Transformers e l'occhio di Odino

di dragon_queen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Pesanti e ritmati passi si udivano avanzare per il corridoio semibuio scavato nella roccia grezza. Non si trattava di una sola persona, ma di un gruppo che si dirigeva impettito verso il gate del settore gamma, un'organizzazione segreta del governo.

Giunto davanti al cancello d'acciaio, l'uomo che era in testa al manipolo di ufficiali si fermò, si tolse il cartellino di riconoscimento dal taschino sinistro e lo strisciò nell'apposito apparecchio. Quindi a pochi centimetri si aprì una pulsantiera con dei numeri, sulla quale quello digitò un codice.

Con un fischio, le tre porte antisfondamento si aprirono una alla volta, rivelando quello che sembrava un enorme hangar.

Dentro vi un gran fermento e il personale non si accorse neppure dell'arrivo del gruppetto, il quale si diresse, senza indugio, verso una precisa direzione.

Ben presto l'uomo di trovò davanti il più grande esercito di robot alieni che occhio umano avesse mai visto.

Un ufficiale stava parlando con il capo di questi cosiddetti Autobots, un certo Optimus Prime, il quale se ne stava in ginocchio a fissarlo. Il militare era un certo maggiore Wilson, il responsabile del programma di cui gli Autobots facevano parte, e stava mettendo al corrente il robot dei recenti furti di energia in una centrale idroelettrica.

-Sarà sicuramente opera dei Decepticons- stava dicendo Prime.

-E pare sia compito vostro quello di impedire che ciò accada- disse una voce.

Il maggiore e il robot si voltarono verso il gruppo di nuovi arrivati. L'ufficiale si mise subito sull'attenti.

-Generale!!- intonò.

-Riposo- rispose l'uomo e, rivolto al robot, continuò:

-Avevo capito che questo settore era stato aperto per consentire a voi di catturare gli esseri che chiamate Decepticons e permettere a noi di non doverci più preoccupare di loro-

-Lo faremo se il vostro governo non ci impegnasse altrove- rispose gentilmente il robot.

-In questi anni siete diventati più numerosi, quindi potreste dividervi- riprese malignamente il generale.

-Come siamo noi Autobots cresciuti di numero, anche i Decepticons hanno fatto altrettanto. Se dovessimo dividerci, non vinceremo- rispose saggiamente Optimus.

-Beh, se voi non potete garantire ciò che avete promesso, allora è inutile che rimanete sulla Terra- ribattè l'uomo.

Optimus rimase colpito dalla così tanta arroganza e ingratitudine mostrata da un solo uomo e stava iniziando a spazientirsi. Il maggiore spostava lo sguardo dal robot al superiore e viceversa. Dopo un attimo di silenzio, Optimus si alzò e, mentre se ne andava, concluse:

-Noi siamo rimasti perchè voi ce lo avete chiesto, perchè ci avete “pregato” di proteggervi. Ma se noi decidessimo di andarcene, chi vi proteggerà da loro?- e detto ciò scomparve nell'oscurità, lasciando il borioso generale, per la prima volta, senza una risposta.

 

-Signorina Morrison, siete sicura della vostra scelta?- chiese stupito il responsabile della base osservando il suo fascicolo.

-Si signore- rispose lei.

-Sarebbe uno spreco. Lei è un ottimo soldato che ha superato a pieni voti gli esami alla scuola militare e affrontato in modo egregio gli anni trascorsi nei Marines. È un valido elemento che, nonostante la giovane età, potrebbe tranquillamente entrare in una squadra speciale-

-Ne sono onorata, ma per ora preferisco così. E poi riuscirò a rendermi utile anche da là. Una cosa sola: se avrete bisogno non esitate a convocarmi- rispose la ragazza.

-D'accordo. Manderò una lettera al responsabile dell'hangar poco fuori della base con delle ottime raccomandazioni. Mi prometta però che ci ripenserà. Adesso può andare e buona fortuna-

-Grazie signore- e dopo aver salutato il superiore con un ultimo “attenti”, uscì dall'ufficio.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Optimus rientrò nella stanza che era stata riservata a lui e ai suoi Autobots. Nei quattro anni trascorsi da quando erano entrati in quel programma del governo, il loro numero era cresciuto, ospitando cinque nuovi componenti: Inferno, giovane e valoroso Autobot, utile ai corpi dei vigili del fuoco, in quanto si trasformava proprio in un camion dei pompieri; Ironhide, saggio e temperato robot, amico di vecchia data di Optimus; Jetfire, giovane e irruento, ma valoroso e leale; Mirage, un po' da spronare, ma un preciso cecchino; ed infine Jazz, comandante delle operazioni speciali degli Autobots.

Si erano integrati subito nel gruppo e insieme avevano affrontato già molte missioni.

Incontro a Optimus gli corse Hot Shot.

-Abbiamo sentito ogni cosa. Ma come si permettono dopo tutto quello che abbiamo fatto per loro?-

-Hot Shot, non possiamo prendercela per ciò che dicono o fanno senza gratitudine. Sono un popolo ancora giovane rispetto a noi e ne dovranno ancora passare tante. E poi non tutti sono come quel generale-

-Già, soprattutto tre di nostra conoscenza- intervenne Red Alert.

-Chissà cosa fatto in questi anni. Forse si sono dimenticati di noi- disse Sideswipe.

-Non credo che siano loro ad essersi dimenticati, quanto piuttosto sia qualcuno che li ha costretti a dimenticarci- concluse Optimus.

L'ultimo messaggio che avevano ricevuto dai tre era stato qualche mese prima, dove gli raccontavano gli ultimi sviluppi: Kate e Matt erano nell'esercito, mentre Will frequentava il college. Si concludeva dicendo che gli mancavano e che avrebbero voluto incontrarli, ma che non era possibile.

-Ce li farete conoscere prima o poi questi fantomatici umani?- chiese Ironhide.

-Lo speriamo vivamente-

 

-Non capisco proprio la vostra scelta. Potevate aspirare a molto di più-

-Lo so, ma ho le mie ragioni- rispose la ragazza.

-Beh, contenta lei. Comunque non creda di essere trattata diversamente solo perchè è una donna- concluse il capo meccanico.

-Non l'ho mai pensato-

-Bene, messo in chiaro questo, le auguro buona fortuna, capitano-

-Grazie, ma mi faccia un favore: mi dia del tu e mi chiami Kate-

 

Erano passati quattro anni da quando avevano salvato il mondo e, senza l'approvazione della madre, lei si era arruolata. Lo aveva fatto anche Matt, ma era un po' che i due non si vedevano, nonostante fossero fidanzati da ormai tre anni.

Adesso aveva ventidue anni ed era cresciuta e maturata. Aveva superato ogni addestramento nel migliore degli esiti, ma aveva ugualmente deciso di farsi assegnare alla vecchia officina della base.

Lasciata sola dal capo meccanico, entrò finalmente nel grande hangar, dove stazionavano jet e auto militari. Chinato su un vecchio sidecar se ne stava un ragazzo, il quale lei riconobbe immediatamente. Stava fumando e imprecando contro il mezzo.

-Sai dovresti smettere come ho fatto io. Non è un buon vizio- disse, facendoglisi dietro.

-E' l'unico che ancora mi rimane- bofonchiò lui voltandosi e, quando la vide, strabuzzò gli occhi per la sorpresa.

-Ciao Matt- disse lei con dolcezza.

 

-Kate, cosa ci fai qui?- chiese lui mentre si alzava e di puliva le mani con uno straccio.

-Oh, è una lunga storia, ma potrei farti la stessa domanda. L'ultima volta che ti ho visto avevamo finito da poco l'addestramento nei Marines e tu desideravi entrare nell'aviazione-

-In effetti è quello che ho fatto, ma avevo un capo reparto un po' odioso e arrogante. Una volta mi fece talmente infuriare che non ci vidi più e le stesi con un pugno-

-Matt!!-

-Che c'è? Ti aveva insultata e non potevo sopportarlo. Tu sei più uomo di quanto loro saranno mai-

-Grazie-

-Non intendevo questo, scusa. Voleva essere un complimento. Comunque mi fu data una scelta: o essere radiato o aggiustare rottami. Si capisce cosa ho scelto-

-E sentiamo: tu come sei finita qui?-

Lei si rabbuiò.

-Matt, ti ricordi cosa dicevamo quando ci siamo arruolati? Che avremo affrontato le più eroiche imprese e che...-

-Avremo fatto saltare qualche metallico fondoschiena Decepticon- concluse il ragazzo.

-Giusto- sorrise Kate.

-Ma...-

-Ma ho scoperto che il mondo fantastico dell'esercito si è rivelato una bugia e che ancora non si meritano i miei servigi-

-Capisco. Comunque sappi che qui non si stà male e poi con te ci sono io adesso-

-Grazie Matte e, a proposito, mi sei mancato-

 

-Ehi Will, dove stai andando? L'aula due è di qua-

Il ragazzo si risvegliò di colpo, come sempre stava viaggiando in un mondo tutto suo. Stava pensando alle parole per una nuova canzone della band e non si era accorto di aver superato l'aula di astronomia.

-Oh scusa amico, ero sovrappensiero. Arrivo subito-

Will aveva iniziato il college da quasi sei mesi e quella vita gli piaceva molto: nuovi amici, nuova scuola, nuova band e, soprattutto, nuove ragazze. Eh già, era un vero rubacuori, ma non lo faceva pesare a nessuno.

Nonostante tutto il divertimento che il college poteva offrirgli, gli mancavano Kate, Matt e tutti gli Autobots. Avrebbe voluto rivederli e mostrare a Red Alert quanto era diventato bravo con i computer.

Purtroppo il governo impediva a chiunque di contattarli e aveva il timore che si fossero dimenticati di loro.

-Will, ti vuoi muovere?- lo chiamò l'amico.

-Arrivo- gridò lui e si fiondò nell'aula, poco prima che il professore svoltasse l'angolo.

 

-Bene Kate, vedo che con le macchine te la cavi egregiamente, nonostante tu sia...-

-Capo, le conviene non continuare- intervenne Matt.

L'uomo non fiatò, ma si allontanò velocemente.

-Visto Kate, adesso ci sono io a proteggerti-

Lei si voltò.

-Che hai detto?!?- esclamò, togliendosi una cuffia dell'MP3.

-Non hai sentito?-

-Cosa dovevo sentire?-

-Lascia perdere, non importa- rispose lui affranto e si rimise a lavoro.

Lei sorrise, poiché invece aveva sentito tutto e le era molto grata.

 

Ad un tratto l'hangar si rischiarò di una luce rossa intermittente e nell'aria si propagò l'assillante suono di una sirena.

-Ma che succede?- chiese Hot Shot.

Come a voler rispondere alla sua domanda, accorse trafelato il maggiore.

-Autobots, abbiamo un problema: abbiamo intercettato le comunicazioni interne di un una base vicina e dicono di essere attaccati da enormi robot dalle chiare intenzioni ostili-

-Quanti sono?-

-Cinque, da quello che siamo riusciti a capire-

-Bene: Hot Shot, Inferno, Ironhide, Sideswipe e Jazz, voi con me. Andiamo a prendere a calci qualche Decepticons-

 

-Megatron, questi militari sono tenaci e non ci diranno mai dove si trova quello che cerchiamo- stava dicendo Starscream.

-Allora buttate all'aria l'intera zona se necessario, ma trovate quel manufatto-

-Gli umani credevano davvero che dividendola, l'arma non sarebbe stata per noi di alcun interesse?- si pronunciò un altro robot.

-Dovrai ancora imparare molto sulla loro stupidità, Blackout, poi non ti stupirai più di niente- rispose Thundercraker.

In quel momento giunsero Cyclonus e Demolishor, il quale trasportava un povero uomo, il quale posò bruscamente a terra.

-Grande Megatron, a quanto ne sappiamo questo è l'umano che comanda l'intera base- annunciò Cyclonus.

-Bene bene. Allora vediamo se sarà così gentile da rispondere a qualche domanda-

 

Quando gli Autobots e i mezzi militari giunsero sul luogo indicato, i Decepticons se ne erano già andati.

-Dannazione, non ci sono più!!- imprecò Hot Shot.

-Mantieni la calma- gli disse Optimus.

-No!! Da quando lavoriamo per il governo, non siamo più riusciti a prendere un solo stramaledetto Decepticon. Quando eravamo alla nostra vecchia base per lo meno avevamo i nostri mezzi per arrivare in tempo, adesso invece siamo costretti a seguire “le procedure”-

-Hot Shot, adesso calmati sul serio. Questo non è il momento, ne riparleremo più tardi- concluse Optimus con un tono che non ammetteva repliche.

In quel momento si avvicinò Ironhide:

-Abbiamo scoperto che i Decepticons hanno portato via qualcosa considerato TOP SECRET dal governo e per questo non ci hanno voluto comunicare di cosa si trattasse esattamente. In mezzo all'hangar, però, si vede un enorme cratere, come se l'oggetto fosse stato nascosto nel sottosuolo. Senza che nessuno ci facesse caso ho raccolto dei campioni da dare a Red Alert-

-Ottimo lavoro, quindi direi che per adesso possiamo andarcene-

 

-Ehi gente, venite a vedere!! Deve essere successo qualcosa di grosso per far intervenire proprio loro- disse uno dei meccanici, all'esterno dell'officina per riparare una jeep.

-“Loro” chi?- chiese Matt mentre usciva, poi li riconobbe.

Erano gli Autobots che sfrecciavano veloci davanti alla loro base militare.

-Ehi raga...Ahia!!- si fermò poi, avendo ricevuto un pizzicotto da Kate, uscita dopo di lui.

-Sai che non possiamo...- gli disse, mentre si metteva al suo fianco e osservava i veicoli andar via, senza che sospettassero minimamente che loro fossero là.

Poi la ragazza continuò:

-Hai una sigaretta?-

-Certo, ma non sapevo che avessi ricominciato-

-A dir la verità ne fumo una ogni tanto. Le scelte sono due: o la sigaretta, o faccio esplodere qualcosa-

 

-Non vi è sembrato che qualcuno ci chiamasse?- chiese Hot Shot mentre sfrecciava in mezzo al gruppo.

-No amico, forse te lo sei immaginato- rispose Sideswipe.

-Forse hai ragione, eppure mi è sembrata anche una voce familiare-

 

Come ogni sera, Matt e Kate si ritrovarono a dormire in degli spogli alloggi destinati ai meccanici dell'officina. Non dormivano insieme, ma in due stanze adiacenti. Si erano appena salutati e, dopo una doccia, lei si era sdraiata sul letto. Tra le mani teneva una foto striminzita, scattata quattro anni prima, che ritraeva lei, Matt e Will con gli Autobots.

In quel momento avvertiva distintamente la loro mancanza e da una parte si pentiva di aver impedito a Matt di chiamarli. Purtroppo avevano promesso di rispettare la privacy del governo, anche perchè, se qualcuno avesse saputo del loro rapporto, avrebbero potuto sfruttarli per arrivare ai robot. Non volevano essere una fonte di distrazione e preoccupazione per loro, come era successo a lei anni prima.

Guardò la sveglia: era quasi mezzanotte. Decise che era tempo di mettersi a dormire, poiché la mattina seguente doveva alzarsi molto presto. Così spense la luce ed entrò nel candido abbraccio dei sogni.

 

Nell'altra stanza, Matt sonnecchiava. Qualche anno prima non si sarebbe certo immaginato che si sarebbe ritrovato in quella spoglia stanza, attendendo la mattina per fare le stesse cose di ogni giorno. Era entrato nell'esercito sognando l'avventura e con la speranza di entrare nella squadra speciale contro l'invasione dei Decepticons, in modo da dare una mano ai suoi amici.

Invece si era ritrovato a riparare rottami.

Era avvilito e demotivato, ma nonostante ciò il suo sogno non era ancora del tutto morto, soprattutto adesso che Kate era accanto a lui. Non poteva neanche lontanamente immaginare quanto fosse stato difficile per lei.

