutamente… penso di non essere stato chiaro: trovo sia
ammirevole il fatto che un figlio che non voglia
divenire Mangiamorte si ribelli al padre e diventi Auror!- Ginny si ritrovò a
pensare che in realtà le cose erano andate piuttosto diversamente da quello che
il collega credeva… se ammirava una serpe che era diventata Auror
col solo scopo di uccidere il padre… ma subito continuò:
-E chi sarebbe questo eroe?- Hermione intervenne pronta nella discussione dicendo:
-Draco Malfoy!-
L’espressione di Honegan cambiò completamente: passò
dall’ammirevole e divertita alla stupita ed incredula. Hermione
sorrise impettita, sicura che la frase detta avrebbe sortito
tale sgomento. Ginny si sentì sprofondare ancora di
più, in particolar modo quando distrattamente si
sfiorò il polso dove vi erano i lividi che lui le aveva lasciato. Strinse i
denti e tuttavia non fece trasparire alcuna smorfia. Leggermente si alzò la
manica e notò delle macchie violacee a contrastare fortemente con la sua
morbida e liscia pelle diafana. Dolore fisico e morale…
-Cioè Granger: fammi capire! Draco Malfoy è
dei nostri?-
-Si Honegan, per quanto strano possa
sembrare… bè, non è meglio?-
-Indubbiamente, indubbiamente… tuttavia la cosa mi lascia stupefatto!!!- Poi si girò a guardare Ginny con uno sguardo ancora più interessato di prima e
disse:
-Ehm… ma è vero quello che si dice? Che sia
piuttosto arrogante e borioso?- La rossa alzò di scatto lo sguardo e ribattè senza neanche accorgersene con veemenza:
-Bè! Uno non dovrebbe fidarsi delle voci!
Possibile che diate tutti così importanza a ciò che si
dice di una persona e non a ciò che quella è?- Poi realizzò quello che aveva
fatto, il tono di voce che aveva usato, piuttosto stizzito ed infastidito, e lo
sguardo infuocato che gli aveva rivolto. Vide sia Hermione
che il collega guardarla leggermente sconcertati e poi
si giustificò rivolgendo loro un sorriso di scusa:
-Scusate… è che sono un po’ stanca… non volevo.-
Honegan le rifilò uno dei suoi migliori sorrisi e
disse allegramente:
-Non preoccuparti: ti capisco, sai? In questo periodo, poi! McGriffith e le sue manie suicide, per non parlare del
fatto che ognuno di noi rischia di essere convocato nel suo ufficio e mandato a
pattugliare una zona calda dell’Inghilterra! E’ ovvio che uno è sotto pressione!-
Poi si girò verso Hermione e
disse:
-Bè, agente Granger…
ti saluto… McGriffith mi desidera nel suo ufficio…-
-Ciao Honegan…-
-Ciao Weasley!- Dopo aver rivolto un ulteriore sorriso smagliante alla ragazza andò via
lasciandole sole. Ginny si rivolse rapidamente ad Hermione:
-Allora, amica mia, ci vediamo stasera a casa…- Hermione inclinò di lato la testa ravvivandosi i capelli e disse:
-Stasera ho notte, Ginny… non penso ci incontreremo più oggi…-
-Ah… allora a doma- non terminò la frase perché la cognata
intervenne e con vivo interesse sparò a bruciapelo:
-Sei sicura di sentirti bene? Sei strana!- Sobbalzò a quell’affermazione e guardò impaurita l’amica come se le
avesse appena letto nei suoi occhi tutto ciò che era successo nel suo ufficio…
poi si diede della stupida poiché sapeva benissimo che
Hermione non aveva mai approfondito la legilimanzia e non era molto esperta in argomento, perciò
si tranquillizzò fino ad assumere la sua sicurezza, piuttosto falsa perché
provò un brivido lungo tutta la schiena al ricordo delle labbra di Draco che si posavano sulla sua fronte.
