The Mirror of Erised

di Tinotina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Draco Malfoy ***
Capitolo 2: *** 2.Minerva McGranitt ***
Capitolo 3: *** 3.Gilderoy Allock ***
Capitolo 4: *** 4.Sirius Black ***
Capitolo 5: *** 5.James Potter ***
Capitolo 6: *** 7.Remus Lupin ***
Capitolo 7: *** 6.Peter Minus ***
Capitolo 8: *** 8.Severus Piton ***
Capitolo 9: *** 9.Lily Evans ***
Capitolo 10: *** 10.Andromeda Black ***
Capitolo 11: *** 11.Bellatrix Black ***
Capitolo 12: *** 12.Narcissa Malfoy ***
Capitolo 13: *** 13.Dolores Umbridge ***
Capitolo 14: *** 14.Albus Silente ***
Capitolo 15: *** 15.Cho Chang ***
Capitolo 16: *** 16.Lavanda Brown ***
Capitolo 17: *** 17.Luna Lovegood ***
Capitolo 18: *** 18.Fleur Delacour ***
Capitolo 19: *** 19.Ninfadora Tonks ***
Capitolo 20: *** 20.George Weasley ***
Capitolo 21: *** 21.Ginny Weasley ***
Capitolo 22: *** 22.Neville Paciock ***
Capitolo 23: *** 23.Ronald Weasley ***
Capitolo 24: *** 24.Hermione Granger ***
Capitolo 25: *** 25.Harry Potter ***



Capitolo 1
*** 1.Draco Malfoy ***


Draco Malfoy
 

Non ce la posso fare. Mi ucciderà.

Ormai, nei pensieri di Draco Malfoy riecheggiavano queste parole, come se fossero un mantra. Le sentiva la mattina,  le ascoltava durante il pranzo, durante  il corso delle lezioni  dove, costantemente, non riusciva a concentrarsi.
Neppure nel sonno poteva riposarsi. La sua mente era invasa da immagini di sangue e morte;  figure che si ripetevano all’infinito, senza sosta, senza pace.
E tutto per colpa di quel simbolo maledetto che gli bruciava il braccio.

Il Marchio Nero sembrava brillare sulla sua pelle candida.

Non poteva permettersi di mostrarlo a nessuno  all’interno della scuola,  pertanto lo nascondeva sotto camicie e maglioni pesanti.
Non poteva rischiare che i suoi compagni scoprissero la verità  ed è per questo che non si rintanava nemmeno nella sua  Sala Comune. Alcune volte non rientrava nemmeno per dormire, e a dirla tutta era meglio così. Non voleva  vedere.
Passava gran parte del suo tempo nella Stanza delle Necessità, dove, in effetti, stava anche ora, davanti ai suoi cancelli.
“Ho bisogno di un posto dove posso essere me stesso. Ho bisogno di un posto dove non dovermi nascondere”
A quella richiesta, la Stanza gli mostrò il portone che l’avrebbe condotto  dove desiderava.
La stanza era piccola ma arredata con gran raffinatezza. L’enorme letto regnava sovrano su ogni altro mobilio.

Fantastico, avevo bisogno di riposarmi  – pensò liberandosi dal maglione e dalla camicia.

Ma il letto non era l’unico elemento all’interno della stanza. Alla sua destra si ergeva nobile un enorme specchio,  sulla cui cima si poteva leggere con facilità l’iscrizione “erised stra ehru oyt ube cafru oyt on wohsi”
Draco non era uno stolto. Conosceva quello specchio, sapeva che cosa era in grado di mostrare: i più profondi desideri del suo cuore.
Si avvicinò cauto.
Quando gli fu davanti, lo specchio gli rifletté la sua stessa figura; la figura di un ragazzo pallido e stanco.
Non gli rimandava immagini di gioia e di spensieratezza che potessero alleviargli la sua pena.
<< Dannazione! >> gridò sbattendo i pugni sullo specchio.
Perché non gli mostrava niente?  Voleva forse dire che lui non ce l’aveva un cuore?
Ma lo specchio qualcosa gli aveva mostrato.
Quando aveva scaraventato su di lui la sua rabbia, lo specchio aveva rispecchiato le sue braccia, entrambe coperte da pelle candida come neve.

 


[380 parole]

Innanzi tutto, devo dire che questa è la prima volta che mi cimento in qualcosa di simile e non vedo l'ora di sentire i vostri pareri.
In questa raccolta mostrerò come alcuni dei personaggi di Harry Potter si comporteranno di fronte a questo specchio eccezionale.

Questo primo capitolo vede un Draco Malfoy durante il corso del suo sesto anno, preda della paura e dell'abbandono. Talmente arrabbiato con se stesso e con il mondo che lo circonda, non si accorge che lo specchio gli ha effettivamente mostrato il suo desiderio nascosto.

L'iscrizione che Draco legge "erised stra ehru oyt ube cafru oyt on wohsi" è l'iscrizione inglese dello specchio e mostra la frase: "I show not your face but your heart's desire"

Attualemente non so bene quanti personaggi farò in tutto, per il momento ne ho in mente una dozzina ma, sicuramente, aumenteranno.

A presto,
Tinotina

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Capitolo 2
*** 2.Minerva McGranitt ***


Minerva McGranitt


Minerva conosceva lo Specchio delle Brame.
Ne aveva sentito parlare la prima volta quando era solo una semplice studentessa ma non aveva preso davvero in considerazione le voci che correvano all’epoca, ovvero che lo Specchio era nascosto da qualche parte ad Hogwarts.
Alcuni dei suoi compagni invece non erano stati così razionali.
Avevano preso la brutta abitudine di cercarlo in ogni momento libero della giornata. Si diceva che sapesse esaudire i desideri e molti ne furono attratti.
Perfino la sua migliore amica, Bertha Jorkins, aveva intrapreso quell’assurda caccia.
Una sera le aveva rivelato, in confidenza, che erano riusciti a trovare lo specchio. Le elencò le meraviglie che era stata in grado di vedere; le disse che finalmente sentiva che qualcuno la capiva.
Non le rivelò, tuttavia, il luogo dove lo specchio risiedeva, né lei lo volle sapere.
Dopo quell’episodio la povera Bertha non era stata più la stessa.

Al solo ricordo, sul viso serio della strega comparve una lacrima.
Ora aveva  davanti quell’oggetto che tempo prima le aveva portato via la sua Bertha ma non riusciva ad odiarlo.
La dolce immagine di lei ed Albus insieme e felici le tranquillizzava l’animo in tempesta.
Non voleva distruggerlo.
<< Minerva… >> disse uno dei quadri alle sue spalle.
La nuova preside di Hogwarts sospirò. << Lo so, Albus. Lo so >>
Quello che lo specchio rifletteva era pura illusione. Albus era morto, doveva farsene una ragione.
Con un gesto fulmineo coprì lo specchio con un enorme telo e lasciò la stanza.
Non voleva che il vecchio preside dagli occhiali a mezzaluna, seppur sotto forma di tela e colori, vedesse quanto quel desiderio svelato avesse fatto breccia nel suo austero cuore.


 


[278 parole]

In questo spezzone vediamo Minerva McGranitt dopo la grande battaglia di Hogwarts, finalmente preside.
Ho sempre sospettato che tra lei e il professor Silente ci fosse una conoscenza molto profonda, se non intima quindi, per me, nel più profondo del suo cuore c'è l'anziano mago.

Bertha Jorkins non è un mio personaggio originale ma il suo nome compare all'inizio del quarto libro. E' un'impiegata del ministero, molto svagata e disorientata. Non conoscendo il suo anno di nascita, ho fatto in modo che andasse a scuola con Minerva McGranitt e che la sua personalità sia "impazzita" dopo  l'incontro con lo specchio.

A presto,
Tinotina

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Capitolo 3
*** 3.Gilderoy Allock ***


Gilderoy Allock
 



Gilderoy Allock camminava con lentezza estenuante – per i quadri che dovevano sorbirsi il suo interminabile passaggio – lungo i corridoi di Hogwarts.
Silente gli aveva offerto l’incarico per insegnare Difesa Contro le Arti Oscure e lui stava svolgendo il suo compito al meglio. Dopotutto chi meglio di lui poteva insegnare quella materia tanto complicata?
Non c’era nessuno come lui, in circolazione.
Passeggiava tranquillo, senza pensiero alcuno. Non era lui che doveva preoccuparsi degli studenti pietrificati o di ciò che avveniva nella Camera dei Segreti!
Ma poi, sapeva che la leggenda della camera era stata tirata fuori da Silente stesso e che quei poveri bambini erano stati tramutati in pietra con un semplicissimo incantesimo di pietrificazione!
Serviva a fare pubblicità alla scuola. Non poteva biasimarlo.

