Recensioni di Rio no Kitsune

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Recensione alla storia Come il cielo di primavera - 12/03/14, ore 19:13
Capitolo 6: Quinto petalo
Mia Reinette,
in questo capitolo c'è tantissima poesia, ed è come immergersi nella catalogo della tua mente.
Espressioni ardite, scelte con cura e addolcite o esaltate da aggettivi che spesse volte richiamano
la purezza.
Sin da subito ci si immerge con Rein nella luce, nella sala che in tanto chiarore sembra ampissima,
immensa. In qualche modo la mia prima reazione è stato un brivido di freddo, un allarme che ho
trovato fuori luogo e che provo ancora adesso.
Forse il fatto che questo luogo o non-luogo (perchè sembra davvero un qualche altro mondo) sia
paragonato a un tempio, o forse il silenzio dal quale scaturisce il richiamo della regina.
Quel nome ha l'effetto di un colpo di cannone che immobilizza per un attimo e incuriosisce.
Non so che dire di fronte a frasi che spaccano il cuore per la loro bellezza. "Un nuovo suono si
apprestò a fare la sua comparsa tra le ombre, una melodia che ardeva pace nel mezzogiorno
congelato, scontrandosi con l'ondeggiare dei pini e le onde di quel mare, presente solo nei suoi
occhi.". Semplicemente divina.
E subito dopo quel rimando allo zucchero che si assaggia da bambini riempie di tenerezza e
di cuscini morbidi e vaporosi.
E poi si precipita nel rosso, nel fuoco, nel timore reverenziale.
Un'altalena di emozioni, un vuoto allo stomaco dopo l'altro e non si riesce a staccare gli occhi dallo
schermo.
La cura certosina dei particolari non è una novità eppure non si può fare a meno di restare affascinati
da come ogni cosa diventi concreta e reale, quasi che ci si possa sedere a quel tavolino bianco, o che
si possa accarezzare il glicine in fiore.
Earine è magnifica. Un personaggio intenso e profondo, già al primo impatto emana una carica
di energia formidabile. Nonostante la sua debolezza è lei il cannone che spara nel silenzio, ma con
grazia celestiale.
La sua storia così amara non è che la superficie della regina, una donna molto più forte e consapevole
delle sue capacità di quanto non sembri.
La vita paragonata a una lacrima mi ha fatto riflettere tantissimo. L'ho trovata dura e vera, sicuramente
poco consolatoria, tanto da fare quasi male. Sarà una lotta pesante per la sopravvivenza e Rein
dovrà essere pronta a tutto e non ci sarà spazio per gli errori visto che il sangue sta già scorrendo.
Le emozioni che susciti nascono dal profondo e l'analisi quasi fredda della scena è sconvolgente.
C'è un abisso di sensazioni e di intuizioni e di intrecci che incatenano e stregano. Un continuo
bombardamento di immagini in stile onirico-realistico. Un sogno-incubo così definito da sembrare reale.
Un capitolo eccezionale, sei sempre più brava.
Un bacio,
Goccia
Recensione alla storia Come il cielo di primavera - 01/02/14, ore 18:13
Capitolo 5: Quarto petalo
Mia Reinette,
finalmente recensisco questo capitolo.
La descrizione iniziale è pregna di una dolcezza riposante che contrasta con lo stato d'animo di Rein per metà quasi stordito e impaurito e per metà desideroso di dinamicità. Hai reso in modo perfetto l'atmosfera di una prigionia, con i giorni che si trascinano lenti, con occhi scuri che sorvegliano la prigioniera alla quale però ci si rivolge con rispetto e a cui si dedicano attenzioni davvero particolari.
L'immagine del vento che tenta di portare via le ombre mi sembrava legata a quella del bagno bollente, come fosse una sorta di rito catartico, perchè l'esperienza dell'aggressione potesse essere dimenticata e ogni sua traccia potesse essere strappata dal corpo candido e puro di Rein.
C'è anche un altro elemento, quello dell'attesa, che spunta in modo deciso, ma non prepotente, con quella lettera discreta che reca un annuncio interessante e che desta nella mente del lettore una curiosità straziata dal finale che invoglia a leggere il seguito per avere finalmente insieme a Rein qualche risposta.
