Oh My, It's Him!

di MusicAddicted
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: I just gotta get off my chest that I think you're divine ***
Capitolo 2: *** Capitolo I: Change in the air ***
Capitolo 3: *** Capitolo II (I) : You'll take only seconds to draw me in ***
Capitolo 4: *** Capitolo II (II) : You'll take only seconds to draw me in ***
Capitolo 5: *** Capitolo III: It's in your reach. Concentrate. ***
Capitolo 6: *** Capitolo IV: I know there's something that you're dying to tell me ***
Capitolo 7: *** Capitolo V: There's never been so much at stake ***
Capitolo 8: *** Capitolo VI: And I’m waiting patiently, and I’ll wait for the sign ***
Capitolo 9: *** Capitolo VII: It's the perfect place to start ***
Capitolo 10: *** Capitolo VIII: Together we're invincible ***



Capitolo 1
*** Prologo: I just gotta get off my chest that I think you're divine ***


OH MY, IT’S HIM!

Ambientazione: Teignmouth, da inizio Giugno 2000…

Coppie: è anche una Bratt (Bri+Matt), ma non solo, come noterete già dal prologo… diciamo che è il famoso quadrato coi 2 lati che è bene non si tocchino mai.. (rettifico (dopo quasi 3 anni , ma rettifico): non è vero, sto cambaindo idea su quel famoso quadrato...)

AVVISO: si può dire che sia una mezza Alternate Universe.. perché in questa storia i Placebo ci sono, ma i Muse (intendo la band) no .. almeno non all’inizio.. chissà mai che succederà strada facendo..




DISCLAIMER: perché devo sempre ripetere le stesse cose ? Ok, Ok lo faccio. Non c’è nemmeno una virgola che sia vera in tutta questa storia, non possiedo manco una cellula dei personaggi.. e mi prendo ogni responsabilità delle situazioni assurde in cui li metterò …. Ihihihihihihi!



E’ fiction, con la F maiuscola, finzione allo stato + puro.. e visto che è praticamente impossibile che si possa conoscere il loro vero carattere.. immaginatevi un OOC scritto a caratteri cubitali.. nemmeno lo sto a mettere negli avvisi..


Altra cosuccia ‘BlackMarket Music ‘ (che la sottoscritta lovva infinitamente) so che è del 2000, ma d preciso quando sia uscito non lo so..



Ah il titolo vuol semplicemente dire ‘Oddio, è lui! ‘ ;)

Riassunto: Brian Molko è alle prese con un fan innamorato perso di lui, che lo assilla e non gli da tregua. Cosa c’è di strano in tutto questo? Forse, forse che questo fan ossessionato risponde al nome di Matthew Bellamy!!




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Prologo: I just gotta get off my chest that I think you're divine

Non furono le campane che battevano i nove rintocchi del mattino.
Non furono gli uccellini che cinguettavano festosi, appollaiati sul ramo dell’albero che si affacciava alla sua finestra, aperta.
Non fu la luce dei raggi solari che entravano spavaldi e baldanzosi, quanto inconsueti, nella sua stanza.
Non fu nemmeno la sveglia che altro non faceva che adempiere al suo dovere di ogni giorno.
No.

A svegliare Matthew fu un suono. Il suono del suo cellulare che lo avvisava dell’arrivo di un messaggio, al quale seguì un breve squillo. E avendo abbinato quella suoneria solo e soltanto ad una determinata persona, Matt sapeva già di chi si trattava.


Ancora mezzo intorpidito dal sonno, afferrò il cellulare, premendo il tasto che gli consentì prima di visualizzare la chiamata persa e successivamente il messaggio.


‘Heylà, dormiglione, io è già due ore che sono in piedi, e ho appena finito di far jogging sulla spiaggia. Hai già guardato fuori dalla finestra? Si direbbe che anche il cielo, solitamente grigio e plumbeo, oggi abbia voluto farti un regalo. Buon Compleanno, Matty! E stasera è * la sera *, me l’hai promesso, non dimenticartelo! Ci vediamo tra mezz’ora, al solito posto. Dom ‘


Matthew sorrise, segnalando all’altro ragazzo, con un breve squillo, che aveva letto il suo messaggio.


Dopo un’ultima serie di stiracchiamenti, decise finalmente di alzarsi e darsi la svegliata definitiva con una rapida ma efficace doccia.


Una volta rigenerato e rimesso a nuovo, coperto solo da un asciugamano blu annodato in vita, aprì il suo armadio, dando una scorsa veloce a tutti i suoi vestiti, per poi tirare fuori a casaccio un paio di jeans e la prima t-shirt che gli capitò sotto tiro.

Anche perché, dando un’occhiata all’orologio capì di non aver molto tempo a disposizione.
E sapeva bene quanto Dominic detestasse aspettare.


Cominciando a pensare che forse quella rapida doccia poi tanto rapida non era stata, Matthew scese le scale di corsa, senza preoccuparsi di salutare nessuno, dato che ormai era l’unico rimasto in casa.


Si recò al solito posto, vale a dire la spiaggia più isolata della costa, dove da anni vicino alla riva era ormeggiata una barca. La stessa barca dove da ragazzini giocavano ai pirati o ai condottieri, la stessa barca dove venivano a studiare .. o meglio far finta di farlo, in vista di qualche interrogazione, dove alla fine marinare si rivelava sempre la soluzione più ottimale.


La stessa barca che, qualche mese prima, era stata lo scenario dove lui e Dominic si erano scambiati un bacio, un bacio che aveva fatto capire ad entrambi che pretendevano l’uno dall’altro ben più di un’amicizia, per quanto grande potesse essere.





Progressivamente al suo avvicinarsi alla spiaggia , la figura di un bel ragazzo biondo si faceva sempre più nitida.

E biondo non era nemmeno il termine più adatto per descriverlo, dato che i suoi capelli ormai erano di un arancione acceso, colore che però sembrava donargli molto.
Così come a Matthew non stava affatto male il blu elettrico che ormai rivestiva i suoi capelli, un tempo neri.



Quelle erano due tinte che risalivano allo stesso giorno ed erano legate ad un motivo ben preciso: una volta deciso di mettersi insieme, per provare a loro stessi che quella non era la cosa più pazza che stessero facendo, Matthew e Dominic si erano scelti due tinte fai da te dai colori appariscente e senza esitazioni se le erano applicate sui capelli.
Era cominciato come uno scherzo, ma poi, estremamente compiaciuti di quel risultato, ormai erano quasi cinque mesi che sfoggiavano con orgoglio quei look.




“9:30 precise. Sono sconvolto dai progressi che fai!” esclamò Dominic, andandogli incontro.
“Tu non hai cuore, non mi concedi un po’ di riposo nemmeno al mio compleanno!” si lamentò l’altro.
“Ma hai visto che giornata?” ribatté il suo interlocutore.

“Hey, Mr.-Argento- Vivo- Addosso, dico… ma hai visto che ore sono?”
“Hai ragione. Ti avrei dovuto svegliare prima!” si finse dispiaciuto Dominic.
“Non è questo che intendevo!”
“Lo so, campione in carica dei pigri cronici!” sbuffò il ragazzo.
“Dom, non abbiamo più la scuola, non devo nemmeno lavorare oggi.. era troppo chiederti di lasciarmi a letto?”
“Sì, se in quel letto non posso esserci anch’io!” ribatté l’altro.
“Oh. Beh, te l’ho detto che ho la casa libera? Mamma è andata a prendere Paul alla stazione.. e ci metteranno minimo due ore.. “ lo informò ammiccante Matthew.

“Davvero?” era sul punto di cedere l’altro. “Accidenti, Matt, no, non mi tentare! E poi lo sai, non si fa niente, se prima.. “ lo avvisò, sedendosi con lui sulla barca.

“Sì, sì, lo so. Non che ci resti molto da aspettare, è stasera!” sentenziò il ‘moro’.

“Ne sei proprio convinto allora?” domandò l’altro, con uno sguardo pieno di aspettative.

“Certo. Stasera ci saranno tutti, non ci potrebbe essere occasione migliore!”
“E’ così carino da parte tua aver aspettato proprio il giorno del tuo compleanno.. “ mormorò Dominic, appoggiando la testa alla sua spalla.
“Il mio compleanno è solo una coincidenza. Io voglio far l’annuncio a mezzanotte, perché a mezzanotte sarà domani e domani sono cinque mesi esatti che stiamo insieme.. E‘ ora che tutti lo sappiano! “ spiegò il suo interlocutore , accarezzandogli i capelli, dietro la nuca.
“Awww.. Matt, questo è ancora più romantico!” sollevò il viso il ‘biondo ‘, per essere occhi negli occhi con lui, un colore indefinito, ora nocciola, ora verde, ora grigio/blu, che si tuffava in un azzurro limpido come il mare e come il cielo che li circondavano.
E da quello sguardo ad un bacio ardente il passo fu breve.



“Se penso che da domani saremo liberi di farlo ovunque e non più solo e soltanto qui, nel nostro rifugio.. “ mormorò Dominic, stringendosi a lui.
“Già, anche se devi ammettere che questo posto ha il suo fascino.. e questa barca, poi.. “ osservò l’altro, per poi fissare l’orizzonte, pensieroso.

“Ne abbiamo passate così tante su questa barca…. Anzi, forse sarà proprio questa barca a portarci via di qui, quando le cose cambieranno, perché io ho la netta sensazione che un giorno le cose cambieranno. Mi ci vedo già a scriverci su una canzone: ‘Lontano, questa barca mi porta lontano, dagli amici, dai nemici, dai ricordi che ho di loro. E allora cercherò la luce di stelle.. ‘ .. “ continuò lui, sempre più assorto.

“Oh, Matt, sarebbe fantastico, ma lo sai che non è così facile.. “ lo distolse l’altro.
“Ma non è giusto. Tu, Chris e io abbiamo talento da vendere.. “
“Già. Ma nessuno sembra voglia comprarcelo.. Voglio dire, andiamo , chi vuoi che ci noti in questa schifosissima inutile città?”

“E’ vero, ma.. “


“Basta pensare a quello, se è destino qualcosa accadrà!” esordì Dom, alzandosi.

“Adesso pensiamo a noi. Abbiamo tutta la spiaggia a nostra disposizione. Sai cosa significa?”

Stavolta fu Matt a rivolgergli uno sguardo colmo di aspettative.
“Possiamo fare un lunga passeggiata in riva, mano nella mano, poi una salutare corsa e se ci avanza tempo anche una bella nuotata!” continuò l’altro, acceso di entusiasmo.

“Povero me, mi sento già stanco al solo pensiero!” borbottò l’altro.
“Che hai da lamentarti? Aspetta che ti porti in campeggio, sai che prima o poi lo farò!”
“Ma perché mi dovevo innamorare proprio del Gran Mogol delle Giovani Marmotte?” alzò gli occhi Matt.

“Perché se farai il bravo, avrà la tua bella medaglia.. “ ribatté l’altro, ammiccante, scendendo dalla barca con lui.
“E poi, pensaci bene. Tu, io e una tenda.. “ continuò, dandogli un veloce bacetto a fior di labbra.

“Chissà perché ho un’improvvisa voglia di campeggio.. “ sorrise l’altro, prendendolo per mano, pronto a sottoporsi al programma della mattinata.

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La festa a casa di Matt era nel pieno dell’attività.
C’erano tutti i loro amici, le mamme di Chris, Dom e Matt e per l’occasione era tornato anche suo fratello Paul, dopo quasi un anno che si era trasferito a Londra.

Matt e Dom stavano chiacchierando in tutta tranquillità, ma vennero interrotti da una voce alle loro spalle.

“Allora, piccioncini, pronti a dispiegare le ali in pubblico?” esclamò Chris, un ragazzo alto e robusto, che però a dispetto della sua figura imponente aveva un cuore d’oro .



Chris era l’unico a sapere di Dom e Matt e ne era stato felice fin da subito.

Appena trasferito a Teignmouth, Chris era stata la prima persona che aveva incontrato Matt, essendo nella sua stessa classe, dato che Dominic era di un anno più grande, e i due avevano legato tantissimo nel giro di pochi giorni. Ed era stato proprio Chris a presentare Matt a Dom. Avendo parlato del più e del meno, era emerso anche il discorso della musica, di come quella fosse una cosa che affascinava tutti e tre. Poi Chris aveva parlato a Matt del gruppo che lui e Dom avevano, così per gioco, e del fatto che mancasse loro un elemento.


E da leader e cantante del gruppo che era, dopo aver visto Matthew all’opera, Chris gli aveva ceduto quel ruolo senza la benché minima obiezione, optando per la posizione di corista e seconda voce.


Erano passati ormai quasi nove anni da quelle prime prove, ma i tre non avevano più smesso di crederci e coltivare quella passione, e dopo tutto quel tempo è facile immaginare quanti progressi avessero fatto, ma soprattutto quanto fossero diventati amici inseparabili.

Non avevano ancora trovato un nome alla loro band, almeno non uno fisso, lo cambiavano in continuazione, ma per il momento non sembrava una cosa rilevante.



“Non potevi trovare una battuta migliore?” lo punzecchiò Dominic.
“Uffa, ma a casa avevo fatto le prove.. e sembrava divertente!” si giustificò lui.
“Se vuoi, fingiamo che tu non abbia detto nulla e te ne facciamo scegliere un’altra.. “ propose Matthew.
“No, grazie, e poi non c’è più tempo. Cenerentolo, guarda che è quasi mezzanotte!” lo avvisò Chris, indicandogli l’orologio.
“Uh, è vero..” annuì l’altro, andando al centro della sala per fare il suo annuncio.

“Un attimo di attenzione, grazie!” esclamò. Picchiettando un bicchiere con una forchetta, come se fosse ad un ricevimento nuziale.


“Oddio, no, ho cambiato idea, ora lo fermo!” si allarmò Dom, cominciando ad agitarsi.

“Troppo tardi, ormai state già uscendo allo scoperto… e poi sono certo che andrà tutto per il meglio. Se c’è qualche stupido che non vi capisce.. beh, vuol dire che non è vostro vero amico.. “ lo confortò Chris, mentre tutti regalavano a Matthew l’attenzione richiesta.


“Avete presente quando vi sentite così felici da gridare al mondo intero il motivo della vostra felicità? Beh, io sto attraversando quel momento.. e mi sembra giusto condividerlo con voi.. “


“Matt, i ventidue anni ti hanno reso logorroico, vieni al dunque!” lo incitò il fratello, ridacchiando.



“Ok, ma vi avverto, ciò che sto per dire vi potrebbe stupire non poco.. “ avvisò lui, prendendo un gran respiro, prima di proseguire.

“Finalmente ho trovato l’amore. Ho trovato la metà che mi completa, che mi rende felice. Me ne sono accorto solo da pochi mesi, nonostante l’avessi davanti agli occhi per tutto questo tempo.. “ continuò, lanciando a Dom uno sguardo fugace, mentre Chris gli faceva un cenno di incoraggiamento.



“Per me sta parlando di Katrine.. ho visto come lo guardava lei stasera.. “ commentò la mamma di Matt, rivolta alle sue due amiche, indicando l’ex compagna di scuola dei ragazzi.

“Forse Alycia o Janette, ma Katrine non credo proprio! Non ha staccato gli occhi da mio figlio un solo secondo.. “ ribatté la mamma di Dominic, indicando le altre due ragazze.

“Beh, di sicuro non si azzardano a guardare Chris, sorvegliato a vista com’è dalla sua Kelly. Quanto mi piace quella ragazza.. io me li vedo già all’altare!” sorrise la mamma di Chris.


“E questa persona è.. “ annunciò, facendo di proposito una pausa.
Si limitò a guardare Dom e lui capì da solo.
Si fece strada fra lo stupore generale, raggiungendo il suo ragazzo.
“Sono io. E la cosa è reciproca!” dichiarò, stringendo la sua mano nella sua.


Ci furono diverse reazioni: qualcuno cadde in un attonito silenzio, qualcun altro applaudì, forse per premiare quel coraggio, ma ci fu anche un gruppetto che se andò via indignato, senza una parola, prime fra tutti, Katrine, Alycia e Janette.


Come aveva detto Chris, quelli non erano veri amici.


E poi erano altri i pareri che Dominic e Matthew ritenevano di vitale importanza.
Infatti, entrambi andarono verso le loro madri.
“Ci dispiace.. “ mormorò Matthew, non sapendo che altro dire.
“E di cosa, di essere come siete?” sorrise la mamma di Dominic.
“Vuol dire che.. lo accetti?” chiese sorpreso Dom.
“Tesoro mio, non c’è nulla da accettare. Sei mio figlio e io ti voglio un bene infinito, qualunque cosa tu faccia.. “ fece una pausa, guardando Matthew. “Qualunque persona tu scelga di amare. “ continuò , abbracciando il figlio.

“Sai, avrei dovuto capirlo quando ti ho sorpreso a usare la mia spuma per capelli!” ridacchiò lei.
“Ma, mamma! Te l’ho già detto.. , è per la piega.. “ si giustificò il figlio.


“Sai, Matthew, nell’ultima seduta spiritica che ho fatto è emerso che ci sarebbero stati grossi cambiamenti.. solo che non pensavo così grossi!” esordì la mamma di Matt.
“E?” domandò Matthew, giocando nervosamente con un lembo della sua T-shirt.
“E quindi cosa? Sai che adoro Dominic! L’ho sempre considerato come un figlio.. vorrà dire che d’ora in poi lo considererò come un futuro genero!” gli accarezzò i capelli, sorridendo a Dom.



“Matthew, invece io non riuscirò più ad andare in giro con te senza dovermi vergognare.. “ gli annunciò Paul, guardandolo impassibile.
“No.. Paul, ma.. che dici? Solo perché.. ? Non mi dirai che.. ? “ bofonchiò confuso, sconvolto e un po’ deluso Matt, che fin da piccolo aveva sempre cercato l’approvazione del fratello maggiore.

Paul scoppiò a ridere.
“Scemo, ma che hai capito? Io mi riferivo ai tuoi atroci capelli! Ma cosa ti sei fumato prima di conciarti così?” chiarì lui, abbracciandolo e dandogli un buffetto sulla spalla.


“Anche per me non cambia niente. Sarete sempre i benvenuti a casa nostra.” commentò la madre di Chris.
I due sorrisero in risposta.


“E così, ho un figlio gay. Che dire, va così di moda al giorno d’oggi!” aggiunse scherzosamente la madre di Matt.
“A dire il vero, saremmo bisex, entrambi. “ precisò Matthew.

“Meglio. Ho letto che avere un figlio bisex va ancora più di moda!” ribatté altrettanto scherzosamente la madre di Dom.



“Allora, avete visto che non è stato poi così difficile, cari i miei testoni?” si avvicinò Chris, catturandoli in un abbraccio collettivo.



La festa andò avanti un altro po’, finché, a poco, a poco, la casa si svuotò.

Quando anche Paul e sua madre andarono a letto, ripensando alla serata trascorsa, un Matthew sorridente e trasognante si avviò nella sua stanza.

“E’ fatta!” pensò ad alta voce, guardandosi attorno.

Da qualunque parte si girasse, un paio di splendidi occhi verdi, cangianti fino all’azzurro, pareva osservarlo.

Quegli occhi appartenevano al leader dei Placebo, la rock band preferita di Matthew, e le sue foto, sia con, che soprattutto senza gli altri due componenti al seguito, tappezzavano quasi ogni angolo di quella stanza.


Matthew si avvicinò al poster che aveva sul retro della porta.
“Ed è tutto merito tuo.. “ sussurrò, accarezzando i contorni del viso di quella foto.
“Mio bel Bri adorato, io ti devo sempre qualcosa.. “

TBC

Fatto.
E questo era il prologo di una storia che mi frulla in testa da un bel po’…


Cmq, per ora dimenticatevela, anzi.. non avrei nemmeno dovuto iniziarla prima di finire ‘How did it come to this ? ‘ ( e dopo quella poi, prima mi vorrei dedicare a una Matthew/Gaia, che però non posterò qui..) ma con tutta questa nuova ondata di Muse/Placebo ( non ho ancora avuto il tempo d leggerle, ma complimentissimi a tutte , sulla fiducia!) .. m’è preso il panico.. le mie solite ansie paranoiche.. ‘ E se a qualcuno viene la mia stessa idea? ‘.. non fateci caso, sono fatta così! ;)


Così eccola qui. Non so quando la continuerò, ma vi assicuro che se mi vedete iniziare qualcosa, allora mi vedrete anche finirla!


Chiedo scusa se ho trattato troppo velocemente/ superficialmente ecc ecc il tema dell’outing… che dire? W i parenti/amici con al mentalità apertissima che non mi complicano la vita.

E scusatemi anche per le loro due tinte.. ma sono fissataaaa, amo follemente quei look, Liz e la Nai lo sanno! ;)


Spero che per ora vi piaccia, il seguito prima o poi arriverà (se questa capitolo si è aperto da questa parte.. serve dire chi saranno i protagonisti del prossimo?) . Come al solito, liberi di dirmi tutto quello che volete, smaaack !!!

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Capitolo 2
*** Capitolo I: Change in the air ***


Ebbene sì

Ebbene sì.. l’avevo detto che l’avrei continuata.. quindi, eccola!

 

Prima, direi che sono doverosi i ringraziamenti (ammesso e non concesso che siano ancora tutti account attivi, ovvio! ) .. oltre che un trilione di scuse per il ritardo!!!!!

 

Nai: ehmm posso capirlo che  non mi perdonerai, tesorina. Però, lo conosci quel detto ‘Meglio tardi che mai ‘?

 

Amys: ti ringrazio!! Mi fa piacere che ti sia piaciuto il prologo!

 

Stregatta: nuuu, Dom con quei capelli è ammmmmore indiscusso!!!! <3

 

Ery: tesorina, sei troppo buona.. diciamo che non sono stata proprio velocissima.. ma il seguito è arrivato!

 

Simooo: felice che ti sia piaciuto Chris, sì, è un vero amico. Ehmm.. non ci crederai , ma l’altra l’ho finita!!!

 

Stefy dlv: grazie mille anche a te. In ritardo mostruoso ma ecco il capitolo incentrato sui Pla.. eh sì, direi che di Bri/Stef ce n’è un bel po’ ! <3

 

Bliss: tesorina, sei sempre troppo buona!

 

Lisachan: wwwaaawwww non sono bastati due anni a riprendermi dal tuo commento sai?? Felicissima che ti sia piaciuta la battuta del momento ‘outing ^^ vabbè con duecento secoli di ritardo, ma ecco la continuazione!

 

Deathnot: sì, concordo, Matt era un ò troppo mingherlino.. ma non importa, stava taaaaanto bene!! Sì, lo so che il tema dell’outing è delicato, ma volevo presentarlo un po’ in chiave ironica (io che non sono mai avvezza a cose del genere.. ahaha!) Waaaw, grazie mille per i complimenti sullo stile, non lo avrei mai pensato!!Sono felice che ti abbia incuriosita, se vorrai continuare a leggerla ne sarò felice , se no grazie cmq, sei già stata fin troppo buona.

 

 

Ok, cianciare ho cianciato, vi lascio al capitolo… che è stato un parto perché è risaputa la faticaccia che faccio a scrivere parti incentrate solo sui Pla

 

 

Capitolo I: Change in the air

 

 

Un aeroplano. L’ennesimo.

Praticamente la sua seconda casa.

Se qualcuno gli avesse chiesto quanti aerei avesse preso negli ultimi quattro anni, beh, Brian Molko non sarebbe stato in grado di rispondere.

Del resto, quando si è in una rock band le traversate oceaniche o anche i piccoli spostamenti da città a città sono all’ordine del giorno.

 

E quella di cui era a capo Brian era una delle rock band più famose del momento, con tre album all’attivo che avevano fatto loro scalare le classifiche di tutta Europa e oltre.

Beh, almeno i primi due, il terzo era appena uscito da qualche mese, ma si stava già difendendo bene.

 

Tuttavia al solo pensiero di completare quell’esasperante attività promozionale di cui la loro manager Alex Weston stava evidenziando ogni aspetto, Brian si sentiva morire.

 

Negli ultimi tre giorni avevano già tenuto un incontro coi fan in un negozio di dischi, una conferenza stampa, erano stati sul set di due servizi fotografici e avevano suonato a un concerto, il primo di una lunga serie. Ed era stato già abbastanza logorante.

 

Quelle poche settimane di pausa che si erano presi dopo la registrazione dell’album gli sembravano essere volate.

Soprattutto perché erano state settimane che aveva trascorso in Svezia, assieme a Stefan.

 

Come di riflesso, Brian si girò verso l’oggetto dei suoi pensieri: era seduto dalla parte opposta, tutto intento ad ascoltare Alex, con la stessa attitudine che dimostrano gli studenti che vogliono primeggiare nella loro classe.

 

Tipico di Stefan. Infatti primeggiava anche nel cuore di Brian.

 

Sentendosi gli occhi addosso, Stefan si girò, incontrando il suo sguardo con un sorriso fugace.

Avrebbero voluto fare di più, ma la situazione non era fra le più favorevoli.

 

“Alex, vedi di spicciarti con il programma che ci stai presentando. Questi due sono già alla fase ‘occhi dolci ‘ !” fece la spia Steve, seduto dietro di loro.

 

“Non è vero. Ho due occhi e sono libero di puntarli su chi diavolo mi pare!” si difese il frontman, fingendo indifferenza, per poi voltarsi indietro per fulminare il suo amico con lo sguardo.

 

Brian detestava i ficcanaso.

 

“Come scusa è un po’ patetica, Bri, puoi fare di meglio.. “ commentò Alex, togliendosi momentaneamente gli occhiali e concedendosi una pausa da quanto stava esponendo.

Del resto, aveva come l’impressione che nessuno la stesse realmente ascoltando, forse giusto Stefan.

 

“Se fossimo io e lui soli e indisturbati, fidati, farei di meglio sì!” ribatté  lui, per poi ammiccare verso Stefan.

 

“Non è che potreste lasciarci soli e indisturbati per almeno quaranta minuti?” si azzardò a chiedere Stefan, dato che quello sguardo aveva risvegliato in lui istinti selvaggi.

 

“Non provateci neanche, aspetterete di arrivare in albergo! Non trasformerete questo aereo privato nel vostro regno di lussuria!” intimò loro la donna.

 

 “Vi è andata male, piccioncini!” li sbeffeggiò Steve.

 

Ma a Brian poco importava. Era già contento che sia il suo batterista che la sua manager approvassero la loro relazione, tenuta prudentemente nascosta per parecchio tempo.

 

Brian ricordava come se fosse ieri, quel post concerto di due anni prima, l’adrenalina di cui era impregnata quella sera, il gioco di sguardi fra lui e Stefan, la voglia reciproca di capire se fra di loro poteva esserci qualcosa che andasse oltre l’amicizia e il bacio languido e appassionato che si erano scambiati nel camerino dello svedese … e aveva dato loro questa piacevole conferma.

 

Conferma in cui non avevano smesso più di credere e che li aveva portati dove erano.

 

E il fatto di non doversi più nascondere era semplicemente magnifico. 

 

“Ragazzi, io posso anche capire che siate tanto felici e tanto innamorati, ma dovreste essere più cauti. In rete ho già visto girare una foto di un vostro bacio in pieno concerto… e so già che non si tratta di un fotomontaggio!” li avvertì Alex.

“E allora? Crederanno che sia solo una trovata pubblicitaria, qualcosa per far parlare più di me... come se già di me non parlassero abbastanza!” fece spallucce Brian, per nulla preoccupato e questo tranquillizzò anche la donna.

 

Un po’ timidamente, un’hostess scostò la tenda che fungeva da separé con la cabina di volo e fece il suo ingresso con in mano un vassoio con al centro una tazza, diretta verso il cantante.

 

Brian la guardò storto già da lontano.

Detestava le interruzioni.

 

La ragazza continuò ad avanzare, con l’andatura tremolante e qualche gocciolina di sudore che le imperlava la fronte.

Quella tazza era colma fino all’orlo e lei si sarebbe tolta la vita piuttosto di permettersi di versarne qualche goccia.

Finalmente quel tragitto che le sembrava infinito terminò e posò vittoriosamente la tazza sul vassoio che sporgeva dal sedile davanti a Brian.

 

Lui la osservò meglio: era una ragazza molto giovane, forse di neppure vent’anni, che si reggeva nervosamente sulle gambe forse un po’ troppo esili, come tutta la sua figura, del resto, e si rigirava ancora più nervosamente una ciocca di lunghi e setosi capelli biondi, senza riuscire a specchiare i suoi occhi nocciola nei suoi smeraldi cangianti per più di mezzo secondo.

 

 < E’ una mia fan. > pensò divertito lui.

 

“Il suo … caf.. caffè, Si.. Signor Molko!” balbettò la ragazzina, tentando di abbozzargli un sorriso, ma invece le uscì una smorfia indecifrabile.

 

Quando la compagnia aerea per cui lavorava le aveva detto che avrebbe prestato servizio proprio su quel volo le era sembrato troppo bello per poter essere vero. Ma ora che si ritrovava davanti al suo artista preferito, il modo glaciale in cui la stava guardando le stava drasticamente facendo cambiar idea.

