E' illegale, Molly Prewett!

di orual
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte prima ***
Capitolo 2: *** Parte seconda ***
Capitolo 3: *** Parte terza ***



Capitolo 1
*** Parte prima ***


 Allora. Sto scrivendo Dopoguerra, come chi mi segue ben sa, e presto aggiornerò quella storia, ma l’ispirazione mi ha preso improvvisa durante il baby sitting, come mi succede spesso... Leggevo il Prigioniero di Azkaban ai bambini, ed una frase mi è rimasta in testa, così dopo averli messi a letto ho buttato giù qualcosa... che poi si è allungato a dismisura, prendendo anche un tono più serio.
E’ un’escursione nella Hogwarts anni 60, prima dei genitori di Harry, al tempo dei genitori di Ron. Mio primo salto nella old generation, che comunque non è la old generation classica. In fondo farò qualche chiarimento.
L’ho divisa in due perchè è risultata troppo lunga, ma è già tutta scritta e posterò il finale prestissimo... è solo per darvi un po’ di suspence!;)
Gli ambienti ed i personaggi, tranne Annie Liddell ed Hector Shacklebolt, sono di J. K. Rowling. Li uso solo per dilettantistico diletto.
Buona lettura!

 
Parte prima
“...la signora Weasley raccontava a Ginny e a Hermione di un Filtro d’Amore che aveva preparato da ragazza. Avevano tutte e tre la ridarella.”
(J.K.Rowling, Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, capitolo 5)
 
-Sì, credo che ci proverò- esordì Molly mentre lasciavano l’aula in mezzo agli altri, che sciamavano impazienti dirigendosi verso la Sala Grande. Erano le una, e gli stomaci urlavano, soprattutto dopo i profumi deliziosi che molti di loro avevano appena sentito nel sotterraneo di Pozioni dove avevano fatto lezione.
-A fare che cosa?- chiese Annie di cattivo umore, rovistando nella sua borsa in cerca di un fazzoletto. Da un paio di giorni aveva un raffreddore devastante, che le faceva colare il naso e lacrimare gli occhi: quando il giovane professor Lumacorno le aveva chiesto cosa sentisse nel paiolo dove bolliva l’Amortentia, non aveva potuto rispondere alcunché, ed era un vero peccato, perchè tutti gli altri avevano annusato entusiasti, e molti erano arrossiti, e sarebbe stata un’esperienza interessante da fare.
Molly aspettò che anche gli ultimi compagni le superassero, poi abbassò la voce:
-A dare un filtro a McLaggen.
-Cosa?- l’amica la guardò oltre il bordo del fazzoletto che si premeva sul naso.
-Oh, Ann, come se non sapessi che mi piace Angus!- ribatté Molly, arrossendo sensibilmente.
-E’ illegale- puntualizzò Annie, riponendo il fazzoletto ed abbassando ulteriormente la voce –E inoltre... tu non hai idea di quanto sia complicato preparare l’Amortentia. Il professore voleva solo farcela vedere.
-Non voglio dargli l’Amortentia!- ribatté subito Molly –Solo un filtro, qualcosa di più leggero... un semplice aiutino.
Annie sospirò, guardandola con eloquenza, e Molly si risentì un poco. Dopotutto, Angus McLaggen l’aveva salutata per ben tre volte, quell’anno. Ed erano solo alla fine di gennaio.
-Non guardarmi come se fossi senza speranza. Mi ha...
-Già salutata tre volte, lo so. Molly, non volevo dirtelo, ma le due volte in Sala Grande stava salutando Patrick Midgeon, che era dietro di noi.
-Cosa? Oh, ma... ah. Ah, ecco.
In effetti, ora era tutto più chiaro, rifletté Molly. E la terza volta, quindi, aveva solo risposto al suo saluto entusiasta quando lo avevano incrociato sul prato, diretti alle Serre. Ecco il perchè della sua espressione perplessa, ora che ci pensava.
-Dai, Molly...- Annie le stava stringendo la mano, comprensiva, vedendo quanto ci era rimasta male. La guardò, con aria profondamente infelice.
-Anche quest’anno non andrò ad Hogsmeade con nessuno per San Valentino.
-Come, con nessuno!- replicò Annie offesa –E io e Bertha, scusami?
-Intendevo con un ragazzo. E tu sarai sicuramente invitata da Ted anche stavolta.
-Ho sempre rifiutato!- protestò Annie.
-E’ il principio, che conta- rispose Molly, testarda –Sono l’unica che non è mai stata invitata da nessuno. Bertha può avere tutti i ragazzi che vuole, tu hai Ted, e io invece...
-Io non ho Ted! E’ un nostro amico, mi invita per scherzo, non lo puoi contare.
-Beh, comunque...
-E Bertie si dimentica sempre chi l’ha invitata, e alla fine resta sempre con noi...
-Ragazze!
Parlando erano arrivate alla Sala Grande, e Bertha si sbracciava per indicare loro i due posti liberi che aveva tenuto accanto a sé. Dopo il GUFO disastroso in Pozioni, aveva lasciato perdere quella materia, quindi teneva regolarmente loro il posto per pranzo il giovedì.
-Cosa sono quelle facce?- chiese allegramente, mentre le altre due si sedevano vicino, posando a terra le borse dei libri.
-Molly non ha nessuno con cui andare ad Hogsmeade.
-Oh, Molly, ma non ti preoccupare... i ragazzi sono tutti degli idioti.
-Grazie a nome della categoria.
Ted Tonks si sedette stancamente accanto ad Annie, che si spostò per lasciargli più spazio.
-Che ti succede, Ted?- chiese Molly, colpita dalla sua aria cupa.
-Problemi di cuore? Possiamo fare qualcosa?- disse Bertha allegramente.
Ted sembrò ancora più triste, ed Annie, che aveva notato la sua depressione ed il nervosismo da un po’ di tempo a quella parte, si affrettò a dire:
-Se ti deprimi così, ci vengo, con te ad Hogsmeade, Ted. Solo che poi Molly mi ammazza perchè la lascio sola.
Ted chiedeva ad Annie di uscire da quando erano al primo anno. Era diventato un tormentone, un rito divertente che si ripeteva ogni volta che si prospettava un’uscita ad Hogsmeade. In compenso, erano ottimi amici, ed in effetti, era strano che Ted non glielo avesse ancora chiesto, quella volta.
Ted sorrise all’amica.
-Grazie, Ann. No, temo che non possiate aiutarmi, stavolta.
Riprese a mangiare in silenzio, e dato che era chiaro che non aveva voglia di spiegarsi, le ragazze lasciarono perdere, anche se Annie gli scoccò un’occhiata preoccupata.
-Ehi, Jorkins, vieni con me ad Hogsmeade, il quattordici?- fu interpellata Bertha in quel momento da un ragazzo alto e considerevolmente bello, che passava dietro di loro.
Bertha si girò a guardarlo, scostandosi i capelli biondi tagliati corti e sbarazzini, ed esitò, lanciando un’occhiata interrogativa ad Annie.
-Emil Boot. E’ un Corvonero. Ti ha invitata anche l’anno scorso- bisbigliò lei, rassegnata.
-Ah, ecco! Simpatico, mi ricordo...
Annie e Molly si guardarono, reprimendo un sorriso.
-Beh, d’accordo- assentì Bertha ad alta voce, ed il ragazzo se ne andò, soddisfatto.
-Era simpatico, vero?- chiese Bertha ansiosamente alle amiche.
-Non saprei- fece Molly, tagliando svogliatamente la carne sul suo piatto –Non ti sei presentata all’appuntamento, l’altra volta.
-Sì, notevole che ci abbia riprovato- osservò Annie.
-Davvero? Oh, povero ragazzo!- commentò Bertha dispiaciuta, girandosi a guardarlo di nuovo mentre si allontanava.
Bertha dimenticava sempre i suoi appuntamenti, ed era presumibile che fosse solo per via della sua indiscutibile bellezza che le richieste continuavano a fioccare.
-Ma questa volta aiutatemi, davvero. Non vorrei mortificarli così, è che proprio mi... mi passa di mente. Mi aiuterete, vero?
-Ti aiutiamo sempre, Bertie. Con scarsi risultati.
Molly sbuffò:
-Non è giusto, Bertha! Tutti quei ragazzi e sprechi gli appuntamenti così. Emil è anche bello.
Bertha la guardò sorpresa:
-Credevo che ti piacesse Angus.
-Le piace Angus- interruppe Annie –E vuole dargli un filtro.
Ted sollevò lo sguardo, le fissò un attimo e poi tornò alla sua zuppa, scuotendo la testa.
-Un filtro?- strillò Bertha.
-Abbassa la voce, Bertie!
-Ma... è un’idea grandiosa! Troppo divertente!
Molly sciolse il broncio in un sorriso:
-Annie dice che è illegale.
-Oh, Annie, sei sempre così noiosa...- rise Bertha, abbracciando l’amica accanto a sé.
-Beh, è vero, non credo sia leg...- intervenne Ted.
-Possiamo smettere di parlarne a tavola?- fece Annie in tono allarmato, guardando sopra le spalle di Molly, ed un momento dopo, i fratelli di Molly, rossi di capelli come lei, piombarono tra loro, sedendosi ai due lati della sorella.
-Parlare di cosa?- chiese Fabian.
-Nulla che vi riguardi!- strillò Molly, esasperata –Andiamo, ragazze!- fece, alzandosi da tavola precipitosamente.
-Parlavano di un filtro!- sghignazzò Gideon, rivolto al gemello.
I gemelli erano il grande tormento di Molly: erano al secondo anno, e già si erano fatti conoscere come degni di essere iscritti nelle liste dei peggiori combinaguai degli annali di Hogwarts.
-Uao, Molly, così smetterai di sgridarci per tutto quello che facciamo di illegale...
-Non dirlo proprio davanti a me, Fabian, o mi costringerai a punirti preventivamente- minacciò Annie, indicandosi la spilla da Prefetto.
-Non ci puniresti mai... sei amica della nostra sorellina!- sghignazzò Gideon.
-Non siate ridicoli. Dov’eravate, fin’ora?
-Vuoi davvero saperlo?- ammiccò Fabian.
-No. Mangiate, tra poco l’ora del pranzo sarà finita e saltare tutti questi pasti per stare dietro alle vostre scempiaggini vi fa male!- rimbeccò Molly, poi si allontanò dalla Sala Grande, trascinandosi dietro le amiche.
 
