Children's fantasy

di XxxBubbleGumPrincessxxX
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


E' buffo come il confine fra fantasia e realtà sia molto spesso appena un po' sfocato per un bambino. Fate, Orchi, Unicorni, Sirene... tutti loro coesistono in uno stesso mondo, che contiene Guerra e odio negli occhi di un bambino.

Gli adulti, tuttavia, valutano tutto all'apparenza. Vedere per credere, e ciò che non è visibile all'occhio umano non può certamente esistere. Il confine fra fantasia e realtà è nitido.

A dispetto di tutto ciò, ci sarà sempre quell' adulto che non lascerà mai che le sue credenze infantili si dissolvano con l'età; c'è una qualche parte di lui che si aggrappa alla speranza che forse, solo forse, potrebbe esserci qualcosa... di più.

E il più delle volte, questi adulti non disposti ad abbandonare le loro credenze sono connessi - in modi che non riescono neanche ad immaginare- a questo mondo, della cui esistenza tutti gli altri stentano a credere.


*


Blaine Anderson sapeva che si sarebbe trovato in un enorme guaio; sua madre gli aveva espressamente detto di non lasciare la casa.

Ma in qualche modo, i suoi otto anni di età non gli avevano dato modo di preoccuparsene.

Era l'anno 2003, nel mese di luglio. Il 15 di luglio, per l'esattezza; un' afosa giornata d'estate nella soleggiata North Carolina.

Come ogni altra estate che Blaine riuscisse a ricordare, la sua famiglia si era trasferita al sud per la stagione, nella loro casa sul mare. Mentre i suoi amici trascorrevano la loro estate in piscina e al parco, il piccolo Blaine era obbligato a partecipare a cene di lusso e degustazioni di vino con i suoi genitori.

Gli amici dei suoi genitori non portavano mai i loro bambini con sè, preferivano invece lasciarli a casa con la nonna o la baby sitter.

Sua madre, al contrario, aveva sempre insistito per portarlo con loro; era molto compiaciuta dell' idea di vantarsi di lui con le sue compagne di chiacchiere, raccontando di quella volta in cui era stata avvicinata da quel tale che lavorava per un' agenzia di modelli, affascinato dalla sorprendente bellezza del bambino, oppure di come Blaine avesse ottenuto i voti più alti della sua classe durante l'anno, o cose simili.

A quel punto, gli adulti lo avrebbero elogiato o avrebbero piuttosto fatto qualche commento sprezzante su quanto il proprio figlio fosse migliore di lui.

A differenza di molto bambini di otto anni, a Blaine non interessavano molto le attenzioni. Non gli importava molto di nessuna di quelle cene, dei complimenti, delle degustazioni di vini... per l'amor del cielo, tutto quello che voleva era giocare sulla spiaggia! Per tutto il tempo che aveva passato in quella casa estiva con la spiaggia come cortile sul retro, vi era stato forse appena una manciata di volte.

Sua madre gli proibiva sempre di andare, perchè lei odiava la sabbia. Blaine invece la amava, amava ogni cosa del mare. E fu proprio questo a spingerlo fin dove arrivò quel giorno.

Sua madre aveva annunciato che avrebbero organizzato una cena a casa loro quella sera; Blaine aveva fatto una scenata, sostenendo che lei gli avesse promesso che avrebbe potuto passare la giornata fuori.

Sua madre lo aveva respinto facilmente, giocando la classica carta del " Sono tua madre, fai ciò che dico io"; così Blaine era sgattaiolato fuori, scappando quando i suoi genitori credevano che stesse facendo il bagno.

Adesso il ragazzino dagli occhi nocciola stava camminando senza meta per la spiaggia, trascinando dietro di sè un bastoncino nella sabbia; non era certo di cosa avrebbe dovuto fare, dal momento che non era esattamente abituato ad avere del tempo libero.

Quando i suoi genitori non lo trascinavano con loro da un party all'altro, organizzavano per lui ogni sorta di attività extra, la maggior parte delle quali non lo divertivano neanche.

Poter scegliere di fare ciò che voleva era un concetto decisamente estraneo al bambino.

Continuò per la sua via, avvicinandosi ben presto alla fine della spiaggia; a causa della brutta tempesta che vi era stata di recente, non c'era nessun altro fuori e proprio per tale ragione, Blaine fu piuttosto scioccato nel sentire il rumore di un pianto provenire da una grotta lì vicino.

Si diresse verso l'ingresso della grotta, fermandosi solo per spezzare il suo bastone a metà e buttarlo via.

<< Ehy?! >> gridò il bambino, entrando con cautela nella grotta; il piagnucoloio si faceva sempre più forte mano a mano che lui si avvicinava.

<< C'è qualcuno qui? >>

Nessuna risposta.

Stava quasi per voltarsi e andarsene, ma la curiosità ebbe il sopravvento su tutti gli altri sensi. Aveva percorso tutta la strada fino al retro prima di vederlo: qualcosa - o piuttosto, qualcuno - che avrebbe cambiato la sua vita per sempre.

Sdraiato e aggrovigliato in una rete su di una roccia che sporgeva da un laghetto, c'era una piccola sirena. No, un attimo, un tritone.

A dire il vero, era un piccolo tritone; Blaine rimase a bocca aperta dallo stupore.

Il tritone se ne stava raggomitolato su di sè, piangendo e guardando Blaine con espressione di puro terrore. Dalla vita in su, aveva la pelle più pallida che Blaine avesse mai visto in tutta la sua vita, oltre che gli occhi più blu.

In cima alla sua testa c'era una massa di capelli castani disordinati; dalla vita in giù, aveva una lunga ed elegante coda argentata, con una sottile linea dorata che delineava le sue pinne.

<< Sa- salve. >> sussurrò Blaine, facendo un piccolo passo verso il tritone.

Questi si ritrasse e sibilò contro di lui, scoprendo i suoi denti canini allungati.

Blaine balzò all'indietro, inciampando nei suoi piedi e atterrando sul suo sedere.

<< Hey! >> strillò, rimettendosi in piedi.

Si avvicinò ancora una volta al tritone, stavolta con maggiore cautela; gli occhi del tritone si strinsero, mentre questi continuava a fischiare e a cercare di allontanarsi.

Blaine camminò fino a lui e cadde sulle sue ginocchia.

<< Salve. >> ripetè, con un enorme sorriso impacciato sulle sue labbra << Hai bisogno di aiuto? >>

Il tritone smise di fischiare, ma i suoi occhi rimasero chiusi mentre aprì la bocca e fece uscire una serie di suoni melodiosi.

Blaine rimase in silenzio per un momento prima di domandare: << Qual'è il tuo nome? >>

Altri suoni melodiosi.

<< Stai- stai parlando? >>

Questa volta i suoni sembravano molto più taglienti, anche se Blaine neanche se ne accorse; il ragazzino si avvicinò ulteriormente e disse con eccitazione: << Il mio nome è Blaine. >>

Il tritone rimase in silenzio.

<< Posso aiutarti?! Vieni, lascia che ti aiuti. >> Blaine chiuse il suo piccolo pugno attorno alla rete e tirò, liberando con successo il tritone dalla sua trappola.

Tutto rimase fermo nel tempo in cui la creatura mistica studiò Blaine, prima di tuffarsi improvvisamente nello stagno e nuotare via.

<< Prego! >> gridò Blaine con fare irritato, incrociando le braccia al petto.

Rimase in piedi e si ripulì i vestiti, preparandosi ad andarsene, quando sentì il rumore di uno spruzzo alla sua destra; il tritone era ritornato.

Faceva capolino dalla superfice dell'acqua, solamente i suoi occhi e le orecchie erano visibili e guardava Blaine sospettosamente.

<< Sei tornato! >> Blaine sorrise, strsciando verso il bordo della pozza.

L'ibrido utilizzò la sua coda per spingersi indietro, ponendo una certa distanza fra lui e Blaine; era ancora lì comunque, e Blaine lo prese come un buon segno.

Il bambino di otto anni si adagiò sul suo stomaco, prendendosi il viso fra le mani e scalciando innocentemente con le gambe.

<< Vorrei che tu sapessi ciò che ti ho detto. >> sospirò malinconicamente.

Con un colpo di coda il piccolo tritone se ne andò, per poi tornare indietro in un istante; nelle sue mani stringeva qualcosa che somigliava vagamente ad un' alga marina di colore dorato. Blaine lo guardò con espressione interrogativa, prima di strapparla dalle sue dita.

<< Cosa vuoi che faccia con questa? >>

Il tritone mimò il gesto di mangiarla, facendo storcere il naso a Blaine.

<< No, grazie! Ho già mangiato. >>

Cercò di restituirgliela, ma l'altro ragazzo non la prese.

Blaine sospirò e reclinò la testa all'indietro, mettendosi l'alga in bocca ed inghiottendola intera; iniziò ad emettere conati talmente forti- chiaramente esagerando - che quasi ignorò la voce cristallina che chiedeva piano: << Perchè mi hai aiutato? >>

<< Riesci a parlare adesso! >> esclamò Blaine, avvicinandosi così tanto alla pozza che quasi vi cadde dentro.

<< No. >> il tritone scrollò le spalle << Sei tu che.. riesci a capirmi adesso. >>

<< Bene. Qual'è il tuo nome? >> domandò Blaine, senza sprecare altro tempo.

<< Non sei in grado di pronunciarlo. >> disse semplicemente il tritone, galleggiando sulla sua schiena.

<< Un soprannome, allora! >>

<< .. Kurt. >>

<< Kurt. Okay, Kurt. >> il volto di Blaine si illuminò << Kurt, sei veramente bello! >>

Kurt arrossì e si immerse sott'acqua, per raffreddare le sue guance in fiamme; quando riemerse, Blaine era ancora lì, che aspettava pazientemente il suo ritorno.

<< Gr- grazie. >> disse timidamente Kurt.

<< Nessun problema. >> ribattè Blaine << Posso chiederti una cosa? >>

Il tritone aggrottò le sopracciglia e scosse la testa: << Non fino a che non ti avrò chiesto prima io una cosa. >>

Blaine annuì ansiosamente.

<< Sei...sei un umano? >>

Il ragazzo dagli occhi color nocciola aggrottò le sue sopracciglia in un espressione di confusione, perchè sul serio, che razza di domanda era quella?

<< Certo che lo sono, sciocco! Che altro potrei essere? >>

Kurt scrollò le spalle con nonchalance, abbassando lo sguardo.

<< Ho pensato che magari tu fossi un elfo o qualcosa di simile. >>

<< Perchè un elfo?! >> Blaine ridacchiò, mettendosi a sedere in modo tale che i suoi piedi fossero penzoloni nella pozza.

<< Perchè...perchè il mio papà dice che gli umani sono cattivi. E tu non sei cattivo. Per cui è impossibile che tu sia un umano. E anche.. >>

Kurt si adombrò e arrossì nuovamente, portando le sue piccole mani con le dita palmate a coprirsi la bocca. Era come se stesse cercando di contenere tutto ciò che avrebbe voluto far uscire.

Blaine inarcò le sue sopracciglia triangolari.

<< Cosa? " E anche", cosa? >>

Guardava Kurt con espressione di aspettativa, aspettando che concludesse la frase. Kurt guardò in alto, in basso, a sinistra, a destra, ovunque tranne che negli occhi di Blaine.

<< Niente. Non importa. Tu non sei un umano, tu sei un elfo. >>

Blaine tirò fuori la sua lingua e si mise a calciare con un piede, gettando uno sprizzo d'acqua addosso a Kurt.

<< Hey! >> Kurt tartagliò, guardando male Blaine << Ouch! Forse sei un umano. >>

<< Se io sono un elfo, allora tu sei un vampiro. >> rispose quest'ultimo, battendo leggermente i suoi denti.

Kurt utilizzò la sua coda per schizzare Blaine a sua volta, infradiciando completamente il ragazzo.

Blaine rise, asciugandosi l'acqua dagli occhi.

<< Mi piaci, Kurt. >> disse semplicemente.

Gli occhi del tritone si spalancarono.

<< Mi piaci anche tu, uh.. >>

<< Blaine. Il mio nome è Blaine. >>

<< Mi piaci anche tu, Blaine. M-ma non dovrei. >>

Blaine reclinò la testa.

<< Perchè?! >>

<< Perchè mio papà ha detto che Sirene e Umani non possono piacersi. >>

Il ragazzino riccioluto ascoltò attentamente, con espressione pensierosa. Infine disse acutamente: << Beh, tu mi piaci e io ti piaccio. Per cui Sirene e Umani devono essere in grado di piacersi a vicenda. Tuo papà deve essersi sbagliato. >>

Kurt non sembrava convinto.

<< Se questo ti fa sentire meglio >> rettificò Blaine << Perchè non diventiamo amici segreti? >>

<< Amici segreti? >>

<< E' come dire che siamo amici. Ma non lo sa nessuno. Solo tu ed io. E' questo che lo rende un segreto! >>

Kurt sembrava ancora piuttosto dubbioso, ma quando guardò negli occhi di Blaine e vide quell'espressione speranzosa, capì che non sarebbe stato in grado di respingere l'idea del ragazzo.

<< Va bene. >> disse con riluttanza << Saremo amici segreti. >>

Blaine battè le mani in segno di gioia e sembrò essere pronto per tuffarsi nella pozza assieme a Kurt.

<< Kurt! Posso farti la mia domanda adesso? Beh, una delle mie domande?! Ne ho un sacco. Non sono mai stato amico segreto con un tritone prima. >>

Kurt si avvicinò a Blaine, appoggiando le braccia alla roccia che sporgeva e poggiando poi la sua guancia contro di esse.

<< Sì, chiedimi qualsiasi cosa. Ma devi promettermi che anche tu risponderai alle mie domande. >>

<< Ok, lo prometto. Quanti anni hai, Kurt? >>

<< Oh, penso di essere piuttosto giovane! Tu non lo sei?! ** >>

<< Sì, ma è questo il modo in cui si formula la domanda! Non possiamo certo chiedere "Quanto sei giovane?!" Dimmi solamente qual'è la tua età. >>

<< Immagino di essere al mondo da otto anni. >>

<< Anche io! >>

E così iniziò la loro amicizia segreta. Passarono una frazione di tempo che avrebbe potuto benissimo essere ore in quella grotta***, facendosi domande a vicenda, scherzando, iniziando a conoscersi l'un l'altro.

Kurt raccontò a Blaine di suo padre, delle altre sirene, di casa sua. Blaine avrebbe voluto parlargli della sua vita famigliare, avrebbe davvero voluto, ma si accorse che non aveva molte storie felici da raccontare sui suoi genitori.

<< Ricordi quando hai detto che tuo papà non sarebbe stato felice di sapere che ti trovavi qui? >> domandò Blaine, dopo che era passato un po' di tempo.

Lui e Kurt erano sdraiati l'uno accanto all'altro guardando le stelle, visibili a causa della strana struttura della grotta. Dopo che Kurt aveva deciso che poteva fidarsi di Blaine, era uscito fuori dalla pozza d'acqua e si era adagiato vicino a lui.

Aveva spiegato al curioso ragazzo dagli occhi nocciola che c'era un tunnel sott'acqua che aveva scoperto poco prima quel giorno, il quale portava da quella pozza direttamente nell'oceano; stava esplorando allegramente la pozza di quella cava quando era stato catturato da quella rete da pescatori ed era riuscito a gettarsi su quella roccia sporgente grazie all'aiuto di un' onda, nel momento esatto in cui Blaine era arrivato.

<< Sì?! >> mormorò Kurt, accoccolandosi di fianco a Blaine.

<< Beh, mio papà...anche lui si arrabbierebbe. >>

<< Perchè?! >> il piccolo tritone lo guardò pigramente, sbattendo lentamente i suoi profondi occhi blu.

<< Perchè.. perchè non gli piace quando sto così vicino ad altri ragazzi. >> indicò verso il basso, in dierezione dei loro corpi, dove non vi era rimasto neanche un briciolo di spazio fra di loro << Beh, forse non se ne preoccuperebbe così tanto, perchè sei un tritone, eppure.. >>

<< Non capisco. >> piagnucolò Kurt.

A casa sua, le sirene erano solite stare molto vicino fra di loro, continuamente; se passavono solamente il loro tempo a parlare, se ne stavano raggomitolate assieme e giacevano per terra. Era semplicemente una loro abitudine, non aveva niente a che vedere con il sesso.

Anche se - ad essere onesti - per quanto per la maggior parte delle sirene fosse così, a Kurt non sembrava altro che qualcosa di estremamente naturale starsene accoccolato vicino a Blaine, se non per il fatto che si trovava fuori dall'acqua e con un umano. Tranne che per questo.

<< Neanche io, veramente. >> confessò Blaine << Ma mio papà si arrabbia moltissimo quando sono vicino ad altri ragazzi. Papà si arrabbia sempre.. >>

<< Mio papà non si arrabbia mai. >> rispose Kurt orgogliosamente << Beh, in ogni caso non si arrabbia mai con me. >>

Dopo un breve silenzio, Kurt disse praticamente in un sussurro: << Mi piace stare vicino a te in questo modo, Blaine. Però, se tu non vuoi fare arrabbiare tuo papà, possiamo allontanarci. >>

Blaine sembrò assolutamente inorridito.

<< Stai scherzando?! Mi piace tutto questo! >>

Portò le sue braccia attorno al tritone e lo strinse forte a sè in un abbraccio, facendogli emettere un gridolino.

<< Piace anche a me. >> sorrise Kurt << Ma devo andare adesso. Quest'aria sta facendo spellare la mia coda e poi sono via da diverso tempo. >>

<< Oh, Okay. >>

Blaine sembrava così avvilito, allora Kurt prese la sua mano e domandò dolcemente: << Posso rivederti domani? E dopodomani? >>

La mano di Kurt era impossibilmente morbida, e la tessitura fra le sua dita provocava lui una strana sensazione, ma Blaine non potè fare a meno di sentire quanto questa appartenesse alla sua.

<< Domani. >> confermò Blaine << E dopo domani. Stessa ora?! Al tramonto? >>

<< Sì.. uh, Blaine?! >>

Kurt guardò la pozza nervosamente, la quale sembrava essere estremamente lontana.

Senza dire un'altra parola, Blaine prese in braccio Kurt come si farebbe con una sposa, trasportandolo per la breve distanza fino alla pozza e adagiandolo in acqua senza fare troppe cerimonie.

Quando Kurt riemerse, sembrò leggermente imbarazzato.

<< Non dovevi... ero pesante? >>

<< Niente affatto! >> mentì Blaine. A dire il vero, aveva avuto per tutto il tempo il terrore di farlo cadere << Ci vedremo più tardi! >>

Con queste ultime parole lo salutò e si voltò per andarsene, ma non prima che Kurt potesse chiamare un ultima volta il suo nome.

<< Blaine?! >>

<< Sì?! >>

<< E' solo che... voglio dire... anche tu. Anche tu sei bello. >>

E con un colpo di coda, il tritone se ne andò.




NOTE DELL'AUTRICE:   Allora, spero che questa storia vi piaccia... e no, Kurt e Blaine non rimarranno bambini per tutta la fan fiction e sì, è possibile che un bambino di otto anni riesca a 
portare in braccio un altro bambino della stesse età.

Inoltre, mi dispiace se Kurt e Blaine non appaiono molto come due bambini; sto facendo del mio meglio qui! :)


NOTE DELLA TRADUTTRICE:  * Il termine americano è "To take something as face value", letteralmente "prendere tutto come valore facciale", il cui senso è esattamente quello di "valutare all'apparenza"

** Qui ho avuto qualche problema, in q uanto in inglese la domanda di Blaine sarebbe "How old are you", che presa letteralmente starebbe per " quanto sei vecchio" e per questo Kurt dice di non essere affatto vecchio; ovviamente la traduzione corretta è "quanti anni hai", in questo modo però non è possibile rendere il gioco di parole in italiano.

*** Testualmente la traduzione sarebbe "trascorsero quello che sembrava essere ore" e non mi piaceva affatto, per cui ho provato a renderlo con un'altra perifrasi.

Beh, che dire...io ho scoperto questa fan fiction grazie ai disegni dolcissimi di Muchacha su Deviantart e leggendola su fanfiction.net me ne sono innamorata!! Spero di riuscire a tradurla in maniera più o meno soddisfacente e farla apprezzare anche a voi! :) 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Il giorno dopo, Kurt si presentò alla grotta molto prima di quanto avessero concordato precedentemente. Non che si aspettasse di trovarvi Blaine, ma non vedeva proprio l'ora di trascorrere del tempo assieme al ragazzo, per cui non potè evitare di arrivare lì presto.

Si arrampicò sulla loro roccia e si accucciò lì sopra ad aspettare. E aspettare. Continuò ad aspettare fino a che le stelle non furono alte in cielo, e fu ormai abbastanza chiaro che Blaine non sarebbe venuto.

Poi il tritone si rituffò in acqua e se ne andò.

Blaine non si presentò il giorno dopo, o quello dopo ancora. Ci volle una settimana intera prima che, finalmente, facesse ritorno alla grotta.

<< K-Kurt? >> chiamò Blaine nervosamente, quando vide l'ibrido sdraiato di schiena sulla loro roccia.

Kurt teneva le mani incrociate dietro la testa, guardando verso l'alto, godendosi gli spruzzi di sole che brillavano attraverso le fessure nelle rocce.

<< Ciao Kurt. >>

Kurt non rispose per diverso tempo, scegliendo invece di fingere che Blaine non fosse lì.

<< Scusa, non sono venuto la settimana scorsa. >>

Blaine offrì le sue docili scuse, sedendosi di fianco a lui. Avvicinò la sua manina a Kurt per toccarlo, ma il tritone scivolò via. Blaine cercò di non lasciare che il dolore si mostrasse sul suo volto.

<< Sono arrabbiato con te. >> gli disse Kurt, come se pensasse che quello non fosse abbastanza ovvio.

<< Lo so. >>

<< Avresti dovuto.. >>

Kurt si interruppe, emettendo un respiro affannoso e guardando Blaine con espressione scioccata. Era la prima volta che rivolgeva effettivamente il suo sguardo al ragazzo riccioluto, e solo adesso riusciva a vedere - grazie agli ultimi raggi di sole che venivano emanati dal tramonto - l'enorme contusione violacea che ricopriva la guancia sinistra di Blaine.

Kurt si tirò su, arrotolando la sua coda al di sotto di sè e avvicinandosi a Blaine, posando delicamente una mano sulla sua guancia. Quando le sue dita palmate entrarono in contatto con la pelle scura di Blaine, il ragazzo dagli occhi nocciola sospirò e chiuse gli occhi.

<< Blaine, che cosa è successo? >>

<< Niente. >> rispose rapidamente Blaine, troppo trapidamente.

Kurt gli rivolse uno sguardo attonito, chiaramente non credendogli.

<< Mia mamma; si è più o meno arrabbiata con me la settimana scorsa, quando sono tornato a casa tanto tardi. Sai come vanno certe cose! >> Scrollò le spalle, come se si trattasse di un avvenimento abituale.

Quando Blaine era rientrato a casa la settimana precedente, alle nove di sera passate, la festa era nel bel mezzo del suo svolgersi. Sua madre era in salotto che singhiozzava, circondata da tutti i suoi amici, domandandosi disperatamente dove potesse essere il suo adorato bambino. Non appena lo vide, si fiondò letteralmente su di lui, avvolgendolo nell'abbraccio più stretto che avesse mai ricevuto in tutta la sua vita.

Dopo che tutti gli amici di sua madre se ne furono andati, lei lo schiaffeggiò in pieno viso, duramente.

<< Come hai osato mettermi in imbarazzo in quel modo?! >> aveva urlato, iniziando a farneticare su quanto fosse stato terribile dover spiegare ai suoi amici che non sapesse affatto dove si trovasse suo figlio. Dopo di che, aveva messo Blaine in punizione, vietandogli di abbandonare la casa per l'intera settimana.

<< Non so molto riguardo alle mamme e ai papà umani. >> spiegò Kurt, muovendo la sua mano come per cullare il viso di Blaine << Ma sono abbastanza sicuro che non dovrebbero colpire i loro bambini. >>

Blaine riuscì a sentire la sua faccia riscaldarsi, non appena questa venne liberata dalla presa di Kurt.

<< E' solo che... succede, qualche volta. E' stata colpa mia, comunque. Sono stato cattivo. >>

<< Blaine, tu non sei cattivo. >>

Kurt lo disse con talmente tanta convinzione, che Blaine si ritrovò quasi a crederci. Quasi.

<< Non preoccuparti. Non ha importanza. Potremmo parlare di qualcos'altro? >>

Kurt non voleva realmente lasciar cadere la conversazione, ma quando vide l'espressione implorante negli occhi di Blaine, cambiò rapidamente argomento.

Parlarono delle sirene e della loro faida con gli umani. La coda di Kurt aveva iniziato a spellarsi di nuovo, così si era nuovamente tuffato nella pozza e Blaine si era spostato sul bordo della loro roccia, togliendosi i calzini e scalciando giocosamente con i piedi nell'acqua.

<< Andrà avanti per sempre, secondo mio papà. >> spiegò Kurt << Lui dice che un tempo era nostrra abitudine annegarvi... Oh, ma adesso non lo facciamo più! >> puntualizzò immediatamente, quando notò gli occhi spalancati di Blaine in un'espressione attonita.

<< Cantavamo, voi trovavate il nostro canto molto bello e allora saltavate in acqua; e noi vi annegavamo. Adesso credete solamente che noi non esistiamo. >>

Kurt scrollò le spalle. Blaine annuii, come se avesse ascoltato, quando in realtà stava osservando la coda argentea di Kurt muoversi in acqua, spingendo il ragazzo verso il bordo della pozza.

<< Hey, Blaine? >>

<< Uh-uh? >>

<< Sai nuotare? >>

<< Certo. Perchè? >>

Senza dare alcun avviso, Kurt avvolse una mano attorno alla caviglia di Blaine, tirando prepotentemente fino a che questi non caddè in acqua. Blaine riemerse, tossendo e farfugliando, con tante goccioline d'acqua attaccate ai suoi capelli e alle sue ciglia.

<< Kurt! Perchè lo hai fatto?! >>

Si mise praticamente a piagnucolare, cercando di asciugare l'acqua dal suo viso, cosa abbastanza inutile, dal momento che era ancora immerso nella pozza.

<< Mi sentivo solo quaggiù. >> disse Kurt timidamente, schizzando Blaine sul viso.

Blaine si accigliò e lo schizzò a sua volta. Si ritrovarono ben presto in una vera e propria guerra acquatica, schizzandosi l'un l'latro e ridendo, fino a che a Blaine non andò di traverso dell'acqua e non rischiò di soffocare.

<< Mi dispiace! >> Kurt rise, coprendosi la bocca.

<< Non è divertente! >> disse Blaine, fra un colpo di tosse e l'altro. Iniziarono a scenderli delle lacrime dagli occhi, a causa dell'intensità dei suoi rantoli. Tutto ad un tratto le risatine cessarono e Blaine sentì due mani cingergli la vita.

Prima ancora che potesse reagire, era stato trascinato attraverso l'acqua ad una velocità impossile, prima di ritrovarsi all'improvviso praticamente gettato di nuovo a terra.

<< Ku-Kurt?! Che cosa era quello? >> domando, utilizzando la sua (ancora bagnata) manica per asciugarsi gli occhi ancora pieni di lacrime.

Kurt lo stava guardando con occhi spalancati all'inverosibile, mostrando molto di più che solamente un lieve timore.

<< Bl-Blaine? Io credo.. io credo di averti rotto*.>>

Puntò un dito tremolante verso gli occhi di Blaine, con espressione avvilita << I tuoi belli occhi... perdono acqua. Perdono davvero tanta acqua. >>

<< "Perdono acqua"?! Che intendi dire?! >>

<< Oh no, Blaine! >> gemette Kurt, avvolgendo le sue braccia attorno alla vita di Blaine e sepellendo il viso nello stomaco dell'altro ragazzo << Mi dispiace così tanto! Adesso tu sei rotto e io non so come ripararti! >>

Blaine posò gentilmente una mano sulla schiena di Kurt, confuso per un secondo, prima di darvi un colpetto.

<< Oh, intendi le lacrime? >> domandò, indicando il suo viso.

Kurt guardò in su, tirando sul col naso.

<< L- lacrime?! Non lo so. C'è solamente dell'acqua salata che esce dai tuoi occhi. >>

<< Sì, queste sono lacrime, sciocchino! Non hai mai pianto prima?! >>

Kurt scosse la testa, i suoi occhi che si spalancarono per l' interesse.

<< Quando qualcuno è triste, o ferito, piange. Piange lacrime. Naturalmente io non piango spesso, perchè sono un maschio. >> aggiunse Blaine rapidamente << Ma stavo tossendo davvero forte! Sono semplicemente venute fuori, non c'è niente di cui aver paura. >>

<< Capisco. >> disse Kurt con leggero interesse << Che altro puoi raccontarmi riguardo agli umani? >>


*

Più tardi, quella sera, Blaine e sua mamma erano seduti a cena. Per quanto la Signora Anderson potesse non essere la migliore delle madri, era sempre abbastanza attenta da non lasciarsi mai sfuggire il fatto che qualcosa stesse disturbando suo figlio.

Blaine aveva a malapena detto una parola e stava distribuendo il suo cibo tutto intorno nel piatto, per far sembrare che avesse effettivamente mangiato. Il ragazzino ricciulo sospirò, prima di mettere giù la sua forchetta.

<< Mami**?! Potresti scusarmi? >>

<< Blaine, sai che adesso devi chiamarmi mamma. >> lo corresse << Stai diventando troppo grande per poter usare ancora questa terminologia così infantile. E no, non posso scusarti. Un gentiluomo finisce sempre tutto quello che gli viene dato da mangiare. >>

Blaine si lascià sfuggire un sospiro e tirò di nuovo su la forchetta.

<< E' che non ho fame. >> mormorò nel suo respiro. Sua madre lo guardò dalla sua postazione in cucina, con un sopracciglio alzato in segno di perplessità.

<< Blaine, tesoro? C'è qualcosa che ti disturba? >>

Blaine guardò in alto, i suoi occhi dorati che sbattevano per la paura.

<< Papi.. papà è a casa? >> bisbigliò, guardando da sopra la spalla verso la porta.

<< No tesoro, è andato in città. Perché? >>

Blaine fece un respiro profondo.

<< E' solo che... Perchè non mi permette di stare vicino agli altri ragazzi? >>

<< Chi, caro? >>

<< Papà. >>

<< Oh, piccolo. >> l'espressione di sua madre si ammorbidì << Semplicemente non vuole che tu diventi un finocchio***, ecco tutto. >>

<< Che cosa è un finocchio? >> domandò Blaine confusamente.

Sua madre raggiunse il tavolo e lo prese per mano. Sebbene stesse sorridendo, Blaine non potè fare a meno di avvertire come quel sorriso non si riflettesse pienamente nei suoi occhi****.

<< Un finocchio è una persona disgustosa, tesoro. Un ragazzo a cui piacciono altri ragazzi, nonostante ciò sia contro natura. >>

<< C-cosa?! Non capisco. >>

<< Non mi aspetto che tu lo faccia, non ancora. Sappi solo che tua padre ha a cuore tutto il tuo bene; tu non vuoi essere un finocchio. >>

Non che Blaine non capisse che cosa fosse un finocchio, semplcemente ciò che non comprendeva era che cosa li rendesse disgustosi. Che cosa c'era di sbagliato nel farsi piacerre un altro ragazzo? Che cosa lo rendeva così innaturale?! >>

<< Mami? >> La donna storse il naso a quella parola, ma non si disturbò a correggerlo di nuovo. << Tu ci credi nelle sirene? >>

Ci fu un momento di silenzio, prima che la Signora Anderson lo rompesse con un attacco di risate.

<< Certo che no, tesoro! Le sirene non esistono. >>

Blaine finì la cena in silezio, prima di andarsene a letto. Il rumore dell' oceano lo cullò fino a farlo addormetare e lui sognò delle sirene, e sognò di camminare lungo la spiaggia con Kurt, tenendosi per mano.



NOTE DELLA TRADUTTRICE: * Il termine usato da Kurt è proprio "Broken" , che letteralmente significa "rotto", anche se riferito ad una persona viene preferibilmente tradotto con "spezzato" o "distrutto"; in questo caso, però, il piccolo Kurt crede davvero di aver rotto Blaine, nel vero senso della parola, per cui ho pensato che potesse andar bene una traduzione letterale.

** In inglese il termine "mummy" è molto più affettuoso ed infantile di "mum", che si traduce esattamente con il nostro "mamma". Non sapevo se tradurre con "mami" o "mammina" e ho preferito optare per la prima scelta, che è comunque un termine piuttosto infantile.

*** Mi rendo conto che è davvero molto dura come espressione, ma in inglese la mamma di Blaine usa proprio il termine "fag" , che viene generalmente tradotto come "finocchio" ( in senso puramente dispregiativo). In effetti potrebbe essere una scelta di parole poco appropriate per una madre che si rivolge ad un figlio, ma per come andranno avanti le cose (non vi anticipo nulla), credo che, in effetti, sia stata una scelta azzeccata (purtroppo).

**** La frase originale aveva una traduzione letterale che suonava all'incirca come " Nonostante lei stesse sorridendo, Blaine non potè evitare di avvertire come il suo sorriso non raggiungesse i suoi occhi"... che in tutta onestà mi sembrava un po' strana, per cui l'ho un po' riadattata.
Siamo arrivati al secondo capitolo... grazie alla mia beta credo che riuscirò ad aggiornare ogni due o tre giorni, salvo imprevisti. 
L'autrice per altro non ha ancora finito di aggiornare, per cui preferisco fare aspettare almeno un paio di giorni fra una pubblicazione e l'altra; al momento la storia originale è al cpaitolo 13 e confido nel fatto che andrà avanti molto prima che io riesca a raggiungerla! xD

Ringrazio tutti coloro che hanno deciso di seguirle questa fn fiction  e spero tanto di riuscire a farvela apprezzare tanto quanto io ho fatto con l'originale! :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


<< ...E poi Ursula la Strega del Mare dice ad Ariel che deve baciare Eric entro tre giorni, per poter restare un' umana...poi canta "Mia Triste Anima Sola" e dona ad Ariel un paio di gambe, prendendosi in cambio la sua voce. Poi Sebastian e Flounder la portano a nuoto in superficie e... >>

<< Aspetta, non capisco! Innanzi tutto, perchè Surla ha bisogno della voce di Ariel?! Perchè non può farla semplicemente diventare un' umana?! >>

<< Perchè...perchè... perchè e basta! Okay? E il suo nome è Ursula, comunque.. >>

Ogni giorno, da due settimane a quella parte, Blaine si incontrava con Kurt nella grotta.

Sebbene all'inizio i genitori di Blaine non avessero fatto altro che sgridarlo a causa delle sue continue fughe notturne, adesso avevano deciso di arrendersi; non importava quanto a lungo lo tenessero rinchiuso in casa, ogni sera - in qualche modo- lui riusciva sempre ad scappare da loro, per cui i suoi genitori realizzarono quanto inutile fosse persino cercare di punirlo.

Adesso lo lasciavano semplicemente andare, facendogli promettere di ritornare a casa entro le nove e mezza. Il numero delle cene con gli amici stava piano piano diminuendo e la stagione estiva si stava ormai avvicinando alla fine.

Le famiglie preparavano i bagagli e incominciavano a fare ritorno a casa, e molto presto, la famiglia di Blaine avrebbe fatto lo stesso. Ma non gli importava molto di tutto questo, perchè al momento, aveva Kurt.

Il tritone se ne stava sdraiato sulla schiena, con la testa sulle cosce di Blaine, fissando il ragazzino riccioluto mentre questi gli esponeva con entusiasmo- e nei minimi dettagli- la trama de "La Sirenetta".

<< .. A quel punto Ariel ed Eric si trovano sulla barca e c'è anche Sebastian, che canta "Baciala" e cerca di far baciare Ariel e Eric. >> continuò Blaine, sostenendo il suo peso sulle braccia mentre si chinava all'indietro << Ma Flotsam e Jetsam fanno ribaltare la barca proprio quando i due si stanno per baciare. E poi.. >>

<< Tutto questo è stupido. >> sospirò Kurt, guardando Blaine con espressione annoiata << Chiunque ti abbia raccontato questa storia non sa assolutamente niente riguardo alle Sirene. >>

Blaine guardò verso Kurt con espressione puramente attonita, prima di esclamare: << Tu sei pazzo! La "Sirenetta" è assolutamente meravigliosa! >>

Kurt roteò gli occhi e si tirò su.

