A midwinter night's dream di Wry_berry95 (/viewuser.php?uid=144168)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il regalo di natale ***
Capitolo 2: *** Sorridi! Ti voglio bene! ***
Capitolo 3: *** Incubo e dolcezza ***
Capitolo 4: *** La sera del ballo ***
Capitolo 5: *** Il ritorno del purosangue ***
Capitolo 6: *** Non è un addio. ***
Capitolo 7: *** Siamo una cosa sola ora ***
Capitolo 8: *** Partenza ***
Capitolo 9: *** La lettera. ***
Capitolo 10: *** Il passato ritorna ***
Capitolo 11: *** Quella notte ***
Capitolo 12: *** Risveglio ***
Capitolo 13: *** Rianimazione ***
Capitolo 14: *** La stagione dell'amore. ***
Capitolo 15: *** Casa,dolce casa! ***
Capitolo 1 *** Il regalo di natale ***
A midwinter night's dream
IL REGALO DI NATALE
Era una fredda sera d’inverno. La neve era
candida,soffice,fredda …
Ero in giardino. Facevo un angelo sulla neve e i
fiocchi che si poggiavano sul mio viso mi davano una sensazione di calma. Mi
stavo rilassando finalmente. Per tutto il giorno avevo sistemato la cantina con
mio padre,viaggiando tra vecchi ricordi:foto della sua infanzia,vecchi
giochi,agende con numeri di vecchi amici e mobili antichi che non avevamo mai
sistemato e usato. Abbiamo cantato tutto il giorno canzoni natalizie. Papà
aveva anche messo barba e cappello da Babbo Natale e io ho riso fino alle
lacrime. Tutto era cominciato perché dovevamo prendere le decorazioni per l’albero e
per la casa,ma li abbiamo portati in salotto solo alla fine del viaggio,cioè
alle 22:00.
– Yuuki cosa ci fai qui
fuori?Prenderai freddo rientra che è pronta anche la cena.
Mi voltai verso papà ,gli sorrisi. Aveva ancora la
barba e il cappello. Per un secondo si dimenticò che era venuto a chiamarmi per
riportarmi dentro,si guardò intorno e correndo si buttò nella neve e cominciò a
rotolare. Sembrava avesse anche lui otto anni. Poi si alzò.
-Facciamo a chi arriva primo a tavola!Chi perde
niente dolce per stasera!
Mi alzai e cominciammo a correre. Arrivò prima
lui,ma il dolce lo mangiai lo stesso. Bastava il mio sorriso da “angelo” e lui
si scioglieva (per questo ebbi due porzioni).
La sera mi addormentai sorridendo. Avevo passato una
splendida giornata,anche se lui non c’era quel giorno. Lui era la persona che
adoravo. Circa tre anni fa mi aveva
salvata da una tempesta di neve insieme a mio padre e tutti i giorni veniva a
casa e stava con noi. Non ricordo come ero finita lì da sola,ma ringrazio di
essermi trovata lì,ho incontrato le due persone a cui tengo di più. Mio padre
adottivo e Kaname.
Il mattino seguente era la vigilia di Natale.
Preparammo dolci e finalmente addobbammo casa. Tutto era splendido,sarebbe
stato sicuramente un altro giorno da ricordare. E così fu. Verso l’ora di
pranzo papà ricevette una telefonata importante e quando riagganciò prese il
cappotto e venne a darmi un bacio.
-Torno subito. Tu resta qui e non aprire a nessuno.
-Papà cosa succede?Sembri preoccupato.
-Sta tranquilla piccola-mi sorrise-Saprai tutto al
mio ritorno.
Poi scappò via correndo. Avevo addobbato tutto e non
sapevo cosa fare. Non volevo mangiare i biscotti perché era tradizione
mangiarli con papà e Kaname la sera a mezzanotte. Kaname … avrei voluto
chiamarlo e chiedergli se la sera fosse stato con noi,ma pensai che sarebbe
venuto,era sempre venuto!
Mi appisolai sul divano davanti al camino. Ormai
erano quasi le cinque del pomeriggio e papà era fuori da tre ore. Proprio
mentre stavo pensando di volerlo qui a giocare con me e a farmi ridere con le
facce strane che faceva sentì un rumore di chiavi. Corsi verso la porta per
accoglierlo, ma mi bloccai prima di correre ad abbracciarlo.
Con lui c’era un ragazzino più o meno della mia
età,forse più grande.
Era ricoperto di sangue.
-Yuuki lui è …
Prima ancora che dicesse il suo nome corsi verso
quel piccolo sconosciuto,gli afferrai il polso e lo trascinai correndo in
bagno. Disinfettai le ferite che aveva dietro la schiena e sul viso e con una
spugna cercai di pulirlo alla meglio.
-Siediti su quello sgabello ti preparo un bagno
caldo in pochi minuti.
Il suo sguardo era il più triste che abbia mai
visto,non sapevo cosa fosse successo e ad essere sincera non mi importava. Dovevo prima
curarlo.
-Il tuo bagno è pronto. Ora vado via,tu però fa come
se fossi a casa tua.
Gli sorrisi per farlo sentire al sicuro e cercai di
fargli capire che poteva fidarsi di me. Andai in cucina da mio padre. Stava
mangiando noccioline,questo significava preoccupazione.
-Come sta?- mi chiese serio
-Bene,ho disinfettato le ferite e ora fa un bagno
caldo.
-Non vuoi sapere niente di lui?
-Quando sarà il momento mi racconterà tutto.
Sorrisi anche a lui,aveva bisogno almeno di un mio
sorrisone per calmarsi. Ricambiò e mi abbracciò stritolandomi. Stava già
meglio.
Stavo preparando del tè caldo mentre papà era andato
a portare dei vestiti puliti allo sconosciuto. Pensai che sarebbe andato anche
lui a lavarsi appena il ragazzino avesse finito.
Il tè era pronto
e il piccoletto si fermò davanti alla cucina. Continuava a tenere lo
sguardo basso ed era ancora più triste di prima.
-Vuoi del tè?L’ho fatto ora è bello caldo e tira su
il morale … almeno un pochino- nessuna risposta- Ok,una tazza anche per te.
Poggiai le tazze fumanti sul tavolo e mi sedetti.
-Cosa fai lì?Siediti.
Mi guardò per un secondo,diventò rosso credo. Pensai
che volesse chiedermi qualcosa,ma poi chinò nuovamente il capo e prese posto
accanto a me. Fissò la tazza per un po’, cominciò a sorseggiare. Mentre bevevo
lo guardavo,aveva dei bei lineamenti e le guance erano rosse. Si era accorto
che lo fissavo,ma non mi chiese cosa volessi,rimase
lì buono a bere.
Arrivò papà e appena ci vide “fare amicizia” prese
la sua polaroid e sorridendo come un bambino che riceve un nuovo giocattolo ci
scattò una foto. Ero venuta malissimo(che rabbia). Il cenone ci fu comunque
quella sera e mangiammo come maiali all’ingrasso(suona male lo so … beh
mangiammo a sbafo). Dopo cena lavammo i piatti,anche il ragazzo
nuovo,nonostante papà gli avesse ordinato di stare seduto. Come nostro solito
andammo in salotto cominciammo a cantare e tornarono anche la barba finta e il
cappello rosso da Babbo. Cercavamo di rendere allegro il ragazzino ma lui
rimase seduto sul divano a guardare il fuoco del camino.
Quando i canti finirono papà si buttò sfinito sul
tappeto color corallo.
-Ragazzi sono sfinito. Devo filare a letto-mi diede
un bacio e accarezzò i capelli del piccolo sconosciuto,poi si fermò alla porta
voltandosi verso di me-gli mostri tu la stanza Yuuki?-con un gesto del capo gli
dissi di si-allora buonanotte piccoli- sorrise e andò via contento.
Guardai Occhioni tristi(si so che è un brutto
soprannome,ma se gli avessi chiesto il suo nome non avrebbe comunque
risposto),ero curiosa di sapere perché era così giù,ma non chiesi niente,sapevo
che sarebbe stato uno sbaglio.
-Tu … vuoi andare a letto?-mi guardò con aria
stanca,sfinita,quasi sperava che gli facessi quella domanda- Vieni,ti mostro la
stanza-aspettai che anche lui si alzasse e poi andammo verso il lungo
corridoio,salimmo le scale e arrivammo davanti alla porta della sua camera che
era proprio accanto alla mia- Siamo arrivati-gli presi una mano e la strinsi
nella mia- non so cosa è successo,non voglio ficcare il naso in cose che magari
non vuoi dirmi,però sta tranquillo che di me puoi fidarti,non ti sono
nemica-lasciai la sua mano-ora è meglio che vada a letto e ricorda che se serve
qualcosa non esitare a chiamarmi-gli sorrisi-Buonanotte.
Mi svegliai rilassata dopo una lunga dormita,ma
pensai perché Kaname non era venuto. Era malato? Non voleva vederci? Presto si
farà sentire. In cucina c’era papà che canticchiava e con il suo grembiule rosa
preparava frittelle.
-Yuuki! Piccola adorata di papà!
BuoooooooooooooooooooooooooooooooonNatale!
-Buon Natale anche a te papà!
Oggi era particolarmente allegro. Occhioni tristi
era ancora in camera. Ci rimase tutta la mattina. Andai a chiamarlo ma non
rispondeva e non mi faceva entrare. Pensai che gli fosse successo qualcosa e
allora corsi da mio padre in preda al panico. Piangevo.
-Perché non apre?! Gli sarà successo qualcosa?! Che
combina?!
Non riuscivo a calmarmi.
-Tranquilla Yuuki,sta bene. Vuole solo restare solo.
Presto scenderà- mi disse con voce rassicurante.
Quella sera mi addormentai davanti alla porta di
camera sua. Continuai così per una settimana,fin quando non aprì quella porta.
Si chinò su di me cercando si svegliarmi agitandomi e quando aprii gli occhi lo
vidi lì che continuava a tenere la mano sulla mia spalla. Rimanemmo così per
qualche secondo,poi …
-Io … ho fame.
Aveva parlato! Avevo sentito la sua voce! Era dolce
… rimasi a guardarlo per un po’. Ero sconvolta ma felice allo stesso tempo. Mi
alzai e lo afferrai per il braccio
trascinandolo in cucina da papà.
-Vuole mangiare!Ha fame! Prepariamo la colazione!
Saltellavo tanto che ero contenta e mio padre lo era
ancora di più. Preparò frittelle,biscotti al cioccolato e latte caldo. Il
ragazzo mangiò tutto!
-Ragazzi io esco a fare spese,prendo qualcosa per il
pranzo di oggi e passo in qualche negozietto per regalare qualcosa di carino al
nostro ospite. Fate i bravi!- e si allontanò saltellando come al solito.
-Yuuki … beh ecco volevo ringraziarti per quello che
hai fatto per me e chiederti scusa perché t’ho fatta preoccupare e … beh
grazie.-diventò tutto rosso.
-Tranquillo qui starai bene.
-Già sto meglio. Tuo padre è divertente e siete
gentili con me-ancora rosso con lo sguardo basso- io … io mi chiamo Zero- mi
guardò.
-Il mio nome già lo conosci-gli sorrisi- se stai
meglio potremmo andare fuori e giocare con la neve,che ne dici?
-Per me va bene.
Quella mattina,anche se Zero non sorrideva,sapevo
che si stava divertendo. Urlavamo come matti quando una palla di neve ci
colpiva. Rotolavamo per terra,prendemmo anche lo slittino e lui mi trascinava
per tutto il giardino. Ci facevamo compagnia e stavamo bene insieme.
Improvvisamente ci ritrovammo sdraiati su quell’immenso letto bianco e freddo e
osservavamo le nuvole.
-Anche se ti stai divertendo non sorridi
-La mia famiglia è stata massacrata da non so
chi,meglio cosa. La persona che li ha uccisi era tutto tranne che un umano. Se
sono vivo lo devo a tuo padre .
Non lo feci continuare. Gli strinsi la mano. Non volevo che
piangesse o che ritornasse triste come prima. Ci fu un lungo silenzio. Non
parlavamo,guardavamo il cielo e continuavamo a tenerci per mano. C’era una pace
… una pace che presto venne interrotta da papà che tornò e ci scattò una foto.
Cominciò a cantare e ballare,non riusciva a stare fermo,ma almeno l’allegria era
tornata.
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Capitolo 2 *** Sorridi! Ti voglio bene! ***
Sorridi!