-Non so proprio perchè mi sono fatta convincere- brontolò Annie, accaldata nonostante la finestra aperta del bagno lasciasse entrare un gelido spiffero, soffiandosi il naso con la mano che non reggeva la bacchetta. Avevano acceso un piccolo fuoco nel lavandino del bagno di camera loro, e sopra ribolliva un alambicco.
-Perché Bertha è una frana in pozioni, e tu sei brava!- rispose Molly, grata come non mai all’amica. Era di ottimo umore, anche se l’esito del piano appariva quantomeno incerto: la sensazione di fare qualcosa di proibito era abbastanza emozionante, e per la prima volta le passò per la mente che forse era quello il motivo per cui i suoi fratelli infrangevano le regole in continuazione. Si scrutò nello specchio, oltre i vapori che salivano dall’alambicco: aveva un viso rotondo e simpatico, qualche lentiggine, occhi castani molto grandi e capelli rossi che scendevano in riccioli morbidi dietro le orecchie. D’accordo, qualche chilo di troppo, ma non era certo una balena. Possibile che nessuno si accorgesse di lei?
Anche Annie non riscuoteva grande successo, probabilmente per il suo carattere autoritario e l’ironia un po’ respingente. Ma Annie aveva sempre avuto Ted, a risollevare la sua autostima, prima come ammiratore e poi come amico, e sembrava che non le importasse nulla dei ragazzi.
-Brava o meno, qui dice che ci vuole polvere di Artemisia in tutte le pozioni che vogliono provocare attrazione ed io non ce l’ho. E non c’è nella dispensa degli studenti- ribatté Annie, abbassando il fuoco con un colpo di bacchetta e sedendosi sul water.
-Come possiamo procurarcela?
-Chiediamo a Teddy se ci aiuta- propose Bertha.
-No, lasciamo fuori Ted. E’ depresso per qualcosa, non ve ne siete accorte?
-Allora chi...
-Non lo so. Sentite, andiamo a lezione, tanto deve decantare due giorni.
-Che facciamo se Dorcas o Marianne lo trovano?- chiese Bertha, accennando all’alambicco ed alle loro due compagne di stanza.
-Gli ho detto che tengo solo in caldo l’infuso per il mal di gola che mi ha mandato mia madre- spiegò Molly disinvolta.
Le amiche la guardarono.
-Che c’è? Qualcosa dovevamo inventare.
-Tu menti un po’ troppo facilmente per essere Molly Prewett. Che ne hai fatto di lei?- osservò Annie.
-Beh, ragazze, se facciamo qualcosa di illegale, facciamolo bene, no?
 
