Follia

di Delilah Marsowe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Inizio ***
Capitolo 3: *** Qualcosa di nuovo ***
Capitolo 4: *** Sorpresa ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


Prefazione 



C’è qualcosa di folle in ognuno di noi.
Qualcosa che non vogliamo fare uscire perché non abbiamo abbastanza coraggio o perché abbiamo paura di essere giudicati.
La follia è una pura e forte emozione che ti opprime e ti induce a non pensare, ad agire in modo assurdo, sconvolgendo la tua vita definitivamente.
Ma se solo per una volta un qualcosa di assurdo ti tormenterà così tanto da non desiderare altro che provare, niente e nessuno potrà fermarti.
Ed è proprio questo che spinse quei due ragazzi, un vampiro ed un'umana, a rischiare il tutto per tutto, a voler provare qualcosa di nuovo nella loro vita, qualcosa da fare insieme...
Se è con la persona che ami, se è con la persona che desideri…

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Capitolo 2
*** Inizio ***


Capitolo I.
Inizio


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Era l’alba.
I deboli raggi del sole piano piano si spandevano per tutta la stanza, incominciando ad illuminarla.
Il canto degli uccellini iniziava e gli esseri umani iniziavano a svegliarsi. Chi lentamente, chi frettolosamente.
La mattina, l’ora più stupida della giornata.
Questo ciò che pensava un corvo appollaiato su un albero, intento ad osservare una stanza precisa.
Il corvo tutte le mattine si divertiva a guardare le persone che uscivano di casa, chi per lavorare, chi per dirigersi a scuola.
Cosa lo divertiva? Semplice. Vedere la stupidità degli umani.
Il modo in cui si curavano di ogni cosa. Il modo in cui agivano.
In tutti gli anni della sua esistenza aveva capito una cosa davvero fondamentale.
Gli umani erano divisi in categorie, tutte, a suo parere, completamente stupide. Per lui non faceva differenza.
Erano tutti uguali. Non c’era nessuno migliore o peggiore. Tutti allo stesso livello.
Tutti erano delle piccole marionette.
Prima che la città si popolasse, si tramutò in uno splendido ragazzo dai capelli color dell’ebano, lucenti che rispecchiavano molto i colori delle penne di un corvo.
Gli ricadevano distrattamente sul volto e incorniciavano i suoi occhi, neri anch’essi e magnetici. Si appoggiò all’albero lasciando che una gamba penzolasse dal ramo.
Damon. Questo il suo nome. Un nome che diceva tutto. Un nome pieno di significati e al tempo stesso incredibilmente inquietante.
Si passò una mano tra i capelli nell’inutile tentativo di fargli assumere una forma. Sarebbero stati sempre ribelli, al contrario di quelli del suo ordinario fratello.
Sorrise a quel pensiero. Erano completamente diversi. A volte faticava anche a credere che avessero legami di sangue. Diverso stile di vita, diverso carattere e, lo ammetteva sempre, diversa bellezza.
Oh si, lui era a conoscenza di essere uno schianto e dell’effetto che aveva sulle ragazze umane.
La solita routine. Le seduceva, le induceva a seguirlo e poi prendeva il loro sangue, a volte uccidendole.
Erano degli oggetti, tutte per lui e a sua disposizione.
Più volte aveva cercato di convincere Stefan che il sangue umano era meglio di quello animale. Dà potere, fa sentire forti e invincibili, ma con il sangue di uno scoiattolino cosa si può ottenere?
Assolutamente niente, compresa la riduzione delle forze e dei poteri.
Patetico, pensò scuotendo la testa e facendo un sorriso davvero indecifrabile.
Ritornò ad osservare la stanza. Si sarebbe svegliata a breve, lo sentiva.
Ecco, lei era stata l’unica scelta sensata del fratello, sebbene la paragonasse più volte a Katherine. Elena, infatti, non era come lei. Era forte e sapeva sempre cosa voleva, il genere di donna per niente adatta a Stefan. Era troppo sveglia per lui.
Nemmeno lei, però, sembrava capire. Ogni volta se ne andava in giro dicendo “Amo Stefan – Oh, il mio Stefan – Ma quanto è bello”. Davvero patetico. Sembrava non esistesse che lui nel suo mondo e non riusciva a capire cosa trovasse di spettacolare nel fratello. Altro che carezze da quattro soldi e bacetti insensati, avrebbero fatto fuoco e fiamme.
Sorrise malizioso, continuando a fissare la stanza e portando le mani dietro la testa.
Era diventata un’abitudine, ormai.
Ogni mattina presto andava lì e, sedendosi comodamente su un albero, sbirciava all’interno. Poteva sembrare che stesse spiando e invece non era così.
Cercava sempre un qualche modo per farla diventare la sua principessa delle tenebre.
Era sicuro che in quella veste sarebbe stata benissimo.
Immaginava sempre di vederla con lui, con la bellezza accentuata dalla sua natura di immortale, che prendevano il controllo di tutto. Sottomettendo tutte le anime deboli e prendendo tutto quello che gli piaceva, come e quando volevano.
Purtroppo lei rimaneva sempre “presa” in un modo assurdo da Stefan, sebbene più volte avesse cercato di sedurla e lei gli si fosse quasi concessa, come fosse stata la cosa più naturale del mondo.
Scuotendo la testa e sistemandosi bene la giacca di pelle, si ritrasformò in uno splendido corvo vero, pronto a seguirla.
Quel giorno non sarebbe rimasto lì a guardarla uscire dalla porta di casa, ma l’avrebbe seguita ovunque lei fosse andata.
Abbassò la testa e la vide, bella come sempre, con i suoi capelli lunghi e biondi che le ricadevano morbidi sulle spalle e gli occhi di un azzurro così intenso che avrebbero fatto invidia anche allo stesso cielo.
Lo incantavano e davvero pochi occhi ci riuscivano. La vide uscire di casa e avviarsi verso la scuola.
Che il gioco cominci, pensò alzandosi in volo.
Giocare al gatto e il topo gli era sempre piaciuto. Lui era il forte predatore ed Elena la debole e innocente preda, non consapevole di quanto fosse invitante, o forse si, ma non voleva dimostrarlo.
Sapeva che sarebbe stato sempre lui il vincitore. Era inevitabile.
Notò qualcosa di diverso nella sua espressione. Era…agitata, ma non riusciva a capire da cosa fosse dovuto.
Forse c’era qualcosa che doveva fare, ma che la preoccupava enormemente oppure pensava a qualcosa che la faceva stare in ansia.
Sondò la sua mente e allora, se fosse stato umano in quel momento, avrebbe riso di gusto.
Era preoccupata di andare al cimitero. Poteva capirla, lì avrebbe trovato sicuramente qualcuno…
E così saltiamo la scuola, eh?, pensò divertito.
Non l’aveva mai vista farlo, ma evidentemente ancora non sapeva tutto di Elena Gilbert e questo riusciva a rendere il gioco ancora più interessante.
Intanto un’ignara Elena camminava velocemente.
Per la prima volta nella sua vita, aveva un timore tremendo di andare nel posto dove ormai vivevano i suoi genitori, forse perché non andava lì per salutarli.
Da quella mattina aveva una strana sensazione, come se fosse quasi obbligata ad andare lì quel giorno.
Sentiva che se avesse fatto che quello che il subconscio le diceva, qualcosa sarebbe cambiato e la sua vita non sarebbe stata più la stessa. Una parte di lei, comunque, non credeva a tutto ciò.
La sua esistenza era già piena di problemi e non c’era alcun bisogno del cimitero per sconvolgerla ancora di più, sapeva che se sarebbe dovuto succedere qualcosa, sarebbe successa e basta, rispettando il corso dei tempi, ma per pura curiosità voleva controllare.
E ora quel maledetto pensiero la rendeva nervosa in un modo quasi impossibile.
Sospirò e si guardò intorno, un’abitudine presa pochi giorni prima.
Da un po’ di tempo a quella parte aveva la sensazione di essere spiata, seguita. In fondo, si trattava solo di una sua fissazione, poteva essere chiunque come poteva non esserlo; per quel che ne sapeva, una persona normale non andava in giro a pedinare la gente, ma naturalmente quella persona non era normale.
Oh si, aveva un’idea precisa di chi fosse la causa della sua seconda preoccupazione.
Damon, da quando lo conosceva, non aveva mai cercato di ricavare qualche briciolo di umanità in se stesso per usarlo tutti i giorni, anzi era rimasto quello di sempre: un essere pericoloso e malvagio che si divertiva a uccidere le persone per sfamarsi.
Lo odiava per come si comportava, ma al tempo stesso non riusciva eliminare quel senso di confusione che provava quando lui era con lei, proprio come non poteva evitare di pensare per una volta tanto che non fosse lui la causa di tutto. Forse stava davvero impazzendo…
Senza nemmeno accorgersene, si ritrovò di fronte una lapide qualsiasi, posta nel bel mezzo del prato.
Il cimitero di Fell’s Church era davvero particolare e strano.
Sospirando, si sedette per terra e si appoggiò ad essa, perdendosi a guardare il cielo.
Era di un azzurro incredibile e paffute nuvole, assomiglianti allo zucchero filato, si facevano spazio assumendo le forme più strane.
Il vento soffiava leggero agitando di poco le foglie degli alberi perfettamente verdi e portando davanti al viso alcuni ciuffi dei suoi capelli dorati.
Ma in un battito di ciglia qualcosa cambiò ed era un cambiamento radicale.
Grigio. Vedeva solo grigio e il sole era completamente coperto dalle nuvole che avevano assunto anch’esse una tonalità tendente a quel colore terribilmente freddo, mescolandosi con il cielo.
Tutto prevedeva un temporale.
Strano, pensò. Di solito cambiamenti atmosferici del genere avvenivano solo quando c’era…
<< Ma come siamo pensierose. Oggi niente diario? >>.