SORRIDI! TI VOGLIO BENE!
Un mesetto dopo mi ammalai. Semplice
influenza,niente di grave,ma la notte stavo male. Zero era seduto davanti alla
porta di camera mia e quando sentì che mi lamentavo entrò senza bussare. Bagnò
un fazzoletto e lo poggiò sulla mia fronte,poi si infilò nel mio letto e questa
volta fu lui a prendermi la mano.
-Sta tranquilla.
Mi disse solo questo e subito dopo chiusi gli occhi
cercando di dormire. Lui mi guardava.
Anche otto anni dopo,ormai entrambi nel pieno
dell’adolescenza,questa scena si ripeteva ogni volta che uno di noi due era
malato. Eravamo inseparabili. Gli scherzi che facevamo a papà erano tremendi,ma
lui alla fine si divertiva e ogni tanto,con la sua polaroid,ci scattava una
foto,che poi dopo metteva nel suo album. C’era qualcosa che mancava però: Zero
non aveva mai sorriso. Era ancora triste e anche facendo le cose più stupide e
imbarazzanti lui non sorrideva. Ci raccontavamo tutto,non avevamo segreti.
Eravamo come fratello e sorella. Forse no. Eravamo entrambi al secondo anno di
liceo. Lui era bravo,io … dovevo sopravvivere in quel postaccio. Mi dava
ripetizioni e si arrabbiava se sbagliavo qualcosa o se mi lamentavo,ma so che
lo faceva per il mio bene.
Kaname,beh non chiedetemi che fine abbia fatto. Non
saprei rispondere. L’ultima volta che l’ho visto è stato poco prima che
arrivasse Zero e dopo neanche una telefonata. Mi fa talmente tanta rabbia
questa cosa che se lo incontrassi ora non lo saluterei.
Era una splendida giornata e decidemmo di andare a
fare un giro in città. Papà restò a casa doveva pulire o fare altro non so.
Dopo aver camminato per un paio d’ore,io e Zero ci fermammo in
piazzetta. Notammo un gattino nero che era seduto vicino a noi. Era
tenerissimo.
-Hai qualcosa da mangiare?
Infilai la mano nel cappotto cercando anche solo una
briciola per darla al micetto.
-L’unica cosa che ho è un salatino
-Dammelo.
Passai il cracker a Zero. Si alzò piano andando
verso il gatto,miagolava per chiamarlo a se e cercare di non farlo scappare.
-Vieni qui non voglio farti niente- trovatosi faccia
a faccia con quella piccola palla di pelo nera,lasciò il salatino e aspettò che
il piccoletto lo mangiasse – visto che è buono?
Poggiò l’indice sulla testolina di quell’essere
tenerissimo. Non so perché ma in quel momento mi ricordava papà. Li guardavo ed
erano tenerissimi.
-Yuuki vieni anche tu!
-Arrivo.
Andai verso di loro sorridendo e cominciammo a
giocare e a coccolare quel gattino. Un’ora sola e c’eravamo affezionati.
Volevamo portarlo a casa,papà sarebbe stato felicissimo dato che i gatti sono i
suoi animali preferiti,però c’era l’allergia. Non poteva non starnutire se
accarezzava un gatto,ma li amava. Alla fine non ci fu niente da fare.
Rientrammo a casa verso le 15:00 . Papà era in
giardino a pulire il vialetto e ci salutava agitando la mano e gridando.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!
Improvvisamente gli occhi diventarono lucidi quando
vide quella macchiolina nera che dormiva tra le mie braccia.
-Ma è meraviglioso- starnuto - dove l’avete trovato?
– starnuto – vieni qui dal tuo paparino! – starnuto.
- Papà ma …
-Lasciatelo a me vi prego! L’allergia non fermerà il
mio amore per questo cucciolotto!
-Come vuole lei signor Cross.
Entrò in casa e cercò una cesta per sistemare il
gatto. Era felicissimo.
-Ci sei rimasto male Zero che si è impossessato di
quel gattino?
-Naaaah. Almeno è contento.
Quella sera ero sdraiata nel mio letto e guardavo il
soffitto,non pensavo a niente però non riuscivo a dormire. Qualcuno busso alla
porta di camera mia. Mi alzai e andai ad aprire. Zero.
-Dormivi?
-No. Vieni entra- notai che aveva lo sguardo basso.
Ci sedemmo sul mio letto con le spalle contro il
muro. Il silenzio cominciò a regnare in quella stanza. Zero aveva chiuso gli
occhi e si stava rilassando. Io avevo abbracciato le mie ginocchia e chinato
leggermente il capo. Ero stata tante volte così con Zero,però avevo una strana
sensazione. Ero un po’ rossa in viso. Pensai di dover dire qualcosa per
spezzare il silenzio,una cosa che pensavo di dover dire da tempo ormai.
-Zero … - la mia voce tramava. Mi voltai cercando i
suoi occhi. Lui mi guardava- Ti voglio bene.
Anche se lui lo sapeva,non l’avevo mai detto.
Era stata breve come cosa da dire e l’ansia
che avevo volò subito via. Gli volevo davvero bene.
Restammo così,a guardarci negli occhi,quasi tutta la
notte. Avevamo entrambi le guance rosse. Non parlavamo,ma ci capivamo con lo
sguardo. Era felice e lo ero anche io. Ormai erano quasi le 4:00.
-Devo andare,sto bene ora.
Lo accompagnai alla porta e restammo ancora a
scambiarci degli sguardi. Fece un passo verso di me e mi stritolò in un
abbraccio,un dolce abbraccio,che quasi mi soffocava ma non volevo
staccarmi,anzi,ricambiai stringendolo forte(anche se la mia forza era la metà
della sua).
-Ti voglio bene anche io Yuuki!-mi sussurrò
dolcemente all’orecchio.
Liberatami dall’abbraccione ci guardammo ancora
negli occhi,eravamo più rossi di prima.
-Cerca di riposare,ci vediamo più tardi.
-Riposa anche tu.
Sorrise.
Rimasi ferma davanti alla porta della mia stanza
cercando di capire bene cosa fosse successo,poi con passo lento e quasi
barcollando tornai a letto. Mi sdraiai e ripresi a fissare il
soffitto,sorridendo.
Zero aveva finalmente sorriso,per la prima volta
aveva abbandonato quel broncio.
Non dormivo. Ora pensavo solo ad una cosa: il dolce
sorriso di Zero.
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Capitolo 3 *** Incubo e dolcezza ***
incubo e dolcezza
INCUBO E DOLCEZZA
Quella mattina ero distrutta. Non chiudevo occhio da
quella sera,la sera del Ti voglio bene,l’avevo chiamata così. Zero era nelle
mie stesse condizioni. Dormiva a lezione,camminava lentamente e barcollando.
Eravamo due zombie. Anche papà,ormai drogato di Maccherone(aveva chiamato così
il gattino),si era accorto che era successo qualcosa,la mia migliore
amica,Yori,il gatto! Tutti! Noi continuavamo a comportarci normalmente,e Zero
regalava solo a me i suoi dolci sorrisi e questo mi faceva sentire importante.
Papà perdeva intere giornate ad accudire
Maccherone,erano così dolci e così simili. Erano fatti l’uno per l’altro. Il
gattino era anche fotogenico:si faceva scattare tantissime foto che mio padre
conservava in un album esclusivamente dedicato a loro due. Ormai era innamorato.
Per una settimana avevo ripreso a dormire
serenamente,facendo sogni allegri,con mio padre,Maccherone e Zero. Ma una notte
in un sogno c’era sangue ovunque e Zero era tra le mie braccia e non respirava
… provai di tutto per svegliarlo,ma continuava a dormire. Spalancai gli occhi e
corsi davanti alla porta di camera sua. Quando mi sentì bussare in quel modo
violento e veloce venne subito ad aprire. Lo vidi. Stava bene. Buttai le miei
braccia attorno ai suoi fianchi e appoggiai la testa sul suo petto nudo.
Piangevo. Zero chiuse la porta.
-Ho avuto paura.
-Tranquilla ora è tutto passato.
Con una mano mi stringeva a se e con l’altra mi
accarezzava i capelli. Dovevo calmarmi,ma ero terrorizzata. Avevo paura di
perderlo e ora dovevo sentire che stava bene,che non era successo niente. Mi
tremavano le gambe,non riuscivo a muoverle. Si staccò per un secondo e mi prese
in braccio,mettendomi sul letto.
-Vuoi un camomilla? Qualcosa che ti calmi?
-Resta qui. Non andartene.
Si sdraiò accanto a me come quando eravamo malati.
Mi strinsi a lui cercando il calore e il profumo del suo corpo. Con un solo
braccio intorno alla mia spalla mi abbracciava.
-Non vuoi dirmi cos’è successo?
-Ho … ho sognato te in una pozza di sangue. Eri
morto. Ho avuto paura di perderti.
Non riuscivo quasi a parlare. Singhiozzavo troppo.
Ora aveva il mio viso tra le sue mani e mi guardava negli occhi.
-Qualsiasi cosa succeda tu non mi perderai mai
Yuuki. Non succederà niente che ci separerà. Lo giuro.
Con il pollice asciugò una lacrima che scendeva giù e
sorrideva. Mi stavo finalmente calmando e ricambiai il sorriso. I miei occhi guardavano prima i suoi e poi le
sue labbra e ancora,ancora,lui faceva lo stesso. Eravamo vicini. Troppo vicini.
Piano ci avvicinavamo sempre di più,ormai le punte dei nostri nasi si
sfioravano. Ancora una volta eravamo rossi. Riuscivo a sentire il battito del
cuore di Zero e non era difficile che lui sentisse il mio.
-Io … -mi disse con un filino di voce. Voleva
chiedermi se volevo? Aveva paura di una reazione negativa? Non mi importava
cosa volesse dirmi in quel momento. Nessun non voglio o non posso. Non disse
altro. Chiuse gli occhi e poggiò le sue soffici labbra sulle mie. Restammo così
e prima di staccarsi passò piano la lingua sul mio labbro inferiore e poi un
altro piccolo e dolce bacio.
-Ho bisogno di te Yuuki. Resta.
-Shh … -portai l’indice davanti alla sua bocca per
farlo stare zitto,mi avvicinai e lo baciai nuovamente. Le mie braccia erano
attorno al suo collo e lui mi stringeva a se tenendomi per i fianchi. Poggiamo
le teste sul cuscino e restammo a baciarci per un po’,intrecciando le nostre
lingue e mordendoci piano.
-Zero,non hai freddo in pieno inverno solo col
pantalone del pigiama?
-No,se mi stringi.
Ci infilammo sotto le coperte e cercammo di
addormentarci. Feci come aveva detto:lo strinsi a me.
Ci addormentammo subito e col sorriso stampato in
faccia.
Il mattino dopo aprì gli occhi verso le 7:00. Era
sabato e non c’era scuola. Potevo restare così quanto volevo. Zero dormiva. Era
ancora sorridente. Gli diedi un bacio sulla guancia e poi ritornai a dormire.
Mi sentivo al sicuro tra le sue braccia.
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Capitolo 4 *** La sera del ballo ***
la sera del ballo
LA SERA DEL BALLO.
Era il periodo del ballo scolastico e per i corridoi
della scuola ,si aggiravano ragazze ossigenate che distribuivano volantini per
farsi eleggere reginetta del ballo. Odiavo queste feste. Musica
assordante,abiti eleganti e le elezioni! A che serve essere nominata la più
bella del ballo? Per me questo rimarrà nei grandi misteri da svelare
dell’umanità. Una mattina ricevetti sei volantini,tutti da ragazze diverse. Zero
li prese e li cestinò,queste cose le odiava peggio di me.
-Capisci ora perché mi piaci? Sei troppo simile a
me.
A modo suo era un complimento. Non sapevano di noi.
Pensammo di tenere segreto tutto quello che era successo,almeno dovevamo far
passare il ballo. Potevano inserirci nella lista “del re e la regina” ed era l’ultima cosa che volevamo.
Tornammo a casa e parlammo con papà del ballo.
-Non volete andarci?! State scherzando spero!
-Per niente signor Cross- rispose Zero freddo mentre
accarezzava Maccherone.
-Perché Yuuki?!- si inginocchiò davanti a me
piangendo disperatamente- Perché?!
-Papà sai che odio feste del genere!
-Ma il mio sogno è vederti con uno di quei bei
vestiti mentre balli tra tutta quella gente!
