A Linda,
perchè è sempre accanto a me nonostante tutto.
A Martina,
perchè mi fa sempre sorridere.
E a
quei tre fratelli del New Jersey, che mi hanno
insegnato a sognare.
PROLOGO.
11:11
esprimi un desiderio.
Mi
rigiro nel mio letto, senza riuscire a prendere sonno.
Che
cosa potrei desiderare? Tutte le cose che vorrei, sono
irrealizzabili. O almeno così credo. Mi viene solo in mente
un
desiderio, ma ho paura di illudermi.
11:11
segna ancora la luce verde della sveglia posata sul comodino alla mia
sinistra.
Forse
dovrei provare ad esprimerlo quel desiderio. Forse non è
così
irrealizzabile.
Chiudo
gli occhi, e davanti a me vedo la sua immagine. Capelli ricci,
perfettamente pettinati e ordinati, bocca a cuoricino, occhi piccoli
e neri così tanto profondi e misteriosi. Nicholas Jerry
Jonas. Ecco
il mio desiderio, o meglio colui che vorrei si accorgesse di me,
visto che per lui sono invisibile.
Per
lui sono solo la migliore amica sfigata del suo fratello sfigato.
Sono
quattro fratelli, i Jonas.
Il
più grande, Kevin, si è sposato da poco ed
è andato a vivere
dall'altra parte dell'America, insieme a sua moglie Danielle.
Non
ci ho mai parlato tanto con lui, perchè anche quando viveva
con la
famiglia non era praticamente mai in casa, sempre al lavoro oppure a
casa della fidanzata, ma l'ho sempre trovato un bravo ragazzo.
Sempre
disponibile, e gentile.
Poi
c'è Joe, il mio migliore amico.
Io e
Joe ci conosciamo dai tempi dell'asilo, due sfigati che sono
cresciuti insieme.
Siamo
sempre stati io e lui. All'asilo giocavamo sempre da soli nel
parchetto posto dietro alla nostra piccola scuola, e così
è
successo anche alle elementari, alle medie e persino ora al liceo,
ci ritroviamo sempre da soli a mangiare sul prato che da sul campo da
tennis. Da soli. Sembra che soffriamo di una strana allergia. Siamo
allergici al resto del mondo, o forse è il resto del mondo
che è
allergico a noi. Non siamo ancora sicuri sulla risposta, e forse non
lo sapremo mai. E' un po' come il quesito 'è nato prima
l'uovo o la
gallina?', ci sono diverse teorie, eppure non si potrà mai
sapere
con certezza.
Poi
c'è il piccolo Frankie, una peste che fa sempre scherzi a
qualunque
sfortunato gli capiti a tiro.
E
per ultimo c'è lui, Nicholas.
Nick
è tutto l'opposto di Joe. Popolare, sportivo e sempre
attorniato da
mille ragazze che farebbero di tutti per un'appuntamento con lui. E'
un divo nella nostra scuola. E' il tipico ragazzo strafottente, che
sa di essere bello e se ne approfitta.
Quando
chiede a qualcuno di passargli il compito, che lui non è
riuscito a
fare perchè troppo occupato a farsi qualche cheerleaders,
sotto il
suo naso arrivano decine di quaderni pronti e lui deve solo scegliere
da chi copiare.
A
mensa lui non fa la fila. Appena arriva passa davanti a tutti, e
nessuno gli dice niente.
Lui
è Nick, lui può fare tutto quello che vuole.
E'
patetica come situazione, eppure per qualche strano scherzo del
destino anche io sono caduta nella sua trappola.
Joe
lo sa. Lui sa tutto di me, e non ha voluto usare mezzi termini per
dirmi che sono senza speranze. Le possibilità che Nick si
accorga di
me sono uguali a quelle che Nemo aveva di ritrovare il suo
papà, con
l'unica differenza che Nemo era un cartone della Disney e doveva per
forza ritrovare il suo papà. Io non faccio parte di un film,
e non
ho migliaia di spettatori che aspettano la scena finale. La scena in
cui finalmente il ragazzo che amo si accorge che esisto e che mi ha
sempre amato, solo che era troppo cieco per rendersene conto. No,
questa è la vita reale.
Nella
vita reale Nick è il più bel ragazzo che conosca
e io, bhè sono
una semplice ragazza. Capelli lunghi e neri corvini, occhi
chiarissimi come il mare, bocca piccola di un colore rosa naturale, e
qualche lentiggine che si intravede nel mio naso.
Passo
abbastanza innoservata, con la mia pelle pallida, tra le ragazze
abbronzatissime della mia scuola. Mia mamma mi ha sempre detto che ho
una bellezza sottile, ma credo sia così sottile da essere
quasi
invisibile.
Mi
chiamo Arizona, porto il nome dello stato del sole perchè il
mio
bisnonno morì sulla nave Arizona, durante la seconda guerra
mondiale, la stessa nave che si vede nel film Pearl Harbor. Mio padre
mi ha dato questo nome per ricordare il nonno, un uomo coraggioso che
ha dato la sua vita per permettere un futuro migliore alla sua
famiglia.
Tutti
però mi chiamano Nixie. Mi diede questo soprannome la mia
sorellina,
Addison quando imparò a parlare. Il nome Arizona era troppo
difficile, e così preferì soprannominarmi Nixie.
E così, ora sono
abituata a farmi chiamare Nixie.
Tutti
mi chiamano così, tranne mia nonna che vuole pronunciare il
nome
della nave dove perse la vita suo padre, e i miei genitori che
preferiscono chiamarmi con il nome intero solamente quando ho
combinato qualche casino, e vogliono sgridarmi.
Riguardo
per l'ennesima volta la sveglia, con quei due numeri che non si
decidono a cambiare.
11:11,
forse il destino mi sta dicendo “non tirarti indietro,
esprimi
questo fottuto desiderio”.
Vorrei
che Nicholas Jerry Jonas si accorgesse finalmente di me, e si
innamorasse di me.
Fatto.
Espresso il desiderio. E ora magicamente si avvererà?
Mi
giro dall'altra parte, non voglio più vedere quella stupida
sveglia.
Stupida quanto me. Davvero ho pensato che esprimendo un desiderio, la
fata madrina l'avrebbe sentito e mi avrebbe aiutato. Stupida, stupida
e ancora stupida.
Chiudo
gli occhi, sperando di addormentarmi il prima possibile,
perchè mi
sono stufata persino io di ascoltare i miei pensieri.
E
finalmente prendo sonno.
Salve, ecco una
mia nuova FF. Mi è venuta in mente, guardando appunto
l'orologio che segnava le 11.11 ed esprimendo sempre lo stesso
desiderio, ogni volta che l'orologio segna due cifre uguali.
Era da tempo che volevo scrivere una FF sui Jonas Brothers,
perchè loro sono un pezzo importante per me, e riecheggiano
sempre nei pensieri, perciò eccola qua.
Sarà una FF molto corta, credo prologo, quattro capitoli, e
epilogo. Poi dipende tutto dalle recensioni e dalle idee che potrebbero
venirmi in mente, per ora ecco il prologo. Fatemi sapere cosa ne
pensate :) x