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Autore: XxxBubbleGumPrincessxxX    18/09/2011    7 recensioni
" E' buffo come il confine fra fantasia e realtà sia molto spesso appena un po' sfocato per un bambino..."
Quando Blaine era un bambino, incontrò qualcosa di meraviglioso, qualcosa di impossibile. Blaine incontrò Kurt. Ma non aveva idea di quanto quell'incontro avrebbe cambiato la sua vita.
Traduzione dell'omonima fanfiction americana.
Blaine umano/mermaid Kurt. Accenni baby Klaine.
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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E' buffo come il confine fra fantasia e realtà sia molto spesso appena un po' sfocato per un bambino. Fate, Orchi, Unicorni, Sirene... tutti loro coesistono in uno stesso mondo, che contiene Guerra e odio negli occhi di un bambino.

Gli adulti, tuttavia, valutano tutto all'apparenza. Vedere per credere, e ciò che non è visibile all'occhio umano non può certamente esistere. Il confine fra fantasia e realtà è nitido.

A dispetto di tutto ciò, ci sarà sempre quell' adulto che non lascerà mai che le sue credenze infantili si dissolvano con l'età; c'è una qualche parte di lui che si aggrappa alla speranza che forse, solo forse, potrebbe esserci qualcosa... di più.

E il più delle volte, questi adulti non disposti ad abbandonare le loro credenze sono connessi - in modi che non riescono neanche ad immaginare- a questo mondo, della cui esistenza tutti gli altri stentano a credere.


*


Blaine Anderson sapeva che si sarebbe trovato in un enorme guaio; sua madre gli aveva espressamente detto di non lasciare la casa.

Ma in qualche modo, i suoi otto anni di età non gli avevano dato modo di preoccuparsene.

Era l'anno 2003, nel mese di luglio. Il 15 di luglio, per l'esattezza; un' afosa giornata d'estate nella soleggiata North Carolina.

Come ogni altra estate che Blaine riuscisse a ricordare, la sua famiglia si era trasferita al sud per la stagione, nella loro casa sul mare. Mentre i suoi amici trascorrevano la loro estate in piscina e al parco, il piccolo Blaine era obbligato a partecipare a cene di lusso e degustazioni di vino con i suoi genitori.

Gli amici dei suoi genitori non portavano mai i loro bambini con sè, preferivano invece lasciarli a casa con la nonna o la baby sitter.

Sua madre, al contrario, aveva sempre insistito per portarlo con loro; era molto compiaciuta dell' idea di vantarsi di lui con le sue compagne di chiacchiere, raccontando di quella volta in cui era stata avvicinata da quel tale che lavorava per un' agenzia di modelli, affascinato dalla sorprendente bellezza del bambino, oppure di come Blaine avesse ottenuto i voti più alti della sua classe durante l'anno, o cose simili.

A quel punto, gli adulti lo avrebbero elogiato o avrebbero piuttosto fatto qualche commento sprezzante su quanto il proprio figlio fosse migliore di lui.

A differenza di molto bambini di otto anni, a Blaine non interessavano molto le attenzioni. Non gli importava molto di nessuna di quelle cene, dei complimenti, delle degustazioni di vini... per l'amor del cielo, tutto quello che voleva era giocare sulla spiaggia! Per tutto il tempo che aveva passato in quella casa estiva con la spiaggia come cortile sul retro, vi era stato forse appena una manciata di volte.

Sua madre gli proibiva sempre di andare, perchè lei odiava la sabbia. Blaine invece la amava, amava ogni cosa del mare. E fu proprio questo a spingerlo fin dove arrivò quel giorno.

Sua madre aveva annunciato che avrebbero organizzato una cena a casa loro quella sera; Blaine aveva fatto una scenata, sostenendo che lei gli avesse promesso che avrebbe potuto passare la giornata fuori.

Sua madre lo aveva respinto facilmente, giocando la classica carta del " Sono tua madre, fai ciò che dico io"; così Blaine era sgattaiolato fuori, scappando quando i suoi genitori credevano che stesse facendo il bagno.

Adesso il ragazzino dagli occhi nocciola stava camminando senza meta per la spiaggia, trascinando dietro di sè un bastoncino nella sabbia; non era certo di cosa avrebbe dovuto fare, dal momento che non era esattamente abituato ad avere del tempo libero.