Mentre si rigirava nel letto, da sotto il cuscino cadde una foto, che lui raccolse immediatamente e si soffermò a guardarla: rivedere i volti dei loro amici gli faceva uno strano effetto, anche se non ne aveva dimenticato neanche un particolare. Il suo sguardo si posò poi sulla sveglia e vide si era fatto tardi. Spense la luce e, guardando il soffitto con le mani sotto la testa, si addormentò.

 

-Ehi Will, allora ci vediamo domani e mi raccomando per il test di matematica- disse l'amico al ragazzo.

-Si si, non preoccuparti- rispose lui, richiudendosi la porta della sua stanza alle spalle.

La vita al college era movimentata e stancante e Will vedeva solo l'ora di buttarsi sul letto a dormire. Ma anche quella sera doveva studiare.

A tastoni cercò l'interruttore della piccola lampada sulla scrivania, visto che il suo compagno di stanza stava già dormendo. Si mise a guardare la libreria in cerca del volume di matematica e, una volta trovato, lo sfilò.

Con il libro uscì anche qualcos'altro che scivolò sul letto. Il ragazzo la prese tra le mani e sorrise: era una foto di quegl'ultimi giorni d'estate con gli Autobots. Quanto gli mancava la spensieratezza di quei momenti, l'euforia di partire insieme ai robot per qualche nuova avventura.

Mentre fantasticava, l'occhio cadde sulla sveglia: le dieci e mezzo passate. Doveva mettersi subito a studiare, poiché ne avrebbe avuto fin dopo mezzanotte. Così, anche se a malincuore, si tuffò nel mondo dei numeri e delle equazioni.

 

Kate si guardò intorno ed era circondata dal buio. Era come se fosse in un luogo dove alla luce era proibito accedere e un gelo sempre più pungente si diffondeva in tutto il suo corpo. Ad un tratto sentì delle presenze accanto a lei, da entrambe le parti: si voltò e vide Matt e Will. Era come se i tre stessero facendo lo stesso sogno.

All'improvviso dal buio spuntarono delle luce, probabilmente stelle, le quali brillavano formando un cerchio intorno a loro. Poi un fascio di luce di sprigionò ed illuminò una grande statua di ghiaccio che raffigurava un uomo barbuto con un elmo, uno scudo e una spada. La ragazza aveva già visto quella statua in un libro: era Odino, il dio nordico, padre di tutti gli dei.

Vide una luce provenire da uno dei suoi occhi e improvvisamente l'immagine della statua fu sostituita da qualcosa di molto peggio: sembrava una sorta di cannone laser dalle dimensioni gigantesche che sparava un raggio verso il sole, sino a spegnerlo come la fiamma di una candela...

 

Contemporaneamente, in tre stanza diverse, tre ragazzi si stavano svegliando di colpo, turbati dal sogno che avevano appena fatto e dal pungente, ma sopportabile, dolore alla mano sinistra. Se la guardarono e con grande sorpresa trovarono sul palmo un simbolo, apparentemente una lettera, che brillava. Sembrava linguaggio cybertroniano.

Kate avvertì una scossa dalla chiave che portava al collo, fatto che non accadeva da ormai quattro anni.

 

-Optimus, Red Alert ha completato gli esami sui residui che ho raccolto e ha scoperto che appartengono ad un oggetto proveniente da Cybertron- disse Ironhide.

-Sul serio? E cosa ci fa un manufatto di Cybertron in una base militare terrestre e, soprattutto, perchè Megatron la voleva?- ragionò Optimus Prime.

-Forse dovremo fare qualche domanda a questi soldati ed essere persuasivi- intervenne Jazz.

-Non useremo la violenza Jazz, non siamo come i Decepticons. Comunque faremo in modo che non ci possano rispondere di no- concluse Optimus.

 

La mattina Kate si alzò, senza pensare molto a ciò che era accaduto quella notte, considerandolo unicamente un sogno. Poi all'improvviso la vide, proprio là, sul palmo della mano sinistra, come marchiata a fuoco: la stessa sagoma che aveva visto quella notte.

-Non è possibile!! Stavolta non più chiavi del potere, ma sagome sulle mani? Ma capitano proprio tutte a noi?- pensò.

Poi volle la conferma di una cosa: alzò la cornetta e compose il numero. Il telefono squillò due volte prima che qualcuno rispondesse.

-Pronto?- disse una voce.

-Will?-

-Kate?? Ehi sorellina, sono mesi che non ci sentiamo. Come va nell'esercito?-

-Te lo racconto un'altra volta. Vorrei chiederti una cosa: ti è successo niente di strano stanotte?-

Silenzio.

-Will??-

-Sai, un po' mi aspettavo questa telefonata. Credo che con questa domanda tu intenda se ho fatto uno strano sogno e mi sono ritrovato un carattere cybertroniano sul palmo della mano sinistra? Ebbene si-

-Oh Will, mi dispiace. Ci dobbiamo vedere-

-D'accordo, prenderò il pullman nel weekend e sarò da te in un paio d'ore-

-Bene, fammi sapere l'ora e ti aspetto alla stazione-

-Sai Kate, hai preso un po' il tono militare-

-Will, ci vediamo-

-A presto Kate-

-Ciao fratellino-

Quando la ragazza riagganciò non era affatto tranquilla, anzi. Non era un buon segno quello che gli stava capitando e poi perchè proprio a loro? L'occhio le cadde sulla sveglia e si rese conto di essere in ritardo per il turno. Così si infilò un paio di guanti e uscì dalla camera.

Trovò Matt già a lavoro e notò che anche lui portava i guanti, cosa alquanto insolita. Così gli si avvicinò e gli sussurrò:

-Buongiorno, vorrei parlarti in privato-

Lui non fiatò e la seguì fuori dall'officina. Lei si sfilò il guanto sinistro e gli mostrò la mano con il marchio.

-Credo che anche tu dovresti mostrarmi il tuo-

Allora anche lui si tolse il guanto sinistro e mostrò il palmo. Anche il suo era marchiato da un simbolo cybertroniano.

-Kate, che cosa sta succedendo?-

-Non lo so Matt, ma stanotte il pezzo di chiave ha avuto un sussulto e non credo che si un buon segno-

-Forse dovremo avvertirli- disse lui.

-Non credo che sarà facile- rispose lei.

 

Gli Autobots si diressero a passo pesante verso la zona operativo, dove il maggiore Wilson stava dando le varie direttive. Quando l'uomo li vide arrivare, sentì che c'era aria di tempesta. Optimus si fermò e si inginocchiò:

-Maggiore, noi siamo stati onesti e collaborativi con voi e non credo che abbiate fatto lo stesso-

La sua voce non era irata, ma ugualmente pretendeva rispetto.

-Cosa ve lo fa pensare?- chiese quello, sapendo benissimo che la sua difensiva non avrebbe retto.

-Sull'ultimo luogo di contatto Decepticons abbiamo trovato traccie di un oggetto appartenente a Cybertron ed esigiamo sapere che cosa ci faceva in una base militare terrestre-

-Ecco, per l'esattezza...la cosa è TOP SECRET-

Oprimus, come gli altri, iniziavano a spazientirsi.

-Senta, se volete essere difesi, non potete tenerci nascosto qualcosa di tale rilevanza da suscitare l'interesse di Megatron-

Il maggiore abbassò lo sguardo: era combattuto tra il dire la verità ai robot e sottostare ad un ordine di segretezza. Poi però la ragione ebbe il sopravvento sul dovere.

-Bene Autobots, vi dirò la verità. Ma non qui, seguitemi-

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Kate e Matt decisero per il momento di non parlare dell'accaduto. Stavano tranquillamente svolgendo le loro solite mansioni di meccanici: lui stava lavorando ancora al sidecar per un alto ufficiale della base, mentre lei si stava occupando di un vecchio jet ormai allo stremo, a cui però chiedevano ancora uno sforzo.

Mentre maneggava i fili dietro il quadro comandi, la vista le si annebbiò per un attimo. Scosse la testa e tornò a posto. Scese dall'abitacolo dell'aereo e, messo piede a terra, la gambe si fecero deboli.

-Ma cosa mi sta succedendo?- si chiese, mentre sentiva di star per perdere l'equilibrio.

Fece in tempo a chiamare Matt prima di cadere a terra. Vide il ragazzo sopra di lei che la chiamava prima che la vista le si annebbiasse ancora. Davanti ai suoi occhi presero a scorrere rapidamente sequenze di sei cifre, poi quadri meccanici e operazioni matematiche, prima che tutto sparisse in un bagliore.

La prima cosa che vide fu un uomo in camice bianco che le stava controllando la reazione della pupilla alla luce. Nel frattempo tranquillizzava Matt. Lei sussurrò il suo nome e lui le si avvicinò, accarezzandole i capelli.

-Bene, vedo che si è ripresa, capitano- disse il dottore.

-Sto bene, è stato solo un calo di pressione- rispose lei e fece per alzarsi, anche se con difficoltà.

Il ragazzo la sorresse premurosamente. In quel momento delle ombre si allungarono sul pavimento dell'officina e degli sconosciuti si stagliarono controluce. I due ragazzi e il medico alzarono lo sguardo e si trovarono davanti un gruppetto di cinque uomini.

Quello che appariva il più alto in grado parlò:

-Sto cercando il capitano Morrison e il tenente Duncan-

I due si fecero avanti, chiedendo il motivo di tale visita.

-Salve, sono il maggiore Beckett e sono stato mandato per chiedervi di mettervi al comando di una squadra di uomini scelti per una missione molto speciale-

 

-Come avete fatto a tenerci nascosta una cosa tanto importante?- domandò Optimus, non credendo alle sue orecchie.

-Fino all'incursione di ieri non potevamo sapere che i Decepticons erano venuti a conoscenza che quell'oggetto fosse qui- si difese il maggiore.

-E per cosa l'avreste usato, sentiamo un po'- si intromise Hot Shot.

-Quando fu trovato, nessuno sapeva a cosa servisse o da dove provenisse, anche se era certo che non fosse terrestre. L'unica cosa certa era che la tecnologia era avanzata e la forza ne faceva intendere l'utilizzo. Quindi il governo locale decise di scomporlo in cinque pezzi e nasconderlo nei sottosuoli di cinque basi militari, tenendo tutti all'oscuro, tranne i comandanti. Non sappiamo come Megatron ne sia venuto a conoscenza, ma sappiamo che, con l'incursione di ieri, i pezzi trafugati sono due-

-E non sapete ancora a cosa serve, giusto?- chiese Red Alert.

-Esatto e fino ad ora non sapevamo neanche che fosse cybertroniano-

-Avete per caso della documentazione?- domandò ancora il robot.

Il militare si voltò e prese un fascicolo da una scrivania. Lo consegnò al robot e disse:

-Progetto segreto 0197, nome in codice: Occhio di Odino-

 

Kate, Matt e i nuovi arrivati si erano spostati nella stanzetta adiacente all'officina per poter parlare indisturbati.

Il primo a parlare fu Matt:

-Bene maggiore...Beckett...giusto? Qual buon vento vi porta nei bassifondi di questa base militare?-

-Vede tenente Duncan, siamo alla ricerca di valenti elementi per guidare una squadra speciale in un'operazione alquanto delicata contro l'invasione Decepticons. Credo ne siate entrambi già al corrente-

Kate non stava osservando, bensì osservava il maggiore: era un uomo di mezza età, di media statura, con barba, baffi e capelli grigi, lo sguardo fermo e la postura austera. Le ricordava un po' suo nonno, visto in una delle vecchie foto sul camino.

-Lei e il capitano Morrison, nonostante la giovane età, avete un'ottima carriera militare, anche se la sua è macchiata da un piccolo incidente con un superiore, ma che faremo in modo di cancellare nel caso accettaste l'incarico-

Matt si accese una sigaretta. Kate invece domandò:

-Signore, perchè è venuto a cercare proprio noi?-

-Vede capitano, nonostante tutto ciò che è stato detto, lei e il tenente siete i migliori e, a mio parere, gli unici a poter guidare una tale squadra di specialisti-

La ragazza non riusciva a credere alle proprie orecchie, come, a quanto pareva, accadeva a Matt.

-Allora, cosa ne dite?-

-Che domande, noi...- iniziò il ragazzo.

-Ci penseremo- concluse la ragazza.

-Che cosa?!?- replicò lui, ma lo sguardo di lei lo congelò.

Il maggiore era stupito, ma mantenne comunque un contegno. Poi disse:

-D'accordo, è una vostra scelta-

-Ne parleremo e le faremo sapere per domani mattina- concluse Kate.

Il gruppo si congedò. Quando gli uomini se ne furono andati, Matt la guardò.

-Ma che ti è preso? È l'occasione che aspettavamo da sempre-

-Non sono sicura di potermi prendere la responsabilità di altre vite-

-Ma non hai sentito cosa ha detto il maggiore? Sono uomini scelti, sanno che è pericoloso e a cosa vanno incontro. Non sono reclute che hanno bisogno di una babysitter!!-

-Lo so, ma...io...ci devo pensare-

-Mi dispiace Kate, ma stavolta non ti appoggio-

-Lo so e non ti ho chiesto di farlo-

 

-Grande Megatron, abbiamo individuato un altro pezzo dell'arma-

-Un'altra base?-

-A dir la verità più esterno-

-Perfetto. Decepticons, agiremo stanotte-

 

I due ragazzi non si parlarono per il resto della giornata. Kate sapeva che Matt era arrabbiato, ma lei aveva le sue buone ragioni per aver rimandato la decisione. Anche se la tentazione di andare a parlargli era tanta, decise che non l'avrebbe fatto.

Finì il suo turno in anticipo e si chiuse nella sua stanza. Si mise a guardare la TV. Tolse i guanti e notò che il simbolo non era affatto scomparso. Avrebbe potuto contattare gli Autobots, ma non era sicura che il messaggio sarebbe arrivato. Poi c'era qualcosa dentro di lei che glielo impediva.

In quel momento udì la porta della camera accanto aprirsi, indugiare per un secondo e poi richiudersi sbattendo. Matt era tornato.

 

Notte. Kate stava dormendo nel suo letto e sognava. Niente di preciso, ma era felice e tranquilla. All'improvviso udì un boato e rumore di velivoli che atterravano. Si affacciò alla finestra e vide un muro dell'officina a terra, mentre delle imponenti figure nere lo varcavano.

Ad un tratto la terra prese a tremare, fino a quando una di quelle ombre non estrasse qualcosa dal terreno. Kate aveva riconosciuto immediatamente quelle figure, ma cosa mai avranno cercato e trovato nella vecchia officina ai confini della base militare?

 

Come era logico, in poco più di un'ora giunse il gruppo degli Autobots. Sia Kate che Matt preferirono non andare a vedere e tenersi in disparte.

Come erano arrivati, se ne andarono, per la seconda volta senza sapere che loro erano lì. I due però non riuscirono più ad addormentarsi e passarono il resto della notte a fissare il soffitto.

Giunse la mattina e Matt e Kate uscirono insieme dalle loro stanze.

-E' il giorno- disse Matt.

-Non temere, sono convinta che sarà la scelta più giusta-

Il maggiore non si fece attendere. Arrivò su una jeep.

-Ho saputo quello che è successo stanotte-

I due non risposero. L'ufficiale decise di non dire altro a riguardo.

-Allora, avete preso una decisione?-

Matt guardò Kate, ma lei non ricambiò. Poi rispose:

-Maggiore, andiamo a prendere a calci qualche fondoschiena Decepticons-

 

I due ragazzi erano convocati per le otto della mattina dopo alla base, dove sarebbero stati presentati loro i membri della squadra.

Comunicata la loro licenza al capo meccanico e costretti dal fatto di non avere più un'officina in cui lavorare, ebbero il resto della giornata libero.

-Ti rendi conto? Non solo siamo entrati in una squadra speciale, ma ne siamo addirittura a capo- esclamò Matt entusiasta.