Lungo il suo percorso passò davanti a un grandissimo specchio. L’intagliato era molto raffinato, seppur antico.
Si vide riflesso nello specchio.  
Un uomo di media altezza, vestito con un abito succinto dalla stoffa pregiata e con luminosi capelli biondi lo stava guardando.
Un uomo bello e terribilmente affascinante. Un uomo da copertina!
Sorrise.
Non c’era nulla di sbagliato, e la sua immagine ne era la prova più lampante.
Tutto di lui rasentava la perfezione. La postura, il portamento, il fisico, la morbidezza e la lucentezza dei capelli, ed infine il suo sorriso, invidiato da tutti.
Oh, i miei smaglianti incisivi.

[223 parole]
Devo dire che è stato più difficile di quel che credevo immadesimarmi in questo personaggio così particolare e cercare di renderlo credibile.
Spero di esserci riuscita.
Il desiderio di Allock è semplice. Io penso che sia un grandissimo narcisista ed ovviamente è venuto spontaneo pensare che non potesse vedere altri nello specchio oltre a se stesso, semplicemente perché anche nella realtà mette sé al centro di tutto.

Spero che vi sia piaciuta,
Tinotina

 

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Capitolo 4
*** 4.Sirius Black ***


 

Sirius Black
 

 
Un uomo correva per i corridoi della scuola di magia più famosa d’Inghilterra.
O meglio, scappava.
Non aveva tempo nemmeno per guardarsi indietro, per vedere se era stato seguito.
E tutto perché quella balena non l’aveva lasciato entrare!
Ed ora era per colpa sua e dei suoi strilli che si trovava a fuggire, per l’ennesima volta.
Ma gliela aveva fatta pagare, a quella cornacchia da strapazzo. L’aveva ridotto come meritava, il quadro della Signora Grassa.
Sirius svoltò a destra, poi due volte a sinistra e per finire un’ultima volta sulla destra. Si fermò davanti alla porta di un’aula in disuso. Lì nessuno lo avrebbe trovato.
Iniziò a ispezionare la piccola stanza, ma non vi trovò nulla a parte banchi malridotti, vecchi calamai ed uno specchio fin troppo antico per i suoi gusti.

Si avvicinò.
Voleva darsi una ripulita e vedere con i suoi occhi come il suo fisico si sia ridotto dopo tutti quegli anni di prigionia.
Si immaginava di vedere il volto pallido e scarno, più simile a uno spettro appartenente all’altro mondo che a questo; ma lo specchio mostrava un’immagine di lui che non vedeva da anni.
Era lui, ma era più giovane – probabilmente aveva circa diciassette anni - con i capelli ancora setosi, gli occhi allegri e il sorriso malandrinesco sul volto.
Al suo fianco, come al solito, stava il suo miglio amico.
James Potter lo guardava con l’espressione di chi aveva appena avuto un’idea grandiosa e non aspettava altro che parlarne con lui.
Sempre a combinare guai, sempre insieme, fino alla fine.
Sirius si mese seduto di fronte allo specchio.
Sì – si disse – posso restare. Almeno per qualche minuto.



[273 parole]

Sirius Black. C'è da commentarlo?

Qui lo vediamo durante il terzo anno di Harry ad Hogwarts, subito dopo aver attaccato il quadro della Signora Grassa.

Il desiderio più nascosto di Sirius è quello di vedersi nuovamente giovane e spensierato insieme a James Potter, l'amico che per lui rappresenta la sua famiglia.
Sirius è profondamente legato a James, infatti lo rivede in Harry.

Spero che vi sia piaciuta,
Tinotina

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Capitolo 5
*** 5.James Potter ***


James Potter
 
 
James Potter aveva le lacrime agli occhi dal troppo ridere.
Correva a perdifiato mentre la sua risata riecheggiava libera per il castello inseguita da una voce lontana dal tono arrabbiato.
Ah, Evans!
La rossa di Grifondoro che tanto aveva perseguitato nei suoi anni accademici sembrava aver perso ogni barlume di calma e compostezza. Si poteva benissimo dire che più di una donna, al momento assomigliava ad un Ungaro Spinato. In fondo che aveva fatto di male? Aveva solamente aiutato Sirius a tingere i capelli di quella lagna della sua amica Emmeline di un colore più vivace del suo marrone smorto. Un’opera di bene per tutti, sicuramente.
Evidentemente la Evans non aveva il minimo senso dell’umorismo, perché corrergli dietro lanciando schiantesimi verso la sua persona … non era esattamente ciò che avrebbe fatto una ragazza modello come lei diceva di essere.
Aprì una porta e si chiuse dentro la stanza. Sicuramente lì la Evans non  avrebbe guardato.
E come poteva dargli torto …  a chi sarebbe venuto in mente di cercarlo in una stanza che conteneva solo uno specchio, per di più così vecchio e pacchiano?
Ora doveva solamente aspettare lì nascosto per circa dieci, quindici minuti al massimo e avrebbe evitato la Evans e la sua sfuriata … almeno fino a stasera.
Doveva restare lì … buono buono …
Oh, al diavolo!
James non era mai stato un tipo paziente e, se prima aveva considerato una buona idea chiudersi dentro quella vecchia stanza, ora non voleva altro che ritornarsene a zonzo per i corridoi.
Si avvicinò allo specchio, almeno avrebbe trovato qualcosa da fare.
Il vetro rifletteva la sua immagine senza macchie ma, a mano a mano che si avvicinava, non appariva solamente il suo fisico asciutto e mascolino. Al suo fianco c’era infatti anche un altro corpo, decisamente morbido e aggraziato. Una ragazza, una donna da focosi capelli e smaglianti occhi verdi.
Lily.
Era proprio la bella Grifondoro e stava sorridendo a lui, nella stanza, con lui, nello specchio.
Era proprio un bel sorriso; così spontaneo, cos’ caldo, così amorevole ... ed era rivolto a lui.
James sorrise di rimando.
Oh si, avrebbe rivisto quel sorriso sulle labbra di Lily, a qualunque costo.
Prese un grosso respiro e uscì.
« Ehi Evans! »




[374 parole]

Ed ecco il secondo malandrino della raccolta. 
Il desiderio di James non potrebbe essere nient'altro che Lily e il suo amore.
Spero che la sua descrizione vi sia piaciuta e, ovviamente, tutte le recensioni sono più che gradite!
A presto,
Tinotina

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Capitolo 6
*** 7.Remus Lupin ***


 Remus Lupin
 

 
Era a Hogwarts.
Dopo così tanto tempo, era nuovamente di fronte a quel castello dove aveva vissuto i sette anni più felici della sua intera esistenza.
Era a casa.
Quel luogo dove aveva imparato a non nascondere ciò che era, dove aveva conosciuto gli amici più cari.
Varcò la soglia e si indirizzò verso l'ala riservata agli insegnanti – perché era un insegnante, ora – e cercò la stanza destinata a lui.
Mentre avanzava, Remus si ritrovò a pensare alle coincidenze della vita.
In gioventù lui e i suoi amici avevano infranto un numero inimmaginabile di regole, pur di entrare nella stanza della loro direttrice di casata, Minerva McGranitt, e procurarle uno scherzo coi fiocchi.
Ora non solo era collega della strega; ma avrebbe anche dovuto punire tutti coloro che avevano intenzione di causare disastri.
Se ci fosse stato James non gliel' avrebbe fatta passare liscia, anzi! Con ogni probabilità avrebbe assoldato un gruppo di studenti per farlo uscire fuori di testa.
Merlino, quanto gli mancava.
Solo al ricordo del vecchio compagno, la sua mente formulò un nuovo pensiero. Ora che ne aveva l'autorità poteva perlustrare l'aria senza correre il pericolo di essere messo in punizione.
Chissà quante cose avevano tralasciato, quando erano entrati seguiti dalla paura di venire scoperti?
Entrò in una stanza a caso di quelle che ancora non era riuscito a vedere e la trovò completamente vuota.
Spoglia di ogni cosa, apparte di uno specchio.
Vi si avvicinò e intravide se stesso a diciassette anni.
Dietro di lui, gli amici di sempre. James sorrideva vittorioso, Sirius aveva la tipica espressione che usava quando voleva adescare una nuova ragazza e Peter era arrossito come al solito.
Doveva essere proprio bella, quella ragazza.
Sullo sfondo poi, la luna piena illuminava tutti loro.
Erano ragazzi al di fuori del tempo, non avevano conosciuto la guerra, non avevano conosciuto i tradimenti.
Erano solo dei ragazzi; solo dei ragazzi normali.




