The world keeps spinning round

di SoulSEARCHER
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hospital - {Pezberry} ***
Capitolo 2: *** Ring - {Quinntana} ***
Capitolo 3: *** Mess - {Santina} ***
Capitolo 4: *** Di uova bruciate e caffè - {Brittana} ***
Capitolo 5: *** Shit - {Pucktana friendship} ***
Capitolo 6: *** Spies - {Samtana friendship} ***
Capitolo 7: *** Internet Questions - {Finntana} ***
Capitolo 8: *** Apologies - {Kurtana Friendship} ***



Capitolo 1
*** Hospital - {Pezberry} ***


Titolo: Hospital
Personaggi: Santana Lopez, Rachel Berry.
Genere: Generale, Commedia.
Rating: Verde.
Avvertimenti: Raccolta, Oneshot.

 

 

 

 

{Hospital

 

 

 

 

 

San ciao, sono io. Ti ho svegliata?” la voce di Rachel Berry, meno acuta e squillante del solito, diede un tutt'altro che gradito buongiorno a Santana.

Certo che mi ha svegliata, sgorbio” disse l'altra con un tono agghiacciante.

Ma tu non dovresti essere al lavoro?” chiese poi ricordandosi improvvisamente che il suddetto sgorbio era la persona a cui, da circa due anni, diceva “ti amo” ogni dieci secondi netti.

Sì, ma ho avuto un piccolo incidente, sono in ospedale”

Il “tu tu” monocorde del telefono raggiunse le orecchie di Rachel, mentre una Santana in preda al panico afferrava le chiavi e un giubbotto per partire alla volta dell'ospedale, rendendosi conto troppo tardi di indossare un pigiama sopra un paio di All Star, che contribuivano a conferirle un'aria vagamente ridicola. Decise che non le importava più di tanto dal momento che quel fastidiosissimo mostriciattolo logorroico si trovava in un ospedale, probabilmente in fin di vita ed attaccata a qualche strano aggeggio che aveva il compito di tenerla saldamente ancorata al mondo dei vivi. Mentre la sua mente dipingeva scenari apocalittici e guidava come una pazza visionaria, la latina riuscì in chissà quale modo a raggiungere l'ospedale, parcheggiò nel primo posto vuoto che riusci ad adocchiare e saltò giù da quella trappola a motore schizzando ad una velocità disumana verso il pronto soccorso. Arrivata alla reception un'infermiera parecchio in carne - doveva essere la stessa che aiutò sua madre a partorire, pensò – faceva scorrere lentamente lo sguardo su alcuni fogli che stavano appoggiati sul bancone, mentre masticava con poca grazia un chewing gum. Staccò poi gli occhi da quelle scartoffie e guardò l'ispanica da sopra un paio di occhialetti tondi con aria annoiata e altezzosa.

Cosa posso fare per lei?” chiese con una voce che Santana classificò immediatamente come acuta e fastidiosa. Non che avesse qualcosa contro le voci acute, quella della sua ragazza sfiorava la quantità di decibel consentiti perchè non fosse accusata di inquinamento acustico ogni volta che apriva bocca, ma il suo era un acuto adorabile. Quello della vecchia arcigna era gracchiante e irritante.

Berry. Rachel Berry, dove la posso trovare?” domandò con il fiato corto.

L'infermiera pigiò qualche tasto sulla tastiera del computer che le stava davanti, mentre Santana, pervasa da un lieve senso di irritazione, la scrutava guardinga sperando di metterle fretta.

Entri lì” disse indicando con il capo una grossa vetrata che separava la sala d'attesa dal pronto soccorso vero e proprio “Seconda porta a destra” sentenziò con tono strascicato. Santana si dileguò oltre la porta a vetri, ma non prima di aver rivolto un sorrisetto divertito all'infermiera dicendole che un po' di vitamine e qualche integratore alimentare le avrebbero fatto bene, dal momento che la vedeva un po' troppo magra. Riuscì a sparire prima che la donna realizzasse e le lanciasse una delle sue pesanti ciabatte da infermiera.

 

Dimenticandosi delle buone maniere – non che abitualmente ne facesse un uso smodato, comunque – spalancò la porta del pronto soccorso ritrovandosi di fronte ad una Rachel, sul cui viso era dipinta una smorfia di dolore, che si reggeva un braccio, mentre un cerotto faceva bella mostra di sé poco sopra l'occhio. Istantaneamente gli occhi le si velarono di lacrime.

Si avvicinò piano, facendo prima un cenno di saluto al dottore che sentendola entrare aveva staccato lo sguardo dalla radiografia del braccio di Rachel e lo aveva posato su di lei.

La Berry la squadrò, mentre con teatralità il sopracciglio sano schizzò verso l'alto in una perfetta espressione interrogativa e stupita.

Punto primo, che diamine ci fai qui in questo stato? Punto secondo, stai piangendo?” la interrogò sconvolta.

Stai zitta, nana”

Certo, io stavo per morire e tu mi tratti così, ne prendo atto signorina”

Stavi per morire?” chiese allarmata Santana.

Certo che no! Un tizio mi ha tamponato al semaforo vicino all'ufficio. Niente di grave. Questo” disse indicandosi il grosso cerotto bianco “me lo sono fatta sbattendo contro il volante, è solo un taglietto”

Fanculo, gnomo” borbottò accigliata.

Sai, zuccherino.. Dovresti smetterla con questi soprannomi.” esclamò con un cipiglio sull'irritato andante.

E perchè mai?” chiese l'altra sorpresa e contrariata allo stesso tempo.

Perchè stiamo insieme da due anni, idiota!”

Oh” disse semplicemente l'altra grattandosi la nuca e scrutandosi le punte delle scarpe.

Non è colpa mia se sei bassa. A volte fatico anche a vederti” riprese con rinnovato vigore.

La Berry sorrise diabolica e afferrandola per la maglia la tirò a sé avvicinando la sua bocca all'orecchio dell'altra.

Sai, vero, che non puoi fare sesso con chi non vedi?” sussurrò.

Oh.. Oddio, scusa scusa scusa scusa! Giuro che ti vedo, anche quando non ci sei e ho gli occhi chiusi, giuro!” si scusò l'altra terrorizzata.

Bene, volevo che fosse chiaro” sorrise compiaciuta la più bassa.

Cristallino” replicò Santana con aria solenne.

 

Il dottore le osservava divertito. Non pareva affatto contrariato da quella disputa, anzi assunse un'espressione dispiaciuta quando si alzò dalla scrivania e dovette interromperle per dare la diagnosi alla paziente.

Allora, abbiamo una frattura al capitello radiale, fortunatamente è composta, quindi non dovremo intervenire chirurgicamente. Ha subito anche un leggerissimo trauma cranico causato dall'impatto con il volante, ma nulla di grave. La terremo in osservazione per qualche ora, se sarà tutto a posto stasera la dimetteremo”

Santana scrutava l'uomo con discrezione, annuendo di tanto in tanto. Quando il medico finì di parlare Rachel si voltò verso di lei

Bene. Non morirò, contenta amore mio?”

L'altra annuì soddisfatta.

 

 

 

***

 

 

 

Qualche ora dopo Rachel stava firmando le carte per essere dimessa e nel giro di qualche minuto uscirono dall'edificio che, come ogni ospedale che si rispetti, aveva le pareti dipinte di un verdognolo spento e puzzava di disinfettante. Prima di mettere in moto l'auto Santana gettò un paio di occhiate preoccupate a Rachel che sbuffò prima di incitarla a partire. Arrivate a casa Santana, assunto l'atteggiamento da dittatrice, ordinò alla sua ragazza di stendersi a letto tra le proteste dell'altra che sosteneva di avere solo un braccio ingessato e di non essere ancora totalmente inferma. La latina sembrava non essere dello stesso avviso e dopo averle preparato una cena a base di brodo di pollo si stese sul letto accanto a Rachel abbracciandola, non prima di aver inserito nel lettore il dvd di Funny Girl, l'unico film che la Berry adorava guardare quando era malata.

Quest'ultima si rannicchiò sotto le coperte avvicinandosi alla Lopez e poggiando la sua testa sul suo petto.

Sai, se al liceo qualcuno mi avesse detto che un giorno saresti diventata la persona più importante della mia vita e che avresti imparato a conoscermi così bene probabilmente gli avrei fatto un discorso di un'ora su quanto fosse sbagliato assumere droghe”

Smettila di essere così dolce, Berry” brontolò Santana.

Zitta che inizia il film” la rimbeccò Rachel.