…Damon.
Sospirò, avrebbe dovuto immaginarlo. Ogni cosa riguardava lui e niente era escluso.
Portò la testa all’indietro e lo vide.
Appoggiato distrattamente alla lapide con le braccia conserte, il suo capo era rivolto verso di lei.
I capelli corvini gli ricadevano morbidi sul viso e i suoi occhi, neri come la pece, la fissavano come se volessero perforarla per invadere il suo animo, come se volessero conoscere risposte che nemmeno lei sapeva.
Sul volto, lo stesso sorriso ipnotico che lo caratterizzava.
Si alzò di scatto fronteggiandolo dall’altro lato della modesta scultura.
<< Cosa vuoi? >>, gli chiese acida incrociando le braccia la petto e non lasciando trasparire alcuna emozione.
<< Ma come siamo maleducate. “Ciao, Damon”, ti costa così tanto? >>, le disse in risposta ignorando completamente la sua domanda, come era solito fare, e sapeva che quell’atteggiamento riusciva ad irritarla.
<< Oh, scusa, riformulo la domanda: ciao, Damon. Che cosa ci fai qui? >>. L’ultima parte era uscita leggermente seccata e lo era davvero. Non capiva perché non rispondesse mai alle sue domande e inoltre quel sorrisino studiato e stampato sulle labbra le faceva saltare i nervi.
<< Un po’ brutale, avresti potuto fare di meglio, sai? Per fortuna, mi accontento di poco >>, le disse sorpassando la lapide e arrivandole di fronte.
Elena sbuffò e iniziò a battere il piede per terra in modo ritmico. Sul volto un’espressione come per dire “Cosa stai aspettando? L’unione dei pianeti?”.
<< Hai fretta? Io ho tutto il tempo del mondo >>, le disse ancora diminuendo le distanze di poco e sorridendo divertito.
Quella ragazza riusciva sempre a divertirlo, a volte con un’espressione, altre con uno sguardo e altre ancora con un gesto. Non poteva negarlo: Elena aveva uno straordinario potere su di lui.
<< Si e anche tanta, ma sto incominciando a credere che tu mi abbia seguita >>, gli disse non distogliendo lo sguardo. A volte era davvero difficile per lei non ricadere in quel buco nero che erano i suoi occhi, ma con un po’ di autocontrollo poteva farcela.
In fondo, cosa faceva di male? Stava solo tenendo testa ad un vampiro assetato di sangue umano che avrebbe potuto ucciderla in qualsiasi momento, niente di preoccupante.
Forse quello che la rendeva più sicura era il fatto che sapeva che Damon non le avrebbe mai e poi mai fatto del male.
Un sorriso scettico si dipinse sulle labbra del vampiro.
<< Devi essere proprio convinta che il mondo giri intorno a te >>, le disse alzando contemporaneamente un sopracciglio e mantenendo il sorriso.
<< Questo mi mostra che ho ragione io: mi hai seguita >>, gli disse sorridendo sicura che avesse ragione.
A quel punto Damon poté lasciarsi andare ad una risata sincera. Elena aveva proprio un’arte nel far divertire la gente e lui ne era la prova più evidente; non smise di ridere nemmeno quando lei lo guardò con aria interrogativa, come se pensasse fosse pazzo.
<< Molto perspicace Elena, davvero sono colpito >>, le disse ricomponendosi pur mantenendo sempre un mezzo sorriso stampato sul viso e mettendosi una mano sul cuore con fare teatrale.
<< E’ stato facile intuirlo. Insomma per te ormai è diventato un hobby starmi sempre tra i piedi e intralciare ogni cosa io voglia fare >>, gli disse incrociando le braccia e puntando lo sguardo nei suoi occhi neri come la pece, che d’un tratto si fecero seri e persero ogni segno di divertimento.
Il suo viso era ritornato la maschera di sempre e lei poteva ben vedere che era rimasto infastidito da quelle parole.
<< Come se ti dispiacesse >>, disse non distogliendo lo sguardo.
Elena fece per rispondere, ma lui fu più veloce di lei. << Le mie attenzioni ti fanno piacere e il fatto che ti sia sempre intorno ti fa così piacere che sei indecisa su chi scegliere tra me e il mio fratellino. Dimmi Elena, se davvero ti do così fastidio, allora perché non mi scacci via e non te ne vai ora lasciandomi qui? >>. Assunse un’aria completamente provocatoria dettata dal fatto che sapeva che lei non sarebbe mai riuscita a mandarlo via o a dirgli di sparire. Per quanto fosse sicura di sé, non sarebbe mai riuscita a ignorarlo.
La ragazza aprì la bocca per parlare, ma non riuscì a dire niente…non sapeva cosa rispondergli. In effetti nemmeno lei sapeva perché non lo faceva, era tutto così confuso quando lo vedeva.
Purtroppo per lei, Damon prese quel silenzio come un segno di assenso e sorrise vincitore avvicinandosi ancora di più a lei e arrivando ad un punto tale che i loro abiti sembravano sfiorarsi.
<< Scommetto che se mi ci mettessi d’impegno, riuscirei a farti capire che sono io l’unico che deve stare con te, che sono io l’unico che ami e non quello stupido di mio fratello e a quel punto cadresti tra le mie braccia e saresti per sempre mia. Diventeresti la mia Regina delle Tenebre e insieme domineremo su tutto e tutti, facendo ciò che più ci va >>, disse piantando lo sguardo in quei due diamanti che erano i suoi occhi e avvicinando il viso al suo.
Elena si risveglio dallo stato di trans in cui era entrata appena in tempo per capire che il vampiro stava per baciarla e si allontanò sotto lo sguardo per niente sorpreso di lui che continuava a guardarla con quel sorriso beffardo che lo caratterizzava.
Non poteva permettere che si prendesse gioco di lei in quel modo, che mettesse in dubbio il suo amore per Stefan e che facesse progetti per lei per il suo futuro e soprattutto che programmasse di farla sua.
Al tempo stesso, però, quella scommessa la intrigava parecchio e avrebbe tanto voluto vedere cosa avrebbe fatto Damon per riuscire a conquistare il suo cuore. Si sa, a volte non sempre la ragione domina sugli istinti.
<< Scommettiamo? >>, chiese alzando un sopracciglio e avvicinandosi di nuovo a lui.
<< Cosa? >>. Damon era rimasto sinceramente colpito da quella richiesta, non si aspettava da lei tanta accondiscendenza.
Si sarebbe aspettato una scenata, uno schiaffo, qualsiasi cosa ma non quello e soprattutto da lei.
Di solito era lui quello che proponeva questo genere di cose e quando aveva detto quello “Scommetto”, non gli era proprio passato per la mente di farlo per davvero.
<< Scommettiamo che tu riuscirai a convincermi che tu sei l’unico per me…e con qualsiasi mezzo possibile >>, disse lanciandogli uno sguardo di intesa. Damon non si sarebbe mai lasciato sfuggire un’occasione simile, ne era certa.
E fu così che la preda prese il comando della caccia. Interessante, pensò sorridendo.
Gli piaceva quella proposta e anche tanto, ma forse la piccola umana non aveva pensato alle conseguenze.
<< Va bene, ma… >>.
<< Lo so, tu non fai mai niente senza qualcosa in cambio >>, disse lei sospirando.
<< Oh, allora mi conosci bene, ma sembra che tu non sappia che una scommessa include anche delle condizioni, quindi questa volta sono solo le regole che prevedono qualcosa in cambio >>, la informò soddisfatto.
Elena sospirò. << Ad ogni modo, se vinco io, tu non mi darai più fastidio e non intralcerai mai più il mio rapporto con Stefan >>.
<< Affare fatto, ma se vinco io…tu sarai mia e verrai con me dovunque io decida di andare, lascerai mio fratello e infine, ti trasformerò in un vampiro >>, disse sorridendo sghembo, ma lasciando nei proprio occhi una traccia di cattiveria mista a serietà, netto segno che diceva sul serio e che non stava per niente scherzando.
La ragazza deglutì a vuoto. Non la spaventava tanto il fatto che sarebbe stata sua, che sarebbe partita per un luogo sconosciuto o che, nel peggio dei casi, dovesse lasciare Stefan.
No, aveva timore di essere trasformata in un vampiro e di seguire la sua dieta. Avrebbe ucciso delle persone innocenti con il solo scopo di sfamarsi e non avrebbe mai potuto cibarsi di animali perché lui non lo avrebbe permesso.
Era davvero in trappola. Damon aveva fatto bene i suoi conti.
<< Sei ancora sicura di quello che stai facendo? >>, le chiese notando con piacere la sua titubanza.
Non sopportava la sua arroganza, la infastidiva terribilmente. Credeva di essere migliore di tutti, solo perché se ne andava in giro con quell’aria di sufficienza e si vantava di quanto fosse bello e forte. Lo odiava.
<< Affare fatto! >>, disse porgendogli la mano, che il vampiro subito strinse prontamente tirandola a sé e avvicinandosi al suo orecchio.
<< Incomincia a preparare le valigie >>, le disse sorridendo e notando che si era irrigidita, dato che era stato troppo veloce. La sua dannata e odiosa velocità.
Dal canto suo, Elena già si stava pentendo di quello che aveva fatto, ma la voglia di sfidarlo aveva soprasseduto sulla ragione.
Non avrebbe mai lasciato che vincesse e di certo non sarebbe caduta nella sua trappola.
Si scansò bruscamente da lui e si chinò per prendere la sua borsa.
<< Aspetta e spera >>, disse facendo apparire sul suo viso un’espressione di sfida e incominciando a dirigersi verso l’uscita del cimitero.
Una volta che se ne fu andata, Damon poté incominciare a pensare ai possibili trucchi che avrebbe usato, ma qualcosa di terribilmente fastidioso lo deconcentrò.
Sospirò, e sorridendo scosse la testa. Se credeva che sarebbe rimasto colpito, si sbagliava di grosso.
Fin da prima, lui era sempre stato più forte di lui in tutto.
<< Ciao fratellino >>, disse, rimanendo di spalle e sicuro che prima o poi si sarebbe avvicinato anche lui…se ne avesse avuto il coraggio.





