Ciao
a tutti, cari lettori, e benvenuti alla mia seconda fic su Hetalia! ^__^
La
prima, per chi se l’è persa, e gli consiglio di rifarsi, si intitola “Gli
scheletri nell’armadio”; se volete leggerla, vi avverto i toni sono ben
più dark e realistici rispetto a quelli che vi aspettereste da questo fandom…
Stavolta
invece tranquilli, cercherò di essere un po’ più IC, e ci sarà molto di cui
divertirsi! XD
Visto
che è un nuovo fandom, forse vi chiederete quali sono le mie coppie preferite
in un manga in cui sono quasi tutte… shonen ai… Beh, sembra che la mia soglia
di tolleranza al genere sia un po’ più alta per questo manga, sarà che
essendoci poche donne… Vabbé, basta preamboli, via alla fanfic! XD
Buona
lettura a tutti!
PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
A
Germania era sempre piaciuto pulire casa: gli faceva immensamente piacere
mostrarla al meglio del suo splendore ad eventuali ospiti, attesi o inattesi,
che potevano capitare in qualunque momento; Italia in primis, lui con le sue
“improvvisate”, che all’inizio non gli erano sembrate troppo educate, ma che
poi aveva deciso a tollerare man mano che si era abituato alla irrimediabile
informalità del suo amico.
Mormorando
il ritornello del proprio inno nazionale, passava alacremente e con perizia
germanica il piumino sui vari ricordini e soprammobili sulla mensola del
soggiorno.
“Ah,
eccole! Belle come sempre!”
Ma di certo dopo una spazzatina, quelle tre sarebbero state ancora più
stupende.
Le
sue coppe del mondo di calcio!
Ne
prese una e la ripulì a fondo, con un fiero sorriso sulle labbra. Ne aveva
vinti di trofei, ma di quelli andava particolarmente fiero.
Avrebbe
osato dire che vincere un mondiale era meglio di una fornitura gratis a vita di
crauti e wurstel, ma se mai gliene avessero offerta una davvero, un po’ ci
sarebbe stato a pensare!
Posò
la prima coppa e passò alla seconda: un paio aveva dovuto sudarsele da solo, ma
l’ultima che aveva vinto portava anche la firma di suo fratello Prussia, e gli
riservava sempre un’attenzione particolare.
Proprio
quando arrivò a quest’ultima, l’occhio gli cadde sul quel foglio di giornale
incorniciato e appeso al muro, giusto un po’ più in là di dove la mensola
finiva.
Un
giornale datato 17 giugno 1970.
La
“Jahrhundertspiel”…
La “Partido del siglo”…
La partita del secolo, la più bella di sempre.
Che lui aveva perso.
Sospirò e posò la coppa che aveva tra le mani;
messosi con le mani in tasca, prese a concentrarsi su quel foglio, studiandone
i dettagli come fosse un dipinto. Certo, andava fiero oltremodo per aver
partecipato a quella partita, ma ogni volta che gli tornava in mente, sentiva
l’amaro in bocca.
“Devo decidermi a toglierlo da qui…”
Ma non l’avrebbe fatto: era un trofeo anche quello in fondo, da tenere in bella
vista.
Il motivo per cui però si amareggiava non era poi
tanto l’avere perso proprio quella partita, tutti perdono almeno una volta. Ma quando
si ricordava di quel comunque glorioso giorno, gli veniva subito in mente
l’avversario di allora.
L’insospettabile Italia!
“Anf…
anf…”
Ludwig
osservava con un sorriso beffardo Veneziano che sbatteva la testa contro il
palo della porta, che non era stato capace di difendere, mentre Romano,
imbufalito, gliene diceva di tutti i colori; gli avversari avevano pareggiato,
di nuovo!
“Umpf! Ti stai dimostrando un osso duro, eh? Ma ci vuole altro per battermi!”
–mormorò tra sé e sé, asciugandosi il sudore dalla fronte con la maglietta, già
bagnata dagli estenuanti tempi supplementari di quella partita apparentemente
interminabile.
Si
diresse verso il centrocampo, ad attendere che gli avversari battessero
nuovamente, grossomodo fiducioso.