 

“Grazie. “ mormorò lui, calmo. “Peccato che te l’avevo chiesto all’incirca un mese fa!” sbottò, alzando la voce, per poi afferrare la tazza, avvicinarsi all’orlo, prendere un sorso e rimetterla subito giù con un gesto brusco.

 

“Cazzo, ma è bollente!” tuonò, guardando la hostess ancora più storto.

 

“Mi scusi, Signor Molko, provvedo subito.. “ si scusò lei nel panico, riappropriandosi della tazza incriminata e sparendo alla velocità della luce, di nuovo senza nemmeno versare una goccia.

Una certa bravura bisognava riconoscergliela.

 

“Bri, ma ti sembra il modo di trattare quella povera ragazza?” lo rimproverò Stefan, alzandosi dal suo posto e sedendosi vicino a lui.

 

“Gli incompetenti devono capire che lo sono, fin da giovani!” replicò l’altro, stizzito.

 

“Però dovresti saperlo, il caffè solitamente è bollente, a meno che non ne chiedi uno freddo!” gli fece pazientemente notare il suo compagno.

“Beh, il mio lo era un po’ di più. C’è mancato poco che mi giocassi le corde vocali!” puntualizzò l’altro con fare melodrammatico.

 

 

“Dovresti fare più attenzione allora, Brian, dato che già non sei un gran fenomeno con la chitarra, almeno la voce devi conservartela al meglio!” lo canzonò Steve, guadagnandosi l’ennesima glaciale occhiataccia da parte del cantante.

 

“Steve, da bravo, non ti ci mettere anche tu, non vedi che oggi non è in buona?” commentò Stefan.

“Ah, perché, vorresti dire che ci sono addirittura giorni in cui lui è in buona?” ribatté il batterista.

 

Per tutta risposta, Stefan e Brian si scambiarono uno sguardo d’intesa.

 

“Sì, fidati, ci sono.. “ confermò Stefan.

 

Alex si limitava solo ad osservarli.

 

Nel mentre, l’hostess fece di nuovo il suo ingresso con in mano il vassoio, portando nuovamente una tazza di caffè al leader dei Placebo.

Se prima era intimidita, a quel punto la ragazza ne era totalmente terrorizzata.

Brian ringraziò, prese in mano la tazza e…

 

“Ma allora mi prendi in giro! Ora è troppo freddo. Bevitela tu questa robaccia, incapace!” sbottò lui, rovesciandole addosso l’intero contenuto.

La povera ragazza ebbe più che giustamente un crollo di nervi, lasciò cadere il vassoio nel corridoio e se ne andò via di corsa, piagnucolando, facendosi un appunto mentale di gettare via cd e poster dei Placebo e pentendosi di non aver ascoltato sua madre, quando più volte le aveva consigliato di andare a dare una mano a sua sorella nella lavanderia di famiglia.

 

Almeno lì non avrebbe mai avuto occasione di incontrare il temibile Signor Molko!

 

“Brian! Dico, ma.. che ti è preso? Povera fanciulla, l’hai terrorizzata!” commentò Stefan, guardandolo sconcertato.

“Non lo so.. ho perso le staffe e.. ho fatto quello che ho fatto!” si giustificò lui.

“Ok, non sarai in buona, ma questo non ti autorizza a trattare chiunque sia così!” sentenziò Steve, guardandolo altrettanto deluso.

“Ragazzi, io non capisco perché vi stupiate così tanto… “ incalzò Alex, che era stata a zitta pure troppo a lungo.

 

“Non è l’unico episodio di isteria che si è verificato. Basta pensare a come ha trattato il tecnico del suono all’ultimo concerto, due giorni fa, perché c’era un cavo scollegato.. o al fotografo del servizio di ieri perché non l’ha inquadrato nella giusta luce! Per poco non li ha picchiati entrambi” continuò lei.

“Non è colpa mia se sono circondato da incompetenti!” sbuffò Brian, incrociando le braccia.

 

Detestava sentirsi sotto esame.

 

“No, non è questo. E’ qualcosa di più serio. “ ribatté la manager.

“Ricordate il progetto che vi stavo presentando?”

“Quello con cui ci stai facendo una testa tanta da quando questo maledetto aereo è decollato? “ sbuffò Steve.

 

 

“Esattamente. Bene, scordatevelo, almeno per il momento!

“Alex, che cazzo stai dicendo?” si innervosì Brian.

“Brian, non capisci? Ora come ora non puoi affrontare niente del genere. Avevo già qualche sospetto da giorni, ma ora mi hai dato l’ennesima conferma. E’ evidente che sei troppo sotto stress, tesoro, sei sull’orlo di un esaurimento nervoso!” spiegò la donna, avvicinandosi a lui per poterlo fronteggiare meglio.

 

“Sono sull’orlo di  un esaurimento?” ripeté incerto il diretto interessato.

“Sì, basta guardare i tuoi continui sbalzi d’umore e gli scatti d’ira. Voglio dire, sì, certo, non sei mai stato Mr bel-carattere, ma così sta diventando preoccupante!” continuò a perorare la sua causa Alex.

 

“In effetti, tesoro, un po’ sotto stress lo sei per davvero!” ammise Stefan, tenendolo per mano e guardandolo preoccupato.

“Forse avete ragione… “ si arrese all’evidenza anche Brian, poggiando la testa sulla spalla del compagno.

 

“Ma quindi, adesso che si fa? Salta tutto e ce ne torniamo a casa?” si interessò Steve.

“Ni. “ replicò Alex.

“Voglio dire, tutto il programma di promozione per ora è rinviato, poi provvederò ad avvisare tv, stampa, radio e tutti gli altri canali.. “ spiegò lei.

“Ma riguardo all’andare a casa, no. Diciamo che il nostro Brian ha bisogno di una vacanza.. e io gli ho trovato un posto che è un’oasi di pace. E’ lì che siamo diretti, ci fermeremo qualche giorno e vedremo se è di tuo gradimento. Un po’ di tranquillità ti farà bene, distenderai i nervi e sarai pronto a ricominciare con vigore rinnovato!” gli propose la manager.

 

“Suona allettante. E puoi anche dirmi il posto che dovrebbe operare un tale miracolo su di me?” si incuriosì lui.

“Certo. Andremo nel Devon, a Teignmouth, per la precisione!” lo informò lei.

“Non l’ho mai sentita.. “ fece spallucce lui.

“Io scommetto che l’adorerai.. “ sorrise la manager.

 

“Vedremo. Ad ogni modo, Alex, se mi vuoi aiutare a stare meglio devi darmi la musica. Perciò sposta pure quel che ti pare, ma almeno lì un concerto organizzacelo.. “ la spronò il cantante.

 

“Perché no? A Londra non se ne parla, è troppo caotico e non reggeresti lo stress, ma lì… sì, direi che si può fare! Volete suonare a Teignmouth. Datemi due settimane e suonerete lì !” assicurò lei, impugnando fedelmente il suo cellulare.

 

“E tu riusciresti a rinviare tutti i nostri impegni e a organizzarci un concerto dal nulla.. solo in due settimane?” si sbalordì Stefan, così come gli altri due.

“Sono o non sono la vostra manager?” ammiccò lei.

“Sei la migliore!” sorrise Brian.

 

“Bene. Ora, lasciatemi fare, ne avrò per un bel po’.. “ li avvisò, appartandosi.

 

“Ma sì.. un po’ di vacanza male di certo non può farci, no?” si rivolse Brian agli altri due, intrigato dall’idea.

 

 

----------------------------------------------------------------------------

 

Alex non si sbagliava.

Brian aveva adorato quella piccola cittadina sperduta all’istante.

La pace e la quiete che emanava erano indescrivibili.

 

C’erano un po’di schiamazzi in più data la stagione turistica, ma era comunque una situazione più che vivibile. E lo sarebbe stata ancora di più con la chiusura della stagione estiva.

 

Del resto, erano bastati solo i primi due giorni, spesi nella più totale discrezione, perché Brian prendesse una seria decisione.

E il primo a cui ne aveva parlato era stato Stefan, ovviamente, perché quella decisione riguardava anche lui.

 

“Oh, Stef, io questo posto lo amo, ma due settimane di albergo non posso farcela a reggerle, quindi, pensavo… e se tu e io prendessimo casa qui? Sai, come rifugio ogni volta che necessitiamo di staccare la spina dalla caotica vita che conduciamo, come adesso.. “ gli aveva proposto, mentre passeggiavano per una strada isolata.

 

Per tutta risposta,  Stefan aveva accolto quell’idea dandogli un entusiastico bacio.

 

“Ottimo! Allora non ci resta che trovare un’agenzia immobiliare.” aveva esultato Brian.

 

Poche volte nella sua vita si era sentito così determinato.

 

 

TBC

 

 

Posso spezzare una lancia a favore di Bri? Secondo me sarebbe potuto anche essere più spietato e lanciare alla ragazza direttamente la tazza di caffè ustionante!

 

Scherzi a parte, mi divertiva l’idea di un Brian un po’ esaurito..

 

E’ una ff un bel po’ folle , lo so, ma andiamo, quando mai ne scrivo una realistica??

 

E poi lui e Stef sono tanto pucci insieme!! <3

 

Spero vi piaccia , ma accetto anche qualsiasi genere di critica, ovvio!


So che essendo sparita per così tanto non me lo merito... ma almeno un commento mi sarebbe d'aiuto.. anche negativo se è il caso...

Al prossimo capitolo e no.. stavolta non vi faccio aspettare altri tre anni!

 

* corre a cominciare a progettare  la Matt/Gaia *

 

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Capitolo 3
*** Capitolo II (I) : You'll take only seconds to draw me in ***


Rieccomi

Rieccomi!

Accidenti.. lo scorso capitolo deve avervi fatto proprio schifo! Uff.. l’ho detto che faccio una fatica dannata a scrivere solo sui Pla.. ma non pensavo fosse poi uscito così terribile.

 

Vabbè.. colpa mia.. mai, dico MAI sparire per anni… me la sono cercata!

 

Però.. uff spero di riuscire a recuperare almeno qualche lettrice. Ad ogni modo , fortunatamente (o purtroppo ) per voi, non rientro fra la categoria di autrici che se non ricevono recensioni si disperano e non vanno più avanti.. quindi, si prosegue!! Che vi piaccia o no! ;P

 

Avviso : se c’è qualcuna che non ama particolarmente il BellDom, beh… astenetevi dal leggere questo capitolo, non vi piacerà!

 

Però mi sento in dovere di avvisare anche le BellDommers … rischiate di pagare parcelle salatissime dei vostri dentisti… perché questo capitolo (anzi, questa prima parte, ho dovuto spezzarlo, se no diventava troppo lungo… ) trabocca di zucchero in modo spropositato… poi non dite che non vi avevo avvertito!

 

Davvero, credo che sia in assoluto il momento BellDom più romantico che abbia mai scritto , e per la serie ‘Evviva la modestia ! ‘… ne sono veramente soddisfatta! ;P

 

 

 

Capitolo II : Youll take only seconds to draw me in (I)  (NC 17!!)

 

 

 

“Indovina che c’è?” esclamò Matt in un sussurro, scrollando le spalle di Dominic.

 

Dom sobbalzò, svegliandosi di colpo e osservandolo in confusione, dato che Matthew si trovava sul suo letto, ma non sarebbe dovuto essere lì.

 

“Sei un sogno? No, hai l’aria di essere troppo fastidiosamente reale per essere un sogno!” pensò ad alta voce Dom, guardando di sfuggita la sua radio-sveglia.

 

“Accidenti! Sono le 5:30 di mattina! Che cazzo ci fai qui e come cazzo hai fatto a entrare?” sbottò.

 

In modo molto tranquillo, spaventosamente tranquillo, Matt si limitò ad indicare la finestra aperta, il davanzale e il ramo dell’albero che si affacciava verso di esso, anche se erano al secondo piano.

 

“Sai, dopo tutta l’attività sportiva che sto facendo con te, ho scoperto di essere anche un buon scalatore!” spiegò. “E, comunque, non hai ancora risposto alla mia domanda: indovina che c’è?” insistette.

 

“Che cazzo c’è?” Dom sbottò un’altra volta.

 

“Il 24 giugno, fra due sabati, i Placebo suoneranno qui!” lo informò Matt, tutto su di giri, tanto che per poco non si mise a saltare sul letto.

 

“In camera mia?” l’ex-biondo domandò intontito.

 

Dopotutto, non era ancora del tutto sveglio.

 

“Ma no, scemotto, intendo qui a Teignmouth, al Den!” ridacchiò Matt. “L’ho scoperto stasera e ho già comprato i biglietti on-line. Non riesco ancora a crederci, VEDRO’ BRIIIIIIIIIIIIIAAAAAAAAN!” l’ex-moro esultò, alzando la voce.

 

“Sta’ calmo! Finirai per svegliare i miei e mia sorella!” lo rimproverò Dom, tappandogli prontamente la bocca con la mano, finché Matt non gli segnalò che si era calmato.

 

“Ok. I Placebo suoneranno al Den. Questo non spiega perché cazzo tu sia qui alle 5:30 di mattina!” gli fece presente Dom, piuttosto bruscamente.

 

“Beh, sai, dopo una scoperta del genere chi riusciva più a chiudere occhio? E poi volevo esser certo che tu non prendessi impegni per quella data!” si giustificò.

 

“Scusa, non potevi chiedermelo ad un’ora della mattina un po’ più simpatica?” gli fece notare Dom.

 

“Non riuscivo ad aspettare oltre!” piagnucolò l’altro.

 

“Hai detto il 24 giugno, vero? Beh, devo uscire con Miranda, quindi, mi spiace, non posso!” lo avvertì.

 

“Che cosa?! Anch’io avevo in programma di uscire con Peggy, ma anticiperò o posticiperò il nostro appuntamento. E tu farai altrettanto. Quel giorno tu e Chris siete rigorosamente prenotati dal sottoscritto. Punto!” stabilì lui, risoluto a dire poco.

 

 

“Ok, sarò a tua completa disposizione. Ora però mi lasci tornare a dormire?” gli domandò pigramente il ragazzo dai capelli arancioni.

 

Matt non sembrava gradire molto quell’eventualità.

 

“Tesoro, tu non stai guardando la situazione  dalla giusta prospettiva. Io. Sono. Qui. Adesso. Non credi che dovremmo trarre un certo vantaggio da questa cosa?” gli suggerì, leccandosi sensualmente le labbra, prima di chinarsi su di lui per un dolce, ma intenso bacio.

 

“Mm... Matt, lo sai che ti voglio anch’io, e così tanto… ma qui, ora…

 

“Lo so, c’è la tua famiglia, così come da me c’è la mia. Per di più ora che è tornata nonna è pure peggio, perché è sempre nei paraggi. Ma tu hai notato che è passata quasi più di mezza settimana da quando siamo usciti allo scoperto e ancora non ci siamo goduti il nostro momento speciale?” gli fece notare Matt. “A proposito, per caso sei nudo là sotto?” aggiunse, mentre gli tirava via le coperte , scoprendo i suoi boxer neri e t-shirt grigia.

 

“No, m’è andata male!” rispose da solo alla sua stessa domanda, mentre Dom si limitò solo a guardarlo. “Sai, dovresti dormire nudo, hai un corpo talmente meraviglioso, scolpito e privo di difetti!” affermò il ragazzo dai capelli blu, sdraiandosi lungo il materasso, accanto a lui.

 

“Nemmeno per sogno! Fa troppo dannatamente freddo per dormire nudo!” puntualizzò l’ex-biondo, cercando di riprendersi le coperte.

 

“Disse quello che dorme sempre con la finestra aperta, anche d’inverno!” l’ex-moro precisò spiritosamente  “Ad ogni modo, dov’è il problema? Ti posso scaldare io!” lo avvertì con un sorriso furbetto, prima di salire sopra di lui e abbracciarlo stretto, trasmettendogli il suo calore corporeo.

 

“Mm… “ fece le fusa Dom, chiudendo gli occhi per godersi meglio quella sensazione. “Potrei stare disteso qui così per sempre!”

 

“Ma io no! Voglio un po’ d’azione. Io voglio te. “ ringhiò il suo partner.

 

“Anch’io ti voglio, disperatamente. Ma finiremo per svegliare qualcuno se… “

 

“Lo so. Ed è fuori discussione che ci troviamo una stanza in un Motel, è così squallido; io voglio che la nostra prima volta sia speciale. “ spiegò Matt. “E conosco il posto perfetto per la prima volta perfetta!” aggiunse, guardandolo in modo molto suggestivo.

 

“Tu hai un piano, vero?” gli fece un sorrisone a trentadue denti Dom.

 

“Tu pensa solo a vestirti e seguirmi. Ti fidi di me, vero?” gli accarezzò il viso Matt.

 

“Sempre!” mormorò l’altro, stringendo  la mano nelle sue, preparandosi per uscire con lui.

 

 

All’incirca mezz’ora dopo, arrivarono alla loro tanto amata spiaggia. Matt prese Dom per mano e lo condusse verso la barca ormeggiata vicino alla riva.

 

Al suo interno c’erano varie coperte e cuscini e il tutto era stato disposto per allestirlo come una specie di letto.

 

“Oh, Mattie, è così… wow!” esclamò Dom, rimasto senza parole, mentre gli rivolgeva un sorriso che gli scaldò il cuore.

 

“Sapevo che ti sarebbe piaciuto, proprio come sapevo che mi avresti seguito!” ricambiò il sorriso Matt, prima di tirarlo a sé per un bacio profondo e appassionato.

 

 

L’ex biondo giocherellò coi capelli di Matt, spettinati e resi appuntiti dal gel, mentre con l’altra mano gli esplorava il petto sotto la sua polo color giallo scuro.

Invece, l’ex moro aveva afferrato a pieni mani il sedere di Dom, palpandolo attraverso il tessuto dei suoi pantaloni marroni.

 

“Aspetta!” esclamò Matt contro la sua bocca, cercando di riprendere fiato.

 

“Perché?” si lamentò Dom, che non aveva nessuna voglia di fermarsi.

 

“Solo perché dentro staremo più comodi!” spiegò Matt, separandosi da lui e aiutandolo a salire sulla barca, dopodiché seguì il suo ragazzo e si sdraiarono insieme dentro le coperte, appoggiando le teste sui cuscini.

 

“Matthew… tutto ciò  è così sublime.. “ mormorò il ragazzo dai capelli arancioni, alzandosi e sporgendosi un po’ dal bordo per ammirare con stupore quasi fanciullesco le onde che si rincorrevano nel mare mentre il cielo scuro si faceva progressivamente più chiaro, a causa dell’alba incombente.

 

“Abbiamo almeno un’ora abbondante prima che inizi ad arrivare gente. Direi che ce n’è di tempo per fare molte  cose interessanti… “ asserì Matt, prima di baciare Dom un’altra volta, a fondo e come si deve.

 

Non appena lo sentì rilassarsi sotto il suo tocco, Matt cominciò a sbottonargli la camicia viola, bottone dopo bottone, mentre ricopriva ogni centimetro di pelle esposta che si aggiungeva con baci, leccate e piccoli morsi, finché raggiunse la fine e lo liberò da quell’indumento.

 

 

Dom invertì le loro posizioni e tolse la polo a Matt, mordicchiandogli il suo capezzolo sinistro, mentre le sue dita giocavano con quello destro.

 

“Oddio, è così bello… “ fece le fusa Matt, alla sua totale mercé.

 

“Sì, lo è… “ rispose Dom, rallentando il ritmo e posando la testa sul suo petto, chiudendo gli occhi.

 

Dopo un po’, Matthew non lo sentì muoversi più.

 

“Dommie?” tentò di chiamarlo.

 

Niente.

 

“Dom?” provò di nuovo, stavolta scuotendolo  lievemente.

 

Ancora niente.

 

“Dominic! E’ la nostra prima volta, per Dio! Non ti puoi maledettamente addormentare!” urlò, scuotendolo molto più forte e rotolando sopra di lui.

 

Con sforzi nettamente considerevoli, Dom riuscì a riaprire gli occhi.

 

“Lo so. Scusami tanto, piccolo, è che … è colpa tua: non puoi svegliare le persone a ore del giorno improbabili e poi aspettarti che siano pienamente attive!”  protestò. “E in più, sei un cuscino talmente comodo, tesoro!”  aggiunse con tono più soft, facendo sorridere il suo compagno.

 

“Ma che fine ha fatto il mio Gran Mogol instancabile?” lo punzecchiò Matthew.

 

“Mi hai incasinato il bioritmo naturale, perciò non c’è nessun Gran Mogol adesso!” gli rinfacciò l’ex biondo.

 

Uhmm. Allora credo pwopwio che dovrò svegliarti come si deve… “  l’ex-moro ghignò con un’espressione diabolica, prima di sparire sotto le coperte.

 

Dom sentì Matt abbassargli la zip dei pantaloni e spingerli un po’ giù, così come fece coi suoi boxer, e dopo un po’ i suoi fianchi cominciarono a spingersi con forza contro la stimolante bocca di Matt.

 

“Oh, Gesù! Oh, Dio! Oh,Maaaaaaaaaatttttt!!” urlò Dom in estasi, mentre Matt terminava il suo ‘lavoro ‘ fino all’ultima goccia.

 

“Allora, sei sveglio adesso?” gli domandò retoricamente, riapparendo da sotto le coperte.

 

“Vieni qui!” ringhiò Dom, tirandolo al suo petto e imprigionando le sue labbra in un bollente bacio di gratitudine.

 

E poi fu il turno di Dominic di sparire sotto le coperte e ripagare Matt, facendolo impazzire.

 

Si baciarono ancora, a lungo, mentre le loro mani vagavano ovunque. Ormai erano quasi del tutto nudi, coperti solo dai loro boxer.

 

Dom stava per sbarazzarsi dell’intimo di Matt, ma il suo ragazzo lo fermò.

 

“Che c’è?” domandò lui confuso, temendo che avesse già cambiato idea.

 

Matt sembrò leggergli quella paura negli occhi e gli sorrise dolcemente.

 

“E’ solo che.. prima che iniziamo a fare.. lo sai.. il repertorio nuovo… c’è qualcosa che vorrei mostrarti. “ spiegò, afferrando i suoi jeans neri e frugando fra le tasche, finché ne estrasse un foglio di carta piegato.

 

“Sai, entrambi abbiamo già fatto sesso con altre ragazze, ma questa è la nostra prima volta ehmm.. ragazzo/ragazzo.. “ balbettò imbarazzato Matthew.

 

“Per me sarà anche la prima volta che farò sesso con qualcuno che davvero amo!” dichiarò Dominic.

 

“Aawww! E’ la stessa cosa per me, amore mio! “ si sciolse Matt, mentre gli tempestava tutto il viso di baci. “Il punto è che è la nostra prima volta. E’ importante. Ho passato maree di giorni a immaginarmi questo momento. E.. ne ho pure scritto a riguardo.” proseguì, consegnando a Dom il foglio piegato.

 

“Davvero?” aprì il foglio l’altro, ansioso di vederlo.

 

“Sì, ma è solo un work in progress , c’è ancora molto da fare… “ borbottò Matthew con gli occhi fissi  sul fondo della barca, quasi pentendosi di avergli dato quel foglio.

 

Dominic cadde in un profondo silenzio, tutto concentrato a leggere.

 

“Oh, Matteh… è bellissima!” gli sorrise rapito, non appena finì di leggere.

 

“E’ su di te. Non può che essere bellissima!” gli sorrise in risposta l’altro.

 

“La voglio sentire!” chiese Dom.

 

“Certo. Oggi pomeriggio, abbiamo le prove con Chris e..

 

 

“No. Intendo adesso!” insistette Dom.

 

“Adesso? Ma.. non ho nemmeno la chitarra qui!” protestò Matt.

 

“Non importa. La tua voce è lo strumento più perfetto che possa esistere. Ti prego, amore, canta per me… “ lo implorò l’altro.

 

Matthew scivolò più vicino a lui, sotto le coperte, fissando i suoi limpidi occhi blu nei tempestosi occhi grigio-verdi di Dom, cominciando a cantare.

 

 

Passing by, you light up my darkest skies / You’ll take only seconds to draw me in. So be miiiiiine and your innocence I will consume “ sorrise al suo amato, prima di salir sopra di lui con movenze feline.

 

Prese un lungo respiro, pronto a lanciarsi nel ritornello

 

 

Darkshines/Bringing me doooown/ Making my heart feel sore/ ‘Cause it’s gooooood/ Your darkshines/ Bringing me dooooown/ Making my heart feel sore/ ‘Cause it’s gooooood“ urlò e alla fine guardò Dom.

 

“Ho scritto solo questo finora. So che non è molto , ma… “

 

Matthew non poteva più parlare, dato che Dom l’aveva messo a tacere con un bacio davvero molto esigente.

 

“Oh, mio dio, Matt. E’ stupenda, non dovresti cambiare proprio niente… “ mormorò alla fine, visibilmente commosso.

 

“Uh! Magari ci aggiungo giusto qualche strofa in più… “ valutò l’altro. “E ora, mio Dark Shine, sei pronto a spingermi giù nell’abisso della passione?” gli domandò subito dopo, mentre giocherellava con l’elastico dei suoi boxer.

 

“Certo che sì. Solo una domanda… a chi tocca per primo?” gli chiese l’ex biondo.

 

“Beh, visto che tu sei quello che ha sonno, credo che il ruolo attivo lo giocherò io per primo. E poi me lo merito, ho scritto quella canzone!” puntualizzò Matt.

 

“Hey! Così non vale! Per prima cosa, non ho più così tanto sonno e seconda cosa.. io non le so scrivere le canzoni, quin..  “ cominciò a protestare l’altro, ma si fermò subito non appena sentì Matt darsi da fare con lui, perché sapeva il fatto suo.

 

“Oh, caaaaaaaaaaaaaaaaazzo! Ok, ok, non mi lamento piùùùùùùùùùùùùùùù!” gemette compiaciuto.

 

E così fecero l’amore, alternando ruoli e posizioni, ciascuno preparando con gran cura l’altro per quella reciproca dolce-amara intrusione , con un sottofondo fatto di baci, lingue esploranti, carezze e dolci parole sussurrate.

 

Quando finirono, totalmente appagati, il cielo sopra di loro si era ormai schiarito, mentre il sole cominciava pigramente a sorgere. E i due si godettero quello spettacolo emozionante  insieme, teneramente abbracciati sotto le coperte.

 

“Matthew, è stato tutto incredibilmente perfetto. Non dimenticherò mai questa mattina. Ti amo!” bisbigliò Dom, mentre osservava il cielo riflettersi nel mare.

 

“E io amo te!” mormorò Matt, baciandogli la spalla, prima di alzarsi. “Ma ora faremmo meglio ad andare. Se ci vede qualcuno, la prossima che faremo l’amore sarà in galera!” aggiunse, mentre si rivestivano entrambi, raccogliendo le loro cose, prima di andarsene.

 

(Fine parte I)

 

Spero vi sia piaciuto, ma qualsiasi critica abbiate da farmi.. non esitate... però ditemi qualcosa!

patry-lawliet... non so se passerai anche di qui, ma se dovessi.. ecco cosa intendevo quando ti ho detto che nela tua 'electric storm ' io li vedevo alla rovescia! ;)

 

 

Sapete quanto la sottoscritta ama ‘vestire ‘ i due puccini, vero?

 

Quindi, riguardo alla loro prima volta insieme,

 

questo è Matt (i capelli immaginateveli blu) :

 

http://casal.upc.es/~adria23/fotos/muse_bio.jpg

 

e questo è Dom:

 

http://cdn.buzznet.com/assets/users16/miseryxchord/default/muse-press-photo-2001--large-msg-12637049016.jpg

 

e questa è l’adorabile barca che ho immaginato per loro <3 :

 

 

http://www.freefoto.com/images/1012/28/1012_28_1---Old-Boat--Cogden-Beach--Dorset_web.jpg

 

 

E nella prossima parte ci sarà il concerto, dove le cose si faranno interessanti… non mancate! ;)

 

 

Disclaimer di fine capitolo : la canzone che canta Matt a Dom è ‘Darkshines ‘ (come se non si sapesse! ) , dei Muse, le cui lyrics sono state adoperate anche per il titolo del capitolo.

 

Non l’ho tradotta perché non credo ce ne sia bisogno.. al limite ditemelo e lo farò nel prossimo.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo II (II) : You'll take only seconds to draw me in ***


Uh sowwy


AVVISO : non so che accidenti di pasticcio abbia combinato stavolta.. ma io e l'html non andiamo d'accordo, sto capitolo è uscito tutto troncato e ora in qualche modo l'ho aggiustato.. è un pò + appiccicato del solito.. col prox starò + attenta!! ;P. chiedo scusa a tutti/e... non ne combino una giusta!!!

Uh sowwy!!

 

Con questa ff sono sempre in un ritardo astronomico!!