- L'angolo di Lady Delilah
Ed eccomi qui con un'altra storia ^^ Non ve lo aspettavate, eh? So cosa state pensando: questa ora ha appena postato una fan fiction e ne posta un'altra? Ebbene si!!
Ho avuto una grande illuminazione e non potevo di certo sprecarla xD E poi non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate, così da poter continuare a o meno.
Beh, come avete capito, la maggior parte dei capitoli sarà narrata dalla parte di Damon e un pò dagli altri personaggi, ma maggiormente da lui dato che credo sia più interessante sapere il suo punto di vista *-*
E ora vorrei ringraziare tutte quelle che hanno commentato la prefazione ^^:
KeLsey: Uuuu grazie mille ed ecco, come promesso, un capitolo appena sfornato (: Spero ti piaccia e non vedo l'ora di leggere la tua (:
Cecy94: Uuu sono contenta che la prefazione ti abbia incuriosita e non vedo l'ora di sapere cosa ne pensi *-* Prego, mi piace davvero molto la tua storia, anzi spero aggiornerai preso (:
vaned1995: Uuu grazie mille (: Spero continuerà a piacerti la storia!
Lady Gray: Uuu grazie mille sia per quanto riguarda l'immagine che per la prefazione *-* Spero davvero ti piaccia il prossimo capitolo e sono contenta che tu l'abbia inserita tra le seguite (: Kisss
Bacii <3

