Rivincita ai rigori!

di TonyCocchi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'amarezza di Germania ***
Capitolo 2: *** Le due formazioni! ***
Capitolo 3: *** Errori e... trasformazioni! ***
Capitolo 4: *** Cinque ciascuno ***
Capitolo 5: *** Veri avversari ***



Capitolo 1
*** L'amarezza di Germania ***


hetalia rigori

Ciao a tutti, cari lettori, e benvenuti alla mia seconda fic su Hetalia! ^__^

La prima, per chi se l’è persa, e gli consiglio di rifarsi, si intitola “Gli scheletri nell’armadio”; se volete leggerla, vi avverto i toni sono ben più dark e realistici rispetto a quelli che vi aspettereste da questo fandom…

Stavolta invece tranquilli, cercherò di essere un po’ più IC, e ci sarà molto di cui divertirsi! XD

Visto che è un nuovo fandom, forse vi chiederete quali sono le mie coppie preferite in un manga in cui sono quasi tutte… shonen ai… Beh, sembra che la mia soglia di tolleranza al genere sia un po’ più alta per questo manga, sarà che essendoci poche donne… Vabbé, basta preamboli, via alla fanfic! XD

Buona lettura a tutti!

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

 

 

A Germania era sempre piaciuto pulire casa: gli faceva immensamente piacere mostrarla al meglio del suo splendore ad eventuali ospiti, attesi o inattesi, che potevano capitare in qualunque momento; Italia in primis, lui con le sue “improvvisate”, che all’inizio non gli erano sembrate troppo educate, ma che poi aveva deciso a tollerare man mano che si era abituato alla irrimediabile informalità del suo amico.

Mormorando il ritornello del proprio inno nazionale, passava alacremente e con perizia germanica il piumino sui vari ricordini e soprammobili sulla mensola del soggiorno.

“Ah, eccole! Belle come sempre!”
Ma di certo dopo una spazzatina, quelle tre sarebbero state ancora più stupende.

Le sue coppe del mondo di calcio!

Ne prese una e la ripulì a fondo, con un fiero sorriso sulle labbra. Ne aveva vinti di trofei, ma di quelli andava particolarmente fiero.

Avrebbe osato dire che vincere un mondiale era meglio di una fornitura gratis a vita di crauti e wurstel, ma se mai gliene avessero offerta una davvero, un po’ ci sarebbe stato a pensare!

Posò la prima coppa e passò alla seconda: un paio aveva dovuto sudarsele da solo, ma l’ultima che aveva vinto portava anche la firma di suo fratello Prussia, e gli riservava sempre un’attenzione particolare.

Proprio quando arrivò a quest’ultima, l’occhio gli cadde sul quel foglio di giornale incorniciato e appeso al muro, giusto un po’ più in là di dove la mensola finiva.

 

Un giornale datato 17 giugno 1970.

La “Jahrhundertspiel”…

La “Partido del siglo”…

La partita del secolo, la più bella di sempre.

Che lui aveva perso.

 

Sospirò e posò la coppa che aveva tra le mani; messosi con le mani in tasca, prese a concentrarsi su quel foglio, studiandone i dettagli come fosse un dipinto. Certo, andava fiero oltremodo per aver partecipato a quella partita, ma ogni volta che gli tornava in mente, sentiva l’amaro in bocca.

“Devo decidermi a toglierlo da qui…”
Ma non l’avrebbe fatto: era un trofeo anche quello in fondo, da tenere in bella vista.

Il motivo per cui però si amareggiava non era poi tanto l’avere perso proprio quella partita, tutti perdono almeno una volta. Ma quando si ricordava di quel comunque glorioso giorno, gli veniva subito in mente l’avversario di allora.

L’insospettabile Italia!

 

“Anf… anf…”

Ludwig osservava con un sorriso beffardo Veneziano che sbatteva la testa contro il palo della porta, che non era stato capace di difendere, mentre Romano, imbufalito, gliene diceva di tutti i colori; gli avversari avevano pareggiato, di nuovo!
“Umpf! Ti stai dimostrando un osso duro, eh? Ma ci vuole altro per battermi!” –mormorò tra sé e sé, asciugandosi il sudore dalla fronte con la maglietta, già bagnata dagli estenuanti tempi supplementari di quella partita apparentemente interminabile.

Si diresse verso il centrocampo, ad attendere che gli avversari battessero nuovamente, grossomodo fiducioso.

“Ho risposto loro colpo su colpo! Credevano di avere la partita in pugno, questo goal li ha frastornati! Italia non è certo un tipo coi nervi saldi, non come me almeno: se stringo i denti sarò io a…”
Il fischio dell’arbitro interruppe il filo dei suoi pensieri.

Subito si accanì contro la palla…

“Eh?!”

E fu allora che un onda di maglie azzurre lo travolse.

Tutt’altro che arresi, corali, inarrestabili, gli italiani giunsero fino alla sua porta.

E segnarono.

Lo stadio era in delirio! Il commentatore sportivo era in delirio! Urlava di gioia annunciando il 4 a 3 per l’Italia, e ringraziava mentalmente il cielo di essere lì ad assistere.

Mentre lui, la grande Germania dell’Ovest, crollava impietrita con le ginocchia sull’erba dello stadio di Città del Messico.

 

“Sigh… 1970… 1982… 2006… Tre mondiali, e tutte e tre le volte… Italia mi ha sconfitto…”

Nell’1982 c’era stata molta meno partita, non si era aspettato un simile tonfo.

Nel 2006 invece, gli era sembrato di rivivere quel giorno per quanto lui e Italia faticarono per riuscire a prevalere l’uno sull’altro.

 

“Anf… Anf… Di sicuro si andrà ai calci di rigore…”

“Umpf, se è così siamo a posto!” –ridacchiò Prussia al suo fianco- “Se si parla di rigori, Italia non ha mai avuto fortuna, eh eh eh!”

E proprio in quel momento, girandosi verso la propria porta, videro Romano infilare il loro portiere con una parabola da fuori area…

“…… EEEEEEHHH?!?!?” urlarono i due!

“VEEEE! BRAVO FRATELLONE!”
“AH AH AH! E QUANDO MI RICAPITA UN GOAL DEL GENERE? YAHOOOO!”

Prussia si batté una mano in fronte: “Cavolo! Che facciamo ora… G-Germania?”

Non lo vedeva così incacchiato da quando Italia aveva rischiato di saltare in aria al suo corso di lancio delle granate!

“Non ci sto! Italia mi ha battuto già due volte, non permetterò accada ancora! Passami la palla appena puoi!”

“J-ja…”

Tentò, con tutte le sue forze, di rimettersi in gioco, ma non appena Romano riuscì a recuperare la palla, iniziò a correre, veloce come un italiano nello sventolare la sua bandiera bianca, o a rincorrere la gloria che lo attende!

“Fermalo! Fermalo!”

Romano superò Gilbert.

Ora stava a lui! Doveva raggiungere Veneziano! Doveva fermarlo, o avrebbe raccolto il passaggio e sarebbe stato solo contro il loro portiere! Ludwig corse come mai.

“Urgh!”

Ma non poté raggiungerlo, e quando il tabellone scandì il 2 a 0, la voglia di rivalsa e le ginocchia cedettero nuovamente…

 

“Sigh… Vero, ho vinto tre mondiali, ma in nessuno di essi mi è capitato di incontrare Italia… Se fosse successo li avrei vinti lo stesso?”

Andò a posare lo spolverino e si accomodò su una poltrona. Doveva scacciare quel pensiero, non era da lui farsi venire i complessi di inferiorità.

Certo, Italia aveva un sacco di difetti: pigro, svogliato, tonto, sbafone, fessacchiotto, irritante, irriverente, eccetera… Però, poteva almeno permettere che in qualche cosa gli fosse superiore, no?

“Che c’è di male? Tutti lo sottovalutano sempre quel poverino, ha anche lui diritto alle sue glorie, no? È solo un gioco, e sono bravo anch’io a giocare, quindi perché me la prendo tanto?”

Guardò le tre coppe: “Aaaahhh…”

Guardò il giornale e sentì un pugno allo stomaco: “URGH…”

Si alzò in piedi, torturandosi i capelli: “Ah, se solo fosse tanto bravo a fare il soldato come lo è a fare il calciatore! Sigh! Perché? Perché non riesco mai a batterlo nemmeno una volta?! Una sola è chiedere troppo?”

 

TOC TOC TOC

 

“Sigh…”

Non era dell’umore giusto per ricevere visite, ma era troppo educato per fingere di non essere in casa.

“Si, chi è?”

“Germania! Sono io, Italia!”
“I-I-Italia?”
Cos’era venuto a fare? A rinfacciargli di essere molto più bravo lui a calcio, sicuramente!

 

“VEEEE! SEI SCARSO! TI BATTO SEMPRE!”
“NEEEEEEEEEIN! SIGH! SEI CATTIVO!”

 

Germania diede una testata al muro!
“Ma che sto dicendo! Lui non è così!”

“Germania? Ci sei?” continuava a chiamarlo

“Accidenti… 1970… 1982… 2006… 1970… 1982… 2006… 1970… 1982… 2006… GRRR!”
Italia bussò di nuovo: “Germania? Che fai, non apri?”

Strinse i pugni e si staccò dal muro! Italia era più bravo di lui anche a cucinare, ma mica si era mai risentito per questo… Se il calcio invece faceva sentire così mortificato il suo teutonico orgoglio, allora era arrivato il momento che il sempre saldo tedesco lasciasse il posto all’impulsività!

 

“Veee…” -mormorò triste Veneziano, contemplando la porta zitta e immobile- “Vorrà dire ripasserò…”
“ITALIAAAAAAA!” gridò Ludwig aprendo la porta di botta!
Il poveretto ne restò terrorizzato: “AAAAAAAAAAAAAAHHHH! Ti prego, non farmi del male! Non ho fatto niente! O forse mi vuoi picchiare perché non faccio mai niente come mio solito? Lo so, sono pigro, ma cercherò di rimediare… da domani…”
“Italia…”

Si chinò su di lui e gli puntò addosso i decisi occhi azzurri; Italia balbettò un altro “Veee…” e cercò di farsi ancora più basso!

“S-s-si?”

“Italia, ti lancio una sfida ai calci di rigore! Alle cinque di domani, non un minuto di più! Sii puntuale!”

“……”

Sul viso del piccoletto, di nuovo calmo, comparve un sorrisone largo quanto il mediterraneo: “Ah, si tratta di questo! Perché non l’hai detto subito che volevi giocare con me?”
“NON SI TRATTA DI UN GIOCO!”
“Veeeeeee!” rabbrividì lui.

“Questa è una sfida Italia!”
“M-ma perché?”
“Perché… Perché voglio batterti, almeno una volta!” disse gonfiando il petto, nascondendo a Veneziano il rossore spuntatogli sul volto dietro quel muro di muscoli.

“B-battermi? Ma Germania, tu sei già molto for…”
“Halt!” –lo stoppò lui col tono arrabbiato che nella sua lingua riesce facile- “Accetti o no? Sii uomo e prendi una posizione precisa, non tergiversare!”

“S-s-si, accetto!” –fece lui, sempre incerto, ma mai incline a rifiutare quattro calci in compagnia al pallone- “A-allora chiederò ai miei vicini se hanno voglia di giocare.”
“Perfetto! Anch’io troverò gli altri quattro giocatori che mi servono e ci vedremo al campo qui vicino domani all’ora stabilita!”
“Va-va bene… Io però ero venuto per…”
“A domani, Italia!”
E gli sbatté la porta in faccia!

“…… Veeeee?” disse inclinando la testa da un lato.

 

“D-devo farcela! Stavolta ce la farò!”

Corse al telefono, a reclutare gli giocatori per il suo team.

“Stavolta riuscirò a battere Italia, costi quel che costi!”

 

 

Che colpo di scena! Germania che si comporta in modo impulsivo e lancia un guanto di sfida al suo alleato! Malgrado non sia in palio una coppa del mondo, possiamo star sicuri che il nostro amico Ludwig la prenderà in maniera serissima! Italia farà bene a prepararsi!