 

 

Prima, mi sembra più che doveroso ringraziarvi:

 

MuseLover : doppia grazie, tesowina, anche per avermi commentato il capitolo precedente (ormai avevo perso le speranze! ;P ) . Felice ti abbia divertito il bri sclerato, qui ritorna! ;) E stra-felice ti abbia divertito la parte di Matt che sveglia Dom e Dom rincitrullito! E mi fa piacere che hai apprezzato come scelta quella canzone! ^^

 

Lilla: hai un modo di commentare davvero lol, ahaha, fantastica! Guarda se non ti schiodi + e passi di qui spesso, a me può far solo un graaaaandissssimo piacere! ^^ grazie per aver analizzato tutti e tre i capitoli (troppo gentileeee !! felicissima ti piaccia la storia dei capelli.. tornerà alla carica più avanti, ma sto già parlando troppo… ) . Uh? Davvero Paul  è sempre così odioso nelle ff ? non lo sapevo, a me è sempre piaciuto come personaggio e pure quello reale nn mi dispiace.

Oddio.. dirmi che Bri è proprio Bri.. significa farmi avere un infarto. Ma grazzzzieeeeee !!! quanto alla scena finale dello scorso capitolo, sì pago tutto io, mandami la parcella del tuo dentista! Lol!

 

12Lilla12: waaaaaaaaaaaaaaaaaaw !! Nuova lettrice!! Yuppy!!! Ti ringrazio, sei davvero gentilissima!! Sono contenta che ti iacciano sia Bri che Matt.. sìì scrivere di lui versione fan boy è una cosa troppo divertente! ;P

 

Roby: maa.. ma.. io non finirò + di ringraziarti.. sei troppo, troppo gentile.. ma a livelli preoccupanti, sai? ;) cmq, avevo messo avvisi su avvisi quella parte era sdolcinatissima, lo so ;P , ma non ho resistito! ^^ Mi fa piacere che comunque ti sia divertita.

 

 

Broken: wwaaaaw, tesowaaaaa, ma grazieee, mi dici sempre cose stupende… * si commuove *. Eh sì.. il gabbiano è un’idea!! Lol . Sì, dai, almeno nelle mie storielle cerco di far vivere in pace ai due puccini la loro storia d’amore.. oddio anche se qui proprio in pace-pace non saranno, tieni conto che qui non sono nemmeno una ‘coppia ‘ nel senso più ordinario della parola.. poi si capirà meglio!

 

Cosa più importante: appena riesco mi dedico al tuo Gioiello!! Mi sembra solo carino ribadirti il concetto più volte! Ti adowoooooo !!

 

 

Ok, dopo tutte ‘ste chiacchiere si continua.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo II : You’ll take only seconds to draw me in (II)

“Fidati di me, Chris, questa band ti piacerà sul serio!” Dom assicurò al suo amico.

“Beh, ho accettato di venire con voi solo e soltanto perché voi mi avete pagato il biglietto!” mise in chiaro Chris, mentre si guardava attorno, cercando di determinare quale fosse il target di quella band, ma non era facile capirlo, dato che andava dai teenager alle persone di mezza età, qualcuno era anche più vecchio.

Quello era il primo concerto dei Placebo per Matt, Dom e Chris. Matt li ascoltava fin dai loro primissimi inizi, perciò conosceva ogni singola loro canzone, b-side e demo compresi. In più, ovviamente, aveva una grande cotta per Brian, il frontman.
Matt aveva convinto anche Dom ad ascoltare le loro canzoni negli ultimi due anni e si dava il caso che anche all’ex-biondo i Placebo piacessero parecchio, ma era niente paragonata alla vera e propria venerazione che Matt nutriva per quella band.

Invece, Chris non aveva ancora ascoltato nemmeno mezza loro canzone, nonostante tutti i ripetuti, quanto vani, tentativi di Matt di fargli ascoltare le loro hit.

“Oh, andiamo, Chris, devi assolutamente conoscere la loro musica, anche perché io voglio fare un casino di loro cover quando suoniamo!” lo mise in guardia Matt. “Il batterista, ma soprattutto il bassista sono grandiosi, ma il cantante… oh, mio dio. Il cantante è qualcosa che nemmeno so descriverti come si deve. Ha degli occhi così ipnotici, un modo di muoversi così ipnotico, e anche di suonare la chitarra, qualche volta anche il piano… e poi ha una voce così ipnotica, non importa se canta o parla soltanto!” lo informò, mentre sognava ad occhi aperti di quel concerto che stava per iniziare sul serio.

“Dì la verità, Matt, mi hai portato a un concerto o allo spettacolo di un incantatore di serpenti?” scherzò Chris, facendo ridere anche Dom.
“Ah-ah, molto divertente!” sbuffò Matthew, incrociando le braccia. “Aspetta e poi vedrai!” aggiunse, con un gran sorrisone che tornava ad adornagli i lineamenti.
Del resto, niente, davvero niente, poteva metterlo di cattivo umore in quel giorno così speciale.
“Come volete! Io intanto sono sempre più convinto che mi avete portato qui solo perché sono abbastanza forte da potermi far strada e trascinarvi fino alla prima fila… come in effetti ho fatto!” affermò Chris.
“Accidenti, come puoi anche solo pensare una cosa così orribile di noi? Matt e io ti volevamo qui con noi, perché per noi questo è un momento molto importante e quindi ci tenevamo a condividerlo con te!” si giustificò Dom. “Però grazie per averci trascinato in prima fila!” aggiunse subito dopo, con un caloroso sorriso rivolto al suo amico. “Del resto, pensa che Matt voleva venire qui all’alba!” informò Chris, mentre additava il suo ragazzo.
“Ho atteso una vita che arrivasse questo momento, perciò volevo che tutto fosse perfetto e ora so che lo è. Grazie, Chris!” Matt fece un sorrisone a trentadue denti al suo amico, prima di girarsi per vedere la spiaggia affollatissima alle sue spalle: c’erano tantissime persone che urlavano, ridevano, cantavano le canzone dei Placebo a squarciagola o semplicemente aspettavano tranquille.

Ormai era solo questione di un’oretta, forse anche meno.

*************************** (Contemporaneamente)
“Allora, Brian, sei davvero sicuro di riuscire ad affrontare tutto questo? “ si accertò Alex.
“Diavolo, sì, che lo sono! Non ho fatto altro che attendere che questo giorno arrivasse. Mi mancano così tanto le nostre serate live!” le assicurò Brian, mentre strimpellava distrattamente una delle sue tanto amate chitarre.
“Hey! Avete dato un’occhiata là fuori? C’è pieno di persone, ovunque! Questo sarà un concerto coi controfiocchi!” esultò Steve.
“Beh, la cosa non mi sorprende affatto. Ho detto che questo sarebbe stato il tuo ultimo concerto prima che tu, Brian, ti prenda del tempo per te stesso, perché ne hai bisogno!” commentò Alex.
“Io ancora non riesco a credere che tu sia riuscita sul serio ad organizzare tutto in così poco tempo!” sentenziò Brian, mentre guardava la sua manager con stupore ammirato.
“Sapete, non è certo stato un gioco da ragazzi, al contrario! Ad ogni modo, ho detto a tu ti che tu ti saresti ripreso in un paio di mesi, perché tu ti riprenderai in un paio di mesi, vero che ti riprendi? Ti prego, dimmi di sì!” domandò lei, molto preoccupata.
“Certo che mi riprenderò. Anche più presto di quel che credi. Sai, avevi ragione, la quiete e la pace di questo luogo mi stanno aiutando molto. Non ho più avuto attacchi isterici. Dai, Steffy, diglielo che mi sto comportando davvero bene!” disse il cantante, incitando il suo ragazzo.
“Beh, Bri… non credo che io possa dire che tu sia stato molto carino nei confronti di quel povero postino, un paio di giorni fa… “ commentò Stefan.
“Ma, tesoro, lui stava violando la nostra privacy!” si giustificò il frontman.
“Ma stava solo cercando di consegnarti una raccomandata! Sai, sono cose che capitano quando cambi casa e hai un nuovo indirizzo!” puntualizzò il bassista.
“Non me ne frega un cazzo! Non lo stava facendo nel modo appropriato, quindi dovevo difendere il mio territorio!” insistette Brian.

“Ok, ma non è comunque una buona ragione per farlo correre via per salvarsi la pelle, quando ti sei messo a inseguirlo brandendo una mazza da baseball!” gli urlò Stefan, perdendo la sua innata pazienza.
“A proposito, dove accidenti sei riuscito a trovarla?” gli domandò subito dopo.
“L’altra settimana, mi sono deciso a fare un giretto per il centro e ho comprato alcuni utensili che possono servire, come ad esempio a mazza da baseball! E prima che ti possa preoccupare, non temere, non mi ha visto nessuno. So essere quasi invisibile se mi impegno!” spiegò molto tranquillamente.

“Accidenti, Brian, tu non ti stai riprendendo affatto!” si disperò Alex, passandosi frustrata una mano fra il suo corto caschetto biondo.
“Credimi, tu non vuoi sentire cos’è successo a quelle povere scout-girl che volevano solo venderci la loro cioccolata!” l’avvisò Stefan, mentre alzava gli occhi al ricordo.
“Stef! Non annoiare Alex e Steve con questa storia! E comunque non è niente che quelle dannatissime scout-girl non possano superare con qualche mesetto di terapia! “ lo interruppe il cantante, agitando la mano avanti e indietro con fare scocciato, come se quella cosa fosse di poco conto.
“Cazzo, Molks! E se vai sul palco e all’improvviso perdi i controllo, estrai un mitra e terrorizzi chiunque tra la folla, come quel tipo nel film ‘Un giorno di ordinaria follia ‘ ? Faremmo meglio a cancellare questo show!” si divertì a canzonarlo Steve.
“Ci vuoi dare uno stra-dannato taglio, Mr. Umorismo-da-quattro-soldi? E tu, Alex, non ascoltarlo, il fatto è che lui guarda troppa TV!” si difese Brian.
“Sai, Bri, non ne sono più così sicura… sembra che non solo tu non stia migliorando, ma che tu sia addirittura peggiorato!” sentenziò Alex, sempre più preoccupata.
“Ma quelli sono stati solo sporadici episodi! Credimi, sto più che bene, sono di un maledettissimo buon umore, ci sono maledettissimi uccellini che cinguettano maledettamente felici nella mia testa e voglio solo uscire la fuori e regalare a tutti il più maledettamente straordinario show delle nostre vite!” fece il punto Brian e fu molto persuasivo.
“Beh, Bri, non c’è che dire, amo quando sei così risoluto!” mormorò Stefan, scivolando più vicino a lui.
“Baciami, allora!” gli impose Brian, con la stessa risolutezza che tanto sembrava eccitarlo.
Infatti, il suo ragazzo obbedì e mentre lo faceva, Alex e Steve si voltarono da tutt’altra parte. Ad ogni modo, in fondo, in fondo, si stavano abituando a quella situazione.
“Ok, ora sì che sono dell’umore adatto per iniziare lo show!” dichiarò Brian con un sorriso soddisfatto, separandosi da Stefan.
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I supporter avevano già finito la loro esibizione da quasi mezz’ora ormai. Per la cronaca, non era stato niente di eccezionale.
“Noi avremmo fatto cento volte meglio di quei dannatissimi quattro dilettanti!” sbottò Chris, piuttosto contrariato.
“Già, lo credo anch’io. Beh, ragazzi, io vi dico che un giorno su quel palco ci saremo * noi * , la gente attenderà per i * nostri * concerti, urlando i * nostri * nomi e cantando le * nostre * canzoni!” rispose Dom, con lo sguardo sognante.

“Ok, ragazzi, ci siamo quasi! I tecnici stanno portando i loro strumenti sul palco!” Matthew li avvisò oltre il limite dell’eccitazione, mentre si fissava meglio sulla fronte la fascetta dei Placebo che aveva comprato al merchandising ufficiale.
Matthew non si sbagliava. Dopo pochi minuti le luci si spensero, la folla urlò impazzita, ci fu del fumo proveniente dal palco e infine i Placebo fecero la loro trionfale comparsa.
“Oddio, è lui!” gridò Matt, indicando Brian, che era ancora più bello che nei video.
Era completamente vestito di nero, dalle scarpe alla giacca. Perfino la sua chitarra era nera. Agitò la mano e salutò la folla con un mezzo sorriso, davvero molto sexy, subito prima di iniziare ‘Pure Morning ‘.
Matt chiuse gli occhi, per potersi concentrare meglio; Dom la cantò a squarciagola per tutto il tempo. Quella era una delle sue canzone preferite dei Placebo e anche se era perfettamente consapevole di non essere affatto un bravo cantante, non gliene importava nulla, del resto non è che potesse far grandi danni in mezzo a tutto quel casino!
Chris si riscoprì ad apprezzare molto sia la canzone che il loro sound, mentre continuava a muovere la testa, per seguire il ritmo.
Quando la canzone finì, Matt riaprì gli occhi, mentre i Placebo si apprestavano ad eseguire ‘Come Home ‘.
“Dom, io ti amo e tutto quanto, ma stasera potrei non essere responsabile delle mie azioni!” lo avvisò l’ex moro.
“Non preoccuparti, ti capisco. Del resto, pare che anche il sottoscritto abbia trovato una distrazione davvero mooolto interessante!” replicò l’ex biondo, senza nemmeno guardarlo.
Matt seguì la direzione del suo sguardo e approdò a Stefan, mentre stava suonando. Indossava pantaloni argentati e una camicia totalmente sbottonata che rivelava il suo petto liscio e tonico e Dom sembrava incapace di staccargli gli occhi di dosso.
“Intendi Stefan?” dedusse Matt, scoppiando a ridere, divertito.
“Già. Le pochissime foto che hai di lui in camera tua non gli fanno giustizia. Quel ragazzo è un bocconcino davvero mozzafiato!” trattenne un respiro Dom.
“Peccato però che loro stiano nel mezzo del palco, mentre noi siamo sul lato destro!” sbuffò Matt, prima di scambiarsi uno sguardo di intesa col suo ragazzo.
Del resto fra loro era sempre bastato un solo sguardo per leggersi a vicenda come libri aperti.
“Pensi anche tu quello che penso io?” gli domandò Dom e lui annuì.
Chris era troppo occupato a godersi quella musica per accorgersi di quei due che si stavano allontanando.

Abbastanza faticosamente i due amanti riuscirono a scivolare fra gli spintoni vari, fino a raggiungere la prima fila nel mezzo, finché finirono proprio di fronte a Brian e Stefan, mentre erano intenti ad eseguire ‘Slave to the wage ‘ , la loro nuova hit.
Dom cominciò a fissare insistentemente Stefan, finché il bassista alzò lo sguardo e notò lui, la tinta assurda che si era impadronita dei suoi capelli, ma soprattutto quello che stava facendo, dato che quel bellissimo ragazzo dai capelli arancioni si stava passando la lingua sul suo labbro inferiore, lentamente ed era qualcosa di estremamente sensuale, soprattutto con quegli occhi incantatori di un colore imprecisato fissati sullo svedese, da aggiungere a quella tremenda, quasi irritante, sicurezza di sé di cui sembrava essere permeato .
Stefan per poco non commise un errore con gli accordi, riuscì a salvarsi giusto in tempo e anche a riuscire a smettere di guardarlo, ma Dom si era accorto eccome di quel dettaglio e la cosa lo compiaceva non poco.
< Bene, bene, si direbbe che non ho affatto perso il mio tocco! > si congratulò con se stesso.
Brian non aveva nemmeno notato l’intera scena, dato che era troppo occupato a guardare in un’altra direzione, prima di prepararsi a cantare il ritornello finale. Mentre dava un’occhiata alla prima fila davanti a lui, quasi sussultò quando incontrò gli occhi più azzurri che avesse mai visto.
TBC

 

Punto cattivello per smettere… lo so! ^^

 

 

Spero continui a piacervi, ma come sempre, liberi di dirmi quel che vi pare!!

 

Mille grazie a chi ha aggiunto ‘sta storiella fra le seguite… significa già molto per me! ^^

 

Alla prossima.. fra tutto quello che sto scrivendo, con gli aggiornamenti ho solo l’imbarazzo della scelta ahaha

 

 

Notte, notte.. tanto per cambiare.. è tardino!!

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Capitolo 5
*** Capitolo III: It's in your reach. Concentrate. ***


Sera…tarda!!
 
Prima di cominciare a fare qualsiasi cosa.. devo troppo dirlo:
 
HAPPY, HAPPY, HAPPY BIRTHDAY, CHRIIISSSSSSSS !!!!! <3
 
Tra l’altro, in questo capitolo avrà il suo momento anche lui, lol!
 
Ringraziamenti:
 
Lady: aaaaw, grassie cawa! Felicissima che ti piaccia Bri e Dom che flirta con Stef (oddio.. credo mi sia uscito un Dom parecchio ninfomane in ‘sta storia, lol.. ma ormai me lo tengo così!) prometto di non troncare più i capitoli così brutalmente…. * scoppia a ridere, perché sa che non resisterà alla tentazione! *
Scherzi a parte, qui faccio la brava, promesso.
 
Lilla: zzzìì felice che ti piaccia il Bri isterico!! Quanto a quel pairing mi spiace ma arriverà , spero lo sopporterai (oddio, nemmeno io ho ancora bene in mente cosa fare, vabbè si vedrà.. ) , ma se ti consola qui non c’è.
 
 
Si prosegue.. e spero vi diverta:
 
 
Capitolo III : It’s in your reach. Concentrate.
 
Non erano solo gli occhi di quello strano  ragazzo, c’era qualcos’altro di blu attorno a lui.
Ma Brian non riuscì a capacitarsi di cosa fosse.
 
Al cantante ci volle giusto il tempo per aprire e chiudere gli occhi e il ragazzo scomparve e sembrava che di lui non ci fosse più alcuna traccia.
 
< Forse si trattava di un miraggio! > ipotizzò Brian, confuso, prima di dirigersi verso un altro lato del parco.
 
Nel frattempo, il cosiddetto miraggio giaceva a terra, dopo essere stato spinto giù da un gruppo di fan di Brian, isteriche.
 
“Stupide dannate, maledette, schifose, sgualdrinelle in calore!” sibilò Matt tra i denti, mentre tentava di rialzarsi, ma le ragazze lo spinsero giù un’altra volta, mentre erano tutte indaffarate a disporre il loro cartellone, per farlo vedere al frontman dei Placebo.
 
Non appena vide che il suo ragazzo era in difficoltà, Dominic si dimenticò all’istante della sua missione di seduzione e si precipitò da lui.
 
“Oddio! Tesoro, tutto bene?” gli chiese, mentre lo aiutava ad alzarsi.
 
“Sì, ma stavo meglio prima che arrivassero queste dannatissime ragazze!” borbottò, mentre lanciava loro occhiatacce glaciali.
 
Le ragazze scoppiarono a ridere.
 
“Ma davvero lo hai chiamato ‘tesoro ‘ ? “ una di loro, una morettina, chiese a Dom, fra le risate.
 
Aveva tutta l’aria di essere la leader del gruppetto.
 
“Sì, lo ha fatto. E’ il mio ragazzo, e allora? Che ci trovi di così divertente?“ replicò Matthew, piuttosto irritato.
 
“Niente.” fece spallucce lei, mentre Matt osservava il loro cartellone.
 
“ ‘Brian, sposami! ‘ ?! Dannazione! Quindi mi avete scassato le palle solo per fargli vedere questo schifo di cartellone? A proposito, davvero complimenti per la fantasia nella frase, sono sicuro che Brian non ha mai letto niente del genere!” sbottò Matt.
 
“Hey!” lo ammonirono le ragazze all’unisono, offese nel loro amor proprio.
 
“Vi prego, non date retta a lui e a quello che ha detto prima. E’ vero, lui è il mio ragazzo, ma si da il caso che noi siamo una coppia aperta, una coppia davvero * molto * aperta , così aperta che potremmo conoscervi meglio, intendo tutte voi, ragazze!” propose Dominic mentre analizzava minuziosamente le ragazze, una ad una, mostrando loro il suo miglior sorriso da seduttore.
 
“Che cazzo stai facendo, Dom? Noi non usciamo coi nemici!” brontolò il suo ragazzo.
 
“Nemici?! Oh, andiamo, Matt, cosa mai ti avranno fatto?” domandò Dom.
 
“Intendi dire oltre a spingermi giù a terra? Beh, sai, prima che arrivassero, Brian stava guardando me, proprio me! E quelle lì hanno rovinato tutto! Chiunque si metta fra me e Brian è mio nemico!” spiegò Matt, mentre fulminava con gli occhi le ragazze, una dopo l’altra.
 
“Nemiche o no, sono tutte così carine!” insistette Dom, mentre faceva l’occhiolino alla ragazza bionda con gli occhi verdi. Lei gli sorrise, prima di interrompere il contatto fra i loro occhi e guardare altrove, timidamente.
 
“Nemmeno per sogno, Dom! Le abbiamo appena incontrate e io già non le posso soffrire, soprattutto la moretta!” ribadì Matt, risoluto.
 
Le ragazze, tutte loro, anche la biondina, guardarono i due ragazzi malissimo.
 
“Beh, sapete che c’è? Noi non saremmo mai uscite con voi, in ogni caso. Tanto per cominciare, avete dei capelli troppo stupidi!” affermò la leader, mentre le altre tre ridacchiavano.
 
 Dominic era un ragazzo davvero mite e ben educato, ma c’erano due cose che proprio non poteva sopportare: chiunque prendesse in giro i suoi capelli e chiunque lo rifiutasse.
 
Perciò, cambiò subito umore e si dimenticò anche della ragazza che gli piaceva di più.
 
“Allora è così che la pensate! Almeno, per noi è solo una questione di tinte, possiamo levarcele quando vogliamo, anche se le amiamo troppo per levarcele già. Invece, per voi non c’è alcuna soluzione: oche siete e oche resterete!“ sbottò il ragazzo dai capelli arancioni, prendendo Matt per mano e fuggendo con lui dalle quattro ragazze davvero incazzate.
 
Un po’ faticosamente, Matt e Dom riuscirono a tornare al lato destro del palco, dove trovarono Chris tutto assorto ad ascoltare i Placebo mentre stavano per concludere ‘Brick ShitHouse ‘.
 
“Heylà, amico, siamo tornati!” lo salutò Dom.
 
“Perché? Eravate andati da qualche parte?” domandò Chris, allibito.
 
“Accidenti! Questa band deve proprio averti catturato se nemmeno ti sei accorto della nostra assenza! Del resto, te l’avevo detto che ti sarebbero piaciuti.” commentò Matthew, piuttosto gioioso.
 
“Ad ogni modo, per rispondere alla tua domanda, ci siamo spostati per raggiungere l’altro lato del palco e per poco Matt non è morto per mano di quattro pericolosissime… teenager!”  lo prese in giro Dom.
 
“Ah-ah, davvero divertente, Dom. A proposito, ma come può essere che quelle maledette oche non sapessero di noi? Io voglio che tutta la stra-dannata città lo sappia!” dichiarò Matt.
 
“Beh, magari sono di un’altra città, dopo tutto per questo concerto c’è gente che è venuta da mezzo continente… “ suppose Dom.
 
“O forse, siamo noi due che non ci siamo impegnati abbastanza per far sapere a tutta la città di noi. “ ribatté Matt, guardandolo suggestivo.
 
“Magari potremmo cominciare a impegnarci di più proprio qui, proprio ora… “ propose Dom, mentre chiudeva gli occhi e si sporgeva verso il suo ragazzo, con le labbra già socchiuse, ma finì solo per baciare l’aria.
 
“Brrriiiiiiiiaannn!!” sentì urlare Dom dal suo ragazzo, mentre cercava di sporgersi il più possibile dalle transenne, cercando inutilmente di attirare l’attenzione di Brian che suonava e cantava nel centro del palco.
 
“Come non detto!” alzò gli occhi Dominic.
 
“Accidenti, Dom, Matt dovrebbe dedicarti un po’ più di attenzione.” commentò Chris, dandogli una pacca di conforto sulla spalla. “Però puoi sempre punirlo con dei ricatti ‘niente sesso ‘ …oh, mio Dio! Che diavolo sto dicendo? Non posso aver detto sul serio una cosa del genere, ti prego, dimmi che non l’ho fatto!” aggiunse immediatamente, spaventato dalle sue stesse parole.
 
Dom scoppiò in una fragorosa risata.
 
“Grazie del suggerimento, mio amico depravato, lo terrò a mente se ce ne sarà bisogno!” disse, fra le risate. “La verità è che lo perdono, soltanto perché ora i Placebo stanno eseguendo ‘Nancy Boy ‘ che è la canzone preferita di Matt!” spiegò.
 
Infatti, Matt continuò a saltare, dimenarsi e cantare insieme a Brian, per tutta la durata.
Nel frattempo, Matt era anche assorto nel fissarlo intensamente, del resto gli era impossibile non farlo: Brian non stava semplicemente cantando. Brian, a dire il vero, stava facendo l’amore con il microfono, la sua perfetta, piena bocca evidenziata dal lip-gloss continuava ad appoggiarsi contro e avvolgersi attorno ad esso, nel modo più sensuale possibile.
 
Matt desiderava disperatamente essere quel microfono, con tutto se stesso.
 
 
 
Quando la canzone giunse al termine, i Placebo si concessero un piccolo break e Matt trotterellò verso i suoi amici.
 
“Hey, amore, ti sono mancato?” mormorò, avvolgendo un braccio attorno alla vita di Dominic, da dietro, sfregando il naso contro il suo collo.
 
Dominic si ritrovò a gemere, contro la sua volontà.
 
“Hey, ciao, straniero! E così, ora che il tuo prezioso Brian non c’è, ti sei ricordato che hai un ragazzoooo, veroo?” cercò di sbottare, ma finì per gemere di più, soprattutto quando i polpastrelli di Matt cominciarono a grattargli la nuca, delicatamente, quasi come un massaggio.
 
“Mm… geloso. Mi piace.” gli sussurrò il ragazzo dai capelli blu nell’orecchio, mordendone la punta.
 
Dom era totalmente perso.
 
“Allora, piccolo, se la memoria non m’inganna, noi eravamo in procinto di mostrare a questa città qualcosa, vero?” suggerì Matt, baciandogli una tempia e inalando il buon profumo di shampoo alla pesca che emanavano i suoi capelli.
 
Per tutta risposta, Dom si girò di scatto e catturò le labbra di Matthew in un lungo, affamato ed appassionato bacio.
 
Il fatto che dozzine e dozzine di persone li stessero fissando non faceva altro che eccitare ulteriormente i due amanti.
 
“Ok, credo sia ora che io chiami Kelly!” commentò Chris, un po’ imbarazzato, estraendo il suo cellulare e lasciando da soli i suoi due amici esibizionisti per un po’.
 
----------------------------------------------
 
“Ok, ragazzi, questa è l’ultima canzone. “ annunciò Brian e la folla urlò in segno di protesta.
 
Brian sorrise.
 
“Come stavo dicendo, non solo è l’ultima canzone, ma sarà anche il nostro ultimo concerto per un po’ , perché ho bisogno di prendermi del tempo per me, ne ho davvero bisogno.” annunciò.
 
 La folla espresse il suo disappunto ancora una volta.
 
“Lo so, lo so, è uno schifo. Sentirò la mancanza di tutti voi, gente, e farò tesoro di questi meravigliosi momenti vissuti con voi stasera!” aggiunse, con un tono più dolce.
 
< Accidenti, sono un dannatissimo leccaculo! > pensò divertito il frontman e da come lo stava guardando Stefan poteva affermare che stesse pensando la stessa cosa anche lo Svedese.
 
 
“Oh, no! Il mio povero Bri sta male!” urlò Matt, disperato, quasi piangendo.
 
“Per prima cosa, NON è il *tuo * Bri!” puntualizzò Dom, abbastanza adirato.
 
“Ti pwego di pewdonawmi… “ mormorò Matt, facendogli occhioni da cane bastonato, dato che sapeva molto bene che Dom diventava argilla nelle sue mani ogni volta che lo guardava e gli parlava così.
 
“Seconda cosa, accidenti, non essere sempre così tragico! Probabilmente non è niente di serio, vedrai che ha solo bisogno di una specie di vacanza… “ commentò Dom, con un tono più pacato.
 
“Spero tu abbia ragione.” affermò Matt, ancora piuttosto preoccupato, mentre riportava la sua attenzione al frontman sul palco.
 
“La canzone si chiama ‘Peeping Tom ‘ ed è estratta dal nostro ultimo album. Godetevela!” annunciò Brian e la folla gridò di nuovo, ma stavolta erano solo urla di approvazione e incitamento.
 
Il cantante sorrise soddisfatto, pronto a cominciare.
 
Quando finirono, Brian salutò il suo pubblico più doverosamente, prima di lasciare il palco con i suoi amici.
 
Alex venne incontro a loro, nei corridoi del backstage.
 
“Fantastico, ragazzi, lo show è stato davvero spettacolare. Ed è andato tutto per il meglio.” esultò.
 
“Te l’avevo detto. Mi sento magnificamente. Del resto, la musica è sempre la miglior medicina per tutto!” sorrise Brian.
 
“Lo so. Tuttavia, mi dispiace così tanto, Brian, ma per i prossimi due mesi non ci saranno show.” gli ricordò lei.
 
“Lo so.” alzò gli occhi lui.
 
“Quindi, ora sei pronto a incontrare i fan, vero?” si accertò la manager.
 
“Più che pronto! Fidati, non ci sarà nessuna reazione violenta!” le assicurò il cantante, prima di seguire Steve e Stefan fuori.
 
