Sea and ice.

di the ghost of Bonnie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Si guardò allo specchio e pensò a quanto fosse ingiusto tutto questo. La paura la divorava giorno per giorno, il senso di colpa le portava via cuore e anima, non aveva la più pallida idea di dove fosse finito, se fosse in pericolo.. si voltò: osservò per l'ultima volta la sua stanza, accarezzò le coperte del suo letto, prima di aprire la porta ed uscire dalla camera. Si asciugò velocemente le lacrime che minacciavano di uscire con il polso della manica, prima di dipingere il suo viso di un falso sorriso, lo stesso che usava tutte le volte da quando era partito, senza dire una parola, senza salutarla, senza dirle che l'amava. Scese silenziosamente le scale, fino ad arrivare al piano terra e vedere proprio davanti alla porta due ragazzi alti, i capelli rossi e un sorriso identico che ridevano. Come se quelle lacrime non fossero mai state versate, sorrise apertamente, un sorriso sincero: non doveva piangere, non doveva essere triste, non in tempi come quelli, doveva fare come i suoi fratelli, perché Ginevra Weasley non era una ragazza dalla lacrima facile.

***

Ne era convinta: quello era solo lo spettro di un posto dove da piccola aveva condiviso gioie, risate, sentimenti ed emozioni con quel ragazzo che le tormentava i pensieri. Hogwarts era cambiata. Vide poi, seduto al centro del tavolo dei professori, l'uomo che aveva ucciso colui che occupava quel posto prima di lui. Accanto a lui, un uomo ed una donna vestiti entrambi di nero, eppure, il viso della strega con il cappello era come una sottile speranza. Accanto a lei era seduta una ragazza dai lunghi capelli color biondo sporco, gli occhi azzurri persi nel vuoto anche quando era concentrata su un qualcosa di preciso. Alzò lo sguardo e lo portò fino all'altra parte della Sala Grande, al tavolo dei Serpeverde. Scorse in lontananza un ragazzo, gli occhi puntati su un punto impreciso della Sala. Come se qualcuno lo avesse avvertito, alzò improvvisamente lo sguardo e gli occhi di ghiaccio incontrarono la pozza d'acqua limpida che erano gli occhi di Ginny. Poi, solo silenzio.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


« Harry.. » la voce di Voldemort eccheggiò nella sua testa. Poi, un lampo di luce verde e Harry non si mosse più. Non era vero, non poteva essere vero, Harry non poteva essere morto, era di sicuro tutto frutto della sua testa... Aprì gli occhi di scatto, ansimando, per poi realizzare che era stato tutto un sogno, un sogno dalla quale voleva solo scappare. Pensò a quanto fosse simile quella serata alla Tana, appena prima di partire. Si stese di nuovo nel letto, chiudendo un pugno appena vicino al suo viso, come da bambina, immaginando che sua madre le sussurrasse una ninnananna. Invece, era da sola, non c'era nessuno lì con lei, nemmeno Harry, che aveva giurato di proteggerla in ogni istante della sua vita. Per ore si rigirò nel letto, senza riuscire ad addormentarsi di nuovo. Si alzò, indossò una semplice camicia da notte e si avviò verso la sua Sala comune. Una volta lì, attraversò il buco del ritratto. Si diresse verso la Torre di Astronomia, dove l'anno prima si rifugiava con Harry. Arrivata lì, si lasciò cadere dal muro al freddo pavimento, lo sguardo perso nel vuoto, gli occhi di nuovo pieni di lacrime.

« Anche tu qui, Weasley? » la voce insolitamente calma di Draco Malfoy le arrivò alle spalle. Si voltò appena, e quando lo vide, come per volere una prova che fosse veramente lui, si voltò di nuovo e abbassò lo sguardo.

« Vattene via, Malfoy » aveva la voce incredibilmente fredda. Tornò a fissare il vuoto. Poi, Draco si sedette di fronte a lei.