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Capitolo 3
*** Qualcosa di nuovo ***


Capitolo II.
Qualcosa di nuovo

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<< Non capisco se la tua sia ossessione o ostinazione nel volermi seguire >>, disse il bel vampiro dai capelli neri e dagli occhi del medesimo colore, voltandosi e alzando un angolo della bocca in un mezzo sorriso.
Davvero pensava che non l’avrebbe sentito e di potersi nascondere tranquillamente, passando inosservato? Si era accorto della sua presenza da quando era giunto lì.
Quanto è rumoroso, pensò scuotendo la testa ed aggiungendo: << Umano o non umano ti avrei sentito comunque. Fai troppo chiasso quando cerchi di fare il vampiro. Dovresti fare un po’ di pratica e… >>.
<< Di cosa avete parlato? >>, lo interruppe Stefan, che già tremava di rabbia e avanzava, finendo per trovarsi faccia a faccia con suo fratello, il suo dannatissimo fratello.
Lo odiava ancora di più quando cercava di convincerlo a cambiare la sua dieta a base di sangue animale o quando lo trattava da emerito cretino e ridicolizzava, spesso anche davanti a Elena, la sua amata.
Non sopportava il fatto che gironzolasse sempre intorno a lei, in cerca di qualcosa che non avrebbe mai potuto avere: il cuore, o anima, come credeva lui.
Elena e lui si amavamo troppo, il loro era un amore corrisposto a tutti gli effetti e niente e nessuno avrebbe mai potuto separarli, nemmeno uno stolto fratello che credeva di essere il migliore e credeva che un semplice schiocco di dita avrebbe fatto cadere ai suoi piedi anche la sua amata.
Lei era profondamente diversa, lo sapeva.
Non era mai stata minimamente uguale a Katherine; sebbene fossero due gocce d’acqua, il loro carattere era perfettamente diverso e Stefan sapeva che Elena non si sarebbe mai piegata alla volontà di un essere come Damon.
Eppure li aveva sentiti parlare e, ci avrebbe giurato, aveva intravisto nello sguardo di Elena uno sguardo strano, indecifrabile, quasi di sfida, lanciato al suo odiato fratello.
Cosa stesse tramando Damon non lo sapeva, ma non poteva permettersi di condizionare così tanto la sua amata Elena!
<< Che maleducato! Sei geloso per caso? Sai, fratellino, la gelosia non porta a niente; noi siamo fratelli e dovremmo…>>.
<< Ti ho fatto una domanda! >>, sbottò Stefan. Non voleva sentire altro, era stufo di sentire sempre la stessa storia della condivisione fraterna. Lui e quell’essere non avrebbero mai condiviso nient’altro, se non il loro sangue.
All’ennesima interruzione del fratello, la pazienza di Damon arrivò al limite e, con uno scatto da degno animale, impercettibile all’occhio umano, ma a quanto pare anche a Stefan, si gettò su di lui, prendendolo per il collo e scaraventandolo contro un albero.
<< Non osare interrompermi più! >>, scandì ogni parola, guardandolo con sguardo truce e stringendo la presa della mano intorno al suo collo, notando con piacere lo sguardo stranito del fratello, che non esitava a nascondere il dolore che provava.
Damon sorrise impercettibilmente, mostrando un ghigno davvero crudele. Lo aveva detto mille volte che nutrirsi di animali faceva male alla salute.
<< Punto uno: ciò di cui io e Elena parliamo, non ti deve interessare; punto due: non osare provare a fare il prepotente con me, Stefan. E’ totalmente inutile! >>, disse staccandosi da lui e lasciandolo cadere come se fosse una soffice piuma, non prima di aver stretto ancora di più la presa intorno al suo collo ed aver visto ancora una volta la sua espressione di dolore.
Erano anni ormai che cercava di convincerlo a seguire una dieta diversa, ma lui sembrava non voler ascoltare, anche in questi momenti, in cui si trovava in svantaggio.
Stefan, intanto, era crollato per terra e continuava a tossire, con una mano attorno al collo, come per alleviare il ricordo della stretta. Alzò piano piano il viso, che mostrava tutto il suo odio e il suo disappunto per quello che era costretto a subire, ma allo stesso tempo per quello che Damon faceva ormai da secoli.
<< Rispondimi ora! >>, continuò imperterrito, alzandosi da terra e spolverandosi i pantaloni, che si erano sporcati quando era caduto per terra.
Non gli importava se lo avrebbe scaraventato di nuovo contro qualcosa, lui avrebbe continuato a ripetergli la stessa domanda, fino ad avere una risposta chiara e precisa. Perché questo era il punto debole di Damon, o almeno solo una parte, una tattica per renderlo un po’ più vulnerabile e farlo desistere: l’essere sicuri di se stessi.
Lui adorava mettere in ridicolo o mettere in difficoltà le persone, e troppe volte ormai aveva sperimentato questa tattica; sarebbe riuscito anche questa volta nel suo intento, perché, per Damon, avvertire che la sua “vittima” riusciva a desistere alle sue provocazioni, era davvero insopportabile.
Intanto un esasperato Damon si portava una mano alle tempie massaggiandosele, per il troppo nervosismo.
Possibile che suo fratello riuscisse ad essere così noioso e fastidioso allo stesso tempo?
<< Fratellino, la mia pazienza ha un limite. >>, lo avvertì, mettendo una mano nella tasca dei pantaloni e rimanendo una mano sulla tempia, come per enfatizzare le sue parole; ma vedendo che l’espressione di Stefan era sicura e decisa di quello che stava facendo, non poté che pensare una sola cosa.
Desiderava quasi scoppiare a ridere per l’ovvietà. Davvero pensava che non si sarebbe accorto di un trucchetto da quattro soldi simile? Era ufficiale, suo fratello diventava ogni giorno più incosciente.
Decise di stare al gioco, almeno fino a che non si sarebbe smascherato da solo, perché lo avrebbe fatto sicuramente.
<< Vuoi essere di nuovo scaraventato contro un albero? >>, gli chiese incrociando le braccia al petto, ma i suoi occhi riflettevano quanto a lui divertisse quella situazione.
Peccato che Stefan non se ne sarebbe mai accorto, essendo troppo accecato dalla gelosia e dalla curiosità.
<< Davvero ti interessa sapere che Elena mi ha confessato di essere stata a letto con un suo compagno di classe? >>, gli chiese quasi incredulo, mascherando accuratamente la falsità di quelle parole.
Lui era un mago in quel genere di cose: la persuasione e la menzogna facevano parte di lui ormai, da secoli.
A quelle parole, Stefan sgranò gli occhi, completamente sorpreso da quelle parole, e aprì bocca come per dire qualcosa, ma non ci riuscì, se non a pronunciare un flebile << Cosa? >>, per poi non riuscire più a spiccicare una parola.
Era rimasto stupito e infastidito da quelle parole: si aspettava una cosa del tutto diversa, come ad esempio una delle solite manovre di Damon per farla diventare la sua regina delle tenebre, o il suo nuovo piano per chissà quale scopo. Tutto ma non quello!
Come poteva la sua Elena aver fatto una cosa del genere?
Sinceramente stentava a crederci, lei non era capace di una cosa simile, non dopo avergli confessato amore eterno.
Ma tutte le sue domande e i suoi dubbi furono chiariti nel momento in cui una forte e sonora risata rimbombò per tutto il cimitero, scoprendo che apparteneva proprio al suo odiato fratello, che ora stentava a nascondere il suo divertimento in merito a quanto aveva detto.
Pieno di rabbia, si avventò su di lui, con l’intento di dargli un pugno, ma come al solito Damon fu più previdente.
Smise in un secondo di ridere, assumendo di nuovo la sua espressione fredda e impassibile, e fermò in fretta il suo pugno, bloccandolo in una mano, con tanto di superiorità e di sorrisino impertinente sul viso.
Poi, lo lasciò andare, gettandolo da qualche parte, ma quello riuscì a rimanere in piedi, non più con la voglia di prenderlo a pugni, sebbene ne sentisse davvero il bisogno.
Doveva ammetterlo, era inutile negarlo: Damon era e sarebbe sempre stato più forte di lui.
Quest’ultimo si avvicinò a lui molto calmamente, non abbandonando quel sorrisino che aveva stampato sulla faccia, e che faceva venire a Stefan ancora più voglia di eliminarlo.
Gli poggiò una mano sulla spalla, con fare amichevole, scuotendo un po’ la testa, come se fosse deluso.
<< E’ stato più facile di quel che pensassi. Non credevo fossi così suggestionabile >>, disse, allontanandosi di nuovo, sentendo la rabbia di Stefan arrivare alle stelle, come se non lo fosse già, e appoggiandosi ad una lapide, mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni.
<< Elena me lo dirà comunque >>, affermò sicuro il fratello, incrociando le braccia al petto ed assumendo un’aria sicura.
Di certo, la sua fidanzata non avrebbe mai potuto mentirgli e gli avrebbe detto tutto ciò che sapeva, compreso ciò di cui lei e Damon avevano parlato o discusso.
<< Sempre che non venga prima a sapere di… Alyssa >>. Bastò solo questa affermazione a far sgranare gli occhi di Stefan, che continuava a guardare stralunato il fratello, il quale non poteva far a meno di mostrare un ghigno compiaciuto con un misto di divertimento.
<< Non so di cosa stai parlando! >>, affermò sicuro, tentando di fare finta di niente, come a dimostrare quello che stava dicendo, ed apparendo completamente indifferente alla cosa, ma, in verità, non era per niente così.
A quelle parole, Damon, non poté che scoppiare in una sonora risata, che risuonò in tutto il cimitero.
<< Questo è davvero scortese da parte tua, non me lo sarei mai aspettato da te. Come puoi rinnegare… >>.
<< Se stiamo parlando di una delle tue tante amanti, non mi interessa. >>, lo bloccò prima che lui potesse pronunciare delle parole che non voleva assolutamente sentire.
<< Mmm… stavolta no. Per quanto mi dolga ammetterlo, ora stiamo parlando di una cosa che riguarda te, e anche molto bene >>, disse, stando in un primo momento al suo gioco, ma facendogli capire, con pochissime parole, che non sarebbe scampato alla sua “condanna” per aver fatto qualcosa all’insaputa di Elena, e che non avrebbe mai dovuto sapere.
<< Continuo a non capire. Io non conosco la ragazza di cui parli, Damon >>. Purtroppo nel dirlo non risuonò convincente, come avrebbe voluto apparire, e si ritrovò, quasi, a deglutire, perché non sapeva il motivo per cui lui aveva tirato in ballo quel discorso, che , tra l’altro, avrebbe dovuto essergli ignoto.
<< Certo, certo. Non credo che Alyssa sarà molto contenta di sapere alcune cose sul tuo conto, compresa questa >>. Sul volto di Damon c’era un’espressione di cattiveria pura, con un sorriso beffardo ad ornargli le labbra perfette.
Dopo quello che aveva detto, Stefan non avrebbe più potuto mentire, per il quale non era per niente portato.
Sospirò. << Dove vuoi arrivare? >>, sibilò il fratello, ormai sconfitto ed esasperato sia dal comportamento di Damon, che dalle sue stesse bugie. Quello di cui stavano discutendo era una cosa che nessuno avrebbe mai dovuto sapere, inclusa Elena.
<< E’ semplice. Io ti salvo la reputazione con amici, parenti, fidanzata e quant’altro, e tu la smetti di intrometterti nel rapporto tra me e Elena >>. Chiaro, diretto e conciso.
Nelle parole di Damon non vi era alcuna traccia di incertezza o di dubbio, rimanendo con le mani nelle tasche dei pantaloni e inclinando un po’ la testa di lato, alzando un sopracciglio.
Gli occhi di Stefan si ridussero a due fessure. Come poteva fare questo? Ma soprattutto: come poteva lui accettare le sue condizioni?
Tutte queste domande avevano una semplicissima risposta: lui aveva qualcosa da nascondere assolutamente.
Non c’erano eccezioni, ma, sapere che avrebbe lasciato campo libero al fratello con la sua ragazza, accettando, questo lo mandava in bestia.
Non poteva lasciare la sua dolce Elena nelle mani di un mostro, di un essere spregevole come quello.
Non riuscì a rispondere subito, anzi abbassò solo lo sguardo, continuando a riflettere su come agire, su come trovare un altro compromesso.
<< Riflettici su >>, disse Damon, prima di avanzare per poter uscire dal cimitero, non prima, però di aver aggiunto qualcosa.
<< Sai, la tua Elena ha un vero talento per le sfide. Non sembra per niente innocente, come la descrivi tu >>. Fu quasi un sussurro, ma bastò per far voltare un furioso Stefan nella direzione del fratello, che, come per magia, era scomparso.
In sottofondo, c’era solo l’eco del gracchiare di un corvo in volo, verso una meta sconosciuta.