“Lo spero!” borbottò fra sé e sé Alex, poco convinta, mentre lo guardava allontanarsi.
 
Brian perlustrò tutta la folla che li stava attendendo impazientemente, ma non trovò nessun ragazzo dagli occhi azzurri che ammaliavano.
 
< Allora era un miraggio per davvero! > pensò, un po’ deluso.
 
****************************** (Contemporaneamente)
 
“Chris, lasciami andare, lasciami maledettissimamente andare!” urlò Matt, inviperito, mentre cercava di liberarsi dalla morsa d’acciaio dell’amico, inutilmente, ovvio.
 
“Neanche per sogno, tesoro. Ti amo troppo per lasciarti morire, perché se davvero vuoi affrontare quella folla pazza, violenta e fanatica, solo per vedere un decimo di Brian per meno di mezzo secondo, beh, tu allora devi proprio avere un desiderio di morte!” commentò Dom. “Mi raccomando, Chris, non lasciarlo andare, per nessunissimo motivo!” impose al loro migliore amico.
 
“Non preoccuparti, non c’è nemmeno mezza possibilità che ciò avvenga!” gli assicurò Chris, mentre teneva saldamente Matt per un braccio, con una sola mano, e con l’altra era impegnato a scambiarsi sms con Kelly.
 
“Ma.. andiamo, ragazzi, pew favowe! E’ Brian! Ed è proprio qui! Questo è il genere di cose che capitano una sola volta nella vita!” protestò Matt, cercando di liberarsi un’altra volta, ma fu l’ennesimo tentativo infruttuoso e ormai cominciava a stancarsi.
 
“Beh, vorrà dire che ti andrà meglio nella tua prossima vita!” scherzò Dominic. “Andiamo, Mattie, ci saranno tante altre occasioni, ne sono certo. E se tu non fossi così magrolino, debole e indifeso, ti lascerei andare anche adesso!” aggiunse, più seriamente. “Te l’ho detto un migliaio di volte che dovresti iniziare ad andar in palestra!” aggiunse.
 
“Oh, andiamo! So dannatamente badare a me stesso!” assicurò Matt.
 
“Disse quello messo KO più di una volta, da quattro ragazzine esili e minute!” lo canzonò il suo ragazzo.
 
“Hey! Non mi avevi detto che erano anche minute!” rise Chris, mentre trascinava Matt verso l’uscita.
 
“Erano innocue come moscerini!” confermò il ragazzo dai capelli arancioni.
 
“Ma è di Bells che stiamo parlando, lui può venir danneggiato anche da un moscerino!” lo prese in giro Chris, sghignazzando con Dom.
 
“Preferirei venir messo KO da quell’intera folla pazza e fanatica, piuttosto che restar qui a sorbirmi le vostre cazzate.” borbottò Matt, così a bassa voce che gli altri due a stento lo udirono. “Ad ogni modo, Dommie, non ti piacerebbe mai la mia versione muscolosa e più robusta!” aggiunse con un tono più alto.
 
“E’ vero!” riconobbe l’ex-biondo, prima di accorgersi dell’espressione rattristata sul volto del suo partner. “Credimi, Matty, avresti solo passato il tempo fra spinte e urla isteriche, madido di sudore, soffocato, stremato, senza nemmeno aver la possibilità di parlare a Brian. Anzi, probabilmente se ne starà già andando. Non ti sei perso niente di speciale. “ lo rincuorò Dom, con una pacca sulla spalla.
 
“Credo che tu abbia ragione.” fece  spallucce il ragazzo dai capelli blu, un po’ più sollevato.
 
“Certo che ce l’ho. E poi ripensa all’intera serata. Prima fila! Ci siamo divertiti un mondo, no?” proseguì Dom.
 
“Certo!” annuì l’ex moro, sorridendo al ricordo, mentre si erano già lasciati alle spalle il Den e si avviavano verso casa. “Sapete, ragazzi, la verità è che avevo grandi aspettative per questa giornata ed è andato tutto secondo i miei piani!” spiegò ai suoi amici.
 
“Quindi i tuoi piani non prevedevano anche di finire nelle mutande di Brian?” gli domandò Chris.
 
Sia Matt che Dom si voltarono a guardare il loro amico, sconvolti.
 
“Accidenti! Dannazione a voi due! La verità è che passo troppo tempo insieme a voi, altrimenti non mi uscirebbero mai queste espressioni così… gay!” borbottò, sentendosi imbarazzato ed entrambe le cose fecero ridere i suoi due interlocutori.
 
“Ad ogni modo, no, diciamo che questa aspettativa me la riservo per il prossimo loro concerto!” scherzò Matt, ma Dom aveva perso ogni voglia di ridere. “La verità è che ero talmente ossessionato da questo concerto che.. credo che soffrissi anche di allucinazioni!” confessò.
 
“Che intendi dire?” domandò Chris.
 
“Beh, qualche giorno fa ero in giro per la città, in centro e… sono quasi certo di aver visto anche Brian farsi un giretto da quelle parti!”
 
TBC
 
Beh.. diciamo che nel prossimo capitolo potrebbe esserci un certo incontro… ;P
 
Spero continui a piacervi, ma in ogni caso , pwetty pleeease (Matt docet, lol!), ditemi qualcosa.. qualsiasi!
 
Altrimenti, grazie anche solo per leggerla.
 
Discliamer: il titolo è preso dalle lyrics di ‘Passive-Aggressive ‘ dei Placebo (una delle loro canzoni che più amo, la potete ascoltare qui:  http://www.youtube.com/watch?v=9sPEn_TZ8yk)
 
Uhmm è tardino.. baci, baci e notte, notte e di nuovo…
 
HAPPY BIRTHDAY, CHRIS!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 6
*** Capitolo IV: I know there's something that you're dying to tell me ***


Della serie ‘non è mai troppo tardi ‘, aggiorno anche questa, puff, puff.
 
Come al solito, capitolo non previsto.. o meglio, credevo sarebbero state solo poche righe introduttive, invece… insomma, tutto quello che effettivamente avevo in mente di scrivere lo troverete nel prossimo capitolo, lol.
 
Ma prima, lasciate che vi ringrazi di cuore:
 
Roby: Tesowaaa, ma semmai quella in ritardo sono io!! Felicissima che ti sia divertita, grazie mille per i complimenti * arrossice *.
 
Lady: Tesowaaa, sono contentissima che ti abbia divertito lo scorso capitolo, spero lo faccia anche questo ^^ Zì, zì, Chris è un figo assurdo, concordo, ha il suo bello spazio anche qui, eh, eh.
 
MusaKakko: yaaaaaaaaaaaaaay!! Una nuova lettrice * danza della gioia * . Ti dirò, quel capitolo ha diviso i lettori in due, quelli che l’hanno trovato stucchevole  (ehmm, lo ammetto, m’ero lasciata un po’ troppo prendere la mano, ma avevo troppa voglia di zucchero) e quelli a cui è piaciuto, ma sono comunque felice che tu esponga il tuo parere. Ci tengo e spero che continuerai a farlo ;) .  Sono contentissima che ti sia piaciuto lo scorso capitolo che di per sé era finito, ma non la storia, tutt’altro… credo che andrà parecchio per le lunghe… ;). E sopporta anche la mia ‘rapidità ‘ con gli aggiornamenti, sono un disastro lo so.. lol!
 
Lilla: Carissima, ma grazie! Lol, mi fai morire sui commenti su Stef e Dom, puoi tirare un sospiro di sollievo, qui non ci son interazioni fra loro, ma c’è una parte puccia-puccia fra Stef e Bri e spero tu gradisca! ^^ Oh, sì questa storia sarà abbastanza intricata… se non mi complico l’esistenza non sono felice!
 
 
ok, si continua:
 
 
 
Capitolo IV: I know there’s something that you’re dying to tell me.
 
Brian aprì pigramente gli occhi, svegliato dai gabbiani e dal cullante  rumore delle onde del mare che lambivano la costa.
 
Rientrava nei pro e contro del possedere una villa sul mare.
 
Ma per Brian si trattava soltanto un pro. Lui amava tutto ciò.
 
Ancora di più se poteva girarsi verso il comodino, farsi informare dal suo orologio lì appoggiato che erano le nove passate e fregarsene bellamente, perché quel giorno non aveva nessun impegno, nessuna scadenza da rispettare.
 
Quello era solo il primo di una lunga serie di giorni in cui sarebbe stato libero come l’aria.
 
Il solo pensiero lo metteva di ottimo umore.
 
Sì rigirò, stavolta verso Stefan, che dormiva placidamente, incurante di ogni tipo di suono, dal flebile fruscio di una piuma che si posava al suolo a un Boeing 747 che passava a bassa quota.
 
Quando si trattava di dormire era irremovibile.
 
C’era giusto un punto debole che aveva e il suddetto punto debole provvide a stuzzicarlo, con audaci carezze sul petto denudato, scivolando velocemente prima sui suoi boxer e poi al loro interno.
 
Stefan emise un lungo mormorio d’approvazione che poi sfociò in un vero e proprio gemito, che gli fece aprire gli occhi.
 
“Uff, sei soltanto tu! Stavo sognando Michael Stipe!” sbuffò, contrariato.
 
Brian lo guardò malissimo e si allontanò da lui, adirato, dandogli le spalle.
 
“Ma dai! Che deficiente! Dopo tutto questo tempo ancora non l’hai capito che tu sei l’unico per me? Non posso credere che ancora cadi in questi giochetti di bassa lega!” lo prese in giro lo Svedese, ridendo.
 
“Ora te la faccio passare io la voglia di scherzare!” ridacchiò Brian, saltandogli addosso e dandogli un bacio da togliergli il respiro.
 
“Allora, bello starsene in vacanza, eh?” mormorò il bassista, non appena si separarono.
 
“Puoi dirlo forte, amore.” annuì Brian, stringendolo forte a sé. “Perché non ci facciamo un giretto in spiaggia? A quest’ora non ci sarà nessuno.” propose, subito dopo.
 
“Appunto proprio perché non c’è in giro nessuno. Sono tutti coscienziosi e, giustamente, di Domenica se ne stanno a poltrire a letto, dopo le fatiche del sabato sera. E noi ieri sera abbiamo faticato un bel po’ mi pare… “ gli ricordò Stefan, accarezzandogli i capelli.
 
“E’ vero, ma ci siamo anche divertiti. E il calore della folla è stato qualcosa di… “ commentò Brian e dopo le sue parole entrambi si richiusero in un silenzio che dura qualche secondo, ciascuno ripensando a qualcuno che, in quella folla, aveva catturato la propria attenzione.
 
Fu Brian il primo a spezzare quel silenzio.
 
“Se penso che quello era il nostro ultimo concerto. Per due mesi, due lunghi mesi, dovrò fare a meno di quell’adrenalina, di quelle emozioni, di quella sensazione di essere quasi divini. “ mormorò. rattristandosi un po’.
 
“No, no, tesoro! Stai guardando l’altro rovescio della medaglia, quello sbagliato. Non è così che funziona. Ricordi? Totale relax, niente impegni, più tempo per fare quello che vuoi, tutto quello che vuoi. “ ribattè prontamente Stefan, coccolandolo per tirarlo su di morale.
 
“Lo so, ma baratterei volentieri tutto questo tempo libero in più per poter tornare ai nostri concerti. “ sospirò Brian, sempre più giù di corda.
 
“No, no, Bri, non ce la faccio a vederti così. Ci sarà pur qualcosa, qualsiasi cosa che possa fare per farti sentir meglio?” si prodigò Stefan.
 
Brian aspettava solo quella domanda.
 
“Certo che c’è. Vieni a fare un giro in spiaggia con me!” esclamò, riaccendendosi in volto.
 
Stefan mangiò la foglia, cambiando decisamente espressione e dimenticando l’apprensione che aveva precedentemente provato.
 
“Allora la tua era tutta una tattica! Piccolo manipolatore!” sbottò lui.
 
“Certo! Sai che se voglio fortemente una cosa la ottengo. E io voglio fortissimamente andare in spiaggia… a meno che tu non abbia valide argomentazioni per farmi cambiare idea.” lo sfidò il cantante, con il suo sguardo.
 
Stefan capì all’istante a cosa alludeva il compagno e sparì sotto le lenzuola.
 
Pochi minuti dopo, Brian si ritrovò a gridare, schiavo del piacere.
 
 “Sì, sìì, sssìììììììì ! Decisamente, amore, hai delle argomentazion valide, validissime!” gemette, afferrandogli i cortissimi capelli per spingerlo più contro di sé.
 
“La spiaggia per il momento può anche andare a farsi fottere. E a proposito di farsi fottere… tu continua a… argomentare!” lo esortò, prima di perdersi nell’ennesimo oblio di godimento che il suo partner gli stava regalando, con un’abilità che nel corso degli anni non poteva che perfezionarsi.
 
********************** (Contemporaneamente)
 
Qualcun altro quella mattina si era dimostrato piuttosto mattiniero.
Infatti, Chris era già in piedi e si recò subito in cucina per far colazione.
Trovò la madre ad accoglierlo.
 
“Christopher!  Già in piedi a quest’ora? Di Domenica, per di più dopo un concerto. Non è da te, figlio mio.” esclamò stupita la donna, accingendosi a preparargli la colazione.
 
“Sì, lo so, che vuoi che ti dica?  Sarà stata l’adrenalina post-concerto. E’ stato favoloso. Avrei dovuto ascoltare Matt fin dall’inizio!” commentò il ragazzo, accendendo la televisione e facendo zapping, finché trovò qualcosa di suo interesse.
 
“Guarda, mamma, è proprio il concerto di ieri sera, ne stanno parlando al TG!” l’avvisò lui, mostrandole le immagini che stavano scorrendo. “Se riprendono le prime file, sulla destra, è facile che tu mi veda.” aggiunse.
 
“Tesoro mio, non riesco a trovarti in tutta quella confusione, però… un momento. Oh, mio dio, ma quello sul palco è il Signor Molko!” si stupì la donna.
 
Ma il più stupito era Chris.
 
“Scusa, ma… tu come fai a conoscere il frontman dei Placebo?”
 
“E’ un mio cliente!” spiegò lei.
 
“Mamma, spero che tu ti riferisca all’agenzia immobiliare per cui lavori… altrimenti c’è una doppia vita della quale dovresti cominciare a mettermi al corrente!” la prese in giro il figlio, sghignazzando.
 
“Screanzato! Ma… ti sembrano cose da dire a tua madre?” lo sgridò lei, dandogli uno scappellotto dietro il collo.
 
“Ahia! Ok, ora è un dato di fatto, il senso dell’umorismo devo averlo ereditato da papà, non certo da te. Stavo scherzando!” si lamentò il figlio, massaggiandosi il collo.
 
“Logico che stavo parlando dell’agenzia immobiliare. Ti dirò, un cliente più deciso di lui non l’avevo mai incontrato. Non appena gli ho fatto vedere la casa, gli è piaciuta così tanto che se n’è subito appropriato con un’offerta che credo nessuno si azzarderebbe anche solo ad eguagliare! Non ti dico che successo quando sono tornata in agenzia con il contratto firmato. Di sicuro sarò eletta agente del mese!” esultò la donna.
 
“Complimenti, mamma, l’ho sempre detto che tu sei la migliore!” si congratulò il figlio. “Quindi, questo significa che… Brian Molko ora vive qui?” si accertò.
 
“Credo proprio che ne abbia tutte le intenzioni. Non è che ha affittato quella casa solo per una settimana, l’ha proprio comprata. “ spiegò la donna, mentre gli riempiva il piatto di frittelle fumanti.
 
“E, così, giusto per curiosità, quale sarebbe la casa in questione?” domandò casuale Chris, mentre si preparava a quell’abbuffata, cospargendo le frittelle di sciroppo d’acero.
 
“Non sarei tenuta a dirtelo, lo sai… il segreto professionale… “ tentennò la donna.
 
“E dai, mica sei un medico che ha fatto il giuramento d’Ippocrate. A me puoi dirlo, che vuoi che succeda? E poi lo sai che vuoi dirmelo… “ la esortò Chris.
 
“E va bene. E’ la villetta che hanno messo in vendita i Philligans, sai, quella vicino alla spiaggia. Ad ogni modo, io non ti ho detto niente!” rivelò lei.
 
“Ok, ma devo almeno dirlo a una persona, anzi, due, almeno così lo tiene sotto controllo. “ fece le sue considerazioni ad alta voce il ragazzo.
 
“Chris! mi raccomando.” lo redarguì la madre, pentendosi di avergli fornito quella preziosa informazione.
 
“Tranquilla. Vedrai che Matt e Dom saranno discretissimi.” le assicurò il figlio. “E comunque li avviserò dopo, ora ho una colazione da onorare!” aggiunse, subito dopo.
 
********************************** (Contemporaneamente)
 
“SOMEONE TRIED TO DO ME ACHE/ IT’S WHAT I’M AFRAID OF” cantava a squarciagola Matthew, insieme al Brian che imperava nel suo stereo.
 
Anche lui era già sveglio, ma per una ragione ben precisa: sua madre gli aveva concesso di andare al concerto a patto che il giorno dopo avesse riordinato la sua stanza.
 
Perciò, per quanto gli sarebbe piaciuto poltrire a letto, si era alzato già da un’oretta e si era messo al lavoro.
Dopo le nove, considerandolo un orario accettabile, aveva deciso di farsi tener compagnia da uno dei CD dei suoi adorati Placebo, scegliendo ‘Placebo‘ e quando era passata ’36 Degrees ‘ non aveva resistito alla tentazione di cantarla.
 
Del resto, a casa sua erano già tutti svegli, quanto ai suoi vicini, beh… dopo tutte le innumerevoli sessioni di Matthew alla chitarra o al piano, soprattutto se era in vena di comporre, ormai si erano rassegnati.
 
“4 7 2 3 9 8 5 I GOTTA BWEATHE TO STAY ALIVE/ AND 1 4 2 9 7 8 FEELS LIKE I’M GONNA SUFFOCATE “ cantò Matt, saltando con un agile balzo felino sulla scrivania, per spolverare le mensole e i suoi amatissimi poster.
 
“14 16 22 THIS SKIN THAT TURNS TO BLISTER BLUE/ SHOULDERS, TOES AND KNEES, I’M 36 DEGWEES” si sgolò , saltando dalla scrivania al letto, appena rifatto.
 
“SHOULDERS, TOES AND KNEES, I’M 36 DEGWEES/ SHOULDERS, TOES AND KNEES, I’M 36 DEGWEES / SHOULDERS…”
 
“Matthew! Ti vogliono al telefono!” lo interruppe la madre, entrando nella stanza, spegnendo lo stereo e consegnandogli il cordless.
 
“E chi è?” si stupì Matt, non gradendo affatto ciò che aveva fatto la madre.
 
“Chris.” rispose lei.
 
“E che diavolo ci fa già sveglio a quest’ora?” si domandò il ragazzo.
 
“Hai solo un modo per scoprirlo: chiediglielo. “ replicò la madre, lasciandolo solo.
 
“Hai appena interrotto una delle mie migliori cover di Brian. Spero solo che tu abbia un valido motivo per averlo fatto!” borbottò Matthew.
 
“Innanzitutto, buongiorno anche a te, Bells, sì, tutto bene, grazie!” esclamò Chris, sarcastico. “Quanto al motivo valido, fidati, ce l’ho.”
 
“Ti ascolto.” brontolò l’altro.
 
“Te li ricordi i Philligans?” domandò Chris.
 
“La famiglia che si è trasferita a Londra da più di tre mesi? Sì, ma che c’entra? Sai già che io e Ralph non siamo mai stati grandi amici, tutt’altro. Quindi non c’è nessuna remota possibilità che io ne possa sentire la mancanza!” commentò Matt.
 
“Sì, ma non si tratta di Ralph, né dei Philligans in generale. Piuttosto riguarda la loro villetta. Sai che l’avevano messa in vendita?” continuò Chris.
 
“Sì, ma… Chris, che accidenti vuoi che me ne freghi della villetta dei Philligans? Non sto dannatamente cercando casa!” sbottò l’altro.
 
“Bells, se non la pianti di fare l’idiota, giuro che mi passa la voglia di dirti quello che so. E, credimi, tu vuoi davvero sapere quello che so!” si impunta Chris.
 
“Ok, non t’interrompo più. Avanti, dimmi quello che sai.” lo esortò l’amico.
 
 
All’incirca un minuto dopo, Matthew tirò un urlo colossale che fece accorrere alla porta sia sua madre che sua nonna, preoccupatissime.
 
Ma non fecero in tempo ad entrare nella sua stanza, perché fu lui a precipitarsi fuori, con l’entusiasmo alle stelle.
 
“IodevouscireatuttiicostigiurochepoiquantotornoSEtornofiniscodisistemaretuttomaoradevopropriouscire!” esclamò il ragazzo, tutto d’un fiato, sparendo dalla loro vista.
 
Fece ritorno, qualche istante dopo, sempre di corsa.
 
“Masonoancorainpigiamaehnononpossofarmivedereinquestostato!” asserì, sempre dimenticandosi di quella fondamentale azione chiamata ‘respirare’.
 
Come un tornando, puntò in direzione del suo armadio, dove estrasse a caso il primo paio di blue jeans e la prima felpa che riuscì ad agguantare, cambiandosi e sistemandosi i capelli a tempo di record.
 
“Orasìchesonoprontociaoadopo!” salutò madre e nonna, correndo via.
 
“Io tuo nipote non lo capirò mai!” esclamò la donna più giovane.
 
“Nemmeno io, ma è così un caro ragazzo.” replicò la più anziana, sorridendo. “Un momento. Com’è che quando ha un comportamento degno di nota è *tuo figlio * e quando invece è un po’ più strambo diventa * mio nipote * ? “ aggiunse, subito dopo.
 
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Dopo nemmeno mezz’ora, Matthew giunse a destinazione, trafelato per la lunga corsa forsennata.
 
Rimpianse di non aver fatto le cose con più calma, perché se avesse agito diversamente si sarebbe presentato in condizioni migliori.
 
Tuttavia, a quella che era stata la villetta dei Philligans, appostato vicino al cancello, lo attendeva qualcuno che raramente, per non dire mai, si era trovato nella condizione di non essere presentabile.
 
“Dom! E tu che ci fai qui?” domandò sbigottito Matt, andando verso di lui.
 
“Davvero credevi che Chris l’avesse detto solo a te? E poi, scusa, qualcuno dovrà pur tenerti d’occhio!” spiegò il suo ragazzo, passandosi una mano fra i suoi perfetti capelli vistosi e aggiustandosi meglio il colletto della camicia bianca, sotto  il giubbino nero di jeans, in coordinato coi jeans.
 
“Accidenti a te, Dominic. Se sei venuto per impedirmelo, sprechi il tuo tempo, perché io non ho nessunissima dannata intenzione di… “ si mise sulla difensiva il suo compagno.
 
“Cos’è, sei diventato sordo? Ho detto che sono qui solo per controllarti. Non ti impedirò proprio un accidenti. Mi assicuro solo che tu mantenga un contegno decoroso.” lo tranquillizzò Dom, avvicinandosi ulteriormente a lui.
 
“Ah. Se è così… allora grazie.” bofonchiò Matt, guardando a terra, sentendosi un  idiota per averlo aggredito in quel modo.
 
Dominic sorrise, sollevandogli il viso con un dito sotto il mento, di modo che lo guardasse.
 
“Non c’è di che!” mormorò, dandogli un piccolo bacio sulla guancia.
 
“Hey, ma come fai ad essere così impeccabile? Non hai nemmeno un capello fuori posto. E poi tu abiti più lontano da qui di me… eppure non sei venuto di corsa, vero?” lo interrogò Matt, guardandolo con circospezione.
 
“No, ma sai com’è, papà era sulla strada e s’è offerto di darmi uno strappo fin qui.” spiegò Dom.
 
“Non vale. Io non ho un padre molto presente, il contrario direi.” si rabbuiò Matthew. “E mamma per il momento non si fida ancora a lasciarmi la sua auto.” si lamentò.
 
“Vedrai che prima o poi te la presterà.” lo confortò Dominic. “Se ti consola, sappi che a me fai impazzire con questo look trasandato!” aggiunse, scompigliandogli affettuosamente i capelli, prima di tirarlo a sé per un bacio a cui Matt di certo non si oppose.
 
“Mm, grazie, ne sono felice. E che non credo che lui gradirà allo stesso modo… “ borbottò, indicando con lo sguardo la villa, da dove non era possibile scorgere nulla, e guardandosi la felpa grigia ormai chiazzata di sudore.
Sì sentiva terribilmente a disagio.
 
“Immaginavo che ti saresti ridotto così, ma non temere. Ho pensato anche a quello. Togliti la felpa. “ lo esortò Dom, estraendo dal suo zainetto una confezione di salviettine rinfrescanti che passò a Matt, rimasto a torso nudo. Quando ebbe finito gli passò anche il deodorante e come tocco finale estrasse una camicia rossa piegata con cura.
 
“Forse ti andrà un po’ larga, ma sono sicuro che ti starà divinamente.” commentò, aiutandolo ad indossare quell’indumento.
 
E, come previsto da Dom, gli stava divinamente.
 
L’ex biondo estrasse anche lacca e gel dal suo zaino.
 
“E ora vediamo di sistemarti anche i capelli.” borbottò, aggiustandogli le ciocche blu, donando loro un piacevole effetto bagnato.
 
“E sì, ora è decisamente tutta un’altra storia!” commentò, soddisfatto dal risultato finale.
 
“Ma tu guarda cosa mi tocca fare, ti faccio bello per farti incontrare… un altro! Sono o non sono il miglior compagno che esista?” sorrise lui, baciandogli la punta del naso.
 
“Tu sei il mio angelo custode!” mormorò Matt, guardandolo con occhi colmi di gratitudine.
 
“No, non direi proprio. Con gli angeli certe cose non le potresti fare!” ammiccò Dom.
 
“Tipo *questa* ?” domandò retoricamente Matt, tirandolo a sé per un lungo bacio appassionato.
 
Quando si separarono, l’attenzione di Matt fu totalmente catalizzata da qualcos’altro. O meglio qualcuno.
 
“Oddio, è lui!” esclamò, scalpitante.
 
Dom seguì lo sguardo di Matt e vide che Brian Molko era appena uscito dalla sua casa.
 
Visto che Stefan non si decideva ad alzarsi dal letto, il bel moro aveva deciso che la spiaggia l’avrebbe vista per conto suo.
 
Ma non appena si avviò verso il cancello, vide qualcosa che non si sarebbe mai aspettato di rivedere. O meglio, qualcuno.
 
< Oddio, è lui, ma allora esiste sul serio! >
 
TBC
 
Lo so, lo so, punto perfido per fermarsi… ma io *sono* perfida!
 
ok, scherzi a parte, giusto qualche nota:
 
- Non ho la più pallida idea di che lavoro faccia la mamma di Chris , ma qui mi serviva a tutti i costi che facesse quel lavoro! ^^
 
- Pagherei per sentir Matthew cantare ’36 Degrees ‘ , sono sicura che sarebbe prodigioso! <3
 
- Ma quanto non è puccio Dom?
 
Ok, la smetto
 
Disclaimer : come già detto (ma non si precisa mai abbastanza ) la canzone che canta Matthew è ’36 degrees ‘ dei Placebo e il titolo del capitolo è preso dalle lyrics di ‘Ashamed ‘ dei Muse.
 
Spero che questa storia continui a piacervi, ma liberissimi di dirmi qualunque cosa, ormai lo sapete quanto conti per me il vostro parere! ^^ Pwetty pleeeeeease...
 
grazie anche a chi segue in silenzio.
 
Tra i prossimi aggiornamenti, per chi le segue, dovrebbero esserci ‘I can’t get it right since I met you ‘ e ‘A natural disaster ‘ … mi sa che ora che finiamo e traduco la prima è + probabile che aggiorni prima la seconda… vabbè tenete d’occhio entrambe le sezione, qualcosa arriverà! ^^
 
Notte notte… che novità? E’ di nuovo tardi…

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Capitolo 7
*** Capitolo V: There's never been so much at stake ***


Mannaggia a me… ma quanto sono in ritardo stavolta?
 
Ormai, è un dato di fatto, questa storia andrà a rilento, fateci l’abitudine.
Vi dico solo che alcune scene di questo capitolo le immaginavo da mesi e mesi… e ci ho messo comunque un’eternità a scriverlo… figuriamoci quanto ci metterò per il prossimo, sul quale non ho ancora nessuna idea… ahahah.. praticamente aggiornerò verso ferragosto!
 
ok.. veniamo alle cose serie.. i ringraziamenti:
 
Nai: Tesorina, anche tu qui? Non ti aspettavo (anche perché io ho ignobilmente smesso di seguire le tue storie.. quindi mi fai sentire terribilmente in colpa!!) Felice che trovi tutto così adorabile, di nuovo mille grazie!!!
 
Woby: yeeeeees, felicissima di averti divertito, cawa (è il mio principale obiettivo), gwazie per aver citato quele scene e aaaawwwww.. mi commuovi con una dedica così.. quella canzone?? ti rendi conto? QUELLA! <3
 
Lady: Tesowaaaa! Felicissima di averti fatto ridere e… oddio, ma io mi imbarazzo con tutti ‘sti complimenti, sei twoppo, twoppo gentile davvero. Ebbene sì, ora Matt incontra Bri, però ahimè.. mi spiace ma non c’è Chris in questo capitolo… mi perdoni?
 
