Il tempo di uno sguardo.

di the ghost of Bonnie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** # The other side. ***
Capitolo 2: *** # Park. ***
Capitolo 3: *** # Make it. ***



Capitolo 1
*** # The other side. ***


Viso concentrato solo sulle corde della sua chitarra, la pelle abbronzata e i riccioli scuri ricadevano sulle sue spalle. Prima di quel momento lo avevo visto solo nei video di Youtube o nelle immagini, mai dal vivo. Non credevo che vederlo dal vivo mi avrebbe fatto quell'effetto, non credevo che se i nostri occhi si fossero incontrati mi avrebbero fatto provare quello che provavo.
Per qualche secondo, l'assolo di Joe in The other side si era bloccato, si era concentrato solo sul mio sguardo. Non sapevo il motivo, ma quegli occhi erano per me delle calamite. Steven lo aveva guardato stranito, poi, il chitarrista, come risvegliato da un sogno, riprese a suonare e non mi guardò per il resto della serata.
Era la mia prima volta ad un concerto, ed ero contenta di essere ad un concerto degli Aerosmith. Cacchio, li amavo da quando avevo undici anni.
Ora ne avevo diciassette ed ero un po' cambiata: i capelli lisci e castano scuro erano più lunghi, i miei occhi color nocciola erano quelli ancora di una bambina, ma i lineamenti del mio viso si stavano trasformando in quelli di una donna.
Alla fine del concerto, uscii dal piccolo locale dove stavano suonando. Era una stradina buia, c'erano molti ragazzi che, come me, stavano tornando a casa.
« Scusa » sentii una voce maschile appena dietro di me. Mi voltai, e non lo riconobbi per il suo viso, ma per il suo sguardo. Lui non parlò. Forse, mi aveva chiamata senza motivo, e io non mi ero accorta di avere davanti il giovane Perry. Mi parve di vederlo arrossire.
« Te la cavi con la chitarra. » sussurrai sorridendo, sistemandomi il cappellino alla francese grigio.
Lui accennò qualcosa che alla lontana pareva l'imitazione di un sorriso.
« Sono Joe. » mi disse, tendendo la mano. Io lo guardai, aprendo le mie labbra in un vasto sorriso.
« Lo so. Comunque, io sono Sarah. »
Sentii la voce smielosa (?) di una ragazza  che lo chiamava. Era bionda, i capelli boccolosi raccolti in una coda. Lui si voltò e sbuffò.
« Devo andare. » mi disse, e vidi Joe Perry allontanarsi da me, e passare un braccio sulle spalle della ragazza.
Di sicuro non mi ero davvero resa conto che il chitarrista degli Aerosmith mi aveva parlato, voleva avere una conversazione con me.
Me ne accorsi solo una volta arrivata a casa, infatti urlai svegliando il vicinato.

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Capitolo 2
*** # Park. ***


Dopo lo studio, mi piaceva andare al parco, sedermi su una panchina con la mia chitarra acustica e iniziare a cantare. Ricavavo qualcosa, in quel modo. Ma io non lo facevo per i soldi - dovevo anche trovarmi un lavoro - ma perché amavo cantare e scrivere canzoni.
Dopo, una macchina di lusso sfrecciò sulla strada davanti al parco dove mi trovavo io, c'era un gruppo di ragazze che inseguiva l'auto sbraitando il nome di qualche ragazzo. Feci spallucce, e continuai a suonare qualcosa che il giorno prima, al concerto, avevo sentito.
Cominciai a suonare l'introduzione di Walk this way, una delle mie canzoni preferite.
« Te la cavi con la chitarra. » avrei riconosciuto quella voce anche ad anni di distanza. Alzai lo sguardo, Joe Perry era davanti a me e mi sorrideva. Mi aveva copiato la battuta della sera precedente.
« Mai quanto te. » risposi, sorridendo, ed iniziando ad accordare la chitarra come se la nostra conversazione si fosse conclusa, ma speravo che non lo fosse.
« Ti va di farmi sentire qualcosa? » chiese, guardando la mia chitarra.
« Adesso? »
« No, adesso devo andare. Mmm.. vieni domani pomeriggio qui » e mi diede un foglietto con un indirizzo.  
« E' dove io e il resto della band facciamo le prove di solito.  »  spiegò.
Ero sicuramente arrossita, il mio cuore martellava contro il mio petto.
« Sicuro? Cioè.. non sono come voi. Finireste per ridermi in faccia. »
« Mettici alla prova. »
Sussurrò, prima di scappare via di nuovo, i capelli mossi che si muovevano a ritmo del suo respiro.
Sorrisi, guardando incredula il fogliettino che poco prima era fra le dita di Joe.
Alzai lo sguardo e vidi Joe all'interno dell'auto che mi fece un cenno di saluto con la testa, accanto a lui la stessa ragazza bionda di ieri.


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Capitolo 3
*** # Make it. ***


Come deciso, il pomeriggio seguente mi trovavo davanti al cancello di una villetta.
Accanto al campanello dorato, vi era inciso JOSEPH ANTHONY PERRY, scritto in stampato, in uno stile così ordinato che non sembrava nemmeno appartenere al giovane chitarrista.
Ero lì, ferma, impalata come un'idiota davanti a casa sua, indecisa se entrare o dare ascolto alla mia testa che mi urlava di scappare finché ero in tempo.
« Ehi, sei venuta »
No, non ero più in tempo.
Joe era alle mie spalle, con una sigaretta fra le labbra.
« Stavo per andarmene » confessai. Lui sistemò la sigaretta tra le dita, socchiudendo la bocca e lasciando uscire il fumo.
« E perchè mai? »
« Beh » risposi, sistemando la chitarra sulle spalle. « Non credevo facessi sul serio »
Lui mi ignorò.
« Ti dispiace se c'è... la mia... "ragazza" ? » chiese, mimando le virgolette. In un lampo mi venne in mente la tipa bionda.
« No. Certo che no! » mi ero costretta a mentire. « Ci sono anche gli altri? »
« C'è solo Steven » borbottò lui, ed entrammo in casa sua: una villetta spettacolare.
Subito, si guardò intorno, mi afferrò il polso tra le dita calde e mi portò nel suo studio, dove un ragazzo dai capelli lunghi suonava il pianoforte.
« Steven » lo chiamò Joe. Steven si bloccò e si volò verso di me.
« Ehilà, salve! » mi salutò, aprendo la mano.
« S-Salve » balbettai, imbarazzata.
« Ciao » mi corresse lui, io gli sorrisi.
« Ok, adesso suoniamo » disse Joe, mettendosi accanto alla sua chitarra elettrica.
« Cosa suoni? » mi chiese Steven.
« Ehm... chitarra, pianoforte e... canto » risposi.
« Canta qualcosa » mi ordinò Joe, con un tono estremamente dolce. Quando incontrai il suo sguardo, il mio cuore perse un battito.
« Eh? » chiesi, fissando i suoi occhi scuri.
« C a n t a » ripeté Joe, scandendo bene ogni lettera.
« Cosa? »
« Quello che vuoi » rispose, facendo spallucce e cominciando ad accordare la chitarra.
« Prova qualcosa di tuo » mi incitò Steven.
« N-no... ehm... qualcosa di vostro?  »
Steven e Joe sbuffarono.
« Prova con... Make it? »
Una delle mie canzoni preferite!

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