La triste storia di un piccolo scozzese.

di _Lost Tear_
(/viewuser.php?uid=146427)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** 1 Capitolo - Nuovo Nome ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Estremo Nord della Scozia, anno XXXX

Era un giorno di sole, accompagnato da un venticello fresco estivo.
Una giornata perfetta per cacciare.
Arc in una mano stringeva saldamente il suo arco di frassino, mentre con l'altra teneva, tra l'indice e il medio, una freccia di legno, pronto per scoccarla al minimo rumore sospetto.
Indossava la sua adorata giacca di cuoio da caccia arancione sbiadito, un po' stracciata ai bordi delle maniche lunghe e decorata da piccoli simboli tribali, un po' rovinati, aggiunti dalla sua adorata moglie, Alysha .
Una cosa normalissima, per uno come lui!
Inoltre, portava dei pantaloni leggeri, contornati da piccoli disegni neri, rappresentanti vari animali, e una cintura marroncina, con una custodia in pelle per un piccolo coltellino dal manico d'argento, ornato da piccoli zaffiri brillanti.
Di solito, Arc cacciava in uno splendido bosco, pieno di animali selvatici,che non aspettano altro che essere messi sotto al fuoco ed essere mangiati, e colorato da splendidi fiori profumati, specialmente da bellissime peonie bianche, e da alberi da frutto.
Ma quella volta, voleva trovare qualcosa di "diverso", per questo andò in una raduna nelle vicinanze.
Non era mai stato in un posto del genere ed è inutile dire che si aspettava di trovare chissà che cosa, come draghi volanti dalle squame verde smeraldo o maghi in grado di far cadere un meteorite sulla Terra, ma , purtroppo, ne rimase deluso.
Be'.... Non trovò nemmeno la radura, se per questo.
Trovò una landa desolata, senza fauna e senza flora, solo ricoperta di sangue e cadaveri, accompagnata da qualche arma da guerra sparsa qua e là.
Campo di battaglia, si.
E di una battaglia molto accesa, per di più.
La quantità di sangue che c'era era, a dir poco, spaventosa, talmente tanto da raggelare il sangue nelle vene e di paralizzare chi lo guardava.
Per non parlare dei cadaveri.
Ce n'era uno proprio sotto ai suoi piedi con il craneo spaccato in due, mentre il liquido del cervello fuoriusciva, mischiandosi con il sangue, che sporcava il terreno già sporco di suo.
Una cosa a dir poco traumatizzante, soprattutto per uno che non aveva mai partecipato a una guerra.
E non bisogna dimenticare quello con l'occhio, con tanto di palpebre, sinistro spaccato in due da un ascia conficcata sulla fronte e quello con il busto completamente aperto, tanto che si vedevano anche gli organi spappolati e attorcigliati fra loro, come se fossero pezzi di un puzzle da risolvere.
Terribile.
Davvero terribile.
Il povero Arc sentiva qualcosa di denso salirgli dallo stomaco, a furia di guardare quel paesaggio orrendo.
Fortunatamente, si trattenne dal vomitare.
Non vedeva l'ora di andarsene, ma, proprio quando stava per girarsi e tornare a casa da sua moglie, il suo sguardo cadde su una chioma di colore rosso.
Un rosso molto acceso.
Si avvicinò molto lentamente, cercando di evitare i corpi privi di vita, che diventavano sempre più raccapriccianti man mano che avanzava.
Trovò un bambino, di circa 2-3 anni.
Aveva i capelli tutti arruffati, un viso dolce e tenero, accompagnato da foltissime sopracciglia... ed era l'unico che respirava ancora.
L'uomo gli diede una leggerissima scossa, sperando di avere una reazione.
« Ehy, piccolo. »
Appena lo chiamò, il bambino aprì lentamente gli occhi, mostrando le sue bellissime iridi verdi, del tutto inespressive.
« Oh.... »
Sussurrò, con un filo di voce.
Era a dir poco sfinito. Doveva essersi trovato lì per caso ed essersi salvato per miracolo.
« Ora morirò.... giusto? »
Continuò, per poi, perdere completamente i sensi.