Lilla: aaaww, grazie!! Felice che ami Stefan. E, sì, lo so di essere perfida. Yessss, super-stra-felice di essere riuscita a farti piacere Matt e Dom! ^^ eh sì, con la ‘coppia aperta ‘ hai fatto proprio centro.. qui si spiegherà tutto meglio
 
ho parlato anche troppo.. vi lascio al capitolo:
 
 
Capitolo V: There’s never been so much at stake
 
 
Matthew non poteva credere alla fortuna che aveva avuto.
Certo, si era precipitato lì senza pensarci, sperando di incontrare il suo idolo.
Tuttavia, tra il solo pensarlo e il riuscirci per davvero c’era un’enorme differenza.
 
Non c’era un secondo da perdere.
 
Gli vennero in mente le parole di una canzone a cui stava lavorando.
Anzi, a dire il vero l’aveva già completata da mesi, mancava ancora il titolo giusto da trovarle. Per quello ci sarebbe stato tempo.
Per lo più si stava concentrando su una frase che si ripeteva ad ogni fine ritornello.
 
And I’ll do it on my own.
 
E, seguendo quel consiglio in musica, lui stava davvero per fare a modo suo.
 
“Brian! Brrrriiaaaaaaaaaaaaan!” esclamò, sbracciandosi e saltellando per attirare la sua attenzione.
 
Dominic alzò gli occhi, mentre Brian trovò quella scena molto buffa.
 
“Potrei capire se fossimo ad un mio concerto e tu ti dovessi distinguere fra la folla, ma siamo qui, in tre, a neanche un metro di distanza. Direi che la mia attenzione l’hai attirata, eccome!” esclamò Brian, rimanendo dall’altra parte del cancello.
 
< Quei capelli ti aiutano molto nell’impresa! > pensò.
 
Matthew lo ascoltava e lo osservava rapito, con un’espressione a metà tra l’ebete e l’incredulo, con un solo pensiero nella mente, prodotto dall’unico neurone che ancora riusciva a circolargli dentro.
 
< Brian Molko sta parlando. A me! Sta instaurando un dialogo. Si sta rapportando con me! >
 
Per essere un unico neurone, formulava pensieri di una notevole complessità.
 
“Ti prego di scusarlo, ti assicuro che di solito agisce più normalmente… beh, più o meno.” spiegò Dom, mosso da una sorta di compassione per il suo ragazzo.
 
“Capisco.” borbottò Brian, fissando Matt con una certa diffidenza.
 
< Farei bene a tenermi sempre da questa parte del cancello. > considerò il frontman.
 
Matt sembrò uscire da quella sorta di trance.
 
“Brian, devi credermi, io sono il tuo più grande fan e ti devo tutto. Sai, canzoni come ‘Nancy Boy’, ‘My Sweet Prince ‘ e ‘Burger Queen’ mi hanno fatto aprire gli occhi. Ho capito chi sono e quello che voglio davvero.” spiegò Matt, travolgendo Brian nel suo fiume di parole, nonostante fossero scandite più lentamente del suo solito.
 
“Per la cronaca, io sono quello che lui davvero vuole.” precisò Dom, con un certo orgoglio, tendendo la mano a Brian, attraverso  le sbarre del cancello.
 
Brian accettò di buon grado quella stretta.
 
“Allora, come vi chiamate?” domandò il più grande ai due ragazzi, anche se per lo più si stava rivolgendo principalmente a Matthew.
 
“Io mi chiamo Matthew, ma anche Matt va bene. Ti dirò, tutti mi chiamano ‘Bells ‘, perché è il diminutivo di ‘Bellamy ‘ che è il mio cognome. Oppure, se ti va, puoi anche chiamarmi col mio secondo nome che è Ja… “
 
“Accidenti! Ti ho solo chiesto come ti chiami, non intendevo fare questo viaggio infinito nella storia della tua Anagrafe!” sbottò Brian.
 
Matthew fissò il terreno, avvilito, mentre il suo compagno non riuscì a trattenere una risatina.
 
“E io sono Dom. Visto? E’veloce, breve e semplice.” gli sorrise l’ex-biondo.
 
“Bene. Ad ogni modo, tu, cosetto… “ si rivolse a Matt Brian e il ragazzo rialzò subito lo sguardo.
 
“Credo che ti chiamerò Baby-Blue . Ti si addice!” decise Brian.
 
Dom lo guardò con disapprovazione, mentre Matt annuì, con un sorriso.
 
“Ok, adesso me lo potete anche dire. Come diavolo siete riusciti a trovarmi?” chiese loro la rockstar.
 
“Beh, sai, noi… “ cominciò l’ex-biondo, ma fu interrotto dall’ex-moro.
 
“Ti abbiamo seguito ieri, a fine show, con il massimo della discrezione.” si inventò Matthew.
 
Per tutta risposta, Brian scoppiò a ridere.
 
“Voi due? Discrezione?! Con quei capelli? Oh, vi prego, non mi fate ridere. Ah, no, aspettate. Sto già ridendo.” commentò, divertito.
 
“Ad ogni modo, le mie guardie vi avrebbero localizzato nel raggio di cinque chilometri! Quindi, seriamente, come diavolo avete fatto a trovarmi?” inistette.
 
Matt e Dom si guardarono tra loro, decidendosi a dire la verità.
 
“Qualcuno ci ha detto che ti sei trasferito qui, almeno per un po’.” confessò Matt.
 
“Lo sapevo! Deve essere stato quel dannato postino. Quell’uomo malvagio mi odia proprio!” borbottò Brian fra sé e sé.
 
Dominic e Matthew lo scrutarono parecchio sconcertati, ma preferirono non dirgli nulla.
 
“Allora, com’è che hai deciso di stabilirti qui?” domandò Dominic, con il solo intento di far conversazione.
 
“Fatti gli affaracci tuoi!” fu la secca risposta che ricevette dall’interpellato. “Scusate, ma è come se io vi chiedessi perché tu, cosetto, hai i capelli blu, e tu, ficcanaso, hai i capelli arancioni!” aggiunse.
 
Entrambi gli Inglesi lo guardarono un po’ contrariati.
Ok, non è esatto: il contrariato era Dom, Matt lo guardava e basta.
 
“Ti sbagli, sai? Non sono blu. Sono color ‘Cobalto dell’Oceano Pacifico, quando il sole filtra tra le onde e rende l’acqua così limpida che si può quasi vedere il fondale’.” precisò Matthew, con tutta la calma di cui, occasionalmente, era capace.
 
“Ha ragione. E i miei non sono arancioni. Sono color ‘Cielo al tramonto d’estate, su una spiaggia Californiana, con i granelli di sabbia che si lasciano trasportare da una leggera e tiepida brezza ‘.” specificò Dominic, con fierezza.
 
Brian li fissò con un’espressione indecifrabile.
 
“Che accidenti si fumano i vostri parrucchieri?” domandò allibito, tenendosi a maggior distanza dal cancello.
 
“Niente parrucchieri. Sono tinte fai-da-te.” precisò Matt.
 
“Allora… che accidenti fumate voi? No, aspettate, non lo voglio sapere!” brontolò Brian.
 
“Si può sapere che diavolo hai contro le nostre tinte? Hanno una lunga storia alle spalle e poi hanno anche un significato simbolico: così come l’oceano appartiene alla spiaggia e viceversa, il mio Matt ed io ci apparteniamo!” spiegò Dom, buttando le braccia al collo di Matt e stringendolo forte a sé, mentre guardava Brian, sentendo l’impellente esigenza di marcare il proprio territorio.
 
Peccato che il ‘territorio ‘ in questione si divincolò da quella stretta, con fare piuttosto scocciato.
 
“Sì, però è anche vero che l’oceano può affluire in altri mari, così come la sabbia della spiaggia può farsi trasportare dal vento e approdare su un’altra costa!” aggiunse Matt, lanciando un’occhiataccia a Dominic.
 
“Ma… “ protestò Dom, indispettito.
 
“E poi, se la temperatura si innalza di almeno 0,5 °C e si mantiene così per un periodo non inferiore ai cinque mesi, nell’Oceano avrà luogo il Niño. Se invece la temperatura scende di almeno 0,5°C rispetto alla media stagionale, allora si avrà  la Niña .“ aggiunse Matt, con fare da saputello.
 
Brian guardò confuso prima Dominic, poi Matthew.
 
“State ancora parlando di voi due o adesso tu, cosetto, stai blaterando l’ultima cosa che hai visto su Discovery Channel?” domandò, per lo più rivolto all’ex-moro.
 
“Prima parlavo di noi due, ma ammetto che l’ultima cosa l’ho appresa da un documentario interessantissimo che ho visto due giorni fa!” confessò Matthew.
 
“Come volevasi dimostrare!” alzò gli occhi Brian.
 
“E meno male! Perché altrimenti vorrebbe dire che a seconda che faccia più caldo o più freddo, a te piace tradirmi con un ragazzo o una ragazza!” sbottò Dominic.
 
“Ma no! Non è questo il punto. Voglio dire, non capite? Da un particolare insignificante come un lieve innalzamento della temperatura può dipendere la fine del mondo!” fece notare agli altri due Matthew, parlando concitato e agitando braccia e mani, per accompagnare ogni singola parola.
 
Brian lo ignorò in maniera quasi beffarda e si rivolse solo a Dominic.
 
“Ma è sempre così?” gli domandò.
 
“Intendi così strano, pazzo, catastrofico, paranoico, esagerato o logorroico?” gli domandò a sua volta Dom.
 
“Tutto.” rispose l’altro.
 
“La risposta era sì, in ogni caso.” ridacchiò Dom.
 
“Forse se gliene parlo, almeno lui crederà alle mie teorie.” borbottò Matt, innervosito dal fatto che non lo stessero comprendendo.
 
“Lui chi?” chiese Brian, ma voltandosi ebbe la risposta: attirato da tutto quel chiacchiericcio, anche Stefan si era deciso ad uscire, avvicinandosi al cancello.
 
“Hey, Bri, hai fatto nuove amicizie?” gli domandò, cingendogli dolcemente i fianchi.
 
Sussultò quando distolse lo sguardo dal suo ragazzo e si rese conto di chi fosse una delle ‘nuove amicizie’.
 
“Tu?” esclamò, esterrefatto.
 
“Io!” dichiarò tronfio Dominic.
 
“Significa che voi due vi conoscete?” dedusse Brian, guardandoli con sospetto.
 
“Diciamo che, al concerto di ieri, il ragazzo ha saputo attirare la mia attenzione.” spiegò Stefan, sorridendo a Brian… ma anche a Dom.
 
Matthew se ne accorse.
 
“Hey! E si può sapere dov’ero io mentre succedeva tutto questo?”
 
“Calpestato dalle quattordicenni, prima che io ti venissi a salvare.” replicò Dom, con una certa sfrontatezza.
 
“Sei stato calpestato da un gruppo di ragazzine?” ridacchiò Brian.
 
“Non è questo il punto!” sbottò Matt, fulminando il suo ragazzo con lo sguardo.
 
“Ad ogni modo, Bri, che modi sono? Hai degli ospiti e li tieni a distanza di sicurezza? Prego, entrate.” li invitò Stefan, aprendo il cancello, prima che Brian glielo potesse impedire.
 
“No, Stef, che fai?” esclamò, allarmato, ma ormai era troppo tardi.
 
“Andiamo, Brian, non essere scortese!” lo rimproverò Stefan.
 
Matt e Dom oltrepassarono la soglia, posizionandosi ciascuno vicino al componente dei Placebo di proprio interesse.
 
“Grazie, sei gentile!” sorrise Dom a Stefan. “A proposito, a te non ci siamo ancora presentati: io sono Dominic, lui è Matthew!” spiegò il ragazzo dai capelli arancioni, stringendogli la mano.
 
“Non trovi faccia caldo? Fossi in te, io quella maglia me la leverei.” commentò Dom, con aria casuale.
 
“Non direi, sto bene così. E poi, scusa, parli tu che hai addosso camicia e giubbino” gli fece notare Stefan.
 
“Ma io sono io. Non ho il tuo fisico. E che fisico! E poi, tu sei Svedese!” insistette Dominic.
 
“Ultime notizie per te: non tutti gli Svedesi soffrono il caldo!” precisò Stefan.
 
Non molto lontano da loro, si stava svolgendo un altro tipo di dialogo.
 
“Non ci credo. Sto parlando a te, Brian Molko. A pochi centimetri da te!” esclamò Matthew, emozionato fino all’inverosimile.
 
“Stavamo parlando anche prima, mi sembra!” precisò Brian.
 
“Sì, ma prima c’era il cancello.” spiegò Matt.
 
< Quel sacrosanto cancello che mi faceva sentire protetto! > rimuginò Brian, anche se doveva riconoscere che, nonostante quel ragazzo dai capelli assurdi lo inquietasse non poco, allo stesso tempo c’era in lui, nel suo modo di parlare, di muoversi, di vedere il mondo, qualcosa che lo affascinava inesorabilmente.
 
“E comunque sappi che rischi grosso a restare qui.” lo mise in guardia Brian.
 
“Uh? Perché? E’ Stefan che ci ha invitato, non è violazione di domicilio!” contestò Matthew.
 
“Intendo dire che rischi a stare vicino a me. Vuoi sapere perché mi sono dovuto temporaneamente ritirare dalle scene?” gli domandò il più grande e il più piccolo annuì, divorato dalla curiosità, ma un po’ anche dalla paura.
 
< Che cosa sta per dirmi? >  si domandò, per niente tranquillo.
 
“Per stress. Ero troppo sotto stress, anzi, lo sono ancora e spesso la cosa sfocia in attacchi di isterismo, quindi chi ha la sfortuna di starmi vicino in quel momento incombe nella mia ira.” si decise a confessare Brian, ma non suscitò nel suo interlocutore la reazione sperata.
 
Matthew gli stava rivolgendo uno sguardo che traboccava di ammirazione.
 
“L’istèria è un sentimento affascinante, dalle mille sfaccettature, e non va in alcun modo represso. Qualcuno dovrebbe scriverci una canzone a riguardo un giorno.” sentenziò Matt. “E poi, pericoloso sei ancora più irresistibile. Diventi a tutti gli effetti un tabù. E io sono calamitato dai tabù. “ aggiunse, con un mezzo sorriso, accarezzandogli il viso con una mano.
 
Brian lo lasciò fare, un po’ sorpreso da quel gesto, ma Dom e Stef erano troppo presi a parlare fra loro, per accorgersene.
 
“Ad ogni modo, grazie!” esclamò Matt, subito dopo.
 
“E di cosa?” si accigliò Brian.
 
“Grazie, perché mi stai dedicando il tuo tempo. Potevi ignorarmi e tornare in casa, ma non l’hai fatto. E ora, tu, Brian Molko, che sei sempre attorniato da ragazze e ragazzi stupendi stai parlando proprio con me, che non sono certo un adone, con questa faccia da roditore e… “ iniziò a sproloquiare Matt.
 
“No. Non un roditore.” lo interruppe Brian. “Un cerbiatto.” aggiunse.
 
“Uh?” lo guardò confuso Matt.
 
“Tu mi ricordi di più un cerbiatto.” spiegò Brian.
 
“Davvero?” sorrise Matt.
 
“Sì. Ma devi sapere che io i cerbiatti li detesto. Quando ho visto ‘Bambi ‘ tifavo per il cacciatore!” ribatté Brian, secco.
 
“Oh, mio dio, ma sei senza cuore! Sei un essere spregevole!” intervenne Dom, quasi piangendo, sconvolto da quella rivelazione.
Era molto sensibile, quando si trattava di cartoni animati.
 
“Hey! Di cosa ti impicci tu? Non eri tutto preso a fare gli occhi dolci a mio ragazzo?” gli fece notare Brian. “Aspetta un momento. Smettila di fare gli occhi dolci al mio ragazzo!” aggiunse, stizzito. “E tu non gli dici niente?” si rivolse a Stefan, ancora più stizzito.
 
“Beh, non fa niente di male. E poi… è tanto carino quando fa gli occhi dolci!” si giustificò Stefan, intenerito.
 
Nel frattempo, l’unico neurone rimasto a Matthew era tornato alla ribalta, facendogli formulare un unico pensiero, che era un po’ diventato la sua ragione d’essere.
 
“Io sono un cerbiatto!” si ripeté, con un sorrisone e un’espressione stordita.
 
“Ok, Matthew, direi che li abbiamo importunati abbastanza. Che ne dici se ora ce ne andiamo?” gli propose Dominic, avvicinandosi nuovamente a lui.
 
“Dom, io sono un cerbiatto!” gli rispose Matt, con la stessa espressione da beota.
 
“Ok, l’ho perso!” alzò gli occhi Dom, parlando fra sé e sé.
 
Brian e Stefan osservavano la scena divertiti.
 
“Allora decido io per entrambi. Ce ne andiamo. Brian, Stef, è stato un piacere conoscervi. Soprattutto conoscere te, Stef.” rimarcò, lanciando al bassista un sorriso languido.
 
“Potete tornare a trovarci quando volete!” li informò Stefan.
 
Brian lo guardò stupito, mentre gli altri due sorrisero.
 
“Lo faremo.” assicurò Dom.
 
Brian si avvicinò a Matt, accarezzandogli il viso nello stesso modo in cui il più giovane aveva fatto con lui.
 
“Allora ci vediamo, Baby-Blue. “ lo salutò.
 
Matt sgranò i suoi splendidi occhi azzurri, senza dire una parola, ma con quegli occhi aveva già parlato.
 
I due Inglesi se ne andarono, lasciando Brian e Stefan da soli.
 
“Perché li hai invitati a tornare?” domandò Brian.
 
“Perché no? In fondo sono simpatici.” fece spallucce Stefan.
 
“Oh, sì, certo, soprattutto è la * simpatia * di Dom ad averti colpito. Ho visto come lo guardavi!” sbottò il cantante.
 
“Vogliamo parlare di come tu guardavi Matt?” gli fece notare il bassista, scocciato, ma pochi istanti dopo scoppiò a ridere.
 
“Che ti prende?” lo guardò torvo l’altro.
 
“Ma dài! Ci vedi? Vogliamo davvero metterci a litigare per due ragazzini?” gli sorrise Stefan, scompigliandogli i capelli.
 
“No, hai ragione, sarebbe stupido.” sorrise il frontman, stringendo la sua mano.
 
Bastò un semplice sguardo fra i due, perché si baciassero con ardore.
 
“Bene. Andiamo in spiaggia adesso?” gli propose Stefan.
 
“Uh?” si accigliò Brian.
 
“Ma come? Se prima mi hai fatto una testa tanta sul fatto che volevi andare in spiaggia!”
 
“No, niente spiaggia. Ho cambiato idea.” dichiarò Brian, come il peggiore dei bambini viziati. “Piuttosto vorrei rientrare in casa e riprendere quel nostro discorso che tu ben sai… “ ammiccò, allusivo, rubandogli un bacio veloce.
 
“A questo non dico mai di no!” sogghignò Stefan, precipitandosi in casa con l’amato.
 
 
Fuori, a distanza, Matt e Dom erano rimasti ad osservarli, pur non riuscendo a sentire i loro discorsi.
 
A Matt era bastato allontanarsi da Brian per ritornare quello di sempre
 
“Hai visto come stanno appiccicati? Non si staccano un minuto l’uno dall’altro!” commentò Dominic.
 
“Mi ricordano qualcuno: noi due.” ridacchiò Matthew.
 
Dom gli rivolse un sorriso solare, per poi dargli un giocoso pugno sulla spalla.
 
“E dài, Bells, sono serio. Non abbiamo nessuna chance di attirare la loro attenzione!” affermò Dom.
 
“Tu dici? Io non la penso affatto così. Anzi, secondo me ne abbiamo più di una, dopo quello che ho visto oggi.” lo rincuorò Matt.
 
“Però, Matt.. non lo so.. vogliamo davvero arrivare a tanto? Voglio dire, ok, usciamo con un casino di ragazze e ci divertiamo con loro, ma appunto perché sono ragazze, è un diversivo, non conta niente. Mentre coi ragazzi, sì, ok, è bello flirtarci, può anche scapparci un bacetto non troppo coinvolto ma… andare fino in fondo! Quello non lo abbiamo mai fatto.” rifletté Dom.
 
Matt lo cinse da dietro, appoggiando il mento sulla sua spalla e dondolando insieme a lui.
 
“Ascoltami, lo sai qual è la cosa più bella della nostra relazione? La libertà che ci concediamo a vicenda. E lo sai qual è la cosa più bella di quando ci allontaniamo? Il nostro ritrovarsi. E’ come se io e te fossimo legati da un elastico infrangibile, per quanto ci spingiamo in direzioni opposte, poi finiamo nuovamente l’uno attaccato all’altro. “ spiegò il ragazzo dai capelli blu, col tono più soave possibile
 
“Hai ragione. E’ il segreto della nostra intesa perfetta. Una ragazza non lo potrebbe mai capire, ma con te è diverso. Tu capisci me, come io capisco te e questo non soffocarci a vicenda è semplicemente perfetto. E non importa con chi decidiamo di mettere alla prova la nostra storia, quell’elastico tra noi non si spezzerà mai!” gli sorrise Dom, girandosi per dargli un bacio dolcissimo.
 
“Allora è deciso, ci proveremo. A meno che tu ti voglia tirare indietro, forse non hai abbastanza frecce al tuo arco… “ lo stuzzicò Matt.
 
“Hey! Ti informo che il mio arco ha tantissime frecce. E’ il tuo che lascia un po’ a desiderare, finché ti comporti come l’ultimo degli imbecilli ogni volta che c’è Brian!” lo prese in giro Dom.
 
“Quella è stata solo l’emozione della prima volta, d’ora in poi sarò più lucido.” assicurò Matthew.
 
“Bells, ti va di rendere la cosa più interessante?” suggerì Dominic.
 
“In che modo?” s’incuriosì l’altro.
 
“Facciamo una scommessa: scommetto che io riuscirò a conquistare Stef, prima che tu riesca a conquistare Brian!” gli propose Dom.
 
“E io scommetto il contrario. Qual è la posta in gioco?” domandò il più giovane.
 
“Se vinci tu, ti prometto che per almeno tre mesi non ti scoccerò con le mie attività sportive.” gli assicurò il più grande. “Ma se vinco io… tu a letto farai tutto quello che dico io, anche quelle cose che non vuoi fare mai. “ aggiunse.
 
“Ci sto!” approvò Matt, stringendogli la mano.
 
“Ottimo. E, fidati, tu vinci in entrambi i casi!” gli schiacciò l’occhio l’ex-biondo.
 
“Ci pensi? Mi ha chiamato ‘Baby-Blue’!” rivangò Matt.
 
“Ci penso sì, è un soprannome orribile!” replicò Dom.
 
“A me piace.” lo informò Matt.
 
“Ad ogni modo, per lo più lui ti ha chiamato ‘cosetto ‘. “ gli fece notare il suo ragazzo.
 
“Mi piace anche ‘cosetto’. Del resto sono nomignoli che m’ha dato lui, mi avrebbe anche potuto chiamare ‘stronzo ‘ , sarebbe andato benissimo comunque!” dichiarò l’altro.
 
 “Ok, ora però Andiamo a casa, stronzo!” esclamò Dom.
 
 “Ho detto che Brian avrebbe potuto chiamarmi così, non tu!” protestò Matt.
 
 “Io ti chiamo come maledettamente ti pare... e poi te lo meriti!” ribatté Dom.
 
“Perché, che ho fatto?” si accigliò l’ex-moro.
 
“Non credere che mi sia dimenticato come ti sei divincolato quando ho provato ad abbracciarti, stronzo infame!” rincarò la dose l’ex-biondo, allontanandosi offeso, a passo spedito.
 
Matthew lo rincorse, con un solo obiettivo: farsi perdonare.
 
TBC
 
Ebbene sì, in un certo senso Matt e Dom saranno un po’ i ‘cattivi ‘ di questa storia, che andranno a minare la quiete di quell’altra coppietta ignara … lo ammetto… in fondo, in fondo vado anche un po’ fiera di ‘sta cosa! ;P
 
Ah, per quanto riguarda il colore dei loro capelli… dovete sapere che erano appunti ce  faceano parte di un’assurdissima fiction che ANNI fa la Nai, Liz e io progettavamo… ma che invece non vedrà mai la luce.
Io ho ripreso giusto quella parte, che comunque in quell’altra ff aveva tutto un altro contesto.
Ad ogni modo, ho controllato, plagiare d se stessi non è reato, lol!
 
E in quanto autirce, mi prendo la licenza di continuare a chiamarli ‘ il ragazzo dai capelli blu ‘ ‘ il ragazzo dai capelli arancioni ‘.. altrimenti ci metterei mezza vita ogni volta, lol!
 
E ringrazio Wikipedia, per le notizie sul Niño e la Niña.. ero alla disperata ricerca di n fenomeno atmosferico che interessasse quelle zone!
 
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo (io mi sono divertita parecchio a scriverlo!).
 
 
vi saluto, notte notte a tutte/i.. è di nuovo tardissimo!
 
p.s. Disclaimer: il titolo del capitolo  è preso dalle lyrics di ‘Every Me, Every You ‘ dei Placebo e la frase della canzone a cui ‘sta lavorando questo Matt ‘ è ovviamente presa da ‘Muscle Museum ‘ dei Muse.

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Capitolo 8
*** Capitolo VI: And I’m waiting patiently, and I’ll wait for the sign ***


Buonasera!!
 
Per prima cosa, of course, i ringraziamenti:
 
tesoweeee, vi adooooooooro sempre di +!!!
 
 
Lilla : ahaha, felice ti sia piaciuta quella parte! Nu, nu, Matt è cerbiatto, lol! ^^ ahaha, ma lo sai che non lo so ancora nemmeno io chi vincerà la scommessa? Ormai fanno tutto da soli ‘sti qua ;P
 
Nai: nuu ma fidati, poi proseguirò con ‘Pierrot’ (l’ho lasciata su un punto tristissimo sigh e sob).  Felice che ti piaccia Matt imbranatino e approvi Baby-Blue ^^
 
Lady: felicissima ti sia piaciuta la parte delle tinte ehehe, e ultra felice ti piaccia Brian!! ^^.. ehmm riguardo alla tua richiesta di non farvi aspettare tanto… *si nasconde con vergogna*
 
Lilla Wright: aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaw, cosa dirti se non un infinito graaaazzzieeeeeeeeeee (elevalo all’ennesima potenza!) ? ci son rimasta a leggere il tuo ultra iper chilometrico commento alias l’analisi completa di ‘sta storiella ! Il tuo ragionamento non fa una grinza.. e fa venire un gran mal di testa ahaha, scherzo! Grazie per tutti i quotes, mi hanno fatto un piacere immenso! ^^
 
E ora, la prova inconfutabile che Matt è un cerbiatto :  http://tinypic.com/r/m8jytv/7 < -- è uguale preciso a lui! lol. Se non s’è capito, Brian fa semplicemente da portavoce di questa mia assoluta convinzione! :D
 
Sapete, quando ho detto che non avrei aggiornato prima di Agosto non scherzavo… m’era preso un blocco paura con ‘sta ff (porella, non ha vita facile, continua ad essere abbandonata, ahaha!) , poi invece ho ripreso il quaderno in mano questa settimana e inaspettatamente…
ancora una volta, non ho scritto niente di quello che effettivamente avrei dovuto.
 
Premesso che nella mia (malatissima ) mente i personaggi delle ff mi parlano (su, vi prego, autrici, ditemi che succede anche a voi!) e premesso che con quelli reali non sarei in grado di spiccicare una sillaba, stavo per accingermi a scrivere quello che volevo, quando
 
Matt (sguardo minaccioso): ‘Hey tu, ti rendi conto che nello scorso capitolo m’hai fatto bisticciare con Dom?’
 
io ‘ Sì, ma ora lasciamo implicito che avete fatto pace e.. ‘
 
Dom (sguardo altrettanto minaccioso, mentre è avvinghiato a Matt): ‘Non credo proprio che lo lasceremo implicito!’
 
io: ‘ok, scriverò qualcosina ‘
 
Brian (lunatico e insofferente) ‘ : ‘ Hey, cos’è questa storia? Se lo scricciolo e il suo tirapiedi hanno un momento tutto per loro, allora ne voglio anch’io uno con Stef!’
 
Stef si limita ad annuire, tenendo per mano Brian.
 
io ‘ma no, che palle! I momenti solo con voi sono faticosissimi da scrivere!’
 
Brian ‘Affaracci tuoi, non te l’ho mica chiesto io di scrivere sta storia!’
 
io ‘E’ vero… ok, vedrò di accontentarvi… ‘
 
tutto ciò è per spiegarvi il perché di questo (inutile?) capitolo.
 
Disclaimer : il titolo del capitolo è preso dalle lyrics di ‘Exo Politics ‘ dei Muse.
 
 
Capitolo VI: And I’m waiting patiently, and I’ll wait for the sign
 
 
“Dominic, aspetta!” lo rincorse Matt, raggiungendolo.
 