Stavano uscendo dall’aula di Incantesimi con Ted, Bertha esultante per i complimenti del professore. Incantesimi era l’unica materia in cui andava davvero bene, anche meglio di Annie che generalmente primeggiava in tutto.
-Sì, niente male, quell’incantesimo Traduttore!- osservò Annie colpita –Da dove l’hai tirato fuori?
-Era nel manuale del settimo, mi ci è caduto l’occhio in biblioteca ieri, mentre cercavo... beh, lo sapete.
Intendeva la ricetta del filtro per Molly, naturalmente. Le altre due annuirono.
-Il professore ha ragione, potresti far carriera al Dipartimento per le Relazioni Magiche Internazionali- fece Ted con un sorriso.
-Il MAGO ad Incantesimi potrebbe salvarmi la carriera! Da non credere!- esultò Bertha ridendo.
-Sì, quanto è vero che la sventatezza finirà per ammazzarti- rispose Annie –Se un giorno non ti presenterai in ufficio, tutti penseranno che ti sei solo dimenticata di andare, invece di ipotizzare che tu possa essere in pericolo...
-Non dire queste cose...- fece Molly, ed in quel momento tutti e quattro sobbalzarono per lo schianto fragoroso che proveniva dal corridoio vicino. Si scambiarono uno sguardo, poi corsero a vedere. Una ragazza sbraitava, fuori di sé per la rabbia. Fu solo quando furono più vicini che Molly la riconobbe: era la maggiore delle sorelle Black, una Serpeverde odiosa, del settimo anno, che passava la maggior parte del suo tempo con un gruppo di pessimi soggetti, sempre pronti a bulleggiare i più piccoli e gli appartenenti ad altre Case. Un paio di loro erano presenti nel corridoio: un tale grande e grosso che le sembrava si chiamasse McNair, e quell’odioso pavone di Lestrange, Rodolphus o Rabastan, erano due fratelli molto somiglianti, non ricordava.
Bellatrix Black urlava contro un’altra ragazza:
-Sudicia traditrice del tuo sangue, stupida pustola! Credevi che non lo sapessi?
-Devi lasciarmi in pace Bellatrix!- ribatté la ragazza, altrettanto furiosa, rossa in viso, gli scuri capelli sconvolti: -Lasciami in pace, perchè decido IO della mia vita, è chiaro?
-Mescolarti con certa feccia! Ma non ti vergogni? Mi fai ribrezzo, mi fai schifo! Ora tu vai da quel ragazzo e... anzi, ci andrà Rodolphus, meglio se tu non ci parli più, e...
-Non hai capito che devi starne FUORI, Bella? Tu e quel deficiente del tuo fidanzato dovete lasciarmi in pace!
-Bada a come parli!- strepitò Bellatrix, tirando fuori la bacchetta.
-Sei ossessionata, ossessionata da questa stupida storia del sangue, sei patetica!
-COME OSI?
-Io intervengo- mormorò Annie, ricordandosi di essere un Prefetto, l’unico presente sulla scena. Molly annuì, mentre guardava la lite con gli occhi fuori dalle orbite, al pari di Bertha. Annie si voltò verso Ted per avere anche la sua approvazione, e sobbalzò quando lo vide pallidissimo, la bacchetta già in mano ed irrigidito, pronto a scattare.
-Ted? Che cosa...
-...me ne infischio del sangue, se serve a far diventare spostati come te, e...
-PROTEGO!
L’Incantesimo Scudo di Ted era partito prima che chiunque potesse fare qualcosa, parando il fascio di luce uscito dalla bacchetta della furiosa Bellatrix Black contro l’altra. Lui già correva avanti, urlando:
-Lasciala in pace!
-Ted! Non è il momento, è una cosa tra me e mia sorella!- lo apostrofò la ragazza aggredita.
Molly ricordò solo in quel momento chi fosse. Era la sorella minore di Bellatrix, Andromeda, una Serpeverde del quinto anno che pochi conoscevano, cresciuta com’era all’ombra della fama della sorella maggiore.
-Lo chiama Ted!- esalò Bertha, sconvolta. Erano tutte e tre paralizzate dallo stupore.
-Ecco perchè non ti ha chiesto di uscire, ultimamente. Si vedeva con lei!- osservò Molly, incerta tra la preoccupazione e la voglia di ridere. Ma quello che seguì cancellò il sorriso dalle facce di tutte e tre le ragazze.
Ted porse una mano ad Andromeda, per aiutarla a rialzarsi (l’onda d’urto dello Scudo l’aveva spinta a terra), ed un raggio di luce schizzato dalla bacchetta di Bellatrix lo mancò per un soffio.
-NON OSARE TOCCARLA!- urlò lei.
-NON TOCCARLO TU!- gridò Andromeda di rimando.
-Adesso basta. Basta! Sono un Prefetto!- sbraitò Annie, correndo avanti, capace finalmente di schiodarsi dal posto dove lo stupore l’aveva incollata e subito seguita dalle altre due.
-Eccone un’altra- commentò Lestrange, con aria schifata, rivolto all’enorme McNair che non sembrava così intelligente da saper addirittura parlare: -Questa scuola è sempre più piena di Sanguesporco.
Annie si bloccò come se l’avessero schiaffeggiata, e guardò Ted, che aveva aiutato Andromeda ad alzarsi. Lui ricambiò il suo sguardo, addolorato. Era la prima volta che venivano insultati a quel modo, ma sapevano che succedeva, talvolta, per i corridoi, ai figli di Babbani come loro.
-Pulisciti la bocca, verme schifoso!- urlò Bertha. Molly era paonazza per la rabbia. Annie riprese il controllo in breve, anche se le tremava la voce per la collera.
-Sanguesporco o meno sono un Prefetto. Sono venti punti in meno per Serpeverde, Lestrange, e... LASCIAMI!
Un incantesimo di Bellatrix l’aveva sollevata a mezz’aria, e subito dopo era capovolta, appesa per un piede, i lunghi capelli bruni che spiovevano sul viso insieme alle vesti, mentre si dibatteva furiosamente. Lestrange e McNair ridevano, e fecero pigramente scudo contro gli incantesimi che Ted, Molly e Bertha scagliarono contro di loro, urlando. Andromeda, appoggiata al muro, fissava la scena pallidissima, come incapace di reagire.
-Tocca ancora mia sorella ed a te ed alla tua amichetta capiterà quello che tutti i Sanguesporco si meritano, è chiaro, feccia?- sputò Bellatrix a Ted, piena di livore.
-Andromeda decide per sé, e se vuole uscire con me ad Hogsmeade non mi impedirai certo tu di andare con lei. Ora lascia andare Annie!- gridò Ted di rimando.
Bellatrix si limitò a ridere.
-Lasciala!- strillò Molly, sull’orlo delle lacrime.
-Altrimenti cosa mi fai, cicciona?
Molly la fissò con odio, poi, molto più rapida di quanto chiunque potesse aspettarsi da lei, disarmò McNair, eliminando così il suo incantesimo Scudo, e colpì Bellatrix gridando:
-Tarantallegra!
Le gambe di Bellatrix cominciarono a muoversi convulsamente, mentre Annie precipitava a terra, sbattendo contro il pavimento con un rumore sinistro.
-Sporca traditrice del tuo sangue!- urlò Bellatrix, incapace di reggersi in piedi, alla volta di Molly.
-La prossima volta non sarà un Tarantallegra, puttana!- ribatté Molly furiosa.
Bertha la fissò, stranita per la parolaccia, poi strillò, quando l’incantesimo di Lestrange colpì Molly in pieno petto e la fece sbattere violentemente contro il muro dietro a lei.
-BASTA!- tuonò una voce autorevole.
Il Caposcuola Shacklebolt, un altissimo Grifondoro del settimo anno, stava arrivando correndo, seguito da Arthur Weasley, un altro compagno del settimo. Senza bisogno di consultarsi, i due  lanciarono ciascuno un Petrificus su uno dei due ragazzi Serpeverde, che caddero a terra immobili. Bellatrix sputacchiava, da quanto era furibonda, ma non riusciva a tenersi in piedi, e li sommerse con una valanga di improperi.
-Raffinata, non c’è che dire- osservò Hector Shacklebolt, disarmandola con un gesto di bacchetta, per poi girarsi ad osservare la scena. Annie si stava rialzando a fatica: aveva battuto la testa piombando a terra, e sanguinava da un taglio sopra l’occhio. Bertha, sull’orlo delle lacrime, cercava di scuotere Molly, esanime dopo aver sbattuto contro il muro.
-Aspetta!- le disse gentilmente Arthur. Diede un’occhiata a Molly, aiutò Bertha a distenderla meglio, poi le spruzzò in viso un po’ d’acqua fuoriuscita dalla sua bacchetta. Hector stava aiutando Annie a rialzarsi.
-Che le succede, Hector?- fece lei stridula, accennando a Molly.
-Credo che starà bene- rispose lui, rassicurante –Tu, invece?
-Io sto benissimo... TU!- ringhiò Annie, rivolgendosi a Bellatrix che continuava ad imprecare.
-Smettila, Ann! Non ricominciare, lascia perdere.- la prevenne Hector, mettendole una mano sul braccio -Adesso andiamo tutti dal preside.
Arthur riuscì in qual momento a far rinvenire Molly, che spalancò gli occhi su di lui, vide alle sue spalle Bertha in lacrime e disse, terrificata:
-Cosa hanno fatto ad Annie?
-Sto bene!- rise Annie, avvicinandosi.
-Quella messa peggio eri tu. Ce la fai ad alzarti?- osservò Arthur con un sorriso sul lungo viso ovale, sistemandosi meglio gli occhiali sul naso.
La professoressa McGranitt svoltò l’angolo del corridoio in quel momento.
-Tutti nel mio ufficio, subito!- ordinò, severa.
 
Posto la seconda parte presto, ri-promesso!!
Qualche nota sui personaggi: Hector, personaggio originale, è il fratello maggiore di Kingsley, come si sarà notato dal cognome. Bertha Jorkins è la maga smemorata che, ahimè, fa una brutta fine nel quarto libro. Annie è un personaggio originale. Ted Tonks ha plausibilmente la stessa età di Molly, visto che poi avrà una figlia grosso modo coetanea dei figli maggiori dei Weasley. Angus McLaggen è il padre di Cormac. Ho sempre pensato che i due fratelli di Molly, Fabian e Gideon, fossero gemelli (una sorta di Fred e George ante litteram), ma in effetti non sono affatto certa che sia così...
Nella storia, Annie, Bertha, Molly e Ted sono immaginati al sesto anno. Hector ed Arthur sono al settimo, così come Bellatrix, McNair e Rodolphus Lestrange.
E, come ben sapete, Bellatrix e Molly si riscontreranno, in futuro, e non sarà affatto una Tarantallegra!
Commenti e recensioni sono sempre desiderati e bene accetti!

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Capitolo 2
*** Parte seconda ***


 Lo so. Sono spregevole. Esami, lavoro, campi estivi... (vacanza... un po’)
Completamente lasciato alla deriva le mie storie. Ma ora si ritorna all’ordine.
Innanzitutto, questa è la seconda parte di E’ illegale, Molly Prewett, ma non l’ultima. Un’amica mi aveva fatto notare alcune incongruenze nella stesura originale, per cui l’ho cambiata abbastanza, allungandola un po’... ed ho deciso di dividerla in tre parti (non male per quella che in origine doveva essere una one-shot): questo può in miserissima parte giustificare il ritardo di pubblicazione. Ora comunque è definitivamente approvata.
Poi, per chi fosse interessato, ho aggiornato anche Dopoguerra.
Ci vediamo in fondo, e ricordatevi che i commenti sono sempre utili e dilettevoli!
Dimenticavo: non ho risposto a nessuna delle recensioni per questa storia. Ma emenderò al più presto anche questa colpa.