« Non hai sentito? Vattene! » urlò Ginny, Draco la fissò con la bocca appena schiusa, gli occhi sgranati, ma prima che potesse muoversi, la ragazza balzò in piedi e se ne andò via sbattendo la porta, lasciando Draco a fissare il punto in cui la rossa era sparita.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Un sottile velo di luce le solleticò gli occhi e lei fu costretta a mostrarli alla stanza. Si alzò di scatto, scostandosi una ciocca rossa dalla fronte. Notò con sollievo che le sue compagne di stanza stavano dormendo ancora. Aprì la porta e sperò invano di impedire al solito cigolio di fare il suo ingresso. Nella sala comune, si guardò intorno: era tutto così dolorosamente familiare... lì, su quella poltroncina rossa adesso vuota, solo qualche prima se ne stava rannicchiata insieme ad Harry, amava perdersi negli smeraldi che erano i suoi occhi. Sorrise al pensiero, e attraversò il buco del ritratto. Camminò esitante lungo il castello, non sapeva dove andare.  « Ginny.. » una voce calda pronunciò il suo nome, e lei riconobbe quella voce: il migliore amico di suo fratello. Si voltò, sperando di trovarlo, ma al suo posto solo il corridoio isolato, e la speranza che per un momento si era impadronita di lei lasciò posto ad un vuoto incolmabile. Proseguì silenziosa il suo cammino, quando un'altra voce la chiamò. Inizialmente non si voltò, ma la voce si ripeté.

« Signorina Weasley » questa volta la voce era di una donna, fredda, inespressiva, dura. Ginny si voltò, e davanti si ritrovò una donna dai lunghi capelli neri e mossi, una ruga all'angolo della bocca carnosa, e riuscì a scorgere - mancò un battito al suo cuore - un tratto del Marchio Nero.

« Si, professoressa? » chiese. La donna la scrutò dalla testa ai piedi, come a volerla esaminare.

« Professoressa Carrow » la corresse, con un sorrisetto. « Come mai si trova qui, a quest'ora del mattino? » Ginny esitò. « Non riuscivo a dormire » rispose tranquillamente.

« Spero solo che ad Arti Oscure si svegli » e al contrario di come Ginny si aspettava, la Carrow proseguì il suo cammino, lasciandola di nuovo da sola con sè stessa. Fece un passo avanti, e un gemito la fece rabbrividire, proprio alla sua destra. Si voltò: solo un corridoio vuoto. Il gemito si ripeté, più forte, più straziato, e sembrava provenire da una persona così debole... Si guardò intorno e proseguì, voltandosi a destra e a sinistra, cercando la fonte del rumore, quando la trovò e ogni parte di lei urlò. Si portò le mani alla bocca per impedirsi di urlare.

« Così impari, feccia » e il ragazzo dai capelli scuri sputò addosso al ragazzo biondo, il volto coperto di sangue e lividi. Ginny aspettò che se ne fosse andato, ed entrò velocemente nella stanza, inginocchiandosi davanti a Malfoy, che non osò alzare lo sguardo su di lei, le palpebre erano troppo pesanti, chiedevano solamente di riposare.

« Malfoy, ma.. » la voce di Ginny era spezzata. Se in quel momento Ron fosse stato lì le avrebbe detto di sputargli addosso anche lei, ma non ne aveva il coraggio. Va bene che era Malfoy, ma ridotto così non lo aveva mai visto.

« Draco » sussurrò lui.

« Come? »

« Draco. Voglio essere chiamato Draco. Da tutti » gracchiò lui, prima di chiudere gli occhi. Ginny tirò fuori dalla tasca la sua bacchetta, e il sangue cominciò a mancare sul viso pallido del serpeverde.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Cercò il suo riflesso nel vetro della finestra, ma il cielo era oscurato e nessuna luce poteva portargli il fantasma del suo viso lì, su un sottile velo freddo. Teneva i gomiti sul banco, il mento appoggiato sulle mani, un'espressione seria. Poi, quasi qualcuno avesse ascoltato almeno una volta le sue preghiere, la campanella suonò e lei si alzò di scatto. Uscì dall'aula guardandosi intorno, come se non riconoscesse il posto.