“Ho
risposto loro colpo su colpo! Credevano di avere la partita in pugno, questo
goal li ha frastornati! Italia non è certo un tipo coi nervi saldi, non come me
almeno: se stringo i denti sarò io a…”
Il fischio dell’arbitro interruppe il filo dei suoi pensieri.
Subito
si accanì contro la palla…
“Eh?!”
E
fu allora che un onda di maglie azzurre lo travolse.
Tutt’altro
che arresi, corali, inarrestabili, gli italiani giunsero fino alla sua porta.
E
segnarono.
Lo
stadio era in delirio! Il commentatore sportivo era in delirio! Urlava di gioia
annunciando il 4 a 3 per l’Italia, e ringraziava mentalmente il cielo di essere
lì ad assistere.
Mentre
lui, la grande Germania dell’Ovest, crollava impietrita con le ginocchia
sull’erba dello stadio di Città del Messico.
“Sigh… 1970… 1982… 2006… Tre mondiali, e tutte e
tre le volte… Italia mi ha sconfitto…”
Nell’1982 c’era stata molta meno partita, non si
era aspettato un simile tonfo.
Nel 2006 invece, gli era sembrato di rivivere quel
giorno per quanto lui e Italia faticarono per riuscire a prevalere l’uno
sull’altro.
“Anf…
Anf… Di sicuro si andrà ai calci di rigore…”
“Umpf,
se è così siamo a posto!” –ridacchiò Prussia al suo fianco- “Se si parla di
rigori, Italia non ha mai avuto fortuna, eh eh eh!”
E
proprio in quel momento, girandosi verso la propria porta, videro Romano
infilare il loro portiere con una parabola da fuori area…
“……
EEEEEEHHH?!?!?” urlarono i due!
“VEEEE!
BRAVO FRATELLONE!”
“AH AH AH! E QUANDO MI RICAPITA UN GOAL DEL GENERE? YAHOOOO!”
Prussia
si batté una mano in fronte: “Cavolo! Che facciamo ora… G-Germania?”
Non
lo vedeva così incacchiato da quando Italia aveva rischiato di saltare in aria
al suo corso di lancio delle granate!
“Non
ci sto! Italia mi ha battuto già due volte, non permetterò accada ancora! Passami
la palla appena puoi!”
“J-ja…”
Tentò,
con tutte le sue forze, di rimettersi in gioco, ma non appena Romano riuscì a
recuperare la palla, iniziò a correre, veloce come un italiano nello sventolare
la sua bandiera bianca, o a rincorrere la gloria che lo attende!
“Fermalo!
Fermalo!”
Romano
superò Gilbert.
Ora
stava a lui! Doveva raggiungere Veneziano! Doveva fermarlo, o avrebbe raccolto
il passaggio e sarebbe stato solo contro il loro portiere! Ludwig corse come
mai.
“Urgh!”
Ma
non poté raggiungerlo, e quando il tabellone scandì il 2 a 0, la voglia di
rivalsa e le ginocchia cedettero nuovamente…
“Sigh…
Vero, ho vinto tre mondiali, ma in nessuno di essi mi è capitato di incontrare
Italia… Se fosse successo li avrei vinti lo stesso?”
Andò
a posare lo spolverino e si accomodò su una poltrona. Doveva scacciare quel
pensiero, non era da lui farsi venire i complessi di inferiorità.
Certo,
Italia aveva un sacco di difetti: pigro, svogliato, tonto, sbafone,
fessacchiotto, irritante, irriverente, eccetera… Però, poteva almeno permettere
che in qualche cosa gli fosse superiore, no?
“Che
c’è di male? Tutti lo sottovalutano sempre quel poverino, ha anche lui diritto
alle sue glorie, no? È solo un gioco, e sono bravo anch’io a giocare, quindi
perché me la prendo tanto?”
Guardò
le tre coppe: “Aaaahhh…”
Guardò
il giornale e sentì un pugno allo stomaco: “URGH…”
Si
alzò in piedi, torturandosi i capelli: “Ah, se solo fosse tanto bravo a fare il
soldato come lo è a fare il calciatore! Sigh! Perché? Perché non riesco mai a
batterlo nemmeno una volta?! Una sola è chiedere troppo?”
TOC
TOC TOC
“Sigh…”
Non
era dell’umore giusto per ricevere visite, ma era troppo educato per fingere di
non essere in casa.
