A volte le punizioni regalano un sorriso.

di the ghost of Bonnie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21. ***
Capitolo 22: *** Diciannove anni dopo. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Quella rospa travestita da vecchia se ne stava come al solito dietro la cattedra, ammirando i suoi studenti che leggevano silenziosi. A Hermione dava il voltastomaco quel suo orribile fiocchetto, vestito e smalto rosa. Stranamente le sue scarpe col tacchetto erano nere. La ragazza dai capelli cespugliosi ogni tanto le rivolgeva un'occhiata omicida, specialmente quando leggeva le scemenze che il libro affermava. Dopo aver letto l'ultima frase del capitolo, Hermione fece scattare in aria la sua mano, aspettando con pazienza che la vecchia rospa, volevo dire professoressa, le desse la parola. Dopo cinque minuti, il permesso fu accordato.

- Si, signorina Granger?

La Umbridge la scrutava attentamente, ma sapeva già che fine avrebbe fatto la ragazza.

- Qui il libro dice che.. - e cominciò a parlare di ciò che secondo lei,  e tutta la classe, fosse una totale scemenza - .. ed è per questo che non sono d'accordo nè con il libro, nè con il Ministero.

- Credo che una settimana di  punizione le faranno cambiare idea, signorina Granger.

Hermione si lasciò crollare sulla sedia. Quella sera avrebbe voluto passare la serata a leggere, o stare con Ginny, o con Ron e Harry.. invece doveva stare nell'ufficio della Umbridge a scrivere frasi. Quando la campanella suonò, Hermione si alzò lentamente e guardò con aria omicida la Umbridge, poi si decise ad uscire, con Harry e Ron che la aspettavano davanti alla porta.

- Hermione sei stata grande.

- Grazie Ronald.

- No, davvero, ma Hermione Granger in punizione?

- In punizione chi  ?!

I tre si voltarono, e due ragazzi alti dai capelli rossi completamente identici sorridevano loro.

- Allora, - cominciò George - chi è stato messo in punizione dalla rospa?

- Ti sembrerà incredibile.

Fred e George capirono al volo le parole di Ron, infatti fissavano Hermione a bocca aperta.

- Granger, tu.. ?

Hermione annuì. Accennò un debole sorriso ai gemelli.

- Ora devo andare. Harry, Ron, ci vediamo dopo.

Fu così che Hermione Granger sparì di scena. Così come anche i gemelli. Harry e Ron rimasero da soli a discutere su come avrebbe reagito Hermione dopo la punizione.

Hermione intanto era nella Sala comune, e continuava a fissare l'orologio, sperando che quelle lancette non arrivassero mai al quell'ora e quei cinque minuti non passassero. Poi pensò che fosse il caso di andare un po' in anticipo nell'ufficio della Umbridge. Così busso tre volte, in attesa di sentire la voce mielosa che le dava il permesso di entrare. Hermione entrò e rimase disgustata nel vedere l'ufficio rosa confetto della rospa. Dio, quadri di gatti appesi in ogni angolo della parete, e al centro lei. Hermione andò dritta dalla preside, e prima che potesse aprir bocca la Umbridge cominciò:

- Voglio che scriva delle frasi per me oggi.

- Che frasi, professoressa?

- Accomodati - e le indicò una poltrona fucsia vicino ad un tavolino, sopra il quale vi erano un foglio di carta e una piuma, senza inchiostro. Aspetta. Senza inchiostro?

- Professoressa, non mi ha dato l'inchiostro.

- Non ci sarà bisogno dell'inchiostro, cara. Voglio che lei scriva 'Non discuterò più le..' Oh.

Qualcuno bussò alla porta dell'ufficio rosa confetto.

- Oh, non sarà da sola a quanto pare. Il signor Weasley è arrivato in anticipo.

Ron?
Pensò Hermione. Subito dopo pensò che era impossibile. Infatti il Weasley che entrò nell'ufficio pochi secondi dopo era decisamente più alto, aveva i capelli più corti e più sull'arancione di Ron. Fred Weasley sembrava Hagrid di fronte ad un bimbo del primo anno in confronto alla Umbridge.

- Sa già quello che deve fare, signor Weasley. Si accomodi pure vicino alla signorina Granger. Come le stavo dicendo, voglio che lei scriva 'Non discuterò più le parole del Ministero'.

Hermione annuì, ed appena appoggiata la punta della piuma sul foglio, un pizzico alla mano la raggiunse. Andò avanti, convinta che fosse solo un'impressione. Dopo aver scritto più volte la frase, sulla sua mano comparvero vere e proprie parole. Scritte col sangue. Guardò poi la mano di Fred, anche la sua sanguinava copiosamente. Ma lui continuava a scrivere senza fare una piega, mentre lei a fatica tratteneva le lacrime. Dopo, una scossa di terremoto (che proveniva dal piano di sotto), fece cadere la Umbridge a terra, e Hermione si riparò sotto il tavolo.

La Umbridge cercò di sistemarsi i capelli e disse rossa ai due 'Non muovetevi di qui, io torno subito' e uscì camminando velocemente dal suo ufficio.

Hermione controllò che se ne fosse andata, poi chiese a bassa voce a Fred:

- Cosa ci fai qui?

- Solo perchè mi ha ritrovato con una Caccabomba in mano vicino al suo ufficio, non vuol dire che la volessi lanciare a lei.

Hermione rise, poi anche Fred si lasciò trascinare.

- Sempre il solito!

Esclamò Hermione, che poi guardò la sua mano e tornò seria. Così, riprese a scrivere e la sua mano prese a sanguinare sempre di più.

- Ehi ehi ehi ferma!

Fred le prese il polso e le impedì di scrivere.

- Tu stai sanguinado troppo!

Hermione si guardò di nuovo la mano e la guardò disgustata. Quando la Umbridge rientrò, era tutta spettinata e aveva la faccia rospa nera. Poi, nervosa disse 'Ancora qui voi?! ANDATE VIA!'

Fred e Hermione non se lo fecero ripetere due volte e corsero via.

Una volta raggiunto un corridoio abbastanza lontano dalla Umbridge, si misero a ridere per la faccia sconvolta di quella. Hermione guardò la finestra, e si accorse che era buio. Qualcosa le diceva che la mezzanotte era passata da un pezzo.

- E' tardi.

Esclamò Hermione.

- Hai un appuntamento per caso?

Chiese Fred con un sorriso stampato in faccia.

- No no..

- Magari.. con Ron?

Hermione diventò rossa di colpo.

- C.. con Ron? Non capi.. capisco..

- Oh andiamo! Io sono tuo amico. Puoi confidarti con me.

- Ok. Mi piace Ron, va bene?

- Siii.. non ti preoccupare Granger, Ronalduccio è tutto tuo. Nessuna ragazza ti porterebbe via quello scimmione.

Fred le spettinò tutti i capelli come gesto affettuoso, ma era ancora rossa.

- Ora vado prima che mi becchino in piedi a quest ora.

Si congedò Hermione.

- Ciao Herm. Sogna Ronald, mi raccomando.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Hermione si scaraventò contro il letto e si addormentò di colpo. Peccato che il rumore del letto aveva svegliato Ginny, che ci mise almeno mezz'ora rigirandosi nel letto per addormentarsi. Quella mattina Hermione fu la prima a svegliarsi, e, silenziosa, scese in Sala comune, e sprofondò nella poltrona rossa. Il camino era acceso, e si accorse solo in quel momento di due teste rosse addormentate sul divano. Almeno nel sonno non avrebbero potuto fare scherzi a nessuno. Quando Hermione si alzò dal divano, andò dritta verso le scale, e lì fece faccia a faccia con un altro rosso, un po' più basso e muscoloso dei gemelli, ma dagli occhi uguali. Era vicinissima al viso di Ron, e Hermione arrossì violentemente. Non perchè Ron le piacesse, ma per la vicinanza a cui erano. Ron sorrise:
- Oh, buongiorno.
- Ciao..
Hermione ricambiò il sorriso. Ovviamente, Fred e George non stavano dormendo. I due gemelli avevano osservato la scena dal divano, e avevano in faccia un sorriso da ebeti.
- La Granger è cotta.
Sussurrò Fred al gemello.
- Ron è di più. Rispose George, ancora sorridendo. Hermione salì le scale in fretta e tornò al suo dormitorio, mentre Ron si sedette vicino ai gemelli, che lo fissavano ridendo. - Perchè quell'espressione da ebeti? Chiese Ron. - Mahh.. diccelo tu. Andiamo Ron, confidati con i tuoi fratelli preferiti. Risposero Fred e George in coro. - Su, cosa succede con la Granger? Chiese George, mentre Fred annuiva, ridendo ancora come un ebete. - Non capisco di cosa stiate parlando. Rispose prontamente Ron, ma era diventato così rosso che i suoi capelli a confronto sembravano bianchi. - Ma certo George! Come potrebbe piacergli una ragazza come Hermione? Infondo, è solo la sua migliore amica, la guarda con aria sognante.. - .. E scodinzola come un cagnolino quando la vede. Finì George. - Smettetela. - Solo se tu lo ammetti. - Cosa dovrei ammettere? - Che Hermione ti piace! Avanti. - ... - Stiamo aspettando. - Aspettate pure, non sono così scemo da dire a voi due che amo Hermione. - Tu dici? Eppure lo hai appena detto. Gli sorrise Fred. Ron divenne ancora più rosso. George credeva che a momenti sarebbe scoppiato. Fred invece credeva che dovesse andare in bagno. - Adesso basta. Va bene, l'ho ammesso, ma voi tenete la bocca chiusa. - Ma certo! Come puoi dubitare dei tuoi fratellini? E i gemelli si dipinsero sul volto un'espressione da angioletti innocenti. Ron per un momento ci credette. Poi analizzò la situazione. Fred e George angioletti. Qualcosa non quadra. Fred e George che mantengono un segreto di Ron. Qualcosa non quadra assolutamente. Il giorno dopo lo sapeva tutta la scuola. Ecco le cose in regola. Ron venne preso in giro a morte, specialmente dalle serpi, ed in particolare Draco. Amava assolutamente prendere in giro Ron perchè amava la Mezzosangue cespugliosa. Peccato per Ron che fosse domenica, e tutti lo avrebbero potuto prendere in giro. Poi, quando Ron credeva di essere sfuggito al peggio, ecco Hermione. Assolutamente bellissima e perfetta, appoggiata silenziosa al muro. Lui cercò invano di far finta di non averla vista, ma fu fermato da Hermione. - Ciao Ron. - Oh, Hermione, non ti avevo vista.. - Come stai? - Beh, tranne che quei due ebeti mi hanno reso la vita impossibile, tutto bene. Te? - Oh, io benissimo. Ron non ce la faceva a guardarla negli occhi. Ma la ravvicinanza ad Hermione non lo fece resistere. La guardò negli occhi e un senso di vertiggini lo accolse. Ecco, ora le sue labbra erano su quelle di Hermione. Il loro bacio venne interrotto dagli applausi di Fred e George, che per tutta la mattina non avevano fatto altro che seguire Ron. - Ma bravo Ron! E' questo il modo di far tacere tutte quelle voci su voi due? Cominciò Fred. Ron divenne ancora più rosso. Hermione guardava ostile Fred e George. Come facevano a sorridere sempre? Tuttavia, anche la storia del loro bacio venne resa famosa. Non da Fred e George, ma da Pix, che silenzioso aveva osservando silenziosamente tutta la scena. Insomma, quella domenica per Ron non fu un granchè. Rimase, dopo pranzo, tutto il tempo nel dormitorio. Hermione invece pensò bene di uscire e andare ad Hogsmeade, da sola. Si sedette ai Tre manici di scopa bevendo la sua burrobirra, ma non durò molto nel bicchiere perchè un sobbalzo gliela fece rovesciare a terra. Fred e George. Di nuovo loro. - Ma si può sapere cosa volete da me?! Mi seguite dappertutto? - In realtà sei te che segui noi. - Già, noi siamo qui da due orette ormai. Eravamo con Lee ma lui se n'è andato da poco. Così i gemelli si sedettero al tavolo di Hermione ed ordinarono altre due burrobirre per loro. - Come va, Granger? Cominciò George. - Insomma.. oggi sono di nuovo dalla Umbridge. - Allora mi sa che Fred ti farà compagnia. Fred annuì guardando il gemello. Nessuno dei fratelli Weasley si assomigliava, ma avevano tutti un lato che li rendeva riconoscibili. Fred e George erano quelli che più ricordavano Ron, nonostante George sempre sostenesse che Ron fosse stato adottato. I tre continuarono a parlare del più e del meno, quando si fecero quasi le cinque. George poi esclamò: - Ma voi non dovreste essere dalla Umbridge? Hermione e Fred si guardarono terrorizzati. - Oddio, è vero! E corsero via, verso Hogwarts, ridendo come due cretini. Appena arrivati ad Hogwarts, andarono subito nell'ufficio della Umbridge e bussarono, ancora col fiatone e ridendo. Quando entrarono, la Umbridge li squadrò dalla testa ai piedi: - Siete andati a Hogsmeade? - S.. si. Balbettò Hermione. - Si vede. Avete le scarpe tutte innevate. Toglietevele. Hermione e Fred si levarono le scarpe, e la Umbridge recitò una formula, prima sulle scarpe, poi su Fred e Hermione. Erano tutti asciugati, comprese le scarpe. - Grazie professoressa Umbridge. - Oh, non l'ho fatto per voi. Mi avreste sporcato l'ufficio. Rispose mielosa la Umbridge, con un sorriso largo. - Sapete già quello che dovete fare, vero? Cominciò la Umbridge, ma i due ragazzi capirono che era un invito a cominciare la tortura. Così si sedettero, e cominciarono a scrivere. La scritta del giorno prima di Hermione riprese a sanguinare, come quella di Fred d'altra parte. Continuarono così per almeno quattro ore, quando la Umbridge li lasciò uscire. Fred teneva le mani in tasca, e si era appoggiato al muro. Hermione teneva le braccia incrociate. Lei si era portata una benda e se l'era messa alla mano. La benda bianca era diventata a chiazze rosse, mentre Fred continuava a tenere in tasca le sue mani. Continuavano a stare in silenzio, non sapevano proprio di cosa parlare. Hermione così si sedette contro il muro, pensando ai fatti suoi. Pensava e ripensava a Ron.. ma non perchè le piacesse. Aveva capito fin dall'inizio che Ron non le piaceva. - Fred.. Cominciò Hermione. - Hm? Rispose quello, girandosi solamente con la testa, mantenendo le mani in tasca. - E se.. se io avessi capito che Ron.. non mi piace.. - Ma se oggi eravate lì a baciarvi? - Mi ha baciata lui. - Se è così.. beh, gli darai solo un brutto colpo. E Fred si sedette vicino a Hermione. - Si.. beh.. e gli altri come reagirebbero? Ginny, George, Harry e t.. e tu sanguini! Esclamò Hermione. Ormai Fred non poteva far niente per nascondere che la ferita sanguinava copiosamente. Il sangue aveva cominciato a colargli lungo il braccio, e una tasca non avrebbe fatto più di tanto. Hermione balzò in piedi, prese per il polso Fred e lo trascinò con forza in infermeria, o almeno ci provò. Hermione aveva completamente dimenticato che Fred era molto più forte di lei, e gli bastò fermarsi e tirare Hermione per bloccarla. Hermione era caduta a terra. Una volta rialzata, cominciò a massaggiarsi il fondoschiena, dove era caduta di botto. Fred rideva come un cretino, e così Hermione. Hermione poi si levò la benda. - Torno subito. E corse via, ma non diede il tempo a Fred di voltarsi che lei era già tornata, con la benda completamente bianca. Prese la mano sanguinante di Fred e gli sistemò la benda. Non ci volle molto perchè quella si rempisse di rosso. - Sarebbe ora di andare. Le disse Fred. - Già. Hermione si voltò. - Ah, Hermione. Hermione si rigirò verso Fred. - Si? - Grazie. Hermione sorrise e corse verso il suo dormitorio, con a pochi passi dietro di lei Fred, che però camminava lentamente verso il suo dormitorio.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ormai la storia 'Ron e Hermione' era passata e tutti a Hogwarts si facevano gli affari loro. Tutti, tranne Fred e George. C'erano sempre loro di mezzo, possibile? I due erano nel dormitorio maschile. Era abbastanza presto, e loro due erano gli unici svegli nella stanza. Erano passate settimane dall'ultima punizione della Umbridge. Incredibile, ma Fred e George non sapevano cosa combinare di nuovo. Dall'altra parte del piano Hermione attendeva davanti alla porta di Ron che il coraggio la invadesse. Poi bussò. Entrò senza aspettare il permesso, e svegliò Ron.

- Ron.. RON!

Quello sobbalzò alla voce delicata di Hermione.

- Che co.. cosa.. cosa c'è?! Oh, Hermione!

Divenne rosso. Molto più che rosso.

- De.. devo parlarti. Puoi venire qui fuori un momento?

- Certo.

Ron si alzò, un po' turbato per il brusco risveglio e perchè Hermione in pigiama si era presentata a lui e voleva parlargli... In quel preciso momento, appena Hermione chiuse la porta, i due gemelli uscirono dall'altra parte. Hermione e Ron non si accorsero di nulla, così quella cominciò, dopo aver preso un bel respiro.