-Evidentemente non è il mio.
-Come volete!
Si alzò e riprese a cucinare,io e Zero ci
guardammo,capì che si era offeso(anche se in realtà era un modo per convincerci
ad andare),alzammo le spalle e riprendemmo ad osservarlo.
-A che ora deve tornare a casa?
Papà si voltò verso Zero con faccia sconvolta,non
aveva capito.
-Chi?
-A che ora riporto sua figlia a casa se dobbiamo
andare a questo stupido ballo?! Questo chiedono solitamente i ragazzi no?
-AAAAAAAH CHE MERAVIGLIA! Tornate a qualsiasi
ora,sono troppo felice ora! Devo trovarvi dei vestiti eleganti! Non muovetevi
di qui! Prendo il cappotto e vado a comprare qualcosa di carino per voi!
E in cinque secondi uscì di casa.
-Ti andrebbe di farmi un massaggio?- mi chiese Zero
sbadigliando
-Ok basta che non sia ai piedi.
Ci sedemmo davanti al camino in salotto. Poggiai la
schiena al divano per stare comoda e non stancarmi. Zero si sedette davanti a
me,tra le mie gambe. Cominciai a massaggiargli le spalle. Aveva gli occhi
chiusi e l’aria rilassata,qualche minuto e sarebbe crollato.
-Così va bene?- gli chiesi
-E’ bellissimo- sorrise.
Cominciavo a massaggiargli anche la schiena,un po’.
Facevo piano,se avessi fatto forte
sarebbe stata più una tortura e si sarebbe arrabbiato.
-Che ne pensi di scappare dal ballo?
-Cosa?!-questa volta io non avevo capito cosa
volesse dire.
-Si,fingere di andare al ballo e dopo andare
altrove. Sarebbe l’ideale.
-Beh credo che tu abbia ragione. Magari decideremo
stesso quella sera.
Dopo un po’ non parlava più,aveva gli occhi chiusi e
pensai che stesse dormendo,ma continuavo a massaggiarlo e ad osservare il suo
viso,mi piaceva tanto. Da piccola passavo giornate intere a osservare Zero
mentre dormiva. Aveva un viso angelico,le guanciotte. Credo che in fondo mi sia
sempre piaciuto,anche se prima pensavo spesso a Kaname. Loro due sono totalmente
diversi. Credo che la cotta che ho per Zero sia più di una semplice cotta. Mi
sto innamorando. Ma Yori e papà dicono che l’uomo deve dirlo per la prima
volta,aspetterò allora.
-Yuuki … - non dormiva- mi massaggi i piedi?
Smisi di massaggiarlo.
-No!
-Oook.
Si inginocchiò guardandomi negli occhi. Ero
immobile. Aveva una mano sul mio ginocchio e la faceva salire lentamente … cosa
succede? La mano era a metà coscia e poi … poi scese e finì sul piede e lì
cominciò a farmi il solletico. Mi buttai per terra agitandomi tutta. Soffro
tremendamente il solletico sui piedi. Cercai in tutti i modi di fermarlo,ma lui
rideva come un matto sentendo la mia strana risata e divertendosi a torturarmi
a modo suo. Ero arrivata al limite,ridevo e piangevo. Non so come afferrai la
sua camicia e riuscì a liberarmi,cosa impossibile,ma dovevo stare davvero male
per aver fatto questa cosa. Il punto debole del nemico erano i fianchi e
cominciai a fargli il solletico. Tra capriole varie e strane “acrobazie” mi
ritrovai sdraiata su di lui. Mi prese per i fianchi e mi tenne stretta a se.
Poggiai le mani su suo viso e lo baciai. Ci alzammo dopo un po’,poteva entrare
papà in qualsiasi momento,ma tornò circa un’oretta dopo.
Due giorni dopo arrivò il ballo. Mio padre era
emozionatissimo. Si sbizzarrì nel comprare scarpe e vestiti. Sapevamo che
c’avrebbe scattato un miliardo di foto,ma come diceva Zero,almeno è contento!
Verso le 18:00 mi mandò in camera per prepararmi e lui aiutò Zero a prepararsi. Con me avevo
maccherone. Giocava con una mia vecchia bambola di pezza mentre io ero sotto la
doccia. Decisi di raccogliere i capelli con un fermaglio dagli strass neri. Non
mi truccai,non lo facevo mai in realtà. Mi piacevo acqua e sapone. Avevo finito
prima del tempo e rimasi con la vestaglia ancora un po’ per non sporcare il
vestito. Nella camera accanto c’era una guerra:urla di ribellione di Zero e
papà che gli dice di stare zitto e fare come dice lui. Finalmente indossai
l’abito: arrivava ai miei piedi,rosa con una cinta di merletto nera. Presi il
copri spalle e bussai alla porta dove c’erano gli uomini di casa.
-AMORE DEL TUO PAPA’!!!!!!!!!!!!!! Sei
stupendaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
Era euforico,non si calmava. Io cercavo di vedere
Zero,ma papà si agitava troppo.
-Grazie! E’ pronto?- volevo vederlo!
-Stava facendo problemi con la cravatta però …
Zero spostò papà per passare e si fermò davanti a
me. Aveva un classico completo nero con camicia bianca e cravatta scura. Era
perfetto.
-Ora sono pronto. Possiamo andare.
Salutai papà che ci accompagnò alla porta con
Maccherone in braccio,starnutendo e piangendo per la felicità. Le lacrime e
l’allergia però servirono a evitare le sue solite foto.
Zero guidava la vecchia auto di papà. Ormai eravamo
quasi arrivati al ballo. Zero accostò un secondo.
-Allora che si fa?Diamo un’occhiata ai tipi lì
dentro o seguiamo subito la mia idea?
-Che idea?
-Drive in. Non ci siamo mai stati e sembrava un’idea
carina.
-Lo è! Però direi di andare prima al ballo,ora non
c’è confusione e posso salutare Yori.
Così facemmo. Il salone era già pieno di ragazzi e
ragazze,tutti con abiti eleganti,gioielli. Solo le dive,le candidate per la
reginetta del ballo,non erano arrivate. Erano sempre le ultime. Salutai Yori,era
in compagnia di un suo vecchio amico che non avevo mai conosciuto,ma lei mi
aveva parlato spesso di quanto le piacesse e finalmente aveva un appuntamento
con lui. Restammo per un’oretta a ballare e parlare con qualche conoscente,poi
andammo via,finalmente era arrivato il momento del drive in. Viaggiamo per una
quindicina di minuti ed arrivammo in tempo per la proiezione. Era uno di quei
film strappalacrime,ma non c’importava,eravamo lì,insieme,per divertirci. Per
tutte e due le ore Zero tenne il suo braccio introno al mio collo ed io poggiai
la testa sulla sua spalla. Ci scambiammo molti baci,dolci,facevamo qualche
battuta e mangiammo dei popcorn.
Al ritorno mi addormentai in macchina. Papà già
dormiva,il mattino dopo ci sarebbe stato l’interrogatori su com’era andato il
ballo,chi era la reginetta ecc. Visto che papà era a letto e non c’era bisogno
di svegliarmi Zero mi portò in camera prendendomi in braccio. Mi sistemò sul
mio letto e mi coprì con la sua giacca. Si addormentò accanto a me. Il mattino seguente
aprimmo gli occhi contemporaneamente. Un dolce buongiorno,un tenero bacio e poi
ci perdemmo in un abbraccio.
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Capitolo 5 *** Il ritorno del purosangue ***
il ritorno del purosangue
IL RITORNO DEL PUROSANGUE.
Indossavamo ancora gli abiti del ballo quando
uscimmo dalla mia camera per mangiare qualcosa. Ci fermammo prima di mettere
piede fuori. Nel corridoio c’era gente che non avevamo mai visto. Strinsi forte
la mano di Zero.
-V … voi chi siete?
Li osservavo cercando di capire se avevano un
aspetto familiare,magari in passato conoscevo almeno uno di loro,ma niente.
-Loro sono Akatsuki Kain e Senri Shiki,io mi chiamo
Hanabusa Aido. Ci hanno ordinato di tenerla d’occhio e non dar fastidio al
Signor Cross.
-Ma è un’assurdità! IL direttore è mio padre!
-In questo momento è in riunione e non riceve
nessuno.
Zero stringeva forte la mia mano,sapevo che stava
per reagire male,lo sentivo.
-Chi sarebbe questa persona così importante con cui
sta parlando Cross?!- Zero era furioso.
-Non credo che tu possa conoscerlo,o forse si.
Stuzzicavano Zero? Forse si,dato che stava per
perdere il controllo come non aveva mai fatto prima. Passò davanti a me e mi
trascinò fuori dalla stanza correndo,stava andando dal direttore. Quei ragazzi
ci seguirono,ma eravamo arrivati. Spalancammo la porta ed entrammo. Papà era
dietro la sua scrivania ed era serio. Davanti a lui era seduto un uomo alto,dai
capelli neri e lunghi. Zero mi stringeva la mano,ma aveva una strana
espressione,paura e rabbia messe insieme. Arrivarono anche quei tre.
-Ci dispiace,ma hanno cominciato a correre e non
avevamo capito dove stessero andando dato che non conosciamo la casa.
Avevano le teste basse in presenza di quell’uomo.
Doveva essere un dittatore? Zero lo conosceva?
-Non importa.
La sua voce era profonda,triste,l’avevo già sentita.
Si alzò,sistemò la sedia dov’era seduto e si voltò. Era …
-Non sei cambiata Yuuki,sei cresciuta benissimo.
Ero scioccata. Non riuscivo a parlare,ero
paralizzata,proprio come Zero,che stringeva ancora la mia mano.
-Tu … - Dovevo dire qualcosa,ma cosa? Avevo promesso
che se l’avrei rivisto non gli avrei rivolto la parola,neanche salutato. Ora
non parlavo proprio. Tutti quegli inchini, lo chiamavano “signore”,era una
persona importante. Chi era in realtà? Era sempre stato così o era questo il
motivo per cui non si è fatto né sentire né vedere per tutti questi anni? Chi
era ora Kaname? – Che … fai qui?
-Ero passato per parlare con tuo padre e conte,ma
vedo che sei arrivata prima del previsto,sei sempre la stessa,sempre curiosa.
Ti hanno spaventata?
- Cosa vuoi?!- Zero lo conosceva,ormai era sicuro,ma
c’era un odio profondo tra quei due.
-Vedo che ti sei ripreso bene Kiryu,complimenti.
Dovetti bloccare Zero,stava per reagire in modo
violento. Ero davanti a lui e guardavo Kaname quasi con odio.
-Non intrometterti Yuuki,non sai niente.
-Non devi fargli del male- era cambiato qualcosa in
Kaname,lo sguardo ancora più triste e malinconico,quell’aria da duro verso
Zero,gli atteggiamenti da grande signore. Non era più lui.
Zero poggiò una mano sulla mia spalla- Sta
tranquilla è una lunga storia,poi ti spiego- mi disse piano all’orecchio. Papà
non parlava,era pensieroso,troppo.
-Potrei restare un attimo solo con Yuuki signor
Cross?
Papà guardò Kaname e cercava di comunicargli
qualcosa- andiamo … - si avvicinò a Zero e poggiò la mano sulla sua spalla.
-Ma Cross … - non volevo che andassero via
-Ti prego vieni con me Zero … -era troppo triste.
-Per qualsiasi cosa chiama Yuuki – mi guardò
preoccupato e mi accarezzò,poi seguì papà.
Ero sola con Kaname e la cosa mi dava leggermente
fastidio. Avevo tante cose da chiedergli,ma ero troppo arrabbiata,incazzata
nera. Aveva trattato male Zero,papà per causa sua ora era triste e pensieroso e
in più aveva quei ragazzi che lo seguivano ovunque e facevano tutto quello che
gli ordinava.
-Non sei contenta di vedermi.
-Per niente- ero fredda. Dovevo esserlo.
-Un tempo non era così,eri felice quando passavo di
qui tutte le sere.
-Poi sei sparito,né una telefonata o altro e ora
pretendi che sia felice? Felice se intristisci per qualche assurdo motivo mio
padre,se stuzzichi Zero su qualcosa che non so? Spiegami perché sei cambiato in
peggio e non in meglio.
Si sedette sulla poltrona in pelle bordeaux e mi
invitò ad andare vicino a lui. Rifiutai.
