Recensioni di beldandy

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Recensione alla storia Natural Born Killer - La Folie - 23/04/14, ore 13:12
Capitolo 1: Natural Born Killer - La Folie
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Va bene... Ti avvisiamo fin da subito che, probabilmente, questa recensione sarà breve, per un motivo molto semplice. Ci hai lasciato senza parole... Sul serio. Davvero senza parole. E con un vuoto allo stomaco, causato dall'angoscia, che non se ne andrà via tanto facilmente... Anche perché noi ricordiamo.
Ricordiamo bene i telegiornali di quel giorno e dei seguenti, i servizi che parlavano anche troppo in dettaglio di tutto quell'orrore, di tutti quei ragazzi morti, uccisi per cosa poi? Le immagini di quel massacro le portiamo ancora con noi, in quella parte dell'anima dove custodiamo le cose da ricordare anche se fanno male. Dentro c'è un pò di tutto... Dalle persone care che non ci sono più, ai morti delle guerre dimenticate dal mondo, agli sguardi delle vittime di gesti che è fin troppo facile definire "pazzia", come se si volesse evitare di capire etichettando tutto con un parola per certi aspetti rassicurante. Si, rassicurante. Perché se colui che ha ucciso un altro essere umano è pazzo, allora vuol dire che è un'anomalia, una bizzarra coincidenza che non potrà mai ripetersi fra noi che siamo "sani", noi che siamo "normali". Era pazzo, tutto qui, tutto spiegato, tutto facile. Ma non è mai così. Non per chi ha scelto, come noi, di ricordare, di non lasciare che le notizie di morte e sofferenza scompaiano nell'oblio, come se non fossero mai accadute, come se fossero solo un siparietto, una curiosità fra un reality e l'altro. Perciò quando abbiamo saputo che stavi scrivendo questo racconto per ricordare gli eventi della Columbine High School e rendere tributo alle tredici vittime di un atto così mostruoso, non abbiamo potuto fare a meno di commuoverci un po', perché abbiamo capito che anche tu sei una che non dimentica, per la quale

"Una strage –questo tipo di strage- è il frutto di una mente malata, non di un esempio da esaltare."

tanto che ti sei sentita in dovere, come già facesti in un'altra fanfiction, di esprimere quello che provi davvero dentro di te. Perché togliere la vita ad un proprio simile, è l'atto più mostruoso che un essere umano possa mai compiere, e non c'è nulla di divertente, nulla di esaltante nel vedere la vita
abbandonare una persona. Ma non siamo certo noi a dover dirtelo. Perché tu lo sai benissimo, signorina Scrittrice. L'ultima lettera di Violet a se stessa è fin troppo emblematica in tal senso:

"Perché sì, perché secondo me entrare nella propria scuola e far fuoco sui propri compagni, uccidere tredici persone che non avranno più nessuno ad ascoltare i propri sogni, sentimenti, emozioni –perché non ci sarà più nulla da ascoltare- privarli di una vita, un intera vita davanti a loro, sparare a mente fredda, senza rimorso, senza rimpianto… beh, quello è il male."

Però, che bizzarra che è la vita. Ieri ci hai fatto ragionare sul cosa voglia dire sacrificare la propria vita per un altro (con il primo capitolo di "Airplanes") ed oggi su che atto mostruoso sia toglierla... Ma d'altronde la tua innegabile bravura sta proprio in questo, far provare emozioni al lettore e indurlo a guardarsi dentro di sé per comprendersi meglio: perché ciò che scrivi non è semplicemente una storia. In essa infondi sempre una parte della tua anima, dei tuoi sentimenti, per questo riesci sempre a coinvolgere chi è così fortunato da poter leggere i tuoi racconti. Cavolo... Scusa. Ci siamo fatti prendere dall'emozione del momento e forse abbiamo parlato un pò troppo. Perciò ora facciamo un bel respiro, e cominciamo seriamente la recensione, analizzando i personaggi di Tate, Michael e Violet.