“Hai almeno la più vaga idea di come mi senta? Non siamo in una situazione di parità, Bells. Io trovo che Stefan sia un figo assurdo, ma nient’altro. Invece per te… con Brian è diverso!” spiegò l’altro.
 
“Lo so, ma cerca di capire… lui è il mio idolo!” si giustificò l’ex moro.
 
“Tu come la prenderesti se fossi io a fare una corte spudorata ad uno dei miei idoli?” domandò l’ex biondo.
 
“Questo non può succedere: Freddie Mercury, Jimi Hendrix, Jim Morrison, Kurt Cobain. Dommie, non è colpa mia se tutti i tuoi idoli sono già morti e sepolti da un pezzo!” gli fece notare Matt.
 
“Va beh, mi restano gli attori, tipo Ben Affleck, Jude Law, Matthew McConaughey o Jonathan Rhys Meyers. Sai che se diventassimo famosi e mi proponessero un festino con uno di loro, anzi no, meglio ancora, tutti assieme, accetterei senza pensarci due volte!” confessò Dom, con un sorriso furbetto.
 
“Uff. Quattro attori contro un solo cantante non è leale!” si lamentò Matthew, alzando gli occhi.
 
“Bells, con te niente è mai leale!” ribatté Dominic.
 
“Ad ogni modo, Dom, ti faccio una solenne promessa: famosi o meno che diventiamo, noi non andremo mai a Hollywood!” spergiurò il suo compagno.
 
“Lo immaginavo!” sbuffò l’altro.
 
“Hey, Dommy, a proposito, lo sai che in un film di Jonathan Rhys Meyers anche Brian ha una particina?” lo informò Matthew, con un sorrisone.
 
“Certo che lo so, lo abbiamo visto insieme quel film , ricordi? Ad ogni modo, possibile che tu debba sempre andare a parare lì?” sollevò gli occhi Dom, indispettito. “E, per la cronaca, in quel film il tuo caro Brian è orrendo!” aggiunse, con una punta di malcelata cattiveria.
 
“Hey!” protestò Matt. “Vabbè, te lo concedo soltanto perché ora sei arrabbiato, ma non t’azzardare mai più a dire una cosa del genere!” gli intimò, per poi calmarsi e guardarlo con altri occhi.
 
“Hey, Dommie, lasciamo perdere Brian e tutto il resto, pensiamo a noi due. Che ne dici se andiamo a casa mia e ti dimostro quanto tu sia più importante dell’ossessione che possa avere per chiunque altro, da semplice fan?” gli propose.
 
“Ci sto. Però andiamo a casa mia.” replicò il suo interlocutore.
 
“E perché?” si accigliò l’altro.
 
“E’ inquietante fare sesso con te, attorniati da tutte quelle foto di Brian!” confessò Dom.
 
“Non è anche una cosa eccitante, in fondo?” gli sussurrò Matt all’orecchio, succhiandoglielo.
 
“Noooooo… è inquietante e bastaaaa!” ribatté Dom, emettendo vari gridolini.
 
“Ne sei sicuro? Pensaci bene. Mi puoi cavalcare selvaggiamente mentre guardi una sua foto e pensare ‘Ok, è te che ha appeso a tutti i suoi muri, ma è me che stringe fra le sue braccia, è me che ama!’” persistette Matt, senza che la sua bocca smettesse anche per un solo istante di dedicare attenzione all’orecchio del suo ragazzo, mentre scaltro faceva scivolare una mano sul cavallo dei suoi jeans neri, attillati, strofinandolo insistentemente.
 
“Awwwnnghhh… oddio, Maaaaaatt! Andiamo dove diavolo vuoi tu, basta che facciamo in fretta, altrimenti finiremo per farlo qui, per strada, adesso!” lo avvisò Dom, abbandonandosi alle sensazioni che il suo amato gli stava regalando.
 
“Mm… qui per strada suona così eccitante… “ sogghignò il ragazzo dai capelli blu, prima di baciare il suo compagno.
 
“Matthew!” esclamò il ragazzo dai capelli arancioni, in tono di supplica disperata.
 
“Ok, ok, andiamo a casa mia!” lo trascinò con sé l’altro, correndo.
 
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“Dio, sìììììììììì! Ora va decisamente meglio!” esclamò, o meglio, quasi urlò, Dominic seduto nudo a cavalcioni di Matt, altrettanto nudo e sdraiato sul letto, collassandogli sulla schiena.
 
“Credo che avrò qualche difficoltà a camminare per le prossime due ore, però sì, è quello che ci voleva!” commentò Matthew, lasciando scendere Dom, prima di tirarlo a sé per un bacio. “Ora però vado un attimo in bagno.” lo avvisò, dandogli un bacetto sul naso, prima di alzarsi dal letto e incamminarsi con un’andatura tutt’altro che disinvolta.
 
Dominic lo osservò compiaciuto, fiero di averlo ridotto in quello stato, e poi si alzò dal letto, infilandosi nuovamente i suoi boxer, mentre fissava uno dei tanti poster di Brian.
 
“E’ inutile che guardi tanto, belloccio! Tu sarai anche il suo idolo, ma io sono il suo vero amore. Non puoi competere!” parlò alla sua immagine, come se lo potesse effettivamente ascoltare.
 
< Matthew aveva ragione: c’è un che di appagante nel fare questo. > sorrise l’ex biondo, prima di raggiungere il suo amato in bagno, dove lo trovò impegnato a sciacquarsi il volto nel lavabo.
 
“Matthew James Bellamy, ora ti insegnerò i benefici vantaggi che puoi trarre da una bella doccia post-sesso!” lo avvisò Dom, con fare da saputello.
 
“Se tu entri a farla con me, ne traggo un benefico vantaggio di sicuro!” gli sorrise seducente il ragazzo dai capelli blu.
 
“Mm… è un invito?” mormorò il ragazzo dai capelli arancioni, avvicinandosi.
 
“No. E’ un ordine!” gli impose l’altro, baciandolo.
 
-------------------------------------------------
 
“Allora, com’è andata?” domandò Chris, accogliendo i due amici nel suo garage, pronti ad iniziare le prove.
 
“Cosa?” finse di non capire Dom, mentre si posizionava alla batteria.
 
“Lo sai meglio di me cosa! vabbè, già per il fatto che siete tornati vivi, direi che è andata abbastanza dignitosamente la vostra avventura.” dedusse il loro amico, infilandosi la tracolla del basso.
 
“E’ andata alla grande! Brian è stato gentilissimo, ci ha fatto accomodare, si è intrattenuto a chiacchierare con noi ed è stato davvero molto disponibile, ci ha invitato a tornare quando vogliamo!” raccontò Matt, mentre era intento ad accordare la sua chitarra.
 
“Sì, e ci ha anche offerto il te coi biscotti, vero? Mattie, perdonami, ma esattamente quand’è che Brian avrebbe fatto tutto quello che hai detto? Se fosse dipeso da lui, saremmo ancora fuori da quel maledetto cancello!” obiettò Dom.
 
“Beh, non è uno sprovveduto e non apre agli estranei. Non gliene puoi fare una colpa.” fece spallucce Matt.
 
“Ma se hai appena detto che… “ borbottò Chris confuso, guardando il chitarrista.
 
“Amico, fatti raccontare le cose dal punto di vista di qualcuno che sa come sono realmente andate!” lo interruppe Dom, mentre si rigirava una bacchetta fra le dita, con gran destrezza.
 
“Quell’acido di Brian ci ha tenuti a distanza di sicurezza, come se fossimo due appestati, e ci ha parlato a malapena.” borbottò Dominic.
 
“Con me ci ha parlato!” puntualizzò Matt, ma Dom preferì ignorarlo.
 
“E poi è arrivato Stef, tutto carino e sorridente, che come prima cosa ha pensato bene di aprirci. Lui sì che è gentile!” proseguì il ragazzo dai capelli arancioni.
 
“Certo. Se essere gentile significa mettersi a fare il cascamorto con te!” borbottò Matt, piuttosto infastidito.
 
“Parla quello che ha fatto gli occhi dolci a Brian per tutto il tempo!” sbottò Dom, altrettanto innervosito.
 
Chris doveva ammettere a se stesso che era piuttosto divertito da quel siparietto.
 
“E, per la cronaca, Matthew, sappi che è stato *Stefan* ad invitarci a tornare!” precisò il batterista.
 
“Vabbè, Brian non l’ha esplicitamente detto, ma sono sicuro che l’ha pensato!” fece spallucce il ragazzo dai capelli blu.
 
“Ok, ragazzi, mi sono fatto un’idea di com’è andata. E ora che vi siete aggiudicati entrambi, in ex equo, la medaglia d’oro in Gelosia, possiamo cominciare a suonare o cosa?” li distolse il bassista.
 
“Uh? Non sapevo che la Gelosia fosse diventata una disciplina olimpica!” commentò Dom.
 
“Un giorno lo diventerà. E vi assicuro che voi due vi fate scenate peggiori di quelle che mi fa Kelly, quando per caso sorrido ad un’altra ragazza!” ridacchiò Chris.
 
“Ah, Chris, lo sai che Brian mi ha chiamato Cerbiatto?” lo informò l’ex moro, con l’aria trasognata.
 
Dubbioso, Chris rivolse lo sguardo verso Dominic, in cerca di conferme.
 
“Purtroppo questo è vero.” alzò gli occhi l’ex biondo, sbuffando.
 
Matt sogghignò. Sapeva esattamente come fargli cambiare umore.
 
“Ok, Chris, hai ragione, cominciamo. Scelgo io da cosa partire e voi mi venite appresso.” propose Matt, cominciando a suonare il riff di ‘Darkshines’ , canzone ormai completata, approvata ed entrata a tutti gli effetti nel repertorio della loro band.
 
Riconoscendola all’istante, Dom si voltò in direzione di Matt, sfoderandogli un sorriso radioso, mentre la mente di entrambi veniva invasa da piacevolissimi ricordi.
 
********************************* (Contemporaneamente)
 
Brian e Stefan se ne stavano distesi, in quella spiaggia che finalmente Brian era riuscito a visitare, impegnati a godersi il sole che inaspettatamente quel pomeriggio sembrava determinato a sovrastare i grigi nuvoloni.
 
“Lo vedi che valeva la pena di venire qui?” domandò retoricamente il frontman, levandosi la t-shirt.
 
“Mm…” mugugnò Stefan, con gli occhi chiusi, lasciando che il sole abbronzasse il suo corpo, coperto soltanto dai boxer.
 
“Pare che non ci sia nessuno nei paraggi, ne dovremmo approfittare.” suggerì il cantante, percorrendo con un dito il petto del suo ragazzo, per poi sostituire al dito la sua bocca, tracciandogli di baci la pelle esposta.
 
“Brian, da bravo, qualcuno potrebbe arrivare da un momento all’altro.” cercò di farlo desistere il bassista.
 
“Meglio. E’ più intrigante così, non credi?” ridacchiò Brian, mettendosi a cavalcioni sopra di lui e mettendo alla prova la sua intenzione di resistere.
 
“No, è solo stupido e imprudente. E se passa un paparazzo? Alex ci fa un culo così se diamo spettacolo un’altra volta!” gli ricordò Stef, mentre il suo corpo gli stava lanciando tutto un altro genere di messaggio.
 
“Un paparazzo? Qui?! Nel mezzo di niente?” rise il frontman, baciandolo e rotolando nella sabbia con lui.
 
Nel giro di qualche minuto, anche i pantaloni di Brian erano finiti gettati sulla sabbia, spiegazzati, mentre i due amanti cominciavano a darsi da fare più seriamente.
 
Per loro fortuna, non arrivò nessun paparazzo a importunarli, ma ci pensò il cellulare di Stefan, che iniziò a suonare incessantemente, deciso a non arrendersi finché non avesse ricevuto una risposta.
 
“Chi osa rompere i coglioni in un momento così importante?” sbottò Brian, separandosi dall’amato.
 
“E’ Alex!” lo informò Stef, passandogli il telefono.
 
Brian rispose al decimo squillo, pronto a subirsi una solenne ramanzina.
 
“Sì, dimmi, Alex.” esclamò, sforzandosi di mantenere un tono calmo.
 
“Te ne dico sì! E non sai quante te ne ho dette prima. Chi cazzo ti ha autorizzato a spegnere il tuo cellulare?” sfuriò la manager.
 
“Volevo starmene un po’ per conto mio.” si giustificò Brian.
 
“Scordatelo, è inammissibile. Chi firma un patto col diavolo rinuncia per sempre alla sua anima, ma chi firma un patto con me rinuncia per sempre alla sua privacy!” ribatté Alex.
 
“Ma io con te non ho firmato nessun patto, solo un contratto.” replicò il cantante, un po’ spaventato.
 
“Fa lo stesso!” asserì Alex, risoluta. “Meno male che Stef è un po’ la tua ombra e soprattutto è più coscienzioso di te. Lui il telefono lo tiene sempre acceso.” proseguì.
 
“Ma certo, il cocchino della maestra deve essere sempre irreprensibile!” borbottò Brian, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Stef, che stava sentendo tutto grazie al vivavoce.
 
“Non sono il cocchino di nessuno io!” protestò lo Svedese.
 
“Sei il mio.” sogghignò Brian, facendogli l’occhiolino e vedendolo arrossire.
 
“Hey, voi due avete finito di amoreggiare?” li richiamò la donna.
 
“Scusa.” dissero i due ragazzi, in coro.
 
“Allora, Alex, si può sapere perché ci hai scoccia… voglio dire, chiamato?” domandò Brian.
 
“Per accertarmi delle tue condizioni psichiche. Allora, come va, soffri ancora di attacchi isterici?” si interessò lei.
 
“Sta’ tranquilla, non ho più avuto niente del genere, chiedi a Stef se non ci credi!” affermò il frontman, passandole il bassista.
 
“E’ vero, già ieri, coi fan, Brian è stato impeccabile. Per non parlare di stamattina… due ragazzini hanno scoperto dove abitiamo adesso e si sono appostati sotto casa. “ cominciò a raccontarle Stefan.
 
“Dannazione, sanno dove abitate? Hanno già diffuso la notizia? Avete bisogno di trovare un’altra sistemazione?” si allarmò Alex.
 
“Sta’ calma, Alex, è molto meno grave di quel che pensi. E no, non credo abbiano sparso la voce, altrimenti a quest’ora saremmo sommersi di fan.” spiegò Brian.
 
“Già. Come ti stavo dicendo, si sono appostati e Brian è uscito per primo, intrattenendosi a parlare con loro, ma, fidati, non ha fatto nessuna scenata del tipo ‘Come osate invadere la mia proprietà? Ora vi faccio arrestare! ‘ o cose del genere, non ha nemmeno preso la mazza da baseball! Poi sono uscito anch’io e li ho fatti entrare, visto che Brian li teneva dall’altra parte del cancello.” le comunicò il bassista.
 
“La prudenza non è mai troppa!” si giustificò il frontman.
 
“Hai fatto bene, Bri. Tu invece sei un incosciente, Stef!” commentò la manager, con un aspro tono di rimprovero nell’ultima parte.
 
“Pare che il cocchino della maestra abbia perso punti.” ghignò perfidamente Brian.
 
“Piantala con quella dannata storia!” sbottò Stef. “Quanto a te, Alex, guarda che non è successo nulla, sono comunque rimasti fuori dalla casa e abbiamo continuato a chiacchierare,tranquillamente. Niente comportamenti troppo fanatici, solo molta emozione da parte del ragazzo che aveva occhi solo per Brian!” spiegò Stef, un po’ scocciato nel dare quell’ultima notizia.
 
< E che occhi! > pensò Brian. < Devo ammettere che un po’ mi manca anche quel suo sproloquiare senza senso. Forse Stef non ha fatto poi così male a dir loro che possono tornare quando vogliono. > meditò il bel moro.
 
“Comunque, davvero, non hai nulla da temere, sono due bravi ragazzi. Simpatici, a modo, educati. “ ribadì Stef.
 
< Ok, uno dei due è anche pericolosamente bello… ma questi sono dettagli irrilevanti! > rifletté lo Svedese. < Spero che accetti il mio invito a tornare, magari anche senza quello sgorbietto blu alle calcagna! > pensò fra sé e sé.
 
“Vi è andata bene per stavolta, ma non dovreste avvicinare chiunque con così tanta facilità.” si raccomandò Alex.
 
“Ci staremo più attenti.” promise Brian.
 
“Bene. Ad ogni modo, Bri, è un traguardo importante che tu sia riuscito ad attorniarti di gente, senza dare in escandescenze, fai progressi a vista d’occhio.” si complimentò lei. “Perfetto. Quindi, io e Steve possiamo anche tornarcene a Londra e lasciarti qui a proseguire la terapia.” aggiunse.
 
“Ve ne andate?” domandò Brian.
 
“Sì, giusto il tempo di sbrigare un paio di cosette e lasciare qualche dichiarazione, ma torneremo, tra una, massimo due settimane. Anzi, sai che ti dico? Si potrebbe affittare una bella sala prove lì nei dintorni  e farvi suonare un po’. “ propose la donna. “Per lo più, ci sarebbe da insistere sulle nuove canzoni, c’è ancora qualcosa da perfezionare.” aggiunse.
 
“Ottimo. Lo sai che sono sempre bendisposto a suonare. Qui mi sono portato solo un paio di chitarre e un pianoforte e ogni tanto faccio qualche jam-session con Stef, ma col gruppo al completo è tutta un’altra cosa!” sorrise il cantante.
 
“Allora, fa’ buon viaggio, Alex, e salutaci Steve. Ci vediamo tra due settimane!” la salutò Stefan, riattaccando.
 
“Ma bene. E così pare che il sottoscritto non ti basti più. Tanto vale che mi aggreghi a Steve e Alex.” commentò Stefan, facendo il finto permaloso, mentre raccoglieva le sue cose.
 
“Vieni qui, che ti mostro almeno duecentoquarantacinque motivi per cui devi restare!” lo tirò a sé Brian, dandogli un bacio impetuoso.
 
Il primo motivo si rivelò già più che convincente.
 
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“Su, forza, Matteh, alzati!” esclamò Dominic, scuotendo il suo ragazzo in un modo che non si poteva certo definire gentile.
 
Matthew aprì un occhio, poi l’altro, blaterò qualcosa di inintelligibile, senza nemmeno preoccuparsi di scoprire chi si era azzardato a disturbare il suo sonno, e si girò dall’altro lato, seppellendo la testa sotto il cuscino.
 
Dominic lo afferrò per i pantaloni del suo pigiama rosso, tirandolo.
 
“Non ci provare nemmeno, Bells, ho detto che è ora di alzarsi!” insistette, tirandogli via il cuscino e rigirandolo a pancia in su.
 
“Che succede? E’ la fine del mondo e tu sei il demone che mi tormenterà per l’eternità?” brontolò Matt, con gli occhi chiusi.
 
“No, sono solo io, Dominic.” l’ex biondo ridacchiò.
 
Matt spalancò gli occhi, accertandosi che fosse proprio lui e poi si voltò a guardare la sua radiosveglia.
 
“Dannazione, Dom! Che cacchio ci fai qui alle 5:30 del mattino?” sbottò Matthew, stropicciandosi la faccia.
 
L’altro non poté resistere a quella visione così teneramente infantile e lo baciò con bramosia.
 
“No, così non vale, non sono ancora completamente sveglio!” protestò l’ex moro, allontanandolo da sé. “Ma soprattutto sono ancora incazzato!” aggiunse.
 
“Beh, non più di qualche settimana fa, tu hai fatto la stessa cosa con me. Ora i ruoli si sono invertiti. Visto? Non è affatto piacevole come sensazione!” sogghignò il batterista.
 
“Per niente!” sbottò il ragazzo dai capelli blu. “Ma come sei entrato? Al contrario di te, io la finestra la chiudo quando dormo!” puntualizzò.
 
“Già. ma è anche vero che voi Bellamy non vi distinguete certo per originalità nei nascondigli segreti. Voglio dire, le chiavi di scorta, sotto il vaso, all’entrata? E’ un classico!” sghignazzò Dom, mostrandogli trionfante il mazzetto di chiavi.
 
“E’ nonna che insiste a metterle lì. Io gliel’ho detto che è troppo prevedibile!” contestò Matt.“Ma il motivo di questo raid almeno me lo vuoi dire?”
 
“Mi sembra ovvio. Andiamo alla spiaggia a perlustrare la zona. Come speri che conquistiamo Stef e Brian se prima non conosciamo le loro abitudini?” spiegò Dom.
 
“Tu sei pazzo!” borbottò Matt, mentre si alzava dal letto molto faticosamente, centellinando ogni gesto.
 
“Chi va con lo zoppo impara a zoppicare.” ribatté l’altro, aprendo l’armadio e scegliendogli i vestiti. “Caro il mio zoppo, vedi di non metterci molto. Siamo già in ritardo. Ricordati che abbiamo una missione!” aggiunse, perentorio.
 
Matt si cambiò a tempo record, pronto ad incamminarsi con il suo ragazzo.
 
“La sto già odiando questa missione!” brontolò, mentre uscivano.
 
TBC
 
Come sempre, liberi di dirmi ciò che più vi aggrada... accetto anche insulti! ^^
 
E, per chi la segue,  col favore delle tenebre (lol), di là, aggiornerò anche ‘Just a little bit ‘
 
Alla prossima!!

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Capitolo 9
*** Capitolo VII: It's the perfect place to start ***


Ehmm ebbene sì, sono tornata.
 
Però.. suvvia, a mia discolpa posso dirvi che è  un capitolo lungo lungo lungo e deeeeeeenso di cose, che spero mi faccia perdonare per l’assenza… ma voi non avete idea della crisi assurda in cui ero entrata con questa storia, ero a tanto così dall’abbandonarla, poi ci ho pensato su meglio e ho cambiato idea.
 
A rilento, ma la continuerò e un giorno (per ora lontano) leggerete ‘FINE ‘
 
Detto questo, ci terrei a chiarire un punto:
- A tutte le Mollamy (uff, detesto ‘sta parola) all’ascolto, vi avviso già, non fatevi troppe illusioni , perché questa FF altro non è che una BellDom travestita … una BellDom che fa i conti con le gelosie e *tossisce * i tradimenti *tossisce * … quindi i momenti fra Matt/Bri e di conseguenza Dom/Stef ci saranno ma… non sperateci troppo, tutto qui!
 
-E sempre a questo proposito , considerando che se dovessi mettere su un piatto di una bilancia le scene di Matt, Dom (e quando c’è pure Chris ) che ci sono in questa storia e sull’altro piatto le scene di Bri, Stef (e quando c’è pure Steve) … il peso del primo piatto sarebbe spudoratamente maggiore… mi chiedevo… preferite che sposti questa FF nella sezione Muse o posso lasciarla qui?
 
Non vorrei mai infastidire qualcuno.
 
Ok, detto questo.. grazieeeeeeeeeeeeeeeeee infinitissime alle Lille (ahah , che buffo dire così, cmq poi vi ringrazio pwopewly) .
 
Ma grazie anche a tutte le lettrici che si sono dileguate (Nai, non dico a te, tesowa, lo so che sei immersa negli scatoloni *abbraccia*) e… è un po’ un paradosso ma, anche se controvoglia, ringrazio anche tutte quelle che leggono senza mai dirmi manco mezza parola… che dire? Almeno leggete.
 
Quindi, per chi sta resistendo, ecco il capitolo:
 
 
Disclaimer : il titolo del capitolo è preso dalle lyrics di ‘Brightlights ‘ dei Placebo
 
Capitolo VII : It’s the perfect place to start
 
“Pare che per ora sia tutto tranquillo.” commentò Dominic, dall’alto dell’albero sul quale si era arrampicato con Matthew, su un ramo che dava direttamente sulla villetta di Brian e Stefan, a pochi passi dalla finestra di quella che aveva ogni probabilità di essere la loro camera da letto.
 
“Scusa, ma di preciso cos’è che ti aspettavi? Che fossero nel bel mezzo di un party? Cristo santo, Dom, sono le sei di mattina!” brontolò Matt, stando ben attento a non gesticolare troppo per non sbilanciarsi.
 
“Gli artisti sono degli estrosi. Se mai diventassimo famosi noi, sono certo che io potrei far festa ininterrottamente dal tramonto fino alle otto del mattino!” dichiarò Dom.
 
“Beh, se stanno ancora festeggiando, hanno un modo di farlo molto silenzioso!” commentò spiritosamente Matthew. “Che facciamo? Torniamo a casa?” gli propose subito dopo, con un grosso sbadiglio.
 
“Niente affatto. Che sentinelle saremmo, scusa?” protestò l’ex-biondo, per poi avvicinarsi al compagno. “E poi guarda anche i lati positivi,” mormorò, accarezzandogli i capelli blu. “Non lo cogli il romanticismo di tutto ciò? Tu ed io, soli, soletti, in questa notte stellata.”
 
“Tanto per cominciare, la notte stellata è già bell’è che andata, ormai è l’alba e in ogni caso non era nemmeno stellata, solo molto nuvolosa, potrebbe piovere da un momento all’altro e noi non abbiamo neanche un ombrello. Sono mezzo divorato dalle zanzare, questo coso su cui sono seduto sopra non mi da l’idea di essere molto solido e… non ti dico dove mi sono andate a finire certe schegge!” sproloquiò l’ex-moro, a velocità non propriamente umana, così come non era propriamente umana la capacità di Dom di comprenderlo.
 
“Tu sei un dannatissimo killer assoldato per uccidere il romanticismo!” alzò gli occhi il bel ragazzo dai capelli arancioni, incrociando le braccia al petto, senza alcuna paura di perdere l’equilibrio.
 
“E dài, scherzavo. Se non facciamo nessun movimento inconsulto, qualcosa possiamo fare.” propose Matt, scostandogli una ciocca arancione dal suo bel volto imbronciato, posando le labbra sulle sue.
 
Dominic rispose prontamente a quel bacio, sorridendogli e avvolgendo entrambe le braccia attorno al collo, tirandolo più a sé tenendosi saldamente al ramo, stringendo le cosce.
 
“Questo è stato un movimento inconsulto?” gli domandò, con finta ingenuità.
 
“No, è stato solo un movimento tanto, tanto, tanto bello.” sorrise il ragazzo dai capelli blu, imitando le azioni dell’amato per reggersi più saldamente al ramo, per poi tornare a baciarlo, cingendogli i fianchi.
 
 
Andarono tranquillamente avanti così, separandosi all’incirca venti minuti dopo.
 
“Wow, Dommie, mi fai quasi dimenticare perché siamo qui!” commentò Matthew, appagato, passandosi la lingua sulle labbra, un po’ indolenzite.
 
“Sì, bacio bene, lo so, ma non sei niente male nemmeno tu,” fece spallucce l’altro, tamponandosi le labbra con le dita, per lenirle.
 
“Se non fossimo su questo dannato ramo, appurerei con te un’altra delle cose che tu sai fare benissimo!” ringhiò sensuale l’altro.
 
“Non tentarmi!” ridacchiò Dominic.
 
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Un quarto d’ora più tardi, sentendo dei rumori sospetti, i due amanti rivolsero la loro totale attenzione alla casa vedendo uscire Stefan, in tenuta sportiva, pantaloncini e T-shirt.
 
“Vedi com’è mattiniero lui? Sta andando a fare jogging in spiaggia.” dedusse Dom. “Non è male come idea quasi, quasi seguo il suo esempio.” aggiunse, in procinto di scendere dall’albero, ma Matt la pensava diversamente.
 
“Fermo lì, dove credi di andare?” lo tenne per le spalle. “Oggi siamo qui solo nel ruolo di sentinelle, domani entriamo nel vivo dell’azione. Perciò, caro il mio bel Signorino, starai qui ad aspettare con me che anche Brian dia un qualche segno di vita!” lo obbligò.
 
Dom acconsentì, sbuffando.
 
“Perché ho come la vaga impressione che con Brian ci vorrà più tempo?”
 
“Hai ragione, ma vedrai che un modo per ingannare il tempo lo troviamo.” assicura Matt.
 
“Io un’idea ce l’avrei…”
 
“Dom, non so se è il caso. E’ pericoloso, ci potrebbe vedere qualcuno, ma cosa più importante rischiamo di farci male seriamente…” tentennò Matt, riluttante.
 
Dominic scoppiò a ridere.
 
“No, ma che hai capito? Matteh, ti amo e tutto, ma non farei mai l’amore con te qui, su un ramo da cui potremmo cadere da un momento all’altro!” protestò l’ex-biondo, prendendo lo zaino che aveva quasi sempre con sé. “*Questo* è il modo per ingannare il tempo che intendevo!” chiarì, estraendo un paio di riviste di enigmistica, un quaderno per fare dei classici giochi con biro e foglio di carta e un mazzo di carte.
 
“Ingegnoso, dài, mio adorato piccolo Eta Beta, passami un cruciverba.”lo esortò il ragazzo dai capelli blu.
 
“Hey! A parte che io sono indiscutibilmente più bello di quel mostriciattolo di Eta Beta, lui le cose non le estrae dal suo zaino, ma dal suo grembo.” puntualizzò il suo ragazzo, passandogli quanto da lui richiesto.
 
“Beh, dal tuo grembo puoi estrarre anche tu qualcosa che è sicuramente di mio interesse!” sghignazzò malizioso Matthew, mentre sfogliava la rivista, con un sorrisetto beffardo.
 