- Ron.. senti.. io volevo parlarti.. riguardo a quel bacio...

- Oh, si, dimmi tutto.

Man mano i gemelli si avvicinavano di più per ascoltare, e Ron diventava sempre più.. nervoso.

- Ecco.. tu non è che non sia bello.. o intelligente.. è solo che..

- Che lei è praticamente cotta di te.

A parlare era stato George, dietro Ron. Fred lo guardò male: lui sapeva che Hermione non amava Ron, ma lui non aveva avvertito George prima di immischiarsi.

- Ma cosa dite voi due?!Esclamò Hermione, furibonda, specialmente con Fred.

- Hermione, tu non.. ?

- No, Ron, NO! Non mi piaci, non mi piaci, te lo vuoi mettere in testa? Per me sei solo un amico, niente di più! Non sarai mai niente di più. E vooooi. - si scaraventò su Fred e George - Voi cosa fate sempre in giro? Mi seguite?! Hm? - Diciamo che Hermione era particolarmente agitata, per via della confessione e paura di come avrebbe reagito Ron.

I gemelli la guardavano sbalorditi: Hermione nervosa, arrabbiata e agitata nello stesso momento? Roba da non perdere. Hermione e i gemelli non si erano nemmeno accorti di un Ron depresso che scendeva le scale, ed era lo stesso Ron che non avrebbe rivolto la parola ad Hermione per un po' di tempo.

Hermione poi andò nella Sala grande e si andò a sedere vicino ad Harry, il suo migliore amico.. o almeno, quello che non aveva una cotta per lei. Ron poi chiamò Harry, che guardò Hermione con aria supplichevole. A quel punto il moro dagli occhiali fu trascinato da Ron verso di lui. Accanto alla ragazza allora si sedettero Fred e George, facendo mettere Hermione al centro, quindi. Aveva un'espressione stranamente triste e sembrava piena di rimorso.. forse per aver fatto una sfuriata davanti a Ron, invece di quella che doveva essere una chiaccherata tranquilla. Nella Sala grande entrò una ragazza alta, dai capelli neri e la pelle scura. Fred fece l'occhiolino a George, che capì al volo e andò a "salutare" Angelina, la ragazza che gli piaceva da qualche mese.

- Ehi Herm, cos'hai?

Chiese Fred, ancora seduto vicino a Hermione.

- No.. nulla. E' che.. penso di aver esagerato un pochino con Ron..

- Un pochino?

- Ok, più di un pochino..

- Ora ci siamo.

Fred sorrise, e Hermione ricambiò il sorriso, ma poco dopo, divenne di nuovo triste. E dagli occhi che poco prima erano solo lucidi scesero delle lacrime che le bagnarono il volto.

- Ehi ehi ehi, perchè adesso piangi?

- Scusami, sono solo nervosa.

- Dimmi cosa c'è, ti pare?

- Ok, va bene. C'è la Umbridge che mi sta alle calcagna dalla mattina alla sera, ho paura di non superare i G.U.F.O. perchè da prefetto non trovo mai il tempo di studiare, sono nervosa di mio, ho paura che Ron non mi guardi più in faccia e adesso gli amici non mi parlano.

- E io cosa sono? Non sono forse tuo amico?
E con queste parole Fred la avvolse in un abbraccio, caloroso e da buon amico. Quando si separarono dall'abbraccio, Hermione sorrise e andò alla lezione di Pozioni. Peccato che Ron avesse frainteso l'abbraccio di suo fratello e Hermione.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Fred Weasley era appoggiato da solo su un muro, con la testa bassa e le braccia incrociate.

- Ehi, tu.

Fred si girò, e vide suo fratello, quello più piccolo. Ron lo fissava con rabbia, aveva i pugni chiusi e li stringeva forti.

- Buongiorno Ron.

Sorrise quello con i capelli lunghi, scostandosi il ciuffo. Sorrideva, ma era preoccupato. Mai aveva visto Ron con quell'espressione.

- Cosa faresti tu.. - cominciò Ron, avvicinandosi a Fred - se io ti dicessi che mi sono messo con Angelina?

- Beh, non mi colpiresti più di tanto, sinceramente.

Ron si avvicinava di più a Fred, ormai era a pochi passi.

- Volevo chiederti una cosa, Fred. Cosa ne pensi di Hermione?

- Di Hermione? Hermione Granger?

- Si, lei.

- Beh, è mia amica, ed è come una sorella.

- Capisco.

***
Al piano di sopra, Hermione e Ginny erano sedute sul letto. Ginny si stava per stendere, quando un pensiero le passò per la mente.

- Oh no! Hermione, ho dimenticato una cosa! Accompagnami giù!Prese l'amica per mano e la trascinò al piano di sotto.

***

- Ron, dove vuoi arrivare?

- Perchè Ginny non la abbracci?

- Oddio Ron, non dirmi che..

- Rispondi.

- Non me lo chiede.

- Vuoi dire che Hermione te lo ha chiesto?

- No, ma..

- Ma cosa, Fred?

Fred si era staccato dal muro e adesso fissava Ron, nervoso.

- Ron, adesso mi sono rotto.

- Ah si? Ti sei rotto, vero? Beh, semplice far così. 'Mi sono rotto' - gli fece il verso - e poi basta, andare via.

- Si può sapere che ti prende?!

- Vuoi davvero saperlo?
Fred cadde a terra. Ron gli aveva appena tirato un pugno in faccia. Fred si alzò, guardando furente il fratello.

- Ma sei de..

Fred si guardò la mano che si era portato in faccia per massaggiare il punto dove Ron l'aveva colpito. Sangue.

***
Ginny stava ancora trascinando Hermione. All'improvviso, la rossa si bloccò di fronte alla scena presentata di fronte ai suoi occhi. Hermione inciampò in Ginny.

- Ehi ma che ti è pre..

Hermione sbarrò gli occhi.

***

A quel punto, Fred non vedeva nient'altro che Ron di fronte a lui. Si scagliò contro Ron e iniziarono a prendersi a pugni.

- Fermi! FERMI!
Le ragazze urlavano a squarciagola, ma i rossi non le sentivano. A quel punto le ragazze si avvicinarono e urlarono più forte. Ginny prese Fred per le spalle ed Hermione Ron, e li tirarono indietro.

- Si può sapere cosa DIAVOLO stavate facendo?!

Urlò Hermione.

- E perchè poi?!Ringhiò Ginny.

- Oh, lasciamo perdere.

Fred si alzò, scrollandosi di dosso le braccia di Ginny che lo tenevano fermo, e si diresse verso il dormitorio. Ron andò esattamente dalla parte opposta.

- Oh no caro mio! Tu rimani qui!

Hermione lo trascinò e lo costrinse a parlare. Così, Ron, raccontò tremando - Hermione faceva paura - ogni suo pensiero.

Qualche minuto dopo...

- Che.. co.. cosa diavolo pensavi Ronald Weasley?!
Ginny era dietro ai due a ridere come una cretina, mentre Hermione urlava contro Ron.

- Uno. Io e te non stiamo insieme! - e qui calcò il 'non' - Due. Fred è come mio fratello, è esattamente come Harry, o George! Tre. Non sono di tua proprietà. Non puoi prendere a pugni qualunque maschio sia mio amico!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


La pioggia scorreva sul vetro e l'oscurità aveva riempito il cielo. Hermione lo fissava, seduta vicino alla finestra, mentre gli occhi lucidi cercavano di aiutarla a trattenere le lacrime per il dolore. Questa volta la Umbridge aveva esagerato, la mano di Hermione era.. beh, non si può definire. Chiuse gli occhi, sperando che le lacrime si ritirassero, ma quando aprì gli occhi si ritrovò a singhiozzare. Per fortuna era sola: aveva detto di non aver fame, e tutti i suoi compagni erano nella Sala grande a cenare. Si teneva la mano, facendo sporcare l'altra candida di sangue. Appena sentì dei passi avvicinarsi alla porta, istintivamente chiuse gli occhi e finse di essersi addormentata, ancora con le lacrime sul viso. Socchiuse poi gli occhi per vedere chi era, gesto che non sfuggì al suo amico Fred Weasley. Il ragazzo si avvicinò, ma desiderò di non averlo mai fatto: la mano di Hermione era gonfia e livida, piena di graffi,o meglio, ferite profonde che le bagnavano la mano di sangue. Si sedette vicino a Hermione e le prese la mano, iniziando a cercare qualcosa nelle tasche. La ragazza, con la mano libera, si asciugò le lacrime e si girò di nuovo a guardare la luna piena e la pioggia. Si voltò verso il ragazzo quando qualcosa le avvolse la mano: una benda bianca. Hermione sorrise, era la benda che gli aveva dato in punizione dalla Umbridge.

- Grazie Fred.

- E' tua, Hermione.

E con questo ricambiò il sorriso.

- Questa volta la Umbridge ha esagerato, però. La mano di George è molto, decisamente meno grave della tua. Quante volte hai scritto la frase?

Hermione chiuse gli occhi e sospirò, facendo scivolare altre lacrime, poi si decise a parlare:

- Quattrocentoventisei.

Fred spalancò gli occhi. Era sbalordito. Non ci credeva. Solo per essersi lamentata di uno stupido decreto la Umbridge aveva fatto squarciare la mano di Hermione.

- Tu cosa ci fai qui?

- Oh, io stavo cercando una cosa. E poi anche Harry e Ginny mi hanno chiesto dove fossi, di andare a cercarti.. ho provato in biblioteca, ma non c'eri. Ho provato nella Torre di Astronomia, ma nemmeno lì c'era traccia di te. Poi mi son detto 'vuoi vedere che è nel posto più logico del mondo?' ed eccomi piombato qui.

Hermione sorrise triste. Fred a vederla era.. beh, non aveva mai provato quella sensazione.. era così fragile, in quel momento. Così tante cose erano successe, e aveva dovuto affrontarle da sola. Poi, la ragazza tirò su col naso e si asciugò le lacrime.

- Andiamo a mangiare?

Chiese a Fred.

- Se Ron ti ha lasciato qualcosa, volentieri.

E uscirono insieme dalla Sala comune. Percorsero le scale incontrando anche un bambinetto biondo, consolato da un ragazzo che era identico a Fred. Il bambino piangeva come Hermione poco prima. Lui però singhiozzava più forte, molto più forte. Alla vista di quella scena Fred si addolcì e si sedette accanto al biondino, mentre George lo consolava.

- Vedi, le mie ferite già sono quasi sparite..

Disse dolce George, mentre Fred aveva messo un braccio attorno alle spalle del bambino. Hermione si sedette a terra di fronte al biondo, che la guardò con gli occhi inondati di lacrime.

- Di quale casa sei?

- Gri.. gri.. grifondoro.

- E cosa hai fatto per essere messo in punizione?

- Non ne ho idea.. ma la professoressa, finita la punizione, mi ha detto 'Salutami i tuoi, al Ministero'.

Hermione guardò i gemelli, poi si alzò di scatto in piedi. Camminava avanti e indietro per pensare, quando fu raggiunta da Harry, Ron e Ginny.

- Cosa stai facendo Hermione?

Chiese Ron.

- Sta pensando.

Rispose Fred, guardando Hermione. Poi, quella si bloccò.

- Ci sono!

Esclamò quella ad alta voce.

- E quindi?

Chiesero i gemelli.

- Beh, e quindi.. - si guardò intorno con fare sospetto - Non qui - continuò - la rospa potrebbe sentirci. Così il gruppetto si avviò seguendo Hermione, che continuava a guardarsi intorno, finchè non raggiunsero la Sala comune dei Grifondoro. Lì, Harry e Ron si sedettero su una poltrona, Fred, George e Hermione sul divano, in attesa che la riccia parlasse.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


- Bene..

Cominciò Hermione. La fissavano tutti, forse era per questo che era agitatissima. Poi, dopo un sospiro, riprese a parlare.

- Come tutti sapete, il metodo di insegnamento della Umbridge non è dei migliori...

- Altrochè!

Esclamò George.

- Perciò - continuò la riccia, nella speranza di non essere interrotta di nuovo - se la battaglia con.. - altro sospiro - Voldemort è davvero imminente, abbiamo bisogno di un insegnante, uno come si deve.

- Se ti riferisci a Lupin..

- No, Harry, non mi riferisco a Lupin. Ha già abbastanza a cui pensare. Io mi riferivo a.. a te.

Harry la guardò con gli occhi spalancati, dietro gli occhiali.

- A.. a me?
- Si, Harry. Chi altro?

- Stai scherzando, vero? Hermione, tu hai i voti più alti di me in tutto!

- Harry, io sono tutto studio, ma ci sono cose più importanti dei compiti! E te.. te hai affrontato Voldemort nella vita reale, per le mutande di Merlino!

- Oh, beh.. cosa?

- Per le mutande di Merlino?

Ridacchiò Fred. Hermione arrossì debolmente, poi si alzò e andò da Harry, sedendosi di fronte a lui.

- Per favore, Harry.

Harry guardò tutti, infine Hermione.

- Oh.. ehm.. va.. va bene.

Hermione abbracciò Harry, che, colto alla sprovvista, non riusciva a respirare.

- Quando cominciamo?

Chiese Ron.

- Oh beh - Hermione tornò in mezzo ai gemelli, che si spostarono - Appena ci saranno abbastanza persone che la pensano come noi...
- Allora preparati ad accogliere tre case di Hogwarts.

Disse Fred, sorridendo.

- Perchè tre?

Chiese Hermione, voltandosi verso Fred.

- Non credo che le Serpi staranno dalla nostra parte.

- Giusto.. beh, credo sia ora di andare a dormire.

Ed Hermione si avviò verso la porta.

- Dove vai?

Chiese Fred.

- Sono un prefetto, devo controllare che nessuno sia sveglio dopo orario.

- Capisco. Notte Granger!

E anche il gemello si avviò verso il dormitorio.

Mentre la riccia camminava lungo il dormitorio buio, sentiva il solo rumore dei suoi passi, e una voce:

- Granger!

Hermione si voltò di scatto, facendo cadere i suoi capelli tutti su una spalla.

- Cosa vuoi, Malfoy? Hermione alzò gli occhi al cielo, e riprese la sua camminata.

- Ehi, aspetta!

Le disse quello dietro. Il biondo platinato la raggiunse, e si mise accanto a lei.

- Perchè in piedi a quest'ora?

- Domanda idiota Malfoy. Come te sono un prefetto, e ho i tuoi stessi compiti.

- Però ti levo lo stesso 5 punti.

- E perchè?! E poi i prefetti non possono togliersi i punti tra di loro.

- Perchè mi stai antipatica. Posso benissimo toglierti i punti Granger, se voglio.

- Ah si? E come mai?

- Sono un membro della Squadra d'Inquisizione.

- Ah, beh, allora se sei un membro della.. cosa?

- La squadra d'inquisizione, Granger.

- E cosa diavolo é?!

- Ohh, ti basta sapere che è per chi sta dalla parte, ovviamente, della Umbridge, e del Ministero, quindi.

- E tu ovviamente ci sei dentro.

- E come non potrei? Gelosa, Granger?

- Per niente.  - Hermione distolse lo sguardo. - Io non faccio la ruffiana con i professori, a differenza tua.

- Come osi?! Piccola sudicia Mezzosangue!

Calcò l'ultima parola, così tanto che Hermione se la sentì incidere nello stomaco.

- Ti odio, Malfoy.

Corse, andando via, verso la Sala comune dei Grifondoro, ma aveva appena fatto in tempo a sentire Draco che rispondeva dietro:

- Oh, che onore Mezzosangue.

L'aveva ripetuto di nuovo. Dio, quanto lo odiava. Una volta entrata sbattè la porta e sprofondò nel divano, fissando il fuoco e iniziando a singhiozzare. Decise di non badare alle parole di Malfoy.. l'aveva sempre insultata, d'altra parte.. poi, ripensando al discorso che avevano appena fatto.. cosa diavolo è la Squadra d'Inquisizione? Si addormentò con questo pensiero, e una lacrima sul viso.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Erano tutti al tavolo dei Grifondoro a fare colazione. Ron stava sbrandando un pezzo di torta.. chissà a che quota era arrivato, Harry e Ginny lo guardavano schifati, vicini, Fred e George vicino ad Angelina e Katie e Hermione vicino a Ginny. La riccia non aveva ancora aperto bocca, nemmeno per mangiare. Se ne stava con la testa abbassata, fissando il suo piatto.

- Quello andrebbe mangiato.

Ridacchiò George. Hermione si voltò verso di lui, poi guardò Harry.

- Harry..

- Dimmi Hermione.

- Non si può più fare niente.

- Cosa intendi?

- Parlo di quello di ieri sera..

Harry sgranò gli occhi, poi si guardò intorno e abbassò la voce.

- Ma sei impazzita? Hermione, cosa intendi con 'non si può più fare niente' ?!

- Ho parlato con Malfoy ieri sera.. e..

- E.. ?

- La Umbridge ha creato una certa.. Squadra.. Squadra d'Inquisizione.. o qualcosa del genere.

Ora tutti fissavano Hermione. Non capivano proprio dove volesse arrivare la riccia.

- E quindi?

Chiese Ginny.

- E quindi non possiamo più fare niente!