Il corvo si appoggiò al davanzale della finestra della camera della dolce Elena, per poi ritornare nella sua forma originaria, ossia un bellissimo ragazzo immortale dagli occhi color della notte.
Molto cautamente, ma con passo sicuro, si avvicinò al letto, dove la ragazza dormiva beatamente, ignara di essere spiata dal fratello del suo ragazzo.
La osservò un attimo, poi fece balenare nell’oscurità un sorriso.
<< Tutti gli ostacoli sono stati eliminati >>, pronunciò quelle parole talmente piano, che nessun essere umano avrebbe mai potuto udirle.
Inclinò di poco la testa, continuando ad osservarla. Era inutile: continuava ad essere di una bellezza sconvolgente anche quando dormiva.
<< Non sai nemmeno cosa ti aspetta, piccola e dolce Elena >>, sussurrò sul suo orecchio, essendosi piegato in avanti, sicuro che non avrebbe mai udito quelle parole, immersa com’era nel suo sogno.
Poi il ragazzo svanì e nel cielo c’era di nuovo un corvo che volava.




- L'angolo di Lady Delilah
Chiedo venia, mi scuso con tutte voi per essere quasi sparita ed aver commentato le vostre fan fiction senza, però, aggiornare la mia. Chieso davvero scusa, sono in enorme ritardo e non si tratta di due settimane, bensì di... oddio, quasi 3 mesi!!!
Purtroppo sono accadute moltissime cose e alcune non voglio nemmeno nominarle, ma tutte le mie giornate, in tutto questo tempo, sono state impegnate dallo studio, cosa per il quale mi sono impegnata davvero a fondo e finalmente è finitaaaaa!!! *-* Come se non bastasse, c'è stata anche la mancanza di ispirazione, ma ora è passata ^^
Finalmente sono tornata e aggiornerò più continuo, dato che ora ci sono le vacanze (:
E ora vorrei ringraziare tutte quelle che hanno commentato il capitolo precedente:
Erika90: Grazie mille davvero *-* Spero di non averti delusa, così come le altre, con quest'ultimo capitolo!! Ci saranno delle svolte xD
Cecy94: Davvero?? Grazie milleeee *-* Sono davvero contentissima che questa mia storia ti piaccia così tanto e beh si, trovo anche io che la storia dal punto di vista di Damon sia più interessante, infatti proprio per questo ho deciso così, anche se in quest'ultimo capitolo ci sono sia il punto di vista di Stefan che di Damon. Beh, dovevo pur sempre riservare un pò di spazio a quel poveretto :P
Valentina78: Grazie mille per i complimenti, spero di non deluderti con i prossimi capitoli (:
KeLsey : Grazie millissime per i complimenti *-* Oddio, davvero sono mooolto contenta, spero ti piaccia l'ultimo capitolo postato :D Kiss!!
biafin: Grazie mille Chiara per i complimenti (: Eh beh, ci saranno delle svolte incredibili durante il corso della storia!!
ila_D: Uuu grazie milleee *-* Beh, ora che ci sono le vacanze, aggiornerò più in fretta (:
Lyla91: Grazieee *-* Si, anche io li adoro *-* Trovo che stiano benissimo insieme!!
Grazie a tutti quelli che hanno inserito la storia tra i preferiti, tra le seguite o che, semplicemente, leggono in silenzio (:
Bacii <3

