Sarò famosa. Credo.

di onemorebeat
(/viewuser.php?uid=142819)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I. ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***



Capitolo 1
*** Capitolo I. ***


“E quindi, giunta a questo punto, ringrazio tutti quelli che hanno creduto in me. Ringrazio Gianni e il suo delizioso cappuccino, l’autista Mario, che aspetta sempre me per chiudere le porte della corriera, ma soprattutto, ringrazio la prof di latino, che con i suoi 4 mi ha fatto capire che-”
“Ohh, e ringrazio Lea che pulisce il pianerottolo, il ragazzo bello perché si siede vicino a me” mi scimmiotta mia sorella.
Odiosa.
Non capisce che queste prove per il discorso di premiazione serviranno.
Insomma, immaginate: Brad Pitt sul palco che urla il mio nome, io bella come una dea, arrivo li e non dico niente? Non spiccico parola?
Sarebbe triste, su.
Sono sicura che potete capirmi.
“Esci dal bagno, celebrolesa?” Ah, giusto, pianeta terra, paese di provincia, niente Brad Pitt e niente dea.
Do un’ultima occhiata al mio riflesso: capelli castano scuro spettinati, matita nera sbavata dalla sera precedente. Ops.
Esco e cerco di giustificare con mia madre la permanenza in bagno di 20 minuti.
Uhm, non posso dirle che avevo la spazzola in mano a mo’ di microfono e che stavo pensando a che vestito indossare quando prenderanno il calco delle mie impronte, proprio no.
Mi do una veloce sistemata ed esco di casa, pronta a salire sull’autobus.
Ma quel simpaticone di Mario non mi ha aspettata, quindi dovrò fare il tragitto a piedi.
Lo so, lo so, nei ringraziamenti avevo messo anche lui, ma mi sembrava bello usare la tecnica del ‘dovevi trattarmi meglio quando potevi ma sono troppo signora per rinfacciarlo’.
Nel frattempo sono arrivata a scuola e, con la mia innata delicatezza –SBAM!- prendo posto al mio banco.
Uh, il prof sta facendo l’appello, e io non mi sono presentata! Mi chiamo Rebecca, ho 16 anni e diventerò famosa. Credo. Prima o poi.
 
Buonasera a tutti! Ebbene sì, una nuova storia! Mi sono resa conto di non essere in grado di scrivere ff su HP, temo di alterare i caratteri e cadere nella trappola del OOC –che cattivone-. Magari ci proverò più avanti! Ma torniamo a noi: questa storia è la mia prima originale ad essere postata qui! -yeeee-.
Suggerimenti, critiche, insulti (DD:) sono graditi!
A presto,
Bea.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Finalmente le 5 ore sono passate.
Sento le campane  e gli angeli cantare, ma forse è solo il gruppo del coro che ha lasciato la porta aperta. Uh.
Beh, bando alle ciance, è ora.
Come? Ora di cosa? Potrei dirvelo, ma sarei costretta ad uccidervi. Ehehehe.
No, vabbè, solo perché insistete.
Avete presente quando, per questioni di tempo, non incontrate mai la persona  per cui avete una cotta enorme?
Ecco, questo fatto porta a cercare soluzioni.
E fingere ogni giorno di allacciarsi le scarpe in mezzo al corridoio è decisamente una soluzione.

Ma credete davvero che la sfortuna mi abbia lasciato improvvisamente? Non illudetevi, così, dai.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Lorenzo è uscito dalla sua classe, dall'espressione che ha si direbbe che ha fatto matematica.
E' bello come sempre, o almeno, come sembra a me. Nè alto nè basso, capelli e occhi scuri.
Ok, decisamente ''come sembra a me''.
Torniamo al mio piano.
Me l'ha suggerito MariaLuce, una mia amica.
Mi posiziono al centro del corridoio, esattamente dove lui passa per andare alle macchinette. Non so proprio come faccio a sapere che che lui prende sempre il prodotto 53, che costa 80 centesimi, e che lui non ha mai i soldi giusti quindi aspetta sempre il resto.
Giusto, perchè io non lo so.
Vabbè, stavo dicendo: mi chino per allacciarmi la scarpa e.. oh, cavolo. Oggi ho indossato gli stivali. Cazzo.
Mi rialzo di colpa, e Lorenzo mi finisce addosso.
Nota della mente: dentro di me sto ballando la conga.
Non l'ho mai visto così seccato. Merda.
''Fa attenzione a dove metti i piedi!'' Fanculo.
Mi sento le guance in fiamme.
Lui mi supera, e dalla sua tracolla cade qualcosa. Perfetto, come nei film! Io sarò l'eroina che porta al suo amato il biglietto aereo che salverà il mondo. L'amato, non il biglietto.
Raccolgo l'oggetto, euforica.
Un portafolio!
Rosa.
Di Hello Kitty.
Oh, Lorenzo.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


CCiao a tutti!
Scusate il ritardo ma l'ispirazione era andata a giocare a nascondino .__.
Quasto capitolo non mi piace per niente ._.
Aspetto una vostra opinione!
*fa ciao con la manina*