-A dirla tutta, avendo il grado più alto, sarò io a capo della squadra, tu sarai il mio secondo- sorrise Kate.

-E chi se ne importa!! Sono troppo contento-

I due si misero a passeggiare, in silenzio. Poi fu Matt a parlare:

-Credi che in questo modo riusciremo a rivederli?-

-Non lo so Matt, ma in fondo lo spero-

Quella sera, mentre preparava le sue cose, in Kate salì l'agitazione. E se non fosse stata all'altezza del compito? E se avesse sbagliato qualcosa che avesse messo a repentaglio la vita di tutti?

Si tranquillizzò però al pensiero che Matt sarebbe stato al suo fianco.

Controllò la sua arma, una beretta, la smontò e ripulì con cura. Poi la ripose nella fondina.

-Bene, da adesso in poi la strada è tutta in salita-

 

-E' incredibile!!- esclamò Red Alert.

-Cosa hai scoperto?- chiese Optimus.

-Dagli schemi che il maggiore ci ha dato, credo di aver capito a cosa serve l'oggetto cybertroniano che hanno trovato. Ogni pezzo qui descritto e documentato, se ricomposto, dà luogo ad un cannone laser con un effetto tale che, se puntato verso il sole, sarà capace di spegnerlo come una candelina. Ciò provocherà una glaciazione terrestre e la fine dell'umanità-

-Megatron, fin dove sei disposto a spingerti?- sospirò Optimus.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


-Agitata?- chiese Matt alla figura tremante al suo fianco.

-Si vede molto?- gli chiese Kate.

-Insomma...dai Kate, devi stare tranquilla, ci sono io al tuo fianco-

Giunsero dinnanzi ad una porta a vetri, sorvegliata da due piantoni.

-Alt!! Si passa solo su autorizzazione- disse uno dei due.

-Siamo stati convocati dal maggiore Beckett- rispose Kate, mostrando il tesserino di riconoscimento suo e di Matt.

Il soldato esordì:

-Benvenuti capitano Morrison e tenente Duncan, il maggiore vi attende nella sala briefing-

La porta a scorrimento si aprì, rivelando un corridoio con porte su entrambi i lati. Quella che cercavano doveva essere però quella davanti a loro, visto che era l'unica con una targhetta attaccata sopra. Kate bussò e, quando le fu permesso, entrò nella stanza, seguita da Matt.

I presenti, ossia cinque persone, compreso il maggiore, si voltarono a guardarli.

-Oh, benvenuti. Capitano, tenente, accomodatevi, vi presento la squadra-

Lei, prima di sedersi, si soffermò ad osservare i tre uomini e la donna presenti nella stanza.

-Bene, adesso che siamo tutti, passiamo alle presentazioni: come avrete capito, questi che si sono appena uniti a noi sono il capitano Morrison e il tenente Duncan. Poi abbiamo il caporale Carter, lo stratega e responsabile delle missioni, il soldato Garcia, tiratore scelto, il caporale Lee, responsabile della cura delle ferite, ma anche un ottimo soldato, e infine il signor Parker, addetto agli esplosivi-

Kate li passò tutti in rassegna, poi però il maggiore riprese a parlare:

-Questa squadra è stata riunita per una missione assai importante. Nome del team sarà “Sleipnir” e la missione ha nome in codice “Occhio di Odino”-

Ai due ragazzi si gelò il sangue, avendo collegato il nome al sogno della notte precedente.

-Come saprete, da ormai quattro anni, un gruppo di malvagi alieni con il nome di Decepticons sta commettendo furti e reati a nostro discapito senza essere fermati-

-E gli Autobots?- lo interruppe Matt.

-Loro non riescono più ad essere efficienti come prima-

-Molto strano- pensò il ragazzo.

-Comunque...la missione che vi attende è assai complicata e delicata, la quale vi vedrà in prima linea contro gli alieni. Negli anni sessanta, in Nord Europa, fu ritrovato da un esploratore americano, andato alla ricerca della leggendaria città degli Dei nordici, un manufatto alieno che ora sappiamo essere cybertroniano. Ipotizzando le sue funzioni e il suo probabile utilizzo, l'arma fu divisa in cinque parti, nascoste poi nel sottosuolo di cinque basi militari. I dati relativi all'Occhio di Odino furono poi dimenticati negli archivi informatici del Pentagono. Fino ad ora. Non si sa come, ma i nostri nemici sono riusciti a ritrovare tali informazioni e gli schemi relativi e hanno ricominciato a radunare i pezzi. Al momento le basi attaccate sono tre. Compito vostro è riuscire a non fargli recuperare tutti e cinque i pezzi. Per questo sarete assegnati a una delle due basi rimanenti, mentre l'altra sarà sorvegliata dagli Autobots-

-Benissimo. Quando partiamo?- chiese Carter.

-Subito. Non sappiamo quando i Decepticons potrebbero attaccare-

 

In poco meno di un'ora i preparativi erano stati ultimati e la squadra era pronta a partire. Matt e Kate stavano aspettando la macchina che sarebbe venuta a prenderli, quando sentirono qualcuno dietro di loro. Si voltarono e trovarono Carter.

-Capitano volevo presentarmi personalmente con il superiore della squadra- disse, tendendo la mano a Matt.

-Amico, credo che tu abbia sbagliato. Io sono il tenente Duncan. Lei è il capitano- rispose lui, indicando Kate.

L'uomo era tra lo stupito e l'imbarazzato. Poi esordì:

-Una ragazza?-

-Qualche problema?- chiese lei.

-Nessun problema, signore...ehm...signora!!-

-Perfetto, è bello mettere le cose in chiaro fin da subito-

 

Si meravigliarono nel constatare che la base da tenre sotto controllo era poco lontana dalla loro. Gli furono mostrati gli alloggi e l'intera squadra fu convocata dal responsabile della struttura, il colonnello Jones. Il superiore si fece attendere, dando la possibilità ai presenti di ammirare il suo splendido ufficio, adornato di premi, medaglie e certificazioni. La scrivania in mogano ospitava una targa placcata con il suo nome, un paio di foto, un telefono e un costoso portatile.

Finalmente il colonnello fece il suo ingresso.

-Benvenuti. Mi hanno informato della vostra missione e spero che ne siate all'altezza. Quelli contro cui dovrete combattere non sono normali nemici, ma macchine cinque volte più grandi di voi e più spietate di un branco di assassini-

-Non credi che stiano un po' esagerando?- sussurrò Matt a Kate.

-Forse un po', ma dopotutto queste persone devono essere preparate ad affrontare qualunque nemico- rispose Kate, sottovoce.

-Capitano, ha forse qualcosa da dire?- si interruppe il colonnello.

In un attimo tutti gli occhi furono puntati su di lei, la quale si alzò:

-Signore, mi perdoni, ma mi stavo chiedendo se era possibile vedere il manufatto-

Quello fu sorpreso dalla richiesta, poi però rispose:

-Certamente. Seguitemi-

Il gruppo fu condotto ad un ascensore dove, sotto la pulsantiera, il militare aprì uno sportello, con un foro per una chiave elettronica. Si sfilò dal collo una tessera magnetica e la inserì nel lettore. L'ascensore prese a muoversi.

-Il piano dove si trova l'oggetto alieno non è accessibile a tutti, ma solo a me e ai responsabili delle ricerche-

-Ricerche?- chiese Lee.

-Da quando il manufatto è stato affidato a questa base, un team di ricercatori lo ha sottoposto a continui test, ma non sono riusciti a scoprire molto-

Finalmente l'ascensore si fermò. Quando le porte si aprirono, davanti al gruppo si schiuse un grande hangar, dove al centro stava un oggetto metallico delle dimensioni di tre metri per due e largo un metro e mezzo, attaccato a cavi d'acciaio. Se un solo pezzo era di quelle dimensioni, allora figurarsi l'intera arma. Attorno al manufatto stavano team di esperti, muniti di sonde e macchinari.

-Matt, è una cella energetica. Ricordo di averne vista montare una a Red Alert per una delle armi di difesa della base- disse Kate senza che nessuno la sentisse.

-Hai ragione, ma allora significa che l'Occhio di Odino è un cannone laser- rispose lui.

-Già, ma la cosa più inquietante è che noi già lo sapevamo-

Ad un tratto il colonnello interruppe nuovamente la loro conversazione.

-Ditemi, adesso che l'avete visto, come vi muoverete?-

I due si guardarono, capendo di aver avuto la stessa idea.

-Lo trasferiamo- dissero all'unisono.

-Come?- chiese stupito il superiore, come del resto tutti i presenti.

Fu Kate a prendere la parola.

-Vede signore, nonostante la fiducia che ripongo in questi uomini e nelle loro capacità, mi duole affermare che non saremo in grado d fermare i Decepticons, ma possiamo rallentarli-

-Come fa ad essere sicura, capitano?- chiese stavolta Garcia.

Fu Matt a rispondere.

-Prima di unirci a voi, io e il capitano ci siamo documentati riguardo Megatron e i suoi. Non dovete aspettarvi solo robot trasformisti e spietati, ma anche di un'intelligenza e un mimetismo assoluto. Per questo crediamo che fermarli definitivamente, da parte nostra, sia pressocchè impossibile. Solo agli Autobots è concesso questo onore. Hanno armi che vanno al di là della potenza delle nostre, più primitive e meno efficaci-

-Allora, che suggerite di fare?-

-Prenderemo il manufatto e lo trasferiremo in un posto sicuro-

-E se ci tenessero d'occhio?-

-Lo faremo segretamente, solo noi ne saremo a conoscenza. Niente appunti, niente orari e permessi informatici. Immagino che ogni venerdì arrivino i camion con il rifornimento e le biancherie di ricambio, giusto?-

-Certo- rispose il colonnello.

-Bene, allora faremo arrivare un camion in più, vuoto però. Entrerà alla base, ma quando uscirà si porterà via anche il manufatto. Niente scorte, deve sembrare un normale trasporto- concluse Kate.

-E dove pensate di mandarlo?-

-Il programma governativo per il quale lavorano gli Autobots deve avere una base super-segreta, ma che sono sicuro che lei sappia l'ubicazione. Mandi il camion là e li informi dell'arrivo tramite un vostro sottoposto- rispose il ragazzo.

-Come fate ad essere certi che i Decepticons non si accorgano di niente?- chiese Carter.

-Abbiamo saputo che i nostri amici hanno bisogno del responsabile della base per farsi dire l'esatta posizione del manufatto, in quanto sanno che c'è, ma non sanno di preciso dove. Immagino che si inseriscano nel circuito delle telecamere. Quindi basterà mantenere la registrazione di questo settore come se l'oggetto fosse ancora qui- rispose la ragazza.

-Un'ultima cosa: e se attaccassero prima l'altra base?- chiese ancora il colonnello.

-A quel punto ci penseranno gli Autobots, anche se dubito che Megatron rischi di inbattersi direttamente in Optimus Prime rischiando di fallire piuttosto che approfittare della base sguarnita e un furto più facile- rispose Matt.

Tutti i presenti li guardarono, stupiti.

-Avete studiato, vedo. Complimenti- disse il superiore.

I due ragazzi sentirono che forse si erano esposti troppo.

-Seguiremo il vostro piano e speriamo funzioni-

-Lo speriamo anche noi- si disse Matt e Kate.

 

Per il giorno dopo era già tutto pronto e il manufatto era stato caricato sul tir entrato vuoto.

-Mi raccomando, se non succede niente mantenete il silenzio radio. Non tentate di comunicare con la base o tra di voi- si raccomandò il colonnello all'autista.

-Si signore- rispose quello e partì.

-Speriamo bene- sentì Kate dire al superiore tra i denti.

In mattinata fissarono i turni di guardia nell'hangar della base, convinti che i Decepticons sarebbero entrati da là, vista la loro abitudine ad arrivare dal cielo, non certo da sotto terra. Se avessero attaccato avrebbero dovuto comportarsi come se il pezzo dell'arma si trovasse ancora lì.

Le ore passavano e dei nemici nessuna traccia. Kate e Matt se ne stavano in disparte rispetto alla squadra. Ad un tratto furono avvicinati da Lee e Garcia.

-C'è qualche problema?- chiese Matt alzando la testa.

-Come sapevate tutte quelle cose su Autobots e Decepticons?- chiese Lee.

I due si aspettavano quella domanda, prima o dopo. Si guardarono, poi Kate rispose:

-Abbiamo avuto accesso a rapporti e documenti che riguardavano entrambe le fazioni. In base a quelle informazioni abbiamo tratto le nostre strategie-

-Ma alcune cose erano talmente precise...- aggiunse Garcia.

-Non è che per caso li conoscete da vicino?- esclamò distrattamente Carter mentre giocava a carte con Parker.

-Ma certo che no. A quest'ora non saremo certo qui- si affrettò a dire Matt.

Per fortuna ci credettero, ma continuarono lo stesso a guardarli con curiosità e sospetto.

Giunse la notte e dei Decepticons neanche l'ombra. Gli uomini cominciavano a spazientirsi e a chiedersi perchè avevano accettato quell'incarico. Lee e Matt fumavano la loro decima sigaretta, Garcia puliva il suo fucile di precisione, Carter si concedeva un sigaro mentre Parker giocherellava con il suo coltello.

Kate, nel frattempo, osservava la cartina, individuando la posizione delle basi e cercando di estrapolarne una logica. Non aveva però una tale fortuna. Cominciò a guardarsi intorno e strinse con una mano le sue medagliette, assieme alla chiave. Se i Decepticons fossero stati vicini, lei lo avrebbe saputo.

Ad un tratto accadde qualcosa: nella testa le comparvero di nuovo i numeri a sei cifre, come non le accadeva da ormai quattro anni. Fu allora che capì.

Prese la cartina e si mise a tracciare le coordinate: le prime tre coppie di sei cifre coincidevano, in sequenza, alle tre basi attaccate.

-Impossibile- si disse.

Tracciò le altre cifre in sequenza ed ebbe un sussulto: finivano ad indicare la base dove si trovavano.

-Matt!!- esclamò.

Il ragazzo accorse.

-So che sarà questo il prossimo bersaglio dei Decepticons- e prese a raccontargli ogni cosa.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


-Dobbiamo dirlo agli altri- disse Matt quando la ragazza terminò di raccontare.

-Certo. E cosa gli diciamo? Che ho avuto una visione sulle tappe che i Decepticons seguono per rubare i pezzi dell'arma? Matt, ci prenderanno per matti-

-E allora? Cosa dovremo fare? Aspettare che ci attacchino? Dovremo avvertire almeno gli Autobots-

-Non ricordi? Deve sembrare tutto nella norma, altrimenti quelli non si presenteranno. Se tengono d'occhio le basi, vedranno che gli Autobots si spostano e opteranno per attaccare l'altra base. Speriamo solo che se i Decepticons ci attaccheranno, non ci riconoscano, altrimenti la cosa salta-

-E' vero. Magari con il fatto che siamo cresciuti non riusciranno ad associarci a quelli che eravamo quattro anni fa, anche se sei tu quella che rischi maggiormente, visto che sei stata a contatto con loro più tempo-

Kate non piteva che dargli ragione.

Senza che se ne rendessero conto arrivò la mattina e la squadra si concesse qualche ora di sonno. Kate e Lee condividevano la stessa camera. I ragazzi invece stavano in quella adiacente. Ad un tratto qualcuno bussò alla porta. A tentoni Kate la raggiunse e la aprì: era una delle guardie di sicurezza della base.

-Capitano, mi spiace disturbarla, ma c'è qualcuno all'entrata che chiede di lei-

La ragazza rimase per un attimo impalata dov'era, in quanto non aveva la minima idea di chi potesse essere. Poi disse:

-Arrivo immediatamente-

Si infilò un paio di pantaloni e una canotta e seguì la guardia. Giunti all'entrata, il soldato le indicò chi la cercava. Quando il misterioso visitatore si voltò, lei lo riconobbe:

-Will?!?-

-Ciao sorellina, pensavo che mi saresti venuta a prendere-

Era tanto che i due non si vedevano e in quel lasso di tempo il ragazzo era assai cambiato: sembrava più alto e anche fisicamente più maturo. Will era vestito in uniforme militare.

