Allora, carissima, arrivo anch'io alla fine di questa tua fanfic; In questi giorni non ti ho voluto anticipare nulla sul mio parere riguardante gli ultimi capitoli così che potessi dirti tutto qui.
Comincio col complimentarmi per la scelta narrattiva: la terza persona è utile per capire meglio lo svolgersi dei fatti ma la prima persona è fondamentale per comprendere i personggi; quindi ho gradito molto il fatto di trovarle entrambe. Sopratutto quando a parlare è stata Mayu: molto dolce il suo ritrovo con Igraine. La piccola figlioccia di Harlock è veramente adorabile ed anche furbetta ( “Uhmmm… Voi due non me la raccontate giusta.” Mi hai fatta morire dal ridere!).
Poi - scontato dirlo - l'introspezione che hai fatto dei due protagonisti è, a dir poco, sublime. Entrambi ci hanno donato grandi emozioni: risate, commozione ed anche qualche lacrimuccia. Ora capisco cosa intendevi col dire che il loro rapporto sarebbe stato come le "montagne russe". Ti giuro che mi sarei aspettata di tutto ma una Igraine incinta proprio no, mi hai lasciata così: *-*, senza parole! Ho gioito con loro per la così lieta notizia, arrivata, ahimè, in un momento non così "tranquillo". Il susseguirsi degli eventi, poi, è stato un vero e proprio piacere per il lettore: hai dato vita non ad una fic ma, bensì, ad un film: le immagini erano nitide, facili da immaginare così che la lettura potesse essere ancor più piacevole. La storia mi è piaciuta tutta, da cima a fondo; però, c'è stato un capitolo che più di tutti mi è rimasto impresso: il Decimo. (Di cui ora ti parlo)
In esso ci sono state delle parti molto precise - che ora ti riporto - che mi hanno colpita particolarmente:
“Tadashi, ci sono dei limiti su quello che puoi dire al tuo capitano. Sono sempre disponibile ad ascoltare tutti voi, potete parlarmi liberamente, ma non permetto a nessuno di mancarmi di rispetto. Sei molto maleducato e mi deludi profondamente. Credevo fossi maturato, in questi anni.”
“Guarda che non sono l’unico a pensarla così. Da quando quella donna è salita qui sull’Arcadia non sei più tu. Pensi sempre e solo a stare con lei, sul ponte di comando ci stai pochissimo; Yuki, Yattaran ed io dobbiamo spesso prendere decisioni da soli senza il tuo aiuto: prova a parlarne con Maji e con gli altri, vedrai cosa ti risponderanno.” Al che Tadashi se ne andò via a passo veloce.
Non vista, Igraine aveva sentito tutto. Si stava recando da Meeme, l’unica che ancora le rivolgesse la parola, quando aveva visto in lontananza Harlock e Tadashi discutere animatamente mentre si dirigevano alla sala armamenti. Pur consapevole che origliare fosse disdicevole, la curiosità e soprattutto l’ansia e la preoccupazione l’avevano spinta a seguirli. Nascosta dietro una colonna, aveva poi sentito tutto il dialogo, interrotto dalla fuga di Tadashi. Lacrime silenziose presero a scorrere sulle sue guance. “Cosa faccio ancora qui? A causa mia Harlock sta perdendo la fiducia e l’affetto dei suoi uomini. Il mio amore non può bastargli: non deve restare solo, ha bisogno di loro, di tutti loro. Va bene. So cosa devo fare”.
L'amore ed il dovere non sempre vanno di comune accordo, soprattutto se si è IL Pirata spaziale. Certo, pover'uomo, senza ombra di dubbio anch'egli avrebbe gradito, quantomeno, l'appoggio della sua ciurma! Igraine, invece, che dovette assistere a quella discussione, ha dimostrato di amarlo davvero, più di sé stessa; per l'amore che la legava a quell'uomo, era pronta a lasciarlo andare poiché, ella, era ben consapevole dell'importanza degli uomini dell'Arcadia e del ruolo del suo amato. Ecco, questo è vero amore: rinunciare ad esso per il bene della persona amata!
“Cosa racchiudi dentro di te, Grainn? Cosa posso scoprire di te, che ancora non so? Quando ti guardo negli occhi percepisco solo una piccola parte della tua anima. Cos’è che mi celi, piccola?”
Qui non credo di dover aggiungere altro; Vedere Harlock - posso dire: quasi spaventato da ciò che racchiude in sé Igraine? - è stato davvero bello: l'amore è anche questo: doversi saper accontentare di ciò che ancora non possiamo sapere ( e qui mi viene in mente la canzone di Elisa: Gli ostacoli del cuore; che sì, forse non c'entrerà niente ma quando ho letto queste parole - tac - mi si è accesa la lampadina sul testo di un pezzo che io adoro alla follia)
“Quando leggerai questa lettera io sarò ormai lontana. Ti amo e ti benedico: mi hai reso la donna più felice dell’Universo, nei pochi giorni che ci hanno visti legati. Non posso restare: sono costretta a rinunciare a te. I fatti di cinque anni fa ci impediscono di stare insieme. Ti prego di non cercarmi e di proseguire per la tua strada. Che le Dee ti proteggano e ti guidino... Addio, amor mio, perdonami. I.”
Io qui, sono scoppiata in lacrime. Mi sono immaginata il Capitano che teneva in mano quel foglio di carta, simbolo del suo più grande dolore che tu hai saputo descrivere benissimo con l'immagine del suo corpo privo di sensi mentre, con una mano stringeva questo pezzo di carta e con l'altra , invece, una bottiglia di alcool. Struggente come scena, molto forte e significativa.
Ora, però, non sto qui a farti il "copia e incolla" di ogni parte che ho adorato (altrimenti dovrei riportarti tutta la storia!). Sappi che ho molto aprezzato i pensieri di Igraine: sia quelli rivolti ai genitori che alla sorella, Raflesia... Come sai, fin dall'inizio della storia, non ho mai nutrito molta simpatia per questo peronaggio ma oggi, invece, mi rendo conto di quanto complesso sia: ha sofferto eccome, povera cara. Era una giovane donna, forse ancora immatura, quando sua madre è morta e, sulle sue spalle, si è caricato il peso di un regno e di un ruolo tanto delicato come quello della Regina.Oggi sì, la aprezzo e la rispetto... e credo che, in cuor suo, anche Igraine giustifichi la sua crudeltà... il dolore porta altro dolore e se non si è in grando di sopportarlo, questo, uccide dentro.
Poi, beh, ci hai dato un finale degno di nota: partendo dalla morte del Re Arta’ki (sei stata troppo buona, io lo avrei fatto soffrire di più quel lurido... ci siamo capite... ), continuando con quella di Jordan (molto bello il fatto che Igraine l'abbia perdonato) per poi concludere in bellezza con ben DUE matrimoni, dove il vino e le risate non sono mancati! E' stato tutto fantastico, dall'inizio alla fine. E prima di passare alla conclusione, mi sorge una domanda:
Il titolo: "Nel tuo nome, solo nel tuo nome" si collega alla frase: "Nel tuo nome Raflesia"? E', dunque, rivolto alla sorella? Perché alla fine, tutto ciò che viene fatto da Igraine è per onorare ed omaggiare la sorella defunta, alla quale era molto legata; giusto?
Okay, okay... ora mi ricompongo e concludo riporgendoti i miei complimenti, così come in "Cedant arma togae", anche qui, sono del tutto estasiata e sapere che c'è un sequel non sai quanto mi rende felice!!
E domani (cioè oggi... tra qualche ora xD) mi ci fiondo!
Un bacione grande, grande <3
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