-Dovevo fare altro e poi,Zero lo conosco da un po’
,o meglio conoscevo la sua famiglia e non mi andava di vedere te che lentamente
ti innamoravi di lui.
Aveva capito tutto in un solo minuto? Magari lo
sapeva da tempo.
-E allora perché sei tornato?
-Perché è arrivato il momento che tu mi segua,dato
che solo io conosco il tuo passato e per conoscerlo devi venire con
me,abbandonare tutti i tuoi amici,tuo padre,il tuo caro Zero.
Lasciare tutti?! No,non volevo! E del mio passato
non mi è mai importato nulla alla fine,mio padre era la mia famiglia,solo
lui,non volevo altri.
-Non credo che questo sia possibile.
-Devi seguirmi Yuuki.
-Conoscere il passato non mi importa,l’importante
ormai è il presente e il futuro.
-Importa a me però.
Non ero mai stata così cattiva con nessuno in vita
mia,ma ora stava esagerando ed era quello che si meritava.
-Non puoi obbligarmi a fare qualcosa che non voglio.
-Invece si mia cara.
Si alzò e mi venne vicino,voleva accarezzarmi,ma mi
scansai. Aprì la porta e se ne andò.
La sera dormì da noi. Papà lo sistemò in camera di
Zero,che venne a stare da me. Riguardo ai tre ragazzi,che non si lamentavano di
niente,ma eseguivano solo gli ordini di Kaname,dormirono sul divano e le
poltrone del salotto.
Papà e Zero erano sempre preoccupati. E la sera
parlammo,visto che non riuscivamo a dormire.
Eravamo seduti sul mio letto.
-Cosa ti ha detto?
-Che lui mi mostrerà il mio passato se lo
seguo,lasciando te e papà per sempre.
-Lo farai?
-Sai che il passato non m’interessa.
Arrivo un po’ di silenzio e Zero aveva lasciato un
po’ di paura,quella che me ne andassi via per sempre.
-Ti potrebbe portare via con la forza lo sai?
-Si,ma so che tu e papà non lo permetterete.
-Già- sorrise leggermente.
-Chi è Kaname?
-Meglio dire cos’è … - Cos’è?! Perché? Non sembrava
un mostro. Cosa non sapevo? Che mi avevano nascosto?- Yuuki vedi … c’è una cosa
che tuo padre ti ha nascosto e ha ordinato a me di non dirti niente fino ad
oggi. L’essere che ha ucciso la mia famiglia era un vampiro,so che è assurdo,ma
è vero,loro esistono ed hanno forma umana,ma possono uccidere. Sei io sono vivo
lo devo a tuo padre. I miei erano cacciatori di vampiri e lo sono anche io,per
questo conosco Kaname. Lui è un vampiro,un sangue puro,per questo tutti stanno
ai suoi ordini,perché i sangue puro hanno il potere assoluto e sono pochi.
Kaname è … un vampiro … La cosa era già strana,ma
Kaname vampiro,signore dei vampiri,era troppo. Però non fermai Zero.
-Vedi esiste una scala sociale, dove in cima ci sono
quelli come Kaname,poi ci sono i nobili,i vampiri comuni e i livello E,cioè
umani trasformati in vampiri,destinati a morire. Se sulla lista dei cacciatori
appare un nome di un vampiro,il cacciatore deve ucciderlo,è questo il suo
compito. So che è brutto,ma possono essere pericolosi,molto. Ormai la donna che
ha ucciso i miei è morta. L’ha uccisa un sangue puro. Un sangue puro che sta
uccidendo tutti i suoi simili per avere il potere assoluto.
Poteva essere Kaname. Era cambiato tanto e poteva
essere per questo motivo. Arrivò nuovamente il silenzio. Ora capivo tante cose.
-Mi odi ora Yuuki?-la voce di Zero tremava. Stava
per piangere?
-Perché dovrei?
-Ti ho tenuto nascosto tutto questo per così tanto
tempo.
-Non potrei mai odiarti- lo guardai negli occhi e
sorrisi- non mi hai detto niente per proteggermi e ti ripeto che non potrei
odiare mai la persona a cui tengo di più.- Sorrise. Poggiai la testa sulla sua
spalla,lui mi strinse a se.
-Continuerò a proteggerti da qualsiasi cosa ti possa
far del male. Non ti tradirò mai.
-Lo so.
-Yuuki io … Ti amo.
Spalancai per un secondo gli occhi,poi sorrisi
dolcemente,alzai lo sguardo e notai che anche Zero era arrossito.
-Ti amo anche io Zero.
Lo abbracciai forte e mi rannicchiai con la testa
sul suo petto.
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Capitolo 6 *** Non è un addio. ***
non è un addio
NON E’ UN ADDIO.
Ero in cucina e prendevo un caffè bollente per
tirarmi su. I tre ragazzi dormivano,anche papà e Zero. Kaname non sapevo cosa
stesse facendo. M’ero avvolta nella mia vestaglia,avevo un po’ freddo. Pensai a
quello che era successo,alle cose che mi aveva detto Kaname,a quelle che mi
aveva detto Zero. Perché dovevo seguirlo? Poteva dirmi tutto anche qui,ora,senza
dover abbandonare tutti. A me importava del presente,il passato era passato e
basta. Non ho mai voluto sapere niente. Potevo convincere Kaname a non portarmi
via,a dirmi tutto qui se proprio ci teneva. E se avesse voluto farmi diventare
un vampiro? Non lo farei mai. Zero li odia e il suo lavoro è ucciderli. Se
finissi su quella lista? Lui potrebbe eliminarmi. Non volevo. Avrei trovato un
modo per non litigare con Kaname.
Più tardi,quando tutti erano svegli e la casa aveva
preso vita,io papà,Zero e Maccherone andammo in salotto a rilassarci un po’.
Papà ci spiegò che gli animali non sopportano l’odore dei vampiri e scappano
quando sono vicino a loro. Infatti il povero gattino andava in cantina appena
uno dei tre ragazzi o Kaname gironzolavano per casa. Il ragazzo
biondo,Aidou,venne a chiamarmi. Il gatto sparì nuovamente in cantina.
-Signorina Yuuki Kaname desidera parlarle.
Guardai prima Zero e papà. Nessuno dei due voleva
che andassi.
-Viene con te solo se Zero starà fuori alla porta ad
aspettarla.-aggiunse papà severo.
-Si può fare.
Io e Zero seguimmo il biondo. Arrivati davanti allo
studio di papà Zero mi prese un braccio per non farmi entrare.
-Sta tranquillo,se serve chiamo.- gli sorrisi.
Mi lasciò ed entrai. Quando entrai Kaname si alzò
dalla poltrona.
-Speravo non venissi.
-Devo chiederti delle cose.
Abbassò lo sguardo. Perché era sempre stato così
triste?
-Perché fai tante domande?
-Tu rispondi e basta!- ero troppo severa?
-Non ti fermo mica …
-Dici che puoi dirmi del mio passato,ma solo se ti
seguo e lascio tutto. Perché? C’entra qualcosa con i vampiri? Sono destinata a
diventare un vampiro? Cosa?
-Ci sono due cose legate al mondo dei vampiri:il tuo
passato e il mio desiderio di bere il tuo sangue.
-Sai che non ti permetterò di fare una cosa del
genere vero?- avevo paura.
-Ma almeno saprai da dove vieni Yuuki e starai
sempre insieme a me.
Venne vicino e mi prese le mani.
-Kaname io ti voglio bene,ma ti prego capisci.
Diventare un vampiro non è ciò che voglio. Zero un giorno potrebbe uccidermi e
non voglio farmi ammazzare dalla persona a cui tengo di più. Starei male io e
lui starebbe peggio di me,dopo che mi avrebbe uccisa non so cosa potrebbe fare.
Ucciderebbe o te o lui stesso. Per se il nome di un vampiro non è scritto sulla
lista,non può essere ucciso,sarebbe un reato. E poi perché lasciare mio padre?
Sai quanto gli voglio bene. Ormai è questa la mia famiglia,non ne voglio
un’altra.
Mi lasciò le mani e abbassò il capo. Si
inginocchiò,mi prese per i fianchi e mi abbracciò. Piangeva.
-Ci stiamo facendo del male Yuuki. Non posso
portarti via tutto,ma ti voglio tenere con me.
-Lo so e non vorrei farlo ... ma in passato ricorda
che sei stato tu a farlo a me.
Il forte pianto di Kaname si fermò per un
instante,lacrimava e basta.
-Cosa …?
-Ti consideravo come un fratello maggiore,ti
ricordi? Ti chiamavo sempre fratellone,gironzolavi sempre per casa,sembravi uno
di famiglia. Non so neanche tu e papà come vi conoscevate,ti volevo bene,te ne
voglio ancora. Ma ti ricordo che sei sparito …
-Mi è dispiaciuto abbandonarti,non volevo- aveva
ripreso a piangere, tra le mani stringeva forte la mia vestaglia- sono stato
costretto,non volevo lasciarti. Ti prego perdonami.
-Ti ho già perdonato fratellone.
Sentì quella parola,si alzò e mi abbracciò forte.
Singhiozzava,forte.
-Mi dispiace,mi dispiace!
Credo che si sentì anche in corridoio,dato che Zero
in un secondo era entrato.
-Lasciala!
Si avvicinò a Kaname sicuramente per reagire male.
Mi buttai tra loro due.
-Zero fermati ti prego!
Guardava Kaname come se volesse ucciderlo. Non
sapevo cosa fare,era diventato tutto improvvisamente freddo,non parlava
nessuno. Kaname aveva smesso di piangere,ma i suoi occhi erano lucidi e
fissavano Zero,che aveva sempre lo stesso sguardo minaccioso.
-Cosa le hai fatto bastardo?!
-Zero niente,però ti prego calmati …
-E come?! Se t’ha fatto qualcosa …
-Niente,non le ho fatto niente. So che magari pensi
il contrario,ma non c’è sangue e non ha un graffio. Abbiamo parlato e basta.
Qualche volta devi fidarti.
-Di te non credo vampiro! So che vuoi farle e credo
lo sappia anche lei ma se solo la sfiori non ne uscirai vivo!
-Ma Zero …
-Non impicciarti!
Era furioso,non mi aveva mai risposta in quel modo.
-Non ti fiderai di me,ma almeno credi a Yuuki. So
che la proteggerai fino all’ultimo giorno che vivrai e ormai ho deciso cosa
fare.
Notai negli occhi Zero un velo di paura. Kaname si
avvicinò a me,mi abbracciò forte ancora una volta.
-Hai ragione tu dolce Yuuki,le cose devono restare
così. Non posso strapparti via dal tuo presente,sarei crudele una seconda volta
con te e non voglio. Mi basta solo che tu mi consideri sempre il tuo
fratellone,ti chiedo di non cambiare questo,questo e basta. Ci sarò sempre per
te,ogni volta che vorrai salutarmi,parlarmi o incontrarmi. Ti voglio bene mia
dolce sorellina.
-Te ne voglio anche io fratellone.
Si staccò dall’abbraccio e sorrise appena. Non era
triste. Almeno non in quel secondo.
-Ora però sarà meglio partire. Ho creato troppa
confusione in questi due giorni e non voglio succeda qualche pasticcio per
causa mia.-guardò Zero- Io mi fido di te Kiryu,so che con te non soffrirà e che
la difenderai da ogni cosa,anche se tu non ti fiderai mai di me.
A Zero passò tutta quella rabbia e lo guardò per
dirgli che aveva ragione ,ma non reagì in nessun modo,solo quell’occhiata.
Kaname andò verso papà.
-Vi ringrazio di tutto signor Cross,è sempre
disponibile con me,anche se questa volta le ho fatto un po’ paura. Le prometto
che non si ripeterà.
Papà gli sorrise.
-Andiamo ragazzi,prendete le vostre cose. Stasera si
parte.
Fu così:la sera eravamo tutti a salutarli. Zero
rimase in silenzio sull’uscio,papà agitava la manina e si asciugava le lacrime
(lo faceva sempre quando un ospite andava via). Accompagnai Kaname alla
macchina.
-Non è un addio vero fratellone?
-No,tornerò spesso a trovarti. E’ una promessa
Yuuki.
Sorridemmo e ci abbracciammo. Poi andò via. Anche se
non saprò mai com’è stato il mio passato,sento Kaname davvero come un fratello
e per questo gli vorrò sempre bene. E sapevo che sarebbe passato presto a
salutarmi,magari avrebbe telefonato. Mio fratello non mi avrebbe mai detto “addio”.