- Hermione, mi deludi - esclamò Fred, vicino a Ginny. - Secondo te non si può più far niente?

- E se la Umbridge ci scopre?!

Chiese Hermione a Fred, innervosendosi.

- Chi se ne importa! - sbottò il ragazzo, Hermione lo guardava a bocca aperta - Insomma, almeno saremo preparati per la battaglia! E quando sei lì e stai per morire, cosa te ne fai di un brutto voto o di una cicatrice sulla mano? - Hermione guardò la sua mano, ancora bendata, con le lacrime agli occhi - Hermione, qui non si parla di voti, qui siamo nella vita reale. E se veniamo espulsi? Chi se ne importa! Non credo che Voldemort voglia sapere quanta polvere di pietra di luna mettiamo nel Distillato della Pace, no?

George fece un applauso al gemello, seguito dagli altri amici. Poi, ovviamente, Fred, dopo aver guardato serio Hermione, si accorse degli applausi che gli stavano facendo, e tornò a sorridere come sempre. Anche Hermione gli fece un applauso, e una lacrima le attraversò il volto. Tutti, compresi i professori, si chiedevano cosa avessero da applaudire gli studenti di grifondoro. Anche perchè il rosso aveva parlato così forte che tutti quelli del suo tavolo lo avevano sentito. Solo che, l'applauso venne interrotto dalla professoressa Umbridge, che si era messa davanti al tavolo dei professori.

- Buon giorno, cari.

E, una volta calcato il cari , la professoressa Umbridge allargò un sorriso falso, circondato dai capelli ricci e i nastri di un fiocco rosa.

- Questi mesi con voi a Hogwarts sono stati fantastici insieme a voi, e ora che siamo già quasi a Natale.. beh, ho pensato..

- Addirittura!

Esclamarono i gemelli a bassa voce, causando le risate di tutti i grifondoro.

- Ho pensato - proseguì la Umbridge - di far rimanere gli studenti a Hogwarts, per un periodo più prolungato per le vacanze di Natale. Questo perchè.. io e gli altri professori abbiamo concordato che la sera del 24 dicembre, ovvero l'ultimo giorno di scuola, ci sarà un Ballo!

I ragazzi guardavano orripilati la Umbridge, e al solo pensiero di un ballo rabbrividivano. Le ragazze.. l'opposto. Per esempio, Ginny aveva un sorriso a ottantanove denti e sorrideva insieme ad Angelina.. l'unica ragazza a cui questa notizia non faceva nè caldo nè freddo era Hermione, che aveva finalmente deciso di iniziare a mangiare qualcosa.

- Granger, come mai non schiamazzi come le altre ragazze?

Chiese George alla ragazza, avvicinandosi. A quel punto si avvicinò anche Fred, mettendosi all'altro fianco di Hermione.

- Beh, - cominciò, guardando prima George - Queste cose non mi interessano.

- Sicura?

Ed Hermione si voltò verso Fred. Fred sorrideva.. possibile che ridesse sempre?

- Assolutamente.

Ma Hermione sapeva benissimo che non fosse così. Beh, anche. Ma soprattutto perchè nel suo cuore si diceva che nessuno l'avrebbe invitata al ballo. Nessuno.. certo, l'anno prima era andata al Ballo del Ceppo con Viktor Krum, ma lei aveva accettato solo per fare ingelosire Ron. Ma ora tutto era cambiato. Una nota triste nel suo tono di voce l'aveva tradita con i gemelli.

- Mmm.. va bene. Allora, andiamo George!

E i gemelli si alzarono, lasciando Hermione perplessa nei suoi pensieri. Già, non si era nemmeno accorta che se ne fossero andati, ma aveva lo stesso percepito la mancanza di qualcosa, e come se una parte di lei se ne fosse andata. Si voltò, Fred e George erano spariti.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Si trovavano tutti in una Sala del castello, abbastanza da tenere tutti i Grifondoro. Fred e George se ne stavano in un angolo, alla fine di una lunga schiera di maschi composta da due file: una avanti, una dietro. La stessa cosa per le ragazze, dall'altra parte della sala. La McGranitt ( con presenza della Umbridge che prendeva appunti ), stava insegnando tramite Ron Weasley qualche passo di danza.
Anche su quello! Pensò Hermione. In effetti, non aveva tutti i torti: la Umbridge non solo li perseguitava durante Difesa contro le Arti Oscure, ma anche durante le lezioni degli altri professori, che in genere Hermione riteneva piacevoli, ma con quell'arpia in classe, le lezioni diventavano un vero e proprio incubo anche per lei. Finito il balletto con Ron, la professoressa Umbridge invece si guardò intorno, poi si alzò.

- Ed ora è il turno di due studenti!

Esclamò. Sapeva già chi fare entrare in scena. Un ragazzo alto dai capelli rossi con le lentiggini che non aveva fatto altro che ridacchiare con il suo migliore amico, che poi non era che il suo gemello.

- Signor Weasley!

Chiamò. Ron si guardò interrogativo: 'di nuovo?!' aveva pensato. Poi, lo sguardò della professoressa passò qualche studente più in là.

- Signor Fred Weasley, vorrebbe venire qui, prego?

Ecco Fred Weasley diventare rosso. Per la prima volta. Si incamminò, abbattuto, come appena uscito da una battaglia, verso la professoressa Umbridge, che lo osservava sorridendo. Poi, guardò dalla parte delle ragazze. Pensava con chi Fred Weasley si sarebbe sentito più a disagio. Eccola lì, piccola e in disparte, con i capelli a boccoli che le ricadevano sulla schiena, che fissava le sue scarpe.

- Signorina Granger, potrebbe avvicinarsi?

Hermione si alzò incerta, avvicinandosi piano alla professoressa e Fred che non osava guardarla negli occhi. La Umbridge aveva un delizioso e mieloso sorriso stampato in faccia. Fred si mise davanti ad Hermione, con la testa abbassata entrambi.

- Ora, signor Weasley, metta la sua mano sul fianco della signorina Granger.

Ecco un sussulto di Hermione appena Fred le toccò il fianco. Era diventata rossa, lo sapeva. Se ne era accorta, e anche Fred, perchè adesso lui sorrideva.

- Ora, signorina Granger, metta la sua mano sulla spalla del signor Weasley.

Hermione posò lentamente la mano sulla spalla di Fred, e fu costretta ad alzare lo sguardo perchè Fred era più alto di lei di almeno quindici centimetri, o molto di più. Lo guardò negli occhi, per la prima vera volta. Il fratello del ragazzo di cui un po' di tempo fa era innamorata, eccolo lì davanti. E lei ci stava danzando insieme. Cominciarono automaticamente a danzare perfettamente, senza contare che Fred le aveva pestato un paio di volte il piede, e anche lei non scherzava. Danzarono per dieci minuti circa, Hermione con lo sguardo abbassato e arrossito, Fred che fissava il vuoto e tutti che ridevano di quel momento imbarazzante. Suonò la campanella.

- Finalmente!

Esclamò Fred. Non ce la faceva davvero più. Per lui danzare era troppo, per di più davanti a tutti e come se non bastasse con Hermione Granger! Hermione non era della stessa idea. Le era piaciuto, anche se era una frana in quelle cose. In realtà, lei pensava di essere una frana in tutto, tranne che a scuola. Specialmente quando doveva fare qualcosa davanti a delle persone. Specialmente se doveva fare qualcosa con un ragazzo. Specialmente se quel ragazzo era il fratello del ragazzo di cui lei fino a poco tempo prima era innamorata. Perchè lei Fred Weasley lo aveva sempre visto in questo modo. Non era niente di più di un amico. Uscì dall'aula silenziosa, ripensando a quegli ultimi dieci minuti. Non aveva visto Fred in faccia nemmeno per mezzo secondo, imbarazzata com'era dall'essere fissata da tutti. Per fortuna la aspettavano venticinque minuti in biblioteca in pace. Si sedette sulla sedia di legno e si appoggiò con i gomiti sul tavolo, togliendo dalla sua borsa un libro alto, il prossimo per quella settimana. Aprì la copertina, lesse velocemente il nome dell'autore ed entrò completamente nella lettura. Senza nemmeno accorgersene, ventiquattro minuti erano passati. Aveva giusto posato lo sguardo sull'orologio per vedere che ora era, ma si alzò di scatto dalla sedia, mise il libro nello zaino ed uscì di corsa dalla biblioteca, andando verso il parco, sperando di non incontrare la rospa. Si sedette all'ombra di un grande albero e riprese la sua lettura, lì dove l'aveva lasciata. Passati non più di dieci minuti,vide l'ombra di qualcuno vicino a lei, che la osservava, ma sempre mantenendo una certa distanza. Lei alzò lo sguardo e si ritrovò davanti.. eheh.. non Fred, ma bensì Draco Malfoy.

- Cosa vuoi Malfoy?

Chiese Hermione brusca a Draco, nella speranza di farlo andare via il più presto possibile.

- Calma, Granger!

Rispose Draco alzando le mani in segno di resa, ridendo.

- Mi chiedevo solo.. se percaso, dopo esserti lasciata con Weasley - e calcò bene la parola 'Weasley', causando il voltarsi di alcuni rossi sparsi qua e là, che cominciavano ad avvicinarsi al biondino, per sentire cosa stesse dicendo su di loro - non ci fossi rimasta troppo male, sai..

- Dileguati, Malfoy.

- Uhuhuh, ho toccato un tasto dolente..

- Geloso, Malfoy?

Qualcuno da lontano aveva urlato, ma Draco e Hermione fecero finta di non sentire.

- Fra poco lo sentirai tu un tasto dolente!

Hermione alzò le voci, alzandosi di scatto, provocandosi un giro di testa momentaneo.

- Stai calma!

- Ora sparisci Malfoy.. lo sai che il mio pugno di trova particolarmente simpatico? - sorrise, guardandosi il pugno. Poi cambiò espressione - Non lo capisco, ad essere sincera.

Hermione ridacchiò, guardandosi il pugno, mentre Malfoy ricordò il 'simpatico' tocco della Grifondoro sul suo naso al terzo anno. Comunque, questa risposta bastò per guadagnarsi un'occhiataccia da Malfoy e tutte le sue 'fan', ochette serpeverdi che iniziavano a sbavare non appena lo vedevano.

Hermione poi sorrise da sola, e si sedette, decisa a riprendere la sua lettura. Solo che venne interrotta di nuovo da un applauso che veniva dai suoi amici, che si stavano avvicinando a lei.

- Complimenti Granger.

I gemelli le avevano rivolto un sorriso, sedendosi a mezzo metro da lei. Ginny e gli altri si sedettero accanto.

- 'Lo sai che il mio pugno ti trova particolarmente simpatico?'

Ridacchiarono i gemelli.

- Questa me la devi spiegare.

Disse Fred, sorridendo. Hermione fece per rispondere, ma venne interrotta dai suoi migliori amici Harry e Ron che cominciarono a raccontare quello che era successo. Sul viso di Hermione comparve un sorriso, accompagnato al pensiero di un ballo..

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Ad Hogwarts non c'era mai stata tanta agitazione. Gli studenti, specialmente i ragazzi, andavano avanti e indietro, chiedendo alle ragazze di andare con loro al ballo. Però, com'era solita fortuna, il professore aveva deciso di fare lezione con tutti i Grifondoro. Erano seduti Harry, Ron. Fred e George vicini, Hermione davanti a loro e qualche posto più in là di Hermione c'era Angelina. Mentre Ron era intento a scrivere, oppure, a copiare quello che Hermione scriveva, sentì Fred:

- Ehi, Angelina.

Quella si era voltata, come Hermione, a guardare la scena. Stringeva forte la penna in mano, mentre cercava di rendersi indifferente, e sentì una morsa allo stomaco.

- Che c'è?

Sussurrò la mora. Fred poi usò una serie di gesti che nessun altro avrebbe potuto ripetere, il che voleva dire che la stava invitando al ballo.

- Al ballo? Si, va bene.

Ecco. Hermione si ritrovò a pensare a quella lezione di ballo dove le cavie erano lei e Fred. Ripensò a quando lui le aveva messo una mano sul fianco e del brivido che lei aveva provato. In quel preciso momento, nella mente della riccia, il suo corpo aveva preso la forma di Angelina che ballava insieme a Fred, sorridendo e mandandogli occhiate dolci. Oh no. Le lacrime avevano avuto la meglio su di lei senza nemmeno accorgersene. Non capiva perché si sentiva così distrutta. Si alzò in fretta per nasconderle agli amici, consegnò il suo compito e si diresse a passi veloci verso la Sala grande. Una volta aperta la porta sprofondò nella poltrona e lasciò che le lacrime le attraversassero il viso.

- Ehi, Hermione, cos'hai?

Chiese Ginny, appena dietro di lei. Non l'aveva nemmeno sentita. Hermione tirò su col naso e si asciugò le lacrime con la manica, poi rispose:

- Non.. non ho nulla, Ginny.

- E allora perchè stai piangendo?

- Non sto piangendo! E' solo che.. mi fanno male gli occhi.

- Hermione, non ti crede nessuno. Dimmi cos'è successo!

- Ma nulla, Ginny, davvero. Nulla di importante.

Cercava di convincersi che non fosse nulla di importante, perchè lei non poteva provare qualcosa più di amicizia per Fred. Era solo il fratello di Ron! Il re degli Scherzi! Hermione non poteva sentire qualcosa per lui.. era solo suo amico. Poi ripensò all'abbraccio che Fred le aveva dato all'inizio dell'anno, di lui che l'aveva consolata quando la Umbridge le aveva fatto scrivere quattrocentoventisei volte la stessa frase, e di quando aveva consolato quel ragazzino, e del ballo insieme. Già, il ballo. Quando avevano fatto come le 'prove' era come se lei si fosse convinta che avrebbero ballato insieme al ballo, ed in qualche modo si sentì tradita.

- Scusami, ma ora devo andare. Hermione si alzò velocemente dalla poltrona e corse dritta nel suo dormitorio, infilandosi nel letto, e cominciando a piangere. Comunque, Ginny decise di andare in Sala grande per vedere se qualcuno sapeva cosa avesse la sua migliore amica. Si sedette vicino a Harry - ormai la lezione di Piton era finita - e gli chiese:

- Cos'ha Hermione?

- Perchè?

Harry non capiva. A dire il vero, nemmeno gli altri. Non se n'erano nemmeno accorti che Hermione si era alzata dal tavolo.

- Beh, in Sala comune.. era strana.

- In che senso?

- Non lo so.. era giù.. mi ha detto di non avere nulla di importante, ma io non le credo!

- E perchè?

- Stava piangendo!

I gemelli e Ron alzarono la testa verso la sorella. Purtroppo, nessuno capiva, specialmente Fred. Lui che la consolava sempre. Hermione era addormentata nel suo letto, quando sentì bussare. Si asciugò le lacrime e velocemente rispose:

- Av.. avanti.

Eccolo: Frederick Weasley sulla porta della riccia, e la guardava negli occhi. Credeva che l'unico modo possibile per capire cosa Hermione avesse veramente era guardarla negli occhi, perchè non lo avrebbe mai ammesso, specialmente a lui.


- Ho saputo che non stavi bene, così sono venuto a trovarti.

- Non ho niente.

Rispose Hermione brusca. Non osava guardarlo negli occhi. Lui si sedette sul letto di Hermione che mise la testa fra le coperte e chiuse gli occhi.

- Dai, dimmi cosa c'è!

- Non ho nulla Fred, e poi non sono affari tuoi. Quello che mi succede non ti deve importare, Fred. Ora vattene.

- Hermione, ma...

- Cavolo, Fred! Vattene! 

Hermione si era alzata dal letto e aveva dato uno spintone a Fred, che indietreggiò. Fred la guardò torvo. Era la prima volta che la guardava male sul serio. Si alzò senza nemmeno guardarla, poi, sulla porta, le disse:

- Ok, non sono affari miei. Però poi quando piagnucoli per quei due graffi sulla mano non venire da me, intesi?

Ed uscì sbattendo la porta. Hermione si rimise a piangere dentro le coperte, così forte che Fred la sentì, ma fece finta di niente e continuò a camminare. 'Non avrei mai voluto litigare con te' pensava Hermione, e continuava a ripeterselo immersa nei singhiozzi. Non poteva avere una cotta per Fred Weasley, non lei, non Hermione Granger, non così all'improvviso, non per il fratello di Ron, non per Lui! Una volta raggiunta la Sala grande, il gemello si sedette accanto a George, che, notando la sua espressione diversa da quella che aveva di solito, gli chiese:

- Ehi Freddie, non sarai mica stato in biblioteca, vero?

Fred sorrise.

- No no.. non ti preoccupare. Ci mancherebbe altro!

Harry e Ron lo guardavano.

- Allora? Come sta Hermione?

- Chi? Quella? Oggi fareste meglio a lasciarla perdere, potrebbe ringhiare e mordervi da un momento all'altro.

George e gli altri lo guardarono con gli occhi spalancati: lui mai in tutta la sua vita aveva parlato male di Hermione, mai. Ed in quel periodo avevano anche fatto più amicizia.

- Io ve l'ho detto - intervenne Ginny - vi ho detto di lasciarla perdere, perchè quando piange vuole essere lasciata in pace. Voi non mi avete ascoltata.. e adesso Fred e Hermione hanno litigato. Contenti voi.

