My daydream. di shesmara (/viewuser.php?uid=131734)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue. ***
Capitolo 2: *** Chapter 1. ***
Capitolo 3: *** Chapter 2. ***
Capitolo 4: *** Chapter 3. ***
Capitolo 5: *** Chapter 4. ***
Capitolo 6: *** Chapter 5. ***
Capitolo 7: *** Chapter 6. ***
Capitolo 8: *** Chapter 7. ***
Capitolo 1 *** Prologue. ***
A Linda,
perchè è sempre accanto a me nonostante tutto.
A Martina,
perchè mi fa sempre sorridere.
E a
quei tre fratelli del New Jersey, che mi hanno
insegnato a sognare.
PROLOGO.
11:11
esprimi un desiderio.
Mi
rigiro nel mio letto, senza riuscire a prendere sonno.
Che
cosa potrei desiderare? Tutte le cose che vorrei, sono
irrealizzabili. O almeno così credo. Mi viene solo in mente
un
desiderio, ma ho paura di illudermi.
11:11
segna ancora la luce verde della sveglia posata sul comodino alla mia
sinistra.
Forse
dovrei provare ad esprimerlo quel desiderio. Forse non è
così
irrealizzabile.
Chiudo
gli occhi, e davanti a me vedo la sua immagine. Capelli ricci,
perfettamente pettinati e ordinati, bocca a cuoricino, occhi piccoli
e neri così tanto profondi e misteriosi. Nicholas Jerry
Jonas. Ecco
il mio desiderio, o meglio colui che vorrei si accorgesse di me,
visto che per lui sono invisibile.
Per
lui sono solo la migliore amica sfigata del suo fratello sfigato.
Sono
quattro fratelli, i Jonas.
Il
più grande, Kevin, si è sposato da poco ed
è andato a vivere
dall'altra parte dell'America, insieme a sua moglie Danielle.
Non
ci ho mai parlato tanto con lui, perchè anche quando viveva
con la
famiglia non era praticamente mai in casa, sempre al lavoro oppure a
casa della fidanzata, ma l'ho sempre trovato un bravo ragazzo.
Sempre
disponibile, e gentile.
Poi
c'è Joe, il mio migliore amico.
Io e
Joe ci conosciamo dai tempi dell'asilo, due sfigati che sono
cresciuti insieme.
Siamo
sempre stati io e lui. All'asilo giocavamo sempre da soli nel
parchetto posto dietro alla nostra piccola scuola, e così
è
successo anche alle elementari, alle medie e persino ora al liceo,
ci ritroviamo sempre da soli a mangiare sul prato che da sul campo da
tennis. Da soli. Sembra che soffriamo di una strana allergia. Siamo
allergici al resto del mondo, o forse è il resto del mondo
che è
allergico a noi. Non siamo ancora sicuri sulla risposta, e forse non
lo sapremo mai. E' un po' come il quesito 'è nato prima
l'uovo o la
gallina?', ci sono diverse teorie, eppure non si potrà mai
sapere
con certezza.
Poi
c'è il piccolo Frankie, una peste che fa sempre scherzi a
qualunque
sfortunato gli capiti a tiro.
E
per ultimo c'è lui, Nicholas.
Nick
è tutto l'opposto di Joe. Popolare, sportivo e sempre
attorniato da
mille ragazze che farebbero di tutti per un'appuntamento con lui. E'
un divo nella nostra scuola. E' il tipico ragazzo strafottente, che
sa di essere bello e se ne approfitta.
Quando
chiede a qualcuno di passargli il compito, che lui non è
riuscito a
fare perchè troppo occupato a farsi qualche cheerleaders,
sotto il
suo naso arrivano decine di quaderni pronti e lui deve solo scegliere
da chi copiare.
A
mensa lui non fa la fila. Appena arriva passa davanti a tutti, e
nessuno gli dice niente.
Lui
è Nick, lui può fare tutto quello che vuole.
E'
patetica come situazione, eppure per qualche strano scherzo del
destino anche io sono caduta nella sua trappola.
Joe
lo sa. Lui sa tutto di me, e non ha voluto usare mezzi termini per
dirmi che sono senza speranze. Le possibilità che Nick si
accorga di
me sono uguali a quelle che Nemo aveva di ritrovare il suo
papà, con
l'unica differenza che Nemo era un cartone della Disney e doveva per
forza ritrovare il suo papà. Io non faccio parte di un film,
e non
ho migliaia di spettatori che aspettano la scena finale. La scena in
cui finalmente il ragazzo che amo si accorge che esisto e che mi ha
sempre amato, solo che era troppo cieco per rendersene conto. No,
questa è la vita reale.
Nella
vita reale Nick è il più bel ragazzo che conosca
e io, bhè sono
una semplice ragazza. Capelli lunghi e neri corvini, occhi
chiarissimi come il mare, bocca piccola di un colore rosa naturale, e
qualche lentiggine che si intravede nel mio naso.
Passo
abbastanza innoservata, con la mia pelle pallida, tra le ragazze
abbronzatissime della mia scuola. Mia mamma mi ha sempre detto che ho
una bellezza sottile, ma credo sia così sottile da essere
quasi
invisibile.
Mi
chiamo Arizona, porto il nome dello stato del sole perchè il
mio
bisnonno morì sulla nave Arizona, durante la seconda guerra
mondiale, la stessa nave che si vede nel film Pearl Harbor. Mio padre
mi ha dato questo nome per ricordare il nonno, un uomo coraggioso che
ha dato la sua vita per permettere un futuro migliore alla sua
famiglia.
Tutti
però mi chiamano Nixie. Mi diede questo soprannome la mia
sorellina,
Addison quando imparò a parlare. Il nome Arizona era troppo
difficile, e così preferì soprannominarmi Nixie.
E così, ora sono
abituata a farmi chiamare Nixie.
Tutti
mi chiamano così, tranne mia nonna che vuole pronunciare il
nome
della nave dove perse la vita suo padre, e i miei genitori che
preferiscono chiamarmi con il nome intero solamente quando ho
combinato qualche casino, e vogliono sgridarmi.
Riguardo
per l'ennesima volta la sveglia, con quei due numeri che non si
decidono a cambiare.
11:11,
forse il destino mi sta dicendo “non tirarti indietro,
esprimi
questo fottuto desiderio”.
Vorrei
che Nicholas Jerry Jonas si accorgesse finalmente di me, e si
innamorasse di me.
Fatto.
Espresso il desiderio. E ora magicamente si avvererà?
Mi
giro dall'altra parte, non voglio più vedere quella stupida
sveglia.
Stupida quanto me. Davvero ho pensato che esprimendo un desiderio, la
fata madrina l'avrebbe sentito e mi avrebbe aiutato. Stupida, stupida
e ancora stupida.
Chiudo
gli occhi, sperando di addormentarmi il prima possibile,
perchè mi
sono stufata persino io di ascoltare i miei pensieri.
E
finalmente prendo sonno.
Salve, ecco una
mia nuova FF. Mi è venuta in mente, guardando appunto
l'orologio che segnava le 11.11 ed esprimendo sempre lo stesso
desiderio, ogni volta che l'orologio segna due cifre uguali.
Era da tempo che volevo scrivere una FF sui Jonas Brothers,
perchè loro sono un pezzo importante per me, e riecheggiano
sempre nei pensieri, perciò eccola qua.
Sarà una FF molto corta, credo prologo, quattro capitoli, e
epilogo. Poi dipende tutto dalle recensioni e dalle idee che potrebbero
venirmi in mente, per ora ecco il prologo. Fatemi sapere cosa ne
pensate :) x
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Capitolo 2 *** Chapter 1. ***
CAPITOLO 1.
Apro
gli occhi, appena sento il mio cane che mi sta leccando tutta la
faccia.
“Buongiorno
anche a te, Stitch!”
Si,
il mio cane si chiama Stitch come il mostricciatolo del cartone, Lilo
e Stitch.
L'ho
chiamato così perchè quando i miei genitori lo
portarono a casa
stavo guardando proprio quel cartone e appena lo vidi mi
sembrò
uguale.
Lui
è la mia sveglia personale, viene sempre a chiamarmi il
mattino. Se
non mi sveglia lui, sono di cattivo umore per tutto il resto della
giornata.
Gli
faccio segno di salire sul mio letto, e lui con un rapido salto mi
raggiunge.
E'
piccolo di taglia, sembra un pastore tedesco, ma in miniatura e
perciò posso coccolarlo per bene. Do
una rapida occhiata alla sveglia. C'è il tempo per giocare
un po'
con Stitch, fare una doccia, colazione e poi mi verrà a
prendere
Joe, con il suo cartoccio.
Non
si può definire propriamente una macchina, ma visto che i
miei
genitori non mi vogliono far prendere la patente, perchè
sono
convinti sia un pericolo pubblico, mi accontento del suo mezzo.
“Arizona,
sbrigati! I pancakes sono caldi” mi grida mia madre dalla
cucina.
La
porta si apre, e spunta mio fratello “Hai sentito mamma? Devi
sbrigarti! Stitch, vieni con me!”
“Sta giocando con me, non
vedi sgorbio?”
“Ora
non più” chiude la porta con Stitch al suo fianco,
che trottola
con il muso alto, e il portamento fiero, è un piccolo
principino.
“Sei
odioso, Jonathan” gli grido a mio fratello. Devo avere sempre
l'ultima parola, altrimenti non sono soddisfatta.
E'
una piccola peste . Cinque anni, capelli biondi, magrissimo, quasi
uno stecchino. Mi sorprendo che ancora non sia stato spazzato via, in
qualche giornata di vento.
Ok,
è il momento di alzarsi e prepararsi. Mi aspetta una lunga
giornata
di scuola, tra verifica di spagnolo, interrogazione di matematica e
relazione sugli insetti in biologia. Ma ce la posso fare. E'
un giorno come tanti altri, dopotutto.
Apro
l'acqua della doccia, e aspetto che diventi calda. Amo fare la doccia
calda, quasi bollente. E' ottima per svegliarsi, per scacciare via i
pensieri e rilassarsi.
Il
getto dell'acqua mi bagna completamente e inizio a pensare.
A
chi posso pensare se non a Nicholas? Nessunissimo pensiero? Mi sforzo
di cercare qualcos'altro a cui pensare, inutilmente.
Inizio
a fare scommesse con me stessa su come sarà vestito oggi.
Maglietta
bianca, con il collo a V e attilata, jeans neri e converse. Ne sono
sicura.
Quasi
come sono sicura che quell'oca di Lucy le farà gli occhioni
da gatta
morta tutto il giorno, finchè non sarà riuscita
nel suo intento:
portarlo dentro il suo letto.
Mi
vesto velocemente, scegliendo a caso nel mio armadio. Un vestito vale
l'altro, perciò mi metto la gonna alta a fiori e la
camicetta
bianca. Abbino tutto a delle ballerine azzurre.
“Ciao
tesoro” mi saluta mia madre “ecco i
pancakes!”
“Buongiorno,
ne mangio solamente uno!” guardo l'ora, e mi accorgo di
essere in
ritardo.
“Allora
gli altri li posso mangiare io?” chiede mio fratello, e con
una
smorfia acconsento.
Sento
il clacson della macchina di Joe suonare appena fuori da casa.