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Capitolo 7 *** Siamo una cosa sola ora ***
una cosa
SIAMO UNA COSA SOLA ORA.
Non mi ero accorta,che mentre salutavo Kaname,Zero
era andato in camera sua. Qualcosa l’aveva infastidito? Perché? Speravo che non
fosse arrabbiato con me … Maccherone ora era tranquillo,non c’era l’odore che
gli dava fastidio e gironzolava tranquillamente per casa,facendosi fare le
coccole da papà che,come al solito,starnutiva. Ma si volevano un bene tremendo
quei due. Ormai erano inseparabili. Come me e Zero. Ora conoscendolo bene,avrà
bisogno di stare solo, si chiuderà in camera e non uscirà per un po’.
Significava che dovevo ri-accamparmi davanti alla sua camera. Non che la cosa
mi dispiacesse,ma speravo che non facesse troppo freddo. Andai in camera e
si,sembrerà strano ma mi misi a studiare. Non avevo niente di meglio da fare.
Papà stava preparando i bagagli per passare il finesettimana con i suoi vecchi
colleghi Hunter e Zero era sempre chiuso in camera,anche se sentivo rumori
strani. Cosa stava combinando?
Verso le 19:00 accompagnai papà all’auto. Stava
partendo,ma non avrebbe portato con se il povero gattino,che già sentiva la sua
mancanza.
-Allora piccolina,mi raccomando,prima di andare a
letto chiudi bene la porta d’ingresso e le finestre. Se Zero non esce dalla
stanza in nessun modo sai bene come comportarti. Sempre se non esce non andare
a prendere la legna in cantina,non mi va che fai uno sforzo così. Se Kaname
chiama,mandagli i saluti anche da parte mia.- mi stritolò singhiozzando- aaaah
la mia bambina! Torna presto papà,tranquilla.
-Lo so papà. Fa buon viaggio. – gli sorrisi e
aspettai che partisse.
Andai in camera
e mi sedetti per terra con le spalle al muro. Zero non faceva più strani
rumori,c’era silenzio,troppo silenzio. Avevo una voglia matta di parlargli,ma
sarebbe rimasto lì dentro minimo tre giorni. Mi alzai per andare al bagno e
passando davanti alla scrivania notai che c’era appoggiato un foglio piegato in
due.
“Yuuki,se in
questi due giorni ho reagito male,fatto qualcosa di strano che t’ha dato
fastidio,o non so,ti prego di perdonarmi. La mia più grande paura è quella di
perderti. Non so se tutto questo ti sembrerà stupido,ma è vero. Quando sono
entrato e ti ho vista tra le braccia di Kaname,non so che reazione avrei potuto
avere,cioè sarebbe stata diversa da quella che ho avuto. Se l’avessi ammazzato
o anche solo preso a pugni tu ora mi odieresti,ma non posso farci niente. Con
te sono iperprotettivo,ma è paura. Io,Yuuki,non voglio perderti. In quel
momento ho pensato che t’aveva morso e … non sapevo che fare,se l’avesse fatto
probabilmente avrei reagito male anche con te. Capisci che un giorno avrei
potuto mettere fine alla tua vita?Perdonami,perdonami se ora non ho il coraggio
di dirti queste cose a quattr’occhi. Mi sento stupido nascondendomi dietro un
foglietto,ma non so che fare. Ho paura che tu mi odi. Piango come uno stupido.
Sono davvero stupido forse.
Ti
amo Yuuki.”
Ora mi preoccupavo seriamente. Andai fuori camera
sua,ma questa volta non potevo semplicemente aspettare che uscisse,dovevo fare
qualcosa subito,entrare in qualche modo. La porta era chiusa a chiave e
nonostante continuassi ad urlare per farmi aprire,nessuno rispondeva dall’altro
lato. Provai ad aprire con la chiave di camera mia,con quella della stanza di
papà,ma niente. Avevo seriamente pensato di sfasciare la porta,ma dopo cosa
avrei detto a papà? Scesi giù in cantina sperando di trovare un attrezzo adatto
per forzare la serratura. Presi un piede di porco,anche se non sapevo usarlo.
Forzai la serratura in tutti i modi possibili. Dopo aver provato decisi di fare
qualcosa di rischioso,avrebbe attirato anche l’attenzione di Zero,che ormai non
si sentiva più. Dovevo entrare dalla finestra. Le finestre delle nostre camere
erano collegate da una specie di cornicione,era abbastanza largo e potevo
passare se camminavo piano. Con un po’ di coraggio andai. Non guardavo in
basso,fissavo la finestra di Zero e speravo di raggiungerla presto. Camminavo
lentamente,attaccata al muro. Mi aggrappai al bordo della finestra,ero
finalmente arrivata. Ora dovevo girarmi piano,mettere un piede sul
davanzale,poi l’altro,staccarmi in fretta e fare un salto per finire sul
pavimento. Ero viva,c’ero riuscita. La prima cosa che notai era la camera in
disordine:libri sparsi per terra,la lampada rotta e una mensola parecchio
traballante. La seconda era Zero sdraiato a pancia in giù sul letto,con il viso
verso il muro. Mi avvicinai a lui,lo agitai,ma non rispondeva.
-Che cazzo hai Zero?!- per reagire così ero nella
preoccupazione assoluta.
Non rispondeva e io cercavo di svegliarlo in ogni
modo,urlando,scuotendolo,gli davo anche degli schiaffi sulle spalle,ma niente.
Mi accasciai su di lui e cominciai a piangere. Che aveva fatto? Passato qualche minuto urlai il suo nome,le
lacrime continuavano a scendere. Spalancò gli occhi e muovendosi velocemente si
girò,mi prese i polsi e mi bloccò sotto di lui. Era stata una scena velocissima
ed io non singhiozzavo più,stava bene,ma le lacrime scendevano comunque e non
era per la stretta fortissima di Zero.
-Stai bene …
Ormai le lacrime non si fermavano e guardandolo
negli occhi gli sorrisi. Zero aveva uno sguardo duro,ma si sciolse subito.
Poggiò la testa sul mio petto.
-Mi dispiace,mi sono comportato da stupido.
-Un po’ si,mi hai fatta preoccupare. Pensavo ti
fossi fatto qualcosa di male.
Alzò la testa e mise la sua fronte contro la
mia,guardandomi negli occhi. Sentivo il suo respiro. Si avvicinò alle mie
labbra.
-Perdona me e la mia stupidità … ti prego – sussurrò
dolcemente.
-Non farlo più però.
Lasciammo stare le parole e cominciammo a baciarci.
Sentivo che erano baci diversi. All’amore ora s’era aggiunta la passione. Mi
voleva? Perché io si. In quel momento lo desideravo,non mi importava se prima
mi ero “incazzata” con lui,se mi aveva fatta preoccupare e quasi precipitare
dal cornicione. Mi lasciò un braccio e sentì la sua mano che accarezzava la mia
coscia e poi salì,andando sotto la gonna. Voleva la mia stessa cosa. Gli
lasciai fare quello che voleva e fece con me la stessa cosa. Tra
morsi,succhiotti e baci ci ritrovammo sotto il piumone blu,senza indossare
niente. Lo sentivo dentro di me e lo graffiavo dietro alla schiena,stringendolo
forte a me per non farlo smettere,per non farlo andare via. Quella sera io e
lui eravamo cambiati. C’era amore tra noi,voglia,voglia di dividere tutto,di
sentirci sempre più vicini e di non lasciarci mai. Ma soprattutto,ora eravamo
una cosa sola,ed era bellissimo.
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Capitolo 8 *** Partenza ***
partenza
PARTENZA
Avevo passato la notte rannicchiata nel letto di
Zero. Dormivo serenamente tra le sue braccia. Mi svegliai,gli diedi un bacio e
mi infilai la sua camicia bianca. Un classico. Scesi in cucina per preparare la
colazione. Avrei cucinato toast alla cannella e da bere un po’ di latte caldo.
Indossavo camicia,mutande e calzini e non avevo freddo. Cantavo mentre facevo
fare strane piroette al povero Maccherone. Poi scese Zero. Rimase sotto la
porta della cucina a vedere le torture che facevo fare al gatto,poi notai che
era arrivato e mi fermai. Cominciai a ridere come una scema.
-Scusa,è che mi sentivo allegra e sai che
canticchio.
Zero si avvicinò a me,mi sorrise e poi mi
abbracciò,stritolandomi,tanto che i miei piedi ormai non toccavano più il
pavimento.
-Però non ti ho mai visto torturare gatti-rise anche
lui. Poi mi poggiò per terra e mi diede un bacio.
Passammo la mattinata a sistemare casa e a giocare
con Maccherone. All’ora di pranzo cucinò Zero. C’erano due lati positivi quando
cucinava lui:non dovevo cucinare io e il cibo era più buono.
Verso le 20:00 suonarono alla porta. Papà era
tornato. Doveva rientrare lunedì,qualcosa era successo. Infatti era così. Non
rientrò solo,c’era Kaname,accompagnato dai tre dell’altra volta e Tohga Yagari,vecchio
maestro Hunter di Zero e miglior amico di mio padre.
-Ciao Yuuki – Kaname mi abbracciò per
salutarmi,anche se avevamo fatto pace e lo chiamavo ancora fratellone,era
sempre triste e preoccupato.
-Hey Kaname,come va?
-Dobbiamo risolvere una faccenda importante,ma
tranquilla niente di grave.
Dopo aver salutato il suo vecchio maestro,Zero porse
la mano a Kaname per salutarlo,ma non una parola. Beh,era un passo avanti.
Andarono tutti nell’ufficio di papà,ma non mi lasciarono entrare. Che stavano
combinando ora?Maccherone come al solito era scappato e io ero rimasta sola. Mi
avevano anche chiesto di non portare niente da bere,perché non potevano
interrompere niente. Erano strani. Andai davanti alla porta di quella
stanza,che ormai era la “stanza riunioni”,e cercai di sentire cosa si dicevano.
Fortunatamente parlavano uno alla volta e riuscivo a capirli.
-Dobbiamo agire subito,non c’è niente da fare. Può
diventare un pericolo per la città. Se si spostasse anche alla luce del giorno
le persone sarebbero in pericolo,soprattutto i bambini,visto che è quello che
cerca,un bambino.
-Ma ora si sa dov’è?
-Dicono verso Sud. L’hanno avvistato dei contadini.
-Entro domattina dovremmo metterci in viaggio.
-Credo sia meglio partire all’alba.
-Dite che come numero di persone possiamo farcela?
-Contando che ci sono quattro vampiri e tre
cacciatori,credo di si. E poi abbiamo Zero,mio discepolo,sarà bravissimo.
-Non è da sottovalutare,potrebbe non controllarsi.
-Lo sappiamo e siamo pronti a questo.
-Allora dobbiamo aspettare solo domani.
-E Yuuki?! Non può restare sola Cross!
-Tranquillo Zero,ho parlato con la mamma di Yori e
per un po’ starà da lei.
Sentì dei passi e corsi nella mia stanza. Cos’era il
pericolo? Cercava un bambino,chi poteva essere? Avrebbe ucciso gente per quello
che avevo sentito,per come avevo capito. E se avesse preso me? O qualche membro
della famiglia di Yori? Perché dovevano mettere in pericolo anche loro? Mi
sdraiai sul letto e pensavo solo a questo viaggio che dovevano fare.
Bussarono alla porta.
-Sorellina ,sono io,posso?
-Entra.
-Hai sentito vero?
-Ho sentito troppo fratellone.
-Mi dispiace piccola Yuuki,non era nostra intenzione
farti preoccupare- si sedette accanto a me- vedi,è complicato da spiegare.
-Cos’è?- la mia voce era gelida e impaurita,come mi
sentivo io in quel momento.
-Un vampiro,ma non come me o i ragazzi che hai
conosciuto,è sulla lista degli Hunter da un po’ ed. Era scomparso il suo
nome,ma stamattina è tornato. Ora è un pericolo per tutti e dobbiamo trovarlo
prima che faccia qualche danno.
-Vi farà del male?
-Ne faremo di più noi a lui.
Lo abbracciai e scoppiai a piangere.
-Non lasciatemi sola …
-Nessuno ti lascerà sola,sorellina. Lui in
particolare. Ormai è una sola cosa con te.
Spalancai gli occhi e per un secondo non capì più
niente. Lui non c’era,eravamo solo io e Zero e lui sapeva tutto?