<< E' stupido. >> insistette << Le Sirene non hanno bisogno delle streghe per avere un paio di gambe, possiamo farlo benissimo da soli. E inoltre.. >>

<< Aspetta, che cosa?! >> lo interruppe Blaine << Torna indietro. "Possiamo farlo da soli?!" >>

Kurt scrollò le spalle timidamente, guardando in basso.

<< Beh..alcuni di noi possono. Io e mio papà possiamo e anche altri come noi. Anche se io sono troppo giovane, ancora non ci riesco. >>

Blaine lo guardò come se volesse fargli altre domande, per cui Kurt cambiò rapidamente argomento, ritornando a "La Sirenetta".

<< E comunque, perchè Ariel dovrebbe voler diventare un'umana?! Non avrebbe mai più rivisto il suo papà e le sue sorelle. Se succedesse a me, io ne sarei davvero triste. >>

<< Sì, ma lei ha Eric. >> replicò Blaine.

Kurt ci penso su.

<< Per me non sarebbe abbastanza. Io voglio troppo bene al mio papà. >>

Blaine se ne stava in silenzio, sdraiato a terra con espressione pensierosa, perpendicolare a Kurt, la cui testa era ancora poggiata sulle sue cosce. Si portò le mani dietro la testa, pensando a "La Sirenetta" e a quanto significasse per Ariel ricevere quel bacio.

<< Hey, Kurt? >> domandò << Ti capita mai di pensare di baciare qualcuno? >>

Gli venne in mente che le Sirene forse neanche si baciavano, ma le sue preoccupazioni vennero messe a tacere quando Kurt rispose : << Qualche volta. >>

<< Come pensi che sia? >>

<< Beh, immagino che sia davvero bello. E caldo. E che faccia sentire il tuo cuore veramente felice, giusto?! >>

A Blaine piacque la descrizione di Kurt ed era pronto a lasciar cadere l'argomento, ma la domanda successiva di Kurt lo freddò completamente.

<< Hey, Blaine?! >>

<< Uh-Huh? >>

<< Ti capita mai... ti capita mai di pensare di baciare... me?! Ti capita mai di pensare di baciarmi? >>

Se Blaine avesse potuto vedere il bambino dai capelli castani, avrebbe sicuramente notato che le sue guance erano notevolmente rosse per via dell'imbarazzo. Non sapeva neanche che cosa lo avesse spinto a fargli quella domanda, ma ormai era fatta e Kurt doveva conoscere la risposta.

<< Non possiamo baciarci. >> disse Blaine con fermezza.

Kurt si tirò su e si spostò in modo tale da ritrovarsi di fronte a Blaine, che guardò oltre lui invece che nei suoi occhi.

<< Perchè no? >>

<< Perchè ci renderebbe dei finocchi. >> spiegò Blaine.

Kurt inarcò le sopracciglia.

<< Che cos'è un finocchio? >>

<< Un ragazzo a cui piace un altro ragazzo. >>

<< ... è una cosa cattiva? >> domandò Kurt flebilmente.

Blaine scrollò le spalle.

<< Mia mamma dice di sì. >>

Kurt rimase in silenzio per divertso tempo, talmente tanto che per un momento Blaine temette che si fosse arrabbiato con lui, fino a che la sua voce cristallina non disse soavemente: << Blaine, ho bisogno che tu mi prometta una cosa. >>

<< Cosa? >>

<< Promettimi... che non userai mai più quella parola. Mai. >>

Kurt non sapeva il perchè, ma per una qualche ragione, quella parola gli provocava una serie di brividi lungo la spina dorsale. Inoltre, vedere un ragazzo grazioso come Blaine utilizzarla con simile disinvoltura?! Faceva davvero male.

Blaine osservò Kurt e si accorse di quanto il bambino fosse scosso; gli sembrava persino più pallido, e le sue piccole labbra rosee era premute l'una contro l'altra in una linea sottile. I suoi occhi sembravano quasi colmi di dolore.

<< Ok, lo prometto. >> risponse senza ulteriore esitazione.

Kurt si rilassò immediatamente, adagiandosi di fianco a Blaine. Rimasero entrambi in silenzio per un po', prima che Kurt domandasse di nuovo: << Allora, lo fai? Pensare di baciarmi? >>

<< Kurt, non possiamo. >> gemette Blaine.

Quella domanda iniziava a metterlo davvero a disagio.

<< Sì, ma questo non significa che tu non possa pensarci. >> ribattè Kurt.

Blaine si morse un labbro con sguardo pensieroso, prima di rispondere - un po' bruscamente - << Sì, va bene?! Mi è capitato di pensare di baciarti, prima d'ora; ma non dire niente. Non credo che mia mamma e mio papà vorrebbero che pensassi certe cose. >>

A Kurt onestamente non poteva importare di meno di ciò che volessero i genitori di Blaine; chiaramente non erano persone molto gentili e non capiva perchè Blaine volesse compiacerli così tanto. Specialmente sua mamma. Basandosi su ciò che Blaine gli aveva raccontato, Kurt riteneva che sua madre fosse una donna orribile.

<< Anche io! >> esclamò Kurt, prendendo la mano di Blaine << I-io.. >>

La sua voce si fece più bassa, e la sua solita timidezza si fece nuovamente evidente: << Io penso sempre di baciarti. >>

Blaine non sapeva che rispondere, perciò non lo fece. Piuttosto, cambiò argomento con disinvoltura*.



*



Quella sera a cena, Blaine si sorprese quando scoprì che suo padre si era unito a loro; James Anderson non si sedeva a tavola per una vera e propria cena di famiglia da settimane e, sinceramente, Blaine non era sicuro di come dovesse interpretare un simile gesto.

Sua madre, comunque, ne era estremamente felice.

<< Che ne pensate dell' Inghilterra? >> domandò lei, infilzando una fetta di polpettone; prese il boccone di carne più piccolo e poi scrollò il resto dalla sua forchetta, recuperando immediamente il suo tovagliolo << O magari la Francia... che ne dite di Parigi? >>

Il Signor Anderson non rispose, preferì piuttosto concentrarsi sul suo giornale; Blaine, invece, abboccò**.

<< "Che ne dite di Parigi?" >> domandò curiosamente.

<< Ovviamente er la prossima estate, piccolo. >>

Blaine fece cadere la sua forchetta.

<< Pensavo che potremmo prendere una casa per le vacanze laggiù; che ne pensi, tesoro? >> la madre di Blaine indirizzò la domanda a suo marito, che rispose con un grugnito.

<< Perchè abbiamo bisogno di un'altra casa per le vacanze? >> chiese Blaine curiosamente.

Quella che avevano adesso gli sembrava perfetta, per non parlare del fatto che si trovava dove vi era anche Kurt.

<< Perchè >> sua madre rispose con fare esasperato; non si aspettava che un bambino potesse comprendere le sue ragioni, ma ancora una volta, se non avesse iniziato a trattare Blaine come un adulto, lui non si sarebbe mai comportato come tale << Chiunque può avere una casa qui, adesso. Non c'è più nulla di... elitario, in questo posto. >>

Blaine la fissò con espressione vacua.

<< Nulla di speciale. >>

Blaine ansimò, con fare incredulo. Come poteva sua madre dire una cosa simile?! Quel posto era meraviglioso! E Kurt, lui era speciale. Era molto speciale. I pensieri di Blaine ritornarono a quel pomeriggio nella grotta e alla sua idea di baciare Kurt. Ci aveva davvero pensato altre volte prima di allora. Sapeva che non gli era permesso di baciare Kurt, ma quello non significava certo che non volesse.

Se avessero smesso di venire qui, non avrebbe mai più rivisto il tritone. Non avrebbero mai avuto l'occasione di baciarsi. Non che vi fosse realmente una possibilità; i ragazzi non dovrebbero baciare altri ragazzi...giusto?!

<< Io non voglio andare a Parigi. Voglio stare qui. >>

<< Sì, beh... non hai scelta. >> la Signora Anderson praticamente non battè ciglio.

<< Io non ci voglio andare! >> la voce di Blaine si fece sempre più alta; tirò un piccolo pugno al tavolo, provocando un'enorme scossone a sua madre. Blaine non strillava mai contro di lei, mai. Piangere e risponderle a tono? Quello sì, ma addirittura urlare?! Non una volta.

<< Come osi alzare la voce con me?! >> sbottò la donna, portando avanti la mano come per schiaffeggiare il ragazzino << Tu andrai dovunque io voglia! Non hai alcuna voce in capitolo! >>

<< No! >> saltò su Blaine << Non ci andrò! >>

I suoi occhi erano colmi di preoccupazione; l'idea di lasciare Kurt divenne improvvisamente molto più reale, non appena si rese conto che se ne sarebbero davvero andati. E sua madre stava dicendo che sarebbero ritornati. Improvvisamente, il pensiero di non vedere il ragazzo per un altro giorno, lasciarlo da solo per un anno, lasciarlo solo per sempre, gli spezzava il cuore.

I suoi occhi color nocciola si riempirono di lacrime e il bambino si mise a piangere.

<< Non me ne andrò, mamma... non lo farò! Non voglio neanche più ritornare a casa. Mamma, ti prego! Lasciami restare qui, ti prego! >> singhiozzò, asciugandosi le lacrime con la manica, mano a mano che queste scendevano.

Sua madre era completamente senza parole. Che accidenti c'era che non andava in suo figlio?!

<< S-se ce ne andiamo, io non vedrò mai più Kurt! >>

<< Kurt?! >> James Anderson parlò per la prima volta quella sera, mettendo lentamente giù il suo giornale << Chi è Kurt?! >>



NOTE DELL'AUTRICE: Ed eccoci al terzo capitolo! Mi sono resa conto che non è il mio capitolo migliore e credo che vi spettasse qualcosa di più, visto quanto vi ho fatto aspettare...e invece questo è tutto ciò che avete avuto! :( 

Inoltre, non ho la minima idea di come questa storia andrà avanti, ma so già che Kurt e Blaine continueranno ad essere bambini ancora per un capitolo. E dopo di chè? Potreste iniziare ad odiarmi... presto capirete il perchè! :)

In ogni modo, nel caso non lo aveste capito, Kurt sta nascondendo qualcosa a Blaine.




NOTE DELLA TRADUTTRICE: * A dire il vero la versione originale dice "he pleasantly changed the subject", ma non ero del tutto sicura che l'avverbio "piacevolmente" avesse molto senso in questo contesto, per cui la mia beta (che è bilingue) mi ha consigliato di tradurre l'espressione "con disinvoltura"

** L' espressione " Blaine took the bait " si tradurrebbe letteralmente con " Prendere l'esca", per cui ho pensato che "abboccare" potesse essere una traduzione accettabile.

Devo dire che l'autrice non aveva tutti i torni quando ha scritto che Kurt e Blaine non sembrano molto due bambini di otto anni; a parte per il linguaggio, che si mantiene comunque molto semplice e abbastanza infantile, i loro atteggiamenti e i loro pensieri non sembrano quelli di due bambini.... beh, io comunque li trovo davvero adorabili!!! x3

Non vi anticipo nulla....ma temo che presto finirete davvero per odiare la povera XxxBubbleGumPrincessxxX... beh, se non altro per una volta non verrò odiata anche io ! xD

Tanti baci!! <3

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


<< Chi è Kurt? >> ripetè il Signor Anderson, con  un' espressione vacua sul volto.

Essendo solamente un bambino, Blaine non era in grado di capire quanto il tono di voce di suo padre fosse colmo di disgusto; se lo fosse stato, avrebbe cambiato argomento o se ne sarebbe andato. Ma non fu così che andarono a finire le cose.

<< Kurt è il mio migliore amico. >> rispose Blaine, con un sorriso impacciato sul suo viso rigato dalle lacrime.

Sua madre impallidì.

Allora era lì che Blaine andava tutte le notti di nascosto, ad incontrare quel Kurt. La donna era palesemente scioccata; sapeva che suo marito le avrebbe dato la colpa di tutto ciò.

<< Dove hai conosciuto questo "migliore amico"? >> domandò il Signor Anderson, in tono di superiorità. Si avvicinò a suo figlio e si inginocchiò, in modo da poter essere all'altezza del suo sguardo.

<< Alla grotta. >> rispose immediatamente Blaine << Ci incontriamo ogni sera al tramonto. Ti prego papà, di' a mamma che dobbiamo tornare qui la prossima estate! Non posso lasciarlo. >>

Suo padre lo guardò duramente, prima di domandare in tono basso e minaccioso: << Siete... solamente voi due ad incontrarvi nella grotta?! >>

Blaine ancora non riusciva a comprendere il fatto che suo padre fosse arrabbiato; stando a ciò che la sua testa gli diceva, più domande avrebbe fatto, più sarebbero aumentate le possibilità di ritornare.

Se i suoi genitori avessero saputo quanto Kurt significasse per lui, non si sarebbero mai sognati di tenerli separati così a lungo, giusto?.. giusto?

<< Sì. Solamente noi. >>

Il Signor Anderson si rialzò in piedi e prese un bel respiro, chiudendo gli occhi.

<< Figliolo...qual'è la nostra regola numero uno? >> domandò, contenendo a malapena la sua rabbia.

Blaine ci pensò intensamente.

<< Umm... uh... niente gomiti sul tavolo? >> domandò, inclinando la testa.

<< No. >> rispose suo padre, con pazienza forzata << Tua madre ed io dobbiamo approvare tutti i tuoi nuovi amici. Ognuno. Che cosa ti ha fatto pensare che Kurt sarebbe stato un'eccezione alla regola?! >>

<< Questa è la parte migliore, papà! Kurt è un.. >>

<< Tu. >> l'uomo interruppe suo figlio, voltandosi verso la moglie << Hai conosciuto i genitori di questo bambino? >>

Lei scosse la testa, guardando in basso.

<< Sai almeno qualcosa di lui? >>

Lei non rispose.

<< Papà, è una Sirena*! >> urlò Blaine, cercando di ottenere l' attenzione di suo padre.

E certamente ci riuscì. Tutto divenne completamente silenzioso e i suoi genitori si voltarono per guardarlo.

<< Ecco perchè non è potuto venire qui a casa per conoscervi. Non riuscirebbe a camminare. Ha un coda davvero bella e scintillante, e delle lentiggini carinissime e.. >>

<< Io non avrò un finocchio per figlio. >> il signor Anderson lo interruppe, guardandolo duramente << Lo giuro su Dio, Blaine, se ti sento ancora riferirti ad un altro ragazzo utilizzando il termine "carino".. io ti giuro, Blaine... >>

Stavolta il bambino riuscì a cogliere la minaccia.

<< M-ma papà! Non mi hai sentito?! Kurt è una Sirena! >>

<< Non ha alcun senso! Le Sirene non esistono. >> lo liquidò suo padre << E non voglio mai più sentirne parlare. Le sirene sono per le ragazze. E per i bambini. E tempo che tu cresca, figliolo. >>

<< Questo è esattamente quello che continuo a dirgli! >> intervenne la madre di Blaine, cogliendo l'opportunità di reinserirsi nella confersazione << Deve smetterla con tutte queste "cose da bambino"**, e iniziare a chiamarmi mamma. Deve crescere.>>

<< C-crescere?! Ma ho solamente otto anni! >> la voce di Blaine vacillò, mentre le lacrime iniziarono nuovamente a scorrere lungo il suo viso.

<< Non li avrai per sempre. >> disse il padre di Blaine rigidamente, spostandosi di fianco a sua moglie << Devi iniziare a crescere adesso. Niente più cartoni animati, niente più amici immaginari... diventerai un giovane uomo per bene Blaine, incontrerai una donna giovane e bella, vi sposerete e avrete molti bambini... tua madre ed io dobbiamo incominciare a plasmarti per un futuro di successo e dobbiamo farlo da adesso. >>

Si ripulì i vestiti e si schiarì la gola.

<< Adesso va a preparare i tuoi bagagli; ce ne andiamo domani. >>

<< Cosa?! Ma io pensavo che saremmo rimasti per un'altra settimana! >> saltò su la signora Anderson ; aveva organizzato, per il giorno seguente, un thè con le sue amiche che non erano ancora ritornate a casa.

<< Ho cambiato idea. Dovrò lavorare e ho bisogno che ce ne ritorniamo a casa, per cui partiremo in mattinata. >>


*

Nonostante Blaine se ne fosse andato già da un paio di ore, Kurt era rimasto nella grotta, tracciando pigri cerchi attorno alla pozza e guardando le stelle. Vi rimaneva spesso un po' più a lungo, anche dopo che Blaine se ne era andato, pensando a ciò di cui avevano parlato quel giorno. Baciarsi. Come sarebbe stato baciare Blaine? Ridacchiò a quel pensiero e poi si tuffò, nuotanto velocemente verso la superficie e saltando, facendo una piroetta a mezz'aria prima di rituffarsi in acqua. Si era sempre sentito meravigliosamente prima di conoscere Blaine, e adesso? Beh, adesso era dieci volte più felice.

Baciare Blaine... avrebbe baciato Blaine, un giorno. Forse non tanto presto, ma alla fine lo avrebbe fatto. Riusciva a sentirlo. Certo, prima avrebbe dovuto convincere Blaine che non c'era niente di sbagliato nel baciare un ragazzo, ma sapeva che non sarebbe stato difficile.

<< Kurt? Oh Kurt, sei ancora qui! >>

<< Blaine? >> Kurt guardò verso l' ingresso della grotta, dove Blaine se ne stava in piedi, con le lacrime agli occhi << Blaine! Che ci fai qui? Perchè stai piangendo? >>

Blaine corse verso la pozza, atterrando sulle sue ginocchia.

<< Io... ce ne andiamo domani. >> disse tristemente << Sono uscito di nascosto e sono venuto qui. Speravo di trovarti qui, io.. devo dirti addio. >>

<< No... >> La voce cristallna di Kurt era flebile e, per la prima volta nella sua breve vita, le lacrime appannarono i suoi occhi. Ma lui neanche se ne accorse. << Non puoi andartene, Blaine! Io... che cosa farò senza di te?! Mi mancherai. >>

Blaine si avvicinò all'acqua, afferrando entrambe le mani di Kurt e stringendole forte fra le sue.

<< Mi mancherai anche tu, Kurt. Ma tornerò il prossimo anno, no?! E poi, questa non è neanche la parte peggiore. >>

<< Che potrebbe mai essere peggio di te che mi abbandoni? >>

Blaine ci pensò su.

<< No, hai ragione; non c'è niente peggiore di questo. Ma i mei genitori... loro hanno detto che è tempo per me di crescere. >>

Se fosse stato possibile, Kurt sarebbe diventato ancora più pallido del solito.

<< C-crescere? >> ripetè, mentre le lacrime iniziarono a scendere lungo le sue guance.

Blaine annuì.

<< Sì. Voglione che io la smetta di fare il bambino. >>

Kurt ansimò con fare incredulo, prima di iniziare praticamente a singhiozzare.

<< Questo è peggio! >> strillò, seppellendo il viso nel suo braccio. Avrebbe retratto le sue mani per coprirsi il volto, ma Blaine le teneva in una presa salda << Mi dimenticherai, Blaine. Mi dimenticherai. >>

<< Kurt.. >> disse Blaine, con il cuore spezzato in due << Questo non succederà mai. Io non potrei mai dimenticarti, sei il mio migliore amico! >>

<< Sì che lo farai, Blaine. Mi dimenticherai. Tu.. tu crescerai e.. e dimenticherai ogni cosa di me! >>

<< Kurt.. >> disse nuovamente Blaine, gentilmente. Tirò su il tritone e lo portò per metà fuori dall'acqua, così da far toccare le loro fronti, guardandolo profondamente negli occhi << Te lo prometto, non ti dimenticherò mai e poi mai. Mai. >>

Onestamente Blaine non riusciva a capire perchè Kurt avesse detto una cosa così orribile. Perchè mai avrebbe dovuto dimenticare qualcuno di così speciale come Kurt?! Come se gli avesse letto nel pensiero, Kurt rispose tristemente : << Fa parte del diventare grandi; dimenticare la magia che ti ha sfiorato quando eri un bambino. Quando ci reincontreremo, tu non ricorderai nemmeno chi sono. Non dovresti fare promesse che non sei in grado di mantenere, Blaine. >>

Blaine sospirò.

<< Sei uno sciocco. >> disse semplicemente << Io mantengo ogni promessa che faccio, e ti prometto che non ti dimenticherò, okay? Smettila di piangere! Ci rivedremo preso! >>

<< Blaine? Blaine, dove sei? >>

Entrambi sentirono la madre di Blaine che lo chiamava da fuori la grotta e capirono che quello sarebbe stato il loro ultimo momento assieme. Blaine chiuse gli occhi e afferrò il mento di Kurt, girando la sua testa e posando un fermo bacio sulla sua guancia. Quando si allontanò, la guancia di Kurt era di colore scarlatto.

<< Ciao, Kurt. >> disse Blaine, rialzandosi in piedi. Si asciugò le lacrime con il pugno e offrì lui un piccolo sorriso.

Kurt glielo restituì.

<< Ciao, Blaine. >> lo salutò e lo guardò mentre percorreva la sua strada verso l'uscita della grotta, fermandosi un'ultima volta per guardare oltre la sua spalla.

<< Ricordati, Kurt! Te lo prometto! >>

E poi se ne andò.

Proprio così, il migliore amico di Kurt se ne era andato.


*


L'estate successiva andarono a Parigi. Quella dopo ancora Londra. E dopo di chè? Madrid. Un luogo diverso ogni estate. Blaine fece del suo meglio, lo fece davvero. Ma una mattina si svegliò e scoprì che non ricordava più tanto bene come suonasse la voce cristallina di Kurt.

Credette che, tutto sommato, potesse anche andar bene. Non poteva ricordarsi ogni minimo dettaglio del suo amico. Era costretto a dimenticare qualcosa. Ma poi, un giorno, si svegliò e scoprì che non riusciva neanche a ricordare il colore esatto degli occhi o della coda di Kurt.

Dopo di chè iniziò a preoccuparsi e le cose peggiorarono ulteriormente quando tentò di scrivere tutto ciò che riusciva a ricordare del tritone. Ogni pensiero, dettaglio, scrisse persino intere conversazioni che ricordava di aver fatto assieme a lui. Ma non servì a niente.

Una mattina, si svegliò pensando al suo amico Kurt e neanche si rese conto di aver rimpiazzato la sua lunga coda argentea con un paio di gambe. Aveva dimenticato che il suo amico fosse un tritone. E poi, dimenticò lui. Non riuscì a a ricordare il suo viso, i suoi occhi... non riuscì neanche a ricordare il suo nome.

Sembrava quasi che Kurt non fosse mai esistito per Blaine Anderson.

Dopo essere entrato al liceo, i genitori di Blaine allentarono notevolmente la presa. Lui sospettava che tutto ciò avesse a che fare con il suo incontro con la sua attuale fidanzata Santana, avvenuto durante il suo primo anno, e sospettava anche che fosse a causa del fatto che faceva sempre tutto ciò che i suoi genitori gli dicevano di fare.

A che sarebbe servito essere severi con un ragazzo che non ne dava alcun motivo? Blaine era il figlio perfetto, il perfetto modello per tutti i ragazzi che lo circondavano. Si diplomò a pieni voti e si trasferì al college, portando con sè Santana. I suoi genitori erano molto orgogliosi ed erano convinti che i due si sarebbero sposati. Il che ci riporta ai giorni d'oggi.

Era l'estate prima del secondo anno di Blaine al college, e i suoi genitori volevano fare qualcosa di speciale per lui e la sua fidanzata: portarli in vacanza.

Suo padre aveva avuto tempi difficili ultimamente a lavoro, e questo aveva portato Blaine a suggerire di andare a trascorrere le loro vacanze in un luogo un po' più tranquillo. Era stato allora che sua madre aveva proposto la loro residenza estiva. Non vi ritornavano da anni ed era piuttosto curiosa di sapere quanto le cose da quelle parti fossero cambiate. Blaine appoggiò pienamente l'idea, ricordandosi quanto si fosse divertito in quel luogo quando era un bambino.

<< Oh, e magari potresti vedere se Kurt è ancora lì nei dintorni! >> suggerì sua madre.

Adesso che aveva una ragazza, i genitori di Blaine non erano più minimante preoccupati che loro figlio potesse essere gay. Aveva certamente scelto la strada giusta, sebbene per qualche tempo avesse dato loro diverse preoccupazioni.

<< Kurt? Chi è Kurt? >> domandò Blaine curiosamente.

<< Cosa? Non ricordo il tuo "migliore amico"? >> sua madre lo canzonò leggermente

Blaine scrollò le spalle.

<< No. Non ho mai sentito quel nome in vita mia. >>

Naturalmente Blaine non aveva idea, a quel tempo, che il ragazzo al quale apparteneva quel nome avrebbe cambiato la sua vita per sempre, in tanti di quei modi che lui non riusciva neanche a immaginare... di nuovo. Non aveva modo di sapere che presto, Kurt sarebbe stato tutto ciò a cui avrebbe pensato. Non aveva modo di sapere...





NOTE DELL'AUTRICE: Sì, mi sono resa conto che questo è un modo bastardissimo di concludere il capitolo, ma non avevo idee migliori. Ora, un paio di cosa: Numero uno, NON UCCIDETEMI, VI PREGO! Prometto che le cose miglioreranno. :)

E due, solamente perchè Kurt e Blaine sono cresciuti, questo non significa che che non ci saranno altri adorabili momenti Klaine come quando erano piccoli.

Inoltre, no, Santana e Blaine non stanno propriamente insieme; sono l'uno la copertura dell'altra. Casomai non lo aveste capito. :)


NOTE DELL'AUTRICE: * Blaine utilizza proprio il termine "mermaid" ( "sirena") e non "merman", che sarebbe il corrispondente maschile (ossia, "tritone"); ho lasciato come traduzione "Sirena" perchè è inteso in maniera generica, sta ad indicare la sua specie e non tanto il fatto che Kurt sia un maschio.

** L'autrice usa l'espressione "mommy stuff" e ho avuto diversi problemi a renderla in italiano...diciamo che il senso vorrebbe essere proprio "cose da mammina", ossia tutti quelli atteggiamenti infantili, tipici dei bambini più piccoli. Ho scritto "Cose da bambino", perchè non mi convinceva il termine letterale...ma ci tenevo a specificare il senso.


Posso essere sincera?! Vi autorizzo ad odiarla! xD Sul serio, non sentitevi in colpa se vi viene da madarla a quel paese...perchè io l'ho fatto! Per altro sono girata di palle per alcuni ultimi poiler (chi li ha letti saprà)... per cui questo capitolo proprio non ci voleva!  >__<

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


<< Allora, quando dovreste arrivare tu e papà? >>

Blaine stava oziando vicino alla finestra, guardando la pioggia che batteva contro il vetro, mentre parlava al telefono con sua madre.

<< Saremo lì domani pomeriggio, tesoro. >> rispose la Signora Anderson.

Dal momento che Blaine e Santana frequentavano il college a Baltimora, in Maryland, avevano deciso di andare nella loro casa delle vacanze in Nord Carolina un giorno prima

<< Che cosa sta facendo Santana? >>

<< E' andata in città. Io ho deciso di aspettare qui la vostra telefonata. >>

" Grazie a Dio" aggiunse Blaine silenziosamente nella sua testa. Per tutto il viaggio in macchina, lui e Santana non avevano fatto che litigare: su dove fermarsi per riposare, su quale stazione radiofonica sintonizzarsi, su ogni cosa.

Non appena avevano raggiunto  la casa, Santana vi era entrata a passo di danza e aveva lasciato cadere la sua borsa nel vano della porta, per poi strappare le chiavi della macchina dalle mani di Blaine e andarsene. Non c'era bisogno di dire che il ragazzo si stava già parecchio stancando della sua "fidanzata".

<< Come ve la state cavando voi due? >>

<< Tutto liscio come l'olio. >> rispose, con un sarcasmo che sua madre non colse.

<< Beh, è fantastico. Chiudete porte e finestre, va bene? >> disse sua madre, distrattamente << Ci sarà una violenta tempesta questa notte. >>

<< Sì, qui sta già piovendo. >>

<< Che disdetta! Comunque, adesso devo andare. Dai a Santana un bacio da parte mia! >>

<< Aspetta, mam..! >>

Si sentì il rumore di un click e poi del tono di selezione.

Blaine sospirò.

<< Ti voglio bene. >> disse in tono legnoso, prima di premere il tasto di spegnimento.


*


La pioggia era cessata.

Nonostante Blaine sapesse che non era effettivamente finita del tutto - sapeva che quella era semplicemente la tipica quiete prima della tempesta - non potè resistere alla tentazione di prendere un ombrello e uscire, per andare a rivivere la sua infanzia.

Camminò lungo la spiaggia deserta a lungo, pensando a tutto e a niente allo stesso tempo. Santana. Dio, a malapena sarebbe riuscito ancora a sopportarla! Ma sua madre la adorava e per il momento lui era disposto a tollerarla. Ma al diavolo, non si sarebbero mai sposati!

Blaine non era certo del perchè, ma non era mai stato attratto dalle ragazze. Da nessuna ragazza, non solamente da Santana; e, stando a ciò che la latina gli aveva detto, neanche lei era attratta dai ragazzi.

Avrebbe avuto senso mettersi insieme, aveva deciso Blaine un giorno. I suoi genitori l'approvavano e non c' era alcun pericolo che le emozioni si mettessero d'intralcio nella loro "relazione". Ma accidenti, se quella ragazza gli dava letteralmente sui nervi!

Guardando verso il cielo, Blaine notò che questo era notevolmente più scuro di quando era uscito e, forse, non era proprio un buon segno; ma ancora non riusciva a voltarsi per ritornare indietro.

Le onde si infrangevano violentemente contro la riva, emettendo una specie di sibilio, e Blaine non potè fare a meno di chiedersi se la "tempesta" che i suoi genitori stavano sperimentando in Ohio, qui sarebbe stata molto più simile ad un uragano.

Aumentò il passo, ben deciso a percorrere tutta la spiaggia prima di ritornare a casa; non era sicuro del perchè fosse così determinato al riguardo, ma sentiva come se ci fosse qualcosa di molto importante, che doveva farlo arrivare fino alla fine.

Non ci volle molto prima che la grotta apparisse. Blaine la fissò in stato di soggezione, ricordando vagamente quel luogo, dalle memorie della sua infanzia. Vi aveva passato tutto il suo tempo a giocare, durante quell'estate che i suoi genitori chiamavano "la sua estate della ribellione". Vi aveva giocato con..con...con? Con chi aveva giocato?! Doveva trattarsi solamente dei suoi giocatoli.

Sentì il suo telefono suonare nella sua tasca e storse il naso in segno di disgusto, non appena vide il nome di Santana comparire sullo schermo; aprendolo con un colpo secco, rispose in tono seccato: << Pronto?! >>

<< Hey, Shirley Temple! >> rispose Santana. Blaine roteò gli occhi.

<< Che cosa vuoi? >>

<< Sono seduta in una specie di ristorante country di cattivo gusto e non ho intenzione di ritornare a casa fino a che questa maledetta tempesta non sarà finita. Quella casa è troppo vicina all'acqua e rischia di caderci dentro se.. hey, che cos'è questo rumore? >>

<< Il vento. Sono fuori! >> Blaine dovette alzare il tono della sua voce per farsi sentire oltre quel vento ruggente.

<< Dici sul serio?! Blaine, devi ritornare dentro! Questa tempesta sarà.. >>

La linea caddè.

Blaine fissò il suo telefono e poi scrollò le spalle. Dovevano esserci problemi di connessione. L'avrebbe richiamata più tardi, ma... già, non voleva farlo.

Dopo aver guardato ancora una volta verso l'entrata della grotta, decise di dare un' occhiata veloce al suo interno prima di rientrare a casa.


*


Era talmente bello, esattamente come se lo ricordava. Blaine ammirò le stupefacienti formazioni rocciose e le fessure fra le rocce, senza accorgersi per diverso tempo di quanto il vento ululante là fuori si stesse facendo sempre più forte.

Aveva ricominciato a piovere e, quando una goccia cadde sulla sua fronte, Blaine non potè che essere grato di essersi ricordato di portare un ombrello.

Si diresse verso il retro della grotta, dove trovò una piccola pozza d'acqua. Aveva a malapena fatto in tempo a realizzarne l'esistenza, quando sentì una lieve scossa al petto. Una vera e propria scossa. Avvicinò persino la sua mano per toccarsi il cuore.

Che cos'era?! Perchè era successo?! Che significato aveva?! Blaine scacciò quelle domande dalla sua testa, mentre una sensazione di disagio lo pervase. Probabilmente era un buon momento per ritornare a casa.

Mentre si voltò per andarsene, rimase nuovamente scioccato non appena si accorse che l'acqua stava entrando nella grotta e che adesso gli arrivava alle caviglie.

<< Cazzo! >> imprecò, affrettandosi ad andarsene. Era quasi riuscito a raggiungere l'entrata, quando un'altra onda si schiantò e lo scaraventò a terra.

L'acqua vorticosa lo portò ancora una volta dalla parte posteriore della grotta, dove si rimise in piedi, con una certa instabilità. Cercò di farsi nuovamente strada verso la parte anteriore della grotta, ma un'altra onda lo scaraventò a terra e lo trascinò indietro.

<< Cazzo! >> stavolta impreco a voce ancora più alta. Non andava affatto bene. L'acqua adesso gli arrivava alla vita, e altre onde continuavano a infrangersi nella grotta. In primo luogo, come aveva fatto l'acqua ad arrivare così in alto?! C'era qualcosa a bloccare l'entrata?!

Quando i suoi piedi lasciarono terra, Blaine proseguì nuotando verso l'entrata e si accorse , con una spiacevole sensazione nello stomaco, che aveva ragione. Una roccia stava bloccando l' entrata, probabilmente spazzata lì da un'onda.

L'acqua riusciva ancora ad entrare, ma lui non poteva uscire.

<< Aiuto! >> urlò Blaine, sbattendo i suoi pugni contro la roccia. Era inutile e lui lo sapeva.

Non c'era nessuno nei dintorni, nel giro di miglia. Un'onda si infranse dentro la grotta, non così eccessivamente violenta come le precedenti - grazie alla presenza roccia- ma riuscì comunque a spingere nuovamente Blaine sul fondo. Blaine neanche provò a resistere.

Non sarebbe riusito ad uscire da lì comunque.

Tenendo la testa fuori dall'acqua, pensò intensamente ad un modo per scappare, rendendosi conto che stava ormai esaurendo il suo tempo, dal momento che l'acqua continuava a salire.

Come sarebbe riuscito ad uscire?! Doveva pur esserci un'altra via di fugaForse c'era..

<< ...Un tunnel sotto l'acqua.. >>

Giusto! Quella pozza era un tunnel sott'acqua! Ma... lui come faceva a saperlo? Chi glielo aveva detto? In ogni caso, non aveva importanza. Tutto quello che Blaine doveva fare era nuotare sul fondo della pozza e farsi strada verso l'oceano.

Naturalmente non aveva idea di dove sarebbe riemerso e quanto distante fosse la superficie, ma era un tentativo che doveva fare. Dopo tutto, la scelta era quella oppure affogare.

Blaine fece un respiro profondo, preparandosi a tuffarsi, quando un'onda particolarmente forte lo travolse; dal momento che si trovava già sul fondo della grotta, non vi era altro luogo in cui spingerlo, se non contro le rocce.

La testa di Blaine vacilò, atterrando con un brutto colpo. La sua vista cominciò ad offuscarsi, intanto che smise di nuotare ed iniziò ad affondare in acqua. Quindi era così; ecco come sarebbe morto. Un indecoroso annegamento. Perfetto.

Poco prima che Blaine perdesse conoscenza, avrebbe potuto giurare di aver sentito una voce urlare il suo nome.

<< B-Blaine? Blaine? Blaine! >>

E poi tutto divenne nero.





NOTE DELLA TRADUTTRICE: No, a dire il vero non c'è nulla di particolare da dire...neanche l'autrice ha scritto niente. Ma in genere io scrivo sempre le note a fine capitolo e vederlo così vuoto mi faceva troppo strano!!! xD

Vabbè, sono cretina...ma questo si è sempre saputo!!! xD

Baci a tutti! <3

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Quando Blaine rinvenne, era sdraito di fianco sulla spiaggia. Sbattè le palpebre con stanchezza, aprendo i suoi occhi, e rimase lì per un secondo. Avvertiva come un martellamento nella sua testa, c'era sabbia nei suoi occhi e, dannazione, si sentiva di merda.