“Si,
chi è?”
“Germania!
Sono io, Italia!”
“I-I-Italia?”
Cos’era venuto a fare? A rinfacciargli di essere molto più bravo lui a calcio,
sicuramente!
“VEEEE! SEI SCARSO! TI BATTO
SEMPRE!”
“NEEEEEEEEEIN! SIGH! SEI CATTIVO!”
Germania
diede una testata al muro!
“Ma che sto dicendo! Lui non è così!”
“Germania?
Ci sei?” continuava a chiamarlo
“Accidenti…
1970… 1982… 2006… 1970… 1982…
2006… 1970… 1982… 2006… GRRR!”
Italia bussò di nuovo: “Germania? Che fai, non apri?”
Strinse
i pugni e si staccò dal muro! Italia era più bravo di lui anche a cucinare, ma
mica si era mai risentito per questo… Se il calcio invece faceva sentire così
mortificato il suo teutonico orgoglio, allora era arrivato il momento che il
sempre saldo tedesco lasciasse il posto all’impulsività!
“Veee…”
-mormorò triste Veneziano, contemplando la porta zitta e immobile- “Vorrà dire
ripasserò…”
“ITALIAAAAAAA!” gridò Ludwig aprendo la porta di botta!
Il poveretto ne restò terrorizzato: “AAAAAAAAAAAAAAHHHH! Ti prego, non farmi
del male! Non ho fatto niente! O forse mi vuoi picchiare perché non faccio mai niente
come mio solito? Lo so, sono pigro, ma cercherò di rimediare… da domani…”
“Italia…”
Si
chinò su di lui e gli puntò addosso i decisi occhi azzurri; Italia balbettò un
altro “Veee…” e cercò di farsi ancora
più basso!
“S-s-si?”
“Italia,
ti lancio una sfida ai calci di rigore! Alle cinque di domani, non un minuto di
più! Sii puntuale!”
“……”
Sul
viso del piccoletto, di nuovo calmo, comparve un sorrisone largo quanto il
mediterraneo: “Ah, si tratta di questo! Perché non l’hai detto subito che
volevi giocare con me?”
“NON SI TRATTA DI UN GIOCO!”
“Veeeeeee!” rabbrividì lui.
“Questa
è una sfida Italia!”
“M-ma perché?”
“Perché… Perché voglio batterti, almeno una volta!” disse gonfiando il petto,
nascondendo a Veneziano il rossore spuntatogli sul volto dietro quel muro di
muscoli.
“B-battermi?
Ma Germania, tu sei già molto for…”
“Halt!” –lo stoppò lui col tono arrabbiato che nella sua lingua riesce facile-
“Accetti o no? Sii uomo e prendi una posizione precisa, non tergiversare!”
“S-s-si,
accetto!” –fece lui, sempre incerto, ma mai incline a rifiutare quattro calci
in compagnia al pallone- “A-allora chiederò ai miei vicini se hanno voglia di
giocare.”
“Perfetto! Anch’io troverò gli altri quattro giocatori che mi servono e ci
vedremo al campo qui vicino domani all’ora stabilita!”
“Va-va bene… Io però ero venuto per…”
“A domani, Italia!”
E gli sbatté la porta in faccia!
“……
Veeeee?” disse inclinando la testa da un lato.
“D-devo
farcela! Stavolta ce la farò!”
Corse
al telefono, a reclutare gli giocatori per il suo team.
“Stavolta
riuscirò a battere Italia, costi quel che costi!”
Che
colpo di scena! Germania che si comporta in modo impulsivo e lancia un guanto
di sfida al suo alleato! Malgrado non sia in palio una coppa del mondo, possiamo
star sicuri che il nostro amico Ludwig la prenderà in maniera serissima! Italia
farà bene a prepararsi!
Se
sono riuscito a incuriosirvi col primo capitolo, non perdete il secondo e i
seguenti, in cui compariranno altre nazioni ed anche qualche OC!
Ovviamente
l’episodio descritto risalente al 1970 è il match Italia-Germania 4 a 3, che
suppongo tutti conoscerete. Altrimenti, Wikipedia sarà ben lieta di informarvi
su questa pagina gloriosa del nostro sport. ^___^
Alla
prossima!
PS:
NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!