 

La più piccola sorrise scuotendo la testa. Da due anni quell'uragano latino le scombussolava la vita, quando Broadway non l'aveva voluta, quando i suoi padri avevano deciso di essere troppo impegnati per poterla chiamare il giorno del suo compleanno o quando era stata operata alle tonsille, c'era lei ad asciugarle le lacrime, era lei che si era presentata alla sua porta con una torta e un regalo di compleanno ed era sempre lei che l'aveva imbottita di ghiaccioli per farle passare il mal di gola. Rachel non si era ancora abituata al suo essere così protettiva, ma in fondo le piaceva, perchè significava che Santana la abbracciava un po' più stretta e la baciava un po' più a lungo. E sicuramente non se ne sarebbe mai lamentata.

 

 

 

 

 

Note:

Oh, ma salve a tutti! Sono tornata. Un'altra raccolta, sì. In realtà la inizierò ma non so se troverà mai una fine. Nel senso che in teoria vorrei scrivere una shot Santana/ogni benedettissimo membro del Glee Club ma non so se ne sarò in grado. L'ho iniziata per passare il tempo mentre scrivo la mia long (vorrei avere un consistente numero di capitoli prima di pubblicare altrimenti finisce che la lascio a metà), quindi non c'è dietro nessun progetto.

Partiamo dal presupposto che il fatto che in questa shot Santana sia fidanzata con Rachel non preclude la possibilità che, nel corso della raccolta, io la faccia fidanzare con cani e porci (leggi Brittany, Quinn, Puck o chiunque altro u_ù).

 

Passando a questa shot.. Non lo so, a me non dispiace se devo essere sincera. Mi sembra che manchi qualcosa ma tant'è. Io amo il Pezberry, tipo tantotanto (e so che c'è almeno un'altra persona che le ama quanto me. XD) quindi tenetevela e fatemi sapere. (:

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Capitolo 2
*** Ring - {Quinntana} ***


Titolo: Ring
Personaggi: Santana Lopez, Quinn Fabray.
Genere: Generale, Commedia.
Rating: Verde.
Avvertimenti: Raccolta, Oneshot.

 

 

 

 

{Ring

 

 

 

 

 

 

 

Il primo anello che Santana dà a Quinn è uno di quegli anelli di plastica argentata con sopra una pacchiana pietra colorata.

Hanno entrambe sei anni, un pomeriggio come un altro giocano nel parco vicino casa Fabray, quando la madre di Santana porge alla figlia l'agognata merenda, un pacchetto di patatine con tanto di sorpresa, che poi fondamentalmente è l'unica cosa che interessa ai bambini e Santana non è di certo un'eccezione. Appena aperto l'involucro rosa e argento la piccola ispanica si infila in bocca, con ben poca grazia, un paio di patatine che scrocchiano rumorosamente sotto la pressione dei suoi dentini ancora da latte. Con impazienza immerge il nasino nel pacco di patatine, alla ricerca della sua sorpresa, che estrae subito dopo averla individuata. Osserva fiera il suo anello e se lo infila al dito sotto lo sguardo di Quinn che, dal canto suo, la guarda meravigliata e con una punta di invidia, lisciando le pieghe invisibili del suo vestitino verde acqua. Quando la latina immerge la manina paffuta nel pacchetto per continuare a gustare le sue patatine, i suoi polpastrelli cozzano contro qualcosa di liscio, che afferra prontamente per estrarlo dal sacchetto. Sgrana gli occhi per lo stupore, sorridendo compiaciuta quando un'altra sorpresa, un altro anello identico al suo sbuca come per magia dalla sua merenda. Si dice che probabilmente quello era il giorno più bello di sempre perchè beh, non capita spesso di trovare due sorprese in un solo pacchetto di patatine! Inizialmente lo osserva accigliata, rigirandoselo per le mani senza troppa convinzione, per poi porlo alla bionda che la guarda confusa.

 

“Tieni, te lo regalo. Io tanto ce l'ho già” osserva scrollando le spalle la piccola Santana.

“Davvero?” chiede la biondina incredula con un grosso sorriso e gli occhietti luccicanti.

“Certo, questi anelli sono magici, sai? Saremo amiche per sempre. Ho deciso così.” annuisce convinta Santana, non essendo ancora consapevole di quanto quell'affermazione, per quando azzardata potesse essere, aveva i suoi buoni fondamenti.

“Grazie Santana” trilla una Quinn contenta, stampando un grosso bacio sulla guancia dell'amica.

 

 

Quinn sorride.

 

 

 

***

 

 

 

 

Il secondo anello che Santana dà a Quinn è una sottile fedina d'argento. Hanno diciassette anni e stanno insieme da un anno esatto.

Santana è agitata perchè è il loro primo anniversario e non sa se la sua ragazza se lo ricorderà ma poi ripensa al fatto che è di Quinn Lucy Fabray che si parla, e se c'è una cosa di cui è sicura è che non si sarebbe mai dimenticata del loro anniversario.

Fa saltellare la minuscola scatola di velluto blu da una mano all'altra perchè non riesce a stare ferma. Perchè non sa se l'anello piacerà a Quinn. Insomma, lei ha sempre avuto dei gusti sofisticati, magari una fascetta d'argento con le loro iniziali incise non è abbastanza.

Santana si maledice perchè le è venuto in mente troppo tardi che la sua ragazza di cognome fa Fabray, e una Fabray pretende come minimo un diamante da troppi carati rispetto a quelli che Santana si può permettere. Quando sente bussare alla porta della sua camera affonda la scatolina nelle tasche dei pantaloni, insieme alle mani. La sua ragazza fa il suo ingresso trionfale in un meraviglioso vestito nero, abbracciandola forte per poi staccarsi e guardarla con un sopracciglio alzato e quell'aria di scherno perennemente presente sul suo viso.

 

“C'è qualcosa nella tua tasca” mormora seducente all'orecchio di Santana che non riesce ad impedirsi di rabbrividire, perchè quando la voce dolce di Quinn si trasforma in un sussurro rauco la pelle delle sue braccia non può che incresparsi mentre un'ingente quantità di brividi le corre lungo le vertebre “..o sei solo contenta di vedermi?” conclude poi addentando il lobo di un orecchio. Santana non dice una parola, non tanto perchè sia superfluo farlo, ma piuttosto perchè non ne sarebbe in grado.

Quando sfodera la scatolina di velluto, la stessa espressione confusa di quel pomeriggio di dieci anni prima increspa il volto perfetto di Quinn.

“Io.. Lo so che non c'è un diamante e non è bellissimo ma..” Quinn la bacia, perchè non ha voglia di sentire le paranoie senza logica di Santana. Perchè quell'anello le piace da morire, ha la stessa sottile consistenza dell'ombra di un sorriso, lo stesso sorriso che le nasce spontaneo ogni volta che Santana la abbraccia. Quell'anello le piace da morire perchè ogni volta che lo guarda è capace di spogliarla da quell'epidermide di malinconia in cui troppo spesso si ritrova.

 

 

 

Quinn sorride. E Santana pensa che forse è merito suo.

 

 

***

 

 

Il terzo anello che Santana dà a Quinn è un anello di fidanzamento.

 

“Kurt è una brutta idea. Io so che è una brutta idea!”

Santana, piantala. Davvero sei insopportabile. Hai deciso tutto tu, tra l'altro. E poi pensi davvero che ti dirà di no?”

Non lo so, magari avrà paura. Forse ho affrettato troppo le cose.”

Hai ragione. D'altronde state insieme da poco. Quanti sono, dieci anni?”

Oddio, dici sul serio? E' troppo presto, lo sapevo!”

clic.

Santana si stacca il telefono dall'orecchio e lo osserva per una manciata di secondi sbattendo un paio di volte le palpebre. Kurt le ha attaccato il telefono in faccia. Si ripromette che appena la sua ragazza si sarà decisa a diventare la sua fidanzata lo andrà a cercare e gliela farà pagare, perchè per quanto se la stia facendo sotto, nessuno attacca il telefono in faccia a Santana Lopez.

“Ehi, sono a casa” la melodiosa voce di Quinn raggiunge le orecchie di Santana che sente immediatamente i muscoli tendersi sotto la pelle per poi scattare in piedi con un movimento fulmineo ed andare incontro alla sua ragazza.

“Cos'è questo odore?” domanda la bionda avvertendo un profumo dolce nell'aria.

“E' il forno. Cioè, ho fatto una torta.. Che è nel forno” biascica confusa la latina.

