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Autore: Wry_berry95    16/08/2011    0 recensioni
Due ragazzi da un passato difficile sperano in un futuro migliore,fondando un'amicizia che cambierà col tempo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A midwinter night's dream

 IL REGALO DI NATALE

Era una fredda sera d’inverno. La neve era candida,soffice,fredda …

Ero in giardino. Facevo un angelo sulla neve e i fiocchi che si poggiavano sul mio viso mi davano una sensazione di calma. Mi stavo rilassando finalmente. Per tutto il giorno avevo sistemato la cantina con mio padre,viaggiando tra vecchi ricordi:foto della sua infanzia,vecchi giochi,agende con numeri di vecchi amici e mobili antichi che non avevamo mai sistemato e usato. Abbiamo cantato tutto il giorno canzoni natalizie. Papà aveva anche messo barba e cappello da Babbo Natale e io ho riso fino alle lacrime. Tutto era cominciato perché dovevamo prendere le decorazioni per l’albero e per la casa,ma li abbiamo portati in salotto solo alla fine del viaggio,cioè alle 22:00.  

– Yuuki cosa ci fai qui fuori?Prenderai freddo rientra che è pronta anche la cena.

Mi voltai verso papà ,gli sorrisi. Aveva ancora la barba e il cappello. Per un secondo si dimenticò che era venuto a chiamarmi per riportarmi dentro,si guardò intorno e correndo si buttò nella neve e cominciò a rotolare. Sembrava avesse anche lui otto anni. Poi si alzò.

-Facciamo a chi arriva primo a tavola!Chi perde niente dolce per stasera!

Mi alzai e cominciammo a correre. Arrivò prima lui,ma il dolce lo mangiai lo stesso. Bastava il mio sorriso da “angelo” e lui si scioglieva (per questo ebbi due porzioni).

La sera mi addormentai sorridendo. Avevo passato una splendida giornata,anche se lui non c’era quel giorno. Lui era la persona che adoravo.  Circa tre anni fa mi aveva salvata da una tempesta di neve insieme a mio padre e tutti i giorni veniva a casa e stava con noi. Non ricordo come ero finita lì da sola,ma ringrazio di essermi trovata lì,ho incontrato le due persone a cui tengo di più. Mio padre adottivo e Kaname.

 

Il mattino seguente era la vigilia di Natale. Preparammo dolci e finalmente addobbammo casa. Tutto era splendido,sarebbe stato sicuramente un altro giorno da ricordare. E così fu. Verso l’ora di pranzo papà ricevette una telefonata importante e quando riagganciò prese il cappotto e venne a darmi un bacio.

-Torno subito. Tu resta qui e non aprire a nessuno.

-Papà cosa succede?Sembri preoccupato.

-Sta tranquilla piccola-mi sorrise-Saprai tutto al mio ritorno.

Poi scappò via correndo. Avevo addobbato tutto e non sapevo cosa fare. Non volevo mangiare i biscotti perché era tradizione mangiarli con papà e Kaname la sera a mezzanotte. Kaname … avrei voluto chiamarlo e chiedergli se la sera fosse stato con noi,ma pensai che sarebbe venuto,era sempre venuto!

Mi appisolai sul divano davanti al camino. Ormai erano quasi le cinque del pomeriggio e papà era fuori da tre ore. Proprio mentre stavo pensando di volerlo qui a giocare con me e a farmi ridere con le facce strane che faceva sentì un rumore di chiavi. Corsi verso la porta per accoglierlo, ma mi bloccai prima di correre ad abbracciarlo.

Con lui c’era un ragazzino più o meno della mia età,forse più grande.

Era ricoperto di sangue.

-Yuuki lui è …

Prima ancora che dicesse il suo nome corsi verso quel piccolo sconosciuto,gli afferrai il polso e lo trascinai correndo in bagno. Disinfettai le ferite che aveva dietro la schiena e sul viso e con una spugna cercai di pulirlo alla meglio.