 


[316 parole]

Ehm... c'è qualcuno che aspettava questo aggiornamento? Penso di no visto il ritardo mostruoso con cui l'ho pubblicato. Mi scuso per questo.
In ogni caso spero che questa storia su Remus - che conclude il ciclo dei Malandrini riflessi nello specchio - vi sia piaciuta.
Non vi voglio svelare come l'ho pensate e, di conseguenza, scritta. Sono curiosa di sapere cosa vi ha trasmesso.
In attesa dei vostri commenti,

Tinotina

 

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Capitolo 7
*** 6.Peter Minus ***



 
Peter Minus
 
All’interno della scuola, lungo i corridoi, camminava con il viso basso un ragazzino anonimo.
Anonimo, come diventava ogni qualvolta non era circondato dai suoi amici e protettori.
 

I Malandrini erano la sua famiglia all’interno di Hogwarts. Una famiglia in cui lui faceva la parte del gufo di casa.
Non era essenziale per l’unità familiare. Il gufo si poteva sostituire facilmente con un gatto, o un rospo.  Per mandare la posta c’erano i gufi dell’ufficio postale.
Peter Minus stava camminando in modo strisciante – per evitare di sbattere contro gli altri studenti – quando all’improvviso qualcosa sbatté contro di lui.
Alzò gli occhi ed incontrò se stesso.
L’altro Peter non aveva però il suo stesso aspetto.
Era più altro e con un fisico degno dell’uomo che credeva di essere.
Era bello; bello come un famoso giocatore di Quidditch. Forse persino più bello di James.
Erano le sembianze di un vero leader.  Un uomo fiero e audace, coraggioso e forte, con gli occhi determinati e splendenti.
Peter guardava quell’immagine con occhi sognanti.
Eccolo lì, padrone della sua vita, ora  e per sempre.



 


[178 parole]
Storia molto corta su Peter Minus, il Malandrino traditore.
Ho pensato che, per scatenare il vergognoso tradimento, Peter abbia sempre provato in cuor suo della forte invidia verso gli altri, in special modo verso di James.
Infatti ne l suo riflesso Peter si vede come il migliore di tutti, pieno di qualità affascinanti sia nel corpo che nello spirito, quando in realtà è solo un ratto.

 

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Capitolo 8
*** 8.Severus Piton ***


 Severus Piton
 

 
Immobile.
Distrutta
Fredda.
Morta.
Il signore Oscuro era caduto, scomparso, ma lei era morta. Lily era morta e non aveva potuto fare nulla per salvarla.
Aveva trovato rifugio ad Hogwarts, sotto la protezione di Silente, eppure tutto questo, per lui, non aveva il minimo significato.
Tutto perde valore se non si ha con chi condividerlo. E Severus non l'aveva più. Anzi, non l'aveva mai avuta, se non nel suo cuore.
Vagò dentro quel castello, senza sapere che cosa cercare, senza una casa in cui ritornare.
Si appoggiò ad una porta, per evitare di cadere sul pavimento gelato.
Il peso della colpa è così arduo da portare retti sulle spalle.
Questa si aprì al solo tocco, trasportandolo dentro insieme a lei.
Ora era a terra, in tutto e per tutto.
Si alzò respirando a fatica e, guardando dritto davanti a sé, vide due grandi occhi verdi che lo guardavano amorevolmente.
Lily, vestita con un leggero abito bianco, sorrideva.
Era lì.
Era lei!
Lei, con i suoi occhi verdi e i suoi capelli rossi – l'esempio vivente di come quei due colori, insieme, non potessero creare nient'altro che una meraviglia.
Lei, lei, lei!
Con la sua grazia e la sua leggerezza, pronta a difenderlo, sempre con lui.
Allungò una mano - voleva toccarla, stringerla e non fare altro per tutta la sua vita – ma quando provò a stringere le piccole dita di Lily, la sua mano non incontrò altro che una pesante lastra di vetro freddo.
Severus si accasciò a terra, e pianse.
<< Oh, Lily... >>


 


[254 parole]

Aggiornata a tempo di record. Mi sono ripromessa di non farvi più attendere così a lungo come per l'aggiornamento precedente.

In questa flash vediamo un Severus Piton relativamente giovane e molto sconvolto.
La storia si colloca subito dopo la morte di Lily e James Potter e la caduta di Voldemort.
Ho cercato di far vedere fin da subito l'attaccamento che Severus posside per Lily e il suo amore durato fino alla sua morte.

Ora, notizie più techiniche, se avete voglia di leggere.
Ho fatto una lista di tutti i personaggi che rappresenterò in questa raccolta e nel totale saranno 25 (se ho fatto bene i conti, ma penso di si, visto che li ho rifatto circa 3-4 volte ) e termineranno con il capitolo dedicato ad .... eheheheh non ve lo svelo mica adesso! Dovrete leggere per sapere!

A presto,
Tinotina


 

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Capitolo 9
*** 9.Lily Evans ***


 
Lily Evans
 
Un mostro. Così l'aveva definita Petunia.
Lei era un mostro.
Era nata mostro e non avrebbe mai potuto cambiare.
Gliel'aveva detto, senza peli sulla lingua, quando aveva attraversato la barriera per raggiungere il binario 9 e ¾ il suo primo anno.
Quanto le aveva fatto male.
Lily si diede della stupida.
Perché pensava a Petunia mentre aveva una ronda da fare?
E soprattutto, perché pensava a Petunia quando era fin troppo chiaro che sua sorella la odiava?
Lavoro, doveva pensare al lavoro.
Ora era il Caposcuola di Grifondoro e doveva compiere il suo dovere pattugliando i corridoi.
Entrò in una stanza lievemente illuminata, sperando che non fosse Potter e i suoi amichetti – non aveva voglia di litigare con loro e di togliere punti alla sua casata.
Quello che vide però la sorprese.
No, non era Potter. La luce derivava dal riflesso delle lanterne su di uno specchio, ma fu in quello specchio che vide la cosa che l'aveva paralizzata.
Petunia sorrideva da dentro lo specchio.
Lily si avvicinò cauta.
<< Tunia? >> la chiamò.
La ragazza non disse nulla. Sorrise ancora di più.
Non le aveva mai sorriso a quel modo. Era un sorriso spontaneo e le rendeva i tratti dolci.
Non sembrava stesse guardando un mostro.
Iniziò a parlarle, prima sussurrando poi con più decisione. Le rivelò cose che mai aveva avuto l'occasione di dirle.
Petunia intanto sorrideva.
Lily restò con lei tutta la sera.
La mattina dopo, quando entrò per dare a Petunia il saluto del mattino, lo specchio era scomparso e con lui anche i dolci sorrisi che sua sorella le aveva regalato quella notte.
 

[269 parole]

La piccola Lily. In questa flash la vediamo frequentare il suo settimo anno, prima di aver iniziato a frequentare James.
Nel suo riflesso ho voluto evidenziare il suo rapporto con la sorella. Far vedere come delle ferite aparte da anni e ormai date per chiuse, non lo sono poi così tanto.
Se leggendo il titolo avete sperato di leggere il fantastico ritratto di James...beh, mi dispiace, ma è la mia fantasia e non intendo cambiarla!

A presto,
Tinotina


 

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Capitolo 10
*** 10.Andromeda Black ***


 
Andromeda Black
 
Andromeda Black era strana; la più strana tra le tre sorelle Black. La sua stessa famiglia pensava questo di lei.
Una Black riuscita male. Una vergogna.
Solamente perché aveva deciso di guardarsi attorno. Solamente perché aveva deciso di non credere che esistesse un unico colore, il nero.
No, le cose non erano solo bianche o nere, non per lei.
Il suo mondo era a colori, brillanti e vividi.
 