Se sono riuscito a incuriosirvi col primo capitolo, non perdete il secondo e i seguenti, in cui compariranno altre nazioni ed anche qualche OC!

Ovviamente l’episodio descritto risalente al 1970 è il match Italia-Germania 4 a 3, che suppongo tutti conoscerete. Altrimenti, Wikipedia sarà ben lieta di informarvi su questa pagina gloriosa del nostro sport. ^___^

Alla prossima!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

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Capitolo 2
*** Le due formazioni! ***


Ciao a tutti! Il fandom di Hetalia, malgrado lo conoscessi già da tempo, mi ha ora preso tantissimo! Per dopo il mio esame (superato! ^_^) avevo già iniziato due fic su Fairy Tail ed ora non ho nessuna voglia di proseguirle, anzi, continuano a venirmi idee per fanfic su Hetalia! °___°

Chissà che mi prende? Ad ogni modo, inutile resistere: mi getto a capofitto anche in questa serie, e aspettatevi quindi anche altre mie storie oltre a questa! Però prima vediamo di continuarla, eh?

Di certo volete sapere chi sono i componenti delle due squadra, e quindi, vi accontento!

Buona lettura, commentate!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

 

 

La giornata scelta per la sfida si rivelò davvero l’ideale per un’amichevole sfida ai rigori: cielo soleggiato, decorato di nuvolette bianche, un campo di gioco immerso nel verde in cui godersi la bella giornata, avversari pronti e di alto livello ad attenderli!

Il gruppetto tedesco, in rotta verso il luogo dell’incontro, aveva Germania in testa.

Aveva indossato la sua classica divisa da calcio, bianca con decorazioni nere, rosse e gialle, e portava un pallone di cuoio, appoggiato tra la vita e la mano.

Era nervoso, cosa insolita per lui: per lui quella partitella non era per niente una “amichevole”. Aveva lanciato lui la sfida, non poteva permettersi di non trionfare!

Di tanto in tanto, lungo il tragitto, continuava a chiedersi come mai Italia si rivelasse tanto insidioso e dotato soltanto quando gli andasse. Se solo si fosse deciso ad usare questa sua forza nascosta in ogni cosa sarebbe stato doppiamente contento di quanto già era ad averlo come amico ed alleato.

Sorrise; Italia a sua modo era un grande, un piccolo grande… Che lui avrebbe affrontato col dovuto rispetto… E gli avrebbe fatto mangiare la terra sotto i suoi tacchetti! Maledetto divora-spaghetti-distruggi-sogni-di-coppa-del-mondo!

Strinse il pugno, con gli occhi che gli si infuocavano: “Ce la farò!”

Deglutì. Certo, non dipendeva solo da lui. La squadra, che proseguiva in gruppetto dietro di lui era certo dotata di qualità, ma in quanto a motivazione…

“Si può sapere perché sei così silenzioso?” –fece Prussia richiamando la sua attenzione con una schicchera sulla nuca- “E teso poi…” –aggiunse guardandolo in faccia.

“Stiamo andando ad affrontare Italia…” rispose.
“Uhm, dì un po’, di solito questo non significa che posso tranquillamente portarmi dietro il Monopoli?”

“Di solito, ma stavolta non è così! Quando gioca a calcio lui… cambia! In un modo spaventoso!”
Prussia si immaginò il piccolo Veneziano in divisa da calciatore che rideva malvagio, schiacciando il viso di suo fratello Germania sotto i tacchetti.

“…… Naaaa!”

“Mi raccomando anche voi! Impegnatevi al massimo!”

Austria si passò una mano tra i capelli: “D’accordo, non ti scaldare. Sono solo rigori.”

Non era per niente carico, constatò Germania. Fortunatamente per lui, il tipo biondo e robustello al suo fianco sembrava invece più nel morale giusto per giocare.

“Grazie per essere venuto, cugino Baviera.”

“Di niente!” –rispose il tipo con un sorriso gentile, alzando una delle braccia muscolose- “Lo sai che mi trovo a mio agio quando si tratta di calzoncini corti!”

Austria, suo vicino, borbottò qualcosa tra sé e sé (di non molto carino…) riguardo quel suo modo assurdo di ballare prendendosi a schiaffi le gambe scoperte, e sulle sue esibizioni di jodel a tarda sera mentre cercava di leggere in pace per addormentarsi.

 

(NDA: Baviera è ripreso da questo fumetto trovato su Deviantart: http://browse.deviantart.com/?qh=§ion=&q=aph+bavaria#/d36sstt )

 

“Inoltre, lo sai, per me ogni occasione è buona per un brindisi, quindi ho portato una botticella di birra per il dopo partita!”

“Si, è un po’ difficile non notarla…” –sorrise Germania, guardando il carrello con la botte metallica munita di rubinetto che si portava dietro- “Però gli italiani sono più tipi da vino che da birra.”
“Oh, fa niente! Mi aiuteranno Austria e Prussia a finirla, vero?”
“Puoi scommetterci!” fece il primo.

“Umpf!” fece il secondo, annuendo a suo modo!

“E voi due, ne bevete?”

“Lily non beve!” chiarì bruscamente il protettivo Svizzera.
Prussia sbuffò: “Eh, ma come sei scontroso…”
Il biondo col cappello, chiamato in causa, subito iniziò a sindacare e a strattonarsi la propria maglia, come gli prudesse: “Ci puoi scommettere che sono scontroso! Sto indossando la divisa di una squadra non mia!”

“Beh, anch’io…” fece notare Austria.

“Perché non posso indossare la mia stupenda maglia rossa?”

“Perché adesso sei nella squadra di Germania e quindi indossi la sua maglia, chiaro no?”

“Tsk! Questa sfida è una sciocchezza! Se Germania ha problemi di autostima dovrebbe risolverseli da sé anziché rompere le scatole a noialtri!”
“Buono fratellone.” pregò la piccola Liechtenstein, che seguiva gli altri in coda a passetti piccoli, con una borsa per l’acqua e il kit di pronto soccorso in caso di bisogno. Aveva insistito per venire anche lei a vedere giocare il suo fratellone (che lei stessa aveva aiutato a convincere) e a fare ovviamente tutto il tifo per lui!

“Io non ho problemi di autostima! Ho solo voglia di un po’ di sana competizione, ecco!”

“Tsk! Speriamo di finirla in fretta!”
“E poi si lamentano del mio carattere!” –sbottò Prussia- “Perché hai chiamato quel tappo scazzato con noi? Potevi anche lasciarlo agli italiani, se la intende anche con loro, no?” *
“IO NON ME LA INTENDO CON GLI ITALIANI! Io sono neutrale! Sono gli altri che vengono a rompermi le scatole! A cominciare da questo qui!”
“Si, anch’io ti voglio bene.” rispose Austria vedendosi il suo dito puntato.

“Non ho mai detto di volerti bene!”
“Oh, si che l’hai fatto… Ricordi, quella sera, io e te…”
“T-t-taci!” **

Lily ridendo corse a carezzargli una guancia per nascondere tutto il rosso di cui si era colorato!

“Ih ih ih! Dai fratellone, fai del tuo meglio per la squadra!”
“Umpf…”

“Bene ci siamo, ecco il campo. Vedo che i nostri avversari sono già lì a riscaldarsi.”

<< Ovviamente se si tratta di calcio Italia è puntualissimo… >> gli venne immancabilmente da pensare!

“Mi raccomando, impegno e gioco corretto.”

Prussia sfoggiò il suo crudele ghigno: “Oh, io mi impegno di certo! Ti confesso che in effetti anch’io voglio la rivincita su quei sempliciotti! Conta su di me!”

“Speriamo bene…”

 

“Veeeee! Ciao a tutti! Germania! Ben arrivato!”

Veneziano gli corse incontro; già indossava la divisa azzurra e i pantaloncini bianchi.

“C-ciao Italia.”
“Sono contentissimo di giocare oggi, c’è il sole e un sacco di compagnia!”
“E c’è anche tuo fratello…”

Germania non poteva certo aspettarsi che Veneziano non lo avvertisse, ma ogniqualvolta Romano era nei paraggi, il colosso biondo sapeva di doversi mettere in allerta!

Romano Vargas si avvicinò alla squadra avversaria palleggiando, senza nemmeno mettere il piede a terra tra un colpetto e l’altro, passandosi anche la palla da un piede all’altro. Arrivato davanti a Germania fece un palleggio più alto e stoppò la palla dietro il collo!
“Ah ah! Ma chi sono? Maradona?”

“Uhm…”

Il senso di tutto ciò era chiaro, ed ovviamente Germania lo ricambiò con un espressione piatta e per niente incline a dargli soddisfazione.

Romano riprese a palleggiargli sotto gli occhi guardandolo con aria di sfida: “Tu o sai fà chest’?”

“Eh?” lo guardò confuso Germania.

“Ti chiede se lo sai fare.” –tradusse l’altra Italia- “Sono certo di si: Germania è fortissimo!”
“E jà! Fammi vedere!” lo sfidò apertamente l’Italia del sud.

“Umpf! Il calcio non è fatto di giochetti, è concretezza! C’è bisogno di disciplina, bisogna condurre l’azione con ordine e spirito di sacrificio, senza individualismi o leziosità, senza la pretesa di mostrare la propria abilità con inutili numeri… Piantala, per favore…”

Il “piantala” si riferiva al fatto che Romano, anziché starlo a sentire si era messo a tempestarlo di tunnel!
“Ah! T’aggia fatt’ passare la palla sotto il naso, o’ scem’!”

“……” come era difficile per Germania vivere in pace con Romano attorno!

“Eh eh eh! Come ti vuole bene!” –lo sbeffeggiò Prussia- “A quanto pare Italia ha un fratello ancora più scemo ed irritante!”

“Già, un po’ come me…”
“Eh eh, si… EHI! UN ATTIMO!”

“Venite, prego, prima che iniziate vi faccio conoscere la mia squadra: sono i miei coinquilini!”

“Con piacere.” rispose pronto Ludwig, mettendosi rispettosamente sull’attente mentre il primo si avvicinava loro con Italia al fianco (l’Italia che lo adorava, quella che lo detestava fortunatamente era andata a provare un po’ di tiri altrove).

“Germania, ti presento Vaticano!”

Il tipo, che sembrava un po’ più vecchio rispetto a Germania, non indossava un completo da calcio, bensì un lungo abito, anche se azzurro come il colore del suo team, e un collare bianco, un cappellino bianco, e portava degli occhiali rotondi sul naso. Aveva un aria affabile e saggia.

“Piacere, Germania.”
“Piacere mio di incontrarvi… eretici…”
Il tono dell’ultima parola fece inquietare e deglutire Germania, che ritirò la mano mentre da dietro quegli occhiali così raccomandabili gli veniva contro un’occhiataccia. Anche Prussia si ritrovò vittima di quella occhiataccia.
“Eh eh eh, devi scusarlo…” –intervenne subito Italia- “Sai, lui è un po’… fisso su certi argomenti, è nella sua natura.”

Il tempo di battere ciglio e Germania lo ritrovò che aveva acchiappato Austria, Svizzera e Baviera e li stava ora stringendo in un soffocante abbraccio: “Voi invece siete dei bravi ragazzi! Dei bravissimi ragazzi che seguono la retta via! Qui, fatevi abbracciare!” ***

“Urgh! È un piacere reincontrarla…” riuscì a dire Austria al suo vecchio protetto col poco d’aria che gli restava.

“Come vedi sa essere un tipo molto socievole!”
“Ehm, già…”
“Questo qui invece è San Marino!”

“Oh, piacere.”

Sembrava più normale: indossava una maglia metà azzurra e metà bianca, e somigliava molto a Veneziano, nell’espressione e negli atteggiamenti, salvo per i capelli un po’ più scuri e l’assenza di ciuffi a virgola.