TATE - Partendo dal presupposto che tutti i personaggi di questo racconto sono semplicemente meravigliosi (anche quelli "minori" di Stephanie Boggs, Kevin Gedman, Chloe Stapleton e Kyle Greenwell) Tate, rappresenta ancora per noi (anche dopo aver letto la storia 6 volte) un enigma. In tutta la fanfiction non rivela mai quali siano i motivi che lo spingono a portare a termine il massacro della Columbine High School, se non che il suo obiettivo non è quello di "entrare nella storia" come invece desidera Michael. Sappiamo solo che è in cura da uno psichiatra per quelli che sembrano essere seri disturbi di socializzazione (da cui gli antidepressivi che sembra prendere con regolarità). Chi invece ha seguito la prima stagione di American Horror Story conosce bene l'oscurità e i demoni presenti nell'anima di Tate, quel mostro che divora tutta la luce e la speranza di una vita per la quale lui ha smarrito il cammino. Il figlio di Constance commette la strage nella sua scuola per un motivo che lui credeva quasi "nobile" ovvero liberare le sue vittime da quella vita di merda e dare loro la possibilità di vivere finalmente felici senza il fardello delle sofferenze e delle preoccupazioni terrene. Non sappiamo se il Tate della tua storia creda anch'egli in questo: sta di fatto che condivide molte similitudini con il Tate di AHS, con la sua "lucida follia", la determinazione a fare ciò che lui ritiene giusto, e, anche e soprattutto, la possibilità di poter cambiare il proprio destino se solo si fosse confidato con colei che dimostra di amare, quella Violet che avrebbe potuto aiutarlo a combattere i suoi demoni. L'amore contro l'oscurità. Ma Tate non parla con lei: cerca solo di salvarla dal mostro che diventerà chiedendole (tramite Michael) di non andare a scuola, per non essere testimone del massacro, o, peggio ancora vittima. Ma Violet è lì, davanti alle loro armi da fuoco, inerme come lo erano tutti gli altri ragazzi: Tate però sceglie di salvarla, di non farla diventare la quattordicesima vittima, dimostrando così che avrebbe potuto salvarsi se solo avesse scelto di dare retta la proprio cuore. Quando il proiettile si prende la sua vita, chissà cosa avrà pensato, se avrà compreso l'idiozia del suo gesto o se invece i suoi demoni l'avranno trascinato urlante nel suo inferno...

MICHAEL - Diversamente da Tate, Michael è un personaggio molto più semplice da capire. Il suo desiderio di "entrare nella storia" deriva probabilmente da un forte sentimento di inferiorità nei confronti degli altri, quei "figli di papà del cazzo" di cui invidia le vite che lui ritiene facili e prive di
preoccupazioni. Il fatto è che neanche lui sa bene chi siano i "colpevoli", tanto che il suo epitaffio finale sono le parole "Scrivo la storia. L’ho fatta pagare a chi doveva pagare (...)" non rendendosi quasi conto di aver sparato a caso e che, probabilmente, molte delle vittime lui non le aveva mai conosciute. Ci sono due momenti in cui ammette le proprie debolezze. Uno è quando prende la boccetta di Luvox, perché spera che lo trasformi in quel mostro spietato e senza rimorso che non è sicuro di poter essere e l'altro è quando "trasforma" il massacro in una sorta di "gioco" (quasi fosse un livello di Doom di cui Eric Harris e Dylan Klebold erano appassionati) forse perché sa che la sua mente non reggerebbe se posta davanti all'orrore del gesto che stanno per compiere. Alla fine, quando si suicida nella biblioteca, pensa di aver vinto la partita, di aver fatto "le cose in grande" non comprendendo che così facendo sarebbe rimasto per sempre quella nullità che temeva di diventare.