-Come?
-Si capisce da come vi guardate Yuuki. Tranquilla
che non vi ho spiati,non lo farei mai,ma nel vostro sguardo è cambiato
qualcosa,ora vi amate in tutti i sensi. Devi capire che per queste cose ho
intuito,sono un pochetto più grande di te- ridacchiò.
-Sei … arrabbiato?
-Un po’ geloso perché lui può averti,ma io te l’ho
promesso,mi comporterò da bravo fratello e mi arrabbierò solo se ti tratterà
male. Se tu lo ami e lui ricambia,io non posso essere che felice. Anche se tu
lo sai,lo sai che se fosse solo per me ti porterei via.
-Lo so Kaname, ma mi fa piacere che mi rispetti.
-Non posso fare altro per la mia sorellina. Anche se
non ti ho vicina,ci sarà sempre un legame di sangue tra me e te.
Il mio passato,quello che voleva mostrarmi il mio
fratellone,era questo? Magari eravamo davvero fratello e sorella. Ma sento che il
rapporto che abbiamo ora,è perfetto così.
Uscimmo dalla stanza e dopo averlo salutato,andai a
vedere come stava Zero. Stava preparando il borsone per partire. Lasciò tutto e
venne ad abbracciarmi. Stavamo piangendo.
-Non voglio lasciarti sola.
-Se venissi con te?
-No,non lo permetterei mai. E’ pericoloso.
Andammo a sederci sul letto.
-Kaname già ti ha spiegato tutto vero?
-Si …
-So che può essere pericoloso anche per Yori,ma
torneremo presto,tutti.
Parlammo tutta la notte mentre lo aiutavo a
preparare il borsone e dopo lui fece lo stesso con me.
All’alba partimmo. Yori era sotto il portico di casa
sua ad aspettarmi,era in pigiama,tirata giù dal letto con le forze per colpa
mia.
Zero e Kaname scesero dall’auto per salutarmi. A papà
già avevo detto arrivederci,ora era impegnato a dirlo a Maccherone.
-Stai attenta sorellina,torneremo presto- mi
abbracciò.
-Non combinare pasticci Yuuki- Zero mi sorrise,aveva
gli occhi lucidi,come me.
-Tranquillo.
-Ti scriverò lo giuro. Ti darò notizie di tuo
padre,di Kaname e di me- mi stritolò a se e dopo mi baciò.
Quando si stavano per allontanare li fermai.
-Promettetemi che vi difenderete l’un l’altro.
-PROMESSO!
Li guardai andare via dal portico della mia migliore
amica. Dovevano tornare. Già mi mancavano.
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Capitolo 9 *** La lettera. ***
lettera
LA LETTERA
Era passata già una settimana. Il tempo trascorreva
velocemente per fortuna. Yori mi portava a fare shopping,mi distraeva in ogni
modo pur di non farmi pensare a loro,ma non ci riusciva. Ormai non
telefonavano,non mandavano una lettera,ed era normale che mi preoccupassi. La
domenica mattina uscimmo in giardino con Maccherone e ci sedemmo a
chiacchierare sul dondolo. Yori sapeva tutta la questione dei vampiri e perché
erano partiti lasciandomi sola,era preoccupata per me,pensava fossi in pericolo,ma
la rassicurai dicendo che a me non potevano far del male. Ma in realtà avevo un
brutto presentimento. Non so perché,però pensai che poteva usarmi come ostaggio
per attirare l’attenzione di Zero e degli altri. Ma dov’ero mi sentivo al
sicuro e io e Yori cercavamo di mantenere questo piccolo segreto,la madre si
sarebbe spaventata troppo. Quella donna era tremenda: se qualcuno aveva il
raffreddore lei lo chiudeva in camera e non lo faceva uscire di casa,almeno fin
quando non toccava più i fazzoletti;avevano un topo in casa? Senza sapere
perché in due secondi a casa sua arrivavano ambulanza,vigili del fuoco,polizia
e disinfestazione. Una donna,un trauma. Da un lato ero curiosa di sapere che
reazione avrebbe avuto se avesse scoperto il vero motivo del mio soggiorno a
casa sua. Meglio di no. Papà le aveva detto che dovevano fare un torneo di calcetto,qual cosina migliore non
si era trovata purtroppo.
-Stai calma Yuuki,vedrai che stanno bene,presto
arriveranno loro notizie.
-Lo spero …
Dondolavamo sull’altalena. Tenevo il tenero gattino
nero,l’amore di mio padre,appoggiato sulle mie gambe,coperto dal calore dei
miei guanti di lana mentre lo accarezzavo.
-Sai che questa è anche casa tua,puoi stare quanto
ti pare.
-Lo so Yori,ma se la cosa si fa lunga,dobbiamo dire
un’altra balla a tua madre.
-A quello ci penso io tu,tranquilla- mi mise un
braccio attorno alla spalla e mi abbracciò – Per questo hai un’amica come me
no?
-Si,è vero. Grazie- sorridemmo.
Passammo tutto il pomeriggio a chiacchierare sul
dondolo,coccolando Maccherone. Yori mi raccontò della sera del ballo,di quel
ragazzo che l’aveva accompagnata e di quanto era stata bene. L’aveva baciata. Mentre
le luci della sala si erano abbassate per il lento. Mentre l’ascoltavo,mi
passavano per la testa le immagini del drive in,di quella notte con Zero. Mi
mancava,mi mancavano tutti. Arrivò la madre di Yori con indosso il camice da
cucina. Correva verso di noi.
-Yuuki!! C’è una lettera per te,presto!
Passai Maccherone a Yori e corsi verso la
donna,presi la lettere che aveva tra le mani. Il mittente era Zero. Cominciai a
piangere per la gioia. Ritornai sull’altalena e con le mani tremanti aprì la
busta.
Amore,
la
tua mancanza si sente e tanto. Tuo padre piange ogni notte perché vuole
riabbracciarti e riabbracciare Maccherone. Kaname ti manda i suoi saluti e dice
di stare tranquilla,non c’è pericolo per te e torneremo presto. Sai,stiamo
mantenendo la promessa che ti abbiamo fatto,non ci parliamo,ma se c’è qualche
pericolo,in qualche modo ci difendiamo l’un l’altro. Mi manchi. Non resisto più
senza di te,ho bisogno di un tuo bacio,anche solo un abbraccio. Questa sera ci
siamo accampati sotto le stelle,non c’era un ostello libero in zona e quindi
abbiamo montato le tende. Non sai quante risate ci sono state:tuo padre e Tohga
hanno fatto un casino tremendo,si sono arrotolati montandolo e hanno litigato
come due ragazzini. Fanno così,ma in realtà si vogliono un gran bene. Qui il
nemico l’abbiamo incontrato,c’è stato tipo dialogo minaccioso tra lui e
Kaname,dicevano cose sulla famiglia dei purosangue,non so precisamente cosa,di
sicuro saranno impicci da vampiri nobili. Ero troppo occupato a coprire le
spalle a Kaname. Oggi è giovedì,sono sicuro che a te arriverà parecchio dopo
questa lettera,come le altre che scriverò,quindi non stare troppo in pensiero
per noi. So che ti stiamo facendo preoccupare,in particolare io,con la mia
testa calda. Ti amo,non vedo l’ora di ristringerti a me mia dolce Yuuki. Tuo
padre mi sta implorando di scriverti di curarti e curare il suo adorato
batuffolino nero,sono proprio queste le parole e non sai dentro di me quanto
sto ridendo. Meno male che c’è lui. Mette allegria,è un folle e sembra sempre
la brava mammina con noi,ma quando combatte cambia totalmente. Non l’avevo mai
visto così e sono sicuro che neanche tu hai visto quello che fa. E’ bravissimo con
la spada. Tohga invece è un fenomeno con le armi da fuoco. Io e la mia Bloody
Rose siamo perfetti. Spero che tutto questo parlare di armi e combattimenti non
t’abbia turbata,non volevo farti preoccupare ancora di più. Domani ci
sposteremo un po’ più a nord,sembra si stia dirigendo in un paesino di
provincia. Non rispondere alle lettere,non posso dirti dove siamo,potrebbe
essere pericoloso.
Beh ora devo salutarti. Sarò presto lì da te e
ti stritolerò,sarà la prima cosa che farò,giuro. Porterò tutti quanti a
casa,sani e salvi. Domani ci sposteremo un po’ più a nord,sembra si stia
dirigendo in un paesino di provincia. Non rispondere alle lettere,non posso
dirti dove siamo,potrebbe essere pericoloso.
Buonanotte
Yuuki. Ti amo.
Continuavo a piangere anche dopo aver letto la
lettera. Yori mi abbracciava e anche Maccherone era felice.
-Stanno bene,stanno tutti bene!
Quella notte mi addormentai subito. Dormì
tranquillamente,senza svegliarmi ogni due minuti e senza fare incubi. Ora
dovevano solo eliminare questo pericolo presto e tornare da me.
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Capitolo 10 *** Il passato ritorna ***
passato
IL PASSATO RITORNA.
Era passata una settimana da quando avevo ricevuto
la prima lettera. Ne avevo ricevuta un’altra e devo dire che questa m’aveva
messo paura,almeno un po’. Zero mi aveva scritto che stavano tornando in
città,ma le notizie non erano buone …
“Tu
e Yori non dovete uscire di casa,neanche per andare a scuola. Sarà noioso lo
so,ma si rischia troppo. Riguardo ai genitori di Yori,non so,inventatevi
qualcosa,una malattia,non so. Sarà in città tra meno di una settimana. Stiamo
seguendo ogni suo passo,ma non riusciamo a prenderlo. Speriamo vada verso la
periferia,lì ci sono poche case,la maggior parte della zona è ricoperta da
campi coltivati,quindi si potrà combattere contro di lui senza fare troppi
danni. Se invece accadrà il contrario,beh cercherà di fare anche qualche vittima.
Ti chiedo solo questo. Quando arriverò in città la prima cosa che vorrò fare
sarà vederti,ma non potrò. Metterei in pericolo te e anche me.
A
presto Yuuki.”
Passammo una notte intera a decidere cosa raccontare
alla madre di Yori. Pensammo ad un’epidemia,come aveva scritto Zero,una
minaccia aliena,si avrebbe creduto anche a quello. Provammo tantissime idee,ma
alla fine l’epidemia era la migliore. Il giorno dopo,a colazione,ne parlammo
con i genitori.
-Oh santo cielo! Allora nessuno deve muoversi da casa?
Ma come l’avete saputo?!
-Hanno cancellato la partenza di papà per questo
motivo e nell’ultima lettera mi ha scritto il motivo del loro rientro
posticipato.
-Meno male che lui e i suoi amici ora non sono qui
-Già …
-Dite che sarà meglio avvisare anche il resto della
famiglia? Magari chiamo qualche amica e le dico di non mandare i bambini a
scuola.
Pensandoci poteva essere una buona idea. Se il
vampiro fosse arrivato in città,alcune persone potevano salvarsi da una sua ira
improvvisa. Ma le dissi di no comunque. Pensandoci meglio,la gente si sarebbe
chiesta come mai i giornali non ne avessero parlato prima e questo poteva
attirare sospetti.
-La gente si spaventerebbe troppo signora,non molti
lo devono sapere.
-Come vuoi cara.