- Cosa? Avete litigato? Chiese Ron, che, intento a mangiare, non aveva ancora capito. - No, Ronnie-caccola-di-troll. Risposero i gemelli, in coro, ironici. Fred poi si alzò, diretto alla Sala comune a fare le prove per il ballo. D'altra parte, sarebbe stato una settimana dopo.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Quella mattina, Hermione sorrideva e scherzava insieme a Ginny, e ogni volta che lei incontrava lo sguardo di Fred, lui la guardava torva, e lei puntualmente abbassava lo sguardo, delusa, sperando che solo guardandola negli occhi capisse. Ginny poi, tirò una gomitata a Hermione. Lei la fissò, poi sussurrò:

- Cosa c'è?

- Dobbiamo parlare.

- Dimmi.


Ginny prese per mano Hermione, e la trascinò in un angolo. Aveva capito tutto.

- Prima di tutto, e soprattutto prima che mi dimentichi: mia madre mi ha chiesto se ti piacerebbe venire da noi alla Tana per Natale.

- Oh, si va bene.

- Non era solo questo.. Herm, dimmi la verità. Ti piace Fred?

A quel nome, lo stomaco di Hermione fece una capriola. Come poteva essersene accorta?

- N.. no.. certo che no!

- Ok, da quanto tempo?

Hermione sbuffò. Come faceva a conoscerla così bene?

- Da una settimana..

Ginny sorrise. Ancora una volta aveva azzeccato.

- E quando glielo dirai?

Hermione sgranò gli occhi.

- Cosa? Dirglielo? MAI !

- Herm, tu devi dirglielo. Se non lo fai tu, lo faccio io.

- Non oseresti.

- Dici? Fr..

Hermione le tappò la bocca appena in tempo. Fred stava per voltarsi verso le due ragazze.

- E va bene. Glielo dirò alla Tana, promesso.

Ginny sorrise, prese per mano la sua migliore amica e tornò a sedersi con un sorriso compiaciuto in faccia.
***
Quella sera, Hermione si stava ancora provando il vestito: era davvero bellissima, e per una volta anche lei si piaceva. Era ferma, davanti allo specchio da dieci minuti: un lungo vestito nero e scollato, i capelli rigorosamente lisciati ( con un incantesimo ) e un semplice sorriso stampato sul volto. Sospirò, poi si avviò verso la Sala Grande. Scese le scale lentamente, sorridendo ai volti meravigliati. Sorrise specialmente quando Fred, una volta voltato verso di lei, aveva trasformato il suo sorriso in una faccia meravigliata. Era davvero stupenda. Il suo vestito scollato le lasciava scoperta la schiena, dove al collo vi era una collana argentata. La gonna lunga e gonfia la faceva sembrare una principessa. Angelina poi strattonò Fred, distratto dall'incantevole Hermione, che, da quando lui aveva iniziato a guardarla, non lo aveva nemmeno degnato di uno sguardo. Fred mise la mano sul fianco sul fianco di Angelina e iniziarono a ballare, lei sorridendo. Hermione poi prese la mano del suo cavaliere: Draco Malfoy. Aspetta. Draco Malfoy al ballo con Hermione Granger? Qui c'è qualcosa che non quadra. Ora lui le mette una mano sul fianco e iniziano a danzare insieme. Qualcosa non quadra assolutamente. Hermione sentì Lavanda Brown dire:

- Da quando la Granger sta insieme a Malfoy?

Calì poi, rispose scoccando una mezza occhiata a Hermione.

- Hanno fatto amicizia.

Disse semplicemente. Hermione l'aveva supplicata di non dire niente su come avevano fatto amicizia.Hermione si era avvicinata, avevano parlato, fatto amicizia e fra di loro i pregiudizi stavano svanendo. La loro però, era solo amicizia, niente di più. Fred poi, aveva baciato improvvisamente Angelina, che aveva risposto con passione al bacio, mettendo le sue braccia dietro il collo del rosso. Hermione si sentì morire, e un brivido le attraversò la schiena, la gelosia la avvolse: si era fermata con la bocca aperta. Draco poi le chiese:

- Ehi, cosa c'è?

Seguì lo sguardo di Hermione e vide anche lui il fratello di Lenticchia baciarsi con la Johnson, guardò sorridendo la sua amica, infine.

- Ti piace davvero il fratello di Lenticchia?

Hermione lo aveva guardato, poi aveva abbassato lo sguardo sorridendo. Draco poi finse di abbracciare Hermione, e le disse a bassa voce:

- Adesso tu stai al gioco. Lo facciamo ingelosire?

Hermione lo guardò interrogativo. Non capiva. Draco la prese per mano, e la portò vicino a Fred, che aveva appena smesso di baciare Angelina. Quando Draco si accorse che Fred in quel momento aveva guardato Hermione, la baciò. Hermione non se lo sarebbe mai aspettato, ma rispose al bacio. Quando si separarono, Ginny era corsa da Hermione e Draco. Aveva capito tutto, come al solito. Abbracciò prima Hermione, poi Draco, e disse in maniera tale che Fred potesse sentire:

- Ma allora la cosa è seria!

Loro la guardarono, sorridendo. Poi avevano ripreso a ballare un lento, Hermione con la testa appoggiata sulla spalla di Draco, e lui che le accarezzava i capelli, tenendo d'occhio Fred, che dopo aver visto quella scena, aveva ripreso a ballare con Angelina, mordendosi il labbro. Però lei stava bene con il suo amico Draco. Rideva al solo pensiero 'il mio amico Draco'.
Quella sera, in sala comune, Ginny e Hermione erano sedute su una poltrona, mentre i ragazzi sul divano rosso. Ginny poi disse a Hermione:

- Alla fine come avete concluso la serata?

Ron si voltò verso Fred, che stava mangiando beatamente una delle sue caramelle, poi gli chiese:

- Di chi stanno parlando?

- Hermione è andata al ballo con Malfoy.

Ron guardò sbalordito Hermione, che invece sorrideva.

- Beh, abbiamo parlato.. e mi ha detto che lo ha fatto solo per..

Ginny pestò un piede a Hermione, che stava per dire tutta la verità.

- ..perchè era.. non so di preciso.. beh, comunque ora siamo amici, solo amici. Beh, penso che adesso me ne andrò a dormire, devo preparare la valigia per domani.

Così la riccia si congedò, salendo nei dormitori. Ovviamente la valigia era già pronta, ma non avrebbe resistito un minuto di più. Stava morendo si sonno. Il mattino del 25 dicembre, gli alunni si preparavano a salire sui treni. I ragazzi rimasero nello stesso scompartimento per tutto il viaggio, quando finalmente arrivarono alla Tana. La signora Weasley accolse tutti in un'abbraccio/stritolata. Poi, tutti scartarono i loro regali sotto l'albero e li diresse tutti a fare colazione in cucina. Hermione non riusciva a togliere di dosso gli occhi da Fred, che invece era totalmente indifferente. Quando finirono la colazione, Hermione sospirò, poi prese Fred per la manica e lo tirò in un angolo:

- Cosa vuoi, Hermione?

Chiese brusco lui.

- Volevo parlarti.

- Non ho tempo.

- Farò veloce, per favore.

- Veloce però.

- Io.. volevo solo chiederti scusa e di perdonarmi, ero nervosa e me la sono presa ingiustamente con te. Mi perdoni?

Fred fece la finta faccia pensierosa, poi sorrise ed Hermione ringraziò il cielo: avevano fatto pace. Fred la avvolse in un abbraccio. Quanto le erano mancati i suoi abbracci. Hermione chiuse gli occhi, sperando che quel momento durasse per tutta la vita. Il mondo che la circondava era sparito, c'erano solo le braccia forti di Fred che la proteggevano. Avrebbe aspettato un po' a dirgli la verità. Ginny la aspettava alla fine delle scale, davanti alla loro camera, era sorridente e speranzosa:

- Allora? Glielo hai detto?

- Abbiamo fatto pace..

- Non gli hai detto nulla!?

Il sorriso di Ginny stava svanendo man mano.

- No, Ginny. E' già tanto se abbiamo fatto pace, glielo dirò quando sarà il momento giusto.

- Ma uffa.. va bene..

Ginny sbuffò, poi entrò nella camera insieme ad Hermione, ed entrambe si abbandonarono sul letto. Una camera più in là, c'era la stanza dei gemelli.  Fred era steso sul letto, con gli occhi chiusi e le braccia incrociate dietro la testa, appoggiato al cuscino. Sognava.. si, sognava il Ballo di Natale, con Angelina, la sua ragazza. Le cose con lei però erano cambiate: la mora dalla pelle scura non gli piaceva più come prima. Non gli piaceva nessuno, ma un po' di interesse rimaneva per il capitano dei Grifondoro. Era da solo in camera, George era con la signora Weasley giù in cucina. In quel preciso momento sentì bussare alla sua porta.

- George, è aperto!

Esclamò, sorridendo, ma si alzò di scatto quando al posto di George una Hermione agitata aveva aperto la porta.

- No, Fred.. sono io..

- Oh, ciao Hermione!

- Volevo parlarti..

- Dimmi tutto.

Fred si sedette sul letto e chiese a Hermione di sedersi accanto a lui. Lei rifiutò, la sua vicinanza le avrebbe fatto uscire il cuore dal petto. 'Avanti Hermione, fatti coraggio e digli tutto' continuava a ripetersi. Sospirò, e si decise.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


- Volevo dirti una cosa..

- Dimmi Hermione.

- Il problema è che non so come potresti reagire..

- Hermione. Parla.

Quando Fred pronunciò il suo nome, lo stomaco della ragazza fece una capriola. Prima di pronunciare quelle parole, si maledì mentalmente e cercò di non pronunciare quelle parole, ma Fred, che la scrutava curioso, sembrava voler tirargliele fuori con la forza dello sguardo. E cacchio, ci riusciva.

- Tu mi piaci.

Sputò tutto d'un fiato. Teneva gli occhi chiusi per non vedere la sua faccia, che era sorpresa, con uno strana espressione sul volto. Quando Hermione aprì gli occhi, teneva lo sguardo abbassato.

- Hermione, io..

- No Fred, non dire nulla. Non ce n'è bisogno. Te l'ho detto solo perchè mi sembrava giusto fartelo sapere, non mi aspetto niente da te. Non mi sembrava giusto nei tuoi confronti non dirtelo, solo questo.

Ed uscì dalla stanza velocemente, chiudendo piano la porta. Fred era rimasto sbalordito: non se lo aspettava, specialmente da lei, che fino alla sera prima baciava Draco Malfoy. Si stese di nuovo sul letto, dispiaciuto di non provare per Hermione quello che lei provava per lui. Insomma, era solo l'amica di suo fratello.
Hermione era in camera sua, mentre Ginny era uscita un momento per andare nella camera di Harry. La riccia era stesa sul letto, e piangeva. Si era pentita di aver detto tutto a Fred, aveva rovinato tutto. Quando Ginny entrò, la trovò a piangere e si sedette velocemente vicino a lei, accarezzandole i capelli:

- Hermione, che cos'hai?

- Sono un'idiota, Ginny, un'idiota.

E abbracciò la rossa, che continuava ad accarezzarle i capelli.

- Hai detto tutto a Fred, vero?

Hermione annuì solamente, singhiozzando.

- E lui cosa ha detto?

- Niente.. cioè, stava per dire qualcosa, ma dal tono ho capito che.. non ricambia e me ne sono andata.

- Secondo me non sapeva cosa dire.

- No, Ginny, non gli piaccio. E come potrei piacergli? Insomma, guardami.

Ginny guardò dalla testa ai piedi, poi ritornò a fissarla in faccia.

- Mmm.. quindi?

- Quindi non mi vedi? Sono orribile, sono un'insopportabile..

- Frignona! Hermione, non devi SEMPRE stare a piangere per Fred! Esci un po', divertiti! Sei una ragazza, insomma!

***
La cena fu un vero strazio per Hermione: lei aveva il posto davanti a quello di Fred. Non osava guardarlo in faccia, aveva paura di incontrare il suo sguardo così ipnotico. Ginny era seduta accanto a lei, e dato che l'amica non parlava, si sentiva in dovere di far qualcosa.

- Ehi Herm, cosa fai domani pomeriggio?

Hermione guardò l'amica, facendosi una coda. Nonostante fosse Natale, faceva caldo.

- Ho seguito il tuo consiglio: esco con Draco. Perchè?

Ginny sorrise e accennò uno sguardo a Fred, che per una frazione di secondo aveva mostrato delusione. Beh, dal punto di vista di Fred sarebbe stato giusto: solo poche ore prima gli aveva confessato di avere una cotta per lui, e il giorno dopo sarebbe uscita con Malfoy.

- Beh.. pensavo di farti conoscere qualche ragazzo.. ma se sei già impegnata..

E guardò maliziosa Hermione: la riccia aveva capito il piano della sua migliore amica, ovvero far ingelosire Fred. Fargli capire che se non si sbrigava a prendersela lo avrebbe fatto qualcun altro.

***
Il pomeriggio del giorno dopo, Hermione indossava un paio di jeans stretti e una felpa larga, accompagnata da una sciarpa e un cappellino di lana. Uscì dalla sua stanza, e appena fu alla porta, incontrò Fred, appoggiato. Divenne rossa, si paralizzò, cercava Ginny, non aveva idea di cosa fare. Ringraziando il cielo, era comparsa Ginny, che si avvicinò all'amica e la accompagnò alla porta. Una volta aperta la porta, Ginny abbracciò Hermione:

- Divertiti con Draco!

- Oh, senz'altro!

Aveva risposto la mora, salutandola e guardando triste Fred, che non l'aveva nemmeno degnata di uno sguardo. Una volta chiusa la porta, Ginny sorrise a Fred, che sbuffando disse:

- Non sono geloso, se lo vuoi proprio sapere.

- Ah no? E chi era quello che ieri sera a tavola era.. Mmm.. come potrei definirlo.. deluso, dal fatto che Hermione oggi uscisse con Malfoy?

- Non di certo io! Ginny, a me Hermione non piace! Insomma, è la migliore amica di mio fratello!

- E con questo? Cosa vorrebbe dire?

- Vuol dire che sarebbe come avere una cotta per te.

- Non è vero e lo sai.

- Ginny, accettalo: Hermione non mi piace.

- E chi ti piace, dimmi, quella cretina dalla Johnson?

- E se fosse?

- Se veramente fosse così.. credimi Fred, se preferisci Angelina ad Hermione.. sei proprio un idiota.

E Ginny se ne andò, lasciando Fred seduto a terra, confuso.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Gli incontri fra Draco e Hermione divennero man mano più frequenti, a volte si vedevano anche due volte al giorno. Diciamo che Draco era un amico come Ron, per Hermione, solo che per lui non aveva mai avuto una cotta e mai l'avrebbe avuta. Forse, Hermione era turbata dal fatto che Angelina fosse venuta alla Tana per qualche giorno per stare con Fred. Hermione ogni tanto aveva avuto la brillante idea di invitare Draco alla Tana, ma in molti non erano stati d'accordo, e lei li capiva. D'altra parte era il figlio di un Mangiamorte.
Angelina era con Fred in camera, e si stavano baciando. In quel momento entrò George:

- Oh, spero di non aver interrotto niente!

Esclamò sarcastico, sorridendo ai due. Angelina, nonostante la pelle scura, era arrossita debolmente, mentre Fred rideva come un ebete.

- Fred, vado a vedere se tua madre ha bisogno di una mano.

Disse velocemente, cercando una scusa al più presto per andarsene. Fred sorrideva ancora, ma quando Angelina chiuse la porta sospirò di sollievo:

- Finalmente, non la sopporto più!

Esclamò, rivolto al gemello, che sorrideva fissando il vuoto.

- Si era notato. Quando la vedi, ti mordi il labbro, segno che qualcosa non va, e alzi gli occhi al cielo e fai un finto sorriso. Quando lei ti prende sottobraccio poi, guardi.. non ho capito chi.. comunque ti volti verso qualche altra parte.. come per non volerla vedere.

- Hai visto tutto, allora. Tu mi conosci fin troppo bene. Senti, andiamo un po' giù in cortile?

- Va bene.

E i due gemelli attraversarono il corridoio sorridenti, noncuranti di Hermione, che aveva la porta spalancata, ma non si era nemmeno accorta di loro. Era affacciata alla finestra, guardando Angelina.. cercava di capire cos'avesse di tanto speciale. 'Perchè lei e non me?' Si ripeteva nella mente. Intanto, i due gemelli avevano cominciato a giocare a Sparaschiocco, come sempre sorridenti. Quando Hermione vide il sorriso aperto di Fred, sorrise anche lei.

- Si accorgerà di te, prima o poi.

Hermione si voltò, e si rincuorò quando vide il suo Bambino-Che-E'-Sopravvissuto preferito.

- Oh, Harry. Di chi parli?

Chiese, rossa in viso. Harry sorrise, e fece un cenno alla finestra.

- Andiamo, Hermione. Ti piace Fred. Me ne sono accorto, a cena non gli toglievi gli occhi di dosso.

Hermione sorrise triste, abbassando la testa, con le lacrime agli occhi.