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Capitolo 4
*** Sorpresa ***


Capitolo III.
Sorpresa 

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<< Davvero devi partire? >>. L’espressione di Elena rasentava lo stupore; Stefan le aveva appena annunciato la sua decisione di partire per la Georgia: all’inizio, aveva pensato che stesse scherzando, che fosse solo uno dei suoi soliti scherzi, detti con il solo scopo di farla irritare per poi fare pace – uno strano comportamento, Elena ne era consapevole –, purtroppo, poi, si era resa conto che era serio, terribilmente serio.
<< Si, amore mio. Non vorrei, ma è necessario >>.
<< Se non vuoi, allora perché parti? >>.
Stefan sospirò. << Qualche giorno fa, ho saputo che proprio in quella zona molti umani sono stati ritrovati in stato confusionale, altri con fratture gravi, altri, invece… dissanguati >>. A quelle parole, Elena non potè far altro che sgranare gli occhi dallo stupore. Non lo credeva possibile, non poteva assolutamente essere. Per tutto quel tempo, Damon e Stefan avevano attuato diversi controlli per evitare che ci fossero altri vampiri o creature maligne pronti ad uccidere chiunque, e invece, a quanto pare, ce ne erano ancora.
<< La mia teoria, come credo anche la tua, è che siano stati, appunto, dei vampiri o, se non loro, qualche altra creatura. Quindi, capisci perché devo andare? >>.
<< Si, ma… Stefan, se tu li incontrassi, non potresti mai competere con loro. Ti cibi di sangue animale e non umano, finiresti per farti ammazzare >>, disse la ragazza, con la preoccupazione alle stelle. Tutto ad un tratto, aveva sentito il bisogno di manifestargli la propria ansia per quello che gli sarebbe potuto accadere. Al contrario, uno come Damon sarebbe stato il più adeguato.
Stefan non potè far altro che sorridere a quelle parole e le diede un delicato bacio sulle labbra.
<< Non mi succederà niente, sta tranquilla >>.
<< Sono solo preoccupata per te >>, gli disse, abbracciandolo e stringendolo a sé. << Perchè non mandi Damon laggiù? Lui sarebbe il più indicato, avrebbe sicuramente la forza di contrastarli, saprebbe cavarsela in ogni caso e… >>.
<<… e farmi uccidere per salvare delle povere vite umane? Naaah, non credo proprio! >>, la interruppe Damon, apparso dal nulla e appoggiato distrattamente su una Ducati nera.
Elena, in risposta, emise una sottospecie di grugnito, ormai al limite dell’esasperazione, data l’abitudine del vampiro di apparire sempre al momento sbagliato.
<< Almeno compiresti un’azione nobile, che potrebbe rendere sensata la tua esistenza >>, Elena pronunciò quelle parole con un certo scetticismo, dovuto non al fatto che era sicura che non l’avrebbe mai fatto, bensì al fatto che questo avrebbe reso sensata la sua vita, perché sapeva che questa non avrebbe mai potuto esserlo, nemmeno se avesse deciso di compiere un gesto nobile e strano per la sua natura.
Infatti, l’angolo della bocca di Damon si alzò, lasciando trasparire un mezzo sorrisetto divertito.
<< Mi hai preso per una croce rossina, per caso? Credimi, per quel ruolo, il mio fratellino è il migliore >>.
A quella parole, Stefan sentì crescere dentro di sé una forte scarica di adrenalina, completamente nuova, che avrebbe solo voluto sperimentare su suo fratello. Infatti, si scostò dalla ragazza e fece per avvicinarsi a lui, pronto a colpirlo, ma fu fermato, appena in tempo.
Elena aveva percepito subito il suo bisogno di colpirlo, così simile a quello che sentiva lei e così lo aveva bloccato per un braccio, facendolo indietreggiare, ma, tuttavia, facendo sì che il sorriso di Damon si allargasse, diventando, man mano, una vera e propria risata.
<< Cos’è, Stefan? Volevi colpirmi? Sei sicuro? >>, disse, continuando a ridere. Quella sua risata irritante…, si ritrovò a pensare Elena.
<< Ora capisco perché tutti abbiano così tanta voglia di ucciderti! >>, esclamò Stefan, infuriato come non mai. Odiava quel suo comportamento strafottente e arrogante, non riusciva più a tollerarlo!
<< E sono davvero tanti, devo ammetterlo. Ogni volta ci provano e si strappano quasi i capelli perché non riescono a farlo. Illusi. Eeeeh, si vede che hanno una voglia matta di morire >>, concluse Damon, facendo spallucce e sfoderando un sorriso tra il divertito e il rassegnato.
<< L’erba cattiva è dura a morire >>, affermò Elena, assumendo un’espressione piena di disprezzo.
<< Oh, Elena, io ho sempre detto che tu hai capito tutto dalla vita! >>, la schernì lui, senza abbandonare quel sorriso sfacciato che aveva dipinto sul volto. Poi, continuò: << Ad ogni modo, Stefan, se tu hai tanta voglia di aiutare quei poveretti, accomodati pure. Tranquillo, non verrò in tuo soccorso, né piangerò sul tuo corpo morto >>. Altre parole, altre frecciatine e tutte pronunciate con una calma e una scioltezza inaudita, come se il fatto non lo toccasse minimamente, ed era proprio così. A Damon non interessava un bel niente della vita, o meglio, dell’eternità del suo fratellino, anzi se fosse scomparso, sarebbe stato ancora meglio.
<< Quindi, tu non muoverai nemmeno un dito >>. Non era una domanda, era un’affermazione, con un seguito lapalissiano, per giunta.
<< E morire così giovane? Naaah! >>.
Stefan non si trattenne dallo sgranare gli occhi e dal pensare che il fratello era completamente fuori di testa. << Giovane? Damon, tu hai 500 anni e più! >>.
In risposta, questo assunse un’espressione esasperata e roteò gli occhi al cielo. << Aaaah! Ecco, caro fratellino, è proprio per questi piccoli dettagli che sei così vecchio. Ma guardati, puntualizzi su tutto, sembri nostro nonno moltissimi anni fa! >>.
<< Che cosa? >>. Stefan era allibito! Ora era anche un vecchio?
<< Che cosa? >>, lo prese in giro l’altro. << Vivrò anche da molti anni, ma sono ancora giovane. Un corpo splendido, simpatia e audacia ci sono, e un carisma che molti donerebbero l’anima pur di averlo >>.
<< Hai dimenticato la modestia >>, intervenne Elena.