Camminava, Andromeda; con i capelli che ondeggiavano ad ogni passo.
Liberi, esattamente come lei.
Svoltò a destra, prese le scale che conducevano verso il basso e intraprese la strada verso il Sotterraneo.
Lungo il cammino, persa nei suoi pensieri, non si era resa conto che si era persa veramente, all'interno del castello.
Provò a chiedere aiuto, ma sembrava che ogni fantasma in quell'ala della scuola fosse letteralmente svanito.
Scelse una porta, tra quelle che si ritrovava davanti a sé, severe e rigide, maledettamente invitanti, con la speranza di ritrovarsi in una strada conosciuta.
Quella che aprì nascondeva un grande specchio dall'aurea mistica e affascinante.
Si avvicinò, dimenticandosi di tutto il resto.
Lo specchio le rimandava l'immagine di un uomo che sentiva di conoscere, biondo e dallo sguardo gentile. In braccio reggeva una piccola bambina dai riccioli pieni dei più bizzarri colori, ma che non aveva nessuna intenzione di essere imprigionata dalle braccia dell'uomo.
Era un piccolo spettacolo. Un angolo di umanità che non aveva occasione di vedere da tempo.
Si, quello era il colore del suo mondo.
E lei l'avrebbe trovato, ad ogni costo.


[252 parole]

Dopo un tempo mediamente lungo, ecco la prima donna della famiglia Black.
La buona Andromeda, dagli occhi dolci e amorevoli.
All'inizio avevo pensato di far rispecchiare nello specchio Ted Tonks, ma lui, essendo babbano, non avrebbe potuto incontrare Andromeda se non quando non fossero finiti gli anni scolastici per lei. (Ovviamente è tutto un mio parto mentale)

Così, scartata la prima idea, ho pensato di mettere questa flash sul piano del colore.
Il colore che Andromeda si è sempre vista negare e, in qualche modo, il colore che si vede in modo evidente nella capacità di Ninfadora.

A presto,
Tinotina



 

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Capitolo 11
*** 11.Bellatrix Black ***


 
Bellatrix Black
 
Rosso.
Bellatrix Black, discendente da una delle più nobili famiglie purosangue dell'intero mondo magico, vedeva rosso.
Rosso, come il colore del sangue; come il colore della passione.
Rosso, come quegli occhi che l'avevano catturata e resa, senza rendersene conto, dipendente.
Se avesse potuto vedere il diavolo in persona, era sicura che avesse le sue stesse iridi.
Occhi color scarlatto.
E lei era sempre stata affascinata dal male.
Una fonte inesauribile di potere.
E lei era potente. Magia allo stato puro.
Ed ora aveva visto anche il suo destino.
Grazie a quello specchio, trovato per caso, ormai sapeva.
Sapeva che sarebbe diventata inarrestabile, la più abile tra i suoi seguaci. Avrebbe onorato quel marchio di purificazione, avrebbe seguito quegli occhi fino all'inferno.
Ricordava come l'avevano guardata; come se fosse stata generata dalle fiamme, e lui era il fuoco che avrebbe continuato ad alimentare la sua sete.
Tutto era in lui.
E lui era rosso.
Quel rosso – rosso come il succo più dolce - che la estasiava e la faceva tremare.
Non aveva mai avuto dubbi, lei era una Mangiamorte.
 
Voldemort, dentro allo specchio, sorrise amaro.



[185 parole]

Ecco la seconda sorella Black. Personalmente mi piace tantissimo impersonarmi in Bellatrix, specie in queste giornate, quando il sole non riesce a frantumare il cielo nuvoloso e il vento soffia sopra di noi.
Mi piace credere di poter fare qualunque cosa quando sono nei panni di Bella, perchè lei non ha limiti e sogna un potere pericoloso e  senza ogni dubbio sbagliato ma adoro il fatto che non si pone limiti,anche se alla fine - per raggiungere il suo scopo - si tinge di un denso, scarlatto, rosso sangue.

A presto,
Tinotina

 

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Capitolo 12
*** 12.Narcissa Malfoy ***


 

Narcissa Malfoy

Tra sperdute colline si ergevano mura imponenti, oscure.
Di fronte ad esse, una donna stava.
Che ne era stato dell'Hogwarts che ricordava?
Un cumulo di ricordi andati perduti, sovrastati dall'imponente peso della realtà.
Narcissa si strinse ulteriormente dentro il pesante mantello per ripararsi dal gelo che la devastava; sia dentro che fuori.
Si era presentata alla scuola con un motivo ben preciso.
Aveva paura di essere scoperta, ma non le era rimasta altra scelta: se non poteva lui, non avrebbe avuto speranza.
Entrò attraversando i cancelli con passo più deciso della sicurezza che teneva nel cuore.
Passò lungo il corridoio alla ricerca del Gargoyle – la porta per entrare nell'ufficio del preside.
Lo trovò immobile ad attenderla. Gli occhi vacui.
<< Succo di Bolle >> disse, ed il Gargoyle si mosse sotto le sue parole.
Percorse le scale in tutta fretta e, senza attendere risposta al suo bussare, entrò senza indugio nell'ufficio del Preside. Non trovò nessuno ad accoglierla. Lo studio era stranamente deserto, così si accomodò di sua spontanea volontà in una delle sedie davanti alla scrivania di Silente.

Aspettò per pochi minuti, quando iniziò già ad avvertire la tensione che si accumulava.
Se c'era una cosa che proprio non tollerava era l'attesa. Aveva dovuto sopportare quei tempi di terrore e angoscia, dominati dall'ansia e dalla frustrazione per il troppo tenere alle persone che amava, per volerle proteggere a tutti i costi.
Proteggere da qualcosa che non aveva il potere di fermare.
Lei, una strega purosangue, non aveva il potere di fare nulla tranne che aspettare.
Iniziò a camminare all'interno della stanza, con gli occhi bassi e con solo il battito del suo cuore a farle compagnia.
Quando decise di averne abbastanza, alzò lo sguardo e si rispecchiò nei suoi stessi occhi; quegli stessi che aveva donato a suo figlio.
Draco, dentro lo specchio, le sorrideva come una volta, quando erano stati solamente loro due, senza la guerra a dividerli.
Non si chiese cosa ci facesse uno specchio all'interno dell'ufficio di Silente, non si chiese come mai aveva visto suo figlio sorriderle dopo anni, non si chiese nulla; semplicemente partì.
Partì e lasciò l'ufficio immediatamente; in mente un solo obiettivo: avrebbe visto suo figlio sorriderle ancora.
Non aveva bisogno di Silente, aveva bisogno di Piton.



[376 parole]

Perdonate il mio ritardo, un po' dovuto alla scuola, un po' dovuto al capitolo.
La terza sorella non ne voleva sapere di uscire dalla mia mente. Ho provato tantissime combinazioni diverse e questa è stata la più decente, anche se non mi convince poi molto.
A voi i commenti.

A presto,
Tinotina

 

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Capitolo 13
*** 13.Dolores Umbridge ***


 
Dolores Umbridge
 
Silente è ormai finito; è solo un pezzo di una storia di cui io sono diventata l'autrice.
Hogwarts è sotto le mie direttive. Nessuno potrà sfuggire al volere del ministero, nemmeno Potter e la sua combriccola di bugiardi.
Gli insegnerò questa lezione; gliela scolpirò così in profondità nella carne da arrivare a incidere perfino le ossa.
Non devono dire bugie; non a me, non a Cornelius.
L'Hogwarts che quei marmocchi conoscevano è caduta. Io la farò rinascere ancora più gloriosa.
Ogni angolo di questo castello brillerà di nuovo ordine, poichè ogni angolo mi appartiene.
 