- Devo dimenticarlo. Ma io c'ho provato, Harry, davvero, non ci riesco.

Disse, con un filo di voce. In quel momento, Harry la abbracciò, ed Hermione avvolse l'amico in una stretta, cercando di consolarsi. La stretta fra le braccia dell'amico la faceva sentire protetta, ma non era niente in confronto a quell'abbraccio che Fred all'inizio dell'anno le aveva dato.
***
A cena, l'espressione della signora Weasley avrebbe potuto fermare un orologio. Singhiozzava, d'altra parte i figli sarebbero partiti per Hogwarts di nuovo, le vacanze erano finite. La mattina fu molto peggio. Molly stritolò in un abbraccio tutti, specialmente Hermione, che ormai era come una figlia per lei. Hermione quella mattina portava una coda, acqua e sapone, una maglietta a maniche lunghe e dei jeans stretti, come dettava il suo stile alla naturale. Si sedette nello scompartimento vicino a Ginny, insieme a Harry, Luna e Ron, mentre Fred, George, Angelina e Alicia se ne stavano con quelli del loro anno. Luna come al solito leggeva una rivista al contrario, il Cavillo, come sempre. Harry non toglieva gli occhi di dosso da Ginny, mentre Ron stava mangiando qualcosa.
***
Hermione era nell'ufficio della Umbridge, con una piuma in mano, quando quella le cadde da essa non appena vide lui: 'Hermione, ne eri uscita!' si disse, quando il suo cuore prese a battere neanche avesse un attacco cardiaco. Fred si accomodò non molto vicino a lei, cercava di mantenersi a distanza. Era visibilmente in imbarazzo, lo erano entrambi. Presero a scrivere le loro frasi, mentre Hermione si perdeva nei ricordi di quel primo quadrimestre con lui, e non si sarebbe mai immaginata di prendersi una cotta per Fred Weasley. Mai. Lo avrebbe negato fino alla morte. Ma lui, lui aveva gli occhi del mare, e i capelli del fuoco, era bello, bello, bello, divertente, dolce, oh no, Hermione si stava perdendo di nuovo nella solita aria da bimba innamorata come ultimamente aveva il vizio di sembrare. Quelle tre ore per Hermione volarono, mentre per Fred furono una tortura vera e propria. Era evidentemente in imbarazzo per la presenza di Hermione, che pochi giorni prima gli aveva confessato di avere una cotta per lui, in più le frasi della Umbridge sembravano fare più male, non solo fisicamente. Maledetta Angelina che lo aveva baciato davanti alla Umbridge e gli aveva dato la colpa, e maledetto lui che non aveva risposto. Non al bacio di Angelina, maledetto lui che non le aveva detto chiaramente di non amarla più, da tanto, troppo tempo per essere ancora fidanzato con lei. Uscirono dall'ufficio della rospa senza dirsi una parola, a differenza di un po' di tempo prima, entrambi massaggiandosi le mani. Si diressero verso il tavolo di Grifondoro, presero posto ed Hermione salutò da lontano Draco, che rispose con un dispiaciuto cenno brusco. Ginny guardò velocemente Fred, che invece rispose guardandola torva, e la rossa ricordò le parole che Fred le aveva detto su Hermione. Era inutile negarlo, Fred non provava niente per Hermione, era solo una semplice amica, anzi, l'amica di suo fratello. Mangiarono la cena, parlando del più e del meno. Hermione era rimasta delusa da Draco, si aspettava almeno un sorriso come risposta. Finita la cena, si avvicinò a Draco, afferrandolo per un braccio, ma lui si era strattonato velocemente, rispondendendo brusco:

- Cosa vuoi, Mezzosangue?

Hermione iniziò a piangere piano: la delusione di Fred, e Draco che la trattava così improvvisamente. Istintivamente Draco abbracciò Hermione, non riusciva a non esserle amico.

- Cos'hai che non va?

- Herm, non possiamo più essere amici.

Hermione si gelò sul posto, con lo sguardo perso nel vuoto.

- Cosa?

Sussurrò. Draco era triste, si sarebbe notato anche a un chilometro di distanza.

- E' per via di mio padre, ha saputo della nostra amicizia, e..

- ..e?

Draco scostò piano il colletto della camicia, e mostrò ad Hermione un livido viola a bordi rossi, con qualche graffio qua e là.

- Oddio, Draco, scusami.. non avrei mai voluto, davvero..

Hermione aveva preso a singhiozzare di nuovo, Draco la guardò triste.

- Possiamo essere amici di nascosto, ma davanti agli altri il nostro rapporto deve essere quello di sempre.

- Draco, io non riuscirò più ad odiarti..

- La stessa cosa vale per me, ma dobbiamo fingere.

Hermione annuì, ritirando le lacrime. Fece per abbracciare Draco, ma lui la fermò. Hermione sorrise e capì. Tornò nel suo dormitorio, preparandosi a dover fingere.
***
Hermione era seduta su una panchina, vicino a Ron. Stavano parlando, da vecchi amici. A qualche metro di lontananza da loro, Fred e George passeggiavano, ignorando bellamente le loro fan del primo anno che squittivano alla loro vista. Fred alzò lo sguardo per sorridere ad una del primo anno, ma la sua attenzione fu rivolta ad una ragazza dai capelli ricci che parlava con suo fratello. Gli mancò il fiato, ed il sorriso si gelò senza nemmeno avere il tempo di accorgersene, poi strinse i pugni. Scosse la testa: non era possibile. Era veramente geloso di Ron? 'No, non è possibile' si disse. Proseguì il suo cammino, rivolgendo un'ultima occhiata a Hermione, che non si era accorta nemmeno di lui. Mentre camminava, Fred ripensò a quando Hermione era entrata in camera sua, agitata, e gli aveva detto di avere una cotta per lui. Non aveva provato niente, allora. Ma la sua voce eccheggiò nella sua testa e gli fece tirare un pugno contro il muro vicino.

- Stai bene, Fred?

Chiese George, preoccupato. Fred sorrise, poi sospirò.

- George.. hai presente Ronnie?

- Si?

- Credo di odiarlo.

E fece un cenno a Ron e Hermione, e un sorriso malizioso comparve sul viso di George.

- Beh, continuando a non parlare con la Granger non penso possa succedere qualcosa.

- Già.. è quello che pensavo anch'io.. proverò a farci pace.

- Il mio Freddie si è preso una cotta!

E George diede una pacca sulla schiena di Fred, che divenne rosso non in modo indifferente. Lui? Innamorato? Di Hermione Granger, per giunta?
***
Non fu molto difficile fingere di essere tornati ad odiarsi con Draco. La cosa difficile era rispondere alle domande che gli amici le facevano: d'altra parte erano stati amici fino al giorno prima. Hermione decise di rilassarsi andando in biblioteca, almeno quei venticinque minuti che le erano concessi. Si sedette sulla sedia di legno ed inziò a leggere, ma nemmeno finito il primo capitolo, un'ombra le oscurò il sole dalla finestra. Alzò lo sguardo e il suo stomaco fece tre capriole, una ruota e pure una verticale: Fred si era seduto vicino a lei.

- Cosa c'è, Weasley?

Disse lei, gelida, tornando alla sua lettura.

- Hermione, volevo parlarti.

- Ti ascolto. Veloce però, devo leggere.

Hermione si faceva sempre più gelida, e Fred sorrise.

- Volevo dirti.. si, insomma.. è da quando mi hai detto.. quella cosa.. che non ci parliamo. E a me dispiace.

- Oh, ma davvero? Beh, potevi pensarci prima.

Ma lei non ce la faceva, Fred era troppo importante, ed essere dura con lui era una cosa quasi impossibile.

- Questo vuol dire che continueremo ad evitarci?

Chiese lui, triste.

- Non ho detto questo. Comunque tranquillo, non mi piaci più.

Mentì Hermione, poi si voltò verso di lui, che aveva trasformato il suo sorriso malizioso in un'espressione delusa, poi tornò a sorridere.
Erano entrambi contenti di poter parlare liberamente Almeno come amici.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


- Bene ragazzi.

Cominciò Harry. Le lezioni dell'ES andavano avanti da tre mesi, e la Umbridge non si era accorta di niente.

- Oggi faremo un incantesimo complicato: l'Incanto Patronus.

Harry si era aspettato la reazione dei suoi compagni, infatti non era per niente stupito: vide un sacco di facce sbalordite.

- Allora. Per prima cosa, dovete pensare ad un pensiero felice, il più felice che abbiate!

Fred chiuse gli occhi per un momento 'pensiero felice, pensiero felice'. Cercò nella sua mente, ripercorse tutto il suo anno scolastico, poi pensò al suo ballo con Angelina: dalla sua bacchetta uscì poco e niente. Poi tornò indietro con i ricordi, ed arrivò a quando era andato in punizione dalla Umbridge, aveva semplicemente aperto la porta e c'era una ragazza di due anni più piccola di lui che gli sorrideva. Hermione Granger: ecco il suo pensiero felice. Dalla sua bacchetta uscirono sottili fili argentati che si erano trasformati in un animale. Si voltò per guardarlo e vide un po' più in là Hermione che rideva per via della lontra che le solleticava le gambe mentre volava accanto a lei. Hermione poi si accorse che Fred la stava guardando e distolse lo sguardo dalla sua lontra per concentrarlo su di lui. I loro occhi erano calamite. Poi si accorsero di starsi fissando da più di dieci secondi, e levarono entrambi lo sguardo. Poi, il pensiero felice di Fred prese a tremare a anche la parete accanto a loro. Sentirono 'quella' vocina mielosa e poi un'esplosione. Hermione si avvicinò a Fred, come per difenderlo. Fred aveva fatto la stessa cosa con Hermione, la sua Hermione.
Era successo. Quello che tutti speravano non succedesse mai. Invece la Umbridge li aveva scoperti, e Draco Malfoy teneva per il colletto la colpevole Cho Chang. Hermione passò il suo sguardo da Fred e Draco.

***

Si trovavano nell'ufficio della Umbridge, e la rospa stava interrogando Fred Weasley. Hermione era lì, insieme a Harry, Ron e Ginny, ma la sua sola concentrazione era la vecchia rospa megera che da un momento all'altro avrebbe torturato Fred. Goyle la stava tenendo dal colletto e dalla manica, in modo tale però da non poterla far muovere. Fred aveva paura, ma aveva deciso di mostrarsi forte anche in quell'occasione.

- Allora, signor Weasley, da quanto tempo vanno avanti queste riunioni?!

Silenzio. Fred si ostinava a non rispondere, e ogni tanto cercava lo sguardo di Hermione, che era terrorizzata.

- L'ha voluto lei! Crucio!

Tanti, troppi coltelli lo infilzarono nella carne, ma Fred chiuse gli occhi e cercò di non mostrare la sofferenza che stava provando in quel momento. Hermione si sentì morire.

- NO!

Hermione aveva urlato. Si era liberata dalla stretta di Goyle, aveva preso per mano Fred e gli altri si erano presi per mano e si
Smaterializzarono.* Hermione teneva ancora la mano di Fred quando si ritrovarono oltre i cancelli di Hogwarts. Fred si sedette. Non credeva che una Maledizione Cruciatus fosse così.

- Fred, stai bene?

Fred non rispose, teneva bassa la testa, soprattutto non voleva mostrarsi debole davanti a Lei, la sua Hermione. La ragazza strinse ancora di più la sua mano, e il cuore di Fred fece una ruota. Guardò Hermione, gli occhi pieni di lacrime. Sorrise triste. Si sentiva ridicolo. L'amore per Fred Weasley sarebbe arrivato. Nemmeno lui l'avrebbe mai detto. Credeva che per Angelina fosse amore, ma la loro era una storia scritta da qualcun altro e senza sentimento. Perchè Hermione riusciva a far fare acrobazie al suo stomaco che gli atleti si sognerebbero? Perchè sentiva continuamente i capelli di Hermione fra le sue dita? Perchè il suo nome suonava così maledettamente bene in ogni secondo della sua giornata? Perchè Fred Weasley si era innamorato di lei? Si ostinò a non rispondere alla ragazza che invece, preoccupata, lo guardava. Fred si rialzò, e così anche Hermione. Camminarono senza meta e senza parlarsi per dieci minuti, quando delle gocce fredde caddero sulle loro teste: stava cominciando a piovere. Corsero in cerca di qualcosa e si rifugiarono in una specie di grotta, circondata da soli alberi, mentre ascoltavano il ticchettio della pioggia. Si sedettero e Fred accese un fuoco. Hermione era assolutamente in imbarazzo: era da sola con Fred, veramente da sola. Lei gli aveva mentito: aveva detto di non provare nulla per lui, e lui di sicuro non provava niente per lei, ne era convinta. Fred si ostinava a non parlare: era come se la presenza di Hermione gli avesse fatto dimenticare come poter parlare, e la sua vicinanza come muoversi. Era seduto lì, a fissare il fuoco mentre, ne era sicuro, Hermione lo stava guardando. Poi lui si era sentito morire quando lei gli aveva detto di non amarlo più, era stato peggio della Maledizione Cruciatus. Si voltò verso Hermione e la guardò, perdendosi nei suoi occhi color nocciola. Non aveva mai capito quanto fosse bella, e quanto fosse speciale. Era stato solo uno stupido Weasley, nemmeno Ronnie si sarebbe lasciato perdere un'occasione del genere. Si sentì improvvisamente gli occhi lucidi: forse il rimpianto, per aver rinunciato ad una persona così speciale.

- Quando credi che finirà di piovere?

Chiese Hermione, solo per rompere quel silenzio che sembrava eterno. Fred poi si ricordò improvvisamente come parlare e la voce
della ragazza gli scaldò il cuore.

- Non ne ho idea.

Aveva risposto lui velocemente, ma avrebbe voluto rispondere 'Spero il più tardi possibile'. Non voleva perdere nemmeno un momento lì con Hermione, e questo era il momento giusto per dirle tutto, ma era troppo codardo. Poi si disse 'Oh, ma andiamo! Sei Fred Weasley, eccheccavolo!'

- Hermione..

- Si?

Lei era incuriosita, ma allo stesso tempo spaventata. Fred usava quei pochi secondi di tempo per pensare a come dirglielo, quando giunse alla conclusione che era meglio dirlo tutto d'un fiato. Ma Fred non ce l'aveva fatta. Hermione lo stava guardando, anzi, più esaminando. Stava osservando ogni piccola parte del suo viso e si chiese come mai non fosse stato portato via per quanto fosse prezioso, e messo in un museo o chiuso in cassaforte. Poi arrivò a fissare la sua bocca socchiusa: avrebbe voluto baciarlo, ma era impossibile. Stessa cosa e stesso desiderio si impadronì di Fred, che senza accorgersene si stava avvicinando. Quegli occhi, quelle labbra, erano calamite per entrambi. Fu come entrare in un vortice di emozioni diverse, ma la corrente li trascinava sempre di più. Erano a due centimetri di distanza, quando una voce familiare chiamò il rosso.

- Fred? Fred! Hermione! Eccovi!

Era Ron, era entrato nella grotta. Si erano allontanati appena in tempo per far sembrare che stessero parlando. Ron era seguito dagli altri, mentre George e Ginny si guardavano complici: avevano capito tutto, come al solito. Fred mai come in quel momento aveva odiato i suoi amici e Ronnie-Ronalduccio-Cervello-Di-Caccola-Di-Troll-Di-Montagna. I due si alzarono, andando con i loro amici, prima di decidersi a tornare al castello. Fred e Hermione si guardarono per un momento, rossi in volto: si erano quasi baciati.

*So che è vietato Smaterializzarsi entro i confini di Hogwarts, ma in questa FanFiction è solo una regola, come uno dei decreti della Umbridge.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Decisero di Smaterializzarsi direttamente nella Sala Grande dei Grifondoro, ben sapendo fosse vietato Smaterializzarsi all'interno della scuola, ma alla fine, chi seguiva le regole? Erano da soli nella Sala comune: forse tutti erano nei dormitori. Hermione e Ginny si sedettero sulla poltrona, mentre Fred, George, Ron e Harry sul divanetto rosso, accanto al fuoco. Si erano ritrovati nelle stesse posizioni, più o meno, pochi mesi prima, e mai Fred e Hermione avrebbero immaginato che fra di loro le cose sarebbero cambiate così tanto. Hermione poi si accorse di non poter tollerare ancora per molto la presenza di Fred insieme a loro, e fingere che fosse tutto normale.

- Vado a dormire.

Disse in fretta, e Fred la guardò incantato salire le scale, quando ricevette una gomitata dal gemello, che sorrideva malizioso. Hermione si buttò sul letto, sorridendo. Aveva quasi baciato Fred Weasley. Insomma, il suo primo bacio lo aveva dato a Viktor Krum, ma non le importava. Sapeva che quello con Fred sarebbe stato il suo primo vero bacio, o almeno, lo sarebbe stato, se quel piccolo idiota di Ronald non li avesse interrotti. Si addormentò, rivivendo per molte volte quella scena, e rivivendo anche tutto l'anno con Fred. Ora le importava solo di lui.

- Come faremo domani?

Cominciò Ginny.

- In che senso?

Rispose Ron. Ginny ora si rivolgeva a lui e Harry.