VIOLET - Nel tuo racconto Violet interpreta la figura della Narratrice, colei che è testimone del massacro e che, per questo, sente il bisogno di tramandare ciò che è successo ai posteri affinché nulla venga dimenticato, né l'orrore dei carnefici né le storie delle vittime. Ci sono due momenti in cui
sarebbe potuta diventare parte attiva della storia, ovvero quando incontra Tate sulla spiaggia e quando avverte suo padre dello strano comportamento del suo paziente. Ma, come una novella Cassandra, è destinata a non essere ascoltata, ad essere solo la testimone di quanto sta per accadere. Come la figlia di Priamo, non può modificare il destino di vittime e carnefici: solo Tate e suo padre potrebbero decidere di mutare il corso della storia, ma il primo sceglie di non parlare con lei, voltandosi dall'altra parte, mentre il secondo si limita a dare a Tate un nuovo psicofarmaco. Spetta proprio a lei, però, il ruolo più importante di tutti, ovvero quello di dare un giudizio morale su tutta quella vicenda, cosa che accade con l'ultima lettera che lei scrive a se stessa.
In quel momento però non è più lei a parlare: le parole che pronuncia sono quelle della signorina Scrittrice e di tutte le persone buone come te che sanno distinguere il male dal bene e che sempre, in ogni occasione, sceglieranno quest'ultimo...

E per fortuna che doveva essere una recensione breve :) Ma, come al solito, zio si è fatto prendere dalla sua logorrea ed il finale è questo mammuttone che stai leggendo ora XD Scherzi a parte vogliamo davvero complimentarci con te per questa che è indubbiamente una delle le storie più belle che tu abbia mai scritto. Non solo hai dato prova, per l'ennesima volta, della tua innegabile bravura, ma è semplicemente fantastico tutto il lavoro di studio che hai fatto per informarti sull'evento cui stavi per rendere tributo. Se per te non è un problema, potresti raccontarci come ti sei sentita quando hai messo la parola fine a questa "fanfiction"? Cosa hai provato? Dal canto nostro non ti nascondiamo che oltre all'angoscia causata dal racconto, ci siamo sentiti il cuore gonfio d'orgoglio per avere una amicanipote davvero fantastica come la nostra stra-adorata signorina Scrittrice :) Che dire del lato più propriamente
"tecnico" di questo racconto se non che è tutto assolutamente perfetto? La storia è avvincente come poche, i personaggi (grazie alla tua "magia") non sono semplicemente descritti ma vivono davvero sulla carta, l'intreccio delle varie storie è affascinante e cattura tutta l'attenzione del lettore, la prosa curata e senza la minima sbavatura... A questo punto non hai più nessuna scusa e dovresti valutare sul serio l'idea di scrivere un libro, per far conoscere, a tutti coloro che vorranno leggere le tue storie, quanto possa essere meravigliosa la nostra signorina Scrittrice :* :* :*