Il personaggio di Lara lo adoro, è semplicemente perfetta. Fedele, leale, dolce, non mi stupirebbe se ispirasse un legame profondo in una Rein che ha avuto ben poche occasioni per stringerne.
C'è una dolce tranquillità nella preparazione di Rein, sembra un attimo insignificante, ma è quasi un'oasi paradisiaca per la protagonista, coccolata e trattata con una gentilezza che raramente le viene usata, un momento da custodire nel cuore, per quanto quotidiano.
Il momento si spezza con il rimirarsi di Rein allo specchio, e quel gelido brivido, ricordo lontano proveniente da un'altra vita le scivola sulla schiena e se ne va con il suo sorriso e la gentilezza di Lara.
Infine l'incontro con occhi completamente opposti ai suoi. Occhi di una Regina in carica della quale non si sa niente e dalla quale ci si può aspettare di tutto. Ed ecco finita in un battito di ciglia quella dolcezza, quel calore, quella sicurezza che era stata la sua camera, la sua prigione, con orari e pasti e bagni e preparazioni. Ed ecco avere inizio la vera storia.
Forse è un po' banale, ma sembra proprio un classico capitolo di "quiete prima della tempesta" e sono forse i capitoli che adoro di più. Certo, se una storia fosse composta di soli capitoli pacifici e tranquilli non ci sarebbe alcuna storia, ma in un certo senso sono indispensabili, instillano nel cuore quella aspettativa, quella pace necessaria ad accogliere gli avvenimenti successivi; è quasi una ninna nanna prima di un incubo o l'introduzione della melodia con gli archi prima dello scatto con le percussioni. Un incanto magico, ancora più perfetto perchè realizzato con la concretezza di azioni e gesti familiari. Ma tutto ha un significato più profondo e se si tratta di una tua storia, Reinette, la profondità sfiora limiti incredibili.
Nulla di lasciato al caso, nulla di irrisolto. Il viaggio con te è sempre pieno e ricco, appassionante perchè tu sei appassionata.
Ti adoro,
Goccia
Recensione alla storia Come il cielo di primavera - 26/10/13, ore 17:31
Capitolo 4: Terzo petalo
Ma Reinette, cercherò di essere più chiara stavolta.
Questo capitolo ha avuto un effetto molto particolare su di me, come del resto tutti i capitoli di questa storia. Stavolta però l'effetto non è stato quello di riaddentrarmi nei ricordi del mio passato o di percepire come se fossero mie le emozioni di Rein. Stavolta è stato come se stessi vivendo un incubo. Non mi sono immedesimata nel personaggio, ma ho vissuto la vicenda di Rein dal punto di vista del narratore onnisciente, conscio di ciò che sta succedendo e di ciò che sente il protagonista, ma allo stesso tempo in preda ai suoi stessi sentimenti.
Io amo il silenzio, ma il silenzio rumoroso, quello pieno di vento e ronzii, quello carico di attesa e di comprensione. Invece in questo capitolo ho immaginato che il tutto si svolgesse in un silenzio innaturale, quello dato dall'assenza di qualsiasi essere vivente. Un silenzio di tomba che mi ha ricordato un'atmosfera da film del terrore.
La prima volta che Rein si sveglia è come se gli odori le piombassero addosso di colpo, come se il nitrito del cavallo, il suo scalciare, il sibilo della freccia le arrivassero unici suoni dell'ambiente che la circonda. Come se ci fosse un filtro che impedisce ai rumori naturali di arrivare all'orecchio.
Ho trovato semplicemente agghiacciante il fatto che Rein non urlasse dal dolore e mi sono invece sorpresa a comprendere quella strana eccitazione di Rein nel percepire la ferita.
La seconda volta che Rein si sveglia invece l'ho trovato ancora più destabilizzante. Il vuoto fisico unito al silenzio è qualcosa che fa girare la testa. La casa in cui si ritrova e ampia, enorme, ma vuota. Così anche la strada e la cittadina, a parte quelle case fatiscenti. C'è tanto spazio privo di vita e i soli abitanti del luogo sembrano essere i tre aggressori di Rein.