Ma era uscito il sole, l'oceano era calmo e lui era vivo. Era vivo! Con una simile rivelazione, Blaine si sentiva quasi in dovere di mettersi a saltare su e giù per la felicità e danzare tutt'intorno. Ma la testa faceva davvero tanto male e l'idea di muoversi gli faceva venir voglia di vomitare.

Insomma, che era successo? Che cosa.. ? Fu allora che Blaine notò il braccio pallido aggrappato alla sua vita e il corpo caldo che premeva contro la sua schiena. Qualcuno stava giacendo nella sabbia con lui.

Urlando, Blaine fece un salto e cercò di tirarsi indietro, inciampando nei suoi stessi piedi e atterrando sul suo sedere. Tentò di scappare via all'indietro, la paura che gli stringeva il cuore mentre fissava lo sconosciuto. Chi era? Come aveva fatto a tirarlo fuori dalla grotta? Quando.. e poi Blaine si concesse di guardare davvero lo sconosciuto.

Distesa nella sabbia, privo di conoscenza, vi era la creatura più bella che Blaine avesse mai visto in tutta la sua vita. Dalla vita in su, sembrava semplicemente un giovane uomo nella media.

Solo che non lo era. Era assolutamente bello, con la pelle pallida color porcellana e capelli castani. Le sue ciglia erano estremamente lunghe e fluttuavano contro le sue guance, come se fosse sul punto di svegliarsi.

Il suo torso poteva essere descritto solamente come... agile, con una muscolatura magra come quella di...beh, come quella di un nuotatore. Era praticamente senza peli, con una sottilissima linea della felicità* che arrivava fino alla sua...coda?

Sì, era una coda di colore blu accesso. No, un attimo...era viola. Magenta? Ci volle un attimo a Blaine per realizzare che era argentea e che stava semplicemente catturando e riflettendo i colori dal sole, dai fiori, dall'oceano.. Attorno alle sue anche - potevano essere definite anche? Beh, dove avrebbero dovuto essere le sue anche, se avesse avuto le gambe - indossava una fascia priva di colore, stretta in un nodo, per accentuare il colore della sua coda. Era mozzafiato. Era radioso. Era... si stava svegliando.

Blaine rabbrividì, incerto sul da farsi. Correre? Urlare? Dannazione, per Ariel era stato molto più facile! Se ne era andata prima che Eric si fosse risvegliato completamente.

Perchè quella sirena -o tritone- non si era svegliato prima e non se ne era andato?

La creatura emise un grugnito e si alzò, strofinandosi gli occhi con i pugni. Poi rivolse il più bel paio di occhi che Blaine avesse mai visto verso di lui. Erano blu, grigi e verdi, e in qualche modo...familiari? Per una manciata di sencondi Blaine avvertì un intensa sensazione di Deja Vu, che se ne andò tanto velocemente quanto era arrivata, e quelli diventarono nuovamente gli occhi di uno sconosciuto.

<< Bl-Blaine? >> disse il tritone, con un adorabile tono di voce cristallino.

Gli occhi di uno sconosciuto che, in qualche modo, conosceva il suo nome.

Il tritone lo stava fissando con i suoi occhi luminosi, uno sguardo di speranza e felicità che vi brillava distintamente.

<< Blaine! >> pianse, gettandosi fra le braccia di Blaine e abbracciandolo forte.

Si incastrò perfettamente fra le gambe di Blaine come un gettone nella fessura** e seppellì il viso nel suo petto, stringendolo forte attorno alla vita.

Blaine teneva su le braccia, in modo tale da non poterlo abbracciare, anche se lo voleva. E veramente, lui lo voleva? Non conosceva neanche quel tritone! Cazzo, non conosceva nessun tritone!

Non sapeva neanche che esistessero!

Il tritone doveva aver percepito la rigidità del suo abbraccio, perchè si tirò indietro e guardò Blaine con i suoi enormi occhi blu.

<< .. Blaine? >> chiese.

Il ragazzo riccioluto lo guardò senza espressione, incerto su ciò che avrebbe dovuto fare o dire.

<< T..tu non ricordi. >>

Non era propriamente una domanda, ma Blaine rispose comunque.

<< Io non ricordo cosa? >>

E a quel punto, l'espressione del tritone cambiò. Il calore si sciolse dai suoi occhi e il suo sorriso scivolò via dal suo volto. Era una persona completamente diversa, e al posto di quel tritone felice e pieno di speranza, vi era qualcuno privo di qualsiasi tipo di emozione.

Sembrava freddo e privo di sentimenti. Non necessariamente infelice, solo...niente. Se Blaine non avesse assistito alla trasformazione con i suoi occhi, avrebbe potuto giurare che il tritone di prima e quello di adesso fossero due creature completamente diverse.

Si allontanò da Blaine e si sedette, guardandolo con espressione vacua.

<< Dovresti essermi grato per aver risparmiato la tua vita, lurido umano. >>

Tutta la familiarità che aveva espresso fino a poco prima, se ne era completamente andata.

<< Io..cosa? >> Blaine era molto più che confuso.

Si era ritrovato a dover affrontare l'esistenza delle Sirene, di una che sembrava conoscerlo, poi non più, poi additura odiarlo; il tutto negli ultimi cinque minuti.

<< Avrei potuto lasciarti affogare. Avrei dovuto. Uno di voi disgustosi esseri in meno di cui preoccuparsi. >>

Scoprì i suoi canini appuntiti e ancora una volta, Blaine venne colto da quel Deja Vu, che se ne andò via in un istante. Sapeva che probabilmente avrebbe dovuto essere offeso da quello che aveva detto il tritone, ma lo shock lo stava abbandonando e stava lasciando il posto ad una sensazione di estrema eccitazione.

Perchè - Hey! - le Sirene esistevano davvero! E lui stava parlando con una di loro. Che importava se questa non sembrava particolarmente entusiasta nei suoi confronti? Era comunque una Sirena!

<< Oh, giusto. Grazie mille, uh-

<< Il mio nome non è importante. >>

<< Beh, se lo dici tu! Il mio nome è Blaine. Ma tu lo sai già, giusto? E' una specie di super potere da Sirena? Conoscere il nome di tutti quanti? >>

Blaine si sporse in avanti con entusiasmo, aspettando una risposta. Qualcosa di simile alla tristezza o al dolore lampeggiò brevemente negli occhi del tritone, ma se ne andò in un istante e quell' espressione vacua ritornò.

<< Come osi rivolgerti a me così... sfacciatamente?! >> scattò il tritone << Ma se ci tieni a saperlo... no, non è un potere. >>

<< Allora come.. >>

<< Ne ho abbastanza! >> sbottò.

Puntò un dito ( le cui venature Blaine non potè fare a meno di notare) contro il viso di Blaine.

<< Tu non racconterai a nessuno quello che hai visto oggi. Mai. Se lo farai, io ti ucciderò. Hai capito?! >>

Guardò Blaine da cima a fondo, storcendo il naso.

<< Vili creature. >> sentenziò << Non fate altro che inquinare la terra e occupare spazio. Credimi quando ti dico che nessuno sentirebbe la vostra mancanza. >>

E con ciò, si rituffò nell'oceano. O almeno, ci provò.

Si era voltato verso le onde e aveva iniziato a sbattere la sua coda, ma ad un tratto si fermò e si lasciò sfuggire un grido. Blaine fece un salto per la sorpresa, ancora leggermente stordito dall'esistenza delle sirene, quando si accorse di che cosa stava provocando così tanto dolore al tritone: un piccolo amo da pesca arrigginito era conficcato nelle sue pinne.

<< E' solo un amo da pesca. >> commentò Blaine, allungando una mano verso di esso.

Il tritone sibilò e retrasse le sue pinne.

<< " Solo un amo da pesca" ? >> replicò inorriditò << Sai quanto siano sensibili le pinne di una Sirena?! >>

Fece una pausa.

<< No, immagino che tu non lo sappia. >>

Blaine inarcò le sue sopracciglia traingolari.

<< Se ritorni in acqua, inizierà a bruciare. Molto. A meno che.. le ferite della coda non siano diverse da quelle della carne. >>

Il tritone lo fissò silenzionsamente.

<< Non guardarmi in quel modo. Come faccio a sapere come ci si sente ad avere una ferita sulla coda?! >>

<< Dovresti saperlo. >>

Queste ultime parole vennero dette così piano che Blaine quasi rischiò di perderle, ma non lo fece. Non vi rispose neanche.

<< Andiamo. Perchè non mi permetti di togliertelo? >> Blaine offrì al tritone un lieve sorriso, e per un secondo, l'apparente freddezza del tritone sembrò sciogliersi completamente.

<< Blaine.. >> disse piano, la sua voce così vulnerabile.

Quando Blaine guardò nei suoi occhi luminosi, riuscì a vedere come questi fossero tornati nuovamente ad essere tanto espressivi.

<< Tu.. tu davvero non ricordi niente? Niente di niente? Neanche... neanche il mio nome? >>

Blaine lo studiò per un momento, prima di dire gentilmente: << Mi dispiace, ma... credo che tu mi abbia confuso con qualcun altro. Magari con un altro Blaine? >>

Ed ecco che quella freddezza era ritornata. Questa volta, con una punta di risentimento. Ma non prima che il tritone esclamasse con un borbottio: << Kurt. Il mio nome è Kurt. >>




NOTE DELL'AUTRICE:  Ehm.. VI PREGO, NON UCCIDETEMI! Ricordate quanto il padre di Kurt odiasse gli umani? Beh, non potevate certo aspettarvi che non avesse trasmesso queste idee al figlio durante tutti questi anni, no?! E non sono solo Kurt e suo padre ad odiarli, ma tutte le Sirene. Credo di aver dimenticato di dirvelo.

Comunque, so che molti di voi si aspettavano un capitolo meravigliosamente dolce, adorabile e romantico di ricongiungimento...e all' inizio doveva andare così, fino a che non ho pensato: Come avrebbe potuto esserci un ricongiungimento tanto meraviglioso se Blaine non si ricorda nulla? Sarebbe stato finto e forzato e lo sarebbe stato ancora di più se Blaine avesse ricordato tutto non appena i suoi occhi si fossero posati su Kurtt. La storia non avrebbe più avuto senso. Ma alla fine ci sarà una bella e dolcissima scena di ricongiungimento, ve l'assicuro. Spero di non aver spaventato nessuno.

Questo capitolo doveva essere molto più lungo, ma ha deciso di concludersi qui, e io chi sono per negare a questa povera storia ciò che desidera? Comunque, sono abbastanza sicuro che le cose miglioreranno...o forse no. Kurt diventerà più gentile, almeno. :)


NOTE DELLA TRADUTTRICE: * Ho scoperto che la sopracitata "Linea della felicità" sarebbe quella sottile scia di peli che scende dal ventre fino al pube; sì, ammetto che non lo sapevo...me l'ha detto la mia beta! xD
** L'espressione usata qui è "He fit in between Blaine's legs like a slot", che è traducibile con " si infilò perfettamente fra le gambe di Blaine come una fessura"; forse la mia traduzione è un po' forzata, ma mi sembrava un tantino più elegante.

Allora, sono doverose un paio di paroline: Innanzitutto, so che state odiando l'autrice, ma tutto sommato non ha tutti i torti; insomma, anche io odio il fatto che Blaine non si ricordi Kurt, ma è anche vero che sennò tutto sarebbe stato fin troppo facile! E poi c'è anche una spiegazione razionale al perchè Blaine non si ricorda di Kurt...e so che qualcuno di voi l'ha già colta! :)

Seconda cosa...mi vedo costretta a rallentare un po' i tempi di pubblicazione, postando i capitoli ogni tre giorni invece che ogni due; il problema è che l'autrice è ferma ancora al capitolo 13 e di questo passo io rischio di superarla abbondantemente! Non vorrei ritrovarmi ad arrivare al capitolo 13 senza che lei sia andata avanti...vi chiedo scusa, ma credo che sia meglio così. :)

Vi voglio sempre tanto bene! <3

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


<< Allora, a che ora pensate di essere qui? >>

Probabilmente quello era un modo piuttosto rude per salutare sua madre, Blaine se ne era accorto. Ma accidenti, se aveva immediatamente bisogno di una risposta!

<< Blaine! >> sussultò la signora Anderson con sorpresa, dopo aver risposto alla telefonata di suo figlio; un saluto piuttosto...diretto. << Dove sei stato? Santana ha detto che hai passato tutta la notte fuori! >>

<< Oh, sì. >> rispose rapidamente Blaine, guardando il soffitto. Era seduto al tavolo della cucina, con il telefono in una mano e un paio di pinze nell'altra << S.. sono stato sorpreso dalla tempesta. Sono rimasto ad aspettare che finisse nella grotta, mi sono addormetato. Sai come vanno certe cose. >>

<< No, a dire il vero non lo so. >> disse la Signora Anderson con sarcasmo << Non avevi il cellulare con te? Perchè non hai telefonato? >>

<< Mamma! >> strillò Blaine, roteando gli occhi con fare esasperato. Si stava preoccupando troppo. Certo, lui era quasi affogato, ma lei non ne aveva la minima idea << E' stato danneggiato dall'acqua. E non avevo campo. Comunque, me ne comprerò uno nuovo. Adesso dimmi, a che ora arriverete domani? >>

Blaine sapeva che si stava comportando in maniera troppo scorbutica e sapeva che sua madre si stava solamente preoccupando per lui, ma che sarebbe successo se lei e suo padre fossero arrivati in quel momento? Che cosa sarebbe successo se fossero stai proprio là fuori?! Che cosa sarebbe successo se avessero visto...

<< Non arriveremo domani. >> sospirò la Signora Anderson << In effetti, probabilmente non arriveremo prima di un bel po' di tempo. >>

<< Oh. >> disse Blaine, cercando con tutte le sue forze di non sembrare troppo sollevato.

Fece un respiro profondo, fingendo di non aver ben recepito l'informazione, prima di chiedere con disinvoltura: << Perchè no? >>

<< Quella tempesta ci ha praticamente bloccati qui. >> spiegò la Signora Anderson << Ci sono macerie e detriti d'appertutto e sono persino caduti molti alberi. Ci vorranno un paio di giorni per ripulire le strade. >>

<< Oh. >> disse ancora Blaine << Q-quanti giorni? Voglio dire, quanti giorni passeranno prima che voi arriviate? >>

<< Tre o quattro circa, cinque la massimo. Perchè vuoi.. >>

Prima ancora che potesse finire, Blaine riattaccò il telefono, per poi alzare in aria un pugno ed esclamare un vittorioso: << Sì! >>.

Stringendo le pinze nella sua mano destra, corse giù per le scale e poi nella sua stanza, fermandosi appena prima di entrare nel suo bagno personale. Dopo aver fatto un respiro profondo, contò fino a tre prima di varcare la soglia.

Seduto nella sua - piuttosto piccola - vasca da bagno, c'era Kurt, con un'espressione particolarmente abbattuta. Il tritone teneva le braccia incrociate e gli occhi socchiusi e guardò Blaine duramente non appena questi entrò nella stanza.

A causa della sua lunghezza, parte della sua coda usciva fuori dalla vasca, con la punta delle pine che spazzolava il pavimento.

Trasportare Kurt dalla spiaggia a casa sua era stato... un lavoro a dir poco faticoso. L'amo da pesca era così saldamente conficcato nella coda di Kurt, che non vi era alcun modo che Blaine potesse rimuoverlo semplicemente con le sue mani. Gli servivano delle pinze.

Il suo primo istinto fu quello di correre a casa e prenderle, ma la sua mente venne colpita dal dubbio che, una volta tornato, il tritone se ne sarebbe andato. Per cui fece la seconda cosa migliore; si caricò il tritone dai capelli castani sulle braccia senza avvisarlo, trasportandolo a mo' di sposa* verso casa.

Kurt non era esattamente contento a quell'idea; inizialmente, quando Blaine lo prese in braccio, si mise ad urlare come una banshee**, spingendo violentemente contro il suo petto e facendoli cadere entrambi. Dopo di chè tentò di scivolare nuovamente in acqua, ma Blaine afferrò la sua coda e lo trascinò ad una certa distanza, prima di sollevarlo di nuovo.

Per tutto il tragitto fino a casa, il tritone fischiò contro Blaine e lo micacciò, dicendogli che lo avrebbe ucciso se non lo avesse liberato sedutastante. Sebbene non facesse che contorcersi e spingere per cercare di scappare, Blaine non potè fare a meno di notare che, nonostante tutte quelle minacce, Kurt non aveva mai alzato un mano contro di lui.

Raggiunsero la casa in piuttosto in fretta, sgattaiolando dalla porta sul retro e passando oltre Santana, che dormiva profondamente sul divano. Dopo aver adagiato Kurt nella sua vasca da bagno, Blaine era andato in cucina per chiamare sua madre.

Se i suoi genitori fossero arrivati e avessero trovato Kurt nella sua vasca, probabilmente le cose si sarebbero fatte piuttosto interessanti. Kurt tirò dentro la coda, fino in fondo alla vasca, prima di tirarla di nuovo fuori, schizzando Blaine in pieno viso.

<< Quest' acqua fresca sta facendo spellare la mia coda. >> bofonchiò, guardando Blaine con espressione di accusa. Blaine scrollò le spalle, con un sorrisetto che si fece strada sul suo volto.

<< Mi dispiace. >> si scusò, per quanto non fosse effettivamente colpa sua. Aveva più o meno accettato il fatto che a Kurt lui non sarebbe mai piaciuto, a prescindere da ciò che avrebbe fatto.

Sembrava proprio che Kurt odiasse gli esseri umani in generale.

<< Ma dopo che avremo tolto quell' uncino, tornerai nell'oceano in men che non si dica. >>

Il ragazzo dagli occhi nocciola notò che il tritone fissava nervosamente il sole che tramontava fuori dalla finestra, ma non disse niente al riguardo.

<< Quanto pensi che ci vorrà? >> domandò Kurt. Anche se il suo volto rimase senza espressione, Blaine riuscì a vedere la preoccupazione che affiorava dal suo tono di voce << Prima di mezzanotte? >>

Blaine sollevò un sopracciglio: << Beh, sono solo le otto, quindi.. >>

Kurt si rilassò notelmente, sdraiandosi nella vasca. Sembrava molto più a suo agio di quanto Blaine lo avesse mai visto.

<< Bene allora, vai avanti umano. >> disse Kurt, schizzando nuovamente Blaine.

Blaine si asciugò l'acqua dagli occhi prima di atterrare sulle sue ginocchia, vicino alla vasca. Afferrò la coda di Kurt, massaggiando le scaglie attorno alla ferita, sperando di rilassare ulteriormente il tritone prima di dover estrarre l'uncino.

<< Allora.. >> disse, cercando di farlo apparire casuale << Com'è? >>

Kurt inarcò un spracciglio e Blaine rimase ancora una volta colpito dalla bellezza del tritone.

<< Com'è cosa? >>

<< Lo sai...il Regno delle Sirene. >>

Rimase in silenzio per un momento, prima che Kurt scoppiasse a ridere. Una bellissima risata cristallina, che suonava come uno scampanellio.

<< Il Regno dell Sirene? >> ansimò, stringendo i fianchi << Chi lo chiama il Regno delle Sirene? >>

<< Beh, allora come si chiama? >>

Kurt lasciò completamente cadere ogni barriera.

<< E perchè dovrei dirtelo? >> sibilò, con un' espressione di disgusto sul volto. Blaine sospirò, scuotendo la testa. Bene. Aveva appena accettato il fatto di non piacere per niente a Kurt.

<< Non importa. >>

Ci fu ancora una volta silenzio, mentre Blaine continuava a massaggiare la coda di Kurt. Il ragazzo riccioluto riusciva a sentire gli occhi di Kurt su di lui, che lo studiavano. Finse di non farci caso, allungando la mano verso le pinze. Proprio quando Blaine si chinò per raggiungerle, Kurt si avvicinò a lui, allungando una mano palmata per toccare il suo viso.

Blaine, tuttavia, finì per allontarsi senza neanche accorgersi che il ragazzo dalla pelle di porcellana stava cercando di avvicinarsi a lui. Kurt lasciò cadere la mano prima ancora che Blaine potessere vederlo.


*


Blaine era appena riuscito a sfilare l'amore, quando sentì un colpo alla porta del bagno.

Rabbrividì, mentre Kurt si irrigidì e fischiò.

<< Blaine? Se là dentro, Shirley Temple? >>

Santana.

<< Uhm..sì! esco subito. >> gridò Blaine, prima di voltarsi verso Kurt.

<< Non dire una parola. >> sussurrò al tritone << Sarò di ritorno fra un minuto. >>

Kurt non rispose, scegliendo invece di fissarlo. Non che Blaine si aspettasse realmente qualcosa di più. Sgattaiolò fuori dal bagno, aprendo appena appena la porta, così che l'ispanica non potesse guardare dentro.

Santana era in piedi a braccia conserte, guardando Blaine dall'altro in basso.

<< Quindi non sei morto. >> commentò << Allora dove sei stato per tutta la notte e per la maggior parte del giorno? >>

<< Io.. uh.. >> balbettò Blaine, in cerca di una risposta. Per qualche motivo credeva che " Ero sdraiato sulla spiaggia privo di sensi, con un tritone", non avrebbe funzionato.

<< Mi sono addormentato nella grotta, l'altra notte. Ho perso la cognizione del tempo. >>

Santana sembrava dubbiosa.

<< Allora, dove sei stato per la maggior parte della giornata? >> domandò. Prima che Blaine potesse rispondere, tuttavia, scosse la testa.

<< Non importa, non mi interessa davvero. Ho fame. Preparami da mangiare. >>

Blaine guardò oltre la sua spalla, verso il bagno, prima di voltarsi verso Santana.

<< Bene. >>

Blaine preparò a Santana una rapida cena, con l'intenzione di ritornare da Kurt il prima possibile. Naturalmente non fu così che andarono le cose. Dopo la cena, Santana volle giocare coi videogames e dopo ancora volle guardare un film. Blaine l'avrebbe volentieri scaricata, ma non era uno stupido; sapeva che se avesse usato qualche scusa, Santana sarebbe diventata sospettosa. Era una donna paranoica, e sapeva bene che lui non aveva effettivamente nient'altro da fare.

Attorno alle undici, era talmente stanco che crollò sul divano, con un avambraccio poggiato sopra i suoi occhi. Santana gli aveva chiesto di lottare. Si, avete letto correttamente, i due lottarono.

<< Sei una tale schiappa, Anderson! >> Santana roteò gli occhi, scrocchiando le sue nocche << Devo pisciare***. >>

<< Prorio come ogni ragazza per bene. >> rispose Blaine con sarcasmo. Era davvero stanco e, ad essere sinceri, non aveva molta voglia di riportare Kurt in oceano al momento. Inoltre, come avrebbe fatto a far passare inosservato il tritone a Santana?! Erano passate due ore dall'ultima volta che lo aveva visto e di certo doveva essere livido di rabbia. Dio, non aveva affatto voglia di essere sgridato.

<< Anderson! >> sentì Santana urlare da in fondo al corridoio << Non c'è la carta igienica! >>

<< Vai a cercarla! >> le urlò dietro Blaine.

<< Fottiti! >>

Oh Santana. Sentì la ragazza pimbare nel salotto e poi passargli accanto, dirigendosi verso le scale.

<< Sto andando a impuzzolentire il tuo bagno. >> borbotto, passandogli accanto.

<< Chiuditi dentro. >> disse Blaine con voce stanca. Un secondo dopo aver realizzato ciò che la ragazza aveva detto, Blaine saltò giù dal divano.

" O merda, Kurt! " si disse, mentre correva su per le scale.

<< Santana! >> gridò.

Ma era troppo tardi. La cosa successiva che udì fu un urlo da far raggelare il sangue.




NOTE DELL'AUTRICE: Sì, mi sono accorta che questo è decisamente il capitolo peggiore, ma mi serviva per rimettere un po' in sesto la trama. Vi lascio qualcosa su cui riflettere, mentre aspettate il prossimo capitolo:

Perchè Kurt deve essere di ritorno entro mezzanotte?

Quale sarà la reazione di Santana riguardo a Kurt?

Quando Blaine inizierà a ricordarsi di Kurt?

Prometto che la prossima volta non sarà tutto così noioso!



NOTE DELLA TRADUTTRICE: * Il termine usato dall'autrice è "bridal style ", che sta proprio ad indicare il modo in cui lo sposo trasporta la sposa in braccio, per farle varcare la soglia di casa.

** Per chi non lo sapesse, le Banshee sono delle creature leggendarie della mitologia irlandese; la banshee è uno spirito femminile, descritto generalmente come una bella donna dai capelli fluttuanti, con indosso un vestito verde ed una mantella grigia. Può apparire sia come una donna che canta, sia piangente e avvolta da un velo. Il termine banshee significa "donna delle fate", dal gaelico bean, "donna", e sidhe, che deriva a sua volta da sith ("fata") o sid. ( AAAAH....THE SIDHE!! *___* ma vi pare che fangirlizzo anche nelle ie traduzioni??? xD ) Fa parte del piccolo popolo ed è uno spirito che spesso viene classificato tra quelli maligni, anche se in realtà nelle antiche leggende viene descritto semplicemente come uno spirito femminile che si aggira attorno a paludi e fiumi, nelle sorgenti o nelle colline d'Irlanda.
( Wikipedia docet u.u )

*** Lo so, Santana è particolarmente fine (inserire sarcasmo..xD).. però il senso di "I gotta take a piss" è prorio quello; tradurre in maniera così colorita mi è sembrato corretto, dal momente che è così che l'autrice fa parlare Santana.

Ebbene sì, le cose iniziano a farsi interessante...il prossimo capitolo a me ha fatto morire dal ridere! xD Certo, sono leggermente delusa dal fatto che l'autrice continui a non aggiornare!! >.<

Ma sono anche esaltatissima dagli spoilers, quindi.... yay!! xD

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Quando Blaine rientrò nel bagno, Santana era in piedi, schiacciata contro il muro, urlando a perdifiato e fissando Kurt con espressione attonita. E per quanto riguardava Kurt? Invece di guardarla male o fischiarle contro come si sarebbe aspettato Blaine, la stava semplicemente guardando dall'alto in basso,con espressione di totale disprezzo.

Probabilmente sarebbe stato anche divertente se la situazione fosse stata diversa, non potè fare a meno di pensare Blaine.

<< Oh, eccoti! >> disse Kurt, quando vide Blaine sulla soglia << Sei stato via un' eternità! >>

Ignorando il tritone, Blaine si avvicinò con cautela all'ispanica in stato di shock, che era piombata in uno stato di completo silenzio.

<< St-stai bene? >> domandò, stringendole le spalle. Il suo sguardo sconvolto passò da Kurt a Blaine e poi di nuovo su Kurt, prima di strillare: << Che diavolo è questo?" >>

Blaine si ritrasse perchè, seriamente, non aveva idea di come spiegare la faccenda.

<< E'...beh, è un...sì?! >> balbettò, incerto su ciò che avrebbe dovuto dire. Dalla vasca, Kurt si sporse verso di lui e gli fece il verso.

<< E'...beh, è un...che cosa sono esattamente?! >> disse con sarcasmo. Santana rivolse ancora una volta i suoi brillanti occhi marroni verso di lui.

<< Che cosa sono questi suoni che continua ad emettere?! Che sta facendo?! >>

Di fronte a ciò, Blaine rimase visibilmente confuso. Inarcò entrambe le sopracciglia e guardò Santana.

<< Suoni? Che suoni? >> domandò, voltandosi verso Kurt.

Il tritone sollevò un sopracciglio e disse semplicemente: << Non riesce a capirmi. >>

<< Questi suoni! >> urlò Santana.

<< Santana, io... lo so che questo potrebbe essere piuttosto complicato da capire, ma Kurt è...beh, è ..come dire.. un tritone. >>

Un tonfo.

L'Ispanica era svenuta, completamente pietrificata.

Blaine sbattè gli occhi una volta, due, e poi scollò le spalle. Beh, quello era un modo per sviare la situazione. Blaine si accucciò di fianco a Santana, guardando oltre le sue spalle verso il tritone, che sorrideva compiaciuto.

<< Perchè non riesce a capirti? >> domandò curiosamente.

Per un breve momento, parve che Kurt  fosse davvero sul punto di rispondere alla domanda, ma sembrò trattenersi proprio all'ultimo momento. L'occhiata che Blaine ricevette stavolta, fu nuovamente colma di risentimento.

<< Che ore sono? >> domandò improvvisamente Kurt, ignorando completamente la domanda di Blaine.

Il ragazzo riccioluto scrollò le spalle.

<< Non credo di essere in grado di riportari indietro stanotte. >> rispose, voltandosi nuovamente verso Santana e issando la ragazza fra le sue braccia. << E' tardi, e dovrei aspettare fino a che Santana non si svegli. Ma ti riporterò in spiaggia per prima cosa domattina, va bene? >>

No, non andava bene. Era abbastanza chiaro, a giudicare dall'espressione sul volto di Kurt, e Blaine avvertì una spiacevole sensazione nel suo stomaco.

<< Blaine, dici sul serio? >> strillò Kurt, mettendosi a sedere. Il ragazzo riccioluto fece un salto, scioccato dalla solita freddezza glaciale del tritone << Ho bisogno di ritornare a casa adesso, Blaine! >>

<< Mi dispiace Kurt, ma adesso è impossibile. >>

<< Ma ti avevo detto che avrei dovuto essere di ritorno entro.. >>

<< Entro mezzanotte? Lo so, e mi dispiace. Ma è praticamente mezzanotte adesso, per cui... ascolta, torno subito. >>

Prima che Kurt potesse effettivamente rispodere, Blaine si affrettò fuori dal bagno e dalla sua stanza, e scese giù fino a quella di Santana. Quando sentì l'urlo melodrammatico di Kurt, non potè fare a meno di roteare i suoi occhi. Per quanto fosse affascinato da Kurt, non poteva evitare di avvertire quel minimo di fastidio nei confronti del tritone dai capelli castani.

Sì, Kurt era bellissimo. Incredibilmente. Blaine non aveva mai visto nessuno come lui. Ma era... beh, era scorbutico. Molto. E Blaine non poteva fare a meno di pensare che non avesse niente a che vedere con il fatto che lui fosse un umano. Era decisamente qualcos 'altro. Ma cosa?

Sospirando, Blaine tirò indietro le coperte e vi rimboccò Santana, posanto un lieve bacio sulla sua fronte. Dio, sperava tanto che non si risvegliasse fino al mattino dopo, perchè adesso doveva tornare in bagno e controllare i danni. Decisamente niente che non vedesse l'ora di fare.

Fece ritorno in camera sua, fermandosi non appena arrivò fuori dalla porta, quando sentì un tonfo rumoroso che suonava sospettosamente come quello che aveva sentito quando Santana era caduta a terra. Oddio. Kurt era uscito dalla vasca?! Stava cercando di ritornare in spiaggia da solo?! Come diamine avrebbe fatto Blaine a rimetterlo dentro?! Quando si era offerto di estrarre l'uncino dalla sua coda, non era certo ciò che avrebbe pensato di dover fare.

Poggiò la fronte alla porta, la mano sospesa sopra la maniglia, poi prese un respiro profondo. Non voleva proprio rentrare là dentro, aveva avuto abbastanza degli abusi verbali di Kurt, per una sola notte. A dire il vero, ne aveva avuto abbastanza per il resto della sua vita. Comunque, cambiò immediatamente idea quando sentì un rumore che somigliava vagamente ad un pianto sommesso, proveniente dal bagno. Era Kurt.. stava piangendo? Senza pensarci una seconda volta, Blaine si fiondò nella sua stanza e poi in bagno, e lì rimase sconvolto da una scioccante visione.

Laggiù, sdraiato sul pavimento sulla sua pancia, c' era Kurt. Un Kurt umano e nudo. Stava artigliando il pavimento con le sue unghie, un'espressione di dolore incisa sul suo volto, mentre cercava di mettersi in posizione eretta. Prima che potesse farcela, caddè nuovamente sul pavimento.

<< Ku-Kurt?! >> domandò Blaine, con occhi spalancati in un espressione incredula. Il tritone ( o adesso era semplicemente un umano?) lo guardò con i suoi luminosi occhi a metà fra il blu e il verde, con le lacrime che straripavano.

<< Vattene. >> sibilò, senza esitazione.

Blaine non si mosse di un centimentro.

<< Tu sei..Kurt, tu sei umano! >>

Ogni particolare di lui che gli dava l'aspetto di una sirena se ne era andato, inclusi i suoi aguzzi denti canini. Persino le venature fra le sue dita sembravano essere completamente scomparse.

<< Ho detto vattene! Vattene, vattene, vattene! >> Kurt adesso stava urlando e praticamente singhiozzando.

Blaine avrebbe voluto dirgli qualcos'altro - chiedergli come, perchè - invece si limitò a voltarsi e andarsene, sbattendo la porta dietro di lui.




* ( Voi ragazzi andreste fuori di testa se finissi il capitolo qui?)



Tre ore dopo, Blaine se ne stava pigramente seduto sul divano del salotte, con un orange soda stretta in una mano.

" Sarebbe un momento perfetto per farsi una birra" si disse fra sè e sè, dandovi un sorso.

In televizione c'era uno stupido show su un gruppo di stupidi ragazzi dal New Jersey, ma Blaine vi stava a malapena prestando attenzione.

Quello era stato il giorno più folle della sua intera vita. Come se scoprire l'esistenza delle Sirene non fosse stato abbastanza, Blaine doveva anche affrontare una sirena con un pessimo carattere, la sua "fidanzata" che lo aveva scoperto e, adesso, tutta questa storia della trasformazione in umano.

Il tutto mentre cercava di trovare il modo per nasconderlo ai suoi genitori! Doveva essere un lunedì. Blaine sospirò e diede un'altra sorsata.

Dopo che Kurt lo aveva sbattuto fuori dal bagno, il ragazzo dagli occhi nocciola vi era ritornato con cautela un'ora dopo, con un maglietta di Buzz Lightyears e un paio di jeans in mano.

Quando li aveva offerti al neo umano*, questi aveva guardato gli indumenti con espressione di completo disgusto, prima di sbattere nuovamente Blaine fuori. Blaine rientrò meno di dieci minuti dopo, questa volta con un paio di pantaloni Hollister di colore blu brillante di Santana e una sua maglietta rossa aderente, con lo scollo a V. Lasciò i vestiti sul pavimento, vicino a Kurt, che era riuscito a mettersi in posizione seduta e se ne stava appoggiato contro la vasca da bagno.

Poi arretrò lentamente, guardando Kurt che guardava lui, con un'espressione vacua sul volto.

Adesso eccolo lì, a guardare "Jersey Coast" o qualunque cosa fosse, alle 3.25 del mattino. Sul serio, era stato il giorno più lungo di sempre. Quando udì il rumore dello scricchiolio delle scale dietro di lui, credette che Santana si fosse svegliata e che stesse andando da lui per chiedergli di dare risposta alle sue domande. Invece, Kurt andò a sedersi aggraziatamente sul divano, il più lontano possibile da Blaine.

Era riuscito a vestirsi e si era legato la sua fascia intorno alla vita, proprio come faceva quando aveva ancora la coda. Aveva un aspetto semplicemente stupendo e Blaine dovette ammettere che stava decisamente meglio con gli abiti di Santana di quanto mai lo sarebbe stato con i suoi.

Rimasero entrambi in silenzio per un momento, semplicemente studiandosi a vicenda, fino a che Kurt, alla fine, non distolse lo sguardo.

<< Non volevo che tu mi vedessi così. >> disse morbidamente, fissando il pavimento. Blaine afferrò il telecomando e tolse il volume alla televisione.

<< Vederti come? >> domandò curiosamente. Le guance di Kurt stavano lentamente diventando più rosee e Blaine non potè fare a meno di restare affascinato dalla visione delle emozioni del tritone.

<< I-io non riuscivo a camminare. Avevo un aspetto patetico. >>

Ah. Allora questo spiegava tutti quelli urti e i lividi sulla pelle di Kurt e i tonfi rumorosi che aveva udito provenire dalla sua stanza durante le ultime due ore: Kurt stava cercando di imparare a camminare.

Blaine non pensava che avesse un aspetto patetico, ma aveva la sensazione che se lo avesse detto, Kurt sarebbe ritornato al suo stato di freddezza priva di emozione, e questo Blaine non lo voleva.

Invece, domandò lui: << Perchè sei un umano? >>

Normalmente fare delle domande azionava sempre un campanello di allarme, ma per una volta Kurt gli diede una risposta diretta. Una risposta che non riuscì a capire, ma comunque una risposta, non di meno.