- Beh, sai, ci siamo Smaterializzati sotto il naso della Umbridge, non credo che ci accoglierà con il solito sorriso e il suo 'Buongiorno cari', no?

- In effetti..

Bisbigliò George. Fred non aveva ancora parlato, stava ripensando, come Hermione, a quello che era successo poco prima..

- Qualsiasi cosa ci dirà noi la accetteremo. Dovremo affrontarla, prima o poi.

Disse Harry, deciso.

- Spero solo che non saremo deliziosamente invitati nel delizioso ufficio della deliziosa Umbridge con il suo delizioso sorriso.

Dissero in coro, provocando le risate di tutti. Con questo si concluse la serata, e se ne andarono tutti a dormire.

***

- Fred?

- George?

- Cos'è successo con la Granger?

Fred divenne rosso di colpo, e si mise sotto le coperte. George era seduto sul letto con una maglietta a maniche corte: non capiva come facesse Fred a stare ancora sotto le coperte, nonostante fosse maggio. In effetti, anche Fred stava morendo di caldo.

- Niente..

Sussurrò Fred, evidentemente imbarazzato. Rivedeva Hermione a due centimetri da lui.

- Avanti, Fred! Sono George, il tuo fratellino-ino-ino preferito!

- E va bene! Ci siamo quasi baciati!

Sul viso di George si dipinse un sorriso a trentordici denti. Poi George prese silenziosamente il suo cuscino, e lo tirò addosso a Fred.
Fu così che cominciò la terribile battaglia dei cuscini, finchè entrambi i cavalieri non si addormentarono, entrambi con un sorriso identico.

***
Harry, Ron, George, Fred, Ginny, Luna, Hermione e Neville stavano percorrendo il corridoio lungo, stretto e buio. Correvano senza meta, cercando di sfuggire ai Mangiamorte che lanciavano continuamente incantesimi contro di loro. Hermione si voltò, e si ritrovò a pochi centimetri di distanza Lucius Malfoy: riconobbe gli stessi occhi di Draco.

- Stupeficium

Sussurrò, puntandogli la bacchetta contro, e Lucius volò ad alcuni metri di distanza, cadendo a terra. Ripresero a correre, finchè non si aprì una porta, loro la varcarono e si ritrovarono come in una stanza vuota, con un grande arco al centro da dove venivano delle voci. Harry e Ginny si presero per mano, mentre Fred e Hermione si avvicinarono: in questo modo avrebbero potuto proteggersi a vicenda, o almeno si sentivano protetti.

- Ma guarda chi c'è! Il piccolo Potter!

Ridacchiò Bellatrix Lestrange. Luna guardò Neville: stava stringendo i pugni e il sangue gli stava ribollendo nelle vene.

- E con lui c'è Paciock, la Mezzosangue e i Traditori del loro sangue!

Continuò. I ragazzi si avvicinarono ancora di più, stringendo le loro bacchette. Fissavano tesi la Mangiamorte, quando altri si fecero sempre più avanti a loro. Malfoy, Rookwood, Rodolphus Lestrange, Yaxley, Dolohov e altri due Mangiamorte di cui non sapevano il nome.

- Credo che tu abbia qualcosa che appartiene al Signore Oscuro.

Disse sicuro Lucius, mentre Harry indietreggiò, stringendo la palla di vetro più forte.

- Ah si? Non credo.

Rispose Harry. Hermione lo guardò, e Fred si avvicinò ancora di più a lei. Senza nemmeno che tutti se ne fossero accorti, era iniziato un duello 'Esercito di Silente contro Mangiamorte'. Lucius lottava senza fermarsi contro Harry, Rookwood contro Fred, Bellatrix contro Neville, Yaxley contro Hermione, Dolohov contro Luna e gli altri due Mangiamorte contro George e Ginny. Hermione era spaventata, ma la sua conoscenza sugli incantesimi la rendeva più sicura. Fred lottava senza fermarsi contro Rookwood, come se si stesse sfogando, quando la sua mente si concentrò su un'Anatema che Uccide che aveva sfiorato Hermione di un soffio, mentre lei, sbalordita, si allontanava. Fred non capì più niente. Come poteva anche solo aver pensato di pensare di uccidere Hermione, la sua Hermione?!

- LEI NO, IDIOTA!

Ringhiò, facendo rabbrividire i suoi amici dalla potenza del suo urlo. Schiantò Rookwood e si scaraventò su Yaxley, non capendo più cosa stesse facendo. Hermione rimase semplicemente paralizzata, e quando vide Rookwood rialzarsi e lo sentì pronunciare 'Avad..' contro Fred, lei lo anticipò, disarmandolo e prendendogli la bacchetta, spezzandola. Rookwood rimase sbalordito, cercando di ripensare a quello che era appena successo. Hermione poi tornò su Yaxley, che stava duellando con Fred.

- Crucio!

Urlò Yaxley, verso Hermione. Lei cadde a terra, contorcendosi e urlando, piangendo per il dolore, mentre Fred la guardava, e l'istinto di uccidere Yaxley si fece sempre più forte. Sull'orlo delle lacrime, Fred lasciò perdere la bacchetta e si lanciò su Yaxley, colpendolo a pugni mentre Ron gli prendeva la bacchetta, che gli era sfuggita di mano. Poi, tutti si bloccarono: una voce che avrebbe fatto gelare le vene arrivò da dietro, ed era riferita ad Harry. Tutti capirono: Lord Voldemort era con loro. Si voltarono, e l'uomo con il viso da serpente si avvicinava a Harry. Il duello fra loro due era cominciato. La luce rossa contro quella verde lottava cercando di respingerla, ma la forza di Voldemort stava prendendo sempre più forza, quando arrivò anche Silente e l'urlo di Harry eccheggiò nella stanza. Si avvicinò barcollando all'arco, non voleva crederci: Sirius non poteva essere morto davvero. Poi Lupin lo raggiunse, mentre Silente e Voldemort lottavano, Neville e Luna si tenevano per mano, seduti su una parete, Ginny e George riposavano vicini, Fred e Hermione rannicchiati l'uno accanto all'altra, lei con le lacrime agli occhi, e lui che teneva un braccio come per abbracciarla, mentre le accarezzava i capelli, e lei che ancora non aveva trovato le parole per ringraziarlo. Era rimasta scossa dall'Avada Kedavra: poi pensò a quanto potesse essere veloce morire. Si rese improvvisamente conto che poteva distinguere il respiro regolare di Fred, data la loro vicinanza, e si sentì improvvisamente in imbarazzo. Poi gli prese una mano, sperando che lui capisse che quello era il suo modo di ringraziarlo. Lui sorrise e strinse la mano a sua volta. Si Smaterializzarono all'interno di Hogwarts, e andarono dritti da Madama Chips per curare le ferite. Harry se ne stava seduto, ancora scosso per la morte di Sirius. Era accaduto tutto troppo in fretta, e lui non aveva avuto il tempo di salutarlo un'ultima volta. Lo aveva lì accanto, avrebbe potuto salvarlo, e invece.. Fred era seduto vicino a George, Ginny vicino a Ron e Neville, mentre Hermione e Luna erano fuori dalla stanza, sedute su una panchina. Hermione alzò lo sguardo e vide Draco Malfoy, o almeno, la sua espressione contenta gelarsi quando vide l'interno dell'infermeria, poi si era accorto di Hermione, graffiata e ancora scossa, e si sedette vicino a lei.

- Cosa è successo, Granger?

- Non credo che tu sia quello giusto con cui parlarne adesso.

- C'entra mio padre?!

- In parte.

Rispose lei, la voce ancora tremante.

- Cosa ti è successo?

- Hermione è stata quasi colpita da un'Anatema che Uccide..

Sussurrò Luna, e lo sguardo di Draco, con la bocca aperta, passò dalla bionda e poi di nuovo alla riccia.

- Co..cosa? Chi..?

Balbettò.

- Yaxley.

Sussurrò lei. Poi, si alzò verso l'Infermeria, lasciando Draco seduto sulla panchina, e cercò di evitare lo sguardo di Fred che le bruciava in volto. Si sedette vicino ad Harry, prendendogli la mano, provocando un istinto omicida di Fred verso il Bambino-Che-E'-Sopravvissuto, ma il rosso capì che il momento per essere geloso, e lasciò correre.

- Coraggio, Harry.

Sussurrò la riccia.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Hermione era in camera sua, nella sua casa Babbana. Erano due mesi che non vedeva Fred, e che lei ricordava quel loro ultimo sguardo prima di prendere strade diverse alla stazione. Era seduta alla scrivania, intenzionata a leggere, quando un gufo si schiantò contro la sua finestra. Hermione sobbalzò, poi aprì la finestra e prese la lettera che il gufo aveva per lei. La aprì incuriosita e scoprì che era Ginny, sorrise.

Cara Hermione,
la tua mancanza si fa sempre più sentire. Io e tutta la mia famiglia (specialmente qualche fratello di cui non faccio il nome) saremmo contenti di averti con noi le ultime due settimane di vacanza. Se può farti sentire meglio, verrà anche Harry).
La tua amica Ginny.


Hermione chiuse la lettera, sorridente. Cominciò subito a preparare i bagagli, e dopo aver salutato i genitori, si Smaterializzò davanti alla porta della Tana. Bussò, e venne accolta con un abbraccio da Molly.

- Hermione cara! Che piacere averti qui con noi!

- Anche per me signora Weasley!

Rispose Hermione sorridente.

- Oh, vai nella tua camera. Sarà una bella sorpresa domani, per tutti.

Hermione non se lo fece ripetere due volte, andò in camera sua e si abbandonò al letto, dove si addormentò subito. E pensare che qualche camera più in là dormiva Fred. Quando si svegliò, trovò Ginny in una posizione a dir poco disumana. Sorrise, e decise di andare giù in cucina, dove incontrò Molly.

- Buongiono signora Weasley!

Esclamò. Molly sorrise, dicendole di accomodarsi, prima di tuonare:

- A tavola! E' pronta la colazione!

Una solita mandria inferocita corse verso la cucina, ma tutti si bloccarono quando videro Hermione.

- Hermione!

Urlarono. La riccia abbracciò Ron, poi salutò calorosamente Harry e George, abbracciò anche Ginny, fece per abbracciare l'ultimo Weasley rimasto quando si accorse che era Fred. Si bloccò per un momento, poi, esitante, strinse in un abbraccio anche lui, cercando di mettere in quell'abbraccio tutta sè stessa. Durante la colazione, mentre Hermione rispondeva alle domande degli amici, Fred le lanciava delle occhiate: pensava che fosse diventata bellissima rispetto all'anno prima. Una volta finita la colazione, Fred usò la scusa dello sparecchiare la tavola per stare un po' con Hermione, che si stava per alzare. Erano da soli, in quella cucina. Hermione pensava che fosse diverso: ma certo! Aveva tagliato i capelli! La signora Weasley era riuscita a convincere i gemelli-capelli-lunghi a tagliarsi quei maledettamente bellissimi capelli.

- Stai bene con i capelli così.

Sussurrò Hermione, rossa in viso. I suoi capelli invece si erano allungati di qualche centimetro, ed era maturata, sia in aspetto che in carattere.

- Oh, grazie.

Rispose Fred, sorpreso, mentre toglieva un bicchiere da tavola. Gli venne in mente quel loro lontano quasi-bacio.

- Ron mi ha detto che.. non farete il vostro ottavo anno ad Hogwarts.. tu e George.. è vero?

- Si, beh - rispose Fred, sempre non guardandola - abbiamo aperto un negozio: i Tiri Vispi Weasley, se vuoi farci un salto, è sempre aperto per le ragazze carine - aggiunse infine, facendo l'occhiolino a Hermione, e le sue guance s'imporporarono.

- Scusami Hermione, adesso devo andare.

Disse in fretta Fred, poi si allontanò a grandi passi da Hermione, che finì sorridendo di sparecchiare. Poi la ragazza se ne tornò in camera sua, sedendosi sul letto. Ginny non c'era: 'Forse è in camera con Harry' pensò. Ginny entrò in camera sorridente, sedendosi accanto a Hermione, e sorridendo come un'ebete.

- Ginny.. perchè hai quella faccia?

- Insomma, Hermione! Sei stata da sola in cucina con Fred! Cosa è successo?

- Niente! Abbiamo parlato.. solo parlato.

Ginny mise un finto broncio e le braccia incrociate.

- Ma come solo parlato?

- Si Ginny, cosa ti aspettavi?

- Beh..

Ginny fece un sorrisetto malizioso, ed Hermione le tirò una cuscinata. La porta si aprì proprio mentre Ginny tirava una cuscinata a Hermione. Una alta testa rossa che fece fare una capriola allo stomaco di Hermione era appena entrata, insieme ad un ragazzo identico a lui.

- Ehi, noi stiamo andando al lavoro.. convincete voi la mamma a farvi venire? Intendiamo voi con Harry.. e se dovete proprio anche Ronnie, va bene? Ciao!

E Fred uscì velocemente dalla porta. Hermione era riuscita a fingersi indifferente, nonostante la visita breve, purtroppo molto breve di Fred le avesse donato un sorriso. Hermione poi si alzò, e andò decisa in cucina.

- Signora Weasley..

Disse appena entrata in cucina.

- Si, cara?

Chiese lei, sorridente come al solito.

- Volevo chiederle se.. potevamo andare a fare un giro, con i ragazzi.. ?

- Oh, beh, ma certo, cara!

- Grazie!

Hermione sorrideva raggiante, e andò a dirlo a tutti i ragazzi. Hermione si mise dei jeans stretti, un paio di converse, una maglietta a maniche corte nera e i capelli, purtroppo indomabili, riuscì solamente a farne uscire dei boccoli. Ginny aveva preferito una maglietta verde senza maniche, dei pantaloncini corti con un paio di infradito, mentre i ragazzi, beh, i ragazzi una maglietta a maniche corte e dei jeans semplici.
Una volta arrivati davanti all'entrata dei Tiri Vispi Weasley, si guardarono sorridenti, poi entrarono, e i gemelli li accolsero con un grande sorriso. Il gruppo di ragazzi cominciò a guardarsi un po' intorno, mentre i gemelli servivano una coppia. Hermione si fermò davanti a dei filtri d'amore, mentre Ginny stava con Harry da qualche parte. 

- Funzionano davvero.

Esclamò George, vicino al gemello: un sorriso identico.

- Anche se tu Hermione non ne hai bisogno.

Sussurrò Fred a Hermione, che divenne rossa.

- Hermione! Hermione, guarda!

Per fortuna di Hermione, Ginny l'aveva chiamata da lontano, anche perché Fred la guardava malizioso, e lei era sempre più rossa.

***

Erano alla stazione di King's Cross, e anche Fred e George erano venuti a salutare i ragazzi. La signora Weasley come sempre singhiozzava. Molly abbracciò neanche fosse un wrestler tutti i ragazzi, poi fu il turno dei gemelli. George abbracciò prima Ginny, poi Harry, poi Hermione. Fece per abbracciare Ron, ma si bloccò e gli diede solo una stretta di mano. Fred poi, approfittando di Fred che abbracciava e salutava gli altri, si avvicinò ad Hermione.

- Beh, allora ciao..

Disse lui, sorridendo.

- Arrivederci Fred..

- Se vuoi venire ai Tiri Vispi, noi ci siamo.

Fred calpestò a terra: 'deficiente' si disse. 'Come puoi parlare dei Tiri quando lei è qui davanti a te e sta per partire? Idiota, idiota, idiota'. Ma il problema è che non sapeva proprio da dove cominciare. Avere Hermione lì, davanti a lui, beh.. non avrebbe saputo descrivere. Aveva voglia di abbracciarla, e poi non lasciarla andare via.

- Va bene, ci penserò.

Rispose Hermione, sorridente. Si mise una ciocca di capelli dietro all'orecchio, e Fred sapeva che presto avrebbe avuto un attacco cardiaco e sarebbe stato ricoverato.

- La prossima volta che ci vedremo, ti devo parlare.

Le sussurrò lui, notando che George si stava allontanando dagli altri.

- Oh, va.. va bene. Ora vado, Fred. Ci vediamo ai Tiri Vispi.

Disse lei, sorridendo, con una strana nota di tristezza nella sua voce. Si voltò, ed entrò in uno scompartimento, affacciandosi alla finestra. Vide Fred osservarla, lei non aveva fatto in tempo a ritirarle che le lacrime avevano avuto la meglio su di lei. Fred poi si era voltato, e lei guardò quella testa rossa finchè non scomparve. Appoggiò la testa al vetro, asciugandosi le lacrime con la manica, poi, decisa, uscì dallo scompartimento, decisa a trovare Malfoy per salutarlo. Lo trovò, seduto ad un tavolo con Pansy e Blaise. Draco alzò lo sguardo e si accorse che Hermione lo stava guardando, fece un cenno di saluto, distratto, e tornò a parlare con i suoi amici. Hermione capì che non era il momento per parlare, e tornò al suo scompartimento.

***

Hermione e gli altri erano seduti al tavolo di Grifondoro. Hermione cercò lo sguardo di Draco, ma quando lo trovò, era assente, appoggiato sul pugno chiuso, pensieroso. Tornò a guardare Silente, che aveva quasi concluso il suo discorso. Una volta finito, si alzarono dal tavolo, ed Hermione andò dritta da Draco.

