L'Illuso, l'Illusionista e il Puro

di Rodelinda
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Illuso ***
Capitolo 2: *** L'illusionista ***
Capitolo 3: *** Il Puro ***



Capitolo 1
*** L'Illuso ***


L'illuso
L’Illuso, l’Illusionista e il Puro

L’Illuso
Una linea obliqua e verderame; i suoi occhi sono veleno.
Lo erano decenni fa, quando i diciassette anni ci ridevano nel cuore. E quella gioventù, il talento, ci ubriacavano a tal punto da non farci vedere il futuro.
No, sto sbagliando.
Solo io non lo vedevo. Lui sì: ma sapeva che il suo genere di futuro non mi avrebbe mai contato tra i suoi seguaci.
Stava sbagliando. L’avrei seguito anche in capo al mondo: per i suoi occhi verderame. Veleno.
Rotea la Bacchetta di Sambuco; con un gesto distratto, paro il colpo diretto al mio petto.
L’ha già colpito, una vita fa.
Un’Ariana fa.
 
***
 
Rodelinda alla tastiera senza coerenza
Ciao a tutti!
Le motivazioni del perché, senza apparentemente alcun incentivo esterno, mentre dovrei finire il capitolo undici di “Abelardo e Eloisa”, mi sono dedicata alla stesura di queste tre drabble è che, in qualche modo, sentivo di dover dedicare qualche minuto al pairing Grindeldore, che mi conta tra le sue più irriducibili fan italiane.
Per qualche inspiegabile motivo, credo di riuscire a dedicarmi al fandom di “Harry Potter”, da cui pure ho iniziato la mia ascesa (o forse sarebbe meglio dire rovinosa caduta) nel mondo delle fan fiction, solo attraverso drabble e flashfic.
Probabilmente perché sul Potterverse sono state versate milioni di parole, e non credo che le mie sarebbero in grado di aggiungere qualcosa.
Comunque, andiamo al retroscena di questa raccolta: sono tre drabble, e parlano del più clamoroso rapporto amore/odio, e terzo incomodo, a mio avviso presente nel fandom; cioè, quello venuto a crearsi tra Albus Dumbledore, Gellert Grindelwald ed Elphias Doge.
I tre testi svolgono, pur con eventuali flashback, il periodo di tempo tra il duello del 1945 e cinque anni dopo lo scontro, nel 1950, in cui vedremo un Albus assorto nei ricordi.
In queste flashfic ho voluto sposare la tesi, espressa in “Lettere da Nurmengard” di Miki_TR (di cui consiglio a tutti la lettura!) che «… la conversazione, tra Albus Dumbledore e Gellert Grindelwald, non è mai davvero finita » (per citare Miki_TR), ossia che i due amanti/alleati/avversari abbiano continuato a rimanere in contatto anche dopo il duello che li ha visti contrapposti, e che aveva visto la sconfitta di Gellert.
 
Per una più agile lettura di questo testo, consiglio a tutti di scaricare gratuitamente qui il font Aquiline Two.
A voi la lettura!

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Capitolo 2
*** L'illusionista ***


L'illusionista
L’Illuso, l’Illusionista e il Puro
L’Illusionista
Labbra. Le tue.
Le ho osservate per ore, mentre parlavano. Ridevano, ironiche. Discutevano, appassionate; la lingua che, talvolta, faceva capolino per inumidirle.
Ora sussurrano maledizioni. Imprecazioni, le rare volte in cui riesco a penetrare le tue difese con una fattura.
Poi, forse senza nemmeno pronunciare quell’ultima parola, tendi la bacchetta verso di me – un gesto elegante, leggero, definitivo.
Cado a terra, disarmato. In un secondo, dal potere assoluto alla totale debolezza.
Ti guardo, le grandi pozze azzurre dei tuoi occhi a fissarmi – forse, non sono più così impotente.
« Avanti, finiscimi! »
Ma le tue labbra si aprono, e dicono: « No ».
Solo ora, ricordo come fosse baciarle.