“Arrivo”
urlo, come se potesse sentirmi.
Mi
infilo il giubbotto, mi do una rapida occhiata allo specchio ed esco
di casa.
Presentabile,
penso. Che non è per niente male, considerando che alcune
volte sono
uscita di casa pensando: -che cessa che sono- oppure -vatti a
nascondere- e questi modesti pareri sono tutti frutto della mia mente
disattata.
Mi
giudico sempre male, perchè almeno sono già
pronta al giudizio
degli altri che non hanno mai giudizi positivi. Lo so per certo
perchè passo la pausa pranzo a scuola con Joe a sparlare di
ogni
singola persona che passa davanti a noi.
“Ciao
bellezza” mi saluta Joe.
“Quando
ti deciderai a toglierti questi occhiali da nerd? Non ti servono a
niente e ti imbruttiscono soltanto” gli faccio presente.
Quanto è
bello prenderlo in giro.
“Glielo
dico sempre anche io” dice una voce alle mie spalle.
Una
voce che conosco bene, la sua voce. Mi giro,
esitante e
impaurita.
-Vatti
a nascondere, sei una cessa- mi dice la vocina stronza dentro di me.
“Ciao”
lo saluto, con un filo di voce. Così piano, che sono sicura
non mi
abbia nemmeno sentita.
Ha
la maglia bianca, i jeans neri, e le converse. Ci ho azzeccato, sono
quasi una maga.
“Ciao,
sono Nick” si presenta, facendomi un leggero sorriso, quasi
impercetteìibile.
Sento
che il mio viso sta per andare a fuoco.
Perchè
non mi sono truccata? Sembrerò un mostro, e Nick
starà già
pensando di scappare a gambe levate urlando per tutta la
città di
mettersi al riparo a tutti quelli che incontra.
“Si
lo so, io sono Arizona Chambers. Ma chiamami Nixie”
“Ok,
mi piace come nome, sai?”
Sento
Joe accanto a me, ridere divertito dalla scena comica che gli si sta
presentando davanti e così lo fulmino con un'occhiattaccia.
“E'
venuto con noi perchè la sua macchina si è
rotta” spiega.
“E
visto che Ryan non è potuto passare a prendermi sono venuto
con voi,
non ti dispiace vero?”
“Certo
che no, non è nemmeno mia la macchina, è di tuo
fratello!”
Stupida,
sei stupida. Che risposta era? Se volevo apparire un po' affascinante
e interessante con questa uscita sono risultata solo infantile e
anche un po' imbecille.
Lo
vedo però sorridere, divertito.
Quanto
è bello? Bellissimo. Ce l'ho a due metri di distanza e posso
persino
sentire il suo profumo. Annuso a pieni polmoni. Sono una maniaca, lo
so benissimo. E mi potrebbero arrestare per stalking ma non ci posso
fare niente.
“Come
stai?” mi chiede. Davvero gli interessa come sto?
Forse Dio
esiste davvero, penso.
“Bene,
e te?” cerco di sembrare il più calma e normale
possibile, ma
sento le mie gambe tremare e sono sicura che tra poco
sverrò. Nemmeno
fosse una rockstar, ma è così bello.
“Benissimo”
mi sorride.
“Non
darle fastidio” lo minaccia Joe.
Lui
fa una smorfia, è bellissimo.
In
questo preciso istante la mia testa è piena di farfalle
colorate,
che volano liberamente.
“Quanto
sei scemo?” chiedo al mio amico.
Risponde
Nick al suo posto “Tanto”
Scoppio a ridere, pessima mossa.
Joe
spegne la macchina, e Nick scende andando incontro ai suoi amici
palestrati e senza cervello. Lui almeno un cervello ce l'ha, anche se
fa finta di non averlo.
E'
tanto meglio di quello che da a vedere.
Ci
saluta con un cenno della mano, e io mi sento svenire.
“Hai
visto che sorpresa?” Joe ride.
Gli
tiro una manata sulla spalla “Stronzo, potevi anche
avvisarmi!”
“No,
è stato così divertente”
“Non
tanto per me. Me la segno questa, capito?”
Joe annuisce,
visibilmente divertito.
“Sei
stronzo!”
“E tu sei matta!”
“Siamo
perfetti l'una per l'altro allora” dico sarcastica.
Joe
mi abbraccia “Io sono troppo per te!”
“Nick
è troppo per me” sospiro.
“Ricominciamo
con la storia? Potrei registarti, dici sempre le stesse identiche
cose. Ma
cosa ci trovi in lui?”
“Non
lo so, so solo che è come se mi avesse stregata, e davanti a
lui mi
dimentico tutto e divento un'ameba.”
“Poetessa!”
“Stronzo”
gli ripeto.
“Attenta
con le parole, nanetta!”
“Ha
parlato Golia” scherzo, mentre entro in classe.
“Ci
vediamo dopo” mi saluta Joe, che va verso la sua aula,
dall'altra
parte del corridoio.
Davvero
sono stata in macchina con Nicholas Jerry Jonas? Davvero ci ho
parlato?
Ho
paura di pizzicarmi e svegliarmi da quello che mi pare poter essere
solo un sogno.
Salve bellezze (?) Ecco il
secondo capitolo, non c'è molto da dire, perciò
spero vi piaccia :)
Volevo ringraziarvi perchè già dal prologo la
storia è stata preferita da tre persone, e seguita da 2.
Significa tanto per me :')
Baci, Mara x
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Capitolo 3 *** Chapter 2. ***
CAPITOLO 2.
“Signorina
Chambers, vorrebbe ripetermi, a parole sue ovviamente, quello che
stavo spiegando?”
Mi
guardo intorno, un po' spaesata. Che lezione è? Chimica?
Arte? O
forse spagnolo? Non ne ho la minima idea, così cerco nella
classe
qualcuno che sia pronto ad aiutarmi, ma io non sono Lucy Johnson.
Nessuno ha voglia di suggerirmi, e farsi sgridare dal professore.
Giusto, il professore. Lo guardo e capisco che siamo nella lezione di
chimica, perfetto. E' già un passo avanti. Questo professore
non è
uno di quelli che fanno di tutto per metterti nei casini, ma se ti
vede che sei un po' tra le nuvole cerca subito di farti tornare a
terra, facendoti cadere dal tuo mondo fatato e magari sbattere il
culo pesantemente, così che tutti possono ridere alle tue
spalle e tu ti
sogni di perderti un'altra sua parola di nuovo.
Sorrido
timidamente, e faccio gli occhioni dolci, sperando di intenerirlo
“Mi
scusi, mi sono distratta un attimo!”
Lui
ricambia con uno sguardo severo “Me n'ero accorto. Sono
vecchio,
non stupido!” Gli occhi dolci non hanno funzionato,
dannazione.
“Prometto
che non succederà più, non mi farò
distrarre da niente e nessuno!”
“Ci
voglio credere per questa volta, giusto perchè non ho voglia
di fare
discussioni inutili!” L'ho scampata per questa volta, ma ora
devo
assolutamente stare attenta, non posso farmi distrarre.
Bussano
alla porta, sarà sicuramente la bidella che ci viene a
comunicare
qualche sciopero, al quale nessun professore parteciperà.
Invece non
è la bidella, è la mia distrazione. Perfetto, ora
come faccio? Non
devo farmi distrarre, semplice.
Ma
come? Devo pensare a qualcos'altro, tipo i ratti o la fame nel mondo.
E' inutile, Nicholas mi rende tutto più difficile. Sta
parlando con
il prof, chiedendogli se può spostare il compito programmato
nella
sua classe per il giorno seguente. Avranno mandato lui
perchè è
così carismatico, da riuscire a persuadere perfino il prof.
Newton,
o meglio zitello-mangia-ciambelle come lo chiama Joe.
Sento
il resto della classe chiacchierare delle loro cose, mentre noto che
Lucy sta facendo gli occhi dolci a Nick, che però non la
degna di
uno sguardo.
“Lo
so professore che questa verifica è importante, ma non
potrebbe
spostarla di una lezione soltanto? Ci serve un ripasso
dopottutto!”
sta implorando, mentre Newton non sembra cedere “E' un
desiderio
comune di tutta la classe fare bene questo compito, per poi non dover
recuperare tutti l'ultima settimana prima della fine del
semestre..”
Se
fossi io il professore non sposterei soltanto la verifica, non la
farei proprio fare, ma ammetto che io sono leggermente di parte. Solo
leggermente? No, completamente di parte, e infinitamente stupida. Credo
che stupida sia proprio l'aggettivo che mi descriva in questo
momento.
Stupidità
con un pizzico di illusione e un cucchiaio di pateticità ed
ecco la
ricetta per far venire una squisita Nixie, pronta da gustare.
“Ok,
Jonas rimandiamo questa santissima verifica, purchè tu
sparisca
dalla mia vista entro cinque secondi, volatilizzati!” dice
alla
fine il professore.
Nick
sorride “Grazie, parlo a nome di tutta la classe quando le
dico..”
“Via, Jonas, prima che cambi idea” fa un gesto con
la mano, e Nick esce dalla classe, dopo aver salutato Lucy con un
cenno della mano.
La
guardo, un po' infastidita, e mi accorgo che lei mi sta fulminando
lentamente con il suo sguardo da vipera. Che ho fatto? Che cosa vuole
questa volta la regina delle stronze? Sinceramente non mi interessa,
lei ha sempre qualcosa contro qualcuno.
Si
nutre solamente di insulti, contro i poveri malcapitati. E' un
vampiro vestito Chanel.
Stare
attenta per altri quaranta minuti è impossibile, ma alla
fine sento
la campana suonare e ringrazio tutti gli angeli del cielo per avermi
fatto uscire da quella classe che stava diventando la mia prigione.
Al
mio armadietto c'è Joe che mi aspetta “Ehi,
finalmente possiamo
tornare a casa! Com'è andata oggi?” mi chiede.
“Lo
vuoi sapere davvero?” lui annuisce, sorridente
“Sembrava non
finire più, voglio solo tornare a casa e dormire, dormire e
indovina? Dormire!”
“Ti potrei chiamare la brutta addormentata
nel bosco, allora!” scherza.
“Senti,
Joseph, dopo una giornata come questa non sono in grado di ascoltare
le tue squallide battute che fanno ridere solo te e pensare anche ad
un insulto appropriato, Joefar!” contrabbatto, mentre chiudo
l'armadietto e mi dirigo verso il suo cartocio.
“Joefar?”
“Si,
Joefar, come Jafar.. hai presente lo stronzo di Aladin? Ecco lui, sei
insopportabile come lui!” gli spiego, possibile che non
capisca mai
niente?
Lui
sbuffa “Sta arrivando il tuo Principe Azzurro” e mi
indica Nick,
che si sta avvicinando. Ha i rayban addosso, è Ottobre e
nessuno
sano di mente si metterebbe i rayban con il cielo completamente
nuvoloso, ma lui si. E non mi dispiace per niente, lo rende ancora
più bello.
-Sbattilo
al muro, ora- mi suggerisce la mia testa, e cerco in tutti i modi di
scacciare quel pensiero, che non è proprio l'ideale in
questo
momento.
“Ciao
Nixie, com'è andata la giornata?” mi chiede.
