First Date.

di Niniel Virgo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First Date ***
Capitolo 2: *** Afraid of the Dark. ***



Capitolo 1
*** First Date ***


FIRST DATE
 
 
Quella mattina c'era qualcosa di diverso, e Fuyumi se ne rese conto appena sveglia.
Rimase in silenzio, con le coperte tirate su fin sopra la testa, tenendo gli occhi a mandorla serrati. Sapeva che era troppo presto per alzarsi, sentiva i respiri profondi delle sue compagne di dormitorio ancora addormentate intorno a sé.
All'improvviso capì cosa c'era di diverso: il sole. Quel giorno c'era un sole che spaccava le pietre, e i cui raggi le inondavano dispettosi il viso, cercando di farla alzare. Nonostante la coperta, riuscivano a darle fastidio. Strizzò gli occhi, mugolando, per poi voltarsi dall'altra parte.
Che giorno era? Non ne era sicura, ma doveva essere martedì. Il martedì in genere non aveva niente di particolare, la mattinata di scuola era piuttosto semplice e leggera e non aveva gli allenamenti di Quidditch. Fuyumi adorava il martedì, perché poteva dedicarsi alla lettura. Finiva presto i compiti dopo le lezioni per poi tornare nella Sala Comune dei Tassorosso, sprofondando in una delle poltrone, di solito quella vicina alla finestra, in compagnia del libro di turno.
Sembrava che tutto congiurasse contro di lei e il suo sonno, quella mattina: mentre stava per abbandonarsi di nuovo alle braccia calde e morbide di Morfeo, ecco che Kuro, il suo gatto nero come la pece e grasso come un maiale, aveva deciso che era il momento più adatto per mangiare ed era saltato sulla schiena della padroncina, miagolando come un'anima in pena.
Fuyumi sussultò, aprendo appena gli occhi scuri schermandoli con le lunghe ciglia per proteggerli dalla luce accecante del sole, girandosi di lato per far cadere il gatto. Kuro balzò giù dalla sua schiena appena in tempo, sedendosi di fianco a lei, continuando a miagolare.
L'asiatica si tirò su a sedere, stropicciandosi gli occhi. Dopo anni di convivenza con “l'ospite felino”, come sua madre amava chiamarlo, sapeva che quando il gatto voleva qualcosa, miagolava anche per ore pur di ottenerlo. Si posò un dito sulle labbra chiare facendo segno a Kuro di tacere ma, dato che non accennava a volersi fermare, con un sospiro rassegnato si decise.
-Se chiudi il becco ti do da mangiare.-
Ecco, quelle erano le parole magiche per zittirlo; immediatamente il gatto smise di fare rumore, guardando la padrona con occhi azzurri intelligenti.
Fuyumi sapeva che il suo gatto era fuori dalla norma: quando aveva solo dieci anni, lei e i suoi genitori erano in vacanza ad Osaka, una città che la ragazza aveva sempre adorato. Mentre i genitori erano intenti a comprare alcuni souvenir per i parenti, lei si era allontanata, cercando di catturare una bellissima farfalla che le era passata davanti al naso pochi minuti prima. Dopo qualche minuto di corsa sfrenata, si accorse di non riuscire a trovare più i suoi genitori, e non aveva idea di come tornare alla casa che avevano preso in affitto. Si era fatta prendere dal panico, ed era scoppiata in lacrime.
Nel frattempo, a chilometri di distanza, nella casa di Osaka, Kuro era diventato teso, nervoso, si agitava, parola della signora delle pulizie. Era uscito di casa di corsa senza che la donna potesse fermarlo.
Intanto Fuyumi si era ritirata al lato della strada, guardandosi intorno terrorizzata da tutte quelle persone che non conosceva, cercando di capire come fare a tornare indietro. Aveva paura di chiedere qualcosa, e magari c'erano dei malviventi lì vicino. Come fare? Ma non dovette mai trovare risposte a questa domanda, perché ecco Kuro, che correva all'impazzata verso di lei. Fuyumi aveva sorriso sollevata, stringendo il gatto tra le braccia, che poi l'aveva ricondotta a casa, dove i suoi genitori l'aspettavano sconvolti. Da allora non si era mai separata dal gatto, e lo aveva portato ovunque.
Fuyumi si stiracchiò, sbadigliando. Scese dal letto sistemandosi la corta camicia da notte, per poi fare cenno al gatto di seguirla. Questi le corse di fianco, iniziando a fare le fusa mentre la ragazza si inginocchiava davanti al proprio baule per tirare fuori la ciotola e il cibo per gatti.
-Fai piano Kuro, non vorrai svegliare tutti, no?-
Disse lei con un sussurro, mentre riempiva la ciotola. In tutta risposta, il gatto prese a fare le fusa con più forza.
Fuyumi alzò gli occhi al cielo, appoggiando la ciotola per terra.
-Prendi, ruffiano.-
Senza farselo ripetere, l'animale assaltò la ciotola, come se non vedesse cibo da anni.
La giapponese si alzò dalla posizione scomoda, per dirigersi verso il bagno: ormai era in piedi e non sarebbe riuscita a riaddormentarsi nemmeno se Kami-sama in persona glielo avesse ordinato.
L'unica cosa che odiava di Hogwarts era di dover dividere la camera e il bagno con sconosciuti. Lei era di indole timida e chiusa, e teneva molto alla sua privacy. Se riusciva a svegliarsi presto e ad avere il bagno tutto per sé, era ok. Ma quando si svegliavano tutte assieme...era orribile. In genere aspettava che le altre fossero pronte, per poi andare in bagno una volta sola.
