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Il
messaggio acustico
America
del Nord- Fazione dei Videogiochi
Ezio
corse più che poté. Benché esile
l'allenamento del Quartiere
Assassino dov'era cresciuto stava dando i suoi frutti. Si nascose
dietro un cassonetto in un vicolo ansimante cercando di regolare il
respiro. Nuvolette di vapore gli uscivano dalla bocca in quella
fredda giornata nella fazione Giocante, ma non aveva corso per
tenersi caldo. Il cuore gli martellava così forte in petto
che sperò
non lo tradisse, non quella volta almeno. Aveva avuto tante occasioni
per farlo, come il primo amore, l'essersi immischiato in una rissa e
quando a scuola l'avevano attaccato alla macchina della
verità per
sapere se aveva smontato lui le tubature. Dal panico aveva iniziato a
battergli il cuore, poi aveva smesso di botto e lui aveva perso i
sensi.
Un
Ezio che soffriva di cuore. Nulla di grave, ma abbastanza da creargli
qualche problema. Non sapeva se fosse peggio quello o il mondo dove
viveva. Nella Fazione Giocante, infatti, era reato non passare ore
davanti a qualche schermo luminoso a giocare ai videogiochi. Il nome
poteva tradire, ma ben pochi andavano in giro a giocare all'aria
aperta. Molti stavano rintanati in casa il settanta percento della
loro giornata, chi giocava fuori erano per lo più i Bulletti
e gli
Imperiali. I primi se la prendevano solo se c'era una faida con un
altro gruppo, i secondi facevano la ronda per controllare chi era
fuori se aveva fatto il minimo di dieci ore davanti ai videogiochi.
Sarebbe stato il sogno di ogni Nerd, ma non di Ezio.
Odiava
quel posto con tutto se stesso e benché la miopia lo
rendesse
autorizzato a fare meno ore(da dieci a sette), doveva fare i conti
con tutto il mondo che gli girava intorno. I suoi fratelli, ad
esempio, con i nomi di Assassin's Creed Rinascimento, gli allenamenti
a cui era tenuto come se gioco e vita reale si fondessero e le
lezioni alla Scuola Pubblica del Male. Era una normalissima scuola,
ma era stata chiamata così poiché si trovava nel
Quartiere Crash
Bandicoot. Ezio non vedeva l'ora di andarsene da quelle mura e le
medie sembravano la sua unica salvezza. Una serie di piccole
scuolette che popolavano il Quartiere Calcistico nella zona Inazuma
Eleven. Il passo successivo sarebbe stato il Liceo e già
sognava di
andare nel Quartiere Enigmistico a studiare archeologia e geologia.
Non tanto per le materie in se, ma per essere nel Quartiere
Enigmistico, quella che lui riteneva veramente casa sua.
Dei
passi si sentirono lungo la strada principale ed Ezio di
raggomitolò
ancora più dietro al cassonetto premendo le ginocchia sul
costato
per paura che il cuore ne uscisse fuori.
“Stai
calmo.” si disse “Non è mai stata qui,
stai calmo.”.
<<
Ezio!>> lo chiamò una voce dolce come il miele
ed allo stesso
tempo spietata come una motosega<< Ezio, dove ti sei
nascosto?>>.
“Stai
calmo.” si ripeté trattenendo il respiro
“Stai calmo, non ti
troverà.”.
<<
Andiamo, Ezio! Non farmi arrabbiare.>>
continuò la voce
femminile e familiare<< Se ti trovo, io poi sono guai! Ti
avverto!>> e si allontanò dal vicolo. Ezio si
lasciò
scivolare letteralmente sull'asfalto con un sospiro di sollievo, poi
infilò le cuffie nelle orecchie e fece partire la musica.
Aah, la
musica. Era il suo unico svago in quel posto. A parte le musichette
dei giochi Arcade, alcune erano veramente belle da ascoltare, inoltre
ogni tanto arrivavano delle canzoni anche dai Centri di Raccolta.
Purtroppo era così raro che le colonnine a forma di Jukebox,
presenti una per ogni Quartiere, giacevano in stato di abbandono.
Sporche e non ricontrollate regolarmente, rimanevano inutilizzate
anche quando la spia delle novità lampeggiava per almeno tre
giorno.
Solo quella del Quartiere Calcistico era sempre in ordine ed il
merito era tutto di Ezio. Rimpiangeva solo di non essere riuscito ad
aggiustare le lampadine della consolle che nel corso del tempo si
erano fulminate. A causa di ciò era costretto ogni giorno ad
infilare il cavetto USB dell'MP3 per vedere se era arrivato qualcosa
di nuovo. Il risultato era praticamente sempre lo stesso: niente.