La fuga da questi ultimi è così breve e inutile che nemmeno sembra essere avvenuta davvero.
E infine tutto si risolve in un turbine di violenza che lascia resti di dolcezza al suo passaggio.
La struttura del capitolo è circolare e finora ne ho letti pochissimi di questo genere. Si apre e si chiude con l'incontro di un ragazzo che sarà importante per Rein.
Una cosa che mi ha lasciata senza fiato è stato notare che non ci sono miglioramenti in questo nuovo mondo, anzi. Nel bene e nel male la violenza gratuita continua ad essere dominante e l'angoscia comincia a insinuarsi dall'inizio nelle vene della piccola Rein che si ritrova sballottolata di qua e di là fino a che si abbandona nel calore umano di occhi sorridenti.
Non so più cosa aspettarmi, sono curiosissima di come hai intenzione di continuare.
Un bacio,
Goccia
Recensione alla storia Winter is not synonymous of cold - 18/10/13, ore 16:41
Capitolo 2: Pattinaggio su ghiaccio
Ciao di nuovo Jaspy ^^
Ci sei sicuramente riuscita, trapela da ogni loro poro l'amore che provano l'uno per l'altra. Uno di quegli amori senza spazio e tempo, indefinito e allo stesso tempo sensibile.
I pensieri di Pastel fanno naturalmente sorridere. Non ho mai pattinato -*sospira*- ma immagino come ci si possa sentire la prima volta, soprattutto se "costretti". Sono così carini e fluffosi insieme che saltellerei per la stanza *^*
Pastel è proprio inevitabilmente cotto. Resta così incantato dai lineamenti, dalla dolcezza, dalla purezza di Mirlo che si fida ciecamente e sicuramente andrebbe in capo al mondo per lei (è sicuro al 100%).
La caduta me la aspettavo e succede sempre al momento giusto. Quel momento che è una cosa stupenda, che lo senti scorrere dentro anche da spettatore. *batte le mani come una scema*
Mirlo e Pastel sono davvero una coppia sottovalutata, ma è anche vero che nella serie sono stati solo accennati purtroppo.
Ovviamente i soliti COMPLIMENTI che ho scordato di farti nella recensione precedente. Grammatica perfetta, solo un paio di imprecisioni nella punteggiatura.
Bravissima come sempre!
Un bacio,
Giulia
Recensione alla storia Winter is not synonymous of cold - 18/10/13, ore 16:29
Capitolo 1: Neve
Ciao Jaspy!
Da quanto tempo che non ti sento! ^^ Sono contentissima che tu sia tornata con una nuova raccolta, per giunta su Mirlo e Pastel *^*, anche se aspetto gli aggiornamenti delle altre. =)
Come va con l'Università? Io non mi annoio, lo sai U^U quindi sarò ben felice di conoscere tutti i motivi che ti hanno tenuta lontana dal fandom se vorrai raccontarmeli. Anche io sono un po' indietro con gli aggiornamenti, soprattutto a causa del poco tempo che poso dedicare alla scrittura, ma sono riuscita a pubblicare la nuova long BlueMoon che ti ringrazio tantissimo di aver commentato.
Il titolo della raccolta mi piace moltissimo, simboleggia quasi il calore per quanto non sia nemmeno nominato, anzi.
Neve *^* neve *^* neve! *^*
Lo sai che la adoro! *^* E anch'io come Mirlo mi attarderei ad ammirare il suo spettacolo . Si indovina subito il suo carattere dolce e pacifico, quasi si può vedere il suo sguardo lieve posarsi sulla felicità dei passanti.
Il riferimento all'Università mi ha fatto sorridere. Accade spessissimo che la vita quotidiana di chi scrive si rifletta nelle sue storie ed è anche questo a renderle così reali e vicine e a scaldare il cuore e riempirlo di speranza. E amore, amore concreto e sincero.
La scena è una finestra sulla vita di ogni giorno, così semplice e così bella. Uno di quei momenti speciali perchè vissuti col cuore, perchè svuotati di ogni tensione e ricchi di sorrisi e battiti. Un momento che, anche se non l'ho mai vissuto, ho sentito mio per un istante.
Grazie davvero per avermi regalato la neve.
Un bacio,
Giulia