 « Ginevra, stai bene? » le chiese Luna, avvicinandosi a lei e poggiandole una mano sulla spalla.

 « Cosa? » chiese Ginny, come appena risvegliata da un sogno.  « Si. Sto bene. » uscirono entrambe dalla classe, quando videro un ragazzo alto e dai capelli scuri proprio accanto alla porta in legno, appoggiato sul muro con le braccia incrociate.
 
« Neville » salutò Ginny, con un tono di sorpresa. Luna gli sorrise. Ginny fece per aprire bocca quando Malfoy sfrecciò veloce, la camminata slanciata, lungo il corridoio. Ginny lo seguì con lo sguardo, e un lampo le attraversò la mente.

 « Scusate, arrivo subito » si congedò con gli amici, e seguì Malfoy, che si avviava verso un buio corridoio deserto.

 « Malfoy! » lo chiamò, ma lui continuò la sua strada, senza degnarla di uno sguardo. Draco prese a camminare più veloce, Ginny lo imitò.

 « Draco Lucius Malfoy! Fermati! » ringhiò Ginny, pochi passi dietro di lui. Non si sarebbe mai aspettata la reazione di Malfoy: si fermò e si voltò piano verso la rossa, che fece un passo indietro. Poi, prese la bacchetta velocemente e la puntò davanti a Ginny, che, colta di sorpresa, non aveva fatto in tempo a prendere la propria, e fissava la punta di quella di Draco.

 « Cosa vuoi?! » le chiese lui, brusco.

 « Malfoy.. » sussurrò Ginny.

 « Ti ho detto che voglio essere chiamato Draco! E' il mio nome! » ripose la bacchetta in una tasca del mantello e sferrò un calcio al muro. Ginny rimase in un silenzio che parve durare un'eternità.

 « Perché non mi lasciate in pace? » proseguì improvvisamente lui. A Ginny parve che Draco si stesse liberando di un peso che teneva addosso da troppo tempo.  « Cosa volete da me, tutti? Non sono così speciale, infondo. Sono solo feccia! Ecco cosa sono! Vero? Lo credete tutti, tu, Potter e i suoi due amici! » ringhiò a Ginny, che questa volta non indietreggiò, ma fece un passo avanti. « Non potete capire » continuò, il tono della voce sempre più calmo.  « Nessuno può capire. Perché non posso essere lasciato in pace? » e detto questo si voltò e proseguì. Ginny sentiva qualcosa nel suo petto martellare furiosamente, ansia, agitazione e paura la stavano avvolgendo in un mantello invisibile.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Non sapeva perché fosse lì. Probabilmente si trovava in quella stanza del castello con una bacchetta tremante puntata addosso perché era la ragazza che Harry Potter amava.

- Avanti, Malfoy!

Urlò Alecto Carrow, la donna vestita di nero che avanzava verso il ragazzo biondo. Lui fissava Ginny, eppure quell'incantesimo non saliva sulle sue labbra fredde. La bacchetta tremava, non riusciva a controllarla...

- E' un nemico! - continuò la Mangiamorte, stringendo una spalla di Draco. - Non vuoi che i nemici vincano, vero?

Draco captò nel suo tono aria di sfida. Guardò Ginny, si avvicinò a lei e sussurrò:

- Mi dispiace, devo farlo. Crucio.

Ginny squarciò l'aria con un urlo, prese a contorcersi sul pavimento. La bacchetta di Draco saltò via dalla sua mano, quando toccò terra emise scintille. Fece qualche passo indietro, raccolse la bacchetta, si sistemò nervosamente il colletto della camicia e uscì. Riuscì a sentire Alecto ridere... provava piacere nel sentire quella ragazza urlare... ma, lei era la fidanzata di Potter, perché gli importava?

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