-Siediti su quello sgabello ti preparo un bagno caldo in pochi minuti.

Il suo sguardo era il più triste che abbia mai visto,non sapevo cosa fosse successo e ad essere  sincera non mi importava. Dovevo prima curarlo.

-Il tuo bagno è pronto. Ora vado via,tu però fa come se fossi a casa tua.

Gli sorrisi per farlo sentire al sicuro e cercai di fargli capire che poteva fidarsi di me. Andai in cucina da mio padre. Stava mangiando noccioline,questo significava preoccupazione.

-Come sta?- mi chiese serio

-Bene,ho disinfettato le ferite e ora fa un bagno caldo.

-Non vuoi sapere niente di lui?

-Quando sarà il momento mi racconterà tutto.

Sorrisi anche a lui,aveva bisogno almeno di un mio sorrisone per calmarsi. Ricambiò e mi abbracciò stritolandomi. Stava già meglio.

Stavo preparando del tè caldo mentre papà era andato a portare dei vestiti puliti allo sconosciuto. Pensai che sarebbe andato anche lui a lavarsi appena il ragazzino avesse finito.

Il tè era pronto  e il piccoletto si fermò davanti alla cucina. Continuava a tenere lo sguardo basso ed era ancora più triste di prima.

-Vuoi del tè?L’ho fatto ora è bello caldo e tira su il morale … almeno un pochino- nessuna risposta- Ok,una tazza anche per te.

Poggiai le tazze fumanti sul tavolo e mi sedetti.

-Cosa fai lì?Siediti.

Mi guardò per un secondo,diventò rosso credo. Pensai che volesse chiedermi qualcosa,ma poi chinò nuovamente il capo e prese posto accanto a me. Fissò la tazza per un po’, cominciò a sorseggiare. Mentre bevevo lo guardavo,aveva dei bei lineamenti e le guance erano rosse. Si era accorto che lo fissavo,ma non mi chiese cosa volessi,rimase lì buono a bere.

Arrivò papà e appena ci vide “fare amicizia” prese la sua polaroid e sorridendo come un bambino che riceve un nuovo giocattolo ci scattò una foto. Ero venuta malissimo(che rabbia). Il cenone ci fu comunque quella sera e mangiammo come maiali all’ingrasso(suona male lo so … beh mangiammo a sbafo). Dopo cena lavammo i piatti,anche il ragazzo nuovo,nonostante papà gli avesse ordinato di stare seduto. Come nostro solito andammo in salotto cominciammo a cantare e tornarono anche la barba finta e il cappello rosso da Babbo. Cercavamo di rendere allegro il ragazzino ma lui rimase seduto sul divano a guardare il fuoco del camino.

Quando i canti finirono papà si buttò sfinito sul tappeto color corallo.

-Ragazzi sono sfinito. Devo filare a letto-mi diede un bacio e accarezzò i capelli del piccolo sconosciuto,poi si fermò alla porta voltandosi verso di me-gli mostri tu la stanza Yuuki?-con un gesto del capo gli dissi di si-allora buonanotte piccoli- sorrise e andò via contento.

Guardai Occhioni tristi(si so che è un brutto soprannome,ma se gli avessi chiesto il suo nome non avrebbe comunque risposto),ero curiosa di sapere perché era così giù,ma non chiesi niente,sapevo che sarebbe stato uno sbaglio.

-Tu … vuoi andare a letto?-mi guardò con aria stanca,sfinita,quasi sperava che gli facessi quella domanda- Vieni,ti mostro la stanza-aspettai che anche lui si alzasse e poi andammo verso il lungo corridoio,salimmo le scale e arrivammo davanti alla porta della sua camera che era proprio accanto alla mia- Siamo arrivati-gli presi una mano e la strinsi nella mia- non so cosa è successo,non voglio ficcare il naso in cose che magari non vuoi dirmi,però sta tranquillo che di me puoi fidarti,non ti sono nemica-lasciai la sua mano-ora è meglio che vada a letto e ricorda che se serve qualcosa non esitare a chiamarmi-gli sorrisi-Buonanotte.