-Si può sapere come sei arrivato qui? E come mai sei vestito in quel modo?-

-Pensavo che mi avresti accolto dicendo: “ciao Will, come stai? Sei cresciuto. Sono contenta di vederti, mi sei mancato”-

 

I fratelli fecero un giro per la base, mentre il ragazzo le raccontava la vicenda: quando non l'aveva vista alla stazione dei pullman, aveva preso un taxi fino alla base dove lei aveva detto di trovarsi. Là aveva incontrato un suo vecchio amico che lo aveva informato del trasferimento, avvertendolo però che non sarebbe potuto entrare se non era un militare. Così gli aveva prestato un uniforme e una sacca dove mettere la sua roba. Dopodichè eccolo là.

Kate nel frattempo sorrideva.

-Non ci posso credere che tu l'abbia fatto-

-Eppure è vero e non me ne sono neanche pentito-

-Ma adesso che intenzioni avresti? Non posso certo tenerti qua. Sono impegnata in qualcosa di delicato-

-Me ne rendo conto sorellina, ma il pullman di ritorno non ci sarà fino a domattina e credo che per stanotte dovrò rimanere qui-

-Te la sei studiata proprio bene, eh?- rispose lei.

-Già- sorrise lui.

Poi ci fu un attimo di silenzio.

-Will, ti ricordi perchè ti avevo chiesto di vederci?-

-Certo- e si tolse il guanto che anche lui aveva indossato.

Sul palmo spiccò lo stesso marchio.

-Ce lo ha anche Matt?- chiese il fratello.

-Si- rispose lei.

-Non ti sei mica fatto vivo con gli Autobots?- aggiunse poi.

-No-

-Sicuro?-

-Si Kate, per chi mi hai preso? Ma spiegami piuttosto: tu sai cosa sta succedendo?-

-Non ne sono sicura...- e prese a raccontargli tutto quello che era accaduto, compreso il prossimo ipotetico attacco da parte dei Decepticons.

-Ne sei sicura?-

-Mi sono mai sbagliata?-

-Preferirei non rispondere a questa domanda-

I fratelli fecero ancora due passi, poi Kate disse:

-Devo dire a Matt che sei qui e soprattutto noi tre dobbiamo parlare-

 

Nel buio qualcosa attendeva. La sua nascita aveva impiegato quattro anni al suo padrone e a lui doveva tutto. Sentiva che l'energia stava lentamente irrorando ogni sua parte, mentre, nella testa, sentiva i comandi del suo creatore. Il suo scopo era già stato reso noto e non aspettava altro che il rifornimento fosse completato.

 

In pochi minuti Matt fu avvertito e i tre furono di nuovo insieme. Lui e Will si salutarono animatamente e si fecero un sacco di complimenti, proprio come due ragazzini. Poi però Kate interruppe quell'euforia:

-Cosa facciamo?-

I due ragazzi la guardarono.

-Aspettiamo che le cosa si risolvano da sole?- rispose Will.

-Non sto scherzando- riprese lei, seria.

-Kate, la soluzione la sai tu, la so io e la sa Will. Dobbiamo avvertire gli Autobots-

-Sei tu quella che ancora non si è decisa-

-Hai ragione, forse perchè ho paura di distrarli, di farli preoccupare. Non possiamo sempre fare affidamento su di loro per risolvere i nostri problemi-

-Allora, cosa proponi di fare?-

-Aspettiamo fino a domattina, poi vedremo- concluse Kate.

 

Will non poteva rimanere alla base senza che il colonnello ne fosse a conoscenza. Così decisero di recarsi nel suo ufficio. Tagliarono per l'hangar, dove notarono un grande affollamento di veicoli.

-Che succede?- chiese Kate a Garcia.

-Dicono di averci fatto recapitare l'armamento contro i Decepticons-

-Ma potrebbero averci visto-

-Tranquilla, sono arrivati smontati dentro i camion e poi rimontati qui-

-Ok, d'accordo-

Poi il soldato notò Will.

-Lui chi é?-

-Oh, è solo mio fratello. È arrivato senza preavviso e non partirà fino a domattina. Sto andando ad avvertire il colonnello. Spero che la sua presenza non infastidisca te o gli altri-

-No, certo che no, capitano- si affrettò a rispondere Garcia e tornò subito ai suoi doveri.

Will guardò la sorella.

-Ti rispettano, sorellina-

-Sono il loro superiore. A volte però detesto tutta questa formalità. Non credo però che il colonnello stavolta sarà altrettanto formale-

 

Kate, Will e Matt arrivarono davanti all'ufficio del superiore.

-Forse è meglio se per ora entro solo io- disse la ragazza e bussò, ricevendo quasi subito il permesso di entrare.

I due ragazzi aspettarono fuori.

-Allora, com'è essere un sottoposto di Kate?- chiese Will.

-Oh, non è molto diverso da com'è essere il suo ragazzo- scherzò Matt.

-Beh, allora dev'essere tremendo-

In quel momento Kate uscì dall'ufficio.

-Grazie ancora signore. È stato molto gentile- disse e si richiuse la porta alle spalle.

-Come è andata?- chiese Matt.

-Il colonnello ha acconsentito alla permanenza di Will, a patto che lui si renda utile-

-Certamente. Non vedo l'ora-

 

-Pensavo a qualcosa di un po' più nobile- disse il fratello, mentre gli veniva assegnato un secchio e una spugna da Kate.

-Lavare la macchina del colonnello è il più nobile dei compiti- sorrise lei.

-Che divertent che sei- rispose lui e si diresse verso una lussuosa jeep, talmente sporca che sembrava dipinta.

-Non sarai stata troppo dura con lui?- le chiese Matt.

-Ho semplicemente preso alla lettera la proposta del colonnello.

Ai due si aggiunsero anche Lee e Carter.

-Chi è quel ragazzino?- chiese quest'ultimo.

-E' mio fratello e starà con noi fino a domattina. Nel frattempo lo schiavizzo un pò-

-Poverino- commentò dolcemente Lee.

La giornata trascorse e Will la impiegò per tirare a lucido la carrozzeria della macchina. Quando rientrò nell'hangar aveva le guancie arrossate dal sole e le mani piene di vesciche. Guardò la sorella.

-Kate, giuro che questa me la paghi-

-Avanti Will, un po' di lavoro non ha mai ucciso nessuno-

Quella sera tutta la squadra era di turno nell'hangar principale e il ragazzino cenò con loro, conoscendone i componenti. Si mostrarono tutti molto disponibili nei suoi confronti e lui ne rimase molto contento. Si stava però facendo tardi.

-Will, forse è meglio se te ne vai a letto- disse Kate.

-E perchè mai? Non sono più un bambino- protestò.

-Mi piace il ragazzino- scherzò Parker.

La sorella acconsentì a farlo rimanere.

 

Era passata da poco la mezzanotte. Kate seguì Matt che era uscito per fumare una sigaretta.

-Sarà stata una buona idea lasciare che Will rimanesse qui?-

-Kate, tuo fratello non è più un bambino e sa cavarsela benissimo anche da solo-

-Lo so, ma è pur sempre il mio fratellino- rispose lei.

-Comunque è necessario risolvere la faccenda dei marchi- riprese il ragazzo.

-Hai ragione. Credo che l'aiuto degli Autobots sia necessario-

Ad un tratto la ragazza ebbe un sussulto, provocato da una fitta al petto, sensazione che non percepiva più da ormai quattro anni e che non preannunciava nulla di buono.

-Matt, la chiave-

Non fu necessario dire altro. I due alzarono lo sguardo e nel buio della notte videro giungere dal cielo un gruppo di velivoli che, purtroppo, conoscevano fin troppo bene.

-Aiutami. Dobbiamo avvertire la squadra-

I due rientrarono nell'hangar ed esclamarono:

-Svelti, i Decepticons ci stanno attaccando!! Velo...- ma non terminarono.

Due dei jet che erano stati consegnati quella mattina emisero il comando di trasformazione e uno divenne Starscream, l'altro invece un altro Decepticons che però i ragazzi non conoscevano.

-Oh, cavolo!!- commentò Kate.

Garcia, Carter e Parker si misero a sparare raffiche di proiettili, ma sembrava che alle corazze dei robot non facessero neanche il solletico.

-Sciocchi umani, come possono pensare di cavarsela contro di noi?- ridacchiò Starscream, mentre i proiettili rimbalzavano sulla sua spada.

I due ragazzi si ritrovarono improvvisamente separati dal resto della squadra. Per fortuna Kate si stava riprendendo e adesso poteva reggersi in piedi da sola.

-Dobbiamo trovare il modo di riunirci agli altri!!- esclamò.

Avvertiva distintamente il resto dei nemici giungere alle loro spalle, fino a quando la parete dell'hangar dietro di loro si sfondò con un'esplosione, facendoli cadere a terra.

Velocemente si rialzarono e, in un attimo di distrazione di Starscream e l'altro Decepticon, Kate e Matt riuscirono a raggiungere i compagni.

All'improvviso, dal polverone provocato dall'esplosione, spuntò un animal meccanico simile ad un giaguaro che iniziò a passeggiare minaccioso davanti ai soldati. Garcia stava per prendere il mitra e sparare, quando la ragazza gli poggiò una mano sulla canna e gliela abbassò.

-Risparmiate proiettili, tanto non funzionano con loro- disse.

Tutti abbassarono le armi. In quel momento spuntò Megatron, seguito da due robot sconosciuti e da Cyclonus, il quale si allontanò poco dopo.

-Vedo che rispetto agli altri militari, questi sembrano più ragionevoli-

-Non finiranno per sospettare qualcosa?- bisbigliò Parker.

-Tanto lo scopriranno a breve- rispose Kate a voce bassa.

Megatron dette finalmente l'ordine:

-Decepticons, cercate quello per cui siamo venuti-

Nella confusione, la ragazza notò uno dei due Decepticons con un marchingegno in mano che passeggiava per l'hangar. In quel momento tornò Cyclonus che portava lo sfortunato colonnello, il quale poi fu adagiato malamente a terra.

-Grande Megatron, ecco il responsabile di questa base terrestre-

Per fortuna l'ufficiale aveva capito la sua parte e la stava recitando in maniera eccellente.

-Che cosa volete?-

-Sai bene cosa siamo venuti a cercare-

-No, non lo so-

-Non fare il difficile e dicci dov'è il pezzo dell'arma cybertroniana-

-Non so davvero di cosa state parlando-

In quel momento il robot con il marchingegno tra le mani esordì con una voce meccanica:

-Potente Megatron, ciò che stiamo cercando si trova qui sotto-

-Bene Soundwave, pensaci tu-

Il Decepticon, il quale sembrava un enorme mangia nastri, premette un tasto sul suo petto e questo, aprendosi, liberò una sorta di cassetta che poi si trasformò in un robot in miniatura. Subito le sue braccia mutarono due cilindri che, sbattuti a terra, provocarono delle scosse che fecero in poco tempo frenare una parte del pavimento, proprio sopra il laboratorio.

Con grande dissenso dei Decepticons però il pezzo di arma non c'era.

-Come è possibile?!? Soundwave, sei sicuro che quell'arnese funzioni?-

-Si. Le telecamere mostrano che il pezzo del cannone è là. Ci hanno presi in giro-

Megatron si voltò irato verso il comandante della base e sbraitò:

-Dov'è il pezzo dell'Occhio di Odino?!?-

-Pensavate davvero di trovarci impreparati? Pensavate che dopo tre pezzi vi avremo fatto portare via anche il quarto?-

-Se non mi dite subito dov'è il manufatto, vi schiaccio come dei moscerini!!- ringhiò il Decepticon e si avvicinò minaccioso al colonnello.

Ad un tratto una delle finestre dell'hangar si sfondò e a terra rotolò un cilindro metallico.

Kate capì subito di cosa si trattava e fece cenno alla squadra di portarsi qualcosa davanti alla bocca, in quanto l'oggetto che era stato lanciato era un fumogeno, il quale iniziò subito a sprigionare del denso fumo bianco.

Dopodichè si udirono dei rumori di veicoli che si fermavano davanti alla costruzione.

-Maledetti umani!! Se loro sono qui significa che gli Autobots non sono lontani. Non possiamo adesso intraprendere una battaglia con loro- disse Balckout.

-Hai ragione e poi il pezzo di arma non è qui, è inutile restare. Stavolta siamo stati giocati- sbraitò Megatron e, trasformatosi in jet, seguito dai suoi, se ne andò.

Kate, Matt, Will, il colonnello e la squadra si trovavano ancora nel mezzo della nuvole fumogena e non riuscivano quasi a respirare. All'improvviso furono agguantati ognuno da un militare comparso dal nulla e furono trascinati fuori.

Non ebbero neanche la possibilità di prendere una boccata d'aria, in quanto caricati tutti su un furgone con i vetri oscurati, per impedir loro di vedere dove li stessero portando.

Will continuava a tossire senza sosta, mentre Kate cercava di calmarlo. Dove li avrebbero portati? Chi erano quegli uomini? Non avevano normali divise militari.

Non riuscivano a vedere il paesaggio esterno, ma avvertiva la strada sterrata che stavano percorrendo e, in lontananza, sommesso al rumore dei veicoli, lo scorrere dell'acqua di un fiume. Si stavano inoltrano in una terra desolata, probabilmente però non lontano da dove si trovavano prima, in quanto dopo poco meno di mezz'ora di fermarono.

La ragazza avvertì delle voci e qualcosa di elettronico che si apriva. Dopo pochi minuti il furgone si fermò di nuovo. Udirono dei passi e gli sportelli posteriori si aprirono. Ad attenderli stavano tre militari che gli chiesero di seguirli.

Furono condotti lungo un corridoio scavato nella montagna, fino a giungere dinnanzi ad una porta blindata marcata con la lettera greca gamma.

Con un fischio questa si aprì, rivelando un ambiente enorme, con persone che si muovevano svelte svolgendo i loro compiti e che non si accorsero minimamente del loro ingresso. In quel momento Kate osò chiedere:

-Che posto è questo? E dove ci state portando?-

Uno degli ufficiali si voltò per rispondere:

-Qui siamo nella sede del settore gamma, nucleo operativo contro l'invasione Decepticons. Vi stiamo portando dal responsabile del settore, il maggiore Wilson-

La ragazza si guardò intorno, poi incontro gli sguardi di Matt e Will: tutti e tre avevano avuto lo stesso pensiero, ossia che forse là avrebbero incontrato gli Autobots.

 

-Alzati mia creatura, è ora di distruggere gli Autobots e i Decepticons e conquistare la supremazia su questo pianeta-

A quelle parole due fari rossi si accesero nell'oscurità e, con un cigolio di catene, a creatura era in piedi, pronta ad obbedire a qualsiasi ordine del suo padrone.

Era stato nutrito con malvagità pura e il suo scopo era uno solo: la distruzione e il soggiogamento. Nell'ombra echeggiò il suo nome: Nemesis Prime.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Ai componenti della squadra e a Will fu ordinato di aspettare in una piccola stanza, mentre Kate, Matt e il colonnello vennero scortati in una sala di vetro che si affacciava sull'hangar, la quale ospitava una postazione computerizzata che dava lavoro a tre operatori, i quali monitoravano tutti gli avvenimenti terrestri. In piedi, mentre supervisionava il lavoro dei tre e impartiva ordini, stava un uomo sulla quarantina, molto affascinante e dallo sguardo profondo.

All'entrata dei tre si voltò.

-Benvenuti. Sono il maggiore Wilson, responsabile di questo programma del governo. Volevo congratularmi con voi per l'ottima strategia adottata nei riguardi dell'arma, in modo che non venisse rubata, e anche per il modo in cui avete tenuto loro testa prima del nostro arrivo-

-Dovere- rispose Matt e Kate.