Ogni notte era tragica,non riuscivo a dormire e
molte volte Yori e Maccherone mi facevano compagnia cercando di tirarmi su il
morale. Quella sera però mi addormentai subito,sognai. Mi trovavo in un prato
verde,pieno di fiori e c’era un sole bellissimo,era uno scenario primaverile
meraviglioso. Mi appisolai. Era così rilassante. Improvvisamente arrivò Zero,mi
accarezzò e voleva costringermi a seguirlo,ma io non volevo. Arrivò anche
Kaname e loro due mi presero in braccio. Io mi agitavo,urlavo,non volevo andare
con loro. Maccherone mi svegliò. Forse stavo urlando troppo. Lui però era
agitato,come quando Kaname viene da noi e lui scappa in cantina. Lo accarezzai
cercando di calmarlo e mi riaddormentai. Stranamente ripresi a sognare. Sempre
il sogno che stavo facendo prima:mi ritrovavo in quel prato in una giornata di
primavera,Zero e Kaname vogliono che io li segua,ma mi rifiuto di andare con
loro. Questa volta però non mi svegliai. Il sogno continuò:mi agitavo,urlavo e
loro non mi lasciavano,anzi,cercavano di tenermi ferma. Il sole ormai non c’era
più. Stava piovendo ed era calata la notte. Faceva freddo,era umido. Il prato
era sparito,ora c’era solo terra bruciata. I ragazzi continuavano a portarmi in
giro,sembrava che stessero vagando così,senza una meta. Spalancai gli occhi e
mi ritrovai sul tetto della casa di Yori. Pioveva davvero. Cominciavo ad avere
freddo e sentivo che l’acqua rendeva la mia camicia da notte azzurra sempre più
aderente al mio corpo. Non avevo strane sensazioni,pensai di essere diventata
una sonnambula,niente di più. Mi guardai introno e la città era
deserta,spenta,letteralmente. Sembrava una città fantasma di un vecchio film
western,non c’era una lampadina accesa,né qualcuno per strada. Erano le 24:00 e
a quell’ora la gente torna dai locali e c’è parecchio traffico. Ora era tutto
troppo silenzioso. Volevo rientrare,ma non riuscivo a muovermi. Ero curiosa e
terrorizzata allo stesso tempo. Sentì delle risatine strane,ma nelle vicinanze
non c’era nessuno. Solo io ero sveglia. Volevo riscaldarmi in qualche
modo,stavo congelando,ma non riuscivo a muovere un dito. La risatina si
avvicinava sempre di più e le mie gambe tremavano.
-T’ho trovata
Credo che per un secondo il mio cuore abbia smesso
di battere. Sentivo la risatina dietro di me,era vicinissima e quella voce,
quel “t’ho trovata” che cos’era? Mi voltai lentamente e notai una figura
incappucciata a pochi passi da me.
-Tu chi sei?
-Il tuo incubo peggiore ragazzina.
Era lui che mi immobilizzava,ne ero sicura. Sarà lui
o no? Era quel vampiro?
-Piccina posso leggere i tuoi pensieri e si,la
risposta è si.
Mi sentivo spiata,dovevo cercare di non pensare a
niente,ma era difficile. Pregavo che Zero,Kaname,papà e il maestro arrivassero
presto. Io non potevo fare niente. Il vampiro si tolse il cappuccio e
lentamente veniva verso di me. La sua mano era sulla mia spalla
ora,stringendola solo un po’ mi fece tremendamente male,mi ritrovai in
ginocchio davanti a lui,piegata in due dal dolore.
-E’ arrivato il momento.
Fece ancora una volta quella risatina,poi si inginocchiò
davanti a me,mise una mano sul mio fianco e mi tirò a se. L’altra mano era su
un lato del mio collo. Mi mostrò i canini. Li avevo già visti. Erano in quella
bufera di neve di tanti anni fa,quando Kaname e papà mi salvarono. Si avvicinava
lentamente al mio collo. Non riuscivo ancora a muovermi. Venite presto,vi
prego.
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Capitolo 11 *** Quella notte ***
notte
QUELLA NOTTE.
Il cuore mi batteva a mille. Tremavo come una
foglia,muovevo un po’ la testa rallentando quel morso. Ma mi bloccava in un
secondo. Le prime strette erano normali,all’ultima pensavo che m’avesse
staccato il collo. Passò la sua lingua sul collo. Rabbrividì. Era fredda e
umidissima. Mi bagnò tutto il collo. Spalancò la bocca e poggiò i suoi enormi
canini sul mio collo. Riuscivo a sentire la punta che mi sfiorava,che entrava
nel collo come uno spillò,mi sentivo pizzicare. Mi stava facendo male con
quella presa al collo. La punta di entrambi i canini ora era nel mio collo.
Speravo che non li infilasse totalmente. Riuscivo ad urlare,ma tanto nessuno
poteva sentirmi. Un piccolo boato mi fece sperare in qualcosa di positivo. I
canini,che stavano per ammazzarmi o trasformarmi,non erano più nella mia carne.
La mano che teneva il mio collo ora era sulla spalla di quel mostro.
Sanguinava. Alzai gli occhi e vidi loro. Erano arrivati. Zero aveva sparato e
Kaname lo teneva fermo con lo sguardo,i vampiri avevano anche poteri magici,o
roba simile. Potevo muovermi ora e corsi subito da loro. Abbracciai Zero.
-Sta tranquilla.
Mi disse solo questo,poi papà mi fece andare da
lui,consegnandomi una cosa.
-Ascolta bene bambina mia,prendi questa e usala come
si deve. E’ un’arma anti-vampiro e può fare molto male a quel tipo. Difenditi
nel caso ci siano complicazioni.
Sopra c’era scritto il suo nome:Artemis,la dea della
caccia … ora era mia. Si creò subito sintonia tra noi.
-Mi avete colpito,bravi. Ma con quella strage di
purosangue che ho fatto,guarire è un gioco da ragazzi.-la ferita di quel tipo
si risanò completamente in pochi secondi- ho portato dei nuovi amici con
me,trattateli bene.
Spuntarono fuori vampiri ricoperti di sangue che
camminavano barcollando. I soliti tre ragazzi cominciarono a fare mosse
strane,volava ghiaccio,sangue,non so che altra roba,avevano anche loro i
“poteri”. Tohga e papà li aiutarono e anche io in parte,mi difendevo da
sola,almeno con loro. Zero e Kaname erano impegnati con il vampiro.
-Mio caro nipote,non capisci che non riuscirai mai
ad uccidermi,sono ad un livello troppo alto per te e questa banda di
bambolotti.
-Non sottovalutare nessuno di noi.
-Siete ridicoli!
Si avvicinò a Kaname e Zero,voleva colpirli,ma il
grilletto partì prima di un suo attacco,colpendolo due volte,ma mai al cuore.
Kaname lo teneva fermo,ma con gli occhi cercava di bruciarlo in alcune parti
del corpo,Zero continuava a sparare,mancando sempre il cuore. Volevo
aiutarli,ma ero impegnata con quei vampiri che sembravano più zombie. Non
potevamo lasciarli soli però,qualcuno doveva andare da loro. Non se la cavavano
male,anzi,quel mostro era pieno di buchi e sciolto per metà. Non aveva neanche
il tempo di risanare le ferite che veniva colpito subito.
-Lasciatemi la bamboccia e risparmierò tutti voi.
-Puoi scordartelo bastardo!
Zero colpiva
con tutta la cattiveria che aveva dentro in quel momento. Poteva ucciderlo solo
un’arma anti-vampiro o Kaname poteva sferrare uno dei suoi colpi?Distrutta la
maggior parte dei vampiri tranquilli dovevo andare da loro. Si sarebbero
arrabbiati è vero,ma non m’importava niente. Ormai con i “tranquilli” ero a
buon punto,dovevo pensare a come muovermi velocemente. Ero libera. Dovevo arrampicarmi
velocemente sul tetto e saltare su quel vampiro. Riuscì a farlo subito,il tetto
di quella specie di stanzino non era molto alto. Il mostro era sotto di
me,dovevo cogliere l’occasione adatta per ferirlo. I ragazzi si accorsero di me
e andarono incontro al nemico. Prima di sparare e prima di sferrare uno degli
attacchi “magici”,un boato e una luce fortissima colpirono Zero e Kaname,che si
ritrovarono con le spalle contro il bordo del terrazzo. Era il momento giusto.
Saltai con Artemis in mano,finendo a pochi centimetri di distanza dal mostro.
Non mi ero accorta di averlo aperto in due. Era a terra,ansimante,era ancora
vivo.
-Yuuki il cuore! Punta Artemis al suo cuore svelta!-
papà gridava come un matto,era arrivato il momento di uccidere il mio passato.
Gli infilai l’arma nel cuore. Mormorava qualcosa,ma
non si capiva niente. Il corpo del vampiro cominciò a diventare polvere
luminosa e bianca sembrava stesse evaporando. Ci fermammo tutti a guardare
quello spettacolo mai visto prima,almeno io non l’avevo visto mai. L’evaporazione
durò un bel po’,dopo non c’erano più segni dell’esistenza di quel mostro. Aveva
smesso di piovere e le stelle erano tornate in cielo. Non faceva più freddo.
-Yuuki,noi andiamo a controllare che a Yori e alla
sua famiglia non sia successo niente.
-Va bene papà …
Non ero rimasta sola su quel terrazzo. Zero e Kaname
erano per terra e non si muovevano. Andai da loro,inginocchiandomi al loro
fianco. Li agitavo per farli svegliare,ma niente. Kaname aprì gli occhi. Lo abbracciai.
-Kaname! Come stai?
-Sto bene Yuuki,per uccidermi ci vuole
altro,ricordi? Sono un vampiro.
Mi asciugai una lacrima che scendeva lentamente
sulla mia guancia e mi voltai verso Zero. Continuavo a muoverlo,ma non
rispondeva.
-Kaname cos’ha?!-ora piangevo disperatamente.
-Non avrà retto l’urto,era troppo potente per umano.
Spero si riprenda presto.
Poggiai la testa sul suo petto,sperando di sentire i
battiti del suo cuore,ma non riuscivo a sentire niente. Rimasi a piangere
disperatamente battendo i pugni sulle sue spalle. Kaname cercava di calmarmi,ma
lo mandavo via. Non capivo che aveva,come potevo calmarmi?!
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Capitolo 12 *** Risveglio ***
risveglio
RISVEGLIO
Avevo terribilmente freddo e stavo sdraiata sulla
schiena di Zero,piangevo.
-Io non posso fare niente Yuuki,ti lascio sola con
lui.
E così fu. Kaname si alzò scompigliò prima i miei
capelli e poi quelli di Zero,non capivo il perché di questo gesto,e andò via.
Accarezzavo la testa di Zero,cercando di sistemargli i capelli,gli asciugavo il
viso con la manica della camicia da notte. Niente. Non era freddo,cioè la
temperatura del suo corpo era normale,quindi non era morto. Allora perché non
mi rispondeva?
-Devi stare tranquillo,io sono qui. Non ti è
successo niente,stai benissimo,però svegliati,voglio sentire la tua voce,solo
un pochetto,poi puoi tornare a dormire.- gli sussurravo all’orecchio cose
simili,le ripetevo alternandole a momenti di silenzio. Ero pazza. Parlavo da
sola,nessuno rispondeva. Avrei voluto chiamare papà,ma non volevo che mi
dessero brutte notizie su come stava o cose simili. Se ci fosse stata una
notizia negativa,la mia reazione sarebbe stata … si sa come sarebbe stata.
Pianti,crisi isteriche e alla fine suicidio? Forse. Notai che era ferito alla
spalla. C’era del sangue e poteva dar fastidio a Kaname e ai suoi amici,quindi
strappai la manica del mio pigiama e cercai di medicare la ferita nel miglior
dei modi. Rimasi a guardarlo per un po’,poi poggiai nuovamente la testa sulla
sua schiena e mi addormentai. Trascorremmo così tutta la notte. Il freddo non
mi preoccupava,mi accoccolavo su di lui,riscaldandolo più che potevo. Quando mi
svegliai non era cambiato niente. Mi alzai preoccupata,dovevo parlare a papà.
Stavo per avvicinarmi alla porta,così da poter rientrare in casa. Camminavo con
la testa bassa e passo lento.
-Yu …
Mi voltai di scatto,appena sentii quel soffio di
voce. Aveva aperto gli occhi e da lontano mi guardava,quasi pregandomi di
andare da lui.
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Capitolo 13 *** Rianimazione ***
rianimazione
RIANIMAZIONE
Quando Zero si svegliò ricordava solo il mio nome.
Papà e Tohga l’avevano portato in ospedale di corsa. Avrei dovuto seguirli con
Kaname e i ragazzi,ma Kaname era scomparso,nessuno sapeva dove fosse andato.
Dopo aver provato a contattarlo,senza risposte,io e Aidou andammo in ospedale.
Gli altri due vampirelli andarono a cercare Kaname. L’autobus per arrivare da
Zero era lentissimo. C’era gente di ogni tipo,bambini urlanti,faceva caldo
nonostante il freddo di quelle giornate. Sentivo la puzza ascellare del tizio
dietro di me,avevo la nausea. Aidou non stava meglio. Era ancora più pallido
del solito,credo che il profumo di tutta quella gente,anche la puzza,avessero
strani effetti sul suo essere vampiro. Forse creava in lui voglia di mordere,di
mangiare. Stava seduto con la testa contro il finestrino e si spettinava i
capelli con una mano. Mancavano solo due fermate,solo due e poi l’incubo
sarebbe finito. Niente più puzza,nessun bambino urlante e anche Aidou sarebbe
stato bene.