“Piacere! Ti interesserebbe un’armatura d’epoca?”
“Eh?”
“O forse sei più il tipo da spade? Ne abbiamo di tutti i gusti, medioevali, seicentesche… Tieni, qui c’è un opuscolo sulle bellezze di casa mia! Vieni a fare un giro ogni tanto! Tornando agli affari, che ne dici di questa riproduzione del mio palazzo presidenziale in marmo?”
Pressato da tutte quelle offerte, Germania cercò aiuto: “Ehm, Italia…”

“Scusalo, vive di turismo ed ha sviluppato un compulsivo istinto a vendere, eh eh!”
“Senta, non mi serve nulla!”
“Che ne dice di questa?”
Ludwig alzò le mani quando gli puntò contro una pistola!
“Bella vero? Da noi ce ne sono un sacco! Puoi comprarle senza alcuna licenza!” ****
“N-n-n-non sono interessato…” disse Ludwig abbassando le mani e tirando un sospiro di sollievo.”

Prussia invece, al sentir parlare di armi, si precipitò: “Ehi, fa vedere! Forse sono interessato io!”

“Ne abbiamo un ampio catalogo sa! Ora glielo mo……”
“Eh?”
Prussia restò indispettito quando il tipo lo superò improvvisamente, senza dire una parola: e dire che aveva davvero intenzione di comprarsi qualcosina!

San Marino superò senza presentarsi anche Baviera ed Austria e si fermò solo davanti a Liechtenstein.

I due si guardarono con gli occhi che scintillavano.

“Si-signorina, la prego di accettare questo omaggio!”

E, rigido come un tocco di legno, le porse una sferetta con la neve che cadeva contenente la rocca di San Marino.

“Oh! Che bella!”
“P-permette? Repubblica di San Marino!”
“Liechteinstein, molto piacere! Ha un nome simpatico.”

“A-anche il suo è molto carino!”
Un’alabarda si abbassò tra i due, e poi il fulminato staterello si ritrovò il viso corrugato di Svizzera a un palmo dal suo.

“E io sono Svizzera, molto dispiacere di conoscerti! Ora, allontanati da lei se non vuoi finire martirizzato, caro il mio “santo”!”
“Aaaaahhhh!” scappò subito via a nascondersi dietro Veneziano che a sua volta si nascondeva dietro Germania.

Il giocondo Baviera mollò una gomitata al più tranquillo Austria (facendogli cadere gli occhiali e costringendolo a lanciare una sommessa imprecazione…), divertito dalla scenetta: certo che tra nazioncine c’è subito feeling!

Per ultimo, si avvicinò a Germania un tipo bassino e tarchiato, con una camicia stropicciata e un cappello in testa; aveva anche lui un ciuffo a virgola come gli altri italiani, anche se più corto.

“Infine, questo è il Principato di Seborga, o solo Seborga se vuoi!”

“Piacere di conoscerla!”

Germania gli strinse la mano: “Ehm, piacere… Sa che non l’ho mai sentita nominare se devo essere sincero!”
“Ehi!” –si infervorò costui- “Solo perché sono piccolo non vuol dire che tu possa guardarmi dall’alto in basso! Io sono il minuscolo ma pur sempre fiero e indipendente Principato di Seborga! E non te lo dimenticare! Umpf!”

Italia si avvicinò all’orecchio di Germania: “Scusalo, è deciso a voler essere una nazione. In realtà questa si limita ad una stanza di casa mia dove vive. Però è bravo ed è amico di penna di Sealand, sai?”

“Ah, beh, tra piccoletti…”
“EHI! A CHI DAI DEL PICCOLETTO! Io sono un principato!”
“M-mi scusi, signor principato!”

 

(NDA: Il principato di Seborga “esiste” sul serio! Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Principato_di_Seborga#Principato_di_Seborga )


“Dai, principato, ora calmati e vai ad indossare la tua maglietta, da bravo.”

“Umpf, solo perché me lo chiedi tu!”

Germania si asciugò la fronte bagnata: l’incontro non era nemmeno iniziato e già solo il team italiano era bastato a provarlo!

 

 

“Bene! Abbiamo tutti addosso le magliette! Giochiamo!”
“Un momento, Italia!”
“Cosa c’è, Germania?”

“Dov’è l’arbitro? Non dirmi che non te ne sei procurato uno!”
“Eh? Ma io non pensavo ci volesse…”
“COME SAREBBE A DIRE NON PENSAVI CHE CI VOLESSE?!?!”
“VEEEEEE! NON FARMI DEL MALE!”

Romano subito accorse pronto a lanciare il pallone in faccia all’infuriato Germania in caso di bisogno, che nel frattempo veniva raggiunto alle spalle dal razionale Austria: “Calmati! Italia semplicemente pensava che per una partitella tra di noi non fosse necessario.”
“Ma certo che lo è! L’arbitro gestisce l’ordine in campo, fa rispettare le regole! Senza regole cosa saremmo mai?”

“Degli scismatici, ecco cosa!” gli ringhiò dietro Vaticano.

“Ad ogni modo, vediamo di trovarne uno!”
“Et voilà!”
“?!?!?”

“Francia?”
Il biondo, vestito come sempre dei colori della sua bandiera fece un occhiolino: “Posso essere io il vostro arbitro, mes amis! Vivo vicino Italia, e dalla finestra vi ho visti prepararvi a giocare, così sono venuto a dare un’occhiata. Ma se da come ho capito avete bisogno di un arbitro, mi sacrificherò per voi!”

“Perfetto allora!” esultò Baviera.

Germania ci andò più cauto: “Uhm, Francia, non so se mi convinci molto come arbitro.”

“Eh? Che vorresti dire?”

“Beh, sai, si parla di calcio, e tu e Italia su questo punto avete… Beh, avete avuto delle discussioni recentemente… E se non lo so io…”

“……”
Era proprio a casa di Ludwig che era successo il fattaccio.

 

I mondiali erano appena finiti, e le due Italia, coi gli occhioni pucciosi, saltellavano di qua e di là per il campo, tenendo la coppa a turno.

“Veeeeee!”
“Pooò-pò-pò-pò-pò-poooò-poooò!” *****

E nel frattempo Francia giaceva depresso a quattro zampe vicino la porta: “Sigh! Sigh! Sigh!”
Germania gli si era avvicinato solidale: “Dai, nella vita si vince e si perde. Te la sei cavata comunque alla grande!”

La commiserazione fece scattare Francia come una molla!

“GRRRRR! AVETE VINTO SOLO PERCHé ZIDANE HA PERSO LE STAFFE! MI AVETE SENTITO VOI DUE? SOLO PER QUELLO!”
“Ehi, Francia! Calmati!”
Ma come Germania gli aveva sfiorato la spalla nel tentativo di calmarlo, Francia gli aveva mollato di riflesso una testata in petto, tramortendolo…

 

Francia arrossì, mentre Prussia rideva sotto i baffi e Svizzera lo guardava schifato.

“Quello che voglio dire…” –proseguì Germania dopo un colpetto di tosse- “… è che quella sconfitta contro Italia ti è bruciata parecchio. Potresti non essere imparziale.”

Francia infatti stava rannicchiato altrove emanando un’aura di pura malvagità!
“Uh uh uh! Vediamo… Li faccio soffrire lentamente…” –sghignazzò guardando il cartellino giallo- “Oppure tutto in una volta?” –si domandò guardando poi quello rosso!- “Uh uh uh! AH AH AH! AH AH AH AH AAAAH AAAH AAAAAHH AH AH!”

Prussia applaudì alla sua risata malvagia, bella quasi quanto la sua. Lily invece si nascose spaventata dietro San Marino, che a sua volta si nascondeva dietro Baviera che a sua volta cercava di convincere Svizzera a posare l’alabarda!

“FRANCIA!”
“Eh?!” si risvegliò.

“Senti, non abbiamo altre alternative quindi va bene, sarai l’arbitro! Tanto è solo una sfida ai rigori, non ci sarà occasione di ammonire o espellere nessuno!”
Francia incrociò le braccia deluso.

Germania alzò il pugno al cielo: “Bene! I preparativi sono finiti! Le due squadre si riuniscano per decidere la sequenza dei tiratori!”
“Veeeee! Si comincia!” esultò Veneziano.”
“Daremo loro una lezione!” aggiunse Romano.
“Al rogo! Ehm, cioè, che vinca il migliore…” si corresse Vaticano.

“Tsk! Non mi farò battere ancora da quelle schiappe!” si auto-motivò Prussia, iniziando a riscaldare i muscoli delle gambe.

“Davvero, anche a te piacciono i monti?” chiese San Marino, perdendosi nei meravigliosi occhi verdi di Lily.

“Ih ih! Si, io e il mio fratellone Svizzera ne abbiamo tanti e anche molto belli!”
“E io qui ho tante e anche belle alabardate pronte per te, brutto figlio di…”

Austria e Baviera riuscirono a placcarlo (e a tappargli la bocca…) appena in tempo…

 

 

NOTE

*: Si riferisce ovviamente al fatto che la Svizzera abbia una parta francese, una tedesca ed una italiana.

**: Mi sono informato e sembra che tra austriaci e svizzeri esista una sorta di rapporto di amore-odio; hanno molte barzellette per sfottersi gli uni gli altri, ma sembra che siano anche i vicini preferiti gli uni degli altri!
***: Naturalmente Vaticano ha un debole per le nazioni cattoliche!

****: Questo è vero: a San Marino le armi le danno via come noccioline.
*****: Ovviamente il ritornello della nostra vittoria nel 2006! XD

 

 

Svizzera! Non mi cadere nella volgarità davanti la tua sorellina! XD

Poverino, chiamato controvoglia e costretto pure a vigilare sulla propria insidiata sorellina! Mi piace molto il rapporto di quei due X3

Ho scoperto solo dopo aver scritto che il personaggio di Seborga esiste già, ma per fortuna non è molto delineato, così l’ho reso un po’ come mi pareva. Vaticano e San Marino sono anch’essi OC frequenti su internet.

Che ve ne pare delle squadre? A chi dei due sarà andata peggio? XD

Forse ad entrambi, con Francia come arbitro…

Spero abbiate gradito il dialetto napoletano (il mio ^_^) che ho fatto usare a Romano, in fondo lui è il nostro bellissimo sud! X3

Al prossimo capitolo, con l’inizio della sfida!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

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Capitolo 3
*** Errori e... trasformazioni! ***


hetalia rigori

Ehilà, lettori! Non posso fare a meno di notare già un buon seguito per le mie prime fanfiction su Hetalia; dopotutto sembra essere un fandom abbastanza popolare da noi. Spero proprio di riuscire a bissare il “successo” che ho avuto con Naruto e Fairy Tail!

A proposito di Fairy Tail, l’improvvisa passione per Hetalia mi ha fatto dimenticare due fic che avevo pure iniziato… La legge della giungla vale anche per le ispirazioni: la più forte al momento vince! U__U
Ed ora sotto con la sfida, che finalmente comincia!

Chi saranno gli eroi? Chi esulterà, e chi invece andrà via dal dischetto a testa bassa? Non aspettatevi un monotono alternarsi di tiri, perché con le nostre nazioni il divertimento è assicurato! Buona lettura!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

 

 

Francia, messosi una divisa gialla e nera regolamentare, soffiò nel fischietto richiamando a sé le due squadre, che si allinearono al limite della porta scelta. Il sole non avrebbe infastidito gli occhi né del portiere né dei tiratori.

“Ora la squadra di casa eseguirà il proprio inno nazionale!”

Sanctus, sanctus, sanctus Dominus Deus!
Pleni sunt caeli et terra gloria tua!”

Romano e Veneziano rivolsero una veloce occhiata a Vaticano.

“Scusate… Mi piace cantare, lo sapete…”

“In effetti è bravo.” applaudì Lily.

Subito dopo Romano attaccò con il “Poporopo-po-pò” (non incluso nell’inno ufficiale, ma resistergli è difficile…), facendo poi coro col fratellino.

 

“Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta!

Dell’elmo di Scipio si è cinta la testa!
Dov’è la vittoria? Le porga la chioma!
Che schiava di Roma Iddio la creò!”

 

“Ora la squadra ospite può eseguire il proprio inno.” autorizzò Francia, che si era fatto prendere dal ruolo del direttore di gara, e sembrava più un vero e proprio regista!

Austria e Svizzera si allontanarono un pochino, mentre Baviera, Prussia e Germania si cinsero per le spalle.