Poi la ragazza continuò:

-Signore, vorrei avere il permesso di riportare mio fratello a casa. Lui non è un militare, non è il suo ambiente-

-Credo che questo non sia possibile-

-Come scusi?-

-Una volta entrati a far parte del settore gamma, le vostre identità vengono cancellate, per il mondo voi non esistete più. Siete scomparsi nel crollo della base dopo l'attacco Decepticons-

-Ma si rende conto di quello che sta dicendo? È come se fossimo dei prigionieri!!- esclamò Matt.

-Voi lavorerete semplicemente in incognito, senza un'identità- rispose calmo il maggiore.

-Maggiore, si rende conto che non può farlo?- disse il colonnello.

-Con il dovuto rispetto, tra queste mura io posso tutto, i nostri gradi non contano. Io comando, voi obbedite. Semplice. Adesso potete andare- e si voltò di nuovo verso i monitor.

Kate però volle dire un'ultima cosa prima di andarsene.

-Signore, vorrei solo che ci fosse lei al mio posto quando dovrò comunicare a persone che hanno una vita e una famiglia fuori di qui che sono state cancellate come non fossero mai esistite-

 

-E' inaudito!!- sbraitò Parker.

-Bloccati qui senza possibilità di scelta- aggiunse Lee.

-Kate, cosa farò io? Non sono un soldato- disse Will, mentre fissava il vuoto.

-Mi dispiace- rispose la sorella.

-Non ci resta che adattarci- concluse Garcia.

L'unica preoccupazione di Kate in quel momento era trovare un modo per far uscire suo fratello da quella situazione.

 

-Come abbiamo fatto a farci fregare da un gruppo di militari senza cervello?- esclamò Starscream.

-Non credo che siano così stupidi come sembrano. Ritengo che abbiano intuito che la nostra fonte per trovare le basi che custodivano i pezzi del cannone è il sistema delle telecamere a circuito chiuso. Inserendo quindi una registrazione ci hanno fatto credere che il nostro obiettivo fosse ancora là, quando invece lo avevano trasferito. È come se avessero saputo quale delle due basi avremo attaccato per prima- concluse Shockwave.

-Ma è una cosa impossibile- si pronunciò Skywarp.

-A meno che non abbiano ricevuto un aiuto- intervenne Megatron.

-Adesso due pezzi sono in mano loro, tre invece li abbiamo noi. Dobbiamo trovare il modo di recuperarli e ricomporre l'Occhio di Odino- concluse il leader dei Decepticons.

 

-Nonostante abbiamo la libertà di muoverci per la base, siamo comunque bloccati qui- disse Matt.

-Mi dispiace Will, è colpa mia. Avrei dovuto mandarti via quando sei arrivato-

-La colpa non è tua. Io ho insistito per rimanere- rispose il fratello.

Ma Kate si sentiva ugualmente in colpa. Will allora le prese la mano e lo stesso fece con Matt.

-Avanti, visto che dobbiamo rimanere qui per un po' di tempo, andiamo a fare un giro-

Con grande sollievo di Matt all'interno della base poteva fumare, altrimenti sarebbe impazzito, soprattutto in quella situazione di stress e tensione. Percorsero corridoi, camminamenti sopraelevati, sale, saloni, un'enorme mensa e una serie di dormitori.

-Beh, direi che visto che devo rimanere qui, tanto vale che mi insegnate qualcosa di “militare”, in modo che possa rendermi utile anch'io- disse in quel momento Will.

Matt e Kate lo guardarono, sperando che stesse scherzando.

-Non guardatemi con quelle faccie, parlo sul serio-

-Will, non me la sento di farti entrare in questo tipo di mondo, dove si rischia la vita un giorno si e l'altro pure. Troveremo un modo per farti tornare a scuola e alla tua musica-

-Ma come?-

-Ancora non lo so, ma ti giuro che ci riuscirò-

All'improvviso avvertirono un bruciore pungente alla mano. Si tolsero i guanti, accertandosi che non ci fosse nessuno, per vedere i simboli sulle loro mani diventati come incandescenti. Ma non era tutto: nei giorni precedenti non avevano tenuto d'occhio il loro corpo e portando divise a maniche lunghe non si erano accorti dell'apparizione di nuovi simboli anche sul braccio sinistro, sino alla spalla.

-Ma che diavolo sta succedendo?- disse Matt.

Kate spostò lo sguardo e vide passare due montacariche con sopra qualcosa di molto grande, coperto da un telo.

-Scommetto una cena che quello è uno dei pezzi del cannone- disse.

Quando il trasporto sparì dietro l'angolo, anche il bruciore si attenuò fino a scomparire.

-E' davvero strano. È come se i simboli reagissero con i pezzi del cannone, ma solo se siamo tutti e tre assieme- valutò Matt.

-Hai ragione, anche perchè quando abbiamo visto il pezzo la prima volta non è successo niente- concordò la ragazza.

Ad un tratto udirono dei rumori provenire da dietro un'alta porta che era semichiusa. Il fatto era che le voci gli sembravano familiari e forse non ci potevano credere neanche loro.

-Credete che siano loro?- chiese Will.

-Non so se sperare di si o di no-

-Scopriamolo allora- concluse Matt e si diresse verso l'apertura.

Quello che videro li lasciò senza parole.

 

-Avete sentito? Il tentativo dei Decepticons di impadronirsi del quarto pezzo dell'arma è stato sventato da una geniale intuizione- comunicò euforico Hot Shot.

-Come lo sai?- chiese Mirage.

-Ne parlano tutti alla base e poi ho appena visto passare il componente del cannone mentre veniva portato in magazzino-

-Allora dovremo stare il più attenti possibile, poiché possedendo i due pezzi mancanti a Megatron, quello tenterà in tutti i modi di recuperarli, rischiando anche l'entrata in questa base, dove sa che ci siamo noi ad attenderlo- intervenne Optimus Prime.

-Che venga pure. Noi lo contrasteremo- disse Jetfire.

-Per fortuna c'è ancora qualcuno con un po' di cervello in questo esercito, il quale è riuscito a ingannare persino Shockwave, il “cervellone” di Megatron. Vorrei tanto congratularmi con lui per l'ottimo piano. È stato geniale. È stato...-

Hot Shot si bloccò cercando il giusto aggettivo.

-Dai, non fermarti. Stavano cominciando a piacermi le tue lusinghe- disse una voce.

Il gruppo di robot si voltò in direzione della porta e rimase senza parole.

-Ciao ragazzi- salutarono i tre che li fissavano con il sorriso stampato sulla faccia.

 

-Allora Hot Shot, non sento le adulazioni- scherzò Kate.

-Avanti, potete anche dire qualcosa- aggiunse Matt.

-Forse non ci hanno riconosciuti- disse invece Will.

-Che cosa ci fate qui?- chiese Optimus.

-Dopo quattro anni che non ci vediamo, pensavamo in una cosa del tipo “come state” oppure “vi troviamo bene”. Comunque siamo qui perchè abbiamo avuto un incontro ravvicinato con i nostri amici Decepticons e hanno pensato bene di rinchiuderci perciò in questa base- rispose Kate.

-Volete dire che siete stati voi a prendere per i fondelli Megatron e i suoi?- chiese Hot Shot.

-A dir la verità il piano è stato di Kate ed ha funzionato anche bene- rispose Matt, mentre la ragazza mimava un inchino.

-C'era da aspettarselo- intervenne Red Alert.

Cadde il silenzio. Poi i tre ragazzi, in coro, dissero:

-Ci siete mancati!!-

I robot sorrisero.

-Bentornati tra noi- disse Optimus.

Ironhide si fece avanti.

-Ragazzi, non ci presentate i vostri amici?-

-Avete ragione. Autobots, vi presento Kate, Matt e Will che quattro anni fa sono stati indispensabili nella salvezza del mondo. Ragazzi, come avrete notato il gruppo è un po' cresciuto negli ultimi anni. Vi presento quindi Ironhide, Inferno, Mirage, Jazz e Jetfire- concluse poi il leader.

-Abbiamo faticato a riconoscervi. Siete cresciuti in questi anni e avete un aspetto più adulto- si pronunciò Sideswipe.

-Voi invece non siete cambiati affatto. Adesso che ci faccio caso, non vedo né Blurr né Vector Prime- disse Kate.

-Blurr è tornato al Polo Nord a difendere il palazzo in mezzo ai ghiacci. Di Vector Prime, invece, non se ne sa più niente da quando siamo entrati a far parte di questo programma-

-Capisco-

-Dovete raccontarci tutto. Immagino che sappiate dell'arma che i Decepticons stanno cercando di ricomporre-

-Si e, a questo proposito, noi dobbiamo mostrarvi qualcosa- concluse la ragazza.

 

-Ragazzi, la cosa è seria. Senza che noi lo volessimo, siamo stai nuovamente coinvolti in qualcosa di grosso. Stavolta però tutti e tre-

-Vero. La nostra ragazza qui sapeva in precedenza quali delle due basi sarebbe stata attaccata per prima e inoltre, prima che iniziasse tutta questa storia, tutti e tre abbiamo sognato ciò che quell'arma provocherà- aggiunse Matt.

Gli Autobots li guardarono stupiti.

-Ragazzi, probabilmente sono solo coincidenza- cercò di sdrammatizzare Optimus.

-Davvero? Perchè non è finita qui- disse Will e si tolse il guanto sinistro, abbassandosi poi la giacca dalla stessa parte, preso in esempio anche dagli altri due.

I simboli apparvero nitidi davanti agli occhi dei robot.

-Inizialmente ne è comparso uno sul palmo sinistro di ciascuno la notte in cui abbiamo fatto lo strano sogno. Gli altri invece sono comparsi adesso. L'unica cosa che sappiamo è che reagiscono con i pezzi del cannone, diventando incandescenti e provocando un fastidioso bruciore-

-Strano davvero. Il fatto è che non appartengono neanche alla lingua di Cybertron- disse Red Alert.

-Come? Ne siete sicuri? Noi credevamo di si- rispose Will.

-Il problema però rimane: anche se non sono cybertroniani, perchè questi simboli sono apparsi proprio su di noi?- chiese invece Matt.

-Red Alert farà qualche ricerca, non temete. Per adesso dovremo pensare a come distruggere l'Occhio di Odino. Abbiamo tentato di colpire i pezzi singolarmente, ma purtroppo è come se fossero protetti da una barriera- disse Optimus.

-Forse è più facile distruggere il cannone quando è ricomposto, poiché, avendo una superficie maggiore da ricoprire, la barriera diventa più debole- propose Kate.

-Non è un'ipotesi da escludere- si pronunciò Ironhide.

-Quindi dovremo fare in modo che Megatron ricomponga l'arma?- disse stavolta Jetfire.

-In poche parole si-

-E' una pazzia!! E se non dovesse funzionare? Consegneremo nelle mani di un pazzo l'arma per distruggere il pianeta-

-Calma Jetfire-

-Dovremo fare in modo che i Decepticons si impadroniscano dei due componenti in nostro possesso, senza però che capiscano che lo stiamo facendo apposta- disse Matt.

-Ma volete veramente seguire le intuizioni di tre ragazzi?-

-Per la cronaca, le loro intuizioni ci hanno aiutato in molte situazioni- ribattè Hot Shot.

-D'accordo. Ma io me ne tiro fuori- concluse Jetfire e se ne andò.

All'improvviso udirono dei rumori fuori dalla porta.

-Ragazzi, non possono trovarvi qui. Nascondetevi-

Kate, Matt e Will obbedirono. In quel momento entrò il maggiore, visibilmente sconvolto.

-Optimus Prime, abbiamo un problema-

 

Furono radunati sia gli Autobots che la squadra di Kate davanti ad un grande schermo. I tre ragazzi si tennero lontani dai robot, non volevano far capire niente. Poi venne mostrato loro un filmato, il quale sembrava in molte parti danneggiato. Si riusciva però a distinguere un'ombra nera che si avvicinava minacciosa, anche se la cosa davvero inquietante era che dalle dimensioni e dai contorni sembrava proprio Optimus Prime.

-Non è possibile- esordì Hot Shot.

-Infatti. Questo video è la registrazione di una telecamera di sicurezza di una centrale nucleare poco lontana da qui. La data è di stamattina. È stata trafugata una quantità di plutonio tale da far sparire tutto il Nord America- disse il maggiore Wilson.

-Non conosciamo nessuno che abbia quell'aspetto, ma soprattutto queste intenzioni- disse Red Alert.

-Autobots, calmatevi. Verremo a capo di questo mistero. Per adesso dovremo organizzare le difese contro Megatron e i suoi- disse saggiamente Optimus.

-Bene, manderò la nuova squadra per i dovuti rilevamenti. Ci riaggiorneremo. Potete andare- concluse il maggiore.

Nessuno notò lo sguardo che i tre lanciarono ai robot mentre tutti se ne andavano.

 

In poco meno di un'ora la squadra fu pronta a partire. Ormai era giorno inoltrato e tutti erano abbastanza stanchi. Avevano perso il conto di quanto ore era che non dormivano.

Anche Will si unì alla spedizione, visto che Kate non voleva lasciarlo solo e il fratello non voleva rimanere alla base.

Come la prima volta che erano arrivati, anche questa il loro trasporto era un furgone con i vetri oscurati. La ragazza cominciava ad essere stufa di tutta quella prudenza.

In poco più di due ore raggiunsero la centrale attaccata. Quello che li accolse fu un buco in una parete alto più di cinque metri e, all'interno, una gran confusione.

Ai membri fu richiesto di indossare speciali tute per isolarli dalle radiazioni, in quanto, con l'irruzione, vi erano state molte perdite.

Ricordandosi della bravura del fratello con i computer e della sua voglia di rendersi utile, Kate lo mandò a controllare le registrazioni, per vedere se scopriva qualcosa.

Mentre il resto della squadra faceva i dovuti rilevamenti e ipotetiche ricostruzioni della vicenda, Matt e Kate supervisionavano il lavoro, consultando i documenti relativi e stendendo il loro rapporto.

Ad un tratto la radio gracchiò:

-Ragazzi, ho trovato qualcosa e non credo vi piacerà-

Era Will. I due allora salirono velocemente nella stanza delle telecamere.

-Che hai scoperto?- chiese la ragazza quando entrarono.

-Ho ricontrollato le registrazioni del momento dell'attacco. È buio, quindi possiamo distinguere solo l'ombra dell'aggressore che appare in tutto e per tutto simile ad Optimus-

-Ma questo lo sapevamo già- intervenne Matt.

-Vero, ma io infatti non vi ho chiamati per questo-

Fece ripartire il video e, ad un tratto, pose un fermo immagine: alle spalle del grosso robot stava un'altra ombra che sembrava seguire la scena dall'alto.

-Non è possibile- disse il ragazzo.

-L'avete riconosciuto?- chiese Will, fiero della sua scoperta.

-E' Sideways- concluse Kate.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


I ragazzi non avrebbero potuto mettere in guardia il maggiore riguardo Sideways, altrimenti sarebbero risultati sospetti. Così riferirono agli Autobots, in modo che quando loro avessero fatto rapporto, questi avrebbero spiegato chi fosse il loro nuovo nemico e la sua pericolosità.

E così fu. Per il rapporto sulla vicenda alla centrale nucleare furono convocati sia gli Sleipnir che gli Autobots. Quando Kate e Matt menzionarono Sideways, fu Optimus a parlare o meglio rispondere all'ovvia domanda del maggiore su chi mai fosse questo nuovo problema.

-E' un robot traditore. È colui che quattro anni fa riattivò Unicron e tentò di distruggere questo pianeta e ho la sensazione che ci riproverà-

-Ma perchè rubare del plutonio? E' una cospiqua quantità, certo, ma non così tanta da distruggere l'intero pianeta- osservò il maggiore.

-Dipende dove ha intenzione di posizionarla- si pronunciò Will.

Tutti si voltarono a guardarlo, compresi i robot, in quanto i ragazzi non li avevano messi al corrente della loro ipotesi.