<< Sono un generatore. >> replicò Kurt a bassa voce << Mi trasformo durante la luna piena, torno normale durante la luna piena successiva. >>

Che cosa era un generatore? Perchè si trasformavano durante la luna piena?! E se dovevano attendere fino a quella successiva, allora questo non significava che...

<< Aspetta, ma... la prossima luna piena è fra un mese. >> puntualizzò Blaine.

Kurt lo guardò dritto negli occhi, per una volta libero dal giudizio.

<< Lo so. >> disse semplicemente.

Ancora silenzio. Blaine sapeva che avrebbe dovuto andare fuori di testa. I suoi genitori sarebbero arrivati nel giro di un paio di giorni, Santana si sarebbe svegliata presto, e aveva un tritone che si era appena trasformato in un umano, con il quale avrebbe dovuto avere a che fare per un mese intero; e infine, ciliegina sulla torta, Kurt lo odiava.

Aveva un sacco di cose da dover affrontare.

Però...beh, aveva già perso la testa per un sacco di cose quel giorno e adesso era davvero stanco. E a giudicare dal modo in cui gli occhi del tritone si stavano lentamente chiudendo, anche lui era stanco. Avrebbe affrontato tutto il giorno dopo. Adesso, era ora di andare a dormire.

Appena prima di profondare in uno stato di incoscienza, Blaine mormorò: << Kurt, ti ha mai detto nessuno che sei davvero bello? Perchè lo sei. Cioè, sei davvero bello. >>
Se fosse stato un tantino più sveglio, probabilmente non lo avrebbe detto. No, cancellate l'ultima parte**: decisamente non lo avrebbe detto. Ma era talmente stanco e, onestamente, non gli importava di ciò che avrebbe risposto Kurt.

<< Grazie. >> replicò Kurt << Sì, mi è stato già detto prima. >>

<< Oh. E come hai reagito? >>

<< Gli dissi che era molto bello anche lui. >>

<< Lo era? >> domandò Blaine, prima di crollare finalmente dal sonno. Kurt sorrise gentilmente al ragazzo addormentato.

<< Sì, lo era. Lo è ancora. >>

E poi anche il tritone si addormentò.




NOTE DELL'AUTORE: Un altro capitolo è concluso. Allora, per vostra informazione, tutto in questa storia è intenzionale. Ogni reazione, ogni emozione, TUTTO. Quindi, se vi ritrovate a leggere e pensate " Ehy, pensavo che Blaine avrebbe reagito diversamente".. beh, c'è una ragione per cui si comporta in questo modo.

E qualunque domanda che vi verrà in mente, troverà risposta a tempo dovuto. C'è una cosa, comunque, che vorrei chiarire immediamente: Blaine non ha dimenticato Kurt perchè è passato tanto tempo. No. La ragione per cui lo ha dimenticato è perchè è cresciuto. Letteralmente e figurativamente.

Dal momento che non è più un bambino, non crede più bella magia. E dal momento che non crede più nella magia, ha dimenticato quella che lo aveva sfiorato in passato. Intendo andare più a fondo con questa faccenda, ma ci tenevo a farvi sapere che è questa la ragione per cui non riesce a ricordare (in caso voi non lo aveste già capito).

Il prossimo capitolo sarà molto più divertente e i toni si accenteranno un po' di più. E adesso, altro cibo per le vostre menti...

Che cos'è un generatore?

Perchè Blaine riesce a capire Kurt, ma Santana no? ( Indizio: ritornate al primo capitolo =] )

Che diavolo farà Blaine con Kurt per un mese intero? (Nota della traduttrice: Non pensate male come ho fatto io quando l'ho letto! xD )




NOTE DELL'AUTRICE: * L'autrice usa il termine "Brand New Human", che potrebbe essere anche traducibile con "Umano nuovo di zecca"; diciamo che il senso di "Brand New" sta ad indicare una novità dell'ultimo minuto, ma non ero certa di poterlo rendere molto elegnatemente in italiano, per cui ho tradotto "Neo Umano".

** L'autrice usa la tipica espressione americana "Scratch that", che vorrebbe dire " Cancellare, metterci una riga sopra"; diciamo che indica il tipico gesto di cancellare con una riga una parola o una frase sbagliata, dopo averla scritta su un foglio.

Il senso è più o meno questo, per cui mi sono presa la libertà di tradurre con una piccola variazione...infondo credo di aver più o meno reso l'idea! :)

Ok, un altro capitolo è stato pubblicato.... e credo che fra poco scriverò all'autrice chiedendole che fine hanno fatto quelli nuovi!!!  >.<

Prima però vado a rivedermi la scena dei fiori dell'episodio 3x3... no, non sono drogata...mi serve per la mia fan fiction (certo, tutte scuse! xD)

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Ti capita mai di pensare di baciarmi? Ti capita mai..

<< Esci fuori dai miei vestiti, stupido pesce! >>

<< Come osi rivolgerti a me così sfacciatamente, ragazzina idiota?! >>

La mattina successiva, Blaine si svegliò di soprassalto da un sogno piuttosto piacevole, non appena udì un urlo al di sopra di lui. Kurt e Santana. Certo. A quanto pare Santana si era svegliata quella mattina e aveva visto Kurt nei suoi vestiti, il che l'aveva immediatamente mandata in uno stato di rabbia. Perchè non era certo qualcosa che sarebbe stata in grado di affrontare da persona matura, oh, no! Lei doveva strillare, urlare il suo nome e tutto il resto. Oh Dio, si sarebbe svegliato tutte le mattine con loro due che litigavano, da quel giorno in poi?!

Erano proprio l'uno di fronte all'altra, praticamente naso a naso, ma Santana non sembrava essere minimamente intimorita dalla differenza di altezza che c'era fra lei e il tritone. Differenza d'altezza... Blaine approfittò del momento per posare lo sguardo sulla figura alta del tritone. La notte precedente era talmente stanco che non aveva effettivamente fatto caso al nuovo aspetto di Kurt, ma adesso?

Era snello e agile, con le spalle larghe, una vita sottile e sinuose curve lungo le sue anche. In effetti, i vestiti di Santana gli stavano davvero bene, eccetto per il fatto che vi era un leggero vuoto all'altezza del petto.

<< Oh, sei sveglio! >> disse Santana, guardando Blaine, che sbatteva pigramente le palpebre sul divano << Di' al tuo pesce di uscire immediatamente dai miei vestiti! >>

<< Dille che riesco a capirla! >> disse Kurt, digrignando i denti assieme e serrando i pugni.

Blaine si strofinò le tempie e sospirò.

<< Santana, lui sa quelo che stai dicendo. >> disse all'ispanica fumante di rabbia.

<< Come se mi importasse! >> ribattè << Digli solamente di togliersi i miei vesiti! Ho pagato per quella roba! >>

<< Li hai rubati. >> la corresse Blaine, tirandosi su e stiracchiandosi.

<< In ogni caso. >> lo deviò facilmente Santana << Il punto è che sono miei. Non voglio che puzzino di alghe, di interiora di pesce e di merda. >>

Kurt scoprì i denti e sibilò.

<< Oh, dacci un taglio! >> lo schernì Santana << Non è neanche minimamente spaventoso senza le due zanne, Edward! >>

<< Chi è Edward? >> domandò Kurt a Blaine, ma questi non rispose.

Invece, domandò a Santana: << Non sei...che so, almeno un po' sorpresa?! C'è un tritone in piedi di fronte a te! >>

<< Certo che sono sorpresa! Sono svenuta, o sbaglio?! >>

<< Ma è stato... non importa. >>

Blaine si appoggià allo schienale e guardò i due mentre discutevano; non che Santana avesse una minima idea di quello che Kurt stava dicendo su di lei, ma sembrava comunque abbastanza irritata.

<< Vedi?! >> piagnucolò Kurt, rivolgendosi verso Blaine. Il ragazzo riccioluto sollevò le braccia, in segno di resa. << Ecco perchè odio gli umani. Le persone come lei vi danno un pessimo nome! >>

Puntò un indice in segno di accusa a Santana, che sembrò diventare ancora più arrabbiata, di fronte al dito puntato contro la sua faccia.

<< Perchè sta puntando il dito contro di me?! Che cosa sta dicendo? >> bofonchiò rivolta a Blaine, voltandosi anche lei verso di lui.

Erano entrambi in piedi, fianco a fianco, rivolgendo al ragazzo dagli occhi nocciola uno sguardo rabbioso.

<< Ha detto che gli piace molto la tua maglietta. >> mentì Blaine, grattandosi la testa.

Kurt rimase a bocca aperta.

<< Non è quello che ho detto! >> sibilò, incrociando le braccia.

<< Che altro sta dicendo? >>

<< E i tuoi pantaloni. Gli piacciono i tuoi pantaloni. >>

<< E' solo la brutta copia di una donna! >>

<< Anche i tuoi capelli. Dice che sono lunghi e belli. >>

Santana sembrò meditarci sopra, prima di annuire con apparente approvazione.

<< Okay, bene. >> disse, un po' a malincuore << Può prendere in prestito i miei vestiti, per adesso. Ma farà bene a non gettarci merda di tartaruga o roba del genere. >>

<< Per tutti i.. >> fece per dire Kurt, ma Blaine lo interruppe rapidamente, alzandosi in piedi così che entrambi potessero sentirlo meglio.

<< A tal proposito, non posso continuare a tradurre per voi, ragazzi. >> disse con fare pensieroso, poggiando due dita sul mento. Non che lo volesse davvero. Aveva la netta sensazione che quei due si sarebbero solamente scambiati insulti.

Il Signore sapeva che se Blaine avesse tradotto anche solo uno degli insulti di Kurt correttamente, Santana gliel'avrebbe fatta pagare cara.

<< Per cui ragazzi, trovate qualche modo per comunicare, oppure non comunicate affatto. >>

<< Cosa?! Non farà ritorno nell'oceano, oggi?! Oh, aspetta...da dove vengono quelle gambe?! >>

Blaine si battè una mano sulla fronte, prima di voltarsi verso Santana per spiegarle la situazione attuale. Una volta che ebbe finito, Santana divenne piuttosto pensierosa.

<< Allora, che cosa farai con lui per un mese?! Non può stare qui per tutto il tempo. >>

<< Può fino a che mamma e papà non arriveranno. >> rispose Blaine, guardando Kurt. Quest'ultimo sembrava aver perso completamente interesse per entrambi, avendo a quanto pare appena scoperto la televisione. Il tritone la stava guardando con estremo interesse, tastandola con le sue lunghe dita sottili. Era ovviamente incuriosito, era abbastanza chiaro, ma fin troppo orgoglioso per chiedere che cosa fosse.

<< Kurt? >> lo chiamò Blaine, attirando l'attenzione del tritone.

Il ragazzo dai capelli castani tirò su la testa di scatto, e lo guardò con aria semicolpevole, come se fosse stato sorpreso a fare qualcosa che non avrebbe dovuto fare.

<< Perchè io riesco capirti, mentre Santana non può? >>

Un' altra espressione vacua.

<< Hai mangiato dell'algabranchia. >> disse freddamente << E' in grado di colmare il vuoto nella comunicazione fra creature marine e creature terrestri. >>

Blaine ci penso su. Non ricordava niente chiamato "algabranchia".

Come se gli avesse letto nel pensiero, Kurt aggiunse: << Gli effetti dell' algabranchia durano per tantissimo tempo. Ci vogliono almeno vent'anni prima che comincino a svanire. Forse l'hai mangiata quando eri un bambino. >>

Okay, Kurt lo stava ovviamente sgridando. Riusciva a sentirlo dalla sua voce. Ma Blaine non aveva seriamente nessuna idea del perchè e non aveva alcuna intenzione di chiedere, per evitare di irritarlo.

<< Che cosa sta dicendo? >> domandò Santana, da sopra la spalla di Blaine.

Non riusciva a capire alla perfezione che cosa stesse dicendo Kurt, ma ogni cosa che usciva dalla sua bocca suonava come... beh, come musica. Una melodia. Era strano.

<< Ho mangiato qualcosa chiamato "algabranchia". >> rispose Blaine, tenendo i suoi occhi fissi su Kurt. Il tritone si era messo a sedere con grazia al tavolo da caffè << Dove possiamo prenderne un po' per Santana? >>

<< Nell'oceano. >>

<< .. E come la prendiamo? >>

<< Una sirena deve prenderla per te. >>

<< Puoi prendercela tu? >>

<< Tu che ne pensi? >> Kurt si mise a scalciare con i piedi in maniera quasi giocosa << E oltretutto, perchè pensi che io voglia parlare con quella disgustosa ragazzina? Così potrà inquinare la mia mente con i vostri patetici modi di fare da umani? >>

<< Che cosa sta dicendo? >>

<< Uh..uhm... Non c'è "Jersey Coast" in tv adesso? >>

<< "Shore", Blaine! E' " Jersey Shore". Dio, sei proprio un secchione sfigato. >>

<< Già, hai ragione. Scusa. Comunque, Kurt.. >> Blaine riportò la conversazione all'argomento iniziale. Kurt lo stava fissando con le braccia conserte, sfidandolo a domandare ancora una volta dell' algabranchia. Per cui, ovviamente, Blaine lo fece.

<< Non vuoi essere in grado di dire in faccia a Santana ciò che pensi di lei? Senza di me che faccio da intermediario? >>

<< Aspetta...cosa? >> gridò Santana.

Kurt lanciò un'occhiataccia a Santana e una palese espressione di disgusto attraversò il suo volto.

<< Va bene, okay. Hai ragione. Vi procurerò un po' di algabranchia. >>


*

Dopo un paio di veloci cambi d' abito - Blaine indossò il completo che aveva offerto a Kurt la sera precedente, Kurt si mise un paio di pantaloni bianchi di una tuta e una maglietta viola con lo scollo a V, e Santana una minigonna rossa e un top di colore nero - si incamminarono lungo la spiaggia, con Kurt in testa alla spedizione.

Si scoprì presto che il tritone era piuttosto impacciato, perchè non era ancora abbastanza abituato alle sue nuove gambe. Non faceva che cadere costantemente e ben presto Blaine si ritrovò a dover intervenire per afferrarlo ad ogni sua caduta.

<< Stai bene? >> gli sussurrò Blaine in un orecchio ad un certo punto, le sue braccia che si strigevano con sicurezza attorno alla vita di Kurt, nel momento in cui sembrava sul punto di cadere di nuovo.

D'istinto, Kurt gettò le sue braccia al collo di Blaine per tenersi in piedi, e si ritrovarono faccia a faccia. Blaine guardò il tritone mentre arrossiva, assumendo un brillante colore scarlatto e potè sentire le sue stesse guance riscaldarsi.

Kurt lo spinse via con forza, borbottando: << 'o bene. >> prima di riprendere il loro cammino per dove stavano andando. Blaine guardò oltre la sua spalla verso Santana, che faceva da fanalino di coda. L'ispanica sollevò un sopracciglio verso di lui, ma poi guardò altrove.

Era...strano. Quando Kurt aveva gettato le sue braccia attorno a lui, il cuore di Blaine aveva iniziato a correre praticamente al triplo della sua velocità, il che era decisamente insolito. Forse gli stava per venire la febbre o qualcosa del genere.

Correndo per recuperare la velocita' del tritone, riuscì a stargli al passo e si piazzò di fianco a lui.

<< Allora, che cos'è un generatore? >> domandò Blaine causalmente. Vero, Kurt solitamente ignorava i suoi approcci casuali, ma quel silenzio stava iniziando ad infastidirlo.

Kurt doveva essersi sentito abbastanza amichevole comunque ( o almeno, amichevole nei suoi confronti) perchè, come la notte precedente, rispose effettivamente alla domanda.

<< Esattamente quello che sembra. Ti sei mai domandato in che modo le Sirene hanno bambini? >> domandò Kurt, inciampando ancora una volta. Blaine afferrò la sua mano e non la lasciò andare.

<< Sì, presumo di sì. Ho più o meno immaginato che voi deponiate le uova o roba simile. >>

Kurt gli rivolse un'occhiata torva e retrasse la mano.

<< No. >> replicò << Siamo in parte mammiferi E' impossibile per noi deporre le uova, come una normale creatura acquatica. E' qui che noi, i generatori, arriviamo. C'è un generatore maschio e una generatrice femmina. Veniamo accoppiati in base alla compatibilità e ogni mese, durante la luna piena, siamo in grado di trasformarci. Iniziamo ad avere questa abilità attorno ai tredici anni. >>

<< Oh, quindi è come una specie di pubertà? >>

<< Uhm..certo. Comunque, ci trasformiamo assieme e ci accoppiamo. Poi, una volta che il mese è trascorso, il maschio può ritornare in mare, se lo desidera. La femmina porta il feto in grembo sulla terra*, fino a che il termine non è trascorso, e poi ritorna in oceano assieme al bambino. Quando il bambino è grande abbastanza per badare a sè stesso, ritorniamo sulla terra e questo succede ancora. E ancora, e ancora, e ancora. E' uno dei lavori più rispettabili che una sirena possa avere: portare la vita al nostro regno. >>

<< E' meraviglioso! >> esclamò Blaine, sinceramente interessato. Le favole non spiegavano mai da dove provenissero i bambini delle sirene** << Tu hai già dei figli? >>

<< Non ancora. >> disse Kurt, suonando sollevato << Il processo di generazione non dovrebbe iniziare prima dei vent'anni. E' dovere degli altri generatori passare il tempo che precede questo momento ad insegnarci... il sesso per gli umani. >>

Kurt sembrava essere lievemente imbarazzato e le sue guance arrossirono nuovamente.

Blaine gli fece un sorrisetto.

<< Io sono accoppiato con una giovane donna di nome Rachel. Dicono che siamo compatibili, ma la trovo decisamente insopportabile. Ma non è una tipa con cattive intenzioni e potrebbe anche essere una sirena adorabile. >>

<< Aspetta. >> disse Blaine, afferrando improvvisamente ciò che Kurt aveva detto. << Hai detto che è dovere degli altri generatori insegnarvi il sesso umano. Che cosa intendi per "è loro dovere"?*** >>

Kurt si guardò le mani, iniziando ad agitarle nervosamente.

<< Sì, be... io non ho potuto frequentare nessuna di quelle classi. Ho studiato... qualcos' altro. >>

<< Quindi tu non sai niente riguardo al sesso? >>

<< No. Non so proprio niente riguardo agli umani. >>

Oh cielo. Quello sarebbe stato un mese estremamente lungo. In ogni caso, Blaine non riuscì ad evitare di spingere leggermente Kurt con la spalla.

<< Ti rendi conto che questa è la conversazione più lunga che abbiano avuto che non finisce con te che mi insulti e io che mi limito ad incassare? >>

Blaine sorrise.

Senza esitazione, Kurt rispose semplicemente: << No. Non lo è. >>

Prima che Blaine potesse rispondere, arrivarono alla grotta. L'enorme roccia portata lì dalla tempesta se ne era andata - probabilmente trasportata via dal mare -  così il trio riuscì ad entrare.

Percorsero tutta la strada fino al fondo della grotta, dove raggiunsero la pozza d'acqua. Quando si avvicinarono al bordo, Kurt atterrò sulle sue ginocchia e iniziò a... cantare? Sì, stava cantando. Blaine e Santana guardarono la scena in stato di soggezione, mentre l'acqua incominciava ad incresparsi, e molto presto apparvero tre sirene: due bionde e una dalla pelle nera.

<< Oh, Kurt... non sapevamo che stessi generando. >> disse una delle bionde, con sorpresa.

Il sorriso sul volto di Kurt era più ampio di quanto Blaine avesse mai visto, mentre salutava calorosamente le sue amiche.

Mentre si sporgeva verso di loro per dare ad ognuna un abbraccio stretto, Blaine non potè fare a meno di sentirsi un pochino geloso. Kurt non era mai stato così affettuoso o espansivo con lui.

Gli era concesso; Blaine conosceva a malapena il tritone, eppure... si era più o meno ficcato in testa l'idea che Kurt fosse freddo con chiunque. Evidentemente no.

<< E bello vedervi tutte! Quinn, adoro i tuoi nuovi gioielli! Quelle perle vengono da gusci di ostrica orientale? >>

Quella che Blaine dedusse essere Quinn sorrise ampiamente. Era adornata dalla testa alla vita con una lunga collana di perle, che ricadeva lungo tutto il suo corpo. Anche le altre sirene avevano delle collane di perle, con l'aggiunta di conchiglie nei capelli e stelle marine attaccate ai loro seni. Sembrava quasi un' oscena quantità di gioielli per il corpo, o comunque si chiamassero, fino a che Blaine non realizzò che il colore delle loro code era sempre lo stesso, ogni singolo giorno; i gioielli dovevano essere come dei vestiti per loro, un modo per apparire diversi ogni giorno.

<< Salve, Kurt. Chi sono i tuoi amici? >> domandò la sirene dalla pelle nera, guardando oltre la sua spalla. Le due bionde si spaventarono, come se avessero notato per la prima volta che vi erano altre persone lì.

<< Non è meraviglioso? >> sussurrò Blaine a Santana.

Lei non rispose. Blaine guardò oltre lei e notò che i suoi occhi si erano posati su una delle ragazze bionde. Anche lei la stava guardando, come se si fosse appena creata una connessione fra le due.

<< Solo alcuni amici, Mercedes; non preoccuparti. Ascolta, non so generando. O almeno, non dovrei. E' tutto solo un enorme malinteso. >>

<< Allora perchè ti trovavi fuori dall'acqua a mezzanotte? >>

<< E' stato...è stato un errore. Ascolta, me la sto cavando bene, okay? Adesso però, ho bisogno di un favore. >>

Mentre Kurt spiegava che avevano bisogno di un po' di algabranchia, Blaine si mise ad esaminarlo; si sentiva a casa con le sue amiche, ovviamente, e chiaramente anelava di ritornare in mare con loro. Con un colpo della sua coda color verde lime, la bionda senza perle -quella che non era Quinn- si tuffò e poi riemerse rapidamente, con ciò che sembrava una specie di alga dorata stretta nella sua mano. La porse a Santana, che l'afferrò con la punta delle dita.

<< Non esiste che io mangi questa roba. >> disse con aria di sfida, rigirandosela fra le mani.

<< Non è molto sveglia, vero? >> commentò Mercedes. Kurt scrollò le spalle.

<< Santana, mangiala. >>

<< No. >>

<< Per favore? >>

Guardò verso la bionda, che la stava osservando con entusiasmo, prima di prendere un respiro profondo e inghiottirla tutta.

<< Puah! >> commentò << Era la cosa più disgustosa.. >>

<< Il mio nome è Brittany. >> Prima che potesse finire, la bionda con le perle la interruppe << Qual'è il tuo nome? >>

<< San..Santana. >> balbettò, colpita dalla bellezza della ragazza.

Blaine si voltò verso le Sirene che sguazzavano nella pozza, per poi scoprire che quella dalla pelle nera lo stava fissando intensamente. Oh, ci risiamo. Era sul punto di incominciare a tormentarlo come faceva Kurt. Sperava che lei fosse almeno un po' più gentile, ma probabilmente non lo era.

<< Sei un umano, vero? >> domandò.

<< S-sì. Sì, sono un umano. >>

<< Non ho mai visto un umano prima. >>

<< Oh. >> disse Blaine impacciatamente.

Lei lo studiò a lungo, prima di chiedere gentilmente << Sei tu Blaine? >>

Bene, quello aveva decisamente attirato la sua attenzione. Si voltò e guardò Kurt con espressione interrogativa, ma sembrava che questi non avesse neanche ascoltato la sua amica, dal momento che era immerso in una conversazione piuttosto intensa sulle perle con l'altra ragazza bionda.

<< Tu..tu mi conosci? >> si inginocchiò, così che lui e Mercedes si trovassero faccia a faccia << Prima Kurt, e adesso tu. Come fate a conoscere il mio nome? >>

Lei gli rivolse una specie di sorrisetto triste, guardando anche verso Kurt.

<< Sei cresciuto, Blaine? >> domandò, come se si aspettasse davvero che Blaine comprendesse di che diavolo stesse parlando.

<< Uhm... Immagino di sì. >> risponde lui con fare interrogativo.

Beh, sì...era cresciuto. Aveva diciotto anni, ne avrebbe avuti diciannove presto. Eppure, perchè diavolo questo avrebbe dovuto essere rilevante per quella sirena? E perchè lei era così...gentile con lui? Kurt gli aveva fatto capire piuttosto chiaramente che alle Sirene non importava particolarmente degli umani.

Inarcò le sue sopracciglia triangolari in un'espressione di confusione, non appena Mercedes si avvicinò a lui, tirando delicatamente uno dei suoi riccioli spettinati.

<< Provaci, Blaine. Prova a ricordare. Prova a credere. Per lui. >>

Rivolse il suo sguardo a Kurt. Prima che Blaine potesse chiederle che cosa volesse dire, la sirena dalla pelle nera si allontanò a nuoto, per unirsi alla conversazione fra Kurt e Quinn.


*


Trascorsero forse più di un'ora in compagnia delle Sirene, prima che arrivasse per loro il momento di andare. Le Sirene salutarono Kurt con la mano prima di scomparire nell'acqua; Kurt le guardò tristemente prima di abbandonare la grotta, per fare ritorno a casa.

Dal momento che Santana era in a uno stato di completa confusione, Kurt e Blaine stavano camminando quasi per conto loro.

<< Posso parlarti? >> domandò Blaine, afferrando la mano di Kurt appena prima che attraversassero la porta per entrare in casa. Kurt lo guardò sospettosamente, prima di indietreggiare sul portico e aspettando che Santana entrasse in casa.

<< Che cosa c'è? >> domandò in tono seccato, riprendendo la sua tipica posa con le braccia incrociate.

Blaine si muoveva nervosamente sul posto.

<< E' solo che... ho parlato con la tua amica, Mercedes. >>

<< E? >>

<< E...è stata molto gentile. Molto più gentile di quanto tu lo sia stato con me. >>

Rivolse a Kurt uno sguardo penetrante.

<< Che cosa stai cercando di dire? >>

<< Kurt, voglio che siamo amici. >>

Ecco, l'aveva detto. La parte più difficile era superata. Adesso doveva aspettare la risposta di Kurt.

Kurt rimase in silenzio per momento, guardandolo e basta. Poi, finalmente, chiese a bassa voce: << Che cosa ti ha detto Mercedes? >>

<< Uh? Oh, non lo so! Qualcosa riguardo al credere per te. Ascolta, questo non ha importanza! Nessun insulto è uscito dalle sua labbra quando eravamo... >>

Prima che potesse finire, comunque, Kurt si avvicinò a lui; per una manciata di secondi, pensò che il tritone fosse sul punto di baciaro. Lo pensò davvero. Si irrigidì e chiuse gli occhi, aspettando il contatto di quelle labbra soffici con le sue. Tuttavia, questo non arrivò.

Invece, Blaine sentì Kurt poggiare dolcemente la fronte contro la sua e - proprio come il giorno prima - venne colpito da un'intensa sensazione di Deja Vu. Quella sensazione che questo, o qualcosa di simile, fosse accaduto prima. Che fosse accaduto con Kurt.

<< K-Kurt? >> balbettò.

Il tritone lo zittì, prima di domandare con voce lieve: << Blaine...tu credi nella magia? >>

Blaine sbattè le palpebre.

Magia. Beh, doveva credere della magia, giusto? Bastava guardare Kurt! Era lì, in piedi, di fronte a lui! In sottofondo, Blaine riusciva a sentire le onde infrangersi contro la riva e i gabbiani gracchiare contro il vento.

Il ragazzo dagli occhi nocciola si rese conto che probabilmente sembravano due innamorati; con le loro fronti che si toccavano, vicino ad un oceano così bello e brillante, dovevano sembrare due innamorati.

<< Beh... sì, immagino. Tu sei una sirena, Kurt. Credo di doverlo fare. >>

<< No. >> disse Kurt, un po' forzatamente << Non ti ho chiesto se credi in me; ho detto magia. Fate, Orchi, Elfi...ci credi? >>

<< Io.. Uh..sì. Immagino. >>

Ad essere sincero, Blaine non ci aveva mai davvero pensato. Ma, se le sirene esistevano, perchè non potevano esistere anche altre cose di questo genere? Kurt si allontanò da lui, tenendo il suo volto fra le mani, così da poter guardare Blaine dritto negli occhi.

<< No, non ci credi. E sai una cosa? Va bene. Ma ho bisogno che tu mi prometta una cosa. >>

<< Che cosa? >> domandò Blaine, i suoi occhi che iniziavano a socchiudersi.

<< Promettimi... che ci proverai. Prova intensamete a credere. Persino se pensi di crederci già, continua a provare. Lo so che non puoi contraddire le tue convinzioni più certe, ma... provaci e basta, ok? >>

Blaine non sapeva che cosa dire. Kurt sembrava essere così... supplichevole con lui. E sapeva senza dubbio che il tritone avrebbe normalmente ritenuto di essere troppo importante per fare una cosa del genere. Era orgoglioso in maniera quasi ridicola. Eppure eccolo lì, aveva messo da parte il suo orgoglio per lui.

<< OK. >> Blaine quasi sussurrò.

<< Lo prometti? >>

<< Lo prometto. >>

<< Blaine...questa promessa... è il mio cuore. Ok? Lo so che suona stupido, lo so che non capisci. Ma questa promessa è il mio cuore. Ti prego, ti prego... non spezzarla. >>

<< Io.. non lo farò. Non spezzerò il tuo cuore. >>






NOTE DELL'AUTRICE: Mi chiedete un capitolo più lungo? Io vi do un capitolo più lungo! :) Ma non crediate che funzionerà così tutte le volte, dovreste saperlo, visto quante volte mi ripeto in questa storia. E' tutto molto improvvisato. Sapete, termini come "innamorati" quasi alla fine del capitolo, servono solamente a dare un effetto drammatico! :)



NOTE DELLA TRADUTTRICE: * La frase "The female carries the fetus on land" è stata tradotta più o meno letteralmente; mi rendo conto che non è particolarmente elegante, ma poi ho pensato che se l' autrice ha scritto così, allora così doveva essere resa; insomma, consideriamo comunque che Kurt è un tritone e di certo non può avere una terminologia molto sofisticata.ha ancora tante cose da imparare, per cui immagino che l'autrice abbia preferito mettergli in bocca parole piuttosto semplici e discorsi poco elaborati.

** L'autrice usa il termine "meirbabies", per me intraducibile...starebbe più i meno per "piccoli di Sirene", quindi ho pensato che la traduzione "bambini" andasse bene.

*** Il termine inglese sarebbe "They're supposed to teach" e il senso è in effetti quello di dover fare qualcosa perchè è loro dovere farlo; ancora una volta, traduzione un po' libera! xD


Questo capitolo mi ha causato non pochi problemi...non so perchè! xD Le cose fondamentali le ho scritte nelle note, perchè per il resto ho tradotto in maniera abbastanza letterale..,.boh, spero di non aver fatto danni! xD

Ah, per la cronaca...mi sono messa in contatto con l'autrice per chiederle quando pensa di aggiornare...attendo sue notizie! 

Bacioni! <3


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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


<< Ok, allora...ci sono tre parti: la tastiera, lo schermo e il mouse. Mi segui? >>

<< Ma..io credevo che il mouse fosse un piccolo roditore peloso*. >>

<< Lo è, Kurt. Ma anche questo si chiama mouse. >>

<< Perchè?! Non ci somiglia affatto! >>

<< Sì, beh... non ho inventato io il mouse per il computer, so solo come usarlo. Comunque... >>

Erano le due del pomeriggio, circa due ore dopo che Santana, Kurt e Blaine avevano fatto ritorno dalla grotta. Santana si era immediatamente ritirata nella sua stanza e non ne era ancora uscita, così Blaine aveva deciso di sfruttare l'opportunità per insegnare a Kurt alcune cose sui vari apparecchi teconologici che si trovavano in casa.

Se aveva intenzione di restare lì per il momento, aveva bisogno di essere almeno in grado di confondersi con gli esseri umani normali. Quante persone non avevano mai sentito parlare di computer prima d'ora? >>

Beh, nessuno a parte gli Amish** e le persone che vivevano in tribù al di fuori della civilizzazione... ok, quante persone in North Carolina non avevano mai sentito parlare di computer prima? Non molte.

Insegnare a Kurt come funzionava la tv era stato abbastanza facile. Premere il pulsante "su" per mandare avanti i canali, premere il pulsante "giù" per mandarli indietro. Non c'era molto da dire. 

Blaine non si era neanche disturbato di spiegargli come funzionava il pulsante del "menu" o quello della "guida". Non sembrava esattamente che Kurt li avrebbe usati.

Dopo di che gli mostrò come usare l'aspirapolvere, cosa che iniziò in maniera abbastanza negativa; il suo forte frastuono aveva spaventato Kurt e lo aveva fatto correre via, facendolo in qualche modo andare a sbattere contro il muro e far cadere a terra uno dei vecchi ritratti di famiglia, facendo incrinare la cornice.

Blaine aveva dovuto mettersi una mano sulla bocca per evitare di scoppiare a ridere, perchè adesso che i due erano effettivamente d'accordo sull'idea di essere amici, non voleva rischiare di far arrabbiare Kurt.

Dopo l'incidente della cornice, imparare ad usare l'aspirapolvere fu abbastanza facile per Kurt, sebbene Blaine fosse piuttosto sicuro che il tritone non lo avrebbe mai usato volontariamente.

Continuò a mostrare a Kurt come accendere tutte le luce della casa, come usare la toilette e il lavandino, e come usare la doccia, il che li portò poi al computer. Non voleva neanche pensare a come sarebbe stato mostrargli tutti i vari apparecchi della cucina.

Kurt mosse il piccolo cursore per tutto lo schermo, guardando con i suoi occhioni spalancati.

<< Blaine, Blaine! >> strillò, come se fosse un bambino eccitato. Afferrò la manica di Blaine, che si era sporto verso di lui, con un braccio contro la scrivania per sostenersi, e gli diede uno strattone. << Guarda! Quando muovo il muose, la piccola freccia si muove! >>

<< Si chiama cursore. >> rispose Blaine, ridacchiando.

Così Kurt era assolutamente adorabile.

Amici o no, appena entrati in casa la facciata priva di emozioni di Kurt se ne era andata immediatamente. Blaine immaginò che si trattasse di un meccanismo di difesa. Nonostante il fatto che Kurt non stesse più scagliando insulti su insulti in faccia a Blaine, ancora gli sembrava che ci fosse un vuoto attorno a lui, per qualche ragione.

Perchè al di là di Blaine, non appena questi iniziò a spiegare al giovane tritone come funzionava la tecnologia, tutta la sua freddezza si dissolse e venne rimpazziata da una viva curiosità.

Era... piacevole. Fino ad ora, Kurt aveva mostrato solamente tre emozioni a Blaine: rabbia, irritazione e tristezza. Persino quando aveva rivisto i suoi amici, la sua felicità era contornata dalla tristezza. Forse sentiva la mancanza della sua innamorata? Quale era il suo nome..Rachel?

Il processo mentale di Blaine si interruppe quando un rumoroso gorgogliò venne fuori dallo stomaco di Kurt. Il ragazzo dagli occhi chiari fece un salto e si guardò attorno.

<< Che cosa era? >> domandò, voltandosi a guardare il ragazzo riccioluto. Blaine ridacchiò.

<< E' il tuo stomaco. >> spiegò << Hai fame. >>

Kurt sbattè le palpebre, posando una mano sul suo stomaco.

<< Oh, capisco. Non...non ho mai avuto davvero fame, prima d'ora. >> spiegò << Le Sirene non hanno propriamente bisogno di mangiare tanto spesso. Stabiliamo un tempo preciso per farlo. >>

<< Ogni quanto mangi? >> domandò Blaine curiosamente.

<< Oh, forse...tre...quattro volte al mese? >> Kurt scrollò le spalle. Blaine sapeva che probabilmente avrebbe dovuto essere scioccato, ma niente avrebbe mai più potuto scioccarlo di nuovo.

<< Gli umani hanno bisogno di mangiare almeno tre volte al giorno per essere davero in salute. >> spiegò.

Kurt arricciò il naso in segno di disgusto.

<< Ma questo non è fastidioso? >> domandò << Passate tutto il giorno a catturare il vostro cibo! >>

Blaine scosse la testa e sorrise.

<< Vieni, lascia che ti prepari qualcosa da mangiare. >>


*


Venti minuti più tardi, Kurt era seduto al tavolo della cucina, con un panino al burro di arachidi e gelatina di fronte a lui.