Mi
perdo nella sua voce, e poi, quando finalmente toglie gli occhiali,
anche nei suoi occhi.
Joe
prende la parola “Una merda, me lo stava dicendo prima di
quanto
noiosa e interminabile fosse!”
Nick mi sorride “Anche la mia,
non ti preoccupare.”
Ricambio
il sorriso, con quello che sono sicura sia una faccia da psicopatica
barra maniaca sessuale.
“Okay,
vogliamo salire in macchina e andare a casa oppure stare qua a
fissarci e sorridere per tutto il giorno?” chiede Joe.
“Andiamo,
và” dice Nick, e saliamo in macchina.
Mi
metto sul sedile posteriore, pessima idea. In questo modo i miei
occhi sono piantati su Nick, e anche con tutta la forza di
volontà
che posso avere non riesco a cambiare lo sguardo.
“Oggi
sono venuto nella tua classe, durante chimica. Te ne sei
accorta?”
Annuisco
“Si, mi hai salvata, sai? Il professore mi stava sgridando..
non
stavo proprio seguendo la sua lezione!” Faccio di tutto per
sembrare naturale e disinteressata.
“E
chi segue le sue lezioni? E' umanamente impossibile stare attenti a
quello che Newton dice, impossibile!”
Rido
“Hai ragione, ha il potere di rendere noiosa ogni cosa che
gli esce
dalla bocca. Joe lo chiama zitello-mangia-ciambelle, sai?”
“Finalmente
ti sei ricordata che esisto anche io, e non sono un semplice
taxista!”
“Davvero lo chiami così? E' carino come soprannome
e molto azzeccato” fa presente Nick al fratello. Sono
così diversi
tra loro. Un po' come il giorno e la notte, come lo ying e lo yang,
non si sono mai sopportati e credo che mai lo faranno.
“Non
sai molte cose, fratellino!” risponde Joe, leggermente
seccato.
Nick
non risponde, forse non ha voglia di litigare proprio ora.
Joe
ferma la macchina “Siamo arrivati dolcezza!”
“Grazie,
quant'è per il tassometro?” chiedo, divertita.
“Non
ti preoccupare, pago poi io” risponde il riccio, stando al
gioco.
Joe
sbuffa “Mi state dando sui nervi voi due, ciao Nixie ti
chiamo
stasera!”
“Ciao simpaticone!” lo saluto, facendogli una
linguaccia “Non so se vorrò rispondere al
telefono, visto che ti
do sui nervi!”
“Ciao
Nixie, ci si vede” mi saluta Nick.
“Ok,
ciao” rispondo flebilmente, ancora incredula di tutto quello
che mi
sta accandendo. Troppe cose insieme, nello stesso giorno non fanno
bene. Soprattutto se si parla di Nicholas Jerry Jonas.
Entro
in casa, e mi sdraio sul divano, esausta.
“Togliti
le scarpe o mi arrabbio” mi avvisa mia madre, e
così mi levo le
ballerine dai piedi “Come è andata oggi a
scuola?” mi chiede.
“Come
al solito, noiosamente noiosa ma in compenso ho parlato con
Nick!”
annuncio, soddisfatta.
Mamma
si ferma, e si viene a sedere vicino a me “Quel Nick? Il Nick
di
cui mi parli 25 ore al giorno, 9 giorni a settimana? Nick, riccio,
alto con lo sguardo sexy? Nick, il tuo futuro marito e padre della
tua numerosa prole? Quel Nick?” chiede.
“Si,
mamma lui. Nick Jonas!” Davvero ho usato tutte queste parole
per
descriverlo? Inizio persino a farmi paura da sola.
“Complimenti,
sono contenta per te, è un passo in più verso
l'altare” scherza
“e ora vai a fare i compiti che dopo devi pulire camera tua e
poi
anche la cucina!”
“Agli
ordini, sua maestà.”
Prendo
lo zaino, le mie scarpe e salgo le scale. Mi vibra il cellullare,
messaggio da Joe: re degli scemi mi ha chiesto il tuo numero,
posso darglielo?
Re
degli scemi? Chi è? Forse, non ci posso credere, Nick? Si,
può
essere solo il fratello odiatissimo.
Sono
morta e ora sono in Paradiso? Penso sia l'unica soluzione. Che bel
posto il Paradiso, dopottutto.
Rispondo
al messaggio: c'è bisogno di chiedere? Certo,
sottospecie di
forma primitiva!
Salveeee gente :) ecco il nuovo
capitolo! Spero vi piaccia, anche se personalmente lo trovo un po'
noioso.. ma è un capitolo di passaggio. Diciamo che serve
per far conoscere un po' meglio Nixie e Nick! Allora nel prologo avevo
detto che avevo pensato ad una FF molto breve, ma visto che vedo che
piace mi stanno sorgendo i primi dubbi, perciò chiedo a
voi.. volete ancora tre capitoli e la fine oppure la faccio un po'
lunga cambiando la storyline iniziale e rendendola più
approfondita? :) Inoltre ho capito che ad alcune persone piace anche la
coppia Joe e Nixie, allora quale coppia vi piace di più? E
anche i personaggi vi piacciono? :) Volevo assolutamente ringraziare
le cinque
persone che hanno favorito la mia storia, e le sei
che la seguono, significa tantissimo per me *-* E anche tutte le
recensioni, non sono abituata ahah. Ma potrei benissimo farci
l'abitudine *-* Fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio Mara. x
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Capitolo 4 *** Chapter 3. ***
CAPITOLO 3.
Io
amo la domenica mattina. L'ho sempre amata fin da quando era bambina
e mio papà mi svegliava venendomi a portare la colazione a
letto, e
non una colazione qualsiasi ma brioche francese, succo all'ananas e
un bel thè caldo, poi andavamo tutti insieme a messa e sulla
strada
del ritorno ci fermavamo a mangiare al ristorante nel centro della
città, chiamato Handy's. Non era molto difficile da trovare,
poiché
la mia città sfiora appena i cinque mila abitanti, e la
piazza
centrale è facilmente riconoscibile con la chiesa e il
grande
campanile bianco appena sulla destra, nell'angolo con High Street. Il
pomeriggio poi andavamo sempre in qualche posto nuovo, o al lago, o
ad un castello e nelle giornate piovose stavamo a casa sul divano e
guardarci un film noleggiato, ma non ci annoiavamo mai.
Ora
le domeniche non sono tante cambiate, papà viene ancora in
camera
mia con la brioche, il thè e il succo ma mi sveglia Stitch
con la
sua solita leccata, poi qualche volta andiamo in chiesa tutti
insieme, oppure vanno solo mamma con la nonna che abita proprio nella
casa accanto alla nostra, mentre io faccio i compiti e Jonhatan cerca
un modo per darmi fastidio, riusciendoci sempre.
Apro
un occhio, e guardo l'ora. Le 9.45, tra poco papà dovrebbe
venire in
camera mia perciò chiudo gli occhi e mi giro dall'altra
parte
cercando di riaddormentarmi, o almeno restare immobile
cosicchè
nessuno si accorga che sono sveglia e inizino ad urlarmi di portare
in giro Stitch o mettere in ordine la camera.
Mi
vibra il telefono, dannazione. L'intero piano potrebbe saltare in
aria.
Faccio
molta attenzione e mi alzo dal letto per andare a prendere il
cellullare che ho lasciato sulla srivania in punta di piedi.
Un
messaggio, sarà l'operatore telefonico come sempre.
Ciao,
mi ha dato il tuo numero Joseph, ti andrebbe di venire a fare
colazione con me? Magari alle 11 al bar di Lake Avenue? Baci, Nick.
Mi
sfrego gli occhi, e rileggo parola per parola con calma. Colazione,
con lui, 11, Lake Avenue, baci. Ma soprattutto Nick? Nicholas Jonas?
Okay, non devo farmi prendere dal panico.
Apro
la porta di camera mia e mi ritrovo papà con il mio vassoio
di
Winnie the Pooh e la colazione pronta “Ciao tesoro, cosa ci
fai già
in piedi?”
“Mi sono svegliata, perchè mi è
arrivato un
messaggio”
“Del
solito operatore telefonico, amore?” Il mio papà
è sempre stato
superprottetivo, e usa sempre nomignoli come amore o tesoro per
ricordarmi che sono la sua bambina. Sono sicura che anche se non l'ha
mai detto chiaramente io sia la sua preferita.
“No,
papà” rispondo “E' Nick Jonas, presente?
Chiede se posso andare
a fare colazione con lui.. posso vero?”
Papà
corruga la fronte “Nick, il fratello di Joe?”
“Si,
proprio lui.. allora posso si o no?” faccio gli occhi dolci,
so che
con lui questa tecnica funziona sempre.
“Okay,
va bene. Ma per l'ora di pranzo devi essere..”
“..da Handy's,
lo so papino. Grazie mille” e gli stampo un bacio sulla
guancia,
prima di precipitarmi in bagno.
Mi
faccio una doccia veloce, immaginandomi già tutte le
conversazioni
che potremmo affrontare, e raccomando a me stessa di non guardarlo
con il mio solito sguardo da stalker, ma cercare di essere il
più
naturale possibile.
Come
se fosse facile, con Nick Bellissimo Jonas.
Mi
stiro i capelli per cercare di definirli almeno un po', e poi mi
trucco.
Lui
è sempre abituato a bionde con tre chili di fard e con tanto
mascara
equivalente all'intero magazzino della Maybeline.
No,
io voglio essere diversa. Voglio essere naturale, spontanea e
soprattutto me stessa. Così decido di mettermi solo un po'
di
lucidalabbra, un filo di fard per dare un po' di colore alla mia
pelle color mozzarella, e un po' di mascara per risaltare i miei
occhi.
Mi vado a vestire, la parte più difficile, come sempre.
E' una colazione, ma anche una specie di appuntamento, no? E io non
sono abituata ad avere appuntamenti, se non con il dentista.
Dopo
varie prove, do una svelta occhiata all'orologio. Sono le 10.30,
dannazione sono in ritardo. Prendo i jeans a vita alta, e una
maglietta a pois, e poi i miei stivali marroni e scendo al piano di
sotto.
“Papino,
io vado.. allora ci vediamo dopo, ti voglio bene!” gli urlo
mentre
sto prendendo la borsa e la giacca dal guardaroba all'entrata.
“A
dopo tesoro, e stai attenta quando attraversi la strada!” si
raccomanda.
Se
si tratta di attraversare la strada dovrei ancora esserne capace, ma
quando si tratta di fare colazione con Nick allora non so cosa fare.
Mentre
cammino ci rifletto per bene, davvero sto andando al bar dove mi
aspetta Nick? Non è possibile, cosa vorrà da me?
Forse è uno
scherzo progettato con i suoi stupidi amici, e io l'ingenua vittima
che abbocca all'amo facilmente.
Dovrei
tornare indietro, ma le mie gambe non ne vogliono sapere e al posto
di rallentare sembrano andare ancora più veloci. Grandioso,
non sono
nemmeno in grado di controllare il mio corpo.
In
poco più di venti minuti sono davanti al bar, chiamato molto
semplicemente Break Cafè. E' un bel posto, i camerieri
simpatici e
il servizio ottimo.