 

“Einigkeit und Recht und Freiheit
für das deutsche Vaterland!
Danach lasst uns alle streben,
brüderlich mit Herz und Hand!”

 

“Sembrano un’opera lirica…” commentò San Marino.

“La musica l’ho composta io.” gli disse a un orecchio Austria, prendendosi i giusti meriti.

“Brrr, è un inno inquietante!” si rimpicciolì Veneziano.

“Ma se non sai manco che stanno a dire!” gli mollò uno schiaffo dietro al collo il fratello.

Francia fischiò nuovamente.

“Allora, ecco le regole della sfida. Cinque calci di rigore per squadra. I giocatori si avvieranno al dischetto secondo l’ordine stabilito che mi è stato consegnato dai capitani. Questi ultimi, ovvero Italia (quello pappamoscia, non il rompiscatole) e Germania, saranno anche i portieri delle rispettive squadre ad ogni tiro.”

“Verstanden!”* gridò il caricatissimo Germania!

Veneziano dal canto suo si mise sull’attenti: “Sissignore!”

“Ora, si tiri una monetina per decidere quale squadra tira per prima. Svizzera, prestami una monetina, tu sei un banchiere no?”
“Va bene, ma che non diventi una scusa per spillarmi quattrini!”
Austria sospirò: “Sai, dovresti fare qualcosa per quel tuo brutto carattere.”

“IO NON HO UN BRUTTO CARATTERE! Siete voi che mi infastidite sempre!”
Lily intervenne subito: “Calmati fratellone: cioccolata?”

“Cioccolata!”

Svizzera si allontanò di qualche passo e si sbafò una mezza barretta di fondente tutto da solo.

“Mhmm… cioccolata…”
Austria si riaggiusto gli occhiali: “Certo che… la cioccolata gli piace proprio…”

“Veee! Ho vinto io! Tiriamo per primi.”
“Bene, allora mi preparo. Prussia, i guanti da portiere per favore!”

Francia si avvicinò a un suo orecchio: “Detto fra noi, tifo per te Germania! Se vuoi quando tirerete vi lascio piazzare la palla qualche centimetro più avanti del dischetto, non se ne accorgerà nessuno!”

Germania alzò gli occhi al cielo: come volevasi dimostrare!
“Francia, io batterò Italia correttamente! Tu cerca di tenere << la testa a posto >>!”
“… Tsk, che battutaccia!” borbottò allontanandosi con la coda tra le gambe!

“Umpf!”

Germania strinse bene i guanti e, respirando profondamente per calmare i nervi tesi, si posizionò sulla linea di porta.

“Il primo tiratore per la squadra di Italia sarà Vaticano.” –annunciò pomposamente Francia- “Quando sei pronto me lo dici, va bene?”
Vaticano sorrise: “Solo un momento, per cortesia.”

“Eh?”
Già il fatto che anziché la normale divisa, maglietta e pantaloncini, indossasse un abito talare, seppur azzurro, era bastato a far storcere il naso a Germania, adesso, il fatto che si fosse messo fermo con le mani giunte a bisbigliare lo lasciava ancora più di stucco!

“Ma… Cosa stai facendo?”
“Non sono molto bravo a giocare a calcio come Italia, quindi prego il Signore. Se avrò fede ci penserà lui a mandare immancabilmente il pallone nella porta.”
“Ma… Ma questo è uno sport! Centra l’abilità, non la fede!”
Vaticano disgiunse le mani: “Sono pronto.”
Francia fischiò, e Germania si piegò leggermente sulle gambe.

<< Che sciocchezza! Non può essere mica il Signore a mandare la palla in rete, avrà altro a cui pensare! Però… In fondo Vaticano è esperto di queste cose… E se… >>

Vaticano intanto, presa un po’ di rincorsa, iniziò a correre verso il dischetto… alzandosi i lembi dell’abito come una gonna!

<< … No… Uno che tira così non segnerà mai e poi mai! A meno di un miracolo… >>

Vaticano calciò la palla, ma non essendo molto forte, né molto pratico, la colpì piano e male e questa iniziò a rotolare centralmente verso Germania.
<< Mia! >>

Il tedesco uscì con le mani basse, pronto a raccogliere il tiro come fosse un passaggio. Ma la palla, toccate le sue dita, ebbe uno strano rimbalzo, saltò sulle sue braccia, saltò ancora, e rotolò piano fino a pochi centimetri oltre la linea bianca.

“……”
Francia fischiò: “Uno a zero per gli italiani!”

“Gloria in Excelsis Deo!” esultò il primo marcatore della sfida!

“Evvai!” urlò Romano!

“Veee! Bravo, Vaticano!”

Germania era rimasto immobile come un sasso e bianco come il marmo!

“N-n-n-non è possibile… Ma allora… è veramente il favorito del Signore?!?!?!”

“Quello scemo si è lasciato suggestionare…” scosse il capo Prussia.

“Decisamente.” annuì Svizzera.

Certo era, suggestione o sbagli nell’uscita a parte, che la palla ci era finita in rete…

 

“Il primo tiratore per la squadra di Germania sarà Austria, prego!” e con un piccolo cortese inchino, indicò il dischetto a Roderich.

“Romano, mi passi i guanti?”

“!!!”

Germania si sentì scuotere da una scossa e corse veloce da Austria: “Fai attenzione a non sottovalutarlo. Italia a calcio… cambia!”

“Ufff, si, ti credo Germania, ora rilassati e lasciami tirare.”
“Va bene… Glück!**

Ora che rischiavano di passare in svantaggio era diventato ancora più nervoso, constatò Austria. Ad ogni modo, lui avrebbe affrontato le cose razionalmente, come era suo modo di fare, lasciando che Germania si arrovellasse in quelle insolite paranoie.

“Austria, io sono pronto, tira pure quando vuoi!” lo salutò con una manina Italia dalla porta.

<< Cambia, eh? Capisco che possa essere bravo a calcio, ma i rigori sono una lotteria, e si tratta sempre di Italia in fin dei conti. Insomma, per recuperare da me le sue regioni vitali ha sempre dovuto farsi aiutare… >>

 

PRIMA GUERRA DI INDIPENDENZA

“Austria! Ti sfido! Ridammi le mie regioni vitali!”

“……”
Sbonk! (Austria lo colpisce sulla zucca con un martellino)

“Veeee! Ma che fai?”

Sbonk! (Austria lo colpisce di nuovo)

“Veeee! Mi arrendo! Scusa, scusa, scusa!”

 

SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA

Sbonk! Sbonk! Sbonk! (Austria sta martoriando Italia di martellate sulla zucca…)

“Veeee! Francia! Francia! Ti prego aiutami!”
“Va bene, ti aiuterò!” –giunse lui, avvolto da mille rose per fare più scena- “Ma in cambio mi dovrai dare Nizza e Savoia!”
“Ma… Ma a Savoia ci abita il mio capo!”
“Oh, beh, allora fai da te!”
Sbonk! (un’altra martellata…)

“Veeee! Va bene, aiutami!”

“Et voilà!”

SBONK! (Francia stende Austria con una bastonata sulla testa)

 

TERZA GUERRA DI INDIPENDENZA

Sbonk! Sbonk! Sbonk! (Austria sta martoriando Italia di martellate sulla zucca… Di nuovo…)

“Veee! Prussia! Prussia! Ti prego, mi dai una mano?”
“Ah ah ah! Certo che te la do! Ogni scusa è buona per pestare quello scemo di un pianista!”
SBONK! (Prussia stende Austria con una bastonata sulla testa)

 

PRIMA GUERRA MONDIALE

Sbonk! (Austria fa un ennesimo bernoccolo sulla testa di Italia…)

“Veee!”

“……”

“……”

A quel punto, Italia, imbufalito, strappa di mano il martello ad Austria…
SBONK! SBONK! SBONK! SBADABONK!

“Umpf! Ve!”

 

<< … Va bene, non sempre… Comunque, non sottovalutiamolo. Ragioniamo: nel rigore la distanza scarsa e la velocità della palla rendono quasi impossibile per il portiere seguirla, quindi cerca piuttosto di intuire il lato verso cui il calciatore tira. Però, anche se indovina dove lo tiro, se butto la palla molto verso l’angolino, sarà difficilissimo che la prenda. >>

Francia fischiò.

Italia restò immobile, Austria si avventò sul pallone.

Un veloce tiro di piatto verso l’angolino basso a sinistra del portiere.
<< Questa è dentro! >>

Finì di pensarlo, e vide la palla sparire!
?!?!?

Poco più in là del palo, eccola la palla, saldamente tra le braccia di Italia!

Non solo aveva intuito l’angolo, l’aveva addirittura acchiappata senza respingerla!

Austria aveva ora la stessa bocca spalancata di Germania al tiro precedente!

Veneziano si rialzò, si girò verso Austria… e alzò la palla al cielo con un sorrisetto sbruffone: “Veeee! Parata!”
“ARGH! MA ALLORA È VERO CHE CAMBIA!” urlò Austria, con gli occhiali che volavano via per la sorpresa.

“Te l’avevo detto io!” urlò Germania!

“Che cretini…” sbuffò Prussia.

“Wow, Italia è bravissimo.” sospirò di sorpresa Lily.

“Accidenti.” –si abbatté Baviera- “Ora possono incrementare il vantaggio!”

 

“Il secondo tiratore degli italiani sarà Seborga.”
“Principato di Seborga!”
“Mi correggo: Principato di Seborga!”

“Sigh, non me la sento di pararlo… Gilbert, vuoi provare tu?”
“Tsk, lo sai bene che tra noi due quello più bravo in porta sei tu! Non ti abbattere, la partita non è chiusa e c’è bisogno di te!”
“Prussia… Mi stai… incoraggiando?”

Gilbert gli pestò il piede e poi lo spinse verso la porta con un fraterno calcione nel sedere: “Lo faccio solo perché non voglio perdere! Quindi para quella palla o ti farò mangiare dalla mia aquila!”

“Cip cip!” fece la sua “aquila” sbucando fuori dal colletto della maglietta!

<< Prussia ha ragione! I miei compagni di squadra contano sul loro portiere! Non ho ancora dimostrato quanto valgo in questa sfida, ed è il momento che… >>
<< Fiiiii! >>

<< Oh, no! Sto di nuovo blaterando nella mia testa mentre l’avversario sta andando a tirare! Concentrati! Concentrati! Conce… >>

Sentì il pallone rimbalzare sull’erba e finire sotto gli alberi dietro la porta.

“Alta! Fuori! Il punteggio è ancora uno a uno!”

<< Fiuuu! Mi è andata bene! >>

“Mi spiace ragazzi... Stavo pensando che se avessi tirato basso mi avrebbero preso in giro perché sono piccolino…”

Veneziano gli diede una pacca sulla schiena: “Non ti preoccupare, hai fatto del tuo meglio! Che fine ha fatto l’orgoglioso Principato?”
“Umpf! Ma certo! Io sono un Principato! Piccolo ma fiero!”
“Ma va a quel paese, piccolo cretino, ci sei costato il doppio vantaggio!”
“Romano!” lo zittì Veneziano, ma era troppo tardi: Seborga era già in un angolino con Vaticano e San Marino a cercare di risollevarlo.

Ludwig tornò dai suoi: “Ah ah ah! Animo uomini, la fortuna è dalla nostra!”

“Oh, certo, se il loro prossimo rigorista scivola e inciampa avremo ancora qualche minuscolo possibilità di vittoria…” –commentò sarcastico Gilbert- “Però a pensarci bene potrebbe accadere, visti gli elementi…”

 

“Prussia, è il tuo turno ora.” lo chiamò Baviera.

“Ehi! Chi è l’arbitro qui? Sono io ad annunciare i rigoristi!”

“Bah, risparmiatelo!” fece brusca Prussia, rialzandosi battendosi le mani sulle gambe, come a svegliarle.

“Forza Prussia, metticela tutta!”
“Ovvio! Te l’ho detto che non voglio farmi battere! Ma deciditi a fare sul serio anche tu!”
Ludwig arrossì.

Prussia rise: “Lascia fare a me!”