-Che significa?-

Fu Kate a prendere la parola:

-Quando abbiamo saputo dell'irruzione alla centrale ci siamo insospettiti. Perchè usare del plutonio e attirare su di sé l'attenzione di tutti quando avrebbe potuto usare tranquillamente la sua creatura? Così abbiamo messo su delle ipotesi e vorremmo mostrarvi quella che a noi pare la più probabile-

Il fratello, nel frattempo, aveva collegato il suo portatile al teleschermo.

-Mettendo la giusta quantità di plutonio in alcuni punti del globo, provocherà una reazione a catena che distruggerà l'intero pianeta- disse il ragazzo e mostrò la simulazione riprodotta al computer.

-Ma non è possibile che piccole quantità in punti casuali del pianeta possano determinarne la distruzione- osservò il maggiore.

-Infatti i punti non sono casuali, ma situati su faglie e zone ad alta attività sismica che provocheranno eruzioni, terremoti e inondazioni che distruggeranno ecosistemi e popolazioni- concluse Will.

Nessuno osò parlare. Poi il maggiore concluse, preoccupato:

-Adesso non dobbiamo solo preoccuparci dell'Occhio di Odino e di Megatron, ma anche di questo Sideways e delle sue apocalittiche intenzioni-

 

-Secondo voi Sideways ha di nuovo intenzione di distruggere tutto?- chiese Will, mentre i tre si stavano segretamente dirigendo verso gli ambienti adibiti alla sistemazione degli Autobots.

Dovevano parlare con loro sul da farsi. Adesso avrebbero dovuto proteggersi su due fronti e non avevano un piano neanche per coprire uno solo dei due. Per di più la stanchezza cominciava a farsi sentire: pensandoci erano parecchie ore che non dormivano.

L'unica cosa positiva in tutta quella situazione era che non erano comparsi nuovi simboli sul corpo.

Finalmente giunsero a destinazione. La grande porta era accostata, come la volta precedente. Così i tre entrarono. Optimus non si vedeva in giro, forse era stato convocato dal maggiore. Ad accoglierli giunse invece Hot Shot.

-Ehi ragazzi, gran bel lavoro-

-Grazie, anche se adesso dobbiamo trovare una soluzione anche al disastro che vuole provocare quello squilibrato di Sideways e non solo alla sete di potere di Megatron- lo interruppe Kate.

-Per quanto riguarda Sideways ci stiamo già muovendo- sopraggiunse Red Alert.

-In che modo?- domandò Matt.

-Stiamo cercando di localizzare le cariche di plutonio, se è vero che ha in mente quel genere di piano-

-Dobbiamo anche scoprire l'identità del misterioso robot che lo accompagna e che ha le parvense di Optimus-

-Vero-

-E se Sideways non avesse le intenzioni che pensano questi tre?- intervenne scontroso Jetfire.

I ragazzi si voltarono.

-Beh, per ora è l'unica pista che abbiamo- rispose Hot Shot.

-Non è un granchè-

-Ehi amico, si può sapere qual'è il tuo problema?!?- esordì Matt.

Kate lo riprese.

-No, no, fammi dire. Sembra che tutto quello che facciamo a questo bell'imbusto non vada a genio. Potrei accettare le tue critiche solo se tu almeno proponessi una pista alternativa, ma per di più ti lamenti senza proporre-

Nessuno fiatò.

-Occhio ragazzo, non ti permetto di parlarmi così. Sei solo...-

-Cosa? Un umano? Ebbene noi tre siamo umani e ci stiamo dando da fare, nonostante sappiamo che se ci trovassimo davanti ad un Decepticon non potremo fare niente. Sai che ti dico? Tu...-

-Basta così!!- rimbombò la voce di Optimus.

Tutti si voltarono.

-Smettetela tutti e due. Non è il momento di litigare-

-Ma...-

-Niente “ma” Jetfire. È vero, Matt è stato pungente con le parole, ma tu devi renderti conto che l'aiuto di questi tre ragazzi è fondamentale-

-Io non credo- ribattè cocciuto l'altro.

-Lascia perdere, Optimus. È stato programmato per essere un eterno scontento. Io me ne vado- concluse Matt e si allontanò.

Will gli andò dietro, mentre Kate non si mosse.

-Kate, il maggiore vi sta cercando. Dovresti andare- le disse Optimus.

-Subito. Prima però volevo scusarmi per il comportamento di Matt-

-Sarà bene- bofonchiò Jetfire.

-Mi hai frainteso. Ho detto che mi scuso per il suo comportamento, non certo che approvo il tuo- concluse lei secca e se ne andò.

Il robot non disse nulla.

 

-Finalmente-

-Voleva vederci maggiore?- domandò Kate.

-Si, perchè ho una missione da affidarvi-

-Che genere di missione?- chiese Matt.

-Red Alert ha appena messo a punto un oggetto alquanto interessante. È un sistema di teletrasporto portatile. Ne ha costruiti solo tre, quindi non avrete possibilità di errore-

-E' per questo che ha convocato anche me?- chiese Will.

-Esatto. Ho saputo che sei molto bravo con i computer e ci vuole una persona esperta per avviare i moduli di teletrasporto. Quindi ho deciso di mandarvi in missione-

-Cosa dobbiamo fare?-

-Tu e la tua squadra vi introdurrete nella base Decepticon, piazzerete i moduli sui pezzi del cannone, i quali verranno trasportati qui, e con l'ultimo tornerete anche voi-

-Ma è un suicidio!!- esclamò Matt.

-Non necessariamente, se non farete gli eroi-

-Ma...-

-Bene signore, conti su di noi- concluse Kate e i tre si ritirarono.

-Ti rendi conto che cosa ci hanno proposto di fare?- le disse Matt quando uscirono.

-Si certo e sono d'accordo con te riguardo al fatto che è una missione suicida-

-Ma allora perchè hai accettato?-

-Perchè è l'ordine di un superiore-

-Ma ti stai ascoltando?-

Kate non rispose.

-Dimenticate un'altra cosa: se i Decepticons dovessero riconoscerci, addio copertura- intervenne Will.

-Sinceramente sono più preoccupato che ci colgano con le mani nel sacco e ci disintegrino- concluse teso Matt.

 

Cinque ore più tardi la squadra Sleipnir era stata informata della missione ed era pronta a partire. Le armi erano cariche e a Will erano stati consegrati i moduli di teletrasporto.

-E a me nessuna arma?- chiese il ragazzino.

-No, dato che spero che anche noi non siamo costretti ad usarle. Tu stai dietro di noi e vedrai che andrà bene- gli rispose la sorella.

Il fratello non sembrava contento, ma non aggiunse altro.

Stavolta il loro trasporto erano gli elicotteri, i quali, in breve, li portarono in prossimità della base Decepricon, nascosta in una gola con le rocce a strapiombo.

-Capitano, più di qui non possiamo portarvi, altrimenti si accorgerebbero della nostra presenza. Da questo punto in poi dovrete proseguire da soli. Buona fortuna- disse il pilota attraverso le cuffie.

-Grazie, ne avremo bisogno- rispose Kate e, agganciando i moschettoni all'imbracatura, si calò giù dal velivolo, seguita dagli altri.

In pochi minuti gli elicotteri furono lontani.

-Una domanda sorge spontanea: se sanno dove si trova la base Decepticon, allora perchè hanno aspettato così tanto per venirsi a riprendere i pezzi dell'arma?-

-Forse perchè avevano bisogno di una squadra abbastanza folle da avventurarsi nel covo nemico in una missione suicida- rispose sarcastica Kate.

-Ora basta convenevoli, però. Concludiamo in fretta questa missione, visto che dobbiamo pensare anche ad un altro folle che vuole distruggere il pianeta- concluse poi e, imbracciato il fucile, iniziò ad avanzare verso il punto dove doveva trovarsi l'ipotetico ingresso alla base del nemico.

All'improvviso, scesa una stradina scoscesa tra le rocce, il gruppo si imbattè in un altissimo pannello di acciaio, mimetizzato perfettamente nella montagna.

-Credo che ci siamo- disse Matt, a voce bassa.

-Will, controlla il perimetro- ordinò la ragazza.

Mentre il fratello scansionava il posto, il resto degli Sleipnir teneva il fucile puntato e occhi e orecchie aperte, in modo da captare qualunque rumore.

-Non ci sono telecamere o sistemi di allarme- si pronunciò Will dopo poco.

-I nostri nemici si sentono al sicuro- intervenne Garcia.

-Vi avverto però che all'interno rilevo la presenza della maggior parte di loro- concluse il ragazzino.

-Dovremo muoverci con cautela e discrezione quindi. Se verrete scoperti non fate gli eroi, ma scappate. Contro di loro non potreste fare niente- furono le ultime parole del capitano prima di penetrare nella tana del lupo.

 

Il gruppo temeva seriamente che quella sarebbe stata la loro ultima missione non appena misero piede nella base Decepticon: non sembravano esserci vie d'uscita a parte quella dalla quale erano entrati; c'erano lunghi corridoi dalle pareti d'acciaio con molti punti ciechi adatti per gli agguati e pochi in cui avrebbero potuto nascondersi. Per fortuna, per il momento, non si intravedevano telecamere di nessun genere.

-Will, dove andiamo adesso?- chiese Kate.

Il fratello consultò il palmare.

-Non dovremo essere lontani. Sembra che svoltando a sinistra in fondo a questo corridoio e percorso un altro piccolo tratto dovremo trovarci proprio nella stanza dove sono custoditi i tre pezzi dell'arma-

-Bene, allora facciamo in fretta-

Il primo tratto di corridoio sembrava non finire mai e la tensione stava iniziando a farsi sentire. Per il momento l'ambiente era tranquillo, ma se fosse arrivato qualche Decepticon non avrebbero potuto nascondersi in nessun posto. Stavano per svoltare il primo angolo quando udirono dei pesanti passi. Kate fece cenno alla squadra di fermarsi. Tenne d'occhio il corridoio, sperando che, chiunque fosse, avrebbe proseguito per la sua strada.

Ad apparire da dietro l'angolo opposto furono Cyclonus e Demolishor, i quali, per fortuna, continuarono la loro camminata senza curarsi minimamente di loro.

-Via libera- disse Matt.

Il gruppo allora ricominciò a muoversi, sino a giungere nella stanza indicata da Will.

-Avanti ragazzo, posiziona quei nuclei di teletrasporto e usciamo di qui- disse Carter.

Quello si mise subito all'opera: non fu difficile attivare il primo che in pochi secondi fece sparire il blocco di acciaio. Poi fu la volta del secondo e anche con quello non ci furono problemi. Giunse poi la volta del terzo, quello che li avrebbe portati fuori da lì.

I tre ragazzi facevano di tutto per non dare a vedere il bruciore che gli attanagliava il braccio e la mano.

All'improvviso, quando Will stava per attivare l'ultimo congegno, accadde qualcosa di inaspettato: nella stanza irruppe il giaguaro meccanico che li aveva attaccati alla base.

-Ci hanno scoperto!!- pensò Kate.

Memori della volta precedente, la squadra non sparò, ma si limitò ad alzare i fucili, anche se sapevano che non sarebbero serviti a niente.

Al seguito dell'animale fecero il loro ingresso Megatron, Starscream, Skywarp, Soundwave e Blackout.

-Bene, vedo che i topolini sono caduti in trappola- sghignazzò il leader Decepticon.

Kate non sapeva come portare fuori la sua squadra da quella situazione.

In quel momento i robot si accorsero della scomparsa di due dei tre pezzi.

-Come avete fatto e dove li avete mandati?!?- sbraitò Megatron.

Nessuno fiatò.

-Avanti, siete veramente disposti a rischiare la vita per i blocchi d'acciaio per voi di nessun valore- continuò il Decepticon.

A Kate veniva da ridere come, notò voltandosi, anche a Matt e Will. Non si ricordavano di aver mai visto Megatron disperato come in quel momento. Forse solo quella volta al Polo Nord, saputo che le tre chiavi in suo possesso erano state recuperate dagli Autobots.

Megatron continuava a minacciarli e i suoi scagnozzi a tenerli sotto tiro. Kate non resistette e dovette parlare:

-Credo che con questi siano quattro i pezzi che ti sono sfumati da sotto il naso-

Quello si voltò nella sua direzione e la ragazza vide che non era riuscito a riconoscerla. Così continuò:

-Pensare che per l'ennesima volta ti sei fatto fregare da quegli umani che vuoi eliminare da questo pianeta. Vi spacciate tanto per esseri intellettualmente più progrediti per poi farvi ingannare dal vecchio trucco delle immagini registrate...- continuò lei, mentre, senza farci caso, un po' per abitudine, si era sfilata dal colletto il pezzo di tavola che ancora possedeva e ci stava giocherellando.

La squadra, intanto, la guardava sbigottita, cercando di farle capire con lo sguardo di smetterla, di non esagerare. Non si erano resi conto che Kate stava mettendo in atto un diversivo per attirare l'attenzione su di sé e consentire al fratello di avvicinarsi abbastanza al congegno del teletrasporto per attivarlo.

Il timer partì, ma mancava ancora cinque minuti.

Ad un tratto si udì Starscream esclamare:

-Grande Megatron, ma quello al collo della ragazza è...-

-Un pezzo della tavola del potere andata distrutta quattro anni fa. Solo una persona può possedere tale oggetto: sei l'umana che stava con gli Autobots, aspetta...Kate, giusto? Adesso sono chiare tante cose-

-Capo, ci sono anche gli altri due umani che stavano con Optimus e i suoi- aggiunse Starscream.

I tre si sentirono gelare, mentre gli occhi della squadra erano puntati su di loro, stupiti.

Sulle labbra di Kate si aprì un risolino nervoso. La loro copertura era saltata.

-Ti stai sbagliando- provò a smentire.

-No, no, no, deve essere così...si spiegano tante cose: siete stati voi a mettere in atto l'inganno delle registrazioni, in quanto tu sapevi quale delle due basi avremo attaccato per prima. Dopotutto hai ancora i poteri della tavola-

La ragazza stava sudando, come anche gli altri due. Non sapeva come sarebbero usciti da quella situazione. Ormai le bugie non servivano più a niente. Li avevano riconosciuti, quindi tanto valeva approfittarne.

-Dunque, dove avete mandato i pezzi dell'arma?-

-In un posto sicuro-

-Scommetto dagli Autobots. Bene, vorrà dire che sarà là che li andremo a cercare.

In quel momento fu Matt a parlare:

-Dimmi Megatron, che vantaggio ti viene da congelare il pianeta? Poi non potrai sfruttarlo neanche tu e non hai possibilità di tornare su Cybertron o lasciare la Terra-

-Infatti io congelerò solo alcuni punti del pianeta, in modo da non fare estinguere gli umani, ma costringerli a lavorare instancabilmente sotto il mio comando per la loro sopravvivenza-

-Ma se congelerai il Sole...-

-L'Occhio di Odino non deve essere necessariamente diretto verso il Sole, ma anche contro la Terra stessa-

I ragazzi rimasero senza parole, come il resto della squadra. In quel momento gli occhi di Kate si posarono sul timer e vide che mancava poco più di un minuto. Poi, voltando lo sguardo verso gli altri, gli fece capire che dovevano accostarsi al blocco d'acciaio e così fecero, senza però dare nell'occhio.

Mancavano ormai poco secondi.

Mentre il tempo stava per scadere e i Decepticons si avvicinavano per braccarli, la ragazza alzò lo sguardo verso il leader Decepticon e, sorridendo, disse:

-Sai Megatron, qualcosa mi dice che fallirai anche stavolta- e detto questo il gruppo scomparve con il blocco, lasciando i presenti con un palmo di naso.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Il gruppo riuscì a lasciare la base senza intoppi grazie al favore delle tenebre e alla conoscenza informatica di Red Alert che aprì loro i cancelli senza problemi. Varcata la soglia, i gruppi si divisero, dirigendosi verso la propria meta.