 
Parte seconda
 
Camminavano lentamente verso la Torre di Grifondoro. Prima erano stati in infermeria, perchè la professoressa aveva insistito che sia Annie che Molly si facessero dare una controllata. Se non altro, Annie aveva ricevuto anche un infuso contro il raffreddore che le aveva fatto sparire quasi all’istante l’infiammazione.
-Come mai non ci avevi detto nulla, Ted?- chiese Molly, un po’ accigliata.
Andromeda era tornata al suo dormitorio, nonostante tutti loro fossero preoccupati per quello che poteva succederle. Li aveva liquidati con una risata che rivelava un sangue freddo invidiabile:
-Non mi succederà proprio nulla. Mia sorella scriverà a casa e riceverò una Strillettera.
I Serpeverde erano stati puniti con una detrazione di venti punti a testa. Molly se ne era visti togliere cinque per il suo Tarantallegra, mentre era stato riconosciuto che tutti gli incantesimi degli altri erano stati strettamente difensivi.
-Beh, non c’era nulla da dire. Ci siamo conosciuti a novembre... volevamo tutti e due in prestito lo stesso volume dalla biblioteca. Abbiamo studiato insieme qualche volta. E’... divertente.
-Sarà la parentela orrenda che le dà quell’aria così cupa- osservò Bertha.
-Non ha un’aria cupa. E’ simpatica e allegra- protestò Ted –Ed ha fegato da vendere, o non avrebbe accettato di uscire con me.
-Questo è vero- riconobbe Annie, con giusto una fitta di gelosia per come chiaramente Ted appariva preso da quella ragazza –Ma avresti dovuto dircelo comunque, Ted- mormorò, per farsi sentire solo da lui.
-I Black sono una famiglia tremenda, non mi meraviglio che quella povera ragazza non sembri il massimo della vivacità- osservò Arthur Weasley –Mai visto nulla di simile, aggredita così dalla sorella solo perchè ha accettato di uscire con un Nato Babbano!
Molly sbuffò:
-Io proprio non le sopporto, queste manie dei Purosangue. Tutti quelli che fanno questi discorsi, poi, hanno certi scheletri nell’armadio di famiglia che più che pensare alla purezza del sangue dovrebbero preoccuparsi della fedina penale.
Scambiò uno sguardo di apprezzamento con Arthur.
-Beh, adesso non generalizziamo- dissero insieme Annie ed Hector, e siccome la frase era tipica di Annie, Bertha osservò:
-Siamo a posto, Molly, abbiamo trovato un altro “non generalizziamo”!
-Non generalizziamo, allora, però Molly non ha torto- intervenne Arthur –Molte famiglie Serpeverde sono zeppe di Maghi Oscuri. Non aspettano altro che un’occasione per far vedere quanto sono bravi a torturare Babbani e maghi senza un pedigree immacolato. E’ successo tante volte.
-Sì, ma si tratta di cose successe in passato- disse Annie –Nessuno sarebbe più così pazzo da prendere sul serio gente come la Black, a parte i suoi amichetti Serpeverde. Non dopo le stragi degli anni dieci!
-Io non ne sarei così sicuro, mi sembra che certa gente aspetti solo un leader, ricordate quel Grindelwald, cosa ha combinato in Bulgaria, neanche una ventina d’anni fa? - osservò Hector.
-Era in Bulgaria!
-Perchè, credi che i maghi inglesi siano più buoni? Comunque sono d’accordo con te sul fatto che non dobbiamo generalizzare. Non tutti i Serpeverde sono così.
Lanciò uno sguardo eloquente a Ted, che gli fece un sorrisetto.
Erano arrivati alla Sala Comune di Grifondoro, e si lasciarono cadere sulle poltrone accanto al fuoco, esausti, mentre Hector ed Arthur li salutavano e raggiungevano alcuni loro amici del settimo anno.
-D’accordo, dovevo dirvelo, ragazze. Mi dispiace.
-Ti avremmo aiutato!- esclamò Molly.
-Era meglio che lo sapessero meno persone possibile, avete visto cos’è successo oggi...
-Noi non ti avremmo mai tradito, Ted!
-No, lo so. Scusate.- fece Ted. Le tre ragazze restarono in silenzio.
Angus McLaggen passò dietro la poltrona di Bertha, mise un braccio intorno alle spalle di Mathilda Lewis, che rise stridula, e si allontanò.
Ted rialzò la testa, con un sorrisino storto:
-Però so come sdebitarmi, forse.
-Sentiamo!- sbuffò Bertha.
-Molly, non avevi disperatamente bisogno di artemisia?
 
-Come cavolo hai fatto?- chiese Annie, scartando il pacchetto arrivato a colazione in Sala Grande e sbirciando la polvere di artemisia dentro, del colore turchese che aveva visto nelle illustrazioni del libro.
Ted, con una faccia da poker, fece l’occhiolino a Molly:
-Avete presente Arthur Weasley? Vi ricordate suo fratello?
-No- rispose Annie. Bertha, naturalmente, scosse la testa.
-Aspetta, io sì!- fece Molly, d’un tratto –Era al settimo quando noi eravamo al primo anno. Com’è che si chiamava? Billy?
-Bilius- la corresse Ted –Beh, ora si occupa di commercio magico per corrispondenza... roba stranissima, dovreste vedere il suo catalogo. E’... un tipo un po’ matto.
-E dire che Arthur è così tranquillo... un ragazzo così per bene, vero?- osservò Molly, dando un’occhiata all’interessato, seduto qualche posto più in là ed immerso in un tomo di Babbanologia.
-Insomma, Arthur ha ricevuto il catalogo insieme ad una lettera del fratello, e siccome non gli interessava, ha detto che potevo prenderlo.
-Aspetta... hai ordinato per corrispondenza? Ma quanto hai dovuto pagare?- disse Annie.
-Nulla, è questo il bello! Arthur mi ha detto che comunque, se mi serviva qualcosa, bastava scrivessi che ero amico suo, nell’ordinazione... e suo fratello non mi ha fatto pagare nulla.
-Che gentile!- disse Bertha, colpita.
-Ma... gli hai detto per cosa ti serviva?
-No, non ha voluto sapere nulla. E per la verità, neanche io... comunque eccola qua, ragazze. Siamo pari?
-Certo!- esclamò Molly, scoccandogli un bacio, raggiante.
Una serie di urla li interruppe, cancellando il sorriso dai loro visi. Dall’altra parte della sala, Andromeda Black aveva ricevuto la sua Strillettera.
 
-D’accordo, vediamo se funziona davvero- fece Annie, la lingua tra i denti, versando una goccia del filtro ancora fumante su un cucchiaino ed accostandoci con un dito uno scarafaggio preso dalle scorte per le lezioni di Trasfigurazione. Lo scarafaggio lambì la pozione, e per qualche attimo non accadde nulla. Poi cadde sul dorso, stecchito.
-Accidenti, meno male che l’abbiamo prima provato su...- cominciò Bertha, ma Molly la zittì:
-Aspetta... si sta alzando.
Faticosamente, l’insetto si girò di nuovo sul ventre, alzò il capino e sembrò guardare le tre ragazze chine su di lui. Poi, con decisione, si diresse verso Molly, andando oltre il piano del lavandino e piombandole in grembo.
-Suppongo che ti stia dimostrando attrazione- commentò Annie, mentre Bertha rideva e Molly, un po’ schifata, se lo toglieva di dosso. Lo scarafaggio, gettato a terra, prese risolutamente a tentare di arrampicarsi sulla sua scarpa.
-Santo cielo, Annie, funziona davvero!
-Adesso devi somministrarla a McLaggen.
-E come...
-Ah, no, Molly, mi spiace. Sono un Prefetto, è già tanto che ti abbia aiutato a preparare questa roba vietatissima, non pretendere che ti aiuti anche a rincorrere Angus per dargliela... tra l’altro vorrei dirti che non penso che McLaggen sia il tuo tipo.
-Oh. E perchè non me lo hai detto prima?
-Beh, non avevo capito che eri così determinata ad arrivare in fondo.
-Non posso sapere se McLaggen è o meno il mio tipo se prima non ci esco insieme- argomentò Molly dopo un attimo, piuttosto serenamente -...mi aiuterà Bertie, allora. Vero Bertie?
-Certo!- rispose la ragazza con entusiasmo, facendole l’occhiolino.
-Ah, beh... auguri, allora- commentò Annie, le braccia incrociate ed un sorriso storto.
 