 

La cena prosegue tranquilla, o se non altro per Quinn, Santana dal canto suo non riesce a stare ferma sulla sedia. Arrivato il momento della torta l'ispanica porge all'altra la fetta prestabilita per poi guardarla mentre si porta il primo pezzo di dolce alla bocca. Niente. Poi continua ad osservarla mentre ingoia il secondo boccone. Ancora niente. E così accade per il terzo e il quarto. Proprio mentre Santana comincia a pensare di averle dato il pezzo di torta sbagliato accade l'inaspettato. Sì, perchè Santana non si aspetta che Quinn non si accorga dell'anello, così come non si aspetta che inizi a tossire e non si aspetta nemmeno che smetta di respirare. Dopo un paio di colpi bene assestati sull'esile schiena della bionda l'anello esce dalla gola di Quinn risparmiando ad entrambe un viaggio in ospedale.

Santo Cielo! Stavi cercando di uccidermi?” esclama sconvolta la bionda.

No, penso che sia ancora illegale sposare un cadavere” mormora Santana seriamente dispiaciuta.

 

 

 

Quinn sorride. E Santana sa che è merito suo.

 

***



 

Il primo anello che Quinn dà a Santana è una fede.

 

Santana cammina lenta lungo la navata centrale e si aggrappa al braccio di suo padre, mentre una sdolcinatissima marcia nuziale satura l'aria e rimbomba lungo tutte le pareti. Quando entra nella stanza Quinn è già davanti all'altare, vicino al celebrante. L'ispanica percorre la piccola navata con gli occhi fissi sulla figura della sua futura moglie, mentre stringe compulsivamente il bouquet e mostra un sorriso teso ma sincero. Il suo sorriso si allarga quando individua Brittany in prima fila, Rachel di fianco a lei e tutti i membri del vecchio Glee Club.

“Sei.. bellissima” sussurra incantata vedendo la bionda avvicinarsi.

“Tu lo sei” risponde l'altra poggiandole un leggero bacio sulla guancia. Il Giudice di Pace si vede costretto a interrompere il loro scambio invitandole a prendere posto davanti a lui.

 

“Io, Quinn Lucy Fabray, accolgo te, Santana, come mia sposa e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita. Solo, se puoi, evita di attentare di nuovo alla mia vita” aggiunge con un sorriso.

“Io, Santana Lopez, prometto le stesse cose che tu hai promesso a me” afferma la mora mentre le risate divertite dei presenti rimbombano tutt'intorno. Il celebrante le guarda ridendo e con un sopracciglio alzato, Quinn sposta il suo sguardo dalla sua donna all'uomo che le sta per sposare “Vede, questo è ciò che fa di noi.. Noi”.

 

 

 

Quinn e Santana sorridono.

 

 

 

 

Note:

Ebbene sì, oggi ho aperto un pacchetto di patatine e ci ho trovato dentro due anelli (orrendi, tra l'altro) e quindi mi sono esaltata. u_ù

 

Anyway, scusate tanto il ritardo ma sono stata via una settimana e in più mi è morto il pc, se poi ci aggiungete il fatto che mi mancavano le idee e infornate il tutto a 180° per 20 minuti.. Va bè. XD

 

Questo capitolo è più fluffoso del precedente. Non lo so, non mi piace. Io amo il Quinntana alla follia e mi sembra di non avergli reso giustizia. In più è tutto sgrammaticato ma non riesco e non ho voglia di sistemarlo. ç___ç

 

Sorry.

Comunque grazie mille a chi ha recensito il capitolo precedente: stillarockstar, Rebs20, Atelo_Phobia, sery_90, willow11, Tem_93 e ValeLenee, sappiate che vi amo.

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Capitolo 3
*** Mess - {Santina} ***


Titolo: Mess
Personaggi: Santana Lopez, Tina Cohen-Chang.
Genere: Generale, Commedia.
Rating: Verde.
Avvertimenti: Raccolta, Oneshot.

 

 

 

 

 

{Mess

 

 

 

 

 

 

 

“Guardiamo un film?”

“Non se ne parla, ragazza asiatica! Sono sicura che mi propineresti un altro horror.”

“Per l'ultima volta, Santana: Twilight non è un horror. E ti spiacerebbe smetterla di chiamarmi 'ragazza asiatica'? Sono la tua ragazza.”

“Sarà. Sta di fatto che in quel film i vampiri brillano. E quando mai si è sentito parlare di vampiri brillanti? Comunque.. Che ne dici di 'Mulan'? Mi ricorda te.”

“Razzista”

“Sei impazzita, per caso? Mulan era temeraria, coraggiosa ed emancipata. Per questo ti somiglia” spiegò guadagnandosi un'occhiata eloquente da Tina.

“Ok, è per via degli occhi. Ma a me Mulan piace tanto. Da piccola ero follemente innamorata di lei” si arrese poi Santana.

“Quindi se eri innamorata di lei e io e lei ci somigliamo tanto come dici.. Significa che sei innamorata di me”osservò con fare saccente l'asiatica.

“Continua a sognare” la rimbeccò Santana con aria superiore mentre infilava il film nel lettore DVD.

 

Tina si trovò a sorridere. Non sapeva quando e come era cominciata la loro storia, ma ormai erano quasi cinque anni che Santana le rendeva la vita un divertentissimo casino.

 

E così anche tu andrai alla NYU” chiese qualcuno mentre si accomodava sulla sedia di fianco alla sua, nell'aula del Glee.

Santana, una volta realizzato da dove provenisse quella voce e chi fosse la sua proprietaria, si voltò a guardarla stranita. In tre anni lei e Tina si erano parlate due o tre volte e non di certo per farsi qualche complimento.

Suppongo di sì”

Starai nel dormitorio del campus?” chiese curiosa Tina.

Suppongo di no” rispose Santana ancora scossa dalla conversazione di cui si trovava inaspettatamente partecipe.

E supponi anche che accetterai la mia proposta di andare a vivere insieme?” snocciolò Tina tentativamente.

Un sopracciglio di Santana scattò teatralmente verso l'attaccatura dei capelli.

Scusa?” chiese poi nella speranza di aver frainteso ciò che la ragazza di fronte a lei le aveva appena detto.

Senti, io non ti piaccio e tu non mi piaci, questo è appurato. Ma non ci voglio dormire nel campus. Mio cugino dice che i dormitori fanno schifo e che non sai mai quale compagno di stanza potrebbe capitarti. In più non voglio pesare troppo sulle spalle dei miei genitori, così pensavo che se avessimo diviso l'appartamento..” lasciò in sospeso Tina.

Santana parve rifletterci a fondo per poi osservare che, probabilmente, quella era la miglior soluzione. Non aveva voglia di dividere la stanza con qualche secchiona brufolosa o una bulla stile Zizes e in più Tina non le dispiaceva nemmeno tanto, ma non era necessario che lei lo sapesse.

D'accordo.”

D'accordo?” chiese incredula l'altra. Santana fece roteare gli occhi per poi ribadire che sì, sarebbe andata a vivere con lei.

 

Mentre Santana si asciugava furtivamente un paio di lacrime che erano rotolate rapide sulla sua guancia alla vista dell'intrepida Mulan abbandonata dai suoi compagni sulla montagna, Tina fece passare un braccio dietro le spalle della latina che istintivamente si accoccolò contro il corpo caldo dell'asiatica. Non riusciva a smettere di guardare l'ispanica mentre le immagini del film si riflettevano nei suoi occhi dando vita a strani giochi di luce che la ragazza trovava estremamente affascinanti. Sorrise di nuovo pensando a quanti film avevano visto insieme, piangendo come due poppanti ad ogni scena vagamente romantica o triste, quando andavano al college.

 

 

Tornando a casa da un appuntamento disastroso con uno strano ragazzo che frequentava il suo stesso corso di economia Tina trovò Santana rannicchiata sul divano mentre tentava, con ben pochi risultati, di togliersi dal viso i resti di un pianto disperato dal quale evidentemente non si era ancora ripresa. Succedeva spesso, nell'ultimo periodo e quasi sempre dopo una telefonata con Brittany. Tina si avvicinò con movimenti lenti e cadenzati al divano, fissando Santana in una tacita richiesta del permesso di sedersi lì di fianco a lei, Santana annuì. “L'hai sentita, vero?” domanda retorica. Lo sapevano entrambe. Non erano amiche, o per lo meno non ancora, ma in chissà quale modo, pur parlando pochissimo, avevano imparato a conoscersi l'un l'altra, capendosi al volo senza necessariamente dover sprecare inutili parole, percependo i rispettivi stati d'animo da uno sguardo o un gesto – o un grugnito, nel caso di Santana. Finivano sempre allo stesso modo, queste conversazioni: con Santana che diceva di stare bene e di essere solo un po' stanca, mentre spariva nel buio della sua stanza sbattendo la porta. Tina, dall'altra stanza percepiva sempre e distintamente i singhiozzi dell'ispanica. Ma quella sera non andò esattamente in quel modo. Santana appoggiò la testa sulle gambe di Tina e prese a parlare, a raccontare di Brittany, dei suoi mille appuntamenti con altrettanti ragazzi, della loro storia, del loro amore. E parlò tutta la notte mentre Tina ascoltava senza stancarsi e ogni tanto le passava una mano tra i capelli. Quando si rese conto di essersi sfogata abbastanza si alzò, posò un leggerissimo bacio sullo zigomo pronunciato dell'asiatica e andò a dormire, non prima di aver sussurrato un appena udibile “grazie” all'orecchio di quella che, da quel momento in avanti, avrebbe considerato sua amica.