PS: Davvero bellissima l'idea della frase del musical, e, soprattutto, del Tao all'inizio della storia ^^
PSS: Guarda che diciamo sul serio sul libro lo sai :) E gli zii, come sempre, potrebbero cercare di aiutarti il più possibile :*
Recensione alla storia Non si giudica un amore futuro in base alla sofferenza passata - 25/10/13, ore 12:45
Capitolo 15: S- Sogno.
Forse non ci crederai, ma la prima emozione che abbiamo provato quando abbiamo letto questo capitolo è stata di angoscia... Ma non fraintendere. Il racconto in sé è semplicemente meraviglioso, con momenti talmente belli da rasentare la pura poesia, e scene così dolci e toccanti da sembrare quasi dipinte sulla tela di un acquarello ottocentesco. No, la sensazione di angoscia che abbiamo provato viene dal fatto di conoscere l'amaro destino della storia d'amore fra i due amanti, e di come le colpe di Tate finiranno col dividere un amore che avrebbe potuto invece salvarli entrambi...
In effetti questo capitolo (il Sogno) potrebbe quasi essere la dicotomia (espressa in una sorta di "Tao") dell'ultima puntata della prima serie di AHS, dove invece il cammino scelto da Tate porterà le loro strade ad allontanarsi... Mmm quanti paroloni... forse troppi :) Cercheremo di spiegarci meglio ^^ Non sappiamo se lo conosci già ma il Tao (http://it.wikipedia.org/wiki/Tao se vuoi saperne di più ^^) rappresenta in molte filosofie la contrapposizione di due elementi contrari (luce e ombra, creazione e distruzione, maschile e femminile, etc.) ma al tempo stesso complementari, perché in ognuno di essi è compreso un frammento dell'altro (http://it.wikipedia.org/wiki/File:Yin_yang.svg). Così secondo noi questo capitolo va analizzato tenendo conto delle scene finali della serie, dove il Sogno, che è il tema portante di questo racconto, viene "corrotto" dalle scelte di Tate (bada bene, non dall'uccisione di quei ragazzi, perché quello ormai è il passato, ma dallo stupro della madre di Violet) tanto da diventare un Incubo che maledirà le esistenze dei due forse per sempre...
Perché quest'ottica così bizzarra nell'analizzare il tuo racconto? Bé è presto detto... Leggendolo ci siamo resi conto che oltre alle frasi romantiche ed ai momenti dolcissimi, che descrivi, come al solito, in maniera splendida, ci sono anche degli accenni a pensieri e situazioni "sbagliate" quasi fossero i semi di quell'oscurità che poi porterà ai momenti finali della loro storia. Non sappiamo se ciò sia capitato per caso o se tu li abbia scritti apposta (ma conoscendoti propendiamo per quest'ultima ipotesi ^^) ma sono davvero degli spunti interessanti che arricchiscono ancora di più il carattere dei due personaggi. Così in questa scena così solare, cosi piena di amore e speranza per il futuro (come fosse, per esempio, la parte bianca del Tao) assistiamo ad una Violet che afferma sicura di sé di non avere sogni (cosa impossibile per un essere umano e che noi riteniamo essere solo una delle tante difese che lei ha creato per isolarsi dagli altri e dal mondo esterno), mentre allo stesso tempo Tate, in tutta quella passione ed amore, prova un assoluto terrore al pensiero che lei non lo ami, che quello che lei prova per lui non sia altro che un'infatuazione momentanea... Considerando questa sua paura risulta ancor più splendido il momento in cui decide di rischiare ogni cosa, ben sapendo che il rifiuto di Violet lo avrebbe condannato ad un'eternità di vuoto e di buio che sarebbe stata ancor più atroce per chi, come lui, si era illuso di aver ormai trovato la sua luce, la sua "stella luminosa". Confessare a lei quello che prova, i suoi veri sentimenti, è sì un atto un pò egoistico da parte sua (in quanto mette Violet di fronte al fatto compiuto) ma anche estremamente coraggioso ed onesto, quasi volesse dichiarare a se stesso ed a lei che il loro rapporto poteva e doveva basarsi solo sull'assoluta sincerità. Ma anche qui, anche in questa luce, giace l'ombra dell'inganno, perché Tate sa bene le atrocità che ha commesso e che, pian piano, stanno consumando la sua anima...

Dal lato opposto abbiamo una Violet solo apparentemente sicura di sé e dei sentimenti che prova, ma che dimostra al tempo stesso di avere quasi paura dei sogni:

- Stronzate. I sogni sono cose da realizzare, ed io non sono una cosa.