-Quanto credi che ci metterà a fare effetto?- chiese bisbigliando Molly a Bertha, frenando il tremito nervoso che l’aveva presa. Ora veniva il difficile: trovare il modo di somministrare ad Angus la pozione.
-Mi sembra che Annie abbia detto... ehm, aspetta, non ricordo.
-Ha detto dalle tre ore ad una giornata- completò Molly, che invece ricordava benissimo.
Stavano scrutando McLaggen a tavola, sedute accanto a lui ed ai suoi amici. Annie non si vedeva, come pure Ted, ed Hector si rivolse improvvisamente a Bertha, facendola sussultare:
-Dov’è Annie, stasera?
-Ehm... sì, aspetta, mi ha detto qualcosa, ma non riesco a...- cominciò Bertha, assumendo l’espressione vacua che tutti i Grifondoro le conoscevano benissimo. Molly, senza smettere di tenere d’occhio il boccale di Angus, rispose velocemente:
-Credo sia con Ted a fare la conoscenza di Andromeda Black.
Hector annuì soddisfatto, rivolto a Bertha, visto che Molly continuava a non guardarlo:
-Ha fatto bene. Credo che quella ragazza abbia bisogno di qualche amico. La vita nel dormitorio di Serpeverde sarà tutt’altro che facile per lei, soprattutto dopo quello che è successo l’altro giorno.
Arthur intervenne, pacato come sempre:
-Non deve essere facile vivere senza alcun amico intorno. Insomma, ora che ci penso non credo di averla mai vista insieme a qualche altra ragazza, o qualche compagno... per i corridoi è sempre da sola...
Molly sbirciò i due. Non ci voleva che proprio adesso decidessero di intavolare una conversazione con loro, soprattutto perchè quella scema di Bertha si era già dimenticata del momento delicato e rispondeva allegramente. Mosse un altro po’ la mano, che impugnava la fialetta con la dose di filtro per Angus, il quale del resto continuava a non degnarla di uno sguardo, chiacchierando animatamente con Jonathan Hopper, tenendo una mano sulla gamba di Mathilda che sghignazzava come un’oca. Parlavano di Quidditch, e la conversazione tra Bertha, Arthur ed Hector, all’altro fianco di Molly era incomparabilmente più interessante.
-Credo che le cose potrebbero cambiare se i maghi venissero sensibilizzati su questa faccenda del sangue. Magari, imparando a conoscere meglio i Babbani...
-... Gudgeon ha fatto una parata incredibile, comunque non è detto che la coppa vada a loro, è tutto ancora in discussione...
-...vorrei lavorare nel dipartimento che si occupa dei Babbani, ma entrare al ministero non è facile...
-Arthur, sei peggio di mio fratello Kingsley, dieci anni e già ha detto che diventerà ministro della magia...
Era arrivata con la mano quasi sopra il boccale di Angus, e nessuno sembrava accorgersi di quello che stava facendo...
-...mio padre mi ha regalato la nuova Comet Trecentosessanta, è incomparabilmente più veloce, proprio non capisco come faccia Jordan a giocare con quel rottame che si ritrova...
-No, non mi interessano le alte cariche, solo un lavoro che mi piaccia davvero e che sia utile. Sappiamo poco dei Babbani, in fondo, almeno, così è per me che sono cresciuto in una famiglia di soli maghi, e secondo me con la conoscenza reciproca si prevengono le guerre.
-...un’accelerazione mai vista, è merito del turbo aggiuntivo posteriore, e quando...
Ma perchè diavolo lo stava facendo? Era così presa dall’idea del filtro, che nell’ultima settimana aveva pensato a malapena alla persona per cui l’aveva preparato. Non le sembrava più così importante avere un ragazzo per andare ad Hogsmeade la domenica successiva. Probabilmente sarebbe stato più interessante aggregarsi ad Arthur ed Hector, che avevano proposto di andare insieme a Ted e Andromeda. Annie aveva accettato subito la proposta. Molly avrebbe voluto, ma con la questione del filtro in ballo, Bertha si era affrettata a dire che era già impegnata, e lei non aveva potuto negare, visto che da giorni le sue amiche si dannavano per aiutarla...
Il cicaleccio di Angus era diventato insopportabile, e Molly voleva ascoltare Arthur e dirgli che trovava i suoi progetti lavorativi interessanti e coraggiosi. La mano aveva raggiunto il calice, ma non le importava più.
-Molly, tu che ne pensi? Credi che i manufatti dei Babbani siano...
Arthur si era rivolto a lei così improvvisamente che la sua voce la fece sobbalzare. La mano tremò, ed il contenuto della fiala sversò non dentro il calice di McLaggen, ma nella brocca di succo di zucca proprio lì accanto. Molly si alzò di scatto, ma prima che potesse afferrarla, Jonathan Hopper l’aveva presa e si era versato una generosa dose di succo nel bicchiere, porgendola poi a Sturgis Podmore che era seduto poco più in là, ancora oltre la portata di Molly.
-Posso averne anche io?- chiese Angus ridendo ed allungando il bicchiere. Sturgis finì di vuotargli la brocca nel boccale, e Molly gemette, orripilata. Jonathan aveva già bevuto, Sturgis si stava asciugando la bocca, Angus si portò alle labbra il boccale, diede una bella sorsata, poi notò che la sua vicina di tavola si era alzata in piedi ed aveva un’espressione stravolta sul viso:
-Temo di averla finita, Prewett, ma là c’è un’altra brocca!- fece, gentile, accennando alla tavola. Poi si girò.
-Molly, ti senti bene?- chiese Arthur preoccupato. Bertha ed Hector la fissavano. Sentiva il panico montare di secondo in secondo. Non riusciva ad articolare le parole, ed aspettava terrorizzata che succedesse qualcosa.
-Molly? Ehi, Mo...
Molly afferrò il braccio di Bertha, e strattonandola disperatamente la fece alzare in piedi.
-Vieni. Vieni!
-Ma... Molly, che cavolo...
-Vieni!
Un attimo dopo correvano fuori della Sala Grande.
 
Andromeda era spiritosa ed intelligente, non c’era nulla da dire. E Ted almeno rischiava grosso per una ragazza che ne valeva la pena. Appurato questo, Annie stava trascorrendo una serata piuttosto divertente in compagnia della coppia, mangiando qualche tramezzino nella Sala Comune di Grifondoro deserta (anche se aveva dovuto vincere un istinto ben radicato per non reagire quando Ted aveva pronunciato la parola d’ordine davanti ad una Serpeverde).
Andromeda aveva grandi occhi scuri e l’aria piuttosto sciupata, ma nonostante l’apparenza cupa, rideva spesso e di gusto. Li stava assicurando che nessuno le faceva del male, anche se tutta la cricca della sorella aveva smesso di rivolgerle la parola e la Strillettera dei suoi le aveva sputato in faccia insulti sanguinosi. Ted era chiaramente incerto se crederle o no, e le teneva stretta la mano. Annie pensò che avrebbe chiesto ad Hector cosa ne pensava: aveva l’impressione che il suo giudizio fosse fra i più equilibrati che si potessero trovare in circolazione.
Quando il ritratto si spalancò ed entrarono Bertha e Molly, la prima senza fiato e l’aria confusa, la seconda semplicemente stravolta, sobbalzarono tutti e tre.
-Annie! Annie!- strillò Molly isterica.
-Cosa... cos’è successo?- fece Ted, ma Molly scosse la testa, come incapace di parlare, afferrò Annie e trascinò anche lei di sopra.
 
-Ci avrei scommesso che finiva male- commentò Annie, portandosi le mani alle tempie.
-Tutti e tre! L’hanno bevuto tutti e tre! Che cosa succederà, adesso?
-Ma nulla, Molly, calmati! In capo a tre ore, o forse un po’ di più... diciamo domattina, verranno a chiederti di uscire, probabilmente! Avrai tre richieste invece di una, dovresti essere contenta, quello che non capisco è come mai hanno tutti bevuto dal boccale di Angus.
-Non hanno bevuto dal boccale di Angus, la fiala mi si è rovesciata nella brocca. Tutta la fiala!
-Tutta la... cosa? Avevo detto...
-Lo so cos’avevi detto, non l’ho fatto apposta!
Annie si coprì il viso con le mani. Le spalle le sussultarono. Cominciò a ridere istericamente, mentre Bertha si aggregava e Molly strepitava:
-Smettetela di ridere, galline! E’ una tragedia! Una vera tragedia!
-Ehm, Molly?
Marianne Moran era sulla soglia, e guardava il loro teatrino perplessa.
-C’è Podmore, giù, quello del secondo con i capelli color sabbia. Vuole parlarti, dice.
Bertha sbarrò gli occhi:
-Cavolo, ci ha messo poco!
-Andate a dirgli che vada via! Che non posso! Che...- strepitò Molly.
-Quanto durerà?- si informò Bertha in tono pratico, guardando Annie.
-Non si può dire con precisione. Ne hanno bevuta una dose eccessiva. Magari anche qualche giorno.
Entrò anche Dorcas, ancora più stranita di Marianne:
-Molly, Hopper sta cantando. Dice che è una serenata per te.
-Oddio!
 