Così, pur di non tornare a casa, si metteva a ripulire il
Centro di
Raccolta e a sistemala dove c'erano rotture o possibili guasti. Il
risultato era che si presentava come il migliore Centro della Fazione
Giocante.
Ezio
aveva scelto quella per non destare sospetti e perché era la
più
vicina. Nel Quartiere Assassino lo conoscevano tutti(difficile non
riconoscerlo), nel Quartiere Enigmistico sarebbe stato troppo ovvio
agli occhi di sua madre, mentre il Quartiere Survival-Horror era
fuori discussione. Tra nebbia ovunque e mostri che potevano spuntare
da qualsiasi parte in qualsiasi momento, il fatto che non gli fosse
venuto un attacco cardiaco quando c'era passato per sbaglio era un
miracolo. Il Quartiere Calcistico era l'ideale, eccetto per quella
piccola cosa...
<<
Ehi!>> gridò qualcuno facendolo irrigidire ed
istintivamente
staccarsi le cuffie dalle orecchie<< Che ci fai qui,
nanetto?>>.
<<
Ah! Non riportarmi da mia madre!>> esclamò
Ezio scattando in
piedi nel suo metro e dieci di altezza. Per avere tredici anni era
molto basso.
<<
Sei un Fulminetto?>> domandò il ragazzone che
aveva davanti
scrocchiando le dita con fare minaccioso. Ezio deglutì
mentre
iniziava a sudare freddo. Ecco la piccola cosa del Quartiere
Calcistico: la faida tra Fifoni e Fulminetti. I primi giocavano
praticamente solo a FIFA ed i secondi solo ad Inazuma Eleven. Alcuni
non avevano pregiudizi, ma la maggior parte erano radicali estremi.
Se avevi la sventura di imbatterti in uno dei loro scontri a botte e
pallonate potevi rimanere gravemente ferito.
<<
No, assolutamente.>> si affrettò a dire Ezio
mentre altri due
ragazzi sopraggiungevano per menarlo.
<<
Però la faccia da Fulminetto un po' ce l'ha.>>
incalzò uno
dei nuovi venuti scrocchiando il collo. Probabilmente erano i capelli
castani ricci e gli occhi calamitosi dietro agli occhiali tondi ed
enormi che gli facevano dire questo.
<<
Mi chiamo Ezio, come posso essere un Fulminetto?>> si
difese il
ragazzino deglutendo.
<<
Un Assassino? Tu?>> scoppiarono a ridere<<
Ti avrei
creduto di più se mi avessi detto
Sopravvissuto.>> il primo
ragazzo caricò il destro.
<<
A... Aspettate...>> deglutì e sperò
che il cuore non gli
facesse qualche scherzo<< Devo solo incontrare una
persona, poi
tornerò nel mio Quartiere.>>.
<<
E chi è? Qualche Fulminetto?>>.
<<
Non lo so.>> il ragazzone lo prese per il colletto
sollevandolo
dal terreno. Situazione peggiore non poteva capitargli<<
Giuro,
non lo so chi mi voglia incontrare.>>.
<<
Spera che fosse uno di noi.>> Ezio serrò gli
occhi
aspettandosi il primo pugno sul naso che gli avrebbe sfasciato gli
occhiali.
<<
Ehi!>> esclamò una voce femminile poco
rassicurante<<
Che lai, Lionel!>>.
<<
Do una lezione a questo filo-Ful...>> si
bloccò<< Ma...
ma...>>.
<<
Su, lascia in pace questo ragazzino.>> si sentirono delle
dita
scrocchiare ed Ezio strinse ancora di più gli
occhi<< Oppure
te la vedrai con me.>> la presa si allentò
improvvisamente ed
il ragazzino precipitò a terra in malo modo.
Provò a riprendersi in
fretta, e si sistemò gli occhiali sul naso.
<<
Se è un Fulminetto sono affari tuoi, Marta.>>
la minacciò uno
degli altri due ragazzi.
<<
Gigi.>> il ragazzo s'irrigidì nel sentire la
ragazza che lo
chiamava per nome<< Tua madre ti sta aspettando per la
partita
del sabato, come tutti.>> i suoi occhi color azzurro
pallido si
piantarono minacciosi su Ezio che tremò<< Vi
conviene
andare.>>.