Violet non comprende (o forse non vuole comprendere) che i sogni possono riguardare anche la sfera emotiva degli esseri umani, e che non si sogna solo per avere delle "cose" che siano oggetti o luoghi da visitare o esperienze da fare. Considerare i sogni solo dal punto di vista "materialistico" vuol dire non comprenderne affatto l'essenza, e, in fin dei conti, non sognare affatto. Noi pensiamo che Violet abbia dentro di sé la paura di sognare liberamente, perché nel farlo dovrebbe rivelare il suo vero io e mostrarlo non solo al resto del mondo, ma soprattutto alla persona che lei teme più di tutte, ovvero se stessa. Raccontare a colui che dici di amare i propri sogni, le proprie speranze, i propri desideri, vuol dire mettersi a nudo come prima di fare l'amore, e mostrare a Tate non solo il suo corpo fisico, ma anche la sua anima, e questa è una cosa che la terrorizza...
Per questo, in quel momento, i due amanti compongono un Tao assoluto e bellissimo. Violet è la luce più pura ma che ha in sé un frammento di oscurità rappresentato dalla sua incapacità di abbandonarsi al sogno, mentre Tate è l'oscurità più assoluta che però ha nel cuore il bagliore della luce della sua amata... Wow!!! :)
Passando sul piano prettamente stilistico non abbiamo che una parola... BRAVISSIMA!!!!!!!! Sul serio, questa è una delle tue opere migliori (anche se noi sappiamo già quale sarà quella più bella in assoluto, ovvero la prossima ^^). Il tuo stile risalta in particolar modo quando descrivi le azioni di Tate e Violet e quando, con assoluta semplicità, riesci a comunicare i sentimenti dei tuoi personaggi... Ci sono circa millemila frasi bellissime in questo capitolo (in pratica tutte ^^), ma permettici di chiudere questa recensione ricordando il momento che ci ha commosso più di tutti:

"Quando si stende sopra di lei e inizia a lasciarle una scia di baci e morsi che parte dal mento e arriva alla spalla destra, è sicuro del fatto che Violet sia bella: non solo fuori, ma anche dentro. Perché Violet è luce, è bianco, è luminosa.
La sua piccola, bella, stella luminosa.
Il suo piccolo sogno realizzato.
- Ti amo, Vi.
- Ti amo anch’io"

Ti amiamo infinitamente anche noi, nostra adorata e meravigliosa signorina Scrittrice :* :* :*
Recensione alla storia Non si giudica un amore futuro in base alla sofferenza passata - 16/10/13, ore 13:42
Capitolo 14: R- Regalo.
Wow... Questa è stata la nostra reazione quando abbiamo letto questo nuovo capitolo di quella che sta rapidamente diventando una delle migliori fanfiction che tu abbia mai scritto :) Sul serio, raramente ci è capitato di leggere qualcosa di così coinvolgente dal punto di vista emotivo e così colmo di tristezza e di speranza da farci star male e bene al tempo stesso ^^ Secondo noi, i protagonisti di questo moment, sono tre, perciò cominceremo ad analizzarli uno alla volta.

- L'ALBERO DI NATALE - Nel racconto questo oggetto simbolo del Natale non-religioso, assume un ruolo di fondamentale importanza, in quanto sta un pò a simbolizzare il passato, quei giorni, ormai scomparsi, della sua vita mortale prima ed immortale poi, quando bastava cantare delle canzoni natalizie per sentirsi parte di qualcosa, che fosse una famiglia o una comunità. Quando c'era ancora chi le aveva detto di amarla, parole a cui Violet aveva scelto di credere, solo per vederle tradite dal più turpe degli atti, la violenza su colei che le aveva dato la vita e che cercava di amarla incondizionatamente.

"È solo uno stupido albero, pieno di lucette rosse e palline decorate, ma la fa sentire bene".

Per questo quel pezzo di plastica addobbato di luci e di palline di latta è così importante per Violet: le ricorda chi è stata, e la strada che ha percorso fino ad arrivare lì. Il passato è importante, perché è anche per merito (o colpa) delle scelte che abbiamo fatto, dei sentimenti che abbiamo provato, della parole che abbiamo detto o non detto, che ora siamo ciò che siamo.. Puoi odiarlo, disprezzarlo, perderti nei suoi meandri invece di affrontare il presente, ma il tuo passato non può essere cancellato o modificato: da esso però puoi trarre insegnamento per evitare di commettere di nuovo gli stessi errori, per fare in modo, se la vita fosse così generosa da darti una seconda possibilità, che le cose vadano davvero diversamente...