Tutti
si rintanano in questo bar durante le fredde giornate d'inverno, per
una cioccolata, o in estate per un buon gelato. Per non parlare
quando c'è il Super Bowl e tutta la comunità si
riunisce per
guardarlo insieme, tifare la propria squadra e maledire l'altra.
Entro
nel bar, quasi sicura che Nick non sia ancora arrivato, quando lo
vedo seduto al tavolino al fondo, che mi sorride e mi saluta con un
braccio.
Mi
avvicino, un po' titubante, perchè mi aspetto un cartello
gigante
con scritto 'scherzo' e poi tutti i suoi amici che escono da sotti
gli altri tavoli e iniziano a ridere di me, la povera illusa. Invece
si alza solo lui e mi viene a dare un bacio sulla guancia, leggero ma
riesco a sentire il suo profumo, quel buonissimo profumo che sono
sicura si chiami 'fragranza dell'amore'.
“Ciao
Nixie” mi saluta, mentre sposta la mia sedia e fa cenno di
sedermi,
proprio da perfetto gentiluomo.
“Ciao..
Wow, che gentile che sei!” gli dico, sorridendo timidamente.
“Tu
sei molto carina invece!”
Faccio
di tutto per non arrossire, ma sento le mie guancie che vanno a fuoco
“Grazie, anche tu non sei niente male!”
Arriva
il cameriere proprio in quel momento, tempismo perfetto, forse mentre
ordiniamo le mie guancie riescono a spegnersi “Cosa vi
porto?”
Dopo
aver preso le ordinazioni il cameriere se ne va, promettendoci di
fare il più in fretta possibile.
“Allora
che mi dici, Nixie?”
“Non
saprei, non sono molto brava a parlare di me! Invece tu?"
Forse
se non mi fa complimenti riesco a sembrare abbastanza calma.
Lui
sorride, e io mi sento morire “Io? Sono stanco, sai? Gli
allenamenti di football mi stanno uccidendo, il coach vuole sempre di
più da me, perchè è convinto io sia
forte e sia il vero talento
della squadra e come se non bastasse ci sono le pressioni che
derivano da essere il quaterback!” spiega.
“Deve
essere difficile essere te, dopottutto nemmeno tu te la passi
bene”
sospiro.
Forse
ha ragione, non deve essere facile essere il più popolare
della
scuola, appena fai qualcosa di sbagliato o qualcosa che gli altri non
si aspettano da te, ti giudicano e sparlano di te, basta poco per
essere buttato via dal trono di cristallo.
“Non
lo so, so solo che vorrei essere qualcun'altro alcune volte, certo
non dico che non mi piace la mia vita. Ma alcune volte vorrei essere
invisibile”
“Alcune
volte non è bello essere invisibili, al tal punto che gli
altri non
si accorgono se stai male, o stai bene, e tu fai di tutto per farti
notare”
Lui
mi guarda, senza dire niente. Mi mette a disagio, perchè mi
fissa?
Si accorgerà di tutte le mie piccole imperfezioni,
così abbasso lo
sguardo.
In
quel momento arrivano le nostre brioche, e i nostri caffè,
espresso
per lui e macchiato per me.
“Che
buone queste brioche” boffonchia mentre ha la bocca piena.
“Non
te l'hanno insegnato che non bisogna mangiare con la bocca
aperta?”
e inizio a ridere. Nick prima mi lancia un'occhiattaccia e poi si
unisce alla risata.
“Cosa
c'è di tanto divertente?” chiede qualcuno.
Qualcuno
chi? Mi giro, e mi accorgo che è Lucy. Avrei dovuto
riconoscere la
sua voce da oca, ma che ci fa lei qui?
“Ciao Nick” si
avvicina, cercando di baciarlo sulla bocca ma lui prontamente si
sposta e lei lo bacia sulla guancia.
“Ciao,
che vuoi ora?” gli chiede Nick, visibilmente irritato dalla
sua
presenza.
“Niente,
ti ho visto e sono passata a salutarti” si gira verso di me
“e tu
saresti?”
“Una
persona, forse? Sono Arizona, e vengo in classe con te, se non
ricordi”
Lei
mi squadra dalla testa ai piedi, sicura che stia pensando -chi cavolo
sei tu che indossi stivali del mercato?-
“Forse
mi ricordo di te, ma non ne sono sicura.. Nicholas dopo vuoi
raggiungerci? Andiamo tutti a casa di Mike, sai ha la
piscina!”
“No,
preferisco passare per questa volta e ora puoi anche andare! Sai,
sono con Arizona e tu mi stai dando leggermente in testa,
ciao”
Lei
mi fulmina con lo sguardo “Ciao Nick, addio Texas”
dice, mentre
fa un'uscita di scena ad effetto.
“Scusala,
è senza cervello! Texas?! Come l'è venuto in
mente? E' solamente
un'oca, e sono stato scemo io ad uscirci insieme”
“Non mi
ferisce nemmeno, persone così valgono meno di zero per
me.”
“Dovresti darmi lezioni” dice.
“E
su cosa?”
“Su
cosa imparare a fregarsene degli altri! Vorrei essere tanto come te,
a te non interessa il parere degli altri, e vivi la tua vita molto
più tranquillamente!”
“Ti sbagli, mi interessa il parere
degli altri.. solo che sono brava a far finta non sia
così” gli
spiego.
Lui non dice niente, ma si alza e mi porge la giacca, e poi andiamo
verso la cassa
“Lascia, pago io.. altrimenti che razza di uomo
sarei?” mi dice,
sfiorando involontariamente la mia mano. Complimento e mano. Sento un
incendio in arrivo sulle mie guancie.
“Grazie”
gli dico timidamente, e Nick mi sorride.
Salve, ecco il terzo
capitolo. Non sapevo cosa scrivere, ma volevo aggiornare e
così ho buttato di getto questo specie di capitolo, lo so
non è niente di che, è un po' lungo e noioso, ma
non sapevo assolutamente cosa scrivere D: E' un capitolo dedicato solo
alla coppia Nick e Nixie, vi piace? Non so quando riuscirò
di nuovo ad aggiornare, perchè la scuola mi tiene sempre
impegnata e arrivo a casa la sera stanchissima e senza voglia di fare
niente.. perciò scusate in anticipo! Se volete che vi avvisi
quando ho postato un capitolo chiedetemelo pure su twitter, sono
@_lovenss :)
Grazie mille perchè questa storia è tra le
preferite di 7 persone, è ricordata da una e seguita da 9,
vuole dire tantissimo per me *-*
Baci, Mara x
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Capitolo 5 *** Chapter 4. ***
CAPITOLO 4.
“Nixie,
al telefono. E' per te” mi strilla mio fratello, dal piano di
sotto.
Scendo
di fretta le scale e prendo la cornetta in mano “Allontanati,
mostro” dico a Johnatan, e poi avvicino il cordless
all'orecchio
“Pronto, chi parla?”
“Indovina..”
“Non saprei proprio, dal telefono non riconosco bene le
voci..”
chi cavolo è? Non ho voglia di stupidi scherzi, che mi fanno
solo
arrabbiare, dopottutto oggi è domenica, e io amo la
domenica.
Soprattutto questa, visto che sono appena tornata a casa dopo un
pranzo con i fiocchi assieme alla mia famiglia, e ad una colazione
con i controfiocchi insieme a Nick.
“Okay,
te lo dico, ma solo perchè sono troppo buona!”
sbuffa la voce
dall'altra parte del telefono, e capisco immediatamente di chi si
tratta.
“Kimberly!”
esclamo, piacevolmente sorpresa.
“Alla
fine mi hai riconosciuta, eh?”
“Sai,
sei stata tradita dal tuo inconfondibile accento da ragazza
newyorkese!”
La
sento che rido dall'altra parte del telefono, e senza rendermene
conto inizio a ridere anche io “Si può sapere come
mai mi
disturbi?”
“Non
vuoi? Posso tranquillamente chiudere il telefono, non c'è
nessun
problema.”
“No,
potrei averli due minuti per te, come stai? E' tantissimo che non ti
facevi viva, e aspettavo da un giorno all'altro qualche lettera che
mi informava che eri stata investita da un taxi, oppure mangiata da
un topo di città” dico, mentre salgo le scale e
chiudo la porta di
camera mia.
Mi
sdraio sul letto, impaziente di sentire le storie, che so
già
saranno entusiasmanti, di mia cugina. Si, Kimberly è mia
cugina, ma
purtroppo abita dall'altra parte dell'America e ci sentiamo
pochissimo, e ci vediamo ancora meno.
Le
poche telefonate che ci facciamo durano come minimo un'ora
perchè ci
dobbiamo aggiornare sulla nostra vita. Solitamente è lei che
parla e
io ascolto ma oggi ho qualcosa da dire anche io, e non vedo l'ora.
“No,
per il momento riesco ancora a schivare i taxi, e non ho ancora avuto
incontri ravvicinati con i topi, che schifo!”
“In effetti non
sarebbe una bella morte.. allora come procedono i tuoi giorni lunghi,
interminabili e tristi senza la tua adorata cugina?” chiedo.
“Noiosi,
devo dire, mi manchi Nì.”
“Anche tu, tanto. Ma raccontami
qualcosa, non credo vorrai far pagare a zia una bolletta esorbitante
senza dirmi niente!”
“No, in verità no” fa una piccola
pausa, e si schiarisce la voce. E' un suo vizio, prima di iniziare a
parlare ci mette mille anni. “Bhè, mi sono
lasciata con Nate, ma
niente paura, non mi importa granchè”
Sia lodato Gesù. Non mi
piaceva per niente, fumatore incallito a soli 18 anni, con i capelli
lunghi fino alle spalle sempre luridi -almeno io li ho sempre visti
come un contenitore di olio viaggiante-, e un'aria da 'sono io il
più
figo di tutta l'America'.
“Mi
dispiace, vedi che troverai qualcuno di migliore. Chi non vorrebbe
uscire con Kimberly Johnson? Bella, simpatica, e con due tette da far
paura?” scherzo.
“Il
genere umano? Ma non mi importa, sto bene così” mi
rassicura “Tu
invece, adorata cuginetta, cosa mi dici?”
Le
racconto nei minimi particolari tutto ciò che è
successo con
Nicholas. Un po' perchè sono esaltata e ancora incredula, un
po'
perchè se facessi un piccolo resoconto non mi resterebbe
niente da
raccontare. Pensandoci bene non è successo molto, anche se
per me è
già tanto, considerando che fino ad una settimana non sapeva
nemmeno
della mia esistenza. Parliamo anche di molte altre cose, e quando
chiudiamo
la telefonata ci promettiamo di trovare un modo, nelle prossime
vacanze, di incontrarci. Anche se entrambe sappiamo non
succederà,
perchè non troviamo mai il modo, ma è
rassicurante farsi sempre la
solita promessa.
Dal
comodino prendo il libro e lo apro. Pagina 100, e devo arrivare fino
a pagina 324. E' un bel libro, ma non mi prende tanto. Forse
è
perchè me l'ha consigliato la scuola, e allora cerco di non
appassionarmi troppo. Non voglio che mi piaccia qualcosa su cui poi
dovrò fare un compito e avere un voto, che tanto non
supererà mai
la B- perchè secondo la prof io posso dare di più
ma non
approfondisco mai.