-Ci vorrà qualche ora per raggiungere i luoghi stabiliti. Speriamo di farlo prima dell'alba- comunicò Optimus a Red Alert.

-Non preoccupatevi. Vi teniamo d'occhio sui monitor-

Come previsto, le squadre arrivarono quasi nello stesso momento ai luoghi prestabiliti. Kate, assieme a Optimus e Jetfire, si ritrovarono in una profonda gola, da qualche parte in Sud America. Dopo tutto il viaggio passato in silenzio, Jetfire osò parlare:

-Optimus mi dispiace per il mio comportamento disdicevole. Devo essere stato una vergogna per gli Autobots-

-Non scusarti, non sono uno che porta rancore. Sento però che qualcosa in te è cambiato, facendoti diventare un soldato coraggioso e onorevole. È per questo che ho voluto averti al mio fianco in questa missione- rispose il leader e, abbassando lo sguardo, sorrise a Kate.

Jetfire si sentì molto onorato e fiero di quelle parole. La ragazza provava altrettanto, comprendendo ancora una volta ciò che i preziosi insegnamenti degli Autobots avevano suscitato dentro tutti loro.

 

-Dove diavolo sono finiti quei robot?!?- irruppe sbraitando il generale McConnelly.

Il maggiore Wilson, con uno sguardo mortificato, rispose:

-A dir la verità, signore, non ne abbiamo la certezza. Con loro è sparita anche la squadra Sleipnir, o meglio, alcuni dei suoi membri-

-Non poteva darmi una notizia peggiore!! E sentiamo: dove si sarebbero diretti, a fare una scampagnata?!? E come sarebbe a dire che anche gli Sleipnir sono spariti?-

-Ecco...la porta dell'hangar degli Autobots è stata blindata dall'interno, ma grazie alle telecamere sappiamo che alla base sono rimasti Red Alert, Parker e Lee-

-E non sappiamo perchè si sono chiusi dentro?-

-Credo che siano impegnati contro il piano di un certo Sideways. Hanno individuato gli ordigni e sono andati a disinnescarli- concluse il maggiore.

-Allora spero per loro che ce la facciano-

 

-Crr...mi sentite?...crr- disse la voce di Parker nell'auricolare di Kate.

-Non benissimo. Il segnale dev'essere disturbato dai costoni di roccia che ci circondano- rispose la ragazza.

-Avete...crr...trovato l'ordigno?-

-Ci siamo quasi. Ti terrò aggiornato-

Ormai era quasi una mezz'ora buona che il trio camminava in quell'angusto paesaggio e ancora non vedevano niente.

-Siamo certi che le coordinate di Red Alert siano precise?- chiese Jetfire.

-Non si è mai sbagliato- rispose Optimus.

-C'è sempre una prima volta-

-Non è questa, Jetfire- disse Kate, indicando qualcosa davanti a loro.

Dinnanzi ai tre stava una sorta di grande cointainer, collegato a fili che sparivano sottoterra e, cosa meno importante, ad un timer, in bella vista.

-Parker, sono tutti in posizione? Abbiamo trovato l'ordigno-

-Non ancora. Dovrebbero...crr...però esserci...crr...quasi ormai-

-Accidenti...non possiamo aspettare tanto, potremo incontrare...-

-Me? O, per meglio dire, noi?- disse una voce.

Kate e i robot alzarono gli occhi e, stagliate contro il sole, stavano due ombre, le quali la ragazza e Optimus riconobbero immediatamente: erano Sideways e il misterioso transformer con le fattezze del leader Autobot.

-Pensavate veramente che non stessi tenendo d'occhio i vostri spostamenti? Che non vi stessi aspettando?-

-Beh, però hai dimenticato gli altri quattro ordigni- rispose Kate.

-Vedi ragazza, per l'ennesima volta non siete riusciti a vedere il mio piano in un'ottica globale: quello del plutonio è stato solo un diversivo. Lo scopo era quello di eliminare il leader degli Autobots! Altrimenti perchè avrei sprecato tanto tempo ed energie per costruire un robot a sua immagine e somiglianza?-

-Perchè vuoi farlo Sideways?- gli disse Optimus.

-Conosci il detto “Se tagli la testa, il corpo muore”? E' ciò che accadrà con la tua scomparsa e, a quel punto, niente e nessuno mi potrà fermare!! Lasciate che vi presenti il mio nuovo alleato: Nemesis Prime!!-

Il gigantesco robot spiccò un salto ed atterrò di fronte ai tre. Jetfire si fece in mezzo.

-Optimus, lascia che ci pensi io-

Il leader però gli mise una mano su di una spalla:

-No, tu devi tenere impegnato Sideways in modo da dare a Kate e agli altri il tempo per disinnescare l'ordigno. A lui ci penso io-

E così fu: i due Prime si scagliarono l'uno contro l'altro, mentre Jetfire si gettò verso Sideways. Nel frattempo la ragazza si era avvicinata all'ordigno.

-Gente, ho una notizia buona e una cattiva-

-Spara...crr...- sentì la risposta si Matt.

-Quella buona è che non correte il rischio di incontrare Sideways e il suo compare-

-E quella...crr...cattiva?- sentì dire a Will.

-Che entrambi sono qui e che stanno combattendo contro Optimus e Jetfire-

-Kate...crr..cosa possiamo fare?- chiese uno degli Autobots.

-Siete tutti in posizione?-

-Si- dissero gli altri all'unisono.

-Bene. Allora, per il momento, disinneschiamo queste bombe-

-Parker, mi senti?-

-Forte e...crr...chiaro, capitano. Sono riuscito a risintonizzare il segnale. Voi altri mi sentite?-

-In modo cristallino. Pronti quando vuoi- risposero gli altri.

-D'accordo. Allora per prima cosa dovete aprire la cassetta del timer, al quale sono collegati tutti i fili dell'innesco-

Per Kate non era facile destreggiarsi in una cosa tanto delicata, in quanto, a causa delle vibrazioni dovute allo scontro tra i robot, non riusciva ad avere una mano abbastanza ferma.

Tolto il coperchio, davanti agli occhi le si presentò una miriade di fili colorati.

-Non fatevi impressionare- la risvegliò la voce di Parker.

-Dovete prendere in considerazione solo i tre fili che vanno dal timer all'innesco. Sul quadrante dovreste ora vedere una luce rossa intermittente-

I cinque individuarono un filo giallo, uno nero e uno blu.

-Bene. Adesso viene la parte più difficile. Dovete prendere i due cavi collegati alla mini batteria che vi siete portati dietro e fissarli all'alimentatore della bomba, in modo da impedire che l'energia venga fermata all'improvviso e provochi la detonazione-

Per gli altri fu un'operazione delicata, ma abbastanza facile, mentre per Kate non fu così: infatti, a causa di un misto tra agitazione, tensione e ciò che le stava accadendo intorno, non riusciva a far smettere alle mani di tremare.

-Capitano, tutto a posto?- domandò Parker, non avendo ricevuto l'OK come dagli altri.

-Parker, non mettermi fretta!! Non credere che sia facile mentre intorno a me quattro pesi piuma si stanno sfidando a singolar tenzone, provocando delle scosse di magnitudo sette- rispose lei, nervosa.

Alla fine ci riuscì.

-D'accordo, adesso dovrete tagliare, con un colpo secco, il filo blu-

Poi Parker aggiunse:

-Vi do io il via, in quanto dovrete farlo in contemporanea-

Non erano certo parole adatte per tranquilizzare cinque persone. Il passaggio però avvenne, per fortuna, senza intoppi.

-Perfetto. Adesso un'altra cosa difficile: dovete tagliare il filo giallo ad un lato e lo stesso dovrete fare con quello nero. Dopodichè collegateli per invertire le polarità-

-Parker, ci stai prendendo in giro?- sentirono dire da Garcia.

-No purtroppo e dovrete anche farlo in fretta, in quanto il taglio del filo giallo provocherà l'avvio del timer. Una volta compiuta quest'operazione, la luce rossa lampeggiante dovrebbe diventare verde-

-“Dovrebbe”, Parker?- chiese Matt.

-“Deve”, mi correggo. Se così non fosse, cominciate a correre più veloce che potete-

In quel momento, a pochi metri da Kate, la ragazza vide schiantarsi Optimus Prime. Sembrava che il suo avversario gli stesse dando del filo da torcere. Il robot appariva a corto di energie.

-Optimus!!- gridò lei.

-Kate, pensa alla bomba. Non temere per me- e detto questo si gettò di nuovo all'attacco.

-Capitano, che succede?- disse la voce di Parker dall'auricolare.

-Niente, andiamo avanti-

Si concentrò solo sulla bomba, estraniandosi quasi completamente dall'ambiente che la circondava. Le sue mani tremavano e il sudore le imperlava la fronte. Era come se, in qualche modo, riuscisse a sentire la tensione anche degli altri quattro. All'improvviso fu proprio come se le loro menti fossero diventate una sola, mentre la chiave di Kate aveva preso a vibrare al suo collo.

-Strano, non è mai successo- pensò per un attimo la ragazza.

Come un unico corpo, i cinque eseguirono esattamente gli stessi movimenti nello stesso momento. Ciò che li ridestò fu l'accensione della fantomatica luce verde. Tirarono tutti un sospiro di sollievo.

-Siete vivi?- sentirono dire nell'auricolare.

-Avevi qualche dubbio, Parker?- rispose Carter.

-Oh no no, anche se per un momento ho pregato-

 

L'ordigno era disinnescato, ma lo scontro tra i robot non si era concluso. Kate osservava la scena impotente. Jetfire aveva già messo alle strette Sideways, mentre Optimus stava ricominciando a guadagnare terreno contro Nemesis Prime.

-Non riuscirete a vincere- stava dicendo Sideways.

-Non ci spererei tanto- gli rispose Jetfire e, con un colpo deciso, tramortì l'avversario, rendendolo inoffensivo.

Si voltò verso Optimus e si avvicinò per aiutarlo, ma quello lo fermò:

-Jetfire, non ti muovere!!-

L'Autobot obbedì.

Finalmente sembrava che lo scontro fosse giunto al termine: Optimus si gettò contro il nemico, atterrandolo. Dopodichè gli puntò la pistola alla testa e sparò. Kate si tappò gli occhi. Il robot si alzò e andò loro incontro. Sorrideva.

Fu allora che accadde.

 

Videro Optimus accasciarsi al suolo. In pochi secondi Jetfire e Kate gli furono accanto e videro un profondo squarcio partirgli da una spalla e arrivare alla vita. Era una ferita grave e Optimus stava per andarsene.

-Capo, non ci puoi lasciare- disse Jetfire.

Kate non sapeva come aiutarlo.

-Credo che il mio momento sia giunto. Dì ad Hot Shot che lascio a lui il comando della squadra-

I due riuscivano a percepire la fine che stava sopraggiungendo. In quel momento la chiave si fece risentire, ricominciando a tremare come per far sì di non venire dimenticata. Fu allora che a Kate venne un'illuminazione:

-Jetfire, spostati- esclamò cogliendolo di sorpresa.

-Che succede?-

-Lasciami fare-

La ragazza salì sul petto di Optimus.

-Kate, cosa vuoi fare?- le chiese quello, debolmente.

-Ti salvo la vita- rispose lei e poggiò il pezzo di acciaio sull'inizio della ferita.

Il robot chiuse gli occhi, mentre dalla chiave si sprigionava una forte luce che accecò Jetfire. Pochi secondi dopo il bagliore si attenuò e l'Autobot vide Optimus in piedi, davanti a lui, senza più neanche un graffio.

-Ma che significa?- chiese stupito.

-Kate mi ha salvato la vita-

-Nessun problema. Adesso però ho bisogno di riposare- sorrise la ragazza.

 

Tornati alla base, Kate scivolò contro il muro dell'hangar e si sedette a terra, con gli occhi chiusi. Guarire una ferita del genere le aveva quasi del tutto prosciugato le energie. Dopo poco giunsero anche gli altri. Matt le si avvicinò:

-Piccola, tutto a posto?-

-Si, certo. Ho dovuto usare il potere della chiave dopo quattro anni e il mio corpo ne ha un po' risentito. Mi riprenderò in pochi minuti-

-Meno male-

Ai due si avvicinò Red Alert, seguito da Will.

-Ragazzi, ho fatto delle ricerche sugli strani simboli che vi sono spuntati addosso, ma non ho trovato niente di utile-

-Non preoccuparti, sono sicuro che riusciremo a scoprire qualcosa- disse Will.

In quel momento qualcuno iniziò a bussare violentemente alla grande porta d'acciaio, ancora chiusa.

 

-E' il generale borioso- disse Sideswipe fissando gli schermi delle telecamere.

-Che cosa vorrà adesso?- disse Hot Shot.

Nel frattempo Red Alert aveva sbloccato le porte. Il generale si affacciò con sguardo severo e indagatore.

-Finalmente siete tornati e al momento giusto-

-Qual'è il problema?- chiese Optimus.

-Il vostro amico Megatron ha già cominciato a trasformare il pianeta nel suo parco ghiacciato personale e voi Autobots, affiancati dagli Sleipnir, siete stati assegnati alla missione. La vostra destinazione sono i paesi dell'Europa del nord, dove si dice sorgesse Asgard, la città di Odino e tutti gli dei nordici-

-D'accordo. Ma stavolta il passaggio lo scegliamo noi- si pronunciò Optimus.

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Capitolo 9
*** Epilogo ***


Dopo aver ricevuto le varie informazioni sulla missione, il gruppo composto da Autobots e Sleipnir si diresse a tutta velocità verso la città natale dei tre ragazzi. Solo con la cittadina all'orizzonte Kate, Matt e Will capirono cosa voleva dire Optimus con “il passaggio lo scegliamo noi”. Si stavano dirigendo verso la vecchia base degli Autobots, quella sotto la collina.

I bracciali, ancora ai loro polsi, emisero il familiare fischio quando varcarono la porta della base. Le luci si accesero e i tre riconobbero gli ambienti che avevano dato loro rifugio per tutta quella fantastica estate di quattro anni prima.

Mentre Red Alert faceva ripartire il sistema operativo, Optimus volle vedere i tre ragazzi da solo.

-Bene, questa è la volta decisiva. Siete sicuri di farcela?- chiese il robot.

-Optimus, ci siamo addestrati quattro anni per questo momento e non ci tireremo indietro proprio adesso- rispose Kate.

-E poi dove andreste senza di noi?- intervenne Matt.

-Questa missione è pericolosa e non voglio che vi succeda niente-

-Non temere. Certo, non potremo competere direttamente con le armi Decepticons, ma abbiamo degli assi nelle maniche-

-D'accordo. Allora dobbiamo studiare un piano-

 

Nel giro di un paio d'ore tutti i sistemi furono nuovamente operativi e, di conseguenza, anche il portale per il trasporto veloce.

-Red Alert, tu rimani qui a supervisionare la missione- ordinò Optimus.

-Lee, rimani anche tu- disse Kate.

-Bene- rispose lei.

-Optimus, per me potete andare quando volete. Il sistema è ripartito e il teletrasporto è pronto per essere usato- disse invece Red Alert.

-Perfetto. Autobots, Sleipnir, è il momento di cancellare Megatron e i suoi dalla storia di questo pianeta-

 

-Shockwave, hai già individuato un'altra zona su cui scagliare la mia glaciazione?- domandò divertito Megatron, in piedi dietro il puntatore del cannone.

-Potente Megatron, ha già totalmente congelato il Sud America e l'est Europa, direi quindi che potreste concentrarvi sul continente asiatico-

-Ottima idea-

Prima che potesse schiacciare il bottone d'accensione giunsero Cyclonus e Soundwave.

-Signore, abbiamo un problema-

-Che genere di problema?-

-Gli Autobots sono qui. Stanno per varcare le soglie della città-

-Dobbiamo impedirgli di arrivare al cannone. Devono essere fermati-

 

Il gruppo di robot e soldati si ritrovò in una distesa innevata. Ricordava loro il Polo Nord, ma là faceva molto più freddo. Davanti ai loro occhi, quasi invisibili a causa della foschia, sorgevano le antiche rovine, all'apparenza, di una cittadella.