Al che, Damon le rivolse un sorriso malizioso. << E’ proprio per questo che ti piaccio >>, e prima che la ragazza potesse replicare, continuò: << E poi, Stefan… >>, lo chiamò, incominciando ad avvicinarsi a lui. <<… scommetto che se tu non andassi lì, la povera Alyssa ci rimarrebbe molto male >>.
Parole semplici, che tuttavia nascondevano un segreto, un segreto che il vampiro più buono della terra non avrebbe mai dovuto avere e che il vampiro più crudele non avrebbe mai dovuto scoprire.
Il piano di Damon era ricattarlo con quella storia per avere via libera con la sua fidanzata, lo sapeva, ma pronunciare quel nome davanti alla ragazza che amava, che in quel momento gli aveva rivolto un’espressione davvero confusa, era qualcosa che non aveva previsto.
<< C - chi è Alyssa, Stefan? >>, chiese, incerta, Elena.
<< Oooh, è solo… >>. Per fortuna, Damon venne interrotto prontamente dal fratello, che, invece, disse: << E’ una ragazza che sta svolgendo delle ricerche su quello che è accaduto in Georgia e mi sono offerto di aiutarla. Magari, grazie al suo aiuto, riusciremo a risolvere più in fretta la questione >>. Sfoderò il sorriso più dolce che potesse avere e le sfiorò le labbra in un piccolo bacio.
<< Ci vediamo domani, ok? >>, le disse, sperando di averla tranquillizzata, ed Elena non potè far altro che annuire, se pur debolmente.
La baciò di nuovo, dopo di che se ne andò, senza più voltarsi indietro.
Intanto, Damon aveva assunto un’espressione quasi disgustata a causa di quello a cui aveva assistito. Non c’era niente da fare, suo fratello era negato per quelle cose.
<< Quanto zucchero, quanta poca passione! >>, esclamò. << Ancora faccio fatica a credere che siamo dello stesso sangue. Sei sicura di non annoiarti un po’ quando… beh, si, insomma, hai capito >>, disse ancora, sfoderando un sorriso malizioso.
<< Damon! >>, esplose lei. Di certo, lui non doveva mettere il naso nella sua vita privata. Si trattava, comunque, della sua vita intima e non doveva permettersi il lusso di fare certe insinuazioni.
<< Va bene, va bene, ho capito, stavo scherzando! >>, azzardò delle mezze scuse, alzando le mani in segno di difesa.
Tuttavia, non potè evitare di domandarsi se con lui, Elena, avrebbe smesso di assumere sempre quelle espressioni fredde e studiate, come se non dovesse far trasparire niente all’esterno, come se volesse tenersi tutto dentro. E la causa di tutto, ci avrebbe scommesso, era di sicuro suo fratello.
Con lui, sarebbe stata molto più felice.
<< Ad ogni modo, sono qui per invitarti a mangiare qualcosa >>, le disse, sicuro di sé e rivolgendole un piccolo sorriso.
<< Come? >>.
<< Mangiare qualcosa. Si, insomma, una torta, un bel piatto di pasta, o anche solo un caffè. Che ne dici? >>. Era sicuro che avrebbe accettato, però, per un attimo, era stato assalito dal timore che avrebbe potuto rifiutare.
Ma si sbagliava, perché Elena, in risposta, gli rivolse un caldo sorriso, uno di quelli che non si sarebbe mai aspettato di vedere su una come lei, non più, perlomeno. << Si, mi va >>.
<< Bene, la mia piccola ci aspetta! >>.
<< La tua piccola? >>. Elena non potè far altro che assumere un’espressione incredula.
<< La mia bellissima Ducati. Vieni, te la presento >>.


Che la scommessa abbia inizio. Erano arrivati da un bel po’ in quel bar, sotto richiesta della ragazza, ed era anche da un bel po’ che la stava fissando mentre mangiava.
Quel giorno, sarebbe stato l’inizio di qualcosa di nuovo, se lo sentiva, e Elena ben presto avrebbe lasciato quello stupido di suo fratello, che era completamente sprecato per lei. Lei meritava di più.
<< Mmm, immagino che questo faccia tutto parte della scommessa >>, insinuò Elena, addentando un altro po’ di quella squisita torta al cioccolato.
<< Non so di cosa tu stia parlando >>, affermò lui, bevendo un sorso di caffè e rivolgendo lo sguardo alla strada, che si intravedeva dalla finestra.
<< Ah, no, eh? >>. La ragazza non potè fare a meno di ridacchiare. << Ad ogni modo, grazie. Una pausa da… mmm, non so, da tutti quei problemi, mi ci voleva proprio >>.
<< Io lo dico che passi troppo tempo appiccicata a mio fratello. Prima o poi, si rischia di essere contagiati dalla sua malattia “niente divertimento, solo preoccupazioni” >>, concluse, come se fosse un’ovvietà, rivolgendole uno sguardo al di sopra della tazzina.
A quella parole, Elena non potè far altro che lasciarsi scappare una piccola risata, anche se non avrebbe dovuto. Si trattava pur sempre del suo ragazzo.
<< E comunque, tu corri troppo >>.
<< In che senso? Non mi sembra di averti fatto qualche proposta indecente >>, disse Damon, leggermente confuso.
<< Intendo con la moto >>, puntualizzò lei. << Guarda, i miei capelli sono tutti rovinati! >>. Indicò le punte dei suoi capelli, leggermente arruffate.
<< Tanto sei bellissima lo stesso >>, disse, poi, notando la sua espressione imbarazzata e stupita, si affrettò a dire: << E non fare quella faccia, lo sai benissimo che è così >>.
<< Mh, se lo dici tu >>, ammise lei, per niente convinta, ma rivolgendogli un piccolo sorriso divertito, al quale, Damon, rispose con piacere.
All’improvviso, il vampiro si alzò dal tavolo e si affrettò a pagare quanto avevano ordinato, per poi avvicinarsi di nuovo a lei e trascinarla, per mano, fuori dal locale.
La confusione aveva preso la residenza in Elena Gilbert. << Damon, non capisco, dove stiamo andando? >>.
Senza risponderle, le passò il casco e la invitò a salire velocemente sulla moto, poi partì velocemente verso una destinazione sconosciuta.
La velocità a cui stava andando era davvero elevata ed Elena sperava davvero che non si distraesse. Lui sarebbe sopravvissuto, ma lei no.
Con il vento era davvero difficile parlare, ma lei ci provò comunque. << Dove stiamo andando? >>, gridò per farsi sentire, sperando di ottenere una risposta.
<< In un posto che ti piacerà moltissimo >>, gridò lui a sua volta, rivolgendole un sorriso per niente rassicurante dallo specchietto.
La ragazza, dal canto suo, sperava solo di arrivare sana e salva in quel maledetto posto che le sarebbe piaciuto tantissimo.