Sono distesa sul mio letto a pensare, mentre gioco con una pallina trovata sul comodino di mia sorella. Condividiamo la camera, e si vede: ordine e disordine sembrano separati da una linea, come se avesse adagiato per terra la cintura dell'accappatoio.
Lorenzo Lorenzo Lorenzo.
Hello Kitty Hello Kitty Hello Kitty.
Il portafoglio è sopra la scrivania, non l'ho aperto perchè ho paura si poterci trovare qualcosa dentro.
Cioè, nel senso, di sicuro ci trovo qualcosa dentro, ma.. Oh,ok, avete capito.
Quel ragazzo mi ha fatto perdere di vista il mio obiettivo: diventare famosa. Troverò un talento e mi inviteranno ad ogni manifestazione. Sperando che non sia il battesimo del prosciutto o cose del genere, insomma.
Mamma urla che è ora di cena. Mi è passata la fame, con quello che mi è successo oggi.
Mia sorella viene a comunicarmi che c'è la pizza con le patate fritte  io, beh, mi è tornata la fame, guarda te.
Spesso penso di essere stata adottata. Insomma, analizzate la situazione: mia madre taglia elegantemente la pizza e la porta alla bocca, mia sorella toglie le patate. TOGLIE LE PATATE, GENTE.
Proprio non le capisco, dovrebbe essere dichiarato reato fare così.
Oggi tocca a me lavare i piatti.  E' il mio turno. Non capisco perchè, ma è sempre il mio turno. Una volta lessi che un attore faceva il lavapiatti prima di sfondare, magari è destino.
Peccato che l'unica cose che sono riuscita a sfondare fin'ora è stato un vassoio.
Ad un tratto sento un gridolino.
'Rebeccaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Waaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Allora non sei inutile come sembra!!'
No. Ti prego, no.
Mia sorella mi raggiunge in cucina, con lelacrime agli occhi e le guancie rosse.
Stringe il portafoglio di Lorenzo, mentre saltella come un canguro in calore. Con tutto il rispetto per i canguri.
E' fantastico! Come hai fatto a trovarlo? Oh, chi se ne frega. E' l'edizione limitata! Capisci? LI MI TA TA!'
Ed è in quel preciso istante che vorrei sprofondare nella schiuma e nei rimasugli di pizza.
A mia sorella piace Hello Kitty.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Calma. Respira.
A tua sorella piace Hello Kitty. E posso sopportarlo.
A tua sorella piace un portafoglio di Hello Kitty. E non la discrimino.
Ma se a tua sorella piace il portafoglio del ragazzo che piace a te, oltre a essere confusa rischi pure di essere incazzata.
Almeno mi ha detto che è vuoto, meno problemi.

La mia vocina interiore continua a proporre idee, ma dopo 'da una botta in testa a sorella e Lorenzo' ho cominciato ad ignorarla.

Il problema è che, fin'ora, è l'idea migliore.

Infatti, quella carogna non ha esitato a rispondere con un bel 'affari tuoi, ora faccio una foto e la metto su Facebook' al mio grido di dolore. Che non era un grido, e neppure di dolore, ma vabbè.

Oh, fanculo. Gioventù bruciata! Ed egoista! Altro che ai miei tempi, gente! E non vuol dire nulla che io abbia soltanto 2 anni più di mia sorella, giusto? Giusto.

Deciso: domani vado in cartoleria e compro un portafoglio uguale a quello che Lorenzo ha perso. Non può essere così difficile. E' rosa, con un gatto stampato sopra. Facile.

*

La commessa si gratta la testa con la punta di una matita, mi guarda e sospira. Il mio sguardo torna allo scaffale, sperando che da un momento all'altro un faro illumini il portafoglio giusto. No, eh?

Oh, insomma. Rosa antico con linea di strass. Rosa shocking con linea spessa nera, rosa scuro con strass sparsi e cuoricini. Tutti ovviamente con quel logo in vista. Giuro, dopo il quindicesimo portafoglio Kitty ha iniziato a guardarmi male.

Giuro.

*

Allooooora, so di essere in un ritardo pazzesco, ma ora non ho letteralmente tempo di scusarmi perché mia madre minaccia di togliermi i viveri se non spengo D:

Alla prossima,

Bea.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Buongiorno c: Come al solito devo scusarmi, ma non riesco a scrivere se non ho l'ispirazione.
Prometto che non vi farò mai aspettare così a lungo per il prossimo capitolo! Come al solito questo non mi convince, spero di ricevere le vostre opinioni!
Un abbraccio e tante caramelle, 
Beatrice.

Scappare dalla cartoleria urlando 'GATTI OVUNQUE AAAAH', mentre la commessa cerca di scansarsi dalla linea di fuoco sarebbe insolito anche per me.
Se fosse successo, ovviamente.
Perché se fosse successo, di sicuro non sarei inciampata sul nulla, rotolando fino ai piedi di un gruppo di ragazzine che si credono miss mondo.
E se fosse successo, avrei comunque acquistato il portafoglio, avendo passato tutto il pomeriggio in quel dannato negozio.
Se fosse successo. Ma visto che non è successo...
Sì, questa è la parte in cui mi credete.
Perfavore?
Non sono mai stata una tipa combattiva, io. Diciamo che l'infanzia ha un po' influito, ecco. Da piccola guardavo Xena (e ogni tanto cerco le puntate su internet), ma non desideravo diventare come lei. Tu pensi che ci sia già lei a risolvere i problemi del mondo e la lasci fare, mica ti metti in mezzo.
Quindi è assolutamente palese che non sia colpa mia.
Colpa dei miei genitori, senza alcun dubbio. Pensa prima di lasciare tua figlia davanti a una principessa guerriera forgiata dal fuoco di mille battaglie, pensa, che poi ti cresce male.
E' evidente che sono scusata.
Evidentissimo.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=877403