Blaine stava vagando per la sua cucina piuttosto spaziosa e aveva già radunato tutti gli ingredienti per preparare la cena; Kurt stava prendendo piccoli morsi dal panino, guardando verso l' alto con espressione pensierosa.

<< Questo... suppongo che questo abbia un buon sapore. >>

<< Sì, beh... io sono famoso per i miei panini al burro d'arachini e gelatina. >> scherzò Blaine, dando a Kurt una gomitata giocosa. Il tritone si spostò immediatamente al suo tocco, scivolando su uno sgabello.

Non stava cercando di essere scortese, Blaine avrebbe potuto giurarlo, ma per qualche ragione sembra non sentirsi a suo agio con il contatto fisico da parte sua. Solo da parte sua; Kurt e le sue amiche sirene stavano sempre vicinissimi fra di loro.

<< Va tutto bene? >> domandò Blaine.

<< Cosa? E' tutto apposto! >> lo rimbeccò Kurt.

Non si era neanche reso conto di essersi allontanato dal tocco, avendolo fatto praticamente in automatico.

<< Uh, uh.. >> Blaine non sembrava convinto; ma come per molti argomenti che avevano a che fare con Kurt, lo lasciò cadere. << Allora, parlami della tua ragazza. Il suo nome è Rachel? >>

Kurt fece una smorfia, mentre inghiottiva un altro boccone del panino.

<< Ugh! Non è la mia ragazza. >>

<< Ma pensavo che voi due foste compagni, o roba del genere. >>

<< Questo non vuol dire che ci piacciamo! >> Kurt sembrava assolutamente scandalizzato << Quando mai avrei detto che i generatori devono piacersi l'un l'altro? >>

Blaine ci pensò per un secondo, e poi realizzò che Kurt non aveva davvero detto niente riguardo al fatto che i generatori si piacessero l'un l'altro.

<< Infatti.. >> continuò Kurt, finendo il suo panino e prendendo la banana che Blaine gli aveva messo vicino, già sbucciata. Dio non volesse che Kurt avesse capito da solo come si faceva! Ci sarebbero state banane dappertutto. << Infatti, io sono più che altro interessato agli uomini. Sebbene ogni tanto io riesca ad apprezzare anche la figura femminile. >>

Blaine si sputò addosso la soda che stava bevendo.

<< Aspetta, aspetta, aspetta! Kurt... >> borbottò, guardando il tritone con espressione incredula << Tu sei...gay? >>

Kurt inarcò le sopracciglia e chinò la testa verso destra.

<< Cos'è un gay? >> chiese.

<< Un uomo a cui piacciono altri uomini. >>

<< Oh, beh...Sì, immagino. Voglio dire, le Sirene amano chi amano. >> scrollò le spalle << E amano con tutto il loro cuore. Una volta che si innamorano, sono innamorate per sempre e niente può cambiarlo. >>

Sembrava che avesse rivolto a Blaine uno sguardo profondo, ma il ragazzo dagli occhi nocciola, confuso come era, non lo colse.

<< Quando ami così intensamente, come in questo caso, il genere non è proprio un fattore fondamentale***; siamo in cerca dell'anima gemella, non ci innamoriamo in base al sesso**** .Ci innamoriamo nelle nostre anime. >>

Un piccolo sorriso spuntò sul suo volto.

<< Ma mi ritrovo ad essere attratto molto più spesso dagli uomini che dalle donne. >>

<< Capisco... allora perchè due uomino non possono essere generatori? >>

<< Gli uomini non possono restare incinti. >> ripose Kurt, scrollando le spalle. Stava quasi per continuare, quando tutto ad un tratto si irrigidì sul posto.

<< Stai bene? >> domandò Blaine, sollevando un sopracciglio triangolare.

Kurt scosse la testa, i suoi occhi spalancati e il palmo della sua mano premuto contro la bocca.

<< N-no. C'è qualcosa che non va. >> Il tritone adesso stava tremando, la sua pelle era più pallida del solito e il sudore scivolava lungo la sua fronte << Non mi sento bene. >>

<< Kurt? >> Blaine si mosse verso di lui e lo raggiunse, ma Kurt si alzò di scatto. Spinse via Blaine e si diresse verso il lavandino, aggrappandosi ai lati e iniziando ad ansimare. Qualche secondo dopo, vomitò tutto.


*


<< Tutto bene lì dentro? >> domandò Blaine, battendo leggermente le nocche contro la porta del bagno.

Da dentro Kurt emise un mormorio legnoso. Poco dopo che aveva vomitato, Blaine gli aveva offerto un piatto di Maccheroni al formaggio istantanei, immaginando che il burro d'arachidi e la gelatina non andassero molto d'accordo con il suo stomaco. Appena un minuto dopo il suo primo morso, anche quella andò a finire nel cestino della spazzatura. Pollo? Cestino dei rifiuti. Pizza? Cestino dei rifiuti. Fu allora che Blaine realizzò che niente di ciò che Kurt potesse mangiare sarebbe andato bene per lui.

<< Hai mangiato... qualunque cosa voi Sirene mangiate per tutta la tua vita. >> disse Blaine, aprendo la porta; fra le braccia teneva un secchio con dentro un panno inumidito. Si mise a sedere sul bordo della vasca da bagno, vicino a Kurt, che stava in ginocchio di fronte al water.

Blaine piegò la testa, asciugandogli il sudore dalla fronte.

<< Pesce? >> domandò.

Kurt gli lanciò uno sguardo truce.

<< Non siamo cannibali. mangiamo alghe marine, gamberetti, calamari.. polpi in occasioni speciali... ma per lo più piante acquatiche; piante di cui non hai mai sentito parlare. >>

<< Avrei dovuto aspettarmelo che il tuo stomaco non avrebbe sopportato il cibo terreno. >>

<< E allora perchè hai continuato a darmi da mangiare?! >>

<< Ho detto " avrei dovuto"! >>

Dopo aver concluso la sua operazione, rimise il panno nel secchio e portò Kurt in camera, aiutandolo ad adagiarsi sul letto.

<< Stai bene? >> domandò, scostando i capelli bagnati di sudore dagli occhi di Kurt.

Il tritone scacciò la sua mano e si sdraiò.

<< Sto bene. >> farfugliò.

Blaine sospirò con fare esasperato.

<< Questo è un male! Come puoi riuscire a sopravvivere se continui a vomitare tutto ciò che ti do da mangiare? >>

Kurt non rispose; Blaine sospirò e si alzò, andando verso la porta.

<< Torno subito, vado a prenderti qualcosa da bere. >>

Kurt avrebbe rimesso anche l'acqua? Sembrava abbastanza improbabile.

Scese a corsa giù per le scale e fece scorrere un po' d'acqua dal rubinetto, prima di ritornare in camera sua.

<< Santana? >> ringhiò Blaine, aprendo la porta. A quanto pare l'ispanica aveva lasciato la sua stanza e aveva offerto qualcosa a Kurt. Qualcosa che adesso stava masticando lentamente.

<< Che cosa gli hai dato? >>

Lei scrollò le spalle.

<< Soltanto alcune toffee all'acqua salata che avevo*****; è un pesce, ho pensato che gli sarebbero piaciute. >>

<< Ci sono così tante cose sbagliate in questa frase! Per prima cosa, le toffee all'acqua salata non contengono neanche acqua salata; e poi, dove sei stata per tutto il giorno? Kurt ha vomitato tutto ciò che ha mangiato! >>

<< Oh, sì...ho sentito. >>

<< Tu hai sentito... non importa! Tu..non importa. >>

<< Ti calmerai, Shirley? Mi sembra che Nemo stia bene. >>

Ed era vero; il colore era ritornato sulle guance di Kurt adesso, e aveva smetto di sudare. Aveva anche preso un altro toffee e guardava Blaine con un sorrisetto impacciato sulle labbra.

<< Ha ragione; mi sento bene, Blaine. E questo è molto buono! >>

Blaine strinse il mento di Kurt nella sua mano destra, guardandolo intensamente neglio occhi; le sue pupille si erano già spente. Oh Santo Cielo.

<< Santana, sono abbastanza sicuro che ben presto avremo un tritone in botta da eccesso di zuccheri! >>





NOTE DELL'AUTRICE: Capitolo corto e privo di senso! No, sul serio ragazzi...questo è quello che io chiamo un capitolo tappabuchi a tutti gli effetti! xD

Non volevo troppo fluff in questo capitolo ( Specialmente perchè il prossimo capitolo sarà UN'ESPLOSIONE DI FLUFF! Seriamente ragazzi, chiamate il vostro dentista...stavolta sono molto seria) ma mandare avanti questa storia senza il fluff è impossibile, per cui ho colto l'opportunità di scavolare un po' con Kurt che si abitua alla vita terrena.

...Oh, aspettate! Mi è appena venuta in mente una domanda: Perchè Kurt non è a suo agio con il contatto fisico da parte di Blaine?  :)


NOTE DELLA TRADUTTRICE: * Lo so, una frase del genere non era traducibile..insomma, come potevo tradurre il termine "mouse" in un contesto simile?! Ovviamente voi mi perdonate e comprendete il fatto che questo problema di traduzione è dovuto alla lingua inglese...vero?? *__*

** Se ve lo steste chiedendo, gli Amish sono una confessione religiosa di origini cristiano protestante anabattista, nata in Svizzera nel Cinquecento e stabilitasi negli Stati Uniti d'America dal Settecento. Attualmente la più grande comunità Amish si trova in Ohio ( per l'appunto ) Sembra che il loro stile di vita rifiuti completamente ogni tipo di modernità e di tecnologia, anche se non sempre è così. (Wikipedia rules!)

*** L'espressione originaria era "Gender doesn't really factor into the equation", ossia "Il genere non è davvero un fattore nell'equazione"...però non so, mi sembrava davvero brutta come traduzione! Ho un po' riarrangiato la frase e comunque il senso mi sembra rimasto più o meno lo stesso... ( della serie " You fall in love with the person, not the gender".. e io dovrei smetterla di infilare CrissColfer, sono una traduttrice del tutto non professionale! u.u )

**** Allora, qui ho cercato di rielaborare in maniera più o meno sensata la traduzione del termine " Gendermates", che in italiano è (come per tante parole e frasi) intraducibile; sono ricorsa a questa traduzione sull'innamorarsi in base all'anima e non al sesso della persona, perchè comunque il senso è più o meno quello. Naturalmente certe cose sono più piacevoli a leggerle in lingua originale, purtroppo l'italiano mi costringe a fare diverse forzature.

***** Ebbene sì, sono proprio i fantastici Toffee che Shuester cerca di far vendere al Glee nell'episodio 2x17 (dimostrandoci anche le sue scarse conoscenze in matematica)


Allora, io lo dico...adoro l'autrice, ma sto iniziando a mandarle accidenti e macumbe ad ogni ora del giorno e della notte! Ho già tradotto gli ultimi 3 capitoli e lei è ancora ferma al 13!!! Le ho anche scritto, ma non mi risponde! Mi dispiace, anche perchè immagino che tutti coloro che stanno seguendo questa storia siano curiosi (come me, del resto) di sapera come andranno avanti le cose...  Se non sapessi che non si può fare e se non fosse che l'autrice ha già tutta la storia in mente sarei tentata a finirgliela io! u.u

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Santo Cielo... Kurt sotto gli effetti di un eccesso di zuccheri? Mai più una cosa del genere! Un minuto il tritone era altezzoso e austero come suo solito e letteralmente quindici secondi dopo , saltellava per casa tutto contento.

Ovviamente la presenza di Santana era inutile e lei aveva scelto di mettersi a bighellonare, osservando i tentativi di Blaine di acchiappare Kurt mentre correva per tutta la casa.

Alla fine, però, questi cadde a terra. Dapprima rimase disteso sul pavimento con le gambe e le braccia larghe, ridendo forte, e poco dopo era completamente ko.

<< Ti odio. >> disse Blaine - senza mezzi termini - a Santana, che stava seduta sul divano a guardare " Jersey Shore". La latina scrollò le spalle.

<< Come vuoi. Comunque era la prima volta che mangiava delle caramelle, che cosa ti aspettavi? La prossima volta starà bene. >>

<< Stai scherzando?! Non ci sarà una prossima volta! >>

Santana si rigirò sul posto, voltandosi per guardare Blaine; il ragazzo riccioluto era in ginocchio sul pavimento, curvo sopra il tritone addormentato.

<< Beh, ragazzo innamorato... mi sembra che quei toffee siano l'unica cosa che non ha vomitato. Dovrà esserci una prossima volta, a meno che tu non voglia farlo morire di fame. >>

Scrollò le spalle e si voltò di nuovo verso la televisione.

<< Secondo te perchè hanno deciso di girare questa stagione in Italia? Metà di loro non sono neanche italiani! >>

<< Aspetta, aspetta, aspetta...torna indietro! >> Blaine la interruppe, facendo con le sue mani il gesto del "time out"*.

<< " Ragazzo innamorato"?! >> esclamò, sollevando un sopracciglio triangolare.

<< Sì, beh.. >> Santana roteò gli occhi << Lui ti piace. >>

<< Non è vero! >> disse Blaine ostinatamente, incrociando le braccia. Guardò in basso verso Kurt, cercando di non notare il modo in cui le sue lunghe ciglia folte rilasciavano ombre sulle sue guance. Il tritone se ne stava raggomitolato su sè stesso in una specie di palla, a quanto pare una posizione molto comoda nella quale dormire.

Blaine scosse la testa e guardò altrove: << Questo è ridicolo! >>

<< Primo passo: Negazione. Pensi davvero che io non veda il modo in cui lo guardi? >>

<< Lo conosco solo da un giorno! >>

<< Già, e a quanto pare un giorno è abbastanza per sviluppare un'adorabile cotta! Prima che il mese sia finito, voi due sarete immersi in un profondo amore gay! >>

<< I-io credo che sia attraente, niente più. E questo non dice poi molto...tu sei attraente Santana, e ovviamente non mi piaci affatto. >>

Santana sospirò e si alzò in piedi, spostandosi di fianco a Blaine, vicino a Kurt addormentato.

<< Shirley, sto per fare qualcosa che non ho mai fatto per nessuno. Mai. Sto per darti dei consigli. >> incrociò le gambe e si appoggiò allo schienale del divano, sostenendo il suo peso con le braccia, mentre studiava il tritone << Hai intenzione di spostarlo sul divano o cosa?! >>

Blaine scrollò le spalle e raggiunse Kurt, ma persino durante il sonno il ragazzo dai capelli castani riuscì ad evitare il suo contatto, rotolando lontano da lui e volgendo le spalle alla coppia che lo guardava.

<< No. >> disse amaramente.

<< Beh, comunque... è l'ora dei consigli! >> la ragazza si schiarì la gola << Hai bisogno di superare questa cosa. >>

<< Uh...superare cosa, esattamente? >>

<< Essere il cocco di mamma! >>

<< Non lo sono! >>

<< Sì, lo sei. E non te ne rendi neanche conto. Ecco perchè stai cercando di obbligarti a farti piacere me - a proposito, puah! - ed ecco perchè non riesci ad ammettere che ti piace Kurt. Non riesci neanche ad ammettere di essere gay! >>

<< Posso farlo. >> disse Blaine con testardaggine, incrociando le braccia << Voglio dire, potrei se fossi gay! Cosa che non sono....credo. >>

Santana alzò le braccia al cielo.

<< Capisci cosa intendo?! >> strillò Santana, facendo sussultare Kurt nel sonno. << Tua mamma ti ha fatto il lavaggio del cervello, non sai neanche chi sei! >>

Blaine si retrasse dalla ragazza arrabbiata, fissandosi le mani; odiava essere sgridato, soprattutto da qualcuno così contorto come Santana.

Ma forse lei aveva ragione; quando avevano iniziato ad uscire assieme, era perchè lui non era davvero attratto dalle ragazze e lei gli aveva chiaramente detto di essere lesbica. Santana aveva bisogno di una copertura, e lui era disposto. Avere Santana intorno significava non dover spiegare ai suoi genitori perchè non portava mai a casa delle ragazze, e ne era contento.

Ma il fatto che lui non volesse ragazze intorno, lo rendeva gay?! Anche Santana era la sua copertura? L'unica volta in cui si erano baciati, lui non aveva sentito assolutamente niente. Affatto.

Aveva creduto che fosse solo perchè non nutriva dei sentimenti per Santana; ma forse era perchè non nutriva sentimenti per nessuna donna. Oh, no. I suoi genitori si sarebbero arrabbiati moltissimo con lui , se lo avessero scoperto. Ma che cosa c'era da scoprire? Assolutamente niente. Perchè Blaine non era gay.

<< Dillo. >>

<< Dire cosa? >>

<< Dillo: "Io sono Blaine Anderson e sono il membro portante di una squadra di gay". Dillo! " Io sono Blaine Anderson e sono gay". >>

<< Santana, io non.. io non.. >>

Eppure non fu in grado di farsi uscire le parole di bocca. Non era difficile; perchè non riusciva a far uscire quelle tre semplici parole? " Non sono gay".

<< Bene, allora. Comunque anche tu gli piaci; sebbene tu lo abbia ferito, anche tu gli piaci. >>

<< Io..l'ho ferito? Quando? Come? >>

<< Se solo lo sapessi! >>

<< Questo te lo sei appena inventato, non è vero?! >> la canzonò Blaine; era confuso e abbattutto, e questo miscuglio di emozioni sapeva quasi di rabbia << Non hai la benchè minima idea di cosa stai parlando! >>

<< Ammettilo, Shirley! Lo hai ferito. Riesco a capirlo dai suoi occhi, esattamento come ci riesci tu. L'unica differenza è che io so davvero quello che sto vedendo. E sai una cosa? Finirai solo per ferirlo ancora di più, se non inizi ad accettarti per come sei. >>

Si voltò e percorse tutta la stanza fino alla porta, dicendo da sopra la sua spalla: << E lo perderai. Mi hai sentito? Smettila di fare il cocco di mamma, o lo perderai ancor prima di averlo. >>


*

Blaine trascorse un sacco di tempo a pensare a ciò che aveva detto Santana, intanto che aspettava pazientemente che Kurt si svegliasse. Santo Cielo, lui non voleva essere gay! Ci era già voluto un sacco di tempo affinchè riuscisse a farsi accettare dai suoi genitori per quello che era. O meglio, per far sì che accettassero la persona in cui lo avevano trasformato. Perche, davvero, Blaine era una specie di creazione dei suoi genitori; anche se calzava alla perfezione nel loro piccolo mondo perfetto, ci erano comunque voluti secoli per accettarlo. E nel loro mondo perfetto, non c'era nessun posto per ragazzi gay.

Blaine poggiò la testa contro il muro, sospirando in segno di sconfitta. Dio, era un po' troppo grande per essere confuso riguardo alla sua sessualità! Eppure, eccolo là, seduto vicino al più bell'uomo - o persona in generale- che avesse mai visto in tutta la sua vita, domandandosi se fosse gay.

Blaine era così avvilito.

<< Salve. >>

Blaine fece un salto, prima di guardare con espressione di sorpresa il tritone che, apparentemente, si era appena svegliato.

<< Quanto tempo ho dormito? >>

<< Più o meno per tutto il giorno. >> sorrise Blaine.

<< Oh, scusami. Lo so che volevi insegnarmi altre cose sulla tecnologia. >>

<< No, va bene. >> Blaine lasciò correre << A dire il vero c'è qualcos' altro che volevo mostrarti. >>

Alzandosi in piedi porse la sua mano al tritone, una prova per capire se l'avrebbe davvero afferrata. Kurt la guardò senza espressione, prima di usare le sue stesse mani per tirarsi su. A quanto pare no.

Blaine fece strada verso la porta sul retro e l'aprì, uscendo sul portico; si fece da parte, rivelando a Kurt il cielo serale color nero pece, pieno di milioni di stelle scintillanti, l'oceano che ruggiva contro la riva e... le lucciole. C'erano circa un milione di lucciole che fluttuavano attorno alla spiaggia, catturate dalla brezza marina.

<< Non sono belle? >> domandò, voltandosi verso Kurt e sorridendo. Kurt, a dire il vero, era spaventato. Si spinse contro il muro nell'angolo, con le mani premute sul suo petto e gli occhi spalancati in un'espressione di paura.

<< Kurt? >>

<< C-che cosa sono? >> sussurrò.

Beh, quella era una cosa nuova; il Kurt potente e possente era davvero...spaventato.

<< Sono lucciole. >> rispose Blaine, suonando sorpreso << Kurt, sono innocue. >>

Il tritone non sembrava convinto e i suoi occhi erano pieni di...lacrime? Era tanto terrorizzato?! Blaine uscì dal portico, acchiappando la lucciola più vicina e portandola a Kurt, allungando le mani verso di lui e aprendole con cautela.

<< Vedi, Kurt? Sto bene! >>

Il tritone strinse gli occhi, rintanandosi ulteriormente nella parete.

<< Ti prego Blaine, non farlo. >> sussurrò, adesso tremando visibilmente.

Blaine scrutò fra le sue mani, domandandosi che cosa diavolo ci fosse di tanto spaventoso nel piccolo insetto luminoso. Quella era una reazione estremamente differente rispetto all'aspirapolvere! Ma ancora una volta, Kurt viveva nell'oceano; delle creature volanti e luminose dovevano sembrargli insolite.

<< Vuoi ritornare dentro? >> domandò, lasciando andare l'insetto luminoso per farlo ritornare dai suoi amici.

<< No. >> disse Kurt duramente.

Ah. Ancora la questione dell'orgoglio! Blaine e il tritone tremante si guardarono l'un l'altro per un po', il colore nocciola che si scontrava con il vetro, prima che Blaine offrisse di nuovo la sua mano a Kurt.

<< Fidati di me. >> disse dolcemente, i suoi occhi che brillavano nella notte. Kurt guardò per un attimo in basso, verso la mano che Blaine gli porgeva, prima di tornare a guardare verso di lui. La sua espressione era imperturbabile.

Finalmente, Kurt posò una mano tremolante in quella di Blaine.

<< Mi fido di te. >> sussurrò.

Blaine lo condusse gentilmente fuori dal portico, spingendolo sulla spiaggia e in mezzo alle lucciole. Kurt si strinse al braccio di Blaine, sbirciando nervosamente attorno a lui, ma Blaine aveva occhi solo per lui.

Moltro presto, un piccolo sorriso acquoso apparve sul viso color porcellana di Kurt. Blaine si avvicinò ultieriormente, afferrando un' altra lucciola fra le mani e porgendola nuovamente a Kurt.

Questa volta, il tritone si sporse in avanti e guardò nelle sue mani; il bagliore che proveniva dalla lucciola illuminava i suoi bellissimi tratti e faceva spiccare il suo viso pallido nella notte.

Blaine la liberò, prima di raggiungere Kurt ed afferrare gentilmente il suo polso; lentamente, richiuse le mani di Kurt attorno alla lucciola più vicina, per poi sporgersi entrambi a guardarla.

<< E'... è così bella. >> disse Kurt a bassa voce.

Blaine continuava a tenere gli occhi fissi sul ragazzo castano.

<< Già. >> rispose, in piccolo sorriso che si tendeva sulle sue labbra << Lo è davvero. >>

Kurt guardò verso l'alto lentamente, sebbene entrambi fossero ancora chini sopra la lucciole fra le sue mani. I loro visi erano ad un centimetro di distanza.

<< Kurt, i..io.. >> balbettò Blaine.

<< Sì? >>

<< Io.. ehm.. >>

<< Sì?! >>

Blaine prese un respiro profondo: << Io sono Blaine Anderson e sono il membro portante di una squadra di gay. >>

<< S..scusa, potresti ripetere?! >>

<< Io sono Blaine Anderson e... e tu mi piaci, Kurt. Lo so che ci siamo appena conosciuti e so che non sappiamo niente l'uno dell'altro, ma mi piaci! E'... è okay?! >>

Kurt sorrise, il più ampio sorriso che Blaine avesse visto fino ad ora; le lacrime che si erano raccolte nei suoi occhi finalmente caddero.

<< Sì..sì, è okay. >>

E con ciò, Blaine poggiò dolcemente la sua fronte contro quella di Kurt e rimase lì, i due ragazzi circondati dalle lucciole mentre la notte passava.

Dalla seconda finestra del secondo piano, Santana se ne stava seduta con un lieve sorriso sul viso, mentre guardava i due al di sotto di lei.

<< E' un inizio, Shirley. E' un inizio. >>





NOTE DELLA TRADUTTRICE: * In realtà l'autrice scrive " Making a 'T' with his hands " ma dal momento che non ero abbastanza sicura che il senso della frase fosse ben chiaro, l'ho tradotta in questo modo, dal momento che il gesto che fa Blaine è effettivamente il tipico segnale del "Time out"

Umh...per una volta ci sono poche cosa da dire sulla traduzione! Ma ho una bella notizia da darvi: l'autrice ha finalmente aggiornato e io ho già tradotto il capitolo 14 e dal momento che lei stessa ha detto che cercherà di aggiornare con maggiore frequenza, forse riuscirò a mandare avanti la traduzione (sempre ogni 3 giorni, per darle il tempo di pubblicare ) senza alcuna sosta forzata. :)

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Per i due giorni successivi, Blaine e Kurt si comportarono l'uno con l' altro come se stessero camminando in punta di piedi su gusci d'uovo.*

Da quando Blaine aveva in qualche modo ammesso i suoi sentimenti, entrambi erano riusciti a sentire l'evidente cambiamento nel loro rapporto, ma non erano ancora disposti ad affrontare la cosa. Piuttosto, Blaine evitava Kurt e Kurt evitava Blaine.

Non era imbarazzante, comunque, quando i due si incrontravano; erano più o meno a loro agio, si scambiavano sorrisi, teneri gesti... era bello. Blaine era persino riuscito a convincere Kurt a guardare un film con lui e - nonostante Kurt fosse ancora riluttante all' idea di essere toccato - il tritone si era anche divertito.

Ovviamente, però, tutte le cose belle prima o poi finiscono.

<< Kurt? >>

Blaine bussò piano alla porta della sua camera, sbirciando per vedere se il tritone si fosse espanso per tutto il suo letto; per le due notti precedenti, Blaine aveva dormito nella stanza degli ospiti, mentre Kurt aveva reclamato la sua. Il ragazzo dai capelli castani era sdraiato sulla sua pancia, sfogliando le pagine di un vecchio numero di Vogue che sua madre aveva lasciato lì anni fa. Anche se il tritone non sapeva leggere, aveva espresso un estremo interesse nella varietà di riviste di moda che si trovavano in giro.

Guardò verso Blaine, un sorriso che spuntò sul suo volto.

<< Blaine! >> strillò, mettendosi a sedere. Quel giorno indossava un paio di pantoloni bianchi di una tuta di Santana e una maglietta rosa con lo scollo a V; dove diavolo Santana avesse preso così tanti indumenti colorati, andava aldilà delle conoscenze del ragazzo riccioluto.

<< Guarda questa giacca qui! Non è bella?! >> Kurt tirò su la rivista, indicando una donna con indosso una giacca di colore blu pulsante << Quando andremo a fare spese, voglio comprarla! Okay?! >>

<< Kurt, c'è una qualcosa che devo dirti. >> il tono infausto di Blaine doveva aver attirato l'attenzione del tritone, perchè questi gettò immediatamente la rivista a terra e si mise a gambe incrociate << Oh, e... probabilmente quella giacca non è più in circolazione da circa...dieci anni. >>

 << Che cosa c'è? >> domandò Kurt seriamente, incrociando le sue mani sul grembo e chinandosi in avanti. Blaine sospirò e si spostò a sedere di fianco a lui sul letto. Sarebbe stato più difficile di quanto avesse creduto.

<< Sono...sono i miei genitori. >>

Nel sentir parlare della sua famiglia, lo sguardO di Kurt si incupì visibilmente.

<< Che cosa hanno fatto? >> Kurt praticamente sibilò.

Strano, pensò Blaine fra sè e sè; perchè Kurt reagiva così...negativamente?! Non c'era alcuna possibilità che lui sapesse come potessero essere i suoi genitori di tanto in tanto.

<< Beh... >> Blaine si bloccò, evitando di guardare Kurt negli occhi. Il tritone, in compenso, non fece lo stesso e quasi raggiunse il viso di Blaine per farlo guardare nuovamente verso di lui.

Ma si fermò proprio all'ultimo istante e Blaine finse di non accorgersene.

<< Arriveranno qui domani. >>

<< E? >>

<< E diciamo che ho bisogno che tu... beh sai, che tu non sia qui. >>

Blaine battè le palpebre nervosamente. Le parole erano uscite più duramente di quanto lui intendesse fare; aveva capito che il danno era ormai fatto nel momento in cui, alla fine, si era voltato verso il tritone e aveva visto il dolore nei suoi occhi.

<< Dopo tutti questi anni, Blaine.. >> sussurrò Kurt, suonando distrutto << Dopo tutti questi anni... loro hanno ancora il controllo su di te?! ** >>

Blaine sbattè le palpebre in stato di confusione, prima di inclinare la testa di lato

<< Di che cosa stai parlando?! >>

In un istante, il Kurt stronzetto e acido*** era tornato, socchiudendo gli occhi e scagliandosi contro di lui: << Bene. Non hai bisogno di me qui?! Me ne vado! Solo una domanda, però: dove vado?! >>

Blaine guardò in basso per la vergogna. Perchè non ne aveva parlato prima?! Da tempo sapeva che questo sarebbe accaduto; qualunque progresso che aveva fatto con Kurt, avrebbe finito probabilmente coll'essere gettato nel cesso adesso! ****

<< Io...aspettavo che questo giorno arrivasse, sin da quando ti sei trasformato; ho affittato un appartamento. >>

Il signor Anderson poteva anche aver sofferto a lavoro, ma questo non significava che non fossero ancora oscenamente ricchi. Blaine era riuscito facilmente ad affittare un appartamento per il mese, completamente arredato e appena fuori l'oceano, ed era ottimista riguardo al fatto che suo padre non gli avrebbe mai domandato niente al riguardo.

<< Ascolta Kurt.. è davvero, davvero bello! Ed è in città, potrai vedere di persona tutte le cose che hai visto in TV! E.. e l'edificio è proprio vicino al centro commerciale e a tutto quanto! Mi sono assicurato che tu... >>

<< Basta! >> Kurt lo interruppe, alzando una mano. Blaine si zittì all'istante; il suo discorso stava diventando troppo pomposo e forzato, in ogni caso. Sembrava che stesse cercando di forzare persino sè stesso ad entusiasmarsi << Io non voglio ascolltare! Puoi andartene, per favore?! >>

Blaine scrutò gli occhi brillanti e spalancati di Kurt in cerca di una traccia di...beh, di qualunque cosa! Ma questi erano ritornati nel loro stato di vuoto.

Così erano di nuovo quel punto.

<< Bene. >> disse Blaine senza mezzi termini, rialzandosi dalla sua sedia << Ma che cosa dovrei dire ai miei genitori?! Che questo ragazzo occasionale***** resterà con noi?! Lo so che avrei dovuto dirtelo prima, e sono davvero dispiaciuto. Ma... beh, non avresti potuto comunque restare qui per sempre. >>

Appena prima che la porta si chiudesse, Blaine sentì Kurt dire a voce alta e ben chiara: << Avresti potuto dirgli che ti importa di me! Avresti potuto dirgli questo! >>

E poi Blaine se ne era andato.

*

Blaine irruppe in cucina, molto più che appena un po' frustrato. Non era sicuro se fosse arrabbiato con Kurt o con sè stesso, ma aveva bisogno di prendersela con qualcuno.

Momento perfetto per Santana per entrare e guardarsi intorno in cerca di toffee all'acqua salata; ne avevano comprati abbastanza da riempire un intero armadio per Kurt, dal momento che erano ancora piuttosto incerti su cos'altro potesse mangiare.

Santana ultimamente aveva preso l'abitudine di uscire segretamente e Blaine aveva un sospetto nascosto che nelle ultime due sere si fosse incontrata con una certa sirena giù alla grotta; non che lei ne avesse fatto parola, naturalmente.

Santana si mise a vagare per la cucina, laciando un'occhiata a Blaine e roteando gli occhi: << E adesso, Barbie?! >> disse in maniera piuttosto diretta. Non era neanche una vera e propria domanda << Che cosa hai fatto adesso! >>

Blaine la guardò: << Niente! Gli ho solamente parlato dell'appartamento e lui è andato fuori di testa! >>

Santana roteò gli occhi.

<< Beh, ecco..>> rispose, incrociando le braccia e appoggiandosi al tavolo << Ha appena iniziato a sentirsi a suo agio qui con noi, ha appena iniziato a fidarsi di noi! Adesso tu stai cercando di strappargli via tutto! Ovvio che è irritato! Cavolo, ma sei in grado di fare qualcosa per il verso giusto?! >>

<< Santana. >> disse Blaine, con pazienza forzata << I miei genitori arriveranno domani. Che cosa dovrei fare?! >>

La latina scrollò le spalle: << Uhm...dire la verità?! Non riguardo a tutta la faccenda del tritone, ti farebbero rinchiudere in un manicomio! Ma cavolo, digli semplicemente che è il tuo ragazzo! O un amico. O qualunque cosa voi due siate! Onestamente, non so altro. >>

<< Non stiamo assieme. >> disse Blaine con un grugnito << Lui mi odia, probabilmente lo farà sempre! >>

Santana lo canzonò, prima di prendere una banana.

<< Non parli sul serio, o sì?! Ti ricordi almeno come è andata la prima volta che voi due vi siete incontrati?! >>

Santana si stava riferendo alle minacce di morte, ai sibili e cose simili e a quanto le cose fossero cambiate nel giro di appena un paio di giorni; ma quando Blaine iniziò a parlare, era come se... come se si stesse ricordando qualcosa di completamente differente.

La ragazza abbronzata si voltò e lo guardò con espressione di confusione.

<< Certo che me lo ricordo! >>

Blaine aveva fatto una smorfia e aveva incrociato le braccia, appoggiandosi anche lui al tavolo, di fianco a lei.

<< Era intrappolato in quella dannata rete, alla ricerca del mondo intero come un gattino su un albero o roba simile! >> andò avanti, la sua mente non registrò neanche ciò che la sua bocca stava dicendo << E poi ha iniziatò a fischiarmi contro! A me, che ho avuto la decenza di salvare il suo culo in trappola! E come se non fosse stato abbastanza, mi ha dato da mangiare quella disgustora algabranchia, come se...come se...come se.. ? >>

La cucina divenne stranamente silenziosa, mentre Santana fissava Blaine e Blaine alzava una mano lentamente, per coprire la sua bocca; i suoi bellissimi occhi color nocciola erano spalancati in quello che poteva essere un misto di sorpresa e panico. Lui e Santana rimasero a fissarsi l'un l'altro per qualche tempo, poi finalmente la latina domandò curiosamente: << Di che diavolo stai parlando?! Credevo che tu avessi incontrato Kurt sulla spiaggia.. >>

Blaine scosse la testa, i suoi occhi ancora spalancati in stato di shock.

<< Non lo so. Santana, che cosa è successo?! >>



NOTE DELL'AUTORE: Oh mamma, non mi ero resa conto di quanto questo capitolo fosse corto fino ad ora, e finisce anche con un colpo di scena! xD Beh... ACCETTATELO! :)

... No, non sono così cattiva. Ma ho ancora un bel po' di piani per questa storia, non preoccupatevi!

E dire che prima pensavo che sarebbero stati solo sei capitoli. O, quanto mi sbagliavo...adesso mi rendo conto che saranno almeno una venticinque. Onestamente, pensavate davvero che il solo problema sarebbero stata la perdita di memoria di Blaine, o al massimo i suoi genitori?! Beh, a dire il vero, probabilmente sì perchè io ve l'ho più o meno fatto credere, ma no...ci sarà MOLTO MOLTO di più!


NOTA DELLA TRADUTTRICE: * Sì, lo so: la dicitura sarebbe " camminare sulle uova", ma l'autrice usa proprio questa espressione molto più elaborata e devo dire che non mi dispiace. :)

** Il termine che usa l'autrice sarebbe "They still have you", ma tradurre con "Ti hanno ancora" mi sembrava poco elegante...e poi, tutto sommato, il senso è più o meno quello di "avere il possesso" così tanto da controllare.

*** " Bitchy snappy Kurt" non sono sicura che possa essere effettivamente traducibile alla lettera; la mia beta che parla correttemente inglese mi ha suggerito la traduzione che ho utilizzato qui nel capitolo

**** "Down the drain now" ancora una volta è su suggerimento della mia beta, che ha trovato molto elegantemente (xD) l'idea di questa simpatica traduzione.