Quando i suoi genitori non lo trascinavano con loro da un party all'altro, organizzavano per lui ogni sorta di attività extra, la maggior parte delle quali non lo divertivano neanche.

Poter scegliere di fare ciò che voleva era un concetto decisamente estraneo al bambino.

Continuò per la sua via, avvicinandosi ben presto alla fine della spiaggia; a causa della brutta tempesta che vi era stata di recente, non c'era nessun altro fuori e proprio per tale ragione, Blaine fu piuttosto scioccato nel sentire il rumore di un pianto provenire da una grotta lì vicino.

Si diresse verso l'ingresso della grotta, fermandosi solo per spezzare il suo bastone a metà e buttarlo via.

<< Ehy?! >> gridò il bambino, entrando con cautela nella grotta; il piagnucoloio si faceva sempre più forte mano a mano che lui si avvicinava.

<< C'è qualcuno qui? >>

Nessuna risposta.

Stava quasi per voltarsi e andarsene, ma la curiosità ebbe il sopravvento su tutti gli altri sensi. Aveva percorso tutta la strada fino al retro prima di vederlo: qualcosa - o piuttosto, qualcuno - che avrebbe cambiato la sua vita per sempre.

Sdraiato e aggrovigliato in una rete su di una roccia che sporgeva da un laghetto, c'era una piccola sirena. No, un attimo, un tritone.

A dire il vero, era un piccolo tritone; Blaine rimase a bocca aperta dallo stupore.

Il tritone se ne stava raggomitolato su di sè, piangendo e guardando Blaine con espressione di puro terrore. Dalla vita in su, aveva la pelle più pallida che Blaine avesse mai visto in tutta la sua vita, oltre che gli occhi più blu.

In cima alla sua testa c'era una massa di capelli castani disordinati; dalla vita in giù, aveva una lunga ed elegante coda argentata, con una sottile linea dorata che delineava le sue pinne.

<< Sa- salve. >> sussurrò Blaine, facendo un piccolo passo verso il tritone.

Questi si ritrasse e sibilò contro di lui, scoprendo i suoi denti canini allungati.

Blaine balzò all'indietro, inciampando nei suoi piedi e atterrando sul suo sedere.

<< Hey! >> strillò, rimettendosi in piedi.

Si avvicinò ancora una volta al tritone, stavolta con maggiore cautela; gli occhi del tritone si strinsero, mentre questi continuava a fischiare e a cercare di allontanarsi.

Blaine camminò fino a lui e cadde sulle sue ginocchia.

<< Salve. >> ripetè, con un enorme sorriso impacciato sulle sue labbra << Hai bisogno di aiuto? >>

Il tritone smise di fischiare, ma i suoi occhi rimasero chiusi mentre aprì la bocca e fece uscire una serie di suoni melodiosi.

Blaine rimase in silenzio per un momento prima di domandare: << Qual'è il tuo nome? >>

Altri suoni melodiosi.

<< Stai- stai parlando? >>

Questa volta i suoni sembravano molto più taglienti, anche se Blaine neanche se ne accorse; il ragazzino si avvicinò ulteriormente e disse con eccitazione: << Il mio nome è Blaine. >>

Il tritone rimase in silenzio.

<< Posso aiutarti?! Vieni, lascia che ti aiuti. >> Blaine chiuse il suo piccolo pugno attorno alla rete e tirò, liberando con successo il tritone dalla sua trappola.

Tutto rimase fermo nel tempo in cui la creatura mistica studiò Blaine, prima di tuffarsi improvvisamente nello stagno e nuotare via.

<< Prego! >> gridò Blaine con fare irritato, incrociando le braccia al petto.

Rimase in piedi e si ripulì i vestiti, preparandosi ad andarsene, quando sentì il rumore di uno spruzzo alla sua destra; il tritone era ritornato.

Faceva capolino dalla superfice dell'acqua, solamente i suoi occhi e le orecchie erano visibili e guardava Blaine sospettosamente.

<< Sei tornato! >> Blaine sorrise, strsciando verso il bordo della pozza.

L'ibrido utilizzò la sua coda per spingersi indietro, ponendo una certa distanza fra lui e Blaine; era ancora lì comunque, e Blaine lo prese come un buon segno.

