Scritto nel DNA

di DragonTheWise
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 

Si spostò con decisione una ciocca dei lunghi capelli castani che le era ricaduta fastidiosa sul viso.

Nell'alzare lo sguardo incontrò i propri occhi riflessi nel vetro, chiaramente visibili dal contrasto del buio notturno all'esterno e la luce soffusa dell'interno.

Osservò per qualche attimo la sua immagine riprodotta sul cristallino materiale prima che una voce interrompesse i suoi pensieri.

<< Ah sei ancora qui meno male così non ti dovrò faxare l'appuntamento di Sabato...Makimoto, ore ventuno a casa sua, l'indirizzo lo sai >>

L'uomo parlò dall'uscio puntandole un dito contro.

<< Makimoto...fantastico, quel porco... >> la ragazza sospirò alzando gli occhi al cielo.

<< Ehi l'unica cosa che ti deve interessare è che lavori per me e fai quello che ti dico, in più Makimoto paga molto bene e tu sei la migliore, sei vittima del tuo successo mia cara, dovresti esserne contenta >>

L'espressione allegra dell'uomo mutò in un occhiolino prima di sparire oltre il muro, lasciando Kaori libera di tornare ai suoi pensieri.

La donna voltò nuovamente lo sguardo verso il riflesso sul vetro.

Le piacevano quei capelli lunghi, seppur scomodi.

Schiro Masaki , il suo capo, aveva asserito che i capelli lunghi conquistavano i clienti, così aveva lasciato che le ciocche si allungassero in morbide cascate castane, ma poi aveva scoperto che la cosa non le dispiaceva poi molto.

Osservava quelle onde lucenti incorniciarle il viso chiaro e le piaceva.

Sorrise per qualche secondo, prima che altri pensieri smorzassero quella repentina euforia.

I capelli non erano l'unica cosa che era cambiata nella sua vita...decisamente la più insignificante...ma come era arrivata a quel punto? Come aveva fatto a lasciarsi tutto dietro?

Kaori sospirò, come faceva ormai troppo spesso.

Scosse la testa, come a ricacciare quei pensieri scomodi e, dopo aver afferrato la giacca di pelle, uscì.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Kaori fermò la Porsche di fianco alla piccola cabina, di fronte all'elaborato portone d'ingresso, mentre abbassava il finestrino.

<< Signorina Nikky >> la guardia si affacciò alla finestrella sorridendo contenta nel salutare Kaori.

Nikky, quello era il suo nuovo nome da quando era entrata in quell'ambiente.

Nessun cognome, non serviva, il tutto per precauzione, per sicurezza.

<< Salve Hota, il signor Makimoto mi aspetta >> fu la risposta della ragazza.

<< Certo entri pure >> la guardia le fece segno, mentre con l'altra mano faceva scattare il cancello automatico che si aprì con un lieve ronzio.

Kaori fece ripartire la Porsche e percorse il familiare vialetto fino allo spiazzo dove parcheggiava ogni volta.

Il signor Makimoto era loro cliente da parecchio ormai e lei lo odiava ogni giorno di più.

 

Scese dalla macchina diretta all'ingresso, gli stivaletti neri che affondavano nella ghiaia del vialetto.

Improvvisamente la porta della grande villa si aprì e un maggiordomo ben vestito le si parò davanti.

<< Il signor Makimoto l'attende nella sua camera >> le comunicò.

La donna annuì semplicemente e passò oltre, verso la meta designata.

 

Arrivata a destinazione bussò con decisione.

<< Avanti >> una voce profonda rispose.

Kaori aprì l'uscio e entrò nell'ambiente adiacente.

<< Signor Makimoto >> salutò la giovane con un cenno del capo.

Un uomo sulla sessantina stava seduto sul grande letto, di fianco a lui un secondo uomo gli sistemava l'allacciatura di un giubbotto antiproiettile.

Un terzo uomo osservava il tutto a fianco della porta da cui Kaori era entrata.

<< Oh signorina Nikky, stupenda come sempre, siamo quasi pronti >> disse lascivo il vecchio mentre l'osservava.

Kaori fece finta di nulla.

<< Si ricordi che questo bagno di folla è tra i più pericolosi mai fatti, rimanga vicino a noi e non devi dal programma e dal percorso prestabilito >>

<< Ohh sempre così professionale la mia super guardia del corpo, signorina Nikky un giorno di questi dovrebbe raggiungermi alla casa in riva al mare per quattro chiacchiere >> fu la risposta maliziosa del vecchio Makimoto.

<< Per questo chiami qualche accompagnatrice d'alto borgo, il mio alto salario me lo guadagno facendo in modo che possa ancora darsi ai piaceri sessuali con qualche sgualdrina, mantenendola in vita signor Makimoto >> rispose secca la donna.

<< Ahah la professionale agente Nikky...daccordo adesso andiamo i miei fan mi aspettano! >>

Il gruppetto si ritirò diretto in un capannello di macchine al Dancing Veil il locale più in di tutta Osaka.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


<< Squadra blu rapporto >> la voce di Kaori era seria e perentoria mentre i suoi occhi scuri vagavano in fretta in ogni dove.

<< Lato Nord pulito >>

<< Lato Sud pulito >>

<< Lato Est pulito >>

<< Lato Ovest pulito >>

Quattro voci profonde confermarono che tutto andava bene, la squadra di protezione personale del vecchio Makimoto era altamente funzionale.

Ex s.w.a.t., ex marine, un gruppetto di omoni dalla preparazione impeccabile.