Si lavò con cura, sciogliendo la treccia di capelli castani per lavarli. Uscita dalla doccia si mise addosso l'asciugamano viola, il suo preferito, per poi lavarsi i denti e andare a vestirsi,
Tornò nella stanza camminando sulle punte, con passo felpato, decisa a non svegliare le sue compagne di stanza. Scavalcò Kuro che continuava a mangiare e riaprì il baule, per prendere i vestiti. Ritornò poi a velocità supersonica verso il bagno, richiudendosi dentro con un sospiro. Infilò con calma la divisa, stringendo la cravatta gialla, prese in mano la spazzola e si pettinò i lunghi capelli castani. Quando era nata i suoi genitori erano rimasti sorpresi: entrambi avevano i capelli neri, e lei era l'unica in tutta la famiglia con i capelli così chiari. Nonostante la poca stima che avesse di sé, Fuyumi andava fiera dei suoi capelli.
La porta si aprì leggermente, facendo posto per far entrare Kuro, che miagolò nervoso.
-Lo so, lo so, adesso esco. Ma è ancora presto, non c'è nessuno giù.-
Rispose la ragazza al gatto. Quando erano soli, le piaceva parlare con lui. Probabilmente l'avrebbero presa per pazza, ma il suo gatto era intelligente e sembrava capire quello che lei gli diceva. Di sicuro era molto più intelligente di quell'oca di Amy Jones, la sua compagna di stanza, che parlava solo di trucco, ragazzi e vestiti, e non necessariamente in quest'ordine.
Alla fine si decise ad uscire dal bagno, trovando nella stanza tutte le ragazze che dormivano ancora. Fece il letto velocemente, per poi fare cenno a Kuro di saltarci sopra. Il gatto si acciambellò su di esso, lanciandole uno sguardo sornione.
-Allora io vado. Non combinare disastri e controlla che nessuno tocchi l'album di fotografie. A dopo.-
Lo salutò, accarezzandogli la testa. Kuro ricominciò a fare le fusa, come a farle capire che lo avrebbe fatto.
Fuyumi fece per uscire dalla stanza, ma all'ultimo tornò indietro e sollevò il cuscino, per prendere una foto che nascondeva gelosamente. Quest'ultima rappresentava lei e una ragazza dai capelli blu, che sorridevano felici davanti ad un tempio shintoista. 
-Buongiorno Sacchan.- 
Sussurrò, sfiorando la figura dell'altra ragazza con un dito. Sakura era stata la sua migliore amica, prima che un attentato terroristico a Fukushima non la uccise. Ormai di lei erano rimaste solo un mucchio di foto e video, che Fuyumi custodiva nel baule della scuola. La sua Sacchan era stata la persona più importante della sua vita: non solo amica, ma sorella. Non solo consigliera, ma guida.
Era stato grazie a lei, se Fuyumi ora aveva qualche amico in più. Da piccola faceva fatica a stringere amicizia, gli altri la terrorizzavano, anche ora. Ma il ricordo di Sakura le dava la forza di conoscere altre persone, perché sapeva che la sua amica avrebbe voluto questo. 
Rimise la foto sotto il cuscino, e poi si decise ad uscire dal dormitorio.
Come aveva immaginato, nella Sala Comune non c'era nessuno. Erano pochi i mattinieri come lei, ma la cosa la sollevava: le piaceva passeggiare per i corridoi di Hogwarts, immaginando di essere completamente sola nel castello. Anche se poteva essere un'immagine triste, a lei piaceva.
Si diresse verso l'uscita della Sala Comune mentre un sorriso le spuntava spontaneo sul viso; l'idea di una passeggiata solitaria la metteva sempre di buon umore. Di solito la scuola era troppo affollata per i suoi gusti. Era certa che tutti stessero ancora dormendo.
Per questo rimase sorpresa quando incrociò un ragazzo nei corridoi, riconoscendolo immediatamente dal sorriso stupendo che aveva dipinto in viso: Nate, un anno in più di lei, Grifondoro. Si erano conosciuti all'inizio dell'anno e Fuyumi poteva considerarlo suo amico, anche se la sua sola presenza la metteva in soggezione.
Abbassò istintivamente lo sguardo, desiderando di essere invisibile. Purtroppo non tutti i desideri si avverano.
-Ehy, Fuyumi! Non mi aspettavo di trovare qualcuno sveglio a quest'ora!-
La salutò lui allegramente, andandole incontro.
-Il mio gatto mi ha svegliata, così ho pensato di fare una passeggiata nell'attesa che iniziassero le lezioni.-
Spiegò lei, arrossendo leggermente. Era sempre stato così: qualcuno le rivolgeva la parola e lei arrossiva, senza un motivo particolare. 
-E tu? Come mai già in piedi?-
Nate sorrise di nuovo, un sorriso caldo e luminoso come il Sole. 
-Più o meno lo stesso motivo. Il mio topo mi ha svegliato e ho avuto la tua stessa idea.-
Fuyumi non poté fare a meno di notare che era una coincidenza piuttosto strana, ma lasciò perdere.
-Che ne dici di passeggiare assieme?-
Le chiese lui, allungandole scherzosamente un braccio.
Fuyumi sorrise imbarazzata, facendosi però coraggio ed accettando il braccio che le veniva offerto.
-Perché no.-
E, mentre passeggiavano assieme e Nate la intontiva di chiacchiere, Fuyumi non poté che dirsi che la giornata era iniziata nel migliore dei modi.
 