Il bambino di otto anni si adagiò sul suo stomaco, prendendosi il viso fra le mani e scalciando innocentemente con le gambe.

<< Vorrei che tu sapessi ciò che ti ho detto. >> sospirò malinconicamente.

Con un colpo di coda il piccolo tritone se ne andò, per poi tornare indietro in un istante; nelle sue mani stringeva qualcosa che somigliava vagamente ad un' alga marina di colore dorato. Blaine lo guardò con espressione interrogativa, prima di strapparla dalle sue dita.

<< Cosa vuoi che faccia con questa? >>

Il tritone mimò il gesto di mangiarla, facendo storcere il naso a Blaine.

<< No, grazie! Ho già mangiato. >>

Cercò di restituirgliela, ma l'altro ragazzo non la prese.

Blaine sospirò e reclinò la testa all'indietro, mettendosi l'alga in bocca ed inghiottendola intera; iniziò ad emettere conati talmente forti- chiaramente esagerando - che quasi ignorò la voce cristallina che chiedeva piano: << Perchè mi hai aiutato? >>

<< Riesci a parlare adesso! >> esclamò Blaine, avvicinandosi così tanto alla pozza che quasi vi cadde dentro.

<< No. >> il tritone scrollò le spalle << Sei tu che.. riesci a capirmi adesso. >>

<< Bene. Qual'è il tuo nome? >> domandò Blaine, senza sprecare altro tempo.

<< Non sei in grado di pronunciarlo. >> disse semplicemente il tritone, galleggiando sulla sua schiena.

<< Un soprannome, allora! >>

<< .. Kurt. >>

<< Kurt. Okay, Kurt. >> il volto di Blaine si illuminò << Kurt, sei veramente bello! >>

Kurt arrossì e si immerse sott'acqua, per raffreddare le sue guance in fiamme; quando riemerse, Blaine era ancora lì, che aspettava pazientemente il suo ritorno.

<< Gr- grazie. >> disse timidamente Kurt.

<< Nessun problema. >> ribattè Blaine << Posso chiederti una cosa? >>

Il tritone aggrottò le sopracciglia e scosse la testa: << Non fino a che non ti avrò chiesto prima io una cosa. >>

Blaine annuì ansiosamente.

<< Sei...sei un umano? >>

Il ragazzo dagli occhi color nocciola aggrottò le sue sopracciglia in un espressione di confusione, perchè sul serio, che razza di domanda era quella?

<< Certo che lo sono, sciocco! Che altro potrei essere? >>

Kurt scrollò le spalle con nonchalance, abbassando lo sguardo.

<< Ho pensato che magari tu fossi un elfo o qualcosa di simile. >>

<< Perchè un elfo?! >> Blaine ridacchiò, mettendosi a sedere in modo tale che i suoi piedi fossero penzoloni nella pozza.

<< Perchè...perchè il mio papà dice che gli umani sono cattivi. E tu non sei cattivo. Per cui è impossibile che tu sia un umano. E anche.. >>

Kurt si adombrò e arrossì nuovamente, portando le sue piccole mani con le dita palmate a coprirsi la bocca. Era come se stesse cercando di contenere tutto ciò che avrebbe voluto far uscire.

Blaine inarcò le sue sopracciglia triangolari.

<< Cosa? " E anche", cosa? >>

Guardava Kurt con espressione di aspettativa, aspettando che concludesse la frase. Kurt guardò in alto, in basso, a sinistra, a destra, ovunque tranne che negli occhi di Blaine.

<< Niente. Non importa. Tu non sei un umano, tu sei un elfo. >>

Blaine tirò fuori la sua lingua e si mise a calciare con un piede, gettando uno sprizzo d'acqua addosso a Kurt.

<< Hey! >> Kurt tartagliò, guardando male Blaine << Ouch! Forse sei un umano. >>

<< Se io sono un elfo, allora tu sei un vampiro. >> rispose quest'ultimo, battendo leggermente i suoi denti.

Kurt utilizzò la sua coda per schizzare Blaine a sua volta, infradiciando completamente il ragazzo.

Blaine rise, asciugandosi l'acqua dagli occhi.

<< Mi piaci, Kurt. >> disse semplicemente.

Gli occhi del tritone si spalancarono.