L'ultimo
rimasto senza nome fece per alzare la mano e dire qualcosa, ma lo
sguardo della ragazza li fece scappare tutti e tre a gambe levate.
<<
Gra...>> provò a dire Ezio, ma Marta lo prese
per il braccio e
lo trascinò via senza tante cerimonie. In tutto quel
trambusto aveva
fatto poco caso al suo aspetto fisico tranche che per gli occhi
minacciosi. Una cosa alquanto strana, visto che la ragazza aveva
corti capelli albini con le punte tinte di nero inchiostro, inoltre
aveva quei sessanta centimetri in più rispetto lui.
Dimostrava sei
anni in più di lui e portava un abbigliamento strano, che ad
Ezio
ricordava qualcosa, ma non sapeva bene cosa. Da piccolo com'era
rimpiccolì ulteriormente, così per calmarsi
provò a concentrarsi
sul nome della ragazza. Come l'avevano chiamata? Marta? Sì,
Marta.
Ma non c'era nessuna Marta nei videogiochi, almeno così gli
sembrava. Marta, Marta...
<<
Enigmarta!>> esclamò colto dall'illuminazione.
Se ne pentì
praticamente subito perché la ragazza gli scoccò
un'occhiata
minacciosa.
<<
Non chiamarmi così.>> disse
glaciale<< O Marta o morto,
sono stata chiara?>>.
<<
Cri... cri... cristallina.>> balbettò
diventando ancora più
piccolo. Si fermarono in un vicolo cieco e lei aprì un
cassonetto.
<<
Entra.>>.
<<
Cosa?!>>.
<<
Dobbiamo parlare ed all'esterno ci sono troppi Oculi.>>
gli
Oculi erano delle telecamere praticamente invisibili posizionate in
ogni punto possibile. Li usavano gli Imperiali per controllare i
Giocanti presenti nella fazione, ma solo pochi sapevano della loro
esistenza. Fino a quel momento Ezio aveva creduto di essere l'unico
in grado di vederli, e lui era miope.
<<
E quello? Non ci vedrà entrare?>> fece notare
il ragazzino
indicando un pallino lucido nell'angolo del vicolo che riusciva a
registrare ogni singolo punto di quel posto. Per tutta risposta la
ragazza gli indicò un filo mimetizzato nel muro che
collegava
l'apertura del cassonetto all'Oculo<< Oh, un sistema di
disattivazione a movimento.>>.
<<
Ora muoviti, prima che si accorgano che uno si è
scollegato.>>
Ezio guardò dentro un po' perplesso<< Ah! Che
bambino.>>
e lo spinse dentro senza tante cerimonie. Il ragazzino gridò
mentre
invece di cadere in mezzo ai rifiuti scivolava in un condotto segreto
ed atterrava su un materasso gonfiabile praticamente introvabile
nella Fazione Giocante. Marta lo raggiunse poco dopo giungendo in
piedi e facendo un elegante balzo da ginnasta esperta. Ezio si
guardò
intorno studiando tutto ciò che vedeva e si stupì
nel notare un
televisore con una serie di DVD. Non li aveva mai visti e rimase
particolarmente sorpreso da ciò.
<<
Dove siamo?>> chiese alzandosi in piedi e raggiungendo la
ragazza che smanettava su un personal computer.
<<
Tu sei un Comunicante.>> disse senza mezzi termini.
<<
Io sono un cosa?>> la ragazza fece partire una
registrazione
dal portatile ed Ezio s'irrigidì.
<<
Ciao. Io non conosco te e tu non conosci me, ma abbiamo molte
cose in comune. Incontriamoci nel Quartiere Calcistico vicino alla
discarica il 16 Ottobre alle diciotto.>> disse
una voce
modificata, poi la ragazza aggiunse<< Sei in
ritardo.>>.
<<
Tu mi hai mandato quel messaggio?>> la
studiò<< Ma tu
sei Enigmarta del Quartiere Enigmistico.>> lo
fulminò<<
Marta, volevo dire Marta.>>.
<<
Sì, te l'ho mandato io e... andiamo! Non potevo certo farti
venire
sotto casa mia, sarebbe stato ovvio.>>.
<<
Ma perché? Poteva trovarlo chiunque quel messaggio, no? Se
non
l'avessi sentito io cosa avresti fatto?>>.
<<
Era impossibile che lo prendesse qualcun altro.>> si
strinse
nelle spalle<< L'unica persona che ascoltava assiduamente
la
musica come fai tu è scomparsa.>> fece un
respiro profondo<<
Il mio nome lo hai già capito, ma a me sfugge il
tuo.>>.