-Questi devono essere i resti della mitica Asgard- disse Kate.

-O almeno quello che credono fosse Asgard-

-Megatron deve trovarsi là-

Davanti ai loro occhi si alzavano alte colonne, le quali erano quasi tutte frammentate. Le uniche due integre erano quelle che delimitavano una sorta di ingresso. Il gruppo però non riuscì neanche ad attraversarlo, in quanto furono improvvisamente investiti da una pioggia di laser che arrivarono dall'alto. Alzarono gli occhi e videro arrivare in volo i Decepticons.

-Kate, al riparo!!- gridò Optimus, facendo scudo con il suo corpo.

-Sleipnir, dietro le colonne!!- ordinò la ragazza e i soldati obbedirono.

-Che possiamo fare noi?- chiese Matt una volta nascosti.

-Contro quei robot niente- intervenne Carter.

Un colpo sfiorò di poco il loro nascondiglio.

-Qui siamo d'intralcio. Dobbiamo trovare il cannone e distruggerlo- disse la ragazza.

-Non so se l'hai notato, ma Megatron non guida l'attacco. Sicuramente è rimasto a guardia dell'Occhio di Odino- aggiunse Will.

-Non ci avevo pensato- si disse lei.

I restanti Sleipnir si guardarono, avendo probabilmente avuto la stessa idea. Fu Garcia a prendere la parola:

-Capitano, facciamolo. Andiamo verso il cannone. Noi creeremo un diversivo, mentre voi tre occupatevi dell'arma-

-Non posso chiedervi questo-

-Ma lei non ce lo sta chiedendo, siamo noi che ci stiamo offrendo volontari. La salvezza del mondo dipende da noi. Penso che ogni soldato desidererebbe un momento di gloria così, anche se potrebbe essere l'ultimo- concluse Parker.

Kate non sapeva che dire, ma vedeva che i suoi uomini erano decisi.

-D'accordo, facciamolo-

Con estrema prudenza, di colonna in colonna, il gruppo riuscì ad attraversare incolume il campo di battaglia, sino ad accedere alla cittadella. Proseguirono tra le rovine, senza incontrare nemici. Ad un tratto l'auricolare di Kate gracchiò:

-Capitano?-

Era la voce di Lee.

-Ti ascolto-

-Red Alert ha scoperto una cosa importante riguardando gli schemi del cannone. Una volta che viene distrutto, l'effetto del congelamento finisce automaticamente-

-Bella notizia. Grazie Lee-

-Avete sentito?- disse la ragazza rivolta ai compagni.

Gli altri annuirono.

-Bene, allora buona fortuna e che il favore di Odino sia con voi- concluse Kate.

Dopodichè il gruppo si divise.

 

Carter, Parker e Garcia si diressero verso la roccaforte dal basso, mentre Kate, Matt e Will la circumnavigarono dall'alto.

Si affacciarono da una delle crepe del soffitto, proprio sopra il salone centrale e lì trovarono quello che stavano cercando: il cannone, sorvegliato però dai vigili occhi di Megatron e Shockwave.

-E' un problema tenere testa anche solo a Megatron, figuriamoci a due Decepticons insieme- commentò Matt preoccupato.

-Per questo dobbiamo riuscire a fare il più in fretta possibile- rispose la ragazza.

All'improvviso, a tutti e tre, una specie di scossa attraversò loro il braccio e la mano sinistri. Abbassarono lo sguardo e notarono che Shockwave, attraverso un computer, stava riattivando il cannone e reimpostando una zona-bersaglio.

-Se non interverranno subito sarà tardi- si disse Kate, pensando ai tre compagni.

Come se l'avessero sentita, si udirono degli spari e la corrente andò via di colpo.

-Ma che diavolo succede?!?- sbraitò Magatron.

-Qualcuno deve aver staccato la corrente ai computer e senza di questi non posso completare la ricarica del cannone- gli rispose Shockwave.

-Che cosa stai aspettando, allora? Vai a ripristinarli!!- continuò ad insultarlo Megatron.

Il robot prese ed uscì, senza parlare.

-E' il nostro momento. Adesso scendiamo. Will devi accedere al sistema di Shockwave ed invertire la ricarica, in modo da ostacolarli ulteriormente. Nel frattempo io e Matt ci occuperemo del cannone, almeno finchè non arriveranno gli Autobots- concluse Kate.

-Bene, andiamo- concordò Matt e i tre cominciarono a scendere.

Per fortuna, quando toccarono terra, Shockwave non era ancora tornato e Megatron non si era accorto di loro.

-Will, stai molto attento- bisbigliò la ragazza.

-Non preoccuparti, sarò silenzioso come un gatto- rispose lui e si diresse verso la postazione informatica.

Lei e Matt, invece, andarono verso il cannone, cercando di fare il più piano possibile per non farsi scoprire. Per loro fortuna, ogni poco, si udiva un colpo lontano provenire dalla battaglia tra Autobots e Decepticons.

-Dove sarà finito quell'idiota?!? Possibile che abbia a che fare solo con degli incompetenti?- sentirono borbottare Megatron.

In quel momento lo compatirono, poiché sarebbe stato battuto anche quella volta. Finalmente Matt e Kate raggiunsero il basamento del cannone.

-Dobbiamo trovare il modo di separare le cinque parti ed indebolire la barriera che li circonda-

-Si, ma come?-

-Non lo so, speriamo che Will abbia più fortuna-

Nel frattempo il fratello era riuscito ad accedere ai programmi del cannone e stava disattivando più cose possibili. In quel momento però sullo schermo del suo portatile apparve un segnale di avviso di infezione da virus.

-Ma che succede?-

-Beccato- disse una voce alle sue spalle.

 

Il cannone non sembrava subire grandi modifiche e Kate e Matt cominciarono a chiedersi quanto Will ci stesse mettendo.

-Will...Will...mi senti?- sussurrò la ragazza, premendosi l'orecchio destro per attivare la piccola auricolare.

-Si Kate, ma purtroppo non ho buone notizie- rispose lui.

-Che vuol dire? Che succede?-

-Guarda...-

 

Kate si affacciò dal piedistallo del cannone e lo stesso fece Matt. Ciò che videro li lasciò senza fiato: c'era Will, in piedi davanti a Megatron, sotto tiro, ed entrambi fissavano nella loro direzione.

-Vi consiglio di venire fuori se volete che il ragazzo viva- disse il robot.

-Maledizione- pensarono loro ed uscirono con le mani in alto.

-E così stavate tentando di sabotare il cannone, eh?-

-Cosa te lo fa pensare? Passavamo di qui per caso- rispose sarcastico Matt.

-Io non farei tanto lo spiritoso, ragazzo- disse stavolta Shockwave.

-Contro la parete, tutti e tre- ordinò il leader Decepticons.

I ragazzi obbedirono. Dopodichè l'altro robot creò una rete di energia che li intrappolò.

-Voi sarete la mia garanzia contro qualunque intervento di quegli stramaledetti Autobots- e tornò a divertirsi con il suo nuovo giocattolo.

 

-Come ho potuto essere così stupido?- diceva Will, mortificato.

-Non è stata colpa tua, non potevi saperlo- cercava di consolarlo Matt.

Nel frattempo Kate fissava silenziosa ciò che rimaneva di una statua che raffigurava il dio Odino, mezza sepolta dal ghiaccio. All'improvviso vide gli occhi del dio illuminarsi e in quel momento chiuse i suoi, cadendo come in trans.

Matt se ne accorse.

-Kate, tutto bene?- le chiese e le toccò una spalla.

In quello stesso istante anche a lui accadde la stessa cosa.

-Ragazzi, che vi succede?- intervenne Will preoccupato e li scrollò, per vedere se riusciva a ridestarli.

Non appena li toccò, fu come se tutte le sue energie venissero improvvisamente risucchiate, come se di lui fosse rimasto solo un guscio vuoto.

 

-Dove siamo?- chiese Will.

-Shh, silenzio- gli ordinò Kate.

Il ragazzo non capì. Poi vide gli altri due che guardavano qualcosa al di là di una colonna. Si affacciò anche lui e rimase senza fiato.

Davanti a loro stava un colclave di persone e tra tutti sormontava un vecchio, rivestito di un'armatura, con una lunga barba bianca. Aveva l'aria di essere molto preoccupato.

-Non è possibile- sussurrò Kate.

-Perchè? Sai chi è quell'uomo?- le chiese Matt.

-Quello è Odino-

-Che cosa?-

-Un dio?-

-A quanto pare...ma adesso silenzio, sentiamo cosa dicono-

-Quell'artefatto deve essere distrutto. È un male!!- diceva uno.

-Potrebbe anche rivelarsi una potente arma contro i nostri nemici- rispose un altro.

-Non ne conosciamo la vera potenza. E se il suo potere si rivoltasse contro di noi?- intervenne invece una donna.

L'assemblea prese a discutere e il vecchio sul trono non proferì comunque parola. Poi, ad un tratto, si alzò e, sbattendo la sua lancia a terra, riportò tutti al silenzio.

-Concordo con tutte le vostre motivazioni, ma più di tutto ritengo che quell'arma sia portatrice di sventura. Per questo ho deciso di separarne i pezzi e seppellirli in cinque diversi punti del mio regno che nessuno, a parte me, conoscerà. Per essere certi che, anche se in futuro l'arma venisse ritrovata e riassemblata, questa possa essere ditrutta, ho concesso ai miei tre figli il potere di farlo, definitivamente-

Alle sue spalle comparvero tre giovani, due maschi e una femmina, i quali mostravano dei simboli sui bracci sinistri, gli stessi che avevano Kate, Will e Matt.

-Non è possibile- disse quest'ultimo alle spalle della ragazza.

-Signore, ma lei non può...-

-Basta!! Così è stato deciso e così sarà fatto!!- sbraitò lui e con quelle parole fece capire che l'assemblea era sciolta.

Tutti se ne andarono. Rimase solo il vecchio re.

-Voi tre, volete continuare a stare nascosti lì o uscite fuori?- disse a quel punto, mantenendo il capo basso.

I tre ragazzi si guardarono: stava dicendo a loro?

-Non fate quelle faccie. Sto dicendo proprio a voi-

Loro allora, titubanti, uscirono allo scoperto.

-Sapeva che eravamo lì?- chiese Kate.

-Certo, mi aspettavo una vostra visita prima o poi-

-Signore, lei sa perchè siamo qui?- domandò stavolta Matt.

-Sicuro. Vi ho chiamati io-

I ragazzi rimasero senza parole.

-Non fate quell'espressione sorpresa. Non vi siete chiesti il motivo di quel simboli sui vostri corpi?-

-Certo, ma pensavamo fosse più una cosa aliena che divina- rispose Will.

-D'accordo, adesso vi spiego: voi siete i discendenti dei miei tre figli, Briseide, Loki e Thor. Il dono che io feci a loro si è tramandato di generazione in generazione ed è ricomparso quando l'arma è stata ritrovata-

Kate, Matt e Will non avevano parole.

-Quindi, indirettamente, lei ci ha fornito il modo di distruggere l'Occhio di Odino?-

-Occhio di Odino? Che strano nome gli hanno dato. Comunque si-

-E come funziona?- chiese Matt.

-E' semplicemente un rovescio spazio-temporale-

-Quindi in un certo senso dovremo ringraziarla-

-Vorrei ben vedere. Quell'arma è stata una piaga per il mio tempo ed è giunto il momento di farla sparire. Ora andate e compiete il vostro destino-

 

-Grande Megatron, le coordinate sono state inserite. Il continente asiatico è alla vostra mercee-

-Bene Shockwave, accendi il cannone-

Il robot non fece in tempo a raggiungere l'arma che fu investito da una potente luce che lo accecò.

-Che diavolo succede?!?- gridò.

Quando il bagliore si fu attenuato i tre ragazzi erano liberi e sul loro braccio sinistro stagliando luminosi i simboli.

-No, stavolta no!!- esclamò Megatron e si lanciò contro di loro.

Matt alzò la mano sinistra e il Decepticon si bloccò a mezz'aria.

-Potente Megatron!!- invocò Shockwave, ma ad un gesto di Will anche lui si fermò.

-Che cosa avete intenzione di fare, dannati ragazzini?!?-

-Abbiamo intenzione di rompere il tuo giocattolo nuovo, Megatron- rispose Kate.

Senza aggiungere altro i tre si incamminarono verso il cannone e si sistemarono a triangolo intorno ad esso. Alzarono insieme la mano su cui stagliava il simbolo di Odino e l'arma fu circondata da un campo di energia. All'inizio non accadde niente, poi piano piano si videro comparire traccie di ruggine sull'acciaio, che poco a poco si espansero sino a divorarlo interamente, riducendolo in polvere.

-Noooo!!- gridò Megatron.

A causa della grande quantità di energia impiegata, i campi di forza che tenevano prigionieri i due Decepticons comparvero, lasciandoli liberi.

-Maledetti mocciosi!! Vi rendete conto di cosa avete fatto?!? Questa è l'ultima volta che mi mettete i bastoni tra le ruote!!- gridò e si scagliò contro di loro.

I tre non riuscivano a muoversi. Chiusero gli occhi.

Trascorse qualche minuto, ma non avvertirono l'impatto. Riaprirono gli occhi e videro Megatron fermo a mezz'aria. Anche Shockwave era nelle stesse condizioni.

-Ma che succede?- chiese Kate.

Poi ad un tratto capì.

-Vector Prime?-

-Ciao Kate e ciao anche a voi-

-Che cosa ci fai qui?-

-In questi quattro anni mi sono chiuso in meditazione, fino a quando non ho avvertito una potente distorsione spazio-temporale e sono venuto a controllare. Non pensavo di trovare coinvolti voi tre-

-Oh Vector Prime, sei arrivato giusto in tempo. Sei mancato a tutti- rispose lei.

In quel momento giunsero gli Autobots, un po' ammaccati, ma vivi, seguiti dagli Sleipnir.

-Ragazzi, state bene?- chiese Optimus.

Poi vide Vector Prime.

-E' un piacere rivederti, amico mio. Cosa ci fai qui?-

-Ci ha salvato la vita- rispose Matt.

Optimus notò allora Megatron e Shockwave paralizzati.

-Allora sei stato tu a bloccare tutti i Decepticons-

Vector Prime annuì.

-Allora, dov'è il cannone?- intervenne Hot Shot.

Kate indicò il mucchio di polvere poco lontano.

-Siete stati voi?- chiese Sideswipe.

I tre sorrisero.

-E come?- disse Ironhide.

-Oh, è una lunga storia. Prima dovremo rinchiudere questi criminali e andarcene da qui. Comincio a non sopportare più questo clima-

Mentre tutti se ne stavano andando, Kate rimase indietro e lanciò un ultimo sguardo alla statua di Odino.

-Grazie di tutto- sussurrò.

Mentre si allontavano, gli occhi della statua si illuminarono per un attimo come se il dio avesse voluto risponderle.

 

I Decepticons furono rinchiusi in una prigione di massima sicurezza nel sottosuolo del settore gamma, progettata appositamente per loro.

Dopodichè gli Autobots comunicarono al maggiore Wilson che non avrebbero più fatto parte del progetto del governo, ma che per il momento rimanevano comunque a disposizione.

I ragazzi raccontarono loro l'inverosimile storia, lasciando tutti a bocca aperta. I simboli erano spariti, ad eccezione di quello sulla mano, che aveva lasciato una traccia quasi invisibile.

Vector Prime decise di rimanere con loro, poiché la meditazione era durata abbastanza.

Kate, Matt e Will decisero che si sarebbero presi una lunga vacanza dal college e dall'esercito.

Il gruppo era tornato ai suoi albori, con qualche nuovo elemento e nell'attesa di altre avventure.

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