-Controlla il corridoio, per favore, Hector.
Lui si sporse, guardando a destra e a sinistra, poi si voltò verso Annie e Molly:
-Via libera. Nessuna traccia del nemico!- sorrise. Le aveva trovate acquattate contro il muro, con Molly che istericamente si rifiutava di svoltare in un corridoio troppo frequentato per paura di incontrare, a quanto pareva, alcuni ragazzi un po’ troppo insistenti.
-E’ una cosa seria!- piagnucolò Molly.
Annie invece lo guardò riconoscente, e tutti stavano per spostarsi da lì quando una voce congelò sul posto le due ragazze.
-Prewett? Prewett, sei tu?
Annie alzò gli occhi al cielo mentre da un’aula di fronte a loro sbucava Angus McLaggen.
-Oh, no... no! Visto?- gemette Molly con voce acuta.
-Prewett!
Angus si precipitò verso di loro, in una scivolata che terminò in ginocchio davanti a Molly.
-Però!- commentò Hector a mezza voce, colpito dalla performance. Annie appoggiò la fronte al muro.
-Prewett, ti amo. Ti amo davvero...- cominciò Angus, con un’aria compunta ed esaltata. Hector alzò così tanto le sopracciglia che si confusero con i capelli.
-O, santo cielo, McLaggen, vai via...- strillò Molly, sgusciando via da davanti a lui e cominciando a correre verso la Sala Grande:
-Trattenetelo- urlò dietro le sue spalle a Hector e Annie.
-Cosa? Ma neanche per sogno!- sbraitò Annie. Del resto, McLaggen non era più lì: stava già correndo dietro a Molly, quando sbatté violentemente contro Jonathan Hopper, che scendeva dalle scale con aria svagata.
Annie e Hector lo videro crollare a terra insieme all’altro, poi rialzarsi faticosamente ed aiutarlo:
-Scusa vecchio mio. Non ti avevo visto- disse amabilmente Jonathan.
-Figurati, non fa nulla, Hop. Ora, se vuoi scusarmi, devo raggiungere la Prewett.
Jonathan, che stava togliendo della polvere dal suo maglione, alzò la testa di scatto:
-Come hai detto, scusa?- chiese, assottigliando pericolosamente gli occhi. Angus però si stava già allontanando, diretto in Sala Grande, e Jonathan si affrettò a seguirlo, borbottando minacciosamente.
-Ma che cavolo...- cominciò Hector, completamente basito. Annie si passò una mano tra i capelli: anche se Molly non voleva che si sapesse in giro, se la pozione non esauriva il suo effetto in breve, sarebbe stato impossibile tenerlo nascosto.
-Aspetta, aspetta...- cominciò Hector, illuminandosi lentamente: -un filtro!
-D’accordo- fece Annie battagliera, mettendosi le mani sui fianchi –è vero, Molly ha preparato un filtro, anzi, io l’ho preparato per lei.
-Ahem... questa notizia non dovrebbe giungere alle mie orecchie, io sono Caposcuola, lo sai?
Annie si rabbuiò:
-Beh, toglici punti se devi, ma mi sembra che le conseguenze stiano già punendo Molly a sufficienza. E anche me. E’ tutta la giornata che scappiamo da quei tre!- commentò Annie. A giudicare dalle sue occhiaie, Hector pensò che doveva aver avuto una giornata stressante.
-Tre?
-Sì, a quanto pare l’ha bevuto per sbaglio anche Sturgis Podmore.
-Il ragazzino del secondo anno? Ehi, aspetta, che significa per sbaglio?
-A Molly interessava solo McLaggen. Ma ha versato un’intera fiala di filtro nella brocca, invece che qualche goccia nel bicchiere di McLaggen, e poi l’hanno bevuta in tre.
-Però!
-E’ stata un’idea sballata, lo so. A quanto pare, sono meno intelligente di quello che pensavo, dal momento che mi sono messa in questo ginepraio solo per permettere a Molly di limonare con McLaggen! Toglimi pure tutti i punti che vuoi!
-Beh... lasciamo perdere... non è che togliere punti a Grifondoro mi esalti. Anche perchè, se continuano così, non ci sarà bisogno che vi punisca io: la cosa verrà fuori di sicuro.
-Lo so! Che cavolo possiamo fare?
 
La stavano seguendo. La stavano seguendo! Angus McLaggen la stava inseguendo ed era straordinario quanto Molly lo stesse odiando in quel momento. Prima della sala Grande, incapace di togliersi lui e l’altro imbecille dalle calcagna, deviò. Non era il caso che la sceneggiata prevedibile avvenisse al cospetto dell’intera scuola, ma non aveva dubbi che rischiava di far perdere a Grifondoro un’enormità di punti, e forse anche qualcosa di peggio. Forse, l’aspetto più inquietante era che non vedeva Sturgis dalla sera prima, quando si era quasi messo a piangere dopo che lei l’aveva rifiutato, al contrario di quei due, che invece la seguivano dappertutto. Chissà cosa stava facendo? Magari stava dipingendo AMO MOLLY PREWETT sui muri esterni della scuola, o roba del genere. Magari era andato a buttarsi nel lago.
Sfiancata dalla corsa, quasi travolse Arthur Weasley che scendeva le scale vicino alla Torre di Grifondoro. Urlò, resa isterica dalla fuga.
-Ehi! Ehi, Molly, che succede?- chiese subito lui preoccupato, sorreggendola mentre barcollava a causa dell’urto.
-Devo nascondermi.... aiutami, Arthur, devo nascondermi, quei due...
L’espressione mite di Arthur si accigliò:
-Qualcuno ti sta dando fastidio?- chiese, grave.
-Io... oh, no!- gemette Molly, perchè i due inseguitori l’avevano raggiunta.
-Prewett, ascolta, ti chiedo solo di uscire con me. Non posso mangiare, non posso dormire, devo stringerti tra le braccia e...ARGH!- esclamò Angus, perchè Jonathan l’aveva colpito alla schiena con un pugno. Molly ed Arthur sobbalzarono: Arthur era impallidito per lo stupore.
-COME OSI?- gridò Jonathan furibondo –Smetti di importunarla, lasciala in pace! Molly...- si volse repentinamente alla ragazza, che indietreggiò di parecchi passi. Jonathan fece per seguirla, ma Angus, tenendosi la spalla dolorante con una mano, estrasse la bacchetta e gli intimò:
-Fermati!
Jonathan si voltò lentamente, guardò l’amico, assunse un’aria feroce ed estrasse la bacchetta a sua volta.
-Non ti permetterò di toccarla con le tue manacce sudice!
-Lasciala in pace. Io la amo, farei di tutto per...
-COME TI PERMETTI? Tu non sai cos’è il vero amore... sei solo un damerino viziato!
-Donnicciola! Sottospecie di giocatore di Quidditch di terza categoria, come pensi che Molly possa interessarsi a te?
Angus rispose con quello che aveva tutta l’aria di essere uno Schiantesimo, che colpì la parete a pochi centimetri dalla testa di Jonathan. Molly strillò:
-Smettetela!
Ma Jonathan stava già rispondendo, la sua fattura colpì Angus alle gambe, e lui si coprì di porri verdastri. Ululando, rispose con un altro fascio di luce.
-Protego!
Arthur aveva urlato, aprendo un Sortilegio Scudo tra i due, non prima però che il colpo di Angus andasse a segno ed i capelli di Jonathan cadessero compatti a terra, lasciandolo completamente calvo. Entrambi si voltarono verso Arthur e Molly, e fissarono il ragazzo con manifesta ostilità.
-Cosa vuoi, Weasley?- chiese tagliente Angus.
-Se continuate a lottare in corridoio farete perdere punti a Grifondoro, e poi... che accidenti state facendo? Voi due siete amici dal primo anno!
Molly intervenne sottovoce:
-Andiamo via, Arthur, questi due sono del tutto partiti, potrebbero anche...
-Aspetta, Molly...- la interruppe Arthur, in tono rassicurante, posandole una mano sulla spalla. Fu una mossa sbagliata.
-Non toccarla!- sbraitarono i due in coro, ed un Incanto Pugnaceo colpì la spalla di Arthur, che sempre più attonito fu sbattuto contro il muro:
-Siete impazziti?- urlò furibondo.
-Andiamocene!- supplicò Molly, afferrandolo per un braccio e cercando di portarlo via. Era peggio, molto peggio dello scarafaggio che continuava a cercare di arrampicarsi sulla sua scarpa. Almeno, la scarafaggio poteva essere schiacciato, pensò con insolita ferocia. Che avessero colpito Arthur, che era così gentile e premuroso e non c’entrava nulla, poi, la mandava in bestia.
Arthur si lasciò trascinare, e ben presto correvano a rotta di collo per i corridoi del settimo piano, con gli altri alle calcagna, fino a che lui non si arrestò di botto davanti ad una parete spoglia e, massaggiandosi ancora lo sterno dolorante, cominciò ad andare avanti e indietro frenetico.
-Cosa stai facendo?- chiese Molly, isterica. Ma la porta che apparve nel muro la zittì: a bocca aperta osservò Arthur aprirla, e si affrettò a seguirlo dentro. La porta si richiuse dietro di loro, e Molly tirò fuori la bacchetta per sigillarla, ma il ragazzo la fermò:
-Non occorre, dall’altra parte sarà già scomparsa l’entrata. In effetti, sentirono i passi di corsa di Angus e Jonathan arrivare e passare, a tutta velocità.
-Che... che posto è questo?- chiese Molly, sbalordita. Si trovavano in una stanza piuttosto ampia e del tutto spoglia, a parte qualche cuscino per terra. Arthur, prendendone uno e sedendosi, le rivolse un sorriso.
-Qui nessuno ci disturberà, penso.
-Come... come hai fatto a scoprirla?
-Oh, non è merito mio, Molly- si affrettò a schermirsi lui: -A dire la verità, fino all’anno scorso non sapevo neanche che esistesse. Me l’hanno mostrata per la prima volta... beh, i tuoi fratelli.
-I miei fratelli?
Arthur annuì.
-Quei due ne sanno più sulla scuola di qualunque studente più anziano di loro o professore. Dicono che gli Elfi Domestici la chiamano... Stanza delle necessità.
-Necessità?
-Sì. Pensi a quello che ti serve e lei lo fa.
Molly si guardò attorno, curiosa:
-E tu a cosa hai pensato?- chiese, accorgendosi poi con orrore di stare arrossendo.
-Mi serviva un posto tranquillo, dove poter parlare indisturbati- spiegò Arthur, con il solito sorriso gentile –Allora, non hai nulla da raccontarmi, su queste fughe da ragazzi infatuati, Molly?
 