***
La giornata scolastica come sapeva già che sarebbe successo, passò in un lampo. Dopotutto non era stata nulla di che, Pozioni, Trasfigurazione, Difesa Contro le Arti Oscure, pranzo, un'altra ora di Trasfigurazione, e due ore di Erbologia. A dire il vero, solo lei l'aveva trovata una giornata semplice: ma d'altronde, le attività che per lei erano piacevoli e rilassanti per altri erano un suicidio.
La sera, dopo aver finito i compiti ed averli messi nel baule ben nascosti sotto i vestiti (le sue compagne di dormitorio avevano la brutta abitudine di rubarglieli per copiarli), aveva preso in mano il libro che stava sul suo comodino, che quasi la chiamava. Salutò Kuro che dormiva sul letto, per poi dirigersi velocemente verso la Sala Comune.
Appena entrata si rese conto che c'era più rumore del solito, ma cercò di non farci caso, avviandosi a grandi passi verso la sua poltrona preferita, quella vicina alla finestra.
Fuori non c'era buio, le giornate si stavano allungando e annunciavano l'imminente arrivo dell'estate, la stagione preferita della ragazza. Guardò il campo di Quidditch e notò che non c'era nessuna squadra ad allenarsi. Aprì il libro e si immerse nella lettura, come suo solito.
Purtroppo però quella sera c'era così tanto rumore che nemmeno la mente attenta di Fuyumi, che di solito riusciva a concentrarsi facilmente, riusciva a stare attenta. Rilesse la stessa riga almeno dieci volte, senza riuscire a capire cosa c'era scritto. Dopo una ventina di minuti, rinunciò alla serata di lettura e chiuse il libro con un sospiro rassegnato.
Corrugò la fronte, guardando la miriade di ragazzini tutti concentrati nello stesso punto: cosa poteva accadere di così interessante?
Fuyumi si alzò lentamente, abbandonando il suo angolo preferito tenendo il libro tra le mani, avvicinandosi: una stupida partita agli Scacchi dei Maghi. Scosse con forza la testa, senza parole: possibile che esistessero persone che si infervorassero per un gioco da tavolo del genere?
Tornò al dormitorio, senza una mezza idea su cosa fare. Di sopra trovò le sue compagne che parlavano ad alta voce, emettendo ogni tanto dei gridolini acuti che spaccavano i timpani. Appena captò l'argomento della discussione, ovvero i ragazzi, Fuyumi scattò veloce, poggiò il libro sul comodino e corse verso l'uscita, ma non fece in tempo a mettere fuori nemmeno un piede che Amy la richiamò indietro.
-Ehy Fuyumi, torna qui!-
Di malavoglia, l'asiatica tornò sui suoi passi, trattenendo a stento uno sbuffo scocciato.
-Sì, Amy?-
La ragazza scambiò un'occhiata divertita alle altre due, facendo cenno alla giapponese di sedersi sul letto, di fianco a lei. Fuyumi obbedì, sperando che si trattasse di una cosa veloce.
-Avevamo una domanda da farti.-
Iniziò Amy. Lei era praticamente il capo del gruppo, le altre tre ragazze erano le sue servette, facevano tutto quello che voleva lei. Fuyumi odiava quel tipo di persone.
-Dimmi Amy,-
La ragazza rimase in silenzio, come per creare suspense. Fuyumi sentì crescere dentro di lei l'irritazione.
-Ci stavamo chiedendo se anche Fuyumi, la ragazza chiusa e schiva, ha un ragazzo che le piace.-
La diretta interessata arrossì, pensando immediatamente a Nate e a quanto adorasse il suo sorriso. 
Cosa che non sfuggì ad Amy.
-Ah-ah! Allora c'è qualcuno che ti piace!-
Fuyumi scosse con forza il capo, più per scacciare il ricordo di Nate che per negare.
-No, hai frainteso. Non c'è nessuno che mi piace.-
A quel punto Tamara intervenne.
-Eppure stamattina andavi in giro con un tipo tanto carino, un Grifondoro..-
Non l'avesse mai detto: le ragazze le si scagliarono addosso, traumatizzando la povera giapponese non abituata all'espansività occidentale.
Ignorando le domande come “Chi è? Quanti anni ha? E' davvero così carino come dice Tamara?” e tante altre, Fuyumi si alzò, sistemandosi con gesti nervosi la divisa.
-E' un mio amico e basta. Ora, se non vi dispiace, credo che andrò a fare un giro.-
Detto questo, corse fuori dal dormitorio sentendo di sottofondo le proteste delle altre ragazze.
Una volta passata attraverso la Sala Comune ed uscita da lì, trasse un profondo sospiro: aveva mentito per la prima volta in vita sua.
Nate non era “solo un amico”; per lui sentiva qualcosa di più, ma non sapeva cosa. Quando erano assieme, nonostante il forte imbarazzo che provava, si sentiva felice, come se fosse a casa. 
Forse era vero che aveva una cotta per lui..ah, sciocchezze: non aveva tempo per cose del genere!
Si avviò con grandi passi verso una meta non precisa. Il dilemma era ancora lì, ad attenderla: cosa fare?
Guardò fuori da una delle immense finestre del castello e il lampo di genio arrivò: poteva allenarsi a Quidditch.
Con passo felpato, raggiunse il magazzino dove tenevano tutte le attrezzature, e prese le uniche due cose che le interessavano: il Boccino e una delle scope della scuola. Essendo Cercatrice di Tassorosso, non le serviva altro. Doveva solo allenare la vista per prendere quella piccola palla color oro, dalla velocità sorprendente.
Si diresse poi con passo baldanzoso vero il campo da Quidditch, quando l'immagine della sua divisa gialla le si impresse nella mente: ecco cosa aveva scordato!
Si fermò, indecisa se tornare indietro a prenderla o meno, ma poi scrollò le spalle: poco male, c'era solo lei, chi se ne importava se volava con addosso la gonna!
Arrivata al campo, lanciò in aria il Boccino, che prese a volare nel campo. Saltò poi sulla scopa e prese il volo.
Passarono minuti interminabili, durante i quali Fuyumi rimase immobile ed in silenzio, cercando il Boccino. Eccolo lì, vicino agli spalti! Con un sorriso trionfante, fece partire la scopa a tutta velocità. Stava quasi per prendere il boccino, quando..
-Ma che ci fai qui tutta sola?-
Fuyumi quasi cadde dalla scopa dalla sorpresa, frenando di colpo, mentre vedeva il Boccino allontanarsi. Imprecò a bassa voce in giapponese, voltandosi furente verso chi l'aveva interrotta, cambiando immediatamente espressione alla vista di Nate con in mano una scopa che le sorrideva divertito.
-A quanto pare non sono l'unico che aveva voglia di allenarsi, eh?-
Fuyumi planò dolcemente, appoggiando i piedi sulla terra morbida.
-Ho provato a leggere come faccio ogni sera, ma c'è troppa confusione in Sala Comune.-
Rispose, senza alzare lo sguardo su di lui. Ripensò a quello che era successo poco prima nel dormitorio, ricominciando a domandarsi se davvero le piaceva Nate o se era solo confusa.
Nate le si avvicinò, salendo a sua volta sulla scopa, con un sorriso di sfida.
-Facciamo una gara: il primo che prende il Boccino vince. Va bene?-
Fuyumi non poté fare a meno di sorridere di rimando: quando qualcuno le lanciava una sfida, doveva assolutamente accettare.
-Va bene. Cosa si vince?-
Il sorriso di Nate si fece più grande.
-Se vinco io, tu accetti di uscire con me.-
A quelle parole Fuyumi assunse una tonalità di rosso che ricordava vagamente un'aragosta. Come poteva pretendere che lui facesse una richiesta del genere e lei rimanesse impassibile?
-Io..ecco...-
Vide la sicurezza di Nate vacillare.
-Se non vuoi non importa.-
Fuyumi scosse con forza il capo. Ovviamente lui aveva frainteso: non che non le andasse, ma solo che sapeva già che avrebbe fatto una figuraccia!
-N-no, va bene...ma se vinco io mi dovrai comprare un libro al mese.-
Propose, cercando di ignorare il cuore che batteva a mille.
Il ragazzo annuì, prendendo il volo, seguito immediatamente da Fuyumi.
-Al mio via partiamo alla ricerca, va bene?-
La ragazza annuì, completamente assorta dalla sfida. 
-Uno, due, tre..via!-
E i due ragazzi partirono, per così dire. Spesso rimanevano fermi in ascolto, attenti a catturare il ronzio del Boccino. Ogni tanto uno di loro partiva in picchiata, certo di aver intravisto un bagliore dorato, subito seguito dall'altro, ma si fermavano quasi subito, delusi.
La ragazza stava quasi per rinunciare quando vide il Boccino, fermo a pochi metri di distanza davanti a lei. Fece partire a tutta birra la scopa, decisa a vincere. Ma lo voleva poi così tanto? Sentiva Nate che sfrecciava, guadagnando terreno fino a trovarselo di fianco.
Voleva davvero vincere? Insomma, che c'era di male nell'uscire con Nate? Si sarebbe divertita, era questo quello che contava.
Fu quell'indecisione che le costò la vittoria. Infatti rallentò senza nemmeno accorgersene, e Nate ne approfittò per afferrare il Boccino con aria trionfante.
Fuyumi si fermò a mezz'aria, cercando di capire che cos'era successo. Fu solo quando Nate tornò verso di lei giocherellando con il Boccino che capì di aver perso.
-A quanto pare ho vinto io.-
Esordì lui, fermando la scopa vicino a quella della ragazza con un sorriso vincente.
Fuyumi ricambiò il sorriso, divertita. Era così felice solo perché era riuscita a batterla o perché sarebbero usciti assieme? Non era sicura di volerlo sapere.
-Ti passo a prendere io domani sera, d'accordo?-
La ragazza annuì, chiedendosi se stesse sognando o meno. Insomma, i ragazzi non si interessavano mai a lei! All'età di quindici anni non aveva mai avuto una cotta, figuriamoci un appuntamento!
-Allora a domani, Fuyumi,-
Avvicinò ancora di più la scopa alla sua e le diede un bacio veloce sulla guancia, per poi volare verso la scuola.
Fu in quel momento, lì da sola con una mano appoggiata sulla guancia chiedendosi se era successo davvero o se lo aveva solo immaginato, che Fuyumi scoprì che a volte non era così male perdere.
 