“Dacci dentro cugino!”

Il resto della squadra lo accompagnava al dischetto con grida accese dalla loro panchina (ogni squadra ne aveva una, non si poteva mica restare alzati tutto il tempo).

“Forza signor Prussia! Dai, fratellone, tifa anche tu!”
“Umpf, va bene… Vai…”

Entusiasmo zero! Per fortuna c’era la sorellina!

“Forza compagni di squadra del mio fratellone! Forza!”

“Aahh… come vorrei facesse il tifo per me…” sospirò intanto San Marino, seduto anche lui sulla panchina della propria squadra, a guardare fisso Liechtenstein, più interessato a lei che alla partita.

“Tsk! Levatela dalla testa!” gli disse una voce.

“Romano?”
Si sedette vicino a lui: “Se provi ad avvicinarti troppo suo fratello ti fa secco! E io di fratelli rompiscatole ne so qualcosa…”

 

La prima volta che aveva visto Belgio era stato un colpo di fulmine per lui!

Era successo in Italia, vicino casa di Romano; era in vacanza, e stava facendo shopping accompagnata dal fratello maggiore.

Era uscito per fare una semplice passeggiata e prima che se ne accorgesse, si era ritrovato trasformato in una specie di zombi innamorato, che a bocca semiaperta, braccia penzolanti e occhi spalancati, si avvicinò ciondolando fino a lei.
“Eh?” sussultò lei vedendosi fissare con tanta intensità.

“Be… Be… Be… Beeeella…”

Il suo riccio a virgola si era modellato a forma di cuore!

Belgio, notando quel cuoricino (e il bel complimento) era subito arrossita!

Poi, tutto ciò che ricordava, era il tocco di quella mano sulla spalla e il volto scuro di Olanda piombare su di sé…

“Smamma, piccola scimmia in calore.”

Fece il saluto militare, e si ritirò… a gambe levate!

 

(NDA: Per la scena mi sono ispirato a questa bellissima fanart! http://browse.deviantart.com/?qh=§ion=&global=1&q=belgium+romano#/d2unq4i )

 

Romano sospirò: “Sigh, dannati fratelli!”
San Marino lo imitò: “Sigh! Vero!”

“Ehi, voi due, ma non vi interessa più la partita?” chiese Francia, imbufalito!

“Tieni Romano!”
“Grazie!”
Prussia inarcò un sopraccigli: “Oh? Non si era detto che il portiere era Italia-scemo? Perché ora Italia-bastardo ha i guanti?”

“Hanno dei nomi sai?” commentò Germania ai suoi nomignoli!

“Abbiamo deciso di alternarci!” –spiegò Veneziano- “Romano dice che quando sbagliate i rigori fate delle facce buffissime e vuole godersele in prima fila!”

Prussia digrignò i denti: “Ah, si? Te la do io la faccia buffa!”
“Tanto sbagli!” gli fece di rimando una linguaccia l’Italia del sud!

“Oh, quindi avremo una sfida tra fratelli! C’est Fantastique! Ai vostri posti!”

Prussia e Romano si guardarono… e poi cominciarono a farsi l’un l’altro smorfie minacciose!
“Grrr!”
“Grrrrrr!
“GRRRRRR! Preparati a piangere Italia-bastardo!”
“GRRRRRRRRRR! Fa vedere che sai fare, Germania-bastardo!”

“Buoniiiiii…” provarono in coro la Germania e l’Italia “tranquille”, ma senza successo…

“Questi si menano…” rabbrividì San Marino!

Del resto era un avvenimento eccezionale: una sfida tra i fratelli “svegli” dei due capitani, imperdibile!

“Pronti? Ai vostri posti? Via!”
<< Fiiiii! >>

“Veee! Non oso guardare!”

Si coprì gli occhi con le mani.

E alle sue orecchie giunse il chiaro rumore di una rete scossa…

“Goal! Uno a uno!”

“Ah ah ah! Ben ti sta! Abbassa la cresta, galletto!”

“Cip cip!” esultò la sua aquila sbucando di nuovo fuori.

“Urgh… Accidenti… Io ci so fare coi giochetti, ma a porta non sono esattamente bravissimo…”

“Molto bravo Prussia.” Si complimentò Austria quando il vittorioso tiratore tornò alla loro panchina.

“Come dici? Vuoi cedermi le tue regioni vitali?”

“Bah, piantala! Questa storia è vecchia quanto il ducato di Slesia!”

“Eh eh eh! Scherzo, scherzo!”

 

“San Marino!” –gridò Italia del nord- “San Marino, tocca a te! Dacci dentro!”

“D-davvero? Tocca a me? Evvai! La mia occasione! La mia occasione di fare colpo su Liechtenstein!”
“Si, si, occasione, certo, però voi continuate a presentarvi da voi! E io, arbitro, che ci sto a fare? Che scortesi, non solo li aiuto, vorrebbero lasciarmi a soffiare in uno stupido fischietto e basta! Bah!”

“Liechtenstein!”
Lily sollevò gli occhi.
“Guardami!”
“Certo! Buona fortuna!”
<< Buona fortuna? Tifa per me anche se sono avversario! Allora mi amerà anche lei? >>

Svizzera seguì con gli occhi e la canna del proprio fucile San Marino che saltellava beato circondato da uccellini e luccichini: un bersaglio facile.

“Svizzera, sarebbe scorretto far fuori uno dei nostri avversari…” –lo fermò Prussia- “Fallo DOPO che ha tirato il suo rigore!”
“Tsk! Va bene, farò uno sforzo!”

“La-la-la! Mi ama di già! Arbitro, sono pronto!”

<< Fiiiii! >>

Ludwig era già in posizione, denti stretti, respiro rapido, adrenalina a mille!

Sprecate: San Marino aveva tirato una cannonata (era patito delle armi guardacaso…) dritta contro il suo stomaco e la palla rimbalzò contro i suoi addominali d’acciaio. In ogni caso, non è che avesse dimostrato grandi riflessi neanche stavolta…

“Noooooooo! Sigh! Ora non mi amerà più!”

“AH AH AH AH! POVERO SCEMO! Mai visto un tiro così peno… pe…”

Che ci faceva Lily vicino quella feccia di staterello?

Risposta: gli carezzava la testolina!

“Su su, è solo un gioco. Se non ci si diverte che gioco è?”
San Marino rialzò da terra gli occhioni sbrilluccicosi: “Aaahh, come sei gentile!”

“GRRRRR! IO LO…”

Per fortuna che Germania sapeva già come affrontare la cosa: “Cioccolata?”

“CIOCCOLATA!”

“…… Quel tipo… è cioccolata-dipendente…” disse Baviera, quasi senza fiato!
Prussia andò subito a lamentarsi col fratello: “Uffa! Perché l’hai fermato? Volevo vedere come scorticava vivo quel piccolo Don Giovanni!”

Germania strinse i denti e sopportò la frustrazione: e ne mancavano ancora di rigori!

 

Francia, finita la pausa-pettinatina, annunciò, senza lasciarsi anticipare: “Il prossimo tiro per i tedeschi sarà di Svizzera! Mi raccomando, non incrociate il suo sguardo mentre va a tirare: potrebbe mordervi! Eh eh eh!”
“Ti ho sentito, deficiente!”
“Ehi! Io ho i cartellini!”
“E io ho una mitraglietta nella tasca!”
“Svizzera, calmati!” –lo bacchettò il suo capitano- “Pensa piuttosto al tuo rigore!”
“Umpf, che seccatura!”
Lily allora si alzò dalla panchina della squadra con la sorpresa che aveva portato in borsa: un bandierona di Svizzera, che iniziò subito a sventolare con forza: “Vai fratellone! Sei tutti noi! Segnerai di certo! Sei fortissimo!”

“……”

Svizzera si riaggiustò i pantaloncini: “Umpf! Mai mandare un austriaco a fare un lavoro da svizzero! Preparatevi, stiamo per passare in vantaggio!”

“Forza fratellone! Vai!” continuava a gridare, con Austria al fianco che si puliva gli occhiali.

“Sarà dura, ora Veneziano è di nuovo portiere.”

Svizzera guardò torvo Veneziano, che sorrideva scemo come sempre.

Cercava forse di ingannarlo? Ma lui non ci cascava! Non era scemo come Austria! Lui era Svizzera!

Senza contare che lui aveva lì una tifosa affezionatissima tutta per lui! Davanti a lei non avrebbe mai e poi mai fallito!

“Forza fratellone!”
“Si, forza fratellone!” gridò San Marino sventolando la bandiera sbagliata, quella della croce rossa!***
“TI PROIBISCO DI TIFARE PER ME!”

Mandato San Marino a tremare dietro la propria panchina, Svizzera prese fiato e poi la rincorsa.
“Prendi questo!”

“Veeee!”

Veneziano non si mosse: capì subito che non c’erano problemi, e infatti la palla rispose al povero Vash col rumore metallico del palo!

“……”
Austria comparve subito alle sue spalle: “Mhmm, complimenti, che sia questa la tanto decanta precisione svizzera? Hai colpito esattamente l’incrocio tra il palo e la traversa con precisione millimetrica. Tanto di cappello!”

Lily abbassò pian pianino la bandierona.

“GRRRR! Non è colpa mia! L’avevo detto io che questa maglietta non andava bene per me! Non ero al meglio! Il pallone aveva qualcosa di strano! E poi questo campo fa schifo! Mi avete distratto! San Marino mi ha tifato per lanciarmi una qualche maledizione! E poi l’avevo detto che non ci volevo venire, non prendetevela con me!”
“Calmati fratellone, non importa: sei sempre il mio eroe! Cioccolata?”
“CIOCCOLATA!”

Baciò la sorellina e corse via lontano per non spartirla!
“Mhmm! Cioccolata! Gnam gnam gnom!”

Il resto del suo team lo guardava strizzando gli occhi…

“Sorprendente vedere come il suo umore sia tanto dipendente dalla cioccolata…”

“Io direi assurdo…”
Ludwig sospirò: addio chance di vantaggio. Ora toccava di nuovo a lui tenere a galla la squadra.

 

<< Devo battere Italia… almeno una volta… Però finora non ho fatto molto, e nemmeno mi sto divertendo molto... >>

 

Per forza, si disse, l’aveva presa tanto sul serio che non si riconosceva più. Doveva darsi una scrollata, tra poco sarebbe toccato a lui…

 

 

NOTE

*: “Ricevuto!”

**: Significa “Buona fortuna!” in tedesco ^_^

***: La bandiera della Svizzera e quella della Croce Rossa sono uguali, solo coi colori invertiti. Rossa con croce bianca la prima, bianca con croce rossa la seconda.

 

 

Come Germania si aspettava, è una battaglia ardua, senza contare che gli avversari hanno lasciato i migliori tiratori, Lovino e Romano, per ultimi!

Per ora sbagli su sbagli, e un bilanciato 1 a 1, ma ora si darà fuoco alle polveri!

Questi rigori mi sono venuti davvero lunghetti, spero siate riusciti a goderveli tutti senza annoiarvi ^__^ Sapete, quando parto con le gag ne spuntano nuove man mano che scrivo e non posso non metterle! XD
Riuscirà Germania a risollevare le sorti della sfida a proprio favore? Ma soprattutto, riuscirà a rilassarsi un pochino?

Lo sapremo nel prossimo entusiasmante capitolo, con gli ultimi, decisivi rigori!
Alla prossima, e grazie dei commenti! ^__^

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

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Capitolo 4
*** Cinque ciascuno ***


Ehilà a tutti!

Chiacchierando con i miei lettori su facebook o su posta di EFP mi sono accorto che quasi nessuno sembra leggere i miei preamboli e gli epiloghi, parlando chiaro queste poche righe all’inizio e alla fine di ogni mio capitolo XD

Per verificare la cosa vi propongo un giochino: se volete scrivermi un commento per questo capitolo, aggiungeteci un PS con << Ho letto il preambolo >>, così verifichiamo se quando credo di rivolgermi direttamente ai miei lettori per la maggior parte dei casi parlo all’aria! XD (non sono arrabbiato, tranquilli)

Con questo capitolo, la sequenza dei rigori giungerà finalmente alla fine! Il pubblico è in attesa, l’arbitro scalpita, e i protagonisti pure! Andiamo a vedere come se la cavano!