Arthur e Molly versione giovane mi piacciono moltissimo, ma in generale mi sono appassionata più di quello che pensavo a questo gruppo di amici ed a questa storiellina senza pretese... magari in futuro ne scriverò qualcos’altro!
A prestissimo per il finale!

 

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Capitolo 3
*** Parte terza ***


 Ecco, come promesso, la conclusione di questa storiellina! Spero che vi piaccia e che me lo farete sapere! Buona lettura.
 
Parte terza
 
-Cosa è successo a questi ragazzi?- chiese Madama Chips, osservando severamente Angus e Jonathan, che, sebbene strettamente legati dalle funi che Hector ed Annie avevano fatto scaturire dalle loro bacchette, continuavano a dimenarsi mostrando anche troppo chiaramente il loro intento di picchiarsi.
Li avevano trovati intenti a darsele di santa ragione, accusandosi di “aver fatto scappare Molly”, poco lontano dall’ingresso della Sala Comune di Grifondoro. Non avevano avuto altra scelta che bloccarli e rivolgersi all’unica che potesse fare qualcosa senza automaticamente togliere punti a Grifondoro, la giovane e pratica infermiera della scuola.
Hector, con aria grave, fissò Annie, e tutta la sua faccia diceva: “la scena è tua”.
Annie si schiarì la voce e disse, serissima:
-Temo che siano vittima di una Pozione Litigiosa.
-Cosa? E chi gliela avrebbe somministrata?
-Non lo sappiamo. Li abbiamo trovati che si azzuffavano e...
-Tu non sei degno del cuore di Molly!- colse l’occasione proprio in quel momento per sbraitare Angus. L’altro rispose sugli stessi toni, e Madama Chips zittì entrambi di colpo con un gesto di bacchetta, per poi rivolgersi agli altri due, accigliata:
-Si direbbero gli effetti di un filtro d’amore.
-No, Madama... sa, sono... ehm, illegali, a scuola- annaspò Annie, telegrafando richieste di soccorso ad Hector con gli occhi.
-So benissimo che sono illegali, mi creda, signorina Liddell. Non c’è bisogno che lei me lo ricordi ulteriormente. Forse è il caso di fare qualche indagine e...
-Madama, la povera Prewett non c’entra- intervenne lui, inaspettatamente, col suo più rassicurante tono d’autorità –era semplicemente lì quando la pozione ha cominciato a fare effetto, e lei sa che filtri di quel genere provocano istinto al bisticcio sul primo oggetto d’attenzione delle vittime.
Madama Chips li fissò ancora, per lunghi istanti nei quali Annie si sforzò di imitare l’aria seria, zelante e competente del Caposcuola.
-Mmh!- sbuffò quella alla fine –Vorrei sapere chi è che gira ancora per la scuola a fare scherzi stupidi come queste pozioni Litigiose. Speravo che questa moda infantile fosse passata. Se pesco i responsabili...- disse minacciosamente, togliendo finalmente gli occhi di dosso a loro e puntandoli sui due affatturati, che continuavano con lena instancabile a lottare per liberarsi dalle corde.
Annie ed Hector scambiarono uno sguardo che ancora non osava essere di aperto sollievo.
-Bene, potete andare, voi due. Ci penso io.
Fu sufficiente un gesto di bacchetta perchè i due giovanotti si afflosciassero come marionette, ed un altro perchè ciascuno finisse su un letto, ai due capi opposti dell’infermeria.
-Grazie infinite, madama- esalò Annie, incredula che avessero avuto tanta fortuna. Afferrò Hector per un braccio e lo trascinò letteralmente fuori, ansiosa di andarsene il più presto possibile.
-E con questa probabilmente ho salvato il didietro a Molly per la... beh, non mi ricordo più quante volte l’ho fatto!
-Beh, non avevi detto che anche il piccolo Podmore era coinvolto in questa faccenda?- chiese Hector, con aria ammonitrice. Annie si batté una mano sulla fronte.
-Sturgis! Eravamo così impegnate a sfuggire a quei due idioti che ci è completamente passato di mente. Dobbiamo trovarlo!
Poi si rese conto che Hector stava dietro alle sue beghe da ore, e lo guardò con aria di scuse:
-Cioè, io devo andare ad occuparmene, ma tu sei stato gentilissimo ad aiutarmi con McLaggen ed Hopper!
Hector sorrise, facendo brillare i denti bianchi nella faccia scura:
-Figurati! Ormai ci sono dentro anche io. Dopo aver mentito a Madama Chips la mia fedina immacolata di Caposcuola è rovinata per sempre. Tanto vale che ti aiuti a finire.
 
Molly ed Annie non erano mai arrivate a pranzo, dopo la lezione di Antiche Rune, e poiché lo stesso poteva dirsi di Angus, Jonathan e Sturgis; Bertha e Ted erano al limite della preoccupazione. O perlomeno, lo era Bertha, perchè Ted sembrava un po’ troppo sulle nuvole con quella sua nuova innamorata Serpeverde (naturalmente Bertha non ricordava bene il nome, Andreina, o qualcosa di simile) per rendersi conto che la situazione era grave.
-Ma dannazione, dove sono finiti tutti?- sbraitò la ragazza, i corti capelli biondi che frustavano l’aria a destra e a sinistra, mentre lei girava la testa frenetica per guardarsi intorno, trascinandosi dietro l’amico per l’ennesimo giro della scuola.
-Bertie, sicura che Annie non ti avesse detto nulla?
-Cosa vorresti dire? Pensi che non me ne ricorderei?
-Beh, a dire il vero sì, Bert, lo sai che...
-Oh, lascia perdere! Ti vuoi togliere quel sorriso dalla faccia?
-Tu non vedi il lato comico.
-No, in effetti non vedo il lato comico in due amiche sparite da ore quando in giro per la scuola ci sono tre pronti a tutto per una di loro. E tu?- scattò Bertha, aprendo l’ennesima aula e trovandola vuota. Ted, però, la zittì.
-Cosa c’è?
-Da là vengono delle voci- poi si rischiarò in volto –E’ Dromeda!
Ted corse avanti ed aprì la porta di una specie di ripostiglio per l’aula di Trasfigurazione, che era proprio accanto. Tra pile di oggetti da trasfigurare, o trasfigurati male, mele fatte Evanescere a metà, zuccheriere con zampe da papero e borse per i libri coperte di piume, i due videro Andromeda Black, gli scuri capelli come una cascata sulla sua schiena, ascoltare lo sfogo di qualcuno nascosto alla loro vista da parecchie gabbie di conigli che abbaiavano sommessamente, agitando lunghe orecchie da cocker. Lei li vide arrivare, ammiccò a Ted e fece loro cenno di avvicinarsi.
-Sturgis!- strillò Bertha –Ecco dove ti eri cacciato.
-Sturgis mi stava raccontando quanto sia innamorato della vostra amica Molly- intervenne Andromeda, guardando fisso Bertha. Aveva un’aria un po’ troppo divertita, e per un attimo Bertha fu certa di aver colto un brillio decisamente Serpeverde nel suo sguardo. Ma fu un attimo.
-Meno male che l’hai trovato tu, Dromeda. E’ sotto filtro.
-Ted!- borbottò Bertha, dandogli una gomitata.
-Ci possiamo fidare di lei. E’ stato tutto uno sbaglio.
-L’avevo capito anche da sola. Oh, suvvia, prendi un fazzoletto, Podmore, pulirsi il naso nel maglione è disgustoso.
Sturgis si soffiò rumorosamente il naso nel fazzoletto di seta verde che Andromeda gli aveva offerto, poi li guardò, il viso gonfio come un peperone che suggeriva che avesse davvero passato le ultime ore a piangere senza sosta.
-Lei... lei non mi ama!- singhiozzò.
-Annie diceva che a qualcuno poteva stimolare la depressione, se ingerito in dosi eccessive- osservò Ted, pratico.
-Cosa facciamo?
-Lo portiamo in infermeria.
-Madama Chips si accorgerà subito che si tratta di un filtro.
-Allora...
-Annie diceva che gli effetti non possono durare più di un paio di giorni, e lui non mi sembra aggressivo. Chiudiamolo qua dentro.
-Teddy, ma cosa stai dicendo?
-Gli porteremmo da mangiare!
-Ma guardalo, poverino!
-Perchè non lo mettete a letto?- propose Andromeda –Nel suo letto, intendo. Lo bloccate lì e avvertite i suoi compagni di stanza.
-Dedalus e i gemelli Prewett? Ma sei matta?
-Beh, immagino che neanche loro arderanno dalla voglia di far perdere punti al vostro preziosissimo Grifondoro!
Bertha e Ted si guardarono. Poi, lei fece spallucce.
-Tanto, peggio di così... beh, grazie del consiglio, Andreina.
-Mi chiamo Andromeda.
-Lascia perdere- sospirò Ted.
 