***
La sera era arrivata troppo in fretta per la ragazza, che passeggiava avanti e indietro per la Sala Comune terrorizzata. A momenti Nate sarebbe passato a prenderla, per il loro appuntamento. E se lei avesse detto o fatto qualcosa di sbagliato? Se lui l'avesse reputata fuori di testa a causa del continuo balbettare? 
Si sedette con un sospiro sulla sua poltrona preferita. Non aveva senso preoccuparsi in anticipo. Doveva solo essere se stessa e sarebbe andato tutto bene.
Il suo nervosismo purtroppo non era sfuggito a Amy e alle sue servette, che confabulavano dall'altra parte della stanza, lanciandole occhiate perplesse a lei e al modo in cui era vestita. Aveva infatti indossato un abito azzurro cielo, che le arrivava sopra al ginocchio, senza spalline. Poco male, finché non fossero venute a chiederle qualcosa poteva stare tranquilla.
In quel momento Jasmine Jackson, meglio conosciuta come JJ, entrò nella Sala Comune puntando dritta verso Fuyumi.
-Ehy, c'è un tipo niente male qui fuori che chiede di te. Dice di chiamarsi Nate.-
La ragazza scattò in piedi, sentendo l'ansia rimontare. -Come sto?- Chiese nervosa a JJ, incurante del fatto che non si erano mai parlate prima d'ora.
JJ sorrise, alzando un pollice. -Sei perfetta, vai.- Fuyumi la ringraziò con un cenno del capo e corse fuori dalla Sala Comune, prima che Amy e le altre potessero dire qualcosa.
Nate l'aspettava appoggiato contro la parete, fissando dritto davanti a sé. Sentendo i passi della ragazza, si voltò sorridente verso di lei, squadrandola da capo a piedi, cosa che mise Fuyumi a disagio. E se fosse esagerata? Forse era meglio mettersi un paio di jeans e una maglia...
-Ciao Fuyumi.-
La salutò lui, sorridendo ancora e smettendo finalmente di squadrarla, 
-Ho..visto le tue foto con Sakura, la sorella di Hiroki.-
Le si gelò il sangue nelle vene: Hiroki, suo migliore amico nonché Grifondoro, aveva portato le sue foto con Sacchan senza dirle nulla? 
-Ah.-
Rispose solamente, senza parole. Perché non glielo aveva detto? Insomma, quelle foto le appartenevano in un certo senso! Erano i pochi ricordi che aveva di Sacchan!
-E ho notato che non sorridi più come in quelle foto. So che probabilmente è a causa di quello che è successo ma..vorrei che tu tornassi a sorridere come una volta.-
Fuyumi sentì improvvisamente freddo, ma non che veniva da fuori: era dentro di lei. Quel freddo che solo le persone a cui vuoi bene sanno mandare via.
-Non so se ci riuscirò.-
Rispose cercando di rimanere calma. Davanti a lei vedeva ancora il sorriso di Sakura, un ricordo indelebile che le faceva sanguinare il cuore.
Nate annuì, rimanendo in silenzio qualche minuto. Fuyumi sperò di non averlo offeso, ma aveva solo detto la verità. Difficilmente sarebbe tornata quella di una volta. Tutto quello che Sakura le aveva insegnato, tutti gli incoraggiamenti che le aveva dato..doveva tutto a lei.
-Parlami un po' di lei. Ho visto il suo viso, ma non ho idea di che tipo era. Te la senti?-
Toccò a Fuyumi annuire; non ne parlava mai di solito, ma doveva farlo prima o poi. L'avrebbe aiutata a superare il lutto, cosa che doveva fare da anni ormai.
-Sacchan era una ragazza fantastica: allegra, esuberante, che proteggeva i più deboli..ed io ero debole. Ero la bambina più timida alle elementari, e lei fu l'unica che provò a stringere amicizia con me. 
Diventammo inseparabili: facevamo i compiti assieme, uscivamo solo noi due..spesso mi chiedevo se non ero troppo appiccicosa con lei.- Sorrise leggermente al ricordo. -Ma a lei andava bene così. Avrebbe potuto frequentare persone migliori di me ma non l'ha fatto. Lei era Sacchan, e io Fuka. Fuka e Sacchan, il duo inseparabile. Così ci vedevano tutti.-
Si concesse una pausa per prendere fiato, mentre i ricordi si affollavano nella sua mente. 
-Io..io non sono niente senza di lei.-
Queste parole risvegliarono Nate, che era rimasto in silenzio tutto il tempo.
-Cosa dici? Non è vero! Tu sei..sei una delle persone migliori che io abbia conosciuto, non è vero che senza di lei non sei nulla!-
Fuyumi sobbalzò sorpresa. Da un lato era contenta di sapere cosa pensasse di lei il ragazzo, dall'altra il dolore per la perdita di Sacchan era ancora troppo forte.
-Non dire mai più una cosa del genere, ti prego.-
E qualcosa nello sguardo di Nate la convinse. Doveva smetterla, se lo faceva stare così male.
-Posso chiederti un favore?-
Chiese improvvisamente. Un'idea si stava facendo strada nella sua mente. Un'idea folle, assolutamente pazza.
-Certo, tutto quello che vuoi.-
Disse, sollevato che Fuyumi si fosse ripresa.
-Tu sei un Metamorfomagus, no? Puoi..puoi trasformarti in Sakura?-
Chiese lei, sussurrando. Voleva vederla un'ultima volta. 
Nate sbiancò, boccheggiando. Probabilmente si aspettava tutto tranne che questo.
-Ti prego. Voglio vederla.-
Lo supplicò, guardandolo dritto negli occhi, cosa che non faceva mai con nessuno.
Senza una parola, Nate modificò il suo viso, ed eccola lì: Sakura Usami.
Fuyumi trattenne il respiro, credendo di trovarsi davanti la vera Sakura. Era quello d'altronde il suo scopo: fingere che lei fosse lì.
-Sacchan...-
Sussurrò, poggiando le mani sul viso di Nate/Sakura, guardandolo senza fiato. 
-Fuka.-
Rispose lui con la voce della ragazza. Le mani di Fuyumi tremarono, ma non si mosse di un millimetro. Era consapevole di essere molto vicina al viso di lui, ma non le importava: adesso Nate era Sacchan.
-Mi manchi un sacco Sacchan.-
Disse, sentendo le lacrime solcarle il viso, calde.
-Anche tu Fuka. Ma devi andare avanti. Io ti sorveglierò dall'alto.-
Fuyumi non poté fare a meno di ringraziare mentalmente Nate, che si stava prestando a quella sceneggiata. 
-Io..ci proverò. Te lo prometto.-
Sakura sorrise ancora, prima di tornare ad essere Nate.
Fuyumi, senza dire una parola, nascose il viso contro il suo petto, scossa dai singhiozzi.
-Grazie..grazie.-
Riusciva solo a dire. Sentì le braccia di Nate stringerla, e si sentì a casa.
-Di nulla.-
Fuyumi, per quanto avesse poca esperienza di appuntamenti, era certa che nessuno fosse mani andato a finire così.