Mi svegliai rilassata dopo una lunga dormita,ma pensai perché Kaname non era venuto. Era malato? Non voleva vederci? Presto si farà sentire. In cucina c’era papà che canticchiava e con il suo grembiule rosa preparava frittelle.

-Yuuki! Piccola adorata di papà! BuoooooooooooooooooooooooooooooooonNatale!

-Buon Natale anche a te papà!

Oggi era particolarmente allegro. Occhioni tristi era ancora in camera. Ci rimase tutta la mattina. Andai a chiamarlo ma non rispondeva e non mi faceva entrare. Pensai che gli fosse successo qualcosa e allora corsi da mio padre in preda al panico. Piangevo.

-Perché non apre?! Gli sarà successo qualcosa?! Che combina?!

Non riuscivo a calmarmi.

-Tranquilla Yuuki,sta bene. Vuole solo restare solo. Presto scenderà- mi disse con voce rassicurante.

Quella sera mi addormentai davanti alla porta di camera sua. Continuai così per una settimana,fin quando non aprì quella porta. Si chinò su di me cercando si svegliarmi agitandomi e quando aprii gli occhi lo vidi lì che continuava a tenere la mano sulla mia spalla. Rimanemmo così per qualche secondo,poi …

-Io … ho fame.

Aveva parlato! Avevo sentito la sua voce! Era dolce … rimasi a guardarlo per un po’. Ero sconvolta ma felice allo stesso tempo. Mi alzai e lo afferrai  per il braccio trascinandolo in cucina da papà.

-Vuole mangiare!Ha fame! Prepariamo la colazione!

Saltellavo tanto che ero contenta e mio padre lo era ancora di più. Preparò frittelle,biscotti al cioccolato e latte caldo. Il ragazzo mangiò tutto!

-Ragazzi io esco a fare spese,prendo qualcosa per il pranzo di oggi e passo in qualche negozietto per regalare qualcosa di carino al nostro ospite. Fate i bravi!- e si allontanò saltellando come al solito.

-Yuuki … beh ecco volevo ringraziarti per quello che hai fatto per me e chiederti scusa perché t’ho fatta preoccupare e … beh grazie.-diventò tutto rosso.

-Tranquillo qui starai bene.

-Già sto meglio. Tuo padre è divertente e siete gentili con me-ancora rosso con lo sguardo basso- io … io mi chiamo Zero- mi guardò.

-Il mio nome già lo conosci-gli sorrisi- se stai meglio potremmo andare fuori e giocare con la neve,che ne dici?

-Per me va bene.

Quella mattina,anche se Zero non sorrideva,sapevo che si stava divertendo. Urlavamo come matti quando una palla di neve ci colpiva. Rotolavamo per terra,prendemmo anche lo slittino e lui mi trascinava per tutto il giardino. Ci facevamo compagnia e stavamo bene insieme. Improvvisamente ci ritrovammo sdraiati su quell’immenso letto bianco e freddo e osservavamo le nuvole.

-Anche se ti stai divertendo non sorridi

-La mia famiglia è stata massacrata da non so chi,meglio cosa. La persona che li ha uccisi era tutto tranne che un umano. Se sono vivo lo devo a tuo padre .

Non lo feci continuare. Gli strinsi la mano. Non volevo che piangesse o che ritornasse triste come prima. Ci fu un lungo silenzio. Non parlavamo,guardavamo il cielo e continuavamo a tenerci per mano. C’era una pace … una pace che presto venne interrotta da papà che tornò e ci scattò una foto. Cominciò a cantare e ballare,non riusciva a stare fermo,ma almeno l’allegria era tornata.

  
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