No, questo libro non è poi così
interessante.
“Strega,
c'è Joe” urla Jonathan. Solo la sua voce mi da sui
nervi.
Perchè
non posso essere figlia unica? Quando lui è a qualche festa
oppure
si ferma a dormire dal suo amico puzzolente Andrew io sto
così tanto
bene da sola con mamma e papà. Saremmo una famiglia
perfetto, anzi
lo eravamo finchè non è nato lo sbaglio.
“Sali,
Jonas” gli strillo, e in meno di un minuto vedo la maniglia
della
porta che si abbassa.
“Ciao,
strega. Bel nome che mi ha consigliato tuo fratello, è
così dolce”
si sdraia sul letto accanto a me.
“Si,
dolce come un dito non dico dove perchè io a differenza di
te non
sono volgare, plebeo” chiudo il libro, e lo riappoggio sul
comodino. Forse non è destino che io finisca quel libro, e
non posso
andare contro il destino.
“Allora
un uccellino mi ha riferito che sei uscita con Sir Nick dei Tonti,
come mai non lo sapevo?”
Lo
incenerisco con uno solo sguardo “L'uccellino ha per caso la
stessa
fisonomia di Sir Nick dei Tonti, il quale è tuo suddito, Re
Joe
degli Imbecilli?”
“Sei sempre più brava te con i nomignoli,
non è giusto” sbuffa Joe, facendo finta di essere
triste. Io
faccio spallucce, lo so che con me non c'è storia.
“ Comunque
proprio lui, e non tu, che dici di essere la mia migliore amica!
Forse credi che non sia un avvenimento degno di nota? Meglio
così”
“E'
assolutamente un avvenimento da segnare sul calendario, sottolineare,
e rendere ben visibile, ma tanto sapevo saresti arrivato a darmi
fastidio e volevo farti una sorpresa..” gli spiego.
“Le
sorprese non dovrebbe essere gradite da chi le riceve?”
“Non
sei contento per me?”
Rotea
gli occhi “Certo.”“Non
ne sembri molto convinto..”
“Sono contento, assolutamente. Ma
sai che non mi è mai piaciuto Nicholas, soprattutto per
te!”
Mi
metto seduta, in modo da vederlo meglio. Da capirlo meglio.
Che
sta dicendo? Certe volte non lo capisco proprio, non sembra per
niente contento. Non dovrebbe esserlo? Dopottutto sono la sua
migliore amica, e sa quanto io sbavi dietro a suo fratello.
“Lo
dici solo perchè è tuo fratello, ed è
scientificamente provato che
i fratelli non vadano d'accordo.”
“E' scientificamente provato
che Nick sia stronzo”
“Non incominciare. Non ho voglia di
litigare con te, proprio oggi. Non puoi far finta di essere contento
per me?”
“Infatti lo sono, non sono felice per quello che
potrebbe succederti se Nick continuasse a fare quello che sta
facendo.”
Si
mette seduto pure lui, le cose non stanno andando per niente bene.
Non
voglio litigare con Joe. E' il mio migliore amico, e ho bisogno che
ci sia lui che sia contento per me. Kimberly anche è
contenta, ma
lei non vale tanto.
E'
mia cugina, ed è dall'altra parte dello Stato. Appena chiudo
la
chiamata ognuno torna alla sua vita, e anche se io sono contenta per
lei, e lei per me, non cambia molto.
Ho
bisogno di Joe, che mi abbracci, mi rassicuri e faccia lo scemo. Come
sempre del resto.
“Okay,
starò attenta, promesso papino” gli dico, cercando
di trattenermi.
So che potrebbe scattare e arrabbiarsi da un momento all'altro.
Se
Joe ha un difetto, oltre a quello di essere incredibilmente scemo,
è
quello di arrabbiarsi facilmente, da un momento all'altro.
“Ok,
bambina mia, io lo dico per te” mi abbraccia forte, e capisco
che
anche lui è un po' nella mia stessa situazione. Non sa cosa
aspettarsi da Nick.
Nemmeno
io lo so. Perchè di colpo è interessato a me?
Quand'è che si è
accorto che esisto? Che cosa gli frulla nella testa? Non lo so, ma di
una cosa sono sicura: Joe sarà sempre al mio fianco. Sono
fortunata
nella mia sfigataggine, perchè ho un amico come Joe. Pazzo,
demente, testardo, suscettibile, ma soprattutto sincero.
“Allora
vuoi un po' di torta fatta da mia nonna?” chiedo.
“Quella
ai mirtilli?”
Annuisco
“Proprio quella!”
“Non dovresti nemmeno chiedermelo, certo
che la voglio!”
Ci
alziamo dal letto e facciamo la gara per chi arriva primo in cucina.
Forse
anche io non sono così tanto matura come sembro, oppure
è la
vicinanza con Joe che mi rende scema. Mi sta contagiando.
“Primo”
urla, sedendosi nel posto che solitamente è di mio fratello.
Io
scoppio a ridere, capendo che Joe ormai è un caso perso.
Vi
prego di risparmiarmi e non uccidermi ancora per questo capitolo. A mia
difesa posso dire di sapere che fa schifo, ma non avevo altre idee in
mente, e volevo andare avanti con la storia e questo è
quello che mi è uscito. Mi scuso.
Ok, ho introdotto il personaggio di Kimberly in questo capitolo. Come
vi è sembrata?
E Joe e Nixie? Fatemi sapere, perchè anche se so che fa
schifo il capitolo mi fa sempre piacere leggere le vostre recensioni
<3
|
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Capitolo 6 *** Chapter 5. ***
CAPITOLO 5.
Poso
una mela sul mio vassoio pieno di schiffezze che solo la mensa
può
dare, e poi alzo lo sguardo per vedere dove si è messo Joe.
La
mensa è gremita, come ogni martedì pomeriggio, e
c'è tanto, anzi
troppo rumore.
Tutti
che urlano, cercando di farsi sentire dagli altri, sembra di essere
in uno zoo e non all'interno di un refettorio scolastico.
Prendo
il vassoio e cerco quella testa di merluzzo prima dentro, e poi
fuori, cercando in tutti i modi di non far cadere il mio buonissimo,
si fa per dire, pollo con qualche salsa sconosciuta e le mie patatine
fritte, ormai fritte un milione di volte.
Vedo
un ragazzo che si sta sbracciando e capisco che può essere
solo una
persona: Joseph, e così lo raggiungo, facendo slalom tra i
mille
tavoli che riempiono il grande salone della mensa. E' fuori, seduto
su un tavolino piccolo, giusto per due persone, perfetto per noi.
“Dovremmo
fare una petizione per far cucinare a quella baffuta della cuoca
qualcosa di commestibile, non fa bene per la nostra salute!”
“Disse
quello che si mangia chili e chili di caramelle!” gli faccio
notare, mentre mi sedevo. Joe
si limita ad apostrofare una smorfia,
che non è nemmeno delle migliori tra tutte quelle che ha nel
repertorio di 'faccia da pirla' quale è, ma mi accontento.
“Oggi
devo restare a scuola fino alle cinque!”
Lo
guardo sorpresa, si vuole suicidare per caso? Perchè stare a
scuola,
o meglio nella prigione, fino alle cinque equivale a morte certa.
“E
come mai?”
Lui sbuffa, e capisco che forse lo costringono a
stare a scuola. Lo vogliono torturare? Sa qualcosa che non dovrebbe
sapere? Forse verranno degli agenti in borghese, che poi si
riveleranno essere della CIA o del FBI e di Joe rimarrà solo
il
ricordo.
Ok,
forse sono un po' melodrammatica, e viaggio troppo con la mente, ma
non mi dispiace affatto. Magari un giorno diventerò una
famosa
sceneggiatrice.
-Stai
di nuovo viaggiando con la mente, stupida.- mi ricorda il grillo
parlante che vive nella mia testa.
“Una
stupida ricerca di storia, che devo consegnare entro sabato e devo
fare con Will, hai presente brufolone?”
Rido,
perchè mi rendo conto che noi diciamo tanto di Lucy e le
Barbie, ma
poi anche noi ci diamo da fare per quanto riguarda prendere in giro
le persone.
Siamo
terribili, ma forse è solo un modo per nascondere le nostre
insicurezze.
“Ho
presente, allora buona fortuna amico.” lo saluto, mentre mi
dirigo
a buttare il mio pranzo, praticamente ancora intatto. E'
immangiabile, eppure sono sicura che anche domani ci sarà
pollo e
patate. Rabbrividisco all'idea che la signora baffuta, la nostra
cuoca, raccolga tutto il cibo avanzato e lo spacci per 'appena
cucinato'. Che schifo, questa scuola dovrebbe chiudere solo per il
cibo scadente.
Mi
avvio verso la classe di sociologia, corso facoltativo che mi ritrovo
a frequentare per ottenere crediti extra. Il professore non spiega
mai niente, eppure la partecipazione è obbligatoria.
Faccio
un bel respiro, ed entro nell'aula 120, pronta, o quasi, per una
lunga ora e mezza di sofferenza.
Guardo
l'orologio, come un grassoccio guarda una ipercalorica fetta di torta
sperando che il tempo passi più velocemente del solito,
sperando che
magari l'orologio sia timido e, messo in imbarazzo dal mio occhio
vigile e puntato sul bersaglio, si sbrighi e magari salti qualche
secondo, o addirittura qualche minuto.
Non
succede, ma in compenso oggi il professore si è deciso a
spiegare
qualcosa di interessante e la lezione scorre abbastanza velocemente.
Quando
la campanella suona tiro un sospiro di sollievo ed esco immediatamente
dalla
classe.
Voglio
andare subito a casa, e visto che non ho Joe che fa da taxista,
dovrò
andare a piedi, perciò è meglio se faccio in
fretta.
Al
mio armadietto prendo la giacca, poso il libro di sociologia che
tanto non mi serve portare a casa, e dopo aver controllato di aver
preso tutto, lo chiudo.
Davanti
a me si materializza l'ultima persona che penserei si potesse
materializzare davanti al mio e sottolineo mio armadietto: Lucy.
La
guardo senza dire niente, perchè so perfettamente che lei
è venuta
per dirmi qualcosa, perciò aspetto in silenzio che da quella
sua
bocca sputi fuoco su di me.
“Okay,
sarò breve e concisa perchè non ho voglia di
stare troppo vicino a
te. La tua mediocrità è contagiosa, e non vorrei
prendermi il
virus, sai com'è.. io ho una vita!” inizia, con la
sua vocina
stridula e fastidiosa.
Che
vuole allora dalla mediocre Arizona? “Allora sbrigati!
Perchè devi sapere che con
il virus della mediocrità si può morire, se non
vaccinati!” E'
più forte di me, non riesco a non risponderle a tono.
Lucy
mi guarda dal basso verso l'alto e dopo aver fatto una smorfia
disgustata ricomincia a parlare. “Sia ben chiaro che Nick
è mio,
capito? Non ti illudere, perchè lui non ti vuole e anche se,
per
qualche strano scherzo del destino, ti volesse io farei di tutto per
riprendermelo perchè è troppo per te. Ti faccio
solo un favore, mi
capisci? Non voglio che tu ti illuda, e che magari il tuo piccolo e
tenero cuore si spezzi, ma tieni presente che se tu mi darai
fastidio, io renderò la tua vita un infermo, okay?”
