Avrei solo voglia di stare con te.

di Sunflower91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno. ***
Capitolo 2: *** Due. ***
Capitolo 3: *** Tre. ***
Capitolo 4: *** Quattro. ***



Capitolo 1
*** Uno. ***


La vide.
Su due volti diversi si aprirono due sorrisi gemelli. Quel freddissimo giorno d’inverno venne istantaneamente scaldato dagli sguardi complici, i passi, l’abbraccio.
Intorno a loro, silenzio. La neve cadeva leggera, rendendo il paesaggio candido e ovattato. La città scorreva velocissima, ignara di quello scontro gioioso, di quel ricongiungimento inaspettato.
Lei si staccò, creando il giusto spazio tra i loro corpi, tanto da permetterle di guardarlo negli occhi e sorridere.
“Ciao.”
Lui non riuscì a resistere. Il movimento di quelle labbra così morbide lo ipnotizzò, guidando la sua bocca verso di esse.  Un bacio morbido, dolce, desiderato.
Non lo glielo disse parlando, ma i suoi occhi parlavano per lui, così come le sue mani che la stringevano a sè, e il naso che sentiva il profumo dolce della sua pelle. “Mi sei mancata.”
Si abbracciarono a lungo, quasi per riempire il vuoto di quei giorni passati l’uno lontano dall’altra. Improvvisamente, stare insieme, stare vicini, stare a contatto, era la cosa meravigliosamente più naturale.
S’incamminarono insieme, sorridendosi in quella città grigia, ridendo di loro stessi, dei loro momenti, delle loro parole.

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Capitolo 2
*** Due. ***


Con un braccio le cingeva la vita.
Camminare in mezzo alla gente, con lei, così allegra, con quella felpa con le maniche tirate sulle mani, lo faceva star bene. Si sentiva vivo.
Lei era semplicemente serena. Non doveva pensare a come comportarsi, a cosa dire. Le cose venivano spontanee, senza intoppi. 
( Certo, senza intoppi fino a quando non realizzava che sentirsi così maledettamente bene era sbagliato: lui apparteneva ad un’altra, la sua vita era un’altra. Ma per qualche strano motivo quando stavano insieme il mondo acquistava un’altra luce, una luce speciale, che eliminava tutto il resto. )
Stavano così, uno a fianco all’altra, leggendo i titoli dei libri, dei film.
“Quello l’ho visto.”
Bastavano poche parole, bastava il suo dito affusolato che indicava un dvd, la sua piccola unghia colorata, bastava così poco per scatenare in lui la tremenda e sbagliatissima voglia di prenderla in braccio e portarla così, fiero, tra la gente.
Oh, it's what you do to me..

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Capitolo 3
*** Tre. ***


Sentì le mani di lui sulla sua pelle, spogliarla, spogliarla dei vestiti, spogliarla di tutte le sue difese.
Nuda, tra le sue braccia, lo guardò negli occhi. Non poteva essere più naturale così. Bocca contro bocca, i due sorridevano, continuando ad esplorarsi, a scoprirsi. Piccoli brividi caldi lungo le schiene, tocchi fugaci, tocchi espliciti, sospiri, il respiro di lei sul suo collo, i suoi occhi socchiusi.
Si attaccavano l’uno all’altra, con fame, con voglia, ma sorridendo, con dolcezza. Lei fece scorrere i polpastrelli sulla schiena di lui, sulle sue costole, lo sentiva.
Lui, semplicemente, la guardava. Niente di più. Guardava quegli occhi grandi, di tanto in tanto le scostava i suoi capelli morbidi dal viso. Era uno di quegli attimi perfettamente completi che non hanno senso se non in quell’istante. Non c’era un prima, non c’era un dopo, c’erano solo loro, lì, in quel momento.
Tutto era immobile e bellissimo, e andava bene così.

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Capitolo 4
*** Quattro. ***


Non poteva riuscirci.
La fissava in silenzio, senza parlare. Respiravano piano, tenendosi forte la mano. Le luci delle macchine illuminavano il viso di lei per un attimo, e lui si sentiva morire. Non poteva riuscirci, non poteva farcela. Salutarla equivaleva a tornare con un salto nella vita grigia di tutti i giorni, quella che s’era scelto, quella che scorreva inesorabile, senza di lei.
Certo, non era un addio. Ma non andava bene, non andava bene. Avrebbe voluto sentire il suo sapore per un’ultima volta, toccare la sua pelle per un’ultima volta, stringerla per un’ultima volta, ma comunque non sarebbe bastato. Avrebbe voluto rubare un pezzetto di lei, e portarselo dietro sempre, in ogni momento.
“Dobbiamo essere forti.”
La sua voce uscì quasi come un sussurro, flebile, per niente convincente.
“Stare qui a fissarci non.. non serve a nulla.”
Lui si limitava a osservarla silenziosamente.
“Non mi guardare così.”
Gli occhi di lui non si spostarono.
“Davvero..”

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