- VIOLET - In questo gioco di dickensiana memoria (come se fosse un pò il Canto di Natale) a Violet spetta la parte del Fantasma del Natale Presente... D'altronde, si potrebbe dire che la sua vita è un eterno presente, bloccata com'è in quel limbo irreale, insieme alle persone che ama, ha amato ed odia. E qui, sul baratro che porta alla fine di ogni cosa, che ritroviamo una Violet ancora indecisa sui suoi sentimenti. Sa che ha fatto bene a prendere la decisione di allontanare Tate, ma, al tempo stesso, avverte distintamente che senza di lui le manca qualcosa, che senza Tate lei non è e non potrà mai essere completa. Violet ha commesso molti errori nella sua vita, talvolta senza accorgersene nemmeno...

"I suoi genitori, beh, a loro voleva bene, ma pensava che non ci fosse bisogno di dimostrarglielo. Lo capivano da soli, non erano stupidi"

Questa frase, quando l'abbiamo letta ci ha fatto realmente accapponare la pelle... Nella vita puoi commettere tante stupidaggini, tante cazzate, ma una delle più grosse è dare per scontato l'amore di qualcuno, che siano i tuoi genitori, un amico o il tuo ragazzo. Presumere che gli altri sappiano che vuoi loro bene senza mai dimostraglielo (o facendolo saltuariamente) è una cosa stupida da fare: tutti hanno bisogno di essere amati, tutti hanno bisogno di una carezza, di un bacio, di un abbraccio improvviso ancor più bello perché inaspettato... Dare per scontato l'amore vuol dire non capire davvero che cosa meravigliosa esso sia.

"Non possono uscire dalla casa, non potrebbero comprare regali"

Anche qui Violet commette uno sbaglio, perché pensa che il Natale sia solamente uno scambio di doni, e che, quindi, se non hai nulla da dare, tanto vale non festeggiarlo... Che si sbagli glielo dimostra Tate con quel pacchettino che gli fa trovare sotto l'albero: a volte basta poco, anche qualcosa fatto con le proprie mani, per dimostrare tutto l'amore che hai dentro...

- IL PACCHETTINO - Eccolo, il Fantasma dei Natali Futuri, una piccola scatolina che ci immaginiamo essere un pò piegata ed impacchettata alla bell'e meglio con quello trovato in soffitta (d'altronde Tate non ha mai brillato nei lavori manuali ^^). Lì, silenziosa, sotto l'Albero (il passato che la guarda) giace in attesa che Violet la noti e la apra, per rivelarne il contenuto... Poche perline e pagine strappate di giornale, un regalo ben misero si potrebbe dire, ma in realtà quello che contiene è un dono senza pari: perché lì, fra le pagine accartocciate e lo scintillio dei monili giace la Speranza, speranza per un Futuro diverso, speranza per un Futuro migliore insieme a chi cerca solo una seconda possibilità. Cosa farà Violet non è dato saperlo... Magari non farà nulla, rimanendo ferma nel suo Presente, o magari deciderà di rischiare quel cuore di cui è riuscita a rimettere insieme faticosamente i pezzi, ma non è questo l'importante. Ciò che conta davvero è...

"E, anche se non lo perdonerà, Violet sa che Tate ci sarà. Sempre".