-Siamo quasi arrivati. Comincia ad alzarti.
-S … si.
Stava malissimo. Speravo che alzandosi non cascasse
per terra. Faceva gesti lenti,mantenendosi ai paletti di ferro mentre
scavalcava le altre persone per venire vicino a me. Finalmente saltammo fuori
da quel mezzo puzzoloso.
-Tutto bene?
-Ora si. Pensavo di non mantenermi lì dentro.
Attraversammo la strada e camminammo per qualche
minuto prima di arrivare in ospedale. L’odore era migliore,decisamente. Poteva
dare comunque fastidio a Aidou pensandoci,ma almeno per il momento non dava
problemi. Al banco informazioni chiedemmo dove fosse la stanza di Zero.
-Il signor Kiryu è in rianimazione. Terzo piano. Non
potete entrare,aspettate fuori.
Sbiancai. Che ci faceva Zero in rianimazione?! Stava
male,ma non pensavo,meglio non speravo,che stesse così. Immediatamente andai
alle scale,correndo d’un fiato fino al terzo piano. Aidou cercava di
raggiungermi,ma andavo velocissima e lui si stava riprendendo ora dal trauma in
autobus. Papà andava avanti e indietro per il corridoio,mangiandosi le unghie per
l’ansia. Tohga era seduto su una delle tante sedie in quel freddo e bianco
corridoio. Metteva l’ansia quell’ospedale.
-Bambina mia!-papà corse ad abbracciarmi,scoppiando
in lacrime. Stava per coinvolgere anche me in quel pianto.
-Come sta?
-Si sta riprendendo lentamente,tranquilla.
-Posso vederlo?
-Lo stanno visitando,dobbiamo aspettare.
Passammo circa tre ore ad aspettare che qualcuno
uscisse da quella stanza. Vagavamo tra il bar e il corridoio. Divoravamo
cornetti alla crema e bevevamo caffè,tanto per ammazzare il tempo. Avevo preso
una rivista di moda e con Aidou commentavo le ultime tendenze,sia sulla moda
femminile,che su quella maschile. Il vampiro biondo ne capiva molto di moda.
Mezz’oretta dopo arrivò finalmente il dottore che
stava visitando Zero. Il viso non era triste,pensai che non stesse male.
-Siete i parenti del signor Kiryu?
-Si!-rispose subito mio padre,precipitandosi davanti
al tizio col camice bianco.
-Bene. Il ragazzo si sta riprendendo presto,non ha
niente di grave,solo un braccio rotto,che dovrà assolutamente tenere fermo.
-Possiamo vederlo?-chiesi con aria gentile al tipo
-Uno alla volta.
Guardai papà. Mi sorrise.
Indossai il camice verde e la cuffietta,entrai in
quella stanza e c’era solo un letto. Zero riposava e non volevo svegliarlo,ma
almeno vederlo e assicurarmi che stesse bene mi avrebbe sollevato il morale.
Avvicinai la sedia al suo letto e cominciai ad accarezzargli i capelli. Aprì
gli occhi.
-Ehi –sorrise
-Come stai?
-Bene ora. Ho fatto preoccupare un po’ di gente
vero?
-Si,ma non devi preoccuparti di questo. L’unica cosa
che conta è che tu stia bene- gli sorrisi dolcemente.
-Ti ha fatto qualcosa?
-No,sto benone Zero,tranquillo.
Avevamo un sorriso ebete e ci guardavamo negli
occhi. Ci baciammo dolcemente. Desideravo farlo,volevo sentirlo vicino,sentire
le sue dolci labbra. In quel momento,dimenticai tutte le cose orribili successe
in quei giorni e ritornò la pace.
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Capitolo 14 *** La stagione dell'amore. ***
STAGIONE
LA STAGIONE DELL’AMORE.
Ormai erano passate due settimane e Zero poteva
finalmente uscire dall’ospedale,posto orribile dove papà criticava ogni secondo
i bagni poco puliti,il cibo pessimo e le infermiere vecchie e acide,magari
anche con qualche neo peloso.
-Possibile che qui non ci sia una,non chiedo
molto,UNA sola infermiera che non superi i 120 anni e che sia carina?!
Aidou e papà erano disperati per questo. Papà non
tanto credo,solo che gli sarebbe piaciuto fare qualche conquista,ma Aidou era
in crisi. Stava sempre seduto in un angolino,magari leggeva qualcosa,si
lamentava per l’assenza di Kaname(che era sparito insieme agli altri due senza
più farsi sentire),aveva fame e voleva il suo amato letto. Passata una
settimana infernale,papà decise che era meglio portare cibo clandestinamente in
ospedale. La notte riposava,o almeno ci provava,la mattina presto scappava a
casa e cominciava a preparare primi piatti,contorni e dolci. Zero non era
malato di diabete,colesterolo o cose simili,quindi non c’era bisogno di nutrirlo
con minestrine,brodini e verdure varie. Insomma,aveva solo un braccio rotto e
non capivo neanche perché dovesse stare lì dentro! Papà rientrava verso l’ora
di pranzo,entrava in camera,chiudendola a chiave e ci serviva delizie che solo
lui sa preparare. Nel pomeriggio poi restavamo noi con Zero,mentre Tohga e
Aidou andavano a casa per darsi una rinfrescata e addormentarsi comodamente.
Durante gli ultimi giorni,però,la monotonia si ruppe. Papà andò a fare un giro
e mi lasciò sola con Zero. Parlammo tantissimo quel pomeriggio. Ricominciò a
sorridere. Non succedeva dall’incidente. Parlammo un po’ di Maccherone,che era
rimasto con Yori in modo che se ne potesse prendere cura durante la nostra
assenza. Notammo che a papà mancava,era logico che gli mancasse,quel gattino era
il più grande amore della sua vita. Erano passate parecchie ore da quando papà
aveva detto “vado a fare un giro”,ormai non avevamo più sue notizie e
cominciavamo a preoccuparci.
-Prova ad affacciarti dalla finestra,magari lo vedi
giù in piazzetta.
Feci come mi suggerì Zero. La stanza era al quinto piano
ed aveva una bella vista. Alla fine c’era qualcosa di positivo.
-Non c’è qua giù.
-Sicura? Prova a vedere meglio.
- E’ quello che sto … oddio!
-Cosa?!
-Pa … par … la,sta parlando con una donna!
-Che?! AHAHAHAHAHAHAHAH!
-Cosa ridi?! E’ stranissimo!
Zero stava morendo dal ridere,non si fermava più. Aveva
i lacrimoni ed era rosso in viso. Lo trovava divertente? Io avevo una faccia
sconvolta. Continuavo a guardare prima Zero e poi mio padre. Cioè,era la cosa
più strana che potessi vedere.
-Cos’è? Sei gelosa di tuo padre?
Si stava divertendo nel prendermi in giro per la mia
reazione o cosa?
-N-no,è solo che è strano. In tutti questi anni non
l’ho mai visto flirtare con qualcuna,per questo.- il mio colorito? Rosso pomodoro.
-E’ una cosa normalissima essere gelosa del proprio
padre,sta tranquilla. E’ arrivato il momento,forse,che anche lui abbia qualcuna
al suo fianco,una compagna,insomma qualcuno da amare.
Andai a sedermi sul suo letto e poggia la testa
sulla sua spalla stringendolo a me.
-Forse hai ragione,sembra tutto così strano però. In
tutti questi anni io mi sono presa cura di mio padre e ora non so come sarebbe
la mia reazione.
-Su stai tranquilla. Non smetterà di volerti bene.
-Lo so-sorrisi.
A pensarci bene,era arrivato il momento che papà
pensasse più a se stesso che a me e Zero. Sembrava felice parlando con quella
donna. Era una dottoressa dell’ospedale,non l’avevamo mai vista prima. Se non
avesse avuto il camice magari non l’avrei saputo.
Se per papà era la stagione dell’amore,non c’era
posto per la mia gelosia.
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Capitolo 15 *** Casa,dolce casa! ***
casa
CASA,DOLCE CASA!
Finalmente eravamo tornati a casa. Yori e Aidou ci
stavano aspettando lì e con loro c’era anche il nostro amato Maccherone. Appena
incrociarono gli sguardi lui e papà,corsero l’uno tra le braccia dell’altro e
cominciarono aridere e piangere dalla gioia. Io corsi verso Yori. Non la vedevo
da un po’ e mi mancava. Zero e Aidou,imbarazzati,si salutarono con una calorosa
stretta di mano.
-Come stai Kiryu?
-Beh,non posso lamentarmi,poteva andarmi peggio.
-Già… Sono contento che ti sia ripreso,hai fatto
preoccupare tutti.
-Già …
Mentre si scambiavano queste poche battute calò il
silenzio. Tutti i presenti,compreso il gatto,si girarono verso loro due. Era strana
quella preoccupazione e quel “dialogo” tra Zero e Aidou,normalmente si
odiavano.
-Facciamo una festa!
Con una casa in disordine,tornati da cinque minuti a
casa dopo tutto quel tempo in ospedale,con la sola voglia di dormire,mio padre
aveva voglia di organizzare un festino!
-Papà siamo rientrati ora,siamo un po’ tutti
stanchi,insomma,sono stati giorni abbastanza stancanti per noi.
-Bambina mia suvvia! Zero sta bene,è tornato a
casa,stiamo tutti bene! Perché non dovremmo festeggiare?
-Beh tuo padre non ha torto. Possiamo aiutarlo anche
noi.
-Yori non sei d’aiuto- le sussurrai un po’ nervosa-
Dobbiamo chiedere a Zero se ha voglia di fare festa.
-Per me va bene,cioè,non sono stanco.
Ma io si e non volevo caos in casa,solo pace,tanta
pace,magari raggiungere il nirvana con una bella dormita e tanto,ma proprio
tanto,silenzio.
Dopo il si di Zero,papà e tutta l’allegra banda,
cominciarono a cucinare e addobbare la casa. Papà e Yori erano in cucina:solo
loro potevano stare lì,tra tutti noi erano quelli “bravi in cucina”. Il capo
chef mandò Zero a darsi una lavata,visto che la festa era per lui. Io e Aidou
pensavamo a mettere festoni e palloncini ovunque.
-Non sei tanto in vena di festeggiamenti vero?
-Per niente. Sono stanchissima. Ma festeggiamo la
guarigione di Zero e devo esserci.
Dopo ore di preparativi cominciarono ad arrivare i
compagni di scuola e i genitori di Yori. Già dal volto di Zero si poteva vedere
che stava meglio. Era sereno e circondato da persone che lo amavano. Ora poteva
stare tranquillo.
La serata trascorreva tra scherzi e risate,c’era un’atmosfera
piacevole per tutti. Le persone che conoscevamo erano una per una presenti nel
nostro salotto. Kaname però non c’era. Ormai era una vita che non lo vedevamo.
In tutti questi giorni né una telefonata,un messaggio,niente,altri due giorni e
la sua voce sarebbe stata irriconoscibile per me.
Bussò il campanello. Speravo fosse Kaname,lo
speravano tutti,ma era la dottoressa. La stessa dottoressa con cui stava
flirtando mio padre.
-Buonasera a tutti- salutò sorridendo e agitando la
mano sinistra,mentre con la destra teneva una borsetta di pelle nera- Buonasera
Cross- si avvicinò a mio padre.
-Camille! Buonasera a lei- papà le prese la mano e
la sfiorò con le labbra.
La “tipa” entrò subito in confidenza con me,Zero e
Aidou.
-Kiryu,come ti senti?
-Bene dottoressa,sono tutto intero.
-Bene,mi fa piacere! E tu? Tu devi essere la piccola
di casa.
-Preferisco farmi chiamare Yuuki. – ero acida,lo
ammetto.
-Oh,bene,Yuuki … Tu? Non ci conosciamo vero?
Aidou non rispondeva,aveva una strana espressione.
Era diventato un pezzo di ghiaccio.
-Io sto parlando con te ragazzo.
-Mi scusi,Aidou,piacere.- si era sciolto e le porse
la mano – Solo che di donne come lei se ne vedono raramente,tutto qui.
-Le solite galanterie di Aidou! Credo sia troppo
vecchia per te.
-Ricordati che io sono un ultracentenario in un
corpo di un diciottenne- mi sussurrò lentamente all’orecchio.
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