<< Mi piaci anche tu, uh.. >>

<< Blaine. Il mio nome è Blaine. >>

<< Mi piaci anche tu, Blaine. M-ma non dovrei. >>

Blaine reclinò la testa.

<< Perchè?! >>

<< Perchè mio papà ha detto che Sirene e Umani non possono piacersi. >>

Il ragazzino riccioluto ascoltò attentamente, con espressione pensierosa. Infine disse acutamente: << Beh, tu mi piaci e io ti piaccio. Per cui Sirene e Umani devono essere in grado di piacersi a vicenda. Tuo papà deve essersi sbagliato. >>

Kurt non sembrava convinto.

<< Se questo ti fa sentire meglio >> rettificò Blaine << Perchè non diventiamo amici segreti? >>

<< Amici segreti? >>

<< E' come dire che siamo amici. Ma non lo sa nessuno. Solo tu ed io. E' questo che lo rende un segreto! >>

Kurt sembrava ancora piuttosto dubbioso, ma quando guardò negli occhi di Blaine e vide quell'espressione speranzosa, capì che non sarebbe stato in grado di respingere l'idea del ragazzo.

<< Va bene. >> disse con riluttanza << Saremo amici segreti. >>

Blaine battè le mani in segno di gioia e sembrò essere pronto per tuffarsi nella pozza assieme a Kurt.

<< Kurt! Posso farti la mia domanda adesso? Beh, una delle mie domande?! Ne ho un sacco. Non sono mai stato amico segreto con un tritone prima. >>

Kurt si avvicinò a Blaine, appoggiando le braccia alla roccia che sporgeva e poggiando poi la sua guancia contro di esse.

<< Sì, chiedimi qualsiasi cosa. Ma devi promettermi che anche tu risponderai alle mie domande. >>

<< Ok, lo prometto. Quanti anni hai, Kurt? >>

<< Oh, penso di essere piuttosto giovane! Tu non lo sei?! ** >>

<< Sì, ma è questo il modo in cui si formula la domanda! Non possiamo certo chiedere "Quanto sei giovane?!" Dimmi solamente qual'è la tua età. >>

<< Immagino di essere al mondo da otto anni. >>

<< Anche io! >>

E così iniziò la loro amicizia segreta. Passarono una frazione di tempo che avrebbe potuto benissimo essere ore in quella grotta***, facendosi domande a vicenda, scherzando, iniziando a conoscersi l'un l'altro.

Kurt raccontò a Blaine di suo padre, delle altre sirene, di casa sua. Blaine avrebbe voluto parlargli della sua vita famigliare, avrebbe davvero voluto, ma si accorse che non aveva molte storie felici da raccontare sui suoi genitori.

<< Ricordi quando hai detto che tuo papà non sarebbe stato felice di sapere che ti trovavi qui? >> domandò Blaine, dopo che era passato un po' di tempo.

Lui e Kurt erano sdraiati l'uno accanto all'altro guardando le stelle, visibili a causa della strana struttura della grotta. Dopo che Kurt aveva deciso che poteva fidarsi di Blaine, era uscito fuori dalla pozza d'acqua e si era adagiato vicino a lui.

Aveva spiegato al curioso ragazzo dagli occhi nocciola che c'era un tunnel sott'acqua che aveva scoperto poco prima quel giorno, il quale portava da quella pozza direttamente nell'oceano; stava esplorando allegramente la pozza di quella cava quando era stato catturato da quella rete da pescatori ed era riuscito a gettarsi su quella roccia sporgente grazie all'aiuto di un' onda, nel momento esatto in cui Blaine era arrivato.

<< Sì?! >> mormorò Kurt, accoccolandosi di fianco a Blaine.

<< Beh, mio papà...anche lui si arrabbierebbe. >>

<< Perchè?! >> il piccolo tritone lo guardò pigramente, sbattendo lentamente i suoi profondi occhi blu.

<< Perchè.. perchè non gli piace quando sto così vicino ad altri ragazzi. >> indicò verso il basso, in dierezione dei loro corpi, dove non vi era rimasto neanche un briciolo di spazio fra di loro << Beh, forse non se ne preoccuperebbe così tanto, perchè sei un tritone, eppure.. >>

<< Non capisco. >> piagnucolò Kurt.