Dolores camminava fiera all'interno di Hogwarts, con la speranza di trovare qualcuno da rimproverare e da mettere in castigo; poi, li vide: due ragazzi che, ovviamente, non erano a conoscenza di quanto fosse lo spazio personale da rispettare.
Ispirò profondamente: << Hem hem! >>. I due si voltarono << Non sapete ai ragazzi e alle ragazze non è permesso di stare a meno di 20 centimetri gli uni dagli altri? Evidentemente no. Bene, provvederemo subito. Andate immediatamente nel mio ufficio e aspettatemi. Io vedrò se qualcun'altro avrà bisogno della stessa punizione. >>
Dopo quella piccola soddisfazione, Dolores continuò a camminare, rinvigorita. Le dava un piacere sottile vedere l'esspressione di sofferenza nei volti altrui. La faceva sentire vincente.
Entrò in una nuova stanza, sperando di trovare altri due delinquenti, in special modo sperando di trovare Potter, o uno di quei Weasley o quella insopportabile ficcanaso della loro amica, la Granger.
Tuttavia quello che vide fu solo uno specchio.
Patetico.
Occupare un'intera aula solo per uno specchio brutto e polveroso.
Davvero patetico.
Dolores si avvicinò alla superficie riflettente con occhio critico, per sapere come chiedere a Mastro Gazza di liberarsene.
Ad ogni passo vedeva il riflesso del suo vestito rosa scurirsi, fino ad arrivare ad un intenso magenta.
Dietro di lei, alla sua destra, il Ministro le sorrideva soddisfatto, mentre alla sua sinistra Silente e Harry Potter erano stati incatenati e prossimi ad essere condotti ad Azkaban.
Eccolo li: il potere assoluto, il comando, l'ordine.



[337 parole]

Aggiornato a tempo di record!
Ed ecco a voi Dolores Jane Umbridge, Sottosegretario Anziano del Ministro della Magia Cornelius Caramell e membro del Tribunale del Wizengamot, ma qui la vediamo come nuovo preside della scuola di Hogwarts.
La sua missione e il suo desiderio è unico: vedere ordine.
Spero che vi sia piaciuta.

A presto,
Tinotina

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Capitolo 14
*** 14.Albus Silente ***


 
Albus Silente.
 
Eccolo lì.
Seduto ancora una volta davanti a quello specchio maledetto. Doveva impedirlo.
Si avvicinò cauto ma, anche se avesse fatto tutto il rumore del mondo, Harry Potter non l'avrebbe udito in ogni caso.
Era troppo occupato a rimirare l'immagine della sua famiglia.
Come poteva dargli torto.
<< Allora … di nuovo qui, Harry? >> disse Silente.
Il ragazzo si voltò. Gli arti immobilizzati dalla paura di una punizione esemplare.
<< Io … io non l'ho veduta, signore >> cercò di giustificarsi.
Ma Albus non era lì per rimproverarlo. Era lì per salvarlo.
<< Strano: essere invisibile rende miopi! >> osservò sorridendo. << E così anche tu, come centinaia di altri prima di te, hai scoperto le dolcezze dello Specchio delle Brame >>
Non disse però che anche lui faceva parte di quel numero di ingenui che avevano perso il senno di fronte a quell'oggetto magico.
<< Suppongo che ormai abbia capito a che cosa serve >>
Harry balbettò qualcosa in merito alla sua famiglia, ma era ancora lontano dal capire il reale utilizzo dello specchio.
<< Te lo spiego io. Vedi, facendo un esempio, se portassimo qui davanti l'uomo più felice della terra riuscirebbe a usare lo Specchio delle Brame come un normale specchio. Vederebbe solo se stesso, esattamente com'è. Cominci a capire? >>
Harry ci rifletté un momento. << Vediamo quel che desideriamo … le cose che vogliamo >> tentò.
<< Si e no >> rispose Silente tranquillo << Ci mostra né più né meno quello che desideriamo più profondamente e più irresistibilmente in cuor nostro. Tuttavia questo specchio non ci dà né la conoscenza né la verità. Si viene rapiti da quelle immagini. È per questo motivo che domani verrà trasferito in una nuova dimora, e io devo chiederti di non provare a cercarlo nuovamente. Ed ora, perché non indossi quel mantello e te ne torni a letto? >>
Harry si alzò in piedi, ma prima di uscire si voltò un'ultima volta.
<< Signore... professor Silente... Posso farle una domanda? Lei che cosa vede, quando si guarda in quello specchio? >>
Silente alzò lo sguardo, coprendo i suoi occhi con gli occhiali a mezzaluna.
Guardando lo specchio, vide due occhi d'un azzurro così simile ai suoi per forma e colore che lo fissavano di rimando.
Il dolce sorriso sulle labbra di Ariana lo incantavano.
Da quanto non vedeva il corpo minuto e delicato di sua sorella? Da quanto non la vedeva così in pace con se stessa? Non lo ricordava.
Ma un'unica cosa non poteva dimenticare. Lui, in quella visione, non c'entrava nulla. Non era merito suo.
Non poteva dimenticare che cosa aveva fatto.
<< Io? Mi vedo con in mano un paio di grossi calzini di lana. I calzini non bastano mai. >>
Non serve a niente rifugiarsi nei sogni.

 


[464 parole]

Tante tante parole per Albus Silente. Forse un po' troppe ma personalmente sono molto soddisfatta della sua riuscita. E' una delle poche volte che, guardando un mio lavoro sono veramente soddisfatta!
Ora, prego: smontatemi pure!! :)
La Flash è ambientata al primo anno di Harry, ma la parte centrale è solo alla fine, dove Silente rivede Ariana e quindi il senso di colpa che si porta dietro.
Mi sorprendo sempre di come poi dia queste risposte che non centrano nulla con i suoi pensieri. JKR ha fatto un grande lavoro con lui.

A presto,
Tinotina

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Capitolo 15
*** 15.Cho Chang ***


 
Cho Chang
 
Era sera ad Hogwarts.
Non una bella sera – e con quel rospo in giro come potrebbe mai essere una bella serata? - ma solo una tra tante infinite sere, accompagnate da pasti troppo ricchi e chiacchiere troppo scontate.
Per questo Cho Chang, Corvonero, aveva ben pensato di risparmiarsi la cena e rinchiudersi nella stanza degli incontri dell'Esercito di Silente.
Quella meravigliosa stanza in grado di cambiare a seconda delle esigenze di chi vi entrava.
E lei aveva disperatamente bisogno di qualcuno che riuscisse a comprenderla.
Non appena entrò, vide che la stanza si era trasformata in una modesta cameretta con pareti bianche – bianche come la neve più candida, così bianche da ferire gli occhi – e un morbido tappeto blu che rivestiva completamente tutto il pavimento.
Su di esso si elevava nobile uno specchio antico.
Forse era questo che la stanza cercava di dirle: aveva bisogno di vedere dentro se stessa; ritrovare una nuova forza.
Si avvicinò, cauta.
Aveva paura di scoprire cosa avrebbe trovato. Non voleva vedere quella ragazza dagli occhi spenti e spaventati che ossessionava i suoi giorni e le suo notti e che assomigliava pericolosamente a lei.
Gli occhi che vide, tuttavia, la lasciarono senza più forze.
Erano i suoi occhi, che la guardavano con quel calore e quell'amore che non riusciva a dimenticare.
Era il tassello mancante della sua vita. Un tassello perduto, strappato via con la forza.
Le erano rimasti solo quegli occhi.
Non ricordava più nulla.
Non ricordava il suono della sua voce, il calore e la morbidezza della sua pelle, la prestanza del suo fisico.
Era tutto un grande vuoto introno a quegli occhi. Un silenzio assordante.
Cho cadde giù, come cade una marionetta a cui sono stati appena tagliati i fili.
Cedric.


[292 parole]

Oddio, quasi un mese che non aggiorno. Che vergogna.
E poi con che mi presento? Con questo... mmm non mi convince molto ma non potevo farvi aspettare ancora a lungo.
Spero che con le vacanze di Natale in arrivo abbia più tempo per aggiornare.
In mia difesa sto scrivendo un'altra mia storia e sto portando avanti la valanga quotidiana dei vari doveri scolastici.
Beh, ho finito di annoiarvi con le mie chiacchiere e spero comunque che questa flash via sia piaciuta.
A presto,


Tinotina



 

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Capitolo 16
*** 16.Lavanda Brown ***


