Sette giorni l’hai amata, sette volte l’hai persa

di Gaia Bessie
(/viewuser.php?uid=141599)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non te ne sei mai accorta ***
Capitolo 2: *** Dove i Black non possono cadere ***
Capitolo 3: *** Cosa i Black non devono fare ***
Capitolo 4: *** Quando i Black hanno fallito ***
Capitolo 5: *** Come hai cominciato a rendertene conto ***
Capitolo 6: *** Chi non ha mai smesso di ridere ***
Capitolo 7: *** Di chi non ti sei mai fidata ***
Capitolo 8: *** La volta in cui è finito, sei finita ***



Capitolo 1
*** Non te ne sei mai accorta ***


Sette giorni l’hai amata, sette volte l’hai persa
 

0. Non te ne sei mai accorta
 
Il Duello è solamente l’ennesima rivincita di una donna che accoltella l’uomo al cuore, senza bisogno d’amare, l’unica vendetta che il tuo Signore ti concede – l’unico riscatto dell’unico errore che hai commesso in vita tua: esser nata donna.
E tu lo desideri, prenderti quella vita. Colpire e affondare come un coltello, non ferire, ma strappare via i brandelli d’anima che Sirius Black è capace d’offrire ai tuoi affondi. Inutili lampi di luce, rossa e verde, vi sfiorano in una carezza – non conoscerai altri amanti, Bellatrix, non conoscerai altro amore.
Eppure, lui ti ha amata: per sette volte, Sirius Black ti ha amata silenziosamente. Senza che tu te ne rendessi conto.
 
(110 parole)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Dove i Black non possono cadere ***


Sette giorni l'hai amata, sette volte l'hai persa
 
 
1. Dove i Black non possono cadere
 
La prima volta, avevi sette anni – e già odiavi i bambini in una maniera forzata e innaturale che, però, ti sarebbe rimasta incollata addosso per tutta la vita – e lui due. Sirius sgambettava su quegli arti terribilmente paffuti, e tutti t’incoraggiavano a prenderlo in braccio (e non volevi).
Lui era caduto, aveva fatto scendere qualche lacrima: Walburga non era accorsa, preferendo che imparasse una dolorosa lezione – Toujours Pur: i Black non si insozzano mai di polvere impastata a lacrime.
Tu non avevi ceduto del tutto. L’avevi rialzato, senza grazia e senza dolcezza, con una smorfia scontenta.
Non lo sapevi, ma per un momento lui. Ti amava già.
 
(107 parole)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cosa i Black non devono fare ***


 
2. Cosa i Black non devono fare
 
La seconda volta, avevi undici anni – e forse non detestavi e non odiavi, ma ancora ti mostravi insofferente nei confronti di quel bambino (irritante, intollerabile) che i tuoi si ostinavano a farti frequentare. Forse speravano in un futuro matrimonio, forse speravano in una fetta dell’eredità di zia Walburga.
Tu non speravi: un giorno prendo e vado via di qui, avevi detto a Meda con aria ribelle, prima che mi costringano a sposare il moccioso. Un giorno prendo e me ne vado – i tuoi undici anni erano caduti nel mese migliore possibile, settembre.
Al binario nove e tre quarti, Sirius piangeva disperato.
«I Black non piangono» sibilasti.
Lui smise immediatamente.
 
(109 parole)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Quando i Black hanno fallito ***


3. Quando i Black hanno fallito
 
La terza volta, avevi quindici anni – e decisamente non erano affari tuoi e nemmeno t’interessava, ma i tuoi ti avevano detto di fare attenzione allo Smistamento di Sirius: il maschio che tu non eri, l’erede che saresti diventata.
«Vedi di non sbagliare, moccioso» gli sibilasti, dirigendoti a grandi passi al tavolo dei Serpeverde.
Lui non fece in tempo a rispondere: cos’avrebbe potuto dire?
Lo sapeva già, Sirius, che l’avrebbero potato dall’albero della famiglia – e, segretamente, lo sognava ogni sera.
Eppure, per un momento minuscolo, ha sperato. Che tu non udissi quel Grifondoro che rimbombò nella Sala Grande con lo stesso sgomento di un Avada Kedavra.
 
(105 parole)

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Come hai cominciato a rendertene conto ***


4. Come hai cominciato a rendertene conto
 
La quarta volta, avevi diciannove anni – e di sposarti non avevi voglia: ma Lui e i tuoi genitori avevano deliberato e tu avevi compiuto un gesto per te inusuale, insensato. Avevi chinato il capo e detto di sì.
Il Marchio bruciava sul braccio come il tuo orgoglio incendiato dagli sguardi insofferenti del tuo futuro sposo.
Sirius era in prima fila, seduto accanto alla madre – imbronciato, infagottato nei vestiti migliori, t’aveva rivolto uno sguardo irato, tradito.
Non ci avevi fatto caso: le bizze di un moccioso non ti riguardavano di certo, tu che eri fatta per obbedire a Lui. Ma, sulla schiena, quello sguardo era solamente un’altra ustione.
 
(107 parole)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Chi non ha mai smesso di ridere ***


5. Chi non ha mai smesso di ridere
 
La quinta volta, l’età aveva già smesso di contare – ad Azkaban il tempo si raggruma come a formare dei piccoli chiodi incastonati nell’aria, e la tua vita sta tutta lì: nello spaccarti le unghie per riuscire a scrostarli via.
Sirius urlava più di tutti, quando lo portarono lì: pensava che l’innocenza andasse certificata, e allora gridava e ululava come un Licantropo alla luna piena.
Tu tacevi, silenziosa, perché l’assenza di parole era funzionale a risparmiarne il più possibile per pregare il Suo ritorno. Nella cella di fronte alla tua, lo sguardo di Sirius era catrame.
A volte ridevi di lui, e allora tuo cugino gridava più forte di prima.
 
(109 parole)

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Di chi non ti sei mai fidata ***


6. Di chi non ti sei mai fidata
 
La sesta volta, è stata un anno fa – la libertà esalta chi la prova e tu eri così follemente felice che tutto il Mondo Magico s’era reso conto della fatalità del tuo ritorno, del vostro ritorno.
Lui no: preoccupato era preoccupato, ma nel viso la cicatrice d’una vecchia speranza gli aveva riacceso il sorriso. Forse, si domandava se la pazzia non t’avesse cambiata – ma sempre fatta per obbedire e servirLo, sei.
Speranze falsificate dall’evidenza, le sue, speranze assurde e irrealizzabili: tu di quello sguardo nerissimo non ti sei fidata mai.
 
(90 parole)

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** La volta in cui è finito, sei finita ***


7. La volta in cui è finito, sei finita
 
Lui lotta per Schiantarti e fuggire via, tu lotti per ucciderlo e ridere sopra il suo cadavere: Sirius sussurra qualcosa, insieme agli incantesimi, ma tu sei sorda – sorda – a qualunque tipo di richiamo.
«Vuoi uccidermi?» ti domanda, schivando l’ennesimo lampo della tua bacchetta. «Puoi fare di meglio, cugina».
Tu urli, nervosismo che ti si arrampica sul viso come una scarica d’elettricità statica – ride, lui, nel vederti incrinata in quel modo.
Un incantesimo rompe la sua difesa, Sirius Black sta ancora ridendo, quando quel movimento diventa le sue ultime parole.
Lui sparisce oltre il velo – sette volte, sembra gridare. La settima è quella in cui perdi tutto e rimani solo tu.
 
(110 parole)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=902135