Le ci era voluto un po' per adattarsi, per guadagnare il rispetto di quegli energumeni, lei che era sempre stata un'assistente, che aveva sempre e solo contato su se stessa e sul suo partner, dove il gioco di squadra si riduceva ad uno sguardo d'intesa.

Ci aveva messo un po' per ricoprire il ruolo di coordinatrice e imparare a lavorare in gruppo, ma le sue capacità l'avevano fatta eccellere, temprate dagli eventi che l'avevano resa più dura, più fredda.

 

La serata scorreva apparentemente tranquilla, mentre il vecchio si dava ai bagordi con due ballerine di dubbia moralità.

La donna nella sua tenuta di pelle nera era attenta e vigile, quegli spettacoli indecenti quasi non la impressionavano più, se non che si concentrava profondamente sul suo lavoro.

 

Nel bel mezzo dei festeggiamenti però qualcosa accadde.

Una donna, apparentemente una cameriera, cominciò ad aggirarsi vicino alla zona Vip dove stava il signor Makimoto.

Distratta serviva drink senza troppa convinzione e Kaori non ricordava di averla vista a inizio serata.

<< Kanato ore tre, cameriera bruna, sulla trentina, ricordi di averla notata all'ingresso? >> pronunciò attivando il microfono all'orecchio e contattando il capo della sicurezza.

La risposta si fece attendere qualche secondo.

<< Mai vista prima >> fu la risposta seria, mentre l'uomo cominciava a camminare nella direzione della donna.

Fu proprio in quel momento, come se un alito di vento l'avesse avvertita, che la cameriera sospetta prese a correre verso la zona Vip, sfilando una pistola da sotto la divisa.

La gente sembrava troppo presa dalla musica e dai bagordi per porci attenzione e la resistenza che l'attentatrice incontrò fu poca cosa, fino a quando Kaori non le fu addosso.

Un rapido movimento e prima ancora che la donna potesse premere il grilletto per istinto la mano di Kaori aveva fatto scattare la sicura dell'arma.

Bastarono due colpi ben assestati per mettere k.o. la falsa cameriera.

<< Ma che dia...? >> solo allora l'attenzione di tutti, compresa quella del signor Makimoto, si pose sul tentato attacco.

<< Qui tutto ok signor Makimoto, lascerò i suoi uomini a controllare il resto della festa, mentre io e Kanato ci occupiamo di portare via la focosa donzella >> proferì mentre l'uomo si caricava a spalle la svenuta attentatrice.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


La serata era stata lunga e stressante.

Un rapido interrogatorio alla finta cameriera e avevano capito subito che si trattava della solita donna che ce l'aveva con il signor Makimoto.

Il vecchio, produttore e conduttore televisivo di fama nazionale, aveva molti fan, ma altrettanti nemici a causa dei suoi programmi senza censura e senza ritegno, spesso maschilisti e, ancora più spesso, da scoop scandalistico che avevano mandato in rovina ben più di una persona.

Per questo motivo il giorno dopo la sveglia segnava luminosa le dodici quando gli occhi di Kaori si aprirono.

La donna si alzò con lentezza, osservando il cielo sereno dalle grosse vetrate della sua casa.

 

Aveva cominciato quella vita circa cinque anni fa, il tutto le ritornava in mente come se fosse stato appena il giorno prima...

 

Flashback

 

<< Cristo santo Ryo questa camera è un porcile! Sono mesi che non fai un cavolo tranne che correre dietro alle donne! >> la donna sbraitava con energia, inveendo contro l'uomo ancora disteso sul letto intento a sfogliare qualche rivista decisamente poco pudica.

<< Sai hai proprio ragione! Dovresti darti più da fare con le pulizie! >> fece lo spiritoso lo sweeper mentre scansava un gigantesco martello partito nella sua direzione dopo la battuta.

<< Maledetto bastardo! Sempre a gozzovigliare! >> l'ira di Kaori si stava abbattendo funesta cosicchè Ryo decise che era ora di uscire.

<< Bene io me ne vado a fare un giro, mi raccomando! >> pronunciò facendole un gesto alla militare in segno di congedo mentre infilava la porta d'ingresso.

Una ribollente Kaori si trattenne dall'urlargli qualcosa di orribile, mentre uno strano senso di calma l'afferrava piano.

Fu una sola la parola che riuscì a pronunciare con una pacatezza inquietante, poco prima che l'uomo uscisse.

<< Addio >>

Ryo si bloccò sulla porta, voltandosi come a voler chiarire ciò che le sue orecchie avevano appena sentito.

<< Come? >> chiese mettendo una mano a coppa vicino all'orecchio, l'espressione ebete sul volto.

<< Addio Ryo! >> fu la risposta di Kaori, che mollò la scopa che teneva in mano e si slacciò il grembiule lasciandolo cadere a terra.

Attraversò la stanza con pochi passi, si mise in fretta le scarpe e aggiunse:

<< Manderò qualcuno domani a ritirare la mia roba >> perentoria, mentre attraversava il corridoio in fretta e spariva oltre le scale.

 

Fine Flashback

 

Erano passati anni, ma ancora a ripensarci le prendeva un tuffo al cuore.

Lui non l'aveva rincorsa, non le aveva chiesto di tornare.

Aveva saputo qualche giorno dopo che Ryo aveva chiesto di lei a Miki e Umi al locale, dove segretamente lei aveva preso dimora per organizzare il suo trasloco.

Nessuna preghiera al ritorno, semplicemente un “sta bene?” che ad un cenno positivo aveva lasciato cadere il discorso.

Lei era partita per Osaka qualche giorno dopo, in cerca di un lavoro che aveva trovato presso l'agenzia di vigilanza privata del signor Masaki.

 

Da allora non l'aveva più rivisto.

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