Lavanda Brown
 
Eccola lì, così felice mentre ripassa ancora una volta quella stramaledetta ricerca, e lui che la guarda come se non vedesse nient'altro che lei.
Merlino, avrebbe ucciso per uno sguardo del genere.
Ron non si prendeva mai il disturbo di osservarla. Non era abbastanza per lui.
Lavanda si alzò; allontanandosi di cosa dalla Sala Comune dei Grifondoro, lasciandosi alle spalle quell'immagine così amara di Hermione Granger insieme al suo Ron-Ron.
Che cosa ci trovava poi, in quella ragazza? Era sciatta, scialba, per niente attraente e con dei capelli indecenti.
Non poteva credere di essere stata eclissata da una come lei.
Doveva essere lei, ad essere guardata in quel modo; ad essere ammirata così; ad essere amata come la donna che sapeva di essere.
Doveva essere quella ragazza. Avrebbe fatto in modo di diventare quel tipo di ragazza.
Camminò a passo svelto, lungo tutto il settimo piano. Era tardi, ma non aveva intenzione di tornare nella sua casa, dai suoi compagni, dal suo dolore.
Improvvisamente, sotto i suoi occhi, apparì un enorme portone di legno intagliato. Un portone molto simile a quello che usavano per accedere alle lezioni dell'ES.
Entrò, piena di speranza. Sapeva che la Stanza delle Necessità le avrebbe mostrato ciò di cui aveva bisogno, ma non poteva immaginare che l'avrebbe portata davanti ad uno specchio.
Rimase immobile per un minuto, in attesa di veder comparire qualcos'altro, poi capì che era lo specchio ciò di cui aveva bisogno.
Forse era vero. Forse doveva solamente guardarsi e ricordarsi chi era, che cosa era capace di fare...
Si avvicinò, e passo dopo passo, intravedeva nei suoi capelli sfumature rossastre. Anzi, a guardar meglio, non erano proprio i suoi capelli. Erano più corti e sbarazzini. Tipicamente maschili.
No, non erano decisamente i suoi capelli.
E poi, da quando aveva tutte quelle lentiggini?
No, non era lei.
Lo specchio mostrava qualcun altro. Qualcuno che non si sarebbe mai stancata di guardare, e che finalmente la osservava come sentiva di meritare.
Ecco chi era, una donna d'amare.



[335 parole]

Ora è il turno di Lavanda Brown, la ragazza innamorata di Ronald Weasley.  E, per chi non avesse capito, è proprio quest'ultimo che mostra lo specchio.
Lavanda me la immagino come una ragazza che, può sembrare ossessionata dal suo oggetto d'amore, ma che in fondo desidera solo essere amata a sua volta.
Spero di essere riuscita, almeno in parte, a lasciar trapelare qusto suo aspetto.

Nota:
L'ultima dichiarazione di Lavanda, "Una donna d'amare" , non è mia, ma di MollicaDiPane che l'ha brillantemente usata nella sua storia "
… SeX & DiAmOnDs … - Black, Black Heart - "

A presto,
Tinotina

 

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Capitolo 17
*** 17.Luna Lovegood ***


Luna Lovegood
 
Luna Lovegood indossava un paio d'occhiali.
Luna Lovegood indossava un paio d'occhiali molto stravaganti.
Luna Lovegood indossava un paio d'occhiali molto stravaganti e inseguiva un branco di Gorgosprizzi.
Non sapeva dove l'avrebbero condotta ma non era preoccupata perché – come suo padre le diceva spesso – loro conoscevano un nuovo mondo saturo di una magia pura ancora inesplorata della quale i Gorgosprizzi ne erano i gelosi custodi.
Aprivano la parte solo a coloro che ritenevano degni e Luna sperava con tutta se stessa di essere tra quei pochi fortunati.
Stava saltellando da qualche minuto dietro a quei spiritelli invisibili quando questi la portarono verso un grande specchio dalla montatura vecchia e polverosa.
Una volta li davanti sparirono.
È forse quella porta per il nuovo mondo?
Si sporse, toccando con la mano il vetro freddo.
Rimase incantata quando vide che una mano un poco più grande della sua le veniva incontro e si posò contro il suo palmo.
Solamente quel leggero spessore a separarle.
Sollevò gli occhi, e si rispecchiò in uno sguardo limpido così simile al suo.
Sorrise.
Lo sapeva. Lo sapeva che i Gorgosprizzi l'avrebbero portata in un mondo nuovo, un mondo puro, dove sua madre poteva ancora vederla, anche se solo attraverso una pallida finestra.



[209 parole]

La dolce Luna. La mia dolce Luna.
Ho letto tante storie in cui Luna era un po' troppo lunatica. Nel senso che il lato esuberante e folle di Luna era troppo evidenziato e il personaggio - secondo la mia opinione - non era abbastanza credibile.
Spero con questa flash di aver creato una Luna credibile, una Luna che potrebbe risultare vera come sento che è vera la ragazza lunatica che immagino nella mia mente.
A voi i commenti.
A presto,

Tinotina




 

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Capitolo 18
*** 18.Fleur Delacour ***


Fleur Delacour
 
Era una campionessa.
Oui, una vera campionessa; e non poteva accettare di essere trattata in una maniera così très insupportable.
Vedeva gli sguardi pieni di risentimento e pregiudizi che la famiglia del suo amato le rivolgeva, sentiva le parole sussurrate dietro le spalle, come pugnali pronti a scalfire la sua pelle lattea.
E malgrado tutto, lei sopportava. Sopportava tutto questo pour Bill.
Ma ora non riusciva a reggere a questa paura che l'aveva attanagliata.
La battaglia era finita, ma le ferite non erano ancora cicatrizzate e Bill, l'uomo della sua vita, era scomparso.
Non doveva andare così. Loro non volevano questo. Desideravano un futuro felice, pieno di serenità e risate, ma solo ora Fleur si rendeva conto che il suo futuro sarebbe stato sempre circondato da una cornice di sangue ed ossa.
E di questo aveva paura. Non ce l'avrebbe fatta da sola. Non era abbastanza forte.
Scappò.
Correva lungo i corridoi di Hogwarts; gli occhi serrati.
Si fermò dopo poco. Le ferite che aveva riportato le impedivano di correre a lungo. Si accasciò sul pavimento. Doveva riprendere fiato... per un minuto... per un'ora... per una vita...
Bastò pensarlo... bastò desiderarlo… e davanti a lei si aprì una porta.
Entrò, titubante.
Si era chiesta più volte, in quel caos che aveva invaso Hogwarts durante l'arrivo dei Mangiamorte, dov'era finito il suo Bill, se era sopravvissuto, se stava bene, ed ora eccolo lì.
Le sorrideva, felice.
<< Bill... mon amour … eccoti qui... ero così spaventota ... >> singhiozzò avvicinandosi alla figura dell'uomo; ma quando provò ad accarezzare il suo volto, la sua mano non riuscì nemmeno a sfiorarlo.
Fu allora che, afflitta fin dentro l'animo, cadde ai piedi di quello specchio che non era stata in grado di vedere.


[291 parole]
Siamo arrivati a Fleur Delacour, la francesina campionessa per la sua scuola durante il torneo TreMaghi.
Per lei ho pensato di evidenziare il suo amore per Bill. Il fatto è che l'ho sempre immaginata come una donna abituata ad avere il mondo ai suoi piedi, e vedendo come veniva presa in giro dai parenti di Bill, ho pensato che fosse impossibile che lei non si sia mai accorta di nulla così ho trasformato questa mia idea in questa flash, in cui Fleur è a conoscenza di quello che le succede attorno e combatte silenziosamente contro questo, tutto per Bill.
E' lui il suo desiderio nascosto. E' ciò che vuole nel suo profondo; altrimenti non avrebbe sopportato quello che ha sopportato.
A presto,

Tinotina

 

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Capitolo 19
*** 19.Ninfadora Tonks ***


Ninfadora Tonks
 
Aveva lasciato Harry nelle mani di Piton e si era voltata.
Non immaginava che una volta voltatasi per riprendere il cammino si sarebbe ritrovata davanti il preside della scuola di Hogwarts, quella stessa scuola che si trovava alle sue spalle.
<< Silente >> salutò.
<< Ninfadora >> ricambiò Albus.
<< Preferisco Tonks, lo sa >>
<< Si, hai ragione. Perdonami >> si scusò Silente << Volevo solamente invitarti a prendere un Thé. >>
<< Non ho bisogno di un Thé, professore >>
<< Tutti hanno bisogno di un Thé. Non accetterò che tu ritorni al quartier generale senza che prima tu ne abbia presa una bella tazza fumante >>
Tonks sospirò, prima di annuire.
<< Benissimo. >> disse raggiante << Aspettami nel mio ufficio, cara. Io arriverò subito >>
 