-Si! Sta tranquilla! E’ solo stress… ci sono Harry
e Ron che mi tirano i piedi
in quanto sperano con tutta la loro anima che Malfoy
faccia qualcosa che poi loro devono fargli scontare… tutto qui… e te e Ron? Vi siete messi d’accordo?- sviò il
discorso speranzosa nel non dover più dare spiegazioni all’amica:
-No… non ne vuole sapere per il momento…- disse
incupendosi subito dopo. Ginny si sentì subito in
colpa per aver fatto ricordare ad Hermione
qualcosa che almeno per il momento aveva dimenticato. Cercò di rincuorarla
dicendo:
-Dai… non disperare… vedrai che si pentirà poi di non averti detto
di si… dagli solo un po’ di tempo… in fondo col
cervello è ancora un ragazzino…- Hermione strinse
forte i pugni guardandosi intorno e sibilò quasi a se stessa:
-Un’altra e lo mollo…- Ginny sbattè le palpebre
ingenuamente, non capendo dove volesse andare a parare
con quella frase.
-Prego?-
-Ho detto che ne deve combinare solo
un’altra delle sue e poi lo mollo e non mi faccio più vedere in giro!- La rossa
sospirò sconsolata… diceva sempre così…
****
Finalmente si era degnata di ritornare nell’ufficio che aveva
lasciato un po’ di tempo prima. Respirò profondamente
ed aprì la porta abbassando con un movimento secco la maniglia dorata ed un po’
graffiata dal tempo. Si chiuse la porta alle spalle e proseguì diretta alla sua
scrivania, dietro la quale desiderava solamente sedersi. Si accorse che Draco alla sua presenza non aveva mosso un muscolo ed era
rimasto seduto scomposto sulla sua sedia a guardare sempre la sua scrivania che prima era vuota ed ora occupata dalla sua
figura sottile e minuta. Ginny non aprì bocca e
soprattutto non alzò occhio per posarlo poi sul ragazzo che sembrava immobile,
quasi inanimato. Prese un foglio e cominciò nervosamente a leggerlo. Tuttavia si rese conto di non riuscire a concentrarsi sotto quello
sguardo pesante e gelido, fisso ed imperscrutabile. Provò a rileggere
lentamente il secondo rigo, scandendo nella mente ogni singola parola per
capirne il significato, ma questo sembrava esserle completamente estraneo. Ed
eccola qui, la giovane Ginevra Weasley in preda ad
una profonda crisi mistica, alla ricerca del significato della semplice frase “
870 Mangiamorte nel 1970 furono catturati nella
battaglia di Ruttemberg, 100 dei quali morirono misteriosamente prima
che venisse loro somministrata la
pozione Veritaserum.” Ripensò al calore che aveva
provato a contatto con il corpo di Draco, la
sensazione di benessere al sentire quel profumo aspro e dolce al tempo stesso
avvolgerti e portarlti alle porte di fantasie proibite
delle quali solo tu e lui siete i protagonisti e nelle
quali nessuno potrà mai accedervi perché sei consapevole che appartiene solo a
te… e a lui. Già… cosa voleva lui da lei? Perché quel
gelo, quell’apatia nei confronti della vita? Perché
quelle frasi infertele nel cuore
poco prima da lui?
-Pensavo ti fossi persa nel Ministero…-. Sentirlo fu per lei come
una doccia fredda. Trasalì impercettibilmente e mantenne il suo sguardo sul
foglio con una fermezza di cui quasi si stupì. Non voleva rispondere e perciò
non lo fece. Nel frattempo egli continuò:
-Sai, mi chiedevo dove fossi andata a finire…- Ginny
serrò le dita intorno al foglio e si ritrovò a
chiudere gli occhi per una frazione di secondo… questo mostrò la sua debolezza.
Il più lontano possibile da te e da questo ufficio…
Avvertì improvvisamente le fitte di dolore che dal cuore si
propagarono con una velocità stupefacente per tutto il suo corpo,
imprigionandole la mente come in una morsa ferrea e costringendola al ricordo
doloroso e paradisiaco del suo tocco fugace e dolce sulla pelle del suo viso…
perché? Dolore per quella voce gelida e impermeabile… dolore
per quelle parole che suonavano come un insulto alle sue orecchie. Dolore per essere stata definita da lui con una parola che mai si
sarebbe dovuta dire ad una donna. Lo sentì alzarsi e cominciare a
camminare con le mani nelle tasche della divisa per tutta la stanza. Provò ad
alzare il viso ed incontrò con gli occhi quel volto dai lineamenti angelici
scrutare con un’espressione severa il pavimento. Avrebbe voluto urlargli la
rabbia sorda che covava in lei… avrebbe voluto vedere i suoi occhi animarsi
anche solo di odio e non chiusi, quasi sigillati e
restii a mostrarle ciò che aveva nel cuore. Fu questione di un attimo. Egli si
fermò per un po’, alzò lo sguardo ed incontrò quello di lei e allora la
intravide… intravide qualcosa che subito svanì e fu
sostituita da freddezza ed indifferenza. Draco Malfoy sembrava triste.