Buona lettura a tutti!

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

 

 

Francia comandò una breve pausa; per accentuare la suspance aveva detto…

Restavano comunque al massimo quattro rigori per quattro tiratori; e visto che già più della metà di ciascuna squadra aveva fatto la sua parte, le due panchine erano state avvicinate per passare un po’ il tempo in compagnia tra un rigore e l’altro.

“Sapete cosa fa un austriaco per avere il latte caldo?” –chiese Svizzera- “Mette a fuoco una mucca!”

“Ah ah ah ah!”

Baviera rideva più di tutti, quasi a soffocare!
“Mhmm, carne arrosto!” si leccò le labbra Seborga!

Lily era l’unica che non rideva: “Povera mucca…”
Certo non rideva nemmeno Austria, ma aveva già la risposta pronta!

“Vi siete mai chiesti perché in Svizzera ci sono tante montagne? Non è che serviranno a “compensare”?”

Baviera si rotolò a terra dal ridere: “Fortissima!”

“Fratellone, non l’ho capita.”
“Ehm, meglio così…” la chiuse lì Vash, rosso come la sua bandiera!

Erano secoli che lui ed Austria si combattevano a battute del resto!*

“Dai, ti concedo un altro colpo!” fece sportivamente Austria, che sapeva che Svizzera ne aveva ancora tante in serbo contro di lui.

“Preparati perché ora ti stendo!”
“Forza, fratellone di Liechtenstein!”

“NON INCORAGGIARMI TU, SAN MARINO!”

“Ah ah ah!”
“Ih ih ih!”

Quando Baviera ritrovò per un attimo il proprio controllo, poté accorgersi che il suo cuginone aveva qualcosa che non andava.

Germania, insieme coi due fratelli Italia, era l’unico che preferiva restare in piedi. Però i due Vargas almeno non si tenevano in disparte quanto lui.

Veneziano giocava a tenere la palla in equilibrio sul naso: “Guarda fratellone! Sembro una foca! Guardami!”

“Umpf, guarda me piuttosto, io resisterò di più! Francia, cronometraci!”
“Ehi, la vogliamo piantare con i numeri da circo? Io ho una sfida da portare avanti! Umpf, questi non si meritano un direttore di gara professionale come il sottoscritto!”

<< Gli altri hanno ragione, mi sono lasciato troppo prendere… >> -pensò Ludwig, guardando le due panchine unite e i due Italia con un pizzico di invidia- << Qui l’unica motivazione forte è la mia e non mi sta facendo nemmeno giocare bene. >>

Vide Baviera avvicinarglisi: “Ehi, cuginone, perché quel muso lungo?”

“Ehm…”
“Insomma, è così terribile avere Italia come rivale in qualcosa?”

Si girò e vide Veneziano correre sull’erba dietro una farfalla e poi sbattere contro un alberello!
“… Beh…”

Per carità, lo trovava simpatico, come tutti, ma in quanto a stima non era esattamente la nazione che ne riscuotesse di più… Per una che invece che nei secoli e ancora oggi era ammirata per la sua potenza, forse era veramente un’onta essere ripetutamente sconfitto.
“Non è per quello, Baviera! Non è perché un tipo come Italia mi batte che ho voluto sfidarlo, è solo che almeno una volta voglio vincere io. È una questione di principio, credo…” finì lui arrossendo.

A quanto sembrava, Germania stesso non aveva le idee molto chiare riguardo Italia…
Sorrise: “Oh, beh, speriamo che la pensi così anche lui.”

Germania sbarrò gli occhi: << Già, Italia non si sarà mica risentito? E se avesse pensato anche lui che voglio batterlo solo perché non posso accettare che sia lui a sconfiggermi in qualcosa? Non è così… >>

I loro sguardi si incrociarono, ma proprio in quel momento Francia fischiò.

“Il prossimo rigorista sarà quell’attraente ma per nulla dolce casanova per cui ho tanto rotto le scatole a Spagna per averlo… Italia-Romano!”

“Umpf! State a vedere!”

“Forza fratellone!”
Arrivato al dischetto, Francia gli fece un occhiolino.
Si sentì le gambe farsi molli: “Urgh… Non lo rifare!”

<< Uhm, forse così lo innervosisco abbastanza da farlo sbagliare! >>

“Allora, dov’è quello scemo di un crucco?”

“Eccomi!” fece Germania, arrivando di corsa che finiva di infilarsi i guanti.

“Ah, preparati perché la palla non la vedrai neanche, crucco!”
“Romano, perché non mettiamo momentaneamente fine a questa nostra (unilaterale…) ostilità e lasciamo che lo spirito sportivo ci renda più uniti?”
“…… No!”
“Bah! Sei pieno di “cazzimma”**, come dite voi!”
“EH?! E da quando tu conosci quel vocabolo?! Veneziano! Glielo hai insegnato tu?”

“Vee… Stavamo parlando un giorno e…”
Romano abbandonò il dischetto e cominciò a tirargli le orecchie: “Stupido cretino di un fratello demente! Come ti salta in mente di insegnare i miei vocaboli migliori al crucco?!”
“Ahia! Chiedo scusa!”
Francia fischiò: “Ehi, dolcezza, c’è un rigore che ti attende! Torna al tuo posto!”
“Non chiamarmi dolcezza!”

Francia ridacchiò di nascosto vedendolo tornare a posto con le gambe molli come un budino.

Veneziano, una volta mollato, era corso a frugare nel borsone che divideva col fratello: “Vediamo, bandiera bianca, un’altra bandiera bianca… Eccolo! Il tricolore! Forza Romano!”

Non lo ascoltava: era occupato a continuare la sua guerra psicologica contro il portiere…

“Uh, guarda! Un uccellino!”

… con mezzi davvero subdoli!

“Pensa a tirare!” ruggì Ludwig, stufo dell’ostilità immotivata di Romano… E poi era lui quello che soffriva per i fratelli scemi!

<< Fiiii! >>

Germania stavolta si gettò verso destra nel momento esatto in cui l’avversario colpì la palla. A compensare la sua ritrovata reattività, il fatto che si fosse gettato dalla parte sbagliata: Romano l’aveva fregato!

“Rete! Gli italiani passano in vantaggio!”

“Ah! Spiazzato! Ben ti sta!”

A Germania non restò che battere il pugno a terra e rialzarsi.

Romano invece andò ad abbracciare il fratello e a dare anche lui qualche sventolata alla bandiera.

“L’ho sistemato fratellino: quel brutto crucco non ci darà più fastidio!”

Veneziano non era più al suo fianco già da un po’!

“???”
“Non ti preoccupare Germania, sei comunque fortissimo!”
“Grazie Italia…”
La cosa gli valse un’altra tirata d’orecchi: “La devi smettere di fare comunella con lui!”
“Ahia! Ma io gli voglio bene!”
“GRRRRR!”
“Cioccolata?” provò Lily.

“…… Perché no?”
<< ANCHE LUI?! >> sbalordirono Prussia e Austria!

Il potere della cioccolata è davvero strabiliante!

O forse perché Romano era un mangione?

 

Malgrado il vantaggio, se la squadra tedesca avesse segnato il rigore successivo, si sarebbe ristabilita la parità, e a quel punto si sarebbe deciso tutti con l’ultimo tiro a disposizione delle due formazioni.

“Sei tu il prossimo?” chiese Prussia al fratello.
“No, è Baviera.
Il quarto tiratore stava tirandosi un po’ i muscoli delle gambe per scaldarsi: “Svizzera, guardami la birra mentre sono via per favore.”
“Va bene.” rispose Vash stiracchiandosi.

Prussia si avvicinò: “Non è che si potrebbe avere un assaggino anzitempo? Fa un po’ caldo…”

Il rumore di un caricatore innestato gli giunse in risposta.
“Baviera mi ha chiesto di fare la guardia, e lo farò!”
Prussia alzò le mani in resa: “Tsk! Piccolo tappo scazzato!”

Baviera si sistemò il pallone; vide però Vaticano avvicinarsi.

“Caro Baviera, il mio capo ti manda i suoi più distinti saluti, e ovviamente gli auguri di fare del tuo meglio!”
“Oh, lo ringrazi da parte mia, signor Vaticano!”

Questi poi tracciò veloce una croce sulla fronte di Baviera con le dita: “Forza, brava nazione, e che il Signore ti guidi!”

“Ehi!”

A protestare era stato Romano che, per l’alternanza, si ritrovava ora in porta.

“Vaticano, anche io sto a sentire i tuoi consigli! Molto più di mio fratello!*** Perché non benedici anche me?”

“Oh, lo farei, mio caro, ma dovrei arrivare fin lì e l’arbitro sta per fischiare…”
<< Fiiii! >>

“Devo allontanarmi! La pace sia con voi!” e saltellò via tenendosi l’abito per non inciampare.

“Solo perché il tuo attuale capo è bavarese! Avanti, dì la verità!”

<< Devo farcela per il cuginone! >>

Chi di spiazzo ferisce, di spiazzo perisce!

Romano provò a gettarsi a destra, ma la palla invece andò a sinistra, insaccandosi a mezza altezza!
“SI!” -alzò i pugni Ludwig- “2 a 2!”

“Mannaggia sacripante!” si lasciò uscire Romano nel suo dialetto.

In quel momento, qualcuno venne a chinarsi sull’Italia che sud mentre stava a pancia a terra dopo il tuffo…

“In nomine patris, et filiis…”

“Non è un po’ tardi per la benedizione ora?”

“Et spiritus sancti!” finì comunque Vaticano, aiutando poi Romano a rialzarsi.

<< Quel tipo… è veramente il preferito del Cielo! >> rabbrividì Germania ancora una volta!

 

Francia era tutto un fremito!

“Uh, gli ultimi due rigori! Signore e signori, si decide tutto adesso! Finora solo quattro rigori su otto sono stati trasformati, probabilmente per il carattere raffazzonato di buona parte delle due squadre…”
“In pratica ci ha dato degli incapaci…” si abbatterono gli altri…

“Ma adesso si fa sul serio! Perché sono rimasti solo Italia e Germania, i due sfidanti, l’uno contro l’altro, faccia a faccia: a ciascuno un tiro e una chance di parare! Dimenticate ciò che è accaduto prima perché ora giunge il momento fatale! Italia mortificherà ancora una volta Germania, o ci sarà la tanto attesa rivincita?”

“Ma sei un arbitro o un narratore?” lo smontò Svizzera!

Mentre Francia andava avanti con lo sproloquio, Germania e Italia erano uno di fronte all’altro. Viste le diverse altezze sembravano Davide contro Golia, ma stavolta Golia si sentiva stranamente piccolo.

Ludwig aveva sperato che il fato gli presentasse un simile finale.

<< Alla fine siamo rimasti solo io e te. Ed è anche giusto che sia così… >>

<< Oh, che fame! Vorrei tanto aver portato un po’ di pasta oltre al pallone! >>

“Allora, miei cari, qualcosa da dire?” chiese Francia, stavolta simile ad arbitro di pugilato. In quanto a poliedricità Francis stava davvero stupendo quel giorno!

“In bocca al lupo Germania!” gli sorrise Italia, sempre gentilissimo, anche coi suoi nemici.

“Crepi…”

Germania si infilò i guanti e si avviò verso i pali. A metà tragitto finalmente gli venne anche a lui in mente qualcosa da dire.

“Italia!”

“Uh?”

Si voltò verso di lui: “Voglio che tu sappia che non ti ho sfidato perché non sopporto di essere stato battuto da te, e che non c’è niente di vergognoso ad essere battuti da te. Tu sei un ottimo avversario, ed è solo per questo motivo che ci tengo a batterti. Buona fortuna anche a te!”

Veneziano arrossì e per qualche momento restò imbambolato: “… Eh eh! Grazie! Mi piace sempre giocare contro di te.”
“Perché vinci, eh?”
“N-n-non intendevo!”
“Ah ah ah, scherzo!”
Baviera sorrise: il cuginone ce l’aveva fatta a rilassarsi alla fine!