****** "Ragazzo occasionale" non è proprio un bel termine, ma è la traduzione migliore di "Random guy" che mi sia venuta in mente! xD


Oh, che meraviglia... l'autrice è di nuovo ferma... vabbè, stavolta non è passata neanche una settimana, diamole un po' di tempo...dovrebbe farcela, adesso mi sembra abbastanza motivata! x3 A presto!! <3

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


<< Sto impazzendo, Cedes! >>

Poco dopo il breve litigio fra Kurt e Blaine, Kurt si era ritirato nella grotta e aveva chiamato Mercedes in superficie con il suo canto da sirena. Dopo una breve spiegazione di ciò su cui lui e Blaine avevano discusso, il tritone e la ragazza dalla pelle nera si erano accucciati sulla roccia sporgente per parlarne << Non so per quanto a lungo potrò farcela. >>

<< Sono passati solo quattro giorni. >> disse Mercedes distrattamente, esaminando le perle che si arrotolavano attorno al suo collo. Kurt si lasciò sfuggire un sospiro, rannicchiandosi in una specie di piccola palla.

<< Lo so. >> bubbolò, la sua voce soffocata dalle sue ginocchia << Lo so, e questi ultimi quattro giorni sono stati orribili, imbarazzanti, meravigliosi, stupendi ed intensi allo stesso tempo. Non ne posso più, Cedes... non posso farcela per un mese intero! >>

<< Ma desso ce la stai facendo! >> gli ricordò Mercedes, lasciando perdere le perle per andare a spellare le scaglie color magenta della sua coda << E non lo vedrai più ogni minuto della tua giornata. >>

<< Sarà anche peggio! >> piagnucolò Kurt << Io... io odio vederlo ogni giorno e sapere che lui non mi vede come lo vedo io! Che non mi ama come lo amo io! Dio, fa male! Fa così tanto male! >>

Kurt sorrise malinconicamente.

<< Ma non vederlo? Non vederlo quando è proprio qui, alla mia portata?! Questo sarebbe davvero peggio. >> Kurt sospirò e guardo Mercedes mestamente << Non posso farlo, non posso vivere così. Neanche per un mese. Morirò Mercedes, davvero, morirò! >>

<< Oh, tesoro! >> disse Mercedes in tono di conforto, passando una mano fra i suoi capelli << Avrai avuto anche solo otto anni, ma hai preso una bella botta*, vero? Lo ami davvero. >>

Kurt tirò su col naso ed annuì, cercando di trattenere le lacrime. La sua amica non sapeva ancora che cosa fossero le lacrime e lui non voleva spaventarla.

<< Noi popolo delle Sirene siamo condannati ad amare per sempre. >> disse Mercedes malinconicamente << E' uno dei nostri fatali difetti. Ma non è impossibile per noi amare più di una persona, lo sai. Forse, se solo tu... perchè non provi solo a pensare.. >>

<< Non pronunciare il suo nome. >> sibilò Kurt, scattando via da Mercedes e socchiudendo i suoi occhi << Non osare pronunciare il suo nome! Non riesco a credere che tu abbia l'audacia di nominarmelo, chi ti credi di essere?! >>

Nonostante le sue mani fossero tenute su in segno di resa, gli occhi di Mercedes erano spalancati in un'espressione di dolore. Kurt si ammorbidì immediatamente, dicendo gentilmente: << Mi dispiace, era fuori luogo. E' solo che..che io..ho già tante cose per la testa, senza che... >>

I suoi occhi si incupirono e i suoi pugni si chiusero.

<<.. che lui si immischi. Se c'è qualcosa di buono nell' essere stato forzato a trasformarmi tanto presto, è che ultimamente non ho dovuto avere a che fare con lui. >>

Storse il naso in segno di disgusto, prima che il suo viso si frantumasse in un'espressione di tristezza << Ma... mi manca casa, anche se lui è lì. Mi mancate tu, Quinn e Brittany...mi manca persino Rachel! Ma più di tutti mi manca mio padre. M-mi manca il mio papà! Come..come sta? >>

<< Sta bene. >> disse lei a bassa voce << Gli manchi. >>

<< Che cosa gli hai detto? >>

<< La verità. >> la ragazza scrollò le spalle, ma si corresse velocemente, quando vide la sua espressione di panico << Voglio dire, che ti sei trasformato presto! Ti sei trasformato presto e ti sei messo in contatto con un Osservatore che si prendesse cura di te. Sa che sei al sicuro. >>

Caddero in un piacevole silenzio, mentre Kurt immagazzinava questa recente informazionie. Alla fine, praticamente sussurrò: << Vorrei che niente di tutto ciò fosse mai accaduto. V..vorrei non aver mai salvato Blaine. Avrei dovuto lasciarlo af.. >>

<< Non dirlo! >> disse Mercedes con fermezza << Una volta che le parole sono uscite, non puoi più rimangiartele! Ti suggerisco di ripensare a quella frase, prima di completarla. >>

Kurt ritornò di nuovo silenzioso, prima di dire gentilmente: << Hai ragione, quella sarebbe una cosa sbagliata da dire. Ma io...non ricorderà mai, Mercedes! >>

<< Allora perchè non glielo dici e basta? >>

<< Perchè..perchè non voglio che lo faccia. >>

<< ... Ricordare? >>

<< Sì. >>

<< Ma...ma Kurt, perchè? Tutto quello di cui mi hai sempre parlato quando eravamo piccoli era Blaine...non vuoi che si ricordi dell'amore che avete condiviso? >>

<< Lo volevo... >> disse Kurt mestamente, un'espressione di tristezza sul suo volto << Ma adesso...voglio solo tornare a casa. Odio sentirmi così, voglio solo che questo mese finisca! >>

<< Oh, piccolo! >> disse Mercedes in tono compassionevole, posando una mano sulla sua coscia << Il mese è appena iniziato! >>


*


Avete mai sentito un membro della famiglia discutere della vistra infanzia? Dirvi cose che sono accadute quando eravate un ragazzino chiassoso, e qualche volta persino fornirvi delle fotografie come prova? Adesso, per quanto voi non possiate ricordare direttamente quella specifica memoria  - perchè avete ascoltato la storia e visto le foto - potete creare l'immagine nella vostra testa quasi perfettamente, fino a che non arriverete a sentirvi come se stesse davvero ricordando, nonostante onestamente non lo stiate facendo.

E più tardi, quando richiamate questa immagine, vi ricordate quello che la vostra mente ha creato, invece di ciò che è realmente accaduto. E nonostante il fatto che sappiate, voi non ricordate, e vi sentite quasi come se pensaste di farlo.

La memoria di una memoria.

Così difficile come sembrava, era il solo modo in cui Blaine riusciva a pensare di descrivere come si sentiva. Riusciva chiaramente vedere sè stesso come un bambino nella sua testa, sapeva per certo che quello fosse proprio lui, e riusciva a vedere anche il piccolo Kurt. Poteva dirlo dagli occhi brillanti. Nella sua testa, Kurt era completamente intrappolato in una rete da pesca, dalla testa...alla coda, e tremava come una foglia mentre guardava Blaine in uno stato di puro terrore. Beh, all'inizio, comunque. Poi digrignò i denti e iniziò a sibilare. Sì, decisamente Kurt.

Il resto figurava nella sua testa perfettamente: liberare Kurt dalla rete, il tritone che gli dava l'algabranchia....poi diventare amici. E poi si fermò. Niente dopo questo. E per quanto Blaine fosse certo che ciò fosse accaduto, in qualche modo...non riusciva a ricordare.

La memoria di una memoria.

Era come se un parente gli avesse ricordato questa storia e lui avesse creato un' immagine basata su di essa. Non si ricordava come si sentiva, non si ricordava come si sentiva Kurt, non si ricordava neanche quello che era successo dopo che Kurt gli aveva dato dell'algabranchia... diavolo, non si ricordava neanche di aver detto "Ciao"! Ma era successo. Doveva essere successo, non era così?! Come aveva fatto a passare dall'essere completamente certo al farsi un milione di domande al minuto?! Era come se quella "memoria della memoria" gli stesse già sfuggendo di mano. C'era solo un modo per scoprirlo con certezza.

Blaine aveva la sua mano in bilico, pronta a bussare alla porta della sua camera da letto, ma esitò; un'ora e mezza prima, poco dopo il loro litigio, Kurt si era precipitato giù dalle scale ed era passato oltre Santana e Blaine fuori dalla porta, senza una parola. Era tornato indietro dopo circa una quarantina di minuti, forse, ancora una volta rinchiudendosi nella stanza di Blaine.

Il tritone era ancora totalmente irritato, Blaine poteva giurarlo. Però, se non avesse interrogato Kurt in fretta, quella strana "non-esattamente-una-memoria" o qualunque cosa fosse, se ne sarebbe andata presto. Proprio quando stava per bussare, la porta si aprì, mostrando il ragazzo pallido.

Quando vide Blaine, Kurt rabbrividì, prima che un'espressione arrogante solcasse il suo viso.

<< Che cosa vuoi? >> scattò, incrociando le sue braccia al petto e appoggiandosi allo stipite della porta, praticamente impedendo qualsiasi tipo di entrata nella stanza. Blaine saltellò nervosamente da un piede all'altro, un gesto decisamente non da lui.

<< Dovremmo parlare. Dobbiamo parlare. >> ribadì << C'è... ho qualcosa che avrei bisogno di chiederti. >>

<< Sì? >> lo incitò Kurt, guardando in basso.

<< L'altro giorno. >> inziò Blaine impacciatamente << E' stata quella - lo sai - la prima volta che ci siamo incontrati? >>

Quel poco di colore che il tritone aveva in volto era completamente svanito adesso. Infatti, sembrava che avesse appena visto un fantasma. Premendo una mano sul suo petto, rispose in fretta: << Sì. Certamente. Dove altro ci saremmo mai incontrati?! >>

Rispose troppo velocemente, Blaine realizzò. Sapeva qualcosa.

<< Sei sicuro? >> insistette Blaine, avvicinandosi a lui. Kurt indietreggio il necessario da permettere a Blaine di spingerlo dentro la sua stanza.

<< Sì, certo. >> ripetè Kurt << Adesso, per favore, te ne andresti? Dovrei impacchettare quei pochi effetti che ho, così potrai buttarmi fuori a calci il prima possibile! >>

Sì, Kurt decisamente sapeva qualcosa. Blaine riconobbe ciò che il tritone stava cercando di fare - ritornando indietro alla loro precedente discussione. Facendo in questo modo, l'argomento attuale sarebbe stato effettivamente messo da parte. Ma Blaine non si lasciò influenzare.

<< Perchè mi stai mentendo? >> domandò Blaine, senza neanche disturbarsi a tergiversare << Perchè non mi dici semplicemente la verità?! >>

<< I-io.. >> Kurt balbettò, con i suoi occhi spalancati << Io non posso. Non posso e basta! Blaine... ti ricordi? >>

<< Sì. >> disse Blaine fermamente, prima di ripensare a ciò che aveva appena dichiaratto << Beh, no. Ma ricordo di ricordare, se questo ha un senso. Te lo spiegherò più tardi, perchè tu non
puoi farlo?! >>

Qualcosa sembrò accendersi improvvisamente nel cervello di Blaine, persino prima che Kurt potesse rispondere. Tutto improvvisamente aveva senso. La ragione per cui aveva superato lo shock dell'esistenza delle Sirene così rapidamente, la ragione per cui non aveva avuto nessun problema a trasportare un perfetto sconosciuto in casa sua; la ragione per cui assolutamente niente di ciò che Kurt diceva o faceva, sembrava offenderlo o sorprenderlo particolarmente. Irritarlo, certo. Ma non si era mai davvero arrabbiato con il tritone. Era perchè Blaine conosceva Kurt.

Inconsciamente, eppure... una qualche parte di lui doveva averlo saputo. Doveva saperlo ancora. E Kurt... Kurt ricordava ogni cosa.

<< Kurt >> disse Blaine, avvicinandosi di più al bellissimo uomo << Quanto eravamo vicini? >>

La "non-esattamente-una-memoria" cessava immediatamente dopo l'algabranchia, ma Blaine poteva dire che c'era molto di più. Davvero molto di più. Aveva perso una vita intera. Poteva dirlo, e non solo perchè Kurt stava piangendo e tremando.

Il tritone iniziò a singhiozzare << Questo non può accadere! Non questo, non può accadere! >>

Kurt iniziò ad indietreggiare, scuotendo la testa.

<< Cosa? Che cosa c'è? >> strillò Blaine, seguendolo << Credevo che tu volessi che io mi ricordassi! >>

Doveva essere questo ciò di cui Kurt aveva parlato, giusto?! Era per questo che voleva che lui credesse? Era questo quello che voleva che ricordasse...giusto?!

<< Lo volevo. Ma adesso non voglio. No, non più! Non di nuovo! Non posso perderti di nuovo! >>

<< I-io non capisco. >>

<< Blaine. >> singhiozzò Kurt, stringendo la sua vita. Lacrime cristalline scorrevano lungo le sue guance rosee.

<< Non potremo mai stare assieme. Mai. Non è possibile. E se tu ricordassi, se tu inizassi a tenere a me quanto io tengo a te... >> Scosse la testa: << Non sarei mai in grado di lasciarti. >>

<< K-Kurt? >> Blaine si avvicinò alla sua spalla, ma Kurt si divincolò.

<< No! >> sbraitò Kurt << Non toccarmi! Odio quando mi tocchi! >>

<< Kurt >> Blaine provò di nuovo << Tengo già a te, ricordi? E siamo insieme adesso, non è vero? Stiamo bene. Va tutto bene. >>

<< No, non va bene. Non andrà mai bene! >> Kurt fece un respiro profondo e costante, prima di rialzare i suoi occhi per incontrare quelli di Blaine. Il ragazzo riccioluto quasi si retrasse dall' intensità che vi era in essi.

<< Ti amo. >> disse Kurt con fermezza. Blaine rimase a bocca aperta. << Ti amo da molto tempo. Ma se tu ricordassi, se tu iniziassi ad amarmi a tua volta...allora non sarei in grado di farlo. Non sarei in grado di lasciarti. >>

<< Allora non lasciarmi. >> disse Blaine senza pensarci. Non era ancora innamorato di Kut, di quello era certo. Forse lo era stato ad un certo punto della sua vita, ma adesso a malapena conosceva il giovane uomo. Tuttavia, sapeva già che la sua vita senza di lui sarebbe stata blanda ed insapore, comparata a come era adesso.

<< Devo farlo. >> piagnucolò Kurt << Non importa quanto teniamo l'uno all'altro, non importa come andranno a finire le cose.. Blaine. Sarò costretto a lasciarti. >>





NOTE DELL'AUTRICE: Allora, questo capitolo è diventanto un bel po' più...drammatico di quanto io intendessi all'inziio. Ah, be... quel che è fatto è fatto! Tempo delle domande:

Cos'è un Osservatore? (anche se non è così importante)

Chi è il tipo misterioso e in che rapporti è con Kurt?

Perchè Kurt deve lasciare Blaine?


NOTE DELLA TRADUTTRICE:  * L'autrice usa l' espressione " You fell hard " , dove il verbo to fall è chiaramente indicato per esprimere l'innamoramento; non ero sicura di poterlo tradurre letteralmente, per cui la mia beta inglese mi ha concesso questa licenza ( che mi rendo conto non è poi molto elegante, scusate).

Bene! Come avete visto, stiamo entrando nel vivo della storia! Le cose iniziano a farsi molto interessanti...e vi assicuro che andando avanti ci saranno non pochi colpi di scena!! :)

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


PRIMA DELLA LETTURA:  Vi chiedo scusa per l'attesa, ragazzi! Mi dispiace soprattutto per quelli che hanno perso interesse perchè ci ho messo così tanto; d' ora in avanti, ricomincerò ad aggiornare regolarmente. Mi dispiace, ma a volta la vita va così. Comunque, assicuratevi di leggere le note dell'autore alla fine del capitolo.



*


Essere un Osservatore?! Sì, era praticamente una merda! Per prima cosa, non ci si poteva trasformare ogni volta che si voleva; nessuna di quelle leziose stronzate a cui devono sottoporsi i Generatori. 

Oh no. Se in un preciso momento si avvertiva la sensazione che le gambe stavano per spuntare, questo sarebbe potuto succedere in un attimo. Era quello il suo lavoro, dopotutto: diventare umano, così da poter controllare quei fastidiosi asini* di Generatori. Sistemarsi in un appartamento o roba del genere, mentre loro portavano in grembo i loro bambini fino al termine; era una bella rogna, i Generatori erano fottutamente irritanti.

Tutto quello che facevano era starsene seduti a lamentarsi degli umani o di qualsiasi altra cosa, criticando il metodo di copulazione degli umani e asserendo quanto questo fosse grossolano. Il che era totalmente falso, in ogni caso. Secondo la sua opinione, il sesso era davvero fantastico; infatti, si trasformava almeno tre volte al mese, solamente per - per porlo in termini più colloquiali - "scopare".

Naturalmente, come conseguenza delle sue continue trasformazioni, era stato ostracizzato da Atica - dove si trovava la sua colonia di Sirene - ma a lui non importava davvero. Il popolo delle Sirene odiava gli umani, e dal momento che lui vi passava così tanto tempo, era praticamente uno di loro. E questo gli stava bene, comunque.

Le sirene facevano schifo, e a lui non dispiaceva starsene da solo; aveva spesso preso in considerazione l'idea di rendere il suo cambiamento permanente, rimanere semplicemente un umano. Non era un Generatore, non avrebbe potuto bruciare sotto il sole dopo un anno. Non sarebbe morto. Ma c'erano due ragioni per cui non poteva andarsene, per cui non lo avrebbe fatto.

Una di queste era che le donne con cui aveva avuto relazioni avevano sempre desiderato dei rapporti a lungo termine con lui, e lui non era d'accordo con questa cosa. L'amore era una faccenda rischiosa per il popolo delle Sirene, un errore fatale. Una volta innamorato, sacrificheresti ogni cosa per colui che ami, persino la tua stessa vita e lui certamente non ne era favorevole. 

Evitare relazioni a lungo termine, evitare l'amore. Molto semplice.

La seconda ragione era lui. Il Principe.

Il loro Regno non aveva molti maschi; infatti, contando lui stesso, il Principe e il Re, ve ne erano solo circa 200. Tutti Generatori, con lui come unica eccezione. 200 sarebbe stato molto in in qualunque altro caso, ma considerando il fatto che Atica era un Regno di 2000...beh, potete immaginarlo.

I maschi fra le Sirene erano una vera rarità, tutti i tritoni venivano quasi immediatamente messi nella categoria dei Generatori. Comunque, se le cose fossero state diverse, il Principe sarebbe stato una sirena in tutto e per tutto, senza ombra di dubbio! Il suono del suo canto era qualcosa per cui avrebbe anche potuto morire, e la sua bellezza superava di gran lunga quella di tutte le Sirene messe assieme. Seriamente, non c'era competizione. Nel suo cuore, lui aveva un debole per il Principe; lo aveva sempre avuto, sin da quando erano bambini.

Ma la cosa buffa era che il Principe sembrava odiarlo; senza scherzi, lo odiava veramente. Persino da prima che venisse esiliato nella sua grotta fuori da Atica. Forse quella era una delle ragioni per cui gli importava così tanto di lui - il Principe lo odiava da prima che venisse ostracizzato, e lo odiò anche dopo.

Non vi era niente che non andava nel Principe. Lui riusciva ad apprezzarlo. Ultimamente non aveva fatto che sperare in segreto che lo avrebbe chiamato fuori dall'acqua (esilio o meno, aveva ancora un lavoro da compiere ) quando sarebbe giunta per il Principe la stagione della Generazione.  Era un fatto ben noto che il piccolo Principe avesse saltato quasi tutte le sue lezioni di generazione, e che probabilmente non sapesse nulla riguardo al sesso umano. Lui sarebbe stato felice di osservare il suo favorito piccolo Principe sotto quell'aspetto, decisamente felice.

Perchè, siamo onesti: il Principe non era solo bellissimo, era anche eccitante.** La sensualità era irrilevante per il popolo dell Sirene, e non era inusuale vedere due uomini farsi una piacevole nuotata assieme fra le colorate barriere coralline, o due donne che giacevano insieme in un letto di spugna, semplicemente godendosi la reciproca compagnia. Oh sì, a lui decisamente non dispiaceva l'idea di una relazione sessuale con gli uomini, specialmente con uno così bello come il Principe.

Per cui, quando scoprì che il bellissimo tritone si era tramutato prima del tempo, ne fu molto più che irritato. Non aveva sentito di nessun Osservatore che fosse stato contattato per controllare, il che significava che il Principe doveva aver trovato qualcun altro che si prendesse cura di lui lassù. Qualcuno di umano.

Poco dopo che aveva scoperto la faccenda della trasformazione precoce, si era ritirato nella sua grotta, pianificando di fare una piccola "Visita Mentale" al suo amico. Non era un secreto che le Sirene fossero mentalmente connesse. Vivevano sott'acqua, per l'amor cel cielo! Come altro avrebbero potuto comunicare?! Beh, avevano un altro modo per comunicare, a dire il vero, ma la maggior parte trovava molto più facile semplicemente raggiungersi l'un l'altro. Dal momento che era stato esiliato, lui stesso ammetteva di essersi un po' arrugginito nella sua comunicazione mentale, ma infondo gli importava solo del Pincipe e niente avrebbe potuto fermarlo dallo scoprire dove fosse finito.

La comunicazione mentale aveva un nome specifico, Lystrata. Lystrata poteva essere usata per molto più che uno scambio di conversazioni; poteva essere utilizzata per vedere i pensieri e le sensazioni degli altri, ciò che piace e che non piace, persino accedere ad un pensiero fugace che si era verificato anni prima. Era decisamente fantastico. Ma la cosa migliore che Lystrata poteva fare?

Lui era già nella sua grotta, girando intorno, più o meno senza fare niente, quando realizzò che avrebbe potuto utilizzare questa cosìdetta "Visita Mentale". Allora chiuse i suoi occhi e si concentrò. Si concentrò, abbastanza intensamente da riuscire a vedere il Principe: i suoi bellissimi occhi color blu-verde, il pallore della sua pelle, la sua espressione da bambola, sentiva la sua pelle sotto la punta delle sue dita... e poi, BOOM! Eccolo.

Beh, non era il Principe di per sè, ma era parte di lui. Beh, a dire il vero era un tantino complicato. Era in grado di vedere ciò che il Principe stava vedendo attualmente, era in grado di sentire ciò che il Principe stava sentendo in quel momento. Era quasi come se fosse lui, eccetto per il fatto che non poteva controllare ciò che il Principe diceva o faceva.

Era come se fosse un passante nella testa del Principe. E adesso? Lui stava guardando un giovane maschio***, una via di mezzo fra un ragazzo e un uomo.  Beh, ad essere abbastanza sincero, era praticamente un uomo; aveva capelli neri ricci e dei brillanti occhi color nocciola. Se avesse avuto un qualche contatto con il suo corpo, probabilmente avrebbe storto il naso.

Stavano discutendo di qualcosa, non era certo di cosa. Doveva aver fatto un errore nel processo di connessione, perchè anche se poteva tecnicamente ascoltarli, non riusciva a capire quello che stavano dicendo. Beh, comunque non importava. Riusciva a sentire il cuore del Principe agitarsi nel suo petto e sentire le lacrime scivolare lunfo le sue guance. Stava piangendo. E questo lo faceva davvero incavolare.

Ritornò all'improvvisto in sè stesso, incapace di mantere a lungo la connessione. Battè gli occhi una volta, due volte, e poi sogghignò. Oh. Così quello era Blaine, giusto?! Beh, non era poì così tanto bello. Era piuttosto basso, e i suoi capelli avevano un aspetto quasi da troll. Sembrava un dannato Hobbit. Si era aspettato molto di più dal misterioso ragazzo da cui il Principe era ossessionato sin da quando erano bambini. Qualcosa che fosse alla sua altezza. Il Principe avrebbe potuto ambire a mooolto di più, e lo avrebbe fatto.

Perchè lui stava già facendo dei piani.

Quindi forse Puck amava Kurt, solo un pochino.

E forse, Puck stava anche un po' rinnegando. Ma non importava, niente di tutto ciò importava. Si dice che ci sia una linea veramente sottile fra l'amore e l'odio, e Kurt decisamente lo odiava con una certa passione. Ma chi lo sa?! Forse una spinta - o uno spintone - nella giusta direzione lo avrebbe aiutatato ad attraversare quella linea. E sapete una cosa? Probabilmente sarebbe stato molto più facile se Blaine fosse stato fuori dai piedi.

Il ghignò di Puck si allargò. Oh sì, stava decisamente facendo dei piani.


*


<< Stai con me. >>

Eccoci. Dopo questo, non si poteva tornare indietro. Quello era il passo finale. Blaine lo sapeva e non era preparato, eppure non potè fermarsi dal dire: << Stai con me >> con una voce dolce e ferma. Gli occhi di Kurt si spalancarono e si asciugò una lacrima raminga dalla sua guancia.

<< Io.. cosa? >> balbettò, stringendosi le mani al cuore.

<< Stai con me. >> ripetè Blaine, avvicinandosi al tritone; quest'ultimo indietreggio. << Stai con me. Permettimi di sentire il tuo amore. Aiutami a.. aiutami a ricordare. >>

<< Blaine, hai almeno ascoltato una parola di quello che ho appena detto?! Non possiamo. Non per sempre, non posso. >>

Kurt vide il volto di Blaine adombrarsi e non potè fare a meno di sperare con tutto il suo cuore che la conversazione fosse finita. Ma naturalmente non lo era.

<< Tu mi ami? >>

<< Sì. >> rispose Kurt senza esitazione. Era così bello essere capaci di dirlo a voce alta.

<< Allora perchè non lasci che io ti ami? >>

<< I-io.. io non posso dirtelo, okay? Ti prego, accettalo e basta. Ti prego. >>

<< No. >> rispose Blaine semplicemente, un piccolo sottile sorriso che spuntava agli angoli delle sue labbra. Incrociò le braccia e disse quasi dolcemente << Ti ho concesso di avere praticamente tutto ciò che vuoi, sin da quando sei qui. Ma sai una cosa? Non questo. Questo non potrai portarmelo via. Non potrai portarcelo via. Per cui te lo chiederò ancora: vuoi stare con me? >>

<< Io.. >> Kurt esistò ancora, stringendo con forza le sue mani assieme. Voleva stare con Blaine, lo voleva più di ogni altra cosa. Dio, lo voleva... ma sapeva che ci sarebbero state delle precauzioni da prendere se avessero deciso di portare avanti la loro relazione, e Blaine invece no. Se solo lo avesse saputo... forse Kurt avrebbe dovuto dirglielo? No, non lo avrebbe fatto. 

L'ultima cosa che voleva era che Blaine lo vedesse come il mostro che lui e le altre Sirene erano veramente.

<< Tu vuoi stare con me? >>

<< Sì. >>

<< Allora stai con me. Non pensare al passato o al futuro. Pensa al qui e ora. Che cosa vuoi adesso? >>

Le lacrime iniziarono a cadere lungo il suo viso, per quella che gli sembrò essere la milionesima volta della giornata.

<< Te. Io voglio te. >>

<< Tu mi hai già. >>

Kurt singhiozzò ad alta voce, prima di fiondarsi praticamente fra le braccia di Blaine; gettò le sue braccia attorno al collo di Blaine ed iniziò a lacrimare.

<< Solo per un mese. >> riuscì a dire fra i singhiozzi << Possiamo stare insieme solo per un mese.. e..e poi.. >>

<< Nessun " E poi", solo "Qui e ora". >> sussurrò il ragazzo riccioluto nel suo orecchio. Il ragazzo dagli occhi vitrei annui, mordendosi il labbro inferiore.

Perciò eccoli lì, umano e tritone, in piedi che si cullavano nel mezzo della stanza, pronti ad iniziare un nuovo capitolo delle loro vite insieme.



NOTE DELL'AUTRICE:  Alloooooooooora... Questa non doveva essere la fine del capitolo! xD Per il bene della mia carriera scolastica ( sono le 23.23, gente!  )posterò poi la seconda metà. Ho notato che in molti pensavano che il misterioso uomo di Kurt fosse Karofsky...sorpresi?!



NOTE DELLA TRADUTTRICE: * Il termine usato dall'autrice è "ass", che in questo caso può essere inteso come "asino" in senso offensivo; diciamo che in un contesto simile non si può tradurre col il termine volgare "culo", anche se visti i toni ci poteva anche stare..

** Il termine che ho tradotto con "eccitante" è "hot"; sinceramente, l'ho trovato più adatto che "sexy", in un certo senso mi sembrava più plausibile che Puck intendesse qualcosa del genere.

*** So che non è carino scrivere "maschio", ma dal momento che subito dopo si presentano sia il termine "ragazzo" che "uomo", avrei in ogni caso rischiato di fare una ripetizione; in ogni caso, il termine scelto dall'autrice è proprio "male".


Ditemi la verità, anche voi avete pensato a Dave..vero?! Io confesso, ero convintissima che fosse lui!! O al massimo Sam, ma Puck...proprio non me lo aspettavo, anche perchè di solito io lo vedo più come alleato che come nemico ( vedete "The Sidhe" ).  In ogni caso...bel colpo di scena, eh?! xD

Ho avuto un po' di difficoltà qui, non tanto per i termini, quanto per tutti quei passaggi in qui l'autrice parla di Puck senza far capire che è lui...con tutti quei he, him e his stavo uscendo di testa! xD Comunque ringrazio la mia beta Lorenza per l'aiuto che mi da e anche la splendida Maria, per tutti i consigli.

Se a qualcuno interessa, sono sempre in movimento anche come scrittrice; infatti, ho appena pubblicato una one shot future Klaine, con tanto di figli ( 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=849031&i=1 ) e sto postando anche una raccolta di drabble Klaine, per una specie di challenge ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=842003&i=1 )  .

Non riesco mai a stare ferma!! xD

Lot of kisses! <3








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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Il resto della giornata passò... in maniera imbarazzante, per non dire altro. Allora, erano assieme; okay. Ma che cosa comportava?! Blaine avrebbe potuto stringere la mano di Kurt? Carezzargli amorevolmente il viso? Abbracciarlo senza una ragione apparente? Baciarlo? Diavolo, le Sirene facevano questo genere di cose?! Per quanto saggio potesse sembrare, Blaine seriamente non aveva nessuna minima esperienza in fatto di storie d'amore o relazioni.

Il ragazzo dagli occhi nocciola era seduto nell'isola della cucina, aspettando pazientemente che Kurt finisse di fare i bagagli. Il tritone stava sistemando un paio di completi di Santana in una borsa, preparandosi a trasferirsi nel suo piccolo appartamento. Blaine aveva insistito che avrebbe potuto aspettare fino all'indomani mattina per farlo, ma Kurt voleva vedere la sua nuova casa.

Molto presto, Kurt arrivò trascinando il bagaglio giù per le scale, un'espressione vergognosa sul volto.

<< Sono pronto. >> disse timidamente. Blaine gli sorrise, prima di avvicinarsi a lui e prendere cortesemente il bagaglio. Fece per raggiungere la mano del ragazzo più alto, ma esitò, con la mano paralizzata a metà strada. Kurt sembrò capire, comunque, e prese la sua mano, intrecciando le loro dita assieme.

<< Non credere che solo perchè siamo... lo sai, adesso, questo non significa che non farò più lo stronzo nei tuoi confronti. >>

Sogghignò, dando a Blaine una breve stretta di mano. Blaine sbuffò; doveva sul serio fra smettere a Kurt di guardare "Jersey Shore".

<< Non ci sarebbe nessun altro modo per farti cambiare. >>

Il viaggio verso la città fu breve, forse solo dieci o quindici minuti. Fu anche completamente silenzioso, dal momento che Kurt soffriva di mal d'auto. Blaine tenne la sua mano fermamente piantata sul ginocchio di Kurt per tutto il tempo, dandogli qualche stretta occasionale per tenerlo calmo.

Arrivarono all' appartamente nel giro di poco tempo, Blaine parcheggiò proprio lì di fronte; condusse Kurt fino al quarto piano, estraendo la chiave.

<< L'uomo che viveva qui ha dovuto lasciare in fretta. >> spiegò, aprendo la porta << E' completamente ammobiliato. >>

Spinse la porta aperta, mostrando il piccolo accogliente appartamento che si trovava dietro di essa. Si aprì sul soggiorno, rivelando un piccolo divano accogliente di colore beige, che si affacciava sull' ingresso; di fronte al divano vi era un televisore poggiato sopra un mobiletto. Un corridoio portava ad una grande camera da letto e al bagno, e proprio alla destra del soggiorno vi era la cucina, mentre alla sinistra si trovava una porta di vetro scorrrevole, che portava ad un balcone esterno, la cui veduta dava dritto sull'oceano.

Kurt si introdusse dentro l'appartamento, oltrepassando Blaine e storcendo il naso in segno di disgusto.

<< Ti piace? >> domandò Blaine nervosamente.

<< No. >> rispose immediatamente Kurt << Io voglio stare con te. >>

<< Kurt.. >>

<< Lo so. >> sospirò, gettando la sua borsa nel bel mezzo del pavimento << I tuoi genitori. Va bene. >>

Collassò sul divano e accaezzò il posto accanto a lui; il ragazzo dagli occhi nocciola si mise a sedere, saltando per la sorpresa quando Kurt poggiò la testa sulle sue ginocchia. Il suo viso iniziò ad arrossire quando il tritone ignaro inizio a strofinare il suo viso contro la pancia di Blaine.

<< Non voglio che tu te ne vada. >> sospirò, aprendo un occhio.

<< Sarò di ritorno domani. >> assicurò Blaine, rigirando affettuosamente le sue dita fra i capelli morbidi di Kurt << Ti porterò a fare spese, okay? >>

<< E a nuotare. >> aggiunse Kurt << Mi manca nuotare; mi manca l'oceano. >>

<< Hai un balcone. >> gli ricordò Blaine.

<< E' impersonale. >> rispose brevemente Kurt, sbadigliando e chiudendo nuovamente gli occhi << Voglio di più che vederlo e basta. Voglio sentirlo. >>

La sua voce si fece graduatamente più bassa e il suo corpo si rilassò.

<< Rimani fino a che non sarò svegli? Per favore? >>

Prima che il ragazzo riccioluto potesse rispondere, Kurt era profondamente addormentato.


*


Non appena Kurt si addormentò, Blaine si lasciò scappare un sospiro di sollievo; poteva anche fingere di essere distaccato per il bene di Kurt, ma onestamente?! Era più o meno in preda al panico. La testa di Kurt era sulle sue ginocchia. Dio, come poteva non farsi prendere dal panico?! Sì, allora, capiva che Kurt fosse una sirena; non sapeva quanto il suo vero aspetto fosse suggestivo. Ma dannazione, questo non avrebbe impedito al suo corpo di rispondere! Provò a spostarsi lontano da Kurt lentamente, portando le gambe dall'altro lato della vita di Kurt e cercando di muoversi graduatamente all'indietro, supportando il suo peso sui palmi delle sue mani.

Questo portò solamente Kurt ad avvolgere lebraccia attorno alla sua vita, seppellendo il suo volto nella sua pancia e... wow! Una chiara sensazione di Deja Vu.

Doveva essere una delle sue memorie dimenticate, presumette Blaine, ma quale situazione poteva averli portati in quella posizione quando avevano nove anni? O erano otto? Sette? Comunque, non aveva importanza. Il punto era che Blaine doveva seriamente allontanarsi da lui, in quel momento, prima che le cose si facessero imbarazzanti.

Estremamente imbarazzanti.

Continuò a cercare di allontanarsi, ma il ragazzo rimasse attaccato a lui come una cozza; alla fine, Blaine rinunciò, lasciando che il suo corpo collassasse all'indietro sul divano. 

Kurt rigirò il corpo verso Blaine, così che adesso erano petto contro petto, inguine contro inguine, e seppellì il suo viso nel collo di Blaine.

Blaine aprì le braccia verso l'esterno, riluttante ad avvolgerle attorno a quel corpo flessuoso, fino a che Kurt non disse - presumibilmente nel sonno- << Non lasciarmi. >>

E allora lasciò che le sue braccia avvolgessero la sua vita sottile.