-Ho incontrato Hermione…
sono rimasta con lei per un po’…- sussurrò rimanendo a guardarlo. Draco annuì e poi riprese a camminare in silenzio. Ginny sentì l’atmosfera pesante su di se ed abbassò lo
sguardo, portando la sua attenzione sul foglio che aveva abbandonato sulla
scrivania.
-E’ora di andare da McGriffith…- La rossa annuì e si alzò dalla sedia facendo
molta attenzione a non incontrare i suoi occhi un’altra volta e sospirò quasi
impercettibilmente.
-Bene…- Disse solo e si diresse verso la porta. L’aprì e lasciò
che uscisse per prima la ragazza. Poi si chiuse la porta alle spalle e
cominciarono a camminare fianco a fianco per il
corridoio. Non menzionarono parola, non si rivolsero nemmeno un singolo sguardo
e quando arrivarono davanti all’ufficio del Generale, Ginny
lasciò educatamente a Draco il piacere di bussare
alla porta con tre colpi leggeri ma decisi. Dall’interno giunse un “Avanti”
piuttosto infuriato e, forse, entrambi si ritrovarono
a pensare che quella non era proprio giornata. Il ragazzo aprì la porta e
salutarono con un cortese “Buongiorno”. Il generale rivolse loro un’occhiata
arrabbiata e quando li riconobbe addolcì l’espressione e ricambiò il saluto con
un po’ più di calma. Poi disse:
-Prego… vi aspettavo! Venite avanti! Accomodatevi, su su!- Essi non se lo fecero
ripetere due volte e presero posto sulle due poltrone che si trovavano dinnanzi
alla scrivania del vecchio uomo. Quest’ultimo sospirò
e con sconforto si risedette dietro la scrivania incrociando in modo
professionale le dita delle mani. Alla fine esordì:
-Sono piuttosto agitato… le matricole Auror
di quest’anno sono veramente indisciplinate… ho
appena cacciato dal mio ufficio un giovane che era convinto di aver meritato di
più ad una prova scritta di incantesimi evanescenti…
non si è mai visto in quasi 40 anni che ricopro questo ruolo di matricole che
contestano i miei voti… d'altronde come credono di affrontare i combattimenti
all’ultimo sangue con i Mangiamorte? Con solo due
incantesimi evanescenti che ricordano vagamente? Ne dovevano scrivere almeno 50
nel test di esame l’altro ieri!- Sospirò infastidito e
stanco da tale agitazione che scuoteva il suo animo anziano e poi cambiò
argomento:
-Ma passiamo a voi… come presumo, immagino vi sia arrivato il mio
avviso di presentarvi qui… veramente avrei qualcosa da
proporvi…- Ginny prese aria e cominciò a dire
qualcosa, che però non iniziò neanche a pronunciare poiché nella stanza risuonò
un sonoro e secco PLOP che fece girare i tre presenti verso la persona che si
era materializzata. Era un mago dall’aria austera e solenne, alto e dalla barba
argentata lunga fino
a coprirgli tutto il petto. Era vestito da una tonaca lunga fino ai piedi e
azzurro cielo. Il viso era caratterizzato da rughe profonde che tuttavia non
erano in grado di rivelare l’età del mago poiché
questa era smentita subito dopo dagli occhi azzurri che sprizzavano vita ed
intelligenza. Questi erano nascosti da un paio di occhialetti
a mezzaluna adagiati sul naso leggermente adunco. Albus
Silente si era appena materializzato nella stanza.
-Buongiorno Heinrich!!
Che piacere vederla!- parlò quest’ultimo con una nota
di allegria e simpatia nella voce. McGriffith
si alzò e andò verso di lui tendendogli la mano che fu stretta poderosamente.
-Albus!!!
Buongiorno…si sieda accanto ai miei due tenenti, la prego…- aggiunse poi,
mentre una comoda poltrona appariva affianco a Ginny
che fissava il suo ex-preside piacevolmente stupita dalla sua presenza. Ella non notò l’espressione di puro odio e disprezzo che
deformò i lineamenti del suo giovane collega, alla vista di quell’anziano
uomo.