<< Eccoci arrivati! >>, esclamò il vampiro, avviandosi verso un portone.
Elena non poteva credere ai suoi occhi. Non aveva mai visto una cosa simile in tutta la sua vita. Non credeva che a Fell’s Church potessero esistere castelli del genere.
Non era proprio grande, era di piccole dimensioni, tuttavia, lo stile gotico che lo caratterizzava e le rose rampicanti sulle colonne, lo rendevano misterioso da un lato e romantico dall’altro.
Chissà chi aveva abitato in quel castello…
Damon le fece segno di avvicinarsi. << Chiudi gli occhi e aprili solo quando te lo dico io >>.
La ragazza li chiuse e gentilmente il vampiro le poggiò una mano sulla schiena, guidandola verso l’interno.
Elena non aveva idea di dove fosse, né di cosa avrebbe visto una volta aperti gli occhi. Sentiva solo un leggero canto, che identificò essere quello di alcuni uccellini, e un dolce profumo di fiori.
<< Apri gli occhi >>, le sussurrò Damon all’orecchio, causandole, inevitabilmente, dei brividi lungo la spina dorsale.
Non appena li aprì, Elena si ritrovò in un bellissimo giardino, che era proprio di fronte al castello stesso.
Non poteva credere ai suoi occhi. Era un giardino davvero molto curato, con fiori dappertutto e alberi di frutto qua e là. Il sole batteva forte in quella zona, cosa che non credeva fosse possibile, tuttavia, tutta quella situazione aveva un qualcosa di magico a cui non pensava avrebbe mai potuto assistere.
<< E’… è bellissimo, davvero! >>, esclamò meravigliata e estasiata dalla sorpresa. Non credeva che Damon potesse spingersi così tanto, pur di conquistarla.
Il vampiro non potè far altro che accennare un sorriso. Quel posto era stato scelto appositamente da lui e il motivo glielo avrebbe rivelato proprio in quel momento.
<< Come conosci questo posto? >>.
<< Ho le mie conoscenze >>, disse solo. << Un giorno o l’altro, ti porterò a visitare l’interno >>.
<< Mi stai chiedendo un appuntamento, per caso? >>.
Damon assunse un’espressione ferita. << Ehi, non ho un secondo fine. Secondo te, ho organizzato tutto questo per conquistarti? Naaah, non sono così romantico >>.
<< Farò finta di crederci >>, disse Elena, facendo nascere sulle sue labbra un sorriso divertito.
<< Sai, c’è una diceria riguardo questo giardino >>, incominciò Damon, infilandole un fiorellino, che aveva raccolto poco prima, nei capelli.
<< E quale è? >>.
<< Beh, si dice che chiunque venga qui, viene accecato da una passione nuova e travolgente, che non credeva di poter provare >>, disse, puntando i suoi occhi neri negli occhi azzurri come lapislazzuli della ragazza.
Elena, per un solo attimo, rimase stupita da quelle parole, ma ebbe il tempo di riprendersi in fretta e di lasciarsi andare ad una piccola risata.
<< Damon, sul serio, non ti facevo una persona così romantica! >>, esclamò, continuando a ridere.
In un battito di ciglia, il vampiro la strinse a sé, bloccando il suo polso destro e avvicinando pericolosamente il viso a quello di lei.
Erano così vicini che un minimo spostamento avrebbe fatto unire le loro labbra in un bacio. Non un bacio casto e simbolico come quelli di Stefan, ma uno passionale e travolgente, da lasciare senza fiato, Damon ci avrebbe giurato.
<< Vedi, Elena… >>. Il suo nome, pronunciato da quell’uomo, aveva un non so che di affascinante e di elegante, che, prima d’allora, non aveva mai notato. <<… a volte, bisogna cambiare, bisogna fare delle follie… >>.
Quelle parole la stavano mandando talmente in subbuglio, così come il fiato fresco di Damon sulle proprie labbra, che si era accorta troppo tardi che le aveva circondato il polso con un braccialetto davvero grazioso ornato da piccoli fiorellini dorati.
Gli occhi di Elena passarono velocemente dal braccialetto agli occhi del vampiro che la stava stringendo forte tra le braccia e che sembrava non volesse lasciarla andare.
<< … se è con la persona che desideri… >>, continuò lui, avvicinandosi ancora di più al suo viso e inchiodandola con il suo sguardo, uno sguardo dal quale non sarebbe più voluta uscire.







- L'angolo di Lady Delilah
Chi è la pazza che posta alle 2 di notte? Ma ovviamente io, la ragazza che non posta un capitolo di questa fan fiction da un anno! :S Mi dispiace davvero tantissimo per l'immenso ritardo, ma in quest'anno ho avuto molto da fare, cose che sono avvenute secondo un ordine preciso: scuola, impegni vari, mancanza d'ispirazione, noia, problemi personali, scuola, rottura del computer.
Vorrei potervi spiegare tutto per firlo e per segno, sia per quanto riguarda il capitolo che quello che è successo, ma è seriamente tardi e sinceramente ho un sonno terribile. Mi prendo l'impegno di raccontarvi tutto al prossimo aggiornamento!
A proposito, il prossimo aggiornamento ci sarà poco prima che inizi la scuola! :)
Un sincero grazie a tutte le persone che hanno recensito, che hanno inserito la storia tra le preferite (10), tra le ricordate (4) e tra le seguite (24)! Sono davvero contenta! :D
Bacii! <3
Lady Delilah (ex Delilah_)


TATATATA PUBBLICITA':

Nuova storia, un'originale romantica. Una trama dall'inizio semplice, ma che rivela una trama piena di nodi e di colpi di scena. Passate, se volete, mi farebbe molto piacere :) L'amore è una divina follia
Follia - Sorpresa (Capitolo 3)

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