Questa storia mi avrebbe fatta felicissima a tredici, quattordici anni, quando seguivo entrambe le serie in tv.
I Cinque Samurai che hanno a che fare con i Santi di Athena. Roba da fare faville!
Confesso che anche io avrei creato un trait d'union simile al tuo, un personaggio appartenente al mondo di Saint Seiya che per una serie di vie e ragioni che non staremo qui a riassumere (anche perché quelle che dai tu sono molto labili e perché, diciamolo, sono sicura che le racconterai durante la storia), convive con i Samurai. Ci sta. È il modo più semplice per creare un cross-over.
E credimi, si vede anche l'amore da fan che nutri per entrambe le serie, dico davvero. Traspare da ogni riga.
Però le idee che avevamo a tredici, quattordici anni, vanno bene per quando si ha quell'età. Dopo, vanno ammodernate e rese più adulte. Vanno rese storie, da semplici soggetti. Che abbiamo plasmato e riplasmato nel nostro cervello, ma che sono rimasti tali. Soggetti. Più o meno complicati, più o meno abbozzati. E te lo dice una che c'è passata.
Purtroppo non riesco ad appassionarmi alla storia, anche se i presupposti ci sono tutti.
Per farti un esempio del perché io non ci riesca, ho bisogno della tua immaginazione.
Immagina di dover realizzare una ricetta con degli ingredienti freschissimi e buonissimi di loro, ma che la preparazione della ricetta richieda dei tempi lunghi, coma la marinatura della carne in un guazzetto di olio e limone per tipo... tre, quattro ore? Bene. Qui è come se tu avessi saltato il passaggio della marinatura e avessi metto tutto a crudo in pentola, e avessi alzato il fuoco al massimo.
Non va.
No.
Ovvio che non può andare. Perché qui c'è una fretta micidiale di postare un capitolo al giorno e condividiere con noi la tua idea. E va bene. Ma per postare un capitolo al giorno, la storia deve essere già pronta e sviluppata e corretta e preparata per la pubblicazione. Deve essere... come una sposa che esce per andare in chiesa. Tu ce la vedi una sposa che si trucca in auto? O che si acconcia i capelli sul sagrato della chiesa?
Si può fare, certo; ma poi certe cose, si vedono. Saltano all'occhio, come nella recensione precedente in cui un altro autore ti fa notare che i capitoli sembrano un pochino scollegati (e credimi, non perché si cambia scena. È un problema più complesso). Confesso di aver avuto anche io quest'impressione, così come mi sembra che la storia sia stata pubblicata altrove, sì, ma non appena avessi finito di scrivere ogni singolo capitolo.
Scritto e postato. E se non è così, questa è comunque l'impressione che mi dai.
Poiché vorrei davvero leggere una storia sui CdZ e sui Samurai, perché non ti siedi, ti prendi del tempo e sistemi tutta la storia prima di pubblicarla?
Non parlo solo degli errori di grammatica e di battitura; quelli li vedi da te con un minimo di calma e un bicchiere di tè freddo accanto. Parlo della storia, della trama proprio.
Dal punto di vista dell'intreccio, avrai già le idee chiare. Ma il consiglio di prenderti del tempo e sistemare la tua storia, resta.
Butta giù una scaletta, capitolo per capitolo, e decidi quando e dove accadono le cose.
Chi fa cosa.
Chi dice cosa.
Chi pensa cosa.
Scrivi frasi brevi. Soggetto, verbo e complemento. In seconda battuta le allungherai, le scioglierai, le rigirerai. Farai quello che ti pare.
Descrivi quello che accade. Perché va bene dire che Sami si scosta dalla fronte il ciuffo biondo (Chi? Sami? Ahahahahahahahahahahah...), ma la scena in cui Ambra appare, appoggiata allo sportello della sua jeep, è di difficile lettura.
Ammorbidisci il personaggio di Maia. Tutti si preoccupano per lei, tutti pensano a cosa stia pensando lei, come se non esistesse niente altro al mondo. Dalle dei difetti. Non farle dire solo cose fiQue. Non farla sembrare la zia May di turno, che chiede al nipote se abbia indossato la maglia di lana («Hai indossato la protoarmatura, Rio?»).
Cerca di creare dei capitoli non dico tutti della stessa lunghezza, ma il più possibile equivalenti.
Scegli UN carattere, quale che sia (e che sia leggibile, per favore. Arial, Verdana, Times New Roman sono i più semplici e non affaticano l'occhio) e scegli UN sistema per introdurre i discorsi diretti. Il trattino va benissimo, ma assicurati di non lasciare troppi spazi, altrimenti Word recepirà quel trattino come un elenco; e metti due virgole in più. Non a caso, ovvio. Ma rendi più fluide le tue frasi, perché altrimenti, più che una storia, ci fornirai il racconto di quella stessa storia. Come se tu ed io ci sedessimo al tavolino del bar e tu mi dicessi:«Sai, stavo pensando che si potrebbe scrivere una storia così, così, così».
Tu la storia ce la stai già raccontando. Giusto?
Il trucco è quello di non avere fretta.
Sistema il primo capitolo, e poi trova un font che ti piaccia e che sia leggibile e assegnalo ai capitoli già pubblicati.
Poi prendi la storia, la sistemi, la chiudi in un cassetto e lasci passare del tempo. Una settimana, tipo. La ricorreggi e vedi se puoi renderla più fluida. Dalle corpo, dalle fiato, dalle lo spazio che merita. Nessuno nasce imparato, come si dice dalle mie parti. Io ne sono l'esempio lampante. Ma è anche vero che la gatta frettolosa fece i micini ciechi. E io non credo che tu voglia che questa storia resti cieca, giusto?
Spero che recepirai questa recensione come uno sprone e non come una stroncatura. Perché i presupposti ci sono tutti. È il modus operandi che va gestito meglio.
Buon lavoro
Francine
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