-La ringrazio…- annuì con un sorriso il
preside e prese posto accanto alla ragazza, rivolgendole uno sguardo dolce. McGriffith riprese il suo posto dietro la scrivania e
appoggiò i gomiti sul tavolo per congiungere poi i polpastrelli delle dita con
fare elegante.
-E’ arrivato puntuale, preside… stavo
appunto per proporre la cosa…-
-Faccia pure, la prego… lei è il
generale…- I ragazzi fissarono perplessi McGriffith,
non capendo di cosa stessero parlando.
-Certo, certo… dunque… come ben sapete, tenenti, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato minaccia di attaccare il
Regno Unito… sicuramente avrete sentito qualcosa circa la mia decisione di
mandare a sorvegliare i luoghi più affollati del paese una parte dell’esercito
magico… tuttavia, e può confermarlo anche il professor Silente, in accordo con
me, non reputo sufficientemente sicuro l’edificio di Hogwarts, nonostante tutto vi siano incantesimi
potentissimi a guardia di questo…pertanto anche Albus
ha richiesto, per una maggior sicurezza dei suoi studenti, alcuni Auror che perlustrino le vicinanze di Hogwarts,
i suoi confini e la stessa scuola e si occupino di vegliare sui ragazzi… ma,
come si suol dire “VIGILANZA COSTANTE”, seppure si
dice che Hogwarts sia uno dei posti più sicuri nel
mondo magico… nonostante tutto, ci sono arrivate, anche dagli interrogatori di
alcuni Mangiamorte, notizie di strani movimenti nella
Foresta Proibita e vi sono alcuni studenti che giurano di aver visto alcune
ombre nere al suo margine, dico bene preside?-
-Precisamente, Generale…-asserì Silente con un cenno della mano.
-Quindi… abbiamo deciso di mandare alcuni dei migliori Auror di cui, personalmente, ho
una grande stima e considero i più validi: Voi due, l’agente Weasley e l’agente Malfoy…- Draco intervenne chiedendo quasi stupito da una simile
notizia:
-Perché proprio noi? Ci sarebbero
tantissimi altri Auror in giro!- McGriffith
lo guardò con un espressione che non ammise repliche.
Poi scandì infastidito:
-Evidentemente, tenente Malfoy, ci sarà
un motivo per cui abbiamo scelto insieme, io ed Albus, proprio lei, non trova? E poi mi pareva di aver già
detto esplicitamente di avere una grande stima nei suoi confronti, oltre che
una grande fiducia… le da in qualche modo fastidio?- Malfoy si trattenne dal lanciargli appresso qualche frase
avvelenata per evitare ripercussioni sulla sua carriera ed ingoiò l’amaro
boccone.
-No, generale…-
-Bene… ad ogni modo alcuni degli Auror
di mia fiducia sono impegnati già in missioni di rilievo: stanno per essere
inseriti nel Ministero Babbano Inglese e cercare di
proteggere il Primo Ministro babbano e i suoi più
stretti collaboratori perché crediamo che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato
voglia colpire il punto maggiormente importante della politica babbana… altri Auror sono stati
incaricati di divenire la scorta personale del Ministro della Magia… ho diviso
una parte del nostro esercito in modo tale da coprire anche parti babbane altamente frequentate come scuole, piazze, paesini,
città, cimiteri… d'altronde tutti sanno molto bene che i Mangiamorte
colpiscono dove è possibile uccidere un gran numero di vittime al fine di
creare disordine ed accentuare le probabilità di conquistare un qualsivoglia
punto strategico per prendere il potere… ed è pertanto
in questi punti che il Ministero interverrà e manderà i suoi migliori Auror… Hogwarts è il punto più
importante del Regno Unito! E’ il luogo dove per otto mesi all’anno
risiedono le future generazioni magiche e dovrebbe essere protetto davvero come
si confà ad un’istituzione che gode di così tanta importanza come il Ministero
della Magia Inglese…Il Quartier Generale non rimarrà
scoperto in alcun modo…- dopo seguì un breve silenzio che subito fu interrotto
da Ginny che chiese:
-Quindi, Generale, ci sta chiedendo di andare in missione?- Il
mago annuì e riprese:
-Precisamente, tenente…-
-Ma… come faremo ad inserirci ad Hogwarts?-
-Per questo non si preoccupi… le spiegherà tutto il professor
Silente.- Silente tossì leggermente per attirare su di se l’attenzione poi