Un capitolo davvero meraviglioso, che ci ha fatto venire un groppo in gola ed i lucciconi agli occhi :) Sei sempre più brava nel descrivere le emozioni dei tuoi personaggi, ma sei migliorata tantissimo anche nelle ambientazioni e nello sviluppo della trama, per cui anche questa volta ti meriti un "Bravissima signorina Scrittrice!!!". Continua a farci vivere ancora mille e mille sogni :* :* :*
Recensione alla storia Non si giudica un amore futuro in base alla sofferenza passata - 03/10/13, ore 13:21
Capitolo 13: P- Parole
Bellissimo moment che continua idealmente quello precedente. Questa volte sono le parole ad essere le protagoniste, quelle stesse parole che possono innalzarci verso le vette del paradiso o gettarci negli abissi più cupi della disperazione a seconda di chi le pronunci e del nostro stato d'animo... Le parole sono importanti, per noi, per gli altri, per l'intera umanità. A ben pensare sono ormai uno dei pochi strumenti che ci sono rimasti per comunicare con i nostri simili da quando, con l'evoluzione dei primi ominidi, abbiamo perso la capacità, innata negli animali, di percepire le emozioni altrui. A parte l'arte più pura, che non tutti però comprendono allo stesso modo, la parola è ciò che ci resta per esprimere pensieri, sentimenti, idee e per cercare di comprendere i bisogni e le esigenze altrui. Eppure non è così facile. Se è praticamente impossibile che un animale non riconosca in un suo simile sensazioni quali paura, forza o desiderio di accoppiamento, per un essere umano è fin troppo facile mentire, far finta di essere diverso da ciò che è o provare sentimenti che, in realtà, non prova affatto. Basta usare le parole, mettere insieme lettere e numeri, per creare frasi che descrivono un mondo diverso da quello che è. Oppure basta ignorale, chiudere ad esse il proprio cuore per poi aspettare che scorrano via, come acqua sulla pelle... Come fa Violet. Per lei le parole degli altri non sono altro che un fastidio da ignorare, da sopportare per poi dimenticarsene in fretta.

"Violet non dava mai troppa importanza alle parole: le persone possono mentire, ma non possono far finta di fare qualcosa"

Una frase splendida che sintetizza meravigliosamente un atteggiamento tipico di molte delle persone della sua età. Per chi vive in un mondo di apparenza come quello moderno, è facile ingannare ed essere ingannati, dal semplice fake su Facebook ad una pubblicità troppo spesso finta, alla mancanza di ideali positivi che fanno pensare che il tradimento (del partner, di una amico, della propria famiglia) non sia poi una cosa tanto grave... Violet aveva scelto di giudicare secondo le azioni di una persona, convinta che solo così facendo avrebbe potuto discernere il vero dal falso, la realtà dalla menzogna, non capendo che anche le azioni possono mentire e che talvolta una frase appena mormorata può avere più forza di mille gesti fasulli...
Poi arriva Tate e nulla è più come prima.
Basta poco, uno sguardo rubato, una frase detta quasi per caso, perché una piccola crepa di apra nel muro con cui Violet cercava di proteggersi dagli altri, e dopo poi un'altra, e un'altra ancora finché ogni difesa crolla, ogni paura viene dimenticata, e le parole, che prima erano così inutili, diventano così preziose, così rassicuranti se a pronunciarle è Tate, lui che non può mentirle, che non lo farebbe mai. Ma noi, che sappiamo come la storia andrà a finire, non possiamo far altro che inorridire pensando che le parole che tanto donano gioia a Violet sono le stesse che le lacereranno il cuore e quelle stesse azioni di cui lei si fidava così tanto, sono quelle che hanno portato morte a dei ragazzi innocenti ed enorme sofferenza alla sua famiglia. Colei che non si fidava delle parole, è stata vinta dalle parole stesse, da quel "Perché mi piaci" così semplice e meraviglioso da non poter essere falso...

"Ma Violet continua a fidarsi, e, anche se magari la ama davvero, continua a non capire quando lui mente o quando dice la verità.
Si fida ciecamente."