 

 

“Sai, se Mulan esistesse veramente tu non avresti avuto speranze con me. Avrei sposato lei”

“Il mio cuore si è appena infranto contro la barriera della tua crudeltà. E comunque questa tua smodata passione per le asiatiche mi inquieta vagamente.”

“Jackie Chan, ti spiace? Sto cercando di vedere il film”

“Jackie Chan è un uomo, idiota”

“Tutti uguali, voialtri”

A Tina sfuggì un oltremodo infastidito “Fanculo” a denti stretti mentre Santana si voltò a guardarla con aria divertita.

“Scusami. Ti amo” disse allungando pigramente il collo per arrivare alle labbra dell'altra senza muoversi da quella che riteneva la posizione più comoda del mondo. Quando si accorse che i suoi tentativi andarono a vuoto, e Tina non le agevolava il compito voltandosi dalla parte opposta, optò per una serie di baci e delicati morsi sul braccio dell'asiatica, decisamente più alla sua portata.

Ancora un sorriso nacque sulle labbra di Tina.

 

 

Lopez andiamo a casa, hai fatto abbastanza verticali sul fusto di birra, per stasera” Tina urlò nell'orecchio di Santana nel tentativo di sovrastare la pessima musica elettronica che rimbombava nella stanza. Adorava le feste universitarie, tranne quando toccava a lei fare da guidatore. Ovvero quasi sempre.

Sono solo le nove di sera, Cohen-Chang”

No, Santana. Stai leggendo l'orologio al contrario, sono le tre di notte e io domani ho i corsi. Forza andiamo a casa”

Il tragitto verso casa fu accompagnato da uno strano silenzio che Tina trovava quasi confortevole e rilassante. Una piacevole pausa da quella musica ripetitiva e assordante che la sua coinquilina, nonché rumorosissima amica che in quel momento le stava appolipata ad un braccio, la costringeva ad ascoltare, a causa delle mille feste a cui la trascinava. Il tanto amato silenzio veniva interrotto saltuariamente dalle ebbre risate di Santana che di tanto in tanto rischiava di perdere l'equilibrio cosa che non faceva altro che incrementare le sue risa sguaiate.

Sai, Cohen-Chang, mi piacciono i tuoi occhi a nocciolina” disse Santana mortalmente seria, o per lo meno cercando di esserlo. Tina parve rifletterci a lungo, non capendo il senso di ciò che l'amica aveva appena detto. Stava per arrendersi quando si illuminò

Idiota, si dice a mandorla”

Oh. Va bè, comunque mi piacciono i tuoi occhi” l'asiatica dovette pensare che Santana era solamente una marionetta manovrata dall'alcol, ma non aveva preso in considerazione l'effettiva veridicità del detto “In vino veritas”. Infatti, prima che entrambe potessero accorgersene Santana, ubriaca, la stava baciando e Tina, che non lo era, ricambiava il bacio.

La mattina dopo si svegliarono sul divano, abbracciate e vestite come la sera precedente. Quando Santana aprì gli occhi, dopo aver superato il momentaneo shock dovuto al cerchio che le attanagliava la testa mise a fuoco l'immagine di Tina al suo fianco che la teneva stretta a sé passandole un braccio attorno alla vita. Dopo un primo istante di smarrimento sorrise e affondò la faccia nell'incavo del collo dell'altra posando un lieve bacio sulla sua pelle diafana e profumata.

 

 

 

“Che fai?” chiese Santana notando l'aria persa della propria ragazza, una volta terminato il film.

Sai, stavo pensando che non ho idea di quando e perchè ti abbia permesso di incasinarmi la vita e il cervello, però non mi dispiace averlo fatto perchè, e Dio mi perdoni per quello che sto per dire, mi sono innamorata di te e non è affatto..” si interruppe a metà discorso per poi assumere un'espressione di disappunto e continuare:

“Punto primo: per quanto possano essere piccoli i miei occhi sono qua sopra. Punto secondo: smettila di guardarmi come se fossi una bistecca”

 

“Sì, come vuoi. Posso baciarti, ora?”

 

 

Tina non sapeva quando e perchè avesse permesso a Santana di incasinarle la vita e il cervello, ma non le interessava. Per il momento.

 

 

 

 

 

Note:

 

Non fate domande, vi prego. u_ù Non ho idea di come abbia scritto questa Santina (?)

Giuro che nella mia testa era più carina. Veniam peto. ç__ç

Intanto ringrazio come sempre chi recensisce: willow11, Tem_93, Rebs20, Atelo_Phobia e La_Ari e chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate.

Tantoammmòre per tutti.

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Capitolo 4
*** Di uova bruciate e caffè - {Brittana} ***


Titolo: Di uova bruciate e caffè.
Personaggi: Santana Lopez, Brittany Pierce.
Genere: Generale, Introspettivo, Fluff.
Rating: Verde.
Avvertimenti: Raccolta, Oneshot, Slice of life.

 

 

 

 

 

 

{Di uova bruciate e caffè

 

 

 

 

 

 

 

I raggi che entrano di sbieco dalle fessure delle persiane disturbano e interrompono il tuo placido sonno e tu ti svegli arrotolata nelle lenzuola beige del tuo letto, le tue preferite, umide di sudore e sesso. O forse è amore, ma sei troppo stanca per pensarci e sei anche preoccupata perchè lei non è di fianco a te.

Poi senti un rumore infernale di padelle che cozzano contro il pavimento e odore di caffè, misto a quello di uova bruciate e allora tiri un sospiro di sollievo. Ci ripensi: è amore.

Scivoli fuori dal letto e sobbalzi quando i tuoi piedi nudi vengono a contatto con la superficie fredda del pavimento, ma trovi che sia una sensazione piacevole perchè fa davvero caldo.

Ti trascini in cucina e la trovi ai fornelli mentre armeggia con mestoli e pentolini, nella speranza di riuscire a prepararti una colazione decente. Ti appoggi allo stipite della porta e incroci le braccia al petto, mentre osservi i suoi capelli biondi, che non ti spieghi come ma sono perfettamente lisci in ogni momento della giornata, e i tuoi occhi scivolano sulla sua maglietta verde, con il disegno di una papera stilizzata sulla pancia, che differisce dalla tua solo per il colore. Pensi che sia la seconda cosa più bella che tu abbia mai visto, la prima è ovviamente lei, che quando si accorge che sei lì, ti guarda imbarazzata grattandosi la nuca mettendo su quel suo adorabile broncio colpevole, lo stesso di un bambino beccato con le dita e la faccia sporche di Nutella, lo stesso che ti fa impazzire.

“Volevo farti una sorpresa” mormora abbattuta. Lo sai, lo fa tutte le mattine. E ci riesce anche, perchè tutte le mattine entri in cucina e ti sorprendi che la ragazza più bella del mondo sia la tua ragazza, ti sorprende quando sorride perchè in qualche modo fa sembrare il resto un po' più spento, mentre l'unica cosa che si illumina è il suo sguardo. Insieme al tuo.

Sorridi perchè è bella, perchè in lei vedi tutto ciò che hai sempre desiderato e ti odi ancora un po' per aver rischiato di perderla al liceo, quella volta che per colpa delle tue paure l'avevi quasi lasciata andare. Fortuna che lei era saldamente ancorata al tuo muscolo cardiaco e ha avuto abbastanza coraggio per entrambe.

'Giorno B.” dici semplicemente. Lei sa bene che ringrazi il cielo per averti donato una nuova giornata con lei, ma non è presunzione, la sua. Sono le sensazioni gemelle delle sue, le stesse che prova quando ti vede entrare nella cucina di casa vostra, con i capelli sfatti e la vostra maglia preferita.

Dormito bene, San?” annuisci piano. Dormi sempre bene con lei, anche se la mattina ti svegli con la parte sinistra del corpo vagamente anchilosata, ma è un prezzo che paghi volentieri pur di sentire il suo corpo magro e caldo che si abbandona sul tuo e osservare i suoi occhi che guizzano veloci sotto le palpebre chiuse poco prima di addormentarti.