cominciò con un tono di voce pacato e tranquillo:
-La ringrazio, generale… dunque, Ginny… a quanto pare manca una settimana a Natale, giusto? Perciò il 27 Dicembre vi basterà prendere l’Hogwarts Express per arrivare a scuola. Immagino che
ricordiate come si fa…- La ragazza gli sorrise
divertita dalla battuta, al contrario di Draco che
sembrava a dir poco infastidito per tutto quello che stava accadendo in così
pochi secondi. Silente riprese: - La vostra copertura sarà divenire professori…
Ginevra, tu affiancherai il professor Lupin nella
materia di Difesa Contro le Arti Oscure e prenderai ad insegnare nelle classi
prima, seconda, terza e quarta e lo sostituirai durante i giorni del plenilunio . Per quanto riguarda Draco…
sostituirà il professor Piton nelle stesse classi di
Ginevra ed insegnerà Pozioni… potrebbe anche aiutare
Madama Chips in infermeria… Remus
e Severus sono già molto impegnati per l’Ordine e non
vi è neanche il bisogno di ricordarlo. Per
quanto riguarda gli studenti… li ho già preparati al vostro arrivo…-
-Ovviamente la missione durerà fino alla fine dell’anno
scolastico… se però la situazione dovesse portare alla cattura dei Mangiamorte presenti in quel covo, allora non ci sarebbero problemi… fareste il vostro normale ritorno al
Ministero…- concluse il Generale per Silente. Draco
allora si rivolse a Silente e chiese:
-Quindi dovremmo fare i professori fino alla fine della missione?-
-Precisamente, signor Malfoy…ma diciamo che sarebbe un travestimento… gli studenti non
verranno mai a sapere qual è il vostro vero lavoro…- quest’ultima
frase parve chiudere la questione. Draco allora disse
per entrambi:
-Vorremmo pensarci un po’-
-D’accordo, tenente… ma vorrei una
risposta certa entro domani… perché in caso contrario mi fareste trovare in seri
guai…- finì il Generale. Ginny
e Draco strinsero le mani di entrambi
gli uomini, salutarono ed uscirono. Una volta fuori Ginny
prese un gran sospiro…
Beccata in
pieno… ora le toccava anche andare in missione con Malfoy…
-Fantastico… adesso mi
toccherà avere come mio superiore anche quel rimbambito…- sbottò con stizza il
biondo ad alta voce. Ginny ribattè
gelida:
-Puoi anche non accettare l’incarico… sei libero di fare quello
che ti pare…ad ogni modo io sono allettata dalla missione…-
-Ma ti sei bevuta il cervello, Weasley? Noi professori ad insegnare a sciocchi ragazzini?
Tutti i miei studi per finire così! Alienati dietro ad una cattedra a ripetere
sempre le stesse cose!- Ginny si fermò in mezzo al
corridoio e gli disse:
-Innanzitutto, Malfoy, sei stato anche
tu uno stupido ragazzino, e poi… penso che tu abbia paura!- Gli occhi di Draco lampeggiarono sinistramente:
-Io paura? Wasley… non sai di cosa
parli…- replicò arrabbiato.
-Ah si? Insegnando ai ragazzi Pozioni, potrebbe venire fuori tutta
la tua incompetenza in materia perché Piton te le faceva tutte passare!- rispose infastidita lei, fulminandolo
con lo sguardo.
-Io incompetente!? Ti sbagli di grosso!
Piuttosto dovresti essere tu a dover ripassarti un po’ di cose, siccome sei
diventata Auror solo per puro miracolo!-
-Lo credi davvero? Sarò in grado di farti
mangiare la polvere come insegnante!-
-Sarai tu a venire a chiedere a me aiuto per farti rispettare dai
tuoi studenti!-
-Allora verrai?-
-Purtroppo si… ho le mani legate!-. Ginny
sospirò e riprese a camminare lentamente al suo fianco, massaggiandosi le
braccia coperte dalle maniche della divisa blu elettrico. Improvvisamente cadde
un silenzio pesante tra loro, mentre il corridoio era animato dal solito via vai di colleghi conosciuti e non. Poi le venne da dire:
-Quindi…immagino che parteggerai apertamente per Serpeverde…-
-Già… altrimenti non mi chiamerei Malfoy…-
La rossa lo guardò in viso e notò un ghigno
compiaciuto alterargli i nobili e appuntiti lineamenti…le venne voglia di
accarezzargli una guancia e sentire la sua pelle perfettamente rasata a
contatto con la sua mano. Le venne voglia di chiudere gli occhi ed assaporare
quella fantasia, ma scosse la testa con forza…Dolore.