<<
Ezio.>> rispose il ragazzino a sguardo
basso<< Quartiere
Assassino.>> si guardò intorno<<
Continuo ancora a non
afferrare perché mi hai portato qui. Sei una
pedofila?>>.
<<
Cosa!? Ma se avremo due anni di differenza!>> la
guardò
perplesso<< Tu hai tredici anni, no? Io ne ho quindici.
Anzi,
li devo ancora compiere.>> Ezio granò gli
occhi<< Ma non
siamo qui per parlare di questo! Tu hai un dono, sei... sei un mago
nell'aggiustare le cose.>>.
<<
Non esageriamo, so usare qualche cacciavite.>>.
<<
Hai sistemato alla perfezione il Centro di Raccolta qui al Quartiere
Calcistico, inoltre ti ho notato mentre risolvevi casi apparentemente
irrisolvibili, quando con l'aiuto del cervello ti nascondevi dalla
tua famiglia o quando facevi le gare di enigmi nel Quartiere
Enigmistico. Tu sei un genietto e non te ne rendi
conto!>> gli
scompigliò i ricci con la mano in un gesto tenero quanto
terrorizzante.
<<
Mi sopravvaluti.>> arrossì<< Non
sono così bravo.>>.
<<
Può essere, ma sei l'unico che mi può
aiutare.>> si rabbuiò
nuovamente<< Hai mai avuto un amico qui? Un vero
amico?>>
Ezio scosse la testa. Di una cosa era sicuro, nella Fazione
Videogiochi non aveva amici<< Io ne avevo uno. Era come
te,
geniale, inoltre sognava di andare oltre.>>.
<<
Nelle altre Fazioni?>> domandò sorpreso il
ragazzino e Marta
annuì mestamente.
<<
Sì, ma come ben sai non è
possibile.>> allargò le braccia ad
indicare tutto ciò che la circondava<< Questo
l'ha creato lui
prima che gli Imperiali lo portassero nel Nulla.>> gli
occhi le
si infiammarono d'ira mentre serrava i pugni e faceva scattare le
braccia verso il basso come un cavatappi<< Voglio
ritrovarlo.
Per questo voglio andare nelle altre Fazioni. Per questo ho bisogno
di te.>>.
-Angolo Autrice-
Bene em...
Che dire, è la prima storia che pubblico su EFP e che
comunque pubblico in generale. Se siete arrivati al secondo capitolo
vuol dire o che proprio schifo non faccio, oppure che siete abbastanza
folli da proseguire assieme a me.
La prima recensione che mi è arrivata è stata
neutra e mi scuso per la scarsa descrizione che ho fatto delle Fazioni.
Dovrete aspettare dieci capitoli per conoscerle meglio, chiedo venia.
Sappiate, comunque, che la suddivisione è pressappoco
questa:
Fazione
dei Libri
Fazione
dei Videogiochi
Fazione
dei Manga
Fazione
dei Telefilm
Fazione
dei Fumetti
Fazione
degli Anime
Fazione
del Teatro
Fazione
dei Cartoni Animati
Fazione
dei Film
Come potete vedere sono territori molto ampi ed avremo modo di
conoscerli(io con voi) solo nei prossimi capitoli.
Per esempio nella Fazione Bibliofila io ho descritto praticamente solo
l'area di Mosca e San Pietro Burgo. Un nulla, insomma.
Inoltre quando ho creato questo planisfero non avevo ancora pensato
alla Fazione Fantasma delle Light Novel, situata in Siberia. Per questo
vi dico che bisognerà aspettare fino al decimo capitolo per
"ampliare gli orizzionti".
Chiedo scusa per l'inconveniente ed, anzi, ringrazio Miss_Riddle Starkey per la sua
recensione. Mi a fatto capire le incomprensioni che si possono trovare
nella storia.
Lo ammetto, è di difficile lettura anche per me. Ho cercato
di mettere i Fandom più famosi e quelli che conosco meglio,
ma se qualcuno ha idee basta che me lo faccia sapere. Sono aperta a
qualsiasi opinione.
Grazie comunque per aver letto la storia e spero di non avervi annoiato
con questo angolo così lungo, ma mi sembrava doveroso fare
alcune precisazioni/ dare alcune risposte.
Ciao e buono studio/lavoro/scrittura a tutti voi.
G.L.
P.S.: Ho pubblicato la storia anche su Wattpad. Lì sono al
quarto capitolo.
Se vi può interessare andatela leggere, mi farebbe piacere.
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