Angolo autrice


Allora, questa Shot mi è uscita dal cuore, sul serio. Questi due personaggi, inventati da me e da Effie (che reputo una scrittrice fantastica) mi sono piaciuti così tanto che non ho potuto non scrivere qualcosa su di loro. Ho postato la FanFiction in Harry Potter perché il contesto è quello, e sono stata molto indecisa fino all'ultimo, se pensate che non vada bene qui ditemelo pure.
Non so in quanti la leggeranno, perché d'altronde parla di due personaggi nuovi, non c'è il Trio, i loro figli e nessuno di loro, anche se il contesto è quello della Nuova Generazione. Potrei inserirli nel caso mi vada ancora di scrivere su questa coppia, su cui stavo scrivendo già un'altra shot, anche se sono bloccata al momento. xD
Beh, che dire: mi piacerebbe davvero trovare diverse recensioni, più che altro per sapere come posso migliorare il mio stile di scrittura (diciamocelo, in confronto ad Effie faccio pena!) e quant'altro.
Baci, Niniel.

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Capitolo 2
*** Afraid of the Dark. ***


AFRAID OF THE DARK.



Fuyumi aveva un segreto, un segreto terribile, che non aveva mai rivelato a nessuno. Viveva nella paura che qualcuno lo scoprisse.

Nemmeno i suoi genitori ne erano a conoscenza, nemmeno Sakura. Solo Kuro, il suo gatto, perché Fuyumi gliene parlava spesso, essendo il suo unico confidente.

Fuyumi aveva il terrore del buio e dei temporali.

Sebbene avesse quindici anni, la notte faticava a prendere sonno a causa dell'oscurità. Se poi si svegliava nel pieno della notte, era finita. Non riusciva più a chiudere occhio fino all'alba.

Quella notte dormiva a pancia in giù, e, senza che se ne accorse, Kuro le saltò sulla schiena e si acciambellò sopra di lei. Il gatto cercava sempre di rendere sereno il sonno della padroncina, e ci riusciva benissimo. La sola vicinanza bastava a calmare Fuyumi, che trovava nel calore della pelliccia nera del gatto un enorme sollievo.

Kuro cominciò a fare le fusa, chiudendo gli occhi azzurri, nascondendo il muso con la coda, per poi cadere in dormiveglia.

Fuyumi nel frattempo, sognava. Sognava Sacchan, che le sorrideva come una volta e la teneva per mano, senza dire una parola. E lei che non osava interrompere il silenzio, sorridendo a sua volta, anche se aveva un sacco di cose da dirle. Avrebbe voluto pregarla di restare con lei, al suo fianco, come aveva sempre fatto; avrebbe voluto chiederle di andare a gironzolare per Tokyo come facevano sempre, quando lei era viva.

Ad un certo punto, però, Sakura lasciò andare la sua mano, e prese ad allontanarsi da lei, dandole le spalle.

Fuyumi prese a rincorrerla, ma per quanto corresse non riusciva a raggiungerla. Eppure non capiva: Sakura stava solo camminando!

-Sacchan!-

La chiamò a gran voce, disperata. Lei si voltò verso l'amica, impassibile.

-Non posso restare.-

La sua voce era fredda come il ghiaccio, come..la morte.

-Perché non puoi?-

Le chiese a mezza voce, scombussolata. Non era Sakura, era diversa. La sua migliore amica non l'avrebbe mai trattata così.

-Perché sono morta, Fuyumi. E tu devi andare avanti.-

Sibilò, dandole nuovamente le spalle. Una luce improvvisa, così potente da costringere Fuyumi a chiudere gli occhi.

E si svegliò.

Dapprima non capì dove fosse, poi, strizzando gli occhi, si accorse di essere nel suo letto a Hogwarts, e doveva essere circa l'alba.

Sentì un peso sulla schiena, e, allungando una mano, si accorse di avere Kuro appollaiato sulla sua schiena. Sospirò scocciata, allontanandolo con una mano, e si tirò su a sedere.

Stupidi incubi. Perché nonostante avesse visto Sacchan, per lei era stato un incubo. Vederla così fredda e impassibile nei suoi confronti era stato traumatico. Preferiva vederla morta, a questo punto.

Ma cosa stava pensando? Scosse con forza la testa, inorridita da sé stessa. Non era da lei pensare cose così cattive!

Si alzò lentamente, cercando di non pensare all'incubo, ma il viso di Sacchan era ancora impresso nella sua mente. Corse in bagno e gettò la testa sotto il rubinetto.

Il getto d'acqua fredda la svegliò completamente, e finalmente riuscì a scacciare i brutti pensieri.

Anche se era l'alba, poco importava: ormai non sarebbe più riuscita a dormire, sapendo cosa l'aspettava se avesse chiuso nuovamente gli occhi.

Era sabato, quindi non c'erano lezioni e poteva vestirsi come voleva. Prese dal baule una T-shirt gialla, con sopra rappresentata una donna in kimono, e dei pantaloncini corti. La cosa che più amava del week-end era il poter vestirsi come preferiva. Non che la divisa le dispiacesse, ma dopo un po' diventava stancante.

Indossò le scarpe da ginnastica e decise che avrebbe cambiato anche acconciatura. Si diresse nuovamente in bagno e raccolse i capelli in uno chignon, in modo che il collo lungo fosse ben in mostra.

Tornò nella stanza e prese dal baule due o tre libri per passare il tempo, almeno fino a quando non si fosse alzato qualcuno.

Senza nemmeno accorgersene, pensò subito a Nate. Magari avrebbe potuto andare a cercarlo, le sarebbe piaciuto passare la giornata con lui.

Ma c'erano ben due problemi: primo, non avrebbe mai avuto il coraggio di andare a cercarlo. E secondo, era sicura che lui avrebbe accettato?

Si sedette sulla sua poltrona preferita, con un sospiro esasperato: la sua proverbiale timidezza la conoscevano tutti quelli con cui aveva intavolato un minimo di conversazione.