-Sei sempre il solito…-mormorò infine.
Giunsero nel loro ufficio e passarono tutto il tempo in silenzio. Ginny controllò l’orologio e quando arrivò l’ora della
pausa pranzo con poche parole scostanti lo lasciò solo per raggiungere
Serge. E’ dire che non seguì
nulla di quello che il ragazzo dal gentile cipiglio le raccontò poiché pensava
completamente ad altro…
****
Alle cinque di pomeriggio Ginny e Draco si ritrovarono a camminare per i corridoi in
religioso silenzio, diretti entrambi all’Atrium per
smaterializzarsi. Raggiunsero un ascensore e dopo aver selezionato il piano terra, l’apparecchio prese a salire. Dopo essere
giunti a destinazione, Ginny si congedò da lui con un
cenno della mano ed un “buonasera Draco”. Poi si
smaterializzò e comparve in salotto con un sonoro PLOP. Si pentì quasi subito
perché trovò Ron ed Harry
sdraiati su due poltrone ed Hermione stesa sul divano
a sonnecchiare. Si sentì in colpa per averli disturbati e quasi in punta di
piedi si diresse in cucina, dove la signora Weasley
era intenta nel cucire a mano i soliti pullover che a Natale tutti i componenti della famiglia avrebbero ricevuto in dono. Provò
un moto d’affetto per quella donna che le aveva dato
la vita e subito dopo una fitta al cuore… sapeva quale sarebbe stato il suo
atteggiamento, quando avrebbe saputo della missione che stava per intraprendere
e che McGriffith le aveva affidato fidandosi quasi
ciecamente di lei… Molly Weasley
non voleva che ai suoi figli venissero affidate missioni pericolose da portare
a compimento, sia da parte dell’Ordine della Fenicie, sia da un organo pubblico
quale il Ministero… era una missione pericolosa, sebbene non ne avesse la
faccia… McGriffith non faceva mai le cose a caso e se
lei era stata designata come adatta alla cosa, voleva dire che non sarebbe
semplicemente stata una gita di piacere per rivisitare i luoghi che avevano
caratterizzato il suo passato… al contrario… per il momento preferì ignorare
l’argomento e fece il suo ingresso nella cucina dicendo:
-Ciao mamma…- Molly alzò il suo sguardo
materno sulla figlia ormai divenuta donna e sorrise, accogliendola
calorosamente:
-Oh Ginny cara! Bentornata! Come è andata a lavoro?- Ginevra si sedette su una sedia e d
inclinò leggermente la testa prima di rispondere:
-Molto bene, normale… come tutti gli altri
giorni…- I suoi occhi ghiacciati le appannarono la vista ed il suo profumo
aspro e dolce le intorpidì gli altri sensi…
-Bene, tesoro… allora cambiati e mettiti in pigiama…-
-Posso aiutarti, mamma… non ho alcun problema, non sono stanca e-
-Basta… riposati… e’ sufficiente quello
che hai fatto oggi al lavoro…- la interruppe con fare materno che fece sentire Ginny ancora più in colpa… come spiegare ad una povera
donna che la sua unica figlia femmina sarebbe andata in missione per 6 o 7 mesi
e avrebbe rischiato la vita?
-Perché dormono tutti?- domandò
riferendosi a quei tre derelitti buttati nel salotto a riposare.
-Perché Hermione, Harry
e Ron oggi hanno la notte.-
-Capisco…- disse
laconicamente. Poi ad un tratto nella cucina entrò una terza persona che
sorrise alle due donne. Il signor Weasley era appena
tornato dal lavoro.