Entrò piano all'interno dello studio e lentamente si mise seduta aspettando l'arrivo del preside.
Non si muoveva, e se tante volte cambiava posizione, cercava di fare il meno rumore possibile.
Tentava di passare per un essere invisibile.
Girò la testa, ed si fermò ad osservare degli occhi riflessi in uno specchio.
Certo che Silente ha gusti stravaganti in fatto di arredamento – pensò Tonks – Si è comprato uno specchio che funziona male. Chissà dove l'ha trovato un aggeggio del genere?
Ritornò a guardare fissa davanti a sé, lo sguardo vacuo.
Le ci volle un momento per capire ciò che lei stessa aveva pensato.
Uno specchio che funziona male? Come può uno specchio funzionare male?
Il suo istinto di Auror prese il controllo del suo corpo.
Si alzò di scatto, portandosi davanti a quell'oggetto pieno di mistero per tentare di capire cosa c'era di sbagliato.
Ad un primo impatto non notò nulla di anomalo. Erano solo i suoi occhi – i soliti scuri e spenti occhi di sempre – quelli ad essere riflessi, incorniciati da una delicata acconciatura.
Strano. Non ricordava di essersi sistemata, quella mattina.
Si portò una mano alla testa e sentì i capelli arruffati sotto le sue dita.
Allora alzò lo sguardo e vide che i suoi non erano i soli occhi all'interno dello specchio. Due iridi chiare la fissavano amorevolmente, prima di spostare lo sguardo verso un fagottino che teneva tra le braccia, dal quale spuntavano ciuffi di un azzurro più chiaro del cielo.
Riconobbe immediatamente Remus, lei e quel bambino dai bizzarri capelli.
Era perfetto.
Forse, alla fine, era solo lei quella sbagliata.


[398 parole]

Ecco a voi Ninfadora Tonks, fino ad ora il personaggio con la flash più lunga.
Ho eseguito un vomito di parole per questa donna veramente coraggiosa quale è. Io adoro Tonks. La trovo veramente fantastica e la sua morte mi ha veramente sconvolto, tanto più che ha lasciato un orfanello.
Questa flash si inserisce all'interno del 6° libro, dopo aver liberato Harry dall'incantesimo di Draco Malfoy ed averlo portato dal treno all'inerno di Hogwarts.
Spero non sia venuto un disastro, dato che l'ho privata del suo solito spirito allegro. (Anche se non ho cambiato poi molto perché in quel periodo soffriva per Remus :] )
Un bacio,

Tinotina


 

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Capitolo 20
*** 20.George Weasley ***


George Weasley
 
Nessuno avrebbe mai pensato di vedere George Weasley in ginocchio, piagato, sconfitto e, soprattutto, solo.
Eppure eccolo lì, davanti ad uno specchio vuoto, schiacciato dal peso della realtà.
Come se gli avessero appena tagliato il braccio e strappato il cuore e non conosceva l'incantesimo per farli ricrescere.
Si era perso nell'infinito del suo dolore, imprigionato dentro ricordi ancora così vividi da far sanguinare.
Aveva smarrito la direzione e non credeva che l'avrebbe mai ritrovata.
 
Freddy, che cosa hai combinato?
Sono qui che ti parlo e tu sorridi.
Perché sorridi? Sei morto! Sei morto e non tornerai.
Eppure sorridi, qui davanti a me.
Come ci riesci? Come puoi sorridere davanti a tutto questo?
E' il mio dolore che ti fa ridere?
Forse hai ragione. Se ci fossi stato tu al mio posto, in questo momento, io avrei avuto la tua stessa espressione.
Sono patetico.
 

[145 parole]

Ecco, dopo la flash più lunga della storia, anche quella più corta che io abbia mai scritto (o almeno così credo). Queste parole, che arrivano piano, in punta di piedi, sono dedicate a George Weasley e, in una qualche maniera, anche a Fred Weasley.
Ammetto che non è il massimo dell'originalità, ma non volevo separare i sue gemelli.
Spero che - nonostante non sia il massimo dello spirito natalizio - la flash vi sia piaciuta!
Un bacio,

Tinotina

 

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Capitolo 21
*** 21.Ginny Weasley ***


Ginny Weasley
 
Ad un tratto, Ginny Weasley aprì gli occhi, come se si fosse svegliata da un sonno profondo.
La cosa strana è che non ricordava di essersi addormentata.
Soprattutto dato che indossava ancora la divisa e si trovava in un corridoio mai visto prima.
Come era potuto accadere?
Ginny non se lo spiegava. La paura stava a poco a poco crescendo dentro di lei.
Non aveva la possibilità di chiamare aiuto – ancora non era a conoscenza dell'incantesimo adatto – e non riusciva a muoversi d'un passo.
Come avrebbe fatto a spiegarlo ai suoi fratelli? L'avrebbero presa in giro fino ai M.A.G.O.
E a Harry? Come avrebbe potuto guardarlo di nuovo in quegli occhi verdi, pieni di quel coraggio che a lei mancava?
Harry di sicuro sarebbe riuscito a ritornare al dormitorio senza perdersi.
Doveva prendere la strada di destra? O il corridoio di sinistra?
E mentre camminava, avanti e indietro, indecisa su quale direzione intraprendere, alle sue spalle ecco che si formava la sagoma di un grande portone di legno dorato.
Ginny rimase sbalordita da quella magia. Forse...forse la scuola le stava indicando la via migliore per ritornare a casa.
Entrò, senza riflettere molto.
La stanza era d'una meraviglia unica. Mai aveva visto tanto lusso in vita sua.
Letti, mobili, tende, tappeti, camini: tutto era splendente. Solamente un vecchio specchio discordava col resto. Era pieno di polvere e non scintillava come avrebbe dovuto fare.
Forse – no, sicuramente - fu per questo che si avvicinò ad esso.
Incantata da quell'aspetto così inconsueto, fu ancor più incantata da quello che lo specchio mostrava.
Harry, dagli occhi verdi e lucenti, con quei capelli neri e lucidi come ali di corvo, stava davanti a lei e la guardava pieno d'amore
Ginny aveva uno sguardo estasiato.
Era lì.
Era vero.
Era perfetto.
 


[300 parole]

Potete crederci o no, ma scrivere di Ginny Weasley è stato veramente difficile. Forse la flash più difficile che abbia mai scritto.
Problabilmente è per questo che ho ritardato due giorni dalla data che mi ero prefissata per aggiornare :S
Non vi faccio perdere altro tempo,
A presto

Tinotina


 

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Capitolo 22
*** 22.Neville Paciock ***


Neville Paciock
 
<< Ce l'hai fatta, Neville. Hai trovato la stanza delle necessità >>
 
Quando Hermione Granger l'aveva detto, non poteva immaginare che per quel ragazzo, la stanza Va-E-Vieni sarebbe diventata una specie di droga.
La prima volta avvenne quasi per caso.
Era rimasto chiuso fuori dal dormitorio e, data la scomparsa della custode del passaggio, aveva deciso di passare la notte chiedendo asilo alla magica stanza.
Quando entrò, questa si era mutata in una camera confortevole e calda.
Neville, senza pensarci, si tuffò nel morbido letto e subito si addormentò.
Tuttavia non era ritornato le sere successive per la notte tranquilla, ma per la sorprsa che aveva trovato al suo risveglio e della quale non ne poteva più fare a meno.
Aprendo gli occhi, quel giorno, si er ritrovato davanto uno specchio – uno schermio delle meraviglie – che non aveva notato la notte precedente, forse per via della stanchezza.
Si avvicinò, per darsi una sistemata alla divisa stropicciata, ma una volta alzati gli occhi, quello che vide lo tramortì che dovetta sedersi per riuscire a rimanere sveglio.
Da quanto tempo sognava di vedere quegli occhi lucidi, completamente svegli che finalmente lo guardavano. Grandavano lui, e non lo consideravano più un'immagine sbiadita in fondo alla retina di un occhio stanco.
<< Mamma >> chiamò << Papà >>
Dopodichè furono solo lacrime, e furono sorrisi.
 