 

Ti abbraccia mentre tu allunghi il collo per baciarla e sai che sei al posto giusto, tra le sue braccia, tra le ossa spigolose del suo bacino, tra quei due nei sulla clavicola, tra le risate e le incertezze.

 

E non ti importa se ha bruciato le uova o il tuo caffè è troppo dolce, perchè mentre fai colazione sei troppo impegnata a guardarla per accorgertene.

 

 

 

 

Note:

Eccola qui, la Brittana. Shot cortacortacorta, lo so, ma è nata così e non mi andava di cambiarla. Anche perchè forse è una delle poche volte in cui sono vagamente soddisfatta di quello che scrivo.

E' diversa dal solito, me ne rendo conto, ma oggi gira così. Spero gradiate lo stesso. (:

 

Grazie come sempre a chi spende un po' del proprio tempo per recensire: Rebs20, love mojito, willow11, Atelo_Phobia, Tem_93 e sery_90. Love ya all. *___*

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Capitolo 5
*** Shit - {Pucktana friendship} ***


Titolo: Shit
Personaggi: Santana Lopez, Noah Puckerman, Brittany Pierce, OC.
Genere: Generale, Comico, Commedia.
Rating: Verde.
Avvertimenti: Raccolta, Oneshot

 

 

 

 

 

{Shit

 

 

 

 

 

“Chiunque tu sia, farai bene ad essere in fin di vita” minacciò Santana mentre apriva la porta di casa sua con entrambi gli occhi ancora chiusi e la voce arrocchita.

“Puck. Cosa diamine ci fai in casa mia all'alba? E di domenica, per giunta.” aggiunse notando l'amico sulla porta di casa sua.

“Sono le undici del mattino” replicò il ragazzo per giustificarsi.

“Nottata bianca, eh?” chiese poi sollevando le sopracciglia con eloquente malizia.

“Già.” affermò lapidaria l'altra.

“La prossima volta chiamami. Gradirei assistere.” disse preparandosi a ricevere un pugno dalla mora, ma le sue aspettative vennero deluse quando la vide osservarlo con aria confusa. Nel momento in cui realizzò ciò che l'amico intendesse alzò un sopracciglio

“Volentieri. Così mentre io e Britt penseremo a non far piangere Jamie tu pulirai il suo graziosissimo vomito” concluse sfoggiando il suo sorriso più finto.

“Oh” si affrettò a mormorare imbarazzato, passandosi una mano sul punto in cui, una volta, c'era la sua cresta che lui definiva come il fulcro del suo potere.

“Ora sta bene, vero?” domandò premuroso.

“Un po' meglio” lo informò l'altra passandosi una mano sulla faccia con aria assonnata e spostandosi di lato, dando a Puck il muto permesso di entrare.

“Oh, non importa. Passo un'altra volta” propose l'uomo dispiaciuto.

“Noah Puckerman, non scherzare. Ora tu entri e mi dici per quale benedettissimo motivo sei piombato in casa mia a quest'ora del mattino. E prega che io la consideri una cosa di cui volevo essere informata” ordinò Santana con il suo fare dittatoriale.
L'uomo, non avendo ancora imparato a dire di no alla Lopez, entrò in casa e si diresse verso il salotto, strinse i pugni e si accorse con rabbia che aveva le mani sudate, con nervosismo le strofinò sui pantaloni nel vano tentativo di asciugarle.

“Ebbene?” fece Santana spazientita notanto che l'amico non accennava a parlare.

“Quel pezzo di merda di Finn.”

“Finn Hudson?” chiese incredula la mora. Non sentiva parlare di lui da un paio d'anni, quando era partito per l'Europa, per seguire una sciacquetta con una quarta di reggiseno di cui si era invaghito.

“M- Medda!” trillò una vocetta contenta. Entrambi i ragazzi si voltarono con un movimento fulmineo del capo. Una testolina bionda fece il suo ingresso trionfale nella stanza applaudendo con le manine paffute.

“Emerito idiota, cosa insegni a mio figlio?” ululò minacciosa.

“Merda, merda, merda!” canticchiava festoso il bimbo. Lo sguardo omicida di Santana si posò su Puck che, avvertito il pericolo, deglutì rumorosamente. Decise di prendere in braccio il frugoletto, che nel frattempo si osservava con interesse le manine, sapendo che l'ispanica non avrebbe osato colpirlo se c'era suo figlio nei dintorni.

“Maledetto infame” mormorò la ragazza a denti stretti.

“Pappa?” chiese il bambino confuso.

“No, amore, non ho fame” gli spiegò dolcemente Santana, mentre Puck lo cullava divertito.

“Allora, Puckzilla, mentre attendiamo con ansia che Brittany si venga a prendere mio figlio così che io possa ucciderti, vuoi spiegarmi di grazia che ha combinato quel coso incredibilmente somigliante ad un palo?”

“Vuole riprendersi Rachel.”

“E ci dovremmo preoccupare perchè..?” chiese Santana.

“Come sarebbe a dire “perchè?”. Vuole la mia ragazza, nonché promessa sposa!” precisò sconvolto l'altro.

“Senti, lo gnomo ti ama. E ha scaricato il perticone qualcosa come sette anni fa perchè si è finalmente resa conto che è un imbecille patentato. Pensi davvero che l'idea di rimettersi con quel coso l'abbia anche solo sfiorata?”

“Non lo so.. Il primo amore non si scorda mai.” rispose impensierito il ragazzo mentre James gli tirava il naso e cercava insistentemente di cavargli un occhio.

“Cos'è questa, la sagra del luogo comune? Avanti, Puckerman. Già fatico a reprimere istinti omicidi nei tuoi confronti, non sfidare la sorte. E smettila di shakerare mio figlio, potrebbe vomitarti addosso” intimò osservando Noah mentre sollevava il bimbo che rideva contento.

“Non ci provare cosino sparacacca.” disse Puck allontanando Jamie da sé “Questi pantaloni sono nuovi”

“Cosa vuoi che me ne freghi dei tuoi pantaloni. Il mio piccolino si spaventa e piange, quando vomita” intervenne Santana indignata afferrando il bimbo che sembrava divertirsi un sacco.

“'erda” mormorò il bimbo gonfiando le guance paffute con aria pensosa per poi scoppiare a ridere mentre Santana lo rimproverava e pensava ad un paio di modi per eliminare Puck facendolo soffrire.

“Puckerman, questa me la paghi”

“Scusami, non sapevo che il marmocchio fosse a portata d'orecchio. E tu, ometto, non sei un po' grande per la fase “pappagallo”?”

“Non ha neanche due anni, cretino”

“Medda!” lo apostrofò il bimbo con lo stesso sorriso sornione di Brittany, che Puck catalogò immediatamente come un ghigno beffardo di cui troppa gente si divertiva ad esaltarne la graziosità, mentre Santana gonfiava impercettibilmente il petto tentando di reprimere un sorriso orgoglioso.

Mentre l'ispanica borbottava qualcosa circa la brutta strada su cui Puck indirizzava suo figlio e l'uomo si esaminava con attenzione un taglietto sull'indice destro, il rumore della serratura che scattava annunciò l'arrivo di Brittany

 

“Ehi, ho preso le medicine. E il succo d'arancia, ma quello è per me. Oh, ciao Puck, come stai?” la bionda entrò trafelata in casa, reggendo una busta.

“Abbastanza bene” snocciolò il giovane con aria abbattuta mentre Brittany cercava risposte nello sguardo della moglie.

“Frankenteen è tornato, vuole riprendersi Barbra e Puckzilla non farà in tempo a tentare il suicidio perchè lo eliminerò con le mie mani e darò il suo corpo in pasto ai cani. Ti ho lasciato un po' di caffè, amore mio” spiegò Santana sorridente mentre si avvicinava alla ballerina per stamparle un bacio sulle labbra. Brittany preferì non indagare e prese il figlio dalle braccia di Santana.

 

Qualche istante dopo i due biondi guardavano con la stessa aria confusa Santana che rincorreva Puck imbufalita, sventolando un cucchiaio di legno con fare intimidatorio quando..

 

 

“Merda!”
Il chiassoso festeggiare di James fu seguito dal rumore di uno schiaffo che si abbatteva inesorabile sulla testa di Puck.

 

 

 

 

 

 

 

Note:

Ooook, è tremenda. Vabè, il Pucktana frienship mi piace, me lo immagino un po' così. In realtà mi piacevano anche come coppia ma ho preferito variare un po'.

Va bè, niente.. Ecco qua. Fatemi sapere. (:

Intanto grazie come sempre a chi recensisce: Rebs20, La_Ari, WilKia, LittleTwilightLove, sery_90, leti_angels, ValeLenee e Atelo_Phobia.
Lots of love. ♥

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Capitolo 6
*** Spies - {Samtana friendship} ***


Titolo: Spies
Personaggi: Santana Lopez, Sam Evans, Quinn Fabray, Brittany Pierce.
Genere: Generale, Commedia, Comico.
Rating: Verde.
Avvertimenti: Raccolta, Oneshot.