“Porco!” arrossì Dom, intento a risolvere un rebus.
 
“Pudico!” ribatté l’altro.
 
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“ ‘Una delle rock band più popolari nel mondo ’. Ha solo due lettere la prima è una U… US!” pensò ad alta voce Matt, scrivendo la definizione.
 
“A parte che semmai sarebbe ‘WE’… accidenti, Matt, siamo un tantino megalomani, eh? Voglio dire, certo che sarebbe la risposta giusta, se solo qualcuno ci conoscesse!” ridacchiò Dom.
 
“Ma sì, quelli sono dettagli!” fece spallucce l’ex-moro.
 
“Credo che la definizione corretta sia ‘U2’ sostenne il biondo.
 
“Lo so, ma non la cambio comunque!” s’intestardì l’altro, ridendo e facendo ridere anche il compagno.
 
“A proposito, ci dobbiamo comprare i biglietti per il loro concerto.” gli ricordò Dominic.
 
“Giusto. Per ora ci limitiamo al mero ruolo di spettatori, ma, fidati, un giorno vedrai che suoneremo con loro, insieme sullo stesso palco.” sognò ad occhi aperti il cantante.
 
“Certo, certo, Matt, sei sempre il solito esagerato!” ridacchiò Dom, scettico, prima di spostare lo sguardo e accorgersi di qualcosa.
 
“Oddio, è lui! E’ tornato!” esclamò , indicando in lontananza Stefan che percorreva il sentiero sabbioso che lo conduceva sul vialetto di casa, per poi entrare e chiudere la porta.
 
“Perfetto. Fuori uno. E sono le otto di mattina. Ora vediamo di scoprire come sono le abitudini del suo bellissimo ragazzo.” asserì Matt, accarezzandosi il mento.
 
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“Acqua!” rispose Matt, quasi ridendo... no, senza il quasi, rise per davvero, spudoratamente in faccia al suo esasperato migliore amico.
 
“No, io ci rinuncio!” sbuffò Dom, quasi adirato… no, senza il quasi, aveva le palle girate per davvero.
Lui non poteva sopportare l’idea di perdere.
 
“Non è possibile, stai barando. mi hai affondato quasi tutte le mie navi e io non sono ancora riuscito nemmeno a trovartene una da un punto!” borbottò.
 
“Ti assicuro che non ho barato, sei tu che non cerchi bene. Tocca a me.” ghignò Matt, concentrandosi. “D8.”
 
Dominic lo guardò quasi coi lacrimoni agli occhi.
 
“Devo proprio rispondere?”
 
“Sì, devi!” ribadì implacabile Matt.
 
“Maledettamente colpita e maledettamente affondata. Era l’ultima da un punto che avevo, dannazione! Ora mi rimane solo quella più grande.” mugolò, depennando la nave dal foglio.
 
“Non per molto. Sta’ pure certo che la troverò.” asserì perfidamente l’ex-moro.
 
“Sai che ti dico? Che alla fine è anche giusto che io stia perdendo.” esclamò l’ex-biondo.
 
“Uh?” lo guardò confuso l’altro.
 
“E’ risaputo. Sfortunato al gioco, fortunato in amore.” gli sorrise languido il ragazzo dai capelli arancioni.
 
Per Matt fu impossibile resistere a quel sorriso.
 
“Dannazione, questo è un colpo basso. Allora non dovrei vincere nemmeno io.” mormorò lui, baciandolo.
 
Mentre si baciavano, reggendosi saldamente al ramo, Dom fece scorrere una mano sul volto di Matt, per poi accarezzargli il lato sinistro del collo, il petto, lo stomaco, intrappolati sotto la maglietta variopinta e la felpa. Proseguì l’esplorazione, fino ad arrivare alla sua mano.
Ne accarezzò ogni dito e non appena sentì le sue dita distendersi e allentare la presa, gli strappò di mano il foglio.
 
“Oh, ma che peccato! Non abbiamo concluso la partita. E’ da considerarsi non valida!” ghignò maligno, facendo il foglio di Matt a brandelli e appallottolando il suo.
 
“Hey! Allora  la tua era tutta una tattica!” sbottò il chitarrista.
 
“Certo che sì, e ha funzionato divinamente!” replicò il batterista, guardandosi le unghie con malcelata fierezza.
 
“Piccolo imbroglione, manipolatore di menti!” borbottò Matthew tra sé e sé.
 
“Hey,  prima di vendicarti spietatamente su di me, da’ un’occhiata alla finestra.” annunciò Dom.
 
Matthew seguì la direzione dell’indice puntato del compagno e notò la finestra aperta, con le griglie separate e in penombra la minuta figura di un ragazzo che si stiracchiava pigramente, prima che sopraggiungesse una figura decisamente più prominente, che lo abbracciava.
 
Per niente demoralizzato, Matt guardò il suo orologio.
 
“Le 10:30 passate. Bene, è un orario che mi piace assai.” ridacchiò.
 
“Perfetto, allora possiamo smetterla di fare le vedette!” propose Dom, scendendo dall’albero, a breve seguito da Matt. “Ma da domani il gioco comincia!”  aggiunse.
 
“Che vinca il migliore, amore!” sussurrò Matthew, scompigliando i vistosi capelli  del suo ragazzo.
 
“E riguardo a stamattina che si fa?” domandò con finta indifferenza l’ex biondo.
 
“Potremmo andare a casa tua, così finisco di… *affondarti la flotta *.” mormorò sensuale l’ex moro, passandogli le dita sulle labbra, accarezzandole e tracciandone il contorno.
 
“Alludi al sesso?” domandò Dominic, baciando le sue dita.
 
“Io alludo sempre al sesso!” ridacchiò il cantante, dandogli un bacio tanto breve quanto intenso.
 
“Mi piace questo di te. Però dobbiamo fare una cosa veloce. A pranzo mi vedo con Paula.” lo avvisò il batterista.
 
“Mi sta bene, tanto anch’io devo uscire con Thyna.” ribatté il ragazzo dai capelli blu, allontanandosi con lui.
 
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Come ogni mattina, di buon’ora, Stefan uscì di casa, pronto a farsi una bella corsetta lungo la riva, apprezzando la quiete che quell’orario ogni giorno puntualmente gli donava.
 
Tuttavia, mentre si avvicinava alla spiaggia, già in lontananza si accorse di qualcuno che aveva avuto la sua stessa idea, qualcuno con dei capelli molto vistosi, che potevano appartenere a un’unica persona di sua conoscenza.. o semi-conoscenza.
 
< Oddio, è lui! Però così la potrei anche approfondire di più questa conoscenza… > pensò, stupendosi da solo per quel proposito, non capendo perché le sue gambe avessero accelerato il passo per poi sfociare in una corsa vera e propria, per raggiungerlo.
 
“Dominic!” esclamò, fermandosi per riprendere fiato.
 
Con tutta la nonchalance possibile, l’interpellato si voltò nella direzione della voce che l’aveva chiamato.
 
“Stefan! Anche tu qui?” esclamò, con un tono e uno sguardo sorpreso, degni del migliore attore candidato al premio Oscar.
 
“Io vengo sempre qui. Cioè.. ci vengo da quando abbiamo preso casa qui.” spiegò lo Svedese.
 
“Ci vengo spesso anch’io, ma.. sai com’è, nelle ultime settimane Matthew mi ha tenuto piuttosto occupato .. se capisci cosa intendo!” commentò allusivo Dom, con una risatina di circostanza.
 
“Sì, sì, lo capisco,” borbottò Stefan, non riuscendo a capire perché il pensiero di quei due insieme lo disturbasse tanto. “Ma adesso Matthew non c’è… “ osservò subito dopo.
 
“No, sai com’è lui non ama granché fare sana attività sportiva all’aria aperta, ce lo devo trascinare a forza. Immagino che anche Brian non vada pazzo per il jogging, vero?” domandò il biondo, stiracchiandosi, di modo che la sua T-shirt grigio chiaro, opportunamente arricciata, si sollevasse, mostrando una striscia di pelle liscia ed abbronzata, che catturò subito l’attenzione del bel bassista.
 
“Uh? Sì,  esatto, Brian è un pigrone di prima categoria, quando non siamo in tour, se dipendesse da lui andrebbe in letargo!” ridacchiò Stefan, prima di essere assalito da un’idea. “Beh, visto che ormai siamo qui, ti andrebbe se ci facessimo una corsetta noi due?”
 
< Il mio piano procede a meraviglia. Passiamo alla prossima mossa. > si disse il bel batterista.
 
“Certo che mi va. Aspetta, prima mi sistemo meglio le scarpe.” e così dicendo si chinò, facendo avere al suo ospite un’ampia panoramica dei suoi glutei sodi, che sembravano scolpiti nella roccia, intrappolati dentro i suoi pantaloncini neri, così attillati da sembrare una seconda pelle.
 
Rialzatosi , si girò verso Stefan, rimasto un po’ inebetito da quella visione.
 
< Ottimo! > sogghignò l’ex biondo, prima di lanciarsi nella corsa insieme a lui.
 
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“Wow, ci voleva proprio!” esclamò Stefan, al rientro, circa un’ora e mezza dopo, raggiungendo le docce messe a disposizione dalla spiaggia.
 
Si tolse la maglietta, con l’intento di darsi una bella rinfrescata.
 
“Però! Dovresti farlo più spesso!” commentò Dominic con un cenno di approvazione, prima di imitare le sue azioni.
 
< Dannazione a lui, c’è una parte del suo corpo che non sembri quella di un dio greco? > si domandò Stefan, frustrato.
 
Purtroppo per lui, sotto il getto della doccia Dominic divenne ancora più irresistibile, così tanto che Stefan dovette regolare il rubinetto della sua doccia su fredda, freddissima, ghiacciata.
 
“Propongo di asciugarci al sole e poi dopo non ci starebbe male nemmeno una passeggiata!” suggerì Dom.
 
“Approvo su tutti i fronti.” annuì Stef, sedendosi su uno scoglio con lui.
 
“Sei una compagnia piacevole, Dominic, e sai perché? Perché tu non ti comporti da fan,” ammise il musicista famoso, in vena di chiacchiere.
 
Non che non ce ne fossero state di chiacchiere in precedenza, solo più a livello generale.
 
“E’ presto detto, io non sono un tuo fan. Voglio dire, sì, mi piacciono le vostre canzoni e vi ammiro come musicisti, ma non tappezzo i miei muri di tue foto, non grido il tuo nome ai concerti, non rischio di svenire quando ti vedo… quello è Matt con Brian!” rise Dom. “Io cerco di gestire il tutto a un livello un po’ più maturo. Non ti vedo come un idolo, ma solo come un ragazzo piacevole ed interessante, con il quale è bello passare del tempo.” gli sorrise il batterista.
 
“Solo che non capisco… tu e Matt non state insieme?” gli domandò Stefan, un po’ confuso.
 
“Sì. E allora? Amo Matthew sopra ogni cosa e lui ama me allo stesso modo,  ma non ci poniamo vincoli di nessun genere e le cose fra noi funzionano a meraviglia.” fece spallucce l’altro. “Ad ogni modo, tu ed io non stiamo facendo nulla di proibito. Stiamo solo passando un po’ di tempo insieme e pare che ci troviamo bene l’uno con l’altro.” aggiunse.
 
“Sì, lo credo anch’io. Il punto è che io sto con Brian!” protestò Stef.
 
“Non qui. Non ora.” gli fece notare Dom.
 
“E va bene. Ti concedo giusto una passeggiatina, anche perché non ne posso già più di far la lucertola al sole, ma dopo devo tornare!” sentenziò l’altro, alzandosi con lui.
 
“Cos’è , hai il coprifuoco?” ridacchiò Dom. “Oh, andiamo, esistono i telefoni, chiama Brian e digli che farai un po’ più tardi.. credo che sopravvivrà una mezza giornata senza di te!”
 
< Anche perché credo proprio che avrà a che fare con qualcuno di mia conoscenza. > pensò, con un ghigno furbetto.
 
“Ma io non so se… “
 
“ E dài, Stef! Dopo una passeggiata non puoi dire di no a un bell’aperitivo, conosco un posto non troppo affollato dove fanno drink da favola… “ persistette Dom.
 
Stefan gli sorrise, perdendosi bell’indefinito colore dei suoi occhi in cui al momento sembrava prevalere il nocciola.
 
“Cos’è? Vai direttamente a lezione da Satana per essere un così bravo tentatore?” si arrese.
 
“Faccio solo del mio meglio. Allora è sì?”
 
Stefan annuì.
 
“Ottimo. E chissà mai che quell’aperitivo non diventi un pranzo…” insinuò l’ex biondo.
 
“Ora stai esagerando.” lo mise in guardia lo Svedese.
 
“Però non hai detto di no.” sogghignò Dom.
 
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Verso le 10:30 Brian riaprì gli occhi, stendendo il braccio verso il lato opposto, senza trovare ciò, o meglio chi bramava.
 
“Non è ancora tornato!” pensò ad alta voce, scocciato, prima di concedersi una fresca e sbrigativa doccia.
 
Circa un quarto d’ora dopo, mentre finiva di fare colazione, qualcuno suonò il campanello.
 
“Se sei il postino, ti avviso che non è giornata e che ho sempre la mia mazza da baseball a portata di mano!” urlò Brian, uscendo dalla porta e andando verso il cancello, senza guardare avanti a sé, ma non appena lo fece, venne travolto da due piccoli cieli limpidi e scintillanti ai quali si stava abituando.
 
“Non sono il postino, vuoi picchiare anche me?” domandò timidamente Matthew, torturandosi la maglietta blu che indossava.
 
Brian sorrise.
 
“No, non so perché, ma nonostante io abbia frequenti attacchi isterici, tu sembri il solo in grado di calmarmi, non lo so, forse è per tutto quel colore rilassante che ti circonda, Baby Blue.” mormorò.
 
“Lusingato di farti questo effetto.” sorrise l’ex moro.
 
“Allora, vuoi entrare?” lo invitò il moro, permeato da un insolito senso di ospitalità.
 
“No, ma… vorrei che uscissi tu!” azzardò il ragazzo dai capelli blu.
 
“Come scusa?” lo guardò stranito il frontman famoso.
 
“Intendevo dire… verresti a casa mia? C’è una cosa che ci terrei tanto a farti vedere.” spiegò l’altro.
 
“Scusa, cosetto, ma tu davvero credi che io vada così liberamente a casa dei miei fan?” gli fece notare Brian, un po’ stizzito.
 
“No, non tutti. Solo quelli che su di te hanno un effetto calmante e sanno chiedertelo così amabilmente da renderti impossibile dir loro di no!” ribatté l’altro.
 
Brian si ritrovò a sorridere per la seconda volta.
 
“Ovvio, se Stefan è d’accordo.” aggiunse Matt, con falsa ingenuità, dato che era fin troppo consapevole di star toccando il tasto giusto.
 
“Ti informo che il caro Stefan s’è dileguato chissà dove, senza farsi troppi problemi, quindi non vedo perché me ne dovrei fare io. Anzi, sai che ti dico? Ero proprio alla ricerca di un diversivo. E sia, andiamo a casa tua!” acconsentì la rockstar. “Un momento, chi mi assicura che non sei uno psicopatico che vuole uccidermi?”
 
“Abito in un quartiere molto affollato, quindi se mi vedi azionare una sega elettrica basta che urli e verranno frotte di persone in tuo soccorso!” assicurò Matt, facendolo ridere.
 
“Okay, lo trovo rassicurante. Allora, dov’è la tua macchina?”
 
Matthew sussultò.
 
“Ehm… niente macchina, mi dispiace, ce la dobbiamo fare a piedi. Vedila così, è salutare, la natura ti è riconoscente perché non inquini e in più conosco una scorciatoia segreta che offre una splendida vista della città. “ rispose Matt, rivolgendogli due occhioni da cucciolo bastonato. “Allora, ti ho convinto?”
 
“Non c’è che dire, cosetto, tu hai la stoffa dell’incantatore di folle !”
 
“E' un sì?” domandò speranzoso Matt.
 
“E' un sì. Fammi strada.” rispose l’altro, chiudendo il cancello.
 
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Non appena arrivarono, Matt aprì la porta principale e Brian lo seguì a breve distanza. Venne loro incontro una donna anziana, dal sorriso gentile.
 
“Matthew, tesoro, Dominic non è con te, oggi?”
 
“No, nonna, lui ha altro da fare.” spiegò frettolosamente Matt.
 
“Questo è un tuo nuovo amico, allora.”
 
“Sì, diciamo così… “
 
“Che bel ragazzo! Però non ti ho mai visto, eri a scuola con il mio Matty?”
 
“No, Signora, non è a scuola che l’ho incontrato.” le sorrise Brian, un po’ imbarazzato. “Mi chiamo Brian, piacere di conoscerla.” aggiunse, con impeccabile aplomb.
 
“Matt ha talmente tante amicizie che mi fa perdere il conto.” commentò la donna, recandosi in cucina.
 
Fece ritorno, fermando Matt sulle scale, intento a portar Brian nella sua stanza.
 
“Brian, caro, ti va un po’ di aranciata coi biscotti? Li ho appena fatti!” sorrise la donna, porgendogli il vassoio.
 
“No, nonna, che fai? Guarda che lui è una rockstar di fama internazionale!” la avvertì Matt.
 
“E allora? Guarda che anche alle rockstar di fama internazionale piacciono aranciata e biscotti!” replicò Brian, accettando di buon grado quell’offerta, prendendo un bicchiere e un paio di biscotti.
 
“Sono ottimi, Signora, complimenti!” proferì a bocca piena.
 
“Mi fa piacere, vi lascio alle vostre faccende.” sorrise la donna.
 
Matt gli fece strada e non appena spinse la maniglia della sua stanza, aprendo la porta, Brian si guardò attorno, esterrefatto.
 
“Ragazzo mio, tu sei fissato!” commentò.
 
In effetti, ovunque posasse lo sguardo , alto, basso, destra, sinistra, non vedeva altro che sue foto o in minor numero dei Placebo in generale.
 
C’erano poster e ritagli di foto ovunque, tranne che sul comodino, vicino al letto. Lì c’erano due cornici, una più grande, rettangolare, classica, con una foto di Matt e Dom intenti a pescare sugli scogli, nonché a darsi un bacio. E vicino c’è ne era un’altra, a forma di cuore, più piccola, col dettaglio dei loro volti nella foto precedente.
 
C’era una bella differenza fra quantità e qualità e Brian lo capiva da solo che aveva molto più peso quella semplice foto di quanto ne avessero le oltre trecento sue immagini che adornavano ogni parete.
 
< E’ normale che sia così, Dom è il suo ragazzo. Allora perché questa cosa mi da così fastidio? > pensò. incapace di darsi la risposta.
 
“Aspetta, non hai visto la mia foto preferita!” lo distolse da suoi pensieri proprio il ragazzo che momentaneamente li occupava, aprendo un armadio.
 
Brian fu intenerito: attaccato alla sponda interna di quell’armadio c’era un fotomontaggio di lui e Matt abbracciati, ma non era frutto di una sapiente abilità grafica, semplicemente Matt aveva tagliato e incollato insieme su uno sfondo nero una foto sua e una di Bri che ben si prestavano a quel genere di accostamento, ma le foto erano state rese sgranate dal troppo ingrandimento.
 
Era questo a intenerire Brian.
 
“Bello, vero?” sorrise Matt.
 
“Senti, Baby Blue, ce l’hai una macchina fotografica a portata di mano?”
 
“Certo, perché?”
 
“Tu prendila.”
 
Matthew obbedì, aprendo un cassetto della scrivania ed estraendone l’oggetto in questione, consegnandolo al suo ospite.
 
Brian si accertò che fosse carica, regolò lo zoom e poi la puntò davanti a loro, passandogli un braccio attorno alle spalle.
 
“Sorridi!” gli ordinò per poi premere l’interruttore, scattando la foto.
 
“Almeno ora ne hai una vera da appendere!” gli sorrise Brian, riguardando la foto con lui: erano usciti entrambi davvero bene.
 
“Grazie, non so che dire. Ma come fanno i media a dipingerti sempre come una star capricciosa e intrattabile? Con me sei così gentile!” borbottò l’altro.
 
“Te l’ho detto, tu sei l’eccezione che conferma la regola.” ribadì l’altro, prima di notare un oggetto appoggiato a una parete.
 
“C’è una chitarra in quella custodia?” gli domandò.
 
“Sì, e se ti avessi mostrato meglio  il piano di sotto avresti visto anche un pianoforte.” rispose Matt.
 
“Li suoni entrambi?”
 
Matthew annuì.
 
“Me lo suoneresti qualcosa con la chitarra? Così, voglio vedere come te la cavi.”
 
“Ci posso provare.” acconsentì il padrone di casa, estraendo la chitarra, collegandola all’amplificatore e predisponendo il tutto.
 
“Ti va se faccio una vostra cover? Magari ‘Every You, Every Me ‘, la amo da impazzire. Però ti avviso, tendo a personalizzarla particolarmente. “ disse Matt, prima di cominciare.
 
Brian credeva che con quel ‘personalizzarla ‘ Matthew intendesse che aveva un modo un po’ goffo e imbranato di suonarla, saltando passaggi che riteneva troppo complessi, ma rimase basito, perché non solo Matthew non saltava alcun passaggio, ma tendeva a complicarli ancora di più con riff velocissimi e varianti al limite dell’impossibile che a Brian davano la netta impressione che quel ragazzo non avesse fatto altro nella sua vita che suonare la chitarra. E qualcosa gli diceva che pure con pianoforte il risultato sarebbe stato affine.
Senza contare la sua bella limpida e potente voce con cui accompagnava la performance, toccando con i suoi gorgheggi note davvero proibitive.
 
“Che dici?” chiese Matthew, alla fine, riponendo lo strumento nella custodia.
 
“Sì, non sei male.. ma sai che c’è? Così finisci per uccidere l’anima di quella canzone.” borbottò lui.
 
Nemmeno sotto tortura gli avrebbe detto che era più bravo di lui.
 
 
“Hai ragione, è anche per questo che preferisco lavorare a cose mie. Sai, ho un gruppo e oltre a suonare canto e scrivo le canzoni.” lo informò.
 
“Sei il leader!” dichiarò Brian.
 
“Più o meno.”
 
“ E fammi indovinare, anche Dom è nel gruppo?”
 
“Certo, lui suona la batteria, è bravissimo. Anzi, sai che ti dico? Dovresti venirci a vedere, così conosci anche Chris, il bassista, nonché nostro migliore amico.” propose lui. “Scusa, non mi ricordavo più, non è che sto parlando con un mio amico qualsiasi, cazzo, tu sei Brian Molko.. e io ho la sfrontatezza di invitarti alle prove della mia band?”
 
“Sì, ok, sarò anche Brian Molko, ma la mia agenda è piuttosto vuota nelle prossime settimane, quindi… perché no? Magari lo dico anche a Stef!” approvò Brian.
 
< Ecco, bravo, Bri, ricordati di Stef, il * tuo ragazzo * Stef! > si rimproverò.
 
“Allora, perché non mi parli un po’ del tuo gruppo?” chiese a Matt.
 
-------------------------------------------------------------
 
Matthew parlò concitato per oltre un’ora, intervallando i suoi aneddoti anche a digressioni musicali di tutto rispetto, difatti Brian e lui intavolarono piacevoli discussioni su argomenti che poi finivano per spaziare in altri generi.
 
Furono interrotti da un bussare alla porta a cui seguì il suo aprirsi.
 
Brian si ritrovò faccia a faccia con un’altra signora, stavolta d’aspetto più giovanile.
 
“Nonna me l’aveva detto che avevi un ospite. Ciao.. “ incalzò la donna, ma poi si bloccò. “Ma.. tu sei quello che sta appeso ovunque!”
 
Brian rise.
 
“Sa com’è, Signora, mi sa che suo figlio ha espresso il suo desiderio con così tanta convinzione che l’ha tramutato in realtà.” spiegò, per poi presentarsi.
 
“Allora, Brian, ti fermi a pranzo da noi? Sarà pronto in tavola tra poco.” lo invitò la donna.
 
“Dovresti, mamma ha fatto il pollo arrosto con le patate ed è il migliore della città!” esclamò Matt.
 
“Oh, cavolo, è già ora di pranzo? Io me ne devo andare.. Stef mi starà aspettando… “ borbottò Brian, alzandosi dal letto su cui si era seduto, prima che gli suonasse il telefono.
 
“Ecco.. appunto, parli del diavolo e.. con permesso?” disse Brian, uscendo sul corridoio.
 
“Hey!”
 
“Oh, ma guarda chi si degna di rispondere!” borbottò Stef, stizzito.
 
“Semmai sono io che mi dovrei incazzare. Tu sei sparito da stamattina!” lo rimproverò Brian, cambiando decisamente tono.
 
“Cosa?! Ma se ti ho anche mandato un messaggio, sei tu che non hai nemmeno risposto.” protestò Stefan.
 
“Guarda che qui non è arrivato niente!” sbottò Brian.
 
Stefan osservò per un attimo Dominic, seduto al tavolo con lui, ma scacciò subito di mente quell’assurda idea.
 
< No, non è possibile che questo ragazzo controlli il campo di ricezione dei telefonini! >
 
“Sarà ora che cambi quel catorcio di cellulare, se non riceve nemmeno più i messaggi. Fatto sta che te l’ho mandato circa due ore fa e ti dicevo che avrei tardato un po’ … come ora ti dico che tarderò ulteriormente.. ci vedremo nel pomeriggio.” lo avvertì Stefan.
 
“Perché? Con chi sei?” si ingelosì Brian.
 
“Un amico… “ cincischiò l’altro.
 
“Qui non abbiamo amici.. a meno che… tu sei con Dominic!” urlò il moro.
 
< E bravo Dom! > sorrise Matt, che lo aveva sentito dall’altra stanza.
 
“Beh, sì, ma ti giuro che non è successo niente, stiamo solo pranzando insieme… voglio dire, Bri, è bene che ci facciamo degli amici qui, no?” si giustificò Stefan.
 
“Certo, non vedo perché non dovremmo, tant’è che io sto approfondendo la mia amicizia con il ragazzo del tuo nuovo amico!” asserì Brian.
 
“Tu sei con Matthew!” ripeté sbalordito lo Svedese.
 
< E bravo Matt! > sorrise fra sé e sé Dom.
 
“Sì, e probabilmente continuerò a stare d lui, ci vediamo nel pomeriggio!” gli riattaccò bruscamente il telefono Brian, per poi far ritorno nella stanza di Matt.
 
“Sono ancora in tempo per provare quel superbo pollo arrosto?”
 
TBC
 
Lo so.. forse Brian è più raddolcito del suo solito, ma è una cosa voluta.. per dar l’idea di come Matt riesca a rasserenarlo.
 
Per quanto riguarda il momento della battaglia navale fra Matt e Dom, beh.. devo ringraziare Lilla W. per avermelo ispirato, durante una delle nostre tante serate su msn.. ti voglio bene, topinaaaaaa!! *abbraccia forteee*
 
Come sempre, liberi di dirmi qualunque cosa!
Però davvero fosse anche una parola o fosse anche un insulto, ma QUALCOSA ditemelo!!!!!!  
Visto che per il prossimo capitolo ci vorrà un bel po’ di tempo, a tutte quelle che seguono solo questa storia auguro di cuore una BUONISSSSSSSSSSSSIMA ESTATEEEEEEEEEEEE!!!!!!

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Capitolo 10
*** Capitolo VIII: Together we're invincible ***


Buonasera,
no.. non è un miraggio, è proprio un aggiornamento e… tanto per cambiare non è nemmeno quello che pensavo di dover scrivere.. che troverete nel prossimo capitolo.. ma ormai i personaggi fanno un po’ come gli pare, lol!
 
Chiedo scusa per l’enorme ritardo, ma.. lo spaete che ho un rapporto un po’ burrascoso con questa FF, non che non le voglia bene (voglio bene a tutti i miei deliri ) … è solo che voglio mooooolto, ma moooooooolto più bene ad altre storie, collaborazioni comprese <3 , ma non demordo, continuerò anche questa.
 
Ah, poi ho deciso di lasciarla in questa sezione perché.. mi sono accorta che.. incredibile ma vero, ogni tanto ci sono anche i Placebo (almeno due!)! XD
 
Grazie infinite a Nisba, Lilla (poi vi ringrazio pwopewly) che resistono stoicamente nel sorbirsi ‘sta storiella e grazie anche all’altra Lilla, cawa, tu sai perché! ^^
 
Non mi resta che lasciarvi al capitolo, che è pur lunghetto!
 
 
Capitolo VIII: Together we’re invincible.
 
“Guarda chi si è preso la briga di tornare!” sbottò Stef , acido, aprendo la porta a Brian con risentimento.
 
“Non fare tanto il santerellino, tu non sarai certo qui da troppo più tempo di me!” ribatté Brian con la stessa acidità.
 
“Vabbè, sono sempre dieci minuti in più di te!” rimbrottò il bassista. “Dove sei stato fino ad adesso?” gli domandò subito dopo, indicando l’orologio sulla parete che segnava le tre e mezza passate.
 