<< Sono proprio qui. >> bisbigliò Blaine di rimando, posando un bacio sulla sua fronte. Kurt sospirò nel sonno e fece un adorabile verso gutturale. Cavolo, era come un bambino! Come poteva Blaine fare pensieri di tipo sessuale su questa persona?! Aveva davvero bisogno di reprimere quelle pulsioni una volta per tutte; aveva appena scoperto di essere gay, dopo tutto, era troppo presto per pensieri di tipo sessuale.

Sì, okay, allora avrebbe fatto solamente quello.

<< Sono proprio qui. >> ripetè Blaine.


*


Blaine rimase forse per un' ora o due prima che Kurt si svegliasse, poi condusse il tritone assonnato nella sua stanza e lo rimboccò nel letto. Proprio quando si voltò per andarsene, il braccio di Kurt guizzò da sotto le coperte, afferrando gli il polso.

<< Voglio che tu mi baci. >> mormorò con tono assonnato, lottando per restare sveglio. Che cosa diavolo lo aveva reso così assonnato all'inizio?! Blaine arrossì violentemente*.

<< Kurt, io non dovrei.. >>

<< No. >> lo interruppe, con voce sorprendentemente ferma << Volevo chiedertelo anche allora, ma non ho potuto. Non sapevo come fare. Per cui te lo chiedo adesso: baciami. >>

Blaine sorrise leggermente, prima di scuotere la testa << Non posso. Non qui. Voglio che il nostro primo bacio sia speciale, okay? Sei disposto ad aspettare? >>

Kurt sospirò e lasciò andare il suo braccio.

<< Bene. Posso aspettare. >>

Blaine posò ancora una volta un tenero bacio sulla sua fronte, prima di voltarsi per andarsene.

<< Ho aspettato tutto questo a lungo, dopo tutto. >> sentì dire a Kurt con tono assonnato, prima di chiudere con decisione la porta della camera da letto.

Dopo essersi assicurato che Kurt avesse dosi in abbondanza di Sour Patch Kids** ( anche le Toffee all'acqua salata avevano iniziato all'improvviso a farlo sentire male, così erano stati costretti a cambiare caramelle, sebbene a Blaine fosse venuto il sospetto che il tritone se ne fosse semplicemente stancato) fece ritorno alla sua residenza estiva, trovandola completamente vuota.

Immaginò che Santana fosse andata nuovamente alla grotta, il che gli stava più che bene; si preparò la cena in anticipo.

La mattina successiva portò con sè la luce del sole e...sorpresa! Venne svegliato piuttosto brutalmente alle otto del mattino, quando sua madre piombò nella sua stanza cantando vivacemente << Morning Sunshinnnnnne! >>

Suo padre se ne stava silenziosamente in piedi dietro di lei. Blaine gemette forte e si strofinò gli occhi dal sonno, ritrovandosi ad essere grato del fatto che Kurt avesse insistito per andarsene il giorno prima. Aveva pensato che i suoi genitori sarebbero arrivati nel pomeriggio, non di prima mattina.

<< Santo cielo, dove è Santana? >> domandò sua madre, camminando per la stanza e storcendo il naso. Puah! Si sentiva odore di pesce o roba simile.

Blaine alzò gli occhi al cielo, di fronte alla sfacciataggine di sua madre. Entrare in camera sua e immediatamente domandare della sua ragazza come prima cosa, nonostante loro due non si fossero visti per mesi. Era sempre così,anche al telefono; sempre " Come sta Santana? " invece di  " Come stai tu? ". Tipico.

<< Camera sua. >> sbadigliò Blaine, tirandosi su e stiracchiandosi. Sapete, non era affatto entusiasta di vedere i suoi genitori; neanche in minima parte. Normalmente, sarebbe già uscito dal letto e avrebbe dato un abbraccio ad entrambi, prima di scendere giù per le scale e preparare loro la colazione. Ma quella mattina tutto ciò che provava era irritazione.

Sua madre sorrise ampiamente e fece un occhiolino, prima di mettersi praticamente a sghignazzare.

<< Oh, sciocchino! Come se davvero credessi che voi due non abbiate condiviso la stanza! Quanto ingenui credi che siamo, tesoro? >>

Blaine forzò un sorriso, prima di rispondere: << Oh... uhm, già. Potete andare adesso? Dormo nudo e vorrei rivestirmi. >>

Questa non era completamente una bugia; era davvero nudo sotto le lenzuola, ma non perchè normalmente dormisse in quello stato. Ad essere onesto con sè stesso, era a causa di Kurt: L'intera stanza odorava di tritone, soprattutto il suo letto; la notte prima si era spogliato e arrotolato in un bozzolo di coperta, non per essere strano o perverito, o che altro.. ma perchè voleva essere circondato dall'odore di Kurt e voleva sentisi come se il tritone fosse ancora lì con lui.

Ovviamente questo era solo se avesse voluto essere onesto con se stesso; e dal momento che non lo era, si era autoconvinto che avesse solamente voluto sentire la seta delle lenzuola sulla sua pelle.

Sua madre aggottò le sopracciglia in direzione di Blaine, il suo sorriso che scivolò velocemente via dal viso.

<< Tu non userai quel tono di voce con me. >> sibilò la donna, guardando suo marito dall'alto in basso; l'uomo sembrava essere estremamente annoiato.

<< Sì, mamma. Scusami. >> disse Blaine all'istante, rivestendo già i panni del figlio perfetto degli anni della sua adolescenza. Sua mamma sorrise di nuovo.

<< Ecco il mio ragazzo! Adesso, dov'è la stanza di Santana? >>


*


Santana osservò Blaine e i suoi genitori comunicare, in stato di completa incredulità. Li aveva già visti insieme prima d'ora, ma aveva pensato che il ragazzo riccioluto avesse imparato qualcosa da Kurt. Se non altro, almeno come essere cocciuto.

Ma non era quello il caso. Blaine era immediatamente tornato a ricoprire il ruolo del "bravo ragazzo" , praticamente a completa disposizione dei suoi genitori. Non aveva neanche nominato Kurt a Santana per tutto il giorno, quasi come se si fosse dimenticato del tritone.

Santana sospirò, guardandolo preparare la cena per i suoi genitori e obbligarsi a sorridere mentre sua madre si prendeva gioco di una donna che lavorava come sarta; se le cose fossero andate avanti in quel modo, sarebbe stata solo una questione di tempo prima che Blaine si dimenticasse di Kurt. Di nuovo.

Da un'altra parte, un ragazzo dai capelli castani se ne stava seduto su una sedia sul suo balcone, aspettando pazientemente che un ragazzo lo portasse a fare spese, chiedendosi che cosa mai potesse richiedere così tanto tempo.

Non sapeva che non si sarebbe presentato tanto presto.





NOTE DELL'AUTRICE: Ed eccovela qui: la conclusione del capitolo 14. A proposito, non preoccupativi del fatto che Blaine possa dimenticare Kurt o roba del genere! xD A questo punto è piuttosto impossibile, dal momento che è già un adulto. Spero di non aver preoccupato nessuno. Oh, altra cosa: il momento di Deja Vu di Blaine? Era il momento in cui Kurt aveva avuto paura di aver " rotto" Blaine. xD

Domande! Soltanto una stavolta...

Che cosa pensate che farà Puck a Blaine?! Oppure... farà qualcosa a Kurt?!

Beh, queste erano tecnicamente due...ma vabbè! xD




NOTE DELLA TRADUTTRICE: * "Blaine blushed bright red" in teoria starebbe per "Blaine arrossì di un colore rosso brillante", ma non so..mi suonava male. Ho preferito tradurre con "violentemente", anche perchè all'incirca il senso è comunque quello.

** Le " Suor Patch Kids" sono un tipo di caramelle americane, delle quali ho scoperto l' esistenza traducendo questa fan fiction! xD Per chi si fosse incuriosito, eccole qua: http://billythepoet85.files.wordpress.com/2011/05/spk.jpg


Allora....vi chiedo scusa per averci messo più tempo del solito a pubblicare, ma sono stata un po' impegnata e, soprattutto, ho cercato di prendere tempo per dare all'autrice la possibilità di aggiornare! Ovviamente non è successo, per cui purtroppo mi vedo costretta a dirvi che non so quando potrò pubblicare il prossimo capitolo! Non sapete quanto mi dispiaccia e spero che non perderete interesse nella storia solo perchè ci sarà da aspettare un po' di più! L'autrice mi ha assicurato che continuerà ad aggiornare e che non intende lasciare questa storia incompiuta; e io vi prometto che non appena lei pubblicherà i capitoli nuovi, io mi fionderò a tradurli e li pubblicherò immediatamente!

Vi ringrazio per la pazienza e per il supporto! <3 In ogni caso, se vi interessa, al momento ho iniziato anche io una nuova long, che pubblicherò ogni due giorni e per la quale prometto di essere molto più costante di XxxBubbleGumPrincessxxX; se vi interessa, ecco qui il link:  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=851807&i=1 . E se volete delle pillole di Klaine, ho anche questa (ancora da concludere): http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=842003&i=1

Un bacione a tutti! <3

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


NOTE PRIMA DELLA LETTURA: Salve a tutti! E' passato un po' di tempo, E MI DISPIACE PER AVERCI MESSO TANTO A POSTARE! Sembra che quando riesco finalmente a trovare un po' di tempo per aggiornare costantemente, succede qualcos'altro...e per "qualcos'altro" intendo la totale mancanza del mio computer ! D: Adesso ho tipo una cinquantina di fogli protocollo e il mio computer ancora non funziona, ma non fa niente! In ogni caso, non ho idea di come verrà fuori questa fan fiction, dal momento che sto usando un diverso programma di scrittura; scusate se ci sarà qualcosa di strano..comunque, ecco a voi il capitolo nuovo!




<< Andiamo Kurt, aprimi! >>

Blaine era rimasto in piedi fuori dalla porta dell'appartamento di Kurt da oltre venti minuti, tirando colpi alla porta. Avrebbe dovuto passare a prendere il tritone alle due del pomeriggio e adesso erano le sei; quindi sì, si aspettava che il ragazzo sarebbe stato un tantino... irritabile.

Tre dei suoi vicini erano già usciti a lamentarsi, ma Blaine era rimasto lì, battendo le nocche contro la porta ancora e ancora. Sapeva che il ragazzo castano si trovava lì, dove altro avrebbe potuto essere?!

<< Kurt! >> strillò ancora una volta, lasciando finalmente cadere le braccia lungo il suo corpo, sporgendosi e poggiando la sua fronte contro la porta << Ti prego, lasciami entrare. >>

Questo lo disse in un tono di voce normale, smettendola di gridare.

 << Non avevo intenzione di.. >>

<< Non avevi intenzione di fare cosa?! >> Kurt improvvisamente spalancò la porta, facendo fare al ragazzo riccioluto un salto all'indietro. << Dimenticarmi?! >> 

Blaine si aspettava che il tritone fosse un po' più abbattuto, forse addirittura che piangesse!  Ultimamente esprimeva spesso i suoi sentimenti attraverso le lacrime e Blaine aveva imparato ad abituarcisi. Quello che non si aspettava dal tritone era che fosse totalmente livido di rabbia; il suo volto aveva persino assunto un colorito rosso, da quanto era irritato. 
Blaine era un tantino spaventato per la sua vita.

<< Non riesco a credere che tu mi abbia dimenticato di nuovo. >> sibilò Kurt, incrociando le braccia << Significo qualcosa per te, Blaine?! >> 

Si voltò e si incamminò dentro casa, lasciando di proposito la porta aperta, così che Blaine potesse andargli dietro; cosa che ovviamente fece.

<< Aspetta un momento, Kurt! Non ti ho dimenticato! >> Blaine cercò di convincerlo, seguendolo con la coda fra le gambe, come un cucciolotto sperduto << Sono sincero*! Stavo solo cercando di sbrigarmela con i miei genitori e ho perso la cognizione del tempo.. >> 

<< Allora, non potevi chiamarmi? >> sbottò Kurt, girandogli intorno << E' a questo che servono i telefoni, giusto?! Oppure potevi mandare Santana o fare qualcosa del genere! Invece che lasciarmi qui, ad aspettarti nell'ingresso per tutto il giorno, come un idiota! Dio, sono così stupido! >>

Il cuore di Blaine si spezzò. Kurt lo aveva aspettato nell'ingresso?

<< Kurt.. >> Cercò di dire Blaine, in cerca di scuse; fino a che non realizzò che non ve ne era nessuna. Kurt aveva ragione, non avrebbe dovuto lasciarlo solo. Per lo meno avrebbe potuto mandare Santana. Sospirò, guardando verso il basso.

<< Kurt, mi dispiace. >>  si scusò, guardando in alto al di sotto delle sue lunghe ciglia. Il tritone lo stava guardando, con espressione piuttosto dubbiosa. Chiaramente non ne era convinto.

<< Davvero. >> rimarcò Blaine << Hai ragione. Ti prometto che non accadrà di nuovo? >> 

Finì la frase come una domanda, sperando che Kurt volesse davvero che lui tornasse ancora. 

Kurt sospirò.

<< Vorrei riuscire ad odiarti. >>  si sporse verso Blaine, permettendo così alle loro fronti di toccarsi.

<< Lo farei, probabilmente. >> aggiunse << Se non ti amassi così tanto. >>

Blaine riuscì a sentire il suo volto infiammarsi, perchè già, Kurt era innamorato di lui. Se ne era quasi dimenticato. 

<< Mi dispiace. >> disse di nuovo, guardandolo. Si sentiva così in colpa; ma Kurt adesso stava sorridendo.

<< Va bene. In realtà non sono più arrabbiato con te. >>  il suo sorriso si smorzò <<  Ma prima lo ero; ero estremamente arrabbiato. E ferito. >>

<< Mi dispiace. >> 

Non avrebbe potuto scusarsi abbastanza, anche se suonava come un disco rotto.

<< Lo so. >> 

Era il momento perfetto per baciarsi e lo sapevano entrambi; erano già abbastanza vicini l'uno all'altro, guardandosi negli occhi. Tutto quello che serviva era che uno dei due si avvicinasse un po' di più... Blaine si schiarì la gola e si scostò, facendo così passare il momento.
 
<< Abbiamo ancora un paio d'ore prima che il centro commerciale chiuda; potremmo ancora andarci, se ti va. >> finse di non vedere l'espressione ferita del tritone, scegliendo invece di ignorarla.

Adesso non era il momento perfetto per il loro primo bacio, non dopo la loro litigata; gli sarebbe sembrato di baciare Kurt perchè si sentiva in colpa, non perchè lo voleva veramente. 

Allora avrebbe aspettato.

<< Sì, ok. >>  Kurt sogghignò << E poi in spiaggia, va bene? >>

<< Tutto quello che vuoi. >>
 
 
 
 
*
 
 
 
 
 
Puck osservò i due lasciare il complesso residenziale, un ampio ghigno sul suo volto. Ancora una volta non potè che meravigliarsi di ciò che Kurt riuscisse a vedere in quel piccolo hobbit. Non c'era assolutamente niente di attraente in lui, al contrario del tritone alto e snello.

Dio, il suo aspetto da umano era persino meglio di quanto Puck avesse immaginato. Aveva delle gambe che avrebbero potuto camminare per miglia e senza l'oscurità dell' oceano che nascondeva la sua figura, il tritone aveva un aspetto assolutamente stupendo. 

Puck non aveva mai notato quanto il suo volto fosse ossuto, o quanto luminosi e intensi fossero i suoi occhi. Persino con quelli strani e colorati pantaloni e quella maglietta che nascondeva la sua figura, poteva ancora dire con assoluta certezza che Kurt avesse un corpo da favola. **

Dannazione. Puck approvava con tutto il cuore.

Guardò il ragazzo con l'aspetto da hobbit condurlo verso una macchina parcheggiata e poi sedersi al posto del guidatore, dopo aver aperto a Kurt la portiera. Il tritone, poco prima di entrare dentro l'auto, si fermò, alzandosi sulle punte dei piedi e guardando oltre il tetto della vettura. I suoi occhi guardavano in qua e là freneticamente, mentre lui lentamente voltava la testa. 

Huh.  Allora Kurt era in grado di avvertire la sua presenza, giusto?! 

Il ragazzo dagli occhi vitrei scosse la testa e si infilò dentro la macchina, e Puck guardò i due allontanarsi. Il suo ghignò si allargò; perchè adesso l'appartamento di Kurt era completamente vuoto.

Esattamente come voleva lui.
 
 
 
*
 
 
 
 
<< Che ne pensi di questo paio?! >> 

Kurt mostrò un altro paio di jeans super aderenti, guardando Blaine in cerca di approvazione. Oh, Blaine approvava eccome!

<< Perchè non te li provi? >> domandò, abbandonando sul tavolo il carico di pantaloni che aveva intenzione di proporgli. Kurt aveva piuttosto chiaramente espresso la sua preferenza per.. gli abiti aderenti. Dopo aver indossato solamente pantaloni della tuta per più o meno una settimana, Blaine in effetti non ne era poi così sorpreso.

Quello che lo aveva sorpreso, piuttosto, era quanto Kurt amasse fare spese.  Si aspettava al massimo di compare qualche paia di jeans e un paio di magliette nel primo negozio che avessero incontrato e poi di andar via; ma non fu così che andarono le cose. Erano già nel loro quinto negozio e Kurt ancora resisteva; appena entrarono nel negozio, Kurt sparì immediatamente, tornando da Blaine cinque minuti dopo con in mano la combinazione di abiti più stravagante che Blaine avesse mai visto in tutta la sua vita.

Ad un certo punto si presentò addirittura con una minigonna, di fronte alla quale Blaine dovette spiegargli la differenza fra abiti maschili e abiti femminili.

Almeno adesso stava scegliendo gli abiti dalla sezione giusta, sebbene fossero ancora piuttosto... appariscenti. Si era presentato di fronte a Blaine portando con sè una tuta argentata, provocando così una discussione sul fatto che Kurt potesse o meno comprarla; naturalmente Kurt vinse, così come fece con ogni singolo capo d'abbigliamento che mostrò a Blaine.

Adesso il ragazzo riccioluto lo stava seguendo in giro per il centro commerciale, trascinando con sè almeno un centinaio di borse. Non gli importava poi molto dello shopping, anche se avrebbe potuto comperarsi un altro paio di papillon; ultimamente i suoi sembravano essere spariti e sospettava che Santana glieli avesse nascosti. 
Adesso che ne aveva finalmente di nuovi, era pronto ad andare. Sfortunatamente, Kurt non lo era.

<< La fila per questo camerino è lunga. >> disse Kurt con fare pensieroso, esaminando più da vicino i jeans rossi aderenti, chiedendosi se davvero li volesse oppure no.

<< Sai una cosa, non mi dispiace aspettare. >> decise, voltandosi ed allontanandosi << Perchè non te ne provi un paio? >> strillò oltre la sua spalla, senza aspettare una risposta.
 
Blaine fece una smorfia. Odiava i jeans aderenti; aveva sempre avuto un sedere piuttosto grosso, ma i jeans aderenti lo facevano sembrare assolutamente enorme.

<< No, rimarrò semplicemente qui ad aspettarti. >> rispose al tritone, ma il ragazzo era già sparito. Sospirò e lanciò un'occhiata al suo telefono cellulare, per controllare il tempo. Le otto e mezza: il centro commerciale avrebbe chiuso di lì a mezz'ora.

<< Kurt? >>  chiamò, camminando verso i camerini. Kurt non era in fila, per cui Blaine immaginò che fosse già riuscito ad entrare. Entrò nella stanza a sua volta, chiamando ancora una volta il nome del tritone.

<< Sono qui! >> sentì il ragazzo dai capelli castani rispondergli dall'ultimo camerino. Blaine bussò una volta prima di entrare, quasi soffocando con la sua stessa lingua. Kurt aveva indosso i jeans e stava facendo delle giravolte, guardandosi il sedere nello specchio.

<< Oh, eccoti! >> disse a Blaine, sogghignando << Credi che questi mi stiano bene? >>

Si voltò e mostro a Blaine il suo piccolo sedere rotondo; Blaine sospirò e chiuse gli occhi, mordendosi il labbro inferiore. Oh Dio.

<< Kurt...questo è inappropriato. >> disse in tono forzato. Perchè sì, stava decisamente facendo del suo meglio per non avere un erezione in quel momento. Kurt era un tritone e - ancora una volta - non capiva quanto potesse essere suggestivo. Ma dannazione, se aveva il più bel sedere che Blaine avesse mai visto!

 << E perchè? >> domandò Kurt, voltandosi di nuovo e guardando nello specchio; sì, aveva davvero un aspetto meraviglioso.

<< E' così e basta. >> sospirò Blaine. Non credeva davvero che avrebbe dovuto avere a che fare con qualcosa di simile. Frustrazione sessuale, ecco che cosa era. << Si sta facendo buio là fuori. Vuoi ancora andare sulla spiaggia? >>

<< Oh sì, il buio. >> rispose Kurt distrattamente, prendendo un altro paio di jeans aderenti << Posso cavarmela. >>

Prima che Blaine avesse la possibilità di domandare che cosa diavolo volesse dire, Kurt iniziò a sfilarsi i pantaloni, canticchiando una canzoncina a bassavoce.

<< Kurt! >> Blaine praticamente strillò, voltandosi dall'altra parte.

<< Cosa? >> Kurt fece un salto per la sorpresa, lasciando cadere a terra i pantaloni << Che c'è che non va? >>

<< Non puoi... non puoi farlo! >> strillò, coprendosi gli occhi << E'..è... è inappropriato! >>

Kurt scrollò le spalle con indifferenza; ovviamente non gli importava di cosa fosse appropriato e cosa non lo fosse.

<< Non capisco. >> disse semplicemente, togliendosi i pantaloni. Blaine ringraziò Dio di aver insistito per comprare degli indumenti intimi prima di tutto il resto; anche se Kurt aveva insistito per comprare almeno un paio di mutandine di pizzo.

<< Sarò nell'atrio. >> mormorò Blaine, i suoi occhi ancora coperti. Si voltò ed uscì dallo spogliatoio, andandosi a scontrare con una commessa.

<< Va tutto bene? >> domandò la donna, rivolgendogli un'occhiata sospettosa prima di guardare verso il camerino dietro di lui, ancora occupato.

<< Sì, va tutto bene. >> Blaine arrossì.

Ovviamente lui e Kurt avevano attirato l'attenzione su di sè, con tutte quelle urla che c'erano state là dentro. Si scusò prima di oltrepassare la donna e andare a sistemarsi fuori ad aspettare; dopo venti minuti, altri due paia di jeans e un gilet, erano nuovamente in strada, diretti verso la spiaggia più vicina.

Fuori era completamente buio, ma Kurt insistette comunque per andare, continuando a sostenere: << Posso gestire la cosa. >> qualunque cosa volesse dire. 

Raggiunsero un parcheggio deserto, Blaine aveva a malapena parcheggiato la macchina che Kurt era già saltato fuori.

<< Kurt! >> strillò Blaine, andandogli dietro. Il tritone non era abbastanza veloce e aveva appena raggiunto l'acqua quando Blaine lo afferrò. Kurt si fermò proprio sul bordo dell'acqua; inspirò profondamente, praticamente assaporando il sale sulla sua lingua. Poi espirò, prima di sussurrare << Casa >> e si avvicinò nuovamente. 

Non si disturbò neanche di togliersi i vestiti, scegliendo invece di sfilarsi solamente le scarpe e gettarsi in acqua completamente vestito. Blaine esitò per una frazione di secondo; non riusciva a vedere niente, chi sapeva che cosa  ci fosse in agguato sotto le onde?! Non c'erano forse degli squali notturni?! Aveva persino perso di vista Kurt con tutto quel buio, e..oh, al diavolo! Si tuffò anche lui in acqua, per seguirlo.

<< Kurt? >> lo chiamò, ingoiando accidentalmente una boccata di acqua salata. Iniziò a tossire, premendo il dorso della sua mano contro la sua bocca. Non si stava affatto divertendo, almeno, non sulle prime; ad un tratto, vide qualcosa. Era Kurt, ma non era quella la parte sorprendente.

Ciò che era davvero sorprendente era il fatto che, in primo luogo, lui era in grado di vederlo. Come era possibile?! E poi, Blaine realizzò che Kurt stava risplendendo. Sul serio, proprio risplendendo. La sua pelle pallida e luminosa brillava di un bagliore quasi ultraterreno. STAVA RISPLENDENDO. 

<< K-Kurt? >>  chiamò Blaine in stato di shock, la sua bocca completamente spalancata. Il tritone continuava a brillare sempre di più, intanto che si avvicinava a Blaine.

<< Hey, che cosa c'è? >> domandò  con disinvoltura, come se non stesse brillando come una stella; si mise a galleggiare sulla sua schiena, rispondendo all'espressione sorpresa di Blaine con una risatina << Sei rimasto scioccato? >> 

Blaine si schiarì la gola, sbattendo gli occhi con decisione; forse se lo era solo immaginato. No, Kurt era ancora una stella.

<< Uhm.. un po'. >>  balbettò << P-perchè? >>

<< Il nostro Regno è sul fondo dell'oceano. >> Kurt scrollò le spalle << Diventa parecchio buio laggiù; come credi che riuscivamo a vederci l'un l'altro? >> 

Portò una delle sue mani sott' acqua,mostrando come questa fosse ancora visibile. 

<< Fico, vero? >> guardò Blaine con espressione di aspettativa.

<< Fico? >> ripetè Blaine; sorrise gentilmente << Kurt, tu sei raggiante. >> 

Doveva aver sorpreso il tritone con quell'affermazione, perchè all'improvvisto questi si irrigidì e poi si tuffò sott'acqua; riemerse rapidamente, sputando fuori l'acqua.

<< Stai bene? >> domandò Blaine, ridacchiando e afferrando la vita del tritone, mentre questi cercava di asciugarsi l'acqua dagli occhi. 

Kurt sbattè le palpebre rapidamente, prima di rispondere: << Sto bene. Credi davvero che io sia.. sia..raggiante? >> 

Blaine sfregò le loro fronti assieme.

<< Sì. Sei raggiante. Vibrante. Luminoso. Più di ogni altra cosa, tu sei perfetto. >> 

Il bagliore di Kurt assunse una tinta rosseggiante, che Blaine immaginò volesse indicare il fatto che stesse arrossendo. E poi capì che era quello il momento perfetto; non avrebbe potuto esserci momento migliore di quello.

Allora si sporse verso Kurt e premette le labbra sulle sue; quel bacio era tutto ciò che aveva desiderato, e anche di più. All'inizio Kurt si irrigidì per la sorpresa, prima di rispondere, premendo a sua volta le sue soffici e calde labbra contro quelle di Blaine. Era un po' imbarazzante, dal momento che entrambi erano ancora dentro l'acqua e tutto il resto, eppure non avrebbe potuto essere più perfetto di così.  Adesso si stavano stringendo le mani sott'acqua, mentre il loro bacio acquistava intensità, e Blaine faceva scivolare la sua piccola lingua rosa nella bocca di Kurt.  Sentiva tutto ciò che aveva sempre letto nei libri - fuochi d'artificio, stelle cadenti, farfalle nello stomaco e tutto il resto. Oh Dio. Kurt pose fine al bacio, guardando altrove.  Il suo volto era di un colore rosso brillante.

<< Ho pensato a questo bacio per tutta una vita. >> sussurrò. Blaine sorrise, perchè fra le sue memorie perdute, aveva la sensazione di aver fatto lo stesso.
 
 
 
 
*
 
 
<< Allora ci vediamo domani, giusto? >> 

Blaine si sporse dal finestrino della sua macchina, guardando il tritone. Questi si chinò, tenendo il viso del ragazzo riccioluto fra le mani. 

<< Sì, domani. >> rispose, tirando Blaine a sè per un bacio casto. 

Quando si ritrasse, stava visibilmente arrossendo. Ci avrebbe messo un po' ad abituarsi ad esprimere quella intimità fisica, pensò Blaine. 

<< Non farò tardi. >>

Kurt lo osservò per un momento, prima di domandare gentilmente: << Prometti di non dimenticare? >>

<< Sì. >>

<< Bene. Ci vediamo domani. >> 

Blaine guardò Kurt affettuosamente, mentre questi rientrava nel suo appartamento, inconsapevole di ciò che lo stava aspettando dietro quelle porte chiuse.






NOTE DELL'AUTRICE: Allora, riguardo alla faccenda di Kurt che risplende..avevo scritto un'altra fanfiction in cui Kurt era una fata e risplendeva; ci sarebbe una una lunghissima spiegazione sul perchè ho deciso questa cosa, ma non credo sia il caso di scriverlo. In ogni caso, mi piace l'idea di Kurt che risplende e ho deciso di mettere questo particolare anche qui. Ho fatto male? :)



NOTE DELLA TRADUTTRICE:
* In realtà originariamente Blaine risponderebbe "honestly", ma avevo la sensazione che "onestamente" in italiano non ci stesse molto bene, per lo meno non in quel contesto. 
 
** " Kurt also had a body like woah"...sinceramente lo trovavo assolutamente intraducibile alla lettera; è un po' come dire che il corpo di Kurt era davvero favoloso, a tal punto da far esclamare "woah!" Insomma, "un corpo da favola" mi sembrava accettabile! xD
 

FINALMENTE HA AGGIORNATO!!! Sì, è stata la mia reazione oggi quando ho visto il capitolo e non ho perso tempo a tradurlo! Ditemi che anche voi avete fangirlizzato in maniera indecente durante il bacio (così almeno non mi sento sola xD ).. ASPETTAVO QUESTO MOMENTO DALL'INIZIO DELLA FANFICTION!!!! *___*

Ovviamente continuo a detestare sta ragazza per il modo bastardo in cui ha finito il capitolo..e il prossimo aggiornamento..WHO KNOWS?! XD

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


NOTE PRIMA DELLA LETTURA:   Ok...devo dirvelo davvero?! Perdonatemi per l'attesa! Fortunatamente, adesso riuscirò a postare anche un altro capitolo a breve e ci sono un paio di segreti che verranno svelati in questo, perciò....yaaay! Ah, ci sarà anche un approfondimento del personaggio di Puck... e infine, mi sono anche resa conto che non ho avuto abbastanza tempo per spiegare ogni singolo dettaglio del mondo delle sirene in questa storia, per cui se avete delle domande, non esitate a chiedere!




Kurt praticamente schizzò dentro al suo appartamento, un enorme sorriso impacciato sul suo volto; ce l'aveva fatta finalmente, aveva ricevuto il suo primo bacio.

Dopo anni di attesa, di attesa per Blaine... era finalmente accaduto.

Si sentiva come se stesse fluttuando per aria e stava praticamente brillando, senza alcun controllo; era strano, dal momento che di solito quel bagliore si verificava solamente quando il suo corpo si ritrovava al buio.  In ogni caso, non gliene importava poi molto; la sola cosa di cui gli importava era Blaine.

Blaine, Blaine, Blaine...non riusciva a smettere di pensare a lui.

Kurt entrò nel suo appartamento e sbattè la porta dietro di lui, poggiandovisi contro e sospirando; premette il palmo della sua mano contro la sua bocca, cercando di contenere quel suo sorriso imbarazzato. Dio, stava diventando difficile persino respirare. Si era mai sentito così felice in tutta la sua vita? Probabilmente no; almeno, non che riuscisse a ricordarlo.

Forse era stata la prima volta che aveva incontrato Blaine.

Scivolò lungo la porta e si sedette a terra, incapace di sostenere ulteriormente il suo peso. Stava luccicando...stava fluttuando...era diventato una lucciola?! Era questo che voleva dire essere una lucciola? Perchè di certo lui si sentiva come una di loro e da quel che aveva visto, Blaine amava le lucciole.

Questo significava che Blaine adesso lo amava? Di certo Kurt sperava che fosse così.

Quel suo sentimento di gioia si dissolse quasi istantaneamente, quando udì un lieve cigolio proveniente da una delle assi del pavimento. Giusto...come aveva potuto dimenticarlo?!

<< So che sei lì Puck, vieni fuori. Adesso. >>

Con estrema sicurezza, un Tritone* con una cresta da moicano in testa entrò nel salotto, uscendo dalla camera di Kurt. Erano trascorsi anni dall'ultima volta che Kurt aveva visto il giovane, che in acqua assomigliava molto più ad uno squalo che ad un Tritone; era stato ostracizzato dalla colonia, costretto ad unirsi ad un'altra. Tuttavia, Puck non vi era andato, scegliendo invece di vivere in una grotta al di fuori del Regno, escludendo qualsiasi contatto con il popolo delle Sirene.

Non che questo importasse particolarmente, pensò Kurt; Puck passava la maggior parte del suo tempo sulla terra, abusanto completamente del suo dono da Osservatore.

Il suo compito era di utilizzare quel dono per prendersi cura dei Generatori, soprattutto delle femmine, dal momento che queste trascorrevano a terra molto più tempo di quanto facessero gli uomini. Ciò nonostante - secondo il parere del padre di Kurt - Puck faceva uso del suo dono per avere rapporti sessuali con uomini e donne sulla terra, dimenticandosi completamente di qualsiasi Generatore di cui aveva il dovere di occuparsi.

Era questa la ragione per cui era stato bandito, ragione che aveva fatto sì che Kurt fosse completamente disgustato da lui. Beh, una delle tante ragioni.

<< Come facevi a sapere che ero qui? >> Pucò sogghignò, incrociando le braccia e appoggiandosi allo stipite della porta.

Kurt roteò gli occhi.

<< I tuoi metodi di Connessione Mentale sono pessimi. Credi veramente che io non riuscissi a percepirti mentre scavavi dentro alla mia testa? >>

<< Non ci vediamo da anni, Kurt! Mi aspettavo un'accoglienza più calorosa. >>

<< Stai scherzando, vero? >> sibilò Kurt, rialzandosi in piedi.

Sorpassò Puck e piombò immediatamente in cucina, dirigendosi verso la credenza; aveva seriamente bisogno di un po' di Sour Patch Kids.

<< Per tutto il tempo che abbiamo trascorso separati, tu non hai fatto che sondare la mia mente! Probabilmente conosci ogni singolo pensiero che ho avuto da quando te ne sei andato. Ogni sentimento, ogni emozione... >> Kurt scrollò le spalle << Il peggior tipo di violazione. >>

Puck sollevò le spalle con indifferenza.

<< Sì, beh.. >> disse, senza neanche un briciolo di senso di colpa << Solamente perchè non sono poi cambiati così tanto: vi era sempre Blaine e tristezza. Dannazione, è ancora così. >>

Kurt lo guardò con aria di sfida: << Non sono più triste adesso. >>

<< L'ho notato. >>

Su di loro calò il silenzio e Kurt incominciò a scartare la sua caramella, bisognoso di qualcosa da mettere in bocca. Nonostante il suo atteggiamento ostile e sicuro di sè, era sinceramente terrorizzato del fatto che Puck si trovasse lì. Il ragazzo dagli occhi castani era conosciuto per essere del tutto privo di moralità; era subdolo e manipolatore, e Kurt non gli avrebbe mai permesso di sottometterlo per cercare di fare del male a Blaine.

Quando erano entrambi più piccoli, lui e Puck erano stati buoni amici. Non c'erano molti tritoni nella colonia di suo padre, e ve ne erano anche meno al di là delle mura del Regno; ma un giorno lui aveva incontrato Puck, nel giardino del palazzo della barriera corallina.

Adesso, anni dopo, non riusciva a ricordare perchè. Tutto ciò che ricordava era il primo tritone che avesse visto, eccetto sè stesso, venire a confortarlo. Con il passare degli anni ne aveva conosciuti altri, naturalmente - Sam, Artie, Finn e Rory - ma non aveva legato con nessuno come lo aveva fatto con Puck.

Fino a che non aveva incontrato Blaine, ovviamente.

Erano giovani e non avevano ancora messo a punto il loro metodo di Lystrata, ma dal momento che l'addestramento di Puck per diventare un Osservatore iniziava prima di quelli per i Generatori, era lui richiesto di perfezionarla il prima possibile; ben presto sarebbe stato sottoposto alla tutela di un Osservatore più anziano, di nome Shuester, e avrebbe avuto bisogno di un metodo per comunicare con il Regno anche quando si trovava sulla terra.

Sfortunatamente i tempi in cui Puck dovette iniziare il suo addestramento furono decisamente spiacevoli, dal momento che in quel periodo Kurt non faceva che scomparire di continuo; i suoi metodi di Lystrata erano ancora acerbi, ma aveva deciso di utilizzarli per capire dove il suo amico continuasse a sgattaiolare.

Puck ricordava ancora la prima volta che aveva visto Blaine; non era stata la visione del giovane umano a scioccarlo, era stato quell'enorme bagliore di emozioni che Puck aveva percepito assieme ad essa. Gli ci era voluto un attimo per realizzare che non si trattava delle sue emozioni, ma di quelle di Kurt; ed erano così...intense.