 

 

 

 

 

{Spies

 

 

 

 

 

Santana se ne stava appollaiata sugli spalti del campo da football, con un espressione placida e imperturbabile, mentre osservava con la coda dell'occhio la figura di Samuel Evans, una sottospecie di creatura mitologica con il corpo d'uomo, la faccia da pesce e i capelli da idiota, che le si avvicinava con fare sospettoso.

Il ragazzo, appena uscito dagli spogliatoi, la trovò seduta con grazia sulle gradinate di cemento, dove spesso, dopo gli allenamenti delle Cheerios, la scorgeva mentre se ne stava spalmata in un angolino a leggere con aria annoiata.

Ma d'altronde Santana Lopez fa qualsiasi cosa con aria annoiata.

Quella volta, invece, scorse nello sguardo della ragazza, che saettava sopra le pagine del libro, una sinistra nota indagatrice e non poté fare a meno di notare con orrore che la suddetta ragazza stava fissando proprio lui. Nel momento in cui un lungo brivido gli percorse la spina dorsale, decise che non poteva ignorarla. Sospirando abbattuto si avvicinò a lei e, mantenendosi a distanza di sicurezza, tentò di rompere il ghiaccio, con la speranza che a rompersi non sarebbe stato uno dei suoi arti.

“Santana, cosa stai facendo?”

“Leggo, non vedi?” così dicendo la ragazza alzò il libro all'altezza dei suoi occhi, cercando di nascondere il proprio viso. Notando l'espressione confusa sul volto del biondo, l'ispanica sbuffò

“Che vuoi?”

“Non sapevo fossi appassionata di cucina” azzardò mentre la stessa espressione di chi non ci sta capendo un tubo aleggiava ancora sul viso del ragazzo. Santana intanto chiuse il libro e ne osservò la copertina rossa che recitava qualcosa di molto simile a “Le ricette di nonna Muriel”, aggrottò poi le sopracciglia in un espressione intimidatoria afferrando una manica della felpa di Sam e costringendolo a sedersi di fianco a lei.

“Cosa diav..”

“Stai zitto e ascoltami, uomo pesce. Sono giorni che Brittany mi evita” esternò l'altra come se fosse la cosa più ovvia e grave mai udita da orecchio umano.

“E c'è un motivo per cui dovrebbe interessarmi?” la interruppe il biondo. La ragazza assottigliò lo sguardo e lo stesso brivido di prima gli saettò tra le vertebre, facendolo tacere.

“Vedi, non solo la mia ragazza mi evita, ma l'altro giorno mentre passavo per puro caso davanti a casa di Brittany e sempre per puro caso ero nascosta dietro un cespuglio, ho visto quella sciacquetta della tua ragazza che entrava a casa sua. E sai qual è la cosa grave, mio giovane amico? Che la mia Britt aveva detto che doveva andare dal dentista! Quindi non solo ci ho rimesso la mia sessione di sweet lady kisses quotidiana” esclamò esasperata facendo arrossire il ragazzo “ma ho scoperto che mi tradisce. Con Smagliatura!” allargò le braccia e si rivolse teatralmente al cielo.

Santana, sono sicuro che..” iniziò Sam per poi essere interrotto da un mugolio di disappunto e la testa di Santana che si abbatteva sconsolata contro la sua spalla.

Brittany mi ha dato buca di nuovo, ciò significa che si vedrà con quella dannatissima stronza” Sam le lanciò un'occhiataccia “dobbiamo seguirle” annunciò poi con tono perentorio e rinnovato entusiasmo.

Pensò che forse Santana doveva essere in fase premestruale, perchè quella era l'unica spiegazione logica che riusciva a dare alle sue uscite da pazza bipolare. Ma si diede immediatamente dello stupido: quelle uscite erano esattamente da Santana Lopez.

“Ma non ci penso neanche” iniziò il ragazzo, facendo per alzarsi e sperando di essere abbastanza fortunato perchè Santana lo lasciasse andare. Ma Sam non è mai stato fortunato. La ragazza sembrò non approvare la sua idea di andarsene e lo arpionò con una gamba riportandolo al suo posto.

Ok, mettiamola così: se prenderai parte alla missione, prometto di regalarti la versione originale del primo numero di Dylan Dog” ritrattò Santana.

Gli occhi del ragazzo brillarono di luce propria, mentre il nerd che era in lui esplose in un gridolino di gioia assai poco virile e trascinò l'ispanica in un abbraccio che Santana classificò immediatamente alla voce “trappola mortale” e per completare il quadretto si sporse e le stampò un amichevole bacio sulle labbra. Non che fosse attratto dalla ragazza che comunque, doveva ammetterlo, era piuttosto sexy, ma il fatto era che quando si parlava di fumetti non riusciva a contenersi e sentiva l'irrefrenabile bisogno di elargire amore a chiunque si trovasse, anche per sbaglio, sulla sua strada.

Santana, ripresasi dallo shock si accigliò.

Lesbica, ti dice niente?” disse indicandosi con tono lapalissiano.

 

 

***

 

 

 

Qualche ora e molti insulti dopo, Sam Evans si ritrovò accucciato dietro ad un cespuglio di fronte a casa Pierce chiedendosi quando aveva accettato di prendere parte al subdolo piano di Santana e come si fosse trovato ad impugnare un binocolo per osservare Quinn, altresì conosciuta come la sua fidanzata che, munita di una busta dal contenuto misterioso, sfoggiava il suo sorriso migliore mentre l'altra le apriva la porta.

Ora, non che Sam cominciasse a credere alle assurde teorie di Santana, ma la sua ragazza gli aveva chiaramente detto che sarebbe andata da sua nonna, quel pomeriggio e invece se la ritrovava lì felice e sorridente sull'uscio di casa di Brittany. Sbuffò per l'ennesima volta

“Giuro che se non la pianti ti spettino” fece lei con aria minacciosa e Sam, perfettamente consapevole di quanto spietata fosse l'atroce zavorra al suo fianco e tenendo in maniera ossessiva ai suoi capelli, ammutolì.

 

Dopo circa un paio d'ore Quinn aprì la porta di casa sostando qualche istante sull'entrata parlando animatamente con Brittany. Quando l'ispanica vide la sua Brittany, che avvicinava pericolosamente le sue labbra alla guancia di quell'essere riprovevole che portava il nome di Quinn Fabray, artigliò il braccio di Sam

“Oeru pelun? Ke lu muiä*” guaì il povero malcapitato.

“Se scopro che mi hai insultata in quella tua strana lingua dei Puffi, giuro che ti strappo l'apparato riproduttivo e te lo rimonto al contrario” gli intimò Santana.

“Forza, andiamo” decise la ragazza senza nessun tipo di preavviso mentre il biondo, ormai allo stremo delle forze, si lasciò trascinare con abbandono.

 

“Voi due!” sbraitò Santana da brava isterica puntando un dito contro di loro con fare minaccioso mentre attraversava la strada trascinandosi dietro un Sam confuso e disorientato.

“Fabray, tu e questa tua perversa passione per i tradimenti! La mia ragazza, questa è la mia ragazza! Brutta stronza, come hai osato? Oh, ma questa me la paghi stanne certa” urlò sotto lo sguardo incredulo di Quinn e quello confuso di Brittany.

“E tu..” si rivolse alla sua ragazza con pittoresche lacrime agli occhi e lo sguardo ferito “come hai potuto?” le chiese con aria melodrammatica. Sam intanto, si mordicchiava le labbra gonfie fissando il suolo con espressione colpevole mentre Quinn gli rivolgeva un sopracciglio alzato e uno sguardo indagatore.

“Lopez, come al solito non ci hai capito una mazza” fece la ragazza di Sam con sufficienza e l'aria di chi la sa lunga.

“Si dà il caso che la stessi aiutando a preparare una torta. Per te, razza di microcefalo” concluse poi, divertita, sventolandole un dito sotto il naso.

“Cosa c'entra la torta, adesso?” chiese spazientita la latina.

“Domani è San Valentino, San” intervenne Brittany che fino ad allora se ne era stata in silenzio, cercando di capirci qualcosa. La biondina convenne con se stessa che non ci sarebbe mai arrivata perciò decise con diplomazia di lasciar perdere.

Santana intanto sbatté un paio di volte le palpebre, fissando la compagna. Poi con aria impettita si schiarì la voce.