Germania fece un cenno del capo, e Italia lo ricambiò.

Poi, ognuno al suo posto: l’uno dinanzi la linea da difendere, l’uno dietro il dischetto, pronto a partire.

<< Non mi lascerò innervosire di nuovo! A porta sarai pure imbattibile, ma anche dalle mie parti sono venuti fuori dei grandissimi portieri! Sta a vedere! >>

“L’ultimo rigore per gli italiani sarà tirato da Italia Veneziano! Pronto?”
“Ve!”
“Allora…”

<< Fiiiii! >>

Germania deglutì.

Veneziano corrugò la fronte e tirò con forza e tecnica insieme.

La palla si dirigeva verso l’angolino alto a destra.

Ludwig volò, e con la punta delle dita, spinse la palla via, oltre la traversa!

“Parata!”

“WUNDERBAR!”**** urlò la panchina del portiere scattando in piedi!

“CAVOLO!” urlò quella del tiratore cascando a sedere!

“Ce-ce l’ho fatta!”

E persino lui si lasciò andare, esultando con un paio di salti liberatori il suo ritrovato smalto.

“Veee…”

Veneziano non disse una parola e raccolse da terra i guanti.

L’entusiasmo di Germania si spense. Quando l’espressione di Veneziano cambiava in quel modo significava che era deciso ad impegnarsi realmente al massimo. Il che poi non capitava quasi mai, e ora capitava contro di lui; la cosa dava un po’ fastidio…
“Va bene: vediamo se ti blocco anch’io.” disse guardandolo ben dritto negli occhi!

Germania non rispose e si tolse i guanti.

 

Liechtenstein si girò verso Svizzera: “Fratellone, che succede se anche Germania sbaglia? Resterebbero pari.”

“Si tirerà ad oltranza?” chiese Austria all’arbitro.

“Si, se ci fossero altri giocatori. Ma visto che non è così, semplicemente la partita si concluderebbe in parità.”
“P-parità?”

Non aveva lanciato quella sfida per accontentarsi di una pace bianca, un nulla di fatto!

Guardò i suoi piedi: in loro aveva fiducia, ma questa vacillava al solo ricordo del tuffo di Italia sul rigore di Austria.

In effetti, se ci ripensava, avevano segnato solo con Romano in porta, anche se contro Veneziano erano stati anche sfortunati in una circostanza, con Svizzera. Segnare sarebbe stata una soddisfazione doppia.

<< Sei mio alleato, ti ho istruito su un sacco di cose, in alcune senza successo; col calcio non hai mai avuto bisogno di lezioni, anzi, me ne hai impartite tu a me… Ben tre volte… Tu sai cosa vuole dire cercare riscatto ed ottenerlo, quindi sono certo comprendi la mia battaglia… Almeno una volta… Almeno una volta! >>

Piazzo la palla, e non perse tempo!
“Sono pronto!”
“Ve!”


<< Fiiiii! >>

 

Inspirò. Un passo, un altro, uno più veloce, una corsa.

 

Espirò. Sciolse le dita, rilassò i muscoli, svuotò la mente, si piegò un po’.

 

Germania colpì la palla con tutta la sua forza.

 

Vide, teso come una pantera che attacca, Italia lanciarsi nella direzione giusta.

Il suo palmo sinistro aprirsi il più possibile

 

E quando i tacchetti della sua scarpa destra tornarono a poggiarsi nell’erba morbida, il verdetto della sfida era stato infine deciso.

 

 

 

NOTE

*: Anche queste le ho scoperte, così come l’amore-rivalità tra svizzeri e austriaci, da alcuni doujin di Deviantart che trovate in questo account: http://cadaska.deviantart.com/gallery/

**: La “Cazzimma” è un vocabolo tutto napoletano, da cui la gelosia con cui Romano lo custodisce. Designa, possiamo dire, la “bastardaggine”, un comportamento o un atteggiamento ostile, meschino o ricattatorio che suscita lo sdegno di chi lo subisce. Da cui l’esclamazione: “Ma che cazzimma!” del malcapitato. È comunque difficile descrivere il concetto per bene visto che ha varie sfaccettature. Mi sento un vocabolario ora come ora XD

***: Il sud Italia ha fama di essere molto più religioso del nord, e non a caso il “calore meridionale” si apprezza particolarmente in occasione delle festività, Natale in primis!

****: “Fantastico!”, in tedesco ovviamente ^__^

 

E qui perdonatemi la cattiveria, ma il capitolo finisce!

Sapete, voglio mantenere un po’ di suspance, anche visto che il prossimo capitolo è l’ultimo: sennò non sarebbe interessante come capitolo finale, no? XD

Ho sfruttato questo capitolo per dare un po’ più di profondità alla storia (che mi sembrava troppo sempliciotta), parlando delle ragioni di Germania, lasciando intuire il rapporto un po’ “complicato” con Italia (si, credo di essere un Ger X Ita…)…

Ho dato anche un po’ più di spazio a Baviera finalmente: nel precedente capitolo mi avevano fatto notare fosse praticamente scomparso. Sapete, è il guaio delle storie con molti personaggi tutti nello stesso momento…

Fatemi sapere il vostro pronostico (e se leggete queste mie righe o le indirizzo sempre al vuoto! XD)!

Al prossimo capitolo con la conclusione!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

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Capitolo 5
*** Veri avversari ***


hetalia rigori

Ancora una volta ciao a tutti e benvenuti ad un nuovo capitolo finale di una fic del sottoscritto; stavolta prima di proporvelo ho fatto un po’ il cattivello, spezzando sul più bello per aggiungerci un po’ più di suspance, scusate se ci siete rimasti male! XD

Innanzitutto, qualcuno ha ammesso che non legge queste righe (chiaramente o senza accennare nulla nel commento…) mentre altri hanno dimostrato che invece le leggono, quindi li premio con una carezza in testa. XD

Spero che in futuro decidiate di perdere altri uno o due minuti per sentire un po’ cos’ho da dirvi: sapete, mi piace essere confidenziale con voi lettori ^__^

E ora, andiamo a vedere un po’ come è andata a finire, e con che spirito i contendenti torneranno ciascuno a casa propria!
Buona lettura, e ricordate di leggere anche l’epilogo coi classici saluti di fine fanfic! ^__^

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

 

 

<< Fiiiii! >>

 

Inspirò. Un passo, un altro, uno più veloce, una corsa.

 

Espirò. Sciolse le dita nei guanti, rilassò i muscoli, svuotò la mente, si piegò un po’.

 

Germania colpì la palla con tutta la sua forza.

 

Vide, teso come una pantera che attacca, Italia lanciarsi nella direzione giusta.

Il suo palmo sinistro aprirsi il più possibile

 

E quando i tacchetti della sua scarpa destra tornarono a poggiarsi nell’erba morbida, il verdetto della sfida era stato infine deciso.

 

<< 1970. 1982. 2006. >> ripercorse velocemente nella sua testa Ludwig.

 

Prima di gridare.

 

“GOAL!”

 

Inspirò rapido e svuotò nuovamente i polmoni: “GOAL!”

 

Prussia, Austria, Baviera e Svizzera scattarono all’unisono, e urlando e sbracciandosi corsero tutti verso Germania.

Si, anche Svizzera, perché anche se trascinato un po’ a forza, nemmeno lui poteva resistere a quell’esplosione di emozioni.

Prussia fu il primo a raggiungere il fratello e gli si lanciò addosso, rischiando di farlo cadere, o forse con il preciso intento di buttarlo a terra!

Germania però restò in piedi e poté schiacciare veloce il cinque a Baviera che lo raggiunse un secondo dopo.

Lily invece aveva preferito restare al suo posto ad applaudire piuttosto che finire schiacciata in quell’abbraccio di squadra, quel groviglio di urla ed esultanze!

Anche metà degli applausi dell’arbitro erano rivolti ai vincitori (l’altra metà a lui stesso per aver diretto così bene!).

Per quanto riguarda la squadra sconfitta, seppur solo all’ultimo, le reazioni furono diverse per ciascuno.

Vaticano congiunse le mani: andava fatta la volontà del Signore, e se il Signore aveva deciso così…

Seborga e San Marino, comunque abituati alle disfatte calcistiche (dura mettere su una squadra forte quando il paese è piccolo e quando si gioca devi chiamare i muratori o i geometri per fare numero…), dopo un iniziale delusione, andarono anche loro a complimentarsi sportivamente con Germania e il suo gruppo.

Romano invece, dopo l’iniziale shock che l’aveva buttato gambe all’aria dalla panchina non appena aveva visto la palla insaccarsi, sfoggiava una strana calma.

Aveva sempre una faccia da funerale, certo, ma niente urla, strepiti o lagne.

Mentre gli altri festeggiavano e si congratulavano, Italia del sud si diresse a passo lento verso la porta, fino al fratello riverso per terra.

Non appena gli vide la faccia, trovò conferma dei suoi sospetti.

“Ufff… C’era da immaginarselo!”

“Ve?” si girò Veneziano, fingendo di non capire.

“Perché lo hai lasciato vincere?”

“Ve?” continuò a fare lo gnorri.
“Ne sono certo: hai ritirato il braccio all’ultimo per non parare.”
Veneziano si mostrò colpevole tirando fuori una risatina che non riusciva più a trattenere.

“Ufff… Perché?”
“Perché mi sarebbe dispiaciuto per Germania. Almeno una volta, volevo che vincesse.”

Girò la faccia verso il disordinato gruppetto radunato al limite nell’aria e, di tanto in tanto, riusciva a vedere il sorriso di Germania fare capolino tra le teste e le magliette bianche.

Sorrise ancora di più: “Eh eh! Volevo vederlo felice una volta tanto.”
Romano scosse il capo. Almeno non aveva tirato fuori quello scherzetto con una coppa del mondo in palio.

“Sei un caso perso.”
Gli porse la mano e lo fece rialzare; Veneziano si avviò immediatamente verso l’”odiato crucco” e Romano, un po’ a malincuore, lo seguì.

“Oh, beh, tanto abbiamo sempre vinto un mondiale più di lui! Eh eh eh!” scherzò Romano cingendo un braccio intorno le spalle del fratellino.

“Già!”

 

“Che tiro! E Che potenza!”

“Eh eh, grazie Baviera!”
“Umpf! Quello lo segnavo anch’io!” lo spintonò Prussia.

“Ovviamente se non avessi voluto strafare avrei segnato anch’io.” disse Svizzera.

“Si, certo…” lo schernì Austria.

“Lei è bravo a calcio, e se non fosse un eretico sarebbe veramente un tipo a posto.”
Germania ringraziò, intuendo che per Vaticano doveva essere il massimo del complimento che riusciva a rivolgergli!

“È stato un piacere giocare con voi tre, siete piccoli ma agguerriti.”

Seborga si impettì: “Più che giusto!”

Subito dopo si accorse di Romano e Veneziano alle sue spalle e si scansò, mettendoli faccia a faccia con Germania.

Romano ovviamente gli ringhiò contro come davanti a un ladro di maccheroni.

Veneziano invece, portando la palla tra le mani, salutò il vincitore con la solita arietta ingenua: “Veee! Congratulazioni, sei sempre fortissimo Germania!”

Germania si abbassò su di lui con un’ombra minacciosa a velargli il viso!

“V-veee?”

“Umpf! Italia, sappi che la prossima volta non mi accontenterò di una semplice partitella: ti sconfiggerò in un vero torneo! Solo allora sarò soddisfatto appieno!”

Italia tremò: “Va bene… Ehm…”

“…… Eh eh eh!”
Sciolse la tensione porgendogli una mano.

“Veee!” arrossì Veneziano.

Con quella forte stretta di mano, in tutto e per tutto la promessa di un nuovo confronto, la sfida si chiuse ufficialmente.

 

E visto che la sfida era conclusa…
“VIA CON LA FESTA!” gridò Baviera!

“Ho fatto buona guardia alla birra come avevi chiesto.” fece rapporto Svizzera, guardando storto Prussia, il quale ricambiò con tutto il cuore.

“Allora brindiamo alla nostra sfida, alla gloria dei vincitori e alla rivincita dei vinti!”