Quanto
cattiveria può contenere un corpo taglia 38? Tantissima, ma
a me non
fa paura. Dopottutto in ogni storia si rispetti la malvagia muore
sempre, magari annegata, investita oppure rimane paralizzata e
costretta a passare il resto dei suoi giorni in un letto d'ospedale.
Non sarebbe una brutta fine per Lucy, considerando quanto sia
stronza.
“Sei
gentilissima, farò di tutto per non metterti i bastoni tra
le ruote,
o meglio tra le gambe. Tanto ci pensa già tutta la scuola a
metterti
qualcosa, e non specifico per non essere volgare, tra le gambe. Addio
Ursula.”
Lucy
mi guarda, senza riuscire a dire niente, e io le sorrido
beffardamente prima di girare i tacchi e uscire dalla scuola.
E'
sempre bello vedere le persone che non sanno cosa dirti, e se ne
stanno in silenzio come pietrificate.
Cammino
a passo spedito, perchè non vedo l'ora di togliermi queste
ballerine
ammazza-piedi e sdraiarmi sul mio letto comodissimo, il mio vero e
unico amore.
Pensandoci,
Ursula però non ha tutti i torti.
Nick
è davvero interessato a me? Questa domanda mi tormenta, in
continuazione, e quello che mi tormenta di più è
che non so darmi
una risposta. E io odio non sapere le risposte. Con il tempo si
vedrà, non serve niente crogiolarsi tra i dubbi,
perciò cerco di
pensare a qualcos'altro.
Non
faccio in tempo però che sento la voce di Nick chiamarmi e
appena mi
giro lo vedo che sta correndo verso di me. Dannazione, che
vuole?
Certo, non mi dispiace per niente che mi cerchi, e amo il suono
della sua voce, ma cosa vuole? Appena cerco di non pensare a lui,
eccolo che arriva. Mi stai prendendo in giro, Dio, destino, karma o
qualunque nome tu abbia?
“Ciao,
che ci fai qui?” chiedo, cercando come sempre di apparire il
più
disinteressata e spontanea possibile.
“Anche
a me sarebbe stato comodo un passaggio da Joe, e visto che non
è
possibile ho pensato che saresti tornata a casa da sola, e
perciò mi
sono detto: perchè non tornare a casa insieme?
Sempre che non ti
dispiaccia, naturalmente!”
“Certo
che non mi dispiace, almeno se qualcuno vorrà rapirmi ci
sarai tu a
salvarmi, giusto?” dico, e subito dopo me ne pento. Che
battuta
squallida era?
Molto simile a quelle che fanno aspiranti
cabarettisti, che si aspettano le risate generali mentre nella sala
si sente solo il rumore dei respiri e magari di qualche cavaletta.
Nick,
però, ride. “Ci puoi contare!”
Passeggiamo,
un po' più tranquillamente di quanto io stavo camminando
prima, e
arriviamo a casa mia dopo mezz'ora passata a chiacchierare, scherzare
e scambiarci battutine. Il tempo vola con Nick, e strano ma vero
tutto l'imbarazzo che provavo quando ero in sua compagnia sembra
essere quasi del tutto passato.
Quasi,
perchè un po' ne rimarrà sempre. Dopottutto lui
è Nick, e io bhè,
sono Nixie.
“Eccoci
arrivati a casa!” dico, indicando la mia villetta a due
piani,
color panna.
“Forse
te l'ho già detto ma hai una bella casa!”
Sorrido timidamente.
“Grazie, anche la tua non scherza comunque!”
Vedo
uscire dalla porta mia madre, e divento color paonazza. So
già che
mi metterà in imbarazzo. Non lo fa apposta, ma ha questo
speciale
potere di mettermi sempre in imbarazzo, dicendo cose insensate o cose
abbastanza stupide.
Mi preparo per la pugnalata che sono sicura
sto per ricevere.
Nick
però sorrido a mia madre, e con un cenno della mano la
saluta.
“Buongiorno signora Chambers.”
Mia
madre ricambia il saluto, senza dire troppe parole ma con un semplice
“Salve.”
Meno doloroso di quanto pensavo.
“Allora
meglio che vada, ci vediamo in giro.” Mi saluta Nick, dandomi
poi
un bacio sulla guancia.
Okay,
sono più rovente di un forno acceso a 180°.
“Ci vediamo, Nick.”
dico, e poi corro in casa, mentre mia madre mi lancia uno sguardo
d'intesa.
Salve popolo (?)
Ecco il quinto capitolo, scritto di getto perchè volevo
pubblicare, e perciò mi scuso in anticipo se p uscito una
schiffezza D: Volevo dirvi che Nixie per me ha il volto di Alexis
Bledel in 'Quattro amiche e un paio di jeans', presente?
Come sempre volevo ringraziare tutte le persone che leggono questa FF e
la recensiscono <3
E anche quelle 7 persone che l'hanno messa tra i preferiti, quella che
l'ha messa tra le ricordate e le 10 persone che l'hanno
inserita tra le seguite. Significa tantissimo per me, davvero
<3
Fatemi sapere anche cosa ne pensate di questo capitolo, un bacio Mara x
|
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Capitolo 7 *** Chapter 6. ***
CAPITOLO 6.
“Allora
vieni? Si, o no?” mi chiede mia madre.
Sbuffo,
poi mi alzo dal divano e accetto. “Va bene, tanto non ho
niente di
più entusiasmante da fare.”
“Passare un pomeriggio con tua
madre è più che entusiasmante, è come
andare ad un concerto rock.”
E poi inizia a fare la finta cantante rock, suonando una chitarra
invisibile e incitando la folla che in realtà è
solo nella sua mente.
Mi
sta abbastanza simpatica, tutto sommato, perchè si deve
rendere
ridicola?
Mi guardo allo specchio, un totale disastro, così mi
faccio una treccia che ricade sulla spalla destra. Sempre brutta, ma
almeno non un totale disastro.
Okay,
sono pronta. Dopotutto devo solo andare ad un mercatino dell'usato al
quale mamma ci tiene particolarmente fare un giro, e così ho
accettato; soprattutto perchè più che chiedermi
se volessi andare a
no, mi stava implorando. Ci mancava davvero poco e poi sarebbe
strisciata ai miei piedi con le mani congiunte, e magari aggiungendo
qualche lacrima sempre ad effetto. Io però ho preferito
evitare
queste scene da soap-opera ed eccomi ora che mi ritrovo in macchina
verso questo mercatino dell'usato.
“Quello
che ti ha portato a casa due giorni fa era Nick, giusto?”
Aspettavo
questa chiacchierata da quando mamma ha visto Nick sul nostro
vialetto di casa, ed ora è arrivato il momento; ma non mi
dispiace,
ho voglia di parlare un po' con mia mamma, finchè non
inizierà a
blaterare, e sono sicura lo farà.
“Si,
stavo tornando a casa e l'ho incontrato per caso.”
“Niente
succede per caso.” Mi guarda, attendendo una mia risposta, ma
sinceramente non so cosa rispondere. “E' molto carino, e quei
ricciolini sono molto graziosi.” Ha davvero usato la parola
'graziosi' per definire i capelli di Nick? Quei capelli così
perfetti?
“Non sono solo graziosi, mamma. E comunque è anche
molto simpatico, sai?”
Mamma
sorride. “Te lo sposerai?”
Sbuffo, poi guardo fuori dal
finestrino, mentre vedo una serie di bancarelle farsi sempre
più
vicine. “Magari, mamma, magari.”
“Sei proprio innamorata,
mia cara Arizona.” dice, mentre parcheggia la macchina dopo
mille
manovre.
“Mi
sa di si, e fa schifo essere innamorati, soprattutto se non sai cosa
prova l'altra persona, soprattutto se sai che tu per quella persona
non sarai mai importante almeno quanto lo è lei per te,
capisci?”
“Sinceramente no. Che problema c'è? Fino ad un
mese
fa eravate due perfetti sconosciuti, anzi no: tu eri la sua stalker e
lui la tua povera vittima, e ora? Ti ha portato a casa, ti ha
invitato a fare colazione insieme, credo davvero si interessi a te.
Magari è vero, non ti ama pure lui, ma è normale.
Cosa pretendi,
che abbia capito che tu sei l'amore della sua vita dopo cinque
secondi che ti ha conosciuto? Ci vuole tempo, dagli tempo.”
Ha
ragione, che strano. Un sentimento forte, e complicato come l'amore
non può nascere da un momento all'altro, deve essere
coltivato, un
po' come una pianta.
E
ora mi sorge un altro dubbio: io amo Nick? Per tutto questo tempo ho
pensato di sì, ma ora non ne sono tanto sicura. Voglio dire,
sono
attratta da lui fisicamente, e anche tanto, e so che lui è
molto di
più di ciò che fa vedere a tutti, ma lo conosco
davvero? No. E
l'amore non è solo attrazione fisica, ma è,
soprattutto, conoscere
l'altra persona, e apprezzare tutto di lei, sia i pregi, che i
difetti.
“Allora,
ti piace questa lampada? Starebbe bene in salotto!” Mi chiede
mamma, e mi fa vedere una lampada bruttissima, anzi orribile. Rossa
con il cappello a pois bianchi e neri, o almeno un colore indefinito
che una volta doveva essere nero.
“No,
posala. Ritenta, e sarai più fortunata.” Dico,
mentre faccio una
smorfia.
Mamma
la posa, a malincuore. Menomale che qualche volta ascolta i miei
consigli, altrimenti a quest'ora avremmo nel salotto un tavolino
fatto con pezzi di riciclaggio, e con pezzi di riciclaggio intendo
bottiglie ancora intere e tantissimi tappi.
“Ciao
Arizona, ciao Emma.” ci saluta una signora, che deve avere
più o
meno l'età della mamma, ma chi cavolo è? Le
sorrido gentilmente,
sperando che la nostra conversazione finisca con quel saluto.
“Salve
Mary, come stai?” inizia mia madre.
Okay,
non me la caverò tanto facilmente. Guardo il cellullare, un
sms.
Controllo,
è Joe: stasera vuoi venire da me a guardarci
insieme un film?
Sceglilo tu, per me è uguale. Ah, Nick non c'è,
ti dovrai
accontentare di me.
E'
un sollievo che Nick non ci sia, stare a casa sua sarebbe alquanto
strano, così accetto. Ho voglia di stare un po' con Joe, ed
è da
tanto tempo ormai che non ci guardiamo un film insieme, che
sicuramente sarà Pirati dei Caraibi, visto che ha solo
quello.
Mamma
finisce di parlare con Mary, che scopro essere una sua collega, e poi
finiamo di fare il giro di tutte le bancarelle, che però
hanno solo
cianfrusaglie, e così mamma torna a casa a mani vuote. Per
fortuna.
Sulla
strada di casa, ci fermiamo a comprare un gelato. “Mamma,
stasera
vado da Joe, okay?” chiedo, mentre mi assaporo il mio
buonissimo
gelato allo yogurt e cioccolato, con granelli di nocciola.
“Da
Joe o da Nick? Mi devo preoccupare? Sai devi prendere
precauzioni..”