***

Rodelinda alla tastiera senza coerenza

Questa drabble, seconda parte della prima, è dedicata a Gellert Grindelwald.
Come ho già detto, secondo la mia opinione il dialogo che aveva contribuito alla nascita dell’amore tra lui e Dumbledore quando avevano diciassette anni non ha taciuto con il tempo. E sono altresì convintissima che il pentimento finale di Grindelwald non sarebbe mai potuto avvenire, senza il suo rapporto costante con Albus.
A questo proposito, vorrei spendere due parole per criticare la versione cinematografica de “I doni della morte”. Con una scena di trenta secondi circa, il regista è riuscito a sconvolgere in gran parte il senso finale della fede di Albus Dumbledore nell’amore come potere più forte della morte e della Magia (quindi superiore a qualsiasi altro potere). Non solo Grindelwald non tenta nemmeno di fingere di non aver mai posseduto la Bacchetta di Sambuco, ma confessa  Voldemort dove si trova, e quest’ultimo lo risparmia. Niente sacrificio eroico, e Grindelwald è dipinto come un essere meschino, annullando completamente il subtext psicologico sotteso alla storia.
Perché questa scelta? La sceneggiatura avrebbe funzionato comunque lasciando IC il personaggio di Grindelwald. Dopo l’abominevole trattamento riservato all’adattamento filmico de “Il prigioniero di Azkaban” non mi aspettavo granché da un’impresa difficile come la sceneggiatura di un romanzo lungo e complesso come “I doni della Morte”. Ma, Santa Paletta, perché cambiare una scena che non aveva bisogno né di essere tagliata né cambiata?
Credo che passerò ore, come tutte le fan del grindeldore, a chiedermene il motivo.
Ora passo a rispondere alla recensione di ELY79!
Ciao! Chiedo perdono ginocchioni sui ceci per aver tralasciato di commentare le tue storie, che comunque in massima parte seguo e leggo. A mia discolpa posso addurre che l’incontro/scontro con l’ambiente universitario è stato choccante. L’incontro/scontro subito giusto martedì da parte di alcune individue che presumevo mie amiche (specialmente una, che mi ha mortalmente deluso) è stato ancor peggiore. Prometto che recensirò copiosamente nelle prossime settimane…
Riguardo al mio nuovo affacciarmi nel fandom di Harry Potter, come ho già detto per “Scalcia”, il mio contributo nel Potterverse – per quanto modestissimo – era circoscritto agli inizi della mia attività di autrice. Dopo, ho in massima parte letto soltanto: ma stavolta sentivo di dover dare una qualche forma di contributo al Grindeldore, che sta diventando uno dei miei pairing preferiti.
L’atmosfera rarefatta della drabble precedente è voluta: si rifà all’idea che l’Albus da me “creato” ha del duello con l’uomo – nel bene e nel male – della sua vita. Una specie di ibrido tra sogno, illusione ed incubo, in cui non riesce a separare la visione che ha del ragazzo amato nella giovinezza, con l’uomo che ora tenta di ucciderlo. Ed è mescolato ad abbondanti palate di senso di colpa: perché l’uomo che ama e odia, è un mostro.
La drabble dedicata a Gellert, invece, è molto più circostanziata e precisa. I flashback sono delimitati, e razionalizzati. C’è contrasto, come puoi constatare.
Alla prossima, e grazie per essere passata di qui!

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Capitolo 3
*** Il Puro ***


Il Puro Il puro
 
« Ancora quella fotografia, Albus? »
Domanda retorica. Lo so io, come lo sai tu.
« Ogni lettera è uno stillicidio, ti ci consumi gli occhi. Questa corrispondenza deve cessare ».
Mi guardi: gli occhi celesti, dietro le lenti, laconici.
« Sono passati cinque anni, Albus. Rassegnati » dico, più dolcemente. Sensato, razionale: qualità che tutti ti attribuiscono. Ma io conosco la tua parte nascosta: pericolosamente dissennata, folle. Ti ha quasi perduto. E noi con te.
« Ti ringrazio per la visita, Elphias. Puoi dire al Ministro che lo vedrò domani ».
Il tuo tono è definitivo.
Esco, lasciandoti ai tuoi demoni: illuso. Come me: a cercare di salvarti.
 
***
 
Rodelinda alla tastiera senza coerenza
 
Perdono, perdono, perdono.
In realtà questa drabble era pronta da mesi – e quando dico mesi non scherzo, dal momento che l’ho scritta esattamente insieme alle altre due. Per una motivazione che si può spiegare solo con la parola pigrizia non l’ho messa online fin’ora. Il fatto è che, presa dal gorgo degli esami e dal colossalmente difficile parto del dodicesimo capitolo di “Abelardo e Eloisa  (il quale ha richiesto quattro mesi e conta al momento diciotto pagine di word solo di testo, e non è ancora finito), ho semplicemente tralasciato di mettere online quest’ultima parte.
Anyway, passo a spiegare il perché della caratterizzazione OOC di Elphias Doge.
Nel settimo libro della Saga, esso è descritto come completamente all’oscuro e ignorante dei fatti che circondarono la morte di Ariana.
E questo è il canon.
Secondo la mia opinione (che, almeno in questo caso, dal canon esula) egli, mentendo alla perfida zia Muriel, ha inteso semplicemente tutelare l’amico di un tempo da ciò che sa -  o crede di sapere – a proposito della dubbia relazione tra il salvatore del Mondo Magico e Grindelwald.
Ho supposto che, vedendo l’amico (o, forse, qualcosa di più? Non è dato sapere) dannarsi l’anima a distanza di anni sulla corrispondenza con il mai dimenticato amore dell’adolescenza, foriero di sensi di colpa non men che di ricordi, abbia tentato di salvarlo dai suoi demoni.
Senza successo.
Perché Elphias è la vera voce della ragione, in questa vicenda, laddove Dumbledore è l’Illuso e Grindelwald l’Illusionista. O forse, entrambi sono tutte e due le cose.
A voi, e buona lettura!

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