“Beh, io non potevo saperlo visto che nessuno si è preso la briga di avvisarmi” cinguettò poco convinta, poi però sorrise. Dietro di lei, intanto, si stava consumando la terza guerra mondiale con una Quinn inviperita che insultava il povero Sam, il quale arrancava a capo chino cercando scuse e scaricando la colpa su Santana.

Brittany, che aveva abbandonato ogni tentativo di comprendere ciò che stava accadendo sotto il suo nasino all'insù, trascinò Santana in casa sua e accennando un saluto in direzione dei due ragazzi che litigavano sotto il suo portico – o meglio, Quinn litigava, mentre Sam si fissava con interesse un minuscolo taglio sul palmo della mano destra.

 

Qualche istante più tardi, mentre la latina cercava di slacciare il reggiseno di Brittany, così da mandarlo a giacere in compagnia della maglietta sul pavimento, il campanello pensò bene di suonare e Santana lanciò un paio di imprecazioni contro il gancetto del reggiseno, il campanello, Dio ed il mondo.

Aprì la porta con veemenza per trovarsi davanti un Sam Evans tutto sorridente, in attesa.

“Che vuoi?” grugnì l'ispanica.

L'altro la guardo stranito e le sorrise, compiaciuto.

“Il mio fumetto”

 

Santana, ovviamente, gli spettinò i capelli e gli chiuse la porta in faccia.

 

 

 

 

 

Note:

*“Perchè a me? Non è giusto”. Sì, la strana lingua che parla Sam è Na'vi. u_ù

 

Per il resto, non fate domande, vi prego. ç____ç

Graziegraziegrazie, come al solito, a chi recensisce: leti_angels, Jele_23, WilKia, Rebs20, willow11, sery_90, Atelo_Phobia e Tem_93.

 

Tantoammmòre. 

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Capitolo 7
*** Internet Questions - {Finntana} ***


Titolo: Internet Questions
Personaggi: Santana Lopez, Finn Hudson.
Genere: Generale, Commedia.
Rating: Verde.
Avvertimenti: Raccolta, Oneshot.

 

 

 

{Internet Questions

 

 

 

“Che fai?” chiese Santana mentre faceva il suo ingresso trionfale in salotto, reggendosi il pancione con entrambe le mani.

“Niente” rispose velocemente Finn abbassando lo schermo del computer e mettendo su un sorriso sornione. Troppo velocemente, si disse Santana. E quel sorriso era troppo idiota perfino per lui. La ragazza lo fissò insistentemente negli occhi sfoderando il suo miglior sguardo omicida, cercando di estorcere informazioni al ragazzo con la sola forza del pensiero. Certo, lo sguardo vacuo e l'espressione confusa che aleggiavano da sempre sul volto di Finn non la aiutavano nell'ardua impresa.
Decise di depistarlo sorridendogli e stampandogli un bacio sulle labbra per poi dirigersi verso il divano ed abbandonarvisi sopra mollemente. Aveva il fiato corto per colpa del caldo e dello stato in cui versava il suo ventre, diventato da otto mesi a quella parte la dimora di un cucciolo di Hudson e a giudicare dalle ingenti dimensioni della sua pancia, quel cosino doveva essere anche grande quanto un Hudson.
Mentre Santana continuava a lanciare occhiate veloci al padre di suo figlio, nonché suo marito, il ragazzo aveva ripreso a pigiare rapidamente sulla tastiera per poi fermarsi a fissare lo schermo mentre i suoi occhi scorrevano veloci tra l'accozzaglia di parole che vi era apparsa.
Purtroppo per Finn, sebbene Santana conoscesse la sottile linea che separava l'arrendersi dall'averne avuto abbastanza, sembrava ignorarla allegramente. Difatti l'ispanica tentò di sorprendere il giovane Hudson alle spalle, ma sollevarsi dal divano nelle sue condizioni le costò uno sforzo non indifferente che strappò un gemito alla ragazza e anche al divano che, non appoggiando la decisione di Santana ormai decisa a colpire, cigolò, avvertendo il ragazzo dell'imminente pericolo.
Il giovane infatti si voltò e le sorrise enigmatico.

“Santana?”

“Mh?” rispose la ragazza mentre si afflosciava nuovamente sul divano. La voce incrinata da una lieve nota di irritazione.

“Le donne possono morire quando partoriscono?”

“Sì, Finn. A volte capita”

“Oh, ok” concluse il ragazzo aggrottando le sopracciglia in un espressione pensosa che poco si addiceva alla su indole di beato ignorante.

Qualche istante dopo Santana udì distintamente il rumore del suo punto di sopportazione che si rompeva sotto l'ingente peso della sua curiosità.
Decise allora che aveva solo due opzioni: ignorare la cosa e andare avanti con la sua vita, serena e imperturbabile oppure fare una scenata con tanto di insulti in spagnolo all'indirizzo di Finn. L'ago della bilancia pendeva, crudele ed inesorabile, verso la seconda alternativa.
Stava ancora soppesando quale delle due possibilità le avrebbe consentito di sentirsi maggiormente soddisfatta quando si rese conto di non aver fatto i conti con l'ingenua idiozia del suo compagno.
Strisciando poco discretamente la sedia sul pavimento, infatti, il ragazzo si allontanò dal computer per andare in bagno e Santana, che era in agguato, si avventò sull'aggeggio. Notò con disappunto che Finn si era premurato di chiudere tutte le pagine, sperò che non fosse diventato miracolosamente intelligente e avesse cancellato la cronologia. Fortunatamente nessuna grazia divina aveva consentito a Finn di acquistare un po' di buon senso.
La latina controllò una ad una le pagine visitate dal ragazzo mentre un crescente stupore si faceva largo sul suo volto.
Quando Finn rientrò nella stanza si raggelò sull'uscio.
Una Santana irritata faceva saettare lo sguardo, tra il confuso e lo sconvolto, dallo schermo del pc a suo marito.

“Finn Christopher Hudson, ti ho detto di smetterla di guardare queste cose!” sbraitò la donna in preda agli ormoni.

“Scusa, è che voglio essere preparato ad ogni evenienza” si giustificò imbarazzato.

Santana lo trovò estremamente adorabile mentre si fissava la punta delle scarpe grattandosi la nuca.
Per giustificare a se stessa questa sua mancanza di spina dorsale, la donna addusse come scusa quella della gravidanza, causa principale dei suoi - tutt'altro che rari - scompensi ormonali.

Finn, notando l'esitazione negli occhi della moglie, scivolò rapido verso di lei e allacciò le sue braccia attorno alla vita della donna che continuava a guardarlo corrucciata.

“Ti amo” disse lui sorridendole.

“Non avremo un bambino lucertola, Finn” disse lei.

Lui sbattè un paio di volte le palpebre per poi sorridere di nuovo.

“Però promettimi che non morirai” borbottò lui con un tono che rasentava la supplica.

Fu il turno di Santana di sorridere, prima di avvicinarsi a lui e mormorare qualcosa di simile ad un “anche io ti amo”

 

 

 

 

 

Note:

 

Ooook, una Finntana. Non so da dove sia uscita né perchè ma eccola qua.

Non so, sarà che Cory mi piace un sacco ma immaginare un Finn ugualmente ingenuo ma meno egoista e ipocrita me lo fa apprezzare un pochino. Poi mi ricordo che in Glee è un totale idiota e ho voglia di ucciderlo, ma tant'è.

Che vi devo dire, Santana incinta è un'immagine tenerissima e io non sono riuscita a renderla appieno. O per lo meno non come me la immaginavo.

 

Grazie come sempre a chi recensisce, legge, mette tra i preferiti blablabla. Vi adoro.

 

Ah, tra qualche giorno parto e non so se sarò in grado di aggiornare prima di andare via e dal momento che non ho intenzione di portarmi questo aggeggio infernale in vacanza, questa potrebbe essere l'ultima prima del mio ritorno, che sarà tra poco più di due settimane.

Spero comunque di pubblicare qualcos'altro.

A presto, lotsoflove. 

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Capitolo 8
*** Apologies - {Kurtana Friendship} ***


Titolo: Apologies 
Personaggi: Santana Lopez, Kurt Hummel, Brittany Pierce.
Genere: Generale, Commedia.
Rating: Verde.
Avvertimenti: Raccolta, Oneshot.

 

 

 

{Apologies

 

 

 

Era una tarda mattinata di fine Settembre quando Santana si presentò alla porta di Kurt che le aprì brandendo un coltello da cucina e una zucchina. Il giovane la osservò per qualche secondo sbattendo le lunghe ciglia.