Prese in mano un libro a caso, iniziando a leggere le prime righe. Era un libro di mitologia giapponese, argomento che adorava. Le figure che più l'affascinavano erano gli shinigami, dei della morte che raccoglievano le anime. Ogni volta che tornava a casa cercava nuovi libri su di loro, girava per tutte le librerie e biblioteche facendo impazzire Hiroki, che era costretto a seguirla se voleva passare un po' di tempo con lei.

“Come se non ci vedessimo abbastanza spesso qui a scuola.”

Pensò sbuffando. Da quando il suo migliore amico aveva iniziato a frequentare Hogwarts, era quasi impossibile per Fuyumi trovare un secondo di pace. Non che Hiroki le desse noia, ma a volte l'unica cosa che voleva era starsene da sola per poter pensare liberamente.

Per quanto sforzasse di concentrarsi, ben presto ricominciò a pensare a Nate. Avrebbe tanto voluto vedere lui, in quel momento. Chiuse il libro sbuffando: possibile che ogni volta che pensasse a lui, non riusciva più a concentrarsi sulla lettura? Che seccatura.

Si rialzò e tornò nel dormitorio, facendo attenzione a non svegliare le sue compagne, per rimettere i libri a posto. Avrebbe fatto una passeggiata, non doveva pensare, almeno.

Uscì dalla Sala Comune di Tassorosso con uno strano presentimento: era come se il corridoio la chiamasse a gran voce. Doveva uscire, non era più solo una sua decisione. C'era qualcosa che l'aspettava lì.

Fu con enorme delusione che constatò di essersi sbagliata: non c'era niente. Si era immaginata tutto.

Che sciocca che era stata. Non doveva fidarsi di quelle sensazioni. Scosse con forza il capo e s'incamminò attraverso il corridoio.

All'improvviso le venne in mente una canzone, che veniva usata in Giappone tra i bambini.

Si guardò intorno, con fare sospetto poi, constatando che non c'era nessuno, iniziò a saltare di mattonella in mattonella, canticchiando tra sé.

-Yubi kiri genman

Uso tsuitara-

Saltellò su un piede, allegra. Era come tornare bambina. All'improvviso rivide lei e Sakura che, facendo il girotondo, cantavano quella canzone, sorridenti, allegre, innocenti, senza ancora sapere quello che sarebbe successo. Aprì la bocca per riprendere a cantare, ma prima che potesse emettere suono, qualcuno continuò al suo posto.

-Hari sen bob nomasu

Yubi kitta.-

Quasi cadde a terra dalla sorpresa. Chi poteva conoscere quella canzone?

Si voltò fulminea, ritrovandosi davanti Nate, che, sorridendole, avanzò verso di lei.

Doveva avere una faccia talmente sconvolta che il ragazzo si sentì in dovere di rassicurarla.

-Ehy, calma. Sono solo io. Buongiorno comunque. E' la seconda volta che ti incontro di mattina presto.-

Osservò, portandole alla mente l'ultimo incontro. Arrossì ricordando di come aveva pianto abbracciata a lui, sentendosi infantile. Non aveva mai pianto così tanto in vita sua, e soprattutto, non aveva mai pianto davanti a nessuno, se non Sakura!

Balbettò frasi senza senso per qualche secondo, per poi ricomporsi. Un minimo di dignità, Fuyumi!

-Come mai sei già in piedi?-

Gli chiese, odiandosi per il tremolio della sua voce.

Le labbra di Nate si incurvarono in un sorriso, che fece confondere la ragazza. Ogni volta che succedeva era così: le si svuotava la mente e non capiva più nulla, abbagliata completamente dai suoi sorrisi.

-Mi piace fare due passi quando non c'è nessuno in giro. E tu?-

Fuyumi scosse leggermente il capo per riprendersi.

-Ho avuto un incubo, e quando succede non riesco a riaddormentarmi. Così ho deciso di fare una passeggiata.-

Rispose, alzando le spalle esili. A quanto pare la risposta non piacque al ragazzo, che aggrottò le sopracciglia in un'espressione preoccupata.

-Mi spiace. C'è qualcosa che posso fare?-

Sulle prime, Fuyumi pensò di dire “Sì, resta tutto il giorno con me.”, ma si trattenne all'ultimo, imbarazzata.

-Non saprei..-

Rispose invece, dondolandosi sulle gambe. Nate l'affiancò e le circondò le spalle con un braccio.

-Facciamo una cosa. Oggi farò il buffone solo per te, che ne dici? Così non penserai a quell'incubo.-

Fuyumi si aprì in un sorriso radioso. Era come se lui le avesse letto nella mente.

Ripensò alla sensazione di prima, di quando aveva pensato che ci fosse qualcuno che l'aspettava fuori dalla porta. Aveva avuto ragione, allora!

-Va bene!-

Trillò allegra. Eccome se andava bene.

 

***

Nate non le si era staccato nemmeno un minuto, durante la giornata, e Fuyumi era su di giri.

Era così dolce e divertente che ben presto dimenticò il viso impassibile di Sakura, e si concentrò solamente su di lui e sul suo sorriso.

Se lo era detto mille volte, sentendosi ripetitiva, ma non poteva farne a meno: la parte che più amava di Nate era il sorriso, così splendente e contagioso da metterla di buon umore in un attimo.

Erano nella Sala Grande al tavolo di Tassorosso, all'ora di pranzo. Si sentiva un po' in colpa; aveva strappato Nate ai suoi compagni di Casa che continuavano a lanciargli occhiatine perplesse dal loro tavolo.

Fuyumi non era capace di essere egoista: per quanto ci provasse, non ne era capace.

Per questo si mosse sulla panca, a disagio, guardando di sottecchi Nate.

-Se..se vuoi andare dai tuoi amici non te lo impedisco, sai.-

Sussurrò piano, prima di prendere un boccone del pasticcio di carne.

Non che le dispiacesse il cibo occidentale, ma le mancava tremendamente quello orientale. Pensava con l'acquolina in bocca al sushi, agli onigiri, alla tempura..il suo stomaco gorgogliò al pensiero di tutto quel ben di Dio, ma non era il momento. Non avrebbe assaggiato quelle delizie prima di due mesi come minimo.

Nate scosse la testa, perplesso.

-Perché dovrei? Sto bene qui, e poi ti ho promesso che sarei rimasto tutto il giorno con te.-

Fuyumi arrossì appena, tornando a concentrarsi sul piatto che aveva davanti.

-Beh..grazie.-

Il ragazzo scrollò le spalle, riprendendo a sua volta a mangiare. Rimasero in silenzio per qualche minuto, prima che lui tornasse a parlare.

-Dopo pranzo voglio mostrarti un posto.-

Fuyumi alzò un sopracciglio, perplessa.