Davvero un capitolo bellissimo, da brividi, soprattutto nella parte in cui i due innamorati giocano ad essere felici e lei decide di fidarsi ciecamente di colui che ama con tutto il suo cuore, non sapendo che questo le causerà la più profonda delle sofferenze. Sei stata particolarmente abile nel delineare la psicologia di Violet, una ragazza con un passato doloroso, che, nonostante tutto, decide di aprire il suo cuore una volta ancora. Abbiamo apprezzato moltissimo anche la parte finale (ma questo, ormai, è quasi un "must" per le tue opere) con una chiusa carica di tutta quell'ansia che non puoi non provare sapendo come si concluderà il loro rapporto. Splendido, decisamente splendido. Adoriamo davvero la facilità con cui comunichi al lettore ciò che provano i personaggi e come riesci, con poche parole, a far percepire il tumulto di emozioni che si agitano nelle loro anime. Davvero ben fatto, signorina Scrittrice, davvero ben fatto :* :* :*

PS: Un unico appunto

- Non ascoltava quasi mai cosa le dicevano (...) - qui dovrebbe essere usato "(...) cosa le dicessero (...)" ^^
Recensione alla storia Non si giudica un amore futuro in base alla sofferenza passata - 20/09/13, ore 09:39
Capitolo 12: O- Occhi.
Mmm capitolo un pò particolare questo... Intendiamoci non che sia brutto o che, anzi il tuo stile di scrittura risalta chiaramente nella scelta di ogni parola e dell'ambientazione in cui far muovere i personaggi, eppure si avverte abbastanza distintamente la mancanza di un "qualcosa" che lo pone un minimo al di sotto della media qualitativa di questa raccolta. Il perché è presto detto, giacché si tratta principalmente di due ordini di motivi:

1) L'eccessiva brevità. A differenza degli altri, questo capitolo risulta forse eccessivamente corto, il che non consente appieno lo svilupparsi della trama e dei personaggi. Secondo noi andava ampliato maggiormente il momento "principale" (ovvero quando Violet si accorge che Tate l'ha notata e lei si sente il cuore in subbuglio) magari descrivendo maggiormente i pensieri di lei o ampliando l'incipit narrativo.

2) La chiusa finale "Dopotutto, non è neppure vero che gli occhi riflettono l’anima di una persona" che risulta piuttosto confusa. Il fatto è che se è il narratore a pronunciare quella frase, allora c'è un errore di fondo. Ad un certo punto Violet pensa che gli occhi di Tate, secondo le sue conoscenze, sono così oscuri che dovrebbero riflettere un'anima nera come la pece, così come è nella realtà, ma allora perché il Narratore dovrebbe dire che così non è? Se, invece, la frase viene detta da Violet, il tutto acquista un senso, ma, in questo caso, andrebbe aggiunto un qualcosa (tipo "Dopotutto, non è neppure vero che gli occhi riflettono l’anima di una persona, pensò Violet") per far comprendere al lettore chi sia a pronunciarla.

Ora però non fraintenderci. Complessivamente il capitolo ci è piaciuto, soprattutto in un punto, ovvero il gioco di "sguardi" fra Tate e Violet (Lo sguardo di Tate Langdon si sposta (...)/Sono belli gli occhi di Tate (...)/Non distoglie lo sguardo (...)) che è davvero, davvero bello, così come abbiamo trovato molto interessante, come Violet si lasci fuorviare dall'aspetto di lui, ignorando ciò in cui ha creduto finora. Ma l'amore fa di questi scherzi ^^

Per ricapitolare, un capitolo con qualche cosa da limare, ma sostanzialmente scritto bene e che offre una piacevole lettura, la cui autrice è una signorina Scrittrice che non smetteremo mai di seguire ed adorare da bravi fans n° 1 :) :*

Ps: Un suggerimento...

- come se sapesse che lei si trovasse lì dall’inizio della loro seduta. - La frase di per sé non è sgrammaticata ma suona un pò male. magari potresti usare "come se sapesse che lei si trovava lì (...)" :* :* :*