“Ho pranzato.” rimase sul vago il frontman.
 
“Questo lo immaginavo già. Eri con Matthew, vero?” proseguì l’interrogatorio Stefan.
 
“Non usare quel tono inquisitorio con me. Tu eri con Dom da qualche parte, prova a negarlo!” lo accusò Brian, con l’indice puntato contro il petto del suo ragazzo, pungolandolo più e più volte.
 
“E va bene, abbiamo mangiato un panino ad un chioschetto, è forse vietato?” borbottò Stef, andando in cucina, aprendo il frigorifero e bevendosi un succo di arancia direttamente dal cartone, anche se avrebbe avuto bisogno di qualcosa di più forte.
 
Brian gli strappò bruscamente il cartone di mano, schiacciandolo all’estremità, incurante degli schizzi di succo sul pavimento.
 
“Te lo dico io cos’è vietato. Che tu te ne stia appartato con lui in un bel posticino, lontano da tutto e da tutti, quando io invece sono a casa di Matt con la sua famiglia che ci attornia!” sbottò Brian, riponendo malamente il cartone nel frigo e chiudendo lo sportello con una violenza non irrilevante.
 
Per tutta risposta, Stefan gli rivolse uno sguardo truce.
 
“Quindi fammi capire bene, con Matt sei già arrivato ai pranzi in famiglia? Mi ci è voluto un anno e mezzo per trascinarti a cena dai miei!” strepitò lo Svedese.
 
“Ma no, non è certo quel genere di pranzi in famiglia, e poi non era nemmeno tutta la sua famiglia al completo, suo fratello è a Londra e suo padre li ha abbandonati tanti anni fa,” raccontò Brian.
 
“Si direbbe che ormai tu conosca tutta la storia della sua vita!” sbuffò Stef, incrociando le braccia.
 
“Lui è un gran chiacchierone e non mi è giunta voce che parlare sia una cosa proibita!” sibilò Brian. “Mi stai dicendo che tu e Dom non avete parlato?” si incupì subito dopo.
 
“Non dire sciocchezze! Certo che abbiamo parlato, ma non delle nostre famiglie, più di cose in generale… per lo più Dom mi ha ribadito almeno una volta all’ora quanto lui ami Matt e quanto le cose fra loro funzionino a meraviglia!” spiega Stefan, alzando gli occhi.
 
“Stessa cosa che ha fatto Matt, lui ha pensato anche di spiattellarmelo in faccia molto bene con una loro foto fin troppo eloquente in camera sua. Cioè.. tutte le altre foto sono mie, ma non è questo ciò che conta!” confidò il chitarrista.
 
“Che diavolo significa che ci sono tutte foto tue?” si accigliò Stef, indignato.
 
“Poster, ritagli di giornale, cose così,” fece spallucce l’altro.
 
“Certo che non li capisco, dicono che si amano tanto è che il loro rapporto va alla grande… ma hanno davvero uno strano modo di dimostrarselo!” borbottò Brian.
 
“Già. Se ami davvero qualcuno, desideri soltanto stare con lui, ti pare?” gli fece eco Stef.
 
“Esatto, Steffy, ma che stiamo facendo? Permettiamo a quei due ragazzini che giocano a fare gli innamorati perfetti di mettersi fra di noi che siamo *veramente* innamorati perfetti?” mugolò Brian, con tono soft, avanzando verso di lui.
 
“Hai ragione. Non ha alcun senso. Sai, Bri, forse non è stata una buona idea trasferirci qui… “ constatò Stef, accarezzandogli i capelli.
 
“Non dire così. Adoro questo posto e poi mi sta facendo veramente bene. Il Brian di un mese fa alla litigata precedente avrebbe reagito con… molta meno diplomazia!” sorrise Brian.
 
“Hai ragione, del resto hai soltanto ferito gravemente un povero succo di frutta!” rise Stefan, contagiandolo.
 
Bastò uno sguardo fra loro perché a quello sguardo susseguisse un bacio intenso e coinvolto.
 
“Non credi che sia molto meglio fare questo invece di litigare?” sorrise Brian, accarezzandogli le spalle.
 
“Decisamente!” sussurrò l’altro, baciandolo dietro la nuca e facendolo rabbrividire.
 
“Dobbiamo trovare un po’ più di tempo soltanto per noi e ripassarci un po’ di queste belle attività, magari partendo da una cenetta romantica, è tanto che non ne facciamo una,” proseguì Stef, mentre tracciava di baci ogni centimetro di pelle esposta disponibile.
 
“Ma… intendi stasera?” sussultò Brian e stavolta non era solo per il piacere.
 
Stranamente sussultò anche Stefan a quella domanda.
 
“Tu vuoi che sia stasera?” gli domandò a sua volta, un po’ irrequieto.
 
“Solo se lo vuoi tu!” replicò Brian, un po’ controvoglia.
 
< No, ti prego, fa’ che non sia proprio stasera! > pensarono entrambi nello stesso istante, pregando le loro buone stelle e studiandosi a vicenda con gli sguardi.
 
*************************************
 
A casa Bellamy, un istante dopo che il campanello era suonato, una figura minuta si precipitò fuori dalla stanza, correndo giù per le scale, mentre urlava ‘Vado io ad aprire!’
 
E non appena Matt fece ciò che aveva annunciato, lo salutò un radioso sorriso di Dom.
 
“Prima parte della missione compiuta!” proclamò trionfante.
 
“Lo stesso vale per me!” gli sorrise l’altro, invitandolo ad entrare.
 
“Siamo invincibili, nessuno ci può resistere!” ridacchiò Dom, buttandogli le braccia al collo.
 
“Io ho già preoccupanti difficoltà a resistere a te,” mormorò Matt, spingendo la sua fronte contro quella del suo ragazzo.
 
Quel momento di tenerezza venne interrotto.
 
“Avevo sentito qualcuno alla porta. Dominic, caro, ciao!” lo salutò festosa la nonna di Matt, avanzando con piccoli e lenti passi verso il ragazzo.
 
“Buon pomeriggio, Signora, diciamo che mi sono liberato dei miei impegni!” le sorrise Dom.
 
“Ragazzi, perché non venite a fare merenda? Vi preparo una bella tazza di tè. Sono rimasti dei biscotti di stamattina. Sai, Dominic, Matthew ha avuto visite oggi, un affascinante giovanotto… e così ben educato!” lo informò l’anziana signora, mentre i due ragazzi la seguivano in cucina.
 
“Sì, lo so che ha avuto visite,” rispose l’ex-biondo, aiutandola a prendere sia il bollitore che il vassoio.
 
“Ma rimango sempre io il suo ospite prediletto, vero, nonna Bellamy?” l’abbracciò stretta da dietro Dom.
 
“Benedetto ragazzo!” ridacchiò lei. “Così mi fai cadere le tazze. Ma certo che sei sempre tu il mio preferito!” gli strizzò l’occhio, mentre Dom l’aiutava a disporre le tazze.
 
Da bravo sfaticato, Matt attendeva comodamente seduto al tavolo, ma osservava quella scena intenerito.
 
“A volte credo che nonna ti preferisca addirittura al suo stesso nipote!” si finse geloso, parlando di proposito a voce alta.
 
“Non si può fare proprio a cambio, vero?” stette al gioco lei, guardando Dom.
 
“No spiacente, nonna, ti devi tenere questo qui, zoticone, strambo, pigro e lunatico!” borbottò Matt, dopodiché risero tutti insieme e la nonna li lasciò soli.
 
“Ben educato… Brian?!” domandò sbigottito Dom a Matt, sedendosi al tavolo con lui.
 
“Chiudi il becco!” ribatté Matt, dandogli una gomitata nello stomaco.
 
“All’elenco che ti sei fatto prima dovresti aggiungere ‘violento’!” si lamentò il ragazzo dai capelli arancioni, massaggiandosi lo stomaco.
 
“E semmai ne facessi uno nel tuo dovresti metterci ‘pappamolla’!” lo punzecchiò il ragazzo dai capelli blu, impietoso.
 
“Ah-ah, divertente, se non altro almeno so di essere ancora il preferito di almeno un Bellamy in questa casa!” borbottò Dom.
 
“Oh, Dommie, vieni qui, piccolo…” mormorò Matthew, accarezzandogli le spalle, per poi tirarlo più a sé.
 
Seppellendo l’ascia di guerra, Dominic si avvicinò, schiudendo le labbra, ma ebbe solo un incontro ravvicinato con il friabile e gustoso biscotto che Matthew gli cacciò in bocca.
 
Dominic masticò a lungo, prima di riuscire a mandarlo giù.
 
“Ma come? Nemmeno un bacino?” gli domandò sconsolato.
 
“Ti bacerò quando la smetterai di dire cazzate!” replicò l’altro.
 
“Matthew James Bellamy, che linguaggio è questo?” lo rimproverò sua nonna, che era tornata per togliere l’acqua dal bollitore che s’era messo a fischiare insistentemente.
 
“Scusami, nonna,” abbassò lo sguardo Matt, remissivo.
 
“Se solo prendessi un po’ esempio da Dominic, lui non si esprime così!” continuò l’anziana signora, lanciando uno sguardo pieno di ammirazione al ragazzo che aveva menzionato.
 
Per tutta risposta, Dominic fece un’espressione così innocente che mancava solo che gli spuntasse un’aureola da un momento all’altro.
 
“Oh sì, lui è un vero angioletto!” borbottò sarcastico Matt.
 
“Zitto e mangia!” gli cacciò in bocca un biscotto intero Dom, restituendogli il gesto precedente.
 
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“… e poi il pranzo è diventato una passeggiata dopo pranzo, fino alle 15:15!” raccontò soddisfatto Dom, seduto accanto a Matt, sul suo letto.
 
“Sei stato bravissimo!” si complimentò il suo ragazzo.
 
“Avevi qualche dubbio?” domandò strafottente l’altro, rimirandosi le unghie ben curate
 
“No di certo!” mormorò Matt, baciandogli il collo e facendolo impazzire.
 
“Invece, devo ammetterlo, io qualche dubbio su di te ce l’avevo,” confessò Dom, una volta ripresosi.
 
“Non fraintendermi, voglio dire… tu avevi il compito più difficile, addirittura portarlo a casa tua!” si affrettò a precisare.
 
“Già, nemmeno io pensavo di riuscirci. Evidentemente, nessuno può resistere al mio musetto da cerbiatto!” ridacchiò Matt, accarezzandosi compiaciuto il viso.
 
Dom racchiuse le sue guance nella sua mano, a mo’ di tenaglia.
 
“Io no di certo!” sorrise, baciandolo.
 
“Non hai obiettato sulla cosa del cerbiatto!” esclamò Matt, esaltato, interrompendo il bacio.
 
“Ti prego, Bells, non vorrai rovinare un così bel momento!” replicò l’altro, baciandolo con più intensità, poco importa che il suo intento fosse solo quello di farlo stare zitto!
 
“Ad ogni modo, non solo ho portato qui Brian, ma ha visto la chitarra e ha voluto che gli suonassi qualcosa,” lo informò Matthew, a fine bacio.
 
“Spero che tu non gli abbia fatto sentire ‘Darkshines’ !” sbottò Dom.
 
“Non potrei mai cantarla a un altro, quella canzone parla di te, è solo per te,” lo rassicurò subito Matt, stringendogli la mano.
 
“Però la suoneremo insieme stasera. Ho invitato Brian alle nostre prove e lui ha accettato, ho già avvisato Chris.” annunciò l’ex-moro.
 
L’ex-biondo scoppiò a ridere.
 
“Che ti prende?” si accigliò l’altro.
 
“Non ci credo, io ho invitato Stef alle nostre prove. Sai com’è, siamo finiti sul discorso della musica e lui ha insistito per vedermi suonare,” gli svelò Dom.
 
“Perché ho la vaga impressione che quei due non se lo siano detti dove vanno stasera? Anche perché Brian mi ha detto che avrebbe trovato una scusa per venire,” sogghignò il ragazzo dai capelli blu.
 
“E’ la stessa cosa che mi ha detto Stef! Sai che ti dico? Ci sarà da divertirsi, amore!” sogghignò il ragazzo dai capelli arancioni.
 
“Oh sì, loro litigheranno e noi colpiremo, rapidi e spietati!” mormorò l’altro, arruffandogli i capelli.
 
“Un piano infallibile!” approvò il suo ragazzo, dandogli l’ennesimo bacio.
 
“E ora, al lavoro!” si separò da Matt Dom, prendendo il suo inseparabile zainetto provvidenziale.
 
“Che fai?” gli domandò Matt, distendendosi sul letto.
 
“Brian è stato qui, va da sé quello che sto per fare!” replicò l’ex-biondo estraendo dal suo zainetto uno straccetto e del detergente spray.
 
“Tu cosa?” sbraitò Matt, ma Dom gli impose di tacere.
 
“Senti, Bells, avete fatto una foto insieme oggi e l’hai anche già appesa. Che cacchio te ne fai delle sue impronte digitali?” sbottò.
 
“E va bene, dannato Mastro Lindo, fa un po’ come ti pare!” brontolò indispettito Matt, voltandosi dall’altra parte.
 
“Ha parlato l’Omino Bianco!” ridacchiò Dom, prima di darsi da fare.
 
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“Dannazione, Chris, te la vuoi dare una calmata?” sbottò Matthew.
 
“Non posso! Prima mi dici che porti qui Brian, poi Dom mi dice che ci sarà anche Stefan… insomma, capite? Loro, star di fama internazionale nel mio garage, ad assistere alle nostre prove!” sproloquiò Chris, visibilmente su di giri.
 
“In più, Stefan, cazzo! E’ il bassista della band, permettete che io mi senta un tantino sotto pressione?” continuò il ragazzo, passandosi una mano frustrata tra i suoi riccioluti capelli castani.
 
“Brian è il cantante e il chitarrista, nonché il pianista, anche se tanto qui il piano non ce l’ho, quindi, non credi che mi senta un po’ sottopressione anch’io?” gli fece presente Matthew.
 
“Non credo proprio, perché, A), sei stato tu ad invitarlo e B), l’unica cosa che mette sotto-pressione te e Dom è togliere loro di dosso le mutande!” ribatté il bassista, sbalordendo i suoi interlocutori… e se stesso.
 
“Chris!” lo riprese Dom, esterrefatto.
 
“Devo darci un taglio con questi commenti così… gay! Mi fa male frequentarvi!” brontolò Chris.
 
“E comunque, stai tranquillo, non vengono qui a giudicarci, sono solo curiosi di vederci suonare, tutto qua. E poi, dai, ci siamo esibiti anche davanti a folle numerose, come quella sera al bar dello zio di Tom, ricordi?” cercò di rabbonirlo Dominic.
 
“Sì, d’accordo, ma quella sera l’unico che ci degnava di un po’ di attenzione era appunto solo Tom! E poi non abbiamo mai suonato per gente che riempie arene e palazzetti!” ribatté Chris.
 
“Stasera tu vedili solo come due amici. Okay, forse un tantino famosi, ma comunque amici.” sentenziò Matt.
 
“In più, indovinate? Appena l’ha saputo, Kelly ha detto che stasera vuole passare di qui, fingendo di non sapere niente, solo per fare un salto a salutare il suo ragazzo, così, per caso. Oh sì, certo, lo so io che caso… un caso di nome Brian Molko!” borbottò il bassista, geloso.
 
“Uh? Non sapevo che a Kelly piacesse Brian!” sussultò Matthew, sorpreso.
 
“Non lo sapevo nemmeno io, invece è così. Mi ha detto che al concerto non ci sarebbe mai andata, perché non le piace fare file lunghe e noiose, stare in piedi tutto i giorno ed essere pressata dalla gente … ma ora che le si presenta l’occasione di conoscere il frontman dei Placebo, senza gente attorno, senza bodyguard che la ostacolano e senza fare corse sfiancanti, ma comodamente a domicilio, dal suo devoto ragazzo che non sa mai dirle di no… ecco che la Signorina coglie l’occasione al volo!” spiegò, alzando gli occhi e facendo ridere gli altri.
 
“Non è che ora la vedrai come una tua acerrima rivale, vero, Bells?” lo prese in giro Dom.
 
“Certo che no, semmai Kelly dimostra di essere una ragazza intelligente!” sorrise Matt.
 
“Certo che lo è, sta insieme al sottoscritto!” proclamò tronfio d’orgoglio il riccioluto, tutto impettito.
 
“Chiudi il becco!” risposero in unisono Dom e Matt, ridendo.
 
“Beh, se non altro pare che tu ti sia tranquillizzato un po’.” osservò Dom.
 
“Tranquillizzato un accidenti! Tra un po’ arrivano e noi dobbiamo essere perfetti, sapete cosa vuol dire perfetti? Ora ci mettiamo a ripassare tutta la scaletta per intero e…” obiettò Chris.
 
“Te lo scordi! Manca più di un’ora e io e Dom abbiamo cose molto più importanti da fare.” lo interruppe Matt.
 
“Tipo cosa?” si incuriosì Dom, inarcando un sopraciglio.
 
“Cambiarci. Andiamo, siamo troppo anonimi per una serata così importante!” rispose l’altro, indicandosi i suoi blue jeans slavati con una maglietta blu e poi Dom, che indossava jeans neri e una T-shirt marrone.”
 
“In effetti…” constatò pensieroso.
 
“Dai, che ne dici? Tu consigli me e io consiglio te? E se ci avanza del tempo possiamo anche fare cose più intriganti, da me o da te, non fa differenza!” propose Matt, allusivo, baciandolo all’angolo della bocca e strofinando i suoi lobi fra le dita.
 
“Io non vi sto sentendo e non vi sto guardando!” sbuffò Chris, girando le spalle e lanciandosi in un assolo di basso improvvisato.
 
Ma gli altri due nemmeno badavano più al loro amico.
 
“Awww… Mattie, lo sai che il mio punto debole!” si sciolse Dom.
 
“E’ per questo che lo faccio!” ridacchiò l’altro.
 
“Okay, mi hai convinto, cominciamo da me, a casa mia!” lo trascinò fuori il suo ragazzo.
 
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In una certa villa vicino a una certa spiaggia, una certa coppietta era nel mezzo di un’importante  discussione.
 
“Brian, mi spiace ma temo che la cena romantica al ristorante stasera la dovremo rimandare. Non ho affatto fame, anzi, credo di aver mangiato troppo oggi, magari mi riprendo un po’ se esco a fare una passeggiata, sai, una di quelle lunghe passeggiate per sentieri ripidi che tu di solito non sopporti.” disse Stefan, cercando di risultare il più convincente possibile.
 
Si aspettava una scenata da guinness dei primati da parte del suo ragazzo… ma non fu così.
 
“Non preoccuparti, capisco se non te la senti, chiamo subito per disdire. Tu pensa solo a stare bene, se è il caso fatti anche una passeggiata di due o tre ore, io ti aspetterò qui.” replicò Brian, cercando di risultare il più convincente possibile.
 
“Allora … io vado, credo che tornerò verso le undici!” annunciò Stefan, lasciando la villa, non prima di aver salutato Brian con un bacio… anche se gli sembrava il bacio di Giuda.
 
< E’ stato più facile del previsto… ma non è certo una cosa di cui andarne fieri. Ho mentito a Bri, non ho mai mentito a Bri! > ponderò, incredulo, incamminandosi.
 
Brian non riusciva a credere alla fortuna che aveva avuto. Tanto per cominciare, quel ristorante non lo aveva mai prenotato, anzi, era lui che pensava di dire all’ultimo che non si sentiva molto bene.
 
Osservò Stefan dalla finestra, finché non fu lontano abbastanza da permettergli di andarsi a preparare velocemente.
 
Matthew aveva spiegato a Brian come raggiungere la casa di Chris e malauguratamente Stefan aveva imboccato proprio quella direzione.
 
< Non importa, le prove cominciano alle 21:30 e ora sono le 21:00, ho tempo a sufficienza, per passare da una trasversale e allungarmi un po’ la strada, ma almeno non correrò il rischio di farmi vedere da Stef. Oddio, Stef, come ho potuto mentirgli così? Non sta nemmeno bene, sono un mostro! > pensò, lungo il tragitto.
 
Il senso di colpa era talmente tanto che quando giunse a destinazione gli sembrò quasi di vedere Stefan.
 
< No, un momento… non è un’allucinazione, quello è Stef veramente! >
 
“Stefan?”  lo chiamò con tono inquisitorio.
 
L’interpellato sussultò e si girò verso di lui, pallido come un cencio.
 
“Brian?” si accigliò, per poi cambiare decisamente espressione.
 
Il senso di colpa che lo aveva accompagnato fino a quel momento sembrava solo un lontano ricordo.
 
“Tu non dovevi essere a casa ad aspettarmi?” sbottò.
 
“E tu non dovevi fare una passeggiata per riprenderti dal tuo dubbio malessere? E guarda caso, camminando, camminando sei arrivato verso casa di Chris, dove fanno le prove!” sbottò Brian.
 
“Allora lo sapevi anche tu! Matt ha invitato te! Perché non me l’hai detto?” ridusse gli occhi a due fessure Stefan, scrutandolo.
 
“E tu perché non m’hai detto che Dom ha invitato te?”  lo mise  in difficoltà Brian.
 
Per qualche minuto nessuno dei due parlò.
 
“Brian, ma che ci sta succedendo?” mormorò Stefan, con tono incerto.
 
“Non lo so, Stef, ma qualunque cosa sia, i nostri problemi li risolviamo a casa nostra, ora qui facciamo finta che tutto vada a meraviglia e godiamoci questa serata!” decise per entrambi Brian, avvicinandosi con lui al garage.
 
Potevano già sentire la musica provenire dall’esterno, gran bella musica e infatti quando entrarono videro Matt, Dom e il loro amico nel pieno di una jam session di tutto rispetto.
 
Chris era girato verso la batteria, per questo non si accorse dei loro ospiti, ma Matt e Dom li avevano visti da quando le loro ombre si erano proiettate sul pavimento.
 
Leggendo la consapevolezza negli occhi di Dom, Chris si girò, bloccandosi di colpo al cospetto di Brian e Stefan, cosa che fece smettere anche gli altri due.
 
“No, perché l’avete fatto? Era bella come jam session. Dai ora fatecene sentire un’altra!” gli incitò Brian.
 
“Assieme al resto della vostra scaletta. Noi ci mettiamo qui a sedere, buoni, buoni, non sentitevi in soggezione.” sorrise Stefan, prendendo posto accanto a Brian.
 
Chris fece un cenno di saluto e si ripeté confuso quella frasi nella sua mente, cercando di riguadagnare il suo tipico autocontrollo, mentre Matt e Dom avevano ben altro per la testa.
 
Matt si avvicinò alla batteria, col pretesto di dire qualcosa a Dom in merito alla loro scaletta.
 
“Ma… li hai visti? Sono entrati assieme!” bisbigliò Matt.
 
“Già… e non sembrano nemmeno arrabbiati l’uno con l’altro… che se lo siano confessati e abbiano deciso di venir qui di comune accordo?” bisbigliò Dom.
 
“Non lo so, ma per il momento pensiamo solo a dar loro ciò per cui sono venuti!” replicò il frontman, tornando alla sua postazione.
 
“Stefan, Brian, grazie di essere venuti, speriamo che il nostro repertorio sia di vostro gradimento.” li salutò Matt, parlando al microfono, come se fosse già una rockstar che salutava il suo pubblico.
 
Dom gli fece da sottofondo con un piccolo assolo di batteria e il tintinnio dei piatti, salutando i loro ospiti con lo sguardo.
 
 “Ci sarà anche qualche nostro pezzo, spero che la cosa non vi dispiaccia. Sapete che vi dico? Partiamo subito con un nostro pezzo!” annunciò Matt e una manciata di secondi dopo i tre diedero vita a ‘Darkshines ‘ , eseguendola in modo impeccabile.
 
Infatti, al termine Brian e Stefan applaudirono, in segno di approvazione.
 
“Niente male Matt, vero? Suona e canta come se fosse nato solo per fare quello! E come si muove, un vero animale da palco! Per non parlare della sua voce!” bisbigliò Brian a Stefan, col solo intento di indispettirlo.
 
Tuttavia Stefan non gli diede quella soddisfazione e non batté ciglio.
 
“Sì, non è male, ma non ho badato molto a lui, scusami, ma ero rapito nel vedere Dom, oh mio Dio, quel ragazzo con la batteria è una forza della natura e quanta energia, che vigore!” commentò allo stesso modo, ma nemmeno Brian gli diede la soddisfazione di innervosirsi.
 
 
Matt e Dom li stavano osservando e avrebbero pagato qualsiasi cifra per riuscire a sentire cosa stavano dicendo.
 
A Chris importava solo di suonare e ora che aveva trovato la giusta concentrazione e si sentiva perfettamente a suo agio non avrebbe più smesso.
 
Le canzoni si susseguirono senza sosta, intervallate giusto da qualche breve frase di Matthew o di Dominic.
 
Di comune accordo, i tre avevano escluso qualsiasi cover dei Placebo, non era decisamente il caso. Preferirono suonare cover dei Nirvana, degli AC/DC, qualcosa dei Queen e qualche altro loro pezzo, uno era quello a cui Matt doveva ancora trovare un nome e sebbene ancora in fase embrionale sembrava promettere bene, mentre in un altro Matt non faceva che elogiare gli alcolici, anche se sembrava esserci nascosto un doppio significato un po’ malizioso, senza contare di come si guardavano lui e Dom mentre la suonavano.
 
Dopo tutte le volte che gliel’aveva sentito dire, Brian dedusse che quella canzone dovesse chiamarsi ‘You're so solid‘.
 
Fu proprio con quella che terminarono, scendendo da quel palchetto improvvisato.
 
“Ancora non ci credo che siate venuti a sentirci veramente, ne siamo onorati!” sorrise Matt.
 
“Siete meglio anche di tanti supporter che ci hanno dato, sapete?” sorrise Brian e Stefan annuì.
 
“Allora ne siamo doppiamente onorati!” sorrise Dom, mentre Chris rimaneva in silenzio, un po’ imbarazzato.
 
“Ragazzi, lui è Chris, il nostro portentoso bassista, nonché il nostro migliore amico!” lo presentò Matt e Chris sorrise imbarazzato, stringendo loro le mani.
 
“Non sono poi così portentoso…” borbottò, guardando Stefan.
 
“Invece direi che sai proprio il fatto tuo!” si complimentò lo Svedese.
 
“Chris… di che colore sono i tuoi capelli?” domandò Brian, scrutandolo.
 
“Castani… perché?” lo guardò perplesso il bassista Inglese.
 
“Mi stai già simpatico!” gli sorrise Brian, mentre era Stefan a guardarlo confuso.
 
“Fa' qualche domanda a quei due sulle loro tinte e mi capirai!” alzò gli occhi il frontman famoso.
 
“Sai, Brian, è grazie a Chris se sappiamo dove tu e Stef vivete!” rivelò Dom.
 
Brian elaborò quell’informazione nel più distorto dei modi.
 
“Sei il figlio del postino? Perché se è così… niente di personale, ma… ti devo rapire!” lo informò Brian, con una luce preoccupante negli occhi.
 
“Okay, io ti starò anche simpatico, ma tu mi fai paura!” sbottò Chris. “Ma di che diavolo sta parlando?” si rivolse ai suoi amici.
 
“Non ne ho idea!” rispose Dom.
 
“Ora che ci penso, anche quand’era con me ha nominato il postino…” rifletté Matt.
 
“Ve lo dico io, diciamo che il caro Brian non va granché d’accordo col postino di questa città… ve l’ha detto dei suoi attacchi isterici, no?” rivelò Stefan, pungente.
 
“Ho accennato qualcosa, ma non credo che a loro interessi!” sbottò Brian.
 
“Ad ogni modo, io non sono il figlio del postino, ma è mia madre che ti ha venduto quella villa.” si affrettò a precisare Chris.
 
“Meglio così.” fece spallucce Brian.
 
Dominic e Matthew avevano capito di essersi sbagliati, avevano già avuto quell’impressione durante le prove, ma ora ne erano fermamente convinti: tra Brian e Stefan non regnava la solita armonia, per quanti sforzi facessero per dar quell’impressione.
 
Tra loro era in corso una guerra fredda, la tensione fra loro si tagliava con il coltello e in quella tensione i due giovani  Inglesi ci avrebbero sguazzato.
 
TBC
 
Allora, non sono degli adorabili, perfidi bastardi Dominic e Matthew?
 
Personalmente li amo anche in queste vesti ^^
 
Ma amo anche Stef e Bri , sono tanto pucci insieme.
 
E ora che succederà? Mi prendo quei due, 3 mesi per pensarci come si deve.. lol!
 
Liberi di dirmi qualunque cosa ^^
 
Disclaimer: il titolo del capitolo è preso dalle lyrics di ‘Invincible ‘ dei Muse, una delle mie preferite <3 e le 2 canzoni accennate nella loro scaletta sono 'Muscle museum ' e 'Sober ' (avevo fatto un erroraccio prima con questa, ahh, meno male mi sono accorta!)
 
Grazie a chiunque in un modo o nell’altro mi dimostra di apprezzare questa storia…
 
Bye bye vado a fare un tifo sfrenato per Kloseeeeeeeeeeeeeeeeee!!! <3<3<3

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