[225 parole]

Neville.
Ho sempre amato Neville. Mi emoziona tantissimo leggere di quel pacioccoso ragazzo e spero tantissimo di essere riuscita a infondere un minimo di emozioni.
In fondo anche Neville, in quanto altro possibile candidato alla profezia, è un ragazzo rimasto orfano, in fondo. (Anche con la nonna)
E penso che abbia davvero tanto coraggio ad affrontare una vita così.
Un bacio e auguri di buon anno nuovo,

Tinotina

 

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Capitolo 23
*** 23.Ronald Weasley ***


 
Ronald Weasley
 
Ronald Weasley stava camminando tranquillo lungo i corridoi di Hogwarts.
Oddio, non stava proprio camminando. E non era neanche del tutto tranquillo.
Diciamo che si stava affrettando a trovare un nascondiglio, lungo i corridoi di Hogwarts.
Doveva trovare un luogo irraggiungibile da quella ragazza, la sua ragazza: Lavanda.
Non che la odiasse, certo, ma certe volta la sentiva troppo...troppo...troppo presente, ecco.
Doveva trovare un luogo sicuro.
A quella richiesta, gli si spalancarono le porte della stanza delle necessità.
Miseriaccia – pensò – Questa stanza non finirà mai di stupirmi.
Entrò velocemente.
Doveva cancellare tutte le tracce. Lavanda non doveva avere il sospetto che lui era passato di là.
Quando la porta si chiuse, tirò un sospiro di sollievo e si gettò sul letto; ma quando alzò gli occhi al soffitto, per poco non cadde sul pavimento.
Che diavolo …
Ma non era tanto lo specchio appeso al soffitto a traumatizzarlo, quanto le braccia di una giovane donna che, raggiante, tendeva verso di lui.
Hermione aveva davvero una bella pelle. E dei boccoli deliziosi. E delle labbra così carnose...
Sorrise a sua volta.
Gli stava offrendo un luogo sicuro dove rifugiarsi, dove poter stare al caldo.
Un luogo protetto dall'incanto del suo cuore che batteva per lui.
Gli stava offrendo le sue braccia.



[214 parole]

Beh. Che dire: Sorpresa! Due Flash in un giorno solo!!
Non stupitevi, fa parte del mio assurdo piano di finire la raccolta per il 2011.
Ce la posso fare.
Quest'oggi, quindi, abbiamo Neville e Ron, e domani altri due personaggi, gli ultimi due personaggi (Se tutto va bene :] )

Spero che la Flash su Ron vi sia piaciuta.
E' una rivisitazione con aggiunta di specchio di ciò che è avvenuto in infermeria dopo l'avvelenamento.
Hermione, Hermione, Hermione! Ecco cosa il cuore di Ron nasconde nel profondo. Un  po' prevedibile, forse, ma a quest'età tutti sognano l'amore. Non ho voluto, tuttavia, se ci avete fatto caso, usare la parola "amore" per Ron. L'ho tramutata in qualcosa di diverso, in un posto dove trovare calore: ovvero le braccia di Hermione.
Non trovate che le braccia siano una parte del corpo essenziale? Insomma, per essere madri, mogli, amanti.
(Okay, concetto espresso da schifo <-- troppi panettoni!)
Direi che ho finito con questa popo de roba!
Un bacio,

Tinotina


 

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Capitolo 24
*** 24.Hermione Granger ***


Hermione Granger

<< Nessuno ha chiesto il tuo parere, sporca mezzosangue >>

Aveva fatto finta di non sapere, la piccola Hermione Granger mentre Draco Malfoy le sputava velenoso proprio come un maledetto serpente – come il simbolo di quella casa di dannati - quelle parole taglienti.

<<“Mezzosangue” è un insulto spregevole e significa un mago nato Babbano. Alcuni – come la famiglia di Malfoy – pensano di essere meglio perché sono quello che la gente chiama “Purosangue” >>

Aveva lasciato casa di Hagrid, insieme ad Harry e Ron, prima di separarsi dai suoi amici.
Se ne era andata, in silenzio.
E dopo un po', in quei corridoi, la notte l'aveva inghiottita, nascondendo la sua immagine ad altri.
La strega camminava, con un gran tomo stretto tra le braccia, come un'ancora di sicurezza, nascondendo dentro di esso quelle lacrime che non era riuscita a trattenere.
Era giovane e già aveva conosciuto la durezza di questo mondo, che l'aveva colpita come una secchiata di acqua gelida.
Cosa c'è di sbagliato nell'avere i genitori babbani?
Stava ancora riflettendo su quelle domanda, alla quale non sarebbe mai riuscita a dare risposta, quando si fermò di scatto, per evitare di sbattere contro una parete che non aveva mai notato prima.
Alzò lo sguardo, per rendersi conto dove i suoi piedi l'avevano condotta, ma quello che vide non fu uno dei muri in pietra massiccia della scuola, ma solo uno specchio di vetro leggero. E dentro quello specchio rivide se stessa.
Inclinò la testa. No, non era esattamente lei.
Lei non aveva mai avuto una pelle così chiara, che mostrava le vene azzurrine, non aveva mai avuto dei capelli così ordinati, non aveva mai indossato la cravatta dei Serpeverde e soprattutto Draco Malfoy non l'avrebbe mai guardata in quel modo.
Come se fosse bellissima, come se l'avesse sempre protetta con il suo sguardo, come se fosse una sua pari.
Arretrò, spaventata, mentre dentro allo specchio il suo alter-ego sorrideva affabile, affiancandosi a Draco.
C'era qualcosa di sbagliato in quell'immagine. Qualcosa che la terrorizzava.
Vieni con noi – sembravano dirle – Vieni con noi e dimentica il tuo passato. Tu diverrai l'ultima generazione di una famiglia di maghi e streghe grandiosi. Non dovrai più avere paura a guardarti allo specchio, non dovrai vergognarti di noi.
<< No! >> urlò Hermione scagliando il libro contro quell'illusione. << Io non sono così. Io non sono questa. Io... io... >>

Cosa c'è di sbagliato nell'avere i genitori babbani?
Niente, piccola mia. Sei perfetta così come sei. Siine orgogliosa!




[419 parole]

Siamo ormai ginuti alla fine, e la penultima delle flash è dedicata a Hermione Granger.
Con lei ho voluto fare un piccolo esperimento.
Il suo desiderio nascosto è l' "Accettazione", o meglio: l' "Essere accettata dagli altri".
Dopo l'incontro con Draco Malfoy, nasce in Hermione il pensiero che per essere considerata "idonea" deve possedere nelle vene il "sangue puro"; ed è questo che lo specchio le mostra.
La novità che ho voluto inserire è il fatto che Hermione, in qualche modo, si ribella all'immagine dello specchio, seppur non riesce a distruggerlo.

Note tecniche:

- Le prime due frasi tra le "<<  >>" sono citazioni prese da Harry Potter e la Camera dei Segreti.
- Il verbo Siine esiste. Vuol dire "sii (= seconda persona singolare dell'imperativo) e orgogliosa di questo (=ne)

Un bacio,
Tinotina

 

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Capitolo 25
*** 25.Harry Potter ***


Harry Potter


Avevano vinto!
E se non riuscivate a crederci, o se avevate qualche dubbio, le grida di esultanza che si levavano alte dalle mura di Hogwarts vi avrebbero tolto ogni dubbio.
L'ordine della Fenice era vittorioso, L'Esercito di Silente si era battuto valorosamente, difendendo il loro paladino fino alla fine e Hogwarts era rimasta fedele al suo amato preside, Albus Silente.
Finalmente quella battaglia contro le forze di Voldemort era conclusa.
Tutti i coraggiosi combattenti si raggrupparono e alzarono i calici per brindare a Harry Potter, il bambino sopravvissuto e l'uomo che aveva sconfitto Voldemort.
Harry Potter sentì i cori dei festeggiamenti dal corridoio.
Si specchiò un secondo, per mettere in ordine i capelli ancora sconvolti dalla battaglia.
Rise.
Per la prima volta in vita sua, sarebbe stato libero da un destino legato indissolubilmente a quello di Voldemort. Ormai era il solo padrone delle sue scelte.
La sua gioia era così alta che non si era nemmeno reso conto di essersi  riflesso in uno specchio che aveva già avuto occasione di vedere.
Uno specchio antico quanto l'uomo, sulla cui cornice era incisa la scritta: “erised stra ehru oyt ube cafru oyt on wohsi”.

 


[195 parole]

Ecco: Questa è l'ultima flash di questa raccolta. Sono riuscita a completare tutti e venticinque i personaggi.
E l'ultima è dedicata ad Harry Potter.
La sua storia è strana. Il suo riflesso avviene in modo strano. Accade quasi per caso, tant'è che Harry non se ne rende neanche conto.
Lo specchio mostra Harry esattamente com'è, in quanto, in quel momento, Harry si sente il ragazzo più felice della terra.

Con questo, io vi saluto e vi ringrazio infinitamente.
Un bacio e buon anno nuovo
Tinotina


 

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