“..Okay mamma, questo discorso sta andando
oltre. Vado da Joe, e Nick non sarà in casa
perciò tranquilla, e
poi per favore non farmi sti discorsi, ti supplico.”
Non ci
credo, davvero stava per iniziare quel discorso?
“Okay, dicevo
solo che..”
La guardo, con uno sguardo disperato. “Non dire
niente, ti prego.”
Lei
sbuffa, e poi mi fa cenno di risalire in macchina. Forse per uno po'
sono salva, o almeno lo spero.
Joe.
E'
mai possibile che alla tv di pomeriggio non c'è mai niente
di
decente? Continuo a fare zapping da un canale dove c'è un o
stupido
documentario ad un'altro dove c'è una donna in lacrime che
narra la
sua vita piena di drammi e delusioni, e mi chiedo se andare in tv e
annoiare tutti con la sua storia la renderà felice. Non
credo
proprio. Forse potrei iniziare a studiare, ma siamo sinceri: io che
studio? Non penso di iniziare proprio oggi, piuttosto mi metto a
dormire.
“Posso
guardare io la tv, Joe?” mi chiede Frankie.
“Fammici
pensare un attimo..”
“Dai, per
favore, tanto a te non piace
niente e io voglio guardarmi i cartoni animati. Per favore, ricordati
che sei il mio fratello preferito!”
Gli porgo il
telecomando.
“Sicuro? Davvero sono io il tuo preferito?” Lui
annuisce e così
gli lascio il comando della tv e decido di andare in camera mia, e
riposarmi un po' magari ascoltando la musica.
Ascoltare
la musica per me è come una fuga da tutto. Quando mi metto
le cuffie
ci siamo solo io e i miei pensieri. Tutto il resto non esiste,
svanisce appena sento la prima nota della mia canzone preferita.
Alcune volte ho solo bisogno di alzare il volume e lasciarmi tutto
alle spalle.
Alcune
volte ci riesco, altre no. Oggi è una volta decisamente no,
infatti
appena inizia il ritornello di una delle canzoni più belle
in
assoluto, ecco che arriva quel rompiscatole di mio fratello. Non il
dolce Frankie, e nemmeno Kevin che a quest'ora sarà in
ufficio a
compilare qualche scartoffia, ma Nick.
Che
diamine vuole? Forse la porta chiusa non è sufficiente
perchè lui
capisca che non voglio essere disturbato?
Non è
sempre stato
così, una volta eravamo inseparabili. Tanti anni fa, quando
io avevo
sei anni e lui cinque, giocavamo sempre nel cortile di casa nostra,
finchè uno dei due non si faceva male e allora Kevin, che
aveva
dodici anni ma era già molto maturo ci aiutava a medicarci.
Poi non
so per quale strana ragione, Nick è diventato un completo
idiota e
ormai non parliamo quasi più. Le nostre conversazioni si
basano
soprattutto su scambi di saluti, oppure richieste come “mi
accompagni a scuola?” oppure “mi passi
l'acqua?”.
Lo
fulmino con lo sguardo, poi metto stop alla canzone e aspetto che sia
lui a parlare. Nick si accomoda sulla mia sedia come se niente fosse,
e inizia a rovistare tra tutti i foglietti che ci sono sparsi sulla
mia scrivania.
“Allora
che vuoi?” Esordisco, perchè ho come l'impressione
che se non
inizio io a parlare lui starà zitto.
Mi
guarda, e un po' esitante inizia a parlare. “Volevo solo
dirti che
Nixie mi piace davvero.”
“E
quindi?”
“Quindi
ci tenevo a farti sapere che non la sto prendendo in giro,
perchè
sono sicuro che pensavi fosse così, ma ti assicuro che con
lei non
sto scherzando. Se volevo scherzare l'avrei già baciata,
usata e poi
umiliata, come so perfettamente di aver fatto con altre ragazze, ma
con lei è diverso. Mi sento diverso quando parlo con lei, mi
sento
bene, e so che lei è una persona fantastica
perciò ci vado piano,
perchè voglio davvero costruire qualcosa con lei.”
“Non so
perchè ma non mi convinci.” Cosa sta dicendo? Si
è preparato un
discorso prima di venire da me? Con me però non attacca.
“Perchè
con Nixie dovrebbe essere diverso? Perchè Nixie dovrebbe
essere
diversa da Lucy, Emily, Sophie o ogni ragazza che abbia sfiorato il
tuo letto?”
“Perchè
lei non mi tratta come se fossi capace di
tutto, ma è dolce, sincera, un po' insicura e timida, ma
sempre
divertente, e non le importa cosa pensano gli altri di lei. E'
naturale!”
So benissimo
com'è la mia migliore amica, ed è per
questo che non voglio vederla insieme a Nick. Sto facendo di tutto,
davvero l'impossibile, per accettare che lui in qualche modo sembra
provarci con lei, ma non può venire da me e pretendere che
io creda
a due belle paroline, devo vedere i fatti.
“Okay,
mettiamo che sia così. Ci credo, e voglio darti una
possibilità, ma
sappi solo che Nixie è la cosa più bella che mi
sia capitata, e non
voglio vederla soffrire, soprattutto da te. Prova solo a graffiare il
suo cuore, e giuro che ti toglierò il tuo dalla cassa
toracica senza
pensarci due volte, intesi?”
“Intesi.
Ma ti giuro che farò di
tutto perchè lei sia felice.”
“Okay, ho
capito, ma ora
vattene, sono stufo di vedere la tua faccia da completo imbecille
proprio davanti a me.”
“Una
volta eravamo amici, ti
ricordi?”
“Hai
detto bene, una volta. Ma tu hai rovinato
tutto, come fai sempre, perciò ora eccoci qua. Ciao Nick,
chiudi la
porta mentre esci, grazie!”
Lui se ne va, e io
rimetto la musica
a tutto volume.
Quell'essere
che purtroppo devo anche chiamare fratello deve sempre farmi
innervosire. Come mai tutto d'un tratto vuole cambiare? Come mai
vuole a tutti i costi fare la cosa giusta proprio con Nixie? Come mai
solo ora mi viene a parlare, dicendomi anche di quando eravamo
bambini? Forse ha avuto una visione celestiale e ha capito quanto
coglione è diventato, ma per esserne sicuro devo vederlo con
i miei
occhi, e poi magari potrà riacquistare la mia fiducia.
Mi
addormento, e mi risveglio soltanto alle sette quando Nixie inizia a
saltare sul mio letto per farmi svegliare, urlando “Sveglia,
scemo!”
“Okay,
sono sveglio!”
Lei
smette di saltare e si sdraia vicino a me. “Ho scelto appuntamento
con l'amore, l'ho affittato perchè non avevo
voglia di rivedermi Pirati dei Caraibi..”
“E avevi voglia di
rivederti quel film? L'avremmo visto un miliardo di volte!”
Lei mi sorride.
“Lo so, ma sai quanto mi piaccia questo film e
così lo rivedremo
anche stasera. E poi hai detto che potevo sceglierlo io, ho il
messaggio che ne è la prova!”
“Okay,
non ho voglia di
discutere con te, sei un caso senza speranza!”
“Fanculo,
Jonas, hai ordinato le pizze?” Mi chiede, dopo avermi
lanciato una
sonora sberla sul braccio, ormai pieno di suoi lividi.
“Ancora
no, volevo provare il cinese, che ne dici?”
“Per una
volta hai
avuto una buona idea, che strano. Da segnare sul
calendario!”
“Stronza,
io ho sempre idee brillanti. Ora
alzati, che dobbiamo andare ad ordinare la cena, e poi non ho voglia
che tu mi impuzzonisci il letto con questo tuo odore, cos'è?
Eau de
Fogne?”
“No,
è coco madamoiselle, e so che tu adori
il
mio profumo!”
E'
vero, io adoro il suo profumo, e adoro sentirlo sul mio cuscino.
Finalmente
sono riuscita ad aggiornare. L'altra settimana non ho aggiornato
perchè stavo male, e sinceramente non avevo ispirazione,
perciò se questo capitolo fa schifo è
perchè stavo male, e ho iniziato a scrivere
mercoledì scorso, quindi non prendetevela con me
hahahahahaha. Ok, cosa ne pensate del comportamento di Nick?
Poi ho scritto l'età dei Jonas, e come vedete sono
leggermente diverse dalla realtà, sennò non
andavano bene con il fatto che Joe e Nick si ritrovavano ancora a
scuola insieme. Nixie ha l'età di Nick, comunque. Fatemi
sapere come sempre cosa ne pensate, un bacione Mara :)
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Capitolo 8 *** Chapter 7. ***
CAPITOLO 7.
“Joseph
Adam Jonas, sei veramente intenzionato a portarmi ad una stupida
festa, organizzata da quel gruppo di senza cervello dei giocatori di
basket solo per ridere delle altre persone?” chiedo al mio
amico,
che sento ridere dall'altra parte della cornetta. Almeno lui
è
felice, perchè io sicuramente non lo so. Anzi, in questo
momento
sono l'opposto della felicità: perchè vuole
costringermi a
partecipare ad uno stupido party in maschera organizzato da quello
schizzato di Karl Hunt, giocatore della squadra di basket della
nostra scuola di giorno e stupratore maniaco di notte? Non voglio, e
non sono nemmeno tanto sicura che gli altri mi vogliano.
“Dai,
Arizona Kailee Chambers, sono sicuro ti divertirai. E poi ci
sarà
anche Nick, cos'altro devo dirti per convincerti?” continua
Joe,
che cerca di convincermi in tutti i modi. Alla fine accetto, stanca
di sentire la sua voce lagnosa.
“Okay,
Jonas verrò, ma staremo alle mie condizioni questa volta,
okay?
Niente vestiti troppo eccentrici, per prima cosa. Poi non ti
azzardare più a chiamarmi con il mio secondo nome, sai che
non
voglio. E inoltre, smettila di convincermi con la carta Nick
perchè
non potrà funzionare per sempre, chiaro?”
“Chiaro, allora da
cosa ci vestiamo?” riesco a sentire dalla sua voce che
è felice
come un bambino il giorno di Natale. Ma perchè ci tiene
tanto a
questa stupida, e continuo a sottolineare il fatto di quanto sia
stupida, questa festa? Sono sicura che Nick non sarà per
niente di
vedere la sua stalker pure alle feste.
“Non lo so, vediamoci al
negozio di cianfrusaglie tra mezz'ora, va bene? Qualcosa troveremo
sicuramente in mezzo a tutto quell'inferno.” dico.
“Okay,
allora a dopo. Passo e chiudo sergente Chambers.” mi saluta
Joe,
riattaccando la cornetta. Io poso il telefono sulla scrivania,
chiedendomi se Joe sia davvero così, o abbia una malattia
che lo fa
sembrare così scemo. Opto per la prima, però. Mi
preparo in fretta,
e scendo al piano di sotto dove mia madre e mio padre stanno
guardando un documentario.
“Dove
stai andando, dolcezza?” chiede mio padre.
“Vado
al negozio della signora Hamley per comprare un vestito da mettere
alla festa di domani sera, mi aspetta Joe.” spiego ai miei
genitori, che mi stanno guardando come se stessi commettendo un reato
grave.