-Che posto?-

-Si chiama Stamberga Strillante. Se non ricordo male tu hai un gatto, no?-

La ragazza annuì, ancora più confusa. Cosa voleva dal suo adorato Kuro?

-Bene, allora vai a prenderlo. Ci vediamo davanti al Platano Picchiatore tra mezz'ora.-

Detto questo, Nate si alzò con un sorriso enigmatico stampato in faccia, le baciò il capo e si allontanò con le mani in tasca, fischiettando.

Fuyumi, ormai rossa quanto un pomodoro, lasciò perdere il pasticcio di carne. Aveva lo stomaco chiuso.

Doveva considerarlo un appuntamento? Perché, allora, era il loro secondo appuntamento.

***

 

Come le aveva ordinato Nate, Fuyumi si presentò davanti al Platano Picchiatore con in braccio Kuro, che si guardava intorno curioso.

-Non provare a scappare, eh.-

Gli sussurrò, stringendolo a sé. Non lo aveva mai fatto uscire dal dormitorio, ed era preoccupata che se ne andasse a zonzo. E se il Platano Picchiatore gli avesse fatto del male?

Deglutì rumorosamente, guardando l'albero enorme davanti a lei. Non voleva perdere Kuro. Gli accarezzò la testolina, mentre le fusa di lui si facevano più forti.

Il gatto alzò gli occhi sulla padroncina, cercando il suo sguardo.

Fuyumi guardò Kuro nei suoi occhi azzurri come il cielo, e vi lesse uno sguardo di...rassicurazione forse?

Possibile che il gatto capisse sempre quello che provava? Ecco perché gli era particolarmente affezionata. Era l'unico a capirla veramente, da quando non c'era più Sacchan.

Qualcuno le posò le mani sugli occhi, facendola sussultare dalla sorpresa.

-Chi sono?-

La voce era diventata ormai inconfondibile per Fuyumi, che sorrise.

-Nate, lo so che sei tu.-

Il ragazzo ritrasse le mani, ridendo.

-Beccato!-

La ragazza si voltò, sorridendo.

-Questo è Kuro. Dì ciao Kuro!-

Il gatto miagolò, osservando con moderato interesse il ragazzo.

Nate avvicinò il viso al muso del gatto, scrutandolo con attenzione.

-Ha uno sguardo intelligente.-

Fuyumi annuì, orgogliosa. Adorava il suo gatto e sapeva che era molto più intelligente di altri animali.

-Oh sì. E' il mio angelo custode. Mi ha salvata in diverse occasioni.-

Ammise, accarezzando il gatto, che socchiuse gli occhi. Ebbe la sensazione che Nate stesse per chiedere qualcosa, ma cambiò immediatamente espressione.

-Posso prenderlo in braccio?-

Restia, Fuyumi passò Kuro al ragazzo, lanciandogli un'occhiata severa.

-Non fargli male.-

Nate annuì distratto, per poi chinarsi e indicare il Platano Picchiatore.

-Kuro, devi farci un favore. Vedi quell'albero? C'è una specie di tasto tra le sue radici che lo immobilizza. Se riesci a premerlo potremo avvicinarci all'albero e Fuyumi sarà sana e salva. Puoi farmi questo favore?-

L'espressione guardinga di Fuyumi si trasformò in puro terrore. Non avrebbe mai lasciato che il suo gatto si avvicinasse al Platano Picchiatore!

Riprese Kuro in braccio, stringendolo a sé come una madre stringe un figlio, con fare protettivo.

-Non ci pensare nemmeno! Sei matto? -

Sibilò, riducendo gli occhi a mandorla a due fessure. Con un miagolio irritato, Kuro balzò giù e iniziò a correre verso le radici dell'albero.

-No, Kuro!-

Strillò la ragazza, cercando di raggiungerlo. Già immaginava il suo adorato gatto fatto a pezzi dal Platano. Non voleva perdere anche lui, non lo avrebbe permesso!

Le braccia di Nate la strinsero per la vita, costringendola a fermarsi.

-Non andare, guarda. Ce l'ha quasi fatta.-

Fuyumi si dimenò, cercando di liberarsi dalla presa salda del ragazzo. Però doveva ammettere che stava dicendo la verità; il gatto era arrivato alle radici, e aveva premuto quello che sembrava un pulsante. Improvvisamente l'albero smise di agitarsi e rimase immobile.

Nate la lasciò andare, sorridendo trionfante.

-Visto? Sta benone!-

Fuyumi si voltò verso di lui, rossa dalla rabbia.

-E se si fosse fatto del male? Se il tuo piano non avesse funzionato, eh genio? Se ci avesse rimesso le penne ti avrei gettato nella foresta proibita e ti avrei lasciato in pasto agli esseri che la abitano!-

Ringhiò, riducendo gli occhi a due fessure, per poi correre verso il gatto, lasciando Nate immobile e decisamente sconvolto.

Per la prima volta in vita sua si era arrabbiata sul serio, non le era mai successo prima. Un po' le dispiaceva aver trattato male il ragazzo, ma Kuro veniva prima di tutto. Strinse a sé il gatto, affondando il viso nel suo pelo nero.

-Per fortuna stai bene, piccolo mio.-

Sussurrò, sollevata. Sentì dietro di sé i passi di Nate, che si avvicinava con cautela. Forse aveva un po' esagerato, ma nessuno poteva capire quello che lei provava per il suo gatto. Non era affetto, era di più.

-Fuyumi, senti, mi dispiace.-

-Ah, non fa nulla. Scusami se ti ho trattato male.-

Replicò lei, sorridendogli rassicurante. Era incredibile come le venisse spontaneo sorridere con lui, quando di solito era troppo imbarazzata con gli altri per lasciarsi andare.

Nate ricambiò il sorriso, sollevato.

-Bene, allora via, verso la Stamberga Strillante!-

Il ragazzo la prese per mano, inoltrandosi in quello che Fuyumi dedusse essere un passaggio segreto.

In situazioni normali la ragazza sarebbe morta di paura, perché il passaggio era buio e stretto, ma la presa di Nate, forte e sicura, la tranquillizzava.

-Ci siamo quasi..eccoci!-

La Stamberga Strillante non era nulla di che, a dire il vero. Era solo una catapecchia vuota. Fuyumi alzò un sopracciglio, perplessa.

-Tutto qui?-

Le scappò, prima che potesse zittirsi.

Nate ghignò, sedendosi per terra.

-Sì, tutto qui. Ma è l'ideale quando hai bisogno di un posto dove stare da solo.-

Fuyumi si sedette al suo fianco, annuendo più per gentilezza che altro. Per pensare poteva benissimo andare al Lago Nero, e da solo! Perché l'aveva portata con sé?

Trattenne uno sbuffo, facendo cenno a Kuro di saltarle in braccio, per poi iniziare ad accarezzarlo. Il gatto iniziò a fare le fusa così rumorosamente che si sentivano per tutta la Stamberga.

Nate, che nel frattempo aveva chiuso gli occhi, li riaprì osservando scocciato il gatto.