“Buongiorno, Lopez. Che ci fai qui? Non credevo sapessi che le dieci e mezza esistessero anche di mattina”
“Hummel. Interrompo qualcosa?” chiese la latina alzando le sopracciglia con malizia.
“Santana la devi smettere con questa storia. Io e Blaine non facciamo sesso ogni trenta secondi”
“Ma ho letto che..”
“Zitta. Sta' zitta” la interruppe Kurt sventolandole il coltello sotto il naso per poi voltarle le spalle e tornare in cucina. Santana lo seguì guardandosi intorno alla ricerca di Blaine.
“Dov'è il piccione?” chiese poi constatando che la sua ricerca non aveva dato frutti.
“Sotto la doccia, ma non sono cose che ti riguardano”
“Quanta acidità. Il pettirosso aveva mal di testa, stanotte?” domandò Santana con un cipiglio che, Kurt si chiedeva come fosse possibile, sembrava divertito e irritato allo stesso tempo.

La ragazza prese poi ad ispezionare con fare guardingo gli ingredienti che il suo migliore amico stava tagliuzzando quando questo intervenne notando lo sguardo stranito dell'altra.

“Santana è un pezzo di carota. Puoi mangiarlo, non ti ucciderà. O forse sì, perciò mangialo” disse Kurt sorridendo sornione mentre la Lopez tentò di ucciderlo con lo sguardo.
“Ok, possiamo smetterla di ignorare la cosa?” chiese Kurt sapendo che l'unico motivo che solitamente spinge Santana Lopez ad abbandonare il letto prima di mezzogiorno, la domenica mattina, sono le liti con la sua ragazza.
“La cosa cosa?” indagò Santana con aria vaga.
Che le hai fatto stavolta?” sbuffò poi Kurt.
“Cosa? Come fai a sapere che.. Non volevo, giuro” piagnucolò la ragazza.
“Santana, cosa le hai fatto?” chiese di nuovo il ragazzo agitandosi.
“Io.. Niente. Questa volta non è stato intenzionale, davvero. E' che non ci sono riuscita e poi, lo sai lei com'è, se l'è presa di nuovo e non mi parla da ieri sera e io odio quando mi ignora e allora mi arrabbio anche io e..”
“Non ci credo, l'hai fatto di nuovo? E' la terza volta, Santana! Sei un'idiota. No, davvero, io mi chiedo come tu faccia a non resistere.”
“L'hai fatto anche tu, una volta. Il fringuello ha cantato”
“Cos..? Non è assolutamente vero e a questo proposito intendo parlare con Britt per dissipare una volta per tutte le voci che mi vedono coinvolto in questo losco affare” dichiarò solennemente Kurt.

Santana sembrò soppesare per un attimo la risposta che intendeva dare all'amico.

“Ti odio” disse infine.
“Anche io, tesoro”
“Devi aiutarmi” stabilì poi Santana con un tono che non ammetteva repliche.
“No, stavolta non mi coinvolgerai, te la sbrighi da sola”
“Dietro quella faccia d'angelo si cela un essere spregevole ed insensibile. Sai quanto soffre quando succede” affermò Santana con un tono pittoresco.

“Sì, e so anche che la colpa è solo tua. Quindi dovresti gettarti ai suoi piedi, autopunirti in qualche modo e implorarle perdono” ghignò il giovane continuando ad affettare la zucchina con aria compiaciuta.

“Credi che non l'abbia fatto?” singhiozzò Santana sbattendo la testa contro il bancone a cui si era adagiata.

“Scusa? No, non voglio sapere” commentò Kurt.

“Ho provato qualunque cosa. Qualunque. Ma questa volta pare che non mi voglia perdonare. Hummel, pensi che mi lascerà?” lo interrogò Santana con aria distrutta. Kurt pensò addirittura che stesse per mettersi a piangere ma poi si ricordò che le ghiandole lacrimali della ragazza si erano suicidate nel 2010, dopo una maratona notturna di Grey's Anatomy.

“No, non ti lascerà. Ora andiamo da lei e vediamo di risolvere questa faccenda. Ma giuro che se lo rifai ti strangolo con le mie mani e do il corpo in pasto ai cani randagi.”

Santana alzò un sopracciglio e lo guardò per un istante.

“Santo cielo, sto diventando come te” si accigliò poi il ragazzo, alla luce del suo ultimo commento.

Nel frattempo il riccio e oltremodo rumoroso ragazzo di Kurt fece il suo ingresso in cucina canticchiando una canzone che Santana non riuscì ad afferrare.

“Ehi, Santana” la salutò con un cenno del capo ricambiato da Santana con un sorrisetto di circostanza.

Blaine si avvicinò poi al suo ragazzo iniziando a baciargli il collo sotto lo sguardo disgustato di Santana che, afferrata la borsa, uscì dalla cucina borbottando qualcosa di simile ad un “ti aspetto in macchina, pervertito”

 

 

***

 

 

Il viaggio verso casa Lopez fu piuttosto silenzioso interrotto solo da qualche parola poco gentile di Santana nei confronti di Blaine.

“Sul serio, devi fare qualcosa per quelle sopracciglia” gli intimò sconvolta.

“Sono carine” tentò Kurt con un tono ben poco convincente.

“Ci ho provato, ok? Non mi ci lascia avvicinare. Dice che sono una specie protetta, o qualcosa del genere” continuò.

“L'ha detto davvero?” domandò incredula “Perchè tutte le volte che quel fungo che finge di essere il tuo ragazzo apre bocca ho l'impressione che la sua mente sia pilotata da una marmotta con gravi problemi di alcolismo?”

Kurt sospirò esasperato intimandole di uscire dall'auto dal momento che erano arrivati.

Qualche minuto dopo che bussarono alla porta Brittany apparve sull'uscio sorridente, salutò Kurt facendolo entrare e chiuse la porta in faccia a Santana che vi si stampò sopra per poi riaprirla e rifugiarsi nella loro camera.

 

“Britt, come stai?” iniziò il ragazzo accomodandosi sul divano, vicino alla bionda.

“Bene. Sei qui per lei, vero?”

“No. Cioè, sì. Dai, lo sai che non lo fa apposta, passaci sopra e fate pace. Per favore” implorò il giovane che non riusciva ad avere una piagnucolante Santana tra i piedi per più di mezz'ora.

“No, non posso. Voglio dire è la terza volta, Kurt. Io la amo ma non so se posso passarci sopra. E poi rischio anche di farle male” parve rifletterci un po' per poi tornare a posare lo sguardo indurito dalla rabbia negli occhi azzurri dell'amico.

“Ora, Britt, tu sai quanto io odi quel bipede dall'indole pressocchè malefica che si spaccia per la tua fidanzata e quando abbia voglia di querelarla tutte le volte che un suono abbandona quella labbra, ma quella ragazza ha un pregio e quel pregio sei tu. Ti ama e non farebbe mai una cosa del genere di proposito soprattutto dal momento in cui litigare con te è una delle cose che le piace di meno al mondo, insieme alle gallette di riso e Blaine. Ora, ti prego, perdonala e torna a rivolgerle la parola. Senza te è una donna distrutta, senza nessuna speranza e..”

“Ok, grazie, Padre Kurt” intervenne Santana raggiungendo a grandi falcate e con aria minacciosa il divano, sotto lo sguardo attonito della biondina.

“Britt” cominciò con aria colpevole “mi dispiace, sono un'idiota e.. E tu lo sai che l'ultima cosa che voglio è ferirti. E ti prometto che d'ora in avanti non accadrà più perchè ti amo troppo e voglio dimostrartelo. Solo, perdonami ti prego.”

Brittany tentennò un po' per poi sciogliersi in un sorriso e lanciarsi sulle labbra della mora che, con una mano, fece segno a Kurt di andarsene. Quest'ultimo la guardò sdegnato per poi scuotere la testa e andarsene borbottando.

 

“La prossima volta che ridi quando Dobby muore e Brittany si arrabbia non venire a cercarmi!”

 

 

 

 

Note:

Ecco la Kurtana!

Oh, just so you know, diciamo che il personaggio di Blaine alberga allegramente su due oggetti sferici che non appartengono alla mia natura femminile ma che in qualche modo possiedo e che la Klaine non mi piace (For for you, Kurtofsky!), ho solo colto l'occasione per insultare un po' il piccione. (Terrei a precisare che non mi riferisco a Darren. Quindi, fangirl armate di accetta e insulti taglienti come lame, back off!)

Ovviamente, per quei pochi profani che non lo sapessero – vade retro, eretici! - Dobby è l'elfo di Harry Potter, un elfo libero. *_____*

Non apro la parentesi sui fiumi di lacrime versati alla sua morte e torno ad attendere la mia email da Pottermore [my geekness is showing. u_ù]

 

Love you, guys.

 

- Sul serio, ho una grave dipendenza dalle parentesi. - 

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