L'Illuso, l'Illusionista e il Puro di Rodelinda (/viewuser.php?uid=23176)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Illuso ***
Capitolo 2: *** L'illusionista ***
Capitolo 3: *** Il Puro ***
Capitolo 1 *** L'Illuso ***
L'illuso
L’Illuso,
l’Illusionista e il Puro
L’Illuso
Una linea obliqua e
verderame; i suoi occhi sono veleno.
Lo erano decenni
fa, quando i diciassette anni ci ridevano nel cuore. E quella gioventù,
il
talento, ci ubriacavano a tal punto
da non farci vedere il futuro.
No, sto sbagliando.
Solo io non lo
vedevo. Lui sì: ma sapeva che il suo
genere di futuro non mi avrebbe mai contato tra i suoi seguaci.
Stava sbagliando.
L’avrei seguito anche in capo al mondo: per i suoi occhi verderame.
Veleno.
Rotea la Bacchetta
di Sambuco; con un gesto distratto, paro il colpo diretto al mio petto.
L’ha già colpito,
una vita fa.
Un’Ariana
fa.
***
Rodelinda
alla tastiera senza coerenza
Ciao a tutti!
Le motivazioni del
perché, senza apparentemente alcun incentivo esterno, mentre dovrei
finire il
capitolo undici di “Abelardo e Eloisa”,
mi sono dedicata alla stesura di queste tre drabble
è che, in qualche modo, sentivo di dover dedicare qualche minuto al
pairing Grindeldore, che mi conta tra le sue più
irriducibili fan italiane.
Per qualche
inspiegabile motivo, credo di riuscire a dedicarmi al fandom di “Harry Potter”, da cui pure ho iniziato
la mia ascesa (o forse sarebbe meglio dire rovinosa
caduta) nel mondo delle fan fiction, solo attraverso drabble
e flashfic.
Probabilmente
perché sul Potterverse sono state
versate milioni di parole, e non credo che le mie sarebbero in grado di
aggiungere qualcosa.
Comunque, andiamo
al retroscena di questa raccolta: sono tre drabble,
e parlano del più clamoroso rapporto amore/odio, e terzo incomodo, a
mio avviso
presente nel fandom; cioè, quello
venuto a crearsi tra Albus Dumbledore, Gellert Grindelwald ed Elphias
Doge.
I tre testi
svolgono, pur con eventuali flashback, il periodo di tempo tra il
duello del 1945
e cinque anni dopo lo scontro, nel 1950, in cui vedremo un Albus
assorto nei
ricordi.
In queste flashfic
ho voluto sposare la tesi, espressa in “Lettere
da Nurmengard” di Miki_TR (di
cui consiglio a
tutti la lettura!) che «… la
conversazione, tra Albus Dumbledore e Gellert Grindelwald, non è mai
davvero
finita » (per citare Miki_TR), ossia che i due
amanti/alleati/avversari
abbiano continuato a rimanere in contatto anche dopo il duello che li
ha visti
contrapposti, e che aveva visto la sconfitta di Gellert.
Per una più agile
lettura di questo testo, consiglio a tutti di scaricare gratuitamente qui il font
Aquiline Two.
A voi la lettura!
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Capitolo 2 *** L'illusionista ***
L'illusionista
L’Illuso,
l’Illusionista e il Puro
L’Illusionista
Labbra. Le tue.
Le
ho osservate per ore, mentre parlavano. Ridevano, ironiche.
Discutevano, appassionate; la lingua che, talvolta, faceva capolino per
inumidirle.
Ora
sussurrano maledizioni. Imprecazioni, le rare volte in cui riesco a
penetrare le tue difese con una fattura.
Poi,
forse senza nemmeno pronunciare quell’ultima parola, tendi la
bacchetta verso di me – un gesto elegante, leggero, definitivo.
Cado
a terra, disarmato. In un secondo, dal potere assoluto alla totale
debolezza.
Ti
guardo, le grandi pozze azzurre dei tuoi occhi a fissarmi –
forse, non sono più così impotente.
«
Avanti, finiscimi! »
Ma
le tue labbra si aprono, e dicono: « No ».
Solo
ora, ricordo come fosse baciarle.
***
Rodelinda alla tastiera senza
coerenza
Questa
drabble,
seconda parte della prima, è dedicata a Gellert Grindelwald.
Come
ho già detto, secondo la mia opinione il dialogo che aveva
contribuito alla nascita dell’amore tra lui e Dumbledore
quando avevano diciassette anni non ha taciuto con il tempo. E sono
altresì convintissima che il pentimento finale di
Grindelwald non sarebbe mai potuto avvenire, senza il suo rapporto
costante con Albus.
A
questo proposito, vorrei spendere due parole per criticare la versione
cinematografica de “I
doni della morte”. Con una scena di trenta
secondi circa, il regista è riuscito a sconvolgere in gran
parte il senso finale della fede di Albus Dumbledore
nell’amore come potere più forte della morte e
della Magia (quindi superiore a qualsiasi altro potere). Non solo
Grindelwald non tenta nemmeno di fingere di non aver mai posseduto la
Bacchetta di Sambuco, ma confessa Voldemort dove si trova, e
quest’ultimo lo risparmia. Niente sacrificio eroico, e
Grindelwald è dipinto come un essere meschino, annullando
completamente il subtext
psicologico sotteso alla storia.