Aveva chiuso immediatamente la connessione e non l'aveva più riaperta per settimane; e quando finalmente aveva ricominciato a farlo, aveva iniziato a preoccuparsi seriamente per il suo amico. Kurt aveva smesso di parlare e di mangiare, e quando Puck aveva riaperto la connessione aveva scoperto che Blaine se ne era andato via con la sua famiglia e che non sarebbe ritornato per molto tempo. A quel punto, anche l' altro bambino aveva iniziato a padroneggiare le sue abilità di Connessione e non c'era voluto poi molto prima che Kurt si rendesse conto che qualcun altro poteva entrare nella sua testa; si arrabbiò moltissimo con Puck e non gli parlò per settimane, ma alla fine fecero pace e Kurt si decise a perdonarlo.

Fino a che nella testa di suo padre non iniziò a martellare l'odio per gli umani, naturalmente; fu quando Kurt e Puck compirono tredici anni: Puck si stava preparando per la sua prima missione da Osservatore e Kurt avrebbe dovuto iniziare i suoi allenamenti per diventare un Generatore. Invece era stato istruito per diventare un membro della Casa Reale, il che includeva anche insegnargli molte cose riguardo all'odio nei confronti degli umani.

Era completamente diverso da ciò che doveva imparare Puck; mentre a Kurt veniva insegnato ad odiare gli umani, Puck li aveva incontrati per la prima volta, e li aveva trovati...beh, bellissimi.

Meravigliosi. Magici. Tutto questo.

Anche se il suo compito era quello di prendersi cura dei suoi Generatori, si era dimenticato completamente di loro e si era avventurato nel mondo umano; era stato forse una settima prima che si rendesse conto di essere innamorato di Kurt, e un anno prima di essere bandito dal Regno.

Kurt aveva iniziato ad odiarlo in un qualche momento nel mezzo.

<< Ancora non riesci a tollerare il cibo umano? >> domandò Puck, guardando Kurt riempirsi la bocca di caramelle. Il principe rivolse il suo sguardo a Puck, praticamente sibilando, e questo provocò un leggero sorriso sul suo volto, facendogli ricordare quei giorni in cui Kurt sibilava contro di lui, rivolgendogli contro i suoi piccoli canini appuntiti.

Non era neanche lontanamente spaventoso da umano.

<< Che cosa vuoi da me? >> domandò Kurt, gettando la confezione vuota nella spazzatura e andando dritto al sodo.

Puck incrociò le braccia << Sono il tuo Osservatore. >>

Kurt lo schernì: << No, non lo sei! Tu sei stato bandito. >>

<< Ho ancora un lavoro da portare a termine. >> scherzò Puck.

<< Sì, va bene...certo. Allora, che cosa ci fai qui? >> chiese nuovamente Kurt, per niente divertito.

<< Sono qui per sbarazzarmi di Blaine. >>

Forse gli anni di odio da parte dei suoi compagni Tritoni avevano resto Puck una persona dura. E arrabbiata; era decisamente arrabbiato.

E forse la sua rabbia stava in un modo o nell'altro offuscando il suo modo di vedere le cose; non riusciva a capire che danneggiare l'innamorato della persona che amava era una cattiva idea. 

Un'idea orribile.

Ma lo fece, comunque, quando notò lo sguardo di terrore sul volto di Kurt.

<< Oh, andiamo! >> esclamò Puck << Credevo che tu odiassi gli umani! >>

<< L'amore trionfa sull'odio, Puck..lo sai. Io non potrei mai odiare Blaine! >> gli rispose a tono Kurt << E comunque.. >>

La sua voce si fece lentamente più flebile: << Forse io...mi sbagliavo riguardo agli umani. >>

Puck non riusciva a credere alle sue orecchie; dopo tutto questo tempo, Kurt stava ammettendo di aver avuto torto?! Kurt non ammetteva mai di essere nel torno, lui aveva sempre ragione!

<< Questa è una stronzata! >> sibilò Puck, ignorando il modo in cui Kurt si allontanò da lui << Lui non sai niente di te! >>

<< E invece sì! >>

<< Oh, davvero?! >> Puck si avvicinò al tritone in maniera  fin troppo scomoda**, afferradogli i polsi << Quindi tu gli hai parlato della regola di un solo anno? Che i Generatori possono vivere solo per un anno sulla terra, prima di bruciare al calore del sole? Oppure riguardo al fatto che appartieni alla Casa Reale?! Sai, potrebbe aver bisogno di sapere che si sta fottendo un Principe! Oh, e che mi dici della Clausola dell'Immortalità?! >>

<< Basta! >> strillò Kurt, spingendolo via brutalente.

La Clausola dell'Immortalità... come aveva potuto ricordarglielo Puck?! Il giorno del proprio ventunesimo compleanno qualunque membro della casa reale aveva la possibilità di scegliere di diventare immortale. Avrebbe smesso di invecchiare e avrebbe vissuto per sempre, se questo era ciò che voleva.

Ma Blaine...lui non avrebbe vissuto per sempre; questo era impossibile per gli umani e Kurt era condattato ad amarlo per.. per sempre.

<< Avevo programmato di restare con lui solo per un mese. >> sussurrò Kurt << Solo per un mese. Perchè stai cercando di rovinare tutto? >>

<< Perchè ti conosco. >> disse Puck semplicemente << Questo mese diventerà due, i due diventeranno tre... probabilmente vorrai seguirlo al College! E poi, quando l'anno sarà finito?! Tu farai ritorno nell' Oceano, aspettando, e tutto ricomincerà da capo. Cercheresti di far funzionare la cosa. E' questo che faresti, giusto?! E non ho ancora menzionato il tuo segreto più grande. Te lo ricordi, Kurt? Ti ricordi il motivo per cui non può funzionare? Non è perchè tu sei un reale, non a causa dell'esposizione solare, neanche a causa dell'Immortalità. Sai di che si tratta? >>

<< C-certo che lo so. >>

<< Allora dillo. >>

<< No. >>

Kurt scosse la testa, permettendo finalmente alle lacrime di scivolare lungo il suo vito. Adesso era finalmente felice..era finalmente felice. Perchè questo? Perchè adesso?

<< Dillo! >> strillò Puck, scuotendo Kurt.

<< No! >> urlò di rimando Kurt.

Puck sospirò e lo lasciò andare, guardandolo mentre collassava sul pavimento.

<< Bene. Ma hai due giorni di tempo per dirlo a Blaine. Digli ogni cosa, altrimenti sarò costretto ad intervenire. >>

E detto questo, Puck abbandonò l'appartamento.







NOTE DELL'AUTRICE: Allooora...un capitoletto un po' più corto per tenervi in sospeso fino a che non pubblicherò di nuovo domani. :)
Avremo ancora due o tre capitoli di Klaine fluff, prima di un po' di pesantissimo e doveroso smutt... sì, siate preparati. Potreste odiarmi.



NOTE DELLA TRADUTTRICE: * Lo so, in effetti ha poco senso dire che un Tritone entrò nella stanza, dal momento che Puck in questo momento ha fattezze umane, però la scrittrice usa proprio il termine "merman", per cui non mi sembrava che ci fossero altre alternative.

** Il termine usato è "uncomfortable", che significa effettivamente "scomodo", anche in un contesto più ampio. Qui non era sicura che ci stesse alla meraviglia, ma mi sembrava la sola soluzione da adottare; se avete dei suggerimenti, vi prego di non peritarvi! :)

Evvai, siamo tornati all'opera!!! Stavo seriamente per fare fuori l'autrice, dal momento che il suo scorso aggiornamento risale a mesi fa! Mi chiedo adesso quale sarà il suo ritmo...lei dice che il prossimo capitolo arriverà a breve, ma chissà quanto arriveranno quelli successivi! xD

Beh, in ogni caso, io sono sempre qui! :)

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***



NOTE PRIMA DELLA LETTURA: Vi ricordate quando dissi che avrei aggiornato "domani"?! Già , le cose non sono andate esattamente come avevo programmato! Beh, meglio tardi che mai...giusto?! E la buona notizia è che non ci ho poi messo così tanto tempo come le ultime volte...direi che abbiamo qualche piccolo colpo di fortuna, di tanto in tanto. In ogni caso, godetevi il nuovo capitolo! :)



<< Hey...stai bene? >>

Blaine e Kurt se ne stavano seduti sul divano dell'appartamento di Kurt, intenti a guardare un film in televisione. Blaine era riuscito a sfuggire ai suoi genitori, ma sin da quando era arrivato, Kurt aveva un aria così...spenta; era silenzioso, i suoi occhi non brillavano come al suo solito...era del tutto assente. Aveva accolto Blaine con un rapido bacetto sulle labbra, rifiutando ogni sua proposta di andare sulla spiaggia o al parco, limitandosi semplicemente a collassare sul divano silenziosamente.

<< Sto bene. >> mormorò Kurt, senza guardarlo negli occhi.

Nonostante la situazione, Blaine non potè fare a meno di sorridere; i giorni in cui l' inglese di Kurt era ancora grossolano e acerbo erano del tutto finiti. Il "Jersey Shore" aveva avuto decisamente un certo impatto su di lui.

<< Stai mentendo. >> disse Blaine, allungando un braccio verso le esili spalle del ragazzo; fece sprofondare il volto nel collo di Kurt e inspirò profondamente.

<< Sai che puoi dirmi qualsiasi cosa, vero?! >> chiese.

Kurt sembrò decisamente sciogliersi in quell'abbraccio, e posò la sua testa sul petto di Blaine.

<< Vorrei poterti dire ogni cosa. >> sussurrò, talmente piano che Blaine quasi non riuscì a sentirlo; ma lo fece. Riusciva a sentire il battito del suo cuore farsi sempre più accelerato nel suo petto, e pregò Dio affinchè anche Kurt potesse sentirlo; avrebbe finalmente scoperto la ragione per cui non potevano stare assieme?!

<< Allora dimmi tutto quanto. >> disse Blaine semplicemente.

Kurt era chiaramente sul punto di lasciar cadere tutte le sue barriere e aprirsi completamente, nonostante quella chiara incertezza che traspariva dai suoi occhi. Finalmente prese un respiro profondo e si lasciò sfuggire un: << Io sono un principe. >>

Sorprendentemente, Blaine non ne fu affatto stupito. Sapeva che Kurt era speciale, era praticamente privo di difetti! Sarebbe stato molto più sorpreso se Kurt non fosse stato affatto membro di una qualche famiglia reale, ad essere del tutto sincero. Kurt stava studiando l'espressione di Blaine, cercando di comprendere la sua reazione; con sua somma incredilità , Blaine sembrava aver preso molto bene quella notizia.

<< Hai un palazzo? >> domandò.

<< Sì...una specie. >>

<< Forte. >>

Vi fu silenzio per un breve momento, prima che Blaine domandasse distrattamente : << Credi che questo potrebbe cambiare quello che provo per te?! >>

<< C'è molto di più. >> disse Kurt, prima ancora di riuscire a fermarsi.

<< Lasciami indovinare. >> lo interruppe Blaine << Tu sei immortale, dico bene?! >>

Kurt lo guardò con sguardo sbigottito, staccandosi dal loro abbraccio.

<< Come fai a.. >>

<< Perchè¨ è così! >> Blaine scrollò le spalle << E' sempre stato così; mi sono innamorato di una creatura magica...per prima cosa dovremo superare l'ostacolo della tua nobiltà , e poi affrontare la questione della tua immortalità . >>

Sorrise ampiamente: << Ma alla fine staremo insieme, giusto? >>

Kurt gli rivolse un'occhiata di puro stupore.

<< Da dove hai tirato fuori questa idea?! >>

<< Libri, film, fanfiction.. >> accennò Blaine << Mai sentito parlare di "The Sidhe"?! * >>

<< No, che cos' è?! >>

<< Non importa. >>

Per un attimo cadde nuovamente il silenzio; fu piuttosto piacevole, almeno per Blaine. Dunque, erano quelli i segreti di Kurt?! Non erano poi così terribili. Avrebbero trovato il modo di superare gli ostacoli assieme, e quando lo avrebbero fatto, sarebbero rimasti insieme per sempre.

Insieme per sempre.

Blaine stava vivendo una specie fiaba, e in genere era così che finivano tutte le fiabe, giusto?! Kurt, da parte sua, sembrava preoccupato; a quanto pare Blaine credeva davvero che fossero destinati a restare assieme; che la loro relazione fosse destinata a durare.

<< C'è dell'altro. >> sussurrò ancora.

Blaine gli lanciò un'occhiata confusa perchè¨, veramente, che altro avrebbe potuto esserci?! L'orologio stava ticchettando al muro e si sentivano i ruggiti delle onde al di fuori della finestra; la giornata stava ormai volgendo verso il crepuscolo e presto Blaine se ne sarebbe dovuto andare.

<< Hai una promessa sposa?!** >> domandò Blaine perchè, in fin dei conti, che cosa era una storia d'amore senza un po' di competizione?! Kurt sorrise e abbassò lo sguardo.

<< No. >> rispose.

Si alzò in piedi e si stiracchiò, prima di uscire fuori sul balcone; lui e Blaine avevano preso l'abitudine di lasciare le porte scorrevoli aperte ogni volta che i due ragazzi si trovavano da soli nell'appartamento di Kurt. Era più bello così, avevano la possibilità di sentire il profumo e il rumore dell'oceano. Kurt si mise a sedere su una seggiolina a dondolo, aspettando pazientemente che Blaine lo raggiungesse, cosa che il ragazzo riccioluto in effetti fece; calò il silenzio per quella che sembrò essere la milionesima volta, fino a che Blaine con titubanza non si avvicinò e si mise a sedere sulle ginocchia del tritone..

<< Kurt...? >>

<< Posso raccontarti una storia? >> domandò Kurt, voltandosi verso di lui tanto inaspettatamente che Blaine indietreggiò per la sorpresa. Blaine si morse il labbro, un tantino basito dallo strano modo in cui il suo innamorato si stava comportando. Raccontargli una storia?! Che ne era del suo segreto?!

<< Certo. >> rispose gentilmente Blaine, afferrando la mano di Kurt. Il tritone gli sorrise timidamente, prima di incominciare il suo racconto.

<< Okay. C'era una volta... Oltre duecento anni fa... c'era una bambina. >>

<< Era un'umana? >>

<< Sì, ma ti prego di non interrompermi. >>

<< Scusami. >>

<< E' tutto apposto. Comunque, questa bambina... beh, lei era assolutamente perfetta. >> a quel punto, l'espressione di Kurt si ammorbidì, e Blaine ebbe la sensazione che quella storia fosse un tantino più personale di quanto gli avesse fatto credere inizialmente << Era vivace, divertente e molto dolce. E credeva nelle Sirene... ci credeva con tutto il suo cuore! Era...pura. >>

<< Noi Sirene siamo come le Fate: sopravviviamo perchè c'è chi crede in noi. Non ne capisco il perchè.. >> sospirò Kurt con esasperazione << Ma quando le persone smettono di credere, noi...noi moriamo. Moriamo. Quello fu un tempo terribile per tutti noi, venimmo letteralmente decimati! E non solo nella mia colonia, ovunque. Era l'inizio del secolo; le persone non avevano più bisogno di credere nelle sirene, l'era dei pescatori era conclusa. Avevamo instaurato una certa paura nei loro cuori, eravamo la spiegazione per tutto ciò che non si poteva spiegare...non ne conosco le ragioni, lo eravamo e basta. Esistevamo per loro, e poi abbiamo smesso di farlo. Così abbiamo incominciato a morire. >>

<< Ma questa bellissima bambina, lei non ha mai smesso di credere; non aveva neanche paura di noi! Ci amava. Il suo nome.. era Elizabeth. >> Kurt si fermò per un momento, soffermandosi a pensare, prima di continuare << Il dio Poseidone l' amava! Non nel senso romantico del termine, ma come una figlia. L'adorava. Certo, lei non sapeva neanche della sua esistenza, ma Lui l'aveva sempre osservata. >>

<< Aveva visto in lei una via di salvezza. >> A quel punto la sua voce si fece più tremolante, a causa dell'emozione << Riusciva a percepire quanto lei credesse in noi, riusciva a sentire questo unico pensiero nella sua mente. E così lo prese. >>

<< Prese che cosa? >> Blaine sapeva che non avrebbe dovuto interrompere, ma non potè farne a meno.

<< Quel pensiero. >> rispose Kurt, piuttosto morbidamente << Le portò via quel pensiero dalla testa, lo colse come se fosse fiore. Dopo di che smise di credere in noi, neanche si ricordava della nostra esistenza. Alcuni dicono che ebbe un incontro con un Tritone ed è questo che la portò a credere così disperatamente in noi. Ma dopo, non riuscì più neanche a ricordare. >>

Per una qualche ragione, Blaine si sentì un po' in colpa; non riuscire più a ricordare per così tanto tempo?! Suonava un tantino familiare.

<< Poseidone ampliò quel pensiero di dieci volte, lo rese ancora più potente; noi, l'intero popolo delle sirene, cessammo in questo modo di morire. Ma il nostro era un dio molto impegnato; non riusciva a trovare il tempo per controllare quel pensiero ogni giorno e costantemente, sebbene esso richiedesse moltissima attenzione. >>

<< Se lui non se ne fosse preso cura nel modo giusto, esso si sarebbe distrutto completamente. Così decise di renderlo più concreto, in modo da permettergli di badare a sè stesso per conto suo. Lui...lui utilizzò quel pensiero per creare una Sirena. Lui diede la vita ad una Sirena e la chiamò proprio come quella ragazzina, Elizabeth. E dopo di che, lei divenne la fonte di vita del popolo delle Sirene, in ogni luogo. Quando non vi era quel sentimento di fiducia in noi, vi era lei. E adesso, ai giorni d'oggi, ora che nessuno sembra più riuscire a credere in noi?! Lei è tutto ciò che abbiamo. Tutto ciò che avevamo. >>

Kurt si ricompose, concludendo così la sua storia; Blaine sbattè¨ le palpebre una volta, due; era ancora piuttosto confuso. Non tanto riguardo alla storia, ovviamente, ma al suo scopo. Perchè Kurt gliel'aveva raccontata?!

<< I-io non capisco. >> balbettò Blaine.

Kurt si appoggiò contro lo schienale, supplicando affinchè¨ Blaine capisse.

<< Elizabeth era mia madre. >>

<< Continuo a non seguirti. >>

<< Blaine. >> gemette, allontanandosi ulteriormente da lui << Mia madre è morta! Ha lasciato quel pensiero - la nostra fonte di vita - dentro ti me! Se io scegliessi di non fare ritorno nell'Oceano, se provassi a vivere una vita da umano... l'intero popolo delle Sirene cesserebbe di esistere. >>

Kurt fece un respiro profondo.

<< Morirebbero tutti; tutti quanti, dal primo all'ultimo. E sarebbe solo colpa mia. >>

Blaine era senza parole; certamente non si aspettava una cosa del genere, era tutt'altro che una fiaba! Lui e Kurt... loro davvero non potevano stare insieme. Ma no, Blaine non poteva accettarlo con così tanta facilità .

<< Ma...ma tua madre... non era immortale?! >> domandò Blaine, alla disperata ricerca di una scappatoia.

<< Immortale, sì; non invecchiò mai. >> rispose Kurt tristemente << Ma questo non significa che non potesse essere uccisa, e fu proprio ciò che avenne, a causa di un pescatore. >>

<< Ma se anche tu fossi nato dopo che lei fosse stata uccisa, questo non significa per forza che... >>

<< Blaine! >> gemette Kurt, afferrando le mani del - ormai disperato - ragazzo dagli occhi castani.

<< Ti avevo detto sin dall'inizio che sarebbe stato solamente per mese; due al massimo. >> disse gentilmente, stringendo le sue mani. Per essere uno che aveva appena confessato al suo innamorato che non avrebbero mai potuto stare assieme, era sorprendentemente tranquillo.

Blaine, invece, reagì esattamente all'opposto; i suoi occhi erano offuscati dalle lacrime, e il suo labbro inferiore stava iniziando a tremare. Si sentiva uno stupido, non che questo importasse davvero; aveva udito chiaramente Kurt quando gli aveva detto per la prima volta che non avrebbero potuto stare assieme, semplicemente non aveva voluto crederci. Voleva che quella fosse una favola; aveva davvero creduto che sarebbe stato come in una favola.

E ci credeva ancora.

Kurt cullò il viso di Blaine fra le sue mani, asciugandogli le lacrime con i suoi pollici.

<< Oh, Blaine. >> mormorò, posando un bacio sulle sue labbra << Andrà bene...andrà tutto bene. Ti amo così tanto. >>

Quell'ultima frase colpì Blaine come una tonnellata di mattoni; allora era proprio così, lui amava Kurt.

Si era innamorato di lui.

E avrebbe fatto qualunque cosa per permettere a Kurt di rimanere al suo fianco per sempre.





NOTE DELL'AUTRICE: Ed eccolo qua, l'ultimo dei segreti di Kurt! :) Anche se non ha fatto alcuna parola della questione di bruciarsi al sole, ma vabbè! xD Prima o poi verrà fuori anche questo. Nessuno di voi ha notato la mia piccola citazione su "The Sidhe"?! Una delle mie fan fiction preferite, in assoluto. Se non l'avete letta, correte a darci un'occhiata.

Dunque, per il prossimo capitolo...il ritorno di Santana e un incontro fra Blaine e Puck! Credo che possiate immaginare come andranno a finire le cose. Inoltre, l'argomento del sesso verrà finalmente introdotto anche per Kurt e Blaine! (ero un tantino nervosa all'idea di alzare il rating per questa storia, ma ora non lo sono più). :)




NOTE DELLA TRADUTTRICE: * Non ho fangirlizzato durante questo passaggio...per niente..... AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!! *___________*
Maria (so che ci sei) tu puoi capirmi... xD

** Blaine usa il termine "fiancè" che vuol dire proprio "fidanzata" inteso nel senso di " promessa sposa "

Allora...rieccomi ancora! xD Grazie al cielo la nostra autrice ogni tanto si degna di manifestare la sua presenza e ci regala qualche aggiornamento. Dunque...chiedo scusa se la parte del racconto è un tantino sconclusionata, ma anche in inglese non era particolarmente comprensibile e ho dovuto riarrangiarla parecchio per renderla un po' più leggibile! Diciamo che è tutto un po' approssimato, vi chiedo scusa! xD

Che dire... io sono sempre piè sconvolta per quello che questa donna si inventa, per altro come voi non ho idea di quello che accadrà in futuro e sto in ansia!!! xD Comunque, credo che la sola cosa certa per adesso sia...SMUTT!!!! Tanto Klaine smutt... aaaw, non vedo l'ora!!!!! xD

Spero che il prossimo aggiornamento non sia tanto tardivo, ma vi prometto che non appena arriverà il nuovo capitolo, lo tradurrò immediatamente e cercherò di essere rapida nella pubblicazione! :)

Un bacione e grazie a tutti coloro che continuano a seguirmi con (tanta) pazienza! :)





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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


NOTE PRIMA DELLA LETTURA: Ha! Stavolta non devo chiedere scusa per l'attesa!... Ok, quindi questa nota dell'autore è superflua, meglio passare direttamente al capitolo! 
 



Click click click.  Erano trascorsi due giorni. Click. Due giorni interi da quando Blaine aveva visto Kurt per l'ultima volta. Il ragazzo riccioluto stava fissando distrattamente lo schermo del computer, cliccando di finestra in finestra, senza neanche fare effettivamente caso alle informazioni trovate. L'oggetto della sua ricerca su Google? " Come smetterla di amare una persona".*

Non che volesse propriamente smetterla di amare, doveva semplicemente farlo; la settimana prossima vi sarebbe stata la luna piena. In una sola settimana, Kurt se ne sarebbe andato per sempre. Blaine spostò il mouse e cliccò su un link che conduceva ad un sito web chiamato Psychologytoday .com; La prima frase in pagina recitava: " Non si può smettere di amare una persona. " 

Blaine sospirò e spense il computer; andò in cucina, afferrò una banana e si mise a sedere nei pressi della penisola**. Sentì il suo cellulare vibrare nella tasca, così lo estrasse per controllare quel nuovo messaggio in arrivo.

Kurt.

" Blaine, parlami. "

Lo mise via senza neanche rispondere. Non era il primo messaggio che riceveva dal Tritone; non era neanche il secondo, piuttosto il ventiduesimo. Anche se i primi dieci non erano proprio dei messaggi, quanto più una strana serie di lettere messe a caso. Blaine non potè fare a meno di sorridere dolcemente fra sè e sè; giusto, Kurt non sapeva parlare inglese e Blaine e Santana erano in grado di capire lui, Brittany, Mercedes e Quinn grazie all'Algabranchia. In che modo Kurt fosse riuscito a trasformare i suoi messaggi in una scrittura leggibile, andava al di là della sua comprensione.

<< Blaine, tesoro! >> poco dopo, sua madre piombò nella stanza; aveva indosso un abito elegante e più o meno tutti i gioielli che possedeva.

<< Oh, eccoti qua! >>  esclamò, non appena lo vide; lo afferrò per il mento e posò un grosso e sonoro bacio sulla sua guancia << Vado a perendere il thè con le ragazze; di' a tuo pare che sarò di ritorno verso le undici, ok?! >> 

E detto ciò, saltellò fuori dalla stanza; Blaine la osservò, sollevando un sopracciglio. Ma chi credeva di prendere in giro?! Onestamente, Blaine non era uno stupido. Chi indosserebbe un abito del genere alle quattro del pomeriggio? E, inolte, chi diavolo prenderebbe il thè per più di sei ore?! Sua mamma aveva chiaramente un appuntamento, e non si era neanche preoccupata a nasconderlo. Inoltre, si trattava senza dubbio di uno degli amici di suo marito.

Blaine sospirò; ma l'amore contava ancora per qualcuno?!

Dopo aver finito la sua banana, Blaine lasciò la cucina e incominciò a salire le scale, quando ad un tratto la porta di fronte a lui si spalancò; in piedi sull'uscio vi era Santana, completamente bagnata e con un enorme ghignetto stampato sul volto. Blaine la guardò con espressione accigliata.

<< Gradirei che tu ti asciugassi prima di portare tutta quest'acqua dentro casa mia. >>

<< E io gradirei che lo facessi tu, molto gentilmente. >> rispose Santana di rimando, prima di scuotere la testa e far cadere l'acqua dai suoi capelli allla mobilia. Blaine roteò gli occhi ma non rispose, scegliendo piuttosto di ignorarla e continuare a salire le scale. Con suo enorme sgomento, la latina lo seguì.

<< Ero con Brittany, >> lo informò, inutilmente << Mi ha raccontato di te e Kurt. >>

Blaine si fermò prima di brontolare: << Che cosa ti avrebbe detto riguardo me e Kurt?! >>

<< Solo che non gli parli da un po' di tempo; per niente. >>

<< E questo lei come fa a saperlo?! >>

Santana scrollò le spalle.

<< Ly***. >> disse semplicemente.

Blaine scosse la testa ed entrò nella sua stanza; Santana si gettò sul suo letto e lo guardò con aria di aspettativa, attendendo che Blaine si confidasse. E - naturalmente - lui lo fece.

<< Perchè l'amore non funziona? >> gemette, alzando le mani per aria con esasperazione. 

Santana scrollò ancora una volta le spalle, con nonchalance.

<< Non lo fa è basta. >>  disse sinceramente.

Blaine non sembrò affatto soddisfatto della sua risposta.

<< Lui.. >> incominciò, gesticolando violentemente in direzione della porta << Lui le da tutto, e lei come lo ripaga?! Con una relazione clandestina! >>

Santana scrollò le spalle per la terza volta.

<< Non sarebbe la prima volta. >> la mora si era scontrata con la madre di Blaine sul portico, sulla via del ritorno.

<< E Kurt.. >> continuò Blaine, ignorando del tutto le parole di Santana << Lui se ne andrà. La settimana prossima, lui andrà via per sempre; io non lo rivedrò mai più.>>

Si interruppe, i suoi occhi si fecero lucidi e si spalancarono.

<< Non lo rivedrò mai più.. >> il suo tono di voce si affievolì, fino a che il ragazzo non si ritrovò in una specie di stato di trance, continuando a parlare << E allora, a che serve?! Perchè innamorarsi, se poi lo si fa invano? >>

Santana lo fissò, prima con sguardo incredulo e poi di disgusto.

<< Se sei troppo idiota per arrivarci da solo, allora io non ho intenzione di dirtelo. >>

Si precipitò in direzione della porta, ma poi si fermò poco prima di andarsene.

<< Ultime notizie, Blaine. >> sibilò << La mia ragazza è una fottuta Sirena; non le spuntano le gambe con la luna piena o per sua scelta. Lei è bloccata in acqua e io sono bloccata sulla terra! Ti suggerisco di smetterla con i tuoi capricci e le tue paranoie, e di passare del tempo assieme a lui, finchè puoi. >>

E con ciò, uscì dalla porta.

 
 
*
 
 

" Ciao! Questa è la segreteria telefonica di Blaine Anderson; non posso rispondere al momento, quindi lasciate pure un messaggio.. "

Kurt sospirò, premendo con disappunto il tasto di spegnimento del suo telefono cellulare; la segreteria telefonica, ancora. 

Erano le sei del pomeriggio e il sole stava iniziando a tramontare in cielo; Kurt era seduto sul balcone, le gambe che sporgevano dalle sbarre di sicurezza, dondolando distrattamente al di sopra dell'oceano. Chinò la testa all' indietro e inspirò l'aria di mare; portandosi un braccio all'indietro, scagliò il suo telefonino in mare, prima di afferrare due delle sbarre della ringhiera e poggiando la fronte contro di esse.

Non avrebbe pianto...non avrebbe pianto...Dannazione, non avrebbe pianto!

Stava piangendo.

Una piccola lacrima solitaria scivolò lungo il suo viso di bambola.

<< Sei un disastro. >> 

Kurt non aveva neanche bisogno di voltarsi per sapere che si trattava di Puck; certamente non era Blaine. Il Tritone con la cresta gli si avvicinò e si accovacciò dietro di lui, poggiando una delle sue mani sulla testa del ragazzo. Kurt avrebbe voluto allontanarsi, ma non lo fece.

<< Forse questa è la cosa migliore. >> disse Puck dolcemente, fingendo di simpatizzare << Vuoi veramente stare con un ragazzo che ti ignora per dei giorni?! Lo so che non puoi dimenticarlo, ma forse potresti almeno aprire il tuo cuore ad un altro.. >>

<< No. >> disse Kurt con fermezza, invece che tristemente << Ci sarà sempre e solo lui. Mi dispiace moltissimo, Puck. >>

<< Per che cosa? >>  domandò Puck, fingendo di non capire. 

Kurt scosse la testa. Se voleva continuare a vivere negando l'evidenza, andava bene; non era affar suo. Ciò che lo riguardava, piuttosto, era che Blaine non lo aveva contattato per ben due giorni; in qualsiasi altra situazione si sarebbe sentito estremamente avvilito e se la sarebbe presa con Blaine, la volta successiva che lo avrebbe rivisto. Ma adesso, Kurt non poteva fare a meno di pensare che fosse tutta colpa sua; era lui ad avere dei segreti nascosti, lui aveva mentito.

Anche per Blaine doveva essere una brutta situazione, se non peggiore; avrebbe avuto tutto il diritto di essere arrabbiato con lui.

Rimettendosi in piedi, aggirò Puck e rientrò nell'appartamento; aveva ancora un po' di tempo, non avrebbe fatto buio prima di un'ora.

<< Dove pensi di andare? >> gli urlò dietro Puck, alzandosi in piedi per seguirlo.

<< Devo parlare con Blaine; devo fargli sapere che lo amo ancora e che andrà tutto bene. Devo.. >>

<< Ok, ok. >> Puck roteò gli occhi << Ti ho sentito. Verrò anch'io. >>

Kurt si immobilizzò sull'ingresso, e poi si voltò lentamente.

<< No. >>

Puck gli fece l'occhiolino: << Andiamo, sapevi che prima o poi lo avrei incontrato! >

<< No. >>

<< Ti preeeeeeeeeego! >>

<< No. >>

<< Mi comporterò bene. >>

<< No. >>

<< Almeno posso accompagnarti? >>

<< Puck, tu hai minacciato Blaine. Non c'è una sola possibilità, neanche in un milione di anni, che io ti lasci avvicinare a lui. >> 
 
 

*
 

Un'ora più tardi, Kurt e Puck stavano bussando alla porta di Blaine.

Mentre Puck era visibilmente compiaiuto, Kurt era semplicemente nervoso; l 'Osservatore lo aveva letteralmente sfinito ed era riuscito così a convincere Kurt a lasciarlo andare con sè. Per quanto davvero non volesse, Kurt sapeva che se Puck fosse andato a cercare Blaine per conto suo, le cose non sarebbero affatto andate a finire bene.

<< Farai bene a controllarti. >> lo ammonì Kurt, serrando i pugni << Giuro su Dio che se tu.. >>

Prima che potesse finire la frase, la porta si spalancò, mostrando un Blaine piuttosto malconcio. 

Il tempo si fermò.

I due uomini si guardarono in completo silenzio, osservando l'uno l'aspetto dell'altro; Blaine aveva un'aria orribile, come se non dormisse da giorni. Kurt era il suo perfetto specchio.

<< Kurt, io.. >> iniziò Blaine, ma non riuscì a finire la frase. Meno di un secondo più tardi, Kurt si era gettato fra le sue braccia, abbracciandolo e baciandolo appassionatamente.

<< Mi dispiace così tanto. >>  gemette, posando  un bacio sulla mandibola di Blaine. Il ragazzo dagli occhi nocciola lo abbracciò a sua volta, sentendosi all'improvviso estremamente in colpa. Come aveva potuto lasciare Kurt completamente solo per due giorni?! Era una persona terribile.

<< No, dispiace a me. >>  disse Blaine a bassa voce, premendo un tenero bacio sulle labbra di Kurt << Non sapevo come gestire la cosa. Ma adesso ci riesco, ok? Voglio che la nostra ultima settimana insieme sia memorabile. >>

<< Ogni momento assieme a te è memorabile. >> rispose immediatamente Kurt, seppellendo la sua faccia nel collo di Blaine. 

Poi, da dietro di loro provenne un leggero colpo di tosse; fu solo allora che Blaine si accorse finalmente della presenza di Puck.  E riuscì anche a vedere molto chiaramente un bagliore di odio nello sguardo che gli stava rivolgendo.

<< Chi sei tu? >> 

<< Puck. Felice di fare finalmente la tua conoscenza, amico. >>





NOTE DELL'AUTRICE:  Già! E adesso avete il nuovo capitolo. Con un po' di speranza dovrei riuscire a scriverne un altro prima che finisca il week end, e non dovessi riuscirci, sicuramente penso di farcela prima del prossimo mercoledì. :)

Dunque, vi ricordate quando dissi che presto sarebbe arrivato un po' di duro angst per Kurt e Blaine? Beh, potrei aver bisogno di ritrattare, perchè mi sembra di averli già fatti patire abbastanza. :(

I prossimi due capitoli dovebbero essere un po' più allegri e pieni di fluff, come quello delle lucciole. xD E forse, anche un po' di smut.... ;) vedremo. 



NOTE DELLA TRADUTTRICE: * L'autrice usa l'espressione  " To fall out of love" e la traduzione che ho usato mi sembrava quella che rendesse meglio il senso; avrei potuto dire anche "disinnamorarsi", ma non mi piaceva molto...
 
** Onestamente, non sapevo proprio come rendere in italiano la frase dell'andare a sedersi alla/sulla/nella ( ?) penisola. Diciamo che è una mia lacuna, non so proprio come si dica in italiano! xD personalmente non avrei mai scritto una cosa del genere... xD
 
*** Non so ricordate, ma "Ly" starebbe per "Lystrata", ossia il processo di connessione mentale fra le sirene; magari lo ricordate ancora, ma a scanso di equivoci.. :)
 
Ed eccomi ancora qui! xD

Chiedo scusa per aver ritardato di un paio di giorni la pubblicazione (rispetto a quella dell'autrice) ma ero intrappolata in due ff da mandare avanti e dovevo dare la precedenza a quelle! Spero comunque di aver fatto un buon lavoro, anche se sono un po' incerta su alcuni passaggi...

Speriamo che la ragazza aggiorni davvero entro mercoledì (che poi, ora che ci penso, sarebbe domani ), così avrò presto qualcosa di nuovo da postare.. :)
 
A presto.

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