A casa sua, le sirene erano solite stare molto vicino fra di loro, continuamente; se passavono solamente il loro tempo a parlare, se ne stavano raggomitolate assieme e giacevano per terra. Era semplicemente una loro abitudine, non aveva niente a che vedere con il sesso.

Anche se - ad essere onesti - per quanto per la maggior parte delle sirene fosse così, a Kurt non sembrava altro che qualcosa di estremamente naturale starsene accoccolato vicino a Blaine, se non per il fatto che si trovava fuori dall'acqua e con un umano. Tranne che per questo.

<< Neanche io, veramente. >> confessò Blaine << Ma mio papà si arrabbia moltissimo quando sono vicino ad altri ragazzi. Papà si arrabbia sempre.. >>

<< Mio papà non si arrabbia mai. >> rispose Kurt orgogliosamente << Beh, in ogni caso non si arrabbia mai con me. >>

Dopo un breve silenzio, Kurt disse praticamente in un sussurro: << Mi piace stare vicino a te in questo modo, Blaine. Però, se tu non vuoi fare arrabbiare tuo papà, possiamo allontanarci. >>

Blaine sembrò assolutamente inorridito.

<< Stai scherzando?! Mi piace tutto questo! >>

Portò le sue braccia attorno al tritone e lo strinse forte a sè in un abbraccio, facendogli emettere un gridolino.

<< Piace anche a me. >> sorrise Kurt << Ma devo andare adesso. Quest'aria sta facendo spellare la mia coda e poi sono via da diverso tempo. >>

<< Oh, Okay. >>

Blaine sembrava così avvilito, allora Kurt prese la sua mano e domandò dolcemente: << Posso rivederti domani? E dopodomani? >>

La mano di Kurt era impossibilmente morbida, e la tessitura fra le sua dita provocava lui una strana sensazione, ma Blaine non potè fare a meno di sentire quanto questa appartenesse alla sua.

<< Domani. >> confermò Blaine << E dopo domani. Stessa ora?! Al tramonto? >>

<< Sì.. uh, Blaine?! >>

Kurt guardò la pozza nervosamente, la quale sembrava essere estremamente lontana.

Senza dire un'altra parola, Blaine prese in braccio Kurt come si farebbe con una sposa, trasportandolo per la breve distanza fino alla pozza e adagiandolo in acqua senza fare troppe cerimonie.

Quando Kurt riemerse, sembrò leggermente imbarazzato.

<< Non dovevi... ero pesante? >>

<< Niente affatto! >> mentì Blaine. A dire il vero, aveva avuto per tutto il tempo il terrore di farlo cadere << Ci vedremo più tardi! >>

Con queste ultime parole lo salutò e si voltò per andarsene, ma non prima che Kurt potesse chiamare un ultima volta il suo nome.

<< Blaine?! >>

<< Sì?! >>

<< E' solo che... voglio dire... anche tu. Anche tu sei bello. >>

E con un colpo di coda, il tritone se ne andò.




NOTE DELL'AUTRICE:   Allora, spero che questa storia vi piaccia... e no, Kurt e Blaine non rimarranno bambini per tutta la fan fiction e sì, è possibile che un bambino di otto anni riesca a 
portare in braccio un altro bambino della stesse età.

Inoltre, mi dispiace se Kurt e Blaine non appaiono molto come due bambini; sto facendo del mio meglio qui! :)


NOTE DELLA TRADUTTRICE:  * Il termine americano è "To take something as face value", letteralmente "prendere tutto come valore facciale", il cui senso è esattamente quello di "valutare all'apparenza"

** Qui ho avuto qualche problema, in q uanto in inglese la domanda di Blaine sarebbe "How old are you", che presa letteralmente starebbe per " quanto sei vecchio" e per questo Kurt dice di non essere affatto vecchio; ovviamente la traduzione corretta è "quanti anni hai", in questo modo però non è possibile rendere il gioco di parole in italiano.

*** Testualmente la traduzione sarebbe "trascorsero quello che sembrava essere ore" e non mi piaceva affatto, per cui ho provato a renderlo con un'altra perifrasi.

Beh, che dire...io ho scoperto questa fan fiction grazie ai disegni dolcissimi di Muchacha su Deviantart e leggendola su fanfiction.net me ne sono innamorata!! Spero di riuscire a tradurla in maniera più o meno soddisfacente e farla apprezzare anche a voi! :) 

  
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