“Lily, tu no!”

“Si, fratellone.”

“Vieni Italia!”
“Eh? Io?”
Mentre si avvicinava, Baviera riempì un boccale in ceramica col coperchio in metallo, artigianato delle sue parti, e lo porse a Veneziano: “Si, in quanto miglior portiere della sfida ti lascio l’onore di aprire le danze!”

“Ve, grazie!”

Germania distrattosi nei suoi pensieri, si accorse troppo tardi di quel pericoloso gesto di sportività del cugino!
“NO! NO BAVIERA! A LUI LA BIRRA NO!”

<< Glu! Glu! Glu! >>

Spintonando Prussia, si avventò su Italia: “Italia! Mollalo subito!”
“Ehi! Cuginone, non si toglie il boccale di bocca a uno che trinca!” si arrabbiò Baviera, per cui il trincare era cosa quasi sacra!

“Tu non capisci! Te l’ho detto che lui è un tipo da vino! Gli ho già fatto bere la birra una volta e…”

Con prontezza di riflessi si abbassò per evitare una forma svolazzante che gli veniva addosso. Si guardò alle spalle: vestiti!

 

“VEEEEEE!!!” urlò Italia iniziando a correre tutto nudo per il campo!

 

Tutti: °////°

Il primo pensiero di Svizzera fu ovviamente girare Lily dall’altro lato!

“Sigh… Ed è successo questo…”

“Mhmm, quindi Italia è uno streaker…”*

“Solo quando beve la birra.”
Come era lecito aspettarsi, Romano non poté restare in silenzio: “Questa è tutta colpa tua, maledettissimo crucco!”
“Io ho cercato di fermarlo!”
“Ma non ce l’hai fatta, quindi è colpa tua!” lo zittì Romano agitando in aria il pugno.

Intanto Vaticano, toltosi il manto talare rincorreva Veneziano, obnubilato dal luppolo, pregandolo di “coprire le vergogne”…

Svizzera si incavolò senza indugi: “GRRRR! Quel maledetto! Non si accontenta di girare nudo sotto casa mia! Ora cerca di attentare all’innocenza di mia sorella!”

“Ma Svizzera…” –ribatté Austria- “Dubito sappia cosa stia facendo.”
“PASTAAAAAAAAA!” gridò facendo la ruota in mezzo alle margherite!

Francia intanto osservava con attenzione… molta attenzione… pregando nessuno beccasse il suo ghigno da pervertito stampato in viso.

“Uh uh uh uh uh…”

Dovette usare il cartellino rosso per asciugarsi il sangue al naso (così non si macchiava)!

“Tsk! Ne ho abbastanza! Mi costringete a giocare e poi ad assistere a questo pietoso spettacolo! Forza Lily, ce ne andiamo!”

Si guardò intorno…

“Lily? LILY?!”

Orrore! Lei e San Marino incustoditi!

“San Marino, visto che mi hai fatto un regalo, vorrei poter ricambiare…”

“N-non serve, ma se proprio vuoi farmi contento… Q-quando posso sperare di rivederti?”

Lily iniziò a girare timidamente il piedino nell’erba: “Ecco… non so… ehm…”

“MAI E POI MAI! Lily, allontanati!”

Le afferrò la manina e cominciò a trascinarsela via.

Allo stesso modo, Seborga afferrò il compagno di squadra, troppo imbambolato per muoversi, e prese a tirarlo verso la direzione opposta: “Dai, andiamo a casa!”

Sia Lily che San Marino si lasciavano trascinare (i tacchi delle loro scarpe lasciavano per terra i solchi!), continuando a seguirsi con gli sguardi lucenti e trasognati.

“Stai lontano da mia sorella, hai capito?!”

“Scrivimi!” salutò lui sventolando la mano.
“Lo farò di certo!” salutò lei allo stesso modo.

“Lily, ma perché mi fai penare così? Sigh!”

“Ah ah ah, bravissimo San Marino!” –disse Seborga, trascinando in modo più incoraggiante rispetto a Svizzera- “Così si fa! Potere ai piccoli!” esultò alzando il pugno.
Anche San Marino alzò il pugno: “Amore ai piccoli!”  

“Ciao ciao!” fece Lily con la sua manina mentre lei e il fratello si facevano piccoli piccoli man mano che andavano via!

“Ehi, allora niente festa?”

“Meglio rimandarla, Baviera.” disse Germania mentre lo streaker e il suo moralizzatore passavano nuovamente di corsa a poca distanza da loro!

“VEEE MAMBO! MAMBO ITALIANO! VEEE MAMBO!”
“VENEZIANO, SMETTILA DI COMMETTERE ATTI IMPURI! COPRITI!”

“Umpf, tanto è stata comunque una bella giornata, no?”

“Già, cuginone…” annuì lui, trincando ugualmente.
“E lo spettacolino non è niente male!” ghignò Prussia che si godeva lo strepitoso placcaggio di Vaticano ai danni dell’amorale Veneziano.

 

 

 

Germania quella sera ultimò le pulizie di casa che aveva lasciato in sospeso.

Una volta finito, poggiò via il piumino e si sgranchì le braccia. Come quella mattina, ancora una volta per puro caso, gli occhi gli caddero sul ritaglio di giornale della “Partita del Secolo”, e non se ne vollero più distaccare.

Si avvicinò al muro e si fermò a guardare.

Quasi sicuramente, Italia l’aveva lasciato vincere.

Lui però non la considerava un’offesa, né il pensiero gli guastava la contentezza di aver vinto quel giorno.

Certo, a prima vista era anche troppo soddisfatto; dopotutto, era stata una semplice sfida amichevole ai rigori.

Che importanza poteva mai avere in confronto a tre mondiali persi contro di lui? A meno che, ovviamente, non la si guardasse dal verso giusto.

Non l’aveva fatto per l’umiliazione.

Non l’aveva fatto per una questione di principio.

Il vero motivo per cui, in quell’attimo di istintività era nato in lui il desiderio di lanciare quella piccola sfida, e per il quale era ugualmente contento, che l’avesse lasciato vincere o meno, era scoprire la considerazione che Italia aveva di lui.

Sapere se dopo tre sconfitte, per lui era ancora un valoroso rivale.

Se fossero ancora i due acerrimi avversari di sempre.

 

“Mi piace sempre giocare contro di te.”

 

Ora, dopo le parole che gli aveva rivolto, e quel tuffo così perfetto che stranamente non era stato in grado di bloccare il suo potentissimo tiro, era certo lo fossero.

 

Perché, in fondo, il vero rivale si fa avanti nel momento del bisogno.

 

 

Città del Messico

21 Giugno 1970

 

<< Signore e signori il campionato del mondo è finito! Il Brasile ha vinto la coppa del mondo! E secondo le regole della Coppa Rimet**, ora sarà sua per sempre, in quanto la prima squadra ad averla vinta per tre volte! Un trionfo! Il Brasile si conferma la squadra più forte di tutte! >>

 

4 a 1…

Una disfatta…

Ma con una “Partita del Secolo” sulle spalle, e una squadra come quella contro, cosa poteva mai aspettarsi?

Italia aveva dato tutto contro la Germania nelle semifinali, e non era rimasto abbastanza nelle sue gambe per fronteggiare il Brasile ad armi pari.

Ed ora, il più grande calciatore di tutti i tempi***, correva, rideva e stringeva la coppa nel caos verde e oro che era diventato lo stadio.

Un colorato carnevale in cui nessuno poteva mai fare caso a quel puntino azzurro spento seduto lì in disparte su quell’erba dove aveva dovuto dire addio al sogno di esporre nel salotto di casa il tanto amato trofeo.

Italia piangeva, rumorosamente, nascosto dal rumore della festa dei vincitori.

Tutto per niente dunque? Due mondiali di fila, una “Partita del Secolo” e poi eccolo lì, sconfitto e umiliato, a piangere, piangere come sempre.

In battaglia aveva pianto tante volte, ma almeno nel calcio lui voleva ridere.

Cosa avrebbe dato per sparire, e non sentirsi dire di essere sempre la solita Italia, sempre il solito piagnone.

“Italia.”

Abbagliato dal sole e dalle lacrime, non riconobbe subito il suo avversario delle semifinali, impeccabile come sempre col cappello e l’impermeabile cachi, pronto a imbarcarsi per tornare a casa ora che il campionato era finito.

“Se non avessi incontrato me in semifinale, sono sicuro avresti vinto tu.”

Italia, intontito dalla batosta, non comprese subito il senso di quelle parole.

“Ne sono sicuro.”

Si passò un braccio sugli occhi.

“Grazie… Germania…”

Germania guardò l’orologio e si voltò per andarsene: “Alla prossima sfida!”

 

Quello stesso giornale davanti al quale quel mattino si era sentito così abbattuto, inadeguato, sfiduciato, ora poteva ammirarlo, e lasciarsi andare ai ricordi che racchiudeva, a testa alta.

Per quanto adorasse vincere a calcio, Italia l’aveva lasciato vincere, pur di fargli riconquistare il sorriso e la stima in sé stesso.

Esattamente come aveva fatto lui stesso, in quel triste giorno del 1970, scendendo in campo per rivolgere poche importanti parole al nemico della più grande battaglia avesse mai combattuto, mentre questo piangeva tutto solo.

 

Perché, alla stregua del vero amico, il vero rivale si fa avanti nel momento del bisogno.

 

Spense la luce e andò nel suo studio: aveva ancora del lavoro da sbrigare, e se anche lui, Germania, iniziava a bigiare gli impegni, il mondo sarebbe veramente andato a rotoli!

Inforcò la stilografica, e si concesse un ultimo pensiero sulla sfida di quel mattino.

“Grazie… Italia…”

 

A casa di Italia, Veneziano stava preparando la cena per sé e suo fratello, con tanto di grembiule rosa. Mentre buttava la pasta nell’acqua che bolliva, si concesse un ultimo pensiero sulla sfida di quel mattino.

“Alla prossima sfida!”

 

 

NOTE:

*: Gli “streaker” sono quei simpaticoni che irrompono in campo durante le partite di calcio tutti nudi e che fanno sospendere il gioco il tempo necessario per bloccarli e arrestarli per atti osceni XD

**: Il vecchio nome dei mondiali di calcio era “Coppa Jules Rimet”, dal nome del suo ideatore. Egli decise che la prima nazionale a vincere tre volte avrebbe tenuto per sempre per sé la coppa, senza doverla restituire alla squadra vincente del mondiale successivo (come avviene oggi), e questa fu appunto il Brasile nel 1970, che come l’Italia, avversaria in finale, aveva già vinto due mondiali.

***: Si tratta di Edson Arantes do Nascimiento, detto Pelé, ritenuto appunto il più grande di tutti i tempi.

 

Suppongo molti di voi, tifosi più accaniti, siano rimasti un po’ scontenti; qualcun altro avrà dato del fesso a Germania perché l’unica volta che batte Italia è perché lo vuole lui. Ma come avete visto, c’erano tutte le ragioni perché finisse così.

Certe volte scrivere ti fa fare pensate che all’inizio ti sembrano originali, ma che invece, riflettendoci, hanno la loro veridicità; il vero rivale è come il vero amico, che quando ti senti scoraggiato, arriva a ricordarti che avete un conto in sospeso, un conto in sospeso che solo tu puoi saldare, tu e nessun altro, restituendoti la tua importanza, e la voglia di lottare.

Anche questo finale quindi rientra tra quelli che, secondo me, sono i più riusciti! ^__^
Ed ora, vediamo un po’ quanti “Grazie di aver letto” devo dispensare (se state ancora leggendo… XD)

Un grazie a Rob, alias Darkshin, a Tomato-chan e Tazusa (compatriote, che sicuramente al sentir parlare della “cazzimma” di Romano si sono sentite a casa XD), grazie a historygirl93, Nihal the Revenge, Chiaky e Stellarium per i loro commenti, e a tutti quelli che leggono senza commentare! ^__^

 

Alla prossima fic (sempre su Hetalia, è ufficialmente il mio periodo “Hetalioso” ^_^)!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!


FINE!

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