- Draco.

Lui si voltò, tremante.

- Granger.

E fece un cenno di saluto, allontanandosi. Hermione provò a seguirlo:

- Draco, aspetta.

- Vieni.

Draco la prese per un braccio, le fece scendere delle scale a chiocciola. Si guardò intorno, visibilmente preoccupato. Si alzò la manica nera della camicia e mostrò l'avambraccio del braccio sinistro a Hermione. Lei trattenne il fiato. Continuò a guardare il Marchio Nero, poi indietreggiò di un passo.

- Hermione, per favore, non dire niente a nessuno, specialmente Potter.

- Draco, io..

Hermione era sull'orlo delle lacrime, poi avvicinò Draco e lo abbracciò. Lui tremava ancora, nonostante fosse avvolto dall'abbraccio della sua migliore amica.

- Devo andare.

Draco si era allontanato. Si era aggiustato il colletto, e si era diretto alla Sala comune dei Serpeverde. Hermione, ancora scombussolata, tornò alla sua Sala comune, nella sua mente solo il pensiero del Marchio Nero impresso a fuoco sul braccio di uno dei suoi migliori amici...

***

Hermione camminava lungo i corridoi bui di Hogwarts, quando vide un ragazzo alto dai capelli rossi di spalle. 'Fred!' aveva urlato lei, ma lui non si era voltato. 'Fred, sei tu?' e quello si voltò. Sorrideva, ma Hermione tremava. Puntò la bacchetta contro Fred, ma lui continuava a sorridere. Poi, una ragazza era comparsa accanto a Fred, Hermione la riconobbe: Angelina Johnson. Aveva fatto voltare Fred e adesso lo stava baciando. Hermione aveva trattenuto il fiato, e la bacchetta le era caduta dalle mani. 'Fred, no!' Aveva urlato, ma lui baciava ancora Angelina.

- FRED!

Hermione era nel suo letto, e il suo urlo aveva fatto svegliare Ginny.

- Hermione..

Sbadigliò quella.

- Scusa Ginny..

Sussurrò Hermione, rimettendosi sotto le coperte.

***

Quella mattina, i ragazzi avevano avuto modo di conoscere Lumacorno, il loro nuovo professore. Avevano passato un'ora con lui, due con la McGranitt, una interminabile con Piton e avevano un'ora buca. Hermione decise di andare in biblioteca, ora che poteva godersela quanto voleva. Prese un libro, ma l'immagine di Fred le comparve sulla copertina. Aprì il libro alla prima pagina, ma l'autore, neanche farlo apposta, si chiamava Frederick. Hermione chiuse il libro, e si arrese. Andò in cortile, sedendosi su una panchina. Alzò lo sguardo e vide Draco parlare con Astoria Greengrass. Quel ragazzo era proprio cotto. Astoria aveva i capelli scuri e dei boccoli, gli occhi chiari, ed era davvero molto bella, anche se Hermione non l'aveva mai trovata una meraviglia, come invece Draco la credeva.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Erano passati mesi, e Hermione non vedeva più l'immagine di Fred comparirle dappertutto... fino a quel momento. Erano nella Sala comune, e stavano tutti festeggiando il fatto che Ron avesse fatto vincere una partita. Poi, riconobbe in Ron gli occhi di Fred, e quel ragazzo prese forma. Lavanda Brown aveva preso per il braccio Ron, e i capelli di Lavanda erano diventati improvvisamente neri e la sua pelle più scura, poi il suo corpo aveva preso la forma di Angelina. Ora aveva baciato Ron-Fred, ed Hermione si sentì morire. Si voltò, cercando di reprimere le lacrime, e Harry la guardò confuso: 'Ma non le piaceva Fred?' aveva pensato.
Hermione decise poi di andare ai Tiri Vispi Weasley: tanto valeva sapere cosa Fred avesse da dirle. Si mise una giacchetta azzurra e dei jeans stretti, poi si sistemò i capelli, cercando di renderli almeno umani. Si diresse a Diagon Alley, e appena arrivata, notò la scritta 'Tiri Vispi Weasley'. Una volta letto il cognome, sorrise. Entrò, e un gemello si voltò:

- Hermione!

George era andato subito da lei, sorridente. L'aveva abbracciata, mentre l'altro gemello era occupato a servire un cliente.

- Fred, guarda chi c'è!

Aveva urlato George. Fred si era appena voltato, che si bloccò sul posto. Gli occhi si erano gelati, e teneva la bocca socchiusa. Lasciò cadere il pacco che aveva fra le mani, e andò veloce da Hermione, poi la strinse in un abbraccio, come se non la vedesse da anni.

- Sei venuta presto!

Esclamò lui, sorridendo raggiante, ancora abbracciandola.

- Avevo voglia di fare un salto.

Rispose lei, con nonchalance. George si allontanò a finire di servire il cliente che Fred stava aiutando poco prima.

- E poi.. volevo sapere quella cosa che mi dovevi dire.. ti ricordi?

Fred arrossì di colpo.

- B.. beh, si.. ma.. cioè, non mi sono p..preparato..

Balbettò, in realtà si stava maledendo. 'Idiota, diglielo' si disse, poi si morse il labbro, sembrando uno psicopatico 'Dille che quando George ti ha detto che si era fidanzato con Angelina, ti è venuta in mente lei, dille che hai odiato Ron quando all'inizio dell'anno l'ha baciata, dille che ti sei maledetto per non esserci stato tu al posto di Malfoy al ballo'. Iniziò a grattarsi la testa, ed Hermione rimase scioccata, poi si mise a ridere.

- Cos'hai da ridere?

Chiese lui, sorridente, guardando malizioso Hermione.

- Ti saresti dovuto vedere!

- Ah si, eh?

E Fred si avvicinò a lei, iniziandola a solleticare ed Hermione che si contorceva: Fred la conosceva bene, lei odiava il solletico. Hermione gli tirò uno schiaffo sul braccio in modo simpatico, e Fred mise in scena qualcosa di drammatico:

- Oh, mia cara donzella, non vorrete far del male al vostro cavaliere?

- Oh, mio caro cavaliere, non credo che un colpetto sul braccio basti per mettervi k.o.

Aveva risposto lei, sorridendo.

- Ma questo si.

Aveva sussurrato Fred, poi le aveva sfiorato dolcemente le labbra con un bacio, ed Hermione era arrossita sul colpo. Rispose insicura al bacio, mentre Fred lo rendeva man mano più passionale: finalmente. Dopo un anno di malintesi, ci aveva pensato un bacio vero a mettere apposto le cose. Le labbra di Fred erano calde e morbide, quelle di Hermione erano fredde, ed entrambi si unirono in un'unica emozione che la gente di solito chiama amore. Fred le stava accarezzando una guancia, mentre lei, beh, lei non riusciva a crederci. Si separarono, guardandosi negli occhi, la bocca socchiusa. Si persero l'uno negli occhi dell'altra, poi decisero di allontanarsi, fingendo che non fosse successo niente. Fred si guardò intorno nervosamente.

- George, arrivo!

Aveva detto Fred, imbarazzato e ancora agitato. Si sistemò nervosamente il colletto dalla camicia e andò dritto da George. Hermione rimase lì, pietrificata. Fred l'aveva appena baciata, e lei semplicemente non aveva parole. Un vortice di emozioni l'aveva assalita, li aveva assaliti entrambi. Avrebbe voluto spiegazioni e chiarimenti, ma quel momento era troppo felice per poterne parlare. Scosse la testa e uscì dal negozio sorridendo, andando dritta ad Hogwarts.

***

Dire che Hermione il mattino dopo era una ventata di felicità per tutti era dire poco. Non la smetteva di sorridere e fare piroette nel castello. Non aveva raccontato niente a nessuno, e per questo tutti l'avevano data per ubriaca. Non riusciva ancora a crederci.

- Hermione! Herm!

Ginny le aveva afferrato il braccio, sorridente. Hermione scosse la testa e si ricordò di essere ad Hogwarts, con la sua migliore amica che aspettava che si accorgesse della sua esistenza.

- Si?

Chiese lei con nonchalance.

- Mamma chiede se ti va di passare il Natale alla Tana.

- Oh, beh.. - e cercò di pensare a quanto sarebbe stato imbarazzante passare le vacanze natalizie in compagnia di Fred, dopo quello che era successo, ma subito dopo pensò che sarebbe stato fantastico - per me va bene!

- E' successo qualcosa che non so?

- Perchè?

- Oh, solo perchè stai facendo la Danza della gioia da ieri sera.

- Ah si, penso sia per il fatto che Fred mi ha baciata.

- Oh, solo per.. cosa?!

Ginny sorrise a novantantordici denti. Hermione annuì velocemente, cercando di reprimere quella maledetta voglia di urlare.

***

Entrò a casa, la solita vecchia e accogliente dimora dei Weasley. Venne stretta in un abbraccio da Molly, poi da Arthur, in seguito da George. Si avvicinò esitante a Fred, e, rossa in viso, lo abbracciò, facendo finta di niente. Nel separarsi, i due si guardarono negli occhi, e ricordarono il loro bacio di una settimana prima. Poi, Hermione si ricordò di essere davanti a sguardi indiscreti, e tornò dai suoi amici.

- Come è stato il viaggio?

Chiese George, mentre tutti lo seguivano intanto che si dirigeva verso la cucina.

- Noioso, come sempre.

Aveva risposto Ron, facendo spallucce. Poi si accomodò accanto a Harry, che si teneva per mano con Ginny. Hermione si sedette fra Ginny e George, che al suo fianco aveva il gemello. La signora Weasley, come previsto, li tempestò di domande. Ginny si voltò verso Hermione, e notò il suo disagio. Fred invece si mordeva il labbro e non aveva detto una sola parola dal loro arrivo, cosa per niente da Fred Weasley.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Erano passati tre giorni dal loro arrivo alla Tana. Harry e Ginny erano quasi inseparabili, e Fred e George non potevano fare a meno di prendere in giro Ron per la sua storia con Lavanda Brown. Hermione spesso aiutava la signora Weasley.
Notte fonda. La riccia se ne stava sul letto pregando che il sonno le venisse, ma proprio non arrivava. Si alzò dal letto, cercando nel buio la porta, e la trovò solo quando andò a sbattere con la testa. Abbassò la maniglia e scese silenziosamente le scale. Nessun rumore. Si avviò verso la cucina, aprì la porta, accese la luce e rimase pietrificata: Fred Weasley era appoggiato al muro della cucina, con solo i pantaloni del pigiama, niente pezzo sopra, nè pantofole. Hermione sentì il suo cuore battere a mille: quanto poteva essere bello quel ragazzo, che solo fino a due anni prima era nientepopodimeno del fratello del suo migliore amico, per il quale aveva anche una cotta? E lui la considerava solo la secchioncella, la migliore amica del suo fratello più piccolo. Ma ora tutto era cambiato per entrambi: erano cresciuti, ed insieme a loro anche i loro sentimenti. Fred si era appena voltato, e tutti i ricordi gli attraversarono la schiena con un brivido: Hermione era lì, davanti a lui, erano da soli. Poi si ricordò di essere a petto nudo.

- Scusa per l'abbigliamento..

Disse lui, distogliendo lo sguardo da lei, che era arrossita.

- Oh, no.. cioè.. io..

Balbettò lei. Non sapeva cosa dire.

- Non riuscivi a dormire?

Chiese lui, fissando il muro, ancora imbarazzato.

- Eh già. Tu?

- No.. George.. ehm.. russa. Tu?

Inventò. Non poteva certo dirle che non riusciva a smettere di pensarla. Hermione fece un passo avanti, però sempre lontana.

- Brutti sogni.

- Ah si? Cos'hai sognato?

- Faccio sempre lo stesso sogno - il rosso si voltò verso di lei, che fece un passo avanti - io mi ritrovo ad Hogwarts, e all'improvviso comp.. - pensò a lui, poi decise di generalizzare - compare un ragazzo.. ehm.. alto, e accanto a lui una ragazza che inizia a baciarlo e io non so perchè mi sento sempre più nervosa e mi sveglio tutta sudata.

- I miei sogni non sono tanto diversi dai tuoi: sogno una ragazza di due anni più piccola di me.. all'improvviso compare mio fratello e inizia a baciarla.

- Fred, io..

- Si, Hermione, sei tu.

Hermione sentì il suo stomaco fare una capriola e arrivarle a terra. Fred si era avvicinato a lei.

- E perchè in questi giorni non ti sei degnato di rivolgermi la parola?

Hermione si era voltata. Sentiva la sua rabbia crescere, ed era come se Fred la facesse sfogare.

- Cerca di capirmi, Hermione! Non sapevo come comportarmi!

Si giustificò lui, alzando la voce.

- E adesso lo sai?

Chiese lei, con le lacrime agli occhi. Non aveva osato voltarsi di nuovo verso Fred, e lo sentiva sempre più vicino.

- Si, adesso si, Hermione.

- E cosa avresti intenzione di fare?

Il cuore della ragazza prese a battere ancora più forte. Poi, sentì le braccia di Fred avvolgerla in una stretta che le era mancata troppo. Chiuse gli occhi, e si lasciò cullare dal ragazzo, che la abbracciava come se non potesse più farla andare via. Hermione si voltò, e si ritrovò a soli due centimetri da Fred. Respirava affannosamente, e Fred la strinse di più. Hermione alzò lo sguardo, e lo guardò negli occhi. Sentì come le vertiggini avvolgerla, mentre, come una calamita, guardava le sue labbra e man mano si avvicinava sempre di più, fino ad annullare la distanza fra le loro bocche. Fred prese il viso di Hermione fra le mani, mentre si baciavano, e ricordarono entrambi quel bacio ai Tiri Vispi Weasley. Quando si separarono, Hermione abbassò lo sguardo, senza nascondere l'ombra di un sorriso triste.

- Devo andare.

Sussurrò Hermione, correndo su per le scale, rischiando di inciampare e buttandosi nel suo letto.

***

- E' PRONTA LA COLAZIONE!

Tuonò la signora Weasley. Hermione si alzò con una strana sensazione dritta al cuore, come un misto di paura e gioia, e capì che era dovuto al suo bacio con Fred di quella notte. Sorrise triste, poi, si vestì velocemente, ed aprì di scatto la porta. Scese silenziosamente le scale e arrivò dritta in cucina, dove la signora Weasley la accolse con il solito abbraccio stritolatore. Hermione guardò il tavolo, e si sedette vicino a Ginny. Cercò di evitare lo sguardo di Fred per tutta la colazione. Quando tutti ebbero finito, Fred, sicuro di non essere visto, prese Hermione per una manica e la 'trascinò' in cortile.

- Fred, cosa c'è?

Disse Hermione, fingendosi seccata.

- Dobbiamo parlare.

- Di cosa?

- Di noi.

- Noi? In questi giorni non ti è importato molto di 'noi'!

- Ah no? E questa notte?

Hermione arrossì.

- Ma questa notte non è contato nulla per te, vero?

- Secondo te non me n'è importato niente?

Fred si stava innervosendo e stava alzando il tono di voce.

- Non lo so, Fred. E' solo che sono quattro giorni che non mi parli e sto cominciando a pensare che tu ti sia pentito di avermi baciata al negozio!

- Pentito? Hermione, non sei tu quella intelligente, tra noi due?

Hermione arrossì più violentemente e il cuore le prese a battere più forte.

- Con questo cosa vorresti dire?

- Che avresti dovuto capire che non mi potrei mai pentire di quello che ho fatto.

Hermione rimase pietrificata. Rimase un minuto buono a fissare Fred, in silenzio, mentre lui aveva abbassato lo sguardo. Aveva lasciato Hermione completamente senza parole. Lei sospirò, poi si voltò, non trovando nulla da dire. Fred alzò lo sguardo.

- Te ne vai così?

Quella si voltò di nuovo verso il ragazzo.

- Cosa dovrei fare, Fred?

- Non lo so.

- Tutto quello che dovrei dirti lo sai già.

- Cioè?

- Che ti amo, Fred Weasley.

Fred la abbracciò forte, accarezzandole i capelli. Hermione lo strinse a sè, lasciandosi cullare da quel momento. Si separarono solo quando sentirono la porta d'ingresso aprirsi:

- E così Hermione hai preferito lui a me!

Esclamò Ron, nervoso.

- Ron, io..

Ron fece un passo avanti.

- Ma cosa hai capito? - Sorrise Ron - Non sono geloso! Sono contento per voi.

Hermione e Fred si guardarono sbalorditi, poi sorrisero, tenendosi per mano.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Forse ridestato dal rumore, George si mosse.

- Come ti senti, Georgie?

Sussurrò la signora Weasley. Le dita di George sfiorarono il lato della testa.

- Romano.

Mormorò.

- Cos'ha che non va? - Gracchiò Fred, terrorizzato. - Ha subito un danno al cervello?

- Romano - ripetè George, aprendo gli occhi e guardando il fratello. - Sai... mi sento un po' romano. Come il foro, il foro, Fred, capito?

Un rossore tinse il volto pallido di Fred.

- Patetico - disse a George. - Patetico! Con un mondo di battute possibili sulle orecchie, scegli romano?

- Ah be' - ribatté George, sorridendo alla madre bagnata di lacrime. - Adesso almeno riuscirai a distinguerci, mamma.