-Credi che potremmo azzardarci ad uscire, adesso?- chiese Arthur.
Molly, per la verità, non ne aveva alcuna voglia. Ma era molto tardi, e immaginava che gli altri fossero preoccupati, e che Hopper e McLaggen avessero distrutto mezzo castello per lei.
-Sì...- sospirò –Se solo non mi aspettasse come minimo una punizione, e lettera a casa della McGranitt, e i miei fratelli che mi tormentano con questa storia per l’eternità... e circa cinquecento punti in meno a Grifondoro.
-Dai, non esagerare...- la confortò Arthur.
Avevano passato quasi tutto il pomeriggio a chiacchierare in modo molto disteso e piacevole, finché Molly non si era decisa, senza poi troppa vergogna, a raccontargli proprio tutto del filtro. Lui non l’aveva derisa, nemmeno quando aveva cercato di sdrammatizzare. Era una delle persone più piacevoli con cui Molly avesse avuto occasione di stare: si rammaricò che non si fossero avvicinati prima, in oltre cinque anni passati a scuola insieme.
-Beh...- disse, alzandosi e spolverandosi la gonna con qualche manata –...quante grane per aver solo cercato di... beh, di sentirmi più carina. Forse dovrei provare con una pozione snellente, o...
-Veramente, ehm, io credo che tu sia molto carina, Molly- intervenne Arthur, con le orecchie che diventavano scarlatte, e l’aria intensamente occupata a pulirsi gli occhiali. Molly si girò a guardarlo lentamente, e prima che potesse pigolare un “grazie”, o qualsiasi altra cosa, lui inforcò gli occhiali e riprese:
-Non penso ti serva un filtro perchè qualcuno esca con te. Io ti porterei volentieri ad Hogsmeade, il prossimo fine settimana.
Molly rimase in silenzio per molti istanti.
Poi aprì la bocca e disse: “Oh.”
Arthur non si fece troppi problemi a prenderlo per un sì.
 
-Bertie!
-Annie!
I due gruppi si incontrarono finalmente a metà del sesto piano.
-Avete visto Sturgis? Io ed Hector proprio non riusciamo...
-Sturgis è a letto, sorvegliato dai suoi amici. Non sembra pericoloso, ma se Molly andrà a consolarlo un po’, dopo cena, sarà meglio.
-Piuttosto occupiamoci degli altri due!- intervenne Ted concitato. Però teneva Andromeda per mano e sembrava più felice che mai.
-Sono a posto. In infermeria- li informò Annie -Pozione litigiosa, la Chips ci ha creduto- si affrettò a spiegare, quando gli altri la guardarono preoccupati.
-Un’idea di Annie- aggiunse Hector.
Quasi contemporaneamente, tutti e cinque si lasciarono scivolare contro il muro, e rimasero a sedere in mezzo al corridoio, esausti per il sollievo.
-Non posso crederci, se va tutto bene abbiamo risolto la faccenda.
-Manca ancora da trovare Molly- le ricordò Ted.
Non aveva finito di dirlo, che la sentirono ridere poco lontano, e voltandosi tutti di scatto, la videro avanzare lungo il corridoio, con Arthur Weasley che le camminava accanto e chiacchierava fitto fitto con lei. Non davano ancora segni di averli visti. Quando Arthur le prese la mano, Ted dovette trattenere Annie, che era scattata in piedi:
-Lasciami andare!- ordinò lei furibonda –Io l’ammazzo, l’ammazzo quella... TU!
L’urlo fece sì che Arthur e Molly si accorgessero della loro presenza, e subito corsero loro incontro.
Prima che chiunque potesse parlare, intervenne Bertha:
-Sì, i tuoi spasimanti sono al sicuro e probabilmente la cosa sarà insabbiata, Molly. Non devi ringraziarci.
-Ragazze... non so come...
-Risparmia il fiato. Ci siamo ammazzate, per te, io ho rischiato la spilla, per non parlare di Hector, qui. Dove cavolo eri?
-Ci stavamo nascondendo- intervenne Arthur –McLaggen e Hopper sono diventati violenti, ad un certo punto.
-Qualche ora fa- puntualizzò Hector.
-Non potevamo essere sicuri- mormorò Molly –Oh, andiamo, Annie, perdonami. Ti sono tanto grata. Ed anche a voi- fece girare lo sguardo sui presenti.
Tutti annuirono, più o meno comprensivi. Andromeda continuava a fissare senza traccia di pudore Arthur e Molly, ancora per mano.
-Beh, io me ne vado a cena- disse infine Annie, avviandosi per il corridoio.
-Le passerà, Molls!- commentò serenamente Bertha –Piuttosto, non dovete dirci nulla, voi due?
Tutti quanti, sulla scia di Annie, si avviarono verso la Sala Grande. C’era odore di pudding nell’aria.
 
-Alla fine, sono io quella rimasta sola per Hogsmeade!- brontolò Annie, mentre salivano in camera dopo la colazione, a prendere sciarpe e cappelli, la mattina di San Valentino. Infilò nel cerchietto che le fermava i capelli alcune del mazzetto di margherite che Ted, spiritoso e attento alle tradizioni com’era, non le aveva fatto mancare neanche quell’anno, pur essendo felicemente accoppiato con Andromeda per la giornata. Si chiese se la cosa sarebbe durata anche gli anni seguenti, o se qualcosa della loro amicizia si sarebbe persa, ed avvertì un po’ di malinconia.
Molly, emozionata come non mai, si apprestava ad uscire per la prima volta con Arthur Weasley, e tutta la faccenda del filtro sembrava se non altro aver sortito il risultato di procurarle un appuntamento, e forse il principio di quello che sembrava una cotta piuttosto seria, da una parte come dall’altra. D’altra parte, i gemelli, che avevano passato una notte a rotolarsi ululando dal ridere mentre con il loro amico Dedalus assistevano Sturgis, sembravano non trovar pace nel beffeggiarla a ritmo continuo per quella storia. A giudizio di tutti, del resto, se lo meritava.
Bertha ripassava con la penna il nome scritto sul palmo della mano.
-Emil. Emil... E-M-I-L... accidenti, proprio non mi entra in testa. Quando avevamo detto di vederci?
-In Sala Grande, tra venti minuti. Ti aspetta vicino alla porta- ripeté Annie meccanicamente, per quella che forse era la quindicesima volta.
-Ci vediamo a pranzo, Ann? Ai Tre Manici?- chiese Molly, sentendosi un po’ in colpa per il cattivo umore dell’amica.
-Sì, dai, tutti insieme! Io porto Edward...
-Emil!
-...Emil, certo, e poi abbiamo già fissato con Teddy e Andreina.
-Toglietevi quelle espressioni compassionevoli, ho molte compere da fare! Certo che ci vediamo a pranzo!- tagliò corto Annie.
Scesero poco dopo, tutti insieme, ed il gruppetto si disperse nella folla degli studenti che sciamavano fuori dal portone principale, verso i cancelli del castello. La neve era ancora alta, ma la giornata era incantevole, limpida e luminosa.
Ted passò accanto ad Annie con Andromeda:
-Ci vediamo dopo, allora?
Lei sorrise annuendo, ed agitò la mano, rallentando per lasciar passare la massa e ritrovandosi ben presto in coda agli ultimi, a costeggiare a passo lento il lago gelato.
-Bene bene... a quanto pare, restiamo soltanto noi due.
La voce di Hector la fece trasalire, e si voltò.
-Non avevamo detto che saremmo andati ad Hogsmeade insieme, io, te, Arthur e gli altri?
Lui veniva verso di lei lungo il sentiero, infagottato in un vecchio giaccone, i denti candidi che scintillavano come la neve intorno a loro.
-Già!- sorrise Annie... –Beh, prima che tutti impazzissimo per quella storia!
-Io consideravo la decisione ancora valida.
Le offrì il braccio con decisione, e si chinò verso di lei (la differenza di altezza era notevole, considerato che Hector era quasi un metro e novanta):
-Andiamo insieme?
Annie esitò un momento. Le stava offrendo di uscire o era semplice cortesia? Ci mise molto poco a decidere che non le importava, ed infilò il braccio nel suo.
-Con piacere. Noi tutori dell’ordine dobbiamo sostenerci a vicenda.
Il cielo di febbraio non le era mai parso così luminoso.
 
Giunti alla fine posso anche confessare che siccome questa storia è stato un puro sfizio estivo, mi sono concessa di cedere ad una delle più grandi tentazioni latenti del fanwriter ed ho fatto una self-insertion. Annie sono io. Più o meno (saccenza, secchionaggine...). Spero che il risultato non sia marysuesco! Grazie per avermi seguita, un bacione a tutti e alla prossima!

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