“Okay,
tesoro, va pure, ma torna a casa al massimo per le sei e mezza,
chiaro?” chiede mia madre, che è abbracciata a mio
padre. Scena
abbastanza abbominevole, troppe smancerie per i miei gusti.
“Certo
mamma, compro e torno subito a casa.” garantisco.
“Ti
servono dei soldi, tesoro mio?” chiede mio padre, e io
annuisco
così lui prende dal suo portafoglio una banconota da 20
dollari, e
poi me la allunga.
“Allora
a dopo.” li saluto, e poi esco, dirigendomi a passo spedito
verso
il negozio della signora Hamley, un'anziana simpatica e
chiacchierona, che vende qualsiasi oggetto inutile che possa esistere
sulla Terra.
Quando
arrivo, Joe è già lì e mi viene
incontro abbracciandomi così
forte da farmi quasi cadere. “Attento Jonas! Non mi fare
cadere, o
altrimenti ti castro. Chiaro? Sono leggera io, mica un bisonte come
te!” lo ricatto.
“Sarai leggera come una piuma, ma parli come
un camionista di 200 chili, sai? Comunque sono troppo contento per
risponderti male, e perciò ti ringrazio solamente
perchè hai
accettato. Grazie.” e poi mi schiocca un bacio sulla guancia,
lasciandomi leggermente sorpresa. Come mai tutto questo affetto?
“Che
stai combinando?” chiedo, con aria sospetta. “Non
me la racconti
giusta. Hai conosciuto qualche ragazza che ti ha dato appuntamento
alla festa di domani, forse?”
“Nessuna
ragazza, ma Nick mi ha invitato e avevo voglia di fare qualcosa di
diverso dal solito, e così ho accettato. Va bene?”
mi spiega, e
poi stampa sulla sua faccia un sorriso a 32 denti. E' uscito di senno
tutto d'una volta? Non lo riesco a capire, ultimamente. E poi Nick
l'ha invitato? Ma che sta succedendo? Sembra che tutto quello che
conoscevamo, tutte le nostre certezze, i muri che ci eravamo
costruiti stiano crollando. Forse è vero, si sta avvicinando
la fine
del mondo.
“Okay,
mi hai convinto. E spero anche io che troverai una ragazza disposta a
sopportarti come faccio io, sai? Ma ne dubito, è troppo
difficile
sopportarti. Mi dovrebbero fare santa!” sbuffo.
“Allora
da cosa ci vestiamo?” mi chiede, di nuovo felice come prima.
“Okay,
mi sembra strano che tuo fratello ti abbia invitato, ma non
facciamoci troppe domande e pensiamo a cosa metterci per questa
festa. Magari potremmo vestirci da famiglia Addams, che ne
pensi?”
propongo, mentre gli indico una lunga parrucca nera.
“No, non
mi piace come idea. Perchè invece non ci vestiamo da Alice
nel Paese
delle Meraviglie? Cioè, tu da Alice e io da Cappellaio
Matto.”
indica un cilindro gigante e penso subito sia un'ottima
idea.
“Dopotutto tu sei già matto, perciò ti
manca solo il
cappello e a me basterà un vestito blu, un grembiule e una
parrucca
bionda.” dico, mentre con le dita faccio una specie di elenco
del
necessario.
“La
parrucca ce l'hai già, eccola!” Joe mi porge una
parrucca bionda,
perfetta. Siamo già a metà dell'opera.
“Bravo, Jonas, ora
cerchiamo il resto!” dico, e poi continuo a cercare il
necessario
tra i mille costumi presenti in quel negozio che tra un po' scoppia
talmente è pieno.
Faccio
un respiro profondo e poi scendo dalla macchina di Joe, per entrare
nella grande casa di Hunt, una mega villa a tre piani, con
tavernetta, terrazzo e una piscina grandissima alla quale è
attaccata una più piccola vasca idromassaggio. Niente male
direi, a
confronto casa mia sembra la casa di Charlie della Fabbrica di
Cioccolato.
“Okay,
che facciamo ora?” chiedo a Joe, che però mi
accorgo sta già
andando a ballare come un matto, giustamente è il Cappellaio
Matto,
in mezzo al salotto.
Benissimo,
lui balla e io cosa farò? Non ho assolutamente voglia di
ballare,
così esco in cortile per ammirare la piscina e tante ragazze
sbronze
con il fisico mozzafiato e tanti ragazzi palestrati che gli ficcano
la lingua in bocca come per cercare qualcosa nella loro gole. Peggio
di American Pie.
“E
tu cosa saresti? Una contadina?” mi giro, e mi accorgo con
mio
staordinario dispiacere che è Lucy, vestita da coniglietta,
anzi
svestita. Ha solamente una tutina nera aderentissima, due scarpe con
tacco 13 e due orecchie che spuntano dai suoi capelli, tirati
all'indietro da una coda ordinatissima, manco fosse Lady Gaga.
“No,
sono Alice, sai quella che finisce nel Paese delle Meraviglie? E tu
chi saresti? Una squillo di periferia? Bel costume, comunque, ti si
addice.” le rispondo, per poi sorridere e voltarle le spalle.
Sento
la sua mano sudicia sulla mia spalla e così mi giro di nuovo
per
squadrarla meglio. “Che cavolo vuoi, si può
sapere?” chiedo
spazientita.
“Sei proprio una sgualdrina, sai?” mi dice con la
sua vocina stridula.
-Senti
chi parla- penso, ma non faccio in tempo a risponderle che vedo
arrivare Nick dietro di lei, vestito da moschettiere, con tanto di
spada finta e cappello con piuma biaca incorporato. “Lucy,
è
meglio se vai a farti un giro.” le consiglia.
“Con
te, Nicholas? Andiamo in camera della sorella di Karl!” gli
sussurra Lucy, mentre si avvicina a lui e comincia a toccarlo.
“No,
grazie, vai via e non dare fastidio a Nixie. E' mia amica, e tu
invece non lo sei, anzi sei una troia. Perciò vattene,
ora!” dice
Nick, che con un gesto fermo e deciso la allontana, e poi si avvicina
a me. “Tutto bene, Nixie?”
Annuisco,
e poi lui mi chiede se voglio qualcosa da bere e accetto. E'
così
carino, strano vero che io lo pensi. Ma vestito così lo
è ancora di
più, se possibile, perchè sembra il Principe
Azzurro, il mio
Principe Azzurro.
“Allora,
ti piace questa festa?” mi chiede, poi si guarda in giro per
vedere
un po' la gente che popola la villa e sorseggia il suo drink, un mix
di alcolici offerti dalla casa. Io invece mi limito ad una coca-cola
con un po' di vodka dentro, non voglio strafare e magari, anzi
sicuramente, rendermi ridicola davanti a lui. “Carina,
dai.”
Nick
mi sorride e mi attira verso se, cingendomi i fianchi con le mani.
Non sono pronta per questo contatto, non mi sembra ne il luogo ne il
momento adatto, e così mi tolgo. Lui se ne accorge, e mi
guarda.
“Scusa non dovevo, davvero.”
“Non ti devi scusare, solamente
che non mi sembra il caso ora, ma mi piace averti accanto, e anche
tanto!” gli dico, e mi sorprendo di me stessa. Tutto questo
coraggio da dove l'ho tirato fuori? Dalla tana del coniglio, forse.
L'attenzione
di Nick però è catturata da qualcos'altro, o
meglio qualcun'altro,
o meglio suo fratello Joe completamente ubriaco che si sta rendendo
ridicolo davanti all'intera scuola, cantando a squarciagola
un'insulsa canzone degli anni ante-guerra, mentre balla in piedi sul
tavolino del salotto.
“Poveri
noi.” Commento, guardando l'abominevole scena.
“Povero
Joe, più che altro, è un completo deficiente, ma
è comunque mio
fratello.” Così Nick va verso Joe e con uno scatto
fulmineo lo fa
scendere dal tavolo, e poi insieme usciamo di casa.
“Mi
sa che la festa è finita!” dice Joe, mentre lo
carichiamo sul
sedile posteriore della sua auto.
Nick
prende le chiavi dalla tasca dei pantaloni di suo fratello
“Forse è
meglio se guido io.” Così ci dirigiamo verso casa.
Joe ogni due
secondi ha conati di vomito, ma fortunatamente riesce a trattenere
tutto l'alcool bevuto quella sera, almeno fino al mio portico, dove
vomita proprio accanto all'aiuola di mia nonna.
“Perfetto,
davvero grandioso!” commento.
Joe
mi guarda con due occhi da bambino colpevole. “Scusami, ma
almeno
ora mi sento meglio, non ti consola sapere ciò?”
“Per niente,
sei un coglione!” gli dico, mentre sbatto la portiera della
macchina.
“Nixie,
aspetta!” mi urla Nick. “Mi dispiace per le
aiuole.”
“Anche
a me, ma ora non è il momento adatto per parlare, con sto
idrante
che spruzza vomito a tutto andare. Ci sentiamo Nick, scusa!”
Lui
mi sorride. “Ti chiamo domani, va bene?”
“Certo
che va bene, buonanotte Nick. E notte anche a te, idrante.”
dico,
mentre mi allontano e sento lo sguardo di Nick fisso su di me. Buon
segno, come dice sempre Kimberly.
Entro
in casa con le farfalle che danzano nel mio stomaco e ciò
che mi
trovo davanti mi lascia senza parole. “Che cosa ci fai
qui?”
“Volevo farti una sorpresa, perciò
sorpresa!”
SOOOORPRESA!
Ecco a voi il nuovo capitolo, dopo tantissimo tempo. So già
che fa schifo, e so che ci ho messo mezzo secolo per aggiornare
perciò mi scuso già in anticipo ma come ho
già detto per il nuovo capitolo di The Story of Us (l'altra
mia FF che parla dei One Direction) in questo periodo sono piena di
compiti, verifiche e interrogazioni e non ho mai tempo di aggiornare.
Non volevo lasciarvi però senza capitoli per troppo tempo,
visto che le prossime due settimane saranno infernali e non so se
riuscirò ad aggiornare perciò ecco questo
capitolo che fa schifo! Volevo troppo scrivere su una festa in
maschera, perchè adoro queste cose, ma non sapevo bene come
inserirla e così ecco che mi è venuta questa
idea, che però non è andata a buon fine. In
questo capitolo non succedono molte cose, a parte Joe ubriaco che
dovevo per forza metterlo da qualche parte hahahaha e poi se ve ne
siete accorti (e se ve ne siete accorti vuol dire che sto scrivendo
bene, yay me!) il rapporto tra Nick e Nixie si sta facendo via via
più stretto. Non voglio accellerare troppo le
cose,però, perchè altrimenti la FF finirebbe
subito, e poi sarebbe un po' surreale, visto che Nick non l'ha
calcolata per tantissimo tempo, non credete? Okay, alla fine del
capitolo c'è una piccola sorpresa, chi sarà mai?
Non è tanto difficile da scoprire LOL Credo di aver detto
tutto in questo commento più lungo del capitolo stesso,
perciò non mi resta che sperare che questa capitolo non vi
abbia fatto vomitare pure a voi e che lo recensiate per capire cosa ne
pensate <3 Baci, Mara :)
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