Si guardò intorno. Fred rimase a fissare il fratello senza dire una parola, e un tocco sulla spalla lo fece sobbalzare. Si voltò e vide Hermione che si sedeva accanto a lui. Stavano insieme da circa otto mesi. Hermione strinse la sua mano, come per fargli forza, e Fred mosse un angolo della bocca in un principio di sorriso.

***

Alle tre del pomeriggio di una settimana dopo, Harry, Ron, Fred e George erano nell'orto fuori dall'enorme padiglione bianco, in attesa degli invitati. Harry aveva trangugitato una bella dose di pozione Polisucco e adesso era la fotocopia di un giovane Babbano coi capeli rossi. Fred si avvicinò a Harry, sperando di salvarlo da zia Muriel che si stava avvicinando a lui. Lo chiamò in disparte, facendo in modo che la vecchia zia se ne andasse da una ragazza in lontananza.

- E' un incubo, zia Muriel.

Disse, e Harry sorrise.

- Veniva tutti gli anni per Natale, poi grazie al cielo si è offesa perchè io e George le abbiamo fatto esplodere una Caccabomba sotto la sedia a cena a cena. Papà dice sempre che ci escluderà dal test... Cavolo! - aggiunse, e battè le palpebre vedendo Hermione che li raggiungeva di corsa. - Sei bellissima!

- Sempre questo tono sorpreso - replicò Hermione, però sorrideva. Portava uno svolazzante vestito lilla e scarpe in tinta, con tacco alto; i suoi capelli erano lisci e luminosi. - Tua zia non approva, l'ho incontrata poco fa. Ha detto 'Oh cielo, questa è la figlia di Babbani?' e poi ha aggiunto 'Brutto portamento e caviglie secche'.

- Non prenderla come un fatto personale, è maleducata con tutti - disse Fred.

- State parlando di zia Muriel? s'inserì George, riemerso dal tendone con Ron. - A me ha appena detto che ho le orecchie asimmetriche. Vecchia meger. Vorrei che zio Bilius fosse ancora vivo; ai matrimoni faceva schiantare dalle risate.

- Non era quello che ha visto un Gramo ed è morto ventiquattro ore dopo? - chiese Hermione.

- Be', si, era andato un po' fuori verso la fine. - ammise George.

- Ma prima che perdesse la zucca era l'anima delle feste - aggiunse Fred. - Si scolava una bottiglia intera di Whisky Incendiario, poi correva sulla pista, si alzava il vestito e cominciava a cavarsi mazzi di fiori dal...

- Si, davvero affascinante.

Lo interruppe Hermione.

- Sei dafero pelissima.

Tutti si voltarono verso il ritardatario, che aveva lo sguardo puntato su Hermione, cosa che a Fred non piaceva per niente. Strinse i pugni e guardò torvo Krum, che non l'aveva nemmeno notato.

- Viktor!

Strillò Hermione. Fred era diventato rosso dalla rabbia, poi fece un cenno a George che capì al volo, come tutti del resto, e si allontanarono.

- E' più bella di quvanto io ricortare. - osservò Krum, indicando Hermione, che danzava con George. - Lei anche tua parente?

- Si - rispose Fred, irritato - ed esce con uno. Un tipo geloso. Molto grosso. Meglio non provocarlo.

E così Krum si alzò, mentre Fred, soddisfatto, di avvicinava al suo gemello, che danzava con la sua fidanzata.

- Hem hem - disse Fred, ricordando terribilmente la Umbridge - posso avere l'onore di questo ballo?

Hermione si voltò verso di lui, sorridendo. Fred le mise una mano sul fianco, come due anni prima, ed Hermione avvertì lo stesso brivido. Danzarono insieme senza curarsi delle persone che ormai cominciavano a sedersi, esauste.

***

Fred continuava ad agitarsi nel sonno. Non sapeva perchè, ma la paura aumentava ogni secondo quella notte.

- George..

Chiamò il gemello, che rispose con un grugnito.

- Voglio andare da Bill e Fleur.

- Cosa?

Ora George era seduto sul letto.

- Perchè?

Chiese, scrutando il gemello nell'oscurità.

- Ho una strana sensazione. So che devo essere lì.

- Oh, va bene.

Si Smaterializzarono, mentre la paura di Fred aumentava. Arrivarono nel salotto di Villa Conchiglia. Fred guardò il gemello, poi rivolse uno sguardo alla porta che si apriva; rimase paralizzato. Ron sorreggeva Hermione, svenuta, il braccio rosso sangue. Poi la appoggiò sul divano, mentre Fred le stringeva la mano.

- Lo sapevo! Cosa le è successo?!

Urlò Fred a Ron.

- Bellatrix a Villa Malfoy. L'ha torturata..

- Bellatrix Lestrange non doveva nemmeno avvicinarsi a lei!

Urlò Fred, fuori di sè. Poi prese la manica di Hermione e la tirò su, leggendo disgustato.

- Mezzosangue..

Sussurrò. Hermione aprì gli occhi.

- Herm, come stai?

Gracchiò lui, Hermione sorrise ed abbracciò Fred.

- Che ci fai qui?!

- Come stai?

Ripetè lui.

Hermione non rispose, si limitarono a rimanere abbracciati.

***

Fred e Percy stavano duellando contro due uomini mascherati e incappucciati. Harry, Ron e Hermione corsero in avanti per aiutarli: getti di luce volarono in tutte le direzioni e l'uomo che lottava contro Percy indietreggiò, in fretta: il cappuccio gli cadde dalla testa, scoprendo una fronte alta e capelli striati...

- Ah, Ministro! - urlò Percy, e scagliò una fattura contro O'Tusoe, che lasciò cadere la bacchetta e portò le mani al petto, in evidente difficoltà. - Le ho detto che do le dimissioni?

- Hai fatto una battuta, Perce! - gridò Fred. - Hai davvero fatto una battuta, Perce... l'ultima che ti avevo sentito fare era...

L'aria esplose.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


L'aria esplose. Erano tutti vicini: Harry, Ron, Hermione, Fred e Percy. I due Mangiamorte ai loro piedi, uno Schiantato, l'altro Trasfigurato; e in quella frazione di secondo, quando il pericolo pareva temporaneamente lontano, il mondo andò in pezzi. Harry si sentì volare e non poté far altro che tenersi stretto con tutte le forze a quel sottile bastoncino di legno che era la sua sola e unica arma, e ripararsi la testa con le braccia: udì le urla dei suoi compagni senza sapere che cosa stava succedendo. Poi il mondo divenne dolore e penombra: Harry era semisepolto nel crollo di un corridoio colpito da un tremendo attacco. Capì dal vento freddo che il fianco del castello era esploso e un calore appiccicoso sulla guancia gli disse che stava sanguinando copiosamente. Poi sentì un grido lancinante che gli strappò le viscere, l'espressione di un dolore che né le fiamme né le maledizioni potevano provocare, e si alzò, incerto, più spaventato di quanto non fosse ancora stato quel giorno, più spaventato, forse, che in tutta la sua vita... Hermione cercava di rimettersi in piedi in mezzo a quella devastazione e tre uomini con i capelli rossi erano a terra. Hermione squarciò l'aria con un terribile grido, incapace di cogliere l'impossibile.
- No... no... no! - urlò - No! Fred! No!
- Perchè urli, Hermione? Ho la pelle dura, io.

Spazio Autrice u.u

Lo so, è cortissimooooo >.<

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


La guerra era ripresa, Harry e Ron lottavano contro Rodolphus Lestrange, Fred contro Bellatrix, Hermione contro Greyback e Percy si era allontanato per dare una mano a George.

- Stupeficium!

Gridò Ron, e Rodolphus si schiantò contro una parete. Poi, si voltò verso Fred, ancora stordito dall'esplosione, ma che lottava con una certa forza. Fred la guardò dritta negli occhi neri e notò che erano freddi. La odiava.. la odiava perchè aveva torturato Hermione, la sua Hermione, la odiava perchè aveva quasi ucciso Ginny pochi istanti prima...

- Avada Kedavra!

Gridò Bellatrix, e un fiotto di luce verde esplose dalla bacchetta e si diresse verso Fred. Il rosso guardò Hermione, che lo guardava terrorizzato. Improvvisamente la scena cambiò: Hermione corse verso Fred e lo spinse via, lei aggrappata a lui e finirono entrambi a terra.

- BELLATRIX!

Ruggì Hermione, mentre la zia di Draco rideva guardando come la sdolcinata Mezzosangue si fosse buttata per salvare Freddie.

- Non i miei figli!

Ringhiò la signora Weasley, e iniziò a lottare con Bellatrix, mentre Fred e Hermione guardavano la scena. Fred si voltò di scatto perchè Greyback era praticamente saltato addosso ad Hermione con l'intento di morderla. Fred tirò un calcio nelle costole di Greyback che lo fecero rotolare accanto a Hermione, che aveva afferrato la mano di Fred e adesso stavano scappando da un discendente di Aragog che era sceso in campo. Corsero lungo un corridoio deserto ed Hermione trattenne a stento l'impulso di vomitare davanti a tutti quei morti. Poi Fred si fermò di scatto terrorizzato, ed Hermione si voltò verso di lui.

- Cosa c'è? Qualcosa non va?

- Non ho visto George. Non c'è da nessuna parte!

Fred pensò a George, non poteva, oh, l'immagine non poteva prendere forma!

- C'è Percy con lui!

Esclamò Hermione.

- Devo trovarlo, Hermione.

Così Fred prese a correre seguito dalla riccia, quando lei si voltò e vide il gemello:

- Fred! Eccolo!

Fred si voltò e sorrise quando vide che il gemello era sano e salvo, ma poi vide chi George stava sorreggendo e il sorriso si gelò leggermente: Angelina era svenuta fra le braccia di George, la testa sanguinava copiosamente, e anche le gambe.

- NO!

Gridò Hermione, e Fred ebbe una frazione di secondo di sorpresa. La riccia si avvicinò ad Angelina, poi guardò George:

- Cosa le è successo?

- L'ho salvata appena in tempo! - George era scosso, tremava. - Il pavimento dove si trovava lei è esploso e.. beh, ho cercato di salvarla.. spero.. credo stia bene.

George guardava Angelina terrorizzato.

- Percy dov'è?

Chiese improvvisamente Fred. George si voltò e vide Percy inginocchiato davanti a Penelope Light. I tre si avvicinarono al rosso, mentre George sorreggeva Angelina. Percy stava piangendo, e i tre capriono cos'era successo nello stesso momento.

- Percy..

Iniziò George, ma lui non si mosse.

- E' morta.

Sussurrò Percy, incapace di credere che la sua fidanzata fosse morta. Hermione si voltò:

- Attenti!

Voldemort aveva appena cercato di ucciderli, ma tutti erano riusciti a spostarsi. Voldemort urlò:

- Avada..

Ma fu interrotto da Harry. La luce rossa e quella verde si contrastarono, finchè la luce verde non rimbalzò su Voldemort, che cadde a terra, senza vita. Hermione era stordita: Voldemort era morto? Fred e George urlarono di felicità, e Angelina si svegliò, abbozzando un sorriso. Poi, senza rendersene cono, forse stordito dalla felicità, George la baciò. Fred e Hermione si abbracciarono, lei si fece scappare due lacrime, poi anche lui la baciò.

- Ti amo.

Sussurrò Hermione, e Fred la baciò di nuovo.

Spazio Autrice u.u

Sì lo so sono imperdonabile. E' da tantissimo tempo che questo capitolo è pronto ma non l'ho pubblicato D:
Coooomunque... mi sembra troppo sdolcinato :S *sparge amore*
Beh, alla prossima u.u

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Capitolo 21
*** Capitolo 21. ***


- Hermione, vorrei parlarti.

Hermione si voltò e vide Fred appena dietro alle sue spalle. Lei annuì inizialmente preoccupata. Poi Fred sorrise e lei si tranquillizzò. Uscirono in cortile. Hermione si voltò verso Fred, che cercava nervosamente qualcosa fra le sue tasche.

- Hermione.. aspetta un momento.. si, forse, ah eccolo!

Fred fissò nervoso e contento allo stesso tempo Hermione. Non voleva che Hermione vedesse cosa aveva fra le mani.

- Hermione, cara, la cena è quasi pronta. Potresti apparecchiare la tavola?

La signora Weasley stava per rientrare nella Tana, quando Fred le disse:

- Mamma, devo dire una cosa ad Hermione. Entriamo tra poco.

Molly annuì e rientrò in casa.

- Allora, dov'ero? Ah si.

Fred fece come per sedersi, si torturava le mani dall'agitazione e si mordeva il labbro inferiore, quando Ron ed Harry uscirono ridendo dalla porta.

- Potreste lasciarci un attimo da soli, per favore?

Harry e Ron indietreggiarono.

- Hermione, ci ho pensato tanto e volevo chiederti una cosa.. vor..

George e Ginny stavano rientrando a casa dopo un'uscita insieme. Questa volta Fred urlò senza volerlo:

- Volete lasciarmi fare ad Hermione la proposta di matrimonio in santa pace?!

Hermione spalancò la bocca, sbalordita, e gli occhi si illuminarono. Fred divenne stranamente rosso e poi guardò Hermione, ignorando le urla di George e Ginny, anche quelle di Ron e Harry che avevano sentito tutto.

- Allora?

Balbettò Fred, preoccupato. Hermione fece un'espressione triste, sospirò poi guardò Fred. Lui sentì mancare un battito.

- Fred, io..

- Si?

Chiese Fred. Quegli istanti sembrarono eternità, i secondi più lunghi della sua vita.

- C'è bisogno di chiederlo?

Fred sorrise e la baciò, incapace di contenere la gioia

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Capitolo 22
*** Diciannove anni dopo. ***


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La bambina con i capelli rossi correva insieme a suo fratello, poi attraversarono insieme il binario. Fred e Hermione si scambiarono uno sguardo, contenti.
- Piano! Jane! George!

Urlò Hermione. Poi il tono di voce si fece più basso.

- Cominciano anche loro Hogwarts.
- Fortuna che Rose ha la tua intelligenza.
- E la bellezza di suo padre!
- Modestamente.

Sorrise Fred malizioso.

- Eccoli.

Esclamò Fred, voltandosi. Scorsero Harry e Ginny in lontananza, con i loro tre figli Albus Severus, Lily Luna e James. Accanto a loro George e Angelina con i loro due figli, Fred e Roxanne. Un po' più dietro Ron e Calì, la vecchia amica di Hermione, con i figli Rose e Hugo. 

- Problemi con il parcheggio?

Fece Ron a Fred, che fece cenno di no.

- George non sa guidare.

Esclamò Angelina, che sorrideva e si teneva per mano con George.

- Invece tu si.

Ribattè George, fingendosi offeso.

- L'altro giorno ha quasi fatto un incidente con un Babbano!

Sorrise lui.

- Vi avverto - esclamò Ron, improvvisamente, rivolgendosi ai figli - Se finite in Serpeverde, non vi consideriamo più nostri figli.

- Ron! - Ribattè Calì, divertita - Non è vero, ragazzi.

- Papà, noi andiamo! - Disse Rose, sorridendo. Ron annuì vedendo figli e nipoti allontanarsi verso il binario. Fred e Hermione si guardarono ancora e lui prese la mano di lei e la strinse. Hermione si voltò appena e scorse in lontananza un viso familiare.. invecchiato come tutti loro, certo, ma era pur sempre uno dei suoi migliori amici: Draco Malfoy.
Accanto a Draco c'era Astoria, una bellissima donna, che abbracciava quello che doveva essere Scorpius Hyperion.

- Draco!

Urlò Hermione, e il biondo alzò lo sguardo. Quando vide Hermione, sorrise e fece un cenno di saluto. Quando Scorpius si voltò ed Hermione lo vide, si rese conto di quanto assomigliasse al padre da bambino. Inutile dire che Hermione si guadagnò molte facce disgustate da parte dei suoi amici.

- Beh, noi andiamo.

Dissero Ron e Harry, e scomparvero insieme alle rispettive famiglia attraverso il binario. Fred e Hermione rimasero da soli.

- Quanto tempo è passato...

Sospirò Hermione, guardandosi intorno.

- Lì - disse, indicando un punto della stazione - ti ho visto la prima volta. Non immaginavo che saresti diventato mio marito!
- Al tuo secondo anno, e al mio quarto, ho picchiato Malfoy per averti chiamata Mezzosangue.

Hermione rise.

- Al mio terzo anno, mi sono presa una cotta per Ron.
- Al mio quinto anno - disse Fred - avrei dovuto odiare Ron.
- E... al quarto anno ho ballato con Viktor Krum.
- Stupida scimmia bulgara.
- Fred!
- E al quinto anno, ho capito che a volte le punizioni regalano un sorriso.

Hermione guardò Fred, che le sorrise.

- Ti amo, lo sai?
- Ovvio. Mi amerei anch'io. - Fred sorrise. - Ti amo anch'io, Hermione.

Le loro labbra si unirono nel cuore di King's Cross, mentre il loro unico pensiero vivo nella loro mente era quel lontano anno in cui erano solo due adolescenti, insieme, nell'ufficio della Umbridge. E forse, davvero, le punizioni alla fine regalano un sorriso.

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