-Buona serata signore!- scherzò, posando un bacio sulla guancia
della moglie e scompigliando affettuosamente i capelli fiammanti della figlia,
come un qualcosa che lo riportò di tanti anni addietro…
quando quella splendida creatura di nome Ginevra era ancora piccola e
voleva essere sempre coccolata dal papà…
-Ciao papà…- a Ginny mancò maggiormente
il cuore di parlare in quel momento… soprattutto osservandolo chiedere alla
moglie:
-E allora Molly
cara? Cosa c’è per cena?-
-Arthur… avevo intenzione di
preparare qualcosa di speciale, anche se il trio non ci sarà perché avrà la
notte…-
-Quindi oggi non avrò il piacere di vedere tutti i miei pargoli a
tavola?-
-Purtroppo no, caro… ma avremo Ginny…
cosa vuoi stasera tesoro?- chiese con fare dolce la
madre e la ragazza si sentì maggiormente sprofondare. Alla fine disse:
-Quello che vuoi, mamma… ma… io devo
dirvi una cosa…- Arthur poggiò il suo cappello su una
sedia e pensò di levarsi il soprabito e adagiarlo su questa. Molly le disse distrattamente, togliendo tutto di mezzo:
-Si?- La rossa si sentì in colpa… i suoi pensavano che quella che
stava per dire fosse una sciocchezza…
-Sedetevi per favore…- Il signor Weasley
la guardò preoccupato e chiese:
-E’ successo qualcosa?-
-Papà…- Egli prese posto e lo stesso fece
Molly l’uno accanto all’altro. Ginny
sospirò e sparò alla fine:
-Oggi mi è stata affidata una missione…-
Pausa. Il silenzio che ne seguì fu proprio come se lo era aspettato… era sempre la solita storia. Si girò lentamente per osservare le reazioni dei due genitori… le
avrebbe potute descriverle senza neanche vederli. Molly
si era messa una mano davanti alla bocca e la fissava stupita e ferita. Il
padre era diventato improvvisamente taciturno e scuro in viso.
Allora continuò:
-Il 27 di questo mese devo partire e
recarmi ad Hogwarts… io ed un mio collega dobbiamo
scoprire dell’esistenza di un covo di Mangiamorte
nella Foresta Proibita, catturarli e mandarli al Ministero dal Generale…- Molly scoppiò repentinamente in lacrime e biascicò:
-Ma Ginny…
è pericoloso!-
-Mamma… Non preoccuparti! Tornerò sana e salva e non ci saranno
problemi! In fondo lì sta anche Silente…- Arthur obbiettò sconvolto:
-Come può mandarvi da soli a fare una missione di questo livello!? Si sono centinaia e centinaia di ragazzi ad Hogwarts che hanno bisogno di
essere controllati… e i Mangiamorte?-
-Papà! Staremo attenti…non è neanche
sicuro che lì ci sia la presenza di Mangiamorte! Può
darsi anche di no ma non posso rifiutarmi di fare una missione simile… in fondo
sono un tenente e se non do io il buon esempio che altri dovrebbe
darlo?-
-Succederà qualcosa di grave, Ginny… me lo sento! Ti prego
non andare!- la implorò sua madre con gli occhi bagnati dal pianto. La
ragazza sospirò e disse:
-E allora? Cosa
dovrebbe succedermi secondo voi! Vi prometto che starò attenta… non mi accadrà
nulla di spiacevole!- Poi calò un silenzio denso di apprensione.
Alla fine il padre sospirò e disse sconsolato:
-Tanto, Ginny… anche se ti dicessimo di
non andare in missione tu non ci ascolteresti, vero?-
La rossa scosse la testa in silenzio ed il padre annuì sconfitto. Poi sospirò e
battè poderosamente una mano sulla spalla della
moglie in lacrime. Alla fine replicò più allegro relativamente
alla mestizia di perdere la figlia e di non eventualmente vederla più:
-Forza Molly! Guarda che tua figlia non
è più una bambina… e poi perché dovrebbe finire male? Ha fatto cose più
difficili di una missione ad Hogwarts!-
La signora Weasley gemette e cercò di sorridere nel suo
dolore di madre. A Ginny strinse il cuore.
E rieccomi! Ciao gente!!!
Allora? Che ve ne pare? Fatemi sapere, mi raccomando!! Recensite in tanti!!!! Comunque è molto probabile che io aggiorni o martedì o
mercoledì prossimo!!! Il prossimo capitolo non so come chiamarlo, ma per
soddisfare la vostra fame di conoscenza posso solamente dirvi che ci sarà un
colpo di scena… staremo a vedere… Alla prossima con tante recensioni (spero… vi
prego!)…
Ciao!