[ Grazie a tutti per aver letto questa schifezzuola uscita dalla mia testa completamente stupida.
Ringrazio soprattutto Elisa, che mi ha aiutato molto! Grazie~ ]

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1 Capitolo - Nuovo Nome ***


Il bambino aprì lentamente gli occhi.
Era ancora....vivo?
Si pizzico il braccino più e più volte per rendersi conto di esserlo sul serio, per poi farsi invadere dalle domande.
Dove diavolo era finito?
E la guerra? Era finita?
Come ha fatto a sopravvivere? Non era morto?
L'aveva salvato quell'uomo che aveva visto prima di perdere i sensi? Oppure imprigionato?
Non capiva più nulla.
Dopo un po', si lasciò trascinare dai particolari dellaa piccola e accogliente camera in cui si trovava.
Il letto era coperto da un caldo piumone ed era fatto da un legno apparentemente pregiato decorato con vari intagli rappresentanti dei frutti, mentre il comodino era decorato con semplici motivi dipinti.
E l'armadio, era enorme!
Per quel piccolino sembrava più una grande casetta con solo le porte più che un posto dove ordinare i propri indumenti.
In oltre c'era una piccola sedia in stile classico e un tavolo di mogano con una piccola tovaglietta bianca e..... un paio di panini!
Il bambino si lanciò a prenderne un paio e mangiarli in fretta.
Era tanto che non metteva qualcosa nello stomaco.
Sembrava quasi... quasi.... un'eternità!
Appena finiti, sentì qualcosa che scatenò di nuovo il suo appetito: un buon odore, anzi, un ottimo odore di stufato.
Corse vicino alla porta di scatto, per poi bloccarsi di colpo.
C'era una donna davanti a lui.... ed era bellissima.
Aveva i capelli biondi, candidi e probabilmente anche molto soffici, legati delicatamente con un nasto azzurro.
E gli occhi!
Sembravano due zaffiri luccicanti posti su una pelle bianca e delicata.
Il piccolo rimase nascosto dietro la porta, lasciando scoperti solo i suoi occhi smeraldini e la sua chioma rosso fuoco, mentre le sue guance diventano di un colorito molto accesso.
La donna s'accorse della sua presenza e si voltò verso di lui.
« Buongiorno» disse, con tono materno.
« G-Giorno» rispose il bambino, timidamente.
Appena ricevette una risposta, la signora si abbassò, fino a raggiungere l'altezza del ragazzino, sorridendogli con una dolcezza unica.
« Il mio nome è Alysha, piacere di conoscerti.
Qual'è il tuo nome? »
« Io non ho un nome. »
« Davvero? » Chiese Alysha, sorpresa. « Be', strano, tutti hanno un nome!
Hey, che ne dici se ne scegliamo uno? »
Il bambino annuì lievemente, anche se non ne vedeva l'utilità.
E' vero, i nomi sono cose graziose, ma, sul serio, a cosa servivano?
« Allora... Che ne dici di Nathan? »
« N-No... »
« Klaus? »
« Neanche.... »
« "Ally" ? »
« Assolutamente no! » rispose, sempre più contrariato.
Alysha ridacchiò per la sua reazione, era proprio un bambino grazioso!
« E Ian? »
Il piccolo ci penso per un po'.
Ian, Ian, Ian.... Mh, gli piaceva.... Ian, Ian.... Sì, gli piaceva molto, anzi, già se lo sentiva suo.
Annuì nuovamente, sorridendo soddisfatto.
In fondo, i nomi non era così male.
La donna lo guardò, sorridendo a sua volta, alzandosi per tornare alle pentole.
« Allora, "Ian", che ne dici di prende un po' di stufato? »
« Sì, sì! » urlò il bambino, estasiato, correndo verso la tavola.
« Perfetto! »
Quel pomeriggio, i due mangiarono, scambiandosi qualche chiacchiera.
Alysha e.... il piccolo Ian.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=823944