Perché
questa scelta? La sceneggiatura avrebbe funzionato comunque lasciando
IC il personaggio di Grindelwald. Dopo l’abominevole
trattamento riservato all’adattamento filmico de “Il prigioniero di Azkaban”
non mi aspettavo granché da un’impresa difficile
come la sceneggiatura di un romanzo lungo e complesso come “I doni della Morte”.
Ma, Santa Paletta, perché cambiare una scena che non aveva
bisogno né di essere tagliata né cambiata?
Credo
che passerò ore, come tutte le fan del grindeldore, a
chiedermene il motivo.
Ora
passo a rispondere alla recensione di ELY79!
Ciao!
Chiedo perdono ginocchioni sui ceci per aver tralasciato di commentare
le tue storie, che comunque in massima parte seguo e leggo. A mia
discolpa posso addurre che l’incontro/scontro con
l’ambiente universitario è stato choccante.
L’incontro/scontro subito giusto martedì da parte
di alcune individue che presumevo mie amiche (specialmente una, che mi
ha mortalmente deluso) è stato ancor peggiore. Prometto che
recensirò copiosamente nelle prossime settimane…
Riguardo
al mio nuovo affacciarmi nel fandom di Harry Potter, come ho
già detto per “Scalcia”,
il mio contributo nel Potterverse
– per quanto modestissimo – era circoscritto agli
inizi della mia attività di autrice. Dopo, ho in massima
parte letto soltanto: ma stavolta sentivo di dover dare una qualche
forma di contributo al Grindeldore,
che sta diventando uno dei miei pairing
preferiti.
L’atmosfera
rarefatta della drabble precedente è voluta: si
rifà all’idea che l’Albus da me
“creato” ha del duello con l’uomo
– nel bene e nel male – della sua vita. Una specie
di ibrido tra sogno, illusione ed incubo, in cui non riesce a separare
la visione che ha del ragazzo amato nella giovinezza, con
l’uomo che ora tenta di ucciderlo. Ed è mescolato
ad abbondanti palate di senso di colpa: perché
l’uomo che ama e odia, è un mostro.
La
drabble dedicata a Gellert, invece, è molto più
circostanziata e precisa. I flashback
sono delimitati, e razionalizzati. C’è contrasto,
come puoi constatare.
Alla
prossima, e grazie per essere passata di qui!
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Capitolo 3 *** Il Puro ***
Il Puro
Il puro
« Ancora quella
fotografia, Albus? »
Domanda retorica.
Lo so io, come lo sai tu.
« Ogni lettera è
uno stillicidio, ti ci consumi gli occhi. Questa corrispondenza deve cessare ».
Mi guardi: gli
occhi celesti, dietro le lenti, laconici.
« Sono passati
cinque anni, Albus. Rassegnati » dico, più dolcemente. Sensato, razionale:
qualità che tutti ti attribuiscono.
Ma io conosco la tua parte nascosta:
pericolosamente dissennata, folle. Ti ha quasi perduto. E noi con te.
« Ti ringrazio per
la visita, Elphias. Puoi dire al Ministro che lo vedrò domani ».
Il tuo tono è
definitivo.
Esco, lasciandoti
ai tuoi demoni: illuso. Come me: a cercare di salvarti.
***
Rodelinda alla tastiera senza coerenza
Perdono, perdono,
perdono.
In realtà questa drabble era pronta da mesi – e quando dico mesi non scherzo,
dal momento che l’ho scritta esattamente insieme alle altre due. Per una
motivazione che si può spiegare solo con la parola pigrizia non l’ho messa online fin’ora. Il fatto è che, presa dal
gorgo degli esami e dal colossalmente difficile parto del dodicesimo capitolo
di “Abelardo e Eloisa” (il quale ha richiesto quattro mesi e conta
al momento diciotto pagine di word
solo di testo, e non è ancora finito), ho semplicemente tralasciato di mettere
online quest’ultima parte.
Anyway, passo a spiegare il perché della
caratterizzazione OOC di Elphias Doge.
Nel settimo libro
della Saga, esso è descritto come completamente all’oscuro e ignorante dei
fatti che circondarono la morte di Ariana.
E questo è il canon.
Secondo la mia opinione
(che, almeno in questo caso, dal canon
esula) egli, mentendo alla perfida zia Muriel, ha inteso semplicemente tutelare
l’amico di un tempo da ciò che sa - o
crede di sapere – a proposito della dubbia relazione tra il salvatore del Mondo
Magico e Grindelwald.
Ho supposto che,
vedendo l’amico (o, forse, qualcosa di più? Non è dato sapere) dannarsi l’anima
a distanza di anni sulla corrispondenza con il mai dimenticato amore dell’adolescenza,
foriero di sensi di colpa non men che di ricordi, abbia tentato di salvarlo dai
suoi demoni.
Senza successo.
Perché Elphias è la
vera voce della ragione, in questa
vicenda, laddove Dumbledore è l’Illuso e Grindelwald l’Illusionista. O forse,
entrambi sono tutte e due le cose.
A voi, e buona
lettura!
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