-Fa sempre così?-

La ragazza sorrise, annuendo.

-Gli piacciono le coccole.-

Replicò solamente, facendo un grattino sotto il mento a Kuro, che socchiuse gli occhi allungando il collo.

Nate allungò una mano verso il gatto, cercando di accarezzarlo, ma aveva avuto una pessima idea: l'animale soffiò minaccioso, indietreggiando. Il ragazzo ritirò immediatamente la mano, spaventato.

-Gli piacciono le tue coccole.-

Precisò, alzando un sopracciglio. Fuyumi ridacchiò, lasciando andare Kuro, che se ne andò dall'altra parte della stanza. Nate alzò gli occhi al cielo, abbandonandosi contro la parete.

-Uhm, credo che stia per arrivare un temporale.-

Osservò. Quelle poche parole bastarono a distruggere l'autocontrollo della ragazza. Prese a tremare, spaventata, abbracciandosi le ginocchia.

-Un t-temporale?-

Bisbigliò nascondendo il viso contro le ginocchia.

Sentì il ragazzo muoversi verso di lei, affiancandola. Erano spalla contro spalla.

-C'è qualcosa che non va?-

Le chiese, preoccupato. Fuyumi scosse con forza la testa, senza guardarlo in viso. Non aveva mai rivelato a nessuno le proprie paure, spaventata all'idea che potessero prenderla in giro.

-Sicura? Lo sai che a me puoi dirlo. Siamo amici.-

Ecco, questa era una cosa che non aveva mai calcolato. Quando aveva giurato a sé stessa che mai e poi mai avrebbe svelato il proprio infantile e stupido segreto, non aveva pensato che potesse avere altri amici. Ma il problema non era questo, si disse. Il problema era che non considerava Nate un amico.

Quando si era trattato di dover decidere se confessare tutto a Sakura o meno, non aveva avuto dubbi: avrebbe tenuto la bocca cucita. Ma ora era diverso, e la sua decisione vacillava.

Forse era arrivato il momento di smetterla con questa scemenza. Il fato le stava dando un'opportunità più unica che rara per aprirsi con l'unico ragazzo che fosse mai riuscito a catturare la sua attenzione, e non doveva sprecarla.

-Ho il terrore del buio. E dei temporali.-

Rispose infine, arrossendo.

-Bene, puoi prendermi in giro ora.-

Aggiunse infine, chinando il capo.

Ci furono diversi minuti di silenzio, durante i quali l'unico rumore che si sentiva era il soffio del vento, che ululava fuori dalla Stamberga Strillante.

-Tutto qui?-

Disse Nate, rompendo il silenzio. Il suo tono di voce, cosa che sorprese Fuyumi, era calmo e sereno.

-Come tutto qui? E' il mio più grande segreto! Non lo sa nessuno! Non l'ho mai detto nemmeno a Sakura!-

Saltò su lei energicamente. Era una cosa che non concepiva. Aveva passato quindici anni a nascondere la sua più grande paura, e lui la prendeva alla leggera, come se fosse nulla di cui preoccuparsi!

Nate sorrise, prendendole la mano, gesto che la fece calmare immediatamente. Ecco l'ennesima parte di lui che adorava: riusciva a farla sentire sempre a proprio agio.

-Non mi sembra una cosa di cui vergognarsi così tanto.-

Rispose semplicemente. In quel momento, il rumore di un tuono fece sobbalzare e gridare dalla paura Fuyumi, che si tappò le orecchie per non sentire.

Rimase immobile, tremante, troppo terrorizzata per provare a calmarsi respirando a fondo, come faceva di solito.

Le braccia di Nate la circondarono e lui le fece appoggiare la testa sulla sua spalla. E il tempo si fermò.

Tutti sanno quanto i giapponesi fossero poco inclini ai contatti fisici; i genitori in pubblico non abbracciavano né baciavano i propri figli, era considerato sconveniente quasi come girare in biancheria intima per il centro della città.

Fuyumi poi, era più timida della norma, e questo di certo non aiutava. Eppure fu quell'unico abbraccio, dato dalla persona più importante che avesse, a calmarla. Per la prima volta in vita sua non pensò a quanto fosse imbarazzante il contatto fisico, anzi, non pensò affatto. Il calore di quell'abbraccio era un balsamo per la sua anima malinconica, la guariva pian piano, e più continuava, più desiderava di non staccarsi mai da lui.

Nate prese a canticchiare, la stessa canzone che avevano cantato assieme quella mattina, cullandola. Pian piano, Fuyumi si calmò e si tolse finalmente le mani dalle orecchie, desiderosa di ascoltare la voce del ragazzo, che cantava solo per lei.

-Sai, mamma mi ha insegnato un modo per superare la paura.-

Le sussurrò lui, dopo quelle che a lei parvero ore.

-Immagina il viso della persona a cui tieni di più, nei minimi dettagli. Pensa alla forma del volto, al naso, alle labbra, al taglio degli occhi e al loro colore. La paura andrà via da sola. Capito?-

Fuyumi alzò lo sguardo, incontrando quello di Nate. Entrambi avevano gli occhi castani, lei più tendenti al dorato, lui più simile al cioccolato. Lo sguardo del ragazzo era così sicuro, che lei non poté che credergli. Avrebbe funzionato. Annuì leggermente, per poi tornare ad appoggiare il viso sulla sua spalla. Rimasero così per diverse ore, fino a quando il temporale non finì.
Da quel giorno, Fuyumi non ebbe più paura del buio, né dei temporali. Le bastava immaginarsi il viso di Nate, il suo sguardo rassicurante e il suo sorriso luminoso, per sentire la paura svanire.





Angolo autrice.

Uhm, seconda shot, più che altro scritta perché una certa persona (non la nomino, ma tanto sa già che parlo di lei u.u) mi ha intimato di scrivere. L'avevo in cantiere da un po', ma non l'avevo mai finita perché mi ero bloccata.  Ora che sono riuscita a finirla, mi pare giusto pubblicarla per farle una sorpresa, e per dirle che probabilmente ne scriverò presto una terza!
Spero che vi sia piaciuta!
Baci, Niniel.

P.s: Se qualcuno fosse interessato ai volti che avevo immaginato per Nate e Fuyumi, ecco qui!

Nate: Yosuke Crawford. 
http://30.media.tumblr.com/tumblr_lq8ctl9n4i1qkb5deo1_500.jpg [In realtà l'attore sarebbe castano, ma io lo adoro con i capelli mezzi biondi e Nate DEVE essere così. Ma d'altronde, è un Metamorfomagus, può cambiare aspetto quando gli pare. xD]

Fuyumi: Namie Amuro. 
http://24.media.tumblr.com/tumblr_lq77kiPa1P1qd5658o1_500.jpg [E' Fuyumi, punto. Ha un viso dolcissimo e ti viene voglia di strapazzarla di coccole.]

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